Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
Concorso “Premiamo i risultati”
DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE
-1-
PREMESSA
Il “documento di partecipazione” ha come oggetto la progettazione esecutiva del piano di
miglioramento gestionale presentato sinteticamente in fase di candidatura.
Esso va predisposto, dalle amministrazioni ammesse alla seconda fase del concorso, seguendo le
indicazioni contenute nel presente formulario strutturato in domande aperte, domande con
alternative di risposta e istruzioni per la compilazione.
Il formulario deve essere compilato con cura in ogni sua parte e corredato della firma del
responsabile della candidatura. Nel caso di dubbi interpretativi si suggerisce di rivolgersi all’help
desk del concorso per chiarimenti.
Il documento risultante non dovrà superare nel suo complesso (compresa la copertina) le
20 pagine e non dovrà essere allegata alcuna documentazione aggiuntiva.
La trasmissione del documento di partecipazione va effettuata esclusivamente:
•
•
•
in formato PDF
entro e non oltre le ore 24 del giorno 19 Novembre 2008
con inoltro all’indirizzo di posta: [email protected].
La valutazione del documento, per l’ammissione alla fase successiva, riguarderà nuovamente la
coerenza con gli obiettivi del concorso e la presenza di tutti gli elementi richiesti necessari a
valutare la fattibilità operativa degli interventi di miglioramento da realizzare.
-2-
PIANO DI MIGLIORAMENTO GESTIONALE
(amministrazione/ufficio)
ASL Napoli 2
Dipartimento Materno Infantile
Polo Aziendale di Intervento sui Disturbi generalizzati dello Sviluppo
(PAIDèS)
-3-
PRIMA SEZIONE
ANAGRAFICA
Denominazione del Piano
Un centro per imparare il linguaggio dell’autismo
Responsabile:
Cognome: Pini
Nome: Maria Teresa
Telefono: 081 855 2653 E-mail: [email protected]
Ruolo: Direttore Dipartimento Materno Infantile
Cognome: Magri
Nome: Paola
Telefono: 081.8761616 E-mail: [email protected]
Ruolo: Responsabile del Polo Aziendale di Intervento sui Disturbi generalizzati dello Sviluppo
Referente:
Cognome: Rinaldi Nome: Pietro
Telefono: 081.3050436 / 320.4357866 E-mail: [email protected]
Ruolo: Direttore Unità Comunicazione e Qualità
Durata dell’intervento in mesi : 12
Periodo di realizzazione:
da 01/01/2009
a 31/12/2009
Eventuali Risorse destinate , escluse le retribuzioni del personale coinvolto1:
⌧
Ammontare complessivo: €. 100.000 di cui:
- a carico dell’Amministrazione/ufficio€. 100.000
- a carico di altre Fonti (indicare quali) €……………………………………………………..
Non sono previste risorse
1
Vanno indicate solo le risorse finanziarie effettivamente disponibili e/o già stanziate in bilancio
-4-
SECONDA SEZIONE
SCENARIO DI RIFERIMENTO
1 ORIGINE DEL PIANO
1.1. L’intervento è riconducibile alle strategie politiche e/o di gestione espresse in:
(sono possibili più risposte)
documenti di programmazione generale dell’amministrazione (es. Peg, Direttiva annuale,
altra documentazione, ecc.)
piani di miglioramento/programmi settoriali
è un’iniziativa autonoma del proponente
⌧ altro (specificare) si sviluppa a partire da esperienza maturate mediante ambulatori
dedicati a bambini disturbi dello spettro autistico. Si tratta di fatto di una naturale evoluzione
delle attività.
1.2. La decisione di intervenire sull’ambito scelto deriva da:
(sono possibili più risposte)
autovalutazione sullo stato dell’organizzazione effettuata con l’utilizzo di metodologie
appropriate (es: modelli Caf, Efqm, gruppi di qualità, ecc.)
risultati di indagini di customer satisfaction
analisi dei reclami raccolti in modo sistematico
specifica indagine realizzata da personale interno
specifica indagine realizzata da consulenti
indicazioni di uno degli organi interni di valutazione e/o di audit
richiesta del vertice (politico o amministrativo)
altro (specificare) valutazione della necessità di far evolvere e ampliare l’esperienza portata
avanti dagli ambulatori, al fine di valorizzare le conoscenze sviluppate dal servizio e farlo
diventare punto di attrazione anche per un’utenza extra-aziendale ed extra-regionale.
