8-9
2005
SSERVATORI
O & O
COMUNICAZIONE CULTURA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected]
Servizio nazionale per il progetto culturale
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected]
1
Editoriale
2
Approfondimenti
3
Dossier
Un progetto di testimonianza e di fiducia
Francesco Bonini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
2
Catechismo e comunicazione della fede
Il contributo del “Compendio del Catechismo
della Chiesa Cattolica”
Cesare Bissoli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
3
Internet: risorsa di comunione
e di concreta sinergia
a cura di F. Mazza e F. Bolzetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
5
4
Comunicazioni
sociali
• CCEE: incontro dei portavoce in Polonia . . . . . . . . . . pag.
• Famiglia e tv: convegno a Palermo
• CIF: incontro di formazione sulla scrittura
• Usa: cresce il mercato editoriale “religioso”
10
5
Progetto culturale
• Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
11
14
6
Infomedi@
• Il “Meeting di Rimini” di Comunione e Liberazione
su SAT 2000 e inBlu Radio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Da Shakespeare a Woityla: a Sat 2000
Roberto Mussapi racconta “L’avventura della poesia”
• I grandi concerti pop raccontati in Tv:
“Effetti Sonori, da Woodstock a San Siro”
• All’insegna della qualità la programmazione
estiva di inBlu Radio
7
Economia dei media
• “La Stampa”: cambia il direttore . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Telepromozioni in calo
• Cambio di direttore anche per “Europa”…
• … e per “Il Messaggero di S. Antonio”
• Convenzione Cei-Scf per i diritti d’autore
• Cinema per ragazzi a Salerno
18
8
I fatti del mese
sulla stampa
• Giovanni Paolo II Santo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Chiesa e laicità
• Nascite sempre più in calo
19
9
Segnalazioni
multimediali
• Vita consacrata e cultura della comunicazione. . . . . pag.
• Lessico della libertà
24
• Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
26
• Notizie dalla rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
27
16
1. EDITORIALE
Udi testimonianza
n progetto
e di fiducia
FRANCESCO BONINI*
l Papa Benedetto
XVI lo ha ribadito
nel suo primo discorso
ai Vescovi italiani. In
questo frangente storico dell’Europa e del
mondo la Chiesa e il
cattolicesimo italiano
ha una responsabilità
e un ruolo “esemplare”. È insieme una constatazione ma anche
un pungolo. È una
ottima sintesi del
momento attuale del
mondo cattolico, chiamato da un lato a
consolidare processi
che hanno caratterizzato i mesi passati,
dall’altro ad assicurare
modalità sempre più adeguate di testimonianza.
C’è una nuova capacità di dialogo, di lavoro comune, c’è, nel vasto, complesso, ricchissimo mondo delle
associazioni e dei movimenti, uno spirito costruttivo
nuovo. Non si tratta di omologare tanti soggetti, ma di
trovare modalità e capacità di convergenza e di impegno
I
2
comune, in un più ampio quadro di convergenza ecclesiale, come dimostra il convinto rilancio delle parrocchie
che la CEI ha sostenuto in questi anni. Dai gesti di
incontro dell’estate 2004 all’impegno corale in occasione dei referendum, il cammino compiuto è molto significativo. Non solo per i risultati “pratici”, ma anche
perché è stato segnato un punto strutturale. Si è contribuito a falsificare un vecchio e logoro tabù, si è contribuito a rompere il paradigma modernizzazione = secolarizzazione. E si sono create occasioni di incontro, di
dialogo e di lavoro comune. Questo vale per tanti “laici”
sensibili anche se non praticanti, ma anche per tanti
cattolici presenti ed attivi nella vita sociale, ma non
necessariamente interessati ad essere coinvolti nella vita
ecclesiale in senso stretto. Da questo punto di vista
“Scienza e vita” ha rappresentato un’esperienza molto
importante.
Questa nuova stagione di aggregazione, di apertura,
di incontro deve svilupparsi: è l’intenzionalità profonda del progetto culturale, che già dieci anni fa si poneva questo obiettivo e nel frattempo ha lavorato con
costanza a tessere una tela sempre più ampia di impegno condiviso e di respiro progettuale. Non a caso il
prossimo forum, previsto per il 2-3 dicembre 2005 a
Roma sarà sul tema “Cattolicesimo italiano e futuro
del Paese”.
Complessa è la situazione, radicale la sfida sull’uomo, la “questione antropologica”, ma proprio dalla
realtà della vita viene anche un messaggio di fiducia.
Siamo così al secondo punto, sulle prospettive.
L’anno di lavoro che si apre infatti sarà quello di preparazione immediata al terzo convegno ecclesiale, in
calendario a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. In
realtà non si tratta di rivendicare nulla, come già ha
osservato il Papa. Si tratta piuttosto di non fare mancare una presenza e una parola, ove occorra una indicazione e un riferimento, l’ancoraggio per un senso
comune, un buon senso, cui tutti siamo legati, per le
ragioni della vita, che sempre più sovente però oggi
sono negate dalle ideologie, e in particolare vari zapaterismi radical-libertari. La testimonianza della
libertà e della carità, della realtà della Risurrezione –
parole-chiave per Verona 2006 – diventano allora
anche orientamento pratico per il tanto lavoro che
attende tutti coloro che guardano con fiducia al futuro del paese.
*Coordinatore Servizio Nazionale per il progetto culturale
2. APPROFONDIMENTI
atechismo
Ce comunicazione
della fede
Il contributo del
“Compendio del Catechismo
della Chiesa Cattolica”
CESARE BISSOLI*
1.
Devo riconoscere che il Compendio, come del
resto il Catechismo della Chiesa Cattolica di cui
vuol essere un autorevole ed autorizzato facilitatore, ha
trovato una certa freddezza tra gli esperti della catechesi, come di una impresa, se non dannosa, inutile.
Cosa dannosa, qualora si affidasse la comunicazione
della fede alla lettura di un libro, che tra l’altro non è
la Bibbia, maggiorando la funzione del sapere la fede
rispetto al viverla; cosa inutile, perché con il vento che
tira quanti saranno capaci di fare una lettura seria di
un libro “tecnico” e tanto concentrato?
Comprendo i timori, ma non condivido il sospetto
e tanto meno il rigetto, e se ritengo che la comunicazione della fede ha bisogno di una pedagogia più ampia
che la lettura di un libro, credo il Compendio porti in sé
una esigenza metodologica primaria nell’annuncio cristiano: “Conoscere autenticamente ciò cui si crede, per
credere vitalmente ciò che si viene a conoscere”, in sin-
tonia piena con quel “render conto della speranza” che
ogni credente porta dentro di sé (cfr 1Piet 3,15). In
questo doppio senso, quello di mettere in guardia da
una crisi di fede come ignoranza e deformazione, non
di rado grossolana, dei suoi contenuti, e positivamente
di prestare servizio di illuminazione limpida e incoraggiante, il Compendio assume il valore di segno, che
spetterà all’operatore attualizzare con adeguata pedagogia, come del resto si deve fare con i libri della stessa Bibbia. Ma vediamo più da vicino il servizio del
Compendio.
2.
Così lucidamente e pacatamente si esprime lo
stesso Papa Benedetto XVI nel Motu Proprio per
l’approvazione e la pubblicazione : «Il Compendio è un
libro che contiene in modo conciso tutti gli elementi
essenziali e fondamentali della fede della Chiesa, così
da costituire … una sorta di vademecum, che consenta
alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno
sguardo di insieme l’intero panorama della fede cattolica». Dove è tanto lontana la voglia di proselitismo
quanto è vicina l’aspirazione di fare cultura della fede.
Cioè in un mondo distratto e confuso, tra gli ‘intelligenti’ prima ancora che tra ‘i piccoli’, intende far pensare, stimola domande e dà delle risposte, che suscitano ulteriori domande, offre delle motivazioni, mira a
far conoscere, correggere, confermare, provocare… È
quanto scrive nell’Introduzione l’allora Card. Ratzinger,
responsabile della redazione del testo per incarico di
Giovanni Paolo II: «Si tratta di riproporre un dialogo
ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il
lettore invitandolo a proseguire nella scoperta di sempre nuovi aspetti della verità della sua fede».
Se alla forma dialogica, aggiungiamo il secondo elemento caratterizzante questo Compendio, cioè le
immagini, che scandiscono l’articolazione del libro, la
valenza di segno-simbolo si fa ancora più evidente:
secondo la grande tradizione conciliare «anche l’immagine è predicazione evangelica» in quanto può offrire «alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti
salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello
splendore del colore e nella perfezione della bellezza. ...
Nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra (può)
esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico» .
3
2. APPROFONDIMENTI
Indubbiamente sono affermazioni ideali, che
domandano al lettore di non “consumare” il Compendio sotto il classico ombrellone estivo, ma di esporsi al
dialogo e alla visione, fin dalla prima, non ingenua e
scontata domanda: “Quale è il disegno di Dio per l’uomo?”, e meditando la prima risposta anzitutto nell’icona di apertura di Cristo Pantocrator.
3.
Aggiungiamo una ulteriore parola sul ruolo specifico di un Catechismo, anzi di un “compendio”
nell’universo dei servizi della fede. Tra questi, al primo
posto sta come fine e come compito l’evangelizzazione,
ossia l’annuncio della Parola di Dio che ha la sua piena
verità in Gesù Cristo.
La Bibbia ne é di conseguenza il segno più alto. Ma
la Chiesa che ha redatto la Bibbia, ha sempre pensato
di poter comunicare la sua fede nella Parola con linguaggi non di sostituzione, ma di mediazione, come il
Simbolo, e con altre sintesi capaci di approfondimento
ed attualizzazione: è la catechesi viva, già usata da Gesù
e dagli apostoli, cui si affiancano come utili strumenti, i Catechismi, il più recente dei quali è il Catechismo
della Chiesa Cattolica (1992). Il Compendio, che è
totalmente dipendente nei contenuti e struttura dal
fratello maggiore, porta con sé il pregio di una grande
facilitazione in quanto riduce il volume dei contenuti,
fissa i punti più importanti, li esprime con chiarezza,
semplicità e concisione, dona una gerarchia della
verità. Come dice Papa Benedetto si fa vademecum nella
selva talora oscura in cui tanti cristiani – ed ancora più
i cosiddetti “laici” – paiono essere caduti: a riguardo a
Dio e alla sua rivelazione, riguardo alla Chiesa, alla sua
appartenenza e ai sacramenti, riguardo alla vita e alla
morale, riguardo alla preghiera. Come dicevo all’inizio,
non sarà il tutto della fede il “sapere la fede”, ma ne è
certo una esigenza imprescindibile. Oggi pare si diffidi
di questo approccio “intellettuale” alla fede, forse per
timore di autoritarismi e di astrattezza concettuale. Ma
non si terrà conto che altrimenti il prezzo da pagare è
la deriva soggettivistica e sincretista? Non vi è invece
oggi bisogno che assieme alla forma testimoniale e
narrativa della catechesi, funzioni anche la forma propositiva e confrontata con la ragione? Perché non
armonizzare, come hanno fatto S. Paolo, S. Tommaso,
Rosmini, una ardente fides qua con una sempre più
4
profonda fides quae? È chiaramente la scelta di
Benedetto XVI!
4.
Quale uso fare del Compendio? Ci tengo a dire che
è falsare le intenzioni del Compendio ridurlo ad
un “bignamino” di domande e risposte, magari mandate a memoria. Il cammino alla fede e di fede richiede ben più che la lettura o spiegazione di una pagina
per quanto ben fatta… Come è per il Catechismo della
Chiesa Cattolica, cui rigorosamente dipende, il
Compendio ha bisogno di adattamento, di inculturazione, di un processo comunicativo adeguato (cfr
Direttorio Generale per la catechesi, nn. 119-130).
Entro tale orizzonte, il Compendio, proprio per la
sua natura, gioca un triplice ruolo di apertura, di chiusura e di itineranza.
Fa da battistrada: nella sua figura di libro tascabile e
a poco prezzo, intende farsi presente nelle parrocchie,
ma anche nelle librerie cattoliche e laiche, nelle bancarelle delle stazioni, nelle camere di albergo…, pronto
ad una lettura che forse partendo dalla curiosità, si fa
attenzione e riflessione per giungere ad una decisione,
che ci auguriamo di adesione.
Fa anche da chiusura, nel senso che dona al credente che vive esperienza della fede nel travaglio quotidiano, la soddisfazione di vedere raccolte in brevi e chiare
espressioni ciò che la Chiesa crede e vive e in cui egli
stesso crede e vive.
Fa da compagno di viaggio in quanto, come in un
alfabetario, dona una prima informazione intorno a
questa o a quella questione di fede e di morale che ci
tocca da vicino. E non è poco nel pluralismo che ci
interpella, e prima ancora nella confusione che ci
avvolge.
Dovremmo dire che il Compendio non ha soltanto bisogno di una pedagogia di comunicazione, ma ci
aiuta a scoprire e far funzionare la pedagogia che esso
stesso incarna.
Un tratto della pedagogia secolare della madre
Chiesa, cui dovremmo fidarci ed approfondire di più,
noi catecheti e pastori per primi.
*Istituto di Catechetica, Università Salesiana, Roma
1. EDITORIALE
Irisorsanternet:di comunione
e di concreta sinergia
a cura di F. MAZZA* e F. BOLZETTA**
Nella prima settimana di giugno, esattamente dal 6 al 12, a Roma si sono svolti in successione momenti di sintesi e di studio sulle nuove
tecnologie, e in particolare su Internet, i cui
destinatari e promotori erano realtà collegate
alla Chiesa italiana, alla Chiesa cattolica in
Europa e, inoltre, ad una più ampia condivisione ecumenica. Tre eventi che si intende approfondire in queste pagine con l’intento di un resoconto e, soprattutto, per riconfermare l’esigenza di
specifici luoghi di riflessione in cui fare il punto
su come la missione del credente è interpellata
dai nuovi scenari mediali e quali scelte si possono escogitare per ambiti collaborativi e processi
di concreta connessione non solo all’interno della
Chiesa cattolica, in Italia e in Europa, ma anche
tra esperienze cristiane ed ecumeniche. Nessuna
esitazione quindi all’uso della rete in riferimento
all’evangelizzazione ma una più convinta declinazione di impegni comuni e iniziative da condividere come risposta ad un clima culturale che
suggerisce e indica assetti di cooperazione e inte-
3. DOSSIER
rattività, quale proprium del linguaggio delle
tecnologie digitali. Dalle esperienze qui descritte
emerge una considerazione su tutte: “Il Vangelo
merita di essere annunciato ed innestato anche
in questo nuovo spazio comunicativo e di relazione” ed è ormai evidente che questo “luogo”
chiede protagonisti competenti e responsabili,
disponibili a ridefinire gli orizzonti culturali e a
prestare ascolto alla domanda di fede emergente
da tale villaggio globale.
