8-9 2005 SSERVATORI O & O COMUNICAZIONE CULTURA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected] Servizio nazionale per il progetto culturale Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected] 1 Editoriale 2 Approfondimenti 3 Dossier Un progetto di testimonianza e di fiducia Francesco Bonini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Catechismo e comunicazione della fede Il contributo del “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” Cesare Bissoli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 Internet: risorsa di comunione e di concreta sinergia a cura di F. Mazza e F. Bolzetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 4 Comunicazioni sociali • CCEE: incontro dei portavoce in Polonia . . . . . . . . . . pag. • Famiglia e tv: convegno a Palermo • CIF: incontro di formazione sulla scrittura • Usa: cresce il mercato editoriale “religioso” 10 5 Progetto culturale • Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 11 14 6 Infomedi@ • Il “Meeting di Rimini” di Comunione e Liberazione su SAT 2000 e inBlu Radio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Da Shakespeare a Woityla: a Sat 2000 Roberto Mussapi racconta “L’avventura della poesia” • I grandi concerti pop raccontati in Tv: “Effetti Sonori, da Woodstock a San Siro” • All’insegna della qualità la programmazione estiva di inBlu Radio 7 Economia dei media • “La Stampa”: cambia il direttore . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Telepromozioni in calo • Cambio di direttore anche per “Europa”… • … e per “Il Messaggero di S. Antonio” • Convenzione Cei-Scf per i diritti d’autore • Cinema per ragazzi a Salerno 18 8 I fatti del mese sulla stampa • Giovanni Paolo II Santo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Chiesa e laicità • Nascite sempre più in calo 19 9 Segnalazioni multimediali • Vita consacrata e cultura della comunicazione. . . . . pag. • Lessico della libertà 24 • Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26 • Notizie dalla rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 27 16 1. EDITORIALE Udi testimonianza n progetto e di fiducia FRANCESCO BONINI* l Papa Benedetto XVI lo ha ribadito nel suo primo discorso ai Vescovi italiani. In questo frangente storico dell’Europa e del mondo la Chiesa e il cattolicesimo italiano ha una responsabilità e un ruolo “esemplare”. È insieme una constatazione ma anche un pungolo. È una ottima sintesi del momento attuale del mondo cattolico, chiamato da un lato a consolidare processi che hanno caratterizzato i mesi passati, dall’altro ad assicurare modalità sempre più adeguate di testimonianza. C’è una nuova capacità di dialogo, di lavoro comune, c’è, nel vasto, complesso, ricchissimo mondo delle associazioni e dei movimenti, uno spirito costruttivo nuovo. Non si tratta di omologare tanti soggetti, ma di trovare modalità e capacità di convergenza e di impegno I 2 comune, in un più ampio quadro di convergenza ecclesiale, come dimostra il convinto rilancio delle parrocchie che la CEI ha sostenuto in questi anni. Dai gesti di incontro dell’estate 2004 all’impegno corale in occasione dei referendum, il cammino compiuto è molto significativo. Non solo per i risultati “pratici”, ma anche perché è stato segnato un punto strutturale. Si è contribuito a falsificare un vecchio e logoro tabù, si è contribuito a rompere il paradigma modernizzazione = secolarizzazione. E si sono create occasioni di incontro, di dialogo e di lavoro comune. Questo vale per tanti “laici” sensibili anche se non praticanti, ma anche per tanti cattolici presenti ed attivi nella vita sociale, ma non necessariamente interessati ad essere coinvolti nella vita ecclesiale in senso stretto. Da questo punto di vista “Scienza e vita” ha rappresentato un’esperienza molto importante. Questa nuova stagione di aggregazione, di apertura, di incontro deve svilupparsi: è l’intenzionalità profonda del progetto culturale, che già dieci anni fa si poneva questo obiettivo e nel frattempo ha lavorato con costanza a tessere una tela sempre più ampia di impegno condiviso e di respiro progettuale. Non a caso il prossimo forum, previsto per il 2-3 dicembre 2005 a Roma sarà sul tema “Cattolicesimo italiano e futuro del Paese”. Complessa è la situazione, radicale la sfida sull’uomo, la “questione antropologica”, ma proprio dalla realtà della vita viene anche un messaggio di fiducia. Siamo così al secondo punto, sulle prospettive. L’anno di lavoro che si apre infatti sarà quello di preparazione immediata al terzo convegno ecclesiale, in calendario a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006. In realtà non si tratta di rivendicare nulla, come già ha osservato il Papa. Si tratta piuttosto di non fare mancare una presenza e una parola, ove occorra una indicazione e un riferimento, l’ancoraggio per un senso comune, un buon senso, cui tutti siamo legati, per le ragioni della vita, che sempre più sovente però oggi sono negate dalle ideologie, e in particolare vari zapaterismi radical-libertari. La testimonianza della libertà e della carità, della realtà della Risurrezione – parole-chiave per Verona 2006 – diventano allora anche orientamento pratico per il tanto lavoro che attende tutti coloro che guardano con fiducia al futuro del paese. *Coordinatore Servizio Nazionale per il progetto culturale 2. APPROFONDIMENTI atechismo Ce comunicazione della fede Il contributo del “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica” CESARE BISSOLI* 1. Devo riconoscere che il Compendio, come del resto il Catechismo della Chiesa Cattolica di cui vuol essere un autorevole ed autorizzato facilitatore, ha trovato una certa freddezza tra gli esperti della catechesi, come di una impresa, se non dannosa, inutile. Cosa dannosa, qualora si affidasse la comunicazione della fede alla lettura di un libro, che tra l’altro non è la Bibbia, maggiorando la funzione del sapere la fede rispetto al viverla; cosa inutile, perché con il vento che tira quanti saranno capaci di fare una lettura seria di un libro “tecnico” e tanto concentrato? Comprendo i timori, ma non condivido il sospetto e tanto meno il rigetto, e se ritengo che la comunicazione della fede ha bisogno di una pedagogia più ampia che la lettura di un libro, credo il Compendio porti in sé una esigenza metodologica primaria nell’annuncio cristiano: “Conoscere autenticamente ciò cui si crede, per credere vitalmente ciò che si viene a conoscere”, in sin- tonia piena con quel “render conto della speranza” che ogni credente porta dentro di sé (cfr 1Piet 3,15). In questo doppio senso, quello di mettere in guardia da una crisi di fede come ignoranza e deformazione, non di rado grossolana, dei suoi contenuti, e positivamente di prestare servizio di illuminazione limpida e incoraggiante, il Compendio assume il valore di segno, che spetterà all’operatore attualizzare con adeguata pedagogia, come del resto si deve fare con i libri della stessa Bibbia. Ma vediamo più da vicino il servizio del Compendio. 2. Così lucidamente e pacatamente si esprime lo stesso Papa Benedetto XVI nel Motu Proprio per l’approvazione e la pubblicazione : «Il Compendio è un libro che contiene in modo conciso tutti gli elementi essenziali e fondamentali della fede della Chiesa, così da costituire … una sorta di vademecum, che consenta alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo di insieme l’intero panorama della fede cattolica». Dove è tanto lontana la voglia di proselitismo quanto è vicina l’aspirazione di fare cultura della fede. Cioè in un mondo distratto e confuso, tra gli ‘intelligenti’ prima ancora che tra ‘i piccoli’, intende far pensare, stimola domande e dà delle risposte, che suscitano ulteriori domande, offre delle motivazioni, mira a far conoscere, correggere, confermare, provocare… È quanto scrive nell’Introduzione l’allora Card. Ratzinger, responsabile della redazione del testo per incarico di Giovanni Paolo II: «Si tratta di riproporre un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta di sempre nuovi aspetti della verità della sua fede». Se alla forma dialogica, aggiungiamo il secondo elemento caratterizzante questo Compendio, cioè le immagini, che scandiscono l’articolazione del libro, la valenza di segno-simbolo si fa ancora più evidente: secondo la grande tradizione conciliare «anche l’immagine è predicazione evangelica» in quanto può offrire «alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. ... Nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra (può) esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico» . 3 2. APPROFONDIMENTI Indubbiamente sono affermazioni ideali, che domandano al lettore di non “consumare” il Compendio sotto il classico ombrellone estivo, ma di esporsi al dialogo e alla visione, fin dalla prima, non ingenua e scontata domanda: “Quale è il disegno di Dio per l’uomo?”, e meditando la prima risposta anzitutto nell’icona di apertura di Cristo Pantocrator. 3. Aggiungiamo una ulteriore parola sul ruolo specifico di un Catechismo, anzi di un “compendio” nell’universo dei servizi della fede. Tra questi, al primo posto sta come fine e come compito l’evangelizzazione, ossia l’annuncio della Parola di Dio che ha la sua piena verità in Gesù Cristo. La Bibbia ne é di conseguenza il segno più alto. Ma la Chiesa che ha redatto la Bibbia, ha sempre pensato di poter comunicare la sua fede nella Parola con linguaggi non di sostituzione, ma di mediazione, come il Simbolo, e con altre sintesi capaci di approfondimento ed attualizzazione: è la catechesi viva, già usata da Gesù e dagli apostoli, cui si affiancano come utili strumenti, i Catechismi, il più recente dei quali è il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992). Il Compendio, che è totalmente dipendente nei contenuti e struttura dal fratello maggiore, porta con sé il pregio di una grande facilitazione in quanto riduce il volume dei contenuti, fissa i punti più importanti, li esprime con chiarezza, semplicità e concisione, dona una gerarchia della verità. Come dice Papa Benedetto si fa vademecum nella selva talora oscura in cui tanti cristiani – ed ancora più i cosiddetti “laici” – paiono essere caduti: a riguardo a Dio e alla sua rivelazione, riguardo alla Chiesa, alla sua appartenenza e ai sacramenti, riguardo alla vita e alla morale, riguardo alla preghiera. Come dicevo all’inizio, non sarà il tutto della fede il “sapere la fede”, ma ne è certo una esigenza imprescindibile. Oggi pare si diffidi di questo approccio “intellettuale” alla fede, forse per timore di autoritarismi e di astrattezza concettuale. Ma non si terrà conto che altrimenti il prezzo da pagare è la deriva soggettivistica e sincretista? Non vi è invece oggi bisogno che assieme alla forma testimoniale e narrativa della catechesi, funzioni anche la forma propositiva e confrontata con la ragione? Perché non armonizzare, come hanno fatto S. Paolo, S. Tommaso, Rosmini, una ardente fides qua con una sempre più 4 profonda fides quae? È chiaramente la scelta di Benedetto XVI! 4. Quale uso fare del Compendio? Ci tengo a dire che è falsare le intenzioni del Compendio ridurlo ad un “bignamino” di domande e risposte, magari mandate a memoria. Il cammino alla fede e di fede richiede ben più che la lettura o spiegazione di una pagina per quanto ben fatta… Come è per il Catechismo della Chiesa Cattolica, cui rigorosamente dipende, il Compendio ha bisogno di adattamento, di inculturazione, di un processo comunicativo adeguato (cfr Direttorio Generale per la catechesi, nn. 119-130). Entro tale orizzonte, il Compendio, proprio per la sua natura, gioca un triplice ruolo di apertura, di chiusura e di itineranza. Fa da battistrada: nella sua figura di libro tascabile e a poco prezzo, intende farsi presente nelle parrocchie, ma anche nelle librerie cattoliche e laiche, nelle bancarelle delle stazioni, nelle camere di albergo…, pronto ad una lettura che forse partendo dalla curiosità, si fa attenzione e riflessione per giungere ad una decisione, che ci auguriamo di adesione. Fa anche da chiusura, nel senso che dona al credente che vive esperienza della fede nel travaglio quotidiano, la soddisfazione di vedere raccolte in brevi e chiare espressioni ciò che la Chiesa crede e vive e in cui egli stesso crede e vive. Fa da compagno di viaggio in quanto, come in un alfabetario, dona una prima informazione intorno a questa o a quella questione di fede e di morale che ci tocca da vicino. E non è poco nel pluralismo che ci interpella, e prima ancora nella confusione che ci avvolge. Dovremmo dire che il Compendio non ha soltanto bisogno di una pedagogia di comunicazione, ma ci aiuta a scoprire e far funzionare la pedagogia che esso stesso incarna. Un tratto della pedagogia secolare della madre Chiesa, cui dovremmo fidarci ed approfondire di più, noi catecheti e pastori per primi. *Istituto di Catechetica, Università Salesiana, Roma 1. EDITORIALE Irisorsanternet:di comunione e di concreta sinergia a cura di F. MAZZA* e F. BOLZETTA** Nella prima settimana di giugno, esattamente dal 6 al 12, a Roma si sono svolti in successione momenti di sintesi e di studio sulle nuove tecnologie, e in particolare su Internet, i cui destinatari e promotori erano realtà collegate alla Chiesa italiana, alla Chiesa cattolica in Europa e, inoltre, ad una più ampia condivisione ecumenica. Tre eventi che si intende approfondire in queste pagine con l’intento di un resoconto e, soprattutto, per riconfermare l’esigenza di specifici luoghi di riflessione in cui fare il punto su come la missione del credente è interpellata dai nuovi scenari mediali e quali scelte si possono escogitare per ambiti collaborativi e processi di concreta connessione non solo all’interno della Chiesa cattolica, in Italia e in Europa, ma anche tra esperienze cristiane ed ecumeniche. Nessuna esitazione quindi all’uso della rete in riferimento all’evangelizzazione ma una più convinta declinazione di impegni comuni e iniziative da condividere come risposta ad un clima culturale che suggerisce e indica assetti di cooperazione e inte- 3. DOSSIER rattività, quale proprium del linguaggio delle tecnologie digitali. Dalle esperienze qui descritte emerge una considerazione su tutte: “Il Vangelo merita di essere annunciato ed innestato anche in questo nuovo spazio comunicativo e di relazione” ed è ormai evidente che questo “luogo” chiede protagonisti competenti e responsabili, disponibili a ridefinire gli orizzonti culturali e a prestare ascolto alla domanda di fede emergente da tale villaggio globale. 