1 i i i i P I • MICHEL SCHOOYANS elle di ci éditrice COLLANA L MICHEL SCHOOYANS delFUniversità Cattolica di Lovanio Sezione di Scienze Politiche L'ABORTO, ELLE DI CI LEUMANN (TORINO) Titolo originale: Uavortement, problème politique. « Nouvelle revue théo logique» 106 (1974) 10, 1031-1053; 107 (1975) 1,25-50. Traduzione di Germano Battaglia a cura del Centro Catechistico Sales iano di Leumann (Torino). Visto, nulla osta: Torino, 28.5.75: Sac. F. Rizzini Imprimatur, Sac. V. Scarasso, Vie. gêner. ME 0946-75 Proprietà riservata alla Elle Di Ci, Colle Don Bosco (Asti) INTRODUZIONE Ê taie Feffetto délie leggi cattive da rendere necessarie leggi peggiori per riparare i danni provocati dalle prime. Montesquieu ' Lo studio comparato délie civiltà e la storia deirOccidente attestano che la pratica delPaborto è strettamente legata al contesto economico e sociale. Nel nostro paese, in particolare, il ricorso alla praticona in aborti è stato spesso Tultima possibilité offerta ad una coppia povera, angosciata al pensiero di una bocca in più da sfamare. Taie motivazione non è del tutto scomparsa oggi, ma non occupa un posto centrale negli attuali dibattiti, dove sono due gli ordini di fatti a polarizzare Tattenzione. In primo luogo, l'evoluzione délie tecniche ostetriche ha fornito vasto campo di di- scussione a proposito deU'aborto terapeutico. In secondo luogo, i rapidi e spettacolari progressi dei metodi di contraccezione non hanno tardato a sollevare il problema delPaborto in généra le: non potrebbe trattarsi di un metodo spiccio per prevenire le nascite? Superare la casistica Questi due ordini di fatti s'inseriscono in un particolare conte sto globale, e riteniamo taie incontro déterminante nella problematica attuale. Per comprendere l'originalité di questa problematica, è évidente che si debba tener conto déll'éthos générale in 1 Dossier de l'Esprit des Lois I, IV, 1; in Oeuvres complètes, Éd. R. Caillois, Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard, Paris 1951, t. II, p. 1011. La stessa idea affiora in Mes Pensées, VIII, XXVI, 1914, éd. cit., t. I, p. 1460. cui nasce, per noi, il problema delPaborto. Vorremmo perciô dimostrare che il problema delPaborto si inserisce nel quadfo gé nérale délia société mondiale dove miseria e ricchezza, indigen- za e spreco, sudditanza e dominio vanno di pari passo e interferiscono. Sono cosi subito precisati i limiti del nostro progetto: trattare il problema delPaborto sotto Paspetto politico. Negativamente, ciô significa che dobbiamo superare una problematica fondamentale polarizzata sulPaffermazione e Pesaltazione delPindividuo adulto. Certo, Paborto intéressa innanzi tutto individui e persone. Ma, per la sua portata, il problema supera gli individui. L'aborto non puô essere ridotto ad un problema di coscienza personale, altrimenti gli attuali dibattiti interesserebbero forse il moralista, non certo Puomo politico. Noi intendiamo precisamente spiegare in che cosa Paborto possa concernera la comunità politica in quanto taie. E per comunità politica non intendiamo soltanto la nazione o la regione, ma Pinsieme délia società umana in quanto aspira ad una integrazione più profonda e ad una migliore organizzazione. Che cosa implica la liberalizzazione delPaborto rispetto al concetto che abbia- mo dei rapporti esistenti tra gli uomini in seno ad una stessa comunità politica? Rispetto aile relazioni tra nazioni? Questa li beralizzazione non potrebbe comportare mutamenti radicali nella definizione délie funzioni nella società? Il dibattito non mette- rà in discussione il ruolo délia politica, del diritto, délia medici- na, délia morale, nei loro rispettivi rapporti con gli uomini? Riteniamo opportuno questo approccio soprattutto per Pimpressione che nasce dalle recenti discussioni: sembra, cioè, che ci stiamo impantanando in una casistica superata e quindi senza via d'uscita. L'aborto esige approcci molteplici; il suo studio mo- bilita specialisti di varie discipline. Eppure, a che cosa assistiamo troppo spesso? L'attenzione è talmente polarizzata sul punto di vista délia madré da dimenticare quasi il ruolo del padre, il punto di vista del bambino e quello délia società. Qualche disci plina avanza pretese di imperialismo scientifico corne se il suo metodo le permettesse di esaurire la complessità del problema. In questo campo, né il punto di vista del medico, né quello del giurista o del sociologo, e neppure quello del moralista sono sovrani. Al di là dello specialista, è Puomo chiamato a pronunciar6 si. Se non si rispettano queste regole di metodo, non c'è speranza di riuscire a sbloccare la discussione.2 L'ipotesi forte Per evidenziare al massimo la portata del problema, lo considereremo nella sua formulazione più acuta, che puô essere riassunta in un interrogativo: « Si puô liberalizzare Paborto? », oppure: « Si puô dar vita ad un processo che porti sicuramente alPaborto su richiesta? ». In questi ultimi anni, molti in Occidente si sono interrogati su questi problemi. Analizzato or non è molto in Scandinavia, negli Stati Uniti, in Olanda, il problema è presentato alla luce del giorno nel nostro Paese. L'informazione in proposito è cosi abbondante da creare Pimpressione di un autentico martellamento. Ajfïari giudiziari spesso dolorosi vengono a complicare i dati del problema. Il dibattito è aperto, appassio- nato.3 Alcuni, che si schierano contro la guerra e la pena di mor2 La bibliografia sulla liberalizzazione delPaborto è considerevole, e rinunciamo a proporne qui anche una semplice selezione. Tuttavia riteniamo indispensabile qualche richiamo: L'avortement. Actes du Xe Colloque international de Sexologie, 2 vol. policopiati, Centro internazionale Car dinal Suenens, Lovanio 1968; L'avortement spontané ou provoqué. Rap port technique 461, di un gruppo scientifico delFOrganizzazione mondiale délia Sanità, Ginevra 1970; S.C. Versele (edit.), Avortement et contra ception. Actes du Colloque des 11 et 12 mars 1971, coll. Sociologie du Droit et de la Justice, Institut de Sociologie de l'Université de Bruxelles, Bruxelles 1972. — Per quanto riguarda la Francia, il panorama più vasto délie posizioni a proposito deiraborto è stato presentato da H. Berger nel suo Rapport d'Information redatto in nome délia Commissione per gli Affari culturali, familiari e sociali, sul problema di L'interruption volon taire de la grossesse, Documento n. 930 delFAssemblea Nazionale, Annes- so al processo verbale délia seduta del 25 gennaio 1974, Paris 1974. — Sarebbe anche necessario rompere il silenzio di cui è circondato il rapporto redatto da A. Vranck e pubblicato dal Ministero (belga) délia Giustizia col titolo Eléments d'information sur le problème de l'avorte ment, s.l. [Bruxelles] 1972. 3 Non è inutile segnalare qui alcune pubblicazioni molto accessibili, di effetto, ben documentate e scientificamente solide. In particolare, tali opère renderanno preziosi servizi a quanti partecipano ai dibattiti sulPaborto. C'è in primo il dossier redatto da una comissione di giuristi, di medici, di personalità locali e di universitari su Le permis légal de tuer ou l'avortement devant le Parlement, coll. SIDEF, Paris s.d. [1971?]; poi, Dr e Mrs J.C. Willke, Le livre rouge de l'avortement, France-Empire, te, mettono lo stesso ardore nel sostenere la campagna a favore delPaborto. Gli animi lavorano a caldo e desiderano una soluzio- ne rapida, talvolta radicale. Considereremo dunque Pipotesi « forte », quella cioè délia liberalizzazione intégrale. D'altronde, Pesempio dei paesi occidentali tende a dimostrare che da una legislazione permissiva, di fatto, si passa rapidamente alla libera lizzazione praticamente intégrale. Ad un dossier già notevolmente complesso, noi vorremmo quindi semplicemente allegare una pezza a cui finora non è stata accordata che scarsa attenzione. Strettamente parlando, non vo- gliamo aggiungere alcun elemento nuovo, ed ancor meno riprendere nel suo insieme un dibattito in cui rischieremmo d'impanta- narci. Preferiamo prendere un certo distacco rispetto aile discussioni in corso per relativizzarle, cioè per far risaltare che sono relative a un determinato stato délia società.4 Da noi, questa società è di fatto fondata sulla stretta alleanza délie scoperte scientifiche, délia produttività e délia produzione, délia pubblicità, dei consumi e dello spreco. Marcuse e McLuhan, tra gli altri, hanno bene analizzato i meccanismi che condizionano il nostro consenso. Liberato dalle costrizioni delPindigenza, Puomo del mondo sviluppato cade sotto le costrizioni delPabbon- danza. Egli si rende schiavo délia scienza e délia tecnica, nelle quali vedeva uno strumento di liberazione. Il dominio tecnico si rivela dunque ambiguo: o permette alla creatività responsabile di svilupparsi, oppure il fascino prometeico che esercita finisce con Passorbire la libertà.5 Paris 1973; J. Toulat, L'avortement, crime ou libération?, Fayard, Paris 1973. G. Perico, G. Brunetta, II problema dell'aborto, Centro Studi So- ciali, Milano 1973. J.M. Van Stralen, Aborto: la grande decisione, LDC, Leumann 1975. — Per i problemi demografici che tratteremo più oltrc, cf Robert L. Sassone, Handbook on population, 3a ediz., Santa Ana, Ca. [1973]. , , . 4 Per evitare ogni malinteso, precisiamo ed esplicitiamo che lasciamo totalmente in disparte il dibattito sull'aborto terapeutico. 5 Cf del Dr Lagroua Weill-Hallé, L'avortement de Papa. Essai critique pour une vraie réforme, Fayard, Paris 1971. In questo libretto pieno di spirito, Mme Weill-Hallé sottolinea con forza, contro tutti i paternalismi mascherati, le responsabilità che entrano nella decisione di abortire. Senza averne l'apparenza, questo studio ben documentato, di cui perô non condi- vidiamo tutte le conclusioni, è un brève trattato di deontologia e di epistemologia. 8 In questo contesto dominato dalla sete di guadagno e dalPimperativo di espansione illimitata, il margine di scelta personale si riduce ogni giorno più. Il « massaggio » pubblicitario adduce razionalizzazioni confortevoli alPesercizio délia aggressività: il dominio sugli altri sarà la concorrenza; il dominio sulla natura sarà il progresso scientifico. Si trovano cosi frenati i meccanismi razionali chiamati a controllare Paggressività. Gli uomini dei paesi sviluppati diventano dunque un « popolo di pécore », ma di pécore pericolose, di imitatori ciechi. Sono cosi abbagliati dalla smania di consumare che farebbero qualsiasi cosa j— anche la guerra — per evitare la disoccupazione. Essi interiorizzeranno allegramente le idéologie che verranno a legittimare il sistema in cui sono imbarcati. Tali idéologie consumatrici si fondano sul postulato del massimo edonismo. È chiaro che ciascuno ha il diritto di cercare in- condizionatamente il maggior godimento soggettivo possibile. In questa corsa sfrenata è fatale che le idéologie mobilitino Paggres sività che s'incarnera nei compartamenti e nelle istituzioni, che condizionerà il diritto e la politica, la medicina e la scienza, la morale e la teologia, le relazioni tra persone, gruppi sociali, popoli. Nel nostro paese, il dibattito sulPaborto riflette fedelmente il clima générale in cui viviamo. Gli assiomi e Pideologia délia socie tà dei consumi sono stati introiettati da ciascuno di noi a livelli diversi. Cosî, per esempio, Pimperativo consumistico postula la limitazione del numéro di quanti partecipano ai béni disponibili. Per priorità, bisogna salvaguardare gPinteressi di quanti attualmente beneficiano di questi béni. Inoltre, qui più che in al tri campi, il dominio scientifico e tecnico rischia d'inibire Pesercizio délia libertà; stimola a far economia delPeducazione alla responsabilità. Ha fatto propria Pidea secondo cui la forza créa il diritto, corne vediamo nei rapporti esistenti tra paesi ricchi e Terzo Mondo. Questo duplice potere dà insomma alPuomo Pim- pressione di essere padrone di se stesso e quindi padrone degli altri. PER L'ONORE DELLA MEDICINA Nuovî mercenari? Per owie ragioni, il medico è naturalmente in prima linea quando si tratta di liberalizzare Paborto. Corne potrebbe rimanere insensibile a questo dramma, venendo continuamente a contatto con la miseria umana? Pertanto, nella nostra società, il medico è sottoposto corne gli altri ai « messaggi-massaggi » délia propaganda. Lasciarsi indurre a preconizzare la liberalizzazione delPa borto è per lui una tentazione estremamente forte poiché sembra giustificata dalla volontà di salvare qualcuno dalPiridigenza. Per legare i medici alla propria causa, i fautori delPaborto ricorrono invariabilmente a un'adulazione estremamente sottile. Chi oserebbe pretendere che, in una società secolarizzata, non rappresenti una tentazione, per un medico, prendere il posto dei maghi del passato? D'altronde, non godono forse di uno statuto privilegiato? Non sono in una certa misura dei separati, circondati da un alone di mistero? Il medico deve possedere una rigida disciplina scientifica e mora le per non cedere ai sortilegi di uno scientismo superato, mettendo abusivamente insieme competenza professionale e autorità morale.6 Eppure, in virtù di questo scientismo larvato ma coriaceo alcuni pretendono di concedere al medico il diritto di vita e di morte, e alcuni medici rivendicano gelosamente questa esorbitante prerogativa.7 6 Perché è tra gli psichiatri che incontriamo una proporzione relativamente alta di medici che preconizzano Taborto? 7 Lo studio giuridico migliore suiraborto rimane indubbiamente quello di M.-Th. Meulders-Klein, Considérations sur les problèmes juridiques de l'avortement. Droits de l'homme, Droit belge, Législations étrangères, Bilan des expériences étrangères. Questo studio, notevolmente documentato, è stato pubblicato negli Annales de Droit (Louvain) 31 (1971) n. 4, 425-522. Tutta questa dispensa, che sarebbe utile ristampare, è consacrata a 10 Il medico deve dunque essere protetto, almeno quanto gli altri cittadini, contro le pressioni délia propaganda e i condizionamenti ideologici. Quando dà il suo appoggio ad un progetto di liberalizzazione intégrale delPaborto, ed a maggior ragione quando provoca Paborto per pura condiscendenza, il medico rinuncia al carattere libérale délia sua professione per mettersi al servizio délia società dei consumi. Si trasforma in uno dei suoi funzionari, dei suoi mercenari. Già in alcuni ospedali stranieri, compresi quelli universitari, ogni « clausola di coscienza » in materia è esclusa. Anche se in coscienza rigettano Paborto, ginecologi e chirurghi devono praticarlo sotto pena di perdere il posto; alcuni tirocinanti devono fare altrettanto sotto pena di non essere ammessi al diploma che corona i loro studi. D'altra parte, la storia di una certa medicina sotto il régime nazista, o quanto accade alla luce del sole in alcuni ospedali psichiatrici sovietici, conferma che Pordine dei medici avrebbe torto di sottovalutare i recuperi a cui è esposto. Una medicina di lusso È vero che il medico è per eccellenza il pastore délia vita umana, ma dobbiamo riconoscere che la nostra società si trova sulPorlo di una strana rivoluzione. Si formulano dubbi circa Pop- portunità di ricorrere sistematicamente, in alcuni casi, ad una medicina ultra-onerosa in personale e attrezzature. Si lamenta anche un super-consumo sfrenato, quotidianamente costatato nella pratica medica e farmaceutica. Orbene, mentre si compiono prodezze spettacolari e la medicina corrente segue la spirale consumistica, a livello délie masse, nel nostro paese e nel mondo, continuano ad essere posti problemi medici elementari, senza ricevere soluzione alcuna: al piano delPinfrastruttura sanitaria, delPigiene e délia profilassi, la medicina non è molto redditizia. L'Avortement. Aspects médicaux, moraux et juridiques. — Sui diritti e doveri dei medici, cf pp. 491-499. — Segnaliamo anche J. Ferin, C. Lecart, V. Heylen, M.-Th. Meulders, Libéraliser l'avortement?, coll. Parents aujourd'hui, Duculot, Gembloux 1972. 