REDAZIONALE Siamo di nuovo giunti alla fine di un nuovo anno e ci troviamo di nuovo a tirare le somme, sia di quanto ha fatto la nostra associazione che di quanto avvenuto nel mondo dell'acquariofila in generale. Quest'anno tutti i nostri sforzi sono stati puntati sul bollettino, che come vedi è man mano migliorato sia come grafica che come contenuti. Per il resto la vista sociale, come previsto, non ha brillato molto. Per il prossimo anno però si prevedono delle novità. Forse è finalmente giunto il momento di una nuova mostra. Stiamo studiando anche per migliorare ulteriormente il bollettino, e se ci riusciremo organizzeremo di nuovo degli incontri con gli autori. Speriamo bene. Nel frattempo anche il mondo dell'acquariofilia si muove. Finalmente si è riusciti a vedere una bella manifestazione di acquariofilia nel centro italia (leggi Zoomark napoletano) e al nord il GAEM ha organizzato una conferenza con relatori internazionali. Di tutte e due le manifestazioni troverai un piccolo resoconto. E' anche nata una nuova rivista (troverai a pagina 15 la presentazione). La nostra associazione sempre pronta a recepire i nuovi stimoli provenienti dai soci ti aspetta all'imminente appuntamento di fine anno. Per l'occasione torneremo nei locali della vecchia sede sociale. Sfrutto queste ultime righe concessemi dal redazionale per augurare a tutti un prospero 1999, ricco non solo da un punto di vista acquariologico, ma anche e soprattutto da un punto di vista umano e professionale. A tutti quindi i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo sia da parte mia che da tutto il Consiglio Direttivo. Pescara 21 novembre 1998 IN QUESTO NUMERO Redazionale pag. 1 La posta pag. 2 Quote sociali pag. 3 Assemblea soci pag. 3 Parliamo del combattente: Betta e barattoli pag. 4 L'acquario di Napoli pag. 9 Zoomark mediterraneo pag.11 Inchiesta sul marino La fauna pag.12 Il mio acquario pag.15 Seminario GAEM pag.16 Il neofita entra in negozio: la riproduzione pag.17 Rassegna stampa pag. 19 Indice anno 1998 pag. 20 le e n o i s s o isc r il 1999. r n i o n o S sociali pe quote AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 1 LA POSTA LA NOSTRA ASSOCIAZIONE: QUALE FUTURO? Il socio Amedeo Pardi ci ha inviato una chilometrica lettera che siamo costretti a tagliare cercando però di mantenerne intatto lo spirito: in pratica è una proposta di rifondazione del club attraverso l’allargamento ad altri settori naturalistici. Ecco il testo di Pardi: Carissimi amici, sento che è giunto il momento di fare una riflessione sulla nostra associazione. Da anni abbiamo problemi. Credo che una delle cause sia nella difficoltà di rendere l’acquariofilia un vero hobby. Un hobby deve interessare un individuo in ogni momento del suo tempo libero. Qui sta il punto. Il tempo libero di un individuo è impegnato al giorno d’oggi non da un solo hobby. Ci sono sempre più nuove passioni che ci possono attrarre. Dobbiamo poi riconoscere che l’hobby dell’acquariofilia non è molto pratico e semplice dal punto di vista dello spazio: vuoi mettere una raccolta di francobolli che sta in un raccoglitore o altre collezioni del genere. L’acquariofilia per essere un hobby deve superare la classica vasca da arredamento ed entrare nella dimensione della ricerca e dello Pag. 2 AC Bollettino A.A.A. n.44 studio, cercando di riprodurre quante più specie possibile di pesci, poche persone hanno la disponibilità di spazio e di soldi necessari. All’interno di un’associazione a livello locale questi individui si contano sulle dita di una mano. Si parla di acquarioflia sulla nostra rivista, ma non si fa niente o quasi. (…) Bisogna riconoscere obbiettivamente che questa associazione sta morendo. Si potrebbe fare ancora qualcosa per salvarla. Quella che segue è una proposta di progetto per la rifondazione dell’associazione. Un libretto a cura del gruppo naturalisti Linneo di Chioggia (VE) realizzato in occasione della loro mostra del ventennale mi ha ispirato una proposta. Appena finita di leggere la presentazione mi si è accesa la classica lampadina. In poche parole questi amici hanno cominciato con un hobby: la raccolta e collezione di conchiglie che poi si è evoluta nell’approfondimento dello studio al fine di classificare le specie e scambiarle con collezionisti di tutto il mondo. Poi nel tempo altri amici appassionati di minerali, di fossili, di insetti, di pesci, di crostacei si sono aggregati ampliando il settore di conoscenza delle scienze naturali all’interno del gruppo il quale si è costituito nel 1978 in Associazione Gruppo Naturalisti Linneo con l’intento di riunire tutti coloro che hanno particolare interesse allo studio, alla ricerca, al collezionismo e alla diffusione delle varie discipline delle scienze naturali. Tengono a precisare che il gruppo essendo composto di autodidatti si avvale di consulenze esterne di naturalisti qualificati. Come logo hanno scelto il paguro. L’elenco dei soci non è molto numeroso, all’incirca come il nostro. C’è poi la descrizione delle discipline attualmente seguite che sono malacologia, mineralogia, paleontologia, entomologia, carcinologia (crostacei) ittiologia, acquariofilia e terrariofilia. E’ interessante l’approccio di questo gruppo naturalistico nei confronti dell’acquariofilia e terrariofilia. Vi riporto un brano “oggi un acquario è l’unico ecosistema che è possibile riprodurre facilmente e mantenere in casa. E chi pensa che gli animali tenuti