A
QUIRICOQFILOPANTI
PUBBLICAZIONE FATTA A CURA
DELL' UNIONE REPUBBLICANA BOLOGNESE
XV GIUGNO MCMXIII
n.
_._ ...
PI-l di ......
-.~
Es'
I,
IN MEMORIA
DI
QUIRICO FILOPANTI
L~
[g
Budrio, con l'lffetto di madre, eterna
pensiero dei cittadini, oggi che iII lt3lia
nel bronw~l'I. memoria di QlJIRICO FILO,
lél volanM regia è tullo:d il popolo nulla I
PANTI.
Dalle terre di RomaAI1f1 e dell'Emilia
i nostri vessilli fiammeggianti, l segni
della nostra fede che mai non muore,
venendo in B\ldrio ,Rlorio5a, $picgati al
vento, esprimeranno nella gloria ACCeSI\
dci sole, la mcmore devozione di un partito che, al disopra del misero successo
della giornata, attende con animo invitto
alli! predicazione di quei principi che furono il palpito costante e In gioia più viva
dell'anima di QUIRICO FltOPANTI, e che
resero bella e venerata la memoria 5\la.
Onorando così QUIRICO FILOPA~T1 i
repubblicani inneggiano all' eterna pIimavera dell' ideale l
I repubblicani, esultanti per l'apoteosi
di UI1 loro Grande, vogliono consegnare
alla Storia, col ricordo di questo giorno
solenne, il plcblScilo di devozione e di
amore degli uomini migliori della democra:z.ia italiana, l'espressione del culto alto
e verace con cui il popolo circonda la
figura di QUIRICO FILOPANTI che simboleggia dignità c probità di vita, modestia
ed altruismo, audacia di pensiero c gagliardia di azione.
In quest' ora crepuscolare di scoramento e di dcvia'Z.ione della democrazia
dalle vie luminose battute dai suoi pio-
d. Co
nieri, l'apoteosi del glorioso Segretario
della Costituente Romana dci '49 abbia
la virtù di richiamare il popolo alla sua
antica e fiera combattività contro ogni
forma di privilegio politico e di asservi·
mento morale ed economico, oggi (oh
ironie e antitesi dei lempi c della storia I)
che lo scandalo fiorisce in luogo del di·
sinteresse eroico, che il papato ancora
e mcglio vigoreggia, anzi che csserc decaduto di ratto, ed in virtll di un com·
piacente assentimenlo dello Stato pseudo
laico attenta cd insidia alla libertà di
Caro Calabri,
3 '/111:"0 /913
Di Qnlrlco FlkJpanti, santo td Uot di povertà
come se fosse sfuggito al secolo di S. Franusco
per allert in bm altro lt//lpo IIII'onimo 10vonorolfalUl e garlba/di/m insieme, dlro, glflccM avelt
~ol/f!o lidarvi di I/l{!, iII Budrio. Ala //01/ ~ possibile
al/che fle sull'a.
Mi sembrerebbt d/ imjmiirml lo gioia dtl/n lode
che sgorga spontanto, me inlupre/ajom /I (fIort
del pop%, ptuhl ~ /ngtJIlla e fmprollVlsa, Ialiti
pili dtl quel tht ~ /I SIlO palp{lo mll/o cht dollt
pnro/t il/ ('/II si ('spril/l/'.
SCI/MImi dIII/qUi cd ollblllli filO
Capp"
FILOPANTI GARIBALDINO
Ali' inizio del 1864 Quirico Filopanll te-
neva la caflcdra di meccanica applicata nella
Università di Bologna, cattedra che egli
aveva già occupato nel 1848 ed a cui nel
1860, dopo il decennale esilio in America e
iII Inghilterra, era stato nuovamente chia-
malo.
L'abbandonò poi nello scorcfo dello
stesso anJio '64 non avendo egli, fiero repubblicano, VOllllo prestare il giuramento
di fedeltà al Re che fu allora richiesto a
tulti j professorI. Tale era la tempra di quel-
]' uomo la cui austera vita ru tullo un esempio di carattere, patriollsmo c disinteresse I
Adunque all' InizIo dci '64, mentre egli
era ancora lu carica, tqll1e un breve corso
di Istituzioni d'arte militare ad uso degli
studenti. Tale corso fondato sulle opere del
celebre scrittore svizzero Dufour, che fu
seguito col massimo interessamento da gran
numero di studenll di tulte le Pacoltà, e
fu poi pubblicai o in Bologna nell' anno
stesso col fIlolo: Lo studente alla guerra (I)
a giudizio de' competenli e tenuto conto
del solo fine che l'insegnante 51 proponeva,
quello di preparare i giovani alla guerra, è
assai pregevole.
La prima lezione fu tenuta Il 14 gennaio
ed iII essa Filopanll Irallò della filosofia
della guerra.
Nelle successive svolse i temi: lallica,
strategia, balistica, casframentazione e poIiorcellca, guardie nazionali, guerriglie e volontarI.
In quesle lezioni filopanli trattò ;n
succinto ma perspicl1amente cosi la paTte
tecnica come Il lato morale dell' arte militare auspicando la democratizzazione della
disciplina e l'elevamento del soldato mediante /' islruzlone c l'opera educativa degli
uffidali ai quali raccomandava con Insistenza
di curare lo spirito e la sostanza ben più
che la parte semplicemente formale e materiale. Era questo il programma mililare
della Democrazia e soltanto adesso, dopo
molti anni, si è incominciato a lradurlo 111
allo.
2
" "
Naluralrnente rllopanti ebhe agio, a più
ripresc, di accennare alla e\'entualilà dclla
guerra contro l' Auslria, che lu!ti allora sentivano Inevitabile e prossima, ed ai piani
strategici che si sarebbero potllll studiare
per scacciarlil dalla Venezitl,
Nella sesia ed ultima lezione Pilopanli
Iributò un ampio encomio agli ufficiali dell'esercito regio, dando iII lnl guisa un esempio di serenità e d'Imparzialità assaI rl'lro
in quei tempi ne' quali le passioni poliliche
erano cosl vive I
Si pensi: egli, fepubbllcano nell'anima,
elogiare gli ufficiali regi'
lnratli parlava In questa guisa di essi
a' suoi scolari:
. Orgll uffltlall dell'esercllo regolllre ilallano
lo ho una stlllla sprclafisslma, nOli pure a cagione del loro coraggio e della loro Istruzione,
ma ancora perchè credo che formIno una delle
uflicialilA pii) liberali che siano In Europa. Jufatti la maggior parle di essi sono effelfivi vq.
fontarl, avendo spontane:lInente prrso servizio
nell' esercito llallano, nOli tanto per amore della
professione, quanto per amore dell' italia e
delle libere lsflfuzlonl. La maggior parte di
essi aveva volontarlamenle ed onorata mente
combattuto per la causa dell' Indipendenza italiana nel 1848 e nel 1849, e frettolosi ed auche non
chiamati si presénlnrOllo al rinnovato arringo
del 1~9.
Reso questo omaggio ali' esercllo regio
(Un repubblicano per pronunziare allora in
pubblico un giudizio cosi equo doveva possedere coraggio ed uno spirito superiore e
indipendente), Pllopanti passava a traltare
del voloniari. Di e:isl egli diceva:
I volontar! !Iallanl, grazie al loro valore e
patriottismo, grazie ~pecialFnenle al meraviglioso
prestlgio, ali' eroico e cavalleresco cllralfere del
loro lIIuslre condotllero, generai Garibaldi, sI
sono acquistata nel mOlldo ulla rinomanza che
la storia tramanderl aUa più tarda poslerllè.
Poscia, chiudeva il
ste parole:
SIIO
corso con que-
E qui, o Signori, lo darò omai termine a
quesla lezione, ed al mio troppo breve trattalo.
Brc\'c perÒ qual' è, non crrdo che vi sarà
inullle. Nelle gravi congiunture in cui versa il
nO$tro paese, dohblarn tutti essere pronlf ;t fare
In un modo od in un allro la parte di soldati;
e voialtri in parllcolare potete facilmente esser
chhlmalf ben anche a far quella di ullidall.
Scoppiata la guerra nel 1866, era ben
naturale che PHopanli, il quale già nel '48
aveva comballuto e nel '49 durante la difesa
di Roma divideva le sue orc fra l'Assemblea
Cosliluente di cui era segrelario ed il combattlmento, di portandosi cosi valorosamente
da meritare l'encomio di Garibaldi, corresse
ad inscriversi rra le schiere del Duce.
Si arruolò infatti a Bari nel 6.· reggimento del. Volonlari italiani. comandalo
da Giovanni Nicotera, e indossò colà la camicia rossa per la prima volta il 14 giugno (2).
Egli che, come abbiamo visto, aveva
preveduto che parecchi de' suoi scolari sarebbero stati nominati ufficiali, non volle
assolutamente grado piil elevato di quello
di sergente.
Ecco (lui solto Pilopanli nell' assisa di
sergente garibaldino qual' è in un rilrallo
eseguilo dal fotografo Rossetti in Brescia
e recanle a tergo la dedicatoria autografa:
• Filopantl - Al suo caro e buon compagno
d'armi - Frlsoni -.
Questo esemplare è custodito gel~sa­
mente Insieme ad allre cose preziose di Lui
nel Museo civico del Risorgimento in Bologna. Lo si vede qui con la sciabola da
sott' ufficiale, sebbene di solilo egli, per
generosa utopia, stesse al fuoco senza servirsi di alcuna arma e COli un semplice bastoncello In mano.
