NA CA CT MI RM LV IV .TuttoScienze STAMPA .LA MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2013 l P MEDICINA «Ci sta a cuore il tuo cuore» Una campagna in farmacia n Le malattie cardiovascolari provocano in Ita lia oltre 225 mila morti l’anno, pari a quasi il 40% dei decessi totali. Oltre il 30% è causato da malat tie ischemiche del cuore, come l’infarto del mio cardio. A soffrirne, però, non sono più soltanto gli uomini. La percentuale delle donne è così cresciu ta da uguagliare quella degli uomini. Se nei ma schi la mortalità è trascurabile fino a 40 anni, emerge tra i 40 e i 50 per poi crescere esponenzial mente con il progredire dell’età, nelle donne, in vece, il fenomeno si manifesta a partire dai 5060 anni. Nell’arco degli ultimi 20 anni, tuttavia, il tas so di mortalità per questo tipo di malattia è dimi nuito del 10% grazie alla diagnosi precoce, ai nuovi farmaci e alla promozione di stili di vita sa ni. Ed è proprio questa strategia che sarà l’ogget to della campagna «Ci sta a cuore il tuo cuore», ideata da Apoteca Natura in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale e l’Asso ciazione Medici Diabetologi. Per tutto il mese di novembre, infatti, nelle 500 farmacie del network Apoteca Natura saranno a disposizione alcuni strumentibase di prevenzione, tra cui un questionario per individuare i propri fattori di ri schio cardiovascolare (modificabili e non) e un opuscolo informativo: novità di quest’anno sa ranno le informazioni sul rapporto tra l’inquina mento urbano e le patologie cardiovascolari cu rate. «È importante diffondere in modo capillare un messaggio fondamentale spiega Giuseppe Ventriglia della Società di Medicina : è il nostro stile di vita la medicina più importante». “Molti tumori nascono a tavola” La nutrigenomica svela come i nutrienti possono accendere o spegnere i geni l P ONCOLOGIA VALENTINA ARCOVIO «P iù di un terzo dei tumori nasce a tavola, ma con la giusta alimentazione possiamo prevenirli e aiutare il nostro corpo a combatterli». Parola di Antonio Moschetta, direttore scientifico dell’Istituto oncologico di Bari, che interverrà domani all’Università di Chieti in uno degli incontri organizzati dall’Airc - l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro in occasione dell’annuale appuntamento con i «Giorni della Ricerca». Professore, cosa c’entra l’alimentazione con la na scita di un tumore? «Studi di nutrigenomica e nutrigenetica hanno evidenziato che la predisposizione dell’individuo a sviluppare una specifica patologia, come un tumore, non risiede solo nel corredo genetico, ma nell’abilità dei nutrienti assunti di “accendere” o “spegnere” geni specifici. In particolare le mutazioni del Dna responsabili dell’insorgenza di un tumore sono il più delle volte causate da un cancerogeno di origine alimentare che, a contatto con una cellula, ha la possibilità di mutarla. Questa cellula mutata può essere riconosciuta dall’organismo, che provvede ad eliminarla attraverso un meccanismo chiamato “morte cellulare programmata” o apoptosi. Abitudini alimentari errate possono compromettere questo meccanismo di difesa e impedire quindi il suicido della cellula malata che, invece, ini- Antonio Moschetta Gastroenterologo RUOLO: È DIRETTORE SCIENTIFICO DELL’ISTITUTO ONCOLOGICO DI BARI IL SITO: WWW.ONCOLOGICO.BARI.IT/ IL SITO DELL’AIRC: WWW.AIRC.IT zia a proliferare». A questo punto il ruolo del l’alimentazione finisce? «No. Sappiamo che le cellule tumorali sopravvivono senza ossigeno e sono in grado di produrre energia attraverso il glucosio, che è la loro benzina. Quindi, se riuscissimo a diminuire l’avidità per il glucosio della cellula tumorale, riducendo l’assunzione di zuccheri, e a riaccendere i cosiddetti “polmoni