Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di storia della Germania del CPIA sede
Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia,
dall’enciclopedia Treccani online, e da altre fonti - sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione XVIII: La Seconda
Guerra Mondiale. Le due Germanie
La Seconda Guerra Mondiale
Il patto di non aggressione tedesco-sovietico (patto Ribbentrop-Molotov), siglato il 23-24 agosto
1939, in vista dell’attacco alla Polonia, costituì l’antecedente immediato dell’attacco tedesco alla
Polonia e quindi della nuova guerra mondiale. Il 1° settembre 1939 la Polonia fu invasa; il 3 Francia
e Gran Bretagna dichiararono guerra al Reich. L’Italia fin dal 1° settembre aveva invece dichiarato
la ‘non belligeranza’, l’astensione dal conflitto essendo imposta tanto dall’impreparazione militare e
morale del paese, quanto dall’ostilità della corona e di gran parte delle stesse sfere dirigenti fasciste.
2. Il conflitto in Europa: 1939-40
2.1 Polonia e Finlandia.- Superiori in numero e provviste di mezzi corazzati e dell’appoggio
dell’aviazione, le forze tedesche liquidarono rapidamente la resistenza della Polonia, che il 15
settembre fu invasa anche dalle truppe sovietiche. Il 28 settembre (Varsavia era caduta il giorno
prima) la firma di un trattato fra Germania e URSS definì i rispettivi possessi nella Polonia e le zone
d’influenza delle due potenze in Europa orientale. Occupate Lettonia, Estonia e Lituania, i Sovietici
attaccarono la Finlandia (30 novembre), che aveva rifiutato cessioni territoriali e che capitolò dopo
una strenua difesa (marzo 1940).
2.2 Danimarca e Norvegia. -Respinta da Gran Bretagna e Francia un’offerta di pace (6 ottobre
1939), la Germania mosse contro la Danimarca e la Norvegia (9-27 aprile 1940) per procurarsi una
linea di basi per circondare la Gran Bretagna. La Danimarca, territorialmente contigua, fu occupata
senza resistenza in poche ore; il rapido successo dell’attacco alla Norvegia fu dovuto alla superiorità
aerea della Germania, che le consentì il dominio dello Skagerrak e sconsigliò l’Ammiragliato di
Londra dall’impegnarsi a fondo in una zona lontana dalle proprie basi.
2.3 Paesi Bassi, Belgio e Francia. - Con l’attacco contro l’Occidente, iniziato il 10 maggio 1940, nei
Paesi Bassi i Tedeschi costrinsero alla capitolazione l’esercito olandese in 5 giorni. Il 13 maggio
avevano sfondato ogni difesa fra Namur e Sedan. Il comando francese, poiché la rottura sulla Mosa
misurava solo 50 km e la linea Maginot (➔ linea) era intatta, pensò fosse sufficiente concentrare
truppe di riserva, a N e a S delle colonne nemiche di sfondamento, per tamponare il versamento e
prendere più tardi l’offensiva. Ma non era preparato a sostenere una guerra manovrata dalle grandi
unità corazzate tedesche. Di catastrofe in catastrofe (il Belgio si arrese il 28), la battaglia della
Manica si concluse, il 3 giugno, con la riuscita evacuazione delle truppe britanniche da Dunkerque.
Il 5 giugno, con la battaglia di Francia iniziò l’ultima fase della campagna dell’Ovest: dal 5 all’11
giugno, l’esercito francese fu annientato e il 22 giugno, a Rethondes, la Francia firmò l’armistizio
con la Germania, e il giorno seguente con l’Italia, intervenuta il 10 giugno.
Tra le conseguenze politiche del crollo francese è da includere il rafforzamento dell’Asse con la
firma del Patto tripartito (27 settembre 1940) tra Germania, Italia e Giappone.
2.4 La battaglia aerea d’Inghilterra. Il successo radicale e in misura non prevista sulla Francia pose
al comando tedesco il problema di un grande sbarco in Gran Bretagna, che, guidata ora da W.
Churchill, aveva respinto nuove proposte di pace (19 luglio 1940). L’aviazione tedesca, per la
mancanza di bombardieri a grande autonomia di volo, si rivelò impotente a sottoporre l’intero
territorio nemico ad attacchi pesanti, prolungati e precisi. Gli Inglesi, superiori nell’addestramento
al volo strategico, si giovarono inoltre del radar, ancora ignoto ai Tedeschi. Il fallimento della
battaglia aerea d’Inghilterra ebbe conseguenze risolutive sull’esito della guerra, perché la Gran
Bretagna mantenne il controllo aereo della Manica e la Germania dovette rinunciare al piano
d’invasione progettato.
2.5 L’intervento dell’Italia Il 10 giugno l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia e alla Gran
Bretagna, nell’errata convinzione che le sorti del conflitto fossero decise. Le operazioni (battaglia
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delle Alpi Occidentali) contro la Francia, ormai disfatta, si svolsero fra il 21 e il 23 giugno e furono
sospese il 24 con l’armistizio di Villa Incisa.
3. La guerra in Africa
In Africa settentrionale, dopo l’occupazione di Sidi Barrani a opera dell’Esercito italiano
comandato da R. Graziani (12 settembre 1940), gli Inglesi, al comando del generale A.P. Wavell
sferrarono un’offensiva (8 dicembre 1940-9 febbraio 1941) che si spinse fino a Bengasi,
minacciando gravemente in Africa l’Italia. L’intervento di rinforzi aerei tedeschi e di un reggimento
corazzato (Afrika Korps), al comando di E. Rommel invertì i rapporti delle forze: fra il 28 marzo e
il 29 aprile 1941, le forze britanniche, in una situazione di netta inferiorità (tanto più che il governo
aveva disposto che una parte dell’armata della Cirenaica fosse inviata in Grecia), furono costrette
all’abbandono della Cirenaica. Restava in mano britannica Tobruk, importante punto d’appoggio
per le future operazioni, inutilmente assediata dalle forze dell’Asse.
4. Il conflitto nel 1940-41
4.1 Le campagne dell’Asse in Grecia e nei Balcani. - La guerra d’aggressione contro la Grecia
intrapresa dall’Italia il 28 ottobre 1940, dopo un’iniziale penetrazione nel settore dell’Epiro, per
l’accanita resistenza greca si era risolta in un sostanziale fallimento, costringendo le armate italiane
a retrocedere, subendo forti perdite, in posizione più vicina ai porti di sbarco. Per rafforzare la
situazione dell’Asse nella regione balcanica, compromessa dagli insuccessi della campagna italiana
in Grecia, Hitler accentuò la pressione sulla Bulgaria, che il 1° marzo 1941 aderì al Tripartito; per
fronteggiare le conseguenze del colpo di Stato antinazista in Iugoslavia (27 marzo 1941), il 6 aprile
ebbe inizio la campagna per l’occupazione della Iugoslavia, che il 18 fu costretta all’armistizio.
