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MICHEL SCHOOYANS
elle di ci éditrice
COLLANA
L
MICHEL SCHOOYANS
delFUniversità Cattolica di Lovanio
Sezione di Scienze Politiche
L'ABORTO,
ELLE DI CI
LEUMANN (TORINO)
Titolo originale: Uavortement, problème politique. « Nouvelle revue théo
logique» 106 (1974) 10, 1031-1053; 107 (1975) 1,25-50.
Traduzione di Germano Battaglia
a cura del Centro Catechistico Sales iano di Leumann (Torino).
Visto, nulla osta: Torino, 28.5.75: Sac. F. Rizzini
Imprimatur, Sac. V. Scarasso, Vie. gêner.
ME 0946-75
Proprietà riservata alla Elle Di Ci, Colle Don Bosco (Asti)
INTRODUZIONE
Ê taie Feffetto délie leggi cattive da
rendere necessarie leggi peggiori per
riparare i danni provocati dalle prime.
Montesquieu '
Lo studio comparato délie civiltà e la storia deirOccidente attestano che la pratica delPaborto è strettamente legata al contesto
economico e sociale. Nel nostro paese, in particolare, il ricorso
alla praticona in aborti è stato spesso Tultima possibilité offerta ad
una coppia povera, angosciata al pensiero di una bocca in più da
sfamare. Taie motivazione non è del tutto scomparsa oggi, ma non
occupa un posto centrale negli attuali dibattiti, dove sono due
gli ordini di fatti a polarizzare Tattenzione. In primo luogo, l'evoluzione délie tecniche ostetriche ha fornito vasto campo di di-
scussione a proposito deU'aborto terapeutico. In secondo luogo,
i rapidi e spettacolari progressi dei metodi di contraccezione
non hanno tardato a sollevare il problema delPaborto in généra
le: non potrebbe trattarsi di un metodo spiccio per prevenire le
nascite?
Superare la casistica
Questi due ordini di fatti s'inseriscono in un particolare conte
sto globale, e riteniamo taie incontro déterminante nella problematica attuale. Per comprendere l'originalité di questa problematica, è évidente che si debba tener conto déll'éthos générale in
1 Dossier de l'Esprit des Lois I, IV, 1; in Oeuvres complètes, Éd. R.
Caillois, Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard, Paris 1951, t. II, p. 1011.
La stessa idea affiora in Mes Pensées, VIII, XXVI, 1914, éd. cit., t. I,
p. 1460.
cui nasce, per noi, il problema delPaborto. Vorremmo perciô dimostrare che il problema delPaborto si inserisce nel quadfo gé
nérale délia société mondiale dove miseria e ricchezza, indigen-
za e spreco, sudditanza e dominio vanno di pari passo e interferiscono.
Sono cosi subito precisati i limiti del nostro progetto: trattare il
problema delPaborto sotto Paspetto politico. Negativamente, ciô
significa che dobbiamo superare una problematica fondamentale
polarizzata sulPaffermazione e Pesaltazione delPindividuo adulto. Certo, Paborto intéressa innanzi tutto individui e persone.
Ma, per la sua portata, il problema supera gli individui. L'aborto non puô essere ridotto ad un problema di coscienza personale, altrimenti gli attuali dibattiti interesserebbero forse il moralista, non certo Puomo politico.
Noi intendiamo precisamente spiegare in che cosa Paborto possa
concernera la comunità politica in quanto taie. E per comunità
politica non intendiamo soltanto la nazione o la regione, ma Pinsieme délia società umana in quanto aspira ad una integrazione
più profonda e ad una migliore organizzazione. Che cosa implica la liberalizzazione delPaborto rispetto al concetto che abbia-
mo dei rapporti esistenti tra gli uomini in seno ad una stessa
comunità politica? Rispetto aile relazioni tra nazioni? Questa li
beralizzazione non potrebbe comportare mutamenti radicali nella definizione délie funzioni nella società? Il dibattito non mette-
rà in discussione il ruolo délia politica, del diritto, délia medici-
na, délia morale, nei loro rispettivi rapporti con gli uomini?
Riteniamo opportuno questo approccio soprattutto per Pimpressione che nasce dalle recenti discussioni: sembra, cioè, che ci
stiamo impantanando in una casistica superata e quindi senza
via d'uscita. L'aborto esige approcci molteplici; il suo studio mo-
bilita specialisti di varie discipline. Eppure, a che cosa assistiamo troppo spesso? L'attenzione è talmente polarizzata sul punto
di vista délia madré da dimenticare quasi il ruolo del padre, il
punto di vista del bambino e quello délia società. Qualche disci
plina avanza pretese di imperialismo scientifico corne se il suo
metodo le permettesse di esaurire la complessità del problema.
In questo campo, né il punto di vista del medico, né quello del
giurista o del sociologo, e neppure quello del moralista sono sovrani. Al di là dello specialista, è Puomo chiamato a pronunciar6
si. Se non si rispettano queste regole di metodo, non c'è speranza di riuscire a sbloccare la discussione.2
L'ipotesi forte
Per evidenziare al massimo la portata del problema, lo considereremo nella sua formulazione più acuta, che puô essere riassunta in un interrogativo: « Si puô liberalizzare Paborto? », oppure: « Si puô dar vita ad un processo che porti sicuramente alPaborto su richiesta? ». In questi ultimi anni, molti in Occidente
si sono interrogati su questi problemi. Analizzato or non è molto in Scandinavia, negli Stati Uniti, in Olanda, il problema è
presentato alla luce del giorno nel nostro Paese. L'informazione
in proposito è cosi abbondante da creare Pimpressione di un autentico martellamento. Ajfïari giudiziari spesso dolorosi vengono
a complicare i dati del problema. Il dibattito è aperto, appassio-
nato.3 Alcuni, che si schierano contro la guerra e la pena di mor2 La bibliografia sulla liberalizzazione delPaborto è considerevole, e rinunciamo a proporne qui anche una semplice selezione. Tuttavia riteniamo
indispensabile qualche richiamo: L'avortement. Actes du Xe Colloque
international de Sexologie, 2 vol. policopiati, Centro internazionale Car
dinal Suenens, Lovanio 1968; L'avortement spontané ou provoqué. Rap
port technique 461, di un gruppo scientifico delFOrganizzazione mondiale
délia Sanità, Ginevra 1970; S.C. Versele (edit.), Avortement et contra
ception. Actes du Colloque des 11 et 12 mars 1971, coll. Sociologie du
Droit et de la Justice, Institut de Sociologie de l'Université de Bruxelles,
Bruxelles 1972. — Per quanto riguarda la Francia, il panorama più vasto
délie posizioni a proposito deiraborto è stato presentato da H. Berger nel
suo Rapport d'Information redatto in nome délia Commissione per gli
Affari culturali, familiari e sociali, sul problema di L'interruption volon
taire de la grossesse, Documento n. 930 delFAssemblea Nazionale, Annes-
so al processo verbale délia seduta del 25 gennaio 1974, Paris 1974.
— Sarebbe anche necessario rompere il silenzio di cui è circondato il
rapporto redatto da A. Vranck e pubblicato dal Ministero (belga) délia
Giustizia col titolo Eléments d'information sur le problème de l'avorte
ment, s.l. [Bruxelles] 1972.
3 Non è inutile segnalare qui alcune pubblicazioni molto accessibili, di
effetto, ben documentate e scientificamente solide. In particolare, tali
opère renderanno preziosi servizi a quanti partecipano ai dibattiti sulPaborto. C'è in primo il dossier redatto da una comissione di giuristi, di
medici, di personalità locali e di universitari su Le permis légal de tuer
ou l'avortement devant le Parlement, coll. SIDEF, Paris s.d. [1971?]; poi,
Dr e Mrs J.C. Willke, Le livre rouge de l'avortement, France-Empire,
te, mettono lo stesso ardore nel sostenere la campagna a favore
delPaborto. Gli animi lavorano a caldo e desiderano una soluzio-
ne rapida, talvolta radicale. Considereremo dunque Pipotesi
« forte », quella cioè délia liberalizzazione intégrale. D'altronde,
Pesempio dei paesi occidentali tende a dimostrare che da una legislazione permissiva, di fatto, si passa rapidamente alla libera
lizzazione praticamente intégrale.
Ad un dossier già notevolmente complesso, noi vorremmo quindi semplicemente allegare una pezza a cui finora non è stata
accordata che scarsa attenzione. Strettamente parlando, non vo-
gliamo aggiungere alcun elemento nuovo, ed ancor meno riprendere nel suo insieme un dibattito in cui rischieremmo d'impanta-
narci. Preferiamo prendere un certo distacco rispetto aile discussioni in corso per relativizzarle, cioè per far risaltare che sono
relative a un determinato stato délia società.4
Da noi, questa società è di fatto fondata sulla stretta alleanza
délie scoperte scientifiche, délia produttività e délia produzione,
délia pubblicità, dei consumi e dello spreco. Marcuse e McLuhan,
tra gli altri, hanno bene analizzato i meccanismi che condizionano il nostro consenso. Liberato dalle costrizioni delPindigenza,
Puomo del mondo sviluppato cade sotto le costrizioni delPabbon-
danza. Egli si rende schiavo délia scienza e délia tecnica, nelle
quali vedeva uno strumento di liberazione. Il dominio tecnico si
rivela dunque ambiguo: o permette alla creatività responsabile
di svilupparsi, oppure il fascino prometeico che esercita finisce
con Passorbire la libertà.5
Paris 1973; J. Toulat, L'avortement, crime ou libération?, Fayard, Paris
1973. G. Perico, G. Brunetta, II problema dell'aborto, Centro Studi So-
ciali, Milano 1973. J.M. Van Stralen, Aborto: la grande decisione, LDC,
Leumann 1975. — Per i problemi demografici che tratteremo più oltrc,
cf Robert L. Sassone, Handbook on population, 3a ediz., Santa Ana, Ca.
[1973].
,
,
.
4 Per evitare ogni malinteso, precisiamo ed esplicitiamo che lasciamo
totalmente in disparte il dibattito sull'aborto terapeutico.
5 Cf del Dr Lagroua Weill-Hallé, L'avortement de Papa. Essai critique
pour une vraie réforme, Fayard, Paris 1971. In questo libretto pieno di
spirito, Mme Weill-Hallé sottolinea con forza, contro tutti i paternalismi
mascherati, le responsabilità che entrano nella decisione di abortire. Senza
averne l'apparenza, questo studio ben documentato, di cui perô non condi-
vidiamo tutte le conclusioni, è un brève trattato di deontologia e di epistemologia.
8
In questo contesto dominato dalla sete di guadagno e dalPimperativo di espansione illimitata, il margine di scelta personale si
riduce ogni giorno più. Il « massaggio » pubblicitario adduce razionalizzazioni confortevoli alPesercizio délia aggressività: il dominio sugli altri sarà la concorrenza; il dominio sulla natura sarà il progresso scientifico. Si trovano cosi frenati i meccanismi
razionali chiamati a controllare Paggressività. Gli uomini dei paesi sviluppati diventano dunque un « popolo di pécore », ma di
pécore pericolose, di imitatori ciechi. Sono cosi abbagliati dalla
smania di consumare che farebbero qualsiasi cosa j— anche la
guerra — per evitare la disoccupazione. Essi interiorizzeranno
allegramente le idéologie che verranno a legittimare il sistema in
cui sono imbarcati.
Tali idéologie consumatrici si fondano sul postulato del massimo edonismo. È chiaro che ciascuno ha il diritto di cercare in-
condizionatamente il maggior godimento soggettivo possibile. In
questa corsa sfrenata è fatale che le idéologie mobilitino Paggres
sività che s'incarnera nei compartamenti e nelle istituzioni, che
condizionerà il diritto e la politica, la medicina e la scienza, la
morale e la teologia, le relazioni tra persone, gruppi sociali, popoli.
Nel nostro paese, il dibattito sulPaborto riflette fedelmente il clima générale in cui viviamo. Gli assiomi e Pideologia délia socie
tà dei consumi sono stati introiettati da ciascuno di noi a livelli
diversi. Cosî, per esempio, Pimperativo consumistico postula la
limitazione del numéro di quanti partecipano ai béni disponibili. Per priorità, bisogna salvaguardare gPinteressi di quanti attualmente beneficiano di questi béni. Inoltre, qui più che in al
tri campi, il dominio scientifico e tecnico rischia d'inibire Pesercizio délia libertà; stimola a far economia delPeducazione alla
responsabilità. Ha fatto propria Pidea secondo cui la forza créa
il diritto, corne vediamo nei rapporti esistenti tra paesi ricchi e
Terzo Mondo. Questo duplice potere dà insomma alPuomo Pim-
pressione di essere padrone di se stesso e quindi padrone degli
altri.
PER L'ONORE DELLA MEDICINA
Nuovî mercenari?
Per owie ragioni, il medico è naturalmente in prima linea quando si tratta di liberalizzare Paborto. Corne potrebbe rimanere insensibile a questo dramma, venendo continuamente a contatto
con la miseria umana? Pertanto, nella nostra società, il medico
è sottoposto corne gli altri ai « messaggi-massaggi » délia propaganda. Lasciarsi indurre a preconizzare la liberalizzazione delPa
borto è per lui una tentazione estremamente forte poiché sembra giustificata dalla volontà di salvare qualcuno dalPiridigenza.
Per legare i medici alla propria causa, i fautori delPaborto ricorrono invariabilmente a un'adulazione estremamente sottile. Chi
oserebbe pretendere che, in una società secolarizzata, non rappresenti una tentazione, per un medico, prendere il posto dei
maghi del passato? D'altronde, non godono forse di uno statuto
privilegiato? Non sono in una certa misura dei separati, circondati da un alone di mistero?
Il medico deve possedere una rigida disciplina scientifica e mora
le per non cedere ai sortilegi di uno scientismo superato, mettendo abusivamente insieme competenza professionale e autorità
morale.6 Eppure, in virtù di questo scientismo larvato ma coriaceo alcuni pretendono di concedere al medico il diritto di vita e
di morte, e alcuni medici rivendicano gelosamente questa esorbitante prerogativa.7
6 Perché è tra gli psichiatri che incontriamo una proporzione relativamente
alta di medici che preconizzano Taborto?
7 Lo studio giuridico migliore suiraborto rimane indubbiamente quello di
M.-Th. Meulders-Klein, Considérations sur les problèmes juridiques de
l'avortement. Droits de l'homme, Droit belge, Législations étrangères, Bilan
des expériences étrangères. Questo studio, notevolmente documentato, è
stato pubblicato negli Annales de Droit (Louvain) 31 (1971) n. 4, 425-522.
Tutta questa dispensa, che sarebbe utile ristampare, è consacrata a
10
Il medico deve dunque essere protetto, almeno quanto gli altri
cittadini, contro le pressioni délia propaganda e i condizionamenti ideologici. Quando dà il suo appoggio ad un progetto di
liberalizzazione intégrale delPaborto, ed a maggior ragione
quando provoca Paborto per pura condiscendenza, il medico
rinuncia al carattere libérale délia sua professione per mettersi
al servizio délia società dei consumi. Si trasforma in uno dei
suoi funzionari, dei suoi mercenari.
Già in alcuni ospedali stranieri, compresi quelli universitari, ogni « clausola di coscienza » in materia è esclusa. Anche se in
coscienza rigettano Paborto, ginecologi e chirurghi devono praticarlo sotto pena di perdere il posto; alcuni tirocinanti devono
fare altrettanto sotto pena di non essere ammessi al diploma che
corona i loro studi.
D'altra parte, la storia di una certa medicina sotto il régime nazista, o quanto accade alla luce del sole in alcuni ospedali psichiatrici sovietici, conferma che Pordine dei medici avrebbe torto di sottovalutare i recuperi a cui è esposto.
Una medicina di lusso
È vero che il medico è per eccellenza il pastore délia vita umana, ma dobbiamo riconoscere che la nostra società si trova sulPorlo di una strana rivoluzione. Si formulano dubbi circa Pop-
portunità di ricorrere sistematicamente, in alcuni casi, ad una
medicina ultra-onerosa in personale e attrezzature. Si lamenta
anche un super-consumo sfrenato, quotidianamente costatato nella pratica medica e farmaceutica. Orbene, mentre si compiono
prodezze spettacolari e la medicina corrente segue la spirale consumistica, a livello délie masse, nel nostro paese e nel mondo,
continuano ad essere posti problemi medici elementari, senza ricevere soluzione alcuna: al piano delPinfrastruttura sanitaria,
delPigiene e délia profilassi, la medicina non è molto redditizia.
L'Avortement. Aspects médicaux, moraux et juridiques. — Sui diritti e
doveri dei medici, cf pp. 491-499. — Segnaliamo anche J. Ferin, C. Lecart,
V. Heylen, M.-Th. Meulders, Libéraliser l'avortement?, coll. Parents
aujourd'hui, Duculot, Gembloux 1972.
11
In questo contesto, la liberalizzazione delPaborto si rivela una
forma supplementare di medicina di lusso, che distrae personale
e risorse da compiti più specificamente medici e priva ancor più
la massa délia popolazione di misure semplici ed efficaci, oggi
trascurate perché scarsamente lucrative.
Quanto era lugubre appannaggio délie praticone di aborti è ora
rivendicato da alcuni come diritto esclusivo dei medici. Il super
consumo medico arriva a questo punto. Al limite, il problema
potrebbe ridursi a sapere chi possa legalmente esercitare ciô che
potremmo chiamare qui, per antifrasi, P« arte di guarire ». Si
potrebbe giungere a pensare che alcuni medici vogliano approfittare del loro statuto accademico per strappare il pane di bocca
aile levatrici pratiche in aborti! La sordida rapacità dei medici
stranieri specialisti in aborti autorizza, in ogni caso, a pensare
che anche da noi alcuni medici potrebbero essere sensibili alPattrattiva di nuovi e lauti guadagni. Nella sua storia, la medicina
ha superato una fase decisiva il giorno in cui i chirurghi si sono
distinti dai barbieri. Che le praticone di aborti non conoscano
la tecnica del mestiere non è una ragione sufficiente per rimettere in discussione una divisione cosi razionale del lavoro!
La battuta è meno ironica di quanto possa sembrare, ma se ora
è stridente, ben presto diventerà macabra. Gli Inglesi hanno for
me di humour che noi non sospettiamo. Al sesto piano di una
clinica specializzata di Londra, i medici sono indaffarati a salvare ad ogni costo i prematuri, utilizzando tecniche ultra-moderne.
Nel frattempo, due piani più sotto, i loro confratelli maneggiano
la canula e Paspiratore. Alcuni testimoni riferiscono che al ter
mine délia giornata bidoni ad hoc sono pieni di feti e di brandelli umani...
