Onna: 24 ore per non dimenticare
Documenti, racconti e testimonianze di "una tragedia annunciata"
L'Aquila, 4 dic 2010 - Testimonianze, racconti, contributi, documenti e file inediti, quasi a formare
una "Wikileaks del terremoto", raccolti nel convegno-maratona promosso tra ieri e oggi a Casa
Onna, la nuova costruzione che sorge nella frazione del capoluogo. Una no-stop di quasi 24 ore
con cui i parenti delle vittime del terremoto 6 aprile 2009 tornano a parlare di "tragedia annunciata",
valutando l'esistenza di omissioni o responsabilità penali, amministrative o politiche nei giorni
immediatamente antecedenti al sisma.
Gli organizzatori l'hanno chiamata «Cahiers de doleances», per richiamare quei registri nei quali le
assemblee degli Stati generali annotavano critiche e lamentele della popolazione. I giorni
immediatamente precedenti alla scossa sono stati analizzati da tre profili diversi: scientifico,
politico-giuridico e comunicativo. La prima sessione ha visto fisici, sismologi e tecnici concordi sul
fatto che «i segnali dei mesi antecedenti la scossa non andavano ignorati». Presente tra il pubblico
anche il tecnico di ricerca, Giampaolo Giuliani, noto per i suoi studi che vedono nel radon un valido
precursore sismico. "Senza chiamare in causa le mie ricerche sperimentali - ha spiegato -, c'erano
tanti modi per prevedere questo terremoto".
Nel corso del convegno è stata data lettura del verbale integrale della Commissione grandi rischi,
così come è stato ripreso un articolo in cui il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, nel 1995 indicava la
probabilità di un evento sismico in Abruzzo di magnitudo superiore a 5.9. Tanti i giornalisti
presenti, per un confronto sulla comunicazione a ridosso dell'evento sismico. "Dobbiamo tirare una
linea netta fra il prima e il dopo, cambiare la classe dirigente", ha detto invece Roberto Marino,
direttore del quotidiano abruzzese il Centro, perché se la responsabilità è politica "gli
amministratori che ricoprivano ruoli politici prima del sisma e non hanno saputo gestire la
situazione, mettere in guardia la popolazione da una tragedia annunciata, devono darne conto e
assumersene la responsabilità". Nella notte, accompagnata anche da esibizioni musicali, c'è stato
spazio per ricordi e testimonianze spontanee. Poi un minuto di silenzio alle 3.32 in punto.
L'idea alla base del convegno, maturata nei mesi successivi al sisma, è che gli avvenimenti della
notte del 6 aprile, la distruzione, le devastioni, le morti siano il frutto di disattenzione, legge
sbagliate, non considerazione della storia tellurica del territorio abruzzese. Vincenzo Vittorini, già
presidente della Fondazione 6 aprile e esponente dell'associazione 309 martiri, da tempo si batte per
far luce sulla verità, raccogliendo elementi e documentazione da presentare alla magistratura.
GLI INTERVENTI di Serena Ciampa
L'OPINIONE DEGLI ESPERTI - ''I segnali dei mesi precedenti la scossa del 6 aprile 2009
non andavano ignorati''. E' questa la conclusione che accomuna le tesi scientifiche della prima
sessione della maratona ''Cahiers de Doleances. Divergenze nascono in merito alla possibilità di
prevedere i terremoti. Il fisico sismologo, Gaetano De Luca, il collega Cristian Del Pinto e il
geologo, Gianluca Ferrini, hanno puntato l'accento sul fatto che allo stato attuale non esiste un
metodo per prevedere con esattezza i grandi terremoti e ''anche se fosse possibile - sottolinea
Del Pinto - l'unica risposta concreta sarebbe solo nella prevenzione sismica nelle costruzione e nei
piani di protezione civile''.
GIULIANI: "ESISTONO VATI MODI PER PREVEDERE I TERREMOTI, NON SOLO IL
RADON - Tra il pubblico, il tecnico Giampaolo Giuliani - famoso per la ricerca sul radon interviene, rilanciando la necessità di monitorare costantemente i fenomeni sismici. ''Senza nenche
voler portare in causa le mie ricerche sperimentali - ha spiegato - solo le conoscenze del fenomeno
sismico che erano state maturate al momento in cui si è riunita la Commissione grandi rischi,
erano sufficienti per affermare un messaggio diverso: ci dissero 'non preoccupatevi', qundo invece
bisognava dire 'fate attenzione perché ci sarà un terremoto'. Il terremoto - ha concluso - si poteva
prevedere in tanti altri modi, non necessariamente attraverso questa ricerca che porto avanti da
solo''.
SESSIONE 2 - LA PREVENZIONE: UN’ESPERIENZA TRENTENNALE - E‟ nella seconda
sessione del convegno tenutosi presso la “Casa Onna” che si sono illustrati gli aspetti giuridici della
vicenda del pre-sisma e le successive conseguenze che si riversano attualmente sulla città, a causa
di una mancata e corretta prevenzione. Hanno preso parte agli interventi l‟ingegner Claudio Panone,
il giurista Mauro Chilante, la protezione civile del comune di Faenza, il professor Francesco Sidoti
dell‟Università dell‟Aquila e l'avvocato Francesco Camerini.