1. Internet e la Chiesa cattolica
in Europa
Il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee
(CCEE) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI),
hanno raccolto un’intuizione emersa durante l’incontro che gli addetti stampa e portavoce delle Conferenze
Episcopali d’Europa hanno tenuto, nel giugno 2004,
ad Atene. La necessità di una maggiore condivisione
delle idee e delle risorse per rendere possibile una
migliore sinergia tra le Conferenze Episcopali, hanno
portato all’organizzazione del seminario di studio
“Internet e la Chiesa Cattolica in Europa”, rivolto ai
webmaster e ai responsabili dei siti internet delle
Conferenze Episcopali d’Europa, che si è svolto a Roma
nei giorni 6-7 giugno 2005. Un’occasione non solo per
presentare e confrontarsi sulle diverse esperienze cattoliche operanti in rete a livello europeo, ma soprattutto per elaborare prospettive su quanto lo strumento
del web, spazio virtuale di comunicazione e di incontro, possa divenire sempre di più una risorsa per la
pastorale al servizio della comunità, alla luce della
“nuova cultura” che Internet e delle nuove tecnologie
hanno introdotto nella società. Numerose le nazioni
rappresentate: Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina,
Croazia, Federazione Russa, Grecia, Malta, Polonia,
Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.
“La Chiesa ha sempre saputo cogliere la bontà degli
strumenti di comunicazione sociale per l’edificazione
del genere umano. In non pochi casi ne fu anche una
grande promotrice. È della natura stessa della Chiesa,
quale comunità dialogante, che nasce il suo interesse
per i media”. Queste le parole contenute nel saluto che
S. E. Mons. Amédée Grab, Presidente del CCEE, ha
rivolto ai presenti. Ricordando che “una grande parte
della popolazione mondiale non possiede ancora il pri-
5
3. DOSSIER
vilegio di connettersi alla rete” ha aggiunto poi “come
qualsiasi strumento posto nella mano dell’uomo,
Internet diventa ciò che l’uomo stesso decide che
diventi” e per questo motivo la Chiesa, “maestra di comunicazione”, deve “indicare i criteri etici e morali,
universalmente validi, riconoscibili nei valori umani e
cristiani, tanto a coloro che lo usano per svago, ricerche e informazione, quanto a chi se ne occupa professionalmente”.
Un pensiero ripreso da Mons.
Claudio Giuliodori, direttore
dell’Ufficio nazionale delle
comunicazioni
sociali
della Cei: “Siamo consapevoli che proprio
l’avvento
delle
nuove tecnologie,
fra cui Internet,
prima ancora di
essere una semplice evoluzione strumentale, è un fattore di cambiamento culturale e interpella la comunità
ecclesiale” sottolineando come “è nostro dovere
mettere al servizio della
Chiesa gli scenari che le nuove
tecnologie aprono ed esplorare questi spazi che chiedono creatività, capacità di
comunicazione e collaborazione”. Nella prima giornata di lavoro si sono accompagnate anche le parole
di saluto di S. E. Mons. John P. Foley, Presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali che
ha definito Internet “l’aeropago del nostro tempo, lo
strumento per diffondere il messaggio cristiano”.
“Dio può trovarsi anche nella rete. E tra i milioni di
persone che ogni giorno navigano in Internet” – ha
affermato l’Arcivescovo Foley – “molti possono
imbattersi in parole di speranza. [...] Pertanto
Internet può essere una nuova strada verso Dio, una
chiamata per la Chiesa [...] per portare in ogni luogo
la Parola di Dio, per raggiungere anche chi vive nella
solitudine e che forse non aprirebbe mai la porta
della sua casa”.
È della
natura stessa
della Chiesa,
quale comunità
dialogante,
che nasce
il suo interesse
per i
media.
Ad aprire i lavori è stata la relazione di padre Pierre
Babin “Varcare la soglia della rete: Internet una risorsa
6
per l’evangelizzazione”, che si è interrogato su come
comunicare il messaggio cristiano all’interno della
cultura di Internet e dei nuovi media. A partire dal
concetto enunciato nella Lettera Enciclica Redemptoris
Missio, Padre Babin ha formulato il nuovo significato
della missione della Chiesa nell’era dei nuovi media e
di internet che deve adottare il linguaggio degli strumenti audiovisivi, il “principale linguaggio moderno”
perché è quello che “incorpora tutti i modi d’esprimersi dell’uomo”. Nell’era di Internet “essere missionari
significa creare network capillari” fra gli uomini, il
cosiddetto villaggio globale, permesso dalle nuove tecnologie, può divenire il luogo dove realizzare “una
unità del mondo” determinando “la fine delle vecchie
frontiere”. Ma in questo processo – afferma infine
padre Babin – è determinante l’accesso dei più poveri
alle tecnologie e alla rete in particolare, che definisce il
luogo di “un linguaggio e di una comunicazione universali”.
La seconda giornata si è aperta con la relazione
“Nel tempo della rete: acquisizione, sviluppi e prospettive” di José Manuel Pérez Tornero, docente presso
l’Università di Barcellona che ha definito Internet
“la chiave della nostra esistenza”. Tornero affronta
il rapporto fra Internet, le nuove tecnologie e la
società nella storia dell’uomo. In sintonia con Padre
Babin, il significato della rete è per Tornero “l’aspirazione all’unità, alla comunione. Finalmente la
rete ha un significato pacifico e contribuisce alla
costruzione di uno statuto cosmopolita di una cittadinanza globale e universale nella quale fanno parte
tutti i cittadini del mondo”. Tornero, personalità di
primo piano nel settore della Media Education,
dopo aver sviluppato il tema della educazione ai
media, tracciandone le linee di sviluppo, nella rete
scorge un’ulteriore sfaccettatura: la Rete stessa può
essere “un tipo di scuola universale che porta conoscenza in ogni luogo”.
Sono state diverse le esperienze e i progetti in atto
condivise fra i partecipanti provenienti dalle Conferenze Episcopali di Grecia, Slovenia, Slovacchia,
Austria e Romania. Il cammino della Conferenza
Episcopale Italiana sul terreno delle nuove tecnologie informatiche, cominciato nel 1990, è stato testimoniato dal lavoro del Servizio Informatico CEI,
nella persona di Giovanni Silvestri, direttore del
SICEI, che è intervenuto ai lavori. Questo intenso
lavoro a partire dal sito www.chiesacattolica.it si è
1. EDITORIALE
realizzato all’interno di una progettualità più ampia:
favorire la diffusione dei contenuti, soprattutto
documenti, elaborati dalla CEI e dai suoi uffici e servizi; agevolare la comunicazione tra la CEI e gli enti
pastorali diffusi nelle diocesi, in particolare gli uffici e servizi delle curie diocesane; ed infine promuovere la presenza efficace in Internet dei tantissimi
soggetti del mondo ecclesiale che, pur interessati
alle opportunità del nuovo medium, faticavano a
trovare adeguata visibilità.
A chiusura dell’incontro Mons. Franco Mazza, vice
direttore Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei, ha
tracciato le sinergie ed i progetti possibili dopo i lavori dei giorni 6-7 giugno. Auspicando “un efficace raccordo ed un continuo confronto tra le varie esperienze in Europa” ha invitato a “partecipare al cammino
culturale e sociale che le nuove tecnologie implicano”, favorendo “una maggiore collaborazione all’interno e tra le diverse Chiese in Europa”. Sulla scia di
tali considerazioni la Conferenza Episcopale Italiana
ha offerto la sua disponibilità, attraverso l’Ufficio
comunicazioni sociali, a concedere l’uso di software
di gestione amministrativa destinati alle diocesi e alle
parrocchie (SIPA, SIDI), disponibili in diverse lingue,
e di programmi informatici per la catalogazione dei
beni culturali. La Conferenza Episcopale Italiana si è
offerta inoltre di ospitale nel proprio server, quei siti
delle Conferenza episcopali che ne presentassero la
necessità.
Mons. Mazza ha sottolineato l’importanza di
“uscire dal carattere sperimentale e personalistico
abbracciando soluzioni che diano continuità” e di
rivolgere una particolare attenzione alla media education e alle giovani generazioni. Fra le proposte quella di
attivare un monitoraggio “sulla qualità” dei siti delle
Conferenza Episcopali d’Europa e di sperimentare un
“Motore di ricerca europeo” all’interno del sito
dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei. L’appello
a continuare il dialogo iniziato a Roma è stato accolto
dai partecipanti: tornati al lavoro nelle tante nazioni
d’Europa che hanno rappresentato, la distanza non è
stata un ostacolo al continuo incontro che si è concretizzato sul web. Una mailing list è il luogo virtuale
dove, da ogni nazione, continua il confronto, la riflessione e il lavoro dei partecipanti che l’incontro
“Internet e la Chiesa in Europa” ha avviato. I testi delle
relazioni sono stati pubblicati sul sito www.chiesacattolica.it.
3. DOSSIER
2. WebCattolici: “Internet e Minori”
“Internet e Minori” è stato il tema al centro della
riflessione dei webmaster cattolici che si sono ritrovati
a Roma il giorno 8 giugno 2005. Numerosi i Soci che
hanno partecipato all’Assemblea ordinaria “virtualmente”. L’intero incontro infatti è stato trasmesso in
diretta sul sito di WeCa www.webcattolici.it (o
www.weca.it). Il rapporto fra i minori e l’uso della
rete, che accedono ad Internet sempre più precocemente, è un tema divenuto di grande attualità e urgenza per le famiglie. Le straordinarie risorse che la rete
offre per l’informazione, per l’educazione e per la crescita culturale, in una società che ha la fortuna di poter
accedere alle nuove tecnologie, incontrano tuttavia le
resistenze e gli ostacoli dovuti alla presenza di contenuti a rischio. Così come per l’utilizzo di ogni media,
anche internet, come la televisione, richiede da parte
dei più piccoli una presenza familiare in grado di
garantire una navigazione sicura e non solitaria in rete
e che si accompagni ad una educazione all’uso di questo mezzo.
La recente pubblicazione del Rapporto Eurispes
sulla pedopornografia in rete, realizzato con il patrocinio del Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali, ci porta a
conoscenza di un mercato,
in Italia, il cui volume
d’affari è stimato
intorno ai 993
milioni di euro.
“Ci sono vere e
proprie multinazionali con
un grosso volume di affari. Bisogna
fermarle e
chiudere
ques t o t u r pe mercato
che è in Internet e in non poche tv. Anche i
webmaster cattolici
devono far sentire la
loro voce per difendere i
diritti e la dignità di tutte le
persone e in particolare dei minori”.
L’importanza
di “uscire
dal carattere
sperimentale e
personalistico
abbracciando
soluzioni che diano
continuità” e di
rivolgere una
particolare attenzione
alla media
education
e alle giovani
generazioni.
7
3. DOSSIER
In questo contesto il workshop “Internet e Minori” è
stata un’importante occasione di riflessione e di lavoro che si è svolta alla presenza di riconosciute personalità. Fra i relatori sono intervenuti Fulvio Sarzana,
avvocato esperto di questioni giuridiche della rete e
fautore di una proposta di legge contro la pedopornografia e Daniele Damele, Vice Presidente del
“Comitato di garanzia per l’attuazione del Codice di
Autoregolamentazione Internet e Minori”. Il
Comitato di Garanzia, di cui WeCa fa parte attraverso
www.davide.it, uno dei soci fondatori dell’Associazione, è stato nominato dal Ministero delle
Comunicazioni il 18 Febbraio 2004, ed è l’organo istituzionale in tema di minori ed internet, competente
per promuovere e vigilare nell’adozione del codice di
autoregolamentazione, e che opera raccogliendo e
intervenendo sulle segnalazioni da parte degli utenti,
promuovendo infine azioni di sensibilizzazione sul
tema della protezione dei minori in Rete.
La seconda Assemblea dei Soci è stata l’occasione
per annunciare un’importantissima novità nel campo
della formazione. A partire dal mese di settembre,
infatti, frutto dell’intenso lavoro dei mesi precedenti,
verranno lanciati due corsi di e-learning (gratuiti per
gli iscritti a WeCa): il primo, “Creare un sito cattolico
per il web” è destinato a quanti (animatori della comunicazione e non solo) vogliano progettare un’iniziativa
cattolica online di qualità; il secondo “Gestire un sito
cattolico” è invece rivolto a coloro i quali, già attivi sui
nuovi media, vogliano accrescere e maturare la propria
capacità di ascolto e interazione con i pubblici di riferimento. I corsi online non hanno costi di iscrizione
per gli associati a WeCa, la cui iscrizione è peraltro
ancora gratuita. Per maggiori informazioni è possibile
consultare il sito www.weca.it.
3. La chiesa nella società digitale
Un network a livello europeo, una realtà ecumenica nata per supportare, promuovere e conseguire una
partecipazione attiva ed una concreta presenza cristiana nel web. La European Christian Internet Conference (ECIC), nata nel 1996 e costituitasi in associazione nel 2000, ha scelto Roma per celebrare il X
anno di attività riunendo i suoi partecipanti, dall’8 al
12 giugno sul tema “La Chiesa nella Società digitale”.
Organizzato dall’Associazione dei Webmaster Cattolici
8
Italiani (WECA) l’incontro è stato un’occasione, per
i 40 partecipanti di 29 organizzazioni e realtà ecclesiali, per riflettere e mettere a confronto le esperienze delle diverse chiese cristiane europee che operano
nel web. Gli annuali incontri dell’Ecic, a differenza di
un convegno, sono organizzati come una working conference, uno scambio concreto di progettualità che
impegna ogni partecipante ad un contributo specifico. È stata la rete, oggetto dell’incontro, a divenire il
luogo dove, nelle settimane precedenti, i membri
dell’Ecic si sono ritrovati in vista dell’evento: è stata
realizzata infatti una piattaforma intranet dove era
possibile comunicare e prepararsi alle attività dell’incontro romano sul tema “La Chiesa nella Società
digitale”. Nei saluti di inizio, Mons. Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio Nazionale comunicazioni
sociali della Conferenza Episcopale Italiana, ha sottolineato la consapevolezza di “un dialogo e di una collaborazione che tra Chiese siamo chiamati a compiere, in questo tempo del villaggio globale e della cultura mediale”. Citando il Direttorio delle Comunicazioni Sociali, Mons. Giuliodori ha ricordato inoltre come “L’era della comunicazione e dell’informazione
crea nuove opportunità d’incontro e di scambio anche tra
le diverse esperienze religiose, offrendo occasioni per
accrescere l’unità e intessere rapporti d’amicizia.
Un’occasione per stabilire una più profonda conoscenza reciproca ed “un dialogo rispettoso di ciascuna
identità e della verità”.
Padre Pierre Babin, nel suo intervento, ha definito
straordinarie le possibilità offerte da internet di comunicare “da un’anima verso un’altra anima, come angeli fuori dal tempo e dallo spazio” dove è possibile “creare una unità del mondo e di rispettare la diversità nell’unità” […] “un nuovo mondo di comunione universale” fra gli uomini. Discepolo di Marshall Mc Luhan,
padre Pierre Babin, ne abbraccia la nota tesi secondo la
quale “il medium è il messaggio”, che si identifica cioè
con esso, ma padre Babin amplia questa prospettiva
alla luce della Lettera Enciclica Redemptoris Missio che
invita ad “integrare il messaggio cristiano in questa
nuova cultura creata dalla comunicazione moderna”.