1. Internet e la Chiesa cattolica in Europa Il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI), hanno raccolto un’intuizione emersa durante l’incontro che gli addetti stampa e portavoce delle Conferenze Episcopali d’Europa hanno tenuto, nel giugno 2004, ad Atene. La necessità di una maggiore condivisione delle idee e delle risorse per rendere possibile una migliore sinergia tra le Conferenze Episcopali, hanno portato all’organizzazione del seminario di studio “Internet e la Chiesa Cattolica in Europa”, rivolto ai webmaster e ai responsabili dei siti internet delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si è svolto a Roma nei giorni 6-7 giugno 2005. Un’occasione non solo per presentare e confrontarsi sulle diverse esperienze cattoliche operanti in rete a livello europeo, ma soprattutto per elaborare prospettive su quanto lo strumento del web, spazio virtuale di comunicazione e di incontro, possa divenire sempre di più una risorsa per la pastorale al servizio della comunità, alla luce della “nuova cultura” che Internet e delle nuove tecnologie hanno introdotto nella società. Numerose le nazioni rappresentate: Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Federazione Russa, Grecia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. “La Chiesa ha sempre saputo cogliere la bontà degli strumenti di comunicazione sociale per l’edificazione del genere umano. In non pochi casi ne fu anche una grande promotrice. È della natura stessa della Chiesa, quale comunità dialogante, che nasce il suo interesse per i media”. Queste le parole contenute nel saluto che S. E. Mons. Amédée Grab, Presidente del CCEE, ha rivolto ai presenti. Ricordando che “una grande parte della popolazione mondiale non possiede ancora il pri- 5 3. DOSSIER vilegio di connettersi alla rete” ha aggiunto poi “come qualsiasi strumento posto nella mano dell’uomo, Internet diventa ciò che l’uomo stesso decide che diventi” e per questo motivo la Chiesa, “maestra di comunicazione”, deve “indicare i criteri etici e morali, universalmente validi, riconoscibili nei valori umani e cristiani, tanto a coloro che lo usano per svago, ricerche e informazione, quanto a chi se ne occupa professionalmente”. Un pensiero ripreso da Mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei: “Siamo consapevoli che proprio l’avvento delle nuove tecnologie, fra cui Internet, prima ancora di essere una semplice evoluzione strumentale, è un fattore di cambiamento culturale e interpella la comunità ecclesiale” sottolineando come “è nostro dovere mettere al servizio della Chiesa gli scenari che le nuove tecnologie aprono ed esplorare questi spazi che chiedono creatività, capacità di comunicazione e collaborazione”. Nella prima giornata di lavoro si sono accompagnate anche le parole di saluto di S. E. Mons. John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali che ha definito Internet “l’aeropago del nostro tempo, lo strumento per diffondere il messaggio cristiano”. “Dio può trovarsi anche nella rete. E tra i milioni di persone che ogni giorno navigano in Internet” – ha affermato l’Arcivescovo Foley – “molti possono imbattersi in parole di speranza. [...] Pertanto Internet può essere una nuova strada verso Dio, una chiamata per la Chiesa [...] per portare in ogni luogo la Parola di Dio, per raggiungere anche chi vive nella solitudine e che forse non aprirebbe mai la porta della sua casa”. È della natura stessa della Chiesa, quale comunità dialogante, che nasce il suo interesse per i media. Ad aprire i lavori è stata la relazione di padre Pierre Babin “Varcare la soglia della rete: Internet una risorsa 6 per l’evangelizzazione”, che si è interrogato su come comunicare il messaggio cristiano all’interno della cultura di Internet e dei nuovi media. A partire dal concetto enunciato nella Lettera Enciclica Redemptoris Missio, Padre Babin ha formulato il nuovo significato della missione della Chiesa nell’era dei nuovi media e di internet che deve adottare il linguaggio degli strumenti audiovisivi, il “principale linguaggio moderno” perché è quello che “incorpora tutti i modi d’esprimersi dell’uomo”. Nell’era di Internet “essere missionari significa creare network capillari” fra gli uomini, il cosiddetto villaggio globale, permesso dalle nuove tecnologie, può divenire il luogo dove realizzare “una unità del mondo” determinando “la fine delle vecchie frontiere”. Ma in questo processo – afferma infine padre Babin – è determinante l’accesso dei più poveri alle tecnologie e alla rete in particolare, che definisce il luogo di “un linguaggio e di una comunicazione universali”. La seconda giornata si è aperta con la relazione “Nel tempo della rete: acquisizione, sviluppi e prospettive” di José Manuel Pérez Tornero, docente presso l’Università di Barcellona che ha definito Internet “la chiave della nostra esistenza”. Tornero affronta il rapporto fra Internet, le nuove tecnologie e la società nella storia dell’uomo. In sintonia con Padre Babin, il significato della rete è per Tornero “l’aspirazione all’unità, alla comunione. Finalmente la rete ha un significato pacifico e contribuisce alla costruzione di uno statuto cosmopolita di una cittadinanza globale e universale nella quale fanno parte tutti i cittadini del mondo”. Tornero, personalità di primo piano nel settore della Media Education, dopo aver sviluppato il tema della educazione ai media, tracciandone le linee di sviluppo, nella rete scorge un’ulteriore sfaccettatura: la Rete stessa può essere “un tipo di scuola universale che porta conoscenza in ogni luogo”. Sono state diverse le esperienze e i progetti in atto condivise fra i partecipanti provenienti dalle Conferenze Episcopali di Grecia, Slovenia, Slovacchia, Austria e Romania. Il cammino della Conferenza Episcopale Italiana sul terreno delle nuove tecnologie informatiche, cominciato nel 1990, è stato testimoniato dal lavoro del Servizio Informatico CEI, nella persona di Giovanni Silvestri, direttore del SICEI, che è intervenuto ai lavori. Questo intenso lavoro a partire dal sito www.chiesacattolica.it si è 1. EDITORIALE realizzato all’interno di una progettualità più ampia: favorire la diffusione dei contenuti, soprattutto documenti, elaborati dalla CEI e dai suoi uffici e servizi; agevolare la comunicazione tra la CEI e gli enti pastorali diffusi nelle diocesi, in particolare gli uffici e servizi delle curie diocesane; ed infine promuovere la presenza efficace in Internet dei tantissimi soggetti del mondo ecclesiale che, pur interessati alle opportunità del nuovo medium, faticavano a trovare adeguata visibilità. A chiusura dell’incontro Mons. Franco Mazza, vice direttore Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei, ha tracciato le sinergie ed i progetti possibili dopo i lavori dei giorni 6-7 giugno. Auspicando “un efficace raccordo ed un continuo confronto tra le varie esperienze in Europa” ha invitato a “partecipare al cammino culturale e sociale che le nuove tecnologie implicano”, favorendo “una maggiore collaborazione all’interno e tra le diverse Chiese in Europa”. Sulla scia di tali considerazioni la Conferenza Episcopale Italiana ha offerto la sua disponibilità, attraverso l’Ufficio comunicazioni sociali, a concedere l’uso di software di gestione amministrativa destinati alle diocesi e alle parrocchie (SIPA, SIDI), disponibili in diverse lingue, e di programmi informatici per la catalogazione dei beni culturali. La Conferenza Episcopale Italiana si è offerta inoltre di ospitale nel proprio server, quei siti delle Conferenza episcopali che ne presentassero la necessità. Mons. Mazza ha sottolineato l’importanza di “uscire dal carattere sperimentale e personalistico abbracciando soluzioni che diano continuità” e di rivolgere una particolare attenzione alla media education e alle giovani generazioni. Fra le proposte quella di attivare un monitoraggio “sulla qualità” dei siti delle Conferenza Episcopali d’Europa e di sperimentare un “Motore di ricerca europeo” all’interno del sito dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei. L’appello a continuare il dialogo iniziato a Roma è stato accolto dai partecipanti: tornati al lavoro nelle tante nazioni d’Europa che hanno rappresentato, la distanza non è stata un ostacolo al continuo incontro che si è concretizzato sul web. Una mailing list è il luogo virtuale dove, da ogni nazione, continua il confronto, la riflessione e il lavoro dei partecipanti che l’incontro “Internet e la Chiesa in Europa” ha avviato. I testi delle relazioni sono stati pubblicati sul sito www.chiesacattolica.it. 3. DOSSIER 2. WebCattolici: “Internet e Minori” “Internet e Minori” è stato il tema al centro della riflessione dei webmaster cattolici che si sono ritrovati a Roma il giorno 8 giugno 2005. Numerosi i Soci che hanno partecipato all’Assemblea ordinaria “virtualmente”. L’intero incontro infatti è stato trasmesso in diretta sul sito di WeCa www.webcattolici.it (o www.weca.it). Il rapporto fra i minori e l’uso della rete, che accedono ad Internet sempre più precocemente, è un tema divenuto di grande attualità e urgenza per le famiglie. Le straordinarie risorse che la rete offre per l’informazione, per l’educazione e per la crescita culturale, in una società che ha la fortuna di poter accedere alle nuove tecnologie, incontrano tuttavia le resistenze e gli ostacoli dovuti alla presenza di contenuti a rischio. Così come per l’utilizzo di ogni media, anche internet, come la televisione, richiede da parte dei più piccoli una presenza familiare in grado di garantire una navigazione sicura e non solitaria in rete e che si accompagni ad una educazione all’uso di questo mezzo. La recente pubblicazione del Rapporto Eurispes sulla pedopornografia in rete, realizzato con il patrocinio del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, ci porta a conoscenza di un mercato, in Italia, il cui volume d’affari è stimato intorno ai 993 milioni di euro. “Ci sono vere e proprie multinazionali con un grosso volume di affari. Bisogna fermarle e chiudere ques t o t u r pe mercato che è in Internet e in non poche tv. Anche i webmaster cattolici devono far sentire la loro voce per difendere i diritti e la dignità di tutte le persone e in particolare dei minori”. L’importanza di “uscire dal carattere sperimentale e personalistico abbracciando soluzioni che diano continuità” e di rivolgere una particolare attenzione alla media education e alle giovani generazioni. 7 3. DOSSIER In questo contesto il workshop “Internet e Minori” è stata un’importante occasione di riflessione e di lavoro che si è svolta alla presenza di riconosciute personalità. Fra i relatori sono intervenuti Fulvio Sarzana, avvocato esperto di questioni giuridiche della rete e fautore di una proposta di legge contro la pedopornografia e Daniele Damele, Vice Presidente del “Comitato di garanzia per l’attuazione del Codice di Autoregolamentazione Internet e Minori”. Il Comitato di Garanzia, di cui WeCa fa parte attraverso www.davide.it, uno dei soci fondatori dell’Associazione, è stato nominato dal Ministero delle Comunicazioni il 18 Febbraio 2004, ed è l’organo istituzionale in tema di minori ed internet, competente per promuovere e vigilare nell’adozione del codice di autoregolamentazione, e che opera raccogliendo e intervenendo sulle segnalazioni da parte degli utenti, promuovendo infine azioni di sensibilizzazione sul tema della protezione dei minori in Rete. La seconda Assemblea dei Soci è stata l’occasione per annunciare un’importantissima novità nel campo della formazione. A partire dal mese di settembre, infatti, frutto dell’intenso lavoro dei mesi precedenti, verranno lanciati due corsi di e-learning (gratuiti per gli iscritti a WeCa): il primo, “Creare un sito cattolico per il web” è destinato a quanti (animatori della comunicazione e non solo) vogliano progettare un’iniziativa cattolica online di qualità; il secondo “Gestire un sito cattolico” è invece rivolto a coloro i quali, già attivi sui nuovi media, vogliano accrescere e maturare la propria capacità di ascolto e interazione con i pubblici di riferimento. I corsi online non hanno costi di iscrizione per gli associati a WeCa, la cui iscrizione è peraltro ancora gratuita. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.weca.it. 3. La chiesa nella società digitale Un network a livello europeo, una realtà ecumenica nata per supportare, promuovere e conseguire una partecipazione attiva ed una concreta presenza cristiana nel web. La European Christian Internet Conference (ECIC), nata nel 1996 e costituitasi in associazione nel 2000, ha scelto Roma per celebrare il X anno di attività riunendo i suoi partecipanti, dall’8 al 12 giugno sul tema “La Chiesa nella Società digitale”. Organizzato dall’Associazione dei Webmaster Cattolici 8 Italiani (WECA) l’incontro è stato un’occasione, per i 40 partecipanti di 29 organizzazioni e realtà ecclesiali, per riflettere e mettere a confronto le esperienze delle diverse chiese cristiane europee che operano nel web. Gli annuali incontri dell’Ecic, a differenza di un convegno, sono organizzati come una working conference, uno scambio concreto di progettualità che impegna ogni partecipante ad un contributo specifico. È stata la rete, oggetto dell’incontro, a divenire il luogo dove, nelle settimane precedenti, i membri dell’Ecic si sono ritrovati in vista dell’evento: è stata realizzata infatti una piattaforma intranet dove era possibile comunicare e prepararsi alle attività dell’incontro romano sul tema “La Chiesa nella Società digitale”. Nei saluti di inizio, Mons. Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio Nazionale comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, ha sottolineato la consapevolezza di “un dialogo e di una collaborazione che tra Chiese siamo chiamati a compiere, in questo tempo del villaggio globale e della cultura mediale”. Citando il Direttorio delle Comunicazioni Sociali, Mons. Giuliodori ha ricordato inoltre come “L’era della comunicazione e dell’informazione crea nuove opportunità d’incontro e di scambio anche tra le diverse esperienze religiose, offrendo occasioni per accrescere l’unità e intessere rapporti d’amicizia. Un’occasione per stabilire una più profonda conoscenza reciproca ed “un dialogo rispettoso di ciascuna identità e della verità”. Padre Pierre Babin, nel suo intervento, ha definito straordinarie le possibilità offerte da internet di comunicare “da un’anima verso un’altra anima, come angeli fuori dal tempo e dallo spazio” dove è possibile “creare una unità del mondo e di rispettare la diversità nell’unità” […] “un nuovo mondo di comunione universale” fra gli uomini. Discepolo di Marshall Mc Luhan, padre Pierre Babin, ne abbraccia la nota tesi secondo la quale “il medium è il messaggio”, che si identifica cioè con esso, ma padre Babin amplia questa prospettiva alla luce della Lettera Enciclica Redemptoris Missio che invita ad “integrare il messaggio cristiano in questa nuova cultura creata dalla comunicazione moderna”. Una cultura su cui Padre Babin riflette anche dal punto di vista tecnico, riconoscendo il bisogno su internet di un linguaggio peculiare, caratterizzato da un “forte approccio sensoriale” e da una inseparabile fusione dagli altri media audiovisivi. Sul tema dell’evangelizzazione, che è missione della Chiesa, per Babin “evangelizzazione nell’era di internet significa essere missionari”, creare reti fra le persone, attraverso internet, fondate 1. EDITORIALE sulle affinità di un linguaggio mediato dal mezzo, ma un linguaggio del cuore, dell’immaginazione e della sensibilità attraverso il quale comunicare il messaggio evangelico. Il tema del futuro della società digitale è stato analizzato da José Manuel Pérez Tornero, docente presso l’Università di Barcellona, che ha sottolineato che per riflettere sulla società digitale di domani, è necessario guardare alle scelte del presente: dobbiamo partire “dalla consapevolezza che il futuro è disegnato e costruito dalla combinazione delle decisioni e delle alternative prese nel presente, dove coscienza e libertà costituiscono l’essenza della dignità dell’essere umano”. Tornero ripercorre un excursus storico sino ad arrivare all’attualità del mondo di oggi nel quale “i media costituiscono l’area dove la vita si sviluppa” definendo questa come “una nuova e decisiva parte recente nella storia degli esseri umani” che li ha portati ad una migrazione verso le nuove grandi città mediatiche all’interno delle città tradizionali: una “conversione da cittadino urbano a cittadino mediatico, da abitante della città ad abitante del mondo dei mass media” […] che definisce “aree di esistenza e di relazioni sociali”. L’avvento della modernità ha portato gradualmente a separare il concetto di spazio da quello di luogo dove avvengono le relazioni, e dove è diminuito il significato della presenza fisica nell’esperienza delle persone e degli eventi”. La società digitale, secondo Tornero, non è solo un insieme di strumenti al servizio dell’uomo ma potrà divenire nel futuro “un nuovo processo di umanizzazione, la possibilità per una nuova antropologia. […] Un nuovo senso di comunità che ripensa lo sviluppo mediatico attraverso i valori della dignità e delle libertà umane, la società digitale dall’essere oggi una mitica profezia può divenire una speranza e un modo per creare esseri umani morali”. La società digitale potrà divenire nel futuro “un nuovo processo di umanizzazione, la possibilità per una nuova antropologia. 3. DOSSIER Il carattere ecumenico dell’incontro è stato valorizzato dalla visita presso il “Centro Pro Unione”. Fondato e diretto dai Frati Francescani dell’Atonement, è un centro le cui attività sono finalizzate al dialogo, alla formazione e alla ricerca nell’ambito teologico, pastorale, sociale e spirituale nel campo ecumenico. Nella splendida cornice di Piazza Navona, dove il “Centro Pro Unione” ha sede, è stata ospitata la relazione tenuta da Riccardo Burigana, direttore del Centro Documentazione MEI (Movimento Ecumenico Italiano). In un clima di grande cordialità e di interesse reciproco, il 10 giugno 2005, i partecipanti dell’Ecic e di WeCa sono stati ospiti presso il Pontificio Consiglio per Comunicazioni Sociali e al termine della mattinata è seguita una visita guidata ai Musei Vaticani. S. E. Mons. John Patrick Foley, presidente del PCCS, accogliendo insieme ai suoi collaboratori, i partecipanti al Convegno, li ha salutati affermando che “la Chiesa riconosce il grande contributo che i media hanno dato al progresso dell’umanità”: di qui il “dovere”, per la comunità ecclesiale, di “ritrovare un nuovo slancio” in questo ambito, grazie ad una “opportuna formazione degli operatori dei media, non solo cattolici, affinché le enormi capacità degli strumenti vengano affiancate dalla maturazione di persone capaci di armonizzare la propria fede con i linguaggi della moderna comunicazione, per raggiungere tutta l’umanità, unificata in un villaggio globale”. In quest’occasione sono state presentate le numerose attività e i diversi progetti della Santa Sede nell’ambito delle comunicazioni sociali, con uno sguardo privilegiato a quelle veicolate attraverso il web. Consistente il numero delle persone che, in rete, ha seguito l’intero incontro da tutta Europa. Le XII sessioni di lavoro, infatti, sono state trasmesse in diretta on line sul sito dell’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA) www.webcattolici.it, dove ora è possibile consultare i testi e i video delle relazioni, le immagini e i contributi dell’incontro “La Chiesa nella società digitale”. Sul sito ufficiale della European Christian Internet Conference www.ecic.org è stato reso noto che sarà Londra la città che ospiterà il prossimo incontro nel 2006. *Vice direttore Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Cei **Ufficio Stampa Webmaster Cattolici Ialiani 9 Csocialiomunicazioni CCEE: incontro dei portavoce in Polonia I portavoce e addetti stampa delle Conferenze Episcopali d’Europa si incontreranno a Varsavia, Polonia, il 14 e 15 settembre p.v. I lavori saranno dedicati ad approfondire il tema delle agenzie di stampa. Sono previsti, per l’Italia, gli interventi di Paolo Bustaffa, direttore del SIR (Servizio informazione religiosa) e di Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI. Famiglia e tv: convegno a Palermo L’Aiart (Associazione Spettatori) di Palermo ha organizzato, l’11 luglio, un Convegno sul tema “La famiglia, dentro e davanti la tv”. I lavori sono stati presieduti da Francesco Bellaroto, del Comitato di Presidenza nazionale dell’Aiart. La relazione sul tema è stata tenuta dall’arcivescovo di Monreale, S. E. Mons. 10 Cataldo Naro, Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della CEI. Sono interventi anche Vincenzo Morgante della Rai Tg3 Sicilia e Luca Borgomeo, presidente nazionale dell’Aiart. CIF: incontro di formazione sulla scrittura Il Centro Italiano Femminile ha organizzato a Roma, dal 30 giugno al 3 luglio, il tradizionale appuntamento di formazione per le Giovani sul tema “La scrittura, un segno che unisce” con l’obiettivo di esaminare gli aspetti e i tipi della scrittura quale strumento di comunicazione ed espressione profonda dell’io e del divino. I lavori sono stati aperti da MARIA MAURO PASTORINO (Presidente Nazionale Cif) e SABRINA RAVAGNANI (Responsabile Coordinamento Nazionale Giovani Cif); a cui sono seguiti, tra gli altri, gli interventi di CLARA IATOSTI (Giornalista di Sat 2000), MARIA DULCE ARAUJO EVORA (Giornalista Radio Vaticana e Resp. Donne Capoverdiane in Italia) e Sr. DANIELA MACCARI responsabile del sito www.femminis.org. Ha chiuso i lavori P. ANTONIO LOMBARDI con una relazione sul tema “La parola oltre la scrittura”. Usa: cresce il mercato editoriale “religioso” Dai dati del Book Industry Study Group emerge un consistente aumento della vendita di libri, fumetti e cd a tema religioso. Negli Stati Uniti, nel 2004, questa crescita è quantificabile attorno al 2,8% rispetto allo scorso anno. 5. PROGETTO CULTURALE Capertoantiere Miguel Garcia, docente di Esegesi del Nuovo Testamento nella Facoltà Teologica San Damasco di Madrid, interviene il giornalista e scrittore Alessandro Tornelli. Bologna • 24 maggio L’istituto Superiore di Scienze Religiose “Santi Vitale e Agricola”, insieme con l’Ufficio catechistico e quello per l’insegnamento della religione cattolica dell’Arcidiocesi di Bologna, presenta il volume delle Edizioni San Paolo “E l’uomo venne sulla terra. Evoluzione o creazione?” di Fiorenzo Facchini. Intervengono: Giovanni Giovini, biblista, e Carlo Peretto, docente di Antropologia nell’Università di Ferrara. Milano • 19 maggio - 9 giugno Il Centro Culturale “Alle Grazie” organizza, in occasione del centenario del ritorno dei padri domenicani nella loro antica dimora di Santa Maria delle Grazie, una serie di conferenze sul tema “Milano capitale del Rinascimento: Bramante e Leonardo”. Relatori dei quattro appuntamenti in programma sono Simone Ferrari, docente di Storia dell’Arte nell’Università di Torino, e Alberto Cottino, direttore del Museo Accorsi di Torino. Il 21 maggio, inoltre, la Fondazione “Giuseppe Lazzati” in collaborazione con l’Associazione culturale “Città dell’Uomo” e l’Istituto Secolare “Cristo Re”, presenta il convegno “Interpretazioni della laicità: da Giuseppe Lazzati ai giorni nostri”. Intervengono i docenti nell’Università Cattolica Angelo Mattioni e Enzo Balboni. Panzano (FI) • 22 maggio “Ai pellegrini della Bellezza” è il titolo della VI Giornata diocesana degli Artisti organizzata dalla Diocesi di Fiesole, dalla Comunità di San Leolino e dall’Associazione Culturale Feeria. Il programma, che prevede l’inaugurazione della mostra fotografica “Natura arte di Dio” di Giovanni Padroni e l’incontro con lo scrittore Mario Specchio, si conclude con il concerto per pianoforte della pianista Gabriella Dolfi . Milano • 24 maggio Il Centro Culturale di Milano e la RCS libri organizzano la presentazione del volume “La vita di Gesù nel testo aramaico dei vangeli”. Oltre all’autore José Palermo • 27-28 maggio La Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e il Comune di Palermo organizzano due giornate di dialogo teologico e interreligioso sul tema “Etica, Giustizia, Diritto. La prospettiva islamica e la prospettiva cristiana”. Il 27 maggio dopo i saluti inaugurali del Cardinale Salvatore De Giorgi, di Frej Souissi, Console Generale di Tunisia a Palermo, e di Salaheddine Houidi, Imam di Palermo, si succedono le relazioni di M. Khadraoui, docente nell’Università Ez-Zitouna di Tunisi, su “L’etica della comunicazione: una visione musulmana”; di G. Bellia, docente nella Facoltà Teologica di Sicilia, su “Ristabilimento della giustizia e giustificazione”; di L. Mizouri, docente nell’Università Ez-Zitouna di Tunisi, su “Etica e giustizia nel pensiero dei riformisti tunisini del XIX e XX secolo”. Nel pomeriggio i lavori riprendono con gli interventi di A. Parisi, docente nella Facoltà Teologica di Sicilia, su “Etica religiosa ed etica razionale”; di T. Ben H’Ial, docente nell’Università Ez-Zitouna di Tunisi, su “I fondamenti filosofici della nozione di virtù in ElFarabi”; di S. Leone, docente nella Facoltà Teologica di Sicilia, sul tema “Etica, diritto e diritti nella prospettiva cristiana”. Il giorno successivo l’evento continua con l’intervento di Toto Cordaro, Presidente del Consiglio Comunale di Palermo, dal titolo “Per un dialogo interreligioso: la pace e il riconoscimento dei diritti dell’uomo”, a cui seguono le relazioni di M. Bouzghiba, docente nell’Università Ez-Zitouna di Tunisi, su “Le regole dell’etica e della giustizia nel diritto musulmano”; di Riccardo Piccione, Consigliere comunale di Palermo, su “Il ruolo degli enti locali nel dialogo interreligioso”; di A. Cilardo, docente nel- 11 5. PROGETTO CULTURALE l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, su “Diritto di Dio e diritti dell’uomo nel contesto della modernità”. Strada in Casentino (AR) giugno-ottobre La Parrocchia di San Martino a Vado organizza la II edizione della rassegna di testimonianza Letteraria “In cammino con Gesù”. Due le categorie proposte: la poesia, in forma di “preghiera”, e la narrativa, nella forma di racconto di una “esperienza di fede” personale o altrui. I testi, inediti, in forma dattiloscritta cartacea, non superiori alle due cartelle e in lingua italiana, devono essere inviati alla parrocchia entro il 20 ottobre 2005. Da quest’anno, poi, si aggiunge anche la nuova sezione dedicata alle segnalazioni di siti Internet parrocchiali. Perugia • 3 giugno Nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato perugino “Scienza e Vita” per una maggiore informazione sui temi scientifici, etici, e giuridici relativi alla Legge n. 40, si tiene presso il Centro Congressi “Aldo Capitini” l’incontro formativo sul tema “L’embrione uno di noi”. Intervengono: Salvatore Mancuso, direttore del dipartimento tutela della salute della donna e della vita nascente del Policlinico “Gemelli” di Roma, Paolo Brunetti, docente di Medicina Interna all’Università di Perugia, Eliana Petrozzi, Presidente del forum regionale delle famiglie umbre, Roberta Vinerba, Responsabile del Circolo “Giorgio La Pira” di Perugia. Bagnocavallo (RA) • 5 giugno Per la sesta edizione degli “Incontri della Pieve” la Diocesi di Faenza - Modigliana organizza presso la Pieve di San Pietro in Sylvis l’incontro “Beati i poveri in spirito – dialoghi sulle beatitudini”, con gli interventi di Maurizio Marcheselli, biblista nello Studio Teologico Accademico di Bologna, Umberto Curi, docente di Filosofia nell’Università di Padova, Luigi Guerrini, biblista. Avellino • 5 giugno “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” è il titolo del Convegno regionale dei giovani promosso dall’Associazione “Rinnovamento dello Spirito Santo della Campania”. Intervengono: Luciana Leone, membro della consulta nazionale CEI, P. Pierre Aquila, Suor Rosolina Ravasio, fondatrice della “Comunità Shalom” di Riva del Garda. Tra gli ospiti del mondo dello spettacolo è prevista la presenza di Roberto Bignoli, cantautore cristiano di fama mondiale. Varese • 5 giugno - 26 novembre Con la recita teatrale “L’idea, una via sacra per un Sacro Monte”, rievocazione delle origini della “fabbrica miracolosa” che iniziò il cantiere della Via Sacra, s’inaugura la rassegna dedicata ai 400 anni dall’evento. Ad animare l’iniziativa, fino alla sua conclusione nel tardo autunno, oltre al teatro anche esibizioni musicali, incontri, convegni e itinerari. Ariano Irpino (AV) • 4 giugno Bologna • 10 giugno e 21 giugno La Diocesi di Ariano Irpino - Macedonia organizza, presso il Centro Pastorale San Francesco, una conferenza legata alle problematiche etiche e legislative della Legge n. 40. Interviene Miranda Ponzalo docente nella Pontificia Università Regina Apostolorum. Il Centro Culturale San Domenico organizza, insieme al Centro Studi per il Progetto Europeo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, l’incontro “Un futuro con mezzo secolo alle spalle. L’Unione Europea a 50 anni dalla Conferenza di Messina”. Interventi di Giuliano Amato, Mario Monti, Giorgio Napolitano. Presiede Sergio Romano. Il 21 giugno, inoltre, in occasione della presentazione del volume “Dio esiste? Un confronto su verità, fede, ateismo” frutto del confronto tra l’allora Cardinale Joseph Ratzinger e Paolo Flores D’Arcais, si tiene l’incontro-dibattito sul tema “Etsi Deus non daretur: dittatura del relativismo o premessa di libertà democratiche?”