Intanto, le armate tedesche provenienti dalla Bulgaria occupata entrarono in Tracia; la linea
Metaxàs (eretta nella zona di confine della Grecia con la Bulgaria) fu rapidamente aggirata e le
masse corazzate tedesche raggiunsero Salonicco dove, dopo il reimbarco del corpo di spedizione
britannico, il 23 aprile fu firmato l’armistizio tra Grecia e potenze dell’Asse. Padroni di Salonicco,
della valle del Vardar e della conca di Monastir, i Tedeschi occuparono dopo una rapida campagna
tutta la Grecia (3 maggio 1941) e in 24 giorni fu operata la conquista aerea di Creta.
4.2 La prima campagna contro l’URSS. Dopo il vano tentativo di piegare la Gran Bretagna e di
persuadere la Spagna alla collaborazione militare, Hitler, nel timore di un intervento sovietico
contro la Germania, decise di invadere l’URSS, che aveva conquistato territori a O (giugno 1940,
annessione degli Stati baltici, acquisizione dalla Romania di Bessarabia e Bucovina settentrionale).
In gara sotterranea con la diplomazia sovietica, l’Asse conseguì decisivi successi in Europa centroorientale: adesione (novembre 1940) al Tripartito di Ungheria e Romania (seguite dalla Bulgaria);
dopo l’occupazione di Iugoslavia e Grecia, a Vienna il 23 aprile la diplomazia italo-tedesca sanciva
la nascita del Nuovo ordine balcanico: condominio dell’Asse sulla Slovenia, assegnazione della
costa dalmata all’Italia, che otteneva anche il protettorato sul ricostituito Montenegro, compensi
territoriali in Iugoslavia a Ungheresi e Bulgari (questi ultimi s’ingrandivano anche a spese della
Grecia).
Consolidata a proprio favore la situazione strategica, la Germania diede inizio il 22 giugno 1941
alle operazioni di guerra contro l’URSS. Il piano d’attacco (operazione Barbarossa) fu quello di
totale annientamento ideato da Hitler, portato a sottovalutare la consistenza militare del nemico. La
strategia dell’Armata rossa, cui si dovette la salvezza dell’URSS, fu di impegnare il nemico quanto
più a lungo possibile, salvo, al momento critico, sottrarsi al combattimento facendosi scudo dello
spazio. Anche per il ritardo imposto all’avanzata dai complessi difensivi della linea Stalin, solo il 10
novembre 1941 le forze tedesche affrontarono il sistema difensivo di Mosca: quando il 6 dicembre,
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dopo giorni di combattimenti sostenuti nelle più avverse condizioni di clima e di terreno, il
meccanismo della Wehrmacht concentrato contro Mosca cessò di funzionare, i Sovietici si
lanciarono nella prima controffensiva d’inverno.
4.3 La diplomazia alleata. Nell’agosto 1941 si manifestarono già gli effetti politico-diplomatici
della nuova aggressione tedesca: un accordo anglo-sovietico portò all’occupazione comune
dell’Iran, indispensabile ponte di transito per i rifornimenti che dalla Gran Bretagna alimentarono la
resistenza sovietica.
Nel frattempo, con l’applicazione del Lease and Lend Act (11 marzo 1941), una poderosa corrente
di aiuti militari alle democrazie s’era messa in movimento dagli USA, dove il Congresso fin dal
1937 aveva abbandonato la politica isolazionistica dando inizio al riarmo della nazione. Il 14 agosto
1941 F.D. Roosevelt e Churchill si incontrarono ad Argentia (Terranova) per la compilazione della
Carta atlantica, chiara manifestazione del proposito statunitense di partecipare direttamente alla
guerra.
4.4 L’attacco giapponese contro gli USA Il 27 settembre 1940, all’indomani della sconfitta
francese, il Giappone aveva aderito al Patto tripartito che lo legava a Germania e Italia con lo scopo
che servisse ai suoi propositi di penetrazione in Asia orientale. In effetti, l’atteggiamento di
sostanziale collaborazione imposto al governo francese dalla Germania consentì al Giappone di
sottomettere gradualmente nel 1940-41 tutta l’Indocina francese. Oltre a essere fonte preziosa di
materie prime, il possesso del Sud-Est asiatico doveva servire per rescindere ogni contatto degli
USA con la Cina e l’intera Asia orientale, fino a Singapore; una volta sconfitta la Cina con
l’occupazione delle vie di rifornimento statunitense in Birmania, gli Stati Uniti sarebbero stati infine
costretti a riconoscere la preminenza del Giappone in Estremo Oriente. Gli strepitosi ma illusori
successi riportati dai Tedeschi nella campagna di Russia dell’estate-autunno 1941 avevano convinto
i circoli militari nipponici che la resistenza sovietica stesse per crollare e che fosse giunto per il
Giappone il momento d’inserirsi nel conflitto in atto in Occidente. Mentre erano in corso trattative
diplomatiche con Washington, il 7 dicembre 1941 il governo del generale H. Tojo, mediante
l’attacco di Pearl Harbor diede repentinamente inizio, alla guerra con gli USA (Italia e Germania
entreranno in guerra contro gli Stati Uniti l’11 dicembre. In 4 mesi, il Giappone attuò la parte più
importante del programma iniziale di espansione territoriale in Asia: la Thailandia invasa si alleò
con il Giappone (21 dicembre), che da quel territorio scatenò l’offensiva contro la Malaysia e
Singapore; Hong Kong cadde a dicembre, a gennaio furono invase Birmania, Indie Orientali
Olandesi, Nuova Guinea, Salomone e Filippine.
4.5 La conferenza di Washington. Churchill e Roosevelt nella prima conferenza di Washington (22
dicembre 1941-14 gennaio 1942) decisero di concentrare lo sforzo principale di guerra contro la
Germania, al fine d’impedire l’attuazione del suo piano di controllo di tutto il potenziale economico
europeo mediante lo schiacciamento dell’URSS e di restare provvisoriamente sulla difensiva nel
Pacifico. Rimasti con poche corazzate a disposizione dopo Pearl Harbor, gli USA costruirono a
ritmo accelerato le portaerei, per adeguarsi alle nuove esigenze della tattica aeronavale. Si
assicurarono in tal modo il successo contro i Giapponesi nelle battaglie del Mar dei Coralli (7-8
maggio 1942) e delle Midway (4-6 giugno 1942), che sventarono la minaccia diretta verso
l’Australia.
