TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XV - N. 7 LUGLIO 2004 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected] L’avv. Liotta proposto alla carica di primo cittadino ADRANO -11 anni sono trascorsi da quando è intervenuta la legge sull’elezione diretta del sindaco. Adrano fu tra i primi comuni dell’Isola a consumare l’esperienza delle due schede, una che indicava i candidati alla poltrona di primo cittadino e l’altra i simboli dei partiti dove bisognava scrivere il candidato prescelto alla carica di consigliere comunale. In quel periodo si disse di tutto contro i partiti e la partitocrazia, qualcuno prefigurava addirittura la democrazia assembleare della piazza (lo stesso sistema con cui Ponzio Pilato chiese al popolo di giudicare Gesù). La condanna di Gesù fu plebiscitaria fino al punto di reclamare a furor di popolo “crocifiggilo, crocifiggilo, crocifiggilo”. Ebbene ad Adrano in quella primavera del 1993, nel corso della campagna elettorale per la elezione del sindaco, dopo il biennio amministrativo della Commissione straordinaria insediata a seguito di un processo molto sommario che dichiarò il Comune affetto da infiltrazioni mafiose. Insomma in quel periodo una ventata di moralismo bigotto aveva conquistato la gente comune desiderosa di riscattare la città dalle mortificazioni subite negli anni da una classe dirigente di basso profilo culturale e politico. Quel dopo mafia costruito dalla Commissione straordinaria aveva fatto pensare a molti elettori che le cose erano cambiate e l’elezione diretta del Sindaco avrebbe finalmente messo ordine nella gestione della pubblica amministrazione, con prospettive di ampio respiro politico. Quello era il periodo in cui qualcuno diceva: “lottiamo per la nostra anima, lottiamo per una nuova storia” rivendicava perfino: “le regioni, le province, i comuni, esigono solo ammini- TO CA I N A MU MP O C STA strazione e senso del “campanile” un governo “domestico” che non deve essere piu’ traviato dai problemi elettorali e clientelari dei partiti e delle logiche di conservazione di potere ad esse conseguenti”. Era questo l’ambito in cui nasceva l’era del presidenzialismo negli Enti locali. In questo contesto nascevano anche i nuovi aspiranti alle cariche elettive pubbliche . La candidatura dell’avv. Turi Liotta fatta nascere dai tanti giustizialisti di turno il cui desiderio corrispondeva all’idea di decapitare i partiti e la sua classe dirigente e rifondare una societa’ corrispondente a quella nella quale ci troviamo intrappolati e travolti dal trasformismo, dall’arrivismo a qualunque costo praticato al di fuori di qualsiasi logica che abbia riferimento con i valori e gli ideali di onestà e coerenza di comportamento. L’alleanza politica dell’avv. Liotta nel 1993 fu di tutt’altro ambito politico rispetto ai partiti e alle forze che lo propongono oggi in alternativa all’attuale centrodestra del sindaco Mancuso. Salvatore Liotta nel1993 tentò la scalata alla sedia del primo cittadino con nomi di tutto rispetto, ma nulla avevano a che fare con il centrosinistra e ancor meno con la sinistra di Bertinotti e di Cossutta. Questa la squadra del 1993: Turi Liotta sindaco Angelo Abbadessa vicesindaco Natale Andaloro assessore Angelo Auteri assessore Giuseppe Di Cataldo assessore Fina Russo assessore Alfredo Torrisi assessore Alfredo Platania assessore Nino Reina assessore Liotta allora venne battuto da Nicola Bertolo, candidato dei D.S. nati dall’ex P.C.I., sostenuto dalla sinistra estrema. V.C. Il “Coordinamento” candida Liotta Intervistato il Consigliere Socialdemocratico Russano ADRANO - Dopo l’annuncio della candidatura dell’Avv. Liotta alla Carica di primo cittadino sostenuta da una alleanza di forze di sinistra, abbiamo ritenuto di sentire Angelo Russano, capogruppo dei socialdemocratici, per conoscere il punto di vista di uno dei più attivi consiglieri di questa legislatura che si avvia alla conclusione. Al consigliere Russano abbiamo chiesto: Lei è certamente a conoscenza della proposta maturata nella sinistra di candidare alla carica di Sindaco l’avv. Liotta, cosa ne pensa? Non credo si debbano dare giudizi che riguardano l’uomo, sappiamo tutti della Sua attività professionale svolta con impegno e capacità. Io non sto qui a blandire le persone, di Liotta politico sappiamo molto poco e quindi risulta impossibile valutare una scelta molto impegnativa senza conoscerne i propositi e gli obbiettivi. Nel 1993 l’avv. Liotta è stato candidato Sindaco con una formazione civica che si dileguò rapidamente senza lasciare alcuna traccia. Secondo Lei, l’esperienza del 1993 che effetto avrà nell’alleanza attuale? Nessun giudizio ritengo di dare sulla scelta dell’avv. Liotta di candidarsi Sindaco. Ho rispetto delle scelte di chiunque ed anche in questo caso voglio ribadire un concetto per me fondamentale: amo innamorarmi delle idee, il resto conta poco. Ancora più chiaramente riaffermo ciò che ho sempre sostenuto attraverso le colonne del vostro giornale, chiunque abbia ascoltato i miei interventi in Consiglio e letto le mie dichiarazioni alla stampa sa come la penso politicamente di molti addetti ai lavo- Angelo Russano, dirigente regionale dei Socialisti Democratici Federalisti. ri e di alcuni partiti di cui non A.T. (Continua a pag. 2) PARTITI E CANDIDATI A SINDACO NEL 1993 Movimento Pro Case: Partito Democratico della Sinistra: Di Guardia Nicolò Bertolo Nicolò La Rete: Insieme per Adrano: Buscemi Giuseppe Liotta Salvatore Rifondazione Comunista: Partito Socialista Democratico Italiano: Caruso Giovanni Castiglione Vincenzo Movimento Sociale Italiano: Democrazia Cristiana: Politi Antonio Agatino Di Gloria Diego Adrano - Si sgretola la maggioranza che sostiene il Sindaco on. Fabio Maria Mancuso. Qualcosa alieggiava nell’aria in quanto si faceva sempre più pesante il fiato dei partiti a sostegno del Centrodestra che amministra la città. Forza Italia, UDC e Alleanza Nazionale sembrano ombre vaganti incerte e insicure in attesa di essere contattati nella speranza di ricevere qualche Centrodestra in crisi Bocciato il Conto Consuntivo Il Sindaco resta al suo posto briciola di potere.. La bocciatura del Conto Consuntivo non pregiudica la vita dell’Amministrazione, nessuna conseguenza per il Sinda- co Mancuso saldamente attaccato alla delega ricevuta dagli elettori; Mancuso resterà al suo posto nell’indifferenza dei cittadini e dei suoi presunti rivali ed avversari attuali e futuri. Continuano ad avere ragione i Socialdemocratici del ricostruito PSDI: “Con il presidenzialismo ha scarso effetto l’opposizione condotta nelle sedi elettive (Consigli Comunali, Regionali, Assemblee Parlamentari), occorre organizzare l’opposizione nella città, nell’opinione pubblica, con Circoli e le Organizzazione sociali)”. SDF Costituita la Federazione catanese del PSDI Catania 11 luglio 2004 L’adesione è stata resa ufficiale in un incontro cui hanno preso parte il segretario nazionale del PSDI, On. Giorgio Carta, il coordinatore della Federazione di Catania, Dott. Mario Entità ed il gruppo dirigente dell’SDF guidato da Vincenzo Castiglione. Il movimento dei Socialisti Democratici Federalisti aveva già partecipato con una propria delegazione ai lavori del Congresso nazionale di rifondazione del PSDI, tenuto a Roma il 9 gen- naio 2004, proponendo e ottenendo in quella sede l’approvazione di un emendamento allo Statuto che sancisce la piena autonomia delle federazioni locali nelle decisioni politiche riguardanti il territorio. La scelta definitiva è maturata attraverso un confronto serrato ed un accordo forte tra il PSDI e gli eletti e le articolazioni di base dei socialdemocratici federalisti, che poggia sull’identità delle radici e su lunghi trascorsi di militanza politica comune e riguarda programmi, metodi e prospettive politiche. Hanno formalizzato l’adesione al Il movimento dei Socialisti Democratici Federalisti è entrato nel partito PSDI come soggetti collettivi, all’umanità, i circoli territoriali SDF di Catania, Adrano, Bronte e Biancavilla, il consigliere comunale di Catania Avv. Salvo Alessandro Bonaccorso, il consigliere Angelo Russano ed il “Circolo tematico delle donne, dei giovani e dei soggetti di cittadinanza” presieduto da Anna Costanzo. Grazie alle decisioni di oggi la federazione catanese del PSDI si avvarrà delle sedi e delle strutture dei socialdemocratici federalisti e sarà diretta, fino al prossimo congresso, da un comitato di coordinamento così composto: Vin- cenzo Castiglione, presidente; Mario Entità, coordinatore; Antonello Longo, portavoce; Salvatore Arcerito, tesoriere; Matteo Bonaccorso, responsabile dell’organizzazione; Anna Costanzo, responsabile del programma; Placido Portaro, responsabile del circolo di Biancavilla; Luigi Cordaro responsabile del circolo di Bronte; Salvatore Sidoti, responsabile del circolo di Adrano, ed inoltre Nicola Ciadamidaro incaricato agli Enti locali e il segretario della sezione catanese G. Saragat, dott. Nino Gennaro. Mario Entità UNIVERSO SICILIA LUGLIO 2004 Droga, un fenomeno che continua a crescere Il 13% degli italiani tra i 15 e i 34 anni fa abitualmente uso di droga. E’ uno dei dati più rilevanti che emergono dalla “Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze in Italia”, realizzata dal Dipartimento nazionale per le politiche antidroga. Nella lunga relazione vengono riportati e analizzati i dati del ministero dell’Interno, della Difesa, della Salute e della Giustizia, nonché quelli forniti da differenti enti e istituti di ricerca: ne emerge un quadro, come lo ha definito il capo del dipartimento Nicola Carlesi, “particolarmente preoccupante”, soprattutto per quanto riguarda i giovani. IL 13% DI ITALIANI TRA I 15 E I 34 ANNI FA USO DI DROGA: dalla relazione emerge che il 13,2% degli italiani tra i 15 e i 34 anni fa uso di droga. La percentuale scende al 7,3% della popolazio- ne tra i 15 e i 54 anni, ma sale al 17% se si prende in considerazione la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Le sostanze più diffuse tra i 15 e i 34 anni(12,8%) sono hashish e marijuana. Il consumo di oppiacei si ferma allo 0,3 % della popolazione, mentre quello della cocaina raggiunge il 2,3%, crack incluso. Lo 0,7%, invece, preferisce l ’ e c s t a s y, e lo 0,6% si orienta verso gli allucinogeni. C’è, infine, uno 0,6% della popolazione che sembra seguire la strada dei meninos de rua brasiliani, che sniffano la colla, drogandosi con vari tipi di solventi. UNO STUDENTE SU 3 SI DROGA, HASHISH E MARIJUANA LE PREFERITE: uno studente su tre (32,9%), tra i 15 e i 19 anni, fa abitualmente uso di almeno una sostanza stupefacente. La percentuale scende leggermente, attestandosi al 27,6%, se si considerano anche le ragazze, ma il dato resta comunque alto. La quasi totalità fa uso di hashish o marijuana (27,4%) ma c’è un numero di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 19 anni che si è iniettato eroina (1,1%, tra i soli quindicenni la percentuale è dell’1%) e ben il 4,5% che 2 QUANDO I CANI VIVONO MEGLIO...! fa uso di cocaina. Il consumo dell’ecstasy è al 2,6% e quello di Lsd al 2,3%, mentre il 3,7%, nonostante l’età, prende abitualmente sedativi e ipnotici. 