CAME RA Ordine del giorno per la tornata DE I SESSIONE DEP UT AT I di domani P RE S IDE N ZA SOMMARIO. Il deputato schema Morandini di legge sul cumulo scussione GENNAIO COMMENDAT ORE uno schema depone RAT T ÀZZÌ, dei deputati e suo nuovo argomento Di Cavour — Dichiarazioni del ministro Molfino — Foto proposto medesimo, accettata, Susani di Maglie — Obbiezioni zione del deputato uno schema pei lavori pubblici dal deputato ed approvata e dal ministro del deputato di legge. — Votazione Susani, — Approvazione suddetto, D'Ondes-Reggio pregiudiziale e rigettata Salaris, relativa — La discussione ~ dei viaggiatori personali generale dal ministro dei deputati e ritirato del deputato 2 è approvato. ~ dell'intero MASSA.»!, segretario, legge il processo v e r b a l e d e l l ' u l tima t o r n a t a , che è a p p r o v a t o . « i « i i i u c c i , segretario, espone il seguente s u n t o di p e tizioni : 7807, C i n q u a n t a d u e individui bollatoli presso l ' a m m i n i strazione g e n e r a l e del r e g i s t r o e bollo della provincia di Napoli, nella supposizione che il Governo intenda p r o c e d e r e alla riduzione di quel personale, porgono lagnanze per siffatta misura e p e r il modo col quale si i n t e n d e m e t t e r l a in effetto. 7808. La Giunta c o m u n a l e di Buonalbergo, nel r a p p r e s e n t a r e gli inconvenienti derivanti dalla nuova circoscrizione della provincia di B e n e v e n t o , domanda che quel comune venga designato p e r capoluogo di m a n d a m e n t o . 7 8 0 9 . 1 segretari e commessi comunali delle provincie p a r mensi nominati a n t e r i o r m e n t e alla promulgazione nelle Pr ovincie stesse della legge 2 3 o t t o b r e 1889 s u l l ' a m m i n i s t r a zione comunale e provinciale, espongono alcune considerazioni t e n d e n t i a d i m o s t r a r e i diritti acquisiti per la loro q u a lità di impiegati governativi. ' p i r o l i . Domando che piaccia alla Camera di dichiarare d ' u r g e n z a la petizione n u m e r o 7809, p r e s e n t a t a dai s e g r e t a r i e commessi comunali nelle provincie parmensi n o m i - Mancini — L'elezione sui fatti di Castellammare, schema di legge stato Smani, dia replica Broglio e responsivo del — Altra proposta del Nichelini, Relazione circa lo della Ranco in è chiusa — Riassunto suddetto, 1 — Aggiunta del relatore Seguito e merci sulle ferrovie legge —- Discorso del deputato dell'articolo e spiegazioni Mandoj-Albanese Congedo. ~ — L'articolo aW interpellanza ed approvazione A ® » ! SMWKMSI, dei trasporti — Spiegazioni combattuto del deputato Mazza e Gal tozzi. di finanze in difesa della proposta di opposizione 1862 P RE S IDE N T E . di legge, zz Sollecitazione e schiarimenti del disegno di legge per una tassa del 10 per OjO sui prezzi ai difensori, deputato 21 DE L degl'impieghi, grande velocità — Discorso del ministro relatore DEL 486 I 5° Dei d e p u t a t o S a n n a - S a n n a sopra le condizioni e c o n o miche, a m m i n i s t r a t i v e e giudiziarie della S a r d e g n a ; 4° Del d e p u t a t o Bruno sopra le cliniche medico-chirurgiche e il collegio medico-chirurgico di Napoli ; 5° Del d e p u t a t o Salvagnoìi sopra lo stato dei lavori delle f e r r o v i e in Toscana ; 6° Discussione del p r o g e t t o di legge p e r una tassa sovra v a r i e concessioni governative. : 1° Seguito della discussione sul progetto di legge c o n c e r n e n t e l ' a u m e n t o de' prezzi di t r a s p o r t o sulle ferrovie del regno ; 2° Interpellanza del d e p u t a t o Ruschi sopra l'istituto a g r a r i o di P i s a ; TORNATA DE L sull'elezione è convalidata. c— II deputato oppugnata del ~ Cairoti dal collegio Dichiaradepone discusso. nati a n t e r i o r m e n t e alla promulgazione nelle provincie stesse della legge s u l l ' a m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l e e provinciale 2 3 o t t o b r e 1859, la quale li a v r e b b e posti in una condizione mollo deplorabile, in confronto della posizione che e r a fatta ad essi dalia legge vigente nel tempo in cui f u r o n o n o minati. (È dichiarata d ' u r g e n z a . ) litiasi. Pregherei la Camera che fosse dichiarata d ' u r g e n z a la petizione 7790 che si compone di quattordici petizioni di città e comuni della provincia di Macerata, nelle Marche, che d o m a n d a n o la deviazione della ferrovia r o m a n a p e r la valle del fiume Potenza in correzione del tracciato prefisso. (È dichiarata d ' u r g e n z a . ) n i c o t e h 4 . Prego la Camera di accordare l ' u r g e n z a alla petizione 7807. Questa petizione è sottoscritta da c i n q u a n t a d u e lavoratori destinati a! bollo della carta, i quali r a p p r e s e n t a n o p u r e t u t t i gli altri loro compagni inalfabeti. Per una disposizione del Governo dovrebbe ridursi di molto il n u m e r o di questi lavoratori ; e si c r e d e che s a r a n n o t e n u t i a p r e f e r e n z a quelli preesistenti al nuovo o r d i n e di cose. Si p r i v e r e b b e r o quindi più di cento famiglie del p a n e ; e questo c o n t r i b u i r e b b e non poco ad accrescere il malcontento ch'esiste in Napoli. Oltre a ciò diversi di quei lavoratori sono ex-garibaìdini che han c o m b a t t u t o sotto Capua. TORNATA DEL I o spero che la Camera comprenderà la necessità di a c c o r dare l'urgenza a questa petizione. (È dichiarata d'urgenza.) MOSOLIIO. Prego la Camera perchè voglia decretare di urgenza le petizioni 7 7 9 8 e 7 7 9 9 . Colla prima gli orfani e la vedova di Antonio Pizzuto , da Cotronei in Calabria Ulteriore I I , domandano di essere i n dennizzati dei danni prodotti dall'incendio appiccato ai loro poderi dalla truppa nel combattere e distruggere il b r i g a n taggio. Colla seconda Bandieri Giovanni, macchinista, ex-appaltat o r e della monetazione dell'es-regno di N a p o l i , trovandosi in possesso di conii ed altri oggetti da lui costrutti, in seguito a contratto di appalto, chiede che essi siano acquistati dal Governo, previo pagamento. (Sono dichiarate d'urgenza.) PRESIDENTE. Annunzio alla Camera che il deputato Morandini ha deposto sul banco della Presidenza un progetto di legge che sarà comunicato agli uffizi perchè ne autorizzino la lettura. M AND©J - AIÌR ANESE• Desidererei sapere a qual punto siano i lavori della Commissione nominata per ¡studiare lo schema di legge che riguarda l'accumulamento degl'impieghi. È questo, o signori, un argomento gravissimo di giustizia, di m o r a l i t à , specialmente per le provincie m e r i d i o n a l i , ove ancora si veggono degl'impiegati i quali accumulano fino a sei impieghi ! Questi poi sono i più conosciuti e fidi borbonici. Ciò genera giustamente dolore, malcontento nel p a e s e ; ciò incoraggia la reazione. Quindi è necessario che la Commissione se ne occupi a t u t t ' u o m o , che presto presenti alla Camera la desiderata sua relazione, essendo impossibile a l l'opposto uscire da uno stato di cose si innormale ed e c c e zionale, avendo io perduta la speranza che gli egregi signori ministri vi provveggano da sè. MAZZA.. La Commissione si era già radunata una volta dopo la ripresa della Sessione. Della Commissione era allora presidente il nostro compianto collega il deputato Macciò. In seguito la Commissione stessa si radunò per nominare il presidente che dovea succedergli. Fu nominato il deputato Capone. Quindi la Commissione passò a deliberare che cosa d o vesse fare intorno al progetto presentato dal ministro Cassinis sopra il cumulo degli impieghi. Ma si pose avanti la q u e stione pregiudiziale, se cioè il ministro guardasigilli attuale manteneva il progetto medesimo. Si affidò al presidente della Commissione l'incarico d'interrogare su tal proposito il signor ministro. Quando il presidente avrà avuto la risposta, e saprà cioè se il ministro intende mantenere il progetto attuale, o se, mantenendolo, proponga per avventura alcuna variante al progetto medesimo, la Commissione, sentita la risposta, d e ciderà intorno al meglio che convenga di fare circa il progetto in questione. PRESIDENTE. Il deputato Gallozzi ha la parola. & 1 L L O Z K I . Aveva domandato la parola per lo stesso oggetto, per il quale l'onorevole deputato Mazza ha testé svolte le ragioni, perchè la Commissione incaricata del progetto di legge sul cumulo degl'impieghi non presentava la relazione. E per maggiormente calmare la tenerezza del deputato Mandoj-Albanese per questa legge, posso assicurargli, e s sendo lontano il deputato Capone, che ieri fuvvi un abboccamento col ministro guardasigilli intorno a questo oggetto, e che questa mane il presidente della Commissione attende 21 GENNAIO analoga risposta, e che si lavorerà alacremente appena il Ministero avrà dati i richiesti schiarimenti. Quindi non la Commissione, ma la mancanza della s t a t i stica che si attendeva ha prodotto quel ritardo, di cui il deputalo Mandoj faceva rimprovero alla Commissione. H & N D O j i ' 4 i i B 4 M F j £ . Io non ho inteso affatto rimprover a r e la Commissione; semplicemente le dava una calda preghiera, non faceva che chiamare l'attenzione della Camera su di un argomento sì importante per la giustizia distributiva, per la moralità pubblica. Io pregava la Commissione perchè avesse voluto occuparsene con un poco più di calore e d'impegno, essendo già decorsi molti mesi i n u t i l m e n t e ; perchè finalmente questo schema di legge si presenti alla Camera nel più breve tempo possibile. >Intanto, dopo le spiegazioni date dagli egregi preopinanti, io mi dichiaro soddisfatto. P R G S i n E i S T E . Il deputato Francesco Giunti scrive che 10 stato poco soddisfacente della sua salute lo ha da qualche tempo impedito di recarsi al Parlamento, e che, nella s p e ranza di pronta guarigione, non ha creduto di dare c o n o scenza di tal motivo della sua assenza; ma ora, perdurando 11 male, sente il debito di renderlo noto alla Camera. SEGUITO D E M Ì A DISCUSSIONE E A D O Z I O N E DEII D I S E G N O D I I I E « « E P E K (INA T A S S A D E L D I E C I P E R CENTO SOPRA I TRASPORTI C I T À SUMME S T R A D E A GRANDE VELO- FERRATE. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del progetto di legge per una tassa del 10 per 100 sul prezzo dei trasporti sulle ferrovie del regno a grande velocità. La parola è al signor ministro per le finanze. Un lieve incomodo di salute mi tolse il piacere di ascoltare alcuni discorsi di eloquenti oratori intorno alla legge da me proposta, a quella cioè di m e t t e r e un dieci per cento sopra i biglietti delle strade f e r r a t e , con alcune condizioni. Questo stesso i n c o modo di salute non mi ha permesso di fare gli studi per fare un discorso all'improvviso. ( I l a r i t à ) RASTOGI, ministro per le finanze. Restringerò perciò le mie parole per esaminare l'indole di questa imposta e quindi per replicare ad alcune principali osservazioni che vi sono state fatte sopra. In primo luogo essa venne accusata di diminuire, anziché di accrescere il credito dello Stato, in quanto che, invece di aumentare gl'introiti dello Stato, non farebbe che scemarli. La seconda obbiezione è stata che, m e n t r e tutte le leggi che io ho avuto fino adesso l'onore di presentare al Parlamento sono informate dai principii di libertà commerciale, questa rechi offesa a questo sistema ed a questi stessi p r i n cipii. L'imposta, o , p e r meglio dire, la tassa, come è stata detta, di consumo, è ella un'imposta che aumenterà o diminuirà g l ' i n t r o i t i delle finanze? Se noi esaminiamo qual risultato abbia prodotto sopra alcune strade questa imposta, considerata come tassa di consumo di un 10 per cento, si vedrà come per alcune strade, dopo quest'aggravio di 10 per cento o di 5 per cento in altre strade ed in altri paesi, g l ' i n t r o i t i delle strade sono aumentati, ed in altre strade e in yarii paesi sono diminuiti, E da che questa differenza ? I fatti, come stanno, non ci darebbero per loro stessi una chiara spiegazione di questo fenomeno, se non si potesse o non si — 766 — CAMERA DEI DEPUTATI volesse risalire ad una ragione economica ed all'indole dei trasporti delle merci o dei viaggiatori per ìe strade ferrate. Il commercio e l'industria si valgono sempre dei mezzi più facili, e per ciò meno dispendiosi, rispetto ad altri mezzi di trasporto : quindi bisognerebbe che la tariffa delle strade ferrate con l'aggravio del 10 per cento posto sui biglietti rendesse il trasporto delie strade ferrate più gravoso di quello che fosse per altri mezzi ordinari. Bisognerebbe dunque stabilire la relazione vera che passa fra i vantaggi che rende questo nuovo sistema di trasporti per istrade ferrate, e tutti gli altri modi di locomozione, tenendo a calcolo non solo il prezzo, ma ancora la brevità del tempo e ìa sicurezza del trasporto. Le tariffe delle strade ferrate, a confronto dei mezzi di trasporto ordinari, diceva l'onorevole mio collega, sono molto basse, cioè i mezzi ordinari di. trasporto sono, rispetto al prezzo, molto più cari di quelli che offrono le strade ferrate. Le strade ferrate offrono dei benefizi che non si possono calcolare a moneta, come quello del risparmio del tempo ; oltre che sottopongono a disagio minore i viaggiatori, cioè a dire non li sottopongono a quei disagi i quali si hanno in un viaggio fatto per le vie ordinarie e in un tempo più o meno lungo. Se tutti questi vantaggi si potessero ridurre a quantità matematica, si potrebbe stabilire il rapporto delle tariffe delle strade ferrale coi prezzi di tutti gli altri mezzi di comunicazione. Supponghiamo adesso che una tariffa X per le strade ferrate corrisponda alla tariffa di tutti gli altri trasporti ordinari. Se la tariffa vigente delle strade ferrate fosse oggi X meno B, e questo Bcorrispondesse a SO, potrebbe con tutta sicurezza il Ministero ridurre questa tariffa a Xmeno UQ, cioè mettere una tassa di 10, perchè questa diminuzione nella differenza che passa fra la tariffa che chiamerò normale, e quella vigente, se rende minori i vantaggi dei trasporti colle strade ferrale, sono questi però sempre molto maggiori di quelli che offrono le strade ordinarie. Ond'è che, mentre gì' introiti nelle strade ferrate non possono diminuire, quel 10 per cento accresce le rendite dello Stato. E tanto ciò è vero che quando la tariffa di una strada ferrata pareggia i vantaggi e gli svantaggi che offrono gli altri modi di locomozione, ne avviene che, se questa tariffa si alza, diminuiscono gl'introiti delle strade ferrate. Ma ogni qual volta la tariffa delle strade ferrate, essendo al disotto del prezzo delle locomozioni ordinarie, è stata aumentata, la entrata delle strade ferrate non ha per niente diminuito ; e se l'aumento della tariffa è stato assegnato a prò dello Stato, un accrescimento di entrate ne è derivato alle finanze. Ma, mi si domanda, perchè, quand'anche ciò fosse vero, voi, partigiano dei principii della più grande libertà commerciale, volete arrecare degli ostacoli al facile trasporto delle merci e dei viaggiatori? Rispondo: il trasporto delle merci e dei viaggiatori, specialmente a grande velocità, non ha concorrenza a temere da nessun altro modo di trasporto, perchè da esso si possono conseguire dei grandi e straordinari vantaggi. Colui che da Torino vuole andare in poche ore a Firenze, o il negoziante, il quale vuole che in poche ore una sua merce sia trasportata in un mercato lontano, come quello di Napoli, si sottopongono entrambi volonterosi ad una tassa maggiore, e questa tassa maggiore è certo largamente compensata dal benefizio che spera ritrarne, e che d'ordinario ne ritrae, in quanto che un negoziante, il quale vuole che in SESSIONE DEL 1861 poche ore una sua merce giunga in un luogo lontano, si assicura con questo mezzo le condizioni presenti del mercato lontano; cosicché la sua speculazione va soggetta a minori pericoli, e si assicura ancora colla brevità del tempo un risparmio sul capitale impiegato nella sua speculazione, e ha il vantaggio di far valere il suo capitale tante più volte quanto più breve tempo impiega in ogni singola sua operazione ; epperciò il piccolo aggravio che si pone sulle merci spedite a grande velocità è infinitamente minimo in confronto dei benefizi che se ne ritraggono, e quest'aggravio non può conseguentemente rallentare il movimento del commercio. L'individuo poi, il quale vuol andare a grande welocità da un punto all'altro dello Stato, bisogna che sia consigliato a fare una maggiore spesa da un vivo desiderio di soddisfare ad un suo urgente bisogno. Se quest'individuo apparterrà alla classe dei mercanti, egli vi sarà spinto probabilmente dal desiderio di tratiare nel più breve tempo possibile un affare, che gli preme grandemente di concludere e dal quale