Settembre - Ottobre 2002
COSMO 9-10
EDITORIALE
AMERICA LATINA
Rosa M. Barbosa de Morais, acreana
(Brasile), 38 anni, attualmente impegnata nella formazione delle giovani candidate. GAL
Le inchieste condotte, negli scorsi anni,
da COSMO sui frati OSM giovani e meno
giovani, e persino quella su coloro che
“hanno lasciato”, hanno trovato una larga e
positiva risonanza non soltanto all’interno,
ma anche fuori della Famiglia servitana. La
redazione, perciò, ha ritenuto utile estendere l’inchiesta anche alle sorelle suore Serve
di Maria. Tre le domande formulate: 1. Perché sono diventata suora Serva di Maria; 2.
Quale spirito ho trovato e vissuto tra le suore Serve di Maria; 3. Come mi sento dentro
la Famiglia servitana.
Il numero di risposte pervenute può considerarsi lusinghiero sia perché a inviarle sono state suore meno giovani e giovanissime,
sia perché –data la distribuzione internazionale delle scriventi– le testimonianze raccolte offrono una spaccato di grande interesse
sulla condizione delle nostre sorelle. Ci spiace, piuttosto, che per ragioni di spazio non
tutte le lettere pervenute siano qui riportate
come pure chiediamo scusa se, per il medesimo motivo, la redazione è stata costretta a
qualche piccolo taglio che, pensiamo, non
atteneva alla sostanza dello scritto inviato.
Un dato, tra tutti, è emerso dalle lettere o
risposte pervenute: lo sviluppo delle comunicazioni all’interno della Famiglia servitana
–come peraltro riconoscono anche alcune
delle nostre sorelle–, ha fortemente favorito
una più vasta e approfondita conoscenza
della spiritualità servitana, delle sue fonti,
delle sue sfide nella società di oggi. In secondo luogo, colpiscono nelle lettere pervenute la sincerità e il realismo, l’abbandono di
stereotipi scontati, il tono cordiale e affettuoso, l’assenza di espressioni e toni che
sottolineino un forte divario generazionale.
Ove le sorelle l’hanno fatto, abbiamo indicata anche l’età che se, in molte, non è giovane, è sempre tuttavia giovanile nei toni e
nell’entusiasmo.
La redazione di COSMO non può che
esprimere il più sincero ringraziamento per
la pronta e larga adesione alla sua iniziativa.
Perché Serva di Maria? Nel 1983 conobbi le
suore Rosalia Saccardo, Caterina Vaccari e Rita Castelli che, allora, lavoravano presso il Centro di Formazione della diocesi di Rio Branco. Per
la verità, già da qualche tempo ero alla ricerca
della mia vocazione. A contatto con queste suore,
e soprattutto con sr. Rosalia, cominciai a pensare
di voler diventare come loro: gentile, accogliente,
semplice e persona di Dio. Facevo parte del
Gruppo giovanile ed ero molto impegnata nella
Comunità ecclesiale di Base. Mio “parroco”, in
quel periodo, era fra Andrea M. Ficarelli. Mi furono di guida nel mio cammino vocazionale fra Aurelio M. Giangolini e, nel periodo del mio noviziato, fra Umberto M. Scalabrini, al quale resto
riconoscente e per il quale nutro viva ammirazione. Ricevetti e ancora ricevo molto aiuto e sostegno fraterno dal mio caro fratello fra Clodovis M.
Boff. Conoscevo altre Congregazioni religiose,
ma scelsi le Serve di Maria di Galeazza perché
verso di esse mi ispirò lo Spirito Santo. Oggi, dopo quasi 18 anni da quando sono entrata in questa Famiglia religiosa, ringrazio sempre il Signore
per avermi indirizzato verso di essa.
I valori, che ho incontrato tra le Serve di Maria
di Galeazza sono, tra gli altri, la semplicità, la
gioia, l‟amore per i poveri, lo spirito di solidarietà,
il servizio generoso, lo spirito di famiglia e la testimonianza di santità di tante sorelle, che tralascio
di ricordare per non correre il rischio di dimenticarne qualcuna.
Mi trovo bene nella Famiglia Servitana anche
perché la mia vita, sin dal battesimo, è stata sempre caratterizzata dalla presenza dei Servi e delle
Serve di Maria. Il costante contatto con i Servi e
con le Serve di Maria Riparatrici, la collaborazione nella pastorale e nella formazione, particolarmente nella pastorale vocazionale in occasione
dei corsi che abbiamo tenuto insieme in Brasile,
nello stato di Santa Catarina, i legami di amicizia
con alcuni e alcune di loro e persino le divergenze
reciproche… tutto questo costituisce per me una
grande ricchezza. I corsi tenuti a Turvo sono stati
vissuti come momenti di grazia, che mi auguro si
ripetano.
Evangelista Rossetto, italiana, 73 anni, comunità di Huechuraba (Santiago, Cile).
FIR
Sono nata nel 1929 a Valle di Castelgomberto
(Vicenza, Italia) e sin dall’età di 6-7 anni desideravo consacrarmi al Signore. Soltanto a 13 anni,
però, guidata dal direttore spirituale, cominciai a
pensarci seriamente. Volevo offrirmi totalmente al
Signore, lasciando non soltanto la mia famiglia,
ma la mia patria e la mia lingua. Il mio orientamento era per le Pie Madri della Nigrizia. Avevo
La redazione
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avviato con queste uno scambio di lettere, quando la mia Delegata dell‟Azione Cattolica, guidata
da fra Giovanni M. Todesco OSM entrò nel noviziato delle Suore Serve di Maria SS. Addolorata
di Firenze. Mi scriveva spiegandomi la spiritualità
servitana. Praticavo, allora, la schiavitù mariana
del Beato M. Grignon de Montfort. Fu un insieme di circostanze, quindi, a farmi scegliere di entrare nella Congregazione delle Serve di Maria
SS. Addolorata di Firenze.
Sin dal mio ingresso nella Congregazione la
comunità mi ha offerto la possibilità di vivere la
fraternità nel silenzio, come pure di studiare, di
lavorare e di pregare. Crescere nella fede come
consacrata insieme alle sorelle, vivendo le nostre
Costituzioni. Ricordo con nostalgia gli anni della
mia formazione. Sono sempre stata bene accolta
nelle comunità alle quali sono stata assegnata.
Mi sento, quindi, di famiglia tra i Servi. I 30
anni trascorsi a Coyhaique, in Cile, mi hanno fatto
sentire fortemente non solo il valore della fraternità, ma anche della spiritualità. I viaggi missionari
con i frati Servi di Maria per visitare comunità ecclesiali (a Balmaceda, a P.to Ibañez ecc.), per
distribuire i sacramenti e visitare i malati ecc. mi
hanno data la possibilità di conoscere la generosità dei fratelli Servi di Maria. Ora faccio parte della
comunità di Huechuraba, seguo la fraternità
dell‟Ordine secolare e, in comunità, ci incontriamo
con i fratelli Servi di Maria per una festa dell‟Ordine o per qualche giorno di ritiro. Sono felice di
essere Serva di Maria e se rinascessi non cambierei.
vita fraterna e la crisi della vita religiosa a livello
mondiale, si cerca di vivere in comunione e fraternità; un amore molto grande alla Chiesa e ai suoi
legittimi pastori. Si vive in stretta unione con le
parrocchie nel cui territorio si trovano le nostre
comunità.
Come mi sento all‟interno della Famiglia servitana? Mi sento in grande comunione con l‟Ordine,
nello spirito e nell‟operare. Mi sento un membro
attivo della Famiglia servitana e mi rendo conto
che la Congregazione ne vive la spiritualità con
grande naturalezza. Riconosco che i padri Servi
di Maria sono ottime guide spirituali, vivono in fraternità, cercano di rispondere con prontezza ai
segni dei tempi e vivono una dimensione profetica
contrassegnata dalla presenza di Maria. L‟Ordine
secolare fa parte della mia vita perché ho sempre
vissuto e goduto della vicinanza di qualche fraternità secolare, tanto all‟esterno che dentro la Congregazione. Conosco bene l‟Ordine e sono contenta che siamo una grande famiglia con un tronco comune e molti rami vivi ed operativi nell‟oggi
della nostra storia e ovunque lo Spirito lo suscita,
con diversità di carisma, ma con un‟unica spiritualità.
M. Margarita Inés Palma, cilena, 25 anni, comunità di Coyhaique (Aysén, Cile).
FIR
Parlare della propria vocazione è parlare di
qualcosa che non possiamo spiegare.
Dio, per manifestare la sua volontà, si serve di
circostanze, situazioni, eventi, persone ecc. Nel
mio caso, per quanto attiene alle persone, la chiamata alla vita religiosa è legata alla presenza da
molto tempo nel Vicariato Apostolico dell‟Aysén di
frati e suore Servi e Serve di Maria. Delle suore
mi colpivano la gioia, lo spirito di accoglienza, la
semplicità e la loro devozione all‟Addolorata. Conobbi più da vicino le Suore Serve di Maria
SS.ma Addolorata di Firenze, che incontravo nella cappella dei 7 Santi Fondatori. Tra le suore ebbi conferma dei valori che sopra ricordavo: accoglienza, gioia e semplicità. Ebbi subito la sensazione che i loro rapporti erano spontanei e calorosi, non formali.
Sono perciò felice di appartenere a questa
Famiglia nella quale si respira un vero clima di
fraternità, autentico anche se non perfetto. La fraternità è un ideale non impossibile da raggiungere
perché siamo guidate da Maria Madre e Serva del
Signore che accompagna e protegge i suoi Servi
e le sue Serve con amore materno.
Verena Bustamante Alarcón, cilena, 40 anni,
comunità di Huechuraba (Santiago, Cile). FIR
Avevo 15 anni quando decisi di essere Serva
di Maria SS. Addolorata di Firenze, ma le suore
mi chiesero di terminare prima le scuole medie
superiori. La mia scelta era frutto di molti anni di
riflessione. Da sempre conoscevo i frati Servi di
Maria e in modo speciale il compianto fra Paolo
M. Venezian. Con il suo generoso impegno missionario, egli mi aveva fatto desiderare di essere
come lui e andavo ripetendolo, sin da piccola, ai
miei genitori, ai miei fratelli e a Padre Paolo. Appresi a vivere una vita di unione con Maria, soprattutto l‟Addolorata, e vivevo con molta intensità
il mese mariano. Nello stesso tempo mi colpivano
le grandi necessità della gente, dei bambini... Potrei dire che l‟essere Serva di Maria è, per me,
l‟eredità spirituale dovuta alla forte presenza servitana (frati, suore e laici) nel Vicariato dell‟Aysén.
Quale spirito ho incontrato tra le Serve di Maria SS. Addolorata di Firenze? La loro maggiore
caratteristica è la semplicità e l‟umiltà; inoltre, il
desiderio di prolungare nella storia la presenza
attiva e silenziosa di Maria; operare accanto alla
croce di Cristo per essere vicino alle sofferenze
della nostra società; vivere, sull‟esempio di Maria,
con atteggiamento di misericordia, giustizia, pace,
amore e sapienza. Nonostante le difficoltà della
M. Marta Cecilia Veléz, colombiana, comunità di Coyhaique (Aysén, Cile).
FIR
Faccio parte della Congregazione da tre anni.
Quando conobbi le Serve di Maria SS.ma Addolorata di Firenze ero lontana dal pensare alla vita
religiosa. Tuttavia, assai presto cominciai ad avvertire un‟inquietudine vocazionale. Furono le
suore le persone che incontrai per prime, anche
se non mi era chiara la differenza di carismi e di
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spiritualità, così che tutte mi sembravano uguali.
Oggi mi rendo conto che il Signore teneva in serbo per me un dono gradito, perché da sempre ero
incline a riflettere su tutto ciò che richiamava la
passione e la morte del Signore. Inoltre, nella mia
Congregazione, ho incontrato valori molto significativi come: l‟umiltà, il servizio, la fraternità e sebbene questo sia un ideale della mia vita che non
ho pienamente attuato, è motivazione valida per
continuare il cammino al servizio di Nostra Signora. La cosa più bella che mi è capitata nella vita è
di essere Serva di Maria Addolorata: credo che se
rinascessi, sceglierei nuovamente la mia Congregazione.
spiritualità servitana avvertita una domenica
quando mio papà rientrò a casa dopo un ritiro spirituale della fraternità OSSM della quale era
membro. Mi disse: “Il frate… ci spiegò la spiritualità mariana del Servo di Maria. Il Servo di Maria
deve stare come Lei ai piedi delle infinite croci
dell‟uomo di oggi”. Fu questa, per me, una frase
del tutto nuova. Ci pensavo e ripensavo, e quelle
parole mi si ripetevano nella mia testa quando
andavo a dormire, quando mi alzavo al mattino, a
scuola e, soprattutto, quando camminavo sola per
le vie della città (Córdoba) e osservavo tanta povertà. Cominciai a pensare seriamente alla mia
chiamata alla vita religiosa e riscontrai l‟affinità tra
i miei desideri e la spiritualità servitana. Avevo 17
anni. L‟anno dopo entrai nella Congregazione.
Nella Congregazione ho veramente incontrato lo
spirito mariano e fraterno. In ogni sorella ho visto
Maria che, come alle nozze di Cana, intercede
presso Gesù per le sue sorelle che, come Maria,
sanno stare ai piedi della croce di chi soffre e come Maria servono e consolano. Sebbene con tutti
i limiti umani, anch‟io sono felice delle belle esperienze di servizio che posso vivere tra le sorelle
qui in Italia dove, da alcuni mesi, cerco di inserirmi in questa nuova realtà impegnandomi, in questo momento, per apprendere la lingua.
M. Margarita Tamayo, cilena, 58 anni, comunità di Coyhaique (Aysén, Cile). FIR
Conobbi le Serve di Maria nel 1954, quando
aprirono un collegio nel mio villaggio, Aculeo. Non
avevo mai visto prima una suora; sapevo soltanto
ciò che la mamma ci raccontava della sua esperienza con le suore (di un‟altra Congregazione),
tra le quali sarebbe voluta entrare, ma le era stato
impedito dal padre.
Da parte mia non pensavo di farmi religiosa,
non era nei miei progetti di vita, ma la vicinanza
con le suore e particolarmente con una di loro che
mi insegnava arti manuali creò le circostanze in
cui Dio silenziosamente si manifestò. La vita di
queste religiose era ammirevole: la loro povertà,
l‟impegno, il sacrificio, la loro gioia e la vita di preghiera che irradiava una profonda comunione d‟amore con Dio e una amore filiale per la Vergine
Addolorata e le loro radici congregazionali. Entrai
nella Congregazione il 17 aprile 1960 “per vedere
in che cosa consisteva la vita religiosa”, ma poi
non soltanto volevo vederla, ma viverla sullo stile
di Maria. Incontrai subito uno spirito di famiglia, di
cui Maria era la Maestra che ci insegnava la semplicità e l‟umiltà.
Mi sento parte di questa Famiglia in cui ho vissuto esperienze molto ricche nel Vicariato
dell‟Aysén; inoltre ho un sostegno costante per la
vita spirituale e fraterna che si esprime nell‟Eucaristia dei giorni di sabato quando ci riuniamo come famiglia (sacerdoti, frati, suore, Ordine secolare). Con le Compassioniste Serve di Maria condividiamo le nostre gioie, speranze, preoccupazioni...una esperienza di sorelle.