429 I MORTI PER DROGA NEL 2003, -17% RISPETTO AL 2002: sono 410 italiani e 19 stranieri i morti in Italia nel 2003 per droga. Rispetto al 2002, quando le persone decedute furono 529, c’è stato un calo del 17%. A pagare il prezzo più alto sono i consumatori storici, compresi nella fascia d’età tra i 30 e i 34 anni (84 morti) e oltre i 40 anni (80 morti). SEQUESTRATI OLTRE 46MILA KG DI DROGA, -10% RISPETTO AL 2002: nel 2003 sono stati sequestrati complessivamente 46.867 chili di droga, un 10,25% in meno rispetto al 2002 (i sequestri ammontarono a 52.218 chili). P.P. QUELLA DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALE È DIVENTATA UNA VITA DA CANI!!! SE È LA VITA DEI CANI CHE CONOSCO IO,È UNA BELLA VITA!!! Benedetto Guzzardi: alla riscoperta degli adraniti illustri 1° Parte Tra gli adraniti, che hanno onorato la bella e trascurata città di Adrano, merita un posto di rilievo Benedetto Guzzardi. Egli nacque nella cittadina etnea il 23 febbraio 1841 da Francesco e da Marcellina Moncada, in una nobile e cospicua famiglia di origine spagnola. Il padre apparteneva al casato dei Guzzardi, la madre a quello dei Moncada. Dopo aver compiuto i primi studi in un istituto religioso, frequentò il ginnasio e conseguì la licenza liceale a Catania, dove nel 1865 si laureò alla Facoltà di giurisprudenza. All’età di diciotto anni abbracciò gli ideali liberali e si distinse nell’ambiente universitario per la sua tenace opposizione alla dominazione borbonica. Fra il 1858 e il 1859 ricevette da C. Riccioli il compito di segnalare i movimenti delle truppe borboniche nella zona di Adrano. La missione, in stretto collegamento con il Gruppo d’azione nazionale di Catania, si estese ben presto in tutta la zona etnea, dove il giovane Guzzardi reclutò i giovani liberali per contrastare il movimento delle truppe borboniche. Con la sua attività politica si adoperò per M A TTOM TTO M OND ON DO O C’è chi ci pensa… I poveri vecchi, gli anziani come si chiamano ora, quelli che entrano nella terza età e sono sempre più numerosi, che costituiscono uno dei tanti grossissimi problemi della nostra società, a cui è fastidioso pensare, contentandosi spesso i responsabili di buoni propositi, trovano ogni tanto qualcuno che pensa a loro seriamente. Viene il freddo e le morti degli anziani si intensificano, arriva la torrida estate che li rende più esposti alla morsa distruttiva del caldo e ne muoiono più ancora; poco male, penserà qualcuno ma non lo dice anche per scaramanzia perché a quelle mete preoccupanti si arriva in molti, e verrà il nostro turno. Ora in alto c’è chi ci pensa, hanno esercitato alcuni rimedi: un censimento degli ultra sessantacinquenni bisognosi di particolari attenzioni, una specie di schedatura, di tessera sanitaria. Dopo si interverrà con gli opportuni provvedimenti, chissà. Vediamo, dicono lassù, col caldo li potremmo mandare nei supermercati dove c’è l’aria condizionata. Che farà il vecchietto nei freschi empori: possiamo immaginare che si fornisce di un sacchetto per riempirlo di oggetti visti qua e là sperando che nessuno se ne accorga perché non è per rubare, per passare il tempo, per curiosità. Chi non ama la confusione dei grandi negozi potrebbe essere smistato nelle caserme dei vigili del fuoco, giusto nell’estate quando questi solerti servitori dello stato sono chiamati senza un minuto di tregua a correre nelle più diverse direzioni per spegnere gli innumerevoli fuochi che spesso i pazzi provocano e le alte temperature alimentano. Che faranno i vecchi nelle caserme dei pompieri quando questi sono occupatissimi in drammatiche imprese. Certo che lo sanno gli esperti, se c’è qualche cosa di buono potremmo andare li dopo essere passati dal supermercato superando temibili controlli. Finora di tutto questo non si è visto granchè, non risulta che sia stato cercato qualcuno, intanto l’estate nemmeno è arrivata che già se ne sta andando e passa presto. Piuttosto che i problemi del caldo, che il vecchietto potrà combattere con un semplice ventaglio, bisogna pensare al freddo che arriverà. Il Pazzariello spezzare il legame esistente tra il Presidio militare borbonico e le autorità civili, sostenute queste dal clero e dai ceti aristocratici. Il 17 maggio 1860, due mesi prima che le truppe di Garibaldi entrassero ad Adrano, con altri patrioti issò la bandiera tricolore sul Castello Normanno. Dopo quell’episodio, che segnò l’inizio della vittoria dei liberali adraniti, il 1° giugno 1860 Guzzardi - insieme ad altri novantotto volontari - si arruolò al seguito dei garibaldini per prestare rinforzi alle squadre degli insorti catanesi, guidati dal colonnello G. Poulet. L’insurrezione di Catania lo vide tra i protagonisti nella lotta contro i Borboni, che furono sconfitti e costretti ad abbandonare la città. Il 14 luglio dello stesso anno, quando la zona etnea passò sotto il controllo del generale S. Turr, questi gli affidò il compito di mantenere l’ordine pubblico a Biancavilla. In questo incarico, Guzzardi - insieme a R. Mauro si adoperò per sedare i malumori esistenti nei vari ceti sociali. Nel 1862 Garibaldi lo incaricò di sorvegliare i movimenti delle truppe del generale C. Mella di stanza ad Adrano. Nel 1863 fu nominato maggiore della Guardia Nazionale di Adrano: un incarico che mantenne per due anni consecu- tivi. L’anno successivo fondò ad Adrano una Loggia massonica, che divenne in breve tempo un punto di riferimento per i liberali isolani. L’accesa campagna contro il clero e la difesa degli ideali unitari diedero al G. una grande notorietà tra i massoni siciliani, che lo nominarono «venerabile» della Loggia catanese. Nell’ottobre 1866 G. pubblicò l’opuscolo Le cinque giornate di Adernò, con il quale criticò duramente le autorità municipali e il comandante dei carabinieri C. Parrini per l’atteggiamento assunto di fronte all’epidemia colerica e agli episodi di violenza verificatisi ad Adrano. Nell’opuscolo ricostruì con minuziosità le cause del colera, addossando le responsabilità all’incuria degli amministratori locali e al grave degrado in cui avevano abbandonato la cittadina etnea. Gli episodi di violenza, che si susseguirono ad Adrano dal 28 settembre al 2 ottobre 1866 (cinque giornate), furono collegati da Guzzardi non tanto alla «questione degli untori» e «dei 20 o 30 renitenti di leva», ma alle scarse misure di prevenzione adottate dagli amministratori, alla mancanza di igiene e alla «bassa mercede» dei braccianti. CONTINUA… Nunzio Dell’Erba Sciuscià e Giuggiolone. (Continua dalla prima pagina - La sinistra candida Liotta) è facile decifrare le intenzioni e neppure la esatta collocazione politica. Lei e il suo movimento avete recentemente parlato dell’eventualità di costituire un terzo Polo, rientra nei suoi programmi candidarsi alla guida di una aggregazione al di fuori dei due Poli? La mia disponibilità è al servizio del partito nel quale milito da sempre, spetta al partito decidere quale strada bisognerà percorrere nell’interesse della città. Posso rassicurare i suoi lettori che i socialdemocratici privilegeranno le soluzioni politiche più idoneo agli interessi della Città, non saremo mai vassalli delle oligarchie dei partiti senza regole, senza iscritti e senza bilanci. Consigliere Russano sia più esplicito, pensa sia mutato qualcosa nel Liotta politico di oggi rispetto a 11 anni fa? ESTATE Italiani popolo di santi, navigatori e...bagnini Uno dei protagonisti dell’estate anche quest’anno sarà, come tutti gli anni, il bagnino. Una ricerca dell’Osservatorio Turismo della Camera di commercio di Milano ce lo presenta in ogni dettaglio. A proteggere l’italiano durante le immersioni in mare è (41% dei casi un giovane di 31 anni, che ama fare fitness (11%) e, sorpresa, anche leggere.Nel tempo libero deformazione professionale - preferisce nuotare (20%), ma anche uscire con gli amici (6%). Per quanto riguarda le ragazze, il 16% ha più facilità a conoscere le straniere. Quindi possono fare bagni tranquilli quel 45% di italiani che si recano al mare in cerca di relax, così come il 25% che desiderano un po’ di animazione. In spiaggia il 32% degli italiani preferisce mantenersi leggero e mangia per lo più insalata e frutta, ma il 18% non rinuncia al piatto caldo: sotto il solleone solo il 4% dei campani rinuncia agli spaghetti fumanti. I toscani risultano i più spendaccioni all’ora di pranzo (il 39% investe tra i 21 e i 30 euro), mentre il 21% degli abruzzesi e dei pugliesi ce la fa con meno di 5 euro. Il protagonista della spiaggia è il milanese (26% del totale); tra gli stranieri il tedesco (50%). A fare gli incassi più corposi sono comunque gli operatori degli stabilimenti balneari: dal 2000 sono cresciuti del 30%, con un giro d’affari stimabile in 180 milioni di euro. Taità Questa domanda bisognerebbe farla ai protagonisti di quel tempo. 11 anni fa il mio partito, il PSDI, era in competizione con la candidatura d’ “Insieme per Adrano”. I protagonisti di allora potrebbero essere più esaurienti di quanto non sono in grado io. La situazione di oggi è mutata radicalmente, ci sono molti partiti ridotti a pure e semplici sigle che non hanno consiglieri e molti consiglieri comunali che non hanno una fissa dimora in quanto cambiano maglietta da un momento all’altro. Non so se ridere o piangere se penso allo stato di malessere diffuso fra gli elettori per il sistematico mercimonio dei soliti politicanti saltafossi. È questa una delle ragioni per la quale l’elettore rifiutata di recarsi alle urne. A.T. 3 LUGLIO 2004 UNIVERSO SICILIA Luglio 1943 seconda guerra mondiale assalto all’Europa ADRANO: QUESTA TERRA È LA MIA TERRA Il Duomo di Adrano Uno scrigno d’arte e di storia La chiesa Madre, o di Santa Maria Assunta, di Adrano sorge nella grande piazza Umberto I a lato del celebre castello Normanno. Esempio massimo di semplicità e di virilità, nella versione che oggi ammiriamo, venne costruita a partire dal tardo Cinquecento su una precedente chiesa, molto più piccola, di origine incerta. Di dimensioni imponenti (l’intero complesso copre una superficie di circa 2000 mq.) può ritenersi tra le più monumentali della provincia catanese. Ha forma basilicale a croce latina, con l’asse principale diviso in tre navate da colonne doriche alte quasi 6 metri che, riducendo al minimo gli ostacoli visivi verso l’altare maggiore, ne esaltano l’ampiezza e la luminosità. Sul lato sinistro del transetto si apre una preziosa cappella, la cappella del SS. Sacramento, del 1588. I lavori, condotti in maniera discontinua, si protrassero fin oltre la metà del ‘700, quando, in sostituzione del