Una cultura su cui Padre Babin riflette anche dal punto
di vista tecnico, riconoscendo il bisogno su internet di
un linguaggio peculiare, caratterizzato da un “forte approccio sensoriale” e da una inseparabile fusione dagli
altri media audiovisivi. Sul tema dell’evangelizzazione,
che è missione della Chiesa, per Babin “evangelizzazione nell’era di internet significa essere missionari”,
creare reti fra le persone, attraverso internet, fondate
1. EDITORIALE
sulle affinità di un linguaggio mediato dal mezzo, ma
un linguaggio del cuore, dell’immaginazione e della
sensibilità attraverso il quale comunicare il messaggio
evangelico.
Il tema del futuro della società digitale è stato analizzato da José Manuel Pérez Tornero, docente presso
l’Università di Barcellona, che ha sottolineato che per
riflettere sulla società digitale di domani, è necessario
guardare alle scelte del presente: dobbiamo partire
“dalla consapevolezza che il futuro è disegnato e
costruito dalla combinazione delle decisioni e delle
alternative prese nel presente, dove coscienza e libertà
costituiscono l’essenza della dignità dell’essere umano”.
Tornero ripercorre un excursus storico sino ad arrivare
all’attualità del mondo di oggi nel quale “i media costituiscono l’area dove la vita si sviluppa” definendo questa come “una nuova e decisiva parte recente nella storia degli esseri umani” che li ha portati ad una migrazione verso le nuove grandi città mediatiche all’interno
delle città tradizionali: una “conversione da cittadino
urbano a cittadino mediatico, da abitante della città ad
abitante del mondo dei mass media” […] che definisce
“aree di esistenza e di relazioni sociali”. L’avvento della
modernità ha portato gradualmente a separare il concetto di spazio da quello di luogo dove avvengono le
relazioni, e dove è diminuito il significato della
presenza fisica nell’esperienza delle persone e degli eventi”.
La società digitale, secondo
Tornero, non è solo un
insieme di strumenti al
servizio dell’uomo ma
potrà divenire nel
futuro “un nuovo
processo di umanizzazione, la possibilità per una nuova
antropologia. […]
Un nuovo senso di
comunità che ripensa lo sviluppo mediatico attraverso i valori
della dignità e delle
libertà umane, la società
digitale dall’essere oggi una
mitica profezia può divenire
una speranza e un modo per creare esseri umani morali”.
La società
digitale
potrà divenire
nel futuro
“un nuovo
processo
di umanizzazione,
la possibilità
per una nuova
antropologia.
3. DOSSIER
Il carattere ecumenico dell’incontro è stato valorizzato dalla visita presso il “Centro Pro Unione”. Fondato e diretto dai Frati Francescani dell’Atonement, è
un centro le cui attività sono finalizzate al dialogo,
alla formazione e alla ricerca nell’ambito teologico,
pastorale, sociale e spirituale nel campo ecumenico.
Nella splendida cornice di Piazza Navona, dove il
“Centro Pro Unione” ha sede, è stata ospitata la relazione tenuta da Riccardo Burigana, direttore del
Centro Documentazione MEI (Movimento Ecumenico Italiano).
In un clima di grande cordialità e di interesse
reciproco, il 10 giugno 2005, i partecipanti dell’Ecic
e di WeCa sono stati ospiti presso il Pontificio
Consiglio per Comunicazioni Sociali e al termine
della mattinata è seguita una visita guidata ai Musei
Vaticani. S. E. Mons. John Patrick Foley, presidente
del PCCS, accogliendo insieme ai suoi collaboratori,
i partecipanti al Convegno, li ha salutati affermando che “la Chiesa riconosce il grande contributo che
i media hanno dato al progresso dell’umanità”: di
qui il “dovere”, per la comunità ecclesiale, di “ritrovare un nuovo slancio” in questo ambito, grazie ad
una “opportuna formazione degli operatori dei
media, non solo cattolici, affinché le enormi capacità degli strumenti vengano affiancate dalla maturazione di persone capaci di armonizzare la propria
fede con i linguaggi della moderna comunicazione,
per raggiungere tutta l’umanità, unificata in un villaggio globale”. In quest’occasione sono state presentate le numerose attività e i diversi progetti della
Santa Sede nell’ambito delle comunicazioni sociali,
con uno sguardo privilegiato a quelle veicolate attraverso il web.
Consistente il numero delle persone che, in rete,
ha seguito l’intero incontro da tutta Europa. Le XII
sessioni di lavoro, infatti, sono state trasmesse in
diretta on line sul sito dell’Associazione dei Webmaster
Cattolici Italiani (WECA) www.webcattolici.it,
dove ora è possibile consultare i testi e i video delle
relazioni, le immagini e i contributi dell’incontro “La
Chiesa nella società digitale”. Sul sito ufficiale della
European Christian Internet Conference www.ecic.org
è stato reso noto che sarà Londra la città che ospiterà
il prossimo incontro nel 2006.
*Vice direttore Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Cei
**Ufficio Stampa Webmaster Cattolici Ialiani
9
Csocialiomunicazioni
CCEE: incontro dei portavoce in Polonia
I portavoce e addetti stampa delle Conferenze
Episcopali d’Europa si incontreranno a Varsavia,
Polonia, il 14 e 15 settembre p.v. I lavori saranno dedicati ad approfondire il tema delle agenzie di stampa.
Sono previsti, per l’Italia, gli interventi di Paolo
Bustaffa, direttore del SIR (Servizio informazione religiosa) e di Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio
nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.
Famiglia e tv: convegno a Palermo
L’Aiart (Associazione Spettatori) di Palermo ha
organizzato, l’11 luglio, un Convegno sul tema “La
famiglia, dentro e davanti la tv”. I lavori sono stati presieduti da Francesco Bellaroto, del Comitato di
Presidenza nazionale dell’Aiart. La relazione sul tema è
stata tenuta dall’arcivescovo di Monreale, S. E. Mons.
10
Cataldo Naro, Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della
CEI. Sono interventi anche Vincenzo Morgante della
Rai Tg3 Sicilia e Luca Borgomeo, presidente nazionale
dell’Aiart.
CIF: incontro di formazione
sulla scrittura
Il Centro Italiano Femminile ha organizzato a
Roma, dal 30 giugno al 3 luglio, il tradizionale appuntamento di formazione per le Giovani sul tema “La
scrittura, un segno che unisce” con l’obiettivo di esaminare gli aspetti e i tipi della scrittura quale strumento di comunicazione ed espressione profonda dell’io e
del divino.
I lavori sono stati aperti da MARIA MAURO PASTORINO (Presidente Nazionale Cif) e SABRINA
RAVAGNANI (Responsabile Coordinamento Nazionale Giovani Cif); a cui sono seguiti, tra gli altri, gli
interventi di CLARA IATOSTI (Giornalista di Sat
2000), MARIA DULCE ARAUJO EVORA (Giornalista Radio Vaticana e Resp. Donne Capoverdiane in
Italia) e Sr. DANIELA MACCARI responsabile del
sito www.femminis.org. Ha chiuso i lavori P. ANTONIO LOMBARDI con una relazione sul tema “La
parola oltre la scrittura”.
Usa: cresce il mercato editoriale
“religioso”
Dai dati del Book Industry Study Group emerge un
consistente aumento della vendita di libri, fumetti e cd
a tema religioso. Negli Stati Uniti, nel 2004, questa
crescita è quantificabile attorno al 2,8% rispetto allo
scorso anno.
5. PROGETTO CULTURALE
Capertoantiere
Miguel Garcia, docente di Esegesi del Nuovo
Testamento nella Facoltà Teologica San Damasco di
Madrid, interviene il giornalista e scrittore Alessandro
Tornelli.
Bologna • 24 maggio
L’istituto Superiore di Scienze Religiose “Santi
Vitale e Agricola”, insieme con l’Ufficio catechistico e
quello per l’insegnamento della religione cattolica
dell’Arcidiocesi di Bologna, presenta il volume delle
Edizioni San Paolo “E l’uomo venne sulla terra.
Evoluzione o creazione?” di Fiorenzo Facchini.
Intervengono: Giovanni Giovini, biblista, e Carlo
Peretto, docente di Antropologia nell’Università di
Ferrara.
Milano • 19 maggio - 9 giugno
Il Centro Culturale “Alle Grazie” organizza, in occasione del centenario del ritorno dei padri domenicani
nella loro antica dimora di Santa Maria delle Grazie,
una serie di conferenze sul tema “Milano capitale del
Rinascimento: Bramante e Leonardo”. Relatori dei
quattro appuntamenti in programma sono Simone
Ferrari, docente di Storia dell’Arte nell’Università di
Torino, e Alberto Cottino, direttore del Museo Accorsi
di Torino. Il 21 maggio, inoltre, la Fondazione “Giuseppe Lazzati” in collaborazione con l’Associazione culturale “Città dell’Uomo” e l’Istituto Secolare “Cristo Re”,
presenta il convegno “Interpretazioni della laicità: da
Giuseppe Lazzati ai giorni nostri”. Intervengono i
docenti nell’Università Cattolica Angelo Mattioni e
Enzo Balboni.
Panzano (FI) • 22 maggio
“Ai pellegrini della Bellezza” è il titolo della VI
Giornata diocesana degli Artisti organizzata dalla
Diocesi di Fiesole, dalla Comunità di San Leolino e
dall’Associazione Culturale Feeria. Il programma, che
prevede l’inaugurazione della mostra fotografica
“Natura arte di Dio” di Giovanni Padroni e l’incontro
con lo scrittore Mario Specchio, si conclude con il concerto per pianoforte della pianista Gabriella Dolfi .
Milano • 24 maggio
Il Centro Culturale di Milano e la RCS libri organizzano la presentazione del volume “La vita di Gesù
nel testo aramaico dei vangeli”. Oltre all’autore José
Palermo • 27-28 maggio
La Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e il
Comune di Palermo organizzano due giornate di dialogo teologico e interreligioso sul tema “Etica,
Giustizia, Diritto. La prospettiva islamica e la prospettiva cristiana”. Il 27 maggio dopo i saluti inaugurali del
Cardinale Salvatore De Giorgi, di Frej Souissi, Console
Generale di Tunisia a Palermo, e di Salaheddine
Houidi, Imam di Palermo, si succedono le relazioni di
M. Khadraoui, docente nell’Università Ez-Zitouna di
Tunisi, su “L’etica della comunicazione: una visione
musulmana”; di G. Bellia, docente nella Facoltà
Teologica di Sicilia, su “Ristabilimento della giustizia e
giustificazione”; di L. Mizouri, docente nell’Università
Ez-Zitouna di Tunisi, su “Etica e giustizia nel pensiero
dei riformisti tunisini del XIX e XX secolo”. Nel pomeriggio i lavori riprendono con gli interventi di A.
Parisi, docente nella Facoltà Teologica di Sicilia, su
“Etica religiosa ed etica razionale”; di T. Ben H’Ial,
docente nell’Università Ez-Zitouna di Tunisi, su “I
fondamenti filosofici della nozione di virtù in ElFarabi”; di S. Leone, docente nella Facoltà Teologica di
Sicilia, sul tema “Etica, diritto e diritti nella prospettiva cristiana”. Il giorno successivo l’evento continua
con l’intervento di Toto Cordaro, Presidente del
Consiglio Comunale di Palermo, dal titolo “Per un
dialogo interreligioso: la pace e il riconoscimento dei
diritti dell’uomo”, a cui seguono le relazioni di M.
Bouzghiba, docente nell’Università Ez-Zitouna di
Tunisi, su “Le regole dell’etica e della giustizia nel
diritto musulmano”; di Riccardo Piccione, Consigliere
comunale di Palermo, su “Il ruolo degli enti locali nel
dialogo interreligioso”; di A. Cilardo, docente nel-
11
5. PROGETTO CULTURALE
l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, su
“Diritto di Dio e diritti dell’uomo nel contesto della
modernità”.
Strada in Casentino (AR)
giugno-ottobre
La Parrocchia di San Martino a Vado organizza la II
edizione della rassegna di testimonianza Letteraria “In
cammino con Gesù”. Due le categorie proposte: la
poesia, in forma di “preghiera”, e la narrativa, nella
forma di racconto di una “esperienza di fede” personale o altrui. I testi, inediti, in forma dattiloscritta cartacea, non superiori alle due cartelle e in lingua italiana,
devono essere inviati alla parrocchia entro il 20 ottobre
2005. Da quest’anno, poi, si aggiunge anche la nuova
sezione dedicata alle segnalazioni di siti Internet parrocchiali.
Perugia • 3 giugno
Nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato
perugino “Scienza e Vita” per una maggiore informazione sui temi scientifici, etici, e giuridici relativi alla
Legge n. 40, si tiene presso il Centro Congressi “Aldo
Capitini” l’incontro formativo sul tema “L’embrione
uno di noi”. Intervengono: Salvatore Mancuso, direttore del dipartimento tutela della salute della donna e
della vita nascente del Policlinico “Gemelli” di Roma,
Paolo Brunetti, docente di Medicina Interna all’Università di Perugia, Eliana Petrozzi, Presidente del forum
regionale delle famiglie umbre, Roberta Vinerba,
Responsabile del Circolo “Giorgio La Pira” di Perugia.
Bagnocavallo (RA) • 5 giugno
Per la sesta edizione degli “Incontri della Pieve” la
Diocesi di Faenza - Modigliana organizza presso la
Pieve di San Pietro in Sylvis l’incontro “Beati i poveri in
spirito – dialoghi sulle beatitudini”, con gli interventi
di Maurizio Marcheselli, biblista nello Studio Teologico
Accademico di Bologna, Umberto Curi, docente di
Filosofia nell’Università di Padova, Luigi Guerrini,
biblista.
Avellino • 5 giugno
“Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” è il
titolo del Convegno regionale dei giovani promosso
dall’Associazione “Rinnovamento dello Spirito Santo
della Campania”. Intervengono: Luciana Leone, membro della consulta nazionale CEI, P. Pierre Aquila, Suor
Rosolina Ravasio, fondatrice della “Comunità Shalom”
di Riva del Garda. Tra gli ospiti del mondo dello spettacolo è prevista la presenza di Roberto Bignoli, cantautore cristiano di fama mondiale.
Varese • 5 giugno - 26 novembre
Con la recita teatrale “L’idea, una via sacra per un
Sacro Monte”, rievocazione delle origini della “fabbrica miracolosa” che iniziò il cantiere della Via Sacra, s’inaugura la rassegna dedicata ai 400 anni dall’evento.
Ad animare l’iniziativa, fino alla sua conclusione nel
tardo autunno, oltre al teatro anche esibizioni musicali, incontri, convegni e itinerari.