EUROPA
M. Valeria Bortone, italiana, 81 anni, Casa di
Spiritualità, Via Appia Nuova, Roma (Italia).
COM
Quando il Signore mi chiamò a seguirLo nella
via dei consigli evangelici fu connaturale, per me,
scegliere la Congregazione delle Compassioniste
Serve di Maria. La mia casa paterna era accanto
a quella delle suore e con loro trascorrevo molte
ore del giorno. Noi ragazze condividevamo con le
suore momenti di gioia, di lavoro, di preghiera.
Per noi le feste e le devozioni dell‟Ordine (Corona
dell‟Addolorata, Via Matris, Ora Desolata) erano
pratiche comuni. Le feste dei 7 Santi, di S. Filippo, di S. Giuliana erano preparate con novena e
solennizzate con canti e “dolcetti”. Quasi tutte le
suore avevano conosciuto la nostra Madre Fondatrice ed avevano attinto da lei l‟amore e la venerazione per l‟Ordine e per i suoi santi.
Una priora, sr. Regina Apostolorum, aveva
un fratello, fra Antonino M. De Luca, e un cugino, fra Lorenzo M. Lucarelli, dei Servi di Maria
(Priore provinciale della Provincia Romana e
ideatore del Tempio nazionale per i caduti in Roma). Dopo il noviziato fui mandata a Roma, dove
ho avuto la grazia di conoscere molti fratelli dei
Servi dotti e santi. Tra le Congregazioni servitane
conoscevo solo le Mantellate Serve di Maria di
Pistoia e le Serve di Maria Riparatrici. Dopo il
Concilio Vaticano II, per iniziativa e invito del Priore generale dei Servi fra Joseph M. Loftus, ci
siamo conosciute e, aiutate dai Padri, abbiamo
M. Ada Nelly Velásquez Escobar, messicana,
22 anni, jiuniore, “Casa Madre Elisa”, Chioggia (Italia).
CHG
Conobbi le Serve di Maria Addolorata di
Chioggia all‟età di 13 anni. Me le fece conoscere
mio papà che aveva contatti con la loro comunità,
e così cominciai a frequentarle. Sebbene sentissi
qualche inclinazione per la vita religiosa non pensavo di entrare nella Congregazione. Credo, però,
che il Signore lo pensasse per me. Uno dei momenti chiave in cui il Signore mi mostrò il cammino da percorrere fu la mia forte attrazione per la
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lavorato insieme per la revisione delle Costituzioni
e stabilito tra noi rapporti amichevoli e fraterni ancora vivi. Per iniziativa del compianto fra Luigi M.
Bertini, si costituì nel 1971 l’Unione delle Madri
Generali OSM. Si organizzarono allora, periodicamente, incontri intercongregazionali, a livello nazionale, per approfondire la spiritualità servitana.
La prolungata e arricchente partecipazione ai Capitoli generali dei frati Servi di Maria favorì l‟incontro con le Madri generali delle Congregazioni
estere. Entusiaste per l‟esperienza, sorse l‟idea di
offrire a tutte le sorelle la possibilità di conoscersi,
di approfondire insieme la ricca spiritualità servitana e di vivere momenti di intensa fraternità. L‟idea
divenne realtà. Nel 1975 si organizzò il primo
Convegno internazionale delle Suore Serve di
Maria che ebbe luogo presso la Casa delle Serve
di Maria Riparatrici in Via Cassia, a Roma. Vi parteciparono circa 250 religiose provenienti da ogni
parte del mondo (India, Africa, Inghilterra ecc.).
Le partecipanti furono felici e, rispondendo a un
questionario, proposero di ripetere periodicamente l‟esperienza. Attualmente –forse è solo una mia
impressione– mi sembra che tali rapporti di fraternità siano meno intensi e che gli incontri si limitino
ad alcune categorie: Madri generali... Mi auguro
che lo spirito di fraternità che animò i nostri sette
Santi e che la nostra Madre Fondatrice, in tutti i
modi, infondeva alle sue figlie, si incrementi in
ciascuna di noi per apprezzare ed amare il grande dono di essere Religiose Serve di Maria.
nati in un clima particolarissimo, con il passare
degli anni li ho visti crescere, diventare stile di vita
in molti nostri fratelli e sorelle. Ho avuto inoltre la
ventura di vivere spesso a diretto contatto con
altre realtà della Famiglia servitana: con i frati della parrocchia della B. V. Addolorata di Milano, in
Aysén (Cile), nel lavoro vocazionale, nell‟UNIFASI, oggi ancora a Milano con l‟OSSM.
Che cosa desidero oggi per la nostra Famiglia
servitana? Che si attualizzi ciò che il Capitolo generale dei frati ha inviato, sotto forma di messaggio, a tutta la Famiglia servitana.
M. Grazia Gaddoni, italiana, 73 anni, Comunità Istituto Ghiselli, Ravenna (Italia).
RAV
In famiglia imparai ad amare la Madre di Gesù, che da piccolissima chiamavo “la Bella”. Cresciuta in tempo di guerra, mi ero disgustata di tutto e di tutti. Fu allora che cominciai a sentire maggiore attrattiva per la preghiera e le cose dello spirito, e a percepire la chiamata a consacrarmi al
Signore. Ma dove e come? Conoscevo bene alcune monache Clarisse della mia città (Faenza), ma
i discorsi che facevano per attirarmi non mi convincevano. Ascoltavo e tacevo fino a quando, dovendo sostenere come privatista l‟esame di abilitazione magistrale a Ravenna, città che allora non
conoscevo, fui indirizzata per il soggiorno all‟Istituto G. Ghiselli. La Madonna qui mi attendeva,
facendomi incontrare, oltre alle altre sorelle che
tutte riscuotevano la mia ammirazione per la cordialità dell‟accoglienza e per la devozione alla
Madonna, un‟autentica Serva di Maria sr. Giuliana Morigi, e dandomi l’occasione, dopo pochi
mesi, di partecipare con le suore a un pellegrinaggio a Monte Senario.
All‟ingresso in noviziato mi fu assegnato il nome che si richiama alla Patrona della mia città
natale: la Madonna delle Grazie. A ben pensarci,
anche nella mia vita precedente, ero sempre stata
circondata da “elementi” servitani: da bambina mi
conducevano alla Messa nella Chiesa dei Servi e
non sapevo il perché di questo appellativo, non
essendoci i frati, ma un sacerdote diocesano; poi
–l‟ho scoperto più tardi– sono concittadina del
beato Giacomo Filippo Bertoni. Più che una
scelta, trovai una strada già tracciata. Guidata per
mano dalla Madonna, cominciai a percorrere questa strada, scoprendo passo dopo passo, pur nelle difficoltà del vivere quotidiano, la grande grazia
che è per me essere Serva di Maria. Sono contenta di essere Serva di Maria, per questa mia
famiglia particolare nella quale vivo e per la possibilità che ho avuto e che, sebbene limitatamente,
ho ancora, di incontrare, di trovare aiuto e di collaborare con i fratelli dell‟Ordine e con le sorelle
delle altre Congregazioni nel settore del rinnovamento spirituale, liturgico e legislativo, come in
quello della formazione e, particolarmente per l‟amicizia e gli incontri fraterni con autentici Servi di
Maria quali Giovanni M. Vannucci, Marco M.
Aldrovandi, Luigi M. Bertini, Davide M. Monta-
Raffaella Todisco, italiana, 50 anni, comunità
di Milano (Italia).
COM
Sono nata a Castellammare di Stabia, nello
stesso paese della nostra Fondatrice Maddalena
Starace e dove ha avuto inizio la nostra famiglia
religiosa. Quando mia mamma si ammalò avevo
soltanto 18 mesi; mio papà mi portò in collegio
dalle suore Compassioniste Serve di Maria di
Scanzano. Morta pochi mesi dopo la mia mamma, a casa non feci più ritorno. La casa e il santuario parlavano dell‟amore che la nostra Madre
Fondatrice aveva nutrito per l‟OSM. La mia vocazione religiosa è nata, così, prestissimo, ed è cresciuta in me, aiutata e sostenuta da un lungo
elenco di suore e di frati Servi di Maria. A 11 anni
andai a Roma, nella nostra casa in Via Torlonia,
per frequentare le scuole medie e conobbi i frati
Servi di Maria della parrocchia dei 7 Santi Fondatori, del Marianum e di San Marcello. A 14 anni
ricevetti la Cresima da mons. Antonio M. Michelato, vescovo missionario OSM ed entrai nel
terz‟Ordine giovanile OSM. Erano gli anni del
Concilio e viverli fu davvero una grazia.
La nostra Casa di Via Appia a Roma divenne
un vero laboratorio formativo. Imparammo a conoscere i testi del Concilio grazie a personalità
servitane di gran rilievo... Scoprimmo soprattutto
di appartenere a una grande Famiglia nella quale
era bello vivere perché a guidarci c‟era lei, l‟umile
ancella del Signore, nostra Domina. Quei valori,
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gna, David M. Turoldo, Alfonso M. Baccarani...
dai quali ho ricevuto molto. Non nomino i viventi
per il timore di tralasciarne qualcuno, perché ogni
rapporto che ho con un fratello o una sorella della
Famiglia servitana è per me arricchente e motivo
di rendimento di grazie.
con i Padri, che io definii “casto connubio” mi conquistarono. La mia permanenza in Italia durò poco
in seno alla Congregazione; dopo i primi voti partii
per il Cile e, durante trent‟anni, vissi la mia esperienza missionaria specialmente nell‟Aysén, porta
a porta con i Servi.
La fraternità ideale certamente non esiste, ma
la possibilità di costruirla giorno per giorno non mi
ha mai abbandonata. Le resistenze non mancano,
ma la passione dei nostri Primi Padri e l‟esperienza vissuta nella mia parrocchia mi hanno fatto
sempre credere nella possibilità di vivere e di comunicare agli altri la bellezza della fraternità ispirata a Santa Maria. L‟esperienza, come vicine di
casa con i frati, non è sempre stata rosea, ma la
perseveranza dà i suoi frutti. Con le altre Congregazioni servitane devo affermare che a Milano come in Cile le relazioni con le Compassioniste Serve di Maria sono state e lo sono attualmente molto
positive, perché lavorando negli stessi campi di
servizio apostolico, abbiamo potuto sperimentare
quell‟amicizia che sentiamo anche con le altre, ma
in modo particolare con coloro con le quali si condivide il lavoro e il servizio. I Campi-scuola, le tendopoli ci hanno permesso di programmare e lavorare insieme sentendoci veramente in famiglia. Il
Movimento giovanile servitano, le Diaconie laiche
e l‟Ordine secolare sono stati per me i campi più
ricchi per coltivare e godere la spiritualità servitana confermandomi l‟idea che la dimensione laicale
dell‟Ordine nostro porta una forte vitalità alla Famiglia servitana.
Maria Candida Starita, italiana, 70 anni, Oasi
Santo Rosario, Ruffano (Lecce).
COM
Sono nata a Napoli in una famiglia profondamente religiosa in cui si vivevano i due amori: Gesù e Maria. La mamma era terziaria Serva di Maria e viveva con coerenza lo spirito servitano inculcandolo anche a mio padre e ai cinque figli.
Anch‟io, a 18 anni, divenni terziaria fondando con
un‟amica il Gruppo giovanile Servitus Mariana
presso i padri Servi di Maria di Napoli. Eravamo
40 giovani che, oltre a vivere con più coerenza la
vita sacramentale e mariana, ci recavamo spesso
negli ospedali, nei tuguri ecc. per portare l‟amore.
A 13 anni cominciò a germogliare in me la chiamata alla vita religiosa; dovetti, però, attendere la
maggiore età (21 anni) per poter entrare nell‟Istituto delle Suore Compassioniste Serve di Maria in
Castellammare di Stabia. Feci questa scelta (non
avevo mai frequentato quelle suore) per continuare a vivere la spiritualità dell‟Ordine, anche perché
guidata spiritualmente da un Padre Servo di Maria. Nel mio Istituto che amo e nel quale mi sento
pienamente realizzata come Serva di Maria ho
vissuto e vivo –grazie alla mia Madre Fondatrice
che amava profondamente l‟Ordine–, i valori spirituali del servizio alla Vergine e della fraternità. Ho
avuto la fortuna di avere frequenti contatti con
l‟Ordine, di lavorare nei Segretariati e in altri ambiti, conoscendo così le altre Congregazioni servitane, con le quali, sia come Istituto sia come persona, abbiamo ottimi rapporti. Ogni iniziativa
dell‟Ordine ci vede come Compassioniste, nei limiti della disponibilità numerica, s‟intende, sempre pronte e gioiose nella partecipazione.
Le gioie e i dolori della Famiglia servitana sono le gioie e i dolori del mio Istituto e di ogni suora
compassionista che si adopera con la preghiera,
la riparazione e l‟amore ad essere accanto a chi
soffre. Limite molto sentito è la mancanza di presenze di frati, specie nell‟Italia meridioinale, per
sostegno, guida spirituale e approfondimento del
carisma.
M. Consiglia Agostini, italiana, 74 anni, Ospedale “Villa Salus”, Venezia Mestre (Italia).
PST
Sono nata ad Ancona, nella parrocchia del S.
Cuore da poco eretta e affidata ai Servi di Maria.
Profondamente e fattivamente cattolici, i miei familiari favorirono la mia assidua frequenza della
parrocchia. Sin dai primi anni, quindi, ho respirato
la spiritualità servitana. Ho sempre amato l‟Ordine
come mia seconda famiglia, tanto che, durante il
periodo universitario, chiesi ed ottenni di far parte
del Terz‟Ordine nel sodalizio della chiesa di S.
Maria dei Servi di Bologna. Nel frattempo maturava in me la vocazione religiosa e, al momento di
scegliere, mi fu indicata la Congregazione delle
Mantellate Serve di Maria di Pistoia. Destinata
ben presto a una comunità di Roma, ebbi modo di
frequentare l‟ambiente servitano, incontrando fratelli e sorelle che mi hanno sostenuto nel rispondere fedelmente alla mia vocazione di Serva di
Maria.
I valori più vivi che la Congregazione mi offre
sono soprattutto quelli contenuti nel primo capitolo
della Regola di S. Agostino, riguardante la vita comune (vivere il Vangelo in comunione fraterna, cfr
Cost. 100 e 107) e nel carisma così espresso dalle Costituzioni: “L‟umile servizio che si ispira costantemente alla Vergine Maria” (art. 3), valori
compendiati nell‟Epilogo (Cost. 217). Questi valori
M. Valeria Tarricone, italiana, 76 anni, Casa
di Spiritualità, Bivigliano (Firenze, Italia). FIR
Come sono diventata Serva di Maria? Semplicemente per contagio! I fondatori della mia parrocchia dell‟Addolorata di San Siro (Milano), pur
tanto diversi tra loro, ci hanno testimoniato un‟autentica fraternità austeramente apostolica, gioiosamente celebrativa delle feste dell‟Ordine che
dovevano essere feste anche delle nostre famiglie. Le prime catechiste della nostra parrocchia
furono le Serve di Maria SS. Addolorata di Firenze; il loro spirito apostolico e la loro comunione
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sono espressi e vissuti nelle Liturgie servitane,
parte integrante della vita delle nostre comunità.
