SOLERTI
ANGELO
DELilLODlUMM
GLImm
VOLUME
©TTavi©
REMO
II.
RiNueeiNi
-Editouk
SANDRON
Libraio
della
MILANOPALERMO-NAPOLI
Real
Casa
IL
di
VOLUME
III
pubblicazione
prossima
contiene
Gabriello
II.
Cefalo.
1.
Rapimento
2.
Orizia.
3.
Polifemo
4.
Pianto
5.
Galatea.
6.
Angelica
in
7.
Vegghia
delle
8. Intermedi
per
Vldropica.
III.
Alessandro
di
:
Chiabrera.
1600.
geloso.
d'Orfeo.
1.
Orfeo.
2.
Balletto
3. Tirsi
1614-17.
Ebuda.
1615.
Grazie.
1615.
1608.
Striggio.
1607.
e
d'Ifigenia. 1608.
Glori.
Ballo.
1615.
Autori
IV.
1.
Campeggi
2.
Landi
3.
Corsini
Rodolfo.
Stefano.
V.
Tip. F. Ando'.
e
Vitali.
diversi.
—Andromeda.
La
—
—
Intermedi,
morte
Aretusa.
1610.
d'Orfeo.
1619.
1620.
balletti
e
tornei,
RINUCCINI
OTTAVIO
BIBLIOGRAFIA
Bibliografia
I. Manoscritti.
La
maggior
inediti
dai
trassi
codici
1004
n.
contiene
è
1005
miscellanea,
Pier
figliuolo
da
riordinati
me
cordiali
Ottavio
di
che
Questi
della
testi
quello
ma
tutti
0
Cosi,
ad
al
e
Il
251
84
al
degli
Il Pai.
249
contiene
332
n.
75
di
Cosimo
le
ottave
e
(1)
II
;
della
due
al
Bergiere
Giulio
Porro,
/
n.
al
la
Catalogo
E
la numerazione
ma
nei
Palatini
mss.
250, autografi dell'autore,
contiene
Plutone
n.
del
74
ingrate.
di
Mascherala
l'altra
dello
ottava
(cfr. qui
278);
p.
Ercole
e
di
e
il
più
codici, manoscritti
di
Apollo
Tasso;
breve
al
le
per
ai
Amazzoni;
iMla
tradite;
di donne
Mascherata
Mascherata
redazione
di
Ballo
tfaxionale
di
ai
1589.
la
di
107
n.
il
delle
della
Venere
di
Rinaldo
dei
al
164
Balletto
ottava
e
n.
n.
n.
133
(cfr. qui
Trixmlxiana,
p.
77
le
e
Firmxe,
Borna, 1887, voi. I,
pp.
372
78
schere
Ma-
49);
Torino,
ai
nozze
al
Bocca,
:J9("-i)2.
codici palatini della
e
(2),
contemporaneo
al
nel
una
287),
comparse
nella
grafi
auto-
definitiva.
raccolta
Gualterrotti
250
intermedi
76
i
meraviglino
interamente
Narciso,
e
M.
persona
mascherata
di
pp.
(2)
le
F.
99
p.
in
due
tesia
cor-
gli rinnovo.
anche
249
di
n.
(cfr. qui
85
e
Pai.
il canto
componimento
stesso
la
incompleti.
il
contiene
Senna
di
Ninfe
198
n.
sistenza
l'as-
poesie.
n.
da
o
esempio,
col
si trovano
Firenze,
titolo
di
le
coq
compilato
senza
Bergiere
Pai.
di
intendimenti
si apre
rinucciniani
251
n.
1005
ms.
esso,
Nazionale
in
1884,
il
volumi
che
con
Motta,
perchè
due
sciolti
copertine
pagine
queste
Ottavio
di
fogli
Emilio
cav.
studiosi
formano
con
pare,
di
dopo
1006
e
e,
osservare
comincia
n.
1005
n.
da
che
apposite
Dr.
agli
nota
troppo
ringraziamenti
Imss.
da
è
quale
in
bibliotecario
dell'egregio
del
raccolti
e
tore
dell'au-
contenente
scritti
di
nora
fi-
volume
questo
però
;
composto
,
furono
più
lo
Francesco
settimo
in
balletti
1006, autografi
e
per
dei
veglie,
raccolti
1004,
n.
il fascicolo
tutto
Rinuccini
del
una
del
o
delle
mascherate,
Trivulziani
Ottavio
dì
cose
sconosciuti
e
(1). Il
delle
parte
sgjf.
VI
—
227
n.
due
intera; ai
selvaggi non
al
frammentario;
a
Ma
103
p.
musicali
e
minor
rimasto
Narciso,
(1),e
il
delle
Rezzi,
ziano
della
di Torino
Il Palatino
30
n.
251
n.
déìVEmHdice
Arianna
deW
69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 135,
nelle
miscellanee
varie
prescindendo
mss.,
da
dal
carlo
musi-
pubblicò
quello Trivul-
in
che
e
lo
cui
e
hanno
o
volle
non
trovato
un
Maglia-
ms.
deW
uno
Arianna
del
di rime
17, 19, 21, 54, 55,
n.
Catal.
dei
della
staccati
frammenti
(cfr.ai
151
zione.
illustra-
ogni
in luce ;
vari
poi
comprens
in-
IV. 59.
N.
segn.
in
come
i
inconcludente,
contiene
e
ho
giunto
ag-
rimangono
di
privi
Stampe,
delle
non
affatto
Dafne,
nell'Universitaria
Dafne,
al
noi
a
Barberiniano
ms.
ricordato, io
testé
1005,
bechiano
nel
è
qui
altri frammenti
di
Monteverde
il
sempre
mancano
subito
venute
perchè
si vedrà
come
maggiori
inedito
conservato
che
perchè
che
Trivulziani
mss.
tali
o
,
stampe
ma
di stelle.
piccolo
nei
sono
quattro melodrammi
valore
Mascherata
cosi
monchi
Dafne
la
non
numero
si trova
perchè
Armida
,
per
di
la Mascherata
3J2
n.
il ballo
il ballo
essi tuttavia
:
0
Dei
un
346
e
prologo
400
n.
drammatici
Palatini
questi
al
:
il
al
zingare;
319
n.
887
n.
Rinuccini
del
di
del Ballo
ottave
—
e
cit.),
del secolo
anni
primi
altri s'incontrano
XVII,
II. Stampe.
1.
Masch*vre
—
\ Di
continua
che
p. 7
ogni pagina;
per
Bergiere ; dopo
Appresso
p. 2 ; pp.
una
ottava
quindi
e
due
la soscrizione
Con
1590.
del
ottave
:
testo
In
Permissione
renze
Fide'
[Naz.ledi Firenze].
bianca.
8
3-6
la dedicatoria
Dafne | D' Ottavio | Rinvccini
| Rappresentata alla Sereniss. Gran
Toscana
renze
Dvchessa | Di
Signor Iacopo Corsi \ [stemma] In Fi\ Dal
de' Superiori;
I Appresso G-iorgio Marescotti.
| MDC.
| Con Licenza
4", ce. 12 n. n.
La
—
C. Iv.
Covai,che
3.
a
(riorgio Marescotti,
Superiori.| [fregio]
; p.
2.
fino
incomincia
il titolo
La
—
Di
In
ce.
Interlocutori;
è invece
del
3r.—
Dafne \ d'OTTAVio
\ Dalla
Parma.
Parma
l'occasione
a
e.
| Rinvccini
di
una
Firenze
12
nuova
nel
Ci) Cfr. voi. I, cap. 10.
1601,
n.
12
r.
v.
Il
—
Z?f/
canzone
v.
bianca ;
e.
12
| Rappresentata
Oran
| Appresso Gristofano
Firenze
venuto
al Corsi ;
Serenissima
de' Superiori ; 4"",
co.
Per
lOr. il testo; e. 10
Rinuccini
v.
(sic)Sig.Jacopo
impresa.
al Sereniss. Duca
duchessa
\ di Toscana.
Marescotti
M.DC.IV
\
\ [stemma] |
| Con lieenza
n.
recita
della
l'oditoro
Dafne
Marescotti
l'atta per
trasse
dal
il Duca
feste;"i,àare
macrazzino
lo
copio
di
ri-
VII
—
due
ciò
Con
75).
p.
—
edizione
noi
(juartinemutato
altri
4.
della
iaveadute
maste
precedente, e
prologo secondo
che
spiegatichiaramente
sono
a
proposito di questo
bibliogratì.
—
quello ristampò
a
i dubbi
due
la
comportava
le
primo fogliocon
circostanza
nuova
dal
mossi
che
stampe,
il
(cfr.qui
(jamba, dal I'oggiali
nel rimanente
da
o
la stossa
sono
cosa.
| Binvccini | Rappresentata \ Nello Sponsalitio\
\ D'Ottavio
ChristianÌ9B. \ Regina \ di Francia, e di \ Navarra.
\ [stemma] |
Giunti.
Fiorenza, 1600. | Nella Stamperia di Cosimo
| Con licenza
UEvridice
—
Della
In
de' Superiori ; 4^.
Il
testo;
5.
bianco; pp. 3-5
V.
1600
16
e.
v.
Vanno
do' Medici
Maria
a
in data
Di
«
8 bianca.
Interlocutori;
p.
p. 1
il dì... d'ottobre
Firenze
Seguono
16
oc.
col
num.
stemma.
L'Arianna
—
dedicatoria
bianca;
6
(sic);p.
»
a
dc.
m.
pp.
viii.
31-65
del
| nella
città
Compendio \ delle
di Mantova^ \per
Principe I D. Francesco
I Margherita di Savoia. \
Lodovico
Osanna
Gonzaga
In
Mantova,
ducali
stampatori
\
MDC.
Feste
|
sontvose
le Reali
Nozze
\fatte |
renissim
\ Se-
del
la Serenissima
con
Aurelio,
|Appresso
IIX.
fante
In-
1 Con
licenza
et
de'
Superiori;4.^^
6.
—
11
Compendw
U
Arianna
di Federico
è scrittura
Follino,
addetto
alla corte
mantovana.
\ Tragedia \ Del Sig. Ottavio
|EiInvccini,\ Gentilomo Della
\ Del Re Cristianissimo | Rappresentata in Musica \ Nelle Reali
Camera
Nozze
del
I Di
Sereniss.
Savoia.
Francesco
| Principe di
| [stemma]
Osanna
|
In
Stampator
Mantova, | E
Mantova,
|
1608
Ducale.
della
Serenissima
Presso
gli Heredi
1 Con
licenza
fanta
In-
di
de' Superiori
; 4^.
Il
bianco
V.
Interlocutori ; p. 4 bianca
; p. 8
7.— V Arianna
| Tragedia | Del Sig.Ottavio
\ del Re
Camera
Christianissimo.
del Serenissimo
nozze
di Savoia.
5-iG
; pp.
Firenze, | Nella
della
nelle
in musica
\ Rappresentata
e
47-8 bianche.
| Gentilhvomo
I Rinvccini
\ Principe di Mantova,
\ [impresa]| In
testo ; pp.
della Serenissima
reali
\ Infanta
Stamperia de' Givnti. |
MDCIIX;4°.
Sul
del
verso
dedicatoria
una
8.— L'Arianna
Camera
Nozze
cioè
frontespizio,
poi
mancano
le
ce.
; segue
I
A
il testo
del Re
9.
—
2, è
la nota
8-6
che
\ Con
in tutti gli esemplari
degliinterlocutori;
evidentemente
dovevano
contonero
7-52.
della
| Gentifhuomo
Rinuccini
\ Christianissimo \ Rappresentata in Musica, nelle Reali
Principe di Mantova
\ e della serenisi. Infanta
1608 | ApSuperiori et privilegi.\ In Venetia
presso
licenza de'
Bernardo
pp.
pp.
p.
le pp.
Tragedia I del Signor | Ottavio
I del Serenissimo
di Savoia
a
2-;-icioè
Giunti,
Gio.
Battista
Ciotti
|
et
Compagni
;
12",
44.
[Mascherata
ìielle feste per
delle
le
Ingrate, rappresentata
nozze
di Don
Francesco
il 4 giugno 1608
in Mantova
Gonzaga
Savoia]nel Follino, Compendio cit.,Mantova,
con
Margherita di
1608, pp.
124-134.
vili
—
10.
Mascherata
—
le
per
Serenias. Sig. Duca, \ Danzato
voia.
serenissimi \ Principe di Mantova, \ Et Infanta di SaOsanna
| In Mantova, per gli Heredi di Francesco
\ DeW
de'
nozze
I [stemma]
Ingrate,\ Ballo
Stampator |Ducale,
Malica
11.
ili
del
Gran
del
d'Amore
,
di Loreno.
\ D'Eroi
\ Nella
licenzia
Comparsa
tiella B.
I Della
XVI,
Corte
et a'
d' Vrbino.
\[impresa]
Mascherata
—
\ Di
Versi Sacri
—
I D'
sa
gli Heredi
I Con
16.
mediceo]
Poesie
nelle
Il Ballo
S.r
\ Del
4.
n,
Certo
dall'
17.
in
:
zione
Descri-
Firenze
a'
Signor \ Prencipe
Sermartelli,
| In
di
Toscana.
di
Sig. Lorenzo
ceo]
medi-
\ [stemma
Mariscotti.
Toscana.
| Con
1613.
cenzia
li-
Serenissima
Bergiere.
La
8
Mascherata
| E-invccini. | Alla
e
\ Arcid,vcJies-
Sig. Ottadio
\ Del
Binuc-
Nella Stamperia di Zanobi
Firenze.
Ottavio
del
di Navarra.
de'
n.
gnoni
Pi-
n.
di
donne
Maestà
tradite
ma
Cristianissi-
ze
| [giglio]| In Firen-
Superiori. | MDCXXII;
4^";
12-39.
è
questa Fediz.
doU'itwrùtoe, di
Cosimct
Firenze, per
Griunti,1622, é»,
cit.
Allaci, Drammaturgia.
V Arianna
—
more
d'A-
n.
\ Re di Francia,
\ Di Luigi XIIL
Appresso i Grivnti. | Con Licenza
pp.
del
de' Superiori. | 1619; 4", ce.
licenzia
L'Euridice,
—
Duchessa
\ G.
Principi | di
nella | Cappella | della
\ Cantati
Avstria
ital.
Licenzia
| Appresso
I [stemma
ciNi.
cali.
du-
Bartolomeo
de' Superiori. 4^; ce.
15.
Serenissimo
| Al
\ mdcxii.
li Serenissimi
Firenze
\ Fatte
Mascherata,
Firenze, Appresso
de' Superiori; 4^.
Selvaggi \ Ballo danzato nel \ Palazzo
Strozzi,
I Presenti
In
Della
stamp.
Cavalieri
da'
\
renze
Fi-
del volume
p. 89
a
redi
gliHe-
In
oaratt.
sostenuta
74
p.
12,
la
Cavalieri
da
| Marescotti
| In
fratelli. 1613. | Con
e
da
da
mediceo]
\ [stemma
di Christofano
\E
Febbraio
di
Toscana
Toscana
di
Barriera.
XIX
\ Sostenuta
\E
Vnano.
di
mediceo] | In Fiorenza,
de' Superiori; 4".
licenza
di
\ F alazzo
\yl'Illvstrissimi
\ [stemma
Barriera
citato.
ora
Beai
de
Sforza \ Dvca
celesti nella Barriera
Corte
Follino,
nel
danzato
de' Superiori 1613 ; 4°, pp.
di eroi
ò noi
che
in prosa
Mario
12.
Superiori; 4^, pp.
le felicissime
nozze
Celesti \ Nella
Beai
dn'
\ Ballo
| Per
Appresso gli Heredi
Con
—
14.
Toscana.
di
Marescotti,1613 | con
Comparsa
—
l
parte descrittiva
| di Ninfe \ di Senna.
Dvca
Signora Arnea
13.
la
del
licenza
Eccellentissimi \ il Sig. Conte
et
12.
Con
1608.
questa stampa
Mascherata
—
—
tragediadel signor Ottavio
RmnGCini, gentiluomo
del Re
Venetia
,
in
musica
della
mera
Ca-
del Serenissim
nelle
nozze
rapptresentata
Cristiatiissimo,
della
Mantova
di
di
Serenissima
Savoia. In
e
Principe
Infante
MDCXXII.
telli;
fraet
Iseppo Imberti
Appresso Gherardo
12».
18.
L'Arianna.
—
del
Camera
MDCXXXX,
Ed.
cit.
dal
della
Rinuccini, gentiPhuomo
Re Christianissimo.
Rappresentata in musica. In Venetia,
per Angelo Salvadori,librar© in Frezzeria;in 12^,pp. 48.
Oai.vam.
VoGKL, MoNTKVKuni,
interessante
Tragedia
/ taatri musicali
p. 4"'2.
dallo opere
del Sig. Ottavio
—
In
recitative
dae
pp.
stampata
di
Venexia
4(J-7,
dopo
dallo
la
stesso
nel
sec.
XVIII,
setruo
trai^odia,
Salvadori.
un
p. 55 ;
olonoo
©
cl'r.
assai
IX
—
19.
V Arianna
—
Claudio
Illustre
Signore
Sig.
I Per
64
(Liceo Mus.
La
\ Il
Basevi
\ Stacio
\ [stemma] i In Venetia.
Licenza
de'
|
Superiori, Privilegi;
e
Firenze).
in
Osservatore
a^W
Fiorentino
prof. GiuseppeDel Rosso
seppe
Si veda
l'art. Palaxxo
Rinuccini
dell' Osservatore
la
162
p.
1821
di
prima
sgg.);e
aumenti
con
XIV,
t.
,
primo inventore
e
furono
Pagani 1797-99 (t. VII,
della
sugli edifizi
quella del
eseguita sopra
Celli,1831.
il
Bibl.
Bologna;
del sig. cav.
presso
| Con
\ Al Molto
1640.
anno
\ dal Sig.
bianche.
edizione
anteriori
Bortolo
il Bariletti.
8
e
Dafne
Quarta
| Posta in Musica
| Rappresentata in Venetia V
120, pp,
—
\ Einuccini
I Monteverdi.
MDCXL.
20.
Ottavio
\ del Si/j.
—
patria.
sua
b
correzioni
3-21, Firenze, Griu-
pp.
dei drammi
musica.—
per
la
terza
il
presso
zioni
edi-
Le
Firenze, Allegrini, 1776; la
seconda
Ricci, 1821 (t. Vlf,
p. 183 sgg.)
21.
La
22.
L*Em
—
23.
—
24.
—
25.
Dafne,
nel
del Parnaso
italiano
Venezia, Zatta, 1785.
xxxv
italiano.,
Venezia, Zatta, 1788.
U Arianna., nel t. xxxvi
del Parnaso
Venezia, Zatta, 1788.
italiano.,
La Dafne nel Teatro italiano antico, Londra
(Livorno) Masi, 1789.
Drammi
Di
Musicali
Ottavio
Ora
E,inuccini |
\
\
\
per la jirima volta
insieme
Livorno
maso
raccolti,\ ed accuratamente
ripubblicati.
|
| Per TomMasi
e Compagno
| co' Tipi di Didot il Maggiore | 1802;S", pp.
—
—
t.
xvii
,
del Parnaso
idice nel t,
XlI-124.
A pag. Ili è ripetutoil titolo con
ddle, faustissimeiVoxxe \
l'aggiuntaa Inoooisinne
Albino
Maddalena
Martellini
e
gue,
Degl'illustrissimi
signori\
| \
Foggiali: p. iv bianca. Sepp.
v-xi
il tosto
Il Gamba
ora
26.
della
sullo
Dafm.
—
della
stato
delV Euridice
Delk
di
sola
Dafne
Bernardino
L'Euridice
Raccolta
nella
Dafne
Serie
in Italia al
dall' Arianna
questa edizione
posseduto da Giulio
La
—
o
nel
t.
t.
I,
viii
stesso
sua
,
{Serieecc.) ricorda
deler,Berlino, 1802,
27.
musica
Poggiali ; p.
libro
una
in pergamena.
uno
cho
a
notizie
mancarono
od
Gaetano
prefazione,che è citata nel
dall'editore perche, come
fa sapere
nella
raessa
poi
dedicatoria aglisposi di
una
poi seguire
fu puro
,
de' Usti
del
tempo
tirato
Tomitano
fu
o-
Ungila ecc., gli
Rinuccini.
Seguo
—
1-121;pp. 122-21, Bianche.—
pp.
un
va
Dove-
—
all' ultimo
di
osomplaro incarta
un
bianca.
xti
che
ma
unico
paonazza
di Londra
osoinplaroin porga
mona
di Oderzo.
di poesie italiane j)er
p. 370.
del Teatro
Italiano
di Lodovico
cura
antico
I-
sici,
Clas-
Milano
,
1809.
28.
La
Dafne \ Di \ Ottavio Rinuccini | Nuovamente
stampata | in occasione
ìlelle felicissima
dal
Marchese
Pier
nozze
Francesco
Rinuccini \
\
signor
\
—
Ciamberlano
di
dell' Impero
|
MDCCCX.
La
S.
Con
A.
l. R.
la
nobil
I Nella
\ La
Granduchessa
donzella
stamperia
la
di
B-4
lettera di P. Leopoldo Ricasoli
pp
occhietto;per G intorlecutori ; pp. 7-28 il tosto. Segue
P. Leopoldo Ricasoli Zanchini
Marsuppini; p. :}()bian(ia;pp.
pp.
51-62
181'),(ìrmata
TiUigiGiasio,
o
tratta della
Varianti ed aggiunte deliri Dafne, pp.
\ Barone
Ant.inori \ Firenze
Borgognissanti; fbl.
p. 2. bianca;
8 Gennaio
Toscana
signora \ Teresa
p. 5.
data
di
allo
p.
29
31-50
vi txi o dolio
sposo,
:
suo
Lotterà
cognato;
| al signor
la lettera che
è in
operòdel Rinuccini;
0^-04 bianche.
2
X
—
29.
Dafne. Arianna, Euridice,a
—
ed altri
Tasso
Sig. \ Donna
S. E. la
la
volta per
prima
latina
Barheriniana
dal
questo giorno ignota
di penna,
datovi
molta
«
mutato
\ Vom
mafa
rappresentata
I Bey
Da
p. 66
cho
p. 83
Schiitz
Lo
Paro
a
la
IV.
1.
Come
—
del
Peri,
Le
—
del
neW
Musiche
Del
\ Di
E:
3.
—
In
Venetia
L'Euridice
Lio
E:
quella del
Peri
Caccini
in
col
Venetia, | Appresso
(1) Tralascio,per n(m
degli Intermedi del i689
ch'egli,
istudio
con
a
genza
dili-
e
""
vnd
\ Weltliche
\ Poe-
sterdam
\ verhesserf. \ Am-
vnd
Dafne:
nel
il Rinuccini
tedesca
versione
non
fino
dal
è
minato.
no-
1625.
1627.
(1)
il breve
tranne
Corsi.
Raverii
Fiorentino
| Sopra l'Evridice
Marescotti.
| MDC;
fol.
stile rappresentativo
| [impresa] | In
Firenze
\ Da
|Appresso
Grivgio
Gior-
fol.
lievemente
frontispizio
Giacomo
a
p.
I
| MDCVIII.
\ In
Vincenti
ripetere inutilmente,
di cui
perdute,
sono
| Nobil
\ Mvsica
Romano.
} MUC;
qualche esemplare
In
Dresda
a
Giorgio
Alessandro
\ composta
| Detto
le scene,
e
fino
\ Rappresentate Nello Sponsalizio\ della Cristianissim
\ Regina di Francia
\ e di Navarra.
\ [stemma]
| Appresso
| Appresso
Marescotti
Ve
di
Medici
Fior(3nza
questa
del Corsi
e
Sig. Ottavio Rinvccini
I In
e
Introduzione, cap. VII, le partiture della Dafne
Iacopo
I Maria
della
Musicografia.
Caccini
là ricordato
avanzo
2.
detto
ho
Rinuooini
lui
musica...
in
\ Geistliche
intera
non
sia stata
prima rappresentazione
versi
da
in
di trovare
1646.
già posto in musica
aveva
li
per
\ letzten vbersehen
zum
traduzione
una
accaduto
Traduzione.
Jansson
Johann
loglio, dato
è
dell'istesso
mano
si mostra
I Opera \ poetica. \ Dasist
selbst
della
,
di
quenza
elo-
4*^.
in
e' m'
Barberini
rifatto,s'andava
ma
essere
per
\ Autore
\ Con
\ Bibliotecario
e
barberiniano
codice
un
Francesco
scritta
Narciso,
il
apparecchiando
Opitii
in
al Cardinal
solo
non
\
|professoredi
Poggiali | 1829:
Vincenzo
tu.
Mart.
Università di Roma
\ nella
tutti, la quale, come
a
ha
ma.
un
nozze
dampagnano
Rezzi
\ da Luigi Maria
| presso
favola, intitolata
una
le
Pamphili \pubblicata
le stampe
Vittori
si celebrano
Leopolda \ de' principi Doria
nella prefazione che
Loreto
cav.
da
di
\ Roma
il Rezzi
Dice
dono
i tratta
Sigismondo Chigi \ principe
italiana
e
| che
nella lieta occorrenza
\e
MDCCOXXVIII.
Rinuc(;ini
| di Ottavio
T.
di
L' Aminta
volume;
Bettoni.
Niccolò
per
in musica
originaleBarheriniano
di S. E. il Sig. I D.
del
73-149
pp.
drammi, Milano,
\ Favola
i^ Narciso
30—
—
16.
diverso
noi
caratteri.
j MDCXV.
la
descrizione
della
stampa
musicale
XI
—
4.
La
—
V
\ Dafne di Marco
| Da
Gtagliano
Cristofano
| Neil' Accademia
in Mantova.
Affannato \ Rappresentato,
Appresso
—
Marescotti.
derjVElevati
\ [impresa] | In
MDCVIII.
| Con
Firenze.
\
|
de' Superiori
licenza
; fol.
L'esempi. Mayiiabechiauu
relative
ho
alla scena,
ma
non
qui riprodottonelle
al
Intorno
di
Dafne
del modo
1608;
5.
(sic)Rinuccini
in-8,di
Claudio
—
Nel
Claudio
XIX.
di
ogg:i questa nota
«Dalla
:
alla
18
p.
Monteverde....
Amadiao),
le altre
ma
Prefaxionc di
fronte alle
p. 84
site
da
musÌGÌVi
dell' originedel dramma
(ìadella
musicale
e
di ¥irenxe,Appresso CristoforoMarescotti,
Arianna,
d'
autogr. nel cod.
ms.
della
storia
della musica
che
d'Arianna
Lamento
il famoso
si trova
del
è
stro
mae-
morire
qui
Misera
non
mio
fede
pur
Vivo,
[o
Un
Dr.
Phil.
of^gidì ignote
»
—
Monteverde,
Lamento
11
Vogel
ed
stesso
—
In
Florenz, 27 Nov.
pubblicò questo cimelio
qui riprodottonel
dalla
in
1, cap.
voi.
Venetia
cinque
voci
da
studio
suo
9.
Sevebo
Bonomi
da
E.inuuFirenze.
drigali
Il sesto libro de' Ma-
Monteverde,
Venetia, appresso
ecc.,
appendice al
Emilio
—
MDCXIII.
[Lamento d'Arianna] in Claudio
a
1884.
tragedia del signor Ottavio
in stile recitativo
del Gardano,
Stampa
unicum.
un
cavato
ciNi, posto in musica
o
slam
contenta
son
sono
,
io l'ho
d^ Arianna
moro
che
Ma
—
state
ancor
Nacqui regina
—
—
Marco
parti:
—
7.
in
cultore
quell'illustre
Ahi
—
—
ragioìM
0 Teseo, Teseo
Dov'è, dev'è la
~
6.
la
già pubblicatinel Sesto libro de' Madrigali (prima ediz. 1614,Venezia, Ricciardo
trovano
dal
annotazioni
a.
Lasciatemi
—
cit.
o
I Canti
—
Vogel
n.
cantanti
quale rappresentazione; tutto
114.
—
sono
si
Lamento
—
SI
sola,
,
è
ms.
Vogel
1.
s.
Monteverde
Magliabechiano
Emilio
6,
ce.
in cui
tratta dalV edix,ione
rappnsentarlo:
opuse.
da
l'Affannato,
posta
ed
dei
notai
per
Dafne.
Firenze,
degliElevati
i
reca
stabilire
a
della
in
1845 fu stampata
Oraxio
di
36)
ant.
riuscito
a! testo
note
nelV Acca/Umia
GLiANo,
(Jfws.
sono
Ricciardo
Amadino»
MDCXVI.
E
8
~
:
In
Anversa,
[Lamento
moquarto
Giovan
9
—
appresso
i heredi
d'Arianna]
libro de'
Battista
a
di Pietro
Phalesio
p. 22 di Antonio
Madrigali
Marengo,
a
cinque
il
al Re
David, MDCXXXIX.
Verso,
voci eco,.
In
siciliano. Il Deci-
Palermo,
appresso
1619.
Lafnenf,o \ D'Arianna
dì
Monteverde
| Maestro
\ del Signor \ Clavdio
in
due Lettere Amorose
('aj)ella| Dd/xt Serenissima
Repuhìica \ Et con
del
G-ardaRappresentativo.\ i^onprivìilegio.
genere
[impresa] j Stampa
no
I In
Venetia
MDCXXIII.
| Appresso
Bartolomeo
Magni;
4".
XII
—
10.
[Lamento d'Aì'ianna]di Claudio
—
Arie, sonetti
divern
de
1.2.3.
II May r/ioFiorito.
ne
Posta
autori
del Duomo
d^
luce da
in
vieto,
Orvieto,In Or-
Mioh.
Ruli, 1623.
Angelo Fei e Einaldo
d'Arianna, ìuadrigali e scherzi di Francesco
per
Pianto
—
inadrif/alià
e
Moni'kvekhe
Biocohiani, Orvietano,Musico
Grio. Batt.
11.
—
sola
voce
a
Venetia
In
,
appresso
,
Costa
Alessandro
ghera
Vo-
di
Vincenti
,
MDCXXVE.
12.
Pianto
—
Madonna
della
Lasciatemi
Selva I Morale
pella
Maestà
sola
voce
a
Superiori et FrivU^ijio\ [impresa] | In
Bartolomeo
Appresso
È
13.
iielia
nel
Balletto delle Ingrate nei
—
opusculi in
i canti
di
gesto. \ Libro
Cappella
Sacra
Maestà
Cesarea
Madrigali \ Guerrieri,et
\ DeW
Vi
si
la musica
legge
Introduzione
—
—
—
4^
Ahi
troppo
Ahi
vista
Claudio
Mepublica
Venetia
Bella
—
oc.
così distinta
del Ballotti}dell'Ingrato
Ecco
—
Ma
—
ver
a
qui
Non
—
0
-
==-
—
"
14.
—
più
porto
a
Tornate
al negro
squadre
non
Nobil
Francia
editore
\E
V'è
15.
—
una
Edizione
G.
Guidi
^Euridice
voci
»
»
sola
a
voce
sola
| Le
\ Dal
»
\ Netti f. 6. 00.
| e proprietario
1600
in
ristampa
del
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
in
opera
Firenze
;
per
»
Musiche
ng. Ottavio
Sponsatizio della Cristianissima
originale di questa prima
scotti neWanno
»
2
»
di Navarra.
di musica
»
»
?
prioiligiata G.
nello
»
a
"
\ sopra
fiorentino
»
»
voci
»
chiostro
»
»
5
voce
seren
continuo
».
a
a
donne
Edizione
»
«"
al bel
vilegio.
Pri-
Vincenti,
»
sola
voce
basso
con
»
»
senz'altro diletto
Tornato
\ Con
2 violini.
con
4 voci
della morto
Udito
—
star
\ Alla
:
sola
voce
oscura
l'addolorate
noi
| Maestro
III
Entrata
Dell'implacabilDio
—
Monteverde
j Appresso Alessandro
d'amor
madre
Episodii fra
35.
è duro
le tenebroso
Aprite
—
brevi
\ Ferdinando
Apprendete pietà
—
\ Con alcuna
Venetia. \ Dedicati
di
al ballo.
troppo
(1641).|
Amorosi
\per
saranno
Imperator
I [impresa] j In
MDCXXXVIII;
che
,
Ottavo \ Di
Serenissima
della
licenza de"*
Henninj,' Koleru, 1641.
ristampa I.eipziz,
una
rappresentativo
genere
senza
Ve
16il.
Sacra
\ Alla
\ Con
MDCXXXX
Venetia
Ca-
; #.
Magni
parte III odita
\ Dedicata
\ Gonzaga.
Dell'Imperatrice| Eleonoì^a
di
| Maestro
Monteveude
Venetia
di
\ Repuhlica
nella:
continuo,
basso
con
Spirituale\ Di Claudio
Serenissima
della
Cesarea
E
rianna
d'A-
sull'aria del lamento
wi^? /?^2
lammoriar
morire
\ Maria
\ Firenze
tutti i
musica
in-8, pp.
"
»
»
»
\ di \ Jacopo
Peri
Rinuccini
| rappresentata
Medici
| Regiyia di
| Presso
paesi j N.
fu fatta \ da
48. In
fine:
|
Gr. G. Guidi
B.
L'edizione
Giorgio
Luglio
Mare-
1863.
1880.
G.
j^rivilegiata
G.
Gnidi
| L' Euridice
\ comjjosta in musica
|
XIII
—
stile
in
rappresentativo
f.
netto
6.
proprietario
in-8
1600;
di
Dafne
La
della
Marco
raccolta
ihren
von
| N,
coi
Romano
Editore
QuesVox)era
B.
Giorgio
di
tipi
Euridice
bis
\ Prezzo
di
musica
non
venne
Marescotti
del
|
e
mai
l'anno
nel-
nel
iSFahrh.)
des
Theoretischer
and
fur
Caccini
Mitte
zur
Praktisoher
Gesellschaft
der
von
1'
e
Anfdnyen
ersten
dlterer
herausgegeben
sikwerke
Guidi,
G.
| 1880
Gagliano
da
Publikation
:
Gr.
| Detto
52.
pp.
Oper
{Die
X
Caccini
stampata
—
voi.
Giulio
paesi.
soltanto
ma
da
| Presso
i
tutti
per
rappresentata
16.
Firenze
\
00
\
—
Mii-
Musikforschung
Leipzig,
,
Breitkopf
L'
17.
Hartel,
et
Euridice
di
Caccini.
(or ihijVO
—
basso
1888-89.
Ricordi
Milano,
numerato
completa
Opera
s.
a.
collez.
(nella
di
accompagnamento
con
di
Opere
trali
tea-
,
,
classiche).
I.
18.
Peri.
Gioite
al
mio.
canto
nell'opera
Canzone
—
C.
Lasciatemi
MoNTEVEUDE,
diversi.
prefazione
Arie
antiche
e
cenni
raccolte
biografici^
Canto
morire
per
Milano,
cura
di
iiicordi,
d'Arianna
Alessandro
s.
a.
Euridice
—
in
Parisotti,
Autori
con
3IASCHERATE
BALLETTI
E
MELODRaMMI
DI
OTTAVIO
RINUCCINI
mascherata
Questa
1004,
autografo.
fascicolo
nel
è
Si
altresì
legge
vii,
fine
in
del
81-83,
pp.
del
Trivulziano
1006
Trivulziano
volume
,
secondo
Bu
nella
della
raccolta
folata
fatta
di
Sbarra
et
il
da
Saracino
vole
;
»
le
Croce
S.
piazza
un
di
né
la
per
Amazzoni
né
perché
il
in
«
fatto
fu
«
sera
di
mantenuto
I
antecedenti
ogni
Irdeche
ritengo
fatte
stette
in
lazzo,
pa-
voli
sollazze-
a
musiche
giochi
in
ma
però
si
fatta
è
non
nuovo
E
ottobre.
Firenze,
carrosello
modo
e
commedie,
di
balli,
In
aggiunte)
il
da
mantenuta
quando
feste
che
narra
di
rappresentazioni
delle
una
Gualterrotti
14
Pitti,
per
leggi
con
combattuta
comparissero
il
per
descrizione
avversarii.
ottobre
pello.
Cap-
Bianca
particolar
con
né
l'il
d'Amore
schiavi
sbarra
in-4
(e
mascherata
questa
ottobre;
4
tre
in-12
1579,
Medici
signora
de'
loro
ventarieri
a'
Giunti,
menzione
particolar
nel
essa
contra
de'
Con
Palazzo
(sic).
Mantova
la
consorte
maschere
Francesco
Don
Gualterotti.
di
Per
titolo
Francesco]
Sua
Seressima
apparato
Stamperia
nella
nozze
della
il
con
Serenìssimo
del
Raffaello
Persiani
Cavalieri
tre
M.
Ottavio,
[Granduca
del
nozze
et
da
di
poesie
nelle
Toscana
Composte
della
nelle
Feste
Nell'opuscolo
Granduca
di
altre
e
,
si
«
divertimenti
quali
i
simiglianti
cose
»,
raddoppiarono
Questa
»
degli
all'arrivo
ipotesi
è
ambasciatori
neziani
ve-
dal
confermata
fatto
che
.
nell'altro
neppure
I dintorno
tione
I Gran
ri,
Le
1579
Amazzoni.
le
feste
s.
Pitti
de''
Duchessa
Giunti.
1.,
particolare
\ della
alVinuentioni
I Palagio
del
de'
opuscolo
fatte
per
in
| Con
ho
nozze
Pellegrino
| In
del
Superiori;
l'altro
Sereniss.
Bonardo.
in
Granduca
s.
a.;
4"
p.
opuscolo
e
[Moreni;
nel
tile
cor-
pello.
Cap-
\ Bianca
| Nella
picc,
\ Descri-
Fiorenza
Signora
Firenze
"^
vedere
Poetica
Gaci]
\ Sereniss.
\ [stemma]
potuto
[Cosimo
\ Combattuta
Sbarra
della
de'
licenza
Non
nelle
honore
Toscana
di
di
36,
di
Stamperia
date
ricor-
sono
Gino
Gino-
Granduchessa
Bigazzi,
di
n.
scana^
To-
3460].
MASCHERE
PER
LE
D'AMAZZONE
NOZZE
DEL
GRANDUCA
FRANCESCO
[1579]
Perchè
Ci
adorni
fama
La
Già
Femmine
Ardiam
E
ostil
sangue
molle,
non
meno
bagnato
del
ancor
ciel
venire
molle,
e
piacque,
fronte
a
nemiche
a
:
gloriosagiacque.
di
ma
contro
spesso
e
'1 terreno
moria, com'al
siam,
seno
eroi
gV
femmo
d'Achilia
man
'1
fino al ciel si estolle
Pentesilea
del
e
vezzoso
de
ma
pur,
s'ella vi
Per
vestir
non
nostra
con
Troian
E
e
slam
Donne
la fronte
acciar
lucente
schiere,
armate
Termoodonte
nostro
sponde orniam di ricche spoglie altiere :
Ma
perchè queste destre ardite e pronte
sembrin
fiere,
Troppo in seguir costei non
Udite
qual sotto un leggiadrovolto
Le
Abbia
di
Questa
Donna,
Che
In
velen
mortai
se
ogni
colorire
Creasse
Fuga
Ogni
:
e
oh
più
real
che
sozzo
da'
le
ornar
'1 nome,
cura
sua
chiome.
già
mai
natura
egli è dannoso;
quanto
scaccia
donna
studio, ogni
suo
il viso,
è '1
Mostro
di
morta
pur
pone
raccolto.
e
giovenilfigura
e
vaga
chiuso
petti ov'ei
oh
come
si chiude
costume, ogni virtude
!
Questa d'ogni valor gl'animispoglia
E faglial ben
codardi
e
lenti;
oprar
Questa
Fé'
lasciar
al gran
Il vincitor
E
La
de
Romano
il fuso
Torsesi
la generosa
de'
in
fama
e
'1 gran
dar
e
femminile
mostri
la babilonica
voglia
e
de'
le vele
i
a
venti;
spoglia
serpenti,
Regina
valor
macchia
e
declina.
•
Fora
E
'n
di
vece
fòran
'1
Se
il
Avesse
'1
Grloria
che
E
crudel
non
S'arma
contra
ben
l'impresa
Parrà
Che
Ivi
virtù
di
costei
a
nostro
chi
non
ben
lascivo
d'amor
dov'arde
vera
di
ferocità
al
onore,
brama
cor
ha
pieno.
e
d'eterno
nostro
condegna
veleno
ingombro
nostro
a
ancelle
mortai
suo
desio
ardente
Dunque
studi,
crudi,
e
del
petto
celle
imperio
nostro
feroci
rio
mostro
scudi
femminili
in
al
d'abitator
Città
e
solitarie
a
tante
imbelle,
e
corazze
giorni
i
Trarremmo
E
trattar
dentro
Racchiuse
Né
debile
noi
di
ogn'una
più
e
desira,
core
sdegno
e
alto
valore
fiso
mira^
foco
loco.
d'ira
:
MASCHERATA
Tasso
IL
E
RiNALPO
FATTA
NOZZE
NELLE
DI
D'ESTE
CESARE
CON
VI
RGI
N
I
DE^
A
1586
MEDICI
[Questa
duplice
Trivulziano
1006,
venute
in
il
particolare
intendere
la
si
che
di
all'altro
\
maravigliosi
de*
\ nelle
Firenze
in
Cesare
I InFirenze,
Con
della
\
in-4,
Di
25
co.
4
anche
esemplare
un
queste
\ Rappresentata
Virginia
più
Signori\
Medici.
| l'Anno
4
n.
|
n.
i
con
riguardanti
di
Palatina
presa]
| [im-
MDLXXXV.
co.
aggiunte
ce.
nella
parte
a
\
num.,
seguito
rato
| Appa-
Eccellentissimi
ed
Donna
Marescotti
—
è
\
fa
Magnificentiss.
Commedia
la
per
Illustrissimi
Giorgio
Superiori",
giostra.
e
\ Del
Signora
la
che
numerate
mario
som-
festa
questa
a
non
\ fatti
degV
d'Este,
Appresso
de'
licenza
j
Nozze
ce.
modo
in
relative
in
meglio
per
riferire
comparse
Descrizione
Intermedi
opportuno,
di
loda
si
esse
cod.
Ferrara
di
di
Rinuccini,
4
Bossi]
felicissime
Don
Signor
Il
De'
Dame
le
creduto
altre
di
opuscolo
un
[Bastiano
e
dal
del
vii
:
Ho
le
Trivulziano
a
Medici
del
84-86,
pp.
fase,
fatti
de'
soavissimo.
e
vii,
«del
fine
stesso
Madrigali
inventata
in
nello
Virginia
canto
fase,
la
verso
ohe
cinque
antecedente
leggono
legge
notare
Firenze
comparsa
disfida
la
da
Ottavio
prendere
a
modo
di
leggono
si
si
pure
E
medesimo
nel
è
essa
didascalia.
senza
1004
Mascherata
ed
1004,
la
Firenze
telli
car-
giostra
Collez.
di
,
[0.
28
9.
5.],
5.
s.
n.
Il
tip.
felice
ritrovamento
di
—
del
mascherata
questa
Tasso
a
Michele
come
mascherata
Tasso,
la
parte
E
attore.
stessa
Torino,
Einuccini
dell'S
Dati
buona
troppa
T.
voi.
patrie,
opere
i
con
Loescher,
1586,
marzo
della
notizia
due
definitivamente
spiega
cade
ciò
madrigali
1895,
nella
quale
mascherata
la
da
voi.
riprodotti
me
p.
472.
che
era
si
nella
del
lettera
prendeva
non
cui
in
supposizione
I,
la
stato
in
dotto
intro-
riferissero
mia
alla
Vita
di
DE' CAVUIER'
MASCHERE
GIOSTRARONO
CHE
E
Mascherata
viene
Sposa
dalla
Le
Notte
piedi,
a
Alba
la
innanzi
vanno
e
tissimame
liedel
ella
come
è
compagni
loro
per
piede
a
all'Alba
davanti
Fraude,
facendo
non
loro
stato
favorito.
quelle che
e
vella
no-
Cavalieri
due
seco
alla
divenire, il qual colore
che
come
il Silenzio
parimente
con
Alba
maschere
Jenebra,
Seguono
suol
rancia
Rugiada
pomi odorosi
(2),cedendo
e
conduce
e
dalla
e
giostra, vestiti di color rancio;
Bianca
prime
la
e
sole
nostra
due
pregio,
suo
Pioggia
Serenissima
della
Sole, mantenitori
all'apparir del
dalla
(1)
saracino.
del
fiori,acque
suoi
Sole
del
giostra
nostra
ogni
tanto
de'
alla
e
MANTENITORI
accompagnata
tributo
SARACINO
Cavalieri
della
celeste
dar
a
PRIMI
de'
mantenitori
Li'Alba
AL
DE'
PRIMA
VENTURIERI
precedono.
della
amici
e
andar
la
sono
con
te,
Not-
romore
e
strepito.
I due
cavallo
a
la loro
per
Gli
primi
altri due
L'altre
i
Pellegrini,
sono
due
alle
femmina,
Stelle
matutine
poste
,
a
vallo
ca-
velocità.
aspettano la luce
non
due
sono
del
sole.
le Fatiche,
sono
quali tutti
quali, solleciti del lor viaggio,
sembianze
sotto
i mortali
per
sono
lo
di
più
maschio
dalla
vicina
e
di
luce
invitati.
I due
del
cavalli
Sole,
i cavalli
sellano
Le
voti
VAlba,
la
nella
descrizione
(2) Bianca
del
carro
li
canta
'1 ciel tutto
s'accende
Da'
che
l'Ore
alle
li due
per
sono
valieri
Ca-
quelle che
nugole
Venti
sono
che
cia
cac-
:
s'inalba
raggi,
il cartello
e
celesti
seguenti madrigali
o
luce
dei Cavalieri
della mascherata.
Cappello Medici;
dell'Ore
mano
più chiaro
vostri
stampa
a
sole.
piedi intorno
quale
E
(1) Manca
lo
per
a
Se
questa
altrimenti
non
maschere
guidati
sono
cosi
più
sotto.
e
più felice
alma
del
beatrice,
Sole, che dovrebbe
venire
dopo
8
—
0
Bianca
A
me,
Più
seren'alba,
e
a
lice
non
me
questi preghi, ch'io,
Alba,
vi
porgo,
Già
rancio
al mattin
Si ch'ai
bel
e
E
l'alba
'1
sole, a
in
de'
fiammeggiar
Se
tal bave
Volati
Siam
dalla
tutto
di martir
E
che
in
Dove
la Morte
Vegnam,
Cerchiamo
un
son
Anzi
E,
Un
dolce
questi versi
soglia (1),
si
spoglia
ambascia.
la
regna
morir
Doglia,
lascia:
non
di fama
vivo
il bel
a
in noi
qui,
voi
stelle
tante
ardori
di lui
ch'in
sol tutte
è certo
rubelle.
sospinti.
gli
sen
miriam
sguardo
cinti,
e
sol fra
in
disposta.
l'alma
rapir
per
mille
si trovino
fascia
e
ragion
vestiti
d'Amore
abbiam
mentre
splendore.
e
al tormentar
mente
non
albore,
qui, laggiù deposta
umanità
vento
Non
mai
fosco
circonda
la
venendo
dal
Ma,
luce
orror
guerra.
veri,
mio
Tartarea
eterno
Quell'empia
doppia
dal
nell'infernale
Dove
Abbiam,
voi
vivendo
giù
cade
una.
speri
non
più
da
giusta
e
diletti
'1 ciel
che
L'uom
sol
coppia
terra.
miei
Di
Che
voi
amorosa
gioir
son
l'impero
guerrieri
Combattendo
Che
il sole ;
luna
mostreranno
L'alto
s'avvicina
cedan
Dee,
la
Or
ciel suole
altero
le stelle
Questi del Sol
(1) Benché
mi
E
e
splendore
'1 fiore
e
lume
celeste
voi,
alto
divenir, com'in
Quando
Di
mio.
seggio
prole,
fronda, il pomo
La
il
al vostro
mia
L'argentata
cedo
e
Ecco, appressando
Di
-
che
:
estinti,
facelle,
voi
risplende.
l'accende.
sono
quelli dotti
dai
Diavoli.
10
-
Diavoli, non
ricevere, noi
altri le
fatti
in noi,
fra
s'è tutto
non
in
gli
che
gli
hanno
è da
voi,
banditi
e
cacciati
mandiamo
al
capitoli,che
ne
il
perchè
brevità
e
la incredibil
che
dal
ma
rende
ninno
a
grido
che
che
in tre
da
l'amante
universalmente
verremo
a
il nostro
secondo
provare
solo
ne
di
nel
tendendo
in,
lancia, co'
toscritti
sot-
il tramutarci
facile
noi
ed
mo,
ammiram-
orribile
:
il tempo
e
e
martedì
,
con
intenzione,
solito campo
I
TRE
Diavoli,
i
quali
in campo
le
festando
mani-
ognuno
firme]
paleseranno
i nomi
Io Cavalcanevb
fui presente
a
quanto
di sopra.
Io Draghinello
fui
a
quanto
di sopra.
(1) Fin qui
la
stampa
di
ce.
presente
4 suaccennata.
(1)
la
mo,
prossi-
s'accetterà.
[seguonoì capitolie quindi
A-
si trasformi.
l'amato
s'opponga
costume,
lere
vo-
d'ingro.titìidine,
non
la nostra
concorde
di
colpi
noi
pur
di ritornare
noi contrastare
a
si sparga,
nostri
degli avversarli
prima,
non
vuole
in fin
che
volonterosi
Tre
voglia
amate
bellezza
gli hanno
non
noi
Noi
si che
:
qualunque
Saracino,
Donne
mondo,
che
do.
mon-
non
d'ingratitudine,
avanzano
sforza,che
ne
ce
E
Le
pentimento
ardentissimamente
a
ogni altra. Ed essendo
in ogni forma, la benignità che vedemmo
benigna, o meno
consiglia a prender forma
di merito
more
lui
ancor
di mantenere
e
dannate
adunque
disfidare
a
umani
donne
partitidal
tosto
benignità accompagnata,
tanta
alcuni
muove
in loro
cosi
intendendo
da
Il medesimo
a
più
valorosi
state
sono
desiderio
ag[i
bellissime
da
che
narrando
,
commuovere,
vostre
disfavoriti.
ma
i favori
tutti,dell'esserci
altri de'
sentito
Donne
quelle
prima tornati,che
destammo
furono,
ne
maraviglia
Uno
delle
fummo
cortesie,l'accoglienzee
costassù
—
loro.
Per
Maschere,
NE
LE
ne
de'
che
donne,
Onde
ben
Cantai
E
lor
Mille
Che
mio
me
Come
0
ben
Arme
Più
E
che
la
dritto
bella
'1
valor,
vera
questa per
seguenti
sono
le
vostro,
l'armi
con
i miei
carmi,
gentil guerriero,
più ingiusta offesa
sia
e
Vede
parla.
mai
che
vero
;
mura,
ragion, più
prole
oscura
più giusta impresa
di
ben
è
cura,
mostro
sangue
sosterrà
vendetta
Onde
(1) Queste due
Tasso
mia
rimane
le sacrate
strinse
contro
Sua
lor
del
allo, ch'in
rai.
inchiostro,
eternamente
appo
:
mai
sereni
puro
fosse
de
non
feo
Né
di
vedrà
non
più
e
d'oro,
fóro
mai
questi guerrier,veri
far
AL
stile
posi, ogni
regal coppia,
Con tra
Ei
chiari
cavalier
Espugnator
OPPONE
gentile
nome
verace
'1 sol
ogn'altra
Or, questo
RINALDO
umile
e
in
nome
quante
studio
per
SI
Este,
tesoro,
e
alma
con
vergai
carte
Ogni
e
vide
più
gloria
'1
beltà
non
da
DI
GIOSTRA
inchina
Ferrara
ferro
di
chi
De'
d'amor
sovente
Avanzai
PERSONA
UNA
superbo
può
di
Cangiar
Cesare
(1).
'1 Po
Belle
LA
IN
MANTENITORI
Quelle
Don
sig.
SOTTO
TaSSO,
DAL
DETTO
del
l'autore
quali
CONDOTTO
nozze
le
lor
'1
contro
da
lui
vero
:
difesa
lignaggio altero.
suo
beltade
felice etade.
composizioni
del
Rinucciui.
Evidentemente
ò
il
12
—
—
E
famosi
tra'
Qua
Ch'or
E
vien
suoni
Del
di
pur
Di
questi
Pur
che
E
seppi
ogni
il
vegga
Ond'io
l'ho
Se
ben
A'
merti,
in
ogni
valor
la
fama
di
mondo
dal
pregi
ingrate,
di
e
'1
canto
chiare
più
che
non
beltà
nobil
mio
ciel
lor
grido.
'1
e
nostro
grazia
che
lido,
vanto
donne
le
'1
divin
a'
il
l'estimi,
ognun
clima,
sia
sovra
suona
pregi,
lo
cavalier
leggiadria,
rime
potei
e
crudeltate
vittoria
mie
le
miei,
preghi
a'
sceso
ne
sue
immenso
suo
Abbiansi
Di
è
ch'ognun
in
sublime,
sedea
risonar
chiaro
semidei
tra'
terra
bell'opre
le
Si
eroi
in
giuso
Che
ov'ei
cielo,
quinto
Dal
te
;
canto
innalzate,
mortale
s'alza
eguale.
Seconde
Maschere
dell'autore,
ALTRI
Cavalieri
sfide,
ONDE
FINGE
Rinaldo
CONDUCA
INTRODUSSE
contro
Cosi
cortese
a'
E
ferro,
Senz'oprar
Richiamato
A
venir
0
schiera
Ma
da
folle
Quanto
e
si
spirti?
a
Grià
sentite
voi
Che
Rabbioso
dal
Né
Altro
dell'altrui
Invidi
A
torto
A
quelle,
Argo
Che
ne'
Del
già
cui
miei
di
sangue
gentile affetto
odio
fuor
la
:
rancore
e
ricetto;
regno
ch'invidia
fama
grazia
egual,
versi
chiare
non
aspetto ?
e
sdegno.
gloria, cercate
vide
non
fuore
tenebroso
or
d'usurpar
Risuonan
Ma
tratti
v'ha
erranti.
trova
e
spinse
d'amore,
ha
sen
profondo
vinse,
cangiate
foco
non
crudi
e
uscite
sdegno solo,
vostri
Ne'
voi
in
loco
Sole
sole,
e
in
soffrirà
lor, che
e
non
accolte
'1
e
di
Cipro
resti
o
%
Gnido;
celebrate
e
qual più
questo
grido
bel tate
lido
estraneo
guerriero
oppresso
'1
vero.
diNUOVO
già
come
vuole
Demoni
che
Malvagi
non
togli
mosse
l'inferno
de
perchè
DI
superbi vanti,
di
iniqua
voci
dimostrar
vi
con
CHE
s'accinse,
le
spaven
desio
qui
del
miei
con
me,
nuove
IeRUSALEM.
preghi
sembiante
co'l
comparsi
con
Demoni
Cavalier
a'
esser
TaSSO
questi
DELLA
POEMA
ch'in
Questi,
a
contro
NEL
S/
IL
PUR
per
Demoni
di
forma
in
SI
fatte
:
lo
14
—
Quest'è
cavalier
quel
piante
le
Quest'è
Ruppe,
che
0
nemica
dal
di
A
ciel
del
Piazze
le
tormentar
Quivi
'1
Non
qui
Giù,
giù,
Trattino
genti
valor
vostro
dove
'1
tornate
i
le
cavalier
sol
al
pagano
ascese.
muro
fatale,
infernale?
mostri,
ribelle
Dio
s'impieghi
luce
;
e
e
mostri,
stelle
l'auree
e
sempiterno
d'armi
chiostri
ciechi
a'
a
belle
e
pure
tornate
:
stuol
guerrier
turba
più
difese?
voi
sacro
Tartarei
qui,
infettate
Non
il
ciel,
mano
l'empio
irritar
dunque
Toglietevi
che
primiero
e
A
da
troncò
vano
prese;
l'invitta
quel
pur
in
contro
l'armi
e
voi
conoscete
Che
cui
Pinferno
Sollevossi
Non
—
orrore:
d'amore.
;
INTERMEDI
PER
CeMMEDlA
LA
RAPPRESENTATA
li'
PER
LE
NOZZE
IN
ANNO
1989
FERDINANDO
DI
I
CON
CRISTI
N
FIRENZE
A
DI
LORENA
DE'
MEDICI
fliproduoo, abbreviando
dal raro
opuscolo di
\E
Dellaparato
\ medi
degl'Inter-
Padovani.
Questo
D.
M.
Duchi
di
Don
1589.
I Con
I testi
l'unico
quale
copie necessarie
la seguente
a
Avendo
«
fedelmente
gli Intermedi
per
gli
piaciuto
è
insieme
di
V.
giubilo
A.
benignità
le
per
ad
sua
V.
D.
Precede
Lorena
Gran
ogni
in luce
quella
Navale,
la
dì
15
di
Comedia
da
di
luglio
umanità
D.
M.
Giovanni
sola
con
gli
metta
diligenza.
il Serenissimo
me
no-
di
segni
la
con
suol
quale
dere
ve-
Obblig. Servitore
et
Medici
quale
Alli
altre
molti
delli
di
la
et
si
illustri et miei
signori
Stampato
in
Superiori;S^.
parte riguardante gl'Intermedi è tra le carte
il
giorva
Padroni
dell'Ademollo
Donila
Torneo,
in
Cristina
la
giorno per
nella
copia
nella
Biblioteca
di
Bataglia
tutto il
Stamperia
manoscritta
che
an-
noxxe
osservandissimi,li
Bologna
Una
legge
si
nelle solennissime
signora
esplica
di
festeoccorse
Malvezzi.
intermedi,
(j[uesti
festecelebrate
brevità
con
de'' Vixani.
fratelli
permissione
delle
Ferdinando
Nel
gl'Intermedi,et
Maggio MDLXXXIX.
Rossi,
nozze,
XCI.
più breve,
Pavoni
Giuseppe
Toscana.
gìwri Giasone, al Pompeo
di
io
maggior
sotto
altri
fatte
Servitori.
di
sposi,il sig. Don
Duchi
le Musiche
felicissime
sue
de'
Emilio
Ser.
A.
descritto
delle Serenissimi
dicatoria
de-
allegrezza e
rappresentati. Supplico però la
sono
particolaredescrizione,benché
Diario
dama
Ma-
una
Signor
e
Cristofano
nel
è
stampa
rappresentata
che
Devot.
(1) Una
La
—
il
nelle
tanti
con
si
devotissimi
primo
| 4»
Duca
con
mandare
di
stupore
il dì
Venezia,
favorito
ha
\ [impresa] | In Ve-
Composizioni
recitata
insieme
aggradirli con
de' suoi
cose
le
brevissimamente
quale
uni versai
con
XCI.
della
di Vienna
Medie-i,\ E
Toscana.
carico, comandandomi
tal
ardire
ora
la
Loreno, Gran
Piocaglia,
mi
la Commedia
Gran
Sereniss.
stampare
me
fatto
io
prendo
Questi
Di
ho
come
a
che
musicale.
D.
de*
musicale
Ferdinando
di
| M.
Commedia,
della
dare
\ Don
gl'interm
\ e de-
:
dal
ordine
avuto
di far
Cavalieri
di Lorena
Cristina
| Per
nozze
nell'Hofbibliothek
Duchi
Vincenti.
Griacomo
| Appresso
Q-iacomo
Bartoli
Concerti, \ fattiper
Lorena, \ Gran
e
\ Nelle
stampa
rara
Matteo
Serenissimo
del
nozze
di
Christiana
netia
\ Et
Intermedii
:
\ Nelle
in I Firenze
una
l'illustrazione
completare
a
Madama
Firenze
| Christina di
conserva
ringrazio l'egregio dottor
(2), e
le
si
completo
esemplare
in
altresì
| sentala
—
\ dell' apparato
| in
leggono
si
Madama
e
\
licenzia, e Privilegio; 4».
Milano, Appresso
Superiori; in-8, pp. 52 (1).
de'
poetici
\ Medici
| Rappresentata in Firenze
\ [impresa]
licentia
rappre
Ferdinando
riprodotto:Descrizione
Medici,
sivo,
cor-
Descrizione
:
\ [impresa] \ In
| Con
IX.
fu
Ferdinando
Toscana.
Don
intitolato
carattere
la commedia
di \ Toscana.
commedia
I fatti per
Serenissimi
\ fattiper
LXXX
opuscolo
raro
Rossi
de'
de"* Serenissimi
nozze
Cristina di \ Loreno^ Grran Duchi
Anton
passi ohe distinguo col
Bastiano
-
\ Nelle
in Firenze
alcuni
Sidi
della
nale
Nazio-
di Firenze.
(2) Cfr. VoGEL,
Biòliothek
Haack, 18J2, I, p. 382-85.
d.
gedrukten
Weltlicìien
Vokalmusik
Italiens
ecc.,
Berlin,
L8
—
dì
A
«
VI
di
Vecchio
«
cosa
Vittoria,
le
tutte
fu
quale
detta
alla
parti
Addì
di
Granduca,
«
la
la
Nel
medesimo
volta
Resta
quali
si
cosi
di
che
di
vieppiù
il
de'
fu
ed
data
altri
terzo
primo
di
ad
divenne
del
melodramma,
poi
il
primo
media
com-
[e.
»
questi
anche
quadro
qual
desimi
me-
media,
com-
ed
e-
149].
di
fatta
nuovo
Ambasciatori
dopo
nobile.»
co'
e
valore
degli
di
l'importanza
passo
essi
del
venuti
molto
in
favorita
la
fu
istanza
colazione
una
Vittoria;
maggio]
personaggi
Pazzia,
Gelosi,
stupefatto.
di
[XV
La
particolare
restò
Magistrati
confermata
il
lei
lunedì
Venezia
quivi
e
datare
suol
ognuno
Salone
nel
di
e
personaggi
della
in
Zingara
perciò
132].
Principi,
Zingara
alla
meraviglia
giorno
Repubblica
prima
che
li
grina,
Pelle-
la
Comici
i
lazzo
Parita
favo-
della
mila,
recitata
da
tutti
stati
tanta
con
d'Isabella,
commedia
della
ch'erano
recitata
Fu
commediante,
con
40
[e.
Sabato.
1589.
Maggio
Granduchessa,
intermedi
loquenza
soddisfattissimo.»
Andreini
intermedi
scudi
costata
Zingara^
la
contraffare
vedere
del
Salone
gran
detta
istessi
gì'
il
a]l'ess«^^,re
nel
Gelosi
con
restò
ognuno
XIII
fu
Comici
massime
rara,
oltre
dell'Isabella
dal
da'
recitata
fu
commediante,
Vittoria
la
sabato,
commedia
una
della
in
Maggio
—
che
fu
[e.
fatta
150].
da'
intermedi,
per
della
la
siderazione
con-
Dafne.
GL'INTERMEDI
DEL
1589.
[p- "]
Ma
ne'
che
natura
:
la
canterà,
varie
musiche
di
dello
si
favola
lo
abbondantissimo
di
il vivo
meraviglia
favola
a
quel
le
legava
:
alcuna
che
E
per
commedia
sforzato
era
del
sempre
mani
all'artefice
di
della
de'
primo.
questo
delle
e
possa
popolo
proposito
faranno
e
una
poco,
pigliando
continuamente
par
che
si trovi
gli pareva
non
u-
strare
mo-
vi
sfere.]
alle
fa
le
Serene
da
mentovate
cioè
(sic) celesti,
Platone
menzione
n'aggiunse,
se
(1)
intermedio
quali
oltre
due,
moderni,
scena,
a
cattivo
chine
mac-
,
al
seguir
a
di
V aria
per
non
scienziati
delle
in
ds^ì' Armonia,
e
quantità
Oltreché,
del
e
l'Architetto
nuovo.
rappresentò
Repubblica,
uditor
e
strumenti,
far
parve
di far
appropriate
di
attenti.
agli
Intermedio
si
gli
buono
e
di
si
o
facultà
recare
gli
non
mostrare
a
quale
cosa
un
staranno
[L'Armonia
guidate
tempo
filo, giudicando
[p. 18]
Ci
in
fare
favola,
filo, nel
mutamenti
e
ballerà
vari
con
passanti
ispessi
ciò
della
quello
sola
una
sol
con
e
ingegno,
suo
diletto.
e
d'un
palco,
per
abbia
con
esso,
,
sotto
mostrare
se
e
'1
fatte
si
ingegnato
Cielo
che
al trovato
tuoni,
acciocché
medi,
degl'Inter-
s'è sforzato
vengan
essi,
sopra
ciò
dal
discendenti
tutte
'1 poeta
vari
oltr'a
s'è
poter
'ntermedio
che
e
di
e
d'invenzione,
saglienti
nello
:
maraviglie
suo
favola,
i Musici
e
varie
Egli
a
se
richiegga
consertato
intermedio.
scenti
che
madrigali,
tutto
nella
far
esemplo,
per
di
sorta
d'essi,
deon
delle
raccontare
a
il facitor
quali
l'operazioni
lor
oramai
vegniamo
lui,
secondo
della
quelle
libri
ne'
nona
pinion
l'oe
cima
de-
sfera
Discesa
[p. 19]
trovatore
La
dal
cielo
musica
fu
in
alia
nuvola,
d'Emilio
degl'intermedi
(i) Precedente
una
commedia.
[Giovanni
de'
V
Armonia
Doria
le
Cavalieri,
Bardi
di
Ve
.caìKiò
parole
mio]:
:
e
del
20
—
—
Armonia.
