La Chiesa in Italia
MESSAGGIO DEI DIRIGENTI DI AREA
Una vita meravigliosa
Anziano Ingvar Olsson
T
Settanta di area in Europa
utti vogliamo una vita meravigliosa; e possiamo averla.
Siamo pronti e tutto è a
nostra disposizione perché lo sia.
Il vangelo di Cristo ci mostra e
ci insegna come possiamo avere
una vita meravigliosa. Infatti,
vivere il Vangelo è la chiave
per una vita meravigliosa.
Una vita meravigliosa deve
essere una vita spirituale
Abbiamo bisogno di conoscenza spirituale per essere aiutati nella comprensione del piano
di salvezza. Inoltre, dobbiamo
mettere in pratica questa conoscenza spirituale nella nostra vita
e “godere delle parole di vita
eterna in questo mondo”.1
Seguire Cristo ci fa avere
esperienze spirituali, attraverso
le quali impariamo a conoscere
non solo le leggi spirituali, ma
anche Colui che le ha create. Lo
Spirito può stare con noi ogni
giorno, aiutarci a comprendere,
a scegliere e a decidere, poi ad
agire e a servire alla luce della
verità. “E lo Spirito dà luce ad
ogni uomo che viene nel mondo;
e lo Spirito illumina ogni uomo
in tutto il mondo che dà ascolto
alla voce dello Spirito”.2
Lo Spirito dà luce ad ogni
uomo e gli dà luce nel mondo
Come un GPS, lo Spirito ci
permette di sapere cosa fare
in situazioni nuove e ambienti
poco familiari, consentendoci
di raggiungere la nostra destinazione finale. Conoscere e sentire
la luce spirituale nella vita quotidiana ci offre nuove prospettive,
comprensione e potere. Può
innalzarci al di sopra di tutte le
tribolazioni di questo mondo
e aiutarci a sentire che la vita
è meravigliosa.
“Or noi abbiam ricevuto non
lo spirito del mondo, ma lo
Spirito che vien da Dio, affinché
conosciamo le cose che ci sono
state donate da Dio”.3 Una vita
meravigliosa si fonda sul vivere
secondo la conoscenza spirituale
che proviene da Dio e che ci
guida verso una vita retta. Per
farlo, ricerchiamo prospettiva e
conoscenza spirituali tramite l’aiuto dello Spirito. “Ma a noi Dio
le ha rivelate per mezzo dello
Spirito; perché lo spirito investiga ogni cosa, anche le cose
profonde di Dio”.4
La ricerca dello Spirito
Pregare, studiare le Scritture, ascoltare una lezione sul
Vangelo, partecipare alla riunione sacramentale, prendere
il sacramento, ricevere o dare
benedizioni del sacerdozio,
condividere il Vangelo con
un amico e servire nel tempio
sono tutti modi o situazioni in
cui comunichiamo con Dio per
mezzo dello Spirito. Facciamo
queste cose perché abbiamo
Anziano Ingvar
Olsson
assaporato la
gioia che ne
viene e perché
il nostro spirito
ne ha fame.
“Beati quelli che
sono affamati
ed assetati della
giustizia, perché
essi saranno
saziati”.5 Il potere
spirituale deve
essere ricaricato
continuamente
proprio come il
nostro corpo ha
bisogno di nuova energia ogni
giorno.
Prove
Che dire delle prove, delle
tribolazioni e delle tentazioni?
Una vita meravigliosa e spirituale
ne è esente? No, avete ragione.
Non è così. Le benedizioni che
provengono dallo Spirito vi
guidano nell’affrontare queste
cose con fede, speranza e carità.
