Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex
D.M. 270/2004)
in Economia e Gestione delle Arti e delle
attività culturali
Tesi di Laurea
Sviluppo territoriale e cultura: il
caso del Centro Culturale
Candiani
Relatori
Prof. Bruno Bernardi
Prof. Stefania Portinari
Laureanda
Marianna Rossi
Matricola 829986
Anno Accademico
2013 / 2014
Indice
Prefazione
3
Introduzione
4
1.
Il Centro Culturale Candiani
8
1.1
Il progetto
8
1.1.1 Cenni storici sul contesto d’origine del progetto
8
1.1.2 L’articolazione degli spazi
13
1.2
L’inaugurazione e l’inizio delle attività
16
1.3
L’evoluzione e il contesto di sviluppo
25
1.4
Il piano di rilancio della struttura
34
1.4.1 Il 2006: la nuova direzione e il riassetto delle attività
41
2.
L’analisi del territorio e del contesto di sviluppo delle attività
49
2.1
La riqualifica della terraferma e il rapporto con Venezia
49
2.1.1 Uno sguardo al futuro: il ruolo assunto dal Centro
Culturale Candiani e dal progetto del Museo del Novecento
all’interno dei piani di riqualifica culturale della terraferma
2.2
59
La produzione del Centro Culturale Candiani e il rapporto con
stakeholders e competitors
62
2.2.1 La produzione culturale nella fase iniziale
67
2.2.2 L’evoluzione del contesto di produzione culturale
dal 2004 al 2012
68
2.2.3 Le collaborazioni del Centro Culturale Candiani
73
3.
L’analisi delle attività e delle scelte artistiche nella programmazione
77
3.1
Le attività permanenti e l’organizzazione degli eventi
79
3.2.
L’attività espositiva e la collaborazione con la Galleria Contemporaneo
88
3.2.1 Dall’inaugurazione al rilancio: le prime esposizioni
90
3.2.2 La nuova programmazione espositiva dal 2006 ad oggi
96
3.2.3 La collaborazione con la Galleria Contemporaneo
104
4.
Le mostre del Centro Culturale Candiani: alcuni casi di studio
180
4.1
Le esposizioni di rilievo internazionale
181
4.1.1 Il Dono: 20 ottobre 2001- 6 gennaio 2002
182
4.1.2 L’America di Pollock- Gli “Irascibili”:
4.2
23 marzo- 30 giugno 2002
188
Le esperienze contemporanee locali degli anni Settanta
195
4.2.1 Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia
negli anni ’70: 21 aprile- 27 maggio 2007
197
4.2.2 Experimenta. Autogestione e sperimentazione artistica.
4.3
Il caso Verifica 8+1: 13 febbraio- 28 marzo 2010
203
Le mostre fotografiche e l’interpretazione del territorio
210
4.3.1 Il gesto indicatore (9 maggio- 14 giugno 2009) e
Faccia a faccia (2- 30 maggio 2010)
211
4.3.2 Omaggio a Gabriele Basilico. Rethinking Mestre:
13 aprile- 5 maggio 2013
216
Conclusioni
222
Appendice
227
Bibliografia
245
2
Prefazione
Intraprendere un percorso di ricerca e di analisi su un caso di studio come il Centro
Culturale Candiani di Mestre (Venezia), per quanto non si sia rivelato un compito
semplice è stato sicuramente un impegno stimolante. Al momento di scegliere
l’oggetto della mia tesi di laurea il mio obiettivo era rivolto a considerare un
argomento che potesse far emergere al meglio il mio interesse per l’arte
contemporanea e per il lavoro delle organizzazioni culturali in quest’ambito.
Considerare l’esempio concreto del Centro Culturale Candiani mi ha dato modo di
elaborare un discorso molto più ampio di quello che mi aspettassi, approfondendo
degli aspetti importanti della vita culturale della città in cui vivo.
Valutare la dimensione artistica di Mestre, comunemente investita da un ruolo
marginale rispetto al vicino contesto veneziano, mi ha permesso di sviluppare degli
spunti di riflessione inediti, permettendomi di approfondire degli argomenti finora
poco considerati. Dalle prime ricerche che ho potuto svolgere presso la sede del
Candiani, grazie alla collaborazione del personale della struttura che mi ha dato la
possibilità di accedere alla maggior parte dei dati che mi servivano, ho iniziato a
ricercare il valore delle attività offerte all’interno di quegli spazi, che ho avuto
occasione di riscoprire. Ciò che mi ha stimolato ad osservare ancora più a fondo la
questione e che mi ha spinto a ricostruire l’esperienza del Centro, è stata la mancanza
di pubblicazioni sulla sua storia che mi ha spinto a lavorare sulla rielaborazione dei
documenti che ho raccolto. Certamente, in principio questo mi era parso un ostacolo
non indifferente per l’incertezza di non riuscire a restituire una descrizione coerente
che potesse spiegare in modo efficace le vicende non solo artistiche, ma anche
storiche e territoriali del contesto in cui ha operato l’istituzione, ma alla fine l’intento
di riconsegnare al Centro Candiani la sua stessa storia è divenuto lo spunto
fondamentale che ha motivato il mio lavoro.
Questo, oltre a portarmi all’approfondimento di vicende, esperienze e realtà locali di
cui non ero pienamente a conoscenza mi ha dato modo di riflettere ripetutamente
sulle problematiche relative al ruolo assunto da questo tipo di istituzioni all’interno
3
del contesto culturale in cui sono inserite, specialmente se si considera il particolare
rapporto tra Venezia e la terraferma.
Nell’elaborare la mia trattazione non è stato né mio obiettivo né mio compito dare
un giudizio sulle scelte fatte e sulle motivazioni che le hanno guidate, ma piuttosto, il
mio intento è stato quello di fornire un contributo utile per osservare, attraverso i dati
raccolti, l’operato dell’istituzione e aprire la riflessione sul significato del suo lavoro
e del suo contributo per la vita culturale della città.
La scelta di concentrarmi sull’analisi dell’attività espositiva, alla luce della ricca
programmazione proposta, è stata dettata dall’affinità con i miei interessi e dalla
coerenza con il percorso di studi da me intrapreso, dandomi la possibilità di
arricchire le mie conoscenze in materia, oltre che ha risultare un’utile prospettiva di
indagine.
Introduzione
La trattazione di questa tesi si articola principalmente in due parti che, pur seguendo
due punti di vista diversi nella ricerca, si trovano in relazione per descrivere il caso in
modo completo. Nella prima sezione, abbiamo definito la realtà del Centro Culturale
Candiani dal punto di vista storico, ripercorrendo le vicende che hanno portato alla
sua realizzazione. Successivamente, nella descrizione delle fasi cruciali di
inaugurazione e avvio delle attività, abbiamo fatto emergere i punti di forza e
debolezza che si sono presentati nella sua evoluzione. Questi, ci hanno permesso di
evidenziare le ragioni che hanno determinato l’organizzazione delle proposte e i
cambiamenti subiti nel corso degli anni.
Una volta definita la situazione istituzionale, specificando i fattori da cui è dipesa la
realizzazione dei programmi e degli obiettivi, abbiamo contestualizzato il lavoro
della struttura all’interno del territorio. Dunque, una volta analizzato il ruolo assunto
dal Centro all’interno dei piani di riqualifica previsti per la terraferma, è stato
possibile riscontrare le relazioni di collaborazione e competizione con le altre
istituzioni operanti nel settore culturale dell’area veneziana. Alla luce di queste
considerazioni abbiamo approfondito il significato delle scelte artistiche che nel
4
tempo hanno dato vita ai programmi, oggetto della seconda parte della tesi.
Procedendo in quest’analisi, abbiamo osservato il periodo di attività iniziato nel
2006, rappresentativo della fase di rilancio della struttura in cui sono avvenute le
revisioni organizzative più importanti.
Dopo aver definito in via generale gli obiettivi e le diverse tipologie di iniziative
realizzate, abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla proposta espositiva. In
accordo con quanto detto in precedenza, facendo riferimento alle decisioni prese sui
programmi, è stato dimostrato come le determinanti organizzative, gestionali ed
economiche, abbiano influenzato lo svolgimento delle attività. Infine, abbiamo scelto
di analizzare tra le mostre allestite, quelle che sembravano più significative e
rappresentative delle fasi di vita dell’istituzione. Privilegiando la descrizione delle
loro specificità dal punto di vista artistico, è stato evidenziato il contributo originale
di questi eventi nel rispetto del contesto delineato.
Nel primo capitolo abbiamo chiarito innanzitutto le circostanze che hanno motivato
l’ideazione e realizzazione del progetto della struttura, facendo un breve accenno alla
situazione della terraferma che ospitava la sua nascita e presentando l’iniziale
articolazione degli spazi e degli obiettivi. Queste informazioni sono state utili per
riscontrare le principali differenze tra allora e oggi e, nei restanti paragrafi, abbiamo
contestualizzato gli avvenimenti che hanno guidato la programmazione delle attività
nei momenti di inaugurazione e avvio, evoluzione e rilancio dell’istituzione. Dopo
aver descritto questi aspetti, ci siamo riservati di metterli in relazione con l’intero
quadro territoriale nel secondo capitolo. Per individuare il ruolo del Candiani nella
vita culturale locale e per analizzare il complesso rapporto vissuto con il centro
storico di Venezia, abbiamo prima di tutto citato i principali piani di riqualifica
culturale della terraferma in cui era coinvolto. Oltre alle prospettive passate e
presenti, abbiamo trovato utile fare riferimento al progetto del futuro Museo di
Mestre che ha determinato un’ulteriore revisione del contesto analizzato, a
dimostrazione del costante processo di trasformazione che lo riguarda. Nel
concludere l’indagine, ci siamo serviti dei dati dei Rapporti sulle Produzioni
Culturali prodotti dalla Fondazione di Venezia, per osservare il posizionamento
dell’offerta del Candiani e per approfondire i termini di confronto con le altre
5
istituzioni del territorio. Rielaborando invece i dati che ci ha fornito il personale del
Centro, abbiamo considerato le collaborazioni stabilite nel corso degli anni e i
relativi effetti sulla gestione delle attività.
Quindi, dalla descrizione delle circostanze di sviluppo e di lavoro dell’istituzione
abbiamo ricavato i riferimenti necessari per procedere, con il successivo terzo
capitolo, all’analisi dei programmi e delle scelte prese per la loro definizione. In
questa sezione si è cercato di studiare l’organizzazione delle iniziative, partendo
dalla presentazione generale degli eventi, per poi evidenziare la loro l’articolazione
tra le diverse discipline e le caratteristiche delle varie manifestazioni. Fatto ciò,
abbiamo posto l’attenzione sui contenuti della programmazione espositiva, rilevando
le principali differenze tra la gestione della fase di avvio e quella di rilancio della
struttura. Nell’approfondire quest’ultimo aspetto è stato utile ricordare il lavoro
svolto parallelamente dalla Galleria Contemporaneo.
Nel valutare le mostre realizzate, abbiamo quindi messo il luce l’importanza della
collaborazione tra le due istituzioni. Una parte consistente della ricerca è
rappresentata dalla schedatura delle mostre compilata per entrambe le sedi. In questa,
è riportata la descrizione completa degli eventi espositivi per tutti gli anni di attività,
che ci è stata utile per elaborare le informazioni su cui impostare le nostre riflessioni.
Partendo dall’elencazione dettagliata delle iniziative che ci è stata fornita dal Centro
Culturale Candiani, tramite la successiva ricerca sul web di testi critici e comunicati
stampa, abbiamo raccolto per ciascun evento le indicazioni necessarie per
contestualizzare i contenuti e l’organizzazione delle attività. Nonostante lo sforzo
compiuto per ottenere i dati che ci servivano, non è stato possibile ricavare il
medesimo materiale per ciascun evento, specialmente dal punto di vista della
gestione degli orari di apertura e costo degli ingressi. Tuttavia, abbiamo presentato in
modo generale ma esauriente i temi trattati, cercando di dare un’idea di tutte le
proposte inserite.
A conclusione del lavoro, nel quarto capitolo, abbiamo studiato alcuni dei casi
espositivi più significativi. Tenendo presenti le fasi di avvio e rilancio, abbiamo
dimostrato concretamente le conseguenze della gestione sull’offerta proposta.
Attraverso la descrizione delle mostre abbiamo chiarito il contributo del Candiani in
6
ambito contemporaneo. Facendo emergere le caratteristiche significative degli eventi
e sottolineando il valore delle scelte adottate, abbiamo spiegato come abbia
perseguito i suoi obiettivi nel tempo.
Per presentare opere e contenuti, ci siamo serviti del materiale presente nei cataloghi
delle esposizioni e nei testi critici consultabili nei siti web del Candiani e della
Galleria Contemporaneo. Questi esempi ci sono stati utili per comprendere da un
lato, l’importanza artistica delle iniziative e dall’altro, il significato del ruolo
dell’istituzione all’interno del contesto culturale locale. Durante la ricerca svolta
nell’archivio del Centro, abbiamo cercato le prove di quanto sostenuto negli articoli
dei quotidiani conservati dall’istituzione. Inoltre, sulla base dei dati economici che
abbiamo recuperato da queste fonti, abbiamo verificato come le risorse disponibili
siano state un fattore decisivo nelle gestione dei programmi, influenzandone
l’evoluzione nel tempo.
7
1.
Il Centro Culturale Candiani
1.1 Il progetto
1.1.1 Cenni storici sul contesto d'origine del progetto
Era il 1978 quando il consiglio comunale approvò il progetto degli architetti Iginio
Cappai e Piero Mainardis sul centro culturale mestrino. La realtà culturale della
terraferma era nuova e in via di sviluppo come la città che la ospitava. Per via della
recente evoluzione ancora in atto, l'attività artistica presente era sicuramente ridotta
rispetto al vicino sito veneziano e la spalla offerta da Mestre nei confronti della
laguna era un supporto funzionale alle esigenze pratiche della comunità più che un
terreno fertile dove appoggiare e allargare le iniziative in modo sinergico. Pertanto,
l'inizio dei lavori al Centro si inserisce in un periodo storico cruciale per la
terraferma che si trovava all'apice della sua espansione, in cui la corsa al progresso
lasciava dei margini relativi all'azione culturale.
Ripercorrendo in breve i passi compiuti prima di questo momento si nota come nel
corso della seconda metà del Novecento, Mestre e le vicine aree dell'entroterra hanno
subito delle importanti trasformazioni che hanno segnato l'incipit della loro storia
moderna. L'urbanizzazione avvenuta in modo esponenziale prima con lo spostamento
dei veneziani dalla laguna e dei contadini dalle campagne circostanti, poi con le
ondate di popolazione dal meridione, determinò il grande boom dell'edilizia
avvenuto tra il 1946 e il 1971 in cui il territorio cittadino venne provvisto dei servizi
e delle infrastrutture minime quali strade e fognature. Fu dal 1975 che iniziarono gli
8
investimenti in campo culturale con il riadattamento dei principali centri cittadini
limitrofi di terraferma e dei principali luoghi mestrini1.
Nonostante le intenzioni, il processo di formazione del contesto artistico-culturale
locale procedeva gradualmente e la stessa progettazione del Centro Candiani di
questi anni trovava un terreno poco florido in cui le iniziative emergevano
timidamente. Il territorio, oltre a non offrire ancora degli spazi idonei a tali scopi,
non godeva neanche di un'identità forte che legasse la comunità. Uno tra i primi
progetti di valenza culturale messo in atto dal Comune per i cittadini fu la
realizzazione della Biblioteca Civica di Mestre nel 1952. Successivamente negli anni
Sessanta furono create alcune realtà associative quali l'Università Popolare di Mestre
nel 1959 (la cui prima fondazione risale al 1921), il Centro Studi Storici Mestre
(1961), l'Istituto di Cultura Laurentianum (1962), l'Associazione Teatro per Mestre,
meglio noto come Teatro della Murata (1968). Nel corso degli anni Settanta vennero
fondati anche il TAG-Teatro della Giustizia (1975), il Centro Culturale Kolbe
(1976), l'Associazione Verifica 8+1 (1978) la cui attività risulta particolarmente
rilevante ai fini della nostra ricerca e che analizzeremo in seguito. Ancora, le
associazioni Esodo e Arteven (1979) e infine il Centro Culturale Caligola (1980)2.
Già all'epoca era ben chiaro a tutti che la situazione così come si presentava non
poteva considerarsi lontanamente confrontabile con quella vicina lagunare. Le
piccole realtà citate riflettevano lo stato di una città in formazione, la cui
amministrazione impiegava gran parte degli sforzi per rispondere alla rapida
urbanizzazione che stava avvenendo. Si pensi che proprio in quest'epoca,
precisamente nel 1975, Mestre raggiunse l'apice demografico con 210.674 abitanti
con un'età media di 37 anni. L'ennesima conferma di quanto il contesto di riferimento
fosse ancora in una fase embrionale e i cui frutti si sarebbero visti solamente negli
anni a venire. Se si considera poi la scarsa presenza degli interventi privati
nell'organizzazione di eventi culturali, risulta rilevante come sia stato difficile un
sostanziale incremento delle proposte in tale ambito. Per citare un esempio, il teatro
1
G. Saccà, Trent'anni di cultura a Mestre. Conversazione con Sofia Gobbo, in Verifica 8-1,
“VEDO. Venezia Documenta Settore Comunicazione ai Cittadini e Sistema Bibliotecario Comune di
Venezia”, n.1, maggio 2012.
2
G. Saccà, Trent'anni di cultura a Mestre. Conversazione con Sofia Gobbo, in Verifica 8-1,
“VEDO. Venezia Documenta Settore Comunicazione ai Cittadini e Sistema Bibliotecario Comune di
Venezia”, n.1, maggio 2012.
9
Toniolo si dedicava solo a cinema e avanspettacolo e per avere la prima stagione di
prosa sarà necessario aspettare l'intervento comunale della metà degli anni Ottanta.
Oltre all'incremento dell'edilizia, il cui caso più emblematico è l'inaugurazione della
Tangenziale mestrina nel 1972, l'altro settore di maggiore investimento per la
terraferma era l'industria che trovava la sua fortuna in Porto Marghera, uno dei più
grandi bacini di impiego di manodopera e strutture3. Sulla base di queste premesse,
risultano chiare le ragioni della faticosa ascesa della ricerca artistica in campo
contemporaneo di Mestre e del territorio, nonostante le grandi ambizioni poste in
merito.
È indubbio che questa possa sembrare un'enorme contraddizione, il carattere giovane
e la vocazione alla modernità di una città dalla storia così recente avrebbero dovuto
essere il cuore della motivazione culturale per giungere alla nascita di una realtà che
diventasse un polo unico nel suo genere nella ricerca e nella produzione creativa.
Nonostante il desiderio di sviluppo, probabilmente a causa della mancanza di una
strategia vincente che tenesse conto della complessità del caso, non si è mai arrivati a
far diventare questo luogo la controparte innovativa e contemporanea rispetto al
centro storico senza sentirne continuamente il peso. Alla luce di ciò, risulta
emblematico il caso del Centro Culturale Candiani la cui realizzazione porta con se
gli strascichi di questa situazione di lenta crescita del settore culturale.
Il tentativo di coinvolgimento dell'entroterra veneziano nell'ambito artistico
contemporaneo si è protratto nel corso degli anni Novanta fino ad oggi con il
susseguirsi di iniziative dal successo relativo senza avere una risoluzione definitiva
delle contraddizioni che avevano caratterizzato la scena dei decenni precedenti. La
costante voglia di innovazione e crescita dell'amministrazione che ha portato alla
pianificazione di progetti ambiziosi per la città, di fatto, non ha mai trovato una
modalità di compimento degli stessi che portasse a un successo costante
nell'affermazione delle proposte culturali della terraferma.
Il primo passo per avviare la produzione artistica contemporanea fu l’apertura della
Galleria Contemporaneo nel 1998 che, nella storica sede di via Piave, doveva essere
l’incubatrice e la promotrice delle sperimentazioni emergenti. I risultati però non
3
Ibidem.
10
furono considerevoli e l’attività dell’organizzazione rimase ai margini delle
programmazioni anche per la mancanza di fondi da parte del Comune. Dopo un
periodo di fermo se ne ripropose il rilancio nel 2006 quando, in stretta collaborazione
con il Centro Candiani, doveva assumere un ruolo cardine nell’organizzazione di
eventi espositivi aprendo le porte a enti esterni ed ospitando mostre con la
partecipazione di artisti e gallerie provenienti anche dalla scena internazionale.
