Cinemetropoli -Pr ov. di Milano Obraz Cinestudio Il cinema di ROBERT KRAMER Milano 28 nov-6 dic 1980 Per la rassegna ital iana Alcuni anni fa virlt per la prima volta i miei film, proiettati tutti assieme in successione. Mi sentivo a disa~io, imbarazzato e ambizioso: le "retrospettive" sono quelle che ti dedicano dopo morto. Ero indeciso, ma curioso. Dissi di 5\ e, come al solito, imparai qualcosa. Non soltanto dal fatto di vederli tutti insieme, uno dopo l'altro, in un breve lasso di tempo, ma anche dalle discussioni che segui. rono l~ proiezioni. C'era una certa continuità che mi stupiva, ed un costante svi.luppo di certi temi, o piuttosto un d i a Lo g o continuo, una prospettiva ricorrente. Da allor~ ogni volta che ho visto .i film ho pensato n ~uest'unità, a questo dialogo (che ho visto, percepito e udi to), in modo diverso. Ed ho potuto anche definirli in modo diverso (tenendo il passo con i cambiamenti storici e tenendo conto anche dei miei camhiamenti, spesso inconsci). Alcune "ar~omentazioni" sono diventRte meno importanti, mentre ne sono emerse delle altre. Ma ogni v o l t a è r+ma st.o un hlocco unitario di lavoro, un c i cLo , una specie di tFlcC'uino con le note dell'itinerario di un viag-gi.oparti.colare. Ma è o non è un viaEg'io fatto rla molti? Pi~ di ~uFlnto sembrere6be; ~uindt penso che non sia soltanto il mio viAEE;o, il mio t r-ì p , Sebhene, naturalmente, parta da lì, perchè aitTi.. menti da dove potrehbe realmente partire? ~i sono imhattuta nel cinema senza un pro~ramma preciso. Non mi era mai. capitato di poter "fare del cinemFl" (dove per me fare del cinema s tsm icava Ho L'l.vwo od l , Ha rruenrto incontrai i miei primi cineasti (!\formanFruchter' e 110b Machover, che stavano lavoraqdo a un document.ario chi.amato "Troublemal<ers"), ho scoperto che.non corrispondevano affatto all'irlea che io avevo dei Cineasti, il loro modo di fare, la 10ro attrezzat,~ra era tutto tranne che Hollywood, ed era già un progetto nel con t as t o di c i.ò che abbiamo chiamato "The Movement", il Movimento neEli Stati. Uniti. Era un ti.po di cinema diverso, ~d era ~ià inserito nel contesto politico. ì •••• Posso plencare alcuni punti che hanno .caratt.erizzato i riostri primi. Ti.lm: Di fronte al "Prodotto Puhblico" ·èell'ideologia dominante (Hollvwo od j la televisione, l 'imma~ine pubblicitari.a, il best seller) ..c'i. l' trovammo in un universo imbellettato, artificioso, "irreale","finto". Non raccontava la nostra storia. Non raccontava la vera storia di nes suno. Era"la menzogna, la Grande Finzione, in cui volevano credessim;". Celluloide. Il prodotto abilmente confezionato dall'ideologia dominante, che si spaccia per "reale", "naturale", "inevitabile", "oggettivo". Ciò che per loro era un dato di fatto, era per noi finzione; iniziammo il nostro lavoro cercando prima di tutto di essere chiari e onesti. Si partì con ciò che sapevamo, con la nostra esperienza immediata e diretta. Il nostro presupposto era che ci fosse uno stretto legame fra il nostro impegno (la crescita del coinvolgimento politico diretto e le sue prospettive) ed il ruolo che il cinema avrebbe potuto o dovuto svolgere. Non sapendo esattame~te come muoverci, portammo ad esempio le nostre stesse vite.(Questo fu l'aggancio, non necessariamente riconosciuto con i nostri predecessori, gli autori Beatnik ed il cosiddetto movi.mento òei cinel'lstiunnerground dell'ini7.io degli anni '60 - con la nifferen7.a che la nostra esperienza era di tipo prevalentem8nte attiv i.s t a ) • Vale la pena ampliare un po' questo discorso. La forza delle immagini dominanti è tale che non si tratta semplicemente di inserirvi un cont~ nuto p accettabile (ammesso che si riesca ad immaginare come ar-r ì.vaj; ci). ri sentivamo esclusi dal mono in cui venivano riprodotti sullo schermo i "ritmi" sociali, psicologici e fisici della vita quotidiana (la vi ta vissuta, ciò che facciamo e come lo facciamo). Questo era in parte dovuto a Questioni di tempo, di durata, di dialogo e relativa r~ ~it"'7.ione, e a problemi tecnici veri e propri, come l'arrangiamento e l'uso della macchina da presa. Sen7.a rendercene conto ci trovammo in contrapposizione con le premesse dominanti, le convenzioni e i c~dici dell'ingranaggio cinematografico. Ciò che sapevamo era che Questo non rispecchiava affatto la nostra esperienza di vita. La nostra storia"non veniva raccontata e a noi sem brava invece che ne valesse la pena. Perchè? In primo luogo perchè sem brava - per molti aspetti - comune a ognuno di noi. Secondariamente perchè si dovrebbe raccontare la propria storia, e ciascuno dovrebbe farlo nel modo più appropriato, e nel raccontarla si dovrebbe trovare il denominatore comune che èi unisce e che di fatto rivela un'altra realtà storica, diversa da quplla ufficiale. ì ù 2) rreneralmente abbiamo considerato secondari i problemi di tecnica e di forma. Non secondari. per impo rtanza, ma perchè derivano dall' impeto di raccontare Qualcosa che viviamo come "nuovo". Nessuna regola. Nessuna.'af'f'ermazione del" tipo: "deve essere fatto così per riU!5cire". PrQ ve remo e veòremo se :funziona. E c'era qu",lcosa di pitt. Gran parte della nostra rabbia (pOlitiCizzata e non) venne fuori. L'insistere sul bianco e nero, superfici ruvide e sgranate, forti contrasti di luce, movimenti violenti di una ripresa "manuale" da cinem'" "verità", per nulla preoccupata di maschera,!: si - un suono diretto e stridente - un montaggio fatto di avventura, di scoperte e spesso di espedienti: tutto questo significava opposiziQ ne alla falsità della Immagine