Non importa se siete giovani o
vecchi, ricchi o poveri, in salute
o malati, alti o bassi; lo Spirito
offre una prospettiva eterna e
possiamo avere fede e trovare
forza, e dire, come Giacobbe:
“Non potevo essere scosso”.6
Gioia nel seguire Cristo
Questo non significa che non
abbiamo bisogno dell’aiuto degli
altri. Abbiamo bisogno gli uni
degli altri e ci serviamo. A prescindere da quanto siano difficili
le circostanze, possiamo sentire
che Dio è con noi. Alma e i suoi
fratelli lo provarono molte volte,
S e t t e m b r e 2 0 1 1 C1
“affinché non soffrissero alcuna
sorta di afflizioni, salvo quelle
che sarebbero state sopraffatte
dalla gioia di Cristo”.7
Quando seguiamo Cristo, possiamo adempiere la nostra missione nella vita e avere una vita
meravigliosa, a prescindere dalle
circostanze. Prego che possiamo
sentire che “ogni giorno” rappresenta una parte significativa della
nostra meravigliosa vita. ◼
NOTE:
1. Mosè 6:59.
2. DeA 84:46.
3. 1 Corinzi 2:12.
4. 1 Corinzi 2:10.
5. Matteo 5:6.
6. Giacobbe 7:5.
7. Alma 31:38.
NOTIZIARIO ITALIANO
Incontro con il Sindaco
di Milano, Letizia Moratti
Giovanni Criscione
Palo di Milano
L
o scorso 2 maggio si è
svolto a Palazzo Marino,
sede storica del Comune
di Milano, un incontro tra il Sindaco di Milano, Letizia Moratti,
e una delegazione della Chiesa
di Gesù Cristo dei Santi degli
Ultimi Giorni. La delegazione
era formata dall’anziano Alfredo
Gessati, Settanta di Area; da
Giuseppe Pasta, responsabile dei
Rapporti con le Istituzioni; dal
Presidente del Palo di Milano,
Tranquillo Dal Zotto; dal Presidente della Missione Italiana di
Milano, David R. Wolfgramm, e
da Giovanni Criscione, direttore
delle Relazioni Pubbliche del
Palo di Milano. Il Sindaco Moratti
era affiancato dal suo consigliere
per le Relazioni Internazionali,
uno dei suoi più stretti collaboratori, la Dott.ssa Luana Codignoni Noè.
L’incontro si è aperto ricordando la visita del Sindaco
C2 L i a h o n a
Moratti presso i locali del Rione
di Milano 1 nel giugno 2006. Il
Sindaco ha ringraziato i presenti
per la cordiale visita, elogiando
la Chiesa e i suoi fedeli per le
innumerevoli attività di servizio
rese in tutto il mondo e per l’onestà e l’integrità che contraddistinguono i membri della Chiesa
ovunque. L’anziano Gessati, nel
ringraziare l’interlocutore per le
gentili parole di elogio, ha altresì
messo in evidenza uno dei principi che stanno alla base della
Chiesa: l’autosufficienza. E’ stato
ribadito il concetto della decima
e del fatto che la Chiesa con i
suoi più di quattordici milioni
di appartenenti, si propone e si
mette a disposizione ovunque
ci sia necessità di servizio e di
volontariato svolgendo attività
volte a cambiare in meglio la
vita degli altri.
A tale proposito il Presidente
Dal Zotto ha esposto brevemente l’idea del progetto “E’
ora di pulirla”, promossa dai
giovani della Chiesa del Palo
di Milano. Lo scopo di questo
progetto non è solo di rimuovere
la spazzatura, ma soprattutto di
generare entusiasmo e fierezza
tra gli italiani e tra tutti gli stranieri che vivono in Italia e di
insegnare che possiamo fare la
nostra parte nell’essere fieri della
città in cui viviamo, rispettandola
e cercando di renderla sempre
più bella facendo la nostra parte
per trasformare il mondo in cui
viviamo in un posto migliore,
partendo proprio dalla città di
Milano per coinvolgere in un
secondo tempo tutte le principali
città italiane. L’iniziativa ha suscitato un notevole entusiasmo da
parte del Sindaco che si è dichiarato disposto ad approfondire
meglio il progetto e ad esplorare
le possibilità di agire in sinergia
con altri progetti già avviati in
materia dal Comune stesso.
E’ stato posto l’accento da
entrambe le parti sul ruolo
fondamentale dell’educazione
come base per la crescita personale, per il progresso e il miglioramento degli stili di vita e per
far crescere il senso di responsabilità nel tenere puliti i luoghi
della città in cui si vive.