Come ho accennato, nella Famiglia servitana
mi sento pienamente in famiglia. Attualmente la
mia comunione con essa è prevalentemente spirituale e fraterna: partecipo alle gioie e alle sofferenze, godo di tutte le cose buone e sono attenta
a ogni iniziativa, alle pubblicazioni, a ogni notizia
che riguarda l‟Ordine nel suo complesso. La mia
esperienza più concreta l‟ho vissuta nei lunghi
anni trascorsi a Roma, dove partecipai alle tante
iniziative OSM pre e postconciliari. Ho seguito,
come Assistente, una fraternità dell‟OSSM presente nella mia comunità sin dal 1944; ho aderito
alle varie riunioni intercongregazionali che mi
hanno permesso di avvicinare tante sorelle e fratelli, ampliando la conoscenza delle molte realtà
di questa nostra Famiglia e rinsaldando sempre
meglio la comunione con essa.
di Maria, dissi: Queste. L‟espressione Serve di
Maria mi prese pienamente e da quel momento
mi sentii Serva di Maria e mi misi nelle mani del
Signore.
Trascorsero cinque anni prima che arrivassi
alla maggiore età. Durante questo periodo cercavo di dimenticarmi della vita religiosa, ma non ci
riuscivo; sempre mi tornavano alla mente la gioia
e la pace che avevo avvertito quando avevo sentito l‟espressione Serve di Maria e la gioia con cui
mi ero messa nelle mani di Dio; credo sia stato
proprio questo a farmi andare avanti. In questi 33
anni di vita religiosa, infatti, sebbene abbia conosciuto momenti difficili, ho vissuto anche momenti
molto belli: per tutti questi ringrazio Iddio, la Vergine, la Congregazione e tutte le persone che mi
hanno aiutato nella crescita spirituale. Lo spirito
che ho incontrato e vissuto è stato quello mariano, soprattutto in alcune consorelle nelle quali esso è più pronunciato quando vivono i valori della
fraternità, dell‟ascolto, della misericordia come
Maria, mostrandosi attente a qualsiasi forma di
bisogno. Con la Famiglia servitana ho vissuto momenti indimenticabili, come gli incontri a Cordoba
nel 1980, a Plasencia in occasione del 750° anniversario di vita dell‟Ordine, a Chianciano (Siena)
per la Riunione dell‟UNIFAS nel 1997, nell‟incontro dei giovani nell‟anno giubilare e in occasione
di altri incontri interservitani che facciamo. Negli
ultimi tempi abbiamo minori occasioni di lavorare
insieme, tuttavia mi sento pienamente integrata
nella Famiglia servitana.
M. Giulia Sama, italiana, 74 anni, Comunità
“Santa Maria”, Monte Senario (Italia). RAV
Come sono diventata Serva di Maria? Senza
saperlo. Oso, però, pensare che il Signore abbia
ascoltato la mia preghiera di trasmettermi amore
per la sua Madre. Non conoscevo la spiritualità
delle varie Congregazioni. Quindi mi sono orientata verso le Serve di Maria di Ravenna, senza conoscerne il carisma.
Nella Congregazione ho trovato tanto amore
alla Vergine Maria non solo in senso devozionale,
ma vitale, cioè come esempio e aiuto a seguire
Cristo. Spirito di semplicità e fraternità. Inoltre, la
mia Congregazione, seguendo le indicazioni del
Concilio Vaticano II nelle sue linee innovatrici, ha
promosso un ritorno alle origini e, insieme, attenzione e adeguamento ai segni dei tempi. Tutto
questo mi ha aiutato ad allargare gli orizzonti e a
sentirmi in comunione con tutte le Chiese, con
ogni uomo e con tutte le creature. Dentro la Famiglia servitana mi trovo molto bene. Mi piacciono la
spiritualità mariana, la fraternità evangelica, il rispetto e la promozione di ogni autentico carisma
al suo interno, compresa la dimensione contemplativa, essenziale alla vita consacrata. Ho conosciuto tanti autentici Servi di Maria che hanno
molto aiutato la mia Congregazione nel suo rinnovamento e sono a loro riconoscente. Monte Senario è il mio luogo preferito per riposo e preghiera,
prima alla “Ghiacciaia” e ora presso le mie sorelle
a Casa Santa Maria.
M. Stefanina Pescara, italiana, 64 anni, comunità “Ecce Ancilla”, Chioggia (Venezia). CHG
Come sono diventata Serva di Maria? Non è
facile dirlo. Penso che la Madonna abbia guidato i
miei passi sin dalla nascita. Da bambina frequentavo con mia zia, giovane dell‟Azione Cattolica, la
canonica della mia parrocchia. Il parroco spesso
mi chiedeva: “Che farai da grande? Ti farai suora?”. Rispondevo sempre: “Mi sposerò, mi sposerò”. Già, però, nella mia adolescenza non ero tanto sicura. A 17 anni avevo chiaro in mente che mi
sarei fatta suora. Dove? Come? Non avevo preferenze. In paese (S. Pietro di Cavarzere) c‟erano
le Suore del Preziosissimo Sangue e, in quel tempo, frequentavo la scuola di cucito delle Canossiane. Parlai del mio desiderio con il mio direttore
spirituale, il quale mi indirizzò alle Serve di Maria.
La mia scelta non avvenne in base alla conoscenza di un carisma particolare, ma direi, per ragioni
di opportunità, in quanto queste suore operavano
in diocesi e così avrei potuto più facilmente essere vicina alla mia famiglia. Il Signore mi mise alla
prova, perché mio papà si ammalò gravemente
ed io, la maggiore dei figli, dovevo aiutare in famiglia. La mia partenza sarebbe sembrata un tradimento. Questa situazione si protrasse per due
anni. Entrai tra le Serve di Maria Addolorata di
Chioggia il 2 febbraio 1959. Qui trovai sorelle e
superiori accoglienti, ma non lo spirito che pensa-
Esperanza Ramos Vega, 54 anni, Comunità di
Alfafar (Spagna).
PST
A 16 anni, mentre già uscivo con un ragazzo
con il quale desideravo fidanzarmi, sentii la chiamata alla vita religiosa della quale, però, non avevo alcuna idea, anche se sin da bambina mi piaceva molto immergermi nel pensiero dell‟amore di
Dio. Non sapevo nulla della vita religiosa, finché
un giorno ne parlai a un religioso che mi diede
una lista di Congregazioni: arrivata al nome Serve
6
Settembre - Ottobre 2002
COSMO 9-10
vo. Nel periodo della formazione, con l‟aiuto della
Maestra, compresi tante cose e, non ultima, che
ogni religiosa contribuisce a formare o a deformare il volto della propria famiglia.
I valori che maggiormente ho scoperto in seno
alla mia Congregazione sono: l‟amore alla Vergine, lo spirito di fraternità e di servizio, la capacità
di farsi piccoli per accogliere l‟altro. Valori che si
incontrano anche, in forma più accentuata, nella
Famiglia servitana.
La mia Congregazione è aggregata all‟Ordine
dei Servi di Maria dal 1918; tuttavia, per molti anni, i rapporti sono stati marginali. Dopo il Concilio
Vaticano II e a partire dal 1968, attraverso l‟approfondimento del nostro carisma, è stato più facile incontrarci con i Servi e le Serve di Maria, conoscerci, lavorare e studiare insieme per la revisione delle Costituzioni e per il rinnovamento spirituale della propria famiglia. In questa fase ho
conosciuto molte sorelle e fratelli dell‟Ordine italiani e stranieri: tutte persone molto valide; di alcune è già stata introdotta la causa di beatificazione, e questo è stato molto positivo per la mia formazione personale e per l‟apprezzamento delle
varie realtà della Famiglia servitana.
rinnovate che risentivano dell‟approfondimento,
spesso profetico, compiuto nei Capitoli dei frati.
Successivamente, la tensione è stata quella di
capire come poter tradurre nel concreto della forma monastica femminile, le ispirazioni genuine
del carisma, percepite sempre più attuali per il
nostro oggi. Credo, al riguardo, che la gioia
dell‟appartenenza alla Famiglia servitana e la pace profonda che deriva dal sentirsi al proprio posto, mantengano nella cosiddetta “fedeltà creativa”. Certamente è importante e urgente trovare i
modi più opportuni di dialogo all‟interno dell‟Ordine. Su questo punto mi pare ci sia da fare ulteriore discernimento. Intanto, anche questa iniziativa
di COSMO può dare un contributo.
Ermanna Lirani, italiana, 64 anni, Comunità
del Magnificat, Monte Berico (Vicenza, Italia).
PST
La mia vocazione è la storia normale di una
ragazza di famiglia normale. Sono riconoscente ai
miei genitori, dai quali ho ricevuto moltissimo e
dei quali ho sempre apprezzato l‟amore reciproco,
l‟onestà, i tanti sacrifici che hanno dovuto affrontare. Anche le numerose esperienze vissute in
parrocchia e presso le suore mi hanno segnata,
costituendo il fondamento della mia vocazione.
L‟entrare poi in convento è stata per me una scelta abbastanza naturale. Tutto è nato dalla proposta di una suora Mantellata Serva di Maria che
era allora al mio paese. Quale spirito ho vissuto
tra le Serve di Maria? Superate le prime difficoltà,
ho avvertito che lo spirito mariano era vivo: le feste liturgiche mariane erano celebrate con grande
solennità. Altro ricordo bellissimo è l‟omaggio del
Sabato Santo all‟Addolorata, incoronata Regina.
Con mia grandissima gioia, dopo tanti anni, ho
ritrovato qui a Monte Berico tutta la ricchezza mariana vissuta nei miei giovani anni. Grazie al Concilio Vaticano II la mia devozione si è fatta più solida. I corsi di mariologia mi hanno aiutata a fare il
salto di qualità; non più solo devozioni verso Maria, ma impegno di imitarla, perché Donna a me
vicina. Come mi sento nella Famiglia servitana?
Bene, al mio posto, parte di questa grande famiglia. A Monte Berico ho la fortuna di condividere
con i fratelli frati preghiera, apostolato, momenti
fraterni e qualche volta mi è dato di partecipare ai
capitoli conventuali. Quest‟ultima esperienza è
stata forte, bella e fraterna. Sempre qui a Monte
Berico ho conosciuto le Diaconie laiche dei Servi
e l‟Ordine secolare, due realtà della Famiglia molto impegnate sia spiritualmente che nel sociale.
Anche la conoscenza di altre suore Serve di Maria è avvenuta qui al santuario. Il far parte del
Coordinamento vocazionale mi ha offerto l‟opportunità di avvicinare molti membri della grande Famiglia servitana.
M. Francesca D’Amico, italiana, 49 anni, Monastero di Sant’Angelo in Vado (Pesaro, Italia).
MON
Vivo in monastero dall‟età di 27 anni. Trascorsi quasi tutta la mia vita precedente a Torino, il cui
clima culturale ed ecclesiale hanno segnato la
mia scelta vocazionale. Non conoscevo i Servi di
Maria presenti nella città e, tanto meno, l‟Ordine,
né nutrivo una particolare devozione mariana.
Quando la chiamata alla vita religiosa andava
concretandosi nell‟individuazione di una forma
particolare e già tentavo alcune esperienze, conobbi tramite un‟amica il monastero di S. Angelo
in Vado e, con esso, l‟Ordine dei Servi di Maria.
Nell‟incontro con la comunità sono rimasta affascinata dallo spirito fraterno, da alcuni tratti di
semplicità evangelica espressi tra l‟altro da una
liturgia sobria e dal desiderio tangibile di apertura
allo Spirito, favoriti proprio dal non avere grandi
tradizioni strettamente monastiche alle spalle. Ciò
ha motivato il grande passo dell‟ingresso in monastero. Posso dire con sincerità che le prime intuizioni hanno trovato conferma nel vissuto, sebbene, come ovunque, le idealità che all‟inizio attraggono, con il trascorrere del tempo, devono
“fare i conti” con la realtà quotidiana intrisa di contraddizioni. La crisi è sopraggiunta quando, proprio nei valori che erano stati fondanti, vedevo il
possibile aspetto di limite: la fraternità poteva talora apparire familiarità “troppo umana”; la semplicità, semplicismo; la povertà, una sorta di riduzionismo nei confronti dell‟armonica bellezza. In ogni
caso, pur nei momenti difficili, la luce dell‟intuizione iniziale è rimasta sempre accesa.
Negli anni di formazione ho respirato, in comunità, il clima fresco delle Costituzioni appena
M. Giuliana Zatelli, italo/americana, 84 anni,
Istituto S. Giuliana, Bologna.
PST
L‟8 settembre 1925, giorno della mia prima
7
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comunione, il disegno del Signore su di me si manifestò pienamente: farmi suora. Chiesi a Gesù di
dirGli sempre di sì, e gli domandai pure di chiamare al sacerdozio uno dei miei tre fratelli. Avevo
ricevuto un‟ottima preparazione alla prima Comunione dal Servo di Dio mons. Augusto Bertazzoni, allora parroco della chiesa di S. Benedetto Po
(Mantova). Consacrato vescovo, passò a Potenza
-Marsico Nuovo.
La mia famiglia, trasferitasi a Reggio Emilia,
cominciò a frequentare il santuario della B. V. della Ghiara. I Padri Servi di Maria attiravano la stima delle persone con la loro umiltà e benevolenza, promuovendo la devozione alla Madonna. Potrei citare alcuni nomi: i frati Agostino M. Bellezze, Anacleto M. Brasa, Bernardino M. Piccinelli, Cleto M. Zamboni e Luigi M. Dondini. Gli studenti (professi o novizi) eseguivano in modo lodevole il canto gregoriano.
Entrata a far parte del Terz‟Ordine OSM, partecipavo regolarmente alle riunioni mensili guidate
con entusiasmo dal Correttore fra Cleto M. Zamboni. Con tale preparazione e dopo essermi raccomandata alla Vergine Addolorata e aver supplicato S. Giuliana perché mi ottenesse il suo ardore
eucaristico, scelsi di entrare a far parte della Congregazione delle Mantellate Serve di Maria di Pistoia. L‟inserimento nella Famiglia religiosa mi fu
facilitato, essendo la Congregazione, sin dalle
sue origini, aggregata all‟Ordine dei Servi di Maria. Fu possibile approfondire la devozione alla
Madonna, ai 7 Santi Fondatori e a S. Giuliana.
Come mi sento dentro la Famiglia servitana? A
mio agio, come nella mia famiglia di origine. Nostra Signora volle sempre elargirmi un dono: farmi
godere degli aiuti spirituali della Famiglia servitana in ogni luogo dove l‟obbedienza mi inviava:
Pistoia, Roma, Blue Island (USA), Venezia, Bologna. Attualmente i padri Servi di Maria della Chiesa dei Servi di Bologna fanno fraternamente partecipi delle loro iniziative le Congregazioni religiose servitane e i laici. Ci si sente veramente “in
comunione” mentre ci si trova insieme per la preparazione alle feste in onore della nostra Signora,
nell‟Ora della Madre e nell‟onorare i santi dell‟Ordine. Non posso fare a meno dell‟opportunità offertami da COSMO per ricordare fra Luigi M.
