La Chiesa in Italia MESSAGGIO DEI DIRIGENTI DI AREA Una vita meravigliosa Anziano Ingvar Olsson T Settanta di area in Europa utti vogliamo una vita meravigliosa; e possiamo averla. Siamo pronti e tutto è a nostra disposizione perché lo sia. Il vangelo di Cristo ci mostra e ci insegna come possiamo avere una vita meravigliosa. Infatti, vivere il Vangelo è la chiave per una vita meravigliosa. Una vita meravigliosa deve essere una vita spirituale Abbiamo bisogno di conoscenza spirituale per essere aiutati nella comprensione del piano di salvezza. Inoltre, dobbiamo mettere in pratica questa conoscenza spirituale nella nostra vita e “godere delle parole di vita eterna in questo mondo”.1 Seguire Cristo ci fa avere esperienze spirituali, attraverso le quali impariamo a conoscere non solo le leggi spirituali, ma anche Colui che le ha create. Lo Spirito può stare con noi ogni giorno, aiutarci a comprendere, a scegliere e a decidere, poi ad agire e a servire alla luce della verità. “E lo Spirito dà luce ad ogni uomo che viene nel mondo; e lo Spirito illumina ogni uomo in tutto il mondo che dà ascolto alla voce dello Spirito”.2 Lo Spirito dà luce ad ogni uomo e gli dà luce nel mondo Come un GPS, lo Spirito ci permette di sapere cosa fare in situazioni nuove e ambienti poco familiari, consentendoci di raggiungere la nostra destinazione finale. Conoscere e sentire la luce spirituale nella vita quotidiana ci offre nuove prospettive, comprensione e potere. Può innalzarci al di sopra di tutte le tribolazioni di questo mondo e aiutarci a sentire che la vita è meravigliosa. “Or noi abbiam ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che vien da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio”.3 Una vita meravigliosa si fonda sul vivere secondo la conoscenza spirituale che proviene da Dio e che ci guida verso una vita retta. Per farlo, ricerchiamo prospettiva e conoscenza spirituali tramite l’aiuto dello Spirito. “Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; perché lo spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio”.4 La ricerca dello Spirito Pregare, studiare le Scritture, ascoltare una lezione sul Vangelo, partecipare alla riunione sacramentale, prendere il sacramento, ricevere o dare benedizioni del sacerdozio, condividere il Vangelo con un amico e servire nel tempio sono tutti modi o situazioni in cui comunichiamo con Dio per mezzo dello Spirito. Facciamo queste cose perché abbiamo Anziano Ingvar Olsson assaporato la gioia che ne viene e perché il nostro spirito ne ha fame. “Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati”.5 Il potere spirituale deve essere ricaricato continuamente proprio come il nostro corpo ha bisogno di nuova energia ogni giorno. Prove Che dire delle prove, delle tribolazioni e delle tentazioni? Una vita meravigliosa e spirituale ne è esente? No, avete ragione. Non è così. Le benedizioni che provengono dallo Spirito vi guidano nell’affrontare queste cose con fede, speranza e carità. Non importa se siete giovani o vecchi, ricchi o poveri, in salute o malati, alti o bassi; lo Spirito offre una prospettiva eterna e possiamo avere fede e trovare forza, e dire, come Giacobbe: “Non potevo essere scosso”.6 Gioia nel seguire Cristo Questo non significa che non abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri. Abbiamo bisogno gli uni degli altri e ci serviamo. A prescindere da quanto siano difficili le circostanze, possiamo sentire che Dio è con noi. Alma e i suoi fratelli lo provarono molte volte, S e t t e m b r e 2 0 1 1 C1 “affinché non soffrissero alcuna sorta di afflizioni, salvo quelle che sarebbero state sopraffatte dalla gioia di Cristo”.7 Quando seguiamo Cristo, possiamo adempiere la nostra missione nella vita e avere una vita meravigliosa, a prescindere dalle circostanze. Prego che possiamo sentire che “ogni giorno” rappresenta una parte significativa della nostra meravigliosa vita. ◼ NOTE: 1. Mosè 6:59. 2. DeA 84:46. 3. 1 Corinzi 2:12. 4. 1 Corinzi 2:10. 5. Matteo 5:6. 6. Giacobbe 7:5. 