spera conseguire un guadagno. Ora, colui che va con mezzi celerissimi da un punto all'altro, mentre potrebbe andarvi con mezzi ordinari, se approfitta di questo modo di trasporto specialissimo, bisogna che sia pur anche nelle condizioni di poter sopportare questo minimo aggravio. Questo si può ripetere per le merci e persone che si trasportano oviaggiano sulle strade ferrate, anzi cheessere trasportate o viaggiare cogli altri mezzi di locomozione. Quest'imposta sui passeggeri e sulle merci che viaggiano o si trasportano a grande velocità fu detto essere una tassa di consumo ed essere dannosa al commercio ed all'erario; ma 10 rispondoche, se tutte le tasse di consumo si potessero ridurre all'indole di questa tassa, si sarebbe fatto un grande progresso nell'ordinamento finanziario, e pur anche un passo innanzi nella scienza enonomica. Quali difetti si sono lamentati, fra gli altri, che in sè racchiudono le tasse di consumo? Si è lamentato che esse non sono proporzionate alle forze dei singoli contribuenti, ed anzi sono spesso in ragione inversa di queste, e che la tassa la quale è pagata dal contribuente, prima di entrare nelle casse dell'erario, si perde in gran parte per via. Ora, questo grave difetto delle tasse di consumo non si riscontra nell'imposta di cui si tratta, perchè la riscossione di questa tassa non costa nulla all'erario. Inoltre quest'imposta è in proporzione delle facoltà di colui che ne vuole approfittare. Infatti chi può spender poco, viaggerà in terza classe ; chi si trova in uno stato più agiato, avrà a scegliere un modo di viaggiare migliore, quale è quello che offrono le carrozze di seconda classe; chi poi è ricco, può viaggiare nelle comode carrozze di prima classe e contribuire di questo vantaggio una parte all'erario. Cosicché questa tassa, quando si voglia chiamarla di consumo, è quella la quale ha minori difetti di tutte le tasse di consumo finora conosciute Ma, è stato detto, voi siete sedotto dall'idea di aumentare gli introiti delle finanze di quattro milioni; siete sedotto dalla lusinghevole speranza di veder fiorire a poco a poco con imposte congeneri le finanze dello Stato; ma questi introiti, sappiatelo fin d'ora, saranno sempre minori di quelli preveduti. Io non so, o signori, perchè ciò debba essere, tanto più che 11 mio onorevole collega ha dimostrato come, colio svolgersi della grande opera delle strade ferrate, questi introiti debbono andare crescendo. Ma, si soggiunge, anche dopo i calcoli fatti dall'onorevole Peruzzi, voi siete talmente empirico che non vedete altro dinanzi a voi che questi quattro milioni. T ORN AT A DEL 2 1 E qui si è citato i! grande scrittore di economia, Bastiat, il quale mandò per le stampe un opuscolo graziosissimo che tutti conosceranno, intitolato : Quello che si vede e quello che non si vede, e, prendendo le mosse da questa citazione, con un atticismo, il quale non dovrebbe riuscirmi molto gradito, e dal quale, anche se fossi uomo orgoglioso ed avessi fa superba convinzione di saperne molto addentro nelle cose economiche, dovrei chiamarmi offeso, mi s'è venuto dicendo: voi siete empirico tanto, che non vedete che i quattro milioni che sognate di mettere nella cassa dell'erario, e non vedete i gravi danni che recherete alle finanze col mettere questa imposta sulle strade ferrate. Questa accusa di cecità mi rallegra ; così sarò posto fra coloro che la Sacra Scrittura chiama beali. ( I l a r i t à ) Intanto occorre che io dica come il mio onorevole collega, ministro per i lavori pubblici, studiò meco l'indole di quest'aggravio del dieci per cento sopra i biglietti di coloro che vogliono approfittare dei mezzi i più celeri di trasporto che offrono le strade ferrate per le merci, e sopra quelli dei viaggiatori a piccola e grande velocità, e riconoscemmo che questa imposta non avrebbe recato nocumento alla libera circolazione delle merci, nè ostacolo al transito delle persone. Le imposte, quali esse sieno, influiscono direttamenteo indirettamente sui consumi, epperciò in ultima analisi ricadono a peso dei consumatori ; quindi, le imposte non giovano allo sviluppo della ricchezza sociale. Esse però non sono un male, come alcuni hanno asserito, sono per lo contrario una necessità, e direi anche una necessità utile, quando rappresentano la soddisfazione di un bisogno di una ben ordinata società, e della quale soddisfazione è commessa la cura al Governo. Abbiamo veduto infine che questa imposta sulle strade ferrate, non essendo che una leggiera diminuzione di vantaggio per coloro che ne approfittano, non diminuisce per niente il movimento commerciale ed industriale; è un'imposta che, non recando danno alla ricchezza pubblica, serve a sopperire in qualche parte ai bisogni della finanza, Ma imposte d'indole eguale a questa che noi vi proponiamo, o signori, e che l'onorevole Pepoli si compiacque tanto di censurare, ve ne sono alcune altre tutte speciali. Perchè, oltre le imposte d'indole generale che servono ai bisogni di tutti, come sarebbero le imposte che debbono servire a mantenere i tribunali ed i magistrati per amministrare la giustizia, quelle che occorrono per avere un forte esercito od una copiosa armata a difesa della indipendenza nazionale, quelle che sono necessarie per avere una vigile polizia per mantenere l'ordine interno, ed altre, in una parola, per giovare al bene ed alla prosperità di tutti, esistono poi altre imposte d'indole speciale, che debbono stare a peso di coloro che immediatamente o mediatamente, o più particolarmente godono di certi vantaggi ad esse corrispondenti. Ora,, perchè si è messa un'imposta sull'ancoraggio? (E questa, non che altre imposte marittime, sono state messe quando io sedeva accanto all'uomo di cui lutti deploriamo la perdita.) Perchè il conte di Cavour sapeva benissimo che al di là delle imposte generali si possono ragionevolmente mettere speciali balzelli sopra servizi pubblici che vanno a benefizio di una sola classe della società. Perchè, o signori, vi è una tassa di Università, o meglio, sui giovani che prendono i diplomi all'Università? Eppure questa tassa non sarebbe altro, secondo l'opinione di alcuni preopinanti, che un freno allo sviluppo dell'intelligenza umana, se si crede che quelle Università siano templi dai quali tutti escano sacerdoti della scienza. ( I l a r i t à ) Perchè vi sono altre imposte di genere speciale? GENNAIO Perchè, ripeto, vi sono delle classi di persone le quali più specialmente e quasi esclusivamente godono alcune istituzioni fatte e mantenute col pubblico danaro, ossia col danaro di tutti i contribuenti conviventi in società. Ora, ss lo Stato costruisce una strada e contrae un debito per questa opera, esso sottopone ad un aggravio tutti i cittadini : perchè coloro che più specialmente, e più direttatamente, e più largamente ne godono, non dovranno più specialmente concorrere a sopperire in modo più largo a quella spesa alla quale pur contribuiscono tutti i conviventi in un paese? Concludo che a me pare che, quando una tassa che chiamiamo di consumo non ha il difetto delie tasse di consumo esistenti, il difetto cioè di richiedere spese gravi di percezione, per modo che il tributo passa dalle casse dei contribuenti in quelle dell'erario senza s¡&sa alcuna; quando questa tassa è proporzionata ai mezzi di coloro che debbono pagarla, quando è al libero arbitrio di coloro che vogliono profittare delle strade ferrate di sottoporsi o non a questo leggiero aggravio, io dico che, se vi è tassa di consumo la quale sia giusta, giustissima, ella è certamente quella che io ho avuto l'onore di proporre alla vostra approvazione. L'onorevole Pepoli disse, tra le altre cose: badate bene, signor ministro, che, se voi mettete questa imposta, nuocerete al credito pubblico. Innanzi tutto io debbo dire che, quantunque non mi piaccia seguire pedissequamente i sistemi posti in pratica da altre nazioni, perchè credo che le differenti condizioni possono rendere praticamente utile un sistema in un paese e dannoso lo stesso sistema in un altro, pure mi permetterò di osservare (quantunque ciò sia già stato ieri osservato), che anche in Francia esiste questo dieci per cento, e a questo proposito ieri si citarono continuamente leggi e discorsi e scrittori francesi. Ma aggiungerò che anche in Inghilterra, paese molto più avanzato della.Francia nelle idee di libero scambio, esiste una simile imposta sui biglietti di coloro che vogliono profittare delle strade ferrate; quindi questi due esempi, uno dei quali datoci da un paese che ancora si mostra ritroso a seguire i grandi principii di libertà commerciale, e di un altro che vi si è gettato in mezzo con impeto grandissimo e sapientissimo accorgimento, mi pare che valgano a dimostrare che il Ministero non doveva essere annoverato dall'onorevole Pepoli fra quelli che nulla vedono, quando egli citò il graziosissimo opuscolo di Bastiat. Voi, ha detto pur anche un oratore, recherete con questa legge danno al credito pubblico, mettendo un'imposta sui titoli delle strade ferrate. Innanzi tutto dirò che la tassa che vi proponiamo non pesa sui titoli delle, strade ferrate. Dirò poi che, se nelle presenti condizioni finanziarie l'Italia non ha bisogno di contrarre imprestiti per soddisfare ai bisogni dell'esercizio di quest'anno, salvo casi straordinari; quando però si vogliano intraprendere delle grandi opere di utilità pubblica e grandi lavori di strade ferrale per stringere economicamente e politicamente il nuovo regno nel più breve tempo possibile; se infine a queste e ad altre imprese vogliamo por mano senza riposo e senza far conto dei mezzi ordinari, sarà inevitabile in un modo o nell'altro di ricorrere prima o poi al credito pubblico. Ma a coloro i quali faremo ricorso, perchè ci diano mano a poter intraprendere e condurre a termine queste imprese, bisogna dimostrare come l'Italia è sempre pronta a prendere ogni provvedimento il quale possa ogni di più mettere il suo bilancio in uno stato normale, perchè i capitalisti esteri non si occupano per niente di studiare i mezzi coi quali noi giungeremo a pareggiare il bilancio; i capitalisti in generale si — 768 — CAME RA DEI o c c u p a n o p o co d i s c i e n za . D E P U TATI — SESSI ONE vis t i i b i s o gn i d e l l ' e r a r i o , o r a buon sen so, co n u n p r o v v e d i m e n t o , or a 1861 « Il m i n i s t r o , e s s e n d o s t a t o t a n t o r e s t i e a p r e s e n t a r e q u e s t i Essi i n ve c e co n b u o n s e n s o p r a - t ico si o c c u p a n o d i v e d e r e s e n o i co l n o s t r o DEL b i l a n c i , è a t e m e r e c h e a n co le n e vi i m m a c o l a t e d e l l ' Ap e n n in o n on p e r m e t t e r a n n o ch e g i u n g a n o fr a b r e ve . » co n u n a l t r o , c e r c h i a m o d i r a c c o g l i e r e i m e zzi n e c e s s a r i p e r Se n za e s s e r e u n La p e yr o u s e , s e n za e s s e r e u n g r a n d e g e o - s o p p e r i r e , s e n za i s t e r i l i r e le s o r ge n t i d e lla p u b b lica r i c c h e zza , g r a fo , io r i s p o n d o a l l ' o n o r e vo l e o r a t o r e c h e , se le n e vi d e l - a i n o s t r i b i s o gn i . Ma n o n si o c c u p a n o , r i p e t o , n è d e lla n a t u r a l ' Ap e n n i n o i m p e d i r a n n o ai b i la n ci d i v e n i r e d a F i r e n z e , p a s - d e l l e i m p o s t e , n è d i q u e ll a d e i m e zzi co i q u a li n oi ci a d o p e - s e r a n n o p e r la via d i m a r e . ( I l a r i t à ) Dir ò p u r e i n q u e s t ' o c c a s i o n e c h e t a n t o v i v o è s t a t o in m e r i a m o a s o d d is fa r e a i n o s t r i b i s o gn i . I o cr e d o p oi ch e n è i ca p it a lis t i fr a n c e s i , n è i ca p it a lis t i il d e s id e r io d i fa r c o n o s c e r e a l P a r l a m e n t o le co n d i zi o n i fi- i n g l e s i , n è q u e l l i d i a l t r e n a zio n i d ' E u r o p a si s p a ve n t e r a n n o n a n zi a r i e d e l r e g n o , q u a n d o ve d r a n n o m e t t e r e u n ' i m p o s t a d e l d ie ci p e r ce n t o s u i a s t a m p a r e a lcu n i fr a i b i l a n c i , m a n e h o m a n d a t i a s t a m p a r e t r a s p o r t i p e r le s t r a d e f e r r a t e , q u a n d o a n ch e a M ila n o , e , s e n o n va d o e r r a t o , fr a T o r i n o e M ila n o e s s i n e l lo r o paese l ' h a n n o già p o s t a , t a n t o p iù c h e n o n t r o ve r a n n o p e r questa c o n vi n t o mandato ma a cco lt e co n b e n e vo l e n za da vo i . N e lle co n d izio n i presen ti re- il m in is t r o d e lle finanze n on p u ò fa r e il b i la n c i o d e llo St a t o . g i o ve r à Sp e t t a a vo i il f a r l o ; r i cu s a t e il vo s t r o vo t o a lle p r o p o s t e d i c h e la l e g g e la q u a l e v i ' a b b i a m o p r o p o s t a n on s o lo n on i n ve c e a d a c c r e s c e r e il c r e d i t o p u b b l i c o , a u m e n t a n d o le r e n - le gge d it e d e lla d e llo St a t o , m a vo t a t e le finanza. Mi è s t a t o fin a lm e n t e d e t t o d a l l ' o n o r e vo l e P e p o l i c h e gli h o p e r m e s s o d i c o n o s c e r e il m io s is t e m a ho E q u i d ir ò p u r a n co fr a n c a m e n t e p a r o l e c h e g i o va s i e n o P e r t u t t e q u e s t e co n s i d e r a zi o n i io s o n o a d u n q u e e d el co m m e r cio , s o lo a F i r e n ze n on ci s o n o m o n t a g n e d a t r a v e r s a r e . p a r t e n u lla d i n u o vo n e lla p r o p o s t a d e l M in is t e r o . a i m o v i m e n t o d e ll' i n d u s t r i a ch e n on finanziario, ch e c r e d e t e n on p ossan o coop er a r e im p ost e, n on a lla p r osp er it à d im en t ica n d o ch e n on n o i s ia m o in o b b l i g o d i c o s t i t u i r e s e n za r i t a r d o e d a r fo r za per- a llo St a t o . Qu a n d o ch è q u e s t o s o lo si p o t e va c o n o s c e r e q u a n d o io t u t t e i n s i e m e s a r e m o in co n d izio n i n o r m a l i , ciò ch e a b b i a m o fa t t o co n va zi o n e d e lla Ca m e r a , m e n t r e io i n ve c e le h o m a n d a t e r e m o gli e r r o r i n e i q u a l i s i a m o i n c o r s i , p e r c h è a lla p a ca t e zza r it or n er em o a ve s s i p r e s e n t a t e le m o lt e l e g g i c h e h o s o t t o p o s t e a l l ' a p p r o - d 'a n im o, e su cor r eggeio n on ho l ' o r g o g l i o d i a ve r vi p r e s e n t a t o d e l l e l e g g i c h e n o n s ia n o c o r - lu ce u n a d opo l'a lt r a , r eggib ili. Com e i fr a t i m in or , va n n o, per r ia . Io c r e d o i n t a n t o d i a d e m p i e r e a l m a g g i o r e d e i d o v e r i c h e , Ma io co n fe s s o ch e n o n h o ìa fe co n d it à d i G i o v e ; d a lla m ia a p a r e r m i o , m ' i n c u m b a n o , q u a n d o vi d ico : n o n vi è t e m p o m e n t e n o n p o t e va u s ci r e u n a M in e r va t u t t a a r m a t a in u n s o lo da perdere, p u n t o. ( I la r it à ) d i m o s t r a r e a l l ' E u r o p a ch e s a p p i a m o i n c o r a g g i a r e c o l l ' o p e r a Q u a n d ' i o n e lla m ia g i o v e n t ù , m i si p e r m e t t a d i d i r l o , m i n oi a b b i a m o b is ogn o, s e s t a r e m o in p a c e , d i e co lla vo c e il p o p o lo it a lia n o a l l ' a d e m p i m e n t o d e i p iù so- o c c u p a va d i co s e s cie n t ifich e o l e t t e r a r i e , io n on c e r c a va m a i le n n i d o v e r i , e ch e s e n oi a b b i a m o vi n t o s u i ca m p i d i S o l f e - d i l e g g e r e la p r e f a z i o n e ; io c e r c a va r i n o , s a p p i a m o e vo g l i a m o p u r a n ch e c o n s o l i d a r e in ve ce di legger e p a- gin a p e r p a gin a ciò ch e s i s c r i ve va in u n ' o p e r a , p e r essere la n ostra vi t t o r i a s o t t o p o n e n d o ci a t u t t i q u e i s a cr ifizi c h e va l g a n o a li b e r o p o i co l m io c r i t e r i o d i g i u d i c a r e d e i p r i n c i p i i e d e l l e c o n s e r v a r e ìa n o s t r a d ign it à e d il n o s t r o o n o r e . ( B r a v o c o n s e g u e n z e ch e n e t r a e va lo s c r i t t o r e . Cr e d o , a n ch e p e r u n a gni d'approvazione io , c o m e m i n i s t r o , n o i n o n li r e s t i t u i r e m o . Noi li a b b i a m o s a l u t e r ò i m ie i c o l l e g h i d e l P a r l a m e n t o , a llo r a l e g g e r ò , s e p u r e s a r à n e c e s s a r io 5 la p r e fa zi o n e c h e , s e co n d o l ' o p i n i o n e dom an dati a v e v a m o la co s ci e n za d i p o t e r s o d d i s fa r e a i n o s t r i p er ch è im p egn i. (Bravo !) D u o lm i i n t a n t o , o s i g n o r i , c h e d a q u a l c h e d e l P o u o r e vo l e P e p o ì i , a v r e i d o vu t o fa r e il p r i m o g i o r n o , p e r c