1.3. Il piano è connesso con altre attività di miglioramento:
sì, già realizzate
sì, in corso
sì, già programmate
NO
Se sì, specificare sinteticamente l’oggetto degli interventi
Il trasferimento delle attività presso una nuova sede ha permesso la programmazione di un’attività
di maggior respiro e con ambizioni di diventare di riferimento anche per un’utenza extra-aziendale
ed extra-regionale.
1.4. Motivo prevalente dell’intervento:
(una sola risposta)
carenza di un servizio/processo
esigenza di rispondere a nuove domande di altri uffici/servizi
esigenza di rispondere a nuove domande di utenti o stakeholder
esigenza di ridurre i costi
esigenza di migliorare il clima organizzativo
-5-
⌧ altro (specificare) miglioramento outcome clinico (presa in carico precoce e
monitoraggio appropriatezza prestazioni erogate anche da diversi soggetti);
riduzione della spesa per acquisto prestazioni riabilitative da privato accreditato.
1.5. Definizione del problema
Illustrare il problema che l’intervento intende affrontare. La descrizione deve in particolare
evidenziare a quali bisogni l’intervento vuole dare risposta sia dal punto di vista dei portatori di
interesse implicati, che dell’amministrazione/ufficio.
I disturbi dello spettro autistico (da Disturbo Pervasivo delle Sviluppo - DPS) (1: 150 nati)
sono molto più frequenti di quanto ritenuto in passato. Pertanto, si richiede un rapido e
profondo processo di riorganizzazione dei servizi e in prima istanza di quelli sanitari, per
quanto riguarda l’effettuazione della diagnosi tempestiva e la continuità tra diagnosi e
inizio di un adeguato progetto terapeutico, integrato e precoce.
2 ELABORAZIONE DEL PIANO
2.1. La progettazione ha coinvolto:
(sono possibili più risposte)
⌧ utenti (interni/esterni) del servizio/processo di lavoro su cui si interviene
altri portatori di interesse
responsabili del settore/dei settori su cui si interviene
personale del settore/dei settori su cui si interviene
⌧ personale che sarà impegnato a realizzare l’intervento
⌧ altro: pediatri impegnati nella presa in carico di bambini affetti da DPS, personale
scolastico
Specificare come è stato garantito tale coinvolgimento:
Attraverso incontri di orientamento, incontri operativi e confronti finalizzati a conoscere meglio la
patologia e mediante la valutazione comune degli sviluppi possibili del servizio.
2.2. In fase di progettazione ci si è avvalsi dei seguenti elementi di analisi del problema
(indicatori di criticità):
(sono possibili più risposte)
dati di indagine sugli utenti o stakeholder (specificare quali):
___________________________________________________________________________
⌧
dati di funzionamento (specificare quali):
Numero di pazienti trattati, numero di richieste pervenute, tempo medio della presa in carico
del bambino, numero di richieste di utenti del territorio aziendale, extra-aziendale ed extraregionale non soddisfatte.
⌧ Altro (specificare)
Linee Guida del TAVOLO NAZIONALE DI LAVORO SULL’AUTISMO istituito dal Ministero
della salute (settembre 2007-gennaio 2008)
-6-
TERZA SEZIONE
CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO
1 GLI OBIETTIVI
1.1 Con l’intervento si punta ad un miglioramento principalmente nell’area:
(scegliere l’area di interesse prevalente e indicare minimo una risposta nell’area scelta)
del contesto:
integrare le amministrazioni
valorizzare la comunità
rinnovare il rapporto centro/periferia
del problema:
cogliere le esigenze degli utenti
interpretare la missione
analizzare la situazione, definire obiettivi
⌧
della soluzione:
⌧ coinvolgere il personale
⌧ utilizzare tecnologie e metodi
⌧ gestire le risorse economiche
del risultato:
controllare i risultati
valutare gli effetti
consolidare e diffondere le buone pratiche
1.2 L’intervento si basa prioritariamente su:
(una sola risposta)
innovazione nelle modalità di applicazione di norme di legge
ottimizzazione nell’uso delle risorse umane e/o materiali per ottenere maggiore efficienza
(es. risparmi)
gestione innovativa di funzioni per valorizzare le risorse umane, per responsabilizzare i
ruoli direttivi, per sviluppare una cultura organizzativa orientata ai risultati, ecc.