dentro possano risentirne, possono ricredersi tenendo presente che quasi tutti i pesci d’acqua dolce sono stati riprodotti in cattività, addirittura da semplici appassionati. Ora anche diverse specie di pesci marini vengono riprodotti. In entrambe i casi sono diminuite cospicuamente le predazioni nei posti d’origine”. Infine la didattica nelle scuole. Dall’esperienza del gruppo di Chioggia e qui viene la mia proposta, potremmo allargare la nostra associazione e trasformarla in associazione naturalistica-culturale. Come prima fase possiamo interessare i nostri attuali soci a confidarci se possiedono altri hobby o passioni oltre a quello dell’acquario. Oppure possiamo stilare un elenco di attività da promuovere e vedere quanti aderiranno. (…) Amedeo Pardi Ci fermiamo qui. La lettera integrale è a disposizione dei soci presso il segretario o presso lo stesso Pardi, se qualcuno vorrà prenderne visione. L’essenziale è stato tuttavia già detto e sulla “provocazione” del nostro socio (uno di Quote sociali Anche per il 1999 il Direttivo ha deciso di lasciare invariata la quota sociale che continua ad essere quindi di 35.000 lire per i soci ordinari, e di 20.000 lire per i soci giovani (quelli minorenni). Assemblea dei soci E' convocata per domenica 13 dicembre alle ore 10,30 l'assemblea ordinaria dei soci che si terrà nei soliti locali dell'ex-sede sociale. Ti raccomando di non mancare, probabilmente vedremo un filmato . Inoltre sarà l'occasione per regolarizzare i pagamenti delle quote sociali e degli eventuali abbonamenti alle riviste del settore. AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 3 PARLIAMO DEL COMBATTENTE BETTA E BARATTOLI: STORIA DI UN EQUIVOCO di Renato Di Loreto E' nato prima il Betta o il barattolo? E' molto difficile rispondere a questa domanda anche perché bisognerebbe risalire a parecchi anni fa per sapere quando i primi allevatori (e forse anche gli stessi scopritori) cominciarono a tenere i Betta splendens nel modo che oggi conosciamo e da cui raramente si prescinde. Diciamo comunque, per rispondere alla domanda iniziale, che siamo sicuri che sia nato prima il nostro bel pesce e questo è l'unico indizio chiaro in quello Pag. 4 AC Bollettino A.A.A. n.44 che ho definito poc'anzi come un equivoco. Mi domanderete in cosa consista questo equivoco, è presto detto: si tratta del principio che è alla base di un certo tipo di allevamento corrente e cioè l'idea che questo pesce si accontenti di spazi esigui perché così si è sempre fatto, a partire dalla loro madrepatria dove addirittura vengono non solo allevati, ma riprodotti in questo modo. Ritengo che ciò sia un discorso semplicemente assurdo se pensiamo che stiamo parlando di un pesce e non di un oggetto, cioè di un organismo vivente che ha bisogno di un suo spazio per vivere e riprodursi, e sinceramente non penso che un barattolo o una vaschetta di qualche litro d'acqua, in una struttura che con il nostro Betta ha in comune solo il nome, possa rappresentare il suo ambiente ideale. Una semplice bettiera è una vasca a più scomparti nella quale circola la stessa acqua e che consente di tenere in un 'acquario funzionante' un certo numero di pesci. E' quella che viene considerata una soluzione di compromesso tra i barattoli (che costringono il pesce in poco spazio tendenzialmente molto inquinato) ed un acquario per ogni pesce (che costringe l'allevatore a disporre di molto spazio). Quella schematizzata non è munita di filtro, ma di norma quelle in commercio ne hanno. OPINIONI COMUNI A questo proposito ne ho sentite diverse di storielle divertenti, o come si suol dire di perle, come ad esempio quella che considererebbe uno spreco dedicare a questo pesce una quantità superiore ad un litro d'acqua, oppure quell'altra che vorrebbe che il Betta, essendo un pesce pigro di per sé, se allevato in vasca se ne starebbe tutto il giorno immobile in qualche angolo della superficie. Niente di più errato: il nostro pesce, se allevato in un ambiente spazioso e ben erborato, è un pesce estremamente curioso, sempre attivo, con un pinnaggio ben esteso e pronto a reagire ad ogni stimolo, insomma non è quell'essere apatico che si vede spesso in spazi molto piccoli e che si desta solo quando viene messo in contatto visivo con un suo simile. Il fatto poi che in Oriente si faccia ricorso esclusivamente a piccoli contenitori ha una sua ragion d'essere nella produzione e commercializzazione di questo pesce. Siccome di certo noi normalmente non abbiamo da allevare quella quantità enorme di esemplari (a parte qualche instancabile 'riproduttore') non si capisce perché non dovremmo dare ai nostri Betta ciò che la loro natura richiede. Mi rendo conto che proprio il modo corrente, e sbagliato, di allevarlo è alla base della sua grandissima diffusione e che ne fa oggi uno dei pesci più acquistati in assoluto (ma forse non altrettanto amato e dunque rispettato): con facilità (?) se ne possono tenere tanti in poco spazio. NON SONO D'ACCORDO E VI DIMOSTRO IL PERCHE' A questo punto devo dirvi perché osteggio questo modo generale di allevare i Betta splendens, oltre a una motivazione di tipo ideologico che ho spiegato all'inizio di questo mio scritto. Sono diversi anni che allevo questi pesci e anche se non in maniera continua non mi sono fatto mai mancare la loro presenza quando mi è stato possibile tenerli. Al tempo stesso sono stato, per quanto li riguarda, un famoso e ignoto (per fortuna) fish-killer