h è l ' e s p o s i - ve zzo s ia s i i n s i n u a t o n e lla p u b b li c a zi o n e d i u n s is t e m a n u o v o d i c o m p i l a r e le l e g g i e q u i v a l e a s c h i e t t o , n o n si o c c u p a s c r i ve r e u n a p r e fa zi o n e p r i m a d e l l i b r o ; e , s e le le p i a g h e c h e s o gn a la n o t t e p r e fa zio n i Se - destra) N oi n o n a b b i a m o d o m a n d a t o a l l ' e s t e r o d e i d e n a r i p e r d i r e : c e r t a n e ce s s a r i a m o d e s t i a , c h e , d o p o la m o r t e d e l G i o b e r t i , n o n sia p i ù p e r m e s s o d i fa r e p r o l e g o m e n i . L' u l t i m o g i o r n o c h e al centro ed alla t em p o u n m a l- s t a m p a , la q u a l e , d i r ò d ' a l t r o la m a t t in a essere ch e d ' i n d o vi n a r e n e lle n o s t r e s t a n n o s t a m p a t e in n a n zi a l l ' o p e r a , si s c r i vo n o d o p o c h e q u e - D i c o i n d o v i n a r e , p e r c h è e s s i , ve lo a s s i c u r o , n o n s t a è co n d o t t a a t e r m i n e . s co n o . (Si ride) Si co m p i a cci o n o In m a n ca n za d e lla p r e fa zi o n e , d ir ò in p o ch e p a r o le c h e i in ciò c o s t o r o , finanze. le con o- m e n t r e gli s c r i t t o r i dei m ie i p r i n ci p i i s o n o s t a t i q u e s t i : fa t t a u n a l' I t a li a , e r a n e c e s - g r a n d i p e r io d ici d e lle n a zio n i l i b e r e , c h e s a n n o q u a n t i p e r i - s it à u n i fi ca r e le is t it u zio n i, u n i fi ca r e gli a g g r a v i , va l e a d i r e co li e s s e h a n n o d o vu t o a t t r a ve r s a r e p e r co s t it u ir s i r o b u s t e , s o t t o p o r r e t u t t i i cit t a d in i d ' I t a lia a i m e d e s i m i p e s i , e fa r l i b e r e e i n d i p e n d e n t i , e s a n n o b e n i s s i m o p e r q u a n t i o s t a co li l o r o g o d e r e i m e d e s i m i va n t a g g i . U n e p e n s a i d o ve r essere e p e r i co li n o i a b b i a m o d o vu t o e d o b b i a m o p a s s a r e , ci lo d a n o gen er a le, o g n i q u a l vo l t a p e r c h è a l s e t t e n t r i o n e d e l r e g n o n o n si gi u d i ch i o si a m m a e - n e ll' a vve n ir e . le l e g g i r e g o l a t r i c i d e l l e i s t i t u z i o n i d ' i n t e r e s s e s t r i in m o d o d i ffe r e n t e d a q u e l c h e s i g i u d i c h i o si a m m a e s t r i a l m e zzo gio r n o . ch e h o s e gu it o , e b a st a e n u n cia r li p e r d im o s t r a r e a l l ' i n c o n ve n i e n t e c o r a g g i o e fe r m e zza e fe d e p e r le n o s t r e è fo r s e e g l i u n r i m e d i o ? A p a r e r m i o , s o n o n en ie i n fe c o n d e . Io d ico lo r o : d a t e d e gli a v v e r t i m e n t i a l M in is t e r o , i n d i c a - l'im p or - t e g l i la via p e r la q u a l e p i ù c é l e r e m e n t e e co n p iù s i c u r e zza t a n za d e i m e d e s i m i . Rigu a r d o m ost r ia m o Ma il s o g n a r e c o n t i n u a m e n t e g r a vi p e r i c o l i finanze Q u e s t i s o n o s t a t i i gr a n d i p r i n c i p i i e c o n o m i c i e p o li t i c i n oi s egn a la t o, ch e , cioè, n o n si p o s s a g i u n g e r e a c o n s o li d a r e lo s t a t o r egn o. d i ciò . m a s a r e b b e r o essi i c h e h a n n o fr a lo r o p e r la m a n ca n za d e i b i la n c i , h o q u i b r e - m ie i m i gli o r i a m i c i , p o i ch é e s s i s a r e b b e r o i m i g li o r i a m i ci v e m e n t e e s p o s t e le r a g i o n i or son p o c h i g i o r n i . d e lla p a t r i a . {Vivi segni di F u d e t t o a q u e s t o p r o p o s i t o d a l l ' o n o r e vo l e P e p o l i , co n u n s o lo s a r e i lox'o g r a t o del Io s o r r i s o c h e n o n r i s p o n d e va a l s u o n o d e lla p a r o la a m i c h e v o l e : n on finanziario p o t r e b b e g i u d i c a r e d e lle le g g i d a m e p r o p o s t e e d e lla a ffin it à approvazione) p r e s i d e n t e , il d e p u t a t o R a n co h a fa co lt à d i r a n c o . S i g n o r i , q u a n d o i e r i l ' a l t r o h o a vu t o p a r la r e. l'on or e di —769— » « T WJ I F « I ^ » « WMI B UMI I I I T ORN AT A « N IIIMI. UIIIIMUIMIUI«UM«JMHII DEL prendere la parola, mi feci premura di premettere una franca e sincera dichiarazione allusiva alla mia condizione. Affatto nuovo alla tattica delle lotte parlamentari, io mi lusingava che, venendo io stesso pel primo a scoprire la mia parte più debole agli onorevoli miei avversari, essi, per tratto di generosità, mi avrebbero risparmiato da questo lato. Ma m'ingannai a partito, avvegnaché l'onorevole Broglio da abile maestro lottatore qual egli è, con una squisitezza ed una cortesia di dire che a lui è tutta propria, non omise di scoccarmi un dardo che mi è sceso al cuore; e l'onorevole signor ministro dei lavori pubblici mi ha pure a sua volta ripetuto lo stesso colpo. Accolgo e l'uno e l'altro con animo tranquillo e senza rancore, perchè me l'hanno diretto con molto garbo, ma ne farò mio prò. Intanto però io approfitto di questa opportunità per assicurare l'onorevole signor Broglio, come pure l'onorevole signor ministro, che nel loro apprezzamento a mio riguardo si sono molto ingannati, e lo dimostrerò citando loro un solo fatto. Voi sapete, o signori, che io aveva fondato ìa mia argomentazione sopra un fatto generale, sopra un principio di economia politica che nessuno in questa Camera ha potuto combattere, e che gli onorevoli miei avversari, compreso l'onorevole Broglio, hanno anzi dovuto ammettere. Ho dichiarato nello stesso tempo che io avrei evitato di discendere a minuti ed estesi particolari, e ciò feci per due ragioni: primo, perchè voleva provare alla Camera che io trattava una quistione di principii ; secondo, perchè non pensava di approfittare della vantaggiosa mia condizione d'ingegnere; chè, se io avessi voluto tenere la via accennata dall'onorevole Broglio, non mi sarebbero mancati cifre, dati ed altri elementi raccolti nella lunghissima carriera che ho percorso nel ramo delle strade ferrate, per opporre ai ben pochi dati posti innanzi dal signor ministro, e forse io avrei potuto ottenere l'attenzione della Camera e trarre non pochi nella mia opinione; ma non lo feci per ragioni di pura delicatezza. Dirò di più all'onorevole Broglio, che la strada ferrata Vittorio Emanuele, di cui io sono il direttore, non entra per niente nella presente quistione, e lo proverò a suo tempo, malgrado l'asserzione in contrario del signor ministro. Dacché l'occasione mi portò a pronunciare il nome dell'onorevole Broglio, mi permetterò di rettificare un errore in cui egli è, ne son persuaso, involontariamente incorso. Egli ha fatto dire a me cosa che io non ho mai pronunciata, cioè che io, per diminuire il bilancio dei lavori pubblici, aveva consigliato alla Camera di rallentare i lavori delle strade ferrate b r o c h l i o . No ! no! . L'ha detto. p r e s i d e n t e . Non interrompa. niKCo. Io dico che egli si espresse in tal modo per errore. ne son certo ; ed è talmente vero che ha detto questo, che egli mi oggettò che nel mio sistema sarebbero derivati al paese gli stessi mali ch'io aveva lamentati. BRoe&io. Domando la parola per un fatto personale. (Rumori) Una voce. È un altro che ha detto tal cosa. r a i v c o . Noti l'onorevole Broglio come io abbia osservato ch'egli mi aveva apposta quest'asserzione per errore. Io all'incontro consigliava non solo di continuare i lavori, ma di continuarli colla maggiore alacrità possibile; ho solamente esternato il desiderio che adun tempo si diminuissero le spese dei lavori pubblici col fecondare un germe che ho indicato, il germe cioè delle associazioni ; persuaso che, feCame ra de i De putati — Discussioni - 2<> Periodo 97 s &a a c o . i numi GEN N AIO condandolo, si potrebbero trovare delle società ie quali s'incaricherebbero dei lavori delle strade ferrate, e si diminuirebbero ad un tempo all'onorevole ministro dei lavori pubblici quelle grandi difficoltà che egli ebbe sempre ad incontrare per affidare la costruzione di quelle strade a private società. Esaurito quest'incidente, io m'accingo a ribattere gli appunti che mi diressero gli onorevoli miei avversari. Gli onorevoli deputati Susani, Broglio e Cini hanno dovuto ammettere il principio da me posto, il principio generale economico, cioè che, aumentando i prezzi dei trasporti, si diminuisse il traffico. Ma hanno creata un'eccezione. Ed un'eccezione rispetto a che cosa? Rispetto alle strade ferrate in particolare. Fondandosi su quest'eccezione, ne dedussero gli argomenti dei quali poi si servirono per combattere le mie conclusioni. Ebbene, o signori, io sostengo che non solo una tale eccezione non sussiste per le ferrovie, ma che, qualora sussistesse, trarrebbe immancabilmente seco la distruzione del principio stesso. Ed infatti, come mai potete voi ammettere l'applicazione di un tal principio ai trasporti sulle strade ordinarie, ai trasporti marittimi, ai trasporti sui canali, e negarlo a quelli effettuati sulle ferrovie? Signori, voi dimenticate che sulle strade ordinarie si incontrano ad ogni pie' sospinto degli incagli, delle anomalie, delle oscillazioni, che dipendono dal più o meno perfetto stato dei mezzi di trasporto, dal più o meno perfetto stato delle strade e da altre eventualità. Sulle strade ordinarie voi avete un prezzo d'occasione, poiché dipende, ad esempio, dal trovare qualche carrettiere di ritorno per aver una diminuzione di prezzo. Ora, se voi credete che una piccola variazione nei prezzi di trasporto in queste condizioni possa reagire sul traffico riguardo a queste, come volete poi negare che la stessa cosa non si verifichi sulle strade ferrate che fanno un servizio regolare, soggetto a norme fisse, dove i prezzi sono precisati da tariffe, regolati da leggi, pubblicati, conosciuti per modo che tutti possono calcolare i'ìmportare dei trasporti e misurare sovra essi la convenienza o non delle loro speculazioni ? Ma, se una variazione di prezzo è sensibile per quei meccanismi imperfetti, sarà molto più sensibile per un meccanismo che è perfetto. E qui, o signori, se mi permettete, spiegherò il mio concetto con un esempio. Io credo che, se si ammettesse l'eccezione volufa da' miei onorevoli oppositori, vi condurrebbe direttamente all'assurdo. Sarebbe come se un tale volesse aggiungere un peso su! piattellino di una bilancia in equilibrio vecchia, irrugginita, imperfetta ed insensibile, e pretendesse che questo piccolo peso reagisse sull'altro piattello, e spostasse così l'equilibrio, e ponendo poi lo stesso peso sovra il piattello d'un'altra bilancia perfettissima , sensibilissima, pretendesse ancora che non rompesse l'equilibrio, che non facesse traboccare l'altro piattello: questo, o signori, come vedete, sarebbe un vero assurdo. Non sussistendo dunque la vostra eccezione, cadono per loro stessi tutti gli argomenti che sovra essa fondarono i miei onorevoli avversari, e rimane salvo ed intatto il mio assunto. Ma l'onorevole signor Broglio spinge molto più in là la sua argomeniazione. Esso ragiona così: «Il Governo, nello stabilire questa tassa, non deve punto curarsi dei suoi effetti; ess© deve assicurarsi che produca il più possibile allo Stato, e ri- CAMERA DEI DEPUTATI tir a ndone inta nto l' im p o r t o da una mano, paghe rà da ll'a ltr a , ove occor r a, il pare ggio a lle s ocie tà alle qua li ha ga r a ntito un minimum d'inte r e s s e . » Ma, o s ignor i, io pr e fe r ir e i ve de re que s t'ar gome nto ne lla mia bocca, come dir e ttor e di una s trada fe r r a ta , che non in que lla di un illus tr e e conomis ta, e s ono pe rs uas o che il s ignor minis tr o de i lavor i pubblic i ha fatto que s ta ar gome ntazione qua ndo accresceva la tariffa s ulle s trade fe rrate da lui dir e tte . Que s to modo di r agionar e mi r icor da la s toria di que l pove ro agr icoltor e che , pos s e de ndo un magnifico vivaio di albe r i fr uttife r i, i qua li avre bbe ro in bre ve potuto dare un ube rtos o pr odotto, ave ndo pe r ò ne ce s s ità di de na r o, fece s frondare gli a ibe r i, ne ta gliò i r a mi pe r ve nde r li qua ! le gna da a r de r e , senza pre ve de re che in s e guito s i s are bbe tr ovato pr ivo de i fr ut t i. Que s ta manie r a di r a giona r e , me lo pe r me tta l'onor e vole Br oglio, non è conve nie nte ne lla bocca di un pr ofondo economis ta , e molto me no in que lla di un Gove r no. Esso, qua ndo vuol cre are una nuova tas s a, de ve calcolare be n be ne qua li s ar anno le s ue cons e gue nze , e d acce rtars i s e , me ntr e da un la to appor te r à qualche vantaggio alla cassa s pe ciale de lie r is cos s ioni, non r e agir à pe r contro s ugli int r o it i ge ne r ali de lia na zio ne ; ed in que s t'ultima ipote s i deve s e nz'altr o abbandona r la . Cre do che un Gove rno de ve e s aminar e le cons e gue nze pr oba bili di un a tto, mas s ime r igua r do a gl'impe gni c h'e gli avesse as s unti e cui fosse te nuto ad os s e rvare . E pe r dimos tr ar e l'ins us s is te nza de lle os s e rvazioni fatte da lla Commis s ione , e s pe cialme nte dall'onor e vole r e la tor e , le qua li c ollima no colle cose de tte dall'onor e vole minis tr o P e r uzzi, pr e s e ntar e , cioè, le s trade fe rrate ta nti va nta ggi, essere i pre zzi imme ns a me nte p iù te nui che non s ulle s trade o r dina r ie , e q uind i essere impos s ibile , come osservò pur e l'onor e vole minis tr o de lle finanze , che chi è avvezzo a viaggia r e in is trada fe rrata se ne pas s i, e non pote r quind i l'aume nto de lle tariffe influir e s ul movime nto, pur c hé non oltre passi i pre zzi di tr as por to s ulle s trade or dina r ie , io vi d ir ò, o s ignor i, che que s to non è r a giona r e , cioè dal mio punto di vis ta è un e r r or e . Mi rincre s ce che il s ignor minis tr o non annuis ca a que s te mie as s e rzioni, come mi par e di r ile va r e da l s uo movime nto de l capo, ma s pie ghe rò il mio conce tto con un e s e mpio. Suppone te che a T orino un tale abbia un sacco di gr a no (lo stesso e s e mpio citato da l s ignor Bas togi) ; gli giunge un dis paccio te le grafico da Ge nova il qua le gli a nnunzia che il pre zzo de l gr ano è su que lla piazza maggiore che a T or ino. Che cosa fa e gli? Fa la sua addizione : pre zzo de l grano a Tor ino , più tr as por to da T or ino a Genova pe r la gr ande veloc it à, ve de se gli r ima ne ancora un ce rto ma r gine pe r pote r ma nda r e il s uo gr ano a Ge nova. Se trova tale ma r gine , fa la s pe dizione ; ma se la tassa che ave te impos ta as s orbis ce il ma r gine , che cosa ne a r r ive r à? Ne a r r ive r à che l'ind ivid uo di cui pa r lo non trove rà più la conve nie nza di fare la spedizione . Du n q u e : pe r dita imme dia ta pe r la s trada fe r r ata che non tras porta p iù ; pe r dita imme dia ta pe r il comme r cio , pe rchè que l tale non trova più alcun a lime nto ed e ccitame nto alla s ua s pe culazione . Non è quind i que s tione di c o mo d it à, non è que s tione di c onc or r e nza , è que s tione di essere o non e s s e r e , ciò che dipe nde da lla vos tra tassa. Passo ad e s aminare un'os s e rvazione emessa dal s ignor Sus ani in or dine alla facilità di e s azione di que s ta tassa, SESSIONE DEL 1861 L'onore vole Sus ani ha de tto che si pote va con tutta facilità ris cuote re que s ta tassa r icor r e ndo ad una s pe cie di francobolli da appors i s ui biglie tti de i via ggia tor i. S U S A N I. N o ! RANCO. Che si pote va e vitar e la spesa di ris cos s ione pone ndo un bollo al biglie tto e face ndolo s u s a n i . Doma ndo la par ola pe r un fatto pe r s onale . ( Ila- rità) r a n c o . Io non inte ndo che di dis tr ur r e una s ua asserz i o n e ; se io non l'ho be n c a p it a , è inut ile che io mi s pie ghi. P RE S ID E Ì T E . Vuole accordarle facoltà di pa r la r e ? RANCO. Sì ! SÌ ! SUSANI. Io cre do che qui l'onore vofe oratore abbia pre s o a bba glio, impe rocché la cosa s ulla qua le e gli impr e nde a riba tte r e , cioè che s uppone ave r io de tto , io non l'ho ma i de tta . Ho de tto che la tassa non impone va alcuna spesa di esazione , e mi par e che dal discorso che ho fatto fosse c hia r o che le r a gioni sono indipe nde nti da ogni me ccanis mo che io abbia propos to. Non ne ho propos to a lc uno, anzi fondo il mio r agioname nto pe r dir e che non costava nie nte a ppunto s opra ciò che in fatto non occorre di cre are a lc un me ccanis mo. RANCO. Allor a ho ma l compre s o la sua as s e rzione , e siccome il mio scopo e ra di dis tr ugge r la , s ono be n lie to che la me de s ima sia dis tr utta da lui me de s imo. Il s ignor Sus ani oppugnò ino lt r e , e d aveva in ciò cons e