SOMMARIO
N°3 MARZO 2013
Lettera del Padre Rettore . . . . . . . . . . . . . . . 3
In copertina:
Il Cristo Risorto
(Mosaici della nuova Chiesa)
Foto di Stefano Lovato
Maria Vergine Regina degli Apostoli
di fra Bruno Miele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Il significato dell’educazione
di fra Lorenzo Raniero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Una campana in onore del Beato Claudio
a cura di fra Giorgio Cesaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Le Stazioni Quaresimali al Santuario
di Padre Stefano Marchioro . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Notizie e appuntamenti in Santuario
MENSILE DEL SANTUARIO DI CHIAMPO (VI)
FRATI MINORI
Via Pieve, 170- 36072 Chiampo (Vi)
TEL 0444 62.32.50 - FAX 0444 42.29.21
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Redazione: fra Bruno Miele, fra Damiano Baschirotto, fra Federico
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Collaboratori: fra Antonio Camponogara, fra Rino Furlato, fra Redento
Fusato, fra Lorenzo Raniero
Servizio foto: fra Stefano Marchioro, Norberto Rancan e Stefano
Lovato
Stampa: Cora Print s.r.l. - Trissino (VI)
Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/7/1949 - N. 13 R.S.
Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori
a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Anno della Fede - Mosè
di fra Damiano Baschirotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Aiuterò e Consolerò Tutti . . . . . . . . . . . . . . . 16
I fioretti di fra Claudio (16)
di fra Epifanio Urbani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Le Catechesi del Papa: San Bonaventura (4)
di fra Federico Righetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Pellegrinaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Nuovo cippo in onore del Beato Claudio
a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
Don Carlo Manni e Don Giancarlo Coffele
Magnifico Rettore e Vice Rettore della Pontificia
Università Salesiana di Roma, in visita alla nuova
chiesa del Beato Claudio.
2
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
Lettera del P. Rettore
“In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati;
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo,
non avrà perdono in eterno”
(Mc 3,28-29)
Q
uesta affermazione di Gesù è sorprendente e sconcertante. Cosa
significa?
Nel linguaggio biblico “bestemmia” ha un’accezione differente da quella
comune per noi. Nel secondo comandamento: “Non pronuncerai invano il
nome del Signore, tuo Dio” (Es 20,7) è determinante la specificazione
“invano”. In ebraico il termine “invano” rimanda alla “vanità” dell’idolo; quindi si riferisce alla arrogante pretesa dell’uomo di decidere a suo
piacimento quale sia il volto di Dio, modellandolo a proprio vantaggio e
misura. Questa pretesa è una sfida cosciente scagliata contro Dio, un rifiuto radicale e consapevole della “signoria” di Dio e del suo Spirito e diventa, perciò, “bestemmia contro lo Spirito”.
Comprendiamo subito che è un peccato ben più grave e radicale rispetto a
una semplice parolaccia o a un insulto contro la divinità.
Gli scribi vedono le opere di Cristo, i suoi prodigi, ma chiudono coscientemente gli occhi della mente e del cuore per non mettere in discussione il
loro potere e le loro elaborazioni teologiche. Essi negano l’evidenza delle
opere che lo Spirito di Dio manifesta in Cristo. La “bestemmia contro lo
Spirito Santo” è, allora, il rifiuto consapevole della persona di Gesù e
della verità conosciuta.
La conclusione è logica. Costoro non avranno perdono in eterno perché
manca il presupposto fondamentale: il pentimento e la confessione della
colpa. Essi, di propria scelta, si mettono fuori dell’orizzonte della salvezza.
Il commento ideale alla dichiarazione di Gesù è in quella grandiosa omelia che è la Lettera agli Ebrei: “Se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane
più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa
del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli”
(Eb 10,26-27).
frate Bruno Miele
Rettore
marzo
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
3
MARIA VERGINE REGINA
MESSE IN ONORE DELLA BEATA VERGINE MARIA
18
Non pochi Istituti religiosi e Congregazioni di vita apostolica, maschili e femminili, riconoscono
come loro Patrona la beata Vergine Maria che prega insieme con gli Apostoli nel Cenacolo, e la
venerano con il titolo di «Regina degli Apostoli». Molti fondatori intuirono quale posto eminente e «regale» tenesse la Madre di Gesù nella prima comunità e nell’evento pentecostale. Nel formulario di questa messa si coglie un forte afflato missionario. L’assemblea dei fedeli supplica
Dio perché conceda loro di «diffondere» la sua gloria «in parole e opere», affinché la Chiesa
«cresca per il numero dei fedeli» e il popolo si dedichi «sempre più generosamente alla edificazione del regno». Vengono celebrati due cammini:
✻ quello della beata Vergine Maria che, «guidata dallo Spirito Santo», si affrettò verso la casa
di Elisabetta recando l’annunzio della salvezza;
✻ e quello di «Pietro e gli altri Apostoli» che, confermati dalla effusione dello Spirito, uscirono
intrepidi dal Cenacolo a portare il Vangelo a tutte le genti.
N
ella sua vita la Madonna ha conosciuto
momenti di avventura e di tragedia;
pensiamo al viaggio a Betlemme, alla
IL MATRIMONIO DI MARIA
CON GIUSEPPE
(particolare)
4
fuga in Egitto, al momento della passione e
morte di Gesù. Ma per lunghi anni Maria ha
vissuto la vita semplice e ordinaria di tante
Giuseppe disse: “Sarò custode di Maria fino a che si potrà conoscere qual’è la volontà
di Dio. Nel frattempo le si dia alcune amiche, che le tengano compagnia”. Il sacerdote
gli rispose: “Le verranno date alcune compagne, finché verrà il giorno stabilito, nel quale
tu dovrai prender moglie, poiché non potrà essere data in sposa ad altri”.