modifica dei processi organizzativi per migliorare la gestione
modifica dei ruoli per migliorare il benessere del personale
modifica delle modalità di erogazione dei servizi e della relazione con i clienti
⌧ altro (specificare) diffusione di un modello di diagnosi e trattamento della patologia, tale da
permettere una precoce individuazione dei sintomi ed una riduzione dei danni
-7-
1.3 Descrivere gli obiettivi
Obiettivi generali (finalità cui mira globalmente il piano)
Ridurre il danno – e quindi anche i costi riabilitativi - derivante dalla patologia autistica, mediante
una diagnosi precoce ed una adeguata abilitazione
Obiettivi specifici (obiettivi operativi in cui è possibile scomporre l’obiettivo generale, anche in
relazione alle diverse fasi di realizzazione previste, compresa la descrizione delle realizzazioni
previste)
- supportare i servizi territoriali nell’inquadramento diagnostico precoce. A tale scopo si
intende rendere operativo un percorso di continuità diretta con gli operatori presenti sul
territorio che necessitano di una risposta tempestiva al loro “sospetto diagnostico”:
costituzione di un servizio di accoglienza delle domande, definendo i criteri ed i tempi
di accesso al servizio diagnostico.
- valutazione e supervisione di minori affetti da DPS per il monitoraggio del percorso
abilitativo: la scelta di obiettivi individualizzati, specifici e misurabili consente una
verifica quali-quantitativa dei risultati e delle strategie messe in atto all’interno di
ciascun intervento, garantendo, complessivamente, la continuità e la qualità del
percorso terapeutico di ogni singolo bambino
- orientamento di operatori sanitari, sociosanitari, delle famiglie e della scuola per
l’implementazione di un progetto integrato in grado di favorire percorsi di inclusione dei
minori affetti da DPS. Particolare attenzione va posta all’attuazione di piani formativi
rivolti alla famiglia e agli operatori scolastici e alla realizzazione di specifici Accordi di
Programma tra operatori sanitari, sociali, educativi e famiglie
- valutazione, programmazione e pianificazione di interventi di
Comunicazione
Aumentativa (AAC a bassa ed alta tecnologia) per minori con DPS. Il canale di
apprendimento visivo è quello privilegiato in un bambino con DPS. La AAC è
segnalata dalla Letteratura internazionale tra i più efficaci sistemi per potenziare/
sostituire la comunicazione espressiva, ma anche per migliorare l’elaborazione delle
informazioni uditive e promuovere l’indipendenza del bambino.
1.4 Descrivere i risultati attesi
Descrivere i cambiamenti/impatti attesi sui destinatari intermedi e finali dell’intervento come
conseguenza del raggiungimento degli obiettivi del Piano di miglioramento
- anticipare i tempi di diagnosi di DPS in età infantile, al fine di avviare il bambino al
percorso abilitativi entro i 36 mesi di vita.
- definire/stabilizzare standard diagnostici e terapeutici basati sull’evidenza scientifica,
che siano confrontabili e quindi valutabili con altre esperienze nazionali ed
internazionali.
- definire e validare un modello di percorso formativo rivolto alle famiglie ed agli operatori
sociali, producendo specifici elaborati informativi
- disegnare una “mappa di continuità” che rappresenti tutti i soggetti presenti nel territorio
di vita del bambino, identificandone le sedi, le competenze specifiche ed il modello di
interazione.
-8-
1.5 Descrivere il prodotto finale dell’intervento
Descrivere cosa si intende realizzare per raggiungere i risultati attesi.