In mezzo alla gaia vita del campo davallli ai fuochi del bivacco, Filopantl si legò
in intima amicizia con un giovane e simpatico gentiluomo suo concittadino il marchese Giovanni Giuseppe Mazzacoratl, coito
musicista, che si era arruolalo soldato nelle
Guide garibaldine e che peri poi miseramente nel ben noto duello alla pistoIa avvenuto alla CA Selvatica presso Bazzano Il
28 febbraio 1869. II filopanti apprezzava
nella giovane Guida, che si era subito conquistalo l'affello del Nicotera, l'ardore patriottico, la balda spensieratezza e la imperturbabile audacia. Sebbene tanlo diversi per
età, il Pilopanli ed Il Mazzacorati divennero
ben presto amici Inseparabili. III una corrlspondenz3 che il Filopanli diresse da Pieve
(li Buono Il 27 luglio alla Gazzetta delle
Romaglle, che la IlIserl nel NUlllero del 31
luglio, cosi scriveva dell' amico dilettissimo:
lerl l' allro mall1na, per lemplssimo, avendo
subodoralo la prossimità dcll'annlstlzlo, arriVllmnlO qui di cona, sollo Il Ilro delle artiglierie dellorle Lardaro, onde prender possesso
di questa serle di plccoll pacsi e di queste Imparlanti posIzioni, prima che la diplomazIa ci
fernlllsse. CI precedeva la Guida Mazzacorati.
Quest· allro nostro concilladino è della srofla
del povero Masina. Lfon In Sociel6, leone in
CAmpo, la hivolezza alla superficie, la serleta,
la forza ed il coraggio nrl fondo, al rovescio
di lf\lltl e di Ialiti. AdIti"
fILOPANTl.
I due amici gareggiavano di \'alore.
Filopanll con la sua parola, con la voce
stentorea e sopra tulto con l'esempio ani·
mava l commilitoni dimostrando grande coraggio. Solto il forte di Ampola fu ferilo e
per la sua Intrepida condotta lu decorato
della medaglia d'argento al valore. Lo fu
pure il Mazzilcorali per a\'er comballuto
strenuamente a Condino il 6 luglio.
3
Questi lnfalli fu dci soli cinquc pel quali
il colonnello Nicotera propose la medaglia
d'argento.
Ascoltiamo ora lo stesso filopantl narrarci, modestamente, nella sua Storia d'Italia
(VoI. IV, pago 343) le proprie gesta:
Serbo la personale rimembranz.a che il seslo
reggimento, nel Quale lo milllava sollo Il colonnello Nicolera, giunse Il Brescia nella sera
del 24 gIugno, e che vedemmo COli dolore passare davanll a noi Il principe Amedeo ferito, Il
quale veniva a larsl curare a Brescia. Chi non
vede che qutlfantaquallro mila uomini comandali da Garibaldi, alla sinistra del brIllO cser~
clIo regolare, avrebbero potuto e dovuto dar
un esito diverso da quello che 5' ebbe alla bat·
taglia di Cusloza?
Benchè per le Improvvide disposizioni 011nisleriali, il Corpo Garibaldino non sIa glunlo
in tempo per prestare un eUicace aIuto all' eser·
cito regolare nella principal sua ballaglia conIro \' esercito auslriaco, pure era inlportante
non meno che arduo l' IIllizio che Garibaldi
aspirava a compiere, liberare l'italiana pro·
vlncla di Trento, detta il Tirolo italiano, dal
dominio austriaco; tagliare alle truppe Imperiali
quella comuniculone rra Vienlla e Verona, ~d
elletluar~ qucslo disegno attraverso alle Irl~
cime ed all~ slrette gole delle Alpi Rellche.
Sua base immediata era la cillà di Brescia;
il suo immedIato obblelll\'o era Trento. I quaranlaquallro mUa volonlarl di Garibaldi, giovani per la maggIor parle Inesperti della 111111·
zia, erano lulti vestiti della pittoresca camicia
rossa, con beretlo rosso'e calzoni turchini, ed
Ulla coperta dI lana, rololata ad arfllllcollo.
L'arllla era un fucile a canna llscia, ed 1\ percussione, COli baionella.
Di Garibaldi egli serb.1 quesli ricordi:
La ferila da luI toccata Il. ManIe Suello non
era ben grave, ma Aggiunla alte vestigia di
Quella loccala ad Asprolllonfp. c di aJlre, ed al
suoi vecchi r~umatlsml, gl' impedl d'allora in
poi di monlare a cavallo. Non per Questo volle
egli andare all' ospedale. Fasciata alla meglio
la gamba, conlinuo a prellder parte personale
ai combaHimenli in quella campagna, come In
quella di Francla nel 1870 e 1871, andando in
carroua. Nella unlpagna del 1867 a!traverso
ali' agro Romano, mal fornito di slrad~, lo mettevamo colle noslrc braccia a cavallo, ave alava
ancora abbastanza bene.
Cerio e non pertanto che gli venne meno
una qualche parte della sua efficacia personale,
non avendo più facoltà di correre rapidamente
Il cavallo di posizione In posizione, per osservar lo slato delle cos~, ed animare coll' aspetto
e colla voce i soldatI. Tulfavla era mirabile il
suo colpo d'occhio mUltare. In modo pronto e
magislrale addllava sul terreno o sulla carla
topografiea le posizioni ed indicau, con poche
parole chiare e predse, 11 da larsl.
,
I suoi uUiziali di 510110 maggiore, nulla a\rebbero potuto far di meglio che eseguire puntual·
menle I suoi ordini; nla spesso ave\'ano la presunzione di variarll in peggio, illlaginandosi dì
correggerlI.
Dopo ciò il Filopanll \'iene a parlare di sè:
Nelnlaltino del 16 luglio gli austriaci, avendo
occupalo alla nosha sinislra il paese di Cimego, posto sopra un' altura a poca dislanza dal
Chiese, ed alla nostra destra la cresla di una
lunga monlagna o contraffarle come si dice in
linguaggio geografico, fra 11 fiume Chi~se e la
valle d'Ampola, attaccarono con furia illlostro
reggimenlo da Ile part!.
Noi femmo non breve resìslenza dalla ripi!
dcslra del fiume, e bellcM questo sia troppo
rapido e prolondo per essere COlllodamente gua·
dato, pur ne tenlammo il guado di fronte al
I>osio chiamalo la Casa del DIAvolo, un poco
al disolto del ponle di Cimego, per andare a
scacciar gli austrIaci dalle loro vantaggiose
posizioni.
Alcuni furan Ira volli dalle onde, o per la
rapidità di esse, o pei colpi delle palle nemiche. Aliti in maggior numero, ed lo Ira Quelll,
lermaronsl In una lsolelta in mcno al liume.
DI là tiravamo cOlltro I nemici, pochi di questi
crano colpiti, menlre I colpi delle loro carabine
di precisione, liratl dall' allo, uccisero o feri·
rono parecchi del noslrl. Ne ebbi io stesso ulla
ferila, priva di gravitll, avendomi un grosso
bottone nel mezzo del pello servllo da usbcrgo. (1). Quasi contemporaneamente alla mia. ferila, ne ebbe una morlale Il maggiore Lombardi,
il quale cadde e spiro sul pOllte di Cimego.
Nel!' autunno del 1867 Garibaldi fecc
l'appello de' slloi fidi per marciare su Roma e slcapparla all'onla elel dominio feocra!ico: Filopanli non poieva mancare.
Egli che la sera elel 4 lugllo 1849 aveva
Inlimato al colonnello frallcese Lamarre, che
coi suoi aveva occupato l'aula della Costituente, la ben nota fiera protesla COlliro la
violenta invasione dcll'aula stessa, anelava
di rientrare a fianco di Garibaldi vittorioso,
nella città eterna.
Infiammato da quesli selllimcnti, Filopanli segui adunque Garibaldi quale addetto allo Stato maggiore e con Menolli,
che era mosso da Rieli, si trovava a
Monte Maggiore quando Garibaldi andò
colà a prendere il comando della colonna
che il figlio suo aveva 1\'1 condolto e che
ere quella più numerosa delle allre due (Nicolera c AcerbI) che avevano pure Invaso
lo Stato ponfificio.
DI Filopanti durnnle la campagna del '67
nOli possediamo alcun rllrallo.
Come la massÌlna parte dei volontari, egli
vestiva l'abito civile: il suo era cosi l'om·
posto: cappello a cilindro, redingole, calzoni neri e scialle a quadrellonL Cosi lo
vide a Monle Rotondo l'esimio patriota
bolognese col. cav. Cesare Ghedini e cosI
ricordano di averlo veduto tanti altri. (~)
Leggiamo ora insieme ciò che Filopanli
Il<lfra nella sua Storia (pag. 361) del combattimento di Monte RotOIl<tO, nel quale fu
magna pars:
Alla lllt'Zzanolte che diede princlpio al giorno
25 di ottobre 1867, ci mettemmo in marcia at-
traverso ali' ondulata cam)agna Romana, condotti da due guide telUlte sotto il braccio, una
da me, e l'altra da Nuvolari, pcrchè non cl
fuggisscro. Subito dietro a me ed a Nuvolarl
VelliV'l.;lO a cavallo il generai Garibaldi, i suoi
due figli Menollle Rittlolti, Il suo genero Ste·
fano Canzio; Il venerando generale Nlcolll Fa·
brlzi; Il ma",giore Alberto Mario; ed altri pochi
a cavallo; poi il piedi varii btllfllgllonl di volontarii, condotti da Sta Ilo, da Frigyesi, da StItomone, dtl Valunia, da Vincenzo Caidesi e da
allri valorosi.
Ali' alba si giunse 50110 Monte Rotondo distante da Roma "enlollo chilometri. Questo
paese cinto di terrapIeni, e con un pallllzo ca·
stello, o rocca, di proprietà del principe di
Piombino, era allora occupato dalla legione di
Antibo.