Ancora una volta però, nonostante la buona riuscita delle iniziative, non si arrivò a
una spinta risolutiva nella conferma delle proposte e l’associazione si trovò costretta
a chiudere definitivamente le attività nel 2012, non riuscendo più ad avere fonti di
sostentamento.
Parallelamente alle vicende della Galleria Contemporaneo venne inaugurato nel 2001
il Centro Culturale Candiani che dopo venticinque anni di lavori e ritardi, venne
aperto al pubblico come struttura polifunzionale dal forte carattere innovativo e che,
secondo l’Amministrazione, avrebbe dovuto risollevare le sorti della vita culturale
della terraferma. La scommessa però fu vinta parzialmente con l'urgenza di numerosi
interventi strutturali e organizzativi, più avanti ne analizzeremo meglio le cause
attraverso il contesto di sviluppo e l’offerta proposta. Tuttavia nella ricostruzione, nel
quadro d’interesse generale possiamo affermare che il progetto Candiani non ha
pienamente smentito il carattere di incompiutezza dal quale voleva riscattarsi e ne
funge da esempio quale connotazione della gestione del patrimonio mestrino.
Dall'analisi delle scelte passate non si può prescindere la prospettiva futura,
formalmente concretizzata nel progetto del Museo del Novecento, reso possibile
grazie allo sforzo congiunto di Comune e Fondazione di Venezia, la cui apertura era
prevista per il 2014. Anche in questo caso, l’idea non è di recente progettazione, sin
dai primi anni Duemila, periodo di nascita del Candiani, si era parlato della volontà
di costruire un luogo di conservazione dell’identità storico-culturale mestrina ma che
allo stesso tempo spiccasse per il suo carattere fortemente innovativo e
all'avanguardia. I primi passi dovevano essere fatti in occasione della mostra Mestre
Novecento tenutasi presso il Candiani, prevista per il 2004, ma realizzata solo nel
2007 dopo un intenso lavoro di raccolta dei materiali. La questione M9 si pone, in
linea con la tendenza rilevata precedentemente, come tentativo di risposta concreta al
11
perseguimento dei grandi obiettivi per lo sviluppo della vocazione contemporanea di
Mestre come polo culturale attivo e riconosciuto.
Il principale problema che accomuna la programmazione di interventi di tale portata
risulta essere in ogni occasione lo svolgimento dei lavori in un arco di tempo
prolungato. La poca tempestività nella gestione delle idee risulta essere un ostacolo
sul piano concreto in quanto genera prodotti che richiedono una continua revisione e
la cui ri-attualizzazione determina uno sforzo pari, se non maggiore, nella
ridefinizione delle attività e dei ruoli. Casi come quelli appena citati sono il prodotto
di lacune le cui cause sono probabilmente rinvenibili nella giovane storia del
territorio nella quale si sono susseguiti cambiamenti bruschi e repentini, una storia
insomma che non ha permesso il formarsi di una “Storia” che metabolizzasse gli
eventi in delle radici solide. Il marginale ruolo produttivo della terraferma in ambito
culturale è pertanto attribuibile innanzitutto alla mancanza di istituzioni pubbliche
con obiettivi di conservazione, valorizzazione e promozione, quali realtà espositive o
museali. La successiva conseguenza di tale situazione diviene la quasi totale assenza
di fiducia negli investimenti nel settore, considerati per lo più come costi, rendendo
ancora più difficile l’entrata degli interventi privati che risulterebbero invece cruciali
per la formazione di organizzazioni di alto livello. Ragionando in questi termini e
alla luce del quadro generale presentato, il caso Candiani si pone come esempio
lampante della volontà culturale della terraferma, in biblico tra il desiderio di
divenire polo contemporaneo come controparte dell’istituzione storica veneziana e la
difficoltà nel definire una strategia adeguata che gli conferisca un posizionamento
competitivo a livello territoriale.
In questo terreno di sviluppo, il progetto del Centro ha vissuto una storia travagliata
che dal 1977, anno del suo concepimento, è stato nel mezzo di controversie e
polemiche dovute dalla mancanza di azioni coordinate e precise. Oltre a dover essere
sostenuto da un importante investimento finanziario da parte del Comune, ciò che ha
reso problematica la questione è stata l’assenza di un’ idea progettuale
complessivamente convincente e trainante che stendesse il filo conduttore sul quale
indirizzare i lavori. Questo spiega le numerose modifiche apportate nella scelta del
ruolo di destinazione d’uso della struttura; infatti prima di essere centro
polifunzionale, luogo espositivo, d’incontro e produzione, tra le ipotesi vagliate
12
troviamo quella di Centro Servizi Culturali o quella di sede comunale. Nei
venticinque anni di costruzione, gli addetti ai lavori che si sono passati il testimone
del cantiere sono stati molti e non è da sottovalutare il contesto urbano mutevole in
cui si inseriva la sua lenta elaborazione. Il bisogno di un luogo che si ponesse come
cuore dell’identità della terraferma si affiancava alle prospettive di riqualificazione
del territorio che generavano il proliferare di nuove idee sulla risistemazione in
chiave culturale delle zone urbane dismesse o in disuso, specialmente quelle
industriali. Questo ampio bacino di possibilità da parte dell’amministrazione non
aiutava a far chiarezza su ruoli e tempi da tenere nell’ambito dei vari programmi e
dopo la prima inaugurazione della struttura nel 1999, per lo più ancora incompleta, si
è arrivati al definitivo lancio delle attività nel giugno 2001, con alcuni locali ancora
da ultimare. In questo momento le prospettive sulla programmazione degli eventi
erano ancora da chiarire, ma la funzione privilegiata che ci si aspettava dovesse avere
era quella di centro di produzione e sviluppo delle idee. Esso doveva diventare uno
spazio di frequentazione oltre che di apprendimento dei nuovi linguaggi, rivolto al
superamento delle barriere culturali
ed
economiche nell'avvicinamento e
sperimentazione dei nuovi mezzi di comunicazione in cui era possibile far coesistere
l'offerta di eventi ad alto contenuto culturale ed attività di alfabetizzazione
informatica nel promuovere i nuovi media tecnologici. Il Candiani, per come era
stato pensato, doveva diventare il punto di riferimento mancante all'interno della
realtà cittadina ponendosi come nuovo trampolino di lancio nel recupero di
un'identità storico-culturale da condividere con Venezia e come polo attivo nella rete
culturale di terraferma che sempre più ci si apprestava a creare.
1.1.2 L'articolazione degli spazi
La struttura labirintica che si presentava allora, come oggi, al pubblico che entrava
per la prima volta, era stata pensata dagli architetti Cappai e Mainardis, prima citati.
Una volta incaricati allo svolgimento dei lavori per il centro culturale, essi si
impegnarono alla realizzazione dell'edificio che doveva avere un teatro, un centro
congressi e un garage. Inizialmente l'idea era quella di una struttura trasparente e
13
interamente percorribile, in cui il rumore cittadino proveniente dall'esterno doveva
fare da corollario alle attività per ribadire l'importanza della dimensione urbana in cui
era inserito e a cui era a servizio. Tuttavia, dopo le numerose revisioni avvenute nel
corso degli anni il progetto della struttura definitivo e approvato, presentato il giorno
dell'inaugurazione delle attività si presentava come tale:
“PIANO TERRA
La Piazza:
Spazio aperto e coperto di accesso al centro, è concepito come luogo di aggregazione e di incontro, si
integra come l'area di accoglienza sul piazzale; si completa con il tabellone elettronico
permanentemente in funzione con filmati o informazioni e con le informali funzioni della sfera.
Il Cyber cafè/libreria:
Prevede, come i più collaudati locali del genere a livello internazionale, un servizio bar e, insieme,
spazi tecnici con collegamento a Internet. Si articola su due piani senza soluzione di continuità con il
bookshop specializzato nel multimediale, nel contemporaneo, dotato di postazioni da cui consultare e
testare i prodotti in vendita oltre che un servizio di stampa su richiesta dei materiali scaricati
direttamente dal web. Saranno inoltre disponibili i prodotti legati all'offerta culturale dell'area
veneziana. Il locale può contare, al piano terra, anche di uno spazio all'aperto, in piazza.
La Sfera:
Sorta di palcoscenico autoportante, potrà aprirsi ad ospitare jam sessions e concerti dal vivo.
L'Arena:
E' il grande spazio dedicato alle attività di spettacolo (musica, cinema, teatro, danza) da realizzare
nella stagione estiva.
PIANO PRIMO
Libreria/Cyber cafè.
Il Laboratorio Fotografico:
Oltre alle attrezzature per la stampa tradizionale, il centro è dotato di strumenti per l'elaborazione di
fotografie digitale; sarà possibile anche la consultazione digitalizzata dell'importante archivio
fotografico sulla storia recente del territorio recentemente acquisito da Comune.
14
PIANO SECONDO
L’Area espositiva:
Tutto il piano è dedicato alle attività espositive. Gli spazi luminosi, ampi e sicuri consentono la
realizzazione di mostre dedicate essenzialmente all'espressione artistica contemporanea.
PIANO TERZO
L'area New Media, con quattro grandi sale collegabili tra loro:
I Laboratori digitali:
Questo spazio è dedicato alla ricca offerta di “facilitazione culturale” del centro: qui sono infatti
ospitati sia brevi corsi di avvicinamento al mondo delle nuove tecnologie, rivolti alle persone che ne
sono ancora lontane o intimidite, sia incontri di livello più avanzato, rivolti a chi invece vuole
approfondire le proprie conoscenze.
Sono dunque previsti a) corsi alfabetizzazione per tutti, b) corsi avanzati per utenti più esperti,
c)“Ludo Media Lab”, corsi-laboratorio rivolti ai bambini, a diversi livelli e per diverse fasce di età.
La Sala espositiva:
Dotata di caratteristiche di grande flessibilità, la sala da un lato ospiterà i risultati delle varie attività
laboratoriali del centro, dall'altro diventerà la sede deputata all'esposizione degli esiti di monitoraggio,
sperimentazione e ricerca sul rapporto tra espressione artistica e nuove tecnologie, che costituiscono la
punta avanzata della strategia culturale del Candiani.
PIANO QUARTO
Sala conferenze:
Capace di 140 posti, sarà a disposizione degli utenti del Centro e, comunque, della città, come spazio
in cui organizzare incontri, dibattiti e presentazioni.
Auditorium:
La singolare struttura a gradoni consentirà di ospitare incontri in cui si prevede un'ampia
partecipazione di pubblico oltre a particolari performance di spettacolo
Uffici e sala riunioni:
Sono questi gli spazi di servizio del Centro, in cui si svolgono le funzioni di gestione organizzativa.” 4
Funzionali agli obiettivi che in seguito analizzeremo, gli spazi così come si
presentavano sulla carta nel giugno 2001 tuttavia, non erano quelli effettivamente
aperti all'inaugurazione poiché risultavano in parte ancora in costruzione e, non
rappresentano nemmeno quelli oggi esistenti dal momento che nei quasi quattordici
anni di attività del centro, le ulteriori modifiche apportate sono state sostanziali
4
Mestre, Centro Culturale Candiani/LA STRUTTURA, in, “Mestre, Centro Culturale Candiani.
Inaugurazione delle attività venerdì 8 giugno 2001, ore 17.30”, comunicato stampa, Comune di
Venezia Beni e attività culturali Cultura e spettacolo, Venezia, giugno 2001.
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nell'articolazione e nella destinazione d'uso. Procedendo con ordine, l'area del terzo
piano dedicata ai laboratori informatici non si trovava funzionante in tale data perchè
l'inizio delle attività era previsto per ottobre. Inoltre, nei giorni successivi all'
inaugurazione l'Auditorium fu subito oggetto di critica non essendo ritenuto in
sicurezza a causa delle travi in legno del soffitto. Vista l'urgenza delle modifiche, si
ottenne una concessione straordinaria di agibilità provvisoria fino al 16 settembre
2001, dopo la quale sarebbero dovuti seguire i lavori di riprogettazione. Le
operazioni furono avviate nell'aprile 2002 e nell'estate dello stesso anno sarebbe stato
messo a norma per renderlo utilizzabile per gli eventi musicali a partire dall'autunno.
Il restyling complessivo, a cui si aggiungeva quello della sala conferenze, prevedeva
costi molto elevati per il Comune che si andavano a sommare agli oneri già gravosi
per il mantenimento ordinario della struttura.
1.2 L’inaugurazione e l’inizio delle attività
Come premesso, il Centro Culturale Candiani si poneva al centro della proposta
culturale locale sin dall'annuncio della sua inaugurazione come luogo polifunzionale
ad alto livello di innovazione. Il suo sistema organico di offerta e produzione si
poneva in risposta alle esigenze dei cittadini promuovendo e stimolando le idee e i
progetti degli stessi. Non rinunciando alla costante attenzione alla realtà territoriale,
si sarebbe promosso anche come polo di collegamento verso le reti internazionali5.
Il giorno dell’inaugurazione, avvenuta venerdì 8 giugno 2001, la giunta comunale era
quasi al completo; erano presenti i parlamentari veneziani, i consiglieri comunali,
alcuni rappresentanti delle istituzioni culturali veneziane e di diverse associazioni,
uno dei due progettisti, gli assessori ai lavori pubblici e non da ultimo il sindaco in
carica Paolo Costa. Sulla scia dell'entusiasmo per le nuove prospettive che andavano
5 L’identità culturale di Mestre si arricchisce di un nuovo importante tassello. Nel cuore della città.
Un centro polifunzionale ad alto livello di innovazione, in “Il Gazzettino”, 8 maggio 2001.
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ad aprirsi su questo nuovo spazio che doveva diventare la capitale dell’innovazione e
della creatività, erano stati programmati tre giorni di vernissage con ingresso gratuito
per i cittadini e l’apertura straordinaria degli spazi fino alle ore 226.
Presentato il programma degli eventi e delle attività, prima fra tutte la mostra
Terraferma allestita per l'occasione, vennero posti gli obiettivi di massima da
perseguire, sebbene le linee operative fossero ancora incerte. Possiamo dire che le
prospettive definite all’epoca, nonostante buone ed ambiziose, erano nei fatti del
tutto potenziali e ad uno stato ancora embrionale. Ciò che si sarebbe voluto creare era
un complesso di circuiti integrati di progetti e programmi a forte valenza culturale,
un collegamento costante con le grandi istituzioni culturali cittadine, nazionali e
internazionali e la creazione di mezzi e condizioni concrete perché le varie
esperienze culturali ed associative, autonome e indipendenti trovassero un luogo
valido di espressione. Concepito come contenitore e fucina della contemporaneità,
esso doveva essere luogo di produzione di occasioni indirizzate e finalizzate anche
alla realtà cittadina. L’intento di integrare i servizi all’offerta culturale doveva
svilupparsi in una programmazione vasta e articolata di alto livello a cui si
accompagnavano i progetti di potenziamento massiccio dei servizi. Tra le idee
c’erano l’ampliamento della biblioteca civica nella sede contigua al centro per
realizzare un sistema bibliotecario all’avanguardia con servizi innovativi che andasse
a implementare la creazione di un polo culturale unico al quale si sarebbero uniti il
Museo della città e l’archivio storico per la conservazione e la ricerca. Dunque, la
conclusione dei lavori e l’inaugurazione definitiva del Centro è stata accolta
dall’amministrazione locale in un clima decisamente entusiasta e trionfale,
nonostante il tutto si inserisse in un contesto assolutamente incerto e privo di
programmazione. Si sosteneva che esso avrebbe dovuto definirsi strada facendo,
seminando però delle idee fertili ed ambiziose con degli strumenti non ancora
puntualmente definiti. Certamente non era il terreno a mancare, bensì delle linee
guida che indicassero una strada da seguire. Accettando il fatto che sarebbe potuta
anche essere provvisoria, la strategia di fondo sarebbe dovuta essere imprescindibile
per rendere concreti i risultati sperati. Il Candiani infatti, come più volte ribadito, era
considerato come il progetto che avrebbe potuto dare la svolta cruciale tanto alla
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C. Fornasier,”La scommessa del futuro”, in “La Nuova Venezia”, 9 giugno 2001.
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cultura veneziana quanto a quella della terraferma, inserendosi nei piani complessivi
di riqualificazione dell’area urbana fuori dal centro storico. Insieme alla
ristrutturazione dei principali spazi mestrini quali Piazza Ferretto, via Palazzo e la
Torre,
l’inaugurazione
del
centro
culturale
doveva
essere
un
momento
simbolicamente forte, oltre che di miglioramento urbano. All’interno dei suoi spazi
nuovi e stimolanti esso contribuiva al generale clima di fermento e ricerca sul
contemporaneo che si voleva creare. Proprio all’interno di queste sperimentazioni
sarebbe dovuta nascere una rinnovata identità cittadina, aperta al nuovo, ai giovani e
al futuro.
Nei disegni di potenziamento dell’offerta culturale, l’amministrazione comunale
aveva avanzato le sue proposte in termini di miglioramento dei luoghi dello
spettacolo con il Teatro Toniolo, del sistema bibliotecario con servizi innovativi e
ampliamento delle sedi, degli spazi dell’esposizione, compresa la Galleria
Contemporaneo; degli spazi della memoria e della ricerca, ovvero il futuro museo
della città e la creazione dell’archivio storico. In questo dettagliato piano di
rinnovamento il Candiani si sarebbe dovuto inserire come elemento cardine
attraverso il quale effettuare un ulteriore salto di qualità7. Considerato dunque come
la grande scommessa della terraferma, da sempre ha mantenuto una posizione
privilegiata nel mirino dell’opinione pubblica. Come abbiamo visto, la travagliata
storia della sua progettazione non può essere messa in ombra ed il riscatto sperato al
momento del “taglio del nastro” forse è stata l’ennesima condanna al suo destino di
incompiutezza. I ritardi che hanno portato avanti la sua realizzazione per venticinque
anni e l'immenso investimento finanziario sono dati ormai assodati ma ciò che forse
avrebbe dovuto servire da monito è che al momento dell’inaugurazione delle attività
del giugno 2001, di fatto alcune parti erano ancora da completare e come già
ricordato, non era presente una strategia di programmazione forte. Dunque,
nonostante fosse ambita la sua innovatività, il dibattito sul suo futuro era ancora
aperto e l’amministrazione doveva ancora prendere in considerazione quali sarebbero
stati i contenuti da trattare, come sarebbe avvenuta la gestione del budget annuo di
7 Intervento di Paolo Costa, Un centro per unire una città, in “Il Gazzettino”, 8 giugno 2001.
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1.500.000 euro e in che modo si sarebbe lavorato in collaborazione con i privati8.
Esso sarebbe dovuto essere un modello flessibile adeguato a una città dinamica in
evoluzione e i suoi spazi avrebbero dovuto costituire un polo coeso per la cultura
contemporanea con l’integrazione delle altre sedi del circuito cittadino9. Doveva
essere non solo un semplice contenitore ma un reale laboratorio di ricerca e
sperimentazione, unico nel suo genere, le cui proposte avrebbero accolto le esigenze
di ogni tipo di pubblico ed età.
Queste importanti aspettative però erano affiancate da altrettanti problemi oltre alla
programmazione. Un altro ostacolo considerevole che ha impedito il lancio della
struttura è stata l’assenza di immagine e comunicazione. Non sarebbe certamente
bastato il pensiero della sua portata innovativa a farlo decollare, soprattutto se si
prende il considerazione il contesto in cui è inserito. La realtà mestrina sicuramente
non può vantare del bacino d’utenza veneziano e la forte attrattiva esercitata dalla
città lagunare può risultare tanto un punto di forza, quanto di debolezza, per
un’istituzione emergente che deve fare il suo ingresso e affermarsi tra il pubblico.
L’originalità della proposta doveva essere necessariamente sostenuta da un’azione di
marketing e comunicazione prepotente per poter sperare di entrare a far parte della
dimensione invincibile di Venezia in modo da offrire un motivo valido al suo
pubblico di spostarsi in terraferma.
Tali considerazioni dovevano risultare ovvie avendo già a disposizione l’esempio
della Galleria Contemporaneo attiva nel territorio, le cui mostre purtroppo, non
potevano dire di vantare tanto pubblico quanta qualità. Alla luce di ciò è facile capire
perché manifesti, depliants e comunicati stampa non siano stati sufficienti per
l’affermazione forte e immediata della struttura. Probabilmente un’operazione decisa
di marketing è stata ostacolata dalla poca chiarezza sulla destinazione d'uso di questo
spazio, argomento che ha dato adito a svariate polemiche nel corso degli anni e che
non hanno trovato una risoluzione definitiva al momento inaugurale.