11 In questo contesto, la liberalizzazione delPaborto si rivela una forma supplementare di medicina di lusso, che distrae personale e risorse da compiti più specificamente medici e priva ancor più la massa délia popolazione di misure semplici ed efficaci, oggi trascurate perché scarsamente lucrative. Quanto era lugubre appannaggio délie praticone di aborti è ora rivendicato da alcuni come diritto esclusivo dei medici. Il super consumo medico arriva a questo punto. Al limite, il problema potrebbe ridursi a sapere chi possa legalmente esercitare ciô che potremmo chiamare qui, per antifrasi, P« arte di guarire ». Si potrebbe giungere a pensare che alcuni medici vogliano approfittare del loro statuto accademico per strappare il pane di bocca aile levatrici pratiche in aborti! La sordida rapacità dei medici stranieri specialisti in aborti autorizza, in ogni caso, a pensare che anche da noi alcuni medici potrebbero essere sensibili alPattrattiva di nuovi e lauti guadagni. Nella sua storia, la medicina ha superato una fase decisiva il giorno in cui i chirurghi si sono distinti dai barbieri. Che le praticone di aborti non conoscano la tecnica del mestiere non è una ragione sufficiente per rimettere in discussione una divisione cosi razionale del lavoro! La battuta è meno ironica di quanto possa sembrare, ma se ora è stridente, ben presto diventerà macabra. Gli Inglesi hanno for me di humour che noi non sospettiamo. Al sesto piano di una clinica specializzata di Londra, i medici sono indaffarati a salvare ad ogni costo i prematuri, utilizzando tecniche ultra-moderne. Nel frattempo, due piani più sotto, i loro confratelli maneggiano la canula e Paspiratore. Alcuni testimoni riferiscono che al ter mine délia giornata bidoni ad hoc sono pieni di feti e di brandelli umani... I bassi servizi Nel vecchio régime, il carnefice era tenuto separato dalla socie tà, perché motivo di turbamento per la coscienza del popolo e dei dirigenti. Ma aveva il suo statuto, la sua casa, le sue vacanze. I disordini rappresentati dalla tortura e dalla pena di morte erano regolamentati: un minor maie. Questo précédente è molto suggestivo. Infatti, se Paborto dovesse essere liberalizzato, una sola misura sarebbe in grado di conciliare le esigenze delPasepsi 12 e Ponore délia medicina: separare dalPordine dei medici, e separarli molto nettamente, quanti fossero disposti a far commercio délia mutilazione e délia morte.8 Essi avrebbero il monopolio severamente controllato dei bassi servizi: sterilizzazione, aborto, eutanasia.9 Potrebbero intervenire con i loro strumenti al momen- to in cui, allô stato attuale délia medicina, Pinfermo fosse dichia- rato incurabile e condannato. A questo punto, questi signori po trebbero dunque prendere il posto dei medici che si dichiarano impotenti. Anzi, nel caso in cui lo Stato-Leviathan lo esigesse, potrebbero addossarsi il problema e Ponere délie esecuzioni capitali. Fantasia? Assolutamente no. L'avanguardia di questa funè bre corporazione esiste già. In alcuni paesi latino-americani, taluni medici si sono prostituiti alla dittatura. Questi intrepidi vigilano sul carattere scientifico délia tortura: forse assolvono un'opera pionieristica.10 8 È questa in definitiva la raccomandazione del Consiglio nazionale (francese) delPOrdine dei Medici, nel suo comunicato dell'aprile 1973. Secondo il Consiglio, i medici dovrebbero astenersi dal praticare aborti di compiacenza, anche nel caso che la legge li autorizzasse. * 9 II Dr Alan Guttmacher, membro del Comitato direttivo délia Planned » Parenthood World Population, è anche membro delTUfficio direttivo | j délia Euthanasia Society of America. 10 Cf i lavori dei dottori Y. Ternon e S. Helman, Histoire de la méde- ! cine SS; Le massacre des aliénés; Les médecins allemands et le National- ! Socialisme, Casterman, Tournai-Paris 1971-1973. Hitler non è stato un : profeta, ma certamente un precursore! \ 13 DELLA INUTILITÀ DEL DIRITTO La société dei consumi non solo intende assoldare dei medici, ma anche dei giuristi e dei legislatori.11 Certo, il diritto positivo non ricalca necessariamente un sistema morale. Ma la legge non è neppure una costruzione puramente convenzionale.12 Questo invece vorrebbero farci credere alcuni a proposito délia liberalizzazione intégrale delPaborto. La legge e le sue ambiguïté In alcuni dibattiti, Papproccio giuridico delPaborto è presentato in maniera da dare Pimpressione che si tratti esclusivamente di un problema di legislazione positiva. Se cosi fosse, potrebbe essere preso in considerazione un numéro indefinito di soluzioni. Se si trattasse di semplice problema di tecnica giuridica e di redazione di legge, tutte le soluzioni sarebbero a priori concepibili. Se ci limitiamo a questa prospettiva, owiamente avrà partita vinta Yopinione che di fatto otterrà il maggior numéro di suffragi. La legge è allora considerata corne pura questione di convenzione, di maggioranza, di forza, diciamolo chiaramente. La giu- 11 Per lo studio delPaborto sotto Paspetto dei diritto comparato, cf M.-Th. Meulders-Klein, Considérations..., passim e soprattutto pp. 507-519. Si potrà anche riferirsi a La législation de l'avortement dans le monde. Aperçu des lois et règlements en vigueur, rapporto pubblicato dalla Organizzazione Mondiale délia Sanità, Ginevra 1971. Cf anche L'avortement devant la loi, nel numéro spéciale délie Informations catholiques interna tionales su L'avortement, n. 453, 1 aprile 1974, 3-7. 12 Alcune indicazioni sui rapporti tra diritto e morale in M.-Th. MeuldersKlein, Considérations..., 452-456. Ci si puô anche riferire a D. Callahan, Abortion: law, choice and morality, Londbn-New York 1970; R. Boyer, Légalité et moralité face à l'avortement, in Lumière et Vie 21, n. 109, ag.-ott. 1972, 45-56. 14 stizia è ridotta al diritto positivo ed è definita dalla parte in grado di esercitare una pressione decisiva sugli altri. Ci si aggrappa dunque ad una concezione puramente positivistica délia legge. Dalla legge statistica, si passa alla norma légale. Anzi, in manie ra più o meno semplicistica, si ritiene che dai fatti si debbano trarre i principi dell'agire. In questa prospettiva, il diritto fini- sce con Fessere assorbito dalla sociologia, posizione questa per la quale Comte nutriva una spiccata simpatia. Tuttavia, anche nella posizione radicale che abbiamo descritto, la legislazione implica sempre necessariamente una determinata concezione deirupmo e délia politica. Al di là délia varietà di formulazioni, sono in gioco alcuni problemi fondamentali relativi alla persona e alla società. Sono io che costituisco Taltro nel la sua soggettività? L'esistenza delPaltro è subordinata al mio consenso e condizionata dal riconoscimento che gli accordo o che gli nego? Posso rifiutare di prendere atto délia sua esisten- za? È impossibile accantonare questo problema di intersoggettività. O io mi colloco in un atteggiamento che sarà fin da principio di riconoscimento, di accoglieriza, anzi di simpatia, di fronte alPaltro — anche se egli non è ancora il termine di un rapporta pienamente personale, anche se è conosciuto solo in un certo anonimato —, oppure erigo la mia soggettività in istanza sovrana chiamata a decidere chi sarà amico e chi nemico, libéra sia di accogliere che di ricusare. Sono questi, grosso modo, due differenti modi di considerare i rapporti esistenti tra gli uomini, da cui nascono necessariamente tipi di legislazione radicalmente diversi: democratici nel primo caso, totalitari nelPaltro. Orbene, tutta la tradizione giuridica deirOccidente riflette uno sforzo costante che mira a instaurare una certa razionalità nei rapporti umani ed a sottrarli alFarbitrio e ai capricci délie sog gettività individuali. Se si eccettuano i casi dei regimi totalitari, si osserverà che questa tradizione giuridica è fondata sul rispetto incondizionato dell'altro. In questo senso, è caratterizzata da una preoccupazione di obiettività che contrasta singolarmente con la fantasia irresponsable di tutti i dispotismi. In questa prospettiva « oggettiva » è dunque di capitale importanza sapere se il bambino concepito sia o no un essere umano. Da molto tempo, la tradizione giuridica occidentale ha risolto globalmente la questione con una risposta affermativa al quesi15 to.13 La giustezza di questa posizione è largamente confermata dalla biologia e dalla medicina contemporanee.14 Indipendente13 Potremmo tentare un accostamento tra questa tradizione e l'uso, diffuso in Estremo Oriente, di attribuire un anno al bambino il giorno délia sua nascita. 14 Cf la relazione presentata il 1° ottobre 1973 dal Professor J. Lejeune all'Accademia délie Scienze Morali e Politiche, dal titolo: Le début de l'être humain Cf anche Dr Edmée Cabeaux, Considérations médicales sur l'avortement, in Annales de Droit 31 (1971) n. 4, 357-361. Un nostro collega, medico e professore alla Facoltà di Medicina di Lovanio, ai quale abbiamo sottoposto il nostro teste, ha volute illustrare la tesi qui ricordata con le informazioni e riferimenti seguenti, che trascriviamo. Alla prima Conferenza internazionale sull'aborto (Washington DC, ott. 1967) un gruppo di medici, comprendente biochimici, ginecologi e genetici, hanno adottato con 19 voti contre 1 la seguente conclusions «The majonty of our group could find no point.in time between the union of spermatozoïd and egg or at least the blastocyst stage and the birth of the infant at which point we could say that this was not a human life. The changes occuring between implantation, a six week-old embryo, a six months foetus, a one week child, or a mature adult, are merely stages of deve- lopment and maturation » (« La maggioranza dei nostro gruppo non ha potuto trovare un intervallo di tempo fra l'unione dello spermatozoo e delTuovo, o almeno fra lo stadio délia blastula e la nascita dei bambino, nel quale noi potessimo dire che questa non è una vita umana. I mutamenti occorrenti fra l'impiantazione, l'embrione a sei settimane, il teto a sei mesi, il bambino di una settimana o un adulte maturo, sono semphcemente degli stadi di sviluppo e maturazione »). Si noti che solo il 20/o di questi scienziati erano di religione cattolica. Il Dr Liley, lmventore délia trasfusione sanguigna mutero, scrive: «Il feto è lo stesso bambino che noi curiamo dopo la nascita; prima délia nascita puo ammalarsi ed esigere una diagnosi e un trattamento corne qualsiasi altro paziente», in A case against abortion, Withcombe and Tomb, 1971. Il Professor G. Mathé scrive in Le Figaro dei 31-5-1973: «La nascita è semplicemente un momento fisiologico, non più importante di altri, la puberta, la fecon- dazione, la gravidanza. La vita incomincia al momento délia fecondazione. Continua senza discontinuité fino alla morte ». Nella sua essenza, la stessa idea è pubblicata nell'editoriale A New Ethic for Médiane and Society délia California Médical Association —una organizzazione che sostiene con tutte le sue forze il divorzio - in California Médiane, vol 113 1970 In un rapporte délia prestigiosa New York Academy ot Sciences, dal titolo «Fetology: the smallest patients», possiamo leggere: «The foetus may be the littlest of patients, but he is no means the least » (« Il feto puô essere il più piccolo dei pazienti, ma non e certamente il minirno^in Sciences, ottobre 1968. I sostenitori delPaborto non negano questo fatto in générale. Per esempio, Alan Guttmacher, capo Pro-aborte délia Planned Parenthood World Population scrive che un nuovo^bébé nasce al momento délia concezione, in Having a baby (Signet Books), 16 mente dalla posizione assunta di fronte aU'aborto, la stragrande maggioranza degli uomini di scienza non mette in discussione il carattere umano dei bambino concepito: non è più questo punto précisa il fulcro dei dibattito. La maggior parte dei codici occidentali, e quelli che ad essi si ispirano, esprimono questo incondizionato rispetto dei bam bino concepito con disposizioni di capitale importanza per il no stro argomento.15 Essi riconoscono nel nascituro un soggetto di diritti: puô ricevere. una donazione o raccogliere un'eredità. Recenti decreti, soprattutto in Australia e in Germania, gli ricono scono perfino il diritto a danni e interessi, nel caso in cui subis se un pregiudizio che risulti da un incidente di cui sia vittima la madré. D'altra parte, proprio in virtù di queste premesse si è lottato per la liberté, Tuguaglianza, la partecipazione di ciascuno alla vita politica, economica, culturale, ecc. Sopprimete questo fondamento costante — o semplicemente mettetelo tra parentesi — e la tradizione giuridica deirOccidente perde puramente e sempli cemente tutto il suo significato, e il diritto promulgato la sua ragion d'essere. In un certo modo, il diritto positivo trascende dunque i membri délia comunità politica esistente. È questo che permette alla leg ge di assolvere nei confronti dei cittadini vivi un importante ruolo di pedagogia politica. Ma non a questo si limita la trascendenza dei diritto: esso assicura la continuité délia comunità politi ca. Perciô, legiferare significa formare un progetto e riconoscere, anche per i cittadini futuri, che sono totalmente soggetti di dirit ti e di doveri.16 In brève, essendo opéra di ragione, la legge ha una funzione educativa insostituibile. New York American Library, 1950. Potremmo ancora aggiungere una lunga lista di citazioni; per esempio; B.M. Patten, Human embryology, McGraw Hill, 1968, p. 41; C.B. Arey, Developmental embryology, William and Wilkins, 1969, p. 3; L.B. Shettler, Cvum humanum, Hafner, 1950; J. Davies, Humanum developmental anatomy, Ronald Press, 1963, p. 3; G.D. Dodds, The essential of humanum Embryology, Wiley, 1964, p. 2. 15 A questo proposito, cf P.E. Trousse, La proposition de loi n. 280, in Annales de Droit 31 (1971) n. 4, 412-417. 16 E. Levinas sviluppa queste tema a più riprese. Cf soprattutto: En découvrant l'existence avec Husserl et Heidegger, Vrin, Paris 1967, p. 191; Humanisme de l'autre homme, coll. Fata Morgana, Essais, 6, Montpellier 1972, pp. 40-44. 17 Il législature e il sociologo È tutta una concezione délia legge e dei diritto a trovarsi qui in causa. Per il giurista, la legge non è quello che è per il sociolo go. Gerto, la legge tiene sempre conto, in qualche misura, dei costumi. Ma se il législature si limitasse a osservare, a descrivere, à comprendere i fatti sociali ed a sanzionarli nella legge, non si distinguerebbe in nulla dal sociologo. Al limite, la sociologia renderebbe il diritto superfluo e senza oggetto, un po' corne una certa psicologia toglie ogni oggetto alla morale. Questo equivoco esistente fra il fatto sociale e la norma giuridi ca è tanto diffuso che lo ritroviamo perfino sulle labbra délie più alte âutorità politiche. Infatti, pretendere che la legislazione sulFaborto sia diventata « superata », « inadatta », corne dimostrano le « numerose infrazioni » di cui le Jeggi sono oggetto si- gnifica cedere ad un'abominevole confusione tra fatto e diritto. Senza ammetterlo, significa fare délia demagogia a buon mercato. Tuttavia, in realtà, significa fare un affronta ai cittadini dichiarandoli definitivamente incapaci di essere soggetti di diritti e di doverï. Significa pure, notiamolo fin d'ora, mettere in di scussione il principio fondamentale di ogni istituzione democratica. Se la costatazione di moite infrazioni dimostra che una legge non è adatta, dobbiamo ammettere che effettivamente la legge non è buona. Deve essere resa più rigorosa e soprattutto essere completata da misure sociali. Il moltiplicarsi di rapine o di gente presa in ostaggio ci farà concludere che sono necessarie leggi più démenti? La pratica molto diffusa délia frode fiscale deve forse spingere i controllori ad una estrema indulgenza? Potremmo moltiplicare gli esempi che illustrano il carattere incoerente dei principi invocati nelTuno o nell'altro caso. Una legge è violata perché troppo severa, inadatta; un'altra è violata perché troppo indulgente. Ammettiamo dunque che i principi sono scelti in funzione délie tesi da sostenere e dell'elettorato da adulare. Tutto il problema si riduce qui a sapere se il législature accetterà di mettersi nella linea di un certo ambiente dominante e se cédera aile pressioni di cui è oggetto. Potrà dar prova délia sua pusillanimité o dei suo coraggio. Il législature si trova qui di fronte ad un'autentica sfida: lasciarsi condizionare, corne certi medici, oppure credere che la legge debba far prevalere una cer18 ta razionalità sulle passioni e sugli istinti, cioè, positivamente, definire un campo d'azione alla liberté. Nel primo caso, perô, il législature rifletta al précédente che créa: egli rinuncia alla funzione educatrice insostituibile délia leg ge. Avalla con la sua autorité il diritto che alcuni vogliono arrogarsi di disporre di una vita umana nel suo principio. Soprat tutto, dando ai cittadini Tillusione fallace di una liberté intégra le, aumenta la forza dei condizionamenti di cui sono gié vittime. Li rende più vulnerabili aile idéologie totalitarie, fascistiz- zanti o altre, che aspettano solo che la liberté venga uccisa per gettarne la maschera. In realté la legge non ha unicamente la funzione di reprimere o di educare, ma anche di prevedere. La société ha indubbiamente il diritto, anzi il dovere, di proteggersi contro tutto ciô che puô introdurre nel suo seno fattori di dissoluzione, contro tutto ciô che rischia di condurre ad una aggressivité senza freno.17 Non de ve attendere che si verifichino abusi che la costringano ad interventi repressivi. A brève scadenza, interventi preventivi e regolamentazioni restrittive possono dar Pimpressione di ridurre il campo délie liberté politiche. A média e lunga scadenza, simili misure si rivelano altamente benefiche per gli individui e la so ciété. Cosi è stato, per esempio, délia célèbre legge Vandervelde che regola strettamente in Belgio la vendita degli alcoolici. Questa legge preveniva alcuni abusi di cui erano vittime gli opérai e soprattutto le loro famiglie. Era, certo, un ostacolo alla « liber té » dei consumatori e degli spacciatori di bevande alcooliche. Ma proteggeva le famiglie e la société dal flagello delFubriachezza; metteva in guardia consumatori e spacciatori contro abusi che il solo clima sociale non riusciva a controllare. In virtù del lo stesso principio vengono internati gli psicopatici, è limitata la vélocité sulle strade, è regolamentato il commercio di armi da fuoco. 17 È Toggetto abituale délie « leggi di difesa sociale ». Cf M.