SOLERTI ANGELO DELilLODlUMM GLImm VOLUME ©TTavi© REMO II. RiNueeiNi -Editouk SANDRON Libraio della MILANOPALERMO-NAPOLI Real Casa IL di VOLUME III pubblicazione prossima contiene Gabriello II. Cefalo. 1. Rapimento 2. Orizia. 3. Polifemo 4. Pianto 5. Galatea. 6. Angelica in 7. Vegghia delle 8. Intermedi per Vldropica. III. Alessandro di : Chiabrera. 1600. geloso. d'Orfeo. 1. Orfeo. 2. Balletto 3. Tirsi 1614-17. Ebuda. 1615. Grazie. 1615. 1608. Striggio. 1607. e d'Ifigenia. 1608. Glori. Ballo. 1615. Autori IV. 1. Campeggi 2. Landi 3. Corsini Rodolfo. Stefano. V. Tip. F. Ando'. e Vitali. diversi. —Andromeda. La — — Intermedi, morte Aretusa. 1610. d'Orfeo. 1619. 1620. balletti e tornei, RINUCCINI OTTAVIO BIBLIOGRAFIA Bibliografia I. Manoscritti. La maggior inediti dai trassi codici 1004 n. contiene è 1005 miscellanea, Pier figliuolo da riordinati me cordiali Ottavio di che Questi della testi quello ma tutti 0 Cosi, ad al e Il 251 84 al degli Il Pai. 249 contiene 332 n. 75 di Cosimo le ottave e (1) II ; della due al Bergiere Giulio Porro, / n. al la Catalogo E la numerazione ma nei Palatini mss. 250, autografi dell'autore, contiene Plutone n. del 74 ingrate. di Mascherala l'altra dello ottava (cfr. qui 278); p. Ercole e di e il più codici, manoscritti di Apollo Tasso; breve al le per ai Amazzoni; iMla tradite; di donne Mascherata Mascherata redazione di Ballo tfaxionale di ai 1589. la di 107 n. il delle della Venere di Rinaldo dei al 164 Balletto ottava e n. n. n. 133 (cfr. qui Trixmlxiana, p. 77 le e Firmxe, Borna, 1887, voi. I, pp. 372 78 schere Ma- 49); Torino, ai nozze al Bocca, :J9("-i)2. codici palatini della e (2), contemporaneo al nel una 287), comparse nella grafi auto- definitiva. raccolta Gualterrotti 250 intermedi 76 i meraviglino interamente Narciso, e M. persona mascherata di pp. (2) le F. 99 p. in due tesia cor- gli rinnovo. anche 249 di n. (cfr. qui 85 e Pai. il canto componimento stesso la incompleti. il contiene Senna di Ninfe 198 n. sistenza l'as- poesie. n. da o esempio, col si trovano Firenze, titolo di le coq compilato senza Bergiere Pai. di intendimenti si apre rinucciniani 251 n. 1005 ms. esso, Nazionale in 1884, il volumi che con Motta, perchè due sciolti copertine pagine queste Ottavio di fogli Emilio cav. studiosi formano con pare, di dopo 1006 e e, osservare comincia n. 1005 n. da che apposite Dr. agli nota troppo ringraziamenti Imss. da è quale in bibliotecario dell'egregio del raccolti e tore dell'au- contenente scritti di nora fi- volume questo però ; composto , furono più lo Francesco settimo in balletti 1006, autografi e per dei veglie, raccolti 1004, n. il fascicolo tutto Rinuccini del una del o delle mascherate, Trivulziani Ottavio dì cose sconosciuti e (1). Il delle parte sgjf. VI — 227 n. due intera; ai selvaggi non al frammentario; a Ma 103 p. musicali e minor rimasto Narciso, (1),e il delle Rezzi, ziano della di Torino Il Palatino 30 n. 251 n. déìVEmHdice Arianna deW 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 135, nelle miscellanee varie prescindendo mss., da dal carlo musi- pubblicò quello Trivul- in che e lo cui e hanno o volle non trovato un Maglia- ms. deW uno Arianna del di rime 17, 19, 21, 54, 55, n. Catal. dei della staccati frammenti (cfr.ai 151 zione. illustra- ogni in luce ; vari poi comprens in- IV. 59. N. segn. in come i inconcludente, contiene e ho giunto ag- rimangono di privi Stampe, delle non affatto Dafne, nell'Universitaria Dafne, al noi a Barberiniano ms. ricordato, io testé 1005, bechiano nel è qui altri frammenti di Monteverde il sempre mancano subito venute perchè si vedrà come maggiori inedito conservato che perchè che Trivulziani mss. tali o , stampe ma di stelle. piccolo nei sono quattro melodrammi valore Mascherata cosi monchi Dafne la non numero si trova perchè Armida , per di la Mascherata 3J2 n. il ballo il ballo essi tuttavia : 0 Dei un 346 e prologo 400 n. drammatici Palatini questi al : il al zingare; 319 n. 887 n. Rinuccini del di del Ballo ottave — e cit.), del secolo anni primi altri s'incontrano XVII, II. Stampe. 1. Masch*vre — \ Di continua che p. 7 ogni pagina; per Bergiere ; dopo Appresso p. 2 ; pp. una ottava quindi e due la soscrizione Con 1590. del ottave : testo In Permissione renze Fide' [Naz.ledi Firenze]. bianca. 8 3-6 la dedicatoria Dafne | D' Ottavio | Rinvccini | Rappresentata alla Sereniss. Gran Toscana renze Dvchessa | Di Signor Iacopo Corsi \ [stemma] In Fi\ Dal de' Superiori; I Appresso G-iorgio Marescotti. | MDC. | Con Licenza 4", ce. 12 n. n. La — C. Iv. Covai,che 3. a (riorgio Marescotti, Superiori.| [fregio] ; p. 2. fino incomincia il titolo La — Di In ce. Interlocutori; è invece del 3r.— Dafne \ d'OTTAVio \ Dalla Parma. Parma l'occasione a e. | Rinvccini di una Firenze 12 nuova nel Ci) Cfr. voi. I, cap. 10. 1601, n. 12 r. v. Il — Z?f/ canzone v. bianca ; e. 12 | Rappresentata Oran | Appresso Gristofano Firenze venuto al Corsi ; Serenissima de' Superiori ; 4"", co. Per lOr. il testo; e. 10 Rinuccini v. (sic)Sig.Jacopo impresa. al Sereniss. Duca duchessa \ di Toscana. Marescotti M.DC.IV \ \ [stemma] | | Con lieenza n. recita della l'oditoro Dafne Marescotti l'atta per trasse dal il Duca feste;"i,àare macrazzino lo copio di ri- VII — due ciò Con 75). p. — edizione noi (juartinemutato altri 4. della iaveadute maste precedente, e prologo secondo che spiegatichiaramente sono a proposito di questo bibliogratì. — quello ristampò a i dubbi due la comportava le primo fogliocon circostanza nuova dal mossi che stampe, il (cfr.qui (jamba, dal I'oggiali nel rimanente da o la stossa sono cosa. | Binvccini | Rappresentata \ Nello Sponsalitio\ \ D'Ottavio ChristianÌ9B. \ Regina \ di Francia, e di \ Navarra. \ [stemma] | Giunti. Fiorenza, 1600. | Nella Stamperia di Cosimo | Con licenza UEvridice — Della In de' Superiori ; 4^. Il testo; 5. bianco; pp. 3-5 V. 1600 16 e. v. Vanno do' Medici Maria a in data Di « 8 bianca. Interlocutori; p. p. 1 il dì... d'ottobre Firenze Seguono 16 oc. col num. stemma. L'Arianna — dedicatoria bianca; 6 (sic);p. » a dc. m. pp. viii. 31-65 del | nella città Compendio \ delle di Mantova^ \per Principe I D. Francesco I Margherita di Savoia. \ Lodovico Osanna Gonzaga In Mantova, ducali stampatori \ MDC. Feste | sontvose le Reali Nozze \fatte | renissim \ Se- del la Serenissima con Aurelio, |Appresso IIX. fante In- 1 Con licenza et de' Superiori;4.^^ 6. — 11 Compendw U Arianna di Federico è scrittura Follino, addetto alla corte mantovana. \ Tragedia \ Del Sig. Ottavio |EiInvccini,\ Gentilomo Della \ Del Re Cristianissimo | Rappresentata in Musica \ Nelle Reali Camera Nozze del I Di Sereniss. Savoia. Francesco | Principe di | [stemma] Osanna | In Stampator Mantova, | E Mantova, | 1608 Ducale. della Serenissima Presso gli Heredi 1 Con licenza fanta In- di de' Superiori ; 4^. Il bianco V. Interlocutori ; p. 4 bianca ; p. 8 7.— V Arianna | Tragedia | Del Sig.Ottavio \ del Re Camera Christianissimo. del Serenissimo nozze di Savoia. 5-iG ; pp. Firenze, | Nella della nelle in musica \ Rappresentata e 47-8 bianche. | Gentilhvomo I Rinvccini \ Principe di Mantova, \ [impresa]| In testo ; pp. della Serenissima reali \ Infanta Stamperia de' Givnti. | MDCIIX;4°. Sul del verso dedicatoria una 8.— L'Arianna Camera Nozze cioè frontespizio, poi mancano le ce. ; segue I A il testo del Re 9. — 2, è la nota 8-6 che \ Con in tutti gli esemplari degliinterlocutori; evidentemente dovevano contonero 7-52. della | Gentifhuomo Rinuccini \ Christianissimo \ Rappresentata in Musica, nelle Reali Principe di Mantova \ e della serenisi. Infanta 1608 | ApSuperiori et privilegi.\ In Venetia presso licenza de' Bernardo pp. pp. p. le pp. Tragedia I del Signor | Ottavio I del Serenissimo di Savoia a 2-;-icioè Giunti, Gio. Battista Ciotti | et Compagni ; 12", 44. [Mascherata ìielle feste per delle le Ingrate, rappresentata nozze di Don Francesco il 4 giugno 1608 in Mantova Gonzaga Savoia]nel Follino, Compendio cit.,Mantova, con Margherita di 1608, pp. 124-134. vili — 10. Mascherata — le per Serenias. Sig. Duca, \ Danzato voia. serenissimi \ Principe di Mantova, \ Et Infanta di SaOsanna | In Mantova, per gli Heredi di Francesco \ DeW de' nozze I [stemma] Ingrate,\ Ballo Stampator |Ducale, Malica 11. ili del Gran del d'Amore , di Loreno. \ D'Eroi \ Nella licenzia Comparsa tiella B. I Della XVI, Corte et a' d' Vrbino. \[impresa] Mascherata — \ Di Versi Sacri — I D' sa gli Heredi I Con 16. mediceo] Poesie nelle Il Ballo S.r \ Del 4. n, Certo dall' 17. in : zione Descri- Firenze a' Signor \ Prencipe Sermartelli, | In di Toscana. di Sig. Lorenzo ceo] medi- \ [stemma Mariscotti. Toscana. | Con 1613. cenzia li- Serenissima Bergiere. La 8 Mascherata | E-invccini. | Alla e \ Arcid,vcJies- Sig. Ottadio \ Del Binuc- Nella Stamperia di Zanobi Firenze. Ottavio del di Navarra. de' n. gnoni Pi- n. di donne Maestà tradite ma Cristianissi- ze | [giglio]| In Firen- Superiori. | MDCXXII; 4^"; 12-39. è questa Fediz. doU'itwrùtoe, di Cosimct Firenze, per Griunti,1622, é», cit. Allaci, Drammaturgia. V Arianna — more d'A- n. \ Re di Francia, \ Di Luigi XIIL Appresso i Grivnti. | Con Licenza pp. del de' Superiori. | 1619; 4", ce. licenzia L'Euridice, — Duchessa \ G. Principi | di nella | Cappella | della \ Cantati Avstria ital. Licenzia | Appresso I [stemma ciNi. cali. du- Bartolomeo de' Superiori. 4^; ce. 15. Serenissimo | Al \ mdcxii. li Serenissimi Firenze \ Fatte Mascherata, Firenze, Appresso de' Superiori; 4^. Selvaggi \ Ballo danzato nel \ Palazzo Strozzi, I Presenti In Della stamp. Cavalieri da' \ renze Fi- del volume p. 89 a redi gliHe- In oaratt. sostenuta 74 p. 12, la Cavalieri da | Marescotti | In fratelli. 1613. | Con e da da mediceo] \ [stemma di Christofano \E Febbraio di Toscana Toscana di Barriera. XIX \ Sostenuta \E Vnano. di mediceo] | In Fiorenza, de' Superiori; 4". licenza di \ F alazzo \yl'Illvstrissimi \ [stemma Barriera citato. ora Beai de Sforza \ Dvca celesti nella Barriera Corte Follino, nel danzato de' Superiori 1613 ; 4°, pp. di eroi ò noi che in prosa Mario 12. Superiori; 4^, pp. le felicissime nozze Celesti \ Nella Beai dn' \ Ballo | Per Appresso gli Heredi Con — 14. Toscana. di Marescotti,1613 | con Comparsa — l parte descrittiva | di Ninfe \ di Senna. Dvca Signora Arnea 13. la del licenza Eccellentissimi \ il Sig. Conte et 12. Con 1608. questa stampa Mascherata — — tragediadel signor Ottavio RmnGCini, gentiluomo del Re Venetia , in musica della mera Ca- del Serenissim nelle nozze rapptresentata Cristiatiissimo, della Mantova di di Serenissima Savoia. In e Principe Infante MDCXXII. telli; fraet Iseppo Imberti Appresso Gherardo 12». 18. L'Arianna. — del Camera MDCXXXX, Ed. cit. dal della Rinuccini, gentiPhuomo Re Christianissimo. Rappresentata in musica. In Venetia, per Angelo Salvadori,librar© in Frezzeria;in 12^,pp. 48. Oai.vam. VoGKL, MoNTKVKuni, interessante Tragedia / taatri musicali p. 4"'2. dallo opere del Sig. Ottavio — In recitative dae pp. stampata di Venexia 4(J-7, dopo dallo la stesso nel sec. XVIII, setruo trai^odia, Salvadori. un p. 55 ; olonoo © cl'r. assai IX — 19. V Arianna — Claudio Illustre Signore Sig. I Per 64 (Liceo Mus. La \ Il Basevi \ Stacio \ [stemma] i In Venetia. Licenza de' | Superiori, Privilegi; e Firenze). in Osservatore a^W Fiorentino prof. GiuseppeDel Rosso seppe Si veda l'art. Palaxxo Rinuccini dell' Osservatore la 162 p. 1821 di prima sgg.);e aumenti con XIV, t. , primo inventore e furono Pagani 1797-99 (t. VII, della sugli edifizi quella del eseguita sopra Celli,1831. il Bibl. Bologna; del sig. cav. presso | Con \ Al Molto 1640. anno \ dal Sig. bianche. edizione anteriori Bortolo il Bariletti. 8 e Dafne Quarta | Posta in Musica | Rappresentata in Venetia V 120, pp, — \ Einuccini I Monteverdi. MDCXL. 20. Ottavio \ del Si/j. — patria. sua b correzioni 3-21, Firenze, Griu- pp. dei drammi musica.— per la terza il presso zioni edi- Le Firenze, Allegrini, 1776; la seconda Ricci, 1821 (t. Vlf, p. 183 sgg.) 21. La 22. L*Em — 23. — 24. — 25. Dafne, nel del Parnaso italiano Venezia, Zatta, 1785. xxxv italiano., Venezia, Zatta, 1788. U Arianna., nel t. xxxvi del Parnaso Venezia, Zatta, 1788. italiano., La Dafne nel Teatro italiano antico, Londra (Livorno) Masi, 1789. Drammi Di Musicali Ottavio Ora E,inuccini | \ \ \ per la jirima volta insieme Livorno maso raccolti,\ ed accuratamente ripubblicati. | | Per TomMasi e Compagno | co' Tipi di Didot il Maggiore | 1802;S", pp. — — t. xvii , del Parnaso idice nel t, XlI-124. A pag. Ili è ripetutoil titolo con ddle, faustissimeiVoxxe \ l'aggiuntaa Inoooisinne Albino Maddalena Martellini e gue, Degl'illustrissimi signori\ | \ Foggiali: p. iv bianca. Sepp. v-xi il tosto Il Gamba ora 26. della sullo Dafm. — della stato delV Euridice Delk di sola Dafne Bernardino L'Euridice Raccolta nella Dafne Serie in Italia al dall' Arianna questa edizione posseduto da Giulio La — o nel t. t. I, viii stesso sua , {Serieecc.) ricorda deler,Berlino, 1802, 27. musica Poggiali ; p. libro una in pergamena. uno cho a notizie mancarono od Gaetano prefazione,che è citata nel dall'editore perche, come fa sapere nella raessa poi dedicatoria aglisposi di una poi seguire fu puro , de' Usti del tempo tirato Tomitano fu o- Ungila ecc., gli Rinuccini. Seguo — 1-121;pp. 122-21, Bianche.— pp. un va Dove- — all' ultimo di osomplaro incarta un bianca. xti che ma unico paonazza di Londra osoinplaroin porga mona di Oderzo. di poesie italiane j)er p. 370. del Teatro Italiano di Lodovico cura antico I- sici, Clas- Milano , 1809. 28. La Dafne \ Di \ Ottavio Rinuccini | Nuovamente stampata | in occasione ìlelle felicissima dal Marchese Pier nozze Francesco Rinuccini \ \ signor \ — Ciamberlano di dell' Impero | MDCCCX. La S. Con A. l. R. la nobil I Nella \ La Granduchessa donzella stamperia la di B-4 lettera di P. Leopoldo Ricasoli pp occhietto;per G intorlecutori ; pp. 7-28 il tosto. Segue P. Leopoldo Ricasoli Zanchini Marsuppini; p. :}()bian(ia;pp. pp. 51-62 181'),(ìrmata TiUigiGiasio, o tratta della Varianti ed aggiunte deliri Dafne, pp. \ Barone Ant.inori \ Firenze Borgognissanti; fbl. p. 2. bianca; 8 Gennaio Toscana signora \ Teresa p. 5. data di allo p. 29 31-50 vi txi o dolio sposo, : suo Lotterà cognato; | al signor la lettera che è in operòdel Rinuccini; 0^-04 bianche. 2 X — 29. Dafne. Arianna, Euridice,a — ed altri Tasso Sig. \ Donna S. E. la la volta per prima latina Barheriniana dal questo giorno ignota di penna, datovi molta « mutato \ Vom mafa rappresentata I Bey Da p. 66 cho p. 83 Schiitz Lo Paro a la IV. 1. Come — del Peri, Le — del neW Musiche Del \ Di E: 3. — In Venetia L'Euridice Lio E: quella del Peri Caccini in col Venetia, | Appresso (1) Tralascio,per n(m degli Intermedi del i689 ch'egli, istudio con a genza dili- e "" vnd \ Weltliche \ Poe- sterdam \ verhesserf. \ Am- vnd Dafne: nel il Rinuccini tedesca versione non fino dal è minato. no- 1625. 1627. (1) il breve tranne Corsi. Raverii Fiorentino | Sopra l'Evridice Marescotti. | MDC; fol. stile rappresentativo | [impresa] | In Firenze \ Da |Appresso Grivgio Gior- fol. lievemente frontispizio Giacomo a p. I | MDCVIII. \ In Vincenti ripetere inutilmente, di cui perdute, sono | Nobil \ Mvsica Romano. } MUC; qualche esemplare In Dresda a Giorgio Alessandro \ composta | Detto le scene, e fino \ Rappresentate Nello Sponsalizio\ della Cristianissim \ Regina di Francia \ e di Navarra. \ [stemma] | Appresso | Appresso Marescotti Ve di Medici Fior(3nza questa del Corsi e Sig. Ottavio Rinvccini I In e Introduzione, cap. VII, le partiture della Dafne Iacopo I Maria della Musicografia. Caccini là ricordato avanzo 2. detto ho Rinuooini lui musica... in \ Geistliche intera non sia stata prima rappresentazione versi da in di trovare 1646. già posto in musica aveva li per \ letzten vbersehen zum traduzione una accaduto Traduzione. Jansson Johann loglio, dato è dell'istesso mano si mostra I Opera \ poetica. \ Dasist selbst della , di quenza elo- 4*^. in e' m' Barberini rifatto,s'andava ma essere per \ Autore \ Con \ Bibliotecario e barberiniano codice un Francesco scritta Narciso, il apparecchiando Opitii in al Cardinal solo non \ |professoredi Poggiali | 1829: Vincenzo tu. Mart. Università di Roma \ nella tutti, la quale, come a ha ma. un nozze dampagnano Rezzi \ da Luigi Maria | presso favola, intitolata una le Pamphili \pubblicata le stampe Vittori si celebrano Leopolda \ de' principi Doria nella prefazione che Loreto cav. da di \ Roma il Rezzi Dice dono i tratta Sigismondo Chigi \ principe italiana e | che nella lieta occorrenza \e MDCCOXXVIII. Rinuc(;ini | di Ottavio T. di L' Aminta volume; Bettoni. Niccolò per in musica originaleBarheriniano di S. E. il Sig. I D. del 73-149 pp. drammi, Milano, \ Favola i^ Narciso 30— — 16. diverso noi caratteri. j MDCXV. la descrizione della stampa musicale XI — 4. La — V \ Dafne di Marco | Da Gtagliano Cristofano | Neil' Accademia in Mantova. Affannato \ Rappresentato, Appresso — Marescotti. derjVElevati \ [impresa] | In MDCVIII. | Con Firenze. \ | de' Superiori licenza ; fol. L'esempi. Mayiiabechiauu relative ho alla scena, ma non qui riprodottonelle al Intorno di Dafne del modo 1608; 5. (sic)Rinuccini in-8,di Claudio — Nel Claudio XIX. di ogg:i questa nota «Dalla : alla 18 p. Monteverde.... Amadiao), le altre ma Prefaxionc di fronte alle p. 84 site da musÌGÌVi dell' originedel dramma (ìadella musicale e di ¥irenxe,Appresso CristoforoMarescotti, Arianna, d' autogr. nel cod. ms. della storia della musica che d'Arianna Lamento il famoso si trova del è stro mae- morire qui Misera non mio fede pur Vivo, [o Un Dr. Phil. of^gidì ignote » — Monteverde, Lamento 11 Vogel ed stesso — In Florenz, 27 Nov. pubblicò questo cimelio qui riprodottonel dalla in 1, cap. voi. Venetia cinque voci da studio suo 9. Sevebo Bonomi da E.inuuFirenze. drigali Il sesto libro de' Ma- Monteverde, Venetia, appresso ecc., appendice al Emilio — MDCXIII. [Lamento d'Arianna] in Claudio a 1884. tragedia del signor Ottavio in stile recitativo del Gardano, Stampa unicum. un cavato ciNi, posto in musica o slam contenta son sono , io l'ho d^ Arianna moro che Ma — state ancor Nacqui regina — — Marco parti: — 7. in cultore quell'illustre Ahi — — ragioìM 0 Teseo, Teseo Dov'è, dev'è la ~ 6. la già pubblicatinel Sesto libro de' Madrigali (prima ediz. 1614,Venezia, Ricciardo trovano dal annotazioni a. Lasciatemi — cit. o I Canti — Vogel n. cantanti quale rappresentazione; tutto 114. — sono si Lamento — SI sola, , è ms. Vogel 1. s. Monteverde Magliabechiano Emilio 6, ce. in cui tratta dalV edix,ione rappnsentarlo: opuse. da l'Affannato, posta ed dei notai per Dafne. Firenze, degliElevati i reca stabilire a della in 1845 fu stampata Oraxio di 36) ant. riuscito a! testo note nelV Acca/Umia GLiANo, (Jfws. sono Ricciardo Amadino» MDCXVI. E 8 ~ : In Anversa, [Lamento moquarto Giovan 9 — appresso i heredi d'Arianna] libro de' Battista a di Pietro Phalesio p. 22 di Antonio Madrigali Marengo, a cinque il al Re David, MDCXXXIX. Verso, voci eco,. In siciliano. Il Deci- Palermo, appresso 1619. Lafnenf,o \ D'Arianna dì Monteverde | Maestro \ del Signor \ Clavdio in due Lettere Amorose ('aj)ella| Dd/xt Serenissima Repuhìica \ Et con del G-ardaRappresentativo.\ i^onprivìilegio. genere [impresa] j Stampa no I In Venetia MDCXXIII. | Appresso Bartolomeo Magni; 4". XII — 10. [Lamento d'Aì'ianna]di Claudio — Arie, sonetti divern de 1.2.3. II May r/ioFiorito. ne Posta autori del Duomo d^ luce da in vieto, Orvieto,In Or- Mioh. Ruli, 1623. Angelo Fei e Einaldo d'Arianna, ìuadrigali e scherzi di Francesco per Pianto — inadrif/alià e Moni'kvekhe Biocohiani, Orvietano,Musico Grio. Batt. 11. — sola voce a Venetia In , appresso , Costa Alessandro ghera Vo- di Vincenti , MDCXXVE. 12. Pianto — Madonna della Lasciatemi Selva I Morale pella Maestà sola voce a Superiori et FrivU^ijio\ [impresa] | In Bartolomeo Appresso È 13. iielia nel Balletto delle Ingrate nei — opusculi in i canti di gesto. \ Libro Cappella Sacra Maestà Cesarea Madrigali \ Guerrieri,et \ DeW Vi si la musica legge Introduzione — — — 4^ Ahi troppo Ahi vista Claudio Mepublica Venetia Bella — oc. così distinta del Ballotti}dell'Ingrato Ecco — Ma — ver a qui Non — 0 - ==- — " 14. — più porto a Tornate al negro squadre non Nobil Francia editore \E V'è 15. — una Edizione G. Guidi ^Euridice voci » » sola a voce sola | Le \ Dal » \ Netti f. 6. 00. | e proprietario 1600 in ristampa del » » » » » » » » » » in opera Firenze ; per » Musiche ng. Ottavio Sponsatizio della Cristianissima originale di questa prima scotti neWanno » 2 » di Navarra. di musica » » ? prioiligiata G. nello » a " \ sopra fiorentino » » voci » chiostro » » 5 voce seren continuo ». a a donne Edizione » «" al bel vilegio. Pri- Vincenti, » sola voce basso con » » senz'altro diletto Tornato \ Con 2 violini. con 4 voci della morto Udito — star \ Alla : sola voce oscura l'addolorate noi | Maestro III Entrata Dell'implacabilDio — Monteverde j Appresso Alessandro d'amor madre Episodii fra 35. è duro le tenebroso Aprite — brevi \ Ferdinando Apprendete pietà — \ Con alcuna Venetia. \ Dedicati di al ballo. troppo (1641).| Amorosi \per saranno Imperator I [impresa] j In MDCXXXVIII; che , Ottavo \ Di Serenissima della licenza de"* Henninj,' Koleru, 1641. ristampa I.eipziz, una rappresentativo genere senza Ve 16il. Sacra \ Alla \ Con MDCXXXX Venetia Ca- ; #. Magni parte III odita \ Dedicata \ Gonzaga. Dell'Imperatrice| Eleonoì^a di | Maestro Monteveude Venetia di \ Repuhlica nella: continuo, basso con Spirituale\ Di Claudio Serenissima della Cesarea E rianna d'A- sull'aria del lamento wi^? /?^2 lammoriar morire \ Maria \ Firenze tutti i musica in-8, pp. " » » » \ di \ Jacopo Peri Rinuccini | rappresentata Medici | Regiyia di | Presso paesi j N. fu fatta \ da 48. In fine: | Gr. G. Guidi B. L'edizione Giorgio Luglio Mare- 1863. 1880. G. j^rivilegiata G. Gnidi | L' Euridice \ comjjosta in musica | XIII — stile in rappresentativo f. netto 6. proprietario in-8 1600; di Dafne La della Marco raccolta ihren von | N, coi Romano Editore QuesVox)era B. Giorgio di tipi Euridice bis \ Prezzo di musica non venne Marescotti del | e mai l'anno nel- nel iSFahrh.) des Theoretischer and fur Caccini Mitte zur Praktisoher Gesellschaft der von 1' e Anfdnyen ersten dlterer herausgegeben sikwerke Guidi, G. | 1880 Gagliano da Publikation : Gr. | Detto 52. pp. Oper {Die X Caccini stampata — voi. Giulio paesi. soltanto ma da | Presso i tutti per rappresentata 16. Firenze \ 00 \ — Mii- Musikforschung Leipzig, , Breitkopf L' 17. Hartel, et Euridice di Caccini. (or ihijVO — basso 1888-89. Ricordi Milano, numerato completa Opera s. a. collez. (nella di accompagnamento con di Opere trali tea- , , classiche). I. 18. Peri. Gioite al mio. canto nell'opera Canzone — C. Lasciatemi MoNTEVEUDE, diversi. prefazione Arie antiche e cenni raccolte biografici^ Canto morire per Milano, cura di iiicordi, d'Arianna Alessandro s. a. Euridice — in Parisotti, Autori con 3IASCHERATE BALLETTI E MELODRaMMI DI OTTAVIO RINUCCINI mascherata Questa 1004, autografo. fascicolo nel è Si altresì legge vii, fine in del 81-83, pp. del Trivulziano 1006 Trivulziano volume , secondo Bu nella della raccolta folata fatta di Sbarra et il da Saracino vole ; » le Croce S. piazza un di né la per Amazzoni né perché il in « fatto fu « sera di mantenuto I antecedenti ogni Irdeche ritengo fatte stette in lazzo, pa- voli sollazze- a musiche giochi in ma però si fatta è non nuovo E ottobre. Firenze, carrosello modo e commedie, di balli, In aggiunte) il da mantenuta quando feste che narra di rappresentazioni delle una Gualterrotti 14 Pitti, per leggi con combattuta comparissero il per descrizione avversarii. ottobre pello. Cap- Bianca particolar con né l'il d'Amore schiavi sbarra in-4 (e mascherata questa ottobre; 4 tre in-12 1579, Medici signora de' loro ventarieri a' Giunti, menzione particolar nel essa contra de' Con Palazzo (sic). Mantova la consorte maschere Francesco Don Gualterotti. di Per titolo Francesco] Sua Seressima apparato Stamperia nella nozze della il con Serenìssimo del Raffaello Persiani Cavalieri tre M. Ottavio, [Granduca del nozze et da di poesie nelle Toscana Composte della nelle Feste Nell'opuscolo Granduca di altre e , si « divertimenti quali i simiglianti cose », raddoppiarono Questa » degli all'arrivo ipotesi è ambasciatori neziani ve- dal confermata fatto che . nell'altro neppure I dintorno tione I Gran ri, Le 1579 Amazzoni. le feste s. Pitti de'' Duchessa Giunti. 1., particolare \ della alVinuentioni I Palagio del de' opuscolo fatte per in | Con ho nozze Pellegrino | In del Superiori; l'altro Sereniss. Bonardo. in Granduca s. a.; 4" p. opuscolo e [Moreni; nel tile cor- pello. Cap- \ Bianca | Nella picc, \ Descri- Fiorenza Signora Firenze "^ vedere Poetica Gaci] \ Sereniss. \ [stemma] potuto [Cosimo \ Combattuta Sbarra della de' licenza Non nelle honore Toscana di di 36, di Stamperia date ricor- sono Gino Gino- Granduchessa Bigazzi, di n. scana^ To- 3460]. MASCHERE PER LE D'AMAZZONE NOZZE DEL GRANDUCA FRANCESCO [1579] Perchè Ci adorni fama La Già Femmine Ardiam E ostil sangue molle, non meno bagnato del ancor ciel venire molle, e piacque, fronte a nemiche a : gloriosagiacque. di ma contro spesso e '1 terreno moria, com'al siam, seno eroi gV femmo d'Achilia man '1 fino al ciel si estolle Pentesilea del e vezzoso de ma pur, s'ella vi Per vestir non nostra con Troian E e slam Donne la fronte acciar lucente schiere, armate Termoodonte nostro sponde orniam di ricche spoglie altiere : Ma perchè queste destre ardite e pronte sembrin fiere, Troppo in seguir costei non Udite qual sotto un leggiadrovolto Le Abbia di Questa Donna, Che In velen mortai se ogni colorire Creasse Fuga Ogni : e oh più real che sozzo da' le ornar '1 nome, cura sua chiome. già mai natura egli è dannoso; quanto scaccia donna studio, ogni suo il viso, è '1 Mostro di morta pur pone raccolto. e giovenilfigura e vaga chiuso petti ov'ei oh come si chiude costume, ogni virtude ! Questa d'ogni valor gl'animispoglia E faglial ben codardi e lenti; oprar Questa Fé' lasciar al gran Il vincitor E La de Romano il fuso Torsesi la generosa de' in fama e '1 gran dar e femminile mostri la babilonica voglia e de' le vele i a venti; spoglia serpenti, Regina valor macchia e declina. • Fora E 'n di vece fòran '1 Se il Avesse '1 Grloria che E crudel non S'arma contra ben l'impresa Parrà Che Ivi virtù di costei a nostro chi non ben lascivo d'amor dov'arde vera di ferocità al onore, brama cor ha pieno. e d'eterno nostro condegna veleno ingombro nostro a ancelle mortai suo desio ardente Dunque studi, crudi, e del petto celle imperio nostro feroci rio mostro scudi femminili in al d'abitator Città e solitarie a tante imbelle, e corazze giorni i Trarremmo E trattar dentro Racchiuse Né debile noi di ogn'una più e desira, core sdegno e alto valore fiso mira^ foco loco. d'ira : MASCHERATA Tasso IL E RiNALPO FATTA NOZZE NELLE DI D'ESTE CESARE CON VI RGI N I DE^ A 1586 MEDICI [Questa duplice Trivulziano 1006, venute in il particolare intendere la si che di all'altro \ maravigliosi de* \ nelle Firenze in Cesare I InFirenze, Con della \ in-4, Di 25 co. 4 anche esemplare un queste \ Rappresentata Virginia più Signori\ Medici. | l'Anno 4 n. | n. i con riguardanti di Palatina presa] | [im- MDLXXXV. co. aggiunte ce. nella parte a \ num., seguito rato | Appa- Eccellentissimi ed Donna Marescotti — è \ fa Magnificentiss. Commedia la per Illustrissimi Giorgio Superiori", giostra. e \ Del Signora la che numerate mario som- festa questa a non \ fatti degV d'Este, Appresso de' licenza j Nozze ce. modo in relative in meglio per riferire comparse Descrizione Intermedi opportuno, di loda si esse cod. Ferrara di di Rinuccini, 4 Bossi] felicissime Don Signor Il De' Dame le creduto altre di opuscolo un [Bastiano e dal del vii : Ho le Trivulziano a Medici del 84-86, pp. fase, fatti de' soavissimo. e vii, «del fine stesso Madrigali inventata in nello Virginia canto fase, la verso ohe cinque antecedente leggono legge notare Firenze comparsa disfida la da Ottavio prendere a modo di leggono si si pure E medesimo nel è essa didascalia. senza 1004 Mascherata ed 1004, la Firenze telli car- giostra Collez. di , [0. 28 9. 5.], 5. s. n. Il tip. felice ritrovamento di — del mascherata questa Tasso a Michele come mascherata Tasso, la parte E attore. stessa Torino, Einuccini dell'S Dati buona troppa T. voi. patrie, opere i con Loescher, 1586, marzo della notizia due definitivamente spiega cade ciò madrigali 1895, nella quale mascherata la da voi. riprodotti me p. 472. che era si nella del lettera prendeva non cui in supposizione I, la stato in dotto intro- riferissero mia alla Vita di DE' CAVUIER' MASCHERE GIOSTRARONO CHE E Mascherata viene Sposa dalla Le Notte piedi, a Alba la innanzi vanno e tissimame liedel ella come è compagni loro per piede a all'Alba davanti Fraude, facendo non loro stato favorito. quelle che e vella no- Cavalieri due seco alla divenire, il qual colore che come il Silenzio parimente con Alba maschere Jenebra, Seguono suol rancia Rugiada pomi odorosi (2),cedendo e conduce e dalla e giostra, vestiti di color rancio; Bianca prime la e sole nostra due pregio, suo Pioggia Serenissima della Sole, mantenitori all'apparir del dalla (1) saracino. del fiori,acque suoi Sole del giostra nostra ogni tanto de' alla e MANTENITORI accompagnata tributo SARACINO Cavalieri della celeste dar a PRIMI de' mantenitori Li'Alba AL DE' PRIMA VENTURIERI precedono. della amici e andar la sono con te, Not- romore e strepito. I due cavallo a la loro per Gli primi altri due L'altre i Pellegrini, sono due alle femmina, Stelle matutine poste , a vallo ca- velocità. aspettano la luce non due sono del sole. le Fatiche, sono quali tutti quali, solleciti del lor viaggio, sembianze sotto i mortali per sono lo di più maschio dalla vicina e di luce invitati. I due del cavalli Sole, i cavalli sellano Le voti VAlba, la nella descrizione (2) Bianca del carro li canta '1 ciel tutto s'accende Da' che l'Ore alle li due per sono valieri Ca- quelle che nugole Venti sono che cia cac- : s'inalba raggi, il cartello e celesti seguenti madrigali o luce dei Cavalieri della mascherata. Cappello Medici; dell'Ore mano più chiaro vostri stampa a sole. piedi intorno quale E (1) Manca lo per a Se questa altrimenti non maschere guidati sono cosi più sotto. e più felice alma del beatrice, Sole, che dovrebbe venire dopo 8 — 0 Bianca A me, Più seren'alba, e a lice non me questi preghi, ch'io, Alba, vi porgo, Già rancio al mattin Si ch'ai bel e E l'alba '1 sole, a in de' fiammeggiar Se tal bave Volati Siam dalla tutto di martir E che in Dove la Morte Vegnam, Cerchiamo un son Anzi E, Un dolce questi versi soglia (1), si spoglia ambascia. la regna morir Doglia, lascia: non di fama vivo il bel a in noi qui, voi stelle tante ardori di lui ch'in sol tutte è certo rubelle. sospinti. gli sen miriam sguardo cinti, e sol fra in disposta. l'alma rapir per mille si trovino fascia e ragion vestiti d'Amore abbiam mentre splendore. e al tormentar mente non albore, qui, laggiù deposta umanità vento Non mai fosco circonda la venendo dal Ma, luce orror guerra. veri, mio Tartarea eterno Quell'empia doppia dal nell'infernale Dove Abbiam, voi vivendo giù cade una. speri non più da giusta e diletti '1 ciel che L'uom sol coppia terra. miei Di Che voi amorosa gioir son l'impero guerrieri Combattendo Che il sole ; luna mostreranno L'alto s'avvicina cedan Dee, la Or ciel suole altero le stelle Questi del Sol (1) Benché mi E e splendore '1 fiore e lume celeste voi, alto divenir, com'in Quando Di mio. seggio prole, fronda, il pomo La il al vostro mia L'argentata cedo e Ecco, appressando Di - che : estinti, facelle, voi risplende. l'accende. sono quelli dotti dai Diavoli. 10 - Diavoli, non ricevere, noi altri le fatti in noi, fra s'è tutto non in gli che gli hanno è da voi, banditi e cacciati mandiamo al capitoli,che ne il perchè brevità e la incredibil che dal ma rende ninno a grido che che in tre da l'amante universalmente verremo a il nostro secondo provare solo ne di nel tendendo in, lancia, co' toscritti sot- il tramutarci facile noi ed mo, ammiram- orribile : il tempo e e martedì , con intenzione, solito campo I TRE Diavoli, i quali in campo le festando mani- ognuno firme] paleseranno i nomi Io Cavalcanevb fui presente a quanto di sopra. Io Draghinello fui a quanto di sopra. (1) Fin qui la stampa di ce. presente 4 suaccennata. (1) la mo, prossi- s'accetterà. [seguonoì capitolie quindi A- si trasformi. l'amato s'opponga costume, lere vo- d'ingro.titìidine, non la nostra concorde di colpi noi pur di ritornare noi contrastare a si sparga, nostri degli avversarli prima, non vuole in fin che volonterosi Tre voglia amate bellezza gli hanno non noi Noi si che : qualunque Saracino, Donne mondo, che do. mon- non d'ingratitudine, avanzano sforza,che ne ce E Le pentimento ardentissimamente a ogni altra. Ed essendo in ogni forma, la benignità che vedemmo benigna, o meno consiglia a prender forma di merito more lui ancor di mantenere e dannate adunque disfidare a umani donne partitidal tosto benignità accompagnata, tanta alcuni muove in loro cosi intendendo da Il medesimo a più valorosi state sono desiderio ag[i bellissime da che narrando , commuovere, vostre disfavoriti. ma i favori tutti,dell'esserci altri de' sentito Donne quelle prima tornati,che destammo furono, ne maraviglia Uno delle fummo cortesie,l'accoglienzee costassù — loro. Per Maschere, NE LE ne de' che donne, Onde ben Cantai E lor Mille Che mio me Come 0 ben Arme Più E che la dritto bella '1 valor, vera questa per seguenti sono le vostro, l'armi con i miei carmi, gentil guerriero, più ingiusta offesa sia e Vede parla. mai che vero ; mura, ragion, più prole oscura più giusta impresa di ben è cura, mostro sangue sosterrà vendetta Onde (1) Queste due Tasso mia rimane le sacrate strinse contro Sua lor del allo, ch'in rai. inchiostro, eternamente appo : mai sereni puro fosse de non feo Né di vedrà non più e d'oro, fóro mai questi guerrier,veri far AL stile posi, ogni regal coppia, Con tra Ei chiari cavalier Espugnator OPPONE gentile nome verace '1 sol ogn'altra Or, questo RINALDO umile e in nome quante studio per SI Este, tesoro, e alma con vergai carte Ogni e vide più gloria '1 beltà non da DI GIOSTRA inchina Ferrara ferro di chi De' d'amor sovente Avanzai PERSONA UNA superbo può di Cangiar Cesare (1). '1 Po Belle LA IN MANTENITORI Quelle Don sig. SOTTO TaSSO, DAL DETTO del l'autore quali CONDOTTO nozze le lor '1 contro da lui vero : difesa lignaggio altero. suo beltade felice etade. composizioni del Rinucciui. Evidentemente ò il 12 — — E famosi tra' Qua Ch'or E vien suoni Del di pur Di questi Pur che E seppi ogni il vegga Ond'io l'ho Se ben A' merti, in ogni valor la fama di mondo dal pregi ingrate, di e '1 canto chiare più che non beltà nobil mio ciel lor grido. '1 e nostro grazia che lido, vanto donne le '1 divin a' il l'estimi, ognun clima, sia sovra suona pregi, lo cavalier leggiadria, rime potei e crudeltate vittoria mie le miei, preghi a' sceso ne sue immenso suo Abbiansi Di è ch'ognun in sublime, sedea risonar chiaro semidei tra' terra bell'opre le Si eroi in giuso Che ov'ei cielo, quinto Dal te ; canto innalzate, mortale s'alza eguale. Seconde Maschere dell'autore, ALTRI Cavalieri sfide, ONDE FINGE Rinaldo CONDUCA INTRODUSSE contro Cosi cortese a' E ferro, Senz'oprar Richiamato A venir 0 schiera Ma da folle Quanto e si spirti? a Grià sentite voi Che Rabbioso dal Né Altro dell'altrui Invidi A torto A quelle, Argo Che ne' Del già cui miei di sangue gentile affetto odio fuor la : rancore e ricetto; regno ch'invidia fama grazia egual, versi chiare non aspetto ? e sdegno. gloria, cercate vide non fuore tenebroso or d'usurpar Risuonan Ma tratti v'ha erranti. trova e spinse d'amore, ha sen profondo vinse, cangiate foco non crudi e uscite sdegno solo, vostri Ne' voi in loco Sole sole, e in soffrirà lor, che e non accolte '1 e di Cipro resti o % Gnido; celebrate e qual più questo grido bel tate lido estraneo guerriero oppresso '1 vero. diNUOVO già come vuole Demoni che Malvagi non togli mosse l'inferno de perchè DI superbi vanti, di iniqua voci dimostrar vi con CHE s'accinse, le spaven desio qui del miei con me, nuove IeRUSALEM. preghi sembiante co'l comparsi con Demoni Cavalier a' esser TaSSO questi DELLA POEMA ch'in Questi, a contro NEL S/ IL PUR per Demoni di forma in SI fatte : lo 14 — Quest'è cavalier quel piante le Quest'è Ruppe, che 0 nemica dal di A ciel del Piazze le tormentar Quivi '1 Non qui Giù, giù, Trattino genti valor vostro dove '1 tornate i le cavalier sol al pagano ascese. muro fatale, infernale? mostri, ribelle Dio s'impieghi luce ; e e mostri, stelle l'auree e sempiterno d'armi chiostri ciechi a' a belle e pure tornate : stuol guerrier turba più difese? voi sacro Tartarei qui, infettate Non il ciel, mano l'empio irritar dunque Toglietevi che primiero e A da troncò vano prese; l'invitta quel pur in contro l'armi e voi conoscete Che cui Pinferno Sollevossi Non — orrore: d'amore. ; INTERMEDI PER CeMMEDlA LA RAPPRESENTATA li' PER LE NOZZE IN ANNO 1989 FERDINANDO DI I CON CRISTI N FIRENZE A DI LORENA DE' MEDICI fliproduoo, abbreviando dal raro opuscolo di \E Dellaparato \ medi degl'Inter- Padovani. Questo D. M. Duchi di Don 1589. I Con I testi l'unico quale copie necessarie la seguente a Avendo « fedelmente gli Intermedi per gli piaciuto è insieme di V. giubilo A. benignità le per ad sua V. D. Precede Lorena Gran ogni in luce quella Navale, la dì 15 di Comedia da di luglio umanità D. M. Giovanni sola con gli metta diligenza. il Serenissimo me no- di segni la con suol quale dere ve- Obblig. Servitore et Medici quale Alli altre molti delli di la et si illustri et miei signori Stampato in Superiori;S^. parte riguardante gl'Intermedi è tra le carte il giorva Padroni dell'Ademollo Donila Torneo, in Cristina la giorno per nella copia nella Biblioteca di Bataglia tutto il Stamperia manoscritta che an- noxxe osservandissimi,li Bologna Una legge si nelle solennissime signora esplica di festeoccorse Malvezzi. intermedi, (j[uesti festecelebrate brevità con de'' Vixani. fratelli permissione delle Ferdinando Nel gl'Intermedi,et Maggio MDLXXXIX. Rossi, nozze, XCI. più breve, Pavoni Giuseppe Toscana. gìwri Giasone, al Pompeo di io maggior sotto altri fatte Servitori. di sposi,il sig. Don Duchi le Musiche felicissime sue de' Emilio Ser. A. descritto delle Serenissimi dicatoria de- allegrezza e rappresentati. Supplico però la sono particolaredescrizione,benché Diario dama Ma- una Signor e Cristofano nel è stampa rappresentata che Devot. (1) Una La — il nelle tanti con si devotissimi primo | 4» Duca con mandare di stupore il dì Venezia, favorito ha \ [impresa] | In Ve- Composizioni recitata insieme aggradirli con de' suoi cose le brevissimamente quale uni versai con XCI. della di Vienna Medie-i,\ E Toscana. carico, comandandomi tal ardire ora la Loreno, Gran Piocaglia, mi la Commedia Gran Sereniss. stampare me fatto io prendo Questi Di ho come a che musicale. D. de* musicale Ferdinando di | M. Commedia, della dare \ Don gl'interm \ e de- : dal ordine avuto di far Cavalieri di Lorena Cristina | Per nozze nell'Hofbibliothek Duchi Vincenti. Griacomo | Appresso Q-iacomo Bartoli Concerti, \ fattiper Lorena, \ Gran e \ Nelle stampa rara Matteo Serenissimo del nozze di Christiana netia \ Et Intermedii : \ Nelle in I Firenze una l'illustrazione completare a Madama Firenze | Christina di conserva ringrazio l'egregio dottor (2), e le si completo esemplare in altresì | sentala — \ dell' apparato | in leggono si Madama e \ licenzia, e Privilegio; 4». Milano, Appresso Superiori; in-8, pp. 52 (1). de' poetici \ Medici | Rappresentata in Firenze \ [impresa] licentia rappre Ferdinando riprodotto:Descrizione Medici, sivo, cor- Descrizione : \ [impresa] \ In | Con IX. fu Ferdinando Toscana. Don intitolato carattere la commedia di \ Toscana. commedia I fatti per Serenissimi \ fattiper LXXX opuscolo raro Rossi de' de"* Serenissimi nozze Cristina di \ Loreno^ Grran Duchi Anton passi ohe distinguo col Bastiano - \ Nelle in Firenze alcuni Sidi della nale Nazio- di Firenze. (2) Cfr. VoGEL, Biòliothek Haack, 18J2, I, p. 382-85. d. gedrukten Weltlicìien Vokalmusik Italiens ecc., Berlin, L8 — dì A « VI di Vecchio « cosa Vittoria, le tutte fu quale detta alla parti Addì di Granduca, « la la Nel medesimo volta Resta quali si cosi di che di vieppiù il de' fu ed data altri terzo primo di ad divenne del melodramma, poi il primo media com- [e. » questi anche quadro qual desimi me- media, com- ed e- 149]. di fatta nuovo Ambasciatori dopo nobile.» co' e valore degli di l'importanza passo essi del venuti molto in favorita la fu istanza colazione una Vittoria; maggio] personaggi Pazzia, Gelosi, stupefatto. di [XV La particolare restò Magistrati confermata il lei lunedì Venezia quivi e datare suol ognuno Salone nel di e personaggi della in Zingara perciò 132]. Principi, Zingara alla meraviglia giorno Repubblica prima che li grina, Pelle- la Comici i lazzo Parita favo- della mila, recitata da tutti stati tanta con d'Isabella, commedia della ch'erano recitata Fu commediante, con 40 [e. Sabato. 