Una volta presa come valida la proposta di centro culturale polifunzionale dopo le
numerose modifiche del progetto, il problema rimaneva in ogni caso aperto sul fronte
8 C. Fornasier, La grande scommessa della Terraferma, in “La Nuova Venezia”,8 giugno 2001.
9 R. Lamantea, Villaggio-laboratorio del presente, in “La Nuova Venezia”, 8 giugno 2001.
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dei contenuti. La sua attitudine ad essere un modello flessibile e in piena evoluzione
avrebbe dovuto essere un punto di forza nello sviluppare un programma di attività
che si sarebbe dovuto costruire gradualmente sulla base delle risposte del pubblico in
merito a un'offerta chiara e definita. Mancando un oggetto di immediata
comprensione da proporre non era da considerarsi raggiungibile l'ipotesi di creare
un’immagine d’impatto per le iniziative10. A tal proposito può risultare utile
osservare la proposta ufficiale di contenuti, offerta e obiettivi dichiarati nel
comunicato stampa al momento dell'inaugurazione. Riassumendo quello che fino ad
ora abbiamo trattato, ci daranno l’esempio concreto di quali fossero le prospettive di
base che si volevano seguire per inserire le attività nel più ampio contesto territoriale
e ne evidenzieremo i tratti salienti e le lacune:
“COS'È:
Il Centro Culturale Candiani, progettato venticinque anni fa dagli architetti Cappai e Mainardis e
finalmente ultimato e attivo, è un grande centro polifunzionale, di ampie dimensioni (oltre 5000 mq su
5 piani + 2 interrati), ad altissimo tasso d’innovazione, collegato telematicamente alle reti
internazionali e tuttavia attento allo specifico portato culturale di un territorio in tutti i sensi segnato
dalla cifra della modernità. È uno spazio nuovo, libero da condizionamenti storici, per natura diverso
rispetto dall’offerta di Venezia insulare (e perciò in grado di arricchirla) ma soprattutto vuol essere- e
dovrà diventare anche il nuovo cuore pulsante di una vasta area dalle potenzialità enormi: segno,
luogo fisico e rappresentativo di un futuro che già si mostra in tutte le sue straordinarie articolazioni,
linguaggi, comunicazioni, espressioni artistiche.
COSA OFFRE:
Candiani propone una vasta gamma di servizi legati all’irrinunciabile cultura dell’innovazione
tecnologica, che si declinano almeno su due piani:
1.la creazione di un’ampia e puntuale offerta di acculturazione di base, favorita sia da corsi e
laboratori rivolti a fasce di pubblico diverse per età, interessi, livello di preparazione, sia da
un’accessibilità immediata e libera agli strumenti, aperti a un utilizzo costante e amichevole, anche
mediante il cyber cafè- libreria;
2.la forte progettualità, attraverso l’attivazione di un vero cenacolo di ricerca, monitoraggio,
approfondimento sul rapporto tra i linguaggi artistici e le nuove tecnologie. L’incontro e la
contaminazione tra essi ha infatti segnato una svolta fondamentale nell’operare artistico
contemporaneo, tracciando percorsi e frontiere nuove, in continuo divenire: Candiani, collegato ai più
importanti autori-interpreti e ai centri di ricerca nel settore, si affaccia su questo panorama
10 A. Francesconi, Centro Candiani, la cultura in movimento, in “Il Gazzettino”, 9 giugno 2001.
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internazionale, ne raccoglie le sfide, ne indaga i risultati, ne propone anticipazioni ed esiti, dando vita
a eventi, seminari, performance capaci di proiettare la proposta culturale mestrina su uno scenario di
avanguardia.
Candiani dà luogo anche ad attività espositive, che ampliano significativamente l’offerta alla Galleria
Contemporaneo, mentre- negli ampi spazi all’aperto- propone un’attività di spettacolo articolata su
diversi livelli. La tecnologia di cui dispone consente inoltre la conservazione e la consultazione
digitalizzata dell’importante archivio fotografico sulla storia recente del territorio recentemente
acquisito dal Comune.
GLI OBIETTIVI:
Candiani si pone al centro della proposta culturale della città.
Far funzionare intorno a questo cuore un sistema organico di offerta e produzione capace di
rispondere alla domanda della città e di stimolare le idee e i progetti, puntando sempre all’attivazione
e alla promozione di circuiti integrati, di progetti e programmi a forte caratterizzazione qualitativa e
valenza culturale; garantire così, finalmente, sia un collegamento costante con le grandi istituzioni
culturali cittadine nazionali e internazionali, sia condizioni e mezzi perché realtà ed esperienze
culturali associative di base autonome e indipendenti possano esprimersi, trovare occasioni e strutture
per le proprie attività: questa è la scommessa, questo è il senso profondo del progetto. Ecco che allora,
a fianco e a integrazione dei servizi e dell’offerta culturale del Centro, l’attività dello spettacolo
continua e arricchisce le sue proposte con una programmazione vasta, articolata e di alto livello, in un
Teatro Toniolo radicalmente restaurato e ammodernato e, successivamente, in una sede nuova e
prestigiosa, il nuovo grande teatro per la terraferma; contemporaneamente, anche il sistema
bibliotecario, organizzato su base territoriale, oltre a rispondere alla domanda di pubblica lettura di
un’utenza crescente soprattutto studentesca e giovanile, esordisce da quest’anno con servizi
innovativi, tecnologicamente avanzati e aggregati al più vasto sistema provinciale. L’ampliamento
della Biblioteca civica nella nuova sede contigua al Candiani, con cui costituirà un unico polo
culturale, si colloca in questo disegno di potenziamento massiccio dei servizi e delle proposte culturali
a Mestre e nella terraferma veneziana, come il costituendo Museo della Città, mentre l’archivio
storico- struttura fondamentale di conservazione e ricerca- ne costituisce un termine di riferimento
irrinunciabile”11.
Da quanto letto si evince la logica di intenti che chiarisce nuovamente le idee di
sviluppo della struttura analizzate in precedenza. Le grandi aspettative citate trovano
conferma nella definizione della proposta delle attività in termini di offerta e nella
stesura degli obiettivi. Sicuramente questi ultimi appaiono realistici e perseguibili ma
11 Mestre, Centro Culturale Candiani. Inaugurazione delle attività venerdì 8 giugno 2001, ore 17.30,
comunicato stampa, Comune di Venezia Beni e attività culturali Cultura e spettacolo, Venezia, giugno
2001.
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sarebbero stati concretizzabili se si fosse determinata una strategia in grado di
implementare le idee sulla base di una pianificazione definita e accurata degli eventi
assieme alle modalità di realizzazione degli stessi. Procedendo per ordine, fin da
subito la realtà del centro viene delineata come spazio “polifunzionale, ad altissimo
tasso d’innovazione” che si pone come baluardo della modernità rispetto all’offerta
insulare ed espressione delle grandi potenzialità della terraferma. È interessante
notare come avvenga proprio in questo modo la contestualizzazione della struttura
nel territorio. La posizione che si voleva stabilire all’interno della proposta culturale
locale era sicuramente competitiva poiché il Candiani avrebbe potuto porsi come
punto di congiunzione tra le realtà istituzionali di Venezia che avrebbero avuto un
ruolo imprescindibile nella progettazione dell’offerta in quanto sedi della
competenza storica, e il versante sperimentale in grado di arricchire tali determinanti
nel serbatoio di produzione della creatività verso le nuove forme di espressione
contemporanee. Sulla base di queste premesse, si sarebbe venuto a creare un polo di
aggregazione connotato dal forte carattere di unicità consono alle aspettative di
riqualificazione territoriale. Grazie a queste caratteristiche è determinata la scelta dei
servizi offerti, distribuiti in modo tale da coprire le esigenze di una pluralità di utenti
diversificati per età ed interessi. Da un lato vengono privilegiati gli scopi didattici ed
educativi rivolti alla formazione a più livelli attraverso il supporto di strumenti
tecnologici di alta qualità e all’avanguardia; dall’altro si pone l’accento alla
dimensione progettuale del centro come “cenacolo di ricerca” nella sua più
ambiziosa vocazione alla creatività per mezzo dei più svariati media artistici.
L’interesse per quest’ultimo tipo di attività viene rispettato anche nella produzione
della programmazione espositiva, offerta in concomitanza con quella della Galleria
Contemporaneo
e
completata
dall’archivio
fotografico
nelle
funzioni
di
conservazione e consultazione.
Esaminata la portata dell'offerta culturale, risulta interessante indagarne la coerenza
rispetto agli obiettivi e ai mezzi disponibili per raggiungerli. Posta la linea d’azione
in grado di unire in modo coerente le attività con le aspettative, diviene necessario
implementare la strategia per mezzo di piani concreti di svolgimento delle operazioni
di gestione. Innanzitutto si noti come venga dichiarata prima fra tutte la volontà di
porsi al “centro della proposta culturale della città”, questa affermazione conferisce
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alla struttura un primato nella vita culturale del territorio come luogo unico nel suo
genere in grado, come spiegato successivamente, di rispondere alla domanda
cittadina grazie al sistema di offerta e produzione coordinato al suo interno.
Nell'affermare la centralità della proposta istituzionale si conferma altresì la volontà
di voler mantenere l'alto livello di qualità nella concezione e realizzazione degli
eventi, garantendo un dialogo costante sia con le grandi istituzioni, anche di livello
internazionale, sia con le realtà locali minori e indipendenti. La volontà di dichiarare
il proprio ruolo di interlocutore privilegiato verso l'esterno avviene quindi su un
duplice livello. In primo luogo, dal riconoscimento della struttura da parte di realtà
dal valore indiscusso in grado di conferirne un accrescimento in termini di prestigio.
In secondo luogo, dalla volontà di mettere a servizio delle organizzazioni attive nel
territorio la propria competenza attraverso “condizioni” e “mezzi” per favorire le
possibilità di sviluppo delle attività. Quest'ultimo punto, come esplicitato, è anche il
senso ultimo dell'offerta e ne esprime la sua dinamicità. Esso infatti si pone
innanzitutto come risposta coerente ai bisogni degli altri operatori artistici prima
ancora che del pubblico fruitore. Osserviamo dunque come “l'integrazione tra servizi
e offerta” diventi il cuore dell'analisi degli obiettivi del Centro e dunque punto di
partenza imprescindibile nel suo posizionamento e nel processo decisionale in merito
alle scelte di produzione degli eventi. Questo carattere conferisce sicuramente una
prospettiva singolare per il Candiani ma allo stesso tempo richiede un grande sforzo
di coordinamento tra i processi di ideazione, ricerca e produzione che risultano essere
in continuo svolgimento, soprattutto all'interno di una realtà come quella data che
vede la compresenza di diverse tipologie di attività. L'attenzione rivolta a tali
questioni risulta primaria nell'analisi di quelli che saranno i risultati ottenuti alla luce
delle prospettive prefissate.
Proseguendo nella lettura, vediamo come sia costante il riferimento al contesto di
produzione complessivo delle istituzioni locali in cui il Candiani si inserisce come
polo gravitazionale dell'innovazione. Si noti infatti come si attribuisca un particolare
valore all'arricchimento reciproco delle diverse offerte in grado di integrarsi a
vicenda nella soddisfazione delle esigenze del pubblico che in questo caso diviene il
primo target di riferimento. A supporto della definizione del disegno culturale
mestrino, accanto al Candiani troviamo citati come principali poli d'attrazione: il
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Teatro Toniolo, pronto al rilancio della programmazione dopo il rinnovamento
strutturale; il sistema bibliotecario, riqualificato con servizi all'avanguardia e il cui
potenziamento è rivolto alla formazione di un “unico polo culturale” nella
ridefinizione della sede stessa, comprensiva anche dell'edificio del Candiani; infine,
l'archivio storico con funzioni di conservazione e ricerca. In continuità con le finalità
descritte, non si rinuncia a richiamare anche ai possibili progetti futuri pensati a
completamento della rete di riferimento quali il grande teatro della terraferma,
previsto nell'Arena del Candiani secondo il progetto originale e il Museo di Mestre.
Nella stesura complessiva delle linee di indirizzo emerge la grande quantità di idee e
proposte rivolte all'allargamento dell'offerta da molteplici punti di vista: quello
geografico-territoriale, dei contenuti, degli spazi, del bacino d'utenza e dei target di
riferimento. Possiamo affermare che si tratta di interventi piuttosto importanti che
tengono conto di una prospettiva temporale ampia e che richiedono il controllo di
numerose variabili, prima fra tutte il numero di attività proposte. Finendo di
analizzare il documento, osserviamo come l'ambizione nella stesura degli obiettivi
sia seguita da moltissime possibilità d'offerta coerentemente al grande numero di
spazi predisposti ai diversi utilizzi. Si potrebbe pensare che una così ampia gamma di
scelta, per quanto ricca, sia controproducente ai fini stessi di una neo-nata istituzione
in un territorio fortemente competitivo. È indubbio che la concezione della struttura e
le relative attività che si accingeva ad ospitare fossero coerenti con la natura
polivalente insita nell'idea di slancio alla contemporaneità che si voleva dare nei
programmi di rilancio territoriale in atto. Fatta chiarezza sugli obiettivi e conclusa la
relativa analisi, ci è possibile procedere nell'indagine delle attività in termini di
coerenza rispetto al pensiero istituzionale e al contesto di svolgimento della
produzione. Il primo periodo operativo del Centro risulta essere cruciale nella sua
storia in quanto ha determinato le ragioni degli sviluppi e degli stravolgimenti vissuti
nel corso degli anni, sia dal punto di vista della gestione che da quello delle scelte
artistiche nella programmazione, sulle quali ci soffermeremo in seguito.
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1.3 L'evoluzione e il contesto di sviluppo
Gli sforzi congiunti dell'amministrazione comunale nella realizzazione dei piani di
intervento in campo culturale, tra i quali rientrava anche il Candiani, si
concentravano nella prospettiva di miglioramento dell'intera rete delle istituzioni
pubbliche locali che andava ad investire tanto la terraferma quanto il centro storico
insulare. Il bilancio degli interventi andati a buon fine nel 2002 vedeva il
completamento di numerosi progetti a Venezia quali l'inaugurazione del Teatro
Malibran, la conclusione dei restauri a Cà Rezzonico grazie ad operazioni di
acquisizione e donazioni, l'apertura di Casa Goldoni, importante per la ricerca
teatrale e la creazione della biblioteca del Museo Correr presso la ex sede Pilsen.
Anche se rientrava ancora tra le prospettive future, non è da dimenticare lo stato
ormai avanzato dei lavori di ricostruzione del Teatro La Fenice e la conferma di
riapertura stabilita per il 30 novembre 2003. Contemporaneamente, erano state
gettate le basi per la nuova politica in terraferma grazie all'inaugurazione del
Candiani e il restauro del Teatro Toniolo, la cui apertura fu celebrata con un concerto
in prima assoluta dell'orchestra della Fenice.
Nei primi anni Duemila quindi si assisteva a una fase generale di rilancio culturale
che vedeva impiegate tre quarti delle risorse disponibili per i progetti dell'entroterra,
più bisognosi di sostegno. Tra le varie iniziative promosse per la creazione del polo
culturale mestrino, in questo periodo, troviamo anche l'uscita del bando per il
restauro di Villa Querini che sarebbe dovuta diventare la nuova sede della biblioteca
civica, del museo della città e dell'archivio storico12. Nella disamina dei risultati
dell'arco temporale di riferimento, vediamo più da vicino come si è comportato il
Centro Culturale Candiani nei suoi primi dodici mesi di vita. Tornerà utile effettuare
un bilancio sommario degli esiti ottenuti, tenendo presente le considerazioni fatte in
merito all'impostazione iniziale degli obiettivi. Pur considerando i dati quantitativi
sul numero di attività realizzate come punto di partenza, ci concentreremo in
dettaglio nell'analisi della risposta del pubblico alle iniziative, interessandoci alle
scelte compiute sulla gestione della programmazione, l'utilizzo degli spazi e le
12 D. Scalzotto, Cortese: “Mestre merita il rilancio”, in “Il Gazzettino”, 3 luglio 2002.
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relative modifiche nell'impostazione delle previsioni dello sviluppo futuro. Tra gli
eventi realizzati dunque possiamo contare 10 esposizioni, 80 spettacoli tra musica e
teatro, 120 conferenze, incontri e convegni, ed infine 19 corsi e seminari nei
laboratori digitali. Possiamo rilevare che gli spazi predisposti alle varie iniziative
sono stati in questo modo utilizzati nella loro totalità, dall'area espositiva a quella
New Media, dalla sala conferenze all'auditorium e non da ultima l'Arena che, a lavori
ultimati, sarebbe stata in grado di ospitare la rassegna estiva di musica, danza e
teatro. Sul programma attuato si sono rispettati i temi di ricerca sui nuovi linguaggi,
della sperimentazione e della didattica, con la previsione di inserire anche attività
rivolte alla conservazione della memoria attraverso la creazione di uno spazio per
l'archivio fotografico.
Per quanto riguarda il riscontro del pubblico agli eventi espositivi proposti, su cui
poniamo maggiormente attenzione, vediamo come sia stato vissuto un incremento
nel numero dei visitatori dalla prima mostra Terraferma, all'esposizione Il Dono e
all'evento Oranousaurus rispettivamente con un conteggio di presenze pari a 541,
1.430 e 10.15713. Complessivamente, sulla base di queste considerazioni oggettive,
possiamo affermare che la fase di rodaggio del Centro, a un anno dalla sua apertura,
non fosse ancora terminata e nonostante il consenso della critica che accoglieva
positivamente la presenza di iniziative culturali fuori dal centro storico, l'obiettivo
primario restava la conquista del pubblico non ancora pienamente presente alle
attività.
Nonostante la crescita di affluenza nelle prime mostre, i dati risultano comunque
irrisori se si pensa al bacino di utenza teorico che supera i 200 mila abitanti rispetto
l'effettivo numero di presenze, circa 15 mila in totale. Come già premesso in
precedenza, le lacune riscontrate possono considerarsi il risultato del sistema di
comunicazione poco efficace e della tipologia di programmazione non tagliata su
misura alle esigenze cittadine14. La causa primaria di tale problema era sicuramente
la difficoltà di trovare una collocazione di mercato nel contesto locale e territoriale
imputabile a un'offerta così variegata. Se l'elevata differenziazione da un lato poteva
essere motivo d'attrazione, dall'altro poteva dare al pubblico un'idea dispersiva e non
13 A. Ragazzi, Candiani, il rodaggio è finito, in “Il Gazzettino”, 8 giugno 2002.
14 M. Chiarin, “Candini, afflusso irrisorio”, in “La Nuova Venezia”, 17 maggio 2002 .
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definita di quello che si stava proponendo. Accanto a ciò si aggiungeva la timida
ricerca di sponsor che invece avrebbero aiutato nell'incremento delle risorse e mezzi
da investire nella produzione.
É poi necessario osservare la costante presenza di Venezia che metteva in secondo
piano le iniziative dell'entroterra. Nonostante il tentativo di collegamento tra i due
bacini di fruizione tramite la proposta di eventi coordinati a cavallo tra i due poli,
come ad esempio le mostre su Pollock e sugli “Irascibili”, o ancora, il ciclo di
iniziative predisposte per la mostra Vasi Comunicanti, la mentalità dominante
risultava incentrata sulla laguna. Il Candiani invece era ancora alla ricerca di una
precisa fisionomia nel dare risposta alla vocazione contemporanea della terraferma
come controparte della realtà storica. Nel tentativo di soddisfare parzialmente questa
necessità si è puntato molto a internet e all'informatica attraverso i progetti
organizzati nei laboratori multimediali che hanno trovato un discreto consenso da
parte del pubblico arrivando a un totale di 650 iscrizioni.
