TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XV - N. 7 LUGLIO 2004 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT
Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected]
L’avv. Liotta
proposto alla carica
di primo cittadino
ADRANO -11 anni sono trascorsi da quando è intervenuta
la legge sull’elezione diretta del
sindaco. Adrano fu tra i primi
comuni dell’Isola a consumare
l’esperienza delle due schede,
una che indicava i candidati
alla poltrona di primo cittadino
e l’altra i simboli dei partiti dove
bisognava scrivere il candidato
prescelto alla carica di consigliere comunale. In quel periodo
si disse di tutto contro i partiti e
la partitocrazia, qualcuno prefigurava addirittura la democrazia
assembleare della piazza (lo
stesso sistema con cui Ponzio
Pilato chiese al popolo di giudicare Gesù). La condanna di
Gesù fu plebiscitaria fino al punto di reclamare a furor di popolo
“crocifiggilo, crocifiggilo, crocifiggilo”.
Ebbene ad Adrano in quella
primavera del 1993, nel corso
della campagna elettorale per
la elezione del sindaco, dopo
il biennio amministrativo della Commissione straordinaria
insediata a seguito di un processo molto sommario che dichiarò il Comune affetto da infiltrazioni mafiose. Insomma in quel
periodo una ventata di moralismo bigotto aveva conquistato
la gente comune desiderosa di
riscattare la città dalle mortificazioni subite negli anni da una
classe dirigente di basso profilo
culturale e politico. Quel dopo
mafia costruito dalla Commissione straordinaria aveva fatto
pensare a molti elettori che le
cose erano cambiate e l’elezione diretta del Sindaco avrebbe
finalmente messo ordine nella
gestione della pubblica amministrazione, con prospettive di
ampio respiro politico.
Quello era il periodo in cui
qualcuno diceva: “lottiamo per
la nostra anima, lottiamo per
una nuova storia” rivendicava
perfino: “le regioni, le province,
i comuni, esigono solo ammini-
TO
CA
I
N A
MU MP
O
C STA
strazione e senso del “campanile” un governo “domestico” che
non deve essere piu’ traviato
dai problemi elettorali e clientelari dei partiti e delle logiche
di conservazione di potere ad
esse conseguenti”.
Era questo l’ambito in cui
nasceva l’era del presidenzialismo negli Enti locali. In questo
contesto nascevano anche i
nuovi aspiranti alle cariche elettive pubbliche . La candidatura
dell’avv. Turi Liotta fatta nascere
dai tanti giustizialisti di turno il cui
desiderio corrispondeva all’idea
di decapitare i partiti e la sua
classe dirigente e rifondare una
societa’ corrispondente a quella
nella quale ci troviamo intrappolati e travolti dal trasformismo,
dall’arrivismo a qualunque costo
praticato al di fuori di qualsiasi
logica che abbia riferimento con
i valori e gli ideali di onestà e
coerenza di comportamento.
L’alleanza politica dell’avv.
Liotta nel 1993 fu di tutt’altro
ambito politico rispetto ai partiti
e alle forze che lo propongono
oggi in alternativa all’attuale centrodestra del sindaco Mancuso.
Salvatore Liotta nel1993
tentò la scalata alla sedia del
primo cittadino con nomi di tutto
rispetto, ma nulla avevano a che
fare con il centrosinistra e ancor
meno con la sinistra di Bertinotti
e di Cossutta.
Questa la squadra del 1993:
Turi Liotta
sindaco
Angelo Abbadessa vicesindaco
Natale Andaloro
assessore
Angelo Auteri
assessore
Giuseppe Di Cataldo assessore
Fina Russo
assessore
Alfredo Torrisi
assessore
Alfredo Platania
assessore
Nino Reina
assessore
Liotta allora venne battuto
da Nicola Bertolo, candidato dei
D.S. nati dall’ex P.C.I., sostenuto
dalla sinistra estrema.
V.C.
Il “Coordinamento”
candida Liotta
Intervistato il Consigliere Socialdemocratico Russano
ADRANO - Dopo l’annuncio
della candidatura dell’Avv. Liotta alla Carica di primo cittadino
sostenuta da una alleanza di
forze di sinistra, abbiamo ritenuto di sentire Angelo Russano, capogruppo dei socialdemocratici, per conoscere il punto di vista di uno dei più attivi
consiglieri di questa legislatura
che si avvia alla conclusione.
Al consigliere Russano abbiamo chiesto: Lei è certamente
a conoscenza della proposta
maturata nella sinistra di candidare alla carica di Sindaco
l’avv. Liotta, cosa ne pensa?
Non credo si debbano
dare giudizi che riguardano
l’uomo, sappiamo tutti della Sua attività professionale
svolta con impegno e capacità. Io non sto qui a blandire
le persone, di Liotta politico
sappiamo molto poco e quindi risulta impossibile valutare
una scelta molto impegnativa
senza conoscerne i propositi
e gli obbiettivi.
Nel 1993 l’avv. Liotta è stato
candidato Sindaco con una formazione civica che si dileguò
rapidamente senza lasciare
alcuna traccia. Secondo Lei,
l’esperienza del 1993 che effetto avrà nell’alleanza attuale?
Nessun giudizio ritengo
di dare sulla scelta dell’avv.
Liotta di candidarsi Sindaco.
Ho rispetto delle scelte di
chiunque ed anche in questo
caso voglio ribadire un concetto per me fondamentale:
amo innamorarmi delle idee,
il resto conta poco. Ancora
più chiaramente riaffermo
ciò che ho sempre sostenuto attraverso le colonne del
vostro giornale, chiunque
abbia ascoltato i miei interventi in Consiglio e letto le
mie dichiarazioni alla stampa
sa come la penso politicamente di molti addetti ai lavo-
Angelo Russano,
dirigente regionale dei Socialisti
Democratici Federalisti.
ri e di alcuni partiti di cui non
A.T.
(Continua a pag. 2)
PARTITI E CANDIDATI A SINDACO NEL 1993
Movimento Pro Case:
Partito Democratico della Sinistra:
Di Guardia Nicolò
Bertolo Nicolò
La Rete:
Insieme per Adrano:
Buscemi Giuseppe
Liotta Salvatore
Rifondazione Comunista:
Partito Socialista Democratico Italiano:
Caruso Giovanni
Castiglione Vincenzo
Movimento Sociale Italiano:
Democrazia Cristiana:
Politi Antonio Agatino
Di Gloria Diego
Adrano - Si sgretola la maggioranza che sostiene il Sindaco
on. Fabio Maria Mancuso.
Qualcosa alieggiava nell’aria in quanto si faceva sempre
più pesante il fiato dei partiti a
sostegno del Centrodestra che
amministra la città.
Forza Italia, UDC e Alleanza Nazionale sembrano ombre
vaganti incerte e insicure in
attesa di essere contattati nella speranza di ricevere qualche
Centrodestra in crisi
Bocciato il Conto Consuntivo
Il Sindaco resta al suo posto
briciola di potere..
La bocciatura del Conto
Consuntivo non pregiudica la
vita dell’Amministrazione, nessuna conseguenza per il Sinda-
co Mancuso saldamente attaccato alla delega ricevuta dagli
elettori; Mancuso resterà al suo
posto nell’indifferenza dei cittadini e dei suoi presunti rivali ed
avversari attuali e futuri.
Continuano ad avere ragione i Socialdemocratici del
ricostruito PSDI: “Con il presidenzialismo ha scarso effetto
l’opposizione condotta nelle
sedi elettive (Consigli Comunali, Regionali, Assemblee Parlamentari), occorre organizzare
l’opposizione nella città, nell’opinione pubblica, con Circoli e le
Organizzazione sociali)”.
SDF
Costituita la Federazione catanese del PSDI
Catania 11 luglio 2004
L’adesione è stata resa ufficiale
in un incontro cui hanno preso parte
il segretario nazionale del PSDI, On.
Giorgio Carta, il coordinatore della
Federazione di Catania, Dott. Mario
Entità ed il gruppo dirigente dell’SDF
guidato da Vincenzo Castiglione.
Il movimento dei Socialisti Democratici Federalisti aveva già partecipato
con una propria delegazione ai lavori
del Congresso nazionale di rifondazione del PSDI, tenuto a Roma il 9 gen-
naio 2004, proponendo e ottenendo in
quella sede l’approvazione di un emendamento allo Statuto che sancisce la
piena autonomia delle federazioni locali nelle decisioni politiche riguardanti il
territorio.
La scelta definitiva è maturata attraverso un confronto serrato ed un accordo forte tra il PSDI e gli eletti e le articolazioni di base dei socialdemocratici
federalisti, che poggia sull’identità delle
radici e su lunghi trascorsi di militanza
politica comune e riguarda programmi,
metodi e prospettive politiche.
Hanno formalizzato l’adesione al
Il movimento dei
Socialisti Democratici
Federalisti è entrato
nel partito
PSDI come soggetti collettivi, all’umanità, i circoli territoriali SDF di Catania,
Adrano, Bronte e Biancavilla, il consigliere comunale di Catania Avv. Salvo
Alessandro Bonaccorso, il consigliere
Angelo Russano ed il “Circolo tematico
delle donne, dei giovani e dei soggetti
di cittadinanza” presieduto da Anna
Costanzo.
Grazie alle decisioni di oggi la federazione catanese del PSDI si avvarrà
delle sedi e delle strutture dei socialdemocratici federalisti e sarà diretta, fino
al prossimo congresso, da un comitato
di coordinamento così composto: Vin-
cenzo Castiglione, presidente; Mario
Entità, coordinatore; Antonello Longo,
portavoce; Salvatore Arcerito, tesoriere; Matteo Bonaccorso, responsabile
dell’organizzazione; Anna Costanzo,
responsabile del programma; Placido Portaro, responsabile del circolo di
Biancavilla; Luigi Cordaro responsabile
del circolo di Bronte; Salvatore Sidoti,
responsabile del circolo di Adrano, ed
inoltre Nicola Ciadamidaro incaricato agli Enti locali e il segretario della
sezione catanese G. Saragat, dott.
Nino Gennaro.
Mario Entità
UNIVERSO SICILIA
LUGLIO 2004
Droga, un fenomeno che continua a crescere
Il 13% degli italiani tra i 15 e
i 34 anni fa abitualmente uso di
droga. E’ uno dei dati più rilevanti che emergono dalla “Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze in Italia”, realizzata dal Dipartimento nazionale
per le politiche antidroga. Nella
lunga relazione vengono riportati e analizzati i dati del ministero dell’Interno, della Difesa,
della Salute e della Giustizia,
nonché quelli forniti da differenti enti e istituti di ricerca: ne
emerge un quadro, come lo ha
definito il capo del dipartimento
Nicola Carlesi, “particolarmente preoccupante”, soprattutto
per quanto riguarda i giovani. IL
13% DI ITALIANI TRA I 15 E I 34
ANNI FA USO DI DROGA: dalla
relazione emerge che il 13,2%
degli italiani tra i 15 e i 34 anni
fa uso di droga. La percentuale
scende al 7,3% della popolazio-
ne tra i 15 e i 54 anni, ma sale
al 17% se si prende in considerazione la fascia d’età tra i 15
e i 24 anni. Le sostanze
più diffuse tra i 15 e i
34 anni(12,8%) sono
hashish e marijuana.
Il consumo di oppiacei
si ferma allo 0,3 % della
popolazione, mentre quello
della cocaina raggiunge il
2,3%, crack incluso.