Il generale, fallo Uli giro d' altorno al paese
ed osservate col suo sguMdo di aquila le Iloslzioni per Quanto lo permellev:l 1:1 crescente luce
crepuscolare, distribui gli ordini ai Vllrti corpi
perchè circollliassero 1:1 terra, ed egli intanlo
occnpb il sollborgo senza che trovassimo alcuna resislenza.
I francesi distribuiti sopra tutto il contorno
del p:lese e della rocea tiravano contro di noi
COli oltiml fucili e con artigllerla, facendo poche
l>erdile, riparati come erano dagli slla\li. Noi
tiravamo contro di essi coli' unica nostra arma
di catllvl fucili.
Cadevano per conseguenza in maggi>r 1111·
mero i nostri che I ponlillci. Poca speranza
eravi di prendere d'assalto la posizione, molto
meno per fllllle, glacch! Il cibo mancava a noi
e non agli assediati. l meno buoni fral volontarii padivano disperando tlella riuscita.
Verso sera Garibaldi mi disse:
""- Filopanli, fatemi delle barricate mobili.
- Farò quel che posso, generale, io risposi.
Nulla vi era a proposllo, non un legno, non
uno strumento, 1I0n un chiodo. Eravi però una
blroccia. La feci condurre ad IIna vicina cascina,
e caricare di fasclne, quante mai ve ne potevano stare. Strello 11 combustibile colla corda,
tirato il veicolo sino al sobborgo, Introdottovi
dello zolfo trovllto presso 1m bollegaio, e postovi iuaco, Insegnai Il pochi volonlarH di :,;plngerlo avanti a loro correndo, e facendosi scudo
alla meglio col mucchio di fascine contro le
schioppetlate del trancesi, sino a ct\.e te ll.\'es·
5ero posle in conlatto colla polla. Allura si ritraessero di corsa nel sobborgo.
TuUo clb fu eseguilo bene e senza perdita,
essendo gi" nolle. L'incendio delle fascine si
comllnicb alla porta. Essa. abbntciava lentamente, ma verso meuanolte cadde. Allora l volontarii entrarono In fretta pass.1ndo sulle bragie. Entrò pure il generale a piedi sorreggendosi col suo bastone. t francesi eransi ritirati
nel castello.
A questo pUlito lasciamo un istante la
Storia e ascoltiamo la narrazione che il Filopanti fece della presa del castello (ossia
del palazzo dei rrincipi di Piombino) In una
lettera pubblicata nel Resto det Carlino del
21 novembre 1891, perchè In questa ci ragguaglla più minutamente sul fallo e nella
sua scrupolosa probilc\ dà a cui spetta lullo
il merllo. (!:»
Dietro l'abbruciamento della porla, eravamo
entrati in Monle Rotondo, nella notle Ira 11 25
ed 11 26 di ollobre 1867; ma Il castello, appartenente al principe di Piombino, dominante il
paese, rimaneVA ancora nelle mani della legione
francese di Anlibo al scrYizio del pontefice re;
né l'espugnarlo era la più facll cosa del mondo,
perchè mancavamo affatto d'artiglieria, all' infuori di Ull cannoncino da fanciulli.
Il generale Garibaldi mi disse: Fiiopanli,
minale il castello. Mentre lo mi stillavo il cerebro per superare la grave dllficollà della mancanza di polvere, il capUano Agapo Ridolfi, mio
amico ed ora dimorante in Bologna, ebbe la
felice ispirazione di dar ordine a Giuseppe
mcci, suo milite, di mellere il fuoco IId un
ctlrro di fieno, in prossimili'l delle scuderie del
Castello.
Quel principio d'incendio determil1b il colonnello cOlnandallte la I(!gione d'Antibo, ad
esporre dalle lineslrc bandiera bianca.
L'episodio e chiarilo pcrfellamcnle. Il
fUllIo spaventò le donne che erano ilei castello e fra esse la /lIoglie del governatore
pontificio. Le loro grida e il timore dell'in·
ce!ldio d~1 castello indussero il colonnello
comandante le legione d' Antibo alla resa.
Il racconto è di una meravigliosa evidenza e caratterizza come meglio nOli si potrebbe l'assoluta mancanza d' or~anizza­
zione in queUa campagna, mancanza già
rilevata ampiamente da Raffaello Giovagnoli. t.»
Ritorniamo ora alla sua narrazione nella
Sforia:
Allora il generale Garllla1cli mi diede un or·
dine più gradevole e ehe fu facilmente eseguilo;
5
~
--
--
--- ---
- Spegnele "l'Incendio polcnè ora Il tasle)lo
è nostro.
011 antllolnl furono mandall incrml nel te,rllario del regno, dove il governo Italiano li
mise In liberlà.
La presa di Monte Rotondo noli fll un gran
fallo, ma è li principale e quasi unico e buon
succt'Sso di quella campagna (I;). DI là, recando
con noi Il plc:c:olo m3 Imporlante trofeo di due
cannoni che avevamo catturati ci avanzammo a
Castel Olublleo, luogo dcll'antica Fldene, SI
voleva passare l' Anlenc ma I papallnl avevano
rolto /I ponte e cl mancava qnalslvoglla malc-
rlale ed istrumento per ristabilire il passaggio,
GaribAldi perciò si accinse a girar l' oslacolo.
marciando ti slnlstra per congiungersi a Pianciani 'che era a Tivoli, e mandò me In Iraccla
di Nicotera che non 51 sapeva dove fosse j ma
lo trovai a Velletri e gli comunicai l'ordine di
venir ad unirsi colla sua colonna al centro.
lo slava per porlare un simile ordine ad
Acerbi a Viterbo, ma avendo saputo lo sbarco
del francesi a Civitavecchia, mandai per me a
Viterbo Il capitano Frosciantl, e corsl in Romagna per cercarvi del rinlorli. Intanlo avvenne
I. funesta, non perb per noi Ingloriosa ballaglia di Menlana, nel giorno 3 di novembre, fra
i garibaldini da una parte, I ponlllìcli e francesi dali' allra. Dapprima la ballaglla Inclinava
a favore dei 1l0S11 r, II·', ~Hlille furono vinti.
Non piccolo lu il lIumelO degli uccisi e dei
prigionierI. Oli altri con Oaribaldl si ritirarono
a Passo Con:!se sul territorio del regno.
L'Impresa, materlalmenle fallita Il 3 novembre 1867, attese e maturò ti suo rluscimenlo,
che avvenne ili 20 di setlembre 1810.
Pilopanti non fu adunque alla ballaglia
di Mcnlana, nè fu ferilo a Monle Rofondo,
e se ne ritornò da quella breve campagna
incolume, con una sola. scalfittura ad Ull
tallonc ~ narra egli in una lellcra ad AlItonlo
Giordani. Ma aveva iII essa dalo tutta la
misura del suo coraggio rimanendo per
alcune ore esposto al flloco calmo e menlre
provvedeva con sagacia, nel miglior modo,
alle piO. ardue necessità,
Cosl ebbe termine la vita di garibaldino
di FlIopanli, ma poIché egli era ~arjbaldino
nell' anima restò scmpre tale fino alla morle :
garibaldino nella politica, garibaldino nella
scienza, garibaldino nella \'ita,
FULVIO CANTONI
L'Ideale mio della puftlln MUSICA l qUtsfo:
la grazio, In forza e fa puro infotlozioM dellt
l'od limone; l'Inspiro/a, orlglnalt, Inebbrlonlt
MELODIA del confa; lino saplentt, l'or/a/a, poftnlt ARMONIA cllt secondi, ma non soffochi il
canfo; /0 sponfatltO ed amorel'ole sposarsi del/t
noie a/ IIna grntllt e Sllblime POESIA, oUa mi
6
NOTe
(I) Lo
~tudttllt ilUp i""rQ
on/If Tro/t(ltlJ t/tnltlltnrt
drl1lf MlUzitl, BolOilLi, Illeuo la Semi. edlllite dtlla
StOlla di Novata • ROII', 18M. 1_-8 PII. 168 con due iav.
(2) Co~1 .erlUt in uni leller••Il'.mlco Inll:' Anlonlo
morda III nlenle tccnlco t buon p.lrlola di Ctnto, lellera
c~e IIlllellle • lullo Il Clllcnlo Filop'lItl-Olordanl.1 tro~' .
ori nel All'SCi) del riSOl"cl.tnlo d/ BoiOlfI" al Quale l.l.to
ItIItTlI$&mtnlt dOll:llo Inll d.ll'cereclo siC. c.rlo Olonlinl
delllO t/Clio del Illii inllmo n,lco di Fllopantl.
1'3) A lillUlo proposllo .boctllltosto ncllt&Clmenlo "CIn'
leg~end.: .1 nurlV" cht I. palla lYene colpilo l. pll.eta
dci clnhlllno, t pokh~ Qutsla tla cIIl.le • quelli usaI.
dilli llnll'fla di linCI, eri clet di OllOM con sop" la tloce
dt Savo/" s.I t.Onllllllet'l clic tliop",,!l Ippena tocnto
diI proletllle, avtu ud.mato: _To non avrtl Ql.l credUlo
che b CI~ di S~vo/a mi I"ebbe ',Iuta l. vll._.
Quesl. ltuend.. si dilluse ben pruto In lll!tl CII .et.lIIpalllenll del Oarlb'ldlnl e tu uditi Inche d.l vol/>ntarlo bO:
10lntle c.v. Rallltle Ron' di Villa Glori, Il quale file l.;I
Ilpt!lcn "CIT I(Ino pochi IlOlnl.
MI Pliopallll d.ke chl.ramtnte, ~ un ~tOUO bottone
In nleuo Il petto_o Neppure t • c,edctll me CIII .hbla
potuto pTonuntlare Que!!. Ir... perch~ la croce di Savoj.