nzie nte l'onor e vole s ignor minis t r o , il mio timor e de llo spos tame nto ne lle piazze . Io dice va che s ulle s trade fe rrate questo s pos tame nto dovuto a ll'a ume nto de lle tariffe era molto p iù facile a manife s tar s i, atte s a mas s ime la facilità che non si ris contra ne gli a ltr i me zzi di tr a s po r ti, la fa c ilità, c ioè , de lle gr a dua zioni da una classe a ll'a ltr a senza cons umo di maggior e o minor te mpo, pe r c hè , ta nto via ggia ndo ne lle pr ime , qua nto ne lle infime clas s i, si ar r iva a de s tinazione ne llo stesso te mpo. Cons e gue nte me nte io aveva acce nnato al timor e di ve de re uno s pos tame nto di clas s i, e quindi una diminuzione di r e ndita . Dice va in ris pos ta l'onor e vole Sus a ni: ciò non potr à succe de re , pe rchè anzi ve diamo ve rificars i tuttodì un movime nto as ce nde nte dalle te rze classi a lle seconde e dalie se conde a lle pr ime . E poi s oggiuns e l'onor e vole Sus ani : che cosa fanno le s trade fe rrate ? Le s trade fe r r ate accre s cono le indus t r ie , danno impuls o al comme r cio, fanno pros pe re le condizioni fina nzia r ie de gli Stali e de lle pe r s one ; l'uomo che è.ricco non viaggia ne lle te rze clas s i, viaggia ne lle s e conde ; que gli che altr a volta era avvezzo a viaggiar e ne lle s e conde , a ume nt a la la pr os pe r ità, viaggie rà ne lle p r im e ; dunque voi ave te una s icure zza che lo s pos tame nto te muto non avrà luogo. Ris pondo al s ignor Sus ani: pe rchè le s trade fe rrate apportino que l be ne s s e re , que lla pr os pe r ità, che , s e condo lu i, impe dir a nno lo s pos tame nto ne lle clas s i, fa d'uopo che a nzitutto le s trade fe rrate si facciano, e s is ta no; fa d'uopo e ccitar e , pr omuove r e la lor o cos tr uzione . Or a , que llo che io te mo si è ciò a ppunto che la tassa che voi dis cute te sia pe r appor tar e un gr ande os tacolo, un gr a nde r ita r do allo s viluppo de lle fe r r ovie . De l r e s to, a pr ovar e me glio come l'onor e vole Sus ani s ia ne ll'e r r or e , mi farò io pur e a dare dimos tr a zioni fondate a i r is ulta me nti pr a tic i de i fa tti. E q u i, poiché ci s ono s tato condotto e ntr o ne lla mia s pe c ia lità, io pr e ndo i r e ndiconti offic ia li de lle s trade fe r r ate de lio Stato, i r e ndic onti officiali de lle s trade fe rrate de l Be lgio. Pe r re nde re più e vide nte la mia ide a ho fatto i mie i c a lc oli, qua nto al Be lgio, s ull'a nno Ì8 5 6 , par agonandolo al 1860, e , TORNATA DEL 2 1 quanto alle ferrovie dello Stato, sul 1857, paragonandolo al i 8 5 9 ; eccone i risultati. Nel Belgio, nel 1856, trovansi pei posti di coupé 262898 viaggiatori ; pei posti ordinari di prima classe, poiché colà si fa questa distinzione, 361404. Nell'anno 1860 si hanno solo 248780 viaggiatori di coupé, 421916 di prima classe. Yi ha dunque una diminuzione nei posti di coupé ed un aumento in quelli di prima classe. Per la tersa classe trovate nell'anno 1856 4140482, e per la stessa classe del 1860 voi trovate 5454294. Vi ha dunque una diminuzione del 9 per cento sui posti distinti di coupé, aumento dell'8 per cento sui primi posti, aumento del 19 p e r c e n t o sui posti di terza classe. Una voce. Ma sono posti. RUGO. I posti sono appunto occupati dai viaggiatori. Ora vediamo il risultato del resoconto sulle ferrovie dello Stato. Nell'anno i 8 5 7 si trovano in prima classe 95927, e nel 1859 se ne trovano soltanto 93457. V'ha quindi diminuzione. In seconda classe ú trovano nel 1857 904628, nel 1859 se ne riscontrano 831954. Vi ha dunque diminuzione. In terza classe si trovano per l'anno 1857 2181176, e nel 1858 si trovano 2649196. Dunque, tenendo conto della diversità dei chilometri esercitati, che era nel 1857 di 408 e nel 1859 di 480, risulterebbe una diminuzione del 17 per cento nelle prime classi, del 28 per cento nelle seconde ed un aumentazione del 2 per cento nelle terze classi. Ma vi dirò di più, o s i g n o r i , volete voi vedere che cosa sono i centesimi sulle strade ferrate? Ve lo dimostro. Ritenete che nel Belgio 1 prezzi dei trasporti sulle ferrovie sono di molto inferiori ai nostri. Noi abbiamo per la prima classe 10 contro 8 che ha il Belgio; nella seconda 7 contro 6 ; e nella terza H contro 4. Voi rileverete da ciò che, siccome i primi posti sono di molto inferiori (in prezzo) ai nostri, ed inferiori sono anche i secondi, dovrebbe succedere, quando vera fosse la teoria avversarla, dovrebbe succedere, dico, che la maggior parte dei viaggiatori prendano i primi od almeno i secondi posti. Ebbene, o signori, succede anzi il contrario. Nel Belgio, per essere il prezzo delle terze classi inferiore di un centesimo al prezzo delle nostre, si riscontrano 7292 viaggiatori di terza classe per ogni chilometro, mentre, presso di noi, non se ne riscontrano che 5518. Forse voi mi osserverete che le provincie dei due paesi possono non trovarsi nelle stesse condizioni, ma vi risponderò che il rendiconto delle nostre strade f e r r a t e , che io presi per norma n e ' m i e i calcoli, è il rendiconto concernente la strada ferrata di Genova, la quale, per n u mero dei viaggiatori trasportati, non resta al certo inferiore a nessuna delle migliori strade del Belgio. Credo quindi la mia dimostrazione, se non assolutamente, almeno relativamente esatta e vera. Io sono lontano dal voler seguire l'onorevole ministro dei lavori pubblici nel lungo ed elegantissimo suo discorso esposto ieri alla Camera. Mi limito solo ad osservare che egli non provò nessuna delle sue proposizioni con fatti inconcussi, c e r t i , incontrovertibili. Egli fece delle supposizioni, delle asserzioni, delle a p p r e m z i o n i . Ora, per grande che sia la mia fiducia nelle ampie cognizioni dell'onorevole signor ministro, per grande che sia la mia deferenza verso di lui, lo prego di compatirmi se non posso essere con lui d'accordo sopra queste apprezzazioni. Io deduco le mie convinzioni da fatti inconcussi, le deduco dal grande principio generale di economia politica che ho posto a base del mio ragionamento, ed è lo spirito cui GENNAI O' esso si informa, mentre avvece l'onorevole signor ministro, come tutti gli altri miei oppositori, deducono le loro opinioni da eccezioni che il principio-non ammette, da asserzioni che i fatti contestano. La sola prova addotta dal signor ministro in appoggio delle sue asserzioni, quella di cui egli si è servito per rispondere recisamente alla domanda che io gli indirizzai nella seduta di sabbato, è uria prova che a' miei occhi nulla dimostra. Che cosa ha detto il signor ministro? « Egli disse: « Anch'io fui, come il deputato Ranco, direttore di una strada ferrata. In tale condizione mi avvenne di aumentare due volte di seguito i prezzi di trasporto, ed il reddito di quella strada non è diminuito, chè anzi il numero dei viaggiatori è aumentato. Dunque quell' aumento dei prezzi di trasporto non fece danno.» Se si trattasse di ragionare con persone che non hanno idea di calcolo, e sono digiune affatto della scienza economica speciale delle strade ferrate, capirei che il modo di ragionare del signor ministro potrebbe avere qualche effetto; ma tra ingegneri, tra persone un po'esperte di ferrovie, mi permetta di dirglielo il signor ministro, il suo ragionamento è inammissibile. Che ha egli, il signor ministro, dimostrato col suo argomento? Egli ha dimostrato un assioma che tutti sanno e conoscono. Tutti sanno che, fatta una strada ferrata, aperta al p u b blico esercizio, essa ha, essa deve necessariamente avere un movimento di progresso. E sino a quando? Sino a che il m o vimento sia arrivato al suo massimo sviluppo, sino a che siasi raggiunto il movimento normale. Elevate le tariffe d u r a n t e questo movimento di progresso; voi non potete c e r t a mente arrestare il movimento, ma avrete però un movimento ascendente minore. L'onorevole signor ministro ha visto questo movimento ascendente, ha visto questo progresso, e ha detto : le mie tariffe dunque sono buone, esse non hanno prodotto alcun male. Ma chi ha dimostrato che, se non avesse egli elevato i prezzi, il risultato non sarebbe stato migliore? Il movimento, il progresso non sarebbe stato molto più grande? Nessuno. Di più vi dirò che la strada da Livorno a Firenze è una strada speciale, è una strada in gran parte destinata ai viaggiatori di lusso, ai viaggiatori che viaggiano per il piacere di viaggiare ; ora, sui viaggiatori di lusso, mettete p u r e qualche aumento di tariffa, e non avrete per ciò una reazione. Si è detto che, quand'anche chi deve viaggiare debba spendere qualche centesimo di più, viaggierà egualmente. No, o s i g n o r i ; io, quando vado a Milano, esamino la scarsella; se la trovo ben fornita, vado ; altrimenti no. Un meschino commerciante, un cittadino qualunque, che ha a fare in un paese distante, dice fra sè : o conviene che ci vada io, ovvero che scriva, ovvero che scelga colà un rappresentante, un commissionario, un p r o c u r a t o r e ; egli fa i suoi c o n t i : tanto mi costa l'andata, tanto il ritorno, tanto il soggiorno fuori di casa. Se ci trova ancora le sue convenienze, fa il viaggio; altrimenti scrive, o preferisce di sottostare alle spese di un procuratore, di un commissionario, e resta a casa. Nel presente cozzo di differenti opinioni non dimostrate, se volete, non dimostrate (perchè non si possono a d d u r r e fatti precisi, dati assoluti, e si t r a t t a , del resto, di idee non tanto facili ad afferrare), può darsi che abbia ragione io, come può darsi che l'abbia l'onorevole signor ministro. Qui siamo al buio; io mi permetterò di dire alla Camera che siamo degli orbi che ci diamo a vicenda delle bastonate. (Ilarità) Se però, o signori, in questo spinoso ginepraio, frammezzo a tanta oscurità, voi vedeste e n t r a r e da una delle porte di CAMERA DEI DEPUTATI quest'aula quell'uomo, di cui noi tutti piangiamo ancora la perdita, quell'uomo che era sì profondo conoscitore delle dottrine economiche, il conte Di Cavour; se quell'uomo, accompagnato dal venerando Paleocapa, che tanto pur fece per le nostre ferrovie, venisse qua e vi dicesse l'opinione sua, e * questa opinione fosse contraria alla legge che si sta discutendo, tal legge, o signori, la votereste voi? Foci. Sì ! ¡>ì(Rumori) PRESUMENTE. Non interrompano l'oratore ; ciascuno ha facoltà di chiedere la parola ed esporre a suo turno le sue opinioni, ma nessuno può interrompere. manco. Prego di non interrompermi, perchè io faccio appello alle cifre, alla scienza e non alle passioni. (Bravo ! a sinistra) Io sono della destra, per conseguenza io stimo il Ministero; io non faccio questione di persone, e mi reputerei sfortunato se le conseguenze del mio discorso potessero scemare l'autorità del Gabinetto ©diminuire il prestigio di taluno degli onorevoli membri che lo compongono; ma iodico: nel cozzo di opinioni non dimostrate, che cosa dobbiamo fare? Se venisse qui davanti a noi un uomo che aveva una grandissima esperienza, un uomo a cui noi dobbiamo non solo in gran parte la nostra posizione, ma tutto il nostro sistema politico-economico, le strade ferrate di cui sin d'ora godiamo; se quell'uomo vi dicesse: guai a voi se imponete questa tassa! potreste voi a preferenza rispondere: vogliamo imporla, perchè il signor ministro dei lavori pubblici ha detto di sì? perchè l'onorevole Bastogi ha detto di sì? Ma, o signori, esaminale la vostra coscienza ; se taluno ha delle convinzioni, se taluno ha delle dimostrazioni da dare, le porti innanzi, le esamineremo ; ma se non si trattasse che delle convenienze, delle passioni di partito, allora io vi direi che l'uomo, il quale sacrifica gl'interessi della patria agli interessi di un partito, manca a! paese, manca alla sua missione, se deputato. (Bravo! a sinistra) Signori, non ho la facoltà di far rivivere i morti, nè quella di trarre in quest'aula quelli che vi sono estranei. Io posso però leggervi i loro scritti, ripetervi le loro parole, farvi conoscere le loro opinioni. Signori, io vi so dire che il signor conte Di Cavour condannò questa tassa. Volete saperne il perchè? Il perchè nessuno ve lo disse sinquì; io ve lo dirò. Ho qui in mano i rendiconti della Camera ; mi è però d'uopo fare un po' di storia. Si trattava nel 1857..... (Qui Voratore si rivolge al deputalo marchese Di Cavour, che sta per uscire, e gli dice) : avrei bisogno che ella restasse, signor marchese, perchè mi è d'uopo della sua testimonianza; Si trattava allora di esaminare una convenzione che il Governo aveva fatta colla società Fillorio Emanuele. Questa società, la quale era francese, e che quantunque in quel momento non esistesse l'imposta che ora si propone, prevedeva però come potesse forse venire il momento in cui il Governo Intendesse stabilirla, questa società ha detto : io accetto la convenzione, ma ad una condizione, ed è che ini promettiate di non meitere mai a mio riguardo alcuna imposta sul prezzo dei trasporti. Si stipulò un patto in (al senso. La convenzione, come era naturale, fu portala davanti alia Camera; si è nominata, come si fa sempre, una Commissione per esaminarla. Di tale Commissione era relatore l'onorevole marchese Di Cavour. In questo momento si troveranno certamente presenti molli deputati che allora sedevano nella Camera. Ebbene, l'articolo che dava questa facoltà negativa, direi, alla compagnia, vale a dire che impediva al Governo di poter im- SESSIONE DEL 1861 porre sulla società della ferrovia Vittorio Emanuele la tassa su cui oggi si discute, era così concepito: « Art. 83. Pour indemniser la compagnie des travaux et dépenses qu'elle s'engage à faire par le présent cahier des charges et sous la condition expresse qu'elle remplira exactement toutes les obligations, il lui est accordée, pour le laps de 99années désigne à l'article 27, l'autorisation de percevoir le prix de transport d'après les tarifs ci-dessous déterminés. « Aucun impôt ne pourra être prélevé sur le prix des transports fixé par le présent cahier des charges. » Il signor ministro si è fondato sulla parola prélever. Ebbene, io proverò, colla lettura dei rendiconti della Camera, * che questa frase è stata messa a bella posta per dire che i prezzi di trasporto non avrebbero potuto mai essere colpiti da alcuna tassa. 