. Ne discutono S. E. Mons. Carlo Caffarra e Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega. Lodi • 4 giugno Nella Cattedrale viene presentato in anteprima assoluta il concerto Vivifice Spiritus Vitae Vis – Carmen in Spiritum Sanctum, composto da Guido Morini insieme al curatore dei testi Ettore Garioni. L’evento rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate in omaggio al Vescovo S. E. Mons. Capuzzi al termine del suo servizio come pastore della Diocesi. 12 5. PROGETTO CULTURALE Milano • 11 giugno L’Associazione “Città dell’uomo” organizza l’incontro di studio “Per una sana democrazia costituzionale”. Dopo la relazione di apertura di Valerio Onda, Presidente emerito della Corte Costituzionale, intervengono Enzo Balboni, docente nell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Grevi, docente nell’Università di Pavia, Alessandro Pizzorusso, docente nell’Università di Pisa. Le conclusioni sono affidate a Leopoldo Elia, Presidente emerito della Corte Costituzionale. Rimini • 11 giugno Presso il Lago di Montecolombo la Compagnia teatrale di Carlo Tedeschi presenta il musical “Chiara di Dio”che verrà successivamente proposto tutti i sabati fino a settembre. Lo spettacolo costituisce un’ulteriore tappa del progetto diocesano “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Costanzi”, organizzano il Convegno di studi “Filosofare in Cristo” in occasione del decimo anniversario della morte di Teodorico Moretti-Costanzi. Agrigento • 19 giugno Si apre presso la chiesa di San Lorenzo la mostra “Fate questo in memoria di me. L’Eucarestia nell’esperienza delle Chiese di Sicilia”. Partecipano all’inaugurazione Alessandro Pagano, Assessore Regionale per i Beni Culturali, e S. E. Mons. Carmelo Ferraro. Catania • 20-22 giugno Il Centro Culturale “A passo d’uomo” propone il Convegno Biblia Pauperum teso alla riscoperta e promozione delle diverse chiese antiche del territorio. Durante l’evento viene presentato l’opuscolo numero uno della collana “Itinerari di fede dentro e fuori le mura” curata da don Ennio Asinari. L’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani, in collaborazione con l’Arcidiocesi, organizza il Convegno di Studio “Biblioteche ecclesiastiche: le possibili sinergie”. Dopo la prolusione di Carlo Chenis, Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, intervengono: Luciano Scala, direttore generale dei Beni Librari e degli Istituti Culturali, Stefano Russo, direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per i Beni Culturali Ecclesiastici, Francesca M. D’Agnelli, Coordinatore del Progetto CEI per archivi e biblioteche, Paul Gabriele Weston, docente nell’Università di Pavia, Mauro Guerrini, presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, Marco Marandola, esperto del settore. Pisa • 15 giugno Piazza Armerina (EN) “Credere, non credere, diversi modi di credere” è il tema del dibattito tra Remo Bodei, docente nell’Università di Pisa, e don Gianni Colzani, docente nella Pontificia Università Urbaniana. Al termine dell’incontro, e dopo la visita al complesso della Chiesa Universitaria di San Frediano recentemente restaurata, il coro universitario esegue il Requiem di Mozart. 21 giugno-25 giugno Sabbioneta (MN) • 12 giugno Roma • 16 giugno La Fondazione internazionale Nova Spes organizza l’incontro “Referendum e Legge 40: dopo il voto, il dialogo”. Dopo l’introduzione di Marcello Pera, Presidente del Senato, intervengono Vittorio Mathieu, Francesco D’Agostino e Pietro Rescigno. Perugia • 17-19 giugno L’Arcidiocesi di Perugia - Città della Pieve, il Centro Culturale “Leone XIII”, e la Fondazione “Sirio Moretti- La Facoltà teologica di Sicilia e la Eberhard Karls Universität di Tübingen, organizzano La Conferenza dei Coordinatori dei programmi Erasmus-Socrates. Dopo il saluto inaugurale di S. E. Mons. Michele Pennisi, intervengono: Antonino Raspanti, sul tema “Il futuro delle Facoltà Teologiche”; Anatoly Alexeev su “Lo stato attuale dell’insegnamento teologico all’Università di San Pietroburgo”. Il 24 giugno, successivamente all’introduzione di S.E. Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo di Monreale, si succedono le relazioni di Mariano Crociata e Mehrez Hamdi su “Le relazioni tra le Facoltà Teologiche Cattoliche e Islamiche per la promozione del dialogo interreligioso”; Nicolae Necula su “Le relazioni tra le Facoltà Teologiche Cattoliche e Ortodosse per la promozione del dialogo ecumenico”; e Pierre Noël su “Il Futuro delle Facoltà Teologiche: modello europeo o americano?”. La conclusione il 25 giugno con gli interventi di Nunzio Galatino, “Gli Studi Teologici in Italia”, di Adrian Loretan, “Hanno 13 5. PROGETTO CULTURALE un futuro le Facoltà Teologiche nelle Università Statali europee?”, e di Richard Puza ,“Gli accordi tra Chiesa e Stato e il loro impatto sulle Università”. gio Rossi, docente nella Terza Università di Roma, Flavio Pajer, Presidente del Forum europeo dell’istruzione religiosa nelle scuole pubbliche. Rondine Cittadella della Pace (AR) Milano • 2 luglio 23-25 giugno La Diocesi di Arezzo-Corona-Sansepolcro in collaborazione con la Scuola Europea della Pace organizza la Scuola estiva di formazione dedicata a “Percorsi nel dialogo ecumenico”. Intervengono: Mons. Eleuterio F. Fortino, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Mons. Giordano Frosini, Vicario generale della Diocesi di Pistoia, Fr. Enzo Bianchi, Priore della Comunità monastica di Bose, e l’Archimandrita Ignazio Sotiriadis, incaricato per le relazioni con la Chiesa cattolica presso il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia. L’Associazione “Emmaus” presenta, presso il teatro “L’Arca”, lo spettacolo “Link”. Monopoli (BA) • 7-13 luglio Nella chiesa di San Pietro si apre l’XI edizione della Settimana monopolitana del libro dal titolo “Un mare di libri” con la presentazione del volume di Mimmo Muolo “Generazione Giovanni Paolo II”. Intervengono: S. E. Mons. Rino Fisichella, Rettore della Pontificia Università Lateranense, e Marco Politi, vaticanista del quotidiano Repubblica. L’attrice Claudia Koll interpreta brani scelti di Giovanni Paolo II. Ostuni (BR) • 24-25 giugno Il Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell’Università di Lecce organizza il Convegno “Il personalismo comunitario e la costruzione dell’Europa”. Intervengono: Mario Signore su “Il Personalismo nello scenario del terzo millennio”, Armando Rigobello su “Il Personalismo comunitario e la costruzione dell’Europa”, Nunzio Bombaci su “La crisi europea del Novecento tra Mounier e Maria Zambiano”, Leo Lestingi su “Mounier e la critica ai totalitarismi”, Paolo Ponzio su “La rivoluzione personale di Mounier”. Il 25 giugno i lavori riprendono con Renato Balduzzi che interviene sul tema “C’è un pensiero di Mounier sulla Costituzione?”, a cui seguono le relazioni di Antonio Pieretti su “La persona nella prospettiva del riconoscimento reciproco, di Lino Prenna su “Comunità politica e democrazia partecipativa”, e di Franco Totano su “La persona principio di convergenza”. Cannara (PG) • 24-30 luglio Monreale (PA) • 1-2 luglio Dalle Diocesi Il Servizio diocesano dell’I.R.C. organizza il Convegno “Identità italiana, integrazione europea e I.R.C.”. L’introduzione ai lavori è affidata a S.E. Mons. Cataldo Naro, a cui seguono i contributi di Alfredo Li Vecchi, docente nell’Università di Palermo, Francesco Bonini, docente nell’Università di Teramo e coordinatore del Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI, Ciro Sarnataro, docente nella Facoltà Teologica interregionale dell’Italia Meridionale, Gior- L’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma organizza dal 30 giugno al 3 luglio il terzo Simposio dei docenti universitari dal titolo “Ora et Labora - il lavoro in Europa”. Un appuntamento che coinvolge oltre mille docenti degli atenei italiani ed europei, e che si apre all’insegna di una consapevole presa di coscienza: “L’uomo, soggetto del lavoro, corre ancora una volta il rischio di essere ridotto a strumento di produzione”. Di qui l’esigenza di riproporre l’insegnamento 14 Si apre il laboratorio teatrale “Polifonia del corpo, molteplicità della scena” organizzato dalla Federgat, Federazione Gruppi Attività Teatrali, in collaborazione con la CEI e l’ACEC. Tre gli ambiti di formazione: teatrale, danza e movimento, voce e canto. L aboratorio 5. PROGETTO CULTURALE della dottrina sociale della Chiesa per cui “la soggettività del lavoro induce a riaffermare che l’uomo non è una merce; che il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”. L’apertura dei lavori il 30 giugno nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, vede l’introduzione del Cardinale Camillo Ruini, i saluti del sindaco l’On. Walter Veltroni, la presentazione del Simposio da parte di Cesare Mirabelli, Presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana, e gli interventi del Ministro dell’Istruzione On. Letizia Moratti e del Lavoro On. Roberto Maroni. Nel pomeriggio, seguono le relazioni affidate a Pierpaolo Donati, docente nell’Università di Bologna, che interviene su “Il lavoro e la persona umana”; a Edmond Malinvaud, con il contributo su “Il lavoro e le nuove sfide della realtà economica”; e a Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema “Il lavoro, la società e le istituzioni”. Si prosegue Il 1° luglio con la sessione plenaria che vede la Lettura magistrale del Cardinale Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, “Per un umanesimo del lavoro a livello planetario”, e l’introduzione, da parte di Giuseppe Dalla Torre, Rettore della LUMSA, delle singole sessioni pomeridiane. Tra i molti temi che caratterizzano queste ultime: “Il lavoro e la famiglia”, “Il lavoro e il benessere psico-fisico”, “La dimensione etica e sociale del lavoro”, “Il lavoro nella realtà economica”, “Il lavoro, la società civile e le istituzioni”, “Il lavoro, la dottrina sociale e l’esperienza dei movimenti cattolici europei”, “Il lavoro intellettuale”, “L’Università, la ricerca, la formazione e il lavoro”. Il 3 luglio si continua con le sintesi delle sessioni e, a seguire, le prospettive d’impegno incentrate sul tema “Chiesa e Università: un nuovo dialogo per una nuova cultura del lavoro in Europa”. Al termine, le conclusioni affidate a Mons. Sergio Lanza, docente nella Pontificia Università Lateranense, e a Cesare Mirabelli. Dal Servizio Nazionale Il CATI, Coordinamento Associazioni Teologiche Italiane, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI, organizza il primo Forum delle Associazioni teologiche italiane a Roma dal 1° al 3 giugno sul tema “La comunicazione della fede. Il Vangelo, la Chiesa e la cultura”. L’occasione, che intende offrire un contributo concreto al prossimo Convegno ecclesiale di Verona, si apre con il saluto di S. E. Mons. Lorenzo Chiarinelli e prosegue con le relazioni metodologiche di Gianfranco Calabrese, della Società Italiana per la Ricerca Teologica, e di Andrea Grillo dell’Associazione dei Professori di Liturgia. Nei successivi interventi P. Agostino Montan e Tiziano Vanzetto, del Gruppo dei docenti di Diritto Canonico, affrontano il tema della “Sinodalità nella comunicazione della fede”; Marinella Perroni, dell’Associazione Biblica Italiana, e Gianni Colzani dell’Associazione Mariologica, dialogano invece sul “Principio mariano e petrino della comunicazione della fede”. Infine, Paolo Carlotti, dell’Associazione dei teologi moralisti, interviene su “Il soggetto della comunicazione nella fede”; mentre Franco Giulio Brambilla, dell’Associazione Teologica Italiana, affronta il tema centrale della testimonianza. “La soggettività del lavoro induce a riaffermare che l’uomo non è una merce; che il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro” 15 6. INFOMEDI@ Infomedi@ Il “Meeting di Rimini” di Comunione e Liberazione su SAT 2000 e inBlu Radio Anche quest’anno inviati delle redazioni giornalistiche di Sat 2000 e di inBlu Radio, con la novità di un’ampia, particolare e suggestiva postazione insieme al quotidiano “Avvenire”, sono presenti al XXVI Meeting di Comunione e Liberazione, a Rimini dal 21 al 28 agosto. L’edizione di quest’anno è dedicato alla “libertà”. Il titolo della manifestazione riprende una frase del Don Chisciotte di Cervantes: “La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”. Sat 2000 e inBlu Radio danno voce attraverso telecamere e microfoni ad alcuni dei momenti e dei protagonisti del Meeting, seguendo, grazie ai giornalisti e ai conduttori, i numerosi dibattiti, mostre e spettacoli del ricco programma di quest’anno. Da Shakespeare a Woityla: a Sat 2000 Roberto Mussapi racconta “L’avventura della poesia” Sat 2000 presenta la grande poesia, dal Seicento ad oggi, attraverso la lettura e il commento del poeta Roberto Mussapi: dopo il successo e il gradimento della prima serie, dedicata ai poeti da Omero a Shakespeare, torna “L’avventura della poesia”, il secondo ciclo di questo affascinante viaggio culturale nell’opera dei poeti nel mondo e nel tempo, a cura dell’autore contemporaneo. Le prime due puntate sono dedicate al “Nuovo Mondo” con la poesia di William Shakespeare, John Milton, John Donne. Come scrive Roberto Mussapi “Il sedicesimo secolo vede una rivoluzione drammatica e propulsiva nella società europea, che fino ad allora ed ancora per un secolo rappresenterà in toto l’Occidente. 