1589. Maggio Granduchessa, intermedi loquenza soddisfattissimo.» Andreini intermedi scudi costata Zingara^ la contraffare vedere del Salone gran detta istessi gì' il a]l'ess«^^,re nel Gelosi con restò ognuno XIII fu Comici massime rara, oltre dell'Isabella dal da' recitata fu commediante, Vittoria la sabato, commedia una della in Maggio — che fu [e. fatta 150]. da' intermedi, per della la siderazione con- Dafne. GL'INTERMEDI DEL 1589. [p- "] Ma ne' che natura : la canterà, varie musiche di dello si favola lo abbondantissimo di il vivo meraviglia favola a quel le legava : alcuna che E per commedia sforzato era del sempre mani all'artefice di della de' primo. questo delle e possa popolo proposito faranno e una poco, pigliando continuamente par che si trovi gli pareva non u- strare mo- vi sfere.] alle fa le Serene da mentovate cioè (sic) celesti, Platone menzione n'aggiunse, se (1) intermedio quali oltre due, moderni, scena, a cattivo chine mac- , al seguir a di V aria per non scienziati delle in ds^ì' Armonia, e quantità Oltreché, del e l'Architetto nuovo. rappresentò Repubblica, uditor e strumenti, far parve di far appropriate di attenti. agli Intermedio si gli buono e di si o facultà recare gli non mostrare a quale cosa un staranno [L'Armonia guidate tempo filo, giudicando [p. 18] Ci in fare favola, filo, nel mutamenti e ballerà vari con passanti ispessi ciò della quello sola una sol con e ingegno, suo diletto. e d'un palco, per abbia con esso, , sotto mostrare se e '1 fatte si ingegnato Cielo che al trovato tuoni, acciocché medi, degl'Inter- s'è sforzato vengan essi, sopra ciò dal discendenti tutte '1 poeta vari oltr'a s'è poter 'ntermedio che e di e d'invenzione, saglienti nello : maraviglie suo favola, i Musici e varie Egli a se richiegga consertato intermedio. scenti che madrigali, tutto nella far esemplo, per di sorta d'essi, deon delle raccontare a il facitor quali l'operazioni lor oramai vegniamo lui, secondo della quelle libri ne' nona pinion l'oe cima de- sfera Discesa [p. 19] trovatore La dal cielo musica fu in alia nuvola, d'Emilio degl'intermedi (i) Precedente una commedia. [Giovanni de' V Armonia Doria le Cavalieri, Bardi di Ve .caìKiò parole mio]: : e del 20 — — Armonia. Dalle celesti sfere Di celesti Sirene amica L'Armonia son, Poscia che fino al ciel battendo L'alta fama Che mai ch'a si nobil Sparita questa, cominciarono coppia viole che in come del Serene vere mortali o : l'ali il sol a discesero cantare [p. 20] e in suono liuti su gli avessi tenuti non loro, addormentar canto (1) le Sirene questo la Jor vista se vide non force Alcide. e quattro nuvole potevano, la dolcezza con no, ben vengo, Minerva dolcemente tanto voi n'apporta Qual voi, nuova e scorta, di sti, de- profondo son gli ascoltatori. Sirene. che Noi, Dolcemente In le celesti sfere cantando facciamo rotar cosi lieto Lasciando intorno, giorno. il Paradiso, Meravigliepiù altere Oantiam bell'alma d'una d'un e bel viso. (2) Le parole di questo canto, e gli altri madrigali che seguono in Riquesto intermedio, furono composizione d'Ottavio appresso nuccinì, giovane gentiluomo di questa patria,per molte altre sue qualità ragguardevole; Lucca, prete Dopo Pianeti sentirsi Astrea: di di Paradiso. (1) La stampa musicale Archilei,che grosso Aperto dolce, cosi una sembrava in questa apparizioni, della Necessità altre e Cappella di maestro e di Cristofano la musica e e : « da due oltre il serenissimo chitarroni sonati uno Parche, dei le in terra e udita melodia, dal sola cantò Gran Duca, detto suo sette cominciò agli strumenti Questo madrigale da città. con esso più non quale, gratissimiservono accompagnata cielo, in forse Alla dice il Malvezzi, a che che ben sona- tonio Vittoria,moglie d'Anella sonando marito leuto un l'altro da e tonio An- Naldi." (2) « Nel Il seguente madrigale fu cantato primo voci. Nel coro secondo parimenti da una coro lira,un'arpa, un una dalle leuto lira,un'arpa, un quattro voci ». Sirene grosso, e concertato un sotto chitarrone, un Basso basso il seguente con di di dine. or- viola,e quattro viola, pagnato accom- 21 - al canto rono tromboni, deìVArmofiia traverse la melodia Finita del mezzo cielo, e che, di quelle Serene, le cose e Sirene,vi s'aggiunserodel cielo (1). le Parche, toccanti gual distanzia, e delle e cetere e — il quali sedevano fuso, intorno dice come Lachesi le alla madre Platone, Necessità le presenti, avvenire, cominciarono, richiamandole al e- nel all'Armonia cantano le passate, Cloto [p. 21] per Atropo e cielo, a cantare; i Pianeti, che sedevano dolce armonia, parve al poeta che nell'altre aperture del cielo, allato a quella del mezzo, tassero caninsieme le Parche loro la tre con e con esso anch'eglino più far per Al Necessità. madre nugole qual andandosene e dialogo, che fu il cielo verso le Serene movendosi canto cantando loro questo, rispondevano e in facendo su le un gentil lor vicenda. a Parche. Dolcissime Sirene, Tornate al cielo,e in Facciam cantando a tanto dolce un gara (2) canto. Sirene. Non mai splendore tanto Vide Argo, Cipro o Delo. Parche. A (3) (4) voi, regaliamanti, Cediam noi tutti,gran Numi Cielo. del Sirene. Per lei Ma (1) La inoltre nel viola, con ed « di con s'infiora, pur rubin perle e musicale ciel aperto tre un (2) stampa non : sei e varii strumenti si fece seguente Sinfonia La leuti,tre grossi e tenori,quattro tromboni, una sopraninodi viola sonato Cantò s'ingemma tro cornetta, putto di ottima con una gli detti strumenti et basso di salterio,un piccoli,un ogni maggiore con un questo raadrigaletto Mora. traversa, unacetera, voce una dola man- Striggio.» da Alessandro eccellenza grazia accompagnato e da di corde.» (3) « Questi due versetti furono cantati dalle sopranominate Sirene lo con stesso concerto.» (4) « L'appresso dialogo a in cielo.» Nella 16 si fece stampa musicale non con tutti gli strumenti v'è però distinzione di e voci cosi in personaggi. terra me co- 22 - - Parche. Di argento ha puro Arno, voi per l'onde Q-randuce,e d'or le sponde. Sirene. Tessiam dunque ghirlande a sien di paradiso i fiori E si gran Regi, fregi. i e Parche. A la lor fronte regal s'intrecci stelle; Sirene. E Fu il tutti i mentovati mirabile cantando, fini novellamente strumenti cui non Si fa lieto cantare a E spera Schiera e pp. di (1) « U voci al da aver e ed elleno minciarono co- in su (1): eroi. gloriosi zelo festeggiando,'1 e la descrizione madrigale tutte intermedio.» dialogo, e cielo. degliabbigliamentidelle della prospettiva per deità parse; finora com- la commedia La legrina Pel- Bargagli]. Girolamo seguente al voi d'invitti la descrizione 33-36 raddoppiando primo 22-32 il Serene giocondo Canta, ridendo [Segtiepp. le mano amanti, fiammeggianted'amoroso Ma di sotto il mondo pure e i Pianeti e [p.22] Coppia gentild'avventurosi Per quelle nugole splendore. Arrivate le Parche e andarsene sole, lasciandosi soavemente insieme, belle. più e il vedere dal chiaro un nugole alte cose cacciate salivano dette su e cosa cielo, quasi che man cielo luna e veramente verso in sole le Qui a sei fu cantato e sonato parti a proporzione l'una mancano i vv. 4-5. de con gli medesimi con l'altra, il strumenti quale e si die' fine 23 — Intermedio [La tra sfida Nel qual monte, Nell'una Ninfe Amadriadi; la contesa la trasformazione di Piero, come luogo, lon cantare: Muse: nove fiori, sedevano, in Ninfe (2). le di figliuole in sul monte mezzo Piero stavano le ci medio rappresentò in questo interfra esse di Piero del canto e le Muse e figliuole delle le in piche perdenti. Occuparono figliuole delle Muse curanti, il primiero [p.39]più altiere e poco di seguenti, e musica le sedici nel e liuti Rinuccini valor di e grotte, a manritta, erano perchè il poeta d'Ottavio del d'erbe massi, questo, sopra e Muse]. le e del il canto viole,fu e M a r e n a sì nobil in pubbliche opere z i o, della arte, loro, composizione i due si come sopranominato, Lju e quale Ninfe giudicatricivol- delle primiere alla presenza e (1) prospettiva. coperto tutto di queste le e nell'altra (sic) Piertdi le seggi fatti ne' certi fioriti su secondo. della [p.37-8]Descrizione - nobil rendono ne gali madri- città di Brescia, viva monianza testi- sue. [PlERlDl](3) Chi delfino dal Nelle E tempeste quei La di « il viola, due Il Non come primo leuti, : Duca di sinfonia basso formato muri, bastarda et invidia più all'armonia beltà d'acerba siam e so bas- et arte che mediocre dal suono di due giovine che degliamatori un'arpa vono ser- di così due lire: e gran testo del De' il concorto di sei voci.» risponde. n'infonde: dura noi, di sentenza e Arpe, due lire,un ckitarrone. esquisitamaniera con Onde di viola di due un fé' natura; ne perchè A Era con Mantova, giudiziod'armonia nel e soave. composta era viola Vero Contesa manca canta putto, lor fratello, accompagnate un E un La « violino,una Belle Questo torri formar atto. musicale un da a duri noi seguente madri"jalecantorno nobile virtù, e porte. marmi alletta il serenissimo (3) € consorte pietre e però impetra, di cetra suon Cantando stampa cantando sue dell'infernal Chi \2) La ch'ai perduta Trae (1) Dopo aita beltà elette. perfette, » Rossi. quest'altromadrigale di un leuto grosso, un rone, chitar- 24 — Che Se più? '1 ciel Si dolce melodia Ch'appo il nostro Finito, cominciarono dall'altra nelle cantar non sia ? liuti e roca sopra viole cantare a (1) voci Risuona have non similmente parte le Muse: Se — nostre di dolcezza accento o suono, È grazioso dono Del ciel,da cui procede Quanto di bello il mondo intende vede. e Or voi, di queste linfe Abitatrici,Ninfe, Se del Al ciel E di nostro che palme il lire,lire arciviolate arpi, guisa : le coro. Muse, canto questo con soprani di viole, sentenziarono e di Pierio, figlie E qual È '1 vostro Dite che miracolosamente gracchiando v'ingombra sopra in sta que- canto quel tanto Cielo,o Terra, o Venti, o si dolci la fine con saltellando e : s'udiste mai si vide : il vanto dolcezza Ninfe ? un'ombra canto si dolce D'ogni tosto follia lor si deve A in soave 0 Appo e più (2) [p.40] E d'alloro e Ninfe ebbero le avete,. grazie rendete, Incoronate Udito diletto cantar le del donzelle la per sparire il accenti? lor canto ebber perdenti diventar nascondersi scena monte e le grotte giudicato, piche, agli occhi e e trui, al- dileguarsi il giardino. Segue /pp, (1) « Questo l'altro 40-41 che J segue la descrizione similmente era degU abbigliamenti. con gli medesimi strumenti coro.» (2) « Questo dialogo a 18 si foce con tutte le voci e strumenti.» e voci da l'uno e 26 - fuoco serpente Pitone, vomitando ria d'intorno, cavò fuori dell'orrida da arsicciate quelle coperto si vicini, stava lui al stato, lo rimise dentro. i insieme, sopra gli Onde bene Oh sfortunati Dunque Nati flebile fiera,tutti mesta e volesse alquanto e scena; la cruda che a al sole si poteva allumata Iddio E, quasi quegli uomini bene con Fa- voce liberarglida infortunio: strano e che miseri, veduta queste parole, pregando acerbo non oscurando il capo. vedesse predetti, strumenti d'esso tetra caverna e sole, cosi così col fumo e piante lisciando assomigliar lo splendore della cantarono - a noi ! saziar la fame di infame? questo mostro Re del cielo, sarem 0 (1) padre, o Volgi pietosigli occhi infelice Delo Allo Ch'a A sospira,a te dimanda te Muovi Contro altre che in dal che e cielo insegna un fu musica nella sfidava con seconda nel : ordini tre con e di tosco degl'infelici d'arco armato uomo figurato;perocché la e il se si dividea il serpe, dichiarato poco e era che nella in corse, gli soc- il poeta in questo battaglia Pitica luogo quale iambico saette ci volle guisa che rappresentandosi cinque parti. Nella alla battaglia conveniente; nella in col terza si contiene dì sotto. Nella ciò che quarta col verso iambico si chiama verso l'az- spondeo, quel serpente si rappresentava la vittoria di quello nella quinta , saltando, ballava un allegro ballo signifi- la morte iddio; e aperta, tra il verde crudele, quasi accorto e questa pugna, Apollo zannamento, colore stran Polluce, il quale dice che prima rimirava combatteva d'uno l'aliacce infocata,fischiando, e fuoco rappresentar Giulio l'antica con e boccaccia spaventoso venne intermedio e' guisa due stessa spelonca. E finito,con specchi lingua fuori Apollo per egli nella ucciderli tempo un la divora. e divorargli tutto quella selva, [p.44] per saltò fuor di quellaspelonca; né appena fu allo scoperto in erano cavò della smisurata in vista vomendo, cj'udel che il collo e una denti, con gran e '1 cauto, rilucenti di con e nero, durò il capo distese,pieno e ginocchi, piange e plora! saetta e '1 mostro che mentre volte i far di lei vendetta A E aita lampo piega te di (1) Questi tre antecedente. ?drigale versi Poi mancano nella seguo la nota: stampa * Qui musicale manca una e i seguenti sinfonia ». sono uniti al ma- 27 - vittoria. cante tolto di del tempo musici modi Essendo stimando in iscena, dovesse a tutto e d'imitare e con quasi venne, in l'arco con d'un detto abito palco, con quel bello da il Nella terza il e vero questa il che destro e dito, spe- maniera sul tromboni, cominciò il campo, al serpe saltando ciò e ballando, conciamente ac- prestezza con e scotendo grande parte ci mostrò V ale suon spesso della i battendo ballando tuttavia egli, pur e alla pugna. orrore frecciando e {ribattimento, seguitando, e al i ben ballandogliintorno sfida; gentile,[p. 45] ci rappresentò la di- con co lui fu posto nel riconoscere intorno vestito e che , fiero denti, accignersisi dì fischiando serpe in di dal il sostenesse) fosse dimostrò; e ne al fier serpente e E perchè e è lontano, atteggiamento si vide e battaglia,che riconoscimento mostrandosi fatto,e e, Apollo di saette cielo. di viole, di traverse della che pien Arrivato raggi. destrézza, ma gran con da alla melodia parte infocato tanto era musica, quest'arte, rimirò, ché perciocvenire un raggio; e si vide in diletto lo d'oro, nella guisa Pianeti i sette tra circondato prima tela di venire potuto al fianco il turcasso e non non la mano intermedio primo moderna nostra (perciocché niente miracolo quei con battaglia, rappresentata intendentissimo sarebbe non lunghezza fece, sommo come rassomigliar quell'antica.Fece incredibil maraviglia di chiunque risplendente di abito tal di più prestezza con che la con potere sforzandosi,come suo cielo,e sì arrecare, dalla e rappresentar cose il poeta rappresentò ci malvagità fatte cosi poter antichi,e agli spettatori,la dalla noi a — e tando, salpente ser- il serpente e il ruggendo e ginando dirug- melodia le saette maravigliosa attitudine,si troncava fitte nel dosso e squarciavasi le ferite,e da esse versava brutto e nero, che parca inchiostro; copia del sangue denti, con ch'egli avea in gran e gemiti spaventevoli tuttavia mordendosi seguitando perchi lo feriva,cadde Caduto e morto, eglitutto e mori. vittoria, lieto,gonfio e altiero,ballando significante sopra musica col ballo felicemente quell'attodi quella lieta alterezza: espresse si ritirò dal e ballato serpente morto, e gli pose il pie' dritto,, e urli con e con , quasi trionfante, sopra coppie di quegli uomini credessero e quasi non la che lungo erano volesser sangue, e Apollo allegrotuono e i compagni lira. » uno s'accostarono la selva scuro sopra a veder dendolo drago : e vequasi nero lago,di morto e la testa, cominciarono tanta se^ue fu dolci cantato da due la pugna quel dio e strumenti, lodando in questa maniera. letizia,a cantare sopra (1) «Il madrigale che d'una in che ilpie'gliteneva a fatto chiarirsi dal in terra, tutto imbrodolato in ciò E testa. quattro voci, al suono mando chia- (I) d»un'arpa e 28 - 0 valoroso 0 Dio Dio, chiaro Ecco il e sovrano, serpente rio Spogliagiacerdella Morta è l'orribil Venite Apollo Cantando quel lontan da il morto Delo e alzate, o belle Ninfe, al cielo. dello intermedio, veder i tutti quali s'erano la pugna, più spanto il mostro balla, e con grazioso andarono e da serpente. Finito che ritrovavan una il ed mille volte esprime fu la letizia , dell'aver com' importuna i Delfi così uomini ed Iddio liberato donne, come egli insieme , la quella di quel era d'una liuti,tromboni, arpe, grazia, tanta violini e con cornette mille e e felice :* 0 fortunato ville, 0 fortunati colli,a Mirar Che l'anima col e cantando venuti; sparve Segiiepp. 46-48 questo si tenne e maligno Spogliòil prato carolando cui lice pur l'orribil angue Versar In persona ringraziando e sopra Griorno lieto (1) « festeggia e della queste paróle : (1) 0 ond'eran scinato, stra- melodia intorno, cominciarono carola; cantando E che ballo, suo loro, rallegrandosi dolcemente [p.46] via solita atteggiamento peste sì orribile gli si cipio prin- selva, a maraviglia con fu canto al la lungo veder a alla Apollo , quinta parte di quella musica, esso ritirati uscirono si vide. E i Delfi gli altri che serpente, il quale alla fine del né mano. schiera, a s'accostarono canto invitta tua fera; schiera a Venite. A - il sangue. tosco di fior,di se la selva frondi n' andarono e la descrizione l'ordine medesimo il bosco. la per lo intermedio medesima fini. degli abbigliamenti. dell'antecedente. » via 29 - Intermedio [p. 49] [Comparsa di suono scena fuoco, loro che sopra un grandi, di e dire a in quando il mondo stante, uno nugola la mare chia- dell'aria, appellata supreme forma nel dicendo ubbidire, a a godere più bella nella e organi di e canto pura doveva dentro, v' ha attraversava suo region più della in nel e , Demoni infocata una cantare a quale, bassi, di viole, eh' ella (2), mentre la carro^ liuto ch'ella un lire di soavemente felicità,ed essi vengono nobile prende « dentro sonavano costringerei più Maga una infernali]. e violino, d'arpe doppia, bassi di tromboni, cominciò e celesti all' armonia e liuti,d'un scena, Demoni dì della mezzo legno che quarto. (1) Vapparizione di Descrivesi giunta in a e quel — e canto questo real maritaggio gli s'apparecchiano per [Maga] [p.501 A voi, che E tutto Ditene vedete, eroi, comando il ciel senz'invidia quando di musica predettifu strumenti nostri tempi. Le ogni di questo quarto intermedio, Strozzi, gentiluomo l'ordine e melodia della dei il rimanente come furono legrino scienze, del cui pel- belle e madrigali Giovambattista di opera specialmente di poesia, ce opere, degh pregiatodei musico Caccini di nobili ornato molte grazia aduna. di Giulio opera : alcuna sua parole queste quai parole, sì ingegno luna, in alto sete Il cielo in terra La farei la elei cader dal Io, che ne fanno testimonianza. i Demoni Apparsi (p. 51) Or nella saldo Un (1) « La « Usciva chitarrone, due detto mizio Alessandrino Isorelli in (?•") Si cantò « fu di Cristofano musica il concorto lenti della arrossi, due una [Striglio], tale strumento i! socruente aggiunge celeste, amor D'ogni alta gioia il mondo Ogni alma al bene oprar (2) (3): cantarono grand'alme insieme le due che nuvola Malvezzi piccoli,due ti-aversa eccellente. madrigale con , riveste; s'accende e punge. » da sinfonia si un nn'arpa Uro, un sonata di viola basso da salterio,una G-iulio Caccini, dal da I)o- bastarda suonata » sei voci e un violina sonata gli detti strumenti ». 3U — Volane lunge la cagion del pianto. Felice Che La musica fu a che mai del di maestro con e dona. cappella sudetto. Posersi pianamente musica malinconica una poeta) cominciarono, cantando lamentarsi tai parole del bene con della abitator Già nel Sarà carcere A più te agli occhi circondavano, usciva testa di quella a fronte una se minore (1) lira e « e ve in destra brutta i vero Il concerto e del barba con che alcune facevano , e petto in e grande e tra imbarcarsi, per Diavoli il tutto d'anime e quale quegli era su tra orrori gialla, e la a braccia. otto La che segue proporzione. Sotto fu di signor Giovanni sua Dante, vermiglia; terza nera. Sopra la a ciascuna messa svolazzava. Ne un'anima in guisa fatteglidimenare, è del lo vuol come dall'artefice stata Madrigale musica quei che , finto,quelle continuo in nuta; ca- fiamme; s'adagiava. Per : e guisa di cerchio, tutto di ghiaccio, a il gara Lucifero a di la con lunga ruote di brutti naturali lago, bianca chi batteva remo e a fuoco. tutto Caronte, , non bocche voci. La inferno il vecchio fuoco a V ali,del color di quelle del vispistrello, e, gli quelle porta. dipinga Dante, mezzo cresta morta: [p. 53]e si vedeva simili un tra due facce cinque pronosticato sdegno; e gente facce; quella dinanzi, maestria bocca, cetre, a e , eterno. , n'erano quello dal fosse stato n'avevan la tartarea d'anime stava man di queste la spezialmente intorno tre aveva che è detto, infinite schiere finti fuochi, che '1 lo infocato e , arpe Averne, i Diavoli ed che par perchè egli con l'Inferno,come e in eterno la barca tormentate (opera del viole sopra e gli scogli su lamentevole e il tormento verrà non dell' Inferno come empieva in inferno, le Furie All'entrar intorno e e ch'invidia l'orror,sarà Chiudi barca, dolenti di Furie regno scenderà Duro Descrivonsi del cieco dolente Null'altro sua schiere due la nugola: (1) Miseri « spariti i quali, , uscirono e nostro Demoni risuona, abbigliamento di detti Demoni spaventati. « sedere, in ciel soave trasformò nelV inferno , si Diavoli V canto felicità speranza sua Descrivesi scena eterno più Di - che pareva come con ogni che quattro tromboni, quattro violo, una de' Bardi. » 31 — voluto avesse il nel gareggiar ogni bocca Un A in fatto col poeta che lo descrive, che tre il mordere della Rimanea maciulla, facea cosi dolenti nulla era che graffiar, '1 Verso di guisa a ne dianzi quel co' denti dirompea peccatore Si [p.54] mostrarlo dice: qual Da — tal volta la schiena brulla. pelletutta [Inf.,XXXIV.] Era dì essi ripresa anima se con alle vellute da coste cominciò rabbia ritta man i la coda affumicata, lo quanto di lui questi Minos, reale d'orribil vista: e dirsi Minòs crudele, e che r anime e a qual si vedeva Finito do;)o loro gli stavano braccio un e in modo urli con Lucifero, e alla strida si rinchiuse affocate bellezza, e e lo si telle, ro- a rabbiosi di porpora, lunga lunghissima il Minotauro vedevano fino e che tutto contraffatto,che fu e Cerbero terra anime, qual alla di in Centauri e gola quale in su e una qual i tra col capo fino al quale fini,e sì diede cominciò in giù' petto, e gamba sola. gli scogli il lor mesto , similmente antri scena deva mor- piedi. Per l'Inferno, e gli scogli e gli la in atto che e dileguarono ; del due lamentevoli, sprofondarono, 'ntermedio fine di serpente Satan, Arpìe giacere a sedevano che i diavoli e coda , canto, aggranci bocca, appigliò ed : egli allora con Allato a Lucifero, buon un uomo e giusto; e questi, erano ghiacciatostagno si sgambettare; qual sotterrata di di fieno orribilmente,e ringhia. il tutto Tuno : sinistra,rincontro spaventoso in capo girsi: sfug- 1' altra veste con fan- alla rimise Plutoni e e e , in viso pareva di bocca diavolo maciullarle. a scorpione; corona Stavvì A che la ve certi erano forcatella una arrivava non filiggine: raggiunte, e e piedi,il fusto dipinto a scoglio Dopo ben ; strignerlee ricigneva poteva perchè come diavoli, appresso. ma e Gerione, era diavolacci 1' altro sagliendo e a le branche, e esso branche, le due con della '1 tempo, forcone, quasi un con in bocca glielerimise da seguitate colore quell'anime (che destri) gli uscirono, preso furono una di due , ciulletti assai ma velli dal lunghi masticava ch'e' mentre di coperto tutto tornò nella il quarto cominciamento sua atro al e le verne ca- primiera della quinto media, com- medio. inter- 32 - Intermedio [p 55] del quinto. (1) [Arione citaredo] . Descrizione apparizione di Anfètrite e mare; apparizione di Tritone [p.56] « Le sonando l'onde talento A cui s'atterra Nume Ad dal Rinuccini Malvezzi prete, le Ser.mo basso ed e un un'arpa Duca di a vasto regno. fuorché Giovanni la '1 guente se- , Bardi, furono di Cristofano musica Anfètrite ebbe detti strumenti a il canto, cantare: Anfitrite, da coralli, cinque a Malvezzi. voci leuto, d'un fu cantato fu di sonata ila Giulio viola, due » maxavigliosamente e d' un da cantato arciviolata Vittoria lira toccata chilei, Ardalla Striggio.'•" da cinque voci Mantova, accompagnati tenore regi,uscite. voi, gran chitarrone Alessandro famoso (3)« Questo madrigale del de' 'nchinare a d'un del mio finito che suono è di Cristofano suono mano al perle e musica sola, al seno. quinto intermedio E detto. diva Questo madrigale raaestrevol tare: can- liquidicristalli. Siamo (2) a questa bella (3) noi, con Da La alberga in mare degl'intermedi già Ninfe Da' « soavemente regina, mar soprannominato: Nostra « Anfètrite, e inchina e di questo trovatore d'Ottavio (1) del profondo del , E eh' elle (2) son ch'ai madrigali cominciarono e nere. ge- inchinarvi,o regi sposi,vegno Fin del liuto, cominciò raffreno mio quattordiciper lire arciviolate: e mento; abbiglia- suo ^\ì strumenti sonare viole un A Ogni a erano alla nicchia Io, che i che seco, sopra Tutti Ninfe marine, e Ninfe... cominciarono condotti avean - leuti, un fra le dalli antecedenti piccolo sonato Cini, anch'esso servidore da della quali vi e di Francesco suddetta Basso , strumenti, Gio. Paolo fu altezza. più di » da un Roma, 34 - Ardisci, ardisci Entra 0 in forte. quell'ondetorbide volontaria Sortirai A ti torrai quivi, o questi feri,e rappresentò citaredo e Arione descrivesi e gettò in si mare i marinari deW in mare nelle portò Lieti, cantando, il A bei i nostri Già, fatto riva: « allegrezza dendolo cre- ciarono, comin- mare desir freddo Dentro Descrivesi V ritornando l'anima felici de' scena ' Apollo Dei e in (2) entro esso commedia. ballo] e l'Armonia con della atto partenza della galea, la e sesto. degli il cielo Bacco e suoi. marinai Intermedio [pp. 60-61]Descrivesi noi or Valtimo per [Dono spira tesori abbigliamento d la aspira: cortese quest'acque; Godiam '1 cielo che gielo L'infelice Arion molte il e nel nuvole , Ritmo; ^e Grazie , le Muse Amorini. Fece « più bella che avendo (1) (2) il poeta vista Platone compassione « Questo madrigale « Il sesto Rossi. intero deità queste ch'eglipotè scrive per De alla fagotti, in questa guisa e Solchiam, compagni fidi;ecco e finché marinai salvo d' tasi raccon- « (1) cantare: mezzo morali dei pioni , cornetti, dolzaini d' Arìone la favola assalto delfino lo annegato tromboni, sopra a e Plutarco scena un lido. navilio questo con la grido, gloriosoal e poeta davanti eterno con lirico,scritta da poeta favola la il sonanti: e morte Giungerai salvo Ci - intermedio da , legnaggio fu cant'ito » solo, ciò è molto che in da sette alla voci nella fine fatto quel leggi. Ciò affaticato umano diverso faccio sue accompag'nate stampa di da sunto lieta e tare rappresen- fu che Giove ripieno d'af- e musicale questo più nella iscena perchè ci volle libri delle ne' al venire detti e strumenti. però dalla debbo » portarlo ri- relazione 35 — fanni, deliberò, per si le Muse portare refrigerio,che prendessero eglino questa V Armonia il Ritmo... e Chi le stelle Ogni in questi, Bacco in alto, si e terra sentì a il Alle dolce Il suono, dolce '1 ballo e '1 canto. E di tanto col canto aita Amorini: e lieta. dono, col e I faticosi tuoi suono travagliacqueta. venti uscirono gli con mortai, felice turba Godi cotanto e le altre sei Muse Godi, la terra. conforto e regge, vita, umana S'affligge Sarà e /'Amorino: e fatiche,onde sue informa adornar Muse poi ripresero tre mondo disserra ben suo 1 e arricchir, per Per Quindi mandògli e e legge eterna con Muove Quindi da e » cura Apollo seguente: [p.62] canto Di alcun dargli - coppie tra uomini donne e che [p.63] cantarono: Oh quale, oh qual risplende nell'aere Nube e colori ? bei di che Accorrete, pastori, E voi vezzose e liete. Ninfe, accorrete Belle Al E dolce Per Se celeste. i mali fatiche,a' il ciel conforto ? Ministra Quant'è E preste più fia7,che '1 faticar v'annoi gloriaper virtute, egri mortali, alle Rende dell'armonia suon e le deità: ricominciaronj Quando accorte d'acerbo ce»' doni ciò cantato, e giù e e e dolce e leve greve co' tesori soavemente suoi ? scendendo tuttavia,da quegli 36 - di terra grande ammirazion con avvicinatisi furono strumenti, oltre e a' solo cantano infìno terra via e Ninfe essi: e alla fine quei di terra della di voci del con degli Angeli madrigali di Ottavio del più quella della canzone è quivi volte che pareva tutte La cantare. a furono e a ; scesi bel nel Ove invece Che mai strumenti le gerarchie canzone composizione musica Cavalieri. de' In Con non suoni Scorriamo Or sereno, di fior lumi son e stelle meno, vengon voi e dolci il ciel seguendo e belle, canti certo con moto erranti. l'orme Degl'immortali dèi, pastori,intanto * Movete Al il piede, accompagnate nostro Alla conforme pie Ninfa sua il canto: accanto Ogn'un s'accolgae poi * I Muova i passi suoi. balli,i canti, i suoni ciel s'odono Del [p.65] leggiadramente Nuovo Di Vie in terra, e par che '1 mondo, Olimpo, risuoni celeste più che Il ciel si Grazie e armonia: mai mostra, dolcezza lieto e giocondo, secondo e spira ovunque e de' di drigali ma- [Cristofaro Malvezzi]; lucenti caldo, al giel sempre queste parti e in quelle Al che an- nente il rima- questa: Lassù in , quale La già mentovato. d'Emilio col ballo canzone e tutto d' altri armonia una cappella sudetto di maestro gli dèi , canto; canzone cantano questo intermedio Rinuccini, della cominciano ballando da fermate tutto il , aiutata si fosser spagnuola moresca stanza dall'aperto cielo che ch'uscia alla detti i leggiadramente i passi suoi, loro esso canzone, nugole, quando come Muova verso le e e quelle baleno, preso per mano cantando a ballar e loro insegnando con nugole sparite Pastori, tuttavia i e le alla cembali e pie conforme il essi [p.64] chitarre la seconda tutta a ed aria) ripigliarono sopra detti,sopra quelle parole Movete i in napoletana, cetere, salteri alla e rimirati (pure loro - intorno gira. Eia 37 — Ma gli alti se Verace secreti noi a disvela Questi doni, onde Séte, il Griove, sommo lifeti mortali, e queste altere 0 e nuove largo piove, quelle appo ch'or Grazie vili Saran riserbano Che - amiche al mondo stelle. gloriosastrada Per Vedrà il mondo Cinta al fianco Un A '1 Non Per ver sole. Medicea prole, conteso. il fia d'Atlante lui farà '1 mole, è non e spada, della soverchia cui Se la eroe sacro le stelle passar, gloriosopeso. ritorno Ogni virtute, ogni real costume: D'armi di spoglieadorno e Vedrà Flora E aurate con Dall'uno Levar Avrà da le all'altro la fama il regia sposa avventurosa. I mille suon in la fine e d'Amore man invitti pace, con e in guerra. d'armi gloriosicarmi. qual* canto, col gentilissimoballo [p.66] mento onore. lingue di trombe pregi lor per volo. a la terra D'eroi, famosi A nome gran valore e adornar Canteran fiume, al mondo quanti figli;, congiunti vedrai Per veder suo Etade vera bel suo polo eroi Beltà al piume Tanti Tu D sponde piacevole che non se ne fu di si dolce interteni- , sarebbe giammai voluto ». di Segue [pp. 66-72] fa descrizione dell'abbigliamento Il Fine. tutte le deità. 38 - Ecco La la relazione la stampa secondo musica fu intermedio. di Cristofano Malvezzi. fecesi chitarroni due Poi violino. due Del cangia mai Ove non vengon soverchio In salterio basso dì , , e viola, raddoppiate: stagion il sole, meno di giel gigli e rose, liete carole che fu segue concertato bassi, quattro tromboni, 4 con due cornetti lira, lenti , , l'arciviolata mandola, una il mondo. adornare arricchir,per madrigale ,{ un voce questo di giocondo Per due lenti senza sereno non Moviam viole, le voci Ove Per Il bel e vago soli strumenti lire,quattro replicò con si gli con , un musicale: Sesto Questo madrigale furono - cetera una , violino un quattro un quattro venti- con voce: 0 qual, Nube 0 qual risplende nell'aria di si bei colori ! Accorrete, pastori, E voi, vezzose Belle Al Questo Ninfe, dolce accorte dell'armonia fu La preste e celeste. Onofrio da cantato chitarrone. un sopra accorrete suon madrigale liete e Gualfreducci è del musica mente vaga- Emilio signor de' Cavalieri: Godi, turba Godi E di tanto col canto I faticosi Il seguente di sessanta, e dono, e tuoi madrigale strumenti fra molti felice mortai e col e lieta, ^ suono travagli acqueta. a sette tutti atri cori gli altri nelli cori si fece e con le voci cantò gli primi furono Tomaso al prannominat so- numero Benigni, Ce- 39 — 0 fortunato Lieta di gioia e farà E all'altro fama La Quinto andrà A coro. Questo ballo fu reai ogni costume, piume eterne con Dall'uno polo col 30. suo {segue la da cantato gran nome musica del le voci tutte a volo. precedente). tutti da sonato e gli suddetti: strumenti Oh che ch'in Ecco Caccini per Margherita dolce armonia sentir né e veder adornato mirabil di vaghezza e grande Udito ha che eroe, frena Etruria da Vittoria Vittoria l'altra alla Lucia e che una napoletana, sonagli d' argento attitudine Archilei , e si con maggior né e Giove in cielo E dal stampa di seggio santo suo il Ballo ed questo ballo per musicale benigna legge regge, purissimozelo, divisione (1).] con Il Manda di sorta. ballati si poteva. [G-LiDei Del e Margherita, e sonavano alla spagnola e una cembalino e prèmere. or gli terzetti cantati uno, un accendono: Venere e la terra pie tutti scendono terra Imeneo Col ! ch'il mondo Grli Dei Furono miracolo nuovo Ecco nella ! '1 ciel insieme e ritorno Ferdinando Per (1) La nissimo sere- quanto fia più adorno Quando senso: del tenore speme la terra canta Ma chitarrina Cima giorno che Poi Lucia Giulio e di Mantova. Duca e Marcelli Missere, Placido seri di - i versi il Canto. ciò che si seifuono riffuarda i personaggi è fatta da senza alcuna divisione e senza me, a cazioni indi- 40 - - [Coro] Che porti,o drapel nobile, Ch'orni immobile? la terra [Gli Dei] il bel Portiamo far al Per '1 buon e ch'in paradiso ugual il Tornerà d'auro Tornerà il secol ciel si la terra. secolo^ d'oro, di real costume E chiaro Ogni più lume. [Coro] Quando che verrà I mali distrugghino? si e fugghino [Gli Dei] Di questo Nel I sole nuovo subito apparire le viole giglie fiorire. Si vedranno 0 felice stagion,beata Arno, ben Per le sarai nozze Flora beato tu ! a pieno felici di Loreno. [Coro] 0 novella d'amor fiamma Quest'è la fiamma ardente Ch'infiammerà d'amore Ancor spente. l'anime ch'Amore Ecco II cielo arde lucente Flora innamora e ! [Gli Dei] A la sposa Corona Tessin De i reale trionfale Ninfe e Pastori più leggiadrifiori. ! serra 42 - dalla della cipalissima E qui ascoltanti Lucchesi Laura signora si i città di fine die quali - ai Lucca, Guidiccioni, di ornata Intermedi, agli pieni restarono de' di gentildonna rarissime ma desiderio qualità allo non di sentirli replicare. Ballo Questo disegno dell'ultimo ci ha da intermedio. rappresentare [segue l'incisione] il prin- palco. e stupore di virtù. delli nuovo BALLO BERGIERE PI [1590] Queste stanze Maschere titolo: col 157 a nel autografe sono di Trivulziano delle Bergiere stanze e hallorno poi hallo alla di La canta; nella \ 2. Bergiere, 3-6 In Firenze | e de' del Romano Superiori; comincia sotto nella carte quattro prima : dedicatoria la è il finisce ohe e G-iorgio appresso sotto due ciascuna contengono pp. p. basso: in Di Le di in-4, stampa una Maschere titolo Duchessa, Giulio di Caccini. anche Esiste seguenti gran Lucia signora e Lucia cioè le della Lorena. VII, cantò presenza Cardinale del Duca Gran bellissimo quali una 0. fascicolo 1004, ottave; La 8 7 bianca. è un'ottava p. 1590 Marescotti. figura. una la | sione permis- di [Naz. p. Con Firenze] . altresì Furono Giunti, Firenze, riprodotte 1622, Poesie nelle 188-85, pp. del la Signor Ottavio E-inuccini, dedicatoria due senza con stanze , di del più, 1590. cioè la quarta la e quinta che nella mancano prima stampa Maschere Serenissima Quando il popolo la quasi partita Gran A. V. di real delle presago Noi vostra. Duchessa^ il trasse Bergiere. piede del future calamità benché ancora che sentimmo ella vostro reale legni, che in rimirare, dal aspetto, desiderio di vedervi sfortunati la quiete la e vi dove paesi, furia quando ne perdemmo lasciar a dalle gli i conceduto di vista. i vita nostri venti dall' del i di Ora, nostri e Delfinato, occhi fu discordie della tranquillità del portavano che sforzate a Villanelle saziare per punto dolore amaramente contrade nostre tanta con medesimo infinito con e ma quel le Rodano al tutto , per dolenti tutte corremmo passava pianse povere , Francia, di regno vostri potervi stimolate pur troppo armi ci confidate seri miè nella gato ne- vostra , cortesia, regal chiara fama felicissima abbiamo l'altre tal maniera i ma E abito ancora che come le non a la quale solo lui ricorrono A. e davanti tutta siamo dove, e la obliati dolcezza città questa venuti i {sic) passati di questo la con travagli, vostro venuta suoni di e già felicissimo tempi, suoi dispensatore a richiedesse 1' del canti in stati cominciamo paese. forniti d'ogni real gustar bene. in altro che illustrissimo a in provvisti, allegrezza questo dinando Fer- quando che vostro per d'Italia gran largamente turbare non della ha i quale città Serenissimo restano come per ogni fame, popoli altra calamitosi questi la città, del condizione , V. in misera ad valore per i suoi nostra venissimo del e languiscono città che vicini il consorte, oltre esser virtù delle nobilissima questa inteso mercè vostro tutte in venghiamo ha tello, fra- palazzo, la quiete Maschere di bergiere una STANZE PRESENZA POI E DELLA delle BALLORNO BELLISSIMO GRANDUCHESSA LORENA. DI Romano La le BALLO GRANDUCA DEL , CARDINALE cantò quali DI cantò: Serenissima Di mille De la et di '1 Rodano ve Porta Lasciati Qui Scòrte Speme Poi che che Ogni De e le tue piaggia, ogni che le Tronche fatiche misere cader le luci splendore core. tutto avvampi; e segni distrutto, e stampi; il frutto còlti l'inimiche desiate care. chiare, il arso si e sponde furore indarno da amate regno noi, da' ogn'or mare, serenare colle sol sangue gravi Speriamo, Vedendo di sede feconde '1 cui a di some piede. al famose di d'ira il le e partiste voi, quel Sembra Par de corona, Bellona, piacque le a abbiam anco o l'aspre tributo sereno, vago chiome rapid'onde con ciel '1 sol n'ha di alberghi bell'Arno '1 cui da ampio mentr'al del omai peregrine, i dolci Piagge, scettro e alter superbo cui più tranquilla a donzelle Moviam, le ha Marte pace risuona, de man, non nome gran alto oppresse furibondo Vaghe A regia '1 mondo Stanche Là adorno fregi cui Degno Del il cui donna, biade. campi. spade ALLA E LUCIA SIGNORA guenti se- DEL GlULIO 47 — Spesso d'orrida tromba al il vecchierel Destasi — canuto I Indi '1 ciel vòlto: a Dice, già Quando Dopo il mosso che sarà 0 — pie languido e virtù tua vedrem giglid'oro; secure '1 bosco a Trarran le i greggi pastorelle Si fatto de le luci Né — fronte de' onor Quando, ahi, quando '\ duro Sfoga ne stanco — rimeni l'onorata su Splender l'antico loro ? men Bagnan de esilio il gran le '1 volto a '1 monte — fonte amaro martoro^ dogliaverginellee per spose vermiglie rose. questa per voi tranquillaparte; Donna reale, tua cortesia n'accoglie;, s'in Qui dove Quasi a Lode vedrai divin invece e forse di un da Tra bassezza Sembiante Vesti Gemma gran che stampa dol già lóW noi donzelle le stelle. abbiate non a sdegno. talor, tra povertate ch'anco non legge ancor. armi fiamme è degno; pregiate, e passiogni sangue, devrian d'amarsi ricche lavor di valor Grloria d'antico Esser l'amore è ben per spoglie. (1) sormonterà beltà rustica scioglie, recarte, di votive voi, gentiliamanti, ah, Di Marte '1 fianco gloria immortai e Che da suo tempio D'incenso dove Amor, qui regna il ferro Placido (1) La gloriosoEnrico, tempeste i di sereni ? tante Quando E bianco, e antico sospirandoper l'albergo suoi si stringea '1 fianco; pargoletti E Or nemico suon e segno, splendori de' cuori. 48 - è la bellezza degna e d'amante pietà ch'albergain cor gentile: D'amor E la Folle,chi seguir pompe per Beltà, che beltà che Ornò di propria man per rimirarne Scorger già Né falsi crini che De le cittadi Le fanciulle E in bel Né riso Contrario noi Appo viso duol e l'arte usar e il core, abbiam, candido fede, candida sen sanno. non ancor di fuore sguardo (2) mai mostrò '1 affetto a quel che ne Poro, vile è Felicissimo Empie v'apporti: l'inganno e d'oro non false e siede, mercede: contento amor, cor d'amore amor degno premio sol, degna D'amor, intorti: finto riso lusinghe o candido 0 accorti, (1) nativo '1 crin de' boschi '1 viso Candido fiso intent'e gioia v'annunzi Fia pura natura. dipinto '1 a false non Palma vile^ a potrete amanti color mentito Qui semplicettae non Di le gemme ha et Vera Quinci adorna, sprezza di sé stessa d'altronde Fregio grandezza, e povertà bellezza umile; di Sdegna E - e pago d'argento vago. non mai lusinghe e vere non Parolette,e sospir mentiti e pianti, Insidie,inganni, alme crudeli e fere Sotto finti d'amor Ingordo affetto e dolci sembianti, sol desio d'avere Voglie e pensier volubili incostanti. Amar Ne (1) La chi ti le città stampa 1590: stampa 159i»: Né per port'odio,odiar superbe rimirare intento t'ama. si chiama. Amor e chi noi fiso In così il Trivulz. non già accorti. (2) La 'l fintosguardo, e 1006. tum vedrete amanti MAS^ERATA PE 25 febbraio ACCECATI GU 1596 codice dal Tratta IX. H. Magliabechiano r.-233 232 45, ce. La 236 sola a v. del 235-36 a canzone r.-v. o. edita fu prima Saggio di \ p. — Rime di I \ Diversi Firenze I buoni | autori nella \ che fiorirono C. Eonchi stamperia XIV dal \ XVIII al fino colo. se- | MDCCCXXV; 4^. e Diario Nel di fiorentino Agostino dal Lapini al 252 la 1596 ora 328 a pubblicato volta prima : p. di scberata dì 26 Corazzini, febbraio Firenze, [1595=1596] fece immauna fu che detto si fecie amore con un carro cosa di immasoherata un'altra bella. infiammati per « « con amore, carro. » appendice, Aggiungo, come quell'anno. 1900, Sansoni, si « per di di 25 aociecati « A Odoardx) Gius. da A legge si per questa seconda altre e mascherate di Mascherata Accecati degli 1595 andata NUMERO.... DI COPPIE A 25 dì a di CAVALLO E braio feb- MUSICA , SUL COMPOSTA CARRO, LA Non dianzi desideravano occhi altra che guisa merci, Con altra vi combattuto Donne, le bellezze prenderebbe in meraviglia che dà legno pur tanti vostre dico di che propria, prenda vi nocchiero il elezione per non ; leggiadre guisa, contemplare stelle quel E in le più al preda care mare. , troppo moleste di assicurare per in ciechi e RlNUCClNI, STROZZI. meglio per cielo il ha quante PlERO coloro, ciechi oggi OTTAVIO SIGNOR maraviglia prenda vi vedere S. DAL MUSICA DAL risco grave l'onde son non è non ricompensi. perdita si de' pianti, dura si la che Grave è il solcando va in impetuosi troppo del speranza i della troppo de' venti di porto privarsi vero Amore, d' pelago sospiri, tanti travagli luce cara ma se , in altra arte potevamo non altrove consiglio o ne' guisa vostri leggiadri non difenderci dalle sapevamo rivolgere onde aspetti poi , l'alme affligeva, ne senza varie tante scorger di disperati che, da e di alcuno abbandonati riposo, i nostri maniera passioni segno bellezze, vostre venivano ne il serrare varco veremmo lode di vivi tanti a quel che pietade di tanti affanni, al preda che piccola, non occhi quegli di ma pietà ciechi duolo più il mondo quel è questo ben le non rimirare sapevano la era alla ad vita di siete Cessi potuto che nostra e tanto d' pianto, più vi nostri ora, viso. Ma dove vedete, come amiamo, e Donne, o doci la perdita nuli' altro . faccia pure a poco prima cando man- altro tamente lie- andiamo quanto meno tormento. adunque destare ne' ogni affetto vostri cuori che di questi pietà nostri o si deliberazione: nostra cuori; non ferita intollerabile oggetto della più singolare luci, andarono queste a' fine più consiglio di pur fortezza un più gli piace moleste tanto non ogn'altro bellezza che, spente certo, cantando; ci che giudizio fiamme la di e ottimo stato che anco , che è Certo ? è non che, Non morti. o travagli dannati, esser deve eràmo se fiammate in- e , discernevamo per che agitate, di in se lumi meraviglia accecati avessero sembianti. 54 — ch'ogn'altroschermo Poscia Fu al vano il di fu ben il chioma Dorata in van E di perle e Qual di Dagli Tranquilla 0 Nova '1 Misero Cangia D'un volto di il cui falso al E speme Ne '1 pelago e diede. cor Amore, armato spira. gioia o dolore; involto dubbi d'un '1 variar a volto sereno fronda dolcezza, or Mesce tra che '1 'n mille stato più occhi sede. guardo un a che cor suo Instabil Or begli occhi giunge non scorza; l'antica pietade tutto se sicura e d'ira e due Fulminan forza, begli duo ne regna disdegno di Se riso; strali. nemica l'accecata ne fren, ch'a il tolto E mano, mortali cor accesi lieta d'Amor si sta L'alma il ne' guerrier assalti viso; mura cinto Sprezza il mostra gli d'Amor superbe ciglio. leggiadra onde varco Discendevan il d'ostro fa rubin '1 è Serrato consiglio vano candor bel spenti; luce di cieco si fa o di E infermo, alto far cor s'increspa in noi possenti, abbiam ragione allumar Per rai de' d'amore cor queste occhi Donne, Per folgorar risanar Per E — di piacer minacce certi pieno martiri; timor, tempesta d'Amor spiri, ov'Euro combatte e calma, un'alma. ! 