Dalle
celesti sfere
Di
celesti Sirene
amica
L'Armonia
son,
Poscia
che
fino al ciel battendo
L'alta
fama
Che
mai
ch'a
si nobil
Sparita questa,
cominciarono
coppia
viole
che
in
come
del
Serene
vere
mortali
o
:
l'ali
il sol
a
discesero
cantare
[p. 20] e
in
suono
liuti
su
gli avessi tenuti
non
loro, addormentar
canto
(1)
le Sirene
questo
la Jor vista
se
vide
non
force Alcide.
e
quattro nuvole
potevano,
la dolcezza
con
no,
ben
vengo,
Minerva
dolcemente
tanto
voi
n'apporta
Qual voi, nuova
e
scorta,
di
sti,
de-
profondo
son
gli ascoltatori.
Sirene.
che
Noi,
Dolcemente
In
le celesti sfere
cantando
facciamo
rotar
cosi lieto
Lasciando
intorno,
giorno.
il
Paradiso,
Meravigliepiù
altere
Oantiam
bell'alma
d'una
d'un
e
bel viso.
(2)
Le
parole di questo canto, e gli altri madrigali che
seguono
in
Riquesto intermedio, furono composizione d'Ottavio
appresso
nuccinì,
giovane gentiluomo di questa patria,per molte altre sue
qualità ragguardevole;
Lucca, prete
Dopo
Pianeti
sentirsi
Astrea:
di
di Paradiso.
(1) La
stampa
musicale
Archilei,che
grosso
Aperto
dolce,
cosi
una
sembrava
in questa
apparizioni, della Necessità
altre
e
Cappella
di
maestro
e
di Cristofano
la musica
e
e
:
«
da
due
oltre
il serenissimo
chitarroni
sonati
uno
Parche, dei
le
in terra
e
udita
melodia,
dal
sola
cantò
Gran
Duca,
detto
suo
sette
cominciò
agli strumenti
Questo madrigale
da
città.
con
esso
più
non
quale,
gratissimiservono
accompagnata
cielo, in
forse
Alla
dice
il
Malvezzi,
a
che
che
ben
sona-
tonio
Vittoria,moglie d'Anella
sonando
marito
leuto
un
l'altro da
e
tonio
An-
Naldi."
(2) «
Nel
Il
seguente madrigale fu cantato
primo
voci. Nel
coro
secondo
parimenti
da
una
coro
lira,un'arpa, un
una
dalle
leuto
lira,un'arpa, un
quattro voci
».
Sirene
grosso,
e
concertato
un
sotto
chitarrone,
un
Basso
basso
il seguente
con
di
di
dine.
or-
viola,e quattro
viola,
pagnato
accom-
21
-
al canto
rono
tromboni,
deìVArmofiia
traverse
la melodia
Finita
del
mezzo
cielo, e che,
di
quelle Serene,
le
cose
e
Sirene,vi s'aggiunserodel
cielo
(1).
le Parche,
toccanti
gual distanzia, e
delle
e
cetere
e
—
il
quali sedevano
fuso, intorno
dice
come
Lachesi
le
alla madre
Platone,
Necessità
le
presenti,
avvenire, cominciarono, richiamandole
al
e-
nel
all'Armonia
cantano
le passate, Cloto
[p. 21]
per
Atropo
e
cielo, a cantare;
i Pianeti, che sedevano
dolce
armonia, parve al poeta che
nell'altre aperture del cielo, allato a quella del mezzo,
tassero
caninsieme
le
Parche
loro
la
tre
con
e con
esso
anch'eglino
più
far
per
Al
Necessità.
madre
nugole
qual
andandosene
e
dialogo, che
fu
il cielo
verso
le Serene
movendosi
canto
cantando
loro
questo, rispondevano
e
in
facendo
su
le
un
gentil
lor
vicenda.
a
Parche.
Dolcissime
Sirene,
Tornate
al
cielo,e in
Facciam
cantando
a
tanto
dolce
un
gara
(2)
canto.
Sirene.
Non
mai
splendore
tanto
Vide
Argo, Cipro o
Delo.
Parche.
A
(3)
(4)
voi, regaliamanti,
Cediam
noi
tutti,gran
Numi
Cielo.
del
Sirene.
Per
lei
Ma
(1) La
inoltre nel
viola, con
ed
«
di
con
s'infiora,
pur
rubin
perle e
musicale
ciel aperto
tre
un
(2)
stampa
non
:
sei
e
varii strumenti
si fece
seguente Sinfonia
La
leuti,tre grossi e
tenori,quattro tromboni, una
sopraninodi viola sonato
Cantò
s'ingemma
tro
cornetta,
putto di ottima
con
una
gli detti strumenti
et
basso
di
salterio,un
piccoli,un
ogni maggiore
con
un
questo raadrigaletto
Mora.
traversa, unacetera,
voce
una
dola
man-
Striggio.»
da Alessandro
eccellenza
grazia accompagnato
e
da
di corde.»
(3) « Questi due
versetti furono
cantati
dalle
sopranominate Sirene
lo
con
stesso
concerto.»
(4) « L'appresso dialogo a
in cielo.» Nella
16
si fece
stampa musicale
non
con
tutti gli strumenti
v'è però distinzione
di
e
voci
cosi
in
personaggi.
terra
me
co-
22
-
-
Parche.
Di
argento ha
puro
Arno,
voi
per
l'onde
Q-randuce,e
d'or
le
sponde.
Sirene.
Tessiam
dunque ghirlande a
sien di paradiso i fiori
E
si gran
Regi,
fregi.
i
e
Parche.
A
la lor fronte
regal s'intrecci stelle;
Sirene.
E
Fu
il
tutti
i mentovati
mirabile
cantando, fini
novellamente
strumenti
cui
non
Si fa lieto
cantare
a
E
spera
Schiera
e
pp.
di
(1) « U
voci
al
da
aver
e
ed
elleno
minciarono
co-
in
su
(1):
eroi.
gloriosi
zelo
festeggiando,'1
e
la descrizione
madrigale
tutte
intermedio.»
dialogo, e
cielo.
degliabbigliamentidelle
della prospettiva per
deità
parse;
finora com-
la commedia
La
legrina
Pel-
Bargagli].
Girolamo
seguente
al
voi
d'invitti
la descrizione
33-36
raddoppiando
primo
22-32
il
Serene
giocondo
Canta, ridendo
[Segtiepp.
le
mano
amanti,
fiammeggianted'amoroso
Ma
di
sotto
il mondo
pure
e
i Pianeti
e
[p.22] Coppia gentild'avventurosi
Per
quelle nugole
splendore. Arrivate
le Parche
e
andarsene
sole, lasciandosi
soavemente
insieme,
belle.
più
e
il vedere
dal
chiaro
un
nugole
alte
cose
cacciate
salivano
dette
su
e
cosa
cielo, quasi
che
man
cielo
luna
e
veramente
verso
in
sole
le
Qui
a
sei fu cantato
e
sonato
parti a proporzione l'una
mancano
i
vv.
4-5.
de
con
gli medesimi
con
l'altra,
il
strumenti
quale
e
si die' fine
23
—
Intermedio
[La
tra
sfida
Nel
qual monte,
Nell'una
Ninfe Amadriadi;
la contesa
la trasformazione
di
Piero,
come
luogo,
lon
cantare:
Muse:
nove
fiori, sedevano,
in
Ninfe (2).
le
di
figliuole
in sul monte
mezzo
Piero
stavano
le
ci
medio
rappresentò in questo interfra esse
di Piero
del canto
e le Muse
e
figliuole
delle
le
in piche
perdenti. Occuparono
figliuole
delle
Muse
curanti, il primiero
[p.39]più altiere e poco
di
seguenti, e musica
le
sedici
nel
e
liuti
Rinuccini
valor
di
e
grotte, a manritta, erano
perchè il poeta
d'Ottavio
del
d'erbe
massi,
questo, sopra
e
Muse].
le
e
del
il canto
viole,fu
e
M
a
r e n
a
sì nobil
in
pubbliche opere
z
i o, della
arte,
loro, composizione
i due
si come
sopranominato,
Lju e
quale
Ninfe giudicatricivol-
delle
primiere alla presenza
e
(1)
prospettiva.
coperto
tutto
di queste
le
e nell'altra
(sic)
Piertdi
le
seggi fatti ne'
certi fioriti
su
secondo.
della
[p.37-8]Descrizione
-
nobil
rendono
ne
gali
madri-
città di Brescia,
viva
monianza
testi-
sue.
[PlERlDl](3)
Chi
delfino
dal
Nelle
E
tempeste
quei
La
di
«
il
viola, due
Il
Non
come
primo
leuti,
:
Duca
di
sinfonia
basso
formato
muri,
bastarda
et
invidia
più
all'armonia
beltà
d'acerba
siam
e
so
bas-
et arte
che
mediocre
dal
suono
di
due
giovine che
degliamatori
un'arpa
vono
ser-
di così
due lire:
e
gran
testo
del
De'
il concorto
di
sei voci.»
risponde.
n'infonde:
dura
noi, di
sentenza
e
Arpe, due lire,un
ckitarrone.
esquisitamaniera
con
Onde
di viola
di due
un
fé' natura;
ne
perchè
A
Era
con
Mantova,
giudiziod'armonia
nel
e
soave.
composta
era
viola
Vero
Contesa
manca
canta
putto, lor fratello,
accompagnate
un
E
un
La
«
violino,una
Belle
Questo
torri
formar
atto.
musicale
un
da
a
duri
noi
seguente madri"jalecantorno
nobile virtù, e
porte.
marmi
alletta
il serenissimo
(3) €
consorte
pietre e
però
impetra,
di cetra
suon
Cantando
stampa
cantando
sue
dell'infernal
Chi
\2) La
ch'ai
perduta
Trae
(1) Dopo
aita
beltà
elette.
perfette,
»
Rossi.
quest'altromadrigale
di
un
leuto grosso,
un
rone,
chitar-
24
—
Che
Se
più?
'1 ciel
Si dolce
melodia
Ch'appo
il nostro
Finito, cominciarono
dall'altra
nelle
cantar
non
sia ?
liuti
e
roca
sopra
viole
cantare
a
(1)
voci
Risuona
have
non
similmente
parte le Muse:
Se
—
nostre
di dolcezza
accento
o
suono,
È grazioso dono
Del
ciel,da cui procede
Quanto di bello il mondo
intende
vede.
e
Or
voi, di queste linfe
Abitatrici,Ninfe,
Se
del
Al
ciel
E
di
nostro
che
palme
il
lire,lire arciviolate
arpi,
guisa
:
le
coro.
Muse,
canto
questo
con
soprani di viole, sentenziarono
e
di Pierio,
figlie
E
qual
È
'1 vostro
Dite
che
miracolosamente
gracchiando
v'ingombra
sopra
in
sta
que-
canto
quel
tanto
Cielo,o Terra, o Venti,
o
si dolci
la fine
con
saltellando
e
:
s'udiste mai
si vide
:
il vanto
dolcezza
Ninfe
?
un'ombra
canto
si dolce
D'ogni
tosto
follia
lor si deve
A
in
soave
0
Appo
e
più
(2)
[p.40]
E
d'alloro
e
Ninfe ebbero
le
avete,.
grazie rendete,
Incoronate
Udito
diletto
cantar
le
del
donzelle
la
per
sparire il
accenti?
lor canto
ebber
perdenti
diventar
nascondersi
scena
monte
e
le
grotte
giudicato,
piche,
agli occhi
e
e
trui,
al-
dileguarsi il
giardino.
Segue /pp,
(1) « Questo
l'altro
40-41
che
J
segue
la descrizione
similmente
era
degU abbigliamenti.
con
gli medesimi
strumenti
coro.»
(2)
«
Questo dialogo
a
18
si foce
con
tutte
le voci
e
strumenti.»
e
voci
da
l'uno
e
26
-
fuoco
serpente Pitone, vomitando
ria d'intorno, cavò fuori dell'orrida
da
arsicciate
quelle
coperto
si
vicini, stava
lui
al
stato, lo rimise
dentro.
i
insieme, sopra
gli
Onde
bene
Oh
sfortunati
Dunque
Nati
flebile
fiera,tutti
mesta
e
volesse
alquanto
e
scena;
la cruda
che
a
al sole si poteva
allumata
Iddio
E, quasi
quegli uomini
bene
con
Fa-
voce
liberarglida
infortunio:
strano
e
che
miseri, veduta
queste parole, pregando
acerbo
non
oscurando
il capo.
vedesse
predetti,
strumenti
d'esso
tetra caverna
e
sole,
cosi
così
col fumo
e
piante
lisciando
assomigliar lo splendore della
cantarono
-
a
noi !
saziar
la fame
di
infame?
questo mostro
Re del cielo,
sarem
0
(1)
padre, o
Volgi pietosigli occhi
infelice Delo
Allo
Ch'a
A
sospira,a
te
dimanda
te
Muovi
Contro
altre
che
in
dal
che
e
cielo
insegna
un
fu
musica
nella
sfidava
con
seconda
nel
:
ordini
tre
con
e
di
tosco
degl'infelici
d'arco
armato
uomo
figurato;perocché
la
e
il
se
si dividea
il serpe,
dichiarato
poco
e
era
che
nella
in
corse,
gli soc-
il poeta in questo
battaglia Pitica
luogo
quale iambico
saette
ci volle
guisa che
rappresentandosi
cinque parti. Nella
alla battaglia conveniente;
nella
in
col
terza
si contiene
dì sotto. Nella
ciò
che
quarta col
verso
iambico
si chiama
verso
l'az-
spondeo,
quel serpente si rappresentava la vittoria di quello
nella quinta , saltando, ballava
un
allegro ballo signifi-
la morte
iddio; e
aperta,
tra il verde
crudele, quasi accorto
e
questa pugna,
Apollo
zannamento,
colore
stran
Polluce, il quale dice che
prima rimirava
combatteva
d'uno
l'aliacce
infocata,fischiando, e fuoco
rappresentar
Giulio
l'antica
con
e
boccaccia
spaventoso
venne
intermedio
e'
guisa due
stessa
spelonca. E finito,con
specchi
lingua fuori
Apollo
per
egli nella
ucciderli
tempo
un
la divora.
e divorargli tutto
quella selva, [p.44] per
saltò fuor di quellaspelonca; né appena
fu allo scoperto
in
erano
cavò
della
smisurata
in vista
vomendo,
cj'udel che
il collo
e
una
denti, con
gran
e
'1 cauto,
rilucenti
di
con
e
nero,
durò
il capo
distese,pieno
e
ginocchi,
piange e plora!
saetta
e
'1 mostro
che
mentre
volte
i
far di lei vendetta
A
E
aita
lampo
piega
te
di
(1) Questi tre
antecedente.
?drigale
versi
Poi
mancano
nella
seguo
la nota:
stampa
*
Qui
musicale
manca
una
e
i
seguenti
sinfonia
».
sono
uniti al
ma-
27
-
vittoria.
cante
tolto di
del tempo
musici
modi
Essendo
stimando
in iscena, dovesse
a
tutto
e
d'imitare
e
con
quasi
venne,
in
l'arco
con
d'un
detto
abito
palco,
con
quel
bello
da
il
Nella
terza
il
e
vero
questa
il
che
destro
e
dito,
spe-
maniera
sul
tromboni, cominciò
il campo,
al serpe
saltando
ciò
e
ballando,
conciamente
ac-
prestezza
con
e
scotendo
grande
parte ci mostrò
V ale
suon
spesso
della
i
battendo
ballando
tuttavia
egli, pur
e
alla pugna.
orrore
frecciando
e
{ribattimento,
seguitando, e al
i
ben
ballandogliintorno
sfida;
gentile,[p. 45] ci rappresentò la di-
con
co
lui
fu posto nel
riconoscere
intorno
vestito
e
che
,
fiero
denti, accignersisi
dì
fischiando
serpe
in
di
dal
il sostenesse)
fosse
dimostrò; e
ne
al fier serpente
e
E
perchè
e
è
lontano,
atteggiamento
si vide
e
battaglia,che
riconoscimento
mostrandosi
fatto,e
e,
Apollo
di saette
cielo.
di viole, di traverse
della
che
pien
Arrivato
raggi.
destrézza, ma
gran
con
da
alla melodia
parte
infocato
tanto
era
musica,
quest'arte,
rimirò, ché
perciocvenire
un
raggio; e
si vide
in
diletto
lo
d'oro, nella guisa
Pianeti
i sette
tra
circondato
prima
tela
di
venire
potuto
al fianco
il turcasso
e
non
non
la
mano
intermedio
primo
moderna
nostra
(perciocché niente
miracolo
quei
con
battaglia,
rappresentata
intendentissimo
sarebbe
non
lunghezza
fece, sommo
come
rassomigliar quell'antica.Fece
incredibil maraviglia di chiunque
risplendente di
abito
tal
di
più prestezza
con
che
la
con
potere sforzandosi,come
suo
cielo,e
sì
arrecare,
dalla
e
rappresentar
cose
il poeta
rappresentò
ci
malvagità
fatte
cosi
poter
antichi,e
agli spettatori,la
dalla
noi
a
—
e
tando,
salpente
ser-
il serpente
e
il
ruggendo
e
ginando
dirug-
melodia
le saette
maravigliosa attitudine,si troncava
fitte nel dosso e squarciavasi le ferite,e da esse versava
brutto e nero, che parca inchiostro;
copia del sangue
denti, con
ch'egli avea
in gran
e
gemiti spaventevoli tuttavia mordendosi
seguitando
perchi lo feriva,cadde
Caduto
e morto, eglitutto
e mori.
vittoria,
lieto,gonfio e altiero,ballando
significante
sopra musica
col ballo felicemente
quell'attodi quella lieta alterezza:
espresse
si ritirò dal
e ballato
serpente morto, e gli pose il pie' dritto,,
e
urli
con
e
con
,
quasi trionfante, sopra
coppie di quegli uomini
credessero
e
quasi non
la
che
lungo
erano
volesser
sangue,
e
Apollo
allegrotuono e
i compagni
lira.
»
uno
s'accostarono
la selva
scuro
sopra
a
veder
dendolo
drago : e vequasi nero lago,di
morto
e
la testa, cominciarono
tanta
se^ue
fu
dolci
cantato
da
due
la pugna
quel dio e
strumenti, lodando
in questa maniera.
letizia,a cantare
sopra
(1) «Il madrigale che
d'una
in
che ilpie'gliteneva
a
fatto
chiarirsi dal
in terra, tutto imbrodolato
in
ciò
E
testa.
quattro voci,
al
suono
mando
chia-
(I)
d»un'arpa e
28
-
0
valoroso
0
Dio
Dio,
chiaro
Ecco
il
e
sovrano,
serpente rio
Spogliagiacerdella
Morta
è l'orribil
Venite
Apollo
Cantando
quel
lontan
da
il morto
Delo
e
alzate, o belle Ninfe, al cielo.
dello intermedio,
veder
i
tutti
quali s'erano
la pugna,
più
spanto il mostro
balla, e con
grazioso
andarono
e
da
serpente.
Finito
che
ritrovavan
una
il
ed
mille
volte
esprime
fu
la letizia
,
dell'aver
com'
importuna
i Delfi
così
uomini
ed
Iddio
liberato
donne,
come
egli insieme
,
la
quella di quel
era
d'una
liuti,tromboni, arpe,
grazia,
tanta
violini
e
con
cornette
mille
e
e
felice :*
0
fortunato
ville,
0
fortunati
colli,a
Mirar
Che
l'anima
col
e
cantando
venuti; sparve
Segiiepp.
46-48
questo si tenne
e
maligno
Spogliòil prato
carolando
cui
lice
pur
l'orribil angue
Versar
In
persona
ringraziando
e
sopra
Griorno lieto
(1) «
festeggia e
della
queste paróle : (1)
0
ond'eran
scinato,
stra-
melodia
intorno, cominciarono
carola; cantando
E
che
ballo,
suo
loro, rallegrandosi
dolcemente
[p.46] via
solita
atteggiamento
peste sì orribile
gli si
cipio
prin-
selva, a
maraviglia
con
fu
canto
al
la
lungo
veder
a
alla
Apollo
,
quinta parte di quella musica,
esso
ritirati
uscirono
si vide.
E
i Delfi
gli altri che
serpente, il quale alla fine del
né
mano.
schiera,
a
s'accostarono
canto
invitta
tua
fera;
schiera
a
Venite.
A
-
il sangue.
tosco
di
fior,di
se
la selva
frondi
n' andarono
e
la descrizione
l'ordine medesimo
il bosco.
la
per
lo intermedio
medesima
fini.
degli abbigliamenti.
dell'antecedente.
»
via
29
-
Intermedio
[p. 49]
[Comparsa
di
suono
scena
fuoco,
loro
che
sopra
un
grandi,
di
e
dire
a
in
quando
il mondo
stante,
uno
nugola
la
mare
chia-
dell'aria, appellata
supreme
forma
nel
dicendo
ubbidire,
a
a
godere
più bella
nella
e
organi di
e
canto
pura
doveva
dentro,
v' ha
attraversava
suo
region più
della
in
nel
e
,
Demoni
infocata
una
cantare
a
quale,
bassi, di viole,
eh' ella
(2), mentre
la
carro^
liuto ch'ella
un
lire
di
soavemente
felicità,ed essi vengono
nobile
prende
«
dentro
sonavano
costringerei
più
Maga
una
infernali].
e
violino, d'arpe doppia, bassi di tromboni,
cominciò
e
celesti
all' armonia
e
liuti,d'un
scena,
Demoni
dì
della
mezzo
legno che
quarto. (1)
Vapparizione di
Descrivesi
giunta in
a
e
quel
—
e
canto
questo real maritaggio gli s'apparecchiano
per
[Maga]
[p.501
A
voi, che
E
tutto
Ditene
vedete, eroi, comando
il ciel
senz'invidia
quando
di
musica
predettifu
strumenti
nostri tempi. Le
ogni
di questo
quarto intermedio,
Strozzi,
gentiluomo
l'ordine
e
melodia
della
dei
il rimanente
come
furono
legrino
scienze, del cui pel-
belle
e
madrigali
Giovambattista
di
opera
specialmente di poesia, ce
opere,
degh
pregiatodei
musico
Caccini
di nobili
ornato
molte
grazia aduna.
di Giulio
opera
:
alcuna
sua
parole
queste
quai parole, sì
ingegno
luna,
in alto sete
Il cielo in terra
La
farei la
elei cader
dal
Io, che
ne
fanno
testimonianza.
i Demoni
Apparsi
(p. 51)
Or
nella
saldo
Un
(1)
«
La
«
Usciva
chitarrone, due
detto
mizio
Alessandrino
Isorelli
in
(?•") Si cantò
«
fu di Cristofano
musica
il concorto
lenti
della
arrossi, due
una
[Striglio],
tale
strumento
i! socruente
aggiunge
celeste,
amor
D'ogni alta gioia il mondo
Ogni alma al bene oprar
(2)
(3):
cantarono
grand'alme insieme
le due
che
nuvola
Malvezzi
piccoli,due
ti-aversa
eccellente.
madrigale
con
,
riveste;
s'accende
e
punge.
»
da
sinfonia
si
un
nn'arpa
Uro,
un
sonata
di viola
basso
da
salterio,una
G-iulio Caccini,
dal
da
I)o-
bastarda
suonata
»
sei voci
e
un
violina sonata
gli detti strumenti
».
3U
—
Volane
lunge la cagion del pianto.
Felice
Che
La
musica
fu
a
che
mai
del
di
maestro
con
e
dona.
cappella sudetto.
Posersi
pianamente
musica
malinconica
una
poeta) cominciarono, cantando
lamentarsi
tai parole del
bene
con
della
abitator
Già
nel
Sarà
carcere
A
più
te
agli occhi
circondavano,
usciva
testa
di
quella
a
fronte
una
se
minore
(1)
lira
e
«
e
ve
in
destra
brutta
i
vero
Il concerto
e
del
barba
con
che
alcune
facevano
,
e
petto in
e
grande
e
tra
imbarcarsi,
per
Diavoli
il
tutto
d'anime
e
quale
quegli
era
su
tra
orrori
gialla, e la
a
braccia.
otto
La
che
segue
proporzione. Sotto
fu di
signor Giovanni
sua
Dante, vermiglia;
terza
nera.
Sopra la
a
ciascuna
messa
svolazzava.
Ne
un'anima
in
guisa fatteglidimenare,
è del
lo
vuol
come
dall'artefice stata
Madrigale
musica
quei
che
,
finto,quelle continuo
in
nuta;
ca-
fiamme;
s'adagiava. Per
:
e
guisa di cerchio, tutto di ghiaccio,
a
il
gara
Lucifero
a
di
la
con
lunga
ruote
di brutti
naturali
lago,
bianca
chi
batteva
remo
e
a
fuoco.
tutto
Caronte,
,
non
bocche
voci. La
inferno
il vecchio
fuoco
a
V
ali,del color di quelle del vispistrello,
e,
gli
quelle
porta.
dipinga Dante,
mezzo
cresta
morta:
[p. 53]e
si vedeva
simili
un
tra
due
facce
cinque
pronosticato
sdegno;
e
gente
facce; quella dinanzi,
maestria
bocca,
cetre, a
e
,
eterno.
,
n'erano
quello dal
fosse
stato
n'avevan
la tartarea
d'anime
stava
man
di queste
la
spezialmente intorno
tre
aveva
che
è detto, infinite schiere
finti
fuochi, che
'1
lo infocato
e
,
arpe
Averne,
i Diavoli
ed
che
par
perchè egli con
l'Inferno,come
e
in eterno
la barca
tormentate
(opera del
viole
sopra
e
gli scogli
su
lamentevole
e
il tormento
verrà
non
dell' Inferno
come
empieva
in
inferno,
le Furie
All'entrar
intorno
e
e
ch'invidia
l'orror,sarà
Chiudi
barca,
dolenti
di Furie
regno
scenderà
Duro
Descrivonsi
del cieco
dolente
Null'altro
sua
schiere
due
la
nugola: (1)
Miseri
«
spariti i quali,
,
uscirono
e
nostro
Demoni
risuona,
abbigliamento di detti Demoni
spaventati. «
sedere,
in ciel
soave
trasformò nelV inferno ,
si
Diavoli
V
canto
felicità speranza
sua
Descrivesi
scena
eterno
più
Di
-
che
pareva
come
con
ogni
che
quattro tromboni, quattro violo, una
de'
Bardi.
»
31
—
voluto
avesse
il
nel
gareggiar
ogni bocca
Un
A
in fatto col poeta
che
lo descrive,
che
tre
il mordere
della
Rimanea
maciulla,
facea cosi dolenti
nulla
era
che
graffiar,
'1
Verso
di
guisa
a
ne
dianzi
quel
co' denti
dirompea
peccatore
Si
[p.54]
mostrarlo
dice:
qual
Da
—
tal volta
la schiena
brulla.
pelletutta
[Inf.,XXXIV.]
Era
dì essi
ripresa
anima
se
con
alle vellute
da
coste
cominciò
rabbia
ritta
man
i
la coda
affumicata,
lo
quanto
di lui
questi Minos,
reale
d'orribil vista:
e
dirsi
Minòs
crudele,
e
che
r anime
e
a
qual
si vedeva
Finito
do;)o
loro
gli stavano
braccio
un
e
in modo
urli
con
Lucifero,
e
alla
strida
si rinchiuse
affocate
bellezza, e
e
lo
si
telle,
ro-
a
rabbiosi
di porpora,
lunga
lunghissima
il Minotauro
vedevano
fino
e
che
tutto
contraffatto,che
fu
e
Cerbero
terra
anime, qual
alla
di
in
Centauri
e
gola
quale
in
su
e
una
qual
i
tra
col capo
fino
al
quale
fini,e
sì diede
cominciò
in
giù'
petto, e
gamba sola.
gli scogli il lor
mesto
,
similmente
antri
scena
deva
mor-
piedi. Per
l'Inferno, e gli scogli e gli
la
in atto
che
e
dileguarono ;
del
due
lamentevoli, sprofondarono,
'ntermedio
fine
di serpente
Satan,
Arpìe
giacere
a
sedevano
che
i diavoli
e
coda
,
canto,
aggranci
bocca, appigliò
ed
:
egli allora con
Allato
a
Lucifero,
buon
un
uomo
e giusto;
e
questi, erano
ghiacciatostagno si
sgambettare; qual sotterrata
di
di fieno
orribilmente,e ringhia.
il
tutto
Tuno
:
sinistra,rincontro
spaventoso
in capo
girsi:
sfug-
1' altra
veste
con
fan-
alla
rimise
Plutoni
e
e
e
,
in viso
pareva
di bocca
diavolo
maciullarle.
a
scorpione;
corona
Stavvì
A
che
la
ve
certi
erano
forcatella
una
arrivava
non
filiggine:
raggiunte, e
e
piedi,il fusto dipinto a scoglio
Dopo
ben
;
strignerlee
ricigneva
poteva
perchè
come
diavoli, appresso.
ma
e
Gerione,
era
diavolacci
1' altro
sagliendo
e
a
le branche,
e
esso
branche,
le
due
con
della
'1 tempo,
forcone, quasi
un
con
in bocca
glielerimise
da
seguitate
colore
quell'anime (che
destri) gli uscirono, preso
furono
una
di
due
,
ciulletti assai
ma
velli dal
lunghi
masticava
ch'e'
mentre
di
coperto
tutto
tornò
nella
il quarto
cominciamento
sua
atro
al
e
le
verne
ca-
primiera
della
quinto
media,
com-
medio.
inter-
32
-
Intermedio
[p 55]
del
quinto. (1)
[Arione citaredo]
.
Descrizione
apparizione di Anfètrite e
mare;
apparizione di Tritone
[p.56]
«
Le
sonando
l'onde
talento
A
cui
s'atterra
Nume
Ad
dal
Rinuccini
Malvezzi
prete,
le
Ser.mo
basso
ed
e
un
un'arpa
Duca
di
a
vasto
regno.
fuorché
Giovanni
la
'1
guente
se-
,
Bardi,
furono
di Cristofano
musica
Anfètrite ebbe
detti strumenti
a
il canto,
cantare:
Anfitrite,
da
coralli,
cinque
a
Malvezzi.
voci
leuto, d'un
fu
cantato
fu
di
sonata
ila Giulio
viola, due
»
maxavigliosamente
e
d'
un
da
cantato
arciviolata
Vittoria
lira
toccata
chilei,
Ardalla
Striggio.'•"
da
cinque voci
Mantova, accompagnati
tenore
regi,uscite.
voi, gran
chitarrone
Alessandro
famoso
(3)« Questo madrigale
del
de'
'nchinare
a
d'un
del
mio
finito che
suono
è di Cristofano
suono
mano
al
perle e
musica
sola, al
seno.
quinto intermedio
E
detto.
diva
Questo madrigale
raaestrevol
tare:
can-
liquidicristalli.
Siamo
(2)
a
questa bella (3)
noi, con
Da
La
alberga in
mare
degl'intermedi
già
Ninfe
Da'
«
soavemente
regina,
mar
soprannominato:
Nostra
«
Anfètrite,
e
inchina
e
di questo
trovatore
d'Ottavio
(1)
del
profondo del
,
E
eh' elle
(2)
son
ch'ai
madrigali
cominciarono
e
nere.
ge-
inchinarvi,o regi sposi,vegno
Fin
del
liuto, cominciò
raffreno
mio
quattordiciper
lire arciviolate:
e
mento;
abbiglia-
suo
^\ì strumenti
sonare
viole
un
A
Ogni
a
erano
alla nicchia
Io, che
i
che
seco,
sopra
Tutti
Ninfe marine,
e
Ninfe... cominciarono
condotti
avean
-
leuti, un
fra le
dalli antecedenti
piccolo sonato
Cini, anch'esso
servidore
da
della
quali vi
e
di
Francesco
suddetta
Basso
,
strumenti,
Gio.
Paolo
fu
altezza.
più
di
»
da
un
Roma,
34
-
Ardisci, ardisci
Entra
0
in
forte.
quell'ondetorbide
volontaria
Sortirai
A
ti torrai
quivi, o
questi feri,e
rappresentò
citaredo
e
Arione
descrivesi
e
gettò in
si
mare
i marinari
deW
in
mare
nelle
portò
Lieti, cantando, il
A
bei
i nostri
Già, fatto
riva:
«
allegrezza
dendolo
cre-
ciarono,
comin-
mare
desir
freddo
Dentro
Descrivesi
V
ritornando
l'anima
felici de'
scena
'
Apollo
Dei
e
in
(2)
entro
esso
commedia.
ballo]
e
l'Armonia
con
della
atto
partenza della galea,
la
e
sesto.
degli
il cielo
Bacco
e
suoi.
marinai
Intermedio
[pp. 60-61]Descrivesi
noi
or
Valtimo
per
[Dono
spira
tesori
abbigliamento d
la
aspira:
cortese
quest'acque;
Godiam
'1 cielo
che
gielo
L'infelice Arion
molte
il
e
nel
nuvole
,
Ritmo; ^e Grazie
,
le Muse
Amorini.
Fece
«
più
bella
che
avendo
(1)
(2)
il poeta
vista
Platone
compassione
«
Questo madrigale
«
Il sesto
Rossi.
intero
deità
queste
ch'eglipotè
scrive
per
De
alla
fagotti, in questa guisa
e
Solchiam, compagni fidi;ecco
e
finché
marinai
salvo
d'
tasi
raccon-
«
(1)
cantare:
mezzo
morali
dei
pioni
,
cornetti, dolzaini
d' Arìone
la favola
assalto
delfino lo
annegato
tromboni,
sopra
a
e
Plutarco
scena
un
lido.
navilio
questo
con
la
grido,
gloriosoal
e
poeta
davanti
eterno
con
lirico,scritta da
poeta
favola
la
il
sonanti:
e
morte
Giungerai salvo
Ci
-
intermedio
da
,
legnaggio
fu cant'ito
»
solo, ciò
è molto
che
in
da
sette
alla
voci
nella
fine
fatto
quel
leggi. Ciò
affaticato
umano
diverso
faccio
sue
accompag'nate
stampa
di
da
sunto
lieta
e
tare
rappresen-
fu
che
Giove
ripieno d'af-
e
musicale
questo
più
nella
iscena
perchè ci volle
libri delle
ne'
al
venire
detti
e
strumenti.
però
dalla
debbo
»
portarlo
ri-
relazione
35
—
fanni, deliberò, per
si
le Muse
portare
refrigerio,che
prendessero eglino questa
V Armonia
il Ritmo...
e
Chi
le stelle
Ogni
in
questi,
Bacco
in
alto, si
e
terra
sentì
a
il
Alle
dolce
Il suono,
dolce
'1 ballo
e
'1 canto.
E
di tanto
col canto
aita
Amorini:
e
lieta.
dono,
col
e
I faticosi tuoi
suono
travagliacqueta.
venti
uscirono
gli
con
mortai, felice
turba
Godi
cotanto
e
le altre sei Muse
Godi,
la terra.
conforto
e
regge,
vita,
umana
S'affligge
Sarà
e
/'Amorino:
e
fatiche,onde
sue
informa
adornar
Muse
poi ripresero tre
mondo
disserra
ben
suo
1
e
arricchir,
per
Per
Quindi
mandògli
e
e
legge
eterna
con
Muove
Quindi
da
e
»
cura
Apollo
seguente:
[p.62] canto
Di
alcun
dargli
-
coppie
tra
uomini
donne
e
che
[p.63]
cantarono:
Oh
quale, oh qual risplende
nell'aere
Nube
e
colori ?
bei
di che
Accorrete, pastori,
E voi vezzose
e
liete.
Ninfe, accorrete
Belle
Al
E
dolce
Per
Se
celeste.
i
mali
fatiche,a'
il ciel conforto ?
Ministra
Quant'è
E
preste
più fia7,che '1 faticar v'annoi
gloriaper virtute, egri mortali,
alle
Rende
dell'armonia
suon
e
le deità:
ricominciaronj
Quando
accorte
d'acerbo
ce»' doni
ciò cantato,
e
giù
e
e
e
dolce
e
leve
greve
co' tesori
soavemente
suoi ?
scendendo
tuttavia,da quegli
36
-
di terra
grande ammirazion
con
avvicinatisi
furono
strumenti,
oltre
e
a'
solo
cantano
infìno
terra
via
e
Ninfe
essi:
e
alla fine
quei di
terra
della
di voci
del
con
degli Angeli
madrigali di
Ottavio
del
più
quella della
canzone
è
quivi
volte
che
pareva
tutte
La
cantare.
a
furono
e
a
;
scesi
bel
nel
Ove
invece
Che
mai
strumenti
le
gerarchie
canzone
composizione
musica
Cavalieri.
de'
In
Con
non
suoni
Scorriamo
Or
sereno,
di fior
lumi
son
e
stelle
meno,
vengon
voi
e
dolci
il ciel
seguendo
e
belle,
canti
certo
con
moto
erranti.
l'orme
Degl'immortali dèi, pastori,intanto
*
Movete
Al
il
piede, accompagnate
nostro
Alla
conforme
pie
Ninfa
sua
il canto:
accanto
Ogn'un s'accolgae poi
*
I
Muova
i
passi suoi.
balli,i canti, i suoni
ciel s'odono
Del
[p.65]
leggiadramente
Nuovo
Di
Vie
in terra,
e
par
che
'1
mondo,
Olimpo, risuoni
celeste
più
che
Il ciel si
Grazie
e
armonia:
mai
mostra,
dolcezza
lieto
e
giocondo,
secondo
e
spira
ovunque
e
de'
di
drigali
ma-
[Cristofaro Malvezzi];
lucenti
caldo, al giel sempre
queste parti e in quelle
Al
che
an-
nente
il rima-
questa:
Lassù
in
,
quale
La
già mentovato.
d'Emilio
col ballo
canzone
e
tutto
d' altri
armonia
una
cappella sudetto
di
maestro
gli dèi
,
canto;
canzone
cantano
questo intermedio
Rinuccini,
della
cominciano
ballando
da
fermate
tutto
il
,
aiutata
si fosser
spagnuola
moresca
stanza
dall'aperto cielo che
ch'uscia
alla
detti
i
leggiadramente i passi suoi,
loro
esso
canzone,
nugole, quando
come
Muova
verso
le
e
e quelle
baleno, preso per mano
cantando
a ballar
e loro insegnando
con
nugole sparite
Pastori, tuttavia
i
e
le
alla
cembali
e
pie conforme
il
essi
[p.64] chitarre
la seconda
tutta
a
ed
aria) ripigliarono sopra
detti,sopra
quelle parole Movete
i
in
napoletana, cetere, salteri
alla
e
rimirati
(pure
loro
-
intorno
gira.
Eia
37
—
Ma
gli alti
se
Verace
secreti
noi
a
disvela
Questi doni, onde
Séte,
il
Griove,
sommo
lifeti
mortali, e queste altere
0
e
nuove
largo piove,
quelle
appo
ch'or
Grazie
vili
Saran
riserbano
Che
-
amiche
al mondo
stelle.
gloriosastrada
Per
Vedrà
il mondo
Cinta
al fianco
Un
A
'1
Non
Per
ver
sole.
Medicea
prole,
conteso.
il
fia d'Atlante
lui farà
'1
mole,
è
non
e
spada,
della
soverchia
cui
Se
la
eroe
sacro
le stelle
passar,
gloriosopeso.
ritorno
Ogni virtute, ogni real costume:
D'armi
di spoglieadorno
e
Vedrà
Flora
E
aurate
con
Dall'uno
Levar
Avrà
da
le
all'altro
la fama
il
regia
sposa
avventurosa.
I
mille
suon
in
la fine
e
d'Amore
man
invitti
pace,
con
e
in guerra.
d'armi
gloriosicarmi.
qual* canto, col gentilissimoballo
[p.66] mento
onore.
lingue
di trombe
pregi lor
per
volo.
a
la terra
D'eroi, famosi
A
nome
gran
valore
e
adornar
Canteran
fiume,
al mondo
quanti figli;,
congiunti vedrai
Per
veder
suo
Etade
vera
bel
suo
polo
eroi
Beltà
al
piume
Tanti
Tu
D
sponde
piacevole che
non
se
ne
fu
di si dolce
interteni-
,
sarebbe
giammai
voluto
».
di
Segue [pp. 66-72] fa descrizione dell'abbigliamento
Il
Fine.
tutte
le deità.
38
-
Ecco
La
la relazione
la stampa
secondo
musica
fu
intermedio.
di Cristofano
Malvezzi.
fecesi
chitarroni
due
Poi
violino.
due
Del
cangia mai
Ove
non
vengon
soverchio
In
salterio
basso
dì
,
,
e
viola,
raddoppiate:
stagion il sole,
meno
di
giel gigli e
rose,
liete carole
che
fu
segue
concertato
bassi, quattro tromboni,
4
con
due
cornetti
lira,
lenti
,
,
l'arciviolata
mandola,
una
il mondo.
adornare
arricchir,per
madrigale
,{
un
voce
questo di giocondo
Per
due
lenti
senza
sereno
non
Moviam
viole,
le voci
Ove
Per
Il
bel
e
vago
soli
strumenti
lire,quattro
replicò con
si
gli
con
,
un
musicale:
Sesto
Questo madrigale
furono
-
cetera
una
,
violino
un
quattro
un
quattro
venti-
con
voce:
0
qual,
Nube
0
qual risplende
nell'aria
di
si bei
colori !
Accorrete, pastori,
E
voi, vezzose
Belle
Al
Questo
Ninfe,
dolce
accorte
dell'armonia
fu
La
preste
e
celeste.
Onofrio
da
cantato
chitarrone.
un
sopra
accorrete
suon
madrigale
liete
e
Gualfreducci
è del
musica
mente
vaga-
Emilio
signor
de'
Cavalieri:
Godi,
turba
Godi
E
di tanto
col canto
I faticosi
Il seguente
di sessanta,
e
dono,
e
tuoi
madrigale
strumenti
fra
molti
felice
mortai
e
col
e
lieta,
^
suono
travagli acqueta.
a
sette
tutti
atri
cori
gli altri
nelli
cori
si fece
e
con
le voci
cantò
gli primi
furono
Tomaso
al
prannominat
so-
numero
Benigni, Ce-
39
—
0
fortunato
Lieta
di
gioia e
farà
E
all'altro
fama
La
Quinto
andrà
A
coro.
Questo ballo fu
reai
ogni
costume,
piume
eterne
con
Dall'uno
polo
col
30.
suo
{segue la
da
cantato
gran
nome
musica
del
le voci
tutte
a
volo.
precedente).
tutti
da
sonato
e
gli
suddetti:
strumenti
Oh
che
ch'in
Ecco
Caccini
per
Margherita
dolce
armonia
sentir
né
e
veder
adornato
mirabil
di
vaghezza
e
grande
Udito
ha
che
eroe,
frena
Etruria
da
Vittoria
Vittoria
l'altra
alla
Lucia
e
che
una
napoletana,
sonagli d' argento
attitudine
Archilei
,
e
si
con
maggior
né
e
Giove
in cielo
E
dal
stampa
di
seggio santo
suo
il Ballo
ed
questo ballo per
musicale
benigna legge
regge,
purissimozelo,
divisione
(1).]
con
Il
Manda
di sorta.
ballati
si poteva.
[G-LiDei
Del
e
Margherita, e sonavano
alla spagnola e
una
cembalino
e
prèmere.
or
gli terzetti cantati
uno,
un
accendono:
Venere
e
la terra
pie
tutti
scendono
terra
Imeneo
Col
!
ch'il mondo
Grli Dei
Furono
miracolo
nuovo
Ecco
nella
!
'1 ciel insieme
e
ritorno
Ferdinando
Per
(1) La
nissimo
sere-
quanto fia più adorno
Quando
senso:
del
tenore
speme
la terra
canta
Ma
chitarrina
Cima
giorno
che
Poi
Lucia
Giulio
e
di Mantova.
Duca
e
Marcelli
Missere, Placido
seri di
-
i
versi
il Canto.
ciò
che
si seifuono
riffuarda i personaggi è fatta da
senza
alcuna
divisione
e
senza
me,
a
cazioni
indi-
40
-
-
[Coro]
Che
porti,o drapel nobile,
Ch'orni
immobile?
la terra
[Gli Dei]
il bel
Portiamo
far al
Per
'1 buon
e
ch'in
paradiso ugual
il
Tornerà
d'auro
Tornerà
il secol
ciel si
la terra.
secolo^
d'oro,
di real costume
E
chiaro
Ogni più
lume.
[Coro]
Quando
che
verrà
I mali
distrugghino?
si
e
fugghino
[Gli Dei]
Di
questo
Nel
I
sole
nuovo
subito
apparire
le viole
giglie
fiorire.
Si vedranno
0
felice
stagion,beata
Arno, ben
Per
le
sarai
nozze
Flora
beato
tu
!
a
pieno
felici di Loreno.
[Coro]
0
novella
d'amor
fiamma
Quest'è
la fiamma
ardente
Ch'infiammerà
d'amore
Ancor
spente.
l'anime
ch'Amore
Ecco
II cielo arde
lucente
Flora
innamora
e
!
[Gli Dei]
A
la sposa
Corona
Tessin
De
i
reale
trionfale
Ninfe
e
Pastori
più leggiadrifiori.
!
serra
42
-
dalla
della
cipalissima
E
qui
ascoltanti
Lucchesi
Laura
signora
si
i
città
di
fine
die
quali
-
ai
Lucca,
Guidiccioni,
di
ornata
Intermedi,
agli
pieni
restarono
de'
di
gentildonna
rarissime
ma
desiderio
qualità
allo
non
di
sentirli
replicare.
Ballo
Questo
disegno
dell'ultimo
ci
ha
da
intermedio.
rappresentare
[segue
l'incisione]
il
prin-
palco.
e
stupore
di
virtù.
delli
nuovo
BALLO
BERGIERE
PI
[1590]
Queste
stanze
Maschere
titolo:
col
157
a
nel
autografe
sono
di
Trivulziano
delle
Bergiere
stanze
e
hallorno
poi
hallo
alla
di
La
canta;
nella
\
2.
Bergiere,
3-6
In
Firenze
|
e
de'
del
Romano
Superiori;
comincia
sotto
nella
carte
quattro
prima
:
dedicatoria
la
è
il
finisce
ohe
e
G-iorgio
appresso
sotto
due
ciascuna
contengono
pp.
p.
basso:
in
Di
Le
di
in-4,
stampa
una
Maschere
titolo
Duchessa,
Giulio
di
Caccini.
anche
Esiste
seguenti
gran
Lucia
signora
e
Lucia
cioè
le
della
Lorena.
VII,
cantò
presenza
Cardinale
del
Duca
Gran
bellissimo
quali
una
0.
fascicolo
1004,
ottave;
La
8
7
bianca.
è
un'ottava
p.
1590
Marescotti.
figura.
una
la
|
sione
permis-
di
[Naz.
p.
Con
Firenze]
.
altresì
Furono
Giunti,
Firenze,
riprodotte
1622,
Poesie
nelle
188-85,
pp.
del
la
Signor
Ottavio
E-inuccini,
dedicatoria
due
senza
con
stanze
,
di
del
più,
1590.
cioè
la
quarta
la
e
quinta
che
nella
mancano
prima
stampa
Maschere
Serenissima
Quando
il
popolo
la
quasi
partita
Gran
A.
V.
di
real
delle
presago
Noi
vostra.
Duchessa^
il
trasse
Bergiere.
piede
del
future
calamità
benché
ancora
che
sentimmo
ella
vostro
reale
legni,
che
in
rimirare,
dal
aspetto,
desiderio
di
vedervi
sfortunati
la
quiete
la
e
vi
dove
paesi,
furia
quando
ne
perdemmo
lasciar
a
dalle
gli
i
conceduto
di
vista.
i
vita
nostri
venti
dall'
del
i
di
Ora,
nostri
e
Delfinato,
occhi
fu
discordie
della
tranquillità
del
portavano
che
sforzate
a
Villanelle
saziare
per
punto
dolore
amaramente
contrade
nostre
tanta
con
medesimo
infinito
con
e
ma
quel
le
Rodano
al
tutto
,
per
dolenti
tutte
corremmo
passava
pianse
povere
,
Francia,
di
regno
vostri
potervi
stimolate
pur
troppo
armi
ci
confidate
seri
miè
nella
gato
ne-
vostra
,
cortesia,
regal
chiara
fama
felicissima
abbiamo
l'altre
tal
maniera
i
ma
E
abito
ancora
che
come
le
non
a
la
quale
solo
lui
ricorrono
A.
e
davanti
tutta
siamo
dove,
e
la
obliati
dolcezza
città
questa
venuti
i
{sic)
passati
di
questo
la
con
travagli,
vostro
venuta
suoni
di
e
già
felicissimo
tempi,
suoi
dispensatore
a
richiedesse
1'
del
canti
in
stati
cominciamo
paese.
forniti
d'ogni
real
gustar
bene.
in
altro
che
illustrissimo
a
in
provvisti,
allegrezza
questo
dinando
Fer-
quando
che
vostro
per
d'Italia
gran
largamente
turbare
non
della
ha
i
quale
città
Serenissimo
restano
come
per
ogni
fame,
popoli
altra
calamitosi
questi
la
città,
del
condizione
,
V.
in
misera
ad
valore
per
i suoi
nostra
venissimo
del
e
languiscono
città
che
vicini
il
consorte,
oltre
esser
virtù
delle
nobilissima
questa
inteso
mercè
vostro
tutte
in
venghiamo
ha
tello,
fra-
palazzo,
la
quiete
Maschere
di
bergiere
una
STANZE
PRESENZA
POI
E
DELLA
delle
BALLORNO
BELLISSIMO
GRANDUCHESSA
LORENA.
DI
Romano
La
le
BALLO
GRANDUCA
DEL
,
CARDINALE
cantò
quali
DI
cantò:
Serenissima
Di
mille
De
la
et
di
'1 Rodano
ve
Porta
Lasciati
Qui
Scòrte
Speme
Poi
che
che
Ogni
De
e
le
tue
piaggia, ogni
che
le
Tronche
fatiche
misere
cader
le
luci
splendore
core.
tutto
avvampi;
e
segni
distrutto,
e
stampi;
il frutto
còlti
l'inimiche
desiate
care.
chiare,
il
arso
si
e
sponde
furore
indarno
da
amate
regno
noi, da'
ogn'or
mare,
serenare
colle
sol
sangue
gravi
Speriamo,
Vedendo
di
sede
feconde
'1 cui
a
di
some
piede.
al
famose
di
d'ira
il
le
e
partiste voi, quel
Sembra
Par
de
corona,
Bellona,
piacque
le
a
abbiam
anco
o
l'aspre
tributo
sereno,
vago
chiome
rapid'onde
con
ciel
'1 sol
n'ha
di
alberghi
bell'Arno
'1 cui
da
ampio
mentr'al
del
omai
peregrine,
i dolci
Piagge,
scettro
e
alter
superbo
cui
più tranquilla
a
donzelle
Moviam,
le
ha
Marte
pace
risuona,
de
man,
non
nome
gran
alto
oppresse
furibondo
Vaghe
A
regia
'1 mondo
Stanche
Là
adorno
fregi
cui
Degno
Del
il cui
donna,
biade.
campi.
spade
ALLA
E
LUCIA
SIGNORA
guenti
se-
DEL
GlULIO
47
—
Spesso
d'orrida
tromba
al
il vecchierel
Destasi
—
canuto
I
Indi
'1 ciel vòlto:
a
Dice, già
Quando
Dopo
il
mosso
che
sarà
0
—
pie languido e
virtù
tua
vedrem
giglid'oro;
secure
'1 bosco
a
Trarran
le
i greggi
pastorelle
Si fatto
de
le luci
Né
—
fronte
de'
onor
Quando, ahi, quando
'\ duro
Sfoga ne
stanco
—
rimeni
l'onorata
su
Splender l'antico
loro ?
men
Bagnan
de
esilio il gran
le
'1 volto
a
'1 monte
—
fonte
amaro
martoro^
dogliaverginellee
per
spose
vermiglie rose.
questa per voi tranquillaparte;
Donna
reale, tua cortesia n'accoglie;,
s'in
Qui
dove
Quasi
a
Lode
vedrai
divin
invece
e
forse
di
un
da
Tra
bassezza
Sembiante
Vesti
Gemma
gran
che
stampa
dol
già
lóW
noi
donzelle
le stelle.
abbiate
non
a
sdegno.
talor, tra povertate
ch'anco
non
legge
ancor.
armi
fiamme
è
degno;
pregiate,
e
passiogni
sangue,
devrian
d'amarsi
ricche
lavor
di valor
Grloria d'antico
Esser
l'amore
è ben
per
spoglie.
(1) sormonterà
beltà
rustica
scioglie,
recarte,
di votive
voi, gentiliamanti, ah,
Di
Marte
'1 fianco
gloria immortai
e
Che
da
suo
tempio
D'incenso
dove
Amor, qui
regna
il ferro
Placido
(1) La
gloriosoEnrico,
tempeste i di sereni ?
tante
Quando
E
bianco,
e
antico
sospirandoper l'albergo
suoi si stringea '1 fianco;
pargoletti
E
Or
nemico
suon
e
segno,
splendori
de' cuori.
48
-
è la bellezza
degna e d'amante
pietà ch'albergain cor gentile:
D'amor
E
la
Folle,chi
seguir pompe
per
Beltà, che
beltà che
Ornò
di
propria man
per
rimirarne
Scorger già
Né
falsi crini
che
De
le cittadi
Le
fanciulle
E
in bel
Né
riso
Contrario
noi
Appo
viso
duol
e
l'arte
usar
e
il core,
abbiam, candido
fede,
candida
sen
sanno.
non
ancor
di fuore
sguardo (2) mai mostrò
'1
affetto a quel che ne
Poro,
vile è
Felicissimo
Empie
v'apporti:
l'inganno
e
d'oro
non
false
e
siede,
mercede:
contento
amor,
cor
d'amore
amor
degno premio sol, degna
D'amor,
intorti:
finto riso
lusinghe o
candido
0
accorti, (1)
nativo
'1 crin
de' boschi
'1 viso
Candido
fiso
intent'e
gioia v'annunzi
Fia
pura
natura.
dipinto '1
a
false
non
Palma
vile^
a
potrete amanti
color
mentito
Qui
semplicettae
non
Di
le gemme
ha
et
Vera
Quinci
adorna, sprezza
di sé stessa
d'altronde
Fregio
grandezza,
e
povertà bellezza umile;
di
Sdegna
E
-
e
pago
d'argento vago.
non
mai
lusinghe e
vere
non
Parolette,e sospir mentiti e pianti,
Insidie,inganni, alme crudeli e fere
Sotto
finti d'amor
Ingordo
affetto
e
dolci
sembianti,
sol desio
d'avere
Voglie e pensier volubili incostanti.
Amar
Ne
(1) La
chi
ti
le città
stampa
1590:
stampa
159i»: Né
per
port'odio,odiar
superbe
rimirare
intento
t'ama.
si chiama.
Amor
e
chi
noi
fiso
In
così
il Trivulz.
non
già
accorti.
(2) La
'l
fintosguardo, e
1006.
tum
vedrete amanti
MAS^ERATA
PE
25
febbraio
ACCECATI
GU
1596
codice
dal
Tratta
IX.
H.
Magliabechiano
r.-233
232
45,
ce.
La
236
sola
a
v.
del
235-36
a
canzone
r.-v.
o.
edita
fu
prima
Saggio
di
\
p.
—
Rime
di
I
\
Diversi
Firenze
I
buoni
|
autori
nella
\
che
fiorirono
C.
Eonchi
stamperia
XIV
dal
\
XVIII
al
fino
colo.
se-
|
MDCCCXXV;
4^.
e
Diario
Nel
di
fiorentino
Agostino
dal
Lapini
al
252
la
1596
ora
328
a
pubblicato
volta
prima
:
p.
di
scberata
dì
26
Corazzini,
febbraio
Firenze,
[1595=1596]
fece
immauna
fu
che
detto
si
fecie
amore
con
un
carro
cosa
di
immasoherata
un'altra
bella.
infiammati
per
«
«
con
amore,
carro.
»
appendice,
Aggiungo,
come
quell'anno.
1900,
Sansoni,
si
«
per
di
di
25
aociecati
«
A
Odoardx)
Gius.
da
A
legge
si
per
questa
seconda
altre
e
mascherate
di
Mascherata
Accecati
degli
1595
andata
NUMERO....
DI
COPPIE
A
25
dì
a
di
CAVALLO
E
braio
feb-
MUSICA
,
SUL
COMPOSTA
CARRO,
LA
Non
dianzi
desideravano
occhi
altra
che
guisa
merci,
Con
altra
vi
combattuto
Donne,
le bellezze
prenderebbe
in
meraviglia
che
dà
legno
pur
tanti
vostre
dico
di
che
propria,
prenda
vi
nocchiero
il
elezione
per
non
;
leggiadre
guisa,
contemplare
stelle
quel
E
in
le
più
al
preda
care
mare.
,
troppo
moleste
di
assicurare
per
in
ciechi
e
RlNUCClNI,
STROZZI.
meglio
per
cielo
il
ha
quante
PlERO
coloro,
ciechi
oggi
OTTAVIO
SIGNOR
maraviglia
prenda
vi
vedere
S.
DAL
MUSICA
DAL
risco
grave
l'onde
son
non
è
non
ricompensi.
perdita
si
de'
pianti,
dura
si
la
che
Grave
è
il
solcando
va
in
impetuosi
troppo
del
speranza
i
della
troppo
de'
venti
di
porto
privarsi
vero
Amore,
d'
pelago
sospiri,
tanti
travagli
luce
cara
ma
se
,
in
altra
arte
potevamo
non
altrove
consiglio
o
ne'
guisa
vostri
leggiadri
non
difenderci
dalle
sapevamo
rivolgere
onde
aspetti
poi
,
l'alme
affligeva,
ne
senza
varie
tante
scorger
di
disperati
che,
da
e
di
alcuno
abbandonati
riposo,
i nostri
maniera
passioni
segno
bellezze,
vostre
venivano
ne
il
serrare
varco
veremmo
lode
di
vivi
tanti
a
quel
che
pietade
di
tanti
affanni,
al
preda
che
piccola,
non
occhi
quegli
di
ma
pietà
ciechi
duolo
più
il mondo
quel
è
questo
ben
le
non
rimirare
sapevano
la
era
alla
ad
vita
di
siete
Cessi
potuto
che
nostra
e
tanto
d'
pianto,
più
vi
nostri
ora,
viso.
Ma
dove
vedete,
come
amiamo,
e
Donne,
o
doci
la perdita
nuli'
altro
.
faccia
pure
a
poco
prima
cando
man-
altro
tamente
lie-
andiamo
quanto
meno
tormento.
adunque
destare
ne'
ogni
affetto
vostri
cuori
che
di
questi
pietà
nostri
o
si
deliberazione:
nostra
cuori;
non
ferita
intollerabile
oggetto
della
più
singolare
luci, andarono
queste
a'
fine
più
consiglio
di
pur
fortezza
un
più gli piace
moleste
tanto
non
ogn'altro
bellezza
che, spente
certo,
cantando;
ci
che
giudizio
fiamme
la
di
e
ottimo
stato
che
anco
,
che
è
Certo
?
è
non
che,
Non
morti.
o
travagli
dannati,
esser
deve
eràmo
se
fiammate
in-
e
,
discernevamo
per
che
agitate,
di
in
se
lumi
meraviglia
accecati
avessero
sembianti.
54
—
ch'ogn'altroschermo
Poscia
Fu
al
vano
il
di
fu
ben
il
chioma
Dorata
in
van
E
di
perle e
Qual
di
Dagli
Tranquilla
0
Nova
'1
Misero
Cangia
D'un
volto
di
il cui
falso
al
E
speme
Ne
'1
pelago
e
diede.
cor
Amore,
armato
spira.
gioia
o
dolore;
involto
dubbi
d'un
'1 variar
a
volto
sereno
fronda
dolcezza, or
Mesce
tra
che
'1
'n mille
stato
più
occhi
sede.
guardo
un
a
che
cor
suo
Instabil
Or
begli occhi
giunge
non
scorza;
l'antica
pietade
tutto
se
sicura
e
d'ira
e
due
Fulminan
forza,
begli
duo
ne
regna
disdegno
di
Se
riso;
strali.
nemica
l'accecata
ne
fren, ch'a
il
tolto
E
mano,
mortali
cor
accesi
lieta
d'Amor
si sta
L'alma
il
ne'
guerrier
assalti
viso;
mura
cinto
Sprezza
il
mostra
gli
d'Amor
superbe
ciglio.
leggiadra
onde
varco
Discendevan
il
d'ostro
fa
rubin
'1
è
Serrato
consiglio
vano
candor
bel
spenti;
luce
di
cieco
si fa
o
di
E
infermo,
alto
far
cor
s'increspa in
noi
possenti,
abbiam
ragione
allumar
Per
rai
de'
d'amore
cor
queste occhi
Donne,
Per
folgorar
risanar
Per
E
—
di
piacer
minacce
certi
pieno
martiri;
timor, tempesta
d'Amor
spiri,
ov'Euro
combatte
e
calma,
un'alma.
!
55
-
Risposta
Doveva,
volta
In
d'Amor
Per
voi
caro
Per
voi
da
Ahi,
il crudo
di
il
Or
in
Gli
Ma,
Battro
Le
voi
fiamma,
hai
il foco
quanto
L'orror^
da
impaccio.
'1 mortale
core
e
vedi
pur
tuo
bel
costoro
tesoro.
!
al
core,
a
gli
occhi
li diletta
li annoi
tanto
ribelli
seno.
gelo
il nemico
Doppiando
e
duole,
vòlto. Amore
noi
per
vendetta
Amor^
e
il
donne
ogni
schernire
Struggi
Come
'1
sole;
ghiaccio
in
de
il
raggi
n'incresce
belle
a
chiudesti;
Vendetta,
risplende
van
meno
sciorti
finestre
Ciechi,
Che,
'1
a
amanti
non
bei
non
pur
or
incauti
Giammai
in
Tile
a
i suoi
piagato
per
prato,
segni.
monile;
Ciechi, dolgavi
Lasciar
nostro.
amati
amanti
gli
spiega
se
pensier
sdegni
e
tra
s'adorna
Indarno
vostro,
sperando
repulse
van
il viver
amanti,
cangiato
Perchè
Son
ciechi
o
Veder
Accecati.
li
a
sospirando
Trapassar
Una
Donne
Oentil
le
de
—
non
più
servi
tuoi.
il velo:
!
APPENDICE.
Nello
coql. Magliabechiano
stesso
Mascherata
anche
le
andata,
de
18
SUL
OR
coppie
furono
quali
febbraio
fatte
del
musicale
la
tratta
1596, si leggono
nel
l'anno
del-
carnevale
notevole
particolarmente
è
è
celebre
ché
poi-
Luca
Bati,
perduta.
a
d'Amore
4
con
Luca
da
a'
andata
cavallo
composta
da
26
dì
staffieri
per
Bati
e
con
ciascuno,
mascherata
la
1595.
febbraio
di
da
sica
mu-
Gin
o
Celato
s'or
deh,
Siam
mercé
Pietà,
Pria
no'l
e
tempo,
un
se
petto fuore,
erodeste,
esca
vostra,
o
a
poco
a
poco,
il seno;
amorosa
in
fiamma
belle
ardente
Donne
al
meno,
amore.
siam,
cenere
GeNTIL
foco.
trasformati
non
che
il
'1 nostro
focil,da
n'arse,
Ma,
pietra altjente
vostr' occhi
Quasi
Che
LE
viva
percossa
Trasser
DE
il 25
quale
.
Qual
BlSPOSTA
dal
45
fatta
composizione
Fiamme
le
Carro
i
delle
prima
una
tant'altre,
come
Numero
in
di
notizia
Mascherata
G
la
Rinuooini
(co. 234-237) che
seguenti
medesimo,
ci dà
del
Acciecati
degli
II. IX.
DoNNE
A
vi
scaldi
il
FlAMMB
LE
(1).
core
d'
AmORE
di
fuore
PER
LE
MEDESIME
RIME.
A
fiamme
tante
dura
pietra algente
Ben
diverria
Non
pur
Che
quasi inceneriste
Per
voi
chi
è
E,
voi
di
no'l
e
C,
autori
che
vedete,
MDCCCXXV,
p.
236.
e
a
poco
poco.
il nostro
un
Etna
Amanti,
seno.
ardente
al
:
meno
Amore
d'invisibil
fiorironodal
a
fiamme
foco
(1) Questo solo madrigale è anche,
buoni
dentro
tutt'arde
belle
Credetelo, che
Può
foco,
n'infiammò
dunque
Quasi
se
di
XIV
ardere
tratto
al
un
core.
dall'istesso
XVIII
cod.,
nel
seoolo,Firenze,
Saggio
nella
di
rime
stamperia
di
versi
di-
chi
Ron-
[Si
legge
ballo
questo
cod.
nel
Palatino
al
249,
titolo
col
40(),
n.
Mascherata
di
hallo
stelle^
danzato
dalla
MfediciJ;
Maria
Principesua
è
che
an-
cod.
nel
Magliabechiano
IX,
II,
15,
raccolta
importante
noto
come
di
mascherate
fine
della
del
dove
decimosesto,
secolo
il
ballo
è
dato
me
co-
dalla
fatto
Leonora.
principessa
residente
Il
1596
3
a
il
scriveva
Prosperi,
oav.
di
dì
L'ultimo
marzo
Bartolomeo
Firenze,
estense
carnevale
mia
moglie
ricevere
fu
vori
fa-
a
:
«
dalla
Grran
che
Duchessa,
la
vedere
invitò
ballo
Maria
fatto
in
altre
concorso
di
cinque
a
di
ore
St.
di
Modena].
notte
si
ballò
sette
con
ai
ballo
signora
un
a
Principessa
della
dame,
infino
et
per
del
piantone...»