e parecchie volte fui sul punto di mollarli perché non riuscivo a mantenerli in vita nei barattoli per più di un mese. Non parliamo poi di riprodurli: se arrivavano sani a compiere questa AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 5 naturale funzione era un miracolo. Per i rappresentanti del sesso debole vivevano più a lungo dei loro consorti, ma certamente questo non dipendeva da me. Ricordo che cercavo a tutti i costi di capire il motivo di tanta sfortuna soprattutto se paragonavo la mia disastrosa esperienza con quella degli altri che a parità di condizioni di allevamento sembrava molto più positiva e soddisfacente. Allo stesso tempo ho anche assillato telefonicamente coloro che magicamente (per me) riuscivano là dove io malgrado tutto non arrivavo e potevano permettersi non solo di risparmiare soldi nell'acquisto di questi pesci, ma anche di donarli (confesso che anch'io così ebbi modo di spendere di meno). Devo aggiungere che mi sono stati preziosi anche i vari articoli sul Betta splendens che uscivano di tanto in tanto sulla riviste, in particolare modo gli scritti dell'esperto G. P. Cannata. Tuttavia non potevo non notare l'evidente contrasto che emergeva da queste illuminanti letture con la pratica generale di allevare questi pesci in contenitori di ridotte dimensioni. Era (ed è tuttora) una differenza del tipo: da un lato vasche da 40 o 50 litri d'acqua, attrezzate e arredate come un acquario per Scalari o Discus, solamente più basse; - dall'altro barattoli e bettiere. Insomma non sapevo chi avesse torto e chi ragione e pensavo di essere dinanzi ad una di quelle contraddizioni tollerate da anni. Però qualcosa mi diceva che, malgrado l'apparenza, qualche litro d'acqua o anche meno non poteva Pag. 6 AC Bollettino A.A.A. n.44 essere assolutamente il modo giusto di allevare questo pesce e che gran parte dei miei problemi derivavano proprio da questo. In quel periodo avevo in funzione un acquario di una sessantina di litri lordi densamente popolato di talee di Cabomba che erano il risultato di svariate potature fatte nei miei acquari principali e aveva un'altezza d'acqua di circa 20-25 cm ( quindi con poco più di 40 litri netti ). Nello stesso periodo mi capitò di acquistare un bell'esemplare di Betta splendens blu-rosso con coda caudale doppia e quel giorno tornato a casa, mentre prendevo il solito barattolo, mi domandavo quanto tempo sarebbe vissuto e se avessi fatto in tempo a procurarmi qualche femmina per cercare di ottenere alcuni avannotti prima della prematura e scontata dipartita del suddetto. Nel mentre facevo questi ragionamenti osservai di sfuggita quell'acquario vuoto la cui unica presenza viva era rappresentata dalle Cabombe e decisi di provare ad immettere il mio Combattente in quell'ambiente. Per farla breve passarono otto mesi e il mio Betta era ancora lì, dopo essersi accoppiato una decina di volte e avermi dato la soddisfazione di avere dei giovani Betta finalmente 'miei' con cui arricchii la zona di superficie degli altri miei acquari, oltre a cederli anche al mio abituale fornitore. Tutto questo per aver scelto un acquario piuttosto che un barattolo. Posso dire che con questi esemplari e altri acquistati successivamente ho fatto delle esperienze meravigliose e mi sono accorto che questi pesci possono vivere per due o tre anni in buona salute senza necessariamente sopravvivere penosamente nell'arco di trenta o quaranta giorni: le esperienze positive incoraggiano al contrario di quelle negative che alla lunga fiaccano i migliori propositi. DIFETTI DI UN ALLEVAMENTO IN POCO SPAZIO Per questo ora vorrei parlarvi dei principali problemi che ho riscontrato nel corso del tempo allevando i miei Betta splendens nei barattoli o negli scomparti delle bettiere che comunque nell'ottica di questo discorso rappresentano, in qualche caso, il male minore. Le complicazioni possono essere di due tipi: comportamentali e prettamente fisiologiche. Un periodo troppo lungo di permanenza in spazi angusti può influenzare negativamente il comportamento e lo sviluppo delle pinne del nostro pesce. Per cui se si usa una bettiera come luogo di allevamento essi andranno isolati anche visivamente gli uni dagli altri in quanto un contatto visivo continuo li renderebbe estremamente nervosi e soggetti a stress non di rado deleteri per la loro salute. Per contro, soprattutto se poco più che avannotti, alcuni minuti (!) al giorno di esposizione visiva reciproca servirà per far loro crescere più in fretta il meraviglioso pinnaggio che siamo soliti ammirare (trucco orientale). L'altro problema che ho definito di tipo fisiologico è certamente più rilevante perché ha a che vedere con la sopravvivenza dei nostri amici pinnuti in questione ed è il rapporto tra lo spazio disponibile e l'alimentazione. La gestione di un Betta splendens Gli opercoli branchiali completamente aperti indicano che il pesce sta 'attaccando' un suo consimil. In questo modo frontalmente sembra molto più grande e tenta di spaventare l'avversario. Se le parate di minaccia non sono sufficienti, si passerà alle 'vie di fatto' con atticchi veri e non più semplici intimidazioni costretto a vivere in pochi centimetri di acqua non è tanto facile come potrebbe sembrare perché il nostro non lo si può definire proprio un pesce dallo stomaco forte e se lo si nutre in maniera abbondante, non potendo smaltire e bruciare le calorie in eccesso con il movimento continuo, è