7. Alma 31:38. NOTIZIARIO ITALIANO Incontro con il Sindaco di Milano, Letizia Moratti Giovanni Criscione Palo di Milano L o scorso 2 maggio si è svolto a Palazzo Marino, sede storica del Comune di Milano, un incontro tra il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, e una delegazione della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. La delegazione era formata dall’anziano Alfredo Gessati, Settanta di Area; da Giuseppe Pasta, responsabile dei Rapporti con le Istituzioni; dal Presidente del Palo di Milano, Tranquillo Dal Zotto; dal Presidente della Missione Italiana di Milano, David R. Wolfgramm, e da Giovanni Criscione, direttore delle Relazioni Pubbliche del Palo di Milano. Il Sindaco Moratti era affiancato dal suo consigliere per le Relazioni Internazionali, uno dei suoi più stretti collaboratori, la Dott.ssa Luana Codignoni Noè. L’incontro si è aperto ricordando la visita del Sindaco C2 L i a h o n a Moratti presso i locali del Rione di Milano 1 nel giugno 2006. Il Sindaco ha ringraziato i presenti per la cordiale visita, elogiando la Chiesa e i suoi fedeli per le innumerevoli attività di servizio rese in tutto il mondo e per l’onestà e l’integrità che contraddistinguono i membri della Chiesa ovunque. L’anziano Gessati, nel ringraziare l’interlocutore per le gentili parole di elogio, ha altresì messo in evidenza uno dei principi che stanno alla base della Chiesa: l’autosufficienza. E’ stato ribadito il concetto della decima e del fatto che la Chiesa con i suoi più di quattordici milioni di appartenenti, si propone e si mette a disposizione ovunque ci sia necessità di servizio e di volontariato svolgendo attività volte a cambiare in meglio la vita degli altri. A tale proposito il Presidente Dal Zotto ha esposto brevemente l’idea del progetto “E’ ora di pulirla”, promossa dai giovani della Chiesa del Palo di Milano. Lo scopo di questo progetto non è solo di rimuovere la spazzatura, ma soprattutto di generare entusiasmo e fierezza tra gli italiani e tra tutti gli stranieri che vivono in Italia e di insegnare che possiamo fare la nostra parte nell’essere fieri della città in cui viviamo, rispettandola e cercando di renderla sempre più bella facendo la nostra parte per trasformare il mondo in cui viviamo in un posto migliore, partendo proprio dalla città di Milano per coinvolgere in un secondo tempo tutte le principali città italiane. L’iniziativa ha suscitato un notevole entusiasmo da parte del Sindaco che si è dichiarato disposto ad approfondire meglio il progetto e ad esplorare le possibilità di agire in sinergia con altri progetti già avviati in materia dal Comune stesso. E’ stato posto l’accento da entrambe le parti sul ruolo fondamentale dell’educazione come base per la crescita personale, per il progresso e il miglioramento degli stili di vita e per far crescere il senso di responsabilità nel tenere puliti i luoghi della città in cui si vive. Durante l’incontro si è fatto pure cenno all’Intesa con il Governo italiano per il riconoscimento della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia ed è stato messo in evidenza anche il grande sostegno mostrato da parte del Sen. Lucio Malan, tra l’altro un caro amico del Sindaco Moratti. Il fratello Pasta ha anche sottolineato che, durante i festeggiamenti per il 150mo Anniversario dell’Unità d’Italia a Torino, agli inizi del mese di giugno, nell’ambito del gemellaggio tra le città di Salt Lake City e Torino, dove dovrebbero essere presenti entrambi i Sindaci, FamilySearch farà dono di una copia della sua genealogia ad un noto personaggio delle nostre Istituzioni. Ricordando le sue prime esperienze da giovane missionario in Italia, quarant’anni prima, il presidente Wolfgramm ha sottolineato l’importanza del lavoro missionario in Italia ed in particolare a Milano e in Lombardia, mettendo in evidenza le attività di volontariato e servizio sociale che i missionari svolgono nella comunità. Il Presidente si è ripromesso di coinvolgere anche un grande numero di missionari in occasione delle attività di servizio che verranno svolte in futuro in collaborazione con il Comune di Milano. Alla fine del cordialissimo incontro, il Sindaco ha donato ai presenti una splendida