delle cellule”, i mitocondri, la cellula potrebbe tornare a utilizzare l’ossigeno e a cambiare così il suo assetto metabolico. In questo modo si riattiverebbe il meccanismo di difesa dell’apoptosi e la cellula malata morirebbe». Quali sono gli errori più co muni a tavola che possono influenzare la crescita di un tumore? «In 30 anni il nostro stile di vita ci ha portato ad abbandonare gli alimenti tipici della dieta mediterranea, preferendo un tipo di dieta troppo raffinata, come cibi ricchi di zucchero e di conservanti. Un altro errore comune è l’orario con cui assumiamo gli zuccheri: prima si assumevano a colazione e a pranzo, mentre alla sera si cenava poco e ci si coricava presto, rispettando quindi i ritmi circadiani del metabolismo. Oggi gli orari dei pasti sono slittati, favorendo una maggiore assunzione di zuccheri nella seconda parte della giornata». Che fine fanno questi perico losi zuccheri? «L’assunzione di zuccheri alla sera, quando la richiesta di glucosio da parte degli organi è fortemente ridotta, fa sì che i grassi si depositino nel fegato, generando il cosiddetto “fegato grasso”, mentre alcuni di essi possono depositarsi nella zona addominale. L’accumulo di grassi nella regione addominale genera la condizione alterata e patologica dell’adiposopatia, che sembra giocare un ruolo importante nell’istaurarsi dell’iperinsulinemia. Tutto questo fa sì che l’assetto metabolico venga compromes- Prodotto acquistabile su www.lastampa.it/shop o telefonicamente al numero 011 22 72 118 LA STAMPA NA CA CT MI RM LV LA STAMPA MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2013 Tra i misteri e le sfide dell’invecchiamento DANIELE BANFI n Nei giorni scorsi è morta Brooke Green Il convegno berg, «la bambina che non invecchia mai». No nostante i 20 anni, era intrappolata nel corpo e nella mente di una di due. Una sindrome, chia mata «X», che non le consentiva di crescere e invecchiare. Un caso rarissimo non più di 10 al mondo che grazie al Dna potrebbe fornire in dizi decisivi su come e perché invecchiamo. Un tema, quello della longevità, che sarà di battuto all’evento organizzato dalla Fondazio ne Ferrero e dall’Accademia di Medicina di Tori no per celebrare i 30 anni della Fondazione stessa. Il convegno in programma da oggi al 9 novembre ad Alba (Cuneo) e dal titolo «Invec chiamento di successo: un approccio multidi sciplinare» sarà l’occasione per fare il punto sulla ricerca e sulle sfide di una società che in vecchia. Nel mondo una persona su nove ha 60 anni o più e questo rapporto arriverà a una su cinque entro il 2050, mentre un bambino che nasce oggi ha la possibilità di superare i 100 anni. Un innalzamento della vita media che porterà a un’impennata nel numero di perso ne colpite da malattie neurodegenerative. È una questione non solo scientifica: l’obietti vo delle giornate di studi sarà anche una rifles sione sulle sfide sociali, economiche e culturali per favorire la creazione di una società per tut te le età, in cui giovani e anziani abbiano l’op portunità di contribuire allo sviluppo. Nel pri Il trend mo giorno, grazie al contributo di relatori come l’economista Mario Deaglio, verranno analizzati gli aspetti demografici, economici e sociopsico logici legati all’invecchiamento. Il secondo sarà dedicato alla ricerca biomedica sulla longevità: dalle cellule staminali cerebrali alla corretta ali mentazione nell’anziano, fino alla prevenzione attraverso adeguati stili di vita. Un convegno, comunque, non soltanto per ad detti ai lavori. L’ultima giornata, infatti, sarà aperta al pubblico e durante l’incontro, mode rato dal direttore de «La Stampa» Mario Cala bresi, verranno discussi tutti i grandi temi lega ti all’invecchiamento e alla longevità. Sarà