destinato a morte certa per adiposità e quindi per compressione degli organi interni, se non per una vera e propria disfunzione epatica segnalata da una evidente idropisia (rigonfiamento sieroso dell'addome). Pertanto se allevato in poco spazio andrebbe alimentato una volta al giorno con qualche pezzettino di congelato (tipo uno o due chironomi) o meglio ancora AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 7 con un pizzico di cibo secco granulare o in scaglie su cui lasciar cadere, per una settimana ogni mese, una goccia di vitamine idrosolubili. C'è da dire però che questo regime dietetico alla lunga si rivela un boomerang, in quanto è difficile sapere la quantità di cibo occorrente ad ogni soggetto per vivere e non solo per sopravvivere. Alcuni miei esemplari ad esempio cibati con poco sono progressivamente deperiti fino a diventare una parvenza dei stupendi soggetti che erano all'inizio, malgrado avessi aumentato la somministrazione giornaliera del solito alimento. Il risultato in casi come questo era sempre lo stesso e cioè il decesso dopo poco tempo. Senza parlare poi dell'inquinamento dell'acqua che in spazi così piccoli è veramente un problema ricorrente costringendo l'acquariofilo a ripetuti cambi d'acqua da effettuare al massimo ogni due giorni, aggiungendo per l'occasione qualche goccia di un buon biocondizionatore. IN ACQUARIO E IN BETTIERA Per riassumere dirò che chi non ha pretese di allevare decine di Betta splendens, ma solo qualche esemplare, cedendo i nuovi nati ad altri acquariofili o rimpiazzando i propri (si spera molto tempo dopo), può benissimo mantenerli nei propri acquari facendo attenzione a due cose: che siano ambienti acquatici tranquilli con pesci non aggressivi e che non si abbondi troppo con il cibo. Se poi qualcuno si farà prendere da una vera e propria mania nel collezzionarli potrà ovviamente fare ricorso a delle Pag. 8 AC Bollettino A.A.A. n.44 bettiere regalando ai propri pesci il maggior spazio possibile. In quest'ultimo caso consiglio di introdurre sulla superficie dell'acqua nei singoli scomparti delle piantine galleggianti (tipo piccoli esemplari di Ceratopteris) che oltre ad aiutare il filtro nello smaltimento di una parte delle sostanze azotate rappresenteranno per i Betta un piacevole diversivo. Aggiungo che per quanto riguarda gli esemplari femminili di questa specie possono, specialmente se sorelle, essere tenute tutte insieme in una vasca a parte, mentre se si uniscono delle femmine acquistate isolatamente potreste avere qualche problema di convivenza, almeno all' inizio. CONCLUSIONI Termino invitando coloro che avessero una piccola vasca inutilizzata ad usarla per accogliere quel maschio di A.A.A. E in omaggio, signora, ve li faccio anche alla vaschetta del pesce! REPORTAGE L'ACQUARIO DI NAPOLI In occasione dello Zoomark mediterraneo che come è noto si è svolto a Napoli ed approfittando della gentilezza di Valerio Zupo che lavora in veste di ricercatore nell'acquario pubblico di Napoli, abbiamo sfruttato l'occasione per visitarlo con un'illustre guida. Il cicerone ha illustrato le principali caratteristiche e le soluzioni tecniche adottate. Acquari Gli acquari in totale sono una ventina, sono tutti marini mediterranei e sono collocati in locali seminterrati. Vasche Le vasche, tutte di almeno un migliaio di litri, sono realizzate in muratura e sono munite di vetri solo dal lato visibile dal pubblico. Fanno eccezione un acquario tradizionale in tutto vetro e munito di impianto di refrigerazione che ospita i coralli ed una “vasca” riproducente una pozza di scogliera dove i visitatori, specie i bambini, possono toccare con mano i pesci, le stelle e gli altri animali ospitati. Illuminazione A parte alcune vasche particolari la luce proviene dall’esterno ed è convogliata sugli acquari grazie a degli specchi (agli inizi del secolo quando è stata realizzata la struttura si utilizzava esclusivamente illuminazione naturale). AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 9 Filtraggio e cambi acqua Le vasche non sono munite di impianti di filtraggio singoli, ma l’acqua di tutte le vasche confluisce in un grandissimo serbatoio e da qui viene riportata nei vari acquari per mezzo di potenti pompe. Nel serbatoio, che a detta di Zupo funge anche da grande filtro benché non munito di nessun materiale filtrante, affluisce acqua direttamente prelevata nel golfo di Napoli e quindi si ha continuamente un cambio parziale (se non ricordo male circa un 50% al giorno) che garantisce un costante afflusso di acqua pulita, di oligoelementi ecc. Ospiti Nelle varie vasche è ospitata una buona rappresentanza dei pesci presenti nel “mare nostrum”. Si va dalla tartaruga, Pag. 10 AC Bollettino A.A.A. n.44 dalle ricciole e dai calamari (tipici eseplari pelagici), alle murene ed alle bavose (tipici esemplari di scogliera). Non mancano balistidi, saraghi, sogliole, scorfani e nemmeno anemoni, sabelle, spirografi, stelle marine, eccetera. Degni di particolare menzione sono i già menzionati coralli nostrani che ho potuto vedere con i polipi estroflessi. Gli animali che mi hanno meravigliato maggiormente sono i calamari. Non avevo mai avuto l’occasione di osservarli in acquario: sono molto eleganti nei movimenti. Curiosità La struttura fu aperta al pubblico nel 1872 e fu il primo acquario pubblico del mondo. A dire il vero in quel periodo non esisteva ancora il termine acquario. Nacque come laboratorio di