Claudio Panone - “In ogni ambiente in cui sono stato, dal 1987 ho lanciato sempre degli allarmi,
ma in Italia non si fa prevenzione”. L‟ingegnere si occupa da 30 anni di prevenzione e attualmente
insegna in un istituto superiore. Rievocando l‟incendio del 2007 presso la pineta di San Giuliano, il
terremoto del 6 aprile 2009 e, freschissima, l‟alluvione agli inizi di questo dicembre 2010, Claudio
Panone ha ribadito che questi eventi, verificatesi negli ultimi anni all‟Aquila, sono indice di una
mancata prevenzione. “Se pur costosa, la prevenzione è necessaria per la vita collettiva e sociale.
Prevenire significa costruire rispettando le norme anti-sismiche, nonché svolgere un‟educazione
sismica per la popolazione. L‟ Italia è stato il primo paese ad adottare una legge sismica, nel 1627,
eppure, ad oggi, le vittime e i crolli non cessano di accadere. Questo dimostra che gli interventi
sugli edifici per garantire il rispetto delle norme anti-sismiche non sono stati effettuati secondo la
norma”. L‟attività geotecnica dell‟ingegnere, compiuta all‟Aquila, era incominciata 30 anni fa. “Mi
sono occupato – spiega – dal punto di visto geotecnico, del quartiere dei Pettino all‟epoca della sua
nascita, ma soprattutto mi sono interessato di alcuni monumenti aquilani, quali, Palazzo
Ardinghelli, la Fontana delle 99 cannelle, la chiesa di S. Maria ad Criptas a Fossa, la statua di Carlo
V, e ho partecipato al rilievo dei danni, arrivando a costituire il primo edificio in Italia di protezione
di monumenti dal rischio sismic”. Ciò che preme all‟ingegnere è ,come afferma, che – “le indagini
di valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici aquilani si stanno svolgendo ora all‟Aquila,
mentre io ho intraprese questo lavoro geotecnico 30 anni fa. Anche le università hanno avviato solo
ora gli studi sui terremoti”. Un esempio concreto di come l‟ingegnere si sia battuto per fare
prevenzione è la simulazione del terremoto tra Barete e Barisciano. “Nell‟88, a seguito della
simulazione, ho ritenuto che degli edifici dovevano essere adeguati alle misure antisismiche, mi
sono adoperato affinché si facesse nelle scuole un punto di raccolta, utile in caso di terremoto.
Inoltre ritenevo opportuno che andassero fatti dei finanziamenti pubblici per migliorare la
prevenzione”. “Dopo aver vinto un concorso – spiega – ho lasciato perdere queste indagini, ma
anche insegnando a scuola ho coinvolto i ragazzi a imparare cos‟è la prevenzione”. “Il problema –
conclude l‟ingegnere – consiste nell‟ insicurezza: una ricostruzione con affari porta all‟ insicurezza,
a una nuova mancata prevenzione”.
Mauro Chilante – “Manca la cultura della prevenzione: cultura prevenzione e pianificazione”.
Questa la definizione del giurista del CNR, Mauro Chilante, il
quale ha spiegato nei dettagli l‟intera vicenda del cosiddetto Rapporto Barberi. “A partire da
gennaio 1996 – spiega – fu creato un gruppo di ricerca, che vide coinvolti scienzati e protezione
civile. Il progetto di Franco Barberi, allora sottosegretario della Protezione Civile, fu quello di
svolgere una rilevazione della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici aquilani e non. Infatti il
progetto prende il nome diValutazione della vulnerabilità degli edifici pubblici in Abruzzo, Molise,
Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia. La valutazione venne effettuata su 1510 comuni, con 818
lavoratori tecnici rilevatori, 79 lavoratori amministrativi, 76 lavoratori informatici, 42 tutor, 23
prefetture con 37 funzionari referenti, 720 tecnici di Provveditorati, Comuni, Provincie, Regioni”.
Per Chilante – “affinché un territorio sia più resistente alle catastrofi è necessario integrare
reciprocamente cultura, prevenzione e pianificazione. Non mi meraviglio se nella Commissione
Grandi Rischi non ci sia stato nessuno che abbia messo in allerta la città. Nessuno è stato veramente
responsabile. E‟ necessario che i soggetti coinvolti condividano valori e obiettivi comuni per
arrivare a una pianificazione, altrimenti per chi stiamo ricostruendo L‟Aquila e come la
ricostruiamo senza una pianificazione?”. “Ricordo –conclude – che il Comune non conosceva
neanche delle linee guida del novembre 1989. Per arrivare a una pianificazione è necessario che le
idee e i progetti camminino sulle gambe degli uomini”.
Presente al convegno anche Antonio, genitore di una bimba rimasta seppellita sotto le macerie
dell‟asilo di San Giuliano di Puglia, insieme ad altri alunni e una maestra. Anche Antonio lascia il
suo messaggio, accomunato dallo stesso destino che è accaduto all‟Aquila il 6 aprile. “L‟Italia è
capace di fare qualcosa solo quando i buoi sono scappati e fin quando sono accesi i riflettori.