55 - Risposta Doveva, volta In d'Amor Per voi caro Per voi da Ahi, il crudo di il Or in Gli Ma, Battro Le voi fiamma, hai il foco quanto L'orror^ da impaccio. '1 mortale core e vedi pur tuo bel costoro tesoro. ! al core, a gli occhi li diletta li annoi tanto ribelli seno. gelo il nemico Doppiando e duole, vòlto. Amore noi per vendetta Amor^ e il donne ogni schernire Struggi Come '1 sole; ghiaccio in de il raggi n'incresce belle a chiudesti; Vendetta, risplende van meno sciorti finestre Ciechi, Che, '1 a amanti non bei non pur or incauti Giammai in Tile a i suoi piagato per prato, segni. monile; Ciechi, dolgavi Lasciar nostro. amati amanti gli spiega se pensier sdegni e tra s'adorna Indarno vostro, sperando repulse van il viver amanti, cangiato Perchè Son ciechi o Veder Accecati. li a sospirando Trapassar Una Donne Oentil le de — non più servi tuoi. il velo: ! APPENDICE. Nello coql. Magliabechiano stesso Mascherata anche le andata, de 18 SUL OR coppie furono quali febbraio fatte del musicale la tratta 1596, si leggono nel l'anno del- carnevale notevole particolarmente è è celebre ché poi- Luca Bati, perduta. a d'Amore 4 con Luca da a' andata cavallo composta da 26 dì staffieri per Bati e con ciascuno, mascherata la 1595. febbraio di da sica mu- Gin o Celato s'or deh, Siam mercé Pietà, Pria no'l e tempo, un se petto fuore, erodeste, esca vostra, o a poco a poco, il seno; amorosa in fiamma belle ardente Donne al meno, amore. siam, cenere GeNTIL foco. trasformati non che il '1 nostro focil,da n'arse, Ma, pietra altjente vostr' occhi Quasi Che LE viva percossa Trasser DE il 25 quale . Qual BlSPOSTA dal 45 fatta composizione Fiamme le Carro i delle prima una tant'altre, come Numero in di notizia Mascherata G la Rinuooini (co. 234-237) che seguenti medesimo, ci dà del Acciecati degli II. IX. DoNNE A vi scaldi il FlAMMB LE (1). core d' AmORE di fuore PER LE MEDESIME RIME. A fiamme tante dura pietra algente Ben diverria Non pur Che quasi inceneriste Per voi chi è E, voi di no'l e C, autori che vedete, MDCCCXXV, p. 236. e a poco poco. il nostro un Etna Amanti, seno. ardente al : meno Amore d'invisibil fiorironodal a fiamme foco (1) Questo solo madrigale è anche, buoni dentro tutt'arde belle Credetelo, che Può foco, n'infiammò dunque Quasi se di XIV ardere tratto al un core. dall'istesso XVIII cod., nel seoolo,Firenze, Saggio nella di rime stamperia di versi di- chi Ron- [Si legge ballo questo cod. nel Palatino al 249, titolo col 40(), n. Mascherata di hallo stelle^ danzato dalla MfediciJ; Maria Principesua è che an- cod. nel Magliabechiano IX, II, 15, raccolta importante noto come di mascherate fine della del dove decimosesto, secolo il ballo è dato me co- dalla fatto Leonora. principessa residente Il 1596 3 a il scriveva Prosperi, oav. di dì L'ultimo marzo Bartolomeo Firenze, estense carnevale mia moglie ricevere fu vori fa- a : « dalla Grran che Duchessa, la vedere invitò ballo Maria fatto in altre concorso di cinque a di ore St. di Modena]. notte si ballò sette con ai ballo signora un a Principessa della dame, infino et per del piantone...» (R. Arch. Maschere fatte Pitti la Serenissima dalla Serenissima discese cielo la sopra a leggiadramente campi nobil alma la con si lieta fronte che della si di dal spesso cielo per loro scorta, le Voi poi, serenissima Ferdinando al , discaro danze. di Ma, le tre la fra i suoi nobili come vostro mi e di la veli, di le serenissimo manifesta la che come delle sei sono men bella Elettra bella anch'esse sola, figliedel de' lor casti mercede la tramontana, vera con de' coppia, Celeno come di come le minor e Atlante altre sorelle luce fosse (1) Cristina consorte, di Lorena. se alle ; l'ultime sono maraviglia a adorna n'è luogo , , mortale alle Alcinoe Maia sdegnosa rimasta gran forse sarà non celesti le il desiderio quella chioma, cosi anco ch'in quali Griove, in fra de' splendore s'affissano), sappiate pensieri,concesse vaga del riguardanti , la aspetto. Berenice; vista unitamente vecchio a lo , lei, reale fronte riconosciuto già eletto le penne, celare può mortali e rimirare in quali nando Ferdi- Celesti dono che parte l'alto pondo pensieri leggervi non cure, alla presenza coppie (sendo certo abbiate si di gravi batto scorgerete sembra ultime Calisto bella le sera altro il vostro Donna, cinta immortali avanti che questa per tra' terra Ben più belle in in del ? certo il messaggiero stelle mortali le che men sostiene regni della vostro che, quantunque raggi i a quale perchè conoscer che de' né alleggerire per rappresento mezzo per renderle e Toscana Io, consorte. suo 1595. febbraio vostri rappresentano, prende, Monarchia occhi gli a si rallegrare di dici] Me- [de' etade, le altra o ragione gloriarvi,poi ballando per 27 dI a terra, esporsi alla vista gran i luminosi adornino questa o , potete dunque bene mai Maria (1) Madama, vide (juando Signore, Palazzo nel Principessa altre con insieme E Carnovale del sera che per le stelle. Vedete quali seguono, non Asterope e.Taigete, leggiadre. Merope ancora cielo. che d' uomo 58 — real,da'l Donna Novi cui volto De'l '1 cui Sappi Donne Stelle i Si, transformate Nello oodioe stesso anche '1 ne il danzando Muovon Magliabechiano (|uost'altramascherata Mascherata Donne, 1595. cui per L'aspetto in Gli forme tesoro; e d'oro : celeste i balli eternamente loro, primiero aspetto. pie per II. IX. 45 dello stosso Incogniti diletto. tuo a e. »nno inusitate s'a lui fu Concesso Or nostro vi Che noi Veder e da dato voi in amorosi se con noi séte (juesti aspetti diletti. vogliam, cangiati in tanto forme umane. 237r. 1596 Disdicciati. oggi cangiar ci piace, maravigliate, Poiché cangiaste Griove in pioggia d'oro E quando in cigno e in toro : Non stelle. e veste l'armonia a snelle tanto luminosi raggi regni, vedreste non l'antica lor tenera Guidano nonima che di beltà com'iri cielo E pondo de '1 ciel lumi ma son, di là su, Velano più degni : soverchio queste danzatrici non ne e '1 mondo il fren di tutti i bassi che son vede non valor e Fiammeggiar Ma og:n'orcelesti pegni, seren senno fora Non fecondo sen più magnanimi Sejnbianti A bel cui la terra ha — strane, trovasi : MASCHERATA PONNE PI [?] TRAPITE [Le leggono, si seguenti stanze titolo, Trivulziano nel 1006, senza stampa sono Poesie le tra dal cit. e 180-82. Binuccini, pp. a Le inedite sole prime Giulio di si quattro Dati, al leggono quale anche il tra Saggio di alcune 106 sono dell'operetta Disfida di caccia \ tra rime attribuite, erroneamente \ i Piacevoli a Piattelli \ \ p. Descritta \ da e Dati GivLio | fin mai «é in qui Ivce. [sigla] \ | Firenze Magheri | per 1824; 8°, dal Domenico Moreni. can. Dovettero cantate certo essere il | comparsa edita anch'esse in veglia una di corte]. Mascherata ogni Ch'ad Intenerir sentite de altrui gli Onde di Soverchio Credete noi, che a Procacciammo E Acciò Ideile Ch'altri del Che non Chi mostra Donna Di Non l'esser Sempre S'ammollisca Caldo parlar a ricevuto pregar talor, talor Non dee mai rimaner nieghi, di diamante costante; lo d'affettuoso lunga servitù, '1 querele,a' preghi le crudeltà Che anco inganno. io vi credule in ardente finto queste questo vogl'io che resista vinto, e pente s'affligge van ch'a foco ha io '1 so, del e preso pallor dipinto, creduto il cor, Armiate voi. lente sia cuore di in ancor per noi. creder a nel amante; perchè voglia, come amor il viso d'aver Dolenti Ma donne, spesso falso fera più poi, si sempre bene Ma oggi imparate nostro vostro doglia, eterna pietà, spietate a soverchia pur. pietàte usar stesse cor, siate non Per Siate crudo più Aver bontate. v'invoglia; per noi a l'esempio con desio pietà cale male, mentito troppa cor duole, e vi ch'ancor di e petto v'incresce martir vostri ne' Regna il molle doglia finta Di si suole dimostrar avvien sovente parole, lagrimoso aspetto e vostr'occhi bei Ch'a' flebili di suon mesto ogni Si tradite. donne, di pietà ricetto, Cortesi Ad Donne di verace senza pieghi amante. fede mercede. sa (32 — Né fora minor mai Viver Che Da Non Come Ch'ai parlar De' falsi Che fùr Ma Fuggite, ohimè, ch'a Che poi Vi gridan Non sien Che si ben Non Falso presto cosi da le lor sia Spiegar pena a trofei guardo, scolorite e i' ardo, i' ardo; udite querele il ferisce lor per lagrimosi e a'I cor dardo; forte e morte. a ed loro è lor forza '1 riso e gloria e e canto. gesti vanto. ingorde voglie, lemminili pianto, mesti son sembianti van di un sospiran questi, dentr' ingannarvi, Saziate drizzato possente cor un vista cangiando lidi. è d'Amore non Sembrin, poi infidi voi in gli occhi ch'in seno, terreno; amanti meste è l'affetto onde E, ben Per gli intorno: presto in Dio, donne, fuggite l'arco che almo hanno voi venne, abbandonati sempre da Traggon Cosi da facce con dono: ci ritenne non nostro per pena suono pieno raccolti pur deserti in Fummo E fallacia di non lasciate poi Quei le faccia cor e dolce al semplicette avvenne e dolce noi del L'amor Che '1 de seguirliancor per ingrata, amanti, tal pietà ci da core sospir solo d'un già incaute noi a '1 e gentile essere ch'altri Creder ingannata; e l'anima l'ha dee dispietata, e vinta amalor donna non errore la fé' d'Amore sotto donato può Ma cruda sempre mentito chi A bella donna in rimaner — spoglie. LA PAFNE A Vincenzo Gtonzaga, Quella « medesima ad ed queste che come sua Nella favorevole. ho Mantova in Iddio Firenze, Di V. Alt. numero gran nelle vostra grazie sue di ottobre I Dafne I in Con Mantova. licenza de' Maroo suo nome serenissima, degni giormente mag- segnalati cotanto i per volentieri le quali il poco Alla grandezza. sua ho dal prego Ser.ma dedicatoria di dalla e 1608. Marco '1) La lei confermano umilissimo La nome: il ogni affetto con render felicità. d'ogni li 20 mi la maggiormente gnor si- di da avere e gandola impie- mia, serenissimo devano renissima Se- serenissimo gradite opinione inchinandomi, il colmo Di si accrescere per umilissimamente signore quale A. sicurtà suo cotanto dall'Altezza ella quanto altrui quale in ricevuti conosciuto merito che del adesso così del adesso porge state servitù la e (1). V. mosse nozze splendore sono favorite, i favori costi mi lo con elle presenza meno non si felicissime figliuolo, suo illustri sperando stessa delle che l'opera si Monferrato di e benignità favorire e musiche Principe chiare singulare onorare nelle Mantova di duca e | la Da prefazione Gagliano | [impresa] superiori; In fol. | che neW Firenze. riferisco Accademia | Appresso servitore Gagliano. da sono premesse alla degl'Elevati \ L'Affannato Cristofano Maroscotti. stampa: rara \ tata Rappresen- MDCVIIL | Ai Altezza quella farsi il carneval Ritrovandomi « Infanta Serenissima della dal maggio signor Duca, Ottavio fc-'ignor e Principi molti quali senza aver Chi la di diletto del sitezza 0 gelo^ di e può che del signor di sia sempre che Ma il dove per cipresso, fare non lo dalla tutte tutte il principal nel recitare intelligenza delle e la cantore parole. sito. propo- voglio ma cori, come si vede grazia la la e signora che fiamma a giadrie leg- dalla è voce" nel canto ricerca, lascisi. del in ogni pur che in parole: '1 e ben quella questo di canto, occasione che tutto sapendo Procurisi le terina Ca- l'esqui- pianta qualità, sposizion di- empiè ancora s'udirono intendere persuadasi qui, quelle maggiori tutto. per fari af- E che a cantò, quel pittore far bene del fine lo come la , simili quale la la mia tante non dipingneva , nasca sentire curi a voluto possa in de' Richiedesi quali oltre la favola io e canzoni , scolpire le sillabe,per massimamente le il canto, fine leggiadria spiegar cantore che consegui Non ho , far il teatro. ultimi Rasi Francesco ogni ornamento; vece il buon richiegga singularissimo. dipingere tutto terzetti ne' tanta si ebbero adornamenti felicemente con meraviglia canto dove quale che disciolta, la per nascesse , gruppi, trilli, passaggi nelle vive posta a non popolo, eccellente. che per come il pur requisitinecessari, senza in far questi amor il che cantore; Martinelli, luogo d' quel luogo del di diligenza, musiche, ancorché riguardo e lacci dai in messa tempo a molt'altri e voglio carte; perciò che si afifaticono già privarmi s'adoperino modo queste sonci i intendo nell'ottava in miglior ogni armonia, varrebbe poco Non voi a le del nella feci pure ingegni con senza Dafne io avvertimenti insieme a ogni non prese, alcuni differite nondimeno elevati nel che la musica: il tutto esclamazioni ch'è da fine a ancora s'ingannano che più il che : Poeta, ne , è quali ed i e ancora ma essi vedere non i mia; di parte faccia che e accresciuta io ci usassi del rappresentazione: Però, detta farvi benché diletto Cavalieri e dall'arte tutto in l'inestimabil che i ma E presento. figliuolo la occasione musica in da que' giorni passar tale metterla a suo si rappresentasse con all'esquisito gusto sodisfacessi credere vi ora lui da da musiche essendo quali lasciar l'altre,che Rinuccini, che le non nelle me Principe Savoia per fra abbellita, fui impiegato maniera di , festa, volle, qualche servendosi di chiamato , Serenissimo del nozze Mantova in passato onorarmi, per le reali per lettori. vero diletto 68 — Ma prima dì né lontano celebrate le a mani; se da che i , e che il ridurvi che tali che forse e in memoria di maestri principi, il cui senza nel loro musica e aiuto dubbio ha non e primo molta a giorno avvicinarsi latini: e viemag- un greci e poesia come arrivare per , possano antichi tragedie degli gran sia tile, disu- sarà non stati ricevuti sono sieno, quando non perfezione, giormente applauso tanto con nascimento, che alle tanto proposito credo origine si fatti spettacoli,i quali , alcuno, poiché maggior la promessa, mantener dal nostro ebbero quando - sarà vi messo puossi condurre mal loro favorevoli. perfezione qual si voglia arte, saranno Dopo l'avere più e più volte discorso intorno alla maniera in dagli antichi sata i signor cori, se Ottavio le lor rappresentare il canto usavano Rinuccini sig. Iacopo Corsi, d'onorata di che e si diede a tragedie, sorte, memoria Dafne; il di d'ogni dottrina amatore , che maniera simili,il cose la favola compor cevano introdu- come e u- da e tutti i musici con particolarmente (in il vien detto alcune arie sopra parte padre) compose ragione ne gran Delle di essa. cessero quali invaghitosi , risoluto di vedere che effetto fa- della musica la scena, su conferì,insieme col sig.Ottavio,il suo pensiero d'estrema sig. Iacopo Peri, peritissimonel contrapunto e cantore l'arie e approvato parte delsquisitezza:il quale, udito la loro intenzione tre l'altre,che piacquero olgià composte, si diede a comporre al sig. Corsi, e al modo 1597, la dell'anno fece Il della città nostra. questo degl'uditori che per molte e che d'affetti, quanto fosse atto che per ciò dirò che che bene è che non , la forza però che delle sue egli dà la stessa in venuto a razione ammi- ne cognizio- esprimere ogni ne' arie loro che sorta non interamente chi una io non il poi Allora Cristianissima. di recitar m' affaticherò non in lodi infinite le dia , i canti d'avanti sempre comprendere l'ha udite sì fatta Uditola stile,stabili di farla comparire lo Regina abbia non può e ragionamenti. quella artifiziosa maniera è persona non di musica amator della nozze Italia ammira: tutta esprimere: basta solo prova, il canto animi partorì negli (come per avventura per molti si sarebbe V Euridice^ diletto credibile [sic\ compose tedio, ma sig. Iacopo Peri il principaligentiluomini solo non nelle iscena in si può si fatta piaciutole la favola e de' lo stupore che e recava creduto) non allargandosialquanto più sig. Corsi, d'alcuni dell' eccellentissimo presenza recitata,ha generato diletto. Per il sig. Rinuccini e spettacolo non ch'ella s'è lo stesso e Medici piacere nuovo volte alla rappresentare Giovanni sig.Don veglia il Carnovale d'una l'occasione con cantare grazia e da la tando, can- lodarla, e ninno d'Orfeo; gentilezzae lui di maniera trovò ri- medesimo; imprime in 69 — altrui l'affetto di che secondo vuole. concorsi S. Altezza Principe che sì rappresentasse tale per Duca molte superbe in dal compose che il si rinnovasse è 1' Tale veramente quello nel principi disposizione della ballo parte vi abbia la l'ingegno Resta sieno verità perciò A., affermare che mente visibil- lagrime. (1) a . in rappresentazioni ad ogn' musica spettacolo piacevolissimo come altro : , nobil ogni più dalle nobile diletto invenzione come , lusingato in più dilettevoli stesso uno arti poca di tempo eh' abbia si ricercano qual si altra voglia niera ma- ogni ritrovato_^ situati in luogo sentendosi, vadano da la presente potranno e ad devono unitamente: le recitanti,acciò procurisi che molti avventura per accompagnare in viso i vedere alcuni favola: rappresentazione.Primieramente che gli strumenti intorno promessa) nel rappresentar s'ebbero che la (secondo discorra ch'io tiscasi che di S. musica di e quali generalmente in il signore umano. avvertimenti de' che il signor Claudio con , vien l'intelletto, più volle Arianna^ dire che non gesti, e puossi anche pittura per la prospettiva e per gli abiti : leggiadria di che, V di rima, arte favola, sentenza, di voci e di strumenti, esquisitezza di canto, concerti sentimento Savoia, fu stile, dolcezza , con può musica da serenissimo Rinuccini della si mase ri- ne feste, che di Mantova; capo dell'antica oltre e s'unisce quale di musica delle coloro fra del questa e d' I- , squisito,che pregio origine da si il teatro tutto mosse e modo che nozze Ottavio in , nobiltà di Mantova Infanta musica, sig. , l'arie in solo ammirabili serenissima celebratissimo musico dirò : questo fine fece venire a Monteverde una occasione il testimonio il fior della sig.Duca tra favola rappresentazione essendoci dire nozze nelle della la gradita rallegrarsi e , pompose ordinate Figliuoloe suo a piangere e dire puossi e , soddisfatto,che furono composta fosse il serenissimo la commendarono, talmente è forza superfluo quelle a , che Quanto sarebbe principi e signori di tanti talia quelle parole, che egli Favola di detta — l'armonia vire seravver- voci che sole, meglio sia non ne . troppa né poca, delle avendo riguardo quelle che più Innanzi ma tale parole: di il canto regga del il modo la della tenda, per render adornamenti, senza cantata consonanza aiutarla,mantenendo sempre attenti tendimento l'in- impedire senza sia sonare ripercuotere non possono al calar che l'armonia , ma viva. gli uditori, sonisi \ (1) Qni il Gagliano non Monteverde; cfr. Adkmollo, è La preciso;i bella recitativi Adriana^ pp. furono G4-ó, scritti dal Péri le , arie dal 70 — sinfonia una i cori il esca al passo discordanti al passeggiamenti altri più di maiestà il canto sia concerto gesteggiando, avvertendo caschi pieno , del la misura su suono quadernario passeggiando ritornello, pur la su tal volta Puossi certa una l'ultimo in il scena; la secondo mostrino, 11 di volto fermarsi aurei tra gli gli occhi Giove. nel così al diciotto cantando il una ricerca l'un de' cielo,facendo sembiante l'inno, levinsi strade della scena dall' altra parte coro del alla vista ; , e nell'istesso Apollo con serpente, minci co- ove gli scena, giando, gestegSe in terra, le lor là su volgendo preghiere secondo rallegrarsi o d'attendere con risposta dell'ubo, la quale mostrino Dopo l'ultima rispostadeWEco, apparisca il delle coro luogo loro o piedi, e seguitino; avvertendo, d' attristarsi di sangue Ebro sei il l'inno d'indirizzare in Pitone. cioè a tocca ginocchi meno l'altro del sulla Cantando il suggetto chiostri,pongano che o coro compagni a' luna mezza il canto il esca appo arrivi movendosi, e coro vòlto persone) seguitino che Fornito cantare o nito For- formato essere la con mano. coro, si mostrare poeta; 1' uno del il dove per l'incontro vorrebbe non dura pastori , più la metà passo il primo luogo a. del il passeggio Prologo, di e temere £ia uscito (che il questi, uscendo gesti, di come ninfe pastori o o ne' formato e ; secondo a e dentro di ninfe : ogni e l'arco nella e tutto sopra quanto nel conviensi siano 1' altezza quadernari qual entrato palco ninfe parlare; e a altri del e di cominciare due sia formato di sedici che ; quattro passi, cioè o l^'abito sarà pastori e manco dee quale primo pastore, tra sette cominci come non canto; respirifornito tempo; avvertisca quaternario, nel del il conveniente secondo testa, la lira al fianco in capacità e par meno o congiungere sprezzatura, d'alloro corona gli penultima sillaba;ricominci della tenuta trova. a sempre passi però ch'ogni gesto e tre ch'i dove luogo tute bat- venti o affettazione con tale di maniera arrivato dal suono; però non ; gravità , con principio,senz' dar di sinfonìa compagnare ac- per d'accompagnare , della suono servono quindici avvertendo Ovidio cioè , istrumenti, quali alle ritornelli; i sonare e Prologo ballasse,ma se di diversi composta - tempo, in aro o mano mostrando grande Pitone dall'una strisi mo, grande. ma , canti spavento zione. atten- dopo poco la , Il quasi punto ritirinsi i gridando Ohimè che veggio, e in quel medesimo pastorie le ninfe per diverse strade,imitando fuga e timore, senza del tutto, le spalle al teatro, o nascondersi però volgere interamente e resti co' Apollo cantando , gesti cerchino muovasi con di O Divo, esprimere passi leggiadrie o Nume eterno l'affetto del pregare. fieri verso il , e co '1 volto Intanto Pitone, vibrando e Apollo, l'arco 72 — Nunzio questo — importantissima; ricerca espressivadì parole oltre è ogn'altra. Qui vorrei poter ritrarre al vivo Brandi, altrimenti Altezza più; la del grazia la e le ch'egli la cantò desiderar possa delle parche timenti; avver- credo non si che la nunzia pro- vi fa intendere maravigliosa,né solo cantare altri contralto, esquisitissima g'estie co' movimenti co' parole, ma talmente, ch'io è di voce nissima quella sere- darne senza nozze, da pur tonio sìg. An- dal cantata Brandino, chiamato il nell'occasione ciò per fu come nimo nell'a- v'imprima che davantaggio. Il coro gono seguente, che ragionando fra loro i personaggi pianè assai agevole a intendere la perdita di Dafne come ceda proun so non , quando : il duo insieme cantano Sparse più quel fin oro, il riguardarsi in volto l'un l'altro ha gran quando cantano forza; cosi ancora il bel viso; non pianga cantata '1 co riguardo il abbia le fronde tue La amore. il eguali, e annodando i i è recitarla ancorché molti à' Apollo un Queste serve. Bianco, uomo per Non lira al petto, non grande per suo anche curi (ilche ; ma per d' alloro scriver che e di con e minuzia, questa benché paia e mia debbe perciocché il vedere , fa brutta esser così simili che in vista, oltre pieghevole; superate mestiero tacere la ramoscelli il sopra , più lunghezza leghinsile punte, pensa; non difficoltà furono apparati, abiti voglio dei terzetti Non d' alloro che voluto pensato corona oltre al ghirlanda le a- ritrovata;anzi, più volte nel tale azione, come impossibile a farsi bene d'alloro farsene cercano lo ri- facilmente avessero ramo può non ci ciò, appariscano un solo; spiegandoli, se ne cinga il capo, Ho ch'altri tralasciata s'era maniera coronare, più importante fu però cosi gevole non perchè Faran ser es- tutto con di insieme di gambi, insieme. gambi vuol maggiormente verso voi con facilitarvi il modo proposito, non a poi di volersene nell'atto e moto alla testa, incoronandosene congiungendoli uniti tenga mano dove voglio Scelgansi due garbo. con il , regio sarà più braccio; mezzo possibile; di difficoltà alquanto questa azione far sia pronunzia il lamentato, intorno è secondo raìni, avvolgasi quel ramoscello i e che d' accrescerlo cantore parole. Quando quale si sarà perchè qui affetto maggior Dov'è, dov'è replicano Piangete ninfe, pianto d'Apollo, che segue, del scena zioni quelle esclamatutti il muoversi arreca cori, quando uniti insieme de' la grazia poca su di vedrem non da e messer e diligentissimo, di mano che '1 lamente ma- piccolo Cosimo del grande venzione in- cose. dovendo Apollo pianta o fiam,ma fare con beli' o , nel canto gelo recarsi attitudine) é neces- la far sario più gamba dove popolo acciò pari solo dire a (per lacci d'Amor Fitone del vittorioso dal guardo appena infino arie lampeggiano d'uno musica de' si fatta che ; acciò piccolo lume, aprirvi E vivete (1) probabilmente driana, si richiede tirare non da qualche dovute ad tendente in- nell'ultima mille l'altre mie di esse mio pretenda ma a possiate il sentiero nella bel un nome, posizione com- protettore gran ragionamento insegnare di altrui non (non che persona nel osservata fatica minor con e guai'do (1). minuzia ogni con stelle, sono come fatica come insieme il tuo volte Apollo canta Un scena. altri, l'aria dell'ottava che principali accademici, presunzione), che pone inganno fine , al estinto Lettori, questo maestro luogo di che penne) e quella disciolto, intenditore di tal favola perfezione dell'altrui tra l'occhio questo in ch'egli Questo le lodi usurpare chiami diligentemente posto tamento cio (a brac- avvertendo immaginazione giacque nostri cortesi di avvertimento non Non grande e Ricevete, me viola di secondo solo. arco medesimo cantata pur un vive Par r altra in melodia diletto. poco cornacchia da' Chi della scritte per quasi arricchirmi quali esca più vicina, Apollo, e note non se non reca Restami le d'Apollo delle strade veggano le tre lira quattro sonatori una apparisca , conosciuto essere e e dalla , J 'arcate può dal lira suonino la su rilieva) in poco veduti non l'arco che teatro ordinaria, però pongansi che o al apparire come regna abbia recita- mercè di , giugnere rappresentazione a di quella simili intiera nimenti. compo- lieti. il cardiniile Ferdinando Gonzaga; cfr. Adbmollo, La bella A- p. 68. 10 Interlocutori Ovidio, che fa il prologo. Venere. Amore. Apollo. Dafne. Nunzio. Pastori. Ninfe. Coro. "1) Nell'ediz. (1) 1608 gl'interlocutori così sono enunciati . Ovidio Amork Apollo Dafnb Venere Tirsi Coro di Ninfe e Nunxio. Pastori. [PROLOGO.] Ovidio. ' fortunati Da' Godonsi campi, a Mostromi mi Quel E le fiamme Soave Indi insegnai in come Cui Ma Nova luce Qual maestà Gli Ah, eccelsi II cui Celebra Nell'ed. Oh ben IGOi del mondo, la vi è aggiunta de' allo guardo Che vibra di Ben conosch^io valor e rai celesti felici e di gran {Ne Ei genitor chiari sa su lingua gli alteri fregi è così Arno mutata: splendor guerriero, Farnese d'ogni pregio la Uosa 7)i« l'Orante, tu altiero. figlio, minor alxò che Apollo scioglie] sanguigne spoglie, il Nil ? Regina, scintille accese, mentir 15 Lotaringi Regi, dell'immortai non ? questi la seguente: 0 moleste. '1 ciel rischiari forse '1 nobil e quartina L'inclito germe e l'alta e aspre Son miei Augusti immortai, '1 del ? vegg'io nome core un di splendor e 10 d'amore, l'ombre tra splendor e si deste ritorni io ben riconosco Gloria 17-20. che qual par m'ammira. le fiamme d'amor son 5 amanti, ancor fiamma libertà lira sembianti vari come gelato sen un E lor si, ch'il mondo l'arte In celesti de' i trasformati voi, mortali. a dotta la su mirti spirti, notte questa io, che son frondosi de' ciel felici in Cantai V. l'ombra graditi dal I immortali ove farai vermiglio. inchina. 20 76 - di Seguendo Con l'antico giovar chiaro esempio Quanto sia, Donne Reca in bel hieliti Per Al Fora Ms. Mgl. ch'alto destino serenar, cui poi Porta per e senno soma non continuano in deWArno e bel. e di nuovo onora, primiero. onor scelse far beato il mondo. valor d' Atlante anime grave, col v. 21 il potìdo eccelse. del giorno, stelo. Leonora, e '1 adorno splendorealtero conosco eroi^ch'ogni beWalma Coppia Real, le edd. allo io ben del Mincio E la luce furono 25 cielo ch'in il lume quartine sembianti Vinoenxio vile. a al trasformato dentro De' gran 26. piglio, Oavalier,periglio d'or Ninfa queste due Nell'ediz. del 1608 V. dimostrarvi recarsi carro l'amata de Adorar Entrambe e stile, lagrimar quel Dio, Vedete E a potenza d'Amor La - testo. mutate per l'occasione: FAVOLA DI [SCENA DAFNE PRIMA] Coro. Apollo. (2) CORO. Tra ombre queste S'inselva Ninfe segrete si nasconde e L'orrida belva 30 cauti : il Pastori; ah, e nostri Pe' Non dolci spavento, senza mai più Scoti (1) 1608, del vi la dal trarrò quale servisse ponendo (2) Mgl.: 32. V. o strada. la verso Così (3j Mgl.: (4) In poi Coro, segue Quindi le varianti in c le corsivo Dom.^ testo, insieme si non 36] della ant. alcune ma i nomi dei precisare; può lo che manoscritte note cantanti. io musicalo stampa A quale indicherò con presentazione rapla manoscritte. note Cecs.o, lampi e [Miis. del indicandosi l'esemplare prezioso ha il solo Piero, ms. manoscritto Pastore. la precode l'altra (vv. v'è solo non 35 cielo, esemplare un ? armento ms. rag.'^ Nicc.^, Adamo, ms. Ora.° lìrandi » Altro Mgl. è baleni tra '1 e airazione relativo si incontrano sia:la Mgl., terra Magliabechiana Nella che od gregge (4) CORO. immortai, fronde. scotete campi guiderem Griove muovete. (3) timor, senza pie non PASTORI. Dunque (1) « raagliabechiano Piero ms. quartina 36-3;)) detta della Dafne. Mira dal Nudi da Tirsi. Pallide Coro del « da Ninfa Brandirlo». fronde l'erbe " m. Adamo » mira eiel,deh di frónda. . (vv. 40-13) detta quest'aggiunta: Pastore le edd. Tutte » e ornai torbidi questi arboscslU, i ruscelli. del coro " Tonino. Ceec.^, ^ 78 — Mandane Che fiamma o da ~ telo o si rio n'affidi mostro scampi. e NINFE. E mai quando Fronda corremo Misere Che dal Tra deh le Puote Odi due a Coro. gli aurei e turba sovr'Ossa D'atro scritto]« S'inginocchino. r- la destra De Non severa il Cielo armò, replica« Odi il pianto Odi il pianto DomenìM » Cecchino, Tonino crudo serpente Che struggendoil mondo Si del Non Si Altro 3Ia Pastore va. replica« Coro. « » veleno. il mondo più; ornai, torni qual fu. replica « Pastore. dove oggi trarrem Senza Kbrà il rio attoschi Torni » sarà pregio ancor Sterminar Pera, pera » onnijxttente vii Pastore » Olimpo alxò, Si « Piero. ms. altera foco ira le mèi Coro re. Domenico, « ferirla Tra tnercè, vi è e » preghi nostri, nwìvxrca versi Che i e Domenico « chiostri trovar cor pianto Coro, Se al cielo del del del ultimi ? pastor, ninfe innocenti. un il core latnenti palme Pastor lassti tra agghiacci '1 mira lagrime e Sconsolati 0 ci si non del, Tender ripete i 40 quelle verginelle, Mira [Il coro e fiore, o di terror Se queste piagge per temer del di sangue, Odi ? il pianto » Piero m. « » tranquillaun'ora l'abominevol tosco ? Coro. ecc. « al Domenico v. 44. » S'inginocchino » 80 — — (1) APOLLO. Pur estinto giacque In '1 terren su al fine sanguigno l'invitt'arco mio Da Securi itene Ninfe bosco, al Pastori,ite e Non l'angue maligno. più securi di fiamma al prato tosco e Infetta '1 puro ciel l'orribil fiato. Tornin le belle rose Xe guancie amorose; le tranquilloil Torni Io 60 : Palma cor, '1 fiato al crudo e '1 volto sereno serpe ho : 65 tolto. CORO. Almo Dio. Per lo ciel Vesti Se volgendo l'ombra Splende Selve la suoi de' È pur Per te vive 0 V. fiori. bel suo manto. e gloria e per del te gode occhio carro mortale, eterno : ogn'altralode; Parco e Voli grido al ciel superno. " il * An.a, l'Ilarioni. » Ven.e 75 '1 vanto. Sol de Apollo 79. Mgl.: '1 vanto. si fa bella, si taccia Ma adorno, dolci tesori scerne Rettor e 70 rinno velia il la tua Quanto algente gloria e terra Ogni pianta (1) Mgl.: orrida prati,e e L'ampia Se manto, aureo germoglian frondi Se intorno il ciel di lume tua pur ardente carro '1 di d'un tra E '1 che ». de lo strale 80 81 _ Nobil ! il fier vanto Di velen, di fiamme Su '1 terren Per Al trecciar bel crin fia Qual - armato l'alma versat'ha edera degno Non ti vo' 90 (1) cercando infiorarti i Per ? Apollo. Amore. AMORE. vadia palma o SECONDA]. Venere. tu : fregie corone di raggi ornato [SCENA Che 86 dragone giglioo o rosa crini, creder, no, madre vezzosa. VENERE. Che dunque, cerco ? figlio o AMORE. Rosa già,né giglio: non Cerchi d'Adone, d'altro vie o più bello Leggiadro pastorello. VENERE. Ah tristo ! tristo, Pe' boschi Ecco oggi se '1 'n signordi van gli dèi Delo : del cielo. APOLLO. Dimmi, possente arciere, Qual fera attendi o qual serpente C'hai la faretra 1. Mgl.: ad Amore Amore « Tonino, e la Tonino, e è scritto s.a e 100 al varco l'arco? Margherita dal accanto a Venere cortile ».— è scritto Per tutta la scena Margherita. 11 canto ac- 82 - - AMORE. Se da quest'arco mio Non fu Fitone Arcier non E del son ucciso, però degno cielo,Apollo^ un son di riso, nume 105 anch'io. APOLLO. Sello;ma L'arco, sbendi 0 scocchi quando fei'iscia gli occhi tu l'oscuro, arciero esperto ? (1) AMORE. S'hai di saper D'un desio cieco arcier Chiedilo al Re Chiedilo in cielo E tra Del 110 de l'ombre regno le prove. l'onde, a Giove, profonde orrido Chiedi, chiedi a 115 oscuro Pluton, s'ei fu sicuro ! APOLLO. Se in cielo,in in terra trionfi in guerra. Amor dove Dove Chi mare, m'ascondo ciel novo ? m'insegna, o mondo novo ? 120 AMORE. So ben, che La non forza d'un Saettator un ediz. esempi. Riccardiano hanno fanciullo, di mostri e di me Ma, prendi pur (1) Tutte le paventi qui Venere; [Misceli. 74. 7]. ma di serpenti; giuoco accolgo e trastullo ! la correzione che trovo ms. in 83 — — APOLLO. Ah, t'adiri tu 0 0, torto a 125 : perdona, Amore, mi vuoi ferir,risparmia mi se '1 core. VENERE. risco è scherzar Vedrai, che grave Bench'ei sia pargoletto^ignudo seco, e cieco. AMORE. 130 quel superbo core in Se Non fo Più tuo piaga mortale, figlionon non son, sono Amore. VENERE. pargoletto, e sdegno giust'ira Amato Come il t'infiamma Oggi Si spero al nostro regno l'altero Dio Veder 135 petto, e servo suggetto. AMORE. Non avrò posa mai, non ch'io no'l vegga Fin avrò pace lagrimar ferito 140 quest'arcoschernito. Madre, ben mi dispiace Da Di lasciarti Ma soletta, toglieassai d'onor tarda vendetta. VENERE. Vanne pur rimango anch'io, Lieta V. 127. Mgl.: lieto,o figlio; « A'polìosi parte per la strada 145 84 - Che troppo è gran Averti Per irato periglio canto a - : queste selve intanto Farò dolce Poscia soggiorno; faremo insieme al ciel ritorno. 160 AMORE. Chi da' De lacci d'amor vive libertà goda la sua Superbo Stassi S'or no d'oscura : senti nube d'amor dimani Avrai lieto, pur involto noi del ciel l'alto per non disciolto il decreto; né poco , turbato cor 155 molto e 'nqueto, E signor proverai crudo e severo Amor, che dianzi disprezzastialtero. (1) CORO. Nudo Arcier, che l'arco tendi, Che, velat'ambe Ammira bil ciglia, meraviglia!, i cori Mortalmente cosi t'infiammi Se Sovra noi glisdegni tuoi de' boschi E « m. D.o, « in avea Amore « memoria ms. si d'amore, arse doglie e parte Oraxw Cecchino,ms. petto, ruscelletto un ». ». Piero fiore. 'n pianti bellezza, sua per nel cor piangendo in ninfa Posto Mgl.: entro per tornò Ogni 162. 165 ? gloria e m'agghiaccia '1 mirando, Sé onore fresca ancor Qual 168 Mgl.: saran leggiadrogiovinetto Che (1) Mgl.: poi Dio, quai Suona V. 'ncendi e un Già V. offendi, Verso D'un 160 le ». 370 del Ma Non l'aspra durezza cor l'afflitte amanti piegar Quelle voci Ch'avrian : sembianti quei e mosso Schernia 175 un di cor fera, quell'alma altera. pur pianto in abbandono Lagrimando usci di vita. Una 180 al fu Che poi antri gli per Rimbombar nud'ombra Or non qui più Più L'impietà Punto ha '1 del perdono, ingrato» acerba piaga ancise, quell'armi ond'altri Da pria fine Non Che 0 beltà cruda fia Non Come ei mise pianto 190 fior si fé' sull'erba. bel un al 185 irato core di sen : suono e soffre Amor non udita superba, e ch'invan già si Amor irato m'insegni sdegni. [SCENA TERZA]. Apollo. Dafne (1). DAFNE. fuggitivocervo Del Quest'è V. qui almen Fusse (1) Questa scena in Mgl. comincia DAFNE. Per « fuggì Dalla Che pregio, ecco la bella al 8uon la banda tu della corte » selvaggioNunie, fera, ove DEL PASTOSE Ecco m'insegni. questepiante ombrose Dove il clu! tu stessa così: Scorgimi, Cintia, Ecco la fera vie in cit. correggo: 192. L'esempi. Riccard. 195 impressa : orma pur CORO il sol di s'ascose. « m Adamo » queste selv% Dafne de Varco fa tremar le belve. ! 86 - — APOLLO. Qual bel d'un ciglioadorno Spira lume gentil ch'ai ALTRO PASTORE. « mi cor Domenico giunge? » Cacciatrice gentil,che eoi bel ciglio Splendor raddoppi a questo Spento è il crudo Fiion l'etnpio saìigue De Dolcissima novella ! Avventurosa Deh, Domenico t. assalto. mortale un quel Divo^ in iìwontro minaccioso ferocee un vago. formidabildrago ! al fronte a il sovra animai l'immenso pie leggiero scliernia la rabbia d'I l'accese labbia Ove invan Fremendo Sovra Or talor lo tenea rapido, avesse come Né veleno. da Inarco Cile di piaga che Ma da piante il vento. a strale mortale il trafitto lasciasse Tal sguardo intento, le ne Spinse Del e felicearderò mai Non fiamma veloce or Pur spargea la belva atroce Fermo piante saettator gran fero, mostro fuggir si die tutto tremante: l'alate Ch'ei pur E « ? morte s'aggiornail mondo, ardito, or Stallagli De di fu giocondo eome Moversi Or preda l'alto ne Spènseloalfindopo Mirar rio CORO. face onde la vermiglio. e qual si forte E DEL su Rota il terreno caldo ancor il mostro PASTORE Febo, che : mano ha Lasciato di sereno, mira lo fuggissiinvano, giunse; o privo d'alma tnemorabil lo lasciò 'l su palma ! piano. DAFNE. O di celeste eroe ben a' balli Tornate a' carni. ornai,pastor, Vie più sicura Saettando (Mancano i vv. ! degni vanti Felicissimo giorno ! al suono, 194-06). n'andrò anch'io le tornate per monti fere erranti. e valli 88 - I l'orme passi e E donna son di — 210 fugace belva, mortai, del del non diva. APOLLO. Se cotal In luce splende bellezza Del ciel mortale, più mi non cale. DAFNE. Dove mi volgo ? '1 passo Moverò 215 dove la fera trove che ? APOLLO. Senza che dardo avventi Valli cercando Far nobil l'arco scocchi o monti, o preda puoi co' tuoi begliocchi. DAFNE. Altra preda Che Se fere e damma bramo, non selve;e errante altro diletto son o contenta fer e 220 lieta cignal saetto. APOLLO. Ah, che non Saettatrice Ma contro Saette sol di fere sei, a gli alti aventi da Iddei 225 le luci altere. DAFNE. Del ciel gli eterni Umile onoro E le selve per Pongo Ma tu su per e Numi còlo, solo l'arco i dardi giuoco il mio 230 : cammin ritardi. 89 — ~ APOLLO. Deh! che sdegnar non Compagno E^ quando ti non tender so l'arco^ spiaccia, dilettosa d'accordo Farem anch'io : venga teco 235 caccia. DAFNE. Altri l'arco mio che Non vo' compagno : addio. (1) APOLLO. Oimè ! fretta tanta non : Aspetta, Ninfa,,aspetta. vv. 232-37. Mgl. invece: Deh no7i sdegnar che teco Prenaa ne'' boschi anch'aio dolce Anch'io so E qui pur diletto; tender Varco, anch'io diami ha insanguitiato saetto. l'erba, belva superba. Trofeodi qiisstaman, Serva di Cintia,altri che l'arco mio Meco voglio.Inv'iolabillegge non Vuol ch'io recusi per (1) Mgl.: V. Dafne 289. Dopo e mandino Apollo questo Mgl, ratta come [?] per la 2. la p. Corte Dio. aggiunge: TIRSI. Oh un compagno "iper fugge! ed è » già lunge. Veder vo' s'ei la giunge. Seguono i w. 240-1, e quindi DEL PASTOKE Qui Fiton aggiunta: nuova CORO, « m. Adamo giacque estinto, il Irofeo d'Apollo;e qui trafìtto Pianse Prosegue di nuovo amork ». il gran col v. cuore vincitoretrofeod'Amore. 242. 12 90 - [SCENA - QUARTA. Amore. Venere. AMORE. Ve', che ti giunsi al Oh impara Or su Mirin Le E de 240 : disprezzarl'etate a e l'arco! l'alto cielo Dei gli eterni i vanti gloriee voi varco miei; 246 quaggiù, mortali, Celebrate il valor de gli aurei strali.- VENERE. Figlio,dolce Del cor, Come diletto de gli occhi miei, si lieto sei ? baldanzoso e Dillo, bel pargoletto, che Dimmelo, Amor^ Senta V. 246. le Dopo questo anch'io gioie tue dentr'al Mgl. Altri celebri e Trofeidel canti, Giove, sommo d'Amor Qual de' ìnortali o de' e ridi pur celesti ? Ah lieta,anima fastosapur, Vanne Ma Giganti: a scherno bella,ah fera. fasciatogli occhi,io ben Benché le i rei l'incliteprove. Pili recherassi Amore Ridi, CORO. DEL fulminiatemoli Io canterò De mio. cor aggiunge: PASTORE Le 250 vanne ti scerru). altera, superba questuarmipungenti, Quest'arco e queste piume e ti rammenta Che fattoho sospirardel cielo E segue Vbnicre col v. 247. un non sia l'igrimetue, di tua bellexxa. Rimira, « Nume. occorre in scena Venere » 91 - — AMORE. di gemme Madre, bel Un Ponmi d'oro e m'appresta; carro l'aurea su testa 255 fregiod'onor, cerchio Vegganmi oggi gli Dei de frondoso; Nobil Trionfator pomposo. Quel Dio, ch'intorno Il l'alto cielo gira luminoso, carro l'arco mio da Vinto '260 piange e sospira. VENERE. del Qùal degl'Iddei la faretra De Non cielo invitta dentr'al senti Io, che madre ti sono, Il moUe sen trafitta, 'n ciel E in terra e telo ? pungente cor ahi ho quanto, ahi quanto 265 lagrimatoe pianto ! AMORE. lagrimatoe pianto, hai riso ancora. Dimmi, piangevi allora Che del Fabro geloso Non potestischivar l'ingannoascoso S'hai 270 ? VENERE. Taci, taci, bel figlio; Pur troppo, Il mio Ma bel e viso di tornare lo sai, tu allor si fé' al cielo è vermiglio : tempo ormai. CORO. Non si nasconde Si V. 275 Mgl: * in selva belva, dispietata Se ne partano Amore o Venere p. 2. Via. » 275 92 - Né l'alto per su — polo le penne Né piagge ondose, fere squamose alberga core le Che de L'una l'altra amante, Sol contro e innamora, Questi l'albe quei, s'al la mente Altri Di mortai Che d'un se fasto un bel Che ogni ch'in Prova sciolto 283. Mgl: (1) Mgl.: " Brandino. capei d'oro, 300 non é core QUINTA]. meraviglia han gli occhi Brandino. un d'amore. NUNZIO. Veduto 295 il volto. NUNZIO. nova core 'ndura giorno, petto [SCENA Qual corre; altro affetto, uman senta non l'armi a e appaga l'aure con vinto Già tromba, ciglioadorno 0^ pregio d'un Scherzar 290 sere d'amore. le fiamme Mira armano vaga senta non core : ciel rimbomba altera Marte Di il accorda fere, cacciando Perde E le e 'nsieme d'amore. senta non e strali gli aurei semplici mortali Che 285 ancora arde foco Ma piante gli elementi Bel I le miriam E 280 d'amore. senta non Arder a le per Tra y. augel sol Ingo, volo Spiega CORO. (1) miei ? 305 03 _ _ sempiterniDei. 0 Ohe lo ciel per volgete sorti mortali Nostre triste o liete, o castigo 0 piotate Fu bel tate ? l'alma Cangiar (1) CORO. Pastor^ deh Le 310 noi a narra meraviglie, visto han gli occhi nove Che tuoi. NUNZIO. Non dal trar senza core Lagrime di dolore Udirete. Pastori, Il destin 315 la bella cacciatrice de troppo miserabile Pur e 'nfelice. CORO. Di' saggio Pastore, pur, Che non Lagrima senza dolore per pietate un 320 gentilcore. NUNZIO. la bella Quando Ninfa, Sprezzando i prieghidel Vidi che per fuggir movea Da seguendo Ella, quasi (1) MoL.: Domenico; e così L'esempi.Riccard. V. 317. V. 320, Mgl. ha: Chs non le amante. piante, 325 tolsi anch'io voi mi L'orme celeste de l'acceso Dio. cervetta di seguito si alternano corregge senxa d'utia dolcexxa. bella. Brindino e Domenico. 94 - Che innanzi crudo a Fuggia veloce, e Si volgeva Avea l'odiato Al ciel rivolse E 'n lamentevol Sciolse in vano, Che l'uno Che pur Fatto salvatica E le braccia Le al non Ma dal Ogni aura o 340 vento ; si vede insieme scorza le e palme avvinto, al ciel distese : 345 bionde e riveggo '1 volto e '1 bianco e petto; gentile aspetto sembianza miro si dilegua e perde; fiorito arboscel un miserabil caso, fa',che Che momento leggiadrettopiede, destin o e verde. (1) CORO. 0 un fuggir parve chiome crespe lontano, era in ecco selvaggia fronde Più Sol et l'altro dianzi Di 335 l'altra mano, troppo lingua : e e suono, immobil Veste Funa e udii, che la 330 presso o omai ogni fuga lagrimosi rai non lungi se amante; Ch'era Ch'io affretta. spesso Ma, fatt'accorta I il passo veltro mirar a - rio ! 350 pietate^ 355 allora disse Dio ? L'innamorato NUNZIO. A l'alta novitate Fermò E, (1) MgL.: € repente il passo, confuso PASTORE DKL d'orrore CORO. W. e PÌCrO. di J" 96 — lui stesso Ma, vedete Che noi verso Tutto 'n viene se di pene carco Deh, — fuor come Traspare il : del luminoso c'ha duol (1) APOLLO. Chiuderà scorza la beltà celeste ? sempre Lumi, voi che L'alta beltà^che vedeste posa, Il mio Per qui e Ma (1) Mgl. « 378. Mgl. Apollo il mio core, « Brandirlo al stesso;ecc. la strada, qui interrompe tesoro. llarioni. v. » 366. » parlare d'Apollo, così: il Ceech. Brandiiio. Tirsi « invan Invan s'affligge, » , Deh come Odilo,hello, Dafne, Che Un le sventure Un guardo Affisaine tue guardo gwirdo, un 375 : s'asconde NUNZIO. vedete lui verso sforza, ch'immortalalanguiscoe cui, ben da vi questa fronde bene, il mio TIRSI V. lagrimar a in Affisatevi pure Qui 370 CORO. APOLLO. ruvida petto accolto ! dentr'al SESTA.] [SCENA Dunque volto appena, si ditole godi almeno e lagrimi il Sole ! appena, ahi la fronte alma Che disdegnosa,ohimè ! lasso ! e serena il volgesti passo. moro. 97 — Ninfa sdegnosa — schiva, e fuggendo l'amor d'un Dio Cangiastiin verde lauro il tuo Che fia Non Ma ! deh in se la nobil Senti doni Quai Non curi la mia l'offenda Di Del A dal mai verde la pianto^385 impetra : gelo, o eterni già mai i pregi, l'ira del cielo. i sommi 390 regi famoso al crin d'onor, ghirlande e fregi. pastor fia che noioso né manto dolce odi il mio fiamma o smeraldo la spogli e prive : lieto e gioioso suo grat'ombrail Traggan e' rami. ciel cantando pianta Portin, segno Gregge velo, ami^ et fronde tue cigni di Dirce e verdeggianti rami I bei 380 d'oro questa fronde te a bel cielo, cetra, del vivo Sian Né crin ghirlandale Faran t'onori non al mio sempre Ma ch'io però del di cantando e ninfe e 395 dive. CORO Bella Ninfa Sciolta Del e fuggitiva, priva mortai nobil tuo velo, Semplicettabeltà,quii Ah, non sapevi Che offesanon Non mai Oli Non occhi pon' far gli Dei la luce il Che misero e celesti ? carro ardente dolente, girando chiami avesti ? ancora l'alto polo ne Volgeròde tema 400 molte a le frondosechiome, volte il tuo bel nome. Ninfa sdegnosa; ecc. continuando col v. 379. 