SDIAF FORMAZIONE 2013
REICAT
Regole italiane di catalogazione
Firenze, 13 Marzo 2013
Sala Ferri, Gabinetto Vieusseux
Gabriella Mercurio, CoopCulture
Gabriella Mercurio, 2013
Introduzione alle REICAT
Gabriella Mercurio, 2013
Introduzione
Descrizione bibliografica
Da RICA a REICAT
Le REICAT nascono dall’esigenza di rivedere le RICA che,
pubblicate nel 1979, non hanno mai subito alcun
aggiornamento. L’obsolescenza delle RICA è legata:
 all’emergere di nuovi tipi di materiali
 al mutamento delle esigenze delle biblioteche e degli
utenti
 al passaggio dal catalogo cartaceo a quello elettronico
 al passaggio da un catalogo mono-biblioteca ad un
catalogo collettivo (SBN)
Gabriella Mercurio, 2013
Con SBN i cataloghi delle singole biblioteche
escono dal loro isolamento ed entrano in un
catalogo collettivo.
Questo rende immediatamente evidente come, a
fronte di indicazioni insufficienti o poco chiare di
RICA, le biblioteche abbiano reagito con
interpretazioni soggettive assai diverse o
addirittura divergenti, che nel tempo si sono
consolidate
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La nascita di REICAT
Nel 1996 viene insediata una Commissione permanente
incaricata della revisione delle RICA, la quale conclude i
lavori con la pubblicazione delle nuove Regole nel 2009.
La Commissione tiene conto di tutti i fermenti che
hanno percorso e percorrono il mondo della
catalogazione (FRBR, FRAD, ISBD consolidated ed.,
ecc.), ma anche della tradizione catalografica nazionale.
RICA (Regole Italiane di Catalogazione per Autori)
diventa
REICAT REgole Italiane di CATalogazione
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Differenze fra RICA e REICAT
Le REICAT non sono un semplice
aggiornamento delle RICA, ma un testo
nuovo e ne costituiscono l'evoluzione
sia:

dal punto di vista testuale

dal punto di vista concettuale
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Differenze testuali
RICA
REICAT
sono regole catalografiche
sono un codice, utilizzabile in
modi diversi (come
prontuario, ma anche come
oggetto di studio della
catalogazione)
sono estremamente sintetiche sono estremamente
e prevedono una casistica
analitiche e prevedono una
limitata
casistica molto sviluppata
seguono una ripartizione
seguono una ripartizione
interna che procede
interna che procede dalla
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dall’intestazione alla
descrizione all’intestazione
descrizione
Differenze concettuali
RICA
REICAT
sono concepite per essere
applicate in biblioteche
singole
sono concepite per essere
applicate anche in cataloghi
collettivi
sono concepite nell’ottica di
cataloghi settoriali
sono concepite nell’ottica di un
catalogo generale che ospiti
tutto il posseduto di una
biblioteca
privilegiano il libro a stampa si occupano di tutti i materiali
(agli altri materiali applicano (anche elettronici, compresi i
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2013
per analogia le indicazioni
videogiochi,
anche
per il libro a stampa)
manoscritti, materiali
archivistici, oggetti)
La posizione di SBN
RIFERIRSI ALLA CIRCOLARE!
 nel 2010 l’ICCU dirama delle Direttive per una prima
applicazione delle REICAT in SBN. Le Direttive prendono in
considerazione solo alcune delle novità introdotte dal codice
e rispetto ad esse l’ICCU fornisce indicazioni differenziate:
 alcune vanno applicate in toto
 alcune vanno applicate con modifiche
 alcune non sono al momento applicabili
 alcune non vanno applicate affatto
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FLESSIBILITA'
Per venire incontro alle esigenze di un po’ tutti i destinatari, le
norme prevedono la possibilità di gestire la catalogazione a livelli
di completezza diversi. Vengono individuate quindi:
 norme obbligatorie, indispensabili per garantire le funzioni
fondamentali del catalogo (trovare una determinata
pubblicazione, trovare tutte le edizioni di una determinata opera,
trovare tutte le opere di un determinato autore)
 norme facoltative, utili per biblioteche che abbiano esigenze di
maggiore analiticità o trattino particolari materiali
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TIPI DI MATERIALE
Le norme si applicano a qualsiasi tipo di materiale la
biblioteca decida di inserire nel catalogo:

