2010 Anno Internazionale Della Biodiversità
La seconda fase di APE si è aperta con la sottoscrizione del protocollo
Parchi di Mare e d’Appennino tra le aree protette delle montagne
liguri-tosco-emiliane, e del Protocollo d’Intenti per l’attuazione della
Convenzione degli Appennini nella dorsale montuosa delle regioni
Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, e l’istituzione dell’Osservatorio
dell’Appennino Settentrionale con sede presso il Parco
nazionale delle Cinque Terre. Le misure progettuali
della seconda fase di attuazione del programma
sono finalizzate alla vera e propria creazione
della rete di interventi in grado di realizzare
concretamente le azioni di conservazione
e valorizzazione delle risorse ambientali
in tutti gli ambiti interessati dal
programma. In questa seconda fase,
inoltre, bisognerà sviluppare forme
più intense e continuative di
collaborazione istituzionale e di
coinvolgimento degli attori
sociali, nazionali e locali.
Le catene montuose del Mediterraneo si estendono su una superficie
di circa 1.7 milioni di chilometri quadrati, corrispondenti al 21% della
superficie totale di tutti i Paesi interessati, e ospitano 66 milioni di
abitanti, il 16% della popolazione totale della regione. Il progetto
sulle Montagne del Mediterraneo, nato dall’esperienza di APE, mira
a creare un modello di sviluppo sostenibile per l’intero sistema che
interessa oltre 500 parchi e migliaia di aree protette, ed è basato su
azioni e programmi di sviluppo sostenibili locali e per promuovere
piani strategici per la conservazione dei più significativi sistemi
ambientali mediterranei. Il bacino del Mediterraneo è una
delle regione biogeografiche più ricche al mondo
in biodiversità (uno dei 34 hot spot mondiali)
e in specie endemiche concentrate nelle
zone montuose. Allo stesso tempo il
Mediterraneo è una delle aree più
minacciate dalla desertificazione,
dai cambiamenti climatici
e da altri processi di
trasformazione del
territorio.
L’Appennino è uno dei più importanti sistemi montuosi europei, il
quinto in ordine di superficie, che dalla Liguria alla Sicilia, si snoda
per circa 1.500 chilometri. Lungo la dorsale appenninica sono presenti
oltre la metà delle aree protette del nostro Paese: 14 Parchi nazionali,
49 Parchi regionali, 103 Riserve e decine di altre aree protette, per
una percentuale pari al 27% del territorio appenninico, nelle quali
sono conservate specie e habitat prioritari, di grande valore nazionale
e internazionale. E’ il cuore della natura italiana - nei suoi
paesaggi, nelle sue foreste e nei suoi habitat vivono il
lupo, l’orso bruno marsicano, il camoscio appenninico,
l’aquila reale, il capovaccaio e la lontra - ma è
anche luogo di importanti insediamenti umani,
presenti fin dalla preistoria, nonché di
un vastissimo patrimonio immateriale,
costituito da feste e tradizioni,
gastronomia e artigianato, paesaggi
agrari, miti, leggende, musiche,
costumi, minoranze etniche
e linguistiche, e piccoli
comuni.
L’Anno Internazionale della Biodiversità, di cui Legambiente è uno dei
partner, è un’iniziativa lanciata dalle Nazioni Unite per sensibilizzare
i governi e l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale che svolge la
biodiversità nell’assicurare la vita sulla Terra. Dalla varietà di forme di
vita animali e vegetali, infatti, dipendono sia la qualità dell’esistenza
umana sia la nostra stessa possibilità di sopravvivenza. Se la varietà
della vita è più ampia, ogni ecosistema reagisce meglio agli stimoli
negativi, siano essi rappresentati dai cambiamenti climatici, dai dissesti
idrogeologici, dall’introduzione di Organismi Geneticamente Modificati
o dall’invasione di specie aliene. Sono, invece, allarmanti i dati
che ci arrivano da tutto il mondo: una specie su tre è a
rischio di estinzione e la crescita sconsiderata delle attività
umane sta impoverendo la diversità delle specie a un
tasso mille volte superiore a quello naturale.
Carovana degli Appennini
La Carovana Degli Appennini
L’appennino, Scrigno Di Biodiversità
La Carovana degli Appennini è una campagna itinerante
completamente dedicata alla promozione della dorsale appenninica.