Lo 0,7%, invece, preferisce
l ’ e c s t a s y,
e lo 0,6%
si orienta
verso gli
allucinogeni. C’è,
infine, uno
0,6%
della
popolazione che
sembra seguire la strada dei
meninos de rua brasiliani,
che sniffano la colla, drogandosi
con vari tipi di solventi. UNO
STUDENTE SU 3 SI
DROGA, HASHISH E
MARIJUANA LE
PREFERITE:
uno studente su
tre (32,9%), tra i
15 e i 19 anni, fa
abitualmente uso di
almeno una sostanza stupefacente. La
percentuale scende
leggermente,
attestandosi
al 27,6%, se si considerano
anche le ragazze, ma il dato
resta comunque alto. La quasi totalità fa uso di hashish o
marijuana (27,4%) ma c’è un
numero di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 19 anni
che si è iniettato eroina
(1,1%, tra i soli quindicenni la percentuale è
dell’1%) e ben il 4,5% che
2
QUANDO I CANI VIVONO MEGLIO...!
fa uso di cocaina. Il consumo
dell’ecstasy è al 2,6% e quello
di Lsd al 2,3%, mentre il 3,7%,
nonostante l’età, prende abitualmente sedativi e ipnotici. 429 I
MORTI PER DROGA NEL 2003,
-17% RISPETTO AL 2002: sono
410 italiani e 19 stranieri i morti in Italia nel 2003 per droga.
Rispetto al 2002, quando le persone decedute furono 529, c’è
stato un calo del 17%. A pagare
il prezzo più alto sono i consumatori storici, compresi nella
fascia d’età tra i 30 e i 34 anni
(84 morti) e oltre i 40 anni (80
morti). SEQUESTRATI OLTRE
46MILA KG DI DROGA, -10%
RISPETTO AL 2002: nel 2003
sono stati sequestrati complessivamente 46.867 chili di droga,
un 10,25% in meno rispetto al
2002 (i sequestri ammontarono
a 52.218 chili).
P.P.
QUELLA DEGLI
AMMINISTRATORI
COMUNALE È DIVENTATA
UNA VITA DA CANI!!!
SE È LA VITA
DEI CANI
CHE CONOSCO IO,È
UNA BELLA VITA!!!
Benedetto Guzzardi:
alla riscoperta degli adraniti illustri
1° Parte
Tra gli adraniti, che hanno
onorato la bella e trascurata città di Adrano, merita un posto di
rilievo Benedetto Guzzardi. Egli
nacque nella cittadina etnea il
23 febbraio 1841 da Francesco
e da Marcellina Moncada, in
una nobile e cospicua famiglia di
origine spagnola. Il padre apparteneva al casato dei Guzzardi,
la madre a quello dei Moncada.
Dopo aver compiuto i primi studi
in un istituto religioso, frequentò
il ginnasio e conseguì la licenza liceale a Catania, dove nel
1865 si laureò alla Facoltà di
giurisprudenza. All’età di diciotto anni abbracciò gli ideali liberali e si distinse nell’ambiente
universitario per la sua tenace
opposizione alla dominazione
borbonica. Fra il 1858 e il 1859
ricevette da C. Riccioli il compito di segnalare i movimenti delle
truppe borboniche nella zona di
Adrano. La missione, in stretto collegamento con il Gruppo
d’azione nazionale di Catania,
si estese ben presto in tutta la
zona etnea, dove il giovane Guzzardi reclutò i giovani liberali per
contrastare il movimento delle
truppe borboniche. Con la sua
attività politica si adoperò per
M A TTOM
TTO M OND
ON DO
O
C’è chi ci pensa…
I poveri vecchi, gli anziani come si chiamano ora, quelli che
entrano nella terza età e sono sempre più numerosi, che costituiscono uno dei tanti grossissimi problemi della nostra società,
a cui è fastidioso pensare, contentandosi spesso i responsabili
di buoni propositi, trovano ogni tanto qualcuno che pensa a loro
seriamente.
Viene il freddo e le morti degli anziani si intensificano, arriva
la torrida estate che li rende più esposti alla morsa distruttiva del
caldo e ne muoiono più ancora; poco male, penserà qualcuno
ma non lo dice anche per scaramanzia perché a quelle mete
preoccupanti si arriva in molti, e verrà il nostro turno. Ora in alto
c’è chi ci pensa, hanno esercitato alcuni rimedi: un censimento
degli ultra sessantacinquenni bisognosi di particolari attenzioni,
una specie di schedatura, di tessera sanitaria. Dopo si interverrà
con gli opportuni provvedimenti, chissà. Vediamo, dicono lassù,
col caldo li potremmo mandare nei supermercati dove c’è l’aria
condizionata. Che farà il vecchietto nei freschi empori: possiamo immaginare che si fornisce di un sacchetto per riempirlo di
oggetti visti qua e là sperando che nessuno se ne accorga perché non è per rubare, per passare il tempo, per curiosità. Chi
non ama la confusione dei grandi negozi potrebbe essere smistato nelle caserme dei vigili del fuoco, giusto nell’estate quando
questi solerti servitori dello stato sono chiamati senza un minuto
di tregua a correre nelle più diverse direzioni per spegnere gli
innumerevoli fuochi che spesso i pazzi provocano e le alte temperature alimentano.
Che faranno i vecchi nelle caserme dei pompieri quando questi sono occupatissimi in drammatiche imprese. Certo che lo sanno gli esperti, se c’è qualche cosa di buono potremmo andare li
dopo essere passati dal supermercato superando temibili controlli. Finora di tutto questo non si è visto granchè, non risulta che
sia stato cercato qualcuno, intanto l’estate nemmeno è arrivata
che già se ne sta andando e passa presto. Piuttosto che i problemi del caldo, che il vecchietto potrà combattere con un semplice
ventaglio, bisogna pensare al freddo che arriverà.
Il Pazzariello
spezzare il legame esistente tra
il Presidio militare borbonico e le
autorità civili, sostenute queste
dal clero e dai ceti aristocratici. Il 17 maggio 1860, due mesi
prima che le truppe di Garibaldi
entrassero ad Adrano, con altri
patrioti issò la bandiera tricolore
sul Castello Normanno.
Dopo quell’episodio, che
segnò l’inizio della vittoria dei
liberali adraniti, il 1° giugno
1860 Guzzardi - insieme ad altri
novantotto volontari - si arruolò al seguito dei garibaldini per
prestare rinforzi alle squadre
degli insorti catanesi, guidati
dal colonnello G. Poulet. L’insurrezione di Catania lo vide tra i
protagonisti nella lotta contro i
Borboni, che furono sconfitti e
costretti ad abbandonare la città. Il 14 luglio dello stesso anno,
quando la zona etnea passò
sotto il controllo del generale S.
Turr, questi gli affidò il compito
di mantenere l’ordine pubblico
a Biancavilla. In questo incarico,
Guzzardi - insieme a R. Mauro si adoperò per sedare i malumori
esistenti nei vari ceti sociali. Nel
1862 Garibaldi lo incaricò di sorvegliare i movimenti delle truppe
del generale C. Mella di stanza
ad Adrano. Nel 1863 fu nominato
maggiore della Guardia Nazionale di Adrano: un incarico che
mantenne per due anni consecu-
tivi. L’anno successivo fondò ad
Adrano una Loggia massonica,
che divenne in breve tempo un
punto di riferimento per i liberali
isolani. L’accesa campagna contro il clero e la difesa degli ideali
unitari diedero al G. una grande
notorietà tra i massoni siciliani,
che lo nominarono «venerabile»
della Loggia catanese.
Nell’ottobre 1866 G. pubblicò l’opuscolo Le cinque giornate di Adernò, con il quale criticò
duramente le autorità municipali
e il comandante dei carabinieri
C. Parrini per l’atteggiamento
assunto di fronte all’epidemia
colerica e agli episodi di violenza
verificatisi ad Adrano. Nell’opuscolo ricostruì con minuziosità
le cause del colera, addossando
le responsabilità all’incuria degli
amministratori locali e al grave
degrado in cui avevano abbandonato la cittadina etnea. Gli episodi di violenza, che si susseguirono ad Adrano dal 28 settembre
al 2 ottobre 1866 (cinque giornate), furono collegati da Guzzardi
non tanto alla «questione degli
untori» e «dei 20 o 30 renitenti
di leva», ma alle scarse misure
di prevenzione adottate dagli
amministratori, alla mancanza di
igiene e alla «bassa mercede»
dei braccianti.
CONTINUA…
Nunzio Dell’Erba
Sciuscià e Giuggiolone.
(Continua dalla prima pagina - La sinistra candida Liotta)
è facile decifrare le intenzioni
e neppure la esatta collocazione politica.
Lei e il suo movimento avete
recentemente parlato dell’eventualità di costituire un terzo Polo,
rientra nei suoi programmi candidarsi alla guida di una aggregazione al di fuori dei due Poli?
La mia disponibilità è al
servizio del partito nel quale milito da sempre, spetta al
partito decidere quale strada
bisognerà percorrere nell’interesse della città. Posso
rassicurare i suoi lettori che
i socialdemocratici privilegeranno le soluzioni politiche
più idoneo agli interessi della
Città, non saremo mai vassalli
delle oligarchie dei partiti senza regole, senza iscritti e senza bilanci.
Consigliere Russano sia più
esplicito, pensa sia mutato qualcosa nel Liotta politico di oggi
rispetto a 11 anni fa?
ESTATE
Italiani popolo di santi,
navigatori e...bagnini
Uno dei protagonisti dell’estate anche quest’anno
sarà, come tutti gli anni, il
bagnino. Una ricerca dell’Osservatorio Turismo della Camera di commercio di
Milano ce lo presenta in ogni
dettaglio.
A proteggere l’italiano
durante le immersioni in mare
è (41% dei casi un giovane di
31 anni, che ama fare fitness
(11%) e, sorpresa, anche
leggere.Nel tempo libero deformazione professionale
- preferisce nuotare (20%),
ma anche uscire con gli amici
(6%). Per quanto riguarda le
ragazze, il 16% ha più facilità
a conoscere le straniere.
Quindi possono fare bagni
tranquilli quel 45% di italiani che si recano al mare in
cerca di relax, così come il
25% che desiderano un po’
di animazione. In spiaggia il
32% degli italiani preferisce
mantenersi leggero e mangia
per lo più insalata e frutta, ma
il 18% non rinuncia al piatto
caldo: sotto il solleone solo il
4% dei campani rinuncia agli
spaghetti fumanti.
I toscani risultano i più
spendaccioni all’ora di
pranzo (il 39% investe tra
i 21 e i 30 euro), mentre il
21% degli abruzzesi e dei
pugliesi ce la fa con meno
di 5 euro. Il protagonista
della spiaggia è il milanese (26% del totale); tra gli
stranieri il tedesco (50%).
A fare gli incassi più corposi sono comunque gli
operatori degli stabilimenti
balneari: dal 2000 sono
cresciuti del 30%, con un
giro d’affari stimabile in
180 milioni di euro.
Taità
Questa domanda bisognerebbe farla ai protagonisti di
quel tempo. 11 anni fa il mio
partito, il PSDI, era in competizione con la candidatura d’ “Insieme per Adrano”. I
protagonisti di allora potrebbero essere più esaurienti
di quanto non sono in grado
io. La situazione di oggi è
mutata radicalmente, ci sono
molti partiti ridotti a pure e
semplici sigle che non hanno
consiglieri e molti consiglieri
comunali che non hanno una
fissa dimora in quanto cambiano maglietta da un momento all’altro. Non so se ridere o
piangere se penso allo stato
di malessere diffuso fra gli
elettori per il sistematico mercimonio dei soliti politicanti
saltafossi.
È questa una delle ragioni
per la quale l’elettore rifiutata
di recarsi alle urne.
A.T.
3
LUGLIO 2004
UNIVERSO SICILIA
Luglio 1943
seconda guerra mondiale
assalto all’Europa
ADRANO: QUESTA TERRA È LA MIA TERRA
Il Duomo di Adrano
Uno scrigno d’arte e di storia
La chiesa Madre, o di Santa Maria Assunta,
di Adrano sorge nella grande piazza Umberto I
a lato del celebre castello Normanno. Esempio
massimo di semplicità e di virilità, nella versione
che oggi ammiriamo, venne costruita a partire
dal tardo Cinquecento su una precedente chiesa,
molto più piccola, di origine incerta. Di dimensioni
imponenti (l’intero complesso copre una superficie di circa 2000 mq.) può ritenersi tra le più
monumentali della provincia catanese.
