Progetto Powerpoint 2009
I KARREN:
LE FORME
SCOLPITE
SULLA ROCCIA
a cura di
Ugo Sauro
Campo di karren nel Montenegro, non lontano da Cetinje (foto U. Sauro)
INTRODUZIONE
In questa lezione sono illustrati i principali karren,
cioè i tipi delle sculture in roccia operate dai processi di soluzione carsica,
i quali sono per la maggior parte forme di piccole dimensioni.
In letteratura
viene talora utilizzato
il termine “microforme”
come sinonimo di karren,
uso che non è
del tutto giustificato,
dato che
questa famiglia di forme
comprende tipi morfologici
rientranti in un’ampia
gamma dimensionale,
dalle nano
alle meso-forme.
Mallorca, Baleari, Spagna (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LA PAROLA KARREN
Mallorca, Baleari, Spagna (foto U. Sauro)
Per questa categoria di fenomeni è preferibile il termine di karren
in quanto è il più utilizzato dalla letteratura internazionale
e deriva dalla stessa radice da cui trae origine il toponimo “Carso”;
karren significa cioè “roccia” o “pietra”, indicando che si tratta di forme
le quali caratterizzano la roccia nuda.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LA TERMINOLOGIA I
Esistono numerosi termini
in lingue diverse
usati per indicare i karren
o meglio i paesaggi in roccia
caratterizzati da forme
di questo tipo,
come i termini italiani
campi solcati,
il vocabolo francese
di lapiès,
l’espressione inglese
di limestone pavement.
Monte Baldo - Prealpi Venete (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LA TERMINOLOGIA II
Alfred Bögli
(nella foto sui karren delle Alpi
Calcaree Svizzere da lui studiati
e chiamati “paradise”)
in un suo lavoro fondamentale
del 1960 ha proposto
la terminologia
dei principali tipi di karren,
ottenuta aggiungendo
al termine karren
un prefisso che ne chiarisce
il tipo morfologico, come:
-
Rillen-karren;
Rinnen-karren;
Tritt-karren;
Kluft-karren …
Muotatal, Svizzera (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
DEFINIZIONE
Per definizione, karren
è una forma percepibile e quindi visibile.
Per esserlo deve necessariamente
caratterizzare una superficie
di roccia esposta
o solo parzialmente mascherata
da suolo o da altri materiali di copertura.
Tuttavia, forme tipo karren
si sviluppano anche all’interfaccia
copertura/roccia,
dove si possono evolvere
dei “criptokarren”,
cioè dei karren nascosti,
i quali diventano karren
nel momento in cui le coperture
vengono erose o asportate dall’uomo.
Gessi della Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE ROCCE
Gessi macrocristallini della Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
Forme di tipo karren sono presenti
in rocce diverse, e in particolare
sono ben espresse nei calcari,
nei gessi e nel salgemma.
L’individuazione di queste forme
può essere influenzata da fattori
quali la composizione
e la grana della roccia.
Così la dissoluzione dei calcari
è facilitata dalle attività biologiche,
mentre nei gessi formati da grossi
cristalli lo sviluppo di karren
può essere disturbato
dalla scabrosità della superficie
e dall’elevata porosità.
Sulle superfici dei cristalli
di questo gesso macrocristallino
si intravedono delle nano-forme
di soluzione.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE DIMENSIONI
Dal punto di vista dimensionale
esistono dei nano-karren,
dei micro-karren e dei karren
di piccole e medie dimensioni.
I nano-karren sono forme di soluzione
visibili solo con il microscopio
o con una lente, sviluppati,
per esempio,
sulla superficie di cristalli di gesso.
I micro-karren sono invece
minute forme di soluzione
che si formano su rocce solubili
a grana molto fine in seguito
a movimenti di veli d’acqua
che possono risentire di fenomeni
di capillarità, come per questi
micro-rills.