Perfetta spacciata a tutti per Verità. )) Potere Dominante - Mezzi di Comunicazione Dominanti - InterpretaziQ ne nominante: la GrAnne Verità, la Grande Hen7.ogna: chi ha il potere tiene sotto controllo là nostra vita, impone una de~inizione di "realtà", che comprenne le nostre impressioni per ciò che è possibile e per ciò che possiamo imma~inare: ovunque c'è un Big Boss che ti zittisce e ti dice cosa devi pensare. Non volevamo ridurre al silenzio nessuno. Non Rvevamo (e non abbiamo) "la verità", se mai esiste. Noi abbiamo un'esp~ rienza e voi avete un'esperienza - e noi saremmo molto più ~orti (naturalmente anche come ~orza politica) se riuscissimo ad analizzare e capire la nostra esperienza, a comprendere veramente e ad immaginare altre possibilità. Persino a concepire una diversa concezione del ~uturo. Quindi noi non abbiamo pensato in termini di dover riprodurre una "linea corretta", oppure di dire allo spettatore che cosa deve pensare; abbiamo invece voluto creare un evento, una nuova esperienza (il ~ilm stesso), che permetta allo spettatore di stabilire un rapporto con gli avvenimenti dello schermo, un'interazione intima, in quel luogo più intimo dove ~antasie, sogni e paure guizzano ~uori dalle ombre. Quel luogo è il ~ilm stesso, pieno di contraddizioni interne, complesso e capace di ~oI nire allo spettatore lo spazio per partecipare, per avere una reazione critica. "Noi" risulta forse un po' troppo semplicistico. Non sono sicuro che ci sia un "noi" d'accordo nel dire che "noi" abbia mo cominciato proprio in un ambiente cinematografico plasmato da questi atteggiamenti e da queste premesse generali. Può darsi o forse se anche alcuni fossero d'accordo nell'affermare che "noi" abbiamo cominciato lì, ad aggiungere di essersene allontanati ••• per corsi affretterebbero reggere i propri "errori". Forse erano solo atteggiamenti miei e in paI te li ho abbandonati e in parte no. Ben presto la questione è diventata scottante. Una volta che ci si pone la domanda "che cos'è una buona prQ paganda" diventa tutto straordinariamente complicato. "Dire cosa ha chi?" e, a seconda della risposta, "qual'è il sistema più efficace~ farlo?". Crescevamo in fretta. A posizioni difensive si alternavano convinzioni di segno opposto, non sono mai riuscito a riempire gli spazi vuoti in questa formula della propaganda. qualche volta ho voluto farlo, e ci ho provato. Ma qualcosa non me lo ha permesso, e ciò che risultava non era esattamente come lo desineravo, bens' come se scaturisse da qualche altra necessità, pressione, sl<'lncio. La clAsse sociale probahilmente è una buona motivazione. Origini medioborghesi (ma non borghesi nel senso europeo), genitori immigrati che si sono fatti da sè, diventati professionisti - e poi tutto il processo della mia ribellione, del mio tentativo di de-programmarmi, di cambiare ahituc1i.ni ed atteggiamenti, di arrivare ••• dove? In un posto indistinto e indefinito. Una specie di posto arbitrario, definito da me, creato da me: una mia vita all'interno del Movimento; una vita vissuta come un cineasta ai margini; altri tipi di lavoro, diversi dal fare cinema, una combinazione difficile, un mestiere non ben definito. Ai limiti, oltre i limiti, ma anche con i privilegi di un "insider" (il colore della pe..! le giusto ad esempio, il sesso giusto, un'educazione) e certamente il pri~ilegio della mobilità, ed una relativamente vasta possibilità di scelta. Tuttavia anche come una costante intenzione, la determinazione di continuare a scegliere e a cambiare, con noncuranza, fintanto almeno non risulti del tutto impossibile. Fare qualsiasi sacrificio necess~ rio per continuare a scegliere, continuare a cercare di capire qual'è il modo più completo di vivere la vita ••• secondo le circostanze. Un'Altra ragione probabilmente è la relazione con il cinema, con le im magini in movimento e con il suono. Non "l'amore per il cinema", non esattam"'nte cinefilia, ma una sensazione di come i pez7.i possono combinarsi, un vero fascino e amore nel comporli, dà. riprovare ogni volta. 1': un'impa7.ienza nel ridurre i pezzi, perchè "non si dovrebbe dire così" o perchè "è inutile" o perchè "è troppo difficile". Il problema è sempliceml'nte che a me non sembra mai difficile o complicato. Ciò che sem bra difficile è la complessità sconcertante e il dolore inutile dell~ vita umana. 1': come puoi dire meno di quello che sai, specialmente quan do ti rendi conto che anche tantissima gente lo sa? E come puoi rendere tutto in modo meno complicato di ~uello che è? In ogni caso sono stato abbastanza fortunato di poter continuare su ~uesta strada. Ho sempre voluto che i miei film fossero visti da molta gente - i fi.lm sono fatti per un grande pubblico, non per isolati gru.l2. pi di appassionati - e vo~lio sempre più gente. Ma questo è principalmente il mio problema. Ho la sensazione, se continuo, che non solo qu~ sto accadr~, ma che non si tratterà di film sempre più simili al "Prodotto Commerciale". Esiste un altro prodotto commerciale. Vi è un altro modo di raccontare la nostra storia collettiva sul grande schermo, un nuovo modo che p~rtecipa alle nostre nuove esperienze, e sarà accessibile precisamente perchè sensibile all'ener~ia che già esiste. Ma non è facile, almeno per me, e dopo o~i film sento di dovermi immergere velocemente in un altro per applicare ciò che penso di aver imparato dall'ultimo. Robert (Pari~i, 1 Novembre lQ8o) Kramer ,SINOSSI DEI FILM Faln 'T'estl') e edi7.ione dj Robert Kramer su materiale girato ne7.uela - 16mm. b & n - )0' - 19~5 - documentario. dal FALN