13 98 — Grodi pur Casta Tu bella^ al mondo, curi non Tu pianta novella, e Cara — e nembi, e al cielo. cara tuoni;(1) e coroni 405 Cigni regi,e dèi celesti : _, Greli il cielo Di ogn'or t'adorni Grodi pur de' doni I tuoi Non mai se Aureo egregi; e desio non d'amor vo' Vero Dio. un le 416 piante amante, Centra crin d'auro lauro, pur qual vii superba, e il mio possa Non Che cruda amor Venir è più 420 miser'erba. il mio canna biondo crin l'immondo Grreggeogn'or schianti Sia vii De gli armenti fien,ch'a s'a' dirame; e i crudi denti 425 fame. Tragga ogn'or l'avida Ma : m'assale con guerra fuggir movo Ma 410 strale,. Non a vesti. e pregi t'invidio Io, Sia scaldi, e smeraldi Lieta Se 'nfiammi o preghi sospirosi, Amorosi, pietà sfavillo Di come v. 404. Mgl,: V. 417. Il ha risco,ma la ms. Cecchino è stata — m. magliabechiano prima edizione. mancando Forse « la — Piero aveva L'ediz. prefazione di correzione et 430 ardo, Domenico. — Tuo, 1802, lui in né arbitraria, ma dal tutti mi » è cancell. ha Pog'giali, e in Verso segnato gli esemplari veduti, non pare ce ne sia corretto niarg. bisogno. si da sa un che Vero, asteri- fichi. signi- 99 - S'io prometto Dolce spene Con riso un '1 mio Che Prenda Amore, soffrir ch'in Non 435 ardore scherno a guardo, un con cortese soffrir, Non gelata. piaggia o 'n lido alma infido Cor M'abbandoni Fa' l'altrui pene a e - innamorata. ch'ai foco de' miei lumi 440 Si consumi Ogni gelo,ogni durezza; Ardi poi quest'alma allora Ch'altra Qual adora, si sia la mia Il V. 444. Il ms. Mgl. Ch'altri. bellezza. Fine. 445 100 - — [Canzone] Qual jacomo signor al altero novo corsi. canto, Musa, o dèa mi detta, Corsi, tuo nobil vanto? Corsi, che tutti sproni O E tutti Mentre Tu accendi a primier le belle le Aonie per ri suoni. ond'io le virtù 5 celesti, calpesti? vie cime vulgo vii diletti i passi. Lungi Indi splendi sublime, E i peregrin già lassi Teco o raccoglia gioghi almi fioriti, O largo di tesor gli alletti e inviti. dal Per te melodia Soave Unqua tela Senza S'a Che le tra gli L'altere Condisci 25 al nobil teatri e Amo mostri : scene e d'ostri, di mei almi errori. Atene di gemme te i fortunosi de' sospirati amori. alfin di musico 20 sdegni legni, saggio pompe Splendon i feri ardenti amici l'antica Per Muse le fiamme lieto de accenti greche del gran Pur Ma mercede, rivolge il piede. magion Toschi con Lasciar E 15 pietra o nobil Cantan Tu cetra, mano pregio d'onor, senza tua Quinci E vano musica dotta né Avvivò in tempra non 10 Pindo i diletti a' tuoi pregi regi. gran 30 troppo lungi il lito De E le tue in Oggi S'aura Carco van glorie ha immenso, ardito nocchiero solcarlo l'oceano io penso, d'Apollo a d'alti desir si remoto non scorge segno il legno. 35 101 - — carole ch'alme Dive, Traete Ditelo De' stella di Ditelo ardite Né fìa ohe Turbi Per Sparge Bella di cortesia, via le mirti. 40 Sprezz'ogn'ombra, padre. squadre. oscura de' il pregi gran lume : 45 secura forti virtute, virtù canore pur, contrasti alta e' spirti, nube e lauri sole e magnanimi Fonte bei tra eterne piume e d'aureo ogni Olimpo orror in d'invido grembo nembo. APPENDICE. Dafne La fu fu Nel Trivulziano 1005 trovai il altri che con , venne a deve Firenze luogo avesse del a di sol Di di saettando 11 strofe,insieme rappresentazione vedremo che si onde l'auree quai Empion colmarti di bel alta fan col Da cotanto Trivulziano accenti dal d'almo sen l'alba ascolto del splendor, in nel casa di Palatino Don Ciel m'invita : partita da si bel volume Giovanni 249, a diletto menti. e secondo petto. le caste quest'altro prologo , inchina. escon cammin 1006, anche Begina, il mondo, cor giocondo il legge fatai, dura Dura oscura bello divoto furor le stelle l'eterno pura aggiorno. poi, quai dolci già fuggon Ch'a si terra tuoi verginelle a suo la virtù lucente: più e rassembra immortai, note pure discendo fiamma lume sol, ch'i pregi Di altresì quella intorno Augusti, donna Mentre legge rai santi il bel face cui Mira, si quando d'eccelsi splendo, venerar più degno me d'eccelsi Germe fatta persona ardente carro chiostro Ch'appo Dafne dove Dentr'umil L'eterna della Convertite, armato Sparge trovasi la seguente, è in germi quarta che su ove Fulgido sol, che cini dalla e dedurre delle Olimpo Un Nel II, Rinuc- rappresentazione 1608 al posteriore può si la che d'Austria, D'inestinguibil luce Senti il prologo V Arianna. Dall'alto Ma comprende del prologo Dafne^ perchè la Maddalena Convento nel forse Poesie il poi, per Cosimo a 3, v. si essere sposa anche rappresentò composto Maria a quindi e l'accenno con si vedranno strofa terza innanzi luogo augusti^ stato essere à' Apollo. Dalla ebbe delle , quale può volta ogni e volume primo , cini volte rispondesse airoccasione. perchè mutato più rappresentata e. 249 volto. delle una per de' v., ma Poesie del Rinuc- rappresentazione Medici. senza Il medesimo indicazioni. 104 — d'alto stupor le Colme allor Allor gli abissi al gran quando Di E le voci bell'Alba pianse Apollo famoso più Turba, Tolsemi ogni Ove d'or Per sottrarmi mio 28 vanto. albergo, credea mi canto pregio, ogni dal reale si che poteo 24 amate. fregiarle chiome, non degno il nome, ridir mio s'aprirò, bel più per allor di cui udirò; cantor le frondi su credei mi aurate scene Della E Ma — rinnovar d'invidia gli anni. inganni, a' fieri Volsi, sdegnando, disprezzatail tergo. Ma ad forse di ritrovar Spero 've di Là tanto, Che V. 22. me magnanimo V. 36. Nel meste voci d'Arianna codice in anco Ma forsead Donne, d'alta Porto E al Deh, se nuom Cresca E con del prologo,è la nota e la variante guente se- sorte rea e di fede, famosa Alfea. e di virtute, peregrinarsecuro fermo, e alle saette acute. ghirlande a' primi fregi feliceAlfea (1),Veterno Oiove e Ferdinayidi dell'arti mie accoglie l'ultima il qualchemercede, della invidia Cosmi Mira poi 40 ritrovar riparo e schermo spero D'acerba (1) Il Palatino sdegni. non : beltà colme voi,di gloriaamicJie Palatino mio udirò. di mia onta tra voi Pregio sovran Il cod. '1 cantar e Trivulziano,dopo qtiestamaniera Ritroverò Tra 96 più degni, e pio, d'udir cor • disperatail tergo. : medesimo fine è Il cetra siede, Astrea. : Le : di questa Il 32. Il Palatino novella raccoglisì cortese suon V. vii mercede sol de' cavalier o rea d'or superba gigli e Il Il Palatino sorte non virtù, di valor Di Fra di mia onta 32 senz'altro testo. Cresca nóbil Alfea. le cgnor glorie queste e rinuove, i pregi. tre strofe aggiunte a questo luogo e mina ter- L'EURIPICE RAPPRESENTATA NELLO SPONSALIZIO DELLA REGINA DI CRISTIANISSIMA FRANCIA E DI NAVARRA (1600) 14 Alla Maria cristianissima E E Greci E-omani e di maniera stata era Corsi del sig. Jacopo di Dafne, potesse il onde di dalla Duchessa, di più tutta Ma dal avendo usata, Gran di in che ardire per i nobili il mio ardi che Cosi ho parimente d'Orfeo. l'umil Di Riconosca devozione da ricever Iddio Firenze Di V. e seguito di tempo gli altri dell'animo M. poeti di (sic)d'Ottobre a ad prima edizione. quelle alcuno, allegrezza avendo , in altre Ulisse avessero nella mie le ben lei, e viva e et in far rivolger piccole lungamente maggiori stro no- contrario. preghiere che il zione, naviga- sua il nell'Aiace altrimenti grazie favole; cantato Servitore E-inuccini. et i lamenti fatiche felice favori. 1600. Ottavio alla luce d'Orfeo: M. dall'A. talia d'I- simili in invidia Umiliss.nio (1) Premessa senza pre- accrescere parere tanta di Sofocle in queste verso di sommerso ogni giorno maggior il di Potrà Signori di ingegnino non nissimo Sere- alla il fine della favola poeti greci l'autorità del recare abbiano non altri quanto voluto , si e e l 'Euridice, scena conoscere ho Gran udita da e Principi a scrittori. essersi V. tanti solo non magnificenza e in alterare potendosi rappresentare non scena, affermare Omero che in giustificazioneesempio tutto sortito gradite maniera mia di ha più intendenti me da fortuna vola, fa- stessa ella Montalto mirabile che quello Serenissima e io la favola alla in nobilissima di siano stato dalla tolse que' pochi, a Monte benignità e prova sig. Iacopo, fu arte con cominciando convenevole parso e musica mi è favore Legato, cosi Dante la sia il Dal Laonde celebrate tanto troppo ma casa Peri poesie, di fatte migliorare si antiche in mi l'intenzione di forma qui musica sì fatto piacque miglior rappresentata altri di due, perchè queste dato della le note sotto fin sappia udito semplice una e dalla M., del Cardinal rappresentazioni e medesimo di Francia. grazia incredibilmente maggior d'essere pensiero patria favorita, ma meritato Duca V. e -r p animo, questa molto musica in fare io difetto Peri, quando Cardinali gl'illustrissimi e commendata. messa me che pur io per ma tanta con rappresentandola nuovo nobiltà mise solo preso , e mia, e dell'età nostra, ohe canto l'udirono: che inferiore: Jacopo messer da composta e né ma credev' ciò mi all'antica lunga le scene rinnovata, alcuno, dell' animo interamente che gli antichi Regina nobil si tragedie intere: ma , le su che Francia di (1) Cristianissima molti non da gran NaVARRA. Di cantassero tentata Regina , recitare di moderna di openione stata Medici per Alla Maria cristianissima E le Poiché che può non infinitamente sicuro vengo nello la affetto un delle colmo Di il dì V. 6 che dell'antica di ci e dei suoi favori. di febbraio 1600. ch'io vi a , del Cavaliere che d' da ohe (1) Dedicatoria e in xio i della Cristianissim^a Fiorenza altra prefazione ! I Sopra l'Evridice \ Del | Maria | Appresso Giorgio a la nostra ed Corsi signori Jacopo io, adoperandola fonte. E le tutte chi può non alla Marescotti. Ottavio guisa, Ottavio su | Regina di Francia | MDC. sotto Mvsiolie | Di Rinvccini con mente agevol- signor Emilio venzione in- maravigliosa le scene, Rinuccini mettessi partitura: Le signor Medici musica la umane renderla dal mato sti- ritrovare a operazioni Benché caso. ho mie, indotto ha m' ogni altro, ch'io sappia, udire fatta e operato aver che poiché di principio essere fusse quello noto di canto: credere prima ci a' farvi maniera dà il Dio Peri. Musiche benigni Lettori, queste porga, oonvenirmisi ragione da Lettori. A' debbe quale, in insieme Servitore Iacopo nuova altro accetti le prego Umilissimo questa piacque com- Cristianissima M. Prima da non Et il con e si à''Orfeo. G-ra- onorate. mia de' almeno scorgerà degne, e stesso me ghezze va- par Sua, quando 1' ha servitù nuovo si la persona nobili come medesima Lei le dedico grazie sue Firenze Di di umilissimo musiche, queste con Vostra mille e e difficilmente d'esser, al presenza sotto di , , canto perfezioni grazie che mirabile dalla il mio Maestra grandezza dalla due ogni parte trassero et udire discale, dunque, esse in che qualità nobile ascoltarle che mille tra di ci riconoscerà non nell'ordinar' e , antichi, poeta famosi quella adornandola favola altronde; s'Ella Binuccini senza, pre- sopravanzare alle proporzionata Ottavio signor sua ricevere E, quelle maravigliosa ha dimostrato gravità e dolcezza, s' accompagnano, più difetto,ma potevano almeno unione con , il buono gloriosissimo nome. suo , si nobil di e di lei, o ove poema spiegar al degna o nuovo bello dedicarle a cosa questo di dalla favore tanto loro ogni adempiere pure sponsalizio della Maestà nello me riceverono Regina, quanto da Francia di (1) varrà. fatte musiche, nuove Cristianissima Vostra, Na di Regina Medici piacque (fin 1' le note Iacopo la Peri dimeno non- 1594) anno Favola di | Nobil rentino Fio- | Rappresentate nello | e di Navarra. \ [stemma] Sponsali| In 109 — — di fare una semplice pruova composta Dafne dal signor Ottavio per che si trattava Onde veduto dell'età nostra. quello che potesse il canto imitar col chi parla si doveva canto che drammatica di poesia e però , G-reci che gli antichi dubbio si parlò mai cantando), stimai non (e senza di molti le le cantavano secondo su scene l'opinione (i quali e Romani, una quella del parlar armonia, che avanzando tragedie intere) usassero melodia che del dalla pigliasseforma cantare, ordinario, scendesse tanto , i * di questa il jambo, oltr'a' avanzarsi detto l'imitazione ricercare quella di voce, sorte lenti s'innalza non de' confini si debbe udita fin fu al cantare e (quasi, trattenuta ; ciò, per diedi tutto mi qui, questi poemi a E familiari. ragionamenti dagli antichi che quelle poesie l'esametro, ma pure come di canto maniera in veggiamo considerai e che la quale assegnata, sospesa), potesse del canto tra i movimenti prender temperato corso al favella accomodarsi et della e spediti veloci, quegli parte affrettarsi sospesi e che che onde ragione diastematica essi chiamavano in la è altra qualunque tralasciata a E luogo avuto aver è mezzana. cosa e e anch'essi leggendo le poesie et i versi proposito mio (come l'accomodavano la all'altra del avvicinandosi quale continuata lavano appelragionare, eroici), ad altro hanno forse moderni che i nostri il cor anfine) (benché ; alcune loro. Conobbi, parimente, nel nostro fatto nelle musiche parlare, intonarsi voci favella ad in que' modi somiglianti et più tra chi apre ci che di Et .consonanza. dolerci nel nel , gli affetti , , e lo tenni della corso si ritorni riguardo avuto rallegrarci , il basso muovere nel e finché al tempo fermo di le tra in et quegli, false e di proporzioni , finché, scorrendo note, la voce per varie intonandosi, ragiona arrivasse a quello che nel parlare ordinario la via E questo non solo perché il corso del concento. a nuovo le buone modo ballare che ciò però, ci per 1' io come non favole romane donaroisi uso dalla nostra musica di quale già composte Strozzi, al signor delle incontri in non aver d'intonare bisogno manco ho per questo esser accomodarsi il canto quello alla quei Signori la mia openione, dimostrai non cantare, e piacque sommamente pure arie bellissime Francesco per ogni l'antiche esser creduto a fatte musiche. nelle che che, E_ greche solo possa favella: onde nostra loro questo nuovo al signor Iacopo, il al signor ma favola, quella Cini,e ad degne di nota: altri molti intendentissimi gentiluomini (ohe nella nobiltà fiorisce oggi la musica), come anco che si famosa, può chiamare Euterpe dell'età nostra, la signora Archilei, la quale ha sempre certo un e dalla necessità usato, così udire Piero o ardirei affermare fatta negli più spesse) paresse meste o principalmente nelle cose natura l'altre più liete,più spessi movimenti: delle false,o scemasse o taggio ricoprissequel van- forse modo aveva (quasi intoppando basso, s'aggiungne fare, potevan si nelle del moto perché ancora per al richiedendo gravi, ma e non che feci servono ferisse 1' orecchio ragionare non ripercossecorde, dalle consonanze o armonia, si intuonano nuova accenti secondo meno or quegli a cose fondare vi si può molte di movimento capace a che altre passarsiper altra or guisa del cantar suo a quella Vettoria le musiche mie, j 110 - adornandole non semplici doppi ogn'ora, più quelle essi anni leggiadrie e in suo diletto e ebbe miglior signor del nobilissimi grande si et Giovanni fin Coro; del arie quali si fu mia arrivato freno stato modo; forse e di al avverrà di altrui al valor a me sonate cantate e a tanti più con dato è non meste molta e senza dove mi si e valorosi grazia da dentro e ho alla di nominato, rone, chitar- un lira di grande, Ninfe e imperi: dipendenti da lui, dopo che pur vi io benché cosa di noia, e fanciulletto più fetta per- aperta gloria, delle essendo (et appunto saranno ogni alla l'uso , lucchese. l'arie nel- tata rappresenE vivete lieti. Iacopo false ciute pia- massime di Dafne sendo es- in avendo orme, che sia non giungnere, poter assai, spero à''Arcetro , valore sommo Pastore che gli eterni le mie per discretamente Iacopo Giusti, viene ora novità, graditela , non che io vi dimostri E pervenire. à''Orfeo Poi fatto aver camminare uomini) del lettori; e della , più gravi signor Antonio eccellenza stampata e occasione d' e pareva rispetto parrà di poter paura tata can- Cristianissima. cortesi , dove il quali per persone , altra mi da Maestà sua il corso ch'in Intanto questa. strada fin mio fu e signor il cui alcune et composta sua a modo questo con i appunto hallo; Sospirate benignamente però il più E-egina una Montalba modo nel cantate nella leggono ad spesso (detto E-omano), esser rappresentata Ricevetela fatta d' Euridice canto, al dovevano e tirono sen- testimoni [lacomelli]una , perchè di grosso. Caccini l'arie Al de' cori e questo questa la Giulio fece mondo, al noto tanto la perchè il e Grazia Violino l'avessi allora luce, nondimeno in le Lapi benché E ritrovò. Francia, Aminta; che don si per sommo , Tra , quasi E Vecchi di sangue ha con vi Palantrotti, Plutone; signor liuto un è rappresentata di di anco mirabile. non tempi. Corsi dal Giovanbattista messer messer il et , e, chiunque e stimi Griovanbattista , nobiltà per ma eh' io nominai, fu ad scrivendole fu udita Euridice rappresentò signor Iacopo gravicembalo un da nostri Melchiorre signori il : aretino, signor da sonata illustri musica e il Arcetro; fu de' egli d' Italia Principi musici cantare, signor Orazio il perchè ma famosi itasi, nobile Brandi, è tanti a eccellenti più Francesco sonò pensiero, perch'ella rappresentò, uomini et , da' scena mio cui presente valorosi Fontanella Alfonso conte la altri che eccellentissimo, ricevuta ventura ed quei Signori si son messer musica voce, ritrovati suo scrivere possono in Carnovale universale applauso con Ma nel che nostro la commendò e Violino col cognome continui non parti della le tempi, del si di lunghi giri ingegno nostri forza che L'udì scritti. tutte de' la e , il cambiato all'uso bellezza dagli che lacomelli, tre la vaghezze e di quei e dell' vivezza , ubbidire s'imparano non quei gruppi dalla che per in consistere di pure , e — Peri. 112 — di maniera fuori in tempi, la essi, per tutte più di me l'altre musiche mie anni quindici ohe sono in arte che son diversi , avendo de' da composte penna non vede si quale - nelle mai delle sentimenti musiche mie altr' usato toccando parole corde quelle l' più e tazione imi- meno , le affettuose giudicato ho quali più convenirsi , si più volte ricerca mi dalla l'effetto il sotto dai sapendo mie le a arti, a Di V. S. Di y. potrà S. il 20 far quale di prego Dicembre modo di che grazia molte canto potermi avendo non Nostro può Signore la cose di ; sua più discare esperimentare il con la che faccia in tezione; proet ecc.; non state essere occasione ne a ricoverare, alle buona per ricevere conservarmi a soprastare fede accettata intanto prego ecc.; ottimamente Illustrissima, quale sempre sogliono sempre giudicare li Firenze la spererò ohe e Boma in costà volontà buona grande; Principe buone mano ella grazia quella , stata scudo pericoli che qual Illustrissima; mia qual la ; essere S. V. difeso cantare testificato ha universalmente grado ben per per usate; le cose tutte baciando felice. 1600. Illustrissima Servitore affezionatissimo Giulio Caccini. e ser es- ohbligatìssimo la | Nozze \ delle felicissime Regina di Francia Descrizione Dalla: di Madama \ Medici Maria | [stampa] | In Buonarroti. ti. MDC. I Con de' licenza dalla corte in tutti le nozze, partenza del Legato e Superiori. delP Euridice. rappresentazioDe La appresso Firenze \ Dellit Cristianissima. Maestà langelo \ e di Navarra. \ Di Miche| Appresso Giorgio Marescot- della e Regina, vari trattenimenti solamente. non quei giorni che precederono alla Ma i che mentre si andavano più magnifici tacoli spetcontentezza e più apprestando, per maggior dei nobili e suntuosi mostrarsi, eziandio universale si tennero, da' particolari Là ordinati. onde avendo il magnanimi gentiluomini ne furono in musica con signor Iacopo Corsi fatta mettere grande studio la Euridice, affettuosa e gentilissima favola del signor Ottavio Rinuce li cini, e per offertala nel Altezze, fu loro a de' palazzo rappresentata: Mentre fu tale Orfeo e e suavità del gliene rende più da dalla e lo per che nozze vita tranquilla, Piangela Orfeo, ascosa. dello bocca inferno (da lei dottovi) con- cantando; onde, mossosi consigliodi Proserpina, bella: mai scena reali essa. tra l'erba serpe lamentevolmente canto, quella a delle Euridice, sposi ed amanti, godono Venere la richiama di apprestati, nobile praparatale e seguente sera il concetto ella ferita consigliodi per belli vestimenti e ricevuta, la Pitti,e che muore e ricchissimi personaggi il Plutone perchè pietà, a essi amando di alla nuovo gioiscono. il magnifico apparato d'un grand'arco, quali la Poesia rano accomodatevi piene di con massi si per li : in e il tutto in lo livide l'erbe rupe, entro le inventore, vi rilevate li lumi e- dipinte, e ben scena di parean dispostivi, veri, la città di Dite le aperture come di prima tornò, né più passando colore con e con onore piacer vario, e ri, tor- Dopo si vide a vi si sue rame. di chi ad più ardere delle ridi or- de' sovra là E apparivano. per d'un parte vi intervenne; vi fu e suoi, spetto l'a- inferno, quelle mutatesi, in di fiamme avvampandosi chi per fianchi fra giorno. veder gran compiutamente qualunque di senso, e d'una solo, la e , le cortine dello vaghissime, spaventevoli, che lingue l'aere d'intorno mutazion e da bell'avviso disegno di sterpi la rottura conobbe, vibrando questa bel poscia scorsero quali sfrondati entro selve come dovendosi nicchie Pittura, con un luce una degna sala, dopo di due e istatue, mostrava per Ma la e in re muta- condurla di mente spettatore. 15 Interlocutori La Tragedia, che fa il prologo. Euridice. Orfeo. Arcetro \ Tirsi \ Aminta Pastori. 1 Dafne nunzia. Venere. Coro di Ninfe di Ombre Pastori. e Plutone. Proserpina. Radamanto. Caronte. Coro e Deità d'Inferno. [PEOLOGO] La Io, d'alti che Féi sospir di Spars'or di Non Non teatri al popol insano. infelice al guardo umano. Simolacri Cangio, da' funesti, ombre coturni desto e lagrimose e pur i mesti Tal ch'ogni Del mio Fregio per su Tempro, Senna Mentre Alto E Del al fra e real i manti Tracio d'oro. con sereno aspetto anch'io, il canto mio dolce diletto. cor il bel de date 25 intanto prepara seggi Orfeo 20 corone onde e' Roma, o due liete nobile 16 chioma. m'adorno più diadema Atene colse l'onorata Imenei corde ammiri, terra alloro, cotanto su torno, reali Ne' E voi affetti. calpesti l'orme. non Febea Fronda Tal anco vii panni dolci più la cammin non i foschi 10 : gentil ch'Apollo inspiri Vostro, Regina, fia forse d'affanni cor stupor alma novo tetti cangiate forme le alto senza i scene. regi e ne che s'avverrà Qual 6 vene, tiranno via, lungi Non sembianti. e d'innocenti meste volto, folto di su Ecco volti il ciglia spente Canto Or minaccie sparso Spettacolo Lungi pianti, di pietà sangue di e vaga doglia, or negli ampi Scolorir Tragedia. gli crin si antichi l'orecchia fregi regi. al canto. L'EURIDICE PRIMA]. [SCENA Euridice. Pastori. Ninfe. Coro. Coro. bei ch'i Ninfe, Scioglieteliete E voi, Oggi a Giunge rubini alme voci sommo valor 35 Imeneo. Orfeo, 40 Euridice, congiunse Raddoppia e fiamme memorabil il cielo: e o del di felice ! coro. lumi giorno, il eh' Febo, contrade santo Ninfe Al ardenti, lieti canti. e beltade Fortunata vi 30 toglietei vanti, ciel somma Avventuroso Pur in fiorite liete Risuonin venti, de' pastorelle amanti; o queste per bei a' l'alba venite, Tutte scherzar tesoro chiudete voi, ch'a E lo a ch'almo Dentro E d'oro crin carro d'or rivolgi intorno. Pastori. E voi, Per celesti l'alto Rivolgete Di A pace e 45 Numi, ciel con certo moto erranti, sereni d'amor le bell'alme pieni i lucidi sembianti. 117 — — Ninfe. 60 Vaghe Ninfe amorose, Inghirlandate1 crin liete Dite vede Non — festose e d'alme : simil un viole, '1sole ! d'amanti par — Euridice. diletti Donne, ch'a' miei si lo Rasserenate Deh il rassembra Tutto 55 lieta ascolto come canti I dolci '1 volto, e petti mio gioirraccolto, vostri dentr'a' Che sguardo D'amor, detti, gli amorosi e graditiaffetti di cortesia 60 ! Pastori. Qual in si Alberga core rozzo fera, alma si alma Che di si bell'amor Non colmi dura^ l'alta ventura di diletto Credi, Ninfa si di dolcezza e ? 65 gentile, Pregio d'ogni bellezza, Che 0 muto formi Ch'oggi non d'amor Dolcissimi Non De' dolci vostri spiri sensi e sospiri; e liete l'alme son pur onda. in pesce bosco, augelloin fronda, in è fera non e 70 lieti i cori amori. Euridice. mille guise Crescon le In Mentre e mille ogn'una Dal bel Ma deh, compagne Là tra guardo di voi riso seren che par e petto. scintille 75 diletto. amate, quell'ombre grate Moviam di quel fiorito E al suon quivi Trarrem al mio dentro gioiemie de' liete carole almo boschetto, limpidicristalli e lieti balli. 80 118 - — Pastori. qui, fra sopraggiunga Orfeo, noi liete pur: Itene Che L'ore trapasserem tanto lieto canto. con Coro. canto, al ballo, a l'ombre,al prato adorno, Al A le bell'onde 86 liete e Tutti, o pastor, correte in si beato cantando Dolce canto, al ballo Al SelvaggiaDiva, giorno. Ninfe, boschereccie e etc. 90 Satiri,e voi, Silvani, Reti lasciate e cani; Venite al de suon le correnti canto, al ballo Al Madre Bella Scendi E a' co' bei d'Amor, da l'alto nostri diletti, Di di puro mei coro 95 '1 ciel e latte distilli e l'ali d'oro. con canto, al ballo Al Corran etc. pargoletti le nubi Fendi linfe. rivi e e etc. fiumi; manna Ogni selvaggiacanna; Versat' ambrosia e canto, al ballo Al [SCENA Orfeo. di etc. SECONDA]. Dafne. Tirsi. Arcetro. Coro 100 voi, celesti Numi. Ninfe e Aminta Pastori. Orfeo. Antri, ch'ai Rimbombaste E miei lamenti dolenti,amiche voi, pianteselvaggie, piagge, 120 — Sentir Ecco pietà le senza ch'a' tuoi — voci e' pianti? — dolori Pur s'ammollirò Del disdegnosocor al fine gli aspri rigori. Orfeo. Ben conosc'or Tue che dolcissime Amor, Che serbi 140 rose, nascose; farne per pungenti spine tra veggio or dai gioir ne e sento tormento. Tirsi. Nel ardor puro de Aurea facella E discendi qui Griocondo bella 145 piume, fiamma di celeste e — accendi, l'aurate su — stella infiamma. Imeneo Trabocca d'alta in dolcezza grembo tra' bei canti E più di bel foco — Nume, L'anime Lieto la Svegliane' cori Di paradiso. un a' fortunati — di soavi — amanti, 150 amori dolce una — nembo aura, riso un Arcetro. Deh ogni bifolco,ogni pastore come A' tuoi lieti imenei 155 Scopre il piacer ch'entro racchiude il core. Tirsi. Del beato tuo Crescano L'onda gli alti amor come ognor, contenti pioggiasuole per gonfiarde' rapidi torrenti. Orfeo. E per te. Tirsi mio, liete le notti Sempre e i di rimeni Dafne, Lassa ! che Gelami il di cor spavento nel ridenti e seno e ! il sole. nunzia. di pietate 160 121 - beltate, Miserabil in Come — punto, ohimè! un AM ! che In notturno lampo venisti 165 meno. baleno o ben seren fugge, ratto più rapida l'ale Ma Affretta al di fatale. vita umana Arcetro. Ohimè Pur Al fia ! che già mai ? gioiosa gli Allor costei tutta or fonte de 170 lasciai. Orfeo. Qual cosi ria novella Turba In bel sembiante il tuo questo allegrodi, gentildonzella. 175 Dafne. 0 Febo del gran de e le Pregio sovran, di Non cagiojidel chieder la Dive sacre queste selve mio onore, dolore. Orfeo. Ninfa, deh Ridir Che sii contenta perchè t'affanni, taciuto martir 180 troppo tormenta. Dafne. Com'esser può già Ch'io narri Deh ch'io reveli e Si miserabil mai ? caso lasciami fato,o o cieli ! tacer, troppo il 185 saprai. Coro. Di' pur: sovente È de ristesse del timor mal men l'affanno grave assai. Dafne. Troppo più del timor fia grave il danno. 16 122 - — Orfeo. ! Ah dubbiosa. sospenderpiù l'alma non Dafne. Per qual fiori rigando i Ove Lento gli Allori, de il fonte trascorre diletto dolce Prendea 190 boschetto, vago Con le compagne Chi violetta Per far la bella sposa. sue 195 rosa o crine ghirlandeal Togliea dal prato e da l'acute spine, E qual posando il fianco Su la fiorita sponda Dolce Ma al cantava il danzando ria sorte Quando, crudo Angue Che e pie '1 verde su acerba prato, ! spietato, giacca tra' celato fiori l'erba, e pie con si maligno dente, repente Ch'impallidì Come raggio di sol che nube adombri, E dal profondocore Con un sospirmortale Si spaventoso ohimè ! sospinsefore. l'ale, Che, quasi avesse Giunse ogni Ninfa al doloroso Et lasciossi allor Spargea il ;^ Un Indi Tra s'udìo più il tuo le labbra Scolorito Restò il bel tanta e le dorate freddo assai 215 chiome che ghiaccio: nome fredde sonar E, volti gli occhi V suono. l'altrui braccia. ne bel volto via sudor 210 abbandono ella in Tutta 205 il Punsele ?' 200 Euridice la bella Movea l'onda ; de mormorar al viso bellezza e tremanti, 220 cielo, e i bei immobil sembianti. gelo. 123 — — Arcetro. ! che narri, ohimè Che Ninfa, Misera misero più e miseria Spettacoldi ? sento amante, di tormento e ! 226 Orfeo. Non 0 piango e non mia Euridice, Che cara che lagrimarnon sospirar, Cadavere 0 mio Chi mi mia o ! chi Tosto posso. infelice, core, Ohimè ch'in vedrai chiamasti Non son, vengo, il tuo vita, o cara 0 ! dove lontano son vita ! o 230 se' gita? vano morendo non pace, tolto, tolto,ohimè t'ha o speme, t'ha mi Non Io sospiro, consorte. 235. : morte. cara Arcetro. invida ! morte Ahi e ria. Cosi recidi il fior de gli almi turbi d'amor Cosi ! Lasso ma l'altrui a' indarno speme? contenti? 240 venti, Fia l'empian'assal,volan le strida. ciò non il seguirlo, a più senno Da soverchio Ove dolor sé stesso vinto uccida. Dafne. Va' pur, Ove Reca si fa ch'ognidolor d'amico men grave, 245 fido conforto il ragionar soave. Ninfe. Dunque è pur Tornate, o Senza ver, che donne la scorta scompagnate mie. di quel vivo sole ? e sole 124 — — Aminta. Sconsolati 0 speranze E chi In fallaci ! si breve ' avrebbe creduto Veder 260 desir,gioiefugaci, momento spento ? d'ognibellezza il sol Ninfe. Bel di, ch'in Deh sul mattin avanti come di duol Nube si lieto apristi, 265 sera t'adombra oscura nera! e 0 gioie,0 risi,o canti Fatti querele e pianti! Pastori. 0 voi fior di Per E giovanezza, di bellezza voi, che Si chiari 260 alteri cotanto pregi avete. Mirate, donne mie, quel che voi séte. Coro. Morte, ahi pur Cruda Oscurar si dolci potesti lampi 266 : aure celesti, Sospirate, Lagrimate, o selve,o campi. Quel bel Amor Dove Pur volto suo lasciasti Senza fiorito, almo seggio pose, scolorito rose. giglie senza aure Sospirate, Fiammeggiar di Ch'ogni stella 270 negre oscuri celesti,ecc. ciglia in prova. Chioma d'or, guancia vermiglia. Contr'a morte, ohimè ! che aure Sospirate, giova ? celesti,ecc. 275 125 — il S'Appennin nevoso Spira gielche affrena, albergo Aprii per noi aure Sospirate, a' rai del Quando sol cocenti il di lieto e Forte di fiamm'e celesti,ecc. si Fier leon 285 tosco empio serpente; carme Ben in selve placa o 'n bosco l'ira ardente. ne ecc. celesti, aure Sospirate, nocchier Sa Ahi Già costante marino schernir ! mondo, giocondo. aure Sospirate, Spogliasi '1 e lucenti rio d'onde Toma ecc. celesti, il ciel s'infiammi che Fresco Ben 280 rimena. Dolce Par tergo l'onde in chiuso foco Lieto — forte e 290 sdegno. fuggir colpo di morte mortai ingegno. ecc. aure celesti, Sospirate, vai non TERZA]. [SCENA Arcetro. Coro di Pastori. Arcetro. Se invido Fato Di rio quest'amate piagge ha Donne, Che e 295- riconsole ne per spento il sole, celeste Il nobile aita pastor rimase è in vita. Coro. Dei, gl'immortali S'ei vive pnr da tanta angosciaoppresso; sei Ma tu perchè non amico In si grand'uopoal caro appresso? Benigno don de 300 126 — - Arcetro. Con frettoloso passo, Come Da sai, dietro li tenni;or tu dolente che il vidi lungi e quando lasso in bando, d'ogni allegrezza già, com'uom corso alquanto allento, Se 'n 11 Pur da tuttavia al Tenendo Et lungo Vinto da Cadde su giunge 310 danno. il memorabil fé' morte Dove sguardo intento; lo cammin suo al loco ei ecco 305 l'alto affanno l'erba,e quivi sospir dal cor gli uscirò, Che le fere e le piante e l'erbe e i fiori Sospirarseco e lamentar s'udirò; 0 fere,o piante, o fronde, o fiori, Et egli: Si dolenti 315 — pietà m'addita Qual di voi Dove ghiaccio divenne E, come per il caso, porse sul verde Scorse bel foco? volle il — fato, 320 ciglia, prato di lei l'erba bel sangue Del o le dolenti intorno Girando il mio il loco vermiglia. Coro. lagrimosavista, ahi Ahi fato acerbo! Arcetro. il Sovra sanguigno lagrimoseluci Indi 0 caro o mio ricco Deh Prendi co' miei de e disse tremando sangue, Del 326 affisse Immobilmente Le smalto l'alma : esangue; — sangue tesor baci '1 volto misero avanzo, ancor quest'aure estreme! E, quasi ei fosse d'insensibil pietra, Cadde su 330 insieme l'erba,e quivi. — 128 - — Pastori. A te, qual gli alti Numi, pastor recasti aita^ ti sia de tu nobile Ch'ai Mentre queste membra avran ogn'or tra incensi lodi Canterem spirtoe vita, e e 370 fumi. Coro. su' nudi Raggirar Sorgono anco Appressando verno, i dolci in eterno. nemboso gli scoglialteri mar torbida L'onda oscuri Sciolti i nembi tremula Aura Non vagante. e l'aer pur si volve Come il tutto né sorge, or '1 foco e è il ben Non feri. e del ciel superno rotar Ma 380 spumante, increspail tergo ondoso, Dolce Al 376 lampi carro S'al soffiar d'Austro Crolla fiori frond'e e il la luce De campi d'orrido stridor Fa onori i verdi de' boschi Se '1 intomo, in giro: pianto eterno; cade or 386 il giorno, qui gioiao martire. Regna Pastori. Poi ohe dal Scendon Pria Al 390 sereno queste piagge umil In I bel che li Dei rai lucenti tempio, a Andiam Alziam nasconda e a Teti mali, in seno chiari, i sacri devoti, e le voci mortali nostri pietosia' Febo noi tra e con '1 395 altari, celeste cor Qui il Coro parte, zelo cantando e la scena al cielo. si tramuta. 129 — QUARTA]. [SCENA Coro Ombre di ^adamante. Proserpina. Plutone. Orfeo. Venere. — d'Inferno. Deità e Caronte. Venere. guida immortal Scòrto da di speme Arma di fortezza e di morte Ch'avrai Palma, trionfo ancor e palma. 400 Orfeo. 0 d'Amor^ figliaal madre Dea, fra cotante Che il Ravvivi Giove, gran pene cor si con spene, soave qual fosco sentier mi Rivedrò quelle luci alme scorgi? Per e e dove 405 ? serene Venere. L'oscuro Rive siam onde varco, pallidee meste, Occhio vide non Gli intorno,e oscuri campi Del Re che Sciogliil de suon Quanto mortale: vedi la città fatale e l'ombre sovra nobil tuo d'alcun ancor Rimira Al giuntia queste l'aureo ha scettro 410 e regno; canto legno: t'ha tolto ivi dimora. morte 415 Prega, sospira e plora: Forse Che ha mosso pianto quel soave Ciel,pieghi l'Inferno che avverrà il ancora. Orfeo. piaggio,ombrosi Funeste Che di stelle Non vedeste suon campi. di sole giammai scintill'e 420 lampi, dolenti Rimbombate Al o orridi de mie parole, l'angosciose 17 130 - Mentre ben Il perduto E voi, deh, per pietàdel mio Ohe mio misero nel Ohimè ! che Griunse ! Misero Che e fra il Com'angue Lagrimate miei. 430 mi credei, freddo e solo piaggia il verno, d'Inferno. 435 piacque, questi lumi Fatti al tuo dipartirfontan'e fai per fiumi. e orrori ? i tenebrosi entro 440 e piagni t'affliggi amori gl'infelici L'acerbo fato Deh, scintilla Ti gli occhi pianto,Ombre al Oiel di Forse d'Inferno. duolo^ e in fredda al mio Luce Che il sol de pianto suole tu, mentre eterno, quell'ora a' bei raggi il bel lume; e su spense Restai 425 martiro, pianto, Ombre l'occaso scaldarmi Morte dimora cor sospiro; l'aurora su a voi con al mio Lagrimate E accenti mesti con — se scalda e il Senti, mia ancora di sen quei il tuo Lagrimate si cari ardori. vita, senti Orfeo caro 445 lamenti Quai piantie quai Versa ? dal cor interno. d'Inferno. pianto,Ombre al mio Plutone. Ond'è cotanto Ch'avanti Scenda ardire. al di fatale bassi a' miei regni un uom mortale ? 450 Orfeo. 0 de gli orridi e neri Campi d'Inferno, o Eccelso Re, che a de l'altera Dite le nud'ombre imperi, Per impetrar mercede. Vedovo amante, a quest'abissooscuro Volsi piangendo e lagrimando il piede 455 . 131 — - Plutone. Si dolci note si soavi e in spargeresti Non van nel mio se regno lamenti. pianti o mercè Impetrasser accenti Orfeo. Deh, la bella se Ohe l'acceso per Mosse 460 monte fuggirtiin a ti scopra Sempre Sereni Diva, i rai de Vagliami ritrosa van schiva, giri e la celeste il dolce e fronte, 465 canto questa nobil cetra, Di Oh'io ricovri da L'alma, deh, rendi Rendi quest'occhiil a il Rendi de 0 raccogliancora me Tra dolente, sen desiato sole; 470 suono le dolcissime l'ombre mia. questo a queste orecchie A la donna te parole; ben spente ov'il mio dimora. Plutone. Dentro l'infernal Non lice ad Ben di tua Non so porte uom dura qual novo M'intenerisce il mortai fermar le piante. 475 sorte affetto petto: troppo dura legge, Legge scolpitain rigidodiamante Oontrasta a' preghi tuoi,misero Ma 480 , amante. Orfeo. Ahi ! che Sciolto è Ma del tu Scintilla Ahi Come d'ogni legge pur colui, che gli altri affrena di lasso ! mio regge; dolore pietà non e e non senti al 485 core. rammenti trafiggaAmor, come tormenti ? 132 - E '1 monte su pur Lagrimasti Ma deh, tu ancor '1 se de può nel duro Rivolgi il guardo Che t'accese nel al mio Tua bella ardore d'Amo}-e servo ! mio 490 destar pietate, quell'almabeltate sen a si bel cor Mira, Signor, deh Come l'eterno pianto Non - desio: mira lagrimar e sposa, dolce come Rugiadosi di pianto a Mira, Signor,deh mira dolce i lumi pur gira. me 45;) sospira Quest'Ombre intorno, e quest'oscuriNumi : Vedi al mio duol, come al mio pianto come Par che si ciascun strugga 500 si consumi. e Proserpina. O E-e, nel cui sembiante si ch'il ciel M'appago sereno Con quest'ombre cangiar Deh, se gradito amante Già mai Onda soave S'al in trovasti libero cor dolce e caro. 505 raccolto sen sete, sciolto e Dolci fur Di gentil amante si m'è questo l'amorosa a chiaro e queste chiome e laccio acqueta il e rete^ pianto. 510 Orfeo. A si soavi A preghi, si fervido Mercede anco fia Che però ! che Diman Vola se me teco pur nieghi? fra a tant'alme rimirare e che più seco, vedrai mortai ratta che e mille nel tuo vita saetta tante 515 il sole ? queste piaggie ignude Rimarran Sai pur Euridice E,iede Ahi amante a e e mille gran sole ? insieme regno. l'ore estreme al segno. 520 133 — — Plutone. dal Dunque Torneran Le oscuro regno l'alme al cielo,et io primiero leggisprezzerò del impero ? nostro Radamanto. Sovra l'eccelse stelle Griove talento a Nettuno il E a move Tu mar turbi voler suo 525 regge; i confin procelle; e d'angusta legge l'alto governo, libero Non e corregge sol dentr'a Avrai comanda suo signor del vasto Inferno? 530 Plutone. Romper proprieleggiè le Anzi sovente reca e vii possanza; biasmo danno. e Orfeo. Ma gli afflitti consolar l'affanno usanza. gentil' pur di regio cor de E Caronte. rimira Quanto il La luminosa Al rapido sparird'un Cade Fa' face, morendo e legge,o pur 535 sol, volgendo intorno breve fa qua gran giù giorno ritorno Re, quanto : a te piace. Plutone. Trionfi E De 0 oggi pietà ne' campi inferni^ sia la le de gloria e '1 vanto lagrime tue, la reggia mia Scorgetevoi L'amatore per fido a 540 del bel ministri entro la tuo sua Scendi, gentil amante, a eterni. l'aer donna canto. scuro avante. 546 134 — lieto Scendi la diletta E sicuro e le nostre Entro soglie, moglie al ciel rimena Teco — sereno e 550 puro. Orfeo. dolci ! sospiri versati pianti! felice sopra gli altri amanti fortunati miei 0 0 ben 0 me Coro Poi e ciel dal Tolto i Partirò figlialteri, mai ciel a' dolci rai: né Unqua mortai arene; Che d'impetrar mercede Non nacque In al mondo spene dove quest'abisso, Pietà di non muove. 565 pietre soave Con e punge Armato e d'aurea cetra, lagrimoso metro Canoro impetra amante Ch'il ciel viva rivegga e 670 sospiratadiva. Si trionfare D'Orfeo in guerra la cetra figlide Tutti la non lui che e i canti: terra. frenate L'ardir Di 560 piede Calpestònostre 0 555 Saturno, tornò non Del La d'Inferno. quest'orrornotturno Alma Or Deità gli eterni imperi, che Da Ombre di ! sete regge e i vanti; prole il sole. 575 136 — - Coro. Ecco il gentilAminta Tutto ridente Forse reca in viso d'Orfeo : giocondo avviso. Aminta. Non più lamenti, più, non Dolcissime Di dolorosa Di fortuna Il nostro Tutto Di si più lagne sorte. di morte o Orfeo, il nostro : semideo, lieto in 610 giocondo, di gioia e dolcezza Nuota : compagne fia chi Non 605 e che mar un ha non riva o fondo. Coro. Come dolore tanto in Quetossi E In chi ? momento un 615 ardore cotanto si fervido presto ha si cor spento? Aminta. il Spento è Del bel foco suo Splendon le La bella che Lieta si chiare ancor fiamme e lucenti ardenti. 620 Euridice, Ch'abbiam Più vive dolor;ma sospiratoe pianto^ cotanto bella mai gode al e caro viva sposo a canto. Coro. ? Vaneggi, Aminta o Ne speri rallegrarcon Assai lieti ne fai,se Ch'il Prenda misero 625 pure tai menzogne n'assicuri pastore conforto nel mortai dolore. ? 187 — — Aminta. 0 Voi chiamo S'il ver Pur testimon,superni Numi, parlo e ragiono. bella ninfa,e questi lumi la Vive 630 celeste, del regno il miraro or de le udir Orecchie bel viso suo voci sue e il queste 635 suono. Coro. Quai dolci Ascolto, Ond'è care e nuove Griove cielo,o sommo grazia e tanto dono ? del Dei 0 cotanta ! Aminta. Quanto tempio n'andaste, io al Ch'opra forse De saria pensai pietosa 640 l'infelice sposa Gli afflitticonsolar E men non mi là ratto Ove La vecchi parenti, n'andai. schiera di Pastori amici tra sventurata 645 sorte Lagrimavan que' vecchi orbi e 'infelici. antiche l'ombra di quell'elei a Or, mentre Che giro al prato fanno. Con dolci voci amiche Eràmo l'affanno, disasprir punto appar baleno o lampo, intenti Come in un Tal'a' nostri a occhi 650 avanti Sovraggiuntivegghiam glisposiamanti. Coro. Pensa qual stupor, di qual di Ingombrò De l'alme la felice e diletto 655 i cori coppia il doloe aspetto. * Aminta. Chi 0 può del cielo i ben dì annoverar le stelle, paradiso, 18 138 — - gioialor^la festa Ridite, piagge voi,campagne la Narri Ditelo fiumi voi E fonti, e gioiamirar si Qual pallidettogiglio Dolcemente qual Or Ma di lei venia terra a beava L'alme il bel che o sempre, Chinasse i e gioiosisospiri De l'uno E core, 675 cori canti temprar Dolci gli eterei giri sereno musici S'udian 670 martiro. l'altro innamorato l'aer per vermiglio; ciglio d'alto cor A' e 665 sposa, in giro. rivolgesse o la terra, ardean Ardea la bella rosa purpurea volto Il bel languia or erranti, cari amanti. fu Qual 660 monti, e l'alto ciel zeffiri per '1 riso. e A.mori. d'alati Io, fra l'alta armonia, Per far liete ancor voi, mi misi in via. Coro. ! di che Oh Al bel di tue suon Fulgido più più E Al ride in su'l mattin che del e più Euridice. Arcetro. non suole, s'infiora di, ch'in [SCENA Orfeo. 680 parole, la terra tramontar il cielo s'ammanta seren su l'aurora. SESTA.] Aminta. Coro di Ninfe e Pastori. Orfeo. Gioite al canto amati G-ioite, Eco rimbombi mio, selve frondose, colli,e d'ogn'intorno da le valli ascose. 685 139 — E co' sol di raggi adorno, fa begli occhi, onde foco Raddoppia fa servi E bel è il mio Risorto l'alme a d'Amor — scorno luce e la terra a e al Delo, giorno, '1 cielo. 690 Coro. Tu se' tu Ch'in quella se' pur queste braccia Lasciasti accolta bel il tuo disciolta. velo,alma Euridice. io, per cui piangeste; Quella, quella son Sgombrate ogni timor, che A più dubbie, donzelle che a 695 amate: pensose state ? Coro. sempiterni Dei 0 Pur E veggio par ! i tuoi ch'anco bei lumi creda non e '1 tuo bel gli occhi a viso, miei. Euridice. Per quest'aergiocondo E Mirate E del anch'io: vivo spiroe il mio 700 crin bel volto biondo, mio Mirate, donne, le sembianze Riconoscete Udite il omai antiche; gli usati accenti, di queste voci suon 705 amiche. Coro. Ma come Forse spirie vivi ? il gran regno de' pregi Spoglian Inferno suoi gli eterei Divi ? Euridice. Tolsemi Orfeo del tenebroso regno. Arcetro. Dunque mortai valor cotanto impetra ? 710 140 — — Orfeo. fu l'alto don De Mio dolce degno canto '1 e di suon questa cetra. Aminta. Come fin nobil Tua ne tenebrosi voce udissi ? giù abissi 715 Orfeo. bolla Dea La Non so per d'Amore, qual sentiero, nel di Pluton Scorsemi impero. vasto Dafne. E scendesti tu l'eterno entro orrore ? Orfeo. giardindonzella. bel lieto assai ch'in Più 720 Aminta. 0 magnanimo Ma che ! core puote Amore non ? Coro. crudo Rege d'ognipietà,placar potesti? Come quel Nudo Orfeo Modi 725 mesti, soavi, or or preghi e flebili sospiri. Temprai si dolce,ch'io destai piotate: Ne l'implacabil cor Fervidi Cosi Fu l'alma mercè, beltate fu trofeo del canto mio. Coro. Felice Di Semideo, ben degna prole lui che su ne l'alto 730 141 - rivolge il sole, sentier celeste Per - Rompersi d'ogni pietra il duro dolci a' tuoi Vidi E '1 E per 735 accenti, fiumi rallentar corso smalto torrenti, e vicini udir gli alti monti abeti e pini; più degno vanto oggi s'ammira da Scender Ma vie De la famosa 740 lira, di Vanto pregio eterno, gli Dei del ciel,piegar l'Inferno. Mover Coro. arcier,che d'alto Biondo monte fonte Aureo Sorger fai Ben bell'onda, può dirsi alma felice. Cui pur lice l'altera Appressar Ma qual poi del Sparge il core de Ei E la morte Bel 750 il volo Dio un : eterno scherno, a '1 fosco oblio: e at' il fregi Se umore sacro gli anni Prende sponda. può dirsi i mortai Tra 745 di si crin d'alloro, 755 tesoro Reca al Farsi intorno gemmata sen alma lira, corona D'Elicona Del bel Che Né al coro L'auree Si 760 Verginirimira. L'alte concorde suon corde indi soave percuote, tra' boschi Filomena, 765 Sirena Tempra in mar si care note. 142 — Se d'eterno Brama ornar Sovra '1 sol Bella Sa con bel Del bei desiri a' Dolce strai di Clio più? che di del Lieto Porta nube ond'ei s'al o duce, oscura riluce. lito negro 786 ardito Scende Sol 780 da gloria L'alta morte pie guerriere il secura feretra. forte e Fa sua incontrar a Pronto 've 775 spezza indarno Là pietra, durezza l'aspra e Move di cor un sen Vince E' canto. sdegno Tutto Non nobil spiri che Par 770 diva l'amata schiva se vanto, viva e ripor Ma petto, diletto Per Ma il viso, ond'arde bel un — cetra regno armato Orfeo, tenebroso, sposo, al ciel palma Fine e trofeo. dell'Euridice. 