5. Le operazioni belliche nel 1942-43
5.1 La battaglia di Stalingrado. -Nella pausa invernale, i Sovietici avevano riorganizzato i corpi
corazzati e soprattutto rafforzato potentemente l’artiglieria anticarro, mentre le forniture degli
Angloamericani seguivano una curva ascendente. In campo tedesco lo sforzo venne a gravitare
quasi solo sul gruppo sud che, al comando di F. von Bock, avrebbe dovuto distruggere le armate
sovietiche distribuite fra il Mar d’Azov e la regione di Kursk, sfondare tra Voronež e Šachty, sul
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
vertice dell’ansa del Don (di fronte a Stalingrado), quindi, con un movimento di conversione,
marciare verso Mosca da tergo. I successi conseguiti a luglio e nella prima decade di agosto contro
il nemico in rotta che abbandonava, decimato, immensi territori, condussero l’alto comando tedesco
alla decisione di sottrarre all’armata corazzata di von Bock, diretta verso Stalingrado, un buon terzo
degli effettivi, per lanciarlo alla conquista dei petroli del Caucaso. Così la Wehrmacht si trovò a
perseguire simultaneamente due obiettivi separati l’uno dall’altro da distanze enormi in cui la
mancanza di vie di comunicazione rendeva impossibili gli scambi degli uomini e dei mezzi.
L’attacco sovietico lanciato il 19 novembre, aveva imprigionato la VI armata tedesca nel settore di
Stalingrado, tra il Don e il Volga. La controffensiva sovietica d’inverno, sviluppatasi dal 10 gennaio
1943, ricacciò i Tedeschi (marzo 1943), sul medio Donez. L’esito della battaglia di Stalingrado
segnò la fine dell’impulso offensivo tedesco e diede inizio alla guerra di esaurimento, a tutto
vantaggio della coalizione anglo-russo-statunitense.
5.2 La campagna d’Africa, 1941-43. - Il generale britannico C. Auchinleck, disponendo delle truppe
del Commonwealth dopo la capitolazione dell’Africa Orientale Italiana e utilizzando i primi mezzi
forniti in grande misura dagli Stati Uniti, scatenò un’offensiva (11 novembre 1941-11 gennaio
1942) con cui riuscì a rioccupare tutta la Cirenaica. Il grosso delle forze mobili dell’Asse aveva
però potuto mettersi in salvo, e pochi giorni dopo il comando dell’Asse, ricevuti notevoli rinforzi,
sferrò la terza offensiva (21 gennaio-10 febbraio 1942), che sorprese gli Inglesi esauriti e li
costrinse a ritirarsi dalla Cirenaica, a eccezione del porto di Tobruk.
Nella quarta e ultima offensiva dell’Asse (27 maggio-30 giugno 1942), occupata Tobruk (21
giugno) e caduta Marsa Matruh, gli Inglesi furono inseguiti fino all’istmo di el-’Alamèin, dove il 30
le forze italo-tedesche si attestarono. Il nuovo comandante inglese, B.L. Montgomery, il 23 ottobre
sferrò la terza offensiva britannica, travolgendo il 3 novembre il diaframma difensivo di el’Alamèin. L’Asse perdette l’iniziativa delle operazioni; gli Alleati l’8 novembre sbarcarono in
Algeria e in Marocco, portandosi nel febbraio 1943 ai margini della Tunisia. Il 17 aprile-13 maggio,
gli Angloamericani sferrarono l’offensiva finale, che eliminò le forze dell’Asse in Africa.
Allo sbarco angloamericano in Marocco e Algeria, fece seguito la costituzione del Comitato
francese di liberazione, capeggiato dal generale C. De Gaulle. Ebbero allora inizio in Francia e in
tutti i paesi occupati dai Tedeschi (ma anche in Italia) le azioni della Resistenza: scioperi, sabotaggi
e la guerriglia dei partigiani.
6. La battaglia dell’Atlantico
Dall’inizio del conflitto fino al maggio 1945, ebbe luogo nell’Atlantico il confronto tra gli Alleati e
le forze dell’Asse per il controllo delle rotte di navigazione utilizzate dai primi per i rifornimenti di
armamenti e materie prime. All’inizio della guerra il naviglio di superficie pesante francobritannico era enormemente superiore a quello tedesco. I sottomarini, come già nella Prima g.,
vennero a costituire il nerbo della flotta navale tedesca. Gli Inglesi provvidero alla difesa munendo
di reti parasiluri le navi destinate a occupare le posizioni esterne dei convogli, con nuove fregate a
grande autonomia. La battaglia conobbe fasi alterne, ma nell’aprile-maggio 1943, l’introduzione,
per la localizzazione dei sottomarini, di nuovi apparecchi (radar e sonar), pose in crisi la guerra
tedesca ai convogli degli Alleati
7. La campagna d’Italia 1943-44
Alla conferenza alleata di Casablanca (14-24 gennaio 1943) fu decisa l’apertura del secondo fronte
e vi prevalse la tesi dello sbarco in Sicilia e dell’invasione dell’Italia. Nella notte tra il 9 e il 10
luglio 1943, fu sferrato l’attacco anfibio contro l’isola, che cadde il 17 agosto. Alla caduta del
fascismo (25 luglio 1943) seguirono le trattative del nuovo governo Badoglio con gli Alleati, che
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
portarono il 3 settembre, con la firma dell’armistizio di Cassibile, alla resa incondizionata. L’8
settembre, con l’annuncio dell’armistizio, le forze tedesche occuparono la penisola e fronteggiarono
lo sbarco effettuato lo stesso giorno dagli Alleati a Salerno. Con la disgregazione delle superstiti
forze armate italiane, iniziò l’occupazione tedesca della capitale, abbandonata dal re e dal governo
che a Brindisi presero contatto con gli Alleati, a fianco dei quali, il 13 ottobre, l’Italia entrò in
guerra contro la Germania, mentre a Salò si formava sotto il controllo tedesco il governo della
Repubblica sociale italiana.
I Tedeschi opposero una tenace resistenza sulla linea Gustav, che venne infine spezzata con un
attacco a Cassino (11-19 maggio 1944); seguì l’avanzata alleata verso Roma, liberata il 4 giugno.
Le forze tedesche, abbandonata l’Italia centrale, si attestarono sulla linea Gotica lungo l’Appennino
tosco-emiliano: il fronte appenninico crollò dopo una nuova offensiva alleata e l’esercito tedesco,
tra il 9 e il 24 aprile, venne disintegrato.
8. Lo sbarco in Normandia e il doppio fronte
8.1 Il fronte occidentale. - Il secondo fronte, richiesto dai Sovietici per alleggerire la pressione
tedesca, fu aperto con lo sbarco in Normandia, mentre il comando tedesco aveva concentrato i suoi
sforzi difensivi sul Passo di Calais, capolinea della scorciatoia per la Ruhr. Il Westwall fu rinforzato
nell’inverno 1943-44, dopo la nomina di Rommel a ispettore del Vallo Atlantico. Lo sbarco ebbe
luogo il 6 giugno tra la penisola del Cotentin e le spiagge del Calvados. Le forze alleate, al comando
di D.D. Eisenhower, erano preponderanti a terra e sul mare. Conclusasi la battaglia delle spiagge
con la rottura di Avranches del 1° agosto, i Tedeschi, per evitare l’accerchiamento evacuarono
rapidamente la Francia fino alla Mosa. Lo sbarco in Provenza (operazione Anvil), del 15 agosto,
accelerò la marcia alleata verso E. Il 19 agosto insorse contro i Tedeschi Parigi, dove C. De Gaulle
giunse il 25 successivo. La battaglia di riconquista della Francia era terminata e stava per iniziare la
conquista della Germania.