pubblicazione su Palazzo Marino e l’anziano Gessati, a nome di tutti, ha fatto omaggio al Sindaco di una meravigliosa cornice da tavolo con il Proclama della Famiglia e di un CD realizzato per il Centenario del Coro del Tabernacolo. Nel congedarci, da entrambe le parti si è espresso il desiderio di rimanere in contatto per valutare insieme le attività da realizzare congiuntamente. L’incontro con il Sindaco Moratti rientra nella filosofia della Chiesa di totale neutralità politica e, contemporaneamente, di pieno rispetto e sostegno alle figure istituzionali legittimamente espresse. ◼ Primo colpo di piccone a Pordenone Annalisa Fossa S abato 15 gennaio 2011 alle ore 10:30 c’è stata la cerimonia del primo colpo di piccone per la costruzione della nuova cappella di Pordenone, che servirà due Rioni, quello italiano e quello americano dei fratelli militari della base di Aviano. Erano presenti il presidente del Palo di Venezia, fratello Loris Chiesurin, con i suoi consiglieri, ed i membri del Sommo Consiglio responsabili dei due Rioni. Dopo l’inno e la preghiera di apertura, i vescovi dei rioni che utilizzeranno la cappella hanno parlato brevemente, esortando i fedeli a contrastare l’Avversario osservando i comandamenti e rafforzando la loro testimonianza con l’aiuto delle Scritture e della preghiera e ricordando loro come un colpo di piccone sia una piccola cosa, ma può rappresentare una speranza di salvezza per tante anime, perché “mediante cose piccole e semplici si avverano grandi cose” (Alma 37:6). Il Presidente Chiesurin, prendendo la parola, ha ricordato che, dopo la casa e il Tempio, la cappella è il luogo dove avvengono le cose più importanti per le nostre famiglie, dove ci rechiamo per adorare, prendere il sacramento e ricordare il sacrificio di Gesù Cristo. E’ il posto dove impariamo le dottrine del Regno, benediciamo i nostri figli, sentiamo l’influenza dello Spirito Santo, impariamo a rispettare i pensieri degli altri, ad amarli e a diventare migliori. Alla fine del suo discorso, il Presidente del Palo di Venezia ha offerto la preghiera dedicatoria, esprimendo gratitudine per l’amore che il Padre Eterno nutre per ogni Suo figlio sulla terra e gioia per le benedizioni di cui gode chi obbedisce ai comandamenti e per la Chiesa restaurata e il Vangelo, che desideriamo condividere con tutti gli uomini. Ha chiesto che la casa di riunione che sorgerà in questo luogo sia uno stendardo per tutti coloro che la vedranno; che tutto si compia con ordine e saggezza fino al completamento dell’opera di costruzione. Inoltre ha invocato la benedizione e la protezione divina perché non ci siano incidenti tra coloro che lavoreranno all’edificazione della cappella. S e t t e m b r e 2 0 1 1 C3 Giornata nazionale per la raccolta del farmaco Barbara Rondinelli O Palo di Roma La consegna dei farmaci raccolti abbondante, mi aiutato dandomi la naturalezza nel proporre la donazione e il sorriso per addolcire la richiesta. Avevo nel cuore e nella mente le parole del Signore: “Chiedete e riceverete, bussate e vi sarà aperto”. Solo pochi hanno rifiutato, ma mi hanno commosso alcune persone anziane o giovanissime che hanno detto: “Ho solo i soldi per i miei farmaci, ma se mi dovessero avanzare, ne acquisterò uno per voi” e poi arrivavano da noi orgogliosi di avercela fatta e felici con una scatolina di aspirina in mano. B. RONDINELLI gni anno il secondo sabato di febbraio ha luogo la Giornata Nazionale della raccolta del Farmaco. I farmaci raccolti sono destinati agli enti assistenziali che ogni giorno aiutano i più poveri tra noi. La Chiesa è intervenuta, con una cospicua donazione, acquistando dei farmaci non da banco, per i quali necessita una ricetta medica. L’incontro con i dirigenti della Fondazione è stato una esperienza piacevole; sono persone che del volontariato hanno fatto lo scopo della loro vita, e noi abbiamo cercato di fare come loro, dedicando al Signore, come umile servizio, quel poco di volontariato fatto nella giornata di sabato 12 febbraio. Insieme con la sorella Antonella Luvarà ci siamo recate presso una farmacia di Roma e abbiamo raccolto un