790 (Dalla fatte cit., ranno pp. prima MDCVIIT 29-a5.) edizione nel contenuta nella città di Mantova Compendio ecc. dalie di Federico feste sontuose Follino [La Il Mercordi « musica che rappresentazione che Teatro nel Rinuccini il a di nozze quale , maggiori queste fu Intervennero il '1 Duca Casa sua gli tutti del Arcieri vi Era in si videro Maestro e di che in al dietro della sua lo sovra che qualche versasse perché non distenderla qui del mirabile da sì con lagrimetta sarebbe al suo il modi essendole Monte verde, mondo sa, collocati la variazione con e rappresentata che che fu pur fece fu quale sì da una Arianna rappresentato si trovò non , s'intenerisse,né Ma tiva prospet- stormenti lamento Teseo, pietosi pomposi, eccellentissime, in ogni cantare nel che che dosi stesso; aggiungen- sempre venendo e istesso. ch'il valore gli necessario della Claudio de 1' armonia la guardia personaggi parte sé che Dama tante ascolnon pianto. che inconveniente i rale Rossi, Gene- Duca vaghezza. quel potè alpestre scoglio un di superar : i per signor di prova nell'arte non Tutta dal uomo il suono e s'avesse molta della bastò non fu indietro, il lontana che e non della appropriati più musica che ch'ancor e pire, ca- d'entrarvi, Carlo Sig. del potè Cavalieri luogotenente l'accompagnavano che quella e Città, della cipesse, Prin- le persone, propri rappresentante con più quantità meao nella abbandonata affetto alcuno Ma più 1 , '1 teatro procuravano bella non , voci donne scoglio, tanto con fece i a tumulto molto sé Duca, del variavano riusci parte esso farli star per della che da come e tanta tanto quali delle concento di sei mila l'autorità ondeggiar quell'azione la scena, uomini le Capella musica nò scena la forza poi aggiunta che Strozzi d'abiti della sempre Ottavio con invitate forastieri , per all'onde, mezzo Principi furono che in Camillo vestiti l' apparato per porta opera v'intravennero, e alla più volte, queir Sig. Mantova a i gentiluomini que' acquetar per andasse altri Duca, del che in forastieri capitan dell'armi, che l'entrata gli a concorrevano destrezza de sia capace nonché tragedia, , ancorché proibita perciò capire quali le Dame Gentiluomini avesse chiamato , di quantità quale, effetto quella rappresentazione a il composta aveva in nostra. gli Ambasciatori maggiore 1608] si rappresentò effetto,V Arianna^ questo tale per dell'età poeti [28 maggio successe fabricato nell'occasione Mantova]. di leggendosi questo cosi bella piena contezza di nella maniera appunto che favola, si fu pendio com- è voluto dall' Autore 19 146 — istesso cominciando composta; nella - dal racconto di essa, che rappresentazione Interlocutori [che fa Apollo dei personagg-ìche furono i tervenne in- seguenti : » : prologo.] il Venere. Amore. Teseo. Arianna. Consigliero di Messaggiero. Teseo. (1) Coro di Soldati Coro di Pescatori. DoRiLLA di Nunzio ospitedi primo. Nunzio secondo. Teseo. (2) Teseo d'Arianna. e Bacco. Coro Soldati di di Bacco. Giove. (1)Questo Mantova, personagi,no Firenze e (2) Il Poggiali nella evidente che nel testo io mantengo non Venezia che sua è nell'elenco interlocutori desrl' premesso allo stampe di 1608. ediz. del 1802 interloquisconoa nel testo,non è nelle ha volta distinti i cari in primo a volta 1 due prime edizioni. e semicori;ma secondo;infatti ò tale distinzione, [PROLOGO.] Apollo « fu che allo l'aria,piena abbasso di lasciando mare, quel di varii stormenti) Apollo in un innanzi movendo qual della dello al fine in de cantare con molto voce tuttavia il bel suo i versi soave in poco terra, piedi si , e col sopra quanto al- sporse minciò gli spettatori, co- che seguono stormenti gli canto a su dolce un confinava il passo vista a poco spazio che molto si vide s'udiva , a a trovatosi egli maestà con calando scoglio Onde palco il in breve giunse troduzione l'in- nuvola una scena , fermatosi e 'n se disparve. alpestre sasso dentro quella parte su momento la diede prologo, copriva che splendore, parte di il egli sopra cortina gran lucidissimo dalla Sedeva favola. sparir della (mentre concerto che, rappresentando bella cosi a bella quegli già detti compagnando ac, ^^: Apollo. Io, che l'alto ne luminosa Re di De la lira del Permesso perchè Non perchè Ma e regno. rio di eterno, e '1 cielo dilettarti il cor, Di magnanime cure il Mincio bramoso ingombro saetti, cor mondo. strali di non 5 infetti, il basso '1 bel su immondo tosco celesti Per d'arco, o e scettro e regno, 10 vegno. e carco. gli alti pregi tuoi, le glorie e l'armi udrai risuonar corde Non guerriere: Su 10. Lo Coro, ciel custode guardo armato, d'oro, soave mortai cetra Pieghino V. del governo carro e d'orme c'hai '1 piagge Stampo Donna, voler e e serpe le Avveleni Di face La Non mio a cetera al dolce d'amor l'orecchie suon teneri ediz. di Mantova, Vonozia e 15 altere carmi. Firenze 1(308: Oran Re, c7m sovra e seetlro l'aljri 142 — Si chiaro ornai gloriosepiume splendor guerrierie regi, Pindo non pon' ghirland'efregi di Sorvoli Che su di Crescer Tradita amante avverrà L'antico « e Poiché ìstesso neir Amore, V. i Apollo ebbe quali 21. Le ediz. di sospiri. in solitaria riva che dato si vide diedero gran 20 lume. sospiri de la ne' novi onor tempo al tuo chiarezza nova Odi, Sposa real, come Forse — scena canti fine al suo comparir principio Firenze,di Mantova argiva ammiri. bel canto, di partì di scena, bellissima Venere alla favola e : in questa Venezia, L603 : OH, col maniera Carlo figlio » : inè imm'ìrtal,co- [SCENA PRIMA.] Venere Amore. e Venere. Non senz'alto Sovra Dal 25 consiglio riva quest'erma ciel t'ho scorto, diletto mio o figlio. Amore. Che brami, Chiedi madre, o che 0 vuoi io tenda l'arco Contr'alcTin ? Diva o Dio del ch'alcun cielo mortai o s'accenda te per l'onde de pur ? 30 ? Venere. Non 0 ch'alcun chieggio,no, celeste mortale: o Odi quel Bel pargoletto, odi E la face E l'arco sospiri me per ch'io desiri, il voler dì Giove, 35 immortale appresta gloriose prove. a Amore. Soverchio Ove è, bella dolce Ecco madre, lusinghi e pronto al tuo ogn'altro impero, dolce dir preghi; l'arco e l'arciero. 40 Venere. Non chiuderà Febo il Che da Trasse Lasciato immortai carro Figlio,ch'in L'ancore l'onde ne de l'aurea luce. queste sponde fermerà l'orror l'invitte l'inclito duce del cieco laberinto 45 piante. il mostro rio su l'erba estinto. 150 - — Amore. Qual destin, qual vaghezza Teseo qui tragge, qual di gloriaspene o ? Venere. di riveder Vago l'inclita Trionfator giocondo, Con legni e cento Solca l'umido Seco La 50 cento del suol Re è del Atene, profondo. mar dolente fuggitivafiglia, Che di gran (0 d'amoroso Reselo foco accesa gentil pietate!) cor vincitor 55 l'alta ne impresa. Amore. Tutto m'è noto, mio è del Opra tutto e valor quanto dir a prendi. 60 Venere. Or e sappi,figlio, d'ogni speranza Priva Qui Sì pietà t'accendi, donzella la real Che di dolente; lascerà 65 l'altera mente ne di mortai Desio fasto oh Quanti sospiri, Quest'aere di che Oggi possanza. quanti questo cielo querele Udrà Oh e avrà e pianti ! strid'amare 70 gli scogli e risoneran '1 ! mare Amore. Non Se fian in senza cosi Traboccar ragion lagrim'e strida fero deve inganno alma innocente e fida. 152 - Colmali, Amor, Per la bella Che sol Né di si gran di cotanto Si che fìamm'il petto 105 Arianna, lei pace speri per Sprezzila - diletto; e amante nobil il bel donna d'ogni altro le amor desio, oblio. giunga 110 Amore. Sia tuo pur Arderà sicuro. cor fiamma Amor d'entrambi egual io sono, e il seno : quest'arco il giuro. per Venere. Per si bel Dopo trionfi Faran Già nodo, Amor, più già Ma di il cielo ! luminoso e immortali gemme l'aria per voci 115 gli alti campi raggi e lampi, ne qual E palme, e bello Scorgo,tra Formar quante bell'alme 120 suona di trombe e corona. aurea altero grido? Amore. 0 quanti legni,o quanti ! Gira i Deh mira, In begliocchi selvoso se non al lido : pare Apennin cangiatoil 125 mare. Venere. Ah, Ecco il greco 0 quante, Di ferro Seco 105. La io ben riconosco o l'insegnealtere campion; quegli adorne Colmale. è Teseo. quante schiere e gravi scendono, Amor, stampa : da l'alte navi ! 130 153 - - Amore. Mira vaghe piume l'altere fronti; che Oman Mira bel lame di che Ripercossi dal sol splendon gli scudi. Venere. Grià 135 duce ch'il nobil Ecco in terra posto ha i piedi; ? no'l vedi No'l vedi, Amor, Amore. Tra cosi folte Non vederlo so Deh, squadre ancora; 140 l'addita,o madre. me Venere. che Vedilo, Amor, lucente D'ostro Vedi Che e se'n viene d'oro; la bella sposa, '1 robusto su Oh noi verso 145 quanto decoro con Move egli sostiene: braccio leggiadropie, bella il e pensosa ! Amore. 0 di che Già E bel già di seren sua quel cigliosplende! sventura disdegno e pietà nel cor mi scende. Venere. Tu dunque Io nel mar di bearla, Amor, tratterrommi, procura; o qui 15() - d'intorno. Amore. Et io, per trarr'a fin la bella impresa, Invisibil tra lor farò soggiorno. 20 154 — [SCENA Teseo. — SECONDA.] Consigli Arianna. Coro e ero, di Soldati [e di Pescatori], Coro. Se d'Ismeno Per sentir Nobil E i di cetra che già buon Del riva, argiva, Atene muta Re taccia cigni canori, Canteran ninfe spento il E fuor che Per uscir del 160 forte e Lasciò : sirene, e ch'invitto allori gli Canteran diran 155 vanti, celesti canti suon fìa la su d'Alcide ornar Fa Non in fero, mostro 165 rio sentiero le trovò porte. Teseo. Fortissimi 0 de Non guerrieri, gli affanni, o lungi è il di che al vi Stringerete E lieti mirerem Elmi disciolti Grirsene il fumo Coro Dolce Dolce i teneri sposa de e gli onor di bel compagni, pregio alteri sen figlie consorti, tra risi e 170 giochi. scudi, al ciel de' [primo di patrii fochi. Soldati.] figli. gentil raccorsi Ma dolce Per bellissimo ancor non onor, in seno; 175 meno, rischi e perigli. 155 - Coro più ferve Ove più il Ov'ha cielo, s'inscoglia, mar duro più Scòrgine [secondodi soldati.] il Ove — gelo, s'aito desio pur 180 t'invoglia. Teseo. Assai sofferto abbiain è di ricovra r, Tempo procelle: e guerrierieletti, paterni tetti, Sott'i feste Tra turbi e gloriosee belle. pompe CONSIGLIERO. mortai virtù Dopo i forti sudori, E, non Langue Le se ha non il crin cinge vittorie se d'edre disprezza alma 185 posa d'allori. e sdegnosa. Teseo. Itene Sia porto, voi; de' curvi al il vostro Io, fin che Con In Sian de l'armate genti; 190 algenti de' saettar la diletta terra e l'ombre al Fuggano pondo abeti lampi d'oro, sposa prenderò posa Coro di ristoro. e Soldati. lieti,sian felici I dolci sonni, e Destivi in '1 matti Andiamne su al 195 più tranquilliancora la bell'Aurora n : porto ornai,venite, amici. Teseo. Quai segni Veggio, Deh, L'alma Tosto 0 di timor nel tuo parmi vedere, vedrai volto core, smarrita de o vita ? 200 omai rasserena beltà o bel : la famosa Atene 15G — Le gloriosemura mia Ove, cara — gli aurei tempi, e sposa. 205 Regina regnerai tranquillae lieta^ Qual già vivesti in Creta. Arianna. Signor,dell mi concedi, Che terreno, sospiroalmeno d'un La rimembranza So ben che Ma, dal natio il mio Abbandonando 210 onori: tue son materno i miei pene dolori, seno Verginelladisciolta, Non ogni sospir tenere posso freno. a Te^eo. estinto^ Minotauro Del è la memoria dolce Ben 215 vittoria la nobil Ben laberinto; Del cieco Ma s'il bel volto tuo lieto Ogni gloria,ogni palma, Ogni dolcezza al cor si fa non miro, 220 martiro. Arianna. Un affetto amoroso padre, l'ingannatamadre sforza a sospirar,signor diletto: De Mi Ma 225 raffrena il duolo pur Il tuo E tradito mio Del gentilaspetto^ di tua nobil fé l'alma consolo. Teseo. le Lasciar Non può patrierive Chi dentr'il Ma pur, Prendi 230 dolore senza sen non ha vergine bella, conforto omai; di ferro il core : 157 — i rai sereni Torna di felici Tu di gemme N'andrai Faran vie più d'altri tuo sguardo un 10 pronto, accenne, Fedelissimo in Fin sciolga morte. che ne bel Quel servo un miri ch'io deh, 240 le penne, metterò Ma adorno. argive; le donzelle corona Ove il crine d'oro e vestigi intorno tuoi Ma genti regina Fortunata A' 235 lucenti. begli occhi De' — consorte. e 145 lieto m'innamora: che ciglioseren Troppo, troppo m'accora Quel nubiloso velo he\ Ch'il gentil turba viso scolora. e 250 Arianna. Si al caro 11 ragionar Che del scende mi cor cortese. natio paese omai memoria Ogni d'oblio spargo Addio, padre, addio, madre, : patria addio. o 255 Teseo. di Qual O o rege Cui la mia il sol che già ne l'onde il sole Forse più spada cinge, lice pur Celasi In la cavalier rimirar Sereno Ma felice più me dolce alluma? 260 ascoso se e vita ne avrem fugge il quiete giorno. e riposo qualch'umile albergo, Che Turba su l'onda del mar, ch'in ogni picciolvento. un momento 265 15« - - Arianna. Giocondo Per albergo e fia il me E de I più Pur le caro nembi tra mar che tempeste^ foreste più selvaggie aspre deserti tra e orrori^ vicina signor dimori. al mio 270 CONSIGLIERO. Là di faci veder Veggio, 0 parmi accese gli ardori. quell'ombre tremolar tra Teseo. Forse di è capanna pastor cortese, Dove, raccolti caramente, le membra Darem Fin che Indi l'aura A Or là mattutina come Deh : [primo di 280 o ciel,che quanto più lucenti. Ma quanto Son gli occhi, o Lidia, ha Febo spento in portarne la preda mar al Ch'il sospettoso pesce l'occhiute per gli ardenti stelle leghi. 285 rai accese: l'insidie tese a' nostri porto, voi, celati Itene Guizzando e [secondodi Pescatori.] splendon su nel ciel le Tempo è, compagni, omai Di trar di grembo al mar Spesso m'accendi onde E E spieghi; ridenti più Coro la notte per Ma Già Pescatori.] ridenti son fiamme, Le le vele sciorrem lucenti, son come imbianche; regina. Coro Deh 275 ciel l'Aurora cammin moviam, sonno stanche, l'oscuro al nostro al e alberghi. cheti. reti timor rompe, e se n'esce. 2D0 1G0 — Che Perder ogni più sostenne scettri me e i dolci baci tuoi io cari corone, e' vezzi pensar Resti da a' venti. dove pur tradita me Tu, cagion di mia 385 gloriae CONSIG e contende bella ragion pugna Contr'a HòO parenti; le vele Senza Ancor ? crudele potrò Spiegar bene caro disprezzi, Arianna, De' 825 seguirti,ingrato, per Per arene sola colei, Lasciar Et nude quest'orridiscoglie Tra E - di mia vita ? LIBRO. l'alma turbata. Signore, ah troppo offende La innamorata mente 840 Quest'impudico ardore, indegno Tiranno del nobil tuo core. Teseo. no'l nego. Amor, Di si possente Laccio Che Amore stringe il mi disciorlo se Sento forte e dolor 845 core, tento di morte; vie Ma maggior tormento Trafigge il cor de la macchiata L'abominevol Fallo Per 0 fallo, ch'unqua rivolgerdi mio fede in obblio, cielo o di pianeta, manderà fedel, non 8')0 il cor mio. CONSIGLIERO. Alma, ch'Amor Sott'il Non suo ben constringe duro discerne 855 impero, e non conosce il vero. 161 — Non — fallo,signore, è Sprezzar quelle promesse Che lascivi tra Incauto Anzi ardori amante è bella a senno quella fede e donna diede; 360 virtù te, e Ch'aprendo gli occhi al si ver cangi mute. e Teseo. Troppo, troppo è severo Chi de' lacci d'Amor Mal può cangiar pensiero Chi fé' dei suoi vive desir disciolto; 303 tiranno volto. un CONSIGLIERO. Ma, deh, s'il cor Di bel Se gloria alta pregio Prezzi Deh, Che E Se magnanimo d'onor meco a diran eroi di glorie,0 370 Micene, e i duci vedran tuo Vergine peregrina? 0 d'Argo Sparta del bel regno bellezza, prendi : pensar e vaghezza, punge di femminil tanti di Tebe reale immortale men non e i regi, regina e 375 — egregi ! vanti (Sorridendo diranno; Trionfar vincitor Cosi, mercè Oscurarsi L'alto Che ne' Venirti Onde e bel — amori, 380 trionfi tuoi sarà guerrieriallori. potraigiammai tuoi soffrir come sdegnando Femmina ! inganno vedrai al fianco Dunque Del di femminili splendorde' Dimmi, Taltrui per rimiri femmina e Atene impudica mormorando di noi regina ? dica e : 385 — donna. fuggitiva, fior d'onestate e di fé priva? 21 162 - - Teseo. Qual mente fa contrasto Mi E la dubbia ne d'onor e d'amor e 390 guerra ? ardente desir CONSIGLIERO. Aggiungi Portano madri De' cari Fùr de E orbe parti lor, Figlia di diér E cui 395 satolli nel seggio antico nemico, re ogni girar di tributo ahi rimembranza, innocente Lor per di veder Sosterran ( Ahi dolenti e l'empio fratel gl'ingordidenti, con quai volti e con quai cori pensa Cui cori molli gli occhi e Le palpitantii che ancor 400 sole !) duolo semplicettaprole. e potrà lo splendor d'un fragilviso ragion turbarti il lume, desio,, Che, per un van Abbandonando ogni real costume, Si di bella Il tuo regno, il tuo onor 405 in obblio ? ponga Teseo. fia Non giammai sole rai del aprirò quest'occhia' Mentre possente affetto ch'alcun 410 tiranneggiil petto Ch'io disprezzi l'onor,non è di scettro Non degno Si fassi Qual vii del servo pensi al regno. diletto. suo CoNSIGLIERO. Deh, come Del lieto ascolto Alma magnanimo virtù,che Ne' regi cor Non di mille Non di Trionfa le cor da saggie l'eterne note ! 415 rote discendi. saette sdegno o in campo, armato Amore, dolore ove tu l'armi prendi. 420 163 — — Messaggiero. pronto ogni nocchiero Già Siede al governo, e lo ciel si sente per Spirar soavemente Una gentileauretta mormorando Che 426 n'alletta. navigar a Teseo. Torna, messaggio fido, Et le schiere a Di' ch'io Poi che son mie, al lido. m'avvicino e mosso vedi, tu come convien partire, partiamo omai. Moviam, 430 Asprissimomartire, Che il dentr' Vientene mi cor e meco, stai, lasciar mai. mi non CONSIGLIERO. dolore mortai Ogni Ma alfin col tempo Fassi vie Sana 435 leve; e in breve d'altra più soave piaga d'amore. Teseo. Che tempo o spenga piaga del La Ma che Resti Di donna non nulla cor mi cale, 440 in si trista sorte reale. duol si gran Ch'io mio morte o so m'accora. com'io parta e ch'io non mora. Consigliero. Non temer Ben no, recheralle Onde al natio Farà ritorno Che signore: il ciel cortese 445 aita, paese ancor lieta paterna pietà non e gradita, sente offese. 164 - Coro la notte per Feboj molesti Da' Non E già chiugga o in sua mar face, impetrar regi e guerrieri. stelle impallidirrimiro^ le 455 la belF Aurora man zaffiro. porte aprir d'orientai Le sonno. pensieri candida con ^1 e posa san Ma turbando [secondodì Pescatori.] Coro sorga [)onno, oscura riposialtrui i Vanno 0 Pescatori.] di pere^rin! quietar non Miseri E [primo - Coro. con Bell'Aurora, 'l di rimena: e Tauree gioconda,vien Vien Non udir quel 460 serena; vecchio amante. già, l'aurata briglia Desto ha Posto E piante, Stampagliciel i suoi a destrieri, sentieri gli umidi da il ciel la strada piglia; fuggirl'aperteciglia Verso A Febo ' 465 sogni oscuri : Spiega, spiega i raggi puri, Scoton l'ali i nunzia, al sol davante. Bella Stampa il ciel Bell'Aurora, Se gioconda, vien Non udir A va danzar quel il fosco le stelle ne '1 di e Vien Già, raccolto Con l'auree con e con la notte per altro piante, 470 rimena; serena; vecchio amante. velo. la luna bruna cielo; 475 165 — sol, chiede Chiede ornai Movi bel Su stelo natio fior dal Ogni rugiada; diamante. di il ciel Stampa udir Non '1 e leve Sospirar di Dolce E Miri Stampa de il ciel piante. e quel '1 di rimena; 495 serena; vecchio amante. QUARTA]. [SCENA Coro Dorilla. Arianna. piante, l'auree con gioconda, vien udir Non Dori; a i fiori l'alte Bell'Aurora, Vien 490 il tergo l'erbe tra pie a affretta; auretta increspa danzar piume, il canto il nido 485 fiume; '1 e le terse L'augellin, Sovra amante. giorno alletta il rivo Mormorando serena; vecchio quel » rimena; gioconda, vien Vien luce '1 di e piante, l'auree con Bell'Aurora, L'alma 480 l'alta strada per carro — di Pescatori. Arianna. Benché Del Pur Un Che la mio dentro di a mio del il cor gelato timor Doloroso Reca re, futura m'affidi l'amor fé, benché sposo. 500 dubbioso par s'annidi, che angoscia e di tormento messaggio l'alma turbata ombra e spavento. 166 - — Coro. Sovente, ove Sembra Un danno gran che mortai secreto il ciel destina, 505 mente renda terror indovina. Arianna. Ahi ! che del lume novo Non appariano Che per le molli Sciolta dal Misera me Ben ! 510 il mio ma in volte e cercarlo a rai, o piume, sonno, cento Mossi in ciel scintille signor cercai. vano cento Funa, or l'altra or mano. DORILLA. ti Figlia,non Certo Ei 0 ch'a riveder mirar per dolci se l'armate conforto: 515 navi gito al porto, sarà E turbar; prendi s'in mar soavi 0 al cammin Spirano quiete l'onde, son vostro seconde. aure 5-0 Arianna. Ma 1' aer perch'a Muto da cieco s'invola ? me lascia sola ? Perchè mi Perchè non fa ritorno ? DORILLA. Per turbarti non E' tuoi dolci Mosso avrà far Per il il pie, discreto amante, ritorno,e là condurti, poi Che, sciolt'ancore Sian l'alba avante riposie cheto 525 sonno prontia e solcar vele, l'onde i legni suoi. Arianna. Cosi creder 13eh, se Perdona, vogl'io: tema amato talor l'alma sposo, a perturba, l'arder mio. 530 168 -- - Arianna. Dolcissima speranza, de' Speranza esca Che si mi soave cori, aura d'amore, lusinghi il volentier ti Deh, come Quest'affannatopetto ! dà core, ricetto 505 Deh, s' il ciel sempr'arrida a' tuoi desiri, Scorgimi,ospite mia, scorgimi ornai Ov'il mio ov' il mio sposo, ben rimiri. DORILLA. Non è '1 lungi porto; or le belle Muovi 570 piante. donzella, e '1 Real lieta cor turbato acqueta. Arianna. Addio; rimanti in pace, A' vostri dolci amori lieto il Torni [primo felice: Amor Appaghi Coro Tolga benigna che Il 575 Pescatori.] gioia noia. stella cor sorte, o misera tristo indovino 580 donzella. [primo di Pescatori.] di che t'affanni ? si fisso miri cielo,e poi sospiri? Coro Pavento, insidie A sera. [secondodi Pescatori.] paventi tu, Perchè la breve cor Coro E d'eterna sia il mio Ch'oggi non D'infausta di : ricompensi e l'affannoso De schiera mattin, lieta la Coro Vanne amica quei si tener [secondodi Pescatori.] e inganni 'anni, 585 169 — E beltate di tanta il Struggemi E dolore [primo timor de i confin l'altro i De tra Parvemi de e partir? il gesti e pavé. l'aurora notaste i dolorosi [primo 595 ancora affetti ? Pescatori] di quanto intesi e, per Cosi sospira e quel guerrieroi detti, Coro Vidi, ! mira la notte Ch'affrettava 590 [secondodi Pescatori.] voi di Udiste Pescatori.] di ti sia grave non ciascun teco Coro Tra ? noi: deh Scoprirloa Come petto pietate. e tanto nel Cor Coro Ond'è - '1 sonno la stanchezza e vinto, che sospinto quel parlar possente Da Se partissel'im ne Coro 600 dolente. tutto [secondodi Pescatori] Non t'accorgesti poi Qual timor distruggeala Non udiste i Che misera Che In Non 602. suoi ? Pescatori] 605 ben or temi conosco e paventi. l'altrui dire; profondo,e pur 610 partire; si bella donna si deserto è ? l'aer fosco a Sospirar si Lasciar ! cagion senza da Vinto di donna rammenti: donzella non Partirsi V. [primo narri, e che 0 i detti sospirie CoKO nobil senza l/odiz. 'ìi Mantova lido, consiglio: o "li Fironzo o mondo 1G08: Non infido ! v'accorgeste. 22 170 - Coro Ma qua! [secondodi Pescatori.] cosi crudo cor Abbandonar In — bellezza potriatanta questo scogliosi deserto [primo Coro Beltà là non Ov'arde 615 ? Pescatori.] di s'apprezza, non Pietà nudo e e punge trionfa non i cori ambizioso Amore onore. Coro. Avventurose Noi A genti che, lontan da le città superbe, l'erbe le bell'onde, a Guidiam 0 tranquillii mansueti nel pur Tendiam Entr'i di sen gregge severa lacci reti. o molesta gli almi perturba d'amor ne E quanto ei sol Luce e scorge d'un han biondo noi Graditi regge, detta ne noi per qual maggior D'un diletti ; è norma legge. e 630 riso. dolce non cura; darà e Amor Ma o 625 fermar l'orme sa Non Per Teti al muto Legge E armenti, placidipetti Non Paghi 620 le gemme l'oro e : tesoro crin s'ammira regno servi di beltà d'un bel viso ? 635 vile, è gran e gentile. tu, superbo altero, Che Là notturno le pompe tra Dannerai E tra t'involi a' liti rie forse cure e nostri, gli ostri l'empiopensiero, ancor involto Sospirerail'ardor di quel bel volto. 640 171 — [SCENA Nunzio QUINTA.] Coro Primo. Nunzio Se da su l'alto braccio Dal scende Non 0 dal se Non va Se Non 0 si fiamma, o telo, Tridente gran oggi l'onde de il regno, legno nato tranghiottonl'onde, frange in (Sia pur Che primo. onnipotente o mal [di pescatori]. cielo, sossopra quel - mille guise vostra con duro un pace, o scoglio, Divi, o Numi) in ciel creder sia Giustizia non 650 voglio. Coro. Bell'è A il tacer pie l'inclita E, tarda Severa Tonante del gran Stassi se grand'iraabbonda. dove 655 Diva, talor le move più quanto più Nunzio Pietà mi piante, lenta arriva. primo. scusi Se forsennata La lingua,e parla di ragion trapassa il segno. 660 Coro. Qual giusto sdegno Cosi E t'infiamma per od incende e pietà di chi tuo Nunzio Una ira cor ? sospira? primo. gentil donzella, Ch'io non Spuntasse so mai in su se '1 rugiadosa aurora di lei più bella, mattin 665 172 - Abbandonata - sola,anzi tradita. e Piange la rotta fede, Piange l'empia partita D'un E tra' caldi Sparge -Ch'io Non s'arrestin fuggentivele, i venti pietosi,o del Mal grado Non risospinga al In le a come so Li'infame bei lamenti sospir si dietro pur non 670 infedele, amante pur l'onda, come traditore infido, 675 lido legno, o come s'asconda non sempiterno occaso Febo, per l'orribil mirar non caso. Coro. Ben ben son, Le il Ma come sospetto Senza 680 mortali. speranze Ma fallaci son tanti '1 timor e legni strepitialcun sciolser dal Nunzio Tromba Die di porto ? priìno. fé' sonar, non troppo veraci. ma muti 685 segni partenza, ingannatoreaccorto. Coro. 0 che ingannar chi lieve Ma fra tanta La misera s'assecura sventura che fa, che Narrane, prego, a noi Là Con dove ? quanto hai visto 690 primo. nudo i l'amo e spera l'istoria intera. Nunzio quel o pensa Deh, di quanto hai sentito Sovra ! scoglio, pesciingordi e la con canna ingannar soglio, - Stava, poc'anziil giorno. Pur de le reti a la custodia intento, 695 173 ~ in Quand'ecco Raccòrre E àncore lungi eran L'umide Si miserabil Volgomi, e Ahi qual De m'agghiacciò per ogni tutt'anelante mai, mai, non mortai E guardo chiome i '1 ve ! oscuro giuro, tergo a 715 apparse: avea, lagrimosilumi le palme nel pur. mar tenea, tendea 720 Quasi arrestar, quasi 1 710 duro sparse Fissi, correndo E e vista Grioco del vento, Le sassoso copria torbido di duo] Si miserabil A ! : piante quel suol troppo qual l'almo sembiante Non 705 asj.ro governo Facea Nembo vena. l'arena per le tenere 0 lido, venne veggio venir Donna 700 appena grido il sangue Ch' l'arenoso ferir mi a l'alte antenne: tirar d'arco un a prore Quand' cavi, e spiegar da le vele Non momento un l'alte navi da Veggio — abbracciar volesse fuggitivilegni, Che A sordi par al lam.ento suo col vento se ne gian per l'onda. Coro. Infelice Ah 725 donzella, ! ben Fero ti tener questi nostri d'ingiuriosastella. scorse a Nunzio Poiché Ove Dal correndo l'onde corso del il lidi primo. venne mar bagnan l'arene, pie ritenne. 174 - E con di duol voce Volgiti, ingrato,e Se infido quanto Indi nel - gridando disse: mira io fedele ! sei, son Onda piangendo riprese: Crudel,perchè m'arresti ? Scòrgimimorta almen, se non — Là 've lacera Mi rivegga il crudel Ma, giunta di a che ritrasser Ivi affannata in vita, suo tradita ! m'ha s'immergea ne — da l'onda l'acque; ciel piacque, in sul terreno. 745 stanca, e 740 soccorso pescator, com'al La 735 crudele, guasta e forsennata Schiera — s'affisse, mar E Già 730 — Fredda qual Mancar gli spirtiin neve bianca, quel leggiadroseno. e Coro. Ahi miserabil Pur troppo di Ma che fero ah inganno pietà degno e di pianto ! caso, segui dopo cotanto Nunzio Ne le Di affanno ? 753 primo. pietosebraccia quell'amicagente, Cosi morta tra viva, e Abbandonossi alquanto; ripreseun pianto Poscia Che dolce Che, Ma Più La non que' begli occhi usciva, l'alme e i cori. parca gli scoglie i sassi ! si da pur intenerir soffrii mirar non nobil 755 donna, e fra tai dolori qui rivolsi i passi. Coro. Misera Nel giovinetta, cui tenero seno Si fiero strai crudo Deh ! che farai per destin questo saetta, ermo terreno. 760 176 — — Arianna. 0 Teseo, Si che mio, Teseo o dir, che ti vo' mio ahi t'involi, Benché mio ! crudo Volgiti,Teseo mio, Volgiti,Teseo, oh Dio ! Volgitiindietro a rimirar Che E lasciato in Cibo tu Se tu La patria e di fere dispietatee crude^ Teseo, Se colei arene l'ossa il regno, ancora, 800 ignude. mio, Teseo o miei. 795 la te per sei, gli occhi a queste Lascerà 0 ha pur sapessi,oh Dio sapessi,oimè ! ! s'aifanna come Arianna, povera 805 Forse, forse pentito la prora Rivolgerestiancor Ma, Tu A te te serene felice et io vai ne l'uno e l'altro tuo vedrovvi, non 810 rimango solitarie arene; Stringerà lieto,et Più io superbe, et pompe di fere in Cibo qui piango; Atene prepara Liete Te l'aure con al lito. vecchio parente io madre, o o padre mio. Coro. ! che Ahi A '1 misero qual Sventurata si spezza. mi cor fin ti correr bellezza 815 veggio, ! Arianna. Dove, Che Cosi Tu Son è la dove tanto ne mi mi fede, giuravi ? 820 l'alta sede ripon queste le de gli avi corone, ? 177 — il crine ? m'adorni Onde Questi gli scettri Queste le gemme mi che fera sono, gli ori e strazi Teseo, ah Teseo Ah Lascerai La misera Che mio, piangendo,in van van gridando aita, i:30 Arianna ndossi te a divori ? mi e morire, tu In 825 : in abbandono Lasciarmi A ~ ti die e vita ? gloriae Coro. l'asproduolo s'accorgela misera ch'indarno l'aure i preghi e i sospircon da Vinta Non Vanno 335 volo. a Arianna. Ahi, che 0 non nembi, o turbi, o Sommergetelo voi Correte, orche e E de risponde! pur venti/ ! dentr'a quell'onde balene, 810 immonde le membra Empiete le voragini profonde. Che parlo,ahi ! che vaneggio ? Misera, ohimè 0 Teseo, Non son, Non son o ! che Teseo non chieggio? mio, 815 quell'io, son i feri detti sciolse: che quell'io Parlò l'affanno mio, Parlò la parlò il dolore lingua si,ma già non '1 ; core. Coro. Verace Ne amor, degno le miserie Non ammiri ch'il mondo ! 850 estreme sai chieder vendetta e non t'adiri. Arianna. Misera A ! ancor do loco la tradita speme, e non si spegne. 23 178 - Fra 1"anto scherno madre, le fiamme ornai padre, o de " servi, Milite, fidi amici 0 m'ha ove Mirate di che L'amor mio, Cobi chi va d'or 855 regno la cuna, (ahi fato indegno !) empia fortuna scorto duul indegne. l'antico ov'ebbi Superbi alberarhi, 0 il foco ? d'amore ancor Spegni tu, MiTte, O - ! 860 fatto erede m'han fede, e l'altrui inganno. la mia tropp'ama e troppo crede. DORILLA. magnanimo Di le voci. 0 Odo morte Mira rioovrar se di sen 865 altero ; l'animo nel morte degno pensiero. real di donna sprezza o fioclia. regia figlia, ccmtr'il destin Arma E che cor, Arianna. Nacqui regina, e mio beli' il viver Fu al ciel mentre al mio è eh' io mora; Tempo Creta l'antica ne voler piacque; t'acqueta. 870 DORILLA. si Qual raggira Confi-iSo Odi, ch'a ?. 881 al l'amato temi il rauco grido : lido, al lido; Ecco riede; sposo. omai, che incontra lo sposo stampa ; 876 di corni e Teseo, che La squille? rimbombe come Movili e mille a Eooo Eooo voci guerriere trombe Regina, Ohe lo ciel si sente di mille timpani Di per mormorar Oantan Odi e Movile. il tuo: 880 tardi ? piede, che fai, che guardi ? !79 - — Arianna. Vivo, 0 vaneggio? o moro, creder debb'io, che far ! che Lassa ? ombra od larva son pur 885 deggio ? DORILLA. Sgombra ogni tema, sgombra: Affisati Non dond'il colà omai. vedi Il porto venne. huou vedi non ingombro già mille da ? antenne Arianna. Ma che Ancor chi di Teseo sian pensi gii aapri dolori, ah mori; r.udrir Speranza iniqua ? Non 890 ? m'assicura Arianna, altra ventura. cercar. DORILLA. Ne Pampio Ricovrar Refugio Ma di mortie sen estremo de' tuoi Forse Non mali gravi lungi non è il fin: deh ti fui cortese S'ospitepur Vienne, al lido voci, alma le mie sprezzar 896 ogri'orgli egri mortali, a disperata sorte: ponno e ; gentile, 900 fido. Arianna. Io io sono, Scorgimi Ma Or Non contenta; son ov'a lasci ch'ei mi torni e si leve te a mi i spregi, raccolga,è folle Ma Nei di vederti mi primo di speme : Pescatori. scopriranno il momento cor e pensier cangiano i regi. Coro Breve p»ace ; lieta ancor dice — un mio e ; vero felice fatai pensiero. 905 180 — — Coro. Su l'orride De paludi l'Acheronte Sentier Per Fermò orrendi vedoTO le tre piante. fauci Formidabil Non immense, Caron L'orride turbato luci la accense dubbia si Arrestar nobil Ma mercede regno ombroso Cambio d'amato pregio pur femminil Ha Quinci Ma sovra Quasi Se chiaro si virtute ; già mute. il sole alzaro, 930 celeste. nume greche Muse, Alpeste. quell'arco stesso se tendi, Pur 925 sposo fùr non ; vanto, fede, al Deh, canto sincera Scender Le al cetra più 920 accesa. qual più degno Qual E impresa l'alma Quinci impetrò Di 915 latrato, di Da crudi, e amante L'innamorate Non duro e penoso mostri 910 oscuro, di tue Narrami, Ergi novo Deh, rieda invitto Arciere, glorie il Amor, vero Permesso, trofeo, omai Teseo. 935 181 - [SCENA Nunzio - SETTIMA.] Nunzio Spiega le E le tu 940 giocondo. loro, mondo. palesa al glorietue pregi divin',gaudi celesti, lingua mortai soverchio pondo. Narrar E nunzio nubi, Amor, le dolcezze Tu secondo. d'oro, penne le Fendi Coro. secondo. per Coro. 945 già, Tirsi gentil,ne' tuoi sembianti Leggo la giocondissima novella. Pur giunse,anima bella, Grià Pur giunse il fin de' dolorosi Nunzio quali,oh quali Oh secondo. amanti l Oggi congiunge Amore Dite vedeste : in Arder o notando mai, si bel pianti. foco alme cieli,o stelle, 950 intorno. si belle ? Coro. fé' Pur Oh ritorno, e possanza, oh cangiò pensiero. pur virtute ignudo fanciul,d'un D'un Nunzio Non fu, Quel non che fu arciero cieco ! secondo. Teseo, dianzi piegò le vele in porto. Altr'amante, altro sposo Ha messo in quel bel sen pace e conforto. 955 182 — — Coro. Dunque 960 quetar poteo Altri ch'il Deh, di Ch'ai Teseo suo tanto ? l'asprotormento stupore, fa gioir mi lento, Sgombrami, Tirsi, ornai,sgombram'il Nunzio Bacco, ch'in tiranni Fervido 965 mondo sente. d'Oriente Bacco, che Mille secondo. nomi cento gloriosoil Risonar core. mille e ha amante ha mostri domi. foco accolto si gran 970 (Fortunatadonzella !) Ch'altro di Né Arde non bel suo volto. foco anch'ella men beata, Affissa ch'il mirar sa e le tremule pur Che di dolenti Pur dianzi lumi gli amati ne pupille. 975 stille torrenti scaturir fiumi. e Coro. Spegner per E piagando Come fiamma antico sanar mortai ferita. qui giunge, le nobil far di mille Corona eterna Correa l'onde V. a de Ma qui piegar stampa vento Stelle. accese. e mille allori paterne sponde, 985 profonde, vincitor 976. La le alme secondo. palme Bel Spinte dal 980 come e Nunzio Per ardore, palese pronto Amor Si ! gentil'aita nova deh, fanne Ma ! d'Amor Provvidenza gl'Indi,il gran Tebano; convenne le velate antenne. Che nel Di celeste d'amore pietatee destò Fiamme Ohe si vive nel si vedea E 'n ben lo Queste Sgombra fu Non dolce modesta E vago bel Più che ; prole. parole: terreno chinò : t'adora e l'immortal e — amante. a 1030 Tonante. l'infiammate de Tacque d'un te de suon core la bell'alm'accora che beltà, t'ama tua il 1025 dolci cor di Figlio immortai Al arderli celeste duol degno di Servo dal ogni cocenti, mortale, palesar sciolse si e volto che più suon Che seno — note il terra ciglio, vermiglio, le colori rosa, gote. 1035 Coro. " Oh silenzio Quanto cortese, tacito più, vie Nunzio Ben da Fùr E quel del Con di man le voci et intese, palme tante bella man ! secondo. parlar le porse, la facondo giocondo muto quella Nuda Dio più altera 1040 ella in gli diede un il core. Coro. Fortunata bellezza. Bellezza al ciel Perch'un Dio gradita, ti raccolga,un Nunzio Arder E l'onde d'amoroso Videsi V. 1024. La V. 1042. La in stampa stampa e uom ti sprezza. secondo. l'arene, zelo quel araerle. le diede. momento arder il cielo : 1045 185 — Ma l'aure per Fermo le su bell'ali, celeste con Queste Ardete, Ecco tutto nubi 1055 beate vien Ma voi per Odo il tesoro. verso colori di lace « una ballo bell'aria un'altra '1 ballo le con dinanzi amici,amici. nel d'intorno e con ballo, una seguenti parole di Coro gli quei in mille prese eoppia Soldati guise Amore di Soldati quali, come eh' stormenti , tt in testa, i di dalla parole beli' Arianna cimieri ; e ad accompagnar di erano fecero mentre un essi il suono »: OTTAVA.] Bacco. Venere. queste da molta parte parte de' Soldati di soldati di la con superbi pigliando a sonar da fine , Bacco [SCENA Coro dive. 1065 dilettoso,intrecciandosi danzavano, e mille profondo mar i reali amanti. palco scena, armi, scena, molto del rimbomba: sul uscire cinti di bellissime dentro 1060 vanni, gli allegricanti parte sinistra della innanzi, circondato nella i — d'oro ; e e gli sposi,ecco Si videro furono ninfe il ciel che Ecco : le stelle. l'alto ciel battendo mille de ardete da Lampeggiò l'aere,e fuor giocondo !) (Spettacolo Vidersi — gioie mie Indi, per Le : belle, bel desio l'alte liete giocondee il bel foco mio Il vostro De s'udir voci Amore, suono anime Entr' 1050 dimostrossi Visibilmente E serene, de' mortali guardo Al — G-iove. [primo di Arianna. Amore. Bacco. Soldati di Bacco]. Spiega ornai,giocondo Nume, L'auree Vien piume ; pur lieto;Amor ' t'appella. 1070 24 186 — Stringi,stringii dolci — nodi, Stringi,e godi D'allacciar Di del giorno, 1076 adorno Splenda di bello Di felice Di beato. Da segnar gentile. fortunato, e e con Coro A Re più raggi, o Questo si bella. coppia stile. aureo [secondodi Soldati al nobil l'aspettosereno, (Sembianze altere Deh, come degno Bacco]. di 1080 volto, nove) e di figlio appar Giove ! Amore. Mirate, voi o Mirate, del voi o D'Amor cielo, mortali, glorie:oh face, oh strali ! l'altere 1085 Arianna. G-ioite al Al gioirmio. gioir mio Tal di che ch'ogni pensier avanza. maggior Sovra ogn'uman Beato è il cor ben è speranza. non desio che ha conforto per un Dio. 1090 Coro. Fortunati Cui sospir,pianti beati. conforto cotanto Destinaron del ciel [uscendodal mare]. Venere Avventurosa Di Ne sposa. celeste Godi, e nel sen Sanno sotto divin tue fé d'amor gli Dei 1095 godi gli amori; amator le dolcezze Che gli eterni Fati. lieta vegga riposa. oggi tradito del ciel tornar il mondo. core giocondo. 187 — Giove — [apertoil cielo]. 1100 Dopo trionfi e palme, Dopo sospirie pianti ben nat'alme. o Riposate felici, Sovra le sfere erranti, le stelle Sovra e '1 sole diletta mia Seggio v'attende, o 1105 prole. Bacco. Ne l'eterno sereno gli eterei scanni, raccolta,entro Meco il seno, vedrai, colmo d'ambrosia Sotto l'immortal pie correre gli anni. Lieta Ivi, tra' Le più del Faran Gloriosa ore e Durò mezza... la tuo bel 1112. La ghirland'a l'oro crin d'alma che desio, mortai sprezza, » stampa a loro. : bellezza. rappresentazione di questa Fine y. 1110 l'alto coro, stelle mercè celeste Per « lucide de Dei sommi dell'Arianna. Favola lo spazio dì due Nel Trivulziaiio si trova 1006 finora patto in questo Sovra del i cardini non era né ch'io sentier lucente rendea mi nel §edea al seco Seco il puro sparsi, e di occulto ebra d'alto senso al di sereno divin Scorgerà chi d'augelli; i e infiammarvi il campi. petto, velo del miserabil cielo, diletto. grido sospirar l'arene, cangi desio, sprezzar, foce novelli selve furor, prendo indarno richiama le rivelar sposa voce regno favoloso a colma mentre Come per udiransi oggi seno, lampi tìor e smaltai arcano regìa d'eterni smeraldi tessuto entro mondo, freno. sott'arenoso dispiegai, arder sacro Di vel terra il nell'ampia zaffir vivi della Di e il sole sempitei-no stringea Giove. mole, rotando ocean mostro pondo d'onnipotente suon dell'immenso l'onda il tenebroso o mi sempiterno dell'universa alto chiostro, voi a librato suoi ancor per diletto ciel duol, priva di spene, il traditore come v'affissa infido. poteo il cor, misterioso Convertite. nuove e Olimpo, immortai germe e al sacro dalle recitata dilettose dall'alto scesa un'altra Sapienza l'Arianna per sembianze Sotto per ignota: La Prologo prologo questo corona e e regno, degno occhio linceo. presentazio rap- Narciso Interlocutori Giulio Romano, Filli, che fa il ('^ prologo. ninfa Eco, » Lli""IA, » Amarilli, » Coro di Ninfe Coro di cacciaiori Narciso, stabile pastore Elpino, » Diana. Nunzio. Amore. Tirsi, secondo (1) Quest'elenco, nunzio. che manca nella stampa del Bezzi, è tratto dal cod. Trivnlzìano 192 — d'alto Colme — le stupor aurate scene t" De Allor E Per bell'Alba la 0 Mentre Via Odi, e più più Donna misero le sacra le fronde da gli regie armonia immortai, fanciul amate. d'Arno dal superbe cangiossi Loreno, seno bianco. Nuore Pindo come stanco, e più quanto tue s'aprirò anni trarrò ancor più, canoro a su udirò, cantor gran splendor care voci le benché tua, sostegno Cigno al Apollo pianse Note Un abissi gli gioia allor riserba, tra in l'erba fiore. NARCISO 1] [Atto I] [SCENA Filli. Eco. Filli. Ho sospirato tanto Che E novi per sospir più lagrimar per Oh tanto e superbo non pianto ho più hato, ho non ! oh garzon ho più pianto ingrato core : ! Eco. Io ardo, io dolor, misera Ne l'estremo Un sospiro, un Oh cielo ! oh stelle ! oh 5 meno amante, discior' oimè al lice mi non e moro; dal seno. d'aspro cor diamante ! Filli. Ho pur la E di il sen, neve guancia Sparsa ho d'oro '1 crine, 10 vermiglia fresche di pur rugiadose e brine. Eco. Ne Senza E non Pur più bella mia Petà con speranza un ardisco (e più fiorita dispietato adoro, mi consumo domandar guardo un e e moro) 15 aita. Filli. Oimè ch'indarno Sparghiam Mal a' le voci fortunate venti e i pianti, amanti, 25 194 — Ne gli affanni Ma deh ! Acqueti 20 dolori il giorno un ne' tormenti. e compagne i tuoi se - ciel,narrami quando amori. principiogl'infelici Ebber Eco. Non è rivolto Che un anno, quell'almadura per Tròvomi, Pilli mia, fra 25 affanno. tanto Filli. Oh ! insieme come tuo cadde Ma con qual del ! core Amore arte casto laccio medesmo un il mio Col Vinse ad le nevi sen '1 e ghiaccioi' Eco. Odi del 30 dolore mio La storia,Filli mia; Di tacerla mercede. la fede. dammi ciascun a per ma, Filli. Omai Che saper men Né più de la vita t'amo, tuoi, che i dolor miei, gli occhi de al par Né dèi pur i pungonmi la tua che la mia e pace 35 bramo. Eco. lauro,a l'ombra, D'ogni pensiero sgombra, Sotto bel un Stavami Ivi di Di fior il sole. 40 gigli, bianchi Odorato vermiglie pallide viole lavoro Tessendo Quando, Vidi di, quando più ferve un ver' andava levando me a il rivolto le mie trecce d'oro. volto, 46 195 - cacci Un Pian lasso ator, che pian se - il passo. movendo venia ne gli atti,al moto, al viso, Poi ch'ei si fé' più presso, A Riconobbi il bellissimo Ben avea udito Tra ninfe e De la Ma pastori tra bel tate gli onori: al ciel Alzar spesso gran sua innocente, Fanciulletta parole altrui le 56 etade, 'n si tenera A 50 Narciso. non mente. ponea Filli. gli strali d'amor Anch'io Sol conobbi, e pria, non m'aperser nel Che piaghe cor mortali. 60 Eco. il bel cacciator Come bei sembianti Con E su Ricca erbetta di mille fiori, di bei S'assise fier D'un 65 sedea ov'io anch'egli, dilettosa La prese, sudori, goletta. si mise contar a davanti, salutarmi a la fresca Sparso Indi fu mi guerra cignal,ch'in Spento lasciò,che di terra sua mano uccise. 70 Filli. fera, dura, alma Alma Oh pur Fostù ne' boschi cruda e solo guerrieraI Eco. Oh con Ogni quanto diletto voce, Soavemente ogni 75 detto discendeami in seno ! 196 - Oh veleno dolce che Or me ogni bel Nel Ardeva In dolce lume. d'aprile accolto pareami quel leggiadro Né Mentre occhi Già per beava crin, notturne e eterei gli fervidi men E Ond'egli — in Bella ninfa Oimè ! ch'a Non Ma so io rieda pur Oimè ! che Ogni gentil, ti lascio;addio.— e quell'addio rimasi dissi non a venni Oimè! ch'io, pace, si caldo Ch'io 95 • o morta viva ; o 100 spirto priva Ch'io Un omai. preda. s'io mi si di 90 campi tempo nova E,imanti '1 core, risplendentirai. Disse, ch'ai bosco cercar stelle. lampi il sole i Volgeva 85 ; splendore tanto a Gli Con il bel come volto si belle splender mai Vidi, 80 guardo gentile '1 tesor Veder ! costume uman un Tutto Amore veggio, distillommi a v ne Sovra A al core, queste orecchie Per - ch'a addio. quell'addio desio s'impresse al tutta fiamma e core. tutto ardore. 105 quell'addio ogni pace, ben mi disse addio. Filli. Si del tuo mal mi cale, Eco, ch'il dolor mio ch'io senta; Par non e pur è duol mortale. 197 - — Eco. indi Da in Fùr senza Per campagne sonao e le fiere Dietro torbidi foschi. e boschi, per sconosciuta amante. anch'io, al mio dietro 110 - i di e si, ma Compagna Anzi le notti qna mal le stanco , piante. 