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
DEGLI APOSTOLI
donne ebree e di tante nostre mamme.
Non è tra i dodici che Gesù ha scelto e “ai
quali diede il nome di apostoli” (Lc 6,13). Non
si è unita al cammino degli apostoli che, dopo
la Pentecoste, si sono sparsi fino agli estremi
confini della terra per realizzare il mandato di
Gesù: “Andate in tutto il mondo e predicate il
vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15).
Eppure Maria viene invocata “Regina degli
apostoli”. Perché?
Prima di tutto perché lei è la prima evangelizzata: a lei infatti per prima viene dato l’annuncio della venuta del Salvatore. Accogliere la
parola di Dio, fatta carne in Gesù, è il primo
passo di ogni evangelizzazione. Gesù deve
prendere carne nella nostra persona, affinché
noi possiamo lasciar trasparire il suo volto
attraverso le nostre parole e azioni, sentimenti
e atteggiamenti.
E poi Maria fu la prima evangelizzatrice o
prima missionaria del Vangelo, come la proclama il prefazio di questa Messa. Non trattiene per sé la gioia e la grandezza del dono ricevuto, ma subito in fretta si mette in viaggio per
condividerlo con la cugina Elisabetta.
L’incontro tra le due madri in attesa fa sgorgare parole di lode e di gioia, di riconoscenza e di
benedizione. Ancor più straordinario è l’incontro tra i due bambini non ancora nati: Giovanni
esulta di gioia nel grembo di sua madre (Lc
1,44). Il viaggio di Maria da Nazareth alla casa
di Elisabetta è davvero un viaggio missionario
e apostolico.
Il momento in cui Maria con maggior nitidezza si manifesta “Regina degli Apostoli” è quando nel Cenacolo insieme agli Apostoli attende
la discesa dello Spirito Santo. Lì diventa maestra di preghiera, di attesa e di missione.
Con gli apostoli prega, imitando Gesù. La preghiera è l’anima e la forza di ogni missione.
Insegna loro il “custodire tutte queste cose,
meditandole nel proprio cuore” (Lc 2,19). Il
marzo
frate Bruno Miele
vangelo da proclamare
deve essere radicato e
custodito nel proprio essere. Il dono che offriranno
deve prima aver conquistato e trasformato la loro
persona.
Ricorda agli Apostoli il
segreto per una vita in cui
non venga mai a mancare la
fede e la speranza:
“Qualsiasi cosa vi dica,
fatela” (Gv 2,5). Prima di
diventare annuncio il vangelo deve trasformarsi in
vita e gesti. Maria insegna
ad avere fiducia in Gesù, a
imparare a dire “sì” al
Signore in ogni circostanza
della vita.
Dopo l’intensa esperienza
del Cenacolo e dopo aver
ricevuto lo Spirito Santo,
gli Apostoli sono pronti a
solcare le strade del mondo
e della vita degli uomini per
annunciare il vangelo di
salvezza. Sono accompagnati e sostenuti dalla preghiera e dall’insegnamento
della Madre di Cristo
Signore, che si prende a
cuore la salvezza di tutti i suoi figli.
O Dio, che agli Apostoli
riuniti nel Cenacolo
con Maria madre di Gesù
hai fatto dono del tuo Spirito,
concedi a noi con il suo materno
aiuto di servirti fedelmente,
per diffondere in parole e opere
la gloria del tuo nome.
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
5
IL SIGNIFICATO DELL’
U
na volta un genitore confidò ad un
amico: “Prima di sposarmi avevo sei
teorie su come educare i figli; oggi
ho sei figli e nessuna teoria”. Questa espressione ci fa capire che in campo educativo è
utopistico pensare di proporre una ricetta
valida per tutti su come educare i figli. Si
tratta di un compito delicato e complesso che
va svolto e portato a termine volta per volta
secondo la personalità dell’individuo da educare e le circostanze del momento. Tuttavia
esistono alcuni atteggiamenti di base che
fungono da direttrici fondamentali nell’impegno educativo dei genitori. Li possiamo
ricavare riflettendo sul significato della
parola educare. Questo verbo deriva dal latino ‘edùcere’ che significa ‘condurre fuori’,
oppure ‘tirar fuori’, ‘portare a compimento’.
Questo significato presuppone che dentro al
cuore a all’intelligenza di ogni persona ci
siano delle possibilità di essere, di fare e di
agire di grande valore che aspettano soltanto
di essere scoperte e valorizzate. Già da
50° Matrimonio
Famiglia Boschetto Elio con Teresa
6
50° Dreusso Erme (Ruda - UD)
questa prima riflessione si può
capire come l’arte di educare
una persona sia sinonimo di
dare fiducia, di credere nelle
possibilità buone nascoste
dentro di lei. Educare, dunque,
risulta essere un grande atto di
stima e di fiducia nelle possibilità umane racchiuse in ogni
persona. C’è una parola del
Vangelo che è una splendida
sintesi di questo atteggiamento
di speranza e di fiducia anticipata che costituisce l’atteggiamento fondamentale verso chi
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
EDUCAZIONE
si vuole educare: “Quando pregate, credete
di averlo già ottenuto e l’otterrete” (Mc
11,24). Credere in anticipo nelle possibilità
di chi si ha di fronte fa sì che si instauri la
condizione indispensabile perché le cose si
realizzino! Se riflettiamo ancora più a fondo
sul significato della parola educare ci appare
chiaro anche quello che è il compito specifico dell’educatore e, nel nostro caso, del genitore che vuole educare i propri figli. Egli è un
vero e proprio accompagnatore che ti cammina accanto, un grande osservatore dell’animo umano; lo potremmo paragonare anche
ad un musicista che, senza alterare o manipolare il proprio strumento, sa toccare le
corde giuste per tirar fuori una splendida
melodia che è già in esse racchiusa e aspetta
solo di essere suonata. Di qui, il grande
rispetto della persona e della libertà dell’altro
che non va mai manipolato o modificato a
proprio uso e consumo. Allora il vero protagonista della propria formazione è il figlio
stesso: ogni istante della sua vita è una
Fam. Siliotto e Cacciatori
marzo
Spiritualità della coppia
e della famiglia
pagina bianca che lui solo può e deve scrivere; è un blocco di marmo bianchissimo che
racchiude in sé un’opera d’arte meravigliosa.