Destra, sinistra o centro, i politici sono tutti uguali. Tutti sapevano che la mia città era un territorio
ad alto rischio sismico eppure edilizia ed amministrazione si sono accordati per costruire la scuola
dove è morta mia figlia. Sto affrontando tre processi e non mi sono piegato perché ho promesso a
mia figlia che le farò giustizia”. Poi preoccupato conclude – “Anche all‟Aquila, amici, il terremoto
diventerà un‟occasione per quei sciacalli che mangeranno sopra la ricostruzione”.
Il caso Faenza. Un rappresentante della Protezione Civile di Forlì – “Vedendo L‟Aquila mi
sono cadute le braccia: cosa state facendo per il prossimo terremoto?”. Un appello per una futura
distruzione che va evitata, in tutti e con tutti i modi. Un incoraggiamento, affinché ci diamo da fare,
che ci lancia un rappresentante della protezione civile di Forlì, il quale racconta come il Comune di
Faenza con tutti i suoi cittadini e la Protezione Civile si adoperarono efficacemente e
preventivamente, nella paura di una forte scossa che si sarebbe potuta verificare. “Abbiamo
combattuto tutti insieme una paura che ci accomunava: il terremoto. Ci siamo dati da fare senza
distinzioni tra politici e cittadini. Dopo numerose scosse tra a aprile e maggio del 2000, il 9 maggio
si verificò una scossa più forte delle solite, di magnitudo 4.0. l‟11 maggio eravamo già in prefettura
per organizzare e far prevenzione, per paura di una possibile scossa più forte e devastante, che
fortunatamente non è avvenuta. Ma comunque abbiamo fatto prevenzione. In prefettura, di comune
accordo con i sindaci e con il supporto dell‟Ingv, abbiamo allestito 5 aree con tende e servizi per i
cittadini. Nelle scuole abbiamo distribuito a tutti i ragazzi degli opuscoli per come comportarsi in
caso di una scossa”. Il caso di Faenza rappresenta un esempio concreto di come la prevenzione
possa essere fatta, per non arrivare a rimpiangere le vittime di un terremoto che, come sottolinea il
rappresentante della Protezione Civile – “non si può prevedere, ma si può prevenire”.
Francesco Sidoti – “L‟ignoranza ha ammazzato gli studenti”. Il professore della Facoltà di Scienze
dell‟Investigazione dell‟Aquila lo sottolinea: “Gli studenti della Casa dello Studente hanno ripagato
con la vita la loro scelta di venire a studiare all‟Aquila, scardinando l‟idea di ignoranza delle
istituzioni. Gli studenti sono stati ammazzati da quell‟incompetenza contro cui erano venuti a
lottare. Anche Guido Bertolaso ha riconosciuto che tante vite potevano essere salvate. I ragazzi di
quella casa erano i migliori, quelli che si dovevano conquistare ogni anno una borsa di studio per
mantenere il posto letto in quella casa, erano i fuori sede, non aquilani, che avevano scelto la nostra
città per studiare. Sono vittime dell‟incompetenza, dell‟ignoranza. Il problema è giudiziario”.
“Come dice Rossini – afferma il professore – qui non ci saranno indagati, ma arrestati”.
In rappresentanza delle vittime della Casa dello Studente, lascia il suo messaggio Sergio Bianchi,
di Frosinone, padre di un ragazzo che ora non c‟è più. “Non essendo dell‟Aquila, ho ricevuto, come
gli altri genitori dei ragazzi fuori sede, più indifferenza di tutti. Riportati i figli a casa basta. L‟unica
cosa che ho ricevuto dallo stato è aver ricevuto una lettera per dirmi che mio figli è morto per una
catastrofe naturale, per cui non mi spetta nessuna retribuzione dallo stato. Io, ovviamente non
voglio dei soldi per la morte di mio figlio, mi bastavano degli psicologi per me e la mia famiglia”. E
ancora una volta emerge l‟importanza giusta prevenzione: “Se la protezione civile avesse piazzato
una semplice tenda – dice Sergio – mio figlio ci sarebbe ancora”.
LE TESTIMONIANZE DEI GIORNALISTI di Patrizio Trapasso
Al termine degli interventi previsti è stato dato spazio alle testimonianze di vari giornalisti, di
testate locali e nazionali, che si intervallano con quelle di chi nella tragedia ha perso dei familiari.
Più interventi, fra i quali quello del direttore de il Centro, pongono l‟accento sui rischi che ora si
entri in una fase di oblio mediatico del terremoto. Non sono queste le intenzioni dei giornalisti
intervenuti. Ed è necessario evitare che nell‟indifferenza generale trovino spazio gli sciacalli in
attesa sull‟uscio, e ci si dimentichi della prevenzione e della richiesta di giustizia per i morti del 6
aprile 2009.
C‟è un consenso generale sulla non prevedibilità dei terremoti, e che proprio per questo motivo
non bisognava rassicurare la popolazione ed escludere la possibilità che arrivasse un evento di
elevata intensità sismica. C‟è chi ricorda come fossero assenti piani efficaci di protezione civile
prima della scossa del 6 aprile. Di come la popolazione non fosse informata, oltre che
colpevolmente rassicurata, sulle aree di prima accoglienza, che anche se definite non sarebbero
state in grado di fornire alcun servizio primario.