105M IOYI'Ppolta al boU"ne. I bottonI del umklotli 1:111b.lcllnl, I dllferenu del hottonl dcII. I.nttri., eliltO lite!,
(O/Ive.". 11011 rtcauno la CIOCC.
(.q Pra quel clIlQu..nlla Ilorllinl - ( pa,lo Itlhprt di
Qu~lII che a~lulvnno Oarlbaldl, nOll di quelli th~ SllllLlvano
Il Nicotera c l'Acerbi - lKIn llun,n.no 1 cln<!u«enlo
quelli che IndouuHro Il can,lcll rosSi; III litri tr... lutll
vutltl dtl loro 'blll d. borlhue; no:l .cl:ull. n01l nu...erl
Il btrreUl, non (rlre c~ dlslloptlWTO um COfp:) dall'llllo,
"nll d,ll'lll •• COnlpal:nla_. (Oiovllnoll, op. fII., PiI. 116.
l~) Qucoh letltr.l h, .crllla nell'cccUlonc della 1l1Orle
del Olrlb.ldlno Olllltppe Rkci della qu.lc JI dello periodiCo
diede nono.
Fllopallti eonHIMl person.lmente l. Itllera a lIlt
.Ilinclll losse p"b~lkall. 1':1:" t.OleVi npUlre di QUlndo ifI
quudo nelll ufllcl di <l''el Ilornl'e. (Vell'" In proposllo
l'intertlllnlelibro di ricordi di Olullo ('..donn!: A VtlplO,
BoIOlJ:n.,7..nlchelll, l!lOt, P". m e leu.).
(&) V. Raffaello o;OUlltOli L:: (sPDllIlIdo,u di AJOIlIt
Rdolld. In RI.,/,/o J/fU(C/f Ici Rllorp"rnt:J, vol. l, parini 113, Torino, 1B1~ In·••
PUoplntl dopo Ivere a!fronr.lo, Imperturbabile, 11
ntmlco e dopo "·tr lalto dapp,inn l·lncendl.rlo poi Il POllIplerr, peT ,lpounl se,lue lo sle.,o «Iorno 28 al Comltlto
bolocr,ue dI aNcorso lini hWI' lelttrl, ,ilelili In parle di
VIO Pucl (t Bot()l:fUrt tee. pal· a ) Ip CIII ditevi' • VIII
I"n palle del .-olontallel'0II0 dlporlltl con tloko valore·
e laceVi l pill clldl cl011 del (ouellO contegno del volontarI
bolol:nni e rll!ll',noll dopo l'uPullII.llone dtl casrello.
Lo IltlSll Oiovignoll, pu, dlplorlndo te IIllnchevo·
lu« dlt .1 ,lsconlllToIIII nella Pleparulooe, dl~ cll/II'Mente che t 'tOlollflri ~lectro, per opera dell. parle pJ/l
elelll di cui, prova SpltndJodI litI /eno I1lMlo, del 10'0
ordln.mento, del loto COI_Ilio_ pIC. 115.
ecc/lart i più (ari e nobili set/limitl", omor di
dotllla, di gloria, di Patria, di virtù. InSQmmo
/0 urco un insieme che ridesti nel profondo dttla
mia aallt/o la misteriosa e soave rlmembranza
di UII mondo migliore.
FllOPANTl
ùtnova 1<\ maRRlo 1913.
L'ma Sigllore ed Amico,
•
Mi inchino riverente COli voi alt' alteua
morale di Q/tlrico Filopanli.
ITI questa dolce stagione che sveglia, dopo
le marmotle, i frt11/ili pidosi e ridevoli della
vanità in troppe più migliaia di regl/icoli di
ogni COnio c d'ogni colore, e ciascuno si
rode e guarda, cogli occhi di Ollido del
Duco, il vicino a cui pore sorrido un gruppo
numeroso di elellori influentl, in questa tropicale vegetazione di sfrontati che 1101/ seccherò coll' autllnno delle elezioni .. In questa
nobifissima Italia che perde la misura anesIa
degli lIomlnl e delle cose, e divide, senz' alIra, /I SitO ultimo censimento in dlle Uniche
categorie - eroi da esportare in Africa e
genj da coltivare in casa - lt nome del Fi~
lopanfi ritorna, veramente, dalla Storia e
dalla sila Budrio colla grazia di /In fiore e
colla efficacia. per chi lo illtende, di lino
scudiscio.
Operb. penso, e fu insigne mO/lumento
eli modestia, Quirico Filopallti. Andò, voce
verulicalrice delle antiche legazioni Jlonlifi~
cie, coi Soffi. coi RegI/oli, coi Savini alfa
Assemblea della Repubblica Romana .. visse
e soffri gli ardenti mesi della difesa, eSl/lio,
ancora //fIO l/olia, delle eslreme prove del
bolognesi a Villa Carrozza ed usci di ROma
per il lUI/go esilio. Ma, VCl/ti anni dopo, nel
giomo elef frion/ato Campidoglio, egli non
c' t'ra a dirt: Allcll' io fui di Roma, prima
che fII la pensassi sofamente /
NOli presentò il confa e tacque. Tacque
di sè l pago dei cenni di poche anime alfe
e gentili - pago di ritomare, inviato di Su.
dn'o o di Ferrara o di Bologna, di traUo
in tratto Ira I nllovi leglsIatorl delfa nuova
Roma - pago, sopratuffo, di quei suoi vaghi
pensieri misteriosi e profondi in cui stupiva
la sua mente assotiando gli uomini più IOIl~
ta/ll e le stene pilì diverse della s/oria UI/iversafe.
Cal/dida, me/anconica vita conclusa allo
spedalel
Forse, slfl letto di morle, il nobile vecchio,
guardando nei s/loi tempi/ontani e alle squallide mura, forse ricordò un altro Iella d'o.
spednte in cut un suo antico ornica genovese,
il Alameli, ero morto Ilon di cosI lunghi
stellff e ili tante .ilolorose miserie... CerIo,
neppure allora, il lIobile Pilopanli seppe illvidiore.
Vogliale, egregio sigllore ed amico,
elire i miei vi"i rlllgradamcllfi e i lIIiei safuti cordioli. Vostro
gm-
SILVIO PELLEGRINI
• Ma quell' altro
-
11l0lgl\~l1imo
non mutò aspetto
mosse collo. nè piego sila tosla •.
Non meglio che a Filopanli tocca questa
scultorla espressionc dell' Alighieri; ne meglio come ora appare più immacolata la
virtÙ sila schiva di onori e dI compensi. In
questo mutare di sentimenti e in questo travolgere di ideali, rnopnnti llembrerà unn
creatura infantile ignara del destino umano,
ma è invece un carattere adamanlino che
nulla può e minimamente piegare o intaccare: non dubbio in lui, non sagrifizio, non
speranze IIIJlntennero l'integrilà dell' immacolato animo, ma nativa granitica essenza
della sua personalità solitaria.
n!
G. SEROI
Di Quirico Filopanti, che per poco tempo
ebbi l'onore di avvicinare nella Camera dei
Deputali negli ullimi allni di vil,l. SilA, certamente aUri illustrerà Il VEdore scientifico.
I repubblicani hanno perÒ uno speciale
dovere: quello di esaltarne la costanZA nella
fede politica professata sin dai giovani anni
- riaffermata solellnemente nell' assemblea
costituente di Roma ileI 1849 i ,'anticlericalismo sincero e intransigente. non di parole vane, ma di faUi veri. di cui fu lntessuta la sua vlla; la modestia insuperabile,
pari soltanto alla rettitudine; il disdegno di
ogni compenso, che polesse lontanamente
far sospettare nei suoi sentimenti c nella
stia condotta una speculazione, un calcolo
economico.
I repubblicani italiani in questo quarto
d'ora non lieto hanno il dovere di esallarc
tale vlrlu del Fllopanli, ad csempio, ad ammonimento dei tanli che professano una
data fede polilica per isbarazzarsene alla
prima occasione baraUandola con qua l,i asi
compenso; dei ciarlatani, dei transfuga che
ammorbano la vila politica italiana.
NAPOLEO~E COLAJANNI
7
1:1
LE EPIGRAFI
DEL
MONUMENTO
...
...
"j..
NEL MEMORANDO GIORNO
IV LUULlO MOCCCXLlX
SEOHETARIO DELLA REPUBBLICA
IN COSPETTO
DI STRANIERe SOLDATESCllt-:
YIOLATRICI DEL CAMPIDOGLIO
CONSACRÒ NELLA STORIA
CON ROMANO ANIMO INVITTO
LA SOLENNE PROTESTA
DEL DIRITTO CONTRO LA FORZA
DELL' ITALIA CONTRO IL PAPATO
•
•
PER LA PATRIA
SOLDATO E COSPIRATORE
PER IL POPOLO
DEPurATO E TRIBUNO
NEL PARLAMENTO NEI COMIZI
SOI~SE
"'NDICE
DEI. DIRITTO OPERAIO
POVERO DI SOSTANZE RICCO DI AFFETTI
l.
MORI All'OSPEDALE.
...
i\fI\MONENOO
CHE VIRTÙ SDEGNA FORTUNA
ASTRONOMO E MATEMATiCO
LA MENTE ENCICLOPEDICA gPAZIÒ
PER' MONDI INFINITI
TRASSE
BA PITAOORA I NUMERI DA GALILEO IL METODO
DALL'INTIMA RIVELAZIONE DELLO SPIRITO
LA SINTESI
DELLE
A[~'\\ONIE
UNIVERSALI
ONDE
L'ETERNO MISTERO
DEL CAOS DEL MALE DELLA MORTE
III
•••
•
SCIOLSE
NI:LL'ORDlNH NEL DENE NELLA VITA
000 UJiZI
]...