-Th. MeuldersKlein, Considérations..., 439441; 489 s. 19 IL RITORNO DEL LEVIATHAN Le riflessioni che precedono ci inducono inevitabilmente a superare la problematica di una legge particolare. Ogni progetto o proposta di legge, infatti, che miri a liberalizzare Taborto, com porta un'insidia da smascherare senza debolezza. Potremmô credere che l'oggetto dei dibattito sia circoscritto alla modifica o all'abrogazione di una legge. Questa legge è indubbiamente più o meno complessa, ma la sua portata sembra strettamente limitata a un problema preciso: Taborto; potremmô pensare che si tratti esclusivamente delFinterruzione volontaria délia gravidanza. Una posta importante In realté non è cosi, e la vera posta in palio è molto importan te. Non è possibile dissociare il dibattito sull'àborto da un dibat tito sui problemi di diritto costituzionale. « Un piccolo mutamento nelle leggi civili, osserva Montesquieu, produce spesso un mutamento nella costituzione. Sembra piccolo ed ha conseguenze incommensurabili ».18 L'analisi di ogni progetto o proposta che miri a liberalizzare Ta borto comporta inevitabilmente che vengano messe in discussio ne le istituzioni democratiche e l'identité délia nostra société po litica. Ecco perché, in questo campo, le mezze misure e i com- promessi sono gié capitolazioni con conseguenze irreversibili. In occasione di un dibattito sull'àborto, il législature non puô evitare che sia messa in discussione la nostra société politica. Deve necessariamente pronunciarsi su di essa, sulla sua natura. Dimostriamolo, analizzando brevemente i rapporti esistenti tra il dirit18 Montesquieu, Matériaux pour «L'esprit des lois», extraits de «Mes pensées», n. 414, ed. cit., t. II, p. 1112. 20 to e la legge, la separazione dei legislativo dal giudiziario, la concezione dello Stato. Non abbiamo difficulté ad ammettere che alcune leggi positive possano essere ingiuste e quindi che la légalité non esaurisca le esigenze délia giustizia. Opéra degli uomini, la legge è perfettibile.19 Essa si sforza di garantire, in un determinata contesta storico, talune condizioni indispensabili perché gli uomini possano esistere in quanta soggetti di diritti. Questi diritti dell'uomo so no tradotti più o meno felicemente nella legge positiva, ma sono anteriori ad ogni codificazione e indipendenti dalla sanzione dei législature. Sono svelati, proclamati, riconosciuti; non sono attribuiti né concessi; sono imprescrittibili.20 Tutti i grandi movimenti rivendicativi hanno fatto valere diritti reali ma non riconosciuti dalle autorité costituite; tutti i grandi movimenti rivoluzionari délia storia si sono costituiti contro isti- tuzioni politiche che impedivano la loro affermazione. Si ricordi, ad esempio, la Magna Carta dei 1215, la Pétition of Right dei 1628, il Bill of Right dei 1689, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti dei 1776.21 In nome di questi diritti è stata fatta la Rivoluzione Francese ed i borghesi hanno denunciato le ingiustizie déLYAncien Régime. In nome di questi stessi principi realistici Marx ha dedicato la propria vita alla lotta per la liberazione dei proletariato.22 In un tempo più vicino a noi, questi medesimi principi sono stati l'anima délia maggior parte délie lotte per Tindipendenza nei paesi ex-colonizzati. 19 Illustrato dal tema heideggeriano délia storicità, il problema dei diritti delFuomo ha ispirato parecchi lavori importanti tra cui: W. Maihofer, Recht und Sein. Prolegomena zu einer Rechtsontologie, Frankfurt 1954; A. Kaufmann, Naturrecht und Geschichtlichkeit, Tiibingen 1956. — Si veda anche, in J. Ladriere, Vie sociale et destinée, Duculot, Gembloux 1973, il capitolo « Les droits de l'homme et l'historicité ». 20 Questo problema è largamente trattato nello studio documentato da A. Verdoodt, Naissance et signification universelle des droits de l'homme, Nauwelaerts, Louvain 1964. 21 Questi testi sono stati raccolti da M. Duvergèr in Constitutions et Documents politiques, coll. Thémis, Textes et Documents, PUF, Paris 1964, pp. 309, 311, 314, 289 rispettivamente. 22 Cosi, Pidentificazione abusiva tra Fuomo borghese e Fuomo semplicemente è stigmatizzata da K. Marx in La question juive. Testo in Pages de Karl Marx pour une Ethique socialiste, Ed. M. Rubel, t. I: Sociologie critique, Petite Bibliothèque Payot, 166, Paris, pp. 281-283. 21 Tali diritti sono oggetto di una progressiva presa di coscienza lungo i secoli; perô, in uno stesso periodo, questa presa di co scienza puô essere estremamente disuguale secondo gli ambienti socio-culturali. Nella loro lunga storia, gli uomini si sono sforzati di mettere a punto alcune dichiarazioni dei diritti deiruomo, come la Déclaration des droits de l'homme et du citoyen dei 1789; n o la Dichiarazione universale dei diritti delVuomo dei 1948, a cui venne ad aggiungersi, nel 1959, la Dichiarazione dei diritti dei bambino? Talvolta Penunciato di questi diritti è in- corporato in un testo costituzionale, come nel Bill of Rights dei 1689. Queste dichiarazioni permettono di cogliere Timportanza délia distinzione esistente tra diritti deiruomo e legislazione positiva. Non si presentano affatto come leggi positive: non costituiscono gli uomini come soggetti di diritti. Si limitano ad esplicitare la presa di coscienza di alcuni diritti di cui ogni uomo è già soggetto prima di qualsiasi dichiarazione. Enunciano diritti inalienabili di cui gli Stati e i legislatori positivi dovranno tener conto, che dovranno rispettare e far rispettare. Tutti i regimi totalitari, senza eccezione, eliminano questa distin zione. Per loro, non ci sono diritti deiruomo che non coincida- no con quelli definiti dalla legge positiva: è questa a definire la giustizia.25 Nei regimi democratici, la legislazione positiva è costantemente interpellata in nome dei diritti deiruomo; per farla progredire, si fa appello a motivi, a considerazioni, a ragioni. Certo, si vota, e il numéro ha la sua importanza; ma prima di votare si discute. ïn régime totalitario, la legge è imposta in qualche modo con la forza. 23 In M. Duverger, Constitutions..., p. 3. 24 Cf R. Saunier, L'enfant et ses droits, coll. Psychologie et Education, 14, Fleurus, Paris 1970. In particolare, si legge in questa dichiarazione: « Il bambino, a motivo délia sua mancanza di maturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una protezione spéciale e di cure particolari, soprattutto di una protezione giuridica appropriata sia prima che dopo la nascita ». 25 Cf per esempio come Hobbes concepisce la liberté dei soggetti, e il rapporto tra legge naturale e legge civile, che «si contengono l'una nelTaltra ed hanno una medesima estensione ». In Le Léviathan, coll. Philo sophie politique, 2, Sirey, Paris 1971. Cf rispettivamente, II parte, c. 21 (in particolare pp. 224-227) e c. 26 (soprattutto pp. 283-286). 22 Diritti delPuomo e legislazione positiva A prima vista, la liberalizzazione intégrale delFaborto implica solo un piccolo strappo alla distinzione che deve esistere tra i diritti deU'uomo e la legge positiva. Questo strappo è tollerato tanto più facilmente in quanto puô addurre a suo favore autorité mediche, psichiatriche, sociologiche, filosofiche e teologiche, che sofisticano sul carattere « umano » dei bambino prima délia nasci ta, sulle convenienze délia donna, délia famiglia o délia società. In realtà, perô, invece di uno strappo dalle incidenze limitate, ci troviamo di fronte ad una modificazione qualitativa estremamente profonda délia nostra concezione dei diritto. Nei regimi democratici, non spetta affatto al législature costituire i soggetti di diritto. Ma, liberalizzando Paborto, il législature si arrogherebbe una duplice prerogativa esorbitante: quella di costituire il soggetto dei diritto e quella di definire integralmente i diritti di questi soggetti. Orbene, nella mentalité occidenta le, uccidere a freddo un vicino per una bagatella costituirebbe un reato anche se per qualche incredibile omissione il codice pénale non lo définisse taie e non lo sanzionasse. Ed il législatu re non puô decidere a suo piacimento che uccidere in questo modo non sia un crimine o che rubare non sia un reato; anzi, è suo compito prevenire e reprimere crimini e delitti. Allô stesso modo, lo Stato non ha il diritto di permettere Taborto, ma deve prevenirlo, proibirlo, reprimerlo. I regimi forti hanno sempre sognato di usurpare una simile pre rogativa, e la storia délie liberté politiche e giuridiche in Occidente, sia sul piano nazionale che internazionale, coïncide con Pinstancabile denuncia di questa pretesa totalitaria. Già Socrate è morto per questo idéale che, bene o maie, noi proteggiamo da secoli, poiché è morto obbedendo ad una ingiunzione di cui rico- nosceva la légalité pur conoscendone l'immoralité.26 La distinzione tra i diritti deiruomo e la legge positiva, tra la persona e il cittadino, è indubbiamente la conquista maggiore dél ia storia e dei pensiero politico deU'Occidente. £ anche una délie conquiste più costantemente minacciate. Consacrata nelPepoca 26 Sembra che la distinzione tra giustizia e legalità sia già stata affermata da Ippia. Cf Senofonte, Detti memorabili, II, 4, 12. 23 moderna dalle Costituzioni, espressa nei codici civili e penali, essa è la più sicura garanzia délie liberté pubbliche e individuali, il motore più sicuro dei progresso sociale e politico. Questa distinzione informa tutte le istituzioni politiche degli Stati democratici moderni, che trovano qui il principio délia separazione tra potere legislativo e giudiziario e il principio délia limitazione dei potere dello Stato, cioè dei potere esecutivo. La separazione dei poteri Dove i diritti deiruomo e la legge positiva coincidono, non c'è molto bisogno dei pôtere giudiziario come noi lo intendiamo. Il giudice costata lo scarto esistente tra la condotta individuale e là norma légale, e sanziona la disobbedienza. Poiché la moralité personale s'identifica con Tosservanza délia legge, il giudice non deve preoccuparsi di comprendere, daU'interno, le circostanze attenuanti o le motivazioni soggettive. La funzione giudicante è ridotta ad una funzione di costatazione, analoga a quella dei poliziotto che rileva un'infrazione al codice délia strada e rédige il verbale délia multa. Il potere giudiziario è quindi innanzi tutto al servizio délia legge positiva; ne manifesta le esigenze e ne punisce le violazioni oggettive. Il giudiziario tende dunque ad essere un'appendice dei legislativo e delTesecutivo. Nel diritto occidentale, la distinzione tra diritti deiruomo e leg ge positiva permette anche di limitare il potere legislativo e di prevenirne l'arbitrio. Il législature si sforza di elaborare leggi giuste, cioè rispettose dei diritti inalienabili deiruomo. Enuncia nor me obbligatorie di comportamento sociale e le pêne che sanzionano la disobbedienza. L'attivité legislativa si situa dunque ad un livello di généralité che conferisce alla legge promulgata un carattere transpersonale. Il ruolo dei législature non è di far applicare la legge: questo compito spetta al giudice. Spetta al pote re giudiziario valutare la responsabilité soggettiva di quanti so no imputati di infrazioni oggettive alla legge. Il giudice non negheré la realté dei reato, ma, nelPapplicazione délia pena, terré conto délie circostanze atténuant! o aggravanti. Il législature che légiférasse in funzione di particolari — gruppi o individui — darebbe prova di parzialité e d'iniquité arbitraria. Ma anche il giudice che si limitasse a un'applicazione meccanica e cieca del24 la legge sfocerebbe nelParbitrio e nelTingiustizia. Tenere accuratamente separati i poteri è dunque di capitale importanza perr ché il législature non superi la sfera di sua competenza e il giu dice non venga abbassato al rango di esecutore di decreti più o meno arbitrari dei legislativo. Perciô, non perché il législature avra definito e deciso che « Taborto non è più un crimine o un delitto » Taborto cesseré di essere un crimine o un delitto.27 E se il législature capitola di fronte ad un crimine o a un delitto determinato al punto da ne- gar loro, sul piano légale, la qualité di crimine o di delitto, si concluderé che abusa dei potere che gli compete e invade il campo giudiziario. Non solo il progetto da lui approvato è anticostituzionale, ma il governo che lo appoggia perde una parte di legittimité. Lo Stato ipostaticizzato Siamo dunque portati ad analizzare un'ultima implicazione costituzionale e politica di un'eventuale liberalizzazione delPaborto. Dando vita ad un processo che porti a contestare la separazione dei giudiziario dal legislativo — a vantaggio dei legislativo — in realté si abbozza un processo che porta a contestare la separa zione dei legislativo dall'esecutivo — a vantaggio dell'esecutivo. Cioè, per esprimerci più chiaramente, si creano le premesse di uno Stato molto diverso da quello che conosciamo, uno Stato che trascende i cittadini, uno Stato ipostaticizzato.28 Infatti, a partire dal momento in cui il legislativo rinuncia a tener conto dei soggetti di diritti anteriori alla legge positiva, e si attribuisce l'autorité di definire il reato, fa délia forza la fonte dei diritto, délia legittimité e délia morale. L'harmo perfettamente compreso parecchi filosofi politici, da Machiavelli a Hegel, passando per Hobbes, per non citare che i classici. Il legislativo 27 Vanno in questo senso le affermazioni di M. Favre, in Un crime de moins, La Chaux-de-Fonds 1971. 28 Troviamo una buona illustrazione di tutto questo in Hobbes. Cf Le Léviathan, I parte, c. 14 (sui Contracts, specialmente pp. 130-135) ; II par te, c. 17 (sulla République, specialmente pp. 177 s.); ibid., c. 18 (sul Souverain, pp. 179-191). 25 cessa allora di essere rappresentativo dei cittadini e ripudia il suo mandate; affonda se stesso e instaura uno e un solo soggetto di diritto. Facendo sue le prérogative dei giudiziario e dei legislativo, con esclusione di ogni divisione, ripartizione ed equilibrio dei poteri, questo Nuovo Stato disporré di un potere di esecuzione e di coercizione illimitato e incontrollabile, anche se, da buon princi pe, concederé qualche diritto ai cittadini. Quanti chiedono allô Stato di depenalizzare l'aborto danno prova di una sconcertante leggerezza. Avvertono confusamente che lo Stato, cosi com'è concepito nella nostra civilté, supererebbe la missione che gli è affidata se liberalizzasse l'aborto. Allora non esitano a chiedere allô Stato un intervento che implica non solo una maggiorazione délie sue attribuzioni, ma un profondo mutamento délia sua stessa natura. Solo lo Stato-Leviathan potrebbe appagare il loro desiderio e lo creeranno il giorno in cui trasferiranno nelle sue mani una responsabilité inalienabile. 26 DALLA MORALE ALL'IDEOLOGIA LEGITTIMATRICE Morale a scelta Ciô che più ci meraviglia è lo scarico di responsabilité di certi moralisti di fronte a cosi gravi problemi di fondo. Si notano in loro due atteggiamenti principali di fronte all'eventuale liberaliz zazione dell'aborto: Tomissione e la giustificazione. Due atteggia menti che sfociano in una posizione fondamentalmente simile. Invece di sottolineare che il campo délia liberté si allarga grazie ai progressi scientifici e tecnici, i primi si appellano sempre più alla psicopatologia, o alla sociologia, per dimostrare che Fuomo è vittima di determinismi sui quali non ha quasi alcun potere. Non resta dunque più che una conclusione da trarre: la morale ha perduto il suo oggetto specifico e il moralista è diventato decisamente incompétente. Proprio questo si afferma quando si proclama che « bisogna astenersi dal giudicare ». Non ci meravigliamo perciô nel vedere la leggerezza con cui so no trattati la sessualité umana e i problemi di intersoggettivité. La sessualité è ridotta ad un bisogno delPio. Non è più considerata una dimensione délia persona desiderosa di incontro, di dono vicendevole, di scambio. Raggiungiamo qui Wilhelm Reich e la sua concezione délia sessualité come puro bisogno.29 Quindi, benché i metodi antifecondativi offrano una certa sicurezza, è necessario far fronte agli imprevisti. Perché, allora, non pensare all'aborto? Questo amoralismo non è certo condiviso da tutti i sostenitori délia liberalizzazione intégrale delTaborto. Ad essa, alcuni mora listi danno giustificazioni che si collegano a due terni. Gli uni si fondano sulPidea dei « bambino desiderato », gli altri sulla di stinzione « umano-umanizzato ». 29 W. Reich, La révolution sexuelle, coll. 10/18, 481-482, Union Générale d'Editions, Paris 1968. 27 Nel primo caso, la sorte dei bambino è legata al fatto di sapere se sia o no desiderato. Benché esista, benché si trovi in un certo stato, il diritto di continuare a esistere e a essere, cioè di cresce- re e di divenire, gli è concesso dalla madré, dal padre, dagli altri. Il bambino puô continuare ad essere se è riconosciuto come un valore per un altro. Questo altro puô far valere la sua condizione di adulte e la sua posizione di forza per portare unilateralmente un verdetto di riconoscimento o di non-riconoscimento, anzi di vita o di morte. È dunque in riferimento agli altri che il bambino è ammesso o no a continuare ad esistere. L'altro-diver- so-da-me puô continuare ad essere se io lo costituisco valore-per-me. Il principio assiologico qui invocato supera dunque ogni considerazione sulla tappa dei divenire o sulla fase attuale di esistenza. È l'altro in générale ad essere ammesso all'esistenza, purché io acconsenta al suo essere. Negativamente, se posso e ne ho i mezzi, domino su di lui. Benché esista nella sua concretezza, se non lo costituisco valore-per-me, egli è necessariamente respinto nel la categoria antagonistica e, al limite, ho il diritto di sopprimerlo. Ci chiudiamo dunque nelPalternativa amico-nemico, con esclusione di ogni altra via d'uscita. Homo homini lupus. Hobbes ha collocato questo aforisma come principio dei suo pensiero politico, ed ha fatto scuola. Ed è a questo principio che ci riallacciamo qui, dopo averne generalizzata la portata. Riteniamo che Fuomo si affermi solo in quanto dispone dei diritto di negare, e che tutte le relazioni umane siano governate dalle catégorie regolatrici delFamico o dei nemico. La seconda argomentazione si fonda sulla distinzione tra Pessere umano e Pessere umanizzato. Qui, il principio dei riconoscimen to e délia réciprocité è lasciato in sospeso. Certo, difficilmente si negheré che la relazione agli altri e il riconoscimento siano un fattore decisivo délia costituzione délia persona. Ma, cosi come viene presentata, la distinzione umano-umanizzato è tante netta e brusca da insinuare che, nel suo divenire, Fesistenza umana sia caratterizzata da una divisione essenziale. Orbene, questo passaggio surrettizio da una distinzione di ragione ad una distinzione reale è semplicemente indebito. La distin zione tra Pessere umano e Pessere umanizzato risulta al massi- mo dalPanalisi di un processo unico, integrato. Ma la divisione che si prétende di dedurne è priva di fondamenti antropologici. 