precario tetto ligneo, vennero innalzate delle solide volte a tutto sesto, in muratura, coronate da una bella cupola che misura metri 32,50 di altezza. Il campanile, che fiancheggia a destra la facciata, non venne mai completato o, forse, distrutto dal terremoto del 1693, non venne mai più ricostruito. Così come non andò a buon fine il progetto dell’architetto Sada (della fine dell’800) che prevedeva, antistante la facciata, un imponente quanto improprio campanile di cui, come si può ancora vedere, ci è rimasto il basamento. La chiesa Madre di Adrano, come ci tiene a sottolineare il prevosto Petronio Russo nella sua “Illustrazione storico-archeologica di Adernò” (1911), “...con atto del 31 gennaio del 1690 venne elevata a Collegiata ed istituito il corpo capitolare di 28 membri: quattro Dignità, dodici Canonici, otto Mansionari, due Cappellani, un Maestro di coro e un Maestro di cerimonie”. “Con atto 12 febbraio dello stesso anno, continua ancora il Petronio Russo, vennero trascritti tutti i beni e tutti i proventi della Chiesa Madre donati al Capitolo, e venne designato l’obbligo del Capitolo di versare alla Chiesa ogni anno onze 90... e di celebrarvi ogni settimana 58 messe lette e 8 cantate, in totale 3432 (messe) ogni anno... il Papa Innocenzo XII a 3 Dicembre 1699 con sua bolla insignì la Collegiata di Adernò del privilegio di vestire il rocchetto e la mozzetta nera e violacea, d’indossare il piviale, e far uso del berretto a quattro spicchi. Nel 1812 la Collegiata ottenne dalla Santa Sede il privilegio della palmatoria e del corteggio del mazziere e, finalmen- Un volume sulla nascita del “Made in Italy” La presentazione ufficiale si è tenuta il 24 giugno nella sala riunioni dell’Area Monumentale della Fortezza da Basso, in occasione della 66° edizione di Pitti Immagine Uomo. Battesimo di eccellenza, quindi, per il volume “Anibo e made in Italy. Storia dei Buying Offices in Italia” scritto da Raffaella Marcucci ed edito da Vallecchi. 128 pagine anche in edizione inglese per ripercorrere i cinquanta anni dell’Associazione Nazionale Italiana Buying Offices e del suo legame con la nascita del made in Italy: dagli albori con le esperienze dei primi “agenti di acquisto per le case d’oltremare”, attivi in Europa tra le due guerre, fino al complesso scenario attuale. Curiosità e aneddoti narrati sul filo della memoria. Storie di fatti, personaggi e imprese che trovano il proprio baricentro a Firenze, città che terrà a battesimo la nascita della moda italiana, con le sue sfilate per i grandi department stores americani nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Un progetto editoriale nato con l’intento di sottolineare e far conoscere il lavoro cruciale svolto dai Buying Offices per la diffusione del prodotto made in Italy nel mondo e per la capacità di intermediazione nell’adattare i prodotti della tradizione italiana alle regole e al gusto dei mercati stranieri. S.G. Pietro Scalisi Il Duomo di Adrano in una foto degli anni ’20. te, nel 1834 il privilegio dell’ermellino”. Ma oltre allo straordinario prestigio e all’importanza storica e architettonica, la chiesa Madre di Adrano è ancora oggi un contenitore eccezionale d’arte. Un vero museo con opere che vanno dal ‘400 al ‘900 delle quali in questo numero, per ragioni di spazio, mi limiterò solo ad elencare le più significative, rimandandone l’esame storicostilistico ad altro numero. Ed ecco l’elenco in ordine cronologico: una croce dipinta di autore ignoto del ‘400; un monumentale polittico di scuola manieristica della metà circa del ‘500; quattro tele dell’inizio del ‘600 attribuite a Zoppo di Gangi; il monumento funebre al barone V. Spitaleri del 1669 e il monumento funebre a don G. Ciancio del 1740; la pala d’altare raffigurante l’Assunzione di Maria di Alessandro d’Anna del 1764 e molte altre tele e pale anonime Nella spiaggia dell’Isola dei Conigli, una delle aree più belle ed interessanti della Riserva Naturale “Isola di Lampedusa” (Agrigento), la tartaruga marina Caretta Caretta è tornata nei giorni scorsi a deporre le uova. Il nido, contenente un centinaio di uova, è stato scoperto dagli operatori della riserva naturale gestita da Legambiente, durante il loro consueto giro di perlustrazione della spiaggia. A protezione del sito è stata posta una recinzione metallica e un cartello di segnalazione. Da questo momento il nido verrà salvaguardato dal personale della riserva e dai volontari di Legambiente per tutto il periodo dell’incubazione. Il periodo riproduttivo della Caretta Caretta coincide infatti con il periodo estivo: la tartaruga raggiunge la spiaggia durante la notte e qualsiasi luce, rumore o altro disturbo è in grado di farla desistere. Il danno risulterebbe estremamente grave, vista la fedeltà della specie al sito di deposizione. Raggiunta la spiaggia, la tartaruga scava una buca profonda circa 50 cm e depone in media un centinaio di uova. Dopo aver rico- del ‘700 (notevoli quelle collocate nella cappella del SS. Sacramento); due pale d’altare del pittore adranita Giuseppe Guzzardi, operoso a Firenze tra la seconda metà dell’800 e il primo decennio del ‘900 e, infine, tre tele di un altro pittore adranita, Angelo La Naia, anch’egli operoso a Firenze tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. Dicevo, un contenitore d’arte notevole, a tratti eccezionale, la chiesa Madre di Adrano, ma non posso non fare osservare a chi di competenza, il precario stato di conservazione di non poche opere e della chiesa stessa, la difficoltà dei visitatori, specialmente forestieri, di potervi accedere, non osservandosi orari di apertura e chiusura certi e adeguati, e infine, cosa assolutamente incomprensibile, l’esclusione di questa splendida realtà d’arte e di storia dalla segnaletica turistica. Pietro Scalisi AMBIENTE La Caretta Caretta si è rifatta viva a Lampedusa Un esemplare di Caretta Caretta a Lampedusa. perto il nido, si allontana verso il mare, per ritornare a deporre nella stessa spiaggia dopo due o tre anni. L’incubazione delle uova può durare oltre 60 giorni. Appena pronti, i piccoli rompono il guscio e, quando sono emersi dalla sabbia, iniziano una corsa frenetica verso il mare. Si tratta di un evento divenuto ormai raro nel resto d’Italia, a causa della scarsità dei siti idonei alla nidificazione della specie. “La spiaggia dei Conigli - afferma Giusi Nicolini direttrice della riserva - è un patrimonio naturale di inestimabile valore da difendere come un bene prezioso per la natura. L’istituzione della riserva ha dimostrato che una fruizione rispettosa della spiaggia può rendere possibile il ripetersi di un evento così straordinario come la visita di una specie minacciata di estinzione, senza avere sottratto al turismo uno dei luoghi più incantevoli di Lampedusa”. Le azioni di conservazione del sito di ovodeposizione dei Conigli sono condotte dall’ente gestore della Riserva con il prezioso contributo dei volontari di Legambiente, nell’ambito di un più vasto Progetto Life Natura “Riduzione impatto attività antropiche su Caretta e Tursiope” proposto dalla Provincia Regionale di Agrigento insieme ad altri partners (Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Torino, CTS, Telespazio, ecc.). l’A.A. Il 10 luglio del 1943 comincia il penultimo atto della seconda guerra mondiale, l’immane conflitto che impegnò innumerevoli stati, produsse oltre cinquanta milioni di morti, feriti, distruzioni incalcolabili, orrori indescrivibili, sconvolgimenti di ogni valore. Per l’Italia il principio della fine: un conflitto non voluto, per il quale non eravamo preparati con alleati potentissimi e inutili, una guerra che fu un seguito di sconfitte che si concluse con l’invasione avversaria di tutto il territorio nazionale. La Sicilia fu l’avanposto del continente in cui presero piede le forze d’invasione anglo-americane, un attacco che si aspettava. Arrivarono quelle armate che secondo il capo del fascismo, se avessero osato toccare il sacro suolo della patria, lo avrebbero fatto non stando in maniera verticale ma orizzontale cioè sarebbero stati abbattute appena messo piede sulle spiagge. Invece un’armata sterminata su migliaia di navi, sotto un cielo coperto da nugoli di aerei avversari travolse le deboli difese e la Sicilia aprì le porte all’invasione del continente. Un piccolo uomo insignificante, un granello dell’universa umanità, un ragazzo che stava per essere chiamato alle armi vide con i suoi occhi questo grandioso e orrido spettacolo, vide la guerra, fuggì con la famiglia nei campi per sottrarsi alle bombe, sentì da lontano il ruggito dei cannoni e il rombo dei motori, per miracolo evitò la fame per qualche risorsa messa da parte, vide con i suoi occhi la morte a pochi metri di distanza, lo sparo di un soldato tedesco disperso che abbattè con un colpo l’uomo a cui aveva sottratto l’asino anche lui in fuga. E tornò al paese, un cumulo ininterrotto di macerie, undici mila colpi tra bombe e cannonate, e nello sfacelo il sollievo che il peggio era finito, che le orrende dittature che appestavano il mondo si allontanavano da noi che non ci sarebbero più state guerre. Un luglio che non si dimentica, essere senza volerlo risucchiati nel gorgo della storia che nella guerra assume il suo volto mostruoso, il compendio del male del mondo che sembra non si possa sradicare. Quel ragazzo cerca oggi di ricostruire qual’era il sentimento di allora: una mescolanza di strazio infinito per sofferenze inenarrabili che avevano travolto gente ignara e incolpevole e, per contrario senso di liberazione della gioia, finiva l’incubo, erano schiacciate le infamie dittature, disonore dell’uomo che avevano appestato il mondo. P. Sangiorgio ARCHEOLOGIA A Enna rivogliono il maltolto Tutto comincia con l’istituzione di un nuovo assessorato, quello alle Aree Archeologiche. “La Provincia Regionale di Enna - spiega il presidente, Cataldo Salerno - ha voluto ribadire il proprio impegno nel recupero e nella valorizzazione dell’identità culturale del nostro territorio, identità che deve tenere conto del fatto che i giacimenti archeologici costituiscono una delle risorse più importanti di questo territorio”. Non a caso la provincia ennese conta circa 260 siti di interesse archeologico. Così Gaetano Adamo, responsabile dell’assessorato alle Aree archeologiche - in occasione del Convegno Internazionale che sul tema di Demetra, dal 1° al 4 luglio, ha fatto tappa a Enna, Piazza Armerina e Centuripe - ha rilanciato la campagna “Restituire i beni archeologici al mittente”, una campagna di solidarietà e consenso promossa per richiamare l’attenzione sulle preziose collezioni provenienti dal territorio ennese e siciliano in genere e oggi in dotazione a collezioni private o musei esteri, oppure giacenti nei magazzini dei grandi musei siciliani in attesa di essere studiati. “Il nostro territorio - spiega Adamo - è stato per