l’oc casione perché ogni passo compiuto dal mon do scientifico diventi patrimonio collettivo. n Appuntamento dal 2 all’11 novembre: l’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, pro muove «I Giorni della Ri cerca» per conoscere i progressi degli studi on cologici e sostenere il la voro degli scienziati. Oggi e domani in 70 scuole se condarie superiori i ricer catori incontreranno gli studenti. Obiettivo: rac contare le loro sfide e ap passionare ragazzi e ra gazze alla scienza. so, creando un ambiente fertile per il tumore». Ma si può distruggere la «ca sa» del tumore con il cibo? «Per combattere l’infiammazione che caratterizza l’ambiente in cui si trovano le cellule tumorali si può ridurre drasticamente il consumo di proteine animali, cioè di carne, e privilegiare le proteine di origine vegetale, che aiutano a creare un ambiente antinfiammatorio». Quali sono gli alimenti anti cancro per eccellenza? l P STEFANO RIZZATO C he siano in voga o che la moda sia già evaporata, siano aromatizzate al sigaro o alla vaniglia, tassate al 20 o al 60%: tutto questo, per la medicina, conta poco. Quel che è importante è che le sigarette elettroniche possono essere decisive per aiutare chi fuma a smettere. E conta che non tutte le cartucce - i liquidi usati per ricaricare le «e-cig» - sono uguali: le uniche sane sono «tobacco free», senza contenuto di nicotina. “Sì alle ecig per smettere” Ma l’Ieo promuove solo le cartucce senza tabacco “Il governo le boicotta con una maxitassa” Carlo Cipolla Cardiologo RUOLO: È DIRETTORE DELLA DIVISIONE DI CARDIOLOGIA DELLO IEO L’ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA IL SITO: WWW.IEO.IT/ In un momento d’incertezza sul futuro del fenomeno tutto questo si può dire, per la prima volta, con dati scientifici. Merito di uno studio dello Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia, e voluto dal direttore Umberto Veronesi. Presentata ieri a Milano, la ricerca ha monitorato le cure di 71 tabagisti, fumatori di almeno 10 sigarette al giorno da almeno 10 anni. Intenzionati a smettere, hanno ricevuto il supporto psicologico «standard». A 35 di loro, però, è stata data anche la possibilità di usare una sigaretta elettronica, rigorosamente senza nicotina. Al momento di raccogliere i risultati la differenza è apparsa subito decisiva. Spiega Carlo Cipolla, direttore della divisione di cardiologia dello Ieo: «Dopo sei mesi dall’inizio della terapia ha smesso di fumare il 60% di chi usava la sigaretta elettronica, contro il 32% dell’altro gruppo. Anche tra chi non è arrivato a smettere i risultati sono stati significativi: il gruppo della “e-cig” - in me- dia - è riuscito a eliminare 10 sigarette al giorno, l’altro gruppo solo sei». I dati sono stati raccolti a prova di bugia, con visite sempre dallo stesso pneumologo e che includevano la misurazione del monossido di carbonio nell’aria espirata. «I punti di forza dello studio aggiunge Cipolla - sono l’omogeneità del campione e la frequenza delle visite con cui abbiamo seguito i pazienti». TuttoScienze .V Nel mondo una persona su nove ha 60 anni o più e la cifra è destinata ad aumentare ancora I giorni dell’Airc PNEUMOLOGIA . Come detto, l’uso di sigarette elettroniche senza nicotina è un elemento fondamentale sia della ricerca che delle raccomandazioni dello Ieo. Continua Cipolla: «È vero che le “ecig” eliminano l’aspetto cancerogeno derivante dalla combustione di ingredienti e costituenti, ma la nicotina non è priva di effetti nocivi. Le sigarette elettroniche che contengono tabacco portano ad aspi- rarne ogni settimana una quantità pari a quella di 180 Marlboro rosse: da cardiologo non posso che sconsigliarle». Quello che invece le conclusioni dello studio auspicano