Non ci sono tra l‟altro politici locali con i quali interloquire. Gli unici presenti al convegno, il vice
sindaco Giampaolo Arduini e l‟assessore Stefania Pezzopane, sono da poco andati via, senza
prendere parte alle discussioni in corso. È presente fra il pubblico l‟ex sindaco del comune di
Lucoli, Luciano Giannone, che fa notare come molto spesso i comuni non siano in grado di avere
un efficace piano di protezione civile, per mancanza di fondi. Se questo piano esiste è solo su carta,
non nei fatti reali.
Le testimonianze si susseguono. Si ricorda ad esempio di come il 31 marzo 2009 Guido Bertolaso,
ex capo del Dipartimento di Protezione Civile, fosse più impegnato alla preparazione del G8
alla Maddalena che a seguire lo sciame in corso all’Aquila. In quel periodo l‟immagine del
premier Silvio Berlusconi era già in corso di appannamento, per le prime schermaglie di
separazione da sua moglie Veronica Lario, ed il G8 serviva per il rilancio dell‟immagine a livello
internazionale.
L‟Aquila non era una priorità per la Protezione Civile.
Si ricorda come già subito dopo il sisma fosse pronto ed annunciato da Silvio Berlusconi un piano
di una new town, poi modificato in 19 new towns, e di come fossero già disponibili e pronte
all’uso almeno 3000 bare, numero probabile di morti che ci sarebbero stati nel caso in cui il sisma
avesse colpito durante il giorno. E‟ Vincenzo Vittorini, che nella tragedia ha perso moglie e figlia,
a citare questo particolare di cui è stato testimone diretto, oltre ad altre testimonianze indirette che
fanno pensare ad un‟allerta nella Protezione Civile, che non si lega con le rassicurazioni fornite
agli aquilani.
In tutti i giornalisti c‟è anche la consapevolezza di un‟informazione verso i cittadini carente prima
del terremoto, di una difficoltà a fornire le notizie necessarie perché c‟era il rischio più che concreto
di essere denunciati per procurato allarme, motivo per il quale lo stesso comune dell‟Aquila non
organizzò alcuna conferenza stampa sebbene ce ne fossero i presupposti e la consapevolezza dei
rischi in corso.
Più in generale, si nota un forte distacco fra la politica e le necessità di informazione e
prevenzione costante di cui avrebbero bisogno i cittadini. Una politica in cui gli eletti sono in
grado con estrema disinvoltura di svolgere qualsiasi compito loro assegnato, compreso quello di
assessore alla protezione civile, con il risultato che spesso ruoli così importanti non siano
adeguatamente ricoperti, con conseguenze spesso nefaste sulla prevenzione e corretta
comunicazione nel caso di disastri naturali.
Una precedente testimonianza da Forlì, di un volontario della Protezione Civile, e la lettera del
sindaco di Faenza, sul comportamento avuto dal comune, protezione civile e cittadini in un
precedente sciame sismico, sono di un altro pianeta rispetto a quanto fatto a L‟Aquila prima del
sisma, e quanto si sta facendo ancora oggi, anche in alcuni comuni limitrofi e ad alta pericolosità
sismica.
PRESENTAZIONE SUL RISCHIO SISMICO a cura di Natalia De Luca e Monica
Pilolli
COMMISSIONE GRANDI RISCHI
A pochi giorni dall'udienza preliminare della Commissione grandi rischi, per iniziativa di alcuni dei
familiari delle vittime, è stata data lettura pubblica integrale del verbale della riunione del 31 marzo
2009, una settimana prima del terremoto in Abruzzo. Nella versione integrale, vengono riportate le
dichiarazioni degli intervenuti in prima persona. Tra gli inteventi conclusivi della riunione, riportati
nel documento, c'e' quello dell'allora assessore regionale alla Protezione civile: "Grazie per queste
vostre affermazioni - dichiara rivolta ai presenti alla Riunione - che mi permettono di andare a
rassicurare la popolazione, attraverso i media che incontreremo in conferenza stampa".
Questi i presenti secondo il verbale: Prof. Franco Barberi (vicepresidente Commissione Grandi
Rischi); Prof. Bernardo De Bernardinis, vice capo del settore tecnico-operativ, protezione civile;
Professor Mauro Dolce, direttore ufficio sismico dipartimento protezione civile; Professor Enzo
Boschi (membro commissione grandi rischi), presidente Ingv; Professor Claudio Eva,
commissione grandi Rischi; Professor Gian Michele Calvi, commissione grandi rischi; Dott.
Giulio Selvaggi, direttore centro nazionale terremoti Ingv; Dott.ssa Daniela Stati, al tempo
assessore regionale alla Protezione civile, Regione Abruzzo.Dott; Altero Leone, Servizio
protezione civile Regione Abruzzo; Ing. Carlo Visca, Servizio protezione civile Regione Abruzzo;
Dott. Marinello Mastrogiuseppe, assessorato alla Protezione civile Regione Abruzzo; Dott.