lunghi anni depredato dai tombaroli, offeso dall’incuria, trascurato dai grandi progetti di sviluppo. Oggi più che mai è necessario lanciare un appello che da una parte sostenga il lavoro gravoso di chi è impegnato nel controllo e nella tutela del territorio a vantaggio di una rinnovata cultura della legalità, e che dall’altra rafforzi maggiori coscienza e consapevolezza del patrimonio archeologico e del suo valore nelle comunità che abitano il territorio”. Pippo Saporito UNIVERSO SICILIA LUGLIO 2004 4 Una chiesa grandiosa Don Lorenzo Milani: un gigante della carità, per un Santo un eroe cristiano, un testimone del verbo, genio dell’educazione così modesto S. GIOVANNI ROTONDO E’ sorta il primo luglio la chiesa più grande dopo la Basilica di S. Pietro in Roma. E’ la chiesa dedicata a Padre Pio, un’opera grandiosa progettata da Renzo Piano e costata circa 35 milioni sco Storace, e della Campania, Antonio Bassolino, ma anche leader di partito come Francesco Rutelli, che ha voluto essere presente come “un fedele come gli altri”. E’ stata una cerimonia in cui l’elemento spirituale La nuova chiesa dedicata a San Pio. di euro. Quanto è cambiata la città da quando, un secolo addietro, Padre Pio arrivò per la prima volta a S. Giovanni Rotondo: il piccolo convento dei cappuccini era tra i più poveri del Mezzogiorno, raggiungibile solo dopo due chilometri di mulattiera in salita, non transitabile d’inverno quando cadeva la neve. Basterebbe questa immagine, assieme alla cittadella sanitaria di Casa Sollievo della sofferenza, un grande centro ospedaliero con oltre un migliaio di posti letto, voluto con caparbietà dal frate delle stimmate, per comprendere il “miracolo” di un cappuccino arrivato dal beneventano che ha vissuto gran parte della sua esistenza tra queste rocce del Gargano rendendole una sorta di faro della fede in tutto il mondo. Oggi che a San Pio da Pietrelcina è stata dedicata la grande chiesa, come ha spiegato lo stesso progettista, quasi sette chiese in una in grado di accogliere 6.500 fedeli a sedere ed altri 2.000 in piedi, si coglie sino in fondo uno sforzo architettonico che cerca di coniugare “scienza e arte di creare emozione” ed anche il senso ascetico della figura di un frate cappuccino che è stato visto come “santo” mentre era ancora in vita. In 18mila hanno assistito alla solenne celebrazione di dedica del tempio di culto da parte dell’arcivescovo di S. Giovanni Rotondo, mons. Domenico D’Ambrosio: assieme a una quarantina tra vescovi ed arcivescovi c’erano tantissime autorità, come il portavoce della Santa Sede Navarro Valls, i ministri Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri e Giuseppe Pisanu, i governatori di Puglia, Raffaele Fitto, del Lazio, France- e quasi ascetico, proprio della figura di Padre Pio, ha prevalso su quella mondanità e su quella grandiosità che all’apparenza l’appuntamento e la grande chiesa in pietra dalle imponenti arcate avrebbero potuto suggerire, distraendo dal messaggio di un santo dal carattere quasi burbero ma capace di vivere la sua sofferenza per le stimmate e la sua missione spirituale come una celebrazione di sacrificio e di salvezza per il mondo intero. UN GIRO D’AFFARI DA RECORD E’ di oltre 50 milioni di euro l’anno il giro d’affari stimato del turismo religioso a S. Giovanni Rotondo; è articolato in attività turistiche, commerciali e di editoria specializzata. Basti dire che 25 milioni di euro provengono dai diritti sui titoli legati al Santo delle stimmate. Rilevante anche il flusso di pellegrini che ogni anno fanno visita al santuario, primo in Italia e secondo nel mondo per affluenza solo a quello di Nostra Signora di Guadalupe. Nel 2002 il flusso è aumentato di quasi il 37% rispetto al 2001: era destinato a crescere dopo che il Papa ha concesso il privilegio dell’indulgenza plenaria ai fedeli che vanno a pregare sulla tomba del Santo. Poi è leggermente diminuito dopo una serie di polemiche sulla gestione del santuario e sull’organizzazione del culto di Padre Pio tra i frati del convento di Santa Maria delle Grazie e il nuovo vescovo di ManfredoniaVieste-San Giovanni, delegato per la Santa Sede alle opere di San Pio. P.S. [email protected] • www.adranonline.it/dinosidotifotografo Piazza Barone Guzzardi 6-7 • 95031 Adrano (CT) • Tel./Fax 095 7699150 Il 26 giugno 1967all’età di 44 anni moriva di un atroce malattia, il linfogranuloma maligno, detto morbo di Odkins, il sacerdote fiorentino Lorenzo Milani assurto a grande fama per una presenza, nel mondo della Chiesa. Un sacerdote apostolo di Cristo, che vive nei fatti ,non con le parole, l’esempio del Padre. Un combattente della fede, un piccolo prete intrepido che sconvolse le vita di un piccolo comune toscano, San Donato di Calenzano di cui fu nominato vice parroco. Fu la sua una concezione del sacerdozio come esercizio della carità, dell’amore verso il prossimo, verso i lontani che sono i più idealmente vicini, gli umili, i deboli, gli emarginati, i fanciulli, i minori, i miscredenti, i meno favoriti della sorte che agli occhi del cristiano sono i primi, quelli più vicini al Creatore, da amare e servire secondo la vera logica della gerarchia, i prediletti del Signore. Don Milani esercitò con assoluta coerenza la sua missione con coraggio che aveva spesso l’autentica e pura forma dell’eroismo rinunciando ai beni di una famiglia agiata da cui proveniva, una delle più ricche di Firenze che possedeva diciannove poderi e che quando in tutta la città c’erano dodici auto ne possedeva due. Il padre apparteneva al mondo accademico, medico e scienziato, così il fratello, discendevano da una famiglia i cui nomi sono tutti nelle enciclopedie per meriti culturali e sociali. Per esempio era avo di Don Milani il celeberrimo filologo Domenico Comparetti, famoso in tutto il mondo per la sua sterminata cultura, autore di libri, come “L’autunno del Medioevo”, studiati nelle università italiane ed estere, conoscitore di 19 lingue. La madre era di origine ebraica non praticante, dal tronde in casa l’unica religione che si viveva era quella della cultura, da gran signori che della nobiltà avevano gli aspetti più puri e limpidi, credenti nei valori assoluti della cultura. Il giovane bellissimo, coltissimo, ricco, corteggiato, un giorno rivelò, con somma sorpresa, l’irrevocabile volontà di volersi fare prete. Consacrato sacerdote rinunziò pubblicamente a ogni diritto sui beni familiari, volle essere povero come il Nazareno. A San Donato di Calenzano creò una scuola serale popolare per i lavoratori, dopo-scuola per i ragazzi poveri, conferenze, incontri e dibattiti per i contadini gli operai, le persone non istruite. Senza distinzione di fede o di appartenenza politica. Non c’erano per lui credenti o miscredenti, democratici o comunisti. Seguiva le situazione dei fedeli in difficoltà, degli orfani, delle vedove, i poveri che avevano bisogno di pane, lavoro, cultura. La grande famiglia degli umili da conoscere da amare da difendere; erano l’oggetto delle sue cure come di un fratello che non trovava quiete se non aveva i soldi per le medicine di un ammalato. Un esercizio duro e oscuro di quella carità che è amore e che porta nell’opaco ambiente di Calenzano una ventata sconvolgente che non piacque alla curia fiorentina dove un’insanabile conflitto col suo vescovo straziò la sua vita. Fu assegnato o diremmo meglio rilegato dal suo Vescovo, male informato, come fosse un sovversivo, un comunista, un demagogo arruffa popolo, a Barbiana, una Parrocchia in montagna, a 1000 metri di altezza, sul Monte Giovi dove non era rimasto più quasi nessuno dei montanari e pastori che ci vivevano, dove non c’era ne luce ne acqua corrente, ne strada, ne telefono, dove la posta non arrivava e d’inverno si era tagliati fuori dal mondo per la neve: una specie di Siberia morale. La madre disse che erano dei pazzi e dei sadici quelli che avevano dato un tale ordine, lui obbedì. Continuò la scuola con i pochi rimasti reinventò per quei luoghi morti una nuova vita. Lo rese famoso un libro intitolato “Esperienze pastorali” in cui racconta la sua giornata terrena a servizio dei figli e fratelli affidategli. Il libro non piacque alle autorità ecclesiastiche che pure aveva dato l’imprimatur. Ne seguirono feroci polemiche e il personaggio del parroco di una campagna morta e disabitata assurse a fama nazionale; che crebbe quando il giovane parroco fu Don Lorenzo Milani. coinvolto in un processo penale, per avere difeso la renitenza alla leva militare. La sua fama si estese universalmente e si consolidò dopo la morte quando uscì il libro scritto con i suoi alunni con le sue esperienze di scuola, intitolato lettera ad una professoressa”. Oggi si calcolano che si erano stati scritti circa dieci mila tra libri e riviste su questa meravigliosa creatura della chiesa di Cristo: un Santo i cui libri dalla forma linguistica perfetta sgorga un sentimento e un immagine della chiesa di Dio, di quella città celeste di cui parlava S. Agostino. Sono stato a Barbiana in compagnia di due giovani pistoiesi che tornavano il giorno prima da un viaggio di nozze in Brasile, di due anni spesi al servizio dei primitivi della selva amazzonica, missionari laici che insegnavano a quei deleritti definiti selvaggi, a coltivare la terra a vivere insieme la pace, a migliorare la loro vita. A Barbiana non ho trovato nessuno. Solo fiori freschi sulla sua tomba dove volle essere seppellito con i paramenti sacerdotali e gli scarponi da montagna. Una commozione indicibile, un pianto senza fine sentire spirare da quel marmo la grandezza di un uomo, il profumo esaltante della vera santità. P. Sangiorgio Miss Italia non parla italiano Stanno allontanandosi dalla lingua madre le concorrenti del premio Miss Italia nel mondo che quest’anno ha registrato la partecipazione di ventisei concorrenti provenienti dal mondo dell’emigrazione. Di queste, 17 parlano l’italiano correntemente, mentre le altre 14 non parlano affatto la nostra lingua. Negli ultimi anni, tra le finaliste del concorso “Miss Italia nel mondo”, c’è stata una brusca diminuzione di ragazze che hanno familiarità con la lingua di origine dei familiari. Stando alle tesi di una professoressa di sociologia all’università “La Sapienza” di Roma, non c’è da meravigliarsi: “La nostra è una vecchia emigrazione. Siamo già alla quarta generazione di emigranti. In Francia, ad esempio, ci sono italiani che si sentono perfettamente francesi e non vogliono essere definiti immigrati. Inoltre, più i Paesi di destinazione sono lontani più c’è una forma di radicamento. Dal Brasile o dal Canada non si ritorna facilmente oggi, figuriamoci cent’anni fa”. Le ragazze in gara nell’edizione 2004 sono arrivate da 32 Paesi. Otto sono i paesi presenti con due concorrenti (Australia, Belgio, Venezuela, Francia, Germania, Svizzera, Spagna e Croazia) e altrettanti esordiscono al concorso: Finlandia, Angola, Bolivia, Portori- nela Zallio, Miss Italia Bolivia, che compirà 26 anni il 10 agosto. Tredici miss hanno 18 anni, otto ne hanno 19, ma solo tre hanno 23 o più anni. Alle 114 selezioni di Miss Italia nel Mondo 2004 hanno partecipato 3.780 ragaz- ze. Oltre che in Europa, la finale del concorso sarà trasmessa da Rai International in America del Nord e del Sud, Sud Africa, Australia ed Estremo Oriente (Cina e Giappone). Elisant RIFLESSIONI Santaella Silvana vincitrice dell’edizione 2004. co, Slovacchia, Corea del Sud, Serbia Montenegro e Repubblica Dominicana. Otto ragazze hanno familiari di origine siciliana; tra le regioni più rappresentate seguono la Puglia e la Calabria con cinque miss, quindi Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Campania e Veneto con tre, Toscana, Liguria e Sardegna con due. Una sola candidata, invece, per Lazio, Abruzzo, Emilia-Romagna e Marche. La più giovane miss in lizza è Roxana Edu, miss Italia Romania, 17 anni appena compiuti e 1,82 di altezza. La più adulta è Maria- - Il giorno più bello? OGGI L’ostacolo più grande? LA PAURA La cosa più facile? SBAGLIARSI L’errore più grande? RINUNCIARE La radice di tutti i mali? L’EGOISMO La distrazione migliore? IL LAVORO La sconfitta peggiore? LO SCORAGGIAMENTO I migliori professionisti? I BAMBINI Il primo bisogno? COMUNICARE La felicità più grande? ESSERE UTILI AGLI ALTRI Il mistero più grande? LA MORTE Il difetto peggiore? IL MALUMORE La persona più pericolosa? QUELLA CHE MENTE Il sentimento più brutto? IL RANCORE Il regalo più bello? IL PERDONO Quello indispensabile? LA FAMIGLIA La rotta migliore? LA VIA GIUSTA La sensazione più piacevole? LA PACE INTERIORE L’accoglienza migliore? IL SORRISO La migliore medicina? L’OTTIMISMO La soddisfazione più grande? IL DOVERE COPIUTO La cosa più bella del mondo? L’AMORE M.T.C. 5 LUGLIO 2004 UNIVERSO SICILIA A RUOTA LIBERA Schegge di Pasqualino Sangiorgio Esami di Maturità: De Profuntis Abbiamo chiuso un rito che si ripete nella nostra istituzione scolastica da oltre un quarto di secolo, da quanto cioè il Ministro Giovanni Gentile istituì l’esame di maturità a conclusione del corso superiore della scuola secondaria. E’ passata tanta acqua sotto i ponti, cambiamenti e modifiche non si contano, la prova da cimento terrorizzante per gli alunni che dovevano sostenere la prova d’esame in tutte le discipline è diventata, non meno, secondo il triste tran tran dei tempi, un esercizio innocuo l’esibizione di una specie di tesina che il candidato prepara o come per lo più succede si fa preparare a casa e che recita disinvolto in una specie di allegro teatrino. Non certifica nessuna maturità, non ha contenuto culturale, è un modo come un altro per procurarsi il “pezzo di carta” che è sempre più declassato e che non serve a nulla. Quest’anno, secondo la tendenza, quasi tutti i candidati sono stati promossi anche le enormi schiere di privatisti che prima venivano impietosamente decimati. Ora per questi ci sono pseudo scuole private giustamente definite, che sfornano alunni “maturi” di vento, cioè di nulla. I diplomifici non solo non servono a formare culturalmente i giovani, ma contribuiscono anche a deresponsabilizzare gli alunni delle scuole statali certi ormai di superare senza fatica la prova per il solo interesse di ottenere una buona votazione. Una coraggiosa riforma, che poi non richiede tanto ardimento e che non costerebbe nulla anzi farebbe risparmiare bei soldini allo stato, quelli che cercando, o forse non cerca bene, per il lavoro, il benessere, la sicurezza dei cittadini. Hanno avuto il coraggio di sopprimere qualche anno fa l’assurdo esame per passare dal secondo al terzo anno della scuola elementare, poi primo e secondo ciclo, ora hanno cancellato l’esame di licenza elementare dopo un enorme fatica impiegata per risolvere questo formidabile problema. S’è fatta la grande scoperta della insensatezza assoluta di chiudere l’anno finale del corso con una prova che è la pura ripetizione di quello che gli insegnanti hanno fatto durante gli anni precedenti, anni di formazione e di scoperta che l’esame non serve a completare ma semmai a confondere e ingarbugliare per l’inevitabile tensione che provoca. Anni fa un valoroso maestro di scienze filosofiche e pedagogiche, Guido Calogero, parlò di riforme senza spesa che potrebbero far bene, rendere molto e non costare niente; ma i nostri esperti da queste orecchie non ci sentono. Che il Signore li illumini. Satiricon INTOLLERANZA… località montane dichiarano di aver ricevuto prenotazioni pari al 65,3% delle disponibilità, mentre quelle delle località balneari indicano un 59,7% di prenotazioni. L’indagine di Unioncamere indica nel complesso un trend di crescita dell’occupazione nelle strutture ricettive rispetto allo scorso anno. A luglio 2004 le prenotazioni interessano il 50,9% delle disponibilità, a fronte del 47,9% dello scorso anno. Per agosto le prenotazioni rag- A proposito di... L’intolleranza è quella cosa che chiunque respinge per sé per poi attribuirla a chiunque altro non la pensi come lui. Pare sia figlia della stupidità, dell’ignoranza, dell’arteriosclerosi, della vecchiaia. Non quella vecchiaia splendida, tutta zucchero e miele, occhio sereno, parole dolci e rassicuranti; quell’altra, quella cupa, inquieta, carica di rimpianti, di recriminazioni. Non conoscendo esattamente le origini delle mie intolleranze (e non volendo indagare troppo su di esse), cercherò di tratteggiarne qualcuna, vestendola però di apparente ragionevolezza. Per cominciare, me la prendo con la politica: Non mi piace per niente la “Casa delle Libertà” proprio a causa di quel plurale. La Libertà, se proprio si vuole usare la L maiuscola, a me pare debba essere una, non due, o tre, o sedici! A quali libertà si riferisca il Cavaliere non è dato sapere. Mistero! Lui, così altruista, disinteressato... Non vado in visibilio per Bertinotti. Costui polemizza più con i cugini della Sinistra che con gli avversari della Destra; permette che alla guida del Paese vada la Destra piuttosto che avvicinarsi di un millimetro ai compagni della Sinistra. Dice cose stupende, meravigliose, a difesa dei diseredati e degli umili e poi adotta comportamenti che fanno il gioco solo della Destra. Mi sorprendo ad esprimere a voce alta giudizi tutt’altro che eleganti nei riguardi della RAI, alla quale ogni anno mi tocca pagare tanto di canone, quando sento magnificare le eccelse doti artistiche, o canore, o di qualsiasi altro genere, del signor Tizio, figlio o nipote del famoso Caio. Vado in bestia per le sfilate di moda; non per la cosa in sé, che può anche avere i suoi estimatori, ma perché me la devo sorbire all’interno dei telegiornali, quando si parla di Bush e di guerre preventive, di petrolio e d’inflazione “percepita”, di pensioni e di sanità! Il massimo dell’insofferenza la manifesto, infine, nei riguardi dei mass media, che ad ogni ora del giorno e della notte, da ogni emittente, da ogni colonna di giornale, ci spiegano come bisogna intendere le cose, come comportarci, come ragionare, come mangiare, vestire, fare i nostri bisognini. Sono finiti i tempi della “splendida ignoranza” dei nostri padri, allorché ognuno poteva scoprire il mondo e le sue infinite apparenze solo attraverso la propria personalità, i propri gusti, la propria immaginazione. Allora c’erano tanti mondi quante erano gli individui; oggi il mondo sta assumendo le sembianze di un immenso, desolato, pollaio. Forse, almeno dalle nostre parti, tutti possiamo contare sul becchime quotidiano, ma che ne è delle coscienze? Forse camperemo di più, ma a quale prezzo? Per gustare che cosa? SICILIA A Fiumefreddo ci sarà da divertirsi La Provincia di Catania ha deliberato l’acquisto del 30% del pacchetto azionario del Parco tematico di Fiumefreddo. Il 10% lo detiene il Comune e il restante 60% il socio privato di maggioranza, la società Russottfinance. “Stiamo uscendo da una lunga fase preparatoria e ci avviamo a diventare finalmente operativi, in modo da poter porre la prima pietra in tempi ormai brevi, entro il secondo semestre del 2005” ha annunciato il presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo. “Il Parco dei divertimenti - ha aggiunto - ricade in un’area geografica strategica per il turismo e soggetta ad una prevedibile crescita di interesse e presenze nei prossimi anni: sorge, infatti, a pochi chilometri dalla struttura per imbarcazioni da Vacanze, voglio il fresco e vado in montagna Gli italiani scelgono la montagna. Sarà forse il ricordo dell’estate torrida e afosa dell’anno scorso, o magari le temperature bollenti che si incominciano a registrare da qualche tempo in tutta Italia, ma le previsioni per il turismo nel mese di agosto parlano di una preferenza per le località immerse nel verde rispetto alle classiche località balneari. Quest’anno le prenotazioni ricevute dalle strutture ricettive italiane mostrano un cambiamento nelle preferenze di vacanza in Italia, e a sostenerlo è l’Osservatorio nazionale sul turismo italiano di Unioncamere-Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche), secondo il quale le località del turismo verde di Toscana, Umbria e Lazio si confermano nei mesi centrali dell’estate come le più prenotate rispetto alle disponibilità (53,4% a luglio e 68,2% ad agosto), con la montagna che ad agosto supera, come numero di richieste, le più tradizionali località balneari. In questo mese, infatti, le strutture dell’ospitalità delle di Carmelo Ambra giungono il 58,6% dei posti contro il 51% dello stesso mese del 2003. A livello territoriale, per il mese di luglio, il maggior numero di prenotazioni interessano Sicilia (62,8%), Sardegna (62,6%) e Basilicata (61,1%). Ad agosto, Sicilia (75,8%) e Sardegna (71,3%) si confermano ai primi posti della classifica, seguite a breve distanza dall’Alto Adige (69,3%). T.S. Il Plastico del Parco. diporto di Riposto, a pochi minuti di auto da due capitali del turismo siciliano, quali sono Giardini Naxos e Taormina. Gli appassionati di escursionismo e natura possono facilmente accedere al versante dell’Etna e alla riserva orientata del fiume Fiumfreddo, ricco di pregevoli presenze florofaunistiche”. Il Parco dei divertimenti è previsto sorga su un’estensione di 42 ettari totali, 12 dei quali a tema; 5 ettari Strada dei divertimenti; 2 ettari Parco acquatico; 10 ettari di parcheggi e il resto a bosco. Costo previsto: 18 milioni di euro. Tempi di realizzazione: 3 anni. Visitatori: 3 milioni l’anno. Addetti: 500 unità (tra fissi e stagionali). Apertura: 11 mesi l’anno. Carmelo Famà M inigonna, un pezzo di stoffa che ha cambiato il mondo Della sua storica importanza ci ha ricordato, nelle scorse settimane, la famosa pubblicità televisiva rivolta a “chi non credeva che un pezzo di stoffa potesse cambiare il mondo”. Forse il mondo tout court non lo ha cambiato, la minigonna, ma certamente, da