IL CENSIMENTO DELLE SANTELLE
Uno strumento per conoscere preservare recuperare il patrimonio artistico/culturale
e ricostruire l’identità popolare
(PARTE DEL PROGETTO EXPO 2015)
IL CENSIMENTO DELLE
SANTELLE:
Uno strumento per conoscere preservare
recuperare il patrimonio artistico/culturale e
ricostruire l’identità popolare
Carla Grassi
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IL CENSIMENTO DELLE SANTELLE
Uno strumento per conoscere preservare recuperare il patrimonio artistico/culturale
e ricostruire l’identità popolare
PRESENTAZIONE
Il territorio della Provincia di Bergamo ha un patrimonio culturale, storico e artistico degno
di nota, composto non solo dai beni “maggiori” che molti conoscono, ma anche da una
notevole quantità di altre opere cosiddette “minori” che, per svariati motivi, rimangono
spesso in ombra.
In questi ultimi decenni molto si è fatto per la difesa della opere sul nostro territorio anche
attraverso un’opera di censimento promossa da vari Enti.
Bisogna tenere presente che vi sono molte realtà culturali pressoché dimenticate in quanto
raramente fatte oggetto di una reale e capillare campagna di catalogazione, spesso anche
perché si tratta di opere di proprietà privata.
Molte sono le opere esposte all’aperto, che, proprio a causa della loro collocazione, sono
più comunemente soggette a degrado e, in molti casi, a perdita irreversibile.
Tra queste opere spesso vi sono le Santelle o Edicole votive.
Questo progetto vuole contribuire alla riscoperta di un genere di opera d’arte spesso
dimenticata, attraverso il censimento sul territorio di opere che hanno costituito in ogni
paese un importante legame tra tradizione,religione e comunità.
E’ un progetto che può diventare strumento attivo per evitare ulteriori perdite, furti e sfregi
ad un patrimonio di grande importanza storica e culturale, che noi, poiché spesso lo
viviamo nel quotidiano, non vediamo, consentendoci di farlo divenire nuovamente parte
della comunità.
Sarà così possibile ritrovare le nostre radici e la nostra storia, garantendone la
conservazione per chi verrà dopo di noi.
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COSA SONO LE SANTELLE
La Santella o Tribulina è un particolare tipo di edicola comunemente diffusa in Lombardia.
Il nome deriva dall'italianizzazione del termine dialettale santéla, ovvero "luogo dei santi".
Le Santelle, gli affreschi e i crocifissi sono i testimoni di una antica religiosità popolare,
spesso abbandonati e dimenticati nonostante abbiano spesso una grande importanza
artistica e storica. Sono diffusi un po' ovunque, sulle abitazioni rurali, all'interno dei borghi,
nelle contrade o nelle zone più sperdute dei boschi e delle valli.
Si tratta di un vero e proprio patrimonio, conservatosi nei secoli grazie alla credenza del
popolo nella forza dei Santi e della Vergine Maria nel preservare le abitazioni e le
coltivazioni dalle calamità e dalle invasioni dei soldati nemici. Una ricchezza che va
scomparendo un po' per l'abbandono, un po' per gli interventi di ristrutturazione degli
edifici rurali, ma in modo particolare per la mancanza di sensibilità verso questa particolare
espressione di arte e religiosità.
I dipinti sono generalmente realizzati su intonaco fresco adagiato su muro di sasso o in
alcuni casi su roccia.
L'iconografia è sempre a sfondo religioso e votivo-devozionale, in genere con una grande
scena centrale e altre raffigurazioni ai lati, e và dalla rappresentazione della Vergine Maria
con Gesù, a quella del Cristo, dei Santi, della Trinità; alla Croce e al culto dei morti, le
anime dannate e purganti e le apparizioni miracolose.
I dipinti venivano spesso realizzati come ex-voto al termine della costruzione della casa, o
della ristrutturazione.
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Gli stessi pittori, erano viaggiatori che spesavano così il loro lavoro; forse per questo
ritroviamo i simboli della fugacità della vita, anime dannate nelle fiamme dell'inferno o
purganti in memoria di persone defunte.
Nel XV secolo prevalgono la Maestà, (Madonna in trono con il bambino in grembo) o le
Madonne del latte alle quali si aggiungono le rappresentazioni della Pietà e la Madonna
del Rosario legata alla presenza dei Domenicani.
Le Santelle venivano solitamente costruite in punti caratteristici oppure semplicemente
lungo i percorsi molto frequentati. Spesso i luoghi sono collegati a leggende della
tradizione orale, a volte con riferimenti a culti precristiani, oppure costituiscono punti di
riferimento particolarmente significativi per la popolazione (crocevie, biforcazioni, punti
panoramici, ecc.).
Alcune Santelle, poste in luoghi perimetrali del paese venivano raggiunte in determinati
giorni dell'anno oppure durante periodi di particolare siccità, qui si celebravano cerimonie
religiose chiamate rogazioni.
Anche questo aspetto, ovvero il legame a culti pagani, ha contribuito a volte al fenomeno
di abbandono in cui versano alcune Santelle.
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LA CATALOGAZIONE DELLE SANTELLE
Catalogare significa innanzitutto creare una mappatura concreta dei beni storico artistici
presenti sul territorio, in questo caso particolare una mappatura delle Santelle presenti sui
territori comunali.
E’ importante creare per ogni bene una scheda identificativa di catalogazione, compilata
secondo modelli stabiliti, che contengano elementi essenziali di descrizione del bene
stesso ( vedi descrizione schede allegate).
