A QUIRICOQFILOPANTI PUBBLICAZIONE FATTA A CURA DELL' UNIONE REPUBBLICANA BOLOGNESE XV GIUGNO MCMXIII n. _._ ... PI-l di ...... -.~ Es' I, IN MEMORIA DI QUIRICO FILOPANTI L~ [g Budrio, con l'lffetto di madre, eterna pensiero dei cittadini, oggi che iII lt3lia nel bronw~l'I. memoria di QlJIRICO FILO, lél volanM regia è tullo:d il popolo nulla I PANTI. Dalle terre di RomaAI1f1 e dell'Emilia i nostri vessilli fiammeggianti, l segni della nostra fede che mai non muore, venendo in B\ldrio ,Rlorio5a, $picgati al vento, esprimeranno nella gloria ACCeSI\ dci sole, la mcmore devozione di un partito che, al disopra del misero successo della giornata, attende con animo invitto alli! predicazione di quei principi che furono il palpito costante e In gioia più viva dell'anima di QUIRICO FltOPANTI, e che resero bella e venerata la memoria 5\la. Onorando così QUIRICO FILOPA~T1 i repubblicani inneggiano all' eterna pIimavera dell' ideale l I repubblicani, esultanti per l'apoteosi di UI1 loro Grande, vogliono consegnare alla Storia, col ricordo di questo giorno solenne, il plcblScilo di devozione e di amore degli uomini migliori della democra:z.ia italiana, l'espressione del culto alto e verace con cui il popolo circonda la figura di QUIRICO FILOPANTI che simboleggia dignità c probità di vita, modestia ed altruismo, audacia di pensiero c gagliardia di azione. In quest' ora crepuscolare di scoramento e di dcvia'Z.ione della democrazia dalle vie luminose battute dai suoi pio- d. Co nieri, l'apoteosi del glorioso Segretario della Costituente Romana dci '49 abbia la virtù di richiamare il popolo alla sua antica e fiera combattività contro ogni forma di privilegio politico e di asservi· mento morale ed economico, oggi (oh ironie e antitesi dei lempi c della storia I) che lo scandalo fiorisce in luogo del di· sinteresse eroico, che il papato ancora e mcglio vigoreggia, anzi che csserc decaduto di ratto, ed in virtll di un com· piacente assentimenlo dello Stato pseudo laico attenta cd insidia alla libertà di Caro Calabri, 3 '/111:"0 /913 Di Qnlrlco FlkJpanti, santo td Uot di povertà come se fosse sfuggito al secolo di S. Franusco per allert in bm altro lt//lpo IIII'onimo 10vonorolfalUl e garlba/di/m insieme, dlro, glflccM avelt ~ol/f!o lidarvi di I/l{!, iII Budrio. Ala //01/ ~ possibile al/che fle sull'a. Mi sembrerebbt d/ imjmiirml lo gioia dtl/n lode che sgorga spontanto, me inlupre/ajom /I (fIort del pop%, ptuhl ~ /ngtJIlla e fmprollVlsa, Ialiti pili dtl quel tht ~ /I SIlO palp{lo mll/o cht dollt pnro/t il/ ('/II si ('spril/l/'. SCI/MImi dIII/qUi cd ollblllli filO Capp" FILOPANTI GARIBALDINO Ali' inizio del 1864 Quirico Filopanll te- neva la caflcdra di meccanica applicata nella Università di Bologna, cattedra che egli aveva già occupato nel 1848 ed a cui nel 1860, dopo il decennale esilio in America e iII Inghilterra, era stato nuovamente chia- malo. L'abbandonò poi nello scorcfo dello stesso anJio '64 non avendo egli, fiero repubblicano, VOllllo prestare il giuramento di fedeltà al Re che fu allora richiesto a tulti j professorI. Tale era la tempra di quel- ]' uomo la cui austera vita ru tullo un esempio di carattere, patriollsmo c disinteresse I Adunque all' InizIo dci '64, mentre egli era ancora lu carica, tqll1e un breve corso di Istituzioni d'arte militare ad uso degli studenti. Tale corso fondato sulle opere del celebre scrittore svizzero Dufour, che fu seguito col massimo interessamento da gran numero di studenll di tulte le Pacoltà, e fu poi pubblicai o in Bologna nell' anno stesso col fIlolo: Lo studente alla guerra (I) a giudizio de' competenli e tenuto conto del solo fine che l'insegnante 51 proponeva, quello di preparare i giovani alla guerra, è assai pregevole. La prima lezione fu tenuta Il 14 gennaio ed iII essa Filopanll Irallò della filosofia della guerra. Nelle successive svolse i temi: lallica, strategia, balistica, casframentazione e poIiorcellca, guardie nazionali, guerriglie e volontarI. In quesle lezioni filopanli trattò ;n succinto ma perspicl1amente cosi la paTte tecnica come Il lato morale dell' arte militare auspicando la democratizzazione della disciplina e l'elevamento del soldato mediante /' islruzlone c l'opera educativa degli uffidali ai quali raccomandava con Insistenza di curare lo spirito e la sostanza ben più che la parte semplicemente formale e materiale. Era questo il programma mililare della Democrazia e soltanto adesso, dopo molti anni, si è incominciato a lradurlo 111 allo. 2 " " Naluralrnente rllopanti ebhe agio, a più ripresc, di accennare alla e\'entualilà dclla guerra contro l' Auslria, che lu!ti allora sentivano Inevitabile e prossima, ed ai piani strategici che si sarebbero potllll studiare per scacciarlil dalla Venezitl, Nella sesia ed ultima lezione Pilopanli Iributò un ampio encomio agli ufficiali dell'esercito regio, dando iII lnl guisa un esempio di serenità e d'Imparzialità assaI rl'lro in quei tempi ne' quali le passioni poliliche erano cosl vive I Si pensi: egli, fepubbllcano nell'anima, elogiare gli ufficiali regi' lnratli parlava In questa guisa di essi a' suoi scolari: . Orgll uffltlall dell'esercllo regolllre ilallano lo ho una stlllla sprclafisslma, nOli pure a cagione del loro coraggio e della loro Istruzione, ma ancora perchè credo che formIno una delle uflicialilA pii) liberali che siano In Europa. Jufatti la maggior parle di essi sono effelfivi vq. fontarl, avendo spontane:lInente prrso servizio nell' esercito llallano, nOli tanto per amore della professione, quanto per amore dell' italia e delle libere lsflfuzlonl. La maggior parte di essi aveva volontarlamenle ed onorata mente combattuto per la causa dell' Indipendenza italiana nel 1848 e nel 1849, e frettolosi ed auche non chiamati si presénlnrOllo al rinnovato arringo del 1~9. Reso questo omaggio ali' esercllo regio (Un repubblicano per pronunziare allora in pubblico un giudizio cosi equo doveva possedere coraggio ed uno spirito superiore e indipendente), Pllopanti passava a traltare del voloniari. Di e:isl egli diceva: I volontar! !Iallanl, grazie al loro valore e patriottismo, grazie ~pecialFnenle al meraviglioso prestlgio, ali' eroico e cavalleresco cllralfere del loro lIIuslre condotllero, generai Garibaldi, sI sono acquistata nel mOlldo ulla rinomanza che la storia tramanderl aUa più tarda poslerllè. Poscia, chiudeva il ste parole: SIIO corso con que- E qui, o Signori, lo darò omai termine a quesla lezione, ed al mio troppo breve trattalo. Brc\'c perÒ qual' è, non crrdo che vi sarà inullle. Nelle gravi congiunture in cui versa il nO$tro paese, dohblarn tutti essere pronlf ;t fare In un modo od in un allro la parte di soldati; e voialtri in parllcolare potete facilmente esser chhlmalf ben anche a far quella di ullidall. Scoppiata la guerra nel 1866, era ben naturale che PHopanli, il quale già nel '48 aveva comballuto e nel '49 durante la difesa di Roma divideva le sue orc fra l'Assemblea Cosliluente di cui era segrelario ed il combattlmento, di portandosi cosi valorosamente da meritare l'encomio di Garibaldi, corresse ad inscriversi rra le schiere del Duce. Si arruolò infatti a Bari nel 6.