Al centro del progetto c’è l’implementazione di un Polo Aziendale di Intervento sui Disturbi
generalizzati dello Sviluppo che sia in grado di prendersi in carico dei bambini autistici e
guidarne lo sviluppo fino all’età adolescenziale. L’obiettivo di tale centro è adottare pratiche
innovative per aumentare la capacità di comunicazione dei bambini autistici, anche
attraverso interventi formativi indirizzati alle famiglie. Tale Polo sarebbe l’unico così
strutturato nel mezzogiorno e le terapie adottate – anche alla luce dell’esperienza maturata
– permetterebbero un aumento dell’autonomia dei bambini e – conseguentemente – anche
un loro minor ricorso ai servizi socio-sanitari.
Gli interventi che si intendono realizzare si collocano nell’area della soluzione, in quanto è solo
attraverso il coinvolgimento del personale e l’implementazione di un approccio multiprofessionale
ed interdisciplinare che si può assicurare l’attuazione di un processo abilitativo solistico, dove le
risorse in campo possano promuovere il ruolo centrale delle famiglie. Infatti la famiglia si configura
come uno “spazio” privilegiato per l’implementazione di progetti finalizzati a favorire la crescita
comunicativo-sociale del bambino con autismo. La diagnosi di autismo ha un impatto emotivo
fortissimo sui genitori, mobilitando dinamiche complesse spesso irrazionali. Nella fase della prima
formulazione diagnostica, peraltro, i genitori non riescono ad avere una spiegazione sulle cause
(“perché”), non riescono a comprenderne la natura (“che cosa è”), non riescono a prevederne
l’evoluzione (“come sarà da grande”). Risulta, pertanto, evidente che per poter lavorare “con” i
genitori è necessario preliminarmente effettuare un lavoro “sui” genitori, finalizzato a creare le
premesse indispensabili per un loro coinvolgimento attivo nel percorso abilitativo. Fondamentale,
perciò, è fornire, a genitori di bambini affetti da DGS, conoscenze e strumenti per promuovere la
comunicazione ed il gioco/ interazione sociale con i loro piccoli. Il raggiungimento delle finalità
dell’intervento prevede la realizzazione delle seguenti attività:
1.
Inquadramento diagnostico di bambini con “sospetto” autismo;
Cicli di assessment/ valutazione articolati su:
a) colloquio informativo e di per l’analisi del bisogno e di pianificazione dell’intervento
b)
colloquio/conoscenza delle aspettative e potenzialità del nucleo familiare
c)
Visita Neuropsichiatria del minore
d) consultazioni/valutazioni multidimensionali d’equipe) con somministrazione di un protocollo
di valutazione informale (checklist MIND- Taylor, McDonough) e di test standardizzati
e) staff meeting per la discussione e l’approvazione dell’epicrisi
f)
2.
colloquio di RESTITUZIONE
interventi intra- ed extra-murari a beneficio dei pazienti che usufruiscono di “presa in carico
diretta”;
I. interventi abilitativi intra-murari con obiettivi a breve termine, collezionamento dei dati di
performance e grafici mensili articolati su segmenti che comprendono:
−
attività frontali (rapporto 1 operatore/1 assistito);
−
empowerment del care giver in attività ad obiettivo comportamenti e autonomia
(rapporto 1 operatore/1 assistito);
II. interventi extra-murari finalizzati ad implementare in famiglia specifici programmi di
intervento quale proseguimento e/o completamento di quanto effettuato nello spazio
abilitativo intra-murario
3.
supervisione/monitoraggio di minori con autismo in carico presso il privato accreditato, per
la verifica dell’appropriatezza delle prestazioni riabilitative “erogate”;
-9-
Cicli di assessment/ valutazione (come al punto 1)
Cicli di assessment/ valutazione successivi al primo articolati su:
-
colloquio per l’analisi del bisogno
-
Visita Neuropsichiatria del minore
-
consultazioni
complessive
(valutazioni
multidimensionali
d’equipe)
con
somministrazione di protocollo di valutazione informale (checklist MIND- Taylor,
McDonough) e di test standardizzati
-
staff meeting per la discussione e l’approvazione dell’epicrisi
-
colloquio di restituzione
4.