del Ve- Reso~ontl') politicI') e sociale della situazione in Venezuela all'inizio de~li anni '60 e del sor~ere della l6tta 3rmata, in particolare dei f o ro La i. ni /?;llerrigol i3 delle F'or-z e Armate d i Libera7.ione Nazionale (l"ALN). Tutte le immagoini provengoono da materiale raccolto in azioni o filmato direttamente dal FALN in Vene7.uela. Bench~ si occupi delle ('ond;7.;oni spe~;fiche di quel paese, la narrazione ~ stata pesantemen te influen7.at3 dall'esperien7.a politica e dall'analisi di quel periono fatta ne«li Stati T~iti. In un certo mono ~ un esempio di come il ~nvimento americano cerchi la sua riflessione all'estero. Rilevante a ou e st o proposi.tn è l'enTClsi sull'imperialismo americano e la descriziQ. ne della s t r-a t e g-ì.a dei. /?;llerri~lieri, che ~ sp es so vista in termini s t> mili al1'esperien7a del movimento dei. Diritti Civili nel sud degli sta ti l~iti e nella sua proiezione nelle citt~ del nord. - In the country ('T'rad.lE'tt.: In campa~a) Kramer - 16mm. b & n - 60' - Scritto, 1966. diretto e prodotto da Robert Lui, politicamente attivo; lei, "sua moglie", adesso sta cercando di i.mparare chi. realmente sia. Vivono in una casa di campagna, ma solo perch~ lui deve adempiere ad un oscuro obbligo di vendere la casa per cnnto rlei suoi proprietari assenti. La campagna ~ lontana dallCl cittR, dal luogoo di tutta l'intensa lotta sociale del periodo. Isolati, si Appogog;ano l'uno all'altro, bloccati in un ciclo ri.petitivo di. bisnP,TIo, di ('onsapevole7.7.a e di risentimento che sembra non possa essere spe7.7,ato. La donna lo puriv e c c n L» a proposito di. <1ual('osa che lei può aver fatto con 'T'oller, un vecchio compagno po L'ì t t.c o , Noi scivnliamo nenf:ro e Tuor; le sue "fantasie", le sue "proie7.ioni" della situazio- ne. TI ciclo autonistrutti.vo Theedg~e non si spezza. _ (Trad. lett.: Il mar~ine) - soggetto e regia: Robert Kramer; fotografia e montaggio: Robert Machover; suono: Norman Fruchter; produzione: Robert Kramer e Robert Machover; interpreti: Jacl< Rader (nan), Tom Grit'f'in (Tom) , Ho wa r-d Loeb Babeuf (Bill), Jeff 1{eiss (Max) , Anne Waldrn an 10Tarsch (nidi), Sant'ord Cohen (Peter), Paul Hultberg (Sinclair), Catherine Merrill (Sally), Russell Parker (Michael), Gerald Long (Gerry), Theodora Bergery (Anne), Randall Conrad (Randall), Constance Ullman Lonp' (Connie), Susan Reiner (Fille ali lit), Robert Kramer (il pa7.ipnte' - 15mm. h & n - 105' - 1967 - USA. Dan nec;ne di assassi.nare il Presidente degli USA. E' una scelta indivirluale, essendo questa l'unica risposta morale che egli può immaginare per l'enorme crimine della guerra del Vietnam. L'organizzazione politica a cui appartiene si oppone alla sua scelta. Toller, uno dei leà der del gruppo lo avverte che prenderanno tutte le misure necessarie per prevenire questa sua azione individuale, pericolosa ed inutile. negli altri che sono vicini a Dan, alcuni conoscono la sua decisione altri no. Alcuni la contrastano. Alcuni tentennano. Ognuno aspetta, come se avesse avuto inizio un processo, una danza che una volta iniziata deve essere conclusa. E forse la polizia è a conoscenza di tutto sin dall'inizio, forse sta solo aspettando. Ma se ne fosse a conoscenza, chi ha parlato? O forse, semplicemente, le azioni di queste persone sono cosi ben sorvegliate da non richiedere informatori? Ice (Trad. ,lett.: Ghiaccio) - soggetto e regia: Robert Kramer; fotografia: Robert ~achover; produzione: David C. Stone e Barbara Stone per l'American Film Institute - 16mm. b & n - 135' - 1969 - USA. Un futuro indefinito. Con una situazione interna che si deteriora, e una guerra sul confine meridionale con un movimento Rivoluzionario Me~ sicano insorto, c'è una generale agitazione in USA. c'è un movimento rivoluzionario armato, seguito quanto basta per minacciare il potere costituito. Questo movimento è composto da diversi tipi di organizzaz;.oni indipendenti (donne, disertori, agitatori, gruppi armati, ecc). In questo "immaginario" futuro, le diverse organizzazioni stanno realizzando una piì, stretta cooperazione, e ora si incontrano sia a livel lo regionale che a livello nazionale. Insieme stanno preparando le loro prime azioni coordinate: un attacco regionale e un attacco nazionale a primavera. Attraverso le attività di alcuni membri di questi gruppi nella regione di New York, noi seguiamo la preparazione dell'attacco regionale, l'attacco stesso, e il risultato di questa azione e di questa esperienza sui partecipanti. ~ proietta certe attitudini e certe tendenze del Movimento americano dei tardi anni '60 nel futuro, in parte per capire le loro implcazioni. L'isolamento generale dei gruppi, contrapposto allo stretto cameratismo interno, è molto evidente. Paura e voglia di potere, desideri personali opposti alla determinazio ne e alla disciplina, sono gli elementi centrali su cui è basato lo studio dei bisogni umani dei partecipanti. Quello che era una proiezione "fantascientifica" nei tardi anni '60 è diventato un fenomeno diffuso ne~li anni '70. Peoples' war (~rad. lett.: Guerra dèipopol~) - scritto, filmato e prodotto da Robert' Kramer (e due co au t or-ì ) - 16mm. b & n - 40' - 1969 - Nord-Vietnam/ USA - do~umentario. Filmato nel Nord-Vietnam nell'estate del 1969 su invito della Repubbli ca Democratica. La domanda era: "come può una nazione relativamente poco sviluppata resistere e anche avanzare in una guerra scatenatagli contro dalla potenza meglio eqpipaggiata tecnologicamente - dal punto di vista militare - del mondo?". La risposta vietnamita: "con la mobili tazione