28 Insomma, questa argomentazione si fonda su un equivoco sottile: lo slittamento dalla distinzione alla divisione. Nella realté concreta, non esiste nessun livello e nessun limite che caratteriz- zi il passaggio da un modo di essere umano ad un modo di esse re umanizzato. Stabilire che un essere è umano, significa ipso facto stabilire che si umanizza. La disgiunzione di questi due tipi di affermazione porterebbe alla sovrapposizione di due proposizioni in definitiva vuote di significato.30 La polvere megÙ occhi Si noti che le premesse su cui si fondano queste due forme di giustificazione sono non soltanto estremamente diverse, ma inconciliabili. Nella prima argomentazione, è Padulto a costituirsi come unité di valore, come unico ed esclusivo punto di riferi- mento. Le considerazioni sullo sviluppo fisico o psicologico delFaltro elemento délia diade — il bambino non nato — ha quin- di solo un'importanza secondaria se non trascurabile. La qualité di esistenza dei bambino non è messa in discussione, ma Foppor- tunité di dar libero corso a questa esistenza è lasciata alPapprezzamento di una istanza distinta dal bambino. La seconda giustificazione, invece, mette in causa la qualité delPesistenza dei bambino, e da essa Padulto attinge Fautorizzazione ad intervenire. Si fonda sullo sviluppo imperfetto delFessere umano in divenire. La prima giustificazione si allinea sulle convenienze dei più forte. Il bambino puô eventualmente essere ri conosciuto e spetta alFadulto accettare che egli continui ad esi stere. Nel secondo caso, essendo il bambino incapace di récipro cité e di riconoscimento, non si tratta più che di un essere pre- personale. Non è suscettibile di essere veramente riconosciuto prima che accéda alPumanizzazione. Insomma, ci troviamo di fronte a due argomentazioni: soggetti- va la prima, oggettiva la seconda. La prima giustificazione attribuisce alFadulto una liberté di decisione totale e incondizionata, che la seconda giustificazione contesta e limita a motivo dello sviluppo attuale dei bambino. Ma la seconda giustificazione con- 30 ï Cf E. Pousset, Etre humain déjà, in Etudes 333, nov. 1970, 502-519. 29 testa al bambino in formazione uno statuto che la prima gli riconosce in linea di principio. Se i sostenitori délia prima giustifica zione attribuissero alFadulto il ruolo che gli assegnano i sosteni tori délia seconda, non potrebbero logicamente prendere in considerazione la liberalizzazione delPaborto. Né lo potrebbero i so stenitori délia seconda giustificazione se adottassero la concezio ne dei bambino difesa dai sostenitori délia prima. Mentre ci si aspetterebbe che la presenza délie due giustificazioni fosse un fattore di forza, in ultima analisi invece, esse si rivelano fondate su premesse incoerenti, inconciliabili; si elidono a vicenda. L'unico punto di convergenza è una tesi da dimostrare ad ogni costo. Le premesse sono forgiate per la nécessité délia causa. Poco importa che siano fondate, che si armonizzino, purché gettino polvere negli occhi e orientino verso la conclusione desiderata. Insomma, è come se certi moralisti si fossero attribui- ti il compito di inventare gli argomenti di cui determinati settori délia société hanno bisogno per giustificarsi. In soccorso délia vittona Queste forme di razionalizzazione sono particolarmente irritanti quando trovano asilo negli scritti di certi teologi moralisti, preoccupati di tenere il passo dei loro confratelli non teologi. Ben inteso, non è la prima volta che dei teologi moralisti corrono in soccorso délia vittoria. Adulare i principi è stato, in passato e di récente, la preoccupazione di più di uno di essi. I tempi sono mutati, ma la tentazione di degradare Panalisi teologica a ideologia legittimatrice è sempre seducente; Cristo stesso ha conosciuto questa tentazione nel deserto. Che questa degradazione giovi ad un principe, ai borghesi délia société ben pensante, a consu matori di fatto o di desiderio, non cambia nùlla. Certo, non faremo un torto al teologo di essere attente agli interrogativi délia société contemporanea.31 Ma questa attenzione non 31 Uno degli studi più notevoli è quello di Ch. Robert, L'interruption de grossesse, in Supplément a Psychiatrie et Vie chrétienne (Rennes), n. 12, s.d. [fine 1971?]. Buona documentazione pp. 31-35. Si veda anche R. Heckel, Avortement. L'heure de vérité, in Cahiers de l'actualité relu gieuse et sociale, n. 61, 1-15 luglio 1973. 30 lo autorizza a rinunciare al proprio metodo, né a lasciarsi condizionare pre-criticamente. Al termine di una simile abdicazione, il Vangelo, con tutta la sua intransigenza, si troverebbe sterilizzato. Ciô che distingue il teologo moralista dal semplice moralista è precisamente la luce particolare che si ritiene debba proiettare sui problemi morali dei suo tempo. Ogni epoca, ogni cultura invita il moralista a rivivificare il Vangelo, cioè a ripresentarne il dinamismo provocatore, contestatario e profetico, a chi vuole ascoltarlo. Ma questa riattivazione non puô essere fatta a qualunque prezzo. La Chiesa è regolarmente tacciata d'ipocrisia e d'inumanità perché non adatta la sua morale alPeffettivo comportamento di certi cristiani.32 Che cosa rimarrebbe délia morale evangelica se decidesse di partire dal comportamento dei cristiani?! In realté, non si tratta di salvare dei principi per il piacere di farli prevalere. Essi non sono fine a se stessi. Non sono affatto « astratti », come qualcuno vorrebbe far credere: ciô che essi mettono in causa è la vita di esseri umani. Ci sarebbe dunque ipocrisia, e 32 Parecchi documenti recenti hanno riaffermato la posizione dei magistero in materia di aborto. Una buona raccolta si trova in G. Caprile, Non uccidere. Il magistero délia Chiesa sull'àborto, Ed. La Civiltà Cattolica, Roma 1974. Tra le dichiarazioni pontificie ricordiarao YAllocuzione ai Rappresentanti dell'Ordine dei Medici dei paesi délia Comu nità Europea, 24 nov. 1972, in Insegnamenti di Paolo VI, vol. X, 1972, Tip. Poliglotta Vaticana, pp. 1193-1196; Allocuzione al XXIII convegno nazionale delVUnione Giuristi Cattolici Italiani, 9 die. 1972, ibid., pp. 1260-1263; Allocuzione a un gruppo di scienziati, 27 feb. 1974, in « L'Osservatore Romano », 28 feb. 1974; Allocuzione al Segretario Générale délia Conferenza Mondiale délia Popolazione, 28 marzo 1974, ibid. 30 marzo 1974; Lettera dei Cardinale Villot in occasione délie giornate mediche mondiali, Monaco, 15-21 ott. 1973, in « La Documentation Catho lique », 71, n. 1646, 20 gen. 1974, 60 s. — Tra i documenti episcopali recenti, ricordiamo la Nota dottrinale délia Commissione episcopale francese per la famiglia, 13 feb. 1971, in G. Caprile, o.c, p. 83; i Documenti dei Consiglio Permanente délia Conferenza Episcopale Italiana: 77 diritto a nascere, 11 gen. 1972, Aborto e legge di aborto, 6 feb. 1975 (cf collana « Documenti CEI », n. 12, LDC, Leumann) ; la Dichiarazione dell'Episcopato dei Belgio, 6 aprile 1973, in G. Caprile, o.c, p. 281; la Dichiara zione dell'Episcopato degli Stati Uniti, 29 nov. 1973, in « La Documen tation Catholique », 71, n. 1646, 20 gen. 1974, 70-72; la Dichiarazione dei Vescovi d'Inghilterra e dei Paese di Galles, dei 4 aprile 1974, ibid. 71, n. 1654, 19 maggio 1974, 483-486. 31 cattiva fede, se i cristiani, ed in particolare i moralisti, mutasse- ro i principi per adattarli ad un comportamento che sappiamo colpevole. Perciô, come lo Stato non puô cambiare la definizione dei crimi ne o dei delitto a suo piacimento, cosi la Chiesa non puô cam biare la definizione dei peccato a seconda dei desiderio dei magistero o dei moralisti. Se essa pretendesse di erigersi ad arbitrio sovrano dei bene e dei maie, cesserebbe di essere testimone e manifestazione dei Dio Salvatore. Sarebbe ridotta ad una realtà in- tramondana, puramente storica; la sua morale diventerebbe una morale positiva imposta da una istanza secolare tra tante altre. La Chiesa non ha la prerogativa di costituire il peccato; non è autrice délia creazione né fonte ultima di perdono e di salvezza. Cadrebbe nel sacrilegio e nello spergiuro, si attirerebbe anche il giusto disprezzo degli uomini se, usurpando un potere ché non ha, avallasse con la sua âutorità una certa « depenalizzazione » che alcuni reclamano a gran voce. La distinzione dei legislativo e dei giudiziario è dunque chiarificatrice anche per la Chiesa. Essa ricorda innanzi tutto la distin zione necessaria tra morale cristiana e sociologia, in particolare religiosa. Deve anche stimolare i cristiani a distinguere accuratamente il ruolo dei teologo moralista, che rivela. le esigenze del- l'appello evangelico alla conversione, da quello dei confessore o dei consigliere spirituale, che particolarizza tali esigenze e concè de il perdono. Da parte dei teologi, sollecitare l'autorité délia Chiesa perché ga- rantisca posizioni che non puô sottoscrivere senza compromette- re la propria identità, significherebbe cedere ad un clericalismo ben insolite. Il messaggio cristiano non è un articolo di seconda mano che si possa profanare ofïuscandone le esigenze. La socié té dei consumi ha le proprie idéologie. Ha pure i suoi teologi che sono più retrogradi di quanto si possa immaginare. Siamo costernati dallo spettacolo offerte da certi teologi che si lasciano ingenuamente recuperare dalla società dei consumi e che manipolano il Vangelo come se fosse uno strumento al loro servizio. Un vero profetismo alla rovescia!33 33 Ecco dunque ciô che ci sépara dalle posizioni dei P.L. Beirnaert, L'avortement est-il un infanticide?, in Etudes 333, nov. 1970, 520-523; dei P. J. Raes, A propos de l'avortement. Aveuglement arbitraire et occulta- ; ! i i' -32 tion du problème, in La Revue Nouvelle 53, n. 1, gen. 1971, 82-92; dei canonico P. De Locht, in Avortement: un moraliste s'interroge, Docu ment CEFA, 22, Bruxelles 1971; o in Distinguer les plans, pubblicato da La Revue Nouvelle 57, n. 1, gen. 1973, 25-28; dei P. B. Quelquejeu, La volonté de procréer. Réflexion philosophique, in Lumière et Vie 21, n. 109, agosto-ottobre 1972, 57-71; dei P. J.M. Pohier, Réflexions théolo giques sur la position de l'Eglise catholique, ibid., 73-108; dei P. B. Ribes e dei co-firmatari dei Nouveau dossier sur l'avortement, intitolato Pour un réforme de la législation française relative à l'avortement, in Etudes 338, gen. 1973, 53-84; dei Pastore Robert Grimm, in L'avortement. Pour une décision responsable, coll. Alethina, 6, L'Age d'homme, Losanna 1973; dei P. Ph. Roqueplo, nelle sue dichiarazioni aile Informations catholiques internationales, n. 435,1 aprile 1974, 17-20; delFabate M. Oraison, Morale et justice, in Le Monde, 31 ott. 1974, 10. Cf anche John Giles Milhaven, Vers une nouvelle morale catholique, coll. Points chauds, Fayard, Paris 1972, specialmente il capitolo: Le débat sur l'avortement, pp. 51-65, e le note pp. 189-195. 33 PROMETEO SCATENATO Le riflessioni che precedono convergono tutte verso un'unica conclusione. Affrontato sotto l'aspetto délia medicina, del dirit- to, délia politica, délia morale o délia teologia, il dibattito sull'aborto rimanda inevitabilmente a problemi filosofici fondamenta- li.34 Ciascuno di questi approcci ci riporta al cuore di un dibatti to che ha sempre ossessionato la storia del pensiero umano e si présenta corne una sfida continua. e Le tradizioni, platonica e aristotelica, sono caratterizzate fin dalTinizio da un realismo radicale che ha permeato tutta la civiltà occidentale. Ritroviamo questa subordinazione al reale in tutte le attività culturali. Essa ha reso possibile il fiorire délie scienze délia natura; è il fondamento del nostro diritto. Si attua in due forme particolari di rispetto: la ricerca délia giustizia, la preoccupazione délia precisione. Per il vecchio Platone, ad esempio, le idée sono la realtà per eccellenza. Che Tuorno le contempli o no, esse esistono. Platone non si limitava a denunciare la cupidigia dei sofisti, le tecniche di successo di cui facevano commercio, la loro sordida demago- gia. Contro di loro e contro i loro eccessi, proclama che non tutto è relativo airuomo. Anzi, è dovere dell'uomo sottomettersi ai le realtà che egli non costituisce, che riconosce, che puô contem- plare: le idée. Identico è l'atteggiamento di Aristotele di fronte 34 Per approfondire Tapproccio filosofico del problema dell'aborto, si consulti I. Gobry et H. Saget, Un crime. L'avortement, Paris 1971. Il Dr Saget analizza il problema soprattutto sotto l'aspetto medico. I cap. I e IV, che ci interessano più direttamente e sono notevoli, sono dovuti alla penna del Professor Gobry. 34 aile tendenze unilateralmente empiristiche. L/esistenza délia na tura non è subordinata alla percezione che Fuomo ne ha. Non c'è conoscenza che non passi per questa subordinazione al reale percepito. Ma era stato Socrate ad aprire la via ad entrambi. Per lui, Tuo- mo non è il riflesso effimero di una natura sempre mutevole, né la misura di ogni cosa.35 D'altra parte, Pironia gli rivela l'opacità del mondo e la propria finitezza. Conoscere se stesso! Cercare il bene non nelle cose esteriori — potenza, denaro, forza — ma in se. Essere sinceri: cercare di conoscere il bene e di confor- marvi la propria condotta... Far prevalere i diritti inalienabili délia persona proclamando, con Antigone, che non c'è necessariamente armonia tra le leggi umane e la morale, la legalità e la giustizia, e che le leggi non scritte obbligano sia i magistrati che i cittadini...36 È ancor necessario aggiungere che la Bibbia e la tradizione cristiana, pur considerate corne semplici prodotti culturali, sono venute a rafforzare notevolmente, con la dottrina délia creazione e délia salvezza, questo realismo di principio?37 î/tiomo misura di ogni cosa? Orbene, a seconda che si ammette che Puomo è o non è la misu ra di ogni cosa, si sfocia in concezioni estremamente diverse dél ia società e délia civiltà. Il fatto che io sia la misura di ogni cosa puô significare che io erigo la mia soggettività corne princi pio assoluto di ogni valore. Con i sofisti Gorgia, Callicle o Trasimaco, potrei canonizzare la forza; con Protagora, il piacerè.38 35 Sulla célèbre espressione di Protagora, si veda per esempio Platone, Cratiîo, 386 a; Teeteto, 152 a; Aristotele, Metafisica, A, 1, 1053 a 35; e soprattutto K, 6, 1062 b 12-15. 36 Ricordiamo qui Sofocle, Antigone, v. 446 ss.; Edipo Re, v. 863 ss. e, ben inteso, YApologia di Socrate, di Platone. 37 Ecco perché ciô che divide i sostenitori dagli avversari délia liberalizzazione delFaborto non coïncide con quello che sépara i cristiani dai non-cristiani. 38 Cf Platone, La Repubblica: I, 332, a e d: Simonide; I, 338 c e 339 a: Trasimaco; Gorgia: 483 b-484 c: Callicle; Protagora: 333 c e 353 c. 35 Con Beutham canonizzerei Putilità; con W. James, Pefficacia; con A. Smith, il guadagno; con Comte, la scienza e la tecnica. Mi sarà perfino lecito decretare la superiorità di un gruppo, definire una élite, privilegiare una razza, assegnare un ruolo messianico ad una nazione determinata.39 Potrô, con Nietzsche, proclamare la morte di Dio e la nascita di un superuomo che si colloca d'un tratto oltre il bene e il maie. Infine, scoprirô forse, con Sartre, che io sono il creatore di me stesso e che mi promuovo attraverso Pimpegno, e persino Pannientamento. Infatti, essendo misura delPessere, Puomo lo è anche del nulla. Questa antropologia prometeica dà naturalmente una tinta del tutto particolare aile relazioni con gli altri. Innanzi tutto, il suo pessimismo radicale solleva la paura a caratteristica fatale e do minante del rapporto agli altri.40 La paura, a sua volta, creando il timoré délia libertà, stimola il desiderio di un governo autoritario. Anzi, poiché io sono la misura degli altri, istituisco me stesso corne termine délia relazione amorosa. Oggettivizzo Paltro: lo costruisco corne conviene a me. Non si distingue quasi più dalPimmagine di me stesso che io proietto. Ricostituisco Paltro a mia immagine per appropriarmelo, per ritrovare me stesso al termine di un processo narcisistico. L/alterità infatti minaccia la mia identità; Paltro mi contesta.41 Rivela a me stesso questa 39 Cosi, dopo Pegoismo intégrale di M. Stirner, abbiamo potuto vedere in R. Von Jhering un giurista per il quale il Diritto si riduce all'espressione, ad opéra dello Stato (che non gli è assolutamente sottomesso), dell'egoismo collettivo di un popolo. Cf Der Kampf ums Recht, Vienna 1872. 40 L'opéra politica di Machiavelli e quella di Hobbes, per esempio, si fondano sul trinomio pessimismo, paura, autorità. Nascé di qui il rapporto tra la morale e il diritto, la forza e la legge. Di Machiavelli si veda soprattutto // Principe, c. 17, 18; Capitolo « delVambizione ». A Luigi Guicciardini. — Di Hobbes, cf Le Léviathan, I, 13; II, 27; cf anche Er. Fromm, Escape from Freedom, New York, I éd. nel 1941. 