PROGETTAZIONE
DI
INTERVENTI
DI
COMUNICAZIONE
ALTERNATIVA (AAC a bassa ed alta tecnologia) per minori con autismo;
AUMENTATIVA
Cicli di assessment/ valutazione delle specifiche esigenze/ abilità del minore di utilizzare strumenti
di AAC e di profettazione di un intervento di AAC con ausili protesici high-tech articolati su:
-
colloquio informativo e di l’analisi del bisogno
-
staff meeting per la definizione dell’intervento
-
valutazione della compliance della famiglia
-
Visita Neuropsichiatria
-
consultazioni
complessive
(valutazioni
multidimensionali
d’equipe)
con
somministrazione di un protocollo di valutazione delle specifiche esigenze/ abilità del
minore di utilizzare strumenti di AAC
-
staff meeting per la discussione e l’approvazione dell’epicrisi
-
colloquio di restituzione della progettazione di base del dispositivo
-
incontri di training per programmazione di ausili di AAC a beneficio degli esercenti
potestà genitoriale sul minore, allo scopo di mettere i genitori del minore in condizioni di
programmare autonomamente l’ausilio (collaboratore sanitario infermiere professionale)
-
colloquio di restituzione
Cicli di rivalutazioni periodiche/ supervisioni del minore per il monitoraggio dell’evoluzione delle
abilità dell’utente e l’aggiornamento della progettazione dell’ausilio di AAC
5.
EMPOWERMENT DELLE FAMIGLIE e PARENT TRAINING “LEGÀMI DI GIOCO”;
Il raggiungimento di tale obiettivo prevede un percorso articolato su diversi livelli:
I livello. “Conoscere”:
-
aiutare i genitori a raggiungere una soddisfacente conoscenza della disabilità evolutiva
del proprio figlio, fornendo ai genitori informazioni sul quadro clinico dell'autismo
-
facendo nascere nei genitori la percezione del “riabilitatore” come un punto di
riferimento in grado di ascoltarli e di affiancarli, e perciò, la possibilità di rivolgersi a lui
per avere consigli nella gestione quotidiana del figlio;
II livello. “Attivare”:
-
attivare le risorse genitoriali nella gestione del quotidiano, sottolineando che i “consigli”
non possono essere impartiti come una lezione ai genitori, ma devono nascere come
bisogno dei genitori di essere sostenuti nelle scelte pedagogiche nell'assoluta
originalità di ciascun sistema famiglia
III livello. “Realizzare”:
Implementare specifici programmi di intervento nello spazio abilitativo, facilitando i genitori del
bambino a fronteggiare specifici comportamenti disadattivi, individuare le modalità educative
più idonee a sviluppare l'acquisizione di specifiche competenze del bambino nell’area delle
- 10 -
autonomie e della gestione del tempo libero, mplementando attività ad obiettivo comportamenti
e indipendenza nel quale il genitore è shadow del bambino con la supervisione dell’operatore
del Servizio
IV livello. “Sviluppare competenze”:
Implementare in famiglia specifici programmi di intervento quale proseguimento e/o
completamento di quanto effettuato nello spazio abilitativo.
Parent training
Occorre, accanto ad un lavoro sistematizzato con i bambini con autismo, recuperare lo spazio
del gioco tra genitori e figli con DGS, in un processo di costruzione di uno spazio ludico
condivisibile, rassicurante, in cui attivare processi di imitazione e di identificazione, grazie alle
interazioni dapprima diadiche, poi triadiche e infine multiple (includendo nell’interazione gli altri
figli o i coetanei).
Ogni ciclo di parent training è articolato su:
-
colloquio di PIANIFICAZIONE
-
colloquio della famiglia con Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva
-
staff meeting (per la definizione dell’intervento)
-
laboratori neuropsicomotori con strutturazione di uno spazio ludico stabile, utilizzo di
strategie visive e di attività routinarie prevedibili, per introdurre schemi di gioco sensomotori, sostenere l’attitudine del genitore ad accompagnare il bambino nell’esplorazione
-
colloquio di restituzione
6.