Durante l’incontro si è fatto
pure cenno all’Intesa con il
Governo italiano per il riconoscimento della Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi
Giorni in Italia ed è stato messo
in evidenza anche il grande
sostegno mostrato da parte del
Sen. Lucio Malan, tra l’altro un
caro amico del Sindaco Moratti.
Il fratello Pasta ha anche
sottolineato che, durante i festeggiamenti per il 150mo Anniversario dell’Unità d’Italia a Torino,
agli inizi del mese di giugno,
nell’ambito del gemellaggio tra
le città di Salt Lake City e Torino,
dove dovrebbero essere presenti
entrambi i Sindaci, FamilySearch
farà dono di una copia della sua
genealogia ad un noto personaggio delle nostre Istituzioni.
Ricordando le sue prime
esperienze da giovane missionario in Italia, quarant’anni
prima, il presidente Wolfgramm
ha sottolineato l’importanza del
lavoro missionario in Italia ed in
particolare a Milano e in Lombardia, mettendo in evidenza le
attività di volontariato e servizio
sociale che i missionari svolgono
nella comunità. Il Presidente si è
ripromesso di coinvolgere anche
un grande numero di missionari
in occasione delle attività di
servizio che verranno svolte in
futuro in collaborazione con il
Comune di Milano.
Alla fine del cordialissimo
incontro, il Sindaco ha donato ai
presenti una splendida pubblicazione su Palazzo Marino e l’anziano Gessati, a nome di tutti, ha
fatto omaggio al Sindaco di una
meravigliosa cornice da tavolo
con il Proclama della Famiglia e
di un CD realizzato per il Centenario del Coro del Tabernacolo.
Nel congedarci, da entrambe le
parti si è espresso il desiderio di
rimanere in contatto per valutare
insieme le attività da realizzare
congiuntamente.
L’incontro con il Sindaco
Moratti rientra nella filosofia
della Chiesa di totale neutralità
politica e, contemporaneamente,
di pieno rispetto e sostegno
alle figure istituzionali legittimamente espresse. ◼
Primo colpo di piccone a Pordenone
Annalisa Fossa
S
abato 15 gennaio 2011 alle ore 10:30 c’è
stata la cerimonia del primo colpo di piccone
per la costruzione della nuova cappella di
Pordenone, che servirà due Rioni, quello italiano
e quello americano dei fratelli militari della base
di Aviano.
Erano presenti il presidente del Palo di Venezia, fratello Loris Chiesurin, con i suoi consiglieri,
ed i membri del Sommo Consiglio responsabili
dei due Rioni.
Dopo l’inno e la preghiera di apertura, i
vescovi dei rioni che utilizzeranno la cappella
hanno parlato brevemente, esortando i fedeli a
contrastare l’Avversario osservando i comandamenti e rafforzando la loro testimonianza con
l’aiuto delle Scritture e della preghiera e ricordando loro come un colpo di piccone sia una
piccola cosa, ma può rappresentare una speranza
di salvezza per tante anime, perché “mediante
cose piccole e semplici si avverano grandi cose”
(Alma 37:6).
Il Presidente Chiesurin, prendendo la parola,
ha ricordato che, dopo la casa e il Tempio, la
cappella è il luogo dove avvengono le cose
più importanti per le nostre famiglie, dove ci
rechiamo per adorare, prendere il sacramento e
ricordare il sacrificio di Gesù Cristo. E’ il posto
dove impariamo le dottrine del Regno, benediciamo i nostri figli, sentiamo l’influenza dello
Spirito Santo, impariamo a rispettare i pensieri
degli altri, ad amarli e a diventare migliori.