· reggimento del. Volonlari italiani. comandalo da Giovanni Nicotera, e indossò colà la camicia rossa per la prima volta il 14 giugno (2). Egli che, come abbiamo visto, aveva preveduto che parecchi de' suoi scolari sarebbero stati nominati ufficiali, non volle assolutamente grado piil elevato di quello di sergente. Ecco (lui solto Pilopanli nell' assisa di sergente garibaldino qual' è in un rilrallo eseguilo dal fotografo Rossetti in Brescia e recanle a tergo la dedicatoria autografa: • Filopantl - Al suo caro e buon compagno d'armi - Frlsoni -. Questo esemplare è custodito gel~sa mente Insieme ad allre cose preziose di Lui nel Museo civico del Risorgimento in Bologna. Lo si vede qui con la sciabola da sott' ufficiale, sebbene di solilo egli, per generosa utopia, stesse al fuoco senza servirsi di alcuna arma e COli un semplice bastoncello In mano. In mezzo alla gaia vita del campo davallli ai fuochi del bivacco, Filopantl si legò in intima amicizia con un giovane e simpatico gentiluomo suo concittadino il marchese Giovanni Giuseppe Mazzacoratl, coito musicista, che si era arruolalo soldato nelle Guide garibaldine e che peri poi miseramente nel ben noto duello alla pistoIa avvenuto alla CA Selvatica presso Bazzano Il 28 febbraio 1869. II filopanti apprezzava nella giovane Guida, che si era subito conquistalo l'affello del Nicotera, l'ardore patriottico, la balda spensieratezza e la imperturbabile audacia. Sebbene tanlo diversi per età, il Pilopanli ed Il Mazzacorati divennero ben presto amici Inseparabili. III una corrlspondenz3 che il Filopanli diresse da Pieve (li Buono Il 27 luglio alla Gazzetta delle Romaglle, che la IlIserl nel NUlllero del 31 luglio, cosi scriveva dell' amico dilettissimo: lerl l' allro mall1na, per lemplssimo, avendo subodoralo la prossimità dcll'annlstlzlo, arriVllmnlO qui di cona, sollo Il Ilro delle artiglierie dellorle Lardaro, onde prender possesso di questa serle di plccoll pacsi e di queste Imparlanti posIzioni, prima che la diplomazIa ci fernlllsse. CI precedeva la Guida Mazzacorati. Quest· allro nostro concilladino è della srofla del povero Masina. Lfon In Sociel6, leone in CAmpo, la hivolezza alla superficie, la serleta, la forza ed il coraggio nrl fondo, al rovescio di lf\lltl e di Ialiti. AdIti" fILOPANTl. I due amici gareggiavano di \'alore. Filopanll con la sua parola, con la voce stentorea e sopra tulto con l'esempio ani· mava l commilitoni dimostrando grande coraggio. Solto il forte di Ampola fu ferilo e per la sua Intrepida condotta lu decorato della medaglia d'argento al valore. Lo fu pure il Mazzilcorali per a\'er comballuto strenuamente a Condino il 6 luglio. 3 Questi lnfalli fu dci soli cinquc pel quali il colonnello Nicotera propose la medaglia d'argento. Ascoltiamo ora lo stesso filopantl narrarci, modestamente, nella sua Storia d'Italia (VoI. IV, pago 343) le proprie gesta: Serbo la personale rimembranz.a che il seslo reggimento, nel Quale lo milllava sollo Il colonnello Nicolera, giunse Il Brescia nella sera del 24 gIugno, e che vedemmo COli dolore passare davanll a noi Il principe Amedeo ferito, Il quale veniva a larsl curare a Brescia. Chi non vede che qutlfantaquallro mila uomini comandali da Garibaldi, alla sinistra del brIllO cser~ clIo regolare, avrebbero potuto e dovuto dar un esito diverso da quello che 5' ebbe alla bat· taglia di Cusloza? Benchè per le Improvvide disposizioni 011nisleriali, il Corpo Garibaldino non sIa glunlo in tempo per prestare un eUicace aIuto all' eser· cito regolare nella principal sua ballaglia conIro \' esercito auslriaco, pure era inlportante non meno che arduo l' IIllizio che Garibaldi aspirava a compiere, liberare l'italiana pro· vlncla di Trento, detta il Tirolo italiano, dal dominio austriaco; tagliare alle truppe Imperiali quella comuniculone rra Vienlla e Verona, ~d elletluar~ qucslo disegno attraverso alle Irl~ cime ed all~ slrette gole delle Alpi Rellche. Sua base immediata era la cillà di Brescia; il suo immedIato obblelll\'o era Trento. I quaranlaquallro mUa volonlarl di Garibaldi, giovani per la maggIor parle Inesperti della 111111· zia, erano lulti vestiti della pittoresca camicia rossa, con beretlo rosso'e calzoni turchini, ed Ulla coperta dI lana, rololata ad arfllllcollo. L'arllla era un fucile a canna llscia, ed 1\ percussione, COli baionella. Di Garibaldi egli serb.1 quesli ricordi: La ferila da luI toccata Il. ManIe Suello non era ben grave, ma Aggiunla alte vestigia di Quella loccala ad Asprolllonfp. c di aJlre, ed al suoi vecchi r~umatlsml, gl' impedl d'allora in poi di monlare a cavallo. Non per Questo volle egli andare all' ospedale. Fasciata alla meglio la gamba, conlinuo a prellder parte personale ai combaHimenli in quella campagna, come In quella di Francla nel 1870 e 1871, andando in carroua. Nella unlpagna del 1867 a!traverso ali' agro Romano, mal fornito di slrad~, lo mettevamo colle noslrc braccia a cavallo, ave alava ancora abbastanza bene. Cerio e non pertanto che gli venne meno una qualche parte della sua efficacia personale, non avendo più facoltà di correre rapidamente Il cavallo di posizione In posizione, per osservar lo slato delle cos~, ed animare coll' aspetto e colla voce i soldatI. Tulfavla era mirabile il suo colpo d'occhio mUltare. In modo pronto e magislrale addllava sul terreno o sulla carla topografiea le posizioni ed indicau, con poche parole chiare e predse, 11 da larsl. , I suoi uUiziali di 510110 maggiore, nulla a\rebbero potuto far di meglio che eseguire puntual· menle I suoi ordini; nla spesso ave\'ano la presunzione di variarll in peggio, illlaginandosi dì correggerlI. Dopo ciò il Filopanll \'iene a parlare di sè: Nelnlaltino del 16 luglio gli austriaci, avendo occupalo alla nosha sinislra il paese di Cimego, posto sopra un' altura a poca dislanza dal Chiese, ed alla nostra destra la cresla di una lunga monlagna o contraffarle come si dice in linguaggio geografico, fra 11 fiume Chi~se e la valle d'Ampola, attaccarono con furia illlostro reggimenlo da Ile part!. Noi femmo non breve resìslenza dalla ripi! dcslra del fiume, e bellcM questo sia troppo rapido e prolondo per essere COlllodamente gua· dato, pur ne tenlammo il guado di fronte al I>osio chiamalo la Casa del DIAvolo, un poco al disolto del ponle di Cimego, per andare a scacciar gli austrIaci dalle loro vantaggiose posizioni. Alcuni furan Ira volli dalle onde, o per la rapidità di esse, o pei colpi delle palle nemiche. Aliti in maggior numero, ed lo Ira Quelll, lermaronsl In una lsolelta in mcno al liume. DI là tiravamo cOlltro I nemici, pochi di questi crano colpiti, menlre I colpi delle loro carabine di precisione, liratl dall' allo, uccisero o feri· rono parecchi del noslrl. Ne ebbi io stesso ulla ferila, priva di gravitll, avendomi un grosso bottone nel mezzo del pello servllo da usbcrgo. (1). Quasi contemporaneamente alla mia. ferila, ne ebbe una morlale Il maggiore Lombardi, il quale cadde e spiro sul pOllte di Cimego. Nel!' autunno del 1867 Garibaldi fecc l'appello de' slloi fidi per marciare su Roma e slcapparla all'onla elel dominio feocra!ico: Filopanli non poieva mancare. Egli che la sera elel 4 lugllo 1849 aveva Inlimato al colonnello frallcese Lamarre, che coi suoi aveva occupato l'aula della Costituente, la ben nota fiera protesla COlliro la violenta invasione dcll'aula stessa, anelava di rientrare a fianco di Garibaldi vittorioso, nella città eterna. Infiammato da quesli selllimcnti, Filopanli segui adunque Garibaldi quale addetto allo Stato maggiore e con Menolli, che era mosso da Rieli, si trovava a Monte Maggiore quando Garibaldi andò colà a prendere il comando della colonna che il figlio suo aveva 1\'1 condolto e che ere quella più numerosa delle allre due (Nicolera c AcerbI) che avevano pure Invaso lo Stato ponfificio. DI Filopanti durnnle la campagna del '67 nOli possediamo alcun rllrallo. Come la massÌlna parte dei volontari, egli vestiva l'abito civile: il suo era cosi l'om· posto: cappello a cilindro, redingole, calzoni neri e scialle a quadrellonL Cosi lo vide a Monle Rotondo l'esimio patriota bolognese col. cav. Cesare Ghedini e cosI ricordano di averlo veduto tanti altri. (~) Leggiamo ora insieme ciò che Filopanli Il<lfra nella sua Storia (pag. 361) del combattimento di Monte RotOIl<tO, nel quale fu magna pars: Alla lllt'Zzanolte che diede