ricerca ed iniziò ad aprire al pubblico per finanziare la propria attività. A venticinque anni dall’apertura ricevette attestati di merito da studiosi e biologi di tutto il mondo. Tra gli altri vi lavorò anche Darwin. Museo Annesso all’acquario pubblico si trova un museo ittico. Non è molto grande, ma è ricco di preparati realizzati con tecniche tuttora sconosciute da Lo Bianco. Questi entrò come aiutante nel centro di ricerca e col tempo si specializzò a tal punto da meritare una laurea ad honorem. I suoi preparati hanno fatto il giro del mondo, anzi hanno provveduto in parte a finanziare la struttra. La sua bravura era tale che a distanza di un centinaio di anni si possono ancora osservare alcuni preparati stupendi (coralli rossi con i polipi estroflessi, tunicati con delle strutture perfette, Holocintia A.A.A. ZOOMARK o e n a r r e m e d i t In conclusione cosa dire, dopo i parziali insuccessi dei tentativi di fare un’esposizione a Napoli non si può che lodare l’organizzazione per essere riuscita a realizzarne una bella e (considerando i partecipanti) sentita non solo dal pubblico, ma anche dagli espositori. Speriamo che anche nel futuro si riesca a riproporla, magari ampliata. ----------------------------------Una nota tutta AAA. Abbiamo approfittato dell’occasione per richiedere alle grandi ditte una sponsorizzazione per la prossima mostra che probabilmente faremo nel corso del prossimo anno. Tutti quelli contattati hanno confermato la loro disponibilità ad aiutarci, confermandoci che la nostra associazione risulta ancora “quotata” agli occhi degli addetti ai A.A.A. Topolino n. 2120 4/3/97 Come preannunciato nel precedente bollettino, una piccola rappresentanza della nostra associazione ha visitato lo Zoomark mediterraneo. Tutta la manifestazione si è svolta in due soli stands e, sebbene in tono minore della versione milanese, l’esposizione si è dimostrata interessante. La maggior parte delle ditte italiane non ha perso l’occasione per partecipare: tanto per fare alcuni nomi erano presenti Aquarium sistems, Askoll, Ceab, Dennerle, Euraquarium, Interpet, Newa, Rena, Sera, Tetra ed altri. Tra le case editrici erano presenti HobbyZoo, Olimpia, Primaris, Sprea e Gussoni. Grandi assenti la Dupla e le numerose ditte straniere che eravamo abituati a vedere a Milano. Per essere la prima edizione era tutto organizzato abbastanza bene. Interessanti anche le manifestazioni collaterali all’esposizione vera e propria. Alcune conferenze hanno intrattenuto i visitatori su svariati argomenti. Personalmente ho partecipato a “Blob! Che stress” tenuta da Dieter Untergrasser che veniva tradotto simultaneamente da Artwing Peer. Purtroppo sono arrivato circa a metà, ma senza dubbio sarebbe stato interessante seguirla fin dall’inizio. Non ti preoccupare, è bravissimo come giocoliere... AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 11 LA FAUNA Inchiesta sul marino 1) Che temperatura deve avere l’acqua in un acquario marino tropicale? Biesse Acquari Dai 22 ai 24 gradi Splash 25 gradi Hobby acquario Dai 22 ai 25 gradi 2) Quali sono gli invertebrati marini tropicali piú facili da allevare? Come e quante volte vanno alimentati? Biesse Acquari Anemoni, Epizoanthus, Parazoanthus . Pag. 12 AC Bollettino A.A.A. n.44 Vanno alimentati una volta a settimana. Ogni 10-15 giorni si può somministrare plancton Hobby acquario Penso sia difficile e riduttivo fare un elenco dei vari invertebrati ‘facili’. Ritengo senza dubbio piú valida la consultazione di un buon testo che oltre ad elencare i nomi illustra anche con immagini. Splash Gli Actinodiscus, le Sinularie, i Sarcophyton, gli Epizoanthos, i Parazoanthus, i Palythoa ed i Titophyton Andrebbero alimentati ogni 10 giorni circa 3) Quali pesci marini tropicali possono convivere con gli invertebrati senza danneggiarli e quali invece sono potenziali loro aggressori? Biesse Acquari Sono senza dubbio consigliabili pesci pagliaccio, Abudefduf, Pomacentridi e Acanturidi. Vanno invece evitati Balistidi, Chetodontidi, Pomacentridi, ecc Hobby acquario Anche per i pesci vale lo stesso discorso cho ho fatto per gli invertebrati. Splash I Centropyge, i Chirughi ed i Pomacentridi 4) Quali sono i pesci marini tropicali piú robusti? Quante volte al gionro vanno alimentati? Biesse Acquari I Pomacentridi ed i Balistidi. Una volta al giorno in quantità minime "Mangiare poco allunga la vita!" Hobby acquario Vale lo stesso discorso fatto per gli invertebrati Splash Sicuramente la palma tocca ai Balistidi, poi ci sono anche i Chirughi, le Cernie, i Pomacantus (imperator e semicirculatus), i Pomacentridi.... 5) Quali sono i pesci marini tropicali che in natura formano dei branchi? E quanti ne vanno acquistati? Biesse Acquari I Chetodon, Chromis, Anthias che vanno comperati almeno in 3 o 4 esemplari. Poi dipende dalla dimensione della vasca. Hobby acquario L'argomento è Un Chetodon rifflesi (livrea giovanile) troppo vasto per essere affrontato in poche righe. Anche qui consiglio di affidarsi ad un buon testo di 6) Bisogna favorire la crescita di alghe in un acquario marino tropicale? e di che tipo devono essere? Si possono usare quelle marine acquariofilia. Biesse Acquari Certamente si le alghe superiori, ma non quelle infestanti (brune, rosse, blu). Le alghe mediterranee andrebbero evitate. Hobby acquario Senza dubbio occorre favorire la crescita di alghe superiori di qualsiasi tipo, anche le calcaree. Poiché la densitá del mare