I bassi servizi
Nel vecchio régime, il carnefice era tenuto separato dalla socie
tà, perché motivo di turbamento per la coscienza del popolo e
dei dirigenti. Ma aveva il suo statuto, la sua casa, le sue vacanze. I disordini rappresentati dalla tortura e dalla pena di morte
erano regolamentati: un minor maie. Questo précédente è molto
suggestivo. Infatti, se Paborto dovesse essere liberalizzato, una
sola misura sarebbe in grado di conciliare le esigenze delPasepsi
12
e Ponore délia medicina: separare dalPordine dei medici, e separarli molto nettamente, quanti fossero disposti a far commercio
délia mutilazione e délia morte.8 Essi avrebbero il monopolio severamente controllato dei bassi servizi: sterilizzazione, aborto,
eutanasia.9 Potrebbero intervenire con i loro strumenti al momen-
to in cui, allô stato attuale délia medicina, Pinfermo fosse dichia-
rato incurabile e condannato. A questo punto, questi signori po
trebbero dunque prendere il posto dei medici che si dichiarano
impotenti. Anzi, nel caso in cui lo Stato-Leviathan lo esigesse,
potrebbero addossarsi il problema e Ponere délie esecuzioni capitali. Fantasia? Assolutamente no. L'avanguardia di questa funè
bre corporazione esiste già. In alcuni paesi latino-americani, taluni medici si sono prostituiti alla dittatura. Questi intrepidi vigilano sul carattere scientifico délia tortura: forse assolvono un'opera pionieristica.10
8 È questa in definitiva la raccomandazione del Consiglio nazionale (francese) delPOrdine dei Medici, nel suo comunicato dell'aprile 1973. Secondo
il Consiglio, i medici dovrebbero astenersi dal praticare aborti di compiacenza, anche nel caso che la legge li autorizzasse.
*
9 II Dr Alan Guttmacher, membro del Comitato direttivo délia Planned
»
Parenthood World Population, è anche membro delTUfficio direttivo
|
j
délia Euthanasia Society of America.
10 Cf i lavori dei dottori Y. Ternon e S. Helman, Histoire de la méde-
!
cine SS; Le massacre des aliénés; Les médecins allemands et le National-
!
Socialisme, Casterman, Tournai-Paris 1971-1973. Hitler non è stato un
:
profeta, ma certamente un precursore!
\
13
DELLA INUTILITÀ DEL DIRITTO
La société dei consumi non solo intende assoldare dei medici,
ma anche dei giuristi e dei legislatori.11 Certo, il diritto positivo
non ricalca necessariamente un sistema morale. Ma la legge non
è neppure una costruzione puramente convenzionale.12 Questo invece vorrebbero farci credere alcuni a proposito délia liberalizzazione intégrale delPaborto.
La legge e le sue ambiguïté
In alcuni dibattiti, Papproccio giuridico delPaborto è presentato
in maniera da dare Pimpressione che si tratti esclusivamente di
un problema di legislazione positiva. Se cosi fosse, potrebbe essere preso in considerazione un numéro indefinito di soluzioni.
Se si trattasse di semplice problema di tecnica giuridica e di redazione di legge, tutte le soluzioni sarebbero a priori concepibili. Se ci limitiamo a questa prospettiva, owiamente avrà partita
vinta Yopinione che di fatto otterrà il maggior numéro di suffragi. La legge è allora considerata corne pura questione di convenzione, di maggioranza, di forza, diciamolo chiaramente. La giu-
11 Per lo studio delPaborto sotto Paspetto dei diritto comparato, cf M.-Th.
Meulders-Klein, Considérations..., passim e soprattutto pp. 507-519.
Si potrà anche riferirsi a La législation de l'avortement dans le monde.
Aperçu des lois et règlements en vigueur, rapporto pubblicato dalla Organizzazione Mondiale délia Sanità, Ginevra 1971. Cf anche L'avortement
devant la loi, nel numéro spéciale délie Informations catholiques interna
tionales su L'avortement, n. 453, 1 aprile 1974, 3-7.
12 Alcune indicazioni sui rapporti tra diritto e morale in M.-Th. MeuldersKlein, Considérations..., 452-456. Ci si puô anche riferire a D. Callahan,
Abortion: law, choice and morality, Londbn-New York 1970; R. Boyer,
Légalité et moralité face à l'avortement, in Lumière et Vie 21, n. 109,
ag.-ott. 1972, 45-56.
14
stizia è ridotta al diritto positivo ed è definita dalla parte in grado di esercitare una pressione decisiva sugli altri. Ci si aggrappa
dunque ad una concezione puramente positivistica délia legge.
Dalla legge statistica, si passa alla norma légale. Anzi, in manie
ra più o meno semplicistica, si ritiene che dai fatti si debbano
trarre i principi dell'agire. In questa prospettiva, il diritto fini-
sce con Fessere assorbito dalla sociologia, posizione questa per
la quale Comte nutriva una spiccata simpatia.
Tuttavia, anche nella posizione radicale che abbiamo descritto,
la legislazione implica sempre necessariamente una determinata
concezione deirupmo e délia politica. Al di là délia varietà di
formulazioni, sono in gioco alcuni problemi fondamentali relativi alla persona e alla società. Sono io che costituisco Taltro nel
la sua soggettività? L'esistenza delPaltro è subordinata al mio
consenso e condizionata dal riconoscimento che gli accordo o
che gli nego? Posso rifiutare di prendere atto délia sua esisten-
za? È impossibile accantonare questo problema di intersoggettività. O io mi colloco in un atteggiamento che sarà fin da principio di riconoscimento, di accoglieriza, anzi di simpatia, di fronte
alPaltro — anche se egli non è ancora il termine di un rapporta
pienamente personale, anche se è conosciuto solo in un certo
anonimato —, oppure erigo la mia soggettività in istanza sovrana chiamata a decidere chi sarà amico e chi nemico, libéra sia
di accogliere che di ricusare. Sono questi, grosso modo, due differenti modi di considerare i rapporti esistenti tra gli uomini, da
cui nascono necessariamente tipi di legislazione radicalmente diversi: democratici nel primo caso, totalitari nelPaltro.
Orbene, tutta la tradizione giuridica deirOccidente riflette uno
sforzo costante che mira a instaurare una certa razionalità nei
rapporti umani ed a sottrarli alFarbitrio e ai capricci délie sog
gettività individuali. Se si eccettuano i casi dei regimi totalitari,
si osserverà che questa tradizione giuridica è fondata sul rispetto incondizionato dell'altro. In questo senso, è caratterizzata da
una preoccupazione di obiettività che contrasta singolarmente
con la fantasia irresponsable di tutti i dispotismi.
In questa prospettiva « oggettiva » è dunque di capitale importanza sapere se il bambino concepito sia o no un essere umano.
Da molto tempo, la tradizione giuridica occidentale ha risolto
globalmente la questione con una risposta affermativa al quesi15
to.13 La giustezza di questa posizione è largamente confermata
dalla biologia e dalla medicina contemporanee.14 Indipendente13 Potremmo tentare un accostamento tra questa tradizione e l'uso, diffuso
in Estremo Oriente, di attribuire un anno al bambino il giorno délia sua
nascita.
14 Cf la relazione presentata il 1° ottobre 1973 dal Professor J. Lejeune
all'Accademia délie Scienze Morali e Politiche, dal titolo: Le début de
l'être humain Cf anche Dr Edmée Cabeaux, Considérations médicales sur
l'avortement, in Annales de Droit 31 (1971) n. 4, 357-361. Un nostro
collega, medico e professore alla Facoltà di Medicina di Lovanio, ai quale
abbiamo sottoposto il nostro teste, ha volute illustrare la tesi qui ricordata
con le informazioni e riferimenti seguenti, che trascriviamo. Alla prima
Conferenza internazionale sull'aborto (Washington DC, ott. 1967) un
gruppo di medici, comprendente biochimici, ginecologi e genetici, hanno
adottato con 19 voti contre 1 la seguente conclusions «The majonty of
our group could find no point.in time between the union of spermatozoïd
and egg or at least the blastocyst stage and the birth of the infant at
which point we could say that this was not a human life. The changes
occuring between implantation, a six week-old embryo, a six months
foetus, a one week child, or a mature adult, are merely stages of deve-
lopment and maturation » (« La maggioranza dei nostro gruppo non ha
potuto trovare un intervallo di tempo fra l'unione dello spermatozoo e
delTuovo, o almeno fra lo stadio délia blastula e la nascita dei bambino,
nel quale noi potessimo dire che questa non è una vita umana. I mutamenti occorrenti fra l'impiantazione, l'embrione a sei settimane, il teto
a sei mesi, il bambino di una settimana o un adulte maturo, sono semphcemente degli stadi di sviluppo e maturazione »). Si noti che solo il 20/o
di questi scienziati erano di religione cattolica. Il Dr Liley, lmventore
délia trasfusione sanguigna mutero, scrive: «Il feto è lo stesso bambino
che noi curiamo dopo la nascita; prima délia nascita puo ammalarsi ed
esigere una diagnosi e un trattamento corne qualsiasi altro paziente», in
A case against abortion, Withcombe and Tomb, 1971. Il Professor G.
Mathé scrive in Le Figaro dei 31-5-1973: «La nascita è semplicemente
un momento fisiologico, non più importante di altri, la puberta, la fecon-
dazione, la gravidanza. La vita incomincia al momento délia fecondazione.
Continua senza discontinuité fino alla morte ». Nella sua essenza, la
stessa idea è pubblicata nell'editoriale A New Ethic for Médiane and
Society délia California Médical Association —una organizzazione che
sostiene con tutte le sue forze il divorzio - in California Médiane, vol
113 1970 In un rapporte délia prestigiosa New York Academy ot
Sciences, dal titolo «Fetology: the smallest patients», possiamo leggere:
«The foetus may be the littlest of patients, but he is no means the least »
(« Il feto puô essere il più piccolo dei pazienti, ma non e certamente il
minirno^in Sciences, ottobre 1968. I sostenitori delPaborto non negano
questo fatto in générale. Per esempio, Alan Guttmacher, capo Pro-aborte
délia Planned Parenthood World Population scrive che un nuovo^bébé
nasce al momento délia concezione, in Having a baby (Signet Books),
16
mente dalla posizione assunta di fronte aU'aborto, la stragrande
maggioranza degli uomini di scienza non mette in discussione il
carattere umano dei bambino concepito: non è più questo punto
précisa il fulcro dei dibattito.
La maggior parte dei codici occidentali, e quelli che ad essi si
ispirano, esprimono questo incondizionato rispetto dei bam
bino concepito con disposizioni di capitale importanza per il no
stro argomento.15 Essi riconoscono nel nascituro un soggetto di
diritti: puô ricevere. una donazione o raccogliere un'eredità. Recenti decreti, soprattutto in Australia e in Germania, gli ricono
scono perfino il diritto a danni e interessi, nel caso in cui subis
se un pregiudizio che risulti da un incidente di cui sia vittima
la madré.
D'altra parte, proprio in virtù di queste premesse si è lottato
per la liberté, Tuguaglianza, la partecipazione di ciascuno alla
vita politica, economica, culturale, ecc. Sopprimete questo fondamento costante — o semplicemente mettetelo tra parentesi — e
la tradizione giuridica deirOccidente perde puramente e sempli
cemente tutto il suo significato, e il diritto promulgato la sua
ragion d'essere.
In un certo modo, il diritto positivo trascende dunque i membri
délia comunità politica esistente. È questo che permette alla leg
ge di assolvere nei confronti dei cittadini vivi un importante ruolo di pedagogia politica. Ma non a questo si limita la trascendenza dei diritto: esso assicura la continuité délia comunità politi
ca. Perciô, legiferare significa formare un progetto e riconoscere,
anche per i cittadini futuri, che sono totalmente soggetti di dirit
ti e di doveri.16 In brève, essendo opéra di ragione, la legge ha
una funzione educativa insostituibile.
New York American Library, 1950. Potremmo ancora aggiungere una
lunga lista di citazioni; per esempio; B.M. Patten, Human embryology,
McGraw Hill, 1968, p. 41; C.B. Arey, Developmental embryology, William
and Wilkins, 1969, p. 3; L.B. Shettler, Cvum humanum, Hafner, 1950;
J. Davies, Humanum developmental anatomy, Ronald Press, 1963, p. 3;
G.D. Dodds, The essential of humanum Embryology, Wiley, 1964, p. 2.
15 A questo proposito, cf P.E. Trousse, La proposition de loi n. 280, in
Annales de Droit 31 (1971) n. 4, 412-417.
16 E. Levinas sviluppa queste tema a più riprese. Cf soprattutto: En
découvrant l'existence avec Husserl et Heidegger, Vrin, Paris 1967, p. 191;
Humanisme de l'autre homme, coll. Fata Morgana, Essais, 6, Montpellier
1972, pp. 40-44.
17
Il législature e il sociologo
È tutta una concezione délia legge e dei diritto a trovarsi qui in
causa. Per il giurista, la legge non è quello che è per il sociolo
go. Gerto, la legge tiene sempre conto, in qualche misura, dei
costumi. Ma se il législature si limitasse a osservare, a descrivere, à comprendere i fatti sociali ed a sanzionarli nella legge, non
si distinguerebbe in nulla dal sociologo. Al limite, la sociologia
renderebbe il diritto superfluo e senza oggetto, un po' corne una
certa psicologia toglie ogni oggetto alla morale.
Questo equivoco esistente fra il fatto sociale e la norma giuridi
ca è tanto diffuso che lo ritroviamo perfino sulle labbra délie
più alte âutorità politiche. Infatti, pretendere che la legislazione
sulFaborto sia diventata « superata », « inadatta », corne dimostrano le « numerose infrazioni » di cui le Jeggi sono oggetto si-
gnifica cedere ad un'abominevole confusione tra fatto e diritto.
Senza ammetterlo, significa fare délia demagogia a buon mercato. Tuttavia, in realtà, significa fare un affronta ai cittadini dichiarandoli definitivamente incapaci di essere soggetti di diritti
e di doverï. Significa pure, notiamolo fin d'ora, mettere in di
scussione il principio fondamentale di ogni istituzione democratica.
Se la costatazione di moite infrazioni dimostra che una legge
non è adatta, dobbiamo ammettere che effettivamente la legge
non è buona. Deve essere resa più rigorosa e soprattutto essere
completata da misure sociali. Il moltiplicarsi di rapine o di gente presa in ostaggio ci farà concludere che sono necessarie leggi
più démenti? La pratica molto diffusa délia frode fiscale deve
forse spingere i controllori ad una estrema indulgenza? Potremmo moltiplicare gli esempi che illustrano il carattere incoerente
dei principi invocati nelTuno o nell'altro caso. Una legge è violata perché troppo severa, inadatta; un'altra è violata perché troppo indulgente. Ammettiamo dunque che i principi sono scelti in
funzione délie tesi da sostenere e dell'elettorato da adulare.
Tutto il problema si riduce qui a sapere se il législature accetterà di mettersi nella linea di un certo ambiente dominante e se
cédera aile pressioni di cui è oggetto. Potrà dar prova délia sua
pusillanimité o dei suo coraggio. Il législature si trova qui di
fronte ad un'autentica sfida: lasciarsi condizionare, corne certi
medici, oppure credere che la legge debba far prevalere una cer18
ta razionalità sulle passioni e sugli istinti, cioè, positivamente,
definire un campo d'azione alla liberté.
Nel primo caso, perô, il législature rifletta al précédente che créa:
egli rinuncia alla funzione educatrice insostituibile délia leg
ge. Avalla con la sua autorité il diritto che alcuni vogliono arrogarsi di disporre di una vita umana nel suo principio. Soprat
tutto, dando ai cittadini Tillusione fallace di una liberté intégra
le, aumenta la forza dei condizionamenti di cui sono gié vittime. Li rende più vulnerabili aile idéologie totalitarie, fascistiz-
zanti o altre, che aspettano solo che la liberté venga uccisa per
gettarne la maschera.
In realté la legge non ha unicamente la funzione di reprimere o
di educare, ma anche di prevedere. La société ha indubbiamente
il diritto, anzi il dovere, di proteggersi contro tutto ciô che puô
introdurre nel suo seno fattori di dissoluzione, contro tutto ciô
che rischia di condurre ad una aggressivité senza freno.17 Non de
ve attendere che si verifichino abusi che la costringano ad interventi repressivi. A brève scadenza, interventi preventivi e regolamentazioni restrittive possono dar Pimpressione di ridurre il
campo délie liberté politiche. A média e lunga scadenza, simili
misure si rivelano altamente benefiche per gli individui e la so
ciété.
Cosi è stato, per esempio, délia célèbre legge Vandervelde che
regola strettamente in Belgio la vendita degli alcoolici. Questa
legge preveniva alcuni abusi di cui erano vittime gli opérai e
soprattutto le loro famiglie. Era, certo, un ostacolo alla « liber
té » dei consumatori e degli spacciatori di bevande alcooliche.
Ma proteggeva le famiglie e la société dal flagello delFubriachezza; metteva in guardia consumatori e spacciatori contro abusi
che il solo clima sociale non riusciva a controllare. In virtù del
lo stesso principio vengono internati gli psicopatici, è limitata la
vélocité sulle strade, è regolamentato il commercio di armi da
fuoco.
17 È Toggetto abituale délie « leggi di difesa sociale ». Cf M.-Th. MeuldersKlein, Considérations..., 439441; 489 s.
19
IL RITORNO DEL LEVIATHAN
Le riflessioni che precedono ci inducono inevitabilmente a superare la problematica di una legge particolare. Ogni progetto o
proposta di legge, infatti, che miri a liberalizzare Taborto, com
porta un'insidia da smascherare senza debolezza. Potremmô credere che l'oggetto dei dibattito sia circoscritto alla modifica
o all'abrogazione di una legge. Questa legge è indubbiamente
più o meno complessa, ma la sua portata sembra strettamente
limitata a un problema preciso: Taborto; potremmô pensare che
si tratti esclusivamente delFinterruzione volontaria délia gravidanza.
Una posta importante
In realté non è cosi, e la vera posta in palio è molto importan
te. Non è possibile dissociare il dibattito sull'àborto da un dibat
tito sui problemi di diritto costituzionale. « Un piccolo mutamento nelle leggi civili, osserva Montesquieu, produce spesso un mutamento nella costituzione. Sembra piccolo ed ha conseguenze
incommensurabili ».18
L'analisi di ogni progetto o proposta che miri a liberalizzare Ta
borto comporta inevitabilmente che vengano messe in discussio
ne le istituzioni democratiche e l'identité délia nostra société po
litica. Ecco perché, in questo campo, le mezze misure e i com-
promessi sono gié capitolazioni con conseguenze irreversibili. In
occasione di un dibattito sull'àborto, il législature non puô evitare che sia messa in discussione la nostra société politica. Deve
necessariamente pronunciarsi su di essa, sulla sua natura. Dimostriamolo, analizzando brevemente i rapporti esistenti tra il dirit18 Montesquieu, Matériaux pour «L'esprit des lois», extraits de «Mes
pensées», n. 414, ed. cit., t. II, p. 1112.