(R.
Arch.
Maschere
fatte
Pitti
la
Serenissima
dalla
Serenissima
discese
cielo
la
sopra
a
leggiadramente
campi
nobil
alma
la
con
si lieta fronte
che
della
si
di
dal
spesso
cielo
per
loro
scorta, le
Voi
poi, serenissima
Ferdinando
al
,
discaro
danze.
di
Ma,
le tre
la
fra
i suoi
nobili
come
vostro
mi
e
di
la
veli,
di
le
serenissimo
manifesta
la
che
come
delle
sei
sono
men
bella
Elettra
bella
anch'esse
sola,
figliedel
de' lor casti
mercede
la
tramontana,
vera
con
de'
coppia, Celeno
come
di
come
le
minor
e
Atlante
altre
sorelle
luce
fosse
(1) Cristina
consorte,
di Lorena.
se
alle
; l'ultime
sono
maraviglia
a
adorna
n'è
luogo
,
,
mortale
alle
Alcinoe
Maia
sdegnosa
rimasta
gran
forse
sarà
non
celesti
le
il desiderio
quella chioma,
cosi
anco
ch'in
quali Griove,
in
fra
de'
splendore
s'affissano),
sappiate
pensieri,concesse
vaga
del
riguardanti
,
la
aspetto.
Berenice;
vista
unitamente
vecchio
a
lo
,
lei,
reale
fronte
riconosciuto
già
eletto
le penne,
celare
può
mortali
e
rimirare
in
quali
nando
Ferdi-
Celesti
dono
che
parte l'alto pondo
pensieri
leggervi
non
cure,
alla presenza
coppie (sendo certo
abbiate
si
di
gravi
batto
scorgerete
sembra
ultime
Calisto
bella
le
sera
altro
il vostro
Donna,
cinta
immortali
avanti
che
questa
per
tra'
terra
Ben
più belle
in
in
del
?
certo
il
messaggiero
stelle
mortali
le
che
men
sostiene
regni della
vostro
che, quantunque
raggi
i
a
quale
perchè
conoscer
che
de'
né
alleggerire
per
rappresento
mezzo
per
renderle
e
Toscana
Io,
consorte.
suo
1595.
febbraio
vostri
rappresentano,
prende,
Monarchia
occhi
gli
a
si
rallegrare
di
dici]
Me-
[de'
etade, le
altra
o
ragione gloriarvi,poi
ballando
per
27
dI
a
terra, esporsi alla vista
gran
i luminosi
adornino
questa
o
,
potete dunque
bene
mai
Maria
(1)
Madama,
vide
(juando
Signore,
Palazzo
nel
Principessa
altre
con
insieme
E
Carnovale
del
sera
che
per
le stelle. Vedete
quali
seguono,
non
Asterope e.Taigete,
leggiadre. Merope
ancora
cielo.
che
d'
uomo
58
—
real,da'l
Donna
Novi
cui volto
De'l
'1 cui
Sappi
Donne
Stelle
i
Si, transformate
Nello
oodioe
stesso
anche
'1
ne
il
danzando
Muovon
Magliabechiano
(|uost'altramascherata
Mascherata
Donne,
1595.
cui
per
L'aspetto
in
Gli
forme
tesoro;
e
d'oro
:
celeste
i balli
eternamente
loro,
primiero aspetto.
pie
per
II. IX.
45
dello stosso
Incogniti
diletto.
tuo
a
e.
»nno
inusitate
s'a lui fu
Concesso
Or
nostro
vi
Che
noi
Veder
e
da
dato
voi
in
amorosi
se
con
noi
séte
(juesti aspetti
diletti.
vogliam, cangiati
in
tanto
forme
umane.
237r.
1596
Disdicciati.
oggi cangiar ci piace,
maravigliate,
Poiché
cangiaste Griove in pioggia d'oro
E quando
in cigno e in toro :
Non
stelle.
e
veste
l'armonia
a
snelle
tanto
luminosi
raggi
regni,
vedreste
non
l'antica lor tenera
Guidano
nonima
che
di beltà
com'iri cielo
E
pondo
de '1 ciel lumi
ma
son,
di là su,
Velano
più degni :
soverchio
queste danzatrici
non
ne
e
'1 mondo
il fren di tutti i bassi
che
son
vede
non
valor
e
Fiammeggiar
Ma
og:n'orcelesti pegni,
seren
senno
fora
Non
fecondo
sen
più magnanimi
Sejnbianti
A
bel
cui
la terra
ha
—
strane,
trovasi
:
MASCHERATA
PONNE
PI
[?]
TRAPITE
[Le
leggono,
si
seguenti
stanze
titolo,
Trivulziano
nel
1006,
senza
stampa
sono
Poesie
le
tra
dal
cit.
e
180-82.
Binuccini,
pp.
a
Le
inedite
sole
prime
Giulio
di
si
quattro
Dati,
al
leggono
quale
anche
il
tra
Saggio
di
alcune
106
sono
dell'operetta
Disfida
di
caccia
\
tra
rime
attribuite,
erroneamente
\
i
Piacevoli
a
Piattelli
\
\
p.
Descritta
\
da
e
Dati
GivLio
|
fin
mai
«é
in
qui
Ivce.
[sigla]
\
|
Firenze
Magheri
|
per
1824;
8°,
dal
Domenico
Moreni.
can.
Dovettero
cantate
certo
essere
il
|
comparsa
edita
anch'esse
in
veglia
una
di
corte].
Mascherata
ogni
Ch'ad
Intenerir
sentite
de
altrui
gli
Onde
di
Soverchio
Credete
noi, che
a
Procacciammo
E
Acciò
Ideile
Ch'altri
del
Che
non
Chi
mostra
Donna
Di
Non
l'esser
Sempre
S'ammollisca
Caldo
parlar
a
ricevuto
pregar
talor, talor
Non
dee
mai
rimaner
nieghi,
di
diamante
costante;
lo
d'affettuoso
lunga servitù,
'1
querele,a' preghi
le
crudeltà
Che
anco
inganno.
io vi
credule
in
ardente
finto
queste
questo vogl'io che
resista
vinto,
e
pente
s'affligge
van
ch'a
foco
ha
io '1 so,
del
e
preso
pallor dipinto,
creduto
il cor,
Armiate
voi.
lente
sia
cuore
di
in
ancor
per
noi.
creder
a
nel
amante;
perchè
voglia,
come
amor
il viso
d'aver
Dolenti
Ma
donne,
spesso
falso
fera
più
poi, si
sempre
bene
Ma
oggi imparate
nostro
vostro
doglia,
eterna
pietà, spietate a
soverchia
pur.
pietàte
usar
stesse
cor,
siate
non
Per
Siate
crudo
più
Aver
bontate.
v'invoglia;
per
noi
a
l'esempio
con
desio
pietà
cale
male,
mentito
troppa
cor
duole,
e
vi
ch'ancor
di
e
petto
v'incresce
martir
vostri
ne'
Regna
il molle
doglia
finta
Di
si suole
dimostrar
avvien
sovente
parole,
lagrimoso aspetto
e
vostr'occhi
bei
Ch'a'
flebili
di
suon
mesto
ogni
Si
tradite.
donne, di pietà ricetto,
Cortesi
Ad
Donne
di
verace
senza
pieghi
amante.
fede
mercede.
sa
(32
—
Né
fora
minor
mai
Viver
Che
Da
Non
Come
Ch'ai
parlar
De'
falsi
Che
fùr
Ma
Fuggite, ohimè,
ch'a
Che
poi
Vi
gridan
Non
sien
Che
si
ben
Non
Falso
presto
cosi
da
le lor
sia
Spiegar
pena
a
trofei
guardo,
scolorite
e
i'
ardo, i' ardo;
udite
querele
il
ferisce
lor per
lagrimosi e
a'I
cor
dardo;
forte
e
morte.
a
ed
loro
è lor
forza
'1
riso
e
gloria e
e
canto.
gesti
vanto.
ingorde voglie,
lemminili
pianto,
mesti
son
sembianti
van
di
un
sospiran questi,
dentr'
ingannarvi,
Saziate
drizzato
possente
cor
un
vista
cangiando
lidi.
è d'Amore
non
Sembrin, poi
infidi
voi
in
gli occhi
ch'in
seno,
terreno;
amanti
meste
è l'affetto onde
E, ben
Per
gli
intorno:
presto
in
Dio, donne, fuggite
l'arco
che
almo
hanno
voi
venne,
abbandonati
sempre
da
Traggon
Cosi
da
facce
con
dono:
ci ritenne
non
nostro
per
pena
suono
pieno
raccolti
pur
deserti
in
Fummo
E
fallacia
di
non
lasciate
poi
Quei
le faccia
cor
e
dolce
al
semplicette avvenne
e
dolce
noi
del
L'amor
Che
'1
de
seguirliancor
per
ingrata,
amanti, tal pietà ci
da
core
sospir solo
d'un
già
incaute
noi
a
'1
e
gentile essere
ch'altri
Creder
ingannata;
e
l'anima
l'ha
dee
dispietata,
e
vinta
amalor
donna
non
errore
la fé' d'Amore
sotto
donato
può
Ma
cruda
sempre
mentito
chi
A
bella donna
in
rimaner
—
spoglie.
LA
PAFNE
A
Vincenzo
Gtonzaga,
Quella
«
medesima
ad
ed
queste
che
come
sua
Nella
favorevole.
ho
Mantova
in
Iddio
Firenze,
Di
V.
Alt.
numero
gran
nelle
vostra
grazie
sue
di
ottobre
I Dafne
I in
Con
Mantova.
licenza
de'
Maroo
suo
nome
serenissima,
degni
giormente
mag-
segnalati
cotanto
i
per
volentieri
le
quali
il poco
Alla
grandezza.
sua
ho
dal
prego
Ser.ma
dedicatoria
di
dalla
e
1608.
Marco
'1) La
lei
confermano
umilissimo
La
nome:
il
ogni affetto
con
render
felicità.
d'ogni
li 20
mi
la
maggiormente
gnor
si-
di
da
avere
e
gandola
impie-
mia,
serenissimo
devano
renissima
Se-
serenissimo
gradite
opinione
inchinandomi,
il colmo
Di
si
accrescere
per
umilissimamente
signore
quale
A.
sicurtà
suo
cotanto
dall'Altezza
ella
quanto
altrui
quale
in
ricevuti
conosciuto
merito
che
del
adesso
così
del
adesso
porge
state
servitù
la
e
(1).
V.
mosse
nozze
splendore
sono
favorite,
i favori
costi
mi
lo
con
elle
presenza
meno
non
si
felicissime
figliuolo,
suo
illustri
sperando
stessa
delle
che
l'opera
si
Monferrato
di
e
benignità
favorire
e
musiche
Principe
chiare
singulare
onorare
nelle
Mantova
di
duca
e
|
la
Da
prefazione
Gagliano
| [impresa]
superiori;
In
fol.
|
che
neW
Firenze.
riferisco
Accademia
| Appresso
servitore
Gagliano.
da
sono
premesse
alla
degl'Elevati \ L'Affannato
Cristofano
Maroscotti.
stampa:
rara
\
tata
Rappresen-
MDCVIIL
|
Ai
Altezza
quella
farsi
il carneval
Ritrovandomi
«
Infanta
Serenissima
della
dal
maggio
signor Duca,
Ottavio
fc-'ignor
e
Principi
molti
quali
senza
aver
Chi
la
di
diletto
del
sitezza
0
gelo^
di
e
può
che
del
signor
di
sia
sempre
che
Ma
il
dove
per
cipresso,
fare
non
lo
dalla
tutte
tutte
il
principal
nel
recitare
intelligenza delle
e
la
cantore
parole.
sito.
propo-
voglio
ma
cori, come
si vede
grazia
la
la
e
signora
che
fiamma
a
giadrie
leg-
dalla
è
voce"
nel
canto
ricerca, lascisi. del
in
ogni
pur
che
in
parole:
'1
e
ben
quella
questo
di canto,
occasione
che
tutto
sapendo
Procurisi
le
terina
Ca-
l'esqui-
pianta
qualità,
sposizion
di-
empiè
ancora
s'udirono
intendere
persuadasi
qui,
quelle maggiori
tutto.
per
fari
af-
E
che
a
cantò,
quel pittore
far bene
del
fine
lo
come
la
,
simili
quale
la
la mia
tante
non
dipingneva
,
nasca
sentire
curi
a
voluto
possa
in
de'
Richiedesi
quali
oltre
la favola
io
e
canzoni
,
scolpire le sillabe,per
massimamente
le
il canto,
fine
leggiadria
spiegar
cantore
che
consegui
Non
ho
,
far
il teatro.
ultimi
Rasi
Francesco
ogni ornamento;
vece
il buon
richiegga
singularissimo.
dipingere
tutto
terzetti
ne'
tanta
si ebbero
adornamenti
felicemente
con
meraviglia
canto
dove
quale
che
disciolta, la
per
nascesse
,
gruppi, trilli,
passaggi
nelle
vive
posta
a
non
popolo,
eccellente.
che
per
come
il
pur
requisitinecessari, senza
in far
questi
amor
il che
cantore;
Martinelli,
luogo
d'
quel luogo
del
di
diligenza,
musiche,
ancorché
riguardo
e
lacci
dai
in
messa
tempo
a
molt'altri
e
voglio
carte; perciò che
si afifaticono
già privarmi
s'adoperino
modo
queste
sonci
i
intendo
nell'ottava
in
miglior
ogni armonia,
varrebbe
poco
Non
voi
a
le
del
nella
feci
pure
ingegni
con
senza
Dafne
io
avvertimenti
insieme
a
ogni
non
prese,
alcuni
differite
nondimeno
elevati
nel
che
la musica:
il tutto
esclamazioni
ch'è
da
fine
a
ancora
s'ingannano
che
più
il che
:
Poeta,
ne
,
è
quali
ed
i
e
ancora
ma
essi
vedere
non
i
mia;
di
parte
faccia
che
e
accresciuta
io ci usassi
del
rappresentazione: Però,
detta
farvi
benché
diletto
Cavalieri
e
dall'arte
tutto
in
l'inestimabil
che
i
ma
E
presento.
figliuolo
la
occasione
musica
in
da
que' giorni
passar
tale
metterla
a
suo
si rappresentasse
con
all'esquisito gusto
sodisfacessi
credere
vi
ora
lui
da
da
musiche
essendo
quali
lasciar
l'altre,che
Rinuccini,
che
le
non
nelle
me
Principe
Savoia
per
fra
abbellita, fui impiegato
maniera
di
,
festa, volle,
qualche
servendosi
di
chiamato
,
Serenissimo
del
nozze
Mantova
in
passato
onorarmi,
per
le reali
per
lettori.
vero
diletto
68
—
Ma
prima dì
né
lontano
celebrate
le
a
mani;
se
da
che
i
,
e
che
il ridurvi
che
tali che
forse
e
in memoria
di
maestri
principi,
il cui
senza
nel loro
musica
e
aiuto
dubbio
ha
non
e
primo
molta
a
giorno avvicinarsi
latini: e viemag-
un
greci e
poesia
come
arrivare
per
,
possano
antichi
tragedie degli
gran
sia
tile,
disu-
sarà
non
stati ricevuti
sono
sieno, quando
non
perfezione,
giormente
applauso
tanto
con
nascimento, che
alle tanto
proposito
credo
origine si fatti spettacoli,i quali ,
alcuno, poiché
maggior
la promessa,
mantener
dal nostro
ebbero
quando
-
sarà
vi
messo
puossi condurre
mal
loro favorevoli.
perfezione qual si voglia arte, saranno
Dopo l'avere più e più volte discorso intorno alla maniera
in
dagli antichi
sata
i
signor
cori, se
Ottavio
le lor
rappresentare
il canto
usavano
Rinuccini
sig. Iacopo Corsi, d'onorata
di che
e
si diede
a
tragedie,
sorte,
memoria
Dafne; il
di
d'ogni dottrina
amatore
,
che
maniera
simili,il
cose
la favola
compor
cevano
introdu-
come
e
u-
da
e
tutti i musici
con
particolarmente (in
il
vien
detto
alcune
arie sopra parte
padre) compose
ragione ne
gran
Delle
di essa.
cessero
quali invaghitosi , risoluto di vedere che effetto fa-
della
musica
la scena,
su
conferì,insieme
col
sig.Ottavio,il suo
pensiero
d'estrema
sig. Iacopo Peri, peritissimonel contrapunto e cantore
l'arie
e approvato
parte delsquisitezza:il quale, udito la loro intenzione
tre
l'altre,che piacquero olgià composte, si diede a comporre
al
sig. Corsi, e
al
modo
1597, la
dell'anno
fece
Il
della città nostra.
questo
degl'uditori
che
per molte
e che
d'affetti,
quanto
fosse
atto
che
per
ciò
dirò
che
che
bene
è che
non
,
la forza
però
che
delle
sue
egli dà
la stessa
in
venuto
a
razione
ammi-
ne
cognizio-
esprimere ogni
ne'
arie
loro
che
sorta
non
interamente
chi
una
io
non
il
poi
Allora
Cristianissima.
di
recitar
m' affaticherò
non
in
lodi infinite
le dia
,
i canti
d'avanti
sempre
comprendere
l'ha udite
sì fatta
Uditola
stile,stabili di farla comparire
lo
Regina
abbia
non
può
e
ragionamenti.
quella artifiziosa maniera
è persona
non
di musica
amator
della
nozze
Italia ammira:
tutta
esprimere: basta solo
prova,
il canto
animi
partorì negli
(come per avventura
per molti si sarebbe
V Euridice^
diletto credibile [sic\ compose
tedio, ma
sig. Iacopo Peri
il
principaligentiluomini
solo
non
nelle
iscena
in
si può
si fatta
piaciutole la favola
e
de'
lo stupore che
e
recava
creduto) non
allargandosialquanto più
sig. Corsi,
d'alcuni
dell' eccellentissimo
presenza
recitata,ha generato
diletto. Per
il sig. Rinuccini
e
spettacolo non
ch'ella s'è
lo stesso
e
Medici
piacere
nuovo
volte
alla
rappresentare
Giovanni
sig.Don
veglia il Carnovale
d'una
l'occasione
con
cantare
grazia
e
da
la
tando,
can-
lodarla,
e
ninno
d'Orfeo;
gentilezzae
lui
di maniera
trovò
ri-
medesimo;
imprime
in
69
—
altrui
l'affetto di
che
secondo
vuole.
concorsi
S. Altezza
Principe
che
sì
rappresentasse
tale
per
Duca
molte
superbe
in
dal
compose
che
il
si rinnovasse
è 1'
Tale
veramente
quello
nel
principi
disposizione della
ballo
parte vi abbia
la
l'ingegno
Resta
sieno
verità
perciò
A.,
affermare
che
mente
visibil-
lagrime. (1)
a
.
in
rappresentazioni
ad
ogn'
musica
spettacolo
piacevolissimo come
altro
:
,
nobil
ogni più
dalle
nobile
diletto
invenzione
come
,
lusingato in
più
dilettevoli
stesso
uno
arti
poca
di
tempo
eh' abbia
si ricercano
qual
si
altra
voglia
niera
ma-
ogni
ritrovato_^
situati
in
luogo
sentendosi, vadano
da
la presente
potranno
e
ad
devono
unitamente:
le
recitanti,acciò
procurisi
che
molti
avventura
per
accompagnare
in viso i
vedere
alcuni
favola:
rappresentazione.Primieramente
che
gli strumenti
intorno
promessa)
nel rappresentar
s'ebbero
che
la
(secondo
discorra
ch'io
tiscasi che
di S.
musica
di
e
quali generalmente
in
il signore
umano.
avvertimenti
de'
che
il signor Claudio
con
,
vien
l'intelletto,
più
volle
Arianna^
dire
che non
gesti, e puossi anche
pittura per la prospettiva e per gli abiti :
leggiadria di
che,
V
di rima, arte
favola, sentenza,
di voci e di strumenti, esquisitezza di canto,
concerti
sentimento
Savoia,
fu
stile, dolcezza
,
con
può
musica
da
serenissimo
Rinuccini
della
si
mase
ri-
ne
feste, che
di
Mantova;
capo
dell'antica
oltre
e
s'unisce
quale
di musica
delle
coloro
fra
del
questa
e
d' I-
,
squisito,che
pregio
origine
da
si
il teatro
tutto
mosse
e
modo
che
nozze
Ottavio
in
,
nobiltà
di Mantova
Infanta
musica,
sig.
,
l'arie in
solo
ammirabili
serenissima
celebratissimo
musico
dirò
:
questo fine fece venire
a
Monteverde
una
occasione
il testimonio
il fior della
sig.Duca
tra
favola
rappresentazione
essendoci
dire
nozze
nelle
della
la
gradita
rallegrarsi
e
,
pompose
ordinate
Figliuoloe
suo
a
piangere
e
dire
puossi
e
,
soddisfatto,che
furono
composta
fosse
il serenissimo
la commendarono,
talmente
è forza
superfluo
quelle
a
,
che
Quanto
sarebbe
principi e signori
di tanti
talia
quelle parole, che
egli
Favola
di detta
—
l'armonia
vire
seravver-
voci
che
sole,
meglio
sia
non
ne
.
troppa
né
poca,
delle
avendo
riguardo
quelle che più
Innanzi
ma
tale
parole:
di
il canto
regga
del
il modo
la
della
tenda,
per
render
adornamenti,
senza
cantata
consonanza
aiutarla,mantenendo
sempre
attenti
tendimento
l'in-
impedire
senza
sia
sonare
ripercuotere
non
possono
al calar
che
l'armonia
,
ma
viva.
gli uditori, sonisi
\
(1) Qni il Gagliano non
Monteverde; cfr. Adkmollo,
è
La
preciso;i
bella
recitativi
Adriana^
pp.
furono
G4-ó,
scritti
dal
Péri
le
,
arie
dal
70
—
sinfonia
una
i cori
il
esca
al
passo
discordanti
al
passeggiamenti
altri
più
di maiestà
il canto
sia
concerto
gesteggiando, avvertendo
caschi
pieno
,
del
la misura
su
suono
quadernario passeggiando
ritornello,
pur
la
su
tal volta
Puossi
certa
una
l'ultimo
in
il
scena;
la
secondo
mostrino,
11
di
volto
fermarsi
aurei
tra
gli
gli
occhi
Giove.
nel
così
al
diciotto
cantando
il
una
ricerca
l'un de'
cielo,facendo
sembiante
l'inno, levinsi
strade
della
scena
dall' altra parte
coro
del
alla vista
;
,
e
nell'istesso
Apollo
con
serpente,
minci
co-
ove
gli
scena,
giando,
gestegSe
in terra,
le lor
là
su
volgendo
preghiere
secondo
rallegrarsi
o
d'attendere
con
risposta dell'ubo, la quale mostrino
Dopo l'ultima rispostadeWEco, apparisca il
delle
coro
luogo
loro
o
piedi, e seguitino; avvertendo,
d' attristarsi
di sangue
Ebro
sei
il
l'inno
d'indirizzare
in
Pitone.
cioè
a
tocca
ginocchi
meno
l'altro
del
sulla
Cantando
il suggetto
chiostri,pongano
che
o
coro
compagni
a'
luna
mezza
il canto
il
esca
appo
arrivi
movendosi,
e
coro
vòlto
persone)
seguitino
che
Fornito
cantare
o
nito
For-
formato
essere
la
con
mano.
coro,
si
mostrare
poeta;
1' uno
del
il
dove
per
l'incontro
vorrebbe
non
dura
pastori , più
la metà
passo
il primo
luogo
a.
del
il passeggio
Prologo,
di
e
temere
£ia uscito
(che
il
questi, uscendo
gesti, di
come
ninfe
pastori o
o
ne'
formato
e
;
secondo
a
e
dentro
di ninfe
:
ogni
e
l'arco nella
e
tutto
sopra
quanto
nel
conviensi
siano
1' altezza
quadernari
qual
entrato
palco
ninfe
parlare; e
a
altri
del
e
di cominciare
due
sia
formato
di sedici
che
;
quattro passi, cioè
o
l^'abito
sarà
pastori e
manco
dee
quale
primo pastore,
tra
sette
cominci
come
non
canto; respirifornito
tempo; avvertisca
quaternario,
nel
del
il
conveniente
secondo
testa, la lira al fianco
in
capacità
e
par
meno
o
congiungere
sprezzatura,
d'alloro
corona
gli
penultima sillaba;ricominci
della
tenuta
trova.
a
sempre
passi
però ch'ogni gesto
e
tre
ch'i
dove
luogo
tute
bat-
venti
o
affettazione
con
tale
di maniera
arrivato
dal suono;
però
non
;
gravità ,
con
principio,senz'
dar
di
sinfonìa
compagnare
ac-
per
d'accompagnare
,
della
suono
servono
quindici
avvertendo
Ovidio
cioè
,
istrumenti, quali
alle
ritornelli;
i
sonare
e
Prologo
ballasse,ma
se
di diversi
composta
-
tempo,
in
aro
o
mano
mostrando
grande
Pitone
dall'una
strisi
mo,
grande.
ma
,
canti
spavento
zione.
atten-
dopo
poco
la
,
Il
quasi
punto ritirinsi i
gridando Ohimè che veggio, e in quel medesimo
pastorie le ninfe per diverse strade,imitando fuga e timore, senza
del tutto,
le spalle al teatro, o nascondersi
però volgere interamente
e
resti
co'
Apollo
cantando
,
gesti cerchino
muovasi
con
di
O
Divo,
esprimere
passi leggiadrie
o
Nume
eterno
l'affetto del pregare.
fieri
verso
il
,
e
co
'1 volto
Intanto
Pitone, vibrando
e
Apollo,
l'arco
72
—
Nunzio
questo
—
importantissima; ricerca espressivadì parole oltre
è
ogn'altra.
Qui vorrei
poter ritrarre al vivo
Brandi, altrimenti
Altezza
più; la
del
grazia
la
e
le
ch'egli la cantò
desiderar
possa
delle
parche
timenti;
avver-
credo
non
si
che
la
nunzia
pro-
vi fa intendere
maravigliosa,né solo
cantare
altri
contralto, esquisitissima
g'estie co' movimenti
co'
parole, ma
talmente, ch'io
è di
voce
nissima
quella sere-
darne
senza
nozze,
da
pur
tonio
sìg. An-
dal
cantata
Brandino, chiamato
il
nell'occasione
ciò
per
fu
come
nimo
nell'a-
v'imprima
che
davantaggio.
Il coro
gono
seguente, che ragionando fra loro i personaggi pianè assai agevole a intendere
la perdita di Dafne
come
ceda
proun
so
non
,
quando
:
il duo
insieme
cantano
Sparse più
quel fin oro, il riguardarsi in volto l'un l'altro
ha gran
quando cantano
forza; cosi ancora
il bel viso;
non
pianga
cantata
'1
co
riguardo il
abbia
le
fronde
tue
La
amore.
il
eguali,
e
annodando
i
i
è
recitarla
ancorché
molti
à' Apollo
un
Queste
serve.
Bianco,
uomo
per
Non
lira al
petto,
non
grande
per
suo
anche
curi
(ilche
; ma
per
d' alloro
scriver
che
e
di
con
e
minuzia,
questa
benché
paia
e
mia
debbe
perciocché il vedere
,
fa
brutta
esser
così
simili
che
in
vista, oltre
pieghevole;
superate
mestiero
tacere
la
ramoscelli
il
sopra
,
più lunghezza
leghinsile punte,
pensa;
non
difficoltà furono
apparati, abiti
voglio
dei terzetti Non
d' alloro
che
voluto
pensato
corona
oltre al
ghirlanda le
a-
ritrovata;anzi, più volte nel
tale azione, come
impossibile a farsi bene
d'alloro
farsene
cercano
lo ri-
facilmente
avessero
ramo
può
non
ci
ciò,
appariscano un solo;
spiegandoli, se ne cinga il capo,
Ho
ch'altri
tralasciata
s'era
maniera
coronare,
più importante
fu però cosi
gevole non
perchè
Faran
ser
es-
tutto
con
di
insieme
di
gambi,
insieme.
gambi
vuol
maggiormente
verso
voi
con
facilitarvi il modo
proposito, non
a
poi di volersene
nell'atto
e
moto
alla testa, incoronandosene
congiungendoli
uniti
tenga
mano
dove
voglio
Scelgansi due
garbo.
con
il
,
regio sarà più
braccio;
mezzo
possibile;
di difficoltà
alquanto
questa azione
far
sia
pronunzia il
lamentato, intorno
è
secondo
raìni, avvolgasi quel ramoscello
i
e
che
d' accrescerlo
cantore
parole. Quando
quale si sarà
perchè qui
affetto
maggior
Dov'è, dov'è
replicano Piangete ninfe,
pianto d'Apollo, che segue,
del
scena
zioni
quelle esclamatutti
il muoversi
arreca
cori, quando uniti insieme
de'
la
grazia
poca
su
di
vedrem
non
da
e
messer
e
diligentissimo,
di
mano
che
'1
lamente
ma-
piccolo
Cosimo
del
grande
venzione
in-
cose.
dovendo
Apollo
pianta
o
fiam,ma
fare
con
beli'
o
,
nel
canto
gelo recarsi
attitudine) é
neces-
la
far
sario
più
gamba
dove
popolo
acciò
pari
solo
dire
a
(per
lacci
d'Amor
Fitone
del
vittorioso
dal
guardo
appena
infino
arie
lampeggiano
d'uno
musica
de'
si fatta
che
; acciò
piccolo lume, aprirvi
E
vivete
(1) probabilmente
driana,
si richiede
tirare
non
da
qualche
dovute
ad
tendente
in-
nell'ultima
mille
l'altre
mie
di
esse
mio
pretenda
ma
a
possiate
il sentiero
nella
bel
un
nome,
posizione
com-
protettore
gran
ragionamento
insegnare
di
altrui
non
(non
che
persona
nel
osservata
fatica
minor
con
e
guai'do
(1).
minuzia
ogni
con
stelle, sono
come
fatica
come
insieme
il tuo
volte
Apollo
canta
Un
scena.
altri,
l'aria dell'ottava
che
principali accademici,
presunzione),
che
pone
inganno
fine ,
al
estinto
Lettori, questo
maestro
luogo
di
che
penne)
e quella
disciolto,
intenditore
di tal favola
perfezione
dell'altrui
tra
l'occhio
questo
in
ch'egli
Questo
le lodi
usurpare
chiami
diligentemente posto
tamento
cio
(a brac-
avvertendo
immaginazione
giacque
nostri
cortesi
di
avvertimento
non
Non
grande
e
Ricevete,
me
viola
di
secondo
solo.
arco
medesimo
cantata
pur
un
vive
Par
r altra
in
melodia
diletto.
poco
cornacchia
da'
Chi
della
scritte
per
quasi
arricchirmi
quali
esca
più vicina,
Apollo, e
note
non
se
non
reca
Restami
le
d'Apollo
delle strade
veggano
le tre
lira
quattro sonatori
una
apparisca
,
conosciuto
essere
e
e
dalla
,
J 'arcate
può
dal
lira suonino
la
su
rilieva) in
poco
veduti
non
l'arco
che
teatro
ordinaria, però pongansi
che
o
al
apparire
come
regna
abbia
recita-
mercè
di
,
giugnere
rappresentazione
a
di
quella
simili
intiera
nimenti.
compo-
lieti.
il
cardiniile Ferdinando
Gonzaga;
cfr.
Adbmollo,
La
bella A-
p. 68.
10
Interlocutori
Ovidio,
che
fa
il
prologo.
Venere.
Amore.
Apollo.
Dafne.
Nunzio.
Pastori.
Ninfe.
Coro.
"1) Nell'ediz.
(1)
1608
gl'interlocutori
così
sono
enunciati
.
Ovidio
Amork
Apollo
Dafnb
Venere
Tirsi
Coro
di
Ninfe
e
Nunxio.
Pastori.
[PROLOGO.]
Ovidio.
'
fortunati
Da'
Godonsi
campi,
a
Mostromi
mi
Quel
E
le fiamme
Soave
Indi
insegnai
in
come
Cui
Ma
Nova
luce
Qual
maestà
Gli
Ah,
eccelsi
II cui
Celebra
Nell'ed.
Oh
ben
IGOi
del
mondo,
la
vi
è aggiunta
de'
allo
guardo
Che
vibra
di
Ben
conosch^io
valor
e
rai
celesti
felici
e
di gran
{Ne
Ei
genitor
chiari
sa
su
lingua
gli alteri fregi
è
così
Arno
mutata:
splendor guerriero,
Farnese
d'ogni pregio
la
Uosa
7)i« l'Orante, tu
altiero.
figlio,
minor
alxò
che
Apollo scioglie]
sanguigne spoglie,
il Nil
?
Regina,
scintille accese,
mentir
15
Lotaringi Regi,
dell'immortai
non
?
questi
la seguente:
0
moleste.
'1 ciel rischiari
forse
'1 nobil
e
quartina
L'inclito germe
e
l'alta
e
aspre
Son
miei
Augusti
immortai,
'1
del
?
vegg'io
nome
core
un
di
splendor
e
10
d'amore,
l'ombre
tra
splendor
e
si deste
ritorni
io ben
riconosco
Gloria
17-20.
che
qual par
m'ammira.
le fiamme
d'amor
son
5
amanti,
ancor
fiamma
libertà
lira
sembianti
vari
come
gelato sen
un
E
lor
si, ch'il mondo
l'arte
In
celesti
de'
i trasformati
voi, mortali.
a
dotta
la
su
mirti
spirti,
notte
questa
io, che
son
frondosi
de'
ciel felici
in
Cantai
V.
l'ombra
graditi dal
I
immortali
ove
farai vermiglio.
inchina.
20
76
-
di
Seguendo
Con
l'antico
giovar
chiaro
esempio
Quanto sia, Donne
Reca
in bel
hieliti
Per
Al
Fora
Ms.
Mgl.
ch'alto destino
serenar,
cui
poi
Porta
per
e
senno
soma
non
continuano
in
deWArno
e
bel.
e
di
nuovo
onora,
primiero.
onor
scelse
far beato il mondo.
valor
d' Atlante
anime
grave,
col
v.
21
il
potìdo
eccelse.
del
giorno,
stelo.
Leonora,
e
'1
adorno
splendorealtero
conosco
eroi^ch'ogni beWalma
Coppia Real,
le edd.
allo
io ben
del Mincio
E
la luce
furono
25
cielo
ch'in
il lume
quartine
sembianti
Vinoenxio
vile.
a
al trasformato
dentro
De' gran
26.
piglio,
Oavalier,periglio
d'or
Ninfa
queste due
Nell'ediz. del 1608
V.
dimostrarvi
recarsi
carro
l'amata
de
Adorar
Entrambe
e
stile,
lagrimar quel Dio,
Vedete
E
a
potenza d'Amor
La
-
testo.
mutate
per
l'occasione:
FAVOLA
DI
[SCENA
DAFNE
PRIMA]
Coro.
Apollo.
(2)
CORO.
Tra
ombre
queste
S'inselva
Ninfe
segrete
si nasconde
e
L'orrida
belva
30
cauti
:
il
Pastori; ah,
e
nostri
Pe'
Non
dolci
spavento,
senza
mai
più
Scoti
(1)
1608,
del
vi
la
dal
trarrò
quale
servisse
ponendo
(2) Mgl.:
32.
V.
o
strada.
la
verso
Così
(3j
Mgl.:
(4)
In
poi
Coro,
segue
Quindi
le varianti
in
c
le
corsivo
Dom.^
testo,
insieme
si
non
36] della
ant.
alcune
ma
i nomi
dei
precisare;
può
lo
che
manoscritte
note
cantanti.
io
musicalo
stampa
A
quale
indicherò
con
presentazione
rapla
manoscritte.
note
Cecs.o,
lampi
e
[Miis.
del
indicandosi
l'esemplare prezioso
ha
il solo
Piero,
ms.
manoscritto
Pastore.
la
precode
l'altra (vv.
v'è
solo
non
35
cielo,
esemplare
un
?
armento
ms.
rag.'^ Nicc.^,
Adamo,
ms.
Ora.°
lìrandi
»
Altro
Mgl.
è
baleni
tra
'1
e
airazione
relativo
si incontrano
sia:la Mgl.,
terra
Magliabechiana
Nella
che
od
gregge
(4)
CORO.
immortai,
fronde.
scotete
campi
guiderem
Griove
muovete.
(3)
timor,
senza
pie
non
PASTORI.
Dunque
(1)
«
raagliabechiano
Piero
ms.
quartina
36-3;)) detta
della
Dafne.
Mira
dal
Nudi
da
Tirsi.
Pallide
Coro
del
«
da
Ninfa
Brandirlo».
fronde
l'erbe
"
m.
Adamo
»
mira
eiel,deh
di
frónda.
.
(vv. 40-13) detta
quest'aggiunta:
Pastore
le edd.
Tutte
»
e
ornai
torbidi
questi arboscslU,
i ruscelli.
del
coro
"
Tonino.
Ceec.^,
^
78
—
Mandane
Che
fiamma
o
da
~
telo
o
si rio n'affidi
mostro
scampi.
e
NINFE.
E
mai
quando
Fronda
corremo
Misere
Che
dal
Tra
deh
le
Puote
Odi
due
a
Coro.
gli aurei
e
turba
sovr'Ossa
D'atro
scritto]« S'inginocchino.
r-
la destra
De
Non
severa
il Cielo
armò,
replica« Odi
il
pianto
Odi
il
pianto
DomenìM
»
Cecchino, Tonino
crudo
serpente
Che struggendoil mondo
Si
del
Non
Si
Altro
3Ia
Pastore
va.
replica«
Coro.
«
»
veleno.
il mondo
più;
ornai, torni qual fu.
replica
«
Pastore.
dove oggi trarrem
Senza
Kbrà
il rio
attoschi
Torni
»
sarà
pregio ancor
Sterminar
Pera, pera
»
onnijxttente
vii
Pastore
»
Olimpo alxò,
Si
«
Piero.
ms.
altera
foco ira
le mèi
Coro
re.
Domenico,
«
ferirla
Tra
tnercè,
vi è
e
»
preghi nostri,
nwìvxrca
versi
Che
i
e
Domenico
«
chiostri
trovar
cor
pianto
Coro,
Se
al cielo
del
del del
ultimi
?
pastor, ninfe innocenti.
un
il
core
latnenti
palme
Pastor
lassti tra
agghiacci '1
mira
lagrime e
Sconsolati
0
ci si
non
del,
Tender
ripete i
40
quelle
verginelle,
Mira
[Il coro
e
fiore,
o
di terror
Se
queste piagge
per
temer
del
di sangue,
Odi
?
il
pianto »
Piero
m.
«
»
tranquillaun'ora
l'abominevol tosco ?
Coro.
ecc.
«
al
Domenico
v.
44.
»
S'inginocchino
»
80
—
—
(1)
APOLLO.
Pur
estinto
giacque
In
'1 terren
su
al fine
sanguigno
l'invitt'arco mio
Da
Securi
itene
Ninfe
bosco,
al
Pastori,ite
e
Non
l'angue maligno.
più
securi
di fiamma
al
prato
tosco
e
Infetta
'1 puro
ciel l'orribil fiato.
Tornin
le belle
rose
Xe
guancie amorose;
le
tranquilloil
Torni
Io
60
:
Palma
cor,
'1 fiato al crudo
e
'1 volto
sereno
serpe
ho
:
65
tolto.
CORO.
Almo
Dio.
Per
lo ciel
Vesti
Se
volgendo
l'ombra
Splende
Selve
la
suoi
de'
È pur
Per
te
vive
0
V.
fiori.
bel
suo
manto.
e
gloria e
per
del
te
gode
occhio
carro
mortale,
eterno
:
ogn'altralode;
Parco
e
Voli
grido
al ciel superno.
"
il
*
An.a,
l'Ilarioni. »
Ven.e
75
'1 vanto.
Sol de
Apollo
79. Mgl.:
'1 vanto.
si fa bella,
si taccia
Ma
adorno,
dolci tesori
scerne
Rettor
e
70
rinno velia
il
la
tua
Quanto
algente
gloria e
terra
Ogni pianta
(1) Mgl.:
orrida
prati,e
e
L'ampia
Se
manto,
aureo
germoglian frondi
Se
intorno
il ciel di lume
tua
pur
ardente
carro
'1 di d'un
tra
E
'1
che
».
de
lo strale
80
81
_
Nobil
! il fier
vanto
Di
velen, di fiamme
Su
'1 terren
Per
Al
trecciar
bel crin
fia
Qual
-
armato
l'alma
versat'ha
edera
degno
Non
ti vo'
90
(1)
cercando
infiorarti i
Per
?
Apollo.
Amore.
AMORE.
vadia
palma
o
SECONDA].
Venere.
tu
:
fregie corone
di raggi ornato
[SCENA
Che
86
dragone
giglioo
o
rosa
crini,
creder, no, madre
vezzosa.
VENERE.
Che
dunque,
cerco
?
figlio
o
AMORE.
Rosa
già,né giglio:
non
Cerchi
d'Adone,
d'altro vie
o
più bello
Leggiadro pastorello.
VENERE.
Ah
tristo !
tristo,
Pe' boschi
Ecco
oggi se
'1
'n
signordi
van
gli dèi
Delo
:
del cielo.
APOLLO.
Dimmi, possente arciere,
Qual fera attendi o qual serpente
C'hai la faretra
1. Mgl.:
ad
Amore
Amore
«
Tonino, e la
Tonino, e
è scritto
s.a
e
100
al
varco
l'arco?
Margherita dal
accanto
a
Venere
cortile ».—
è scritto
Per
tutta
la
scena
Margherita.
11
canto
ac-
82
-
-
AMORE.
Se
da
quest'arco mio
Non
fu
Fitone
Arcier
non
E
del
son
ucciso,
però degno
cielo,Apollo^ un
son
di
riso,
nume
105
anch'io.
APOLLO.
Sello;ma
L'arco, sbendi
0
scocchi
quando
fei'iscia
gli occhi
tu
l'oscuro, arciero esperto ?
(1)
AMORE.
S'hai di saper
D'un
desio
cieco arcier
Chiedilo
al Re
Chiedilo
in cielo
E
tra
Del
110
de
l'ombre
regno
le prove.
l'onde,
a
Giove,
profonde
orrido
Chiedi, chiedi
a
115
oscuro
Pluton, s'ei fu sicuro !
APOLLO.
Se
in
cielo,in
in
terra
trionfi in guerra.
Amor
dove
Dove
Chi
mare,
m'ascondo
ciel
novo
?
m'insegna, o
mondo
novo
?
120
AMORE.
So
ben, che
La
non
forza d'un
Saettator
un
ediz.
esempi. Riccardiano
hanno
fanciullo,
di mostri
e
di
me
Ma, prendi pur
(1) Tutte le
paventi
qui Venere;
[Misceli. 74. 7].
ma
di
serpenti;
giuoco
accolgo
e
trastullo !
la correzione
che
trovo
ms.
in
83
—
—
APOLLO.
Ah,
t'adiri
tu
0
0,
torto
a
125
:
perdona, Amore,
mi vuoi ferir,risparmia
mi
se
'1
core.
VENERE.
risco è scherzar
Vedrai, che grave
Bench'ei
sia
pargoletto^ignudo
seco,
e
cieco.
AMORE.
130
quel superbo core
in
Se
Non
fo
Più
tuo
piaga mortale,
figlionon
non
son,
sono
Amore.
VENERE.
pargoletto,
e
sdegno
giust'ira
Amato
Come
il
t'infiamma
Oggi
Si spero
al nostro
regno
l'altero Dio
Veder
135
petto,
e
servo
suggetto.
AMORE.
Non
avrò
posa
mai,
non
ch'io no'l vegga
Fin
avrò
pace
lagrimar
ferito
140
quest'arcoschernito.
Madre, ben mi dispiace
Da
Di
lasciarti
Ma
soletta,
toglieassai
d'onor
tarda
vendetta.
VENERE.
Vanne
pur
rimango anch'io,
Lieta
V.
127. Mgl.:
lieto,o figlio;
«
A'polìosi parte
per
la strada
145
84
-
Che
troppo è gran
Averti
Per
irato
periglio
canto
a
-
:
queste selve intanto
Farò
dolce
Poscia
soggiorno;
faremo
insieme
al ciel ritorno.
160
AMORE.
Chi
da'
De
lacci d'amor
vive
libertà
goda
la
sua
Superbo
Stassi
S'or
no
d'oscura
:
senti
nube
d'amor
dimani
Avrai
lieto,
pur
involto
noi del ciel l'alto
per
non
disciolto
il
decreto;
né
poco
,
turbato
cor
155
molto
e
'nqueto,
E
signor proverai crudo e severo
Amor, che dianzi disprezzastialtero.
(1)
CORO.
Nudo
Arcier, che l'arco tendi,
Che,
velat'ambe
Ammira
bil
ciglia,
meraviglia!,
i cori
Mortalmente
cosi t'infiammi
Se
Sovra
noi
glisdegni tuoi
de' boschi
E
« m.
D.o,
«
in
avea
Amore
«
memoria
ms.
si
d'amore,
arse
doglie e
parte
Oraxw
Cecchino,ms.
petto,
ruscelletto
un
».
».
Piero
fiore.
'n
pianti
bellezza,
sua
per
nel
cor
piangendo in
ninfa
Posto
Mgl.:
entro
per
tornò
Ogni
162.
165
?
gloria
e
m'agghiaccia '1
mirando,
Sé
onore
fresca
ancor
Qual
168 Mgl.:
saran
leggiadrogiovinetto
Che
(1) Mgl.:
poi
Dio, quai
Suona
V.
'ncendi
e
un
Già
V.
offendi,
Verso
D'un
160
le
».
370
del
Ma
Non
l'aspra durezza
cor
l'afflitte amanti
piegar
Quelle voci
Ch'avrian
:
sembianti
quei
e
mosso
Schernia
175
un
di
cor
fera,
quell'alma altera.
pur
pianto in abbandono
Lagrimando usci di vita.
Una
180
al
fu
Che
poi
antri
gli
per
Rimbombar
nud'ombra
Or
non
qui più
Più
L'impietà
Punto
ha
'1
del
perdono,
ingrato»
acerba
piaga
ancise,
quell'armi ond'altri
Da
pria fine
Non
Che
0
beltà
cruda
fia
Non
Come
ei mise
pianto
190
fior si fé' sull'erba.
bel
un
al
185
irato
core
di
sen
:
suono
e
soffre Amor
non
udita
superba,
e
ch'invan
già
si
Amor
irato
m'insegni
sdegni.
[SCENA
TERZA].
Apollo.
Dafne
(1).
DAFNE.
fuggitivocervo
Del
Quest'è
V.
qui
almen
Fusse
(1) Questa
scena
in
Mgl.
comincia
DAFNE.
Per
«
fuggì
Dalla
Che
pregio, ecco
la bella
al
8uon
la
banda
tu
della corte
»
selvaggioNunie,
fera, ove
DEL
PASTOSE
Ecco
m'insegni.
questepiante ombrose
Dove
il
clu! tu
stessa
così:
Scorgimi, Cintia,
Ecco
la fera
vie in
cit. correggo:
192. L'esempi. Riccard.
195
impressa :
orma
pur
CORO
il sol di
s'ascose.
«
m
Adamo
»
queste selv%
Dafne
de Varco
fa
tremar
le belve.
!
86
-
—
APOLLO.
Qual
bel
d'un
ciglioadorno
Spira lume
gentil ch'ai
ALTRO
PASTORE.
«
mi
cor
Domenico
giunge?
»
Cacciatrice gentil,che eoi bel ciglio
Splendor raddoppi a questo
Spento è il crudo
Fiion
l'etnpio
saìigue
De
Dolcissima
novella !
Avventurosa
Deh,
Domenico
t.
assalto.
mortale
un
quel Divo^ in
iìwontro
minaccioso
ferocee
un
vago.
formidabildrago !
al
fronte
a
il
sovra
animai
l'immenso
pie leggiero
scliernia
la rabbia
d'I l'accese labbia
Ove
invan
Fremendo
Sovra
Or
talor lo
tenea
rapido,
avesse
come
Né
veleno.
da Inarco
Cile di
piaga
che
Ma
da
piante il
vento.
a
strale
mortale
il
trafitto
lasciasse
Tal
sguardo intento,
le
ne
Spinse
Del
e
felicearderò
mai
Non
fiamma
veloce
or
Pur
spargea
la belva atroce
Fermo
piante
saettator
gran
fero,
mostro
fuggir si die tutto tremante:
l'alate
Ch'ei pur
E
«
?
morte
s'aggiornail mondo,
ardito, or
Stallagli
De
di
fu giocondo
eome
Moversi
Or
preda
l'alto
ne
Spènseloalfindopo
Mirar
rio
CORO.
face onde
la
vermiglio.
e
qual si forte
E
DEL
su
Rota
il terreno
caldo
ancor
il mostro
PASTORE
Febo, che
:
mano
ha
Lasciato
di sereno,
mira
lo
fuggissiinvano,
giunse; o
privo d'alma
tnemorabil
lo lasciò
'l
su
palma
!
piano.
DAFNE.
O
di celeste
eroe
ben
a' balli
Tornate
a' carni.
ornai,pastor,
Vie più sicura
Saettando
(Mancano
i
vv.
!
degni vanti
Felicissimo giorno ! al suono,
194-06).
n'andrò
anch'io
le
tornate
per
monti
fere erranti.
e
valli
88
-
I
l'orme
passi e
E
donna
son
di
—
210
fugace belva,
mortai,
del del
non
diva.
APOLLO.
Se
cotal
In
luce
splende
bellezza
Del
ciel
mortale,
più
mi
non
cale.
DAFNE.
Dove
mi
volgo ?
'1 passo
Moverò
215
dove
la fera trove
che
?
APOLLO.
Senza
che
dardo
avventi
Valli cercando
Far
nobil
l'arco scocchi
o
monti,
o
preda puoi
co' tuoi
begliocchi.
DAFNE.
Altra
preda
Che
Se
fere
e
damma
bramo,
non
selve;e
errante
altro diletto
son
o
contenta
fer
e
220
lieta
cignal saetto.
APOLLO.
Ah, che
non
Saettatrice
Ma
contro
Saette
sol di fere
sei,
a
gli alti
aventi
da
Iddei
225
le luci altere.
DAFNE.
Del
ciel
gli eterni
Umile
onoro
E
le selve
per
Pongo
Ma
tu
su
per
e
Numi
còlo,
solo
l'arco i dardi
giuoco
il mio
230
:
cammin
ritardi.
89
—
~
APOLLO.
Deh!
che
sdegnar
non
Compagno
E^ quando
ti
non
tender
so
l'arco^
spiaccia,
dilettosa
d'accordo
Farem
anch'io
:
venga
teco
235
caccia.
DAFNE.
Altri
l'arco mio
che
Non
vo' compagno
:
addio.
(1)
APOLLO.
Oimè
!
fretta
tanta
non
:
Aspetta, Ninfa,,aspetta.
vv.
232-37. Mgl.
invece:
Deh
no7i
sdegnar che
teco
Prenaa
ne'' boschi anch'aio dolce
Anch'io
so
E
qui pur
diletto;
tender
Varco, anch'io
diami
ha
insanguitiato
saetto.
l'erba,
belva superba.
Trofeodi qiisstaman,
Serva di Cintia,altri che l'arco mio
Meco
voglio.Inv'iolabillegge
non
Vuol ch'io recusi per
(1) Mgl.:
V.
Dafne
289. Dopo
e
mandino
Apollo
questo Mgl,
ratta
come
[?] per
la 2.
la p.
Corte
Dio.
aggiunge:
TIRSI.
Oh
un
compagno
"iper
fugge!
ed è
»
già lunge.
Veder vo' s'ei la giunge.
Seguono
i
w.
240-1, e quindi
DEL
PASTOKE
Qui
Fiton
aggiunta:
nuova
CORO,
« m.
Adamo
giacque estinto,
il
Irofeo d'Apollo;e qui trafìtto
Pianse
Prosegue
di
nuovo
amork
».
il gran
col
v.
cuore
vincitoretrofeod'Amore.
242.
12
90
-
[SCENA
-
QUARTA.
Amore.
Venere.
AMORE.
Ve', che
ti
giunsi al
Oh
impara
Or
su
Mirin
Le
E
de
240
:
disprezzarl'etate
a
e
l'arco!
l'alto cielo
Dei
gli eterni
i vanti
gloriee
voi
varco
miei;
246
quaggiù, mortali,
Celebrate
il valor
de
gli aurei
strali.-
VENERE.
Figlio,dolce
Del
cor,
Come
diletto
de
gli occhi miei,
si lieto
sei ?
baldanzoso
e
Dillo, bel pargoletto,
che
Dimmelo, Amor^
Senta
V.
246.
le
Dopo questo
anch'io
gioie tue dentr'al
Mgl.
Altri celebri
e
Trofeidel
canti,
Giove,
sommo
d'Amor
Qual de' ìnortali
o
de'
e
ridi pur
celesti
? Ah
lieta,anima
fastosapur,
Vanne
Ma
Giganti:
a
scherno
bella,ah fera.
fasciatogli occhi,io ben
Benché
le
i rei
l'incliteprove.
Pili recherassi Amore
Ridi,
CORO.
DEL
fulminiatemoli
Io canterò
De
mio.
cor
aggiunge:
PASTORE
Le
250
vanne
ti
scerru).
altera,
superba
questuarmipungenti,
Quest'arco e queste piume
e
ti rammenta
Che fattoho sospirardel cielo
E
segue
Vbnicre
col
v.
247.
un
non
sia
l'igrimetue, di tua bellexxa.
Rimira,
«
Nume.
occorre
in
scena
Venere
»
91
-
—
AMORE.
di gemme
Madre,
bel
Un
Ponmi
d'oro
e
m'appresta;
carro
l'aurea
su
testa
255
fregiod'onor, cerchio
Vegganmi oggi gli Dei de
frondoso;
Nobil
Trionfator
pomposo.
Quel Dio,
ch'intorno
Il
l'alto cielo
gira
luminoso,
carro
l'arco mio
da
Vinto
'260
piange
e
sospira.
VENERE.
del
Qùal degl'Iddei
la faretra
De
Non
cielo
invitta
dentr'al
senti
Io, che
madre
ti sono,
Il moUe
sen
trafitta,
'n ciel
E
in terra
e
telo ?
pungente
cor
ahi
ho
quanto, ahi quanto
265
lagrimatoe pianto !
AMORE.
lagrimatoe pianto, hai riso ancora.
Dimmi, piangevi allora
Che
del Fabro
geloso
Non potestischivar
l'ingannoascoso
S'hai
270
?
VENERE.
Taci, taci, bel figlio;
Pur
troppo,
Il mio
Ma
bel
e
viso
di tornare
lo sai,
tu
allor si fé'
al cielo è
vermiglio :
tempo ormai.
CORO.
Non
si nasconde
Si
V.
275
Mgl:
*
in
selva
belva,
dispietata
Se
ne
partano Amore
o
Venere
p. 2.
Via.
»
275
92
-
Né
l'alto
per
su
—
polo
le penne
Né
piagge ondose,
fere squamose
alberga core
le
Che
de
L'una
l'altra amante,
Sol
contro
e
innamora,
Questi
l'albe
quei, s'al
la mente
Altri
Di
mortai
Che
d'un
se
fasto
un
bel
Che
ogni
ch'in
Prova
sciolto
283. Mgl:
(1) Mgl.:
"
Brandino.
capei d'oro,
300
non
é
core
QUINTA].
meraviglia
han gli occhi
Brandino.
un
d'amore.
NUNZIO.
Veduto
295
il
volto.
NUNZIO.
nova
core
'ndura
giorno,
petto
[SCENA
Qual
corre;
altro affetto,
uman
senta
non
l'armi
a
e
appaga
l'aure
con
vinto
Già
tromba,
ciglioadorno
0^ pregio d'un
Scherzar
290
sere
d'amore.
le fiamme
Mira
armano
vaga
senta
non
core
:
ciel rimbomba
altera
Marte
Di
il
accorda
fere,
cacciando
Perde
E
le
e
'nsieme
d'amore.
senta
non
e
strali
gli aurei
semplici mortali
Che
285
ancora
arde
foco
Ma
piante
gli elementi
Bel
I
le
miriam
E
280
d'amore.
senta
non
Arder
a
le
per
Tra
y.
augel sol Ingo,
volo
Spiega
CORO.
(1)
miei ?
305
03
_
_
sempiterniDei.
0
Ohe
lo ciel
per
volgete
sorti mortali
Nostre
triste
o
liete,
o
castigo 0 piotate
Fu
bel tate ?
l'alma
Cangiar
(1)
CORO.
Pastor^ deh
Le
310
noi
a
narra
meraviglie,
visto han
gli occhi
nove
Che
tuoi.
NUNZIO.
Non
dal
trar
senza
core
Lagrime
di dolore
Udirete.
Pastori,
Il destin
315
la bella cacciatrice
de
troppo miserabile
Pur
e
'nfelice.
CORO.
Di'
saggio Pastore,
pur,
Che
non
Lagrima
senza
dolore
per
pietate un
320
gentilcore.
NUNZIO.
la bella
Quando
Ninfa,
Sprezzando i prieghidel
Vidi che per fuggir movea
Da
seguendo
Ella, quasi
(1) MoL.:
Domenico;
e
così
L'esempi.Riccard.
V.
317.
V.
320, Mgl.
ha:
Chs
non
le
amante.
piante,
325
tolsi anch'io
voi mi
L'orme
celeste
de
l'acceso Dio.
cervetta
di
seguito si alternano
corregge
senxa
d'utia
dolcexxa.
bella.
Brindino
e
Domenico.
94
-
Che
innanzi
crudo
a
Fuggia veloce, e
Si
volgeva
Avea
l'odiato
Al
ciel rivolse
E
'n lamentevol
Sciolse
in vano,
Che
l'uno
Che
pur
Fatto
salvatica
E
le braccia
Le
al
non
Ma
dal
Ogni
aura
o
340
vento
;
si vede
insieme
scorza
le
e
palme
avvinto,
al ciel distese
:
345
bionde
e
riveggo
'1 volto
e
'1 bianco
e
petto;
gentile aspetto
sembianza
miro
si
dilegua e perde;
fiorito
arboscel
un
miserabil
caso,
fa',che
Che
momento
leggiadrettopiede,
destin
o
e
verde.
(1)
CORO.
0
un
fuggir parve
chiome
crespe
lontano,
era
in
ecco
selvaggia fronde
Più
Sol
et
l'altro
dianzi
Di
335
l'altra mano,
troppo
lingua :
e
e
suono,
immobil
Veste
Funa
e
udii, che
la
330
presso
o
omai
ogni fuga
lagrimosi rai
non
lungi
se
amante;
Ch'era
Ch'io
affretta.
spesso
Ma, fatt'accorta
I
il passo
veltro
mirar
a
-
rio !
350
pietate^
355
allora
disse
Dio ?
L'innamorato
NUNZIO.
A
l'alta novitate
Fermò
E,
(1) MgL.:
€
repente il passo,
confuso
PASTORE
DKL
d'orrore
CORO.
W.
e
PÌCrO.
di
J"
96
—
lui stesso
Ma, vedete
Che
noi
verso
Tutto
'n viene
se
di pene
carco
Deh,
—
fuor
come
Traspare il
:
del luminoso
c'ha
duol
(1)
APOLLO.
Chiuderà
scorza
la beltà celeste ?
sempre
Lumi,
voi che
L'alta
beltà^che
vedeste
posa,
Il mio
Per
qui
e
Ma
(1) Mgl.
«
378. Mgl.
Apollo
il mio
core,
«
Brandirlo
al
stesso;ecc.
la strada,
qui interrompe
tesoro.
llarioni.
v.
»
366.
»
parlare d'Apollo, così:
il
Ceech.
Brandiiio.
Tirsi
«
invan
Invan
s'affligge,
»
,
Deh
come
Odilo,hello, Dafne,
Che
Un
le sventure
Un
guardo
Affisaine
tue
guardo
gwirdo, un
375
:
s'asconde
NUNZIO.
vedete lui
verso
sforza,
ch'immortalalanguiscoe
cui, ben
da
vi
questa fronde
bene, il mio
TIRSI
V.
lagrimar
a
in
Affisatevi pure
Qui
370
CORO.
APOLLO.
ruvida
petto accolto !
dentr'al
SESTA.]
[SCENA
Dunque
volto
appena,
si ditole
godi almeno
e
lagrimi
il Sole !
appena,
ahi
la fronte alma
Che disdegnosa,ohimè
!
lasso !
e
serena
il
volgesti
passo.
moro.
97
—
Ninfa
sdegnosa
—
schiva,
e
fuggendo l'amor d'un Dio
Cangiastiin verde lauro il tuo
Che
fia
Non
Ma
!
deh
in
se
la nobil
Senti
doni
Quai
Non
curi
la mia
l'offenda
Di
Del
A
dal
mai
verde
la
pianto^385
impetra :
gelo,
o
eterni
già mai
i
pregi,
l'ira del cielo.
i sommi
390
regi
famoso
al crin
d'onor, ghirlande e fregi.
pastor fia che noioso
né
manto
dolce
odi il mio
fiamma
o
smeraldo
la
spogli e prive :
lieto e gioioso
suo
grat'ombrail
Traggan
e' rami.
ciel cantando
pianta
Portin, segno
Gregge
velo,
ami^
et
fronde
tue
cigni di Dirce e
verdeggianti rami
I bei
380
d'oro
questa fronde
te
a
bel
cielo,
cetra,
del vivo
Sian
Né
crin
ghirlandale
Faran
t'onori
non
al mio
sempre
Ma
ch'io
però
del
di
cantando
e
ninfe
e
395
dive.
CORO
Bella
Ninfa
Sciolta
Del
e
fuggitiva,
priva
mortai
nobil
tuo
velo,
Semplicettabeltà,quii
Ah,
non
sapevi
Che offesanon
Non
mai
Oli
Non
occhi
pon' far gli Dei
la luce il
Che misero
e
celesti ?
carro
ardente
dolente,
girando
chiami
avesti ?
ancora
l'alto polo
ne
Volgeròde
tema
400
molte
a
le
frondosechiome,
volte il tuo bel
nome.
Ninfa sdegnosa; ecc.
continuando
col
v.
379.
13
98
—
Grodi pur
Casta
Tu
bella^
al
mondo,
curi
non
Tu
pianta novella,
e
Cara
—
e
nembi,
e
al cielo.
cara
tuoni;(1)
e
coroni
405
Cigni regi,e
dèi
celesti
:
_,
Greli il cielo
Di
ogn'or t'adorni
Grodi pur
de' doni
I tuoi
Non
mai
se
Aureo
egregi;
e
desio
non
d'amor
vo'
Vero
Dio.
un
le
416
piante
amante,
Centra
crin
d'auro
lauro,
pur
qual
vii
superba,
e
il mio
possa
Non
Che
cruda
amor
Venir
è
più
420
miser'erba.
il mio
canna
biondo
crin
l'immondo
Grreggeogn'or schianti
Sia
vii
De
gli armenti
fien,ch'a
s'a'
dirame;
e
i crudi
denti
425
fame.
Tragga ogn'or l'avida
Ma
:
m'assale
con
guerra
fuggir movo
Ma
410
strale,.
Non
a
vesti.
e
pregi
t'invidio
Io,
Sia
scaldi,
e
smeraldi
Lieta
Se
'nfiammi
o
preghi sospirosi,
Amorosi,
pietà sfavillo
Di
come
v.
404.
Mgl,:
V.
417.
Il
ha
risco,ma
la
ms.
Cecchino
è stata
—
m.
magliabechiano
prima edizione.
mancando
Forse
«
la
—
Piero
aveva
L'ediz.
prefazione di
correzione
et
430
ardo,
Domenico.
—
Tuo,
1802,
lui in
né
arbitraria,
ma
dal
tutti
mi
»
è cancell.
ha
Pog'giali,
e
in
Verso
segnato
gli esemplari veduti, non
pare
ce
ne
sia
corretto
niarg.
bisogno.
si
da
sa
un
che
Vero,
asteri-
fichi.
signi-
99
-
S'io
prometto
Dolce
spene
Con
riso
un
'1 mio
Che
Prenda
Amore,
soffrir ch'in
Non
435
ardore
scherno
a
guardo,
un
con
cortese
soffrir,
Non
gelata.
piaggia o 'n lido
alma
infido
Cor
M'abbandoni
Fa'
l'altrui pene
a
e
-
innamorata.
ch'ai foco de' miei
lumi
440
Si consumi
Ogni gelo,ogni durezza;
Ardi
poi quest'alma allora
Ch'altra
Qual
adora,
si sia la mia
Il
V.
444. Il
ms.
Mgl. Ch'altri.
bellezza.
Fine.
445
100
-
—
[Canzone]
Qual
jacomo
signor
al
altero
novo
corsi.
canto,
Musa, o dèa mi detta,
Corsi, tuo nobil vanto?
Corsi, che tutti sproni
O
E
tutti
Mentre
Tu
accendi
a
primier
le belle
le Aonie
per
ri suoni.
ond'io
le virtù
5
celesti,
calpesti?
vie
cime
vulgo vii diletti i passi.
Lungi
Indi splendi sublime,
E i peregrin già lassi
Teco
o
raccoglia gioghi almi fioriti,
O largo di tesor
gli alletti e inviti.
dal
Per
te
melodia
Soave
Unqua
tela
Senza
S'a
Che
le
tra
gli
L'altere
Condisci
25
al nobil
teatri
e
Amo
mostri
:
scene
e
d'ostri,
di
mei
almi
errori.