Il genitore non è nient’altro che colui che ti
dà gli attrezzi e con la sua esperienza ti suggerisce la tecnica; ma in realtà tocca all’educando fare uscire quella splendida scultura
che è racchiusa nel suo cuore.
Il genitore, dunque, che promuove e valorizza le potenzialità racchiuse nell’animo del
proprio figliolo è colui che dimostra stima
verso di lui; è colui che anche di fronte agli
sbagli e alle disobbedienze del figlio non
pone su di lui delle etichette fisse e immutabili, ma gli accorda di volta in volta fiducia
perché sa che la persona umana è sempre più
ricca delle sue azioni; sa che è un concentrato di potenzialità buone e positive che aspettano solo di venire stimolate, accese, sviluppate. E tutto ciò con molto realismo: avendo
ben presente cioè le reali possibilità e capacità di chi si ha davanti per non gravare su di
esso con aspettative eccessive che nell’educando contribuirebbero solo a
non sentirsi mai all’altezza
della situazione. Potremmo
sintetizzare quanto detto citando il paragone usato da
Socrate: il maestro - il genitore
che educa - è il maieuta, è una
sorta di levatrice che aiuta la
partoriente a dare alla luce il
figlio; nel nostro caso il genitore è colui che aiuta il bambino
o il giovane a partorire ciò che
di meglio il suo cuore e la sua
intelligenza racchiudono in sé.
fra Lorenzo Raniero
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
7
Una campana in onore del
D
omenica 13 gennaio, alle ore 10.30,
a Santa Margherita di Roncà (in
Provincia di Verona e Diocesi di
Vicenza), sono state benedette sei nuove
campane in tonalità “re”, nel contesto della
Santa Messa.
Offerte da un parrocchiano, costituiscono
un concerto di alta qualità tecnica.
Sostituiranno le precedenti quattro, “a
salto”, cioè non intonate fra loro, ormai con
evidenti segni di usura.
Il tutto è cominciato nel 2011, quando il
parroco padre Alessandro Bauducci assieme al giovane Gabriele Panarotto, maestro
campanaro, hanno dato un’occhiata alle
campane e si sono resi conto della necessità di una sostituzione. La situazione è
stata poi esposta al consiglio pastorale che
ha prospettato possibili soluzioni. Poi è
stata informata la comunità e subito è iniziata la raccolta di fondi, alla quale molta
gente generosa si è dichiarata disponibile.
Nel frattempo sono iniziati i contatti con la
fonderia Grassmayr di Innsbruck.
Il 16 novembre 2012, una cinquantina di
persone con un pullman si sono recate in
Austria per vedere la fusione delle sei
8
campane, arrivate poi a Santa Margherita
di Roncà il 13 dicembre scorso. Le campane sono state quindi benedette da
Monsignor Francesco Gasparini, e appena
sarà realizzata la nuova incastellatura, si
potrà ascoltare il loro dolcissimo suono.
Ecco di seguito una breve descrizione di queste sei meraviglie: la
maggiore, pesa 191 chili, è dedicata a don Fabiano Dal Cengio
(1909-1988), il parroco che ha
reso possibile la costruzione della
nuova chiesa. La seconda, di
136,5 chili, è dedicata alla patrona
Santa Margherita di Antiochia di
Pisidia; la terza, di 99,5 chili, alla
Madonna di Monte Berico; la
quarta, di 82 chili, a Santa
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
Beato fra Claudio Granzotto
a cura di fr. Giorgio Cesaro
Giuseppina Bakhita; la quinta, di 57 chili,
al Beato fra Claudio Granzotto, scultore; la
sesta, di 40 chili, a San Giuseppe, sposo di
Maria. Con questa scelta, si è voluto valorizzare i testimoni della fede che la Diocesi
di Vicenza venera in modo particolare. Per
noi, frati minori del Santuario francescano
di Chiampo, è un onore ma soprattutto una
gioia constatare come la venerazione al
Beato fra Claudio sia così diffusa e valorizzata. Non poteva quindi mancare la
nostra presenza francescana a questo evento straordinario della parrocchia di Santa
Margherita di Roncà,
nella festa della benedizione delle campane.
E’ interessante anche
sapere che il bronzo
impiegato per la fusione delle campane consta di 78 parti in rame
e di 22 parti in stagno.
Particolare cura è stata
dedicata alla realizzazione delle immagini e
dei fregi riportate su
ciascuna di esse,
marzo
accompagnate da una breve frase che identifica l’immagine stessa.