Alla fine del suo discorso, il Presidente del
Palo di Venezia ha offerto la preghiera dedicatoria, esprimendo gratitudine per l’amore che il
Padre Eterno nutre per ogni Suo figlio sulla terra
e gioia per le benedizioni di cui gode chi obbedisce ai comandamenti e per la Chiesa restaurata e
il Vangelo, che desideriamo condividere con tutti
gli uomini. Ha chiesto che la casa di riunione che
sorgerà in questo luogo sia uno stendardo per
tutti coloro che la vedranno; che tutto si compia
con ordine e saggezza fino al completamento
dell’opera di costruzione. Inoltre ha invocato la
benedizione e la protezione divina perché non
ci siano incidenti tra coloro che lavoreranno
all’edificazione della cappella.
S e t t e m b r e 2 0 1 1 C3
Giornata nazionale
per la raccolta
del farmaco
Barbara Rondinelli
O
Palo di Roma
La consegna
dei farmaci
raccolti
abbondante, mi aiutato dandomi la naturalezza
nel proporre la donazione e il sorriso per addolcire la richiesta. Avevo nel cuore e nella mente
le parole del Signore: “Chiedete e riceverete,
bussate e vi sarà aperto”. Solo pochi hanno
rifiutato, ma mi hanno commosso alcune persone anziane o giovanissime che hanno detto:
“Ho solo i soldi per i miei farmaci, ma se mi
dovessero avanzare, ne acquisterò uno per
voi” e poi arrivavano da noi orgogliosi di avercela fatta e felici con una scatolina di aspirina
in mano.
B. RONDINELLI
gni anno il secondo sabato di febbraio ha
luogo la Giornata Nazionale della raccolta
del Farmaco. I farmaci raccolti sono destinati agli enti assistenziali che ogni giorno aiutano
i più poveri tra noi.
La Chiesa è intervenuta, con una cospicua
donazione, acquistando dei farmaci non da
banco, per i quali necessita una ricetta medica.
L’incontro con i dirigenti della Fondazione è
stato una esperienza piacevole; sono persone
che del volontariato hanno fatto lo scopo della
loro vita, e noi abbiamo cercato di fare come
loro, dedicando al Signore, come umile servizio,
quel poco di volontariato fatto nella giornata di
sabato 12 febbraio.
Insieme con la sorella Antonella Luvarà ci
siamo recate presso una farmacia di Roma e
abbiamo raccolto un buon numero di farmaci.
Mentre la sorella Luvarà registrava i farmaci
offerti, io chiedevo alle persone che entravano
di donare un farmaco per aiutare le persone
indigenti.
Non è facile chiedere, per chi preferisce
dare, ma il Signore, al quale prima di cominciare avevamo chiesto in preghiera una raccolta
C4 L i a h o n a
Sorella Luvarà
e sorella
Rondinelli
La delegata del Banco farmaceutico è passata
in farmacia per conoscerci ed abbiamo potuto
parlarle della Chiesa e consegnarle un Libro di
Mormon.
Sull’opuscolo distribuito dal Banco farmaceutico c’era questa citazione: “C’è qualcosa che
veramente deve cambiare nella nostra sensibilità
quotidiana. Deve diventare abituale una nobiltà
che ci è ancora ignota, ma che presentiamo e
di cui sentiamo la necessità, perché dia gusto
alla vita e la faccia degna e piena di gioia: la
gratuità!” ◼
B. RONDINELLI
La sorella Patrizia Dall’Antonia, che ha offerto
la preghiera di chiusura, ha espresso la felicità
di noi tutti che abitiamo a Pordenone, perché
abbiamo lungamente atteso questo momento
e sentiamo di aver contribuito di cuore con le
nostre decime e preghiere a questo giorno. ◼
S e t t e m b r e 2 0 1 1 C5
VOCI DEI SANTI
Un esempio
di coraggio
I
Brunella Rogo
primi giorni di scuola dei
nostri figli sono sempre i
più impegnativi anche per
noi genitori, ma presto ho imparato che oltre al primo giorno di
scuola, un altro momento impegnativo è il primo colloquio
genitori—insegnanti, soprattutto
quando ancora non conosci gli
insegnanti.
Quando mia figlia ha iniziato
le superiori continuavo a farmi
tante domande. Ero veramente
in ansia e ricordo perfettamente
il primo giorno di scuola… lei
ormai era veramente cresciuta,
non aveva più bisogno di me.