dello spirito del popolo". J.lache significato poteva avere tale frase per un occidentale, per un americano? Qual'è il significato do "guerra di popolo"? La pellicola sottolinea i diversi tipi di mobilitazione e di organi7.zazione che creano una forza unificata a cui prende parte ciascun individuo nella resistenza generale. Milestones (Trad. lett.: Pietre miliari) - soggetto, regia e fotografia: Robert Kramer, .Iohri Dou g La e I produzione: Barbara stone e David C. Stone; interpreti: Marv Chapelle, John Douglas, Kalaho, Lou Ho, Grace Paley, Tina Shepherd~ Sue Solf, David C. stone, Paul Zimet - 16mm. colore lQ5' - lQ75 - USA. lce ha ~issato una dicotomia: la determinazione rivoluzionaria, la disciplina, e la volontà, in contrapposizione alla necessità della crescita personale e all'esame delle "politiche" della nostra vita ~uotidiana (includendo quest'ultima la comples$ità dei rapporti uomodonna, il problema dei bambini, degli anziani, della sessualità e del la continuità di una storia della cultura che venivano largamente ignorate o soppresse dai militanti di ~). f.lilestones rende possibile questa parte dell'equazione. Varie vite e situazioni diverse si intersecano in una serie di storie di vita quotidiana che portano i partecipanti attraverso l'USA. Come sbarre di una prigione, blocchi di materiale visivo sugli Indiani d'America, sulla sto~ia della schi~ vitù negra e sulla guerra del Vietnam, oltrepassano queste storie quotidiane: un costante ricordo dei limiti di qualsiasi profonda trasformazione a livello personale, un ricordo dei motivi delle rispos~ di. ~ - ombre deformate dalla più ampia realtà sociale che si trova ovunque dentro e ~uori i personaggi. Portugal Titolo integr.: Scenes ~rom the class struggle in Portugal - (trad. lett.: Scene della lotta di classe in Portogallo) - soggetto, regia, ~otogra~ia: Robert Kramer e Phillip Spinelli; produzione: Barbara Stone e David C. Stone - 16mm. colore - 90' - 1977 - Port/USA. Impostata come un saggio - seguendo gli eventi del 1976 - una analisi lineare e di~~icile dèi processi politici in Portogallo dopo la caduta del ~ascismo. Il punto ~ocale dell'attenzione è il Movimento di Po tere Popolare e il tentativo di comprendere quali siano le potenzialI t~ politiche reali. Un montaggio aggressivamente ~rammentato di immagini che interagiscono con un testo ~reddo, impassibile e analitico: sotto un certo aspetto il con~litto tra questi due livelli è il soggetto della pellicola - la sbalorditiva, caotica, viscerale liberaziQ ne di energia dopo il 24 aprile 1974, e l'analisi razionale e lo s~o~ zo di menti politicamente coscienti per capirla, educarla e dirigerla. Guns (Trad. lett.: Fucili) - soggetto, sceneggiatura e regias Robert Kramer; ~otogra~ia: Richard Copans, Eric Pittard, Claude Michaud, Louis Bihi; suono: Dominique Veillard, Olivier Schwob, Jean Umanski; montaggio: Valeria Sarmiento, Claudio Martinez; interpreti: Patrich Baucuau, Juliet Berto, Peggy Franckston, Hermine Karagheuz, Béatrice Lord, Keja Kramer, Robert Kramer; produzione: Hélène Vager per la Quasar 16mm. gon~iato in J5mm. colore - 95' - 1980 - Francia. Toni è giornalista in Francia. Esce dalla scena politica ma era egli è grande ed impassibile: le vecchie categorie del passato non lavorano per lui, ma lui non ha realmente trovato una nuova collocazione. Per quanto riguarda il suo lavoro come giornalista, il suo altezzoso editore lo chiarisce bene: "tu non sei in discoteca o al supermercato, te ne ~reghi, sei un ~allito". Il suo lavoro sembra del genere "notizie da nessun luogo". Ma Toni è sostenuto dai suoi istinti - ha senti to di una spedizione di armi segretamente organizzata dal governo; sembra una cosa strampalata; il vecchio incanto comincia. E seguendo la storia si ritrova coinvolto in un intrico di ~atti incerti, storie inventate, bugie, e anche in un tentativo di manipolare la sua indagine da parte dei suoi vecchi compagni. Toni è circondato dalle donne. Mentre vivono molte esperienze in comune, esse hanno reazioni diverse dalle sue. Toni sembra aver bisogno della sua storia, bisogno del suo intrigo, bisogno della sua enorme complessa "~inzione". Questo è per lui ~onte di energia. Essendo "lì ~uori", vicino alle armi, l'intrigo e la morte violenta sono ciò che rigenera le sue batterie e che perme~ te la crescita della sua ossessione. Toni de~inisce tutto questo come "il mondo reale" o "realtà". Le donne hanno un altro istinto. Esse ve- dono tutte le stesse forze e le stesse contraddizioni riflesse nelle loro vite quotidiane. Non devono andare molto lontano per le loro avventure. poichè esse le riconoscono al loro erompere nel corso normale dei giorni. E' una danza insolita quella tra l'astrazione di Toni e le reazioni concrete delle persone intorno a lui. Ma i fucili che Toni sta cercando sono molto reali. e così lo sono tutti i fucili. proprio come quelli ed il potere che essi rappresentano: nessuno sfu~ ge ai limiti ultimi imposti da questa forza estrema • • _~,---~r~~.'-- (Il testo delle "sjnossi" è di Robert Kr-amer t .