Percorsi di integrazione tra gli interventi sanitari e scolastici e orientamento di operatori
sanitari, socio-sanitari e della scuola;
Servizi di supporto agli organi territoriali finalizzati all’integrazione tra gli interventi sanitari e quelli
scolastici a beneficio di minori autistici articolati su:
-
consultazioni
complessive
(valutazioni
multidimensionali
d’equipe)
con
somministrazione di un protocollo di valutazione informale (checklist MIND- Taylor,
McDonough) e di test standardizzati
-
osservazione scolastica
-
colloquio di restituzione alla famiglia
-
colloquio di restituzione al Glh/corpo docente del minore, con formulazione di
proposta di indicazioni operative per favorire l’inserimento scolastico (con obiettivi a
breve termine, monitorati quantitativamente ed indicatori dell’efficacia dell’intervento –
adattabilità dei suggerimenti allo specifico contesto scolastico, grado di
raggiungimento delle abilità- a medio e lungo termine)
-
Rivalutazioni periodiche/ supervisioni per il monitoraggio del percorso di integrazione
scolastica del minore
Questo modello permette di aumentare in modo fortissimo l’autonomia del bambino, assicurando
sia nel breve che nel lungo periodo un minore ricorso a centri di riabilitazione e assistenza sociosanitaria. Questa pratica può assicurare la realizzazione di progressi enormi nella gestione del
paziente
- 11 -
2 LE ATTIVITA’ PREVISTE
2.1. Descrivere le fasi e le attività con indicazione degli output attesi e dei relativi indicatori di realizzazione per ciascuna attività
Fasi
Attività
Output attesi
0.
Progettazione intervento
1. 3 mesi
Reclutamento nuovo personale
2. 1 mese
Addestramento professionale del personale reclutato; avvio delle attività in forma Aumento della
conoscenza degli
ridotta
operatori/Avvio
delle attività
3. 1 mese
Completamento degli arredi e approvvigionamento degli strumenti di diagnostica
Reclutamento
operatori
Definizione di protocolli di assessment e di valutazione
4. 1 mese
5. 1 mese
Indicatori di realizzazione
Numero di operatori reclutati
Ore di formazione/tirocinio;
numero di prestazioni erogate
Piena fruibilità
del centro
Valutazione della fruibilità del
centro da parte del personale e
dei genitori.
protocollo
Documento realizzato
Definizione dei percorsi di accesso di nuovi utenti al servizio e avvio definitivo Carta dei servizi
del centro
delle attività
Documento realizzato
Presa in carico di nuovi pazienti
Pazienti presi in
carico
Numero pazienti presi in carico
Promozione delle attività del servizio
Opuscoli
divulgativi e
incontri dedicati
Documenti realizzati e distribuiti;
numero
incontri
realizzati,
finalizzati alla divulgazione.
6. 4 mesi
7. 1 mese
- 12 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
2.2 Definire il livello di miglioramento atteso per ciascun risultato previsto
Risultati attesi
(vedi domanda 1.4)
Indicatore (descrizione e unità di
misura)
anticipare i tempi di diagnosi di
DPS in età infantile, al fine di
avviare il bambino al percorso
abilitativi entro i 36 mesi di vita
definire/stabilizzare
standard
diagnostici e terapeutici basati
sull’evidenza scientifica, che
siano confrontabili e quindi
valutabili con altre esperienze
nazionali ed internazionali.
definire e validare un modello di
percorso formativo rivolto alle
famiglie ed agli operatori sociali,
producendo specifici elaborati
informativi
Disegnare una “mappa di
continuità” che rappresenti tutti i
soggetti presenti nel territorio di
vita del bambino, identificandone
le sedi, le competenze specifiche
ed il modello di interazione.
Target
Indicatore n° minori con valore atteso > 30%
diagnosi < 36 mesi sul totale dei
minori osservati
Indicatore: utilizzo di test Valore atteso: 100%
standardizzati per il 100% dei
minori valutati/supervisionati
Documenti
informativi Realizzazione
indirizzati ad operatori sociali e documenti
famiglie
informativi
di
2
Sviluppo delle Mappe di Valore atteso: 100%
Continuità come procedura
standard
3 LE RISORSE UMANE COINVOLTE
3.1. Indicare se è prevista la costituzione di un gruppo di lavoro per la elaborazione e
realizzazione del piano
⌧
Si
No
3.2 Se si, indicare:
N. componenti del gruppo di lavoro
____________________
Caratteristiche del gruppo di lavoro
Ruolo
Dirigenti
Funzionari
Altro personale
Compiti
Gg/impegno
- 13 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
3.3. Indicare l’eventuale apporto
dell’amministrazione
(specificare numero, ruolo e funzioni)
di
altri
soggetti
(personale
di
altri
uffici
- Le 9 Unità Operative Materno Infantili dell’ASL Napoli 2. Il loro ruolo sarà la partecipazione
alla presa in carico del paziente a livello territoriale, coordinandosi con il centro, con i pediatri e
con la direzione del Distretto Sanitario. La funzione sarà di coordinamento territoriale e di
potenziamento dell’intervento mediante l’utilizzo delle proprie risorse.