8.2 Il fronte orientaleCon la terza campagna invernale del 1943-44 e con la quarta campagna estiva
del 1944, i Sovietici, la cui superiorità sui Tedeschi era ormai notevole in uomini e in armamenti, si
rovesciarono sull’Europa orientale, portandosi contemporaneamente sulla Vistola, nei Balcani e in
Ungheria, fino a Budapest.
9. La fine della guerra
9.1 Europa. - Il fallimento dell’offensiva lanciata a dicembre nell’altopiano delle Ardenne aggravò
la situazione tedesca, resa poi disperata dallo scatenamento dell’offensiva sovietica della Vistola
(gennaio 1945), che costrinse i Tedeschi a ripiegare sull’Oder, ultima linea di resistenza sul fronte
orientale a protezione di Berlino.
Sul fronte occidentale, il 10 marzo 1945 gli Alleati stabilirono una prima testa di ponte sulla destra
del Reno e il 23, mentre l’URSS iniziava la battaglia di Vienna, pilastro della difesa tedesca a sudest, iniziarono con un lancio di paracadutisti la gigantesca operazione finale dell’oltre Reno. Caduta
Vienna il 13 aprile, il 16 i Sovietici iniziarono la battaglia di Berlino, presa il 2 maggio, dopo il
suicidio di Hitler (30 aprile). Il 7 maggio, a Reims, fu firmata la resa senza condizioni della
Germania agli Angloamericani; il giorno successivo, a Berlino, quella ai Sovietici.
9.2Estremo Oriente. L’offensiva alleata nel 1943 e l’avanzata statunitense nel corso del 1944
avevano determinato una nuova situazione nello scacchiere bellico del Pacifico. La conquista delle
Filippine aprì la via all’invasione dello stesso Giappone: occupata Iwo Jima (febbraio 1945) a
marzo gli Statunitensi sbarcarono nelle Isole Okinawa. Lo scontro, aeronavale e terrestre, si
protrasse fino a giugno, quando l’isola cadde, mentre gli Alleati liberavano quasi tutta la Birmania e
acquisivano il dominio assoluto del cielo in Cina. Nonostante la quasi totale distruzione delle
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risorse belliche, il Giappone resistette, capitolando solo dopo l’esplosione, autorizzata dal
presidente statunitense H. Truman, della bomba atomica sulle città di Hiroshima (6 agosto) e
Nagasaki (9 agosto; nello stesso giorno l’URSS aprì le ostilità contro il Giappone). La resa fu
firmata il 15 agosto.
10. I trattati di pace
I problemi della pace erano stati affrontati da USA, URSS e Gran Bretagna già nel corso del
conflitto nelle conferenze di Teheran (28 novembre-1° dicembre 1943) e Jalta (4-12 febbraio 1945)
con la comune enunciazione di principi ideali e politici e per la definizione, precisata a Jalta, delle
rispettive sfere d’influenza nel mondo. Nella conferenza di San Francisco (25 aprile-15 giugno
1945) furono stabiliti gli statuti della futura organizzazione societaria internazionale, le Nazioni
Unite. I ministri degli Esteri di URSS, USA, Gran Bretagna e Francia elaborarono i trattati di pace
nell’aprile-luglio 1946.
A Parigi furono sottoscritti (10 febbraio 1947) quelli riguardanti la Finlandia, la Romania, la
Bulgaria, l’Italia e l’Ungheria. I trattati imponevano sanzioni economiche (riparazioni) e giuridiche
(punizioni dei criminali di guerra; impegno di istituire le libertà democratiche), misure di disarmo, e
vaste diminuzioni di territorio metropolitano e coloniale (per queste ultime si veda la storia dei
singoli Stati). I contrasti politici delineatisi nel dopoguerra fra gli Alleati impedirono la definizione
del trattato di pace con la Germania.
A quello col Giappone, sottoscritto il 7 settembre 1951 a San Francisco da 48 Stati membri delle
Nazioni Unite, non aderì l’URSS, che nel 1956 concluse col Giappone un trattato bilaterale.
Il trattato di pace con l’Austria fu concluso a Vienna il 15 maggio 1955.
Stato
Abitanti (1939) Vittime militari Vittime civili Vittime, totale Vittime/1 000 ab.
Albania
1 100 000
28 000
Australia
7 000 000
39 366
Belgio
8 400 000
12 000
28 000
25.5
735
40 119
5.7
76 000
88 000
10.5
60 000
60 000
3.4
Birmania
17 500 000
Brasile
41 500 000
493
493
0.00
Bulgaria
6 300 000
22 000
22 000
3.5
Canada
11 600 000
39 300
39 300
3.4
Cecoslovacchia
15 300 000
30 000
340 000
370 000
24.2
530 000 000
4 100 000
15 500 000
19 600 000
37
23 400 000
378 000
378 000
16.2
3 800 000
4 100
4 100
1.1
Cina
Corea
Danimarca
6
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Estonia
1 100 000
40 000
40 000
36.4
Etiopia
14 100 000
5 000
200 000
205 000
14.5
Filippine
16 400 000
42 000
119 000
161 000
9.8
Finlandia
3 700 000
91 000
2 000
93 000
39.8
Francia
41 700 000
210 000
350 000
560 000
13.4
Germania
78 000 000
5 318 000
2 100 000
7 418 000
97.4
Giappone
78 000 000
1 930 000
700 000
2 630 000
33.7
7 200 000
20 000
280 000
300 000
41.7
345 000 000
36 100
1 500 000
1 536 100
4.5
Indocina
24 600 000
2 000
485 000
487 000
19.8
Indonesia
70 500 000
400 000
400 000
5.7
1 000
0.3
57 000
57 000
30.0
Grecia
India
Iraq
3 700 000
Isole del Pacifico
1 900 000
1 000
Italia[7][8]
43 800 000
319 207
153 147
472 354
10.7
Jugoslavia
15 400 000
300 000
900 000
1 200 000
71.4
Lettonia
2 000 000
220 000
220 000
110.0
Lituania
2 500 000
345 000
345 000
138.0
300 000
4 000
4 000
13.3
5 500 000
83 000
83 000
15.1
Malta
300 000
2 000
2 000
6.7
Mongolia
700 000
300
300
0.4
Nuova Zelanda
1 600 000
12 200
12 200
7.6
Norvegia
2 900 000
3 000
10 000
3.4
Lussemburgo
Malesia
7
7 000
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Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia,
dall’enciclopedia Treccani online, e da altre fonti - sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione XVIII: La Seconda
Guerra Mondiale. Le due Germanie
Paesi Bassi
8 700 000
12 000
200 000
212 000
24.4
Polonia
34 800 000
123 000
5 500 000
5 623 000
161.6
Regno unito
47 800 000
272 000
93 500
365 500
7.6
63
63
450 000
767 000
38.5
200 000
200 000
285.7
Repubblica di San Marino
Romania
Singapore