Ha forma basilicale a croce latina, con l’asse
principale diviso in tre navate da colonne doriche
alte quasi 6 metri che, riducendo al minimo gli
ostacoli visivi verso l’altare maggiore, ne esaltano l’ampiezza e la luminosità. Sul lato sinistro del
transetto si apre una preziosa cappella, la cappella del SS. Sacramento, del 1588.
I lavori, condotti in maniera discontinua, si
protrassero fin oltre la metà del ‘700, quando,
in sostituzione del precario tetto ligneo, vennero
innalzate delle solide volte a tutto sesto, in muratura, coronate da una bella cupola che misura
metri 32,50 di altezza. Il campanile, che fiancheggia a destra la facciata, non venne mai completato o, forse, distrutto dal terremoto del 1693, non
venne mai più ricostruito. Così come non andò
a buon fine il progetto dell’architetto Sada (della
fine dell’800) che prevedeva, antistante la facciata, un imponente quanto improprio campanile di
cui, come si può ancora vedere, ci è rimasto il
basamento.
La chiesa Madre di Adrano, come ci tiene a
sottolineare il prevosto Petronio Russo nella sua
“Illustrazione storico-archeologica di Adernò”
(1911), “...con atto del 31 gennaio del 1690 venne elevata a Collegiata ed istituito il corpo capitolare di 28 membri: quattro Dignità, dodici Canonici, otto Mansionari, due Cappellani, un Maestro
di coro e un Maestro di cerimonie”.
“Con atto 12 febbraio dello stesso anno, continua ancora il Petronio Russo, vennero trascritti
tutti i beni e tutti i proventi della Chiesa Madre
donati al Capitolo, e venne designato l’obbligo
del Capitolo di versare alla Chiesa ogni anno
onze 90... e di celebrarvi ogni settimana 58 messe lette e 8 cantate, in totale 3432 (messe) ogni
anno... il Papa Innocenzo XII a 3 Dicembre 1699
con sua bolla insignì la Collegiata di Adernò del
privilegio di vestire il rocchetto e la mozzetta nera
e violacea, d’indossare il piviale, e far uso del
berretto a quattro spicchi. Nel 1812 la Collegiata
ottenne dalla Santa Sede il privilegio della palmatoria e del corteggio del mazziere e, finalmen-
Un volume
sulla nascita del
“Made in Italy”
La presentazione ufficiale si è tenuta il 24
giugno nella sala riunioni dell’Area Monumentale
della Fortezza da Basso, in occasione della 66°
edizione di Pitti Immagine Uomo. Battesimo di
eccellenza, quindi, per il volume “Anibo e made
in Italy. Storia dei Buying Offices in Italia” scritto
da Raffaella Marcucci ed edito da Vallecchi. 128
pagine anche in edizione inglese per ripercorrere i
cinquanta anni dell’Associazione Nazionale Italiana Buying Offices e del suo legame con la nascita
del made in Italy: dagli albori con le esperienze dei
primi “agenti di acquisto per le case d’oltremare”,
attivi in Europa tra le due guerre, fino al complesso scenario attuale. Curiosità e aneddoti narrati
sul filo della memoria. Storie di fatti, personaggi e
imprese che trovano il proprio baricentro a Firenze,
città che terrà a battesimo la nascita della moda
italiana, con le sue sfilate per i grandi department
stores americani nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Un progetto editoriale nato con l’intento di sottolineare e far conoscere il lavoro cruciale svolto dai
Buying Offices per la diffusione del prodotto made
in Italy nel mondo e per la capacità di intermediazione nell’adattare i prodotti della tradizione italiana alle regole e al gusto dei mercati stranieri.
S.G.
Pietro Scalisi
Il Duomo di Adrano in una foto degli anni ’20.
te, nel 1834 il privilegio dell’ermellino”.
Ma oltre allo straordinario prestigio e all’importanza storica e architettonica, la chiesa Madre
di Adrano è ancora oggi un contenitore eccezionale d’arte. Un vero museo con opere che vanno
dal ‘400 al ‘900 delle quali in questo numero, per
ragioni di spazio, mi limiterò solo ad elencare le
più significative, rimandandone l’esame storicostilistico ad altro numero.
Ed ecco l’elenco in ordine cronologico: una
croce dipinta di autore ignoto del ‘400; un monumentale polittico di scuola manieristica della metà
circa del ‘500; quattro tele dell’inizio del ‘600 attribuite a Zoppo di Gangi; il monumento funebre al
barone V. Spitaleri del 1669 e il monumento funebre a don G. Ciancio del 1740; la pala d’altare
raffigurante l’Assunzione di Maria di Alessandro
d’Anna del 1764 e molte altre tele e pale anonime
Nella spiaggia dell’Isola dei
Conigli, una delle aree più belle ed interessanti della Riserva
Naturale “Isola di Lampedusa”
(Agrigento), la tartaruga marina Caretta Caretta è tornata nei
giorni scorsi a deporre le uova.
Il nido, contenente un centinaio
di uova, è stato scoperto dagli
operatori della riserva naturale
gestita da Legambiente, durante
il loro consueto giro di perlustrazione della spiaggia. A protezione del sito è stata posta una
recinzione metallica e un cartello di segnalazione. Da questo
momento il nido verrà salvaguardato dal personale della
riserva e dai volontari di Legambiente per tutto il periodo dell’incubazione. Il periodo riproduttivo della Caretta Caretta coincide infatti con il periodo estivo: la
tartaruga raggiunge la spiaggia
durante la notte e qualsiasi luce,
rumore o altro disturbo è in grado di farla desistere. Il danno
risulterebbe estremamente grave, vista la fedeltà della specie
al sito di deposizione. Raggiunta
la spiaggia, la tartaruga scava una buca profonda circa 50
cm e depone in media un centinaio di uova. Dopo aver rico-
del ‘700 (notevoli quelle collocate nella cappella
del SS. Sacramento); due pale d’altare del pittore
adranita Giuseppe Guzzardi, operoso a Firenze
tra la seconda metà dell’800 e il primo decennio
del ‘900 e, infine, tre tele di un altro pittore adranita, Angelo La Naia, anch’egli operoso a Firenze
tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900.
Dicevo, un contenitore d’arte notevole, a tratti
eccezionale, la chiesa Madre di Adrano, ma non
posso non fare osservare a chi di competenza, il
precario stato di conservazione di non poche opere e della chiesa stessa, la difficoltà dei visitatori,
specialmente forestieri, di potervi accedere, non
osservandosi orari di apertura e chiusura certi e
adeguati, e infine, cosa assolutamente incomprensibile, l’esclusione di questa splendida realtà
d’arte e di storia dalla segnaletica turistica.
Pietro Scalisi
AMBIENTE
La Caretta Caretta
si è rifatta viva
a Lampedusa
Un esemplare di Caretta Caretta
a Lampedusa.
perto il nido, si allontana verso
il mare, per ritornare a deporre
nella stessa spiaggia dopo due
o tre anni. L’incubazione delle
uova può durare oltre 60 giorni.
Appena pronti, i piccoli rompono
il guscio e, quando sono emersi
dalla sabbia, iniziano una corsa
frenetica verso il mare. Si tratta
di un evento divenuto ormai raro
nel resto d’Italia, a causa della
scarsità dei siti idonei alla nidificazione della specie. “La spiaggia dei Conigli - afferma Giusi
Nicolini direttrice della riserva
- è un patrimonio naturale di
inestimabile valore da difendere
come un bene prezioso per la
natura. L’istituzione della riserva ha dimostrato che una fruizione rispettosa della spiaggia
può rendere possibile il ripetersi
di un evento così straordinario
come la visita di una specie
minacciata di estinzione, senza
avere sottratto al turismo uno
dei luoghi più incantevoli di Lampedusa”. Le azioni di conservazione del sito di ovodeposizione
dei Conigli sono condotte dall’ente gestore della Riserva con
il prezioso contributo dei volontari di Legambiente, nell’ambito di un più vasto Progetto Life
Natura “Riduzione impatto attività antropiche su Caretta e Tursiope” proposto dalla Provincia
Regionale di Agrigento insieme
ad altri partners (Dipartimento
di Biologia Animale dell’Università di Torino, CTS, Telespazio,
ecc.).
l’A.A.
Il 10 luglio del 1943 comincia il penultimo atto
della seconda guerra mondiale, l’immane conflitto che impegnò innumerevoli stati, produsse oltre
cinquanta milioni di morti, feriti, distruzioni incalcolabili, orrori indescrivibili, sconvolgimenti di ogni
valore. Per l’Italia il principio della fine: un conflitto
non voluto, per il quale non eravamo preparati con
alleati potentissimi e inutili, una guerra che fu un
seguito di sconfitte che si concluse con l’invasione
avversaria di tutto il territorio nazionale.
La Sicilia fu l’avanposto del continente in cui
presero piede le forze d’invasione anglo-americane, un attacco che si aspettava. Arrivarono quelle
armate che secondo il capo del fascismo, se avessero osato toccare il sacro suolo della patria, lo
avrebbero fatto non stando in maniera verticale ma
orizzontale cioè sarebbero stati abbattute appena
messo piede sulle spiagge. Invece un’armata sterminata su migliaia di navi, sotto un cielo coperto da
nugoli di aerei avversari travolse le deboli difese e
la Sicilia aprì le porte all’invasione del continente.
Un piccolo uomo insignificante, un granello dell’universa umanità, un ragazzo che stava per essere chiamato alle armi vide con i suoi occhi questo
grandioso e orrido spettacolo, vide la guerra, fuggì
con la famiglia nei campi per sottrarsi alle bombe,
sentì da lontano il ruggito dei cannoni e il rombo dei
motori, per miracolo evitò la fame per qualche risorsa messa da parte, vide con i suoi occhi la morte a
pochi metri di distanza, lo sparo di un soldato tedesco disperso che abbattè con un colpo l’uomo a cui
aveva sottratto l’asino anche lui in fuga. E tornò al
paese, un cumulo ininterrotto di macerie, undici
mila colpi tra bombe e cannonate, e nello sfacelo il
sollievo che il peggio era finito, che le orrende dittature che appestavano il mondo si allontanavano da
noi che non ci sarebbero più state guerre. Un luglio
che non si dimentica, essere senza volerlo risucchiati nel gorgo della storia che nella guerra assume il suo volto mostruoso, il compendio del male
del mondo che sembra non si possa sradicare.
Quel ragazzo cerca oggi di ricostruire qual’era il
sentimento di allora: una mescolanza di strazio infinito per sofferenze inenarrabili che avevano travolto gente ignara e incolpevole e, per contrario senso di liberazione della gioia, finiva l’incubo, erano
schiacciate le infamie dittature, disonore dell’uomo
che avevano appestato il mondo.