Bertini che diresse le prime riunioni delle rappresentanti delle Congregazioni servitane e fra Ermanno M. Toniolo che, con prudenza e non minore pazienza, guidò i passi piuttosto incerti delle
consorelle nello spoglio e nella codificazione dei
questionari e nella stesura degli articoli dei fogli
“Leggi-rifletti-collabora” in preparazione alle nuove Costituzioni.
volessi, un rapporto sempre più profondo di familiarità. Un rapporto che alla fine ha svelato a me
stessa che non dovevo continuare a cercare di
capire quale fosse il mio posto nella Chiesa, perché la Chiesa stessa era venuta a cercarmi là dove mi trovavo. È vero, la decisione di consacrarmi
ha preceduto la chiarezza di voler entrare in questa Congregazione ma, quando finalmente ho deciso di avventurarmi in una esperienza diretta di
vita comunitaria, ho pensato subito alle Serve di
Maria di Galeazza. Ero certa che l‟accoglienza
generosa che ben conoscevo mi avrebbe senz‟altro garantito un discernimento libero e sereno. E
poi, a dir la verità, in certe occasioni di convivenza prolungata, le avevo già osservate con curiosità e avevo gustato particolarmente il loro essere
così... donne. Per nulla irrigidite nel loro “ruolo” di
suore, le Serve di Maria di Galeazza mi erano apparse subito soprattutto come persone normali.
Discepole sorelle in ricerca quotidiana del Maestro. Una ricerca bella, fatta di alti e bassi, di limiti
e di slanci autentici, di semplicità e di amore autentico alla vita nei suoi aspetti più piccoli: un fiore, un bimbo, una canzone, una riga del Vangelo.
Una ricerca gioiosa, quello sì, sempre sostenuta
da una vivacità trasparente che sorprendevo con
stupore soprattutto negli occhi delle più anziane.
Mi sono consacrata quest‟anno professando i
primi voti e vivo con gratitudine l‟appartenenza a
questa famiglia religiosa che, come dicevo, mi
piace perché così...normale. Per capirci, Galeazza è un luogo insignificante e le nostre forze numeriche sono umanamente irrisorie. Anche la vita
del nostro fondatore non ha nulla di apparentemente straordinario. Tuttavia, in un tempo che
strilla il sensazionalismo e incita ai primi piani in
TV, credo fermamente che questa normalità sia la
via regia per una santità discreta e nascosta sullo
stile di Nazareth. Una santità fatta di preghiera
solida e fedelmente ancorata alla Parola, in un
servizio aperto alle necessità della Chiesa e del
mondo, di una devozione a Maria senza sbavature troppo “pie”, ma solidamente evangelica. Questo è l‟itinerario che le Serve di Maria di Galeazza
propongono; la meta e l‟obiettivo che sono felice
di pormi ogni giorno insieme alle mie sorelle, sicura che la nostra testimonianza comunitaria, a volte faticosa, a volte entusiasmante, è la prima missione che svolgiamo a favore dell‟umanità.
Per quel che riguarda la conoscenza delle altre espressioni della Famiglia servitana posso solo esprimere un auspicio: che i rapporti vadano al
di là delle grandi occasioni (le Marce, le Giornate
Mondiali) e si tramutino in un reale scambio e
confronto. Sono ancora un po‟ lontana, ma spero
di poter gustare presto la gioia della familiarità
con tutti i membri della Famiglia servitana, i laici, i
fratelli e le sorelle.
M. Francesca Orlandini, italiana, 24 anni, Galeazza (Bologna, Italia).
GAL
Tra me e le mie sorelle che ho conosciuto
all‟età di 15 anni nel Centro di Spiritualità Ferdinando M. Baccilieri di Galeazza è maturato lentamente e, per la verità, senza che io inizialmente lo
M. Ilde Cabianca, italiana, 81 anni, Centro di
Spiritualità “Villa S. Maria”, Tomo (Feltre,
Belluno, Italia).
PST
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COSMO 9-10
Come sono diventata Serva di Maria? Penso
che la scelta di una vocazione particolare sia un
mistero d‟amore con cui Dio ti vuol condurre per
raggiungere il suo volere. E così è successo a
me. Mi è stato facile compiere questa scelta perché sin da piccola ho vissuto e sono stata educata nel Collegio “Istituto S. Gioacchino” (Mestre,
Venezia), diretto dalle Mantellate Serve di Maria
di Pistoia: Congregazione nata a Treppio nel
1861 e aggregata all’Ordine dei Servi di Maria.
Tra le mura di quell‟istituto è nata la mia vocazione, soprattutto grazie a una mia Assistente sempre materna, buona e gentile. Le sue parole ed
esortazioni al bene mi facevano riflettere: “Perché
da grande non consacrarmi anch‟io al Signore e
comportarmi come lei?”. All‟età di 17 anni fui accolta a Pistoia, nella Casa madre della Congregazione.
Quale spirito ho trovato tra le Serve di Maria?
Lo spirito di servizio, a imitazione di Maria, la Vergine del sì. Nella Congregazione ho trovato la risposta al mio desiderio più grande, quello di donarmi agli altri in servizio, agli ultimi, ovunque mi
si chiedesse. Nelle case e nei luoghi dove sono
stata destinata, mi sono sforzata di imitare la Vergine cercando di fare del bene. Non so se ho seminato come avrei dovuto, Dio lo sa, e perciò mi
fido della sua bontà e misericordia.
Come mi sento dentro la Famiglia servitana? I
Servi di Maria li ho conosciuti sin da ragazzina
quando nell‟Istituto venivano dal convento di S.
Elena (Venezia) per le confessioni e le celebrazioni liturgiche. Sin da allora li ho stimati e continuo a stimarli. Ci parlavano della legenda de origine dell’Ordine e della devozione alla Vergine
Addolorata. Trovandomi ora in una comunitàCentro di Spiritualità ho spesso occasione di incontrare i frati Servi di Maria di Follina, di Monte
Berico e le loro fraternità secolari che vengono
per ritiri e giornate di riflessione. Stimo e apprezzo i membri della Famiglia servitana per la loro
devozione alla Vergine Santa alla quale si ispira
anche la nostra Congregazione e...per la loro
umiltà e bonarietà...sentendomi di famiglia.
marmi una famiglia. Tuttavia, sia io sia mia sorella
Tecla, pur frequentando la scuola delle Suore in
paese (sono nata a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo), non ci sentivamo attratte da
quella Congregazione. Insieme al babbo ci facemmo consigliare da una zia monaca clarissa
delle Cappuccine che ci indicò le Mantellate Serve di Maria dell‟Istituto S. Gregorio in Via Bonaini
a Firenze. Disse di conoscerle molto bene perché
durante la guerra le Serve di Maria erano state
ospiti delle Clarisse Cappuccine alle quali avevano anche fornito, in quegli anni difficili, generi alimentari. La scelta mia e di mia sorella, perciò, fu
per le Mantellate Serve di Maria. Entrammo nella
Congregazione rispettivamente: mia sorella nel
1948 ed io nel 1949.
I valori che ho trovato e vissuto tra le Serve di
Maria sono: la semplicità e l‟umiltà; la preghiera
che mi fa sentire unita alla Chiesa per la lode di
Dio e per intercedere la salvezza dell‟umanità.
Questo spirito, vissuto nei miei 50 anni di vita
consacrata mi ha reso possibile avere esperienze
molto ricche nell‟apostolato svolto con le famiglie
nella scuola materna e nelle parrocchie, con i giovani, gli anziani e gli ammalati.
Circa la comunione all‟interno della Famiglia
servitana, in occasione dei vari incontri avuti ho
sperimentato un profondo spirito mariano, lo spirito di accoglienza e di fraternità. Nei 21 anni trascorsi nella comunità di San Gregorio a Firenze
mi recavo spesso al santuario della SS. Annunziata per ritemprare lo spirito, partecipando alle
celebrazioni mariane e dei Santi dell‟Ordine. Potevo anche confessarmi, trovando disponibilità dei
frati a qualsiasi orario. Sono grata verso tutti i frati
che ho avuto occasione di incontrare e invio il mio
cordiale saluto a tutti, anche al Priore generale fra
Ángel M. Ruiz Garnica.
Maddalena Guluelli, italiana, 75 anni, Comunità di Ravenna (Italia).
RAV
Sono entrata in Congregazione all‟età di 16
anni e 5 mesi nel gennaio del 1944. La vestizione
fu rinviata a settembre del 1946 a causa della
guerra. La mia vocazione è sbocciata in collegio,
diretto dalle Serve di Maria di Ravenna. L‟esempio di una suora, veramente edificante, ha fatto
crescere sempre più in me il desiderio di imitarla.
In Congregazione ho trovato un vero spirito servitano. I rapporti con l‟Ordine erano molto forti, soprattutto durante il generalato di Madre Angela, di
Madre Giuliana Morigi e, più tardi, delle Madri M.
Letizia Arco e Giuliana Benzoni. Personalmente
ho conosciuto molti frati Servi di Maria: due soprattutto, i frati Marco M. Aldrovandi e Bernardo
M. Antonini, mi hanno aiutato a superare molte
difficoltà. I periodi più forti che ho vissuto nel conoscere meglio me stessa e gli altri furono i 6 anni circa trascorsi ad Argenta in fabbrica, con 40
ragazze, i 18 anni trascorsi nella segreteria della
nostra scuola magistrale e i 6 anni di priorato nella comunità della casa Madre. Pur essendo anni
M. Celina Buccelletti, italiana, 71 anni, comunità di Saluzzo (Cuneo, Italia).
PST
Ecco in breve la storia della mia scelta vocazionale. La fede è un grande dono di Dio e sono
grata alla mia famiglia per averla custodita e accresciuta in noi sette figli. Ogni sera, in famiglia, ci
riunivamo per la recita del Rosario. Inoltre, i genitori consacrarono tutta la famiglia al Cuore di Gesù e di Maria. In seguito, tre dei sette figli sentirono la chiamata alla vita religiosa. Uno dei quattro
fratelli, divenne sacerdote e missionario marista;
quindi, suor Tecla ed io, suore della Congregazione delle Mantellate Serve di Maria di Pistoia. Ancora adolescente sentivo il desiderio della vita
consacrata. Compiuti 18 anni, pur avendo lusinghiere proposte di matrimonio - la mia famiglia
era facoltosa -consideravo troppo limitato il for-
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pieni di difficoltà, mi hanno aiutato a crescere e a
migliorare me stessa, perché l‟aiuto di Dio e della
Vergine non mi sono mancati avendo posto in essi tutta la mia fiducia e disponibilità. La vita in comunità in teoria è bella, ma quando si scende al
pratico diventa difficile e pesante. Se ci sono miserie nella vita religiosa non bisogna dare la colpa
soltanto a qualcuna. Siamo coinvolte tutte. Ci sono anche momenti di gioia profonda. Sono contenta di appartenere a questa Congregazione delle Serve di Maria nonostante non manchino le
difficoltà. È necessario accettarsi con i propri pregi e difetti.
Maria di Ravenna presente nella mia parrocchia e
che saltuariamente frequentavo. Avvicinando, tra
le sorelle, una che, a mio parere, non rientrava
nei canoni della suora, mi sono fatta avanti pensando: se ci sta lei, ci posso stare anch‟io! Man
mano che avanzavo nel cammino, due aspetti in
particolare, mi hanno convinto: la fraternità e la
presenza di S. Maria. Sulla fraternità, nel nome
del Signore, si decide tutto. La vita fraterna è una
realtà bellissima, ma tanto fragile. È un tesoro in
“vasi di argilla”. Eppure, nella fraternità incarnata
giorno per giorno si può percepire, talvolta, la fecondità e la potenza del mistero morterisurrezione del Signore. Quando la diversità dei
temperamenti e di visuali rende umanamente difficile e quasi impossibile costruire una comunione
di vita e di intenti, si sperimentano delle vere
“risurrezioni”, dei momenti così luminosi da farti
dire: vale la pena vivere così.
L‟altro aspetto del carisma che mi dona gioia
e mi fa sentire “a casa” è la presenza di S. Maria.
Ho imparato a riconoscerla dopo alcuni anni di
vita religiosa. Sono grata al Signore per aver colto
in tante sorelle e fratelli una comunione confidente con la Madre di Gesù che traspare nella loro
esistenza e che “prolunga” premura e delicatezza.
Sono riconoscente in modo particolare anche per
quanto ricevuto negli anni trascorsi alla Facoltà
Marianum per un cammino di studi che mi ha fatto
amare con più passione S. Maria e la Famiglia
servitana.
Gabriella Bellezza, italiana, 54 anni, Casa S.
Maria, Monte Senario (Firenze, Italia). RAV
La vocazione è un dono di Dio. Nella mia ricerca esistenziale, durante un periodo di crisi, ho
incontrato una donna, che ritengo eccezionale,
che mi ha teso una mano. Più tardi venni a sapere che era una suora Serva di Maria. Nacque
un‟amicizia che mi ha aiutata a crescere. Diversi
anni dopo quell‟incontro, entrai anch‟io nella medesima Congregazione. Tutto mi è stato donato.
Non basterà una vita per ringraziare Dio delle meraviglie che ha operato. Per manifestarGli la mia
gratitudine e per stare con Lui ho consacrato la
mia vita attraverso la professione religiosa tra le
Serve di Maria di Ravenna. Nella Congregazione,
anche se non numerosa, ho trovato spazio e
“respiro” per vivere: ho ammirato la pluralità dei
servizi e il rispetto per le diversità; ho goduto per
le comunità inserite tra la gente; ho avuto anche
la possibilità di portare l‟abito laicale, purché
“semplice, modesto, adeguato ai tempi e ai luoghi” (Cost., X, 63), in quanto mi fa sentire non
“separata”, ma come ogni donna del popolo di
Dio. In ogni comunità in cui la Provvidenza mi ha
posta ho sempre incontrato sorelle con cui si è
istaurata l‟amicizia che mi ha sostenuto nel cammino di fede, arricchendomi come donna e, nella
vita comune, ha creato unità di intenti per vivere i
valori evangelici. Sono Serva di Maria per vivere
in pienezza la vita che mi è data.
M. Rita Beccaro, italiana, 80 anni, Comunità
Casa Madre, Ravenna (Italia).
RAV
Sono entrata in Congregazione con un po‟ di
ritardo rispetto al desiderio che avevo di consacrarmi al Signore; questo perché la mia salute
non me lo permetteva. Arrivata la guarigione ho
realizzato la mia scelta. In questo sono stata molto aiutata da Madre Angela e da altre suore che
erano della stessa Congregazione e che si trovavano nella scuola materna del mio paese. Sono
molto contenta della mia scelta, anche se nella
vita comunitaria non sono tutte rose e fiori. Ringrazio il Signore e la Vergine per l‟aiuto che mi
hanno dato per essere fedele a questa mia scelta.
Marina Scacchetti, italiana, 44 anni, Comunità “Casa S. Maria”, Monte Senario (Firenze,
Italia).
RAV
M. Soledad Sánchez, spagnola, 71 anni, monaca del monastero di Sagunto (Valencia, Spagna).
MON
Non sapevo all‟inizio cosa volesse dire Serva
di Maria. Nella mia adolescenza (anni „70) la figura della Vergine era piuttosto “in eclissi” anche in
diversi ambienti ecclesiali, che frequentavo. A 20
anni mi attraeva la frase evangelica: “Dove due o
più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro”, verità misteriosa che mi sarebbe piaciuto
scoprire e attuare in una fraternità religiosa. Quale volto di Dio si rivela in una comunità di sorelle?
Per timidezza e per una conoscenza distorta e
idealizzata della vita religiosa (essere già santi e
con tante virtù!), pur desiderando fare un‟esperienza, ho vissuto per un certo periodo nel timore
di ricevere un rifiuto dalla comunità delle Serve di
Nata da genitori cattolici, la mia infanzia è trascorsa in un clima di fervore religioso, anche se
mi piaceva uscire con le mie amiche per divertirci.