Ariano Irpino (AV) • 4 giugno
Bologna • 10 giugno e 21 giugno
La Diocesi di Ariano Irpino - Macedonia organizza,
presso il Centro Pastorale San Francesco, una conferenza legata alle problematiche etiche e legislative della
Legge n. 40. Interviene Miranda Ponzalo docente nella
Pontificia Università Regina Apostolorum.
Il Centro Culturale San Domenico organizza,
insieme al Centro Studi per il Progetto Europeo e la
Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, l’incontro “Un futuro con mezzo secolo alle spalle.
L’Unione Europea a 50 anni dalla Conferenza di
Messina”. Interventi di Giuliano Amato, Mario
Monti, Giorgio Napolitano. Presiede Sergio Romano.
Il 21 giugno, inoltre, in occasione della presentazione
del volume “Dio esiste? Un confronto su verità, fede,
ateismo” frutto del confronto tra l’allora Cardinale
Joseph Ratzinger e Paolo Flores D’Arcais, si tiene l’incontro-dibattito sul tema “Etsi Deus non daretur: dittatura del relativismo o premessa di libertà democratiche?”. Ne discutono S. E. Mons. Carlo Caffarra e
Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega.
Lodi • 4 giugno
Nella Cattedrale viene presentato in anteprima
assoluta il concerto Vivifice Spiritus Vitae Vis – Carmen
in Spiritum Sanctum, composto da Guido Morini insieme al curatore dei testi Ettore Garioni. L’evento rientra
nell’ambito delle manifestazioni organizzate in omaggio al Vescovo S. E. Mons. Capuzzi al termine del suo
servizio come pastore della Diocesi.
12
5. PROGETTO CULTURALE
Milano • 11 giugno
L’Associazione “Città dell’uomo” organizza l’incontro di studio “Per una sana democrazia costituzionale”.
Dopo la relazione di apertura di Valerio Onda,
Presidente emerito della Corte Costituzionale, intervengono Enzo Balboni, docente nell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Grevi, docente nell’Università
di Pavia, Alessandro Pizzorusso, docente nell’Università di Pisa. Le conclusioni sono affidate a Leopoldo
Elia, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Rimini • 11 giugno
Presso il Lago di Montecolombo la Compagnia teatrale di Carlo Tedeschi presenta il musical “Chiara di
Dio”che verrà successivamente proposto tutti i sabati
fino a settembre. Lo spettacolo costituisce un’ulteriore
tappa del progetto diocesano “Comunicare il Vangelo
in un mondo che cambia”.
Costanzi”, organizzano il Convegno di studi “Filosofare in Cristo” in occasione del decimo anniversario
della morte di Teodorico Moretti-Costanzi.
Agrigento • 19 giugno
Si apre presso la chiesa di San Lorenzo la mostra
“Fate questo in memoria di me. L’Eucarestia nell’esperienza delle Chiese di Sicilia”. Partecipano all’inaugurazione Alessandro Pagano, Assessore Regionale per i
Beni Culturali, e S. E. Mons. Carmelo Ferraro.
Catania • 20-22 giugno
Il Centro Culturale “A passo d’uomo” propone il
Convegno Biblia Pauperum teso alla riscoperta e promozione delle diverse chiese antiche del territorio.
Durante l’evento viene presentato l’opuscolo numero
uno della collana “Itinerari di fede dentro e fuori le
mura” curata da don Ennio Asinari.
L’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani,
in collaborazione con l’Arcidiocesi, organizza il
Convegno di Studio “Biblioteche ecclesiastiche: le possibili sinergie”. Dopo la prolusione di Carlo Chenis,
Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, intervengono: Luciano Scala, direttore
generale dei Beni Librari e degli Istituti Culturali,
Stefano Russo, direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI
per i Beni Culturali Ecclesiastici, Francesca M. D’Agnelli, Coordinatore del Progetto CEI per archivi e biblioteche, Paul Gabriele Weston, docente nell’Università di Pavia, Mauro Guerrini, presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, Marco Marandola, esperto
del settore.
Pisa • 15 giugno
Piazza Armerina (EN)
“Credere, non credere, diversi modi di credere” è il
tema del dibattito tra Remo Bodei, docente nell’Università di Pisa, e don Gianni Colzani, docente nella
Pontificia Università Urbaniana. Al termine dell’incontro, e dopo la visita al complesso della Chiesa Universitaria di San Frediano recentemente restaurata, il coro
universitario esegue il Requiem di Mozart.
21 giugno-25 giugno
Sabbioneta (MN) • 12 giugno
Roma • 16 giugno
La Fondazione internazionale Nova Spes organizza
l’incontro “Referendum e Legge 40: dopo il voto, il dialogo”. Dopo l’introduzione di Marcello Pera, Presidente del Senato, intervengono Vittorio Mathieu, Francesco D’Agostino e Pietro Rescigno.
Perugia • 17-19 giugno
L’Arcidiocesi di Perugia - Città della Pieve, il Centro
Culturale “Leone XIII”, e la Fondazione “Sirio Moretti-
La Facoltà teologica di Sicilia e la Eberhard Karls
Universität di Tübingen, organizzano La Conferenza
dei Coordinatori dei programmi Erasmus-Socrates.
Dopo il saluto inaugurale di S. E. Mons. Michele
Pennisi, intervengono: Antonino Raspanti, sul tema “Il
futuro delle Facoltà Teologiche”; Anatoly Alexeev su
“Lo stato attuale dell’insegnamento teologico all’Università di San Pietroburgo”. Il 24 giugno, successivamente all’introduzione di S.E. Mons. Cataldo Naro,
Arcivescovo di Monreale, si succedono le relazioni di
Mariano Crociata e Mehrez Hamdi su “Le relazioni tra
le Facoltà Teologiche Cattoliche e Islamiche per la promozione del dialogo interreligioso”; Nicolae Necula su
“Le relazioni tra le Facoltà Teologiche Cattoliche e
Ortodosse per la promozione del dialogo ecumenico”;
e Pierre Noël su “Il Futuro delle Facoltà Teologiche:
modello europeo o americano?”. La conclusione il 25
giugno con gli interventi di Nunzio Galatino, “Gli
Studi Teologici in Italia”, di Adrian Loretan, “Hanno
13
5. PROGETTO CULTURALE
un futuro le Facoltà Teologiche nelle Università Statali
europee?”, e di Richard Puza ,“Gli accordi tra Chiesa e
Stato e il loro impatto sulle Università”.
gio Rossi, docente nella Terza Università di Roma, Flavio Pajer, Presidente del Forum europeo dell’istruzione
religiosa nelle scuole pubbliche.
Rondine Cittadella della Pace (AR)
Milano • 2 luglio
23-25 giugno
La Diocesi di Arezzo-Corona-Sansepolcro in collaborazione con la Scuola Europea della Pace organizza la
Scuola estiva di formazione dedicata a “Percorsi nel
dialogo ecumenico”. Intervengono: Mons. Eleuterio F.
Fortino, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani, Mons. Giordano
Frosini, Vicario generale della Diocesi di Pistoia, Fr.
Enzo Bianchi, Priore della Comunità monastica di
Bose, e l’Archimandrita Ignazio Sotiriadis, incaricato
per le relazioni con la Chiesa cattolica presso il Santo
Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia.
L’Associazione “Emmaus” presenta, presso il teatro
“L’Arca”, lo spettacolo “Link”.
Monopoli (BA) • 7-13 luglio
Nella chiesa di San Pietro si apre l’XI edizione della
Settimana monopolitana del libro dal titolo “Un mare
di libri” con la presentazione del volume di Mimmo
Muolo “Generazione Giovanni Paolo II”. Intervengono: S. E. Mons. Rino Fisichella, Rettore della
Pontificia Università Lateranense, e Marco Politi, vaticanista del quotidiano Repubblica. L’attrice Claudia
Koll interpreta brani scelti di Giovanni Paolo II.
Ostuni (BR) • 24-25 giugno
Il Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali
dell’Università di Lecce organizza il Convegno “Il personalismo comunitario e la costruzione dell’Europa”.
Intervengono: Mario Signore su “Il Personalismo
nello scenario del terzo millennio”, Armando
Rigobello su “Il Personalismo comunitario e la
costruzione dell’Europa”, Nunzio Bombaci su “La
crisi europea del Novecento tra Mounier e Maria
Zambiano”, Leo Lestingi su “Mounier e la critica ai
totalitarismi”, Paolo Ponzio su “La rivoluzione personale di Mounier”. Il 25 giugno i lavori riprendono con
Renato Balduzzi che interviene sul tema “C’è un pensiero di Mounier sulla Costituzione?”, a cui seguono
le relazioni di Antonio Pieretti su “La persona nella
prospettiva del riconoscimento reciproco, di Lino
Prenna su “Comunità politica e democrazia partecipativa”, e di Franco Totano su “La persona principio
di convergenza”.
Cannara (PG) • 24-30 luglio
Monreale (PA) • 1-2 luglio
Dalle Diocesi
Il Servizio diocesano dell’I.R.C. organizza il
Convegno “Identità italiana, integrazione europea e
I.R.C.”. L’introduzione ai lavori è affidata a S.E. Mons.
Cataldo Naro, a cui seguono i contributi di Alfredo Li
Vecchi, docente nell’Università di Palermo, Francesco
Bonini, docente nell’Università di Teramo e coordinatore del Servizio nazionale per il progetto culturale
della CEI, Ciro Sarnataro, docente nella Facoltà
Teologica interregionale dell’Italia Meridionale, Gior-
L’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di
Roma organizza dal 30 giugno al 3 luglio il terzo
Simposio dei docenti universitari dal titolo “Ora et
Labora - il lavoro in Europa”. Un appuntamento che
coinvolge oltre mille docenti degli atenei italiani ed europei, e che si apre all’insegna di una consapevole presa di
coscienza: “L’uomo, soggetto del lavoro, corre ancora
una volta il rischio di essere ridotto a strumento di produzione”. Di qui l’esigenza di riproporre l’insegnamento
14
Si apre il laboratorio teatrale “Polifonia del corpo,
molteplicità della scena” organizzato dalla Federgat,
Federazione Gruppi Attività Teatrali, in collaborazione
con la CEI e l’ACEC. Tre gli ambiti di formazione: teatrale, danza e movimento, voce e canto.
L aboratorio
5. PROGETTO CULTURALE
della dottrina sociale della Chiesa per cui “la soggettività
del lavoro induce a riaffermare che l’uomo non è una
merce; che il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il
lavoro”. L’apertura dei lavori il 30 giugno nella Sala della
Protomoteca del Campidoglio, vede l’introduzione del
Cardinale Camillo Ruini, i saluti del sindaco l’On.
Walter Veltroni, la presentazione del Simposio da parte
di Cesare Mirabelli, Presidente emerito della Corte
Costituzionale Italiana, e gli interventi del Ministro
dell’Istruzione On. Letizia Moratti e del Lavoro On.
Roberto Maroni. Nel pomeriggio, seguono le relazioni
affidate a Pierpaolo Donati, docente nell’Università di
Bologna, che interviene su “Il lavoro e la persona
umana”; a Edmond Malinvaud, con il contributo su “Il
lavoro e le nuove sfide della realtà economica”; e a
Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore, sul tema “Il lavoro, la società e le istituzioni”. Si prosegue Il 1° luglio con la sessione plenaria
che vede la Lettura magistrale del Cardinale Raffaele
Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, “Per un umanesimo del lavoro a
livello planetario”, e l’introduzione, da parte di
Giuseppe Dalla Torre, Rettore della LUMSA, delle singole sessioni pomeridiane. Tra i molti temi che caratterizzano queste ultime: “Il lavoro e la famiglia”, “Il lavoro e il benessere psico-fisico”, “La dimensione etica e
sociale del lavoro”, “Il lavoro nella realtà economica”, “Il lavoro, la società civile e le istituzioni”, “Il lavoro, la dottrina sociale e
l’esperienza dei movimenti cattolici europei”, “Il lavoro intellettuale”, “L’Università, la ricerca, la formazione e il
lavoro”. Il 3 luglio si continua con le sintesi delle
sessioni e, a seguire, le
prospettive d’impegno
incentrate sul tema
“Chiesa e Università: un
nuovo dialogo per una nuova cultura del lavoro in
Europa”. Al termine, le conclusioni affidate a Mons.
Sergio Lanza, docente nella Pontificia Università Lateranense, e a Cesare Mirabelli.
Dal Servizio Nazionale
Il CATI, Coordinamento Associazioni Teologiche
Italiane, in collaborazione con il Servizio nazionale
per il progetto culturale della CEI, organizza il primo
Forum delle Associazioni teologiche italiane a
Roma dal 1° al 3 giugno sul tema “La comunicazione
della fede. Il Vangelo, la Chiesa e la cultura”.
L’occasione, che intende offrire un contributo concreto al prossimo Convegno ecclesiale di Verona, si
apre con il saluto di S. E. Mons. Lorenzo Chiarinelli e
prosegue con le relazioni metodologiche di Gianfranco Calabrese, della Società Italiana per la Ricerca
Teologica, e di Andrea Grillo dell’Associazione dei
Professori di Liturgia. Nei successivi interventi P.
Agostino Montan e Tiziano Vanzetto, del Gruppo dei
docenti di Diritto Canonico, affrontano il tema della
“Sinodalità nella comunicazione della fede”;
Marinella Perroni, dell’Associazione Biblica Italiana, e
Gianni Colzani dell’Associazione Mariologica, dialogano invece sul “Principio mariano e
petrino della comunicazione della
fede”. Infine, Paolo Carlotti,
dell’Associazione dei teologi
moralisti, interviene su “Il
soggetto della comunicazione nella fede”; mentre
Franco Giulio Brambilla,
dell’Associazione Teologica Italiana, affronta
il tema centrale della
testimonianza.
“La soggettività
del lavoro induce a
riaffermare che l’uomo non è
una merce; che il lavoro è per
l’uomo e non l’uomo per il lavoro”
15
6. INFOMEDI@
Infomedi@
Il “Meeting di Rimini” di Comunione e
Liberazione su SAT 2000 e inBlu Radio
Anche quest’anno inviati delle redazioni giornalistiche di Sat 2000 e di inBlu Radio, con la novità di
un’ampia, particolare e suggestiva postazione insieme
al quotidiano “Avvenire”, sono presenti al XXVI
Meeting di Comunione e Liberazione, a Rimini dal 21
al 28 agosto.
L’edizione di quest’anno è dedicato alla “libertà”. Il
titolo della manifestazione riprende una frase del Don
Chisciotte di Cervantes: “La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”.
Sat 2000 e inBlu Radio danno voce attraverso telecamere e microfoni ad alcuni dei momenti e dei protagonisti del Meeting, seguendo, grazie ai giornalisti e ai
conduttori, i numerosi dibattiti, mostre e spettacoli del
ricco programma di quest’anno.