115 Filli. Tu al meno, sovente pur Cacciatrice beata. Contempli de' begliocchi il bel ! sereno Eco. maggior mio Per tormento Ben me ben e accorgo, ne quegli empi lumi: il ciel Soffre ch'io miri nel cor 120 lo sento. Filli. Perchè ti indarno struggi e ti consumi ? S'appresso ognor gli stai. Che non gli scopriun di tanti martiri ? Eco. Ohe mi di' tu ? sai non 125 ' s'adiri ? s'innaspriil fier,come Come Filli. 0 fanciul troppo crudo e troppo bello ! Eco. Ascolta, Filli;senti Che suon, che è canto quello? Filli. Taci, si dolci accenti Sol da Lidia uscir ' ponno, o da Amarilli. Eco. Taccio: taci Secretarla tu, leggiadra Filli, ancor fedel de le mie pene. 130 198 - — [SCENA Coro di Ninfe. IIJ Lidia.. Amarilli. Eco. Filli. Coro. Verginelleinnamorate, 135 Sconsolate, Per le selve Ma, non ch'i men dispersia De cantando; preghi e i pianti^ canti Nostri Van andiam i bei la cetra errando. l'aure 140 concenti, I lamenti Van l'aura con dal Ma i e preghi a volo; petto innamorato, Sventurato, Mai 145 parte angosciae duolo. non Filli. si dolcemente coppia, che Felice ! duolo l'amoroso cantando Tempri Lidia. la Canta Cosi lingua tra' boschi piange e suol il cor dolente ; usignuolo. mesto AMARILLI. Lassa Canto, ! e io, come vuol, cigno Amor cantando canoro 150 moro. Coro. A si dolce Sento armonia rapir dal cor l'anima mia. LlDlA; Dinne s'in questo loco, gentil,Narciso d'ogni cor catena Cacciatrice Narciso attendi, e foco ? 155 200 ^ - Coro. fior ver' bel colle dei Dal allegra schiera ninfe di quante Mira noi ! discende Coro. laccio Oh quante Oh quanti cori, oh quanti, giovinetteun mie Donne sol fiamma una care, Ninfe. Lidia. di Coro Qui Narciso S'il co' Qui Lieta Pur tuo di quei mai. Ninfe]. si dolci rai. mora. per quel [primo cor di regnerà pietate! Troppo altero se n' va Narciso di ancora il vergogna al bel ch'io morissi Nisa, son, parer morrei,ma ch'in 185 beate. [secondodi Ninfe]. Coro Ahi amate, lo veder non e cai ch'io io del Ninfe], farà [primo Coro Ed ne ch'io m'affissi in mi Filli. fora senno Coro Poco ! [secondodi Ninfe], Fuggirlo sempre Pur 180 Elpino; begli occhi più di vedrem, compagne Coro Forse accende Amarilli. [primo disse ne ver ! III] [SCENA Coro prende : 190 taccio. in braccio. Ninfe]. ghiaccio Mai di sua beltate. 195 201 - Coro Fra null'altro ! che Ahi possente quel cor l'asprodiamante di spezzar tante e fia beltà Non A [secondodi Ninfe], Ninfe tante Ch'ardere [primo A d'ardir,nudo Disarmato Forse, forse Ma Ninfe]. ! conviene non Amore anco 205 di cotante vendetta è il dì lontano forse ! deh Lidia, fin il bel Ch'arrivi : in vano. 2K) tanto al nostro cetra ratte più ; pastore, l'aurea Accorda pene s'incurva l'arco d'or sempre Perchè di speme. saetta, Ritroverà Non 200 gentileardore, Lasciar Né Ah ! core generoso Dolce speranza di belle Ninfe. pur, ? avanza lagrimar senza e Coro Speriam - ne se canto, fugghin l'ore. Coro. ch'in fera guerra Poscia Per d'Apolloarciere man Fiton Smaltò Di le Il Febo piagge intorno portator del giorno. vie Ma terra più l'eliconia Alzar le dive Cantando e l'onda, nobil il crin Ricinto 220 il lido sonava L'aer, la Da nero. e altero Trionfatore Correa la terra orrido sangue 215 grido. di fronda, sponda al Apollo 225 cielo, e Delo. 26 202 - dicea Qual il tergo piaga aprisse, come D'immensa fero albergo Perchè dal L'alma col sangue ; disse assalto periglioso Ch'ai gli Dei Tremar In 230 uscisse qual, cantando, E - fasto tanto l'alto. ne 235 ascese . core. L'insuperbito Oh'a scherno Visto l'arco,Amore. con di si folle Ma Ben Dafne per Cangiarsiin Ratto errore lutto corse. foglie e 245 Perdeo l'amato viso. E il bel Narciso pure doglie '1 riso e rami tra in e gli scherni Quando 240 allor s'accorse ratto Quando di si prese. un Sprezza, fanciul mortale, L'onnipotentestrale ! [Atio IL] [SCENA Coro Cacciatori. Coro di Coro Chi d'amor Trae Ninfe. Elpino. Tra le pene fortuna Eco. ardente 250 di misere condanni Lidia. cacciatori. dolente suo Non di fiamma tra Del Sé di L] e tra l'ore gli affanni. ; e non Amore. 203 - è ben Griusto i folli amanti che 255 pianti Versin sospirdal E - infermo, core S'al ferir d'un fragilviso, sorriso D'un Non far difesa san codardi Ma schermo; o 260 neghittosi, e Oziosi, Passan l'ore Né romper san Dura i giorni loro, la catena, 265 pena, Laccio vii d'un Oacciator capei d'oro. di fere Per le selve Non affronta Sol e belve ignudo arciero, '1 vino tra tra e Forte nume, Arma l'arco ardito e Una Fra tanti Quel le Ninfa. cacciatori vegg'io non tanti Quel E cacciator che va nato nel che cor predando i cori. Ninfa. qui rimiro vegg'ioche più non già 270 fiero. Altra Fra piume, sento 275 veder vorrei, sospiro. un ELprNò. Ferma le luci tue Forse gli occhi miei: fiso. quell'io ; mirami sarò ne Ninfa. Fisso Ma E ti miro non di e ha più il crin lume 280 sguardo, d'argento il gli scintilla il mio Narciso, guardo. 204 - - Elpino. Ma D'una beltà Non è ed gela, te per io mi ed struggo ardo crudele: d'amor più degno un fedele cor 285 ? Ninfa. Altro Altro si me per Ohe si spera, me per chiede, d'antico Altra Sciocco E chi più chi, Ancor Ninfa. crede, presso a Segno de' de' suon corni cani: i cacciator che il ! mercede spera senti, Lidia, senti l'abbaiar 290 sera, sospira, ancor Ma, E lo non fede. canuta amator non son lontani. Lidia. Non è Oh Se quanti cacciator ! Deh lor rivedessi il bel tra 295 avviso; il tuo vano ! guarda, Elpino, Narciso. Elpino. '1 che Ecco Ver' noi già vicino rivolto ha il passo. Lidia. Ben lo veggio Mira com'ei Come appar De' nostri e '1 se ne' conosco 'n vien ! oh di cor leggiadro e ! sasso fiero ! sembianti pianti e de' suoi pregi altero ! 300 205 — — II.] [SCENA Coro Narciso. Cacciatori. Coro di di Ninfe. Eco. Narciso. il bosco Armate Di di corno, suon a Gaccin 305 aste; altri co' fidi cani, reti ed Gridando intorno le fiere negli aperti piani. dei eacciatori {LI coro Coro di parte) Ninfe. Amor, cangiami in fera. m'ancida si bel oacciator Che o prenda. Narciso. Oh Che fate in bel Tra per 310 voi, troppo selvagge ? prato, in bell'orto. verdi lauri mirti e Itene, belle ninfe,ite Coro Oh ! queste piagge. Troppo, donne, In 'mportuna schiera noiosa, oh che che sei come a di diporto. 315 Ninfe. cortese. Gentil fanciullo Tanta pietàti ! e quando ? prese Narciso. Troppo rigidosuolo Sembrami questo Coro a si tenere [primo di piante. Ninfe]. Troppo rigido core Chiudi, crudel ! sotto si bel sembiante. 320 206 — Coro Ma [secondodi Ninfe]. oimè perchè tanto, Che al sol de S'affissin Né, [primo fulminando Coro Ninfe]. di sguardi, i intorno Volgendo fiamme e fior,scopron i lucidi la terra; 330 tesori l'ascondi tu e i cieli splendori zaffir, gli almi l'eterno dardi. e [secondodi Ninfe]. Scopron le piagge Scopre 325 ? i tuoi, crudeli come Avventan De lumi i nostri velenosi t'annoi, tuoi questi innamorati son non ! tanto gli occhi Coro Già - e celi ? Narciso. E tu, Licori di ohe mia, Coro 0 Indiscreto Così di Ninfe. suoli. come sempre, ti duoli ? 335 fanciullo, ridi,crudel Cosi del nostro !, di mal affanni tanti ? prendi trastullo? Narciso. A De condanni; l'altrui mal rido, non sol fere perseguo E E mi torto sospira e fere uccido. Coro di te ferita qual ninfa, per Non e non 340 Ninfe. morte, a langue ? Narciso. Ferita Non senza fu Piaga sangue giammai d'amor è mortale: immaginato male. 345 208 - - Eco. Al conforme, desir tuo la Armo di man il D'ardire '1 e cor sola incontro Tu ardi, Non e di d'ali. e Ninfe. lampi si caldi a di penne pie Coro Come 375 strali, franca amor sei pur donna, secura e e non avvampi ? Eco. Chi Chi 380 montagne, ne' boschi s'indura. aspre per d'amor Fiamma addio, compagne. cura: non Narciso. Verrò anch'io; 'nsieme Sebben si crudel, vi dico, addio. son Coro Non ti Non è del tutto Fin 385 ch'adorna vedi Al Ninfe. partireancora: Non E di il tu seno con de che Sorga Privane Troppo Rimaner noi gli erti d'aureo che da infiora ? 390 monti aggiorna, strai l'eccelse fronti. l'altro sole l'onde, del bel ne '1 crine soggiorna eh' il mondo L'arcier Lascia imperla e ancora men Saetti in ciel la bella aurora, pesa e poi sol de e gli occhi tuoi; duole d'ogni luce orbate e sole. 395 209 — — Narciso. ardente desire Benché bosco, al monte, al M'inviti 400 Io vi vo' far contente ch'appariscail sol su l'orizzonte, Leggiadre ninfe;e voglio. Se fede il canto impetra, (Porgimi la tua cetra) affanni quotar, tanto cordoglio. Tanti Fin speri,ei Mercè Se ricchezze Per pennuto, il Aiso Se la ferito cor, faretra Di Ei al sol d'udir le Se, scotendo e il 415 ? fianco, di face. d'allegrecorde, suon l'orecchie al Vago stanco e accenti discior soavi Brami pace, ha armato d'arco man ? cieco. vola e riposo e omai Chiedi 410 seco leggierbambino. è sol Ma nudo. bel cammino e securo Non tesori. gran forse andarne Pensi E e dolori; dà ch'il vedrai ben Mira crudo nel regno Se d'amor 405 420 pianto ha sorde, lamenti. bell'ali, Scherza,placidofanciullo. Per diletto e per trastullo, Ti Or fa piaga la fronte Mirerai Or, in che men gioirnon Con d'un e 425 mortale. bel riso farsi serena, Fulminar Di aspra pien balena. non d'ira il viso. 430 è speranza Amor; datemi Ritoglieteratto FanciuUette, a il fede: piede, questa danza. 27 210 — - Ninfa. Ma dal d'Amore regno il Fuggirà Coro Franco Se di core ? 435 Ninfe. d'ogni periglio qual arde in più Fora è il 'ncatenato pie, se foco penoso ragione e consiglio le fiamme Tra d'amor loco. trovasser Narciso. Altro saprei dire: non Mora chi vuol fedel Servo 440 morir, de lieto viva e selvaggia Diva. la Ma, di lasciarvi è tempo e partire. di Ninfa. Almen 0, non fuggire; partir pur se Un ti guardo, guardo un Rivolgi al nostro E quanti mira vuoi, lento. più vanne 445 solo duolo, lasci in tormento. cor Narciso. 0 Dea, ch'in monti belve Feroci Fa — ch'oggi il in e selve fort'arco con voi di questo strai [SCENA Coro 450 atterri, erri. non III.] di Ninfe. Ninfa. Vedi il crudel, com'ei Detto Ah Cosi ! avesse parte ! al partendo:ardete tigre empio ne si porti il e cor meno in pace ! rapace. da l'altrui seno ? 455 211 — Altra Infelice Ninfa. mio. cor ponesti,dove Dove Le dolci tue orrido qual Ntnfa. 0 di Libia qual caverna di Lerna o 460 sì rio ? alberga,angue si cruda Fera in speco, '1 bel desio ! e speranze Altra In - Ninfa. Altra Vedete, occhi, vedete Per cui Né. men vi siete ornai distrutti ch'il danno, meco Quel Non pianti; piangete. Ninfa. 465 cetra, soave Che Ferror anco Altra Cara in cor, raddolcir talor ahi ! già non mai lo sperar cor, quell'asprapietra. più. soave [SCENA Coro Diana. pensasti cetra. IV.] di Ninfe. Diana. 0 più Più de gli occhi miei, del cor, Misere Ahi più de l'alma, alme dilette, 470 giovinette, qual empio mar d'aspritormenti, Verginelle innocenti, oggi vi miro ! per Dove, dove vi ha scorte Quel torbido desiro Ch'il bel candor Ecco l'alte Ecco i risi,le Che a i de le bell'alme 475 oscura ? dolcezze. gioie,ecco le paci, creduli seguaciAmor promette. 212 - Misere giovinette! Di che vi pasce Di pianto e di Di speranze fallaci Di di timor, Che tra Oh vita ? certa e pena, fiamme e a morte mena. 485 serena, giorni,ore tranquille, l'empie faville pudici e cor sentiero qual casti ! entrasti 490 quei petti innocenti, di tormenti Ministro Ond'ebber Misere ? tal valor l'empiesaette raccoglieteomai Che per Fremer Di ? giovinette, Deh E Amore signor vostro tra perturbare i Per In il desio, alma Mentre Non 480 dolore, gelo e Felicissimi - già questo l'onda 495 sento crudele mar minacciar Veggo, vele spiegate al vento; seren poco le stanche tempeste misere voi ! stelle funeste. 500 Coro. Quando In primierchiedesti questo ricetto, sen Ineffabil diletto, Amor, E mi d'ambrosie senz'affanno Vita Ah celesti colmarmi Tutto E promettesti lieta il e 505 petto, pena serena: e ! mentitor Queste le fallace, gioieson, quest'è la pace ? 510 Tra geli e fiamme ardenti Soffrir dogliainfinita. Perder In E l'età fiorita lagrime fra duri e lamenti, tormenti 515 213 - in Chiedere Non Queste Amor, Di mercede, fallace, ! mentitor Ah se le gioie son, quest'è la pace ? 520 vendetta per martiro cotanto Quel fede e mai veder aita, vano d'amore Colma — duro cor miro non Trafitto di saetta; Non più Umil Ma sospiro, e prego al tuo rubella 525 suggetta e serva regno. di Armata Dirotti Colmo disdegno, empio tiranno. di 530 crudeltà,pien d'ogniinganno. [Atto III.] [SCENA Eoo. I.] Filli. Coro di Ninfe. Eco. S'io morrò Se per lagrimando, quest'aure errando Piangerò spirtoignudo, Saziera'ti tu, crudo ? 535 Saziera'ti tu, crudo, S'in terra Sarà il mio 0 ne l'inferno pianto e '1 mio martiro Filli. Qual Che si fero dolor costei si turbata appare tormenta. ? eterno ? 214 — - Eco. scacci mi Cosi ? m'oltraggi Cosi S'udisti il Se 0 la superba il formidabil ciel,soffrir pur ! per deh Almen del cielo, voce, telo ? crudeltate, tanta 0 540 regna tor de suon che riservi A ? atroce Discenda pietate sovra un 545 vuoi, de' fulmin me tuoi. Filli. Eco, che si t'affligge? odi. Eco, Non odi ? non Eco, rispondi, ? Qual dolor, qual pensio.rl'alma trafigge 550 Eco. 0 Filli,o 0 Filli,o Filli mia, cara vita: misera Questa fornita sorella,ecco o compagna, Cosi vuol mia fortuna Cosi piacque al crudel acerba che ria, e amai. tanto 555 Filli. che fia giammai qual fero martire Oimè, E Tragge dal ? v si dolorosi cor lai ? Eco. Ah ch'in mal punto osai miei Scoprir gl'incendi Ma che Più non Chiusi D'una Ne poteva io più, se capiva il core ? le fiamme lagrima E mie, al dentro tu, misero un cor potei; sospir solo non fui cortese. miei, piangete or mar cor, di ardore tanto mentre d'un pur, l'asproduolo Infelici occhi Che 560 ! tanto pianto il sospiratanto cor s'anneghi; 565 216 — [SCENA II.] Coro Nunzio. di Ninfe. Nunzio. Non Cefiso buon Figlio del ti sei, né cred'io, Dispietato Narciso; 0 se sei, per pur Pili foreste nascose Come potesti,oh Come il ! Dio quella Coro De la il di innocente, cor t'aperse? fera Qual t'ingombra stupor. gentil pastore sai che Non ha non 600 Ninfe. rigida e crudeltà sua beltà modestia tanta con rio. e ti sofferse cor mai D'affligger Che velenoso suggesti Angue 595 queste se cor non ? di fera ? -ÌTunzio. Ditemi, donne S'Eco Che vedeste dietro 605 mie, a il dove e l'orme sue Coro Quando Prese Farà noi si il Filli arrecherà Che dietro Ninfe. ricercarla che a mano ritorno,e Ne m'invie. tolse, cammin, a ratto vie si diverse Per Ma da di pie rivolse; è vano. mano forse novella, a l'orme sue si mosse e corse. 610 217 - Coro Ma si come Ninfe. 615 repente la fiamma Nacque Onde di - di cotanto la bella ninfa sdegno, è si dolente ? Nunzio. Tntto dirovvi;in tanto Filli. Oh Tornerà pianto! duol, d'eterno d'eterno Degno caso 620 preda d'un cignalferoce, Che coraggiosoe forte Macchiò più volte l'incurvato dente, la Dopo de Vendicator In la stessa sua morte, 625 quell'oraappunto su giunto Febo s'arresta e più grand'arcotende E più fiammeggia e splende, Ch'a Ove il mezzo ha Più spira e e negre Fa piuma letto il cacciatore e Anch'io, dal bel rio tra un Vaghi Né A Da' vider me, pie d'un 635 sponde, fronde. • riposo, ch'il bosco elee a lor m'asconde. 640 ombroso, rai del sol nascoso, S'assise il bel garzon Eco, che mai La vista de dolce Sovra non su l'erba verde; perde l'amato aspetto, 645 l'erboso letto Si pose, al bel pastor lieta favella Ei con Di chiuse arriva. il bel Narciso di pur fianco; al sol le spesse Giaccio, e furanmi Eco al stanco, corso fugge con move sospirard'auretta, frondi Le Ivi 630 selva, e dove dolce Dove erbetta fresca più folta La corso raccontar non lungo anch'ella. godea 28 218 - - cignal gli assalti De l'estinto Ma l'infelice amante, 650 troppo, ahi troppo ! ardea, Che il bel Smarrito Pur contro sembiante, voler, geme suo a non Lieta solea, turbossi come Lo scolorito Scorse E viso, begli occhi rosseggiardi pianto, i volto In 655 alquanto; fiso mirando pur sospira. e la mira Ond'ei, che E Pira. e fisse lei,che a le belle lui tenea 660 luci, disse: Qual pensiersi repente — Move turbarti a Onde del cigliosereno adombra, luce il Forse ? seno ? sei si dolente Che La il vien vigor che e la troppo saettar lassata Per troppo saettar stanca Non Io -- Di — Hai faretra tua Com'esser Si Ah, — Ma de' un bei In questo E le crude la mia lumi sen Mira il misero ! dove volto 670 — ascolto ? — volto 675 sciolse: voce faretra, tuoi mortali piovon gli strali faville,ond'io nel vita. di' ? che sospirtal gran Mira Ah de rivolse, di mia non — rivolto ? disse: ella il bel dietro ferita ? e l'armi te al ciel 665 stanca. e questo può ? che Pietoso E in dunque ? parmi e moro, il fin veder lungi imbianca meno. Per Rispose: guancia tutt'ardo ! 680 esangue. cor, torci il ch'a morte guardo Non vedi ch'io t'adoro Non vedi ornai ch'io langue. ? ? moro ? — 686 219 — Coro A Ninfe. pietosiaccenti si E di — di Libia sarian Raddolciti Ma di Lerna e quel non tigrie ser})eiiti, d'ogni pietateignudo. cor Nunzio. 690 Allor, superbo e crudo, da l'empio seno Tutto la Per lingua Versò l'ira Qual torrente E Questa cruda Vivi pur, da Ma Non E Voltòlle frema che trabocchi; 695 voce vivi atroce: talento,o mori, tuo a ch'un tal il mortai te per tal disprezzo,un s'adori. — 70U disdegno fero ! e tergo, ahi dispietato inuman d'ogniatto Coro di ti'apassòil oimè segno. Ninfe. qual duolo Trafisse,donne mie, quel Pensate fuor e spiegò sentenza più un con veleiio, lungi; ch'io me vo' Ohe '1 e gli occhi per terribil con — e ! gentile! cor Nunzio. tremante, al suolo Tutta Fisse tenea le 705 lagrimose ciglia, E pallidae vermiglia tutta Sembrava or foco,or Indi Con rivolse tutta gelo. al cielo tal pietàl'afflitteluci e belle, farsi vidi (e '1 giuro) Che Il sole oscuro e lagrimarle stelle. In si dolce atto 710 . alquanto Fermò, muta, il bel piede: Co' begliocchi parea chieder Indi, mossa improvviso, mercede. 715 220 — Abbandonando sen Tanto confuso Rimasi, gio, sgorgando pianto. 720 seguirlae darle aita lagrimar la dura sorte. di a ! di cotanto Troppo, di Ninfe. amore, fede ! di si bella Ahi di mar pietà si forte. da Coro Ahi un viso, tanto e vinto e Ch'invece Rimasi il le mani su Ratta - ! dura troppo oimè pur mercede ! 725 Coro. Io giammai credei non bel d'un Che mi un tranquillovento. Diva bella udiva, nomarlo Altrui giocondo, foco, fanciul,tutto Grazioso ardor, dolce Dolce 730 core, ciel torbido Figliodi ch'Amore credei Rasserenasse Come doglia e tormento; in altrui Recassero Ben i rai volto Riso, diletto 735 gioco, e del Allegrezza del ciel,pace mondo; Ch'ai sol quetò la guerra Tra Da E gli elementi in terra saggia lingua dir sovente Rotan Né erranti foco in terra meno vampa accesi; accesi 745 l'aurora, le ardean del sua ancora in ciel I volator E e l'alto di ne del bel Ardeva E 740 che, celesti amanti, I fìssi lumi Che intesi, fere,ardean le fronde, in zelo cielo le fere squammose ardean ne l'onde ; 221 — E l'ardor che - 750 gentile, Quasi raggio d'aprile_, Dolci ognor producea leggiadrieffetti. Ahi ! qual ma Cangiar ti fa natura, de' nostri tiranno, Amor, Fatto ! per pria,crudel Non ria sventura petti? 755 * queste si liete foreste Già beltà L'alta d'un giovinettoapparve; pianto di funesto Che Sonar selve, e '1 le 760 canto in lutto, e l'allegrezza Cangiossi. sparve. [Atto IV.] [SCENA Coro Narciso. I.] di Ninfe. Narciso. Pria che Vo' Di il sol s'asconda nuovo fo sangue vermiglioil piano. Coro Di ancor ferite e di Ninfe. 765 sei non Dove, dove Che l'oceano tentar, s'ancora pur Ancor, ne di morti o sazio o stanco ? è colei. si fedel veniati ognor al fianco ? Narciso. Meco Né Fin non sarà è, né meco ch'avrò so dove sia 770 mai, spirtoe gita, vita. '222 — Coro Quando La di - Ninfe. t'offese mai semplice donzella, Che nel sdegno tanto petto tuo ? accese Nakuiso. D'amor Ha pensier vani Che de fosse ed folli; e la casta Verace Onde credea, e mentita non di ancella. Ninfe. d'amor, perchè t'adora, serva Tant'ira io Dea Coro Perch'è 775 anch'ella, seguace tanto e coavien sdegno eh' un ? questo è '1 fallo, e innocente 780 ? mora Narciso. Tra l'amorose Viva Ma pur schiere lieta tragga i di felici, e lasci i cacciator dietro [SCENA Filli. Lidia. le fere. a II.] Narciso. Coro di Ninfe. Filli. 0 Dei, 0 Oh sogni e son è pur Dov'è ? ! oh risponde "ì e come confusi Mille recan Filli,che De la cara Raffrenò 0 sento ? di come sparve ? Ninfe. accenti, sembianti Questi e spavento ! Coro Questi 785 ? quanto rimiro ver terrore larve al nova cor dubbi e spaventi. porti compagna punto 790 smorti ? '1 duolo disperatamente ancor a' tuoi conforti ? si lagna ? 795 224 - Ma s'hai viscere Crudo e - e core, se più d'ognipiù cruda Pianger forse potrestia' detti vie Coro Se 'n sei non di fera, miei. Ninfe. questo alpestrescoglio Non desterà Filli,non Già pietà l'altrui sventura, prender l'udirem non 825 cura; noi cordoglio. senza Filli. Vaga di dar A l'infelice Ratta soccorso l'orme per Non aspro Non duri ninfa, men Tal ch'io la scorsi ! che i Le nevi Livide del e Sonar ! la Non l'oro del Quanto E del Corsemi Che guancia al ciel sereno ! bel parca crin e per ! ch'io temo la chiome. piotate il cielo, pallidii le confusa e perdono. di vene il 845 rai. pie un gelo fermai. Ninfe. tremo incominci) la funesta 840 ! come allor tal per e trovò luminose sol si vedean smarrita al suono; di rose, guancia, o (Si dolente De 835 quai gridi di percosse Coro Lassa fine. vidi ? begli occhi straziovvi Pianger raggiunsial sanguinose. s'udiano bella la e bel seno, Non 0 830 corso. passi. Quai pianti,oimè i a pungenti spine udii ? che Spargea, vòlti mossi sassi sterpi o Fèr Lassa di intoppo veloci mi sue istoria udir 850 l'estremo. 225 — - Filli. vie Ma Mossimi, Là 'n se Per Ratto già si nasconde. mi Senza mirarla, avanti alquanto;al Trascorro mirando Spesso con or i l'una ed or l'altra rami, al guardo fa scherzando in terra Né e Parvemi de uscir rimirai Allor fiabe Pur più a torno, nulla Pur la medesma Me E Né 'n venni a o sempre, mài grido. voce risponde; 875 la rispostail ch'arbori e suono, fronde. presi, richiamarla 880' ancora , Eco la veggio; e chiamo e sento voce. novità tanta Ovunque altrove; avanti, la rispostaintesi. come Là Di 870 rimiro cerco ella Eco forte più suon il vento, d'onde Null'altro 'n bel ed Ma, là correndo E del dietro, ad alta chiamando; Eco le frondi pie cammino; sento, con ne '1 apro nulla e mano dove più sapendo Moverle con l'orme, e 'nvan Terminar 865 chino: Ma, poiché nulla veggo Se non quel mormorio Fissomi m'arresto, e 'nvano fin sollevo,or mi or Sgombrando Che 860 fronde e Tutta Fiso molto. non valle, la selvosa de fronde tra lei a è folto L'aspro sentier Che dreto giungo, e anch'io picciolbosco. un calle si di frondi Ma colli medesmo quel 855 fosco e due Verdeggia tra le penne. pie venne ombroso dove al avessi come ella Intanto poi ratta più spavento. preso voi per trovar 'n colle o 'n chiamava. dritto calle; valle, Eco vidi, e l'ho sempre rispose; a le spalle. 885 226 — Coro Cho. di Ninfe. Dei ! oh prodigiracconti — celesti ! Narciso. D'innamorato Or cor sogni questi. son de sapete voi, che non è privilegio Antico 890 gli amanti desti ? sognar Filli. Cosi creder Per fuggir Ma, senti Se giova ti colpa tanta omai per parole mie le biasmo. tanto e 895 prova. finte son o V vere Lidia. Ancor Non che ? Eco, t'aswmdi Eco, dove fai?... Ahi! e piange ! s'affligge hai tu pianto assai?... pianger più; non Ahi! Filli. Alma involta duolo nel il può frenare Mal Or da tu Chiamala 900 pianto. l'altro caRto Lidia, di tu e ascolta. nuovo Lidia. Eco, da torna Ah perchè Torna, e noi, deh ! mai (!on ? deh noi vuol Oimè Si ! omai... Mai di e racconsola... Soia.. Ninfe. lagrimare,oh miserella sei giunta dove giovane 905 ! torna, t'acquetae Coro Sola torna ! si bella ? Narciso. Non ti nasconder Eco, vientene più, che qui, dov'io fai ? che pensi ? ti chiamo.... Atuo. 910 227 - Coro Ancor Chi peggior in cosi strana che E il fine quando hciso. gli amorosi da cor senti te, crudel, non Vuol trar, di 915 guai...Ahi. affanni cotanti aran CoKO Per sorte, ? morte Na Solleva Ninfe. ! condotta Pha Forse di meschina ama, — ?... Anni. Ninfe. ?, piangendo,gli anni. Narciso. Ond'è dolor, tanto martire tanto Coro L'ire e Non di gli sdegni tuoi ; odi ? or che più ?... Ire. Ninfe. 920 chiedi ? che or più vuoi? Narciso. Gl-ià cagion Non non io mento Ch'ai'ma son la no: io de' quel venerabil di fiamme man tormenti... Menti. tuoi di e Ch'ineffabil dolcezze altrui (Josì i suoi servi di trattar ha [SCENA Diana. vaneggiar de' sensi, De Tal l'amorose voglie frutt.0 al fin si costume. III.l Diana. Del saette, promette, Coro Amore. nume coglie. di Ninfe. 925 228 - Non La sia chi beila di veder 930 infelice, Nel più Per terrena bel fior de pianti e tra' Dove la bella man, Dove i verde tua sospir venisti etade ! tutto or bellezza cotanta chi a un'ombra, Amor 'n 935 ? sono pianto è gito; ahi in meno. '1 bel seno, dove begliocchi Esempio ]a beltade Tra' Di più speri o pensi cacciatrice. Giovinetta Ahi — un pone ! sol n'avanza suono, speranza. 940 AlVfDRE. Io, che le menti De' E A molli tra la De del domerò Di petto Tu e campagne Spegni di casti Arma, per e l'assalto. Ninfe. foreste, 955 celeste, nume d'amor tu di di smalto l'arco tendi che Dea, cor o sosterrà non Coro Alma 'mpenetrabil marmo. o di ferro alma questo strai Per 950 scoglio il Dea. profondo, mar ? pastorell'orgoglio d'un armasse Alma 945 mondo, S'adamantino S'avesse incateno; '1 fuso e l'abisso,del ciel,del Non Gli Talma guerriere; man Trionfator d'or schiere l'arco trattar Sforzo crin un con Io, che affreno, monarchi gran sol altere gl'incendi. bei desiri Diva, i nostri Onde invan Strai d'affanno petti, l'arco saetti e di martiri. 960 229 - più lagrime Non le notti Tu • Fanne, risplendi. ciel ch'in Dea Alma sereni i di e Dea o sospiri o tristi seni: dai fuor Eschin - ec. soffrir, ch'indegno arciere, Non Che nudo va ciechi e gli occhi, ha scocchi l'arco e' dardi Armi crudo fiero. a noi, si Serve sinm del casto impero, Tutte oneste e tutte pure; Contro fanne Amor Contro Saggia Dea; e la notte sicure, difendi. ne orrori i foschi algente e ciechi Di E Amor gli splendori ancor Dea Alma prendi ? non ec. [Atto [SCENA Coro di Coro Non torna e non Il bel Narciso E tutt'è pur 980 di strali: s'arma Farmi tu cori cigliaalfin mortali, due Ove a 975 bruna, Sgombr'ancor,celeste Luna, D'ogni nebbia gli occhi e i Fatti 970 ec. sgombri che De tu Dea Alma Tu, 965 Cacciatori. primo di V.] I.] Coro di Cacciatori. appare ancora nascoso ? il sol nel mare. Ninfe. 230 - Coro La 've l'erbe tra '1 bel Stagna Altro secondo dir fonte Ben trascorso '1 e chiamarlo, in volte cento de i passi. Cacciatori. di primo Coro Se ombroso. saprei,rivolse non ho E, per 985 '1 colle intorno e Tutto Cacciatori. di e' sassi Coro Il bosco — l'età piano 990 vano bocca a secondo ho posto '1 corno. Cacciatori. di gentile Verdeggi aprile e primavera^ eterno Dinne, leggiadra schiera. Veduto di areste Cefiso Coro Dopo da noi Altro dir non ricercar Qual udi rea qual la misera sol Di pie volse Cacciatori. di novella? donna lOOU segui chi fugge e sprezza bellezza ? gli acerbi di Ninfe. guai quest'infaustogiorno Ecco il donzella. Coro ancor non sai ? 10U5 l'ingiustoarciere, Ch'ogni Oh Ninfe. saprei;forse Ogni maggior Tu 995 si tolse: Coro E di figlio? la ria novella Ratto A il come Oltre nostro ne' diletto ha volto in pianti: sembianti. l'usato, appar superbo e fiero ! 232 — — Coro. Or che pietà Pietà mai Udissi si trova: te per giova, non miserabil più sorte 1030 ? Amore. Per vittoria cotanta Che A più si celebrar tarda, donne, o d'Amor l'inclita gloria? Coro. Vergognosa vittoria,indegne palme gì nobil Perder 1035 ! alme Fuggi, fuggi, crudel ! da Sommergiti nel mar dove Incrudelisci là tra mostri queste selve: nascesti, e belve. Amore. Si ne' trionfi suoi si sprezza Amore ? Coro. Cosi crudo si scaccia empio tiranno. 1040 Amore. È pur grave di strai l'aurea faretra ? Coro. Ragion gli occhi m'aperse, e tu se' cieco. Amore. Pur di cieco van arcier gli strali al segno. Coro E duro e forte di ragion lo scudo. Amore. La tempra del mio strai tempra è di fuoco. 1045 2:^3 - - Coro. Per di sarà me qui partiornai; di Ma gelo. Vattene sott'altro cielo. trionfar a Amore. Dunque cotanto ardisci ? Dunque pensi scacciarmi quest'armi. quest'arco mio, mira Mira 1050 ? Coro. Contro pudico core un È sempre ch'armato, Amore. ignudo, ancor Amore. Dica l'alta S'un Può Ma cor, vendetta, benché 1055 pudico, nemico. gli assalti soffrir d'Amor più de' vostri petti l'acerbo l'ira mia de Sarà al mondo Eterno e esempio. miserando III.] [SCENA Nunzio. scempio Filli. Coro. Nunzio. 0 de l'eterno Come ha Ch'a suo valor tanto vario Fanciul 1060 impero eterni numi, e talento fanciullo arciere, leggero. in pianto altrui consumi ? Coro. Colpa di noi Idolo farai Non mortali un valor, non 1065 lampeggiard'un ciglio , virtù d'arco o di strali. 30 234 — Ma colpa mortale, sia 0 destiti fatale: pur ciascun Ben - Spento ragion a si queste selve di lagna duole, e si bel un 1070 sole. Nunzio. fé' noto chi Ma caso, duol, d'eterno d'eterno Degno l'acerbo voi a lutto ? Filli. Io stessa NuDzia il vidi, ed io medesma ne fui, né già col volto asciutto. ancora Nunzio. Dunque Ma più Con certa Fillide ed io; memoria, dolore. eterno fiore. rimarrai,candido Eterno 1075 , testimon Verace istoria di dolorosa sarem Coro. fior,Tirsi, Che Sarà Che quel fior? che tronco memoria eterna 1080 suono. l'altrui note per le valli alterna. Nunzio. Qual qual suon, voce intendi ? Coro. E di qual fior tu parlii? Nunzio. Parlo, ahi memoria Di Che acerba quel candido fiore. di pianto e di duol Misero avanzo di sì bel ! nato 1085 è tra pastore. l'erba, 235 — - Coro. Di quel parlo,ahi suon pianto in Ch'ai ! 1090 infelice, n'avanza, Eco sol d'Eco Che rimembranza ! ahi suono abbandono Kestò, p'angendo,al fin nud'ombra e suono. Nunzio. nud'ombra Dunque e suono bel quegliocchi leggiadrie quel Son viso ? Filli. Altro, Tirsi, non Si volle il 1095 sono; ciel,si piacque al fier Narciso. Nunzio. di alma pietà nuda, di Alma gelo. fior sei: è, s'oggi un Meraviglianon Ingiusto è Amor, ingiusto il è non ma cielo. Coro. di' tu, Tirsi ? Oh Che Dunque sommi cielo ! oh bellezza è 'n fior tanta conversa Dei 1100 ! ? Nunzio. bellezza altro Tanta fior che Misero è che non del iiore, un pianto nacque suo ! Coro. Ma fé' chi lagrimar quel duro core ? Nunzio. La bella imago ch'ei mirò ' ne l'acque. Coro. Qual ne Deh Rendi ! l'acque mirò con più '1 nostro si bella chiari desio imago ? accenti contento e pago. 1105 2oÌ3 - - Nunzio. Là dove A lento de pie Il fonte Presso mormorando l'alto monte, che le ecco 1110 l'ombra da il [)rende, nome vaghe s})ond3 godea dolce Griacendo, mi Ed scende riposo: le bell'onde a 1115 Veggo, quasi improvviso, Narciso. Avvicinar Ma qual Ch'a cristallo lucido S'adorna Tal e nel donzella, vaga si fa bella, 1120 limpido argento intento, e fiso Fermasi specchia e si rimira. Or con pietosafronte Languidi sguardi gira. Or gli occhi accende 'nfiamma, e Si Or sorride,or e s'attrista, poi sospira. Indi, le luci pur Dopo un. Sciolse 0 — Che Al tu, qual In ti tu m'avventi da queste né D'amoroso disse: sia, mortale si l'onde, o divo, pur indi mi e per pietà ov'io Ah! riprese: — rispondi,ahi desio mi deh ! vieni t'adore. non — pur lasso ! ed struggo ed ardo. — Coro. Disprezzatord'ogni più Di che 1130 possente ardore, piagge, amene Qui tacque; Ma lagrimando e quest'acque algenti sen Sorgi affisse. l'onde ne sospir profondo la voce, da 1125 sei fatto amante bel seral)iante, I io vieni, 1135 237 - - Nunzio. E fissando pur Dentro '1 quell'ondein a 1140 guardo vano, insano: Soggiungea, lagrimando,amante Deh, perch'aipianger mio pianger ti Perchè porgi l'orecchie a' caldi preghi? E 86 pietà mi neghi, miro — ? 1145 sospiritu, quand'io sospiro? movi '1 bel labbro, e non rispondi? Perchè Perchè baci t'inchini,e Perch'a' poi ? t'ascondi — Coro. 0 fanciul Dove senno. senza t'ha giunto Amore 1150 ? Nunzio. di si folle Mft fin,ma Al Con errore tardi, accorto, voce roca stanca e Segui,tremando, impalliditoe smorto: ardore A chi chieggo pietàfra tanto ! Misero l'ombre,a l'acque? a 0 troppo crudo E qui Pur veloce con In trovo Di Sol lo, oh Dava scendea ! ei ! — un freddo sasso. 1160 arrivo, pietàte calor,di ! per la privo. guancia scolorita, di vita. segno Chiamolo; Amore passo moto color,di quel tepido rivo. Che Or marmo, un momento un le vendette acerba sorte l'erba su fusse come Là E cadde a ah 1155 ? — non risponde,anzi questa prendo ed or non m'odo; quell'altra mano. 1165 2'm - Or gli bagno visto Ma Era la - fronte, or al fin ch'in lento il seno. 1170 vano ogni aita, anch'io, Vinto d'alta Verso da pietàte, rio. gli occhi, lagrimando.un Coro. A si dolente Pianger vista sospirardovean e le 1175 pietre. Nunzio. Intanto bel quel volto, Pallido,come nube Pian venne Già pian ne in ciel sereno, meno. l'aria de' bellissimi Gli occhi, le guance Smarrisco, né Attonito Gli nel so e sembianti, le dorate 1180 come. duol, cieco ne' pianti. m'affisso occhi m'asciugo e pur Ma pilino '1 vidi;solo. Maraviglia inaudita, candido Scorgo un chiome e miro. 1185 fior sul verde suolo. Coro. Oh fato acerbo Giorno Non ! oh d'eterni mai Senza memorabil affanni. volger per lagrime giorno ! a d'anni farà noi ritorno ! 1190 Coro. Deh, Che vinse come al fin tanta ninfe combatterò tante Il simulacro sol di Misero potesti Schernir ! ben sua durezza. indarno, bellezza ? gli altrui desir, superbo,e crudo, 1195 Mascherate nelle nozze DI COSIMO II DEI MEDIO CON MARIA MADDALENA D'AUSTRIA (1608) 31 [Kel Trirulziano 1006 d'Apollo, certo hanno tuttavia Invano fatte ho per quelle maschere che iuniore, degli intermedi appiglio nessun balli ohe ebbero nelle qualche noBze pensai fu Giudizio al allora appunto eseguiti trovai luogo con neppure in prime e di dopo descrizioni traccia P.aride rappresentato quella nelle quell'occasione.] favola parecchie nozze 1608 o in di II quell'anno. quando feste queste mascherata ma nulla stampe vettero do- che delle Michelangelo : dicazione: in- Cosimo narrazioni seconda sona per- qualsiasi di congetturare nella di il le in deduce si queste nelle e per seconde, le di dopo corte cioè ; mancano quinta di Vedendo apparire. poterono Paride strofe d'Austria, ricercato le veglia una stanze queste titolo; dalla a Maddalena Maria con il anche recitate essere trovansi parire com- Buonarroti, dalla descrizione ricavare. potei di giostre Cosi e di PER MASCHERE AD UNA VEGLIA [Ercole] Ove raggio d'onor scaldommi Corsi, intrepido il Non de' L'orpie fermò da' Quindi de le veloci di campi Grli omeri Dissemi cui Per celossi l'eterno Ne La Ch'ovunque Il Né Del mondo Ma nuova che de' Empieran Fien le le colonne celeste l'alto si chiari parti eroi freme Borea o estreme figlio,e o nomi gran noi, tra te non '1 celo, cielo. nuovo e angusti termini tue prole. seme spazia oggi si terra, il sole pregi suoi; de' risoneran pur consiglio il mondo avvampa volerà grido per lustri ingombreran terra natale, glorie eguale, la turbar, de ti o mille surga non non pondo. gran le tue a volgendo D'Austria Allor^ al immortale, armi per s'innalzi che Fin mondo^ figlio, nel fatto seren che temer Mortai il Diletto il sol latrante, sprezzator d'ogni periglio. Vientene, Ne allor: G-iove aspetto ricetto le stelle de pòrsi sembiante; mostro assicurato d'empi regi il piante: terror sol petto il fero mostri Traslti a' raggi del E lieto cor, crudi più il veleggiar de' gloriosilegni; Sotto l'impero de' felici Augusti Al le Sorger vedransi Di Tebe e d'Argo Appo tanto Tanti la Misto il gran valor terra i provincie e allor gli eroi sangue vetusti men degni; monarchi egregi parran avrà regni; co' Medicei regi. 244 — de Germe l'una cui Coppia Fato D'aurea Perchè sia Sempre De il l'infallibil Quinci I E a superbi fra Dietro Ch'invidia Virtii mirar nel Imenei le risveglia, in generoso la in guerr; terra. dentr'al almo piante lieto e pace seno raccolsi. suon Giason nuovo catena, io tosco guerrier non sovrana il vuole e ricca mar, Giove; voce tanti al in sole serena; dolce il gran '1 destina grandi ricco disse via annodar d'anime vedrà o la immortai insiem mi vide ciel prole Maddalena, e non par del Questi, inclita Cosmo Trascorrendo Si l'altra e vedransi Sorger — terreno volsi, non meno l'antenne anzi • sciolsi. diletto, petto. MASCHERE PER AD UNA VEGLIA [Apollo.] che Questi, Mosso di In 0 di donne cui Cangiar Discesa è E perchè simil Il pomo donna Che ch'a bella feri che suoi Vie più Si di Si dolce ch'i è bellezza Fin dal grazia bei remoto Ei l'antiche Ei Che de prenda sembra lumi è che mortale. e fu mai natio anco ed occhi sereno '1 giro, vale palese fia, né paese dia; sentenza dolci giro. pieno, men chiaro e ammiro; si chiari dir: lor gli Jampeggiar ardisco le novelle a viaggio e ei la il pomo, freno, or il moto suo guido: detto, creda. il volto maggior Paride Quetò, il miei ciascun Che petto, lo ceda momento un bellezza Sempiterna chiostri. il Pastore spingo or raggi de' ho Paride sé lei mirando che vostri '1 colei a begli occhi a lumi giudice eletto, onde in fare nido. maggiore lei diede di celeste Ch'in accende beltà lor cavalli '1 mondo De' per di porta, più fatto d'Amore queste ritrovarsi d'or ne bei co' la dèa vaghezza le bellezze Seco s'ha cielo,e ancor lei tra De corona. sdegna gli stellanti seco cui E dal non A Di ogni lido, gentil'vaga or risuona chiaro in tuona, e grido begl'occhiAmor Scende E beltà vostra ogni regione, Ne' Io altero l'onorato da Che ciel fulmina nel su contese il fin sia: ei lo porga suoi più a vaga quella e bella. 246 - — [Paride.] di Questo 0 Poi bella che donna de E, deh, non La dèa d' Se men beltà tua del segno, verace prendi, le tre dèe a muova Amor tuo più che splendi; vaga sdegno '1 leggiadro le or pomo è '1 suo sia tolto bel volto. [Dal Osanna, in della prosa, musica Compendio Follino, mai 1608, soli del oit., descritta versi. Monteverde-] pp. nella Veggasi ediz. a — bibliografia, anche L' 124-134. nella non Musicografìa ha parte, l'illustrazione l'indicazione tova, Man- BALLETTO Aveva stabilito il Duca 1608] [4 giugno bella molto DELLE il adempivano le Prencipi, nobiltà che un quel di del è cosi talché alla sommità ch'è tra In Dame le e del ne' teatro di tutto dentro quella e gradi che, al opposta esso se gradi vedeva vuoto musici furono colà di forma parte gran palco un diversi petto dirim- ; e eguale, faci- destra Ambasciatori istromenti con era il per dalla scena, degli altro un gradi che muro, la e gentiluomini di numero gran de' i ne di mando for- fianco, lasciando detti e scena quella parte collocati quello la biltà no- in colà ragunatisi si collocarono fino valieri Ca- in , parte '1 confin fra furono un mezzo balletto. teatro a città altri , Ambasciatori dalla basso sei ballare Perlochè luogo, cerchio nel , piano dove il capire della di leggiadria gli , Kinuccini con sposo principali sedici. di mezzo s'ergevano del in Prencipesse dal mento ed numero potè Prencipe delle bellezza in come di , il e coledì Mer- Balletto un Sig.''Ottavio del opera Duca, Dame otto con e i il Comedia della del sera , invenzione interveniva quella rappresentar Teatro nel , quale di INGRATE in da cui stava corda da e fiato. Or poiché dato il burri discordat', s'alzò alzofsi nella di bocca che quella nel più di il veder (1) di Inferno, fissar V. colà in essa, una tam- cui con una andasse gran in tanto il iscoprirne per di stendendosi quale, che d' intorno e dentro fiamme, orribili il infernal descriziono degli assai parte gran tanto quella la vista dentro la pareva palco si vide palco caverna, accomodati, mirabile velocità del mezzo il sotto d' ardente fine. là Era fuoco e , d'ardentissime d' nel umana circondata si vedeva bocca, globi cupo e prospettiva, giunger caverna agiatamente quella con profondissima e della potesse non (1), uQ'ampia confini i oltre tela la Comedia tutti strepito spaventoso uno con segno dentro voragine, e e per ad entro Parve voragine del e essa orrenda piena Chi.\bkb\. di tanto nel II fuoco sua ruotavano innumerabili molti che cosa dalla lontana alla^quale dentro spaventosi, guardo. Inbrmtdi profonda stri mo- ardirono non mostruosa e e d' imma- voi. 32 250 - maravigliarpiù le genti il veder gini cosi mostruose; ma dinanzi deva parte di fuori, dove risplenveva luce caliginosae mesta, la bella Veneì^e, ch'a- quella infocata a certa una per ben - poca il mano bocca bel suo dietro versi gl'infrascritti soave dalla la quale alla scena, cantò figlioAmore ch'erano stormenti fece in dialogo Amore. De , al di dolcissimi suono con voce molto Amore. con (1) Dio l'implacabil Eccone '1 regno; giunti a Seconda^ bella madre, mio. il pregar Venere. Non mia tacerà Dolce voce lusinghee preghi^ Fin che Del Re feroce l'alma al tuo severo voler pieghi. non Amore. Ferma, madre, il bel tenebroso Nel pie,non impero Che l'aer grave e Non macchiasse il candor Io sol n'andrò por' le piante per E, pregando,il nero la gran del bel magione Re sembiante: oscura trarrotti avante. Venere. Va pur come Discreto Finite tutto e a fiamme di Venere entro senza patir alcuna gli spettatori cantò queste ultime parole, Amore quella profonda voragine, passando ch'ebbe ardito t'aggrada;io qui t'aspetto. pargoletto. e offesa; e 'n riguardando le tanto Dame che questa maniera: (1) Qui comincia l'odlz. separata intitolando Venere e Amore. Venere gli erano n'entrò se tra fuochi volgendosi a fronte, 251 — — Venere. Di celeste Armerà il Sentirà come cor Di Su di abiti di e del quella orribile con e '1 fine r altro cantando come in e saetti ara non si vide canto uscir dalla Plutone^ in vista formidabile caverna attribuiti da' sono gioie; il quale parlò la fiorita etate, ne bel suo quali gli aifetti di crudi grazia e beltate. ricorrerà,tardi pentita, d'acque a la fallace aita. van lisci detti serbate. cor poscia arda Quando più 'n saggi '1 parlar ne d'Amor, nemica Chi, E i donne, udite, e Udite, (1) venendosene però poeti, ma Amore con dinanzi questa guisa, rispondendosi e parte destra e tremenda, carichi a Bella madre Splender l'Inferno (2) col bel che d'Amor, fai sereno e ciglio puro, Qual destin,qual consiglio Del ciel t'ha scorto in questo abisso oscuro Venere. 0 de la morta Tremendo innumerabil Re, da gente '1 luminoso cielo materno zelo: Traggemi a questo orror a mano Sappi ch'a mano L'unico figlio mio di strali e d'arco Arma (sprezzato arcier)gli omeri in vano. Plutone. Chi spogliòdi Che volte tante Giunsero valor l'auree a '1 cor e saette tante de (1) L'ed. separata: Venere sola. (2) L'ed. separata;Phitone, Venere. l'immortal Amore. Venere, replicandosi l'un segue: Plutone. d'oro Tornante ? ? 252 — - Venere. di beltade che Donne, Tolgono Là le di E 'n rigor se cotanto Che gloriae '1 vanto. la nobil Manto ne Di in elei la l'Alba a armate vanno quadrella aurate il foco face sua Recansi a scherzo e gioco. Plutone. Mal d'Amor si sprezza face la e Finferno Sallo la terra, il mar, '1 e telo; '1 cielo. Venere. Non de' Odon più le voci Amor, Né fidi amanti e costanza pianti; fede e ombra pur i di mercede. può trovar martiri Questa gli altrui ridendo, e quella Narra gode d'esser bella Quanto traggo d'un cor Sol piantie sospiri. In van gentil guerriero, Di piume adorno e d'armi, d'onor leggiadroe fero; in campo Move Indarno ingegno Fregia d'eterni Beltà 0 che io Per o non l'apprezza: fierezza ! vidi ne (e potreidirne far lieto altrui di non velar, non il volto Tutto carmi l'ascolta non barbara Una altero sua pur il nome), bellezza le chiome. Senti, senti '1 rigore, (0 di cor Mirar Fido Né senza amante per Ritrova sua in tigre e d'angue). dolore versar gloriao sua lagrime e per faretra altrui Amor sangue vendetta saetta. ! 