16 La scoperta dell’America (…), le successive scoperte geografiche, zoologiche, botaniche arricchiscono l’immaginazione dell’europeo di nuovi sogni…”. Ed è sempre il grande drammaturgo inglese l’anello di congiunzione con un’altra rivoluzione, quella cioè di Copernico e Galilei che “crea uno shock profondo nell’uomo occidentale, che non si sente più al centro del mondo: inizia qui – scrive ancora Mussapi – quel processo di spaesamento (drammatico ma non solo negativo) che culminerà nel Novecento”. Quattro invece sono le puntate dal titolo “La natura e l’anima” con un percorso poetico dal Settecento all’Ottocento che si snoda attraverso i versi, per esempio, di Goethe, Novalis, Coleridge, Keats, Byron, Alfieri, Foscolo, Leopardi: “il Romanticismo – commenta ancora il poeta contemporaneo – è il movimento nato in Inghilterra e Germania, che reagisce alle astrazioni cerebrali dell’illuminismo e del pensiero cartesiano, ribadendo l’evidenza dell’anima del mondo, operante nella natura, nel mito, nella fiaba, nelle leggende orali, nella religione spontanea…”. “L’idea simbolista” è al centro delle due puntate successive con i versi di Baudelaire, Rimbaud, Rilke: “Ogni cosa è in relazione col tutto, e quindi con noi, l’invisibile si manifesta nel visibile – scrive Mussapi – e il poeta è colui che coglie queste relazioni, ‘svela’, rivela l’invisibile attraverso l’invisibile, il miracoloso e il luminoso nel quotidiano”. Due trasmissioni sono dedicate a quella che il poeta definisce “L’età dell’ansia”: “Il Novecento (…) un secolo di tormento, coincidente con la nascita della psicanalisi, la scienza dell’inconscio che postula una solitudine dell’uomo in sogno rispetto al mondo antico, o dantesco o shakespeariano”. Mussapi legge e commenta così la poesia, tra gli altri, di Eliot, Rilke, Pound, Yeats, Campana, Montale, Ungaretti, Lorca, Neruda, Blok e Benn, espressione di un secolo “dei lager e dei gulag, della bomba atomica, ma anche di una consequenziale fioritura poetica straordinaria”. L’ultimo tassello di questo affascinante mosaico è “Il ritorno della voce”: “Thomas Stearns Eliot non a caso sente la necessità di tornar a far parlare la poesia in scena, accostando alle opere poetiche uno straordinario teatro in versi. Il ritorno della voce, elemento primigenio – continua Mussapi – è già in sé una promessa, una fede nel ritorno: la grande poesia d’Occidente nasce in forma tragica nei teatri di Atene e Siracusa, recitata e cantata da attori”. Ecco allora letti e interpretati i versi di Luzi, Soyinka, Walcott e di un autore d’eccezione: Karol Woityla, “il Papa che cambia in senso vitale le speranze e le prospettive di un secolo”. 6. INFOMEDI@ I grandi concerti pop raccontati in Tv : “Effetti Sonori, da Woodstock a San Siro” In onda su Sat 2000 il secondo ciclo, 14 nuove puntate, di “Effetti sonori”, a cura del musicologo Paolo Prato, dal 25 luglio al 9 agosto, alle 13.30 e in replica alle 23.30 e dal 23 agosto al 6 settembre alle 17.00. Paolo Prato conduce il telespettatore attraverso quarant’anni di storia dei grandi eventi della musica pop, festival e concerti, internazionali e italiani, che hanno visto protagonisti migliaia di giovani e appassionati: dallo storico raduno di Woodstock nel ’69, a quello nell’isola di White, nel ’70; dal mitico concerto nell’81 di Simon e Garfunkel al Central Park di New York, al “Live Aid” nell’85; dal concerto allo stadio di San Siro a Milano di Vasco Rossi nel 2003 a quello di Zucchero alla Royal Albert Hall di Londra nel 2004. Grazie ai contributi filmati dei momenti più suggestivi dei concerti e dei festival musicali, Prato commenta in studio i grandi eventi del pop della storia recente che hanno coinvolto i giovani di allora e di oggi. Ad ogni puntata partecipa un ospite in studio che offre spunti di riflessione e di analisi di questi singolari eventi mass-mediali: esperti, critici, giornalisti, protagonisti del mondo della musica come, tra gli altri, Dario Salvatori, Gegé Telesforo, Paola Gallo e il professor Michele Sorice. All’insegna della qualità la programmazione estiva di inBlu Radio Sono diverse, ma sempre all’insegna della qualità, le novità del palinsesto dell’estate di inBlu Radio: confermati i servizi e gli appuntamenti informativi a cura della redazione giornalistica, continua al mattino il programma “Giro del mondo”, in abito estivo, curato da Daniela Lami, mentre per tutto luglio e agosto “Mattinata inBlu” è trasmessa dal “Bagno 26” di Rimini, con la conduzione degli speakers delle radio inBlu di Rimini, Radio Icaro, e di Bologna, Radio Tau. A mezzogiorno una nuova rubrica a cura di due giovani collaboratori di Radio Missione Francescana di Varese, soprannominati “Castore e Polluce”: s’intitola “Media e rimedia” e vuole essere una breve e frizzante “guida di sopravvivenza” alle offerte soprattutto televisive di questa stagione. Confermata la ormai “storica” rubrica “Ecclesia”, dedicata ai principali eventi della Chiesa in Italia e nel mondo, e gli approfondimenti giornalistici durante il pomeriggio musicale, al posto dell’appuntamento “Rob-inBlu”, realizzato in collaborazione con le redazioni e i corrispondenti delle radio locali collegate, viene proposta la rubrica “Itinerari”, visite guidate e virtuali alle più suggestive bellezze artistiche italiane curate dalle diverse “antenne” radiofoniche sparse sul territorio. “Alta Fedeltà In Concert” è la versione estiva del programma curato da Paola De Simone in cui si approfondiscono con ospiti al telefono i più significativi e i più importanti festival e tour musicali dell’estate. Sospesa Serata in Blu, in fascia pre-serale viene proposto un nuovo programma dedicato al mondo universitario: s’intitola “Universiradio” ed è indirizzato agli studenti, ma non solo. Attenzione è dedicata alle esigenze di chi è già universitario, di chi lo sarà, di chi ama le curiosità legate all’ambito accademico, con il contributo anche di esperti del settore e degli stessi protagonisti, vale a dire gli studenti. Il sabato e la domenica in fascia serale è in onda un nuovo programma condotto da Paolo Prato dal titolo “InBlu Dance”, trent’anni di storia della disco music. “Pomeriggio in Blu – la classifica” del sabato, realizzato durante l’anno con il contributo dei conduttori delle radio locali collegate al circuito, è sostituito da “Il Sabato di Pomeriggio inBlu”, un “collage” dei vari giorni della settimana del programma, in onda dal lunedì al venerdì dalle 13.15 alle 17.00. Infine la domenica trova spazio in palinsesto una nuova trasmissione dedicata al mondo del cinema: “Nessuno è perfetto”, il cui titolo s’ispira alla celebre battuta finale del famoso film “A qualcuno piace caldo”. La rubrica si propone di raccontare la vita dei protagonisti del grande schermo, con una prospettiva originale, raccontandone sì le imprese, ma anche le difficoltà che gli stessi hanno affrontato per raggiungere la popolarità e il successo. Attenzione soprattutto ai film più interessanti della stagione, con l’obiettivo di offrire qualche prezioso suggerimento per chi desidera frequentare le classiche “arene” estive. 17 60/120 secondi su un canale nazionale è di circa 250.000 euro. conomia Edei media “La Stampa”: cambia il direttore Dopo sette anni Marcello Sorgi ha lasciato la direzione del quotidiano “La Stampa”, al suo posto è arrivato Giulio Anselmi, attuale vicepresidente della catena di quotidiani locali Finegil. Sorgi è rimasto, comunque, al quotidiano torinese in qualità di inviato - editorialista. Anselmi può annoverare nel suo curriculum la direzione del settimanale “Il Mondo”, de “L’Espresso”, del quotidiano “Il Messaggero” e dell’agenzia “Ansa”. Telepromozioni in calo Sulle reti Rai e Mediaset si registra, nel periodo compreso tra gennaio ed aprile di quest’anno, un netto calo dei “siparietti pubblicitari”; le cifre parlano infatti di 103 milioni di euro contro i 116 milioni dello stesso periodo del 2004. Il dato è emerso da una ricerca di Strategy&Media Group che ha analizzato i dati relativi alla fascia oraria 18-22.30 (orario nel quale si registrano gli ascolti più alti con una “omogeneità” di pubblico maggiore rispetto ad altri momenti della giornata e perciò più appetibile per le aziende che desiderano promuovere il proprio prodotto). Dalla ricerca emerge che nel primo semestre del 2005 in Rai ci sono state 232 telepromozioni ed in Mediaset 1.228, in calo rispetto al 2004 con, rispettivamente, 272 e 1.376. Tra i principali spender: Prominter figurine (giocattoli), Tre (telefonia mobile), Chateau D’Ax (arredamento), Infostrada (telefonia fissa), Cadey (cura della persona). Il costo medio di un passaggio pubblicitario di 18 Cambio di direttore anche per “Europa”… Nino Rizzo Nervo, entrato nel Consiglio di Amministrazione della Rai, ha lasciato la direzione del quotidiano “Europa”, al suo posto è stato nominato Stefano Menichini. Menichini è coadiuvato da Federico Orlando, affiancato da Pio Cerocchi come condirettore. … e per “Il Messaggero di S. Antonio” Agostino Gardin è stato nominato direttore generale al posto di padre Luciano Bertazzo, che ha diretto la rivista per quattro anni e che è stato nominato preside dell’Istituto Teologico S. Antonio dottore di Padova. Il nuovo direttore è stato tra i fondatori, nel 1980, della rivista di aggiornamento teologico “Credere Oggi”. Convenzione Cei-Scf per i diritti d’autore La Conferenza Episcopale Italiana ha stipulato una convenzione con la Scf (Società consortile fonografici) relativa all’uso di musica registrata nelle comunità ecclesiastiche. In base a questo accordo ciascun ente ecclesiastico pagherà 95 euro all’anno per utilizzare musica incisa, registrata, video o radiodiffusa durante le proprie attività. L’adesione comporta la “sanzione” automatica di quanto dovuto in passato; è possibile, poi, versare in un’unica rata l’importo dovuto per tre anni ed ottenere, così, una riduzione del 50%. Il testo integrale della convenzione è disponibile sul sito www.chiesacattolica.it, nelle pagine dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici. Cinema per ragazzi a Salerno Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento con il “Giffoni film festival”, rassegna internazionale di cinema per ragazzi diretta da Claudio Gubitori. La 35a edizione in programma nella cittadella del cinema di Giffoni (Sa) dal 16 al 23 luglio presentava quattro sezioni: suddivise tra Y Gen (15-19 anni), Free to fly (12-14 anni), First Screens (9-12 anni) e Kidz (6-9 anni) per 30 lungometraggi e 28 corti all’insegna della “emozione” (tema centrale scelto per quest’anno). Isullafattistampadel mese ✍ Giovanni Paolo II Santo “Papa Wojtyla, via alla beatificazione” (La Repubblica), “Beatificazione di Wojtyla: una email per i miracoli” (Corriere della Sera), “‘Wojtyla Santo subito’: domani il via al processo” (Il Messaggero): così tre tra i principali quotidiani italiani presentavano la mattina di lunedì 27 giugno l’evento dell’apertura ufficiale del processo di beatificazione, che avrebbe preso il via la sera del giorno dopo, martedì 28, in San Giovanni in Laterano, con l’insediamento del “tribunale” incaricato di vagliare tutti gli aspetti della “causa”. Per il quotidiano La Stampa (27/06), “la fama di santità è uno degli elementi determinanti, per aprire la causa: e quella di Papa Wojtyla è debordante. Il postulatore ha dichiarato che gli stanno giungendo a valanga segnalazioni di grazie ricevute per intercessione del pontefice scomparso”. Il giornalista Marco Tosatti, che firma l’articolo “Domani il primo atto per Wojtyla santo”, annota che “negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II erano in molti a credere nella sua capacità (di guarigione miracolosa, ndr). Chi portava i malati davanti al Papa gli diceva: ‘Santità, ricorda l’ombra di Pietro?’