schema_1_Layout 1 04/03/15 17:16 Pagina 1 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:16 Pagina 2 SOMMARIO N. 1 Gennaio 2015 3 4 5 6 8 10 11 12 14 15 16 18 22 26 27 28 29 30 31 31 32 33 34 34 36 38 Quale Libertà? La vita consacrata Libertà Nuova pubblicazione G. Semeria e G. Minozzi Don Minozzi e la Grande Guerra 1915-18 La preghiera è incontro che introduce alla felicità Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (13) I Sacramenti del servizio e della comunione: Matrimonio Stella del mattino La chiamano generazione Y La conoscenza di Dio per amarlo: la carità e la fede Islam, altro che pugno in faccia Il fatto del mese: per una profezia della propria vita consacrata Imposte tasse e balzelli Anno nuovo Un Sacerdote abruzzese al fronte Sul filo dei ricordi Da Padula Decennale dell’Associazione “Nuove Idee” di Padula Da Rionero Suore Apostole del Sacro Cuore Da Castrovillari “Gesù Bambino in Vaticano Dalle Vigne di Calascio - Ofena Le feste natalizie Il bacio del bambinello a Calascio Da San Giorgio a Liri La befana vien dai tetti Da Fiuggi Il 12° capitolo generale suore dell’Immacolata concezione di Santa Chiara di Fiuggi Da Huacho - Perù Con la gioia dell’arrivo dei magi incontro al Signore Eventi Spizzicando Bollettino mensile dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia diretta dalla Famiglia dei Discepoli Direttore Responsabile: Don Michele Celiberti Segretario di Amministrazione: Michele Giovanni Leone Collaboratori: BRACCIANI F. CAPUZZA V. CARLINI G. D’AMELIO S. DI STASIO F. ELEFANTE G. FAIAZZA C. FERRI C. LUONGO P. MASTROMARINO G. VERDONE L. VITALE A. Direzione - Redazione Amministrazione: Via dei Pianellari, 7 Tel. 06/68801409 Fax 06/6861025 c.c.p. 33870007 00186 ROMA e-mail: [email protected] Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. postale 70% D.C.B. Roma Stampa: AGC Arti Grafiche Ciampino tel. 06/7960205 [email protected] schema_1_Layout 1 04/03/15 17:16 Pagina 3 [ EDITORIALE ] QUALE LIBERTÀ? Non possiamo asserire che l’anno sia iniziato nel migliore dei modi. Fa Appena diradatisi i fumi dei botti della notte di San sare e C n do Silvestro che immancabilmente provocani morti e feriti, ecco che ben più dense e minacciose nubi si sono addensate all’orizzonte del mondo a partire dai cieli di Parigi. L’irruzione armata di alcuni fondamentalisti islamici nella sede dell’Editoriale “Charlie Hedbo” seminando il terrore e la morte di 13 giornalisti, ha scosso per 48 ore l’apparente stabilità sociale non solo della Francia ma del mondo intero, facendoci sentire piccoli come atomi e insicuri come pulcini nel nido. Al di là della matrice terrorista, che come tale agisce senza una logica e un codice morale se non quello della violenza e della destabilizzazione, ha fatto parlare e continua a farlo la motivazione del gesto. Tutto si è scatenato a seguito della pubblicazione di vignette offensive (blasfeme!) comparse a più riprese in questi ultimi mesi sulle testate di Charlie Hebdo, che in nome della libertà di espressione hanno più volte irriso la figura e il messaggio di Maometto e del Corano. Nonostante dichiarate espressioni di dissenso e di minaccia da parte del mondo islamico la redazione ha continuato a stampare le tendenziose vignette irritando ulteriormente e irrimediabilmente una buona fetta del mondo musulmano, innescando la funesta reazione. Davanti alla smodata e drammatica reazione, sbollita l’onda emotiva di paura e di disapprovazione dell’atto, ora tutti ci stiamo chiedendo: cos’è la libertà? Ha limiti la libertà? Ed è giusto in nome della libertà offendere o ridicolizzare l’identità e le credenze degli altri? Sono domande con le quali sempre più dovremo confrontarci nei prossimi anni, alle prese con un mondo in crescente globalizzazione, dove la compresenza di razze, culture e religioni pone nuove opportunità ma anche tante sfide e criticità. Dunque: in nome della libertà posso fare tutto quello che voglio? Esiste una libertà assoluta o la mia libertà finisce ove inizia quella dell’altro? E’ possibile mancare di rispetto a chi la pensa diversamente da me? E in nome della laicità che nega o ignora Dio, è giusto e plausibile ridicolizzare la fede? Diciamo che purtroppo l’illuminismo ha finito per ipertrofizzare la ragione, idolatrandola al punto che tutto ciò che non si identifica con essa è ritenuto risibile e di poco o alcun conto. Non è forse il caso di rimettere un po’ di ordine nella cultura secolarizzata occidentale? Certo non con il diritto della forza ma, auspichiamo, con la forza del diritto e del buon senso. , DF iazza Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 3 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:16 Pagina 4 [ IL PENSIERO DEL SUPERIORE GENERALE ] L A V I TA C O N S A C R ATA do n An to ni o Gi ur a, DF Dalle conversazioni condotte negli ultimi numeri vi sarete accorti che sto molto insistendo sulle dinamiche e le sfide della vita comunitaria ove si gioca gran parte della nostra quotidianità. Forse qualcuno ha potuto pensare che mi riferissi a qualche particolare situazione o realtà della nostra Opera, quasi che lamentassi chiusure e fughe deresponsabilizzanti. Vorrei un attimo chiarire che il mio discorso parte e si muove nel contesto della Vita Consacrata a cui Papa Francesco ha voluto dedicare questo anno a partire dal 23 novembre 2014 fino al 2 febbraio 2016. Un anno concentrato sulla presa di coscienza di quella grande realtà, costituita e visibilizzata da quegli uomini e donne che, per una particolare e speciale chiamata soprannaturale, hanno scelto di consacrarsi totalmente a Dio e al suo regno, legandosi a Lui attraverso i consigli evangelici della castità, della povertà e dell’obbedienza. Nel linguaggio popolare vengono chiamati: frati e suore, monaci e monache; in quello canonico e tecnico: religiosi/e o consacrati/e. Sono uomini e donne che si sono messi alla sequela di Cristo, puntando alla identificazione con Lui attraverso queste tre dimensioni caratteristiche della sua vita terrena. In tale cammino di conformazione a Gesù, da sempre i consacrati si raccolgono a vivere in comunità per sostenersi vicendevolmente in un’avventura cristiana esaltante ma esigente. La dimensione comunitaria è dunque parte essenziale della consacrazione religiosa, luogo dove si invera e si incarna la fedeltà a Dio e al suo Vangelo, ma anche spazio rivelativo della fraternità che Cristo ha reso possibile con la sua morte e risurrezione. Certamente il Battesimo che ci fa figli dell’unico Padre celeste non toglie da noi quell’innata tendenza all’individualismo e all’egoismo che ci ostacolano nel realizzare il cor unum et anima una di cui parlano gli Atti degli Apostoli e che caratterizzavano la prima comunità cristiana. I religiosi, che pure hanno fatto un’audace scelta di vita si trovano anch’essi a combattere con un insorgente soggettivismo che caratterizza la nostra cultura moderna e ci spinge ad isolarci, a crearci spazi e recinti di privacy che finiscono per renderci estranei gli uni agli altri. Come per gli sposi, anche per i consacrati si tratta di passare dall’ “Io al Noi”, non solo sentendo dentro e con la Comunità, ma sentendo la Comunità ed identificandosi con essa E’ stato detto e scritto che la Comunità e la “maxima poenitentia” quando la si vede cone qualcosa di esterno e di contrapposto al proprio disegno di vita, essa invece deve diventare sempre più luogo dove si diventa fratelli, uniti ed infiammati dallo stesso ideale. 4 Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:16 Pagina 5 [ ALLE NOSTRE SORGENTI P. Giovanni Minozzi ] L I B E R TA ’ Uno de’ più forti desideri umani, forse il più forte senz’altro, il più alto è certo quello della libertà. Noi invidiamo gli uccelli che volano per brama di libertà, invidiami i venti capricciosi, le tempesti ribelli, tutto che vediamo comunque palpitare, scapigliandosi magari, per un cenno di libertà. Ma ricordiamo figliuoli, che il canto vero della libertà l’ha intonato Gesù Cristo solo, il primo e il solo: la libertà fondamentale, essenziale, senza la quale ogni altra è vana: la libertà dal male, la libertà dalle passioni che tutto giorno ci umiliano, ci avviliscono nei lacci dell’infamia. Spezzarli questi lacci dobbiamo, se vogliamo esser liberi, sentirci veramente liberi. Solo il puro è libero, autenticamente libero, compiutamente libero. Riascoltare S. Paulo: “Tenetevi fermi in quella libertà che Gesù Cristo, vi ha dato quando vi ha affrancati … . Sì, vivete secondo lo spirito e non secondo la carne … . dov’è lo Spirito del Signore, ivi è la libertà”. (Ai Galati e ai Corinti, 13, 20). E ancora: liberate la vostra anima “dalla servitù della corruzione, per aver parte alla gloriosa libertà dei figliuoli di Dio”. (Ai Romani 8, 20). Sentite l’abbrezza orgogliosa di tanta libertà, figliuoli! (da BUONANOTTE, Come parlo ai miei figlioli, 5 34) Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 5 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:17 Pagina 6 [ ALLE NOSTRE SORGENTI ] N U OVA P U B B L I C A Z I O N E 6 “GIOVANNI SEMERIA E GIOVANNI MINOZZI DUE GRANDI CAPPELLANI NELLA GRANDE GUERRA” Si porta a conoscenza che nel mese di gennaio 2015 è stato pubblicato il libro “Giovanni Semeria Giovanni Minozzi DUE GRANDI CAPPELLANI NELLA GRANDE GUERRA” di Giuseppe Mastromarino. L’autore, storico dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, ha già pubblicato diversi testi sulla biografia umana, spirituale, intellettuale di questi due significativi protagonisti della storia religiosa e culturale tra fine ‘800 e prima metà del ‘900. Con questo intenso lavoro, frutto di accurate ricerche, Giuseppe Mastromarino ha voluto far emergere una storia, per lo più sconosciuta, relativa all’opera di bene esercitata da questi due grandi uomini di Chiesa e della Patria, durante il conflitto della Prima Guerra Mondiale del 1915-18. Il libro di Mastromarino non contiene e non descrive la storia della guerra guerreggiata che pur filtra attraverso la narrazione dell’opera di bene realizzata da Minozzi e Semeria tra i soldati, soprattutto attraverso l’istituzione delle circa 500 “CASE DEL SOLDATO ALLA FRONTE”, di cui Minozzi fu l’ideatore e il fondatore. Nel testo viene evidenziato il ruolo delle ideologie, soprattutto del nazionalismo, e il ruolo delle avanguardie culturali (Marinetti, Russolo ecc), di D’Annnunzio e delle riviste letterarie “La Voce”, “Lacerba” con Papini, Prezzolini ed altri, nel diffondere un clima favorevole alla guerra, nonostante la sostanziale estraneità del popolo ai proclami di violenza e di guerra. Il libro è reperibile, al costo di copertina, presso le librerie di Matera, Gioia del Colle, presso l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia in Via Pianellari n. 7 Roma, presso il Centro Minozzi di Policoro (MT). Può essere chiesto, al prezzo di copertina più spese postali all’autore Giuseppe Mastromarino al seguente indirizzo mail: [email protected] ovvero telefonando al n. 3355881917. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:17 Pagina 7 Attraverso la rilettura delle opere di Semeria (Memorie di guerra e Nuove Memorie di Guerra) vengono delineate non solo le cause prossime e remote che determinarono lo scoppio della guerra, ma vengono descritti alcuni dei protagonisti della Grande Guerra come il Generale Luigi Cadorna, il gen. Porro, il re Vitt. Emanuele III, Gabriele D’Annunzio ecc. Di particolare rilevanza storica è il riferimento al disastro di Caporetto, su cui anche Minozzi si sofferma nei “Ricordi di guerra” nel primo capitolo del secondo volume con il titolo emblematico “La tormenta scura”, per descriverne le cause e gli effetti. Nel libro di Mastromarino viene delineata la funzione di sostegno morale, materiale, educativo, di assistenza, di promozione dell’alfabetizzazione strumentale, realizzata nelle Case del Soldato. L’autore vaglia anche le fonti storiche e fa emergere anche il giudizio di valenti e accreditati storici della Prima Guerra Mondiale, come Isnenghi, Rochat, Gibelli, Procacci, Fabi, Minniti, Labanca, Mazzini ecc. In questo contesto in cui finalmente gli storici hanno riconosciuto la valenza delle Case del Soldato, l’Autore non manca di evidenziare alcune carenze e pregiudizi,proponendo una lettura diversa e più obiettivamente aderente alla verità storica, sgombrando il campo da ideologismi preconcetti. Mastromarino analizza i due volumi dei “Ricordi di Guerra” di Giovanni Minozzi, in rapporto ai romanzi, alla memorialistica, ai diari di autori come Lussu, Gadda, De Roberto, Salsa, Frescura, Gatti, Malaparte, Alvaro ecc. per una comparazione sugli avvenimenti vissuti. I libri citati di Minozzi e di Semeria rappresentano, a parere di Giuseppe Mastromarino, che li ha esaminati attentamente, un prezioso documento storico che raggiunge delle vette letterarie descrittive nella narrazione realistica degli eventi convulsi che portarono alla disfatta di Caporetto e, poi, nella descrizione degli effetti del disastro a livello militare, civile ed economico. Nell’excursus cronologico della narrazione delle vicende belliche emergono, soprattutto, due fatti essenziali: 1- la narrazione dell’anima del soldato, dei suoi incredibili sacrifici con la concreta risposta di Minozzi con le Case del Soldato, divenute oasi di serenità, di riposo, di svago, di famigliarità; 2- La storia dei cappellani militari (circa 2200) e dei preti-soldati (circa 22.000) che si dedicarono sia nella Case del Soldato, sia in prima linea e in trincea a portare un po’ di bene ai soldati. Interessante è il rapporto dapprima quasi conflittuale e di indifferenza dei cappellani nei confronti dei preti-soldati e poi il senso di una rinnovata fratellanza, soprattutto favorita dagli incontri organizzati da Minozzi nelle Case del Soldato. Si tratta di una storia inedita, ricca di testimonianze storiche, un grande affresco di opere di pace in un periodo di assopimento del senso dell’umanità e nel clima terribile della violenza. Questa memoria storica è degna di essere conosciuta e non dimenticata. Essa costituisce un utile supporto alla ricerca storica da parte di storici, studiosi, studenti e per chi voglia approfondire quell’importante periodo storico che rappresentò una cesura con un passato superato. Il libro di Giuseppe Mastromarino aiuta non solo a conoscere un’altra verità storica, ma aiuta a comprendere il significato di amore di Patria e soprattutto costringe a riflettere sulla insensatezza e follia della guerra. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 7 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 8 [ AT T U A L I TA ’ D E L P E N S I E R O M I N O Z Z I A N O Giuseppe Mastromarino (Ricordi di Guerra - vol I) DON MINOZZI E LA GRANDE GUERRA 1915 – 18 PREMESSA Al principio della prima guerra mondiale io partii come Cappellano del II Treno Ospedale dell'Ordine di Malta, chiamato in servizio il 15 giugno 1915. Le mansioni del Cappellano su un Treno Ospedale sono, per sé, ristrette assai, limitate, noiose pur anco. Ma io ebbi fortuna di trovare nel treno un insieme di persone gentilissime con le quali la comprensione fu immediata e piena. E quindi la mia costituzionale esuberanza non incontrò impacci di sorta, ma traboccò di subito libera e festosa. 8 ] E’ noto che in quest’anno 2015 ricorre il Centenario dall’inizio della Prima Guerra Mondiale (1915-1918). Il 24 maggio 1915 l’Italia, dopo un periodo di neutralità (agosto 1914 maggio 1915), decise di dichiarare ed iniziare una guerra che si riteneva incautamente breve. L’Italia, si schierò con la duplice Intesa (Francia e Inghilterra) dapprima contro l’Austria-Ungheria e, poi, successivamente anche contro la Germania, rivendicando, in particolare, le terre irredente del Trentino, del Friuli, della costa dalmata ecc). Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 9 Nel percorso di quest’anno cercheremo, attraverso la lettura dei “Ricordi di Guerra” di don Giovanni Minozzi, di seguire l’itinerario cronologico della narrazione, evidenziando non tanto le vicende belliche, le famose 12 battaglie dell’Isonzo, ma soprattutto l’opera benefica di Minozzi attraverso la progressiva istituzione delle “Case del Soldato” , le quali ebbero una storica funzione di sostegno morale e materiale nel clima disumano della guerra. Nelle parole appassionate di Minozzi vi è la consapevolezza di una realtà di violenza scaturita dalla guerra: l’impossibile vita in trincea e nelle prime linee, le paure e le disumane difficoltà, le sofferenze indicibili causate dalle condizioni ambientali, igienico-sanitarie, dalla mancanza di cose essenziali, dai devastanti e continui assalti. Tante morti furono causate non solo dalle sanguinose avanzate, “le spallate” cadorniane, ma furono anche determinate dal freddo, dalle malattie, dalle valanghe, dal caldo estivo insopportabile sul Carso, dalla mancanza di acqua, da polmoniti, tifo, colera ed altre malattie, a causa della sporcizia, della putredine e non ultima la decomposizione dei corpi dei soldati uccisi nella cosiddetta “terra di nessuno”, ossia nel breve spazio che separava una trincea italiana da quella del nemico. L’uomo di oggi che ha la possibilità di visitare le zone teatro della Prima Guerra Mondiale o i musei all’aperto con trincee, grotte, camminamenti ecc. può solo immaginare quell’incredibile realtà di immani sofferenze dei nostri soldati, di cui circa 650.000 perirono in quel conflitto, senza dire il gran numero di feriti, invalidi e mutilati di guerra. Don Minozzi, aveva vissuto già l’esperienza della guerra di Libia (1911-1913) e sin dall’inizio della Grande Guerra si arruolò come cappellano militare dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e fu adibito al secondo treno Ospedale, per dare conforto ai soldati morenti e feriti. Don Minozzi, uomo di pace, nel momento tragico della nostra storia, volle dare il segno della solidarietà, del conforto, della prossimità nei confronti dei soldati sofferenti, anonimi, mandati al macello inconsideratamente. All’inizio della guerra, in virtù di un decreto del gen. Luigi Cadorna, furono arruolati i primi cappellani militari e, poi, con accordo con la Chiesa cattolica, con apposito decreto della Congregazione Concistoriale, fu disciplinato il ruolo del Vescovo da campo, allora mons. Angelo Bartolomasi, le modalità di reclutamento dei cappellani, l’inquadramento in ambito militare. Parteciparono alla guerra del 1915-18 circa 2.200 cappellani militari e circa 22.000 preti-soldati. Tra i cappellani militari chiamati direttamente dal Comando Supremo, cioè dal generale Cadorna, vi fu Giovanni Semeria, grazie alla sollecitudine di Carla Cadorna, figlia del gen. Cadorna. Semeria poteva così finalmente rientrare in Italia dopo il suo esilio in Belgio e in Svizzera a causa dell’accusa di presunto Modernismo e per dare il proprio contributo per la vittoria della Patria. Le diverse e parallele storie di Semeria e Minozzi fino all’inizio della guerra (1915) ebbero modo nel 1916, come vedremo, di incontrarsi provvidenzialmente, scrivendo un nuovo capitolo della carità durante la Guerra e nel Dopoguerra. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 9 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 10 [ I NOSTRI LIBRI ] LA PREGHIERA È INCONTRO CHE INTRODUCE A cura di don Sasi Vincent, DF ALLA FELICITÀ laa la col ti z i n i o er tra sto num he ci in Da que di don Sasì, c i tratte dal ne sion . borazio n alcune rifles ella felicità" d o a c l a del terrà o "La vi suo libr Nello stesso modo in cui l’Amore è relazione, incontro personale con un'altra persona, anche la preghiera è relazione, incontro con l’altro: con Dio. Come migliora la qualità della nostra relazione con Dio, così la nostra preghiera di- 10 venta più profonda e la nostra vita acquista più significato. Da quali sentimenti noi abitualmente siamo spinti per incontrare Dio? Paura, ansia, vergogna, odio, noia, dovere, aspettativa, fede, desiderio d’amore. La modalità con la quale noi ci relazioniamo a Dio dipende dall’idea che abitualmente abbiamo di Lui e dal nostro modo di credere; nonché dall’immagine personale che noi abbiamo di Lui. Molte di queste immagini sono pessimistiche, impresse, durante il nostro percorso evolutivo ed educativo, costruito sin da bambini e sviluppatesi nell’ambiente familiare, nel percorso scolastico, influenzate dalla cultura di appartenenza e dalla religione professata. Persino la Sacra Scrittura e soprattutto l’Antico Testamento ci presentano, dei tratti di Dio come un soggetto che distrugge, punisce, condanna e minaccia il genere umano. Tuttavia Gesù rivela il vero volto di Dio – il Padre-Madre pieno d’amore che fa “splendere il sole e fa piovere su buoni e cattivi allo stesso modo” (Cfr Mt 5, 45), il Buon Pastore che và alla ricerca della pecora smarrita, perdona e accoglie il peccatore che ritorna a Lui (Lc 15). Dio non tiene conto delle nostre mancanze; Lui rimette i nostri peccati, caricandoseli, per cui “l’amore non tiene conto degli errori” (Cor 13, 5). Dio è con noi. Dio non ci ama solo quando siamo buoni e fedeli, Lui ci ama incondizionatamente e ci accetta così come noi siamo, anche quando pecchiamo e ci allontaniamo da Lui. “Dio ci ha dimostrato quanto ci ama, ed è proprio quando eravamo ancora peccatori che Cristo è morto per noi” (Rm 5, 8). Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 11 [ CHIESA E SOCIETÀ E S O R TA Z I O N E A P O S T O L I C A E VA N G E L I I G A U D I U M ( 1 3 ) Dopo aver analizzato le problematiche incombenti il Papa analizza anche la realtà della fede nel nostro tempo e nei nostri territori. Ci dice, infatti, che “Il sostrato cristiano di alcuni popoli – soprattutto occidentali – è una realtà viva. Qui troviamo, specialmente tra i più bisognosi, una riserva morale che custodisce valori di autentico umanesimo cristiano. Uno sguardo di fede sulla realtà non può dimenticare di riconoscere ciò che semina lo Spirito Santo. Anche la tradizione sviluppatasi nei secoli e sfociata in cultura è molto importante per la crescita e la diffusione della fede e dei suoi valori intrinseci. Infatti, dice Papa Francesco, Non è bene ignorare la decisiva importanza che riveste una cultura segnata dalla fede, perché questa cultura evangelizzata, al di là dei suoi limiti, ha molte più risorse di una semplice somma di credenti posti dinanzi agli attacchi del secolarismo attuale. Una cultura popolare evangelizzata contiene valori di fede e di solidarietà che possono provocare lo sviluppo di una società più giusta e credente, e possiede una sapienza peculiare che bisogna saper riconoscere con uno sguardo colmo di gratitudine. ] Michele Giovanni Leone Ma necessita lavorare sempre perché è imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo. Nei Paesi di tradizione cattolica si tratterà di accompagnare, curare e rafforzare la ricchezza che già esiste, e nei Paesi di altre tradizioni religiose o profondamente secolarizzati si tratterà di favorire nuovi processi di evangelizzazione della cultura, benché presuppongano progetti a lunghissimo termine. Il terreno su cui la Chiesa opera è molto variegato e, spesso, contaminato da credenze e culture non proprio ortodosse ed in linea con i principi fondamentali del vangelo. Per portarli alla vera fede è, però, necessaria prudenza ed attenzione perché, non dobbiamo dimenticare che Esiste un certo cristianesimo fatto di devozioni, proprio di un modo individuale e sentimentale di vivere la fede, che in realtà non corrisponde ad un’autentica “pietà popolare”. Alcuni promuovono queste espressioni senza preoccuparsi della promozione sociale e della formazione dei fedeli, e in certi casi lo fanno per ottenere benefici economici o qualche potere sugli altri. E’ un messaggio lanciato senza mezzi ter- dosi iconoscen r n o n i, t n qua la verità, la ini anche a e ic t v n o e m m a ia r t ince enti ci sen , cercano s essione e a r s p s io e g Come cred a li e r im ass ione er o la loro m una tradiz n lc a a v i o r d mpegno p t ’i e i t ll o r e n n r pa i e t p a e e h si all bellezza, c ivenza paome prezio v c n o o c m a ia bontà e la n t u n i se e di te in Dio. L costruzion n a o f ll (EG, 257) e o r n , lo a n la ma u à it … n o ig t d ella l crea la difesa d ustodia de c a ll e n e popoli cifica tra i Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 11 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 12 [ CHIESA E SOCIETÀ ] mini a coloro che “approfittano” del loro ruolo di pastori e di guida del popolo di Dio. Molte volte, infatti, cattive interpretazioni della religiosità e del modo di interpretare le norme ecclesiastiche allontanano il popolo dalla pratica religiosa e creano steccati a volte incolmabili fra i ministri delle fede ed i fedeli. Il Santo Padre ne è cosciente e dice Nemmeno possiamo ignorare che, negli ultimi decenni, si è prodotta una rottura nella trasmissione generazionale della fede cristiana nel popolo cattolico. Risulta chiaro, allora, che la frattura generatasi stenta a rimarginarsi e che si interrompe quel flusso positivo che la fede e la tradizione cristiana e cattolica ha prodotto nella famiglia e nei suoi singoli membri. Il Papa, infatti, consapevole di ciò ci dice È innegabile che molti si sentono delusi e cessano di identificarsi con la tradizione cattolica, che aumentano i genitori che non battezzano i figli e non insegnano loro a pregare, e che c’è un certo esodo verso altre comunità di fede. Alcune cause di questa rottura sono: la mancanza di spazi di dialogo in famiglia, l’influsso dei mezzi di comunicazione, il soggettivismo relativista, il consumismo sfrenato che stimola il mercato, la mancanza di accompagnamento pastorale dei più poveri, l’assenza di un’accoglienza cordiale nelle nostre istituzioni e la nostra difficoltà di ricreare l’adesione mistica della fede in uno scenario religioso plurale. Il lavoro che ci aspetta è insomma tantissimo. Innanzitutto dobbiamo fare un esame approfondito per capire e comprendere dove non siamo in linea e perché. In secondo luogo dobbiamo programmare le azioni di “conversione” e di “adesione” del nostro modo di essere al messaggio evangelico ed alla vera tradizione cristiana. In terzo luogo dobbiamo “rimparare” ad essere accoglienti con “gli altri” sempre, perché solo accogliendo gli altri accogliamo il Cristo che, non dimentichiamolo mai ci ha detto “Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli, l’ avete fatto a me” ed ancora “chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.”