buon numero di farmaci. Mentre la sorella Luvarà registrava i farmaci offerti, io chiedevo alle persone che entravano di donare un farmaco per aiutare le persone indigenti. Non è facile chiedere, per chi preferisce dare, ma il Signore, al quale prima di cominciare avevamo chiesto in preghiera una raccolta C4 L i a h o n a Sorella Luvarà e sorella Rondinelli La delegata del Banco farmaceutico è passata in farmacia per conoscerci ed abbiamo potuto parlarle della Chiesa e consegnarle un Libro di Mormon. Sull’opuscolo distribuito dal Banco farmaceutico c’era questa citazione: “C’è qualcosa che veramente deve cambiare nella nostra sensibilità quotidiana. Deve diventare abituale una nobiltà che ci è ancora ignota, ma che presentiamo e di cui sentiamo la necessità, perché dia gusto alla vita e la faccia degna e piena di gioia: la gratuità!” ◼ B. RONDINELLI La sorella Patrizia Dall’Antonia, che ha offerto la preghiera di chiusura, ha espresso la felicità di noi tutti che abitiamo a Pordenone, perché abbiamo lungamente atteso questo momento e sentiamo di aver contribuito di cuore con le nostre decime e preghiere a questo giorno. ◼ S e t t e m b r e 2 0 1 1 C5 VOCI DEI SANTI Un esempio di coraggio I Brunella Rogo primi giorni di scuola dei nostri figli sono sempre i più impegnativi anche per noi genitori, ma presto ho imparato che oltre al primo giorno di scuola, un altro momento impegnativo è il primo colloquio genitori—insegnanti, soprattutto quando ancora non conosci gli insegnanti. Quando mia figlia ha iniziato le superiori continuavo a farmi tante domande. Ero veramente in ansia e ricordo perfettamente il primo giorno di scuola… lei ormai era veramente cresciuta, non aveva più bisogno di me. Man mano che i giorni passavano facevo ben attenzione a farmi raccontare i particolari della giornata sperando di riuscire a capire se le cose a scuola stessero andando bene. Il tempo passava e cominciavo a scoprire una figlia che cercava di vivere il Vangelo nella sua vita di tutti i giorni, cominciavo anche a conoscere il carattere dei vari professori e ce n’era uno in particolare che attirava tutte le mie attenzioni. Un professore che amava dire tante parolacce nella maniera più disinvolta durante lo svolgimento delle lezioni. Questa cosa non mi piaceva per niente e non piaceva neanche a mia figlia che decise di mettere fine a questa violenza. Partimmo per andare al primo C6 L i a h o n a colloquio con gli insegnanti e arrivò presto il nostro turno per parlare con il professore in questione. Conosciuto il tipo, ero veramente preoccupata di continuare il nostro colloquio per chiedergli di smettere di dire parolacce durante le ore di lezione. Temevo soprattutto che il professore “un pò particolare” potesse prendere mia figlia sotto tiro e magari farle passare qualche brutto quarto d’ora durante le interrogazioni. Insomma, nonostante io fossi una mamma “attenta”, nonostante avessi insegnato a mia figlia ad essere sempre pronta a difendere la verità e la rettitudine, io stavo abbandonando la battaglia, dandomi già per sconfitta. Alla fine del colloquio il professore fece la classica domanda: “C’è altro?”. Guardai mia figlia come per dirle “Dai, lasciamo stare, andiamo a casa!”. Ma in quel momento con la chiarezza di un mattino di primavera, con la determinazione di un lampo nella notte, con la serenità di un laghetto di montagna, la mia giovane donna guardò dritto negli occhi il professore e gli disse: “Si, professore. C’è qualcos’altro. Lei dice davvero troppe parolacce!”