In particolare sarà essenziale strutturare una vera e propria “cartella clinica” che contenga
informazioni relative allo stato di conservazione attuale, con una cronistoria essenziale di
eventuali restauri, interventi e/o manomissioni subite in passato. A seguito della fase di
analisi la scheda dovrà evidenziare gli eventuali lavori necessari di messa in sicurezza
delle opere al fine di preservarle dal degrado totale. Grazie alle schede di catalogazione
sarà possibile progettare un concreto piano di recupero e conservazione basato su un
programma prioritario d’intervento in funzione delle urgenze di salvaguardia del bene.
La scheda conterrà anche delle sezioni dedicate all’iconografia ed alle curiosità dove
verranno eventualmente trattati i temi della relazione tra simbologia religiosa o pagana e
devozioni popolari o tramandate di famiglia in famiglia. Tutte saranno intese come
“aperte”, in continua evoluzione ed aggiornamento, strumento vivo dinamico.
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FINALITA’ E OBIETTIVI
La nostra proposta si basa sul presupposto che ad oggi è già stato compiuto un lavoro di
raccolta di dati anche se disomogenei. L’intento è quello di recepire ed ordinare tutte le
informazioni già esistenti, completarle ed aggiornarle al fine di restituire uno strumento
unico ed omogeneo per la consultazione ed aggiornamento dei beni.
Si provvederà quindi al riordino delle informazioni con un unico sistema di schedatura,
concentrando l’attenzione sugli aspetti conservativi dei beni.
Questa mappatura permetterebbe quindi di poter progettare e favorire, nei casi opportuni,
la conservazione, la conoscenza e la fruibilità del bene, anche in rapporto ad un progetto
più ampio di valorizzazione economico e turistico del territorio di appartenenza.
La tipologia di schedatura potrà essere utilizzata per ampliare proposte già in essere
(percorsi su ciclovie, sentieri, itinerari culturali o altro), o per creare nuove proposte di
percorsi o itinerari tematici, così da arricchire l’offerta sul territorio.
La catalogazione puntuale di questi Beni e di conseguenza la loro riscoperta, permette in
molti casi di ridare vita alla memoria di tradizioni importanti ed uniche.
SOGGETTI BENEFICIARI
La catalogazione delle Edicole votive dovrebbe costituire l’inizio di molteplici attività
promosse dagli enti o dai singoli cittadini e sarebbe auspicabile la messa in rete dei dati
raccolti, così da essere fruibili al maggior numero di persone possibili.
A LIVELLO LOCALE
In questo modo anche il semplice cittadino potrebbe ad esempio rivalutare il dipinto posto
sulla facciata della sua casa, riconoscendone il valore artistico/culturale per la collettività.
Potrebbe comprenderne lo stato di conservazione e così essere stimolato nel
mantenimento di un’opera che magari era stata dimenticata per anni.
L’Amministrazione comunale e il suo ufficio tecnico potranno consultare queste
informazioni nel caso vengano richieste pratiche per ristrutturazioni o nuove costruzioni.
Le opere, spesso non vincolate, saranno così salvaguardate da interventi a volte non
appropriati e l’Amministrazione potrà monitorare in maniera più puntuale il proprio
territorio. In questo modo potrebbero così essere valorizzati angoli di paesi o percorsi oggi
in disuso.
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Gli Uffici per il turismo a livello locale potrebbero promuovere la riscoperta delle tradizioni
locali attraverso la creazione di percorsi strutturati. Si verrebbero a creare itinerari tematici
integrati a percorsi naturalistici, escursionistici e culturali.
La comunità, intesa come l’insieme degli abitanti di un quartiere, paese o di una zona
particolare, avrà il piacere di riscoprire memorie perdute e di veder valorizzato il posto in
cui è nato e vissuto. Chi si è trasferito da altre città potrà avere l’opportunità di imparare a
conoscere la realtà in cui vive e sentirsi parte del paese.
Le scuole- queste opere hanno una rilevanza sia a livello storico-culturale che artistico.
Dalle scuole primarie agli istituti superiori, si potrebbero creare percorsi specifici di tipo
didattico. Le nostre radici sono il nostro futuro, riteniamo che soprattutto le scuole, quindi
le generazioni degli uomini e delle donne di domani, debbano giocare un ruolo primario in
questa presa di coscienza e conseguentemente nell’impegno di conoscenza e di
salvaguardia del passato, attraverso le tracce artistiche nello specifico.
Infine, ma non ultime, anche le Parrocchie della Diocesi di Bergamo, potrebbero usufruire
della riscoperta di queste opere che da sempre rappresentano un forte legame tra le
tradizioni locali e la comunità cattolica.
A LIVELLO PROVINCIALE
ll progetto di censimento delle Santelle dovrebbero essere comune a tutto il territorio della
Provincia, per un sistema di catalogazione uguale per tutti, duttile e di facile utilizzo per
diversi scopi, soprattutto in previsione di Expo 2015.
Sono infatti già in essere progetti per costruire soluzioni per pacchetti turistici intergrati:
cultura, ambiente, arte, benessere e sport e per potenziare i percorsi di conoscenza
culturale e ambientale in relazione all’offerta del territorio.
I censimenti potrebbero essere sviluppati attraverso pubblicazioni, opuscoli, dépliant da
distribuire negli uffici del turismo o enti preposti alla valorizzazione della Provincia.
Il materiale raccolto potrebbe essere presentato in serate a tema, sia nei paesi interessati
che a livello provinciale.
L’informatizzazione e la messa in rete dei censimenti, collegati a veri e propri percorsi
artistici e culturali, aumenterebbe la visibilità del nostro territorio, anche in previsione della
candidatura di Bergamo come capitale della cultura europea nel 2019.
Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito alla presente
documentazione, Ringraziando per la disponibilità, Porgiamo distinti saluti
COVELLI SILVIA
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GRASSI CARLA
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