•
QUIRICO FlLOPAN'fI NELLA VITA E NELLE OPERE
magnifico /01'0(0 dtlr tgrrglo "mica
Nel 1889 slanlpò pure il libro: Rivolmiolle
doft. 5111'io MOllori, nllli'issimo stgre/ario del
Comitato ~SC(,/lfll'{/ per il /IIom/mel/f" fl Qllirko
Fi/OPOllti, stra/domo qllesti dIII' b,f1Il[ impor/(11II/ssimi, doil:J/ti di non potcr t/arl' /11/10 l' opertl,
cfle farmcra ti sua tempo og::cllo d, wu/ spuiare
e Miste"", con lIna lettera :Id Adriano Lcmmi
Da
Ilfl
pubblicQzlOllt.
\
•
Apostolo delll!. sclenzlI, come primI! lo era
stato dell' idea Il<lzionale, intraprese poi un \>1'1legrinaggio nelle principali cillà d' Italill., per
lener~i delle conferenze astronomiche, le quali
Infono poscia lAccolle e stampate durante gli
anni 1871 e 1873, nellil Sila aperll intitolai:!:
~ L'UnIverso. lezioni popolari di filosofia enciclopedica.
Questa pubbllcuionc, che è considerata come
la. Sila. opera capllllte, è divisa in tre grossi voIUllIi c fu 1110110 lodata dagli scienziati Schircpparelli e De Gaspllris. Emilio Ca,sleH<H, il grande
palriola e sommo oratore sptlgnuolo, scrisse al
tI\ Filopanti, il 13 nOl'cmbre 1893, venti anni
dopo questa pllblllictlzIGne.... • Il mio ,,"etio
o alla vostra persona e la mi" i'lmmir<l:done per
• le vostre opere non s'intNrolllllono ll11\i; e
quanto piil le leggo, maggiormente lUI crcSCOllO. Mi sembra il voslro libro dl'll'UII/l'erso
1101'1 delle maggiori sintesi del noslro lempo,
11\ vostra filosofia uno dci più splendidi lumiIlari nel ciclo del nostro spirito •.
Anche Gnrib:lh11 in nna lettera dlrelfa a Fi·
lopllllII Il 15 dicembre 1871, elogiando o f' Apoo stolo del vuo da II/i inil/nfo o. lIggillngc: ....
o Ricordatevi che io voglio essere uno del voo sIri primi discepoli e segulrvi comunque ....
o Ho letto il priOlO fmldcolo del voslro • Uni« verso· e lo sto rileggendo; Iloichè le sublimi
veri là da voi accennate, deVOno esserc ben
studiate p1.!r potcrle gllsl.1re ed esserne edi• licato o.
Nel 1880 licenziò per le stampe: Dio liberale e nel 1881: 010 rs/slc, Ol>cre entrambe h·
I osolico-rellgl ose.
Durante Il 1882-1883 diede alla luce la
Sjn~
ttsi ddla Stor/o Uni··crSllle, In quattro volumi.
Emilio Castellar, già citato, eloglb molto Quesia operA. Monlperrier, ebbe a scrivere sul
)ollmnl dcs D~bafs, essere qlleslo un • lavoro
• nOI1 soltanto Istrultlvo, ma dilettevole a leg.
o geni '. Medoro Savini esternò Il voto che la
storia di Filopanll, passa dive.lire un mcno
di edncuione leUeraria, p.ltrioltica e morale
nelle scuole d' It:ltla.
O ... M .'. della lI\asslll1eria.
Motli arrlcci3rono il IIt1S0 l)Cr questo libro
e gridarono allo scandalo, apprendendo che egli
era un antico ed autore\'ole affigliato alla secolare Istituzione, ma della In!olleranza o ignoranza degli altri, egli 11011 si curò,
Le sile prindpali scollerte o innovazioni nel
campo della scienza furono: Fin dal 1843 in·
ventò le tetc che ebbero il suo nome, per le
prese delle acque nelle rotte dci fiumi, sistema
mollo pratico ecl utile ;'ldotlato poi e tuHora in
uso dnl Genio Civile.
Scoperse l'ordine esaUo ed Intero defl' anIico CnlMdorio RomallO ili tuHe le sue diverse
lrasforll1uioni successive e lale scoperta III giudicala dali' Acc"demia delle scienze, degna del
premio P1l.!ci\lll.
Studiò e scrisse prim() Ira tutti (Iin dal 1858
e '59) l principi i f()ndamentali dell' unilien:louc
universale dell' ora e del sislema dei fusi orari,
nella sua opera Mfranda, e con decrelo IO agoslo 1893, t<lle lunova7.iolle di cnjlilale IllTpor·
fan ZII VellITe appllcala in Ifalia.
III Chimica ideò una nuova nomenclatura
atomistica, che fII approvata ed elogiata dalla
Accademia delle scienze di Bologna.
Sulle GcnTanil!, 1111,' dl!lle p:uti l'iiI importllnti del suo Ullil'u~·u, Idl!ò TIIIIl piil semplice
uranografia, purgando il firmamcnto di'lile lurpiludilli della greca mitologi" c segnando intonlo "l simbolo del Cristianesimo, i fatti della
Umanllà, j nomi dei padri dell'anllca e moderna
civillll, dei grllndi pocli, filosofi, la llit'lIIorla
delle grandi scoperle di lutti l secoli.
Prima di dar l'elcnco del slloi libri, nOn
posso dimenticare il suo Innn afl' Italia, composto e scrilto da lui circa nel lugllo 1886 senza
conoscere la musica e servendosi dei soli numeri.
l' IUTIo III eseguito per la I)rlma volla nel
noslro tealro COllsorziale, Con accompagnamento
orchestrale, d;'lgli arlisfi e dai coristi scritturati
per l'opera • Il Trol'nfore. che In quel!' autUIlIIO del t800 si dava al tealro stesso. fII di·
rello da un budriese: Il mio amico maestro Ce·
sare Testi, del quale Filopanti, In uoa leltera
indlr1zzalarni, nel 12oUobre 1856, fa gli elogi
e sllgRerisce istruzioni per "esecu:tione, pre·
mettendo di !tsslslere, cOllie di falli asslslè, alla
•
esecuzione stessa, la quale riuscllnappunlablle.
Ecco l'elenco delle pubblicazioni, di cui egli
ebbe la compiacenza di cnumerare In una SIiOl.
leUcra " me dirella, omellendo molti opuscoli
In gran parte 'smarrili o perduti:
1843 - c Presa delle rotte ~.
1845 - • NoI. pop. di Fisica ~ il cui aulogralo
è pOllserluto dal signor TrippOl. Angelo, pa·
rente del Filopanti.
1858-60 - c Miranda c (scritta In inglese)"
1865 - • Luogo del Rubicone e
1871-73 - • Universo e.
181!l - • Il Te\'cre e la campagna di Roma~.
1871 - " ~arere l«nico sui canali in genere,
ma principalmente per quello di Budrio~.
1880 - c 010 Liberale e.
188\ - c Dio esiste".
1882-83 - • Slorla Uuiversale c.
J8El5 - c Acquedolli economici ".
1889 _.• Rivoluzione e mlslerl ".
1891 - • Sioria di nn secolO. J per cui ebbe gli
tlogi di O. Bovlo.
1893 - ,- Merveille ".
189-l u • Bibbia Sociale e (seconda ediziol1c).
lntanto le condizioni del ma"lalo sl aggravavano In modo allarmante e il 14 dicembre di
dello alino, pnr lIIostrandosi contrario ad ab-bandonare il suo ll1odestlssimo ò'l.pparlamento.
su da ollre 100 scalini, e poslo In via IlIdlpen·
denza al n. IZ, dovette accondh..cendere a la;
sclars! trasporlare all' Ospedale Maggior!:, in
IIna camera a pagamento, l>cr le vive inslstenze
degli amici J consigliali da medici valenti, af·
finchè l'assistenza potcsse essere esercllala con
pertetta conllnullll. La cittll tutta, senu distinzione di parte e di easla, seguiva trepldante
lo svolgersi della fal .. le malatlla e gli MI Ici, i
reduci garibaldini e i veterani, per turno, prestavano, riverenti e commossi, la loro assistenza
All' infermo.
. . . , . . . .
Egli era purlroPIlCl minato, da parecchi mesi,
da nna paralisi progressiva, e Quasi consape·
vole d.1 suo stalo, mi scrh'eva il 21 gennaio
1894, proprio nell' anno ralale della sua morte:
• Carissimo Silvio, la sorte mia pel mo·
mento non volgesi al layorc. Se Ilon si can·
gia radicalmente nel 1894, preveggo che 110/1
arriverÒ al '95: nel 1800 aspellavo llIl cambiamento di fori una mia, se non prevedevo
che farei una mllolaltia, e la fecI. Se non si
call1bia la sorte lIIia e dell' Umanità in que·
st' anno, laremo I ponli lui fiumi (egli qui AlILtdeva ai ponti che Ilrogellò snll' ldice) ed ali• che IIn po' più tardi... I palloni dirigibili. In• lanlo la sorle cOll1inua ad avversarmi anche
• nelle piccole cose ".
Rltlratosl ili casa, dovette mellersi in letto
assisltto altelluosamente dalla sila Signora, dal
fido Uccelli e da numerosi amici suoi politici,
personali e autorità cittadine, che 11011 abban·
donarono lIIai Il venerando vegllardo.
Duranie la sua malattia egli trol'avasl, come
al solito, privo di muzl e tentò di scongiurare
questa penosa siluazione, col far distribuire Il
suo II11lmo libro • La Bibbia. per rlcavarne
qllalc:he compenso. Ma gli amici che vigilavano
non permisero che lottasse coll' Indigenza e fecero a gara per fornirlo del ne<:essarlo, nella
misura che la sfessa delicatezza e grandissima
rltroala sua cOllsenllvano.
lO
li Bollettino dei Riornl f5, 16 e 17 J con un
crescendo angoscioso, an1\unziava ai pubblico
lo stalo disperato del malato, e la matlina del
18 alle ore!) e un quarto si spegneva nella ca·
meretta dell'Ospedale Maggiore, la veneranda e
gloriosa esistenza di Q. FlIopantl.