princlpio al giorno 25 di ottobre 1867, ci mettemmo in marcia at- traverso ali' ondulata cam)agna Romana, condotti da due guide telUlte sotto il braccio, una da me, e l'altra da Nuvolari, pcrchè non cl fuggisscro. Subito dietro a me ed a Nuvolarl VelliV'l.;lO a cavallo il generai Garibaldi, i suoi due figli Menollle Rittlolti, Il suo genero Ste· fano Canzio; Il venerando generale Nlcolll Fa· brlzi; Il ma",giore Alberto Mario; ed altri pochi a cavallo; poi il piedi varii btllfllgllonl di volontarii, condotti da Sta Ilo, da Frigyesi, da StItomone, dtl Valunia, da Vincenzo Caidesi e da allri valorosi. Ali' alba si giunse 50110 Monte Rotondo distante da Roma "enlollo chilometri. Questo paese cinto di terrapIeni, e con un pallllzo ca· stello, o rocca, di proprietà del principe di Piombino, era allora occupato dalla legione di Antibo. Il generale, fallo Uli giro d' altorno al paese ed osservate col suo sguMdo di aquila le Iloslzioni per Quanto lo permellev:l 1:1 crescente luce crepuscolare, distribui gli ordini ai Vllrti corpi perchè circollliassero 1:1 terra, ed egli intanlo occnpb il sollborgo senza che trovassimo alcuna resislenza. I francesi distribuiti sopra tutto il contorno del p:lese e della rocea tiravano contro di noi COli oltiml fucili e con artigllerla, facendo poche l>erdile, riparati come erano dagli slla\li. Noi tiravamo contro di essi coli' unica nostra arma di catllvl fucili. Cadevano per conseguenza in maggi>r 1111· mero i nostri che I ponlillci. Poca speranza eravi di prendere d'assalto la posizione, molto meno per fllllle, glacch! Il cibo mancava a noi e non agli assediati. l meno buoni fral volontarii padivano disperando tlella riuscita. Verso sera Garibaldi mi disse: ""- Filopanli, fatemi delle barricate mobili. - Farò quel che posso, generale, io risposi. Nulla vi era a proposllo, non un legno, non uno strumento, 1I0n un chiodo. Eravi però una blroccia. La feci condurre ad IIna vicina cascina, e caricare di fasclne, quante mai ve ne potevano stare. Strello 11 combustibile colla corda, tirato il veicolo sino al sobborgo, Introdottovi dello zolfo trovllto presso 1m bollegaio, e postovi iuaco, Insegnai Il pochi volonlarH di :,;plngerlo avanti a loro correndo, e facendosi scudo alla meglio col mucchio di fascine contro le schioppetlate del trancesi, sino a ct\.e te ll.\'es· 5ero posle in conlatto colla polla. Allura si ritraessero di corsa nel sobborgo. TuUo clb fu eseguilo bene e senza perdita, essendo gi" nolle. L'incendio delle fascine si comllnicb alla porta. Essa. abbntciava lentamente, ma verso meuanolte cadde. Allora l volontarii entrarono In fretta pass.1ndo sulle bragie. Entrò pure il generale a piedi sorreggendosi col suo bastone. t francesi eransi ritirati nel castello. A questo pUlito lasciamo un istante la Storia e ascoltiamo la narrazione che il Filopanti fece della presa del castello (ossia del palazzo dei rrincipi di Piombino) In una lettera pubblicata nel Resto det Carlino del 21 novembre 1891, perchè In questa ci ragguaglla più minutamente sul fallo e nella sua scrupolosa probilc\ dà a cui spetta lullo il merllo. (!:» Dietro l'abbruciamento della porla, eravamo entrati in Monle Rotondo, nella notle Ira 11 25 ed 11 26 di ollobre 1867; ma Il castello, appartenente al principe di Piombino, dominante il paese, rimaneVA ancora nelle mani della legione francese di Anlibo al scrYizio del pontefice re; né l'espugnarlo era la più facll cosa del mondo, perchè mancavamo affatto d'artiglieria, all' infuori di Ull cannoncino da fanciulli. Il generale Garibaldi mi disse: Fiiopanli, minale il castello. Mentre lo mi stillavo il cerebro per superare la grave dllficollà della mancanza di polvere, il capUano Agapo Ridolfi, mio amico ed ora dimorante in Bologna, ebbe la felice ispirazione di dar ordine a Giuseppe mcci, suo milite, di mellere il fuoco IId un ctlrro di fieno, in prossimili'l delle scuderie del Castello. Quel principio d'incendio determil1b il colonnello cOlnandallte la I(!gione d'Antibo, ad esporre dalle lineslrc bandiera bianca. L'episodio e chiarilo pcrfellamcnle. Il fUllIo spaventò le donne che erano ilei castello e fra esse la /lIoglie del governatore pontificio. Le loro grida e il timore dell'in· ce!ldio d~1 castello indussero il colonnello comandante le legione d' Antibo alla resa. Il racconto è di una meravigliosa evidenza e caratterizza come meglio nOli si potrebbe l'assoluta mancanza d' or~anizza zione in queUa campagna, mancanza già rilevata ampiamente da Raffaello Giovagnoli. t.» Ritorniamo ora alla sua narrazione nella Sforia: Allora il generale Garllla1cli mi diede un or· dine più gradevole e ehe fu facilmente eseguilo; 5 ~ -- -- --- --- - Spegnele "l'Incendio polcnè ora Il tasle)lo è nostro. 011 antllolnl furono mandall incrml nel te,rllario del regno, dove il governo Italiano li mise In liberlà. La presa di Monte Rotondo noli fll un gran fallo, ma è li principale e quasi unico e buon succt'Sso di quella campagna (I;). DI là, recando con noi Il plc:c:olo m3 Imporlante trofeo di due cannoni che avevamo catturati ci avanzammo a Castel Olublleo, luogo dcll'antica Fldene, SI voleva passare l' Anlenc ma I papallnl avevano rolto /I ponte e cl mancava qnalslvoglla malc- rlale ed istrumento per ristabilire il passaggio, GaribAldi perciò si accinse a girar l' oslacolo. marciando ti slnlstra per congiungersi a Pianciani 'che era a Tivoli, e mandò me In Iraccla di Nicotera che non 51 sapeva dove fosse j ma lo trovai a Velletri e gli comunicai l'ordine di venir ad unirsi colla sua colonna al centro. lo slava per porlare un simile ordine ad Acerbi a Viterbo, ma avendo saputo lo sbarco del francesi a Civitavecchia, mandai per me a Viterbo Il capitano Frosciantl, e corsl in Romagna per cercarvi del rinlorli. Intanlo avvenne I. funesta, non perb per noi Ingloriosa ballaglia di Menlana, nel giorno 3 di novembre, fra i garibaldini da una parte, I ponlllìcli e francesi dali' allra. Dapprima la ballaglla Inclinava a favore dei 1l0S11 r, II·', ~Hlille furono vinti. Non piccolo lu il lIumelO degli uccisi e dei prigionierI. Oli altri con Oaribaldl si ritirarono a Passo Con:!se sul territorio del regno. L'Impresa, materlalmenle fallita Il 3 novembre 1867, attese e maturò ti suo rluscimenlo, che avvenne ili 20 di setlembre 1810. Pilopanti non fu adunque alla ballaglia di Mcnlana, nè fu ferilo a Monle Rofondo, e se ne ritornò da quella breve campagna incolume, con una sola. scalfittura ad Ull tallonc ~ narra egli in una lellcra ad AlItonlo Giordani. Ma aveva iII essa dalo tutta la misura del suo coraggio rimanendo per alcune ore esposto al flloco calmo e menlre provvedeva con sagacia, nel miglior modo, alle piO. ardue necessità, Cosl ebbe termine la vita di garibaldino di FlIopanli, ma poIché egli era ~arjbaldino nell' anima restò scmpre tale fino alla morle : garibaldino nella politica, garibaldino nella scienza, garibaldino nella \'ita, FULVIO CANTONI L'Ideale mio della puftlln MUSICA l qUtsfo: la grazio, In forza e fa puro infotlozioM dellt l'od limone; l'Inspiro/a, orlglnalt, Inebbrlonlt MELODIA del confa; lino saplentt, l'or/a/a, poftnlt ARMONIA cllt secondi, ma non soffochi il canfo; /0 sponfatltO ed amorel'ole sposarsi del/t noie a/ IIna grntllt e Sllblime POESIA, oUa mi 6 NOTe (I) Lo ~tudttllt ilUp i""rQ on/If Tro/t(ltlJ t/tnltlltnrt drl1lf MlUzitl, BolOilLi, Illeuo la Semi. edlllite dtlla StOlla di Novata • ROII', 18M. 1_-8 PII. 168 con due iav. (2) Co~1 .erlUt in uni leller••Il'.mlco Inll:' Anlonlo morda III nlenle tccnlco t buon p.lrlola di Ctnto, lellera c~e IIlllellle • lullo Il Clllcnlo Filop'lItl-Olordanl.1 tro~' . ori nel All'SCi) del riSOl"cl.tnlo d/ BoiOlfI" al Quale l.l.to ItIItTlI$&mtnlt dOll:llo Inll d.ll'cereclo siC. c.rlo Olonlinl delllO t/Clio del Illii inllmo n,lco di Fllopantl. 