20
to e la legge, la separazione dei legislativo dal giudiziario, la
concezione dello Stato.
Non abbiamo difficulté ad ammettere che alcune leggi positive
possano essere ingiuste e quindi che la légalité non esaurisca le
esigenze délia giustizia. Opéra degli uomini, la legge è perfettibile.19 Essa si sforza di garantire, in un determinata contesta storico, talune condizioni indispensabili perché gli uomini possano
esistere in quanta soggetti di diritti. Questi diritti dell'uomo so
no tradotti più o meno felicemente nella legge positiva, ma sono
anteriori ad ogni codificazione e indipendenti dalla sanzione dei
législature. Sono svelati, proclamati, riconosciuti; non sono attribuiti né concessi; sono imprescrittibili.20
Tutti i grandi movimenti rivendicativi hanno fatto valere diritti
reali ma non riconosciuti dalle autorité costituite; tutti i grandi
movimenti rivoluzionari délia storia si sono costituiti contro isti-
tuzioni politiche che impedivano la loro affermazione. Si ricordi, ad esempio, la Magna Carta dei 1215, la Pétition of Right
dei 1628, il Bill of Right dei 1689, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti dei 1776.21 In nome di questi diritti è
stata fatta la Rivoluzione Francese ed i borghesi hanno denunciato le ingiustizie déLYAncien Régime. In nome di questi stessi
principi realistici Marx ha dedicato la propria vita alla lotta per
la liberazione dei proletariato.22 In un tempo più vicino a noi,
questi medesimi principi sono stati l'anima délia maggior parte
délie lotte per Tindipendenza nei paesi ex-colonizzati.
19 Illustrato dal tema heideggeriano délia storicità, il problema dei diritti
delFuomo ha ispirato parecchi lavori importanti tra cui: W. Maihofer,
Recht und Sein. Prolegomena zu einer Rechtsontologie, Frankfurt 1954;
A. Kaufmann, Naturrecht und Geschichtlichkeit, Tiibingen 1956. — Si
veda anche, in J. Ladriere, Vie sociale et destinée, Duculot, Gembloux
1973, il capitolo « Les droits de l'homme et l'historicité ».
20 Questo problema è largamente trattato nello studio documentato da
A. Verdoodt, Naissance et signification universelle des droits de l'homme,
Nauwelaerts, Louvain 1964.
21 Questi testi sono stati raccolti da M. Duvergèr in Constitutions et
Documents politiques, coll. Thémis, Textes et Documents, PUF, Paris
1964, pp. 309, 311, 314, 289 rispettivamente.
22 Cosi, Pidentificazione abusiva tra Fuomo borghese e Fuomo semplicemente è stigmatizzata da K. Marx in La question juive. Testo in Pages
de Karl Marx pour une Ethique socialiste, Ed. M. Rubel, t. I: Sociologie
critique, Petite Bibliothèque Payot, 166, Paris, pp. 281-283.
21
Tali diritti sono oggetto di una progressiva presa di coscienza
lungo i secoli; perô, in uno stesso periodo, questa presa di co
scienza puô essere estremamente disuguale secondo gli ambienti
socio-culturali. Nella loro lunga storia, gli uomini si sono sforzati di mettere a punto alcune dichiarazioni dei diritti deiruomo,
come la Déclaration des droits de l'homme et du citoyen dei
1789; n o la Dichiarazione universale dei diritti delVuomo dei
1948, a cui venne ad aggiungersi, nel 1959, la Dichiarazione dei
diritti dei bambino? Talvolta Penunciato di questi diritti è in-
corporato in un testo costituzionale, come nel Bill of Rights dei
1689.
Queste dichiarazioni permettono di cogliere Timportanza délia
distinzione esistente tra diritti deiruomo e legislazione positiva.
Non si presentano affatto come leggi positive: non costituiscono
gli uomini come soggetti di diritti. Si limitano ad esplicitare la
presa di coscienza di alcuni diritti di cui ogni uomo è già soggetto prima di qualsiasi dichiarazione. Enunciano diritti inalienabili di cui gli Stati e i legislatori positivi dovranno tener conto,
che dovranno rispettare e far rispettare.
Tutti i regimi totalitari, senza eccezione, eliminano questa distin
zione. Per loro, non ci sono diritti deiruomo che non coincida-
no con quelli definiti dalla legge positiva: è questa a definire la
giustizia.25 Nei regimi democratici, la legislazione positiva è costantemente interpellata in nome dei diritti deiruomo; per farla
progredire, si fa appello a motivi, a considerazioni, a ragioni.
Certo, si vota, e il numéro ha la sua importanza; ma prima di
votare si discute. ïn régime totalitario, la legge è imposta in
qualche modo con la forza.
23 In M. Duverger, Constitutions..., p. 3.
24 Cf R. Saunier, L'enfant et ses droits, coll. Psychologie et Education, 14,
Fleurus, Paris 1970. In particolare, si legge in questa dichiarazione: « Il
bambino, a motivo délia sua mancanza di maturità fisica e intellettuale,
ha bisogno di una protezione spéciale e di cure particolari, soprattutto di
una protezione giuridica appropriata sia prima che dopo la nascita ».
25 Cf per esempio come Hobbes concepisce la liberté dei soggetti, e il
rapporto tra legge naturale e legge civile, che «si contengono l'una nelTaltra ed hanno una medesima estensione ». In Le Léviathan, coll. Philo
sophie politique, 2, Sirey, Paris 1971. Cf rispettivamente, II parte, c. 21
(in particolare pp. 224-227) e c. 26 (soprattutto pp. 283-286).
22
Diritti delPuomo e legislazione positiva
A prima vista, la liberalizzazione intégrale delFaborto implica
solo un piccolo strappo alla distinzione che deve esistere tra i
diritti deU'uomo e la legge positiva. Questo strappo è tollerato
tanto più facilmente in quanto puô addurre a suo favore autorité
mediche, psichiatriche, sociologiche, filosofiche e teologiche, che
sofisticano sul carattere « umano » dei bambino prima délia nasci
ta, sulle convenienze délia donna, délia famiglia o délia società. In
realtà, perô, invece di uno strappo dalle incidenze limitate, ci
troviamo di fronte ad una modificazione qualitativa estremamente profonda délia nostra concezione dei diritto.
Nei regimi democratici, non spetta affatto al législature costituire i soggetti di diritto. Ma, liberalizzando Paborto, il législature
si arrogherebbe una duplice prerogativa esorbitante: quella di
costituire il soggetto dei diritto e quella di definire integralmente i diritti di questi soggetti. Orbene, nella mentalité occidenta
le, uccidere a freddo un vicino per una bagatella costituirebbe
un reato anche se per qualche incredibile omissione il codice
pénale non lo définisse taie e non lo sanzionasse. Ed il législatu
re non puô decidere a suo piacimento che uccidere in questo
modo non sia un crimine o che rubare non sia un reato; anzi, è
suo compito prevenire e reprimere crimini e delitti. Allô stesso
modo, lo Stato non ha il diritto di permettere Taborto, ma deve
prevenirlo, proibirlo, reprimerlo.
I regimi forti hanno sempre sognato di usurpare una simile pre
rogativa, e la storia délie liberté politiche e giuridiche in Occidente, sia sul piano nazionale che internazionale, coïncide con
Pinstancabile denuncia di questa pretesa totalitaria. Già Socrate
è morto per questo idéale che, bene o maie, noi proteggiamo da
secoli, poiché è morto obbedendo ad una ingiunzione di cui rico-
nosceva la légalité pur conoscendone l'immoralité.26
La distinzione tra i diritti deiruomo e la legge positiva, tra la
persona e il cittadino, è indubbiamente la conquista maggiore dél
ia storia e dei pensiero politico deU'Occidente. £ anche una délie
conquiste più costantemente minacciate. Consacrata nelPepoca
26 Sembra che la distinzione tra giustizia e legalità sia già stata affermata
da Ippia. Cf Senofonte, Detti memorabili, II, 4, 12.
23
moderna dalle Costituzioni, espressa nei codici civili e penali,
essa è la più sicura garanzia délie liberté pubbliche e individuali, il motore più sicuro dei progresso sociale e politico. Questa
distinzione informa tutte le istituzioni politiche degli Stati democratici moderni, che trovano qui il principio délia separazione
tra potere legislativo e giudiziario e il principio délia limitazione
dei potere dello Stato, cioè dei potere esecutivo.
La separazione dei poteri
Dove i diritti deiruomo e la legge positiva coincidono, non c'è
molto bisogno dei pôtere giudiziario come noi lo intendiamo. Il
giudice costata lo scarto esistente tra la condotta individuale e
là norma légale, e sanziona la disobbedienza. Poiché la moralité
personale s'identifica con Tosservanza délia legge, il giudice non
deve preoccuparsi di comprendere, daU'interno, le circostanze attenuanti o le motivazioni soggettive. La funzione giudicante è ridotta ad una funzione di costatazione, analoga a quella dei poliziotto che rileva un'infrazione al codice délia strada e rédige il
verbale délia multa. Il potere giudiziario è quindi innanzi tutto
al servizio délia legge positiva; ne manifesta le esigenze e ne
punisce le violazioni oggettive. Il giudiziario tende dunque ad
essere un'appendice dei legislativo e delTesecutivo.
Nel diritto occidentale, la distinzione tra diritti deiruomo e leg
ge positiva permette anche di limitare il potere legislativo e di
prevenirne l'arbitrio. Il législature si sforza di elaborare leggi giuste, cioè rispettose dei diritti inalienabili deiruomo. Enuncia nor
me obbligatorie di comportamento sociale e le pêne che sanzionano la disobbedienza. L'attivité legislativa si situa dunque ad
un livello di généralité che conferisce alla legge promulgata un
carattere transpersonale. Il ruolo dei législature non è di far applicare la legge: questo compito spetta al giudice. Spetta al pote
re giudiziario valutare la responsabilité soggettiva di quanti so
no imputati di infrazioni oggettive alla legge. Il giudice non negheré la realté dei reato, ma, nelPapplicazione délia pena, terré
conto délie circostanze atténuant! o aggravanti. Il législature che
légiférasse in funzione di particolari — gruppi o individui —
darebbe prova di parzialité e d'iniquité arbitraria. Ma anche il
giudice che si limitasse a un'applicazione meccanica e cieca del24
la legge sfocerebbe nelParbitrio e nelTingiustizia. Tenere accuratamente separati i poteri è dunque di capitale importanza perr
ché il législature non superi la sfera di sua competenza e il giu
dice non venga abbassato al rango di esecutore di decreti più o
meno arbitrari dei legislativo.
Perciô, non perché il législature avra definito e deciso che « Taborto non è più un crimine o un delitto » Taborto cesseré di
essere un crimine o un delitto.27 E se il législature capitola di
fronte ad un crimine o a un delitto determinato al punto da ne-
gar loro, sul piano légale, la qualité di crimine o di delitto, si
concluderé che abusa dei potere che gli compete e invade il
campo giudiziario. Non solo il progetto da lui approvato è anticostituzionale, ma il governo che lo appoggia perde una parte di
legittimité.
Lo Stato ipostaticizzato
Siamo dunque portati ad analizzare un'ultima implicazione costituzionale e politica di un'eventuale liberalizzazione delPaborto.
Dando vita ad un processo che porti a contestare la separazione
dei giudiziario dal legislativo — a vantaggio dei legislativo —
in realté si abbozza un processo che porta a contestare la separa
zione dei legislativo dall'esecutivo — a vantaggio dell'esecutivo.
Cioè, per esprimerci più chiaramente, si creano le premesse di
uno Stato molto diverso da quello che conosciamo, uno Stato
che trascende i cittadini, uno Stato ipostaticizzato.28
Infatti, a partire dal momento in cui il legislativo rinuncia a tener conto dei soggetti di diritti anteriori alla legge positiva, e si
attribuisce l'autorité di definire il reato, fa délia forza la fonte
dei diritto, délia legittimité e délia morale. L'harmo perfettamente compreso parecchi filosofi politici, da Machiavelli a Hegel,
passando per Hobbes, per non citare che i classici. Il legislativo
27 Vanno in questo senso le affermazioni di M. Favre, in Un crime de
moins, La Chaux-de-Fonds 1971.
28 Troviamo una buona illustrazione di tutto questo in Hobbes. Cf Le
Léviathan, I parte, c. 14 (sui Contracts, specialmente pp. 130-135) ; II par
te, c. 17 (sulla République, specialmente pp. 177 s.); ibid., c. 18 (sul
Souverain, pp. 179-191).
25
cessa allora di essere rappresentativo dei cittadini e ripudia il
suo mandate; affonda se stesso e instaura uno e un solo soggetto di diritto.
Facendo sue le prérogative dei giudiziario e dei legislativo, con
esclusione di ogni divisione, ripartizione ed equilibrio dei poteri, questo Nuovo Stato disporré di un potere di esecuzione e di
coercizione illimitato e incontrollabile, anche se, da buon princi
pe, concederé qualche diritto ai cittadini.
Quanti chiedono allô Stato di depenalizzare l'aborto danno prova di una sconcertante leggerezza. Avvertono confusamente che
lo Stato, cosi com'è concepito nella nostra civilté, supererebbe
la missione che gli è affidata se liberalizzasse l'aborto. Allora
non esitano a chiedere allô Stato un intervento che implica non
solo una maggiorazione délie sue attribuzioni, ma un profondo
mutamento délia sua stessa natura. Solo lo Stato-Leviathan potrebbe appagare il loro desiderio e lo creeranno il giorno in cui
trasferiranno nelle sue mani una responsabilité inalienabile.
26
DALLA MORALE
ALL'IDEOLOGIA LEGITTIMATRICE
Morale a scelta
Ciô che più ci meraviglia è lo scarico di responsabilité di certi
moralisti di fronte a cosi gravi problemi di fondo. Si notano in
loro due atteggiamenti principali di fronte all'eventuale liberaliz
zazione dell'aborto: Tomissione e la giustificazione. Due atteggia
menti che sfociano in una posizione fondamentalmente simile.
Invece di sottolineare che il campo délia liberté si allarga grazie
ai progressi scientifici e tecnici, i primi si appellano sempre più
alla psicopatologia, o alla sociologia, per dimostrare che Fuomo
è vittima di determinismi sui quali non ha quasi alcun potere.
Non resta dunque più che una conclusione da trarre: la morale
ha perduto il suo oggetto specifico e il moralista è diventato decisamente incompétente. Proprio questo si afferma quando si
proclama che « bisogna astenersi dal giudicare ».
Non ci meravigliamo perciô nel vedere la leggerezza con cui so
no trattati la sessualité umana e i problemi di intersoggettivité.
La sessualité è ridotta ad un bisogno delPio. Non è più considerata una dimensione délia persona desiderosa di incontro, di dono vicendevole, di scambio. Raggiungiamo qui Wilhelm Reich e
la sua concezione délia sessualité come puro bisogno.29 Quindi,
benché i metodi antifecondativi offrano una certa sicurezza, è
necessario far fronte agli imprevisti. Perché, allora, non pensare
all'aborto?
Questo amoralismo non è certo condiviso da tutti i sostenitori
délia liberalizzazione intégrale delTaborto. Ad essa, alcuni mora
listi danno giustificazioni che si collegano a due terni. Gli uni si
fondano sulPidea dei « bambino desiderato », gli altri sulla di
stinzione « umano-umanizzato ».
29 W. Reich, La révolution sexuelle, coll. 10/18, 481-482, Union Générale
d'Editions, Paris 1968.
27
Nel primo caso, la sorte dei bambino è legata al fatto di sapere
se sia o no desiderato. Benché esista, benché si trovi in un certo
stato, il diritto di continuare a esistere e a essere, cioè di cresce-
re e di divenire, gli è concesso dalla madré, dal padre, dagli altri. Il bambino puô continuare ad essere se è riconosciuto come
un valore per un altro. Questo altro puô far valere la sua condizione di adulte e la sua posizione di forza per portare unilateralmente un verdetto di riconoscimento o di non-riconoscimento,
anzi di vita o di morte. È dunque in riferimento agli altri che il
bambino è ammesso o no a continuare ad esistere. L'altro-diver-
so-da-me puô continuare ad essere se io lo costituisco valore-per-me.
Il principio assiologico qui invocato supera dunque ogni considerazione sulla tappa dei divenire o sulla fase attuale di esistenza.
È l'altro in générale ad essere ammesso all'esistenza, purché io
acconsenta al suo essere. Negativamente, se posso e ne ho i mezzi, domino su di lui. Benché esista nella sua concretezza, se non
lo costituisco valore-per-me, egli è necessariamente respinto nel
la categoria antagonistica e, al limite, ho il diritto di sopprimerlo.
Ci chiudiamo dunque nelPalternativa amico-nemico, con esclusione di ogni altra via d'uscita. Homo homini lupus. Hobbes ha
collocato questo aforisma come principio dei suo pensiero politico, ed ha fatto scuola. Ed è a questo principio che ci riallacciamo qui, dopo averne generalizzata la portata. Riteniamo che
Fuomo si affermi solo in quanto dispone dei diritto di negare, e
che tutte le relazioni umane siano governate dalle catégorie regolatrici delFamico o dei nemico.
La seconda argomentazione si fonda sulla distinzione tra Pessere
umano e Pessere umanizzato. Qui, il principio dei riconoscimen
to e délia réciprocité è lasciato in sospeso. Certo, difficilmente si
negheré che la relazione agli altri e il riconoscimento siano un
fattore decisivo délia costituzione délia persona. Ma, cosi come
viene presentata, la distinzione umano-umanizzato è tante netta
e brusca da insinuare che, nel suo divenire, Fesistenza umana
sia caratterizzata da una divisione essenziale.
Orbene, questo passaggio surrettizio da una distinzione di ragione ad una distinzione reale è semplicemente indebito. La distin
zione tra Pessere umano e Pessere umanizzato risulta al massi-
mo dalPanalisi di un processo unico, integrato. Ma la divisione
che si prétende di dedurne è priva di fondamenti antropologici.