- Pediatri di libera scelta Il coinvolgimento dei Pediatri è essenziale anche per contribuire ad
una diagnosi precoce della patologia e indirizzare il bambino al polo. In quanto primi
responsabili della salute del bambino, saranno coinvolti nel percorso terapeutico, così da
condividerlo.
- Dipartimento di Salute Mentale Sarà coinvolto a livello centrale in tutti i percorsi formativi,
così da essere al corrente delle attività portate avanti. Anche in questo caso, una conoscenza
approfondita della patologia da parte del Dipartimento è indispensabile per l’indirizzamento di
pazienti e perché non vi sia soluzione di continuità della presa in carico nel passaggio
dall’adolescenza alla fase adulta.
- Coordinamento aziendale dei servizi socio-sanitari Saranno coinvolti i Referenti per
ciascun Ambito sociosanitario, così da sviluppare un percorso che sia comune anche per
quanto concerne la necessità di uno specifico supporto sociosanitario e favorire l’inclusione
sociale e l’integrazione scolastica.
- Dipartimento pediatrico ospedaliero Saranno coinvolti alcuni referenti. Il loro ruolo sarà di
uditori al fine di conoscere meglio l’attività e facilitare l’integrazione con il Polo e assicurare un
supporto diagnostico specifico in regime di Day Hospital o in degenza, ove necessario.
- 14 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
4 LE PARTNERSHIP E LE COLLABORAZIONI
4.1. Indicare tipologia e modalità di collaborazione di eventuali partnership (altre
amministrazioni, altri soggetti)
Amministrazione scolastica, l’obiettivo è coinvolgere insegnanti e scuole affinché sviluppino le
necessarie conoscenze in merito al problema dell’Autismo. L’istituzione scolastica è essenziale per
la gestione del problema, per l’integrazione e la formulazione congiunta dei Programmi Educativi
Individualizzati. La scuola ha un ruolo essenziale anche per un riconoscimento precoce della
patologia e la segnalazione ai centri di riferimento di casi oltrechè per l’utilizzo dei presidi
necessari a favorire l’inclusione scolastica del bambino.
Enti locali I Comuni hanno un ruolo primario nella gestione della salute e sono titolari
dell’erogazione dei servizi sociali. Pertanto sono partner privilegiati da coinvolgere sia nella fase di
divulgazione delle attività sia nella progettazione dei servizi sociali e nella loro erogazione. Al
Comune è assegnato anche il compito di fornire le risorse socio-educative necessarie per
l’attivazione dei servizi di supporto essenziali (trasporti,educatori di supporto, etc.).
4.2 Indicare se sono previste consulenze e quali sono le attività che saranno garantite dalla
consulenza
Le consulenze previste hanno l’obiettivo di creare una linea di continuità tra le competenze già
elevate del Polo e i principali centri di ricerca e sviluppo internazionale. Pertanto, al fine di
verificare il livello di conoscenze di quanti operano nel centro e testare la metodologia sviluppata, è
necessario realizzare incontri e momenti di confronto con alcuni centri di riferimento nazionale ed
internazionale.
1.
2.
3.
4.
5.