P. Sangiorgio
ARCHEOLOGIA
A Enna
rivogliono
il maltolto
Tutto comincia con l’istituzione di un nuovo
assessorato, quello alle Aree Archeologiche. “La
Provincia Regionale di Enna - spiega il presidente,
Cataldo Salerno - ha voluto ribadire il proprio impegno nel recupero e nella valorizzazione dell’identità culturale del nostro territorio, identità che deve
tenere conto del fatto che i giacimenti archeologici
costituiscono una delle risorse più importanti di
questo territorio”. Non a caso la provincia ennese
conta circa 260 siti di interesse archeologico. Così
Gaetano Adamo, responsabile dell’assessorato
alle Aree archeologiche - in occasione del Convegno Internazionale che sul tema di Demetra, dal 1°
al 4 luglio, ha fatto tappa a Enna, Piazza Armerina
e Centuripe - ha rilanciato la campagna “Restituire
i beni archeologici al mittente”, una campagna di
solidarietà e consenso promossa per richiamare
l’attenzione sulle preziose collezioni provenienti
dal territorio ennese e siciliano in genere e oggi in
dotazione a collezioni private o musei esteri, oppure giacenti nei magazzini dei grandi musei siciliani in attesa di essere studiati. “Il nostro territorio
- spiega Adamo - è stato per lunghi anni depredato dai tombaroli, offeso dall’incuria, trascurato
dai grandi progetti di sviluppo. Oggi più che mai è
necessario lanciare un appello che da una parte
sostenga il lavoro gravoso di chi è impegnato nel
controllo e nella tutela del territorio a vantaggio di
una rinnovata cultura della legalità, e che dall’altra rafforzi maggiori coscienza e consapevolezza
del patrimonio archeologico e del suo valore nelle
comunità che abitano il territorio”.
Pippo Saporito
UNIVERSO SICILIA
LUGLIO 2004
4
Una chiesa grandiosa Don Lorenzo Milani: un gigante della carità,
per un Santo
un eroe cristiano, un testimone del verbo,
genio dell’educazione
così modesto
S. GIOVANNI ROTONDO E’ sorta il primo luglio la chiesa
più grande dopo la Basilica di
S. Pietro in Roma. E’ la chiesa
dedicata a Padre Pio, un’opera
grandiosa progettata da Renzo
Piano e costata circa 35 milioni
sco Storace, e della Campania,
Antonio Bassolino, ma anche
leader di partito come Francesco Rutelli, che ha voluto essere
presente come “un fedele come
gli altri”. E’ stata una cerimonia in cui l’elemento spirituale
La nuova chiesa dedicata a San Pio.
di euro. Quanto è cambiata la città da quando, un secolo addietro, Padre Pio arrivò per la prima
volta a S. Giovanni Rotondo: il
piccolo convento dei cappuccini
era tra i più poveri del Mezzogiorno, raggiungibile solo dopo due
chilometri di mulattiera in salita,
non transitabile d’inverno quando cadeva la neve. Basterebbe
questa immagine, assieme alla
cittadella sanitaria di Casa Sollievo della sofferenza, un grande
centro ospedaliero con oltre un
migliaio di posti letto, voluto con
caparbietà dal frate delle stimmate, per comprendere il “miracolo” di un cappuccino arrivato
dal beneventano che ha vissuto
gran parte della sua esistenza
tra queste rocce del Gargano
rendendole una sorta di faro
della fede in tutto il mondo. Oggi
che a San Pio da Pietrelcina è
stata dedicata la grande chiesa, come ha spiegato lo stesso
progettista, quasi sette chiese in
una in grado di accogliere 6.500
fedeli a sedere ed altri 2.000 in
piedi, si coglie sino in fondo uno
sforzo architettonico che cerca
di coniugare “scienza e arte di
creare emozione” ed anche il
senso ascetico della figura di
un frate cappuccino che è stato
visto come “santo” mentre era
ancora in vita. In 18mila hanno
assistito alla solenne celebrazione di dedica del tempio di
culto da parte dell’arcivescovo
di S. Giovanni Rotondo, mons.
Domenico D’Ambrosio: assieme a una quarantina tra vescovi
ed arcivescovi c’erano tantissime autorità, come il portavoce
della Santa Sede Navarro Valls, i ministri Gianni Alemanno,
Maurizio Gasparri e Giuseppe
Pisanu, i governatori di Puglia,
Raffaele Fitto, del Lazio, France-
e quasi ascetico, proprio della
figura di Padre Pio, ha prevalso
su quella mondanità e su quella grandiosità che all’apparenza l’appuntamento e la grande
chiesa in pietra dalle imponenti
arcate avrebbero potuto suggerire, distraendo dal messaggio
di un santo dal carattere quasi
burbero ma capace di vivere la
sua sofferenza per le stimmate e
la sua missione spirituale come
una celebrazione di sacrificio e
di salvezza per il mondo intero.
UN GIRO D’AFFARI
DA RECORD
E’ di oltre 50 milioni di euro
l’anno il giro d’affari stimato del
turismo religioso a S. Giovanni
Rotondo; è articolato in attività
turistiche, commerciali e di editoria specializzata. Basti dire
che 25 milioni di euro provengono dai diritti sui titoli legati al
Santo delle stimmate. Rilevante
anche il flusso di pellegrini che
ogni anno fanno visita al santuario, primo in Italia e secondo
nel mondo per affluenza solo
a quello di Nostra Signora di
Guadalupe. Nel 2002 il flusso
è aumentato di quasi il 37%
rispetto al 2001: era destinato a crescere dopo che il Papa
ha concesso il privilegio dell’indulgenza plenaria ai fedeli che
vanno a pregare sulla tomba del
Santo. Poi è leggermente diminuito dopo una serie di polemiche sulla gestione del santuario
e sull’organizzazione del culto di
Padre Pio tra i frati del convento
di Santa Maria delle Grazie e il
nuovo vescovo di ManfredoniaVieste-San Giovanni, delegato
per la Santa Sede alle opere di
San Pio.
P.S.
[email protected] • www.adranonline.it/dinosidotifotografo
Piazza Barone Guzzardi 6-7 • 95031 Adrano (CT) • Tel./Fax 095 7699150
Il 26 giugno 1967all’età di 44 anni moriva
di un atroce malattia, il linfogranuloma maligno, detto morbo di Odkins, il sacerdote fiorentino Lorenzo Milani assurto a grande fama
per una presenza, nel mondo della Chiesa.
Un sacerdote apostolo di Cristo, che vive nei
fatti ,non con le parole, l’esempio del Padre.
Un combattente della fede, un piccolo prete
intrepido che sconvolse le vita di un piccolo
comune toscano, San Donato di Calenzano
di cui fu nominato vice parroco. Fu la sua
una concezione del sacerdozio come esercizio della carità, dell’amore verso il prossimo, verso i lontani che sono i più idealmente
vicini, gli umili, i deboli, gli emarginati, i fanciulli, i minori, i miscredenti, i meno favoriti
della sorte che agli occhi del cristiano sono i
primi, quelli più vicini al Creatore, da amare
e servire secondo la vera logica della gerarchia, i prediletti del Signore.
Don Milani esercitò con assoluta coerenza la sua missione con coraggio che aveva
spesso l’autentica e pura forma dell’eroismo
rinunciando ai beni di una famiglia agiata da
cui proveniva, una delle più ricche di Firenze che possedeva diciannove poderi e che
quando in tutta la città c’erano dodici auto
ne possedeva due. Il padre apparteneva al
mondo accademico, medico e scienziato,
così il fratello, discendevano da una famiglia
i cui nomi sono tutti nelle enciclopedie per
meriti culturali e sociali. Per esempio era avo
di Don Milani il celeberrimo filologo Domenico Comparetti, famoso in tutto il mondo
per la sua sterminata cultura, autore di libri,
come “L’autunno del Medioevo”, studiati nelle università italiane ed estere, conoscitore
di 19 lingue. La madre era di origine ebraica
non praticante, dal tronde in casa l’unica religione che si viveva era quella della cultura,
da gran signori che della nobiltà avevano gli
aspetti più puri e limpidi, credenti nei valori
assoluti della cultura.
Il giovane bellissimo, coltissimo, ricco,
corteggiato, un giorno rivelò, con somma
sorpresa, l’irrevocabile volontà di volersi
fare prete. Consacrato sacerdote rinunziò
pubblicamente a ogni diritto sui beni familiari, volle essere povero come il Nazareno. A
San Donato di Calenzano creò una scuola
serale popolare per i lavoratori, dopo-scuola
per i ragazzi poveri, conferenze, incontri e
dibattiti per i contadini gli operai, le persone
non istruite. Senza distinzione di fede o di
appartenenza politica. Non c’erano per lui
credenti o miscredenti, democratici o comunisti. Seguiva le situazione dei fedeli in difficoltà, degli orfani, delle vedove, i poveri che
avevano bisogno di pane, lavoro, cultura. La
grande famiglia degli umili da conoscere da
amare da difendere; erano l’oggetto delle
sue cure come di un fratello che non trovava
quiete se non aveva i soldi per le medicine
di un ammalato. Un esercizio duro e oscuro
di quella carità che è amore e che porta nell’opaco ambiente di Calenzano una ventata
sconvolgente che non piacque alla curia fiorentina dove un’insanabile conflitto col suo
vescovo straziò la sua vita. Fu assegnato o
diremmo meglio rilegato dal suo Vescovo,
male informato, come fosse un sovversivo,
un comunista, un demagogo arruffa popolo,
a Barbiana, una Parrocchia in montagna, a
1000 metri di altezza, sul Monte Giovi dove
non era rimasto più quasi nessuno dei montanari e pastori che ci vivevano, dove non
c’era ne luce ne acqua corrente, ne strada,
ne telefono, dove la posta non arrivava e
d’inverno si era tagliati fuori dal mondo per
la neve: una specie di Siberia morale. La
madre disse che erano dei pazzi e dei sadici
quelli che avevano dato un tale ordine, lui
obbedì. Continuò la scuola con i pochi rimasti reinventò per quei luoghi morti una nuova
vita.
Lo rese famoso un libro intitolato “Esperienze pastorali” in cui racconta la sua
giornata terrena a servizio dei figli e fratelli
affidategli. Il libro non piacque alle autorità
ecclesiastiche che pure aveva dato l’imprimatur. Ne seguirono feroci polemiche e il
personaggio del parroco di una campagna
morta e disabitata assurse a fama nazionale; che crebbe quando il giovane parroco fu
Don Lorenzo Milani.
coinvolto in un processo penale, per avere
difeso la renitenza alla leva militare.
La sua fama si estese universalmente
e si consolidò dopo la morte quando uscì il
libro scritto con i suoi alunni con le sue esperienze di scuola, intitolato lettera ad una professoressa”. Oggi si calcolano che si erano
stati scritti circa dieci mila tra libri e riviste
su questa meravigliosa creatura della chiesa
di Cristo: un Santo i cui libri dalla forma linguistica perfetta sgorga un sentimento e un
immagine della chiesa di Dio, di quella città
celeste di cui parlava S. Agostino.
Sono stato a Barbiana in compagnia di
due giovani pistoiesi che tornavano il giorno
prima da un viaggio di nozze in Brasile, di
due anni spesi al servizio dei primitivi della
selva amazzonica, missionari laici che insegnavano a quei deleritti definiti selvaggi, a
coltivare la terra a vivere insieme la pace,
a migliorare la loro vita. A Barbiana non ho
trovato nessuno. Solo fiori freschi sulla sua
tomba dove volle essere seppellito con i
paramenti sacerdotali e gli scarponi da montagna. Una commozione indicibile, un pianto
senza fine sentire spirare da quel marmo la
grandezza di un uomo, il profumo esaltante
della vera santità.
P. Sangiorgio
Miss Italia non parla italiano
Stanno allontanandosi dalla
lingua madre le concorrenti del
premio Miss Italia nel mondo
che quest’anno ha registrato la
partecipazione di ventisei concorrenti provenienti dal mondo
dell’emigrazione. Di queste, 17
parlano l’italiano correntemente,
mentre le altre 14 non parlano
affatto la nostra lingua. Negli
ultimi anni, tra le finaliste del
concorso “Miss Italia nel mondo”, c’è stata una brusca diminuzione di ragazze che hanno
familiarità con la lingua di origine dei familiari.
Stando alle tesi di una professoressa di sociologia all’università “La Sapienza” di Roma,
non c’è da meravigliarsi: “La
nostra è una vecchia emigrazione. Siamo già alla quarta generazione di emigranti. In Francia,
ad esempio, ci sono italiani che
si sentono perfettamente francesi e non vogliono essere definiti immigrati. Inoltre, più i Paesi
di destinazione sono lontani più
c’è una forma di radicamento.