materiale edito, qualunque sia il supporto

materiale inedito
 oggetti I vari tipi di materiale non vengono
esaminati separatamente, ma integrati nella
normativa generale (enunciata la norma, si
esaminano le applicazioni specifiche).
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L’organizzazione del Codice
Le REICAT trattano nell’ordine:
 la descrizione bibliografica e le informazioni
sull’esemplare (entità Manifestazioni ed Item, per le quali
preferiscono le denominazioni Pubblicazioni ed Esemplari)
 le entità Opere ed Espressioni e le loro relazioni con le
entità Pubblicazioni
 le entità Persone/Enti e le loro relazioni con le entità
Opere, Espressioni, Pubblicazioni ed Esemplari
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
La descrizione bibliografica viene introdotta da
un capitolo metodologico in cui vengono illustrate
le operazioni preliminari che si devono compiere
quando si inizia a catalogare un documento.
Si tratta di un insieme di indicazioni che le RICA
omettevano.
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
L’analisi delle caratteristiche del
documento (natura, tipo di
materiale, numero delle unità che lo
compongono, ecc.) è funzionale
all’individuazione del modello
catalografico che andrà applicato
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
Le novità maggiori introdotte dalle REICAT
riguardano le ristampe di monografie ed i
periodici.
La verifica delle variazioni e dei cambiamenti
ha lo scopo di stabilire se debba o non debba
essere creata una nuova descrizione.
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
Non si effettua una nuova descrizione
 se la ristampa è inalterata
 se le variazioni sono minori (correzioni di
refusi, sostituzione della copertina), non
dichiarate e non incidono sulla descrizione
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
Si effettua una nuova descrizione:
 se vi sono correzioni o contributi aggiuntivi
dichiarati o evidenti dall’esame della
pubblicazione
 se vi sono variazioni nel titolo, nelle
responsabilità, nell’editore o nella collezione o
nella paginazione
 se non si è certi che la ristampa sia
inalterata
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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA
PERIODICI:
Non si effettua una nuova descrizione in presenza di variazioni minori nel titolo
Si effettua una nuova descrizione in presenza di:
 aggiunta, eliminazione o sostituzione di almeno una parola significativa del
titolo
 cambiamento dell’ordine delle parole del titolo, se il cambiamento avviene
nell’ambito delle prime cinque parole
 cambiamento della lingua del titolo, a meno che il nuovo titolo non
apparisse già in precedenza come titolo parallelo
 cambiamento dell’ente responsabile
 variazione significativa del nome dell’ente, se il titolo è generico e richiede
di essere accompagnato dal nome dell’ente responsabile
 cambiamento di edizione
 cambiamento del tipo di materiale (da periodico a stampa a periodico
elettronico
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Abbreviazioni
L’uso delle abbreviazioni viene limitato in modo drastico.
Vengono ammesse solo:
 le abbreviazioni presenti nelle fonti prescritte
 le abbreviazioni prescritte da ISBD
 alcune parole, abbreviabili però solo in determinate aree
Esempi:
 ed. per edizione ma solo in area 2 e 7
 p. per pagina ma solo in area 5 e 7
 vol. per volume ma solo in area 3 e 7
 sec. per secolo ma solo nelle qualificazioni L’elenco delle
abbreviazioni ammesse è pubblicato nell’Appendice A.
Direttive ICCU
Le regole si applicano al materiale di nuova catalogazione. Non
si interviene sul pregresso per questa sola correzione.
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Numerali
I numeri si riportano in cifre romane o arabe o in lettere,
come si presentano nella pubblicazione (tranne edizione,
data di pubblicazione e numero di collana).
(Vecchie regole: i numerali espressi in cifre romane si
trascrivono in cifre arabe, quelli espressi in lettere si
mantengono)
Direttive ICCU
Si continuano ad applicare le vecchie regole
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Fonti delle informazioni
Terminologia
 Fonte primaria È la fonte da cui si ricavano le
informazioni necessarie alla descrizione. Le vecchie regole
la denominavano Fonte principale
 Fonti complementari Sono le parti della pubblicazione
che svolgono funzioni complementari alla fonte primaria
(occhietto, verso del frontespizio, copertina, colophon). Le
vecchie regole le denominavano Parti complementari
 Fonti esterne Sono materiali che non fanno parte
integrante della pubblicazione
 Fonti prescritte Sono le fonti che le norme prescrivono
di usare quali fonti delle informazioni per le diverse aree
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Fonti delle informazioni
Le norme forniscono indicazioni estremamente
dettagliate su come debba essere scelta la fonte
primaria, come vadano individuate le fonti
complementari e secondo quale ordine di
preferenza vadano utilizzate. A parte il
maggiore dettaglio, le indicazioni non si
discostano da quelle già note.
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Regole di catalogazione
Parzialmente conformi a Unimarc bibliographic
Parzialmente conformi a ISBD
Parzialmente conformi a REICAT
Regole specifiche per:
trascrizione e sviluppo di numerali e sigle
trattamento dei titoli parallelo e di collezione
ordinamento dei dati in alcune tipologie di intestazioni
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SBN e REICAT
Parte delle REICAT sono già patrimonio delle regole SBN
 uso di codici per la designazione generica del materiale
 trattamento delle false edizioni
 nuova registrazione per ristampa in nuova collana
 periodicità = prima nota dei record dei seriali
 identificazione dell’opera attraverso titolo e autore
(trattamento del titolo uniforme)
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Innovazioni tra le RICA e le REICAT
Consistenza dei cataloghi
- dal catalogo della singola biblioteca ai cataloghi collettivi
Catalogazione
attività che consiste spesso nell’identificazione di una registrazione già
presente nel catalogo collettivo
Materiali
dai testi a stampa alle audioregistrazioni, videoregistrazioni, documenti
elettronici
Editoria
produzione in continua crescita
pubblicazioni indipendenti abbinate per la vendita ad altre
ristampe inalterate indicate come edizioni
Consultazione
dalla consultazione in sede alla consultazione a distanza
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Criteri di base

Una normativa d'insieme, che guarda alla

catalogazione nel suo complesso

Non comprende, ovviamente, indicazioni per
l'indicizzazione per soggetto

Le norme sono state concepite il più possibile come
integrate, finalizzate al trattamento di pubblicazioni di
qualsiasi genere all'interno di un catalogo generale
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Norme per la cooperazione
Assumono come punto di riferimento primario
non la biblioteca isolata, con il suo catalogo
separato gestito da un unico responsabile
esperto, ma i sistemi bibliotecari
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Terminologia biblioteconomica
•
Le REICAT sono conformi agli standard internazionali
•
In particolare per l’architettura della registrazione
bibliografica
– La pubblicazione di FRBR nel 1998 conferma la validità
delle scelte operate in SBN
– L’architettura della registrazione bibliografica FRBR,
almeno nelle sue parti fondamentali, corrisponde a
quella SBN
Gabriella Mercurio, 2013
Gabriella Mercurio, 2013
Struttura del codice REICAT
La struttura del nuovo codice è stata suddivisa, in tre grandi parti:
•
●
●
la prima dedicata alla analisi dei prodotti di un’attività artistica o intellettuale
rappresentati dai titoli e dalle loro relazioni
(Descrizione bibliografica e dell’esemplare),
la seconda dedicata alla identificazione delle opere e delle espressioni e alle
loro relazioni
– (Opere e espressioni)
•
•
la terza alle responsabilità, ossia alle relazioni tra le opere e le espressioni e le
persone o enti responsabili del loro contenuto intellettuale e artistico e alla
scelta della forma dei nomi con i quali rappresentarli nel catalogo
(Responsabilità).
•
•
Alcune appendici trattano di aspetti particolari( abbreviazioni, uso delle
maiuscole, designazioni generiche e specifiche del materiale, traslitterazione,
musica scritta, intestazioni uniformi per la voce Bibbia).
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Struttura
E’ una struttura originale, diversa dai codici della
generazione precedente come dalle nuove regole
angloamericane in preparazione
Ma riflette una distinzione logica tra tre fasi della
catalogazione
- la descrizione delle pubblicazioni,
- l'identificazione delle opere
- l'assegnazione delle responsabilità
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SBN e REICAT
Per quanto riguarda le novità, in linea di
massima si possono applicare tutte
quelle regole relative sia alla
descrizione che agli accessi che
non necessitano di modifiche al
programma e
non implicano bonifiche del pregresso
E’ indispensabile riferirsi sempre alla
Circolare per l’applicazione delle REICAT in SBN
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SBN e REICAT
Esempi di norme applicabili:
creazione dell’accesso dal titolo uniforme (titolo dell’opera) anche
per i documenti moderni e in lingua originale (cap. 9)
ma con una serie di limitazioni
indicazione del tipo di responsabilità (14.2.4)
forma dell’intestazione di università, enti territoriali e
circoscrizioni ecclesiastiche (cap. 16)
solo se possibile la correzione delle vecchie intestazioni presenti in
archivio
e sempre con rinvii dalle forme pregresse
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SBN e REICAT
Esempi di norme al momento inapplicabili:
possibilità di scelta tra catalogazione a più livelli e unica
registrazione per le pubblicazioni in più unità fisiche
(1.6)
descrizione del titolo parallelo nella prima semiarea
dell’area 1 (resta l’obbligo di effettuare il legame)
(4.1.4)
aggiunte convenzionali al titolo uniforme per identificare,
raggruppare e ordinare le espressioni (9.0.5)
titolo uniforme collettivo (15.1.2.2)
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SBN e REICAT
Esempi di norme al momento inapplicabili:
Legame al titolo collettivo uniforme (9.0.5)
Richiami reciproci tra titoli uniformi di opere connesse tra
di loro (9.6.2)
Forma dell’intestazione per i nomi di sovrani e papi
(15.1.2.2)
ma rinvii dalle forme previste da REICAT
Rinvii reciproci tra intestazioni (15.4.2)
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Indici delle parti