mediterraneo é superiore a quella dei mari tropicali, mentre le temperature tropicali sono superiori a quelle mediterranee, non é molto facile adattare le alghe nostrare in un marino tropicale. In ogni caso alcuni tipe alghe nostrare in un marino tropicale AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 13 riescono a vivere; tra queste troviamo alcuni tipi di Caulerpa. Splash Si conviene far sviluppare le alghe superiori. Solo le Caulerpa (tra le mediterranee) possono essere usate in alternativa Foto tratta dall'opuscolo Tetra L'acquario marino La presenza di alghe superiori in un acquario marino migliora di molto l'estetica e non solo quella.... Nella foto delle Caulerpa taxifolia che prosperano in un acquario ricco di invertebrati 7) Quali sono le principali malattie dei pesci tropicali marini? La cura di un pesce malato in acqua salata é piú complicata di quella in acqua dolce? alle tropicali Biesse Acquari Senza dubbio la più diffusa è l'Oodinium. Pag. 14 AC Bollettino A.A.A. n.44 Per la cura valgono le stesse considerazione di quella che si effettua in acqua dolce, però occorre fare attenzioone agli invertebrati. Per questo motivo, se sono presenti, sarebbe consigliabile il ricorso ad una vasca da quarantena. In ogni caso "Prevenire è meglio che curare..." Hobby acquario Le malattie dei pesci marini sono simili a quelle dei pesci d’acqua dolce. Cambia in nome (perché diverso)del parassita, ma l’effeto é sempre quello. Il piú comune é l’Oodinium, poi abbiamo le malattie batteriche interne ed esterne, i vermi delle branchie e cosí via dicendo. Contrariamente a quanto si pensa i pesci marini sopportano medicinali e concentrazioni delle stesse piú potendti rispetto ai pesci d’acqua dolce, quindi sotto questo aspetto si hanno meno problemi. Le complicazioni arrivano quando si hanno insieme ai pesci gli invertebrati, che non sopportano i medicinali. Occorre perció avere a disposizione una vaschetta di quarantena dove a seconda dei casi si spostano i pesci per essere curati o gli invertebrati se si vuole utilizzare il medicniale nella vasca. Va da se che nella vasca poi bisogna eliminare il medicinale prima di reimmettere gli invertebrati che andrebbero tolti per evitare loro dei danni. 8) Che tipo di problemi si possono incontrare nell’allevamento di pesci marini tropicali catturati con metodi dubbi? Splash Le malattie piú diffuse sono Oodinium e Linfocisti e la cura non é piú complicata di quella di acquari d'acqua dolce. Biesse Acquari Dopo pochi giorni di agonia, muoiono. Hobby acquario Nessun problema perché non mangiano e muoiono 9) Come mai é cosi scarsa la diffusione commerciale degli esemplari di alcune specie di pesci marini tropicali riprodotti in cattivitá? Non la ritiene una valida soluzione per evitare il progressivo depauperamento della fauna delle subito. Splash Morte improvvisa, forte debilitazione e rifiuto del cibo. Biesse Acquari La scarsa diffusione degli allevamenti, la carenza di specie a disposizione ed i prezzi alti degli esemplari. Se i prezzi si riducessero certamente l'alternativa al depauperamento delle barriere coralline dovuto all'acquariofilia sarebbe a portata di mano Hobby acquario Per scarsa sensibilitá a questi temi. Difatti qeulli allevati sono piú costosi e meno colorati: chi li comprerebbe? Splash C’é poca offerta a causa dei prezzi elevati che ancora non sono competitivi con quelli degli A.A.A. esemplari pescati. Come alternativa alla pesca certamente vedo l’allevamento, ma occorreranno ancora alcuni anni. IL MIO ACQUARIO In occasione dello ZooMark mediterraneo è stata presentata una nuova rivista di acquariofilia edita dalla casa editrice Sprea & Gussoni. La rivista che si presenta con una grafica moderna e accattivante è disponibile in edicola fin dal mese di ottobre. La presenza di questo nuovo periodico, dimostra ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) che l'acquariofilia sta vivendo un periodo di rilancio e la cosa non può che rallegrarci. Di seguito eccovi l'indice degli articoli presentati appunto sul primo numero. -----------------------------------------------------Betta splendens mette su famiglia -Malattie:prevenire è meglio che curare -Il primo acquario con 400mila lire -Le mille facce dell'acqua -Alla scoperta delle murene tropicali -Le rocce -Lo schiumatoio -Le cattive compagnie -piante:Myriophyllum verticillatum L. -I mangimi surgelati:come,quando e perché - L'Acquario di Genova -I ciclidi sono dei teppisti? -Torpedini & C -Guida al mercato Vieni fuori se hai coraggio !! AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 15 Seminario G.A.E.M. di acquariofilia e terrariofilia Sabato 10 ottobre, di mattina presto, io, Fabrizio Dezio e Angelo Gaudino, amici con la passione dell’acquariofilia, siamo partiti alla volta di Milano per partecipare al primo seminario di acquariofilia e terrariofilia organnizzato dal Gruppo Acquariofilo Erpetofilo Milanese, in collaborazione con la Tetra Italia che si sarebbe tenuto il giorno dopo. Preciso subito che la cosa ci interessava, in particolar modo, in quanto avremmo avuto la possibilità di ascoltare, il noto Jack Wattley, arrivato appositamente dalla Florida, dove possiede e dirige uno dei più grandi allevamenti di Discus dell’emisfero settentrionale. In particolare avrebbe parlato dell’allevamente artificiale degli avannotti dei Discus. Cosa che a noi tre, in questo momento, interessa molto in quanto stiamo allevando