Verso l‟età di 13-14 anni avvertii l‟inclinazione per
la vita religiosa, anche se non avevo alcuna idea
in quale istituto entrare. A 14 anni perdetti la
mamma. Mi consacrai allora alla Madonna perché
da quel momento fosse lei la mia mamma e sempre ho sentito la sua protezione.
Un giorno, parlando con le amiche, il discorso
cadde sulle monache di clausura e subito mi piacque quella forma di vita. L‟occasione si presentò
10
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quando un giorno, mentre ero sulla porta di casa
di una mia vicina che ci insegnava a fare qualche
lavoro, vidi arrivare due monache che, dopo la
guerra del 1936, uscivano alla ricerca di viveri. Le
salutammo e, con le mie amiche, parlammo loro
del desiderio di essere religiose. La conversazione fu molto cordiale. Dopo averne parlato con mio
padre, le sorelle scrissero al convento per sapere
se la comunità mi avrebbe accolto. La risposta fu
affermativa. Accompagnata da mio padre entrai
nel monastero di Sagunto il 29 ottobre 1947, a 16
anni di età. Da allora sono sempre vissuta in questo monastero. Dal mio ingresso ad oggi sono
sempre stata felice di vivere tra le Serve di Maria,
tra le quali vi un forte spirito mariano, si celebrano
il settenario della Vergine Addolorata e le feste
mariane con grande solennità e partecipazione di
fedeli. Abbiamo incontri con i frati Servi di Maria e
con l‟Ordine secolare.
attenzione ai sofferenti e ai malati; privilegiare,
nell‟apostolato, gli ultimi; la fraternità. Trovo scarsa, invece, la conoscenza della spiritualità delle
nostre fondatrici e desidero fortemente che non ci
perdiamo d‟animo in questo momento di crisi vocazionale. Nella Famiglia servitana mi trovo benissimo. I miei rapporti con i frati Servi di Maria
sono di gratitudine e di servizio. Partecipiamo insieme alle riunioni interservitane. Personalmente
ho tenuto anche alcuni interventi. Abbiamo lavorato insieme nella pastorale vocazionale della diocesi di Valencia e partecipato a tavole rotonde per
giovani. Sento i Servi di Maria di famiglia. Così
anche con le monache Serve di Maria di Mislata
(Valencia), Madrid e Sagunto. Collaboro alla formazione di due giovani indiane che trascorrono il
periodo formativo a Mislata. Sono bene accolta.
Qualche volta prego anche insieme a loro e prendo parte alla mensa comune. Abbiamo anche costanti rapporti di fraternità con l‟Ordine secolare.
L‟intera Famiglia servitana è un dono per me e
per l‟umanità.
M. Adoración Sánchez, spagnola, 69 anni,
monaca del monastero di Sagunto (Valencia,
Spagna).
MON
M. Cortés Rubio, spagnola, 58 anni, Villa S.
María, Serra (Valencia, Spagna).
PST
Sono entrata in monastero a 16 anni. Ero orfana di madre; mio padre, buon cristiano, ci faceva recitare ogni giorno il rosario. Un giorno, non
so perché, fui spinta a meditare sul Padre nostro;
non lo avevo mai fatto e neppure sapevo cosa
volesse dire meditare. Papà mi disse che quella
era la più bella preghiera della Chiesa. Il Signore
seppe come attrarmi a questo luogo nel quale sono molto felice di vivere la vita contemplativa. Ho
cominciato a sedici anni e chiuderò qui la mia esistenza. Viviamo in un clima di fede e di raccoglimento. Quando ti senti nulla alla presenza di Dio,
quello è il momento più felice. Mi sento serena e
tranquilla nelle mani della Provvidenza che sarà
sempre con me.
Avevo 22 anni quando giunsi a Valencia, proveniente da Madrid, dove avevo un lavoro. I miei
genitori vivevano a Valencia, nella parrocchia di
S. Teresa di Gesù, retta dai Padri Servi di Maria.
Presi contatto con i Padri partecipando, come figlia di Maria e membro dell‟Azione Cattolica, alle
attività della parrocchia. Non passò molto tempo
che sentii la chiamata del Signore: “consacrarmi a
Lui per servire gli altri”. Fu questo ciò che sentii
dentro di me. Ne parlai con il padre Lorenzo M.
Pochettino che era mio confessore, il quale mi
chiese se conoscevo qualche Congregazione religiosa femminile. Poiché gli risposi di no, mi presentò alle Mantellate Serve di Maria di Pistoia a
Alfafar; dopo una serie di contatti, il 12 febbraio
1968 –festività dei 7 Santi Fondatori–, entrai nella
Congregazione come postulante. Lo spirito che
subito vi incontrai fu di grande accoglienza, amore, rispetto, aiuto reciproco, collaborazione, fraternità, comprensione e molta gioia. Furono questi i
valori incontrati e vissuti tra le Serve di Maria. Ho
vissuto e vivo un grande spirito di servizio. Posso
veramente dire che la mia vocazione è quella di
essere Serva di Maria. Infine, mi sento molto bene in comunione con tutta la Famiglia servitana.
Uno degli aspetti che mi fa sentire in comunione
con i frati Servi di Maria è la loro fraternità, la loro
accoglienza e il loro spirito di servizio. La mia
esperienza è molto positiva ed è stata una grande
gioia quando abbiamo tenuto incontri di Famiglia
per pregare e per comuni celebrazioni. Molto buoni anche i rapporti con i fratelli laici, soprattutto
negli incontri con il gruppo di Valencia. Per quanto attiene alle altre Congregazioni di Serve di Maria, ho avuto contatti soltanto con quelle di vita
contemplativa in occasione di incontri, sempre
molto belli e proficui, della Famiglia servitana.
Pilar Martín Martín, spagnola, Comunità di
Valencia (Spagna).
PST
Già a 7 anni mi sentivo attratta dalla vita religiosa, ma il mio temperamento ribelle mi portava
a rifiutare l‟obbedienza. Volevo essere libera e
non dipendere da nessuno. Come fui toccata da
Dio? Partecipavo alla preghiera di giovani aspiranti Servi di Maria, a Plasencia (Cáceres) e avevo, sin dalla fanciullezza, come guide spirituali dei
frati Servi di Maria. Provavo attrattiva per le vita
missionaria. Furono i frati Servi di Maria a indirizzarmi verso le Mantellate Serve di Maria di Pistoia
che avevano una comunità a Valencia. Scelsi loro
perché avevano missioni in Africa e si dedicavano
all‟insegnamento e all‟assistenza ai malati. Il Signore mi teneva preparato questo “dono” e tutto
andò per il meglio, anche se piansi molto a lungo
per aver lasciato i miei cari.
I valori vissuti tra le Serve di Maria sono: un
grande spirito di preghiera, l‟amore al servizio come Maria e l‟amore a Maria; una forte partecipazione alla vita della Chiesa locale; l‟accoglienza e
la compassione; l‟amore per le fondatrici; una viva
11
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contatto con il monastero avvertii tanta pace e
una grande gioia. Chiesi allora di poter essere
accolta, sebbene ancora minorenne, in quel monastero. Sono felice della mia vocazione e ringrazio la Vergine di avermi accolta nel suo Ordine.
Ciò che sin dagli inizi mi attirò furono la semplicità
e la familiarità che trovai e la grande umanità con
cui vivevano le sorelle; poi scoprii che queste erano le caratteristiche di Nostra Signora, donna
umile, disponibile a Dio e misericordiosa verso i
fratelli. Certo la vita ha conosciuto momenti difficili
e di prova, ma quello che sempre mi ha aiutato a
superare gli ostacoli sono state la Vergine e la
fraternità.
M. Inés Celda Moreno, spagnola, 80 anni,
“Villa Santa Maria”, Serra (Valencia, Spagna).
PST
Sono Mantellata Serva di Maria da 45 anni. Lo
divenni perché lo spirito servitano-mariano rispondeva ai miei desideri e alle mie aspirazioni di vivere una vita con Maria e come Maria. Con Maria,
amandola come Madre e prendendola come
esempio in ciascuna delle mie azioni, attuando la
Volontà di Dio nella mia dedizione e nel mio servizio ai fratelli, con impegno evangelico, conformando la mia volontà a quella di Dio. Con Maria e
come Maria sono stati i binari della mia vita religiosa apostolica. Così ho camminato sino ad oggi, abbandonata in ogni momento, come Lei e con
Lei, al Volere di Dio. Attualmente, nella mia anzianità orante e in comunione ecclesiale e servitana,
sento che la mia vita è utile e felice, collaborando,
giorno dopo giorno, a mitigare e ad alleviare le
infinite croci dei miei fratelli, con Maria e come
Maria in questa Casa di Spiritualità.
AMERICA DEL NORD
Bonnie Alho, Vice-parroco, St. Joseph Parish,
Rice Lake, Wisconsin (USA).
LAD
Sin da giovanissima età desideravo servire il
Signore come sua serva. Era mia intenzione farlo
come membro della Congregazione delle Suore
di San Giuseppe che operavano nella nostra parrocchia a Superior, Wisconsin. Tuttavia, le vie di
Dio non sono le nostre vie e il Signore pensava
ad altro per me. Mentre frequentavo le medie superiori, il parroco capì che io avrei voluto diventare una suora. Volle allora indirizzarmi alle Serve
di Maria. Con una grande riluttanza visitai Ladysmith. Un giorno, però, fui colpita dalla loro ospitalità, dalla loro accoglienza, dallo spirito di preghiera e mi resi conto che volevo divenire parte di
questa comunità. Con il passare degli anni questo
spirito si è andato approfondendo e arricchendo
attraverso la testimonianza di molte sorelle. Ho
ricevuto molto e nei più svariati modi dalla comunità servitana della mia prima accoglienza e dalle
comunità nelle quali ho lavorato come insegnante, come impegnata nella formazione religiosa e
ora come vice-parroco. Attraverso gli anni ho
sempre più apprezzato il dono di far parte dell‟intera Famiglia servitana. Partecipando a due incontri dell‟UNIFAS ho conosciuto membri della
Famiglia servitana di ogni parte del mondo. Attualmente faccio parte dell‟UNIFAS-USA. La mia
speranza è che lavorando insieme potremo continuare a fare qualcosa di nuovo e di diverso nel
mondo.
M. Alessia Rossi, italiana, 60 anni, comunità
monastica di S. Angelo in Vado (Pesaro, Italia).
MON
Diventare Serva di Maria è stata una conseguenza del farmi religiosa. Il mio desiderio era di
seguire Gesù e di rispondere alla sua chiamata.
Facevo parte dell‟Azione Cattolica; non conoscevo i Servi di Maria, ma dopo varie circostanze sono entrata nel monastero delle Serve di Maria.
Conoscendo, poi, l‟Ordine, devo dire che considero la mia scelta un dono e mi sento al posto giusto. In monastero ho trovato lo spirito di fraternità,
semplicità e accoglienza ereditati dai nostri Padri
Fondatori e, al primo posto, ho trovato la presenza di Maria. È Lei che agisce in noi al di là dei nostri limiti umani. Dentro la Famiglia servitana mi
sento anche dentro alla Chiesa, come membro,
come pietra costruttiva, come semplice serva inutile, come sorella.
M. Veronica, italiana, 60 anni, comunità monastica di S. Angelo in Vado (Pesaro, Italia).
MON
All‟età di 11 anni, volendomi far suora, andai a
Milano in un collegio diretto dalle suore che erano
al mio paese. Passarono alcuni anni, ma ero molto incerta se abbracciare la vita religiosa –come si
diceva allora– “attiva”. Nel 1958, tornando da Milano, feci sosta a Firenze e visitai la basilica della
SS.ma Annunziata. Fui molto colpita da quel Volto. Un buon frate, dietro richiesta della suora che
mi accompagnava, mi benedisse e posandomi le
mani sul capo mi disse: –Possa tu diventare una
buona Serva di Maria–. Non sapevo nulla dell‟Ordine dei Servi e neppure che quel frate fosse un
Servo di Maria. Rimasi in famiglia per alcuni mesi.
Parlando dei miei dubbi con un sacerdote, egli mi
fece conoscere il monastero di S. Angelo in Vado
abbastanza vicino al mio paese natale. Al primo
Emilia Testa, italo/canadese, 59 anni, comunità di Ottawa, Ontario (Canada).
NOC
Decisi di entrare nelle Serve di Maria Addolorata di Nocera nel 1961. La mia decisione fu favorita dal nostro ex parroco della chiesa di S. Antonio, fra Jerôme M. Ferraro OSM. La Congregazione delle Serve di Maria di Nocera aveva da
poco aperta una comunità ad Ottawa. Nonostante
una mia iniziale esitazione ad entrare in una Congregazione le cui suore erano di origine italiana,
decisi come ho detto, sicura che il Signore mi
avrebbe data la forza e il coraggio di seguire la
mia vocazione. Dopo tutto, io stessa ero una italo/
12
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COSMO 9-10
canadese.
Quanto allo spirito che ho trovato in questa
Congregazione, ritengo sia quello di essere pronte a lasciare la propria terra ed ogni cosa per servire gli altri. Sarebbe lungo elencare tutte le caratteristiche dello spirito o carisma della Congregazione. Certamente, grazie a questo spirito, costatai che le Serve di Maria Addolorata si mostravano capaci di affrontare tutte le difficoltà della vita e
che erano in grado di sostenersi le une le altre nei
momenti belli e in quelli tristi, nella gioia e nel dolore. Sono fiera di essere Serva di Maria. Abbiamo lavorato, per quarant‟anni, insieme ai frati Servi di Maria, nella parrocchia di S. Antonio, avendo
eccellenti rapporti reciproci. La nostra partecipazione a incontri, conferenze ecc. è piuttosto scarsa e il motivo è la lingua. Oggi, a Montréal, in
pressoché tutti gli incontri e le riunioni si parla
francese. Siamo sempre aperte, però, all‟ospitalità e all‟amicizia con le Suore Serve di Maria.
SSM Hospice, St. Francis, Blue Island, Illinois
(USA).
LAD
Sono veramente felice di vivere in una parrocchia diretta dai Servi di Maria e di essere stata
educata dalle Serve di Maria di Ladysmith. Credo
che la mia scelta vocazionale sia stata preparata
prima ancora della Prima Comunione. Mia sorella
Dorothy ed io la facemmo insieme nel maggio
1950. Eravamo la prima classe che, nella Scuola
dell‟Annunziata, faceva la prima Comunione.
Quel giorno fu memorabile. Non dimentico
che ritornando a casa dalla chiesa, domandai a
mia madre di ricondurmi in chiesa per ascoltare
un‟altra Messa. Mi disse: “Tu puoi ricevere il Signore soltanto una volta al giorno!”. Risposi: “E
allora ci andrò tutte le mattine”. Ed infatti, ogni
mattina facevo a piedi un miglio per andare alla
Messa delle 6,30. Compivo anche frequenti visite
al SS. Sacramento. Le Suore Serve di Maria mi
incoraggiavano ed io accoglievo ben volentieri i
loro suggerimenti. Eravamo premiate con delle
immaginette sacre ed io ne andavo molto fiera. Mi
resi conto che il mio amore per Gesù andava crescendo. Le suore mi parlavano spesso di Ladysmith, nel Wisconsin, e della loro Casa Madre,
dove giovani ragazze si recavano per la formazione. Sognavo questa avventura non appena avessi terminata l‟ottava classe. Essendo poi stata accettata, mi recai da fra Philip M. Philbin, OSM,
per dargli la buona notizia. Mi abbracciò e pianse.