Concludendo, nonostante la strategia rimanesse confusa, non si rinunciava a
proseguire nelle molteplici direzioni intraprese e si intendeva continuare a
programmare gli eventi senza farne una cernita, probabilmente utile per concentrare
gli sforzi nella caratterizzazione del Centro e nella conquista del pubblico più
giovane15. In questo stesso periodo ebbero inizio anche le fasi di ricerca e di
acquisizione dei dati per le operazioni rivolte al futuro Museo di Mestre. L'impegno
formale dell'amministrazione nella realizzazione del progetto è rilevante ai fini della
nostra trattazione per la contestualizzazione del nostro caso di studio. L'interazione
dei vari piani di sviluppo che si stavano consolidando ci aiuta a capire meglio il
rapporto tra il Candiani e la realtà circostante. La realizzazione del museo mestrino
infatti, si inserisce nei piani di riqualificazione della città per rimediare alla
mancanza di un' istituzione che sia luogo di memoria, conservazione e valorizzazione
dell'identità storica del territorio. Come abbiamo visto all'inizio della nostra
disamina, quest'urgenza è venuta a determinarsi a causa della recente storia locale,
tuttavia l'idea non era quella di creare uno spazio museale tradizionale, bensì
caratterizzato da una concezione dinamica, poliedrica e diffusa , costituito da itinerari
15 Un anno all’insegna del Candiani, in “Il Gazzettino”, 17 maggio 2002.
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coerenti con la conformazione a rete della città. L'intenzione era quella di creare un
luogo che seguisse l'esempio contemporaneo, nel quale il visitatore fosse invitato a
partecipare e a vivere un'esperienza unica. Le ipotesi di scelta della sede si
indirizzavano verso alcuni edifici storici mestrini quali Villa Erizzo o il Palazzo della
Provvederia (ex De Amicis) e la zona di Forte Marghera. Ai fini della decisione,
risultavano determinanti gli spazi culturali già esistenti, punti di partenza della rete,
come appunto il Centro Candiani e il Parco Scientifico Tecnologico del Vega nella
zona industriale16. Si noti come il nuovo progetto che si stava avviando trovava la
sua fondamentale premessa nella condivisione di intenti tra le diverse associazioni
culturali, connessa allo stanziamento minimo di risorse in bilancio da parte
dell'amministrazione comunale e alla costituzione del gruppo di lavoro impegnato
nella ricerca ed elaborazioni dei materiali e dei contenuti. In questa prospettiva il
ruolo attivo pensato per il Candiani era quello di ospitare la mostra Mestre Novecento
nella quale dovevano essere poste e presentate le basi fondamentali dei contenuti del
nuovo museo17.
A questo punto dell'analisi potremmo affermare che la realtà del Candiani era in
bilico tra due tensioni contrastanti, una teorica, che lo vedeva al centro di nuovi
progetti nel tentativo di aprire sempre di più la strada verso l'innovazione e
inserendolo tra i principali poli di rinnovamento culturale del territorio. L'altra invece
concreta, che doveva fare i conti con i mezzi effettivi di sostentamento e di
realizzazione delle iniziative che di fatto non seguivano una logica di
programmazione misurata. Ciò che metteva in crisi l'istituzione, visti anche i risultati
scarsi determinati dalla poca affluenza di pubblico e la mancanza di un'identità forte,
erano i costi elevati di sostentamento. In assenza di contributi privati, gli oneri da
sopportare prosciugavano i fondi disponibili ostacolando la buona riuscita della
programmazione. Si pensi che le spese di mantenimento annuale della sola struttura,
all'incirca un milione di euro, a cui si dovevano aggiungere quelle per
l'organizzazione delle attività, risultavano quasi pari a quelle per sostenere l'intero
sistema dei musei civici per un anno, circa due milioni di euro. Senza considerare
16 M. Scattolin, Soldi, idee e un progetto. Parte l’operazione museo, in “La Nuova Venezia”, 11
maggio 2002.
17
S. Costantini, Un museo per la memoria di Mestre, in “Il Gazzettino”, 11 maggio 2002.
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quelli utilizzati nel corso degli anni per la realizzazione, ad aggravare la situazione
c'erano poi i costi manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che ammontavano a
circa 760.000 euro, risultando decisamente gravosi per un edificio di così recente
costruzione18. Sullo sfondo degli oneri economici crescenti predisposti al
mantenimento della struttura, emergeva il problema degli investimenti necessari per
una campagna di comunicazione consistente.
Allo stato attuale delle cose però, questa non risultava attuabile e con il passare del
tempo si incontravano sempre più difficoltà nel conferire un'identità al Centro19.
Nell'elaborare un piano risolutivo a fronte delle carenze riscontrabili nella gestione
del Candiani e dei Musei Civici da parte del Comune, si considerò anche l'idea di
creare una “Fondazione Civici Musei e Circuito Cinema” a cui affidare i beni e la
gestione dei servizi dell'assessorato alla Cultura. L'ipotesi non era nuova, infatti era
già stata proposta qualche anno prima dalla giunta precedente sotto il sindaco
Cacciari, anche se questa volta era stata perfezionata dall'assessore in carica Marino
Cortese per poter coinvolgere i finanziatori privati nel reperimento di fondi. Il
cambiamento della gestione della cultura con il passaggio a una Fondazione, non era
solo un modo per superare le ristrettezze economiche imposte al Comune dal Patto di
stabilità e dai tagli delle leggi finanziarie, ma voleva essere un input più forte per
affrontare in modo nuovo le prospettive future. Il rinnovamento che si stava cercando
doveva avvenire su più fronti, innanzitutto per arrivare a forme di gestione più agili e
efficienti. Accanto a ciò si voleva agevolare la ricerca di risorse economiche
aggiuntive nel mercato per favorire nuove iniziative e, non da ultimo, risultava una
manovra importante per continuare ad arricchire il patrimonio museale veneziano.
Nella costituzione di un ente simile rimaneva il dubbio di affidare interamente il
patrimonio, i bilanci e la gestione della cultura a un soggetto terzo rispetto al
Comune con il rischio che acquisendo eccessiva autonomia, escludesse
l'amministrazione pubblica locale dalle scelte sulla vita culturale della città.
Per sopperire a tale eventualità si proponeva che il rapporto tra la Fondazione e
l'istituzione comunale fosse strettissimo ed osmotico, sancito con delle scelte precise
nella predisposizione dei ruoli. Dunque, sempre secondo l'idea avanzata, il presidente
18 E. Tantucci, Candiani, un pozzo senza fondo, in “La Nuova Venezia”, 5 dicembre 2002.
19 F. Bottazzo, Candiani infinito, piove sui computer, in “Corriere Veneto”, 20 novembre 2002.
29
della Fondazione sarebbe stato lo stesso Assessore alla Cultura o il sindaco, come già
avveniva per la Fondazione Teatro La Fenice e l'incarico di direttore sarebbe stato
affidato invece al direttore del Settore Beni e Attività Culturali20. Il discorso fu
portato avanti anche dal nuovo assessore alla cultura Armando Peres che nel 2003
subentrò a Cortese. La necessità di una gestione rinnovata per il Candiani che ne
prevedesse l'autonomia finanziaria rispetto all'intero sistema dei Musei Civici era
un'urgenza tanto per il governo locale quanto per il Centro stesso. Da un lato infatti
l'amministrazione si sarebbe liberata di parte delle spese sostenute per le
manifestazioni, provvedendo solo a quelle di funzionamento della struttura.
Dall'altro, l'istituzione avrebbe dovuto reperire autonomamente i fondi per la
programmazione trovandosi così indipendente nella scelta delle attività. Il progetto a
favore della creazione di un ente specifico, oltre all'autonomia finanziaria, prevedeva
la disposizione di un Consiglio di Amministrazione e della disposizione di un
Presidente che si doveva inserire come figura innovativa rispetto al passato, nel
tentativo di sanare le lacune che hanno segnato il percorso del Candiani dall'inizio
della sua storia. Per questi motivi risultava anche indispensabile la personalità di un
Direttore Artistico che avrebbe dovuto presentare dei progetti validi al fine di
reperire i finanziamenti per far decollare e mantenere la struttura autonomamente.
L'obiettivo fondamentale della revisione a cui si stava pensando era quello di rendere
il Centro attivo e utile per la città, efficiente a tempo pieno, in modo tale che trovasse
finalmente una soluzione definitiva in termini di destinazione e di gestione che,
arrivato al terzo anno di attività, stentava ancora a vedere21.
Il dibattito sul futuro era dunque aperto e in pieno svolgimento, tuttavia nell'analisi
delle proposte e delle prospettive non si poteva trascurare il clima di incertezza che si
stava vivendo. Il processo di cambiamento e affermazione dell'istituzione non
sarebbe avvenuto a breve, specialmente se si considerano i tagli ai bilanci sempre più
consistenti che ostacolavano gli sforzi in atto22. Nel quadro generale dell'anno di
riferimento, il 2003, in cui si iniziò a pensare alle riforme considerate, il punto più
20 S.T., Una Fondazione per musei e Circuito cinema, in “Il Gazzettino”,10 ottobre 2002.
21 A. Sperandio, E Peres dà la sveglia al Centro Candiani, in “Il Gazzettino”, 27 giugno 2003.
22 R. Lamantea, Candiani, questo sconosciuto, in “La Nuova Venezia”, 27 giugno 2003.
30
considerevole nello sviluppo dei progetti risulta quello relativo ai decurtamenti sui
fondi erogati dal Comune. Come abbiamo visto infatti, la situazione ebbe
un'influenza decisiva nel pensare all' evoluzione nella gestione del Candiani.
Secondo le fonti, le attività previste per questo periodo sarebbero state penalizzate
drasticamente rispetto all'anno precedente a causa di una riduzione generale del 25%
degli investimenti in cultura. Il conseguente taglio ai fondi destinati a mostre,
convegni e iniziative didattiche restringeva il budget in terraferma da circa di
1.000.000 di euro, a 221.000 per gli eventi citati. Più di tutti ne avrebbe risentito il
Candiani, la più grande struttura presente, il cui programma sarebbe stato messo
interamente a rischio mentre la sola eccezione sarebbe stata il Teatro Toniolo. Di
contro, in centro storico sarebbe stato previsto un aumento per il Teatro Stabile del
Veneto al fine di sanare i debiti arretrati e la Querini Stampalia avrebbe visto
invariati gli stanziamenti. L'ultima possibilità di acquisizione di risorse rimanevano
gli sponsor privati, ma anche in questo caso non era da escludere una riduzione nelle
disponibilità dei finanziatori23. Nel complesso, con la formazione della nuova
istituzione si prevedeva che il Comune avrebbe dovuto assicurare il 50% delle risorse
e la restante metà sarebbe stata garantita dal direttore attraverso la collaborazione dei
privati. L'esempio a cui si faceva riferimento nel progetto era la gestione della Casa
dei Carraresi a Treviso, le cui sorti erano state risollevate grazie a un impegno di
questo tipo. Uno degli obiettivi per l'anno successivo sarebbe stato quindi quello
sciogliere parzialmente il legame tra il Comune e il Candiani. Un caso simile era già
dato anche dalla Fondazione Bevilacqua La Masa, il cui funzionamento si basava sui
finanziamenti comunali pur mantenendo una realtà con i propri organi di gestione
autonomi24.
Di fatto, non si può negare che i programmi dipendano direttamente dai fondi
disponibili, tuttavia la trasformazione ipotizzata per il Candiani, era tanto legata a
questo fatto quanto all'urgenza di autonomia nella gestione dell’ attività per arrivare
ad essere il luogo identitario che da sempre aveva aspirato a diventare. Come già
ribadito però, queste linee di cambiamento al momento rimanevano solamente
teoriche e la situazione continuava ad essere sconfortante. Le presenze erano scarse e
23 S. Ci., Candiani senza esposizioni per i tagli al bilancio, in “Corriere Veneto”, 12 marzo 2003.
24 E. Tantucci, “Formula Goldin” per il Candiani, in “La Nuova Venezia”, 17 ottobre 2003.
31
di fatto non si vedevano ancora privati interessati ad investire nei progetti poco
accattivanti, andò nel dimenticatoio persino la grande mostra su Gaudì, annunciata
l'anno precedente come l'evento che avrebbe assicurato il successo al Centro25. Nella
prospettiva evolutiva che si stava costituendo, trovava anche un peso determinante la
personalità della struttura, legata al dibattito storico e architettonico che si è protratto
negli anni, importante non solo perché aveva determinato l'alto livello di costi fissi
ma anche per il difficile utilizzo che ne conseguiva. Com'era oggettivamente
riconosciuto anche dall'amministrazione stessa, la vocazione a Centro Culturale a
servizio della comunità, non poteva essere attuabile se si offrivano solo ristrette
iniziative di nicchia in assenza di un progetto forte in grado di mettere la struttura in
relazione con l'intera realtà cittadina. Dunque, a fare la differenza sarebbe stata la
creazione di un programma culturale forte, che avrebbe attirato tanto il pubblico
quanto i privati, invogliandoli agli investimenti nel settore. L'idea non si fondava
strettamente sul solo parametro numerico della quantità di presenze e incassi nel
misurare il successo delle iniziative; la vera conquista era quella di poter offrire un'
occasione di apprendimento al visitatore, pensando a un percorso educativo articolato
su due livelli. Innanzitutto, incentrato sulla conoscenza degli artisti locali per
sviluppare un senso di orgoglio nei confronti del territorio e, in secondo luogo, con
l'integrazione tra i grandi numeri e la prospettiva di arricchimento. Per la
realizzazione di quest'ultimo punto diveniva necessario il dialogo tra l'entroterra e il
centro storico, coinvolgendo le grandi istituzioni e convogliando le iniziative verso la
realtà mestrina che doveva diventare il raccordo tra il contemporaneo e Venezia. A
tal proposito, si dava particolare attenzione all'avvicinamento della Biennale verso
gli spazi di Forte Marghera e si pensava al dislocamento di alcuni padiglioni in
terraferma. Quest'operazione avrebbe gettato un ponte inequivocabile tra le due
realtà, mettendo in atto la riqualificazione dell'intero bacino contemporaneo
veneziano e rendendo ancora più fitta e concreta la rete culturale che si stava
progettando per gli anni a venire26.
25 E. Tantucci, Il Comune non ha soldi per i lavori, in “La Nuova Venezia”, 5 ottobre 2003.
26 Intervista ad Armando Peres, Si accende l’attività del Candiani secondo Peres, in “Gente Veneta”,
29 settembre 2003.
32
Alla luce di quanto detto, la preparazione alla svolta dell'anno successivo, il 2004,
doveva essere predisposta per sanare innanzitutto il deficit nella strategia di
programmazione. Nel terminare la nostra indagine, riassumeremo le cause che
portarono ai piani di riassetto del Centro delineando il quadro di partenza del rilancio
effettivo, prossimo oggetto di analisi. Come abbiamo rilevato più volte, il primo
nodo da sciogliere, in merito alla gestione in atto, era relativo agli elevati costi fissi
da sostenere. Questi risultavano sempre di gran lunga maggiori rispetto agli
investimenti nelle attività, le quali invece avrebbero avuto bisogno di un supporto
pari al doppio delle spese effettive per avere un programma degno delle aspettative
dichiarate27. Nel citare la questione della programmazione passiamo all'altro punto
cruciale della nostra ricerca. Abbiamo notato infatti come nel corso dei primi tre anni
di operatività non ci fosse mai stato un piano definito, se non per le manifestazioni
minori. La struttura era sicuramente frequentata per le rassegne cinematografiche,
incontri, conferenze, spettacoli estivi e invernali (organizzati tra Arena e Auditorium)
e per i laboratori dell'area New Media, tuttavia questi eventi non gli permettevano di
avere una fisionomia forte che offrisse degli eventi all'altezza dell'orbita veneziana.
Una programmazione definita e accattivante avrebbe anche sopperito positivamente
alle ristrettezze di budget, catturando l'interesse dei privati e rendendoli disponibili
ad eventuali sponsorizzazioni. È dunque da rilevare come l'intera politica culturale in
terraferma fosse problematica se si considera anche la drammatica situazione in cui
si trovava la Galleria Contemporaneo. Concepita come primo spazio espositivo
comunale dedicato all'arte contemporanea e alle nuove sperimentazioni, non godeva
di una prospettiva più rosea rispetto al Centro. Operando a un livello più ristretto
rispetto a quest'ultimo, la mancanza di fondi e la messa in ombra delle iniziative
erano state ancora più penalizzanti e l'avevano costretta da dieci mesi al fermo delle
attività28.
Concludendo, con i piani di rilancio che si prospettavano si voleva perseguire la
vocazione artistica del Centro sotto una guida autonoma e contemporaneamente, si
sarebbe provveduto al miglioramento della gestione, accelerando i provvedimenti
necessari per la formazione di un'istituzione che aprisse le porte ai contributi privati
27 M. D., Per il Centro Candiani non c’è più un cent, in “Il Gazzettino”, 27 settembre 2003.
28 E. Trevisan, Dopo Gigi Candiani, il vuoto, in “Il Gazzettino”, 26 settembre 2003.
33
per far fronte ai tagli nella programmazione. Nello sviluppare un'idea chiara della
direzione di marcia da seguire, si riteneva necessario governare il Centro attraverso
la figura di un direttore artistico competente ed autonomo che avrebbe mantenuto
aperto il dialogo con i Musei Civici. La programmazione che si cercava doveva
portare nella struttura la vitalità necessaria che invitasse i cittadini a partecipare con
entusiasmo alle iniziative, gettando un collegamento costante con Venezia e
favorendo la presenza dei giovani. In questi piani si inserivano positivamente anche
le idee per i nuovi spazi di Marghera, ricavati dalla zona industriale, ma non si
sarebbe dovuto rinunciare alla riqualifica del Candiani come cuore della vita
culturale mestrina29. L'anno 2004 si apriva dunque con grandi obiettivi che
puntavano tutti nella stessa direzione, conferire definitivamente un ruolo al Centro
per lasciarlo alla gestione di un ente specifico. Vedremo ora come furono messi in
atto i progetti e quali difficoltà si incontrarono nel successivo cammino, destinato ad
essere ancora travagliato30.
1.4 Il piano di rilancio della struttura
A partire dal 2004 si iniziò a lavorare concretamente al piano di rilancio del Candiani
nel tentativo di realizzare una volta per tutte il ripristino delle attività secondo una
programmazione stabile e riconosciuta. È necessario premettere che questa fase di
rinnovamento non fu immediata e subì diverse variazioni in corso d'opera. Solo nel
2006 si arriverà una soluzione discreta, pur considerando il fatto che nel corso degli
anni a venire, sino ad oggi, si sarebbe dovuto fare i conti con il complesso di
cambiamenti che hanno coinvolto l'intera terraferma, subendone l'influenza. Il
destino dunque del Candiani, possiamo già dirlo, non rispecchierà mai effettivamente
le aspettative e il ruolo che si erano sperati all'inizio, tuttavia, nel suo lungo percorso
29 E. Tantucci, “Cultura, non un centro sociale”, in “La Nuova Venezia”, 2 agosto 2003.
30 M. Chiarin, Candiani, nel 2004 si cambia, in “La Nuova Venezia”, 30 luglio 2003.
34
di ricerca di un'identità, riuscirà a imboccare una strada accettabile ma non di primo
piano. Vediamo dunque nel dettaglio quali sono state le fasi nell'evoluzione della
storia di rinnovamento del Centro.
Sulla scorta delle considerazioni fatte in precedenza, osserviamo che i punti di
partenza su cui si è puntato nella revisione sono stati la nomina di una figura
innovativa che fosse in grado di prendere in mano la gestione in maniera autonoma e
competente, tanto dal punto di vista artistico tanto da quello organizzativo, e l'ipotesi
di trasformarlo in una Fondazione per garantirne il controllo da parte
dell'amministrazione, con il vantaggio di reperire con più facilità sponsorizzazioni e
agevolazioni fiscali. Le iniziative previste per l'anno di riferimento abbracciavano le
linee di produzione da sempre perseguite quali mostre, spettacoli, eventi di carattere
sociale e formativo. Di contro, la realizzazione effettiva delle proposte non sarebbe
stata possibile fino all'approvazione del budget, necessaria nella valutazione delle
risorse messe a disposizione della terraferma a cui si legava imprescindibilmente
l'avvio delle operazioni di rilancio.