Atene
di gemme
te
i fortunosi
de' sospirati amori.
alfin
di musico
20
sdegni
legni,
saggio
pompe
Splendon
i feri
ardenti
amici
l'antica
Per
Muse
le fiamme
lieto
de
accenti
greche
del gran
Pur
Ma
mercede,
rivolge il piede.
magion
Toschi
con
Lasciar
E
15
pietra
o
nobil
Cantan
Tu
cetra,
mano
pregio d'onor, senza
tua
Quinci
E
vano
musica
dotta
né
Avvivò
in
tempra
non
10
Pindo
i
diletti a' tuoi
pregi
regi.
gran
30
troppo lungi il lito
De
E
le tue
in
Oggi
S'aura
Carco
van
glorie ha
immenso,
ardito
nocchiero
solcarlo
l'oceano
io penso,
d'Apollo
a
d'alti desir
si remoto
non
scorge
segno
il
legno.
35
101
-
—
carole
ch'alme
Dive,
Traete
Ditelo
De'
stella
di
Ditelo
ardite
Né
fìa
ohe
Turbi
Per
Sparge
Bella
di
cortesia,
via
le
mirti.
40
Sprezz'ogn'ombra,
padre.
squadre.
oscura
de'
il
pregi
gran
lume
:
45
secura
forti
virtute,
virtù
canore
pur,
contrasti
alta
e'
spirti,
nube
e
lauri
sole
e
magnanimi
Fonte
bei
tra
eterne
piume
e
d'aureo
ogni
Olimpo
orror
in
d'invido
grembo
nembo.
APPENDICE.
Dafne
La
fu
fu
Nel
Trivulziano
1005
trovai
il
altri che
con
,
venne
a
deve
Firenze
luogo
avesse
del
a
di
sol
Di
di
saettando
11
strofe,insieme
rappresentazione
vedremo
che
si
onde
l'auree
quai
Empion
colmarti
di bel
alta
fan
col
Da
cotanto
Trivulziano
accenti
dal
d'almo
sen
l'alba
ascolto
del
splendor,
in
nel
casa
di
Palatino
Don
Ciel
m'invita
:
partita
da
si bel
volume
Giovanni
249, a
diletto
menti.
e
secondo
petto.
le caste
quest'altro prologo
,
inchina.
escon
cammin
1006,
anche
Begina,
il mondo,
cor
giocondo
il
legge fatai, dura
Dura
oscura
bello
divoto
furor
le stelle
l'eterno
pura
aggiorno.
poi, quai dolci
già fuggon
Ch'a
si
terra
tuoi
verginelle
a
suo
la
virtù
lucente:
più
e
rassembra
immortai,
note
pure
discendo
fiamma
lume
sol, ch'i pregi
Di
altresì
quella
intorno
Augusti,
donna
Mentre
legge
rai
santi
il bel
face
cui
Mira,
si
quando
d'eccelsi
splendo,
venerar
più degno
me
d'eccelsi
Germe
fatta
persona
ardente
carro
chiostro
Ch'appo
Dafne
dove
Dentr'umil
L'eterna
della
Convertite,
armato
Sparge
trovasi
la
seguente,
è in
germi
quarta
che
su
ove
Fulgido sol, che
cini
dalla
e
dedurre
delle
Olimpo
Un
Nel
II,
Rinuc-
rappresentazione
1608
al
posteriore
può
si
la
che
d'Austria,
D'inestinguibil luce
Senti
il prologo
V Arianna.
Dall'alto
Ma
comprende
del
prologo
Dafne^ perchè
la
Maddalena
Convento
nel
forse
Poesie
il
poi,
per
Cosimo
a
3,
v.
si
essere
sposa
anche
rappresentò
composto
Maria
a
quindi
e
l'accenno
con
si vedranno
strofa
terza
innanzi
luogo
augusti^
stato
essere
à' Apollo. Dalla
ebbe
delle
,
quale può
volta
ogni
e
volume
primo
,
cini
volte
rispondesse airoccasione.
perchè
mutato
più
rappresentata
e.
249
volto.
delle
una
per
de'
v.,
ma
Poesie
del
Rinuc-
rappresentazione
Medici.
senza
Il medesimo
indicazioni.
104
—
d'alto stupor le
Colme
allor
Allor
gli abissi
al gran
quando
Di
E
le voci
bell'Alba
pianse Apollo
famoso
più
Turba,
Tolsemi
ogni
Ove
d'or
Per
sottrarmi
mio
28
vanto.
albergo,
credea
mi
canto
pregio, ogni
dal reale
si che
poteo
24
amate.
fregiarle chiome,
non
degno il nome,
ridir
mio
s'aprirò,
bel
più
per
allor
di cui
udirò;
cantor
le frondi
su
credei
mi
aurate
scene
Della
E
Ma
—
rinnovar
d'invidia
gli anni.
inganni,
a' fieri
Volsi, sdegnando, disprezzatail tergo.
Ma
ad
forse
di ritrovar
Spero
've di
Là
tanto,
Che
V.
22.
me
magnanimo
V.
36.
Nel
meste
voci d'Arianna
codice
in
anco
Ma
forsead
Donne,
d'alta
Porto
E
al
Deh,
se
nuom
Cresca
E
con
del
prologo,è la
nota
e
la variante
guente
se-
sorte
rea
e
di
fede,
famosa Alfea.
e
di
virtute,
peregrinarsecuro
fermo,
e
alle saette acute.
ghirlande a' primi fregi
feliceAlfea (1),Veterno Oiove
e
Ferdinayidi
dell'arti mie
accoglie
l'ultima
il
qualchemercede,
della
invidia
Cosmi
Mira
poi
40
ritrovar riparo e schermo
spero
D'acerba
(1) Il Palatino
sdegni.
non
:
beltà colme
voi,di gloriaamicJie
Palatino
mio
udirò.
di mia
onta
tra voi
Pregio sovran
Il cod.
'1 cantar
e
Trivulziano,dopo
qtiestamaniera
Ritroverò
Tra
96
più degni,
e pio,
d'udir
cor
•
disperatail tergo.
:
medesimo
fine è
Il
cetra
siede,
Astrea.
:
Le
:
di questa
Il
32. Il Palatino
novella
raccoglisì cortese
suon
V.
vii mercede
sol de' cavalier
o
rea
d'or superba
gigli e
Il
Il Palatino
sorte
non
virtù, di valor
Di
Fra
di mia
onta
32
senz'altro
testo.
Cresca nóbil Alfea.
le
cgnor
glorie
queste
e
rinuove,
i
pregi.
tre strofe
aggiunte
a
questo luogo
e
mina
ter-
L'EURIPICE
RAPPRESENTATA
NELLO
SPONSALIZIO
DELLA
REGINA
DI
CRISTIANISSIMA
FRANCIA
E
DI
NAVARRA
(1600)
14
Alla
Maria
cristianissima
E
E
Greci
E-omani
e
di
maniera
stata
era
Corsi
del sig. Jacopo
di
Dafne,
potesse il
onde
di
dalla
Duchessa,
di
più
tutta
Ma
dal
avendo
usata,
Gran
di
in
che
ardire
per
i nobili
il mio
ardi
che
Cosi
ho
parimente
d'Orfeo.
l'umil
Di
Riconosca
devozione
da
ricever
Iddio
Firenze
Di
V.
e
seguito
di
tempo
gli
altri
dell'animo
M.
poeti
di
(sic)d'Ottobre
a
ad
prima
edizione.
quelle
alcuno,
allegrezza avendo
,
in
altre
Ulisse
avessero
nella
mie
le
ben
lei, e viva
e
et
in
far
rivolger
piccole
lungamente
maggiori
stro
no-
contrario.
preghiere
che
il
zione,
naviga-
sua
il
nell'Aiace
altrimenti
grazie
favole;
cantato
Servitore
E-inuccini.
et
i lamenti
fatiche
felice
favori.
1600.
Ottavio
alla
luce
d'Orfeo:
M.
dall'A.
talia
d'I-
simili
in
invidia
Umiliss.nio
(1) Premessa
senza
pre-
accrescere
parere
tanta
di Sofocle
in queste
verso
di
sommerso
ogni giorno maggior
il di
Potrà
Signori
di
ingegnino
non
nissimo
Sere-
alla
il fine della favola
poeti greci
l'autorità
del
recare
abbiano
non
altri
quanto
voluto
,
si
e
e
l 'Euridice,
scena
conoscere
ho
Gran
udita
da
e
Principi
a
scrittori.
essersi
V.
tanti
solo
non
magnificenza
e
in alterare
potendosi rappresentare
non
scena,
affermare
Omero
che
in
giustificazioneesempio
tutto
sortito
gradite
maniera
mia
di
ha
più intendenti
me
da
fortuna
vola,
fa-
stessa
ella
Montalto
mirabile
che
quello
Serenissima
e
io
la favola
alla
in nobilissima
di
siano
stato
dalla
tolse
que' pochi,
a
Monte
benignità
e
prova
sig. Iacopo, fu
arte
con
cominciando
convenevole
parso
e
musica
mi
è
favore
Legato,
cosi
Dante
la
sia
il
Dal
Laonde
celebrate
tanto
troppo
ma
casa
Peri
poesie, di
fatte
migliorare si
antiche
in
mi
l'intenzione
di
forma
qui
musica
sì fatto
piacque
miglior
rappresentata
altri di
due, perchè
queste
dato
della
le note
sotto
fin
sappia
udito
semplice
una
e
dalla
M., del Cardinal
rappresentazioni
e
medesimo
di Francia.
grazia
incredibilmente
maggior
d'essere
pensiero
patria favorita, ma
meritato
Duca
V.
e
-r
p
animo,
questa
molto
musica
in
fare
io
difetto
Peri, quando
Cardinali
gl'illustrissimi
e
commendata.
messa
me
che
pur
io per
ma
tanta
con
rappresentandola
nuovo
nobiltà
mise
solo
preso
,
e
mia,
e
dell'età nostra, ohe
canto
l'udirono:
che
inferiore:
Jacopo
messer
da
composta
e
né
ma
credev'
ciò mi
all'antica
lunga
le
scene
rinnovata,
alcuno,
dell' animo
interamente
che
gli antichi
Regina
nobil
si
tragedie intere: ma
,
le
su
che
Francia
di
(1)
Cristianissima
molti
non
da
gran
NaVARRA.
Di
cantassero
tentata
Regina
,
recitare
di
moderna
di
openione
stata
Medici
per
Alla
Maria
cristianissima
E
le
Poiché
che
può
non
infinitamente
sicuro
vengo
nello
la
affetto
un
delle
colmo
Di
il dì
V.
6
che
dell'antica
di
ci
e
dei suoi
favori.
di
febbraio
1600.
ch'io
vi
a
,
del
Cavaliere
che
d'
da
ohe
(1) Dedicatoria
e
in
xio
i della Cristianissim^a
Fiorenza
altra
prefazione
! I Sopra l'Evridice \ Del
| Maria
| Appresso Giorgio
a
la nostra
ed
Corsi
signori Jacopo
io, adoperandola
fonte.
E
le
tutte
chi
può
non
alla
Marescotti.
Ottavio
guisa,
Ottavio
su
| Regina di Francia
| MDC.
sotto
Mvsiolie | Di
Rinvccini
con
mente
agevol-
signor
Emilio
venzione
in-
maravigliosa
le scene,
Rinuccini
mettessi
partitura: Le
signor
Medici
musica
la
umane
renderla
dal
mato
sti-
ritrovare
a
operazioni
Benché
caso.
ho
mie,
indotto
ha
m'
ogni altro, ch'io sappia,
udire
fatta
e
operato
aver
che
poiché di
principio
essere
fusse
quello
noto
di canto:
credere
prima
ci
a'
farvi
maniera
dà
il
Dio
Peri.
Musiche
benigni Lettori, queste
porga,
oonvenirmisi
ragione
da
Lettori.
A'
debbe
quale,
in
insieme
Servitore
Iacopo
nuova
altro
accetti
le prego
Umilissimo
questa
piacque
com-
Cristianissima
M.
Prima
da
non
Et
il
con
e
si
à''Orfeo. G-ra-
onorate.
mia
de'
almeno
scorgerà
degne,
e
stesso
me
ghezze
va-
par
Sua, quando
1' ha
servitù
nuovo
si
la persona
nobili
come
medesima
Lei
le dedico
grazie
sue
Firenze
Di
di
umilissimo
musiche,
queste
con
Vostra
mille
e
e
difficilmente
d'esser, al
presenza
sotto
di
,
,
canto
perfezioni
grazie
che
mirabile
dalla
il mio
Maestra
grandezza
dalla
due
ogni parte
trassero
et udire
discale, dunque,
esse
in
che
qualità
nobile
ascoltarle
che
mille
tra
di
ci riconoscerà
non
nell'ordinar'
e
,
antichi, poeta
famosi
quella
adornandola
favola
altronde;
s'Ella
Binuccini
senza,
pre-
sopravanzare
alle
proporzionata
Ottavio
signor
sua
ricevere
E,
quelle
maravigliosa
ha
dimostrato
gravità e dolcezza,
s' accompagnano,
più
difetto,ma
potevano
almeno
unione
con
,
il
buono
gloriosissimo nome.
suo
,
si nobil
di
e
di lei, o
ove
poema
spiegar
al
degna
o
nuovo
bello
dedicarle
a
cosa
questo
di
dalla
favore
tanto
loro
ogni
adempiere
pure
sponsalizio della Maestà
nello
me
riceverono
Regina,
quanto
da
Francia
di
(1)
varrà.
fatte
musiche,
nuove
Cristianissima
Vostra,
Na
di
Regina
Medici
piacque
(fin 1'
le note
Iacopo
la
Peri
dimeno
non-
1594)
anno
Favola
di
| Nobil
rentino
Fio-
| Rappresentate
nello
| e di Navarra.
\ [stemma]
Sponsali| In
109
—
—
di
fare una
semplice pruova
composta
Dafne dal signor Ottavio
per
che si trattava
Onde
veduto
dell'età nostra.
quello che potesse il canto
imitar
col
chi parla
si
doveva
canto
che
drammatica
di poesia
e
però
,
G-reci
che gli antichi
dubbio
si parlò mai cantando), stimai
non
(e senza
di
molti
le
le
cantavano
secondo
su
scene
l'opinione
(i quali
e Romani,
una
quella del parlar
armonia, che avanzando
tragedie intere) usassero
melodia
che
del
dalla
pigliasseforma
cantare,
ordinario, scendesse tanto
,
i
*
di
questa
il
jambo,
oltr'a'
avanzarsi
detto
l'imitazione
ricercare
quella
di voce,
sorte
lenti
s'innalza
non
de'
confini
si debbe
udita
fin
fu
al cantare
e
(quasi, trattenuta
;
ciò,
per
diedi tutto
mi
qui,
questi poemi
a
E
familiari.
ragionamenti
dagli antichi
che
quelle poesie
l'esametro, ma
pure
come
di canto
maniera
in
veggiamo
considerai
e
che
la quale
assegnata,
sospesa), potesse
del canto
tra i movimenti
prender temperato corso
al
favella
accomodarsi
et
della
e
spediti veloci,
quegli
parte affrettarsi
sospesi e
che
che
onde
ragione
diastematica
essi chiamavano
in
la
è
altra
qualunque
tralasciata
a
E
luogo
avuto
aver
è
mezzana.
cosa
e
e
anch'essi
leggendo le poesie et i versi
proposito mio (come l'accomodavano
la
all'altra
del
avvicinandosi
quale continuata
lavano
appelragionare,
eroici),
ad
altro
hanno
forse
moderni
che
i
nostri
il
cor
anfine)
(benché
;
alcune
loro. Conobbi, parimente, nel nostro
fatto nelle musiche
parlare,
intonarsi
voci
favella
ad
in
que' modi
somiglianti
et
più
tra
chi
apre
ci
che
di
Et
.consonanza.
dolerci
nel
nel
,
gli affetti
,
,
e
lo tenni
della
corso
si
ritorni
riguardo
avuto
rallegrarci
,
il basso
muovere
nel
e
finché
al tempo
fermo
di
le
tra
in
et
quegli,
false
e
di
proporzioni , finché, scorrendo
note, la voce
per varie
intonandosi,
ragiona arrivasse a quello che nel parlare ordinario
la via
E questo non
solo perché il corso
del
concento.
a
nuovo
le buone
modo
ballare
che
ciò
però,
ci
per
1'
io
come
non
favole
romane
donaroisi
uso
dalla
nostra
musica
di
quale
già composte
Strozzi, al signor
delle
incontri
in
non
aver
d'intonare
bisogno
manco
ho
per
questo
esser
accomodarsi
il canto
quello
alla
quei Signori la mia openione, dimostrai
non
cantare, e piacque sommamente
pure
arie bellissime
Francesco
per
ogni
l'antiche
esser
creduto
a
fatte
musiche.
nelle
che
che,
E_
greche
solo
possa
favella: onde
nostra
loro
questo
nuovo
al signor Iacopo, il
al signor
ma
favola,
quella
Cini,e ad
degne
di
nota:
altri molti
intendentissimi
gentiluomini (ohe nella nobiltà fiorisce oggi la musica), come
anco
che
si
famosa,
può chiamare
Euterpe dell'età nostra, la signora
Archilei, la quale ha sempre
certo
un
e
dalla necessità
usato, così
udire
Piero
o
ardirei affermare
fatta
negli
più spesse)
paresse
meste
o
principalmente nelle cose
natura
l'altre più liete,più spessi movimenti:
delle false,o scemasse
o
taggio
ricoprissequel van-
forse
modo
aveva
(quasi intoppando
basso,
s'aggiungne
fare, potevan
si
nelle
del
moto
perché
ancora
per
al
richiedendo
gravi,
ma
e
non
che
feci
servono
ferisse 1' orecchio
ragionare non
ripercossecorde, dalle consonanze
o
armonia,
si intuonano
nuova
accenti
secondo
meno
or
quegli
a
cose
fondare
vi si può
molte
di movimento
capace
a
che
altre
passarsiper
altra
or
guisa
del cantar
suo
a
quella
Vettoria
le musiche
mie,
j
110
-
adornandole
non
semplici
doppi
ogn'ora, più
quelle
essi
anni
leggiadrie
e
in
suo
diletto
e
ebbe
miglior
signor
del
nobilissimi
grande
si
et
Giovanni
fin
Coro;
del
arie
quali
si
fu
mia
arrivato
freno
stato
modo;
forse
e
di
al
avverrà
di
altrui
al valor
a
me
sonate
cantate
e
a
tanti
più
con
dato
è
non
meste
molta
e
senza
dove
mi
si
e
valorosi
grazia
da
dentro
e
ho
alla
di
nominato,
rone,
chitar-
un
lira
di
grande,
Ninfe
e
imperi:
dipendenti da
lui,
dopo che
pur
vi
io
benché
cosa
di noia,
e
fanciulletto
più
fetta
per-
aperta
gloria,
delle
essendo
(et appunto
saranno
ogni
alla
l'uso
,
lucchese.
l'arie
nel-
tata
rappresenE
vivete
lieti.
Iacopo
false
ciute
pia-
massime
di Dafne
sendo
es-
in
avendo
orme,
che
sia
non
giungnere,
poter
assai,
spero
à''Arcetro
,
valore
sommo
Pastore
che gli eterni
le mie
per
discretamente
Iacopo Giusti,
viene
ora
novità, graditela
,
non
che
io vi dimostri
E
pervenire.
à''Orfeo
Poi
fatto
aver
camminare
uomini)
del
lettori; e
della
,
più gravi
signor
Antonio
eccellenza
stampata
e
occasione
d'
e
pareva
rispetto
parrà
di poter
paura
tata
can-
Cristianissima.
cortesi
,
dove
il
quali
per
persone
,
altra
mi
da
Maestà
sua
il
corso
ch'in
Intanto
questa.
strada
fin
mio
fu
e
signor
il cui
alcune
et
composta
sua
a
modo
questo
con
i
appunto
hallo; Sospirate
benignamente
però
il
più
E-egina
una
Montalba
modo
nel
cantate
nella
leggono
ad
spesso
(detto E-omano),
esser
rappresentata
Ricevetela
fatta
d' Euridice
canto, al
dovevano
e
tirono
sen-
testimoni
[lacomelli]una
,
perchè
di
grosso.
Caccini
l'arie
Al
de' cori
e
questo
questa
la
Giulio
fece
mondo,
al
noto
tanto
la
perchè
il
e
Grazia
Violino
l'avessi
allora
luce, nondimeno
in
le
Lapi
benché
E
ritrovò.
Francia,
Aminta;
che
don
si
per
sommo
,
Tra
,
quasi
E
Vecchi
di
sangue
ha
con
vi
Palantrotti, Plutone;
signor
liuto
un
è
rappresentata
di
di
anco
mirabile.
non
tempi.
Corsi
dal
Giovanbattista
messer
messer
il
et
,
e,
chiunque
e
stimi
Griovanbattista
,
nobiltà
per
ma
eh' io nominai,
fu
ad
scrivendole
fu udita
Euridice
rappresentò
signor Iacopo
gravicembalo
un
da
nostri
Melchiorre
signori
il
:
aretino,
signor
da
sonata
illustri
musica
e
il
Arcetro;
fu
de'
egli
d' Italia
Principi
musici
cantare,
signor Orazio
il
perchè
ma
famosi
itasi, nobile
Brandi,
è
tanti
a
eccellenti
più
Francesco
sonò
pensiero,
perch'ella
rappresentò,
uomini
et
,
da'
scena
mio
cui
presente
valorosi
Fontanella
Alfonso
conte
la
altri
che
eccellentissimo,
ricevuta
ventura
ed
quei Signori
si
son
messer
musica
voce,
ritrovati
suo
scrivere
possono
in
Carnovale
universale
applauso
con
Ma
nel
che
nostro
la commendò
e
Violino
col
cognome
continui
non
parti della
le
tempi,
del
si
di
lunghi giri
ingegno
nostri
forza
che
L'udì
scritti.
tutte
de'
la
e
,
il
cambiato
all'uso
bellezza
dagli
che
lacomelli,
tre
la
vaghezze
e
di quei
e
dell'
vivezza
,
ubbidire
s'imparano
non
quei gruppi
dalla
che
per
in
consistere
di
pure
,
e
—
Peri.
112
—
di
maniera
fuori
in
tempi,
la
essi,
per
tutte
più
di
me
l'altre
musiche
mie
anni
quindici
ohe
sono
in
arte
che
son
diversi
,
avendo
de'
da
composte
penna
non
vede
si
quale
-
nelle
mai
delle
sentimenti
musiche
mie
altr'
usato
toccando
parole
corde
quelle
l'
più
e
tazione
imi-
meno
,
le
affettuose
giudicato
ho
quali
più
convenirsi
,
si
più
volte
ricerca
mi
dalla
l'effetto
il
sotto
dai
sapendo
mie
le
a
arti,
a
Di
V.
S.
Di
y.
potrà
S.
il
20
far
quale
di
prego
Dicembre
modo
di
che
grazia
molte
canto
potermi
avendo
non
Nostro
può
Signore
la
cose
di
;
sua
più
discare
esperimentare
il
con
la
che
faccia
in
tezione;
proet
ecc.;
non
state
essere
occasione
ne
a
ricoverare,
alle
buona
per
ricevere
conservarmi
a
soprastare
fede
accettata
intanto
prego
ecc.;
ottimamente
Illustrissima,
quale
sempre
sogliono
sempre
giudicare
li
Firenze
la
spererò
ohe
e
Boma
in
costà
volontà
buona
grande;
Principe
buone
mano
ella
grazia
quella
,
stata
scudo
pericoli
che
qual
Illustrissima;
mia
qual
la
;
essere
S.
V.
difeso
cantare
testificato
ha
universalmente
grado
ben
per
per
usate;
le
cose
tutte
baciando
felice.
1600.
Illustrissima
Servitore
affezionatissimo
Giulio
Caccini.
e
ser
es-
ohbligatìssimo
la
| Nozze
\ delle felicissime
Regina di Francia
Descrizione
Dalla:
di Madama
\ Medici
Maria
| [stampa] | In
Buonarroti.
ti. MDC.
I Con
de'
licenza
dalla
corte
in tutti
le nozze,
partenza del Legato
e
Superiori.
delP Euridice.
rappresentazioDe
La
appresso
Firenze
\ Dellit Cristianissima. Maestà
langelo
\ e di Navarra.
\ Di Miche| Appresso Giorgio Marescot-
della
e
Regina, vari trattenimenti
solamente.
non
quei giorni che precederono alla
Ma
i
che
mentre
si andavano
più magnifici tacoli
spetcontentezza
e
più
apprestando, per
maggior
dei nobili e suntuosi
mostrarsi, eziandio
universale
si tennero,
da'
particolari
Là
ordinati.
onde
avendo
il
magnanimi gentiluomini ne furono
in musica
con
signor Iacopo Corsi fatta mettere
grande studio la
Euridice, affettuosa e gentilissima favola del signor Ottavio Rinuce
li
cini, e per
offertala
nel
Altezze, fu
loro
a
de'
palazzo
rappresentata:
Mentre
fu
tale
Orfeo
e
e
suavità
del
gliene
rende
più
da
dalla
e
lo
per
che
nozze
vita tranquilla,
Piangela Orfeo,
ascosa.
dello
bocca
inferno
(da
lei
dottovi)
con-
cantando; onde, mossosi
consigliodi Proserpina,
bella:
mai
scena
reali
essa.
tra l'erba
serpe
lamentevolmente
canto,
quella
a
delle
Euridice, sposi ed amanti, godono
Venere
la richiama
di
apprestati,
nobile
praparatale
e
seguente
sera
il concetto
ella ferita
consigliodi
per
belli vestimenti
e
ricevuta,
la
Pitti,e
che
muore
e
ricchissimi
personaggi
il
Plutone
perchè
pietà,
a
essi amando
di
alla
nuovo
gioiscono.
il magnifico apparato
d'un
grand'arco,
quali la Poesia
rano
accomodatevi
piene di
con
massi
si
per
li
:
in
e
il tutto
in
lo
livide
l'erbe
rupe,
entro
le
inventore, vi
rilevate
li lumi
e-
dipinte,
e
ben
scena
di
parean
dispostivi,
veri,
la città di Dite
le aperture
come
di
prima tornò, né
più
passando
colore
con
e
con
onore
piacer vario,
e
ri,
tor-
Dopo
si vide
a
vi si
sue
rame.
di chi
ad
più
ardere
delle
ridi
or-
de'
sovra
là
E
apparivano.
per
d'un
parte vi intervenne;
vi fu
e
suoi,
spetto
l'a-
inferno, quelle mutatesi, in
di fiamme
avvampandosi
chi
per
fianchi
fra
giorno.
veder
gran
compiutamente
qualunque
di senso,
e
d'una
solo, la
e
,
le cortine
dello
vaghissime,
spaventevoli, che
lingue
l'aere d'intorno
mutazion
e
da
bell'avviso
disegno
di
sterpi
la rottura
conobbe, vibrando
questa
bel
poscia
scorsero
quali sfrondati
entro
selve
come
dovendosi
nicchie
Pittura, con
un
luce
una
degna sala, dopo
di due
e
istatue, mostrava
per
Ma
la
e
in
re
muta-
condurla
di mente
spettatore.
15
Interlocutori
La
Tragedia,
che
fa
il
prologo.
Euridice.
Orfeo.
Arcetro
\
Tirsi
\
Aminta
Pastori.
1
Dafne
nunzia.
Venere.
Coro
di
Ninfe
di
Ombre
Pastori.
e
Plutone.
Proserpina.
Radamanto.
Caronte.
Coro
e
Deità
d'Inferno.
[PEOLOGO]
La
Io,
d'alti
che
Féi
sospir
di
Spars'or
di
Non
Non
teatri
al
popol
insano.
infelice
al
guardo
umano.
Simolacri
Cangio,
da'
funesti,
ombre
coturni
desto
e
lagrimose
e
pur
i mesti
Tal
ch'ogni
Del
mio
Fregio
per
su
Tempro,
Senna
Mentre
Alto
E
Del
al
fra
e
real
i manti
Tracio
d'oro.
con
sereno
aspetto
anch'io,
il canto
mio
dolce
diletto.
cor
il bel
de
date
25
intanto
prepara
seggi
Orfeo
20
corone
onde
e'
Roma,
o
due
liete
nobile
16
chioma.
m'adorno
più
diadema
Atene
colse
l'onorata
Imenei
corde
ammiri,
terra
alloro,
cotanto
su
torno,
reali
Ne'
E
voi
affetti.
calpesti l'orme.
non
Febea
Fronda
Tal
anco
vii
panni
dolci
più
la
cammin
non
i foschi
10
:
gentil ch'Apollo inspiri
Vostro, Regina, fia
forse
d'affanni
cor
stupor
alma
novo
tetti
cangiate forme
le
alto
senza
i
scene.
regi
e
ne
che
s'avverrà
Qual
6
vene,
tiranno
via, lungi
Non
sembianti.
e
d'innocenti
meste
volto,
folto
di
su
Ecco
volti
il
ciglia spente
Canto
Or
minaccie
sparso
Spettacolo
Lungi
pianti,
di
pietà
sangue
di
e
vaga
doglia, or
negli ampi
Scolorir
Tragedia.
gli
crin
si
antichi
l'orecchia
fregi
regi.
al
canto.
L'EURIDICE
PRIMA].
[SCENA
Euridice.
Pastori.
Ninfe.
Coro.
Coro.
bei
ch'i
Ninfe,
Scioglieteliete
E
voi,
Oggi
a
Giunge
rubini
alme
voci
sommo
valor
35
Imeneo.
Orfeo,
40
Euridice,
congiunse
Raddoppia
e
fiamme
memorabil
il cielo:
e
o
del
di
felice !
coro.
lumi
giorno,
il
eh'
Febo,
contrade
santo
Ninfe
Al
ardenti,
lieti canti.
e
beltade
Fortunata
vi
30
toglietei vanti,
ciel
somma
Avventuroso
Pur
in
fiorite
liete
Risuonin
venti,
de'
pastorelle amanti;
o
queste
per
bei
a'
l'alba
venite,
Tutte
scherzar
tesoro
chiudete
voi, ch'a
E
lo
a
ch'almo
Dentro
E
d'oro
crin
carro
d'or
rivolgi intorno.
Pastori.
E
voi,
Per
celesti
l'alto
Rivolgete
Di
A
pace
e
45
Numi,
ciel
con
certo
moto
erranti,
sereni
d'amor
le bell'alme
pieni
i lucidi
sembianti.
117
—
—
Ninfe.
60
Vaghe Ninfe amorose,
Inghirlandate1 crin
liete
Dite
vede
Non
—
festose
e
d'alme
:
simil
un
viole,
'1sole !
d'amanti
par
—
Euridice.
diletti
Donne, ch'a' miei
si lo
Rasserenate
Deh
il
rassembra
Tutto
55
lieta ascolto
come
canti
I dolci
'1 volto,
e
petti
mio gioirraccolto,
vostri
dentr'a'
Che
sguardo
D'amor,
detti,
gli amorosi
e
graditiaffetti
di cortesia
60
!
Pastori.
Qual in si
Alberga
core
rozzo
fera, alma
si
alma
Che
di si bell'amor
Non
colmi
dura^
l'alta ventura
di diletto
Credi, Ninfa
si
di dolcezza
e
?
65
gentile,
Pregio d'ogni bellezza,
Che
0
muto
formi
Ch'oggi non
d'amor
Dolcissimi
Non
De'
dolci
vostri
spiri
sensi e sospiri;
e
liete l'alme
son
pur
onda.
in
pesce
bosco, augelloin fronda,
in
è fera
non
e
70
lieti i cori
amori.
Euridice.
mille
guise
Crescon
le
In
Mentre
e
mille
ogn'una
Dal
bel
Ma
deh, compagne
Là
tra
guardo
di voi
riso
seren
che
par
e
petto.
scintille
75
diletto.
amate,
quell'ombre grate
Moviam
di
quel fiorito
E
al
suon
quivi
Trarrem
al mio
dentro
gioiemie
de'
liete carole
almo
boschetto,
limpidicristalli
e
lieti balli.
80
118
-
—
Pastori.
qui, fra
sopraggiunga Orfeo,
noi
liete pur:
Itene
Che
L'ore
trapasserem
tanto
lieto canto.
con
Coro.
canto, al ballo, a l'ombre,al prato adorno,
Al
A
le bell'onde
86
liete
e
Tutti, o pastor, correte
in si beato
cantando
Dolce
canto, al ballo
Al
SelvaggiaDiva,
giorno.
Ninfe,
boschereccie
e
etc.
90
Satiri,e voi, Silvani,
Reti lasciate e cani;
Venite
al
de
suon
le correnti
canto, al ballo
Al
Madre
Bella
Scendi
E
a'
co' bei
d'Amor, da l'alto
nostri diletti,
Di
di puro
mei
coro
95
'1 ciel
e
latte
distilli
e
l'ali d'oro.
con
canto, al ballo
Al
Corran
etc.
pargoletti
le nubi
Fendi
linfe.
rivi
e
e
etc.
fiumi;
manna
Ogni selvaggiacanna;
Versat'
ambrosia
e
canto, al ballo
Al
[SCENA
Orfeo.
di
etc.
SECONDA].
Dafne.
Tirsi.
Arcetro.
Coro
100
voi, celesti Numi.
Ninfe
e
Aminta
Pastori.
Orfeo.
Antri, ch'ai
Rimbombaste
E
miei
lamenti
dolenti,amiche
voi, pianteselvaggie,
piagge,
120
—
Sentir
Ecco
pietà le
senza
ch'a' tuoi
—
voci
e'
pianti?
—
dolori
Pur
s'ammollirò
Del
disdegnosocor
al fine
gli aspri rigori.
Orfeo.
Ben
conosc'or
Tue
che
dolcissime
Amor,
Che
serbi
140
rose,
nascose;
farne
per
pungenti spine
tra
veggio
or
dai
gioir ne
e
sento
tormento.
Tirsi.
Nel
ardor
puro
de
Aurea
facella
E
discendi
qui
Griocondo
bella
145
piume,
fiamma
di celeste
e
—
accendi,
l'aurate
su
—
stella
infiamma.
Imeneo
Trabocca
d'alta
in
dolcezza
grembo
tra' bei canti
E
più
di bel foco
—
Nume,
L'anime
Lieto
la
Svegliane' cori
Di paradiso.
un
a' fortunati
—
di soavi
—
amanti,
150
amori
dolce
una
—
nembo
aura,
riso
un
Arcetro.
Deh
ogni bifolco,ogni pastore
come
A'
tuoi
lieti imenei
155
Scopre il piacer ch'entro
racchiude
il
core.
Tirsi.
Del
beato
tuo
Crescano
L'onda
gli alti
amor
come
ognor,
contenti
pioggiasuole
per
gonfiarde' rapidi torrenti.
Orfeo.
E
per
te. Tirsi mio, liete
le notti
Sempre
e
i di rimeni
Dafne,
Lassa
! che
Gelami
il
di
cor
spavento
nel
ridenti
e
seno
e
!
il sole.
nunzia.
di
pietate
160
121
-
beltate,
Miserabil
in
Come
—
punto, ohimè!
un
AM
! che
In
notturno
lampo
venisti
165
meno.
baleno
o
ben
seren
fugge,
ratto
più rapida l'ale
Ma
Affretta
al di fatale.
vita
umana
Arcetro.
Ohimè
Pur
Al
fia
! che
già mai ?
gioiosa
gli Allor costei
tutta
or
fonte de
170
lasciai.
Orfeo.
Qual
cosi ria novella
Turba
In
bel sembiante
il tuo
questo allegrodi, gentildonzella.
175
Dafne.
0
Febo
del gran
de
e
le
Pregio sovran,
di
Non
cagiojidel
chieder
la
Dive
sacre
queste selve
mio
onore,
dolore.
Orfeo.
Ninfa,
deh
Ridir
Che
sii contenta
perchè t'affanni,
taciuto
martir
180
troppo tormenta.
Dafne.
Com'esser
può già
Ch'io narri
Deh
ch'io reveli
e
Si miserabil
mai
?
caso
lasciami
fato,o
o
cieli !
tacer, troppo il
185
saprai.
Coro.
Di' pur:
sovente
È de ristesse
del timor
mal
men
l'affanno
grave
assai.
Dafne.
Troppo più
del timor
fia grave
il danno.
16
122
-
—
Orfeo.
!
Ah
dubbiosa.
sospenderpiù l'alma
non
Dafne.
Per
qual
fiori
rigando i
Ove
Lento
gli Allori,
de
il fonte
trascorre
diletto
dolce
Prendea
190
boschetto,
vago
Con
le compagne
Chi
violetta
Per
far
la bella sposa.
sue
195
rosa
o
crine
ghirlandeal
Togliea dal prato e da l'acute spine,
E qual posando il fianco
Su la fiorita sponda
Dolce
Ma
al
cantava
il
danzando
ria sorte
Quando,
crudo
Angue
Che
e
pie
'1 verde
su
acerba
prato,
!
spietato,
giacca tra'
celato
fiori
l'erba,
e
pie con si maligno dente,
repente
Ch'impallidì
Come
raggio di sol che nube adombri,
E dal profondocore
Con un
sospirmortale
Si spaventoso ohimè ! sospinsefore.
l'ale,
Che, quasi avesse
Giunse
ogni Ninfa al doloroso
Et
lasciossi allor
Spargea il
;^ Un
Indi
Tra
s'udìo
più
il tuo
le labbra
Scolorito
Restò
il bel
tanta
e
le dorate
freddo
assai
215
chiome
che
ghiaccio:
nome
fredde
sonar
E, volti gli occhi
V
suono.
l'altrui braccia.
ne
bel volto
via
sudor
210
abbandono
ella in
Tutta
205
il
Punsele
?'
200
Euridice
la bella
Movea
l'onda ;
de
mormorar
al
viso
bellezza
e
tremanti,
220
cielo,
e
i bei
immobil
sembianti.
gelo.
123
—
—
Arcetro.
! che
narri, ohimè
Che
Ninfa,
Misera
misero
più
e
miseria
Spettacoldi
?
sento
amante,
di tormento
e
!
226
Orfeo.
Non
0
piango e
non
mia
Euridice,
Che
cara
che lagrimarnon
sospirar,
Cadavere
0
mio
Chi
mi
mia
o
! chi
Tosto
posso.
infelice,
core,
Ohimè
ch'in
vedrai
chiamasti
Non
son,
vengo,
il tuo
vita, o
cara
0
! dove
lontano
son
vita !
o
230
se'
gita?
vano
morendo
non
pace,
tolto,
tolto,ohimè
t'ha
o
speme,
t'ha
mi
Non
Io
sospiro,
consorte.
235.
:
morte.
cara
Arcetro.
invida
! morte
Ahi
e
ria.
Cosi recidi il fior de
gli almi
turbi d'amor
Cosi
!
Lasso
ma
l'altrui
a'
indarno
speme?
contenti?
240
venti,
Fia
l'empian'assal,volan le strida.
ciò non
il seguirlo,
a
più senno
Da
soverchio
Ove
dolor
sé stesso
vinto
uccida.
Dafne.
Va'
pur,
Ove
Reca
si fa
ch'ognidolor
d'amico
men
grave,
245
fido
conforto il
ragionar soave.
Ninfe.
Dunque
è pur
Tornate, o
Senza
ver,
che
donne
la scorta
scompagnate
mie.
di
quel
vivo
sole ?
e
sole
124
—
—
Aminta.
Sconsolati
0
speranze
E
chi
In
fallaci !
si breve
'
avrebbe
creduto
Veder
260
desir,gioiefugaci,
momento
spento ?
d'ognibellezza
il sol
Ninfe.
Bel
di, ch'in
Deh
sul mattin
avanti
come
di duol
Nube
si lieto
apristi,
265
sera
t'adombra
oscura
nera!
e
0
gioie,0 risi,o canti
Fatti querele e pianti!
Pastori.
0
voi
fior di
Per
E
giovanezza,
di bellezza
voi, che
Si chiari
260
alteri
cotanto
pregi avete.
Mirate, donne
mie, quel
che
voi
séte.
Coro.
Morte, ahi pur
Cruda
Oscurar
si dolci
potesti
lampi
266
:
aure
celesti,
Sospirate,
Lagrimate, o selve,o campi.
Quel
bel
Amor
Dove
Pur
volto
suo
lasciasti
Senza
fiorito,
almo
seggio
pose,
scolorito
rose.
giglie senza
aure
Sospirate,
Fiammeggiar di
Ch'ogni stella
270
negre
oscuri
celesti,ecc.
ciglia
in
prova.
Chioma
d'or, guancia vermiglia.
Contr'a
morte, ohimè
! che
aure
Sospirate,
giova ?
celesti,ecc.
275
125
—
il
S'Appennin nevoso
Spira gielche
affrena,
albergo
Aprii per noi
aure
Sospirate,
a' rai del
Quando
sol cocenti
il di lieto
e
Forte
di fiamm'e
celesti,ecc.
si
Fier
leon
285
tosco
empio serpente;
carme
Ben
in selve
placa
o
'n bosco
l'ira ardente.
ne
ecc.
celesti,
aure
Sospirate,
nocchier
Sa
Ahi
Già
costante
marino
schernir
!
mondo,
giocondo.
aure
Sospirate,
Spogliasi
'1
e
lucenti
rio d'onde
Toma
ecc.
celesti,
il ciel s'infiammi
che
Fresco
Ben
280
rimena.
Dolce
Par
tergo
l'onde
in chiuso
foco
Lieto
—
forte
e
290
sdegno.
fuggir colpo di
morte
mortai
ingegno.
ecc.
aure
celesti,
Sospirate,
vai
non
TERZA].
[SCENA
Arcetro.
Coro
di
Pastori.
Arcetro.
Se
invido
Fato
Di
rio
quest'amate piagge ha
Donne,
Che
e
295-
riconsole
ne
per
spento il sole,
celeste
Il nobile
aita
pastor rimase
è in vita.
Coro.
Dei,
gl'immortali
S'ei vive pnr da tanta angosciaoppresso;
sei
Ma
tu perchè non
amico
In si grand'uopoal caro
appresso?
Benigno
don
de
300
126
—
-
Arcetro.
Con
frettoloso passo,
Come
Da
sai, dietro li tenni;or
tu
dolente
che
il vidi
lungi
e
quando
lasso
in bando,
d'ogni allegrezza
già, com'uom
corso
alquanto allento,
Se 'n
11
Pur
da
tuttavia
al
Tenendo
Et
lungo
Vinto
da
Cadde
su
giunge
310
danno.
il memorabil
fé' morte
Dove
sguardo intento;
lo
cammin
suo
al loco ei
ecco
305
l'alto affanno
l'erba,e quivi
sospir dal cor gli uscirò,
Che le fere e le piante e l'erbe e i fiori
Sospirarseco e lamentar s'udirò;
0 fere,o piante, o fronde, o fiori,
Et egli:
Si dolenti
315
—
pietà m'addita
Qual
di voi
Dove
ghiaccio divenne
E,
come
per
il caso,
porse
sul verde
Scorse
bel foco?
volle il
—
fato,
320
ciglia,
prato
di lei l'erba
bel sangue
Del
o
le dolenti
intorno
Girando
il mio
il loco
vermiglia.
Coro.
lagrimosavista, ahi
Ahi
fato acerbo!
Arcetro.
il
Sovra
sanguigno
lagrimoseluci
Indi
0
caro
o
mio
ricco
Deh
Prendi
co' miei
de
e
disse
tremando
sangue,
Del
326
affisse
Immobilmente
Le
smalto
l'alma
:
esangue;
—
sangue
tesor
baci
'1 volto
misero
avanzo,
ancor
quest'aure estreme!
E, quasi ei fosse d'insensibil pietra,
Cadde
su
330
insieme
l'erba,e quivi.
—
128
-
—
Pastori.
A
te, qual
gli alti Numi,
pastor recasti aita^
ti sia de
tu
nobile
Ch'ai
Mentre
queste membra
avran
ogn'or tra incensi
lodi
Canterem
spirtoe vita,
e
e
370
fumi.
Coro.
su' nudi
Raggirar
Sorgono anco
Appressando
verno,
i dolci
in
eterno.
nemboso
gli scoglialteri
mar
torbida
L'onda
oscuri
Sciolti i nembi
tremula
Aura
Non
vagante.
e
l'aer
pur
si volve
Come
il tutto
né
sorge,
or
'1 foco
e
è il ben
Non
feri.
e
del ciel superno
rotar
Ma
380
spumante,
increspail tergo ondoso,
Dolce
Al
376
lampi
carro
S'al soffiar d'Austro
Crolla
fiori
frond'e
e
il
la luce
De
campi
d'orrido
stridor
Fa
onori
i verdi
de' boschi
Se
'1
intomo,
in
giro:
pianto eterno;
cade
or
386
il
giorno,
qui gioiao martire.
Regna
Pastori.
Poi
ohe
dal
Scendon
Pria
Al
390
sereno
queste piagge umil
In
I
bel
che
li Dei
rai lucenti
tempio, a
Andiam
Alziam
nasconda
e
a
Teti
mali,
in
seno
chiari,
i sacri
devoti, e
le voci
mortali
nostri
pietosia'
Febo
noi
tra
e
con
'1
395
altari,
celeste
cor
Qui il Coro parte,
zelo
cantando
e
la
scena
al cielo.
si tramuta.
129
—
QUARTA].
[SCENA
Coro
Ombre
di
^adamante.
Proserpina.
Plutone.
Orfeo.
Venere.
—
d'Inferno.
Deità
e
Caronte.
Venere.
guida
immortal
Scòrto da
di speme
Arma
di fortezza
e
di morte
Ch'avrai
Palma,
trionfo
ancor
e
palma.
400
Orfeo.
0
d'Amor^ figliaal
madre
Dea,
fra cotante
Che
il
Ravvivi
Giove,
gran
pene
cor
si
con
spene,
soave
qual fosco sentier mi
Rivedrò
quelle luci alme
scorgi?
Per
e
e
dove
405
?
serene
Venere.
L'oscuro
Rive
siam
onde
varco,
pallidee meste,
Occhio
vide
non
Gli
intorno,e
oscuri campi
Del
Re
che
Sciogliil
de
suon
Quanto
mortale:
vedi
la città fatale
e
l'ombre
sovra
nobil
tuo
d'alcun
ancor
Rimira
Al
giuntia queste
l'aureo
ha
scettro
410
e
regno;
canto
legno:
t'ha tolto ivi dimora.
morte
415
Prega, sospira e plora:
Forse
Che
ha
mosso
pianto
quel soave
Ciel,pieghi l'Inferno
che
avverrà
il
ancora.
Orfeo.
piaggio,ombrosi
Funeste
Che
di stelle
Non
vedeste
suon
campi.
di sole
giammai
scintill'e
420
lampi,
dolenti
Rimbombate
Al
o
orridi
de
mie parole,
l'angosciose
17
130
-
Mentre
ben
Il
perduto
E
voi, deh, per pietàdel mio
Ohe
mio
misero
nel
Ohimè
! che
Griunse
!
Misero
Che
e
fra il
Com'angue
Lagrimate
miei.
430
mi
credei,
freddo
e
solo
piaggia il
verno,
d'Inferno.
435
piacque,
questi lumi
Fatti
al tuo
dipartirfontan'e
fai per
fiumi.
e
orrori ?
i tenebrosi
entro
440
e
piagni
t'affliggi
amori
gl'infelici
L'acerbo
fato
Deh,
scintilla
Ti
gli occhi
pianto,Ombre
al Oiel
di
Forse
d'Inferno.
duolo^
e
in fredda
al mio
Luce
Che
il sol de
pianto
suole
tu, mentre
eterno,
quell'ora
a' bei raggi
il bel lume; e
su
spense
Restai
425
martiro,
pianto, Ombre
l'occaso
scaldarmi
Morte
dimora
cor
sospiro;
l'aurora
su
a
voi
con
al mio
Lagrimate
E
accenti
mesti
con
—
se
scalda
e
il
Senti, mia
ancora
di
sen
quei
il tuo
Lagrimate
si cari
ardori.
vita, senti
Orfeo
caro
445
lamenti
Quai piantie quai
Versa
?
dal
cor
interno.
d'Inferno.
pianto,Ombre
al mio
Plutone.
Ond'è
cotanto
Ch'avanti
Scenda
ardire.
al di fatale
bassi
a' miei
regni
un
uom
mortale
?
450
Orfeo.
0
de
gli orridi
e
neri
Campi d'Inferno, o
Eccelso
Re, che
a
de
l'altera Dite
le nud'ombre
imperi,
Per
impetrar mercede.
Vedovo
amante, a quest'abissooscuro
Volsi
piangendo
e
lagrimando il piede
455
.
131
—
-
Plutone.
Si dolci note
si soavi
e
in
spargeresti
Non
van
nel mio
se
regno
lamenti.
pianti o
mercè
Impetrasser
accenti
Orfeo.
Deh,
la bella
se
Ohe
l'acceso
per
Mosse
460
monte
fuggirtiin
a
ti scopra
Sempre
Sereni
Diva,
i rai de
Vagliami
ritrosa
van
schiva,
giri
e
la celeste
il dolce
e
fronte,
465
canto
questa nobil cetra,
Di
Oh'io ricovri
da
L'alma, deh,
rendi
Rendi
quest'occhiil
a
il
Rendi
de
0
raccogliancora
me
Tra
dolente,
sen
desiato
sole;
470
suono
le dolcissime
l'ombre
mia.
questo
a
queste orecchie
A
la donna
te
parole;
ben
spente ov'il mio
dimora.
Plutone.
Dentro
l'infernal
Non
lice ad
Ben
di tua
Non
so
porte
uom
dura
qual
novo
M'intenerisce
il
mortai
fermar
le
piante.
475
sorte
affetto
petto:
troppo dura
legge,
Legge scolpitain rigidodiamante
Oontrasta
a' preghi tuoi,misero
Ma
480
,
amante.
Orfeo.
Ahi
! che
Sciolto
è
Ma
del
tu
Scintilla
Ahi
Come
d'ogni legge
pur
colui, che gli altri affrena
di
lasso !
mio
regge;
dolore
pietà non
e
e
non
senti
al
485
core.
rammenti
trafiggaAmor,
come
tormenti
?
132
-
E
'1 monte
su
pur
Lagrimasti
Ma
deh,
tu
ancor
'1
se
de
può nel duro
Rivolgi il guardo
Che
t'accese
nel
al mio
Tua
bella
ardore
d'Amo}-e
servo
!
mio
490
destar
pietate,
quell'almabeltate
sen
a
si bel
cor
Mira, Signor, deh
Come
l'eterno
pianto
Non
-
desio:
mira
lagrimar
e
sposa,
dolce
come
Rugiadosi di pianto a
Mira, Signor,deh mira
dolce
i lumi
pur
gira.
me
45;)
sospira
Quest'Ombre intorno, e quest'oscuriNumi :
Vedi
al mio duol, come
al mio pianto
come
Par
che
si
ciascun
strugga
500
si consumi.
e
Proserpina.
O
E-e, nel cui sembiante
si ch'il ciel
M'appago
sereno
Con
quest'ombre cangiar
Deh, se gradito amante
Già
mai
Onda
soave
S'al
in
trovasti
libero
cor
dolce
e
caro.
505
raccolto
sen
sete,
sciolto
e
Dolci
fur
Di
gentil amante
si
m'è
questo
l'amorosa
a
chiaro
e
queste chiome
e
laccio
acqueta
il
e
rete^
pianto.
510
Orfeo.
A
si soavi
A
preghi,
si fervido
Mercede
anco
fia
Che
però
! che
Diman
Vola
se
me
teco
pur
nieghi?
fra
a
tant'alme
rimirare
e
che
più
seco,
vedrai
mortai
ratta
che
e
mille
nel
tuo
vita
saetta
tante
515
il sole ?
queste piaggie ignude
Rimarran
Sai
pur
Euridice
E,iede
Ahi
amante
a
e
e
mille
gran
sole ?
insieme
regno.
l'ore estreme
al
segno.
520
133
—
—
Plutone.
dal
Dunque
Torneran
Le
oscuro
regno
l'alme
al
cielo,et io primiero
leggisprezzerò del
impero ?
nostro
Radamanto.
Sovra
l'eccelse stelle
Griove
talento
a
Nettuno
il
E
a
move
Tu
mar
turbi
voler
suo
525
regge;
i confin
procelle;
e
d'angusta legge
l'alto governo,
libero
Non
e
corregge
sol dentr'a
Avrai
comanda
suo
signor del
vasto
Inferno?
530
Plutone.
Romper
proprieleggiè
le
Anzi
sovente
reca
e
vii possanza;
biasmo
danno.
e
Orfeo.
Ma
gli afflitti consolar l'affanno
usanza.
gentil'
pur di regio cor
de
E
Caronte.
rimira
Quanto
il
La
luminosa
Al
rapido sparird'un
Cade
Fa'
face,
morendo
e
legge,o
pur
535
sol, volgendo intorno
breve
fa qua
gran
giù
giorno
ritorno
Re, quanto
:
a
te
piace.
Plutone.
Trionfi
E
De
0
oggi pietà ne' campi inferni^
sia la
le
de
gloria e
'1 vanto
lagrime tue,
la reggia mia
Scorgetevoi
L'amatore
per
fido
a
540
del
bel
ministri
entro
la
tuo
sua
Scendi, gentil amante,
a
eterni.
l'aer
donna
canto.
scuro
avante.
546
134
—
lieto
Scendi
la diletta
E
sicuro
e
le nostre
Entro
soglie,
moglie
al ciel
rimena
Teco
—
sereno
e
550
puro.
Orfeo.
dolci
!
sospiri
versati pianti!
felice sopra gli altri amanti
fortunati miei
0
0
ben
0
me
Coro
Poi
e
ciel
dal
Tolto
i
Partirò
figlialteri,
mai
ciel a' dolci rai:
né
Unqua
mortai
arene;
Che
d'impetrar mercede
Non
nacque
In
al mondo
spene
dove
quest'abisso,
Pietà
di
non
muove.
565
pietre
soave
Con
e
punge
Armato
e
d'aurea
cetra,
lagrimoso metro
Canoro
impetra
amante
Ch'il ciel
viva
rivegga e
670
sospiratadiva.
Si trionfare
D'Orfeo
in guerra
la cetra
figlide
Tutti
la
non
lui che
e
i canti:
terra.
frenate
L'ardir
Di
560
piede
Calpestònostre
0
555
Saturno,
tornò
non
Del
La
d'Inferno.
quest'orrornotturno
Alma
Or
Deità
gli eterni imperi,
che
Da
Ombre
di
!
sete
regge
e
i
vanti;
prole
il sole.
575
136
—
-
Coro.
Ecco
il
gentilAminta
Tutto
ridente
Forse
reca
in viso
d'Orfeo
:
giocondo avviso.
Aminta.
Non
più lamenti,
più, non
Dolcissime
Di
dolorosa
Di
fortuna
Il nostro
Tutto
Di
si
più
lagne
sorte.
di morte
o
Orfeo,
il nostro
:
semideo,
lieto
in
610
giocondo,
di gioia
e
dolcezza
Nuota
:
compagne
fia chi
Non
605
e
che
mar
un
ha
non
riva
o
fondo.
Coro.
Come
dolore
tanto
in
Quetossi
E
In
chi
?
momento
un
615
ardore
cotanto
si fervido
presto ha
si
cor
spento?
Aminta.
il
Spento è
Del
bel foco
suo
Splendon le
La
bella
che
Lieta
si
chiare
ancor
fiamme
e
lucenti
ardenti.
620
Euridice,
Ch'abbiam
Più
vive
dolor;ma
sospiratoe pianto^
cotanto
bella
mai
gode
al
e
caro
viva
sposo
a
canto.
Coro.
?
Vaneggi, Aminta
o
Ne
speri rallegrarcon
Assai
lieti ne
fai,se
Ch'il
Prenda
misero
625
pure
tai menzogne
n'assicuri
pastore
conforto
nel mortai
dolore.
?
187
—
—
Aminta.
0
Voi
chiamo
S'il
ver
Pur
testimon,superni Numi,
parlo e ragiono.
bella ninfa,e questi lumi
la
Vive
630
celeste,
del regno
il
miraro
or
de le
udir
Orecchie
bel viso
suo
voci
sue
e
il
queste
635
suono.
Coro.
Quai dolci
Ascolto,
Ond'è
care
e
nuove
Griove
cielo,o sommo
grazia e tanto dono ?
del
Dei
0
cotanta
!
Aminta.
Quanto
tempio n'andaste, io
al
Ch'opra forse
De
saria
pensai
pietosa
640
l'infelice sposa
Gli afflitticonsolar
E
men
non
mi
là ratto
Ove
La
vecchi
parenti,
n'andai.
schiera di Pastori amici
tra
sventurata
645
sorte
Lagrimavan que' vecchi orbi e 'infelici.
antiche
l'ombra di quell'elei
a
Or, mentre
Che giro al prato fanno.
Con
dolci voci amiche
Eràmo
l'affanno,
disasprir
punto appar baleno o lampo,
intenti
Come
in
un
Tal'a' nostri
a
occhi
650
avanti
Sovraggiuntivegghiam glisposiamanti.
Coro.
Pensa
qual stupor, di qual
di
Ingombrò
De
l'alme
la felice
e
diletto
655
i cori
coppia il doloe aspetto.
*
Aminta.
Chi
0
può
del cielo
i ben
dì
annoverar
le
stelle,
paradiso,
18
138
—
-
gioialor^la festa
Ridite, piagge voi,campagne
la
Narri
Ditelo
fiumi
voi
E
fonti,
e
gioiamirar si
Qual pallidettogiglio
Dolcemente
qual
Or
Ma
di lei venia
terra
a
beava
L'alme
il bel
che
o
sempre,
Chinasse
i
e
gioiosisospiri
De
l'uno
E
core,
675
cori
canti temprar
Dolci
gli eterei giri
sereno
musici
S'udian
670
martiro.
l'altro innamorato
l'aer
per
vermiglio;
ciglio
d'alto
cor
A'
e
665
sposa,
in giro.
rivolgesse
o
la terra, ardean
Ardea
la bella
rosa
purpurea
volto
Il bel
languia
or
erranti,
cari amanti.
fu
Qual
660
monti,
e
l'alto ciel zeffiri
per
'1 riso.
e
A.mori.
d'alati
Io, fra l'alta armonia,
Per far liete ancor
voi, mi
misi
in
via.
Coro.
! di che
Oh
Al
bel
di tue
suon
Fulgido più
più
E
Al
ride
in su'l mattin
che
del
e
più
Euridice.
Arcetro.
non
suole,
s'infiora
di, ch'in
[SCENA
Orfeo.
680
parole,
la terra
tramontar
il cielo
s'ammanta
seren
su
l'aurora.
SESTA.]
Aminta.
Coro
di
Ninfe
e
Pastori.
Orfeo.
Gioite
al canto
amati
G-ioite,
Eco
rimbombi
mio, selve frondose,
colli,e d'ogn'intorno
da
le valli
ascose.
685
139
—
E
co'
sol di
raggi adorno,
fa
begli occhi, onde
foco
Raddoppia
fa servi
E
bel
è il mio
Risorto
l'alme
a
d'Amor
—
scorno
luce
e
la terra
a
e
al
Delo,
giorno,
'1 cielo.
690
Coro.
Tu
se' tu
Ch'in
quella
se' pur
queste braccia
Lasciasti
accolta
bel
il tuo
disciolta.
velo,alma
Euridice.
io, per cui piangeste;
Quella, quella son
Sgombrate ogni timor,
che
A
più dubbie,
donzelle
che
a
695
amate:
pensose
state
?
Coro.
sempiterni Dei
0
Pur
E
veggio
par
!
i tuoi
ch'anco
bei lumi
creda
non
e
'1 tuo
bel
gli occhi
a
viso,
miei.
Euridice.
Per
quest'aergiocondo
E
Mirate
E
del
anch'io:
vivo
spiroe
il mio
700
crin
bel volto
biondo,
mio
Mirate, donne, le sembianze
Riconoscete
Udite
il
omai
antiche;
gli usati accenti,
di queste voci
suon
705
amiche.
Coro.
Ma
come
Forse
spirie
vivi ?
il gran
regno
de'
pregi
Spoglian
Inferno
suoi
gli eterei
Divi
?
Euridice.
Tolsemi
Orfeo
del tenebroso
regno.
Arcetro.
Dunque
mortai
valor
cotanto
impetra ?
710
140
—
—
Orfeo.
fu
l'alto don
De
Mio
dolce
degno
canto
'1
e
di
suon
questa cetra.
Aminta.
Come
fin
nobil
Tua
ne
tenebrosi
voce
udissi ?
giù
abissi
715
Orfeo.
bolla Dea
La
Non
so
per
d'Amore,
qual sentiero,
nel
di Pluton
Scorsemi
impero.
vasto
Dafne.
E
scendesti
tu
l'eterno
entro
orrore
?
Orfeo.
giardindonzella.
bel
lieto assai ch'in
Più
720
Aminta.
0
magnanimo
Ma
che
!
core
puote Amore
non
?
Coro.
crudo
Rege
d'ognipietà,placar potesti?
Come
quel
Nudo
Orfeo
Modi
725
mesti,
soavi, or
or
preghi e flebili sospiri.
Temprai si dolce,ch'io
destai piotate:
Ne l'implacabil
cor
Fervidi
Cosi
Fu
l'alma
mercè,
beltate
fu trofeo del
canto
mio.
Coro.
Felice
Di
Semideo, ben degna prole
lui che
su
ne
l'alto
730
141
-
rivolge il sole,
sentier
celeste
Per
-
Rompersi d'ogni pietra il duro
dolci
a' tuoi
Vidi
E
'1
E
per
735
accenti,
fiumi
rallentar
corso
smalto
torrenti,
e
vicini
udir
gli alti monti abeti e pini;
più degno vanto oggi s'ammira
da
Scender
Ma
vie
De
la famosa
740
lira,
di
Vanto
pregio eterno,
gli Dei del ciel,piegar l'Inferno.
Mover
Coro.
arcier,che d'alto
Biondo
monte
fonte
Aureo
Sorger fai
Ben
bell'onda,
può dirsi alma felice.
Cui
pur
lice
l'altera
Appressar
Ma
qual poi del
Sparge il core
de
Ei
E
la morte
Bel
750
il volo
Dio
un
:
eterno
scherno,
a
'1 fosco oblio:
e
at' il
fregi
Se
umore
sacro
gli anni
Prende
sponda.
può dirsi
i mortai
Tra
745
di si
crin
d'alloro,
755
tesoro
Reca
al
Farsi
intorno
gemmata
sen
alma
lira,
corona
D'Elicona
Del
bel
Che
Né
al
coro
L'auree
Si
760
Verginirimira.
L'alte
concorde
suon
corde
indi
soave
percuote,
tra' boschi
Filomena,
765
Sirena
Tempra
in
mar
si
care
note.
142
—
Se
d'eterno
Brama
ornar
Sovra
'1 sol
Bella
Sa
con
bel
Del
bei
desiri
a'
Dolce
strai
di
Clio
più?
che
di
del
Lieto
Porta
nube
ond'ei
s'al
o
duce,
oscura
riluce.
lito
negro
786
ardito
Scende
Sol
780
da
gloria
L'alta
morte
pie guerriere
il
secura
feretra.
forte
e
Fa
sua
incontrar
a
Pronto
've
775
spezza
indarno
Là
pietra,
durezza
l'aspra
e
Move
di
cor
un
sen
Vince
E'
canto.
sdegno
Tutto
Non
nobil
spiri
che
Par
770
diva
l'amata
schiva
se
vanto,
viva
e
ripor
Ma
petto,
diletto
Per
Ma
il
viso, ond'arde
bel
un
—
cetra
regno
armato
Orfeo,
tenebroso,
sposo,
al
ciel
palma
Fine
e
trofeo.
dell'Euridice.
790
(Dalla
fatte
cit.,
ranno
pp.
prima
MDCVIIT
29-a5.)
edizione
nel
contenuta
nella
città
di
Mantova
Compendio
ecc.
dalie
di
Federico
feste
sontuose
Follino
[La
Il Mercordi
«
musica
che
rappresentazione
che
Teatro
nel
Rinuccini
il
a
di
nozze
quale
,
maggiori
queste
fu
Intervennero
il
'1 Duca
Casa
sua
gli
tutti
del
Arcieri
vi
Era
in
si videro
Maestro
e
di
che
in
al
dietro
della
sua
lo
sovra
che
qualche
versasse
perché
non
distenderla
qui
del
mirabile
da
sì
con
lagrimetta
sarebbe
al
suo
il
modi
essendole
Monte
verde,
mondo
sa,
collocati
la variazione
con
e
rappresentata
che
che
fu
pur
fece
fu
quale
sì da
una
Arianna
rappresentato
si trovò
non
,
s'intenerisse,né
Ma
tiva
prospet-
stormenti
lamento
Teseo,
pietosi
pomposi,
eccellentissime, in ogni
cantare
nel
che
che
dosi
stesso; aggiungen-
sempre
venendo
e
istesso.
ch'il
valore
gli
necessario
della
Claudio
de
1' armonia
la
guardia
personaggi
parte
sé
che
Dama
tante
ascolnon
pianto.
che
inconveniente
i
rale
Rossi, Gene-
Duca
vaghezza.
quel
potè
alpestre scoglio
un
di superar
:
i
per
signor
di
prova
nell'arte
non
Tutta
dal
uomo
il suono
e
s'avesse
molta
della
bastò
non
fu
indietro, il
lontana
che
e
non
della
appropriati
più
musica
che
ch'ancor
e
pire,
ca-
d'entrarvi,
Carlo
Sig.
del
potè
Cavalieri
luogotenente
l'accompagnavano
che
quella
e
Città,
della
cipesse,
Prin-
le
persone,
propri
rappresentante
con
più
quantità
meao
nella
abbandonata
affetto
alcuno
Ma
più
1
,
'1 teatro
procuravano
bella
non
,
voci
donne
scoglio,
tanto
con
fece
i
a
tumulto
molto
sé
Duca,
del
variavano
riusci
parte
esso
farli star
per
della
che
da
come
e
tanta
tanto
quali
delle
concento
di sei mila
l'autorità
ondeggiar
quell'azione
la scena,
uomini
le
Capella
musica
nò
scena
la forza
poi aggiunta
che
Strozzi
d'abiti
della
sempre
Ottavio
con
invitate
forastieri
,
per
all'onde,
mezzo
Principi
furono
che
in
Camillo
vestiti
l' apparato
per
porta
opera
v'intravennero,
e
alla
più volte,
queir
Sig.