28
Insomma, questa argomentazione si fonda su un equivoco sottile: lo slittamento dalla distinzione alla divisione. Nella realté
concreta, non esiste nessun livello e nessun limite che caratteriz-
zi il passaggio da un modo di essere umano ad un modo di esse
re umanizzato. Stabilire che un essere è umano, significa ipso
facto stabilire che si umanizza. La disgiunzione di questi due tipi di affermazione porterebbe alla sovrapposizione di due proposizioni in definitiva vuote di significato.30
La polvere megÙ occhi
Si noti che le premesse su cui si fondano queste due forme di
giustificazione sono non soltanto estremamente diverse, ma inconciliabili. Nella prima argomentazione, è Padulto a costituirsi
come unité di valore, come unico ed esclusivo punto di riferi-
mento. Le considerazioni sullo sviluppo fisico o psicologico delFaltro elemento délia diade — il bambino non nato — ha quin-
di solo un'importanza secondaria se non trascurabile. La qualité
di esistenza dei bambino non è messa in discussione, ma Foppor-
tunité di dar libero corso a questa esistenza è lasciata alPapprezzamento di una istanza distinta dal bambino.
La seconda giustificazione, invece, mette in causa la qualité delPesistenza dei bambino, e da essa Padulto attinge Fautorizzazione ad intervenire. Si fonda sullo sviluppo imperfetto delFessere
umano in divenire. La prima giustificazione si allinea sulle convenienze dei più forte. Il bambino puô eventualmente essere ri
conosciuto e spetta alFadulto accettare che egli continui ad esi
stere. Nel secondo caso, essendo il bambino incapace di récipro
cité e di riconoscimento, non si tratta più che di un essere pre-
personale. Non è suscettibile di essere veramente riconosciuto
prima che accéda alPumanizzazione.
Insomma, ci troviamo di fronte a due argomentazioni: soggetti-
va la prima, oggettiva la seconda. La prima giustificazione attribuisce alFadulto una liberté di decisione totale e incondizionata,
che la seconda giustificazione contesta e limita a motivo dello
sviluppo attuale dei bambino. Ma la seconda giustificazione con-
30
ï
Cf E. Pousset, Etre humain déjà, in Etudes 333, nov. 1970, 502-519.
29
testa al bambino in formazione uno statuto che la prima gli riconosce in linea di principio. Se i sostenitori délia prima giustifica
zione attribuissero alFadulto il ruolo che gli assegnano i sosteni
tori délia seconda, non potrebbero logicamente prendere in considerazione la liberalizzazione delPaborto. Né lo potrebbero i so
stenitori délia seconda giustificazione se adottassero la concezio
ne dei bambino difesa dai sostenitori délia prima.
Mentre ci si aspetterebbe che la presenza délie due giustificazioni fosse un fattore di forza, in ultima analisi invece, esse si rivelano fondate su premesse incoerenti, inconciliabili; si elidono a
vicenda. L'unico punto di convergenza è una tesi da dimostrare
ad ogni costo. Le premesse sono forgiate per la nécessité délia
causa. Poco importa che siano fondate, che si armonizzino, purché gettino polvere negli occhi e orientino verso la conclusione
desiderata. Insomma, è come se certi moralisti si fossero attribui-
ti il compito di inventare gli argomenti di cui determinati settori
délia société hanno bisogno per giustificarsi.
In soccorso délia vittona
Queste forme di razionalizzazione sono particolarmente irritanti
quando trovano asilo negli scritti di certi teologi moralisti, preoccupati di tenere il passo dei loro confratelli non teologi. Ben
inteso, non è la prima volta che dei teologi moralisti corrono in
soccorso délia vittoria. Adulare i principi è stato, in passato e di
récente, la preoccupazione di più di uno di essi. I tempi sono
mutati, ma la tentazione di degradare Panalisi teologica a ideologia legittimatrice è sempre seducente; Cristo stesso ha conosciuto questa tentazione nel deserto. Che questa degradazione giovi
ad un principe, ai borghesi délia société ben pensante, a consu
matori di fatto o di desiderio, non cambia nùlla.
Certo, non faremo un torto al teologo di essere attente agli interrogativi délia société contemporanea.31 Ma questa attenzione non
31 Uno degli studi più notevoli è quello di Ch. Robert, L'interruption de
grossesse, in Supplément a Psychiatrie et Vie chrétienne (Rennes), n. 12,
s.d. [fine 1971?]. Buona documentazione pp. 31-35. Si veda anche
R. Heckel, Avortement. L'heure de vérité, in Cahiers de l'actualité relu
gieuse et sociale, n. 61, 1-15 luglio 1973.
30
lo autorizza a rinunciare al proprio metodo, né a lasciarsi condizionare pre-criticamente. Al termine di una simile abdicazione,
il Vangelo, con tutta la sua intransigenza, si troverebbe sterilizzato. Ciô che distingue il teologo moralista dal semplice moralista è precisamente la luce particolare che si ritiene debba proiettare sui problemi morali dei suo tempo. Ogni epoca, ogni cultura invita il moralista a rivivificare il Vangelo, cioè a ripresentarne il dinamismo provocatore, contestatario e profetico, a chi
vuole ascoltarlo.
Ma questa riattivazione non puô essere fatta a qualunque prezzo. La Chiesa è regolarmente tacciata d'ipocrisia e d'inumanità
perché non adatta la sua morale alPeffettivo comportamento di
certi cristiani.32 Che cosa rimarrebbe délia morale evangelica se
decidesse di partire dal comportamento dei cristiani?! In realté,
non si tratta di salvare dei principi per il piacere di farli prevalere. Essi non sono fine a se stessi. Non sono affatto « astratti »,
come qualcuno vorrebbe far credere: ciô che essi mettono in
causa è la vita di esseri umani. Ci sarebbe dunque ipocrisia, e
32 Parecchi documenti recenti hanno riaffermato la posizione dei magistero in materia di aborto. Una buona raccolta si trova in G. Caprile,
Non uccidere. Il magistero délia Chiesa sull'àborto, Ed. La Civiltà Cattolica, Roma 1974. Tra le dichiarazioni pontificie ricordiarao YAllocuzione ai Rappresentanti dell'Ordine dei Medici dei paesi délia Comu
nità Europea, 24 nov. 1972, in Insegnamenti di Paolo VI, vol. X, 1972,
Tip. Poliglotta Vaticana, pp. 1193-1196; Allocuzione al XXIII convegno
nazionale delVUnione Giuristi Cattolici Italiani, 9 die. 1972, ibid., pp.
1260-1263; Allocuzione a un gruppo di scienziati, 27 feb. 1974, in « L'Osservatore Romano », 28 feb. 1974; Allocuzione al Segretario Générale
délia Conferenza Mondiale délia Popolazione, 28 marzo 1974, ibid. 30
marzo 1974; Lettera dei Cardinale Villot in occasione délie giornate mediche mondiali, Monaco, 15-21 ott. 1973, in « La Documentation Catho
lique », 71, n. 1646, 20 gen. 1974, 60 s. — Tra i documenti episcopali
recenti, ricordiamo la Nota dottrinale délia Commissione episcopale francese per la famiglia, 13 feb. 1971, in G. Caprile, o.c, p. 83; i Documenti
dei Consiglio Permanente délia Conferenza Episcopale Italiana: 77 diritto
a nascere, 11 gen. 1972, Aborto e legge di aborto, 6 feb. 1975 (cf collana
« Documenti CEI », n. 12, LDC, Leumann) ; la Dichiarazione dell'Episcopato dei Belgio, 6 aprile 1973, in G. Caprile, o.c, p. 281; la Dichiara
zione dell'Episcopato degli Stati Uniti, 29 nov. 1973, in « La Documen
tation Catholique », 71, n. 1646, 20 gen. 1974, 70-72; la Dichiarazione dei
Vescovi d'Inghilterra e dei Paese di Galles, dei 4 aprile 1974, ibid. 71,
n. 1654, 19 maggio 1974, 483-486.
31
cattiva fede, se i cristiani, ed in particolare i moralisti, mutasse-
ro i principi per adattarli ad un comportamento che sappiamo
colpevole.
Perciô, come lo Stato non puô cambiare la definizione dei crimi
ne o dei delitto a suo piacimento, cosi la Chiesa non puô cam
biare la definizione dei peccato a seconda dei desiderio dei magistero o dei moralisti. Se essa pretendesse di erigersi ad arbitrio
sovrano dei bene e dei maie, cesserebbe di essere testimone e manifestazione dei Dio Salvatore. Sarebbe ridotta ad una realtà in-
tramondana, puramente storica; la sua morale diventerebbe una
morale positiva imposta da una istanza secolare tra tante altre.
La Chiesa non ha la prerogativa di costituire il peccato; non è
autrice délia creazione né fonte ultima di perdono e di salvezza.
Cadrebbe nel sacrilegio e nello spergiuro, si attirerebbe anche il
giusto disprezzo degli uomini se, usurpando un potere ché non
ha, avallasse con la sua âutorità una certa « depenalizzazione »
che alcuni reclamano a gran voce.
La distinzione dei legislativo e dei giudiziario è dunque chiarificatrice anche per la Chiesa. Essa ricorda innanzi tutto la distin
zione necessaria tra morale cristiana e sociologia, in particolare
religiosa. Deve anche stimolare i cristiani a distinguere accuratamente il ruolo dei teologo moralista, che rivela. le esigenze del-
l'appello evangelico alla conversione, da quello dei confessore o
dei consigliere spirituale, che particolarizza tali esigenze e concè
de il perdono.
Da parte dei teologi, sollecitare l'autorité délia Chiesa perché ga-
rantisca posizioni che non puô sottoscrivere senza compromette-
re la propria identità, significherebbe cedere ad un clericalismo
ben insolite. Il messaggio cristiano non è un articolo di seconda
mano che si possa profanare ofïuscandone le esigenze. La socié
té dei consumi ha le proprie idéologie. Ha pure i suoi teologi
che sono più retrogradi di quanto si possa immaginare. Siamo
costernati dallo spettacolo offerte da certi teologi che si lasciano
ingenuamente recuperare dalla società dei consumi e che manipolano il Vangelo come se fosse uno strumento al loro servizio.
Un vero profetismo alla rovescia!33
33 Ecco dunque ciô che ci sépara dalle posizioni dei P.L. Beirnaert,
L'avortement est-il un infanticide?, in Etudes 333, nov. 1970, 520-523; dei
P. J. Raes, A propos de l'avortement. Aveuglement arbitraire et occulta-
; !
i i'
-32
tion du problème, in La Revue Nouvelle 53, n. 1, gen. 1971, 82-92; dei
canonico P. De Locht, in Avortement: un moraliste s'interroge, Docu
ment CEFA, 22, Bruxelles 1971; o in Distinguer les plans, pubblicato da
La Revue Nouvelle 57, n. 1, gen. 1973, 25-28; dei P. B. Quelquejeu,
La volonté de procréer. Réflexion philosophique, in Lumière et Vie 21,
n. 109, agosto-ottobre 1972, 57-71; dei P. J.M. Pohier, Réflexions théolo
giques sur la position de l'Eglise catholique, ibid., 73-108; dei P. B. Ribes
e dei co-firmatari dei Nouveau dossier sur l'avortement, intitolato Pour un
réforme de la législation française relative à l'avortement, in Etudes 338,
gen. 1973, 53-84; dei Pastore Robert Grimm, in L'avortement. Pour une
décision responsable, coll. Alethina, 6, L'Age d'homme, Losanna 1973;
dei P. Ph. Roqueplo, nelle sue dichiarazioni aile Informations catholiques
internationales, n. 435,1 aprile 1974, 17-20; delFabate M. Oraison, Morale
et justice, in Le Monde, 31 ott. 1974, 10. Cf anche John Giles Milhaven,
Vers une nouvelle morale catholique, coll. Points chauds, Fayard, Paris
1972, specialmente il capitolo: Le débat sur l'avortement, pp. 51-65, e le
note pp. 189-195.
33
PROMETEO SCATENATO
Le riflessioni che precedono convergono tutte verso un'unica
conclusione. Affrontato sotto l'aspetto délia medicina, del dirit-
to, délia politica, délia morale o délia teologia, il dibattito sull'aborto rimanda inevitabilmente a problemi filosofici fondamenta-
li.34 Ciascuno di questi approcci ci riporta al cuore di un dibatti
to che ha sempre ossessionato la storia del pensiero umano e si
présenta corne una sfida continua.
e
Le tradizioni, platonica e aristotelica, sono caratterizzate fin dalTinizio da un realismo radicale che ha permeato tutta la civiltà
occidentale. Ritroviamo questa subordinazione al reale in tutte
le attività culturali. Essa ha reso possibile il fiorire délie scienze
délia natura; è il fondamento del nostro diritto. Si attua in due
forme particolari di rispetto: la ricerca délia giustizia, la preoccupazione délia precisione.
Per il vecchio Platone, ad esempio, le idée sono la realtà per
eccellenza. Che Tuorno le contempli o no, esse esistono. Platone
non si limitava a denunciare la cupidigia dei sofisti, le tecniche
di successo di cui facevano commercio, la loro sordida demago-
gia. Contro di loro e contro i loro eccessi, proclama che non tutto è relativo airuomo. Anzi, è dovere dell'uomo sottomettersi ai
le realtà che egli non costituisce, che riconosce, che puô contem-
plare: le idée. Identico è l'atteggiamento di Aristotele di fronte
34 Per approfondire Tapproccio filosofico del problema dell'aborto, si consulti I. Gobry et H. Saget, Un crime. L'avortement, Paris 1971. Il Dr
Saget analizza il problema soprattutto sotto l'aspetto medico. I cap. I e IV,
che ci interessano più direttamente e sono notevoli, sono dovuti alla penna
del Professor Gobry.
34
aile tendenze unilateralmente empiristiche. L/esistenza délia na
tura non è subordinata alla percezione che Fuomo ne ha. Non
c'è conoscenza che non passi per questa subordinazione al reale
percepito.
Ma era stato Socrate ad aprire la via ad entrambi. Per lui, Tuo-
mo non è il riflesso effimero di una natura sempre mutevole, né
la misura di ogni cosa.35 D'altra parte, Pironia gli rivela l'opacità del mondo e la propria finitezza. Conoscere se stesso! Cercare
il bene non nelle cose esteriori — potenza, denaro, forza — ma
in se. Essere sinceri: cercare di conoscere il bene e di confor-
marvi la propria condotta... Far prevalere i diritti inalienabili
délia persona proclamando, con Antigone, che non c'è necessariamente armonia tra le leggi umane e la morale, la legalità e la
giustizia, e che le leggi non scritte obbligano sia i magistrati che
i cittadini...36
È ancor necessario aggiungere che la Bibbia e la tradizione cristiana, pur considerate corne semplici prodotti culturali, sono venute a rafforzare notevolmente, con la dottrina délia creazione e
délia salvezza, questo realismo di principio?37
î/tiomo misura di ogni cosa?
Orbene, a seconda che si ammette che Puomo è o non è la misu
ra di ogni cosa, si sfocia in concezioni estremamente diverse dél
ia società e délia civiltà. Il fatto che io sia la misura di ogni
cosa puô significare che io erigo la mia soggettività corne princi
pio assoluto di ogni valore. Con i sofisti Gorgia, Callicle o Trasimaco, potrei canonizzare la forza; con Protagora, il piacerè.38
35 Sulla célèbre espressione di Protagora, si veda per esempio Platone,
Cratiîo, 386 a; Teeteto, 152 a; Aristotele, Metafisica, A, 1, 1053 a 35;
e soprattutto K, 6, 1062 b 12-15.
36 Ricordiamo qui Sofocle, Antigone, v. 446 ss.; Edipo Re, v. 863 ss. e,
ben inteso, YApologia di Socrate, di Platone.
37 Ecco perché ciô che divide i sostenitori dagli avversari délia liberalizzazione delFaborto non coïncide con quello che sépara i cristiani dai
non-cristiani.
38 Cf Platone, La Repubblica: I, 332, a e d: Simonide; I, 338 c e 339 a:
Trasimaco; Gorgia: 483 b-484 c: Callicle; Protagora: 333 c e 353 c.
35
Con Beutham canonizzerei Putilità; con W. James, Pefficacia;
con A. Smith, il guadagno; con Comte, la scienza e la tecnica.
Mi sarà perfino lecito decretare la superiorità di un gruppo, definire una élite, privilegiare una razza, assegnare un ruolo messianico ad una nazione determinata.39 Potrô, con Nietzsche, proclamare la morte di Dio e la nascita di un superuomo che si colloca d'un tratto oltre il bene e il maie. Infine, scoprirô forse, con
Sartre, che io sono il creatore di me stesso e che mi promuovo
attraverso Pimpegno, e persino Pannientamento. Infatti, essendo
misura delPessere, Puomo lo è anche del nulla.
Questa antropologia prometeica dà naturalmente una tinta del
tutto particolare aile relazioni con gli altri. Innanzi tutto, il suo
pessimismo radicale solleva la paura a caratteristica fatale e do
minante del rapporto agli altri.40 La paura, a sua volta, creando
il timoré délia libertà, stimola il desiderio di un governo autoritario. Anzi, poiché io sono la misura degli altri, istituisco me
stesso corne termine délia relazione amorosa. Oggettivizzo Paltro: lo costruisco corne conviene a me. Non si distingue quasi
più dalPimmagine di me stesso che io proietto. Ricostituisco Paltro a mia immagine per appropriarmelo, per ritrovare me stesso
al termine di un processo narcisistico. L/alterità infatti minaccia
la mia identità; Paltro mi contesta.41 Rivela a me stesso questa
39 Cosi, dopo Pegoismo intégrale di M. Stirner, abbiamo potuto vedere in
R. Von Jhering un giurista per il quale il Diritto si riduce all'espressione,
ad opéra dello Stato (che non gli è assolutamente sottomesso), dell'egoismo collettivo di un popolo. Cf Der Kampf ums Recht, Vienna 1872.
40 L'opéra politica di Machiavelli e quella di Hobbes, per esempio, si
fondano sul trinomio pessimismo, paura, autorità. Nascé di qui il rapporto
tra la morale e il diritto, la forza e la legge. Di Machiavelli si veda
soprattutto // Principe, c. 17, 18; Capitolo « delVambizione ». A Luigi
Guicciardini. — Di Hobbes, cf Le Léviathan, I, 13; II, 27; cf anche
Er. Fromm, Escape from Freedom, New York, I éd. nel 1941.