L'assessore in carica, Armando Peres, aveva richiesto uno stanziamento di 1.165.000
euro da impiegare nella gestione e nella programmazione, tuttavia, in questa prima
fase, erano stati confermati solo 500.000 euro. Appare chiaro che in vista della
scarsità dei fondi momentaneamente concessi, i piani predisposti in entrambe le
direzioni risultavo altamente a rischio di fallimento31. Il cambio nella gestione
doveva ancora avvenire ma sulla scia delle idee di revisione si era comunque pensato
a un progetto forte per l'anno che iniziava. Innanzitutto c'era la volontà di partire con
una mostra di qualità che si concretizzò nell'evento I Musei Vaticani e l'arte
contemporanea, a seguire si prevedeva il completamento dell'auditorium e dell'arena,
utilizzati per musica e spettacoli, l'arricchimento della videoteca, un ciclo di
conferenze e l'installazione di una galleria virtuale. Nella primavera si voleva
arrivare alla nuova direzione artistica dell'Istituzione Candiani e all'apertura a nuove
collaborazioni. Contemporaneamente, il gruppo diretto da Giorgio Sarto, continuava
a lavorare alla raccolta e alla rielaborazione dei materiali per costituire il fondo per il
Museo della città, che prima avrebbe reso possibile la realizzazione della mostra
31 N. Pellicani, Cecconi alla guida del Candiani, in “La Nuova Venezia”, 6 marzo 2004.
35
Mestre Novecento, passo fondamentale nel processo che stava vivendo il Candiani.
Nell'avvicinamento degli obiettivi prefissati, non si era persa di vista neanche la
realtà della Galleria Contemporaneo più volte citata.
Dopo il periodo di rallentamento subito doveva essere rilanciata assieme al Candiani
e al quale era stata collegata per instaurare un rapporto di collaborazione e
integrazione delle attività, che, al momento, erano state affidate alla gestione della
Fondazione Bevilacqua La Masa32. Nel considerare tutte queste situazioni, non
bisogna mai perdere di vista la difficile situazione in cui si trovava il Settore
Culturale nel suo complesso. Per rendere produttive le realtà minori e di terraferma
risultava indispensabile avere degli investimenti in materia e, come abbiamo visto, il
programma da offrire doveva essere all'altezza delle aspettative di chi finanziava. A
questo proposito, è rilevante notare come nella generale condizione di sofferenza, la
sopravvivenza del settore era garantita dalle entrate dai colossi storici come ad
esempio Palazzo Ducale. Le cause dell'indebolimento complessivo erano da
ricercarsi negli anni precedenti, in modo particolare nel biennio 2001/2002 quando,
ai tagli di bilancio, si era sommata proprio l'entrata in scena del nuovo Candiani con
il
conseguente
impegno
economico
richiesto
che
metteva
il
ginocchio
l'amministrazione. Questo per rilevare come il circolo vizioso in cui si era entrati,
con il passare del tempo, non poteva che complicarsi.
Il bisogno di fondi doveva essere accompagnato dall'offerta di una programmazione
valida e di qualità che però, mancando di sussidi disponibili sufficienti, poteva essere
pianificata solo grazie alle risorse di cui era costantemente alla ricerca. A ragione di
ciò, appare chiaro che nel parlare di rilancio, vedremo che non sarà possibile
aspettarsi nel concreto dei successi schiaccianti poichè il fattore economico risulterà
costantemente penalizzante nella realizzazione e promozione di iniziative altamente
competitive rispetto alla realtà circostante33. Nonostante tutti i buoni propositi in
tema di sviluppo infatti, anche in questo momento, la struttura dovette subire dei tagli
importanti alla programmazione rinunciando anche agli eventi musicali a causa del
buco in bilancio che non garantiva lo svolgimento delle manifestazioni. Ancora una
32 R. Lamantea, “Il 2004 è l’anno del Candiani”,in “La Nuova Venezia”, 21 febbraio 2004.
33 E. T., Peres: “La cultura deve avere di più”, in “La Nuova Venezia”, 28 gennaio 2004.
36
volta la strada verso la contemporaneità era disseminata di impedimenti, innanzitutto
finanziari, e l'incertezza sul futuro del Centro non sembrava venir meno.
Le mire verso la creazione della Fondazione aperta ai capitali privati non
sembravano essere confermate dalla delibera comunale, annunciata da mesi ma di
fatto assente34. All'interno della produzione modesta configurata, si lasciava poco
spazio anche alle piccole associazioni locali che, contrariamente agli obiettivi
iniziali, non trovavano il modo di sfruttare gli spazi espositivi del Centro. Nel
continuare l'analisi, il trend negativo in atto non risultava facilmente invertibile e nel
paniere delle possibilità vagliate ci fu anche quella di dare il Candiani in locazione a
terzi, considerando lo stato inefficiente in cui versava la sua gestione. Esso,
nuovamente baluardo dell'incompiutezza, anche nella prospettiva di rilancio riusciva
a far emergere solo la sua incapacità nell'accreditarsi l'opinione positiva del pubblico
e nel divenire polo d'attrazione culturale per la terraferma. Attraverso il ricavato dalla
sua alienazione si sarebbe acquisito il complesso di via Peorio (futura sede del
Museo di Mestre), acquistato da un privato. Quest'ultima ipotesi non trovò seguito,
ma può tornarci utile nel sottolineare, ancora una volta, quanto fosse difficile il clima
decisionale attorno alle sorti del Centro e le infinite contraddizioni a cui era soggetto.
È importante fare riferimento, arrivati a questo punto, al contesto in cui stavano
affiorando tutte le proposte in merito.
In occasione del 1° Forum della Cultura per Mestre, tenutosi il 10 giugno 2004
presso gli spazi del Candiani stesso, venne descritta la visione complessiva dei
progetti in corso, che ci torna utile nell'inserire la struttura all'interno dell'offerta
culturale a cui si stava lavorando. La molteplicità di iniziative in ballo era forte e
coerente nello sviluppo della città contemporanea, i principali poli della rete si
articolavano nell'intera area mestrina, in un progetto che, se ben coordinato nelle
attività, avrebbe avuto il prestigio che meritava e sarebbe stato degno della
controparte storica lagunare. Le proposte in merito dunque, si estendevano nel
contesto urbano attraverso i seguenti luoghi, oggetto di dibattito: Forte Marghera, il
Parco San Giuliano, Via Torino (futuro centro universitario), l'asse San GiulianoCanal Salso- Piazza Barche, l'ex distretto di Via Poerio, il progetto Mestre
34 M.D., Cultura, anno zero senza 370 mila euro, in “Il Gazzettino”, 22 giugno 2004.
37
Novecento al Candiani e quindi il Museo. Nel dialogo costante tra i diversi nodi della
rete si sarebbe sviluppato un coro di proposte coese e integrate che avrebbero
riqualificato l'intero territorio giungendo al vero rilancio urbano e delle singole
istituzioni. Analizzeremo più in profondità nel prossimo capitolo il contesto qui
citato. Tuttavia è utile farne rifermento per procedere analiticamente nelle vicende
connesse al nostro oggetto di studio35. Non solo, i due giorni di confronto promossi
dal Comune di Venezia, sono oggetto di interesse per la valenza simbolica che
assumevano a livello territoriale. Per la prima volta diversi soggetti, sia pubblici che
privati, si trovavano infatti a discutere sulla questione culturale della terraferma
predisponendo un'accurata analisi delle principali tematiche di rilevanza quali l'arte,
la sperimentazione, l'innovazione, il cinema, l'offerta pubblica, l'offerta privata, la
produzione, il turismo e gli eventi culturali36. In questo quadro connotato da una forte
progettualità, rimaneva sempre al margine la volontà degli imprenditori mestrini di
investire nel Centro, che non dava adito alla percezione di una sua identità all'interno
della città. Nella ricerca di sponsor per l'eventuale Fondazione Candiani erano stati
indicati la Fondazione di Venezia (ex Cassa di Risparmio) già finanziatrice della
mostra Mestre Novecento e della futura istituzione museale, la Camera di
Commercio, Unindustria e Confcommercio.
La creazione di una Fondazione era il presupposto necessario per presentare un
progetto credibile ai finanziatori che dovevano risultare interessati ad esserne
compartecipi. Tuttavia la realtà del Candiani, per le ragioni più volte ribadite, non si
presentava all'altezza delle aspettative specialmente per la storia che portava alle
spalle e la mancata forza acquisita nel tempo37. Come rilevabile anche dai dati del
Rapporto sulle Produzioni Culturali della Fondazione di Venezia, queste lacune
potevano essere attribuite tanto al Centro quanto alla città per via dell'assenza di una
programmazione a lungo termine a cui si aggiungeva la perdita di qualità
nell'organizzazione di eventi per la maggior parte importati e non di produzione
interna. Alla resa dei conti la questione più urgente e deficitaria risultava nuovamente
la scarsità di risorse adeguate desinate alla cultura e l'assenza di sinergia con i
35
M. Scattolin, Candiani, mancano 370 mila euro, in “La Nuova Venezia”, 23 giugno 2004; R.
Lamantea, “Compriamo l’ex distretto”, in “La Nuova Venezia”, 16 giugno 2004.
36
R. Lamantea, La carta d'identità della cultura, in “La Nuova Venezia”, 9 giugno 2004.
37 R. Lamantea, Forte Marghera sede della Biennale Arte, in “La Nuova Venezia”, 11 giugno 2004.
38
privati38. Alla luce dell'indagine compiuta appare chiaro come la strada per il rilancio
fosse ancora da intraprendere, l'eventuale Fondazione Candiani più volte ipotizzata
non trovava riscontri positivi dalla Fondazione di Venezia che, promotrice di molte
iniziative, non riteneva il Candiani come un soggetto valido da sostenere. La scelta di
finanziamento infatti, avveniva solo per soggetti affidabili in grado di sostentarsi
autonomamente dopo la spinta iniziale. Il Candiani non ne presentava le condizioni e
i presupposti, e nemmeno un suo intervento sarebbe servito a sanarlo 39. Tuttavia, la
Fondazione di Venezia non escludeva il proprio sostegno da tutte le iniziative
proposte. In quanto promotrice del Museo di Mestre in via di progettazione, si
trovava a sovvenzionare in gran parte la mostra Mestre Novecento, ospitata dal
Centro e concepita come “prima pietra” del futuro museo.
Ormai i lavori per preparare l'esposizione duravano da tre anni e la Fondazione aveva
già contribuito con 150.000 euro, gli unici ad essere effettivamente a disposizione
poiché la delibera di spesa dei sussidi comunali, utili a saldare i primi costi del
progetto, non era mai stata firmata. Per tale ragione la mostra prevista per la
primavera del 2005 venne rinviata e per quel periodo venne solo organizzato un
convegno sul tema40. Parallelamente, per quell'anno si prospettava anche la riapertura
della Galleria Contemporaneo di via Piave al fine di conferire nuovamente valore
agli spazi espositivi della terraferma. Anche in questo caso però faticavano ad
arrivare gli stanziamenti comunali e la Fondazione Bevilacqua La Masa, responsabile
del progetto delle attività, si trovò costretta a congelare i piani per mancanza di
introiti. Il clima desolante di ristrettezza non sarà destinato a migliorare in modo
risolutivo negli anni a venire, nel proseguire con l'indagine sull'evoluzione delle
vicende si vedrà come, attraverso le prospettive di rilancio, si tenterà di trovare una
strada possibile davanti all'assodata la scarsità di risorse41.
In questa fase critica per il Centro è da notare come le leve fondamentali su cui si
inserivano le operazioni di revisione erano la realizzazione della già citata mostra
38 D. Ghio, Venezia fucina di eventi culturali, in “Il Gazzettino”, 22 maggio 2004.
39
S.S. Lucchesi, Segre: “Biennale come Fenice, ma niente soldi per il Candiani”, in “Corriere
Veneto”, 20 aprile 2004.
40 R. Lamantea, Salta la mostra sul Novecento, in “La Nuova Venezia”, 28 ottobre 2004.
41 R. Lamantea, “Il contemporaneo riaprirà nel 2005”, in “La Nuova Venezia” 20 ottobre 2004.
39
Mestre Novecento e quella del relativo Museo di Mestre. L'obiettivo fondamentale,
contribuendo alle due iniziative, era quello di rendere il Candiani più vivo e
utilizzato, riuscendo a raggiungere un ruolo attivo nell'esecuzione dei piani di
sviluppo per l'intero contesto locale. L'idea fondante di questi progetti risultava
profondamente determinante dal punto di vista simbolico. La volontà di ricostruire e
proporre alla comunità la storia che aveva portato alla sua stessa nascita, significava
storicizzare le radici e l'identità culturale della terraferma e della realtà mestrina,
ossia, recuperare al fallimento del Candiani come luogo di identificazione cittadina42.
Contemporaneamente nello stesso anno, come abbiamo visto, si assisteva al fermento
produttivo legato alla trasformazione di Forte Marghera che avrebbe dovuto
trasformarsi nel parco urbano delle produzioni creative, costituendo un ulteriore polo
d'attrazione nel disegno dell'entroterra in via di sviluppo.
Nell'osservare questi fenomeni non si può prescindere da ciò che stava accadendo nel
centro storico, anch'esso soggetto a un'importante fase evolutiva che andava ad avere
delle influenze rilevanti nell'offerta culturale. In questo periodo infatti Palazzo Grassi
e Punta della Dogana erano passati sotto il controllo di Fraçoise Pinault,
determinando una rimessa in discussione delle attività nella proposta delle arti
figurative. Questi due grandi centri infatti andavano a inserirsi come grandi poli
espositivi dedicati al contemporaneo schiacciando nettamente la figura del Candiani
da questa prospettiva; non ritenuto idoneo nell'ospitare mostre, si pensò anche
all'ipotesi di adibirlo ad archivio della Biennale43.
Nonostante risultasse leader per numero di eventi culturali organizzati, secondo i dati
del Rapporto della Fondazione di Venezia, esso continuava a non possedere né
l'identità né i fondi, che si prospettavano assenti anche per la programmazione del
2006, anno del rilancio. In questa fase transitoria la situazione era tutt'altro che
favorevole e la prospettiva di cambiamento procedeva sullo sfondo della costante
incertezza che da sempre aveva caratterizzato il Centro. Nonostante si continuasse a
parlare di svolta, non si abbandonavano le vecchie abitudini e la mancanza di
progettualità si faceva ancora sentire. Probabilmente più che un cambio di rotta
42 S.D’A., Candiani, prima pietra del Museo. Al Forte il cantiere della cultura, in “Corriere Veneto”,
8 ottobre 2005.
43 S. D’Ascenzo, “Con Palazzo Grassi rivoluzioneremo tutto”, in “Corriere Veneto”, 17 agosto 2005.
40
sarebbe servita una vera e propria rivoluzione per rimettere in discussione tutto
l'apparato; la tendenza a ricostruire un volto al Centro non sarebbe bastato a sanare le
crepe profonde che lo intaccavano alle fondamenta sin dal suo avvio44.
1.4.1 Il 2006: la nuova direzione e il riassetto delle attività
Nell' indeterminatezza della gestione e con un carico non indifferente di problemi, il
Candiani giunse tuttavia al quinto anno di attività. Le ipotesi sull'eventuale
Fondazione Candiani vennero messe da parte e nel 2006, si assistette al sostanziale
cambiamento di direzione che determinò la reimpostazione delle attività e il
riposizionamento del Centro all'interno dei piani di sviluppo culturali. Sulla scorta
delle considerazioni fatte in merito all'evoluzione del contesto di rilancio, è
opportuno ora rilevare come avvenne il processo di trasformazione considerando le
modalità e gli effetti che questo ebbe non solo all'interno del Candiani ma anche
nella sua contestualizzazione territoriale nel rapporto con le altre realtà. Questo modo
di procedere, adottato sin dall'inizio della nostra trattazione, ci permette di affrontare
la nostra analisi chiarendo di volta in volta quale sia stata la prospettiva operativa del
nostro caso e la complessità che lo denota. Il riferimento costante alla realtà
circostante risulta di per sé un nodo importante sul quale riflettere strategicamente
nel posizionamento del Centro e delle altre istituzioni, specialmente se si considera la
struttura ramificata ma in costante connessione che doveva essere creata tra esse.
Dunque la questione culturale a Mestre rimaneva ancora aperta su tutti i fronti, la sua
costante vocazione alla contemporaneità e al futuro non incideva realmente nelle
scelte presenti, che in un modo o nell'altro, si trovavano ad essere in via di
progettazione45. I ruoli che si tentava di affermare, tanto per la città quanto per il
Centro, non erano garantiti da linee operative solide e nonostante la presenza degli
spazi, mancava una fondamentale chiarezza di intenti sulle loro modalità di utilizzo.
La struttura poteva essere il luogo ideale per la produzione culturale, ma nonostante
44 E. Tantucci, In città più di cinque spettacoli al giorno, in “La Nuova Venezia”, 12 luglio 2005;L.
Panzeri, Ogni giorno venticinque spettacoli, in “Il Gazzettino”, 12 giugno 2005.
45 “Cultura, basta parole. Ci vuole un progetto”, in “Il Gazzettino”, 28 gennaio 2006.
41
ciò non si riusciva a valorizzarne ancora le potenzialità attraverso delle scelte
concrete che ne implementassero le idee46.
I punti fondamentali dei programmi rivolti alla trasformazione urbana, compreso il
polo industriale dell'area di Marghera, convergevano tutti nella riqualificazione della
terraferma e di Mestre che doveva diventare simbolo della città del futuro e punta del
Nord-est. A tali scopi si rendeva necessaria una fitta collaborazione sul territorio che
coinvolgesse anche il settore privato47. Nel quadro di riassetto così delineato, anche il
Candiani doveva emergere come istituzione presente, attiva e dinamica. Di pari passo
dovevano vivere un momento di crescita e rilancio anche altre istituzioni cittadine
che avevano risentito dei numerosi problemi riguardanti la produzione culturale in
terraferma. Era dunque necessario, attuare dei piani integrati di sviluppo che
coinvolgessero il Candiani, la Galleria Contemporaneo, con la quale si trovava in
stretta relazione nell'organizzazione degli eventi espositivi, e la Biblioteca Civica,
che doveva essere risistemata in nuovi spazi più adeguati.
Da questa visione d'insieme non è da escludere anche l'avanzamento dei lavori sulla
mostra Mestre Novecento e sul museo di Mestre, la cui progettazione trovava sempre
un posto rilevante tanto nella futura prospettiva cittadina quanto in quella del
Candiani. Nel dettaglio le operazioni principali che si ipotizzavano per il periodo,
coinvolgevano largamente la struttura del Candiani, denotandone sicuramente la
polifunzionalità ma allo stesso tempo la poca chiarezza di intenti nel gestirlo. Nel
ripensare gli spazi per la Biblioteca Civica, dapprima immaginati in Villa Querini e
poi in Villa Erizzo, secondo il piano regolatore del '99 e riadattato nel 2005, a causa
della consueta mancanza di fondi necessari per il restauro degli edifici, alla fine si era
considerata l'idea di trasferirla al Candiani. Già risultato idoneo per ospitare
l'Archivio Storico della Biennale, si sarebbero sfruttati gli ambienti del secondo e del
terzo
piano,
rilanciando
le
attività
espositive
direttamente
alla
Galleria
46 R. Lamantea, Cultura a Mestre, eterna incompiuta, in “La Nuova Venezia”, 28 gennaio 2006.
47 M. Chiarin, I progetti che cambieranno il volto di Mestre, in “la Nuova Venezia”, 9 giugno 2006.
42
Contemporaneo. Tuttavia lo spazi non risultava sufficiente e questa restò soltanto
un'ipotesi48.
Il momento realmente importante nella prospettiva inquadrata finora, fu la nomina
dei nuovi direttori incaricati della gestione dei due centri più rilevanti nell'ambito
artistico contemporaneo di Mestre, Roberto Ellero per il Candiani e Riccardo
Caldura per la Galleria Contemporaneo. Insieme, sullo sfondo di una strettissima
collaborazione, si prendevano l'incarica di far rinascere i due spazi che nel corso
della loro recente storia, com'è stato più volte sottolineato, non sono mai riusciti a
trovare un ruolo di richiamo forte all'interno del contesto locale. Il Candiani, sotto la
nuova direzione, avrebbe dovuto trovare una gestione organizzata e continuativa nel
tempo attraverso il sostegno di nuove iniziative e di una programmazione disegnata
ad hoc. Parimenti, la Contemporaneo, riaperta grazie all'iniziativa della Municipalità
Mestre-Carpenedo, doveva inserirsi nel progetto mestrino con una formula
innovativa, adottando un ruolo nuovo, aperto alle collaborazioni internazionali con
istituzioni artistiche e gallerie di primo piano nella scena artistica contemporanea, al
fine di portare sul territorio mostre di punta nel segno della sperimentazione artistica
emergente49. La programmazione pensata prevedeva eventi espositivi di carattere
eterogeneo con il coinvolgimento di una pluralità di artisti, in continuità e
collaborazione con le scelte del Candiani, determinando così un momento di svolta
per entrambe le istituzioni. All'interno dell'importante disegno mestrino questo
progetto si inseriva nella prospettiva del rilancio del Centro stesso e della riqualifica
di Forte Marghera, secondo il denominatore comune della ricerca artistica rivolta al
contemporaneo, nell'intento di creare un sistema unico e innovativo per la terraferma.