Dal Brasile o dal Canada non si
ritorna facilmente oggi, figuriamoci cent’anni fa”. Le ragazze
in gara nell’edizione 2004 sono
arrivate da 32 Paesi. Otto sono
i paesi presenti con due concorrenti (Australia, Belgio, Venezuela, Francia, Germania, Svizzera,
Spagna e Croazia) e altrettanti
esordiscono al concorso: Finlandia, Angola, Bolivia, Portori-
nela Zallio, Miss Italia Bolivia,
che compirà 26 anni il 10 agosto.
Tredici miss hanno 18 anni, otto
ne hanno 19, ma solo tre hanno
23 o più anni. Alle 114 selezioni di Miss Italia nel Mondo 2004
hanno partecipato 3.780 ragaz-
ze. Oltre che in Europa, la finale del concorso sarà trasmessa
da Rai International in America
del Nord e del Sud, Sud Africa,
Australia ed Estremo Oriente
(Cina e Giappone).
Elisant
RIFLESSIONI
Santaella Silvana vincitrice dell’edizione 2004.
co, Slovacchia, Corea del Sud,
Serbia Montenegro e Repubblica Dominicana. Otto ragazze
hanno familiari di origine siciliana; tra le regioni più rappresentate seguono la Puglia e la
Calabria con cinque miss, quindi
Piemonte, Friuli Venezia Giulia,
Campania e Veneto con tre,
Toscana, Liguria e Sardegna
con due. Una sola candidata,
invece, per Lazio, Abruzzo, Emilia-Romagna e Marche. La più
giovane miss in lizza è Roxana
Edu, miss Italia Romania, 17
anni appena compiuti e 1,82 di
altezza. La più adulta è Maria-
-
Il giorno più bello? OGGI
L’ostacolo più grande? LA PAURA
La cosa più facile? SBAGLIARSI
L’errore più grande? RINUNCIARE
La radice di tutti i mali? L’EGOISMO
La distrazione migliore? IL LAVORO
La sconfitta peggiore? LO SCORAGGIAMENTO
I migliori professionisti? I BAMBINI
Il primo bisogno? COMUNICARE
La felicità più grande? ESSERE UTILI AGLI ALTRI
Il mistero più grande? LA MORTE
Il difetto peggiore? IL MALUMORE
La persona più pericolosa? QUELLA CHE MENTE
Il sentimento più brutto? IL RANCORE
Il regalo più bello? IL PERDONO
Quello indispensabile? LA FAMIGLIA
La rotta migliore? LA VIA GIUSTA
La sensazione più piacevole? LA PACE INTERIORE
L’accoglienza migliore? IL SORRISO
La migliore medicina? L’OTTIMISMO
La soddisfazione più grande? IL DOVERE COPIUTO
La cosa più bella del mondo? L’AMORE
M.T.C.
5
LUGLIO 2004
UNIVERSO SICILIA
A RUOTA LIBERA
Schegge
di Pasqualino Sangiorgio
Esami
di Maturità:
De Profuntis
Abbiamo chiuso un rito che
si ripete nella nostra istituzione
scolastica da oltre un quarto di
secolo, da quanto cioè il Ministro
Giovanni Gentile istituì l’esame di maturità a conclusione
del corso superiore della scuola secondaria. E’ passata tanta
acqua sotto i ponti, cambiamenti
e modifiche non si contano, la
prova da cimento terrorizzante
per gli alunni che dovevano sostenere la prova d’esame in tutte
le discipline è diventata, non meno, secondo il triste tran tran dei
tempi, un esercizio innocuo l’esibizione di una specie di tesina
che il candidato prepara o come per lo più succede si fa preparare a casa e che recita disinvolto in una specie di allegro teatrino.
Non certifica nessuna maturità, non ha contenuto culturale,
è un modo come un altro per procurarsi il “pezzo di carta” che è
sempre più declassato e che non serve a nulla.
Quest’anno, secondo la tendenza, quasi tutti i candidati
sono stati promossi anche le enormi schiere di privatisti che prima venivano impietosamente decimati. Ora per questi ci sono
pseudo scuole private giustamente definite, che sfornano alunni
“maturi” di vento, cioè di nulla.
I diplomifici non solo non servono a formare culturalmente
i giovani, ma contribuiscono anche a deresponsabilizzare gli
alunni delle scuole statali certi ormai di superare senza fatica
la prova per il solo interesse di ottenere una buona votazione.
Una coraggiosa riforma, che poi non richiede tanto ardimento e
che non costerebbe nulla anzi farebbe risparmiare bei soldini allo
stato, quelli che cercando, o forse non cerca bene, per il lavoro,
il benessere, la sicurezza dei cittadini. Hanno avuto il coraggio
di sopprimere qualche anno fa l’assurdo esame per passare
dal secondo al terzo anno della scuola elementare, poi primo e
secondo ciclo, ora hanno cancellato l’esame di licenza elementare dopo un enorme fatica impiegata per risolvere questo formidabile problema. S’è fatta la grande scoperta della insensatezza
assoluta di chiudere l’anno finale del corso con una prova che è
la pura ripetizione di quello che gli insegnanti hanno fatto durante
gli anni precedenti, anni di formazione e di scoperta che l’esame
non serve a completare ma semmai a confondere e ingarbugliare per l’inevitabile tensione che provoca.
Anni fa un valoroso maestro di scienze filosofiche e pedagogiche, Guido Calogero, parlò di riforme senza spesa che potrebbero far bene, rendere molto e non costare niente; ma i nostri
esperti da queste orecchie non ci sentono. Che il Signore li illumini.
Satiricon
INTOLLERANZA…
località montane dichiarano di
aver ricevuto prenotazioni pari al
65,3% delle disponibilità, mentre quelle delle località balneari
indicano un 59,7% di prenotazioni. L’indagine di Unioncamere
indica nel complesso un trend
di crescita dell’occupazione
nelle strutture ricettive rispetto
allo scorso anno. A luglio 2004
le prenotazioni interessano il
50,9% delle disponibilità, a fronte del 47,9% dello scorso anno.
Per agosto le prenotazioni rag-
A
proposito
di...
L’intolleranza è quella cosa che chiunque respinge per sé per poi attribuirla a chiunque altro non
la pensi come lui. Pare sia figlia della stupidità, dell’ignoranza, dell’arteriosclerosi, della vecchiaia. Non quella
vecchiaia splendida, tutta zucchero e miele, occhio sereno, parole dolci e rassicuranti; quell’altra, quella cupa, inquieta, carica di
rimpianti, di recriminazioni.
Non conoscendo esattamente le origini delle mie intolleranze (e non volendo indagare troppo su di esse), cercherò di tratteggiarne
qualcuna, vestendola però di apparente ragionevolezza.
Per cominciare, me la prendo con la politica:
Non mi piace per niente la “Casa delle Libertà” proprio a causa di quel plurale. La Libertà, se proprio si vuole usare la L maiuscola, a
me pare debba essere una, non due, o tre, o sedici! A quali libertà si riferisca il Cavaliere non è dato sapere. Mistero! Lui, così altruista,
disinteressato...
Non vado in visibilio per Bertinotti. Costui polemizza più con i cugini della Sinistra che con gli avversari della Destra; permette che alla
guida del Paese vada la Destra piuttosto che avvicinarsi di un millimetro ai compagni della Sinistra. Dice cose stupende, meravigliose, a
difesa dei diseredati e degli umili e poi adotta comportamenti che fanno il gioco solo della Destra.
Mi sorprendo ad esprimere a voce alta giudizi tutt’altro che eleganti nei riguardi della RAI, alla quale ogni anno mi tocca pagare tanto
di canone, quando sento magnificare le eccelse doti artistiche, o canore, o di qualsiasi altro genere, del signor Tizio, figlio o nipote del
famoso Caio.
Vado in bestia per le sfilate di moda; non per la cosa in sé, che può anche avere i suoi estimatori, ma perché me la devo sorbire all’interno dei telegiornali, quando si parla di Bush e di guerre preventive, di petrolio e d’inflazione “percepita”, di pensioni e di sanità!
Il massimo dell’insofferenza la manifesto, infine, nei riguardi dei mass media, che ad ogni ora del giorno e della notte, da ogni emittente, da ogni colonna di giornale, ci spiegano come bisogna intendere le cose, come comportarci, come ragionare, come mangiare, vestire,
fare i nostri bisognini. Sono finiti i tempi della “splendida ignoranza” dei nostri padri, allorché ognuno poteva scoprire il mondo e le sue
infinite apparenze solo attraverso la propria personalità, i propri gusti, la propria immaginazione. Allora c’erano tanti mondi quante erano
gli individui; oggi il mondo sta assumendo le sembianze di un immenso, desolato, pollaio. Forse, almeno dalle nostre parti, tutti possiamo
contare sul becchime quotidiano, ma che ne è delle coscienze? Forse camperemo di più, ma a quale prezzo? Per gustare che cosa?
SICILIA
A Fiumefreddo ci sarà da divertirsi
La Provincia di Catania ha deliberato
l’acquisto del 30% del pacchetto azionario
del Parco tematico di Fiumefreddo. Il 10% lo
detiene il Comune e il restante 60% il socio
privato di maggioranza, la società Russottfinance.
“Stiamo uscendo da una lunga fase
preparatoria e ci avviamo a diventare finalmente operativi, in modo da poter porre la
prima pietra in tempi ormai brevi, entro il
secondo semestre del 2005” ha annunciato il presidente della Provincia di Catania,
Raffaele Lombardo. “Il Parco dei divertimenti
- ha aggiunto - ricade in un’area geografica
strategica per il turismo e soggetta ad una
prevedibile crescita di interesse e presenze
nei prossimi anni: sorge, infatti, a pochi chilometri dalla struttura per imbarcazioni da
Vacanze, voglio il fresco
e vado in montagna
Gli italiani scelgono la montagna. Sarà forse il ricordo dell’estate torrida e afosa dell’anno
scorso, o magari le temperature
bollenti che si incominciano a
registrare da qualche tempo in
tutta Italia, ma le previsioni per
il turismo nel mese di agosto
parlano di una preferenza per
le località immerse nel verde
rispetto alle classiche località
balneari. Quest’anno le prenotazioni ricevute dalle strutture
ricettive italiane mostrano un
cambiamento nelle preferenze
di vacanza in Italia, e a sostenerlo è l’Osservatorio nazionale
sul turismo italiano di Unioncamere-Isnart (Istituto nazionale
ricerche turistiche), secondo il
quale le località del turismo verde di Toscana, Umbria e Lazio
si confermano nei mesi centrali
dell’estate come le più prenotate
rispetto alle disponibilità (53,4%
a luglio e 68,2% ad agosto),
con la montagna che ad agosto
supera, come numero di richieste, le più tradizionali località
balneari. In questo mese, infatti,
le strutture dell’ospitalità delle
di Carmelo Ambra
giungono il 58,6% dei posti contro il 51% dello stesso mese del
2003.
A livello territoriale, per il
mese di luglio, il maggior numero
di prenotazioni interessano Sicilia (62,8%), Sardegna (62,6%)
e Basilicata (61,1%). Ad agosto, Sicilia (75,8%) e Sardegna
(71,3%) si confermano ai primi
posti della classifica, seguite a
breve distanza dall’Alto Adige
(69,3%).
T.S.
Il Plastico del Parco.
diporto di Riposto, a pochi minuti di auto da
due capitali del turismo siciliano, quali sono
Giardini Naxos e Taormina.
Gli appassionati di escursionismo e natura possono facilmente accedere al versante
dell’Etna e alla riserva orientata del fiume
Fiumfreddo, ricco di pregevoli presenze florofaunistiche”.