19 900 000
317 000
700 000
Spagna
25 500 000
4 000
4 000
0.2
Sudafrica
10 300 000
6 841
6 841
0.7
600
600
0.1
Svezia
Thailandia
6 341 000
15 300 000
5 647
310
5 957
0.4
Tunisia
2 781 000
1700
450
2150
0.8
Ungheria
9 200 000
300 000
280 000
580 000
63.0
Unione Sovietica
168 500 000
10 400 000
12 600 000
23 000 000
136.4
USA
132 000 000
405 000
8 000
413 000
3.1
1 899 500 000
22 564 947
48 525 113
71 090 060
37.4
Totale
Alla Conferenza di Potsdam dell'agosto 1945, dopo la resa incondizionata della Germania, avvenuta
l'8 maggio 1945, le potenze vincitrici (Russia, USA, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del
Nord e Francia) divisero la nazione in quattro zone di occupazione militare: francese a sud-ovest,
britannica a nord-ovest, statunitense a sud e sovietica ad est. I territori ad est della Linea OderNeisse (Prussia orientale, Pomerania orientale e Slesia), 114.00 kmq pari a 174 del territorio tedesco
anteguerra, vennero tolti alla Germania e posti sotto amministrazione sovietica e polacca, spostando
a tutti gli effetti la Polonia verso ovest. Quasi 10 milioni di profughi furono costretti ad
abbandonare i loro paesi d'origine per rifugiarsi nelle zone occupate ad ovest di tale linea. Ci furono
inoltre fughe dalla zona di occupazione sovietica: tali spostamenti interessarono circa 13,2 milioni
di eprsone. Stime calcolano che tali espulsioni e spostamenti finirono per provocare tra uno e due
ulteriori milioni di morti. Queste amministrazioni erano state originariamente concepite per
durare fino alla firma finale di un trattato di pace, cosa che comunque non avvenne fino al 1990. Si
concordò anche un trasferimento di tedeschi da Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, ma le nazioni
vennero invitate a fermare l'espulsione di questi Heimatvertriebene.
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
Il previsto corpo governante venne chiamato Consiglio di Controllo Alleato. I comandanti in capo
esercitavano autorità suprema sulle loro rispettive zone e agivano di concerto sulle questioni che
riguardavano l'intera nazione. Berlino, che giaceva nel settore sovietico, venne anch'essa divisa in
quattro aree.
I processi di Norimberga
I crimini di guerra e contro l'umanità nazisti ebbero l'effetto di rinvigorire il sentimento
internazionalista sia in Europa occidentale che nel blocco orientale, situazione che ebbe come
risultato la creazione delle Nazioni Unite (26 giugno 1945). Uno dei primi compiti affidati
all'organizzazione fu l'istituzione di tribunali speciali per giudicare i dirigenti nazisti nei processi di
Norimberga, organizzati proprio nell'ex roccaforte politica del nazismo. Il primo e più importante fu
il processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT) che
riguardò 24 tra i più importanti dirigenti nazisti, tra cui Hermann Göring, Ernst Kaltenbrunner,
Rudolf Hess, Albert Speer, Karl Dönitz, Hans Frank e Julius Streicher. Molti degli imputati furono
giudicati colpevoli e dodici di essi furono condannati a morte per impiccagione. Alcuni dei
condannati a morte nei loro ultimi secondi di vita inneggiarono ad Hitler. Tra coloro che sfuggirono
all'esecuzione vi furono Göring (che si suicidò con il cianuro), Hess (ex confidente di Hitler
condannato all'ergastolo), Speer (architetto di stato e in seguito ministro degli armamenti,
condannato a vent'anni nonostante si fosse servito del lavoro di schiavi), Konstantin von Neurath
(membro del governo del Terzo Reich che era già in carica prima dell'ascesa al potere del regime) e
l'economista Hjalmar Schacht (altro ministro che era stato al governo anche prima del nazismo).
La denazificazione
La denazificazione (in tedesco: Entnazifizierung) fu un'iniziativa alleata volta a liberare da ogni
rimasuglio dell'ideologia nazionalsocialista la società, la cultura, la stampa, l'economia, la giustizia
e la politica dell'Austria e della Germania. Fu portata avanti soprattutto rimuovendo dalle posizioni
di influenza chi era legato al partito e sciogliendo o rendendo impotenti le organizzazioni associate
ad esso. Il programma di denazificazione fu lanciato dopo la fine della seconda guerra mondiale e
fu solidificato dalla Conferenza di Potsdam. Infine, con l'avvento della guerra fredda e la creazione
della Germania Ovest la denazificazione fu abbandonata. Anzi, in non pochi casi, personaggi che
avevano fatto parte del partito o comunque di organizzazioni naziste assursero a ruoli importanti
nella burocrazia tedesca occidentale e dal cancelliere Adenauer furono definiti provvedimenti di
amnistia che resero liberi diversi nazisti.
Zona americana
Nella zona di occupazione americana la denazificazione fu perseguita inizialmente dal generale
Dwight D. Eisenhower con l'intento di rieducare il popolo tedesco. Ogni tedesco adulto dovette
compilare un modulo, detto Fragebogen, che scandagliava il suo passato. Per la grande quantità di
casi, nel 1946 la responsabilità per il processo di denazificazione passò all'amministrazione tedesca,
che stabilì 545 corti civili per giudicare 900.000 casi. In base alla legge per la liberazione dal
nazionalsocialismo e dal militarismo che divenne effettiva nel 1946, molte persone dovettero
compilare un nuovo modulo, chiamato Meldebogen e furono classificate in cinque categorie:




V. Persone esonerate o non incriminate
IV. Seguaci o simpatizzanti
III. Incriminati minori
II. Attivisti, Militanti, profittatori o persone incriminate
10
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Guerra Mondiale. Le due Germanie

I. Criminali importanti
All'inizio del 1947 90.000 nazisti erano detenuti nelle carceri e nei campi alleati; ad un altro
1.900.000 fu proibito di svolgere qualsiasi mestiere che non fosse un lavoro manuale, come accadde
ad Albert Battel.