Micro-rills nei gessi di Verzino, Calabria, Italia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
CLASSIFICAZIONE DI FORD & WILLIAMS
Molte sono le classificazioni dei karren.
Ford e Williams (2007) distinguono i seguenti grandi gruppi:
1. forme circolari in pianta;
2. forme lineari controllate dalla fratturazione della roccia;
3. forme lineari controllate dall’idrodinamica dell’acqua;
4. forme poligenetiche.
Come si può notare, la classificazione non si basa su un criterio omogeneo,
ma in parte sulla morfologia, in parte su aspetti genetici.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LA CLASSIFICAZIONE PROPOSTA
Da un punto di vista concettuale,
sembra più logico distinguere i seguenti gruppi:
1. forme controllate prevalentemente dall’idrodinamica dell’acqua;
2. forme controllate prevalentemente dalla fratturazione della roccia;
3. forme biocarsiche;
4. forme complesse e poligenetiche.
Ciò aiuta a capire come, in realtà, nell’evoluzione di queste forme
possano entrare in gioco più agenti e fattori condizionanti.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE FORME CONTROLLATE
DALL’IDRODINAMICA
I tipi di forme controllate prevalentemente dall’idrodinamica dell’acqua
possono presentare sia forma subcircolare che allungata.
Restando il più possibile fedeli alla classificazione di Bögli,
sono distinguibili nei seguenti tipi:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
rillenstain o mikrorillen;
kraterkarren;
rillenkarren;
ausgleichflache;
rinnenkarren;
wand-karren, humus-rinnenkarren e mäanderkarren;
trittkarren, solution levels e le forme tipo scallops.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I MICRORILLS
I rillenstain (microrills in inglese)
sono piccoli solchi con larghezza
intorno a un millimetro
e lunghezza
sino ad alcuni centimetri.
Sono il risultato del flusso
di una sottile lama d’acqua
controllato dalla capillarità
o dal vento,
oltre che dalla gravità.
Questi solchi minuti
possono intersecarsi
e originare minute creste
e punte.
Nella foto microrills
su calcari a grana fine.
Murge, Puglia, Italia (foto U. Sauro)
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PICCOLI CRATERI
DA PIOGGIA
I kraterkarren,
o piccoli crateri da pioggia
(rain-pits o rain-craters
in inglese),
sono forme comuni
nei gessi microcristallini
e poco porosi
e rari nei calcari.
Si tratta
di piccole conche chiuse,
delimitate da crestine
e punte aguzze,
del diametro di 10-30
millimetri, situate
nelle zone di spartiacque
di affioramenti rocciosi.
Verzino, Calabria, Italia (foto U. Sauro)
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LA GENESI
DEI PICCOLI CRATERI
I kraterkarren si formano
in seguito all’impatto delle gocce
di pioggia sulla roccia.
Impattando, le gocce
possono infrangersi
in goccioline minute,
le quali asportano in soluzione
materiale roccioso;
in questo modo si crea una conca
che può accogliere
al suo interno
un po’ di soluzione acquosa.
Quest’acqua viene espulsa
dall’arrivo di altre gocce di pioggia.
Il piccolo cratere si approfondisce
sino a che le gocce di pioggia
sono in grado di espellere l’acqua in
esso contenuta.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE SCANNELLATURE CARSICHE
I rillenkarren, o scannellature
carsiche (rills in inglese),
una delle forme più comuni,
sono dei piccoli solchi
con profilo trasversale a U,
separati da crestine aguzze,
larghi come il diametro
dei kraterkarren,
lunghi fra alcuni centimetri
e quasi un metro e profondi
sino a circa due centimetri.
Si trovano subito
a valle degli spartiacque
o della fascia dei kraterkarren
ove questi sono presenti.