41 Questi terni sono abbondantemente sviluppati da J.P. Sartre in L'Etre et le néant. Essai d'ontologie phénoménologique, Bibliothèque des Idées, Gallimard, Paris 1955. Cf per esempio pp. 127-139; 313-320; 431-503 (« L'essenza dei rapporti tra coscienze non è il Mitsein, è il conflitto », p. 502) ; 508-561 (« ... Se Tannientamento è precisamente l'essere délia libertà, corne ricusare l'autonomia aile passioni per accordarla alla volontà?», p. 519); 711-722 (« ... L'ontologia e la psicanalisi esistenziale... devono scoprire all'agente morale che è l'essere attraverso il quale i valori esistono», p. 722). Cf anche L'existentialisme est un humanisme, Paris 1954. 36 finitezza umiliante. Si pone corne un limite al demiurgo che io voglio essere. Allora, non potendo accoglierlo per ciô che è, devo negarlo, sia fisicamente che mentalmente. Chimique egli sia, è sempre per me contestazione, pericolo, minaccia, provocazio- ne, sfida. Quindi, essendo Paltro un fattore di insicurezza personale, devo eliminarlo o ridurlo a ciô che sono. Questa depravazione essenziale délia relazione amorosa — questo sadismo, per chiamarlo col suo nome — trova nella liberaliz- zazione intégrale dell'aborto una délie espressioni più fredde e più ciniche.42 Il bambino concepito non è soltanto una nuova malattia, ma un nuovo nemico. Taie sadismo si manifesta nel diritto che ci si arroga di appropriarsi, o meglio di annientare un essere umano nello stadio più delicato délia sua esistenza. Questa volontà di potenza che si esercita senza rischio di essere contestata è un'autentica vigliac- cheria. « Il potere dispotico non lusinga forse Porgoglio in ma niera ben più viva délia beneficenza? In una parola, chi domina non è forse più sicuramente padrone di chi spartisce? ». L/interrogativo è stato sollevato esplicitamente nel secolo XVIII dal marchese de Sade.43 Il valore in sosjpeso L'antropocentrismo dei sofisti e délia numerosa loro postérité comporta dunque rischi che non vanno perduti di vista. Questo antropocentrismo diventa cosi invadente da screditare non sol tanto ogni morale filosofica ma ogni disciplina intellettuale e scientifica. Conferisce un primato assoluto alFesperienza soggettiva e individuale; scredita la ragione e svuota la storia di ogni durata. Sfocia in una teoria del linguaggio dove, convenzionalmente, si definisce il bene e il maie secondo le convenienze dominanti.44 42 Cf L. Beirnaert, Irréductible violence, in A la recherche d'une théolo gie de la violence, coll. Avenir de la Théologie, Cerf, Paris 1968, pp. 53-70. Cf più avanti, nota 88. 43 Justine ou les malheurs de la vertu [1791], coll. 10/18, 444, Union Générale d'Editions, Paris 1973, p. 170. 44 Affiora qui lo stretto legame esistente tra il senso dell'altro, quello délia storia e il linguaggio. Sul potere distruttore délia parola, si veda Platone, 37 Molto vicino a noi, questa tendenza ha trovato il suo più alto vertice di espressione nella « Scuola di Vienna ».45 L/unico criterio che governa il mio comportamento sono i valori che io istituisco e per i quali m'impegno — sempre condizionatamente, cioè in una fedeltà in continua attesa. Se dunque isti tuisco corne valore per me Tappagamento del mio istinto, il denarOj la forza, la tecnica, il confort, il consumo, la militarizzazione o una qualsiasi cosa che mi piaccia valorizzare in questo momento, io potrô, senza dover rendere conto a nessuno, collocare degli esseri umani sulla bilancia insieme aile cose. Il bambi no, il vecchio, Finfermo, lo straniero, il forestiero o più semplicemente Taltro: il loro riconoscimento è ipotetico; il loro valore rimane sospeso. Nulla infatti mi obbliga, demiurgo quale sono, a riconoscere l'altro per ciô che è o ad accettarne Pesistenza. Se quindi il godimento délie cose mi dà più soddisfazione délia compagnia degli uomini, io potrô dominare o perfino eliminare gli uomini per possedere le cose. L/uomo? Una merce tra tante altre. Poiché il valore è essenzialmente funzione di una decisio- ne del soggetto, la sfera del non-io rimane indifferenziata finché io stabilisco che cosa sia valore per me. In un simile mondo, non c'è più posto per Tamore; c'è solo appropriazione, dominio, annientamento.46 Gorgia, 466 a-467 b. — Per uno studio approfondito dei problemi che stiamo analizzando, è indispensabile rifarsi a J. Largeault, Enquête sur le nominalisme, Pubblications de la Faculté des Lettres et Sciences humaines di Paris-Sorbonne, Série « Recherches », t. 65, Paris-Louvain 1971. Per Ockham in particolare disponiamo dello studio di Arth. St. McGrade, The political thought of William of Ockham. Personal and institutional principles, Cambridge University Press, London 1974. 43 Ce qui ampia materia per appassionanti ricerche, soprattutto in filosofia morale e in filosofia politica. Ricordiamo innanzi tutto un pioniere: G.E. Moore, Principia Ethica, Cambridge, I éd. 1903. — Conviene poi citare M. Schlick, Fragen der Ethik [1930], trad. inglese di S. Rynin col titolo Problems of Ethics, New York 1939; W. Kôhler, The place of value in the world of facts, New York 1938; Ch. L. Stevenson, Ethics and language, New Haven 1944; CI. Lewis, An analysis of knowledge and valuation, La Salle 1946. Si consulti anche A. Hagerstrôm, ïnquiries in the nature of Law and Moral, trad. inglese di CD. Broad, Stockholm 1953, e V. Giorgianni, Neopositivismo e scienza del Diritto, Roma 1956. 46 Per lo studio délie conseguenze politiche di questo sadismo, sarà sempre utile riferirsi a due opère antiche e discusse: E.F.M. Durbin et P. Dowlby, Personal aggressiveness and war, London 1933; Edw. Glover, War, :i. 38 il .1 Balza agli occhi che un'antropologia del génère, in cui l'orgoglio gareggia con la ferocia, è alla base di una concezione spietata délia medicina, dell'economia, délia politica, délia morale, délia teologia. Taie antropologia fornisce a ciascuna di queste varie discipline i principi base sui quali esse si fondano, principi che pretendono d'identificare il diritto con la forza, il bene col piacere, il buono con l'utile. Ciascuna di queste discipline è esposta a diventare uno strumento più o meno cieco asservito ad una vo lonté di potere, ad un idéale edonistico ed opportunistico. Il medico si vede allora autorizzato, anzi invitato, ad eliminare l'im- portuno. L'attività economica obbedisce a ferrée leggi spietate: quella dei salari, quella délia concorrenza, quella del guadagno. Con la scusa di vigilare sugli interessi délia nazione, l'uomo politico fa prevalere gli interessi dei partiti. L'uomo di legge protegge i privilegi dei potenti. Per tranquillizzare la coscienza di tut ti, il moralista propone razionalizzazioni più o meno convincenti che teologi ossequienti avallano candidamente... e Abbiamo già fatto rilevare che ben diverso era il fondamento délie nostre istituzioni giuridiche. Il realismo che le caratterizza è pure la trama délie nostre istituzioni politiche e délie nostre strutture economiche e sociali. Senza questo realismo, addio uguaglianza giuridica e politica! Le tensioni e i conflitti anche più acuti, di cui sono teatro le nostre organizzazioni politiche, suppongono il riconoscimento preliminare e incondizionato delYaltro corne diverso. Ecco perché, nel dibattito che ci intéressa, è urgente accantonare ogni elettoralismo sordido e miope. Sono in gioco nientemeno che i principi sui quali si fondano i nostri regimi democratici e gli ideali che essi ricercano, sia pure per vie differenti. Altrettanto avviene nella vita economica. Anche qui, l'idéale che guida tutte le riforme si fonda sulla réciprocité dei servizi e sull'uguaglianza nella partecipazione ai béni disponibili. In linea sadism and pacifism, ibid. Si complétera con A. Strachey, The unconscious motives of war, London 1957. 39 di principio, i béni materiali sono patrimonio comune dell'umanità. L'uomo li trasfigura col suo lavoro e puô essere cosi riconosciuto dagli altri. Quando questi béni diventano strumento di potenzà, una simile situazione è awertita corne immorale e contra ria alla destinazione délie cose. L'esigenza di reciprocità tra gli uomini è primaria ed è essa a dare alla prassi significato e intenzione. In questa stessa linea, Kant raccomanda di non abbassare mai l'uomo alla condizione di puro strumento.47 Perciô, alcuni eredi di Hegel, approfondendo il pensiero del maestro, hanno vigorosamente denunciato varie forme di alienazione umana e re so più vivo il vecchio appello alla libertà. Generalmente, noi ci attendiamo che le istituzioni e la cultura awicinino gli uomini, ne favoriscano la solidarietà. Non concepiamo la félicita senza un po' di armonia sociale. Ci ripugna ogni formalismo che faccia da schermo o crei tensioni; ricusia- mo ogni mediazione bloccata su se stessa e che, cessando di esse re significativa, comprometta l'incontro degli uomini. Potremmo affermare che una délie caratteristiche maggiori délia civiltà occidentale sta nello sforzo continuamente rirmovato di far prevalere un idéale di riconoscimento e di reciprocità sull'eterna tentazione delFegemonia e delFannientamento. C'è qui un ottimismo di principio sia verso l'altro che verso il mondo naturale; c'è un rifiuto di vedere a priori nell'altro una minaccia per me. Infine, a favorire questo riconoscimento e questa reciprocità tendono tutte le nostre istituzioni e attività culturali. Corne negare che le une e le altre siano gravate da una dose più o meno considerevole di ambiguità; che le persone e i gruppi siano sempre affascinati dal ripiegamento su se stessi; che vi siano differenze più o meno sensibili tra i desideri e le situazioni, i progetti e la loro attuazione? Corne negare la storia nel suo eterno divenire? Tutto ciô significa che le conquiste morali delPOccidente hanno qualcosa di culturale e quindi di precario. La schiavitù, lo sfruttamento del proletariato, il colonialismo, Foppressione délia don na: tutti abusi di cui è stato avvertito l'orrore soltanto nell'esperienza storica. A forza di denunziare una determinata ingiustizia si diventa necessariamente sensibili ad altre ingiustizie rimaste a lungo celate. 47 Cf Kant, Fondements de la Métaphysique des moeurs, II sezione. 40 ^ Ma nessuno di questi progressi è definitivo; nessuna di queste f conquiste è irreversibile. La storia dimostra anche questo. Come dimostra, senza bisogno di risalire ad Hitler, che là dove si met te in discussione un diritto faticosamente scoperto e riconosciuto a prezzo di moite sofferenze, ha già avuto inizio il processo di regressione e il crollo. Nei paesi in cui poco è stato fatto per la promozione di tutti gli uomini indistintamente, non dobbiamo meravigliarci che si pratichi l'arbitrio, la repressione, la tortura. £ O, all'opposto, non abbiamo il diritto di meravigliarci che là do ve trionfa l'arbitrio si rimanga quasi insensibili alla promozione ;, è di tutti gli uomini. Liberalizzare integralmente l'aborto? O la misura di ogni cosa si trova in me, nel mio gruppo di pressione, nel mio partito, nello Stato; oppure io accolgo l'altro per quello che è e mi lascio interpellare da ciô che la sua esistenza significa per me. È dovere mio, del gruppo, del partito, dello Stato, rispettarne l'esistenza e i diritti. Non c'è via di mezzo. È un'alternativa. Se dovesse prevalere la prima eventualità, significherebbe che l'Occidente accetta di perdere la propria identità e sottoscrive il naufragio délia sua autenticità. E com'è possibile dubitare che alcuni auspichino proprio questo? Solo la seconda eventualità ^ s'inserisce nella giusta corrente délia storia d'Occidente. Ed ecco i lanciata una sfida che già abbiamo intravisto ma che dobbiamo ora analizzare. 41 VERSO IL GENOCIDIO INTRA-UTERINO Creando condizioni propizie ad una profonda trasformazione nella natura dello Stato, la liberalizzazione dell'aborto porta necessariamente alla restaurazione di qualche régime totalitario, di tipo nazista per esempio? È una conseguenza possibile, ma non la sola. È infatti perfettamente concepibile che le leggi positive si adattino ad una certa incoerenza nei principi che le ispirano. Di fronte all'essere umano appena concepito, la legge positiva puô considerare illimitata la forza dello Stato; di fronte al cittadino nato, puô considerare questa forza discreta. Due pesi, due misure, due visuali inconciliabili del ruolo e délia natura dello Stato. Ma si puô pretendere che, in nome di una situazione di fatto, venga accettato un amalgama cosi ibrido? Crediamo di no e per dimostrarlo dobbiamo superare la prospettiva costituzionalistica in cui ci siamo finora confinati. Cioè, quello che abbiamo detto in precedenza a proposito dello Stato va ripreso in una prospettiva più vasta. La colomizzazioBte ideologica Lo Stato-Nazione, cosi come lo concepiscono le costituzioni mo derne, ha cessato di fatto di essere istanza sovrana di potere per se stesso, padrone unico e ultimo délie sue décision!, colui che intreccia e scioglie le alleanze per sventare le pretese egemoni- che dei più forti. I tempi sono mutati: anche per l'Europa, lo sviluppo délie nuove forze imperialistiche impone di vedere un problema di rapport! internazionali in ciô che sarebbe stato un semplice problema interno di diritto costituzionale. Èbanale nle- vare che le ambizioni sia degli USA che dell'URSS mirano a hmitare le sovranità non solo nel Terzo Mondo, ma anche nei paesi relativamente sviluppati. Per raggiungere- questo scopo, pa42 recchie strade sono possibili. Si puô, per esempio, sostenere un régime che rafforzi la macchina dello Stato o fare appello ai mi litari. Comodi nel Terzo Mondo, questi metodi sono oggi poco raccomandabili nell'Europa Occidentale. Qui, lo strumento sognato délia dominazione imperialista è piuttosto la colonizzazione ideologica. Si deve fare in modo che l'Europa Occidentale interiorizzi i progetti eteronomi di cui è oggetto da parte délia potenza dominante.48 Dal punto di vista degli USA, l'Europa Occidentale dovrà assorbire il più « ingenuamente » possibile i « valori » délia società dei consumi, veicolati con grande sfoggio di propaganda dai gruppi multinazionali. Dal punto di vista dell'URSS, essa dovrà assorbire l'idéale del socialismo di Stato, vantato dai partiti social-comunisti. In entrambi i casi, attraverso processi non egualmente percettibili, l'intromissione esterna si appesantisce suUa società occidentale. « Se confrontiamo tra loro gli Stati dispotici, scrive Montesquieu, noteremo che si sostiene meglio quello che, raffinando — per cosi dire — la propria crudeltà, trova il segreto di renderla eccessiva e di dare nuovi fondamenti allô Stato, moltiplicando le ingiurie alla Natura umana ».49 È durique importante scoprire l'eventuale legame esistente tra i progetti di egemonia sull'Europa Occidentale e la campagna per la liberalizzazione dell'aborto. Accorderemo un'attenzione del tutto particolare al punto di vista nord-americano. Tuttavia, benché non sia possibile qui sostituire puramente e semplicemente l'espressione « Stati Uniti » con l'espressione « Unione Sovietica », quello che diremo a proposito dei primi potrà essere appli- 48 Nelle discussioni sulla demografia e sulla crescita, le discipline scientifiche diventano ben presto armi da combattimento. In questi campi, è inquiétante costatare, in Europa e nel mondo, il dominio sempre crescente délia produzione nord-americana. Siamo inondati dalle traduzioni di opère nord-americane, subito affascinati dal loro apparato « scientifico » appa rente. Di qui ad assimilare « ingenuamente » le loro conclusioni ed a cedere al « colonialismo ideologico » il passo è brève. Avvertiamo qui con chiarezza uno degli attuali ruoli politici, e le responsabilité délie univer sité europee. — Non è significativo che M.W. Best, « Executive VicePrésident » délia Planned Parenthood World Population (New York), sia co-firmatario deirarticolo Birth Control délia Encyclopaedia Britannica, t. 3, Chicago 1968, pp. 704-711. 49 Loc. cit., ed. cit., p. 1010. 43 cato, con le débite proporzioni, alla seconda. Il lettore stesso prowederà a questa esplicitazione che noi ci limitiamo ad abbozzare. Malthus e l'impero Mettere a punto programmi di controllo o di limitazione délie nascite è stato da quasi un secolo la preoccupazione costante délie potenze anglo-sassoni.50 I primi movimenti maltusiani di qualche importanza si organizzano in Inghilterra alla fine del se colo XIX. Le loro tesi sono divulgate e applicate in varie regio- ni dell'Impero Britannico, tra cui l'India.51 Ciô accadeva già in un'epoca in cui poco si parlava di « bomba P(opolazione) » e per nulla di « ait alla crescita ».52 Le tesi maltusiane sono state considerate per molto tempo argomenti tabù: chi, trent'anni fa, avrebbe osato preconizzare aperta50 I sostenitori délia liberalizzazione deiraborto dispongono di una specie di vade-mecum edito da M. Potts e Cl. Wood: New concepts in contra ception. A guide to developments in famïly planning, Oxford e Lancaster 1972. Il Dr Potts è direttore medico dell'International Planned Parenthood Fédération, di cui si parlera più avanti. — Sulla storia, le motivazioni e i metodi dei movimenti di planning familiare, cf Tintroduzione di M. Potts: Problems and Strategy, pp. 1-15; e B. Suitters, The Interna tional Family Planning Movement: aspects of its growth and development (1881-1971), pp. 17-55. 51 Sulle questioni di politica demografica, ci si riferisca non solo aile pubblicazioni del Population Référence Bureau (Washington), ma anche alla bimestrale Bibliography of Family Planning and Population, ed. D. Linzell, Simon Population Trust, Cambridge. Elementi di bibliografia in H. Gérard et G. Wunsch> Comprendre la démographie, coll. Marabout Université, 240, Verviers, pp. 174-178. 