e tentando di riprodurre questa specie. Nel corso del seminario si è discusso anche di acquario marino e di rane, con interventi, rispettivamente, di Svein A. Fossa, Norvegese, e dello stesso J. Wattley. Devo dire che la cosa è stata organizzata molto bene, nei minimi particolari, per farla breve alla milanese. Fatta eccezione per qualche ritardo di alcuni relatori l’organizzazione è stata impeccabile. Come già detto il seminario ha avuto il suo momento migliore allorquando Jack Wattley ha parlato dei “suoi” Discus e delle “sue” rane, (in particolare delle Dendrobatidi e delle Phillobatidi). Durante il suo Pag. 16 AC Bollettino A.A.A. n.44 intervento, chiaramente in lingua inglese con traduzione simultanea, è stata consegnata ai partecipanti, tra l’altro, una delle letture che Wattley avrebbe tenuto nel corso del seminario. Altro partecipante, non meno importante, è stato Svein A.Fossa che ha parlato degli acquari di barriera. A fare bella mostra al seminario, in una saletta attigua al salone principale, una bella esposizione di Discus, circa una quarantina che Wattley non ha disdegnato di giudicare premiando il più bello. Purtroppo, nostro malgrado, non siamo potuti rimanere sino alla conclusione del seminario in quanto dovevamo ripartire per la nostra terra d’Abruzzo. CONCLUSIONI E RIFLESSIONI Devo dire, con un po’ di invidia, che sono stati molto bravi, comunque bisogna tener presente che trattasi di un gruppo abbastanza numeroso che ha, conseguentemente, a disposizione risorse economiche non indifferenti. Ho ripensato a quello che siamo riusciuti a fare noi, fino ad oggi, nel nostro piccolo, e non è poco. Spero che nel prossimo futuro anche l’A.A.A. sia in grado di organizzare qualcosa del genere. Me lo auguro e lo auguro a tutti gli appassionati di acquariofilia. Un caro saluto e mi raccomando non mollare. A.A.A. Maurizio Della Marca P.S. se qualche socio fosse interessato ad avere una copia della relazione di Wrattley (un numero speciale del 5a parte I L N E O F I TA E N T R A I N N E G O Z I O di Lorenzo Marcucci Con la quinta puntata termina la serie di articoli dedicata al neofita. Ricordo che nelle puntate precedenti abbiamo parlato di equilibrio biologico, di ciclo dell'azoto e di ciclo dell'ossigeno, di filtri di illuminazione e di pesci... Torniamo anche questa volta a parlare di pesci, anzi di riproduzione e per l'esattezza di quella dei pesci ovovivipari Cliente Sono ormai passate due settimane ed i pesci che mi ha venduto la volta scorsa godono di ottima salute. Posso acquistarne altri? La vasca mi sembra troppo vuota. Negoziante Devo ammettere che lei è un cliente modello. Ha seguito alla lettera tutti i consigli che le ho dato e non ha avuto la tradizionale fretta nel popolare l'acquario. Certo, a questo punto può completare la popolazione della sua vasca. C. Che pesci mi consiglia di acquistare? N. Orientativamente le consiglio di immettere pesci di facile allevamento e magari che si riproducano facilmente. C. Perché i pesci in acquario si riproducono? N. Certo! basta metterli nelle condizioni di farlo, azzeccare le convivenze ed avere un minimo di fortuna. Comunque i pesciolini che ha già immesso (delle Poecilia reticulata) sono dei pesci molto prolifici e se vuole continuare con pesci dalle stesse esigenze le consiglio innanzitutto di immetterne qualche altro esemplare. Di questi pesci si immettono sempre più femmine che maschi: sa questi ultimi sono molto focosi! Xiphophorus helleri. Una specie molto robusta e facile da allevare. foto tratta da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris Inoltre le consiglio di comperare altri poecilidi che senza dubbio sono pesci robusti e relativamente facili da allevare. C. Quindi cosa mi conviene acquistare? N. Tra i pecilidi può trovare ad esempio degli Xiphophorus helleri, X.variatus o X.maculatus, oppure delle Poecilia velifera. Entrambe le specie sono molto vivaci e colorate. Anche loro, come le Poecilia reticulata sono degli ovovivipari. Poecilia velifera. Un altro ovoviviparo, leggermente più delicato degli altri pecilidi foto tratta da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 17 Xiphophorus variatus. Un altro ovoviviparo colorato e robusto. Indubbiamente alla portata del neofita. foto tratta da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris Ovvero sono dei pesci nei quali la fecondazione delle uova avviene nel grembo materno. E questo le custodirà fino al momento della schiusa. E' solo quando le larve sono pronte che la femmina 'depone' le uova che si schiudono immediatamente. In pratica è un vero e proprio parto. C. E pensa che potro assistere ad un simile evento anche nel mio acquario? N. Non ci sono problemi. L'importante è rispettare le esigenze vitali di questi splendidi pesci... ed il gioco è fatto. Anzi una volta che le femmine sono state fecondate, sono in grado di 'deporre' anche cinque o sei volte senza più accoppiarsi e quindi avrà l'occasione di vedere più di una deposizione. Se la cosa dovesse accadere non si meravigli se non tutta la prole sopravviverà o se addirittura i genitori mangeranno i figli. In parte la cosa è naturale, in parte è colpa dell'acquariofilo. In natura tutto è cibo e poiché questi pesci non praticano cure parentali non riconoscono i 'loro' figli e li scambiano per del cibo vivo. La colpa attribuibile all'acquariofilo è quella di non aver cibato sufficientemente ed in maniera abbastanza varia i