Cosi Ilnl questa grande ligura di Apostolo,
di Filosofo e di Sclentiato: discepolo di Muzlnl, amico di Garibaldi e che dedicò tulta la
sua vlla pel bene della Patria e dell' Umanit!!.
DOTT. SILVIO MONARJ
Sfere/ario dti Comitato Estrutlyo
ptl MOnllll/ttllo a Q. FiloPfllltl
B..dlJo
~
all'lIno. 1!J13.
bi Quirico Pilopanli mi piace quesla profezla: • Nel 1920 non vi saranno piil re '.
Non so se precisamentc nell' anno 1920
i popoli avranno rovesciati lutti i Iran i, lI1a
certo si è che l'umanità cammina fafalmente
verso questa llllissimfl meta sfolgorante di
amore e di Iibertà_
Filopanli, con Mazzini e altri intellelli
sovrani del noslro risorgimcnlo, ha il merilo di avere scoperto questo moto indefinitamente progressivo dell'umanità e di avere
con il suo occhio - magnHico invesligalore
dei misteri dell' infinito stellato - lelto nel
libro dell' avvenire.
Perciò possiamo dire ch' Egli non è morto,
ma vive e lo Spirito suo è con 11111\ gli uomini che lavorano e lottano per ii trionfo
della scienZa e del bene.
ANTOr-:IO GIUSQUIANO
L'ANIMA DI FILOPANTI
Alle ed onorevoli cose ai giovani parlava Quirico rllopanti e le slie parole a noi
suonnvano come la gran voce dell' i1alica
virtù che non muorc. Ed alte e onorevoli
cose operava. Non altri meglio che Quirico
Filopanti praticò COll purezza e semplicità
quello che il fitosofo noslro affermò dover
cssere hl. vita per lulli gli uomini: una milizia per la verità c per Il bene.
Quando con esempio mirabile nella storia
IIIlova d'italia, il popolo insorse bellissimo
ilei sila cupo entusiasmo operando col senno
del suoi migliori, e fu nel 1849 in Roma
repubblicana; Quirico filopanll delle allora
tutto il fremito degli anni migliori e l'ingegno e Il braccio alla difesa di quei prillclpil che egli dei primi aveva gridali dall'allo del Campidoglio; e ad essi giurò
fede e la serbò pur negli anni della matu·
rità e dclla sventura, fulgida quale gli aveva
sorriso nella mente giovanile.
Non dubitò, nè piegò...
E quando fu la nazione e molti entusiasmi sbollirono e, soryenendo nuove cure
e nuove tristezze, molli ebbero paura degli
idcali delle generazioni che s'affacciavano
allora alla vita della patria, egli non rifuggI
dal prendere posto fra i giovani. Non si
accontò cogli avversaril del giorno avalltl
e nulla mendicò: l11A prosegul infaticato e
talora solitario c Inascoltalo l'opera sua di
educazione civile richiamando la gente Italiana alle vie della perfezione ideale.
E cOllle nel maggior tempio di Roma ai
francesi entrali con la mitraglia :nella repubblica ruinata avcva parlato,""commosso
e riverito, dell' amore divino e dell' umana
fratellanza, cos1 non cessò mai di ;onorare
e ptedlearc e aiutare COli gli scritti e con
l'opera la libertà, la felicità, la civillà del
genete umano.
Una notte, lIna triste notte del 1872,
quando passò da Bologna la salma di Giu·
scppe Mazzini e i patrioti che le tante volle
avevano alteso dal profugo confessore della
loro fedc il cenno dell' insurrezione, e i gio·
vani e gli operai s'affollavano sollo l'ampia
vetrala della stazione salutando rivercnli il
glorioso che gli amici discepoli accompa·
gnavano al riposo di Staglieno, Quirico Filopanli ncl silenzio della \lotte funesla, erella
la testa veneranda, acceso di vh'a luce lo
sguardo, disse memormlde parole ai circosllmli accorali. E le ridiceva al popolo d' italia; • Pacificate le ciUtl e le campagne, cac• clale l'ignoranza e l'odio dagli animi,
l'ingiustizia lIegll ordini dello Stalo, ren·
dete sicuro il lavoro, risollevale la plebe,
educalela, e serbale l'Idea della giustizia
che non mula per volgere e lllutare d' e~
venti •.
PIO SCII INETTI
Quirico Fllopantl, fu lIllO di quei farli e
gloriosi patrloll che colla parola, col pell~
siero e coli' azione rifulsero di fulgida gloria
nella storia del nostro risorgimento.
Dalla imlllorlaie Repubblica Romana del
'49 sillo agli ultimi giorni della sua vila
stette saldo all' avanguardia della Democrazia. Non lentennò,lIon peneolò, non fu mai
opportunista. Tulto diede alla Patria, nulla
volle I)er sè. "lorl misero ali' ospedale, ma·
ricco di virUI repubblicane. Pu degno di
Plularco, Rammenliamolo alla dimentica giovcnlìl italica come esempio di caraUerc, oggi
che Il caratlere è merce rara,
FRANCESCO MORMINA-PENNA
Il
Vidi, per la prima volla, Quirico Pilopanli, in Catania, verso il '74 o il '75. Assistei, anzi, alla Conferenzll, cile, preselltalo da Mario Rapisardi, noslro maestro nel
R. Liceo. Spedalieri _, tenne, nella gran sala
del Palazzo Municipale, Intorno a quella
mistica filosofia, che sintetizzò poi, ilei Dio
Ifberale.
Mi parve, sin d'allora,
Ull
pensatorc fo-
derato di apostolo.
Dopo J' 80 lo rividi spesso in Roma e
non poterono, riguardo II: lui, che fortificarsi
le mie Impressioni gìovanili.
Venerare la sua memoria è tenere allo
un gr:lllde esempio di dottrina e di probità
di vita.
24 maggio 1913.
GIUSEPPE CIMBALI
della R. UI/iversità di Roma
Con entusiasmo plaudo e lodo tulli qnelli
che si recero promotori di un mOllumento
al Grande Quirico Filopanti.
Si, Grande; grande di mente, di cuore,
di virtù cittadine j di iutte quelle vielil che si
deridono, che si calpestano oggi, dai bruchi
dell' arrivismo.
Filnparlti, è una fulgida e pura gloria
italiana, che va, come ammaestramento, tn\mandata, intatta. ai posteri.
Egli, nella sila sconfinata modestia, fil
maestro, luce, 1I10to, vii a, perchè :llllm:lto
dalla Fede, di quellil fede che riassume
tutte le vlrtù civili.
Egli, per un nvvenire sociale migliore,
l'iii equo, più giusto, più grande, lollò con
la mente, con la parola, con la penna c col
braccio, ed in tullo vi lasciò la sua indelebile impronta di onestà, di grandezza.
Budrio fu la sua culla.
No, la culla di questi esseri superiori, è
l'Italia, è l'umanità.
Essi sono di luUI, e di nessuno, percbè
nessuno ha il dirlllo di appropriarseli, lutti
di rlvendicarli, perchè per tutti combatlemno, soffrirono, e morirono.
Quirico Filopanti è degno d'essere monumentato, non solo a Budrio, ma in una
Romn antica, nell' urbe, ma che oggi non
è più lale dacchè sllbl l'infamante oltraggio
papale e monarchico.
12
l Pilopanti, non dovrebbero avere allro
monumento, che il cuore degli oppressi,
i' imperitura gralilLldinc dei popoli liberi.
Sorga, almeno, da Budrio, un grido di
minaccia ai rabagas che governano, di
ammaestral1lellto alle massc pllsil/e che gli
obbediscono, di disprezzo ai codardi che
tradiscono tutti, di speranza per un non
lonl,mo avvicinamcnto amichevole fra repubblicani e socialisti, clò che era il sincero
augurio del buon Fllopanli, mio amico carissimo.
Parigi 16 maggio 1913.
A,\IILCARE CII'RIANI
.
Quirico FHol>anti appartielle per il caraltere, per l'entusiasmo, per la purezza c
semplicità della vita, per la versatilità del~
l'ingegno, per la fede morale c politica a<l
lilla delle piil nobili tradizioni <lei noslro
P<\csc: poichè sono indigene fra noi la Iradizione e la potestà di trMUltare in materia
di poesia e di spirituale credenza i risultali
della scienza e del ragionamento; t.,li fUA
rono i nostri grandi pensatori del ninascimento, ai quali il Filopanli per più d'un
Ira.lto della sua fisonomia di uomo e di scrittore è prossimo e somigliante. Egli fu, come
quelli, irresistibilmente portato alla sintesi
filosofica e scientifica., ad innamorarsene ardentemente, a rame l'espressione di tlllla
la Sila vila, a ricercarvi la poesia e la ragionc dell' esistenza. Leggendo le sile Pllgine noi vi troviamo 11M fonno menlis profOlldamente diversa da quello di tlltti gli altri
scienziati del nostro tempo; assai minore
è la forzil persuasiva delle sile sintesi, ma
perenne è il fascino che emana da esse.
E se talora noI ci sellliamo da llli 1110lto
lontani per il lIIodo COli cui egli trallò le
grandi scicnze dell' universo, fisica, chimica.
astronomia, geologia, biologia e per le COllc1usioni che egli credelle polerne trarre, lo
spirito nostro si sente attratto verso di lui
per il generoso ardimento, a cui sempre
ispirò la sua vita di pensiero e di azione.