. I nostri Fondatori lo avevano molto chiaro in mente e lo hanno attuato e praticato fino alle estreme conseguenze: gettare la loro vita allo sbaraglio…. per loro. E noi? 12 I Sacramenti del se M AT R I M O N I O La volta scorsa abbiamo affrontato il sacramento dell'Ordine Sacro, questa volta ci occuperemo dell'altro sacramento del servizio e della comunione che è il Matrimonio. Anche qui è necessario puntualizzare che il Matrimonio è il sacramento di servizio a favore della famiglia. Oggi sentiamo parlare di vari tipi di famiglia, ma si dimentica che la Famiglia è una istituzione divina fondata sul matrimonio di due persone: un uomo ed una donna. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola.(Mt 19,5-6) Il sacramento del matrimonio non è quindi invenzione dell'uomo ma è legge di Dio. Egli ci ha creati e ci ha concesso la possibilità di generare nostri simili per donarci la gioia e l'onore di partecipare Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 13 [ CHIESA E SOCIETÀ del servizio e della comunione: don Tito Pasquali durante la celebrazione di un matrimonio alla sua creazione. Questo è un patto d'amore esclusivo ed indissolubile tra l'uomo e la donna. Il matrimonio è la reciproca donazione d'amore che costituisce il nucleo dell'umanità e si concretizza nella costruzione della famiglia in cui tutti i membri sono legati dall'amore e dal servizio reciproco. I genitori si amano ed amano i figli ai quali concedono assistenza e da quali ricevono assistenza ed amore. Come si può ben capire è Dio che ha voluto che l'uomo partecipasse fattivamente alla creazione intervenendo direttamente e volontariamente alla generazione di nuovi uomini. Questa partecipazione si chiama procreazione. Quindi va da sé che l'uomo è stato direttamente chiamato dal suo Creatore a questo fondamentale compito. Questa chiamata è la vocazione dell'uomo. A voler essere più precisi, dal punto di vista teologico possiamo dire che: all'inizio della creazione Dio creò il mondo e tutto ciò che doveva servire ad accogliere il suo capolavoro, l'uomo e la donna. Egli li creò a sua immagine e somiglianza, cioè una famiglia d'amore. Il Padre genera il Figlio, e l'a- ] Giancarlo Carlini more che intercorre tra il padre ed il Figlio è lo Spirito Santo. Il Dio Trino è una famiglia. Così l'amore fecondo tra marito e moglie genera i figli. L'uomo è immagine e somiglianza di Dio perché l'amore tra marito e moglie è fecondo. La legge naturale istituita da Dio, che regola i rapporti tra i coniugi, non può essere cambiata a piacimento di nessuno... Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi (Mt 19,6) ed anche... Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. (Lc 16,18) Certo oggi viviamo in una società laica e scristianizzata per cui al matrimonio si dà una importanza meno solenne e profonda. Noi cristiani però, dobbiamo essere consci che anche il matrimonio civile è una istituzione altrettanto importante e quindi in questo senso dobbiamo fortemente combattere tutte quelle forme di convivenza, alle volte anche promiscua, che vengono contrabbandate come forme "moderne" di concezione dei legami coniugali. Non si può prescindere dal fatto che la famiglia è una istituzione al servizio dei membri che la costituiscono con maggiore attenzione a quelli che sono i più deboli, cioè i figli che dovrebbero essere tutelati prioritariamente. Infatti il divorzio è una istituzione umana che non tiene conto delle esigenze di assistenza inderogabili, che nei riguardi dei figli, vengono disattese o addirittura ignorate! ... Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. (Mt 19,8) E' importante che i giovani che si sentono chiamati al Matrimonio siano consapevoli di questa chiamata e la vivano con la coscienza piena e responsabile. E' anche opportuno far loro capire che il matrimonio non è un legame che nasce dall'esigenza di vivere in due le proprie passioni sentimentali né tantomeno che "dura fino a quando l'amore dura" perché in questo caso si sbaglia vocabolo, cioè si confonde l'amore con la passione. L'amore è un sentimento che dura fino a quando vive la persona (moglie o marito),o le persone amate! (figli e genitori), mentre la passione si spegne quando la fiamma che l'alimentava si esaurisce. L'amore che si alimenta da Dio non si esaurisce mai, perché Dio non finisce mai. Ecco perché il Sacramento del Matrimonio, se vissuto santamente nella sua quotidianità, è la garanzia che non finirà mai. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 13 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 14 [ CON MARIA, DISCEPOLI DI GESÙ S T E L L A D E L M AT T I N O La stella del mattino risplende quando l'aurora si ripresenta con il suo pallido chiarore e si accinge ad illuminare il cielo. Si ripresenta poi quando il sole nel suo tramonto attenua la luce eclissandosi con la venuta della sera. Questa stella si presenta come se dovesse preservarci dalla fiamma ardente del sole, per offrirci una luce più dolce e più soave e si ripresenta di sera per prepararci ad affrontare il buio e le tenebre. Il malato, al mattino, la scopre e si rallegra dopo che ha vegliato per tutta la notte, il marinaio pure riprende vigore dopo che ha visto il buio fluttuante sul mare del suo lavoro. Anche l'astronomia ne parla e ci dice che realmente si tratta di un pianeta intermedio fra Mercurio e la Terra, seguendone il periodo di rotazione attorno al sole. La Vergine di Nazaret è chiamata giustamente stella del mattino perché annuncia i tempi nuovi del Salvatore suo Figlio: fra la perdita del paradiso terrestre e la venuta del Redentore regnava la notte nelle anime. Ma, quando nacque Maria con tutta la sua immacolata purezza e quando accettò il messaggio celeste, già comincia a sciogliersi la triste 14 ] don Fernando Di Stasio ombra che avvolgeva il mondo: ella è la intermediaria tra le tenebre e la luce della grazia, della verità e della gioia e la luce che sta per rallegrarci con la venuta di Cristo. Egli è il mediatore vero e definitivo, la luce stessa, la nostra strada nel cammino della luce, quella che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. La stella mattutina è importante per l'ammalato e per il marinaio, ecco perché Maria è chiamata anche la stella del mare. Il nostro mare è la vita fatta di gioia. e di sacrifici, di soddisfazioni e d'incertezza di serenità e di dubbi. Gesù sulla croce dice a Giovanni: " Figlio, ecco tua madre" (Gv 19,27 ) e il discepolo prediletto rappresenta tutti i cristiani, tutti gli uomini destinati ad essere figli del Padre. Ecco perché noi apriamo il cuore alla speranza, perché siamo certi che c'è sempre una stella che irradia il nostro cammino, aperta alla bontà, alla comprensione, all'amore. Stella mattutina può significare anche stella del mare, cioè astro dei naviganti, goccia dell'infinità di Dio, stilla di rugiada benefica. La Vergine è goccia del mare di Dio e perciò sempre pronta a guidarci al Cristo suo Figlio, a illuminarci la Parola di Dio, ad aiutarci a ricominciare daccapo quando manchiamo e sbagliamo. Come un sorriso che porta al Cristo il nostro sguardo e la nostra vita, come una mano che delicatamente ci accarezza e ci guida. In questo modo la Vergine diventa portatrice della luce di Dio, messaggera della luce veramente necessaria alle anime, della “luce da luce ", del sole di giustizia. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 15 [ EDUCARE SI DEVE, EDUCARE SI PUO’ LA CHIAMANO GENERAZIONE Y ] Luciano Verdone La generazione nata fra gli anni Ottanta ed il Duemila viene ormai definita “generazione Y” per distinguerla da quella “X” che l’ha preceduta. Cosa ha di diverso da quella nata prima? La grande familiarità con la comunicazione mediatica e le tecnologie digitali. Sotto questo punto di vista, si è verificata una “socializzazione alla rovescia”: sono i giovani ad insegnare agli adulti. Pur essendo nati dopo, essi hanno più esperienza. Sono più attrezzati a vivere in questa cultura. E’ così. I giovani della generazione Y prendono presto consapevolezza di questo tipo di superiorità, se ne sentono come inebriati. Ma c’è di peggio. Non è tanto il fatto che il “giovane y” diventi, anzitempo, il protagonista della società attuale ma che l’adulto non accetti più di essere educatore del giovane. Rovesciando la piramide, egli sceglie il giovane come suo modello. Ne assume i valori, i gusti, gli stili di vita. La conseguenza è dannosa per entrambi. I giovani, da un lato, non hanno più paradigmi di comportamento, gli adulti, dall’altro, rinunciano a trasmettere saggezza. Sembra che esiste un’unica età anagrafica. Alle dieci di sera, siamo tutti presenti in rete. Chi non è presente, non esiste. Anzi, se sei presente ma non connesso, non esisti lo stesso. Ma questo non è un bene. I social network sono sia un potenziale aiuto alla relazione, sia una minaccia. La relazione umana non è un semplice gioco, basato sui paraverbali e sulle esclamazioni di Facebook (ahahah, condivido, sei grande! …) ma richiede tempi, conoscenza diretta, coinvolgimento. Ed è sempre incompleta se è povera di contenuti concettuali profondi e se non ha un aggancio alla realtà. Si verifica, allora, che la Rete, chiamata a connettere, finisca, invece, per isolare. “Quando il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, – scrive Benedetto XVI – la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano”. “Una volta, ad esempio, essere amici per i giovani – scrive Antonio Spadaro – era possibile solo se si faceva qualcosa insieme, dall’andare a mangiare una pizza al suonare insieme o partecipare a un gruppo. Oggi è possibile essere amici anche semplicemente scrivendo la propria vita su una bacheca elettronica”. I messaggi scritti hanno preso il posto della relazione “incarnata”. E’ cambiato il concetto di “prossimità”. La “vicinanza”, da spaziale è divenuta elettronica. Rischiamo di essere “lontani” da un nostro amico di scuola o di lavoro, che non è su Facebook, e di sentirci vicini ad una persona mai incontrata, con la quale abbiamo però scambi frequenti in Rete. La generazione Y ha bisogno di comprendere che il contatto on line non è, per ciò stesso, un incontro. L’incontro, infatti, è un’esperienza molto più impegnativa di relazione e condivisione. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 15 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 16 [ N O T E A M A R G I N E D E L L A C A U S A D I B E AT I F I C A Z I O N E ] LA CONOSCENZA DI DIO PER AMARLO: Vittorio Capuzza LA CARITÀ E LA FEDE P. Giovanni Minozzi fu indubbiamente un uomo affascinato dalla cultura perché desideroso di conoscere e di scoprire la Verità in ogni situazione e in ogni sguardo. Sin dai primi anni del Seminario intensificò sempre di più lo studio per conoscere Dio e il creato, accrescendo quindi il desiderio di amarlo e così esprimendo il costante aumento della grazia mediante le opere della Carità. Fu così che nacquero, giorno dopo giorno, le forme visibili della carità e della fede, ancora oggi riconoscibili in diversi luoghi e, soprattutto, in innumerevoli persone, che hanno incontrato Gesù nel loro fratello e Padre Don Giovanni. E sulla circolarità fra fede e carità il Servo di Dio così scriveva in una delle sue più belle meditazioni, dedicata all’immenso significato del ministero Sacerdotale: “Il ministero sacerdotale è nella cura delle anime la quale si compie, non può che compiersi nella fede e nella carità. Fede e carità alimentate dall’assidua preghiera, in un raccoglimento perenne dello spirito in Dio. Nos autemorationem et ministerio verbi instanteserimus. Così gli apostoli. Tutte le opere d’assistenza fiorivan attorno a loro, avvivate, illuminate, scaldate dalla loro profonda spiritualità. Noi ci lasciamo sviare troppo dalle cose esteriori, per loro natura passeggere, labilissime; confidiamo troppo negli appoggi umani. Maledictus homo qui confidit in homine. L’angelo del poeta va veloce perché “sdegna gli argomenti umani”. Lo sguardo nostro s’è perduto nella boscaglia scura degl’interessi terreni; più la pupilla non s’è slargata al cielo (…) tace la preghiera, tace Iddio. (…). E sperduti inevitabilmente ci sentiamo in un deserto desolato. Non questo l’insegnamento, l’esempio di Gesù; non l’esempio de’ santi suoi. Gesù pregava di continuo: soleva ritirarsi a meditare, a pre16 Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org gare man gav alla v’ha vita d’at schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 17 gare solo intere notti, interi giorni, settimane intere. Preghiera piena di opere, pregava operando, pregava dopo essersi dato alla folla che l’assiepava d’ogni parte. Non v’ha vita interiore senza preghiera; e senza vita interiore fervida ogni altra esplicazione d’attività è vana. Come Gesù i santi tutti”. Dai manoscritti inediti di P. Minozzi. Noi dobbiamo essere irreprensibili esempi delle virtù che andiamo predicando, perché gli altri ci credano e ci imitano. Gli uomini guardano più assai ai nostri fatti, alla nostra vita vissuta che alle nostre parole. Le parole da sole se le porta il vento: quello che conta, per noi, individualmente e socialmente, è la testimonianza viva che, con le opere, diamo alle nostre credenze, alla sbandierata fede nostra. Buona Notte! Come parlo ai miei figliuoli Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 17 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 18 [ RIFLESSIONI ] I S L A M , A LT R O C H E P U G N O I N FA C C I A Luciano Verdone Nelle stesse ore della strage di Parigi, in Nigeria, duemila persone, per lo più cristiane, venivano uccise e due bambine venivano fatte saltare in aria. Ma la nostra mente, grazie al potere totalizzante dei media, era a Parigi. Nel 1995, inaugurando la moschea di Roma, la più grande d’Europa, Giovanni Paolo II si dichiarava lieto che i musulmani si potessero riunire in preghiera nella città del successore di Pietro, sottolineando che quell’edificio sacro era il “segno eloquente della libertà religiosa riconosciuta ad ogni credente” nella cultura cristiana. Ma papa Wojtyla lamentava, in quell’occasione, che in alcuni paesi islamici, mancasse lo stesso riconoscimento. Oggi, dopo venticinque anni, la situazione è di molto peggiorata. Quei segni di libertà, auspicati dal papa, non ci sono stati. Il 2014, in particolare, segna un bilancio drammatico per i cristiani nel mondo. Dalla Somalia al Pakistan sono morti in 100 18 mila per non tradire la fede in Cristo. Nel mondo, su 196 paesi, in 20 la libertà religiosa non esiste, ed in 14 di questi la sua negazione è legata al fondamentalismo islamico di Al Qaeda, di Boko Haram o di al Shabaad. In altri casi, invece, (come in Cina, Corea del Nord, Eritrea ecc.) la persecuzione religiosa è perpetrata da regimi autoritari. “Qualcuno sente il nostro grido? Quante atrocità dobbiamo sopportare prima che qualcuno, da qualche parte, venga in nostro aiuto?”, ha dichiarato il patriarca cattolico di Gerusalemme, Fouad Twal. Secondo l’esperto di religioni del “Boston Globe”, il cristianesimo è oggi la religione sottoposta al maggior numero di attacchi in tutto il mondo. Nel 2012 il Pew Forum on Religion and Public Life di Washington ha rivelato che l’80% di tutti gli atti di persecuzione religiosa compiuti nel mondo è diretta contro i cristiani. Anche i seguaci di altre confessioni subiscono mi- Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 19 [ RIFLESSIONI nacce ma non allo stesso livello. La caduta del muro di Berlino fece ipotizzare a Francis Fukuyama la “fine della storia”, cioè l’inizio di un mondo senza guerre. Invece, il 1989 segna il passaggio dallo “scontro ideologico” fra America e Russia allo “scontro di civiltà” su base religiosa, teorizzata da Bernard Lewis e Samuel Huntington. La realtà è che siamo nel pieno di una guerra, piaccia o non piaccia. La civiltà occidentale, indebolita dalla società opulenta e dalla diffusione dell’ateismo, mostra segni di decadenza morale che la rendono vulnerabile di fronte all’offensiva fondamentalista e a strategie belliche non convenzionali. Qui, siamo ben oltre una parolaccia detta alla mamma che dovrebbe scatenare il pugno, per dirla con papa Francesco. Siamo di fronte ad una persecuzione sistematica e planetaria. E’ giunto il momento di reagire, prima che sia troppo tardi. “I cristiani devono piantarla di dire che bisogna andare d’accordo con tutte le idee. – Affermò il cardinale Biffi. – E’ così per chi non ha nessuna idea. O l’Europa ridiventerà cristiana o l’Islam vincerà”. M A C O S A PA S S A NELLA MENTE DEL KILLER? Perché un uomo dovrebbe azionare l’acceleratore intenzionalmente e travolgere sulla strada un suo simile? Quale impulso, profondo e perverso, può condurre una persona a scagliarsi con violenza su colei che ama? Eppure accade ogni giorno. Si uccide in tanti modi ma sempre in modo duplice: privando l’altro della vita fisica – dell’unica vita fisica - e negando la sua dignità di persona. Quando non lo si copre di disprezzo e di odio. Qualcuno ha detto: “L’uomo non uccide l’uomo”. Ho scritto bene: “non uccide”, come constatazione, e non: “non uc- ] cida”, in senso esortativo. Che significa? Questa massima evidenzia che chi ha veramente compreso cosa è l’uomo, non può uccidere. A che giova uccidere un corpo sapendo che non si può annullare l’anima, anzi la si libera dalla struttura fisica, lasciandola migrare verso regioni superiori? Chi crede alla dignità dell’uomo, chi crede nell’anima, nella sua immortalità, non uccide. Per rispetto all’uomo. E perché sa che non abbiamo il potere di uccidere veramente. Per il grande pensiero occidentale (classico e cristiano), noi siamo l’universo in piccolo, un microcosmo. Un centro irradiatore di consapevolezza, un Io che organizza e crea il mondo dentro se stesso. Noi siamo un’”anima” (per dirla con Pitagora, Socrate, s. Tommaso), cioè “Una sostanza spirituale, completa e autonoma, una realtà superiore a tutto l’ordine dei corpi”, come afferma Maritain. Ed allora, perché l’autista killer pigia sul freno di fronte ad una sagoma umana? Lo sappiamo tutti perché. Ma mi piace ricordarlo. Perché, a livello psicologico, il nostro autista è “vuoto”, inaridito, forse distrutto dall’esperienza, moralmente degradato e fallito come uomo. E proietta sugli altri il disprezzo che nutre verso se stesso. Si sente potente come autista e vede nel pedone la parte debole di sé, la personificazione della sua dimensione perdente. Perché, a livello sociologico, probabilmente non vive più in una società semplice, dove tutti si conoscono e c’è un rapporto di reciprocità. A livello culturale, perché la sua mente è piatta, povera di valori intermedi (lavoro, affetti, capacità di divertirsi ed arricchirsi). Perché, tutta la nostra cultura è piatta, banale, priva o quasi di valori assoluti e di risposte supreme. Perché, la cultura scientifica e tecnologica ci dice tutto sul funzionamento immediato delle cose ma ci condanna ad un pericoloso scetticismo sul senso globale del mondo. Per cui noi non sappiamo più cosa è male perché le Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 19 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 20 [ RIFLESSIONI ] norme non hanno ancoramenti ontologici ma sono solo elaborazione di opinioni soggettive. Perché, per chi è in una situazione di vuoto etico, anche fare il male può attribuire senso all’esistenza. Fa sentire vivi, conferisce una qualunque identità, rende protagonisti, mette il nostro io al centro dell’interesse mediatico. Quando manca l’Assoluto, tutto può essere assolutizzato. Infatti, “Chi disprezza Dio, disprezza l’uomo” (Giovanni Paolo II). PA R I G I E L A N O S T R A SOTTOMISSIONE Quanto è accaduto a Parigi mostra, ancora una volta, la debolezza dell’Occidente. Di fronte ad un Islam più che mai identitario, che mira ad imporre la sua visione del mondo, noi ci presentiamo culturalmente decadenti, “senza retroterra spirituale, come eredi che hanno dilapidato il patrimonio loro consegnato dalla storia”, per dirla con Giovanni Paolo II. Del resto Islam significa “fede assoluta” mentre Muslim equivale a “sottomissione”: due termini in cui è racchiuso tutto il codice ideale della religione musulmana. L’Occidente attuale, secondo Oriana Fallaci, “nutre una specie di odio verso se stesso e nella sua storia vede soltanto ciò che è deprecabile”. “Sono 30 anni – dichiarava il filosofo Michel Onfray, mentre ancora giungevano le notizie della strage di Parigi - che tutti ci spiegano che il problema non esiste, che l’Islam è una religione di tolleranza e di amore. Che l’Islam è bene ed il Cristianesimo no. Chiediamoci allora perché Eric Zemmour ha venduto 400 mila copie del suo libro: «Suicidio francese»”. Ad aumentare la nostra debolezza concorre, inoltre, il conflitto che sta emergendo, proprio in questi giorni, dentro gli Stati europei (soprattutto in Francia e Germania) fra anti-islamici ed anti-islamofobi. Fra quanti 20 sostengono che un Islam moderato non può esistere perché la jihad è connaturale alla struttura concettuale del Corano e quelli che si battono, invece, per la distinzione fra Islam e terrorismo islamico, facendo osservare che una generalizzazione del giudizio negativo farebbe il gioco degli estremisti, scoraggiando quanti tra i musulmani (e sono la maggioranza) guardano all’Occidente come ad un modello. Anche a noi, tuttavia, quanto accaduto a Parigi ha tanto da insegnare. Quando si esamina un fenomeno complesso come l’Islam - una fede che raccoglie nel mondo 1,7 miliardi di persone - non si può cadere in pericolose semplificazioni. Maometto è senz’altro un capo guerriero, come volevano le caricature di Charlie Hebdo, ma non è solo questo. La libertà di espressione è certamente un valore fondamentale del mondo occidentale, ma anche il rispetto verso una specifica individualità storica, qual è quella islamica, lo è, specie se alla sua cultura è assente il genere letterario dell’ironia e della satira. Lo jihadismo è un aspetto caratterizzante dell’Islam ma l’Islam è anche altro. Ammettiamolo. I redattori di Charlie Hebdo hanno il torto, nel loro radicalismo volterriano, di aver fatto della libertà un valore assoluto anziché strumentale, disconoscendone altri quali la valorizzazione della diversità culturale, l’attenzione alla sensibilità altrui, la sfumatura ironica al posto dell’attacco graffiante. Ma la risposta feroce con cui è stato soppresso il diritto fondamentale di una persona, quello della vita, rimane al di fuori di ogni paradigma etico. Segna semplicemente la differenza fra una certa cultura islamica e quella affermatasi in Occidente. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 21 [ RIFLESSIONI JE SUIS CHARLIE … O NO … “Je suis Charlie”. L’avevano scritto dappertutto, persino in cielo. Un’affermazione troppo condivisa per essere giusta. Perché quando tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa. Perché la verità è complessa e non è mai tutta da una parte. Ma è bastata una breve frase di papa Francesco per diradare la nebbia di passività che si era creata intorno ai fatti di Parigi: “Non si deve uccidere in nome di Dio ma neanche oltraggiare la fede altrui”. Sì, perché se c’è un Islam fanatico col suo dio sanguinario e di parte, c’è anche un Illuminismo radicale che fa della libertà un feticcio. Un assoluto che non riconosce nient’altro che se stesso. Che celebra in modo arrogante la sua onnipotenza. Jihad e radicalismo volterriano sono, dunque, due estremismi, due forme d’integralismo. Le facce della stessa medaglia. Se l’islamismo subordina il mondo al Noi della tradizione, negando le libertà dell’Ego, al contrario, il libertarismo supremo dell’Occidente sottopone tutto alla signoria dell’Io, negando il ruolo del Noi, lo svolgimento storico dei popoli. Respingendo la significatività delle culture, di ogni cultura, in nome di principi universali, tipici dell’Occidente, quali libertà ed uguaglianza, i redattori del settimanale satirico parigino, hanno posto se stessi e la nostra cultura quale criterio assoluto di verità. Non hanno riconosciuto che gl’islamici hanno il diritto di ritenere (alla maniera biblico vetero-testamentaria) innominabili e non raffigurabili, nomi ed immagini sacre. E che loro non possiedono il codice comunicativo dell’ironia e della satira, per il semplice fatto che non hanno avuto (come gli altri popoli orientali) le cosiddette “rivoluzioni ] dell’Ego” (Rinascimento, Razionalismo, Illuminismo, Esistenzialismo), di cui noi andiamo fieri, fino alla tracotanza. Del resto, basta guardare le vignette di “Charlie Hebdo” per rendersi conto di quanta tracotanza possa esservi nella divinizzazione dei principi astratti, propria di un certo Illuminismo. Superato poi, va detto, da Romanticismo ed Idealismo che ebbero il merito di rivalutare la storia, la natura processuale del vero, secondo le famose massime: “E’ vero solo ciò che accade” (Giovan Battista Vico); “L’uomo è la sua storia” (Benedetto Croce). Ammettiamolo. Le culture del mondo non vanno poste in gerarchia, secondo una logica aritmetica, in cui un numero è maggiore di un altro. Ma con la logica geometrica, in cui ogni figura è se stessa. Individuale, originale. Visitando i paesi islamici (ma anche vivendo in Italia) ho potuto notare quanta tranquillità e dignità brilla nel volto di tanti musulmani. Ho osservato con l’occhio del femminismo astratto molte coppie di quei paesi ed ho concluso che si rispettavano ed amavano, in modo unico, compiuto, anche se asimmetrico. Ho cominciato a comprendere che la verità passa attraverso le idee ma anche attraverso i fatti. E, allora. “Je suis Charlie”. O no? Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 21 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:22 Pagina 22 MESE L E TTO D A F L I [ ] . DISCEPOLI IN C … DE PE LL R U A PR NA OP PR RI OF EZ A VI IA In un clima di affiatata fraTA ternità, si sono ritrovati presso la CO propria casa generalizia, a Roma, dal NS 14 al 16 gennaio tutti i Discepoli viventi ed AC operanti in Italia, per riflettere ed animarsi viRA cendevolmente in questo Anno dedicato alla Vita TA Consacrata, nell’intento di riscoprire la freschezza e la bellezza della propria consacrazione. Papa Francesco ha mobilitato la Chiesa e, in primis, i religiosi, a riprendere coscienza della ricchezza e bellezza della via consacrata, la quale, in quanto dono dello Spirito Santo, appartiene all’essenza della vita cristiana. L’obiettivo del Convegno voleva essere quello di mettere in luce la portata profetica di questo stato di vita. Per essere una presenza profetica nella Chiesa e nel mondo, la vita consacrata deve evitare la tentazione di conformarsi alla mentalità secolarizzata, edonista e consumista di questo mondo e deve lasciarsi guidare dallo Spirito che l’ha fatta sorgere come forma privilegiata di sequela e di imitazione di Cristo” 22 U N A C O S TA N T E COMUNIONE CON CRISTO I lavori sono stati aperti dal Padre Superiore don Antonio Giura, che ha sottolineato la gioia che siamo chiamati ad esprimere per aver incontrato Gesù, e di vivere con Lui. Una gioia che dobbiamo comunicare a quanti vivono accanto a Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 23 IN CONVEGNO noi o sono raggiunti dalla nostra azione evangelizzatrice. Una gioia che non si improvvisa e che si alimenta dalla costante comunione con Cristo. RIMETTERE DIO AL PRIMO POSTO La prima riflessione è stata affidata al salesiano don Carlo Maria Zanotti, delegato CISM che, pur definendosi un “manovale della formazione”, con linguaggio chiaro e spedito, ci ha esortati a puntare sulla nostra identità di consacrati per essere “luce per illuminare le genti”. Sulla traccia della Lettera di Papa Francesco ai consacrati ci ha invitati a “far memoria grata del Concilio Vaticano II” che tanta attenzione ha data alla vita religiosa, ad “abbracciare il futuro con speranza”, a “vivere il presente come innamoramento”. E ci ha indicato 4 percorsi: 1) riscoprire la bellezza della nostra consacrazione, migliorare la qualità della nostra vita comunitaria, rimettere Dio al primo posto della nostra missione, educare e formare alla verità ed alla libertà. DALLA PAROLA SCRITTA ALLA PAROLA FATTA CARNE A don Giuseppe De Virgilio, alla sua vivace, urticante e profonda parola, è stato affidato il tema della Lectio divina tanto caldeggiata in questi ultimi anni. “Dall’esilio della Parola alla cittadinanza della Parola”. Dalla parola scritta alla Parola fatta carne. Interpretare la Bibbia con la Bibbia. Ecco alcune affermazioni che hanno sotteso la sua esposizione sul valore, l’importanza e il metodo di questo approccio, umile ma costante, con la Parola di Dio scritta. Attraverso il brano della Samaritana (GV 4) ci ha guidato a estrarre tante suggestioni sulla nostra identità di consacrati. LA REVISIONE DEL NOSTRO CORPUS COSTITUZIONALE Nel mezzo del Convegno abbiamo voluto riservarci un pomeriggio per riflettere sul ruolo di primaria importanza che rivestono le Costituzioni nel cammino di santificazione del consacrato e della necessità di incarnare e aggiornare l’unica Regola del Vangelo nei mutati e mutevoli contesti storici. Abbiamo chiesto a mons. Francesco Gioia di guidarci nell’impegnativo lavoro di revisione del nostro corpus costituzionale che già da un decennio abbiamo avviato e ormai giunto a conclusione per l’approvazione. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 23 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 24 [ ] I L FAT T O D E L M E S E . Mons. Oscar Rizzato Si tratta di un lavoro che ci sta mobilitando per integrare allo scopo ed ai dettami fondativi del Fondatore le acquisizioni derivanti dalla storia e dalla tradizione della nostra famiglia religiose sicché “oportet haec facere et alia non omitttere!”, stabilendo i modi di osservare i consigli evangelici in un contesto spazio temporale molto diverso da quello delle origini. Sacra Scrittura, Codice di Diritto Canonico, Intuizione del Fondatore e magistero della Chiesa, devono confluire e fondersi in un apparato organico e attraente, capace di parlare agli uomini del nostro tempo. MISTICI PROFETI E SERVI DELL’AMORE Mons. Oscar Rizzato Don Valerio Baresi 24 È stato l’argomento proposto da don Valerio Baresi, anche lui salesiano, con il quale abbiamo concluso le due intense giornate di lavoro. Con la sua parola accattivante, continuamente agganciata alla quotidianità con le sue luci e le sue ombre, don Valerio ci ha ricordato che tutti siamo dei salvati da Gesù. E proprio da questa esperienza di liberazione nasce l’amore convinto e incrollabile per Lui, per una sequela appassionata, capace di svegliare il mondo, richiamando ai valori essenziali dell’esistenza. Un rapporto speciale con Gesù per “accogliere, annunciare, servire il Regno di DIO lasciando tutto e imitando da vicino la sua forma di vita. Pensati, scelti, amati e chiamati da sempre. Cercati da Colui che è Amore/Relazione/Comunione/Unità nella diversità: DIO; per diventare partecipi della sua stessa Vita, Imma- Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 25 colati, Santi. In una dimensione di sponsalità/nuzialità, chiave di lettura, paradigma di ogni vita consacrata. AL CENTRO DEL CONVEGNO L’EUCARISTIA Il ritmo intenso dei lavori è stato scandito e ritmato dalla preghiera che ha avuto al centro l’Eucaristia. Ed ogni giorno abbiamo gioito della Presenza di un Pastore della Chiesa che ci ha confermati nella fede e nella carità spezzando con noi e per noi il Pane della Vita. Mons. Oscar Rizzato, già Elemosiniere di Sua Santità, da anni vicino a noi Discepoli, ci ha incoraggiato a calcare le orme dei nostri fondatori e dei grandi Santi che la vita consacrata ha regalato alla Chiesa e al mondo. Mons. Gioia ci ha spronati a guardare con fiducia e speranza al futuro, camminando nella libertà dei figli di DIO. NON SOLO MINISTRI DI CRISTO, MA MINISTRI IN CRISTO Il Convegno ha avuto nella celebrazione dell’Eucaristia presieduta da Sua Eminenza il Card. Angelo Sodano il suo atto conclusivo e culminante. Sua Eminenza, con l’affetto che lo lega a noi e con l’autorità che gli deriva dal suo alto incarico ecclesiale, muovendo dalle lettere del giorno ci ha ricordato che siamo chiamati ad essere non solo ministri di Cristo, ma ministri in Cristo, derivando dallo “stare con Lui” la forza attrattiva e qualificativa del nostro essere consacrati. “Salirò all’altare di Dio, al Dio che allieta la mia Giovinezza!”: Dio e gioia camminano di pari passo. Una vita religiosa radicata in Dio e sostanziata di Dio non può non essere una testimonianza attraente e seducente, capace di parlare agli uomini di oggi e di sempre e di evangelizzarli. Don Carlo Maria Zanotti Don Giuseppe De Virglio Mons. Francesco Gioia Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 25 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 26 [ GARBUGLI GIURIDICI ] I M P O S T E TA S S E E BALZELLI: cosa sono e quanti sono? Sembra che i tributi che gli italiani devono versare allo Stato (inteso in senso ampio, che ricomprende ogni Ente pubblico territoriale) siano circa 100, ma nessuno conosce la cifra esatta. Ma cosa sono i tributi? I TRIBUTI sono prestazioni patrimoniali coattive, di regola pecuniarie, stabilite dallo Stato con legge, decreti leggi e decreti legislativi. Nel linguaggio corrente i termini tassa e imposta vengono spesso utilizzati in modo equivalente ma, in realtà, tali espressioni individuano tributi tra loro molto diversi. Vediamoli di seguito nei loro elementi essenziali. La differenza risiede nel presupposto del tributo da corrispondere, ovvero nella situazione, nel fatto o nell'evento, comunque lo si voglia chiamare, a cui la legge ricollega la loro nascita. I fatti che determinano il sorgere dell'obbligazione tributaria sono tra loro molto diversi, anche se tutti sono suscettibili di valutazione economica. La tassa è un tributo che il singolo soggetto è tenuto a versare in relazione ad un'utilità che egli trae dallo svolgimento di un'attività statale o dalla prestazione di un servizio pubblico, reso a sua richiesta. In buona sostanza, è una prestazione patrimoniale dovuta in relazione all'espletamento di un servizio svolto su espressa richiesta del contribuente. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si possono menzionare la tassa per la raccolta dei rifiuti, la tassa scolastica, la tassa sulle concessioni governative, la tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche. Ancora. La tassa non deve essere confusa con le tariffe versate dall'utente per la fruizione di determinati servizi pubblici quali, ad esempio, il trasporto ferroviario, il servizio postale e telefonico, le forniture di gas, elettricità e acqua e così via. In questi casi, infatti, si è di fronte a veri e propri corrispettivi (prezzo) di natura contrattuale e non legale, mentre la tassa è un tributo e, come tale, può essere stabilita solo con legge. L'imposta si caratterizza per il fatto che il suo presupposto è realizzato dal contribuente e non presenta alcuna relazione con lo svolgimento da 26 sugre spunti eoversi ri ff o a n o u u b m mbra cosa on solo, a anno ci sei nostri Lettori, e n suoi annessi e con o v o u n il i re n Con o ta c , iu per a l fisco gerimenti ugliato mondo de che ne rb a g na Pirone e questi n ia ’i iz T nell to a c ndir Avvo nessi. a consulenza dell’ ponibile ad approfo di recare un o is ll d m a a è ie ri e z u la g ch Gra affrontare rubrica e ntati, ci au curerà la esiti qui non affro li ed inadeguati ad o quotidianaed altri qu anti si sentono so che ci condizionan aiuto a qu di leggi e norme montagna ona lettura! mente. Bu Tiziana Pirone parte dell'Ente pubblico di una particolare attività o di un servizio. Così, ad esempio, è l'operaio o il dirigente che, prestando la loro attività alle dipendenze di un'impresa, pongono in essere il presupposto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. Oppure è l'imprenditore che, svolgendo un'attività produttiva realizza personalmente il fatto (attività d'impresa) dal quale deriva l'obbligazione d'imposta, quale ad esempio l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Ancora, chi è proprietario di un immobile e, quindi, è titolare di un bene che produce un reddito (rendita fondiaria o canone di locazione), è soggetto normalmente all'imposta sul reddito delle persone fisiche e all'imposta comunale sugli immobili (ICI). E’ bene ricordare che anche i tributi sono soggetti alla prescrizione ed alla decadenza, con la conseguenza che dovranno essere accertati e riscossi entro un determinato lasso di tempo. E’ questa un’applicazione dell’esigenza di certezza dei diritti. Ovvero, per il solo fatto che un diritto non viene esercitato si forma nella generalità delle persone la convinzione che esso non esista o sia stato abbandonato. Con la conseguenza che non il tributo non potrà più essere richiesto. Occorre precisare che la prescrizione e' la conseguenza stabilita dalla legge nel caso in cui il titolare del diritto non lo esercita entro un determinato periodo; si tratta, quindi, di diritto già acquisito che si prescrive per il non esercizio dello stesso entro un certo lasso di tempo (art.2934 e ss. c.c.). La decadenza, al contrario della prescrizione, e’ il termine entro il quale bisogna far valere un diritto, non ancora acquisito, al fine di acquisirlo (si perdoni il gioco di parole). Esempio classico: il termine entro cui si devono contestare i vizi sui beni acquistati dai consumatori (due mesi dalla loro scoperta, decadenza) ed il termine entro il quale tale diritto può essere esercitato, promuovendo magari una causa (due anni dall'acquisto, prescrizione). Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 27 [ LA SVEGLIA ] ANNO NUOVO Alvaro Vitale Vita nuova nel 2015 per tutti veramente! Questo è l’augurio che nasce spontaneo ed è rivolto al mondo intero, con vero piacere! Belle e sentite le feste, il Natale colorato a Piazza Navona, la Santa Messa solenne, tanta bella gente e tanti Ex Alunni, con la loro splendida famiglia…! Hanno gioito sempre e dovunque. Una bimba poi, di nome Gaia durante il ricco pranzo è stata una vera rivelazione: sorridente, allegra, birichina, piena di tanta simpatia per i suoi due anni favolosi… EVVIVA A A! Nella festa di Capodanno poi tutti sulla neve al freddo, ma con la gioia e il calore nel cuore. Una meraviglia…! Mentre alla Befana, tra tappi saltellanti, a piazza Navona “immancabile” festa dei piaceri era rivolta ai giocolieri, e a Babbo Natale…! Nel pomeriggio un corteo storico ha sfilato con noi verso il Vaticano, dove Papa Francesco ci ha esortati alla vera bontà. In noi tutti è scattato il proposito di aiutare gli altri e di sorridere al vicino, con serenità. Intanto è prevista una intensa attività di opere di bene per il futuro e di dare sempre il meglio di noi stessi. Questo augurio, sarà certamente il nostro obiettivo!... Naturalmente insieme tutti a trovare la “chiave” di apertura di lavoro per i più giovani, che avranno la possibilità di sorridere ancora…! Auguri a tutti, tutti di vero cuore! GRAZIE ROMA, G R A Z I E I TA L I A … ! Un albero che cade fa tanto tumore: …(furti, rapine, corruzione, interessi, vigliaccheria) mentre una foresta che cresce, resta silenzio?!?!? (umanità, solidarietà, amicizia) In due giorni a Roma, in televisione Frizzi, nel Telecom (lotta contro il cancro) ha raccolto oltre 30 milioni di euro…! Renzo Arbore con “il filo d’oro, in poche ore ha arricchito i bimbi sordomuti di Ancona La “Casa Serena” di largo Preneste (RM) ha ospitato centootto emarginati in più durante le feste dando vitto e alloggio, così come le Suore di Teresa di Calcutta sulla Casilina, fornendo anche il vestiario. La “Caritas” a Trastevere ha fatto trascorrere il Natale a cinquecento vecchietti in serenità… E in tutta Italia, è stata una gara continua a far opere di bene, opere di vera carità a tutti…! Si resta senza parola, commossi e soddisfatti…! Allora c’è ancora chi fa del bene, col cuore, c’è ancora chi crede nei valori veri della vita!! Ne siamo fieri, orgogliosi e speriamo ancora, e tanto che ogni giorno il bene si moltiplichi e vada negli animi dei poveri. Siamo certi che anche l’”Opera Nostra” l’Opera di Padre Minozzi, continui il suo cammino di fede, di entusiasmo, di carità sulle vie del mondo…! Sarà e sarebbe il più bel regalo per l’Anno Nuovo! Grazie e Auguri ancora!!! Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 27 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 28 [ LA SVEGLIA ] UN SACERDOTE ABRUZZESE AL FRONTE Massimo Squillaci Nel suo “L’Abruzzo e la Grande Guerra tra verità e retorica” Giacomo D’Angelo, ricordando come sulla Prima Guerra Mondiale esista una bibliografia sterminata, osserva e si lamenta che gli storici d’Abruzzo non abbiamo dedicato una sola riga alla partecipazione degli abruzzesi a quella guerra. Eppure, nota D’Angelo, in terra d’Abruzzo, come altrove in Italia, si verificò quella spaccatura tra i nobili e i dotti, euforici e quasi fanatici per l’entrata in guerra dell’Italia e il rifiuto e l’ostilità dei contadini, degli operai, della piccola borghesia, consci che da una guerra si esce comunque maggiormente impoveriti. Per reperire qualche notizia sull’Abruzzo e la Grande Guerra, si meraviglia l’Autore, è necessario scorrere le pagine di «storici non indigeni», e proprio leggendo l’opera di uno di costoro, Piero Melograni , scopre l’attività meritoria compiuta da Padre Giovanni Minozzi sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Si tratta della grande istituzione delle Case del Soldato alla Fronte, che alla fine del conflitto assommeranno a circa cinquecento unità. Nel breve tratteggio della vita al fronte del Sacerdote di Preta, D’Angelo riesce a condensare l’opera infaticabile di Minozzi, il suo fine principale di sollevare il morale dei soldati con passatempi che spesso portavano a socializzare la truppa con gli ufficiali, di educare i soldati, attenuando quanto più possibile la piaga dell’analfabetismo con vere e proprie scuole tenute presso le Case del Soldato, con Biblioteche e sale di lettura, con conferenze colte tenute da politici, letterati e commediografi e soprattutto da colui che poi diverrà quasi un fratello per Padre Minozzi, il barnabita Padre Giovanni Semeria. Evitava, invece, Padre Minozzi, di coinvolgere i vuoti retori, i «parolai, tromboni di guerra», che approfittavano di ogni occasione per farsi conoscere e fare affari sulla pelle dei soldati. A proposito della elevazione morale dei soldati, D’Angelo inoltre osserva che Padre Minozzi e gli altri Cappellani militari si trovavano sovente di fronte ad un abbrutimento delle coscienze, alla mancanza di qualunque senso religioso, sostituito da un diffusa superstizione. Altro punto sottolineato dall’Autore e quello della 28 spiccata attitudine dimostrata da Padre Minozzi nell’organizzare e nel coinvolgere altri nella sua attività benefica: ottiene l’appoggio dell’alta nobiltà, specialmente milanese e romana, e persino il patrocinio della Regina Margherita, l’assidua collaborazione della contessina Carla Cadorna, figlia del Capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna, il finanziamento da parte di importanti industrie, come l’Ansaldo e le Acciaierie di Terni. E non viene tralasciato un accenno alla capacità di propaganda del Minozzi, il quale utilizzava i più disparati mezzi di comunicazione: motti stampati su carte da lettere, cartoline illustrate, opuscoli, stampe con episodi risorgimentali… Non mancarono, però, note dolenti nell’opera di bene del Sacerdote abruzzese. D’Angelo ricorda come spesso dovette scontrarsi con le lentezze burocratiche, a volte veri e propri tentativi ostruzionistici, con l’invidia, con l’indifferenza, con il livore persino, come quando sul quotidiano Corriere della Sera apparve un articolo di Luigi Barzini nel quale si sminuivano e quasi si ridicolizzavano le Case del Soldato. E nel corso del 1918 si arrivò persino a tacciare le Case come centri perniciosi di “disfattismo confessionale”, e Minozzi venne degradato a vicedirettore delle Case, dirette da quel momento da un ufficiale dei Carabinieri. D’Angelo vuole però chiudere il suo escursus biografico su questo infaticabile Sacerdote, ricordando come l’esperienza della Guerra segnò in realtà tutta l’attività futura di Padre Minozzi: dopo la fine del conflitto fondò, insieme all’amico Semeria, l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, ente assistenziale che si diffonderà per tutto il meridione d’Italia al fine di accogliere, crescere ed educare i figli dei soldati caduti durante la guerra, ai quali, poi, si andranno ad aggiungere quelli dei caduti della Seconda Guerra. Possiamo dunque sperare che questo articolo di Giacomo D’Angelo sia, secondo l’intenzione del suo Autore, da stimolo, per gli storici d’Abruzzo, ad indagare l’apporto di uomini della loro terra, come Padre Minozzi, in quegli anni difficili della Grande Guerra e che ad essa seguirono. Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 29 SUL FILO DEI RICORDI A settembre del 1944 su una camionetta scoperta partimmo per Orvieto in una decina. C’erano: Ricci Alvaro, Carretti Guglielmo, Pilla, Paris Attilio, Monaco Bruno e Massimo ed altri di cui non ricordo i nomi. Passammo per Viterbo dove tra macerie ancora fumanti era da poco passato il fronte. Giungemmo in serata all’Istituto Lazzarini di Orvieto dove ci accolse il direttore don Egisto Patuelli. Dovevo frequentare la quinta elementare, lo feci unitamente a Ricci Alvaro con il quale strinsi amicizia. Il nostro maestro era il sig. Bernini che disegnava in modo stupendo. A natale il sindaco di Orvieto ci invitò per farci dono di arance che staccava da un albero di natale allestito appositamente per noi orfani. Passammo il natale giocando a tombola con il direttore, il Vice don De Grandis Livio e Borzacchini nostro assistente. Fu, ricordo, un Natale sereno anche se privo degli affetti di mamma e delle sorelle che erano rimaste a Roma. Con don Livio si fece la schola cantorum ed io ero tra i soprani. Ci insegno con grande maestria la secunda pontificalis di Lorenzo Perosi. Ricordo che nello svolgere i nostri compiti di pulizia nei corridoi la ripassavamo ognuno nel suo ruolo alternando e fondendo le varie voci di soprani contralti tenori e bassi. Eravamo proprio bravi. L’assistente Borzacchini ci insegnava il catechismo per prepararci alla prima comunione che prendemmo il 17 giugno da un cappellano militare ospite. Lo stesso nel pomeriggio festeggiò con noi offrendoci un cono gelato. Don Patuelli ci fece partecipare alla recita dell’ANGELO BIANCO uno spettacolo nel quale con mio fratello Massimo avemmo la parte dei due fratellini che giocavano con l’aquilone. La recita ebbe grande successo ed in Orvieto diventammo famosi. Con la schola cantorum partecipammo, al Teatro MANCINELLI di Orvieto, ai cori delle opere liriche Tosca e Carmen. In collegio sempre ad opera di don Patuelli fu fondato un reparto scout ORVIETO I°; a seconda dell’età c’erano lupetti, esploratori, ranger. Si fecero campeggi estivi in Cetona, e successivamente sotto il Sirente con base la casa di Rocca di Mezzo. Come dimenticare le passeggiate ai cappuccini e la raccolta delle castagne che le suore ci [ LA SVEGLIA ] Bruno Monaco cuocevano per la cena…o la lunga camminata fino a Bolsena il lunedì di Pasquetta. Quanta nostalgia per la gioia con la quale affrontavamo situazioni, al giorno d’oggi drammatiche. Eravamo bravi ed erano bravi quelli che in sostituzione dei genitori ci guidavano e spronavano verso un futuro migliore. Ancora adesso quando vedo un francobollo penso a don Livio. Mi insegnò a collezionarli. Chi lo fa nella realtà odierna? Con gli aiuti procurati da don Minozzi in america ci calzavamo, ci vestivamo, giocavamo. Arrivarono dei pattini mi pare fossero tre paia. A turno li utilizzavamo ed eravamo diventati provetti pattinatori. Quante cose facevamo. Che grande soddisfazione essere applauditi per come cantavamo anche nel duomo di Orvieto, e quando facevamo scorta al SS. Corporale durante la processione del Corpus Domini vestiti da scout. Sono arrivato ad ottanta anni e in vista dell’ultimo chilometro serbo vera riconoscenza per quanto mi avete dato. Queste sono solo alcune testimonianze, perchè se continuo con il poi a Potenza con don Fragola, don Romeo, don Francesco scriverei un libro. Accontentiamoci!! Cordialmente Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 29 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:23 Pagina 30 [ DALLE NOSTRE CASE ] DECENNALE DELL’ASSOCIAZIONE “NUOVE IDEE” DI PADULA Giuseppina Sorrentino Di recente l’Associazione “NUOVE IDEE” di Padula, ha festeggiato il decennale della sua fondazione, che ha celebrato come raggiungimento di un ambito traguardo, che rivela i molteplici interessi suscitati e dalla variegata azione di promozione culturale. L’Associazione, ha svolto iniziative ed eventi che hanno trasceso l’ambito strettamente locale proiettandosi in aree territoriali estese ed attente ad ogni iniziativa, tesa a privilegiare oltre che i valori umani e di solidarietà, l’arte, la storia e la tradizione delle nostre comunità. L’Associazione è sorta nel 2005 e in dieci anni ha svolto e ricercato 350 argomenti culturali e vari. Tra le altre cose ha scritto la storia dell’orfanotrofio della Certosa di Padula. In alcuni dei nove convegni posti in essere dall’Associazione sono stati ricordati le figure e le opere di Padre Giovanni Semeria, Padre Giovanni Minozzi e Don Sabatino Di Stefano. Inoltre essendo l’Associazione rivolta ad iniziative culturali, ha inteso visitare e conoscere: chiese, musei, certose, castelli, basiliche ed altro, procedendo poi, a ricerche tese ad approfondire la conoscenza sotto il profilo storico ed artistico dei luoghi visitati. Ha curato, inoltre, la pubblicazione di alcuni libri, di cui uno ha rievocato la vita trascorsa dagli orfani nella Certosa di Padula, l’altro di poesie scritto da Vito Marcantonio ex orfano della Certosa. Inoltre, l’Associazione ha pubblicato dei librettini tascabili sulla vita dei due grandi: Padre Giovanni Semeria e Padre Giovanni Minozzi, ha intitolato una strada di Padula a Padre Giovanni Semeria e un plesso scolastico a Padre Giovanni Minozzi. A quest’ultimo nel 2014 è stato dedicato il primo concorso di arte e poesia nel convegno del 26 ottobre 2014. L’incontro per la ricorrenza del decennale dell’Associazione, non è stato solo l’occasione di festeggiamenti per i risultati e le realizzazioni conseguite negli anni trascorsi, ma ha manifestato la determinazione dell’Associazione di conseguire ulteriori impegni per l’avvenire e La Prof.ssa Sorrentino con alcuni membri dell'Associazione per futuri ulteriori traguardi da proseguire con dedizione, tenacia e interessi culturali. 