1'3) A lillUlo proposllo .boctllltosto ncllt&Clmenlo "CIn' leg~end.: .1 nurlV" cht I. palla lYene colpilo l. pll.eta dci clnhlllno, t pokh~ Qutsla tla cIIl.le • quelli usaI. dilli llnll'fla di linCI, eri clet di OllOM con sop" la tloce dt Savo/" s.I t.Onllllllet'l clic tliop",,!l Ippena tocnto diI proletllle, avtu ud.mato: _To non avrtl Ql.l credUlo che b CI~ di S~vo/a mi I"ebbe ',Iuta l. vll._. Quesl. ltuend.. si dilluse ben pruto In lll!tl CII .et.lIIpalllenll del Oarlb'ldlnl e tu uditi Inche d.l vol/>ntarlo bO: 10lntle c.v. Rallltle Ron' di Villa Glori, Il quale file l.;I Ilpt!lcn "CIT I(Ino pochi IlOlnl. MI Pliopallll d.ke chl.ramtnte, ~ un ~tOUO bottone In nleuo Il petto_o Neppure t • c,edctll me CIII .hbla potuto pTonuntlare Que!!. Ir... perch~ la croce di Savoj. 105M IOYI'Ppolta al boU"ne. I bottonI del umklotli 1:111b.lcllnl, I dllferenu del hottonl dcII. I.nttri., eliltO lite!, (O/Ive.". 11011 rtcauno la CIOCC. (.q Pra quel clIlQu..nlla Ilorllinl - ( pa,lo Itlhprt di Qu~lII che a~lulvnno Oarlbaldl, nOll di quelli th~ SllllLlvano Il Nicotera c l'Acerbi - lKIn llun,n.no 1 cln<!u«enlo quelli che IndouuHro Il can,lcll rosSi; III litri tr... lutll vutltl dtl loro 'blll d. borlhue; no:l .cl:ull. n01l nu...erl Il btrreUl, non (rlre c~ dlslloptlWTO um COfp:) dall'llllo, "nll d,ll'lll •• COnlpal:nla_. (Oiovllnoll, op. fII., PiI. 116. l~) Qucoh letltr.l h, .crllla nell'cccUlonc della 1l1Orle del Olrlb.ldlno Olllltppe Rkci della qu.lc JI dello periodiCo diede nono. Fllopallti eonHIMl person.lmente l. Itllera a lIlt .Ilinclll losse p"b~lkall. 1':1:" t.OleVi npUlre di QUlndo ifI quudo nelll ufllcl di <l''el Ilornl'e. (Vell'" In proposllo l'intertlllnlelibro di ricordi di Olullo ('..donn!: A VtlplO, BoIOlJ:n.,7..nlchelll, l!lOt, P". m e leu.). (&) V. Raffaello o;OUlltOli L:: (sPDllIlIdo,u di AJOIlIt Rdolld. In RI.,/,/o J/fU(C/f Ici Rllorp"rnt:J, vol. l, parini 113, Torino, 1B1~ In·•• PUoplntl dopo Ivere a!fronr.lo, Imperturbabile, 11 ntmlco e dopo "·tr lalto dapp,inn l·lncendl.rlo poi Il POllIplerr, peT ,lpounl se,lue lo sle.,o «Iorno 28 al Comltlto bolocr,ue dI aNcorso lini hWI' lelttrl, ,ilelili In parle di VIO Pucl (t Bot()l:fUrt tee. pal· a ) Ip CIII ditevi' • VIII I"n palle del .-olontallel'0II0 dlporlltl con tloko valore· e laceVi l pill clldl cl011 del (ouellO contegno del volontarI bolol:nni e rll!ll',noll dopo l'uPullII.llone dtl casrello. Lo IltlSll Oiovignoll, pu, dlplorlndo te IIllnchevo· lu« dlt .1 ,lsconlllToIIII nella Pleparulooe, dl~ cll/II'Mente che t 'tOlollflri ~lectro, per opera dell. parle pJ/l elelll di cui, prova SpltndJodI litI /eno I1lMlo, del 10'0 ordln.mento, del loto COI_Ilio_ pIC. 115. ecc/lart i più (ari e nobili set/limitl", omor di dotllla, di gloria, di Patria, di virtù. InSQmmo /0 urco un insieme che ridesti nel profondo dttla mia aallt/o la misteriosa e soave rlmembranza di UII mondo migliore. FllOPANTl ùtnova 1<\ maRRlo 1913. L'ma Sigllore ed Amico, • Mi inchino riverente COli voi alt' alteua morale di Q/tlrico Filopanli. ITI questa dolce stagione che sveglia, dopo le marmotle, i frt11/ili pidosi e ridevoli della vanità in troppe più migliaia di regl/icoli di ogni COnio c d'ogni colore, e ciascuno si rode e guarda, cogli occhi di Ollido del Duco, il vicino a cui pore sorrido un gruppo numeroso di elellori influentl, in questa tropicale vegetazione di sfrontati che 1101/ seccherò coll' autllnno delle elezioni .. In questa nobifissima Italia che perde la misura anesIa degli lIomlnl e delle cose, e divide, senz' alIra, /I SitO ultimo censimento in dlle Uniche categorie - eroi da esportare in Africa e genj da coltivare in casa - lt nome del Fi~ lopanfi ritorna, veramente, dalla Storia e dalla sila Budrio colla grazia di /In fiore e colla efficacia. per chi lo illtende, di lino scudiscio. Operb. penso, e fu insigne mO/lumento eli modestia, Quirico Filopallti. Andò, voce verulicalrice delle antiche legazioni Jlonlifi~ cie, coi Soffi. coi RegI/oli, coi Savini alfa Assemblea della Repubblica Romana .. visse e soffri gli ardenti mesi della difesa, eSl/lio, ancora //fIO l/olia, delle eslreme prove del bolognesi a Villa Carrozza ed usci di ROma per il lUI/go esilio. Ma, VCl/ti anni dopo, nel giomo elef frion/ato Campidoglio, egli non c' t'ra a dirt: Allcll' io fui di Roma, prima che fII la pensassi sofamente / NOli presentò il confa e tacque. Tacque di sè l pago dei cenni di poche anime alfe e gentili - pago di ritomare, inviato di Su. dn'o o di Ferrara o di Bologna, di traUo in tratto Ira I nllovi leglsIatorl delfa nuova Roma - pago, sopratuffo, di quei suoi vaghi pensieri misteriosi e profondi in cui stupiva la sua mente assotiando gli uomini più IOIl~ ta/ll e le stene pilì diverse della s/oria UI/iversafe. Cal/dida, me/anconica vita conclusa allo spedalel Forse, slfl letto di morle, il nobile vecchio, guardando nei s/loi tempi/ontani e alle squallide mura, forse ricordò un altro Iella d'o. spednte in cut un suo antico ornica genovese, il Alameli, ero morto Ilon di cosI lunghi stellff e ili tante .ilolorose miserie... CerIo, neppure allora, il lIobile Pilopanli seppe illvidiore. Vogliale, egregio sigllore ed amico, elire i miei vi"i rlllgradamcllfi e i lIIiei safuti cordioli. Vostro gm- SILVIO PELLEGRINI • Ma quell' altro - 11l0lgl\~l1imo non mutò aspetto mosse collo. nè piego sila tosla •. Non meglio che a Filopanli tocca questa scultorla espressionc dell' Alighieri; ne meglio come ora appare più immacolata la virtÙ sila schiva di onori e dI compensi. In questo mutare di sentimenti e in questo travolgere di ideali, rnopnnti llembrerà unn creatura infantile ignara del destino umano, ma è invece un carattere adamanlino che nulla può e minimamente piegare o intaccare: non dubbio in lui, non sagrifizio, non speranze IIIJlntennero l'integrilà dell' immacolato animo, ma nativa granitica essenza della sua personalità solitaria. n! G. SEROI Di Quirico Filopanti, che per poco tempo ebbi l'onore di avvicinare nella Camera dei Deputali negli ullimi allni di vil,l. SilA, certamente aUri illustrerà Il VEdore scientifico. I repubblicani hanno perÒ uno speciale dovere: quello di esaltarne la costanZA nella fede politica professata sin dai giovani anni - riaffermata solellnemente nell' assemblea costituente di Roma ileI 1849 i ,'anticlericalismo sincero e intransigente. non di parole vane, ma di faUi veri. di cui fu lntessuta la sua vlla; la modestia insuperabile, pari soltanto alla rettitudine; il disdegno di ogni compenso, che polesse lontanamente far sospettare nei suoi sentimenti c nella stia condotta una speculazione, un calcolo economico. I repubblicani italiani in questo quarto d'ora non lieto hanno il dovere di esallarc tale vlrlu del Fllopanli, ad csempio, ad ammonimento dei tanli che professano una data fede polilica per isbarazzarsene alla prima occasione baraUandola con qua l,i asi compenso; dei ciarlatani, dei transfuga che ammorbano la vila politica italiana. NAPOLEO~E COLAJANNI 7 1:1 LE EPIGRAFI DEL MONUMENTO ... ... "j.. NEL MEMORANDO GIORNO IV LUULlO MOCCCXLlX SEOHETARIO DELLA REPUBBLICA IN COSPETTO DI STRANIERe SOLDATESCllt-: YIOLATRICI DEL CAMPIDOGLIO CONSACRÒ NELLA STORIA CON ROMANO ANIMO INVITTO LA SOLENNE PROTESTA DEL DIRITTO CONTRO LA FORZA DELL' ITALIA CONTRO IL PAPATO • • PER LA PATRIA SOLDATO E COSPIRATORE PER IL POPOLO DEPurATO E TRIBUNO NEL PARLAMENTO NEI COMIZI SOI~SE "'NDICE DEI. DIRITTO OPERAIO POVERO DI SOSTANZE RICCO DI AFFETTI l. MORI All'OSPEDALE. ... i\fI\MONENOO CHE VIRTÙ SDEGNA FORTUNA ASTRONOMO E MATEMATiCO LA MENTE ENCICLOPEDICA gPAZIÒ PER' MONDI INFINITI TRASSE BA PITAOORA I NUMERI DA GALILEO IL METODO DALL'INTIMA RIVELAZIONE DELLO SPIRITO LA SINTESI DELLE A[~'\\ONIE UNIVERSALI