Mantova
a
i
gentiluomini
que'
acquetar
per
andasse
altri
Duca,
del
che
in
forastieri
capitan
dell'armi,
che
l'entrata
gli
a
concorrevano
destrezza
de
sia capace
nonché
tragedia,
,
ancorché
proibita
perciò capire
quali
le Dame
Gentiluomini
avesse
chiamato
,
di
quantità
quale,
effetto
quella rappresentazione
a
il
composta
aveva
in
nostra.
gli Ambasciatori
maggiore
1608] si rappresentò
effetto,V Arianna^
questo
tale
per
dell'età
poeti
[28 maggio
successe
fabricato
nell'occasione
Mantova].
di
leggendosi questo
cosi bella
piena
contezza
di
nella
maniera
appunto
che
favola, si
fu
pendio
com-
è voluto
dall' Autore
19
146
—
istesso
cominciando
composta;
nella
-
dal racconto
di essa, che
rappresentazione
Interlocutori
[che fa
Apollo
dei
personagg-ìche
furono
i
tervenne
in-
seguenti
:
»
:
prologo.]
il
Venere.
Amore.
Teseo.
Arianna.
Consigliero
di
Messaggiero.
Teseo.
(1)
Coro
di
Soldati
Coro
di
Pescatori.
DoRiLLA
di
Nunzio
ospitedi
primo.
Nunzio
secondo.
Teseo.
(2)
Teseo
d'Arianna.
e
Bacco.
Coro
Soldati
di
di Bacco.
Giove.
(1)Questo
Mantova,
personagi,no
Firenze
e
(2) Il Poggiali nella
evidente
che
nel
testo
io mantengo
non
Venezia
che
sua
è nell'elenco
interlocutori
desrl'
premesso
allo
stampe
di
1608.
ediz. del
1802
interloquisconoa
nel testo,non
è nelle
ha
volta
distinti i cari in primo
a
volta
1 due
prime edizioni.
e
semicori;ma
secondo;infatti
ò
tale distinzione,
[PROLOGO.]
Apollo
«
fu
che
allo
l'aria,piena
abbasso
di
lasciando
mare,
quel
di
varii
stormenti)
Apollo
in
un
innanzi
movendo
qual
della
dello
al fine
in
de
cantare
con
molto
voce
tuttavia
il
bel
suo
i versi
soave
in
poco
terra,
piedi
si
,
e
col
sopra
quanto
al-
sporse
minciò
gli spettatori, co-
che
seguono
stormenti
gli
canto
a
su
dolce
un
confinava
il passo
vista
a
poco
spazio
che
molto
si vide
s'udiva
,
a
a
trovatosi
egli
maestà
con
calando
scoglio
Onde
palco
il
in breve
giunse
troduzione
l'in-
nuvola
una
scena
,
fermatosi
e
'n
se
disparve.
alpestre
sasso
dentro
quella parte
su
momento
la
diede
prologo,
copriva
che
splendore,
parte di
il
egli sopra
cortina
gran
lucidissimo
dalla
Sedeva
favola.
sparir della
(mentre
concerto
che, rappresentando
bella
cosi
a
bella
quegli
già
detti
compagnando
ac,
^^:
Apollo.
Io, che
l'alto
ne
luminosa
Re
di
De
la lira del
Permesso
perchè
Non
perchè
Ma
e
regno.
rio di
eterno,
e
'1 cielo
dilettarti
il cor,
Di
magnanime
cure
il
Mincio
bramoso
ingombro
saetti,
cor
mondo.
strali
di
non
5
infetti,
il basso
'1 bel
su
immondo
tosco
celesti
Per
d'arco,
o
e
scettro
e
regno,
10
vegno.
e
carco.
gli alti pregi tuoi, le glorie e l'armi
udrai
risuonar
corde
Non
guerriere:
Su
10. Lo
Coro,
ciel custode
guardo
armato,
d'oro,
soave
mortai
cetra
Pieghino
V.
del
governo
carro
e
d'orme
c'hai
'1
piagge
Stampo
Donna,
voler
e
e
serpe
le
Avveleni
Di
face
La
Non
mio
a
cetera
al dolce
d'amor
l'orecchie
suon
teneri
ediz. di Mantova, Vonozia
e
15
altere
carmi.
Firenze
1(308: Oran
Re, c7m
sovra
e seetlro
l'aljri
142
—
Si chiaro
ornai
gloriosepiume
splendor guerrierie regi,
Pindo
non
pon' ghirland'efregi
di
Sorvoli
Che
su
di
Crescer
Tradita
amante
avverrà
L'antico
«
e
Poiché
ìstesso
neir
Amore,
V.
i
Apollo ebbe
quali
21. Le ediz. di
sospiri.
in solitaria riva
che
dato
si vide
diedero
gran
20
lume.
sospiri
de
la
ne' novi
onor
tempo
al tuo
chiarezza
nova
Odi, Sposa real, come
Forse
—
scena
canti
fine al
suo
comparir
principio
Firenze,di Mantova
argiva
ammiri.
bel canto,
di
partì di scena,
bellissima
Venere
alla favola
e
:
in questa
Venezia, L603
:
OH,
col
maniera
Carlo
figlio
»
:
inè
imm'ìrtal,co-
[SCENA
PRIMA.]
Venere
Amore.
e
Venere.
Non
senz'alto
Sovra
Dal
25
consiglio
riva
quest'erma
ciel t'ho
scorto,
diletto
mio
o
figlio.
Amore.
Che
brami,
Chiedi
madre,
o
che
0
vuoi
io tenda
l'arco
Contr'alcTin
?
Diva
o
Dio
del
ch'alcun
cielo
mortai
o
s'accenda
te
per
l'onde
de
pur
?
30
?
Venere.
Non
0
ch'alcun
chieggio,no,
celeste
mortale:
o
Odi
quel
Bel
pargoletto, odi
E
la face
E
l'arco
sospiri
me
per
ch'io
desiri,
il voler
dì
Giove,
35
immortale
appresta
gloriose prove.
a
Amore.
Soverchio
Ove
è, bella
dolce
Ecco
madre,
lusinghi e
pronto al
tuo
ogn'altro impero,
dolce
dir
preghi;
l'arco
e
l'arciero.
40
Venere.
Non
chiuderà
Febo
il
Che
da
Trasse
Lasciato
immortai
carro
Figlio,ch'in
L'ancore
l'onde
ne
de
l'aurea
luce.
queste sponde
fermerà
l'orror
l'invitte
l'inclito duce
del
cieco
laberinto
45
piante.
il mostro
rio
su
l'erba
estinto.
150
-
—
Amore.
Qual destin, qual vaghezza
Teseo
qui tragge,
qual di gloriaspene
o
?
Venere.
di riveder
Vago
l'inclita
Trionfator
giocondo,
Con
legni e
cento
Solca
l'umido
Seco
La
50
cento
del
suol
Re
è del
Atene,
profondo.
mar
dolente
fuggitivafiglia,
Che
di gran
(0
d'amoroso
Reselo
foco
accesa
gentil pietate!)
cor
vincitor
55
l'alta
ne
impresa.
Amore.
Tutto
m'è
noto,
mio
è del
Opra
tutto
e
valor
quanto
dir
a
prendi.
60
Venere.
Or
e
sappi,figlio,
d'ogni speranza
Priva
Qui
Sì
pietà t'accendi,
donzella
la real
Che
di
dolente;
lascerà
65
l'altera mente
ne
di mortai
Desio
fasto
oh
Quanti sospiri,
Quest'aere
di che
Oggi
possanza.
quanti
questo cielo
querele
Udrà
Oh
e
avrà
e
pianti !
strid'amare
70
gli scogli e
risoneran
'1
!
mare
Amore.
Non
Se
fian
in
senza
cosi
Traboccar
ragion lagrim'e strida
fero
deve
inganno
alma
innocente
e
fida.
152
-
Colmali, Amor,
Per
la bella
Che
sol
Né
di si gran
di cotanto
Si che
fìamm'il
petto
105
Arianna,
lei pace
speri per
Sprezzila
-
diletto;
e
amante
nobil
il bel
donna
d'ogni altro
le
amor
desio,
oblio.
giunga
110
Amore.
Sia
tuo
pur
Arderà
sicuro.
cor
fiamma
Amor
d'entrambi
egual
io sono,
e
il
seno
:
quest'arco il giuro.
per
Venere.
Per
si bel
Dopo
trionfi
Faran
Già
nodo, Amor,
più
già
Ma
di
il cielo !
luminoso
e
immortali
gemme
l'aria
per
voci
115
gli alti campi
raggi e lampi,
ne
qual
E
palme,
e
bello
Scorgo,tra
Formar
quante bell'alme
120
suona
di trombe
e
corona.
aurea
altero
grido?
Amore.
0
quanti legni,o quanti !
Gira
i
Deh
mira,
In
begliocchi
selvoso
se
non
al lido
:
pare
Apennin cangiatoil
125
mare.
Venere.
Ah,
Ecco
il greco
0
quante,
Di
ferro
Seco
105. La
io ben
riconosco
o
l'insegnealtere
campion; quegli
adorne
Colmale.
è Teseo.
quante schiere
e
gravi
scendono, Amor,
stampa
:
da
l'alte navi
!
130
153
-
-
Amore.
Mira
vaghe piume
l'altere fronti;
che
Oman
Mira
bel lame
di che
Ripercossi dal
sol
splendon gli scudi.
Venere.
Grià
135
duce
ch'il nobil
Ecco
in terra
posto ha
i
piedi;
?
no'l vedi
No'l vedi, Amor,
Amore.
Tra
cosi folte
Non
vederlo
so
Deh,
squadre
ancora;
140
l'addita,o madre.
me
Venere.
che
Vedilo, Amor,
lucente
D'ostro
Vedi
Che
e
se'n viene
d'oro;
la bella sposa,
'1 robusto
su
Oh
noi
verso
145
quanto decoro
con
Move
egli sostiene:
braccio
leggiadropie, bella
il
e
pensosa
!
Amore.
0
di che
Già
E
bel
già
di
seren
sua
quel cigliosplende!
sventura
disdegno e pietà nel
cor
mi
scende.
Venere.
Tu
dunque
Io nel
mar
di
bearla, Amor,
tratterrommi,
procura;
o
qui
15()
-
d'intorno.
Amore.
Et
io, per trarr'a fin la bella impresa,
Invisibil
tra
lor farò
soggiorno.
20
154
—
[SCENA
Teseo.
—
SECONDA.]
Consigli
Arianna.
Coro
e
ero,
di
Soldati
[e di Pescatori],
Coro.
Se
d'Ismeno
Per
sentir
Nobil
E
i
di cetra
che
già
buon
Del
riva,
argiva,
Atene
muta
Re
taccia
cigni canori,
Canteran
ninfe
spento il
E
fuor
che
Per
uscir
del
160
forte
e
Lasciò
:
sirene,
e
ch'invitto
allori
gli
Canteran
diran
155
vanti,
celesti canti
suon
fìa
la
su
d'Alcide
ornar
Fa
Non
in
fero,
mostro
165
rio sentiero
le
trovò
porte.
Teseo.
Fortissimi
0
de
Non
guerrieri,
gli affanni, o
lungi
è il di che
al
vi
Stringerete
E
lieti mirerem
Elmi
disciolti
Grirsene
il fumo
Coro
Dolce
Dolce
i teneri
sposa
de
e
gli onor
di
bel
compagni,
pregio alteri
sen
figlie consorti,
tra
risi
e
170
giochi.
scudi,
al ciel de'
[primo
di
patrii fochi.
Soldati.]
figli.
gentil raccorsi
Ma
dolce
Per
bellissimo
ancor
non
onor,
in
seno;
175
meno,
rischi
e
perigli.
155
-
Coro
più ferve
Ove più il
Ov'ha
cielo,
s'inscoglia,
mar
duro
più
Scòrgine
[secondodi soldati.]
il
Ove
—
gelo,
s'aito desio
pur
180
t'invoglia.
Teseo.
Assai
sofferto abbiain
è di ricovra r,
Tempo
procelle:
e
guerrierieletti,
paterni tetti,
Sott'i
feste
Tra
turbi
e
gloriosee belle.
pompe
CONSIGLIERO.
mortai
virtù
Dopo
i forti
sudori,
E,
non
Langue
Le
se
ha
non
il crin
cinge
vittorie
se
d'edre
disprezza alma
185
posa
d'allori.
e
sdegnosa.
Teseo.
Itene
Sia
porto, voi; de' curvi
al
il
vostro
Io, fin che
Con
In
Sian
de
l'armate
genti;
190
algenti
de'
saettar
la diletta
terra
e
l'ombre
al
Fuggano
pondo
abeti
lampi d'oro,
sposa
prenderò
posa
Coro
di
ristoro.
e
Soldati.
lieti,sian felici
I dolci
sonni,
e
Destivi
in
'1 matti
Andiamne
su
al
195
più tranquilliancora
la bell'Aurora
n
:
porto ornai,venite, amici.
Teseo.
Quai segni
Veggio,
Deh,
L'alma
Tosto
0
di timor
nel
tuo
parmi vedere,
vedrai
volto
core,
smarrita
de
o
vita ?
200
omai
rasserena
beltà
o
bel
:
la famosa
Atene
15G
—
Le
gloriosemura
mia
Ove,
cara
—
gli aurei tempi,
e
sposa.
205
Regina regnerai tranquillae lieta^
Qual già vivesti in Creta.
Arianna.
Signor,dell
mi
concedi,
Che
terreno,
sospiroalmeno
d'un
La
rimembranza
So
ben
che
Ma, dal
natio
il mio
Abbandonando
210
onori:
tue
son
materno
i miei
pene
dolori,
seno
Verginelladisciolta,
Non
ogni sospir tenere
posso
freno.
a
Te^eo.
estinto^
Minotauro
Del
è la memoria
dolce
Ben
215
vittoria
la nobil
Ben
laberinto;
Del
cieco
Ma
s'il bel
volto
tuo
lieto
Ogni gloria,ogni palma,
Ogni dolcezza al cor si fa
non
miro,
220
martiro.
Arianna.
Un
affetto
amoroso
padre,
l'ingannatamadre
sforza a sospirar,signor diletto:
De
Mi
Ma
225
raffrena il duolo
pur
Il tuo
E
tradito
mio
Del
gentilaspetto^
di tua
nobil
fé l'alma
consolo.
Teseo.
le
Lasciar
Non
può
patrierive
Chi
dentr'il
Ma
pur,
Prendi
230
dolore
senza
sen
non
ha
vergine bella,
conforto
omai;
di ferro
il
core
:
157
—
i rai
sereni
Torna
di felici
Tu
di gemme
N'andrai
Faran
vie
più
d'altri
tuo
sguardo
un
10
pronto,
accenne,
Fedelissimo
in
Fin
sciolga morte.
che
ne
bel
Quel
servo
un
miri
ch'io
deh,
240
le penne,
metterò
Ma
adorno.
argive;
le donzelle
corona
Ove
il crine
d'oro
e
vestigi intorno
tuoi
Ma
genti
regina
Fortunata
A'
235
lucenti.
begli occhi
De'
—
consorte.
e
145
lieto
m'innamora:
che
ciglioseren
Troppo, troppo m'accora
Quel nubiloso velo
he\
Ch'il
gentil turba
viso
scolora.
e
250
Arianna.
Si
al
caro
11
ragionar
Che
del
scende
mi
cor
cortese.
natio
paese
omai
memoria
Ogni
d'oblio
spargo
Addio, padre, addio, madre,
:
patria addio.
o
255
Teseo.
di
Qual
O
o
rege
Cui
la mia
il sol che
già
ne
l'onde
il sole
Forse
più
spada cinge,
lice
pur
Celasi
In
la
cavalier
rimirar
Sereno
Ma
felice
più
me
dolce
alluma?
260
ascoso
se
e
vita
ne
avrem
fugge
il
quiete
giorno.
e
riposo
qualch'umile albergo,
Che
Turba
su
l'onda
del
mar,
ch'in
ogni picciolvento.
un
momento
265
15«
-
-
Arianna.
Giocondo
Per
albergo e
fia il
me
E
de
I
più
Pur
le
caro
nembi
tra
mar
che
tempeste^
foreste
più selvaggie aspre
deserti
tra
e
orrori^
vicina
signor dimori.
al mio
270
CONSIGLIERO.
Là
di faci
veder
Veggio, 0 parmi
accese
gli ardori.
quell'ombre tremolar
tra
Teseo.
Forse
di
è capanna
pastor cortese,
Dove, raccolti caramente,
le membra
Darem
Fin
che
Indi
l'aura
A
Or
là
mattutina
come
Deh
:
[primo
di
280
o
ciel,che
quanto più lucenti.
Ma
quanto
Son
gli occhi, o Lidia,
ha
Febo
spento in
portarne la preda
mar
al
Ch'il
sospettoso pesce
l'occhiute
per
gli ardenti
stelle
leghi.
285
rai
accese:
l'insidie tese
a' nostri
porto, voi, celati
Itene
Guizzando
e
[secondodi Pescatori.]
splendon su nel ciel le
Tempo è, compagni, omai
Di trar di grembo al mar
Spesso
m'accendi
onde
E
E
spieghi;
ridenti
più
Coro
la notte
per
Ma
Già
Pescatori.]
ridenti
son
fiamme,
Le
le vele
sciorrem
lucenti,
son
come
imbianche;
regina.
Coro
Deh
275
ciel l'Aurora
cammin
moviam,
sonno
stanche,
l'oscuro
al nostro
al
e
alberghi.
cheti.
reti
timor
rompe,
e
se
n'esce.
2D0
1G0
—
Che
Perder
ogni più
sostenne
scettri
me
e
i dolci baci
tuoi
io
cari
corone,
e' vezzi
pensar
Resti
da
a' venti.
dove
pur
tradita
me
Tu, cagion
di mia
385
gloriae
CONSIG
e
contende
bella
ragion
pugna
Contr'a
HòO
parenti;
le vele
Senza
Ancor
?
crudele
potrò
Spiegar
bene
caro
disprezzi,
Arianna,
De'
825
seguirti,ingrato,
per
Per
arene
sola colei,
Lasciar
Et
nude
quest'orridiscoglie
Tra
E
-
di mia
vita ?
LIBRO.
l'alma
turbata.
Signore, ah troppo offende
La
innamorata
mente
840
Quest'impudico ardore,
indegno
Tiranno
del
nobil
tuo
core.
Teseo.
no'l nego.
Amor,
Di
si
possente
Laccio
Che
Amore
stringe il
mi
disciorlo
se
Sento
forte
e
dolor
845
core,
tento
di morte;
vie
Ma
maggior tormento
Trafigge il cor de la macchiata
L'abominevol
Fallo
Per
0
fallo,
ch'unqua
rivolgerdi
mio
fede
in
obblio,
cielo
o
di
pianeta,
manderà
fedel, non
8')0
il
cor
mio.
CONSIGLIERO.
Alma,
ch'Amor
Sott'il
Non
suo
ben
constringe
duro
discerne
855
impero,
e
non
conosce
il
vero.
161
—
Non
—
fallo,signore,
è
Sprezzar quelle promesse
Che
lascivi
tra
Incauto
Anzi
ardori
amante
è
bella
a
senno
quella fede
e
donna
diede;
360
virtù te,
e
Ch'aprendo gli occhi
al
si
ver
cangi
mute.
e
Teseo.
Troppo, troppo
è
severo
Chi
de' lacci d'Amor
Mal
può cangiar pensiero
Chi
fé' dei
suoi
vive
desir
disciolto;
303
tiranno
volto.
un
CONSIGLIERO.
Ma, deh, s'il cor
Di
bel
Se
gloria alta
pregio
Prezzi
Deh,
Che
E
Se
magnanimo
d'onor
meco
a
diran
eroi
di
glorie,0
370
Micene,
e
i duci
vedran
tuo
Vergine peregrina?
0
d'Argo
Sparta
del bel regno
bellezza,
prendi :
pensar
e
vaghezza,
punge
di femminil
tanti
di Tebe
reale
immortale
men
non
e
i
regi,
regina
e
375
—
egregi !
vanti
(Sorridendo diranno;
Trionfar
vincitor
Cosi, mercè
Oscurarsi
L'alto
Che
ne'
Venirti
Onde
e
bel
—
amori,
380
trionfi tuoi
sarà
guerrieriallori.
potraigiammai
tuoi
soffrir
come
sdegnando
Femmina
!
inganno
vedrai
al fianco
Dunque
Del
di femminili
splendorde'
Dimmi,
Taltrui
per
rimiri
femmina
e
Atene
impudica
mormorando
di noi
regina
?
dica
e
:
385
—
donna.
fuggitiva,
fior d'onestate
e
di fé
priva?
21
162
-
-
Teseo.
Qual
mente
fa contrasto
Mi
E
la dubbia
ne
d'onor
e
d'amor
e
390
guerra
?
ardente
desir
CONSIGLIERO.
Aggiungi
Portano
madri
De'
cari
Fùr
de
E
orbe
parti lor,
Figlia di
diér
E
cui
395
satolli
nel
seggio antico
nemico,
re
ogni girar di
tributo
ahi
rimembranza,
innocente
Lor
per
di veder
Sosterran
( Ahi
dolenti
e
l'empio fratel gl'ingordidenti,
con
quai volti e con quai cori
pensa
Cui
cori
molli
gli occhi
e
Le
palpitantii
che
ancor
400
sole
!)
duolo
semplicettaprole.
e
potrà lo splendor d'un
fragilviso
ragion turbarti il lume,
desio,,
Che, per un van
Abbandonando
ogni real costume,
Si di bella
Il tuo
regno,
il tuo
onor
405
in obblio ?
ponga
Teseo.
fia
Non
giammai
sole
rai del
aprirò quest'occhia'
Mentre
possente affetto
ch'alcun
410
tiranneggiil petto
Ch'io disprezzi
l'onor,non
è di scettro
Non
degno
Si
fassi
Qual
vii del
servo
pensi
al regno.
diletto.
suo
CoNSIGLIERO.
Deh,
come
Del
lieto ascolto
Alma
magnanimo
virtù,che
Ne'
regi cor
Non
di mille
Non
di
Trionfa
le
cor
da
saggie
l'eterne
note
!
415
rote
discendi.
saette
sdegno
o
in campo,
armato
Amore,
dolore
ove
tu
l'armi
prendi.
420
163
—
—
Messaggiero.
pronto ogni nocchiero
Già
Siede
al governo,
e
lo ciel si sente
per
Spirar soavemente
Una
gentileauretta
mormorando
Che
426
n'alletta.
navigar
a
Teseo.
Torna, messaggio fido,
Et
le schiere
a
Di'
ch'io
Poi
che
son
mie,
al lido.
m'avvicino
e
mosso
vedi,
tu
come
convien
partire,
partiamo omai.
Moviam,
430
Asprissimomartire,
Che
il
dentr'
Vientene
mi
cor
e
meco,
stai,
lasciar mai.
mi
non
CONSIGLIERO.
dolore
mortai
Ogni
Ma
alfin
col tempo
Fassi
vie
Sana
435
leve;
e
in breve
d'altra
più
soave
piaga d'amore.
Teseo.
Che
tempo
o
spenga
piaga del
La
Ma
che
Resti
Di
donna
non
nulla
cor
mi
cale,
440
in si trista sorte
reale.
duol
si gran
Ch'io
mio
morte
o
so
m'accora.
com'io
parta
e
ch'io
non
mora.
Consigliero.
Non
temer
Ben
no,
recheralle
Onde
al natio
Farà
ritorno
Che
signore:
il ciel cortese
445
aita,
paese
ancor
lieta
paterna pietà non
e
gradita,
sente
offese.
164
-
Coro
la notte
per
Feboj
molesti
Da'
Non
E
già
chiugga
o
in
sua
mar
face,
impetrar regi e guerrieri.
stelle impallidirrimiro^
le
455
la belF Aurora
man
zaffiro.
porte aprir d'orientai
Le
sonno.
pensieri
candida
con
^1
e
posa
san
Ma
turbando
[secondodì Pescatori.]
Coro
sorga
[)onno,
oscura
riposialtrui
i
Vanno
0
Pescatori.]
di
pere^rin! quietar non
Miseri
E
[primo
-
Coro.
con
Bell'Aurora,
'l di rimena:
e
Tauree
gioconda,vien
Vien
Non
udir
quel
460
serena;
vecchio
amante.
già, l'aurata briglia
Desto
ha
Posto
E
piante,
Stampagliciel
i suoi
a
destrieri,
sentieri
gli umidi
da
il ciel la strada
piglia;
fuggirl'aperteciglia
Verso
A
Febo
'
465
sogni oscuri :
Spiega, spiega i raggi puri,
Scoton
l'ali i
nunzia, al sol davante.
Bella
Stampa
il ciel
Bell'Aurora,
Se
gioconda, vien
Non
udir
A
va
danzar
quel
il fosco
le stelle
ne
'1 di
e
Vien
Già, raccolto
Con
l'auree
con
e
con
la notte
per
altro
piante,
470
rimena;
serena;
vecchio
amante.
velo.
la luna
bruna
cielo;
475
165
—
sol, chiede
Chiede
ornai
Movi
bel
Su
stelo
natio
fior dal
Ogni
rugiada;
diamante.
di
il ciel
Stampa
udir
Non
'1
e
leve
Sospirar di
Dolce
E
Miri
Stampa
de
il ciel
piante.
e
quel
'1 di
rimena;
495
serena;
vecchio
amante.
QUARTA].
[SCENA
Coro
Dorilla.
Arianna.
piante,
l'auree
con
gioconda, vien
udir
Non
Dori;
a
i fiori
l'alte
Bell'Aurora,
Vien
490
il tergo
l'erbe
tra
pie
a
affretta;
auretta
increspa
danzar
piume,
il canto
il nido
485
fiume;
'1
e
le
terse
L'augellin,
Sovra
amante.
giorno alletta
il rivo
Mormorando
serena;
vecchio
quel
»
rimena;
gioconda, vien
Vien
luce
'1 di
e
piante,
l'auree
con
Bell'Aurora,
L'alma
480
l'alta strada
per
carro
—
di
Pescatori.
Arianna.
Benché
Del
Pur
Un
Che
la
mio
dentro
di
a
mio
del
il
cor
gelato timor
Doloroso
Reca
re,
futura
m'affidi
l'amor
fé, benché
sposo.
500
dubbioso
par
s'annidi,
che
angoscia
e
di
tormento
messaggio
l'alma
turbata
ombra
e
spavento.
166
-
—
Coro.
Sovente,
ove
Sembra
Un
danno
gran
che
mortai
secreto
il ciel
destina,
505
mente
renda
terror
indovina.
Arianna.
Ahi
! che
del
lume
novo
Non
appariano
Che
per
le molli
Sciolta
dal
Misera
me
Ben
!
510
il mio
ma
in
volte
e
cercarlo
a
rai,
o
piume,
sonno,
cento
Mossi
in ciel scintille
signor cercai.
vano
cento
Funa,
or
l'altra
or
mano.
DORILLA.
ti
Figlia,non
Certo
Ei
0
ch'a
riveder
mirar
per
dolci
se
l'armate
conforto:
515
navi
gito al porto,
sarà
E
turbar; prendi
s'in
mar
soavi
0
al cammin
Spirano
quiete l'onde,
son
vostro
seconde.
aure
5-0
Arianna.
Ma
1' aer
perch'a
Muto
da
cieco
s'invola ?
me
lascia sola ?
Perchè
mi
Perchè
non
fa ritorno ?
DORILLA.
Per
turbarti
non
E'
tuoi dolci
Mosso
avrà
far
Per
il
il
pie, discreto amante,
ritorno,e là condurti, poi
Che, sciolt'ancore
Sian
l'alba avante
riposie
cheto
525
sonno
prontia
e
solcar
vele,
l'onde
i
legni suoi.
Arianna.
Cosi
creder
13eh, se
Perdona,
vogl'io:
tema
amato
talor l'alma
sposo,
a
perturba,
l'arder
mio.
530
168
--
-
Arianna.
Dolcissima
speranza,
de'
Speranza esca
Che
si
mi
soave
cori, aura
d'amore,
lusinghi il
volentier ti
Deh, come
Quest'affannatopetto !
dà
core,
ricetto
505
Deh, s' il ciel sempr'arrida a' tuoi desiri,
Scorgimi,ospite mia, scorgimi ornai
Ov'il mio
ov' il mio
sposo,
ben
rimiri.
DORILLA.
Non
è '1
lungi
porto; or
le belle
Muovi
570
piante.
donzella, e '1
Real
lieta
cor
turbato
acqueta.
Arianna.
Addio;
rimanti
in pace,
A'
vostri
dolci amori
lieto il
Torni
[primo
felice: Amor
Appaghi
Coro
Tolga benigna
che
Il
575
Pescatori.]
gioia
noia.
stella
cor
sorte, o misera
tristo indovino
580
donzella.
[primo di Pescatori.]
di che
t'affanni ?
si fisso miri
cielo,e poi sospiri?
Coro
Pavento, insidie
A
sera.
[secondodi Pescatori.]
paventi tu,
Perchè
la breve
cor
Coro
E
d'eterna
sia il mio
Ch'oggi non
D'infausta
di
:
ricompensi
e
l'affannoso
De
schiera
mattin, lieta la
Coro
Vanne
amica
quei
si tener
[secondodi Pescatori.]
e
inganni
'anni,
585
169
—
E
beltate
di tanta
il
Struggemi
E
dolore
[primo
timor
de
i confin
l'altro i
De
tra
Parvemi
de
e
partir?
il
gesti e
pavé.
l'aurora
notaste
i dolorosi
[primo
595
ancora
affetti ?
Pescatori]
di
quanto intesi
e, per
Cosi
sospira e
quel guerrieroi detti,
Coro
Vidi,
! mira
la notte
Ch'affrettava
590
[secondodi Pescatori.]
voi di
Udiste
Pescatori.]
di
ti sia grave
non
ciascun
teco
Coro
Tra
?
noi: deh
Scoprirloa
Come
petto
pietate.
e
tanto
nel
Cor
Coro
Ond'è
-
'1
sonno
la stanchezza
e
vinto,
che
sospinto
quel parlar possente
Da
Se
partissel'im
ne
Coro
600
dolente.
tutto
[secondodi Pescatori]
Non
t'accorgesti
poi
Qual timor distruggeala
Non
udiste
i
Che
misera
Che
In
Non
602.
suoi ?
Pescatori]
605
ben
or
temi
conosco
e
paventi.
l'altrui
dire;
profondo,e
pur
610
partire;
si bella donna
si deserto
è
?
l'aer fosco
a
Sospirar si
Lasciar
!
cagion
senza
da
Vinto
di
donna
rammenti:
donzella
non
Partirsi
V.
[primo
narri, e che
0
i detti
sospirie
CoKO
nobil
senza
l/odiz. 'ìi Mantova
lido,
consiglio:
o
"li Fironzo
o
mondo
1G08: Non
infido !
v'accorgeste.
22
170
-
Coro
Ma
qua!
[secondodi Pescatori.]
cosi crudo
cor
Abbandonar
In
—
bellezza
potriatanta
questo scogliosi deserto
[primo
Coro
Beltà
là
non
Ov'arde
615
?
Pescatori.]
di
s'apprezza,
non
Pietà
nudo
e
e
punge
trionfa
non
i cori ambizioso
Amore
onore.
Coro.
Avventurose
Noi
A
genti
che, lontan da le città superbe,
l'erbe
le bell'onde,
a
Guidiam
0
tranquillii mansueti
nel
pur
Tendiam
Entr'i
di
sen
gregge
severa
lacci
reti.
o
molesta
gli almi
perturba d'amor
ne
E
quanto ei
sol
Luce
e
scorge
d'un
han
biondo
noi
Graditi
regge,
detta
ne
noi
per
qual maggior
D'un
diletti ;
è
norma
legge.
e
630
riso.
dolce
non
cura;
darà
e
Amor
Ma
o
625
fermar
l'orme
sa
Non
Per
Teti
al muto
Legge
E
armenti,
placidipetti
Non
Paghi
620
le gemme
l'oro
e
:
tesoro
crin
s'ammira
regno
servi
di beltà
d'un
bel
viso ?
635
vile,
è
gran
e
gentile.
tu, superbo altero,
Che
Là
notturno
le pompe
tra
Dannerai
E
tra
t'involi a' liti
rie
forse
cure
e
nostri,
gli ostri
l'empiopensiero,
ancor
involto
Sospirerail'ardor
di
quel
bel
volto.
640
171
—
[SCENA
Nunzio
QUINTA.]
Coro
Primo.
Nunzio
Se
da
su
l'alto
braccio
Dal
scende
Non
0
dal
se
Non
va
Se
Non
0
si
fiamma, o telo,
Tridente
gran
oggi
l'onde
de
il regno,
legno
nato
tranghiottonl'onde,
frange in
(Sia pur
Che
primo.
onnipotente
o
mal
[di pescatori].
cielo,
sossopra
quel
-
mille
guise
vostra
con
duro
un
pace,
o
scoglio,
Divi, o Numi)
in ciel creder
sia Giustizia
non
650
voglio.
Coro.
Bell'è
A
il tacer
pie
l'inclita
E,
tarda
Severa
Tonante
del gran
Stassi
se
grand'iraabbonda.
dove
655
Diva,
talor
le
move
più quanto più
Nunzio
Pietà
mi
piante,
lenta
arriva.
primo.
scusi
Se
forsennata
La
lingua,e
parla
di ragion trapassa
il segno.
660
Coro.
Qual giusto sdegno
Cosi
E
t'infiamma
per
od
incende
e
pietà di
chi
tuo
Nunzio
Una
ira
cor
?
sospira?
primo.
gentil donzella,
Ch'io
non
Spuntasse
so
mai
in
su
se
'1
rugiadosa aurora
di lei più bella,
mattin
665
172
-
Abbandonata
-
sola,anzi tradita.
e
Piange la rotta fede,
Piange l'empia partita
D'un
E
tra' caldi
Sparge
-Ch'io
Non
s'arrestin
fuggentivele,
i venti
pietosi,o
del
Mal
grado
Non
risospinga al
In
le
a
come
so
Li'infame
bei lamenti
sospir si
dietro
pur
non
670
infedele,
amante
pur
l'onda,
come
traditore
infido,
675
lido
legno, o
come
s'asconda
non
sempiterno occaso
Febo, per
l'orribil
mirar
non
caso.
Coro.
Ben
ben
son,
Le
il
Ma
come
sospetto
Senza
680
mortali.
speranze
Ma
fallaci
son
tanti
'1 timor
e
legni
strepitialcun
sciolser dal
Nunzio
Tromba
Die
di
porto ?
priìno.
fé' sonar,
non
troppo veraci.
ma
muti
685
segni
partenza, ingannatoreaccorto.
Coro.
0
che
ingannar chi
lieve
Ma
fra tanta
La
misera
s'assecura
sventura
che
fa, che
Narrane, prego,
a
noi
Là
Con
dove
?
quanto hai visto
690
primo.
nudo
i
l'amo
e
spera
l'istoria intera.
Nunzio
quel
o
pensa
Deh, di quanto hai sentito
Sovra
!
scoglio,
pesciingordi
e
la
con
canna
ingannar soglio,
-
Stava, poc'anziil giorno.
Pur
de
le reti
a
la
custodia
intento,
695
173
~
in
Quand'ecco
Raccòrre
E
àncore
lungi
eran
L'umide
Si miserabil
Volgomi, e
Ahi
qual
De
m'agghiacciò per ogni
tutt'anelante
mai,
mai,
non
mortai
E
guardo
chiome
i
'1
ve
!
oscuro
giuro,
tergo
a
715
apparse:
avea,
lagrimosilumi
le
palme
nel
pur.
mar
tenea,
tendea
720
Quasi arrestar, quasi
1
710
duro
sparse
Fissi, correndo
E
e
vista
Grioco del vento,
Le
sassoso
copria torbido
di duo]
Si miserabil
A
!
:
piante
quel suol troppo
qual l'almo sembiante
Non
705
asj.ro governo
Facea
Nembo
vena.
l'arena
per
le tenere
0
lido,
venne
veggio venir
Donna
700
appena
grido
il sangue
Ch'
l'arenoso
ferir mi
a
l'alte antenne:
tirar d'arco
un
a
prore
Quand'
cavi,
e
spiegar da
le vele
Non
momento
un
l'alte navi
da
Veggio
—
abbracciar
volesse
fuggitivilegni,
Che
A
sordi
par
al
lam.ento
suo
col vento
se
ne
gian
per
l'onda.
Coro.
Infelice
Ah
725
donzella,
! ben
Fero
ti
tener
questi nostri
d'ingiuriosastella.
scorse
a
Nunzio
Poiché
Ove
Dal
correndo
l'onde
corso
del
il
lidi
primo.
venne
mar
bagnan l'arene,
pie ritenne.
174
-
E
con
di duol
voce
Volgiti,
ingrato,e
Se
infido
quanto
Indi
nel
-
gridando
disse:
mira
io fedele !
sei, son
Onda
piangendo riprese:
Crudel,perchè m'arresti ?
Scòrgimimorta almen, se non
—
Là
've lacera
Mi
rivegga il crudel
Ma, giunta
di
a
che
ritrasser
Ivi
affannata
in
vita,
suo
tradita !
m'ha
s'immergea
ne
—
da
l'onda
l'acque;
ciel
piacque,
in sul terreno.
745
stanca,
e
740
soccorso
pescator, com'al
La
735
crudele,
guasta
e
forsennata
Schiera
—
s'affisse,
mar
E
Già
730
—
Fredda
qual
Mancar
gli spirtiin
neve
bianca,
quel leggiadroseno.
e
Coro.
Ahi
miserabil
Pur
troppo di
Ma
che
fero
ah
inganno
pietà degno e di pianto !
caso,
segui dopo
cotanto
Nunzio
Ne
le
Di
affanno
?
753
primo.
pietosebraccia
quell'amicagente,
Cosi
morta
tra
viva,
e
Abbandonossi
alquanto;
ripreseun pianto
Poscia
Che
dolce
Che,
Ma
Più
La
non
que' begli occhi usciva,
l'alme e i cori.
parca gli scoglie i sassi !
si da
pur
intenerir
soffrii mirar
non
nobil
755
donna,
e
fra tai dolori
qui
rivolsi i
passi.
Coro.
Misera
Nel
giovinetta,
cui
tenero
seno
Si fiero strai crudo
Deh
! che
farai per
destin
questo
saetta,
ermo
terreno.
760
176
—
—
Arianna.
0 Teseo,
Si che
mio,
Teseo
o
dir, che
ti vo'
mio
ahi
t'involi,
Benché
mio
!
crudo
Volgiti,Teseo mio,
Volgiti,Teseo, oh Dio !
Volgitiindietro a rimirar
Che
E
lasciato
in
Cibo
tu
Se
tu
La
patria e
di fere
dispietatee crude^
Teseo,
Se
colei
arene
l'ossa
il regno,
ancora,
800
ignude.
mio,
Teseo
o
miei.
795
la
te
per
sei,
gli occhi
a
queste
Lascerà
0
ha
pur
sapessi,oh Dio
sapessi,oimè !
!
s'aifanna
come
Arianna,
povera
805
Forse, forse pentito
la prora
Rivolgerestiancor
Ma,
Tu
A
te
te
serene
felice et io
vai
ne
l'uno
e
l'altro tuo
vedrovvi,
non
810
rimango
solitarie arene;
Stringerà lieto,et
Più
io
superbe, et
pompe
di fere in
Cibo
qui piango;
Atene
prepara
Liete
Te
l'aure
con
al lito.
vecchio
parente
io
madre,
o
o
padre
mio.
Coro.
! che
Ahi
A
'1
misero
qual
Sventurata
si spezza.
mi
cor
fin
ti
correr
bellezza
815
veggio,
!
Arianna.
Dove,
Che
Cosi
Tu
Son
è la
dove
tanto
ne
mi
mi
fede,
giuravi ?
820
l'alta sede
ripon
queste le
de
gli avi
corone,
?
177
—
il crine ?
m'adorni
Onde
Questi gli scettri
Queste le gemme
mi
che
fera
sono,
gli ori
e
strazi
Teseo, ah Teseo
Ah
Lascerai
La
misera
Che
mio,
piangendo,in
van
van
gridando aita,
i:30
Arianna
ndossi
te
a
divori ?
mi
e
morire,
tu
In
825
:
in abbandono
Lasciarmi
A
~
ti die
e
vita ?
gloriae
Coro.
l'asproduolo
s'accorgela misera ch'indarno
l'aure
i preghi e i sospircon
da
Vinta
Non
Vanno
335
volo.
a
Arianna.
Ahi, che
0
non
nembi,
o
turbi, o
Sommergetelo
voi
Correte, orche
e
E
de
risponde!
pur
venti/
!
dentr'a quell'onde
balene,
810
immonde
le membra
Empiete le voragini profonde.
Che
parlo,ahi ! che vaneggio ?
Misera, ohimè
0
Teseo,
Non
son,
Non
son
o
! che
Teseo
non
chieggio?
mio,
815
quell'io,
son
i feri detti sciolse:
che
quell'io
Parlò
l'affanno mio,
Parlò
la
parlò il dolore
lingua si,ma
già
non
'1
;
core.
Coro.
Verace
Ne
amor,
degno
le miserie
Non
ammiri
ch'il mondo
!
850
estreme
sai chieder
vendetta
e
non
t'adiri.
Arianna.
Misera
A
!
ancor
do
loco
la tradita speme,
e
non
si spegne.
23
178
-
Fra
1"anto scherno
madre,
le fiamme
ornai
padre,
o
de
"
servi,
Milite,
fidi amici
0
m'ha
ove
Mirate
di che
L'amor
mio,
Cobi
chi
va
d'or
855
regno
la cuna,
(ahi fato indegno !)
empia fortuna
scorto
duul
indegne.
l'antico
ov'ebbi
Superbi alberarhi,
0
il foco ?
d'amore
ancor
Spegni tu, MiTte,
O
-
!
860
fatto erede
m'han
fede, e l'altrui inganno.
la mia
tropp'ama
e
troppo
crede.
DORILLA.
magnanimo
Di
le voci. 0
Odo
morte
Mira
rioovrar
se
di
sen
865
altero ;
l'animo
nel
morte
degno pensiero.
real
di donna
sprezza
o
fioclia.
regia figlia,
ccmtr'il destin
Arma
E
che
cor,
Arianna.
Nacqui regina, e
mio
beli' il viver
Fu
al ciel
mentre
al mio
è eh' io mora;
Tempo
Creta
l'antica
ne
voler
piacque;
t'acqueta.
870
DORILLA.
si
Qual
raggira
Confi-iSo
Odi,
ch'a
?.
881
al
l'amato
temi
il
rauco
grido :
lido, al lido;
Ecco
riede;
sposo.
omai, che
incontra
lo sposo
stampa
;
876
di corni
e
Teseo, che
La
squille?
rimbombe
come
Movili
e
mille
a
Eooo
Eooo
voci
guerriere trombe
Regina,
Ohe
lo ciel si sente
di
mille
timpani
Di
per
mormorar
Oantan
Odi
e
Movile.
il
tuo:
880
tardi ?
piede,
che
fai, che
guardi ?
!79
-
—
Arianna.
Vivo,
0
vaneggio?
o
moro,
creder
debb'io, che
far
! che
Lassa
?
ombra
od
larva
son
pur
885
deggio ?
DORILLA.
Sgombra ogni tema, sgombra:
Affisati
Non
dond'il
colà
omai.
vedi
Il porto
venne.
huou
vedi
non
ingombro già
mille
da
?
antenne
Arianna.
Ma
che
Ancor
chi
di Teseo
sian
pensi
gii aapri dolori,
ah mori;
r.udrir
Speranza iniqua ?
Non
890
?
m'assicura
Arianna, altra ventura.
cercar.
DORILLA.
Ne
Pampio
Ricovrar
Refugio
Ma
di mortie
sen
estremo
de' tuoi
Forse
Non
mali
gravi
lungi
non
è il fin: deh
ti fui cortese
S'ospitepur
Vienne, al lido
voci, alma
le mie
sprezzar
896
ogri'orgli egri mortali,
a
disperata sorte:
ponno
e
;
gentile,
900
fido.
Arianna.
Io
io
sono,
Scorgimi
Ma
Or
Non
contenta;
son
ov'a
lasci
ch'ei mi
torni
e
si leve
te
a
mi
i
spregi,
raccolga,è folle
Ma
Nei
di vederti
mi
primo
di
speme
:
Pescatori.
scopriranno il
momento
cor
e
pensier cangiano i regi.
Coro
Breve
p»ace ;
lieta
ancor
dice
—
un
mio
e
;
vero
felice
fatai
pensiero.
905
180
—
—
Coro.
Su
l'orride
De
paludi
l'Acheronte
Sentier
Per
Fermò
orrendi
vedoTO
le tre
piante.
fauci
Formidabil
Non
immense,
Caron
L'orride
turbato
luci
la
accense
dubbia
si
Arrestar
nobil
Ma
mercede
regno
ombroso
Cambio
d'amato
pregio
pur
femminil
Ha
Quinci
Ma
sovra
Quasi
Se
chiaro
si
virtute
;
già mute.
il sole
alzaro,
930
celeste.
nume
greche Muse,
Alpeste.
quell'arco stesso
se
tendi,
Pur
925
sposo
fùr
non
;
vanto,
fede,
al
Deh,
canto
sincera
Scender
Le
al
cetra
più
920
accesa.
qual più degno
Qual
E
impresa
l'alma
Quinci impetrò
Di
915
latrato,
di
Da
crudi,
e
amante
L'innamorate
Non
duro
e
penoso
mostri
910
oscuro,
di
tue
Narrami,
Ergi
novo
Deh,
rieda
invitto
Arciere,
glorie il
Amor,
vero
Permesso,
trofeo,
omai
Teseo.
935
181
-
[SCENA
Nunzio
-
SETTIMA.]
Nunzio
Spiega le
E
le
tu
940
giocondo.
loro,
mondo.
palesa al
glorietue
pregi divin',gaudi celesti,
lingua mortai soverchio pondo.
Narrar
E
nunzio
nubi, Amor,
le dolcezze
Tu
secondo.
d'oro,
penne
le
Fendi
Coro.
secondo.
per
Coro.
945
già, Tirsi gentil,ne' tuoi sembianti
Leggo la giocondissima novella.
Pur
giunse,anima bella,
Grià
Pur
giunse
il fin de' dolorosi
Nunzio
quali,oh quali
Oh
secondo.
amanti
l
Oggi congiunge Amore
Dite
vedeste
:
in
Arder
o
notando
mai,
si bel
pianti.
foco
alme
cieli,o stelle,
950
intorno.
si belle ?
Coro.
fé'
Pur
Oh
ritorno, e
possanza,
oh
cangiò pensiero.
pur
virtute
ignudo fanciul,d'un
D'un
Nunzio
Non
fu,
Quel
non
che
fu
arciero
cieco
!
secondo.
Teseo,
dianzi
piegò
le vele
in
porto.
Altr'amante, altro sposo
Ha
messo
in
quel
bel
sen
pace
e
conforto.
955
182
—
—
Coro.
Dunque
960
quetar poteo
Altri
ch'il
Deh, di
Ch'ai
Teseo
suo
tanto
?
l'asprotormento
stupore,
fa
gioir mi
lento,
Sgombrami, Tirsi, ornai,sgombram'il
Nunzio
Bacco, ch'in
tiranni
Fervido
965
mondo
sente.
d'Oriente
Bacco, che
Mille
secondo.
nomi
cento
gloriosoil
Risonar
core.
mille
e
ha
amante
ha
mostri
domi.
foco accolto
si gran
970
(Fortunatadonzella !)
Ch'altro
di
Né
Arde
non
bel
suo
volto.
foco anch'ella
men
beata,
Affissa
ch'il
mirar
sa
e
le tremule
pur
Che
di dolenti
Pur
dianzi
lumi
gli amati
ne
pupille.
975
stille
torrenti
scaturir
fiumi.
e
Coro.
Spegner per
E piagando
Come
fiamma
antico
sanar
mortai
ferita.
qui giunge,
le nobil
far di mille
Corona
eterna
Correa
l'onde
V.
a
de
Ma
qui piegar
stampa
vento
Stelle.
accese.
e
mille
allori
paterne sponde,
985
profonde,
vincitor
976. La
le
alme
secondo.
palme
Bel
Spinte dal
980
come
e
Nunzio
Per
ardore,
palese
pronto Amor
Si
!
gentil'aita
nova
deh, fanne
Ma
!
d'Amor
Provvidenza
gl'Indi,il
gran
Tebano;
convenne
le velate
antenne.
Che
nel
Di
celeste
d'amore
pietatee
destò
Fiamme
Ohe
si vive
nel
si vedea
E
'n
ben
lo
Queste
Sgombra
fu
Non
dolce
modesta
E
vago
bel
Più
che
;
prole.
parole:
terreno
chinò
:
t'adora
e
l'immortal
e
—
amante.
a
1030
Tonante.
l'infiammate
de
Tacque
d'un
te
de
suon
core
la bell'alm'accora
che
beltà, t'ama
tua
il
1025
dolci
cor
di
Figlio immortai
Al
arderli
celeste
duol
degno
di
Servo
dal
ogni
cocenti,
mortale,
palesar
sciolse
si
e
volto
che
più
suon
Che
seno
—
note
il
terra
ciglio,
vermiglio,
le
colori
rosa,
gote.
1035
Coro.
"
Oh
silenzio
Quanto
cortese,
tacito
più,
vie
Nunzio
Ben
da
Fùr
E
quel
del
Con
di
man
le voci
et
intese,
palme
tante
bella
man
!
secondo.
parlar
le porse,
la
facondo
giocondo
muto
quella
Nuda
Dio
più
altera
1040
ella
in
gli diede
un
il
core.
Coro.
Fortunata
bellezza.
Bellezza
al ciel
Perch'un
Dio
gradita,
ti
raccolga,un
Nunzio
Arder
E
l'onde
d'amoroso
Videsi
V.
1024.
La
V.
1042.
La
in
stampa
stampa
e
uom
ti sprezza.
secondo.
l'arene,
zelo
quel
araerle.
le diede.
momento
arder
il cielo
:
1045
185
—
Ma
l'aure
per
Fermo
le
su
bell'ali,
celeste
con
Queste
Ardete,
Ecco
tutto
nubi
1055
beate
vien
Ma
voi
per
Odo
il tesoro.
verso
colori di lace
«
una
ballo
bell'aria
un'altra
'1 ballo
le
con
dinanzi
amici,amici.
nel
d'intorno
e
con
ballo, una
seguenti parole
di
Coro
gli
quei
in mille
prese
eoppia
Soldati
guise
Amore
di Soldati
quali, come
eh'
stormenti
,
tt
in testa, i
di
dalla
parole
beli' Arianna
cimieri
; e
ad accompagnar
di
erano
fecero
mentre
un
essi
il suono
»:
OTTAVA.]
Bacco.
Venere.
queste
da molta
parte
parte de' Soldati
di soldati
di
la
con
superbi
pigliando a sonar
da
fine
,
Bacco
[SCENA
Coro
dive.
1065
dilettoso,intrecciandosi
danzavano,
e
mille
profondo
mar
i reali amanti.
palco
scena,
armi,
scena,
molto
del
rimbomba:
sul
uscire
cinti di bellissime
dentro
1060
vanni,
gli allegricanti
parte sinistra della
innanzi, circondato
nella
i
—
d'oro ;
e
e
gli sposi,ecco
Si videro
furono
ninfe
il ciel che
Ecco
:
le stelle.
l'alto ciel battendo
mille
de
ardete
da
Lampeggiò l'aere,e fuor
giocondo !)
(Spettacolo
Vidersi
—
gioie mie
Indi, per
Le
:
belle,
bel desio
l'alte
liete
giocondee
il bel foco mio
Il vostro
De
s'udir
voci
Amore,
suono
anime
Entr'
1050
dimostrossi
Visibilmente
E
serene,
de' mortali
guardo
Al
—
G-iove.
[primo di
Arianna.
Amore.
Bacco.
Soldati
di
Bacco].
Spiega ornai,giocondo Nume,
L'auree
Vien
piume ;
pur lieto;Amor
'
t'appella.
1070
24
186
—
Stringi,stringii
dolci
—
nodi,
Stringi,e godi
D'allacciar
Di
del
giorno,
1076
adorno
Splenda
di bello
Di
felice
Di
beato.
Da
segnar
gentile.
fortunato,
e
e
con
Coro
A
Re
più raggi, o
Questo
si bella.
coppia
stile.
aureo
[secondodi
Soldati
al nobil
l'aspettosereno,
(Sembianze altere
Deh, come
degno
Bacco].
di
1080
volto,
nove)
e
di
figlio
appar
Giove
!
Amore.
Mirate,
voi
o
Mirate,
del
voi
o
D'Amor
cielo,
mortali,
glorie:oh face, oh strali !
l'altere
1085
Arianna.
G-ioite al
Al
gioirmio.
gioir mio
Tal
di
che
ch'ogni pensier avanza.
maggior
Sovra
ogn'uman
Beato
è
il
cor
ben
è speranza.
non
desio
che
ha
conforto
per
un
Dio.
1090
Coro.
Fortunati
Cui
sospir,pianti beati.
conforto
cotanto
Destinaron
del
ciel
[uscendodal mare].
Venere
Avventurosa
Di
Ne
sposa.
celeste
Godi,
e
nel
sen
Sanno
sotto
divin
tue
fé d'amor
gli Dei
1095
godi gli amori;
amator
le dolcezze
Che
gli eterni Fati.
lieta
vegga
riposa.
oggi
tradito
del ciel tornar
il
mondo.
core
giocondo.
187
—
Giove
—
[apertoil cielo].
1100
Dopo trionfi e palme,
Dopo sospirie pianti
ben nat'alme.
o
Riposate felici,
Sovra le sfere erranti,
le stelle
Sovra
e
'1 sole
diletta
mia
Seggio v'attende, o
1105
prole.
Bacco.
Ne
l'eterno
sereno
gli eterei scanni,
raccolta,entro
Meco
il seno,
vedrai, colmo d'ambrosia
Sotto l'immortal
pie correre
gli anni.
Lieta
Ivi, tra'
Le
più
del
Faran
Gloriosa
ore
e
Durò
mezza...
la
tuo
bel
1112. La
ghirland'a l'oro
crin
d'alma
che
desio, mortai
sprezza,
»
stampa
a
loro.
:
bellezza.
rappresentazione di questa
Fine
y.
1110
l'alto coro,
stelle
mercè
celeste
Per
«
lucide
de
Dei
sommi
dell'Arianna.
Favola
lo
spazio dì due
Nel
Trivulziaiio
si trova
1006
finora
patto
in
questo
Sovra
del
i cardini
non
era
né
ch'io
sentier
lucente
rendea
mi
nel
§edea
al
seco
Seco
il puro
sparsi,
e
di
occulto
ebra
d'alto
senso
al
di
sereno
divin
Scorgerà
chi
d'augelli;
i
e
infiammarvi
il
campi.
petto,
velo
del
miserabil
cielo,
diletto.
grido
sospirar l'arene,
cangi desio,
sprezzar,
foce
novelli
selve
furor, prendo
indarno
richiama
le
rivelar
sposa
voce
regno
favoloso
a
colma
mentre
Come
per
udiransi
oggi
seno,
lampi
tìor
e
smaltai
arcano
regìa
d'eterni
smeraldi
tessuto
entro
mondo,
freno.
sott'arenoso
dispiegai,
arder
sacro
Di
vel
terra
il
nell'ampia
zaffir
vivi
della
Di
e
il sole
sempitei-no
stringea
Giove.
mole,
rotando
ocean
mostro
pondo
d'onnipotente
suon
dell'immenso
l'onda
il
tenebroso
o
mi
sempiterno
dell'universa
alto
chiostro,
voi
a
librato
suoi
ancor
per
diletto
ciel
duol, priva di spene,
il traditore
come
v'affissa
infido.
poteo
il cor,
misterioso
Convertite.
nuove
e
Olimpo,
immortai
germe
e
al
sacro
dalle
recitata
dilettose
dall'alto
scesa
un'altra
Sapienza
l'Arianna
per
sembianze
Sotto
per
ignota:
La
Prologo
prologo
questo
corona
e
e
regno,
degno
occhio
linceo.
presentazio
rap-
Narciso
Interlocutori
Giulio
Romano,
Filli,
che
fa
il
('^
prologo.
ninfa
Eco,
»
Lli""IA,
»
Amarilli,
»
Coro
di
Ninfe
Coro
di
cacciaiori
Narciso,
stabile
pastore
Elpino,
»
Diana.
Nunzio.
Amore.
Tirsi,
secondo
(1) Quest'elenco,
nunzio.
che
manca
nella
stampa
del
Bezzi,
è
tratto
dal
cod.
Trivnlzìano
192
—
d'alto
Colme
—
le
stupor
aurate
scene
t"
De
Allor
E
Per
bell'Alba
la
0
Mentre
Via
Odi,
e
più
più
Donna
misero
le
sacra
le
fronde
da
gli
regie
armonia
immortai,
fanciul
amate.
d'Arno
dal
superbe
cangiossi
Loreno,
seno
bianco.
Nuore
Pindo
come
stanco,
e
più
quanto
tue
s'aprirò
anni
trarrò
ancor
più,
canoro
a
su
udirò,
cantor
gran
splendor
care
voci
le
benché
tua,
sostegno
Cigno
al
Apollo
pianse
Note
Un
abissi
gli
gioia
allor
riserba,
tra
in
l'erba
fiore.
NARCISO
1]
[Atto
I]
[SCENA
Filli.
Eco.
Filli.
Ho
sospirato
tanto
Che
E
novi
per
sospir
più lagrimar
per
Oh
tanto
e
superbo
non
pianto
ho
più hato,
ho
non
! oh
garzon
ho
più pianto
ingrato
core
:
!
Eco.
Io
ardo, io
dolor, misera
Ne
l'estremo
Un
sospiro, un
Oh
cielo
! oh
stelle ! oh
5
meno
amante,
discior'
oimè
al
lice
mi
non
e
moro;
dal
seno.
d'aspro
cor
diamante
!
Filli.
Ho
pur
la
E
di
il sen,
neve
guancia
Sparsa
ho
d'oro
'1
crine,
10
vermiglia
fresche
di
pur
rugiadose
e
brine.
Eco.
Ne
Senza
E
non
Pur
più bella
mia
Petà
con
speranza
un
ardisco
(e
più fiorita
dispietato adoro,
mi
consumo
domandar
guardo
un
e
e
moro)
15
aita.
Filli.
Oimè
ch'indarno
Sparghiam
Mal
a'
le voci
fortunate
venti
e
i
pianti,
amanti,
25
194
—
Ne
gli affanni
Ma
deh
!
Acqueti
20
dolori
il
giorno
un
ne' tormenti.
e
compagne
i tuoi
se
-
ciel,narrami
quando
amori.
principiogl'infelici
Ebber
Eco.
Non
è rivolto
Che
un
anno,
quell'almadura
per
Tròvomi, Pilli mia, fra
25
affanno.
tanto
Filli.
Oh
!
insieme
come
tuo
cadde
Ma
con
qual
del
!
core
Amore
arte
casto
laccio
medesmo
un
il mio
Col
Vinse
ad
le nevi
sen
'1
e
ghiaccioi'
Eco.
Odi
del
30
dolore
mio
La
storia,Filli mia;
Di
tacerla
mercede.
la fede.
dammi
ciascun
a
per
ma,
Filli.
Omai
Che
saper
men
Né
più
de
la vita
t'amo,
tuoi, che
i dolor
miei,
gli occhi
de
al par
Né
dèi
pur
i
pungonmi
la tua
che
la mia
e
pace
35
bramo.
Eco.
lauro,a l'ombra,
D'ogni pensiero sgombra,
Sotto
bel
un
Stavami
Ivi
di
Di
fior
il sole.
40
gigli,
bianchi
Odorato
vermiglie pallide viole
lavoro
Tessendo
Quando,
Vidi
di, quando più ferve
un
ver'
andava
levando
me
a
il
rivolto
le mie
trecce
d'oro.
volto,
46
195
-
cacci
Un
Pian
lasso
ator, che
pian
se
-
il passo.
movendo
venia
ne
gli atti,al moto, al viso,
Poi ch'ei si fé' più presso,
A
Riconobbi
il bellissimo
Ben
avea
udito
Tra
ninfe
e
De
la
Ma
pastori
tra
bel tate
gli onori:
al ciel
Alzar
spesso
gran
sua
innocente,
Fanciulletta
parole altrui
le
56
etade,
'n si tenera
A
50
Narciso.
non
mente.
ponea
Filli.
gli strali
d'amor
Anch'io
Sol
conobbi, e
pria,
non
m'aperser nel
Che
piaghe
cor
mortali.
60
Eco.
il bel cacciator
Come
bei sembianti
Con
E
su
Ricca
erbetta
di mille
fiori,
di bei
S'assise
fier
D'un
65
sedea
ov'io
anch'egli,
dilettosa
La
prese,
sudori,
goletta.
si mise
contar
a
davanti,
salutarmi
a
la fresca
Sparso
Indi
fu
mi
guerra
cignal,ch'in
Spento lasciò,che
di
terra
sua
mano
uccise.
70
Filli.
fera,
dura, alma
Alma
Oh
pur
Fostù
ne' boschi
cruda
e
solo
guerrieraI
Eco.
Oh
con
Ogni
quanto diletto
voce,
Soavemente
ogni
75
detto
discendeami
in
seno
!
196
-
Oh
veleno
dolce
che
Or
me
ogni
bel
Nel
Ardeva
In
dolce
lume.
d'aprile
accolto
pareami
quel leggiadro
Né
Mentre
occhi
Già
per
beava
crin, notturne
e
eterei
gli
fervidi
men
E
Ond'egli
—
in
Bella
ninfa
Oimè
! ch'a
Non
Ma
so
io rieda
pur
Oimè
! che
Ogni
gentil, ti lascio;addio.—
e
quell'addio
rimasi
dissi
non
a
venni
Oimè!
ch'io,
pace,
si caldo
Ch'io
95
•
o
morta
viva ;
o
100
spirto priva
Ch'io
Un
omai.
preda.
s'io mi
si di
90
campi
tempo
nova
E,imanti
'1 core,
risplendentirai.
Disse, ch'ai bosco
cercar
stelle.
lampi
il sole i
Volgeva
85
;
splendore
tanto
a
Gli
Con
il bel
come
volto
si belle
splender
mai
Vidi,
80
guardo gentile
'1 tesor
Veder
!
costume
uman
un
Tutto
Amore
veggio, distillommi
a v
ne
Sovra
A
al core,
queste orecchie
Per
-
ch'a
addio.
quell'addio
desio
s'impresse al
tutta
fiamma
e
core.
tutto
ardore.
105
quell'addio
ogni
pace,
ben
mi
disse
addio.
Filli.
Si
del
tuo
mal
mi
cale,
Eco, ch'il dolor
mio
ch'io
senta;
Par
non
e
pur
è duol
mortale.
197
-
—
Eco.
indi
Da
in
Fùr
senza
Per
campagne
sonao
e
le fiere
Dietro
torbidi
foschi.
e
boschi,
per
sconosciuta
amante.
anch'io,
al mio
dietro
110
-
i di
e
si, ma
Compagna
Anzi
le notti
qna
mal
le
stanco
,
piante.
115
Filli.
Tu
al meno,
sovente
pur
Cacciatrice
beata.
Contempli de' begliocchi
il bel
!
sereno
Eco.
maggior
mio
Per
tormento
Ben
me
ben
e
accorgo,
ne
quegli empi lumi:
il ciel
Soffre ch'io miri
nel
cor
120
lo sento.
Filli.
Perchè
ti
indarno
struggi e
ti consumi
?
S'appresso ognor gli stai.
Che
non
gli scopriun di tanti martiri
?
Eco.
Ohe
mi
di' tu ?
sai
non
125
'
s'adiri ?
s'innaspriil fier,come
Come
Filli.
0
fanciul
troppo crudo
e
troppo bello !
Eco.
Ascolta, Filli;senti
Che
suon,
che
è
canto
quello?
Filli.
Taci, si dolci accenti
Sol
da
Lidia
uscir
'
ponno,
o
da
Amarilli.
Eco.
Taccio:
taci
Secretarla
tu, leggiadra Filli,
ancor
fedel
de
le mie
pene.
130
198
-
—
[SCENA
Coro
di
Ninfe.
IIJ
Lidia.. Amarilli.
Eco.
Filli.
Coro.