11 progetto ministeriale portava avvicela dizione: « L'autorisation de percevoir le prix de transport d'après les tarifs ci-dessous déterminés provisoirement et sur lesquels on ne pourra prélever aucun impôt. » La variante proposta dalla Commissione mirava ad esimere soltanto dall'imposizione della tassa le tariffe approvate nella convenzione. Si riservava così di tassare, ove d'uopo, le tariffe future, massime per il caso d'aumento. La discussione condusse il conte Di Cavour, presidente del Consiglio dei ministri, pure ministro delle finanze, ed il ministro dei lavori pubblici a discutere sulla natura della tassa che in oggi vi è proposta. Se la Camera mi permette, passo a dar lettura e del discorso del conte Di Cavour e della risposta del marchese Gustavo di Cavour, come pure del discorso del signor Paleocapa e di qualche altra loro osservazione. Era allora il conte Di Cavour ministro delle finanze, come vi dissi; l'illustre Paleocapa era ministro dei lavori pubblici. « PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Come aveva già l'onore di accennare, la Commissione ha creduto di dover riservare la facoltà di stabilire una tassa sui prezzi dei trasporti sulle vie ferrate, seguendo in ciò l'esempio della Francia, dove è stabilita una tassa sui trasporti. « In Francia, voi sapete che la tariffa si divide in due parti : una rappresenta il pedaggio, cioè il corrispettivo della somma dalla compagnia spesa per la costruzione della strada, e l'altra rappresenta l'indennità della spesa per i trasporti. Sopra questa seconda parte del trasporto il Governo preleva un'imposta del decimo dei prodotto lordo. « Nello stabilire la tariffa, in Francia, si fa distinzione tra la parte relativa al pedaggio e quella relativa al rimborso della spesa pei trasporti, sopra la quale ultima parte vi è l'imposta del decimo, che può essere ancora aumentata, poiché il Governo non si obbliga a non aumentare l'imposta, se non sulla parie relativa al pedaggio. « Noi non abbiamo creduto opportuno di sottoporre le strade ferrate all'imposta del decimo; ma bensì di estendere ad esse l'imposta delle patenti, dalla quale vanno assolutamente esenti in Francia ; noi abbiamo sottoposte le strade ferrate al pagamento del 2 1/2 per 100 sugli utili netti, 21/2 per 100 il quale si aumenta poi e diventa il 3 ed il 3 1/2 in virtù della sovratassa locale, giacché la tassa-patenti, come ben sapete, è pur sottoposta alla sovratassa sino a centesimi 50; quindi può questa tassa elevarsi dal 2 1/2 sino al 3 75 per iOO. «Voi avete dunque in presenza due sistemi : potreste scegliere il sistema francese ed imporre la locomozione, od il —775 — TORNATA ' DEL 2 1 nostro sistema di imporre il prodotto, aia non sarebbe nè giusto, nè opportuno di imporre e l'una e l'altro. « D'altronde, col sistema della Commissione, voi garantite alla compagnia la sua tariffa attuale; voi dite : noi ci riserviamo il diritto di aumentare la tariffa quando risulterà un aumento nelle spese di trasporto; quindi avverrebbe per conseguenza che una gran parte dell'imposta non cadrebbe sulla compagnia, ma sui viaggiatori; però anche in parte ricadrebbe sulla compagnia, inquantochè, come osservava l'onorevole Moia (Disgraziatamente è morto ; era un membro della Commissione), e in ciò non gli do torto, un aumento nella tariffa equivale ad una diminuzione nel numero dei viaggiatori. «Laonde, il nostro sistema di tassare il prodotto aetto invece della locomozione (notate bene sempre un solo, mai i due sistemi insieme), mi pare ad ogni modo preferibile. « Ilo già avuto l'onore di farvi osservare che la società littorio Emanuele è sottoposta alla concorrenza non delle strade dell'interno, ma di quelle dell'estero. «Voi siate giusti ; lo saranno i vostri successori ; essi vorranno eseguire il capitolato, e non imporranno alla società Vittorio Emanuele una tassa speciale ; essi vorranno solo sottoporla all'imposta generale che graviterà sopra tutte le strade ferrate dello Stato. (Éh\ ahi) Questo non porrebbe la società Vittorio Emanuele in una condizione così difficile. .. » ecc. Queste sono le ragioni addotte dal conte Di Cavour per non tassare la società Vittorio Emanuele. D'altronde, è un patto convenuto, e se la Capiera non lo avesse accettato, la società si sarebbe ritirata. Soggiungeva più oltre :« ... Siccome la società Vittorio Emanuele ha da temere la concorrenza della linea francese di Marsiglia da un lato e dall'altro lato quella della linea che da Milano pel San Gottardo va a Basilea e a Strasbugo, della linea franco-svizzera, la vostra imposta, non estendendosi alle linee rivali, metterà la società Vittorio Emanuele in tristi condizioni, e la impedirà forse di poter mantenere la concorrenza con quelle linee, e ciò non solo con danno suo proprio, ma eziandio dello Stato, che vedrà diminuire il suo commercio di transito. Io quindi vi prego a non ammettere questa variante, riflettendo che avete nelle mani il mezzo di colpire la strada ferrata sì e come lo credete opportuno, ponendo anche mente che colla tassa attuale voi vedete aumentare il prodotto tanto a prò dello Stato, che della società. » L'onorevole relatore marchese Di Cavour rispondeva al preopinante in questa guisa : « Mi limiterò a dire il motivo per cui la Commissione ha creduto di proporre questa variante. Essa ha creduto che fosse una cosa gravissima l'alienare un diritto essenziale della sovranità, un diritto che non si è quasi mai alienato, se non se sotto l'impero di quelle necessità che hanno dato luogo al detto che necessità non ha legge. « La Commissione sapeva benissimo che da noi le compa- . gnie anonime sono tutte tassate e colpite dalla legge sulle patenti; ma prevedendo la possibilità di certe eventualità, le quali sicuramente non si credono nè prossime, nè probabili, che anzi si spera che mai siano per avvenire, ha voluto contemplare il caso in cui fosse necessario tassare anche la locomozione per far danaro. « In tale circostanza però le sembra che la tariffa dovesse rimaner incolume, essendo questo contralto bilaterale che dà diritti inviolabili ad ambi i contraenti, ma che si potesse riservare in quel caso la possibilità assoluta di far danaro anche con questo mezzo. s GENNAI O e Le ragioni ora messe in campo dall'onorevole ministro hanno certamente molto peso. Esse portano come conclusione che lo Stato non dovrà facilmente usare di questo diritto, che molti pubblicisti dichiarerebbero inalienabile; ma dovrebbe poi anche dire essere le medesime di tanto peso da far sì che si elimini persino in radice questo diritto di tassazione? «Questo è quanto non sembrò alla Commissione. Ecco il solo divario che esiste, perchè dichiaro che la Commissione non ebbe in mira di imporre un diritto sulla locomozione, anzi essa desidera che questa prospettiva sia sempre scartata quanto più si può. Ma alla Commissione parve non fosse bene spogliarne lo Stato, perchè, in caso di necessità, si troverebbe forse poi costretto a violare una promessa data imprudentemente. « Ecco le ragioni per cui fu proposta questa variante. Del resto la Commissione si rimette alla saviezza della Camera. « P AL E OC AP A, m inistro dei lavori pubblici. Io farò osservare che da tutti gii altri capitolati di concessione non si riscontra alcuna disposizione che accenni ad imposizione di sorta sulle tariffe, appunto perchè la rendila delle strade ferrate già venne altrimenti soggetta ad imposta sia dalla legge delle patenti, sia da quella sul tributo prediale. «Ora, come già ebbi l'onore di esporre, la compagnia Vittorio Emanuele si trova abbastanza gravata dal dover ricorrere in questi momenti al credito pubblico per vistosi capitali di cui abbisogna per sottoporla ancora alla minaccia di eventuali imposte, che forse non le saranno mai applicate, ma che intanto hanno per effetto immediato (Signori, notate quello che diceva l'onorevole Paleocapa accennando solamente al dubbio, alla minaccia che potesse sussistere questa tassa) per effetto immediato d'allontanare i capitalisti dal somministrare i necessari fondi. Non mi pare quindi conveniente l'introdurre una disposizione che non avrà forse alcun effetto reale, ma che produrrà certamente un inconveniente tanto più grave nelle sue conseguenze, inquantochè lo Stato, assicurando il U per 0=0, ha pure un interesse diretto che la società prosperi, giacché altrimenti l'imposta che esso dovrebbe pagare fino a che il prodotto della strada ferrata non superi il hi [2 per 0[0, andrebbe a carico del Governo. » Il relatore marchese Di Cavour rispondeva ancora : « L'onorevole signor ministro ci dice che in tutti gli altri capitolati non si è fatto parola di questo diritto. Io dico che non era necessario se ne facesse parola, perchè il diritto di contributo è un diritto essenziale della sovranità, è un diritto che Sa maggior parte dei pubblicisti considerano come inalienabile; dunque, non dicendosi niente, rimane sottinteso. Qui, invece, come era redatto l'articolo 63, sembrava che vi fosse l'applicazione di questo diritto, mentre nelle altre leggi non si fa parola di quest'esenzione in termini che implichino l'assoluta rinuncia delio Stato ad imporre, oltre la tariffa, un diritto a beneficio dell'erario pubblico. Pare adunque che, se si introducesse in questa legge una disposizione speciale (che è stata conservata), sarebbe quasi fare un torto alle altre compagnie, ne! capitolato delle quali non si è parlato di ciò. Ecco quali sono le ragioni per le quali la Commissione ha dato una certa importanza a tal questione. » L'onorevole presidente del Consiglio prese ancora una volta la parola. Udite che cosa disse : « Mi permetta la Camera un'osservazione che credo abbia molto peso. Qui si tratta d'una società composta d'azionisti esteri. È utile per noi, dopo quanto ho avuto l'onore di _ 774 — CAMERA DEI DEPUTATI esporvi, che questa società possa emettere facilmente e con vantaggio le nuove sue azioni, poiché il premio che queste trarranno con sè andrà in diminuzione del capitale guarentito. Ora, signori, notate che presso di noi anche le società anonime di strade ferrate sono sottoposte ad un tassa, dì cui vanno esenti in Francia, del 2 i/2 per cento allo Stato e dell'I 1/5 ai comuni, cioè di S 75, ciò che costituisce già una imposta bastantemente elevata ; se, oltre a questo peso reale, di cui sono esenti negli altri Stati, voi minacciate di colpirle anche in altra guisa, è una minaccia che non avrà effetto, poiché lo stesso signor relatore si dichiara a nome della Commissione apertamente contrario all'idea di colpire in due modi le strade ferrate; ma questa minaccia avrà forse un effetto sull'immaginazione degli azionisti esteri, ed allontanandoli dall'impresa, renderà sempre più difficile l'emissione di nuove azioni, od almeno farà sì che saranno emesse a condizioni meno vantaggiose, e quindi lo Stato ne scapiterà. » (Notate in che condizione si trovava allora lo Stato e in che condizioni si trova attualmente per rispetto alle strade ferrate e pel bisogno che ha di trovar società, e quanta importanza si attribuiva tuttavia alla sola minaccia della tassa che oggi cade in discussione.) a Néqui si può dire che vi sia vera alienazione di diritto, è un'alienazione temporaria, come ne fate tutti i giorni ; egli è come quando avete votato che il catasto della Sardegna non potesse essere variato per trenta anni. Con questo limite voi non avete alienato il diritto di tassare le proprietà sarde. Eppure è certo, od almeno probabilissimo che in questo tempo il valore di quelle terre aumenterà di molto. Nello stesso modo voi dite alfa società : non aggiungerò nuove tasse alle esistenti : non bis in idem. Dunque non rinunziate al diritto di tassare questa società. «Se le circostanze lo vorranno (ecco il mezzo di compensarvi), se le circostanze lo vorranno, invece del 5 per 0/0 (ch'è l'altra tassa), le farete pagare il 10 per 0/0, e dovrà pagarlo; ma fatela almeno sicura che non avrà a pagare una tassa sulla locomozione, oltre alla tassa sulla proprietà. « Lo Stalo avrebbe il mezzo di raggiungere lo scopo di far pagare di più la società, senza adoperare i mezzi diretti che potrebbero essere dannosi ; può ottenerlo indirettamente, come vi ho dimostrato. » Qui il presidente della Camera dice: « Il signor ministro propone che, invece della prima parte dell'articolo 63 della Commissione , si adotti la prima parte dell'articolo 63 del progetto del Ministero. Metterò innanzi tutto ai voti l'articolo della Commissione. » Insorge Daziani a fare ancora qualche osservazione sulla natura della modificazione proposta dalla Commissione. « PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. L'articolo della Commissione dice : « Aucun impôt ne pourra être prélevé sur les prix de transport fixés par le présent cahier des charges, il che significa che voi potrete imporre una tassa, oltre i prezzi della tariffa. « Questo è ciò che ha voluto dire la Commissione? « DÀZIANI. Sì ! sì ! « PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Dunque è un'imposta sulla locomozione. Soltanto voi avete detto alla società: di quest%nposta voi potete rimborsarvi sui viaggiatori. « Ecco la differenza. « In Francia invece non si usa così; colà si dice : voi dovrete pagare l'imposta. « Qui, noti la Camera (sono sue parole), le tariffe non si SESSIONE DEL 1861 toccano; se si vuol mettere un'imposta, sarà un'aggiunta alla tariffa. «Suppongasi che si voglia mettere un'imposta del decimo dell'entrata: la tariffa, invece di essere di 10 centesimi per chilometro, si porterà ad il. « Ebbene, io pregherei la Commissione di rinunziare a ciò, poiché per colpire le compagnie vi sono mezzi più efficaci che non nel sistema francese. « Infatti, nel sistema francese una parte dell'imposta ricade sui viaggiatori e sul commercio; nel nostro sistema invece l'intera imposta ricade a carico della compagnia. « DAZIANI. La Commissione si è tenuta al principio di non impegnare l'avvenire, e di lasciare lo Stato libero di mettere o non mettere imposte su questo, come su tutti gli altri oggetti imponibili, secondo che crederà del suo interesse. «Tuttavia, dal momento che riconosce esservi già un'imposta sulle strade ferrate, che, occorrendo, si potrà aumentare, non ha difficoltà di abbandonare la sua proposta, benché le dispiaccia tale limitazione, tale privilegio per questa ferrovia. Chiede però che si tolga la parola provisoirement, dove si parla delle tariffe, perchè dice non capire come si possano stabilire tariffe provvisorie. « PALEOCAPA, ministro dei lavori pubblici, spiega il perchè siasi messa la parola provisoirmnent, ed il perchè debbasi mantenere. » Signori, col brano di discussione che ho testé letto, io sono persuaso di aver dimostrato non colle mie parole, ma con quelle del compianto conte Di Cavour e del ministro Paleocapa, due cose : la prima, che la società Vittorio Emanuele non può essere colpita da questa tassa. Ma la Camera non ha da occuparsi di ciò, perchè la compagnia Vittorio Emanuele, quando si trovasse gravata, potrebbe far valere le sue ragioni. Io noto soltanto ciò per farvi vedere come, parlando contro questa proposta di legge, ben lungi dal proteggere quel certo interesse individuale che da alcuni mi venne supposto, io ho anzi fatto il contrario. Se io avessi, o signori, potuto dimenticare per un istante la mia qualità di rappresentante della nazione, ricordando solo quella di direttore della ferrovia Vittorio Emanuele, avrei dovuto non combattere, ma appoggiare la presente legge, perchè, approvata la medesima, epoiché, come credo, laferrovia Vittorio Emanuele ne va esente, restandone solo colpite tutte le altre compagnie, la compagnia Vittorio Emanuele avrebbe risentito un vantaggio immenso, potendo così per la disparità delle sue condizioni, dirimpetto alle tasse di finanza, far loro una concorrenza immensa. Io invece ho preso la parola per combattere la legge, per combatterla non ostante che io segga tra i membri della maggioranza; come potreste dunque mai dubitare, o signori, che io abbia potuto essere mosso da una cagione d'interesse pressoché individuale ? L'altra cosa che io credo di avere dimostrato si è questa che, in una quistione dubbia, in una quistione mollo oscura, noi ci troviamo a fronte di due opinioni contrarie, l'una che è quella sostenuta dal signor ministro dei lavori pubblici ; l'altra opposta, del conte Di Cavour, sostenuta dal signor Paleocapa ; opinioni non dimostrate né da una parte, né dall'altra, se volete; ma quando voi dovete scegliere fra due opinioni dubbie, quando voi non aspettate altro che un granello di sabbia cada sull'uno o sull'altro peso della bilancia per potervi decidere, esiterete voi, o signori, a pronunciarvi per l'opinione del grand'uomo, di cui voi seguite i principii, di cui l'onorevole signor ministro Bastogi, non più tardi di ieri, ha egli pure dichiarato di voler costantemente — 775 — TORNATA DEL 2 ! seguire i principii? E vorrete voi, per difendere una legge non ¡studiata, non profondamente maturata, violarli questi principii? (Con calore) No, o signori, voi non li violerete. Ed io qui metto fine al mio ragionare. Vi dirò solamente, o signori, d i e se mai vi fu un'epoca, se vi fu un momento in cui io abbia desiderate di possedere l'eloquenza, per cui vanno distinti molti, il più gran numero anzi degli onorevoli miei colleglli, tale si è appunto il momento in cui presi a t r a t t a r e di questa legge; io sono certo che sarei allora r i u scito ad infondere in voi quella forza di convinzione che sento in m e ; sarei riuscito a persuadervi che, se voi votate.questa legge, voi arrecherete un certo danno al paese. Ma vi dirò di più, o signori : questa legge voi non potete votarla, perchè, se la votate, fate ad un tempo un grande errore ed una grande ingiustizia. Fate un grande errore, perchè la società Vittorio Emanuele, andando esente dalla tassa, voi la metterete in condizione di fare una concorrenza alle stesse strade ferrate dello Stato. Commettete un'ingiustizia, poiché, sempre a causa della delta esenzione, diventerete ingiusti verso le altre compagnie, e si potrà allora supporre che voi abbiate due pesi e due misure, ciò che non è, ciò che non dovrà mai essere. Io conchiudo dunque facendo lealmente, francamente un appello all'onorevole ministro, pregandolo di voler ritirare questa legge, per sottometterla quindi ad un novello esame, dacché non la credo sufficientemente studiata. (Segni di denegazione dal banco dei ministri) In caso poi che le mie parole Rescissero presso di lui infruttuose, allora debbo rivolgermi alla Camera ed ¡scongiur a r e essa a respingere tale legge, come io senza esitazione la respingo. Foci. La chiusura! la chiusura! p r e s i d e n t e . Il deputato Broglio ha facoltà di parlare per un fatto personale. Molte voci. La chiusura! la chiusura! ( R u m o r i d'impazienza) p r e s i d e n t e . Lascino parlare per un fatto personale il deputato Broglio, poi il deputato Cavour per una spiegazione personale; quindi, se lo stimeranno, chiederanno la chiusura ed io la porrò ai voti. Prego il deputato Broglio a limitarsi al fatto personale. r r o c u l i o . Mi limiterò