Conviene partire proprio dalla struttura generale, e
quindi dall'indice delle tre Parti e di ciascun capitolo,
per familiarizzare con la distribuzione logica della
materia, sotto vari aspetti differente rispetto alle RICA
(non solo nell'inversione delle parti, ma anche p.es.
nella precedenza dei capitoli sulla formulazione dei
titoli uniformi e delle intestazioni per persone ed enti
rispetto a quelli sull'assegnazione degli stessi
elementi di accesso
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0 Introduzione

La parte introduttiva generale, oltre a precisare
l’oggetto, lo scopo e la struttura del codice,presenta in
sintesi i concetti e i principi fondamentali, in maniera che
le varie parti possano essere lette e comprese tenendo
sempre sullo sfondo l'architettura complessiva in cui sono
inserite
Gabriella Mercurio, 2013
0.1.2. Definizioni


Pubblicazione
Per pubblicazione si intende ogni documento
destinato all’uso pubblico e fruibile mediante la
lettura, l’ascolto, la visione o il tatto, prodotto o
riprodotto in più esemplari con qualsiasi procedimento
tecnico e su qualsiasi supporto o messo a
disposizione per l’accesso a distanza (trasmissione
tramite una rete informatica), qualsiasi siano le sue
modalità di edizione, distribuzione o diffusione
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0.1.2. Definizioni

Esemplare

Per esemplare si intende il singolo oggetto materiale
(copia) prodotto e posto in circolazione come supporto di
una pubblicazione, o la copia digitale, integrale o parziale,
di una pubblicazione elettronica accessibile a distanza,
trasmessa tramite una rete informatica
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0.1.2. Definizioni



Opera e espressione
Per opera si intende una creazione intellettuale o
artistica rappresentata da un testo, una musica o
un’altra forma di espressione (un balletto, un film,
etc.) o da un oggetto materiale o un manufatto (un
disegno, una scultura, etc.).
Rappresentano la medesima opera tutte le
realizzazioni che, secondo le norme, sono
considerate versioni o modificazioni (espressioni) che
non danno origine a un’opera nuova, distinta da
quella preesistente
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0.1.2. Definizioni



Responsabilità
Per responsabilità, ai fini catalografici, si intende la
relazione che lega un’opera o una delle sue
espressioni a una o più persone o enti che l’hanno
concepita, composta, realizzata, modificata o
eseguita (cap. 14).
Possono essere trattate come responsabilità anche le
attività che riguardano la pubblicazione e la
produzione materiale (par. 14.1.5 e cap. 19) oppure
singoli esemplari (par. 14.1.6 e cap. 20) .
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0.1.5 Livelli di completezza


Le registrazioni bibliografiche possono essere
redatte a diversi livelli di completezza, sia per la
descrizione bibliografica che per gli elementi di
accesso o selezione
Devono però essere inclusi almeno gli elementi
indispensabili per soddisfare le funzioni del
catalogo
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0.4 elementi di accesso e elementi di selezione

Nei cataloghi elettronici tutte le informazioni
presenti nelle registrazioni bibliografiche (o in
registrazioni d’altro genere) dovrebbero costituire un
elemento di accesso (o punto di accesso), essere
cioè liberamente ricercabili, nella forma in cui si
presentano, isolatamente o in combinazione tra loro,
e se possibile in forma parziale, troncata, etc.,
possibilmente con la facoltà di specificare o escludere
particolari tipi di informazione (p.es. particolari
elementi di accesso controllati oppure elementi della
descrizione bibliografica)
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0.4.1. Accesso dai titoli

Tutti i titoli che possono essere usati (o citati) per
individuare una pubblicazione o un’opera (o una
delle sue espressioni), e in particolare il titolo
principale e altri titoli che compaiono in evidenza
nelle pubblicazioni (p.es. in altre lingue o in punti
diversi), dovrebbero costituire elementi di
accesso
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0.4.2. Accesso da numeri o codici identificativi

Devono costituire elementi di accesso i numeri o
codici identificativi attribuiti alle pubblicazioni o
ad altre entità (p.es. a opere o a esemplari, a
biblioteche, etc.), sia quando sono riconosciuti da
standard internazionali o nazionali, sia quando
sono comunque largamente utilizzati (cfr. il par.
4.8). Quando esistono più numeri o codici, anche
errati, la ricerca dovrebbe essere assicurata da
tutti
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0.4.3. Elementi di accesso controllati