Canale, Monte Baldo, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
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LE SCANNELLATURE CARSICHE
Verzino, Calabria, Italia (foto U. Sauro)
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IL MECCANISMO IDRODINAMICO
I rillenkarren, o scannellature,
si formano
con un meccanismo analogo
a quello dei kraterkarren,
con la differenza che qui,
durante le piogge,
anziché esserci una minuscola
pozzanghera d’acqua,
troviamo un filetto di corrente
che, per effetto della gravità,
ne percorre il fondo
e che viene sia alimentato
sia “disturbato”
dall’impatto
delle gocce di pioggia.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE SPIANATE
DI SOLUZIONE
spianata di soluzione
Le ausgleichflache
o spianate di soluzione
(planar solution surface
in inglese)
sono delle superfici lisce
che si trovano
a valle della fascia
delle scannellature.
Esse corrispondono
alla zona
dove l’acqua della pioggia
crea uno strato
laminare continuo,
in grado di esercitare
un’azione corrosiva
uniforme
su tutta la superficie
e quindi di livellare
eventuali irregolarità.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I SOLCHI A DOCCIA
I rinnenkarren, o solchi a doccia
(letteramente “rivoli” carsici,
runnels in inglese) si trovano
comunemente a valle della fascia
delle spianate di soluzione.
Sono solchi con sezione trasversale a U,
talora con fianchi sottoescavati,
larghi e profondi sino a qualche decimetro
e lunghi sino a qualche decina di metri.
Essi si formano dove nell’ambito
della lamina d’acqua si individuano
dei filoni di corrente più veloci
e turbolenti della stessa lamina,
i quali determinano il contatto
di un maggior numero di molecole
d’acqua/unità di superficie di roccia/unità
di tempo. La soluzione accelerata
comporta un approfondimento più veloce
con individuazione ed evoluzione dei solchi.
Croda del Becco, Altopiani Ampezzani, Veneto, Italia
(foto M. L. Perissinotto)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
SOLCHI
A DOCCIA
NEI GESSI
I solchi a doccia
trovano la massima
espressione nei calcari,
mentre sono meno
comuni nei gessi,
forse perché spesso
nella loro evoluzione
entrano in gioco
fenomeni di decantazione
come quelli descritti
nelle slides che seguono.
Serra Balate, Marina di Palma, Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
ALTRI TIPI
DI SOLCHI A DOCCIA
I wand-karren (solchi di parete),
gli humus-rinnenkarren
(solchi da humus)
e i mäanderkarren (solchi a meandri)
sono tipi di forme
simili ai rinnenkarren,
in cui tuttavia giocano
un ruolo significativo
sia fenomeni di decantazione,
cioè di percolazione dell’acqua
da un “serbatoio” situato a monte,
sia di rilascio di CO2 e acidi umici
da parte di suolo ricco di humus.
Velebit, Croazia (foto U. Sauro)
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I SERBATOI D’ACQUA
La decantazione
può essere la conseguenza
del rilascio lento di acqua
e di acidi umici
da parte di serbatoi naturali
come:
- le zolle di suolo
(situate sia a monte dei solchi,
sia al loro interno);
- le vasche carsiche;
- le cavità di interstrato;
- i banchi di neve;
- i lembi di sedimenti incoerenti
(come lo stesso detrito
o i depositi morenici).
Santa Caterina, Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
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SOLCO A MEANDRI
Sennes, Dolomiti, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
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LE CONCHE APERTE A FONDO PIANEGGIANTE
I Trittkarren
(impronte carsiche,
heelprints in inglese),
le solution levels
(o ripiani di soluzione)
e talora le forme
di tipo scallops
sono elementi
in cui coesistono
lembi di superficie
piana orizzontale
con piccole scarpate
che li delimitano
a monte.
Dachstein, Austria (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LA GENESI DELLE CONCHE APERTE
Si formano in seguito
a variazioni
nella circolazione
dello strato laminare
d’acqua.
Se, per esempio,
su una superficie liscia
esiste una piccola
scarpata, il moto
dello strato d’acqua
a monte e a valle
della stessa
è relativamente lento
e di tipo laminare,
mentre nell’ambito
della scarpata
è più veloce
e di tipo turbolento.