I media tedeschi erano censurati dall'esercito americano, in particolare dall'information control
division, che nel luglio del 1946 controllava 37 giornali, sei stazioni radio, 314 teatri, 642 cinema,
101 riviste, 237 case editrici e 7384 tipografie e librerie. Lo scopo della censura era quello di
democratizzare il paese, ma anche di mettere a tacere ogni voce discorde all'occupazione alleata.
Inoltre fu emessa una direttiva per la confisca di tutti i mezzi di comunicazione che potevano aver
contribuito al nazismo o al militarismo, che portò alla compilazione di una lista di oltre 30.000 libri,
dai testi di scuola ai poemi, che furono banditi e le cui copie furono confiscate e distrutte; inoltre il
possesso di uno di questi volumi divenne punibile per legge.
A partire dal 1948, con l'inizio della guerra fredda, l'attenzione degli USA venne richiamata dalle
ostilità con il blocco orientale e i casi ancora in corso furono conclusi sommariamente, senza
lasciare tempo sufficiente per investigare a fondo. Alla fine la denazificazione fu riconosciuta dalle
autorità statunitensi come una controproducente caccia alle streghe e come un fallimento, perciò il
programma fu abbandonato e talvolta invertito.
Zona sovietica
Il servizio segreto sovietico, l'NKVD, creò alcuni "campi speciali" dove furono internate, fra gli
altri, le persone legate al nazismo. Spesso, però, queste persone venivano arrestate arbitrariamente e
internate con un processo sommario o senza processo; in questi campi morirono come minimo
43.000 persone. L'abbandono da parte dell'Ovest di una denazificazione stringente divenne uno dei
maggiori temi di propaganda nella Germania Est, che proclamava che il governo della Germania
Ovest non fosse altro che un'estensione del vecchio regime nazista. Tali affermazioni apparivano
frequentemente nel giornale ufficiale del Partito di Unità Socialista di Germania, il Neues
Deutschland, secondo il quale le rivolte del 1953 furono causate da provocatori nazisti inviati da
Berlino Ovest. Fra l'altro il muro di Berlino era ufficialmente chiamato muro di sicurezza
antifascista dalle autorità della Germania orientale, le quali dichiaravano di averlo costruito per
proteggere la società dalle attività dei nazisti di Berlino Ovest.
Zona inglese e zona francese
Gli Inglesi e i Francesi ebbero un approccio più misurato e focalizzato nella rimozione dell'élite,
piuttosto che nella persecuzione di tutti i collaboratori con il regime nazista.
Campagna di colpa collettiva
A partire dal 1944 furono intraprese attività di propaganda negli USA, anche tramite la diffusione di
orrendi video sui campi di concentramento nazisti, che sosteneva una pace con condizioni molto
dure per la Germania e che era volta anche a porre fine alla consuetudine di vedere il nazismo come
un'entità separata rispetto al popolo tedesco. Delle dichiarazioni di alcuni governanti inglesi e
americani, fatte più o meno nel periodo della resa della Germania indicavano l'intera nazione
tedesca come colpevole moralmente per le azioni del regime nazista, usando spesso i termini
"colpa" o "responsabilità collettiva".
Non appena gli alleati cominciarono le loro operazioni di denazificazione del dopo guerra, il
dipartimento di guerra psicologica del comando supremo alleato in Europa (SHAEF) intraprese una
campagna di propaganda politica con lo scopo di creare un senso di responsabilità collettiva tra i
tedeschi. Gli ufficiali britannici addetti al controllo di radio e giornali ricevettero ordini di
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
enfatizzare la responsabilità di tutto il popolo tedesco per i crimini nazisti e analogamente tra le
autorità americane il senso di responsabilità collettiva era considerato alla base di ogni educazione a
lungo termine in Germania
Usando sia la stampa tedesca, che era sotto controllo alleato, sia il cinema, sia manifesti ed
opuscoli, fu condotta una campagna per mettere a conoscenza tutti i tedeschi di quello che era
successo nei campi di concentramento; questi documenti avevano il fine di scuotere e umiliare i
tedeschi e di provare loro che erano stati commessi crimini contro l'umanità, i cui responsabili non
erano solo i nazisti e le SS, ma l'intero popolo tedesco. Furono diffusi a questo scopo dei manifesti
che rappresentavano delle vittime dei campi di sterminio, affiancate da testi come "Tu sei colpevole
di questo!" o "Queste atrocità sono colpa tua!!".
Subito dopo la liberazione dei campi di concentramento molti civili tedeschi furono costretti a
visitarli, a seppellire i cadaveri o a riesumarli dalle fosse comuni.
Le distruzioni: Amburgo era distrutta al 52%, Colonia la 75%, Essen e Dortmund al 55%. I sistemi
di trasporto erano gravemente danneggiati. Pur avendo subito pesanti danneggiamenti la capacità
produttiva dell’industria tedesca è circa pari all’80% di prima della guerra. Le riparazione però
comportano la requisizione di impianti industriali: fino al 1948 i sovietici smontano 1378 impianti.
Inizialmente vengono imposte limitazioni alle produzioni dell’industria tedesca, ma i Inglesi ed
Americani tolgono rapidamente queste limitazioni per rilanciare l’economia tedesca e alleggerire i
costi dell’occupazione.
Benché l'intento delle quattro potenze occupanti fosse di governare insieme una Germania con i
confini del 1947, l'avvento delle tensioni della guerra fredda fece sì che l’unificazione non si
realizzasse.
Nel 1946 le zone inglese e americana si unirono creando una bizone senza barriere doganali, Nel
1948 anche la zona francese aderì all’unione doganale angloamericana.
La Guerra Fredda
La dottrina Truman è la strategia di politica estera ideata dall'allora presidente degli Stati Uniti
d'America Harry S. Truman il 12 marzo 1947, prendendo spunto dai casi di Grecia e Turchia, che
avevano lasciato intravedere la possibilità di una resa di fronte all'espansionismo sovietico. In
particolare, la Grecia si trovava nel pieno di una guerra civile, che sarebbe terminata nel 1949, in
cui si scontravano realisti e comunisti.
La dottrina si proponeva di contrastare le mire espansioniste dell'avversario comunista nel mondo.
la Dottrina Truman costituì la base della politica estera americana nei confronti dell'Unione
Sovietica fino alla sua sconfitta definitiva nel 1991.
Benché rivisitata ed arricchita sul piano pratico da parte delle successive amministrazioni
americane, la dottrina Truman sancì l'abbandono definitivo della Dottrina Monroe e il
coinvolgimento permanente degli Stati Uniti nella politica mondiale. Infine, la Dottrina Truman
costituì la ragione politica della formulazione del Piano Marshall, il grande piano di aiuti pensato
dal Segretario di Stato George C. Marshall per sostenere i Paesi Europei devastati dalla guerra.