Da Shakespeare a Woityla: a Sat 2000
Roberto Mussapi racconta “L’avventura
della poesia”
Sat 2000 presenta la grande poesia, dal Seicento ad
oggi, attraverso la lettura e il commento del poeta
Roberto Mussapi: dopo il successo e il gradimento della
prima serie, dedicata ai poeti da Omero a Shakespeare,
torna “L’avventura della poesia”, il secondo ciclo di
questo affascinante viaggio culturale nell’opera dei
poeti nel mondo e nel tempo, a cura dell’autore contemporaneo.
Le prime due puntate sono dedicate al “Nuovo
Mondo” con la poesia di William Shakespeare, John
Milton, John Donne. Come scrive Roberto Mussapi “Il
sedicesimo secolo vede una rivoluzione drammatica e
propulsiva nella società europea, che fino ad allora ed
ancora per un secolo rappresenterà in toto l’Occidente.
16
La scoperta dell’America (…), le successive scoperte
geografiche, zoologiche, botaniche arricchiscono l’immaginazione dell’europeo di nuovi sogni…”.
Ed è sempre il grande drammaturgo inglese l’anello
di congiunzione con un’altra rivoluzione, quella cioè
di Copernico e Galilei che “crea uno shock profondo
nell’uomo occidentale, che non si sente più al centro
del mondo: inizia qui – scrive ancora Mussapi – quel
processo di spaesamento (drammatico ma non solo
negativo) che culminerà nel Novecento”.
Quattro invece sono le puntate dal titolo “La natura e l’anima” con un percorso poetico dal Settecento
all’Ottocento che si snoda attraverso i versi, per esempio, di Goethe, Novalis, Coleridge, Keats, Byron,
Alfieri, Foscolo, Leopardi: “il Romanticismo – commenta ancora il poeta contemporaneo – è il movimento nato in Inghilterra e Germania, che reagisce alle
astrazioni cerebrali dell’illuminismo e del pensiero cartesiano, ribadendo l’evidenza dell’anima del mondo,
operante nella natura, nel mito, nella fiaba, nelle leggende orali, nella religione spontanea…”.
“L’idea simbolista” è al centro delle due puntate
successive con i versi di Baudelaire, Rimbaud, Rilke:
“Ogni cosa è in relazione col tutto, e quindi con noi,
l’invisibile si manifesta nel visibile – scrive Mussapi – e
il poeta è colui che coglie queste relazioni, ‘svela’, rivela l’invisibile attraverso l’invisibile, il miracoloso e il
luminoso nel quotidiano”.
Due trasmissioni sono dedicate a quella che il poeta
definisce “L’età dell’ansia”: “Il Novecento (…) un
secolo di tormento, coincidente con la nascita della
psicanalisi, la scienza dell’inconscio che postula una
solitudine dell’uomo in sogno rispetto al mondo antico, o dantesco o shakespeariano”.
Mussapi legge e commenta così la poesia, tra gli
altri, di Eliot, Rilke, Pound, Yeats, Campana, Montale,
Ungaretti, Lorca, Neruda, Blok e Benn, espressione di
un secolo “dei lager e dei gulag, della bomba atomica,
ma anche di una consequenziale fioritura poetica
straordinaria”.
L’ultimo tassello di questo affascinante mosaico è
“Il ritorno della voce”: “Thomas Stearns Eliot non a
caso sente la necessità di tornar a far parlare la poesia
in scena, accostando alle opere poetiche uno straordinario teatro in versi. Il ritorno della voce, elemento primigenio – continua Mussapi – è già in sé una promessa, una fede nel ritorno: la grande poesia d’Occidente
nasce in forma tragica nei teatri di Atene e Siracusa,
recitata e cantata da attori”. Ecco allora letti e interpretati i versi di Luzi, Soyinka, Walcott e di un autore
d’eccezione: Karol Woityla, “il Papa che cambia in
senso vitale le speranze e le prospettive di un secolo”.
6. INFOMEDI@
I grandi concerti pop raccontati in Tv :
“Effetti Sonori, da Woodstock a San Siro”
In onda su Sat 2000 il secondo ciclo, 14 nuove puntate, di “Effetti sonori”, a cura del musicologo Paolo
Prato, dal 25 luglio al 9 agosto, alle 13.30 e in replica
alle 23.30 e dal 23 agosto al 6 settembre alle 17.00.
Paolo Prato conduce il telespettatore attraverso
quarant’anni di storia dei grandi eventi della musica
pop, festival e concerti, internazionali e italiani, che
hanno visto protagonisti migliaia di giovani e appassionati: dallo storico raduno di Woodstock nel ’69, a
quello nell’isola di White, nel ’70; dal mitico concerto nell’81 di Simon e Garfunkel al Central Park di
New York, al “Live Aid” nell’85; dal concerto allo stadio di San Siro a Milano di Vasco Rossi nel 2003 a
quello di Zucchero alla Royal Albert Hall di Londra
nel 2004.
Grazie ai contributi filmati dei momenti più suggestivi dei concerti e dei festival musicali, Prato commenta in studio i grandi eventi del pop della storia
recente che hanno coinvolto i giovani di allora e di
oggi. Ad ogni puntata partecipa un ospite in studio che
offre spunti di riflessione e di analisi di questi singolari eventi mass-mediali: esperti, critici, giornalisti, protagonisti del mondo della musica come, tra gli altri,
Dario Salvatori, Gegé Telesforo, Paola Gallo e il professor Michele Sorice.
All’insegna della qualità la
programmazione estiva di inBlu Radio
Sono diverse, ma sempre all’insegna della qualità,
le novità del palinsesto dell’estate di inBlu Radio:
confermati i servizi e gli appuntamenti informativi a
cura della redazione giornalistica, continua al mattino il programma “Giro del mondo”, in abito estivo,
curato da Daniela Lami, mentre per tutto luglio e
agosto “Mattinata inBlu” è trasmessa dal “Bagno 26”
di Rimini, con la conduzione degli speakers delle
radio inBlu di Rimini, Radio Icaro, e di Bologna,
Radio Tau.
A mezzogiorno una nuova rubrica a cura di due giovani collaboratori di Radio Missione Francescana di
Varese, soprannominati “Castore e Polluce”: s’intitola
“Media e rimedia” e vuole essere una breve e frizzante
“guida di sopravvivenza” alle offerte soprattutto televisive di questa stagione.
Confermata la ormai “storica” rubrica “Ecclesia”,
dedicata ai principali eventi della Chiesa in Italia e nel
mondo, e gli approfondimenti giornalistici durante il
pomeriggio musicale, al posto dell’appuntamento
“Rob-inBlu”, realizzato in collaborazione con le redazioni e i corrispondenti delle radio locali collegate,
viene proposta la rubrica “Itinerari”, visite guidate e
virtuali alle più suggestive bellezze artistiche italiane
curate dalle diverse “antenne” radiofoniche sparse sul
territorio.
“Alta Fedeltà In Concert” è la versione estiva del
programma curato da Paola De Simone in cui si
approfondiscono con ospiti al telefono i più significativi e i più importanti festival e tour musicali dell’estate.
Sospesa Serata in Blu, in fascia pre-serale viene proposto un nuovo programma dedicato al mondo universitario: s’intitola “Universiradio” ed è indirizzato
agli studenti, ma non solo.
Attenzione è dedicata alle esigenze di chi è già universitario, di chi lo sarà, di chi ama le curiosità legate
all’ambito accademico, con il contributo anche di
esperti del settore e degli stessi protagonisti, vale a dire
gli studenti.
Il sabato e la domenica in fascia serale è in onda un
nuovo programma condotto da Paolo Prato dal titolo
“InBlu Dance”, trent’anni di storia della disco music.
“Pomeriggio in Blu – la classifica” del sabato, realizzato durante l’anno con il contributo dei conduttori
delle radio locali collegate al circuito, è sostituito da “Il
Sabato di Pomeriggio inBlu”, un “collage” dei vari giorni della settimana del programma, in onda dal lunedì
al venerdì dalle 13.15 alle 17.00.
Infine la domenica trova spazio in palinsesto una
nuova trasmissione dedicata al mondo del cinema:
“Nessuno è perfetto”, il cui titolo s’ispira alla celebre
battuta finale del famoso film “A qualcuno piace
caldo”. La rubrica si propone di raccontare la vita dei
protagonisti del grande schermo, con una prospettiva
originale, raccontandone sì le imprese, ma anche le
difficoltà che gli stessi hanno affrontato per raggiungere la popolarità e il successo. Attenzione soprattutto
ai film più interessanti della stagione, con l’obiettivo di
offrire qualche prezioso suggerimento per chi desidera
frequentare le classiche “arene” estive.
17
60/120 secondi su un canale nazionale è di circa
250.000 euro.
conomia
Edei media
“La Stampa”: cambia il direttore
Dopo sette anni Marcello Sorgi ha lasciato la direzione del quotidiano “La Stampa”, al suo posto è arrivato Giulio Anselmi, attuale vicepresidente della catena
di quotidiani locali Finegil. Sorgi è rimasto, comunque,
al quotidiano torinese in qualità di inviato - editorialista. Anselmi può annoverare nel suo curriculum la direzione del settimanale “Il Mondo”, de “L’Espresso”, del
quotidiano “Il Messaggero” e dell’agenzia “Ansa”.
Telepromozioni in calo
Sulle reti Rai e Mediaset si registra, nel periodo
compreso tra gennaio ed aprile di quest’anno, un netto
calo dei “siparietti pubblicitari”; le cifre parlano infatti di 103 milioni di euro contro i 116 milioni dello stesso periodo del 2004. Il dato è emerso da una ricerca di
Strategy&Media Group che ha analizzato i dati relativi
alla fascia oraria 18-22.30 (orario nel quale si registrano gli ascolti più alti con una “omogeneità” di pubblico maggiore rispetto ad altri momenti della giornata e
perciò più appetibile per le aziende che desiderano promuovere il proprio prodotto). Dalla ricerca emerge che
nel primo semestre del 2005 in Rai ci sono state 232
telepromozioni ed in Mediaset 1.228, in calo rispetto
al 2004 con, rispettivamente, 272 e 1.376. Tra i principali spender: Prominter figurine (giocattoli), Tre
(telefonia mobile), Chateau D’Ax (arredamento),
Infostrada (telefonia fissa), Cadey (cura della persona). Il costo medio di un passaggio pubblicitario di
18
Cambio di direttore anche
per “Europa”…
Nino Rizzo Nervo, entrato nel Consiglio di
Amministrazione della Rai, ha lasciato la direzione del
quotidiano “Europa”, al suo posto è stato nominato
Stefano Menichini. Menichini è coadiuvato da
Federico Orlando, affiancato da Pio Cerocchi come
condirettore.
… e per “Il Messaggero di S. Antonio”
Agostino Gardin è stato nominato direttore generale al posto di padre Luciano Bertazzo, che ha diretto la
rivista per quattro anni e che è stato nominato preside
dell’Istituto Teologico S. Antonio dottore di Padova. Il
nuovo direttore è stato tra i fondatori, nel 1980, della
rivista di aggiornamento teologico “Credere Oggi”.
Convenzione Cei-Scf per i diritti d’autore
La Conferenza Episcopale Italiana ha stipulato una
convenzione con la Scf (Società consortile fonografici) relativa all’uso di musica registrata nelle comunità ecclesiastiche. In base a questo accordo ciascun
ente ecclesiastico pagherà 95 euro all’anno per utilizzare musica incisa, registrata, video o radiodiffusa
durante le proprie attività. L’adesione comporta la
“sanzione” automatica di quanto dovuto in passato; è
possibile, poi, versare in un’unica rata l’importo
dovuto per tre anni ed ottenere, così, una riduzione
del 50%.
Il testo integrale della convenzione è disponibile sul
sito www.chiesacattolica.it, nelle pagine dell’Ufficio
nazionale per i problemi giuridici.
Cinema per ragazzi a Salerno
Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento
con il “Giffoni film festival”, rassegna internazionale
di cinema per ragazzi diretta da Claudio Gubitori. La
35a edizione in programma nella cittadella del cinema
di Giffoni (Sa) dal 16 al 23 luglio presentava quattro
sezioni: suddivise tra Y Gen (15-19 anni), Free to fly
(12-14 anni), First Screens (9-12 anni) e Kidz (6-9
anni) per 30 lungometraggi e 28 corti all’insegna della
“emozione” (tema centrale scelto per quest’anno).
Isullafattistampadel mese
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Giovanni Paolo II Santo
“Papa Wojtyla, via alla beatificazione” (La Repubblica), “Beatificazione di Wojtyla: una email per i miracoli” (Corriere della Sera), “‘Wojtyla Santo subito’:
domani il via al processo” (Il Messaggero): così tre tra
i principali quotidiani italiani presentavano la mattina
di lunedì 27 giugno l’evento dell’apertura ufficiale del
processo di beatificazione, che avrebbe preso il via la
sera del giorno dopo, martedì 28, in San Giovanni in
Laterano, con l’insediamento del “tribunale” incaricato di vagliare tutti gli aspetti della “causa”. Per il quotidiano La Stampa (27/06), “la fama di santità è uno
degli elementi determinanti, per aprire la causa: e quella di
Papa Wojtyla è debordante. Il postulatore ha dichiarato
che gli stanno giungendo a valanga segnalazioni di grazie
ricevute per intercessione del pontefice scomparso”. Il giornalista Marco Tosatti, che firma l’articolo “Domani il
primo atto per Wojtyla santo”, annota che “negli ultimi
anni del pontificato di Giovanni Paolo II erano in molti a
credere nella sua capacità (di guarigione miracolosa, ndr).
Chi portava i malati davanti al Papa gli diceva: ‘Santità,
ricorda l’ombra di Pietro?’. Negli Atti degli Apostoli, infatti, si dice che i malati portati davanti a Pietro guarivano
al solo contatto con la sua ombra. I fedeli ricordavano a
Giovanni Paolo II l’ombra di Pietro, invocando la guari-
gione”. Avvenire (28/06) dedica un editoriale al processo di beatificazione di Papa Wojtyla, a firma di
Davide Rondoni e col titolo “Quel punto segreto di
Karol il Grande”. Riferendo di una poesia giovanile del
futuro papa in cui “ringraziava Dio di averlo ‘intagliato’
da un ‘tronco di tiglio’”, Rondoni prosegue dicendo: “lui
sapeva di essere nelle mani di un grande Artista. E che la
sua gioia umana si sarebbe compiuta nel divenire opera di
un Altro”. “L’appartenenza a Dio – conclude – è la più
profonda e la più degna statura dell’uomo. Viene prima,
come radice e come giudizio su qualsiasi altra, fosse anche
la legge o lo Stato”.