52 Si riconoscono qui i titoli di un'opera di P. Ehrlich, Paris 1972, e deirinchiesta del Club di Roma, Paris 1972. — Numerose pubblicazioni alimentano i dibattiti sui « limiti délia crescita », ma non sempre portano un po* di luce. Limitiamoci a ricordare alcune opère di un non-conformismo autentico: R. Dumont, L'utopie ou.la mort!, coll. L'Histoire immé diate, Paris 1973; L. Puiseux, L'énergie et le désarroi post-industriel. Essai sur la croissance énergétique, coll. Futuribles, Paris 1973; Les objecteurs de croissance. Prospérité, oui... mais à quel prix?, cahier n. 52 de La Nef, n.s., settembre-novembre 1973; H. Cole, G. Freeman, M. Jahoda, K. Pavitt, L'Anti-Malthus. Une critique de « Halte à la crois sance », Paris 1974. 44 # mente la liberalizzazione dell'aborto o délia contraccezione? In quel tempo, anche se gli scopi affermati erano il benessere familiare, comunitario e internazionale, anche se erano di ordine eu- genetico, si era esposti ad essere condannati corne razzisti. Non per puro caso dunque uno dei precursori del razzismo fu un inglese, Houston Stewart Chamberlain.53 Ora, se il timoré di una « esplosione demografica » si manifestava già neiringhilterra vittoriana, a maggior ragione si comprende che essa si manifesti oggi. negli USA. La nazione che, nel mondo occidentale, ha continuato l'impériale Albione, ha awertito, soprattutto dopo il 1945, Timportanza politica ed economica del fattore popolazione. Gli Stati Uniti non hanno mai fatto mistero di questa preoccupazione, e troviamo a questo proposito innumerevoli dichiarazioni esplicite di uomini politici e di specialisti nord-americani. I motivi di questa politica sono molteplici e non è il caso di riprenderli. Certo, si ammette che i paesi del Terzo Mondo sono oggi generalmente sotto-popolati.54 Ma il loro tasso di crescita demografica, molto superiore a quello dei paesi ricchi, fa pesare la minaccia délia « bomba P » sull'insieme del pianeta. Questa « bomba » sarebbe aU'origine di pressioni e violenze varie, a cui i paesi ricchi potrebbero far fronte unicamente rinunciando allô standing di vita di cui godono ora.55 53 Gli aspetti attuali dei problemi che qui ci interessano sono approfonditi in un dossier notevole: «Morituri» - Ceux qui doivent mourir. La déli vrance par la mort, l'humanisme biologique, et le « racisme scientifique » (ciclostilato), B.P. 178, 75564 Parigi Cedex 12, 1974. Si complétera con B. Schreiber, The Man, Behind Hitler. A German Warning to the World. « Geheime Reichssache », 78139 Le Mureaux, pubblicazioni La HayeMureaux, s.d. 54 Ricordiamo alcune densità demografiche. Tra i paesi relativamente poco industrializzati: Indonesia: 64 abitanti per km2; Gina: 82; India: 178; Venezuela: 12,2; Zaire: 10; Algeria: 45; Peru: 10,9; Brasile: 11,7. Tra i paesi industrializzati: Giappone: 298; Francia: 94; Regno Unito: 229; Germania Fédérale: 252; Italia: 180; Belgio: 318; Paesi Bassi: 392. Per Gli Stati Uniti, questa densità cade a 22,3 e per il Canada a 2,2! — Secon- do i calcoli forniti dal Book of the year 1974, délia Encyclopaedia Bri tannica, Chicago 1974. 55 Segnaliamo il notevole studio di P. Pradervand, Les pays nantis et la limitation des naissances dans le Tiers-Monde, in Développement et Civi lisations, n. 39-40, marzo-giugno 1970, 4-40 (importante bibliografia). Il 45 I programmi che mirano a prevenire questo « cataclisma » demografico finora sono stati imperniati sui vari metodi di prevenzione délie nascite e sulla sterilizzazione. A detta dei loro promoto- ri, queste campagne non hanno afîatto ottenuto i risultati attesi; d'altronde, Tesperienza dimostra quanto siano aleatorie tutte le politiche demografiche.56 £ quindi necessario sensibilizzare l'opinione mondiale, iniettare in essa la « paura demografica ».57 Al Terzo Mondo si spiegherà che un alto tasso di sviluppo demografico è un ostacolo decisivo al decoUo.58 Ai paesi ricchi si farà comprendere che, se vogliono conservare e migliorare Tattuale livello di vita, devono volontariamente stabilizzare la popolazione, dando cosi Tesempio ai paesi poveri. Una campagna informativa non è perô sufficiente. Poiché i meto di finora utilizzati non hanno raggiunto gli obiettivi desiderati, è necessario far accettare i metodi che, fino a qualche tempo fa, ruolo delFIPPF in questo campo è analizzato da Colville Deverell, in The « International Planned Parenthood Fédération ». Its rôle in deve- loping countries, in Demography, t. 5 (1968) n. 2, 574-577. 56 Bilancio e prospettive in K.Y. Larry (edit.), The population crisis. Implications and plans for action, Indiana University Press, Bloomington 1970; Edw. D. Driver, World population policies: an annotated biblio- graphy, coll. Lexington Books, Lexington, Mass., 1972 (strumento di lavoro indispensabile). Il miglior stato délia questione è dovuto a B. Berelson (edit.), Population policy in developed countries, A Population Council book, New York 1974. — Un panorama mondiale succinto e chiaro è stato stabilito dall'IPPF nelFopuscolo Family Planning in Five Continents, London 1970. — Il Dr Weill-Hallé, che ha precisi motivi per essere ben informata délia questione, fornisce alcune precisazioni sulTispirazione nord-americana e anglo-sassone del « Planning familiare » in Uavcrtement de Papa (citato nota 5), specialmente pp. 21-53. Ella riassume soprattutto le stravaganti proposte del Dr Berelson per limitare la natalité nel (Terzo) mondo, pp. 31-41. 57 La limitazione délia natalité, considerata nei suoi rapporti con le poli tiche di sviluppo, è studiata da P. Pradervand, sotto il titolo: La peur démographique, in Economie et Humanisme, n. 215, gennaio-febbraio 1974, 61-71. Questo studio, ben documentato, fa desiderare la pubblicazione intégrale délia tesi di dottorato di 3° ciclo dell'autore, segnalata nella nota 21: Le politiche di popolazione nell'Africa francofona dell'Ovest: ostacoli e possibilité, Université de Paris, Ecole Pratique des Hautes Etuds, 1972-73, 2 vol. 58 J. Bourgeois-Pichat et S.A. Taleb, Un taux d'accroissement nul pour les pays en voie de développement en Van 2000. Rêve ou réalité?, in Popu lation 25 (1970) n. 5, 957-974. 46 ripugnavano. Tra gli altri, l'aborto occupa il primo posto. Sembra infatti che «nessun paese svîluppato abbia ridotto il tasso di natalité senza un notevole ricorso alFaborto, sia légale che il légale; e che nessun paese sottosviluppato raggiungerà Pobiettivo a cui tende in materia di controllo délia fertilité senza un ri corso importante alFaborto, sia légale che illégale ».59 Agli occhi degli Stati Uniti, la posta economica e politica di una | I campagna maltusiana ininterrotta sono importanti. A confermarlo è innanzi tutto lo sforzo senza precedenti promosso da grandi société nord-americane in favore di ricerche sulla contraccezione e sulTaborto. La propaganda maltusiana fa balenare la prospetti- | va di grossi benefici, a cui alcuni laboratori non sono insensibi- | li: nasce di qui il commercio di feto. Cosi, per la messa a punto di ciô che si suol eufemisticamente chiamare « contraccezione | post-ovarica » (sic), « restaurazione délie mestruazioni » o « e- | strazione mestruale » (sic ancora una volta) — si legga: abor- j to w— i laboratori Upjohn hanno predisposto investimenti sen za precedenti.61 Un progresso decisivo nella ricerca garantirebbe loro un pronto ammortamento dei capitali e guadagni consistenti. Ma è pure necessario che le legislazioni permissive si moltiplichino e che si possa espellere il feto corne si espelle — con rispetto parlando — un verme solitario... 59 M. Potts, Problems and strategy, in M. Potts et Cl. Wood, New concepts..., p. 11 s. 60 La letteratura favorevole alFaborto è ricca di eufemismi, perifrasi, metafore ed altre antifrasi. L/ultimo citato è del Dr Karman. 61 La ditta Upjohn si è preoccupata di giustificare il suo programma di ricerche in materia in un opuscolo destinato ai propri impiegati. Questo opuscolo ha corne titolo: Médical abortion: Upjohn présents view to employers. Abortion stand aired. Scientific rôle makes Upjohn nonpolitical. In questo opuscolo leggiamo in particolare: « The Upjohn Com pany hopes that timely use of prostaglandins — before a technicallydefined pregnancy has occurred — will virtually eliminate any need to consider an abortion » (la sottolineatura è nostra). Insomma, fînché la gravidanza non è diagnosticata, non dovrebbe essere questione di aborto. Esso è reso superfluo dall'uso tempestivo délie prostaglandine vendute dalla ditta! Una barzelletta « scientifica » al servizio degli affari! 47 Ma l'intéresse portato aile ricerche e aile campagne antinatalistiche supera di molto i laboratori con scopi commerciali: impor tanti gruppi finanziari USA vi danno un appoggio diretto o indiretto. La Ford Foundation, la Rockfeller Foundation, per limitarci a queste, sostengono generosamente organismi impegnati a divulgare la contraccezione in tutte le sue forme. Tra questi organi smi figurano segnatamente il Population Council fondato nel 1952 e noto per la sua azione in Corea e a Formosa, il Pathfinder Found la cui sede è Boston, il Population Référence Bu reau, il Population Crisis Committee, l'International Planned Parenthood Fédération (IPPF), con sede a Londra.62 Finanziariamente, scientificamente e politicamente, queste istituzioni e le idée che difendono ricevono dagli USA appoggi impor tanti. È soprattutto il caso dell' IPPF, a cui sono associati la Federazione belga per il Planning familiare e il Movimento francese di Planning familiare. Spesso queste istituzioni sono sostenute non solo da fondazioni private ma da organismi governativi, corne il National Institute of Heath in the USA o USAID (Agenzia USA per lo Sviluppo internazionale) .63 I motivi addotti dalle associazioni antinataliste private mutano secondo i tempi e i luoghi. Talora sono citate considerazioni eu- genetiche, tal altra è evocata Temancipazione délia donna, tel al- tra ancora sono sbandierati argomenti economici e sociali. 62 Aproposito dellTPPF, cf M. Potts et Cl. Wood, New concepts..., dove si troveranno moite informazioni che non necessitano di alcun commente. LTPPF raccoglierebbe organizzazioni provenienti da un centinaio di paesi. Dal 1968 al 1973, solo il The Victor-Bostrom Fund, che ha sede a Washington, ha fornito una somma annuale di almeno un milione di dollari all'IPPF. È esplicitamente affermato nell'opuscolo pubblicato da The Victor-Bostrom Fund for the International Planned Parenthood Fédé ration, intitolato Family Planning: Improving opportunités for Women, rapporte n. 18, primavera 1974, p. 2. —Ai movimenti qui citati dovremmo aggiungere Population Zéro, Procréation planifiée, il Sierra Club (secondo il Dr et Mme Willke, Le livre rouge... [citato nella nota 3J, p 183); l'Asia Foundation, il Christian Aid, il Church World Service, il' Commonwealth Fund, la Josiah Macy Foundation (secondo P. Pradervand, Les pays nantis..., 33, n. 1). 63 Secondo P. Pradervand, Les pays nantis..., 33, n. 1, tra tutte queste organizzazioni, «l'AID americano... fa la parte del leone e spende per la limitazione délie nascite quanto tutte le altre organizzazioni messe insieme (75 milioni di dollari per l'anno fiscale 1969-70) ». 48 Evidentemente, nei paesi ricchi si è fatto appello soprattutto al tema delTemancipazione délia donna e ai suoi corollari, corne esigevano le nécessita délia tattica. Ma a partire dagli anni 60, le organizzazioni antinatalistiche sviluppano molto argomenti economici e sociali. Cosi facendo, prima attirano Tattenzione e poi ottengono crédibilité presso organismi governativi o internazionali, preoccupati délia « esplosione demografica mondiale ». L'influsso délie idée maltusiane si accentua nettamente nei vari organismi dell'ONU: la Commissione per la Popolazione, il Consiglio economico e sociale, l'Organizzazione mondiale délia Sanità, POrganizzazione internazionale del Lavoro, l'UNESCO, la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.64 Non abbiamo dunque difficoltà ad awertire che al di là di un problema interpersonale o nazionale, la liberalizzazione dell'aborto rimapda ad un problema politico, economico e sociale di portata mondiale. Sui piano délie relazioni tra TOccidente e il Terzo Mondo, le conseguenze délia liberalizzazione delPaborto sarébbero incalcolabili. La storia récente ci ha fornito troppi esempi di etnocidi, genocidi, stermini di ogni génère perché noi possiamo fingere in buona coscienza di ignorarli. Vorremmo che l'uomo fosse diventato incapace di umiliare il proprio similë, di sfruttarlo, dominarlo, ucciderlo. Ma i fatti ci invitano alla moderazione e al realismo.65 Intellettualmente, i paesi occidentali si sono lasciati esageratamente impressionare dagli ambigui successi del modello nordamericano. Cediamo Tiniziativa in politica. Nel campo dei consumi, abbiamo abboccato fin troppo ingenuamente al fascino délie 64 Cf B. Suitters, The International family planning movement..., in M. Potts et Cl. Wood, New concepts..., pp. 31 s., 34-35. Cf anche R. Symonds et M. Carder, The United Nations and the Population question, Sussex University Press, London 1973. 65 Uno studio récente esplora il rapporte tra violenza e dominio: Fr. Wertham, A sign for Cain. An exploration of human violence, coll. Warner paperback Library, 2a éd., New York 1973. Si veda in particolare il c. VI: The Malthus Myth, pp. 99-113. 49 norme nord-americane. AUineando la propria legislazione su quella dei paesi anglosassoni, e in particolare degli USA, TOccidente rinuncerebbe alla sua autonomia morale a beneficio del più forte. Il patto di imitazione si trasformerebbe in patto di sudditanza, di alienazione.66 Giunti al vertice délia loro potenza, gli USA, nonostante il régi me fondamentalmente libérale, non possono fare a meno di comportarsi verso le altre nazioni corne la nazione dominante, Dalle altre nazioni, essi auspicano dipendenza più che divisione del potere. Tutto si deve piegare alla ragion di Stato; i loro interessi fanno legge. « ... Appena è la forza a fare il diritto, Tefïetto muta con la causa; ogni forza che superi la prima le succède nel suo diritto. Quando si puô disobbedire impunemente, lo si puô legittimamente, e poiché il più forte ha sempre ragione, si tratta di fare in modo di essere il più forte ».67 Perciô, facilmente impressionati da argomenti di autorité, incantati dagli « oracoli » del computer, noi rimaniamo estasiati di fronte ai sapienti grafici del MIT, davanti al grido d'allarme di P. e A. Ehberlich o al ricatto appena velato di McNamara. Non ci interroghiamo perô sui moventi profondi che dettano ai tecnpcrati i parametri da essi presentati, le variabili che essi scelgono.68 Anche in Europa, quanti sono a conservare il sangue freddo di fronte ad un bombardamento sistematico deiropinione pubblica e délie mentalité?69 66 II marchese De Sade, autorità non sospetta in simile materia, ci dà lui stesso questo awertimento: « Un fattore délia politica di quanti dirigono un governo è d'intrattenere nei cittadini il più alto grado possibile di corruzione; finché il suddito s'incancrenisce e s'indebolisce nelle delizie e nella crapula, non sente il peso délie catene, lo si puô opprimere senza che se ne accorga». Les prospérités du vice [1797], coll. 10/18, 446, Union Générale d'Editions, Paris 1973, p. 158. 67 J.J. Rousseau, Le Contrat social, L. I, c. 3, éd. de M. Halbwachs, coll. Bibliothèque philosophique, Paris 1943, p. 67. 68 Giustizia è fatta di alcune « evidenze » o luoghi comuni in materia ad opéra di F. Bezy, in Démographie et sous-développement. Propositions anti-malthusiennes, Institut d'Etudes des Pays en Développement, Etudes et Documents, 7404, Louvain giugno 1974. 69 È opportuno salutare, a questo proposito, Topera di A. Sauvy e in par ticolare Croissance zéro?, Calmann-Lévy, Paris 1973; cf soprattutto la II parte, su La population, pp. 77-163. 50 I/Europa sotto-dominatrice? Senza un'attenta vigilanza, l'Occidente vassallo sarà ben presto chiamato a cooperare alla più grande ecatombe demografica di tutti i tempi. Per timoré che non sia più sufEciente, P« infanticidio differito » sarà completato da qualche infanticidio anticipato.70 A questo scopo, è necessario innanzi tutto che sull'esempio di certe associazioni private i governi occidentali accettino di legiferare secondo il buon volere délie convenienze délia metropoli. Ora, se TEuropa, seguendo la linea degli USA, liberalizzasse Taborto, gli Stati Uniti potrebbero farsi forti del suo esempio nel Terzo Mondo. Certo, sono già parecchi i governi europei che contribuiscono aile campagne di planning familiare nel Ter zo Mondo.71 Ma, finora, ciô è avvenuto con discrezione e talvolta con la coscienza di agire maie. Gli USA attendono dall'Europa che sottoscriva senza restrizioni, } j incondizionatamente e pubblicamente, i metodi radicali di controllo délia vita. Il motivo di questa esigenza è semplice: la cau- | zione dell'Europa avrà un benefico effetto sui progetti imperiali- ] j ' stici degli USA. I/Europa, prima dominata, si scoprirà ben pre- sto sottô-dominatrice. Gli Stati Uniti trarranno partito da questa pratica suicida da essi introdotta in Europa; potranno invocare il précédente delPOccidente, anzi rivendicarne l'appoggio, per praticare il genocidio intra-uterino là dove i loro interessi lo esigono. La via nord-americana delFegemonia sui mondo passa attraverso la conquista morale e il controllo intellettuale dell'Euro- pa, più che attraverso la sua conquista economica.72 Quando ci si lascia condizionare dall'ideologia dominante, quando si è affascinati dal modello metropolitano di sviluppo, è faci le ammettere corne un'evidenza la nécessita del controllo délie nascite, soprattutto nel Terzo Mondo.73 Perô, non abbiamo dif70 Cf G. Bouthoul, L'infanticide différé, Paris 1970. 