La lamina d’acqua si assottiglia
in corrispondenza della scarpata
e qui la roccia, che viene a contatto
con un maggior numero di molecole d’acqua,
è soggetta a soluzione accelerata
e pertanto la scarpata tende prima
ad assumere una forma di equilibrio
e quindi a conservarsi e ad arretrare.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE IMPRONTE CARSICHE
Le impronte carsiche,
dette anche
impronte di tallone,
sono forme legate
a queste modalità
di scorrimento
di una lama d’acqua,
comuni nei calcari
soprattutto
in ambienti
di alta montagna,
dove la fusione
della neve determina
la formazione
di lame d’acqua
da decantazione.
Muotatal, Svizzera (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE IMPRONTE CARSICHE
Dachstein, Austria (foto U. Sauro)
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LE IMPRONTE CARSICHE NEI GESSI
Impronte carsiche
sono presenti,
oltre che nei calcari,
in gessi a grana fine
e nel salgemma,
anche in ambienti
mediterranei,
fatto che dimostra
come si tratti
di forme controllate
da processi
idrodinamici.
S. Caterina, Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
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I RIPIANI DI SOLUZIONE
Mallorca, Baleari, Spagna (foto U. Sauro)
I ripiani di soluzione sono estese superfici, simili a terrazze
in roccia, che si trovano a valle della fascia delle scannellature
e che si evolvono per meccanismi simili a quelli delle impronte,
o che rappresentano la fusione tra più impronte.
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FORME TIPO SCALLOPS
Forme
di tipo impronte
o di tipo scallops
sono sempre legate
a processi idrodinamici
di questo tipo
e possono
essere presenti
anche all’interno
di solchi a doccia.
S. Caterina, Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
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I KARREN CONTROLLATI
DALLA FRATTURAZIONE DELLA ROCCIA
Alla categoria delle forme controllate prevalentemente
dalla fratturazione della roccia appartengono tutti quei tipi di karren
che si sviluppano lungo punti o piani di debolezza della roccia
e che tendono a penetrare al suo interno, tra cui:
1. mikro-kluftkarren;
2. kluftkarren;
3. mikro-kavernöse karren;
4. kavernöse karren;
5. schichtfugenkarren.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE ZONE
DI DEBOLEZZA
Canale, Monte Baldo, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
Infatti i calcari sono quasi sempre
caratterizzati da zone di debolezza
lungo piani di stratificazione
e di fratturazione,
o in punti di incrocio
fra queste discontinuità.
La maggior porosità
che caratterizza queste zone
facilita l’attacco della roccia
con formazione di fessure,
crepacci, fori carsici e cavità
di interstrato di dimensioni
molto varie.
Nel tempo queste cavità
tendono a costituire
una vera rete di microcaverne,
la quale permette all’acqua
di penetrare all’interno
della compagine rocciosa.
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I CREPACCI CARSICI
Muotatal, Svizzera (foto U. Sauro)
Un campo di kluftkarren (crepacci carsici).
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I FORI CARSICI
Piani Eterni, Dolomiti Bellunesi, Veneto, Italia (foto M.L. Perissinotto)
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CAVITÀ DI INTERSTRATO
Montenegro (foto U. Sauro)
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I CORRIDOI CARSICI
Nel tempo queste cavità possono assumere anche grandi dimensioni.
Per esempio i crepacci carsici possono evolvere come corridoi carsici
(karstgassen, bogaz).
Monti Lessini, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
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LE FORME BIOCARSICHE
Anche la categoria delle forme biocarsiche
comprende numerosi tipi tra cui caratteristici sono:
1. gli alveoli carsici;
2. i napfkarren o vaschette carsiche chiamate nella letteratura
internazionale kamenitze;
3. i wurzelkarren o solchi di radici.