Lorella Salvatori, ufficio gestione emergenze, dipartimento Protezione civile; Ing. Antonio
Lucantoni, ufficio sismico del dipartimento Protezione civile; Dott. Attilio D'Annibale, servizio
comunicazione dipartimento Proteizone civile. A riunione in corso, si sono uniti Dott. Massimo
Cialente, sindaco del Comune dell'Aquila; Dott. Roberto Riga, assessore alla Protezione civile del
Comune dell'Aquila; Viceprefetto Gianluca Braga, Prefettura dell'Aquila; Viceprefetto Graziella
Patrizi, Prefettura dell'Aquila; Viceprefetto Rinaldo Pezzoli, Prefettura dell'Aquila.
I FATTI - La Commissione Grandi Rischi, voluta fortemente dal Sindaco e dagli enti locali,
preoccupati per l‟escalation delle scosse, è costituita da Protezione Civile, Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Centro Nazionale Terremoti, fondazione Eucentre, Ufficio Rischio
Sismico della P.C. ed esponenti dell‟universo scientifico nazionale si è riunita il 31 marzo, proprio a
L‟Aquila. Le finalità erano quelle di “fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili
sull‟attività sismica delle ultime settimane”, questo si legge nelle note ufficiali della Protezione
Civile. Una spiegazione che, con il senno di poi, appare ancor più una beffa, una presa per i
fondelli, avvalorata dal paradossale esito finale della riunione stessa.
Ecco le loro dichiarazioni:
Boschi (Presidente INGV): “Escluderei che lo sciame sismico sia preliminare di eventi
catastrofici”… “I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile che
ci sia a breve una scossa come quella del 1703”. [...] “Se si guarda una faglia attiva, la sismicità è in
un certo modo sempre attiva, manifestandosi attraverso scorrimenti lenti, piccoli terremoti e,
talvolta, terremoti forti. Quindi la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce
fenomeno precursore”.
Barberi (Presidente della commissione): “Gli sciami tendono ad avere la stessa magnitudo ed è
molto improbabile che nello stesso sciame la magnitudo cresca. Noi rappresentiamo la situazione
scientifica[...]” i terremoti non si possono prevedere”.
De Bernardinis (vicecapo della Protezione Civile): “Lo sciame sismico che interessa l‟Aquila da
circa tre mesi è un fenomeno geologico, tutto sommato, normale, che non è il preludio ad eventi
sismici parossistici, anzi il lento e continuo scarico di energia, statistiche alla mano, fa prevedere un
lento diradarsi dello sciame con piccole scosse non pericolose”… “Rispetto alle conoscenze
scientifiche attuali per quanto riguarda lo sciame sismico in atto, non ci aspettiamo una crescita
della magnitudo. È lecito aspettarsi altri danni, ma sempre su questa tipologia, vale a dire su
elementi secondari, come i cornicioni, ma certamente non strutturali”.
Nessuno individuava un pericolo strutturale per gli edifici cittadini, nessuno si preoccupava,
minimamente della resistenza delle costruzioni più antiche a sollecitazioni maggiori. Nessuno
richiedeva verifiche pesanti e nessuno ha tirato fuori le conclusioni allarmanti dei dossier Barberi
(1999) e Abruzzo Engineering (2007). Nessuno, durante i lavori della Commissione grandi rischi,
si è preoccupato di avanzare l‟ipotesi dell‟arrivo di un probabile evento sismico di maggiori
proporzioni; ne è arrivato uno catastrofico. Nei verbali di quell‟"intensa" (la riunione durò solo
un'ora) giornata di lavori si legge inoltre: “Uno specifico evento sismico non può essere previsto,
chi lo fa procura solo ingiustificato allarme”. Era il 31 marzo 2009, a soli 6 giorni dal sisma.
Il Progetto di Abruzzo Engineering e il Dossier Barberi sono due lavori mastodontici, due volumi
costati allo Stato, alla Regione e alla Comunità Europea, milioni di euro per fare le stesse verifiche,
gli stessi accertamenti e per arrivare, infine, alle medesime conclusioni: conformare alle vigenti
normative antisismiche, tutti i palazzi, soprattutto quelli pubblici, soggetti ad alto rischio crollo, in
caso di terremoto. Grandi volumi, dunque, grande impegno profuso di mezzi e tecnici, per effettuare
studi dettagliati e verifiche sul posto degli edifici da consolidare, migliaia di schede tecniche
riempite, migliaia di dati elaborati. Un‟analisi dei costi che prospettava cifre molto alte, milioni di
euro (circa 50), necessari per l‟adeguamento delle strutture a rischio. Ora, dopo il disastro, quanti in
più ne occorreranno, per riparare i danni morali e materiali che queste MANCANZE hanno
procurato?