Alpine Learning group- NJ (USA)
NOVA Southeastern University- Florida (USA)
Ospedale Maggiore di Bologna
Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
5 DIREZIONE E VALUTAZIONE
5.1. Indicare le modalità previste per il presidio dell’intervento e il raccordo con i vertici
dell’ufficio/amministrazione
La natura del progetto prevede una gestione fortemente centralizzata delle attività. I collegamenti
che necessitano di maggiore attenzione sono quelli relativi ai partner ed ai soggetti che
collaborano in diverse modalità con il Centro. Resta salvo che le modalità di raccordo con i vertici
del Dipartimento Materno Infantile – ufficio proponente tale attività - avverranno attraverso una
serie di incontri finalizzati alla verifica ed al “fine tuning” delle attività. In generale, strumenti di
raccordo sia all’interno del centro, che con i Partner, che con il Dipartimento Materno-Infantile, che
con la Direzione Generale saranno:
- Meeting ed incontri
- Workshop
- report periodici
- 15 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
- relazioni sulle attività implementate
- supervisioni per la concertazione degli interventi
- rendicontazione
5.2. Descrivere le modalità di coordinamento delle attività
Individuazione e sviluppo delle procedure da seguire per l’attivazione degli interventi con
conseguente individuazione dei referenti per ogni area di intervento, attraverso la stesura di un
organigramma, che metta in relazione il servizio con gli stakeholders esterni.
Il coordinamento si attuerà mediante lo sviluppo di:
- protocolli di attività
- linee guida per la presa in carico dei pazienti,
- azioni finalizzate alla gestione adeguata del bambino
- interventi di formazione e coordinamento tra il personale, i genitori, i pediatri, i referenti
delle diverse strutture
- 16 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
5.3 Descrivere le modalità previste per seguire l’andamento delle attività nel corso della
realizzazione e verificare gli eventuali scostamenti rispetto ai risultati attesi.
Il monitoraggio sarà attuato sia mediante i parametri inerenti la valutazione delle prestazioni
sanitarie, sia mediante criteri di verifica di erogazione dei servizi. A tale scopo l’attività di
monitoraggio si svilupperà mediante:
-
il monitoraggio degli interventi implementati,
-
l’utilizzo di indicatori ad hoc,
-
il monitoraggio dell’attività, attraverso la raccolta e l’analisi sistemica dei dati
-
la valutazione ex post dei risultati raggiunti, attraverso la rilevazione dello scostamento tra
standard attesi e risultati raggiunti
5.4 Descrivere le modalità di comunicazione (interna ed, eventualmente, esterna) previste
per far conoscere l’intervento e i suoi esiti
La comunicazione si svilupperà in due fasi:
PRIMA FASE
-
Promozione delle attività presso i Target interni: pediatri, Unità Operative Materno-Infantile,
Dipartimento Ospedaliero, Comuni, genitori
SECONDA FASE
Promozione delle attività all’esterno ed ai target interni meno coinvolti nel progetto, mediante:
-
la creazione della carta dei servizi
-
la stesura di report
-
materiale divulgativo sulle attività del Polo
6 FATTORI CRITICI DI SUCCESSO
Descrivere i fattori critici di successo dell’intervento e cioè i principali problemi che si
ritiene si dovranno affrontare per ottenere i risultati attesi dell’iniziativa.
Fattori critici di successo che occorrerà mettere in atto per superare i problemi che si verificassero
sono:
- la capacità di relazionarsi con molteplici stakeholders
- il coinvolgimento attivo del personale in servizio
- la chiara definizione di percorsi di accesso al servizio
- la “stabilità” lavorativa del personale in servizio dell’equipe
- 17 -
Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione
7 ARTICOLAZIONE TEMPORALE DEL PIANO
tempi
FASE Azione
0 Progettazione intervento*
1
Reclutamento nuovo personale
2
Addestramento professionale del personale reclutato;
2
Avvio delle attività in forma ridotta
3
Completamento degli arredi e approvvigionamento degli strumenti di diagnostica
4
Definizione di protocolli di assessment e di valutazione
5
Definizione dei percorsi di accesso di nuovi utenti al servizio
5
Avvio definitivo delle attività
6
Presa in carico di nuovi pazienti
7
Promozione delle attività del servizio - Prima fase
7
Promozione delle attività del servizio - Seconda fase
2009
gen
*la fase 0 è propedeutica all'inizio delle attività e di fatto si concretizza già nello sviluppo del progetto
- 18 -
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Scarica

Dipartimento Materno-Infantile - Pubblica amministrazione di qualità