Proprio grazie al coordinamento di questi programmi, sarebbe dovuto avvenire il
tanto ambito posizionamento di Mestre come luogo della contemporaneità, autonomo
ma complementare all'offerta culturale del centro storico. Come si nota, il sistema
prefigurato poteva vantare di un gran numero di strutture idonee ai fini citati, la
scommessa risiedeva nel saperne sfruttare le potenzialità una volta per tutte. Nel suo
piccolo, lo spazio del Contemporaneo doveva guardare alle generazioni emergenti e
48 R. Lamantea, Tramonta il trasloco della biblioteca in villa Erizzo, in “La Nuova Venezia”, 20
gennaio 2006.
49
E. Tantucci, “Un piano del Candiani per la biblioteca”, in “La Nuova Venezia”, 24 gennaio
2006; R. Lamantea, Lo spritz notturno al Contemporaneo, in “La Nuova Venezia”, 1 giugno 2006.
43
alle collaborazioni con soggetti pubblici e privati, favorendo una proposta aperta al
pubblico con una forma agevolata che non prevedesse il costo di un biglietto per
accedere alle manifestazioni50. Il progetto unitario di promozione della
contemporaneità fondato sul lavoro coeso tra Centro Culturale Candiani e Galleria
Contemporaneo stava prendendo avvio su più fronti, nel giugno del 2006 era prevista
l'inaugurazione di quest'ultima con l'allestimento dell'esposizione di Esther Stocker e
l'inizio della stagione del rinnovato Candiani prevedeva tre mostre e l'apertura della
sala al terzo piano dedicata a Paolo Costantini51.
Vedremo ora più da vicino quali sono state le linee di indirizzo adottate per il Centro,
le prospettive poste nel tentativo di sanare la situazione che aveva caratterizzato il
passato e quindi i primi risultati ottenuti grazie all'intervento della nuova gestione.
Nel cominciare l'analisi di questo periodo fondamentale, ci ritorna utile osservare il
piano ufficiale di rilancio proposto per il Candiani in data 3 luglio 2006, rivolto a
chiarire brevemente i punti principali del processo in atto, nella definizione delle
attività, avanzamento dei lavori e obiettivi:
“ CENTRO CULTURALE CANDIANI- RILANCIO
COS'È:
Il progetto prevede il rilancio del Centro e la sua valorizzazione mediante il consolidamento dei
servizi permanenti (videoteca, audioteca, ludomedialab, area new media, laboratorio di Mestre
Novecento, emeroteca) e l'adozione di calendari mensili di eventi pubblicizzati mediante il magazine
New{s} Candiani e un sistema integrato di news on line.
DOV'È:
Nel Centro di Mestre.
A CHE PUNTO SIAMO:
I servizi permanenti, ripensati all'interno di un sistema integrato, entreranno a pieno regime entro
maggio 2007. Sono già operative la videoteca, la ludomedialab e l'area new media. I nuovi calendari
mensili sono in programmazione dall'aprile del 2006.
50 F. Bellemo, Risorge la galleria d’arte del Contemporaneo, in “la Nuova Venezia”, 12 maggio
2006.
51 C. Colucci, Riappare la galleria Contemporaneo, in “La Nuova Venezia”, 6 maggio 2006.
44
CHI LO FA:
Il Comune di Venezia, che per la riuscita del rilancio si avvale di un 'ampia rete di collaborazioni con
gli enti, le istituzioni e le associazioni culturali operanti in ambito cittadino e regionale. É prevista
l'attivazione di scambi e gemellaggi con centri culturali similari a livello nazionale ed europeo (es.
Casa del cinema, Roma).
QUALCHE NUMERO:
Obiettivo è la produzione di 1000 eventi e la partecipazione di 150 000 utenti l'anno. 52”
Come si rileva dal testo, i punti di maggior interesse per quanto concerne le attività,
risultano il consolidamento nell'articolazione della programmazione permanente,
affiancata da un calendario scandito nel tempo e supportato dalla pubblicazione
costante delle informazioni relative agli eventi. Ancora, è da notare come il Comune,
in quanto promotore del piano, prevedesse il coinvolgimento e la collaborazione di
altri enti culturali attivi sia nel territorio locale che in quello nazionale ed europeo.
Questo aspetto è da ritenersi fondamentale nell'affermazione del Centro per
ritagliarsi una posizione di rilievo e riconosciuta dalla pluralità dei soggetti operanti
nel settore. A questo proposito, la personalità del nuovo direttore, già a capo della
gestione del Circuito Cinema mestrino, era un ponte utile per aprire il dialogo con
importanti enti esterni quali la Triennale di Milano e la Casa del Cinema di Roma,
interessati alla collaborazione nelle attività.
A fronte della previsione numerica data in questa sede, ci riserveremo per il prossimo
capitolo, il riscontro dettagliato degli effetti della gestione rispetto al passato e alle
altre istituzioni coinvolte nella produzione culturale del territorio. Procediamo
dunque nell'analizzare il percorso che si stava avviando nei suoi aspetti più rilevanti.
Pur avvicinandoci a parlare di una fase di miglioramento nella gestione dei
programmi, tuttavia non c'è da aspettarsi che questo abbia portato nel tempo alla
creazione di una realtà altamente competitiva in grado di far uscire il Centro dalla
situazione incerta in cui si trovava.
La questione sulla valorizzazione della terraferma nel rapporto con Venezia si pone
come punto costante di dibattito per partire nell'indagine della proposta culturale.
Anche in questo caso, possiamo notare come le iniziative messe in tavola dalla nuova
52
Centro Culturale Candiani. Rilancio, in http://www2.comune.venezia.it/saramestre/54_1.asp,
3 luglio 2006. (sito consultato il 3 novembre 2014).
45
direzione del Centro, volessero diventare il punto di partenza per la risposta alle
lacune mai risolte nel difficile ruolo di Mestre come “appendice di Venezia”. In
merito a ciò consideriamo il primo passo compiuto nel promuove la rivista New{s}
Candiani, creata al fine di diffondere i programmi e dare visibilità all'istituzione. Nei
contenuti doveva dare degli spunti di riflessione al pubblico e allo stesso tempo
fornire tutte le informazioni utili sul calendario delle attività temporanee proposte a
seguito dei due moduli principali permanenti La fabbrica della cultura e Scaffale
Aperto. Il primo era pensato come uno spazio dedicato alle istituzioni locali che
volessero presentare alla comunità le loro attività, il secondo invece si proponeva
come luogo di dibattito e critica sui testi di maggior spessore. Il target di riferimento
delle iniziative non si chiudeva a una nicchia ristretta di utenti, bensì abbracciava un
bacino molto ampio di fruizione attraverso la creazione di eventi che potessero
interessare ogni tipo di pubblico ed estrazione sociale, non rinunciando ai giovani e
al mondo accademico. In aderenza alle finalità educative da sempre perseguite, l'idea
era quella di plasmare uno spazio in cui la proposta di cultura scaturisse in un
momento formativo dal quale si sarebbe generata e prodotta nuova cultura.
A differenza di quello che era avvenuto in precedenza, la divisione in moduli delle
attività, differenziate per tipologia e durata, risultava essere un'operazione che
restituiva una prospettiva chiara e definita di quelle che erano funzioni svolte dal
Centro conferendogli un'immagine maggiormente organizzata. Nonostante il ruolo
del magazine fosse anche quello di incrementare il livello di comunicazione, questa
si può dire che rimanesse più a uno stadio informativo che promozionale e
pubblicitario53.
Il ripristino delle attività, rispetto ai cinque anni precedenti, doveva fare i conti anche
con i progressi avvenuti a livello tecnologico e multimediale. Il Centro, che
inizialmente aveva puntato sull'innovazione digitale dell'Internet Cafè, ora doveva
ripensare a una nuova formula di utilizzo dell'area tenendo conto che ormai l'uso del
web era alla portata di tutti con l'utilizzo di mezzi propri. Per queste ragioni era stata
avanzata l'idea di creare un Caffè letterario che ospitasse musica dal vivo e rimanesse
53 R. Lamantea, Il Candiani “gemello” della Triennale, in “La Nuova Venezia”, 2 aprile 2006; M.
Militello, New(s) Candiani è la nuova rivista per valorizzare la proposta culturale in terraferma, in
“Il Gazzettino”, 2 aprile 2006 .
46
aperto anche nelle ore serali. L'intenzione era quella di riassegnare il locale, di
proprietà del Comune, a qualche giovane imprenditore mestrino in grado di
mantenere attiva la proposta e di collaborare alla vitalità del Candiani riqualificando
l'intera area.
Accanto a questa, le idee in ballo erano molte nonostante i tagli ai bilanci non
venissero meno. Tra le iniziative proposte c'erano anche rassegne cinematografiche
d'essai, reading e spettacoli di nicchia, il tutto però inserito in un contesto di
ristrettezza che vedeva una riduzione di disponibilità di
100.000 euro rispetto
all'anno precedente. Per la programmazione del 2006 erano infatti stanziati 400.000
euro che comprendevano anche le spese per le manifestazioni del Settembre mestrino
e per la Galleria Contemporaneo. A supporto di ciò ritornava l'urgenza
dell'attivazione di collaborazioni e della costituzione di un'identità per Mestre come
polo di attrazione autonomo per creare ed allargare il proprio bacino d'utenza54. In
questa nuova fase è importante ricordare il lavoro che si stava svolgendo alla mostra
Mestre Novecento, la cui realizzazione, dopo svariati ritardi, era stata confermata per
il 2007. In quanto base di partenza per il futuro museo e articolata nella tripla sede di
esposizione tra Candiani, Vega e Galleria Contemporaneo, si proponeva di indagare
la storia di Mestre come esempio lampante di città contemporanea e votata
all'inarrestabile progresso. Questa premessa ci permette di rilevare l'importanza della
connessione tra il Candiani e il Museo di Mestre, concepiti come nodi culturali
fondamentali per la città ai quali si affiancavano le altre istituzioni. Grazie alla
direzione Ellero dunque, nel rendere concreti l'identità e il ruolo del Centro, si
cercava di rispondere alle esigenze di un contesto in via di sviluppo con la presenza
di personalità competenti e preparate alla gestione e il reperimento di risorse55.
Nel concludere la questione della fase cruciale del riordino delle attività, possiamo
affermare che si era tentato di conferire a Mestre il ruolo di officina della cultura e
dell'arte contemporanea attraverso le nuove disposizioni sul Candiani, Galleria
Contemporaneo e Biblioteca, tuttavia, questo si trovava ad essere un compito
impegnativo che avrebbe richiesto uno sforzo reiterato nel tempo e flessibile ai
54 M. Zambon, La nuova vita del Candiani tra mostre, cinema e teatro, in “Corriere Veneto”, 17
settembre 2006.
55 R. Inauale, Assessore alla cultura con missione Mestre, in “Il Gazzettino”, 1 luglio 2006.
47
cambiamenti futuri. Il percorso ravagliato del Centro era destinato a non finire e
nonostante l'immagine rinnovata con la nuova direzione del 2006, le decisioni in
merito al suo riassetto rimarranno una costante fino al periodo corrente56. Nel
procedere con il prossimo capitolo, per avere un'idea più chiara della realtà in cui si
inseriscono le attività del Candiani in merito ai piani futuri, descriveremo in dettaglio
le vicende che hanno determinato il contesto di riqualifica della terraferma fin qui
accennato.
56 R. Lamantea, Il Candiani non è più una cattedrale nel deserto, in “La Nuova Venezia”, 24 ottobre
2006.
48
2.
L'analisi del territorio e del contesto di sviluppo delle
attività
2.1 La riqualifica della terraferma e il rapporto con Venezia
Come abbiamo avuto modo di accennare nel capitolo precedente, è importante
chiarire in che modo la struttura del Centro Culturale Candiani si inserisca nel
processo storico che ha interessato la terraferma nel corso del Novecento. Ponendo
particolare attenzione all'arco di tempo in cui l'istituzione ha svolto le sue attività,
rileviamo come questo periodo risulti determinante nella fase di sviluppo culturale
del territorio locale di riferimento.
Dall'inizio degli anni Duemila si sono iniziati a vedere i frutti dei piani dei decenni
precedenti e contemporaneamente si sono gettate le basi per le soluzioni future di
rinnovamento che interessano tuttora la nostra realtà. Nel ragionare in termini di
riqualifica è utile considerare le variabili territoriali che determinarono il
posizionamento delle diverse realtà attive nel campo culturale. La conformazione
della rete cittadina ha permesso di lavorare alla creazione di un distretto culturale
locale, all'interno del quale, i diversi attori coinvolti formassero una dimensione
unica e coesa grazie all'integrazione delle specifiche funzioni. Il futuro del territorio e
del suo rinnovamento è sempre stato oggetto di dibattito dall'inizio degli anni
Settanta, dopo che l'intensa fase di urbanizzazione attorno al grande polo industriale
di Porto Marghera, aveva portato alla nascita di numerosi centri cittadini nell'area
circostante a supporto delle attività negli stabilimenti. Quello mestrino risultava
essere il più grande, ma non per questo il migliore, l'estrema vicinanza rispetto a
Venezia e alla stessa zona industriale aveva provocato tanto l'aumento della
popolazione quanto un'evoluzione disordinata e confusa dell'organizzazione
49
territoriale che rispondeva ai cambiamenti senza valutarne le conseguenze. Il
mancato controllo che aveva generato il complessivo degrado estetico e funzionale, è
il primo motivo che ha scaturito la presa di coscienza da parte dell'amministrazione
della necessità del riassetto generale che prevedesse dei piani mirati di rinnovamento.
In questa direzione, la trasformazione dell'intera area doveva creare un'identità
culturale rivolta alla modernità secondo il modello urbano contemporaneo 57. In
questa
prospettiva
il
rapporto
con
Venezia
sarebbe
dovuto
essere
di
complementarietà anche se di fatto la competizione con essa è sempre rimasta un
nodo irrisolto.
Il punto di partenza del tentativo di definire il ruolo del Candiani all'interno delle
vicende di riqualifica della terraferma risiede proprio nella recente formazione
cittadina. Nella visione generale della gestione del territorio, Mestre ha sempre
mantenuto il primato di spazio del futuro, dedicato al contemporaneo e nel quale era
possibile sviluppare un sentimento rivolto al progresso e al postmoderno. Come
abbiamo visto, questa concezione fortemente dinamica sulla quale dovevano essere
promosse le iniziative e la vita culturale, era del tutto consona alla sua posizione di
stretta vicinanza al centro storico. Nonostante ciò, si è notato come la forte volontà
dei progetti di costruire su di essa la “punta di diamante” della capitale metropolitana
del nord-est, sia stata accompagnata dalla situazione di degrado provocata dalla
mancanza di controllo durante la fase di crescita urbana. La priorità fondamentale su
cui operare la riqualifica locale era la creazione di una realtà a misura dei suoi
cittadini, si sarebbe così giunti al completamento del processo di sviluppo fondato su
delle linee culturali che recuperassero l'identità cittadina a cui non si era prestato
attenzione. Nel corso degli anni, l'inaugurazione del Centro Candiani seppur con le
sue lacune, fu il primo tentativo nel ripensare lo spazio mestrino non solo come coda
di Venezia, provando a farlo emergere nella sua dignità di centro di produzione in
grado di collaborare nel perseguimento di obiettivi culturali.
Relativamente al contesto generale, l'istituzione si inseriva in un piano molto più
ampio che coinvolgeva l'intera area nel rivolgere lo sguardo al futuro. I problemi
57
M9 Transforming the city, catalogo della mostra a cura di C. De Michelis, G.Guerzoni,
L.Hutton e M.Sauerbach, P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di Venezia), Marsilio editore,
Venezia 2014.
50
incontrati nella sua evoluzione, oggetto della precedente analisi, rispecchiavano
puntualmente l'incertezza di fondo su cui era costruito ma da cui scaturivano strada
facendo i piani di miglioramento. A questo proposito, riteniamo che il periodo di
maggior interesse in cui si determinò la fitta elaborazione di piani risolutivi per la
terraferma coincida con quello del rilancio del Candiani stesso. Si noti come le linee
guida della politica culturale del Comune sull'area indicata comprendessero tra le
priorità strategiche la realizzazione del Museo del Novecento, la trasformazione di
Forte Marghera come Arsenale dell'entroterra in grado di ospitare padiglioni ed
eventi della Biennale e il riassetto del Centro Culturale mestrino.
Nello stadio iniziale dell'elaborazione dei programmi, intorno al 2005, si procedeva
di pari passo alla risistemazione del centro storico lagunare attraverso il concorso di
assegnazione per Punta della Dogana, al quale Pinault risultava già tra i favoriti, il
concorso per la nuova destinazione d'uso della Scuola Grande della Misericordia
attraverso il quale doveva essere garantito il completamento del restauro, la fruibilità
dell'edificio assieme alla proposta di un progetto culturale di prestigio e
l'assicurazione di mantenimento degli spazi. Si aggiungeva poi l'esigenza dei Musei
veneziani del reperimento di fondi per completare Palazzo Fortuny, aprire la sezione
contemporanea del Museo di Murano e ampliare gli spazi di Cà Pesaro per esporre le
opere conservate nei depositi58.
La volontà di costruire un sistema culturale concreto per la terraferma rimaneva
comunque primaria e doveva essere resa praticabile attraverso l'articolazione di piani
integrati tra i principali poli coinvolti. La proposta di iniziative qualificanti risultava
necessaria per affermare la funzione artistico-culturale che si cercava per l'entroterra
nella definizione di una prospettiva complementare rispetto alla proposta veneziana
che doveva essere implementata da azioni praticabili nel breve-medio periodo59. È
assodato ormai come uno dei principali problemi che ostacolarono sempre la
fattibilità e la buona riuscita dei progetti risieda nel tempo. Inquadrando la situazione
all'interno della fase di sviluppo delle idee, notiamo che queste non erano di nuovo
58
E. Tantucci, Candiani, museo e Forte Marghera. La cultura si concentra su Mestre, in “La
Nuova Venezia”, 25 novembre 2005.
59
M. Scattolin, “La sede della nuova biblioteca a Villa Erizzo”, in “La Nuova Venezia”, 5
novembre 2005
51
concepimento. Gli ambiziosi obiettivi di riprogettazione della terraferma risalgono
agli anni precedenti, tuttavia ci riserveremo di analizzarli nel recente periodo che
abbraccia l'ultimo decennio, in cui emergono i loro maggiori momenti di criticità,
assieme a quelli del nostro oggetto di studio. Procedendo nella trattazione, vedremo
come il passo successivo di implementazione e inizio dei lavori sia stato soggetto a
continui ritardi e revisioni che, ad oggi, devono ancora trovare una totale
concretizzazione.
Un posto rilevante nel clima generale di rilanci lo trovava anche la Galleria
Contemporaneo, la quale, nella nuova fase di produzione in cui si inseriva la
collaborazione con il Candiani, riservava una particolare attenzione al collegamento
tra la realtà mestrina e l'Europa orientale nell'ambito delle giovani sperimentazioni
emergenti. Nonostante la qualità delle sue proposte, nel clima generale di ristrettezza,
si trovò costretta a chiudere nel 2010 dopo le operazioni di alienazione effettuate
sull'immobile da parte del Comune. Volendone rispettare la programmazione se ne
assicurò la sopravvivenza ipotizzandone il trasferimento in una nuova sede, tra cui il
Candiani, di fatto però lo spostamento non fu mai attuato e si andò a perdere uno dei
possibili poli di riqualificazione.
A livello locale poi, il primato di raccordo fondamentale tra la terraferma e il centro
storico era mantenuto da Forte Marghera che doveva diventare il parco urbano
dedicato alle produzioni creative con la proposta di piani che cercassero la
collaborazione dei privati nella realizzazione del restauro dell'area. La Marco Polo
System che aveva in gestione gli spazi, cercava il supporto di associazioni e studi
professionali di architettura e competenti nel campo multimediale al fine di attrezzare
gli edifici adatti ad ospitare varie tipologie di eventi come fiere o i padiglioni della
Biennale.