253 — — Plutone. Se in van l'arco tendi su poderosistrali^ I onde speri? che Amor, attendi ? soccorso Amore. Fuor de Ove l'atra caverna, piangono in di speme van ignudo^ crude. e Scòrgiteco, signor,quell'empie Vegga su '1 Mincio ogn'anima superba A martir qual si serba. beltà cruda Plutone. ricerchi,Amore Deh, che Che da Calle '1 Amor, sai non profondo career è che non ? rimeni ne '1 mondo a ? Amore. So che da Per Ma far ritorno chi inferno '1 regno '1 ciel serrat'è a contrast'a'l tuo potere '1 varco; ? eterno Plutone. Saggio è signorse di sua è parco. possa Venere. Dunque Che Proserpina bella Guidai Per ti rammenti non '1 monte su de coglierfiori a gli eterni ardori ? quegl'almi contenti, Deh, per quei dolci amori. Fa ne '1 mondo veder l'ombre dolenti ! Plutone. Troppo, troppo possenti, Bella madre Giungon de d'Amore, '1 tuo pregar gli strali Udite, udite,o de l'infernal Feri ministri,udite ! corte a '1 core. 254 — Al chiamar di Plutone - uscirono di orribili e terrore avanti altrui;e presentateglisi che mostruose, fiamme versavano da varie con molto parti con orrenda, voce Ombre ma però dissero: armoniosa, Ombre Che E molte quella caverna vuoi? che Plutone d'Inferno. imperi? soggiunse: Aprite tenebrose Le De la E e prigioncaliginosa l'anime ingrate de Traete Mentre Plutone et i la condannata qui queir Ow"re che cantò porte a condur doveva crudeli fuori far il nera, schiera. andarono ad la condannata balletto, Venere eseguir la Donne schiera delle rivolta inverso seguenti versi: Venere. Non senz'alto diletto De' magnanimi Regi Il pie porraine l'ammirabil Ivi,di fabbri egregi Incredibil Oh Splendon E ammirerai lucenti D'ostro per e pompose dedalea Né Ti e marmorei fregi. d'oro le superbe mura; cura Scorgerpotraitra Palme tetto; lavoro, quanti l'indorate travi trofei d'innumerabil'avi: minor meraviglia graverà le ciglia Folti Scorno teatri de rimirando '1 Tebro (1)L'ediz. separata ha: Qui e cominciano a de a scene. la dotta Atene. farsi vedere l'Ingrate. mente (1) di grate^ In- Plutone veder Vano altre gioie si queste abbruciati, fila d' la molto si poteva cenere ben Calarono i passi da del piano passi, moti con quando ad con abborrir maniere, tale dimandarsi affetto e de' di mille modi in vari di loro guise maestà, palco prese i cortese mille e a Ingrate danzato occupar tutto Plutone, '1 tenebroso otto le di Donna (1) L'ed. separata ballo davanti a Madama nova talor bracciando ab- gli occhi, ad azzuffarsi con modo in quel in or timorose con rappres'mtati teatro muoversi che spazio fermo e turbarsi con- intrecciandosi di quel piano, dinanzi egli movendosi lor fatto palco, mezzo in prospettiva vicino, dal al pel ch'erano Principesse si fu poiché , lo et parte, per verso suono, pieno con d' rida or- modo versi: donzella ha soltanto: Seremesima '1 mio da il timor fiamma o (1) de orror (Fugga, Donne, Arso con , restarono tanto ch'era Plutone. Da sul vago, su alcuno cantare, accompagnato seguenti in Vedevansi sentisse non che disperazione,e l'altra ne fu non gnando accompa- sembiante, che che così tenerezza altri moti sti, ge- stormenti sdegno di furore. e portavano ap- il cuore. gravità il dirimpetto di minaccioso con passioni loro di cenno molta con rabbia e di ora per naturalezza queste un lagrime riguardanti, lungh'esso, ischiera poi si trovarono ad si posero et quando e palco, di bèllo cosi aspetti e fuggirsil'una delle ch'ebbero Poi assai le tanta mutazione in in ora che flebile;e giunte e di segni pallide dal quantità dolore come significatoper discesa gran di perdono con i cuori impressi ch'alia i loro dolore gran balletto avesser seguitarsi da e insieme, con una un atti se alcuni e qual riguardarle. a malinconiosa percuotendosi gonfie ora insieme gesti di misericordia come talor di ballo con e dal , furono tempo mostrando piacevole una fecero teatro nondimeno splendore trasformate guisa però suono un'aria suonavano in ma per col distrutti , compassione e due a le lor faccie e di cenere, altro per capelli che, arte, parevano certo un che erano queste, due a e i lor ancora coperti '1 fumo conoscere già passata bellezza, terrore tutti et , brace. mirabil con fossero biondissimi; oro l'accese rubini carbonchi consparsi intrecciati parte sparsi e tra mostravano vedevano benché e ordine rassomigliavano accorciati parte et che gemme Di bellissimo con per a '1 molle '1 ciel rapir non Qui scendono canta gran Plutone. regno seno) sereno vegno. tiel teatro dannando e ferme al mexxo il 257 — E quando fora Di Sol cui crin de bassi fregi lumi, gl'eterni costumi vi e '1 regno ne fé' ch'io mi Preghi aspetto: monarchi Amor dianzi pur ardito virtù, gì' aurei l'alme petto ferito, cor non '1 ciel ordir speglio devrian Farsi Sceso il il lieto nobil '1 cui a '1 ne Plutone Regina ponn' Di turbar di cotanta Donna, rai mortalmente Languisse Non vostri da' pur — regi. oscuro scorgessiavanti ch'in perpetuipianti Queste infelici, Dolgonsi in Antro è là Indi le traggo Pallide Perchè Non in un (l) L'od. canta qui '1 fine ballo da altro grado il mio più di balletto Plutone. '1 bel '1 regno tate; ingrate, inferno. (1) parole ripigliando gli stormenti dell'altra,ricominciarono atti pieni soltanto: di ? verno lice,anime non flebile con a dir),mortai queste più neghi tolgon gli anni al fin vi lagrimar ne a chiostro. si che vuol riserbarsi è da star '1 negro ne sospirie preghi: han non separata dopo ciò ha parimente voi ragion mal non Tornate nuov'aria mostro. e e voi ceca (Trovi fede su schivo. sempiterniaffanni. di timor qual Quel che Ma a lagrimoseil ciglio. cangiando omai vogliee consiglio Ma In l'addito ve il volto forza Frutto sospira ogn'amante piangessiancor Vaglia Se tardi error e d'aer e ch'ingrataebbe Alma furo. sagge privo. ogn'or s'aggira, fumo '1 folle Ivi de ben non di luce giù torbido Ove che van, una quelle maggior disperazione Qui seguita il hallo e tornate su la e grate Indi soena 258 — magg-ior cordoglio e d'affetti si di sopra avvicinando vennero colà furono tutte disse cantando: a di sopra, a poco lo stess' ordine con esso intrecci amenti mille con - col Plutone mille e al poco palco quale n'erano salendo e discese, poiché d'orrore voce con variazioni di spavento e Plutone. Tornate '1 negro a Anime sventurate; Tornate Appena rimasta in cosi che nel fu bel suo così da fiero in pianto furono Tornar Aer le , sospiri quel e teatro da che seguenti: (1) sentenza e lagrimar a sereno e vie cruda più l'antro ne Apprendete pietà,donne '1 A fumo, a' pena) oscuro. puro, Addio, per sempre addio; Addio, per sempre addio, 0 cielo,0 sole;addio, lucide stelle; donzelle. e gridi,a' pianti, sempiterno affanno; Ahi, dove Dove, dove Donne, Aer che sereno le pompe, son 'n se si e ove pregiate a '1 mondo furo ! puro, addio; Addio, per addio. separata: Una gl'amanti? vanno Addio, per sempre (1) L'ed. ballare a troppo, ahi troppo è duro (Orudel A Ingrate, ch'era proruppe singulti, non ver- qualche lagrima pietosa. Le parole ch'ella disse Ingrata. Ahi delle discesero accompagnati di donna cuor ch'una Plutone le altre quando accenti gli occhi per detto cosi lagrimosi non ^asse ebbe il fallir vostro. vi sferza ove '1 palco su chiostro, sempre delle Ingrate. — Fu costei Virginia Andreini. 0 cielo,0 sole;addio, lucide stelle; Apprendete pietà,donne in né Nel fine modo che di cosi vi parevano prima furono gran bel se spinte da trangugiate restò bocca pianto la scena da e n'entraron viva con una Il fine. l'ed. separata. (1) di che bella caverna; chiudendosi , però ma nuovo, forza, nell'ardente quella , finisce (l'^Qui donzelle. la sua , e dilettosa prospettiva MASCHERATA NINFE DI Di Bailo Palazzo 31 E LA Gran Illustrissimi, di Conte SIGNORA Toscana Nozze et Signor Real Duca Felicissime Le gV Nel Danzato del Per Senna De Eccellentissimi Sforza jMario AENEA DI LORENA stemma mediceo In da Fiorenza con del gl'Heredi Licenza de' Maresootti Superiori. 1613 Quest' di opuscolo, riferisco cui disposizione la del frontespizio , anonimo è la ma relazione ohe qui di aggiungo sèguito di permette , riconoscerne Inoltre di nel Trivulziano pagine, quattro nella 3 p. ohe ci tutte In di del le A Vallo finora niore, dalla foglio volante qui raccolte ottave: belle sì relazione del cui 1613 II con Balletto sconosciuto questa e feste Rinuccini, il Cortesia da sarà due le autore della che e ricordata. sopra oltre sicuramente sappiamo Passatempo Il Amor le reca un sembiante date sono di prime è strofe: tre carnevale seguito, due sembiante indicato, volte più nelle cui mirar quel quale Rinuccini. il 1004, il Donne e sicuramente autore come di M. A fece che an- ju- Buonarroti altrove stampato me si e mangono ri- ci , pure: Balletto 1.— Altezze di Zanobi versi nel Toscana \ Pignoni Sono « I Fatto da che Marte, S. A. vi. Venere, D. Eternità, Serenissim. \ln C. Firenze, XIII; Rinaldo e G-ildippe Zerbino Isabella e — Ruggiero Mascherata Villanelle di di Castello. Ballo del principe la per 16. pp. nota; Armida— Bradamante e — II. è e — Odoardo | 4. fine in e Clorinda e \ Delle Genito S. di Tancredi : Terzo Superiori ATnore, ballano Del mx) Paggi de' licenza con \ Signori \ Da cantati Personaggi Battesi- ». danzato nel Palazzo dei — Pitti il di 16 febbraio il dopo battesimo Carlo secondo genito , del Cosimo Granduca BiOAzzi; ma che II, io non Firenze, ho potuto 1613, rinvenire 4°; citato cosi né a Firenze dal Morkni né e a Londra. dal 264 — porta della sala grande, alla et stava et entrava la la scala moglie lumaca, a andò la scala per Nomi dei passato: S. A. per quivi Maria il Bovio bolognese. La festa il di 5 S. A. S. per per sala dove altri a al mano A, S. di S. A. S., iSenna, vestite d'oro; in fatte al veliere simile mare, con Sig. nello Friuli, Trascibizin Ro- ; il Sig. zaga Gon- da Udine; Cavaliere Ulisse la residenza in le da et più ore su gentildonne, della mezzo mano manoa la ducessa due 22 andorno sposa le poi le venuto era v'era sedere Diario, sotto stesso et «... et sposa, Sforza, et nori principessine mibasse tutti v' era palco segreto principesse grande et le dame; in su madama a ritti;et un su principio da d'oro tirato et Erano alla d'oro da torre et di mare, che et fanale et fortezza fra le et d'argento Et in camera di gioie; tine scarna- et vano veni- rappresentava et galere et Ninfe v'era la Senna carro cantorno paggi d'argento veliere delfini in altro dette telette et et , Ninfe otto cantando. di gli levato dai , perle veniva i Tritoni Ricci divisa, con pieni di un Dove, ballo fatto un scarnatina et di telette d'oro testa; a Agostino Messer maniera. trine sue di Venezia. il Residente et questa le poco un naturale; et in detto in del ; et carro regalmente del la cuffie bellissime vestita Dio S. con tutte con Porzia alla detta era Arciducessa di teletta un sur Livorno, nave, in con il Arciducessa ser.ma ritta composto di mare, acqua la ballare, si dette S. vi ballare, il Nunzio di ne Carnovale Maria solita,dove e man le due con palco v'era et del signoristettero Ser.jiia se Rinuccini. Montealbano ; poiché Comedie delle di S. A. sorelle Nicolò di gusto poco Ser.ma alla davanti uno principe di Bracciano bresciano piaciuta , sedere da et lanzi. (sic)todesca. [e.491] si legge: un sala stette S. S. A. dare il festino fare ogni questo sig.raAnna Terester Cavi sia 1613 nella di sopra da » pare, maggio per festa; e di fuori et sala, tedesca; la sig. Caterina Cavaliere Sig. Orazio Cavaliere Sig. detta Saracinello;il Sig. Cavaliere Francesco il Mantova; da della la Contessa Renata Orsino Giordano Ferdinando Cavaliere sala nella in signor Ottavio la tedesca; signora Paolo Sig. montavano guardare cioè sermina, pisana; la sig. Sofìa Il et a dal Arciducessa Renata la {sic)todesca; dal marito Signori che fecero il Balletto S. e la Sig.ra Arciducessa. della dame era entravano confidate erano A. grande. signora Maria la mano questa bella opera Composta Sei di S. et s'aperse la porta di detta sala finita la festa Et presa et le altre porte tutte — con belli colori apparve musica in et Nettuno, lode delle 265 - felicissime loro li2 opera Et Poi ora. S., A. S., et A. fumo et la coperto ; fu portata dal poi gentilomini dugento numero questa prospettiva. colazione di principe Don Lorenzo, poi dal Cavaliere da' della cesco Fran- da' et si dette et , fetti con- Giancosimo, Corte tazze l'Altezze al- davanti suddetto, et durò grandissima una nobilissima et giù vennero ballo la tela venne principe Don dal di S. scalco calato stante et carro bellissimo un fu confetture e dal scesero fecero et in questo et di S et nozze; - paggi a' cipi, prin- del lare bal- poi alle gentildonne. si cominciò finito la colazione Et per poi di un'ora: prospettiva,dove fuggitivo , perchè Finito Et a fatto ballare cantando licenziato fu da finirno Nomi le de' Il Il Il Il Il Il Il Il si et v' vivi che si calò nuovo et la del tela, et di andò a sajeta, si scrivono non Sig. Ottavio che pescava fine alle cominciò festino, e cia- al la sposa cena si nuovo alle sue sue stanze, stanze nozze. signori Paggi che Signor Signor Signor Signor Signor Signor Signor Signor . Monte. Piero del Conte Lodovico Muzio il balletto: fecero degli Alli Benedetto Pichi Giusti da Verona. d'Ancona. d'Ancona. Conte Lionardo Emili Paolo Scerenzo {sic)tedesco. Pio fra Beceria Cesare (sic)da da Verona. Pavia. Bevilacqua a maravigliosa vista. faceva riaccompagnò e la et si riscontrorno uno era poi si dette loro, et S. A. arco versi, i quali passeggieri si vedde , con composti di in musica: ispazio di un'ora: per magniorno cosi di questo Cupido, be' Furono pigliavamolti pesci et sciieduno et molti alla stampa. sono si salutorno cannetta musica in Amore apparve gentiluomo fiorentino. Amore, passò due barche Rinuccini et cantò et il festino nuovo apertosi la prospettiva nuovo medesima di cavaliere di Malta.» 34 et di Kinfedi Senna jYiascberata [PARTE I] Nettuno. Sparso d'umide perle,il crin stillante Scopriteal cielo,o Dive, e Sorgete, Numi, mar Le Del voi e lasciate caverne del i nevosi; sen sonante gl'antrialgosi. e padre Ocean gl'imperie i detti Udite, 0 Numi, ad obbedire intenti; Onde, tacete, e da' gonfiatipetti gran Non oggi esca L'inclita Ninfa, Tesse di Cui non Ma il Senna d'auro inchina pur Su 'n se di più va mirar desio ch'in di frondi noi l'onde questo cielo, e piacque velo. sott'uman può dirsi lei,ch'a Franchi Tempra, regina eccelsa,e '1 mondo Ben tal Che lumi pargoletti i Aperse La regia cuna, Serba Senna Di Che al di felice le caro l'umide vostre voci le sembri il freno indora, sereno grembo Flora. a all'altera infante Muse stesse. desira, e il suol che al Mentre ove in lusingar le I sonni Baciar le fasce tra d'erba. o le nacque sen nell'alto tra di sue piante prim'orme impresse. desio trascorre vie del regno un d'oro, superba. e queste piagge mandar Angel letto ha sponde fenderà mar all'alto Motor Dove ei che che di zaffir bella Scòrgelabel corona ampio tesoro. Rodano e Sona, di trofei le questo rote Di crin Nilo, il Q-ange ed Ricca Oggi bel al cui giglie real, che Venti. sospir,superbi un suon il cammin intenta ondoso, si nobil dolce senta riposo. 267 - - NETTUNO. SENNA. Nettuno. 0 chiara, nobil o figlia, Splendor de' regii fiumi, Deh ! Fermo ciglia. dell'Ocean l'ampiafamiglia. l'applausoe '1 grido nel Mira Odi Che '1 Mira Al lieto i lumi come rimbomba mar l'onda e il e nelle lido, l'arena e lieto tuo sembiante gran apparir rider serena. Senna. A te, gran dell'onde, re m'inchino Umil Del nobil Me 'n vado poi e alle famose Arno sponde gl'Etruschieroi. riverir a Nettuno. S'a' miei desir Guiderò i Scòrta Ove mercede. negar passituoi. vii,fin che non il gran Re dimora Lieto vuoi non là posi il piede di Flora in gloriosasede. Senna. Troppo, Né 0 mio il merto Ohe fuor m'onori Re, gran in cotanto del regno tuo alto arriva me per dimori. Nettuno. Si chiare, o nobil Diva, Son le tue Mercè gloriee de' tuoi Che di lauro Son vili al tuo Ed A io che te e gran pregi regi, d'oliva bel crin l'onde sovra m'atterro i e ghirlandee fregi: ho d'ubbidir scettro non e regno sdegno. 268 — — Senna. dell'onde fia ch'ai Re Non devota Serva chi Ma Alzò imperi. queste sponde su gl'arginialteri, Chi di si forti Fé' la città sicura? E chi cotanti mura legni guerrieri? armò Nettuno. Magnanimi pensieri, Pregi del gran Fernando, D'eterno onor, gloria alteri d'eterna questi che rimiri; Son indarno, Senna, le grand'opreammiri. Né Senna. 0 sol de' grandi eroi, è s'aito rimbomba Meraviglia non Con Fama E tromba risonante s'al il nome, di Ferdinando immortai grido canoro L'empio Oriente infido Sparge di gelo il cor, d'orror le chiome. Nettuno. Se l'Oriente pavé Certo pavé non rimirò Si spesso Ne' E indarno, nel cor dolente campi ondeggiar l'insegned'Arno, depredati i regni suoi gloriosilegni. Da' Senna. Ben furo a noi palesi Grli eccelsi allori E le Pun: più er e le si chiare palme, nobi l'alme di bella invidia e i cor franzesi : 269 — Ma strani quai in - paesi, quai piazze remote In Non E Fernando del gran son del gran le successor glorienote? Magnanima nepote, Ohe gigliincoronata d'aurei il crine costume Sovr'ogniuman Spiegando eterne piume Varchi di gloriaogni mortai Meraviglianon è se nel bel Germe di tanto Vero Sotto Ma dal De' profondo mar gl'aureitetti a monarca, regi,ond'io Toschi il bel desio Appaghi della langue; non s'Europa e il mondo si fa giocondo ! è non Scòrgimi,alto E virtù l'imperotuo tu seno, sangue, valor, vera Meraviglia confine, vista cara il diletti. cor Nettuno Su l'arenoso lido il bel Posa pie' di vièntene E neve gioconda ov'io ti guido. Coro. Movi, Diva, il pie'giocondo. L'onde Vienne Dove Fé' Or Né '1 beata d'aurei un di Francia feconda a tergo, albergo sole al mondo un nacque pur lasciato mar lieta all'aureo sol,bhe Vivo E e : lampi tempo Flora, il cielo indora i tuoi bei campi; fa di frond'e fiori riva d'erba, d'eroi ricca e superba Ma allori. Germogliarguerrieri Fiammeggiar tua e 270 — 0 - 0 fortunata, felice, Cui tal grazie il ciel destina, Per virtù d'alta Regina, lieta,anzi beata. Senna di spogliealtera; trofei, possente, tu guerriera. Di Tu fier Marte Pioggia più Né al Porti funesta Più miri Ricche lieti ludi. sponde d'oro. tra almo bell'onde, Le lieta Mai Ninfe Mille Ninfe Cantin crin E sul dorso. inghirlandate d'allor le Dèe e Maria Di pioggiao nembo; mille 'n grembo, e cento e corso o scherzin Mill'Amor Cento argento. bel il tuo : turbi non tesoro, del puro Volgi pur pur petti, e d'alto contento. sen Dea, Alma ossa; diletti, e pompe il Colma cori e almi di pace De rossa e ferri crudi da non Ma Del curi. o tributo ed mar Trapassar la poi d'oro '1 gloriae cetre su nome aurate. del bel e chiome, viso. sembianti gl'angelici degl'occhionesti e santi si taccia il lume Non Di temi non perturba i bei cristalli, più d'arme e di cavalli Non Va oscuri, i vanti del Tebro Tu e '1 riso. beltà nel nobil velo Tanti Per La sparse vestirne e lumi il Re più bell'alma e de' pregi regi del cielo. (PARTE SECONDA) Amore no, ch'io tuoi vezzi No, madre, Non vo' Stracciati ch'io No, Si che Glorioso Io, che Io, Sotto Io, de E Di Non l'arco fiamme tante per far sì bel rendei, di de e li di Sol d'ali, a come me 0 n'oda E me, E di mia vien mio due racchiude due singultie pietà ch'ogni (1) Il testo nel in aspro dolce Baldinuoci in seno, meno sospiri. nudo lagrime ingordo Cangio talento tormento. e di martiri. Signor appella (1) dispietatoe Io piace? impallidir rimiri, amante di me pace, madre pietà ch'un strali, core. Sciocca, la Che secondo. mondo mia, che a Sdegnosa madre Voglio adoprar quest'armi, E vo', come più parmi, A gli amanti recar gioia e tenerello duro. prove. ciel in e Datti, datti, pur Si e Griove signore armato potrò sai ! face l'immortal de baci tuoi sordo vo' esser d'Amor legge ; curo, m'assido '1 discorde che vo' non crin, piangi, se il gran dopo null'altro A vo' me'n più, mai tornar Dei sommi fra vo' non ne me non più d'aspe che Io, il pure fuggitivo tormento contento, leggo appena. crudo ; 273 — E per bear l'alme Ed Per da lungi or udir non l'alme lei de martire, fin m'adiro. si ch'ai M'infastidisco — fuggitosono l'importunalingua L'ingiuriososuono. Folle, che Semplice,e I in contro torto a non madre mi dove Si che ricovro le Ninfe Tra De la Fin più che '1 Cotant'ira cuore. nascondo cerchi mi un indarno ? l'Arno de bella ne mi e mia la madre far lieto Dio più d'ogn'altro Ma d'Amore, l'arte ond'io scorge So ; intende segretid'amor, Né s'accende me a in de cor chiuder sen mi voglio, la celeste Diva s'ammorzai orgoglio. tanto e Amore. fermate Fermate, passeggier, Amor Se io son, non voi con m'avete per il venir legno: desio. compagno a sdegno. Passeggiero. Si lungamente al fianco Quest'aspriferri Che Né ancor vuo' Amore, trascinato, ho lasso son e catene nuove stanco intorno al core. Amore. Ma sarai tu si crudo Che scacciar possiAmor Che mal farti può un ? Deh, mi fanciulletto raccogli ; ? ignudo Passeggiero. Spiega,bel pargoletto, Spiega pur l'ali altrove; Troverai ben, non dubitar,ricetto ! 35 274 — - Amore. Sotto Avvezzo Che Ma ben esser qui tardar di dèi mostri a' preghi voglio non d'udir già voce ti duro si Dove La cielo barbaro parmi Ciprigna a sé chiamarmi. miei ! 275 - - [INTERMEZZO]. Comparisce come di barca nuova una pa^seggierie : segue Passeggiero Deh, venti cortesi cammin al vostro se secondo. Spirin fiati secondi, dove Dove, allegregenti? andate ne Passeggiero primo. giogo crudele. Verso le patriemura vele; Sciolgol'allegre di servitù Scosso Ivi dura quest'asprae popol empio, venerabil tempio. il m'avvinse Catena, onde Sospender voglioa Passeggiero ti sottrasse Chi ferri duri De' al pondo e libertà Dillo, che rammentar Esser puote non secondo. ti rese? passate offese al cor se Passeggiero Là in riva dove al primo. superba siede mar Bona, splendor de l'Africane Stretto nemici infelici; l'ore Traea Non de la dolce Non de i diletti amici Speme Ma Altro più avea in Tra arene, d'aspre catene barbari Tra giocondo. non quel la mia di duro attendea famiglia, rallegrarle ciglia; confine, gente empia non cara e rea, si salutano 276 — un'infelice Che affannato Sovr'un nudo Posando Ratto stanco e di l'incatenato un fine. terreno fianco, sentii destarmi formidabil Da miserabil e Quando - Non alto senza di trombe suon d'armi: e spavento Sorgo da terra, e sento Di spaventosi gridi De la terra E veggio, 0 De '1 i sonare mar lidi; oscura! vista infida la cittade Grondar E de e di sangue le superbe mura, gli alberghiaccesi da Miste d'alti lamenti Volar co al ciel le fiamme '1 fumo ardenti. Ovunque gli occhi volgo Altro Le non so che il crine e' spose Di genitori i barbari De ostinata e '1 volto lamentevol e d'arco guerra l'oppugnataterra Al popolo fedel chiudeano Quando su forte rocca Che innalza Spiegar Del E voci; feroci strali armati Con morti: e incolto; Squarciansi '1 petto Empiendo il ciel di Ma sangue infelici donzelle Stracciano Le veder Tosco voci cento S'udir Sonar Duce con e lieto di Cosmo Sparso di varco: il ciel la fronte verso mirossi il altiera al vento la real bandiera, cento grido e gielo il di Fernando cor, d'orror Fuggon l'iniquegenti. Quasi tremanti belve, il le nome. chiome, 277 — gli erti monti, A Toscani i cavalier Ma di Ricchi riposteselve; le a — preda più e di alte di trombe Al rimbombar Al bel regno gloriaalteri, canore, le prore. drizzan Toscan e giocondo il petto, lo^ di gioiaimmortai che a l'Arno impera, del grande Eroe Mercè al mar dove scende Là placida FEra (1) libero il Porrò nel pie patriotetto. Passeggiero Vanne lieto al fortunato pur Incoronato il crin Non donna Del gran Nel cui se Scherzar di regno; in Senna potraidi Ivi scorger so secondo. riva. gigli e d'oro. diva, o seggioreal scudo bel grembo accolto e sostegno. quel gloriosoInfante, vedrai Per cui l'aria tremante Grià il veggio,0 parmi, impallidire volto. Coro. Su l'Affricane rive Vedove, spose, incatenati e morti _ e consorti; Piangan figli Ma per l'aure Vessilli,archi Pendon le Tosche faretre tergo, regio albergo. piuma ancora dal molle Le guancie a DALDiNucci e barbaro Né .(1)Nel de il canto Rimbombi Ch'armar serene si Cosmo Jegge Lera indora. cetre; 278 - [Continua la — seconda]. parte Venere. Torna, deh che Torna, pargolettomio_, torna te senza son Dove t'ascondi,ohimè Ch'io non ti veggio Corrimi in braccio Questo, che Senti de Tra' '1 ! core t'ho fatt'io, ti sento, Amore? non ornai,spargi d'oblio mi dolore. strugge, aspro il flebil voce suono sospir'chieder tra' pianti e ? che e cuor la mia senza perdono. Proteo. Bella madre Sospirar fai Qual l'aere d'Amor, che nel si con celeste l'onde e pietosiaccenti, dolor sen ? s'asconde Venere. bel Il mio pargoletto, L'anima del Pensa a Ratto torto gran come si tolse di Né so ! meco trafitt'ho il petto. acceso, seno. qual parte verso più baleno. un Mi è non q[uaimartir' da D'ira mio, cor ha il volo preso. Proteo. Mal seguitar potrai Fanciul Diva; Che Fa l'ali c'ha presto, e ben e guerra vola, consola. ti ma, e pace lo il Già, già per ritornar Cià nel bel Vèggiolo, e Di mille seno veder baci sai. pargolettoNume. batte le piume; accolto parme saettarti il volto. Venere. E quai Nel le bell'alme son cui sen, nel il mio Stassi (1) cui ben, volto il mio stassi figlioaccolto? Proteo. donzella, Magnanima Pregio d'ogni beltà, sol ne' begli occhi, e L'ha Duce Il nobil Se scettro non se Loreno, '1 nobil Duce i d'Insubria in seno : regi, corona. gloriaeccelsi fregi. com'ei pur, mi Non o d'immortal Lasciar Ma cui a di suole. il vero. s'asconde Scorgo all'antico impero prole. Sorger felice avventurosa Che non festeggiaindarno Roma si gran per Arno, le cui su il nobil e nozze Arno: sponde giocondi imenei, tra lieti canti tuo co' regi amanti. S tassi il bel tìglio Tra Venere cosi bel in Se (2). Posi, bel soggiorno figliomio. far, non Non Godi far lieto: pur ritorno, ecco ch'io anch'io. vengo Coro. Bella Dea, che seguo qui (2) Questa e il seguente Cipro Va felice,va Là 've d'Arno Ride (1) Questo di canto di lieto Proteo e non gioconda in ò anche nella relazione che su scherza sono appresso. strofe onore. seguo. la sponda Amore. dati dalla relazione della festa 281 - Là Del sembianti gi'alti vedrai Cosmo gran Folgorar luce Là serena Or i cori farsi desir accesi, palesi foco,or con i vanti: a sposi amanti fiamma D'egual Bei scorno dui vedrai Maddalena e del sol fa Che — pallore. con Bella vedrai Là Che qual Eleonora: Dell'Orsina virtù, di gentilezza, Bella La indora eh' il mondo Dèa Di Aurora vaga l'alta beltade Fiammeggiar Nova si sprezza si eh' omai beltà di Grecia ardore. Bella luce Nella alma (Colmo il Fisserai Di di sen l'avide Lionora Febo cui Men in cielo di lor virtute duce l'auree e di stelle, belle splendore. guerrieri e Festeggiar per Che di L'alme E ecc. s'inchina Bella Mirerai Dea, : possentie e ecc. meraviglia) ciglia Caterina e Dea, divina e Regie prole,a Di ecc. fregiale strade. sol dal Dea, l'auree sale gloria alt'immortale hanno accese sul dorso Con superba Fan morendo Scintillar vero e' i gran a e pensieri; destrieri lieta mostra in finta giostra valore. Bella Dea^ ecc. 36 282 — dame Mille d'oro Vedrai la E Quasi E sol un '1 su Sentirai beltate; lor tra aurate cetre modi chiari con lodi Taltere Buglion Del Loreno di suon il seno, perle e di sposa ornate prova a voci Rimbombar - canore. Bella bel Di grido real Giordan Sul di Voi al Guisa portate Deh, mi Che cielo. '1 e nipote gran note queste furore. alto detta : corona Elicona, di Ninfe Sacre il mondo (pietoso zelo) sprezzò Che Bella Sion Di fia Non S' Tu la fedel il popol empio il grand'esempio, che (Di un sol pel mill'aste tua sprezzasti d'or Dea; ecc. spada rimira rinnova ecc. strada, della Tu, Di mai Dea, tempio sacro fulgor il Non al ecc.^ risuona onde grand' Avo, Del Dea, né il fìer : ardito pur fiorito) terrore. Bella Fine. l'invenzione la nella è inserita di Giulio Vita ciò quando sono È recato. ora festa curioso andare le per V. ed E. ha non dei rirla, quelle feste, rifedisteso i versi nell'opuscolo della gnini Cico- del la relazione l'opuscolo rispecchi mentre lasciò il Rinuccini che corretta e potuto (1) e il sentito io in tale occasione di V. la presenza dargliene con E., perciò tamente succin- la presente con renissima Se- della al ballo presente bramarvi e fatto ben per Signore. esser avendo ricordare desiderio giudicato ho Notizie italiani,1812, contenuti che cantati, Eccellentiss.mo Arciduchessa affettuoso tera let- stampe. Illustriss.mo Poiché credo più ampia la forma Questa 1613. ripetere per quelli a diversi; io quelli effettivamente piuttosto dì di tera let- una però quelli della prima parte che notare interamente sono ci dia poi uguali perfettamente in Classici un'idea soltanto tralasciando faccio dell'azione dei tip. di corte, festa dal Baldinucci, Parigi conserva , una per del 15 febbraio professori di disegno ecc., Milano, voi. XI, pp. 8-16. È utile, per avere e fece particolari Iacopo Cicognini di relazione o nei descritta troviamo quale il Rinuccini che 1 versi e ci riprodotto integralmente ho che Quest'opuscolo, ragguaglio. Avendo trattenimento, pensò che Ottavio Rinuccini ciò di prese nella rappresentarsi si sentì poiché tocchi che, senza e ordinò del gentildonne V E. molto rappresentante per e ma Maddalena solo perchè ; cavalieri che sa quello in solo non , e per per di continovo e si veddero nicchi tale per mero nu- gran danzare cati fabbri- gradi le lumiere, si tempo composti rendevano d'Austria, ^randachessa di Toscana. e solito accese quale di bisogno maraviglioso l'innumerabile reflettendo è stesso e i ben conchiglie signor in sovra e, bellissimo un i coralli adornamento, vedersi, quanto avvedimento, sinfonia al il Carnevale spettacoli, s'adagiarono con qual invenzione: faceva e con comandò e qualche il lunedi Fitti, dove ragguardevole prospettiva; (1) Maria di , d'argento, ricco simili ballo un cura, le de' dolcissima scena era segui al teatro una la che alta fare il Carnevale passare , radunate sala intorno di la prontamente essendo effetto disegnato l'arricchisse che il festino per e S. A. dunque perse sco- marei scogli che quantità tutti gli vano face- di lumi, splendidissima l'onde marittime la . 284 — l'altra dopo 'ma l'ondeggiante V e di . E. le che vivamente che che di Giulio subito torri che le stanno sopra la dei vedde il Porto mare, ed con d'innumerabili in mano, a trasvolar un momento i vanni Numi, le mie a Sol levemente il Segni d'orma il L'onde turbi d'aura pie e l'arena Mediceo valor reverir Mentre Fendon del stilla; tranquilla a in lieto mar carro giocondo; fondo si chiari pregi iramortal gl'antrisuoi Tetide si e bando, rallegrarcantando. alto tonando fin da polo. petto una Fama, chiama gloriosiregi. d'or le ricche le vie dell'umido rote sentiero, a di maestà letto. gentill'argènteo ciel,rida il Racconta A con spoglieintenti. mio notte poco coronato l'altro a Sorgete, Ninfe, voi dal cupo Che a possenti Fuggite, nembi, ite, tempeste, Del da casioni oc- ciae le torre ceso l'ac- degli spettatori, , quale di voi fiato del del regno Ch'oggi vista naviganti. E poiché raccoglieteil volo, e sciolgaalcun Rida della dell'acque sorgere il tridente l'alto Fermate Non apertissimo segno. di Livorno, la fortezza capelliera azzurra con questo in Aerei più in altre : voi per Da bene fra le tenebre segno profondo Nettuno, dio del 0 S.,se preparati ed acquietati gii animi dal altre gemme, che prima glispettatori non Fu suo saper ed amico ebbe seguenti versi qua^ incredibile vicine, e, alquanto più lontana, l'altissima fanale, speme i di S. A quale splende di continuo si mare, pere rompoterono ritenersi di non la stupenda invenzione e nobile tifizio ar- rieonosciuto la sinfonia lo stesso superba né mai questa Parigi, architetto schedun dell'onde stupefattinon e dato aveva visto lo che perfezione, per commendare e di vedere l'ha non in il moto rappresentato pareva chi gli sguardi attoniti il silenzio a tanta a affissarono scena, ebbe pan l'arte arrivasse veniva alla gente che lontananze, maniera effetti che cacciandosi, operare quei niedesimì ne agli occhi nostri. E credami rappresenta mare tanto — poco perle cantò 285 — posi il pie ch'ella Fin Lusingatele il Fu solito d'una Tosco impero dolci note. con il , V. musicalmente di comporre il tutto dopo nel dal signor Iacopo Peri secondo rappresentato Nettuno il quale ebbe con ancora grande applauso del teatro suo, il carico come cor — alcune toltone restante l'altro cantò Mentre sentirà. Sirena Ninfe, bellissima la seguente Ammirabile Sorger Lieto inclita E l'Arno in de De E e lieta il da Ondeggiar Che Toschi bandiere gran Che^ Sirene bel nel Donna feconda e avi, ecc. d'intorno soggiorno di Loreno, il nobil seno, d'eroi si ricco l'Arno, Ch'Ottoman Colmo il ne fere indarno d'alto sen Di spavento. Sirene ecc. Qual gioir,qual meraviglia di Cosmo la fronte Fermerai la riva Kegi; e Maddalena alma l'azzurre e serena ciglia. i fregi la un scena tuno, partito Net- pie'd'argento. al vento. qual sol sereno rallegriil ciel Scintillar su l'alte travi Di uscire Diva, egregi i trofei de' nobili Mirerai , tetti d'oro albergoa' vedrai armonia lavoro, mura madrigale, un si veddero concento Fonda Sparsi i palchi e gli archi Ne ed stile recitativo : Solca fabri vedrai,di allegra con al bel Ferma Se ottave Nettuno canzona Sirene Di Fa nobilissimo Tritoni, i quali riempivano e vista, e questi cantarono La suo , E. Là nel 286 — Da quel Resse di che Febo Non alto ornamento. Di è Che Del Scita il Grela al Ne l'aurata Dei 0 gran Sirene Indi mai Non voltò Ben E,e de l'Arno sedeano virtù le di pomposo intanto lento. e ecc. 1' onde le sovra il nobilissimo nicchie, di carro Deità più di sé stesse altri marittime , procedendo e nobilissima guisa a ché fin- mostra , Tetide di fabbricato tutto , argentate, ed adorno da l'errante sovra corteggio fecero comparve spugne piante. Sirene delfini,altri sopra ! mercede senza Di Comparvero viso vede l'ingiusto anco, punir,ma tardo Sa assiso, nobil del nome, il mento. ecc. sede splender si Maestà chiome, del suon antica fuor qual le segnato ha Di grido. infido, '1 Moro irto ciglio, d'or pur al chiaro e trema e aperto varco Cosmo L'aspro Mesto è lido lasci il gran ecc. si deserto e non Né Sirene piaggia,non Sì remoto suoi. eroi grandi si la terra Non briglia a' destrier mirò De l'aurea — due delfini frenati di vari nicchi ed erbe briglied'argento con da rato marittime, ti- Ninfa una di la bocca Tetide,che nel passare del continuo guizzando, movevano l'estremità vivi fossero. Né minor e se loro, come vaghezza apportò il veder con Si condusse le ruote il continuo al delle folta armonia di vari fecero un'aria sentire misurato tempo e moto della mezzo il canto l'appunto dell'istesso voìgersi sopra nel scena; Sirene ed dilettevole e Deità, dolcemente grave, grazioso movimento, del finché l'onde, qual tempo altre instrumenti, che di coralli formate carro, mentre carro e il carro terminando si senti e per nuova vivamente che chiglie, con- e ne Tetide,con scendendo e mo- 288 — che Cosmo^ Tutte degli anni si lampi gelidoArturo dal l'onde a a pena chiari, a l'arsa di lui le terre suonan lui,che Da '1 mattin su di valor Saetta Che in - arena i e mari; affrena, talento suo ogn'alma a venerarlo impari, allori E presaghide' suoi guerrieri Armin cètere d'or cignicanori. Devota A l'alto sembiante mirar Del 0 Ee gran del omai beltade che le inchina, Regina, e vaghe piante. lieti canti e Carolando Fin l'Arno donna mar Muovi Tra che in bel il sol soggiorno arrechi ne il giorno Rimanete, incliti amanti. Fortunati,a cui rimena Il bell'or, l'antica etade virtude La Del Furon donne che grazia e e ogni con signora Francesca, Francesca fosse Fornito eletto d'oro, ballo al Archilei fughe al lo tre suo Ninfe dalle passaggi,che e l'averebbe suono ne delli medesimi uscirono circostanti. (1) Caccini. dal Paride più e tamente uni- della eccellente ripartitoper o- merito. di cantare sendosi molto ben , strumenti, teatro mano Ro- signora predette se alla dover Tetide venuta medesima fu dalla Giulio celebratissimo vago, romana; universale dalla sua signora Settimia, ammirazione composta e solita , inresoluto conforme era Vittoria giudice per come effetto con in terra si , se de' che ed graziosissimo ch'ebbero a compreso ottava stato ciascheduna norare signora la cantata del figliuole si belle il pomo donare fu esquisitezza dalla con cantata virtù loro dalla ambidue stile con prima dall'istesse musicalmente composte prontezza la quarta e la suprema V usata con (1); : angelica voce la terza Maddalena. e soprascritteottave le cantarono la seconda pietade Cosmo gran le la e ed sparvero a suo si seguitò il zando, tempo, cosi dan- può dire chi dagli oc- 289 - Fu esercizio In che di sopra dimostrato occasioni la tela tanto scena, narrate, anche come gonfie il saluto ed altre lietamente che alle gemme lo sovra cevano, condu- essa dendo ren- cora scorgendosi an- lievemente ferme il lor seguivano scoglio deggiavano, on- varie portate bacini sovra le Ninfe al basso , scendendo di specie viaggio: e del stribuiv di- , delizie, che gentildonne alcune di mare, si fortezza, ed che galere e remi di qualità dalla lontana passato diletto si discorreva del le barche si costuma, piene vele a rassembravano maestria la navi bellissima , che rimaste eran alcune la veder forza a come l'artiglieria, con quella lontananza mentre altre e partivano dal porto salutando si delle valore. suo diletto,si per la veduta in ancora (1) il coperta indietro, si facevano e vele con s'estenda aveva in tale che , lode, avendo incredibile per Ricci Agnolo d'infinita al basso apportò innanzi poiché alcune in ballo quanto caduta dianzi pur passavano mare, celebrato perfettissimo e degno è tali simili che del r inventore - pesci, finte grande con coralli preziose e in forma grandi d'argento di nicchie. Dopo i la colazione che, comparve Principi cavalieri e dame , preparati, si continuò attendessero assistenti essere che il Ma nel si di essa cantò ballo ed essendo diletto,ordinò i prontamente Nell'atto del Baldtnucci (2) Per non no, ch'io una si barca dovendo già coperta la sto quesi scena , considerò saggiamente Padroni dopo che certo segui siccome , fermatosi in vo' tornar non e tanto una e su da ed altri impiegati spazio di , banda una la riva del mare mai (2) orgoglio. Amore canzona la d'un voce Pasneggi^ro francese, si fermò, pre- leggo s'intenda. ripotoreinutilmente, indico versi già stampati qui luoghi che gli versi: partirsisentendo sopra (1) Noi che seguenti s'ammorzi Cotant'ira cantava Amore^ venire senza , ciò che i Serenissimi scoprisse la prospettiva si vide nei proporzionato fine. avuro averebbero preso spazio buono che [Hinuccini] signor Ottavio No, madre; che ballo avesse seguito poco del nuovo il tutto per tornati ri- intanto e postisia sedere e spettacolo, per nuovo semplice un credeva che di ballare sontuosissima, qui semplicemente il principioe la fino dei addietro. 37 290 - volerglidar gandolo di mazzo ricetto recusò catene, la - nella barca; sua compagnia, sua scotendo esso , come un appresso. Amore passeggier,fermate Fermate il legno Passeggiere Si al fianco lungamento " Amore Ma sarai si crudo tu Passeggiere Spiega bel pargoletto Amore Sotto Partito Amore, finché canzona, a di in questa cielo barbaro il Passeggiern comparendo rincontro passeggieri, e un'altra guisa: Deh^ se al vostro cammin Passeggiero Scosso di servitù giogo Passeggiero ti sottrasse al fondo secondo cortesi venti primo crudele secondo cantare barca fermatisi, cominciarono Passeggiero Chi franceae seguitò di la piena a sua desimamente me- ragionare 291 — — Passeggiebo Là in riva dove al primo superbo mar siede ì Passeggiero Venne Finito unitamente lieto al fortunato pur che ebbero il di cantare da Loro al di vivi pesci vista delle perchè ma state mare Da la dèa fece e instrumenti, quando, e due calate quanto finché affatto in i di voce sonora rev. si l'amo, con dietro agli scogli. stettero che di barca quello, Fu si rono fu- dilettevole la fabbricate, in sempre averiano le madrigadell'onde fuor riccamente esser per genti, quella guisa fine drigale ma- cappella seconda traevano alla ambidue, il il Marco di cantò .passeggieridella e messer maestro e bella e Poggi, dal mentre e solo non cariche sopra Venere, che fuori fosse delfino un sfogando del abboccandosi continuo nel fatto,se mare intese dilettevole a lagrimosa assisa, comparve con l'aure e a' suoi lamenti novella del suo sentire, si può con l'onde Proteo proprio Venere, Torna, deh, torna pargolettomio; Proteo. madre d'Amor, che l'aere e con il suo e mesta dolore, gli altri Dèi, fuggitivo figlio,il che giudicare dalle parole : Bella cantarono fossero. poi seguenti pescando barche, sendo sorger seco musica Lorenzo serenissime; ondeggiando moto, in S. di guizzanti; ritirate barche Domenico e , vari in e Brandi messo canonico di suon con , Altezze quando passeggieri , eccellenza per Gagliano di i due recitare, Antonio fu Passeggieri^ le l'affi-icanearene Rappresentarono di i regno madrigale: seguente Su maniera secondo l'onde 292 ~ — Venere. Il mìo bel pargoletto Proteo. Mal seguitarpotrai Venere. Ma si lunga dimora Proteo. 0 Diva, Odio Rancore e Venere. Tra lieta giovanezza Proteo. Oh ! Che gioyenilfiore Venere. Forse il vedrò fra la canuta gente? Proteo. No' quivi ancor, che de' fredd'anni al gelo . . Venere. Dove e sotto qual cielo , Proteo. Là, dov' il nobil Arno Il sen rinfresca a Flora, . . 293 ~ duo Di dimora Amor Felice assiso Regi gran magnanimo petto e Nel — nel bel viso. (1) Venere. soggiorno mio, figlio in cosi bel Se Posi, bel Poi venuti Grodi pur lieto Venere si fu che di compagnia in felice,va Là 've d'Arno lieto Tali Amor Ohe de Fa saette la su seguenti versi : sponda Amore. onesti l'inclita e (2) santi affina. Regina '1 cielo amanti. e sembianti magnanimi gran i cantarono onore, scherza e la terra Del Amore, li Dei marini ritrovare per Proteo, in lumi in due Da' mossa gioconda Va E/ide anch'io. ch'io vengo ecco : Dea, di Cipro Bella Là ritorno, far far,non Non Cosmo arder celeste Sparge tal, che ogn'alma veste Di virtute Dea, di Cipro onore. Bella Va felice,va Là ve Ride E terminò lieto il stampate addietro. su più sponda Amore. scherza e la voci e vi si trovò non quartino sono riferisce le altro due diverse di compagnia applauso e menti piìi instru- satis/azione presente. nell'opuscoloriprodottoinnanzi tre in maraviglioso festino,con chiunque (2)Queste recato in d'Arno (1)Qui questa relazione furono gioconda quest'aria da con infinita di di valore. e dal : forse coro lun;5'o cantato furono che di Venero tralasciato è dato invoco e di Proteo per che brevità. dall'opuscolo — V. per corso fine e e breve conservi me le lo di vita Di questo con permette, ne E E. 294 - avviso goda quello al solito nel riverenza, pregandole di continuate Firenze, il Di e (1)stile fiorentino, di 15 V. E. che de' numero dal l'assenza Nostro suoi 1612. (1) Illustrissima. cioè 1613. devoti. Signore lungo grazie. di Febbraio sua Servit. Obblìgatiss. Iacopo Cicognini, Questa composizione del Rinuooini, descritta nel volume Descrizione a' VII X cf Vrbino fratelli. e XIX Barriera^ \ E Febbraio di I [impresa] | In | Con 1613. Della Mascherata^ \ Fatte | MDCXII Firenze Serenissimo \ Al festa di Firenze di 20 in Firenze cipe Signor \ Prin- Bartolommeo | Appresso de' Superiori; 4^.— Lap. Licenzia data dedicatoria, in IV grande' una intitolato: I Della et a' parte di fa II 1612, marzo Sermartelli bianca; di III- pp. Giovanni Vil- lifranchi. La festa I. pp. — delle parti seguenti: si compose ViLi.iFRANCHiGr., Disfida 1-24 Cavalier del more, dell'Immortale III. pp. — notovolo « vole « lileo Galilei questo « tempi nostri, « in « egli avendo € A. « Carlo, Cielo e la meritevoli ritrovato al quarta 34): E si videro i appresso Giove Seguono i versi allusivi Ma queste nuovamente Con miir di fin òr Cielo Segroti inaccessibili Ove Ma i Già l'occhio sol Spirto gentil, che Trasse, (gloriadi lei E cui Con Ma Ecco come queste son per fragilarme dove il Tinghi il senso [Diario ad Stelle mondo di rarissimo ha stella,così la prima Principe a (pp. 32-33). sotte quartine; e continua così (pp. 37-38): scòrte. colomba arto sen I) l'aure l'invidia oppugnare I, e. di Flora vitali; è sorta il vero; dubbio S. Don aquila altera. bel a' traslatavano una Signor Ga- Signor singolare e gì' antichi nu- Natura umil arriva, il cit. dal profondi. e nel ritrovate al fra lo abbasso l'inganno. ammirabil con delle stelle stampati: vivaci v'affisa il guardo v'additò » terza cantò terminano e ferma non la che il basso altri dal che conduce barriera come più Medicee, aspegnando Lorenzo. Giove che alla Che Don si «E quelli assegnavano a nominate versi seguenti ; e Francesco, vi apparve scena: Giove, a loro, et Don Principe Signor e Cavalieri. cZe' Cavalieri Altezza, ingegno Occhiale queste stelle,l'ha Approssimatasi la nuvola, « l'azione per Signor Principe al intorno Sua maraviglioso del opera por gl'Eroi seconda la di Fiorentino, Matematico della ilescrizione quattro Stelle erranti lo apparivano le Furie e (1) della passo suoi con A., Comparsa G. Medicee. (1)È Amoroso Sdegno dello Nemesi di G., Comparsa Cicognini 31-48 e A- Venturieri di ViLUFRANCHi 24-31 pp. — Fidamante Ardore, difensori d' Mantenitori. e Comparse II. del Cavalier cede. 476-77) descrive questa parte della Barriera (p. 297 - IV. — pp. 48-64 ViLLiFRANCHi pp. 64-74 Adimari -- Gr.,Comparsa del Dolore Amoroso co^ siici Cavalieri. V. — Alessandro, Comparsa Gelosia della suoi e Cavalieri. VI. — VII. — pp. 74-89 JiiNucciNi pp. 89-100 Ottavio, Comparsa Salvadori Erice A., Comparsa di e Enea d'Eroi d'Araspe figlidi Celesti. dei re Venere,di Persiani,di Flora le e sue Ninfe. VIII. — pp. 100-105 pp. 105-112 ViLLiFRANCHi divino IX. — altissima una nuvole riproduco squadra di della Terxa nube 4 della comparsa le così e , ot a quelliassegniarono una di S. Quando Giovo piedi nitori finì il le quattro apparsero in al la terza A., por stellp così , .. i quali ( canto stello che antarono della Barriera.... a Sig. PrincipeDon suo Tatta scherata Ma- di sfida (Villi - la sesta. si sentì le 4 stelle medicee: l' Ing^anno intorno tralatarono medicee, assegniando la prima Francesco, pubblico della in cartello nuovo dunque di lui sedeva li antichi come è quattro stello erranti matematico Galilei fiorentino, lontano un detta signorifiorentini et appresso apparivano Amor Gr.) FRANCHI parte che Venere, deW di Anf erote. e Descrizione con La di Gr.,Comparsa in ciolo avendo e.u:li S. A. S., ritrovato la tuoni presto si trasmutarono alle dame questa invenzione in fiorentine et lo al per , stanze seconda Carlo,la quarta alcuni occhiale eroi meritevoli t,']i Sig. Galileo da queste stelle le ha al l'aria ; poesie era minate no- Lorenzo.... scopertosila combatterono del di Sig. Principe Don Sig. principe Don poi vedere delle ajjioniloro quattro cavalieri e sopra tra lo basso a dal ritrovate del maravillioso opera più et amoroso, Giove a Comparso Giove * dottore che nugola si levorno coi mante- Cicognini...» 