Un sistema decisivo per l’attuazione di strategie di conservazione della
biodiversità, di tutela del patrimonio storico-artistico, di valorizzazione
delle produzioni tipiche, di promozione dei servizi territoriali e per
lo sviluppo sostenibile locale dell’intera arcata. Una nuova iniziativa
di Legambiente, che nasce nell’Anno Internazionale della
Biodiversità, per promuovere l’avvio della seconda
fase del progetto APE – Appennino Parco d’Europa,
per valorizzare la Convezione degli Appennini e
per informare i cittadini e le istituzioni sulle
problematiche legate agli aspetti di vulnerabilità
ambientale, economica e sociale di un’area
d’eccellenza ambientale qual è la dorsale
appenninica, patrimonio sensibile e
gigante geologico collocato al centro
delle grandi relazioni metropolitane
del continente europeo e del
bacino del Mediterraneo.
Montagne Del Mediterraneo
Ape - Appennino Parco D’Europa
Il progetto APE comunica, a livello internazionale ed europeo, la
straordinaria relazione venutasi a creare tra l’Appennino e l’istituto del
parco inteso come strumento non solo di conservazione, ma anche
di riscatto culturale, economico e sociale di aree segnate da secoli di
marginalità. L’obiettivo di APE è quello di riuscire ad integrare
la politica dei parchi con le altre politiche per orientarle
alla sostenibilità, dal momento che la montagna è
riconosciuta sempre più come risorsa strategica,
come spazio interessato da dinamiche di
valorizzazione e di riequilibrio territoriale.
L’Appennino, dunque, quale grande
sistema ambientale e territoriale di
valore europeo e internazionale,
fortemente connotato dalla
presenza di aree protette e nel
quale, proprio per questo,
è possibile sperimentare
l’avvio di politiche di
conservazione e
di sviluppo
sostenibile.
Il percorso di APE
Il cammino del progetto APE è iniziato a L’Aquila nel dicembre
1995, promosso dalla regione Abruzzo, Legambiente e il Servizio
conservazione della natura del Ministero dell’Ambiente. Grazie al
programma d’azione di APE, si è ottenuto un importante finanziamento
da parte del CIPE (delibera n. 84 - 4 agosto 2000) per 4 progetti pilota
ed è stata data vita concretamente alla Rete Ecologia Nazionale.
Nel 2003, durante il Congresso mondiale dei Parchi organizzato a
Durban dalla IUCN (the International Union for Conservation of Nature)
è stato lanciato il progetto sulle Montagne del Mediterraneo,
con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del bacino
del Mediterraneo. Successivamente, è stata approvata la
risoluzione sulle Montagne del Mediterraneo durante il
3° Congresso mondiale della IUCN (Bangkok, 2004).
Il 24 febbraio 2006 è stata firmata, a l’Aquila, la
Convenzione degli Appennini, il cui avvio concreto
(Aprile 2007) è stato dato con l’approvazione,
da parte della Conferenza dei Presidenti delle
Regioni, di un documento che rappresenta
lo strumento unitario di indirizzo per
la programmazione delle risorse
comunitarie per il periodo 20072013.
La Convenzione degli Appennini
La Convenzione degli Appennini, sottoscritta dal Ministero
dell’Ambiente, dalle Regioni interessate dalla dorsale appenninica,
dagli enti locali (ANCI, UNCEM e UPI), da Federparchi e da
Legambiente, mira a realizzare un programma complessivo di azioni
finalizzate allo sviluppo sostenibile delle aree della catena appenninica.
Un’importante opportunità per porre la biodiversità al centro del
sistema Appennino, nell’ambito di una rispettosa valorizzazione
economica del territorio. La Convenzione degli Appennini è la prima
convenzione al mondo che riconosce il ruolo centrale dei parchi e
nasce sulla base di un’alleanza tra diversi soggetti istituzionali e realtà
associative, e non è il frutto di protocolli e accordi internazionali
calati dall’alto. Rappresenta, inoltre, l’occasione per costituire
un modello di governance capace di avviare un processo
di tutela e valorizzazione, che veda concretamente
impegnati i soggetti istituzionali interessati nella
costruzione di un progetto complessivo di sviluppo
sostenibile per la dorsale appenninica, posto in
relazione anche con gli altri Paesi, per la
definizione di una politica comune per
le montagne che si affacciano sul
bacino del Mediterraneo.
da 30 anni insieme
una passione
lunga 30 anni
Legambiente è nata nel 1980, erede dei primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare
che si sviluppò in Italia e in tutto il mondo occidentale nella seconda metà degli anni ’70.