Verginelleinnamorate,
135
Sconsolate,
Per
le selve
Ma,
non
ch'i
men
dispersia
De
cantando;
preghi e i pianti^
canti
Nostri
Van
andiam
i bei
la cetra
errando.
l'aure
140
concenti,
I lamenti
Van
l'aura
con
dal
Ma
i
e
preghi
a
volo;
petto innamorato,
Sventurato,
Mai
145
parte angosciae duolo.
non
Filli.
si dolcemente
coppia, che
Felice
!
duolo
l'amoroso
cantando
Tempri
Lidia.
la
Canta
Cosi
lingua
tra' boschi
piange
e
suol
il
cor
dolente
;
usignuolo.
mesto
AMARILLI.
Lassa
Canto,
!
e
io, come
vuol, cigno
Amor
cantando
canoro
150
moro.
Coro.
A
si dolce
Sento
armonia
rapir dal
cor
l'anima
mia.
LlDlA;
Dinne
s'in
questo loco,
gentil,Narciso
d'ogni cor catena
Cacciatrice
Narciso
attendi,
e
foco ?
155
200
^
-
Coro.
fior ver'
bel colle dei
Dal
allegra schiera
ninfe
di quante
Mira
noi
!
discende
Coro.
laccio
Oh
quante
Oh
quanti cori, oh quanti,
giovinetteun
mie
Donne
sol fiamma
una
care,
Ninfe. Lidia.
di
Coro
Qui Narciso
S'il
co'
Qui
Lieta
Pur
tuo
di
quei
mai.
Ninfe].
si dolci
rai.
mora.
per
quel
[primo
cor
di
regnerà pietate!
Troppo altero se n' va
Narciso
di
ancora
il
vergogna
al bel
ch'io morissi
Nisa,
son,
parer
morrei,ma
ch'in
185
beate.
[secondodi Ninfe].
Coro
Ahi
amate,
lo veder
non
e
cai ch'io
io del
Ninfe],
farà
[primo
Coro
Ed
ne
ch'io m'affissi in
mi
Filli.
fora
senno
Coro
Poco
!
[secondodi Ninfe],
Fuggirlo sempre
Pur
180
Elpino;
begli occhi
più
di
vedrem, compagne
Coro
Forse
accende
Amarilli.
[primo
disse
ne
ver
!
III]
[SCENA
Coro
prende
:
190
taccio.
in braccio.
Ninfe].
ghiaccio
Mai
di
sua
beltate.
195
201
-
Coro
Fra
null'altro
! che
Ahi
possente
quel cor l'asprodiamante
di
spezzar
tante
e
fia beltà
Non
A
[secondodi Ninfe],
Ninfe
tante
Ch'ardere
[primo
A
d'ardir,nudo
Disarmato
Forse, forse
Ma
Ninfe].
!
conviene
non
Amore
anco
205
di cotante
vendetta
è il dì lontano
forse
!
deh
Lidia, fin
il bel
Ch'arrivi
:
in
vano.
2K)
tanto
al nostro
cetra
ratte
più
;
pastore,
l'aurea
Accorda
pene
s'incurva
l'arco d'or
sempre
Perchè
di speme.
saetta,
Ritroverà
Non
200
gentileardore,
Lasciar
Né
Ah
!
core
generoso
Dolce
speranza
di
belle Ninfe.
pur,
?
avanza
lagrimar senza
e
Coro
Speriam
-
ne
se
canto,
fugghin l'ore.
Coro.
ch'in fera guerra
Poscia
Per
d'Apolloarciere
man
Fiton
Smaltò
Di
le
Il
Febo
piagge intorno
portator del giorno.
vie
Ma
terra
più
l'eliconia
Alzar
le dive
Cantando
e
l'onda,
nobil
il crin
Ricinto
220
il lido
sonava
L'aer, la
Da
nero.
e
altero
Trionfatore
Correa
la terra
orrido
sangue
215
grido.
di
fronda,
sponda
al
Apollo
225
cielo,
e
Delo.
26
202
-
dicea
Qual
il
tergo
piaga aprisse,
come
D'immensa
fero
albergo
Perchè
dal
L'alma
col sangue
;
disse
assalto
periglioso
Ch'ai
gli Dei
Tremar
In
230
uscisse
qual, cantando,
E
-
fasto
tanto
l'alto.
ne
235
ascese
.
core.
L'insuperbito
Oh'a
scherno
Visto
l'arco,Amore.
con
di si folle
Ma
Ben
Dafne
per
Cangiarsiin
Ratto
errore
lutto
corse.
foglie
e
245
Perdeo
l'amato
viso.
E
il bel
Narciso
pure
doglie
'1 riso
e
rami
tra
in
e
gli scherni
Quando
240
allor s'accorse
ratto
Quando
di si prese.
un
Sprezza, fanciul mortale,
L'onnipotentestrale
!
[Atio IL]
[SCENA
Coro
Cacciatori. Coro
di
Coro
Chi
d'amor
Trae
Ninfe. Elpino.
Tra
le pene
fortuna
Eco.
ardente
250
di misere
condanni
Lidia.
cacciatori.
dolente
suo
Non
di
fiamma
tra
Del
Sé
di
L]
e
tra
l'ore
gli affanni.
;
e
non
Amore.
203
-
è ben
Griusto
i folli amanti
che
255
pianti
Versin
sospirdal
E
-
infermo,
core
S'al ferir d'un
fragilviso,
sorriso
D'un
Non
far difesa
san
codardi
Ma
schermo;
o
260
neghittosi,
e
Oziosi,
Passan
l'ore
Né
romper
san
Dura
i
giorni loro,
la catena,
265
pena,
Laccio
vii d'un
Oacciator
capei d'oro.
di fere
Per
le selve
Non
affronta
Sol
e
belve
ignudo arciero,
'1 vino
tra
tra
e
Forte
nume,
Arma
l'arco ardito
e
Una
Fra
tanti
Quel
le
Ninfa.
cacciatori
vegg'io
non
tanti
Quel
E
cacciator
che
va
nato
nel
che
cor
predando
i cori.
Ninfa.
qui rimiro
vegg'ioche più
non
già
270
fiero.
Altra
Fra
piume,
sento
275
veder
vorrei,
sospiro.
un
ELprNò.
Ferma
le luci tue
Forse
gli occhi miei:
fiso.
quell'io
; mirami
sarò
ne
Ninfa.
Fisso
Ma
E
ti miro
non
di
e
ha
più
il crin
lume
280
sguardo,
d'argento il
gli scintilla
il
mio
Narciso,
guardo.
204
-
-
Elpino.
Ma
D'una
beltà
Non
è
ed
gela,
te
per
io
mi
ed
struggo
ardo
crudele:
d'amor
più degno
un
fedele
cor
285
?
Ninfa.
Altro
Altro
si
me
per
Ohe
si spera,
me
per
chiede,
d'antico
Altra
Sciocco
E
chi
più chi,
Ancor
Ninfa.
crede,
presso
a
Segno
de'
de'
suon
corni
cani:
i cacciator
che
il
!
mercede
spera
senti, Lidia, senti
l'abbaiar
290
sera,
sospira, ancor
Ma,
E
lo
non
fede.
canuta
amator
non
son
lontani.
Lidia.
Non
è
Oh
Se
quanti
cacciator
! Deh
lor
rivedessi
il bel
tra
295
avviso;
il tuo
vano
!
guarda, Elpino,
Narciso.
Elpino.
'1 che
Ecco
Ver'
noi
già
vicino
rivolto
ha
il passo.
Lidia.
Ben
lo
veggio
Mira
com'ei
Come
appar
De'
nostri
e
'1
se
ne'
conosco
'n
vien
! oh
di
cor
leggiadro
e
!
sasso
fiero !
sembianti
pianti
e
de'
suoi
pregi
altero
!
300
205
—
—
II.]
[SCENA
Coro
Narciso.
Cacciatori. Coro
di
di
Ninfe. Eco.
Narciso.
il bosco
Armate
Di
di corno,
suon
a
Gaccin
305
aste; altri co' fidi cani,
reti ed
Gridando
intorno
le fiere
negli aperti piani.
dei eacciatori
{LI coro
Coro
di
parte)
Ninfe.
Amor, cangiami in fera.
m'ancida
si bel oacciator
Che
o
prenda.
Narciso.
Oh
Che
fate in
bel
Tra
per
310
voi, troppo selvagge ?
prato, in bell'orto.
verdi
lauri
mirti
e
Itene, belle ninfe,ite
Coro
Oh
!
queste piagge.
Troppo, donne,
In
'mportuna schiera
noiosa, oh che
che
sei
come
a
di
diporto.
315
Ninfe.
cortese.
Gentil
fanciullo
Tanta
pietàti
!
e
quando
?
prese
Narciso.
Troppo rigidosuolo
Sembrami
questo
Coro
a
si tenere
[primo
di
piante.
Ninfe].
Troppo rigido core
Chiudi, crudel !
sotto
si bel sembiante.
320
206
—
Coro
Ma
[secondodi Ninfe].
oimè
perchè tanto,
Che
al sol de
S'affissin
Né,
[primo
fulminando
Coro
Ninfe].
di
sguardi,
i
intorno
Volgendo
fiamme
e
fior,scopron
i lucidi
la terra;
330
tesori
l'ascondi
tu
e
i cieli
splendori
zaffir,
gli almi
l'eterno
dardi.
e
[secondodi Ninfe].
Scopron le piagge
Scopre
325
?
i tuoi, crudeli
come
Avventan
De
lumi
i nostri
velenosi
t'annoi,
tuoi
questi innamorati
son
non
! tanto
gli occhi
Coro
Già
-
e
celi ?
Narciso.
E
tu, Licori
di ohe
mia,
Coro
0
Indiscreto
Così
di
Ninfe.
suoli.
come
sempre,
ti duoli ?
335
fanciullo,
ridi,crudel
Cosi del nostro
!, di
mal
affanni
tanti
?
prendi trastullo?
Narciso.
A
De
condanni;
l'altrui mal
rido,
non
sol fere perseguo
E
E
mi
torto
sospira e
fere uccido.
Coro
di
te
ferita
qual ninfa, per
Non
e
non
340
Ninfe.
morte,
a
langue
?
Narciso.
Ferita
Non
senza
fu
Piaga
sangue
giammai
d'amor
è
mortale:
immaginato
male.
345
208
-
-
Eco.
Al
conforme,
desir
tuo
la
Armo
di
man
il
D'ardire
'1
e
cor
sola incontro
Tu
ardi,
Non
e
di
d'ali.
e
Ninfe.
lampi
si caldi
a
di penne
pie
Coro
Come
375
strali,
franca
amor
sei
pur
donna,
secura
e
e
non
avvampi
?
Eco.
Chi
Chi
380
montagne,
ne' boschi s'indura.
aspre
per
d'amor
Fiamma
addio, compagne.
cura:
non
Narciso.
Verrò
anch'io;
'nsieme
Sebben
si crudel, vi dico, addio.
son
Coro
Non
ti
Non
è del tutto
Fin
385
ch'adorna
vedi
Al
Ninfe.
partireancora:
Non
E
di
il
tu
seno
con
de
che
Sorga
Privane
Troppo
Rimaner
noi
gli erti
d'aureo
che
da
infiora ?
390
monti
aggiorna,
strai l'eccelse fronti.
l'altro sole
l'onde,
del bel
ne
'1 crine
soggiorna
eh' il mondo
L'arcier
Lascia
imperla e
ancora
men
Saetti
in ciel la bella aurora,
pesa
e
poi
sol de
e
gli occhi tuoi;
duole
d'ogni luce
orbate
e
sole.
395
209
—
—
Narciso.
ardente
desire
Benché
bosco, al monte,
al
M'inviti
400
Io vi vo' far contente
ch'appariscail sol su l'orizzonte,
Leggiadre ninfe;e voglio.
Se fede il canto
impetra,
(Porgimi la tua cetra)
affanni quotar, tanto cordoglio.
Tanti
Fin
speri,ei
Mercè
Se
ricchezze
Per
pennuto,
il
Aiso
Se
la
ferito
cor,
faretra
Di
Ei
al
sol d'udir
le
Se, scotendo
e
il
415
?
fianco,
di face.
d'allegrecorde,
suon
l'orecchie al
Vago
stanco
e
accenti
discior soavi
Brami
pace,
ha
armato
d'arco
man
?
cieco.
vola
e
riposo e
omai
Chiedi
410
seco
leggierbambino.
è sol
Ma
nudo.
bel cammino
e
securo
Non
tesori.
gran
forse andarne
Pensi
E
e
dolori;
dà
ch'il vedrai
ben
Mira
crudo
nel regno
Se d'amor
405
420
pianto ha sorde,
lamenti.
bell'ali,
Scherza,placidofanciullo.
Per diletto e per trastullo,
Ti
Or
fa
piaga
la fronte
Mirerai
Or, in
che
men
gioirnon
Con
d'un
e
425
mortale.
bel riso
farsi serena,
Fulminar
Di
aspra
pien
balena.
non
d'ira il viso.
430
è speranza
Amor; datemi
Ritoglieteratto
FanciuUette,
a
il
fede:
piede,
questa danza.
27
210
—
-
Ninfa.
Ma
dal
d'Amore
regno
il
Fuggirà
Coro
Franco
Se
di
core
?
435
Ninfe.
d'ogni periglio
qual arde in più
Fora
è il
'ncatenato
pie, se
foco
penoso
ragione e consiglio
le fiamme
Tra
d'amor
loco.
trovasser
Narciso.
Altro
saprei dire:
non
Mora
chi
vuol
fedel
Servo
440
morir,
de
lieto viva
e
selvaggia Diva.
la
Ma, di lasciarvi è tempo
e
partire.
di
Ninfa.
Almen
0,
non
fuggire;
partir pur
se
Un
ti
guardo,
guardo
un
Rivolgi
al nostro
E
quanti
mira
vuoi,
lento.
più
vanne
445
solo
duolo,
lasci in tormento.
cor
Narciso.
0
Dea, ch'in monti
belve
Feroci
Fa
—
ch'oggi il
in
e
selve
fort'arco
con
voi
di
questo strai
[SCENA
Coro
450
atterri,
erri.
non
III.]
di
Ninfe.
Ninfa.
Vedi
il
crudel, com'ei
Detto
Ah
Cosi
!
avesse
parte ! al
partendo:ardete
tigre empio
ne
si
porti il
e
cor
meno
in
pace
!
rapace.
da
l'altrui
seno
?
455
211
—
Altra
Infelice
Ninfa.
mio.
cor
ponesti,dove
Dove
Le
dolci
tue
orrido
qual
Ntnfa.
0
di Libia
qual
caverna
di Lerna
o
460
sì rio ?
alberga,angue
si cruda
Fera
in
speco,
'1 bel desio !
e
speranze
Altra
In
-
Ninfa.
Altra
Vedete, occhi, vedete
Per
cui
Né.
men
vi siete ornai distrutti
ch'il
danno,
meco
Quel
Non
pianti;
piangete.
Ninfa.
465
cetra,
soave
Che
Ferror
anco
Altra
Cara
in
cor,
raddolcir
talor
ahi !
già
non
mai
lo sperar
cor,
quell'asprapietra.
più. soave
[SCENA
Coro
Diana.
pensasti
cetra.
IV.]
di
Ninfe.
Diana.
0
più
Più
de
gli occhi miei,
del
cor,
Misere
Ahi
più
de
l'alma, alme
dilette,
470
giovinette,
qual empio mar
d'aspritormenti,
Verginelle innocenti, oggi vi miro !
per
Dove, dove vi ha scorte
Quel torbido desiro
Ch'il bel candor
Ecco
l'alte
Ecco
i risi,le
Che
a
i
de
le bell'alme
475
oscura
?
dolcezze.
gioie,ecco le paci,
creduli seguaciAmor
promette.
212
-
Misere
giovinette!
Di
che
vi pasce
Di
pianto e
di
Di
speranze
fallaci
Di
di
timor,
Che
tra
Oh
vita
?
certa
e
pena,
fiamme
e
a
morte
mena.
485
serena,
giorni,ore
tranquille,
l'empie faville
pudici e
cor
sentiero
qual
casti !
entrasti
490
quei petti innocenti,
di tormenti
Ministro
Ond'ebber
Misere
?
tal valor
l'empiesaette
raccoglieteomai
Che
per
Fremer
Di
?
giovinette,
Deh
E
Amore
signor vostro
tra
perturbare i
Per
In
il
desio,
alma
Mentre
Non
480
dolore,
gelo e
Felicissimi
-
già
questo
l'onda
495
sento
crudele
mar
minacciar
Veggo,
vele
spiegate al vento;
seren
poco
le stanche
tempeste
misere
voi ! stelle funeste.
500
Coro.
Quando
In
primierchiedesti
questo
ricetto,
sen
Ineffabil diletto,
Amor,
E
mi
d'ambrosie
senz'affanno
Vita
Ah
celesti
colmarmi
Tutto
E
promettesti
lieta
il
e
505
petto,
pena
serena:
e
! mentitor
Queste
le
fallace,
gioieson, quest'è la
pace
?
510
Tra
geli e fiamme ardenti
Soffrir dogliainfinita.
Perder
In
E
l'età fiorita
lagrime
fra duri
e
lamenti,
tormenti
515
213
-
in
Chiedere
Non
Queste
Amor,
Di
mercede,
fallace,
! mentitor
Ah
se
le
gioie son, quest'è
la pace
?
520
vendetta
per
martiro
cotanto
Quel
fede
e
mai
veder
aita,
vano
d'amore
Colma
—
duro
cor
miro
non
Trafitto di saetta;
Non
più
Umil
Ma
sospiro,
e
prego
al tuo
rubella
525
suggetta
e
serva
regno.
di
Armata
Dirotti
Colmo
disdegno,
empio tiranno.
di
530
crudeltà,pien d'ogniinganno.
[Atto
III.]
[SCENA
Eoo.
I.]
Filli. Coro
di
Ninfe.
Eco.
S'io morrò
Se
per
lagrimando,
quest'aure errando
Piangerò spirtoignudo,
Saziera'ti tu, crudo
?
535
Saziera'ti tu, crudo,
S'in terra
Sarà
il mio
0
ne
l'inferno
pianto e
'1 mio
martiro
Filli.
Qual
Che
si fero dolor costei
si turbata
appare
tormenta.
?
eterno
?
214
—
-
Eco.
scacci
mi
Cosi
?
m'oltraggi
Cosi
S'udisti
il
Se
0
la
superba
il formidabil
ciel,soffrir pur
! per
deh
Almen
del
cielo,
voce,
telo ?
crudeltate,
tanta
0
540
regna tor
de
suon
che riservi
A
?
atroce
Discenda
pietate
sovra
un
545
vuoi,
de' fulmin
me
tuoi.
Filli.
Eco, che
si
t'affligge?
odi. Eco,
Non
odi ?
non
Eco, rispondi,
?
Qual dolor, qual pensio.rl'alma trafigge
550
Eco.
0
Filli,o
0
Filli,o Filli mia,
cara
vita:
misera
Questa
fornita
sorella,ecco
o
compagna,
Cosi
vuol
mia
fortuna
Cosi
piacque
al crudel
acerba
che
ria,
e
amai.
tanto
555
Filli.
che
fia
giammai
qual
fero
martire
Oimè,
E
Tragge
dal
?
v
si dolorosi
cor
lai ?
Eco.
Ah
ch'in
mal
punto osai
miei
Scoprir gl'incendi
Ma
che
Più
non
Chiusi
D'una
Ne
poteva io più, se
capiva il core ?
le fiamme
lagrima
E
mie,
al
dentro
tu, misero
un
cor
potei;
sospir solo
non
fui cortese.
miei, piangete or
mar
cor,
di
ardore
tanto
mentre
d'un
pur,
l'asproduolo
Infelici occhi
Che
560
!
tanto
pianto il
sospiratanto
cor
s'anneghi;
565
216
—
[SCENA
II.]
Coro
Nunzio.
di
Ninfe.
Nunzio.
Non
Cefiso
buon
Figlio del
ti
sei, né
cred'io,
Dispietato Narciso;
0
se
sei, per
pur
Pili
foreste
nascose
Come
potesti,oh
Come
il
!
Dio
quella
Coro
De
la
il
di
innocente,
cor
t'aperse?
fera
Qual t'ingombra stupor. gentil pastore
sai che
Non
ha
non
600
Ninfe.
rigida e
crudeltà
sua
beltà
modestia
tanta
con
rio.
e
ti sofferse
cor
mai
D'affligger
Che
velenoso
suggesti
Angue
595
queste
se
cor
non
?
di fera ?
-ÌTunzio.
Ditemi, donne
S'Eco
Che
vedeste
dietro
605
mie,
a
il
dove
e
l'orme
sue
Coro
Quando
Prese
Farà
noi
si
il
Filli
arrecherà
Che
dietro
Ninfe.
ricercarla
che
a
mano
ritorno,e
Ne
m'invie.
tolse,
cammin,
a
ratto
vie
si diverse
Per
Ma
da
di
pie rivolse;
è
vano.
mano
forse
novella,
a
l'orme
sue
si
mosse
e
corse.
610
217
-
Coro
Ma
si
come
Ninfe.
615
repente
la fiamma
Nacque
Onde
di
-
di cotanto
la bella ninfa
sdegno,
è si dolente
?
Nunzio.
Tntto
dirovvi;in
tanto
Filli. Oh
Tornerà
pianto!
duol, d'eterno
d'eterno
Degno
caso
620
preda d'un cignalferoce,
Che
coraggiosoe forte
Macchiò
più volte l'incurvato dente,
la
Dopo
de
Vendicator
In
la
stessa
sua
morte,
625
quell'oraappunto
su
giunto
Febo
s'arresta e più grand'arcotende
E più fiammeggia e splende,
Ch'a
Ove
il
mezzo
ha
Più
spira e
e
negre
Fa
piuma
letto il cacciatore
e
Anch'io, dal
bel rio tra
un
Vaghi
Né
A
Da'
vider
me,
pie d'un
635
sponde,
fronde.
•
riposo,
ch'il bosco
elee
a
lor m'asconde.
640
ombroso,
rai del sol nascoso,
S'assise il bel garzon
Eco, che
mai
La
vista de
dolce
Sovra
non
su
l'erba
verde;
perde
l'amato
aspetto,
645
l'erboso letto
Si pose, al bel pastor
lieta favella
Ei con
Di
chiuse
arriva.
il bel Narciso
di
pur
fianco;
al sol le spesse
Giaccio, e furanmi
Eco
al
stanco,
corso
fugge
con
move
sospirard'auretta,
frondi
Le
Ivi
630
selva, e dove
dolce
Dove
erbetta
fresca
più
folta
La
corso
raccontar
non
lungo
anch'ella.
godea
28
218
-
-
cignal gli assalti
De
l'estinto
Ma
l'infelice amante,
650
troppo, ahi troppo ! ardea,
Che
il bel
Smarrito
Pur
contro
sembiante,
voler, geme
suo
a
non
Lieta
solea, turbossi
come
Lo
scolorito
Scorse
E
viso,
begli occhi rosseggiardi pianto,
i
volto
In
655
alquanto;
fiso
mirando
pur
sospira.
e
la mira
Ond'ei, che
E
Pira.
e
fisse
lei,che
a
le belle
lui tenea
660
luci, disse:
Qual pensiersi repente
—
Move
turbarti
a
Onde
del
cigliosereno
adombra,
luce
il
Forse
?
seno
?
sei si dolente
Che
La
il
vien
vigor
che
e
la
troppo
saettar
lassata
Per
troppo
saettar
stanca
Non
Io
--
Di
—
Hai
faretra
tua
Com'esser
Si
Ah,
—
Ma
de'
un
bei
In
questo
E
le crude
la mia
lumi
sen
Mira
il misero
! dove
volto
670
—
ascolto
?
—
volto
675
sciolse:
voce
faretra,
tuoi
mortali
piovon
gli strali
faville,ond'io
nel
vita.
di' ? che
sospirtal
gran
Mira
Ah
de
rivolse,
di mia
non
—
rivolto ?
disse: ella il bel
dietro
ferita ?
e
l'armi
te
al ciel
665
stanca.
e
questo può ? che
Pietoso
E
in
dunque
?
parmi
e
moro,
il fin veder
lungi
imbianca
meno.
Per
Rispose:
guancia
tutt'ardo
!
680
esangue.
cor,
torci il
ch'a
morte
guardo
Non
vedi
ch'io
t'adoro
Non
vedi
ornai
ch'io
langue.
?
?
moro
?
—
686
219
—
Coro
A
Ninfe.
pietosiaccenti
si
E
di
—
di Libia
sarian
Raddolciti
Ma
di Lerna
e
quel
non
tigrie ser})eiiti,
d'ogni pietateignudo.
cor
Nunzio.
690
Allor, superbo e crudo,
da l'empio seno
Tutto
la
Per
lingua
Versò
l'ira
Qual
torrente
E
Questa
cruda
Vivi
pur,
da
Ma
Non
E
Voltòlle
frema
che
trabocchi;
695
voce
vivi
atroce:
talento,o mori,
tuo
a
ch'un
tal
il
mortai
te
per
tal
disprezzo,un
s'adori.
—
70U
disdegno
fero !
e
tergo, ahi dispietato
inuman
d'ogniatto
Coro
di
ti'apassòil
oimè
segno.
Ninfe.
qual duolo
Trafisse,donne mie, quel
Pensate
fuor
e
spiegò sentenza
più
un
con
veleiio,
lungi; ch'io
me
vo'
Ohe
'1
e
gli occhi
per
terribil
con
—
e
!
gentile!
cor
Nunzio.
tremante, al suolo
Tutta
Fisse
tenea
le
705
lagrimose ciglia,
E
pallidae vermiglia
tutta
Sembrava
or
foco,or
Indi
Con
rivolse
tutta
gelo.
al cielo
tal
pietàl'afflitteluci e belle,
farsi vidi (e '1 giuro)
Che
Il sole oscuro
e
lagrimarle stelle.
In
si dolce
atto
710
.
alquanto
Fermò, muta, il bel piede:
Co'
begliocchi parea chieder
Indi, mossa
improvviso,
mercede.
715
220
—
Abbandonando
sen
Tanto
confuso
Rimasi,
gio, sgorgando
pianto.
720
seguirlae darle aita
lagrimar la dura sorte.
di
a
! di cotanto
Troppo,
di
Ninfe.
amore,
fede
! di si bella
Ahi
di
mar
pietà si forte.
da
Coro
Ahi
un
viso,
tanto
e
vinto
e
Ch'invece
Rimasi
il
le mani
su
Ratta
-
! dura
troppo oimè
pur
mercede
!
725
Coro.
Io
giammai
credei
non
bel
d'un
Che
mi
un
tranquillovento.
Diva
bella
udiva,
nomarlo
Altrui
giocondo,
foco,
fanciul,tutto
Grazioso
ardor, dolce
Dolce
730
core,
ciel
torbido
Figliodi
ch'Amore
credei
Rasserenasse
Come
doglia e tormento;
in altrui
Recassero
Ben
i rai
volto
Riso, diletto
735
gioco,
e
del
Allegrezza del ciel,pace
mondo;
Ch'ai sol quetò la guerra
Tra
Da
E
gli elementi in terra
saggia lingua dir sovente
Rotan
Né
erranti
foco
in terra
meno
vampa
accesi;
accesi
745
l'aurora,
le
ardean
del
sua
ancora
in ciel
I volator
E
e
l'alto di
ne
del bel
Ardeva
E
740
che, celesti amanti,
I fìssi lumi
Che
intesi,
fere,ardean
le
fronde,
in zelo
cielo
le fere squammose
ardean
ne
l'onde ;
221
—
E
l'ardor
che
-
750
gentile,
Quasi raggio d'aprile_,
Dolci ognor
producea leggiadrieffetti.
Ahi
!
qual
ma
Cangiar
ti fa natura,
de' nostri
tiranno, Amor,
Fatto
! per
pria,crudel
Non
ria sventura
petti?
755
*
queste
si liete foreste
Già
beltà
L'alta
d'un
giovinettoapparve;
pianto
di funesto
Che
Sonar
selve, e '1
le
760
canto
in lutto, e l'allegrezza
Cangiossi.
sparve.
[Atto IV.]
[SCENA
Coro
Narciso.
I.]
di
Ninfe.
Narciso.
Pria
che
Vo'
Di
il sol
s'asconda
nuovo
fo
sangue
vermiglioil piano.
Coro
Di
ancor
ferite
e
di
Ninfe.
765
sei
non
Dove, dove
Che
l'oceano
tentar, s'ancora
pur
Ancor,
ne
di morti
o
sazio
o
stanco
?
è colei.
si fedel
veniati
ognor
al fianco ?
Narciso.
Meco
Né
Fin
non
sarà
è, né
meco
ch'avrò
so
dove
sia
770
mai,
spirtoe
gita,
vita.
'222
—
Coro
Quando
La
di
-
Ninfe.
t'offese
mai
semplice donzella,
Che
nel
sdegno
tanto
petto
tuo
?
accese
Nakuiso.
D'amor
Ha
pensier vani
Che
de
fosse
ed
folli;
e
la casta
Verace
Onde
credea,
e
mentita
non
di
ancella.
Ninfe.
d'amor, perchè t'adora,
serva
Tant'ira
io
Dea
Coro
Perch'è
775
anch'ella,
seguace
tanto
e
coavien
sdegno
eh' un
?
questo è '1 fallo,
e
innocente
780
?
mora
Narciso.
Tra
l'amorose
Viva
Ma
pur
schiere
lieta
tragga i di felici,
e
lasci i cacciator
dietro
[SCENA
Filli.
Lidia.
le fere.
a
II.]
Narciso.
Coro
di
Ninfe.
Filli.
0
Dei,
0
Oh
sogni e
son
è
pur
Dov'è
?
! oh
risponde "ì e
come
confusi
Mille
recan
Filli,che
De
la
cara
Raffrenò
0
sento
?
di
come
sparve
?
Ninfe.
accenti,
sembianti
Questi
e
spavento !
Coro
Questi
785
?
quanto rimiro
ver
terrore
larve
al
nova
cor
dubbi
e
spaventi.
porti
compagna
punto
790
smorti
?
'1 duolo
disperatamente ancor
a' tuoi conforti ?
si
lagna ?
795
224
-
Ma
s'hai viscere
Crudo
e
-
e
core,
se
più d'ognipiù cruda
Pianger forse potrestia' detti
vie
Coro
Se
'n
sei
non
di
fera,
miei.
Ninfe.
questo alpestrescoglio
Non
desterà
Filli,non
Già
pietà l'altrui sventura,
prender
l'udirem
non
825
cura;
noi
cordoglio.
senza
Filli.
Vaga
di dar
A
l'infelice
Ratta
soccorso
l'orme
per
Non
aspro
Non
duri
ninfa,
men
Tal
ch'io la scorsi
! che
i
Le
nevi
Livide
del
e
Sonar
!
la
Non
l'oro del
Quanto
E
del
Corsemi
Che
guancia
al ciel
sereno
!
bel
parca
crin
e
per
! ch'io temo
la
chiome.
piotate il cielo,
pallidii
le
confusa
e
perdono.
di
vene
il
845
rai.
pie
un
gelo
fermai.
Ninfe.
tremo
incominci)
la funesta
840
!
come
allor tal per
e
trovò
luminose
sol si vedean
smarrita
al suono;
di rose,
guancia, o
(Si dolente
De
835
quai gridi
di percosse
Coro
Lassa
fine.
vidi ?
begli occhi
straziovvi
Pianger
raggiunsial
sanguinose.
s'udiano
bella
la
e
bel seno,
Non
0
830
corso.
passi.
Quai pianti,oimè
i
a
pungenti spine
udii ? che
Spargea, vòlti
mossi
sassi
sterpi o
Fèr
Lassa
di
intoppo
veloci
mi
sue
istoria udir
850
l'estremo.
225
—
-
Filli.
vie
Ma
Mossimi,
Là
'n
se
Per
Ratto
già
si nasconde.
mi
Senza
mirarla, avanti
alquanto;al
Trascorro
mirando
Spesso
con
or
i
l'una
ed
or
l'altra
rami,
al
guardo
fa scherzando
in terra
Né
e
Parvemi
de
uscir
rimirai
Allor
fiabe
Pur
più
a
torno, nulla
Pur
la medesma
Me
E
Né
'n venni
a
o
sempre,
mài
grido.
voce
risponde;
875
la
rispostail
ch'arbori
e
suono,
fronde.
presi,
richiamarla
880'
ancora
,
Eco
la
veggio; e
chiamo
e
sento
voce.
novità
tanta
Ovunque
altrove;
avanti, la rispostaintesi.
come
Là
Di
870
rimiro
cerco
ella Eco
forte
più
suon
il vento,
d'onde
Null'altro
'n
bel
ed
Ma, là correndo
E
del
dietro, ad alta
chiamando;
Eco
le frondi
pie
cammino;
sento,
con
ne
'1
apro
nulla
e
mano
dove
più sapendo
Moverle
con
l'orme, e 'nvan
Terminar
865
chino:
Ma, poiché nulla veggo
Se non
quel mormorio
Fissomi
m'arresto, e 'nvano
fin
sollevo,or
mi
or
Sgombrando
Che
860
fronde
e
Tutta
Fiso
molto.
non
valle,
la selvosa
de
fronde
tra
lei
a
è folto
L'aspro sentier
Che
dreto
giungo, e
anch'io
picciolbosco.
un
calle
si di frondi
Ma
colli
medesmo
quel
855
fosco
e
due
Verdeggia tra
le penne.
pie
venne
ombroso
dove
al
avessi
come
ella
Intanto
poi
ratta
più
spavento.
preso
voi per
trovar
'n colle
o
'n
chiamava.
dritto
calle;
valle,
Eco
vidi, e l'ho sempre
rispose;
a
le
spalle.
885
226
—
Coro
Cho.
di
Ninfe.
Dei
! oh
prodigiracconti
—
celesti !
Narciso.
D'innamorato
Or
cor
sogni questi.
son
de
sapete voi, che
non
è
privilegio
Antico
890
gli amanti
desti ?
sognar
Filli.
Cosi
creder
Per
fuggir
Ma,
senti
Se
giova
ti
colpa
tanta
omai
per
parole mie
le
biasmo.
tanto
e
895
prova.
finte
son
o
V
vere
Lidia.
Ancor
Non
che
? Eco,
t'aswmdi
Eco, dove
fai?... Ahi!
e
piange !
s'affligge
hai tu pianto assai?...
pianger più; non
Ahi!
Filli.
Alma
involta
duolo
nel
il
può frenare
Mal
Or
da
tu
Chiamala
900
pianto.
l'altro caRto
Lidia,
di
tu
e
ascolta.
nuovo
Lidia.
Eco,
da
torna
Ah
perchè
Torna,
e
noi, deh !
mai
(!on
? deh
noi
vuol
Oimè
Si
!
omai... Mai
di
e
racconsola...
Soia..
Ninfe.
lagrimare,oh miserella
sei giunta
dove
giovane
905
! torna,
t'acquetae
Coro
Sola
torna
!
si bella ?
Narciso.
Non
ti nasconder
Eco, vientene
più, che
qui, dov'io
fai ? che
pensi ?
ti chiamo....
Atuo.
910
227
-
Coro
Ancor
Chi
peggior
in cosi strana
che
E
il
fine
quando
hciso.
gli amorosi
da
cor
senti
te, crudel, non
Vuol
trar,
di
915
guai...Ahi.
affanni
cotanti
aran
CoKO
Per
sorte,
?
morte
Na
Solleva
Ninfe.
!
condotta
Pha
Forse
di
meschina
ama,
—
?... Anni.
Ninfe.
?,
piangendo,gli anni.
Narciso.
Ond'è
dolor,
tanto
martire
tanto
Coro
L'ire
e
Non
di
gli sdegni tuoi ;
odi ? or che più
?... Ire.
Ninfe.
920
chiedi ?
che
or
più vuoi?
Narciso.
Gl-ià cagion
Non
non
io
mento
Ch'ai'ma
son
la
no:
io de'
quel venerabil
di fiamme
man
tormenti... Menti.
tuoi
di
e
Ch'ineffabil
dolcezze
altrui
(Josì i suoi
servi
di trattar
ha
[SCENA
Diana.
vaneggiar de' sensi,
De
Tal
l'amorose
voglie
frutt.0 al fin si
costume.
III.l
Diana.
Del
saette,
promette,
Coro
Amore.
nume
coglie.
di
Ninfe.
925
228
-
Non
La
sia chi
beila
di veder
930
infelice,
Nel
più
Per
terrena
bel
fior de
pianti e
tra'
Dove
la bella
man,
Dove
i
verde
tua
sospir venisti
etade
! tutto
or
bellezza
cotanta
chi
a
un'ombra,
Amor
'n
935
?
sono
pianto è gito; ahi
in
meno.
'1 bel seno,
dove
begliocchi
Esempio
]a
beltade
Tra'
Di
più speri o pensi
cacciatrice.
Giovinetta
Ahi
—
un
pone
! sol n'avanza
suono,
speranza.
940
AlVfDRE.
Io, che
le menti
De'
E
A
molli
tra
la
De
del
domerò
Di
petto
Tu
e
campagne
Spegni
di casti
Arma,
per
e
l'assalto.
Ninfe.
foreste,
955
celeste,
nume
d'amor
tu
di
di smalto
l'arco tendi
che
Dea,
cor
o
sosterrà
non
Coro
Alma
'mpenetrabil marmo.
o
di ferro
alma
questo strai
Per
950
scoglio
il
Dea.
profondo,
mar
?
pastorell'orgoglio
d'un
armasse
Alma
945
mondo,
S'adamantino
S'avesse
incateno;
'1 fuso
e
l'abisso,del ciel,del
Non
Gli
Talma
guerriere;
man
Trionfator
d'or
schiere
l'arco
trattar
Sforzo
crin
un
con
Io, che
affreno,
monarchi
gran
sol
altere
gl'incendi.
bei desiri
Diva, i nostri
Onde
invan
Strai
d'affanno
petti,
l'arco saetti
e
di martiri.
960
229
-
più lagrime
Non
le notti
Tu
•
Fanne,
risplendi.
ciel
ch'in
Dea
Alma
sereni
i di
e
Dea
o
sospiri
o
tristi seni:
dai
fuor
Eschin
-
ec.
soffrir, ch'indegno arciere,
Non
Che
nudo
va
ciechi
e
gli occhi,
ha
scocchi
l'arco e' dardi
Armi
crudo
fiero.
a
noi, si
Serve
sinm
del
casto
impero,
Tutte
oneste
e
tutte
pure;
Contro
fanne
Amor
Contro
Saggia Dea;
e
la notte
sicure,
difendi.
ne
orrori
i foschi
algente
e
ciechi
Di
E
Amor
gli splendori
ancor
Dea
Alma
prendi ?
non
ec.
[Atto
[SCENA
Coro
di
Coro
Non
torna
e
non
Il bel
Narciso
E
tutt'è
pur
980
di strali:
s'arma
Farmi
tu
cori
cigliaalfin mortali,
due
Ove
a
975
bruna,
Sgombr'ancor,celeste Luna,
D'ogni nebbia gli occhi e i
Fatti
970
ec.
sgombri
che
De
tu
Dea
Alma
Tu,
965
Cacciatori.
primo
di
V.]
I.]
Coro
di
Cacciatori.
appare
ancora
nascoso
?
il sol nel
mare.
Ninfe.
230
-
Coro
La
've
l'erbe
tra
'1 bel
Stagna
Altro
secondo
dir
fonte
Ben
trascorso
'1
e
chiamarlo, in
volte
cento
de
i
passi.
Cacciatori.
di
primo
Coro
Se
ombroso.
saprei,rivolse
non
ho
E, per
985
'1 colle intorno
e
Tutto
Cacciatori.
di
e' sassi
Coro
Il bosco
—
l'età
piano
990
vano
bocca
a
secondo
ho
posto '1
corno.
Cacciatori.
di
gentile
Verdeggi
aprile e primavera^
eterno
Dinne, leggiadra schiera.
Veduto
di
areste
Cefiso
Coro
Dopo
da
noi
Altro
dir
non
ricercar
Qual
udi
rea
qual
la misera
sol
Di
pie
volse
Cacciatori.
di
novella?
donna
lOOU
segui chi fugge
e
sprezza
bellezza ?
gli acerbi
di
Ninfe.
guai
quest'infaustogiorno
Ecco
il
donzella.
Coro
ancor
non
sai ?
10U5
l'ingiustoarciere,
Ch'ogni
Oh
Ninfe.
saprei;forse
Ogni maggior
Tu
995
si tolse:
Coro
E
di
figlio?
la ria novella
Ratto
A
il
come
Oltre
nostro
ne'
diletto
ha
volto
in
pianti:
sembianti.
l'usato, appar
superbo
e
fiero !
232
—
—
Coro.
Or
che
pietà
Pietà
mai
Udissi
si trova:
te
per
giova,
non
miserabil
più
sorte
1030
?
Amore.
Per
vittoria
cotanta
Che
A
più
si
celebrar
tarda,
donne,
o
d'Amor
l'inclita
gloria?
Coro.
Vergognosa vittoria,indegne palme
gì nobil
Perder
1035
!
alme
Fuggi, fuggi, crudel
! da
Sommergiti
nel
mar
dove
Incrudelisci
là tra
mostri
queste selve:
nascesti,
e
belve.
Amore.
Si ne'
trionfi suoi
si sprezza
Amore
?
Coro.
Cosi
crudo
si scaccia
empio
tiranno.
1040
Amore.
È pur
grave
di strai l'aurea
faretra ?
Coro.
Ragion gli occhi m'aperse, e
tu
se' cieco.
Amore.
Pur
di cieco
van
arcier
gli strali
al segno.
Coro
E
duro
e
forte
di
ragion
lo scudo.
Amore.
La
tempra del mio
strai
tempra è di fuoco.
1045
2:^3
-
-
Coro.
Per
di
sarà
me
qui partiornai;
di
Ma
gelo.
Vattene
sott'altro cielo.
trionfar
a
Amore.
Dunque cotanto ardisci ?
Dunque pensi scacciarmi
quest'armi.
quest'arco mio, mira
Mira
1050
?
Coro.
Contro
pudico core
un
È sempre
ch'armato, Amore.
ignudo, ancor
Amore.
Dica
l'alta
S'un
Può
Ma
cor,
vendetta,
benché
1055
pudico,
nemico.
gli assalti soffrir d'Amor
più de' vostri petti
l'acerbo
l'ira mia
de
Sarà
al mondo
Eterno
e
esempio.
miserando
III.]
[SCENA
Nunzio.
scempio
Filli.
Coro.
Nunzio.
0
de
l'eterno
Come
ha
Ch'a
suo
valor
tanto
vario
Fanciul
1060
impero eterni numi,
e
talento
fanciullo
arciere,
leggero.
in pianto altrui
consumi
?
Coro.
Colpa di
noi
Idolo
farai
Non
mortali
un
valor, non
1065
lampeggiard'un ciglio
,
virtù
d'arco
o
di strali.
30
234
—
Ma
colpa mortale,
sia
0
destiti fatale:
pur
ciascun
Ben
-
Spento
ragion
a
si
queste selve
di
lagna
duole,
e
si bel
un
1070
sole.
Nunzio.
fé' noto
chi
Ma
caso,
duol, d'eterno
d'eterno
Degno
l'acerbo
voi
a
lutto ?
Filli.
Io
stessa
NuDzia
il
vidi, ed io medesma
ne
fui, né già col volto asciutto.
ancora
Nunzio.
Dunque
Ma
più
Con
certa
Fillide
ed
io;
memoria,
dolore.
eterno
fiore.
rimarrai,candido
Eterno
1075
,
testimon
Verace
istoria
di dolorosa
sarem
Coro.
fior,Tirsi,
Che
Sarà
Che
quel
fior?
che
tronco
memoria
eterna
1080
suono.
l'altrui note
per
le valli alterna.
Nunzio.
Qual
qual
suon,
voce
intendi
?
Coro.
E
di
qual
fior tu
parlii?
Nunzio.
Parlo, ahi memoria
Di
Che
acerba
quel candido fiore.
di pianto e di duol
Misero
avanzo
di sì bel
!
nato
1085
è tra
pastore.
l'erba,
235
—
-
Coro.
Di
quel
parlo,ahi
suon
pianto in
Ch'ai
!
1090
infelice,
n'avanza, Eco
sol d'Eco
Che
rimembranza
! ahi
suono
abbandono
Kestò, p'angendo,al fin nud'ombra
e
suono.
Nunzio.
nud'ombra
Dunque
e
suono
bel
quegliocchi leggiadrie quel
Son
viso ?
Filli.
Altro, Tirsi, non
Si volle il
1095
sono;
ciel,si piacque al fier Narciso.
Nunzio.
di
alma
pietà nuda,
di
Alma
gelo.
fior sei:
è, s'oggi un
Meraviglianon
Ingiusto è Amor,
ingiusto il
è
non
ma
cielo.
Coro.
di' tu, Tirsi ? Oh
Che
Dunque
sommi
cielo ! oh
bellezza
è 'n fior tanta
conversa
Dei
1100
!
?
Nunzio.
bellezza altro
Tanta
fior che
Misero
è che
non
del
iiore,
un
pianto nacque
suo
!
Coro.
Ma
fé'
chi
lagrimar quel
duro
core
?
Nunzio.
La
bella
imago
ch'ei mirò
'
ne
l'acque.
Coro.
Qual
ne
Deh
Rendi
!
l'acque mirò
con
più
'1 nostro
si bella
chiari
desio
imago
?
accenti
contento
e
pago.
1105
2oÌ3
-
-
Nunzio.
Là
dove
A
lento
de
pie
Il fonte
Presso
mormorando
l'alto monte,
che
le
ecco
1110
l'ombra
da
il
[)rende,
nome
vaghe s})ond3
godea dolce
Griacendo, mi
Ed
scende
riposo:
le bell'onde
a
1115
Veggo, quasi improvviso,
Narciso.
Avvicinar
Ma
qual
Ch'a
cristallo
lucido
S'adorna
Tal
e
nel
donzella,
vaga
si fa
bella,
1120
limpido argento
intento, e fiso
Fermasi
specchia e si rimira.
Or con
pietosafronte
Languidi sguardi gira.
Or gli occhi accende
'nfiamma,
e
Si
Or
sorride,or
e
s'attrista,
poi sospira.
Indi, le luci pur
Dopo
un.
Sciolse
0
—
Che
Al
tu, qual
In
ti
tu
m'avventi
da
queste
né
D'amoroso
disse:
sia, mortale
si
l'onde,
o
divo,
pur
indi
mi
e
per
pietà
ov'io
Ah!
riprese:
—
rispondi,ahi
desio
mi
deh
! vieni
t'adore.
non
—
pur
lasso ! ed
struggo ed ardo.
—
Coro.
Disprezzatord'ogni più
Di
che
1130
possente ardore,
piagge,
amene
Qui tacque;
Ma
lagrimando
e
quest'acque algenti
sen
Sorgi
affisse.
l'onde
ne
sospir profondo
la voce,
da
1125
sei fatto
amante
bel
seral)iante,
I
io
vieni, 1135
237
-
-
Nunzio.
E
fissando
pur
Dentro
'1
quell'ondein
a
1140
guardo
vano,
insano:
Soggiungea, lagrimando,amante
Deh, perch'aipianger mio pianger ti
Perchè
porgi l'orecchie a' caldi preghi?
E 86 pietà mi neghi,
miro
—
?
1145
sospiritu, quand'io sospiro?
movi
'1 bel labbro, e non
rispondi?
Perchè
Perchè
baci t'inchini,e
Perch'a'
poi
?
t'ascondi
—
Coro.
0
fanciul
Dove
senno.
senza
t'ha
giunto
Amore
1150
?
Nunzio.
di si folle
Mft
fin,ma
Al
Con
errore
tardi, accorto,
voce
roca
stanca
e
Segui,tremando, impalliditoe smorto:
ardore
A chi chieggo pietàfra tanto
!
Misero
l'ombre,a l'acque?
a
0
troppo crudo
E
qui
Pur
veloce
con
In
trovo
Di
Sol
lo, oh
Dava
scendea
!
ei
!
—
un
freddo
sasso.
1160
arrivo,
pietàte
calor,di
!
per
la
privo.
guancia scolorita,
di vita.
segno
Chiamolo;
Amore
passo
moto
color,di
quel tepido rivo.
Che
Or
marmo,
un
momento
un
le vendette
acerba
sorte
l'erba
su
fusse
come
Là
E
cadde
a
ah
1155
?
—
non
risponde,anzi
questa prendo ed
or
non
m'odo;
quell'altra
mano.
1165
2'm
-
Or
gli bagno
visto
Ma
Era
la
-
fronte, or
al fin ch'in
lento
il
seno.
1170
vano
ogni aita, anch'io,
Vinto
d'alta
Verso
da
pietàte,
rio.
gli occhi, lagrimando.un
Coro.
A
si dolente
Pianger
vista
sospirardovean
e
le
1175
pietre.
Nunzio.
Intanto
bel
quel
volto,
Pallido,come
nube
Pian
venne
Già
pian
ne
in ciel sereno,
meno.
l'aria de' bellissimi
Gli occhi, le guance
Smarrisco, né
Attonito
Gli
nel
so
e
sembianti,
le dorate
1180
come.
duol, cieco ne' pianti.
m'affisso
occhi
m'asciugo e pur
Ma
pilino '1 vidi;solo.
Maraviglia inaudita,
candido
Scorgo un
chiome
e
miro.
1185
fior sul
verde
suolo.
Coro.
Oh
fato acerbo
Giorno
Non
! oh
d'eterni
mai
Senza
memorabil
affanni.
volger
per
lagrime
giorno !
a
d'anni
farà
noi
ritorno
!
1190
Coro.
Deh,
Che
vinse
come
al fin tanta
ninfe combatterò
tante
Il simulacro
sol di
Misero
potesti
Schernir
! ben
sua
durezza.
indarno,
bellezza ?
gli altrui desir, superbo,e crudo,
1195
Mascherate
nelle
nozze
DI
COSIMO
II
DEI
MEDIO
CON
MARIA
MADDALENA
D'AUSTRIA
(1608)
31
[Kel
Trirulziano
1006
d'Apollo,
certo
hanno
tuttavia
Invano
fatte
ho
per
quelle
maschere
che
iuniore,
degli
intermedi
appiglio
nessun
balli
ohe
ebbero
nelle
qualche
noBze
pensai
fu
Giudizio
al
allora
appunto
eseguiti
trovai
luogo
con
neppure
in
prime
e
di
dopo
descrizioni
traccia
P.aride
rappresentato
quella
nelle
quell'occasione.]
favola
parecchie
nozze
1608
o
in
di
II
quell'anno.
quando
feste
queste
mascherata
ma
nulla
stampe
vettero
do-
che
delle
Michelangelo
:
dicazione:
in-
Cosimo
narrazioni
seconda
sona
per-
qualsiasi
di
congetturare
nella
di
il
le
in
deduce
si
queste
nelle
e
per
seconde,
le
di
dopo
corte
cioè
;
mancano
quinta
di
Vedendo
apparire.
poterono
Paride
strofe
d'Austria,
ricercato
le
veglia
una
stanze
queste
titolo;
dalla
a
Maddalena
Maria
con
il
anche
recitate
essere
trovansi
parire
com-
Buonarroti,
dalla
descrizione
ricavare.
potei
di
giostre
Cosi
e
di
PER
MASCHERE
AD
UNA
VEGLIA
[Ercole]
Ove
raggio
d'onor
scaldommi
Corsi, intrepido il
Non
de'
L'orpie fermò
da'
Quindi
de
le veloci
di
campi
Grli omeri
Dissemi
cui
Per
celossi
l'eterno
Ne
La
Ch'ovunque
Il
Né
Del
mondo
Ma
nuova
che
de'
Empieran
Fien
le
le colonne
celeste
l'alto
si chiari
parti
eroi
freme
Borea
o
estreme
figlio,e
o
nomi
gran
noi,
tra
te
non
'1
celo,
cielo.
nuovo
e
angusti
termini
tue
prole.
seme
spazia oggi
si
terra,
il sole
pregi suoi;
de'
risoneran
pur
consiglio
il mondo
avvampa
volerà
grido
per
lustri
ingombreran
terra
natale,
glorie eguale,
la
turbar, de
ti
o
mille
surga
non
non
pondo.
gran
le tue
a
volgendo
D'Austria
Allor^
al
immortale,
armi
per
s'innalzi
che
Fin
mondo^
figlio,
nel
fatto
seren
che
temer
Mortai
il
Diletto
il sol
latrante,
sprezzator d'ogni periglio.
Vientene,
Ne
allor:
G-iove
aspetto
ricetto
le stelle
de
pòrsi
sembiante;
mostro
assicurato
d'empi regi
il
piante:
terror
sol
petto
il fero
mostri
Traslti a' raggi del
E
lieto
cor,
crudi
più
il
veleggiar de' gloriosilegni;
Sotto
l'impero de' felici Augusti
Al
le
Sorger vedransi
Di
Tebe
e
d'Argo
Appo
tanto
Tanti
la
Misto
il gran
valor
terra
i
provincie e
allor
gli eroi
sangue
vetusti
men
degni;
monarchi
egregi
parran
avrà
regni;
co'
Medicei
regi.
244
—
de
Germe
l'una
cui
Coppia
Fato
D'aurea
Perchè
sia
Sempre
De
il
l'infallibil
Quinci
I
E
a
superbi
fra
Dietro
Ch'invidia
Virtii
mirar
nel
Imenei
le
risveglia,
in
generoso
la
in
guerr;
terra.
dentr'al
almo
piante
lieto
e
pace
seno
raccolsi.
suon
Giason
nuovo
catena,
io
tosco
guerrier
non
sovrana
il
vuole
e
ricca
mar,
Giove;
voce
tanti
al
in
sole
serena;
dolce
il
gran
'1
destina
grandi
ricco
disse
via
annodar
d'anime
vedrà
o
la
immortai
insiem
mi
vide
ciel
prole
Maddalena,
e
non
par
del
Questi,
inclita
Cosmo
Trascorrendo
Si
l'altra
e
vedransi
Sorger
—
terreno
volsi,
non
meno
l'antenne
anzi
•
sciolsi.
diletto,
petto.
MASCHERE
PER
AD
UNA
VEGLIA
[Apollo.]
che
Questi,
Mosso
di
In
0
di
donne
cui
Cangiar
Discesa
è
E
perchè
simil
Il pomo
donna
Che
ch'a
bella
feri
che
suoi
Vie
più
Si
di
Si
dolce
ch'i
è
bellezza
Fin
dal
grazia
bei
remoto
Ei
l'antiche
Ei
Che
de
prenda
sembra
lumi
è
che
mortale.
e
fu
mai
natio
anco
ed
occhi
sereno
'1
giro,
vale
palese
fia,
né
paese
dia;
sentenza
dolci
giro.
pieno,
men
chiaro
e
ammiro;
si chiari
dir:
lor
gli
Jampeggiar
ardisco
le novelle
a
viaggio
e
ei la
il pomo,
freno,
or
il moto
suo
guido:
detto,
creda.
il volto
maggior
Paride
Quetò,
il
miei
ciascun
Che
petto,
lo ceda
momento
un
bellezza
Sempiterna
chiostri.
il Pastore
spingo
or
raggi
de'
ho
Paride
sé
lei mirando
che
vostri
'1
colei
a
begli occhi
a
lumi
giudice eletto,
onde
in
fare
nido.
maggiore
lei diede
di
celeste
Ch'in
accende
beltà
lor
cavalli
'1 mondo
De'
per
di
porta,
più
fatto
d'Amore
queste ritrovarsi
d'or
ne
bei
co'
la dèa
vaghezza
le bellezze
Seco
s'ha
cielo,e
ancor
lei tra
De
corona.
sdegna gli stellanti
seco
cui
E
dal
non
A
Di
ogni lido,
gentil'vaga
or
risuona
chiaro
in
tuona,
e
grido
begl'occhiAmor
Scende
E
beltà
vostra
ogni regione,
Ne'
Io
altero
l'onorato
da
Che
ciel fulmina
nel
su
contese
il fin
sia:
ei lo porga
suoi
più
a
vaga
quella
e
bella.
246
-
—
[Paride.]
di
Questo
0
Poi
bella
che
donna
de
E,
deh,
non
La
dèa
d'
Se
men
beltà
tua
del
segno,
verace
prendi,
le
tre
dèe
a
muova
Amor
tuo
più
che
splendi;
vaga
sdegno
'1
leggiadro
le
or
pomo
è
'1
suo
sia
tolto
bel
volto.
[Dal
Osanna,
in
della
prosa,
musica
Compendio
Follino,
mai
1608,
soli
del
oit.,
descritta
versi.
Monteverde-]
pp.
nella
Veggasi
ediz.
a
—
bibliografia,
anche
L'
124-134.
nella
non
Musicografìa
ha
parte,
l'illustrazione
l'indicazione
tova,
Man-
BALLETTO
Aveva
stabilito
il Duca
1608]
[4 giugno
bella
molto
DELLE
il
adempivano
le
Prencipi,
nobiltà
che
un
quel
di
del
è
cosi
talché
alla
sommità
ch'è
tra
In
Dame
le
e
del
ne'
teatro
di
tutto
dentro
quella
e
gradi
che,
al
opposta
esso
se
gradi
vedeva
vuoto
musici
furono
colà
di forma
parte
gran
palco
un
diversi
petto
dirim-
; e
eguale,
faci-
destra
Ambasciatori
istromenti
con
era
il
per
dalla
scena,
degli
altro
un
gradi
che
muro,
la
e
gentiluomini
di
numero
gran
de'
i
ne
di
mando
for-
fianco,
lasciando
detti
e
scena
quella parte
collocati
quello
la
biltà
no-
in
colà
ragunatisi
si collocarono
fino
valieri
Ca-
in
,
parte
'1 confin
fra
furono
un
mezzo
balletto.
teatro
a
città
altri
,
Ambasciatori
dalla
basso
sei
ballare
Perlochè
luogo,
cerchio
nel
,
piano
dove
il
capire
della
di
leggiadria
gli
,
Kinuccini
con
sposo
principali
sedici.
di
mezzo
s'ergevano
del
in
Prencipesse
dal
mento
ed
numero
potè
Prencipe
delle
bellezza
in
come
di
,
il
e
coledì
Mer-
Balletto
un
Sig.''Ottavio
del
opera
Duca,
Dame
otto
con
e
i
il
Comedia
della
del
sera
,
invenzione
interveniva
quella
rappresentar
Teatro
nel
,
quale
di
INGRATE
in
da
cui
stava
corda
da
e
fiato.
Or
poiché
dato
il
burri
discordat', s'alzò
alzofsi
nella
di
bocca
che
quella
nel
più
di
il veder
(1)
di
Inferno,
fissar
V.
colà
in
essa,
una
tam-
cui
con
una
andasse
gran
in
tanto
il
iscoprirne
per
di
stendendosi
quale,
che
d' intorno
e
dentro
fiamme,
orribili
il
infernal
descriziono
degli
assai
parte
gran
tanto
quella
la
vista
dentro
la
pareva
palco
si vide
palco
caverna,
accomodati,
mirabile
velocità
del
mezzo
il
sotto
d' ardente
fine.
là
Era
fuoco
e
,
d'ardentissime
d'
nel
umana
circondata
si vedeva
bocca,
globi
cupo
e
prospettiva,
giunger
caverna
agiatamente
quella
con
profondissima
e
della
potesse
non
(1),
uQ'ampia
confini
i
oltre
tela
la
Comedia
tutti
strepito spaventoso
uno
con
segno
dentro
voragine,
e
e
per
ad
entro
Parve
voragine
del
e
essa
orrenda
piena
Chi.\bkb\.
di
tanto
nel
II
fuoco
sua
ruotavano
innumerabili
molti
che
cosa
dalla
lontana
alla^quale
dentro
spaventosi,
guardo.
Inbrmtdi
profonda
stri
mo-
ardirono
non
mostruosa
e
e
d' imma-
voi.
32
250
-
maravigliarpiù
le
genti
il veder
gini cosi mostruose;
ma
dinanzi
deva
parte di fuori, dove risplenveva
luce caliginosae mesta, la bella
Veneì^e, ch'a-
quella infocata
a
certa
una
per
ben
-
poca
il
mano
bocca
bel
suo
dietro
versi
gl'infrascritti
soave
dalla
la
quale
alla scena,
cantò
figlioAmore
ch'erano
stormenti
fece
in
dialogo
Amore.
De
,
al
di dolcissimi
suono
con
voce
molto
Amore.
con
(1)
Dio
l'implacabil
Eccone
'1 regno;
giunti a
Seconda^ bella madre,
mio.
il pregar
Venere.
Non
mia
tacerà
Dolce
voce
lusinghee preghi^
Fin
che
Del
Re
feroce
l'alma
al tuo
severo
voler
pieghi.
non
Amore.
Ferma, madre,
il bel
tenebroso
Nel
pie,non
impero
Che
l'aer grave
e
Non
macchiasse
il candor
Io
sol n'andrò
por' le piante
per
E, pregando,il
nero
la
gran
del bel
magione
Re
sembiante:
oscura
trarrotti
avante.
Venere.
Va
pur
come
Discreto
Finite
tutto
e
a
fiamme
di
Venere
entro
senza
patir alcuna
gli spettatori
cantò
queste ultime parole, Amore
quella profonda voragine, passando
ch'ebbe
ardito
t'aggrada;io qui t'aspetto.
pargoletto.
e
offesa; e 'n
riguardando
le
tanto
Dame
che
questa maniera:
(1) Qui comincia
l'odlz.
separata intitolando
Venere
e
Amore.
Venere
gli
erano
n'entrò
se
tra
fuochi
volgendosi
a
fronte,
251
—
—
Venere.
Di
celeste
Armerà
il
Sentirà
come
cor
Di
Su
di
abiti
di
e
del
quella orribile
con
e
'1 fine
r altro
cantando
come
in
e
saetti
ara
non
si vide
canto
uscir
dalla
Plutone^ in vista formidabile
caverna
attribuiti da'
sono
gioie; il quale
parlò
la fiorita etate,
ne
bel
suo
quali gli
aifetti
di crudi
grazia e beltate.
ricorrerà,tardi pentita,
d'acque a la fallace aita.
van
lisci
detti
serbate.
cor
poscia arda
Quando più
'n
saggi
'1
parlar ne
d'Amor,
nemica
Chi,
E
i
donne, udite, e
Udite,
(1)
venendosene
però
poeti, ma
Amore
con
dinanzi
questa guisa, rispondendosi
e
parte destra
e
tremenda,
carichi
a
Bella
madre
Splender l'Inferno
(2)
col bel
che
d'Amor,
fai
sereno
e
ciglio
puro,
Qual destin,qual consiglio
Del
ciel t'ha
scorto
in
questo abisso
oscuro
Venere.
0
de
la morta
Tremendo
innumerabil
Re,
da
gente
'1 luminoso
cielo
materno
zelo:
Traggemi a questo orror
a
mano
Sappi ch'a mano
L'unico figlio
mio di strali e d'arco
Arma
(sprezzato
arcier)gli omeri in vano.
Plutone.
Chi
spogliòdi
Che
volte
tante
Giunsero
valor l'auree
a
'1
cor
e
saette
tante
de
(1) L'ed. separata: Venere sola.
(2) L'ed. separata;Phitone, Venere.
l'immortal
Amore.
Venere,
replicandosi l'un
segue:
Plutone.
d'oro
Tornante ?
?
252
—
-
Venere.
di beltade
che
Donne,
Tolgono
Là
le
di
E
'n
rigor se
cotanto
Che
gloriae
'1 vanto.
la nobil Manto
ne
Di
in elei la
l'Alba
a
armate
vanno
quadrella aurate
il foco
face
sua
Recansi
a
scherzo
e
gioco.
Plutone.
Mal
d'Amor
si sprezza
face
la
e
Finferno
Sallo la terra, il mar,
'1
e
telo;
'1 cielo.
Venere.
Non
de'
Odon
più
le voci
Amor,
Né
fidi amanti
e
costanza
pianti;
fede
e
ombra
pur
i
di mercede.
può
trovar
martiri
Questa gli altrui
ridendo, e quella
Narra
gode d'esser bella
Quanto traggo d'un cor
Sol
piantie sospiri.
In van
gentil guerriero,
Di piume adorno
e d'armi,
d'onor leggiadroe fero;
in campo
Move
Indarno
ingegno
Fregia d'eterni
Beltà
0
che
io
Per
o
non
l'apprezza:
fierezza !
vidi
ne
(e potreidirne
far lieto altrui di
non
velar, non
il volto
Tutto
carmi
l'ascolta
non
barbara
Una
altero
sua
pur
il
nome),
bellezza
le chiome.
Senti, senti '1 rigore,
(0
di
cor
Mirar
Fido
Né
senza
amante
per
Ritrova
sua
in
tigre e d'angue).
dolore
versar
gloriao
sua
lagrime e
per
faretra
altrui
Amor
sangue
vendetta
saetta.
!
253
—
—
Plutone.
Se
in
van
l'arco tendi
su
poderosistrali^
I
onde
speri?
che
Amor,
attendi ?
soccorso
Amore.
Fuor
de
Ove
l'atra caverna,
piangono
in
di speme
van
ignudo^
crude.
e
Scòrgiteco, signor,quell'empie
Vegga su '1 Mincio ogn'anima superba
A
martir
qual
si serba.
beltà
cruda
Plutone.
ricerchi,Amore
Deh, che
Che
da
Calle
'1
Amor,
sai
non
profondo
career
è che
non
?
rimeni
ne
'1 mondo
a
?
Amore.
So
che
da
Per
Ma
far ritorno
chi
inferno
'1 regno
'1 ciel serrat'è
a
contrast'a'l tuo
potere
'1 varco;
?
eterno
Plutone.