è che le sigarette elettroniche «buone», con sapore di tabacco ma senza tabacco, diventino un presidio medico e vengano vendute in farmacia. Una direzione opposta, di fatto, a quella presa finora dal mercato, visto che i negozi specializzati sono ad ogni angolo. Soprattutto, la stragrande maggioranza delle cartucce contengono liquidi a base di nicotina. È per questo che Veronesi prova ad andare oltre, proponendo distributori automatici di «e-cig» senza tabacco per garantire la comodità di trovarle sotto casa e metterle, anche su questo piano, in concorrenza con le sigarette tradizionali. Sul settore, però, pende la maxi-tassa del 58,5%, che dovrebbe entrare in vigore nel 2014. Salvo ripensamenti da Roma. «Della questione - rivela Veronesi - ho parlato con il ministro della Salute Lorenzin, che in modo informale mi ha rivelato che proverà a scongiurare l’aumento». Intanto, lo Ieo è pronto ad aprire un’altra fase delle ricerche. Una nuova indagine sulle sigarette elettroniche confluirà in «Cosmos 2», il programma dell’istituto che punta a validare l’efficacia di sistemi di prevenzione contro il cancro al polmone, quali la Tac spirale e la diagnosi molecolare. I pazienti saranno 200 e per un quarto di loro si proverà anche con le «e-cig» contenenti nicotina. «Non è una contraddizione - spiega Veronesi -. È necessario esplorare ogni strada e studiare tutte le chance per eliminare questo “mostro”». «Quelli tipici della dieta mediterranea. Frutta e verdura, ad esempio, abbassano l’indice glicemico dall’organismo, riducendo il carburante di cui si nutrono le cellule tumorali: sono consigliati le crucifere (broccoli e rucola), i pomodori, le fragole, le arance. Inoltre, gli alimenti ricchi di antiossidanti - come il tè verde, lo zenzero, la curcuma - sono in grado di “detossificare”, aiutandolo a disinnescare potenziali formazioni tumorali. Oggi si sta lavorando per conoscere i meccanismi attraverso i quali gli alimenti e i composti in essi contenuti sono in grado di cambiarci dal profondo, modificando i nostri geni e rendendoci più forti o più vulnerabili. L’obiettivo è conoscere l’alimentazione giusta ad personam, che come per le terapie farmacologiche individualizzate si dimostrerà una strategia vincente. E’ per questo che dobbiamo sostenere la ricerca attraverso la distribuzione dei fondi con merito e controllo della produttività, proprio come fa l’Airc, e i risultati degli ultimi 40 anni lo dimostrano, con l’aumento della cura dei tumori fino al 56% dei casi». Il ministro « Ora investiremo in più prevenzione» PAOLO RUSSO Ministro Beatrice Lorenzin, ha sentito Veronesi? Dice che sulle «ecig» il governo rema contro… «In verità ho sempre respinto qualsiasi tentativo di criminalizzare le sigarette elettroniche. Ne ho vietato l’uso nelle scuole perché possono indurre al fumo vero e proprio, ma mi sono battuta per la libera vendita contro chi voleva limitarla alle sole farmacie. Questo perché non esistono prove sulla dannosità del fumo elettronico, che può invece aiutare a far diminuire il consumo di tabacco, contrastando la diffusione del tumore al polmone». Ma a gennaio sulle «ecig» ar riverà la maxitassazione. «Dipende dal ministero dell’Economia. Condivido il giudizio di Veronesi sulla sigaretta elettronica per una politica di limitazione del danno, ma nell’inviare la richiesta di non aumentare l’imposta ha sbagliato a scrivere il destinatario». Non può proporre a Sacco manni di aumentare le tasse sulle sigarette tradizionali che il cancro lo provocano? «Le accise sul tabacco hanno raggiunto il limite. Però chiederò di reinvestire in prevenzione i proventi delle maggiorazioni d’imposta sulle sigarette elettroniche. Anche questo è un modo per salvare vite umane».