71 Cf B. Suitters, The international family planning movement..., in M. Potts et Cl. Wood, New Concepts..., pp. 35 s., 39. 72 È perciô motivo d'inquietudine veder pullulare le pubblicazioni, periodiche o no, che volgarizzano con compiacenza tesi favorevoli agli interessi politici degli USA. 73 Durante la prima meta del sec. XVIII, la Francia era il paese più popolato d'Europa. Alcuni storici vedono in questo fatto una délie cause mag- giori dello sviluppo dell'agricoltura, délie manifatture, delTeconomia, che 51 ficoltà a comprendere che la cauzione degli Stati Uniti non sia sufficiente a far accettare dappertutto la liberalizzazione dell'aborto. Nonostante le pressioni di cui sono oggetto, molti paesi del Terzo Mondo avvertono con chiarezza le ragioni profonde per le quali si raccomanda loro il controllo délie nascite.74 Per il loro onore, non hanno mancato di far udire con forza la propria voce in occasione del Congresso mondiale délia Popolazione, te- nuto a Bucarest dal 19 al 30 agosto 1974.75 Meglio di ogni altro, doveva condurre aile riforme iniziate nel 1789. Questa tesi è stata bril- lantemente confermata e precisata dai lavori di Simon Kuznets. Contrariamente a quanto affermât© da Malthus, il grande economista ha provato che lo sviluppo demografico comporta un aumento délie ricchezze. Cf Population, revenu et capital, nel Bulletin international des Sciences sociales, 1954, 181-188; Underdeveloped countries and the pre-industrial phases in the advanced countries. An attempt at comparison [1954], in A. Agarwala et F. Singh, The économies of underdevelopment, Oxford University Press, London 1958, p. 153 ss. — R.L. Sassone arriva a con clusion analoghe. Cf Handbook of Population, p. 115, qu. 524; p. 127, qu. 622; e il capitolo VI sulla Quality of life, pp. 120-122. Si consulti anche P. Singer, Dinâmica populacional e Desenvolvimento. O papel do crescimento populacional no desenvolvimento economico, CEBRAP, Sâo Paulo 1971. Buon dossier di volgarizzazione su La population et son devenir in Missi, n. spéciale 7-8, ottobre 1974. 74 Queste reticenze affiorano soprattutto in M.V. De Assis Pacheco, Neocolonialismo e contrôle da natalidade, Rio de Janeiro 1968; J.I. Hûbner Gallo, El mito de la explosion demografica. La autoregulacién natural de las poblaciones, Buenos Aires 1968. Ci si riferisca anche ai lavori di P. Pradervand, Les pays nantis..., e La peur démographique. — Per fare un esempio, citiamo uno specialista brasiliano: « Il Congresso (mondiale délia Popolazione, a Bucarest, neiragosto 1974) è considerato non senza apprensione da molti paesi membri. Essi temono che venga usato come mezzo supplementare di limitazione délia natalità... Per il governo brasiliano e moite altre correnti nazionali che ne riflettono Topinione — comprese alcune correnti che emanano dall'opposizione — Fattuale ritmo di crescita délia popolazione, non solo non è nocivo, ma è benefico allô sviluppo e va analizzato con altre considerazioni parallèle. In termini di geopolitica, se è vero che la sola esistenza di una popola zione di duecento milioni di abitanti (che il Brasile dovrebbe raggiungere aile soglie del sec. XXI) non trasforma un paese in grande potenza, è pure vero che non esiste grande potenza senza una popolazione numerosa »: J.C. Brandi Aleixo, A politica demografica do BrasiL Consideraçôes sobre sua natureza, implicaçôes e consequêneias, Fundaçao Universidade de Brasilia, Série Politica, 1, Brasilia 1973, p. 30. 75 In attesa délia pubblicazione degli Atti di questo congresso e degli studi che susciteranno, potremo riferirci al dossier preparato da Marlène Tui52 essi sanno che gli USA hanno fin troppo sbandierato la loro vo lonté di potenza perché gli altri paesi si dispensino dal nutrire un sospetto sistematico nei loro confronti: le mire dominatrici degli Stati Uniti sono costanti, ma i loro metodi si perfezionano. Tuttavia non c'è egemonia senza controllo degli uomini. La guerra, Tetnocidio, Paborto? Tutte tattiche al servizio di una medesima strategia. Supponendo che i sostenitori deU'aborto abbiano il sopraweftto, mai tanti innocenti saranno cosi utili... « Strana epoca la nostra! », sentiamo spesso sospirare. Ma non esageriamo. Gli abortofili di oggi hanno illustri padrini e perfino titoli nobiliari. Il marchese de Sade che, pur essendo illuminista non era demoçratico, metteva già in guardia i suoi contemporanei sulla gravita del pericolo demografico. Egli era stato pronto ninga, dal titolo A Bucarest les «pauvres» ont réfusé le plan des « riches », pubblicato dalle Informations catholiques internationales, n. 464, 15 sett. 1974, 18-24. Sulla posizione délia Sanla Sede, si veda la rubrica consacrata a La conférence mondiale de la population, in DC 71, n. 1661, 6 ott. 1974, 819-824; cf. Il regno - documenti, n. 19, 1° nov. 1974, 547-550. Le point de vue de la Chine sur quelques problèmes essentiels concernant la population mondiale è esposto sommariamente in Pékin Information, n. 35, 2 sett. 1974, 6-10. — Per illustrare gli attuali dibattiti, sarebbe molto utile rievocare le numerose pagine consacrate da Marx e Engels ai problemi dellà popolazione, ed in particolare alla critica di Malthus. Le posizioni assunte in queste pagine sono oggetto di dimenticanza selettiva in certi ambienti marxisti, dove non è raro vedere dei militanti che difendono tesi più vicine aile tesi di Malthus che a quelle di Marx e di Engels. Alcuni testi straordinari, facilmente accessibili, stuzzicheranno 'r Fappetito dei ricercatori; per esempio: K. Marx, Morceaux choisis, Biblio thèque des idées, 18a éd., NRF, Paris 1956, 405-410; 419 s.; Pages de Karl f' Marx, ed. M. Rubel, vol cit., pp. 77s.; 188-191; 198 s.; 214 s.; 240-242; 246 s. [A proposito di Malthus: « Col suo istinto infallibile, il popolo ha , scoperto di avère davanti a se non un uomo di scienza, ma un avvocato prezzolato, che difende la causa dei suoi nemici, uno svergognato sicofante délie classi dominati »: testo del 1862-1863, citato p. 242]. — Jacque line Rus s, La pensée des précurseurs de Marx, coll. Pour connaître, Bordas, Paris 1973, pp. 334-336. [Secondo Engels, le conseguenze délia dottrina di Malthus sono le seguenti: « Siccome i poveri sono precisamente i più numerosi, non bisogna tentar nulla in loro favore, ma aiutarli a morire di famé il più facilmente possibile. Bisogna persuaderli che non esiste alcun rimedio; la loro classe possiede un solo mezzo di salvezza: ridurre al massimo il numéro délie nascite. Se questa convinzione non è F sufficientemente efficace, sarà sempre preferibile istituire un servizio pub- \ blico con Fincarico di far perire i figli dei poveri »: testo del 1905, cit. { p. 335]. 53 ad assimilare-gH; insegnamenti délia Rivoluzione Francese. Che stfabrdinaria proposta la sua! « In Francia, dove la popolazione è troppo numerosa... bisognerebbe stabilire il numéro dei bambinieânnëgâre senza pietà tutto il resto... Allora il governo, padrone di questi bambini e del loro numéro, avrebbe necessariamerite tanti difensori quanti ne ha allevati, e lo Stato non avreb be, nelle grandi città, trentamila disgraziati a cui prowedere in caso di carestia. È veramente spingere troppo oltre il rispetto per un po' di materia ïecondata, immaginare che non si possa distruggerla prima del termine o anche molto dopo, quando ciô è necessario »:76 Insomma, lJattuale campagna mondiale per la liberalizzazione dell'aborto attinge generosamente al repertorio dei classici del potere. Ci mette di fronte ad una colossale mistificazione, poiché a beneficiare di una campagna di questo génère, se dovesse avère successo sarebbero gli Imperi attuali e nori le nazioni del Terzo Mondo. o quelle dell'Europa. Occidentale. Inoltre, le raccomandazioni antinatalistiche rivolte ai popoli del Terzo Mondo so no spesso altamente corniche perché, rispetto ai paesi ricchi, questî paesi sono generalmente sottopopolati, consumaho meno, sprecano meno, inquiriano meno, mangiano meno e la gente ha mïnor speranza di sopravvivere.77 L'humour diventa poi amaro quando sappiamp che sovvenzioni per ciô che eufemisticamente si suol.chiamare planning familiare sono spesso prelevate dal bilàncio deH'aiuto sahitario, medico, alimentare, educativo. È una beÛa ipocrisià curare meno, nutrire meno, istruire meno, per finanziare sterilizzazioni e aborti! 76 Les prospérités du vice, p. 55. — In senso opposto e di un contemporaneo, cf Saint^Iust, Ecrits posthumes, 2: La société, in Oeuvres choisies, edit.: J. .Gratien, coll. Idées, Philosophie, 159, Gallimard, Paris 1968, pp, 312-319. 77 Supponiamo per esempio.— puro gioco délia fantasia — che un cittadiho degli Stati Uniti consumi in média quanto 15 Cinesi, o 20 Boliviani, o 25. Gongolesi. NelFambito di questa ipotesi, potremmo teoricamente concludere due cose: che eliminando un cittadino nord-americano si rende disponibile ciô che è necessario per soddisfare le attuali nécessita di consumo di 15 Cinesi, o di 20 Boliviani, o di 25 Gongolesi; oppure che, se il volume assoluto dei béni consumati rimanesse costante e identico a quello attuale, la popolazione degli USA potrebbe essere moltiplicata per 15, 20 o 25, purché i nord-americani accettassero di vivere corne fanno i Cinesi, i Boliviani o i Congolesi!... 54 D'altra parte, per TEuropa, liberalizzare Taborto significherebbe soprattutto favorire gli interessi USA. Dal punto di vista délia metropoli nord-americana, la concupiscenza dominatrice è la mer desima, si tratti dei paesi poveri o delFEuropa Occidentale. Che questa sia allettata con gli incantesimi del consumo e quelli schiacciati con un régime muscoloso, è semplice questione di convenienza. Occhiali in prestito Ma gli Stati Uniti sanno perfettamente cheTËuropa ed èssa sôïtanto potrebbe mettere in discussione il modello nord-americàho di sviluppo ed inventare un nuovo stile di rapporti con il Terzo Mondo. La forza e il potenziale economici, scientifici e politici dell'Europa sono evidentemente in grado di dare ombra aile am^ bizioni nord-americane. È dunque del più grande interesse per gli USA che la popolazione delFEuropa invecchi, stagni, regredi* sca.78 Non bisogna permettere che si affermi una confederazione che potrebbe far blocco di fronte aU'impero o contestai gli <> biettivi che esso intende imporre. Un dibattito esauriente sull'aborto non puô trattare questi aspetti del problema semplicemente passandoli sotfo silenzio. Certo, non possiamo mettere in dubbio a priori la buona fede, rqnestà d'intenzione, il rispetto per la sofferenza umana da cui sono animati molti sostenitori délia liberalizzazione deKaborto. Çip. non toglie che tremiamo al pensiero che essi potrebbero cadere, sen za averne ehiaramente coscienza, nelFinsidia periçolos^ délia co- 78 Su La conjoncture démographique en Europe, cf Population 28, n. 6, nov.-dic. 1973. — Sulla popolazione nel mondo, cf per esempio Quanti saremo domani?, dispensa dedicata da // corriere UNESCO (5 maggio 1974) all'Anno Mondiale délia Popolazione; J.-M. Poursin, La popula tion mondiale, Seuil, Paris 1971. Per la Francia, cf D. Noin, Géographie démographique de la France, Editions de L'Université de Rouen, Paris 1973. — Per rendersi cpnto délia gravita del problema demografico particolare al Belgio, è sufficiente un colpo d'occhio ai grafici liminari pubbliL cati nel IIe Rapport annuel délia Fédération des Entreprises de Belgique, dal titolo L'entreprise et la société belge d'aujourd'hui, Bruxelles, giugno 1974. Vi si potrà leggere anche lo studio, piuttosto inquiétante, su Le .profil de la population belge, pp. 3-51. 55 lonizzazione ideologica délie grandi potenze. Misurano le implicanze, il prezzo, le conseguenze politiche délie loro rivendicazioni? Non potrebbe darsi che vedano l'Occidente e il Terzo Mon do con occhiali presi in prestito? Quanto è grande il fascino dél ia forza, quando dissimula il suo vero volto sotto il vélo menzognero del servizio o délia pietà! Corne possiamo non temere una certa ossequiosità di fronte ai grandi, una capitolazione davanti alla sfida? È strano che non si awerta in questo dibattito un'in- terpellanza eccezionale, che mette in causa la nostra indipendenza, la nostra autonomia, i nostri lavori, la nostra crédibilité nel mondo. Eppure Rousseau ci ha messi in guardia: «Il più forte non è mai abbastanza forte per essere sempre il padrone, se non trasforma la forza in diritto eTobbedienza in dovere». Una variabile privilegiata S'impone dunque un compito prioritario: denunciare con vigore la truffa intellettuale che consiste nel privilegiare, nei dibattiti sulla crescita e lo sviluppo, la variabile demografica.80 Nell ottica nord-americana, è fatale che sia cosî, poiché la sete di consumo, di spreco, di arricchimento è spinta al parossismo. Ed un simile progetto è possibile solo con una forte concentrazione délie nsorse, che escluda l'ipotesi di divisione e consacri le disuguaglianze. L'Europa Occidentale, fedele aile sue tradiziom libérale e socialista, potrebbe considerare il problema in maniera diversa. Rima- ne da vedere se, invece di premere sugli altri perché non si nproducano, siamo disposti a consumare meno, a sprecare meno, a dividere di più.81 Siamo convinti che il grado di civiltà di un 79 î T. Rousseau, Le Contrat social, loc. cit., ibid. 80 A questo si dedica P. Pradervand, sulla scia di Gunnar Myrdal, m 80 La peur démographique, p. 66. Cf anche F. Bezy, Démographie et sous- » Malthus non si limita perô a prendere in considerazwne una frena a (check) preventiva délia popolazione, invitando la gente a ntardare letà lità provocato da un nutrimento malsano e msufficiente. Egh mtroduce del matrimonio, o una frenata positiva, con l'aumento del tasso dl morta- considerazioni straordinariamente attuaU sui rapporti tra propnetà pn- ! ; î ! \ 56 popolo si misura dal suo reddito medio per abitante? Reagiremo di fronte alla militarizzazione délie économie nazionali? Il problema delFaborto mette veramente in evidenza la nécessita di una socializzazione ben compresa. Non quella che ipostatizza lo Stato e neppure quella che restituisce a un partito, a una clas se, a una razza, privilegi superati. Ma quella che assegna ai pubblici poteri diritti e doveri nuovi sia di prevenzione che d'intervento, derivanti da una parte dalla situazione di penuria relativa e dalPaltra da disuguaglianze aberranti. Liberalizzare l'aborto senza rimettere in discussione le abitudini consumistiche e senza una politica fiscale meno preoccupata di rispettare gli interessi dei super-ricchi e più attenta ai diritti e aile nécessita di tutti, significa cercare un alibi demagogico per dispensarsi dal portare a compimento un programma nel quale si è impegnati. Significa curare il maie nelle sue conseguenze e non nelle cause; significa confondere il responsabile e la vittima. Significa accettare vigliaccamente che esseri umani siano vittime innocenti di una società che si prétende di voler riformare. Significa, insomma, ritornare verso le peggiori storture délFegoismo libérale. La situazione mondiale stimola TEuropa airautocritica, a dar prova di maggior sincerità verso se stessa e il Terzo Mondo.82 Nella maggior parte dei paesi poveri, una minoranza nazionale ha adottato le abitudini consumistiche e ostentatorie delTOcci- dente. Per conservare il loro tenore di vita, queste minoranze devono necessariamente sfruttare il resto délia popolazione loca le, spesso con Tapprovazione di gruppi stranieri. È troppo comodo accusare queste minoranze e rimproverarle con asprezza. Poiché effettivamente lo stile europeo di vita esercita su di esse un grande potere di seduzione, ridefinendo i suoi obiettivi fonda- mentali e preparandosi ad accogliere il XXI secolo, TEuropa Oc- vata, guadagno, produzione e produttività, disuguaglianze nella distribuzione délie terre, propriété manifatturiera, variabilité del consume Tutti problemi che riassumiamo spesso con Fespressione « riforma agraria ». Cf per esempio A summary view of the Principle of Population [1838], in On population. Three Essays, coll. Mentor Book, 295, New York 1960, pp. 32-35. 82 Abbiamo sviluppato questo tema in La provocation chinoise, coll. Terres de Feu, 13, Cerf, Paris 1973. 57 H cidentale stimolerebbe queste minoranze a ripensare le prqprie abitudini. Ben presto, tali minoranze potrebbero confrontare due modelli di sviluppo: uno nord-americano, l'altro, più convincente, d'ispirazione europea. Insomma, le discussioni sulTaborto ricordano alFEuropa Occidentale due compiti urgenti e indissociabili: salvaguardare la propria identità e far rifiorire la sua credibilità nel Terzo Mondo. 