L'altro grande nodo da sciogliere in merito al centro mestrino era legato alla
Biblioteca, inadeguata negli spazi di via Miranese, doveva essere inizialmente
traferita nella sede di Villa Querini. Anche in questo caso l'avanzamento dei lavori
non fu celere e dopo aver scartato l'ulteriore ipotesi di spostarla al Candiani, il
progetto venne completato solo nel 2013 con l'inaugurazione della nuova sede
52
nell'edificio storico mestrino di Villa Erizzo60, a seguito delle operazioni di
acquisizione avvenute nel 200761.
Proseguendo, secondo il bilancio di previsione dei progetti dell'anno di riferimento, il
processo di riqualifica e valorizzazione dell'area mestrina promosso dal Comune,
custode della scelta strategica, alla luce del gran numero di progetti aperti e dei
cantieri da mettere in atto, doveva attuarsi sull'impiego di risorse condiviso con gli
altri enti locali e con istituzioni pubbliche e private pronte a investire nel settore
culturale62. Il piano strategico che si stava delineando doveva passare per la
riqualificazione
strutturale
del
territorio
nel
perseguimento
dell'obiettivo
fondamentale di conferire a Mestre un ruolo prestigioso di città nuova e
all'avanguardia che fosse di riferimento per il Nord-est e per il paese. In generale, i
luoghi attorno ai quali ruotava la pianificazione erano:

Marghera e le zone limitrofe;

il nuovo ospedale e l'area dell'ex Umberto I;

il Toniolo;

il Bosco di Mestre;

il Candiani;

il progetto per la nuova via Vallenari, via Torino, via Vallon e il quartiere di
Tessera;

l'acquisizione di Villa Erizzo e il piano per l'area della Torre.
Contemporaneamente, a Venezia avanzavano i lavori per il riassetto dell'Arsenale,
Punta della Dogana e i progetti per il rilancio del Lido attraverso l'attività
congressistica e l'offerta rivolta a un turismo di eccellenza. Ancora erano previsti il
riutilizzo di importanti edifici quali l'ex caserma Manin, il cinema Rossini, la Scuola
Grande della Misericordia già ricordata, ed infine l'insediamento dell'Istituto Europeo
60
Ibidem.
61
62
2007.
M. Dianese, Il 3 luglio si firma per Villa Erizzo, in “Il Gazzettino”, 12 giugno 2007.
R. Turetta, Più soldi alla cultura, ora serve un sistema, in “La Nuova Venezia”, 15 marzo
53
di Design alla Certosa, l'incubatore di nuove imprese alla Giudecca e le case
destinate ai giovani a Sant'Anna di Castello63.
In questo stesso periodo, iniziava a essere considerato anche il progetto sul multisala
che avrebbe preso il posto dell'Arena scoperta del Candiani. L'operazione avrebbe
portato un ulteriore rilancio della struttura del Centro che, nonostante avesse vissuto
un riassetto generale delle attività con la nuova direzione, manteneva un posizione
marginale rispetto alle aspettative. Una delle cause era rinvenibile nel degrado in cui
riversava la zona circostante, con il progetto del multiplex finanziato dal gruppo
Furlan (proprietario dei cinema mestrini) si sarebbe prospettato il miglioramento
anche nella qualità di vita della zona. Il cinema, essendo legato alla struttura del
Candiani, con il quale avrebbe dovuto costituire un unico polo attrattivo di
produzione e aggregazione, faceva parte a tutti gli effetti del programma di
rinnovamento previsto e avrebbe contribuito alla formazione del Distretto Culturale
di cui sarebbe stato punto cardine insieme all'area dell'ex Umberto I in fase di
ideazione, Villa Erizzo sede della biblioteca e il complesso di via Poerio nel quale si
sarebbe edificato il Museo di Mestre. L'idea del distretto doveva essere resa possibile
con una rete di luoghi organizzati a sistema che rispondessero all'ambiente in modo
creativo e dinamico, attraverso l'utilizzo di mezzi innovativi.
Su questi principi era anche concepito il Museo del Novecento, il quale, oltre a
ricostruire la storia di Mestre, doveva seguire l’esempio dei grandi musei
contemporanei nell’offerta di nuove soluzioni espositive, grazie all'ausilio della più
recenti tecnologie64. Analizzeremo in seguito più approfonditamente la questione M9
nell'ambito della riqualifica della terraferma e nel rapporto con il Centro Candiani,
intesi come punti focali nel riordino delle politiche culturali nel contesto territoriale
di riferimento.
Per Mestre si prospettava una duplice scommessa, da un lato, rivolta alla formazione
della nuova identità cittadina, forte e all'avanguardia; dall'altro, indirizzata, assieme a
Marghera, ad assumere un ruolo complementare e di sostegno alla realtà veneziana,
63
M. Cacciari, “Scommettiamo sul futuro di Venezia e Mestre”, in “La Nuova Venezia”, 30
dicembre 2007.
64
G. Bertasi, Museo, progetto pronto tra due mesi. “In via Poerio la regia per le altre sedi”,
in “Corriere Veneto”, 28 ottobre 2007.
54
mantenendo la prospettiva proiettata futuro. Come abbiamo visto, le grandi
trasformazioni che interessavano la terraferma prevedevano il recupero delle aree
storiche, il ridisegno del centro, compresa piazza Barche e il recupero della zona
dell'ex ospedale adiacente al Candiani. Nel complesso, ogni intervento era misurato
al fine di perseguire tanto la conservazione della memoria storica nella prospettiva
identitaria della comunità, quanto lo sviluppo contemporaneo rivolto a rimodellare il
polo cittadino per farne emergere le potenzialità e le specificità come esempio di
metropoli europea65.
La ricchezza del territorio in questione, a cavallo tra la dimensione storica e la
vocazione sperimentale, risultava un punto di forza unico che doveva essere
sostenuto dalle istituzioni attraverso una pianificazione dedicata ad iniziative di
carattere emergente in grado di completare l'offerta con nuovi linguaggi.
Coerentemente al contesto delle aree di interesse sarebbe stato necessario sviluppare
delle sinergie efficaci tra le attività degli enti, pubblici e privati, per guardare
unitamente nella stessa direzione nella sfera di distribuzione degli impegni, sia nella
pianificazione dei programmi, sia nel reperimento di risorse. Il distretto delineato
doveva concretizzarsi attraverso una serie di acquisizioni che interessavano l'area del
centro mestrino. Primo fra tutti, l'intero complesso compreso tra via Poerio, via
Brenta Vecchia e via Pascoli, rilevato dalla Fondazione di Venezia e sede del futuro
Museo del Novecento. Considerata la posizione centrale, cuore dell'area cittadina,
avrebbe dovuto assumere un ruolo culturalmente forte quale polo di aggregazione e
crocevia dell'intera rete. Ad esso si sarebbero dovuti integrare gli altri punti di
riferimento locali strettamente connessi e posti in relazione dall'effettivo percorso
urbano. Il Candiani sarebbe stato in diretta comunicazione con il Teatro Toniolo, che
a sua volta si sarebbe trovato in posizione contigua rispetto al Museo. Da qui sarebbe
risultato immediato il passaggio verso la Biblioteca di Villa Erizzo. La posizione
strategica del museo, forte nella sua centralità, avrebbe contribuito a rivitalizzare
interamente la zona in un ottica di produzione e offerta culturale. Accompagnata da
un insieme di servizi rivolti alla comunità e grazie alla vicinanza con altre istituzioni,
65
2008.
G. Bertasi, “Mestre, tanti errori ma il futuro non va temuto”, in “Corriere Veneto”, 16 aprile
55
lo avrebbero fatto diventare luogo di frequentazione privilegiato 66. Nel proseguire
nella descrizione dello sviluppo del circuito culturale della terraferma, oggetto della
riqualifica in atto, un ulteriore tassello fondamentale che coinvolge il Candiani è la
progettazione del multisala che, come già accennato, avrebbe dovuto risollevarne
nuovamente le sorti. Se i punti di maggior forza in prospettiva dovevano essere il
Museo di via Poerio e la nuova biblioteca di Villa Erizzo, a sua volta anche il Centro
avrebbe subito le modifiche necessarie per assumere un ruolo attivo nella rete67.
Arrivati al 2009, sicuramente erano stati fatti dei passi avanti rispetto al tempo della
sua inaugurazione e la struttura aveva già vissuto una fase di rilancio per ordinare le
attività e la programmazione delle stesse all'interno di un percorso definito da
seguire. Questa fase di riassetto aveva preparato il terreno di inserimento nei piani di
riqualifica complessiva, tuttavia molte delle prospettive poste inizialmente erano
andate perdute per i problemi considerati in precedenza. Nell'osservare più da vicino
la questione aperta sulla costruzione del multisala, tralasciando le vicende in merito a
ritardi e accordi presi per la realizzazione, faremo emergere la rilevanza che ha avuto
il progetto in termine di valorizzazione e rilancio dell'area, a completamento del
discorso portato avanti finora.
L'idea iniziale risalente al 2007, coerentemente alle scelte in materia di riassetto delle
attività del Centro, prevedeva che il cinema fosse edificato al posto dell'Arena
esterna, mai diventata il nuovo teatro mestrino dopo il Toniolo, secondo il progetto
originale della struttura. Dopo un periodo di fermo, nel 2009 furono riaperte le
proposte e il dialogo con il privato che avrebbe finanziato l'opera, trovando l'effettiva
conclusione del cantiere e messa in opera delle sale nel dicembre 2013. I contributi
del progetto ai piani di riqualifica sono riconducibili a tre aspetti fondamentali e
interdipendenti tra loro. In primo luogo, esso dava l'occasione di bonifica dell'area
degradata intorno al Candiani. Nella revisione del centro cittadino, la zona doveva
rinascere come luogo fruibile e di collegamento verso gli altri poli culturali, il cui
passaggio era reso possibile dai lavori predisposti per aprire il passaggio diretto tra
Candiani e Toniolo attraverso Galleria Barcella e il rinnovamento della piazza di
66
M.D., Così nascerà il Distretto della Cultura, in “Il Gazzettino”, 4 ottobre 2008.
67
Candiani, oltre 133 mila utenti nel 2008. Primato in terraferma, in “La Nuova Venezia”, 28
gennaio 2009.
56
fronte al Centro. Nel ridimensionamento urbano, il nuovo punto d'attrazione
diventava un ulteriore momento di rilancio per lo stesso Candiani che aveva modo di
presentarsi al pubblico sotto una veste appetibile e accattivante che lo allontanasse
dal desolante destino di “cattedrale nel deserto”. La nuova offerta cinematografica,
accompagnata a quella di numerosi servizi, avrebbe dovuto finalmente far vivere la
struttura attraverso un incremento dei visitatori. Infine, una tale operazione doveva
necessariamente condurre a una revisione della destinazione d'uso degli altri luoghi
dedicati alla cultura. In vista delle nuove sale a disposizione, quelle all'interno
dell'edificio dell'Excelsior sarebbero state destinate ad attività commerciali e il
Cinema Corso sarebbe stato mantenuto dal Comune per ospitare l'attività teatrale,
oltre a quella del Toniolo.
Riassumendo, l'obiettivo principale perseguito dai piani di riqualifica territoriale
prevedeva la messa in atto di una nuova politica su Mestre e sulla terraferma che le
permettesse di perdere il ruolo secondario e periferico rispetto a Venezia. Essa
doveva spiccare per la sua ricerca rivolta al contemporaneo sostenuta da fitte sinergie
tra le istituzioni, utili a creare un'offerta valida e competitiva che fosse riconosciuta a
livello nazionale ed identificativa della realtà di produzione. I principali nodi
culturali coinvolti attivamente nel raggiungimento di tali scopi possono essere
raggruppati in due aree, quelli appartenenti al progetto strategico di riqualificazione
del centro mestrino quali il Centro Culturale Candiani, la Biblioteca di Villa Erizzo,
il Teatro Toniolo e il futuro Museo del Novecento; affiancati dal complesso di
connessioni urbane con la realtà veneziana individuabili nell'area di San Giuliano e
di Forte Marghera, con relativo riferimento all'intera area industriale compreso il
Vega con il Parco Scientifico Tecnologico. Non è da dimenticare inoltre il ruolo di
collante svolto dalla nuova sede universitaria di via Torino, cuore dell'attività di
ricerca. Questa potrebbe essere considerata come un ponte diretto a implementare
tanto le iniziative della dimensione storica lagunare, quanto quelle dell'entroterra al
contemporaneo. Strettamente uniti fra loro, i poli culturali avrebbero potuto portare
avanti il rilancio complessivo grazie all'organizzazione coordinata degli eventi.
Questa si proponeva anche come soluzione all'onnipresente problema della scarsità
delle risorse. All'interno della rete si sarebbero potute instaurare collaborazioni con
gli enti privati per sostenere le strategie di programmazione delle istituzioni.
57
In ultima analisi, sulla scia di quanto osservato, l'obiettivo del periodo più recente è
rivolto al processo di rigenerazione, in cui Mestre vuole collocarsi come cuore attivo
e pulsante, a cui il distretto creato tende a elevarsi per formare la città metropolitana.
Nel riordinare ciò che è stato detto finora vediamo come le linee di intervento
tracciate siano parte della gestione del Piano Strategico e sviluppo locale promosso
dall'Amministrazione. L'opera di riqualifica culturale della terraferma rientra nella
panificazione strategica che si intendeva adottare per avviare il processo di
modernizzazione e sviluppo previsto nel periodo 2004-2014 per Venezia. Le priorità
indicate dal piano prevedevano gli ambiti di maggiore intervento nella
trasformazione di Porto Marghera, la nuova città di Mestre, Venezia solidale e
Venezia culturale68. Come si evince dai documenti, le leve di sviluppo del piano
strategico sono costruite sulla prospettiva di innovazione sulla scorta di un lavoro
rivolto all'individuazione di modelli di successo attuati in altre città. Nel rapporto dei
risultati di crescita ritenuti applicabili e derivanti da ciò che è stato sperimentato
negli altri casi, non si rinuncia a misurarne le caratteristiche in relazione alle
specificità del nostro contesto locale che si vuole valorizzare. Pensato come nuovo
strumento di governo della realtà cittadina si pone obiettivi di medio lungo periodo
rivolti a implementare i caratteri di modernità, dinamicità e competitività del
territorio. In questa prospettiva l'attenzione non è rivolta solamente alla creazione di
un sistema complesso fortemente relazionato al suo interno, ma vuole essere altresì
proiettato verso l'esterno a livello nazionale e internazionale. Non solo, nel definirne
gli obiettivi, risulta fondamentale per quanto detto in precedenza, la volontà di creare
una città “capace di generare dai suoi punti di forza (turismo, cultura, ecc.) e dalla
soluzione dei suoi problemi (ambiente, salvaguardia, ecc.) nuove potenzialità di
sviluppo”69. Inserito all'interno di questa più ampia pianificazione, il valore del
processo di riqualifica culturale prima descritto risulta estremamente importante nella
68
Piano Strategico Città di Venezia. Gestione del Piano strategico e sviluppo locale:
esperienze a confronto. Venezia, 11 novembre 2005, verbale dell'incontro a cura di Direzione
Programmazione e Controllo e Pianificazione strategica Area Pianificazione Strategica, Venezia,
febbraio 2006.
69
Parte Prima. Il Piano Strategico di Venezia 2004- 2014. I contenuti e l'efficacia formale ed
operativa, le modalità di implementazioe e gestione, in “Documento n.2. Il caso di Venezia. Le
strategie di sviluppo della città e la struttura preposta alla gestione del Piano strategico 20042014”,pp.1, in Piano Strategico città di Venezia, Gestione del Piano strategico e sviluppo locale:
esperienze a confronto, Venezia, 11 novembre 2005.
58
rigenerazione delle risorse materiali e immateriali che costituiscono il patrimonio di
Venezia e della terraferma.
2.1.1 Uno sguardo al futuro: il ruolo assunto dal Centro
Culturale Candiani e dal progetto del Museo del Novecento
all'interno dei piani di riqualifica culturale della terraferma
Nel parlare della riqualifica territoriale è utile fare riferimento al rapporto tra il
Centro Culturale Candiani e il progetto dell'M9. Il Museo del Novecento si configura
come una delle tappe essenziali per il percorso storico mestrino, fondata su uno degli
interventi urbanistici e culturali più importanti che coinvolgono la città. Innanzitutto,
è interessante rilevare l'impatto simbolico che il progetto assume nei confronti della
dimensione cittadina nel processo di rigenerazione urbana. Il valore della proposta di
M9 è da intendersi, alla luce della visione d'insieme prima delineata, come
un’ulteriore punto di connessione tra le realtà che formano il disegno dell'identità
cittadina locale in prospettiva metropolitana70.
Come perno dell'intera strategia culturale, il progetto racchiude la prospettiva di
svolta che si è andata ricercando nel tempo. Infatti, si caratterizza per l'assetto
fortemente innovativo e sperimentale nella concezione della produzione e della
gestione, aperta ai modelli culturali contemporanei di livello internazionale per
offrire al pubblico un luogo di esperienza esclusivo. La trasformazione messa in atto
da M9 si fonda sulla riqualificazione di spazi già esistenti, sfruttati nelle loro
funzioni e potenzialità inespresse. Organizzato sulla concezione di City District71 e
concepito sul modello delle realtà culturali internazionali più all'avanguardia, vuole
essere la chiave del rinnovamento urbano determinata da variabili di varia natura:
architettoniche, artistiche, sociali, storiche, economiche e strategiche. Il cuore del
progetto risiede nel concetto di modernità avanzato ed elaborato da Matthias
70
G. Scaramuzza, L’approvazione dell’M9 tappa importante per Mestre, in “La Nuova
Venezia”, 17 luglio 2012.
71
L. Hutton, M. Sauerbruch, L'architettura di M9 e P. Lucchetta, L'innovazione degli spazi
retail nell'M9 “City District”, in “M9 Transforming the city”, catalogo della mostra a cura di C. De
Michelis, G.Guerzoni, L.Hutton e M.Sauerbruch, P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di
Venezia), Marsilio editore, Venezia 2014.
59
Sauerbach e Louisa Hutton, secondo il loro pensiero architettonico sulla città
contemporanea intesa come “paesaggio”72. Nella concezione delle diverse realtà, in
relazione al loro complessivo contesto ambientale esistente, essi vi introducono
contenuti nuovi nel rispetto dell'autenticità del luogo73. In virtù del caso mestrino, la
lacuna a cui si vuole porre rimedio deriva dalla mancanza di uno spazio museale che
identifichi il grande centro abitato.
Nella sua realizzazione si prevede la creazione di un sistema autosufficiente,
sostenuto da una rete di interconnessioni dinamiche e una proposta culturale museale
non tradizionale, aperta alle nuove possibilità secondo la concezione di edutainment,
su cui vengono costruiti i più grandi centri culturali contemporanei. La
multifunzionalità e multidisciplinarietà supportata dalle nuove tecnologie a
fondamento di questo modo di fruizione, trovano coerente sviluppo nel riutilizzo
degli spazi, ripensati per essere vissuti in risposta ai bisogni specifici dei cittadini74.
Se da un lato la portata innovativa del progetto si trova in linea con le aspettative sul
nuovo disegno della terraferma, dall'altro, vediamo come la modernità dei contenuti
sia del tutto simile alla prospettiva del Candiani all'epoca della sua concezione ed
inaugurazione. Nell'aprire il confronto tra le due istituzioni, ci interroghiamo su
quale potrà essere il futuro del Centro una volta che l'M9 sarà in funzione e, ancora,
quale sia il destino del Museo sulla scorta delle vicende passate del Candiani. La
vocazione internazionale del museo e l'offerta dedicata all'indagine del passato e
della storia della città, unite all’apprendimento del presente e all’apertura
all’evoluzione futura, sono la fonte primaria da cui prendono avvio le attività.
L'articolazione degli spazi avviene su tre livelli che ospitano rispettivamente:
l'esposizione permanente, un auditorium accompagnato da una Mediateca e da
un'aula dedicata ai laboratori didattici e formativi; infine, uno spazio espositivo
polifunzionale all'avanguardia. Quest’ultimo sarebbe riservato a eventi espositivi
72
L. Hutton, M. Sauerbruch, L'architettura di M 9e J. Tietz, Interazioni. Città e architettura
nell’opera di Sauerbruch Hutton, in “M9 Transforming the city”, catalogo della mostra a cura di C.