DOSSIER BARBERI - Nel 1999 esce un documento straordinario, la testimonianza del vero
scandalo italiano: «Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle
regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia» dossier voluto
dall‟allora Capo della Protezione Civile, Franco Barberi, un lavoro di mappatura della sismicità
dei più rilevanti edifici del sud Italia.I paesi e le città dell‟Abruzzo sono censiti tenendo conto della
sismicità delle varie zone prese in considerazione: Avezzano, il comune più grande tra quelli
presenti in fascia A), ovvero ad alto rischio sismico, non presenta grosse pecche e, gli 87 edifici
esaminati vengono tutti inclusi in una fascia di vulnerabilità bassa o medio - bassa; L’Aquila è
invece un comune di fascia B, e i quasi 600 edifici pubblici e palazzi nobiliari presi in
considerazione risultano a rischio alto o medio alto.“Tutti i palazzi considerati ad alto rischio
vulnerabilità sono crollati”. Il Conservatorio, la Prefettura, l‟Università, la Biblioteca provinciale,
l‟ex Accademia, l‟ex Ospedale, il Convitto Nazionale ecc… tutti edifici con un flusso di gente
molto alto, alcuni fondamentali per la gestione del dopo sisma, come, ad esempio, la Prefettura. 10
sono i palazzi più antichi in muratura 209 sono gli edifici in muratura con solai in legno e putrelle
346 quelli con solai in laterizi e calcestruzzo.
Qualche anno dopo, dal 2003 al 2006, la Regione predispone tramite Abruzzo Engineering un
dossier analogo, ultimato nel 2007, anch‟esso molto costoso (2.287.573,00 Euro), sulla
precarietàstrutturale degli edifici pubblici del territorio abruzzese. L‟ing. Pierluigi Caputi,
responsabile del progetto a capo di 60 tecnici, conferma di aver consegnato il “censimento” in
questione a tutti gli Enti preposti: ADSU, Beni Culturali, Comune, Provincia, Prefettura ecc… allo
scopo di ottenere i finanziamenti per metterli in sicurezza. La Procura dell‟Aquila acquisisce il
documento, che è, ormai, da alcuni mesi al vaglio degli inquirenti.
[guarda il video e segui il verbale completo della riunione in allegato]
GLI ESPERTI DICEVANO
GAETANO DE LUCA: Lo stato della rete sismica abruzzese, secondo Gaetano De Luca,
responsabile
della rete di monitoraggio sismico abruzzese del Centro Nazionale Terremoti, "ha sofferto sin dalla
nascita, nel 1991, di un totale disinteresse da parte delle amministrazioni locali. In base alle
rilevazioni della nostra rete regionale e' possibile affermare che attualmente la microsismicita' si è
normalizzata per la zona a nord dell'Aquila. Non altrettanto si puo' dire per l'attività nella zona a sud
(Velino-Sirente), che continua a presentare decine di eventi al giorno". Perciò diventa importante
monitorare questo territorio.
CHRISTIAN DEL PINTO:"Nella Regione Molise non è stato esclusivamente un ente di ricerca o
un'università a proporre, per motivi puramente accademici, il monitoraggio sismico del territorio ha spiegato Christian Del Pinto, responsabile scientifico del Centro funzionale Protezione Civile
della Regione Molise -. In seguito al terremoto del 2002, quando nel crollo della scuola di San
Giuliano di Puglia morirono 27 bambini, è stata la stessa Regione a intervenire e a fornire ai
cittadini una sorveglianza sismica di alta qualità. Ciò è stato possibile grazie al continuo e serrato
dialogo tra il politico e il responsabile della rete sismica locale su eventuali anomalie sismiche in
atto".
SCENDE LA NOTTE. A ONNA SI RICORDA... di Tiziana Pasetti
Onna continua a leggere la sua storia dai quaderni del dolore. La lunga notte del racconto, dei
ricordi e della memoria comincia con le note del Concentus Serafinus. “Abbiamo bisogno di molte
cose, in questo territorio, dopo quella notte” dice la portavoce del gruppo “ma abbiamo bisogno
soprattutto di cultura, quella del cuore e quella dello spirito. Solo attraverso di essa possiamo
ritrovare quello che è rimasto. La luce dentro ognuno di noi…che L‟Aquila non ha mai smesso di
volare”. Casa Onna è illuminata a giorno, fuori il paese, quello che è rimasto dopo quella notte
eterna, dorme e c‟è una ninna nanna per Gesù Bambino, per un sonno diverso, meno solo. Le parole
sono quelle delle pietre antiche, quelle del latte di questa terra. Onna dorme, cullata dal suo dialetto.
“Abbiamo pensato a questa notte per i ricordi più intimi” è Vincenzo Vittorini che comincia a
raccontare “l‟abbiamo chiamata notte in bianco…mi capita di svegliarmi alle 3 e 32…quella notte,
il suo buio, il silenzio ti rimangono dentro….io ho pensato tutto e niente in quel momento…e da
allora tante notti n bianco, la sofferenza, i ricordi delle persone che non hai più vicino ma che ci
sono. Poi la testa è strana…a me sembra che il 5 aprile, ero con mia moglie e mia figlia, un
pomeriggio bellissimo, a me sembra ieri…e dico, adesso tornano, adesso tornano. Torno spesso a
casa mia. Che adesso è un buco. Ma lì, dopo un primo momento di gran dolore, mi sento bene.
Ricordo la mia vita. La mia vita insieme a mia moglie, a Claudia, e a mia figlia Fabrizia. Io non
voglio che lì venga ricostruito e che ci vada a vivere qualcun altro. Io voglio pagare il mutuo sul
buco. A costo di stendermi lì dentro…io voglio continuare a sentire casa mia e la mia vita e i miei
affetti proprio lì. Ne ho tutti i diritti”.