. In quel momento scoppiò una bomba nella mia testa e vidi davanti a me la fila di 4 che mia figlia avrebbe guadagnato da li in poi nella materia insegnata da quel professore. Con poca fede pensai, come una perdente: “Addio, qui finisce la storia”. Invece mi dovetti subito ricredere perché il colloquio, che a quel punto non era più genitore-insegnante, ma studenteinsegnante prese una piega del tutto diversa. Il professore fece le sue scuse a quella meravigliosa principessa che avevo al mio fianco. Lei aveva avuto il coraggio che era mancato a me. Lei aveva scelto di alzarsi e risplendere per difendere la verità e la rettitudine. Lei mi stava insegnando che una madre non smette mai di insegnare… ma per farlo non deve smettere mai di imparare. Sarò per sempre grata di quel momento, custodito nel mio cuore come un ricordo importante, un momento in cui mia figlia mi ha insegnato cosa fosse il coraggio. ◼ Le Sue vie non sono le nostre vie Carlo Gavaz E Ramo di Varese ra una sera di inizio inverno del 1975 e, come sempre, verso le ventidue, stavo rientrando a casa. La neve che cadeva da qualche ora aveva imbiancato il paesaggio circostante ed aveva reso l’asfalto piuttosto viscido così, dopo una leggera curva, la macchina sbandò e senza rendermene conto mi trovai sulla scarpata che fiancheggiava la strada. Tentai diverse volte di fare manovra per ritornare in carreggiata, ma non ci riuscii. Alla fine dovetti arrendermi e decisi di lasciare li la mia auto. A quel tempo ero membro della Chiesa da pochi mesi soltanto e non avevo ancora ben compreso cosa vuol dire rimettere tutto nelle mani del Padre Celeste e meno ancora avevo compreso il potere di una sincera ed umile preghiera, e così mi rivolsi al Signore in una maniera non certo rispettosa. Ricordo ancora le parole che dissi con molta durezza, quasi con rimprovero: “Caro Padre, visto che non mi aiuti e sono costretto ad abbandonare l’auto, fai in modo che non me la rubino!” Non aggiunsi altro. A quel tempo non esistevano i cellulari per chiedere aiuto e così mi avviai a piedi, sotto la neve che continuava a cadere, verso casa mia che era a circa due chilometri di distanza. Arrivato a casa andai subito a letto ma non riuscii ad addormentarmi: il mio unico pensiero era per la mia auto appena acquistata, abbandonata lì sul ciglio della strada, ma l’idea di pregare non mi sfiorava neppure, ero troppo arrabbiato. Alla fine la stanchezza ebbe la meglio e scivolai nel sonno. Fui destato di soprassalto da un fortissimo boato. Corsi alla finestra e vidi che dalla piccola collina che sovrasta la mia casa una enorme pianta molto vecchia, cedendo sotto il peso della neve, era caduta sopra una vecchia rimessa distruggendola completamente. Uscii di corsa, preoccupatissimo perchè sotto quella rimessa di solito parcheggiavo la macchina, ed improvvisamente mi ricordai che la macchina non era lì, era a due chilometri di distanza, sulla strada. Mi ricordai delle parole dure che avevo rivolto al Signore e mi sentii riempire di vergogna. Appena fece giorno mi vestii e corsi a recuperare l’auto, semisepolta dalla neve che era caduta per tutta la notte. Pulii i vetri, avviai il motore e, con la massima facilità, con una semplice manovra mi ritrovai sulla carreggiata. Questo avvenimento ha cambiato il mio modo di vedere le cose. Ho imparato a riconoscere la mano e la volontà del Padre Celeste ed ho compreso come Egli agisca per aiutarci anche se, come dicono le Scritture, le Sue vie non sono le nostre vie. Non posso immaginare un Padre, creatore di tutte le cose sia in cielo che in terra, che lasci poi il destino dei suoi figli all’influenza delle stelle o della luna. Il nostro libero arbitrio crea il nostro destino, non il caso, non il fato e nemmeno la fortuna. Io non mi sento fortunato, ma so di essere benedetto. ◼ COME LO SO Conoscerli uno ad uno Alessandra Rainer, volontaria del programma Indexing H Ramo di Pavia o iniziato il mio lavoro di indicizzazione all’inizio di quest’anno. Che strano chiamarlo lavoro! Io direi piuttosto che ho iniziato la mia terapia di rilassamento e gratificazione. Quando mi siedo nella mia postazione, apro il mio computer e scarico i miei batches, mi si apre un mondo. Una miriade di uomini e donne che sono venuti su questa terra, hanno vissuto, hanno messo al mondo dei figli, hanno sofferto e sono morti. Scorrere i registri delle nascite, riconoscere intere famiglie, provare forti emozioni per quei genitori che hanno perso uno, due forse tre figli alla nascita e poi finalmente ne nasce uno che riesce a sopravvivere! Leggere le storie di padri e madri sottratti prematuramente alle loro famiglie e di altri che invece hanno goduto di una lunga vita. Mi viene naturale soffermarmi