41 Questi terni sono abbondantemente sviluppati da J.P. Sartre in L'Etre
et le néant. Essai d'ontologie phénoménologique, Bibliothèque des Idées,
Gallimard, Paris 1955. Cf per esempio pp. 127-139; 313-320; 431-503
(« L'essenza dei rapporti tra coscienze non è il Mitsein, è il conflitto »,
p. 502) ; 508-561 (« ... Se Tannientamento è precisamente l'essere délia
libertà, corne ricusare l'autonomia aile passioni per accordarla alla volontà?», p. 519); 711-722 (« ... L'ontologia e la psicanalisi esistenziale...
devono scoprire all'agente morale che è l'essere attraverso il quale i valori
esistono», p. 722). Cf anche L'existentialisme est un humanisme, Paris
1954.
36
finitezza umiliante. Si pone corne un limite al demiurgo che io
voglio essere. Allora, non potendo accoglierlo per ciô che è, devo negarlo, sia fisicamente che mentalmente. Chimique egli sia,
è sempre per me contestazione, pericolo, minaccia, provocazio-
ne, sfida. Quindi, essendo Paltro un fattore di insicurezza personale, devo eliminarlo o ridurlo a ciô che sono.
Questa depravazione essenziale délia relazione amorosa — questo sadismo, per chiamarlo col suo nome — trova nella liberaliz-
zazione intégrale dell'aborto una délie espressioni più fredde e
più ciniche.42 Il bambino concepito non è soltanto una nuova
malattia, ma un nuovo nemico.
Taie sadismo si manifesta nel diritto che ci si arroga di appropriarsi, o meglio di annientare un essere umano nello stadio più
delicato délia sua esistenza. Questa volontà di potenza che si
esercita senza rischio di essere contestata è un'autentica vigliac-
cheria. « Il potere dispotico non lusinga forse Porgoglio in ma
niera ben più viva délia beneficenza? In una parola, chi domina
non è forse più sicuramente padrone di chi spartisce? ». L/interrogativo è stato sollevato esplicitamente nel secolo XVIII dal
marchese de Sade.43
Il valore in sosjpeso
L'antropocentrismo dei sofisti e délia numerosa loro postérité
comporta dunque rischi che non vanno perduti di vista. Questo
antropocentrismo diventa cosi invadente da screditare non sol
tanto ogni morale filosofica ma ogni disciplina intellettuale e scientifica. Conferisce un primato assoluto alFesperienza soggettiva e
individuale; scredita la ragione e svuota la storia di ogni durata.
Sfocia in una teoria del linguaggio dove, convenzionalmente, si
definisce il bene e il maie secondo le convenienze dominanti.44
42 Cf L. Beirnaert, Irréductible violence, in A la recherche d'une théolo
gie de la violence, coll. Avenir de la Théologie, Cerf, Paris 1968, pp. 53-70.
Cf più avanti, nota 88.
43 Justine ou les malheurs de la vertu [1791], coll. 10/18, 444, Union
Générale d'Editions, Paris 1973, p. 170.
44 Affiora qui lo stretto legame esistente tra il senso dell'altro, quello délia
storia e il linguaggio. Sul potere distruttore délia parola, si veda Platone,
37
Molto vicino a noi, questa tendenza ha trovato il suo più alto
vertice di espressione nella « Scuola di Vienna ».45
L/unico criterio che governa il mio comportamento sono i valori
che io istituisco e per i quali m'impegno — sempre condizionatamente, cioè in una fedeltà in continua attesa. Se dunque isti
tuisco corne valore per me Tappagamento del mio istinto, il denarOj la forza, la tecnica, il confort, il consumo, la militarizzazione o una qualsiasi cosa che mi piaccia valorizzare in questo
momento, io potrô, senza dover rendere conto a nessuno, collocare degli esseri umani sulla bilancia insieme aile cose. Il bambi
no, il vecchio, Finfermo, lo straniero, il forestiero o più semplicemente Taltro: il loro riconoscimento è ipotetico; il loro valore
rimane sospeso. Nulla infatti mi obbliga, demiurgo quale sono,
a riconoscere l'altro per ciô che è o ad accettarne Pesistenza. Se
quindi il godimento délie cose mi dà più soddisfazione délia
compagnia degli uomini, io potrô dominare o perfino eliminare
gli uomini per possedere le cose. L/uomo? Una merce tra tante
altre. Poiché il valore è essenzialmente funzione di una decisio-
ne del soggetto, la sfera del non-io rimane indifferenziata finché
io stabilisco che cosa sia valore per me. In un simile mondo,
non c'è più posto per Tamore; c'è solo appropriazione, dominio,
annientamento.46
Gorgia, 466 a-467 b. — Per uno studio approfondito dei problemi che
stiamo analizzando, è indispensabile rifarsi a J. Largeault, Enquête sur
le nominalisme, Pubblications de la Faculté des Lettres et Sciences
humaines di Paris-Sorbonne, Série « Recherches », t. 65, Paris-Louvain 1971.
Per Ockham in particolare disponiamo dello studio di Arth. St. McGrade,
The political thought of William of Ockham. Personal and institutional
principles, Cambridge University Press, London 1974.
43 Ce qui ampia materia per appassionanti ricerche, soprattutto in filosofia
morale e in filosofia politica. Ricordiamo innanzi tutto un pioniere:
G.E. Moore, Principia Ethica, Cambridge, I éd. 1903. — Conviene poi
citare M. Schlick, Fragen der Ethik [1930], trad. inglese di S. Rynin col
titolo Problems of Ethics, New York 1939; W. Kôhler, The place of
value in the world of facts, New York 1938; Ch. L. Stevenson, Ethics
and language, New Haven 1944; CI. Lewis, An analysis of knowledge
and valuation, La Salle 1946. Si consulti anche A. Hagerstrôm, ïnquiries
in the nature of Law and Moral, trad. inglese di CD. Broad, Stockholm
1953, e V. Giorgianni, Neopositivismo e scienza del Diritto, Roma 1956.
46 Per lo studio délie conseguenze politiche di questo sadismo, sarà sempre
utile riferirsi a due opère antiche e discusse: E.F.M. Durbin et P. Dowlby,
Personal aggressiveness and war, London 1933; Edw. Glover, War,
:i.
38
il
.1
Balza agli occhi che un'antropologia del génère, in cui l'orgoglio
gareggia con la ferocia, è alla base di una concezione spietata
délia medicina, dell'economia, délia politica, délia morale, délia
teologia. Taie antropologia fornisce a ciascuna di queste varie
discipline i principi base sui quali esse si fondano, principi che
pretendono d'identificare il diritto con la forza, il bene col piacere, il buono con l'utile. Ciascuna di queste discipline è esposta a
diventare uno strumento più o meno cieco asservito ad una vo
lonté di potere, ad un idéale edonistico ed opportunistico. Il medico si vede allora autorizzato, anzi invitato, ad eliminare l'im-
portuno. L'attività economica obbedisce a ferrée leggi spietate:
quella dei salari, quella délia concorrenza, quella del guadagno.
Con la scusa di vigilare sugli interessi délia nazione, l'uomo politico fa prevalere gli interessi dei partiti. L'uomo di legge protegge i privilegi dei potenti. Per tranquillizzare la coscienza di tut
ti, il moralista propone razionalizzazioni più o meno convincenti che teologi ossequienti avallano candidamente...
e
Abbiamo già fatto rilevare che ben diverso era il fondamento
délie nostre istituzioni giuridiche. Il realismo che le caratterizza
è pure la trama délie nostre istituzioni politiche e délie nostre
strutture economiche e sociali. Senza questo realismo, addio
uguaglianza giuridica e politica! Le tensioni e i conflitti anche
più acuti, di cui sono teatro le nostre organizzazioni politiche,
suppongono il riconoscimento preliminare e incondizionato delYaltro corne diverso. Ecco perché, nel dibattito che ci intéressa,
è urgente accantonare ogni elettoralismo sordido e miope. Sono
in gioco nientemeno che i principi sui quali si fondano i nostri
regimi democratici e gli ideali che essi ricercano, sia pure per
vie differenti.
Altrettanto avviene nella vita economica. Anche qui, l'idéale
che guida tutte le riforme si fonda sulla réciprocité dei servizi e
sull'uguaglianza nella partecipazione ai béni disponibili. In linea
sadism and pacifism, ibid. Si complétera con A. Strachey, The unconscious motives of war, London 1957.
39
di principio, i béni materiali sono patrimonio comune dell'umanità. L'uomo li trasfigura col suo lavoro e puô essere cosi riconosciuto dagli altri. Quando questi béni diventano strumento di potenzà, una simile situazione è awertita corne immorale e contra
ria alla destinazione délie cose. L'esigenza di reciprocità tra gli
uomini è primaria ed è essa a dare alla prassi significato e intenzione. In questa stessa linea, Kant raccomanda di non abbassare
mai l'uomo alla condizione di puro strumento.47 Perciô, alcuni
eredi di Hegel, approfondendo il pensiero del maestro, hanno vigorosamente denunciato varie forme di alienazione umana e re
so più vivo il vecchio appello alla libertà.
Generalmente, noi ci attendiamo che le istituzioni e la cultura
awicinino gli uomini, ne favoriscano la solidarietà. Non concepiamo la félicita senza un po' di armonia sociale. Ci ripugna
ogni formalismo che faccia da schermo o crei tensioni; ricusia-
mo ogni mediazione bloccata su se stessa e che, cessando di esse
re significativa, comprometta l'incontro degli uomini.
Potremmo affermare che una délie caratteristiche maggiori délia
civiltà occidentale sta nello sforzo continuamente rirmovato di
far prevalere un idéale di riconoscimento e di reciprocità sull'eterna tentazione delFegemonia e delFannientamento. C'è qui un
ottimismo di principio sia verso l'altro che verso il mondo naturale; c'è un rifiuto di vedere a priori nell'altro una minaccia
per me.
Infine, a favorire questo riconoscimento e questa reciprocità tendono tutte le nostre istituzioni e attività culturali. Corne negare
che le une e le altre siano gravate da una dose più o meno considerevole di ambiguità; che le persone e i gruppi siano sempre
affascinati dal ripiegamento su se stessi; che vi siano differenze
più o meno sensibili tra i desideri e le situazioni, i progetti e la
loro attuazione? Corne negare la storia nel suo eterno divenire?
Tutto ciô significa che le conquiste morali delPOccidente hanno
qualcosa di culturale e quindi di precario. La schiavitù, lo sfruttamento del proletariato, il colonialismo, Foppressione délia don
na: tutti abusi di cui è stato avvertito l'orrore soltanto nell'esperienza storica. A forza di denunziare una determinata ingiustizia
si diventa necessariamente sensibili ad altre ingiustizie rimaste a
lungo celate.
47 Cf Kant, Fondements de la Métaphysique des moeurs, II sezione.
40
^
Ma nessuno di questi progressi è definitivo; nessuna di queste
f
conquiste è irreversibile. La storia dimostra anche questo. Come
dimostra, senza bisogno di risalire ad Hitler, che là dove si met
te in discussione un diritto faticosamente scoperto e riconosciuto a prezzo di moite sofferenze, ha già avuto inizio il processo
di regressione e il crollo. Nei paesi in cui poco è stato fatto per
la promozione di tutti gli uomini indistintamente, non dobbiamo
meravigliarci che si pratichi l'arbitrio, la repressione, la tortura.
£
O, all'opposto, non abbiamo il diritto di meravigliarci che là do
ve trionfa l'arbitrio si rimanga quasi insensibili alla promozione
;,
è
di tutti gli uomini.
Liberalizzare integralmente l'aborto? O la misura di ogni cosa
si trova in me, nel mio gruppo di pressione, nel mio partito,
nello Stato; oppure io accolgo l'altro per quello che è e mi lascio interpellare da ciô che la sua esistenza significa per me. È
dovere mio, del gruppo, del partito, dello Stato, rispettarne l'esistenza e i diritti. Non c'è via di mezzo. È un'alternativa.
Se dovesse prevalere la prima eventualità, significherebbe che
l'Occidente accetta di perdere la propria identità e sottoscrive il
naufragio délia sua autenticità. E com'è possibile dubitare che
alcuni auspichino proprio questo? Solo la seconda eventualità
^
s'inserisce nella giusta corrente délia storia d'Occidente. Ed ecco
i
lanciata una sfida che già abbiamo intravisto ma che dobbiamo
ora analizzare.
41
VERSO IL GENOCIDIO INTRA-UTERINO
Creando condizioni propizie ad una profonda trasformazione
nella natura dello Stato, la liberalizzazione dell'aborto porta necessariamente alla restaurazione di qualche régime totalitario, di
tipo nazista per esempio? È una conseguenza possibile, ma non
la sola. È infatti perfettamente concepibile che le leggi positive
si adattino ad una certa incoerenza nei principi che le ispirano.
Di fronte all'essere umano appena concepito, la legge positiva
puô considerare illimitata la forza dello Stato; di fronte al cittadino nato, puô considerare questa forza discreta. Due pesi, due
misure, due visuali inconciliabili del ruolo e délia natura dello
Stato. Ma si puô pretendere che, in nome di una situazione di
fatto, venga accettato un amalgama cosi ibrido? Crediamo di no
e per dimostrarlo dobbiamo superare la prospettiva costituzionalistica in cui ci siamo finora confinati. Cioè, quello che abbiamo
detto in precedenza a proposito dello Stato va ripreso in una
prospettiva più vasta.
La colomizzazioBte ideologica
Lo Stato-Nazione, cosi come lo concepiscono le costituzioni mo
derne, ha cessato di fatto di essere istanza sovrana di potere per
se stesso, padrone unico e ultimo délie sue décision!, colui che
intreccia e scioglie le alleanze per sventare le pretese egemoni-
che dei più forti. I tempi sono mutati: anche per l'Europa, lo
sviluppo délie nuove forze imperialistiche impone di vedere un
problema di rapport! internazionali in ciô che sarebbe stato un
semplice problema interno di diritto costituzionale. Èbanale nle-
vare che le ambizioni sia degli USA che dell'URSS mirano a hmitare le sovranità non solo nel Terzo Mondo, ma anche nei
paesi relativamente sviluppati. Per raggiungere- questo scopo, pa42
recchie strade sono possibili. Si puô, per esempio, sostenere un
régime che rafforzi la macchina dello Stato o fare appello ai mi
litari. Comodi nel Terzo Mondo, questi metodi sono oggi poco
raccomandabili nell'Europa Occidentale. Qui, lo strumento sognato délia dominazione imperialista è piuttosto la colonizzazione ideologica. Si deve fare in modo che l'Europa Occidentale
interiorizzi i progetti eteronomi di cui è oggetto da parte délia
potenza dominante.48
Dal punto di vista degli USA, l'Europa Occidentale dovrà assorbire il più « ingenuamente » possibile i « valori » délia società
dei consumi, veicolati con grande sfoggio di propaganda dai
gruppi multinazionali. Dal punto di vista dell'URSS, essa dovrà
assorbire l'idéale del socialismo di Stato, vantato dai partiti social-comunisti. In entrambi i casi, attraverso processi non egualmente percettibili, l'intromissione esterna si appesantisce suUa
società occidentale. « Se confrontiamo tra loro gli Stati dispotici, scrive Montesquieu, noteremo che si sostiene meglio quello
che, raffinando — per cosi dire — la propria crudeltà, trova il
segreto di renderla eccessiva e di dare nuovi fondamenti allô
Stato, moltiplicando le ingiurie alla Natura umana ».49
È durique importante scoprire l'eventuale legame esistente tra i
progetti di egemonia sull'Europa Occidentale e la campagna per
la liberalizzazione dell'aborto. Accorderemo un'attenzione del
tutto particolare al punto di vista nord-americano. Tuttavia, benché non sia possibile qui sostituire puramente e semplicemente
l'espressione « Stati Uniti » con l'espressione « Unione Sovietica », quello che diremo a proposito dei primi potrà essere appli-
48 Nelle discussioni sulla demografia e sulla crescita, le discipline scientifiche diventano ben presto armi da combattimento. In questi campi, è
inquiétante costatare, in Europa e nel mondo, il dominio sempre crescente
délia produzione nord-americana. Siamo inondati dalle traduzioni di opère
nord-americane, subito affascinati dal loro apparato « scientifico » appa
rente. Di qui ad assimilare « ingenuamente » le loro conclusioni ed a
cedere al « colonialismo ideologico » il passo è brève. Avvertiamo qui con
chiarezza uno degli attuali ruoli politici, e le responsabilité délie univer
sité europee. — Non è significativo che M.W. Best, « Executive VicePrésident » délia Planned Parenthood World Population (New York), sia
co-firmatario deirarticolo Birth Control délia Encyclopaedia Britannica,
t. 3, Chicago 1968, pp. 704-711.
49 Loc. cit., ed. cit., p. 1010.
43
cato, con le débite proporzioni, alla seconda. Il lettore stesso
prowederà a questa esplicitazione che noi ci limitiamo ad abbozzare.
Malthus e l'impero
Mettere a punto programmi di controllo o di limitazione délie
nascite è stato da quasi un secolo la preoccupazione costante
délie potenze anglo-sassoni.50 I primi movimenti maltusiani di
qualche importanza si organizzano in Inghilterra alla fine del se
colo XIX. Le loro tesi sono divulgate e applicate in varie regio-
ni dell'Impero Britannico, tra cui l'India.51 Ciô accadeva già in
un'epoca in cui poco si parlava di « bomba P(opolazione) » e
per nulla di « ait alla crescita ».52
Le tesi maltusiane sono state considerate per molto tempo argomenti tabù: chi, trent'anni fa, avrebbe osato preconizzare aperta50 I sostenitori délia liberalizzazione deiraborto dispongono di una specie
di vade-mecum edito da M. Potts e Cl. Wood: New concepts in contra
ception. A guide to developments in famïly planning, Oxford e Lancaster
1972. Il Dr Potts è direttore medico dell'International Planned Parenthood
Fédération, di cui si parlera più avanti. — Sulla storia, le motivazioni e
i metodi dei movimenti di planning familiare, cf Tintroduzione di
M. Potts: Problems and Strategy, pp. 1-15; e B. Suitters, The Interna
tional Family Planning Movement: aspects of its growth and development
(1881-1971), pp. 17-55.
51 Sulle questioni di politica demografica, ci si riferisca non solo aile pubblicazioni del Population Référence Bureau (Washington), ma anche alla
bimestrale Bibliography of Family Planning and Population, ed. D. Linzell, Simon Population Trust, Cambridge. Elementi di bibliografia in
H. Gérard et G. Wunsch> Comprendre la démographie, coll. Marabout
Université, 240, Verviers, pp. 174-178.
52 Si riconoscono qui i titoli di un'opera di P. Ehrlich, Paris 1972, e
deirinchiesta del Club di Roma, Paris 1972. — Numerose pubblicazioni
alimentano i dibattiti sui « limiti délia crescita », ma non sempre portano
un po* di luce. Limitiamoci a ricordare alcune opère di un non-conformismo autentico: R. Dumont, L'utopie ou.la mort!, coll. L'Histoire immé
diate, Paris 1973; L. Puiseux, L'énergie et le désarroi post-industriel.