ONDE L'ETERNO MISTERO DEL CAOS DEL MALE DELLA MORTE III ••• • SCIOLSE NI:LL'ORDlNH NEL DENE NELLA VITA 000 UJiZI ]... • QUIRICO FlLOPAN'fI NELLA VITA E NELLE OPERE magnifico /01'0(0 dtlr tgrrglo "mica Nel 1889 slanlpò pure il libro: Rivolmiolle doft. 5111'io MOllori, nllli'issimo stgre/ario del Comitato ~SC(,/lfll'{/ per il /IIom/mel/f" fl Qllirko Fi/OPOllti, stra/domo qllesti dIII' b,f1Il[ impor/(11II/ssimi, doil:J/ti di non potcr t/arl' /11/10 l' opertl, cfle farmcra ti sua tempo og::cllo d, wu/ spuiare e Miste"", con lIna lettera :Id Adriano Lcmmi Da Ilfl pubblicQzlOllt. \ • Apostolo delll!. sclenzlI, come primI! lo era stato dell' idea Il<lzionale, intraprese poi un \>1'1legrinaggio nelle principali cillà d' Italill., per lener~i delle conferenze astronomiche, le quali Infono poscia lAccolle e stampate durante gli anni 1871 e 1873, nellil Sila aperll intitolai:!: ~ L'UnIverso. lezioni popolari di filosofia enciclopedica. Questa pubbllcuionc, che è considerata come la. Sila. opera capllllte, è divisa in tre grossi voIUllIi c fu 1110110 lodata dagli scienziati Schircpparelli e De Gaspllris. Emilio Ca,sleH<H, il grande palriola e sommo oratore sptlgnuolo, scrisse al tI\ Filopanti, il 13 nOl'cmbre 1893, venti anni dopo questa pllblllictlzIGne.... • Il mio ,,"etio o alla vostra persona e la mi" i'lmmir<l:done per • le vostre opere non s'intNrolllllono ll11\i; e quanto piil le leggo, maggiormente lUI crcSCOllO. Mi sembra il voslro libro dl'll'UII/l'erso 1101'1 delle maggiori sintesi del noslro lempo, 11\ vostra filosofia uno dci più splendidi lumiIlari nel ciclo del nostro spirito •. Anche Gnrib:lh11 in nna lettera dlrelfa a Fi· lopllllII Il 15 dicembre 1871, elogiando o f' Apoo stolo del vuo da II/i inil/nfo o. lIggillngc: .... o Ricordatevi che io voglio essere uno del voo sIri primi discepoli e segulrvi comunque .... o Ho letto il priOlO fmldcolo del voslro • Uni« verso· e lo sto rileggendo; Iloichè le sublimi veri là da voi accennate, deVOno esserc ben studiate p1.!r potcrle gllsl.1re ed esserne edi• licato o. Nel 1880 licenziò per le stampe: Dio liberale e nel 1881: 010 rs/slc, Ol>cre entrambe h· I osolico-rellgl ose. Durante Il 1882-1883 diede alla luce la Sjn~ ttsi ddla Stor/o Uni··crSllle, In quattro volumi. Emilio Castellar, già citato, eloglb molto Quesia operA. Monlperrier, ebbe a scrivere sul )ollmnl dcs D~bafs, essere qlleslo un • lavoro • nOI1 soltanto Istrultlvo, ma dilettevole a leg. o geni '. Medoro Savini esternò Il voto che la storia di Filopanll, passa dive.lire un mcno di edncuione leUeraria, p.ltrioltica e morale nelle scuole d' It:ltla. O ... M .'. della lI\asslll1eria. Motli arrlcci3rono il IIt1S0 l)Cr questo libro e gridarono allo scandalo, apprendendo che egli era un antico ed autore\'ole affigliato alla secolare Istituzione, ma della In!olleranza o ignoranza degli altri, egli 11011 si curò, Le sile prindpali scollerte o innovazioni nel campo della scienza furono: Fin dal 1843 in· ventò le tetc che ebbero il suo nome, per le prese delle acque nelle rotte dci fiumi, sistema mollo pratico ecl utile ;'ldotlato poi e tuHora in uso dnl Genio Civile. Scoperse l'ordine esaUo ed Intero defl' anIico CnlMdorio RomallO ili tuHe le sue diverse lrasforll1uioni successive e lale scoperta III giudicala dali' Acc"demia delle scienze, degna del premio P1l.!ci\lll. Studiò e scrisse prim() Ira tutti (Iin dal 1858 e '59) l principi i f()ndamentali dell' unilien:louc universale dell' ora e del sislema dei fusi orari, nella sua opera Mfranda, e con decrelo IO agoslo 1893, t<lle lunova7.iolle di cnjlilale IllTpor· fan ZII VellITe appllcala in Ifalia. III Chimica ideò una nuova nomenclatura atomistica, che fII approvata ed elogiata dalla Accademia delle scienze di Bologna. Sulle GcnTanil!, 1111,' dl!lle p:uti l'iiI importllnti del suo Ullil'u~·u, Idl!ò TIIIIl piil semplice uranografia, purgando il firmamcnto di'lile lurpiludilli della greca mitologi" c segnando intonlo "l simbolo del Cristianesimo, i fatti della Umanllà, j nomi dei padri dell'anllca e moderna civillll, dei grllndi pocli, filosofi, la llit'lIIorla delle grandi scoperle di lutti l secoli. Prima di dar l'elcnco del slloi libri, nOn posso dimenticare il suo Innn afl' Italia, composto e scrilto da lui circa nel lugllo 1886 senza conoscere la musica e servendosi dei soli numeri. l' IUTIo III eseguito per la I)rlma volla nel noslro tealro COllsorziale, Con accompagnamento orchestrale, d;'lgli arlisfi e dai coristi scritturati per l'opera • Il Trol'nfore. che In quel!' autUIlIIO del t800 si dava al tealro stesso. fII di· rello da un budriese: Il mio amico maestro Ce· sare Testi, del quale Filopanti, In uoa leltera indlr1zzalarni, nel 12oUobre 1856, fa gli elogi e sllgRerisce istruzioni per "esecu:tione, pre· mettendo di !tsslslere, cOllie di falli asslslè, alla • esecuzione stessa, la quale riuscllnappunlablle. Ecco l'elenco delle pubblicazioni, di cui egli ebbe la compiacenza di cnumerare In una SIiOl. leUcra " me dirella, omellendo molti opuscoli In gran parte 'smarrili o perduti: 1843 - c Presa delle rotte ~. 1845 - • NoI. pop. di Fisica ~ il cui aulogralo è pOllserluto dal signor TrippOl. Angelo, pa· rente del Filopanti. 1858-60 - c Miranda c (scritta In inglese)" 1865 - • Luogo del Rubicone e 1871-73 - • Universo e. 181!l - • Il Te\'cre e la campagna di Roma~. 1871 - " ~arere l«nico sui canali in genere, ma principalmente per quello di Budrio~. 1880 - c 010 Liberale e. 188\ - c Dio esiste". 1882-83 - • Slorla Uuiversale c. J8El5 - c Acquedolli economici ". 1889 _.• Rivoluzione e mlslerl ". 1891 - • Sioria di nn secolO. J per cui ebbe gli tlogi di O. Bovlo. 1893 - ,- Merveille ". 189-l u • Bibbia Sociale e (seconda ediziol1c). lntanto le condizioni del ma"lalo sl aggravavano In modo allarmante e il 14 dicembre di dello alino, pnr lIIostrandosi contrario ad ab-bandonare il suo ll1odestlssimo ò'l.pparlamento. su da ollre 100 scalini, e poslo In via IlIdlpen· denza al n. IZ, dovette accondh..cendere a la; sclars! trasporlare all' Ospedale Maggior!:, in IIna camera a pagamento, l>cr le vive inslstenze degli amici J consigliali da medici valenti, af· finchè l'assistenza potcsse essere esercllala con pertetta conllnullll. La cittll tutta, senu distinzione di parte e di easla, seguiva trepldante lo svolgersi della fal .. le malatlla e gli MI Ici, i reduci garibaldini e i veterani, per turno, prestavano, riverenti e commossi, la loro assistenza All' infermo. . . . , . . . . Egli era purlroPIlCl minato, da parecchi mesi, da nna paralisi progressiva, e Quasi consape· vole d.1 suo stalo, mi scrh'eva il 21 gennaio 1894, proprio nell' anno ralale della sua morte: • Carissimo Silvio, la sorte mia pel mo· mento non volgesi al layorc. Se Ilon si can· gia radicalmente nel 1894, preveggo che 110/1 arriverÒ al '95: nel 1800 aspellavo llIl cambiamento di fori una mia, se non prevedevo che farei una mllolaltia, e la fecI. Se non si call1bia la sorte lIIia e dell' Umanità in que· st' anno, laremo I ponli lui fiumi (egli qui AlILtdeva ai ponti che Ilrogellò snll' ldice) ed ali• che IIn po' più tardi... I palloni dirigibili. In• lanlo la sorle cOll1inua ad avversarmi anche • nelle piccole cose ". Rltlratosl ili casa, dovette mellersi in letto assisltto altelluosamente dalla sila Signora, dal fido Uccelli e da numerosi amici suoi politici, personali e autorità cittadine, che 11011 abban· donarono lIIai Il venerando vegllardo. Duranie la sua malattia egli trol'avasl, come al solito, privo di muzl e tentò di scongiurare questa penosa siluazione, col far distribuire Il suo II11lmo libro • La Bibbia. per rlcavarne qllalc:he compenso. Ma gli amici che vigilavano non permisero che lottasse coll' Indigenza e fecero a gara per fornirlo del