a pensare, mi viene voglia di conoscerli uno ad uno, ed ora che ho imparato a riconoscere alcuni cognomi, riesco a fare qualche collegamento e mi sembra quasi di riuscirci. ◼ S e t t e m b r e 2 0 1 1 C7 IL MIO VERSETTO PREFERITO Una guida per la felicità Se avrete fede in me E E Michele Calabrese Maura Carrer Patriarca del Palo di Roma Rione di Alessandria ’ C8 L i a h o n a Cristo ha detto: “Se avrete fede in me, avrete il potere di fare qualsiasi cosa mi sia opportuna”. (Moroni 7:33) Questo è stato un versetto che mi ha confortato nei momenti più difficili quando, dopo la nascita di mio figlio, mi sono ritrovata accanto al suo lettino, nel reparto di rianimazione perché aveva subito un danno neurologico al momento del parto. Mi ricordo la sensazione di impotenza davanti al verdetto dei medici che mi dicevano che mio figlio sarebbe rimasto un vegetale. In quei giorni, cercando conforto nelle Scritture, lessi quel versetto. Sentii una grande forza e decisi che in quel frangente l’unica cosa che potevo fare era di metterlo veramente in pratica. Io ed i medici abbiamo veramente visto compiersi un grande miracolo sotto i nostri occhi. Ad un anno e mezzo mio figlio imparò a camminare, a quattro anni parlava e nel frattempo l’emorragia che aveva a livello cerebrale si era riassorbita. Ora mio figlio Kevin ha 13 anni ed è il nostro “miracolo”. Quel versetto ha cambiato davvero la nostra vita. ◼ SUL WEB Centro distribuzione on-line I l 2 maggio 2011 la Chiesa ha attivato il nuovo “Online store” (centro distribuzione in rete), sul sito store.lds.org. Questo permetterà ai santi di tutto il mondo di ordinare e ricevere direttamente il materiale e le pubblicazioni della Chiesa comodamente a casa propria. La spedizione sarà gratuita. Il nuovo “Self-service store” metterà a disposizione gli articoli venduti nei centri distribuzione della Chiesa, includendo Scritture, sussidi per lo studio, riviste, musica, oggetti d’arte, indumenti per il tempio e manuali, fra le altre cose; permetterà l’accesso in rete alle pubblicazioni della Chiesa. Il sito in rete sarà inizialmente attivato in inglese, in spagnolo, in francese, in tedesco, in italiano e in russo. Durante l’anno saranno aggiunte altre lingue, includendo il portoghese, il giapponese, il coreano e il cinese. ◼ EUROPE AREA (ITALIAN) bellissimo e molto gratificante essere al servizio di Dio. Nella mia veste di Patriarca del Palo di Roma ho avuto tante esperienze spirituali. Ogni volta che, attraverso me, il Signore da ad uno dei Suoi figli una benedizione patriarcale, essa diventa fonte di nutrimento spirituale non solo per chi la riceve, ma anche per me e per tutte le persone che sono presenti durante quei sacri momenti. Spesso accade che, al termine della benedizione, tutti hanno gli occhi bagnati di lacrime per quanto fortemente hanno sentito lo Spirito e l’amore del nostro Padre Celeste. Ricordo che un giorno, dopo avere avuto l’onore di impartire una benedizione patriarcale ad una intera famiglia, composta da padre, madre e figlia, la madre si è alzata in piedi ed ha portato la sua testimonianza, dicendo: “Ora so che Dio vive, che Egli è il nostro Padre nei cieli e che ci conosce perfettamente, perchè in ognuna delle benedizioni che abbiamo ricevuto oggi, ad ognuno di noi Egli ha parlato delle nostre debolezze e delle nostre qualità, dicendo cose che solo noi sappiamo e che il Patriarca non poteva conoscere.” Insieme con lo studio delle Scritture, con la preghiera sincera, con i consigli dei Profeti e dei dirigenti e con i suggerimenti dello Spirito, la benedizione patriarcale è la nostra guida per la felicità terrena ed eterna. Porto testimonianza che sono stato altamente favorito da Dio. Egli mi ha permesso di servirLo in molti modi. Sono grato che la mia famiglia faccia parte della Sua chiesa. Consacrando a Lui noi stessi ed il nostro tempo impariamo a donare e, facendolo, diventiamo più simili a Cristo. Porto testimonianza nel nome di Gesù Cristo che Thomas S. Monson è un profeta di Dio, come lo fu Joseph Smith e che la Chiesa è guidata dal Salvatore, in accordo con Suo Padre, il nostro Dio. ◼