30 Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:24 Pagina 31 da Rionero SUORE APOSTOLE DEL SACRO CUORE RELAZIONE DI CHIUSURA PRIMO QUADRIMESTRE Noi, Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, dedite all’insegnamento presso la scuola dell’Infanzia “A. Fortunato” di Rionero in V.re, abbiamo iniziato i lavori seguendo la programmazione del POF 2014/2015, di cui Vi alleghiamo copia. Abbiamo iniziato l’anno scolastico, nonostante l’ansia per la situazione difficile in cui versava la scuola, in data 10/09/2014 con la “festa dell’accoglienza”. La festa si è svolta in parte nel salone della scuola stessa e in parte nel nostro giardino con giochi, canti, balli. Si è conclusa, sotto lo sguardo incantato dei bambini, con il volo di una piccola mongolfiera/lanterna. Vi alleghiamo alcune foto. In data 24/09/2014 si è tenuta la prima riunione con i genitori, dove si è prospettato il nostro programma, il regolamento e i progetti della scuola; e dove ha trovato riscontro positivo il saluto della nostra madre Provinciale Sr. Maria Claudia Guarino. Si è proceduto all’elezione dei rappresentanti di classe per ognuna delle due sezioni. In data 02/10/2014 abbiamo festeggiato la “festa dei Nonni” direttamente con loro. I bambini hanno dedicato loro poesie e canti. Vi alleghiamo alcune foto. In data 09/11/2014 abbiamo ritenuto opportuno rendere partecipi i genitori con l’incontro definito “Lezione Aperta”. Abbiamo mostrato loro, grazie ai bambini, tutto il lavoro svolto fino ad allora attraverso canti, recitazione e balli. Alla fine abbiamo consegnato agli stessi genitori il plico di lavoretti fatti nel corso dei primi mesi di asilo. La stessa giornata si è conclusa con la “castagnata”, i bambini hanno visto arrostire le castagne sulla “varola”, fornitaci dal Centro Anziani di Rionero. Dopo queste iniziative, abbiamo iniziato a pensare all’organizzazione della recita del Santo Natale. Ci siamo dedicate, in particolare con l’aiuto di alcuni genitori, alla preparazione della manifestazione il “Presepe Vivente” avvenuta in data 21/12/2014. Si è organizzata nel nostro giardino con la costruzione delle postazioni quali pastori, fabbro, panettiere, bottega, massaia, ecc; della ca- panna della Natività. Abbiamo avuto la collaborazione del Comune di Rionero, del Centro Anziani, di Brico idea (ferramenta), Gaudianello, e dei genitori occupanti le postazioni. Le mamme hanno partecipato, insieme ai loro figli, come coro, il quale cantava e recitava poesie, in concomitanza dell’uscita dei vari personaggi. Abbiamo organizzato, nella stessa occasione, la “pettolata”, il cui ricavato è servito per coprire le spese extra sostenute per la realizzazione della stessa manifestazione. Abbiamo sostenuto anche l’iniziativa di beneficienza della Caritas, ogni famiglia ha regalato abbigliamento, giochi usati ma funzionanti e viveri da dare ai bisognosi. La manifestazione il “Presepe Vivente” doveva ripetersi e concludersi con l’arrivo dei Re Magi il 04/01/2015, ma, nostro malgrado, causa neve e gelo è stata annullata. Felici del risultato Vi alleghiamo il dvd e alcune delle foto realizzate della manifestazione. In questa occasione abbiamo ringraziato e salutato i genitori per le festività Natalizie. da Castrovillari CHIUSURA DI UN QUADRIMESTRE ” I genitori degli alunni dell IV Classe Anche quest’anno, nel rispetto di una tradizione ormai consolidata, in prossimità del Santo Natale, nell’Istituto Vittorio Veneto, si sono svolte le recite natalizie, realizzate dagli alunni delle varie classi della scuola primaria, dell’asilo e del nido. Tale manifestazione ha voluto essere il Castrovillari - Gesù Bambino in Vaticano Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 31 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:24 Pagina 32 [ 32 DALLE NOSTRE CASE ] preludio alla Santa Natività e rappresentare un momento di unione, raccoglimento e riflessione. Preparare e organizzare una recita scolastica, non è cosa semplice. È necessario partire dal presupposto che è soprattutto un metodo di apprendimento ed educazione. La maestra Carmen Aita, docente della IV classe della scuola primaria, è riuscita nell’intento di sorprendere la platea di genitori e parenti, mettendo in scena l’evento della nascita di Gesù Cristo, in una forma del tutto originale, fantasiosa e simpatica, tenendo incollati alle sedie una platea che ha dimostrato nel corso della rappresentazione un crescendo di interesse ed attenzione per quanto si stava osservando. “Le coup de théatre”, stavolta messo in scena dalla Maestra, è stato quello di voler pensare ad una Santa Natività, non ambientata ai tempi di Erode e di Pilato, ma vissuta nella contemporaneità dei nostri tempi; il voler immaginare come i cosiddetti Grandi del nostro tempo, i vari Obama, Cameron, Merkel, Putin, si sarebbero rapportati al cospetto di Dio, nostro Signore. I nostri piccoli attori hanno dato il meglio di loro stessi dimostrando grandi capacità interpretative tenendo il palcoscenico come veterani delle scene. Nella rappresentazione Capi di Stato di tutto il mondo, riuniti in un summit, avrebbero dovuto decidere di una questione a dir poco singolare; infatti, ognuno di loro, era chiamato ad esprimere il proprio parere sull’opportunità di far nascere il Bambino Gesù in una località diversa dalla Santa Grotta di Betlemme. Le motivazioni, il modo con cui esse sono state rappresentate per giustificare la scelta della propria località individuata, alla fine concordata nel Vaticano, sono state intrise di non pochi momenti simpatici, a tratti davverocomici,che hanno divertito, e non poco, un’attenta platea. Per la cronaca la storia si conclude con la decisione definitiva, espressa direttamente dal Bambino Gesù, di voler nascere nella Grotta di Betlemme, da dove è stato intrapreso il nuovo percorso spirituale di tutta l’Umanità. Noi genitori, al termine della rappresentazione, abbiamo voluto esprimere personalmente il nostro vivo apprezzamento nei confronti di una docente, la Maestra Carmen, che anche in questa occasione ha confermato la bontà di una scelta, quella di iscrivere i propri figli all’Istituto Vittorio Veneto, e quindi la fortuna di avere Lei come insegnante, della cui opera educativa e di insegnamento saremo per sempre riconoscenti e grati. dalle Vigne di Calascio - Ofena LE FESTE NATALIZIE: IL BACIO DEL BAMBINELLO Il mese di dicembre è stato, per così dire, un periodo molto intenso per le attività della Casa. Infatti oltre all’insediamento di Padre Rocco Grippo e Padre Antonio Rella, molte sono state le attività che li hanno visti coinvolti. La Novena dell’Immacolata a Villa Volpe, prima, e la Novena in preparazione del Santo Natale con i bambini ed i ragazzi della catechesi, hanno richiesto impegno e dedizione quasi totale. Padre Rocco si è dedicato principalmente alla cura delle due Parrocchie, mentre Padre Antonio ha messo mano, come sua abitudine, a tante piccole cose bisognose di sistemazione e di cura. Insomma si vede che ci sono più braccia e che l’entusiasmo non manca. Il rilancio della bella struttura già iniziato la scorsa stagione con vari gruppi potrà proseguire ancora più speditamente. La nevicata della fine dell’anno ha, poi, messo la ciliegina sulla torta. Il nuovo anno, è iniziato con le cerimonie religiose e con la partecipazione di Padre Rocco ad una tradizionale cerimonia che si svolge a Calascio, presso la Chiesa del Convento di Santa Maria delle Grazie, dove viene gelosamente custodito un “Bambinello” proveniente da Gerusalemme e che fu portato da Frate Antonio nel lontano 1740. Hanno partecipato alla cerimonia anche alcuni Frati Francescani di l’Aquila, fra cui Padre Quirino e Padre Ludovico nativo di Calascio. Una bella riflessione sul Padre Nostro tenuta da Padre Quirino sui gradini dell’ingresso della Chiesa, faceva meno freddo fuori che dentro la Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:24 Pagina 33 Chiesa, è stata molto suggestiva e molto apprezzata dai tanti presenti. Alla fine della conversazione il tradizionale BACIO DEL BAMBINO, la cui effige preziosa si può ammirare a fianco, ha concluso la parte religiosa a cui è seguito un momento di riscaldamento con dell’ottimo vino rosso di Ofena scaldato a dovere da Marcello Giustizia, nell’attigua ex-scuola dove Padre Rocco, dopo le tante insistenze del Sindaco, ha sfoderato la sua fisarmonica e rallegrato tutti i presenti con canti di ogni genere: “Quann nascett Ninn a Betlemme, era notte e paría mienz iuorn”, “Gloria in excelsis Deo!”, “Padre nostro che tu stai”, sono solo alcuni dei brani cantati in coro da tutti i presenti. A gran richiesta, anche canti abruzzesi tra cui non poteva mancare il tradizionalissimo ”Vola vola vola” a tre voci e l’Inno nazionale dei Discepolini “Z’ Nicola”. Chiaramente, il digestivo analcolico (musicale) “Ti ja ja, ti ja ja” offerto a tutti e cantato e danzato da tutti, è stato accolto con sorpresa, stupore e gioia dai presenti. Inutile dire che l’apprezzamento generale è stato unanime e che alla fine della serata, dopo il canto “Quando nell’ombra” dedicato a Maria, che doveva chiudere questo momento di fraternità, anche Padre Quirino, il Predicatore, ha voluto indossare la fisarmonica e sorprendere, sbalordire e allietare i presenti cantando e suonando “O SOLE MIO”. Una bella preghiera di ringraziamento e la Benedizione solenne ha concluso questa serata ed ha rimandato tutti a casa felici e speranzosi di poter in questo 2015 fare ancora tanti momenti di preghiera e di allegria con la fisarmonica di Padre Rocco arricchiti anche con le sue esperienze missionarie. La Befana ha pensato proprio a noi, anche se la scuola era rimasta chiusa per le vacanze. Per ciascuno di noi aveva preparato e pronto un pacchetto, una confezione colorata ove era custodito un piccolo giocattolo. Non era il valore che ci ha gratificato ma il pensiero. Allora, oltre ai nostri genitori, ci sono tante persone che ogni giorno pensano a noi, si preoccupano per noi! E tra queste anche la “Befana della Scuola”. Sì, perché quest’anno siamo stai visitati da due Befane! Mbhe, non ci abbiamo capito molto, se sono due o è sempre la stessa: certo è che noi ne abbiamo vista una sola, ma i suoi regali sono stati due! E anche questo non lo abbiamo ben afferrato: se siamo stati più buoni noi o è stata più generosa lei! Comunque sia. Amor con amor si paga: perciò ci impegneremo ad essere più buoni. Con tutti! La befana a San Giorgio Scorcio di Calascio innevato da San Giorgio a Liri LA BEFANA VIEN DAI TETTI Se le inventa proprio tutte la Maestra Rosaria, per renderci lieta ed intersante la scuola, facendo sì che Scuola e famiglia, Scuola e Territorio interagiscano e si compenetrino nell’unico intento di garantirci una crescita armonica ed integrale. Tanto ha fatto stavolta che, dopo una notte di tetti in tetti è riuscita a far atterrare la Befana sulla nostra Scuola Sacro Cuore! Potete immaginare la gioia e lo stupore di tutti noi che, ignari, siamo accorsi alla fantastica notizia. Bambinello di Calascio Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 33 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:24 Pagina 34 da Fiuggi 12° CAPITOLO GENERALE DELLE SUORE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI SANTA CHIARA DI FIUGGI IL GIORNO 26 DICEMBRE 2014 LE SUORE DELL’IMMACOLATA DI SANTA CHIARA DI FIUGGI, HANNO CELEBRATO IL 12° CAPITOLO GENERALE ELETTIVO NELLA LORO CASA DI SPIRITUALITA’ “ SAN GIUSEPPE “ IN SAN GIOVANNI ROTONDO. IL CAPITOLO E’ STATO PRECEDUTO DA DUE GIORNI DI RITIRO. COME TEMA SONO STATE SCELTE LE PAROLE DI S. PIETRO “SIGNORE SULLA TUA PAROLA GETTERO’ LE MIEI RETI” (LC. 5,5). IL CAPITOLO SI E’ CONCLUSO IL GIORNO 11 GENNAIO 2015. PER L’ELEZIONE DELLA MADRE GENERALE, AVVENUTA IL 3 GENNAIO, HA PRESIEDUTO IL VESCOVO DI MANFREDONIA-VIESTE-SAN GIOVANNI ROTONDO SUA ECCELENZA MONS MICHELE CASTORO. MADRE GENERALE E’ STATA ELETTA “ SR ANGELA CIMONE”, VICARIA E PRIMA CONSIGLIERA: SUOR CONCEZIONE FERNANDEZ MOҪA CONSEGLIERE: SUOR VALERIA MUTI, SUOR BIANCA DESTRO, SUOR SARA CAFAGNA, SUOR VALERIA, SEGRETARIA E ECONOMA: SUOR CRISTINA DEL MASTRO. UN GRAZIE AFFETTUOSO E RICONOSCENTE E’ ANDATO E VA A MADRE GAETANINA E AD ALCUNE CONSIGLIERE CHE HANNO CONCLUSO IL LORO SERVIZIO CONDOTTO SEMPRE CON AMORE E DEDIZIONE. UN GRAZIE A MADRE ANGELA E ALLE NUOVE CONSIGLIERE CHE HANNO ACCETTATO CON GENEROSITA’ E DISPONIBILITA’ LA FIDUCIA ESPRESSA SU DI LORO DALLE CONSORELLE PER IL BENE DELLA LORO CONGREGAZIONE. L’ESPRESSIONE DELLA FELICITAZIONE E L’ASSICURAZIONE DI PREGHIERE DA PARTE DI TUTTA LA NOSTRA OPERA CHE DA ANNI E SU PIU’ FRONTI SI E’ AVVALSA DELLA COLLABORAZIONE ATTENTA, GIOIOSA E COMPETENTE DELLE SUORE DELL’IMMACOLATA DI SANTA CHIARA DI FIUGGI, CON L’AUSPICIO DI CONTINUARE A SCRIVERE CON LORO PAGINE BELLE DI CARITA’ E DI VERITA’, A GLORIA DI DIO E PER IL BENE DELLE ANIME. [ ] DALLE NOSTRE MISSIONI da Huacho - Perù CON LA GIOIA DELL’ARRIVO DEI MAGI INCONTRO AL SIGNORE Queridos amigos de Evangelizare, deseamos de todo corazón que las fiestas del nacimiento de nuestro redentor, los hallan llenado de gozo y energías nuevas en su caminar espiritual. En esta oportunidad queremos compartir con ustedes algunas de las actividades organizadas por la Parroquia, nuestra Señora de Fátima, durante el mes de enero. Iniciamos nuestro compartir contándoles que para la Epifanía del Señor se organizo una solemne Eucaristía, que contó con la tradicional “Bajada de Reyes”, (la misma que fue organizada por los Acólitos de la Parroquia y algunos de nuestro Cohermanos de chaclacayo, que estuvieron de visita por nuestra Comunidad). Terminada la celebración se realizo un compartir con la feligresía en medio de cantos al niño Jesús. Otra de las actividades del mes de enero fue la semana de formación Teológica organizada por la Diócesis de Huacho, que tuvo como ponente al Arzobispo de Fiuggi - Capitolo Generale 34 Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:24 Pagina 35 ] Huancayo, Monseñor Pedro Barreto, el mismo que en una de sus jornadas celebró la Eucaristía en nuestra Parroquia. Terminada la celebración se realizo un pequeños compartir con los sacerdotes asistentes y la feligresía en general. Por otro lado nos encontramos en los preparativos, materiales y espirituales para la ordenación presbiteral del diácono Reynaldo Carrión Lázaro y la ordenación diaconal del hermano Oscar Aguilar Blanco, es un motivo de gozo y alegría en el que todos debemos sentirnos involucrados, no solo como Iglesia, sino como amigos de nuestra Familia Religiosa de los Discípulos; acompáñennos con la oración constante para que nuestros hermanos puedan ser fieles en el cumplimiento gozoso del ministerio que se les ha encomendado. Nos vemos en el próximo artículo del mes de febrero donde compartiremos los pormenores de las diversas fiestas de nuestra Comunidad, las profesiones, las ordenaciones y la visita de nuestro Padre General. Dios los bendiga siempre. En Cristo. TRADUZIONE Carissimi amici di Evangelizare, ci auguriamo di cuore che le feste della nascita del nostro redentore vi abbiano riempito di gioia e di nuove energie nel vostro cammino spirituale. Vogliamo condividere con voi alcune attività organizzate dalla nostra Parrocchia Nostra Signora di Fatima. In primo luogo ci ha visto impegnati tutti nella solenne celebrazione dell’Eucarestia dell’ Epifania con la tradizionale Discesa dei Re Magi organizzata dagli accoliti della parrocchia in collaborazione con i confratelli di Chaclacayo. Al termine della celebrazione abbiamo condiviso il pranzo con tutti i fedeli ed i pellegrini cantando ed inneggiando al Bambinello con melodie e canti tradizionali. In secondo luogo, la settimana teologica, con la presenza dell’Arcivescovo di Huancayo come relatore, Mons. Pedro Barreto ci ha visto tutti impegnati nella formazione permanente con i confratelli diocesani. Intanto ci troviamo tutti coinvolti per i preparativi dell’Ordinazione sacerdotale del Diacono Reynaldo Natividad Carrión Lázaro e l’Ordinazione diaconale del confratello Oscar Aladino Aguilar Blanco. Motivi questi di allegria e di gioia che ci coinvolgono tutti non solo come Chiesa locale ma anche come amici della nostra Famiglia Religiosa dei Discepoli. Accompagnateci anche voi con la costante preghiera affinché i nostri confratelli possano essere fedeli nell’adempiere con gioia il Ministero loro affidato. Arrivederci alla prossima puntata per raccontarvi le diverse feste della nostra comunità e la visita del nostro Superiore Generale. Dio vi benedica sempre. In Cristo. I Discepoli di Huacho Mons. Santarsiero con l'Arcivesco di Huancayo, Padre Felipe e i nostri giovani della comunità Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 35 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:26 Pagina 36 [ EVENTI ] Carissimo don Antonio tanti auguri per il suo 66° compleanno. Siamo onorati di stringerci intorno a lei come confratelli e come Famiglia. Una grande gioia e un maggior onore è per noi e sentirla padre e guida nel diuturno impegno a continuare la testimonianza di amore concreto e fattivo di Padre Semeria e Padre Minozzi per i fanciulli e i bisognosi dell’Italia più povera e dimenticata. Le mostriamo il nostro caloroso affetto filiale. Il nostro augurio e la nostra preghiera perché Maria Madre dei DISCEPOLI la consigli, la protegga, la guidi, la illumini e la renda sempre più entusiasta nell’accoglienza del dono della vita, per spenderla in modo pieno ed espanderla come profumo dei fiori a primavera. Insieme a tutte le nostre Comunità sparse per l’Italia e per il mondo, uniti a tanti Amici e Collaboratori, le formuliamo Tanti auguri e buona missione, visto che dal 30 gennaio partirà per le nostre Comunità di Itaquaquecetuba (Brasile) e Chaclacayo e Huacho (Perù)! Gli auguri del Card. Sudano a don Antonio Anche quest’anno si è trovata a festeggiare con noi il suo 65° compleanno Suor Patrizia De Stefano, delle Ancelle di Santa Teresa di Gesù Bambino. A lei, che insieme a Suor Giovanna Donnadio opera lodevolmente tra i bambini della scuola dell’Infanzia in quel di Monte San Giacomo (SA), rinnoviamo copiosi gli auguri, che si traducono in fraterna preghiera, per una vita intensamente vissuta nella gioia e nell’ardore della consacrazione, con quella schiettezza e fierezza che da sempre la contraddistingue. ”Prendimi per mano, Dio mio, guidami nel mondo a modo tuo. La strada è tanto lunga e tanto dura, però con te nel cuor non ho paura!” 36 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:29 Pagina 37 PER IL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA DI GIUSEPPINA MINOZZI Lo scorso 25 gennaio, i figli Maddalena, Alessandro e Toni De Amicis, hanno voluto ricordare la propria mamma GIUSEPPINA MINOZZI presso la casa atavica di Trigoria, insieme ai figli, cugini ed ai nipoti. L’incontro è stato aperto da un semplice ma intenso momento di preghiera, presieduto dal Segretario Generale dell’Opera, don Cesare Faiazza, il quale ha invitato a fissare lo sguardo sul mistero della morte alla luce della risurrezione di Cristo che solo la rischiara (B. Paolo VI). Ha ricordato che per Padre Minozzi i “morti sono vivi” e ci sussurrano parole buone e ci accompagnano nel cammino non sempre lineare della vita. L’assemblea si è raccolta insieme attorno alla tavola, finemente imbandita e allestita da Alessandro e Maddalena con una speciale polenta con salciccia e verdura nostrana. Antonio NELLA PACE DEI GIUSTI Il 14 gennaio c. a. un attacco cardiaco fulminante ha stroncato all’improvviso la vita di MARIO CARONE, all’età di anni 65. Ha lasciato la moglie Rocchina, che è sorella del nostro confratello D. Francesco Di Corleto, tre figli e due nipoti. Uomo di indole semplice e buono, ha speso la sua vita tra casa e lavoro (era carrozziere), dedicando il tempo libero alla ricerca del tartufo e alla caccia, che era il suo hobby preferito. Da alcuni anni era in pensione e si sentiva particolarmente lieto e gratificato dalla presenza dei due nipoti, Chiara e Mario, con i quali s’intratteneva volentieri, ridiventando un po’ bambino anche lui, soprattutto nei giorni festivi, quando di norma la famiglia si riuniva al completo. Dio, che è Padre di misericordia, lo possa accogliere nella sua dimora di luce e di pace e possa lenire con la consolazione della fede il dolore immenso di quanti piangono la sua scomparsa improvvisa. schema_1_Layout 1 04/03/15 17:29 Pagina 38 [ SPIZZICANDO ] Il mese di gennaio 2015 sarà certamente ricordato anche nelle pagine della storia per le Dimissioni da Presidente della Repubblica del Signor Napolitano Senatore Giorgio. E’ un fatto certamente annunciato ed atteso da molti, temuto da altri. Il giorno 14, alle ore 10.35, sono state firmate le dimissioni ed è partita la procedura delle elezioni, con riti e date dettate proprio dalla Carta Costituzionale. La figura di questo Signore che ha rappresentato la massima Magistratura della Repubblica Italiana sarà analizzata dagli storici a suo tempo. Molti gli aspetti positivi della sua Presidenza, basti ricordare l’accettazione del un nuovo settennato, già consapevole che non sarebbe arrivato alla fine, perché il momento del Paese era difficile e le forze politiche litigiose fra loro non erano riuscite a far coagulare i consensi su una Grande figura rappresentativa. Questo assioma – Grande figura rappresentativa – è stato detto e ridetto dai media di tutto il Paese e tantissimi sono stati i nomi tirati in ballo, ma nessuno ha unanimemente trovato il consenso della “maggior parte”. Il fatto certo è che nel nostro Paese da molto tempo, forse troppo, mancano figure veramente di spicco, che si impongono sul resto. Ci troviamo in un mare di grande mediocrità dove appare chiaro che l’unico interesse vero è il “proprio particulare” – di guicciardiniana memoria – e manca l’afflato grande e sommamente necessario del “Bene Comune”. La nostra politica, da quella del più piccolo Comune a quella della Repubblica, risente di questa grossa mancanza ed i fatti di tutti i giorni ce ne danno, purtroppo, conferma. Sapranno i “Grandi elettori” che saranno chiamati ad eleggere il successore di “Re Giorgio” trovare un degno personaggio?. Ce lo auguriamo specialmente per il bene della nostra Italia. m.l. 38 Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org schema_1_Layout 1 04/03/15 17:29 Pagina 39 ABBONAMENTI E RINNOVI Elenco Abbonati dalla data 01-09-2014 alla data 31-12-2014 € 10,00 MANZELLA ROCCO - PIETRAGALLA VALENZIANO ROSA - LUNETTA STEA RINO - GIOIA DEL COLLE DI CLEMENTE GIULIO - ROMA LISI MARTA - POLICORO D'ANDREA ANTONIA - RIONERO IN VULTURE TOTO ANTONIO - MONTESARCHIO € 15,00 BEVILACQUA PALMO - BARI BOZZA FRANCO - POTENZA PASQUALI FANTASIA CARLA - RAIANO € 20,00 BACHELET MARIA TERESA - ROMA FONZI PASQUA - LUNGHEZZA IMBRENDA GIOVANNI - AVIGLIANO SANTARELLI ERCOLE - RIETI STAINO DE DOSSO ARMIDA - SONDRIO STIGLIANO FRANCO - VALSINNI FUSCO ELISABETTA - FRANCAVILLA AL MARE LUPETTI ANTONELLA - ROMA SPAGNUOLO LUISA - MONTEROSSO AL MARE STORCHI LUCIANA - ROMA ARDUO GIUSEPPE - QUALIANO FORASTIERO ELISA - L'AQUILA FIORENTINO FRANCESCA - CATANZARO LIDO MAZZEI TIZIANA - LAMEZIA TERME € 25,00 DI BLASI CONCETTA - SIRACUSA CONCORDIA GIUSEPPE - ISERNIA POMPEI PROF. GIOVANNI - COLDIRODI CEFALI' EMANUELA - COOP. P. SEMERIA - CATANZARO LIDO GENOVA ELEONORA - CATANZARO VERACI MARIA CRISTINA - PALERMO POMPEI ESMERALDA - UDINE CASALENUOVO TERESA - STALETTI € 30,00 CIRCEO LAURINO - PESCARA FABBRI GIORGIO - VILLA FONTANA FERRANTE TOMMASO - TIRANO INNAMORATO FRANCO - RIONERO IN VULTURE PAZIANI ANGELINA - ROMA STANIZZO GATTI TERESINA - GUIDONIA D'ANGELO DAVIDE - APRILIA CARUSO MARIO - PALERMO CECCARONI BENITO - ANGUILLARA SABAZIA DI MURO SABINO - NOVA SIRI SCALO ROSA ITALO - AMATRICE D'ERAMO DINA - ROCCADIMEZZO BIZZARRI M. 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ASSICURZIONI S.A.S. - ROMA FOGLIA CELESTINO - ROMA € 150,00 ANCELLE DEL SIGNORE - AMATRICE € 200,00 GIULIANO CARCANI ADA - ROMA VITI VAIS - SINALUNGA INNAMORATO MICHELE - POTENZA € 250,00 DE NIGRIS ELISA - NAPOLI € 500,00 GIANNI ENNIO - ROMA Paganti Almanacco dalla data 01-09-2014 alla data 31-12-2014 € 5,00 TARTARO TERESA - CASERTA IEPPARIELLO CATERINA - CATANZARO LIDO CEFALI' EMANUELA - COOP. P. SEMERIA - CATANZARO LIDO GENOVA ELEONORA - CATANZARO € 6,00 NAZARI DINO - CASTELLANZA € 10,00 DAGGIANO DINO - CARDANO AL CAMPO DE NICOLA GIANNA - PAVIA DI COSTANZO LUCIA - COLLE MARINO FACCIOTTO GIANNI - COGGIOLA MOLTENI DANIELE SINGER - COMO NOTARO MARIA - MATERA TRAPASSO GIOVANNA - CATANZARO LIDO € 15,00 COSENTINO GRAZIELLA - CASTROVILLARI € 20,00 BORESTA LUIGI - MACERATA FELTRIA Per approfondimenti e aggiornamenti visita il nostro sito www.onpmi.org 39 schema_1_Layout 1 04/03/15 17:29 Pagina 40