. Negli Atti degli Apostoli, infatti, si dice che i malati portati davanti a Pietro guarivano al solo contatto con la sua ombra. I fedeli ricordavano a Giovanni Paolo II l’ombra di Pietro, invocando la guari- gione”. Avvenire (28/06) dedica un editoriale al processo di beatificazione di Papa Wojtyla, a firma di Davide Rondoni e col titolo “Quel punto segreto di Karol il Grande”. Riferendo di una poesia giovanile del futuro papa in cui “ringraziava Dio di averlo ‘intagliato’ da un ‘tronco di tiglio’”, Rondoni prosegue dicendo: “lui sapeva di essere nelle mani di un grande Artista. E che la sua gioia umana si sarebbe compiuta nel divenire opera di un Altro”. “L’appartenenza a Dio – conclude – è la più profonda e la più degna statura dell’uomo. Viene prima, come radice e come giudizio su qualsiasi altra, fosse anche la legge o lo Stato”. Su Il Tempo (27/06) viene riportata la testimonianza di Edith Tsirer, che oggi ha 73 anni e vive a Haifa. Ben 60 anni fa, nel 1945, la donna, allora 13enne, conobbe don Wojtyla in circostanze eccezionali: liberata da un campo di concentramento in Polonia, era sola e affamata, i suoi parenti erano tutti stati uccisi dai nazisti. Le si avvicinò l’allora giovane prete futuro papa, le chiese chi fosse, le dette da mangiare. Non riuscendo a camminare, “a quel punto allora il prete mi prese sulle sue spalle. Era robusto, aveva un aspetto da atleta, letteralmente mi sollevò e mi trasportò come un sacco lungo quattro chilometri nella neve”. “Lui mi ha dato la forza per vivere – spiega l’israeliana – io non pensai nemmeno per un momento che era un sacerdote, ma un essere umano, un angelo che Dio mi aveva inviato. Pensavo che non era una persona normale un uomo che si era caricato in spalle una ragazzina piena di pidocchi, sporca, di 29 chili. Fu un miracolo. Era come se Dio mi avesse baciato dal cielo”. Quando la donna nel 1978 lesse sul giornale che un cardinale polacco era stato eletto Papa, lo riconobbe subito: “Quasi caddi dalla sedia – ricorda – ma in realtà mi parve molto logico”. Lo incontrò soltanto nel 1997 … poi fu lei ad accogliere il Papa, con altri cinque ex-deportati, al museo dell’Olocausto di Gerusalemme nel 2000, quando Giovanni Paolo II si recò in visita in Terra Santa”. Chiesa e laicità “Vi è un’importante novità nel messaggio di Ratzinger che sarebbe un errore non cogliere”: lo scrive La Voce Repubblicana (27/06) in una nota, in cui difende la piena legittimità della Chiesa ad intervenire sui problemi della società civile, elogiando nel contempo l’apertura di Benedetto XVI sia verso i laici, sia verso le religioni diverse dal cristianesimo. Scrive infatti il giornale repubblicano “…il riconosci- 19 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA mento verso l’ebraismo significa un riconoscimento verso una spiritualità diversa da quella cattolica, da non sottovalutare. Il dialogo aperto con i laici sul presupposto di un’azione, come se Dio ci fosse, non significa imporre l’esistenza di Dio come un dogma. Non è una sfumatura irrilevante. Al contrario, è accettare valutazioni diverse che possono portare ad una rispettosa convivenza. Questo presuppone che la Chiesa abbia tutti i diritti di dire e sostenere quello che pensa. Lo Stato è poi libero di condividere l’impostazione dei problemi data dalla Chiesa o cercarne un’altra. Si tratta allora di misurare la forza dello Stato laico, ed un tale confronto non è detto affatto che risulti perdente”. Sul rapporto Stato-Chiesa dopo l’incontro tra Papa Ratzinger e il Presidente Ciampi, interviene Giovanni Miccoli con una lunga riflessione di una intera pagina su Il Manifesto (28/06) dal titolo “Le tre questioni di Benedetto”. L’autore parla di “tendenze e orientamenti espressi da esponenti non secondari delle istituzioni e del mondo politico italiano, volti da qualche tempo a enfatizzare il ruolo della Chiesa e del cattolicesimo in funzione di una riscoperta e di un rafforzamento dell’identità dell’Occidente, come si dice, e in vista, così parrebbe, di applicare alla realtà italiana quella saldatura tra politica e religione che negli Stati Uniti ha portato alla vittoria di George W. Bush”. Sul tema della laicità e della presenza della Chiesa nel sociale, afferma che la Chiesa (tende, ndr) a “schierarsi nell’agone politico, sottraendo tra l’altro ai laici cattolici quella primaria responsabilità di operare essi nelle realtà temporali che pur il Concilio Vaticano II tendeva a riconoscere loro”. Sui “limiti di intervento” della stessa Chiesa, Miccoli ricorda che nel momento in cui “la coscienza di sé e della verità di cui ci si sente portatori rivendica il proprio diritto/dovere, reclamandone insieme il riconoscimento altrui, non di giudicare ma di dettare o ispirare le norme regolatrici della vita associata, sembra evidente che si sta fuoriuscendo, se non si è ormai già fuori, da una concezione e da una prassi di laicità”. La terza “questione”, quella della scuola paritaria e degli impedimenti economici alle famiglie per la sua scelta “libera”, viene valutata dal commentatore così: “La questione potrebbe essere risolta prevedendo una detrazione nell’annuale dichiarazione dei redditi di tutte o in parte le spese scolastiche sostenute dalle famiglie … altra è la domanda che ci si deve porre. Se cioè è positivo incentivare un allargamento e potenziamento delle scuole private con il conseguente ulteriore indebolimento della già sufficientemente disastrata scuola statale, favorendo così inevitabili separatezze all’interno del mondo giovanile”. 20 Nascite sempre più in calo “Anoressia demografica curata dagli stranieri” è il titolo dell’editoriale di Antonio Golini su Il Messaggero (28/06), che commenta i dati sulla “crescita” demografica registrata nel nostro paese per la prima volta dopo dodici anni. A fronte di 15.941 bambini in più nati nel 2004 rispetto al 2003, per ogni italiano – dicono le statistiche – nascono due figli di stranieri. Così che l’aumento totale annuo di 574 mila persone in realtà è dovuto per circa due terzi al saldo migratorio (cioè gli immigrati “regolari”) positivo per 379 mila unità, oltre ai 25.900 regolarizzati. Nel commento, Golini rileva che “ci sono interi settori produttivi rivitalizzati dagli stranieri che quindi evitano il loro declino e anzi contribuiscono a creare posti di lavoro anche per gli italiani”. Le nascite di bambini stranieri costituiscono “l’8,6% del totale … queste cifre ripropongono ancora una volta l’assoluta urgenza di rivedere la norma che mantiene stranieri fino al 18° anno di età i bambini che nascono, crescono e studiano (per di più, come è ovvio e giusto, a nostre spese per tutta la scuola dell’obbligo) in Italia, introducendo come è in Francia, negli Stati Uniti, in Germania e in molti altri Paesi il diritto alla cittadinanza per coloro che nascono nel Paese stesso”. La conclusione di Golini è che, alla luce dei dati pur positivi e in crescita, “gli italiani continuano a non far figli”. Sullo stesso argomento il Corriere della Sera (28/06) titola in prima pagina: “Più figli in Italia, grazie alle trentenni del Nord”, con nell’occhiello “Oltre alle immigrate, decisive le maternità ritardate”. Dopo il referendum sulla fecondazione assistita L’esito sorprendente del referendum sulla fecondazione assistita ha innestato una serie di riflessioni a tutto campo in tema di etica, religiosità, laicità dello Stato, dialogo fede-ragione, tutela della vita, libertà individuali. Su Avvenire (05/07) interviene il filosofo Vittorio Possenti con uno scritto dal titolo “Filosofi sospesi fra anima e Dna”, nel quale rileva che “la condizione della bioetica, nonostante il convergere su di essa di tante attenzioni, appare precaria per la difficoltà a fare emergere evidenze condivise. L’urgenza di trovare soluzioni ai dilemmi suscitati dal progresso delle tecnologie, ha il suo peso nell’indirizzare verso elaborazioni precipitose”. Possenti pone a questo punto il tema dell’embrione, che definisce “crocevia imprescindibile, perché in esso ne 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA va della comprensione dell’uomo e della vita”, e fa riferimento a posizioni “funzionali” come quella di Giovanni Sartori che “si è schierato per una determinazione funzionalistica dell’esser-persona” sostenendo che ‘la tesi che l’embrione è già un essere umano … è razionalmente insostenibile’ ”. Per Possenti, invece, “la corporeità umana non è qualcosa di estrinseco e di separabile dall’uomo. Il Dna e il nostro individuale patrimonio genetico portano molte informazioni sul nostro futuro: non ci predeterminano, perché anche l’ambiente conta, ma ci orientano”. Nel suo scritto “Il vero incontro tra chi crede e chi non crede”, Alberto Asor Rosa su La Repubblica (05/07) prende spunto da un pensiero di Papa Ratzinger rivolto ai laici, che cioè, “dal momento che non riescono a trovare la via dell’accettazione di Dio (sic), dovrebbero ‘comunque cercare di vivere e indirizzare la loro vita, veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse’ ”. Il pensatore ribatte che “la domanda corretta secondo il mio punto di vista potrebbe essere: non esiste una terza posizione, un veluti si diverso e meno coercitivo, fra il veluti si Deus daretur, che il Papa attuale chiede autorevolmente ai non credenti, e il veluti si Deus non daretur, che alcuni intellettuali laici, forse non poco altrettanto autorevolmente, ma, penso, con identica onestà intellettuale, chiedono ai non credenti?”. Asor Rosa conclude affermando che “non c’è dubbio che in Italia il problema sia la forte pressione della gerarchia cattolica a reimpadronirsi egemonicamente di tutti i terreni dove trovano la loro peculiare collocazione le libertà di coscienza, di ricerca, di espressione e di comportamento. Chiederci di comportarci veluti si Deus daretur, è come dirci: guardate che da soli non ce la potete fare. Bene, io penso che ce la faremo”. Anche Il Manifesto (05/07) dedica un editoriale col titolo “Fede politica”, all’evoluzione delle posizioni nei due schieramenti dopo la vittoria degli anti-referendari. L’autrice Rossana Rossanda, prendendo spunto dalle recenti prese di posizione pubbliche del Presidente del Senato Marcello Pera in tema di matrimoni-gay e di quello della Camera, Pierferdinando Casini, su fede e politica, commenta: “Perché è così difficile ai politici della seconda repubblica fare una distinzione di campo che faceva la vecchia Democrazia Cristiana? Se mai la transizione (parola sempre più equivoca) dovrebbe proporsi per prima cosa di porre fine a quella incongruità nella repubblica che è il Concordato, il quale appoggia in concreto nell’ordinamento scolastico e nei finanziamenti la religione cattolica rispetto alle altre e ai non credenti”. Riprendendo il tema delle “radici cristiane dell’Europa”, Rossanda conclude dicendo che si tratta di “una preoccupazione identitaria (che) è, a mio avviso, sempre densa di pericoli. Ma se l’Europa, che rappresenta un avvenimento epocale, ne ha bisogno, dovrebbe definirla con prudenza nella totalità della sua storia e del suo presente in cerca di quella innovazione che sarebbe il bisogno di pace, di maggior uguaglianza sociale e di rispetto per l’altro, dei quali non si vedono neanche i virgulti”. Grande rilievo ha, sui giornali di martedì 5 luglio, la notizia del dissenso espresso dal Presidente del Senato, Marcello Pera, a proposito delle nozze gay approvate in Spagna. Le sue parole (“È falso che si tratti di conquiste civili … si tratta piuttosto del trionfo di quel laicismo che pretende di trasformare i desideri, e talvolta anche i capricci, in diritti umani”) sono commentate sul Corriere della Sera (05/07) da Massimo Franco in una nota dal titolo “La sinistra e l’offensiva del fronte astensionista”), nella quale tra l’altro si dice: “… il risultato è che lo scontro referendario di giugno si proietta sulla campagna elettorale; ma con la sinistra, non più la Chiesa, candidata all’accerchiamento”. L’editorialista prosegue dicendo che “a suo dire (di Pera, ndr), sarebbe stata sconfitta invece ‘l’arroganza del pensiero elitario cosiddetto progressista e illuminista”. I dibattiti conseguenti a queste prese di posizione – conclude Franco – “sono segni di una campagna elettorale che tende a replicare gli steccati referendari: ma per rimarcare l’isolamento del ‘sì’. L’operazione sa di forzatura. Si spiega con il calcolo di conquistare consensi moderati; e di tenere sotto scacco una sinistra che fatica a dialogare con un cattolicesimo magari minoritario, ma più in sintonia con gli umori del Paese”. Anche L’Unità (05/07) si occupa delle dichiarazioni di Pera, con due commenti: “Stato laico sotto assedio” di Bruno Gravagnuolo e “Ascolta si fa pera” di Marco Travaglio. Gravagnuolo parla della destra italiana che “sta per conoscere la sua controrivoluzione copernicana”, fatta di “neoconfessionalismo clericale e familista” e sostiene che “dietro l’attacco al relativismo si nascondono l’attacco al pluralismo, e la battaglia via via più aggressiva per il primato civile della religione nella Res Publica”. L’estremismo islamico colpisce Londra Non si spegne l’eco sulla stampa per il gesto terroristico di Londra del 6 luglio. In un editoriale in prima pagina di La Repubblica (11/07) dal titolo “Un dialogo tra civiltà”, Giulio Anselmi riflette sull’invocazione di domenica del Papa all’Angelus “Fermatevi, in nome di Dio” rivolta ai terroristi, affermando: “Non c’è buonismo negli accenti del vescovo di 21 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA Roma, niente può giustificare un atto vile contro innocenti … l’accorato appello ai terroristi perché abbandonino i loro propositi di violenza e di morte significa tendere la mano in nome del Dio della vita, che accomuna e ispira tutte le fedi religiose, e rifiutare la psicologia da accerchiamento islamico sempre più estesa in Occidente”. Secondo Anselmi, “il terrorismo di matrice islamica vuole destabilizzare il processo di globalizzazione in corso perché favorisce e promuove l’esportabilità dei valori e dei diritti occidentali nei paesi arabi”. La linea adottata da Benedetto XVI è la difesa “con intransigenza della dottrina”, rifiutando “la sua benedizione a chi, con profezia che rischia di autoadempiersi, predica una guerra di religione”. “Fermezza non leggi speciali” è invece il titolo dell’editoriale di Igor Man su La Stampa (11/07) nel quale si dice tra l’altro: “A noi ‘infedeli’, italiani in particolare, tocca il compito non facile di aiutare gli islamici onesti (la maggioranza) a isolare gli apprendisti stregoni che bestemmiano il Corano insidiando una società anch’essa, come e più della nostra, massacrata dal terrorismo islamico (vedi l’Iraq, l’Afghanistan) … Nervi saldi, dunque, e pazienza. Come al tempo fosco delle Br. E niente isterismi legislativi”. Su Avvenire (12/07) Ali Schuetz firma un commento dal titolo “Musulmani d’Italia fuori dagli equivoci”, nel quale afferma tra l’altro: “Per sconfiggere l’aberrante piano dei terroristi islamici si deve, a nostro avviso, vigilare maggiormente – con la collaborazione dei musulmani stessi, che non possono continuare a far finta di niente – al fine di prevenire e combattere i terroristi per mezzo della legalità democratica, che dovrebbe contraddistinguere la civile Europa, e per non dar loro nuovi alibi”. “Barbarica o anticristiana? La violenza non ha aggettivi” è il titolo del commento che appare sul Corriere della Sera (12/07) a firma di Alberto Melloni, nel quale l’autore riflette sulla proposta di chiamare “il terrorismo quaedista col nome ‘anticristiano’”. “Per fortuna di tutti e per grazia di Dio – scrive Melloni – i terroristi sono una minoranza insignificante anche nell’universo musulmano – e ne sono consapevoli le tante chiese che vivono dentro l’islam … Queste chiese, e la sede romana che le ascolta, sanno che ciò che prosciugherà l’acqua in cui nuotano i terroristi non sarà la scelta di un aggettivo deprecatorio, ma al contrario la crescita di una più forte coscienza religiosa, di una più acuta teologia, di una più rigorosa disciplina spirituale che sappia portare dentro la vita di ciascun uomo di fede il vero e aspro jihad che secondo l’islam è quella contro il peccato e le passioni disordinate”. Per Alain Touraine, che scrive un commento su Il Sole 22 24 Ore (12/07) dal titolo “Il fallimento dei terroristi”, “ciò che il terrorismo fa vedere a coloro che hanno il coraggio di guardarlo è la propria debolezza. Il terrorismo islamico è così l’ultima tappa del fallimento dei tentativi di creazione di nuovi Stati … L’atto terroristico è una confessione di impotenza e di sconfitta. Nei casi più drammatici significa che, essendo la vittoria impossibile, la morte è preferibile alla schiavitù”. Touraine conclude affermando che “ogni azione criminale di tipo terroristico si compone di una parte di suicidio e di una parte di fallimento”. Toni allarmati, sui quotidiani italiani di lunedì 18 luglio, per le minacce su internet di un gruppo terrorista nei confronti dei paesi “crociati”, tra cui l’Italia. “Stragi in Iraq e minacce all’Italia” titola il Corriere della Sera in apertura pubblicando un editoriale di Magdi Allam dal titolo “In silenzio per Bagdad”, nel quale tra l’altro scrive: “Dopodomani, mercoledì 20 luglio, gli iracheni osserveranno a mezzogiorno un minuto di silenzio per commemorare le migliaia di vittime del terrorismo. Noi occidentali cosa faremo? E i musulmani nel mondo che cosa faranno? È sensato che si inorridisca, si denunci, si reagisca alle bombe di New York, Madrid e Londra, e poi si assista imperturbabili, omertosi, inerti alle stragi di innocenti a Bagdad?”