Il Parco dei divertimenti è previsto sorga su un’estensione di 42 ettari totali, 12 dei
quali a tema; 5 ettari Strada dei divertimenti; 2 ettari Parco acquatico; 10 ettari di parcheggi e il resto a bosco. Costo previsto: 18
milioni di euro.
Tempi di realizzazione: 3 anni. Visitatori:
3 milioni l’anno. Addetti: 500 unità (tra fissi e
stagionali). Apertura: 11 mesi l’anno.
Carmelo Famà
M inigonna, un pezzo di stoffa
che ha cambiato il mondo
Della sua storica importanza ci ha ricordato, nelle scorse
settimane, la famosa pubblicità televisiva rivolta a “chi non
credeva che un pezzo di stoffa
potesse cambiare il mondo”.
Forse il mondo tout court non lo
ha cambiato, la minigonna, ma
certamente, da quarant’anni a
questa parte, ha rivoluzionato il
costume e spesso ha anticipato mode, tendenze e temi della
società in cui si muoveva e veniva indossata.
Oggi il “pezzo di stoffa” è tornato di moda, anche se non ne
è mai completamente uscito: a
fasi alterne, la gonna inventata
dalla stilista inglese Mary Quant
ha accompagnato dagli anni ‘60
milioni di donne nel mondo. La
data di nascita viene tradizionalmente fatta risalire al 1964,
quando la modella Twiggy ne
indossò una.
Sulla paternità, in realtà, le
cose sono più complesse: la
diatriba è tra un padre francese, il sarto e architetto Andrè
Courreges, e una madre inglese, Mary Quant appunto, che al
tempo gestiva a Londra un biz-
zarro “Bazaar” diventato in poco
tempo un punto di riferimento
della “Swinging London”.
E’ mamma-Quant stessa a
commentare: “Le vere creatrici
della mini sono le ragazze, quelle che vediamo per le strade”. La
filosofia della minigonna è tutta
qui: prendere spunto dagli eventi, e seguirli.
Dalle prime mini, colorate e svasate, guardate con più
di un sospetto da borghesi e
benpensanti, si passa a quelle trasparenti e lunari della fine
degli anni ‘60, alle micro gonne
di pelle nere dei punk, al boom
dei tessuti sintetici degli anni
‘80, alle varianti “maschili” della
mini, ovvero i micro calzoncini
elastici con cui viene fotografata Madonna mentre fa jogging,
alla fine del decennio. Negli anni
‘90 le passerelle vengono invase dalle top model, la minigonna riappare con gli stilisti Dolce e Gabbana e Prada. E poi?
Improvvisa sobrietà, come si
conviene ad un periodo di crisi
economica e internazionale. Ma
non dura molto: Giorgio Armani
ripropone la mini nelle sue collezioni autunno inverno 20032004, Roberto Cavalli lancia una
linea di gonnelline pacifiste con
lo slogan “No war, more wear”.
O forse è meglio dire “less”, ma
il risultato non cambia.
A.R.
UNIVERSO SICILIA
LUGLIO 2004
Ascari, una mostra per non dimenticare
“Ascaro”, parola che nell’immaginario italiano evoca Africa,
colonialismo e tempi lontani.
Gli Ascari erano soldati eritrei
inquadrati dall’esercito italiano. Si trattava di truppe fedeli
e dedite alla causa del nostro
Paese che sopportavano con
grande sacrificio il caldo, i disagi e le difficoltà delle battaglie in
Africa. La fondazione del primo
battaglione risale al 5 febbraio
1885 a Massaua. Le truppe eritree, sempre guidate da ufficiali
italiani, furono utilizzate nella
guerra di conquista dell’Eritrea
come anche in Libia e in Somalia. Già nella storica sconfitta di
Adua gli Ascari registrarono episodi di eroismo e dedizione alla
bandiera. In tutte le battaglie del
periodo coloniale gli Ascari si
ersero a protagonisti, ricevendo
un alto numero di riconoscimen-
ti e medaglie. Ancora durante
la Seconda Guerra Mondiale
furono tra i più strenui difensori dei confini eritrei contro gli
assalti delle truppe inglesi. In
loro onore è stata inaugurata, il
primo luglio scorso, una mostra
che ne rievoca le gesta. “Parlare
di Asmara - ha detto il ministro
per gli italiani nel Mondo Mirko
Tremaglia inaugurando l’esposizione - mi trasmette sempre un
senso di emozione. Qui, infatti,
è sepolto mio padre morto in
un campo di prigionia inglese e
io ho deciso di lasciarlo riposare in Eritrea in onore di questo
legame fortissimo che ho con il
Paese. Questa mostra - ha detto Tremaglia - ricorda al mondo
gli Ascari, e lo ricorderà anche
agli italiani, quando sarà trasferita al Vittoriano in settembre”.
Per questo motivo Tremaglia
Una foto d’epoca di soldati eritrei.
ha annunciato che finanzierà la
realizzazione di un catalogo della mostra da distribuire in Italia.
Anche il generale Luigi Ramponi,
presidente della Commissione
Difesa della Camera, ha voluto
condividere il suo entusiasmo:
“E’ il coronamento - ha detto - di
un piccolo grande sogno: quello
di poter restituire a questa città
e a questo popolo un’espressione di gratitudine. La mostra,
infatti, è un omaggio al corag-
Messina-Palermo:
completata entro l’anno
“Non abbiamo dubbi. L’autostrada
Messina-Palermo
sarà tutta percorribile entro il
31 dicembre del 2004. Magari si potrà parlare di rinvio di
qualche settimana, ma non si
andrà oltre”.
Lo ha detto il viceministro
dell’economia, Gianfranco Miccichè, indicando nel dicembre
di quest’anno la data di completamento degli ultimi 42 chilometri di autostrada che da
decenni separano le due città
siciliane.
L’annuncio è giunto durante
la cerimonia svoltasi a Caronia (Messina), nel lotto 26 bis,
appaltato all’impresa Ricciardello, che ha realizzato l’ultimo
tratto di viadotto che di fatto
chiude l’opera.
Oltre a Miccichè erano presenti Benedetto Dragotta, commissario del consorzio autostrade siciliane, il presidente
dell’Anas Vincenzo Pozzi, e l’assessore regionale ai Lavori Pubblici
Guglielmo Scammacca
della Bruca.
“Entro settembre ha assicurato Dragotta
- saranno asfaltati i lotti ancora aperti e nelle
prossime settimane si
comincerà a posizionare la segnaletica.
L’unico rischio riguarda
un piccolo tratto che
potrebbe rimanere a
doppio senso di circolazione per i primi mesi
L’autostrada Messina Palermo, l’abitadi esercizio nella zona
to di Oliveri, Capo Tindari, i laghetti di
di Pollina ma entro fine
Marinello e sullo sfondo le Isole Eolie
anno l’autostrada potrà
dirsi completa”.
Catania, “sarà fondamentale
Secondo
Scamper dare un ruolo strategico di
macca della Bruca, il compleprimo piano all’Isola nel mercatamento della Messina-Palerto del Mediterraneo”.
mo, unito ai raddoppi ferroviari
P.T.
Messina - Palermo e Palermo-
gio degli Ascari, uno strumento
per far conoscere agli italiani un
pezzo di storia dimenticato e la
testimonianza dei buoni rapporti
tra Italia ed Eritrea”. L’esposizione, che è stata realizzata dalla Commissione Difesa della
Camera dei Deputati in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, è situata nei
locali della “Casa degli italiani” e
sviluppa tre sezioni: la prima è
dedicata al periodo delle origini
ed è composta da fotografie e
materiali provenienti dal museo
Etnografico “Pigorini” di Roma;
la seconda sezione riguarda il
periodo italiano e comprende
foto, uniformi e cimeli provenienti da musei militari e privati; la
terza, infine, è composta da un
video montato con immagini dell’Istituto Luce.
S.P:
6
BENI CULTURALI
Il recupero della Miniera
Trabia Tallarita
Sono stati consegnati i lavori, previsti dalla Soprintendenza
ai Beni culturali di Caltanissetta,
per il recupero dell’area esterna del bacino minerario della
miniera Trabia Tallarita, nel Nisseno, tra il territorio di Sommatino e quello di Riesi, lungo la
strada statale detta “delle Zolfare”. I lavori prevedono anche la
trasformazione in museo della
Centrale Palladio, il vecchio centro motore della miniera, e delle
attività che si svolgevano per
l’estrazione dello zolfo. Per la
realizzazione degli interventi si
prevede una spesa di 11 miliardi
di vecchie lire. Il visitatore, al termine dei lavori, potrà assistere
al ciclo completo dell’estrazio-
ne dello zolfo nella miniera. Il
progetto di recupero del bacino
minerario è stato elaborato dall’architetto Alessandro Ferrara.
Nella miniera Travia, in passato
denominata Solfara Grande, i
primi lavori estrattivi ebbero inizio intorno al 1730, presso gli
affioramenti, con mezzi e metodi rudimentali per via della poca
profondità degli scavi e l’abbondanza del materiale disponibile.
L’attività assunse rilevanza a
partire dal 1830 con l’introduzione dei mezzi meccanici. Particolarmente suggestivi sono i
resti delle infrastrutture di lavorazione, tra i quali l’interminabile
sequenza dei forni Gill.
C.A.
Casa,
Avremo presto un
ultimo decaffeinato naturale
anno prezzi
in su del
10,8%
Prezzi record a sorpresa
per gli appartamenti negli ultimi
dodici mesi. Secondo quanto
rilevato dall’osservatorio immobiliare di Nomisma, nell’ultimo
anno i prezzi delle case sono
aumentati mediamente del
10,8%: dall’inizio del 2000 ad
oggi si tratta dell’incremento più
elevato registrato. Le previsioni,
per il futuro, indicano un’ulteriore crescita, ma meno rapida,
mentre gli investitori specializzati puntano ancora sull’investimento immobiliare. A Bologna i
prezzi variano da 4960 euro al
metro quadrato delle zone di
pregio a 2120 euro delle periferie: la crescita registrata è stata
del 7,1%.
■
Associazione Regionale
onale Sicilgrano - Catania
Niente più solventi per ottenere il decaffeinato. Forse si
dovrà aspettare ancora un po’
prima di poterlo sorseggiare al
bar, ma il primo decaffeinato
naturale è ormai una realtà. Un
gruppo di agronomi brasiliani,
dopo diciassette anni di studi,
ha scoperto una rara varietà di
pianta del caffè con una bassissima percentuale di caffeina.
Circa 3.000 piantine originarie
dell’Etiopia furono importate a
Campinas, nello Stato brasiliano
di San Paolo, dove un gruppo di
agronomi era impegnato in un
progetto per la riduzione della percentuale di caffeina nelle
piante.
Fra le migliaia di piantine
importate sono state scoperte
tre varietà della famiglia arabica,
“quasi completamente prive di
caffeina”. Il prossimo passo sarà
il trasferimento dei geni di queste piante (AC1, AC2, AC3) nel
ceppo principale C. L’obiettivo è
di combinare le qualità migliori
delle diverse varietà, garantire
l’assenza di caffeina e mantenere il gusto tradizionale.
L.M.
Sicilia, patrimonio culturale
che non merita l’oblio
Continua a Palermo il contrasto alla degradazione del
patrimonio monumentale. I vigili
urbani hanno sequestrato l’Oratorio di San Nicolò da Tolentino,
in vicolo del Bosco, e la chiesa
di Sant’Andrea degli Aromatari,
nel popolare quartiere della Vucciria. Nel primo caso il provvedimento è del gip Antonio Tricoli,
nell’altro del gip Giacomo Montalabano. L’Oratorio di San Nicolò, risalente al XVI secolo, non
aperto al culto, è stato trovato in
stato di abbandono dal Nucleo
tutela patrimonio artistico della
Polizia municipale. L’inchiesta è
coordinata dal sostituto procuratore Amalia Luise. Un avviso
di garanzia è stato notificato al
priore della Confraternita di Sant’Andrea, che risulta tra i gestori
dello storico edificio. L’accusa
nei suoi confronti è di omessa
tutela di bene monumentale,
visto che alcune parti architettoniche rischiano di crollare.