Saggio è signorse
di
sua
è parco.
possa
Venere.
Dunque
Che
Proserpina bella
Guidai
Per
ti rammenti
non
'1 monte
su
de
coglierfiori
a
gli eterni
ardori
?
quegl'almi contenti,
Deh, per quei dolci amori.
Fa
ne
'1 mondo
veder
l'ombre
dolenti !
Plutone.
Troppo, troppo possenti,
Bella
madre
Giungon
de
d'Amore,
'1 tuo
pregar
gli strali
Udite, udite,o de l'infernal
Feri
ministri,udite
!
corte
a
'1
core.
254
—
Al
chiamar
di Plutone
-
uscirono
di
orribili
e
terrore
avanti
altrui;e presentateglisi
che
mostruose,
fiamme
versavano
da varie
con
molto
parti con
orrenda,
voce
Ombre
ma
però
dissero:
armoniosa,
Ombre
Che
E
molte
quella caverna
vuoi?
che
Plutone
d'Inferno.
imperi?
soggiunse:
Aprite
tenebrose
Le
De
la
E
e
prigioncaliginosa
l'anime ingrate
de
Traete
Mentre
Plutone
et
i
la condannata
qui
queir Ow"re
che
cantò
porte
a
condur
doveva
crudeli
fuori
far il
nera,
schiera.
andarono
ad
la condannata
balletto, Venere
eseguir la
Donne
schiera
delle
rivolta
inverso
seguenti versi:
Venere.
Non
senz'alto diletto
De'
magnanimi Regi
Il pie porraine
l'ammirabil
Ivi,di fabbri egregi
Incredibil
Oh
Splendon
E
ammirerai
lucenti
D'ostro
per
e
pompose
dedalea
Né
Ti
e
marmorei
fregi.
d'oro
le
superbe mura;
cura
Scorgerpotraitra
Palme
tetto;
lavoro,
quanti
l'indorate
travi
trofei d'innumerabil'avi:
minor
meraviglia
graverà le ciglia
Folti
Scorno
teatri
de
rimirando
'1 Tebro
(1)L'ediz. separata ha: Qui
e
cominciano
a
de
a
scene.
la dotta
Atene.
farsi vedere l'Ingrate.
mente
(1)
di
grate^
In-
Plutone
veder
Vano
altre
gioie si
queste
abbruciati,
fila d'
la
molto
si poteva
cenere
ben
Calarono
i
passi
da
del
piano
passi,
moti
con
quando
ad
con
abborrir
maniere,
tale
dimandarsi
affetto
e
de'
di
mille
modi
in vari
di loro
guise
maestà,
palco
prese
i
cortese
mille
e
a
Ingrate
danzato
occupar
tutto
Plutone,
'1 tenebroso
otto
le
di
Donna
(1) L'ed. separata
ballo davanti
a
Madama
nova
talor
bracciando
ab-
gli occhi,
ad
azzuffarsi
con
modo
in
quel
in
or
timorose
con
rappres'mtati
teatro
muoversi
che
spazio
fermo
e
turbarsi
con-
intrecciandosi
di
quel piano,
dinanzi
egli movendosi
lor fatto
palco,
mezzo
in prospettiva
vicino,
dal
al
pel
ch'erano
Principesse
si fu
poiché
,
lo
et
parte,
per
verso
suono,
pieno
con
d'
rida
or-
modo
versi:
donzella
ha
soltanto:
Seremesima
'1 mio
da
il timor
fiamma
o
(1)
de
orror
(Fugga, Donne,
Arso
con
,
restarono
tanto
ch'era
Plutone.
Da
sul
vago,
su
alcuno
cantare, accompagnato
seguenti
in
Vedevansi
sentisse
non
che
disperazione,e
l'altra
ne
fu
non
gnando
accompa-
sembiante,
che
che
così
tenerezza
altri moti
sti,
ge-
stormenti
sdegno
di furore.
e
portavano
ap-
il cuore.
gravità
il
dirimpetto
di
minaccioso
con
passioni loro
di
cenno
molta
con
rabbia
e
di
ora
per
naturalezza
queste
un
lagrime
riguardanti,
lungh'esso,
ischiera
poi
si trovarono
ad
si posero
et
quando
e
palco,
di
bèllo
cosi
aspetti e fuggirsil'una
delle
ch'ebbero
Poi
assai
le
tanta
mutazione
in
in
ora
che
flebile;e giunte
e
di
segni
pallide
dal
quantità
dolore
come
significatoper
discesa
gran
di
perdono
con
i cuori
impressi
ch'alia
i loro
dolore
gran
balletto
avesser
seguitarsi da
e
insieme,
con
una
un
atti
se
alcuni
e
qual
riguardarle.
a
malinconiosa
percuotendosi gonfie
ora
insieme
gesti di misericordia
come
talor
di
ballo
con
e
dal
,
furono
tempo
mostrando
piacevole
una
fecero
teatro
nondimeno
splendore
trasformate
guisa
però
suono
un'aria
suonavano
in
ma
per
col
distrutti
,
compassione
e
due
a
le lor faccie
e
di cenere,
altro
per
capelli che,
arte, parevano
certo
un
che
erano
queste,
due
a
e
i lor
ancora
coperti
'1 fumo
conoscere
già passata bellezza,
terrore
tutti
et
,
brace.
mirabil
con
fossero
biondissimi;
oro
l'accese
rubini
carbonchi
consparsi
intrecciati
parte sparsi
e
tra
mostravano
vedevano
benché
e
ordine
rassomigliavano
accorciati
parte
et
che
gemme
Di
bellissimo
con
per
a
'1 molle
'1 ciel
rapir non
Qui scendono
canta
gran
Plutone.
regno
seno)
sereno
vegno.
tiel teatro dannando
e
ferme
al
mexxo
il
257
—
E
quando
fora
Di
Sol
cui
crin
de
bassi
fregi
lumi,
gl'eterni
costumi
vi
e
'1 regno
ne
fé' ch'io
mi
Preghi
aspetto:
monarchi
Amor
dianzi
pur
ardito
virtù, gì' aurei
l'alme
petto
ferito,
cor
non
'1 ciel ordir
speglio devrian
Farsi
Sceso
il
il lieto
nobil
'1 cui
a
'1
ne
Plutone
Regina
ponn'
Di
turbar
di
cotanta
Donna,
rai
mortalmente
Languisse
Non
vostri
da'
pur
—
regi.
oscuro
scorgessiavanti
ch'in perpetuipianti
Queste infelici,
Dolgonsi in
Antro
è là
Indi
le
traggo
Pallide
Perchè
Non
in
un
(l) L'od.
canta
qui
'1 fine
ballo
da
altro
grado
il mio
più
di
balletto
Plutone.
'1
bel
'1 regno
tate;
ingrate,
inferno.
(1)
parole ripigliando gli
stormenti
dell'altra,ricominciarono
atti
pieni
soltanto:
di
?
verno
lice,anime
non
flebile
con
a
dir),mortai
queste
più
neghi
tolgon gli anni
al fin vi
lagrimar ne
a
chiostro.
si
che
vuol
riserbarsi
è da
star
'1 negro
ne
sospirie preghi:
han
non
separata dopo ciò ha
parimente
voi
ragion
mal
non
Tornate
nuov'aria
mostro.
e
e
voi
ceca
(Trovi fede
su
schivo.
sempiterniaffanni.
di
timor
qual
Quel che
Ma
a
lagrimoseil ciglio.
cangiando omai vogliee consiglio
Ma
In
l'addito
ve
il volto
forza
Frutto
sospira
ogn'amante
piangessiancor
Vaglia
Se
tardi
error
e
d'aer
e
ch'ingrataebbe
Alma
furo.
sagge
privo.
ogn'or s'aggira,
fumo
'1 folle
Ivi de
ben
non
di luce
giù
torbido
Ove
che
van,
una
quelle
maggior disperazione
Qui seguita il hallo
e
tornate
su
la
e
grate
Indi
soena
258
—
magg-ior cordoglio e
d'affetti si
di
sopra
avvicinando
vennero
colà
furono
tutte
disse
cantando:
a
di sopra,
a
poco
lo stess' ordine
con
esso
intrecci amenti
mille
con
-
col
Plutone
mille
e
al
poco
palco
quale n'erano
salendo
e
discese, poiché
d'orrore
voce
con
variazioni
di spavento
e
Plutone.
Tornate
'1 negro
a
Anime
sventurate;
Tornate
Appena
rimasta
in cosi
che
nel
fu
bel
suo
così
da
fiero in
pianto furono
Tornar
Aer
le
,
sospiri
quel
e
teatro
da
che
seguenti:
(1)
sentenza
e
lagrimar
a
sereno
e
vie
cruda
più
l'antro
ne
Apprendete pietà,donne
'1
A
fumo,
a'
pena)
oscuro.
puro,
Addio, per sempre
addio;
Addio, per sempre
addio,
0 cielo,0 sole;addio, lucide
stelle;
donzelle.
e
gridi,a' pianti,
sempiterno affanno;
Ahi, dove
Dove, dove
Donne,
Aer
che
sereno
le pompe,
son
'n
se
si
e
ove
pregiate a
'1 mondo
furo !
puro,
addio;
Addio, per
addio.
separata: Una
gl'amanti?
vanno
Addio, per sempre
(1) L'ed.
ballare
a
troppo, ahi troppo è duro
(Orudel
A
Ingrate, ch'era
proruppe
singulti,
non
ver-
qualche lagrima pietosa. Le parole ch'ella disse
Ingrata.
Ahi
delle
discesero
accompagnati
di donna
cuor
ch'una
Plutone
le altre
quando
accenti
gli occhi
per
detto
cosi
lagrimosi
non
^asse
ebbe
il fallir vostro.
vi sferza
ove
'1 palco
su
chiostro,
sempre
delle
Ingrate.
—
Fu
costei
Virginia
Andreini.
0
cielo,0 sole;addio, lucide stelle;
Apprendete pietà,donne
in
né
Nel
fine
modo
che
di cosi
vi parevano
prima furono
gran
bel
se
spinte
da
trangugiate
restò
bocca
pianto
la
scena
da
e
n'entraron
viva
con
una
Il
fine.
l'ed.
separata.
(1)
di
che
bella
caverna;
chiudendosi
,
però
ma
nuovo,
forza, nell'ardente
quella
,
finisce
(l'^Qui
donzelle.
la
sua
,
e
dilettosa
prospettiva
MASCHERATA
NINFE
DI
Di
Bailo
Palazzo
31
E
LA
Gran
Illustrissimi,
di
Conte
SIGNORA
Toscana
Nozze
et
Signor
Real
Duca
Felicissime
Le
gV
Nel
Danzato
del
Per
Senna
De
Eccellentissimi
Sforza
jMario
AENEA
DI
LORENA
stemma
mediceo
In
da
Fiorenza
con
del
gl'Heredi
Licenza
de'
Maresootti
Superiori.
1613
Quest'
di
opuscolo,
riferisco
cui
disposizione
la
del
frontespizio
,
anonimo
è
la
ma
relazione
ohe
qui
di
aggiungo
sèguito
di
permette
,
riconoscerne
Inoltre
di
nel
Trivulziano
pagine,
quattro
nella
3
p.
ohe
ci
tutte
In
di
del
le
A
Vallo
finora
niore,
dalla
foglio
volante
qui
raccolte
ottave:
belle
sì
relazione
del
cui
1613
II
con
Balletto
sconosciuto
questa
e
feste
Rinuccini,
il
Cortesia
da
sarà
due
le
autore
della
che
e
ricordata.
sopra
oltre
sicuramente
sappiamo
Passatempo
Il
Amor
le
reca
un
sembiante
date
sono
di
prime
è
strofe:
tre
carnevale
seguito,
due
sembiante
indicato,
volte
più
nelle
cui
mirar
quel
quale
Rinuccini.
il
1004,
il
Donne
e
sicuramente
autore
come
di
M.
A
fece
che
an-
ju-
Buonarroti
altrove
stampato
me
si
e
mangono
ri-
ci
,
pure:
Balletto
1.—
Altezze
di
Zanobi
versi
nel
Toscana
\
Pignoni
Sono
«
I Fatto
da
che
Marte,
S.
A.
vi.
Venere,
D.
Eternità,
Serenissim.
\ln
C.
Firenze,
XIII;
Rinaldo
e
G-ildippe
Zerbino
Isabella
e
—
Ruggiero
Mascherata
Villanelle
di
di
Castello.
Ballo
del
principe
la
per
16.
pp.
nota;
Armida—
Bradamante
e
—
II.
è
e
—
Odoardo
|
4.
fine
in
e
Clorinda
e
\ Delle
Genito
S.
di
Tancredi
:
Terzo
Superiori
ATnore,
ballano
Del
mx)
Paggi
de'
licenza
con
\
Signori
\ Da
cantati
Personaggi
Battesi-
».
danzato
nel
Palazzo
dei
—
Pitti
il
di
16
febbraio
il
dopo
battesimo
Carlo
secondo
genito
,
del
Cosimo
Granduca
BiOAzzi;
ma
che
II,
io
non
Firenze,
ho
potuto
1613,
rinvenire
4°;
citato
cosi
né
a
Firenze
dal
Morkni
né
e
a
Londra.
dal
264
—
porta della sala grande,
alla
et
stava
et
entrava
la
la scala
moglie
lumaca,
a
andò
la scala
per
Nomi
dei
passato:
S. A.
per
quivi
Maria
il
Bovio
bolognese.
La
festa
il di 5
S. A.
S. per
per
sala
dove
altri
a
al
mano
A,
S.
di
S.
A.
S.,
iSenna, vestite
d'oro;
in
fatte
al
veliere
simile
mare,
con
Sig.
nello
Friuli,
Trascibizin
Ro-
; il
Sig.
zaga
Gon-
da
Udine;
Cavaliere
Ulisse
la residenza
in
le
da
et
più
ore
su
gentildonne,
della
mezzo
mano
manoa
la ducessa
due
22
andorno
sposa
le
poi
le
venuto
era
v'era
sedere
Diario, sotto
stesso
et
«...
et
sposa,
Sforza, et
nori
principessine mibasse
tutti
v' era
palco segreto
principesse grande et le dame; in su
madama
a
ritti;et
un
su
principio
da
d'oro
tirato
et
Erano
alla
d'oro
da
torre
et di
mare,
che
et fanale
et fortezza
fra le
et
d'argento
Et
in
camera
di
gioie;
tine
scarna-
et
vano
veni-
rappresentava
et
galere
et
Ninfe v'era la Senna
carro
cantorno
paggi
d'argento
veliere
delfini in
altro
dette
telette
et
et
,
Ninfe
otto
cantando.
di
gli
levato
dai
,
perle
veniva
i Tritoni
Ricci
divisa, con
pieni di
un
Dove,
ballo fatto
un
scarnatina
et
di telette d'oro
testa;
a
Agostino
Messer
maniera.
trine
sue
di Venezia.
il Residente
et
questa
le
poco
un
naturale; et in detto
in
del
; et
carro
regalmente
del
la
cuffie bellissime
vestita
Dio
S.
con
tutte
con
Porzia
alla detta
era
Arciducessa
di teletta
un
sur
Livorno,
nave,
in
con
il
Arciducessa
ser.ma
ritta
composto
di mare,
acqua
la
ballare, si dette
S.
vi
ballare,
il Nunzio
di
ne
Carnovale
Maria
solita,dove
e
man
le due
con
palco v'era
et
del
signoristettero
Ser.jiia
se
Rinuccini.
Montealbano
;
poiché
Comedie
delle
di S. A.
sorelle
Nicolò
di gusto
poco
Ser.ma
alla
davanti
uno
principe di Bracciano
bresciano
piaciuta ,
sedere
da
et
lanzi.
(sic)todesca.
[e.491] si legge:
un
sala
stette
S.
S. A.
dare
il festino
fare
ogni
questo
sig.raAnna
Terester
Cavi
sia
1613
nella
di sopra
da
»
pare,
maggio
per
festa; e
di fuori
et
sala,
tedesca; la sig. Caterina
Cavaliere
Sig.
Orazio
Cavaliere
Sig.
detta
Saracinello;il Sig. Cavaliere Francesco
il
Mantova;
da
della
la Contessa
Renata
Orsino
Giordano
Ferdinando
Cavaliere
sala
nella
in
signor Ottavio
la
tedesca;
signora
Paolo
Sig.
montavano
guardare
cioè
sermina, pisana; la sig. Sofìa
Il
et
a
dal
Arciducessa
Renata
la
{sic)todesca;
dal marito
Signori che fecero il Balletto
S. e la Sig.ra Arciducessa.
della
dame
era
entravano
confidate
erano
A.
grande.
signora Maria
la
mano
questa bella opera
Composta
Sei
di
S.
et
s'aperse la porta di detta sala
finita la festa
Et
presa
et
le altre porte
tutte
—
con
belli colori
apparve
musica
in
et
Nettuno,
lode
delle
265
-
felicissime
loro
li2
opera
Et
Poi
ora.
S.,
A.
S., et
A.
fumo
et
la
coperto
; fu
portata dal
poi
gentilomini
dugento
numero
questa
prospettiva.
colazione
di
principe Don
Lorenzo, poi dal Cavaliere
da'
della
cesco
Fran-
da'
et
si dette
et
,
fetti
con-
Giancosimo,
Corte
tazze
l'Altezze
al-
davanti
suddetto, et durò
grandissima
una
nobilissima
et
giù
vennero
ballo
la tela
venne
principe Don
dal
di S.
scalco
calato
stante
et
carro
bellissimo
un
fu
confetture
e
dal
scesero
fecero
et
in questo
et
di S
et
nozze;
-
paggi
a'
cipi,
prin-
del
lare
bal-
poi alle gentildonne.
si cominciò
finito la colazione
Et
per
poi di
un'ora:
prospettiva,dove
fuggitivo
,
perchè
Finito
Et
a
fatto
ballare
cantando
licenziato
fu
da
finirno
Nomi
le
de'
Il
Il
Il
Il
Il
Il
Il
Il
si
et
v'
vivi che
si calò
nuovo
et
la
del
tela, et di
andò
a
sajeta,
si scrivono
non
Sig.
Ottavio
che
pescava
fine
alle
cominciò
festino, e cia-
al
la sposa
cena
si
nuovo
alle
sue
sue
stanze,
stanze
nozze.
signori Paggi che
Signor
Signor
Signor
Signor
Signor
Signor
Signor
Signor
.
Monte.
Piero
del
Conte
Lodovico
Muzio
il balletto:
fecero
degli Alli
Benedetto
Pichi
Giusti
da
Verona.
d'Ancona.
d'Ancona.
Conte
Lionardo
Emili
Paolo
Scerenzo
{sic)tedesco.
Pio
fra
Beceria
Cesare
(sic)da
da
Verona.
Pavia.
Bevilacqua
a
maravigliosa vista.
faceva
riaccompagnò
e
la
et si riscontrorno
uno
era
poi si dette
loro, et S. A.
arco
versi, i quali
passeggieri
si vedde
,
con
composti
di
in musica:
ispazio di un'ora:
per
magniorno
cosi
di
questo
Cupido,
be'
Furono
pigliavamolti pesci
et
sciieduno
et
molti
alla stampa.
sono
si salutorno
cannetta
musica
in
Amore
apparve
gentiluomo fiorentino.
Amore, passò due barche
Rinuccini
et
cantò
et
il festino
nuovo
apertosi la prospettiva
nuovo
medesima
di
cavaliere
di Malta.»
34
et
di Kinfedi Senna
jYiascberata
[PARTE
I]
Nettuno.
Sparso
d'umide
perle,il
crin
stillante
Scopriteal cielo,o Dive,
e
Sorgete, Numi,
mar
Le
Del
voi
e
lasciate
caverne
del
i
nevosi;
sen
sonante
gl'antrialgosi.
e
padre Ocean gl'imperie i detti
Udite, 0 Numi, ad obbedire intenti;
Onde, tacete, e da' gonfiatipetti
gran
Non
oggi
esca
L'inclita
Ninfa,
Tesse
di
Cui
non
Ma
il
Senna
d'auro
inchina
pur
Su
'n
se
di
più
va
mirar
desio
ch'in
di frondi
noi
l'onde
questo cielo,
e
piacque
velo.
sott'uman
può dirsi lei,ch'a Franchi
Tempra, regina eccelsa,e '1 mondo
Ben
tal
Che
lumi
pargoletti
i
Aperse
La
regia
cuna,
Serba
Senna
Di
Che
al di
felice le
caro
l'umide
vostre
voci
le sembri
il freno
indora,
sereno
grembo
Flora.
a
all'altera infante
Muse
stesse.
desira, e il suol che
al
Mentre
ove
in
lusingar le
I sonni
Baciar
le fasce
tra
d'erba.
o
le nacque
sen
nell'alto
tra
di
sue
piante
prim'orme impresse.
desio
trascorre
vie del regno
un
d'oro,
superba.
e
queste piagge
mandar
Angel
letto ha
sponde
fenderà
mar
all'alto Motor
Dove
ei che
che
di zaffir bella
Scòrgelabel
corona
ampio tesoro.
Rodano
e
Sona,
di trofei le
questo
rote
Di
crin
Nilo, il Q-ange ed
Ricca
Oggi
bel
al cui
giglie
real, che
Venti.
sospir,superbi
un
suon
il cammin
intenta
ondoso,
si nobil
dolce
senta
riposo.
267
-
-
NETTUNO.
SENNA.
Nettuno.
0
chiara,
nobil
o
figlia,
Splendor de' regii fiumi,
Deh
!
Fermo
ciglia.
dell'Ocean l'ampiafamiglia.
l'applausoe '1 grido
nel
Mira
Odi
Che
'1
Mira
Al
lieto i lumi
come
rimbomba
mar
l'onda
e
il
e
nelle
lido,
l'arena
e
lieto
tuo
sembiante
gran
apparir rider
serena.
Senna.
A
te, gran
dell'onde,
re
m'inchino
Umil
Del
nobil
Me
'n vado
poi
e
alle famose
Arno
sponde
gl'Etruschieroi.
riverir
a
Nettuno.
S'a' miei
desir
Guiderò
i
Scòrta
Ove
mercede.
negar
passituoi.
vii,fin che
non
il gran
Re
dimora
Lieto
vuoi
non
là
posi il piede
di Flora
in
gloriosasede.
Senna.
Troppo,
Né
0
mio
il merto
Ohe
fuor
m'onori
Re,
gran
in
cotanto
del regno
tuo
alto arriva
me
per
dimori.
Nettuno.
Si
chiare, o nobil Diva,
Son
le tue
Mercè
gloriee
de' tuoi
Che
di lauro
Son
vili al tuo
Ed
A
io che
te
e
gran
pregi
regi,
d'oliva
bel crin
l'onde
sovra
m'atterro
i
e
ghirlandee fregi:
ho
d'ubbidir
scettro
non
e
regno
sdegno.
268
—
—
Senna.
dell'onde
fia ch'ai Re
Non
devota
Serva
chi
Ma
Alzò
imperi.
queste sponde
su
gl'arginialteri,
Chi
di si forti
Fé'
la città sicura?
E
chi
cotanti
mura
legni guerrieri?
armò
Nettuno.
Magnanimi pensieri,
Pregi del gran Fernando,
D'eterno
onor,
gloria alteri
d'eterna
questi che rimiri;
Son
indarno, Senna, le grand'opreammiri.
Né
Senna.
0
sol de'
grandi eroi,
è s'aito rimbomba
Meraviglia non
Con
Fama
E
tromba
risonante
s'al
il nome,
di Ferdinando
immortai
grido
canoro
L'empio Oriente infido
Sparge di gelo il cor, d'orror
le chiome.
Nettuno.
Se
l'Oriente
pavé
Certo
pavé
non
rimirò
Si spesso
Ne'
E
indarno,
nel
cor
dolente
campi ondeggiar l'insegned'Arno,
depredati i regni
suoi
gloriosilegni.
Da'
Senna.
Ben
furo
a
noi
palesi
Grli eccelsi allori
E
le
Pun:
più
er
e
le si chiare
palme,
nobi l'alme
di bella invidia
e
i
cor
franzesi
:
269
—
Ma
strani
quai
in
-
paesi,
quai piazze remote
In
Non
E
Fernando
del gran
son
del gran
le
successor
glorienote?
Magnanima
nepote,
Ohe
gigliincoronata
d'aurei
il crine
costume
Sovr'ogniuman
Spiegando eterne piume
Varchi di gloriaogni mortai
Meraviglianon è se nel bel
Germe
di tanto
Vero
Sotto
Ma
dal
De'
profondo
mar
gl'aureitetti
a
monarca,
regi,ond'io
Toschi
il bel desio
Appaghi
della
langue;
non
s'Europa e il mondo
si fa giocondo !
è
non
Scòrgimi,alto
E
virtù
l'imperotuo
tu
seno,
sangue,
valor, vera
Meraviglia
confine,
vista
cara
il
diletti.
cor
Nettuno
Su
l'arenoso
lido
il bel
Posa
pie' di
vièntene
E
neve
gioconda ov'io
ti
guido.
Coro.
Movi, Diva, il pie'giocondo.
L'onde
Vienne
Dove
Fé'
Or
Né
'1
beata
d'aurei
un
di Francia
feconda
a
tergo,
albergo
sole al mondo
un
nacque
pur
lasciato
mar
lieta all'aureo
sol,bhe
Vivo
E
e
:
lampi
tempo Flora,
il cielo indora
i tuoi
bei
campi;
fa di frond'e fiori
riva
d'erba,
d'eroi ricca e superba
Ma
allori.
Germogliarguerrieri
Fiammeggiar
tua
e
270
—
0
-
0
fortunata,
felice,
Cui tal grazie il ciel destina,
Per virtù d'alta Regina,
lieta,anzi beata.
Senna
di spogliealtera;
trofei,
possente, tu guerriera.
Di
Tu
fier
Marte
Pioggia più
Né
al
Porti
funesta
Più
miri
Ricche
lieti ludi.
sponde d'oro.
tra
almo
bell'onde,
Le
lieta
Mai
Ninfe
Mille
Ninfe
Cantin
crin
E
sul dorso.
inghirlandate
d'allor le
Dèe
e
Maria
Di
pioggiao nembo;
mille 'n grembo,
e
cento
e
corso
o
scherzin
Mill'Amor
Cento
argento.
bel
il tuo
:
turbi
non
tesoro,
del puro
Volgi pur
pur
petti,
e
d'alto contento.
sen
Dea,
Alma
ossa;
diletti,
e
pompe
il
Colma
cori
e
almi
di pace
De
rossa
e
ferri crudi
da
non
Ma
Del
curi.
o
tributo ed
mar
Trapassar
la
poi
d'oro
'1
gloriae
cetre
su
nome
aurate.
del bel
e
chiome,
viso.
sembianti
gl'angelici
degl'occhionesti e santi
si taccia il lume
Non
Di
temi
non
perturba i bei cristalli,
più d'arme e di cavalli
Non
Va
oscuri,
i vanti
del Tebro
Tu
e
'1 riso.
beltà nel nobil velo
Tanti
Per
La
sparse
vestirne
e
lumi
il Re
più bell'alma
e
de'
pregi
regi
del cielo.
(PARTE
SECONDA)
Amore
no,
ch'io
tuoi
vezzi
No, madre,
Non
vo'
Stracciati
ch'io
No,
Si
che
Glorioso
Io,
che
Io,
Sotto
Io,
de
E
Di
Non
l'arco
fiamme
tante
per
far
sì bel
rendei,
di
de
e
li
di
Sol
d'ali,
a
come
me
0
n'oda
E
me,
E
di
mia
vien
mio
due
racchiude
due
singultie
pietà
ch'ogni
(1) Il
testo
nel
in
aspro
dolce
Baldinuoci
in
seno,
meno
sospiri.
nudo
lagrime ingordo
Cangio
talento
tormento.
e
di
martiri.
Signor appella (1) dispietatoe
Io
piace?
impallidir rimiri,
amante
di
me
pace,
madre
pietà
ch'un
strali,
core.
Sciocca, la
Che
secondo.
mondo
mia, che a
Sdegnosa madre
Voglio adoprar quest'armi,
E vo', come
più parmi,
A gli amanti
recar
gioia e
tenerello
duro.
prove.
ciel
in
e
Datti, datti, pur
Si
e
Griove
signore
armato
potrò
sai !
face
l'immortal
de
baci
tuoi
sordo
vo'
esser
d'Amor
legge
;
curo,
m'assido
'1 discorde
che
vo'
non
crin, piangi, se
il gran
dopo
null'altro
A
vo'
me'n
più,
mai
tornar
Dei
sommi
fra
vo'
non
ne
me
non
più d'aspe
che
Io,
il
pure
fuggitivo
tormento
contento,
leggo appena.
crudo
;
273
—
E
per
bear
l'alme
Ed
Per
da
lungi
or
udir
non
l'alme
lei
de
martire,
fin m'adiro.
si ch'ai
M'infastidisco
—
fuggitosono
l'importunalingua
L'ingiuriososuono.
Folle, che
Semplice,e
I
in contro
torto
a
non
madre
mi
dove
Si che
ricovro
le Ninfe
Tra
De
la
Fin
più
che
'1
Cotant'ira
cuore.
nascondo
cerchi
mi
un
indarno
?
l'Arno
de
bella
ne
mi
e
mia
la madre
far lieto
Dio
più d'ogn'altro
Ma
d'Amore,
l'arte ond'io
scorge
So
;
intende
segretid'amor,
Né
s'accende
me
a
in
de
cor
chiuder
sen
mi
voglio,
la celeste Diva
s'ammorzai
orgoglio.
tanto
e
Amore.
fermate
Fermate, passeggier,
Amor
Se
io son,
non
voi
con
m'avete
per
il
venir
legno:
desio.
compagno
a
sdegno.
Passeggiero.
Si
lungamente
al fianco
Quest'aspriferri
Che
Né
ancor
vuo'
Amore,
trascinato,
ho
lasso
son
e
catene
nuove
stanco
intorno
al
core.
Amore.
Ma
sarai tu
si crudo
Che
scacciar
possiAmor
Che
mal
farti
può
un
?
Deh, mi
fanciulletto
raccogli
;
?
ignudo
Passeggiero.
Spiega,bel pargoletto,
Spiega pur l'ali altrove;
Troverai
ben,
non
dubitar,ricetto
!
35
274
—
-
Amore.
Sotto
Avvezzo
Che
Ma
ben
esser
qui
tardar
di
dèi
mostri
a'
preghi
voglio
non
d'udir
già
voce
ti
duro
si
Dove
La
cielo
barbaro
parmi
Ciprigna
a
sé
chiamarmi.
miei
!
275
-
-
[INTERMEZZO].
Comparisce
come
di
barca
nuova
una
pa^seggierie
:
segue
Passeggiero
Deh,
venti
cortesi
cammin
al vostro
se
secondo.
Spirin fiati secondi,
dove
Dove,
allegregenti?
andate
ne
Passeggiero
primo.
giogo crudele.
Verso le patriemura
vele;
Sciolgol'allegre
di servitù
Scosso
Ivi
dura
quest'asprae
popol empio,
venerabil tempio.
il
m'avvinse
Catena, onde
Sospender voglioa
Passeggiero
ti sottrasse
Chi
ferri
duri
De'
al
pondo
e
libertà
Dillo, che
rammentar
Esser
puote
non
secondo.
ti rese?
passate offese
al
cor
se
Passeggiero
Là
in riva
dove
al
primo.
superba siede
mar
Bona, splendor de l'Africane
Stretto
nemici
infelici;
l'ore
Traea
Non
de
la dolce
Non
de
i diletti amici
Speme
Ma
Altro
più
avea
in
Tra
arene,
d'aspre catene
barbari
Tra
giocondo.
non
quel
la
mia
di
duro
attendea
famiglia,
rallegrarle ciglia;
confine,
gente empia
non
cara
e
rea,
si salutano
276
—
un'infelice
Che
affannato
Sovr'un
nudo
Posando
Ratto
stanco
e
di l'incatenato
un
fine.
terreno
fianco,
sentii destarmi
formidabil
Da
miserabil
e
Quando
-
Non
alto
senza
di trombe
suon
d'armi:
e
spavento
Sorgo da terra, e sento
Di spaventosi gridi
De
la terra
E
veggio, 0
De
'1
i
sonare
mar
lidi;
oscura!
vista
infida
la cittade
Grondar
E
de
e
di sangue
le
superbe mura,
gli alberghiaccesi
da
Miste
d'alti lamenti
Volar
co
al ciel le fiamme
'1 fumo
ardenti.
Ovunque gli occhi volgo
Altro
Le
non
so
che
il crine
e'
spose
Di
genitori
i barbari
De
ostinata
e
'1 volto
lamentevol
e
d'arco
guerra
l'oppugnataterra
Al
popolo fedel chiudeano
Quando su forte rocca
Che
innalza
Spiegar
Del
E
voci;
feroci
strali armati
Con
morti:
e
incolto;
Squarciansi '1 petto
Empiendo il ciel di
Ma
sangue
infelici
donzelle
Stracciano
Le
veder
Tosco
voci
cento
S'udir
Sonar
Duce
con
e
lieto
di Cosmo
Sparso
di
varco:
il ciel la fronte
verso
mirossi
il
altiera
al vento
la real
bandiera,
cento
grido
e
gielo il
di Fernando
cor,
d'orror
Fuggon l'iniquegenti.
Quasi tremanti belve,
il
le
nome.
chiome,
277
—
gli erti monti,
A
Toscani
i cavalier
Ma
di
Ricchi
riposteselve;
le
a
—
preda
più
e
di
alte
di trombe
Al
rimbombar
Al
bel regno
gloriaalteri,
canore,
le prore.
drizzan
Toscan
e
giocondo il petto,
lo^ di gioiaimmortai
che a l'Arno impera,
del grande Eroe
Mercè
al mar
dove scende
Là
placida FEra (1)
libero il
Porrò
nel
pie
patriotetto.
Passeggiero
Vanne
lieto al fortunato
pur
Incoronato
il crin
Non
donna
Del
gran
Nel
cui
se
Scherzar
di
regno;
in
Senna
potraidi
Ivi scorger
so
secondo.
riva.
gigli e d'oro.
diva,
o
seggioreal scudo
bel grembo accolto
e
sostegno.
quel gloriosoInfante,
vedrai
Per
cui l'aria tremante
Grià
il
veggio,0 parmi, impallidire
volto.
Coro.
Su
l'Affricane
rive
Vedove, spose, incatenati
e
morti
_
e
consorti;
Piangan figli
Ma
per
l'aure
Vessilli,archi
Pendon
le Tosche
faretre
tergo,
regio albergo.
piuma ancora
dal
molle
Le
guancie a
DALDiNucci
e
barbaro
Né
.(1)Nel
de
il canto
Rimbombi
Ch'armar
serene
si
Cosmo
Jegge Lera
indora.
cetre;
278
-
[Continua
la
—
seconda].
parte
Venere.
Torna,
deh
che
Torna,
pargolettomio_,
torna
te
senza
son
Dove
t'ascondi,ohimè
Ch'io
non
ti
veggio
Corrimi
in braccio
Questo,
che
Senti
de
Tra'
'1
!
core
t'ho
fatt'io,
ti sento, Amore?
non
ornai,spargi d'oblio
mi
dolore.
strugge, aspro
il flebil
voce
suono
sospir'chieder
tra'
pianti e
? che
e
cuor
la mia
senza
perdono.
Proteo.
Bella
madre
Sospirar fai
Qual
l'aere
d'Amor, che
nel
si
con
celeste
l'onde
e
pietosiaccenti,
dolor
sen
?
s'asconde
Venere.
bel
Il mio
pargoletto,
L'anima
del
Pensa
a
Ratto
torto
gran
come
si tolse di
Né
so
!
meco
trafitt'ho il
petto.
acceso,
seno.
qual parte
verso
più
baleno.
un
Mi
è
non
q[uaimartir'
da
D'ira
mio,
cor
ha
il volo
preso.
Proteo.
Mal
seguitar potrai
Fanciul
Diva;
Che
Fa
l'ali
c'ha
presto, e ben
e
guerra
vola,
consola.
ti
ma,
e
pace
lo
il
Già, già per ritornar
Cià
nel
bel
Vèggiolo, e
Di
mille
seno
veder
baci
sai.
pargolettoNume.
batte
le
piume;
accolto
parme
saettarti il volto.
Venere.
E
quai
Nel
le bell'alme
son
cui
sen,
nel
il mio
Stassi
(1)
cui
ben,
volto
il mio
stassi
figlioaccolto?
Proteo.
donzella,
Magnanima
Pregio d'ogni beltà, sol
ne' begli occhi, e
L'ha
Duce
Il nobil
Se
scettro
non
se
Loreno,
'1 nobil
Duce
i
d'Insubria
in
seno
:
regi,
corona.
gloriaeccelsi fregi.
com'ei
pur,
mi
Non
o
d'immortal
Lasciar
Ma
cui
a
di
suole.
il vero.
s'asconde
Scorgo all'antico impero
prole.
Sorger felice avventurosa
Che non
festeggiaindarno
Roma
si gran
per
Arno,
le cui
su
il nobil
e
nozze
Arno:
sponde
giocondi imenei, tra lieti canti
tuo
co' regi amanti.
S tassi il bel tìglio
Tra
Venere
cosi bel
in
Se
(2).
Posi, bel
soggiorno
figliomio.
far, non
Non
Godi
far
lieto:
pur
ritorno,
ecco
ch'io
anch'io.
vengo
Coro.
Bella
Dea,
che
seguo
qui
(2) Questa
e
il
seguente
Cipro
Va
felice,va
Là
've d'Arno
Ride
(1) Questo
di
canto
di
lieto
Proteo
e
non
gioconda
in
ò
anche
nella relazione
che
su
scherza
sono
appresso.
strofe
onore.
seguo.
la
sponda
Amore.
dati dalla
relazione
della
festa
281
-
Là
Del
sembianti
gi'alti
vedrai
Cosmo
gran
Folgorar luce
Là
serena
Or
i cori
farsi
desir
accesi,
palesi
foco,or
con
i vanti:
a
sposi amanti
fiamma
D'egual
Bei
scorno
dui
vedrai
Maddalena
e
del sol fa
Che
—
pallore.
con
Bella
vedrai
Là
Che
qual
Eleonora:
Dell'Orsina
virtù, di gentilezza,
Bella
La
indora
eh' il mondo
Dèa
Di
Aurora
vaga
l'alta beltade
Fiammeggiar
Nova
si sprezza
si eh' omai
beltà
di Grecia
ardore.
Bella
luce
Nella
alma
(Colmo il
Fisserai
Di
di
sen
l'avide
Lionora
Febo
cui
Men
in cielo
di lor
virtute
duce
l'auree
e
di
stelle,
belle
splendore.
guerrieri
e
Festeggiar per
Che
di
L'alme
E
ecc.
s'inchina
Bella
Mirerai
Dea,
:
possentie
e
ecc.
meraviglia)
ciglia
Caterina
e
Dea,
divina
e
Regie prole,a
Di
ecc.
fregiale strade.
sol
dal
Dea,
l'auree
sale
gloria alt'immortale
hanno
accese
sul dorso
Con
superba
Fan
morendo
Scintillar
vero
e'
i gran
a
e
pensieri;
destrieri
lieta mostra
in finta
giostra
valore.
Bella
Dea^
ecc.
36
282
—
dame
Mille
d'oro
Vedrai
la
E
Quasi
E
sol
un
'1
su
Sentirai
beltate;
lor
tra
aurate
cetre
modi
chiari
con
lodi
Taltere
Buglion
Del
Loreno
di
suon
il seno,
perle
e
di
sposa
ornate
prova
a
voci
Rimbombar
-
canore.
Bella
bel
Di
grido
real
Giordan
Sul
di
Voi
al
Guisa
portate
Deh,
mi
Che
cielo.
'1
e
nipote
gran
note
queste
furore.
alto
detta
:
corona
Elicona,
di
Ninfe
Sacre
il mondo
(pietoso zelo)
sprezzò
Che
Bella
Sion
Di
fia
Non
S'
Tu
la
fedel
il
popol empio
il
grand'esempio,
che
(Di
un
sol
pel
mill'aste
tua
sprezzasti
d'or
Dea;
ecc.
spada
rimira
rinnova
ecc.
strada,
della
Tu,
Di
mai
Dea,
tempio
sacro
fulgor
il
Non
al
ecc.^
risuona
onde
grand' Avo,
Del
Dea,
né
il fìer
:
ardito
pur
fiorito)
terrore.
Bella
Fine.
l'invenzione
la
nella
è inserita
di Giulio
Vita
ciò
quando
sono
È
recato.
ora
festa
curioso
andare
le
per
V.
ed
E.
ha
non
dei
rirla,
quelle feste, rifedisteso
i versi
nell'opuscolo
della
gnini
Cico-
del
la relazione
l'opuscolo rispecchi
mentre
lasciò
il Rinuccini
che
corretta
e
potuto
(1) e
il
sentito
io in tale occasione
di V.
la presenza
dargliene
con
E., perciò
tamente
succin-
la presente
con
renissima
Se-
della
al ballo
presente
bramarvi
e
fatto
ben
per
Signore.
esser
avendo
ricordare
desiderio
giudicato
ho
Notizie
italiani,1812,
contenuti
che
cantati,
Eccellentiss.mo
Arciduchessa
affettuoso
tera
let-
stampe.
Illustriss.mo
Poiché
credo
più ampia
la forma
Questa
1613.
ripetere per
quelli
a
diversi; io
quelli effettivamente
piuttosto
dì
di
tera
let-
una
però quelli della prima parte
che
notare
interamente
sono
ci dia
poi
uguali
perfettamente
in
Classici
un'idea
soltanto
tralasciando
faccio
dell'azione
dei
tip.
di corte,
festa
dal Baldinucci,
Parigi
conserva
,
una
per
del 15 febbraio
professori di disegno ecc., Milano,
voi. XI, pp. 8-16. È utile, per avere
e
fece
particolari
Iacopo Cicognini
di
relazione
o
nei
descritta
troviamo
quale
il Rinuccini
che
1 versi
e
ci
riprodotto integralmente
ho
che
Quest'opuscolo,
ragguaglio.
Avendo
trattenimento, pensò
che
Ottavio
Rinuccini
ciò
di
prese
nella
rappresentarsi
si sentì
poiché
tocchi
che,
senza
e
ordinò
del
gentildonne
V
E.
molto
rappresentante
per
e
ma
Maddalena
solo
perchè
;
cavalieri
che
sa
quello
in
solo
non
,
e
per
per
di continovo
e
si veddero
nicchi
tale
per
mero
nu-
gran
danzare
cati
fabbri-
gradi
le
lumiere,
si
tempo
composti
rendevano
d'Austria, ^randachessa di Toscana.
e
solito
accese
quale
di bisogno
maraviglioso
l'innumerabile
reflettendo
è
stesso
e
i ben
conchiglie
signor
in
sovra
e,
bellissimo
un
i coralli
adornamento,
vedersi,
quanto
avvedimento,
sinfonia
al
il
Carnevale
spettacoli, s'adagiarono
con
qual
invenzione:
faceva
e
con
comandò
e
qualche
il lunedi
Fitti, dove
ragguardevole
prospettiva;
(1) Maria
di
,
d'argento,
ricco
simili
ballo
un
cura,
le
de'
dolcissima
scena
era
segui
al teatro
una
la
che
alta
fare
il Carnevale
passare
,
radunate
sala
intorno
di
la
prontamente
essendo
effetto
disegnato
l'arricchisse
che
il festino
per
e
S. A.
dunque
perse
sco-
marei
scogli
che
quantità
tutti
gli
vano
face-
di
lumi,
splendidissima
l'onde
marittime
la
.
284
—
l'altra
dopo
'ma
l'ondeggiante
V
e
di
.
E.
le
che
vivamente
che
che
di Giulio
subito
torri che
le stanno
sopra
la
dei
vedde
il Porto
mare,
ed
con
d'innumerabili
in mano,
a
trasvolar
un
momento
i vanni
Numi,
le mie
a
Sol levemente
il
Segni d'orma
il
L'onde
turbi
d'aura
pie
e
l'arena
Mediceo
valor
reverir
Mentre
Fendon
del
stilla;
tranquilla
a
in
lieto
mar
carro
giocondo;
fondo
si chiari
pregi
iramortal
gl'antrisuoi Tetide
si
e
bando,
rallegrarcantando.
alto tonando
fin da
polo.
petto
una
Fama,
chiama
gloriosiregi.
d'or
le ricche
le vie dell'umido
rote
sentiero,
a
di
maestà
letto.
gentill'argènteo
ciel,rida il
Racconta
A
con
spoglieintenti.
mio
notte
poco
coronato
l'altro
a
Sorgete, Ninfe, voi dal cupo
Che
a
possenti
Fuggite, nembi, ite, tempeste,
Del
da
casioni
oc-
ciae
le
torre
ceso
l'ac-
degli spettatori,
,
quale
di voi fiato del
del regno
Ch'oggi
vista
naviganti. E poiché
raccoglieteil volo,
e
sciolgaalcun
Rida
della
dell'acque sorgere
il tridente
l'alto
Fermate
Non
apertissimo segno.
di Livorno, la fortezza
capelliera azzurra
con
questo in
Aerei
più
in altre
:
voi per
Da
bene
fra le tenebre
segno
profondo
Nettuno, dio del
0
S.,se
preparati ed acquietati gii animi
dal
altre gemme,
che
prima glispettatori
non
Fu
suo
saper
ed amico
ebbe
seguenti versi
qua^ incredibile
vicine, e, alquanto più lontana, l'altissima
fanale, speme
i
di S. A
quale splende di continuo
si
mare,
pere
rompoterono ritenersi di non
la stupenda invenzione
e nobile
tifizio
ar-
rieonosciuto
la sinfonia
lo stesso
superba né mai
questa
Parigi, architetto
schedun
dell'onde
stupefattinon
e
dato
aveva
visto
lo che
perfezione, per
commendare
e
di vedere
l'ha
non
in
il moto
rappresentato
pareva
chi
gli sguardi
attoniti
il silenzio
a
tanta
a
affissarono
scena,
ebbe
pan
l'arte arrivasse
veniva
alla gente
che
lontananze,
maniera
effetti che
cacciandosi, operare
quei niedesimì
ne
agli occhi nostri. E credami
rappresenta
mare
tanto
—
poco
perle
cantò
285
—
posi il pie
ch'ella
Fin
Lusingatele il
Fu
solito
d'una
Tosco
impero
dolci note.
con
il
,
V.
musicalmente
di comporre
il
tutto
dopo
nel
dal signor Iacopo Peri secondo
rappresentato Nettuno
il quale ebbe
con
ancora
grande applauso del teatro
suo,
il carico
come
cor
—
alcune
toltone
restante
l'altro
cantò
Mentre
sentirà.
Sirena
Ninfe,
bellissima
la
seguente
Ammirabile
Sorger
Lieto
inclita
E
l'Arno
in
de
De
E
e
lieta il
da
Ondeggiar
Che
Toschi
bandiere
gran
Che^
Sirene
bel
nel
Donna
feconda
e
avi,
ecc.
d'intorno
soggiorno
di
Loreno,
il nobil
seno,
d'eroi si ricco l'Arno,
Ch'Ottoman
Colmo
il
ne
fere indarno
d'alto
sen
Di
spavento.
Sirene
ecc.
Qual gioir,qual meraviglia
di Cosmo
la fronte
Fermerai
la riva
Kegi;
e
Maddalena
alma
l'azzurre
e
serena
ciglia.
i
fregi
la
un
scena
tuno,
partito Net-
pie'd'argento.
al vento.
qual sol sereno
rallegriil ciel
Scintillar
su
l'alte travi
Di
uscire
Diva,
egregi
i trofei de' nobili
Mirerai
,
tetti d'oro
albergoa'
vedrai
armonia
lavoro,
mura
madrigale,
un
si veddero
concento
Fonda
Sparsi i palchi e gli archi
Ne
ed
stile recitativo
:
Solca
fabri
vedrai,di
allegra
con
al bel
Ferma
Se
ottave
Nettuno
canzona
Sirene
Di
Fa
nobilissimo
Tritoni, i quali riempivano
e
vista, e questi
cantarono
La
suo
,
E.
Là
nel
286
—
Da
quel
Resse
di che
Febo
Non
alto ornamento.
Di
è
Che
Del
Scita
il
Grela
al
Ne
l'aurata
Dei
0
gran
Sirene
Indi
mai
Non
voltò
Ben
E,e de
l'Arno
sedeano
virtù le
di pomposo
intanto
lento.
e
ecc.
1' onde
le
sovra
il nobilissimo
nicchie,
di
carro
Deità
più
di sé stesse
altri
marittime
,
procedendo
e
nobilissima
guisa
a
ché
fin-
mostra
,
Tetide
di
fabbricato
tutto
,
argentate, ed adorno
da
l'errante
sovra
corteggio fecero
comparve
spugne
piante.
Sirene
delfini,altri
sopra
!
mercede
senza
Di
Comparvero
viso
vede
l'ingiusto
anco,
punir,ma tardo
Sa
assiso,
nobil
del
nome,
il mento.
ecc.
sede
splender si
Maestà
chiome,
del
suon
antica
fuor
qual
le
segnato ha
Di
grido.
infido,
'1 Moro
irto
ciglio,
d'or
pur
al chiaro
e
trema
e
aperto
varco
Cosmo
L'aspro
Mesto
è lido
lasci il
gran
ecc.
si deserto
e
non
Né
Sirene
piaggia,non
Sì remoto
suoi.
eroi
grandi
si
la terra
Non
briglia
a' destrier
mirò
De
l'aurea
—
due
delfini frenati
di vari
nicchi
ed
erbe
briglied'argento
con
da
rato
marittime, ti-
Ninfa
una
di
la bocca
Tetide,che nel passare del continuo
guizzando, movevano
l'estremità
vivi fossero. Né
minor
e
se
loro, come
vaghezza apportò
il veder
con
Si condusse
le ruote
il continuo
al
delle
folta armonia
di vari
fecero
un'aria
sentire
misurato
tempo
e
moto
della
mezzo
il canto
l'appunto
dell'istesso
voìgersi sopra
nel
scena;
Sirene
ed
dilettevole
e
Deità,
dolcemente
grave,
grazioso movimento,
del
finché
l'onde,
qual tempo
altre
instrumenti, che
di coralli
formate
carro,
mentre
carro
e
il carro
terminando
si
senti
e
per
nuova
vivamente
che
chiglie,
con-
e
ne
Tetide,con
scendendo
e
mo-
288
—
che
Cosmo^
Tutte
degli anni
si
lampi
gelidoArturo
dal
l'onde
a
a
pena
chiari,
a
l'arsa
di lui le terre
suonan
lui,che
Da
'1 mattin
su
di valor
Saetta
Che
in
-
arena
i
e
mari;
affrena,
talento
suo
ogn'alma a venerarlo impari,
allori
E presaghide' suoi guerrieri
Armin
cètere d'or cignicanori.
Devota
A
l'alto sembiante
mirar
Del
0
Ee
gran
del
omai
beltade
che
le
inchina,
Regina,
e
vaghe piante.
lieti canti
e
Carolando
Fin
l'Arno
donna
mar
Muovi
Tra
che
in
bel
il sol
soggiorno
arrechi
ne
il
giorno
Rimanete, incliti amanti.
Fortunati,a cui rimena
Il bell'or,
l'antica etade
virtude
La
Del
Furon
donne
che
grazia
e
e
ogni
con
signora Francesca,
Francesca
fosse
Fornito
eletto
d'oro,
ballo
al
Archilei
fughe
al
lo tre
suo
Ninfe
dalle
passaggi,che
e
l'averebbe
suono
ne
delli medesimi
uscirono
circostanti.
(1) Caccini.
dal
Paride
più
e
tamente
uni-
della
eccellente
ripartitoper
o-
merito.
di cantare
sendosi
molto
ben
,
strumenti,
teatro
mano
Ro-
signora
predette
se
alla
dover
Tetide
venuta
medesima
fu
dalla
Giulio
celebratissimo
vago,
romana;
universale
dalla
sua
signora Settimia,
ammirazione
composta
e
solita
,
inresoluto
conforme
era
Vittoria
giudice per
come
effetto
con
in terra
si
,
se
de'
che
ed
graziosissimo
ch'ebbero
a
compreso
ottava
stato
ciascheduna
norare
signora
la
cantata
del
figliuole
si belle
il pomo
donare
fu
esquisitezza dalla
con
cantata
virtù loro
dalla
ambidue
stile
con
prima
dall'istesse
musicalmente
composte
prontezza
la quarta
e
la
suprema
V usata
con
(1);
:
angelica
voce
la terza
Maddalena.
e
soprascritteottave
le cantarono
la seconda
pietade
Cosmo
gran
le
la
e
ed
sparvero
a
suo
si
seguitò
il
zando,
tempo, cosi dan-
può
dire
chi
dagli oc-
289
-
Fu
esercizio
In
che
di sopra
dimostrato
occasioni
la tela
tanto
scena,
narrate,
anche
come
gonfie
il saluto
ed
altre
lietamente
che
alle
gemme
lo
sovra
cevano,
condu-
essa
dendo
ren-
cora
scorgendosi an-
lievemente
ferme
il lor
seguivano
scoglio
deggiavano,
on-
varie
portate
bacini
sovra
le
Ninfe
al
basso
,
scendendo
di
specie
viaggio: e
del
stribuiv
di-
,
delizie, che
gentildonne alcune
di mare,
si
fortezza, ed
che
galere
e
remi
di
qualità
dalla lontana
passato diletto si discorreva
del
le
barche
si costuma,
piene vele
a
rassembravano
maestria
la
navi
bellissima
,
che
rimaste
eran
alcune
la
veder
forza
a
come
l'artiglieria,
con
quella lontananza
mentre
altre
e
partivano dal porto salutando
si
delle
valore.
suo
diletto,si per
la veduta
in
ancora
(1) il
coperta
indietro, si facevano
e
vele
con
s'estenda
aveva
in tale
che
,
lode, avendo
incredibile
per
Ricci
Agnolo
d'infinita
al basso
apportò
innanzi
poiché alcune
in
ballo
quanto
caduta
dianzi
pur
passavano
mare,
celebrato
perfettissimo e degno
è
tali simili
che
del
r inventore
-
pesci,
finte
grande
con
coralli
preziose
e
in forma
grandi d'argento
di nicchie.
Dopo
i
la colazione
che, comparve
Principi cavalieri e dame
,
preparati, si continuò
attendessero
assistenti
essere
che
il
Ma
nel
si
di
essa
cantò
ballo
ed
essendo
diletto,ordinò
i
prontamente
Nell'atto del
Baldtnucci
(2) Per
non
no,
ch'io
una
si
barca
dovendo
già coperta
la
sto
quesi
scena
,
considerò
saggiamente
Padroni
dopo
che
certo
segui
siccome
,
fermatosi
in
vo' tornar
non
e
tanto
una
e
su
da
ed altri impiegati
spazio
di
,
banda
una
la riva del
mare
mai
(2)
orgoglio.
Amore
canzona
la
d'un
voce
Pasneggi^ro
francese, si fermò, pre-
leggo s'intenda.
ripotoreinutilmente, indico
versi già stampati qui
luoghi
che gli
versi:
partirsisentendo
sopra
(1) Noi
che
seguenti
s'ammorzi
Cotant'ira
cantava
Amore^
venire
senza
,
ciò che
i Serenissimi
scoprisse la prospettiva
si vide
nei
proporzionato fine.
avuro
averebbero
preso
spazio
buono
che
[Hinuccini]
signor Ottavio
No, madre;
che
ballo
avesse
seguito poco
del
nuovo
il tutto
per
tornati
ri-
intanto
e
postisia sedere
e
spettacolo, per
nuovo
semplice
un
credeva
che
di ballare
sontuosissima,
qui semplicemente
il
principioe
la fino dei
addietro.
37
290
-
volerglidar
gandolo
di
mazzo
ricetto
recusò
catene,
la
-
nella
barca;
sua
compagnia,
sua
scotendo
esso
,
come
un
appresso.
Amore
passeggier,fermate
Fermate
il
legno
Passeggiere
Si
al fianco
lungamento
"
Amore
Ma
sarai
si crudo
tu
Passeggiere
Spiega
bel
pargoletto
Amore
Sotto
Partito
Amore,
finché
canzona,
a
di
in
questa
cielo
barbaro
il Passeggiern
comparendo
rincontro
passeggieri,
e
un'altra
guisa:
Deh^
se
al vostro
cammin
Passeggiero
Scosso
di
servitù
giogo
Passeggiero
ti sottrasse
al
fondo
secondo
cortesi venti
primo
crudele
secondo
cantare
barca
fermatisi, cominciarono
Passeggiero
Chi
franceae seguitò di
la
piena
a
sua
desimamente
me-
ragionare
291
—
—
Passeggiebo
Là
in riva
dove
al
primo
superbo
mar
siede
ì
Passeggiero
Venne
Finito
unitamente
lieto al fortunato
pur
che
ebbero
il
di cantare
da
Loro
al
di
vivi
pesci
vista
delle
perchè
ma
state
mare
Da
la dèa
fece
e
instrumenti,
quando,
e
due
calate
quanto
finché
affatto
in
i
di
voce
sonora
rev.
si
l'amo,
con
dietro
agli scogli.
stettero
che
di
barca
quello,
Fu
si
rono
fu-
dilettevole
la
fabbricate,
in
sempre
averiano
le
madrigadell'onde
fuor
riccamente
esser
per
genti,
quella guisa
fine
drigale
ma-
cappella
seconda
traevano
alla
ambidue,
il
il
Marco
di
cantò
.passeggieridella
e
messer
maestro
e
bella
e
Poggi,
dal
mentre
e
solo
non
cariche
sopra
Venere,
che
fuori
fosse
delfino
un
sfogando
del
abboccandosi
continuo
nel
fatto,se
mare
intese
dilettevole
a
lagrimosa
assisa, comparve
con
l'aure
e
a' suoi
lamenti
novella
del
suo
sentire, si può
con
l'onde
Proteo
proprio
Venere,
Torna, deh,
torna
pargolettomio;
Proteo.
madre
d'Amor,
che
l'aere
e
con
il
suo
e
mesta
dolore,
gli altri Dèi,
fuggitivo figlio,il che
giudicare dalle parole
:
Bella
cantarono
fossero.
poi
seguenti
pescando
barche,
sendo
sorger
seco
musica
Lorenzo
serenissime;
ondeggiando
moto,
in
S.
di
guizzanti;
ritirate
barche
Domenico
e
,
vari
in
e
Brandi
messo
canonico
di
suon
con
,
Altezze
quando
passeggieri
,
eccellenza
per
Gagliano
di
i due
recitare, Antonio
fu
Passeggieri^ le
l'affi-icanearene
Rappresentarono
di
i
regno
madrigale:
seguente
Su
maniera
secondo
l'onde
292
~
—
Venere.
Il mìo
bel
pargoletto
Proteo.
Mal
seguitarpotrai
Venere.
Ma
si
lunga
dimora
Proteo.
0
Diva, Odio
Rancore
e
Venere.
Tra
lieta
giovanezza
Proteo.
Oh
! Che
gioyenilfiore
Venere.
Forse
il vedrò
fra la canuta
gente?
Proteo.
No'
quivi
ancor,
che
de' fredd'anni
al
gelo
.
.
Venere.
Dove
e
sotto
qual
cielo
,
Proteo.
Là, dov' il nobil Arno
Il
sen
rinfresca
a
Flora,
.
.
293
~
duo
Di
dimora
Amor
Felice
assiso
Regi
gran
magnanimo petto e
Nel
—
nel
bel
viso.
(1)
Venere.
soggiorno
mio,
figlio
in cosi bel
Se
Posi, bel
Poi
venuti
Grodi pur
lieto
Venere
si fu
che
di
compagnia
in
felice,va
Là
've d'Arno
lieto
Tali
Amor
Ohe
de
Fa
saette
la
su
seguenti versi
:
sponda
Amore.
onesti
l'inclita
e
(2)
santi
affina.
Regina
'1 cielo amanti.
e
sembianti
magnanimi
gran
i
cantarono
onore,
scherza
e
la terra
Del
Amore, li Dei marini
ritrovare
per
Proteo,
in
lumi
in due
Da'
mossa
gioconda
Va
E/ide
anch'io.
ch'io vengo
ecco
:
Dea, di Cipro
Bella
Là
ritorno,
far
far,non
Non
Cosmo
arder
celeste
Sparge tal, che ogn'alma veste
Di
virtute
Dea, di Cipro onore.
Bella
Va
felice,va
Là
ve
Ride
E
terminò
lieto
il
stampate
addietro.
su
più
sponda
Amore.
scherza
e
la
voci
e
vi si trovò
non
quartino
sono
riferisce le altro due
diverse
di
compagnia
applauso
e
menti
piìi instru-
satis/azione
presente.
nell'opuscoloriprodottoinnanzi
tre
in
maraviglioso festino,con
chiunque
(2)Queste
recato
in
d'Arno
(1)Qui questa relazione
furono
gioconda
quest'aria da
con
infinita di
di valore.
e
dal
:
forse
coro
lun;5'o
cantato
furono
che
di Venero
tralasciato
è dato
invoco
e
di Proteo
per
che
brevità.
dall'opuscolo
—
V.
per
corso
fine
e
e
breve
conservi
me
le lo
di vita
Di
questo
con
permette,
ne
E
E.
294
-
avviso
goda quello
al solito nel
riverenza, pregandole
di continuate
Firenze, il
Di
e
(1)stile fiorentino,
di 15
V.
E.
che
de'
numero
dal
l'assenza
Nostro
suoi
1612.
(1)
Illustrissima.
cioè 1613.
devoti.
Signore lungo
grazie.
di Febbraio
sua
Servit.
Obblìgatiss.
Iacopo
Cicognini,
Questa composizione del Rinuooini,
descritta
nel
volume
Descrizione
a'
VII
X
cf Vrbino
fratelli.
e
XIX
Barriera^ \ E
Febbraio
di
I [impresa] | In
| Con
1613.
Della
Mascherata^ \ Fatte
| MDCXII
Firenze
Serenissimo
\ Al
festa
di Firenze
di
20
in Firenze
cipe
Signor \ Prin-
Bartolommeo
| Appresso
de' Superiori; 4^.— Lap.
Licenzia
data
dedicatoria, in
IV
grande'
una
intitolato:
I Della
et a'
parte di
fa
II
1612,
marzo
Sermartelli
bianca;
di
III-
pp.
Giovanni
Vil-
lifranchi.
La
festa
I.
pp.
—
delle parti seguenti:
si compose
ViLi.iFRANCHiGr., Disfida
1-24
Cavalier
del
more,
dell'Immortale
III.
pp.
—
notovolo
«
vole
«
lileo Galilei
questo
«
tempi nostri,
«
in
«
egli avendo
€
A.
«
Carlo,
Cielo
e
la
meritevoli
ritrovato
al
quarta
34): E
si videro
i
appresso
Giove
Seguono
i versi
allusivi
Ma
queste
nuovamente
Con
miir
di fin òr
Cielo
Segroti inaccessibili
Ove
Ma
i
Già
l'occhio
sol
Spirto gentil, che
Trasse, (gloriadi
lei
E
cui
Con
Ma
Ecco
come
queste
son
per
fragilarme
dove
il Tinghi
il
senso
[Diario
ad
Stelle
mondo
di
rarissimo
ha
stella,così
la
prima
Principe
a
(pp. 32-33).
sotte
quartine; e
continua
così
(pp. 37-38):
scòrte.
colomba
arto
sen
I) l'aure
l'invidia
oppugnare
I,
e.
di Flora
vitali;
è
sorta
il vero;
dubbio
S.
Don
aquila altera.
bel
a'
traslatavano
una
Signor
Ga-
Signor
singolare
e
gì' antichi
nu-
Natura
umil
arriva, il
cit.
dal
profondi.
e
nel
ritrovate
al
fra lo
abbasso
l'inganno.
ammirabil
con
delle stelle
stampati:
vivaci
v'affisa il guardo
v'additò
»
terza
cantò
terminano
e
ferma
non
la
che
il basso
altri dal
che
conduce
barriera
come
più
Medicee, aspegnando
Lorenzo.
Giove
che
alla
Che
Don
si
«E
quelli assegnavano
a
nominate
versi
seguenti
;
e
Francesco,
vi apparve
scena:
Giove,
a
loro, et
Don
Principe
Signor
e
Cavalieri.
cZe' Cavalieri
Altezza, ingegno
Occhiale
queste stelle,l'ha
Approssimatasi la nuvola,
«
l'azione
per
Signor Principe
al
intorno
Sua
maraviglioso
del
opera
por
gl'Eroi
seconda
la
di
Fiorentino, Matematico
della
ilescrizione
quattro Stelle erranti
lo
apparivano
le Furie
e
(1)
della
passo
suoi
con
A., Comparsa
G.
Medicee.
(1)È
Amoroso
Sdegno
dello
Nemesi
di
G., Comparsa
Cicognini
31-48
e
A-
Venturieri
di
ViLUFRANCHi
24-31
pp.
—
Fidamante
Ardore, difensori d'
Mantenitori.
e
Comparse
II.
del Cavalier
cede.
476-77) descrive
questa
parte
della
Barriera
(p.
297
-
IV.
—
pp.
48-64
ViLLiFRANCHi
pp.
64-74
Adimari
--
Gr.,Comparsa
del
Dolore
Amoroso
co^
siici Cavalieri.
V.
—
Alessandro,
Comparsa
Gelosia
della
suoi
e
Cavalieri.
VI.
—
VII.
—
pp.
74-89
JiiNucciNi
pp.