In senso lato appartengono alle forme biocarsiche anche
i solchi da decantazione da suolo già descritti nella categoria
delle forme controllate prevalentemente dall’idrodinamica dell’acqua,
i criptokarren o karren coperti da suolo, i karren creati
sopra le falesie marine dagli spruzzi dell’acqua del mare.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
GLI ALVEOLI CARSICI
Monte Baldo, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
Roccia cariata dagli alveoli carsici.
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LE VASCHETTE
CARSICHE
Una kamenitza
o vaschetta carsica
con per emissario
un solco a doccia
di decantazione.
Canale, Monte Baldo, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
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EVOLUZIONE
DELLE VASCHETTE
Borgo Grotta Gigante, Carso di Trieste, Italia (foto U. Sauro)
In genere
il fondo delle vaschette
tende ad approfondirsi
sempre più
e a diventare
piano orizzontale.
L’acqua viene persa
sia per evaporazione,
sia per trabocco
dalla soglia
della vaschetta.
Sul fondo
delle vaschette
possono aprirsi
crepacci e fori
i quali permettendo
all’acqua di defluire
verso il basso,
rendono inattiva
la forma.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I KARREN ARROTONDATI
I cripto-karren o karren coperti
da suolo o da altre coperture
sono forme che si sviluppano
all’interfaccia roccia/copertura,
spesso anche
per attività biologiche.
Una volta che sia stata asportata
la copertura rivelano forme
smussate tanto che si parla
di Rundkarren,
cioè di karren arrotondati.
Nella foto un’escursione in Slovenia
guidata dal prof. I. Gams.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
Slovenia (foto U. Sauro)
I KARREN COPERTI NEI GESSI
Serra Ciminna, Sicilia, Italia (foto U. Sauro)
I karren coperti
sono comuni nei calcari
e meno comuni
nei gessi.
Su questi ultimi,
i Rundkarren sotto suolo
non sono ben sviluppati,
ma si possono
invece evolvere
karren a crepacci
e tavole carsiche
al di sotto di coperture
ben permeabili
e prive di rocce gessose,
come certi depositi
alluvionali grossolani.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I KARREN MARINI I
Murge, Puglia, Italia (foto U. Sauro)
I karren marini
più tipici si trovano
prevalentemente a monte
di falesie calcaree
che permettono
agli spruzzi
dei frangenti di bagnarle:
vi si trovano alveoli,
pinnacoli e vasche marine
dove proliferano
flore algali
e comunità di organismi
che facilitano
la soluzione della roccia.
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I KARREN MARINI II
Karren marini
su una falesia
in ambiente tropicale
(Somalia).
Il colore scuro dei karren
si spiega
con i processi di decomposizione
delle alghe
che penetrano nella roccia
facilitandone la dissoluzione.
Somalia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE FORME COMPLESSE E POLIGENETICHE
Alcune delle forme descritte sono di fatto complesse o poligenetiche.
Tra le forme complesse ricordiamo:
- i campi solcati a tavole carsiche;
- le città di roccia;
- le foreste di pietra;
- i campi solcati glaciocarsici a gradinate strutturali;
- i campi solcati glaciocarsici su rocce montonate;
- i karren marini.
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE TAVOLE CARSICHE
I campi solcati
a tavole carsiche
(karrentischen)
si sono in genere
sviluppati
in corrispondenza
di piani di stratificazione
e sono caratterizzati
da tavole di roccia
suborizzontali
o poco inclinate
separate
da crepacci carsici.
Monti Lessini, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE CITTÀ DI ROCCIA
Le città di roccia
(rock cities in inglese,
ciudadas encantadas
in spagnolo)
sono paesaggi ruderali
in cui monoliti
e spuntoni di roccia
separati da corridoi
fanno pensare
ai ruderi di antiche città.
Monti Lessini, Veneto, Italia (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
LE FORESTE DI PIETRA
Mallorca, Baleari, Spagna (foto U. Sauro)
Le foreste di pietra
sono date
da complessi
di pinnacoli
e torri di roccia
scolpiti dai karren.