al fatto personale. L'onorevole preopinante mi ha fatto tre appunti. II primo, e del quale parlerò innanzi tutto , anche perchè sarà molto presto contraddetto, si è che io gli abbia fatto accusa di aver dichiarato che converrebbe diminuire le spese dei lavori pubblici ed aumentare quelle d e l l ' a r m a m e n t o . . . . . R i K C O . Mi ha accusato che l'abbia detto io. B B O f i L i e . Precisamente; che io l'abbia accusato d'aver detto tal cosa. Ora l'onorevole preopinante s'inganna a p a r tito. Se vuole avere la bontà di leggere il resoconto della Cam e r a , alia pagina 1620 egli vedrà che chi ha fatta tale osservazione si è l'onorevole Cini. c i m i . Domando la parola per un fatto personale. ( R u m o r i ) Foci. No! n o ! b r o & S ì S © . Mi p e r m e t t a n o ; è giusto, pare, che io dica non esser io quello che ha fatta tale osservazione. Una voce. Ha ragione. B B o e i i i o . Il secondo appunto si è ch'io l'abbia accusato d'aver presa la parola in qualità d'interessato ; e pare che questa mia osservazione gli sia stata molto grave, e per le parole vive di cui si è servito nel ribatterìa, e perchè ha i n sistito sopra quest'argomento tanto nell'esordio, quanto nella perorazione del suo discorso. GENNAIO Io mi permetto di fargli osservare che quando ho pronunciata la parola interessato, subito mi balenò alla mente l'idea che questa parola poteva far nascere nell'animo dell'onorenole preopinante, e per allontanare dall'animo suo questa idea che non era punto nei mio, mi affrettai di soggiungere queste parole: « Del resto l'onorevole Ranco, il quale, come diceva da principio, è un'autorità in questa materia per la grande parte che ha preso e che p r e n d e all'andamento delle strade f e r r a t e , ragiona, senza accorgersi, in questa occasione come ragionano tutti gl'interessati. » Qui mi balenò quell'idea, e subito soggiunsi: « E per interessato intendo qui una persona che prende un nobile interesse al buon andamento di una g r a n d e impresa o industria nazionale. » Se questo è fare un'accusa personale ad alcuno, io non me ne intendo affatto. Veniamo al terzo appunto. L'onorevole Ranco dice che io ho emesso un'opinione di questa sorta, che lo Stato deve prendere a qualunque costo, senza preoccuparsi delle conseguenze che ne possono derivare. Un'accusa molto vicina a questa fu fatta anche dalll'onorevole Depretis, il quale si riferiva a quelle mie p a r o l e . . . p r e s i d e n t e . Questo non è un appunto personale ; è un'opinione che ha esternata, e che potrà essere buona o cattiva ; la Camera lo giudicherà B B O f i u o . Voglio appunto stabilire che non l'ho e n u n ciata p r e s i d e n t e . Questa non è un'accusa personale; è una opinione che fu emessa, quand'anche per avventura possa essere non fondata, B B 0 6 & I 0 . Io credeva che il sentirsi accusati di aver emessa un'eresia finanziaria, quando non si è emessa, desse diritto a rettifica. Se l'onorevole presidente crede che non dia questo diritto, rinuncio subito alla parola. p r e s i d e n t e . " I l deputato Cavour ha facoltà di parlare per dare una spiegazione personale. d i c a . w © » r . Giacché fu invocata la mia testimonianza, dirò brevissime parole intorno all'incidente che è stato ricordato dall'onorevole Ranco. La Commissione, di cui ebbi l'onore di essere l'organo nella legge importante sul traforo del Moncenisio e sull'ampliazione della compagnia Fittorio Emanuele, si preoccupò molto dell'idea che non convenisse ¡egare la sovranità per l'avvenire. Essa ritenne che il diritto d'imporre per urgenti necessità dello Stato era un diritto talmente essenziale alla s o vranità, che non si poteva, secondo l'opinione di molti pubblicisti, alienare. Mi ricordo benissimo, e io ha ricordato il rendiconto, che citai il noto p r o v e r b i o : Necessità non ha legge. Quello che succede oggi, mostra che la Commissione non aveva cotanto torto. La Commissione però, che era stata nominata per esaminare la grandiosa impresa che stava molto a cuore di tutta la nazione, quella dello spianamento morale, dirò così, delle Aipi r non voleva fare di questo una questione assoluta. Esposta quindi la sua opinione, essa mise la Camera in avvertenza delia grave questione di giure pubblico che si trovava qui sollevata. Perciò il nostro ragionamento, già r i portato dall'onorevole Ranco, finisce col d i r e : s la Commissione se ne rimette alla saviezza della Camera. » Noi abbiamo creduto di dover dare quest'avviso , di- —776 — CAMERA DEI DEPUTATI cendo : «Quando verrà la questione, allora sarà tempo di scioglierla. » Nè mi pare che sia stata presa suquella nostra opinione nessuna risoluzione formale dalla Camera nèin un senso, nè nell'altro. »MCO. Domandola parola. 3»s C a v o u r . Noi abbiamo creduto nostro dovere di fare sin d'allora una riserva, riserva cheoggi è applicabile. Potrà poi ora nascere una questione giuridica per sapere se, dopo votata la presente legge, la compagnia Vittorio Emanuele!, invirtù del suo patto, avesse onodiritto ad un indennizzo. E questa una questione gravissima, sulla quale riservo completamente la mia opinione. Solamente dico che la Commissione del 1857, secondo ame pare, e per quanto mi serve bene la memoria, non ha voluto fare che una riserva in virtù di un princìpio fondamentale del gius pubblico di tutte le nazioni civili. KISCO. Domando la parola per una spiegazione su questo incidente. p r e s e s s e i w e . Ha la parola su quest'incidente, b a n c o . La Commissione, della quale era presidente il signor marchese di Cavour... b r o g m o . A me hanno impedito di parlare, perchè non era personale... p r e s i d e n t e . Scusi, questa è continuazione della discussione. il deputato Ranco ha citato la testimonianza del marchese Di Cavour, il quale ha dato delle spiegazioni. 0ra il deputato Ranco fa qualche rettifica espiega meglio quello che ha detto. r a n c o . La Commftsione aveva proposto la soppressione di questa frase. (Noi noi) Mi perdoni, aveva proposto la soppressione di questa frase: «...Les tarifs ci-dessous déterminés, et sur lesqueis on ne pourra prélever aucun impót... » L'onorevole presidente del Consiglio voleva mantenere questa frase, e quando prese la parola per entrare in questo sviluppo, la Commissione ha detto le ragioni per cui voleva soppresse queste parole, ma -l'articolo è stato votato tale e quale erastato presentato dal Ministero. Dunque non è il caso di riserva, e mi dispiace il dirlo, ma l'onorevole marchese Di Cavour inquesto momento nonha più presente alla memoria il vero stato della questione. Voci. La chiusura! la chiusura ! s w s a n i . Chiedo la parola contro la chiusura. p e r i j s s k s , ministro dei lavori pubblici. Domando la parola. p r e s i d e n t e , II signor ministro dei lavori pubblici ha la parola, p e r c z m , ministro pei lavori pubblici. Vorrei dare un semplice schiarimento. L'onorevole deputato Ranco anche oggi ha chiuso il suo discorso con un appello a me, edanche oggi iodevo rispondere a quest'appello. Io rispondo che la legge non è stata presentata da me, ma dall'onorevole mio collega delle finanze, il quale, essendo in questo momento assente dalla Camera per una indisposizione di salute, non ha potuto essere da me consultato sopra quest'appello dell'onorevole Ranco, che avrebbe dovuto essere a lui indirizzato anziché a me. Ma credo di potermi far interprete delle intenzioni dell'onorevole mio collega, dichiarando che il Ministero non crede suo dovere di ritirare lalegge, imperocché non divide le opinioni dell'onorevole Ranco. SESSIONE DEL i 8 6 1 In quanto poi a quel ch'egli hadetto: avere la legge bisogno di essere nuovamente studiata, può essere che gli studi del Ministero siano stati tali dacondurre a dei risultamenti che non persuadano l'onorevole Ranco, edaltri i quali voteranno contro lalegge ; mail Ministero ha la profonda convinzione di avere meditata questa al pari che le altre leggi proposte al Parlamento. Io ho dichiarato che a me questa legge naturalmente a priori non erae non poteva essere più simpatica di quello che lopossa essere per l'onorevole Ranco , ma che mi èdivenuta simpaticissima dopoché l'hostudiata e dopoché ho acquistate le convinzioni che ho esposte ieri alla Camera ; convinzioni fondate sopra argomenti che possono, lo ripeto, non aver persuaso l'onorevole Ranco edaltri, ma che hanno persuaso me e che, iospero, persuaderanno la maggioranza della Camera. Foci. Lachiusura ! PRESIDENTE. Essendosi chiesta la chiusura... SWSANI. Chiedo la parola contro la chiusura. Mi tengo strettamente a parlare delle ragioni lequali, secondo me, debbono persuadere la Camera a non ammettere la chiusura. Mi astengo scrupolosamente dall'entrare in altri argomenti. Prego la Camera a badare che l'onorevole deputato Ranco ha testé prodotto nella discussione un ordine di affermazioni, e l'affermazione di fatti non prima toccati. Io credo, considerando l'importanza del voto che si staper dare e l'influenza che esso può avere sugl'interessi generali delio Stato, e riconoscendo che alcuno potrebbe essere tratto in errore da qualcuna delle asserzioni dell'onorevole Ranco, asserzioni che iodichiaro non essere esatte, la Camera facilmente ammetterà che la discussione debba continuare. Sebbene la Camera possa essere tediata di questo argomento, ediol'ho tediata per il primo con lemie cifre, essa non vorrà impedire che si producano le confutazioni degli argomenti nuovamente prodotti. b b o s m u . Domando la parola contro la chiusura. Oltre alle osservazioni fatte dall'onorevole Susani in ordine ai fatti, iocredo che la Camera deve permettere che si entri anche tanto o quanto nella discussione di quel punto di diritto accennalo dall'onorevole Ranco, quando citòl'opinione del conte Di Cavour, attribuendole, com'era giusto, tanto peso. Io credo di poter dimostrare alla Camera che le opinioni allora emesse dall'onorevole c@nte Di Cavour sono le vere, che esse sono le stesse che iodesidero veder prevalere in questo momento; quantunque, mentre l'onorevole Ranco le invocava contro, io le invochi in favore del progetto di PRESIDENTE. Metto ai voti la chiusura della discussione generale. (Dopo prova e controprova, è adottata.) ssoaiFiNO, relatore. Domando la parola. PRESIDENTE. Al relatore è sempre riservata la parola anche dopo la chiusura, quindi ha facoltà di parlare. m o i j F I N ©, relatore. Signori, dopo una così lunga discussione sarebbe cosa assai difficile promettervi di esser breve ; ciò però iove lo prometto, e in compenso di questo spero da voi compatimento ed attenzione. Comincierò prima di tutto a rispondere a qualche appunto che s4 è fatto alla Commissione. Si è detto inprimo luogo che la Commissione non ha corredata la sua relazione di documenti, i quali dimostrassero quale sarebbe stato il profitto ricavato dall'erario, mediante l'imposizione di questa tassa. TORNATA DEL 2 1 Negli uffici, come fu unanime, o signori, il convincimento della necessità di impinguare la finanza, così lo fu pure quello che un non lieve prodotto questa tassa per certo l'avrebbe dato. Debbo dire però che non in tutti gli uffici si ebbe la convinzione che si sarebbe raggiunta la cifra che si lusinga di avere il Ministero; ma siccome per altra parte il far profitto di quattro milioni, di tre o di due, non era questo il movente che avesse arrestato gli uffici dal votare la tassa, quindi la Commissione, dal momento che era ammesso il principio, dal momento che era pure ammesso che un vantaggio all'erario questa tassa lo avrebbe arrecato, essa non ha creduto di fornirvi documenti. D'altra parte a questo difetto, se mai vi fu difetto, vi ha largamente supplito l'onorevole ministro dei lavori pubblici nel suo discorso. Il secondo appunto che si è fatto alla Commissione le fu rivolto dall'onorevole Deprelis, come che la Commissione non si fosse latto carico di esaminare se questa legge avesse potuto incontrare ostacoli, dar causa a litigi quanto alle società concessionarie. Nei seno della Commissione si è toccata e in parte anche esaminata questa questione ; la Commissione fu unanime nel ritenere come questa legge, la quale non andava a colpire le società, ma sihbene i viaggiatori, non potesse dar luogo a lagnanze da parte delle società. Se nella relazione non si è fatto cenno, se il non averne fatto cenno è una colpa, questa colpa, signori, imputatela a me solo. Vengo finalmente all'osservazione fatta dall'onorevole deputato Ranco, il quale disse che la.legge non fu studiata. Io non sose per questa parte egli abbia inteso di rivolgersi alla Commissione; se ciò fosse, risponderò che gli uffizi hanno dato un mandato unanime ai loro commissari di accettare questa legge, che non prevedeva nemmeno la Commissione che una così forte discussione si sarebbe elevata dal momento che negli uffizi era stata unanimemente accettata questa legge. Prima di discendere ad accennare di volo ai molti argomenti addotti prò e contro, mi si permetta di esaminare quello che per ultimo l'onorevole Ranco invocava, cioè l'autorità del conte Di Cavour nella questione sollevata più specialmente per la ferrovia Vittorio Emanuele. L'onorevole Ranco vi presentava il conte Di Cavour in una discussione del 1857, e vi diceva che, se egli venisse in questa discussione a prendere la parola ed a sostenere le stesse opinioni del 1857, forse, anzi senza forse voi inclinereste nella sua sentenza. Mi si permetta di dubitare del come il conte Di Cavour avrebbe nelle presenti circostanze d'Italia, e più ancora nelle presenti circostanze del credito italico, giudicato di questa tesi. Io credo, mi permetta l'onorevole Ranco di manifestare; un'opinione diversa, credo che, se il conte Di Cavour fosse qui, esporrebbe quelle stesse generali osservazioni colle quali trascinava il Parlamento subalpino a votare delle leggi che non sono certo tali che si debbano importare nelle altre parti d'Italia. Ricorderò solo a questo riguardo la proposta di legge sulle successioni, colia quale si stabiliva il principio che, qualora un padre lasciasse ai propri figli un asse oberato di debiti, pure si dovesse pagare la tassa sul valore totale dell'eredità comprendendovi i debiti. Ebbene il conte Di Cavour persostenere le sue proposte invocava la grande necessità delio Stato. E se necessità vi era d'imposte per gettare il fondamento della Costituzione d'Italia nel 18M, nel 1856 e nel 1857, necessità suprema e grandissima vi è in questo momento di balzelli per rafforzarci! credito e per ispirar fiducia CÀMERA, DEI DEPUTATI — Discussioni - 2« Periodo 98 GENNAIO ai capitalisti esteri, e per dimostrare che tanto in guerra quanto in pace gl'Italiani sanno e vogliono costituir la nazione. Ciò riguardo a quanto avrebbe fatto il conte di Cavour. Veniamo ora ad esaminare la questione legale. La Commissione, come io stesso, crede che la società Vittorio Emanuele non possa esentarsi dalle disposizioni generali della legge, quando venga, signori, da voi sancita. Premette però che, quand'anche questa società fosse esclusa dalla tassa, l'imposta darebbe tuttavia una somma rilevante. La linea Vittorio Emanuele non è che una linea parziale a confronto delie molte che si sono costrutte e che si vanno costruendo in Italia. Signori, nella discussione del 1857 ecco in qual modo stavano le cose. La Commissione all'articolo 63 proponeva: « Aucun impôt ne pourra être prélevé sur les prix de transport fixés par le présent cahier des charges. » D'altra parte invece dal Governo si diceva nel suo progetto, ch'è quello che fu poi adottato: s.. . L'autorisation de percevoir les prix de transport d'après le tarif ci-dessus déterminés provisoirement et sur lesquels on ne pourra prélever aucun impôt... » Come avete già sentito dal resoconto letto, la Commissione s'era fatto carico di questo:« Aucun impôt ne pourra être préievé sur les prix de transport. »Essa voleva vincolare più la società Vittorio Emanuele, ed aveva a tal uopo stabilita una dicitura colla quale aggravava maggiormente la concessione medesima. Da parte del conte Di Cavour, il quale, basta leggere quella discussione per vedere quale impegno (impegno nell'interesse della nazione e non altro), qual affetto mettesse a che si attivassero i lavori del traforo del Moncenisio, per la quâl opera aveva dovuto sostenere molti contrasti e temeva di far naufragio colla socielà, da parte, dico, del conte Di Cavour si voleva che si lasciassero le condizioni come stavano proposte dal Ministero. Egli non voleva quindi una maggiore restrizione alla società, onde non nascesse difficoltà, e fu allora che pronunziò quelle osservazioni che furono lette. Ma, d'altra parte, in quel discorso del conte Di Cavour, chi si fermi a leggerlo ed