quarant’anni a questa parte, ha rivoluzionato il costume e spesso ha anticipato mode, tendenze e temi della società in cui si muoveva e veniva indossata. Oggi il “pezzo di stoffa” è tornato di moda, anche se non ne è mai completamente uscito: a fasi alterne, la gonna inventata dalla stilista inglese Mary Quant ha accompagnato dagli anni ‘60 milioni di donne nel mondo. La data di nascita viene tradizionalmente fatta risalire al 1964, quando la modella Twiggy ne indossò una. Sulla paternità, in realtà, le cose sono più complesse: la diatriba è tra un padre francese, il sarto e architetto Andrè Courreges, e una madre inglese, Mary Quant appunto, che al tempo gestiva a Londra un biz- zarro “Bazaar” diventato in poco tempo un punto di riferimento della “Swinging London”. E’ mamma-Quant stessa a commentare: “Le vere creatrici della mini sono le ragazze, quelle che vediamo per le strade”. La filosofia della minigonna è tutta qui: prendere spunto dagli eventi, e seguirli. Dalle prime mini, colorate e svasate, guardate con più di un sospetto da borghesi e benpensanti, si passa a quelle trasparenti e lunari della fine degli anni ‘60, alle micro gonne di pelle nere dei punk, al boom dei tessuti sintetici degli anni ‘80, alle varianti “maschili” della mini, ovvero i micro calzoncini elastici con cui viene fotografata Madonna mentre fa jogging, alla fine del decennio. Negli anni ‘90 le passerelle vengono invase dalle top model, la minigonna riappare con gli stilisti Dolce e Gabbana e Prada. E poi? Improvvisa sobrietà, come si conviene ad un periodo di crisi economica e internazionale. Ma non dura molto: Giorgio Armani ripropone la mini nelle sue collezioni autunno inverno 20032004, Roberto Cavalli lancia una linea di gonnelline pacifiste con lo slogan “No war, more wear”. O forse è meglio dire “less”, ma il risultato non cambia. A.R. UNIVERSO SICILIA LUGLIO 2004 Ascari, una mostra per non dimenticare “Ascaro”, parola che nell’immaginario italiano evoca Africa, colonialismo e tempi lontani. Gli Ascari erano soldati eritrei inquadrati dall’esercito italiano. Si trattava di truppe fedeli e dedite alla causa del nostro Paese che sopportavano con grande sacrificio il caldo, i disagi e le difficoltà delle battaglie in Africa. La fondazione del primo battaglione risale al 5 febbraio 1885 a Massaua. Le truppe eritree, sempre guidate da ufficiali italiani, furono utilizzate nella guerra di conquista dell’Eritrea come anche in Libia e in Somalia. Già nella storica sconfitta di Adua gli Ascari registrarono episodi di eroismo e dedizione alla bandiera. In tutte le battaglie del periodo coloniale gli Ascari si ersero a protagonisti, ricevendo un alto numero di riconoscimen- ti e medaglie. Ancora durante la Seconda Guerra Mondiale furono tra i più strenui difensori dei confini eritrei contro gli assalti delle truppe inglesi. In loro onore è stata inaugurata, il primo luglio scorso, una mostra che ne rievoca le gesta. “Parlare di Asmara - ha detto il ministro per gli italiani nel Mondo Mirko Tremaglia inaugurando l’esposizione - mi trasmette sempre un senso di emozione. Qui, infatti, è sepolto mio padre morto in un campo di prigionia inglese e io ho deciso di lasciarlo riposare in Eritrea in onore di questo legame fortissimo che ho con il Paese. Questa mostra - ha detto Tremaglia - ricorda al mondo gli Ascari, e lo ricorderà anche agli italiani, quando sarà trasferita al Vittoriano in settembre”. Per questo motivo Tremaglia Una foto d’epoca di soldati eritrei. ha annunciato che finanzierà la realizzazione di un catalogo della mostra da distribuire in Italia. Anche il generale Luigi Ramponi, presidente della Commissione Difesa della Camera, ha voluto condividere il suo entusiasmo: “E’ il coronamento - ha detto - di un piccolo grande sogno: quello di poter restituire a questa città e a questo popolo un’espressione di gratitudine. La mostra, infatti, è un omaggio al corag- Messina-Palermo: completata entro l’anno “Non abbiamo dubbi. L’autostrada Messina-Palermo sarà tutta percorribile entro il 31 dicembre del 2004. Magari si potrà parlare di rinvio di qualche settimana, ma non si andrà oltre”. Lo ha detto il viceministro dell’economia, Gianfranco Miccichè, indicando nel dicembre di quest’anno la data di completamento degli ultimi 42 chilometri di autostrada che da decenni separano le due città siciliane. L’annuncio è giunto durante la cerimonia svoltasi a Caronia (Messina), nel lotto 26 bis, appaltato all’impresa Ricciardello, che ha realizzato l’ultimo tratto di viadotto che di fatto chiude l’opera. Oltre a Miccichè erano presenti Benedetto Dragotta, commissario del consorzio autostrade siciliane, il presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi, e l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Guglielmo Scammacca della Bruca. “Entro settembre ha assicurato Dragotta - saranno asfaltati i lotti ancora aperti e nelle prossime settimane si comincerà a posizionare la segnaletica. L’unico rischio riguarda un piccolo tratto che potrebbe rimanere a doppio senso di circolazione per i primi mesi L’autostrada Messina Palermo, l’abitadi esercizio nella zona to di Oliveri, Capo Tindari, i laghetti di di Pollina ma entro fine Marinello e sullo sfondo le Isole Eolie anno l’autostrada potrà dirsi completa”. Catania, “sarà fondamentale Secondo Scamper dare un ruolo strategico di macca della Bruca, il compleprimo piano all’Isola nel mercatamento della Messina-Palerto del Mediterraneo”. mo, unito ai raddoppi ferroviari P.T. Messina - Palermo e Palermo- gio degli Ascari, uno strumento per far conoscere agli italiani un pezzo di storia dimenticato e la testimonianza dei buoni rapporti tra Italia ed Eritrea”. L’esposizione, che è stata realizzata dalla Commissione Difesa della Camera dei Deputati in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, è situata nei locali della “Casa degli italiani” e sviluppa tre sezioni: la prima è dedicata al periodo delle origini ed è composta da fotografie e materiali provenienti dal museo Etnografico “Pigorini” di Roma; la seconda sezione riguarda il periodo italiano e comprende foto, uniformi e cimeli provenienti da musei militari e privati; la terza, infine, è composta da un video montato con immagini dell’Istituto Luce. S.P: 6 BENI CULTURALI Il recupero della Miniera Trabia Tallarita Sono stati consegnati i lavori, previsti dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Caltanissetta, per il recupero dell’area esterna del bacino minerario della miniera Trabia Tallarita, nel Nisseno, tra il territorio di Sommatino e quello di Riesi, lungo la strada statale detta “delle Zolfare”. I lavori prevedono anche la trasformazione in museo della Centrale Palladio, il vecchio centro motore della miniera, e delle attività che si svolgevano per l’estrazione dello zolfo. Per la realizzazione degli interventi si prevede una spesa di 11 miliardi di vecchie lire. Il visitatore, al termine dei lavori, potrà assistere al ciclo completo dell’estrazio- ne dello zolfo nella miniera. Il progetto di recupero del bacino minerario è stato elaborato dall’architetto Alessandro Ferrara. Nella miniera Travia, in passato denominata Solfara Grande, i primi lavori estrattivi ebbero inizio intorno al 1730, presso gli affioramenti, con mezzi e metodi rudimentali per via della poca profondità degli scavi e l’abbondanza del materiale disponibile. L’attività assunse rilevanza a partire dal 1830 con l’introduzione dei mezzi meccanici. Particolarmente suggestivi sono i resti delle infrastrutture di lavorazione, tra i quali l’interminabile sequenza dei forni Gill. C.A. Casa, Avremo presto un ultimo decaffeinato naturale anno prezzi in su del 10,8% Prezzi record a sorpresa per gli appartamenti negli ultimi dodici mesi. Secondo quanto rilevato dall’osservatorio immobiliare di Nomisma, nell’ultimo anno i prezzi delle case sono aumentati mediamente del 10,8%: dall’inizio del 2000 ad oggi si tratta dell’incremento più elevato registrato. Le previsioni, per il futuro, indicano un’ulteriore crescita, ma meno rapida, mentre gli investitori specializzati puntano ancora sull’investimento immobiliare. A Bologna i prezzi variano da 4960 euro al metro quadrato delle zone di pregio a 2120 euro delle periferie: la crescita registrata è stata del 7,1%. ■ Associazione Regionale onale Sicilgrano - Catania Niente più solventi per ottenere il decaffeinato. Forse si dovrà aspettare ancora un po’ prima di poterlo sorseggiare al bar, ma il primo decaffeinato naturale è ormai una realtà. Un gruppo di agronomi brasiliani, dopo diciassette anni di studi, ha scoperto una rara varietà di pianta del caffè con una bassissima percentuale di caffeina. Circa 3.000 piantine originarie dell’Etiopia furono importate a Campinas, nello Stato brasiliano di San Paolo, dove un gruppo di agronomi era impegnato in un progetto per la riduzione della percentuale di caffeina nelle piante. Fra le migliaia di piantine importate sono state scoperte tre varietà della famiglia arabica, “quasi completamente prive di caffeina”. Il prossimo passo sarà il trasferimento dei geni di queste piante (AC1, AC2, AC3) nel ceppo principale C. L’obiettivo è di combinare le qualità migliori delle diverse varietà, garantire l’assenza di caffeina e mantenere il gusto tradizionale. L.M. Sicilia, patrimonio culturale che non merita l’oblio Continua a Palermo il contrasto alla degradazione del patrimonio monumentale. I vigili urbani hanno sequestrato l’Oratorio di San Nicolò da Tolentino, in vicolo del Bosco, e la chiesa di Sant’Andrea degli Aromatari, nel popolare quartiere della Vucciria. Nel primo caso il provvedimento è del gip Antonio Tricoli, nell’altro del gip Giacomo Montalabano. L’Oratorio di San Nicolò, risalente al XVI secolo, non aperto al culto, è stato trovato in stato di abbandono dal Nucleo tutela patrimonio artistico della Polizia municipale. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Amalia Luise. Un avviso di garanzia è stato notificato al priore della Confraternita di Sant’Andrea, che risulta tra i gestori dello storico edificio. L’accusa nei suoi confronti è di omessa tutela di bene monumentale, visto che alcune parti architettoniche rischiano di crollare. T.T. 