Un vero esperto si rivela Gabriele
Panarotto, che prima di sposarsi, faceva
parte della Gioventù Francescana (Gi.Fra.)
di Chiampo. Lui stesso ci confida: “Suono
le campane da ventitré anni. Ho iniziato da
bambino, quando ne avevo otto. A San
Zeno di Arzignano, sono maestro del gruppo dei campanari. Ora che abbiamo queste
nuove campane a Santa Margherita, dove
risiedo da due anni e mezzo (a seguito del
matrimonio), spero di far sorgere un gruppo analogo”. Affidiamo questi desideri
straordinari, che danno vita e gioia alla
comunità dei fedeli di Santa Margherita di
Roncà, al cuore e all’intercessione del
Beato fra Claudio, perché si realizzino
quanto prima e siano una concreta testimonianza di fede e di amore che questo Anno
della Fede ci invita a vivere concretamente.
Le sei campane, benedette
Domenica 13 gennaio 2013
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
9
LE STAZIONI QUARESIMALI
AL SANTUARIO
I
Partenza dal Sagrato della Chiesa
Gesù è condannato a morte
IV
V
Gesù incontra la madre
Gesù è aiutato dal Cireneo
IX
VIII
Gesù incontra le pie donne
Gesù cade la terza volta
XIII
XII
Gesù muore in croce
10
Gesù è deposto dalla croce
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
Diversi Gruppi in diversi anni fotografati
da Padre Stefano Marchioro
III
II
Gesù riceve la croce
Gesù cade per la prima volta
VII
VI
Gesù è asciugato dalla Veronica
Gesù cade la seconda volta
XI
X
Gesù è spogliato dalle vesti
Gesù è inchiodato alla croce
XIV
Gesù è posto nel sepolcro
marzo
XV
Gesù è risorto
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
11
CELEBRAZIONI PASQUALI 2013
24 Marzo
“Domenica delle Palme”
Ore 8.30 Benedizione degli ulivi in Grotta e processione alla
Chiesa.
28-30 Marzo
“Triduo pasquale”
ore 7.00 Liturgia mattutina (Ufficio delle letture e Lodi)
28 marzo - Giovedì santo * ore 18.30 S.Messa “in Coena Domini”
29 marzo - Venerdì santo * ore 15.00 Celebrazione della Passione
del Signore
ore 20.30 Solenne Via Crucis
30 marzo - Sabato santo * ore 21.00 Veglia Pasquale
31 Marzo
“Domenica di Pasqua”
Orario festivo
1 Aprile
“Lunedì di Pasqua”
Orario festivo (non ci sono i Vespri)
12
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
Questa è la notte
in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell’Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte
in cui hai vinto le tenebre del peccato
con lo splendore della colonna di fuoco.
Questa è la notte
che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte
in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.
Alleluia, alleluia, alleluia!
(Preconio pasquale)
I Frati Minori, custodi del Santuario,
augurano a tutti i loro amici, devoti e benefattori
una Santa Pasqua di Risurrezione.
Il Risorto doni a ciascuno
pace, gioia e novità di vita.
marzo
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
13
MOSE’
ANNO DELLA FEDE
regorio di Nissa presenta Mosè - il
Salvato dalle acque - come esempio
del cammino che tutti dovremmo percorrere … , come un continuo esodo dalla
schiavitù del nostro Egitto alla libertà della
terra promessa da Dio. Mosè - secondo
Gregorio - è stato “l’ardente innamorato della
bellezza” (II, 231), che non ha mai cessato di
avanzare verso la visione di Dio: “Vedere Dio
significa non saziarsi mai di desiderarlo... (II,
239). Proprio in questa continua crescita Mosè
si offre come un modello, che ci insegna a sperimentare “l’impronta della bellezza che ci è
stata mostrata” (11,319) nei vari passaggi
della vita e della fede.
G
In sintonia con la tradizione ebraica, (cfr At
7,20-43) la vita di Mosè è scandita in tre tappe,
14
MO
di fra Damiano Baschirotto
ciascuna di 40 anni: la prima dalla nascita alla
conclusione della sua esperienza come vicerè
d’Egitto; la seconda in terra di Madian dove
sposa la figlia di Jetro fino all’esperienza del
roveto ardente; la terza la sua missione in
Egitto per liberare il popolo e il cammino nel
deserto. La prima tappa scandisce il tempo dell’utopia del Mosè giovane, ovvero della dolce
incoscienza, in cui colui che è stato salvato
dalle acque dalla figlia del Faraone e istruito in
maniera raffinata (cf. Es 2 e At 7), vive in un
mondo ovattato. È l’età dei sogni e delle grandi illusioni. Fra gli agi e i piaceri tutto sembra
bello, possibile, facile: è un’età nella quale il
confine tra la realtà ed il sogno è difficile da
marcare, fino al punto che la realtà sembra talvolta nient’altro che un’appendice dell’immaginazione.
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
MOSE’
OSE’
MOSE’
N. 2
Mosè sogna di cambiare il mondo.
Egli sa che è un figlio di Israele (la
madre-nutrice glielo ha confidato)
e da giovane brillante, ricco e felice qual è, concepisce il sogno di
liberare la sua gente. Nella dolce
incoscienza, egli cerca la propria
gloria più che la libertà di un popolo, di cui non ha di fatto alcuna
conoscenza.
Mosè scopre la
pesantezza di quella realtà quando
vede un ebreo colpito da un egiziano e lui si vendica uccidendo l’egiziano. La cosa viene risaputa e deve fuggire.
È il tempo in cui Mosè abbandona i sogni della
giovinezza, ritiene di aver ormai diritto ad una
vita tranquilla, senza sorprese o pericoli. È il
tempo della rassegnazione. Lo scacco diventa
rinuncia e l’esilio da esterno si fa interiore.