. Nell’editoriale “Riscoprire la stagione dei doveri”, Michele Ainis sul quotidiano La Stampa (18/07) riflette sulle minacce all’Italia da parte di ambienti terroristici islamici. “Esposte al terrorismo e alla piena dell’immigrazione, le nostre società sono sempre più strette fra due corni: libertà contro sicurezza. Una morsa inesorabile, che a quanto pare non ammette via di mezzo, e che reclama il sacrificio dell’uno o dell’altro valore in gioco”. Su La Repubblica (18/07) Stefano Rodotà firma un editoriale dal titolo “Dei diritti e delle garanzie nella guerra contro Al Qaeda” nel quale riflette sull’ipotesi di “ricorso a leggi eccezionali” di fronte alle minacce terroristiche. “Quando si fa troppo spazio a poteri liberi da controlli, il rischio di alterare gli equilibri costituzionali è molto forte e dev’essere evitato, proprio per impedire incrinature del sistema democratico delle garanzie”. “Un patto di civiltà” è il titolo dell’editoriale de L’Unità (18/07) che si riferisce al titolo di apertura “L’Islam italiano apre al dialogo. Dalla Lega chiusura e scontro”. Il giornale commenta che “da una parte c’è chi chiede intese tra lo Stato e le comunità musulmane, dall’altro c’è chi punta allo scontro di civiltà. È anche attonro a queste scelte che si costruisce una strategia contro il terrorismo”. Solo in un sottotitolo il quotidiano della sinistra riferisce 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA “Nuove minacce sul web all’Italia dai terroristi di Londra”. Il giorno seguente, martedì 19 luglio, i quotidiani danno ancora spazio al tema della sicurezza, a partire dall’incontro dei ministri degli esteri europei che hanno assunto l’impegno di realizzare un piano comune entro dicembre. “Un’altra Schengen da abolire assai più subdola” è il titolo dell’editoriale di Avvenire (19/07), a firma di Giorgio Ferrari nel quale tra l’altro si sottolinea che “di fronte all’esplicita minaccia del terrorismo di matrice islamica si va accarezzando in queste settimane l’ipotesi di una sospensione degli accordi di Schengen, il cui principale effetto sarebbe quello di reintrodurre i controlli di frontiera”. Secondo Ferrari il provvedimento non servirebbe a molto: “dubitiamo che chi mette a segno un piano criminoso della portata di quelli di Madrid o di Londra cerchi di oltrepassare una frontiera con documenti falsi. La legittimità anagrafica e una apparente irreprensibilità sono i requisiti di base per muoversi indisturbati sul territorio che si vuole colpire”. Sullo stesso tema, Boris Biancheri firma un editoriale su La Stampa (19/07) dal titolo “Dialogo e guerra santa”, nel quale osserva che “siamo dunque, noi e loro, abissalmente lontani. Noi apparteniamo al mondo laico della logica e della ragione, che resta tale anche quando commettiamo errori di giudizio e di condotta. Per la jihad islamica questa è una guerra contro l’occidente e al tempo stesso una guerra dell’Islam vero contro un Islam degenere. È una fonte di prestigio e di gloria, è il momento del sacro e dell’assoluto che si sublima nella morte e nella nera festa della distruzione di tutto. Proprio perché è disumana, è una guerra divina”. Novità e dibattiti in campo politico Il dibattito politico italiano si arricchisce nel frattempo di movimenti nell’associazionismo cattolico e di “aperture” di certa sinistra. Ne parla sul Corriere della Sera (12/07) Massimo Franco nel servizio dal titolo “Incontro Fassino-Betori, i Ds vogliono rassicurare la Chiesa”. “Il leader dei Ds – spiega il notista – voleva spiegare la posizione del suo partito; e far capire che lo scontro sulla fecondazione assistita non voleva essere la prova generale di una sorta di ‘zapaterismo all’italiana’; non almeno, da parte del gruppo dirigente diessino, uscito sconfitto col fronte del ‘sì’ ”. “Più in generale, si avverte la fatica della sinistra a dialogare con un universo cattolico riplasmato dal pontificato di Giovanni Paolo II e dall’interventismo ruiniano … soprattutto, si fa notare, la sinistra ha ritenuto che la questione cattolica fosse politicamente chiusa con la fine della Dc: mentre si apriva proprio in quel momento”. Altri temi che hanno trovato largo seguito sui giornali dei giorni scorsi sono stati l’inizio delle vacanze di Benedetto XVI in Val d’Aosta (“Tre casse di libri per una vacanza di studio”, nota La Stampa del 12/07), il documento del Pontificio consiglio per i migranti che chiede che vengano puniti i clienti delle prostitute, per scoraggiare lo sfruttamento sessuale (pressochè tutti univochi i titoli dei giornali, “Salvare le prostitute, punire i clienti” su La Repubblica del 12/07), e il “Ciclone Josè, Zapatero passa alla clonazione” (Il Manifesto, 12/07) nel quale si nota che dopo la legalizzazione delle nozze-gay, “il governo di Madrid mette in cantiere una nuova legge sulla clonazione terapeutica … inevitabile anche questa volta lo scontro con la chiesa cattolica”. 23 Smultimediali egnalazioni Vita consacrata e cultura della comunicazione, AA. VV., San Paolo, pagine 246, euro 14. La vorticosa evoluzione dei mass media ha cambiato lo scenario delle nostre vite nel giro di un battito d’ali della storia; si pensi a internet che in pochi anni ha aggiunto il suo potenziale a quello pluridecennale della tv, alla centenaria attività della radio e al compito che la carta stampata assolve da mezzo millennio. In che modo ha influito tutto ciò su un’esperienza antica come la consacrazione religiosa? In che modo hanno risposto, stanno rispondendo o dovrebbero sempre più rispondere gli ordini religiosi alla sfida posta da queste res novae che ormai sono divenute familiari, ambiente quotidiano? Assuefazione o, anche qui, come è nel carisma proprio di ciascuna espressione di vita consacrata, visione profetica? Intorno a questi temi si è svolto a Roma nel marzo dello scorso anno un convegno organizzato dal Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” dei Legionari di Cristo. Ora ne escono gli atti, attraverso i quali si può riprendere il filo della discussione su uno snodo cruciale dei nostri tempi, che fa da sfondo a tutta la materia. Come conciliare una cultura della comunicazione che bada sempre più all’istante, alla gratificazione, allo scoop, ai mezzi facili e grossolani di intrattenimento, al business, con uno stile di vita che si conforma al Vangelo? Le chiavi di lettura offerte per articolare delle risposte sono quelle di una reale comprensione di ciò che è “cultura della comunicazione”, di una conoscenza di ciò che la Chiesa mette in campo nel vasto areopago mediale, di una corretta formulazione del rapporto media/vita consacrata con un’attenzione particolare al periodo della formazione. In parti- 24 colare i media non vanno mitizzati sottolineano due interventi, quello del superiore dei Paolini (ma non lo era ancora al tempo del convegno), don Silvio Sassi e quello del vescovo Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. «Se manteniamo la comunicazione nell’ambito di una cultura, allora diciamo che essa resta un insieme di tecnologie e di valori da organizzare in un progetto di persona e di società. È l’intervento umano ciò che rende possibile dare un orientamento alle potenzialità della comunicazione attuale» scrive il primo. Mentre il secondo, richiamando la sua passata frequentazione dei giornalisti quale segretario dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, ricorda come sia difficile far corrispondere appieno attività di evangelizzazione e necessità dei media e chiede di non “lasciarsi prendere dall’illusione di chi ‘divinizza’ i mezzi di comunicazione, che restano delle realtà umane e in continua evoluzione”. Ai religiosi, soprattutto quelli che lavorano nel campo, è richiesto di portare una visione più alta e profonda dell’uomo, di interrompere il cerchio del consueto agire massmediale sollevando nell’agone le parole di san Paolo (il grande comunicatore) che aveva chiara la consapevolezza di un fatto: «Passa la scena di questo mondo» (1Cor 7, 31). Lessico della libertà D. Anselmo, F. Gaiffi, N. Genghini, P. Gomarasca, S. Zanardo, Paoline, pagine 162, euro 11. Un laboratorio per il tempo che viene. Una bussola per muoversi senza inciampare tra le pietre che affiorano da un terreno sempre in movimento, quello della storia. Chi trovasse altisonanti queste parole a confronto di un libro di poco più di 150 pagine scritto da cinque giovani studiosi – che grazie al Centro universitario cattolico (Cuc) stanno portando avanti un’attività di ricerca coordinata intorno ai concetti di “Libertà e bene” – avrà solo l’onere di aprire il volume e verificare con i propri occhi. Si tratta di un percorso nella filosofia morale che punta a trovare, senza tentennamenti, scorciatoie semplificatrici o – all’opposto – inutili divagazioni, le ragioni di un “comunitarismo” che sia allo stesso tempo attento al singolo e alle sue esigenze. Un correttivo all’individualismo sfrenato – matrice culturale di stampo liberal-libertario che sembra sempre più prender piede oggi – che non diventi ipso facto un appiattimento, ma sia piuttosto uno stimolo a giocare la propria esistenza secondo un’idea discendente direttamente dal personalismo di Mounier: 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI essere “per” l’altro. «Per dire del buon uso della libertà bisognava declinare non la libertà delle individualità narcisisticamente arroccate nella loro insindacabile pretesa di fare tutto a partire da sé (la libertà che abbiamo ereditato dai moderni), ma la libertà di ognuno come sollecitudine per la libertà di tutti; ossia declinare non la libertà come universale conflitto di interessi incomponibili, perché potenzialmente illimitati, ma la libertà come amichevole convenire in ciò che tutti ci accomuna», viene spiegato nella prefazione, vergata da cinque affermati docenti di filosofia: Luigi Alici, Francesco Botturi, Adriano Fabris, Carmelo Vigna e Francesco Viola. Attraverso l’analisi di quindici parole-chiave, dunque, il lettore viene guidato alla scoperta di un vero e proprio vocabolario della convivenza, tanto più necessario in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui non solo tra culture e religioni diverse appare esserci conflitto, ma anche nel cuore della nostra civiltà si afferma un laicismo aggressivo che nega cittadinanza alle visioni del mondo basate sulla fede. La struttura del percorso è in cinque “triadi”. Inizia Susy Zanardo con “Libertà, Legge, Autonomia”, con l’intento di mostrare che «l’autonomia personale non può realizzarsi senza universalità, cioè senza che sia la fioritura di ogni essere umano». E viceversa dal singolo ai molti. Paolo Gomarasca si sofferma, invece, su “Emozioni, affetti, legami” andando in cerca del «robusto filo etico che annodava anticamente affetti e legami», mentre oggi si insiste sul carattere svincolato da tutto che pertiene a ogni emozione. Intorno alla relazione con l’altro, inteso come entità personale, culturale, nazionale, ma anche visto come semplice portatore di uno stile di vita diverso ruota la riflessione di Nevio Genghini su “Relazione, riconoscimento, reciprocità”. Per Francesco Gaiffi, che tratta di “Identità, alterità, conflitto”, tre sono le istanze fondamentali dell’oggi: ricerca delle radici, superamento della frammentazione del soggetto, rapporto con la diversità. Daniele Anselmo, infine, guardando a “Pluralismo, bene comune, cooperazione”, formula la speranza che «si possa intendere il conflitto stesso in modo costruttivo e non distruttivo e che si possano ritrovare valori comuni come la giustizia, l’equità e i diritti umani, attorno a cui intessere una qualche forma di vita comune». Insomma, il volume è un condensato di spunti per la vita quotidiana, non solo per il dibattito filosofico e la disamina socio-politica; per questo il volume punta a trovare in attente figure di educatori i propri rivoli di diffusione. Ad esempio nell’ambito del Progetto culturale della Chiesa italiana, dal cui Servizio nazionale è nata la pubblicazione. E anche qui non solo tra gli animatori della cultura, ma – attraverso di essi – al maggior numero di persone possibili. La società multicaotica, Pier Giorgio Liverani, Ares, pagine 432, euro 17. È la torre di Babele l’icona del viaggio che il giornalista Pier Giorgio Liverani, già direttore del quotidiano Avvenire, dedica a un concetto coniato da Italo Calvino: l’Antilingua. Essa è la subdola variante italica dell’americano politically correct, il