esaminarlo, troverà che il conte Di Cavour non voleva un'eccezione più grave per la società Vittorio Emanuele, ma voleva che la società Vittorio Ema~ miele si trovasse nelle stesse condizioni di tutte le altre società, e non più. Ciò premesso, esaminiamo le parole della legge. La legge dice : «...d'après les tarifs ci-dessus déterminés provisoirement et sur lesquels ou ne pourra prélever aucun impôt...» Quindi, se mal non mi appongo, nella legge trovate stabilito il principio che non è data facoltà al Governo di fare aleun prelevamento su quello ch'è il reddito della tariffa esistente, ma che al Governo è riservata integra la facoltà di stabilire una tassa che la società non colpisca, quale è quella che cade sui viaggiatori. Io credo quindi che il capitolato della società Vittorio Emanuele per nulla vincoli i legislatori, e quando la Camera creda di votare la leg^e, quella società dovrà sottostare alle conseguenze di questo voto, in quanto che la tassa che si viene ad imporre non è sulle tariffe della società, ma è compensata colla facoltà di un aumento alle tariffe medesime. Si è detto che questa lassa non sarà produttiva. Per sostenere quest'assunto si è posto il principio che, aumentando le tariffe, si diminuiranno i trasporti. L'onorevole Ranco ha posto questo principio che, generalmente preso, non troverà CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL I8C1 mai, ¡0 credo, contraddittori, ma che io credo possa benissimo essere contraddetto in materia di strade ferrate. Egli invece ha voluto dimostrare che esso non ammette eccezione nemmeno quanto alle strade ferrate. Il contrario vi dimostrarono gli oratori che parlarono in favore della legge, perchè provarono che qui non vi può essere concorrenza. E qui debbo rettificare una cosa. La Commissione non ha mai pensato di dire che vi sarebbe stato caso di concorrenza solo allorquando si fossero elevati i prezzi delle ferrovie al punto stesso cui sono i prezzi delle vetture ordinarie. No, o signori. La Commissione per mio mezzo diceva che il tenue aumento di un centesimo per chilometro, se male non mi appongo, non poteva fare una tal differenza da poter dar luogo a concorrenza. L'onorevole Lanza vi ha molto lucidamente dimostrato come non vi può essere concorrenza sia pei prezzi, sia per l'economia del tempo, e sia persino per l'economia del vestiario. Si è parlato del danno che reca al movimento delle merci. Io credo che l'onorevole Ranco non mi contraddirà quando io, non pratico della materia, mi azzardo a sostenere che le » merci che si fanno trasportare a grande velocità non sono poi quelle che costituiscono il commercio, e che- col mezzo della grande velocità si trasmettono soltanto quelle di cui non si può ritardare la spedizione; i pesci, i fiori, gli erbaggi, queste derrate saranno sempre spedite colle ferrovie, e coloro che vorranno mangiare i pesci pagheranno la tassa come coloro che vorranno far lusso di fiori ed abbellirne i loro appartamenti. Quindi non concorrenza, e dico non concorrenza in quanto che l'aumento è molto tenue, e per conseguenza nemmeno diminuzione nei viaggiatori. Aconforto di questi principii si è addotto l'esempio della Francia, si è addotto l'esempio della Prussia e si sono addotti esempi italiani. L'onorevole Lanza ha citato l'aumento della ferrovia di Biella; l'onorevole ministro pei lavori pubblici ha citatoj'aumento in Toscana, i quali non hanno prodotto una diminuzione. Io mi permetterò di aggiungerne un altro, le ferrovie lombarde. In Lombardia, dopo una fatta cessione, si venne ad un aumento delle tariffe; nè per questo vi fu una diminuzione negli introiti. Ma si è obbiettato che quest'aumento progressivo sarebbe più sensibile quando non si fossero accresciute le tariffe. Rispondo a quest'argomento che questa è una ipotesi, e vi prego a non dimenticare, o signori, che, ammesso che non vieti danno, voi frattanto date un profitto all'erario, il quale sta certo a fronte di quell'aumento che, ove.non si fosse accresciuto il prezzo, saria stato maggiore. Si è detto che questa tassa era dannosa agli interessi della nazione perchè colpisce il credito, quindi diminuirà gii speculatori. (Conversazioni) Su questo punto ha già risposto il ministro per le finanze ed altri oratori, i quali vi dissero che il miglior modo per sostenere il credito è quello di votare delle imposte ed impinguare le casse. Io aggiungerò che è interesse supremo della nazione l'aumentare i redditi delio Stato. Ed a questo punto mi sia lecito di osservare all'onorevole Ranco che, se egli delia maggioranza ha creduto di oppugnare la legge, io invece della minoranza, perchè porto una diversa convinzione, ho creduto di sostenerla; ed ho creduto di sostenerla per quel principio che è costante in me, o signori, di non negare danaro a ehi rappresenta il Governo, per poi poter domandare con fondamento agli uomini del Governo stesso che armino la nazione, che la facciano rispettare, che migliorino le sue condizioni interne. Si è detto infine che quest'aumento di tariffa era inopportuno, perchè, mentre si ha bisogno di costrurre molte ferrovie, introducendo quest'aumento, si allontanano i capitalisti. Noi dobbiamo ricordarci che un gran numero di chilometri di ferrovie già lo abbiamo votato ; che queste ferrovie si stanno costruendo,, e che bisogna pagarle; quindi anche questa ragione non mi pare che abbia un gran peso. L'onorevole Depretis accennò essere questa tassa contraria ai principii dello Statuto, citandone l'articolo 28. Su questo punto sembra alla Commissione dover poco aggiungere, poiché l'onorevole ministro delie finanze ha posto ne' suoi veri termini la questione. Egli vi disse come questa sia una tassa di consumazione e che precisamente va a colpire, secondo le diverse gradazioni dell'agiatezza, delle condizioni delle famiglie. Si è detto pure esser molto meglio non mettere nuove tasse di questo genere, giacché la dura necessità ci costringe a non poter levare le vecchie. Ma rammentatevi sempre le necessità dell'erario, rammentate che fra le tasse di consumo, come diceva l'onorevole ministro delle finanze, e come io credo con lui, questa è tra le meno male ripartite. Si è pure sollevata un'altra obbiezione a questa legge, dicendo che essa è ingiusta, in quanto che, nelle antiche Provincie, già vige una legge la quale colpisce le società delle strade ferrate. Per rispondere a questa obbiezione io non ho che a richiamarvi a quanto già diceva in principio del mio ragionare; quella tassa si paga dai capitalisti, questa si pagherà dai viaggiatori ; quindi non è dagli stessi che questi lassa si paga. Una voce. È una tassa sul prodotto. (Rumori) xkoIìFino, relatore. Mi perdoni, questa tassa si paga dai viaggiatori, poiché si fa l'aumento sul biglietto; quindi non è che due volte sieao colpiti gli stessi. D'altronde esempi di un duplice colpo in materia di tasse ve ne ha dati l'onorevole ministro delle finanze, e gli abitanti delle antiche provincie credo che ve ne potrebbero fornire anche degli altri. Fu accennato dall'onorevole Pepoli che questa tassa non venne nemmeno stabilita dall'Austria. Ma, se non fu stabilita in Austria, vi fu chi rispose essere in vigore in Francia e nella libera Inghilterra. Disse l'onorevole Pepoli che sarà doloroso per coloro i quali, giunti dalia parte della ferrovia veneta, entrano nel territorio, sarà doloroso per essi trovare un aumento di tariffa nei posti della ferrovia. L'onorevole Pepoli converrà certo con me che i Veneti ed anche gli stranieri clic verranno dalla Venezia saranno conienti di pagare un centesimo di più per chilometro e di trovarsi in seno di un popolo libero a godere della libertà e della tranquillità che hanno le provincie che costituiscono la famiglia italiana.,. Afronte di queste osservazioni, o signori, stanno i meriti di questa legge che già altri oratori vi hanno enumerati. Essa è di assai facile riscossione, è quasi insensibile, ed aumentandosi le ferrovie, avrà un progressivo aumento. Qui, o signori, io mi dispenso dal ripetervi le molte cifre a sostegno degli argomenti addotti, che già furono enunciate in questa discussione, perche già le avete sentite e le avete lette nei rendiconti della Camera. — 779 — TORNATA DEL 2 1 GENNAIO Nè mi permetterò nemmeno di farvi citazioni di autori, di economisti, che già furono fatte a dovizia e prò e contro da altri oratori. c h i l o m e t r o ; 2 ° sia fatta facoltà di fare lo stesso alle società p r i v a t e : 3 ° questi trasporti saranno esenti dall'imposta . e passa all'ordine del giorno. » 10 vi dirò, o signori, che la convinzione mia e della Commissione è quella che questa tassa non porterà mutazione nel movimento delle ferrovie, e che darà alle finanze un b e neficio, della cui necessità ne siete convinti. Quindi io credo che non esiterete a dare un voto favorevole a questa legge. Quest'ordine del giorno non ha d'uopo di essere appoggiato, essendo sottoscritto da cinque deputati. Il signor ministro lo accetta ? PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione degli articoli, darò lettura di due voti motivati che sono stati p r o posti dal deputato Susani, e che furono sviluppati nella d i scussione generale. 11 primo di essi è così concepito : « La Camera, intendendo che l'imposta abbia ad e s t e n dersi anche agii altri t r a s p o r t i , rimanda alla Commissione i ! progetto di legge, invitandola a mettersi d'accordo col ministro delle finanze per emendarla in questo senso. » I! ministro dei lavori pubblici accetta questa proposta? ministro pei lavori pubblici. Non posso accett a r e l'ordine del giorno, quale è stato formulato dall'onorevole Susani, per le ragioni che ho dette poc'anzi in risposta ad una proposizione analoga ne'suoi effetti, presentata dall'onorevole deputato Ranco, e perchè gli studi che esige la materia sulla quale l'onorevole Susani vorrebbe chiamare l'attenzione della Camera possono portare ad impiegare un tempo piuttosto lungo e tale da ritardare soverchiamente l'attivazione della presente tassa, sulla quale il ministro delle finanze ha fatto assegnamento. PERVZZI, Inoltre devo osservare che l'utile di questa proposta mi pare non sarebbe corrispondente a! 'danno che risulterebbe dal ritardo ; imperocché, senza voler nulla pregiudicare sopra r i sultati di studi che il Ministero non ha nessuna difficoltà di fare per lo scopo propostosi dall'onorevole Susani, p u r ché questi studi non sospendano la votazione e l'attivazione del presente progetto di legge, debbo dire che questi, oltre ad esigere assai tempo, perchè complessi, anche per ciò che concerne il modo di percezione, ho gravi dubbi che possano condurre a risultali molto larghi. Io ho fatto, per esemdio { uno studio sulle diligenze delle provincie n a p o l e t a n e , e , supponendole sempre piene, ho veduto che non darebbero che un incasso annuo di 177 mila l i r e , che è quanto dire dar e b b e r o poco più di 17 mila lire per questa tassa. Con questo non intendo assolutamente rigettare l'idea del deputato Susani, molto più che potrebbe essere attuata per lo scopo di unificare sempre più le condizioni delie varie Provincie del regno, essendovene alcune nelle quali questa tassa esiste. Quindi io prendo l'impegno formale a nome del mio collega delle finanze-di fare questi studi, ai quali ci chiama l'onorevole deputato Susani, ma vorrei che ciò non facesse sospendere la votazione della presente legge. «USAMI. Io sono tanto convinto c h e , quando questa q u i stione sarà maturamente studiata nell'intendimento di scioglierla s e r i a m e n t e , il risultato sarà favorevole a quella che 10 credo giustizia distributiva, che, confidando nella p r o messa fatta dall'onorevole ministro dei lavori pubblici anche a nome del suo collega delle finanze, r i t i r o , per questa parte, 11 mio ordine del giorno. PRESIDENTE. Viene la seconda proposta, la quale è così espressa : « La Camera raccomanda ai ministro dei lavori pubblici di studiare un progetto di l e g g e , pel q u a l e : 1° sia obbligatoria sulle strade f e r r a t e dello Stato la introduzione di trasporti in carrozze c o p e r t e , dove si stia in piedi, una volta al giorno per ciascun verso d'ogni tronco, al prezzo di & centesimi per PERVJZZI, ministro pei lavori pubblici. Io non ho nessuna difficoltà di accettare l'ordine del g i o r n o ; quando la Camera invita a studiare, ed a studiare in ispecie un progetto di legge come questo che ha degli antecedenti, anzi dei resultamenti creduti utili, io non posso non accettarlo, e prometto che, dipendendo questo dal mio Ministero, saranno fatti i m mediatamente e coscienziosamente gli studi, £ n e sarà fatto c o n o s c e r e il risultato alla Camera. SUSANI. Ora che l'onorevole ministro dei lavori pubblici, da cui questa materia più particolarmente dipende, ha d i chiarato che egli accetta il mio ordine del g i o r n o , prego tanto più istantemente la Camera a volerlo adottare. Il voto che la rappresentanza nazionale darà su di esso in questa occasione avrà fuori di qui, io non ne dubito, sulle popolazioni una benefica influenza; imperocché, votando q u e l l ' o r dine del giorno, noi diremo essere nell'intenzione nostra di esonerare dalla tassa i trasporti delle classi le meno favorite dalla fortuna, anzi esprimeremo il desiderio che per queste classi, a tanti titoli giustamente i n t e r e s s a n t i , il prezzo dei trasporti sia diminuito da quello che esso è attualmente. COIÌOMBANI. Io aveva domandato la parola unicamente per pregare il presidente di rileggere l'ordine del giorno del signor Susani, p e r c h è , se esso si risolve in una semplice r a c comandazione al Governo, onde studii la questione, i o , il quale credo buona l'idea, l'appoggerei. Lo scopo ne è infatti d'impedire che desertino le strade ferrate quei viaggiatori che, per l'accrescimento della tariffa ai terzi posti, non s a r e b b e r o più in grado di servirsi di questo mezzo di t r a s porto. PRESIDENTE. Non si tratta appunto che di una r a c c o mandazione al Governo di studiare un progetto ; il Ministero l'ha accettata ; non pare adunque sia il caso di prolungare la discussione. Foci. Ai voti ! ai voti I PRESIDENTE. Metto a partito il voto motivato proposto dal deputato Susani, (È approvato.) Darò ora lettura dell'articolo 1 : « A cominciare dal 1° aprile 1 8 6 2 una tassa del l O p e r O j O è stabilita sul prezzo di trasporto dei viaggiatori, nonché sul prezzo del trasporto dei bagagli.e delle merci d'ogni genere a grande velocità su tutte le strade ferrate del regno esercitate sia dallo Stato, che dall'industria privala, » Lo metto ai voti. (È approvato.) « Art. 2. È data facoltà a tutte le amministrazioni delle strade ferrate del regno di accrescere l e loro tariffe dell'ammontare della tassa nuova determinata dal precedente articolo. » MICHEMNI. Ora è adottato l'articolo 1°, forse lo sarà l'intiera legge. Ove ciò avvenga, io, che temeva e temo tuttora che questa legge recherà più danno che vantaggio alle finanze ; io, che credo che sarebbe stato miglior consiglio di abbassare, anziché alzare le tariffe dei trasporti, desidero di tutto cuore di ingannarmi. Il tempo dirà da quale parte stia la ragione. Frattanto, se io mi ingannassi ed avesse ragione il Minis t e r o , potrebbe avvenire che la rendita di questa imposta —780— CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1861 stesse notevolmente al disotto dei quattro milioni ch'egli se ne ripromette. Sono società, alle quali abbiamo guarentito un minimo di rendita, e siccome la rendita reale è molto al disotto di quel minimo, così il Governo deve annualmente pagare a tali società ragguardevoli somme. Per altra parte adesse, sicure di avere sempre l'interesse loro guarentito, poco importa che la rendita reale cresca o diminuisca. Laonde non si cureranno, anzi si opporranno all'aumento delle tariffe; nè potranno essere a ciò costrette dall'articolo 2 com'è proposto, il quale dà bensì loro la facoltà di aumentare le tariffe di una somma corrispondente alla tassa, ma non ne impone l'obbligazione. Sarebbe pertanto necessario di aggiungere una disposizione o in questo articolo od in altro successivo, che formerebbe l'articolo terzo, mercè della quale il Governo fosse autorizzato a costringere le società a valersi delia facoltà che viene loro concessa di aumentare le tariffe. Ciò avverrebbe sempre quando il Governo creda che con tale aumento diviene minore la quota d'interesse che io Stato è obbligato di pagare alle società come supplemento alla rendita reale. Non so se mi sia spiegato con bastante chiarezza, ma sono convinto dell' importanza della mia proposta, sulla quale chiamo l'attenzione tanto del Ministero, quanto della