Le norme prevedono il controllo esauriente e uniforme
degli elementi di accesso costituiti da titoli e nomi di
persone o enti responsabili per l’opera o una sua
espressione.
Gli elementi d’accesso controllati, a questo scopo, sono
costituiti rispettivamente da:
a) titoli uniformi (par. 0.4.3.1) e titoli di rinvio ad essi;
b) intestazioni uniformi (par. 0.4.3.3) e intestazioni di rinvio
ad esse.
Per i titoli o intestazioni di rinvio e per i richiami tra titoli o
intestazioni connessi vedi il par. 0.4.3.6.
Possono essere controllati in maniera analoga altri
elementi di accesso (par. 0.4.3.8).
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0.4.3.1. Titoli uniformi
Per titolo uniforme si intende il titolo con cui
un’opera, o una sua parte, viene identificata ai fini
catalografici (cap. 9)
• Titoli che si riferiscono a opere diverse ma che
risulterebbero identici vengono distinti mediante
qualificazioni o altri elementi appropriati, quando non
è sufficiente la visualizzazione della relativa
intestazione principale
• Altri titoli o forme varianti del titolo adottato come
titolo uniforme sono registrati come titoli di rinvio
• Per eventuali forme parallele dei titoli uniformi in più
lingue o scritture vedi il par. 0.6.4.
•
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0.4.3.2. Intestazioni
•
•
Per intestazione si intende l’espressione formulata allo
scopo di costituire un elemento di accesso controllato a
una o più registrazioni, consentirne il raggruppamento e
facilitarne l’ordinamento. È costituita da un nome (o una
denominazione) eventualmente integrato da altri elementi.
Il termine intestazione viene utilizzato, nelle norme, per
indicare l’espressione che identifica nel catalogo una
persona o un ente collegati a un’opera o a una sua
espressione da una relazione di responsabilità. Il termine
non viene invece usato per riferirsi a titoli, anche se
costituiscono elementi di accesso controllati.
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0.4.3.4. Intestazione principale




0.4.3.4 A. Le norme distinguono le relazioni di responsabilità per
un’opera secondo tre gradi (responsabilità principale, coordinata,
secondaria) a cui corrispondono tre tipi di legame tra il titolo uniforme
dell’opera e l’intestazione uniforme per una persona o un ente che
possono dare origine a trattamenti diversi: intestazione principale,
intestazioni coordinate, intestazioni secondarie (par. 14.2.3).
L’intestazione principale è sempre unica e può essere assente (in
questi casi, tradizionalmente, si dice che il titolo funge da intestazione
principale). Se presente, può essere accompagnata da una o due
intestazioni coordinate.
Le norme indicano, per le diverse situazioni, quale elemento si sceglie
come intestazione principale per un’opera (cap. 17). Se una
pubblicazione comprende più opere le norme indicano quale opera si
considera come principale (cap. 12).
Per sistemi che non individuano un’intestazione principale o non
distinguono le intestazioni secondo tre gradi di responsabilità vedi il
par. 14.2.5.
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0.4.3.5. Qualificazioni
0.4.3.6. Rinvii e richiami

Le qualificazioni sono elementi che in un titolo uniforme o in
un’intestazione si aggiungono al titolo di un’opera o al nome di
una persona o di un ente per distinguerli da altri con lo stesso
titolo o nome.
I rinvii rimandano a un titolo uniforme o a un’intestazione
uniforme da un altro titolo (o forma del titolo) o da un altro
nome (o forma del nome) diversi da quelli adottati e sono quindi
unidirezionali.
 I richiami (o rinvii reciproci) collegano due o più titoli uniformi o
intestazioni uniformi in relazione tra loro (p.es. i titoli uniformi di
due opere derivate l’una dall’altra oppure i nomi di due enti
collegati). Sono generalmente reciproci ma possono, se
opportuno, essere istituiti in una sola direzione

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0.4.3.7. Intestazioni e titoli uniformi facoltativi
•
•
•
Le norme indicano i titoli uniformi e le intestazioni da considerare
obbligatori per assicurare il soddisfacimento delle funzioni del
catalogo come indicato
Sono considerati facoltativi i titoli uniformi e le intestazioni che
incrementano l’informazione fornita dal catalogo ma non sono ritenuti
necessari in tutte le circostanze o per tutti i generi di pubblicazioni.
Molte norme, comunque, segnalano intestazioni o titoli uniformi
facoltativi che può essere opportuno aggiungere.
Non si ritiene indispensabile assegnare titoli uniformi per tutte le
opere contenute in una pubblicazione (p.es. nel caso di raccolte) o
intestazioni secondarie a tutte le persone o gli enti i cui nomi sono
riportati nella descrizione bibliografica, quando questi nomi non
costituiscono un elemento di accesso importante per la ricerca della
pubblicazione o non indicano responsabilità rilevanti. Può essere
opportuno per uniformità e chiarezza, tuttavia, osservare il criterio di
assegnare sempre un’intestazione secondaria alle persone e agli enti i
cui nomi sono riportati, in quanto responsabili, nella descrizione
bibliografica.
Gabriella Mercurio, 2013
0.4.3.8. Altri elementi di accesso
controllati

Quando si ritiene opportuno possono essere trattati
come elementi di accesso controllati anche i luoghi di
pubblicazione e i nomi degli editori, tipografi, o altre
figure connesse con la produzione materiale, la
pubblicazione e la distribuzione (cap. 19). Questo
trattamento è raccomandato per le pubblicazioni
antiche e per altri materiali (p.es. le pubblicazioni
musicali) per i quali si ritiene utile la possibilità di
ricerca tramite elementi di questo genere
Gabriella Mercurio, 2013
0.4.4. Elementi di selezione