Man mano che i giorni passavano facevo ben attenzione a
farmi raccontare i particolari
della giornata sperando di
riuscire a capire se le cose a
scuola stessero andando bene.
Il tempo passava e cominciavo a scoprire una figlia che
cercava di vivere il Vangelo
nella sua vita di tutti i giorni,
cominciavo anche a conoscere
il carattere dei vari professori e
ce n’era uno in particolare che
attirava tutte le mie attenzioni.
Un professore che amava dire
tante parolacce nella maniera
più disinvolta durante lo svolgimento delle lezioni.
Questa cosa non mi piaceva
per niente e non piaceva neanche a mia figlia che decise di
mettere fine a questa violenza.
Partimmo per andare al primo
C6 L i a h o n a
colloquio con gli insegnanti
e arrivò presto il nostro turno
per parlare con il professore in
questione. Conosciuto il tipo,
ero veramente preoccupata di
continuare il nostro colloquio
per chiedergli di smettere di
dire parolacce durante le ore
di lezione. Temevo soprattutto
che il professore “un pò particolare” potesse prendere mia
figlia sotto tiro e magari farle
passare qualche brutto quarto
d’ora durante le interrogazioni.
Insomma, nonostante io fossi
una mamma “attenta”, nonostante avessi insegnato a mia
figlia ad essere sempre pronta
a difendere la verità e la rettitudine, io stavo abbandonando
la battaglia, dandomi già per
sconfitta. Alla fine del colloquio
il professore fece la classica
domanda: “C’è altro?”. Guardai mia figlia come per dirle
“Dai, lasciamo stare, andiamo
a casa!”. Ma in quel momento
con la chiarezza di un mattino
di primavera, con la determinazione di un lampo nella notte,
con la serenità di un laghetto
di montagna, la mia giovane
donna guardò dritto negli occhi
il professore e gli disse: “Si,
professore. C’è qualcos’altro. Lei
dice davvero troppe parolacce!”.
In quel momento scoppiò una
bomba nella mia testa e vidi
davanti a me la fila di 4 che
mia figlia avrebbe guadagnato
da li in poi nella materia insegnata da quel professore. Con
poca fede pensai, come una
perdente: “Addio, qui finisce la
storia”. Invece mi dovetti subito
ricredere perché il colloquio, che
a quel punto non era più genitore-insegnante, ma studenteinsegnante prese una piega del
tutto diversa. Il professore fece
le sue scuse a quella meravigliosa principessa che avevo
al mio fianco. Lei aveva avuto
il coraggio che era mancato a
me. Lei aveva scelto di alzarsi
e risplendere per difendere
la verità e la rettitudine. Lei
mi stava insegnando che una
madre non smette mai di insegnare… ma per farlo non deve
smettere mai di imparare.
Sarò per sempre grata di quel
momento, custodito nel mio
cuore come un ricordo importante, un momento in cui mia
figlia mi ha insegnato cosa fosse
il coraggio. ◼
Le Sue vie
non sono
le nostre vie
Carlo Gavaz
E
Ramo di Varese
ra una sera di inizio
inverno del 1975 e, come
sempre, verso le ventidue,
stavo rientrando a casa. La
neve che cadeva da qualche
ora aveva imbiancato il paesaggio circostante ed aveva
reso l’asfalto piuttosto viscido
così, dopo una leggera curva,
la macchina sbandò e senza
rendermene conto mi trovai
sulla scarpata che fiancheggiava
la strada. Tentai diverse volte di
fare manovra per ritornare in
carreggiata, ma non ci riuscii.
Alla fine dovetti arrendermi e
decisi di lasciare li la mia auto.
A quel tempo ero membro
della Chiesa da pochi mesi
soltanto e non avevo ancora
ben compreso cosa vuol dire
rimettere tutto nelle mani del
Padre Celeste e meno ancora
avevo compreso il potere di
una sincera ed umile preghiera,
e così mi rivolsi al Signore in
una maniera non certo rispettosa. Ricordo ancora le parole
che dissi con molta durezza,
quasi con rimprovero: “Caro
Padre, visto che non mi aiuti e
sono costretto ad abbandonare
l’auto, fai in modo che non me
la rubino!”