•• 'l; La st ampa-------------------------------------------.. " L'avvenimento importante di questo Festival era la retrospettiva dell'opera di Kramer e la sua presenza. Aveva portato due film da lui realizzati per i Newreels; uno sul Vietnam, l'altro sulla guerriglia in Venezuela, e inoltre una copia nuova di In the country. Questi documentari dimostrano che la guerra è il fondamento estetico del cinema di Kramer. La guerra che è propria alle immagini d'attualità. Si tratta di riportare il massimo delle informazioni possibili nel minor tempo e spazio. La camera diventa l'equivalente di un'arma. Da qui una violenza puramente astratta, tecnica, di immagini di guerra. Già In the country, il primo film di Kramer, colpisce attraverso la viol~za delle luci, la brutalità dei suoi tagli, l'interruzione improvvisa dei movimenti di camera, il rigore della scena. I corpi non sono che il bersaglio di bombardamenti di particelle di luce in cui possono completamente dissolversi, spettri bianchi venuti dal Giappone. Una donna entra nel campo del proiettore, viene ricoperta dalle immagini di guerra che questo proietta. Se c'è musicalità nei film di Kramer, questa è data dalle differenze.di intensità della luce, così come per il colore in Milestones. F, dietro l'intensità della guerra, c'è l'immagine mitica della terra originaria della felicità: Hagna Mater ••••• (A proposito del Festival di Digne, 1978) " Abbiamo segnalato in occasione del Festival di Pesaro 1967 il primo film di Robert Kramer In the country perchè, dati i nuovi rappoI ti che stabiliva tra cinema e politica, ci sembrava segnare un punto importante nel giovane cinema americano ••• " (JEAN NARBONI - Cahiers du Cinéma n. 200/201, Aprile 1968) " The Edge conferma e prolunga In the country e dimostra una rif'le~ sione di una maturità sbalorditiva sia sull'America e i suoi problemi (in primo luogo politici) sia sul cinema ••• Riunisce le qualità del 'cJassicismo' del grande cinema hollywoodiano e la libertà di tono degli indipendenti newyorkesi, e nello stesso tempo considera una serie di problemi (importanza data alla parola, e p1U genericamente al suono, ~luidità nella narrazione e grande serenità nell'a~~rontare sia i problemi umani che quelli tecnici) di cui Kramer si dichiara debitore al cinema europeo moderno ••• " (JEAN NARBO~I - Cahiers du Cinéma n. 200/201, Aprile 1968) " Ice di Robert Kramer, Stati Uniti: parecchi passi in avanti; la guerra è dichiarata tra i 'condés' dello Stato e i 'criminali' del delitto politico. ~ non è una dimostrazione, è un tentativo di descrizione di questa guerra, con un ritratto analitico di un gruppuscolo ri voluzionario... ' Film aspro e duro. Kramer preferisce la semplice verità, la nudità del l'immagine, il punto zero del realLsmo cinematografico (come si parladel punto zero della scrittura) - quello dell'attualità cruda, brutalmente lanciata alla gola dello spettatore abitualmente coccolato, o con l'acutezza oltraggiosa di un apribottiglia che ~a saltare i coperchi per risistemare i loro piccolo crani imbottiti di con~ort culturale • ••• Le s~ocature, le sbavature, i tremolii? Nessuna importanza: ci deve essere il minimo scarto possibile tra il ~ilm e quei ~ilm5-tracts sulle guerre neo-colonialiste o sui sabotaggi nelle ~abbriche, che i ragazzi del gruppo ~anno a caldo e portano in giro per in~ormazione. E' necessario questo grigiore della luce smorta - quella di questo in verno interminabile, di nebbia ghiacciata, che precede la primavera specchio di un'umanità morta di ~reddo prima del nuovo calore, di un~ ~ortuna che l'umanità potrà conoscere solo quando (cito) "l'ultimo burocrate verrà dissolto (dissolved) nel sangue dell'ultimo capitalista". Ma Kramer è giovane ()O anni) e non ha tempo di aspettare che il ghiaccio si sciolga. E' per impazienza che proietta l'azione del Sen suo ~ilm nel ~uturo - di alcuni anni, quanti? Non so esattamente. za che la sua politica-~inzione si trasformi in scienza-~inzione. Ne~ suna traccia di anticipazione: al contrario, solo la più viva attualità. L'America dei Tempi Ghiacciati ha perseguito la logica nixoniana: Stato poliziesco ~ascista, che ha l'abilità di camu~farsi dietro il liberalismo borghese, il quale, ~in dal 1789, ha l'astuzia suprema di ~arsi prendere per la Libertà, con la maiuscola. Graziosa lucciola per una bella lanterna. Conosciamo la ~ormula: questo tipo di libertà signir.ica la volpe libera in un pollaio libero • ••• Di fronte, il nemico, la canaglia, l'assassino, il ~orzato intrattabile dei tempi ghiacciati: l'attivista rivoluzionario. AvViciniamoci: di~~idenza, l'animale è giovane, vivo, rapido, morde, è molto cattivo. Il ritratto di Kramer, molto obiettivo"s~ugge all'agiografia. ~è piccoli santi nè eroi, nè martiri stile inizio del cristianesimo, e meno ancora ni~hilista russo. Questi giovani sanno che c'è una bel~ la di~fenren7.a, una grande distanza, tra teoria e pratica, che l'azi~ ne militante è esigente, dura per i deboli, per i pusillanimi, e che ci sono mille modi di essere deboli e pusillanimi. Kramer non dimentica mai la teori.a - l'idea. Viene esposta nei testi, essi stessi divulgati dai mezzi tecnici moderni, dalla propaganda, dalla regi.strazione sonora, e soprattutto dal cinema ••• " (JEAN-LOUIS BORY, da "~ouvel Observateur", 12 ottobre 1970, estratti) "La rivoluzione non è una serie di cose incidentali, ma tutta una vita", dice un personaggio in un dato momento. Tutto il film è uno sfo,!: zo per non dimenticare, per tenere sempre presente questa disponibili tà alla lotta politica e ideologica che vive, durante gli anni '60, nei campus universitari delle città, la gioventù mobilitata contro il potere del capitale, contro la guerra del Vietnam, contro l'ingiustizia perenne della società americana. Milestones •• riassume questa esp~ rien7.a, queste multiple esperienze vissute nel e attraverso il "l-Iovimento", termine diffuso che abbiamo conosciuto in Francia dopo il Maggio '68, per indicare tutti coloro che organizzavano la propria rifle~ sione, tendevano la propria volontà, tentavano di