Mosè si arrende alla realtà e insegue il denaro,
il successo, il potere. Eppure, i 40 anni di
Madian sono anche un tempo di bilanci, di
maturazione, di solitudine con Dio nel deserto.
Nel disincanto, dice Gregorio di Nissa, Dio
prepara Mosè alla missione degli anni della
maturità. La terza tappa è il tempo della fede e
dell’amore più grande, che comincia con un
passaggio radicale, segnato dall’irruzione di
Dio nella sua vita: “Passati quarant’anni, gli
apparve nel deserto del monte Sinai un angelo,
in mezzo alla fiamma di un roveto ardente” (At
7,30). Apparentemente all’improvviso; in
realtà come frutto di una maturazione lenta e
profonda, Mosè scopre l’iniziativa di Dio e
capisce che Dio è interessato a Lui. Si collocano qui i grandi eventi che sono veri e propri
“passaggi di fede”, eloquenti per il cammino di
ogni cuore che si apre all’azione misteriosa
dell’Eterno. Ciò che risalta anzitutto nel racconto è la meraviglia di Mosè: egli sta pascolando il gregge e improvvisamente vede un
arbusto ardere senza consumarsi.
“Si avvicinò per guardare...”: Mosè continua a
marzo
meravigliarsi. A ottant’ anni egli è capace ancora di stupirsi, di aprirsi alla novità di Dio.
“Mosè! Mosè!”. Dio chiama per nome.
Nessuno è anonimo davanti a Lui: ognuno è un
“tu” assolutamente unico, singolare, oggetto di
un amore infinito. È sua l’iniziativa che può
fare del tuo deserto una terra santa! L’Egitto
diventa terra santa, dopo lunghi anni di schiavitù. Dio è il Dio che sconvolge, che chiede
tutto ed a cui si deve dare tutto. È a questo
punto che Mosè sperimenta il passaggio più
duro, che è appunto la prova della fede: è la
capacità di affrontare la potenza del Faraone
con la fiducia in Dio che lo ha inviato; è la
disponibilità a guidare un popolo verso l’incognito; è l’ora del passaggio del Mar Rosso (Es
14,5-15,20: cf. 1 Cor 10,1-2; Eb 11,29). Da una
parte c’è il mare con i suoi flutti, dall’altra il
Faraone con i suoi cavalli e i suoi carri.
La scelta si impone: o fidarsi di Dio o calcolare secondo la logica degli uomini. È il passaggio chiave dell’atto di fede: “L’amore di sé fino
alla dimenticanza di Dio, o l’amore di Dio fino
alla dimenticanza di sé”. Mosè non esita a
coinvolgere il popolo, a incoraggiarlo: “Non
abbiate paura. Siate forti e vedrete la salvezza
del Signore” (v. 139).
Quanto grande questa professione di fede che
fonda la nostra speranza!
E quanto, oggi, ne abbiamo bisogno!
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
15
Spedite le vostre
testimonianze e foto alla
nostra rivista:
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Allegri Pierino
Adele Bettineschi
R
De Gaetano
Marina e Antonio
(Verignaga di
Castel San Pietro –
Bo)
Reniero
Reniero Diletta
Diletta
Maria
Maria (1
(1 anno)
anno) con
con
papa'
papa' Alessandro
Alessandro ee
mamma Marianna
everendi Padri, voglio testimoniare che il
Beato Claudio mi è sempre vicino, in ogni
momento della mia vita. Sono oltre quarant’anni che gli sono molto devota e con frequenza
torno alla sua Grotta, anche se abito un po’ lontano.
Quanta gioia e pace entrano nel mio cuore, ogni
volta che mi inginocchio davanti la sua tomba e alzo
lo sguardo alla dolce Madonna che Lui ha scolpito.
Ritorno a casa sempre più serena e fiduciosa nell’affrontare ciò che la vita mi riserva quotidianamente.
Durante il mese di Maggio, oltre che in Chiesa, si
recita il Santo Rosario anche presso i capitelli dedicati alla Madonna. Io ne ho uno vicino a casa e vi
andavo spesso. Quest’anno portavo con me una
coroncina con l’immagine del Beato oltre a quella
della Beata Vergine.
L’avevo presa proprio perché il Beato mi aiutasse ad
essere serena, trovandomi davanti a persone con cui
Sala Alberto (Garbagnate Monastero – LC)
16
Cracco
Elena
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
marzo
Girotto
Vittoria
Abramo Severin
C
arissimi frati,
Il giorno dell’Epifania nostro padre si
è spento nell’affetto dei sui cari.
La sua vita fatta di cose semplici e di
fede è esemplificata bene dal versetto
del Salmo 131: “Io sono tranquillo e
sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre.”
Fu sempre un grande devoto di fra Claudio e lo ha pregato molto, specie negli ultimi giorni, difficili per lui.
non si va più d’accordo come un tempo. Recitare il
rosario, tranquilla, per nulla distratta, davanti all’immagine di fra Claudio, mi aiuta ad abbattere ogni
muro di freddezza. Grazie Beato fra Claudio, continuerò a pregarti, sicura della tua promessa
“Aiuterò e consolerò
tutti”.
Cari frati pregate
sempre per noi, per
le nostre famiglie,
davanti alla Grotta.