Non aggiunsi altro. A quel
tempo non esistevano i cellulari per chiedere aiuto e così
mi avviai a piedi, sotto la neve
che continuava a cadere, verso
casa mia che era a circa due
chilometri di distanza. Arrivato
a casa andai subito a letto ma
non riuscii ad addormentarmi:
il mio unico pensiero era per
la mia auto appena acquistata,
abbandonata lì sul ciglio della
strada, ma l’idea di pregare
non mi sfiorava neppure, ero
troppo arrabbiato. Alla fine la
stanchezza ebbe la meglio e
scivolai nel sonno.
Fui destato di soprassalto
da un fortissimo boato. Corsi
alla finestra e vidi che dalla
piccola collina che sovrasta la
mia casa una enorme pianta
molto vecchia, cedendo sotto
il peso della neve, era caduta
sopra una vecchia rimessa
distruggendola completamente.
Uscii di corsa, preoccupatissimo
perchè sotto quella rimessa di
solito parcheggiavo la macchina,
ed improvvisamente mi ricordai
che la macchina non era lì, era
a due chilometri di distanza,
sulla strada. Mi ricordai delle
parole dure che avevo rivolto al
Signore e mi sentii riempire di
vergogna. Appena fece giorno
mi vestii e corsi a recuperare
l’auto, semisepolta dalla neve
che era caduta per tutta la notte.
Pulii i vetri, avviai il motore e,
con la massima facilità, con una
semplice manovra mi ritrovai
sulla carreggiata.
Questo avvenimento ha
cambiato il mio modo di vedere
le cose. Ho imparato a riconoscere la mano e la volontà del
Padre Celeste ed ho compreso
come Egli agisca per aiutarci
anche se, come dicono le Scritture, le Sue vie non sono le
nostre vie.
Non posso immaginare un
Padre, creatore di tutte le cose
sia in cielo che in terra, che
lasci poi il destino dei suoi figli
all’influenza delle stelle o della
luna. Il nostro libero arbitrio
crea il nostro destino, non il
caso, non il fato e nemmeno
la fortuna.
Io non mi sento fortunato,
ma so di essere benedetto. ◼
COME LO SO
Conoscerli uno ad uno
Alessandra Rainer, volontaria del programma Indexing
H
Ramo di Pavia
o iniziato il mio lavoro di
indicizzazione all’inizio
di quest’anno.
Che strano chiamarlo lavoro!
Io direi piuttosto che ho iniziato
la mia terapia di rilassamento e
gratificazione. Quando mi siedo
nella mia postazione, apro il
mio computer e scarico i miei
batches, mi si apre un mondo.
Una miriade di uomini e
donne che sono venuti su questa terra, hanno vissuto, hanno
messo al mondo dei figli, hanno
sofferto e sono morti.
Scorrere i registri delle nascite,
riconoscere intere famiglie,
provare forti emozioni per quei
genitori che hanno perso uno,
due forse tre figli alla nascita e
poi finalmente ne nasce uno che
riesce a sopravvivere!
Leggere le storie di padri e
madri sottratti prematuramente
alle loro famiglie e di altri che
invece hanno goduto di una
lunga vita.
Mi viene naturale soffermarmi
a pensare, mi viene voglia di
conoscerli uno ad uno, ed ora
che ho imparato a riconoscere
alcuni cognomi, riesco a fare
qualche collegamento e mi sembra quasi di riuscirci. ◼
S e t t e m b r e 2 0 1 1 C7
IL MIO VERSETTO PREFERITO
Una guida per la felicità
Se avrete fede in me
E
E
Michele Calabrese
Maura Carrer
Patriarca del Palo di Roma
Rione di Alessandria
’
C8 L i a h o n a
Cristo ha detto: “Se avrete fede in me, avrete
il potere di fare qualsiasi cosa mi sia opportuna”. (Moroni 7:33)
Questo è stato un versetto che mi ha confortato
nei momenti più difficili quando, dopo la nascita di
mio figlio, mi sono ritrovata accanto al suo lettino,
nel reparto di rianimazione perché aveva subito un
danno neurologico al momento del parto.