La dottrina ebbe conseguenze anche in Europa. I governi dell'Europa occidentale con potenti
movimenti comunisti come Italia e Francia vennero incoraggiati a tenere i gruppi comunisti fuori
dal governo. Queste mosse furono compiute in risposta a quelle dell'Unione Sovietica, che
nell'Europa dell'Est aveva iniziato a rafforzare la sua sfera d'influenza sui governi locali.
Il Piano Marshall, denominato ufficialmente a seguito della sua attuazione piano per la ripresa
europea (in inglese: European recovery program, abbreviato in ERP), fu uno dei piani politicoeconomici statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale.
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
Il Piano terminò nel 1951, come originariamente previsto. I tentativi di prolungarlo per qualche
tempo non ebbero effetto a causa dello scoppio della guerra di Corea e della vittoria dei
repubblicani nelle elezioni per il Congresso dell'anno precedente.
Il Piano consentì all'economia europea di superare un momento di indubbia crisi e favorì una ripresa
che già nel 1948 era evidente, consentendo ai Paesi beneficiari di superare l'indice di produzione
prebellico già nel momento in cui il flusso di aiuti terminò.
I risultati furono poi senza dubbio positivi, almeno nell'ottica degli Stati Uniti e dei sostenitori
dell'economia di mercato, sotto il profilo della diffusione in Europa – favorita da una capillare
azione di propaganda – di concetti quali la "libera impresa", lo "spirito imprenditoriale", il
"recupero di efficienza", l'"esperienza tecnica" e la "tutela della concorrenza", allora in alcuni Paesi
quasi del tutto assenti. Inoltre esso indicò agli europei che l'interdipendenza poteva costituire una
soluzione alle tensioni ed ai conflitti, che da sempre avevano caratterizzato la loro storia. Sul piano
interno, poi, l'aiuto statunitense consentì alle fragili democrazie occidentali di rilassare le politiche
di austerità e di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, cosa di cui beneficiarono i partiti
politici allora al potere.
La Germania Ovest ricevette 1448 milioni di dollari. Fu un aiuto fondamentale che le permise nel
novembre del 1949 di raggiungere i livelli di produzione industriale anteguerra.
Le due Germanie
Le potenze occidentali erano preoccupate dal deteriorarsi della situazione economica nelle loro
zone. Una riforma valutaria introdusse il Marco tedesco e fermò l'inflazione montante. I sovietici
non concordarono con la riforma e si ritirarono, nel marzo 1948, dal corpo governativo a quattro.
Quando il 18 giugno 1948 nei tre settori occidentali della Germania fu introdotto il Marco tedesco,
ponendo fine alla valuta d'occupazione i sovietici reagirono duramente. Era questa infatti una
misura di pressione su Stalin per porre fine all'occupazione e riunificare la Germania. I sovietici
obiettarono che, essendo stati invasi due volte da uno stato tedesco negli ultimi trent'anni, volevano
una Germania smilitarizzata, come il Giappone, prima che si potesse parlare di riunificazione. e
diedero inizio al Blocco di Berlino nel giugno 1948, sbarrando tutte le vie di accesso terrestri tra la
Germania Ovest e la città. Le potenze alleate replicarono con il "Ponte aereo per Berlino", un
continuo rifornimento via aria della metà occidentale della città che era abitata da due milioni di
persone. Furono in totale effettuati 278.228 voli, trasportando 2.326.406 tonnellate di cibo e altre
forniture, tra cui 1.500.000 tonnellate di carbone per riscaldamento e produzione di energia
elettrica, dando vita al più grande trasporto umanitario della storia. All'apice dell'operazione
atterravano a Berlino 1.398 voli ogni 24 ore trasportando 12.940 tonnellate di viveri, carbone e
macchinari. I sovietici posero fine al blocco dopo 11 mesi, visto l’insuccesso del blocco stesso.
Il 23 maggio 1949, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia cedettero la sovranità delle rispettive zone
di occupazione alla neocostituita Repubblica Federale di Germania, in tedesco, Bundesrepublik
Deutschland (la sigla BRD non venne mai utilizzata ufficialmente ad ovest, mentre era largamente
utilizzata la sigla DDR per la zona est per occultare la parola Deutschland). Il 23 maggio 1949
venne promulgato il Grundgesetz, la costituzione della Repubblica Federale di Germania. A seguito
delle prime elezioni in agosto, il primo governo federale venne formato il 20 settembre 1949, da
Konrad Adenauer (CDU). Il giorno successivo lo stato di occupazione venne attenuato, anche se
alcune limitazioni di carattere militare sarebbero rimaste ancora per qualche anno. La Repubblica
Federale di Germania era alleata con gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia. Era una nazione
capitalista occidentale ad economia di mercato e godette di una prolungata crescita economica.
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
Nella zona di occupazione sovietica, il Partito Socialdemocratico venne costretto a fondersi con il
Partito Comunista nell'aprile 1946, formando un nuovo partito, il Partito dell'Unità Socialista
(Sozialistische Einheitspartei Deutschlands, SED). Le elezioni dell'ottobre 1946 risultarono in
governi di coalizione in tutti e cinque i parlamenti regionali, con la SED come leader indiscusso.
Una serie di congressi del popolo vennero convocati nel 1948 e agli inizi del 1949 dalla SED. Sotto
la direzione sovietica, venne stesa la costituzione del 30 maggio 1949, che venne adottata il 7
ottobre, data che venne in seguito celebrata come il giorno della proclamazione della Repubblica
Democratica Tedesca. La Camera del Popolo (Volkskammer) – la camera bassa del parlamento
della DDR, e la camera alta, la Camera dei Länder (Länderkammer) – vennero create. (La
Länderkammer venne abolita di nuovo nel 1958). L'11 ottobre 1949, le due camere elessero
Wilhelm Pieck come Presidente, e venne formato un governo della SED. L'Unione Sovietica e i
suoi alleati est-europei riconobbero immediatamente la DDR, anche se non venne riconosciuta da
molte nazioni non comuniste fino al 1972-73.
Konrad Adenauer
Konrad Herman Josef Adenauer (Colonia, 5 gennaio 1876 – Bad Honnef, 19 aprile 1967) fu un
politico e statista tedesco e uno dei padri fondatori della Comunità europea, insieme ai francesi
Robert Schuman e Jean Monnet e all'italiano Alcide De Gasperi. Cancelliere della Germania
Occidentale dal 1949 al 1963 e leader dell'Unione Cristiano Democratica (CDU) dal 1950 al 1966,
la sua carriera politica si è dipanata per circa 60 anni.
Cattolico praticante, Adenauer entrò nel partito cattolico Zentrum nel 1906 e nello stesso anno fu
eletto al consiglio comunale di Colonia. Nel 1909 divenne Vice Sindaco della città. Dal 1917 al
1933 fu Sindaco di Colonia e in quella veste si confrontò col separatismo renano, teso a creare uno
stato di Renania facente parte della Germania, ma al di fuori della Prussia. Durante la Repubblica di
Weimar Adenauer fu presidente del Consiglio di Stato Prussiano dal 1922 al 1933, organo che
rappresentava le città e le province della Prussia.