coordinare la propria azione contro il potere in piazza, perfettamente consapevoli della nonesistenza di una reale organizzazione politica che avrebbe dovuto ess~ re crogiolo, il detonatore, dell'esplosione futura • ••• Oggi il tempo della riconversione è arrivato. La guerra del Vieùnam è finita, l'America ritorna alla vita borghese. Come è possibile restare immobili quando dappertutto si preannunciano nuvole, e le gue,!: re di liberazione si moltiplicano? John Douglas e Robert Kramer continuano a sottolineare queste problematiche angos ct an t I att raverso una narrazione il più fluida possibile, che perfeziona ulteriormen te la tecnica già messa a punto in ~. Milestones è un film diK ficile e semplice al tempo stesso. Un poema per la gloria di un'altra America, nutrita di utQ '. pia, di sogni folli, di un mondo giusto e liberato. Lascia aperto un problema capitale: gli elemen ti progressisti degli USA sapranno prendere in mano il loro avvenire rivoluzionario, costrui re una ideologia adeguata, trov~ re dei mezzi d'azione appropriati? •• " (LOUIS MARCORELLES 19 Haggio - Le Monde - 1975) " Ho pensato che a Lisbona forse avevo l'occasione per prQ vare a fare dei film con il popolo e per il popolo. Si, forse è un'occasione formidabile e ne accetto i rischi: rinunciare al la "libertà" e alla "indipenden zaR che avevo, quando ho reali~ zato Milestones per immergermi in 0uesto grande movimento smciale che sta per nascere in Portogallo "(ROBERT KRAMER) " Quando abbiamo iniziato a girare questo film in Portogallo nel luglio del 1975, Scenes from the class struggle in Portugal, credavamo di essere stati travolti da un tifone. Il processo rivoluzionario in Portogallo, iniziato dal rifiuto di cinquant'anni di fascismo nell'aprile del 1974, si i approfondito e intensificato, toccando ogni aspetto della vita del popolo. E' la che noi abbiamo cominciato - all'interno della tempesta dovuta in parte al processo di ricostruzione e di riorganizzazione della società. Vogliamo che il nostD film espr~ ma questa ondata traboccante e appassionata protesa per una vita migliore. Vogliamo metterci 'ao lado do povo' - dalla parte del popolo nel fare un film militante per la lotta e i bisogni dei lavoratori, sotto le loro direttive e che documenti la loro attività. In questa prospettiva ci siamo interessati soprattutto alle organizzazioni popolari di base che si erano formate in Cile, come ovunque nelle situ~ zioni autenticamente rivoluzionarie: storicamente chiamate 'soviets', sono le organizzazioni autonome di lavoratori, di soldati e di marittimi, di quartieri e di paesi ••• In seguito ci siamo accorti che non era sufficiente mostrare questa sommossa autentica, spesso spontanea, dei lavoratori. Perchè era solo uno degli aspetti del processo rivol~ zionario. Questa rivolta si manifesta in un contesto di lotta inesorabile e cosciente - la lotta di classe, che esplode in ogni casa, in ogni istituzione, in ogni psoto di lavoro del paese -, contesto dell'autentico processo per ottenere il controllo dello stato. Tutto questo ci ha portato a cercare di stabilire le differenze che separano il Partito Comunista Portoghese dal Movimento per il Potere Popolare, differenze così essenziali da segnare tutto lo sviluppo del processo rivoluzionario giorno per giorno. Vedemmo il rapido accerchiamento del Portogallo da parte dell'imperialismo USA e dei suoi alleati ••• Vedem mo la montatura delle campagne propagandistiche anti-comuniste ••• il ruolo reazionario della Chiesa Cattolica, in ogni città e paese e i tentativi di destabilizzazione interna attraverso il finanziamento per atti di sabotaggio e di terrorismo para-militare di destra. Vedemmo la destra prendere forza e diventare agressiva e, con l'aiuto del Partito Socialista (le etichette, come tutto del resto, sono sorprendenti in Portogallo), organizzarsi per riconquistare il controllo dello stato ••" (ROBERT KRAMER e PHILLIP SPINELLI - Settembre 1977) " Robert Kramer non è regista che lasci indifferenti, o lo si detesta o ci si innamora, lo spazio della mediazione è negato. ~ è un film da amare, da vivere, un film da vedere, da sentire, da soffrire, da lasciar scorrere sulla pelle, un meccanismo preciso scandito sui ritmi della finzione docUmentata contrappuntata da una documentazione finta. Una sporca storia di fucili che ha consentito al Marlowe che è in ognuno di noi di affiorare, un quadro di frammenti che si ricompongono solo con attenzione e voglia di capire, la vita, la morte, la pa~ zia, la storia che quotidianamente si adatta alla Storia. Un poliziesco che accenna, che lascia intuire, che rimanda alla ricchezza e alla complessità della realtà, un colpo d'occhio che illumina, in una sintesi rapidissima che ci permette di cogliere tutte le connessioni, soprattutto quelle non espresse, quelle fuori campo. Inizialmente il ti- tolo del' film sarebbe dovuto essere Looking Rivers, (Guardando i fiumi), perchè i fiumi mantengono una propria identità anche qualche miglio dopo la confluenza, ma Guns è più secco, più duro, il riverbero delle call ne ci mette in guardia, ci fa comprendere che dietro qualcosa si nascoll de, che qualcuno è in agguato, la staticità non è di qu esto mondo. è la dinamica che dobbiamo cercare di comprendere. Ma il riverbero non è dovuto al sole, Bono i riflettori, è la fiction che rimanda al reale ••" (ANTONELLO CATACCHIO TNTERVIS1'A AI "CAHIERS Il Manifesto) Dn CI~A" (ESTRATTI) r.ABIF,RS- Le~gendo la sua scheda biografica al Festival di Pesaro 1967, mi aveva colpito il fatto che tra i cineasti da lei preferiti ci