Essai sur la croissance énergétique, coll. Futuribles, Paris 1973; Les
objecteurs de croissance. Prospérité, oui... mais à quel prix?, cahier n. 52
de La Nef, n.s., settembre-novembre 1973; H. Cole, G. Freeman, M.
Jahoda, K. Pavitt, L'Anti-Malthus. Une critique de « Halte à la crois
sance », Paris 1974.
44
#
mente la liberalizzazione dell'aborto o délia contraccezione? In
quel tempo, anche se gli scopi affermati erano il benessere familiare, comunitario e internazionale, anche se erano di ordine eu-
genetico, si era esposti ad essere condannati corne razzisti. Non
per puro caso dunque uno dei precursori del razzismo fu un inglese, Houston Stewart Chamberlain.53
Ora, se il timoré di una « esplosione demografica » si manifestava già neiringhilterra vittoriana, a maggior ragione si comprende che essa si manifesti oggi. negli USA. La nazione che, nel
mondo occidentale, ha continuato l'impériale Albione, ha awertito, soprattutto dopo il 1945, Timportanza politica ed economica del fattore popolazione. Gli Stati Uniti non hanno mai fatto
mistero di questa preoccupazione, e troviamo a questo proposito
innumerevoli dichiarazioni esplicite di uomini politici e di specialisti nord-americani.
I motivi di questa politica sono molteplici e non è il caso di
riprenderli. Certo, si ammette che i paesi del Terzo Mondo sono
oggi generalmente sotto-popolati.54 Ma il loro tasso di crescita
demografica, molto superiore a quello dei paesi ricchi, fa pesare
la minaccia délia « bomba P » sull'insieme del pianeta. Questa
« bomba » sarebbe aU'origine di pressioni e violenze varie, a cui
i paesi ricchi potrebbero far fronte unicamente rinunciando allô
standing di vita di cui godono ora.55
53 Gli aspetti attuali dei problemi che qui ci interessano sono approfonditi
in un dossier notevole: «Morituri» - Ceux qui doivent mourir. La déli
vrance par la mort, l'humanisme biologique, et le « racisme scientifique »
(ciclostilato), B.P. 178, 75564 Parigi Cedex 12, 1974. Si complétera con
B. Schreiber, The Man, Behind Hitler. A German Warning to the World.
« Geheime Reichssache », 78139 Le Mureaux, pubblicazioni La HayeMureaux, s.d.
54 Ricordiamo alcune densità demografiche. Tra i paesi relativamente poco
industrializzati: Indonesia: 64 abitanti per km2; Gina: 82; India: 178;
Venezuela: 12,2; Zaire: 10; Algeria: 45; Peru: 10,9; Brasile: 11,7. Tra i
paesi industrializzati: Giappone: 298; Francia: 94; Regno Unito: 229;
Germania Fédérale: 252; Italia: 180; Belgio: 318; Paesi Bassi: 392. Per
Gli Stati Uniti, questa densità cade a 22,3 e per il Canada a 2,2! — Secon-
do i calcoli forniti dal Book of the year 1974, délia Encyclopaedia Bri
tannica, Chicago 1974.
55 Segnaliamo il notevole studio di P. Pradervand, Les pays nantis et la
limitation des naissances dans le Tiers-Monde, in Développement et Civi
lisations, n. 39-40, marzo-giugno 1970, 4-40 (importante bibliografia). Il
45
I programmi che mirano a prevenire questo « cataclisma » demografico finora sono stati imperniati sui vari metodi di prevenzione délie nascite e sulla sterilizzazione. A detta dei loro promoto-
ri, queste campagne non hanno afîatto ottenuto i risultati attesi;
d'altronde, Tesperienza dimostra quanto siano aleatorie tutte le
politiche demografiche.56 £ quindi necessario sensibilizzare l'opinione mondiale, iniettare in essa la « paura demografica ».57 Al
Terzo Mondo si spiegherà che un alto tasso di sviluppo demografico è un ostacolo decisivo al decoUo.58 Ai paesi ricchi si farà
comprendere che, se vogliono conservare e migliorare Tattuale livello di vita, devono volontariamente stabilizzare la popolazione, dando cosi Tesempio ai paesi poveri.
Una campagna informativa non è perô sufficiente. Poiché i meto
di finora utilizzati non hanno raggiunto gli obiettivi desiderati, è
necessario far accettare i metodi che, fino a qualche tempo fa,
ruolo delFIPPF in questo campo è analizzato da Colville Deverell,
in The « International Planned Parenthood Fédération ». Its rôle in deve-
loping countries, in Demography, t. 5 (1968) n. 2, 574-577.
56 Bilancio e prospettive in K.Y. Larry (edit.), The population crisis.
Implications and plans for action, Indiana University Press, Bloomington
1970; Edw. D. Driver, World population policies: an annotated biblio-
graphy, coll. Lexington Books, Lexington, Mass., 1972 (strumento di
lavoro indispensabile). Il miglior stato délia questione è dovuto a B. Berelson (edit.), Population policy in developed countries, A Population
Council book, New York 1974. — Un panorama mondiale succinto e
chiaro è stato stabilito dall'IPPF nelFopuscolo Family Planning in Five
Continents, London 1970. — Il Dr Weill-Hallé, che ha precisi motivi per
essere ben informata délia questione, fornisce alcune precisazioni sulTispirazione nord-americana e anglo-sassone del « Planning familiare » in
Uavcrtement de Papa (citato nota 5), specialmente pp. 21-53. Ella
riassume soprattutto le stravaganti proposte del Dr Berelson per limitare
la natalité nel (Terzo) mondo, pp. 31-41.
57 La limitazione délia natalité, considerata nei suoi rapporti con le poli
tiche di sviluppo, è studiata da P. Pradervand, sotto il titolo: La peur
démographique, in Economie et Humanisme, n. 215, gennaio-febbraio
1974, 61-71. Questo studio, ben documentato, fa desiderare la pubblicazione intégrale délia tesi di dottorato di 3° ciclo dell'autore, segnalata
nella nota 21: Le politiche di popolazione nell'Africa francofona dell'Ovest: ostacoli e possibilité, Université de Paris, Ecole Pratique des
Hautes Etuds, 1972-73, 2 vol.
58 J. Bourgeois-Pichat et S.A. Taleb, Un taux d'accroissement nul pour les
pays en voie de développement en Van 2000. Rêve ou réalité?, in Popu
lation 25 (1970) n. 5, 957-974.
46
ripugnavano. Tra gli altri, l'aborto occupa il primo posto. Sembra infatti che «nessun paese svîluppato abbia ridotto il tasso
di natalité senza un notevole ricorso alFaborto, sia légale che il
légale; e che nessun paese sottosviluppato raggiungerà Pobiettivo a cui tende in materia di controllo délia fertilité senza un ri
corso importante alFaborto, sia légale che illégale ».59
Agli occhi degli Stati Uniti, la posta economica e politica di una
|
I
campagna maltusiana ininterrotta sono importanti. A confermarlo è innanzi tutto lo sforzo senza precedenti promosso da grandi
société nord-americane in favore di ricerche sulla contraccezione
e sulTaborto. La propaganda maltusiana fa balenare la prospetti-
|
va di grossi benefici, a cui alcuni laboratori non sono insensibi-
|
li: nasce di qui il commercio di feto. Cosi, per la messa a punto
di ciô che si suol eufemisticamente chiamare « contraccezione
|
post-ovarica » (sic), « restaurazione délie mestruazioni » o « e-
|
strazione mestruale » (sic ancora una volta) — si legga: abor-
j
to w— i laboratori Upjohn hanno predisposto investimenti sen
za precedenti.61 Un progresso decisivo nella ricerca garantirebbe
loro un pronto ammortamento dei capitali e guadagni consistenti. Ma è pure necessario che le legislazioni permissive si moltiplichino e che si possa espellere il feto corne si espelle — con rispetto parlando — un verme solitario...
59 M. Potts, Problems and strategy, in M. Potts et Cl. Wood, New
concepts..., p. 11 s.
60 La letteratura favorevole alFaborto è ricca di eufemismi, perifrasi, metafore ed altre antifrasi. L/ultimo citato è del Dr Karman.
61 La ditta Upjohn si è preoccupata di giustificare il suo programma di
ricerche in materia in un opuscolo destinato ai propri impiegati. Questo
opuscolo ha corne titolo: Médical abortion: Upjohn présents view to
employers. Abortion stand aired. Scientific rôle makes Upjohn nonpolitical. In questo opuscolo leggiamo in particolare: « The Upjohn Com
pany hopes that timely use of prostaglandins — before a technicallydefined pregnancy has occurred — will virtually eliminate any need to
consider an abortion » (la sottolineatura è nostra). Insomma, fînché la
gravidanza non è diagnosticata, non dovrebbe essere questione di aborto.
Esso è reso superfluo dall'uso tempestivo délie prostaglandine vendute
dalla ditta! Una barzelletta « scientifica » al servizio degli affari!
47
Ma l'intéresse portato aile ricerche e aile campagne antinatalistiche supera di molto i laboratori con scopi commerciali: impor
tanti gruppi finanziari USA vi danno un appoggio diretto o indiretto. La Ford Foundation, la Rockfeller Foundation, per limitarci
a queste, sostengono generosamente organismi impegnati a divulgare la contraccezione in tutte le sue forme. Tra questi organi
smi figurano segnatamente il Population Council fondato nel
1952 e noto per la sua azione in Corea e a Formosa, il Pathfinder Found la cui sede è Boston, il Population Référence Bu
reau, il Population Crisis Committee, l'International Planned Parenthood Fédération (IPPF), con sede a Londra.62
Finanziariamente, scientificamente e politicamente, queste istituzioni e le idée che difendono ricevono dagli USA appoggi impor
tanti. È soprattutto il caso dell' IPPF, a cui sono associati la
Federazione belga per il Planning familiare e il Movimento francese di Planning familiare.
Spesso queste istituzioni sono sostenute non solo da fondazioni
private ma da organismi governativi, corne il National Institute
of Heath in the USA o USAID (Agenzia USA per lo Sviluppo
internazionale) .63
I motivi addotti dalle associazioni antinataliste private mutano
secondo i tempi e i luoghi. Talora sono citate considerazioni eu-
genetiche, tal altra è evocata Temancipazione délia donna, tel al-
tra ancora sono sbandierati argomenti economici e sociali.
62 Aproposito dellTPPF, cf M. Potts et Cl. Wood, New concepts..., dove
si troveranno moite informazioni che non necessitano di alcun commente.
LTPPF raccoglierebbe organizzazioni provenienti da un centinaio di paesi.
Dal 1968 al 1973, solo il The Victor-Bostrom Fund, che ha sede a
Washington, ha fornito una somma annuale di almeno un milione di
dollari all'IPPF. È esplicitamente affermato nell'opuscolo pubblicato da
The Victor-Bostrom Fund for the International Planned Parenthood Fédé
ration, intitolato Family Planning: Improving opportunités for Women,
rapporte n. 18, primavera 1974, p. 2. —Ai movimenti qui citati dovremmo aggiungere Population Zéro, Procréation planifiée, il Sierra Club
(secondo il Dr et Mme Willke, Le livre rouge... [citato nella nota 3J,
p 183); l'Asia Foundation, il Christian Aid, il Church World Service,
il' Commonwealth Fund, la Josiah Macy Foundation (secondo P. Pradervand, Les pays nantis..., 33, n. 1).
63 Secondo P. Pradervand, Les pays nantis..., 33, n. 1, tra tutte queste
organizzazioni, «l'AID americano... fa la parte del leone e spende per
la limitazione délie nascite quanto tutte le altre organizzazioni messe
insieme (75 milioni di dollari per l'anno fiscale 1969-70) ».
48
Evidentemente, nei paesi ricchi si è fatto appello soprattutto al
tema delTemancipazione délia donna e ai suoi corollari, corne esigevano le nécessita délia tattica. Ma a partire dagli anni 60, le
organizzazioni antinatalistiche sviluppano molto argomenti economici e sociali. Cosi facendo, prima attirano Tattenzione e poi
ottengono crédibilité presso organismi governativi o internazionali, preoccupati délia « esplosione demografica mondiale ».
L'influsso délie idée maltusiane si accentua nettamente nei vari
organismi dell'ONU: la Commissione per la Popolazione, il Consiglio economico e sociale, l'Organizzazione mondiale délia Sanità, POrganizzazione internazionale del Lavoro, l'UNESCO, la
Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.64
Non abbiamo dunque difficoltà ad awertire che al di là di un
problema interpersonale o nazionale, la liberalizzazione dell'aborto rimapda ad un problema politico, economico e sociale di
portata mondiale. Sui piano délie relazioni tra TOccidente e il
Terzo Mondo, le conseguenze délia liberalizzazione delPaborto
sarébbero incalcolabili. La storia récente ci ha fornito troppi esempi di etnocidi, genocidi, stermini di ogni génère perché noi
possiamo fingere in buona coscienza di ignorarli. Vorremmo che
l'uomo fosse diventato incapace di umiliare il proprio similë, di
sfruttarlo, dominarlo, ucciderlo. Ma i fatti ci invitano alla moderazione e al realismo.65
Intellettualmente, i paesi occidentali si sono lasciati esageratamente impressionare dagli ambigui successi del modello nordamericano. Cediamo Tiniziativa in politica. Nel campo dei consumi, abbiamo abboccato fin troppo ingenuamente al fascino délie
64 Cf B. Suitters, The International family planning movement..., in
M. Potts et Cl. Wood, New concepts..., pp. 31 s., 34-35. Cf anche
R. Symonds et M. Carder, The United Nations and the Population
question, Sussex University Press, London 1973.
65 Uno studio récente esplora il rapporte tra violenza e dominio:
Fr. Wertham, A sign for Cain. An exploration of human violence, coll.
Warner paperback Library, 2a éd., New York 1973. Si veda in particolare
il c. VI: The Malthus Myth, pp. 99-113.
49
norme nord-americane. AUineando la propria legislazione su
quella dei paesi anglosassoni, e in particolare degli USA, TOccidente rinuncerebbe alla sua autonomia morale a beneficio del
più forte. Il patto di imitazione si trasformerebbe in patto di
sudditanza, di alienazione.66
Giunti al vertice délia loro potenza, gli USA, nonostante il régi
me fondamentalmente libérale, non possono fare a meno di comportarsi verso le altre nazioni corne la nazione dominante, Dalle
altre nazioni, essi auspicano dipendenza più che divisione del
potere. Tutto si deve piegare alla ragion di Stato; i loro interessi fanno legge. « ... Appena è la forza a fare il diritto, Tefïetto
muta con la causa; ogni forza che superi la prima le succède
nel suo diritto. Quando si puô disobbedire impunemente, lo si
puô legittimamente, e poiché il più forte ha sempre ragione, si
tratta di fare in modo di essere il più forte ».67
Perciô, facilmente impressionati da argomenti di autorité, incantati dagli « oracoli » del computer, noi rimaniamo estasiati di
fronte ai sapienti grafici del MIT, davanti al grido d'allarme di
P. e A. Ehberlich o al ricatto appena velato di McNamara. Non
ci interroghiamo perô sui moventi profondi che dettano ai tecnpcrati i parametri da essi presentati, le variabili che essi scelgono.68 Anche in Europa, quanti sono a conservare il sangue freddo di fronte ad un bombardamento sistematico deiropinione
pubblica e délie mentalité?69
66 II marchese De Sade, autorità non sospetta in simile materia, ci dà lui
stesso questo awertimento: « Un fattore délia politica di quanti dirigono
un governo è d'intrattenere nei cittadini il più alto grado possibile di corruzione; finché il suddito s'incancrenisce e s'indebolisce nelle delizie e
nella crapula, non sente il peso délie catene, lo si puô opprimere senza che
se ne accorga». Les prospérités du vice [1797], coll. 10/18, 446, Union
Générale d'Editions, Paris 1973, p. 158.
67 J.J. Rousseau, Le Contrat social, L. I, c. 3, éd. de M. Halbwachs, coll.
Bibliothèque philosophique, Paris 1943, p. 67.
68 Giustizia è fatta di alcune « evidenze » o luoghi comuni in materia ad
opéra di F. Bezy, in Démographie et sous-développement. Propositions
anti-malthusiennes, Institut d'Etudes des Pays en Développement, Etudes
et Documents, 7404, Louvain giugno 1974.
69 È opportuno salutare, a questo proposito, Topera di A. Sauvy e in par
ticolare Croissance zéro?, Calmann-Lévy, Paris 1973; cf soprattutto la
II parte, su La population, pp. 77-163.
50
I/Europa sotto-dominatrice?
Senza un'attenta vigilanza, l'Occidente vassallo sarà ben presto
chiamato a cooperare alla più grande ecatombe demografica di
tutti i tempi. Per timoré che non sia più sufEciente, P« infanticidio differito » sarà completato da qualche infanticidio anticipato.70 A questo scopo, è necessario innanzi tutto che sull'esempio
di certe associazioni private i governi occidentali accettino di legiferare secondo il buon volere délie convenienze délia metropoli. Ora, se TEuropa, seguendo la linea degli USA, liberalizzasse
Taborto, gli Stati Uniti potrebbero farsi forti del suo esempio
nel Terzo Mondo. Certo, sono già parecchi i governi europei
che contribuiscono aile campagne di planning familiare nel Ter
zo Mondo.71 Ma, finora, ciô è avvenuto con discrezione e talvolta con la coscienza di agire maie.
Gli USA attendono dall'Europa che sottoscriva senza restrizioni,
}
j
incondizionatamente e pubblicamente, i metodi radicali di controllo délia vita. Il motivo di questa esigenza è semplice: la cau-
|
zione dell'Europa avrà un benefico effetto sui progetti imperiali-
]
j
'
stici degli USA. I/Europa, prima dominata, si scoprirà ben pre-
sto sottô-dominatrice. Gli Stati Uniti trarranno partito da questa
pratica suicida da essi introdotta in Europa; potranno invocare
il précédente delPOccidente, anzi rivendicarne l'appoggio, per
praticare il genocidio intra-uterino là dove i loro interessi lo esigono. La via nord-americana delFegemonia sui mondo passa attraverso la conquista morale e il controllo intellettuale dell'Euro-
pa, più che attraverso la sua conquista economica.72
Quando ci si lascia condizionare dall'ideologia dominante, quando si è affascinati dal modello metropolitano di sviluppo, è faci
le ammettere corne un'evidenza la nécessita del controllo délie
nascite, soprattutto nel Terzo Mondo.73 Perô, non abbiamo dif70 Cf G. Bouthoul, L'infanticide différé, Paris 1970.