Giorgia Viale
da Feltre (BL)
(Lettera firmata)
Antonio Belluzzo
marzo
Arena
Arena
Gianmaria
Gianmaria
con
con lo
lo zio
zio
Antonio
Antonio
Muraro
Muraro
Lago
Iacopo
Aurora
e
Vittoria
Tebaldi Maria e Giulia
(Soave – VR)
Riccardo e Gabriele Binello Muntoni
(Monza Brianza)
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
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I FIORETTI
DI
16. D’un passeggio che fra
Claudio fece con un
frate semplice e
delle cose che
dissero assieme.
Q
uella domenica fra Alberto, un buon
frate assai semplice, chiese a fra
Claudio di accompagnarlo per una
passeggiatina pomeridiana. Ci teneva alle
passeggiatine pomeridiane della domenica!
Fra Alberto sapeva che i frati minori quando
vanno per il mondo devono camminare, per
quanto possibile, due a due e con le mani in
manica. La compagnia non gli dispiaceva,
sebbene non arrivasse a comprendere l’importanza delle mani in manica. Fra Claudio,
invece, lo comprendeva benissimo e a vederlo quando camminava per le strade di questo
mondo, si doveva dire che era una persona
dell’altro mondo : di quello dei santi.
— Passiamo per mezzo il corso! — disse fra
Alberto che intendeva dare una sbirciatina
alle cose di questo mondo.
— No! — rispose risoluto fra Claudio. — È
meglio fuggire dal mondo! Andiamo da questa parte e prendiamo la campagna.
« Quando si deve andare con i santi — pensò
fra Alberto — non c’è rimedio : bisogna
adattarsi ai loro gusti! Si potrà industriarsi a
ottenere una piccola rivincita tentando di
contrariarli ». Fra Alberto attese il momento
buono : tanto, anche quello sarebbe stato un
modo per dar vita alla passeggiata domenicale.
La campagna aveva sentito a più riprese il
suono delle campane che invitavano i cristiani a onorare Iddio nelle sue chiese. Le avevano ascoltate gli alti pioppi ondeggianti
compiaciuti nell’aria tersa, le avevano ascol-
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tate anche i più umili fiori con le corolle timide nascoste tra l’erba fresca. Tutta la campagna aveva veduto passare molti cristiani e ne
aveva sentito i discorsi : soltanto qualcuno
parlava del giorno del Signore e diceva che
ai tempi di adesso non era proprio il caso di
imporsi anche la seccatura di andare in chiesa!
Ma la campagna, creatura di Dio, aveva
lodato e lodava egualmente il Signore con il
suo silenzio, con la sommessa sinfonia delle
sue voci, con i suoi colori, con il profumo
sacro delle cose che evaporano una preghiera inconscia. Peccato che quel giorno non
fosse ancora passato alcuno capace di accorgersi come la campagna celebrava degnamente il giorno del Signore! Sarebbe stata
per lui una grande gioia, parte, almeno, di
quella che San Francesco d’Assisi gustava
componendo e recitando il « Cantico delle
Creature ».
Passarono i nostri due frati minori che, dopo
aver seguito la strada provinciale, avevano
scelto un viottolo solitario. Questo si inoltrava per buon tratto in mezzo ai campi e poi,
tutto silenzioso, saliva il colle che portava in
testa, come una corona, la chiesetta della
Madonna della Salute. Poco sotto il santuario
i due Frati sostarono sedendosi sull’erba.
L’anima della natura entrò per gli occhi di fra
Claudio, trovò immediata sinfonia nel suo
cuore e l’anima del figlio di San Francesco
ritrasmise gioiosamente i messaggi che
aveva saputo captare.
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marzo
FRA CLAUDIO
di fra Epifanio Urbani
— Fra Alberto... guarda questi piccoli fiori
quanto sono belli e come lodano il Signore
con la loro bellezza. E così gli uccelli dell’aria. Senti le loro preghiere!... E tutti quei
prati laggiù, vedi come cantano la maestà di
Dio ?
Fra Alberto taceva e guardava ; guardava
soprattutto a destra l’agglomerato uniforme
della città e neppure il pensiero del Corso era
estraneo in quel momento. Non sarebbe stata
offesa a Dio essere passati lungo il Corso!
— Vedi, fra Alberto, questi piccoli insetti ?
Anche essi lodano Iddio !
— Ma cosa vuoi che lodino Iddio questi
vermi tanto brutti e piccoli? —
ribatté tartagliando fra Alberto. Una
puntatina adesso gliela aveva data;
doveva pagargli d’aver rinunciato al
Corso!
— Ma sicuro, fra Alberto! Tutte le
creature di Dio lodano il Signore.
Soltanto gli uomini se ne dimenticano!
Rimasero in silenzio a guardare e a
pregare. Fra Claudio trovava che la
preghiera fatta in compagnia della
natura era molto facile e molto ricca
di emozioni spirituali.
— Fra Alberto, adesso mi viene a
mente un bell’episodio che ho letto
nella biografia di un santo. Ascolta
com’è istruttivo!
— Macché ! Tutte bugie ! Tutte
invenzioni !
— No, non dire così, fra Alberto.
Cosa direbbe se sentisse qualche
laico? Se ne scandalizzerebbe e,
chissà, potrebbe anche perdere la
fede se è poco istruito.
Fra Alberto, il semplice, ma non
sempre troppo, si sgranocchiava di
nascosto un sorrisino per la riuscita
delle sue piccole rivincite; tuttavia
marzo
ascoltava l’episodio. Fra Claudio lo infiorava
abbondantemente di pie riflessioni facendo
soprattutto notare come il santo aveva saputo santificarsi in mezzo a tante difficoltà.
— Sicché, caro Fra Alberto, vedi bene che a
questo mondo una cosa sola è necessaria e
importante : diventar santi anche noi!