fossero nomi come nreyer, Rivette, Ozu, questo mi faceva pensare che prima di diventare re~ista lei stesso. era un vero cinefilo ••• "KRAHF,R- F,' vero, ho visto molti film. }.Iain America è un fatto normale - p normale che in Europa - che delle persone appartenenti, dici,!! mo all'ambiente 'artistico' non cinematografico si interessino enormemente al cinema, vedano diversi film o~i settimana ••• Noi consideriamo un poco, senza sciovinjsmo, il cinema come la 'nostra' arte. Quando scrivevo libri, avevo la sensazione di esprimermi in maniera non soltall to diversa, ma meno incisiva del cinema. Ciò che mi affascina al cinema, è forse ciò che alcuni considerano sia la sua facilit",-, cioè sapere che le cose sono 1"'-,concrete, che biso~a partire da ~ueste, contrariamente alla scrittura dove tutto deve venire da voi. Ed è proprio il dovermi servire delle cose già esistenti che sembra a me il contrario della facilit~ e al tempo stesso il più grande potere del cinema. Le persohe sono l~, si muovono, biso~a partire da questo. Scrivendo, provo una ~rande stanchezza e un sentimento di vanit~ nel presentare, descrivere i personaggi. E' chiaro che il romanzo di cui parlo è un romanzo narrativo, concreto, diciamo il grande romanzo del XIX secolo. I problemi che si pon~ono ai nuovi scrittori non sono evidentemente di questo tipo. Forse il cinema o~gi è in grado di prendere il posto di questo tipo di. romanzo classico, ormai caduco. Voglio conservare nei miei film una trama narrativa: non abolirla a priori ma riprodurre il ruolo della narratività classica per eliminarlo in seguito, portarlo ai suoi l~ miti estremi ma senza superarli. Il romanzo, questi limiti li ha gi~ superati, ma fluesto non si~ifica dover affermare, come qualche volta succede, chp è 'in anticipo' rispetto al cinema. E' semplicemente una altra cosa. <;i può di.re p,'rossolanamente che in America c'è da una parte Ho L'l vwo od , c be conserva una ~rande capacità narrativa - ormai degradata da diversi anni - e l 'TTnder~round teso verso gli accadimenti della 'storia', sehhene alcuni recenti tentativi riescono solo a stabilire una par-v env a di. storia. Vorrei r-ea Ld zz a r-e una specie di miscuglio di ciò che mi sembra pi~ interessante tra questi due estremi. ì ù r. - T suoi romanzi si collocavano nella rigorosa dipendenza del romAnzo classico, oppure erano influenzati dal cinema, come per alcuni ten- tativ; di romanzi più moderni? K - Sono stato molto influenzato dal cinema. Nel mio primo romanzo c'erano due o tre corposi capitoli la cui stesura era una specie di copionp. n~~i, dopo In the countrv e The Edge, non so molto bene cosa sia il c;.nema, ma credo di saperne abbastanza per poter trovare i miei 'copioni romanzeschi' molto brutti. I problemi che mi ponevo erano bastardi, un misto di cinema e letteratura. Quando ho girato In the country non sapp.vo niente, non avevo nessuna conoscenza delle difficoltà tecnichp che potevano presentarsi. Per esempio quella del suono, che mi int~ ressa particolarmente. TenRo sempre a voler girare il suono in diretta. E' un problema economico, sicuramente, ma anche un principio estetico: rispettare la realt~, la ~orza delle parolp. nel momento in cui vengono dette. In In the country esponevo le in~uadrature esattamente come volevo, ~li attori si spostavano come previsto, ma non avevo pensato le sr.ene jn ~un7.ione dei problemi tecnici della presa in diretta del sonoro, e per questo abbiamo avuto notevoli difficoltà. C'erano anche delle in~uadrature che avrei voluto che era impossibile fare senza 'dolly'. Un altro problema era dato dal clima e dall'atmosfera che volevo rendere. Non trovavo l'immagine abbastanza chiara, e non 50 ancora bene se si trattava di un problema di pellicola, di illuminazione, di filtro ••• P€r noi, tutto questo era molto faticoso: facevamo un film e nello ste~ 50 tempo imparavamo a fare un film. C - In the countrv e ancora di più The Edge la gioca un ruolo essenziale. Ed è la stessa preferiti. sono film in cui la parocosa per i cineasti da lei K - E' vero: per me le parole sono un modo per definire il mondo. Non ho molta fiducia nell'immagine, o per lo meno nel potere dell'immagine soltanto. Primo perchè un'immagine la si può leggere in tutti i sensi. E' una forza ma è una forza che si deve canalizzare. Inoltre, perchè le sue qualit~ estetiche specifiche distraggono spesso dall'essenziale. L'immaRine per me deve servire a rappresentare l'essenza delle parole. ~on riesco assolutamente a considerare un film - almeno fatto da me senza parole. In The Edge forse c'è troppo dialogo, troppi discorsi, ma mi è impossibile ridurre lo spazio delle parole. La maggior parte della nostra vita si sv~lge in conversazioni, e voglio rendere questo lato 'recitato' della vita ••• + C - ~on è solo ciò che la gente dice norità, la consonanza, la musicalità cbe sembra interessarvi, delle frasi ••• ma la so- K - Si. In the countrv era prima di tutto un film sulle parole, le parQ le della politica, è chiaro, ma comunque le parole. E' un interrogativo sul modo in cui le persone impiegano la parola per nascondersi, per nascondersi dietro la parola, sul modo di servirsene come maschera e cOQ tro-veritq. Le parole come musica, e come musica pericolosa. (A cura tq6R) di JEAN NA~BnNI - Cahiers du Cinéma n. 200/201 - Aprile/Maggio 11IT1'BRVISTAA "IL l-1ANIFBSTO" (ESTRATTI) Con Robert ~ramer ••• parliamo di ~, della distanza che lo separa dal tempo di ~, l-1ilestones, e anche di Portugal. E' vero ci sono molti cambiamenti in ~ anche formali. Ci sono state esperllenze