quale ha almeno il pregio di essere esplicito, di rivendicare gli slittamenti semantici che opera in nome di ideologie più o meno innocue (il volume porta in appendice l’ultimo aggiornamento del “Dizionario dell’Antilingua”, cui l’autore lavora ormai dal 1993). C’è un po’ di sapienza biblica, un po’ di Orwell, un po’ di Zapatero in queste pagine, che – con stile sempre accattivante – vanno a scavare nei meandri un po’ contorti della nostra società: dove matrimonio non si sa più se significhi unione tra un uomo e una donna per formare, con degli eventuali figli, una famiglia (altro termine ormai ridotto a chewing-gum) o qualcosa d’altro. Dove non si sa più che cosa significhi ‘generare’, schiacciati come si è tra propaganda della contraccezione da un lato, diritto a un figlio ad ogni costo (anche per coppie dello stesso sesso) dall’altro, su su fino alle gelide realtà della fecondazione in vitro. Una situazione, avverte l’autore, nella quale è in pericolo la stessa idea di uomo. «Le leggi sull’eutanasia, sull’aborto, sulla fecondazione artificiale, sulle manipolazioni genetiche, sulla clonazione manifestano, infatti, di puntare a un obiettivo che va ben oltre i loro effetti materiali e limitati», arrivando “all’uomo autopoietico”. Cioè, immagine cara a Liverani, l’uomo “fai-da-te”, che nega la propria somiglianza con Dio e, così facendo, Dio stesso. Insomma, questione teologica e questione antropologica sono strettamente legate. E in gioco c’è, non solo la visione dell’uomo, ma anche il modello di società che si vuole portare avanti. Sempre più, infatti, la convivenza di diversi popoli porta a compagini, appunto, multietniche, il che significa anche multiculturali e, spesso, multireligiose. Uno scenario ricco di potenzialità positive, che però rischia, se il multiculturale vira nel relativismo, di trasformarsi nella confusione delle lingue di cui narra la Bibbia. Da multietnica la nostra società rischia di divenire “multietica”, dove non si può scegliere una scala di valori che sia migliore di un’altra. Rischio paralisi? No, perché surrettiziamente una 25 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI visione del mondo, sia pure minoritaria, sia pure proclamando l’assenza di verità assolute, si erge a verità assoluta e indiscutibile, dettando l’agenda magari alle maggioranze. Per mezzo dell’antilingua, che come il nero di seppia ci occulta agli occhi ciò che stiamo creando e non abbiamo il coraggio di chiamare con il suo nome: il Caos. Dalla Parola alle Opere. 15 anni di testimonianze del Vangelo della Carità nel Terzo Mondo Conferenza Episcopale Italiana, Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, 2005 Dalla Parola alle Opere è un’ ampia e documentata illustrazione dei progetti e delle iniziative finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso il “Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo”, dal 1990 al giugno 2004. L’intento è di informare dettagliatamente sulla utilizzazione dei fondi provenienti dall’otto per mille destinati dalla Chiesa cattolica a sostegno della promozione umana, dello sviluppo, e di altri aiuti caritativi nelle emergenze dei paesi del Sud del mondo. I missionari, religiosi e laici, i volontari e i tecnici promotori di sviluppo hanno accompagnato gli ingenti aiuti in denaro, nella convinzione che il migliore contributo alla crescita globale delle società sia offerto dalla presenza di persone qualificate, che mettano la propria competenza a servizio di una reciproca collaborazione. «L’istituto dell’otto per mille non ha rappresentato soltanto un’opportunità finanziaria in più, ma una forma di “democrazia fiscale”, aperta a tutti i contribuenti e finalizzata al sostegno di attività caritative e umanitarie, per combattere gravi forme di emarginazione e promuovere lo sviluppo integrale delle persone e delle comunità – sottolinea Sua Em.za Card. Camillo Ruini, Presidente della CEI, nella presentazione del Libro Bianco –. In questo spirito, nella nuova legislazione scaturita dall’Accordo concordatario è espressamente riservato uno spazio per la cooperazione internazionale con i paesi del Sud del mondo». Il volume, oltre all’ampia e documentata informazione, rende conto della trasparenza di quanto si è operato, dando ragione di come si è risposto alla fiducia accordata da tanti contribuenti, nella speranza che anche in futuro non venga a mancare né diminuisca il sostegno a questa forma di attenta e mirata solidarietà. 26 Dal 1990 al 2004 sono stati effettuati 6275 interventi in Africa, America Latina, Asia, Europa, Medio Oriente per un totale di 710 milioni di Euro. Così come è possibile osservare nelle tabelle (allegato 1) Nel continente africano il numero di interventi è pari a 2314, mentre in quello latino-americano è di 2132. In Asia sono stati effettuati 1380 interventi; in Europa 146, in Medio Oriente 176, in Oceania 21, mentre è di 106 il numero degli interventi soprannazionali. Navigando nella rete Cammino Neocatecumenale www.camminoneocatecumenale.it Tramite le pagine del loro sito ufficiale viene presentato ai navigatori un profilo con la genesi, la spiritualità e il carisma del Cammino Neocatecumenale iniziato da Kiko Arguello e Carmen Ernandez da più di trent’anni nelle baracche della periferia emarginata di Madrid e poi diffusosi in tutto il mondo. Il fondatore, Kiko, lo descrive così: “Con il neocatecumenato si apre, al centro della pastorale della parrocchia, un cammino di iniziazione cristiana, che sviluppa una pastorale di evangelizzazione per adulti, rigenerando alla fede tanti fratelli che vivono un cristianesimo abitudinario e dando la possibilità a tanti uomini, che vivono immersi in un mondo secolarizzato, di incontrarsi con il nostro Signore Gesù attraverso comunità cristiane che vivono la loro fede nella statura adulta dell’amore nella dimensione della Croce e della perfetta unità”. Disponibile in sei lingue, il sito contiene la presentazione del Cammino Neocatecumenale tramite le parole dell’iniziatore (interviste, interventi, discorsi); le parole di Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II; la descrizione di alcune realtà che sono sorte dal suo interno (vocazioni al sacerdozio, famiglie in missione); l’esperienza di alcune persone che partecipano a questo itinerario di fede. Sono presenti link alle varie risorse che sono collegate con tale esperienza (parrocchie, pagine personali, singole Comunità, ecc.). 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI Non può mancare la sezione “news” nella quale, nei periodi di Avvento e Quaresima, periodi forti nei quali si tengono le catechesi iniziali, è riportato un elenco di alcune parrocchie italiane ove, chi ne fosse interessato, può prendere contatto con questa realtà. Nigrizia www.nigrizia.it Nigrizia.it, “il sito dell’Africa e del mondo nero” ha cambiato aspetto in concomitanza con il suo terzo anno di vita on-line (l’edizione web era partita nel 2002, ma una pagina dedicata al mensile era ospitata da PeaceLink già dal 1995). Gli utenti abituali ed i navigatori occasionali hanno a disposizione uno spazio di consultazione dove trovare analisi, approfondimenti, opinioni e commenti su temi africani con una nuova attenzione all’area mediterranea, un approfondimento settimanale e un settore interamente dedicato all’arte africana nelle sue diverse forme. Tra le novità anche un maggior spazio dato alle notizie, commentate o “rilanciate” dalla redazione. Il materiale è disponibile nella sezione “archivio”, che è a disposizione di quanti si avvicinano a Nigrizia.it per trovare informazioni approfondite e commenti sui diversi temi africani. Cuore del sito resta l’archivio storico, che contiene tutti i documenti pubblicati dal mensile cartaceo dal 1996 al 2002, le schede riassuntive delle annate 19741979 e i principali testi dal 2003 a oggi. Per la consultazione dell’archivio storico e per ricevere la newsletter settimanale è necessaria la registrazione “gratuita” al sito. Novità, quindi, ma sempre in linea con l’ormai consolidato “stile Nigrizia” nella sobrietà e semplicità. Si preannunciano poi nuove idee per incrementare ulteriormente le proposte d’informazione sull’Africa. Tra queste la sezione contenente l’atlante africano e la possibilità di scaricare contributi audio (interviste, notiziari radiofonici e rubriche). Padre Mario Borzaga, OMI digilander.libero.it/marioborzaga Curato dai giovani del Movimento Costruire della Calabria insieme ai Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI) di Catanzaro, il sito è dedicato a padre Mario Borzaga (1932-1960), morto martire in Laos nel maggio 1960, appena quattro anni dopo la sua ordinazione sacerdotale. Il sito è di facile consultazione attraverso i links raggruppati tematicamente nella barra di navigazione. Il primo gruppo di link riguarda la biografia di padre Mario, gli scritti (Diario e Poesie) e le perle (Maria, Eucaristia e Missione). Segue una sezione dedicata alla vita recente, dove si parla del movimento e dell’interesse destato da padre Mario in questi ultimi anni: l’Associazione “Amici di p. Mario”, la bibliografia (i suoi scritti, le pubblicazioni e gli studi sulla sua figura ed alcuni dei testi riguardanti la presenza dei Missionari OMI in Laos) e, infine l’album fotografico. La terza sezione è dedicata ai Missionari Oblati, al loro fondatore, sant’Eugenio de Mazenod, ed alla evangelizzazione in Laos. Quest’ultimo link rinvia ad una pagina che presenta brevemente il Laos e l’apostolato svolto dagli Oblati in questa terra: articoli, testimonianze e studi. Nella home page la sezione Novità segnala il più recente numero del Notiziario della Causa di Beatificazione curato da padre Angelo Pelis omi, vicepostulatore della causa dei Martiri del Laos. Tra i download, oltre ad alcuni scritti di padre Mario, si trovano altri documenti e testimonianze di persone che lo hanno conosciuto direttamente. Notizie dalla Rete Giovanni Paolo II: la causa di beatificazione passa anche per il WEB È stato pubblicato online il sito ufficiale dedicato alla Causa di Beatificazione e di Canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II. Il sito internet rappresenta il principale strumento di comunicazione del Processo di Beatificazione, la cui solenne Sessione di apertura dell’inchiesta Diocesana è stata celebrata lo scorso 28 giugno 2005 presso Basilica di San Giovanni in Laterano. Pubblicato in più lingue, il sito web è raggiungibile all’indirizzo www.beatificazionegiovannipaoloii.org e attraverso i seguenti link: www.VicariatusUrbis.org/Beatificazione; www.IohannesPaulusII.org; 27 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI www.BeatificazioneGiovanniPaoloII.org; www.JohnPaulIIBeatification.org e www.BeatyfikacjaJanaPawlaII.org. 27.000 i visitatori provenienti da 108 nazioni e 72.000 le pagine visitate in media ogni settimana nelle quale sono pubblicate la biografia, gli scritti, i viaggi e il testo dell’Editto del Tribunale per la raccolta di notizie e scritti di Giovanni Paolo II, ma anche informazioni sullo stato della Causa di Beatificazione e sulla Sessione di apertura, di cui Mons. Slawomir Oder è Postulatore. È stato inoltre attivato un indirizzo e-mail ([email protected]) attraverso il quale vengono raccolte le testimonianze di grazie ricevute. Da allora più di 1.000 le e-mail inviate da tutto il mondo. comunicati stampa, fornire informazioni utili, coordinarsi con i diversi uffici diocesani, occuparsi del settore delle nuove tecnologie e della loro possibile applicazione come strumenti di evangelizzazione. In tale quadro la Commissione per le Comunicazioni Sociali continuerà invece il suo lavoro di formazione e studio a livello nazionale e locale”. La prossima Assemblea dei Vescovi coreani sarà l’occasione per l’eventuale ratifica del progetto. Intanto è grande l’entusiasmo per UTV (Uiijeongbu Tele Vision). Si prevede che verranno garantite cinque ore di trasmissione quotidiane, in diretta attraverso il web. Famiglia, cultura, liturgia e musica di ispirazione cristiana, ma anche informazione e approfondimenti, i temi oggetto dei programmi della rete, costituita dalla Diocesi di Uiijeongbu e visibile sul sito web www.utv.or.kr/utv_main.asp. Corea: su internet la prima TV cattolica UTV è la breve sigla dietro la quale si nasconde un grande progetto: la prima televisione cattolica coreana trasmessa su Internet. La Chiesa coreana ha fatto propria l’esortazione di Papa Giovanni Paolo II, contenuta nella Lettera Apostolica “Il rapido sviluppo”: “Non abbiate paura delle nuove tecnologie!”, indirizzando il proprio impegno verso una maggiore ed organizzata presenza nel settore dei mass-media ed in particolare di Internet. La Conferenza Episcopale Coreana sta vagliando l’ipotesi di costituire un apposito organismo in grado di coordinare le attività nel campo della comunicazione, anche in virtù del lavoro promosso sulla formazione e l’impegno del laicato, protagonista della vita pastorale. Mons. Ignazius Kim Min-su segretario della Commissione per le Comunicazioni Sociali nella Conferenza Episcopale, ha dichiarato all’Agenzia di stampa Fides che “il nuovo organismo dovrebbe curare più approfonditamente i rapporti con i media, emettere 28 Europarlamento: vince l’open source Il Parlamento europeo ha bocciato con 648 voti contrari, 14 a favore e 18 astenuti la direttiva sulla brevettabilità dei software. Sostenuta dalle grandi industrie informatiche la proposta puntava ad “armonizzare la legislazione vigente nei diversi Paesi europei”. Frutto di una co-decisione tra il Consiglio dei ministri e la Commissione europei, il rifiuto dei deputati Ue, secondo la normativa dell’Unione, impone che la procedura ricominci daccapo l’iter legislativo. La Direttiva proponeva l’introduzione di un sistema per brevettare e proteggere l’invenzione che utilizza i programmi informatici, mentre chi si opponeva alla direttiva, sosteneva la tesi che il brevetto dovesse essere limitato alle sole invenzioni lasciando tuttavia il software di base senza protezione e quindi a disposizione degli altri utenti. La Commissione ha già annunciato che non farà una nuova proposta. Esultano i sostenitori dei software “open source”.