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Danieli, RAI International deve essere potenziata Uffici zonali sono aperti a: “È necessario un potenziamento di Rai International che consenta la realizzazione di palinsesti diversificati per aree geografiche”. È questo quanto auspica il vicepresidente della Commissione Esteri e responsabile per la Margherita degli italiani nel mondo, senatore Franco Danieli, nel suo intervento svolto nel corso della prima audizione dell’indagine conoscitiva sul voto degli italiani all’estero che la Commissione Affari Costituzionali sta conducendo. “L’occasione per raggiungere questo obiettivo - ha spiegato il senatore Danieli - è senz’altro il prossimo rinnovo della Convenzione con la Presidenza del Consiglio dei — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano. Ministri. Questa esigenza posta dal direttore di Rai International Massimo Magliaro e dal coordinatore dei palinsesti, Alessio Gorla, deve trovare ascolto anche presso il Consiglio di Amministrazione della Rai che, per anni, ha sottratto parte rilevante delle risorse attribuite dalla Convenzione per finalità che nulla avevano a che fare con la missione di Rai International”. “I connazionali all’estero - ha concluso l’esponente della Margherita Danieli - hanno il diritto di accedere a programmi di qualità, ivi compresi quelli sportivi e, in previsione del voto, ad un’informazione politica puntuale e pluralista”. P.R. 7 LUGLIO 2004 UNIVERSO SICILIA Riciclo rifiuti, il nord batte ancora il meridione Villafranca d’Asti sale sul podio di Comuni Ricicloni 2004 con l’85,38% di raccolta differenziata. Accanto, sempre sul gradino più alto, si piazza Fumane, che realizza invece la migliore performance per quanto riguarda la qualità del sistema di gestione dei rifiuti. I comuni del Veneto, seguiti da quelli del Piemonte, sbaragliano le classifiche e tolgono dopo molti anni il primato regionale alla Lombardia. A dieci anni dalla prima edizione del Premio, resta incolmabile il distacco delle regioni del Nord rispetto al resto d’Italia: si confermano le discrete prestazioni del Centro Italia, con la Toscana asso pigliatutto nella speciale classifica di area, mentre al sud spiccano e fanno ben sperare gli ottimi risultati in provincia di Salerno, dove il comune di Bellizzi si attesta sul 68,95%, vincendo anche la classifica per la buona gestione della raccolta, e Giffoni Sei Casali raggiunge il 66,34%. Un segnale positivo che dimostra come anche nelle regioni in emergenza-rifiuti si possano raggiungere traguardi nella raccolta differenziata ben oltre gli obiettivi fissati dal Decreto Ronchi. E’ questo, a grandi linee, il quadro della decima edizione di Comuni Ricicloni, presentata a Roma in occasione del convegno “Dieci anni di riciclaggio e buone pratiche in Italia”. Al Centro congressi Cavour, dove si è tenuta anche la premiazione, oltre ai sindaci e ai rappresentanti dei numerosi Comuni vincitori sono intervenuti il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta, il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, il presidente dell’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti Massimo Ferlini, il presidente del Conai Gianfranco Faina, Carlo Noto La Diega (di Fise- Assoambiente), Daniele Fortini, vice presidente di Federambiente, Dario Esposito dell’Anci, Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente, e Lucia Venturi, responsabile scientifico di Legambiente. “Dieci anni di Comuni Ricicloni impongono un bilancio, è quello che abbiamo fatto - ha spiegato Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - Oggi superare la soglia del 70% senza riuscire a far funzionare un buon sistema, che riduca la produzione e assicuri l’avvio al riciclaggio, non ha molto senso. Ecco perché abbiamo scelto di misurare anche la qualità della gestione. I tanti comuni premiati - ha proseguito - sono l’esempio che le buone pratiche danno buoni frutti. Confortati da questi risultati, non ci stancheremo mai di dire che una buona raccolta differenziata risolve in larga parte i problemi di smaltimento, riduce al minimo la necessità di inceneritori e discariche”. L’edizione di “Comuni Ricicloni” giunge in seguito all’ennesima esplosione dell’emergenza rifiuti in Campania, che ha visto i cittadini di Montecorvino ribellarsi alla riapertura della discarica di Parapoti. Nel rapporto emerge più che mai l’assenza delle città capoluogo di regione. Milano è ferma sotto il 30% da almeno 7 anni, tutte le altre, a parte la discreta prestazione di Firenze (27,86%), sono lontanissime dalla soglia fissata dalla legge. I “ricicloni” del 2004 sono dunque per lo più i medi e piccoli comuni, molti dei quali incrementano di anno in anno, sia per quantità che per qualità, il risultato della raccolta differenziata. C.R. Un appello per salvare le scuole italiane in Venezuela L’associazione Mantovani nel Mondo ha ricevuto dalla delegazione dell’Associazione dei Lombardi in Venezuela, guidata dal presidente Gianni Cappelin, un appello a favore della Scuola Italiana Agostino Codazzi di Caracas, riconosciuta dal Governo italiano. L’istituto sta vivendo un periodo particolarmente difficile per le turbolenze politiche che hanno determinato una forte svalutazione della moneta locale che ha scoraggiato le iscrizioni alla scuola da parte di molti giovani. Il presidente Guido Brigli (email [email protected]. ve, [email protected]) ha indirizzato al presidente dell’AMM Marconcini, una richiesta da inoltrare alla Regione Lombardia affinché inserisca la scuola in eventuali progetti culturali e di formazione con la possibilità di concedere borse di studio universitarie. Inoltre è stata sottolineata l’esigenza che la scuola possa avere i propri titoli di studio riconosciuti in Venezuela con un ampliamento delle materie al fine di ampliare la gamma delle possibilità formative della stessa. L’AMM ha messo in contatto la delegazione lombarda con il ministro per gli italiani nel Mondo Mirko Tremaglia. Ricordiamo, È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una: • corretta coltivazione olivicola • buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio • professionalità per la conservazione dell’olio prodotto Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici sempre a disposizione dei produttori. AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA LEONFORTE (EN) TRAPANI Per informazioni rivolgersi all’ASPO 95031 ADRANO - Piazza Mercato 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814 grazie ad una nota pervenutaci dalla preside Lucia Veronesi dell’Associazione Civile Scuola Agostino Codazzi, che il primo nucleo della Scuola “Agustin Codazzi” risale al 1936 quando un maestro inviato dal governo italiano cominciò a fare lezioni a bambini italiani diventati in seguito eminenti professionisti in Venezuela. Dopo la Seconda Guerra Mondiale sorse il progetto di fondare una istituzione il cui fine fosse l’educazione di bimbi di famiglie italiane. La Scuola fu fondata nel 1951 e funzionò come scuola elementare nella zona est di Caracas sino all’acquisto della “Quinta Elisa”,complesso situato presso l’Avenida Los Pinos della Florida dove tuttora funziona parte dell’attuale struttura scolastica. Nel 1956 la scuola media “Leonardo da Vinci” e il Liceo “Venezuela” furono riconosciuti legalmente dal Ministero degli Affari Esteri(MAE) per cui le due scuole poterono funzionare con programmi italiani. Fin dal primo momento della sua fondazione la Scuola Augustin Codazzi tra i tanti obbiettivi ne ha avuto uno fondamentale, stabilito statutariamente nella “Asociacìon Civil Escuela Agustin Codazzi”, e cioè quello di “mantenere nei bambini e adolescenti, e per riflesso nelle loro famiglie, l’amore per il paese di origine, l’Italia, e per la cultura italiana”. Attualmente funziona la Scuola Elementare “Oscar Molinari”, la Scuola Media “Leonardo da Vinci” e il Liceo Scientifico “Venezuela”, parificate come scuole italiane con Comunicazione ministeriale n.267/26839. Recentemente è stato attivato il Liceo Internazionale della Comunicazione. P.S. È nata la confederazione degli imprenditori all’estero 21 giugno 2004: a consiglio direttivo riunito prende ufficialmente avvio l’attività della Confederazione degli imprenditori italiani nel mondo, voluta dal ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia e presieduta dal neo presidente Giuseppe Zamberletti. Sulla scia dei risultati del Convegno Internazionale degli Imprenditori italiani nel Mondo, tenutosi a Roma nell’ottobre 2003, prende dunque forma la proposta di favorire i rapporti economici fra le Italie che lavorano dentro e fuori i confini nazionali. E la forma è la Confederazione che coinvolge gli imprenditori di matrice italiana all’estero “che vogliono operare con gli imprenditori italiani in Italia”, ha detto il ministro Tremaglia, e che vogliono operare fra loro. Si tratta di un “grande impero economico, ma non solo, che la classe dirigente deve comprendere e usare a favore dell’Italia “, ha aggiunto Tremaglia. “Questa è un’occasione unica per andare avanti tutti insieme”. Il discorso riguarda anche le istituzioni. Luigi Mazzella, ministro per la Funzione Pubblica, ha sottolineato come la Pubblica Amministrazione stia lavoran- do con molti paesi all’estero, soprattutto nell’ambito della formazione, e ha ricordato che “gli imprenditori italiani proseguono un’opera iniziata da secoli, ossia aiutare a costruire altri mondi”. Presenti anche Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Gianfranco Fini, vice presidente del Consiglio, secondo il quale proprio il lavoro è “il miglior antidoto alla xenofobia e al razzismo”. Il lavoro della Confederazione, invece, sarà garantire al “Sistema Italia” di competere nell’economia globalizzata e difendere gli interessi nazionali. Solo attraverso interessi generali che passano da identità nazionali forti - accanto alla neonata Confederazione c’è la neonata Costituzione dell’Unione europea - e nell’ambito di un assetto federale si può “fare rete”, ha detto Fini. La Confederazione, che vuole essere punto di incontro e scambio di esperienze e contatti fra imprenditori, punta ad allargare il “Sistema paese” affinché “possa avere sempre più energia nella competizione mondiale”, ha concluso Zamberletti. C.C. Il pane, passione tutta italiana Sette italiani su dieci acquistano il pane nei panifici artigianali, a cui assegnano un voto di 8,4/10. Plebiscitaria, poi, la scelta a favore del pane fresco, effettuata dal 96,9%. Nove su dieci mangiano il pane tutti i giorni, perché ne amano il gusto e lo considerano un piacere: nel complesso, il voto che asse- invece una “necessità”. Molto sentita è anche la valenza simbolica del pane, che il 33,1% lega alla tradizione, il 27,3% alla salute e il 19,5% alla cultura. Del pane si apprezza soprattutto la freschezza: la preferenza degli italiani è per i panifici (72,7%), il supermercato segue a lunga distanza (16%), mentre l’8% va gnano a questo alimento è 8,5. Il dato emerge dall’indagine sul pane affidata dalla Federazione italiana panificatori all’istituto Swg e resa nota dalla Confcomercio di Treviso. Il pane piace per il gusto (45,3%); il 39,5% lo considera un piacere; il 33,4% nei negozi di alimentari. Si preferisce il panificio per “la bontà del pane” nella metà dei casi (49,1%), per la qualità e comodità dell’esercizio (38,5%), per la varietà dei prodotti (13,4%), per abitudine (12,7%). P.T. UNIVERSO SICILIA GIUGNO 2004 8 Nazionale, è iniziata l’era di Marcello Lippi Finisce