ne<:essarlo, nella misura che la sfessa delicatezza e grandissima rltroala sua cOllsenllvano. lO li Bollettino dei Riornl f5, 16 e 17 J con un crescendo angoscioso, an1\unziava ai pubblico lo stalo disperato del malato, e la matlina del 18 alle ore!) e un quarto si spegneva nella ca· meretta dell'Ospedale Maggiore, la veneranda e gloriosa esistenza di Q. FlIopantl. Cosi Ilnl questa grande ligura di Apostolo, di Filosofo e di Sclentiato: discepolo di Muzlnl, amico di Garibaldi e che dedicò tulta la sua vlla pel bene della Patria e dell' Umanit!!. DOTT. SILVIO MONARJ Sfere/ario dti Comitato Estrutlyo ptl MOnllll/ttllo a Q. FiloPfllltl B..dlJo ~ all'lIno. 1!J13. bi Quirico Pilopanli mi piace quesla profezla: • Nel 1920 non vi saranno piil re '. Non so se precisamentc nell' anno 1920 i popoli avranno rovesciati lutti i Iran i, lI1a certo si è che l'umanità cammina fafalmente verso questa llllissimfl meta sfolgorante di amore e di Iibertà_ Filopanli, con Mazzini e altri intellelli sovrani del noslro risorgimcnlo, ha il merilo di avere scoperto questo moto indefinitamente progressivo dell'umanità e di avere con il suo occhio - magnHico invesligalore dei misteri dell' infinito stellato - lelto nel libro dell' avvenire. Perciò possiamo dire ch' Egli non è morto, ma vive e lo Spirito suo è con 11111\ gli uomini che lavorano e lottano per ii trionfo della scienZa e del bene. ANTOr-:IO GIUSQUIANO L'ANIMA DI FILOPANTI Alle ed onorevoli cose ai giovani parlava Quirico rllopanti e le slie parole a noi suonnvano come la gran voce dell' i1alica virtù che non muorc. Ed alte e onorevoli cose operava. Non altri meglio che Quirico Filopanti praticò COll purezza e semplicità quello che il fitosofo noslro affermò dover cssere hl. vita per lulli gli uomini: una milizia per la verità c per Il bene. Quando con esempio mirabile nella storia IIIlova d'italia, il popolo insorse bellissimo ilei sila cupo entusiasmo operando col senno del suoi migliori, e fu nel 1849 in Roma repubblicana; Quirico filopanll delle allora tutto il fremito degli anni migliori e l'ingegno e Il braccio alla difesa di quei prillclpil che egli dei primi aveva gridali dall'allo del Campidoglio; e ad essi giurò fede e la serbò pur negli anni della matu· rità e dclla sventura, fulgida quale gli aveva sorriso nella mente giovanile. Non dubitò, nè piegò... E quando fu la nazione e molti entusiasmi sbollirono e, soryenendo nuove cure e nuove tristezze, molli ebbero paura degli idcali delle generazioni che s'affacciavano allora alla vita della patria, egli non rifuggI dal prendere posto fra i giovani. Non si accontò cogli avversaril del giorno avalltl e nulla mendicò: l11A prosegul infaticato e talora solitario c Inascoltalo l'opera sua di educazione civile richiamando la gente Italiana alle vie della perfezione ideale. E cOllle nel maggior tempio di Roma ai francesi entrali con la mitraglia :nella repubblica ruinata avcva parlato,""commosso e riverito, dell' amore divino e dell' umana fratellanza, cos1 non cessò mai di ;onorare e ptedlearc e aiutare COli gli scritti e con l'opera la libertà, la felicità, la civillà del genete umano. Una notte, lIna triste notte del 1872, quando passò da Bologna la salma di Giu· scppe Mazzini e i patrioti che le tante volle avevano alteso dal profugo confessore della loro fedc il cenno dell' insurrezione, e i gio· vani e gli operai s'affollavano sollo l'ampia vetrala della stazione salutando rivercnli il glorioso che gli amici discepoli accompa· gnavano al riposo di Staglieno, Quirico Filopanli ncl silenzio della \lotte funesla, erella la testa veneranda, acceso di vh'a luce lo sguardo, disse memormlde parole ai circosllmli accorali. E le ridiceva al popolo d' italia; • Pacificate le ciUtl e le campagne, cac• clale l'ignoranza e l'odio dagli animi, l'ingiustizia lIegll ordini dello Stalo, ren· dete sicuro il lavoro, risollevale la plebe, educalela, e serbale l'Idea della giustizia che non mula per volgere e lllutare d' e~ venti •. PIO SCII INETTI Quirico Fllopantl, fu lIllO di quei farli e gloriosi patrloll che colla parola, col pell~ siero e coli' azione rifulsero di fulgida gloria nella storia del nostro risorgimento. Dalla imlllorlaie Repubblica Romana del '49 sillo agli ultimi giorni della sua vila stette saldo all' avanguardia della Democrazia. Non lentennò,lIon peneolò, non fu mai opportunista. Tulto diede alla Patria, nulla volle I)er sè. "lorl misero ali' ospedale, ma· ricco di virUI repubblicane. Pu degno di Plularco, Rammenliamolo alla dimentica giovcnlìl italica come esempio di caraUerc, oggi che Il caratlere è merce rara, FRANCESCO MORMINA-PENNA Il Vidi, per la prima volla, Quirico Pilopanli, in Catania, verso il '74 o il '75. Assistei, anzi, alla Conferenzll, cile, preselltalo da Mario Rapisardi, noslro maestro nel R. Liceo. Spedalieri _, tenne, nella gran sala del Palazzo Municipale, Intorno a quella mistica filosofia, che sintetizzò poi, ilei Dio Ifberale. Mi parve, sin d'allora, Ull pensatorc fo- derato di apostolo. Dopo J' 80 lo rividi spesso in Roma e non poterono, riguardo II: lui, che fortificarsi le mie Impressioni gìovanili. Venerare la sua memoria è tenere allo un gr:lllde esempio di dottrina e di probità di vita. 24 maggio 1913. GIUSEPPE CIMBALI della R. UI/iversità di Roma Con entusiasmo plaudo e lodo tulli qnelli che si recero promotori di un mOllumento al Grande Quirico Filopanti. Si, Grande; grande di mente, di cuore, di virtù cittadine j di iutte quelle vielil che si deridono, che si calpestano oggi, dai bruchi dell' arrivismo. Filnparlti, è una fulgida e pura gloria italiana, che va, come ammaestramento, tn\mandata, intatta. ai posteri. Egli, nella sila sconfinata modestia, fil maestro, luce, 1I10to, vii a, perchè :llllm:lto dalla Fede, di quellil fede che riassume tutte le vlrtù civili. Egli, per un nvvenire sociale migliore, l'iii equo, più giusto, più grande, lollò con la mente, con la parola, con la penna c col braccio, ed in tullo vi lasciò la sua indelebile impronta di onestà, di grandezza. Budrio fu la sua culla. No, la culla di questi esseri superiori, è l'Italia, è l'umanità. Essi sono di luUI, e di nessuno, percbè nessuno ha il dirlllo di appropriarseli, lutti di rlvendicarli, perchè per tutti combatlemno, soffrirono, e morirono. Quirico Filopanti è degno d'essere monumentato, non solo a Budrio, ma in una Romn antica, nell' urbe, ma che oggi non è più lale dacchè sllbl l'infamante oltraggio papale e monarchico. 12 l Pilopanti, non dovrebbero avere allro monumento, che il cuore degli oppressi, i' imperitura gralilLldinc dei popoli liberi. Sorga, almeno, da Budrio, un grido di minaccia ai rabagas che governano, di ammaestral1lellto alle massc pllsil/e che gli obbediscono, di disprezzo ai codardi che tradiscono tutti, di speranza per un non lonl,mo avvicinamcnto amichevole fra repubblicani e socialisti, clò che era il sincero augurio del buon Fllopanli, mio amico carissimo. Parigi 16 maggio 1913. A,\IILCARE CII'RIANI . Quirico FHol>anti appartielle per il caraltere, per l'entusiasmo, per la purezza c semplicità della vita, per la versatilità del~ l'ingegno, per la fede morale c politica a<l lilla delle piil nobili tradizioni <lei noslro P<\csc: poichè sono indigene fra noi la Iradizione e la potestà di trMUltare in materia di poesia e di spirituale credenza i risultali della scienza e del ragionamento; t.,li fUA rono i nostri grandi pensatori del ninascimento, ai quali il Filopanli per più d'un Ira.lto della sua fisonomia di uomo e di scrittore è prossimo e somigliante. Egli fu, come quelli, irresistibilmente portato alla sintesi filosofica e scientifica., ad innamorarsene ardentemente, a rame l'espressione di tlllla la Sila vila, a ricercarvi la poesia e la