Da Verona, la dottoressa Bordon, sociologa, racconta il mese che ha vissuto all‟Aquila appena
dopo il sisma: “il pensiero ha bisogno di silenzio e solitudine. Da persona di scienza non mi trovo
d‟accordo con quello che è stato detto oggi, soprattutto in merito al concetto di etica e di
indignazione…io vi parlerò di politica. Di libertà. Dopo un anno ho rivisto la zona rossa. Non
pensavo di rivedere ancora l‟esercito. Ho trovato qui compostezza nell‟esprimere un dolore, che fa
onore alla vostra terra. Ma bisogna superare questo momento di shock autobiografico, come lo
chiamavano Berger e Luckmann”.
Nonostante l‟ora tarda il pubblico in sala è attento e partecipe. Interviene la giornalista Daniela
Senepa, Tg3 Abruzzo: “L‟Aquila non ha più i suoi luoghi della memoria…la zona rossa sta come
stava la notte del 6 aprile…a 20 mesi L‟Aquila è abbandonata. Le 19 new town non sono nulla, non
sono quartieri, non ci sono servizi…sono dormitori…ma la gente deve vivere! Fare comunità lì
diventa difficile. E questo è il capoluogo di regione. Ripeto. Non è un piccolo borgo che sarebbe
grave lo stesso, per carità, ma questo è il capoluogo di regione. Io, in quanto cronista di provincia,
chiedo scusa per l‟informazione a singhiozzo…Questa, questa è una città di morti viventi, di
paraplegici nell‟anima. Questa città è abbandonata.”
Natalia De Luca e Monica Pilolli presentano in modo dettagliato e approfondito il loro studio di
divulgazione scientifica “riflessioni di due cittadine sul piano di protezione civile del comune
dell‟Aquila”. “La notte del 6 aprile – affermano in sintesi le due cittadine - c‟è stato un grande caos
nella gestione dei soccorsi. Questo è accaduto perché il piano di protezione civile, che è
protocollare e territorialmente situato, non si è attenuto alle direttive del dipartimento di protezione
civile nazionale previste dal metodo Augustus.”
Federico Vittorini ha 15 anni, prende il microfono, e a voce ferma, sotto lo sguardo del papà
Vincenzo, racconta: “il giorno prima che io partissi per la gita di terza media, il 2 aprile, ho avuto
una crisi di panico. Non volevo staccarmi dalla mia famiglia. Poi i miei mi hanno rassicurato. Ho
baciato mia madre. Un bacio bello. Diverso da tutti gli altri. Il più bello di tutta la vita. Poi siamo
partiti…ma ci sentivamo sempre al telefono, per avere aggiornamenti sulle scosse. Verso l‟una del 6
aprile ho chiamato mamma. Le ho detto ci sentiamo domani alle sette meno un quarto. Appena mi
sono svegliato ho visto che tutti piangevano…ho provato a contattare i miei genitori…ma non ci
sono riuscito…cercavano di rassicurarmi, i parenti…io ero molto mamma dipendente…ma quando
ho saputo ho sentito un gran caldo dentro di me….mi sento una roccia…a scuola mi dicono „come
fai? Sei sempre allegro‟…io non vado spesso al cimitero…lì ci sono carcasse…i nostri cari sono
qui, noi non siamo mai soli…in macchina, ecco, anche se siamo da soli….lanciamo un bacio, loro
sono con noi.”
Le testimonianze non si fermano. C‟è chi racconta emozioni personali e chi preferisce tornare
sull‟analisi degli accadimenti e dei modi della ricostruzione. Si parla anche di politica. E quando si
tocca questo argomento è l‟unico momento in cui i toni diventano meno gradevoli.“I politici che
abbiamo - afferma un milanese che però era all‟Aquila in vacanza con la moglie la notte del 6 aprile
- sono rappresentanti politici. E sono lì perché li abbiamo votati noi. I politici che avete qui vi
rispecchiano. Chi fa politica deve avere la capacità di assumersi delle responsabilità. Io sono di
sinistra ma del Ballarò di turno cosa me ne faccio? Nella vita devi darti degli obiettivi. E sbatterci la
testa fino a quando non raggiungi il primo che ti sei posto. La politica è mettersi in gioco. E non
bisogna essere tesserati. Ci sono le liste civiche”.
Un falegname interviene raccontando di aver salvato la sua famiglia perché da quando erano
cominciate le scosse aveva creato un luogo nella parte più sicura della casa dove passare le ore
notturne. La casa è crollata. Lui e la famiglia si sono salvati.
Maurizio Cora prende il microfono alle 3 e 10. “Tra 22 minuti saranno trascorsi 20 mesi. Siamo
noi e loro. Non si vedono ma ci sono. Siamo aquilani. La speranza è di poter costruire qualcosa di
profondo. Non siamo qui per puntare il dito contro nessuno. Dobbiamo ricostruire e fare del bene
insieme agli altri. Dalle 11 e 30 del 5 aprile alle 3 e 32 del 6 il sismografo non si è mai fermato.