58 I i i If i I. LE DONNE E I/ASSERVIMENTO ACCETTATO In ultima istanza, ci rimane da definire se il mutamento di valo- re, che la liberalizzazione delPaborto suppone sul piano politico, non sia il prezzo da pagare per promuovere la liberazione délia donna. Nella storia delFemancipazione délia donna, non troviamo forse la strada sbarrata da un ostacolo insormontabile? Non potrebbe darsi che, al punto in cui siamo, per realizzare questa piena emancipazione si debba auspicare un régime politico che si ispiri ad esperienze totalitarie più che a vecchie tradizioni democratiche? Certo, porre la domanda in questi termini signifïca già darle una risposta. Non riusciamo a capire, infatti, per ché un régime totalitario dovrebbe avère un particolare interesse alla emancipazione délia donna, né in che modo potrebbe impegnarsi in questa impresa senza autolesionarsi... ï/oppio del secolo D'altronde, i movimenti femministi favorevoli all'aborto si guar- dano bene dal presentare il problema in questo modo. Dalle loro pubblicazioni appare chiaro che si ritiene possibile liberalizzare Taborto avendo di mira in primo luogo e soprattutto Temancipazione délia donna.83 Le preoccupazioni eugenetiche, demografiche, socio-economiche non sono loro estranee, ma non le colloca- 83 La letteratura sulla questione è abbondante. Limitiamoci a ricordare H. Bonnet, Liberté de l'avortement et libération des femmes, in Lumière et Vie 21, n. 109, agosto-ottobre 1972, 35-43; D. Schulder et F. Kennedy, Avortement, droit des femmes, coll. Cahiers libres, Paris 1972. Il punto di vista deiriPPF è esposto in Family planning. Improving opportunities for Women. Gli editori hanno perfino sollecitato l'autorité deirimperatrice Farah Dibah per avallare questo rapporto. 59 no veramente al vertice délia loro argomentazione. La propaganda di questi movimenti è spesso accompagnata dalla descrizione rassicurante délie moderne tecniche abortive. Se ne vanta la sem- plicità; si insiste, non senza esagerazione, sul carattere indolore deirintervento, sull'assenza di rischi, di conseguenze, ecc. Schemi, foto, prospetti, rivaleggiano in forza persuasiva per convincere la donna che, ormai, le è facile essere « padrona délia sua pancia », secondo Tespressione célèbre e di una volgarità studiata. Ora, se è stabilito che il bambino concepito ha un'esistenza di stinta da quella délia madré, non vediamo che cosa possa di- spensarla dal dovere di riconoscere Tessere che porta in seno. S.oggetto di diritti per il giurista e per Tuomo politico, egli lo è a maggior ragione per sua madré. Non perché qualcuno dipende da me io posso dominarlo. E non è possibile addurre corne pretesto la differenza di sviluppo corporale per fondare una disuguaglianza di diritti cosi radicale da dare alla madré un potere discrezionale sul proprio figlio. La sua liberté — ed a maggior ragione quella délia coppia — è quindi limitata dai diritti inerenti al soggetto che ella porta e che i pubblici poteri devono far rispettare, allô stesso titolo di quelli di qualsiasi altro sogget to.84 È vero che la maggior parte dei movimenti femministi non insistono molto su questo approccio « obiettivo ». Essendo l'emancipazione délia donna nella società la loro preoccupazione maggiore, in questa prospettiva incontrano i problemi délia ma ternité e delPaborto. Anche noi seguiremo questa linea politica. Corne si ricorderà, tre anni fa un grande settimanale parigino ha pubblicato una lista di donne celebri, e quasi tutte benestanti, che avevand ricorso aH'aborto.85 Un rapido colpo d'occhio a que- 84 Sui diritti délia donna, cf M.-Th. Meulders-Klein, Considérations... (citato nota 7), pp. 472-482. — Sade è un nostalgico dell'epoca in cui i padri disponevano del diritto di vita e di morte: « Si è padroni di riprendere ciô che si è dato... Non riusciro mai a comprendere che un padre che ha voluto dare la vita non sia libero di dare la morte. È il prezzo ridicolo che attribuiamo: a questa vita a farci eternamente sragionare sul génère d'azione che spinge un uomo a liberarsi del suo simile ».. Justine..., pp. 115-117. *? Cî Le manifeste des 343 in Le Nouvel Observateur, 5 aprile 1971.. Cf anche Le livre blanc de Vayortement, Club de l'Observateur, cahier 2, Paris 1971. 60 sta lista conferma abbondantemente lo stretto legame esistente tra Taborto provocato e la società dei consumi, di cui queste donne sono in qualche modo Favanguardia. Tutto il problema sta nel sapere se sia al comportamento di questa avanguardia che le nostre comunità politiche devono adattare la loro legislazione. Una volta di più, superiamo qui la problematica strettamente « privata » delFaborto. La storia contemporanea ci mostra che, quando una società fa dei consumi il suo progetto maggiore, esaspera la sete di guadagno nei suoi membri. Soffoca in essi ogni senso di responsabilité sociale. La massimalizzazione del profitto privato diventa norma assoluta délia produzione e del comporta mento in générale. Produrre, consumare, sprecare: ecco il trinomio inculcato con grande sfoggio di pubblicità. Poiché la motivazione dominante è Tattrattiva del guadagno, il cittadino è innanzi tutto un carrefour di desideri e di bisogni, che sono conti- nuamente ristimolati al momento in cui stanno per essere appagati. La sete di consumo è Poppio del secolo; essa spinge perfino i nostri paesi ricchi a sviluppare la fabbricazione e il commercio délie armi: il denaro non ha odore. Corne si puô costatare, è proprio qui che il principio del piacere, mobilitato dal consumo, incontra il principio di forza, evocato più sopra a proposito dei regimi totalitari. L'incontro dell'edonismo con la violenza, di Callicle e Gorgia con Protagora, non è un puro caso. Rivoluzione incompiuta Da sempre, i ricchi hanno goduto di privilegi ingiusti; hanno fatto degli strappi aile leggi in tutta impunità; spesso hanno perfino vagheggiato di fare del diritto positivo il riflesso e il baluardo dei loro interessi. Nonostante le lotte intraprese e le vittorie riportate, i ricchi continuano a frodare il fisco, possono darsi al la droga, sprecare o inquinare più del necessario e ricorrere, se necessario, a medici tanto compiacenti quanto cupidi che procurano Taborto: un secolo dopo Marx, tanti abusi continuano ad essere una vergogna délia società capitalistica.86 86 Cf Ch. Revon, La loi et ses injustices, in Echanges, n. 104, gennaio 1972, pp. 28-30. 61 t \\ Ma la rivoluzione che ci viene proposta differisce singolarmente da quelle del passato. Queste volevano estirpare l'ingiustizia in nome di un certo idéale délia giustizia. Quella dei sostenitori delPaborto consiste nel pretendere di dichiarare légale e perfino giusto — « depenalizzare » — un atto che la nostra tradizione morale e giuridica considéra gravemente reprensibile. A questo scopo, si avvalgono del fatto che una minoranza benestante puô effettivamente permetterselo con la certezza dell'impunità. Una conclusione cosi assurda è una vera sfida al più elementare buon senso. Se alcuni si arricchiscono con la corruzione, le buste- relle, il traffico délia droga, ecc, bisogna perfezionare la legislazione, moltiplicare i controlli, aggravare le sanzioni. Altrettanto si deve fare con l'aborto di compiacenza, freddamente perpetrato. Ci meravigliamo dunque nel costatare che la donna non insorge contro le ambiguità che gravano su una certa concezione délia sua emancipazione. Perché non reagire più vivamente contro quanto la fossilizza nel suo statuto di oggetto, predisponendola ad essere la prima vittima dell'aborto a buon mercato? Se è vero che l'aborto su richiesta si rivela nel nostro paese un corolla- rio délia spirale consumistica, per liberare la donna bisogna contestare quello che nella nostra società spinge a ricorrere all'aborto. Noi affermiamo con forza che una società che si paga il lusso del mantenimento di armi ultra-costose, il lusso di inviare uomini nello spazio, puô non solo permettersi di circondare di premure i suoi vecchi e di proteggere i suoi infermi, ma anche di aiutare efficacemente le madri nubili e di educare i bambini lanciati nell'esistenza per imprevidenza o per sorpresa. D'altra parte, noi ritroviamo qui l'imperativo di una socializzazione rispettosa délie persone. Più che pensare a liberalizzare l'abor to è urgente combattere le cause di disperazione che conducono a preventivare taie soluzione. È necessaria una straordinaria cattiva fede per preconizzare la liberalizzazione dell'aborto senza avviare prima una riforma fiscale che miri a correggere ingiustizie schiacchianti, senza una riforma giudiziaria che elimini ogni giu stizia di classe, senza una regolamentazione molto rigida del cre- dito e délia pubblicità, senza mettere sotto accusa una politica dell'alloggio e dell'urbanizzazione polarizzata soprattutto sul gua dagno, senza una denuncia veemente di tutto quello che ,— so prattutto nel cinéma — è una spudorata forma di sfruttamento 62 e di umiliazione délia donna, senza una politica salariale e familiare che sottragga la donna alla nécessita di lavorare fuori casa. Pretendere di liberalizzare l'aborto è solo una farsa finché, in una coppia abbacinata da una pubblicità irresponsabile, la don na sarà costretta a fare i salti mortali per raggiungere la fine del mese e produrre per aver diritto ad un posto nella società dei consumi; finché un anacronistico ed esagerato pudore impedirà di educare alla paternità responsabile o finché in nome di imperativi maltusiani l'educazione aU'amore sarà ridotta all'iniziazio- ne alla contraccezione; finché una certa ipocrisia borghese conti nuera a penalizzare le ragazze-madri e a tenerle al bando délia società; finché ci verra presentata la paternità corne un inciden te, la gravidanza come un'infermità e il bambino corne un parassita... Liberazione e oggettivizzazione L'aspetto più straordinario di questo dibattito è che alcune ispiratrici dei movimenti femministi favorevoli all'aborto sembrano avère interiorizzato il punto di vista del maschio sulla donna. Esse si vedono con uno sguardo maschio che oggettivizza, che annienta, uno sguardo sadico: cosi come ad un dato momento del processo dialettico, l'idéale dello schiavo che vuole liberarsi è d'imitare il suo padrone e gettare su di se lo sguardo del padrone5 Ma una sconsiderata liberalizzazione dell'aborto si limiterebbe ad aumentare l'oppressione di cui le donne si lamentano. Lo stesso sadismo che colpisce il bambino e lo uccide, colpisce anche colei che è chiamata a portarlo. Porta sicuramente ad un maggior dominio dei maschi: i grandi, gli unici a beneficiare del l'aborto su richiesta, sarebbero gli uomini che vedrebbero esten- dersi il loro impero. Dopo tutto, «perché dovrei essere cosi sciocco da avère pietà del polio che viene sgozzato per il mio pranzo?... Ed i rapporti délia sposa col marito non sono più im- portanti di quelli che ha il polio con me; sono entrambi animali 87 Riconosciamo qui alcuni terni sartriani, sviluppati anche nelFopera di Simone de Beauvoir. Cf i riferimenti più sopra, nota 41. 63 T M di casa dei quali bisogna servirsi, che vanno utilizzati secondo l'uso indicato dalla natura, senza differenziarli in nulla ».88 Inoltre, siccome in amore le donne non fanno l'esperienza del riconoscimento né délia reciprocità, come potrebbero essere di sposte a riconoscere e ad accogliere colui che pure è loro figlio? mGià asservite ad una società di cui ci si guarda bene dal criticare le opzioni di base, unidimensionalizzate, « uguagliate » all'uomo, ridotte al modello standard di consumatrici-produttrici, esse saranno ancor più sottomesse ai capricci impetuosi dei maschi possessivi. Da soggetti di consumo, diventeranno un og- getto di consumo di tipo particolare ma anonimo e, nella solitudine del non-amore, saranno le prime a subire le conseguenze del loro asservimento accettato. 88 Sade espone la sua concezione dell'« amore » umano soprattutto in Justine, pp. 170-176 e 214-218. 89 G Fessard esaraina il rapporto uomo-donna alla luce délia dialettica hegeliana del padrone e dello schiavo in De l'actualité historique, t. I: A la recherche d'une méthode, coll. Recherches de Philosophie, 5, Pans 1960, pp. 163-175. UN PROGETTO REAZIONARIO Un attimo di attenzione è suificiente a rendersi conto che i dibattiti suU'aborto evidenziano in mezzo a noi non solo l'influsso tentacolare délia società dei consumi, ma una radicale contesta- zione dei principi sui quali si fonda la nostra concezione dell'uomo e délia società. Il recupero intégrale Per rimanere sulla cresta dell'onda, è indispensable, tra l'altro, temperare la repressione délia droga, stimare l'omosessualità. Bi sogna anche approvare le relazioni pre-matrimoniali, banalizzare la procedura del divorzio, eliminare i rischi dell'infedeltà. Tutte lotte di retroguardia che perdono la propria ragion d'esser quando si propone di legalizzare l'aborto: chi puô fare il più puô fare anche il meno. Ma, analizzato più da vicino, tenendo conto del contesto che lo ispira, questo progetto si rivela largamente reazionario. Parte da una posizione pre-critica dove non si discerne il legame esistente tra il progetto liberalizzatore propriamente detto e le sue incidenze politiche. Al di là dell'aborto, si tratta di potere. Nel nostro paese, esso ricorre all'insidia dorata del consumo. Non sarebbe poi un gran maie se il consumo sessuale fosse solo una forma di consumo come un'altra. In realtà, la liberalizzazione dell'aborto significherebbe che, nei suoi rapporti con gli altri, l'uomo puô trascurare ogni senso délia propria responsabilità, cioè mutilare la relazione umana di una délie sue componenti caratteristiche: la reciprocità. Interi settori délia scienza e délia tecnica già da tempo sono messi al servizio délia volontà di potere, ma finora il dominio dell'uomo veniva esercitato attraverso la mediazione di oggetti materiali. L'uomo consumatore è condizionato; la sua libertà è 65 alienata; ma le teorie rassicuranti gli tolgono ogni ombra di rimorso e lo abbagliano col mito dell'espansione indefinita. Ormai, Fultimo passo rischia di essere fatto: viene proposto di esercitare un potere di vita o di morte, in maniera asettica, léga le, morale. Scienza, diritto, demografia, politica, morale, le disci pline più diverse, sono trasformate in armi al servizio del potere e mobilitate per il controllo degli uomini. L'espuîsione délia libertà Che cosa sarà l'uomo che crede di aver rigettato ogni tabù, ogni costrizione, ogni « apparato repressivo »? Un essere che, al ter mine di una lunga série di abdicazioni, avrà consumato l'espulsione délia propria libertà e délia propria responsabilità, che sa rà diventato incapace di dialogo e di condivisione. Alcuni proto- tipi di questo uomo di domani ci sono già stati presentati dal cinéma: un'arancia meccanica, un portière di notte. La società sarà popolata da esseri per i quali l'istinto prenderà il posto dél ia ragione. Nella migliore délie ipotesi, essi si creeranno istituzioni ad immagine délie loro passioni e troveranno la propria delizia in idéologie adeguate. Hegel credeva che l'alienazione suprema fosse quella délia liber tà. In definitiva, si trovano ancora a questo stadio quelli che vo- gliono ammorbidire la legislazione che reprime il commercio e l'uso délia droga. Ma da allora se n'è fatta di strada. Per un si o per un no vengono sequestrati innocenti, si tortura, si uccide. L'assoluzione è fréquente e pronta la récidiva. I poveri del Terzo Mondo minacciano la nostra prosperità? La sterilizzazione in série li rende inoffensivi, anzi riconoscenti: essi ricevono un transistor in premio. I deboli mentali sono un onere per il paese? Non sia mai! Cambiamo legge: mutiliamoli, nei casi benigni; per i casi più gravi sarebbe molto più economica la caméra a gas, magari con la TV a colori! D'altra parte, non è lecito domandarsi se questi individui siano veramente uomini? I vecchi e gli invalidi non producono più e sottraggono il denaro che potrebbe essere utilmente investito in béni produttivi? L'eutanasia risolverà il problema con discrezione ed efficacia. ïn ogni caso, le casse délia previdenza sociale rimborseranno le spese, anzi, se necessario, concederanno un premio per decesso prema66 turo e volontario, che sarà versato ai fortunati eredi; le mutue cesseranno di essere in déficit; le imposte diminuiranno e si potranno costruire autostrade. La recessione minaccia? Ci sarà pur sempre una guerra da prevedere, da dichiarare, da trascinare avanti, da suscitare. Abbasso la disoccupazione! E non saranno certo i sindacati a dire il contrario. Ma, tutto considerato, è meno indegno per un essere umano morire, sia pure pazzo, in Viet nam, che passare senza soluzione di continuité dall'utero al bidone délie immondizie di un ospedale. 67 INDICE Introduzione Superare la casistica L'ipotesi forte . Per l'onore délia medicina Nuovi mercenari? Una medicina di lusso . I bassi servizi Délia inutilità del diritto La legge e le sue ambiguità Il législature e il sociologo Il ritorno del Leviathan Una posta importante Diritti dell'uomo e legislazione positiva La separazione dei poteri Lo Stato ipostaticizzato Dalla morale all'ideologia legittimatrice pag. 5 » » 5 7 » 10 » » » 10 11 12 » 14 » » 14 18 » 20 » » » » 20 23 24 25 » 27 Morale a scelta » 27 La polvere negli occhi » 29 » 30 » 34 Giustizia e legalità L'uomo misura di ogni cosa? Il valore in sospeso » » » 34 35 37 Alienazione e libertà » 39 In soccorso délia vittoria Prometeo scatenato . 69 Verso il genocidio intra-uterino . i . » 42 La colonizzazione ideologica Malthus e Timpero » » 42 44 Antinatalismo militante DalTimitazione all'alienazione L'Europa sotto-dominatrice? » » » 47 49 51 Occhiali in prestito Una variabile privilegiata » » 55 56 Le donne e Fasservimento accettato » 59 » » » 59 61 63 » 65 ...» » 65 66 •' L'oppio del secolo Rivoluzione incompiuta .. Liberazione e oggettivizzazione Un progetto reazionario Il recupero intégrale L'esplusione délia libertà 70 il a1! 'i in . . .. . . . ISBS - Castelnuovo Don Bosco (Asti) - 1975 COLLANA PROBLEMIDOGGI 1. Le scelte e le tesi dei « Cristiani per il Socialismo » alla luce deH'insegnamento délia Chiesa, a cura di B. Sorge 2. L'aborto, problema politico, di M. Schooyans 3. Aborto, la grande decisione, di H. van Straelen (755) L 800