ragionc dell' esistenza. Leggendo le sile Pllgine noi vi troviamo 11M fonno menlis profOlldamente diversa da quello di tlltti gli altri scienziati del nostro tempo; assai minore è la forzil persuasiva delle sile sintesi, ma perenne è il fascino che emana da esse. E se talora noI ci sellliamo da llli 1110lto lontani per il lIIodo COli cui egli trallò le grandi scicnze dell' universo, fisica, chimica. astronomia, geologia, biologia e per le COllc1usioni che egli credelle polerne trarre, lo spirito nostro si sente attratto verso di lui per il generoso ardimento, a cui sempre ispirò la sua vita di pensiero e di azione. La vila di Quirico filopanli é un poema vissuto, che si compone di superbe visioni intravedute attraverso i segreti scientifici del cielo e della terra, di purpurca gloria garibaldina e repubblicana, di meditazioni so- lenni e profondc innanzi nll' unico allare delta siw coscienza, di as[)irazioni sublimi c libere verso il trascendente infinito. Cosi dalla scienza e dalla poesia dI'Ha vita levò l' (Ili verso l'assoluto Ulla sua purissima fede religiosa che ha riscontro COll quella di Giuseppe Mazzini. Quando !file è l'assoluto e tale é la fede, tutle le libere anime s'inchinano. l3ologna 21 maggio 1913. GIUSEPPE TAROZZI Ho conosci ula Quirico Pilopanti negli ultimi anni della sila vita, e lo senUi spesso ricordare con quel SIiO atteggiamento di asceta i meravigliosi [aHi della Repubblica di Roma, ai quali aveva legalo il suo nome. Non era un 110010 politico, Ilon poteva essere lltl uomo di parte; era il ricordo vivente di tempi e di falti Ilei quali politica e pnrlllo scrivevano pagine incancellabili nel libro della storia italiana. Roma 20.1 maggio. SALVATORE I:3A/{ZILAI Il l H RICORDI Oltre un quarlo di secolo 1... Giovinetto, da una cilladina di provincia del Friuli, guardavo Con pensiero cupido a Bologna, faro dì luce illtcllelluale. Nelle mie non vaste cognizioni, splendevano alcuni nomi, vanti della dotta citt?l, alla quale corrCVaJl0 le mie plCI ardenti aspirazioni: Giosuè Carducci, Aurelio Sam, Giuseppe Ceneri, Olindo Guerrini, Augusto J\1urri, e, sovratutti fascinatore per l'impeto dei discorsi parlamentari e mitillg'ai, Quirico Pilopanli. La poesia, il risorgimento palrio, il foro, l' arlc scapigliata, la scienza, la politica. Si insinuavano, sui miei sogni felsinei, i nomi di Mancine/H e di Antonel1i, pei quali la musica del teatro e della piazza facevano Bologna invidiata da quanti parteggiavano pro o contro Riccardo Wagner in quel lungo dibattito di polemiche e di esperimenti che nella metropoli emiliana aveva l suoi SCOIItri risolulivL ... II mio sogno si realizzava. Giunsi a Bologna - con la mente piÙ ricca di propositi che il portafogli di biglietti di btlllca - e quegli uominI, le figure eminenti del mio orizzonte ìnlelleltualc, co~ nobbi UIlO ad \1110 prescnlandoJllI ad essi con senso di timorosa rìverenza, ma col cuore pronlo a seguirli nelle loro battaglie per l'arie, per la scienza, per la civiltà. Giosuè Carducci e Augusto Murrl nelle aule universitarie vibranti di ammirazione e di plausi; Giuseppe Ceneri in Tribunale, associatosi alla difesa cii noi giovani, Imputati di lIon so Cjl1ante diavolerie; Ollndo Guerrini nel raccolto silenzio della Bibliotecn Universitaria; Mallcinelli nel salone del cOncerti al Liceo Rossini c nelle magnifiche giornalc orcheslrali al Brunetti; Antonelli sulla piattaforma dì Piazza Galvani, dove ebbi l' (lilegra tcmerità di soslituirlo con ulla banda di cartofani durante le feste gOliar· ùiche <leI cenlenario; Aurelio Saffi, malato, in sua caSa, dove mi fccc l'alto onore di invltanni, rHenendomi degno di esporre agli studenti, in pubblica adunanza, le ragioni per le quali egli riteneva non fosse com'cnIente di turbare, con manifestazioni poco ospitali, la visita dci sovrani in Romagna; compito che io - repubblicano e socialista aHlenlc - accettai, ritenendo, fin ù' allora che la piÙ assoluta fermezza dei principi potesse accompagnarsi alla cortesia delle forme, ... Sotto il porticato del Caffè San Pietro - in una serata piovigginosa d'inverno m'imbattei in lui - Quirico Filol)anti. Egli camminava anCOra diritto, il passo deciso, il cilindro IIn po' di traverso, lo scialle stilla schiena, l'occhio buono a cercar nell' infinito, oltre le voltc e gli archi, il !anlasma del ~ Dio liberale· creato da lui a propria immagine e somiglianza. Avevo, pI'I I\\ae!':fro, un biglietto di pre~ sentazione, e mi prc~en!ai. Lo accompagnai a lungo, su e gHt per il portico, nella sila passeggiata, senza interrompere - se non COli monosillabi dl approvazione - il fluire delle sue racco· mandazioni e dei suoi moniti, che segnavano la linea diritta di un programma ram~ pollante dalie cose e prolullganlesi scnza oscillazioni, in una visione di progresso umano inlillito. 13 Nei miei ricordi politici giov<llll1l è quesia certamente il più caro i ed oggi che mi rivive limpido nella mente, mi da Il supremo conforto di sentire, nell' intima coscienza, chc dalla linea di indefinito progresso Ulllano che li mio grande predecessore pariamentare tracciava, me conscnziente, non mi sono diparlilo e non mi dipartirò mai. ... L'uomo venerando llon avrebbe certo Illai pensato che a succedergli nel Collegio di Budrio sarebbe stato IIn giorno il giovane e alquanto scapiglialo studente che aveva illterroilo per un momento Ic di Illi meditazioni peripaleliclle solto i portici di San Piefro. GUIDO POORECCA " UN IDEALISTA " Fu ndllto molte volle avviarsi alla Camera dei deplllali sbocconcellando un peno di pane compralo In una delle piil inflme bottegucce della capitale, come unico paslo della giornata, e mori a 82 anni, il 18 dicembre 1894, in ulla stanzelta dell'Ospedale Maggiore di Bologna couservando pura e immacolata la letfe repllbbllrmlO che nel 1849 Ilroclamb trionfante nella Roma dei papi e del Cesari, annunziando al mondo la nuova éra del miglioramento morale e materiale nella condizione di tulle le classi sociali. Ma lurono illusioni, non vaneggianlenti, che Fllopantl difese il cuore Rperto Tlclle AS:lcmblee e sulle barricllte, come un alllico cavaliere d'amorc, come un filosofo della vecchia scuola di Socralc. E Il Socrale InfalU rassomigliava. A lui nella sercnltà della !ronte, o ridente o pensieroso, risplende l'a la bOl1M dell' animo lorte e la severltA dell' ardllo intelletto; e in quella lemperallt3 di farla e di bont', di lnovimenlO e di calm3, egli aveva connolate e rispecchlate tutte lc facoltà plfl degne del popolo che Filopauli educava ed istruiva COn l'esempIo e con le opere, che egli, mIsero tiglio di 1.11I falegname, onorava con la fermena del caratlere e la purillt dei costumi, ed al quale, senza ostentazioni e senza adula:doni addllava la l'la per giungere al sicuro mlglioramcnto, una \'Ia di IQfla,~dl ~acriftcl, di "ol~lIIi e d'amon. E dell' amore il Filopanti fu vera e gloriosa Incarllazlone. Amava \ giovani perchè li riteneva 1 solì capaci a compiere l'opera iniziata dalle Ilassale Renerazlonl e lroncata 11 metà dagli ambl7.iosi e dagli IIlfaristi. e si scaldava di nobil' IIssimo entusiasmo al ricordo deglI ardori glo\'anllL Amalia I vecchi verchè r<cppresenlavano le glorie della patria ed etano l'emblema del sacrificio da allri sfruttato. Amava gli operlll perché rappresentavano la forza viva del progresso, la forza cbe lavora, produce e spinge la gran macchina nell' universo, ma Il ama\'a maggiormente perchè erano gli eterni sacrliicall, I perseguitati di tuHe le epoche e di tlllll I governi, perchè deboli dovevano rilevarsl contro le prepotenze e gli abusi del forti. Amafltt, pra/eta, passIJ sul/a lerra. Ma corne Il amava 1 Un giorno a Bologna gli si presenlb un operaio che aveva lutti I pantaloni strappat!. FilopanU sI levb