Ero la prima vocazione servitana della parrocchia
e ne era fiero. Frequentai la Servite High School
per due anni, poi tornai a casa e frequentai la St.
Francis De Sales Hight School, ma decisi che dovevo ritornare a Ladysmith. Dovevo portare avanti
il mio sogno di diventare Serva di Maria. Lo spirito
che trovai sin dai primi giorni della mia chiamata
furono l‟entusiasmo e la calorosa accoglienza.
Nella comunità trovai persone sante e felici, piene
di fede e tutte dedite alla preghiera, al lavoro e al
servizio. Una parte importante della loro esperienza era la devozione al Santissimo Sacramento e
alla Madonna Addolorata. Erano gli anni a cavallo
del Concilio Vaticano II e si viveva una fase di rinnovamento che continua ancora oggi. Fare parte
della Famiglia servitana è veramente una grande
fortuna. Ogni volta ne ho l‟occasione, trovo molto
bello poter recitare la Liturgia delle Ore insieme ai
frati Servi di Maria. Sono pure molto contenta di
poter pregare e condividere la nostra vita con fratelli e sorelle dell‟Ordine secolare servitano.
M. Francis Gresser, tedesco/americana, 65
anni, Comunità di Marian Lake, Plainfield
(Illinois, USA).
PST
Qual è la mia vocazione? Innanzitutto vivere
la vita come una vocazione. Ovviamente ci sono
diverse espressioni sul come vivere la propria vocazione. Se guardo indietro a quando decisi di
entrare tra le Mantellate Serve di Maria di Pistoia,
ricordo molte circostanze che hanno influito sulla
mia scelta. Ho frequentato la loro scuola, rimanendo fortemente impressionata dalla loro cordialità e disponibilità. Le suore mi facevano entrare
nella loro comunità, mi portarono a visitare la Casa Madre a Blue Island e mi parlavano volentieri
della loro vita. Una cosa, tuttavia, mi impressionava: nessuna suora mi spinse a farmi religiosa.
Non appena entrai fra di loro mi resi conto di
far parte di un gruppo di donne che amavano la
vita religiosa e che cercavano di vivere al meglio
la loro scelta. Ciò che vidi e che tuttora vedo e
che mi ha aiutato a vivere lo spirito servitano furono e sono il loro spirito di apertura, la dedizione al
loro apostolato, l‟impegno a vivere le une per le
altre. Lo spirito dei Santi Servi di Maria e delle
Fondatrici mi hanno aiutato a conoscere e a vivere lo spirito servitano.
Ho avuto la possibilità di visitare le nostre case, la Curia generalizia e molti conventi in Italia
fondati tanti anni fa. Ciò mi è stato di grande aiuto
per conoscere lo spirito delle Mantellate. Per molti
anni, ho collaborato con i frati e le suore Serve di
Maria di Omaha e di Ladysmith e partecipato agli
incontri dell‟UNIFAS/USA. Insieme abbiamo approfondito il messaggio e lo spirito servitani. I Servi di Maria di Chicago celebrano per noi regolarmente la Messa a Marian Lake. Vivendo per 50
anni come Mantellata Serva di Maria sono spiritualmente cresciuta e maturata come membro
della Famiglia servitana e continuo a farlo.
Rosalie Hennessey, statunitense, 73 anni, attuale residenza, Florida, USA.
LAD
Perché sono Serva di Maria? La risposta, in
due parole, potrebbe essere questa: Non lo so!
Ho sempre considerato la vocazione un mistero...
Dio mi chiama..., ma non so perché chiami me.
Credo di essere stata personalmente scelta e attentamente selezionata da Dio. Ho risposto, e il
resto è mistero e storia. Dopo aver bussato alla
Anne Marie Caporale, statunitense, 60 anni,
13
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porta del convento ed aver detto alla superiora
che intendevo farmi suora, sono entrata nella
Congregazione come postulante il 2 luglio 1947.
Le suore che mi hanno formato hanno segnato la
mia vita, così come fecero il parroco e i miei genitori che mi hanno generosamente sostenuto nella
mia vocazione. Mia sorella diceva spesso di voler
diventare una monaca. Io, invece, desideravo diventare una infermiera, una hostess, sposarmi...che so?, ma non una suora. Mia sorella si è
sposata ed ha quattro figli. Il mio orientamento
verso la vita religiosa si è andato sviluppando con
il passare del tempo, ma ciò che rimane è lo spirito di Maria che ha permeato tutta la mia vita.
Questa donna meravigliosa ha sedotto la mia anima ed è divenuta la mia costante ispiratrice. La
sua vita si riflette nella nostra Congregazione e le
nostre suore, nella loro condotta, rispecchiano
Maria. Siamo una piccola famiglia e ci conosciamo bene le une le altre. Abbiamo le nostre tensioni, come accade in ogni famiglia, ma siamo fiere
del nostro patrimonio spirituale e ci sosteniamo a
vicenda. Molti cambiamenti sono avvenuti nel nostro modo di stare insieme e di testimoniare l‟amore in un mondo che ha un disperato bisogno di
amore. L‟ospitalità è un aspetto importante della
nostra vita e l‟offriamo spesso e al meglio. Nello
sforzo di dare, mi rendo conto di ricevere molto di
più. Credo che la nostra sfida per il futuro consista nel non rimanere inerti davanti a ciò che va
cambiando tra noi e di accettare il nuovo con gratitudine e umiltà.
Blue Island, Illinois. Si chiamava Casa dell‟Addolorata. Mi spiegarono con fierezza che Addolorata
voleva dire: “Maria che stava ai piedi della croce
di Cristo”. Mi parlarono della loro attività. Gestivano una scuola per bambini figli di divorziati o di
genitori separati. Allora era la polizia a raccoglierli. Le suore si occupavano di loro fino a quando il
tribunale non avesse trovato loro una sistemazione familiare. Missione delle suore, dunque, era
piegarsi verso coloro che sono nel bisogno, accogliere chiunque bussasse alla loro porta per aiuto.
Lo spirito di preghiera era molto forte tra quelle suore. Appena suonava la campanella per pregare scattavano tutte con grande prontezza. Prima di lasciare quella comunità, confidai alla suora
superiora quale fosse la mia idea della preghiera.
Essendo una vera Serva di Maria, mi disse che
come Maria le suore si mettono innanzitutto in
comunione con Dio e quindi tra loro e così si sentono in grado di muoversi e di agire come Gesù.
Senza questo sforzo, mi disse, mi sarebbe riuscito difficile pregare. Ecco un altro aspetto della spiritualità delle Mantellate.
Fino ad oggi, la mia giornata si apre con questo tratto della nostra spiritualità. Faccio dunque
parte di questa meravigliosa Famiglia servitana.
Come e con Maria continuo il mio cammino di
servizio agli altri cominciando dai più vicini e sempre con lo spirito dei Servi.
M. Eleanor Carella, italo/americana, 74 anni,
Villa S. Maria convent, Tinley Park, Illinois
(USA).
PST
Nel 2003 celebrerò 60 anni di vita religiosa
come Mantellata Serva di Maria. Per prima cosa,
se rifletto su questi anni trascorsi, mi rendo conto
di aver fatto una magnifica esperienza.
Molti sono i valori condivisi in tutti questi anni
di vita religiosa. Ho imparato ad essere paziente e
ad avere il senso dello humor. Ho sviluppato la
sensibilità del cuore, la generosità e il desiderio di
essere degna di chiamarmi “Serva di Maria”. Tutto ciò mi ha resa capace di servire Dio e di realizzare i miei voti religiosi. Come dice il canto
“Signore, eccomi!”, sono stata chiamata, e anche
se avevo poco da dare, ho sempre chiesto al Signore di operare per Lui. La sua risposta è giunta
quando sono entrata nella comunità di Blue
Island. Scoprii allora il dono di far parte della mia
comunità di suore in un cammino di fede che è un
meraviglioso cammino.
In secondo luogo, se rifletto sui 60 anni trascorsi, penso di aver insegnato e testimoniato il
Vangelo. Il mio pensiero va ai ritiri spirituali, alle
liturgie, a tutto quanto mi ha spronato ad andare
avanti. Ringrazio il Signore di aver camminato
accanto a me in questi anni. Sono felice di aver
risposto alla sua chiamata e Lo ringrazio per i tanti benefici che ho ricevuto come Serva di Maria.
M. Gabriel Cossa, statunitense, 81 anni. Mother of Sorrows convent, Blue Island
(Illinois, USA).
PST
Ho avvertito la chiamata alla vita religiosa
all‟età di 17 anni, quando, inaspettatamente, mi
capitò tra le mani un opuscolo che conteneva un
messaggio che non avevo mai preso seriamente.
Avevo un buon lavoro, amici con cui mi trovavo
benissimo, un‟eccellente famiglia, insomma avevo
tutto. Questo opuscolo mi fece capire che avevo
trascurato qualcosa. Lessi che Gesù ha bisogno
del tuo cuore, delle tue braccia e delle tue mani
per prendersi cura di chi è solo, senza famiglia e
vittima di abusi. Bisognava, come Maria, percorrere le orme del Figlio e, attraverso la compassione, aiutarla a servire chi è nel bisogno. L‟idea mi
avvinse e programmai di incontrare qualche religiosa. Lo feci con le suore che vivevano nella nostra piccola parrocchia nella zona di Lawndale. Il
loro convento era piccolo e modesto, ma la loro
accoglienza fu calda e cordiale. Notai subito una
sincera felicità nelle loro voci e nella loro povertà
vissuta con amore e serenità. Mi dissero di chiamarsi Mantellate Serve di Maria e precisarono:
“Come Maria seguiamo il cammino del Figlio suo
per fare un po‟ di bene agli altri”. Subito mi accorsi che quelle suore facevano quello che avevo
letto nell‟opuscolo che dicevo. Una settimana più
tardi mi invitarono a visitare la loro Casa Madre a
Jeannine Percy, statunitense, 60 anni, comunità di Pasadena (California, USA).
LAD
14
Settembre - Ottobre 2002
COSMO 9-10
Diplomata nella scuola superiore cattolica a
Chicago, il mio desiderio era di iscrivermi alla
Loyola University. Aspiravo ad arrivare ad un incarico a livello universitario. La mia decisione di
entrare in convento, considerati i miei progetti,
resta un mistero.
Le suore Serve di Maria di Ladysmith erano
state le mie insegnanti alle Elementari. Più tardi,
contestualmente alla mia attività scolastica, ascoltavo quotidianamente la Messa nella mia parrocchia affidata ai Servi di Maria. Avevo contatti con
una suora delle Serve di Maria di Ladysmith che
veniva regolarmente nella nostra parrocchia e che
mi invitò ad andare a visitare, in un giorno libero
da impegni scolastici, la loro scuola. Fu in tale
circostanza del tutto occasionale che si manifestò
la mia vocazione a entrare tra le Serve di Maria.
La chiamata, però, doveva avere radici più profonde, perché quando, più tardi, la suora che io
conoscevo lasciò la comunità proprio nel periodo
di esercizi spirituali che precedettero la mia prima
professione, io provai una acuta sofferenza, ma
non mutai la mia decisione di continuare nella vita
religiosa. Nel corso degli anni la mia vocazione è
stata rafforzata avendo io svolto attività di apostolato in luoghi e situazioni in cui mi rendevo conto
che io costituivo veramente la differenza. Ho avuto meravigliose opportunità per maturare personalmente e professionalmente, sostenuta da un
piccolo gruppo speciale di nostre suore ed essendo impegnata in settori che permettevano un servizio creativo e pieno sia alla Chiesa sia alla società. Credo che siamo una comunità specifica,
fedele alla tradizione mendicante. Abbiamo svolto
apostolato istituzionale, ma il nostro accento non
è stato mai istituzionale. All‟età di 60 anni mi trovo
sollecitata da nuove opportunità di guida e di servizio. In 40 anni di apostolato ho operato in tre
settori –insegnamento, apostolato diocesano, pastorale sanitaria– e sono grata alle Serve di Maria
per essermi state di aiuto e sostegno nel servire il
popolo di Dio per tutti questi anni.
ricevette scarso sostegno. Comunque, la religiosità di mia madre, la mia frequenza regolare alla
Messa domenicale, la lettura della Guida per le
ragazze cattoliche, un noto libro di preghiere e la
mia frequente partecipazione alla Novena dell‟Addolorata contribuirono alla mia crescita spirituale
e al discernimento circa il mio futuro.
Durante la seconda guerra mondiale, completai le scuole medie superiori e due anni di scuole
magistrali. Fu in questo periodo che incontrai una
suora Serva di Maria che mi invitò a riflettere sulla
vita religiosa, ma io risposi: “No, non ancora”. Mi
dedicai per tre anni all‟insegnamento. Quando
terminò la guerra, sebbene riluttante, ritornai a
insegnare. Nel frattempo mia sorella maggiore
era entrata tra le Serve di Maria di Ladysmith. Lei
insisteva perché la raggiungessi, ma io esitavo.
Improvvisamente, nel maggio 1947, mentre leggevo una lettera di mia sorella, ogni mia resistenza ed esitazione crollarono. Avevo ricevuto la grazia, il coraggio e la fede per dire “sì” al Signore
Gesù. Dopo sei settimane indossavo l‟abito di postulante Serva di Maria.
“Vai dove c‟è bisogno!” fu il mandato spirituale
che subito raccolsi tra le Serve di Maria. C‟era
bisogno di insegnanti e la nostra Congregazione
andava generosamente incontro alle richieste. Ad
attrarmi ed a farmi sentire di casa nella Congregazione furono una profonda devozione alla Madonna Addolorata che si traduceva nella preghiera, nel servizio, nella liturgia e nell‟attività di apostolato. Dal momento che siamo sempre state
una piccola Congregazione, subito mi resi conto
che eravamo un gruppo vivo, unito e accogliente.
Ci prendiamo cura, infatti, le une delle altre.
Sono fiera di essere Serva di Maria e di far
parte della Congregazione di Ladysmith. Il nostro
coinvolgimento e impegno nelle iniziative di Giustizia e Pace è uno degli aspetti che maggiormente ci lega alle altre espressioni, religiose e laiche,
della Famiglia servitana. Essere Serva di Maria
vuol dire essere membro di una viva e amorevole
Famiglia di suore e di fratelli sparsi nel mondo.
M. Bernice VanderLoop, statunitense, 82 anni,
Motherhouse
Community,
Ladysmith
(Wisconsin, USA).
LAD
M. Teresa Musto, italiana, 37 anni, Villa Santa Maria, Tinley Park (Illinois, USA).
PST
Avevo 14 anni quando sentii il bisogno interiore di fare qualche cosa per gli altri. Mentre frequentavo le medie superiori nella scuola dell‟Addolorata, incontrai le Mantellate Serve di Maria di
Pistoia, che avevano una casa a Blue Island, Illinois. Ad attrarmi verso la Congregazione furono il
loro forte spirito di preghiera, il loro ardore, il loro
senso di amore per la vita e la loro ospitalità.
Mentre stavo decidendomi, incontrai un fortissimo
ostacolo nella disapprovazione dei miei genitori.
Mi fu accanto in quel periodo una delle nostre
Suore. Entrai nella Congregazione al termine della scuola media superiore. Ci volle molta fede,
perché la disapprovazione dei miei genitori fu tale
che mi sembrò di essere abbandonata dalla mia
famiglia.