Mi ricordo la sensazione di impotenza davanti
al verdetto dei medici che mi dicevano che mio
figlio sarebbe rimasto un vegetale. In quei giorni,
cercando conforto nelle Scritture, lessi quel versetto. Sentii una grande forza e decisi che in quel
frangente l’unica cosa che potevo fare era di metterlo veramente in pratica.
Io ed i medici abbiamo veramente visto compiersi un grande miracolo sotto i nostri occhi. Ad
un anno e mezzo mio figlio imparò a camminare,
a quattro anni parlava e nel frattempo l’emorragia
che aveva a livello cerebrale si era riassorbita.
Ora mio figlio Kevin ha 13 anni ed è il nostro
“miracolo”.
Quel versetto ha cambiato davvero la nostra
vita. ◼
SUL WEB
Centro distribuzione on-line
I
l 2 maggio 2011 la Chiesa ha
attivato il nuovo “Online store”
(centro distribuzione in rete), sul sito
store.lds.org. Questo permetterà ai
santi di tutto il mondo di ordinare
e ricevere direttamente il materiale
e le pubblicazioni della Chiesa
comodamente a casa propria. La
spedizione sarà gratuita.
Il nuovo “Self-service store” metterà a disposizione gli articoli venduti
nei centri distribuzione della Chiesa,
includendo Scritture, sussidi per lo
studio, riviste, musica, oggetti d’arte,
indumenti per il tempio e manuali,
fra le altre cose; permetterà l’accesso
in rete alle pubblicazioni della Chiesa.
Il sito in rete sarà inizialmente
attivato in inglese, in spagnolo, in
francese, in tedesco, in italiano e
in russo. Durante l’anno saranno
aggiunte altre lingue, includendo il
portoghese, il giapponese, il coreano e il cinese. ◼
EUROPE AREA (ITALIAN)
bellissimo e molto gratificante essere al
servizio di Dio. Nella mia veste di Patriarca
del Palo di Roma ho avuto tante esperienze
spirituali. Ogni volta che, attraverso me, il Signore
da ad uno dei Suoi figli una benedizione patriarcale, essa diventa fonte di nutrimento spirituale
non solo per chi la riceve, ma anche per me e per
tutte le persone che sono presenti durante quei
sacri momenti.
Spesso accade che, al termine della benedizione, tutti hanno gli occhi bagnati di lacrime
per quanto fortemente hanno sentito lo Spirito
e l’amore del nostro Padre Celeste.
Ricordo che un giorno, dopo avere avuto
l’onore di impartire una benedizione patriarcale ad una intera famiglia, composta da padre,
madre e figlia, la madre si è alzata in piedi ed ha
portato la sua testimonianza, dicendo: “Ora so
che Dio vive, che Egli è il nostro Padre nei cieli e
che ci conosce perfettamente, perchè in ognuna
delle benedizioni che abbiamo ricevuto oggi, ad
ognuno di noi Egli ha parlato delle nostre debolezze e delle nostre qualità, dicendo cose che
solo noi sappiamo e che il Patriarca non poteva
conoscere.”
Insieme con lo studio delle Scritture, con la
preghiera sincera, con i consigli dei Profeti e dei
dirigenti e con i suggerimenti dello Spirito, la
benedizione patriarcale è la nostra guida per la
felicità terrena ed eterna.
Porto testimonianza che sono stato altamente
favorito da Dio. Egli mi ha permesso di servirLo in
molti modi. Sono grato che la mia famiglia faccia
parte della Sua chiesa. Consacrando a Lui noi stessi
ed il nostro tempo impariamo a donare e, facendolo, diventiamo più simili a Cristo.
Porto testimonianza nel nome di Gesù Cristo
che Thomas S. Monson è un profeta di Dio,
come lo fu Joseph Smith e che la Chiesa è guidata dal Salvatore, in accordo con Suo Padre, il
nostro Dio. ◼
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