Su Il Tempo (27/06) viene riportata la testimonianza di Edith Tsirer, che oggi ha 73 anni e vive a
Haifa. Ben 60 anni fa, nel 1945, la donna, allora
13enne, conobbe don Wojtyla in circostanze eccezionali: liberata da un campo di concentramento in
Polonia, era sola e affamata, i suoi parenti erano
tutti stati uccisi dai nazisti. Le si avvicinò l’allora giovane prete futuro papa, le chiese chi fosse, le dette da
mangiare. Non riuscendo a camminare, “a quel punto
allora il prete mi prese sulle sue spalle. Era robusto,
aveva un aspetto da atleta, letteralmente mi sollevò e mi
trasportò come un sacco lungo quattro chilometri nella
neve”. “Lui mi ha dato la forza per vivere – spiega l’israeliana – io non pensai nemmeno per un momento che
era un sacerdote, ma un essere umano, un angelo che
Dio mi aveva inviato. Pensavo che non era una persona
normale un uomo che si era caricato in spalle una ragazzina piena di pidocchi, sporca, di 29 chili. Fu un miracolo. Era come se Dio mi avesse baciato dal cielo”.
Quando la donna nel 1978 lesse sul giornale che un
cardinale polacco era stato eletto Papa, lo riconobbe
subito: “Quasi caddi dalla sedia – ricorda – ma in realtà
mi parve molto logico”. Lo incontrò soltanto nel 1997 …
poi fu lei ad accogliere il Papa, con altri cinque ex-deportati, al museo dell’Olocausto di Gerusalemme nel 2000,
quando Giovanni Paolo II si recò in visita in Terra
Santa”.
Chiesa e laicità
“Vi è un’importante novità nel messaggio di Ratzinger che sarebbe un errore non cogliere”: lo scrive La
Voce Repubblicana (27/06) in una nota, in cui
difende la piena legittimità della Chiesa ad intervenire sui problemi della società civile, elogiando nel
contempo l’apertura di Benedetto XVI sia verso i
laici, sia verso le religioni diverse dal cristianesimo.
Scrive infatti il giornale repubblicano “…il riconosci-
19
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
mento verso l’ebraismo significa un riconoscimento
verso una spiritualità diversa da quella cattolica, da non
sottovalutare. Il dialogo aperto con i laici sul presupposto di un’azione, come se Dio ci fosse, non significa
imporre l’esistenza di Dio come un dogma. Non è una
sfumatura irrilevante. Al contrario, è accettare valutazioni diverse che possono portare ad una rispettosa convivenza. Questo presuppone che la Chiesa abbia tutti i
diritti di dire e sostenere quello che pensa. Lo Stato è poi
libero di condividere l’impostazione dei problemi data
dalla Chiesa o cercarne un’altra. Si tratta allora di
misurare la forza dello Stato laico, ed un tale confronto
non è detto affatto che risulti perdente”. Sul rapporto
Stato-Chiesa dopo l’incontro tra Papa Ratzinger e il
Presidente Ciampi, interviene Giovanni Miccoli
con una lunga riflessione di una intera pagina su Il
Manifesto (28/06) dal titolo “Le tre questioni di
Benedetto”. L’autore parla di “tendenze e orientamenti
espressi da esponenti non secondari delle istituzioni e del
mondo politico italiano, volti da qualche tempo a enfatizzare il ruolo della Chiesa e del cattolicesimo in funzione di una riscoperta e di un rafforzamento dell’identità dell’Occidente, come si dice, e in vista, così parrebbe, di applicare alla realtà italiana quella saldatura tra
politica e religione che negli Stati Uniti ha portato alla
vittoria di George W. Bush”. Sul tema della laicità e
della presenza della Chiesa nel sociale, afferma che
la Chiesa (tende, ndr) a “schierarsi nell’agone politico,
sottraendo tra l’altro ai laici cattolici quella primaria
responsabilità di operare essi nelle realtà temporali che
pur il Concilio Vaticano II tendeva a riconoscere loro”.
Sui “limiti di intervento” della stessa Chiesa, Miccoli
ricorda che nel momento in cui “la coscienza di sé e
della verità di cui ci si sente portatori rivendica il proprio diritto/dovere, reclamandone insieme il riconoscimento altrui, non di giudicare ma di dettare o ispirare
le norme regolatrici della vita associata, sembra evidente che si sta fuoriuscendo, se non si è ormai già fuori, da
una concezione e da una prassi di laicità”. La terza
“questione”, quella della scuola paritaria e degli
impedimenti economici alle famiglie per la sua scelta “libera”, viene valutata dal commentatore così:
“La questione potrebbe essere risolta prevedendo una
detrazione nell’annuale dichiarazione dei redditi di tutte
o in parte le spese scolastiche sostenute dalle famiglie …
altra è la domanda che ci si deve porre. Se cioè è positivo incentivare un allargamento e potenziamento delle
scuole private con il conseguente ulteriore indebolimento della già sufficientemente disastrata scuola statale,
favorendo così inevitabili separatezze all’interno del
mondo giovanile”.
20
Nascite sempre più in calo
“Anoressia demografica curata dagli stranieri” è il
titolo dell’editoriale di Antonio Golini su Il
Messaggero (28/06), che commenta i dati sulla
“crescita” demografica registrata nel nostro paese per
la prima volta dopo dodici anni. A fronte di 15.941
bambini in più nati nel 2004 rispetto al 2003, per
ogni italiano – dicono le statistiche – nascono due
figli di stranieri. Così che l’aumento totale annuo di
574 mila persone in realtà è dovuto per circa due terzi
al saldo migratorio (cioè gli immigrati “regolari”)
positivo per 379 mila unità, oltre ai 25.900 regolarizzati. Nel commento, Golini rileva che “ci sono interi
settori produttivi rivitalizzati dagli stranieri che quindi
evitano il loro declino e anzi contribuiscono a creare
posti di lavoro anche per gli italiani”. Le nascite di bambini stranieri costituiscono “l’8,6% del totale … queste
cifre ripropongono ancora una volta l’assoluta urgenza di
rivedere la norma che mantiene stranieri fino al 18°
anno di età i bambini che nascono, crescono e studiano
(per di più, come è ovvio e giusto, a nostre spese per tutta
la scuola dell’obbligo) in Italia, introducendo come è in
Francia, negli Stati Uniti, in Germania e in molti altri
Paesi il diritto alla cittadinanza per coloro che nascono
nel Paese stesso”. La conclusione di Golini è che, alla
luce dei dati pur positivi e in crescita, “gli italiani continuano a non far figli”. Sullo stesso argomento il
Corriere della Sera (28/06) titola in prima pagina:
“Più figli in Italia, grazie alle trentenni del Nord”, con
nell’occhiello “Oltre alle immigrate, decisive le maternità ritardate”.
Dopo il referendum sulla fecondazione
assistita
L’esito sorprendente del referendum sulla fecondazione assistita ha innestato una serie di riflessioni a
tutto campo in tema di etica, religiosità, laicità dello
Stato, dialogo fede-ragione, tutela della vita, libertà
individuali. Su Avvenire (05/07) interviene il filosofo
Vittorio Possenti con uno scritto dal titolo “Filosofi
sospesi fra anima e Dna”, nel quale rileva che “la condizione della bioetica, nonostante il convergere su di essa
di tante attenzioni, appare precaria per la difficoltà a fare
emergere evidenze condivise. L’urgenza di trovare soluzioni ai dilemmi suscitati dal progresso delle tecnologie, ha il
suo peso nell’indirizzare verso elaborazioni precipitose”.
Possenti pone a questo punto il tema dell’embrione,
che definisce “crocevia imprescindibile, perché in esso ne
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
va della comprensione dell’uomo e della vita”, e fa riferimento a posizioni “funzionali” come quella di Giovanni Sartori che “si è schierato per una determinazione
funzionalistica dell’esser-persona” sostenendo che ‘la
tesi che l’embrione è già un essere umano … è razionalmente insostenibile’ ”. Per Possenti, invece, “la corporeità umana non è qualcosa di estrinseco e di separabile
dall’uomo. Il Dna e il nostro individuale patrimonio
genetico portano molte informazioni sul nostro futuro:
non ci predeterminano, perché anche l’ambiente conta,
ma ci orientano”.
Nel suo scritto “Il vero incontro tra chi crede e chi
non crede”, Alberto Asor Rosa su La Repubblica
(05/07) prende spunto da un pensiero di Papa
Ratzinger rivolto ai laici, che cioè, “dal momento che
non riescono a trovare la via dell’accettazione di Dio
(sic), dovrebbero ‘comunque cercare di vivere e indirizzare la loro vita, veluti si Deus daretur, come se Dio ci
fosse’ ”. Il pensatore ribatte che “la domanda corretta
secondo il mio punto di vista potrebbe essere: non esiste
una terza posizione, un veluti si diverso e meno coercitivo, fra il veluti si Deus daretur, che il Papa attuale chiede autorevolmente ai non credenti, e il veluti si Deus non
daretur, che alcuni intellettuali laici, forse non poco
altrettanto autorevolmente, ma, penso, con identica onestà intellettuale, chiedono ai non credenti?”. Asor Rosa
conclude affermando che “non c’è dubbio che in Italia
il problema sia la forte pressione della gerarchia cattolica
a reimpadronirsi egemonicamente di tutti i terreni dove
trovano la loro peculiare collocazione le libertà di coscienza, di ricerca, di espressione e di comportamento. Chiederci di comportarci veluti si Deus daretur, è come dirci:
guardate che da soli non ce la potete fare. Bene, io penso
che ce la faremo”.
Anche Il Manifesto (05/07) dedica un editoriale
col titolo “Fede politica”, all’evoluzione delle posizioni
nei due schieramenti dopo la vittoria degli anti-referendari. L’autrice Rossana Rossanda, prendendo
spunto dalle recenti prese di posizione pubbliche del
Presidente del Senato Marcello Pera in tema di matrimoni-gay e di quello della Camera, Pierferdinando
Casini, su fede e politica, commenta: “Perché è così difficile ai politici della seconda repubblica fare una distinzione di campo che faceva la vecchia Democrazia
Cristiana? Se mai la transizione (parola sempre più equivoca) dovrebbe proporsi per prima cosa di porre fine a
quella incongruità nella repubblica che è il Concordato, il
quale appoggia in concreto nell’ordinamento scolastico e
nei finanziamenti la religione cattolica rispetto alle altre
e ai non credenti”. Riprendendo il tema delle “radici
cristiane dell’Europa”, Rossanda conclude dicendo
che si tratta di “una preoccupazione identitaria (che) è,
a mio avviso, sempre densa di pericoli. Ma se l’Europa,
che rappresenta un avvenimento epocale, ne ha bisogno,
dovrebbe definirla con prudenza nella totalità della sua
storia e del suo presente in cerca di quella innovazione che
sarebbe il bisogno di pace, di maggior uguaglianza sociale
e di rispetto per l’altro, dei quali non si vedono neanche i
virgulti”.
Grande rilievo ha, sui giornali di martedì 5 luglio,
la notizia del dissenso espresso dal Presidente del
Senato, Marcello Pera, a proposito delle nozze gay approvate in Spagna. Le sue parole (“È falso che si tratti
di conquiste civili … si tratta piuttosto del trionfo di quel
laicismo che pretende di trasformare i desideri, e talvolta
anche i capricci, in diritti umani”) sono commentate
sul Corriere della Sera (05/07) da Massimo
Franco in una nota dal titolo “La sinistra e l’offensiva
del fronte astensionista”), nella quale tra l’altro si dice:
“… il risultato è che lo scontro referendario di giugno si
proietta sulla campagna elettorale; ma con la sinistra,
non più la Chiesa, candidata all’accerchiamento”.
L’editorialista prosegue dicendo che “a suo dire (di
Pera, ndr), sarebbe stata sconfitta invece ‘l’arroganza del
pensiero elitario cosiddetto progressista e illuminista”. I
dibattiti conseguenti a queste prese di posizione – conclude Franco – “sono segni di una campagna elettorale
che tende a replicare gli steccati referendari: ma per
rimarcare l’isolamento del ‘sì’. L’operazione sa di forzatura. Si spiega con il calcolo di conquistare consensi moderati; e di tenere sotto scacco una sinistra che fatica a dialogare con un cattolicesimo magari minoritario, ma più
in sintonia con gli umori del Paese”. Anche L’Unità
(05/07) si occupa delle dichiarazioni di Pera, con due
commenti: “Stato laico sotto assedio” di Bruno Gravagnuolo e “Ascolta si fa pera” di Marco Travaglio.
Gravagnuolo parla della destra italiana che “sta per
conoscere la sua controrivoluzione copernicana”, fatta di
“neoconfessionalismo clericale e familista” e sostiene che
“dietro l’attacco al relativismo si nascondono l’attacco al
pluralismo, e la battaglia via via più aggressiva per il primato civile della religione nella Res Publica”.
L’estremismo islamico colpisce Londra
Non si spegne l’eco sulla stampa per il gesto terroristico di Londra del 6 luglio. In un editoriale in
prima pagina di La Repubblica (11/07) dal titolo
“Un dialogo tra civiltà”, Giulio Anselmi riflette sull’invocazione di domenica del Papa all’Angelus
“Fermatevi, in nome di Dio” rivolta ai terroristi, affermando: “Non c’è buonismo negli accenti del vescovo di
21
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
Roma, niente può giustificare un atto vile contro innocenti … l’accorato appello ai terroristi perché abbandonino i loro propositi di violenza e di morte significa tendere la mano in nome del Dio della vita, che accomuna
e ispira tutte le fedi religiose, e rifiutare la psicologia da
accerchiamento islamico sempre più estesa in Occidente”. Secondo Anselmi, “il terrorismo di matrice islamica vuole destabilizzare il processo di globalizzazione in
corso perché favorisce e promuove l’esportabilità dei
valori e dei diritti occidentali nei paesi arabi”. La linea
adottata da Benedetto XVI è la difesa “con intransigenza della dottrina”, rifiutando “la sua benedizione a
chi, con profezia che rischia di autoadempiersi, predica
una guerra di religione”. “Fermezza non leggi speciali” è
invece il titolo dell’editoriale di Igor Man su La
Stampa (11/07) nel quale si dice tra l’altro: “A noi
‘infedeli’, italiani in particolare, tocca il compito non
facile di aiutare gli islamici onesti (la maggioranza) a
isolare gli apprendisti stregoni che bestemmiano il
Corano insidiando una società anch’essa, come e più
della nostra, massacrata dal terrorismo islamico (vedi
l’Iraq, l’Afghanistan) … Nervi saldi, dunque, e pazienza. Come al tempo fosco delle Br. E niente isterismi legislativi”. Su Avvenire (12/07) Ali Schuetz firma un
commento dal titolo “Musulmani d’Italia fuori dagli
equivoci”, nel quale afferma tra l’altro: “Per sconfiggere l’aberrante piano dei terroristi islamici si deve, a
nostro avviso, vigilare maggiormente – con la collaborazione dei musulmani stessi, che non possono continuare
a far finta di niente – al fine di prevenire e combattere i
terroristi per mezzo della legalità democratica, che
dovrebbe contraddistinguere la civile Europa, e per non
dar loro nuovi alibi”.