89-100
Ottavio, Comparsa
Salvadori
Erice
A., Comparsa
di
e
Enea
d'Eroi
d'Araspe
figlidi
Celesti.
dei
re
Venere,di
Persiani,di
Flora
le
e
sue
Ninfe.
VIII.
—
pp.
100-105
pp.
105-112
ViLLiFRANCHi
divino
IX.
—
altissima
una
nuvole
riproduco
squadra di
della Terxa
nube
4
della comparsa
le
così
e
,
ot
a
quelliassegniarono una
di S.
Quando
Giovo
piedi
nitori
finì il
le quattro
apparsero
in
al
la terza
A., por
stellp
così
,
..
i
quali
(
canto
stello che
antarono
della Barriera....
a
Sig. PrincipeDon
suo
Tatta
scherata
Ma-
di sfida (Villi
-
la sesta.
si sentì
le 4 stelle medicee:
l' Ing^anno
intorno
tralatarono
medicee, assegniando la prima
Francesco,
pubblico della
in
cartello
nuovo
dunque
di lui sedeva
li antichi
come
è
quattro stello erranti
matematico
Galilei fiorentino,
lontano
un
detta
signorifiorentini
et appresso
apparivano
Amor
Gr.)
FRANCHI
parte che
Venere, deW
di Anf erote.
e
Descrizione
con
La
di
Gr.,Comparsa
in ciolo
avendo
e.u:li
S.
A.
S.,
ritrovato
la
tuoni
presto si trasmutarono
alle dame
questa invenzione
in
fiorentine
et lo
al
per
,
stanze
seconda
Carlo,la quarta
alcuni
occhiale
eroi meritevoli
t,']i
Sig. Galileo
da
queste stelle le ha
al
l'aria ;
poesie
era
minate
no-
Lorenzo....
scopertosila
combatterono
del
di
Sig. Principe Don
Sig. principe Don
poi
vedere
delle ajjioniloro
quattro cavalieri
e
sopra
tra lo
basso
a
dal
ritrovate
del maravillioso
opera
più
et
amoroso,
Giove
a
Comparso Giove
*
dottore
che
nugola
si levorno
coi
mante-
Cicognini...»
38
Il TiNGHi
nel
accenna
riera, che
Bai
ballo
un
il
introduce
Diario,
giorno
sarà
non
del
di
però
,
inutile
Rinuccini,
che
il
Giulio
Sig.
Vincenzio
Pucci
hall,
delmonti,
E
«
molta
vaghezza,
di
si dicono
non
il cantare
Monto
barba
versi.
s'udì
battere
militare
velluto
turchino,
trine
di
teletta
d'argente
d'argento
di
lame
la
manica
alla
et
da
tallio
spallaccio
a
et
uso
per
di
doppioni
che
terminava
scarnatina;
et
di
nicchia
alla
di
larga
mano,
tocca
et
nito
Fidel
fucina
con
cantorno
et
fucina
armati;
et
si
et
tutti armati
cavalieri
simile
allo
antico
falde
perfino
sopra
il
in
al
di
era
fino
dì
guarnito
gioie false;
riscascante
stretta
sotto
coperta
et
fino
pulita;
E
di
tutto
calzoni
incarnato;
et
per
et
d'argento.
girello
frangia
d'argento
razza
co-
trinate
cintura;
una
nocchio,
gi-
d'argento
medesimo
alla
la
gomito;
lunghe
trine
del
attorno
frangetta
quale
igniudo,
escono
e
sicali,
mu-
le
nella
sgembo,
taglio guarnita
trinati
fino
et
a
a
strumenti
in mano,
loro
tutta
trinciato
d'argento
tocca
essa
corazza,
seta
et
d'argento
di
falde
d'argento
fra
et
le
uscirò
celesti
numi
alla
dove
con
alla'stampa.
entrorno
l'abito
guarnita
di
essere
isvolazzi
con
di
comparve
ancudine
il cielo
aprire
canzone,
martello
Siy.
Buon-
celesti.
eroi
vanno
quale
il
Manente
numero
per
isgolata
maniche
bisantini;
sotto
e
o«orazza
et
d'argento
tondo
cioè
di
sinfonia
et
il canto,
guerra
calzoni
di
piena
da
le
su
zione
l'inven-
personalmente:
Sig.
molte
con
munque,
Co-
stampa.
riguarda
si vedde
cavalieri
e
Finito
spalla
il
nero,
in
versi.
romano,
di
et
in
picca
con
martelli
e
molti
cantorno
Vulcano,
il canto
il
Alcide;
con
Barriera
Guicciardini,
nome
una
lunga
cosa
capellatura,
Finito
sotto
cantorno
Pallad",
clama
et
et
molti
essere
il
Eroi,
Strozzi,
udito
et
durante
della
a
parte
grandissimo
celesti
venne
Etna,
folta
si vedde
numi
per
anche
mosa
fa-
interrompendo
,
che
19
e
questa
febbraio
opuscolo
ciò
qui
l'improvviso:
a
splendori,
coro
un
dell'
Siy. Agnlolo
Magalotti
ove
grandissimi
con
il
3
aprile
Signori
Sig. Filippo
cosi
dal
dente,
prece18
giorni
(ce. 470-86)
prese
de'
Salviati,
il
cominciò
17
alla festa
Carlo
Sig.
il
giorno
dei
combattuta
fu
fino
riprodurre
composizione
feste
quale
servirsi
Squadra
cioè
alle
descrizione
lunga
una
la
per
bandita
il
dopo
dichiarando
stessa
nel
17
stata
era
Ma
corte.
a
citato
457-5"S)
(ce.
appena
saltando
febbraio,
Diario
suo
al
con
questo
mito;
gouno
a-
300
—
bito
si
terra
l'armadura
portava
di
manto
un
capelliera
che
l'eroi
catuno
bianche
che
loro
il
rardi,
Sig.
Sig.
Ippolito
I
il
Quinto,
Duca
fatto
tutti
si
valorosamente
dell'
il
era
et
si
del
cavalieri
fumo
gento.
d'ar-
tocca
imitava
Bali
Sig.
Pucci
imitava
Arrigo
imitava
et
fumo
mantenitore,
ritirorono
Sig.
la
maravillia,
portorno
ardore
Immortale
combattere
poesia
imitava
Magalotti
questi
vista
bellissima
con
Carlo
il
Cosimo
et
Carlo
quarto
primo
re
gran
Toscana.
di
Et
Sig.
d'argento
di
Strozzi
P'ilippo
Buondelmonte
Manente
il
Francia,
Sig.
vestiti
paggi
Guicciardini
Ulisse,
valieresca,
ca-
bande
con
Quattro
mano.
Agniolo
i
alla
vestiti
lama
coperti
imitava
il
Bulloni,
tamburi
Sig.
Salviati
Vincenzo
Sig.
e
il
cioè
di
in
Be-
Caponi,
dodici
accese
penne
padrini
e
d'aironi,
pendenti
torce
di
Nicolò
Sig.
tutti
penne
gran
ricco
Tommaso
Avevano
paggi;
come
Gotfofredo
imitava
le
cavalieri,
Sig.
il
Alcide,
et
maniche
et
avevano
sudetti
gioie
et
una
trovorno
Ginori;
riccamente.
brodoni
vestiti
tamburini,
di
d'oro
tutti
et
intera,
et
il
Sig.
per
rappresentante
teatro,
il
Lionardo
Sig.
viso
Rinuccini,
Buondelmonti,
calza
con
casacca
dal
scendeva
testa
grande
cimiero
Ottavio
Sig.
et
guarnite
montiere,
e
:
al
uscirò
come
il
Girardi,
con
turchine
il
li
spalle
In
maschera
lauro;
Et
le
sopra
stampata.
introducevano;
sei
Iacopo
con
di
fumo
e
d'argento
tocca
turchino.
et
bianca,
corona
con
-
Ottavio
al
venuti
et
tutti
sei
ebber
Tutta
padigliono.
Rinuccini.
all'atto
e
et
»
passeggiato
et
mostra
vinti
suoi
del
dal
premi;
l'invenzione
il
campo
combattere
Cavaliere
et
finito
et
la
COMPARSA
D'EROI
CELESTI
DA'
CAVALIERI
D'AMORE.
molta
e
con
Improvvisamente
vaghezza
di Numi
si
vide
Cielo, ove
grandissimo numero
,
splendore,
Coro
di Numi
et
udita
Celesti
cantò
Coro
Chi
spiegò
Di
virtù
D'auree
di
tema
Mira
su
Sotto
'1
Senza
Non
temer
Più
del
Più
de
L'alme
di
q lal
telo.
orrido
gelo,
teme
non
'1 bel
de
cantando
arsura.
sereno
'1 nome;
grido
un
eterno
'1 ciel rimbombar
paventa
l'arco
bel
strai
oblio
e
segno
'n
un
fornica
rappresentavano
co
si
sente.
pungente
d'inferno.
pigro
e
di
arma
fuggir d'un
Resti
volo
a
'1 seno,
Né
Al
polo
armato
d'invidia
Per
d'affanni
cetra
fama
chi
:
nume;
le chiome
Né
Ma
un
altero,
d'allòr
da
musicali,
orrid'oscura
'1 sol
volar
dissimo
gran-
fugaci gl'anni;
verno
Fan
Fin
che
l'alto
l'orribil
le vie
canzonetta
con
sentiero,
pie' girsene
Per
Celesti
strumenti
il
s' aperse
Celesti.
dèe,
D'aurea
La
da
morte
Sa
fuor
e
duol
di
E
'1 bel
ciel celeste
in
di
allora
,
piume
stelle il crine
Stassi
Fuor
seguente
Numi
di
veloci
ne
sinfonia
una
la
STENUTA
SO-
BARRIERA
NELLA
lento
strali,
di c'ha
l'ali
'1
spento.
vide
nome
f^allude
con
sci Ef oi celesti
che
,
sei
con
Cavalieri
un
in
scena
leggiadro
pas-
302
—
movendosi
seggio
Il
scena.
a
maravigliosa vaghezza
con
pena,
-
girarono
la
rappresentò Alcide',il signor
signor Agnolo Guicciardini
bali della Religione
Salviati,Achille; il signor Giulio Pucci
Vincenzio
,
di S.
Stefano
Goffredo
,
Quinto
; il
Francia;
Manente
signor
; il
signor Filippo
Buondelmonti
Arrigo quarto
,
il signor Carlo
Malagotti
Cosimo
Strozzi
Medici, primo
Carlo
,
gran
re
di
Duca
di Toscana.
Era
in
Pallade
l'egidae
con
dialogo questi versi
1' asta
con
,
e
cantò
essa
:
Pallade.
Famosi
eroi,che
Per
gli eterni regni
ne
illustri
opre
belle
e
Splendete,adorni
'1 crin
Voi
con
gl'eterniDei
Voi
che
mostri
E
stelle_,
d'albergardegni,
tiranni
e
anime
Spegnesti_,
d'ardenti
altere,
lieto il mondo
facesti
d'or
e
gl'anni,
affanni
gl'onorati
Tornate, alme guerriere,
A
Da
A
le
sfere
sovrane
magnanime
prove:
di
Scòrgevi,incliti eroi,figlia
Giove.
Alcide.
Dolce
de
Gioir
Ma
'1 bel
men
non
Nove
Dei
sommi
tra
seren
dolce
cor
a
al ciel
recare
l'aerea
ne
corte;
guerrieroe
palme
e
forte
trofei.
Pallade.
Colui,che
Cieco
d'ozio
fanciul
nacque
di strali armato
Cui
mai
null'altro
piacque
Che
dar
tormento
a' miseri
Quello,che
Languidi
Che
Pasce
i forti
rende
e
e
d'ali.
mortali;
petti
molli,
d'impuri diletti
gl'amantie
mai
gli fa satolli;
et
Alcide
304
—
-
Ch'ogni cordoglio,ogni angosciosacura,
Ogni pena aspra e dura
Prenda
da
'1 regno
Glie '1 dolore
Grl'acerbi
E
le
Lungi
da'
E
lontan
La
E
si
Empio
Per
di
mar
chi
'1 crudo
ne
piede,
colmo
d'infinito duol
d'Amor
e
bandi
Non
di
sdegno
sospireràla fede;
lutti
Gl'acerbi
tiene.
regno
van
Che
pene;
:
s'accorgeràne i di
affanno.
l'angoscioso
In
e
pianto
incatenate
gli crede
l'incauto
Invan
tormenti
spene,
mille
e
pria
Che
spieghinle vele;
trae
seco
un
Mill'alme
Porrà
querele
crudele, intanto
entro
Non
le
e
si stia
vana
e
Misero
amare
G-elosia
quanti
con
l'ire
liti suoi
fredda
Con
martire,
sdegni e
lagrime
che
'1
e
perpetuo bando;
suo
mille
e
da'
dolenti
altri tormenti
regni Amor
suoi
tiranno.
Alcide.
l'empialegge
De
Atterrerà
L'alto
e
'1 mentito
de
editto
l'inganno
questo braccio
di
valor
invitto.
Pallade.
Peran
E
De'
le
leggi infide
l'ardire
e
pera
la speme
e
superbiguerrierch'a
Vibran
già
A
voi de
0
chiare
A
voi
l'asta
l'alta
e
insieme
e
già
la
lor difesa
spada
han
impresa,
nobil'alme,
destina
'1 ciel l'eccelse
palme.
presa.
305
-
-
Aloide.
Se
le
superbe teste
Con
mortai
Spensi di
Libia
in
S'al gran
pondo
celeste
opposi e
'1
E
estinsi
féi
Cacce
'1 fier leon
Spogliaidi
e
contesa
Qual
man,
dorso^
scoppiareAnteo;
divo
sprezzai Fugnia
e
sia
mi
qual
Immortai
ardente;
Nemeo
velli
Qual
serpente
l'arena
su
Gl'omeri
Se
«
Pimmortal
de
man
palma
cavalier
e
trofeo ?
o
di
renderò
non
cor
de
'1 morso,
e
gielo^
'1 cielo?
Pallade.
Eccone
De
—
0
'1 fulmineo
de
Sgrava
Odi
Etna,
e
chiama
barba
e
nero,
de
'1
e
tergo.
telo
'1 gran
mar
d'una
Dea
Pallade
al canto
Vulcano
il
martello
con
la fronte
sovrano,
le voci
fine
albergo
:
d'acciar
v'armerà
Fabricator
Dato
Vulcano
Pimmortal
Ei
risonante
giunti al
tei la forte mano;
'1 cielo !
de
con
Alcide
va
—
alla fucina
del monte
ispida
quale comparisce ignudo, con
i seguenti versi:
in mano,
e si cantano
Vulcano.
0
de l'eterno Giove
immortai, chi scòrse
Germe
A
albergoe qual
'1 nostro
il divin
desio
ti
piede
muove
?
Pallade.
Fabro
Che
Fai
Se
immortai
su
le dure
sudar
di
teco
di
figlia
de
la fucina
ardente,
incudi
gran
Giove
Giganti ignudi.
apprezzii preghi,
89
306
—
Se
mi
non
De
sei de
la tua
—
graziaavaro,
più pregiatoacciaro
tuoi
serbin gl'antri
'1
Che
eroi.
Vulcan, questi celesti
Arma,
Vulcano.
fia ch'indarno
Non
Figlia immortai
preghi, indarno
de
imperi,
Tonante.
l'immortal
Magnanimi guerrieri,
Movete
l'antro
a
mio
Udite, udite, o voi,
I
martelli
piante;
Brente
e
nella
!
spelonca
ancudini, d'onde
le vulcane
su
questi versi
si cantano
Stero pe
il canto, entrano
Cavalieri, fornito
de'
l'inclite
escono
:
Ciclope.
Che
vuoi?
che
chiedi?
eccone
a
te
davante.
Vulcano.
Armate
a' gran
guerrier l'altera
D'impenetrabilferro
e
fronte
di diamante.
Vulcano.
se
'1
Troppo
non
Dinne,
Qual
parlar mio
sembra
destin
qui
audace,
ti
guida
qual desio?
o
Pallì^de.
Se
linguache tace
Scoprissei miei pensieri
la
Forse
non
armeresti
i gran
guerrieri.
Vulcano.
Sia
0
pur
tuo
securo,
parli 0 taccia,che
D'acciar
E
cor
per
li vestirò
io
lucente
duro,
e
l'onda fatai l'affermo
e
giuro.
e
s'ode
il battere
armati
e
307
—
—
Pallade.
di lei che t'è
figlio
Per celeste consiglio
Scende
'1 drappel che s'arma
'1
Contr'a
di
Grelosa
e
forte;
figlio^
suo
madre, la
Tenera
invitto
doglie,
n'harà
che
Duolmi
consorte
moglie.
bella
tua
Vulcano.
io
Dolgasi,pianga che
Né
de
Serbo
favilla
leve
pur
l'amor
'1
ne
suo
petto mio.
Pallade.
Più
arde
non
scintilla
e
fiamma?
L'antica
è
già
meno?
venuta
Vulcano.
'1 fianco
nuda
che
Dapoi
'1 ciel
Videla
le mie
ne
pure
Un
riso, un
Ma
perchè tanti
una
perchè
Contro
un
reti
seno
involta,
sol volta
Né
E
'1
nuda
e
guardo
mi
mostrò
lasciar
Eroi
sereno.
le stelle
cotant'armi
fanciullo,
ignudo
cieco
e
imbelle?
Pallade.
Non
di
Ciprigna incontro
al nudo
figlio
Stringeran l'armi i Cavalier sovrani,
contro
Ma
a' quei guerriersuperbi e
difesa
Che
per
Del
finto editto
Ma
già
Deh,
Forse
come
chiuso
muove
in cotal
a
Stringersi
vani
elegge
e
ne
de
la falsa
l'armi
altier
sembiante
'1 forte
sen
legge.
grande Alcide,
l'invitte piante!
il
il mondo
l'alto
il vide
Gigante.
308
—
—
Vulcano.
Ben
lo conosco,
De
la cerulea
Che
nobil
Ma
figlio
Teti,
spira da
ancor
ben
mirar
per
Non
ira
'1
riconosco
e
'1
ciglio;
fiso
riconosco,o Diva_,
Colui
Di
ch'appressoarriva
cotanto
'1 viso.
splendor consparso
Pallade.
l'invitto
Quegli è
Che
sprezzò su
Per
vie
La
pio
e
'1 Griordan
più bel desio.
alto
pietàParnaso
cui
real
corona
risuona.
Vulcano.
0
lieta il
come
seno
grand'avo fulminar su l'Arno
!
di Loreno
La
magnanima Donna
Dimmi
qual sia colui ch'appressomove,
'1
Vedrà
'1 cui
Né
dorato
manto
l'augeldi
impresso veder
Parmi
Giove.
Pallade.
Carlo^ che disprezzòle mète
Del forte Alcide^ e spinse
E
nuovi
regni
e
segni
legni
gl'arditi
incognitomar
Per
i
e
nuovi
mondi
vinse.
Vulcano.
Gioisci
De'
e
rasserena
tuoi
Inclita
Che
de
begliocchi
i luminosi
rai^
Maddalena,
'1 gran
sangue
tuo
gl'eroivedrai
Pallade.
L'altro
Che
Corse
è l'invitto Enrico
'1 combattuto
vittorioso
regno
e
'1 gran
nemico^
!
309
—
d'altro
più
Trofeo
raccolse
Vinto
'1 cui sudor
A
Quasi
degno,
poi senz'irà
sdegno:
o
mercede,
novello Alcide.
a
diede
Il ciel cortese
Bellezza
a
Cortese
Senna
a
impera
vide,
egual non
cui la terra
in riva
Che
—
Era
et
gloriosasede.
e
Vulcano.
Di
Fammi
E
ultimo
che
quel
palese il
qual vanto
per
nobil
vien
guerriero
nome,
cotanto
appar
altero.
Pallade.
che
Cosmo,
Cotanto
'1 tosco
alzò
impero
di real
che
Cinseli il Tebro
De
'1 cui valor
Immortai
fama
L'Arbia
corona
l'onorata
fronte;
risuona
e
di mille
gloriaindarno
si
non
palme
e
'1 nobil Arno.
Vulcano.
Come
De
lieto vedrà
l'alma
Regnar
'1
ne
seggioaugusto
Etruria,ancor
Cosmo
d'età te acerbo
novello
forte
e
e
giusto.
Pallade.
Come
lieto udirà
che
Il formidabil
Trace
Che
chiari
i
più
re
Sprezza
e
'1
e
a
calpesta,
re
superbo.
degni
lui dimandi
Vulcano.
A
la fumante
mia
Diva, s'altro
non
Farò
a
ritorno
fosca
caverna,
chiedi
la fatica eterna.
pace
!
310
—
—
Pallade.
Vanne
lieto
pur
Che
de
La
A
nobil
'1 tuo
memoria
credi
e
don
'1
ne
fia sparsa
non
petto mio
d'oblio.
le
palme a gl'allori
Itene_,Cavalier^su '1 nobil Arno,
Itene
lieti pur,
Generosa
virtù
che
i bei sudori
mai
sparge
Pallade
Verdeggia
Chi
Ne
svelle
Che
il ciel per
fin sopra
falde
al
Io
per
lungo
guarnito
d'un
di
alto
gioie
,
calzarini
dell' istesso
affibbiato
e
di lama
uno
e
e
pulita. Su
spallaccio di
di
,
; sotto
d'arger to
da
turchina
fin
ricascante
a
questa
orlati
sopra
1' attaccatura
teletta
gioie
questo
intorno
; la
che
e
una
argento
guarnito
fascetta
sin
medesima
al
gomito,
e
spalla
fatto
di
d'
a
manica
gomito
frangetta
pata
stam-
fin alla
vi
era
sovrapposto
sopra
e
di frangetta
argento
di
similitudine
svolazzi
; i
bianca
esso
incarnata
incarnato
raso
divisato
da
frangetta
di
tura,
cin-
intorno
dintornati
e
per
sghembo
a
di seta
intera
dì tocca
della
strii^gevala
pendevano
della
d'
'1
alla
incarnata
e
traforati
manica
argento
trinciato
da
e
bisantini;
taglio e taglio
fra
e
Calza
i fianchi.
d' argento
e
divisato
colore,
d'
dì
terminava
argento
d'argento turchina,
incarnata
larga
da
che
d'argento
d'
piena
e
fianchi
dai
e
fino
isvolazzi
con
anch'esse
la corazza,
sgolata
corazza
guarnita
larga
spalla; 1' abito
in
maniche
e
trinate
di teletta
porte.
romano;
ben
tagli di frangetta
i
su
Cerro
stretta
Sotto
due.
a
le
guerra
turchino
medesimo
girelletlotondo
un
e
due
corte
da
calzarini
d'argento
del
doccioni
a
antico
velluto
trina
con
a
militare
di
tesoro,
chiuderà
non
picca
ginocchio,
corazza
mezzo
le falde
lo
la
gomito;
il
'1 bel
co
la
con
all'abito
simile
la fronte
la stellante
a
lui
i Cavalieri
Uscirono
era
lieto
pur
:
le
sparso
ramicel
un
alloro
piante ha pronte.
vii,nemico a Poro,
l'ozio
de
Poggi
immortale
un
di nobil sudor
Se
loro
eterno
l'erto sentier
per
Schivo
[sola].
alter di inaccessibil monte
'1 dorso
Su
indarno.
con
il pesce
di lama
traversati
con
un
e
man
chio
nicd'
gento
ar-
frangia
del braccio:
d'argento
cristalli
MASCHERATA
DI
SELUflGGI
DANZATO
BALLO
Palazzo
del
Presenti
Signor
IN
gli
Con
Lorenzo
li serenissimi
Strozzi
PRINCIPI
Toscana.
di
Appresso
NEL
FIKENZE
Heredi
licentia
del
de'
Mariscotti,
1613.
Superiori
40
E,iproduco
Diario
Nel
«Et
di
5
et
corte
degli
satiri
detto
I,
voi.
[febbraro
Ser.ma
la
Strozzi
che
originale.
Tinghi,
in
chiedeva
548
o.
1613-14]....
di
grazia
la
fatta
sera
la
tutta
Strozzi
a
prigiona
Altezze
a
legge:
poi
con
Lorenzo
regina
una
si
v.,
Aroiducessa
casa
di
Mascherata
una
et
del
a
la
tutta
l'opuscolo
loro
che
vedere
da
la
S.
andò
A.
al
corte
sua
recitare
uomini
si
se
fece
ne
il
Ottavio
festino
ritornarono
Binuccini
del
et
ballare
a
Pitti
per
con
da
recitata
fino
molte
alle
torce....»
giovani
ore
h
di
liberassero
poi
sica
mu-
salvatici
;
fiorentini.
notte;
lazzo
pa-
in
,
da
con
Poi
loro
posta
com-
finito
Altezze
SELVAGGI
DI
MASCHERATA
Amore
Amor'io
E
l'arco
ho
Meco
ho
ho
fiamme
e
meco,
strali
gli
e
bendato
se
Oh
foco
e
sono,
,
gl'occhi
io
son
non
semplici mortali.
ben
Ciechi
Per
in
sentiero
qual
che
voi,
séte
scorgete
non
porto
Scorgo gl'amanti, e m'incolpate
Ma,
se
vago
di
pianti,
talor
mi
mostro,
Crudel,
Donne
È
donzelle
e
per
far
Mirate
in
Con
più
barbaro
Di
Onde
Di
lei, nobil
Sua
preda
Non
Fatto
Ma,
col
Spera
di
rapina,
sua
e
oltraggio
pio, d'aspro
e
selvaggio.
e
guerriero errante,
renderla
valor
suo
amante,
lasciarla,giura.
Libera
S'in
pietate :
beltate
cortese
qual
senti
regina.
fare
osa
core
mai
l'alma
a
bella
donzella.
real
il
che
allegra e
Amore
libertà
riscalda
gioir vostro.
notte
nuov'arte
in
Mentre
il
soave
torto.
a
amanti,
cavalieri
e
questa
qual
Ritorna
E
cieco;
ritornar
nel
patrio
battaglia aspra
Guerrier
trova
Ond'ella
al
Soccorso
chiede,
Tacete,
ornai
di
dura
e
lui
regno
più forte
e
degno.
Toscano
gran
e
non
tacete,
lo chiede
in
vano.
316
-
-
Non
più gridi o querele:
Non
son
tiranno
Ho
bene, ho ben
Ciò
che
detto
la conosco,
Ma,
se
Non
si trova
Non
so
No,
di
volta
me
il
non
ferito,
cor
Cupido.
son
rido:
ne
ora.
in sul mattin
canta
dito.
a
acerba
una
non
quella superba,
me
mostrerolla
e
piaga
Ridi, ridi pur
Tal
di
più saettar,
no,
crudele;
son
sentito
ha
Ben
non
no,
ch'a
notte
plora.
Regina
fuor
Dunque
d'ogni speme
questo collo
Sosterrà
Omai, pur
questo fianco,
e
troppo, stanco.
di
Il
pondo, ohimè,
Oh
troppo acerbe
Oh
troppo dura
Oh
martire, oh dolore, o viva
Io, che
E
d'oro
Qual
fior
Nel
pene.
sorte,
nacqui regina
ebbi le fasce,e
provo,
oh
!
la cuna,
crudel
fortuna
?
fine
mai
avran
d'or
morte
meschina,
me
degl'anni miei
Avranno,
?
tant'asprecatene
Ditelo, o cielo,o stelle,o sole,o luna,
Tante
miserie
Dove
Si
vedrò
mie,
S'io
mi
?
forte
riponga
'1 ritrovo
no
mine
guerriero
coraggioso e
Che
tante
nell'antico
in
impero.
questa nobil corte,
Ove, s'il guardo giro.
Tanti
rimiro
e
tanti
d'ardir guerrieriamanti?
Spirar laìtnpi
Dove
S'io
vedrò
non
1a
piotate^
veggio in
Donne, sembianza
voi. nel
d'immortal
vostro
beltate?
seno
317
—
qual lampo
Ma
Il
fere
mi
cor
-
sereno
il
e
ciglio?
Oh, gloriosofiglio
Del
Fernando,
gran
Della
Ben
Medicea
ti
Or
alla sembianza
l'alma
trofeo
spera
della
tua
guerriera;
man
indarno
ricorra
non
altera !
le catene.
D'appender
Deh,
o
prole,
conosco
si che
Nobil
,
sole
Verginellainnocente
Al
valore, o regnator dell'Arno
tuo
Tu,
la cui
Dal
freddo
Se
'n
va
l'arso
a
Fregio
di mille
la destra
Tu
ciel di
Per
cada
:
trafitta
Questa barbara
gente
Crudele che m'incatena,
il collo e'
mani
Non
fia
dritto
Ripor
In
Quanti
patrii
ne
Gl'amati
e
secura,
arder
le
mura.
tetti
al
seno
pargoletti.
barbaro
Viveansi
in
Stretti
pur
E
da
Ebber
miri,
superba
Stringonsilieti
pur
'1
bella
libertà lieta
di Bona
Ch'in
no
real donzella
dolce
Che
ohimè
piedi.
gloria men
Signor, se
stelle,
nuove
invitta,
dell'Oriente
Le
belle
e
possente
Terror
te
illustri
palme
dell'asta
Arma
volo ;
chiome,
ghirlandeil
Tesse
nome
polo
chiaro
con
cui fresche
Alle
il
gloriae
!
terreno
pianto e
come
d'aspra catena;
virtute
tua
salute
me
in pena,
e
libertà
gradita.
vedi?,
318
—
-
vita
mia
la
Felice
Se
il
mio
In
si
grand'uopo
Prendi
E
ti
pregar
la
e
Uno
Tra'
fieri
si
si
Ardito
Troppo
Le
0'
e'
ti
Sciolga
a
l'ore
di
venisse
tuoi,
vanti
talento
costei
fronte.
a
conte
son
degl'eterni
l'invitta
noi
di
che
Sciolga
E
selvaggi
giganti
troppo
palme
difendi.
ragion
dei
alcun
fora
Non
negarmi
non
costume
tuo
l'innocenza
Tu
oh
prendi,
l'armi,
tu
quaFè
;
muove,
Eroi
lampo
sovrano.
mano,
suo
l'aspre
renda
IL
serene.
MNE
catene
aita
;
bailo
Questo
è
nel
Trivulziano
1006
È
ricordato.
già
che
certo
,
si
di
tratta
può
dei
uno
di
determinare
del
nel
TiNGHi
a
propenso
cini
Jl
hallo
il
nò
nel!'
crederlo;
di
donne
sì
riprodurrò
Sarebbe
il
turche
è
non
che
recherò
è
a
esso
primo
corte,
ma
un
Ballo
di
del
illustrazione
dal
pure
si
non
germe
sia
nello
stesso
pure
Zingare
JJiario
E,inuccini,
dell'invenzione
improbabile
pure
a
fatto.
intonazione,
ohe
come
fu
cui
citato.
1614
già
in
tempo
anolie
volume
fatti
rappresentativi
rappresenterebbero
stanze
queste
più,
nel
stampato
e
balli
diTerso,
Interamente
fatto
soliti
?
del
volume.
e
Sono
Rinuc-
BALLO
Noi
diverse
che
dell'uso
Rechiamvi
E
Gli
alti
Di
vostra
0
nel
Dir
0
mentito
Ma
sia
benigno
Sotto
nelle
Qualunque
S'è
Forse
noi
E
Per
Sotto
l'arti
belle
bel
divenir
beltate:
sul
forse
ne
nobil
e
terrem
sdegnerà
Il
piede
E
per
uso
di
a
bianche
Imbiaccarci
ancor
indarno.
in
tondo
involto
ne
;
il fondo
leggiadro e
apparir
noi
grate,
e
raccolto,
pianella
danzar
toglie,
biondo
alteramente
gran
o
Arno.
dentr'argenteo vel crespato
il collo
scema
non
gioconde
ispido crin
e
s'accoglie
spoglie
il bel
ciuffo inanellato
Il capo
Né
Egitto.
sdegnate
non
nostra
sarem
giri
scritto
cui
in
usate
apprenderemo
L'oscudo
E
vi
;
erranti,
l'antico
non
'1 bruno
ancor
amanti
palme
si sia
ella
che
ver
e
sospiri^
cor
numi
cortesia,deh,
straniere
sembianti.
vostri
voi, leggiadri amanti,
e
miri,
vi
di
de'
ch'insegna a
Valore
accorte.
noi, qual rio si
per
legge
donne,
ne'
o
palesi
e
sorte
man
de'
ancor
tutto
Arte
la
crine;
indovine
belle
s'affisi
Additeremvi
Che
chiari
saprà qual più
qual
il
sagge
o
noi
guardo
vi
Qual
di
cortesi,
dolorosa
o
potremvi,
ch'alcuna
ciel
son,
lieta
peregrine,
adornarvi
del
noi
secreti
Render
Sol
fatte
natio
paesi
e
e
sparse
fior per
perch'a
ZINGARE
genti
ognor
Arabe
Cerchiamo,
Fuor
DI
sciolto ;
fia diletto
le guance
e
il
petto.
41
322
—
Acqua
liscio
o
farci
Per
E
occhi
gli
Or
qual
Al
vezzeggiar
Che
fia
dal
fin
a'
perchè
Cors'abbiam
Per
Lampi
Amor^
di
pur
seco
fia
mai
argento
non
o
han
null'altro,
per
amor
cori
vender
òr
per
avvezze
mari,
avari
le
vuol
:
bellezze
sue
l'Arabia
noi
ricchezze
l'ampie
sen;
ch'a
no,
amori?
tanti
e
i
fiori
de'
rapine
terre
al
s'armi
vostri
a'
alle
:
donzelle
città
amanti
furti,
stelle
durezza
la
a
armi,
le
placide
Nilo
belle^
più
parer
mar
di
che
giunga
Seppelliscan
Non
nel
cor
risparmi
inevitabil
riso,
tante
vi
Timor
altrui
come
gentili
Vengon
Né
'1
e
si
che
guardo
farem
Brillar
fia
non
al
-
impari
gemme
l'amor
e
;
l'ostro,
nostro.
ARAMPA
B
Allibo
[È
la
Trivulziano
nel
della
mancanza
balletto
una
idea
1005,
descrizione
esatta.]
pp.
136-38.
dell'azione
Forse
non
è
un
permette
frammento
di
farci
;
di
forse
questo
ARMIDA
BALLO.
[Armida.]
cui
eroi, nel
Incliti
strazio
sovr'ogni
la
far
vendetta
indegno
disprezzata Armida^
chioma
questa
lucida
questo
ciglio sereno
ch'a
crudel,
da
e
chi
prigione
si gran
le
me
questo
il traditore
avanti
scorgemi
torse
di
sarà
premio
confida
valor
seno,
morto
e
amante:
torto
fuggitive piante.
TlSAFERNO.
Se
più
nel
profondo,
dell'ocean
0
s'ascondesse
alto
per
spiegasse
fia
bosco,
orrido
chiome
costume
voi
le
piume,
però ch'altero,
s'io pur
vadia
a
fosco
e
sentiero
sovr'ogni umaa
non
più folto
ove
l'ombrose
spiega
se
fondo
cupo
Tisaferno,
son
di
ingiuria
tanta
e
tanto
scherno.
Altamoro.
miei
De'
superbi
tranquilla
io
catenato
trarròtti
0,
se
ciò
'1
vanti
al
core
formidabil
suono:
avanti
l'empio
a
domandar
perdono,
più t'aggrada,
trafiggerògliil
cor
con
questa
spada.
326
—
—
Adrasto.
Se
da
di
abissi,
oscuri
gli
foco
fiamma
e
armato,
l'inferno
tutto
farà
invan
contrasto,
contr'al
valor_,
Serena,
Armida,
di
il
d'Adrasto.
furor
contr'al
volto,
rai,
dolci
i
rischiara
tosto
uscisse,
difesa
sua
a
d'atra
e
sangue
l'empio languir
questa
per
involto
polve
vedrai.
man
Armida.
Movete,
schiere
o
invitte
movete
il
apprenda
a
quell'empio;
calpestar
mondo
la
e
futura
etate,
esempio,
memorabil
che
armate,
si
non
sprezzar
beltà
real
dee
te.
Coro.
Dove,
l'infido
dov'è
Dov'è,
In
qual
barbaro
In
qual'
orride
ti
Fuggi
l'ira
Trofeo
Che
e
l'iniquo,
di
più,
All'armi,
lido
sponde
?
?
?
celi, invano
Invan
Cada
?
s'asconde
dove
'1 furor
questa
mano.
cada
questa
che
di
più
spada:
s'aspetta
all'armi, all'ira,
?
alla
vendetta.
[Questo
definirlo,
è
abbozzo
nel
di
rappresentazione,
che
fase.
VII,
Trivulziano
1004,
altrimenti
più
volte
non
saprei
ricordato.]
come
AMORE
Stanco
ho
le
già
altro
bella
La
nobil
segno
madre
mia
ricercando,
vo
già
da
ho
Qual
invano;
la
terz'aurora
e
la
non
trovo
ancora.
mia
?
ninfa, qual pastore
bella
la
ricerco
lontano,
madre
dritto
per
gl'aurei strali.
dimora,
dove
bella
La
ciel
selve
per
Dove,
la
e
han
fiammeggiar
ch'io^ dal
erro
belve:
l'oceano
su
veduto
NINFE.
l'ali,
e
augelli o
più
DI
selve
e
piante
dietro
non
e
monti
per
CORO
—
m'invia
ritrovar
a
?
mia
madre
chi
Deh,
calle
Piiisegna a
me
figlio,Amore?
suo
Coro.
Non
me
maraviglio
ne
t'affanni,pargoletto Nume,
s'invan
che
al
hai
tergo
le
piume
e
il
cieco
ciglio.
Amore.
Cieco
di
Venere
veggo
né
son,
non
son
fui;
figlio:
più d'Argo
e
so
far
cieco
altrui.
Coro.
Ma
perchè
quel
al
bianco
guardo
avanti
cingi inargentato
velo
?
42
330
-
—
Amore.
amanti
(1)
gl'incauti
Sprezzindi cieco arcier Faurato
Perchè
disarmati
e
nudi
e
d'usberghie
contr'Amor
s'armin
non
telo,
scudi.
Coro.
Odi
si fida
chi
Foll'è ben
fanciullo
gli crede
chi
e
!
!
accorto
Amore.
Ah,
tu
m'incolpia
torto.
Ascolta, bella Ninfa,
feriti
molti
e
sappi
non
morto;
nessun
ferita
che
dall'arco
ch'esca
morte
n'ho, ma
fede:
dammi
e
mio
mai,
recò
vita.
e
pace
ma
Coro.
Questo
non
tanti
ho
ti
cred'io^
sentiti
tanti
e
sospirare languirmiseri amanti.
Amore.
Allor
tu
crederai
quando, punta
nel
lieta cantando
andrai
che
cor
ferita d'Amor
d'un
dolce
strale,
è mortale.
non
Ma, dimmi, per mercede,
per
trovar
dove
(l) Il
R.
aveva
l'alma
Diva
volgerdebb'io
le penne
e
'1
piede?
cominciato;
Perchè
la
face e
'l telo
Sprexxin gl'incauti....
ma
poi cancellò.
331
—
-
Coro.
arrivi
là volando
Se
ov'ella posa,
cieco
vederla
e
sbenderai,
ti
gli occhi
poi che
quivi
e
sei
non
baciarla
e
anco
potrai.
Amore.
Tu
motteggi perch'ioson fanciullo,
perch'ioson nudo e cieco :
pigliatipur di me gioco e trastullo,
mi
che,
ma
ch'io
t'insegno a
ridi pur
Ridi,
meco
?
ora:
mattin, ch'a
sul
in
tal canta
scherzar
notte
plora.
Coro.
Ahi,
che
che
soll'io
l'ore
nel
se
il
tuo
pianto
assale.
crudo
impero
fuggir le rapid'ale
affretton' al
-
vero
riso
del
l'estremo
Ah, ben
è
troppo
pur
liete.
gioconde e
Amore.
Dunque
mi
non
vi renda
s'Amor
la bella
madre
la madre
mia
allor
rimase
ambo
tacete,
ne
Quante
queste selve
ch'in
ch'a
lacrime
meco
si sia
mia:
richiamò
quai preghi
perchè
liete,ove
e
amante
gli stellanti giri
l'alto Tonante,
invan
versai
quel giorno,
quai lamenti,
facessi al ciel ritorno.
332
-
Coro.
Dunque
fùr
non
a
e
non
si
(1)
possenti
lagrime d'Amore
il core
intenerirgli
le
—
mosse
a
gli amorosi
accenti?
[Amore.]
Non, che
d'un
era
Prima
ch'io l'udii dire
mortai
uom
vorrei
morir
se
invaghita
tanto
morire,
far
che
potess'io,
dal
bellissimo
Né
consiglioo ragione
ebbe
Forza
:
Adone
partita
!
mai, né il piantoo pregar
desio)
(ostinato
ch'ella ubbidisse
e
per
un
precetto:
diletto
van
i decreti
all'immortal
del ciel pose
in
oblio.
[Coro.]
Colpa
di
chi, se
de' si crudi
e
avvelenati
suo
figlio,
strali ?
cosi fiero assali
Se
la
di te
non
tua,
genitrice
diva
celeste,
quanto, quanto funeste
le
saran
piaghe tue
nei
cor
mortali.
[Amore.]
Al fin venuta
di duol
per
ogni speranza
colmo
l'immortal
e
di
meno^
sdegno,
sereno
spiego le penne al sempiterno regno;
ed ella allegrain seno
riman
misera
(]) Qui
cessano
del
suo
pastore,
preda d'impudicoardore;
d'essere Jiidicati l'intorlccutoii
nel
iris.
mio,
333
—
d'un
più
core,
acceso
gelo,
fatto di freddo
della dimora
incontro
ma
e
del celeste regno.
i numi
Fulmina
di furor
di
Ne
freme
ira
men
ambi
campi.
acceso
guerra
ciel discesi in terra.
dal
son
Scòrto
i
troppo offeso:
Vulcan, pur
ed
della terra
minaccia
e
lampi
impero
polie
i
tremano
si vivi
fiero
superbo e
nell'eterno
che
quadrellaaurate,
le
beltate
fo servi
Marte
sospira,
pur
s'adira
me
a
di mortai
che
non
sua
incolpa e
l'arco
cielo
ch'in
le sovvien
né
"-
periglio,
tanto
a
queste piazzetorno^
geloso figlio,
oltraggiotemendo
novo
valli
per
0
mi
e
per
raggiro
foreste;
o
dèa
celeste,
indarno
ma
madre,
sei tu
dove
e
ch'io
novo
ti sento
non
scorno;
o
miro
?
[Coro.]
Dunque
Marte
dall'alto
scende
adirato
di mortai
a
Citerea
assalto
minacciargli
a
guerra
nemico,
?
[Amore.]
Carco
d'orrido
contro
e
smalto^
all'emulo
e
grida,
sfida
minaccioso
l'abisso
vendetta
suo
'1 ciel s'al
suo
voler
s'oppone.
[Coro.]
Mal
fortunato
Adone,
0
sconsolata
diva,
se
furor tanto
arriva.
inaspettato
[Non finito.]
Dalla
di
originale
stampa
riproduco
cui
di
in-4,
frontespizio,
il
,
ce.
8
n.
n.
Dal
Covier
tore
la
(sic)
il
e
della
Ser.ma
detto
principi;
il
S.
Arciduchessa
A.
dove
1619.
et
menò
fu
chel'ambascia-
Il
2
da
licenziarsi
a
lo
apprende
marzo
accompagniate
et
si
v.)
25
ambasciatore
doppo
et
193
e.
Firenze
a
modo
medesimo
nel
tutti
(II,
Tinghi,
giunto
era
venne
sera
«...
del
Diario
solito
S
fece
così
aprile
A.;
196):
fu
vuto
rice-
Madama
a
nella
stanza
della
la
compieta
et
cantato
(o.
e
a
Cappella
alla
grolla
,
d'
salmo
ogni
della
apari
del
passione
San
poi
nuvole
fra
va
Signore
et
Francesco,
santo
un
la
san
il
resuscitazione:
sua
Andrea
santa
cantando
[che]
primo
di
re
con
et
loro
Altezze
di
Francia
buonissima
ser.me
e
poi
musica:
et
detto
la
beata
et
fu
Ambasciatore
Vergine
Filippa
invenzione
vanni,
Gio-
San
fu
Loreno
san
,
,
Lodovico
lodi
le
con
di
ebbero
molti
angioli
E,inuocini,
Ottavio
gusto.
»
torno,
at-
Mons.
AirUlustrìss.
Fornito
i
fu
appartamento
suo
il terzo
i
tutti
e
si
conserva
diverse
finezza
di
delle
lavori
quali
che
artifizio
per
più meravigliosa quanto
Giovedì
del
giorni
versando
di
fine
in
pitture,
e
d'oro
di
fa
gioie
e
nobilissima
aprendosi
formava
del
cori
s'
un
Ma
mistero)
si
cui
e
dirò
solo
il
che
la
paradiso
furono
duta
ca-
'1 salire
e
,
descriversi:
sponde
scorgesse
'1 discendere
con
fonte,
un
dalle
mare,
vista
:
avanti,
poco
veduto
era
un
de'
Angeli
senza
come
mare
di
stesso
(non
santo
scopriva
scompartimento
e
quel sito
di lacob.
scala
i
animi
quale
e
di
col
in
ciascuno
perciocché
più
è
,
di
opere
gesti
e
la
Santa
e
devota
credesse
in
santo
solo
col
movimenti
talora
da
di
tuono
occhi
a
chiamarne
esprimeva
in
alto
le
lasciò
che
Brohomans,
1'
con
dirlo, credo
a-
che
gloriosa Vergine
stessa
veramente
voce
sollevati
il
can-
quello ch'io
Paladini
è lecito
tori
can-
sinfonia,
rappresentò
quella
oratorio
sovraumani
gli
se
mezzo
eccellenti
stupore
maniera
che
più
soave
ma
signora Arcangela
Cecilia, che,
quel
da'
1' ammirabile
fu
tacere,
di
apparivano
congiunti. Ma,
questa
a
quel punto
non
compieta
breve
una
i versi
graziosa
canto
apparita
spirando
quali, dopo
ciascuno
si
con
della
Santi, rappresentati
alcuni
debbo
né
voglio
zione
salmo
ciascun
esquisitezza
con
negli
con
da
che
Firenze,
torno
fosse
la
Parigi.
di
la
E
cristallo
ne
quali splendori fiammeggiasse
quegli Angeli
non
di
se
di
quarant'ore
l'ondeggiar
di
;
ammirarsi
Alla
a
delle
la
cielo
dell'acque,
degli angeli
che
copia d'acque
gran
al
sin
Giulio
santi
ripiena
Venerdì
e
deirorazion-'s
l'occasione
da
1' Altezze
casa.
ricchezza
per
prospettiva
infinita
ampiezza
tanto
s'alzava
faceva
comparvero
vasi
cielo, che
un
della
mostrava
che
in
giorni
ne'
l'altare
sopra
lumi,
ne'
A.
di bellissime
ornata
tigua
con-
mostra.
Risplendeva
paradiso,
S.
serenissima
pietre preziose, ammirabili
devotissima
chessa
Arcidu-
cappella
che
,
della
stianissimo
Cri-
Ke
,
,
e
alla
dove
Pasqua
quantità dì reliquie
gran
di
e
di
del
serenissima
compieta
una
principesse
e
la
con
S. Illustrissima)
V.
sa
udir
per
Signore,
accompagnato
e
giorno
principi
Cappella (come
vi
partenza
quella invitato
da
celebrare
per
di
Mio
Coivre, ambasciatore
di
complimenti
,
al
Marchese
Sig.
il
Corsini
paradiso;
al
angelica
parole
purissimi
e
,
ma
concetti
raggi
43
d'u-
338
—
-
miltà
serafico
di
infiammata
talora
devozione;
e
amore
nel
secondo
e,
sembiante
che
la
che
pareva
materia
del
desse
ar-
chiedeva,
ri-
canto
,
talora
e
S.
di
fuori
rapiti
bravano
Illustrissima)
darle
si
acciò
che
sì
da
che
ed
la
nulla,
io
si
se
ben
Ho
voluto
più
di
perfezione
celebratori
può
ma
memoria,
stabilisca
corredata
me,
servitore,
ne
i
rassem-
udii.
alla
chiari
cuori
(creda
poco,
ed
pervenga
ornai
o
viddi
spettacolo
ne'
attoniti,
ricordarmele
per
serena
imprimeva
ascoltanti,
Dico
solo
nobile
musica
moderna
gli
letizia
santa
forza
quanto
a
restino
perchè
e
che
inusitato
sì
d'una
dolce
con
non
principio
idea,
sublime
rispetto
degno
fronte
stessi.
se
ragguaglio,
fatto
di
perchè
cbe
vivamente,
sì
affetto
qualunque
V.
maniera
di
scintillante,
la
rimirava
li
se
dell'
chità
antiefi*etti
partorire
,
de'
uguali,
solo
non
soggetti
che
e
all'antica
superiori
ma
le
se
favole
1'
per
eminenza
rappresentazioni
e
e
cantate
verità
non
,
il
colpiscono,
che
più
importa,
nobil'
ogni
difetto
erchè
;
il
bella
ogni
arte
d'^.ltronde
deriva
mondo
che
apprenda
virtù,
per
dalla
musica;
ben
come
gloria
del
e
s'impieghi
Signore
,
virtù,
re
vero
Di
di
Firenze,
Di
V.
vera
il
S.
e
dì
2ì
gloria.
sempiterna
d'aprile
1619
Illustrissima
Devoiiss.mo
Iacopo
servitore
Cicognini.
quello
d'ogni
Giovanni.
S.
diletto
Servo
alla
Figlio
fido
e
al
Madre;
divin
Sempre
del
Piansilo
in
pie
restai
le stelle
Calco
Col
che
pie
A
Me
in
padre
e
suoi
Vergine
un
Siracusa
Dell'impero
Spento
Indi,
Dentr'
Ivi
tra
Sposa
Ch'ai
affanni.
conobbi
diviso;
Maria
da
gli anni.
terminando
Filippa
regina
crin
fiorito
il
figliin
umil
sante
cella
m'offersi
al
fin m'accolse
il
pondo.
Loreno.
riposto il freno,
man
al mondo.
nascosi
mi
in
mura,
Reno;
il seno.
sol di
l'inclito eroe,
de'
il
giocondo.
sostenni
sovran
biondo.
e
feconda
rendei
re
Sicilia
di
riverimmi
tempo
prole poi
D'eccelsa
Di
all'Arno.
Giuseppe.
né
gigli il
casti
il cielo:
chiuse
non
custode
sua,
sposo,
Beata
Di
Corsini.
paradiso in paradiso.
di
Volai
terra.
povertate indarno,
non
mai
Giesù
Da
E
terra
guerra,
Andrea
S.
Unico
glorie scrissi.
sue
calpestòla
gloria
nutrì
all'orme;
presso
amorosa
nudo
arcani
gli
me
fui
gloriosa sede
in
chiese
non
me
conforme
voler
suo
Francesco.
in
B.
A
vissi,
cinque piaghe erede,
di
vinto
Griesù
Da
le
e
croce
S.
lo^ che
Griesù
a
sacro
velo,
sempiterno Amante,
e
coronommi
in
cielo:
340
-
Onde
regiaNepote^ a
sublime
di celeste
sentier
Scossi
E
dell'ombre
serva
e
lo
il
regnator del Cielo
l'alma
di
L'anima
'1
e
ben
Felice
Non
di regnar
Brama
ha
non
di morte
l'alte
Seggio
raccolse
scarca
Volgi nel core, o
Qual avrai tu,
Di
ferro
Libera
giogo indegno.
desio: dell'altrui regno
chi
vuol
luminoso
del
in cielo.
corona
del mìo
se
del gran
mercede.
degli empi,
petto, il
Dio
erede,
pensieroadempì.
gloriae
il
velo.
nome
'1 gran
guerrier,terror
armato
degno
e
terrestre
Nell'empireoseren
fatai
zelo
telo
irreparabil
al pio disegno,
speranze
Roppe
L'anima
al
Francia.
di
fervido
Isdrael
sottrarre
imparo.
re
mia
chiaro
e
si versi
spirto eternamente
la destra
acciaro
duro
sangue
S. Lodovico
Indi
offersi
chiudendo, in cielo apersi
Gesù
per
gelo
conflitto.
gran
sotto
e
core,
di
cor
seggio di gloriaardente
Come
se
zelo,
al Redentore
Grii occhi in terra
E
'1 cor' invitto.
foco, e i
fé' nel
ferro il capo,
Di
e
di generoso
sen
di viva
Armai
Armò
d'Egitto,
germe
al
sposa
Lingua vibrai
Ov'in
Martire.
e
l'empio paventoso editto,
contr'a
Fervida
Al
piante.
all'ignoranzail velo,
candida
Serbai
V.
roman,
zelo.
le
muover
S. Caterina
Sprezzaiscettro
sembiante,
me
Scorgo, infiammata
Per
—
cor
gli altari
di
e
i
fede,
tempi.
341
—
-
S. Cecilia.
adoro_,
OnnipotenteE,e^ch'eterno
E
Per
del
te
tesoro
maggior
si f'ér
mio
sangue
vermigli;
coro
guardo^ Signor^dal sommo
a' preziosi
figli,
Di Maddalena
al ciel gli alletto
bel canto
mentre
con
strai pungiliil petto.
D'un
amoroso
Volgi
E
di
bearmi
per
gigli^
d'eterei
il crin
m'arricchisti
Tu
un
Deh, venite, pargoletti.
Deh, venite
col canto
E
nel
cor
ben
Vero
vien
mai
che
meno,
Qui riscalda,qui risplende
Di
giustiziail
Son
di
Sol
sereno;
quest'almo terreno
giglie fiori
Violette,
Raggi eterni,eterni ardori
E
i muri
d'oro
son
i tetti.
e
Deh,
Qui
le
gioie eterne
Qui
la pace
Qui
s'ascolta
Ond'è
Qui
Di
il canto
lieto il
si mira
Fece
Su, ciascun
'1
e
suono
Paradiso;
mortai
il Re
amante
riso.
'1
gli occhi
colei ch'in
e
'1 viso
velo
del
Cielo:
piante affretti.
le
Deh,
Quest'è
Sacro
il regno
aureo
albergoal
Qui trionfa
Fortunato
ecc.
sono,
alberga e
chi
ebbe
Re
nel
giocondo,
di gloria;
mondo
vittoria;
nostri
degli eletti
scende
soave
regni
il canto
Accordate
Qui
a'
ecc.
vostro.
342
-
—
In
memoria
alta
eterna
Qui
fia
Qui
d'ambrosia
sempre
inonda
Sempre
il
fido
il
fonte
i
lieti
'1
e
giusto:
augusto
petti.
Deh,
Ma
chi
'1
Colmar
vuol
Lasci
Sue
In
Che
Altra
Non
nel
cor
confidi
sol
mori
meta
risguardi
e
duro
'1
su
altro
od
e
non
a
scherno
piaceri;
suoi
e
veri,
prenda
e
lusinghe
Lui
gaudi
mondo
il
eterno
regno
di
ecc.
speri
legno:
segno
saetti.
Deh,
ecc.
344
-
bel
Ch'ai
Ne
gioirteco
a
mondo
Dal
stellato
regno
scorga
—
errante
cieco.
e
Schiera, ch'a tergo hai l'ale,
Da
scende
che
Ecco
terra
al ciel per
mille
ver'
scenda
Un, deh,
E
miei
con
Di
quel
Che
vitaP
teco
Al
mio
Tu
E
tua
lingua
e
voce
il
m'arda
madre
su
quai
dure
xiiletto.
gran
morto
torto
?
spine
feri martiri
tempie
alm'
Riposi,ohimè,
o
sacro,
Rendimi,
e
ne
santo
il dolce
divine
gl'ultimisospiri;
legno,
mio
Mori, mori, Giesù, ma
Chiudi
nji chiami
petto:
crocifisso e
innocente
ascolto:
brami
sospiro sol,Giesù
Entr'a'
0
di
langui, ohimè, tu spiri,
vedran
questi lumi a si
Ah,
cielo;
duoli
e
ohimè,
figlio,
tredda
Agno
Le
il
rivolto
che
suon
d'altro
te
gelo,
consoli,
Ch'altr'amor
Io
volto
orrido
accresce
Il flebil
Con
core.
'1 santo
penar
pene
Tu
il
impallidirsembrami
mi
Soave
Ma
umore
di morte
Discolora
E
scintille,
spond'o lito^
ha
languiie
Tu
mille:
infinito
in eterno
Sazia
e
ascenda
pietà vibra
di
mar
non
Il cui
gradi
n'impetri stille
due
E
ne
me
voti
Sol,che
Al
sale
e
i
begl'occhiove
diletto pegno:
in
questo
seno
gl'apristialmeno.
-.345-
Tu
languì,e già sepolto
Lo splendorde' be' lumi
Più
dell'alto voler
Ben
Veraci
Ma
disfarsi in
vedi Maria
non
e
sommersa
le voci
risonar
sante
nel
eterni
duol
nel
e
santi
^
pianti.
ascolto
petto,
tutt'altr'oblio.
diletto,
Figlio,figlio
0 troppo ardente
face,
che ? vattene
Ma
Ben
E
tosto
se
morrà
in pace:
il ciel vedrà
lo
Griesù,morrommi
Il
spirtomio,
anch'io.
Fine.
44
UANNUNCIAZIONE
CANTATI
VERSI
CAPPELLA
NELLA
DELLA
di
Giranduehessa
1620.
Toseana
adì
Et
«
la
25
compieta
Et
241
Il
giorno
recitare
beata
subito
d'Este
fu
nella
che
la
nugola
il
fu
d'
primo
Gabriello
festa
che
in
lode
Doni
di
;
beata
Parigi.
di
passaggio
a
A.
Capuc-
invenzione
andava
S.
fare
festa
la
della
la
Giulio
aprile
che
fece
padre
il
Arciduchessa
della
eappella
dell'Agniolo
fu
del
la
nunziare
a
poi
sermone
castrato
fece
un
me
Emilio
cav.
relativi
e
di
a
ne
questa
favori
di
copia:
di
però
e
ricercare
se
L'egregio
sacra.
ohe
lo
di
qualchecosa
Kinuccini,
Motta
festa
notato
aver
del
Trivulziani
autografi
del
ricordo
vago
ringrazio
pregai
veramente
bibiotecario
cordialmente.
corrispondente
inesauribile
si
li
per
et
nunziare
giorno
l'
»
sentire
a
il
:
cantò
»
cortesia
versi
le
et
;
si
sera
si
andava
et
musica
et
la
cappella
cielo
un
il
macine
le
«
Vergine,
Aveva
i
di
fece
et
festa
detta
notizia
questa
Nunziata....
dal
fu
trovai
v.)?
SS.
nella
Lorenzo
andò
2:
la
Nunziata...
negli
card.
Il
[v.]
doppo
Gabrielo
E-inuccini,
Firenze.
vedere
S.
l'Agniolo
Ottavio
[e.
la
di
predicatore
della
cantando
fece
240
e.
discendeva
che
si
et
(II,
giorno
et
Gabriele
Vergine.
di
musiche
Vergine
cino
Tinghi
1620,
marzo
con
dell'Angniolo
beata
del
Diario
solito
[Nel
trovassero
rintracciò
della
ANNUNZIAZIONE.
[L'angelo Gabrible.]
Per
far'
serenar', per
Dal
sublime
più
Movo
là
in
E,ese
giocondo;
m'invio
mura^
povere
umile
Vergine
nunzio
voler
pronto
Ove
coro
piume d'oro_,
su
Dell'eterno
E
il mondo
beato
e
pura^
di
amante
sé
l'eterno
Dio:
Vergine gloriosa
Nell'immortal
E
madre
Al
divo
consiglio,
eletta
sposa
e
Spirto^ all'incarnato
Coro
Chi
'1
la
mar
Inchina
trino
E
Cui
in
le
Febo,
unico
et
stelle, e
Sante
pudiche
e
secolo
ogni
celeste
Cintia,
grazia,,
viscere.
felicissima,
Vergine
cui
bel
grembo
accogliesi
sempiterno artefice,
Ch'il
Beata
mondo
al
Feconda
Onde
Del
predica
e
Serban,
Il
l'etere
vergineo claustro,
serve
Nel
e
insieme
Chiude
d'Angeli.
terra
adora
Figlio.
in
nunzio
al
angelico,
santo
gioirò
bramato
ascondesi.
mano
i
Spirito,
popoli
unigenito,
350
-
A
lodi,a te gloria^
te
di casta
Germe
Al
Vergine
al Santo
Padre,
Cantino
Spirito,
eterni secoli.
le bell'ali
Spiega pur
Nunzio
d'eterna
Consolator'
Quant'è
pace,
dei miseri
Dio
'1 gran
Vegg'oggi il
mortali;
verace,
mondo,
Grià scorgo
qual'ampia
e
in Bettalem
l'umil
capanna,
cori
gl'angelici
Al
celeste
Al
lieto
Odo
Bambin
cantare
osanna.
di boschereccia
suon
rozzi
Del
canna.
pastori
gran'Infanterisonar gl'onori.
Ecco
luce
Che
novella
fa
raggi suoi:
più bello il ciel'
Sorgete,incliti Eroi,
co'
Seguite l'orme
stella;
All'umil
Indi
della
fida
capannella
incensi
recate
ed
ori;
lieti e canori
Alzate
Ma
mercede
fede.
la nobiP
E-icompensid'Abram
E
-
inni
di
gloria,inni
nel ritorno
di
lode,
poi fuggi d'Erode.
Fuggite l'empio!o quanti
Pargolettiinnocenti.
Miseri no, ma
infanti,
gloriosi
Verseran
l'alma
e
'1 sangue
il
sen
trafitto:
Fuggi, fuggi Maria, fuggi in Egitto.
Di pietàd'umiltà,sublime
esempio,
Devote
orme
Vergin
onesta
Co
'1
Sacro
scorgo
segnar
e
per
via
pia
figlioin braccio, e presentarloal tempio.
rimiro,e venerabil Veglio,
Pargolettobambin
raccolto
in seno,
352
-
-
(L'Angelo Gabriele.)
Lasciat'i
i
Fendo
nubi^
le
Ove
Entro
l'umil
Della
sposa
mura.
Ciel
del
candida
e
pura^
lei le sparse
a
piume;
gentil'lume
nel
Fisso
l'alte
e
albergo
avanti
Raccolgo
rivolgo il volo
indi
torri
Nazzarene
tergo
a
suolo
dal
sorgon
Le
luminosi
campi
m'inchino:
Umilmente
—
(ledissi)d'ogni grazia adorna,
Dio soggiorna
il gran
Teco
al Ciel cara
0 sovr'ogn'altra
e
diletta,
Ave
Vergine
benedetta.
Al
di mia
suon
del
Scolorissi
E
nel
saluto
io pur
Temer
dubbia
pur
sereno,
delle
—
del
belle
e
sempiterno Amante,
sante
virtuti,onde
L'Aura
svolgea.
dei. Maria,
son'io
Alme
E
il bel
volto
le dicea:
non
Nunzio
Che
favella
gelidoseno,
L'alto
Et
—
senti
del
t'adorni
e
vesti,
prezioso odore,
trafitto d'amore
Sposa
elesse
te
e
madre
al Verbo
eterno.
Quinci spirto soave.
Che
del
regno
D'immortal
Il
siede
prole renderà
al governo,
fecondo
purissimogrembo,
Ond'
gloria il Ciel, salute
avrà
Qui tacqui, et
Immobilmente
Le
d'amor
sante
Tutta
il mondo.
ella al Cielo
affisse
luci, e disse
infiammata
di celeste
zelo:
—
353
-
Ecco, Signor e
Ecco
Sia
Fancilla
legge
Dio,
tua,
il voler
parole
Ben
uscir
Eternamente
Candida
aurora
del
tuo
Santissime
degne
-
da
voler
mio.
—
quel vergineopetto.
eletto,
di
al
giustizia
sole.
FINE.
ERRATA
p. 263 il primo dei passi del
pagina 294 la data della lettera del
A
fiorentino.
Tinghi A del 1.610 [1611]e quindi a
1610 in stile
Cicofifninideve essere
INDICE
I
Pag.
Bibliografia
.
1.
Maschere
2.
Jiinaldo
3.
1579
d'Amazzoni.
il
e
5
»
....
Intermedi
commedia
la
per
in
rappresentata
no
l'an-
Firenze
15
1589
»
.
di
4.
Ballo
5.
Mascherata
.
43
1590
bergiere.
degli
»
51
1596
accecati.
»
.
.
.
.
.
.
56
Appendice
6.
di
Mascherata
»
57
1596
stelle.
»
Mascherata
8.
La
9.
10.
L'Euridice.
12.
Mascherata
18.
Balletto
.
.
59
fi']
»
65
*
/
105
1600
»
143
1608
L'Arianna.
Il
...
1597-1608
Dafne.
11.
tradite
donne
di
.
.
.
7.
1
»
1586
Mascherata.
Tasso.
»
189
Narciso
nelle
di
nozze
II
Cosimo
de'
Medici.
1608
»
241
.
delle
di
246
1608
ingrate.
di
Ninfe
»
1613
Senna.
14.
Mascherata
15.
Comparsa
d'eroi
celesti.
1613
16.
Mascherata
di
selvaggi.
1614
261
[1611].
.
.
.
295
»
313
»
.
di
Ballo
18.
Armida.
Ballo
19.
Amore
Ninfe
2f).
Versi
21.
e
sacri
Annunciazione.
319
zingare
17.
»
323
»
327
*
nella
cantati
dell'Arciduchessa.
cappella
1619.
»
335
347
1620
»
,
.
.
,
.
.
.
.
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