71 Cf B. Suitters, The international family planning movement..., in
M. Potts et Cl. Wood, New Concepts..., pp. 35 s., 39.
72 È perciô motivo d'inquietudine veder pullulare le pubblicazioni, periodiche o no, che volgarizzano con compiacenza tesi favorevoli agli interessi
politici degli USA.
73 Durante la prima meta del sec. XVIII, la Francia era il paese più popolato d'Europa. Alcuni storici vedono in questo fatto una délie cause mag-
giori dello sviluppo dell'agricoltura, délie manifatture, delTeconomia, che
51
ficoltà a comprendere che la cauzione degli Stati Uniti non sia
sufficiente a far accettare dappertutto la liberalizzazione dell'aborto. Nonostante le pressioni di cui sono oggetto, molti paesi
del Terzo Mondo avvertono con chiarezza le ragioni profonde
per le quali si raccomanda loro il controllo délie nascite.74 Per il
loro onore, non hanno mancato di far udire con forza la propria
voce in occasione del Congresso mondiale délia Popolazione, te-
nuto a Bucarest dal 19 al 30 agosto 1974.75 Meglio di ogni altro,
doveva condurre aile riforme iniziate nel 1789. Questa tesi è stata bril-
lantemente confermata e precisata dai lavori di Simon Kuznets. Contrariamente a quanto affermât© da Malthus, il grande economista ha provato che lo sviluppo demografico comporta un aumento délie ricchezze.
Cf Population, revenu et capital, nel Bulletin international des Sciences
sociales, 1954, 181-188; Underdeveloped countries and the pre-industrial
phases in the advanced countries. An attempt at comparison [1954], in
A. Agarwala et F. Singh, The économies of underdevelopment, Oxford
University Press, London 1958, p. 153 ss. — R.L. Sassone arriva a con
clusion analoghe. Cf Handbook of Population, p. 115, qu. 524; p. 127,
qu. 622; e il capitolo VI sulla Quality of life, pp. 120-122. Si consulti
anche P. Singer, Dinâmica populacional e Desenvolvimento. O papel do
crescimento populacional no desenvolvimento economico, CEBRAP, Sâo
Paulo 1971. Buon dossier di volgarizzazione su La population et son
devenir in Missi, n. spéciale 7-8, ottobre 1974.
74 Queste reticenze affiorano soprattutto in M.V. De Assis Pacheco,
Neocolonialismo e contrôle da natalidade, Rio de Janeiro 1968; J.I.
Hûbner Gallo, El mito de la explosion demografica. La autoregulacién
natural de las poblaciones, Buenos Aires 1968. Ci si riferisca anche ai
lavori di P. Pradervand, Les pays nantis..., e La peur démographique.
— Per fare un esempio, citiamo uno specialista brasiliano: « Il Congresso
(mondiale délia Popolazione, a Bucarest, neiragosto 1974) è considerato
non senza apprensione da molti paesi membri. Essi temono che venga
usato come mezzo supplementare di limitazione délia natalità... Per il
governo brasiliano e moite altre correnti nazionali che ne riflettono Topinione — comprese alcune correnti che emanano dall'opposizione — Fattuale ritmo di crescita délia popolazione, non solo non è nocivo, ma è
benefico allô sviluppo e va analizzato con altre considerazioni parallèle.
In termini di geopolitica, se è vero che la sola esistenza di una popola
zione di duecento milioni di abitanti (che il Brasile dovrebbe raggiungere
aile soglie del sec. XXI) non trasforma un paese in grande potenza, è
pure vero che non esiste grande potenza senza una popolazione numerosa »: J.C. Brandi Aleixo, A politica demografica do BrasiL Consideraçôes
sobre sua natureza, implicaçôes e consequêneias, Fundaçao Universidade
de Brasilia, Série Politica, 1, Brasilia 1973, p. 30.
75 In attesa délia pubblicazione degli Atti di questo congresso e degli studi
che susciteranno, potremo riferirci al dossier preparato da Marlène Tui52
essi sanno che gli USA hanno fin troppo sbandierato la loro vo
lonté di potenza perché gli altri paesi si dispensino dal nutrire
un sospetto sistematico nei loro confronti: le mire dominatrici
degli Stati Uniti sono costanti, ma i loro metodi si perfezionano.
Tuttavia non c'è egemonia senza controllo degli uomini. La guerra, Tetnocidio, Paborto? Tutte tattiche al servizio di una medesima strategia. Supponendo che i sostenitori deU'aborto abbiano il
sopraweftto, mai tanti innocenti saranno cosi utili...
« Strana epoca la nostra! », sentiamo spesso sospirare. Ma non
esageriamo. Gli abortofili di oggi hanno illustri padrini e perfino
titoli nobiliari. Il marchese de Sade che, pur essendo illuminista
non era demoçratico, metteva già in guardia i suoi contemporanei sulla gravita del pericolo demografico. Egli era stato pronto
ninga, dal titolo A Bucarest les «pauvres» ont réfusé le plan des
« riches », pubblicato dalle Informations catholiques internationales, n. 464,
15 sett. 1974, 18-24. Sulla posizione délia Sanla Sede, si veda la rubrica
consacrata a La conférence mondiale de la population, in DC 71, n. 1661,
6 ott. 1974, 819-824; cf. Il regno - documenti, n. 19, 1° nov. 1974, 547-550.
Le point de vue de la Chine sur quelques problèmes essentiels concernant
la population mondiale è esposto sommariamente in Pékin Information,
n. 35, 2 sett. 1974, 6-10. — Per illustrare gli attuali dibattiti, sarebbe
molto utile rievocare le numerose pagine consacrate da Marx e Engels
ai problemi dellà popolazione, ed in particolare alla critica di Malthus.
Le posizioni assunte in queste pagine sono oggetto di dimenticanza selettiva in certi ambienti marxisti, dove non è raro vedere dei militanti che
difendono tesi più vicine aile tesi di Malthus che a quelle di Marx e di
Engels. Alcuni testi straordinari, facilmente accessibili, stuzzicheranno
'r
Fappetito dei ricercatori; per esempio: K. Marx, Morceaux choisis, Biblio
thèque des idées, 18a éd., NRF, Paris 1956, 405-410; 419 s.; Pages de Karl
f'
Marx, ed. M. Rubel, vol cit., pp. 77s.; 188-191; 198 s.; 214 s.; 240-242;
246 s. [A proposito di Malthus: « Col suo istinto infallibile, il popolo ha
,
scoperto di avère davanti a se non un uomo di scienza, ma un avvocato
prezzolato, che difende la causa dei suoi nemici, uno svergognato sicofante délie classi dominati »: testo del 1862-1863, citato p. 242]. — Jacque
line Rus s, La pensée des précurseurs de Marx, coll. Pour connaître,
Bordas, Paris 1973, pp. 334-336. [Secondo Engels, le conseguenze délia
dottrina di Malthus sono le seguenti: « Siccome i poveri sono precisamente i più numerosi, non bisogna tentar nulla in loro favore, ma aiutarli
a morire di famé il più facilmente possibile. Bisogna persuaderli che non
esiste alcun rimedio; la loro classe possiede un solo mezzo di salvezza:
ridurre al massimo il numéro délie nascite. Se questa convinzione non è
F
sufficientemente efficace, sarà sempre preferibile istituire un servizio pub-
\
blico con Fincarico di far perire i figli dei poveri »: testo del 1905, cit.
{
p. 335].
53
ad assimilare-gH; insegnamenti délia Rivoluzione Francese. Che
stfabrdinaria proposta la sua! « In Francia, dove la popolazione
è troppo numerosa... bisognerebbe stabilire il numéro dei bambinieânnëgâre senza pietà tutto il resto... Allora il governo, padrone di questi bambini e del loro numéro, avrebbe necessariamerite tanti difensori quanti ne ha allevati, e lo Stato non avreb
be, nelle grandi città, trentamila disgraziati a cui prowedere in
caso di carestia. È veramente spingere troppo oltre il rispetto
per un po' di materia ïecondata, immaginare che non si possa
distruggerla prima del termine o anche molto dopo, quando ciô
è necessario »:76
Insomma, lJattuale campagna mondiale per la liberalizzazione
dell'aborto attinge generosamente al repertorio dei classici del
potere. Ci mette di fronte ad una colossale mistificazione, poiché a beneficiare di una campagna di questo génère, se dovesse
avère successo sarebbero gli Imperi attuali e nori le nazioni del
Terzo Mondo. o quelle dell'Europa. Occidentale. Inoltre, le raccomandazioni antinatalistiche rivolte ai popoli del Terzo Mondo so
no spesso altamente corniche perché, rispetto ai paesi ricchi, questî paesi sono generalmente sottopopolati, consumaho meno,
sprecano meno, inquiriano meno, mangiano meno e la gente ha
mïnor speranza di sopravvivere.77 L'humour diventa poi amaro
quando sappiamp che sovvenzioni per ciô che eufemisticamente
si suol.chiamare planning familiare sono spesso prelevate dal bilàncio deH'aiuto sahitario, medico, alimentare, educativo. È una
beÛa ipocrisià curare meno, nutrire meno, istruire meno, per finanziare sterilizzazioni e aborti!
76 Les prospérités du vice, p. 55. — In senso opposto e di un contemporaneo, cf Saint^Iust, Ecrits posthumes, 2: La société, in Oeuvres choisies,
edit.: J. .Gratien, coll. Idées, Philosophie, 159, Gallimard, Paris 1968,
pp, 312-319.
77 Supponiamo per esempio.— puro gioco délia fantasia — che un cittadiho degli Stati Uniti consumi in média quanto 15 Cinesi, o 20 Boliviani,
o 25. Gongolesi. NelFambito di questa ipotesi, potremmo teoricamente
concludere due cose: che eliminando un cittadino nord-americano si rende
disponibile ciô che è necessario per soddisfare le attuali nécessita di consumo di 15 Cinesi, o di 20 Boliviani, o di 25 Gongolesi; oppure che, se il
volume assoluto dei béni consumati rimanesse costante e identico a quello
attuale, la popolazione degli USA potrebbe essere moltiplicata per 15,
20 o 25, purché i nord-americani accettassero di vivere corne fanno i
Cinesi, i Boliviani o i Congolesi!...
54
D'altra parte, per TEuropa, liberalizzare Taborto significherebbe
soprattutto favorire gli interessi USA. Dal punto di vista délia
metropoli nord-americana, la concupiscenza dominatrice è la mer
desima, si tratti dei paesi poveri o delFEuropa Occidentale. Che
questa sia allettata con gli incantesimi del consumo e quelli
schiacciati con un régime muscoloso, è semplice questione di
convenienza.
Occhiali in prestito
Ma gli Stati Uniti sanno perfettamente cheTËuropa ed èssa sôïtanto potrebbe mettere in discussione il modello nord-americàho
di sviluppo ed inventare un nuovo stile di rapporti con il Terzo
Mondo. La forza e il potenziale economici, scientifici e politici
dell'Europa sono evidentemente in grado di dare ombra aile am^
bizioni nord-americane. È dunque del più grande interesse per
gli USA che la popolazione delFEuropa invecchi, stagni, regredi*
sca.78 Non bisogna permettere che si affermi una confederazione
che potrebbe far blocco di fronte aU'impero o contestai gli <>
biettivi che esso intende imporre.
Un dibattito esauriente sull'aborto non puô trattare questi aspetti del problema semplicemente passandoli sotfo silenzio. Certo,
non possiamo mettere in dubbio a priori la buona fede, rqnestà
d'intenzione, il rispetto per la sofferenza umana da cui sono animati molti sostenitori délia liberalizzazione deKaborto. Çip. non
toglie che tremiamo al pensiero che essi potrebbero cadere, sen
za averne ehiaramente coscienza, nelFinsidia periçolos^ délia co-
78 Su La conjoncture démographique en Europe, cf Population 28, n. 6,
nov.-dic. 1973. — Sulla popolazione nel mondo, cf per esempio Quanti
saremo domani?, dispensa dedicata da // corriere UNESCO (5 maggio
1974) all'Anno Mondiale délia Popolazione; J.-M. Poursin, La popula
tion mondiale, Seuil, Paris 1971. Per la Francia, cf D. Noin, Géographie
démographique de la France, Editions de L'Université de Rouen, Paris
1973. — Per rendersi cpnto délia gravita del problema demografico particolare al Belgio, è sufficiente un colpo d'occhio ai grafici liminari pubbliL
cati nel IIe Rapport annuel délia Fédération des Entreprises de Belgique,
dal titolo L'entreprise et la société belge d'aujourd'hui, Bruxelles, giugno
1974. Vi si potrà leggere anche lo studio, piuttosto inquiétante, su Le .profil
de la population belge, pp. 3-51.
55
lonizzazione ideologica délie grandi potenze. Misurano le implicanze, il prezzo, le conseguenze politiche délie loro rivendicazioni? Non potrebbe darsi che vedano l'Occidente e il Terzo Mon
do con occhiali presi in prestito? Quanto è grande il fascino dél
ia forza, quando dissimula il suo vero volto sotto il vélo menzognero del servizio o délia pietà! Corne possiamo non temere una
certa ossequiosità di fronte ai grandi, una capitolazione davanti
alla sfida? È strano che non si awerta in questo dibattito un'in-
terpellanza eccezionale, che mette in causa la nostra indipendenza, la nostra autonomia, i nostri lavori, la nostra crédibilité nel
mondo. Eppure Rousseau ci ha messi in guardia: «Il più forte
non è mai abbastanza forte per essere sempre il padrone, se non
trasforma la forza in diritto eTobbedienza in dovere».
Una variabile privilegiata
S'impone dunque un compito prioritario: denunciare con vigore
la truffa intellettuale che consiste nel privilegiare, nei dibattiti
sulla crescita e lo sviluppo, la variabile demografica.80 Nell ottica
nord-americana, è fatale che sia cosî, poiché la sete di consumo,
di spreco, di arricchimento è spinta al parossismo. Ed un simile
progetto è possibile solo con una forte concentrazione délie nsorse, che escluda l'ipotesi di divisione e consacri le disuguaglianze.
L'Europa Occidentale, fedele aile sue tradiziom libérale e socialista, potrebbe considerare il problema in maniera diversa. Rima-
ne da vedere se, invece di premere sugli altri perché non si nproducano, siamo disposti a consumare meno, a sprecare meno,
a dividere di più.81 Siamo convinti che il grado di civiltà di un
79 î T. Rousseau, Le Contrat social, loc. cit., ibid.
80 A questo si dedica P. Pradervand, sulla scia di Gunnar Myrdal, m
80
La peur démographique, p. 66. Cf anche F. Bezy, Démographie et sous-
» Malthus non si limita perô a prendere in considerazwne una frena a
(check) preventiva délia popolazione, invitando la gente a ntardare letà
lità provocato da un nutrimento malsano e msufficiente. Egh mtroduce
del matrimonio, o una frenata positiva, con l'aumento del tasso dl morta-
considerazioni straordinariamente attuaU sui rapporti tra propnetà pn-
! ;
î
! \
56
popolo si misura dal suo reddito medio per abitante? Reagiremo
di fronte alla militarizzazione délie économie nazionali?
Il problema delFaborto mette veramente in evidenza la nécessita
di una socializzazione ben compresa. Non quella che ipostatizza
lo Stato e neppure quella che restituisce a un partito, a una clas
se, a una razza, privilegi superati. Ma quella che assegna ai pubblici poteri diritti e doveri nuovi sia di prevenzione che d'intervento, derivanti da una parte dalla situazione di penuria relativa e dalPaltra da disuguaglianze aberranti.
Liberalizzare l'aborto senza rimettere in discussione le abitudini
consumistiche e senza una politica fiscale meno preoccupata di
rispettare gli interessi dei super-ricchi e più attenta ai diritti e
aile nécessita di tutti, significa cercare un alibi demagogico per
dispensarsi dal portare a compimento un programma nel quale
si è impegnati. Significa curare il maie nelle sue conseguenze e
non nelle cause; significa confondere il responsabile e la vittima. Significa accettare vigliaccamente che esseri umani siano vittime innocenti di una società che si prétende di voler riformare.
Significa, insomma, ritornare verso le peggiori storture délFegoismo libérale.
La situazione mondiale stimola TEuropa airautocritica, a dar
prova di maggior sincerità verso se stessa e il Terzo Mondo.82
Nella maggior parte dei paesi poveri, una minoranza nazionale
ha adottato le abitudini consumistiche e ostentatorie delTOcci-
dente. Per conservare il loro tenore di vita, queste minoranze
devono necessariamente sfruttare il resto délia popolazione loca
le, spesso con Tapprovazione di gruppi stranieri. È troppo comodo accusare queste minoranze e rimproverarle con asprezza. Poiché effettivamente lo stile europeo di vita esercita su di esse un
grande potere di seduzione, ridefinendo i suoi obiettivi fonda-
mentali e preparandosi ad accogliere il XXI secolo, TEuropa Oc-
vata, guadagno, produzione e produttività, disuguaglianze nella distribuzione délie terre, propriété manifatturiera, variabilité del consume Tutti
problemi che riassumiamo spesso con Fespressione « riforma agraria ».
Cf per esempio A summary view of the Principle of Population [1838],
in On population. Three Essays, coll. Mentor Book, 295, New York 1960,
pp. 32-35.
82 Abbiamo sviluppato questo tema in La provocation chinoise, coll.
Terres de Feu, 13, Cerf, Paris 1973.
57
H
cidentale stimolerebbe queste minoranze a ripensare le prqprie
abitudini. Ben presto, tali minoranze potrebbero confrontare
due modelli di sviluppo: uno nord-americano, l'altro, più convincente, d'ispirazione europea. Insomma, le discussioni sulTaborto
ricordano alFEuropa Occidentale due compiti urgenti e indissociabili: salvaguardare la propria identità e far rifiorire la sua credibilità nel Terzo Mondo.
58
I
i
i
If i
I.
LE DONNE
E I/ASSERVIMENTO ACCETTATO
In ultima istanza, ci rimane da definire se il mutamento di valo-
re, che la liberalizzazione delPaborto suppone sul piano politico,
non sia il prezzo da pagare per promuovere la liberazione délia
donna. Nella storia delFemancipazione délia donna, non troviamo forse la strada sbarrata da un ostacolo insormontabile? Non
potrebbe darsi che, al punto in cui siamo, per realizzare questa
piena emancipazione si debba auspicare un régime politico che
si ispiri ad esperienze totalitarie più che a vecchie tradizioni
democratiche? Certo, porre la domanda in questi termini signifïca già darle una risposta. Non riusciamo a capire, infatti, per
ché un régime totalitario dovrebbe avère un particolare interesse
alla emancipazione délia donna, né in che modo potrebbe impegnarsi in questa impresa senza autolesionarsi...