Commissione. Udite le loro osservazioni, in formulerò il mio emendamento. svsani. Due sole parole per provare come non sia assolutamente ammessibile la proposta fatta dall'onorevole Michelini, o piuttosto l'obbiezione mossa da lui contro l'articolo secondo. Non è ammessibile che si ingiunga a tutte le società di accrescere le attuali loro tariffe del decimo corrispondente all'imposta decretata, togliendo così che esse, quando lo credano conveniente, cioè conciliabile coll'interesse proprio, possano fare un vantaggio al pubblico. Io, che ho sostenuto la ragionevolezza dell'imposta del decimo, l'ho sostenuta anche perchè sono convinto che essa non toglierà pef nulla i movimenti possibili e desiderabili della scala delle tariffe. L'onorevole Michelini disse che ciò potrebbe produrre un danno all'erario pubblico per riguardo a quelle società alle quali si è garantito un minimum d'interesse. Egli dice: queste società, quando vedano che non possono passare il minimum, potrebbero divertirsi a far fallire lo Stato. Ora io rispondo all'onorevole Michelini che, per tutti gli atti di concessione, per le norme della legislazione generale, e per le disposizioni del controllo, nessuna società è autorizzata ad alterare le sue tariffe senza il beneplacito del Ministero. Tutte le variazioni di tariffa sono e devono essere sottoposte all'approvazione del Ministero, il quale è ovvio che non sarebbe giustificabile mai a permettere, quando un deficit si verificasse, la diminuzione delle tariffe. il Ministero adunque, secondo le facoltà che già ha per legge, trovasi munito di tutto quanto abbisogna, perchè non si abbia a temere l'inconveniente accennato dall'onorevole Michelini. Prego quindi la Camera, poiché ha adottato il primo articolo della legge, a votare, quale è proposto, anche il secondo. asacsBEiiisa. il preopinante in sostanza mi dà ragione. Egli dice che il Ministero è autorizzato a costringere le società, ancorché non lo vogliano, ad aumentare le tariffe, asserendo che nessuna società è autorizzata a variare le sue tariffe senza il beneplacito del Ministero. Conchiude quindi non già essere riprovevole la mia proposta, ma essere inu- tile, perchè, secondo lui, già sufficientemente provvedono la legislazione ed i patti attuali tra il Governo e le varie società. io dubito di quest'ultima asserzione, sulla quale è fondata l'obbiezione del deputato Susani. Ma ciò di cui io non dubito si è che, a fronte dell'articolo 2 com'è concepito, le società potranno quind'innanzi rifiutarsi all'aumento di tariffe che il Governo volesse loro imporre. Esse diranno: la legge ci dà la facoltà, non c'impone l'obbligo di aumentare le tariffe; è un diritto, non un dovere. Se la legge avesse voluto imporci un dovere, lo avrebbe detto chiaramente. 10 voglio pertanto che, contro le società che rifiutassero l'aumento, perchè questo non tornerebbe utile che all'erario nazionale, non sia disarmato il Ministero delle finanze, e spero che il ministro dei lavori pubblici, il quale, a vece del suo collega, difese con così grande eloquenza questo progetto di legge, non rifiuterà quest'arma, questa tutela dell'erario nazionale. Parrai anzi sia suo dovere di accettarla, come a me di somministrargliela. 11 mio emendamento consisterebbe nell'aggiungere all'articolo 2 un altro capoverso così concepito : « Il Ministero, quando lo stimi necessario, può costringere le società ad usare della facoltà che quest'articolo loro accorda. » perkkzi, ministro pei lavori pubblici. Mi spiace di non poter corrispóndere alla fiducia dell'onorevole Michelini, accettando la sua proposizione. Credo che il maneggio delle tariffe sia essenzialmente dipendente dalle varie circostanze le quali si verificano caso per caso. Credo che i capitolati e le leggi esistenti danno al Ministero, in ordine alle imprese ferroviarie guarentite, un'arma sufficiente per provvedere agl'interessi dello Stato; e credo che il voler oggi risolvere assolutamente, una volta per tutte, questioni le quali vanno esaminate volta per volta, caso per caso, colle regole generali già sancite nelle leggi precedentemente votate e promulgate, sia cosa tale che, invece di dare un'arma al Ministero per migliorare le condizioni dell'erario, potrebbe avere per conseguenza di svantaggiare e le condizioni dell'erario pubblico e le coudizioni delle società. Per conseguenza, nell'atto che assicuro l'onorevole deputato Michelini che nulla sarà pretermesso dal Ministero per provvedere all'interesse del pubblico erario in quanto concerne l'applicazione di questo disegno dì legge, qualora abbia la fortuna di essere accettato dal Parlamento, lo prego di non voler insistere nella sua proposta, la quale non potrei appoggiare col mio voto, PMSiBESiE. Domanderò s'è appoggiata l'aggiunta proposta dal deputato Michelini. (È appoggiata.) La metto ai voti. (Non è approvata.) Metto ai voti l'articolo 2. (È approvato.) Prima di passare alla votazione per ¡scrutinio segreto, se la Camera lo crede, darò la parola al deputato Mancini per riferire sopra un'elezione. VERIFICAZIONE ©E CSi'EIiEZIOISE. manciws, relatore. Ho l'onore di riferire alla Camera il risultamelo dell'elezione del collegio di Maglie in provincia di Lecce. Questo collegio si compone di otto sezioni. Il numero lo- TORNATA DEL tale degli elettori iscritti è di 1546. In un primo scrutinio il numero dei votanti intervenuti fu di 667. I voti si divisero così: in favore del signor Oroozio De Donno ft28, in favore del signor principe di Piombino D, Antonio Boncompagni 219 ; 23 andarono dispersi. Nessuno dei due candidati avendo perciò raccolto il numero sufficiente di suffragi, si dovè procedere ad un secondo scrutinio di ballottaggio. In questo intervennero 889 elettori. II signor De Donno raccolse 322 voti, il Boncompagni 562 ; 5 voli furono dichiarati nulli. Le operazioni dell'elezione nella prima votazione sono perfette, conformi alla legge, e non si è sollevato il menomo reclamo contro la loro regolarità. Nella seconda votazione, per sette sezioni non vi è alcun dubbio o reclamo sulla regolarità delle operazioni ; ma riguardo ad una ottava sezione, quella d'Otranto, sei elettori protestarono allegando che non si fossero tenute affìsse le liste elettorali, com'è prescritto dall'articolo 68 della legge; che avessero votato cittadini non inscritti nelle liste elettorali; che non si potesse girare intorno ai tavolo, e che lo squittinio dei suffragi nella prima votazione non si fosse fatto dal segretario e da uno degli scrutatori, ma dal solo segretario. Si riserbarono costoro di far pervenire alla Camera le prove a giustificazione dei fatti affermati in questa loro protesta. Ma a queste loro doglianze l'ufficio, in conformità dell'articolo 72 della legge elettorale, contrappose le sue pronunciazioni in via provvisoria, e dichiarò che quelle allegazioni erano contraddette dalla realtà de'fatti ; imperocché, quanto all'affissione delle liste elettorali, inseriva tra i documenti il suo certificato, che di regola deve essere rilasciato dall'ufficio medesimo, da cui risulta che le liste sia nei giorno della prima votazione, sia in quello del ballottaggio, furono affisse insieme con tutte le altre disposizioni e documenti prescritti, nella sala dell'adunanza. Che non si fosse avuto cura d'indicare i nomi degli individui votanti che non avessero la qualità di elettori, mentre sarebbe stato indispensabile che, almeno su questo punto, fosse motivata la riclamazione, indicandosi le persone intervenute a votare chesi credessero sfornite della qualità elettorale. Che era possibile girare intorno al tavolo, e che nè anche in fatto sussistesse l'ultima doglianza. L'ufficio III ha osservato quindi che non più di sei elettori protestano sopra il numero totale degl'intervenuti nella sezione di Otranto nella votazione pel ballottaggio, che fu di i46 ; che in conformità degli autorevoli precedenti della Camera non bastano ad invalidare una elezione ed a distruggere la presunzione di regolarità delle operazioni elettorali le nude allegazioni, specialmente di un piccolo numero di elettori, a fronte del silenzio della loro grande maggioranza, della contraria dichiarazione dell'ufficio elettorale e della riserva fatta da' reclamanti di addurre documenti e giustificazioni che poi non vennero più presentati ; che in fine, quando anche di tutti i voti di questa sezione di Otranto potesse non tenersi alcun calcolo in favore del signor De Donno, tuttavia a lui rimarrebbe il risultamenlo di un numero di suffragi superiore a quello ottenuto dall'altro competitore. Queste considerazioni indussero l'ufficio II! ad incaricarmi di proporre alla Camera, come ho l'onore di fare, la convalidazione della elezione del signor Oronzio De Donno a deputato di Maglie. SAiiAJMS. Domanderei i seguenti schiarimenti al signor relatore intorno a questa eiezione : GENNAIO 1° Se la protesta de' sei elettori sia stata da essi presen tata all'uffizio del collegio elettorale; 2° Se sia stata smentita dall'uffizio suddetto ; 3° Se il certificato da cui si dice risultare che le liste elettorali trovavansi affisse alla porta del collegio elettorale sia un certificato dell'uffizio stesso, o non sia piuttosto un certificato di qualche segretario comunale. Imperocché, ove la protesta degli elettori sia stata fatta e presentata all'uffizio elettorale, e dai membri del medesimo non sia stata soddisfacentemente smentita, io inclinerei a credere che siano state commesse tutte le irregolarità delle quali si parla nella protesta. E dico il vero : la protesta di sei eiettori che, prima dello scioglimento del collegio elettorale, ardiscono asseverare alla presenza degli elettori e dei membri dell'ufficio, che non furono nel collegio affisse le liste elettorali, che il tavolo dove si compirono le operazioni elettorali non fu collocato in guisa da consentire agli elettori il controllo delle operazioni suddette, che furonoammessi a votare alcuni individui non aventi la qualità di elettori, questa protesta, iodico, non ¡'smentita, mi farebbe inclinare a conclusioni opposte a quelle del signor relatore. Io troverei, ciò supposto, gravi motivi per chiedere alla Camera l'annullamento di quest'elezione. Attendo perciò gli schiarimenti dei quali vorrà essermi cortese l'onorevole relatore. iSM€iii, relatore. Fornirò all'onorevole Salaria gli schiarimenti da lui richiesti. Mi pare d'aver già detto che le osservazioni in confutazione del «eclamo de' sei elettori procedettero precisamente dall'ufficio elettorale. E diffatti si leggono nel processo verbale della sezione d'Otranto immediatamente in seguito a quelle nude allegazioni de' sei eiettori. Nè il certificato che vi è aggiunto è il certificato di un segretario comunale, come si è supposto, ma in data dello stesso giorno rilasciato e sottoscritto da tutti i membri di quell'ufficio per rimanere annesso al processo verbale. Ove dunque si consideri che, prima di sciogliersi l'adunanza, se in cospetto dell'ufficio furono espresse quelle allegazioni, l'ufficio stesso fu sollecito a smentirle; che la riserva di appoggiarle con prove e documenti giustificativi è rimasta vuota di effetto, e che è giusto e razionale principio che niuna allegazione possa giammai produrre giuridici effetti, salvo che sia confortata da prove, penso che ciò basti a stabilire il buon fondamento della proposizione che ebbi l'onore di fare alla Camera a nome del III ufficio. Aggiungerò che il signor De Donno è magistrato, acciò in questa categoria d'impiegati, essendovi ancora parecchi posti vacanti, possa essere inscritto. Infine mi credo in debito di raccomandare tanto più volentieri all'accoglimento vostro, o signori, la proposta del III ufficio, perchè l'altro competitore, il signor principe di Piombino, trovasi oggi nominato senatore, e quindi il Parlamento avrà sempre il vantaggio di annoverarlo tra i suoi membri. Altronde la Camera acquisterà nel signor De Donno non solo un deputato che era già stato un'altra volta dai medesimi eiettori inviato a sedere in mezzo a noi, ma oltre a ciò un cittadino grandemente benemerito per decenne esilio e per servizi resi alla causa liberale. PRESIDENTE. Il deputato Saìaris insiste? gAHiA.fii.is. In seguito agli schiarimenti avjiti, io nulla ho da apporre alla convalidazione dell'operato di quel collegio elettorale. PRESIDENTE. Pongo ai voti le conclusioni dell'ufficio, le —18% — CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1861 quali sono per il convalidamenio dell'elezione fatta dal collegio di Maglie nella persona del signor Oronzio De Donno, coìl'avvertenza che debba farsi l'iscrizione del medesimo nella classe degli impiegati e nella categoria dei magistrati. (La Camera approva.) Prima di procedere alia votazione per ¡scrutinio segreto sul disegno di legge sioera discusso, darò facoltà di parlare al deputato D'Ondes-Reggio per una dichiarazione che intende di fare. u'oMBEg-atE««!©. Signori, non per rispondere qui ad alcuno, ma affinchè le intenzioni mie non siano male interpretate, amo di dichiarare che col mio discorso sui casi di Castellammare io non ho inteso mai di offendere l'esercito, bensì di richiamare le cose ai loro principii costituzionali, de'quali la divisione de'poteri porta che la facoltà di giudicare non si appartiene che ai magistrati stabiliti dalla legge. ©'KiESSDEK'ffE;. Il deputato Cairoli ha presentato uno schema di legge che sarà inviato agli uffizi per l'autorizzazione della lettura. Si passa alla votazione per isquittinio segreto sul disegno di legge stato discusso. (Segue l'appello.) Risultato della votazione : Presenti e votanti . Maggioranza Voti favorevoli Contrari (La Camera approva.) La seduta è levata alle ore 5 1[h. 138 78 216 109 Ordine del giorno per la tornala dì domani : 1° Interpellanza del deputato Ruschi sopra l'istituto agrario di Pisa ; Del deputalo Sanna-Sanna sopra le condizioni economiche, amministrative e giudiziarie della Sardegna ; 5° Del deputato Bruno sopra le cliniche medico-chirurgiche e il collegio medico-chirurgico di Napoli ; Del deputato Salvagnoli sopra lo stato dei lavori delle ferrovie in Toscana; 5° Discussione del progetto di legge per una tassa sopra varie concessioni governative. TORNATA QEL 22 GENNAIO 1862 PRESIDENZA DEL COMMENDATORE TECCHIO, VICE-PRESIDENTE. SOMMARIO. Lettera del ministro pei lavori pubblici sul servizio postale. — Relazione sul disegno di legge per pensione alla vedova dell'avvocato Grasselli. —: Interpellanza del deputato Ruschi suWistituto agrario di Pisa, e risposta del ministro per la pubblica istruzione — Osservazioni del deputato Coppino sulle scuole tecniche annesse al dicastero di agricoltura e commercio, e risposta del ministro suddetto — Avvertenze, d'ordine dei deputati Lanza Giovanni e Sanguinetti — Si stabilisce un giorno per un'interpellanza a questo riguardoil ministro medesimo riferisce sopra fatti accennali in altro giorno dal deputato Lacaita circa un istituto femminile a Napoli — Dichiarazione del deputato Lacaita e osservazione del deputato Di San Donalo. ~ Interpellanza del deputato Sanna-Sanna sopra le condizioni economiche, amministrative e giudiziarie dell'isola di Sardegna — Risposte e dichiarazioni dei ministri per l'agricoltura e commercio, e per Vinterno — Avvertenza del deputato Grixoni sopra una sua memoria al Ministero — Considerazioni ed istanze del deputato Cadolini— Nuovi cenni e dichiarazioni del ministro pei lavori pubblici — Osservazioni ed istanze del deputato Saffi — Reclamo del deputato Susani sulla pubblicazione non avvenuta di un discorso del deputato Ranco, e risposta del presidente. ~ Presentazione di un disegno di legge del ministro per le finanze per Vacquisto di una casa in Torino. La seduta è aperta all'una e mezzo pomeridiane. MA.ssA.sii, segretario, dà lettura del processo verbale della tornata precedente, che è approvato. 6I6UOCCI, segretario, espone il seguente sunto di petizioni : 7810. Aderente Giovanni Battista e Scaramuzzetti Domenica, coniugi, da Montechiaro, da Brescia, domandano riparazione dei danni sofferti dalla guerra del 1839 per il passaggio e dimora di truppe né'loro stabili. 7811. Debernardi Domenica vedova, di Zubiena, circon- dario di Biella, priva del sostegno dell'unico suo figlio, mastro da muro, reso inabile al lavoro in seguito ad una caduta fatta nella costruzione dell'aula delle pubbliche adunanze della Camera, domanda un sussidio annuo od una pen^ sione. 7812. Castagneri Giuseppe, dottore in medicina, di Castagnole di Piemonte, congedato, finita la guerra di Crimea, da medico di battaglione, chiede di essere riammesso al servigio colPanzianità dalla data della sua nomina. 7813. Amabile Luigi, già professore di chirurgia nel col-