Celebri sono
la stone forest
di Yunnan in Cina,
quella di Sarawak
in Malaysia.
Ma forme
di questo tipo
si trovano
anche in Europa,
come queste
di Mallorca (Baleari).
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I CAMPI SOLCATI GLACIOCARSICI I
I campi solcati
glaciocarsici
su gradinate strutturali
(schichttreppenkarst)
sono forme complesse
e poligenetiche
conseguenti a una fase
di erosione glaciale
con modellamento
della gradinata e una fase
di dissoluzione carsica
con scultura dei karren.
In qualche caso
si riconoscono più fasi
di modellamento glaciale
alternate a fasi
di carsificazione.
Muotatal, Svizzera (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
I CAMPI SOLCATI GLACIOCARSICI II
I campi solcati
glaciocarsici
su rocce montonate
(rundhockerkarst)
sono forme complesse
e poligenetiche
conseguenti a una fase
di erosione glaciale,
con modellamento
di dossoni arrotondati
su calcari massicci,
seguita da una fase
di dissoluzione carsica,
con scultura dei karren.
Diablerets, Svizzera (foto U. Sauro)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
ALCUNI TIPI DI MARKER
PRESENTI NEI KARREN
Aspetti particolari, ma significativi da un lato per datare certe superfici
e dall’altro per calcolare la velocità della soluzione, sono:
- i noduli di selce;
- le croste ferriche;
- i fossili silicizzati;
- i blocchi peduncolati;
- gli incavi al di sotto dei piani di strato in campi solcati glaciocarsici.
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NODULI DI SELCE
IN RILIEVO
Forme di questo tipo
permettono, per esempio,
di stimare da quanto tempo
è caduta una frana,
sulla base dello spessore
di calcare asportato
deducibile dal rilievo
di noduli di selce
troncati al momento
del distacco dei blocchi.
Piani Eterni, Dolomiti Bellunesi, Veneto, Italia (foto M.L. Perissinotto)
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I BLOCCHI
PEDUNCOLATI
Muotatal, Svizzera (foto U. Sauro)
Oppure di calcolare
quanti centimetri di roccia
sono stati asportati
dopo il ritiro dei ghiacciai
del Pleistocene,
sulla base dell’altezza
del piedistallo di questi
blocchi morenici peduncolati
(perched blocks).
In altre parole, il ghiacciaio
ha deposto questi blocchi
i quali hanno protetto
la roccia sottostante
dalla corrosione determinando
la formazione di un peduncolo.
C’è però da tener presente
che la protezione non è totale
in quanto l’acqua di fusione
della neve riesce ad infiltrarsi
al di sotto dei blocchi.
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INCAVI DI SOLUZIONE
Questi incavi
al di sotto dei piani di strato
nei campi solcati glaciocarsici
sono dei marker
più significativi dei precedenti,
che indicano lo spessore
della roccia asportata
per soluzione,
in quanto si può presumere
che i ghiacciai
abbiano sradicato
blocchi dello strato sovrastante
esponendo
una superficie di strato
che poi si è abbassata
sino alla situazione attuale.
Vallone di Camporotondo, Dolomiti Bellunesi, Veneto, Italia (foto M.L. Perissinotto)
I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
PER SAPERNE DI PIU’
BÖGLI A. (1960), Kalklösung
und Karrenbildung. Internat.
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della Sicilia. Quaderni del Museo
Geologico "G.G. Gemmellaro", 5,
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I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
CREDITI
Questa lezione è stata preparata da Ugo Sauro
Tutte le foto e i disegni, ove non specificato, sono di Ugo Sauro
Per la parte fotografica si ringrazia Maria Luisa Perissinotto
(foto delle slides 19, 34, 52, 54)
© Società Speleologica Italiana
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I karren: le forme scolpite nella roccia – Società Speleologica Italiana 2009
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