senza gloria l’era Trapattoni, quattro anni da ricordare con le brucianti eliminazioni dai mondiali nippocoreani e dagli europei ancora in via di conclusione. Con mille e mille polemiche. Inizia l’era di Marcello Lippi, che ha firmato un contratto di due stagioni, prolungabili di altri due, e che entrerà ufficialmente in carica a partire dal prossimo 16 luglio. Un tecnico duro, spesso scorbutico, che però ha fatto la storia recente della Juventus. A lui si aggrappa la Federazione per ricominciare, per ridare credito ad un sistema calcistico, quello italiano, a corto di risultati e, quel che è peggio, anche di credibilità interna ed estera. “Sono qui per portare un po’ di entusiasmo - sono state le prime parole di Lippi il giorno della presentazione, prima di chiudersi in un silenzio che durerà proprio fino a metà luglio - e per costruire qualcosa di importante. Anche se l’Italia non ha raggiunto i risultati che sperava, per me non è un gruppo da buttare. Lavorerò su questi uomini, ma cercherò di dare la possibilità a 4-5 giovani molto interessanti dell’Under 21 di inserirsi e di crescere, senza dimenticare il campionato che offre sempre delle novità. Fino a ieri mi trovavo dall’altra parte della barricata, ma ho sempre avuto rapporti ottimi con i tecnici che a turno hanno allenato la Nazionale. Farò visita a tutte le squadre, terrò un dialogo stretto con gli allenatori, mi sembra una base importante dalla quale partire”. Entusiasmo, dice Lippi, ma anche e soprattutto voglia di fare e di dare tanto per l’azzurro. Il “caratteraccio” di Lippi potrebbe tornargli utile per prova- re a vincere una volta tanto il braccio di ferro con le società e con i calciatori stessi, quasi mai entusiasti di sobbarcarsi impegni ulteriori, come le chiamate azzurre, rispetto alle già di per sè abbondanti fatiche stagionali. Lippi dovrà lavorare, e molto, per riportare la nazionale a un rango superiore rispetto a quello in cui è precipitata negli ultimi anni. La pecca maggiore del Trap infatti è stata probabilmente proprio quella di scendere troppo a compromessi coi club, soprattutto in vista delle ultime amichevoli pre-Europeo: inguardabili quelle nazionali sperimentali costruite sull’assurda regola della “non-più-didue-per-squadra”, sorta di par condio pallonara. E poi, è vero, il nuovo ct dovrà anche pensare a ringiovanire la squadra, inserendo elementi giovani, promettenti, vogliosi. Lippi non ha mai avuto un modulo tattico preferito, per cui ipotizzare una formazione tipo sin da ora non è possibile. Del blocco Juve però verranno trasferiti in azzurro senz’altro Buffon e Zambrotta, che proprio Lippi ha reinventato terzino. Tacchinardi e Del Piero sono due nodi al pettine. Il mediano è un uomo di Lippi, ma non sempre i rapporti sono stati idilliaci in bianconero. Il Pinturicchio sembrerebbe invece aver esaurito i suoi bonus in azzurro, ma Lippi nella Juve gli ha sempre dato fiducia. Vedremo. Così come vedremo per Di Vaio e Miccoli, spesso sacrificati nell’ultimo campionato proprio nel nome di Del Piero. In difesa si punterà su Nesta e Oddo, con Bonera che sembra maggiormente considerato di Ferrari; Panucci e Cannavaro restano in bilico. Il centrocampo Marcello Lippi. sarà costruito intorno ad Andrea Pirlo: accanto al milanista giocheranno dei mediani incontristi come Perrotta, Gattuso, Cristiano Zanetti, ma la vera new entry potrebbe essere Daniele De Rossi, se la pubalgia lascerà in pace il ragazzo, chiamato ad esplodere definitivamente con Prandelli a Roma; in più, a Lippi piace anche il doriano Diana, rivelatosi ottimo incursore. Per quanto riguarda l’attacco, reparto da rifondare maggiormente secondo l’opionione pubblica, Francesco Totti è già ufficialmente perdonato da Lippi: sarà lui ad ispirare ogni manovra offensiva di un reparto nel quale saranno inseriti in pianta stabile Cassano e Gilardino, ma che molto probabilmente non verrà privato, almeno in partenza, dell’apporto degli esperti Del Piero e, soprattutto Bobo Vieri. Ma sono solo ipotesi, le prime idee ce le faremo per il test di agosto con l’Islanda: mancheranno gli under 21, che saranno alle Olimpiadi. In bocca al lupo Lippi. A.R. Valentino Rossi, l’altra Italia vincente dei motori Il “dottor” Rossi è salito in cattedra anche in Olanda, continuando a dimostrare la validità del suo teorema. Tracciando sulla lavagna della MotoGP pochi ma precisi segni: quattro vittorie contro le due di Sete Gibernau, il primato in classifica iridata provvisoria, condiviso a pari punti con lo spagnolo della Honda, dopo le prime sette gare della stagione. Sorride Valentino, anche se ha perso l’occasione di Rio, e ricorda a tutti che è passato alla Yamaha lasciando la moto universalmente riconosciuta migliore, quella Honda Rc211v con cui ha vinto titoli e gare a raffica nel corso degli ultimi anni, per cercare nuovi stimoli ma, soprattutto, dimostrare al mondo intero che era lui a vincere e non il mezzo. Anche i più scettici iniziano a crederci, la Honda vacilla sempre più e, avendo perso il suo pilota leader, non sa che strada prendere. Perché i piloti Honda ufficiali non cavano un ragno dal buco. Non ci riesce come vorrebbe neppure Max Biaggi e il solo Sete Gibernau, in forze ad un team satellite come quello del romano, riesce ad arginare l’accoppiata RossiYamaha. Il tutto, nonostante l’impegno crescente: tre riunioni giornaliere al box con i piloti ufficiali Alexandre Barros e Nicky Hayden, una mappatura migliore fornita a Biaggi dopo le prove davvero deludenti del GP d’Olanda. «Fino alle due di notte - racconta il manager Honda Carlo Fiorani - i nostri tecnici sono rimasti nel box di Biaggi per cercare di risolvere una situazione che, sinceramente, era drammatica. Non esiste che un pilota come Max sia 12° in prova a tre secondi dalla pole. Gli abbiamo dato un aiuto, Biaggi poi ci ha messo del suo in gara. Ma non esiste una mappatura ABBIGLIAMENTO DONNA ~ CORREDO PER UOMO E PER DONNA ESCLUSIVISTA CALEFFI ~ LINEA WALT DISNEY Adrano (CT) • Piazza Barone Guzzardi n. 2/3/4 Tel./Fax 095 7699150 Qualità della vita: leader Ginevra e Zurigo, male le italiane Spetta a Zurigo e Ginevra, exaequo, il primo posto al mondo per qualità della vita, secondo un’indagine realizzata tra le città dal gruppo Mercer Consulting e resa nota dal Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa. L’unica città italiana nel gruppo di quelle con uno score alto è Milano che si piazza al 50° posto, ben lontana da Bruxelles al 12° posto, Berlino al 15°, Parigi al 31°, Londra al 35° e Madrid al 38°. Lo studio si basa su numerosi parametri tra cui figura la stabilità politica, la criminalità, l’ambiente economico, le libertà individuali, i servizi medici, i trasporti pubblici, ma anche il tempo libero, l’alloggio e perfino il clima. A ciascuno di questi indicatori viene attribuito un punteggio che sommato ha dato vita alla classifica. Nella classifica delle prime cinquanta città del 2004, tra quelle europee, ha un ottimo piazzamento Vienna con 106 punti, a pari merito con Vancouver, contro i 106,5 di Zurigo e Ginevra. Nel gruppo delle prime città che, secondo lo studio, offrirebbero la migliore qualità della vita, per quanto riguarda l’Europa ci sono anche Copenaghen e Francoforte, entrambe con 105 punti. Seguono Amsterdam e Monaco (104,5), quindi Bruxelles e Dusseldorf con 104 e Stoccolma, Berlino e Lussemburgo con 103,5. Milano, prima città italiana della lista, ha invece 98 punti. Uno score di 103,5 punti è stato raggiunto da Toronto e da Wellington, mentre le prime città Usa della lista sono San Francisco e Honolulu con 102 punti. Lo stesso punteggio di Milano (98) è stato invece raggiunto da Chicago. T.P. UNIVERSO SICILIA Editore: AIC - INPAL Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo Direttore culturale: Pasqualino Sangiorgio Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Giuseppe Miraglia Hanno collaborato: Anna Costanzo - Carmelo Ambra M. Grazia Cocina - Scalisi Pietro Alfredo Torrisi - Elisabetta Santoianni Chiuso in redazione il 20 Luglio 2004 Amministratore: Alfredo Torrisi Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Valentino Rossi in azione. magica». La Honda correrà ai ripari? «E’ sempre stato fatto lo stesso lavoro - dichiara Fiorani - con Biaggi e Gibernau. Dopo due gare ci sono sei piloti in testa al campionato è questo per noi sportivi è meraviglioso. Dal punto di vista tecnico noi dobbiamo fare un lavoro ancora maggiore per riuscire a fare un altro passi avanti. La Yamaha ne ha fatto uno grosso, ora tocca a noi. E’ una bella battaglia tecnologica e di piloti». Rossi però dice che la Honda ha puntato tutto su Gibernau. Lo stesso Sete afferma che fa parte di un team satellite e che non ha un’azienda che lavora per lui, come fa la Yamaha per Valentino. Inoltre Rossi dice che senza di lui la Honda ha perso la strada: dov’è la verità? «La verità è che la Yamaha è cresciuta - è l’analisi del manager Hon- da - e che i nostri piloti ufficiali Barros e Hayden sono piuttosto indietro in classifica, con risultati deludenti. Nessuno dei due ci sa indicare la strada da percorrere». Qualche errore nel progetto 2004? «La base della moto è rimasta molto simile a quella del 2003 ma lo scorso anno il lavoro di messa a punto veniva fatto molto più rapidamente perché i piloti più veloci erano quelli interni. Ora lo sono quelli dei nostri team satellite, per cui arriviamo sempre alle gare con l’acqua alla gola, tutto qui». Allora alla Honda manca davvero un Rossi, come sostiene Valentino? «Non è che ci manchi lui - è il parere di Fiorani - manca nel nostro team ufficiale un pilota che dia la direzione dello sviluppo della moto in modo inequivocabile». P.R. Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 Tel. 095.311547 - Fax 095.7153840 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. N. 14577951 intestato a ”Universo Sicilia” - Adrano - Tel. 095.769.29.46 Abbonamento annuale per i Soci € 6,23 Abbonamento ordinario € 12,45 Abbonamento sostenitore € 51,88 Iscrizione al N° 748 del registro stampa del Tribunale di Catania del 28/3/1989 Iscritto al ROC n. 4012 del 21-11-2001 Le inserzioni riportate nelle pagine di questo periodico costituiscono servizio senza corrispettivo ai sensi dell’art. 3, primo comma, del D.P.R. 26/10/72 n. 633. Associato al FUSIE Federazione Unitaria della Stampa Italiani all’estero Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana SULLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI Ai sensi del D. Legislativo 196/03 il responsabile del trattamento dei dati raccolti per uso redazionale è il direttore responsabile Vincenzo Castiglione al quale ci si può rivolgere, indirizzando a UNIVERSO SICILIA - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - per chiedere l’aggiornamento o la rettifica dei dati, compreso il diritto per motivi legittimi di opporsi a tale utilizzo. La Redazione