Tratto distintivo dell’associazione è stato sempre l’ambientalismo scientifico, la scelta, cioè,
di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici,
che ci hanno permesso di accompagnare le nostre battaglie con l’indicazione di alternative
concrete, realistiche, praticabili. Questo, assieme all’attenzione costante per i temi
dell’educazione e della formazione dei cittadini, ha garantito il profondo radicamento di
Legambiente nella società, fino a farne l’organizzazione ambientalista con la diffusione più
capillare sul territorio: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi
che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno
partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in
collaborazione con altre realtà locali. In tanti, insieme con lo stesso obiettivo: costruire un
mondo migliore. E se dopo 30 anni siamo ancora qui, è grazie anche a chi ci ha sostenuto
e accompagnato lungo una strada non sempre facile, a volte faticosa. Se anche tu vuoi
condividere questo cammino, unisciti a noi, iscriviti a Legambiente!
Per aderire chiamaci al numero 06.86268316, manda una mail
a [email protected] o contatta il circolo Legambiente più vicino.
Legambiente Onlus - Via Salaria 403, 00199 Roma
tel 06.862681 - fax 06.86218474 - [email protected]
Scegli di sostenere Legambiente anche con il 5 per mille!
Il 5 per mille non costa nulla, ma può fare veramente tanto!
Destinare il 5 per milla a Legambiente è semplice: con la
dichiarazione dei redditi, sul modello 730, sull’Unico o sul
CUD, firma nello spazio riservato alle Onlus (in alto a
sinistra) e inserisci il codice 80458470582
www.legambiente.it
con il patrocinio di
Foto: si ringrazia AlterEco e A. Antonucci - Archivio P.N.M.
Stamperia Romana srl Industria Grafica Azzero CO2 per il 2010 - Stampato su carta ecologica con utilizzo di inchiostri EuPIA
Seguite le tappe
della Carovana degli Appennini su:
www.legambiente.it
www.legambientenatura.it
www.convenzionedegliappennini.it
La seconda fase di APE
La seconda fase di APE si è aperta con la sottoscrizione del protocollo
Parchi di Mare e d’Appennino tra le aree protette delle montagne
liguri-tosco-emiliane, e del Protocollo d’Intenti per l’attuazione della
Convenzione degli Appennini nella dorsale montuosa delle regioni
Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, e l’istituzione dell’Osservatorio
dell’Appennino Settentrionale con sede presso il Parco
nazionale delle Cinque Terre. Le misure progettuali
della seconda fase di attuazione del programma
sono finalizzate alla vera e propria creazione
della rete di interventi in grado di realizzare
concretamente le azioni di conservazione
e valorizzazione delle risorse ambientali
in tutti gli ambiti interessati dal
programma. In questa seconda fase,
inoltre, bisognerà sviluppare forme
più intense e continuative di
collaborazione istituzionale e di
coinvolgimento degli attori
sociali, nazionali e locali.
Carovana degli Appennini
2010 Anno Internazionale Della Biodiversità
La Convenzione degli Appennini
La Carovana degli Appennini è una campagna itinerante
completamente dedicata alla promozione della dorsale appenninica.
Un sistema decisivo per l’attuazione di strategie di conservazione della
biodiversità, di tutela del patrimonio storico-artistico, di valorizzazione
delle produzioni tipiche, di promozione dei servizi territoriali e per
lo sviluppo sostenibile locale dell’intera arcata. Una nuova iniziativa
di Legambiente, che nasce nell’Anno Internazionale della
Biodiversità, per promuovere l’avvio della seconda
fase del progetto APE – Appennino Parco d’Europa,
per valorizzare la Convezione degli Appennini e
per informare i cittadini e le istituzioni sulle
problematiche legate agli aspetti di vulnerabilità
ambientale, economica e sociale di un’area
d’eccellenza ambientale qual è la dorsale
appenninica, patrimonio sensibile e
gigante geologico collocato al centro
delle grandi relazioni metropolitane
del continente europeo e del
bacino del Mediterraneo.