38 Il TiNGHi nel accenna riera, che Bai ballo un il introduce Diario, giorno sarà non del di però , inutile Rinuccini, che il Giulio Sig. Vincenzio Pucci hall, delmonti, E « molta vaghezza, di si dicono non il cantare Monto barba versi. s'udì battere militare velluto turchino, trine di teletta d'argente d'argento di lame la manica alla et da tallio spallaccio a et uso per di doppioni che terminava scarnatina; et di nicchia alla di larga mano, tocca et nito Fidel fucina con cantorno et fucina armati; et si et tutti armati cavalieri simile allo antico falde perfino sopra il in al di era fino dì guarnito gioie false; riscascante stretta sotto coperta et fino pulita; E di tutto calzoni incarnato; et per et d'argento. girello frangia d'argento razza co- trinate cintura; una nocchio, gi- d'argento medesimo alla la gomito; lunghe trine del attorno frangetta quale igniudo, escono e sicali, mu- le nella sgembo, taglio guarnita trinati fino et a a strumenti in mano, loro tutta trinciato d'argento tocca essa corazza, seta et d'argento di falde d'argento fra et le uscirò celesti numi alla dove con alla'stampa. entrorno l'abito guarnita di essere isvolazzi con di comparve ancudine il cielo aprire canzone, martello Siy. Buon- celesti. eroi vanno quale il Manente numero per isgolata maniche bisantini; sotto e o«orazza et d'argento tondo cioè di sinfonia et il canto, guerra calzoni di piena da le su zione l'inven- personalmente: Sig. molte con munque, Co- stampa. riguarda si vedde cavalieri e Finito spalla il nero, in versi. romano, di et in picca con martelli e molti cantorno Vulcano, il canto il Alcide; con Barriera Guicciardini, nome una lunga cosa capellatura, Finito sotto cantorno Pallad", clama et et molti essere il Eroi, Strozzi, udito et durante della a parte grandissimo celesti venne Etna, folta si vedde numi per anche mosa fa- interrompendo , che 19 e questa febbraio opuscolo ciò qui l'improvviso: a splendori, coro un dell' Siy. Agnlolo Magalotti ove grandissimi con il 3 aprile Signori Sig. Filippo cosi dal dente, prece18 giorni (ce. 470-86) prese de' Salviati, il cominciò 17 alla festa Carlo Sig. il giorno dei combattuta fu fino riprodurre composizione feste quale servirsi Squadra cioè alle descrizione lunga una la per bandita il dopo dichiarando stessa nel 17 stata era Ma corte. a citato 457-5"S) (ce. appena saltando febbraio, Diario suo al con questo mito; gouno a- 300 — bito si terra l'armadura portava di manto un capelliera che l'eroi catuno bianche che loro il rardi, Sig. Sig. Ippolito I il Quinto, Duca fatto tutti si valorosamente dell' il era et si del cavalieri fumo gento. d'ar- tocca imitava Bali Sig. Pucci imitava Arrigo imitava et fumo mantenitore, ritirorono Sig. la maravillia, portorno ardore Immortale combattere poesia imitava Magalotti questi vista bellissima con Carlo il Cosimo et Carlo quarto primo re gran Toscana. di Et Sig. d'argento di Strozzi P'ilippo Buondelmonte Manente il Francia, Sig. vestiti paggi Guicciardini Ulisse, valieresca, ca- bande con Quattro mano. Agniolo i alla vestiti lama coperti imitava il Bulloni, tamburi Sig. Salviati Vincenzo Sig. e il cioè di in Be- Caponi, dodici accese penne padrini e d'aironi, pendenti torce di Nicolò Sig. tutti penne gran ricco Tommaso Avevano paggi; come Gotfofredo imitava le cavalieri, Sig. il Alcide, et maniche et avevano sudetti gioie et una trovorno Ginori; riccamente. brodoni vestiti tamburini, di d'oro tutti et intera, et il Sig. per rappresentante teatro, il Lionardo Sig. viso Rinuccini, Buondelmonti, calza con casacca dal scendeva testa grande cimiero Ottavio Sig. et guarnite montiere, e : al uscirò come il Girardi, con turchine il li spalle In maschera lauro; Et le sopra stampata. introducevano; sei Iacopo con di fumo e d'argento tocca turchino. et bianca, corona con - Ottavio al venuti et tutti sei ebber Tutta padigliono. Rinuccini. all'atto e et » passeggiato et mostra vinti suoi del dal premi; l'invenzione il campo combattere Cavaliere et finito et la COMPARSA D'EROI CELESTI DA' CAVALIERI D'AMORE. molta e con Improvvisamente vaghezza di Numi si vide Cielo, ove grandissimo numero , splendore, Coro di Numi et udita Celesti cantò Coro Chi spiegò Di virtù D'auree di tema Mira su Sotto '1 Senza Non temer Più del Più de L'alme di q lal telo. orrido gelo, teme non '1 bel de cantando arsura. sereno '1 nome; grido un eterno '1 ciel rimbombar paventa l'arco bel strai oblio e segno 'n un fornica rappresentavano co si sente. pungente d'inferno. pigro e di arma fuggir d'un Resti volo a '1 seno, Né Al polo armato d'invidia Per d'affanni cetra fama chi : nume; le chiome Né Ma un altero, d'allòr da musicali, orrid'oscura '1 sol volar dissimo gran- fugaci gl'anni; verno Fan Fin che l'alto l'orribil le vie canzonetta con sentiero, pie' girsene Per Celesti strumenti il s' aperse Celesti. dèe, D'aurea La da morte Sa fuor e duol di E '1 bel ciel celeste in di allora , piume stelle il crine Stassi Fuor seguente Numi di veloci ne sinfonia una la STENUTA SO- BARRIERA NELLA lento strali, di c'ha l'ali '1 spento. vide nome f^allude con sci Ef oi celesti che , sei con Cavalieri un in scena leggiadro pas- 302 — movendosi seggio Il scena. a maravigliosa vaghezza con pena, - girarono la rappresentò Alcide',il signor signor Agnolo Guicciardini bali della Religione Salviati,Achille; il signor Giulio Pucci Vincenzio , di S. Stefano Goffredo , Quinto ; il Francia; Manente signor ; il signor Filippo Buondelmonti Arrigo quarto , il signor Carlo Malagotti Cosimo Strozzi Medici, primo Carlo , gran re di Duca di Toscana. Era in Pallade l'egidae con dialogo questi versi 1' asta con , e cantò essa : Pallade. Famosi eroi,che Per gli eterni regni ne illustri opre belle e Splendete,adorni '1 crin Voi con gl'eterniDei Voi che mostri E stelle_, d'albergardegni, tiranni e anime Spegnesti_, d'ardenti altere, lieto il mondo facesti d'or e gl'anni, affanni gl'onorati Tornate, alme guerriere, A Da A le sfere sovrane magnanime prove: di Scòrgevi,incliti eroi,figlia Giove. Alcide. Dolce de Gioir Ma '1 bel men non Nove Dei sommi tra seren dolce cor a al ciel recare l'aerea ne corte; guerrieroe palme e forte trofei. Pallade. Colui,che Cieco d'ozio fanciul nacque di strali armato Cui mai null'altro piacque Che dar tormento a' miseri Quello,che Languidi Che Pasce i forti rende e e d'ali. mortali; petti molli, d'impuri diletti gl'amantie mai gli fa satolli; et Alcide 304 — - Ch'ogni cordoglio,ogni angosciosacura, Ogni pena aspra e dura Prenda da '1 regno Glie '1 dolore Grl'acerbi E le Lungi da' E lontan La E si Empio Per di mar chi '1 crudo ne piede, colmo d'infinito duol d'Amor e bandi Non di sdegno sospireràla fede; lutti Gl'acerbi tiene. regno van Che pene; : s'accorgeràne i di affanno. l'angoscioso In e pianto incatenate gli crede l'incauto Invan tormenti spene, mille e pria Che spieghinle vele; trae seco un Mill'alme Porrà querele crudele, intanto entro Non le e si stia vana e Misero amare G-elosia quanti con l'ire liti suoi fredda Con martire, sdegni e lagrime che '1 e perpetuo bando; suo mille e da' dolenti altri tormenti regni Amor suoi tiranno. Alcide. l'empialegge De Atterrerà L'alto e '1 mentito de editto l'inganno questo braccio di valor invitto. Pallade. Peran E De' le leggi infide l'ardire e pera la speme e superbiguerrierch'a Vibran già A voi de 0 chiare A voi l'asta l'alta e insieme e già la lor difesa spada han impresa, nobil'alme, destina '1 ciel l'eccelse palme. presa. 305 - - Aloide. Se le superbe teste Con mortai Spensi di Libia in S'al gran pondo celeste opposi e '1 E estinsi féi Cacce '1 fier leon Spogliaidi e contesa Qual man, dorso^ scoppiareAnteo; divo sprezzai Fugnia e sia mi qual Immortai ardente; Nemeo velli Qual serpente l'arena su Gl'omeri Se « Pimmortal de man palma cavalier e trofeo ? o di renderò non cor de '1 morso, e gielo^ '1 cielo? Pallade. Eccone De — 0 '1 fulmineo de Sgrava Odi Etna, e chiama barba e nero, de '1 e tergo. telo '1 gran mar d'una Dea Pallade al canto Vulcano il martello con la fronte sovrano, le voci fine albergo : d'acciar v'armerà Fabricator Dato Vulcano Pimmortal Ei risonante giunti al tei la forte mano; '1 cielo ! de con Alcide va — alla fucina del monte ispida quale comparisce ignudo, con i seguenti versi: in mano, e si cantano Vulcano. 0 de l'eterno Giove immortai, chi scòrse Germe A albergoe qual '1 nostro il divin desio ti piede muove ? Pallade. Fabro Che Fai Se immortai su le dure sudar di teco di figlia de la fucina ardente, incudi gran Giove Giganti ignudi. apprezzii preghi, 89 306 — Se mi non De sei de la tua — graziaavaro, più pregiatoacciaro tuoi serbin gl'antri '1 Che eroi. Vulcan, questi celesti Arma, Vulcano. fia ch'indarno Non Figlia immortai preghi, indarno de imperi, Tonante. l'immortal Magnanimi guerrieri, Movete l'antro a mio Udite, udite, o voi, I martelli piante; Brente e nella ! spelonca ancudini, d'onde le vulcane su questi versi si cantano Stero pe il canto, entrano Cavalieri, fornito de' l'inclite escono : Ciclope. Che vuoi? che chiedi? eccone a te davante. Vulcano. Armate a' gran guerrier l'altera D'impenetrabilferro e fronte di diamante. Vulcano. se '1 Troppo non Dinne, Qual parlar mio sembra destin qui audace, ti guida qual desio? o Pallì^de. Se linguache tace Scoprissei miei pensieri la Forse non armeresti i gran guerrieri. Vulcano. Sia 0 pur tuo securo, parli 0 taccia,che D'acciar E cor per li vestirò io lucente duro, e l'onda fatai l'affermo e giuro. e s'ode il battere armati e 307 — — Pallade. di lei che t'è figlio Per celeste consiglio Scende '1 drappel che s'arma '1 Contr'a di Grelosa e forte; figlio^ suo madre, la Tenera invitto doglie, n'harà che Duolmi consorte moglie. bella tua Vulcano. io Dolgasi,pianga che Né de Serbo favilla leve pur l'amor '1 ne suo petto mio. Pallade. Più arde non scintilla e fiamma? L'antica è già meno? venuta Vulcano. '1 fianco nuda che Dapoi '1 ciel Videla le mie ne pure Un riso, un Ma perchè tanti una perchè Contro un reti seno involta, sol volta Né E '1 nuda e guardo mi mostrò lasciar Eroi sereno. le stelle cotant'armi fanciullo, ignudo cieco e imbelle? Pallade. Non di Ciprigna incontro al nudo figlio Stringeran l'armi i Cavalier sovrani, contro Ma a' quei guerriersuperbi e difesa Che per Del finto editto Ma già Deh, Forse come chiuso muove in cotal a Stringersi vani elegge e ne de la falsa l'armi altier sembiante '1 forte sen legge. grande Alcide, l'invitte piante! il il mondo l'alto il vide Gigante. 308 — — Vulcano. Ben lo conosco, De la cerulea Che nobil Ma figlio Teti, spira da ancor ben mirar per Non ira '1 riconosco e '1 ciglio; fiso riconosco,o Diva_, Colui Di ch'appressoarriva cotanto '1 viso. splendor consparso Pallade. l'invitto Quegli è Che sprezzò su Per vie La pio e '1 Griordan più bel desio. alto pietàParnaso cui real corona risuona. Vulcano. 0 lieta il come seno grand'avo fulminar su l'Arno ! di Loreno La magnanima Donna Dimmi qual sia colui ch'appressomove, '1 Vedrà '1 cui Né dorato manto l'augeldi impresso veder Parmi Giove. Pallade. Carlo^ che disprezzòle mète Del forte Alcide^ e spinse E nuovi regni e segni legni gl'arditi incognitomar Per i e nuovi mondi vinse. Vulcano. Gioisci De' e rasserena tuoi Inclita Che de begliocchi i luminosi rai^ Maddalena, '1 gran sangue tuo gl'eroivedrai Pallade. L'altro Che Corse è l'invitto Enrico '1 combattuto vittorioso regno e '1 gran nemico^ ! 309 — d'altro più Trofeo raccolse Vinto '1 cui sudor A Quasi degno, poi senz'irà sdegno: o mercede, novello Alcide. a diede Il ciel cortese Bellezza a Cortese Senna a impera vide, egual non cui la terra in riva Che — Era et gloriosasede. e Vulcano. Di Fammi E ultimo che quel palese il qual vanto per nobil vien guerriero nome, cotanto appar altero. Pallade. che Cosmo, Cotanto '1 tosco alzò impero di real che Cinseli il Tebro De '1 cui valor Immortai fama L'Arbia corona l'onorata fronte; risuona e di mille gloriaindarno si non palme e '1 nobil Arno. Vulcano. Come De lieto vedrà l'alma Regnar '1 ne seggioaugusto Etruria,ancor Cosmo d'età te acerbo novello forte e e giusto. Pallade. Come lieto udirà che Il formidabil Trace Che chiari i più re Sprezza e '1 e a calpesta, re superbo. degni lui dimandi Vulcano. A la fumante mia Diva, s'altro non Farò a ritorno fosca caverna, chiedi la fatica eterna. pace ! 310 — — Pallade. Vanne lieto pur Che de La A nobil '1 tuo memoria credi e don '1 ne fia sparsa non petto mio d'oblio. le palme a gl'allori Itene_,Cavalier^su '1 nobil Arno, Itene lieti pur, Generosa virtù che i bei sudori mai sparge Pallade Verdeggia Chi Ne svelle Che il ciel per fin sopra falde al Io per lungo guarnito d'un di alto gioie , calzarini dell' istesso affibbiato e di lama uno e e pulita. Su spallaccio di di , ; sotto d'arger to da turchina fin ricascante a questa orlati sopra 1' attaccatura teletta gioie questo intorno ; la che e una argento guarnito fascetta sin medesima al gomito, e spalla fatto di d' a manica gomito frangetta pata stam- fin alla vi era sovrapposto sopra e di frangetta argento di similitudine svolazzi ; i bianca esso incarnata incarnato raso divisato da frangetta di tura, cin- intorno dintornati e per sghembo a di seta intera dì tocca della strii^gevala pendevano della d' '1 alla incarnata e traforati manica argento trinciato da e bisantini; taglio e taglio fra e Calza i fianchi. d' argento e divisato colore, d' dì terminava argento d'argento turchina, incarnata larga da che d'argento d' piena e fianchi dai e fino isvolazzi con anch'esse la corazza, sgolata corazza guarnita larga spalla; 1' abito in maniche e trinate di teletta porte. romano; ben tagli di frangetta i su Cerro stretta Sotto due. a le guerra turchino medesimo girelletlotondo un e due corte da calzarini d'argento del doccioni a antico velluto trina con a militare di tesoro, chiuderà non picca ginocchio, corazza mezzo le falde lo la gomito; il '1 bel co la con all'abito simile la fronte la stellante a lui i Cavalieri Uscirono era lieto pur : le sparso ramicel un alloro piante ha pronte. vii,nemico a Poro, l'ozio de Poggi immortale un di nobil sudor Se loro eterno l'erto sentier per Schivo [sola]. alter di inaccessibil monte '1 dorso Su indarno. con il pesce di lama traversati con un e man chio nicd' gento ar- frangia del braccio: d'argento cristalli MASCHERATA DI SELUflGGI DANZATO BALLO Palazzo del Presenti Signor IN gli Con Lorenzo li serenissimi Strozzi PRINCIPI Toscana. di Appresso NEL FIKENZE Heredi licentia del de' Mariscotti, 1613. Superiori 40 E,iproduco Diario Nel «Et di 5 et corte degli satiri detto I, voi. [febbraro Ser.ma la Strozzi che originale. Tinghi, in chiedeva 548 o. 1613-14].... di grazia la fatta sera la tutta Strozzi a prigiona Altezze a legge: poi con Lorenzo regina una si v., Aroiducessa casa di Mascherata una et del a la tutta l'opuscolo loro che vedere da la S. andò A. al corte sua recitare uomini si se fece ne il Ottavio festino ritornarono Binuccini del et ballare a Pitti per con da recitata fino molte alle torce....» giovani ore h di liberassero poi sica mu- salvatici ; fiorentini. notte; lazzo pa- in , da con Poi loro posta com- finito Altezze SELVAGGI DI MASCHERATA Amore Amor'io E l'arco ho Meco ho ho fiamme e meco, strali gli e bendato se Oh foco e sono, , gl'occhi io son non semplici mortali. ben Ciechi Per in sentiero qual che voi, séte scorgete non porto Scorgo gl'amanti, e m'incolpate Ma, se vago di pianti, talor mi mostro, Crudel, Donne È donzelle e per far Mirate in Con più barbaro Di Onde Di lei, nobil Sua preda Non Fatto Ma, col Spera di rapina, sua e oltraggio pio, d'aspro e selvaggio. e guerriero errante, renderla valor suo amante, lasciarla,giura. Libera S'in pietate : beltate cortese qual senti regina. fare osa core mai l'alma a bella donzella. real il che allegra e Amore libertà riscalda gioir vostro. notte nuov'arte in Mentre il soave torto. a amanti, cavalieri e questa qual Ritorna E cieco; ritornar nel patrio battaglia aspra Guerrier trova Ond'ella al Soccorso chiede, Tacete, ornai di dura e lui regno più forte e degno. Toscano gran e non tacete, lo chiede in vano. 316 - - Non più gridi o querele: Non son tiranno Ho bene, ho ben Ciò che detto la conosco, Ma, se Non si trova Non so No, di volta me il non ferito, cor Cupido. son rido: ne ora. in sul mattin canta dito. a acerba una non quella superba, me mostrerolla e piaga Ridi, ridi pur Tal di più saettar, no, crudele; son sentito ha Ben non no, ch'a notte plora. Regina fuor Dunque d'ogni speme questo collo Sosterrà Omai, pur questo fianco, e troppo, stanco. di Il pondo, ohimè, Oh troppo acerbe Oh troppo dura Oh martire, oh dolore, o viva Io, che E d'oro Qual fior Nel pene. sorte, nacqui regina ebbi le fasce,e provo, oh ! la cuna, crudel fortuna ? fine mai avran d'or morte meschina, me degl'anni miei Avranno, ? tant'asprecatene Ditelo, o cielo,o stelle,o sole,o luna, Tante miserie Dove Si vedrò mie, S'io mi ? forte riponga '1 ritrovo no mine guerriero coraggioso e Che tante nell'antico in impero. questa nobil corte, Ove, s'il guardo giro. Tanti rimiro e tanti d'ardir guerrieriamanti? Spirar laìtnpi Dove S'io vedrò non 1a piotate^ veggio in Donne, sembianza voi. nel d'immortal vostro beltate? seno 317 — qual lampo Ma Il fere mi cor - sereno il e ciglio? Oh, gloriosofiglio Del Fernando, gran Della Ben Medicea ti Or alla sembianza l'alma trofeo spera della tua guerriera; man indarno ricorra non altera ! le catene. D'appender Deh, o prole, conosco si che Nobil , sole Verginellainnocente Al valore, o regnator dell'Arno tuo Tu, la cui Dal freddo Se 'n va l'arso a Fregio di mille la destra Tu ciel di Per cada : trafitta Questa barbara gente Crudele che m'incatena, il collo e' mani Non fia dritto Ripor In Quanti patrii ne Gl'amati e secura, arder le mura. tetti al seno pargoletti. barbaro Viveansi in Stretti pur E da Ebber miri, superba Stringonsilieti pur '1 bella libertà lieta di Bona Ch'in no real donzella dolce Che ohimè piedi. gloria men Signor, se stelle, nuove invitta, dell'Oriente Le belle e possente Terror te illustri palme dell'asta Arma volo ; chiome, ghirlandeil Tesse nome polo chiaro con cui fresche Alle il gloriae ! terreno pianto e come d'aspra catena; virtute tua salute me in pena, e libertà gradita. vedi?, 318 — - vita mia la Felice Se il mio In si grand'uopo Prendi E ti pregar la e Uno Tra' fieri si si Ardito Troppo Le 0' e' ti Sciolga a l'ore di venisse tuoi, vanti talento costei fronte. a conte son degl'eterni l'invitta noi di che Sciolga E selvaggi giganti troppo palme difendi. ragion dei alcun fora Non negarmi non costume tuo l'innocenza Tu oh prendi, l'armi, tu quaFè ; muove, Eroi lampo sovrano. mano, suo l'aspre renda IL serene. MNE catene aita ; bailo Questo è nel Trivulziano 1006 È ricordato. già che certo , si di tratta può dei uno di determinare del nel TiNGHi a propenso cini Jl hallo il nò nel!' crederlo; di donne sì riprodurrò Sarebbe il turche è non che recherò è a esso primo corte, ma un Ballo di del illustrazione dal pure si non germe sia nello stesso pure Zingare JJiario E,inuccini, dell'invenzione improbabile pure a fatto. intonazione, ohe come fu cui citato. 1614 già in tempo anolie volume fatti rappresentativi rappresenterebbero stanze queste più, nel stampato e balli diTerso, Interamente fatto soliti ? del volume. e Sono Rinuc- BALLO Noi diverse che dell'uso Rechiamvi E Gli alti Di vostra 0 nel Dir 0 mentito Ma sia benigno Sotto nelle Qualunque S'è Forse noi E Per Sotto l'arti belle bel divenir beltate: sul forse ne nobil e terrem sdegnerà Il piede E per uso di a bianche Imbiaccarci ancor indarno. in tondo involto ne ; il fondo leggiadro e apparir noi grate, e raccolto, pianella danzar toglie, biondo alteramente gran o Arno. dentr'argenteo vel crespato il collo scema non gioconde ispido crin e s'accoglie spoglie il bel ciuffo inanellato Il capo Né Egitto. sdegnate non nostra sarem giri scritto cui in usate apprenderemo L'oscudo E vi ; erranti, l'antico non '1 bruno ancor amanti palme si sia ella che ver e sospiri^ cor numi cortesia,deh, straniere sembianti. vostri voi, leggiadri amanti, e miri, vi di de' ch'insegna a Valore accorte. noi, qual rio si per legge donne, ne' o palesi e sorte man de' ancor tutto Arte la crine; indovine belle s'affisi Additeremvi Che chiari saprà qual più qual il sagge o noi guardo vi Qual di cortesi, dolorosa o potremvi, ch'alcuna ciel son, lieta peregrine, adornarvi del noi secreti Render Sol fatte natio paesi e e sparse fior per perch'a ZINGARE genti ognor Arabe Cerchiamo, Fuor DI sciolto ; fia diletto le guance e il petto. 41 322 — Acqua liscio o farci Per E occhi gli Or qual Al vezzeggiar Che fia dal fin a' perchè Cors'abbiam Per Lampi Amor^ di pur seco fia mai argento non o han null'altro, per amor cori vender òr per avvezze mari, avari le vuol : bellezze sue l'Arabia noi ricchezze l'ampie sen; ch'a no, amori? tanti e i fiori de' rapine terre al s'armi vostri a' alle : donzelle città amanti furti, stelle durezza la a armi, le placide Nilo belle^ più parer mar di che giunga Seppelliscan Non nel cor risparmi inevitabil riso, tante vi Timor altrui come gentili Vengon Né '1 e si che guardo farem Brillar fia non al - impari gemme l'amor e ; l'ostro, nostro. ARAMPA B Allibo [È la Trivulziano nel della mancanza balletto una idea 1005, descrizione esatta.] pp. 136-38. dell'azione Forse non è un permette frammento di farci ; di forse questo ARMIDA BALLO. [Armida.] cui eroi, nel Incliti strazio sovr'ogni la far vendetta indegno disprezzata Armida^ chioma questa lucida questo ciglio sereno ch'a crudel, da e chi prigione si gran le me questo il traditore avanti scorgemi torse di sarà premio confida valor seno, morto e amante: torto fuggitive piante. TlSAFERNO. Se più nel profondo, dell'ocean 0 s'ascondesse alto per spiegasse fia bosco, orrido chiome costume voi le piume, però ch'altero, s'io pur vadia a fosco e sentiero sovr'ogni umaa non più folto ove l'ombrose spiega se fondo cupo Tisaferno, son di ingiuria tanta e tanto scherno. Altamoro. miei De' superbi tranquilla io catenato trarròtti 0, se ciò '1 vanti al core formidabil suono: avanti l'empio a domandar perdono, più t'aggrada, trafiggerògliil cor con questa spada. 326 — — Adrasto. Se da di abissi, oscuri gli foco fiamma e armato, l'inferno tutto farà invan contrasto, contr'al valor_, Serena, Armida, di il d'Adrasto. furor contr'al volto, rai, dolci i rischiara tosto uscisse, difesa sua a d'atra e sangue l'empio languir questa per involto polve vedrai. man Armida. Movete, schiere o invitte movete il apprenda a quell'empio; calpestar mondo la e futura etate, esempio, memorabil che armate, si non sprezzar beltà real dee te. Coro. Dove, l'infido dov'è Dov'è, In qual barbaro In qual' orride ti Fuggi l'ira Trofeo Che e l'iniquo, di più, All'armi, lido sponde ? ? ? celi, invano Invan Cada ? s'asconde dove '1 furor questa mano. cada questa che di più spada: s'aspetta all'armi, all'ira, ? alla vendetta. [Questo definirlo, è abbozzo nel di rappresentazione, che fase. VII, Trivulziano 1004, altrimenti più volte non saprei ricordato.] come AMORE Stanco ho le già altro bella La nobil segno madre mia ricercando, vo già da ho Qual invano; la terz'aurora e la non trovo ancora. mia ? ninfa, qual pastore bella la ricerco lontano, madre dritto per gl'aurei strali. dimora, dove bella La ciel selve per Dove, la e han fiammeggiar ch'io^ dal erro belve: l'oceano su veduto NINFE. l'ali, e augelli o più DI selve e piante dietro non e monti per CORO — m'invia ritrovar a ? mia madre chi Deh, calle Piiisegna a me figlio,Amore? suo Coro. Non me maraviglio ne t'affanni,pargoletto Nume, s'invan che al hai tergo le piume e il cieco ciglio. Amore. Cieco di Venere veggo né son, non son fui; figlio: più d'Argo e so far cieco altrui. Coro. Ma perchè quel al bianco guardo avanti cingi inargentato velo ? 42 330 - — Amore. amanti (1) gl'incauti Sprezzindi cieco arcier Faurato Perchè disarmati e nudi e d'usberghie contr'Amor s'armin non telo, scudi. Coro. Odi si fida chi Foll'è ben fanciullo gli crede chi e ! ! accorto Amore. Ah, tu m'incolpia torto. Ascolta, bella Ninfa, feriti molti e sappi non morto; nessun ferita che dall'arco ch'esca morte n'ho, ma fede: dammi e mio mai, recò vita. e pace ma Coro. Questo non tanti ho ti cred'io^ sentiti tanti e sospirare languirmiseri amanti. Amore. Allor tu crederai quando, punta nel lieta cantando andrai che cor ferita d'Amor d'un dolce strale, è mortale. non Ma, dimmi, per mercede, per trovar dove (l) Il R. aveva l'alma Diva volgerdebb'io le penne e '1 piede? cominciato; Perchè la face e 'l telo Sprexxin gl'incauti.... ma poi cancellò. 331 — - Coro. arrivi là volando Se ov'ella posa, cieco vederla e sbenderai, ti gli occhi poi che quivi e sei non baciarla e anco potrai. Amore. Tu motteggi perch'ioson fanciullo, perch'ioson nudo e cieco : pigliatipur di me gioco e trastullo, mi che, ma ch'io t'insegno a ridi pur Ridi, meco ? ora: mattin, ch'a sul in tal canta scherzar notte plora. Coro. Ahi, che che soll'io l'ore nel se il tuo pianto assale. crudo impero fuggir le rapid'ale affretton' al - vero riso del l'estremo Ah, ben è troppo pur liete. gioconde e Amore. Dunque mi non vi renda s'Amor la bella madre la madre mia allor rimase ambo tacete, ne Quante queste selve ch'in ch'a lacrime meco si sia mia: richiamò quai preghi perchè liete,ove e amante gli stellanti giri l'alto Tonante, invan versai quel giorno, quai lamenti, facessi al ciel ritorno. 332 - Coro. Dunque fùr non a e non si (1) possenti lagrime d'Amore il core intenerirgli le — mosse a gli amorosi accenti? [Amore.] Non, che d'un era Prima ch'io l'udii dire mortai uom vorrei morir se invaghita tanto morire, far che potess'io, dal bellissimo Né consiglioo ragione ebbe Forza : Adone partita ! mai, né il piantoo pregar desio) (ostinato ch'ella ubbidisse e per un precetto: diletto van i decreti all'immortal del ciel pose in oblio. [Coro.] Colpa di chi, se de' si crudi e avvelenati suo figlio, strali ? cosi fiero assali Se la di te non tua, genitrice diva celeste, quanto, quanto funeste le saran piaghe tue nei cor mortali. [Amore.] Al fin venuta di duol per ogni speranza colmo l'immortal e di meno^ sdegno, sereno spiego le penne al sempiterno regno; ed ella allegrain seno riman misera (]) Qui cessano del suo pastore, preda d'impudicoardore; d'essere Jiidicati l'intorlccutoii nel iris. mio, 333 — d'un più core, acceso gelo, fatto di freddo della dimora incontro ma e del celeste regno. i numi Fulmina di furor di Ne freme ira men ambi campi. acceso guerra ciel discesi in terra. dal son Scòrto i troppo offeso: Vulcan, pur ed della terra minaccia e lampi impero polie i tremano si vivi fiero superbo e nell'eterno che quadrellaaurate, le beltate fo servi Marte sospira, pur s'adira me a di mortai che non sua incolpa e l'arco cielo ch'in le sovvien né "- periglio, tanto a queste piazzetorno^ geloso figlio, oltraggiotemendo novo valli per 0 mi e per raggiro foreste; o dèa celeste, indarno ma madre, sei tu dove e ch'io novo ti sento non scorno; o miro ? [Coro.] Dunque Marte dall'alto scende adirato di mortai a Citerea assalto minacciargli a guerra nemico, ? [Amore.] Carco d'orrido contro e smalto^ all'emulo e grida, sfida minaccioso l'abisso vendetta suo '1 ciel s'al suo voler s'oppone. [Coro.] Mal fortunato Adone, 0 sconsolata diva, se furor tanto arriva. inaspettato [Non finito.] Dalla di originale stampa riproduco cui di in-4, frontespizio, il , ce. 8 n. n. Dal Covier tore la (sic) il e della Ser.ma detto principi; il S. Arciduchessa A. dove 1619. et menò fu chel'ambascia- Il 2 da licenziarsi a lo apprende marzo accompagniate et si v.) 25 ambasciatore doppo et 193 e. Firenze a modo medesimo nel tutti (II, Tinghi, giunto era venne sera «... del Diario solito S fece così aprile A.; 196): fu vuto rice- Madama a nella stanza della la compieta et cantato (o. e a Cappella alla grolla , d' salmo ogni della apari del passione San poi nuvole fra va Signore et Francesco, santo un la san il resuscitazione: sua Andrea santa cantando [che] primo di re con et loro Altezze di Francia buonissima ser.me e poi musica: et detto la beata et fu Ambasciatore Vergine Filippa invenzione vanni, Gio- San fu Loreno san , , Lodovico lodi le con di ebbero molti angioli E,inuocini, Ottavio gusto. » torno, at- Mons. AirUlustrìss. Fornito i fu appartamento suo il terzo i tutti e si conserva diverse finezza di delle lavori quali che artifizio per più meravigliosa quanto Giovedì del giorni versando di fine in pitture, e d'oro di fa gioie e nobilissima aprendosi formava del cori s' un Ma mistero) si cui e dirò solo il che la paradiso furono duta ca- '1 salire e , descriversi: sponde scorgesse '1 discendere con fonte, un dalle mare, vista : avanti, poco veduto era un de' Angeli senza come mare di stesso (non santo scopriva scompartimento e quel sito di lacob. scala i animi quale e di col in ciascuno perciocché più è , di opere gesti e la Santa e devota credesse in santo solo col movimenti talora da di tuono occhi a chiamarne esprimeva in alto le lasciò che Brohomans, 1' con dirlo, credo a- che gloriosa Vergine stessa veramente voce sollevati il can- quello ch'io Paladini è lecito tori can- sinfonia, rappresentò quella oratorio sovraumani gli se mezzo eccellenti stupore maniera che più soave ma signora Arcangela Cecilia, che, quel da' 1' ammirabile fu tacere, di apparivano congiunti. Ma, questa a quel punto non compieta breve una i versi graziosa canto apparita spirando quali, dopo ciascuno si con della Santi, rappresentati alcuni debbo né voglio zione salmo ciascun esquisitezza con negli con da che Firenze, torno fosse la Parigi. di la E cristallo ne quali splendori fiammeggiasse quegli Angeli non di se di quarant'ore l'ondeggiar di ; ammirarsi Alla a delle la cielo dell'acque, degli angeli che copia d'acque gran al sin Giulio santi ripiena Venerdì e deirorazion-'s l'occasione da 1' Altezze casa. ricchezza per prospettiva infinita ampiezza tanto s'alzava faceva comparvero vasi cielo, che un della mostrava che in giorni ne' l'altare sopra lumi, ne' A. di bellissime ornata tigua con- mostra. Risplendeva paradiso, S. serenissima pietre preziose, ammirabili devotissima chessa Arcidu- cappella che , della stianissimo Cri- Ke , , e alla dove Pasqua quantità dì reliquie gran di e di del serenissima compieta una principesse e la con S. Illustrissima) V. sa udir per Signore, accompagnato e giorno principi Cappella (come vi partenza quella invitato da celebrare per di Mio Coivre, ambasciatore di complimenti , al Marchese Sig. il Corsini paradiso; al angelica parole purissimi e , ma concetti raggi 43 d'u- 338 — - miltà serafico di infiammata talora devozione; e amore nel secondo e, sembiante che la che pareva materia del desse ar- chiedeva, ri- canto , talora e S. di fuori rapiti bravano Illustrissima) darle si acciò che sì da che ed la nulla, io si se ben Ho voluto più di perfezione celebratori può ma memoria, stabilisca corredata me, servitore, ne i rassem- udii. alla chiari cuori (creda poco, ed pervenga ornai o viddi spettacolo ne' attoniti, ricordarmele per serena imprimeva ascoltanti, Dico solo nobile musica moderna gli letizia santa forza quanto a restino perchè e che inusitato sì d'una dolce con non principio idea, sublime rispetto degno fronte stessi. se ragguaglio, fatto di perchè cbe vivamente, sì affetto qualunque V. maniera di scintillante, la rimirava li se dell' chità antiefi*etti partorire , de' uguali, solo non soggetti che e all'antica superiori ma le se favole 1' per eminenza rappresentazioni e e cantate verità non , il colpiscono, che più importa, nobil' ogni difetto erchè ; il bella ogni arte d'^.ltronde deriva mondo che apprenda virtù, per dalla musica; ben come gloria del e s'impieghi Signore , virtù, re vero Di di Firenze, Di V. vera il S. e dì 2ì gloria. sempiterna d'aprile 1619 Illustrissima Devoiiss.mo Iacopo servitore Cicognini. quello d'ogni Giovanni. S. diletto Servo alla Figlio fido e al Madre; divin Sempre del Piansilo in pie restai le stelle Calco Col che pie A Me in padre e suoi Vergine un Siracusa Dell'impero Spento Indi, Dentr' Ivi tra Sposa Ch'ai affanni. conobbi diviso; Maria da gli anni. terminando Filippa regina crin fiorito il figliin umil sante cella m'offersi al fin m'accolse il pondo. Loreno. riposto il freno, man al mondo. nascosi mi in mura, Reno; il seno. sol di l'inclito eroe, de' il giocondo. sostenni sovran biondo. e feconda rendei re Sicilia di riverimmi tempo prole poi D'eccelsa Di all'Arno. Giuseppe. né gigli il casti il cielo: chiuse non custode sua, sposo, Beata Di Corsini. paradiso in paradiso. di Volai terra. povertate indarno, non mai Giesù Da E terra guerra, Andrea S. Unico glorie scrissi. sue calpestòla gloria nutrì all'orme; presso amorosa nudo arcani gli me fui gloriosa sede in chiese non me conforme voler suo Francesco. in B. A vissi, cinque piaghe erede, di vinto Griesù Da le e croce S. lo^ che Griesù a sacro velo, sempiterno Amante, e coronommi in cielo: 340 - Onde regiaNepote^ a sublime di celeste sentier Scossi E dell'ombre serva e lo il regnator del Cielo l'alma di L'anima '1 e ben Felice Non di regnar Brama ha non di morte l'alte Seggio raccolse scarca Volgi nel core, o Qual avrai tu, Di ferro Libera giogo indegno. desio: dell'altrui regno chi vuol luminoso del in cielo. corona del mìo se del gran mercede. degli empi, petto, il Dio erede, pensieroadempì. gloriae il velo. nome '1 gran guerrier,terror armato degno e terrestre Nell'empireoseren fatai zelo telo irreparabil al pio disegno, speranze Roppe L'anima al Francia. di fervido Isdrael sottrarre imparo. re mia chiaro e si versi spirto eternamente la destra acciaro duro sangue S. Lodovico Indi offersi chiudendo, in cielo apersi Gesù per gelo conflitto. gran sotto e core, di cor seggio di gloriaardente Come se zelo, al Redentore Grii occhi in terra E '1 cor' invitto. foco, e i fé' nel ferro il capo, Di e di generoso sen di viva Armai Armò d'Egitto, germe al sposa Lingua vibrai Ov'in Martire. e l'empio paventoso editto, contr'a Fervida Al piante. all'ignoranzail velo, candida Serbai V. roman, zelo. le muover S. Caterina Sprezzaiscettro sembiante, me Scorgo, infiammata Per — cor gli altari di e i fede, tempi. 341 — - S. Cecilia. adoro_, OnnipotenteE,e^ch'eterno E Per del te tesoro maggior si f'ér mio sangue vermigli; coro guardo^ Signor^dal sommo a' preziosi figli, Di Maddalena al ciel gli alletto bel canto mentre con strai pungiliil petto. D'un amoroso Volgi E di bearmi per gigli^ d'eterei il crin m'arricchisti Tu un Deh, venite, pargoletti. Deh, venite col canto E nel cor ben Vero vien mai che meno, Qui riscalda,qui risplende Di giustiziail Son di Sol sereno; quest'almo terreno giglie fiori Violette, Raggi eterni,eterni ardori E i muri d'oro son i tetti. e Deh, Qui le gioie eterne Qui la pace Qui s'ascolta Ond'è Qui Di il canto lieto il si mira Fece Su, ciascun '1 e suono Paradiso; mortai il Re amante riso. '1 gli occhi colei ch'in e '1 viso velo del Cielo: piante affretti. le Deh, Quest'è Sacro il regno aureo albergoal Qui trionfa Fortunato ecc. sono, alberga e chi ebbe Re nel giocondo, di gloria; mondo vittoria; nostri degli eletti scende soave regni il canto Accordate Qui a' ecc. vostro. 342 - — In memoria alta eterna Qui fia Qui d'ambrosia sempre inonda Sempre il fido il fonte i lieti '1 e giusto: augusto petti. Deh, Ma chi '1 Colmar vuol Lasci Sue In Che Altra Non nel cor confidi sol mori meta risguardi e duro '1 su altro od e non a scherno piaceri; suoi e veri, prenda e lusinghe Lui gaudi mondo il eterno regno di ecc. speri legno: segno saetti. Deh, ecc. 344 - bel Ch'ai Ne gioirteco a mondo Dal stellato regno scorga — errante cieco. e Schiera, ch'a tergo hai l'ale, Da scende che Ecco terra al ciel per mille ver' scenda Un, deh, E miei con Di quel Che vitaP teco Al mio Tu E tua lingua e voce il m'arda madre su quai dure xiiletto. gran morto torto ? spine feri martiri tempie alm' Riposi,ohimè, o sacro, Rendimi, e ne santo il dolce divine gl'ultimisospiri; legno, mio Mori, mori, Giesù, ma Chiudi nji chiami petto: crocifisso e innocente ascolto: brami sospiro sol,Giesù Entr'a' 0 di langui, ohimè, tu spiri, vedran questi lumi a si Ah, cielo; duoli e ohimè, figlio, tredda Agno Le il rivolto che suon d'altro te gelo, consoli, Ch'altr'amor Io volto orrido accresce Il flebil Con core. '1 santo penar pene Tu il impallidirsembrami mi Soave Ma umore di morte Discolora E scintille, spond'o lito^ ha languiie Tu mille: infinito in eterno Sazia e ascenda pietà vibra di mar non Il cui gradi n'impetri stille due E ne me voti Sol,che Al sale e i begl'occhiove diletto pegno: in questo seno gl'apristialmeno. -.345- Tu languì,e già sepolto Lo splendorde' be' lumi Più dell'alto voler Ben Veraci Ma disfarsi in vedi Maria non e sommersa le voci risonar sante nel eterni duol nel e santi ^ pianti. ascolto petto, tutt'altr'oblio. diletto, Figlio,figlio 0 troppo ardente face, che ? vattene Ma Ben E tosto se morrà in pace: il ciel vedrà lo Griesù,morrommi Il spirtomio, anch'io. Fine. 44 UANNUNCIAZIONE CANTATI VERSI CAPPELLA NELLA DELLA di Giranduehessa 1620. Toseana adì Et « la 25 compieta Et 241 Il giorno recitare beata subito d'Este fu nella che la nugola il fu d' primo Gabriello festa che in lode Doni di ; beata Parigi. di passaggio a A. Capuc- invenzione andava S. fare festa la della la Giulio aprile che fece padre il Arciduchessa della eappella dell'Agniolo fu del la nunziare a poi sermone castrato fece un me Emilio cav. relativi e di a ne questa favori di copia: di però e ricercare se L'egregio sacra. ohe lo di qualchecosa Kinuccini, Motta festa notato aver del Trivulziani autografi del ricordo vago ringrazio pregai veramente bibiotecario cordialmente. corrispondente inesauribile si li per et nunziare giorno l' » sentire a il : cantò » cortesia versi le et ; si sera si andava et musica et la cappella cielo un il macine le « Vergine, Aveva i di fece et festa detta notizia questa Nunziata.... dal fu trovai v.)? SS. nella Lorenzo andò 2: la Nunziata... negli card. Il [v.] doppo Gabrielo E-inuccini, Firenze. vedere S. l'Agniolo Ottavio [e. la di predicatore della cantando fece 240 e. discendeva che si et (II, giorno et Gabriele Vergine. di musiche Vergine cino Tinghi 1620, marzo con dell'Angniolo beata del Diario solito [Nel trovassero rintracciò della ANNUNZIAZIONE. [L'angelo Gabrible.] Per far' serenar', per Dal sublime più Movo là in E,ese giocondo; m'invio mura^ povere umile Vergine nunzio voler pronto Ove coro piume d'oro_, su Dell'eterno E il mondo beato e pura^ di amante sé l'eterno Dio: Vergine gloriosa Nell'immortal E madre Al divo consiglio, eletta sposa e Spirto^ all'incarnato Coro Chi '1 la mar Inchina trino E Cui in le Febo, unico et stelle, e Sante pudiche e secolo ogni celeste Cintia, grazia,, viscere. felicissima, Vergine cui bel grembo accogliesi sempiterno artefice, Ch'il Beata mondo al Feconda Onde Del predica e Serban, Il l'etere vergineo claustro, serve Nel e insieme Chiude d'Angeli. terra adora Figlio. in nunzio al angelico, santo gioirò bramato ascondesi. mano i Spirito, popoli unigenito, 350 - A lodi,a te gloria^ te di casta Germe Al Vergine al Santo Padre, Cantino Spirito, eterni secoli. le bell'ali Spiega pur Nunzio d'eterna Consolator' Quant'è pace, dei miseri Dio '1 gran Vegg'oggi il mortali; verace, mondo, Grià scorgo qual'ampia e in Bettalem l'umil capanna, cori gl'angelici Al celeste Al lieto Odo Bambin cantare osanna. di boschereccia suon rozzi Del canna. pastori gran'Infanterisonar gl'onori. Ecco luce Che novella fa raggi suoi: più bello il ciel' Sorgete,incliti Eroi, co' Seguite l'orme stella; All'umil Indi della fida capannella incensi recate ed ori; lieti e canori Alzate Ma mercede fede. la nobiP E-icompensid'Abram E - inni di gloria,inni nel ritorno di lode, poi fuggi d'Erode. Fuggite l'empio!o quanti Pargolettiinnocenti. Miseri no, ma infanti, gloriosi Verseran l'alma e '1 sangue il sen trafitto: Fuggi, fuggi Maria, fuggi in Egitto. Di pietàd'umiltà,sublime esempio, Devote orme Vergin onesta Co '1 Sacro scorgo segnar e per via pia figlioin braccio, e presentarloal tempio. rimiro,e venerabil Veglio, Pargolettobambin raccolto in seno, 352 - - (L'Angelo Gabriele.) Lasciat'i i Fendo nubi^ le Ove Entro l'umil Della sposa mura. Ciel del candida e pura^ lei le sparse a piume; gentil'lume nel Fisso l'alte e albergo avanti Raccolgo rivolgo il volo indi torri Nazzarene tergo a suolo dal sorgon Le luminosi campi m'inchino: Umilmente — (ledissi)d'ogni grazia adorna, Dio soggiorna il gran Teco al Ciel cara 0 sovr'ogn'altra e diletta, Ave Vergine benedetta. Al di mia suon del Scolorissi E nel saluto io pur Temer dubbia pur sereno, delle — del belle e sempiterno Amante, sante virtuti,onde L'Aura svolgea. dei. Maria, son'io Alme E il bel volto le dicea: non Nunzio Che favella gelidoseno, L'alto Et — senti del t'adorni e vesti, prezioso odore, trafitto d'amore Sposa elesse te e madre al Verbo eterno. Quinci spirto soave. Che del regno D'immortal Il siede prole renderà al governo, fecondo purissimogrembo, Ond' gloria il Ciel, salute avrà Qui tacqui, et Immobilmente Le d'amor sante Tutta il mondo. ella al Cielo affisse luci, e disse infiammata di celeste zelo: — 353 - Ecco, Signor e Ecco Sia Fancilla legge Dio, tua, il voler parole Ben uscir Eternamente Candida aurora del tuo Santissime degne - da voler mio. — quel vergineopetto. eletto, di al giustizia sole. FINE. ERRATA p. 263 il primo dei passi del pagina 294 la data della lettera del A fiorentino. Tinghi A del 1.610 [1611]e quindi a 1610 in stile Cicofifninideve essere INDICE I Pag. Bibliografia . 1. Maschere 2. Jiinaldo 3. 1579 d'Amazzoni. il e 5 » .... Intermedi commedia la per in rappresentata no l'an- Firenze 15 1589 » . di 4. Ballo 5. Mascherata . 43 1590 bergiere. degli » 51 1596 accecati. » . . . . . . 56 Appendice 6. di Mascherata » 57 1596 stelle. » Mascherata 8. La 9. 10. L'Euridice. 12. Mascherata 18. Balletto . . 59 fi'] » 65 * / 105 1600 » 143 1608 L'Arianna. Il ... 1597-1608 Dafne. 11. tradite donne di . . . 7. 1 » 1586 Mascherata. Tasso. » 189 Narciso nelle di nozze II Cosimo de' Medici. 1608 » 241 . delle di 246 1608 ingrate. di Ninfe » 1613 Senna. 14. Mascherata 15. Comparsa d'eroi celesti. 1613 16. Mascherata di selvaggi. 1614 261 [1611]. . . . 295 » 313 » . di Ballo 18. Armida. Ballo 19. Amore Ninfe 2f). Versi 21. e sacri Annunciazione. 319 zingare 17. » 323 » 327 * nella cantati dell'Arciduchessa. cappella 1619. » 335 347 1620 » , . . , . . . .