0.4.4 A. Alcuni tipi di informazione, per il numero di registrazioni a cui di
solito si applicano, sono particolarmente idonei a essere utilizzati come
elemento di selezione (o esclusione, o “filtro”) nella ricerca in cataloghi
elettronici. Comprendono, per le registrazioni bibliografiche:
a) la data di pubblicazione, o di produzione, distribuzione, etc. (par. 0.4.4.1);
b) il tipo di materiale (par. 0.4.4.2);
c) il tipo di pubblicazione e il livello bibliografico della registrazione (par.
0.4.4.3);
d) il paese di origine della pubblicazione (par. 0.4.4.4);
e) la lingua (o lingue) del contenuto della pubblicazione (par. 0.4.4.5).
Gabriella Mercurio, 2013
0.4.4.4. Paese di pubblicazione
•
•
La ricerca o selezione secondo il paese di
pubblicazione (o di produzione, distribuzione, etc.)
dovrebbe permettere di specificare (o escludere) uno
o più paesi.
Si registra il paese a cui appartiene attualmente il
luogo di pubblicazione (o quelli a cui appartengono
più luoghi di pubblicazione), anche se al tempo della
pubblicazione la località apparteneva a un paese
diverso. Se è possibile (o si preferisce) indicare nella
registrazione un solo paese
Gabriella Mercurio, 2013
0.4.7 Giustificazione degli elementi di
accesso
•
•
•
•
•
Gli elementi di accesso assegnati sono di norma giustificati da
informazioni fornite nella descrizione bibliografica
Tuttavia, per esigenze di economicità, si possono assegnare
elementi di accesso non individualmente giustificati nella
descrizione:
p.es., per un libretto d’opera, da una nota come A p. 3
personaggi e interpreti)
o risultare chiaramente implicita, p.es. nel titolo della
pubblicazione: Tutto il teatro oppure Scritti in onore di ..., che
implicano che il contenuto consista di più opere o contributi con
propri titoli
o per il suo carattere: p.es. i film, che includono abitualmente
titoli di testa e di coda in cui compaiono i “crediti” e il cast
Gabriella Mercurio, 2013
Parte I: DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA E
DELL’ESEMPLARE
1.
Oggetto e modalità della descrizione bibliografica
2.
Criteri generali di descrizione bibliografica
3.
Fonti delle informazioni
Gabriella Mercurio, 2013
1.1 Oggetto della descrizione bibliografica

La descrizione bibliografica ha per oggetto, di norma,
ciascuna pubblicazione indipendente e distinta, considerata
come insieme degli esemplari prodotti utilizzando
sostanzialmente una stessa matrice (o una sua copia o
derivazione) e posti in circolazione da una stessa casa editrice
o altro ente o persona (o da più case editrici, di produzione,
distribuzione o diffusione, etc.). Gli esemplari possono essere
prodotti anche su richiesta e singolarmente (print on demand)
o, per le pubblicazioni elettroniche accessibili a distanza (non
distribuite o diffuse su un supporto materiale), essere costituiti
da copie digitali integrali o parziali trasmesse tramite una rete
informatica alla postazione richiedente
Gabriella Mercurio, 2013
Fonti della descrizione



Le informazioni da utilizzare per la descrizione si
ricavano da una fonte primaria e da altre fonti
secondo un ordine di preferenza obbligatorio (par. 3.1
e 3.2).
Per le pubblicazioni in più unità o ad aggiornamento
integrato una o più unità o parti vengono individuate
come base della descrizione (par. 3.3).
Per ogni area della descrizione sono stabilite le fonti
prescritte dalle quali ricavare le informazioni (par.
3.5).
Gabriella Mercurio, 2013
3.1. Ordine di preferenza delle fonti







Le informazioni da utilizzare per la descrizione si ricavano da fonti determinate,
interne o esterne alla pubblicazione, nel seguente ordine di preferenza:
1) una fonte scelta come fonte primaria (o fonte principale d’informazione, par. 3.2);
2) altre parti in evidenza della pubblicazione, che svolgono funzioni complementari
alla fonte primaria (fonti complementari, par. 3.4);
3) il resto della pubblicazione;
4) fonti esterne alla pubblicazione (p.es. bibliografie, cataloghi, enciclopedie o altri
repertori, informazioni fornite dall’editore, dati accertati in studi specifici o in alcuni
casi stabiliti o ipotizzati dal catalogatore stesso).
Rientrano tra le fonti interne anche eventuali parti staccate (p.es. la sopraccoperta, il
contenitore o la custodia) o allegati (p.es. il manuale d’uso di una pubblicazione
elettronica) che fanno parte di una pubblicazione come è stata diffusa.
Rientrano tra le fonti esterne, invece, materiali che possono essere stati acquisiti
insieme alla pubblicazione (p.es. cataloghi editoriali o pubblicità) ma non ne sono
parte integrante.
Gabriella Mercurio, 2013
3.2. Fonte primaria






Fonte primaria per la descrizione di una pubblicazione è la parte di essa che presenta
formalmente il titolo, in genere insieme ad altre informazioni essenziali, in evidenza e
preliminarmente al contenuto.
Per le pubblicazioni a stampa fonte primaria è di norma il frontespizio
Per le pubblicazioni d’altro genere, che non contengono prevalentemente testo a stampa
leggibile senza l’impiego di apparecchiature, fonte primaria è possibilmente la parte che svolge
funzioni corrispondenti
3.2.1. Frontespizio
3.2.1 A. Per frontespizio si intende la pagina di una pubblicazione a stampa dedicata a
presentare formalmente il titolo e posta in genere prima dell’inizio del testo. Insieme al titolo vi
compaiono di solito altre informazioni rilevanti sulla pubblicazione stessa (o sulle opere che
questa presenta o comunque sul suo contenuto), l’indicazione delle responsabilità più
significative e, per intero o in parte, le indicazioni di pubblicazione (luogo, editore e data).
Nelle pubblicazioni in più unità (monografiche o seriali) contiene di solito anche indicazioni
numeriche o cronologiche o informazioni d’altro genere relative alla singola unità (titolo,
responsabilità, etc.).
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.2.1. Sostituto del frontespizio per le pubblicazioni
monografiche moderne





Per le pubblicazioni monografiche moderne (comprese quelle musicali) che
non hanno frontespizio il sostituto del frontespizio si sceglie secondo il
seguente ordine di preferenza:
1) la copertina, compresa una cartella o custodia staccata;
2) l’intitolazione, ossia il titolo (con eventuali altre informazioni) che figura in
testa o al principio della prima pagina del testo;
3) il colophon o sottoscrizione, ossia la pagina o parte di pagina posta alla
fine della pubblicazione che fornisce informazioni sulla pubblicazione
stessa (di solito soprattutto riguardo alla stampa).
Per le pubblicazioni musicali a stampa la prima pagina di musica viene
preferita alla copertina se presenta informazioni più complete.
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.2.3. Sostituto del frontespizio per le
pubblicazioni seriali









Per le pubblicazioni periodiche o seriali che non hanno frontespizio il
sostituto del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di
preferenza:
1) la copertina;
2) la testata;
3) la gerenza, ossia la pagina o, più spesso, la parte di una pagina in cui
compaiono, insieme al titolo, informazioni sulla proprietà, la direzione,
l’amministrazione, la redazione, etc.;
4) la pagina del sommario o indice ed eventuali altre pagine redazionali o
editoriali;
5) il colophon o sottoscrizione;
6) altre pagine preliminari;
7) informazioni presenti a margine delle pagine di testo (p.es.
un’indicazione stampata al piede della prima pagina o un titolo corrente);
8) informazioni presenti nel testo stesso
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.2.3. Sostituto del frontespizio per le
pubblicazioni seriali