“Barbarica o anticristiana? La violenza non ha aggettivi” è il titolo del commento che appare sul Corriere della Sera (12/07) a firma di Alberto Melloni, nel quale l’autore riflette sulla proposta di
chiamare “il terrorismo quaedista col nome ‘anticristiano’”. “Per fortuna di tutti e per grazia di Dio – scrive Melloni – i terroristi sono una minoranza insignificante anche nell’universo musulmano – e ne sono consapevoli le tante chiese che vivono dentro l’islam …
Queste chiese, e la sede romana che le ascolta, sanno che
ciò che prosciugherà l’acqua in cui nuotano i terroristi
non sarà la scelta di un aggettivo deprecatorio, ma al
contrario la crescita di una più forte coscienza religiosa,
di una più acuta teologia, di una più rigorosa disciplina
spirituale che sappia portare dentro la vita di ciascun
uomo di fede il vero e aspro jihad che secondo l’islam è
quella contro il peccato e le passioni disordinate”. Per
Alain Touraine, che scrive un commento su Il Sole
22
24 Ore (12/07) dal titolo “Il fallimento dei terroristi”, “ciò che il terrorismo fa vedere a coloro che hanno
il coraggio di guardarlo è la propria debolezza. Il terrorismo islamico è così l’ultima tappa del fallimento dei
tentativi di creazione di nuovi Stati … L’atto terroristico è una confessione di impotenza e di sconfitta. Nei casi
più drammatici significa che, essendo la vittoria impossibile, la morte è preferibile alla schiavitù”. Touraine
conclude affermando che “ogni azione criminale di
tipo terroristico si compone di una parte di suicidio e di
una parte di fallimento”.
Toni allarmati, sui quotidiani italiani di lunedì 18
luglio, per le minacce su internet di un gruppo terrorista nei confronti dei paesi “crociati”, tra cui
l’Italia. “Stragi in Iraq e minacce all’Italia” titola il
Corriere della Sera in apertura pubblicando un
editoriale di Magdi Allam dal titolo “In silenzio per
Bagdad”, nel quale tra l’altro scrive: “Dopodomani,
mercoledì 20 luglio, gli iracheni osserveranno a mezzogiorno un minuto di silenzio per commemorare le migliaia di vittime del terrorismo. Noi occidentali cosa
faremo? E i musulmani nel mondo che cosa faranno?
È sensato che si inorridisca, si denunci, si reagisca alle
bombe di New York, Madrid e Londra, e poi si assista
imperturbabili, omertosi, inerti alle stragi di innocenti
a Bagdad?”.
Nell’editoriale “Riscoprire la stagione dei doveri”,
Michele Ainis sul quotidiano La Stampa (18/07)
riflette sulle minacce all’Italia da parte di ambienti
terroristici islamici. “Esposte al terrorismo e alla piena
dell’immigrazione, le nostre società sono sempre più
strette fra due corni: libertà contro sicurezza. Una
morsa inesorabile, che a quanto pare non ammette via di
mezzo, e che reclama il sacrificio dell’uno o dell’altro
valore in gioco”. Su La Repubblica (18/07) Stefano
Rodotà firma un editoriale dal titolo “Dei diritti e
delle garanzie nella guerra contro Al Qaeda” nel quale
riflette sull’ipotesi di “ricorso a leggi eccezionali” di
fronte alle minacce terroristiche. “Quando si fa troppo spazio a poteri liberi da controlli, il rischio di alterare gli equilibri costituzionali è molto forte e dev’essere
evitato, proprio per impedire incrinature del sistema
democratico delle garanzie”. “Un patto di civiltà” è il
titolo dell’editoriale de L’Unità (18/07) che si riferisce al titolo di apertura “L’Islam italiano apre al dialogo. Dalla Lega chiusura e scontro”. Il giornale commenta che “da una parte c’è chi chiede intese tra lo
Stato e le comunità musulmane, dall’altro c’è chi punta
allo scontro di civiltà. È anche attonro a queste scelte che
si costruisce una strategia contro il terrorismo”. Solo in
un sottotitolo il quotidiano della sinistra riferisce
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
“Nuove minacce sul web all’Italia dai terroristi di
Londra”.
Il giorno seguente, martedì 19 luglio, i quotidiani
danno ancora spazio al tema della sicurezza, a partire dall’incontro dei ministri degli esteri europei che
hanno assunto l’impegno di realizzare un piano
comune entro dicembre. “Un’altra Schengen da abolire assai più subdola” è il titolo dell’editoriale di
Avvenire (19/07), a firma di Giorgio Ferrari nel
quale tra l’altro si sottolinea che “di fronte all’esplicita minaccia del terrorismo di matrice islamica si va
accarezzando in queste settimane l’ipotesi di una
sospensione degli accordi di Schengen, il cui principale
effetto sarebbe quello di reintrodurre i controlli di frontiera”. Secondo Ferrari il provvedimento non servirebbe a molto: “dubitiamo che chi mette a segno un
piano criminoso della portata di quelli di Madrid o di
Londra cerchi di oltrepassare una frontiera con documenti falsi. La legittimità anagrafica e una apparente
irreprensibilità sono i requisiti di base per muoversi
indisturbati sul territorio che si vuole colpire”. Sullo
stesso tema, Boris Biancheri firma un editoriale su
La Stampa (19/07) dal titolo “Dialogo e guerra
santa”, nel quale osserva che “siamo dunque, noi e
loro, abissalmente lontani. Noi apparteniamo al mondo
laico della logica e della ragione, che resta tale anche
quando commettiamo errori di giudizio e di condotta.
Per la jihad islamica questa è una guerra contro l’occidente e al tempo stesso una guerra dell’Islam vero contro un Islam degenere. È una fonte di prestigio e di gloria, è il momento del sacro e dell’assoluto che si sublima
nella morte e nella nera festa della distruzione di tutto.
Proprio perché è disumana, è una guerra divina”.
Novità e dibattiti in campo politico
Il dibattito politico italiano si arricchisce nel frattempo di movimenti nell’associazionismo cattolico e
di “aperture” di certa sinistra. Ne parla sul Corriere
della Sera (12/07) Massimo Franco nel servizio dal
titolo “Incontro Fassino-Betori, i Ds vogliono rassicurare la Chiesa”. “Il leader dei Ds – spiega il notista – voleva spiegare la posizione del suo partito; e far capire che
lo scontro sulla fecondazione assistita non voleva essere
la prova generale di una sorta di ‘zapaterismo all’italiana’; non almeno, da parte del gruppo dirigente diessino,
uscito sconfitto col fronte del ‘sì’ ”. “Più in generale, si
avverte la fatica della sinistra a dialogare con un universo cattolico riplasmato dal pontificato di Giovanni Paolo
II e dall’interventismo ruiniano … soprattutto, si fa
notare, la sinistra ha ritenuto che la questione cattolica
fosse politicamente chiusa con la fine della Dc: mentre si
apriva proprio in quel momento”.
Altri temi che hanno trovato largo seguito sui
giornali dei giorni scorsi sono stati l’inizio delle
vacanze di Benedetto XVI in Val d’Aosta (“Tre casse di
libri per una vacanza di studio”, nota La Stampa del
12/07), il documento del Pontificio consiglio per i
migranti che chiede che vengano puniti i clienti delle
prostitute, per scoraggiare lo sfruttamento sessuale
(pressochè tutti univochi i titoli dei giornali, “Salvare
le prostitute, punire i clienti” su La Repubblica del
12/07), e il “Ciclone Josè, Zapatero passa alla clonazione” (Il Manifesto, 12/07) nel quale si nota che
dopo la legalizzazione delle nozze-gay, “il governo di
Madrid mette in cantiere una nuova legge sulla clonazione terapeutica … inevitabile anche questa volta lo scontro con la chiesa cattolica”.
23
Smultimediali
egnalazioni
Vita consacrata e cultura
della comunicazione,
AA. VV., San Paolo, pagine 246, euro 14.
La vorticosa evoluzione dei mass media ha cambiato lo scenario delle nostre vite nel giro di un battito
d’ali della storia; si pensi a internet che in pochi anni
ha aggiunto il suo potenziale a quello pluridecennale
della tv, alla centenaria attività della radio e al compito
che la carta stampata assolve da mezzo millennio. In
che modo ha influito tutto ciò su un’esperienza antica
come la consacrazione religiosa? In che modo hanno
risposto, stanno rispondendo o dovrebbero sempre più
rispondere gli ordini religiosi alla sfida posta da queste
res novae che ormai sono divenute familiari, ambiente
quotidiano? Assuefazione o, anche qui, come è nel carisma proprio di ciascuna espressione di vita consacrata,
visione profetica? Intorno a questi temi si è svolto a
Roma nel marzo dello scorso anno un convegno organizzato dal Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum”
dei Legionari di Cristo. Ora ne escono gli atti, attraverso i quali si può riprendere il filo della discussione su
uno snodo cruciale dei nostri tempi, che fa da sfondo a
tutta la materia. Come conciliare una cultura della
comunicazione che bada sempre più all’istante, alla
gratificazione, allo scoop, ai mezzi facili e grossolani di
intrattenimento, al business, con uno stile di vita che si
conforma al Vangelo? Le chiavi di lettura offerte per
articolare delle risposte sono quelle di una reale comprensione di ciò che è “cultura della comunicazione”,
di una conoscenza di ciò che la Chiesa mette in campo
nel vasto areopago mediale, di una corretta formulazione del rapporto media/vita consacrata con un’attenzione particolare al periodo della formazione. In parti-
24
colare i media non vanno mitizzati sottolineano due
interventi, quello del superiore dei Paolini (ma non lo
era ancora al tempo del convegno), don Silvio Sassi e
quello del vescovo Josef Clemens, segretario del
Pontificio Consiglio per i Laici. «Se manteniamo la
comunicazione nell’ambito di una cultura, allora
diciamo che essa resta un insieme di tecnologie e di
valori da organizzare in un progetto di persona e di
società. È l’intervento umano ciò che rende possibile
dare un orientamento alle potenzialità della comunicazione attuale» scrive il primo. Mentre il secondo,
richiamando la sua passata frequentazione dei giornalisti quale segretario dell’allora cardinale Joseph
Ratzinger, ricorda come sia difficile far corrispondere
appieno attività di evangelizzazione e necessità dei
media e chiede di non “lasciarsi prendere dall’illusione di chi ‘divinizza’ i mezzi di comunicazione, che
restano delle realtà umane e in continua evoluzione”.
Ai religiosi, soprattutto quelli che lavorano nel campo,
è richiesto di portare una visione più alta e profonda
dell’uomo, di interrompere il cerchio del consueto
agire massmediale sollevando nell’agone le parole di
san Paolo (il grande comunicatore) che aveva chiara
la consapevolezza di un fatto: «Passa la scena di questo mondo» (1Cor 7, 31).
Lessico della libertà
D. Anselmo, F. Gaiffi, N. Genghini, P. Gomarasca,
S. Zanardo, Paoline, pagine 162, euro 11.
Un laboratorio per il tempo che viene. Una bussola
per muoversi senza inciampare tra le pietre che affiorano da un terreno sempre in movimento, quello della
storia. Chi trovasse altisonanti queste parole a confronto di un libro di poco più di 150 pagine scritto da
cinque giovani studiosi – che grazie al Centro universitario cattolico (Cuc) stanno portando avanti un’attività di ricerca coordinata intorno ai concetti di
“Libertà e bene” – avrà solo l’onere di aprire il volume
e verificare con i propri occhi. Si tratta di un percorso
nella filosofia morale che punta a trovare, senza tentennamenti, scorciatoie semplificatrici o – all’opposto
– inutili divagazioni, le ragioni di un “comunitarismo”
che sia allo stesso tempo attento al singolo e alle sue
esigenze. Un correttivo all’individualismo sfrenato
– matrice culturale di stampo liberal-libertario che
sembra sempre più prender piede oggi – che non diventi ipso facto un appiattimento, ma sia piuttosto uno stimolo a giocare la propria esistenza secondo un’idea
discendente direttamente dal personalismo di Mounier:
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
essere “per” l’altro. «Per dire del buon uso della libertà
bisognava declinare non la libertà delle individualità
narcisisticamente arroccate nella loro insindacabile
pretesa di fare tutto a partire da sé (la libertà che abbiamo ereditato dai moderni), ma la libertà di ognuno
come sollecitudine per la libertà di tutti; ossia declinare non la libertà come universale conflitto di interessi
incomponibili, perché potenzialmente illimitati, ma la
libertà come amichevole convenire in ciò che tutti ci
accomuna», viene spiegato nella prefazione, vergata da
cinque affermati docenti di filosofia: Luigi Alici,
Francesco Botturi, Adriano Fabris, Carmelo Vigna e
Francesco Viola.
Attraverso l’analisi di quindici parole-chiave, dunque, il lettore viene guidato alla scoperta di un vero e
proprio vocabolario della convivenza, tanto più necessario in un momento come quello che stiamo vivendo,
in cui non solo tra culture e religioni diverse appare
esserci conflitto, ma anche nel cuore della nostra
civiltà si afferma un laicismo aggressivo che nega cittadinanza alle visioni del mondo basate sulla fede. La
struttura del percorso è in cinque “triadi”. Inizia Susy
Zanardo con “Libertà, Legge, Autonomia”, con l’intento di mostrare che «l’autonomia personale non può
realizzarsi senza universalità, cioè senza che sia la fioritura di ogni essere umano». E viceversa dal singolo ai
molti. Paolo Gomarasca si sofferma, invece, su
“Emozioni, affetti, legami” andando in cerca del
«robusto filo etico che annodava anticamente affetti e
legami», mentre oggi si insiste sul carattere svincolato
da tutto che pertiene a ogni emozione. Intorno alla
relazione con l’altro, inteso come entità personale,
culturale, nazionale, ma anche visto come semplice
portatore di uno stile di vita diverso ruota la riflessione di Nevio Genghini su “Relazione, riconoscimento,
reciprocità”. Per Francesco Gaiffi, che tratta di
“Identità, alterità, conflitto”, tre sono le istanze fondamentali dell’oggi: ricerca delle radici, superamento
della frammentazione del soggetto, rapporto con la
diversità. Daniele Anselmo, infine, guardando a
“Pluralismo, bene comune, cooperazione”, formula la
speranza che «si possa intendere il conflitto stesso in
modo costruttivo e non distruttivo e che si possano
ritrovare valori comuni come la giustizia, l’equità e i
diritti umani, attorno a cui intessere una qualche forma di vita comune».
Insomma, il volume è un condensato di spunti per
la vita quotidiana, non solo per il dibattito filosofico e
la disamina socio-politica; per questo il volume punta
a trovare in attente figure di educatori i propri rivoli di
diffusione. Ad esempio nell’ambito del Progetto culturale della Chiesa italiana, dal cui Servizio nazionale è
nata la pubblicazione. E anche qui non solo tra gli animatori della cultura, ma – attraverso di essi – al maggior numero di persone possibili.