T.T.
95124 - CATANIA
Piazza S. Maria di Gesù n. 3
Danieli, RAI International
deve essere potenziata
Uffici zonali sono aperti a:
“È necessario un potenziamento di Rai International che
consenta la realizzazione di
palinsesti diversificati per aree
geografiche”.
È questo quanto auspica il
vicepresidente della Commissione Esteri e responsabile per
la Margherita degli italiani nel
mondo, senatore Franco Danieli,
nel suo intervento svolto nel corso della prima audizione dell’indagine conoscitiva sul voto degli
italiani all’estero che la Commissione Affari Costituzionali
sta conducendo. “L’occasione
per raggiungere questo obiettivo - ha spiegato il senatore
Danieli - è senz’altro il prossimo
rinnovo della Convenzione con
la Presidenza del Consiglio dei
— Maniace
— Bronte
— Grammichele
— Raddusa
— Castel di Iudica
— San Cono
Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate
presso le sedi comunali dell’A.I.C.
Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato
alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano.
Ministri. Questa esigenza posta
dal direttore di Rai International
Massimo Magliaro e dal coordinatore dei palinsesti, Alessio Gorla, deve trovare ascolto
anche presso il Consiglio di
Amministrazione della Rai che,
per anni, ha sottratto parte rilevante delle risorse attribuite dalla Convenzione per finalità che
nulla avevano a che fare con la
missione di Rai International”.
“I connazionali all’estero - ha
concluso l’esponente della Margherita Danieli - hanno il diritto
di accedere a programmi di qualità, ivi compresi quelli sportivi e,
in previsione del voto, ad un’informazione politica puntuale e
pluralista”.
P.R.
7
LUGLIO 2004
UNIVERSO SICILIA
Riciclo rifiuti,
il nord batte ancora il meridione
Villafranca d’Asti sale sul
podio di Comuni Ricicloni 2004
con l’85,38% di raccolta differenziata. Accanto, sempre
sul gradino più alto, si piazza
Fumane, che realizza invece la
migliore performance per quanto
riguarda la qualità del sistema di
gestione dei rifiuti. I comuni del
Veneto, seguiti da quelli del Piemonte, sbaragliano le classifiche
e tolgono dopo molti anni il primato regionale alla Lombardia.
A dieci anni dalla prima edizione
del Premio, resta incolmabile il
distacco delle regioni del Nord
rispetto al resto d’Italia: si confermano le discrete prestazioni
del Centro Italia, con la Toscana
asso pigliatutto nella speciale
classifica di area, mentre al sud
spiccano e fanno ben sperare
gli ottimi risultati in provincia di
Salerno, dove il comune di Bellizzi si attesta sul 68,95%, vincendo
anche la classifica per la buona
gestione della raccolta, e Giffoni
Sei Casali raggiunge il 66,34%.
Un segnale positivo che dimostra come anche nelle regioni in
emergenza-rifiuti si possano raggiungere traguardi nella raccolta
differenziata ben oltre gli obiettivi fissati dal Decreto Ronchi. E’
questo, a grandi linee, il quadro
della decima edizione di Comuni
Ricicloni, presentata a Roma in
occasione del convegno “Dieci
anni di riciclaggio e buone pratiche in Italia”. Al Centro congressi
Cavour, dove si è tenuta anche
la premiazione, oltre ai sindaci
e ai rappresentanti dei numerosi Comuni vincitori sono intervenuti il presidente nazionale
di Legambiente Roberto Della
Seta, il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, il presidente
dell’Osservatorio Nazionale sui
Rifiuti Massimo Ferlini, il presidente del Conai Gianfranco Faina, Carlo Noto La Diega (di Fise-
Assoambiente), Daniele Fortini,
vice presidente di Federambiente, Dario Esposito dell’Anci,
Ermete Realacci, presidente
onorario di Legambiente, Andrea
Poggio, vice direttore nazionale
di Legambiente, e Lucia Venturi, responsabile scientifico
di Legambiente. “Dieci anni di
Comuni Ricicloni impongono un
bilancio, è quello che abbiamo
fatto - ha spiegato Roberto Della
Seta, presidente di Legambiente
- Oggi superare la soglia del 70%
senza riuscire a far funzionare
un buon sistema, che riduca la
produzione e assicuri l’avvio al
riciclaggio, non ha molto senso.
Ecco perché abbiamo scelto di
misurare anche la qualità della
gestione. I tanti comuni premiati
- ha proseguito - sono l’esempio che le buone pratiche danno
buoni frutti. Confortati da questi
risultati, non ci stancheremo mai
di dire che una buona raccolta differenziata risolve in larga
parte i problemi di smaltimento,
riduce al minimo la necessità di inceneritori e discariche”.
L’edizione di “Comuni Ricicloni”
giunge in seguito all’ennesima
esplosione dell’emergenza rifiuti
in Campania, che ha visto i cittadini di Montecorvino ribellarsi
alla riapertura della discarica di
Parapoti.
Nel rapporto emerge più che
mai l’assenza delle città capoluogo di regione. Milano è ferma
sotto il 30% da almeno 7 anni,
tutte le altre, a parte la discreta
prestazione di Firenze (27,86%),
sono lontanissime dalla soglia
fissata dalla legge. I “ricicloni”
del 2004 sono dunque per lo più
i medi e piccoli comuni, molti dei
quali incrementano di anno in
anno, sia per quantità che per
qualità, il risultato della raccolta
differenziata.
C.R.
Un appello per salvare
le scuole italiane in Venezuela
L’associazione Mantovani nel
Mondo ha ricevuto dalla delegazione dell’Associazione dei Lombardi in Venezuela, guidata dal
presidente Gianni Cappelin, un
appello a favore della Scuola Italiana Agostino Codazzi di Caracas, riconosciuta dal Governo
italiano. L’istituto sta vivendo un
periodo particolarmente difficile
per le turbolenze politiche che
hanno determinato una forte
svalutazione della moneta locale
che ha scoraggiato le iscrizioni
alla scuola da parte di molti giovani. Il presidente Guido Brigli
(email [email protected].
ve, [email protected]) ha indirizzato al presidente dell’AMM
Marconcini, una richiesta da
inoltrare alla Regione Lombardia affinché inserisca la scuola
in eventuali progetti culturali e di
formazione con la possibilità di
concedere borse di studio universitarie. Inoltre è stata sottolineata l’esigenza che la scuola
possa avere i propri titoli di studio riconosciuti in Venezuela con
un ampliamento delle materie al
fine di ampliare la gamma delle
possibilità formative della stessa. L’AMM ha messo in contatto
la delegazione lombarda con il
ministro per gli italiani nel Mondo Mirko Tremaglia. Ricordiamo,
È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una:
• corretta coltivazione olivicola
• buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio
• professionalità per la conservazione dell’olio prodotto
Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici
sempre a disposizione dei produttori.
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
LEONFORTE (EN)
TRAPANI
Per informazioni rivolgersi all’ASPO
95031 ADRANO - Piazza Mercato 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814
grazie ad una nota pervenutaci dalla preside Lucia Veronesi
dell’Associazione Civile Scuola
Agostino Codazzi, che il primo
nucleo della Scuola “Agustin
Codazzi” risale al 1936 quando
un maestro inviato dal governo
italiano cominciò a fare lezioni a bambini italiani diventati in
seguito eminenti professionisti in
Venezuela.
Dopo la Seconda Guerra
Mondiale sorse il progetto di fondare una istituzione il cui fine fosse l’educazione di bimbi di famiglie italiane. La Scuola fu fondata nel 1951 e funzionò come
scuola elementare nella zona est
di Caracas sino all’acquisto della
“Quinta Elisa”,complesso situato
presso l’Avenida Los Pinos della Florida dove tuttora funziona
parte dell’attuale struttura scolastica. Nel 1956 la scuola media
“Leonardo da Vinci” e il Liceo
“Venezuela” furono riconosciuti
legalmente dal Ministero degli
Affari Esteri(MAE) per cui le due
scuole poterono funzionare con
programmi italiani. Fin dal primo
momento della sua fondazione
la Scuola Augustin Codazzi tra
i tanti obbiettivi ne ha avuto uno
fondamentale, stabilito statutariamente nella “Asociacìon Civil
Escuela Agustin Codazzi”, e cioè
quello di “mantenere nei bambini
e adolescenti, e per riflesso nelle
loro famiglie, l’amore per il paese
di origine, l’Italia, e per la cultura
italiana”.
Attualmente funziona la
Scuola Elementare “Oscar Molinari”, la Scuola Media “Leonardo da Vinci” e il Liceo Scientifico
“Venezuela”, parificate come
scuole italiane con Comunicazione ministeriale n.267/26839.
Recentemente è stato attivato il Liceo Internazionale della
Comunicazione.
P.S.
È nata
la confederazione
degli imprenditori
all’estero
21 giugno 2004: a consiglio
direttivo riunito prende ufficialmente avvio l’attività della Confederazione degli imprenditori
italiani nel mondo, voluta dal
ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia e presieduta
dal neo presidente Giuseppe
Zamberletti. Sulla scia dei risultati del Convegno Internazionale degli Imprenditori italiani nel
Mondo, tenutosi a Roma nell’ottobre 2003, prende dunque forma la proposta di favorire i rapporti economici fra le Italie che
lavorano dentro e fuori i confini
nazionali. E la forma è la Confederazione che coinvolge gli
imprenditori di matrice italiana
all’estero “che vogliono operare
con gli imprenditori italiani in Italia”, ha detto il ministro Tremaglia, e che vogliono operare fra
loro. Si tratta di un “grande impero economico, ma non solo, che
la classe dirigente deve comprendere e usare a favore dell’Italia “, ha aggiunto Tremaglia.
“Questa è un’occasione unica
per andare avanti tutti insieme”.
Il discorso riguarda anche le istituzioni. Luigi Mazzella, ministro
per la Funzione Pubblica, ha
sottolineato come la Pubblica
Amministrazione stia lavoran-
do con molti paesi all’estero,
soprattutto nell’ambito della formazione, e ha ricordato che “gli
imprenditori italiani proseguono
un’opera iniziata da secoli, ossia
aiutare a costruire altri mondi”.
Presenti anche Gianni Letta,
sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio e Gianfranco Fini,
vice presidente del Consiglio,
secondo il quale proprio il lavoro
è “il miglior antidoto alla xenofobia e al razzismo”. Il lavoro della
Confederazione, invece, sarà
garantire al “Sistema Italia” di
competere nell’economia globalizzata e difendere gli interessi
nazionali.
Solo attraverso interessi
generali che passano da identità nazionali forti - accanto alla
neonata Confederazione c’è la
neonata Costituzione dell’Unione europea - e nell’ambito di
un assetto federale si può “fare
rete”, ha detto Fini. La Confederazione, che vuole essere punto
di incontro e scambio di esperienze e contatti fra imprenditori,
punta ad allargare il “Sistema
paese” affinché “possa avere
sempre più energia nella competizione mondiale”, ha concluso Zamberletti.
C.C.
Il pane, passione
tutta italiana
Sette italiani su dieci acquistano il pane nei panifici artigianali, a cui assegnano un voto
di 8,4/10. Plebiscitaria, poi, la
scelta a favore del pane fresco, effettuata dal 96,9%. Nove
su dieci mangiano il pane tutti i
giorni, perché ne amano il gusto
e lo considerano un piacere: nel
complesso, il voto che asse-
invece una “necessità”. Molto
sentita è anche la valenza simbolica del pane, che il 33,1%
lega alla tradizione, il 27,3% alla
salute e il 19,5% alla cultura. Del
pane si apprezza soprattutto la
freschezza: la preferenza degli
italiani è per i panifici (72,7%),
il supermercato segue a lunga
distanza (16%), mentre l’8% va
gnano a questo alimento è 8,5.