I suoi e rimase in mutande ad osservare le stelle con uno del cauocchiali del suo osservatorio -- canocchiali chc furono venduti <Id lino ad uno per sovvenire le altTlli miserie, per beneficare molli che se Ile resero poi Immeritevoli, ma non lasciarono alcuna traccia di rancore lIel cuore traboccante d'alletto dell' impenilenle Idealista, che sempre e continuamente pensava ad una Repubblica Itderale tllropen che In modo pacltleo sarebbesi imposta a tutta la lerra. Ed eccolo a difendere questi Sllcrosantl ideali ancbe dopo il fratricidio del 1849, anche dopo un 1l1ngo esilio in Inghlllerra e in America; eccolo nel 1866 In Tirolo lanciaI si ardUamente alla pucna e a Cimego, ferilo, merllarsl la merlaglìa al valore che Garibaldi stesso gli appun~ tava sul pello; eccolo nel 1867 lungo la marcia faticosa di Roma, costruire le barricate mobili che servlrollo alla presa di MOlltcrotondo; ed eccolo ancora, deputato al Parlamento, difendere i più vitali interessi della nazIone e del popolo, e nella sua qualitA d'ingegnere Idraulico aiutare validamente il Gencrale Garibaldi nella meravigliosa campagna inlraprcsa a fllvore della rlgenerazlone di Roma e del Lula, con le bonifiche del Tevere. Grandi lurono il culto e la rlveren7.& del Filoll11nti l>er Mazzlnl, che nel 1849 ebbe modo di ammirare quale cittadino ed uomo polllico. Quando nel 1872, il cadavere del Grande italiano veniva trasportato da Pisa a Genova, In tutte le stazioni per le quali Il feretro transl· tava era un accalcarsi di popolo che si inchinava reverente e commosso dinanzi alla salma dell' uomo la cui vita fu tutta di apo$lolato e martirio a suo favore:. Alla stazione di Bologna si piglavauo oltre dittimila persone. Quirico Filopanti sali sul vagone ov' era deposta la cassa mortuarla, e con voce 1.'01l1lnO~Sa ma pnte'Ile gridò: - Le idee del Grande esllnto sono le vostre? - SI, rispose il popolo ad una voce. E allora ..... Reptlbblical Questo }lrlno come UII' eco 51 rlpercosse nella vasta stazione, Nel 1880, il 9 febbraio anniversario della proclamazione della Repubblka Romana, andò solo al palazzo della Cancelleria, ove ebbe sede la Costltuclltc romana, c dove presentcmcnte sono alcuui uflìcl rlel1a Curia vaticana. Non !rovò clIC chlcrici e colli torti ai quali domando di rivedere Il salone ave sedette J' assemblea. 011 vonno rifiutato, c il Fflopantl non protl'stò, ma C01\ la su;, anima d'Ispirato I.:rldò 111 faccia a quoi preti: " QI1/, nel 1849, oggi 9 febbraio, fII proclamofn In Repubblica Romnna '. Quel preti <llIibirano ma non dissero verbo, tanta era la maestà e là riverenza che Inspirava quella lacda di apostolo. Negli ultimi anni voleva bandire una nuova religione. Pa!l!elsl/1o razionnle. e viaggiò vario tempo l'Italia per predkarla: credere nella metempsicosl e nelle incarnazioni e sé stesso una Incarnazione di Pilugora e di Gesti Crislo. Oh 1 quanto sarebbe desiderabile che una tale visione fosse vera, e l' nl/lma, il caraflere, la fede, la bOlltà di Quirico Filopantl, Irasmi· grassero oggi in uno dei tanll scettici che ammorbano i partiti e irriclendo ali' idealismo siibrano ed annientano la forla del popolo. Quando la salma di Quirico Filopanll vellllC: esposta a Bologna, un popolano uscendo dalla ClJmera ardeI/le esclamo: ~ Meriterebbe di essere eferno l • Quale epigrafe eloquenle.,. GAETANO BADrl LETTERA AUTOGRAFA GARIBALDI A FILOPANTI che trovasi fra il carteggio Giordani al Museo CivicoIdel Risof'gimento in Bologna, r " Su l' orìglno del Tricolore - SpiarQui ilHmllO mll STODrm ID 'Nilll"' ptr bigol!l dl'lfa dwtO(f(ll'i(l, muh.' prillla r!lr si/l poss bile, al b'gatlllfrl ro- 11 IIprfft 1890. L'eroico L. Zalllbrmi, il/trodussl! e spinrerò ai I quali l'orrrbbcro la fadlrall' ,Ifo/ma dd/a so(ll'fd ~ prhll" a BoloCl/o, C si crede {II /fa{(a, slll dal /794, la liOJllllislll/) i quali l'OrrebfJi..'ro //01/ 5010 (lfr no" si PfOIll/J/ciasH' illlOlIIC drllil DiI'IIl'là 1111'01/0, "'Il cile nOli $l plonwleiflsse al/allo, befl' Iride dello liberftt Uallomr: bianco, rossv t suo l'ude. Ma il Itlllali'lO, COIllC SDptte, Iu Dlrlfll dolla donna. 3d/- forato Ilei sangue. Lalu/Ildicra t roccnnla tricolofe 11/ vuuml'ufr? L'III/eriofilo polilira drl/ll donI/a, iII questo e frlDo/alfllmlt infral/afta ÙI lIalia Ifai sullilti secolo dI rh'vflflivlIl, ~ clI/'assurda Ùfiq//'It/ para- repubblicani !ral/te'sl ad. 1796. A voler ts~,t gil/stl, lo Fmnr/n ha /,'flo molto di btne t di mafe a/l' Il,,,;,,, ma a prtl/der golllQbi/t n qurlla che si ol'fl'bbc se l dir.'lIi tlci nppflltcat$HfO so/lallio o rQ/oro di ('fiI PoJt:~ il nOlUe romiaria ron ulln .lellt prlllle dodici leI/ere dcl- tulfo maggior $011I/1/(1 di brllC d/e di malI!,' fOlllt' /'rrflabdo, t' 11011 agII filtrI. 1.1' rOllstgllellu pra- f' /talla Ila ruoto alla Frml(!(1 e II/tre le (fllrl! ficlle dI IJlltsllr lIIoslrl/os/I illJfilfSlilin 1>0110 fem- NUllo,,; maggior somllUl di bmefizi rh(' di mitI;. pe,.,lt dalf' ali/orI' chI' pl'r Ilalllfa esistl' fra il Per (o con/rarlo l'AI/siria, la lIlu1fl/elfa All,t 1I0s!ro stUD t l'nlt,-o, e dlltrillftlltnla rM allrhe (I Ù/, comt. (a chlall/() il mio amico /mfJrimll, h'l rUllf<J ora le OpillllJ/lt delln ali' /lalia illcompambifllll'llic fIIaggior /IIm/cro di !lW /Ilali t di (ngi/lrle che di mall'dali romodifa. Ptrc(a lo, com~ é mo/lo (trII/fili ('sercitallo srdie llùs{r.. ; I/wgCirHf! /' illfltlt'mn (/le le opÙdoll1 IlOslre 1/(//11:0 cd (ll'rflJ/ semprl' 5/1 qlll'flt dell'tlflru Imbrlolll, odio nOlI i pvporj ollstrl(ui, ma l' l'uCfabiic gOl'trtlO 51mbolluolo dal/' aquila SI'SSO, ° Illag- Del rilllol/l'lIle, ptufri, o moriti, (J amalll/, o frate/{{, fltI(hc qual/do sarl! ritrrtlala 1't'/IIal/cipol/ane poli/fra dl!lIl! dV!!l/e, se l'oMe elle per fu pili essI' VI)IiIlO CO/1/t IIoi abbiam mgione di desiderare, falevi stimare /I/aggial'/f/cnt.. do esse: t siate pili Ilcorali e pii) gillstl di quaflto om g~ lIera{mrllte siate, glor SOlllllla dr flete collsegllewu che cfi al'l'erse. F1LOPANTl che per pllr dlv(JrM ,!l,e h~fthl l>orll e d"i due brulli !"(I11I": Il t:1..1l1l ed Il ner" ,,<>1..,.1 ener"bi1l di. un ;1,,\0 UOT. Allche dalle prossime dimos'rallonl dtl l'rllllo maggio, lo aspetto dti beni e d~lmal(, ma UItO ddle più fielI' cOllsegllellu possibili sarebbe ulla rlvofazlolle a VlrIllla, pCli dedslWl di qflrl'a dtl 1848.. nella qrmle wrda III ptlzi la monarchia dcC/{ Asburgo. Questo l t'aL'I'Mlre che fa fIO fede aVI'crrd tosto o tardi, ed allora sora pago andre If ptù ardmte 1'0(0 delllOslro amIco Renafo 11Il~ brlOlli, di vedue sl'elltolare la bandiera dI'I tre colori dtl marUre Luigi Zamboni, a Trtnfo e a Trlesft. FlLOI'ANTI D'I" Celln! auloblograllcl di FIIopantl" LI' IIIle opinioni polil/cllc si 1'0550110 c9mpl'''~ diare cosi: l'alli la Rl'pubblica iiI ROllla, quaado rssa trQ non solo possiblle II/a Intvì/ablte: lo desldrro ptr l' /lalin t ptl mOlldo 0pllena sarti possibilI'. INNO ALL'ITALIA ParGI. di Q Fllopantl. d" luI .tesso nlu~k:/Itn Sorgi sul Campidoglio e sulla velia alpina beli' iride divina bandiera dell' onoro Perla del mar, Trieste, per te comballeremo, rinalo mostreremo \' ilalico valor. Ombre de' nostri marUri il \'ostro sangue aspetta S<tnlisslma vendella; giuriamo che l'avran! La mia fC(te religIosa si comprndla p!li brc- l'Mlellle cosi: credo In DIo, flan rredo I~I Papa. Dispiorqui ~ dispiacera Di blgatt{ della Monnrt'h(n, ; qllall nOli vorrebbtro possfblle la Re- Giuriamo, giuriamo. giuriamo l Madre adorata Italia e splnrl'ro al Mgoitl ("'eSillrwll I qlwl{ J'oglfoflo miglior verranno, IItUi i luoi figli :Wr:l1l110 f/l/ambltt /I Papa I/~I temporale t I.el/o spirillmle. villoria e hbt'Jlà l /mbb/{ca neppllre /lellr gl'/ltrazionl flltllre. SpiacQ/l1 16 ~Iorni Monumento a Ouirico Filopanti (~ul1aroe Tul!o Galluelll)