— Non c’è fretta ! Facciamo sempre tempo a
diventar santi! Non occorre rompersi le
gambe!
— No, no! Bisogna incominciare subito a
camminare per la via giusta!
Il Corso, evidentemente, non era la via più
indovinata!.
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LE CATECHESI DEL PAPA:
P
er san Bonaventura
governare
non era semplicemente un
fare, ma era soprattutto pensare e pregare. Alla base del suo governo troviamo sempre la preghiera e il pensiero;
tutte le sue decisioni risultano dalla
riflessione, dal pensiero illuminato
dalla preghiera. Il suo contatto intimo
con Cristo ha accompagnato sempre il
suo lavoro di Ministro Generale e perciò ha composto una serie di scritti teologico-mistici, che esprimono l’animo
del suo governo e manifestano l’intenzione di guidare interiormente l’Ordine,
di governare, cioè, non solo mediante
comandi e strutture, ma guidando e
illuminando le anime, orientando a
Cristo. Di questi suoi scritti, che sono
l’anima del suo governo e che mostrano la strada da percorrere sia al singolo che alla comunità, vorrei menzionarne solo uno, il suo capolavoro,
l’Itinerarium mentis in Deum, che è un
“manuale” di contemplazione mistica.
Questo libro fu concepito in un luogo di
profonda spiritualità: il monte della
Verna, dove san Francesco aveva ricevuto le stigmate. Nell’introduzione l’autore illustra le circostanze che diedero
origine a questo suo scritto: “Mentre
meditavo sulle possibilità dell’anima di
ascendere a Dio, mi si presentò, tra
l’altro, quell’evento mirabile occorso in
quel luogo al beato Francesco, cioè la
visione del Serafino alato in forma di
Crocifisso. E su ciò meditando, subito
mi avvidi che tale visione mi offriva l’estasi contemplativa del medesimo
padre Francesco e insieme la via che
ad esso conduce” (Itinerario della
mente in Dio, Prologo, 2, in Opere di
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San Bonaventura. Opuscoli Teologici
/1, Roma 1993, p. 499). Le sei ali del
Serafino diventano così il simbolo di
sei tappe che conducono progressivamente l’uomo dalla conoscenza di Dio
attraverso l’osservazione del mondo e
delle creature e attraverso l’esplorazione dell’anima stessa con le sue facoltà,
fino all’unione appagante con la Trinità
per mezzo di Cristo, a imitazione di san
Francesco d’Assisi. Le ultime parole
dell’Itinerarium di san Bonaventura,
che rispondono alla domanda su come
si possa raggiungere questa comunione mistica con Dio, andrebbero fatte
scendere nel profondo del cuore: “Se
ora brami sapere come ciò avvenga,
(la comunione mistica con Dio) interroga la grazia, non la dottrina; il desiderio, non l’intelletto; il gemito della preghiera, non lo studio della lettera; lo
sposo, non il maestro; Dio, non l’uomo;
la caligine, non la chiarezza; non la
luce, ma il fuoco che tutto infiamma e
trasporta in Dio con le forti unzioni e gli
ardentissimi affetti … Entriamo dunque
nella caligine, tacitiamo gli affanni, le
passioni e i fantasmi; passiamo con
Cristo Crocifisso da questo mondo al
Padre, affinché, dopo averlo visto,
diciamo con Filippo: ciò mi basta”
(ibid., VII, 6). San Bonaventura è un
eminente teologo, che merita di essere
messo accanto ad un altro grandissimo
pensatore, suo contemporaneo, san
Tommaso d’Aquino. Entrambi hanno
scrutato i misteri della Rivelazione,
valorizzando le risorse della ragione
umana, in quel fecondo dialogo tra
fede e ragione che caratterizza il
Medioevo cristiano, facendone un’epoca di grande vivacità intellettuale, oltre
che di fede e di rinnovamento ecclesiale, spesso non sufficientemente
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marzo
SAN BONAVENTURA
(4)
14A parte
di fra Federico Righetti
evidenziata. Altre analogie li accomunano: sia Bonaventura, francescano,
sia Tommaso, domenicano, appartenevano agli Ordini Mendicanti che, con la
loro freschezza spirituale, come ho
ricordato in precedenti catechesi, rinnovarono, nel secolo XIII, la Chiesa
intera e attirarono tanti seguaci. Tutti e
due servirono la Chiesa con diligenza,
con passione e con amore, al punto
che furono invitati a partecipare al
Concilio Ecumenico di Lione nel 1274,
lo stesso anno in cui morirono:
Tommaso mentre si recava a Lione,
Bonaventura durante lo svolgimento
del medesimo Concilio. Anche in
Piazza San Pietro le statue dei due
Santi sono parallele, collocate proprio
all’inizio del Colonnato partendo dalla
facciata della Basilica Vaticana: una
nel Braccio di sinistra e l’altra nel
Braccio di destra. Nonostante tutti questi aspetti, possiamo cogliere nei due
grandi Santi due diversi approcci alla
ricerca filosofica e teologica, che
mostrano l’originalità e la profondità di
pensiero dell’uno e dell’altro. Una
prima
differenza
concerne il concetto
di
teologia.
Ambedue i dottori si
chiedono se la teologia sia una scienza pratica o una
scienza
teorica,
speculativa. San
Tommaso riflette su
due possibili risposte contrastanti. La
prima dice: la teologia è riflessione
sulla fede e scopo
della fede è che
l’uomo
diventi
marzo
buono, viva secondo la volontà di Dio.