Per le pubblicazioni periodiche o seriali che non hanno frontespizio il
sostituto del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di
preferenza:
1) la copertina;
2) la testata;
3) la gerenza, ossia la pagina o, più spesso, la parte di una pagina in cui
compaiono, insieme al titolo, informazioni sulla proprietà, la direzione,
l’amministrazione, la redazione, etc.;
4) la pagina del sommario o indice ed eventuali altre pagine redazionali o
editoriali;
5) il colophon o sottoscrizione;
6) altre pagine preliminari;
7) informazioni presenti a margine delle pagine di testo (p.es.
un’indicazione stampata al piede della prima pagina o un titolo corrente);
8) informazioni presenti nel testo stesso
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.3. Fonte primaria per pubblicazioni d’altro
genere



3.2.3 B. Si preferisce possibilmente una fonte leggibile a occhio nudo, se
corretta e sufficiente per la descrizione, rispetto a una fonte che richiede
l’impiego di un’apparecchiatura (p.es. per videoregistrazioni o pubblicazioni
elettroniche diffuse su un disco o cassetta).
Tra fonti leggibili a occhio nudo si preferisce possibilmente una fonte non
separata dal supporto (p.es. diciture impresse o incise oppure etichette
fissate o da fissare ad esso), rispetto a una fonte staccata (p.es. un
contenitore) e a materiale di accompagnamento (p.es. un fascicolo
illustrativo o un manuale d’uso).
Tuttavia, se si preferisce, si può adottare come fonte primaria, per i
documenti da proiettare o da visualizzare su uno schermo, la fonte
principale che presenta le informazioni necessarie, in forma scritta, con
l’apparecchiatura appropriata, dandone indicazione in nota (par. 4.7.1.9).
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con
l’impiego di un’apparecchiatura

Per le pubblicazioni che non contengono
prevalentemente testo a stampa, leggibile senza
l’impiego di apparecchiature, la fonte primaria da
utilizzare per la descrizione è, in generale, la parte
che svolge le funzioni del frontespizio o pagina del
titolo, presentando formalmente il titolo stesso, di
solito con le relative indicazioni di responsabilità e,
per intero o in parte, le indicazioni di pubblicazione
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con
l’impiego di un’apparecchiatura
•
Fonti leggibili ad occhio nudo
m Fonti non separate dal documento
e 1) diciture impresse sulla pubblicazione
a 2) etichette fissate alla pubblicazione
Fonti separate dal documento
•
•
•
1) contenitori
2) materiali di accompagnamento
Fonti leggibili solo con l’impiego
dell’apparecchiatura appropriata
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con
l’impiego di un’apparecchiatura
Tra
– fonte leggibile ad occhio nudo
– fonte leggibile con l’impiego
dell’apparecchiatura appropriata
• si sceglie la fonte leggibile ad occhio nudo
Gabriella Mercurio, 2013
3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con
l’impiego di un’apparecchiatura

Si preferisce la parte frontale del contenitore

se l’informazione riportata sul supporto si limita al titolo
se l’informazione riportata sul supporto … è relativa a una
pubblicazione precedente o è comune a pubblicazioni diverse
…
(p.es. quando su un DVD figura il titolo originale di un film e sul
contenitore il titolo italiano, di solito insieme ad altre
informazioni …relative all’edizione … che si sta catalogando)


Gabriella Mercurio, 2013
3.4. Fonti complementari della fonte primaria





3.4 B. Sono fonti complementari per libri e opuscoli a stampa, in
ordine di preferenza:
1) i preliminari, ossia le pagine che precedono la prima pagina
del testo (o della prefazione, del sommario, etc.): comprendono
l’occhietto e il suo verso, il verso del frontespizio e, in alcuni
casi, il recto della carta che segue il frontespizio, se reca
informazioni analoghe a quelle che compaiono di solito sul
verso del frontespizio;
2) la copertina, compresi il dorso, la parte posteriore (“quarta di
copertina”) ed eventuali risvolti, e, se presenti, la
sopraccoperta, la custodia o altri contenitori;
3) il colophon (o la pagina o parte di pagina che comprende
l’indicazione della stampa).
Sono compresi tra i preliminari eventuali altri frontespizi oltre
quello scelto come fonte primaria e, quando la copertina è
utilizzata come sostituto del frontespizio, il suo verso
Gabriella Mercurio, 2013
3.4. Fonti complementari della fonte primaria



Per le pubblicazioni periodiche o seriali sono fonti
complementari anche la testata, l’intitolazione, la gerenza,
la pagina del sommario ed eventuali altre pagine
redazionali o editoriali e il titolo corrente.
Per le pubblicazioni a stampa costituite da un solo
foglio, non piegato come in un fascicolo, vedi il par. 3.2.2
A.
Le fonti complementari si utilizzano nell’ordine sopra
indicato. Tra i preliminari si preferisce la pagina contro il
frontespizio all’occhietto e questo al verso del
frontespizio; si preferisce la parte anteriore della copertina
al dorso e questo alla parte posteriore, l’esterno alla parte
interna e la copertina stessa alla sopraccoperta e alla
custodia.
Gabriella Mercurio, 2013
Novità
(cap.
0), e poi in vari altri, si richiama
l'attenzione sull'esigenza di trattare
informazioni in più lingue e scritture
Documenti non pubblicati (cap. 6)
Informazioni sull'esemplare (cap. 7), che
non riguardano solo il materiale antico o di
pregio
Gabriella Mercurio, 2013
Aspetti tecnici della descrizione
problematiche di trascrizione dei dati (nel cap. 2)
scelta delle fonti delle informazioni da utilizzare nella
descrizione, per i diversi tipi di materiali (cap. 3)
qualifiche degli autori,nell'area 1
ulteriori elementi relativi alla collezione, nell'area 6
Gabriella Mercurio, 2013
Aspetti tecnici della descrizione
segue 2
•
•
•
•
Semplificazioni per quanto riguarda i dati dell'area 4
(in particolare per l'editore e per la data) e dell'area 5
(p.es. per le caratteristiche tecniche dei materiali non
librari). Particolare attenzione è stata dedicata a:
normalizzazione formale (p.es. per i simboli standard
delle unità di misura)
riduzione drastica dell’ impiego di abbreviazioni
Gabriella Mercurio, 2013
Parte I

Le norme comprese nella Parte I presentano unitariamente e in
maniera integrata la descrizione dei materiali, e sono sostanzialmente fedeli
agli standard ISBD, ma se ne discostano in alcuni punti di dettaglio, sulla
base della tradizione catalografica ed editoriale italiana, o per uniformare
soluzioni discordanti che compaiono nelle singole ISBD per materiali
diversi.