Il dato emerge dall’indagine sul
pane affidata dalla Federazione
italiana panificatori all’istituto
Swg e resa nota dalla Confcomercio di Treviso. Il pane piace
per il gusto (45,3%); il 39,5% lo
considera un piacere; il 33,4%
nei negozi di alimentari. Si preferisce il panificio per “la bontà
del pane” nella metà dei casi
(49,1%), per la qualità e comodità dell’esercizio (38,5%), per
la varietà dei prodotti (13,4%),
per abitudine (12,7%).
P.T.
UNIVERSO SICILIA
GIUGNO 2004
8
Nazionale,
è iniziata l’era di Marcello Lippi
Finisce senza gloria l’era Trapattoni, quattro anni da ricordare con le
brucianti eliminazioni dai mondiali nippocoreani e dagli europei ancora in via
di conclusione. Con mille e mille polemiche. Inizia l’era di Marcello Lippi, che
ha firmato un contratto di due stagioni,
prolungabili di altri due, e che entrerà ufficialmente in carica a partire dal
prossimo 16 luglio.
Un tecnico duro, spesso scorbutico,
che però ha fatto la storia recente della
Juventus. A lui si aggrappa la Federazione per ricominciare, per ridare credito ad un sistema calcistico, quello
italiano, a corto di risultati e, quel che
è peggio, anche di credibilità interna ed
estera. “Sono qui per portare un po’ di
entusiasmo - sono state le prime parole di Lippi il giorno della presentazione,
prima di chiudersi in un silenzio che
durerà proprio fino a metà luglio - e per
costruire qualcosa di importante. Anche
se l’Italia non ha raggiunto i risultati che
sperava, per me non è un gruppo da
buttare. Lavorerò su questi uomini, ma
cercherò di dare la possibilità a 4-5 giovani molto interessanti dell’Under 21 di
inserirsi e di crescere, senza dimenticare il campionato che offre sempre delle
novità. Fino a ieri mi trovavo dall’altra
parte della barricata, ma ho sempre
avuto rapporti ottimi con i tecnici che a
turno hanno allenato la Nazionale. Farò
visita a tutte le squadre, terrò un dialogo stretto con gli allenatori, mi sembra
una base importante dalla quale partire”. Entusiasmo, dice Lippi, ma anche
e soprattutto voglia di fare e di dare
tanto per l’azzurro. Il “caratteraccio” di
Lippi potrebbe tornargli utile per prova-
re a vincere una volta tanto il braccio
di ferro con le società e con i calciatori
stessi, quasi mai entusiasti di sobbarcarsi impegni ulteriori, come le chiamate azzurre, rispetto alle già di per
sè abbondanti fatiche stagionali. Lippi
dovrà lavorare, e molto, per riportare la
nazionale a un rango superiore rispetto
a quello in cui è precipitata negli ultimi
anni. La pecca maggiore del Trap infatti è stata probabilmente proprio quella
di scendere troppo a compromessi coi
club, soprattutto in vista delle ultime
amichevoli pre-Europeo: inguardabili
quelle nazionali sperimentali costruite
sull’assurda regola della “non-più-didue-per-squadra”, sorta di par condio pallonara. E poi, è vero, il nuovo
ct dovrà anche pensare a ringiovanire
la squadra, inserendo elementi giovani, promettenti, vogliosi. Lippi non ha
mai avuto un modulo tattico preferito,
per cui ipotizzare una formazione tipo
sin da ora non è possibile. Del blocco
Juve però verranno trasferiti in azzurro
senz’altro Buffon e Zambrotta, che proprio Lippi ha reinventato terzino. Tacchinardi e Del Piero sono due nodi al
pettine. Il mediano è un uomo di Lippi,
ma non sempre i rapporti sono stati idilliaci in bianconero. Il Pinturicchio sembrerebbe invece aver esaurito i suoi
bonus in azzurro, ma Lippi nella Juve
gli ha sempre dato fiducia. Vedremo.
Così come vedremo per Di Vaio e Miccoli, spesso sacrificati nell’ultimo campionato proprio nel nome di Del Piero.
In difesa si punterà su Nesta e Oddo,
con Bonera che sembra maggiormente
considerato di Ferrari; Panucci e Cannavaro restano in bilico. Il centrocampo
Marcello Lippi.
sarà costruito intorno ad Andrea Pirlo: accanto al milanista giocheranno
dei mediani incontristi come Perrotta,
Gattuso, Cristiano Zanetti, ma la vera
new entry potrebbe essere Daniele De
Rossi, se la pubalgia lascerà in pace il
ragazzo, chiamato ad esplodere definitivamente con Prandelli a Roma; in più,
a Lippi piace anche il doriano Diana,
rivelatosi ottimo incursore.
Per quanto riguarda l’attacco, reparto da rifondare maggiormente secondo
l’opionione pubblica, Francesco Totti
è già ufficialmente perdonato da Lippi: sarà lui ad ispirare ogni manovra
offensiva di un reparto nel quale saranno inseriti in pianta stabile Cassano e
Gilardino, ma che molto probabilmente
non verrà privato, almeno in partenza,
dell’apporto degli esperti Del Piero e,
soprattutto Bobo Vieri. Ma sono solo
ipotesi, le prime idee ce le faremo per
il test di agosto con l’Islanda: mancheranno gli under 21, che saranno alle
Olimpiadi. In bocca al lupo Lippi.
A.R.
Valentino Rossi,
l’altra Italia vincente dei motori
Il “dottor” Rossi è salito in cattedra anche in Olanda, continuando a
dimostrare la validità del suo teorema.
Tracciando sulla lavagna della MotoGP
pochi ma precisi segni: quattro vittorie
contro le due di Sete Gibernau, il primato in classifica iridata provvisoria,
condiviso a pari punti con lo spagnolo
della Honda, dopo le prime sette gare
della stagione. Sorride Valentino, anche
se ha perso l’occasione di Rio, e ricorda a tutti che è passato alla Yamaha
lasciando la moto universalmente riconosciuta migliore, quella Honda Rc211v
con cui ha vinto titoli e gare a raffica nel
corso degli ultimi anni, per cercare nuovi stimoli ma, soprattutto, dimostrare al
mondo intero che era lui a vincere e
non il mezzo. Anche i più scettici iniziano a crederci, la Honda vacilla sempre
più e, avendo perso il suo pilota leader, non sa che strada prendere. Perché i piloti Honda ufficiali non cavano
un ragno dal buco. Non ci riesce come
vorrebbe neppure Max Biaggi e il solo
Sete Gibernau, in forze ad un team
satellite come quello del romano, riesce ad arginare l’accoppiata RossiYamaha. Il tutto, nonostante l’impegno
crescente: tre riunioni giornaliere al box
con i piloti ufficiali Alexandre Barros e
Nicky Hayden, una mappatura migliore
fornita a Biaggi dopo le prove davvero
deludenti del GP d’Olanda. «Fino alle
due di notte - racconta il manager Honda Carlo Fiorani - i nostri tecnici sono
rimasti nel box di Biaggi per cercare di
risolvere una situazione che, sinceramente, era drammatica. Non esiste che
un pilota come Max sia 12° in prova a
tre secondi dalla pole. Gli abbiamo dato
un aiuto, Biaggi poi ci ha messo del suo
in gara. Ma non esiste una mappatura
ABBIGLIAMENTO DONNA ~ CORREDO PER UOMO E PER DONNA
ESCLUSIVISTA CALEFFI ~ LINEA WALT DISNEY
Adrano (CT) • Piazza Barone Guzzardi n. 2/3/4
Tel./Fax 095 7699150
Qualità della vita:
leader Ginevra e Zurigo,
male le italiane
Spetta a Zurigo e Ginevra, exaequo, il primo posto al mondo per
qualità della vita, secondo un’indagine
realizzata tra le città dal gruppo Mercer
Consulting e resa nota dal Consiglio dei
comuni e delle regioni d’Europa. L’unica
città italiana nel gruppo di quelle con
uno score alto è Milano che si piazza al
50° posto, ben lontana da Bruxelles al
12° posto, Berlino al 15°, Parigi al 31°,
Londra al 35° e Madrid al 38°. Lo studio
si basa su numerosi parametri tra cui
figura la stabilità politica, la criminalità,
l’ambiente economico, le libertà individuali, i servizi medici, i trasporti pubblici, ma anche il tempo libero, l’alloggio e
perfino il clima.
A ciascuno di questi indicatori viene
attribuito un punteggio che sommato ha
dato vita alla classifica. Nella classifica
delle prime cinquanta città del 2004,
tra quelle europee, ha un ottimo piazzamento Vienna con 106 punti, a pari
merito con Vancouver, contro i 106,5 di
Zurigo e Ginevra.
Nel gruppo delle prime città che,
secondo lo studio, offrirebbero la migliore qualità della vita, per quanto riguarda
l’Europa ci sono anche Copenaghen e
Francoforte, entrambe con 105 punti.
Seguono Amsterdam e Monaco (104,5),
quindi Bruxelles e Dusseldorf con 104 e
Stoccolma, Berlino e Lussemburgo con
103,5. Milano, prima città italiana della
lista, ha invece 98 punti. Uno score di
103,5 punti è stato raggiunto da Toronto
e da Wellington, mentre le prime città
Usa della lista sono San Francisco e
Honolulu con 102 punti. Lo stesso punteggio di Milano (98) è stato invece raggiunto da Chicago.
T.P.
UNIVERSO SICILIA
Editore: AIC - INPAL
Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo
Direttore culturale: Pasqualino Sangiorgio
Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione
Vice Direttore: Giuseppe Miraglia
Hanno collaborato: Anna Costanzo - Carmelo Ambra
M. Grazia Cocina - Scalisi Pietro
Alfredo Torrisi - Elisabetta Santoianni
Chiuso in redazione il 20 Luglio 2004
Amministratore: Alfredo Torrisi
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Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela.
Valentino Rossi in azione.
magica». La Honda correrà ai ripari?
«E’ sempre stato fatto lo stesso lavoro
- dichiara Fiorani - con Biaggi e Gibernau. Dopo due gare ci sono sei piloti in testa al campionato è questo per
noi sportivi è meraviglioso. Dal punto
di vista tecnico noi dobbiamo fare un
lavoro ancora maggiore per riuscire a
fare un altro passi avanti. La Yamaha
ne ha fatto uno grosso, ora tocca a noi.
E’ una bella battaglia tecnologica e di
piloti». Rossi però dice che la Honda
ha puntato tutto su Gibernau. Lo stesso
Sete afferma che fa parte di un team
satellite e che non ha un’azienda che
lavora per lui, come fa la Yamaha per
Valentino. Inoltre Rossi dice che senza
di lui la Honda ha perso la strada: dov’è
la verità? «La verità è che la Yamaha è
cresciuta - è l’analisi del manager Hon-
da - e che i nostri piloti ufficiali Barros e
Hayden sono piuttosto indietro in classifica, con risultati deludenti. Nessuno dei
due ci sa indicare la strada da percorrere». Qualche errore nel progetto 2004?
«La base della moto è rimasta molto
simile a quella del 2003 ma lo scorso
anno il lavoro di messa a punto veniva fatto molto più rapidamente perché i
piloti più veloci erano quelli interni. Ora
lo sono quelli dei nostri team satellite,
per cui arriviamo sempre alle gare con
l’acqua alla gola, tutto qui». Allora alla
Honda manca davvero un Rossi, come
sostiene Valentino? «Non è che ci manchi lui - è il parere di Fiorani - manca nel
nostro team ufficiale un pilota che dia
la direzione dello sviluppo della moto in
modo inequivocabile».
P.R.
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Universo Sicilia 07_2004 - Periodico per i siciliani nel mondo