Non potrei forse essere nata come Serva di
Maria? Credo di sì, perché spesso ripeto che sono stata battezzata, ho fatto la prima Comunione
e ho ricevuto la Cresima nella piccola parrocchia
rurale missionaria di S. Antonio a Tony, Wisconsin, a cinque miglia da Ladysmith, dove i frati Servi di Maria operavano e vivevano. Avevo circa
dieci anni quando una suora Serva di Maria che ci
insegnava d‟estate catechismo riunì le bambine
della mia età e ci invitò a pensare di farci suore
Serve di Maria quando fossimo diventate più
grandi. Questa fu la semente messa a dimora. Ci
vollero diversi anni perché la semente crescesse
e desse i suoi frutti. Tuttavia, poiché non ebbi
l‟opportunità di frequentare la scuola parrocchiale
di Ladysmith, la mia vocazione alla vita religiosa
15
COSMO 9-10
Settembre - Ottobre 2002
Sin dall‟infanzia ho desiderato farmi religiosa.
Essendo molto giovane, i miei genitori non volevano che compissi questa scelta prima di terminare il corso di studio pre-universitario. Coltivavo
nella preghiera il mio intimo desiderio. Il 15 maggio 1984 il mio sogno si è incontrato con il sogno
di Dio. Il giorno stesso in cui terminai gli esami
finali della pre-università, c‟era ad attendermi una
suora, sr. Giuseppina Padassery. È stata lei a
spianarmi la strada del Signore. Sono così stata
accolta nella comunità di Kalamassery per iniziare
la mia esperienza religiosa. Il giorno prima, da
parte di sette Congregazioni religiose, avevo ricevuto l‟invito ad entrare nel loro istituto. La Madonna mi portò dalle Compassioniste Serve di Maria.
Tre mesi dopo, a causa di lavori di riparazione
della casa, fui mandata in Italia. All‟inizio i problemi da affrontare furono molti: lingua, cultura, clima, gente ecc. Posso dire, però, che i momenti
più belli li ho vissuti insieme alle mie sorelle durante l‟anno di noviziato. Dopo la prima professione provammo il dolore della separazione quando
ciascuna ebbe una sua destinazione. Due anni
più tardi, l‟8 dicembre 1989, l‟obbedienza mi portò
in un altro paese sconosciuto, il Canada. Anche
qui dovetti affrontare i problemi che avevo affrontato giungendo in Italia. Nel 1995 dal Canada fui
mandata in Cile, dove ho vissuto esperienze preziose e indimenticabili. Un anno e mezzo più tardi
sono ritornata in Canada. Nel corso di questi 18
anni ho appreso molte cose intorno alla vita religiosa. Il buon Dio mi ha dato la possibilità di incontrare e vivere contatti personali diversi e differenti culture. Tutto ciò ha costituito per me un‟esperienza unica. Ho conosciuto molti frati Servi di
Maria. Ne sono sempre stata edificata per l‟esemplarità della testimonianza.
Ringrazio Iddio di appartenere alla Famiglia
servitana.
Quando arrivò il momento che i miei familiari
potevano venire a trovarmi per la prima volta,
pensai che nessuno sarebbe venuto. Dio, invece,
rispose alle mie preghiere nel momento in cui gli
occhi di mia madre incontrarono i miei. Ella non
pensava che alla mia felicità. Oggi vivo la mia vita
religiosa in una comunità di suore che continua a
darmi un‟immutabile esempio di ciò che significhi
essere persone di preghiera, disponibili e accoglienti nei confronti degli altri. La Famiglia servitana negli Stati Uniti si incontra di frequente e prega
per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. I laici vengono a contatto della nostra spiritualità grazie all‟impegno dell‟Ordine secolare.
Nonostante le difficoltà che la Chiesa incontra oggi negli Stati Uniti, ringrazio Iddio di avermi data la
vocazione religiosa a servizio della Famiglia servitana e della Chiesa.
M. Addolorata Ballatore, italiana, 84 anni,
Villa S. Maria, Tinley Park (Illinois, USA). PST
Sono contenta di essere Serva di Maria. La
Madre di Gesù mi ha sempre aiutata. Quando ho
conosciuto l‟Ordine dei Servi ho desiderato di essere Serva di Maria. Il Signore mi ha sempre aiutata nei miei lavori per la comunità. Sono nata il
17 settembre 1918 a Melle (Cuneo, Italia). Adesso sono anziana. Il mio apostolato è la preghiera
per il Santo Padre, per la Chiesa, per tutto il mondo, per il trionfo del Regno di Dio sulla terra e per
il riposo dei defunti alla visione di Dio.
Agnès Tatto, italo/canadese, 86 anni, Communauté St. Léonard (Montréal, Quebec, Canada).
COM
Sono nata a Montréal, da genitori italiani, nella
parrocchia di N. D. de la Defense, retta dai frati
Servi di Maria. Le Compassioniste Serve di Maria
dirigevano l‟orfanotrofio italiano St. Joseph. A 11
anni avevo già perduto la mamma e il papà. Mia
sorella e mio fratello dovevano lavorare e non potevano lasciarmi sola in casa. Era inverno e io
avevo paura. Ci si preoccupava di me e si pensò
di mettermi in orfanotrofio (allora non si parlava
bene degli orfanotrofi); io, invece, ci stavo bene e
mi piaceva l‟ambiente semplice, buono e vero.
Frequentavo la scuola e tutte le mattine cantavamo durante la messa e, la domenica, alla messa
solenne in parrocchia. Lavoravamo anche molto,
ma senza lamentarci. Partecipavamo alle celebrazioni religiose nella parrocchia di Mont Carmel.
Avevo 17 anni quando fui accolta tra le Compassioniste Serve di Maria. Mia sorella e mio fratello
erano fieri di me; anche i miei genitori lo erano dal
cielo e anch‟io. Vivevo nella gioia e nella pace.
Così pure oggi, con la grazia di Dio e la protezione della Vergine, e voglio perseverare fino alla
fine.
AFRICA
M. Enrichetta Montemagni, italiana, 56 anni,
Our Lady of Sorrows Mission, Hluti, Swaziland (South Africa).
PST
Sono nata a Bargecchia, un paesino ridente
della Versilia, affacciato sul mare e circondato, a
nord, dalle Alpi Apuane. Dai miei nonni e genitori
imparai a conoscere il Signore e a volergli bene;
appresi anche ad amare gli altri con una vita onesta, laboriosa e piena di fede. Più tardi, desiderosa di aiutare i miei cari, iniziai a lavorare presso le
suore Mantellate Serve di Maria a Viareggio ed
ebbi come direttore spirituale fra Edoardo M. Balloni OSM. Dopo la lettura del libro I piccoli fanciulli martiri, mi sorpresi con una domanda dentro:
–Cosa posso fare di più per il Signore?–. La risposta fu immediata: –La suora–. Manifestare
questo mio desiderio ai genitori non fu facile, soprattutto a papà, ma poi le cose si appianarono e
all‟età di 16 anni entrai nella Congregazione delle
Rosy Mettakkat, indiana, 35 anni, Communauté St. Léonard, Montréal (Quebec, Canada).
COM
16
Settembre - Ottobre 2002
COSMO 9-10
Mantellate Serve di Maria di Pistoia. Che gioia
provai quel giorno! I miei primi anni di vita religiosa mi videro impegnata nell‟approfondimento del
carisma di umile servizio, come Maria. Successivamente frequentai i corsi scolastici per diventare
insegnante di scuola materna ed elementare. Nel
1965 feci i voti temporanei. Prima della Professione perpetua il Signore mi provò con una grande
sofferenza che mi costrinse a rinviarla di un anno.
Negli anni 1969-1971, trovandomi a Roma-Parioli,
insegnavo anche catechismo nella parrocchia di
S. Maria in Via. Contemporaneamente frequentai
al Marianum i corsi di teologia e di mariologia. Il
contatto con i professori Servi di Maria Salvatore
M. Meo, Aristide M. Serra, Ignazio M. Calabuig
e Ermanno M. Toniolo mi arricchirono umanamente e spiritualmente. Fui quindi di comunità a
Pistoia e a Livorno, dove nella parrocchia dei 7
SS. Fondatori insegnavo catechismo e trovavo
nei frati Servi di Maria comprensione, aiuto e stimolo a conoscere il Signore e a crescere nel suo
amore. In seguito, mentre mi trovavo a Bologna
ebbi modo di conoscere i Servi di Ronzano, che
incontravo mensilmente con i miei ex-alunni per
incontri formativi e campi-scuola insieme alle suore Serve di Maria di Galeazza. Proprio a Bologna
scoprii la mia vocazione missionaria ad gentes.
Quello che mi stupì e continua a stupirmi è il vedere incarnato il carisma dell‟umile servizio come
Maria nelle mie sorelle. Il continuo riferimento alla
Vergine, discepola del Figlio, prima evangelizzata
e prima evangelizzatrice continua ad affascinarmi
anche oggi.
minciò allora una vera e propria lotta con il mio
direttore spirituale che non concordava con questo mio desiderio. Chiesi allora con insistenza al
Signore un “segno” che mi aiutasse a decidere. A
22 anni, nel mese di novembre 1949, partecipai,
presso le Oblate di Nostra Signora a Cremona, a
un corso di esercizi spirituali. Li predicò un sacerdote diocesano. Volevo parlare con lui del mio
problema, ma non ne avevo il coraggio. Ero quasi
decisa a ritornare a casa con la mia incertezza,
quando, dopo la messa di chiusura degli esercizi,
il sacerdote predicatore disse: “Mi trattengo ancora in sacrestia nel caso che qualche ragazza abbia bisogno di me”. Sentii allora dentro di me una
voce che mi disse: –Sei tu quella ragazza–. Mi
recai in sacrestia, mi confessai. Dopo la confessione, il sacerdote mi chiese: “Cosa pensi di fare
della tua vita?”. Risposi: –Voglio farmi suora, ma
non so come e dove andare–. Dopo un attimo di
silenzio, il sacerdote mi posò una mano sul capo
e disse: “Ecco la figliola che mi ha mandato il Signore”, e continuò: –Venendo a tenere questi
esercizi ho chiesto al Signore una vocazione per
le Suore Mantellate Serve di Maria di Pistoia, che
conosco bene. Questa sei tu”. Non so spiegare la
gioia e la pace che sentii in me.
Tornata a casa, parlai con i miei genitori che
furono contentissimi. Dal novembre 1949 fino a
marzo del 1950 l‟incomprensione del mio direttore
spirituale fu motivo di grande sofferenza. Il 1°
marzo 1950 entrai nella Congregazione in cui vivo
da 52 anni, di cui 42 trascorsi in Swaziland. Non
ho mai avuto un attimo di rimpianto. Che il Signore mi dia la grazia di vivere da Serva di Maria fino
all‟incontro con Lui in paradiso. Fra le Serve di
Maria ho trovato quello che avevo sempre sognato, pensato e cercato di vivere ogni giorno, il carisma di umile servizio come Maria, cercando di
fare un po‟ di bene. Con tutta la Famiglia servitana mi sento “a casa”. Con l‟Ordine secolare cerco
di continuare quanto è stato iniziato diversi anni
fa, cioè di far crescere nei laici lo spirito servitano.
M. Pierina Folleghi, italiana, 74 anni, Our Lady of Sorrows Mission, Hluti, Swaziland
(South Africa).
PST
La storia della mia vocazione come Serva di
Maria è legata a una “grazia speciale”. Il desiderio
di farmi suora è nato con me, ma ho potuto attuarlo soltanto a 22 anni. Essendo la primogenita
di 6 figli, sentivo il dovere di aiutare la mia mamma che aveva sempre sofferto per darci alla luce.
Ero molto impegnata nell‟Azione Cattolica e
nella vita della parrocchia (Levata, Cremona).
Dall‟età di 14 anni avevo un direttore spirituale
che mi preparava a darmi tutta al Signore nella
vita religiosa. Non mi ero mai chiesta, però, in
quale Congregazione entrare, anche perché al
mio paese non c‟erano suore. Ne conoscevo alcune per averle incontrate nelle riunioni dell‟Azione Cattolica. Il direttore spirituale che mi parlava
sempre della vita religiosa, ad un certo punto mi
suggerì di diventare laica consacrata nel mondo.
A Cremona c‟erano le Oblate di Nostra Signora,
che frequentavo per riunioni diocesane, giornate
di preghiera, esercizi spirituali. Le giovani oblate,
che vivevano in famiglia, avevano come centro la
“Casa di Nostra Signora”. A 16 anni feci il voto di
castità. All‟età di vent‟anni sentivo sempre più forte il desiderio di farmi suora per dedicarmi completamente al Signore e al servizio dei fratelli. Co-
Maria Fernanda, mozambicana, 30 anni, Mosteiro Mater Dei, Nampula (Mozambico).
MON
Ho scelto di essere Serva di Maria perché ho
conosciuto la fraternità, la vita di preghiera e la
semplicità. Questi valori, in un contesto di vita di
preghiera, ci avvicinano ai poveri per i quali lavoriamo alla costruzione di nuovi cieli e di una nuova terra. Con altri membri della Famiglia servitana, salvo che con i Servi di Maria presenti in Mozambico, siamo unite solo spiritualmente. Oggi
vivo temporaneamente in Spagna, dove sperimento meglio la comunione con la Famiglia servitana.
Maria Hortencia João, mozambicana, 34 anni,
Mosteiro Mater Dei, Nampula (Mozambico).
MON
Nata in una famiglia cattolica. Sono stata edu-
17
COSMO 9-10
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cata religiosamente. Mi piacevano molto le Suore
della Consolata, le sole presenti nella nostra missione. Volevo essere come loro. Nel 1985 i catechisti della mia zona furono invitati a Nampula per
la professione solenne di suor M. Fransélina. A
un catechista che me lo chiedeva, dissi che la vita
di preghiera di quelle suore del monastero mi piaceva molto e che desideravo essere come loro.
Lo stesso anno, durante un incontro di suor Fransélina con noi giovani, sentii che il Signore mi
chiamava attraverso le parole di questa claustrale.
Lo spirito che ho incontrato e vissuto è lo spirito dei sette Santi Fondatori, i nostri primi Padri
che ascoltarono la Vergine Maria e abbandonarono tutto per seguire Gesù. Viviamo in comunione
con la Chiesa attraverso la preghiera, il servizio,
con Maria e come Maria in mezzo al popolo povero e umile. I valori più vivi che viviamo sono: la
vita comunitaria, un impegno totale al servizio del
Signore attraverso la preghiera, la fraternità e
l‟assistenza ai più bisognosi nella nostra vita nascosta in Cristo. Nella famiglia servitana mi sento
felice per essere stata chiamata a questo cammino di monaca Serva di Maria. Viviamo in comunione con i frati Servi di Maria, anche attraverso
le notizie che ci giungono con COSMO. Siamo
unite anche alle suore di altre Congregazioni. Comunichiamo con le sorelle dell‟Ordine secolare
sorto in monastero nell‟anno mariano (1988); ci si
incontra una volta al mese per la formazione,
l‟Eucaristia e la convivenza fraterna.
alcuni frati che invitiamo o che ci fanno visita e
con cui abbiamo un rapporto epistolare. Mi piacerebbe sapere di più delle altre sorelle e dei laici,
oltre a quelli che abbiamo qui.
M. Guilhermina Arlete da C. Mendes, mozambicana, 31 anni, Mosteiro Mater Dei, Nampula
(Mozambico).