Quindi, lo scopo della teologia dovrebbe essere quello di guidare sulla via
giusta, buona; di conseguenza essa, in
fondo, è una scienza pratica. L’altra
posizione dice: la teologia cerca di
conoscere Dio. Noi siamo opera di Dio;
Dio sta al di sopra del nostro fare. Dio
opera in noi l’agire giusto. Quindi si
tratta sostanzialmente non del nostro
fare, ma del conoscere Dio, non del
nostro operare. La conclusione di san
Tommaso è: la teologia implica ambedue gli aspetti: è teorica, cerca di conoscere Dio sempre di più, ed è pratica:
cerca di orientare la nostra vita al
bene. Ma c’è un primato della conoscenza: dobbiamo soprattutto conoscere Dio, poi segue l’agire secondo
Dio (Summa Theologiae Ia, q. 1, art.
4). Questo primato della conoscenza in
confronto con la prassi è significativo
per l’orientamento fondamentale di san
Tommaso.
Vista del colonnato Piazza San Pietro
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Pellegrinaggi
Gennaio 2013
Terrazzo (VR) - Casa di riposo Valdagno (VI) - (BS) - Suore Elisabettine Padova - Classe
Ragazzi “Presepio in famiglia” Roveredo di seconda elementare Chiampo (VI) - Ass.
Guà (VR) - Gr. Parr. San Carlo Trento - Lonato “Senza Frontiere” parr. San Lorenzo Vicenza -
Montello (TV)
55 °pellegrinaggio famiglia alpinistica verona del 04 11 2012
Centro Anziani Albignasego (PD) - Santa
Lucia di Piave (TV) - Vigorovea (PD) - 45°
Matrimonio Dal Maso Leone e Dal Bosco
Dorina.
Totale pellegrinaggi del mese : 14
Totale pellegrinaggi da inizio 2013: 14
45° Marcazzan Roberto e Mastrotto Lucia
Ensamble Pulchra Vox di Legnago (VR)
50° Lovato Enrico e Bauce Marcellina
Coro Taglio di Po (RO)
22
Postulanti Francescani ( Francesco Bogoni, Francesco
Cazzin, Matteo Rizzo - Provincia Veneta, don Marco
Ghilardi Provincia Lombarda, Eduard Ulai, Kastriot e
Jacom Albania
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Nu
IN ONORE DEL BEATO CLAUDIO
GRANZOTTO A COLFRANCUI
a cura della redazione
L’
8 Dicembre 2012, al termine
della missione cittadina, con
la solenne tradizionale processione in onore di Maria è stato
inaugurato un nuovo monumento votivo al Beato Claudio Granzotto.
L’iniziativa è opera di una parrocchiana nativa di Santa Lucia di Piave che
ha saputo coinvolgere altre persone
sotto lo sguardo compiacente del
Parroco don Sante Modolo.
Il cippo è costituito da un grande sasso
di sarone cenerino che fa da sfondo e
appoggio alla statua della Madonna di
Lourdes e al busto del Beato Claudio,
incastonato nel cippo, in marmo chiaro ed opera del marmista Flavio da
Gaiarine.
A lato del cippo sta una piccola stele in
marmo con l’incisione del noto proposito del Beato Claudio: “Aiuterò e consolerò tutti”. Questa scritta è una promessa che dà fiducia a tanti devoti, ma
è anche una proposta a seguire le sue
orme. È un augurio che sprona giorno
dopo giorno a
“farsi tutto a
tutti”, ad aiutare e consolare
tutti. Nel particolare momento di crisi che
tutti noi stiamo
vivendo,
ci
sembra un proposito più che
mai attuale e
importante.
marzo
GROTTA DI LOURDES del Beato Claudio - Santuario di Chiampo
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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL'UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O.
IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA
Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio!
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza
Alcuni frati di Chiampo con fra Eliot
Marezki in visita al chierico studente
fra Vitaly.
Fra Eliot è presidente della Fondazione
di San Francesco d’Assisi in Russia
e Kazakistan
Informazioni e prenotazioni: Tel.0444 62.32.50 - Fax 0444 42.29.21 - contatto: [email protected]
visitate il nostro sito: www.santuariochiampo.com
C.C.P. 202366 intestato a Grotta di Lourdes - Chiampo (VI)
ORARIO Ss. MESSE
Sabato e Vigilie:
ore 20.30 (da maggio ad agosto)
ore 18.00 (da 2 sab. settembre ad aprile)
Festivo:
ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.15
16.30 - 18.00
(alla Grotta da Pasqua a Ottobre
in Chiesa da Ottobre a Pasqua)
ore 15.30 - Canto del Vespro
Feriale:
ore 7.00 - 8.00 - 9.00
ORARIO CONFESSIONI
ore 7.00 - 12.00 e 15.00 - 19.00
Celebrazione della VIA CRUCIS:
Ogni Venerdì:
ore 15.00 (1 Sett. - 31 Maggio)
ore 20.30 (1 Giugno - 31 Agosto)
Orario visita del MUSEO e del NEGOZIO:
Tel.: 0444 42.29.22
8.00-12.00 / 15.00-18.00 (INVERNALE)
8.00-12.00 / 15.00-19.00 (ESTIVO)
(Chiuso il Lunedì)
Banco Popolare Società Cooperativa - Agenzia di Chiampo - Piazza G. Zanella 23
Codice IBAN: IT 02 C 05034 60290 000000005540 - BIC: BAPPIT21110
A favore di: Prov. V.ta di S. Antonio O.F.M. - Cappella del Beato Claudio - Chiampo (VI) - I
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