Il progetto APE comunica, a livello internazionale ed europeo, la
straordinaria relazione venutasi a creare tra l’Appennino e l’istituto del
parco inteso come strumento non solo di conservazione, ma anche
di riscatto culturale, economico e sociale di aree segnate da secoli di
marginalità. L’obiettivo di APE è quello di riuscire ad integrare
la politica dei parchi con le altre politiche per orientarle
alla sostenibilità, dal momento che la montagna è
riconosciuta sempre più come risorsa strategica,
come spazio interessato da dinamiche di
valorizzazione e di riequilibrio territoriale.
L’Appennino, dunque, quale grande
sistema ambientale e territoriale di
valore europeo e internazionale,
fortemente connotato dalla
presenza di aree protette e nel
quale, proprio per questo,
è possibile sperimentare
l’avvio di politiche di
conservazione e
di sviluppo
sostenibile.
Il cammino del progetto APE è iniziato a L’Aquila nel dicembre
1995, promosso dalla regione Abruzzo, Legambiente e il Servizio
conservazione della natura del Ministero dell’Ambiente. Grazie al
programma d’azione di APE, si è ottenuto un importante finanziamento
da parte del CIPE (delibera n. 84 - 4 agosto 2000) per 4 progetti pilota
ed è stata data vita concretamente alla Rete Ecologia Nazionale.
Nel 2003, durante il Congresso mondiale dei Parchi organizzato a
Durban dalla IUCN (the International Union for Conservation of Nature)
è stato lanciato il progetto sulle Montagne del Mediterraneo,
con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del bacino
del Mediterraneo. Successivamente, è stata approvata la
risoluzione sulle Montagne del Mediterraneo durante il
3° Congresso mondiale della IUCN (Bangkok, 2004).
Il 24 febbraio 2006 è stata firmata, a l’Aquila, la
Convenzione degli Appennini, il cui avvio concreto
(Aprile 2007) è stato dato con l’approvazione,
da parte della Conferenza dei Presidenti delle
Regioni, di un documento che rappresenta
lo strumento unitario di indirizzo per
la programmazione delle risorse
comunitarie per il periodo 20072013.
La Convenzione degli Appennini, sottoscritta dal Ministero
dell’Ambiente, dalle Regioni interessate dalla dorsale appenninica,
dagli enti locali (ANCI, UNCEM e UPI), da Federparchi e da
Legambiente, mira a realizzare un programma complessivo di azioni
finalizzate allo sviluppo sostenibile delle aree della catena appenninica.
Un’importante opportunità per porre la biodiversità al centro del
sistema Appennino, nell’ambito di una rispettosa valorizzazione
economica del territorio. La Convenzione degli Appennini è la prima
convenzione al mondo che riconosce il ruolo centrale dei parchi e
nasce sulla base di un’alleanza tra diversi soggetti istituzionali e realtà
associative, e non è il frutto di protocolli e accordi internazionali
calati dall’alto. Rappresenta, inoltre, l’occasione per costituire
un modello di governance capace di avviare un processo
di tutela e valorizzazione, che veda concretamente
impegnati i soggetti istituzionali interessati nella
costruzione di un progetto complessivo di sviluppo
sostenibile per la dorsale appenninica, posto in
relazione anche con gli altri Paesi, per la
definizione di una politica comune per
le montagne che si affacciano sul
bacino del Mediterraneo.
da 30 anni insieme
una passione
lunga 30 anni
Legambiente è nata nel 1980, erede dei primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare
che si sviluppò in Italia e in tutto il mondo occidentale nella seconda metà degli anni ’70.
Tratto distintivo dell’associazione è stato sempre l’ambientalismo scientifico, la scelta, cioè,
di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici,
che ci hanno permesso di accompagnare le nostre battaglie con l’indicazione di alternative
concrete, realistiche, praticabili. Questo, assieme all’attenzione costante per i temi
dell’educazione e della formazione dei cittadini, ha garantito il profondo radicamento di
Legambiente nella società, fino a farne l’organizzazione ambientalista con la diffusione più
capillare sul territorio: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi
che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno
partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in
collaborazione con altre realtà locali. In tanti, insieme con lo stesso obiettivo: costruire un
mondo migliore. E se dopo 30 anni siamo ancora qui, è grazie anche a chi ci ha sostenuto
e accompagnato lungo una strada non sempre facile, a volte faticosa. Se anche tu vuoi
condividere questo cammino, unisciti a noi, iscriviti a Legambiente!