diverse, un'esistenza diversa, e tutto Quello che avviene nel mondo. Credo che ~ sia un film di finzione, ma di quella finzione che abbiamo dentro di noi, che ci fluisce dentro a partire dalla complessità della vita qUQ tidiana. M - Un film il cui aspetto forse p1U interessante ~ dato dalla compresenza di molteplici piani non codificati, aperti, che non chiudono lo spazio narrativo. Forse questa non-conclusione ~ all'origine di quella specie di "choc" che si crea nello spettatore abituato a levigate storie, compiute man mano che il film progredisce.? K - Credo proprio che questo sia esattamente il punto. Qual'è la principale caratteristica della nostra vita? E' che non si compone facilmen te in un'unica storia. Noi viviamo esperienze diverse anche nel quotidiano, le cose ci appaiono da molteplici punti di vista, non riducibiliad uno. La nostra vita ~ una storia aperta e ciò è dato nella realtà. Ciò che mi interessa è cercare una forma che rifletta il più possibile questa molteplicità del reale. ~ è un tentativo in questa direzione. Per esempio, quando ho girato People's war, nel Vietnam del nord, ho scelto di non intervenire, di annullarmi di fronte agli avvenimenti: ~ rappresenta invece la pluralità dei livelli del "vissuto" che compongono la mia esperienza quotidiana. M - Molti cineasti indipendenti fanno oggi, negli USA, film per molti aspetti interessanti, specie dal punto di vista dei modi di produzione, ma i moduli narrativi sono quelli consueti, quelli classici della tracti7ione hollywoodiana •••• K - E' vero, oggi esiste una nouvelle vague di cineasti indipendenti americani, molto bravi, che fanno film notevoli, che rifiutano il conformismo generale. In particolare molti lavorano su documenti, sui materiali d'archivio, e mettono insieme film di grande interesse sulla storia delle classi lavoratrici americane. E' un altro modo di interpr~ tare la storia, che certo politicamente mi è più vicino, ma non è una ricerca di una nuova forma, che è ciò che mi interessa: e anche la giovane critica di sinistra non è riuscita a trovare una "chiave" nuova che non sia il forte interesse per quel contenuto che appare più di classe. M - In Guns sembra peraltro esserci un'interessante ricerca sul sonoro, con quel suggestivo gioco di suoni e musica piuttosto distante dall'uso classico che ne fa il cinema ••• - Tn generale nei film la musica ha la funzione, per così dire, di sottolineare l'immaRine: a me interessa in questo momento la tensione K conflittuale tra suono e immagine. Con Burn Philips, autore della musica di ~, ho in progetto un film proprio sul rapporto tra suono e imma~ine. Lavoriamo quasi senza testo, io dal punto di vista immagine-suo no, lui dal punto di vista suono-immagine. - M Altri pro~etti? K - Un film sul metrò di Parigi con Raoul Ruiz, progettato da tempo, e poi non posso dire, ho due o tre film in testa ma è prematuro parlarne. (A cura di E~ICO LIVRAGHI - Il Manifesto - 6 settembre 1980) Robert Kramer è nato a New York il 22 giugno 1940. inglese, filosofia e storia dell'EuHa effettuato studi di letteratura ropa occidentale presso le Swarthmore College. Ho conseguito il dottorg to in Storia dell'Europa Occidentale presso la Stanford University. Ha lavorato come giornalista in America latina per varie pubblicazioni americane. Ha scritto poesie, racconti e romanzi. Dal 1965 ha iniziato a lavorare con il cinema. Robert Kramer è stato (ed è) un regista militante; profondamente radicato nella nuova sinistra marxista americana degli anni sessantajsettaa ta. Ma chi ha visto anche uno solo dei suoi film non può sottrarsi allo sconcerto prodotto da una scrittura completamente svincolata da codici e maniere canoniche: niente di più lontano da ciò che abitualmente si intende, specie in Italia, per cinema militante. In tutti i suoi film, da In the country a ~, è fortemente marcata Una tensione di ricerca fonnale e un anticonformismo tematico che fanno di questo intellettuale newyorkese, militante e "cittadino del mondo", forse il cineasta indipendente più interessante apparso sulla scena am~ ricana negli ultimi quindici anni. I suoi film sono stati presentati in vari Festivals, tra cui Cannes, Pesaro, Digne, Berlino, Londra, New York. ~ è stato presentato a Venezia '80, in concorso, e ha ottenuto la menzione speciale della giuria. riIDlog_r_a~f~i~a _ FALN - su materiale della guerriglia venezuelana. sto - 16mm. b & n - 30' - documentario. IN 't'HECOU~TRY - soggetto, regia e produzione Autore del te- - 16mm. b & n - 6n' - U~A. ~HE EDGE - soggetto, regia e produzione - U~A. ICE - soggetto e regia - 16mm. b - 35mm. b & n - 105' & n - 135' - USA. PE0PLE'S WAR - testo, fotografia e produzione 40' - ~ord/Vietnam/tJSA - documentario. - 16mm• b & n - lQ7S MILEs't'nNES- soggetto, regia e fotografia - TTSA. lQ77 ~CF.~S FROM 't'RECLASS STRUGGLE II\l" POR't'UGAL- soggetto, regia e fotografia - 16mm. colore - 90' - Port./USA. 1977 WITH FREEnnM IN THEIR EYF.S - storia fotografica foto e testo. . 198n GUNS soggetto, sceneggiatura colore - 95' - Francia. - 16mm. colore - 195' dell'Angola _ e regia - 16mm. gonfiato in 35mm. som·'AR:ro: Per la Sinossi Rasse~a rasse~na dei :film stampa Filmogra:fia italiana (testo, di Robert Kr-ame r-) p. J p. 8 p. 1) p. 22 .Dziative cinematografiche deDa Provincia di Milano Rasse~a personale di ROBERT KRAMER - 28 novembre Organi7.zata da: CI~E1'ROl'OLI - PROVINCIA OT-lRA7. CINES1'UDIO Proiezioni alI 'OB~Z / 6 dicembre DI r.nLANO CINESTlmIO - Largo La Foppa 4 - }Iilano (L'opuscolo è a cura di Enrico Livraghi e Giovanna Lazzati) 1980