Inoltre nella descrizione bibliografica ci si è orientati verso una
notevole riduzione dell'uso delle abbreviazioni, senza però eliminarle
completamente (soprattutto nell'area 5): sono state mantenute, in
particolare, le abbreviazioni di uso più frequente e più largamente note o
facilmente interpretabili dalla generalità del pubblico
Gabriella Mercurio, 2013
REICAT (0. Introduzione, Parte I)
•
•
•
•
•
•
•
Abbreviazioni (0.6, Appendice A)
Pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme (1.4.6)
Ristampe inalterate indicate nella fonte prescritta come
edizione (1.7.1.2, 7.1.1)
Variazioni minori del titolo tra le unità successive di una
pubblicazione seriale (1.7.3.1 A)
Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di
un’apparecchiatura (3.2.3)
Titoli, qualifiche e altre informazioni che accompagnano il
nome, nell’indicazione di responsabilità (4.1.3.3)
Variazioni nelle indicazioni di responsabilità in pubblicazioni in
più unità, pubblicazioni seriali e collezioni (4.1.3.8 B)
Gabriella Mercurio, 2013
REICAT (0. Introduzione, Parte I)
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Complementi paralleli del titolo (senza titoli paralleli) (4.1.4.2 C)
Indicazioni parallele di responsabilità (senza titoli o complementi del titolo
paralleli) (4.1.4.3 C)
Variazione del luogo di pubblicazione nelle pubblicazioni in più unità
(4.4.1.3)
Variazioni dell’editore in pubblicazioni in più unità (4.4.2.4)
Data di pubblicazione (4.4.4.0)
Pubblicazioni in più unità costituite da materiali diversi, ma di pari
importanza (4.5.1.12)
Complementi del titolo della collezione (4.6.2 A)
Indicazioni di responsabilità relative alla collezione (4.6.3 A)
Espressione descrittiva che accompagna la designazione dell’unità (5.2.0.3
A)
Gabriella Mercurio, 2013
REICAT (parte II)
Titolo uniforme e titolo collettivo uniforme
 a) Titolo uniforme (9.0.3)
 b) Titolo collettivo uniforme (9.0.5, Appendice H)

Gabriella Mercurio, 2013
REICAT (parte III)
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
Santi con cognome (seguono la regola generale)
Termini santo o santa (15.2.3 A-B)
Omonimi non distinti (15.3.4)
Richiami tra persona ed ente (15.4.2 A)
Cambiamenti minori nel nome degli enti (16.0.3.1 A)
Cambiamenti minori nel nome degli enti subordinati
registrati in forma gerarchizzata (16.0.3.1 B)
Qualificazioni degli enti territoriali (16.1.4.2 A)
Circoscrizioni ecclesiastiche ed enti religiosi con
competenza territoriale (16.1.5.3)
Istituzioni religiose locali (16.1.5.4)
Organi della Curia romana (16.1.5.5 B)
Indicazione della sede o dell’ambito territoriale nel nome
dell’ente (16.2.5)
Intestazione secondaria per il curatore della collezione
(17.3.2)
Gabriella Mercurio, 2013
Gabriella Mercurio, 2013
Pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme



Le pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme ma non
legate da un titolo comune o che non risultano parti di una
pubblicazione unica si considerano pubblicazioni indipendenti,
e non pubblicazioni in più unità o con allegati [o con
supplementi] … [anche quando sono impiegati i termini:
allegato, supplemento, inserto, etc.].
Enciclopedia biografica universale In area 7: Distribuito con La
repubblica e L’espresso
Genio e materia : contributi per una definizione del mestiere
d’arte / a cura di Paolo Colombo In area 7: In custodia con:
L’intelligenza della mano
Gabriella Mercurio, 2013
Ristampe inalterate indicate nella fonte prescritta come
edizione 1.7.1.2



Le ristampe di una stessa edizione non sono, di norma,
oggetto di una descrizione bibliografica distinta, anche se
indicate con il termine edizione, quando sono inalterate
oppure presentano piccole differenze
Il termine edizione viene usato nell’editoria contemporanea
anche per ristampe inalterate. Le REICAT accolgono una
soluzione già adottata.
REICAT 7.1.1 (Informazioni relative all’esemplare)

Si indica se l’esemplare appartiene a una ristampa particolare (anche se
presentata come “edizione”) …

5ª ristampa, 2004 2ª ed., 2007
Gabriella Mercurio, 2013
Ristampe inalterate
•
•
•
Trattamento in SBN
Se una ristampa è inalterata, anche se definita e
numerata come nuova edizione per motivi editoriali,
non è oggetto di nuova descrizione anche se varia:
il numero standard
le dimensioni
la data
Gabriella Mercurio, 2013
Edizioni nuove
Trattamento in SBN
E’ necessaria una descrizione distinta per una
edizione se varia:
la collana;
Il nome dell’editore
la paginazione
il titolo
se presenta aggiunte o modifiche
Gabriella Mercurio, 2013
1.7.3.1 Variazioni minori del titolo tra le unità successive di
una pubblicazione seriale
Si considerano cambiamenti minori del titolo di
una pubblicazione seriale, che non richiedono
descrizioni bibliografiche distinte:
a) l’aggiunta, eliminazione o variazione di articoli, preposizioni,
congiunzioni e segni di punteggiatura;
b) le variazioni grammaticali;
c) le variazioni nella grafia;
d) la sostituzione di una sigla (o altra forma abbreviata) alla
forma estesa, o viceversa, sia quando costituisce il titolo sia
quando ne fa parte, se la numerazione è continua;
e) l’aggiunta, eliminazione o variazione di un collegamento
grammaticale alla numerazione e di espressioni connesse che
indicano la copertura;
f) l’aggiunta, eliminazione o spostamento …di un termine
descrittivo del tipo di pubblicazione, anche se costituisce la
prima parola del titolo, purché non vi sia un legame
grammaticale e la numerazione sia continua
Gabriella Mercurio, 2013
4.1.3.3 Titoli, qualifiche e altre informazioni che
accompagnano il nome nell’indicazione di responsabilità