La vila di Quirico filopanli é un poema
vissuto, che si compone di superbe visioni
intravedute attraverso i segreti scientifici del
cielo e della terra, di purpurca gloria garibaldina e repubblicana, di meditazioni so-
lenni e profondc innanzi nll' unico allare
delta siw coscienza, di as[)irazioni sublimi
c libere verso il trascendente infinito. Cosi
dalla scienza e dalla poesia dI'Ha vita levò
l' (Ili verso l'assoluto Ulla sua purissima
fede religiosa che ha riscontro COll quella
di Giuseppe Mazzini.
Quando !file è l'assoluto e tale é la
fede, tutle le libere anime s'inchinano.
l3ologna 21 maggio 1913.
GIUSEPPE TAROZZI
Ho conosci ula Quirico Pilopanti negli
ultimi anni della sila vita, e lo senUi spesso
ricordare con quel SIiO atteggiamento di
asceta i meravigliosi [aHi della Repubblica
di Roma, ai quali aveva legalo il suo nome.
Non era un 110010 politico, Ilon poteva essere lltl uomo di parte; era il ricordo vivente di tempi e di falti Ilei quali politica
e pnrlllo scrivevano pagine incancellabili
nel libro della storia italiana.
Roma 20.1 maggio.
SALVATORE I:3A/{ZILAI
Il
l
H
RICORDI
Oltre un quarlo di secolo 1...
Giovinetto, da una cilladina di provincia del Friuli, guardavo Con pensiero cupido a Bologna, faro dì luce illtcllelluale.
Nelle mie non vaste cognizioni, splendevano alcuni nomi, vanti della dotta citt?l,
alla quale corrCVaJl0 le mie plCI ardenti aspirazioni: Giosuè Carducci, Aurelio Sam, Giuseppe Ceneri, Olindo Guerrini, Augusto
J\1urri, e, sovratutti fascinatore per l'impeto
dei discorsi parlamentari e mitillg'ai, Quirico Pilopanli.
La poesia, il risorgimento palrio, il foro,
l' arlc scapigliata, la scienza, la politica.
Si insinuavano, sui miei sogni felsinei,
i nomi di Mancine/H e di Antonel1i, pei quali
la musica del teatro e della piazza facevano
Bologna invidiata da quanti parteggiavano
pro o contro Riccardo Wagner in quel lungo
dibattito di polemiche e di esperimenti che
nella metropoli emiliana aveva l suoi SCOIItri risolulivL
...
II mio sogno si realizzava.
Giunsi a Bologna - con la mente piÙ
ricca di propositi che il portafogli di biglietti di btlllca - e quegli uominI, le figure
eminenti del mio orizzonte ìnlelleltualc, co~
nobbi UIlO ad \1110 prescnlandoJllI ad essi
con senso di timorosa rìverenza, ma col
cuore pronlo a seguirli nelle loro battaglie
per l'arie, per la scienza, per la civiltà.
Giosuè Carducci e Augusto Murrl nelle
aule universitarie vibranti di ammirazione e
di plausi; Giuseppe Ceneri in Tribunale,
associatosi alla difesa cii noi giovani, Imputati di lIon so Cjl1ante diavolerie; Ollndo
Guerrini nel raccolto silenzio della Bibliotecn Universitaria; Mallcinelli nel salone del
cOncerti al Liceo Rossini c nelle magnifiche
giornalc orcheslrali al Brunetti; Antonelli
sulla piattaforma dì Piazza Galvani, dove
ebbi l' (lilegra tcmerità di soslituirlo con ulla
banda di cartofani durante le feste gOliar·
ùiche <leI cenlenario; Aurelio Saffi, malato,
in sua caSa, dove mi fccc l'alto onore di
invltanni, rHenendomi degno di esporre agli
studenti, in pubblica adunanza, le ragioni
per le quali egli riteneva non fosse com'cnIente di turbare, con manifestazioni poco
ospitali, la visita dci sovrani in Romagna;
compito che io - repubblicano e socialista
aHlenlc - accettai, ritenendo, fin ù' allora
che la piÙ assoluta fermezza dei principi
potesse accompagnarsi alla cortesia delle
forme,
...
Sotto il porticato del Caffè San Pietro
- in una serata piovigginosa d'inverno m'imbattei in lui - Quirico Filol)anti.
Egli camminava anCOra diritto, il passo
deciso, il cilindro IIn po' di traverso, lo
scialle stilla schiena, l'occhio buono a cercar nell' infinito, oltre le voltc e gli archi,
il !anlasma del ~ Dio liberale· creato da lui
a propria immagine e somiglianza.
Avevo, pI'I I\\ae!':fro, un biglietto di pre~
sentazione, e mi prc~en!ai.
Lo accompagnai a lungo, su e gHt per
il portico, nella sila passeggiata, senza interrompere - se non COli monosillabi dl
approvazione - il fluire delle sue racco·
mandazioni e dei suoi moniti, che segnavano la linea diritta di un programma ram~
pollante dalie cose e prolullganlesi scnza
oscillazioni, in una visione di progresso
umano inlillito.
13
Nei miei ricordi politici giov<llll1l è quesia certamente il più caro i ed oggi che mi
rivive limpido nella mente, mi da Il supremo
conforto di sentire, nell' intima coscienza,
chc dalla linea di indefinito progresso Ulllano
che li mio grande predecessore pariamentare tracciava, me conscnziente, non mi sono
diparlilo e non mi dipartirò mai.
...
L'uomo venerando llon avrebbe certo
Illai pensato che a succedergli nel Collegio
di Budrio sarebbe stato IIn giorno il giovane e alquanto scapiglialo studente che
aveva illterroilo per un momento Ic di Illi
meditazioni peripaleliclle solto i portici di
San Piefro.
GUIDO POORECCA
"
UN IDEALISTA
"
Fu ndllto molte volle avviarsi alla Camera
dei deplllali sbocconcellando un peno di pane
compralo In una delle piil inflme bottegucce
della capitale, come unico paslo della giornata,
e mori a 82 anni, il 18 dicembre 1894, in ulla
stanzelta dell'Ospedale Maggiore di Bologna couservando pura e immacolata la letfe repllbbllrmlO
che nel 1849 Ilroclamb trionfante nella Roma dei
papi e del Cesari, annunziando al mondo la
nuova éra del miglioramento morale e materiale
nella condizione di tulle le classi sociali.
Ma lurono illusioni, non vaneggianlenti, che
Fllopantl difese il cuore Rperto Tlclle AS:lcmblee
e sulle barricllte, come un alllico cavaliere
d'amorc, come un filosofo della vecchia scuola
di Socralc. E Il Socrale InfalU rassomigliava.
A lui nella sercnltà della !ronte, o ridente o
pensieroso, risplende l'a la bOl1M dell' animo lorte
e la severltA dell' ardllo intelletto; e in quella
lemperallt3 di farla e di bont', di lnovimenlO
e di calm3, egli aveva connolate e rispecchlate
tutte lc facoltà plfl degne del popolo che Filopauli educava ed istruiva COn l'esempIo e con
le opere, che egli, mIsero tiglio di 1.11I falegname, onorava con la fermena del caratlere e la
purillt dei costumi, ed al quale, senza ostentazioni e senza adula:doni addllava la l'la per
giungere al sicuro mlglioramcnto, una \'Ia di
IQfla,~dl ~acriftcl, di "ol~lIIi e d'amon.
E dell' amore il Filopanti fu vera e gloriosa
Incarllazlone. Amava \ giovani perchè li riteneva
1 solì capaci a compiere l'opera iniziata dalle
Ilassale Renerazlonl e lroncata 11 metà dagli ambl7.iosi e dagli IIlfaristi. e si scaldava di nobil'
IIssimo entusiasmo al ricordo deglI ardori glo\'anllL Amalia I vecchi verchè r<cppresenlavano
le glorie della patria ed etano l'emblema del
sacrificio da allri sfruttato. Amava gli operlll
perché rappresentavano la forza viva del progresso, la forza cbe lavora, produce e spinge
la gran macchina nell' universo, ma Il ama\'a
maggiormente perchè erano gli eterni sacrliicall,
I perseguitati di tuHe le epoche e di tlllll I governi, perchè deboli dovevano rilevarsl contro
le prepotenze e gli abusi del forti.
Amafltt, pra/eta, passIJ sul/a lerra.
Ma corne Il amava 1 Un giorno a Bologna
gli si presenlb un operaio che aveva lutti I pantaloni strappat!. FilopanU sI levb I suoi e rimase in mutande ad osservare le stelle con uno
del cauocchiali del suo osservatorio -- canocchiali chc furono venduti <Id lino ad uno per
sovvenire le altTlli miserie, per beneficare molli
che se Ile resero poi Immeritevoli, ma non lasciarono alcuna traccia di rancore lIel cuore
traboccante d'alletto dell' impenilenle Idealista,
che sempre e continuamente pensava ad una
Repubblica Itderale tllropen che In modo pacltleo sarebbesi imposta a tutta la lerra.
Ed eccolo a difendere questi Sllcrosantl ideali
ancbe dopo il fratricidio del 1849, anche dopo
un 1l1ngo esilio in Inghlllerra e in America; eccolo nel 1866 In Tirolo lanciaI si ardUamente
alla pucna e a Cimego, ferilo, merllarsl la merlaglìa al valore che Garibaldi stesso gli appun~
tava sul pello; eccolo nel 1867 lungo la marcia
faticosa di Roma, costruire le barricate mobili
che servlrollo alla presa di MOlltcrotondo; ed
eccolo ancora, deputato al Parlamento, difendere i più vitali interessi della nazIone e del
popolo, e nella sua qualitA d'ingegnere Idraulico aiutare validamente il Gencrale Garibaldi
nella meravigliosa campagna inlraprcsa a fllvore
della rlgenerazlone di Roma e del Lula, con
le bonifiche del Tevere.