L'ascesa del nazismo nel 1933 portò alla sconfitta elettorale dello Zentrum a Colonia e Adenauer oppositore dichiarato del nazismo - si rifugiò presso l'abbazia di Maria Laach. Dopo la "notte dei
lunghi coltelli" fu per breve tempo imprigionato, e negli anni successivi si spostò da una località
all'altra, riuscendo poi nel 1937 a riottenere la sua casa che era stata confiscata.
Visse nell'ombra per gli anni successivi, ma dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944
venne di nuovo imprigionato. Con la conclusione della guerra, gli statunitensi lo reinsediarono alla
carica di sindaco di Colonia, ma l'amministrazione britannica lo licenziò poco più tardi per
"incompetenza".
Fondatore della CDU
Dopo le dimissioni da sindaco di Colonia, Adenauer si lanciò nella costruzione di un nuovo partito
politico, erede del Partito Cattolico di Centro e che nei progetti di Adenauer avrebbe dovuto
accogliere non solo cattolici ma anche protestanti, quindi dal 1945 al 1949 è uno dei massimi
artefici della unificazione dei vari gruppi conservatori e cristiano-democratici nati nella Germania
occidentale: nasce così l'Unione Cristiano Democratica (CDU) il maggior partito tedesco di
centrodestra, di cui, fin dal 1949, Konrad Adenauer è presidente e leader indiscusso.
Nei cinque anni seguenti, egli lavorò assiduamente per rinforzare il partito e ottenere consensi,
cercando inoltre di far prevalere la sua visione ideologica. Quest'ultima era in contrapposizione con
quella di molti membri della CDU che propugnavano un'unità tra socialismo e cristianesimo;
Adenauer poneva infatti maggiormente l'accento sulla centralità dell'individuo, condannando sia
nazismo che socialismo come visioni "materialiste" del mondo nemiche della dignità dell'individuo.
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Guerra Mondiale. Le due Germanie
Il ruolo di leader nella CDU gli valse nel 1948 la presidenza del Consiglio Parlamentare fortemente
voluto dagli Alleati per la redazione di una carta costituzionale da applicare alle tre aree tedesche
sotto controllo occidentale. Dalla posizione di predominio ottenuta, fu facile per Adenauer divenire
primo capo del nuovo governo nel maggio 1949, subito dopo l'approvazione della costituzione.
Cancelliere della Germania Ovest
Nelle prime elezioni democratiche dall'ascesa del nazismo per l'elezione del Bundestag della
Repubblica Federale Tedesca (15 agosto 1949) la CDU emerse come il più forte partito. Theodor
Heuss fu eletto Presidente della Repubblica, e Adenauer fu eletto Cancelliere il 16 settembre 1949.
Nel luglio 1951, a seguito di una sua visita ufficiale in Italia, viene formalmente abolito lo stato di
guerra tra Germania e Italia.
La politica di Adenauer fu rivolta verso diverse direttrici: in politica interna, costruire una
democrazia stabile e rilanciare l'economia in una Germania occidentale distrutta dalla guerra; in
politica estera, giungere a una piena riconciliazione con la Francia, schierarsi sempre più
verso l'Occidente nell'ambito della divisione dei blocchi ma allo stesso tempo difendere la propria
sovranità, entrare con pieni diritti nelle nascenti organizzazioni della NATO e dell'Organizzazione
per la cooperazione economica europea (OECE). Adenauer stabilì in Germania un efficiente
sistema pensionistico, parte integrante del suo modello di "economia di mercato sociale" realizzato
insieme al suo ministro dell'Economia e successore Ludwig Erhard: un modello teso a creare
un'economia mista basata su un capitalismo moderato da elementi di welfare sociale e principi
cattolici, che consentì il boom economico di quegli anni, il cosiddetto Wirtschaftswunder
("miracolo economico").
La politica di Adenauer fu però esposta anche a non poche critiche. In particolare, è stato detto che
la sua aspirazione a una rapida ripresa economica e alla stabilità interna fu realizzata senza tenere
conto della necessità di una riunificazione delle due Germanie. Nel corso della guerra fredda,
Adenauer difese il diritto della Germania ovest al riarmo. Quando nel 1952 il dittatore sovietico
Stalin propose la riunificazione delle Germanie in un unico stato neutrale e smilitarizzato, Adenauer
- appoggiato in questo dagli Alleati - rifiutò la proposta. I critici di Adenauer lo hanno accusato di
egoismo nazionalista e hanno criticato anche la sua linea politica conservatrice, evidente nel fatto
che vari uomini coinvolti nel regime nazista servirono nel suo governo (uno dei casi più eclatanti,
per esempio, è quello di Albert Kesselring, che fu suo consulente). Le proteste del movimento
studentesco degli anni sessanta furono essenzialmente rivolte proprio contro il conservatorismo di
Adenauer.
Gli elementi positivi della politica di Adenauer prevalgono oggi nell'opinione comune. I tedeschi in
un sondaggio del 2003 lo hanno votato come "il più grande tedesco di tutti i tempi", e in tutta
Europa gli è stato riconosciuto il ruolo di primo piano nel processo di integrazione europea, come
uno dei padri fondatori dell'Unione europea.
Konrad Adenauer e la fine della denazificazione
Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer era contrario alla denazificazione e garantì l'amnistia a
molte persone implicate nell'olocausto. La denazificazione a quell'epoca era osteggiata da gran parte
della popolazione tedesca e con la creazione della Germania Ovest nel 1949 Adenauer considerò
una delle sue priorità farla terminare. Insieme ad altri partiti tedeschi stabilì una serie di leggi di
amnistia per invertire il processo di denazificazione, nominò capo del suo staff Hans Globke, un
ufficiale nazista che aveva commentato le leggi razziste di Norimberga e fece pressione per il
rilascio dei criminali di guerra. Al 31 gennaio 1951 l'amnistia copriva oltre 792.176 persone, fra le
quali erano incluse persone con una pena di sei mesi, 35.000 persone con una sentenza di oltre un
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Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di storia della Germania del CPIA sede
Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia,
dall’enciclopedia Treccani online, e da altre fonti - sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione XVIII: La Seconda
Guerra Mondiale. Le due Germanie
anno tra cui più di 3000 funzionari della SA, delle SS e del partito nazista che avevano partecipato
alla detenzione delle vittime nelle carceri e nei campi di concentramento; 20.000 altri nazisti
incriminati per "crimini contro la vita" (presumibilmente omicidi), 30.000 per aver causato ferite
corporali e 5.200 che commisero "crimini e misfatti d'ufficio". Nel 1958 solo una piccola parte degli
imputati di Norimberga erano ancora in prigione.
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La Seconda Guerra Mondiale. La nascita delle due Germanie.