pesci 'gravidi' ed eventualmente quella di non aver fornito un ambiente ricco di piante e Pag. 18 AC Bollettino A.A.A. n.44 di nascondigli adatti a far fuggire i pesci appena nati dagli sguardi indiscreti . C. Perché già da appena nati sanno cosa fare? N. E già! Appena 'sgusciati dall'uovo' già sanno che devono sfuggire dai pesci grandi e quindi cercano nascondigli. E' come se conoscessero il famoso detto "pesce grande mangia pesce piccolo". Nelle specie che invece praticano cure parentali il comportamento degli avannotti è diametralmente opposto. Pensi che addirittura esistono dei pesci (gli incubatori orali) che trattengono in bocca fino alla schiusa le uova fecondate e che per un certo periodo di tempo accolgono in bocca anche i figli in caso di pericolo. Aulocara jacobfreibergi. Un esempio di incubatore orale foto tratta da Enciclopedia dei pesci d'acqua dolce Primaris C. E come fanno a mangiare? N. Non mangiano. Sicuramente non possono farlo fino a quando covano le uova. Poi devono stare molto accorti a non degluire quando hanno i figli in bocca. C. Mi scusi, ma oggi ho un po' di fretta! Continueremo l'interessante chiacchierata sui vari tipi di riproduzione la prossima volta. Mi prepari un paio di coppie di Xiphophorus elleri, una di Poecilia velifera, e mi dia qualche altro A.A.A. RASSEGNA STAMPA dalla rivista: aquarium ott/98 -------------------------------------Un predatore del Tanganika Altolamprologus cumpressiceps -A pesca nel Rio Napo -Il Guppy -Alghivori ma non troppo: Epalzeorynchos -Operazione pesce rosso -Portaspada nello spazio (2a parte) -L'impiego di Anubias -marino:Falchi di barriera: i Cirritidi -Barriera corallina in casa (2a parte) -Tartarughe di mare, tartarughe da amare dalla rivista francese: Aquarium magazine nov/98 ------------------------------------ Paracheirodon axelrodi -Trichogaster trichopterus -Vieja maculicauda -Guida pratica: gestione dell'acquario -Piante anti-alghe -Livree notturne dei pesci marini -marino:Centropyge flavissimus -marino:Damigelle azzurre -marino:Il calcio -Un'esposizione a Colmar dalla rivista: Discus notiziario 3/98 ------------------------------------Dall'embrione al Discus adulto -Difetti nella striatura verticale nei Discus -Terapie errate per malattie mal diagnosticate -Per migliorare i concorsi di Discus -Discus:non c'è mai da stupirsi -Siluriformi in acquario con Discus -Formalina contro i vermi delle branchie dalla rivista francese: Aquarium magazine ott/98 ------------------------------------ Melanotaenia trifasciata -Pantodon buchholzi -Copadichromis borley "Kadango red" -Tanganyika -Serrasalmidi -Guida pratica: la quarantena -La sistemazione delle piante -marino:Calloplesiops altivelis -Acquario di barriera: l'avvio -Il nuovo Messico dalla rivista inglese: Aquarist & pondkeeper: ott/98 ---------------------------------marino: Pesci leone (Pterois) -laghetto: Almanaccao d'autunno -marino:Duri per nome, duri per natura -Discus: aspetti di allevamento -Sistemi di allevamento dei pesci rossi -Limia melanogaster -Questioni sulla riproduzione -Fuoco su: allevamenti tropicali -Allevamento di Koi -Costa Rica -Calendario Koi dalla rivista : HobbyZoo set/98 ------------------------------------Ospiti d'onore per l'acquario -Batteri di cuore AC Bollettino A.A.A. n.44 Pag. 19 INDICE ANNO 1998 VARIE Corso sugli animali da acquario . . . . Aquarama cessa le pubblicazioni . . . . Cena sociale . . . . . . . Dolce, marino, o... . . . . . . Pet Magazine . . . . . . Crisi delle uova d'artemia . . . . . AAA news . . . . . . . Novitá sul genere Colisa . . . . . Salmonella . . . . . . . Acquariofilia e specie a rischio di estinzione . . Zoomark mediterraneo . . . . . Visita all'acquario di Napoli . . . . . Seminario Gaem . . . . . . Il neofita enta in negozio: l'acquario Il neofita enta in negozio: l'equilibrio biologico e il filtraggio Il neofita enta in negozio: l'illuminazione e le piante Il neofita enta in negozio: i pesci Il neofita enta in negozio: la riproduzione In vacanza con l'acquario PIANTE Coltivazione e riproduzione di Echinodorus paniculatus PESCI Io e il pesce elefante Trichogasther leeri: il gourami perla Papiliochromis ramirezi Parliamo del combattente: nozioni di base Parliamo del combattente: la riproduzione Parliamo del combattente: un allevamento selettivo Parliamo del combattente: riproduzione selettiva Parliamo del combattente: conclusioni Codice per l'identificazione dei Betta splendens Parliamo del combattente:Betta e barattoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . di Lorenzo Marcucci di Lorenzo Marcucci di Lorenzo Marcucci di Lorenzo Marcucci di Lorenzo Marcucci di Renato Di Loreto n. 39 n. 39 n. 40 n. 40 n. 40 n. 41 n. 41 n. 42 n. 42 n. 43 n. 44 n. 44 n. 44 n. 39 n. 40 n. 41 n. 43 n. 44 n. 43 di Renato Di Loreto n. 41 di Renato Di Loreto di Renato Di Loreto di Maurizio Della Marca di Luciano Di Tizio di Luciano Di Tizio di Luciano Di Tizio di Luciano Di Tizio di Luciano Di Tizio di Amedeo Pardi di Renato Di Loreto n. 40 n. 41 n. 40 n. 40 n. 41 n. 42 n. 43 n. 43 n. 44 di Danilo Di Lorenzo di Renato Di Loreto . . . . . . . . . . . . . . . . n. 39 n. 42 n. 42 n. 42 n. 43 n. 44 MARINO Storia di un acquario, con intervallo amaro Un marino mediterraneo proprio piccolo Proviamo il mediterraneo? . . Inchiesta sul marino: l'ambiente . . Inchiesta sul marino: il filtraggio . . Inchiesta sul marino: la fauna . . Pag. 20 Bollettino A.A.A. n.44 . . . . . . . .