Grandi lurono il culto e la rlveren7.& del Filoll11nti l>er Mazzlnl, che nel 1849 ebbe modo di
ammirare quale cittadino ed uomo polllico.
Quando nel 1872, il cadavere del Grande italiano veniva trasportato da Pisa a Genova, In
tutte le stazioni per le quali Il feretro transl·
tava era un accalcarsi di popolo che si inchinava reverente e commosso dinanzi alla salma
dell' uomo la cui vita fu tutta di apo$lolato e
martirio a suo favore:. Alla stazione di Bologna
si piglavauo oltre dittimila persone. Quirico
Filopanti sali sul vagone ov' era deposta la
cassa mortuarla, e con voce 1.'01l1lnO~Sa ma pnte'Ile gridò:
- Le idee del Grande esllnto sono le vostre?
- SI, rispose il popolo ad una voce.
E allora ..... Reptlbblical
Questo }lrlno come UII' eco 51 rlpercosse nella
vasta stazione,
Nel 1880, il 9 febbraio anniversario della
proclamazione della Repubblka Romana, andò
solo al palazzo della Cancelleria, ove ebbe sede
la Costltuclltc romana, c dove presentcmcnte
sono alcuui uflìcl rlel1a Curia vaticana. Non
!rovò clIC chlcrici e colli torti ai quali domando
di rivedere Il salone ave sedette J' assemblea.
011 vonno rifiutato, c il Fflopantl non protl'stò,
ma C01\ la su;, anima d'Ispirato I.:rldò 111 faccia
a quoi preti:
" QI1/, nel 1849, oggi 9 febbraio, fII proclamofn In Repubblica Romnna '.
Quel preti <llIibirano ma non dissero verbo,
tanta era la maestà e là riverenza che Inspirava
quella lacda di apostolo.
Negli ultimi anni voleva bandire una nuova
religione. Pa!l!elsl/1o razionnle. e viaggiò vario
tempo l'Italia per predkarla: credere nella metempsicosl e nelle incarnazioni e sé stesso una
Incarnazione di Pilugora e di Gesti Crislo.
Oh 1 quanto sarebbe desiderabile che una
tale visione fosse vera, e l' nl/lma, il caraflere,
la fede, la bOlltà di Quirico Filopantl, Irasmi·
grassero oggi in uno dei tanll scettici che ammorbano i partiti e irriclendo ali' idealismo siibrano ed annientano la forla del popolo.
Quando la salma di Quirico Filopanll vellllC:
esposta a Bologna, un popolano uscendo dalla
ClJmera ardeI/le esclamo: ~ Meriterebbe di essere
eferno l •
Quale epigrafe eloquenle.,.
GAETANO BADrl
LETTERA AUTOGRAFA GARIBALDI A FILOPANTI
che trovasi fra il carteggio Giordani al Museo CivicoIdel Risof'gimento
in Bologna,
r
"
Su l' orìglno del Tricolore
-
SpiarQui
ilHmllO mll STODrm ID 'Nilll"'
ptr
bigol!l dl'lfa dwtO(f(ll'i(l,
muh.' prillla r!lr si/l poss bile, al b'gatlllfrl ro-
11 IIprfft 1890.
L'eroico L. Zalllbrmi, il/trodussl!
e spinrerò ai
I quali l'orrrbbcro la fadlrall' ,Ifo/ma dd/a so(ll'fd
~
prhll" a
BoloCl/o, C si crede {II /fa{(a, slll dal /794, la
liOJllllislll/) i quali l'OrrebfJi..'ro //01/ 5010 (lfr no"
si PfOIll/J/ciasH' illlOlIIC drllil DiI'IIl'là 1111'01/0, "'Il
cile nOli $l plonwleiflsse al/allo,
befl' Iride dello liberftt Uallomr: bianco, rossv t
suo
l'ude. Ma il
Itlllali'lO, COIllC SDptte,
Iu
Dlrlfll dolla donna.
3d/-
forato Ilei sangue.
Lalu/Ildicra t roccnnla tricolofe
11/
vuuml'ufr?
L'III/eriofilo polilira drl/ll donI/a, iII questo
e frlDo/alfllmlt infral/afta ÙI lIalia Ifai sullilti
secolo dI rh'vflflivlIl, ~ clI/'assurda Ùfiq//'It/ para-
repubblicani !ral/te'sl ad. 1796.
A voler ts~,t gil/stl, lo Fmnr/n ha /,'flo
molto di btne t di mafe a/l' Il,,,;,,, ma a prtl/der
golllQbi/t n qurlla che si ol'fl'bbc se l dir.'lIi
tlci nppflltcat$HfO so/lallio o rQ/oro di
('fiI
PoJt:~
il nOlUe
romiaria ron ulln .lellt prlllle dodici leI/ere dcl-
tulfo maggior $011I/1/(1 di brllC d/e di malI!,' fOlllt'
/'rrflabdo, t' 11011 agII filtrI. 1.1' rOllstgllellu pra-
f' /talla Ila ruoto alla Frml(!(1 e
II/tre le (fllrl!
ficlle dI IJlltsllr lIIoslrl/os/I illJfilfSlilin 1>0110 fem-
NUllo,,; maggior somllUl di bmefizi rh(' di mitI;.
pe,.,lt dalf' ali/orI' chI' pl'r Ilalllfa esistl' fra il
Per (o con/rarlo l'AI/siria, la lIlu1fl/elfa All,t
1I0s!ro stUD t l'nlt,-o, e dlltrillftlltnla rM allrhe
(I
Ù/,
comt. (a chlall/() il mio amico /mfJrimll, h'l rUllf<J
ora le OpillllJ/lt delln
ali' /lalia illcompambifllll'llic fIIaggior /IIm/cro di
!lW
/Ilali t di (ngi/lrle che di mall'dali romodifa.
Ptrc(a lo,
com~
é mo/lo
(trII/fili
('sercitallo srdie llùs{r.. ;
I/wgCirHf! /' illfltlt'mn (/le le opÙdoll1
IlOslre 1/(//11:0 cd (ll'rflJ/ semprl' 5/1 qlll'flt dell'tlflru
Imbrlolll, odio nOlI i pvporj
ollstrl(ui, ma l' l'uCfabiic gOl'trtlO 51mbolluolo
dal/' aquila
SI'SSO,
°
Illag-
Del rilllol/l'lIle,
ptufri, o moriti, (J amalll/, o
frate/{{, fltI(hc qual/do sarl! ritrrtlala 1't'/IIal/cipol/ane poli/fra dl!lIl! dV!!l/e, se l'oMe elle per fu pili
essI' VI)IiIlO CO/1/t IIoi abbiam mgione di desiderare, falevi stimare /I/aggial'/f/cnt.. do esse: t
siate pili Ilcorali e pii) gillstl di quaflto om g~­
lIera{mrllte siate,
glor SOlllllla dr flete collsegllewu che cfi al'l'erse.
F1LOPANTl
che per pllr dlv(JrM ,!l,e
h~fthl
l>orll
e d"i due brulli !"(I11I": Il t:1..1l1l ed Il ner"
,,<>1..,.1 ener"bi1l di. un ;1,,\0 UOT.
Allche dalle prossime dimos'rallonl dtl l'rllllo
maggio, lo aspetto dti beni e d~lmal(,
ma
UItO ddle più fielI' cOllsegllellu possibili sarebbe
ulla rlvofazlolle a VlrIllla, pCli dedslWl di qflrl'a
dtl 1848.. nella qrmle wrda III ptlzi la monarchia
dcC/{ Asburgo. Questo l t'aL'I'Mlre che fa fIO fede
aVI'crrd
tosto
o
tardi, ed
allora
sora pago andre
If ptù ardmte 1'0(0 delllOslro amIco Renafo
11Il~
brlOlli, di vedue sl'elltolare la bandiera dI'I tre
colori dtl marUre Luigi Zamboni, a Trtnfo e a
Trlesft.
FlLOI'ANTI
D'I" Celln!
auloblograllcl di FIIopantl"
LI' IIIle opinioni polil/cllc si 1'0550110 c9mpl'''~
diare cosi: l'alli la Rl'pubblica iiI ROllla, quaado
rssa trQ non solo possiblle II/a Intvì/ablte: lo
desldrro ptr l' /lalin t ptl mOlldo 0pllena sarti
possibilI'.
INNO ALL'ITALIA
ParGI. di Q Fllopantl. d" luI .tesso
nlu~k:/Itn
Sorgi sul Campidoglio
e sulla velia alpina
beli' iride divina
bandiera dell' onoro
Perla del mar, Trieste,
per te comballeremo,
rinalo mostreremo
\' ilalico valor.
Ombre de' nostri marUri
il \'ostro sangue aspetta
S<tnlisslma vendella;
giuriamo che l'avran!
La mia fC(te religIosa si comprndla p!li brc-
l'Mlellle cosi: credo In DIo, flan rredo I~I Papa.
Dispiorqui ~ dispiacera Di blgatt{ della Monnrt'h(n, ; qllall nOli vorrebbtro possfblle la Re-
Giuriamo, giuriamo. giuriamo l
Madre adorata Italia
e splnrl'ro al Mgoitl ("'eSillrwll I qlwl{ J'oglfoflo
miglior verranno,
IItUi i luoi figli :Wr:l1l110
f/l/ambltt /I Papa I/~I temporale t I.el/o spirillmle.
villoria e hbt'Jlà l
/mbb/{ca neppllre /lellr gl'/ltrazionl flltllre. SpiacQ/l1
16
~Iorni
Monumento a Ouirico Filopanti
(~ul1aroe
Tul!o Galluelll)
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