ï/oppio del secolo
D'altronde, i movimenti femministi favorevoli all'aborto si guar-
dano bene dal presentare il problema in questo modo. Dalle loro pubblicazioni appare chiaro che si ritiene possibile liberalizzare Taborto avendo di mira in primo luogo e soprattutto Temancipazione délia donna.83 Le preoccupazioni eugenetiche, demografiche, socio-economiche non sono loro estranee, ma non le colloca-
83 La letteratura sulla questione è abbondante. Limitiamoci a ricordare
H. Bonnet, Liberté de l'avortement et libération des femmes, in Lumière
et Vie 21, n. 109, agosto-ottobre 1972, 35-43; D. Schulder et F. Kennedy,
Avortement, droit des femmes, coll. Cahiers libres, Paris 1972. Il punto di
vista deiriPPF è esposto in Family planning. Improving opportunities
for Women. Gli editori hanno perfino sollecitato l'autorité deirimperatrice
Farah Dibah per avallare questo rapporto.
59
no veramente al vertice délia loro argomentazione. La propaganda di questi movimenti è spesso accompagnata dalla descrizione
rassicurante délie moderne tecniche abortive. Se ne vanta la sem-
plicità; si insiste, non senza esagerazione, sul carattere indolore
deirintervento, sull'assenza di rischi, di conseguenze, ecc. Schemi, foto, prospetti, rivaleggiano in forza persuasiva per convincere la donna che, ormai, le è facile essere « padrona délia sua
pancia », secondo Tespressione célèbre e di una volgarità studiata.
Ora, se è stabilito che il bambino concepito ha un'esistenza di
stinta da quella délia madré, non vediamo che cosa possa di-
spensarla dal dovere di riconoscere Tessere che porta in seno.
S.oggetto di diritti per il giurista e per Tuomo politico, egli lo è
a maggior ragione per sua madré. Non perché qualcuno dipende
da me io posso dominarlo. E non è possibile addurre corne pretesto la differenza di sviluppo corporale per fondare una disuguaglianza di diritti cosi radicale da dare alla madré un potere
discrezionale sul proprio figlio. La sua liberté — ed a maggior
ragione quella délia coppia — è quindi limitata dai diritti inerenti al soggetto che ella porta e che i pubblici poteri devono
far rispettare, allô stesso titolo di quelli di qualsiasi altro sogget
to.84 È vero che la maggior parte dei movimenti femministi non
insistono molto su questo approccio « obiettivo ». Essendo l'emancipazione délia donna nella società la loro preoccupazione
maggiore, in questa prospettiva incontrano i problemi délia ma
ternité e delPaborto. Anche noi seguiremo questa linea politica.
Corne si ricorderà, tre anni fa un grande settimanale parigino ha
pubblicato una lista di donne celebri, e quasi tutte benestanti,
che avevand ricorso aH'aborto.85 Un rapido colpo d'occhio a que-
84 Sui diritti délia donna, cf M.-Th. Meulders-Klein, Considérations...
(citato nota 7), pp. 472-482. — Sade è un nostalgico dell'epoca in cui
i padri disponevano del diritto di vita e di morte: « Si è padroni di riprendere ciô che si è dato... Non riusciro mai a comprendere che un padre che
ha voluto dare la vita non sia libero di dare la morte. È il prezzo ridicolo
che attribuiamo: a questa vita a farci eternamente sragionare sul génère
d'azione che spinge un uomo a liberarsi del suo simile ».. Justine...,
pp. 115-117.
*? Cî Le manifeste des 343 in Le Nouvel Observateur, 5 aprile 1971.. Cf
anche Le livre blanc de Vayortement, Club de l'Observateur, cahier 2,
Paris 1971.
60
sta lista conferma abbondantemente lo stretto legame esistente
tra Taborto provocato e la società dei consumi, di cui queste
donne sono in qualche modo Favanguardia. Tutto il problema
sta nel sapere se sia al comportamento di questa avanguardia
che le nostre comunità politiche devono adattare la loro legislazione.
Una volta di più, superiamo qui la problematica strettamente
« privata » delFaborto. La storia contemporanea ci mostra che,
quando una società fa dei consumi il suo progetto maggiore, esaspera la sete di guadagno nei suoi membri. Soffoca in essi ogni
senso di responsabilité sociale. La massimalizzazione del profitto
privato diventa norma assoluta délia produzione e del comporta
mento in générale. Produrre, consumare, sprecare: ecco il trinomio inculcato con grande sfoggio di pubblicità. Poiché la motivazione dominante è Tattrattiva del guadagno, il cittadino è innanzi tutto un carrefour di desideri e di bisogni, che sono conti-
nuamente ristimolati al momento in cui stanno per essere appagati. La sete di consumo è Poppio del secolo; essa spinge perfino i nostri paesi ricchi a sviluppare la fabbricazione e il commercio délie armi: il denaro non ha odore.
Corne si puô costatare, è proprio qui che il principio del piacere, mobilitato dal consumo, incontra il principio di forza, evocato più sopra a proposito dei regimi totalitari. L'incontro dell'edonismo con la violenza, di Callicle e Gorgia con Protagora, non è
un puro caso.
Rivoluzione incompiuta
Da sempre, i ricchi hanno goduto di privilegi ingiusti; hanno fatto degli strappi aile leggi in tutta impunità; spesso hanno perfino vagheggiato di fare del diritto positivo il riflesso e il baluardo dei loro interessi. Nonostante le lotte intraprese e le vittorie
riportate, i ricchi continuano a frodare il fisco, possono darsi al
la droga, sprecare o inquinare più del necessario e ricorrere, se
necessario, a medici tanto compiacenti quanto cupidi che procurano Taborto: un secolo dopo Marx, tanti abusi continuano ad
essere una vergogna délia società capitalistica.86
86 Cf Ch. Revon, La loi et ses injustices, in Echanges, n. 104, gennaio
1972, pp. 28-30.
61
t \\
Ma la rivoluzione che ci viene proposta differisce singolarmente
da quelle del passato. Queste volevano estirpare l'ingiustizia in
nome di un certo idéale délia giustizia. Quella dei sostenitori
delPaborto consiste nel pretendere di dichiarare légale e perfino
giusto — « depenalizzare » — un atto che la nostra tradizione
morale e giuridica considéra gravemente reprensibile. A questo
scopo, si avvalgono del fatto che una minoranza benestante puô
effettivamente permetterselo con la certezza dell'impunità. Una
conclusione cosi assurda è una vera sfida al più elementare
buon senso. Se alcuni si arricchiscono con la corruzione, le buste-
relle, il traffico délia droga, ecc, bisogna perfezionare la legislazione, moltiplicare i controlli, aggravare le sanzioni. Altrettanto
si deve fare con l'aborto di compiacenza, freddamente perpetrato.
Ci meravigliamo dunque nel costatare che la donna non insorge
contro le ambiguità che gravano su una certa concezione délia
sua emancipazione. Perché non reagire più vivamente contro
quanto la fossilizza nel suo statuto di oggetto, predisponendola
ad essere la prima vittima dell'aborto a buon mercato? Se è vero che l'aborto su richiesta si rivela nel nostro paese un corolla-
rio délia spirale consumistica, per liberare la donna bisogna contestare quello che nella nostra società spinge a ricorrere all'aborto. Noi affermiamo con forza che una società che si paga il lusso del mantenimento di armi ultra-costose, il lusso di inviare
uomini nello spazio, puô non solo permettersi di circondare di
premure i suoi vecchi e di proteggere i suoi infermi, ma anche
di aiutare efficacemente le madri nubili e di educare i bambini
lanciati nell'esistenza per imprevidenza o per sorpresa.
D'altra parte, noi ritroviamo qui l'imperativo di una socializzazione rispettosa délie persone. Più che pensare a liberalizzare l'abor
to è urgente combattere le cause di disperazione che conducono a
preventivare taie soluzione. È necessaria una straordinaria cattiva fede per preconizzare la liberalizzazione dell'aborto senza avviare prima una riforma fiscale che miri a correggere ingiustizie
schiacchianti, senza una riforma giudiziaria che elimini ogni giu
stizia di classe, senza una regolamentazione molto rigida del cre-
dito e délia pubblicità, senza mettere sotto accusa una politica
dell'alloggio e dell'urbanizzazione polarizzata soprattutto sul gua
dagno, senza una denuncia veemente di tutto quello che ,— so
prattutto nel cinéma — è una spudorata forma di sfruttamento
62
e di umiliazione délia donna, senza una politica salariale e familiare che sottragga la donna alla nécessita di lavorare fuori casa.
Pretendere di liberalizzare l'aborto è solo una farsa finché, in
una coppia abbacinata da una pubblicità irresponsabile, la don
na sarà costretta a fare i salti mortali per raggiungere la fine del
mese e produrre per aver diritto ad un posto nella società dei
consumi; finché un anacronistico ed esagerato pudore impedirà
di educare alla paternità responsabile o finché in nome di imperativi maltusiani l'educazione aU'amore sarà ridotta all'iniziazio-
ne alla contraccezione; finché una certa ipocrisia borghese conti
nuera a penalizzare le ragazze-madri e a tenerle al bando délia
società; finché ci verra presentata la paternità corne un inciden
te, la gravidanza come un'infermità e il bambino corne un parassita...
Liberazione e oggettivizzazione
L'aspetto più straordinario di questo dibattito è che alcune ispiratrici dei movimenti femministi favorevoli all'aborto sembrano
avère interiorizzato il punto di vista del maschio sulla donna.
Esse si vedono con uno sguardo maschio che oggettivizza, che
annienta, uno sguardo sadico: cosi come ad un dato momento
del processo dialettico, l'idéale dello schiavo che vuole liberarsi
è d'imitare il suo padrone e gettare su di se lo sguardo del padrone5 Ma una sconsiderata liberalizzazione dell'aborto si limiterebbe ad aumentare l'oppressione di cui le donne si lamentano.
Lo stesso sadismo che colpisce il bambino e lo uccide, colpisce
anche colei che è chiamata a portarlo. Porta sicuramente ad un
maggior dominio dei maschi: i grandi, gli unici a beneficiare del
l'aborto su richiesta, sarebbero gli uomini che vedrebbero esten-
dersi il loro impero. Dopo tutto, «perché dovrei essere cosi
sciocco da avère pietà del polio che viene sgozzato per il mio
pranzo?... Ed i rapporti délia sposa col marito non sono più im-
portanti di quelli che ha il polio con me; sono entrambi animali
87 Riconosciamo qui alcuni terni sartriani, sviluppati anche nelFopera di
Simone de Beauvoir. Cf i riferimenti più sopra, nota 41.
63
T M
di casa dei quali bisogna servirsi, che vanno utilizzati secondo
l'uso indicato dalla natura, senza differenziarli in nulla ».88
Inoltre, siccome in amore le donne non fanno l'esperienza del
riconoscimento né délia reciprocità, come potrebbero essere di
sposte a riconoscere e ad accogliere colui che pure è loro figlio? mGià asservite ad una società di cui ci si guarda bene dal
criticare le opzioni di base, unidimensionalizzate, « uguagliate »
all'uomo, ridotte al modello standard di consumatrici-produttrici, esse saranno ancor più sottomesse ai capricci impetuosi dei
maschi possessivi. Da soggetti di consumo, diventeranno un og-
getto di consumo di tipo particolare ma anonimo e, nella solitudine del non-amore, saranno le prime a subire le conseguenze
del loro asservimento accettato.
88 Sade espone la sua concezione dell'« amore » umano soprattutto in
Justine, pp. 170-176 e 214-218.
89 G Fessard esaraina il rapporto uomo-donna alla luce délia dialettica
hegeliana del padrone e dello schiavo in De l'actualité historique, t. I:
A la recherche d'une méthode, coll. Recherches de Philosophie, 5, Pans
1960, pp. 163-175.
UN PROGETTO REAZIONARIO
Un attimo di attenzione è suificiente a rendersi conto che i dibattiti suU'aborto evidenziano in mezzo a noi non solo l'influsso
tentacolare délia società dei consumi, ma una radicale contesta-
zione dei principi sui quali si fonda la nostra concezione dell'uomo e délia società.
Il recupero intégrale
Per rimanere sulla cresta dell'onda, è indispensable, tra l'altro,
temperare la repressione délia droga, stimare l'omosessualità. Bi
sogna anche approvare le relazioni pre-matrimoniali, banalizzare
la procedura del divorzio, eliminare i rischi dell'infedeltà. Tutte
lotte di retroguardia che perdono la propria ragion d'esser quando si propone di legalizzare l'aborto: chi puô fare il più puô fare anche il meno.
Ma, analizzato più da vicino, tenendo conto del contesto che lo
ispira, questo progetto si rivela largamente reazionario. Parte da
una posizione pre-critica dove non si discerne il legame esistente
tra il progetto liberalizzatore propriamente detto e le sue incidenze politiche. Al di là dell'aborto, si tratta di potere. Nel nostro paese, esso ricorre all'insidia dorata del consumo. Non sarebbe poi un gran maie se il consumo sessuale fosse solo una
forma di consumo come un'altra. In realtà, la liberalizzazione
dell'aborto significherebbe che, nei suoi rapporti con gli altri,
l'uomo puô trascurare ogni senso délia propria responsabilità,
cioè mutilare la relazione umana di una délie sue componenti
caratteristiche: la reciprocità.
Interi settori délia scienza e délia tecnica già da tempo sono
messi al servizio délia volontà di potere, ma finora il dominio
dell'uomo veniva esercitato attraverso la mediazione di oggetti
materiali. L'uomo consumatore è condizionato; la sua libertà è
65
alienata; ma le teorie rassicuranti gli tolgono ogni ombra di rimorso e lo abbagliano col mito dell'espansione indefinita. Ormai, Fultimo passo rischia di essere fatto: viene proposto di esercitare un potere di vita o di morte, in maniera asettica, léga
le, morale. Scienza, diritto, demografia, politica, morale, le disci
pline più diverse, sono trasformate in armi al servizio del potere
e mobilitate per il controllo degli uomini.
L'espuîsione délia libertà
Che cosa sarà l'uomo che crede di aver rigettato ogni tabù, ogni
costrizione, ogni « apparato repressivo »? Un essere che, al ter
mine di una lunga série di abdicazioni, avrà consumato l'espulsione délia propria libertà e délia propria responsabilità, che sa
rà diventato incapace di dialogo e di condivisione. Alcuni proto-
tipi di questo uomo di domani ci sono già stati presentati dal
cinéma: un'arancia meccanica, un portière di notte. La società
sarà popolata da esseri per i quali l'istinto prenderà il posto dél
ia ragione. Nella migliore délie ipotesi, essi si creeranno istituzioni ad immagine délie loro passioni e troveranno la propria
delizia in idéologie adeguate.
Hegel credeva che l'alienazione suprema fosse quella délia liber
tà. In definitiva, si trovano ancora a questo stadio quelli che vo-
gliono ammorbidire la legislazione che reprime il commercio e
l'uso délia droga. Ma da allora se n'è fatta di strada. Per un si
o per un no vengono sequestrati innocenti, si tortura, si uccide.
L'assoluzione è fréquente e pronta la récidiva. I poveri del Terzo Mondo minacciano la nostra prosperità? La sterilizzazione in
série li rende inoffensivi, anzi riconoscenti: essi ricevono un
transistor in premio. I deboli mentali sono un onere per il paese? Non sia mai! Cambiamo legge: mutiliamoli, nei casi benigni; per i casi più gravi sarebbe molto più economica la caméra
a gas, magari con la TV a colori! D'altra parte, non è lecito
domandarsi se questi individui siano veramente uomini? I vecchi e gli invalidi non producono più e sottraggono il denaro che
potrebbe essere utilmente investito in béni produttivi? L'eutanasia risolverà il problema con discrezione ed efficacia. ïn ogni
caso, le casse délia previdenza sociale rimborseranno le spese,
anzi, se necessario, concederanno un premio per decesso prema66
turo e volontario, che sarà versato ai fortunati eredi; le mutue
cesseranno di essere in déficit; le imposte diminuiranno e si potranno costruire autostrade. La recessione minaccia? Ci sarà pur
sempre una guerra da prevedere, da dichiarare, da trascinare avanti, da suscitare. Abbasso la disoccupazione! E non saranno
certo i sindacati a dire il contrario. Ma, tutto considerato, è meno indegno per un essere umano morire, sia pure pazzo, in Viet
nam, che passare senza soluzione di continuité dall'utero al bidone délie immondizie di un ospedale.
67
INDICE
Introduzione
Superare la casistica
L'ipotesi forte
.
Per l'onore délia medicina
Nuovi mercenari?
Una medicina di lusso .
I bassi servizi
Délia inutilità del diritto
La legge e le sue ambiguità
Il législature e il sociologo
Il ritorno del Leviathan
Una posta importante
Diritti dell'uomo e legislazione positiva
La separazione dei poteri
Lo Stato ipostaticizzato
Dalla morale all'ideologia legittimatrice
pag.
5
»
»
5
7
»
10
»
»
»
10
11
12
»
14
»
»
14
18
»
20
»
»
»
»
20
23
24
25
»
27
Morale a scelta
»
27
La polvere negli occhi
»
29
»
30
»
34
Giustizia e legalità
L'uomo misura di ogni cosa?
Il valore in sospeso
»
»
»
34
35
37
Alienazione e libertà
»
39
In soccorso délia vittoria
Prometeo scatenato
.
69
Verso il genocidio intra-uterino .
i
.
»
42
La colonizzazione ideologica
Malthus e Timpero
»
»
42
44
Antinatalismo militante
DalTimitazione all'alienazione
L'Europa sotto-dominatrice?
»
»
»
47
49
51
Occhiali in prestito
Una variabile privilegiata
»
»
55
56
Le donne e Fasservimento accettato
»
59
»
»
»
59
61
63
»
65
...»
»
65
66
•'
L'oppio del secolo
Rivoluzione incompiuta
..
Liberazione e oggettivizzazione
Un progetto reazionario
Il recupero intégrale
L'esplusione délia libertà
70
il a1!
'i in
.
.
..
.
.
.
ISBS - Castelnuovo Don Bosco (Asti) - 1975
COLLANA
PROBLEMIDOGGI
1. Le scelte e le tesi dei « Cristiani per il Socialismo » alla
luce deH'insegnamento délia Chiesa, a cura di B. Sorge
2. L'aborto, problema politico, di M. Schooyans
3. Aborto, la grande decisione, di H. van Straelen
(755)
L 800
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