Il punto d) ci ricorda di valutare l’utilità di
trascrivere le informazioni che accompagnano il
nome sui frontespizi.
Informazioni fondamentali per la realizzazione
dell’archivio di autorità, informazioni fondamentali
per gli autori meno conosciuti, non presenti nei
repertori.
Se si ritengono utili per identificare la persona
Gabriella Mercurio, 2013
4.1.3.8 B Variazioni nelle indicazioni di responsabilità in
pubblicazioni in più unità, pubblicazioni seriali e collezioni





Se tra le parti di una pubblicazione in più unità vi sono
variazioni nelle indicazioni di responsabilità relative alla
pubblicazione nel suo complesso si riporta la forma presente
nella prima unità (o comunque in quella assunta come base
della descrizione). La variazione si indica in nota.
Se una forma è comune alla maggior parte delle unità, ma non
alla prima, si può riportarla al posto di quella della prima unità,
segnalando la variazione in nota.
Per le pubblicazioni periodiche o seriali e le collezioni le
variazioni in indicazioni di responsabilità relative a persone con
il ruolo di direttori, curatori, etc., possono essere segnalate in
nota in forma generica.
Vocabolario siciliano / a cura di Giorgio Piccitto In area 7: Vol. 2:
fondato da Giorgio Piccitto ; a cura di Giovanni Tropea; dal vol.
3: fondato da Giorgio Piccitto ; diretto da Giovanni Tropea
Rivista di storia economica / diretta da Luigi Einaudi In area 7:
Dal 1984: fondata da Luigi Einaudi
Gabriella Mercurio, 2013
4.1.4.2C Complementi paralleli del titolo
(senza titoli paralleli)
Se non ci sono titoli paralleli ma soltanto
complementi del titolo in più lingue o scritture si
riportano nell’ordine in cui compaiono. Se si
preferisce si può riportare soltanto quello nella lingua
o scrittura del titolo o, se questo criterio non è
applicabile, quello che compare con maggiore rilievo
o per primo. La presenza di complementi del titolo
non riportati si può segnalare in nota
 Diladdarno : Firenze oltre il fiume = Florence beyond
the river
 Golfo di Trieste : carta nautico turistica
Mercurio, 2013
 In area 7: Sottotitolo eGabriella
legenda
in quattro lingue

4.4.1.3 Variazione del luogo di pubblicazione nelle
pubblicazioni in più unità


Se il luogo di pubblicazione varia tra le parti di una
pubblicazione in più unità si riporta quello indicato
nella prima unità e si segnalano le variazioni in nota,
in forma generica se sono numerose o se sono
riportate nelle descrizioni delle singole unità.
Firenze In area 7: Luogo di pubblicazione dal vol. 3:
Scandicci oppure, se non si può specificare la
decorrenza della variazione In area 7: Il luogo di
pubblicazione varia in: Scandicci (pubblicazione in più
volumi della casa editrice La nuova Italia, in cui varia
l’indicazione del luogo)
Gabriella Mercurio, 2013
4.4.2.4 Variazione dell’editore nelle pubblicazioni in
più unità




Se l’editore … varia tra le parti di una pubblicazione in
più unità si riporta l’indicazione che compare nella
prima unità e si segnalano in nota le variazioni, in
forma generica se sono numerose o se sono
riportate nelle descrizioni delle singole unità.
Milano : Editrice bibliografica In area 7: Dal vol. 4:
Perugia : Guerra; dal vol. 6: Perugia : Volumnia
ma:
se i singoli volumi sono descritti individualmente
nell’area 7 si può indicare soltanto L’editore varia
Gabriella Mercurio, 2013
Descrizione del livello generale


•
•
•
•
•
•
–
–
–
•
●
La descrizione deve consentire di collegare tutte le notizie
relative ai volumi particolari delle successive edizioni
Quindi deve essere una descrizione aperta
non si deve indicare l’edizione se presente
Non si devono indicare l’anno o gli anni
Non si devono indicare il numero dei volumi
I cambiamenti di curatore, editore, luogo vanno indicati in nota
Il tipo data sarà sempre F
Nuovi numeri ISBN andranna inserirti indicando nella nota al
numero l’edizione
Ma
Se in cofanetto con prezzo unitario
Se atti di congressi in più volumi
Ristampe anastatiche
Il livello generale sarà completo (edizione, date e numero
Gabriella Mercurio, 2013
volumi)
4.4.4.0 Data di pubblicazione
[…] Si considerano date di pubblicazione quelle che compaiono senza altra
specificazione, o in collegamento con la parola edizione o espressioni che
la comprendono (p.es. Prima edizione gennaio 2007), e le date di copyright
oppure di stampa o manifattura quando possono essere ritenute equivalenti
a una data di pubblicazione. Non si considerano date di pubblicazione,
invece, le date che compaiono in connessione con informazioni di tipo
diverso (p.es. l’imprimatur o il deposito legale) o nel testo (p.es. in una
dedica o prefazione).
Applicazione in SBN:
Si applicano le REICAT.
Gli anni di copyright o di stampa si riportano senza la qualificazione (©,
stampa). Se gli anni di copyright e stampa coincidono, l’anno viene riportato
senza parentesi quadre. Si raccomanda di non intervenire sul pregresso
solo per questa variazione.
2009
(nella pubblicazione ©2009)
2008
(nella sottoscrizione finito di stampare
nel2013
maggio 2008)
Gabriella Mercurio,
Data di copyright e stampa





Quando la data di copyright e di stampa divergono, nel caso in
cui la differenza tra le due date è uguale o maggiore di 2 anni si
indicherà la data più recente senza qualificarla, altrimenti si riportano
entrambe , la prima senza alcuna precisazione e la seconda tra
parentesi tonde
Es. Pisa : a spese dell’autore, 1976 (Pisa : Litografia di Cassio
Tacchi, 1975)
1998 (stampa 1997)
(pubblicazione in cui compaiono una data di pubblicazione sul
frontespizio e, sul verso, una data di copyright coincidente e una data
di stampa non coincidente)
1951 (stampa 1952)
1976 (stampa 1977)
Gabriella Mercurio, 2013
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