Per aderire chiamaci al numero 06.86268316, manda una mail
a [email protected] o contatta il circolo Legambiente più vicino.
Legambiente Onlus - Via Salaria 403, 00199 Roma
tel 06.862681 - fax 06.86218474 - [email protected]
Scegli di sostenere Legambiente anche con il 5 per mille!
Il 5 per mille non costa nulla, ma può fare veramente tanto!
Destinare il 5 per milla a Legambiente è semplice: con la
dichiarazione dei redditi, sul modello 730, sull’Unico o sul
CUD, firma nello spazio riservato alle Onlus (in alto a
sinistra) e inserisci il codice 80458470582
www.legambiente.it
con il patrocinio di
Foto: si ringrazia AlterEco e A. Antonucci - Archivio P.N.M.
L’appennino, Scrigno Di Biodiversità
L’Anno Internazionale della Biodiversità, di cui Legambiente è uno dei
partner, è un’iniziativa lanciata dalle Nazioni Unite per sensibilizzare
i governi e l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale che svolge la
biodiversità nell’assicurare la vita sulla Terra. Dalla varietà di forme di
vita animali e vegetali, infatti, dipendono sia la qualità dell’esistenza
umana sia la nostra stessa possibilità di sopravvivenza. Se la varietà
della vita è più ampia, ogni ecosistema reagisce meglio agli stimoli
negativi, siano essi rappresentati dai cambiamenti climatici, dai dissesti
idrogeologici, dall’introduzione di Organismi Geneticamente Modificati
o dall’invasione di specie aliene. Sono, invece, allarmanti i dati
che ci arrivano da tutto il mondo: una specie su tre è a
rischio di estinzione e la crescita sconsiderata delle attività
umane sta impoverendo la diversità delle specie a un
tasso mille volte superiore a quello naturale.
Il percorso di APE
Stamperia Romana srl Industria Grafica Azzero CO2 per il 2010 - Stampato su carta ecologica con utilizzo di inchiostri EuPIA
Montagne Del Mediterraneo
L’Appennino è uno dei più importanti sistemi montuosi europei, il
quinto in ordine di superficie, che dalla Liguria alla Sicilia, si snoda
per circa 1.500 chilometri. Lungo la dorsale appenninica sono presenti
oltre la metà delle aree protette del nostro Paese: 14 Parchi nazionali,
49 Parchi regionali, 103 Riserve e decine di altre aree protette, per
una percentuale pari al 27% del territorio appenninico, nelle quali
sono conservate specie e habitat prioritari, di grande valore nazionale
e internazionale. E’ il cuore della natura italiana - nei suoi
paesaggi, nelle sue foreste e nei suoi habitat vivono il
lupo, l’orso bruno marsicano, il camoscio appenninico,
l’aquila reale, il capovaccaio e la lontra - ma è
anche luogo di importanti insediamenti umani,
presenti fin dalla preistoria, nonché di
un vastissimo patrimonio immateriale,
costituito da feste e tradizioni,
gastronomia e artigianato, paesaggi
agrari, miti, leggende, musiche,
costumi, minoranze etniche
e linguistiche, e piccoli
comuni.
Ape - Appennino Parco D’Europa
La seconda fase di APE
Le catene montuose del Mediterraneo si estendono su una superficie
di circa 1.7 milioni di chilometri quadrati, corrispondenti al 21% della
superficie totale di tutti i Paesi interessati, e ospitano 66 milioni di
abitanti, il 16% della popolazione totale della regione. Il progetto
sulle Montagne del Mediterraneo, nato dall’esperienza di APE, mira
a creare un modello di sviluppo sostenibile per l’intero sistema che
interessa oltre 500 parchi e migliaia di aree protette, ed è basato su
azioni e programmi di sviluppo sostenibili locali e per promuovere
piani strategici per la conservazione dei più significativi sistemi
ambientali mediterranei. Il bacino del Mediterraneo è una
delle regione biogeografiche più ricche al mondo
in biodiversità (uno dei 34 hot spot mondiali)
e in specie endemiche concentrate nelle
zone montuose. Allo stesso tempo il
Mediterraneo è una delle aree più
minacciate dalla desertificazione,
dai cambiamenti climatici
e da altri processi di
trasformazione del
territorio.
Seguite le tappe
della Carovana degli Appennini su:
www.legambiente.it
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