Nessuno ce l‟ha detto. La menzogna. Deve vincere sempre quella. Ma noi stiamo qua. L‟Aquila ci è
cascata addosso più volte. Ma noi qua stiamo. Perché questa terra ha qualcosa di diverso. Io non ho
più niente. Come Vincenzo (Vittorini). Come Massimo (Cinque). Siamo filtri. Usateci. Noi non
siamo capaci di fare politica. Noi innalziamo un inno di speranza alle nostre figlie e alle nostre
mogli che non ci sono più.”
Massimo Cinque ringrazia tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione di questo
evento: “E‟ la cosa più grande che si è fatta all‟Aquila dal 6 aprile. Le cose emerse durante la
giornata ci lasciano ancora di più l‟amaro in bocca. Questa mattina c‟è stata la Pezzopane, c‟è stato
il vicesindaco, ma nessuno ha preso il microfono per dire qualcosa…ma in fondo che cosa potevano
dire? Ci saranno i processi, ma la giustizia non è di questa terra. Ognuno di noi, e di questo ne sono
sicuro, risponderà di quello che ha fatto su questa terra. Noi proseguiamo la battaglia per chi è vivo
più che mai, che ci aiuta ad affrontare ogni giorno…ricerchiamo la verità…erano mesi e mesi che
c‟erano scosse, ci dicevano state tranquilli…forse anche noi dovevamo dire o domandare o
pretendere qualche spiegazione in più. La strada è in salita ma loro da lassù ci guardano e
supportano in ogni istante.”
La lunga notte di Onna si chiude con un minuto di silenzio. Sono le 3 e 32.
IL PROGRAMMA DELL'EVENTO
Ore 10,00 Introduzione
Ore 10,15 Letture
Sessione 1 : Il terremoto ed il territorio dell'Aquila
Ore 10,20 Il terremoto e le faglie nella Valle dell’Aterno
Gianluca Ferrini Università dell‟Aquila
Ore 10,40 L’evidenza di un’amplificazione sismica nel centro storico dell’Aquila
Gaetano De Luca Fisico Sismologo
Ore 11,00 Letture
Ore 11,15 La crisi sismica dell’Aquila pre terremoto
Christian Del Pinto Geofisico Sismologo
Ore 11,35 Le costruzioni pubbliche e private all’Aquila
Antonio Perrotti Architetto
Ore 11,55 Letture
Ore 12,10 Zona sismica 1 e 2. Come costruire?
Andrea Prota Strutturista - Reluiss
Ore 12,30 Il terremoto nella storia dell’Aquila
Walter Capezzali Storico
Sessione 2: La Prevenzione
Ore 14,30 La prevenzione: un’esperienza trentennale.
Claudio Panone Ingegnere
Ore 14,50 Il cosiddetto “Rapporto Barberi”
Mauro Chilante - Giurista CNR
Ore 14,40 Gli studi Abruzzo Engineering
Augusto Silvestri - Architetto
Ore 15,00 Modelli di prevenzione applicati in Italia - Il caso Faenza
Protezione Civile Comune di Faenza
Ora 15,20 Aspetti criminogeni nella gestione del sisma dell’Aquila
Francesco Sidoti - Università dell‟Aquila
Ore 15,40 Ruoli e competenze degli enti locali
Francesco Camerini - Avvocato
Ore 16,00 Profili giuridici
Giovanni Cirillo - Magistrato
Sessione 3: Il ruolo dei media nella comunicazione dei possibili rischi per la popolazione
Ore 16,20 Interventi:
Alessandro Macina Presa diretta Rai 3
Claudia Marchionni TG5
Claudio Massafra Bioblu Blog
Daniela Senepa TG3 Abruzzo
Eleonora Martini Il Manifesto
Fabio Masi Blob – Rai 3
Gianfranco Colacito http://www.facebook.com/l/87fcfA_axzEG2s5wFGRnzOGQtg;InAbruzzo.com
Giosafat Capulli TV Uno
Giuseppe Caporale La Repubblica
Giustino Parisse Il Centro
Ilaria Iacoviello Sky tg 24
Jolanda Bufalini L‟Unità
Lucia Bellaspiga Avvenire
Manuele Bonaccorsi Left
Marcello Ianni Il Messaggero
Maria Cattini Il Capoluogo
Maria Rosaria La Morgia Tg3 Abruzzo
Mario Narducci Tv Uno
Paolo Mastri Il Messaggero
Piergiorgio Giacovazzo Rai TG2
Pino Ciociola Avvenire
Roberto Marino Il Centro
Sabrina Provenzani Gli italiani
Sandro Ruotolo Rai 2
Tonia Cartolano Sky Tg 24
Umberto Braccili TG3 Abruzzo
A SEGUIRE “NOTTE IN BIANCO”: MICROFONO APERTO PER TESTIMONIANZE,
RACCONTI, RICORDI SUL PERIODO PRE SISMA
Fra le testimonianze notturne:
• Il Piano di Protezione civile del Comune del‟Aquila: l‟esperienza di due cittadine Natalia De Luca
e Monica Pilolli
• Aspetti psico - sociologici Eleonora Bordon Università degli Studi di Verona
(video di Fabio Iuliano, foto di Fabio Iuliano e Patrizio Trapasso)
a cura di Eleonora Ferroni
27.11.2010
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Onna: 24 ore per non dimenticare