La società multicaotica,
Pier Giorgio Liverani, Ares, pagine 432, euro 17.
È la torre di Babele l’icona del viaggio che il giornalista Pier Giorgio Liverani, già direttore del quotidiano
Avvenire, dedica a un concetto coniato da Italo
Calvino: l’Antilingua. Essa è la subdola variante italica
dell’americano politically correct, il quale ha almeno il
pregio di essere esplicito, di rivendicare gli slittamenti
semantici che opera in nome di ideologie più o meno
innocue (il volume porta in appendice l’ultimo aggiornamento del “Dizionario dell’Antilingua”, cui l’autore
lavora ormai dal 1993). C’è un po’ di sapienza biblica,
un po’ di Orwell, un po’ di Zapatero in queste pagine,
che – con stile sempre accattivante – vanno a scavare
nei meandri un po’ contorti della nostra società: dove
matrimonio non si sa più se significhi unione tra un
uomo e una donna per formare, con degli eventuali
figli, una famiglia (altro termine ormai ridotto a
chewing-gum) o qualcosa d’altro. Dove non si sa più
che cosa significhi ‘generare’, schiacciati come si è tra
propaganda della contraccezione da un lato, diritto a
un figlio ad ogni costo (anche per coppie dello stesso
sesso) dall’altro, su su fino alle gelide realtà della
fecondazione in vitro. Una situazione, avverte l’autore,
nella quale è in pericolo la stessa idea di uomo. «Le
leggi sull’eutanasia, sull’aborto, sulla fecondazione
artificiale, sulle manipolazioni genetiche, sulla clonazione manifestano, infatti, di puntare a un obiettivo
che va ben oltre i loro effetti materiali e limitati», arrivando “all’uomo autopoietico”. Cioè, immagine cara a
Liverani, l’uomo “fai-da-te”, che nega la propria somiglianza con Dio e, così facendo, Dio stesso. Insomma,
questione teologica e questione antropologica sono
strettamente legate. E in gioco c’è, non solo la visione
dell’uomo, ma anche il modello di società che si vuole
portare avanti. Sempre più, infatti, la convivenza di
diversi popoli porta a compagini, appunto, multietniche, il che significa anche multiculturali e, spesso,
multireligiose. Uno scenario ricco di potenzialità positive, che però rischia, se il multiculturale vira nel relativismo, di trasformarsi nella confusione delle lingue
di cui narra la Bibbia. Da multietnica la nostra società
rischia di divenire “multietica”, dove non si può scegliere una scala di valori che sia migliore di un’altra.
Rischio paralisi? No, perché surrettiziamente una
25
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
visione del mondo, sia pure minoritaria, sia pure proclamando l’assenza di verità assolute, si erge a verità
assoluta e indiscutibile, dettando l’agenda magari alle
maggioranze. Per mezzo dell’antilingua, che come il
nero di seppia ci occulta agli occhi ciò che stiamo
creando e non abbiamo il coraggio di chiamare con il
suo nome: il Caos.
Dalla Parola alle Opere. 15 anni di
testimonianze del Vangelo della Carità
nel Terzo Mondo
Conferenza Episcopale Italiana, Comitato per gli
interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, 2005
Dalla Parola alle Opere è un’ ampia e documentata
illustrazione dei progetti e delle iniziative finanziati
dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso il “Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo
Mondo”, dal 1990 al giugno 2004. L’intento è di informare dettagliatamente sulla utilizzazione dei fondi
provenienti dall’otto per mille destinati dalla Chiesa
cattolica a sostegno della promozione umana, dello
sviluppo, e di altri aiuti caritativi nelle emergenze dei
paesi del Sud del mondo. I missionari, religiosi e laici,
i volontari e i tecnici promotori di sviluppo hanno accompagnato gli ingenti aiuti in denaro, nella convinzione che il migliore contributo alla crescita globale
delle società sia offerto dalla presenza di persone qualificate, che mettano la propria competenza a servizio
di una reciproca collaborazione.
«L’istituto dell’otto per mille non ha rappresentato
soltanto un’opportunità finanziaria in più, ma una
forma di “democrazia fiscale”, aperta a tutti i contribuenti e finalizzata al sostegno di attività caritative e
umanitarie, per combattere gravi forme di emarginazione e promuovere lo sviluppo integrale delle persone
e delle comunità – sottolinea Sua Em.za Card. Camillo
Ruini, Presidente della CEI, nella presentazione del
Libro Bianco –. In questo spirito, nella nuova legislazione scaturita dall’Accordo concordatario è espressamente riservato uno spazio per la cooperazione internazionale con i paesi del Sud del mondo».
Il volume, oltre all’ampia e documentata informazione, rende conto della trasparenza di quanto si è operato, dando ragione di come si è risposto alla fiducia
accordata da tanti contribuenti, nella speranza che
anche in futuro non venga a mancare né diminuisca il
sostegno a questa forma di attenta e mirata solidarietà.
26
Dal 1990 al 2004 sono stati effettuati 6275 interventi in Africa, America Latina, Asia, Europa, Medio
Oriente per un totale di 710 milioni di Euro. Così
come è possibile osservare nelle tabelle (allegato 1) Nel
continente africano il numero di interventi è pari a
2314, mentre in quello latino-americano è di 2132. In
Asia sono stati effettuati 1380 interventi; in Europa
146, in Medio Oriente 176, in Oceania 21, mentre è di
106 il numero degli interventi soprannazionali.
Navigando nella rete
Cammino
Neocatecumenale
www.camminoneocatecumenale.it
Tramite le pagine del loro sito ufficiale viene presentato ai navigatori un profilo con la genesi, la spiritualità e il carisma del Cammino Neocatecumenale
iniziato da Kiko Arguello e Carmen Ernandez da più di
trent’anni nelle baracche della periferia emarginata di
Madrid e poi diffusosi in tutto il mondo. Il fondatore,
Kiko, lo descrive così: “Con il neocatecumenato si
apre, al centro della pastorale della parrocchia, un
cammino di iniziazione cristiana, che sviluppa una
pastorale di evangelizzazione per adulti, rigenerando
alla fede tanti fratelli che vivono un cristianesimo abitudinario e dando la possibilità a tanti uomini, che
vivono immersi in un mondo secolarizzato, di incontrarsi con il nostro Signore Gesù attraverso comunità
cristiane che vivono la loro fede nella statura adulta
dell’amore nella dimensione della Croce e della perfetta unità”.
Disponibile in sei lingue, il sito contiene la presentazione del Cammino Neocatecumenale tramite le
parole dell’iniziatore (interviste, interventi, discorsi);
le parole di Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II; la
descrizione di alcune realtà che sono sorte dal suo
interno (vocazioni al sacerdozio, famiglie in missione);
l’esperienza di alcune persone che partecipano a questo itinerario di fede.
Sono presenti link alle varie risorse che sono collegate con tale esperienza (parrocchie, pagine personali,
singole Comunità, ecc.).
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
Non può mancare la sezione “news” nella quale,
nei periodi di Avvento e Quaresima, periodi forti nei
quali si tengono le catechesi iniziali, è riportato un
elenco di alcune parrocchie italiane ove, chi ne fosse
interessato, può prendere contatto con questa realtà.
Nigrizia
www.nigrizia.it
Nigrizia.it, “il sito dell’Africa e del mondo nero” ha
cambiato aspetto in concomitanza con il suo terzo anno di vita on-line (l’edizione web era partita nel 2002,
ma una pagina dedicata al mensile era ospitata da
PeaceLink già dal 1995).
Gli utenti abituali ed i navigatori occasionali hanno
a disposizione uno spazio di consultazione dove trovare analisi, approfondimenti, opinioni e commenti su
temi africani con una nuova attenzione all’area mediterranea, un approfondimento settimanale e un settore interamente dedicato all’arte africana nelle sue
diverse forme.
Tra le novità anche un maggior spazio dato alle
notizie, commentate o “rilanciate” dalla redazione. Il
materiale è disponibile nella sezione “archivio”, che è
a disposizione di quanti si avvicinano a Nigrizia.it per
trovare informazioni approfondite e commenti sui
diversi temi africani.
Cuore del sito resta l’archivio storico, che contiene
tutti i documenti pubblicati dal mensile cartaceo dal
1996 al 2002, le schede riassuntive delle annate 19741979 e i principali testi dal 2003 a oggi. Per la consultazione dell’archivio storico e per ricevere la newsletter settimanale è necessaria la registrazione “gratuita”
al sito.
Novità, quindi, ma sempre in linea con l’ormai
consolidato “stile Nigrizia” nella sobrietà e semplicità.
Si preannunciano poi nuove idee per incrementare
ulteriormente le proposte d’informazione sull’Africa.
Tra queste la sezione contenente l’atlante africano e la
possibilità di scaricare contributi audio (interviste,
notiziari radiofonici e rubriche).
Padre Mario
Borzaga, OMI
digilander.libero.it/marioborzaga
Curato dai giovani del Movimento Costruire della
Calabria insieme ai Missionari Oblati di Maria
Immacolata (OMI) di Catanzaro, il sito è dedicato a
padre Mario Borzaga (1932-1960), morto martire in
Laos nel maggio 1960, appena quattro anni dopo la sua
ordinazione sacerdotale.
Il sito è di facile consultazione attraverso i links raggruppati tematicamente nella barra di navigazione. Il
primo gruppo di link riguarda la biografia di padre
Mario, gli scritti (Diario e Poesie) e le perle (Maria,
Eucaristia e Missione). Segue una sezione dedicata alla
vita recente, dove si parla del movimento e dell’interesse destato da padre Mario in questi ultimi anni:
l’Associazione “Amici di p. Mario”, la bibliografia (i
suoi scritti, le pubblicazioni e gli studi sulla sua figura
ed alcuni dei testi riguardanti la presenza dei
Missionari OMI in Laos) e, infine l’album fotografico.
La terza sezione è dedicata ai Missionari Oblati, al loro
fondatore, sant’Eugenio de Mazenod, ed alla evangelizzazione in Laos. Quest’ultimo link rinvia ad una pagina che presenta brevemente il Laos e l’apostolato svolto dagli Oblati in questa terra: articoli, testimonianze e
studi.
Nella home page la sezione Novità segnala il più
recente numero del Notiziario della Causa di
Beatificazione curato da padre Angelo Pelis omi, vicepostulatore della causa dei Martiri del Laos. Tra i
download, oltre ad alcuni scritti di padre Mario, si trovano altri documenti e testimonianze di persone che lo
hanno conosciuto direttamente.
Notizie dalla Rete
Giovanni Paolo II:
la causa di beatificazione
passa anche per il WEB
È stato pubblicato online il sito ufficiale dedicato
alla Causa di Beatificazione e di Canonizzazione di
Papa Giovanni Paolo II. Il sito internet rappresenta il
principale strumento di comunicazione del Processo di
Beatificazione, la cui solenne Sessione di apertura dell’inchiesta Diocesana è stata celebrata lo scorso 28 giugno 2005 presso Basilica di San Giovanni in Laterano.
Pubblicato in più lingue, il sito web è raggiungibile
all’indirizzo www.beatificazionegiovannipaoloii.org e
attraverso i seguenti link:
www.VicariatusUrbis.org/Beatificazione;
www.IohannesPaulusII.org;
27
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
www.BeatificazioneGiovanniPaoloII.org;
www.JohnPaulIIBeatification.org e
www.BeatyfikacjaJanaPawlaII.org.
27.000 i visitatori provenienti da 108 nazioni e
72.000 le pagine visitate in media ogni settimana nelle
quale sono pubblicate la biografia, gli scritti, i viaggi e
il testo dell’Editto del Tribunale per la raccolta di notizie e scritti di Giovanni Paolo II, ma anche informazioni sullo stato della Causa di Beatificazione e sulla
Sessione di apertura, di cui Mons. Slawomir Oder è
Postulatore. È stato inoltre attivato un indirizzo e-mail
([email protected])
attraverso il quale vengono raccolte le testimonianze di
grazie ricevute. Da allora più di 1.000 le e-mail inviate
da tutto il mondo.
comunicati stampa, fornire informazioni utili, coordinarsi con i diversi uffici diocesani, occuparsi del settore delle nuove tecnologie e della loro possibile applicazione come strumenti di evangelizzazione. In tale quadro la Commissione per le Comunicazioni Sociali continuerà invece il suo lavoro di formazione e studio a
livello nazionale e locale”. La prossima Assemblea dei
Vescovi coreani sarà l’occasione per l’eventuale ratifica
del progetto.
Intanto è grande l’entusiasmo per UTV (Uiijeongbu
Tele Vision). Si prevede che verranno garantite cinque
ore di trasmissione quotidiane, in diretta attraverso
il web. Famiglia, cultura, liturgia e musica di ispirazione cristiana, ma anche informazione e approfondimenti, i temi oggetto dei programmi della rete, costituita dalla Diocesi di Uiijeongbu e visibile sul sito web
www.utv.or.kr/utv_main.asp.
Corea: su internet la prima TV cattolica
UTV è la breve sigla dietro la quale si nasconde un
grande progetto: la prima televisione cattolica coreana
trasmessa su Internet. La Chiesa coreana ha fatto propria l’esortazione di Papa Giovanni Paolo II, contenuta nella Lettera Apostolica “Il rapido sviluppo”: “Non
abbiate paura delle nuove tecnologie!”, indirizzando il
proprio impegno verso una maggiore ed organizzata
presenza nel settore dei mass-media ed in particolare di
Internet.
La Conferenza Episcopale Coreana sta vagliando
l’ipotesi di costituire un apposito organismo in grado
di coordinare le attività nel campo della comunicazione, anche in virtù del lavoro promosso sulla formazione e l’impegno del laicato, protagonista della
vita pastorale.
Mons. Ignazius Kim Min-su segretario della Commissione per le Comunicazioni Sociali nella Conferenza Episcopale, ha dichiarato all’Agenzia di stampa
Fides che “il nuovo organismo dovrebbe curare più
approfonditamente i rapporti con i media, emettere
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Europarlamento: vince l’open source
Il Parlamento europeo ha bocciato con 648 voti
contrari, 14 a favore e 18 astenuti la direttiva sulla brevettabilità dei software. Sostenuta dalle grandi industrie informatiche la proposta puntava ad “armonizzare la legislazione vigente nei diversi Paesi europei”.
Frutto di una co-decisione tra il Consiglio dei ministri
e la Commissione europei, il rifiuto dei deputati Ue,
secondo la normativa dell’Unione, impone che la procedura ricominci daccapo l’iter legislativo. La Direttiva
proponeva l’introduzione di un sistema per brevettare
e proteggere l’invenzione che utilizza i programmi
informatici, mentre chi si opponeva alla direttiva,
sosteneva la tesi che il brevetto dovesse essere limitato
alle sole invenzioni lasciando tuttavia il software di
base senza protezione e quindi a disposizione degli altri
utenti. La Commissione ha già annunciato che non
farà una nuova proposta. Esultano i sostenitori dei
software “open source”.
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