MON
Ho scelto di essere Serva di Maria per vivere
la vita di preghiera, di fraternità e il modo con cui
le sorelle sono legate alla gente, soprattutto ai
poveri. Conoscevo altre Congregazioni di suore,
tutte però molto impegnate e che, nell‟arco della
giornata, non si incontravano quasi mai neppure
per la preghiera comune; ognuna pregava quando poteva.
Ho trovato e vivo con le Serve di Maria contemplative lo spirito dei sette Santi Fondatori e di
santa Giuliana, nostra prima sorella, i valori evangelici, la contemplazione, la fraternità, il servizio
con Maria e come Maria. Lavoriamo la terra e ne
condividiamo i frutti con i più poveri che vivono
vicino a noi. Sono molto felice di appartenere alla
Famiglia servitana. Anche se talvolta ci sentiamo
un po‟ isolate, ogni tanto passa da noi qualche
frate Servo di Maria; riceviamo anche documenti
importanti dell‟Ordine e lettere da parte di religiosi
Servi di Maria che conosciamo. Con le fraternità
secolari abbiamo gruppi che si riuniscono qui da
noi la terza domenica di ogni mese per il ritiro.
Con altre Congregazioni di suore Serve di Maria
non abbiamo alcun rapporto. Sappiamo, però,
delle suore che ci aiutano.
Maria Beatriz, nativa dello Zambia, 26 anni,
juniore, Mosteiro Mater Dei, Nampula
(Mozambico).
MON
* Per mancanza di spazio siamo costretti a tralasciare la testimonianza di altre sorelle del monastero di Nampula (Mozambico). Sono: M. Fátima Samuel, professa temporanea; M. Cristina
Manuel, professa temporanea; M. Graça Tomás
Chirinze, M. Graça Francisco Manuel Mabasso, M. da Graça, M. Eugénia José, professa
temporanea e M. Josefina Femiosse. Della coralità di queste risposte sinceramente ringraziamo.
Comunque le suddette risposte saranno pubblicate su la rivista “Le Missioni dei Servi di Maria”.
Il Signore mi inviò l‟angelo Raffaele, cioè un
sacerdote che ci illuminò sulle vie del Signore
spiegandoci che la vita consacrata è più gradita a
Dio; spiegò, poi, che nell‟ambito della vita consacrata, la cosa più gradita a Dio è la vita contemplativa. Con due mie compagne bussai alla porta
delle Cappuccine, ma la trovammo chiusa. Nel
1996 volli fare un’esperienza nel monastero delle
Serve di Maria; vi trovai le porte aperte e soprattutto il manto accogliente e materno di Maria nostra Madre amorevole. L‟anno dopo cominciai il
periodo di formazione e sono felice, nonostante la
mia debolezza; la misericordia di Dio, però, è
maggiore.
In questa famiglia sento di vivere il carisma
dell‟Ordine che, di fatto, riassume i due comandamenti del Signore: la contemplazione che è l‟attuazione dell‟amore a Dio sopra tutte le cose; la
fraternità e il servizio che sono amore del prossimo e manifestazione dell‟amore a Dio. Anche se
molte volte cadiamo come Pietro, cerchiamo di
vivere nel miglior modo possibile questo carisma
con Maria e come Maria, madre, maestra, guida,
avvocata e nostra protettrice.
Circa la comunione con l‟Ordine sappiamo
poco; ci informano soltanto la rivista COSMO e
ASIA
M. Anna Kwon, coreana, Professa perpetua
delle Serve di Maria di Galeazza, Corea. GAL
Avevo 27 anni quando conobbi le Serve di
Maria di Galeazza. Frequentavo regolarmente gli
incontri vocazionali presso una delle tante Congregazioni che ci sono in Corea. Avevo deciso di
entrare in quella Congregazione, ma per motivi di
salute il mio ingresso fu prorogato di un anno. In
questo periodo di attesa, ho conosciuto le Serve
di Maria di Galeazza. Frequentandole, mi sentivo
affascinata dal carisma servitano: spiritualità mariana, fraternità e servizio. Partecipando agli in-
18
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munione. Frati, suore e laici celebriamo le festività
dell‟Ordine avendo così la possibilità di meglio
conoscerci non soltanto con i membri di ciascuna
espressione servitana presente, ma con l‟intera
Famiglia servitana.
contri vocazionali, sempre più mi sentivo di voler
bene a questa Congregazione, ma rimanevo incerta. La certezza è scaturita da un sogno indimenticabile. Andavo spesso in un parco chiamato
“Rosario” e, una notte, ho sognato che Maria mi
dava una rosa. Da quel momento ho pensato che
Santa Maria voleva che diventassi sua serva in
questa Congregazione delle Serve di Maria di Galeazza che stava per dare vita a una fondazione
molto lontana dal luogo delle sue origini.
Il carisma servitano e la semplicità di vita sono
per me due poli di grande attrazione. La Chiesa
coreana sente e vive meravigliosamente la devozione mariana, per cui la spiritualità mariana è
un‟eredità spirituale che sento molto vicina. Come
novità e freschezza per me è la vita fraterna. Le
radici della cultura coreana sono nel Confucianesimo. Tale cultura propende per un autoritarismo
rigido; questa forma coinvolge anche la Chiesa e
gli istituti religiosi femminili e maschili. Il clima e
l‟atmosfera fraterna che sperimento in questa
Congregazione delle Serve di Maria di Galeazza
mi ricorda e mi fa rivivere il clima che ho vissuto
nella mia famiglia. Questa ricchezza che fa superare gli ostacoli delle lingue, le differenze culturali
e nazionali non si gode soltanto nella mia Congregazione, ma nell‟intera e grande Famiglia servitana. Purtroppo, della Famiglia servitana, in Corea
ci siamo soltanto noi. Quando avremo la gioia di
vedere una fondazione dei Servi di Maria, vicino a
noi, in terra coreana?
M. Imelda Arinquin, filippina, 28 anni, Formation House, Manila City (Filippine).
COM
Fu nella prima settimana di maggio, il mese di
Maria, del 1991 che decisi di farmi Compassionista Serva di Maria. Un mese prima, sr. Eleonora
Simonelli, Compassionista Serva di Maria, si presentò alla nostra scuola, retta dalle Suore Domenicane, per una campagna vocazionale. Cominciò
con il presentarci il carisma della Congregazione
e la sua spiritualità. Ne fui così colpita che le chiesi come poter servire Gesù come Maria ai piedi
della croce. Mi rispose: “Vieni e vedrai”. Queste
parole erano per me una sfida alla quale pensavo
giorno e notte. Un mese più tardi decisi di dire Sì
all‟invito di andare e di vedere. Fu allora che cominciai a conoscere la Famiglia servitana, la sua
spiritualità e il suo contributo alla Chiesa.
I valori che colsi nella Famiglia servitana furono la fraternità, la devozione alla Vergine e il servizio. Questi valori sono vissuti nell‟intera Famiglia servitana. Essi si esprimono in occasione delle festività dell‟Ordine quando frati, sorelle e fratelli e sorelle laici si riuniscono per condividere
insieme, come i primi sette Santi Padri, i beni spirituali e materiali. Secondo questa esperienza,
come comunità di Compassioniste Serve di Maria
abbiamo il medesimo scopo, vivendo in comunione fraterna e offrendo la nostra vita in riparazione
ed espiazione dei nostri peccati e dei peccati del
mondo. Sono veramente felice di essere una suora Compassionista affiliata all‟Ordine dei Servi di
Maria. Perciò desidero ribadire il sentimento della
nostra Fondatrice Madre Maddalena Starace che
diceva: “Quando penso di appartenere all‟Ordine
dei Servi della Beata Vergine, provo una grande
gioia e fierezza”. Ho vissuto un‟esperienza a Monte Senario e vi ho trovato realmente lo spirito dei
nostri primi Padri quando ho notato che a tavola,
nella preghiera, nel lavoro, nella ricreazione ecc.
tutto si svolgeva in comune. Nella nuova generazione questo aspetto o spirito, per la complessità
degli impegni, è piuttosto trascurato. È necessario
ricuperarlo.
M. Alelu G. Diorda, filippina, 23 anni, Formation House Community, Paranaque (City Manila, Filippine).
COM
Ero giovanissima, frequentavo la chiesa e facevo parte di associazioni mariane, quando Dio
mi chiamò a consacrarmi a Lui nella vita religiosa.
All‟inizio non conoscevo, come avrei voluto, alcuna Congregazione religiosa femminile che avesse
una particolare devozione per la Madonna. Dio
ascoltò le mie preghiere e mi chiamò a far parte
delle Compassioniste Serve di Maria.
Sin dal mio ingresso nella Congregazione ho
cominciato a conoscere l‟Ordine dei Servi di Maria. Facendo parte della Famiglia servitana ho imparato a vivere in spirito di comunione fraterna
con i miei fratelli e sorelle della Famiglia servitana. Tutto si compie in un‟atmosfera di reciproco
scambio sia materiale sia spirituale. Come famiglia, viviamo in una comunità nella quale siamo
pronte a sostenerci e ad aiutarci le une le altre
anche nei momenti difficili. Unite nell‟amore di
Dio, lavoriamo insieme per il bene della nostra
Congregazione e di tutta la Famiglia servitana,
avendo come modello Maria ai piedi della croce.
Sono fiera di essere una Serva di Maria e sono grata a Dio di appartenere alla Famiglia servitana che vive in spirito di fraternità e di comunione con grande amore e devozione verso nostra
Signora. Come i nostri Santi Padri, la Famiglia
servitana nelle Filippine vive momenti forti di co-
Elizabeth Alungaveli, indiana, Suore dell’Addolorata Serve di Maria.
PIS
Sono Serva di Maria per puro dono non per
una scelta consapevole. Nata in un minuscolo villaggio del Kerala che aveva come unico centro
vitale la chiesa parrocchiale e cresciuta in una
famiglia umile ma di grande fede ove la preghiera
quotidiana era semplice e naturale come il respiro, a sedici anni non ero certo in grado di cogliere
le differenze delle varie spiritualità e dei diversi
carismi, avevo però un ardente desiderio di farmi
suora come la zia francescana missionaria che
19
COSMO 9-10
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Fotocronaca
ammiravo profondamente per la sua pietà e i suoi
modi riservati e gentili. Avevo confidato a lei il mio
sogno di seguirla appena finita la scuola media,
ma lei, pur incoraggiandomi a seguire la mia vocazione, sembrava non avere la mia stessa fretta
e mi consigliava insistentemente a continuare gli
studi come condizione indispensabile per entrare
in convento. A me pareva di aver già aspettato
troppo, così appena finita la scuola media, mi rivolsi al direttore vocazionale della diocesi il quale
mi propose una delle due Congregazioni italiane
presenti in diocesi lasciando a me la scelta. Superata la forte opposizione dei familiari che volevano
che seguissi il consiglio della zia, mi presentai timidamente al Dolours Convent e vi fui accolta come un dono. Rimasi immediatamente sorpresa
dal clima semplice e familiare che regnava nella
comunità, mi sentii come abbracciata interiormente. La presenza di Gesù nell‟Eucaristia, la preghiera, il lavoro condiviso da tutte con la massima
disinvoltura, la cordialità dei rapporti fraterni, l‟esempio delle sorelle più grandi, tutto mi pareva
bello, tutto mi faceva sentire a casa mia. Dopo
una settimana di esperienza scrissi alla zia informandola della mia decisione ed esprimendole il
mio entusiasmo per la nuova famiglia; ormai non
pensavo più a divenire francescana, volevo essere Serva di Maria per sempre. La sobria e accurata presentazione di Maria fonte di ispirazione e
punto di verifica del nostro servizio a Dio e ai fratelli che trovo nelle Costituzioni, le invidiabili celebrazioni mariane proposte nei nostri libri di pietà, i
concetti profondi e illuminanti che circolano nelle
diverse riviste dei Servi e in quegli inni meravigliosi che condensano ed esprimono con un linguaggio poetico il ruolo di Maria nella storia della salvezza, entrano davvero nella mente e nel cuore e
informano lo stile di vita in tutte le case dei Servi.
Mi ritengo particolarmente fortunata di far parte
della cappellania per la pastorale sanitaria in
ospedale ove posso esercitare un ministero di
sollievo e di consolazione dei malati mi è offerta
così un‟occasione d‟oro per passare dalla contemplazione della Madre del Signore ai piedi della
croce, a continuare la sua missione accanto ai
fratelli sofferenti. La partecipazione di Maria del
Figlio e la sua perfetta conformazione a Lui, rimangono sempre un ideale irraggiungibile, ma
sono una sorgente di ispirazione e di speranza in
questo ministero di compassione che mi dà la
gioia di sentirmi in piena sintonia con l‟ideale di
tutta la Famiglia servitana: continuare la presenza
attiva e misericordiosa della Madre del Signore ai
piedi delle infinite croci ove Gesù soffre ancora
nelle sue membra. È un ideale di cui sono fiera,
un privilegio che mi stimola e mi sostiene nell‟impegno di una risposta sempre più piena e consapeole al dono gratuito del Signore.
1. Giovani Serve di Maria Messicane (CHG); 2.
Chioggia: 26.05.2002. 50° della scuola materna
(CHG); 3. 26.02.2002. Corea. Professione perpetua (GAL); 4. Capitolo del Vicariato canadese
(COM); 5. La Priora generale con i familiari delle
sorelle dell'India (COM); 6. Incontro a Treppio formatrici
Noviziato
(PST);
7.
Mbabane
(Swaziland).Nozze di diamante di Sr Alda (PST);
8. Luglio 2002. Partecipanti al Corso di storia e
spiritualità (FIR); 9. Luglio 2002. Bivigliano. Partecipanti al Consiglio plenario (FIR); 10. Maestre di
formazione nella casa del Fondatore (GAL); 11. Sr
Therese Sandok, Presidente LAD, con il Priore
gen.le OSM; 12. La Priora generale in visita in India (PIS); 13. Suore juniores filippine (PIS) con fra
Mariano Martinello; 14. Suore partecipanti a una
professione perpetua (FIR); 15. Monache del monastero di Sagunto; 16. Tre monache di Nampula
(Mozambico) a Carpenedo (Venezia); 17. Pellegrinaggio suore infermiere a M. Senario (PST); 18.
Scuola ai sordomuti in India (IND).
ABBREVIAZIONI
CHG: Serve di Maria Addolorata – Chioggia
COM: Compassioniste Serve di Maria
FIR: Serve di Maria SS. Addolorata – Firenze
GAL: Serve di Maria – Galeazza
LAD: Servants of Mary – Ladysmith
MON: Moniales Servæ S. Mariæ
NOC: Serve di Maria Addolorata – Nocera
PIS: Suore dell’Addolorata Serve di Maria–Pisa
PST: Mantellate Serve di Maria – Pistoia
RAV: Serve di Maria – Ravenna
COSMO
Piazza San Marcello, 5
00187 ROMA – Italy
tel. (+39) 06 699 30 1
fax (+39) 06 679 2131
Posta elettronica: [email protected]
Direttore Responsabile: Lino M. Pacchin
Editore: Casa Generalizia Servi di Maria
Autorizzazione del Tribunale di Roma
55/91 del 1° febbraio 1991
Stampato in proprio
n.
COSMO viene inviato gratuitamente a chiunque
ne faccia richiesta. Ogni destinatario è tuttavia
pregato a inviare un contributo annuo tramite CCP
n. 29430006 intestato a: Economato generale
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05 - Servi di Maria