De Michelis, G.Guerzoni, L.Hutton e M.Sauerbruch, P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di
Venezia), Marsilio editore, Venezia 2014.
73
Ibidem.
74
C. De Michelis, La città metropolitana e la rigenerazione urbana di Mestre, in M9
Transforming the city, catalogo della mostra a cura di C. De Michelis, G.Guerzoni, L.Hutton e
M.Sauerbruch, P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di Venezia), Marsilio editore, Venezia
2014.
60
temporanei di varia natura, rivolti a considerare gli ambiti disciplinari meno
frequentati e organizzati con fondi pubblici, seguendo una programmazione di tre
mostre all'anno.
Nell'analisi dell'offerta, risulta interessante osservare il testo che esamina i contenuti
del Museo all'interno del catalogo M9 Transforming the City, redatto dalla
Fondazione di Venezia in occasione dell'esposizione organizzata per la Mostra
Internazionale di Architettura della Biennale 2014, dov'è stato illustrato il progetto
finito. In merito agli obiettivi e per supportare quanto detto finora, si è affermato che:
“L'ampiezza e la diversità delle funzioni descritte miscelano la volontà di non creare un museo
tradizionale, né di costruire un'istituzione consacrata alla celebrazione delle tradizioni locali. Al
contrario, l'allestimento dell'esposizione permanente, le attività espositive temporanee e il palinsesto
culturale sono fortemente orientati alla comprensione del presente e alla riflessione sul futuro. M9 è
un centro di interpretazione, un polo di produzione culturale vivo, un soggetto attivo, capace di
assumere e difendere posizioni intellettuali anche scomode, producendo nuovo contenuti, suggerendo
scenari e visioni, stimolando il senso critico, proponendo interpretazioni di quanto succede oggi e di
quanto succede oggi e potrà accadere domani” 75.
Ad esclusione dell'allestimento permanente, possiamo ritracciare diversi punti in
comune con le idee che indirizzavano le attività del Candiani ai suoi esordi.
Innanzitutto emerge il carattere polifunzionale della struttura, connesso a un elevato
numero di iniziative diversificate che sfruttano le potenzialità delle nuove tecnologie
e della multimedialità come porta verso il futuro. In questa riflessione, troviamo una
similitudine con le prospettive che il Centro Candiani si proponeva all’epoca e per il
contesto in cui era stato inaugurato. Ancora, vediamo l’intenzione di costituire un
polo attivo di produzione, evidenziandone il carattere di dinamicità, comune a
entrambi. L'utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici nella prospettiva di sviluppo
dell'edutainmant76,rispecchiano, in modo attuale, quello che il Candiani proponeva a
uno stato ancora embrionale. La soluzione dell'interattività, qui concepita come
offerta di fruizione personalizzabile, si pone nella stessa ottica di stimolo alla
creatività e di apprendimento con cui erano sviluppate le iniziative multimediali nel
75
G. Guerzoni, Contenuti e modalità di fruizione degli spazi espositivi di M9, in “M9
Transforming the city”, catalogo della mostra a cura di C. De Michelis, G.Guerzoni, L.Hutton e
M.Sauerbruch, P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di Venezia), Marsilio editore, Venezia
2014.
76
Ibidem.
61
primo caso. L'area didattica ed educativa organizzata in workshop e laboratori,
necessaria in un'istituzione di natura culturale, è sicuramente un punto di
convergenza. Tuttavia, sulla base di queste considerazioni, c'è da domandarsi in che
modo le due sedi possano coesistere e collaborare senza che il nuovo polo museale
soffochi la proposta ancora attiva del Candiani. Nell'osservare questi punti, vediamo
come la prospettiva del Candiani sia destinata a cambiare sempre di più fisionomia.
Ipotizzando la buona riuscita del progetto M9 e la realizzazione di tutte le attività
predisposte, il bacino d'utenza sarebbe facilmente dirottato alla nuova sede che si
trova ad essere un nuovo polo d’aggregazione per la comunità. Notiamo che la
funzione di M9, come ogni istituzione museale in senso tradizionale del termine,
rivolta alla conservazione e alla valorizzazione della memoria dell'identità di un
luogo e di una collettività, sia la stessa alla quale il Candiani doveva rispondere
provvisoriamente. Fin dall'inizio, erano risultate chiare le difficoltà nell'affermazione
della struttura all'interno del territorio e nonostante i numerosi tentativi di recupero
non era stata trovata una soluzione vincente. Solo con il progetto del multiplex si è
riusciti a stabilire una posizione di richiamo più costante e meno marginale in termini
di visibilità e offerta. Nel considerare la portata fortemente riqualificante che ci si
aspetta dal nuovo museo rimane un punto interrogativo su come muteranno le
proposte culturali delle istituzioni circostanti.
2.2 La produzione del Centro Culturale Candiani e il
confronto con stakeholders e competitors
Dopo aver delineato il contesto di evoluzione del Centro e il suo posizionamento
territoriale, ci apprestiamo ad analizzare i risultati ottenuti e in che termini la sua
produzione si sia inserita nella complessità del quadro descritto. Rifletteremo sulle
attività svolte nel corso degli anni contestualizzandole nel territorio in base alla loro
tipologia e in relazione alla rete di produttori e fruitori dell'ambiente circostante.
62
Attraverso la nostra ricerca ci proponiamo di ottenere un riassunto chiaro ed
esaustivo della prospettiva di offerta del Candiani, riflettendo sulle scelte della
programmazione e cercando di definirne il ruolo culturale assunto nel corso degli
anni evidenziandone i tratti rilevanti. Rifletteremo dunque sul rapporto di
collaborazione e competizione con gli altri operatori del settore e vedremo in che
termini è avvenuto il posizionamento del Centro come centro di produzione.
Per giungere alle nostre conclusioni ci serviremo dei dati rinvenuti nei Rapporti sulla
Produzione Culturale stilati dalla Fondazione di Venezia dal 2004 e provenienti dal
materiale raccolto dal sito www.agendavenezia.org
77
sugli eventi culturali presenti a
Venezia e in terraferma. Nel procedere, terremo a costante riferimento gli spunti di
riflessione forniti dai documenti stessi. Innanzitutto è da chiarire in che termini venga
considerato l'oggetto d'analisi e in che modo risulti coerente alla nostra ricerca.
Lo strumento dei Rapporti è nato in vista dello sviluppo crescente del settore degli
eventi. Questi, affiancando l'offerta di iniziative permanenti, costituiscono sempre di
più una parte importante delle produzioni culturali esistenti. Questo tipo di attività ha
da sempre caratterizzato la programmazione del Candiani e per questo diviene
fondamentale l'analisi del settore per comprendere quale posizionamento abbia
assunto nel tempo il Centro rispetto a stakeholders e competitors. L'utilizzo dello
strumento di monitoraggio ideato dalla Fondazione di Venezia ci permette di avviare
le nostre considerazioni sulla base di dati concreti. Restringeremo qui il nostro
campo d'azione focalizzandoci sulla prospettiva del nostro oggetto di studio
adottando alcune delle classificazioni realizzate dai rapporti come riferimento utile
all’analisi.
Gli eventi di carattere temporaneo considerati, inseriti all'interno del bacino
complessivo di produzione culturale del territorio, sono riordinati sulla base di
distinte categorie all'interno delle quali vengono successivamente differenziati per
77
“Sito prodotto dalla Fondazione di Venezia, gestito dalla società Sistema e promosso nel
2000 dalla Fondazione Venezia 2000 come possibile strumento di gestione degli eventi in realazione
al Giubileo”. Come chiarito ancora nel testo citato: “ oltre a documentare in modo aggiornato l'agenda delle manifestazioni e iniziative culturali e ricreative, ha consentito di censire gli eventi che si
svolgono a Venezia, oltre ad evidenziare chi li produce, quali sono e come vengono utilizzati i luoghi
destinati ad ospitare le diverse manifestazioni”. (F. Sbetti, M. Bertoldo, Parte prima. Rapporto sulla
Pruduzione Culturale a Venezia, in “”La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i
fruitori. Primo rapporto” , maggio 2004, p. 9).
63
tipologia. I dati quantitativi che ci riserveremo di riassumere ci permetteranno di
riflettere analiticamente sulle iniziative di carattere non permanente prodotte dal
Centro, sulle quali si concentra la nostra attenzione. Volendo giungere nei capitoli
successivi a una disamina approfondita delle scelte artistiche e curatoriali dell'attività
espositiva dell'istituzione, a questo punto della trattazione ci torna utile considerarle
sulla base di stime effettuate in termini di numero di eventi prodotti per capirne la
rilevanza all'intero del settore di riferimento. Il sistema degli eventi che i Rapporti
intendono indagare, è rilevato sulla scorta del ruolo specifico assunto all'interno della
città sia in termini di singole manifestazioni, sia nella loro totalità, facendone
emergere il valore nel contesto economico e di fruizione del territorio78. Procedendo
in questo modo, sulla base delle attività, è possibile delineare l'intero universo di
produttori, fruitori e luoghi della cultura locale all'interno del quale si inserisce anche
il Candiani. Le rilevazioni dei Rapporti di cui ci serviremo, indagano la situazione
degli eventi nel territorio a partire dal 2003 (con il primo Rapporto sulla produzione
del maggio 2004). E' necessario premettere che, come affermato dal Rapporto stesso,
gli indici quantitativi di riferimento non rispecchiano parametri qualitativi,
specialmente nel nostro ambito di interesse, dove spesso non è la quantità numerica a
fare la differenza tra un evento e l'altro. Tenendo conto di ciò, cercheremo dunque di
analizzare il nostro caso all'interno del quadro territoriale sulla base della produzione
delle attività temporanee.
Riportiamo qui la tabella di classificazione degli eventi a cui si fa riferimento nei
Rapporti per chiarire la materia di indagine:
Arti Visive
Musica
Teatro
Danza
Rassegne cinematografiche
Tipologia Tipi di eventi
Mostre ed esposizioni di pittura, scultura,
fotografia, architettura, installazioni
Concerti di musica classica, moderna, popolare,
jazz, opere liriche
Teatro tradizionale, spettacoli di marionette,
teatro avanguardia
Spettacoli di danza classica e moderna, teatro
danza
Rassegne di cinema di genere, in lingua
78
Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.
Primo rapporto, maggio 2004.
64
Tradizioni veneziane
Eventi religiosi
Sport
Conferenze e convegni
Fiere e mercati
straniera, personali di registi o paesi
Festa del Redentore, Madonna della Salute,
Regata Storica, Carnevale, Vogalonga, Venice
Marathon, Premio Campiello, Su e So per i
ponti
Celebrazioni religiose
Partite di calcio, regate remiere e regate di vela,
scherma, golf
Conferenze, convegni, incontri culturali,
presentazione di libri, film, spettacoli
Navalis, Salone dei Beni e delle Attività
Culturali, Bica, Venice International Television
Festival
Tabella 2.2.1. Classificazione degli eventi temporanei riportata nel Primo Rapporto sulla Produzione
Culturale a Venezia del 2004. (Fonte: F. Sbetti, M. Bertoldo, Venezia centro di produzione e
rappresentazione culturale, in “”La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.
Primo rapporto”, maggio 2004, p. 12).
Indicati gli eventi di cui ci occuperemo nella ricerca, è necessario presentare allo
stesso modo la sfera dei produttori al fine di comprendere la dimensione dei
competitors rilevanti del Centro Culturale. Consideriamo innanzitutto gli enti
presenti nel loro complesso ritenendo come valida la distinzione del Rapporto in
cinque macro gruppi:
Grandi
Medio-grandi
Medio-piccoli
Piccoli
Organizzatori occasionali
Oltre 100 eventi all'anno: il Comune con le sue
diverse strutture culturali, associative e museali,
l'Università Cà Foscari, l'Azienda di
Promozione Turistica, la Fondazione la
Biennale di Venezia, l'Istituto Universitario di
Architettura
I Musei Civici, la Fondazione Teatro la Fenice e
la Fondazione Giorgio Cini;
Tra 10 e 25 manifestazioni all'anno: Fondazioni
di carattere culturale come la Bevilacqua la
Masa, la Guggenheim e la Levi, società sportive
come il Venezia Calcio e società ricreative come
il Casinò
Es. l'archivio Luigi Nono, il Teatro Goldoni e la
Venice International University;
Nell'anno o comunque come mission non sono
indirizzati alla produzione culturale, es. alcune
ambasciate straniere, l'Archivio di Stato
Tabella 2.2.2. Classificazione degli organizzatori di eventi adottata nel Primo Rapporto sulla
Produzione Culturale a Venezia del 2004. (Fonte: F. Sbetti, M. Bertoldo, Venezia centro di produzione
e rappresentazione culturale, in “La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.
Primo rapporto”, maggio 2004, p. 14).
65
Sulla base di queste premesse cercheremo ora di descrivere la relazione tra il Centro
Culturale Candini e territorio in cui è collocato, sulla scorta dei dati raccolti vedremo
come sia avvenuto il suo posizionamento all'interno della prospettiva di produzione
in rapporto alla terraferma e al centro storico.
Per semplificare l’analisi, inizialmente ci serviremo dei dati forniti dal Primo
Rapporto per indagare le premesse di riferimento per il settore al momento del suo
avvio nel biennio compreso tra il 2002 e il 2004. Dopo aver accennato a questa prima
fase, ci soffermeremo ad osservare l’evoluzione complessiva avvenuta nell’ultimo
decennio e come il Centro Culturale Candiani si sia inserito in questo sviluppo nei
suoi momenti critici di inaugurazione e rilancio. Il Decimo Rapporto, il più recente
riferito all’anno 2012, ci fornirà delle informazioni utili relative al contesto di
crescita generale. All’occorrenza integreremo anche i dati presenti negli altri
Rapporti al fine di ottenere una descrizione completa facendo emergere i tratti
fondamentali della questione. L’indagine che ci proponiamo risulta valida per
chiarire ulteriormente la relazione tra Venezia e la Terraferma definita sulla base del
confronto di dati concreti. Per ricostruire la dimensione della produzione degli eventi
nella sua complessità e per indicarne al contempo il legame che il Candiani ha con
essa, riprenderemo le determinanti utilizzate dagli stessi rapporti come strumento di
indagine. Procederemo analiticamente in questa direzione e valuteremo gli indicatori
utili per comprendere:
 la rilevanza del settore eventi nella totalità dell’offerta culturale attraverso
l’analisi dei principali organizzatori e come questi si siano distinti nel corso
degli anni;
 le modalità con cui avviene la produzione degli eventi osservando la
distribuzione territoriale dei luoghi che li ospitano e quali siano le sedi
privilegiate a tale scopo;
 lo spessore assunto dalle diverse categorie di eventi nell’intero periodo
considerato e relativo sviluppo;
 i principali target a cui generalmente si è indirizzata la proposta degli eventi.
66
2.2.1 La produzione culturale nella fase iniziale
Complessivamente, all'inizio della sua attività il Centro si inseriva in un contesto di
crescita esponenziale degli eventi a Venezia che tra il 2002 e il 2004 aveva visto un
aumento sostanziale da1222 a 1838 manifestazioni, con un passaggio intermedio di
1500 produzioni nel 200379. Considerando nel dettaglio quest'ultimo anno, nonché il
primo soggetto al Rapporto, vediamo come le tipologie di manifestazioni a prevalere
sul territorio siano gli eventi temporanei (90%) all'interno delle quali troviamo
conferenze e convegni (30,5%), musica (21,3%), rassegne cinematografiche (15,3%),
teatro (13%) e mostre (10,6%)80.
La distribuzione degli stessi all'interno del territorio vede al primo posto il centro
storico che predomina con il 78,6%, seguito da Mestre (16,1%), Lido (3,6%) e Isole
(1,7%).
Per numero di eventi organizzati a Venezia la parte preponderante risulta essere
quella relativa all'attività convegnistica con il 33,8% , affiancata da quella musicale
per il 21,5%.
All'interno della terraferma invece gli eventi di punta sono ripartiti rispettivamente
tra manifestazioni teatrali, musica e rassegne cinematografiche. Queste ultime
risultano essere il campo maggiore di offerta nell'area del Lido mentre nelle isole
rispondono con una preponderanza di conferenze e mostre sulle arti visive81.
Risulta rilevante notare come nella classifica delle strutture ospitanti gli eventi
considerati, spicchi al primo posto per numero di iniziative il Centro Culturale
Candiani. In ordine poi si trovano la Videoteca Pasinetti, l'Ateneo Veneto, il Teatro
Malibran a Venezia e il Toniolo a Mestre82.
Se nella distribuzione totale delle manifestazioni in centro storico è indicata un
intensa diffusione di luoghi di offerta, il Centro Culturale Candiani da poco aperto,
79
Grafico 1 in Appendice.
80
F. Sbetti, M. Bertoldo, Venezia centro di produzione e rappresentazione culturale, in “La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Primo rapporto”, maggio 2004, p.
14.
81
Ibidem, p. 19.
82
Tabella 1 in Appendce.
67
assieme al Teatro Toniolo risultano gli unici due poli che gli fanno da controparte in
terraferma83.
Relativamente ai settori di interesse descritti nella Tab.2.2.1 vediamo emergere la
presenza del Centro negli ambiti delle arti visive e della musica. Nell'incremento di
produzione di eventi registrato nel periodo di riferimento è notevole l'inserimento del
Candiani all'interno del settore culturale in quanto principale punta di concorrenza
alle grandi istituzioni dell'area storica veneziana quali le Università, la Biennale, la
Fenice e la Fondazione Cini oltre alle altre strutture comunali e quelle in fase di
crescita come i Teatri, il Cinema Giorgione, la Querini Stampalia e ancora l'Ateneo
Veneto e l'Auditorium Santa Margherita84. Osserviamo che la tendenza in questo
momento iniziale del Centro Culturale Candiani nell'affermare il suo primato in
terraferma si rivela solo nella sua natura di contenitore di eventi. La produzione degli
stessi è strettamente legata a quella del Comune di Venezia, primo organizzatore fra
tutti e inteso nelle sue molteplici strutture tra cui il Centro è compreso.
Dal Quarto Rapporto relativo al 2006, esso comparirà anche tra gli organizzatori,
evidenziandone il cambio di direzione coincidente con la fase di rilancio della
attività85. Con l’ordinamento della sua programmazione il Candiani troverà un posto
privilegiato anche nella dimensione dei produttori facendo emergere ulteriormente la
sua propensione verso tutte le tipologie artistiche delle iniziative.
2.2.2 L’evoluzione del contesto di produzione culturale dal
2004 al 2012
Come abbiamo già sottolineato i Rapporti sono strumenti utili per considerare gli
eventi temporanei prodotti nel territorio dal punto di vista della quantità, degli
organizzatori e dei luoghi in cui sono realizzati. Nel corso degli anni la tendenza
all’incremento del settore rilevata inizialmente è andata via via confermandosi sotto
83
F. Sbetti, M. Bertoldo, Venezia centro di produzione e rappresentazione culturale, in “La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Primo rapporto”, maggio 2004,
pp.19-24.
84
Tabella 1 in Appendice.
85
Tabella 3 in Appendice.
68
molteplici aspetti. In primo luogo se consideriamo il numero degli eventi prodotti
all’interno del Comune di Venezia vediamo una costante crescita che ha portato da
1500 eventi prodotti nel 2003 a 2844 nel 2012 e 2700 nel 2013, attestando quasi un
raddoppiamento delle manifestazioni86. L’andamento di costante evoluzione ha
investito anche i diversi ambiti delle iniziative portando alla crescita e al
consolidamento delle cinque principali aree di interesse: arti visive, musica, teatrodanza, rassegne cinematografiche, conferenze e convegni.
Nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007 a fronte dell’incremento dei diversi settori
emerge lo scarto vissuto dalle arti visive tra il 2006 e il 2007 che da 198 passano a
226. Qui emergere la presenza decisiva della Biennale d’Arte che, grazie anche ai
numerosi eventi collaterali, incide in modo ciclico nella produzione attraverso
l’alternanza della programmazione87. Considerando poi il quinquennio tra il 2008 e il
2012 la dinamica crescente dei vari settori si conferma nuovamente, rilevando però il
primato numerico di eventi prodotti in termini di Conferenze e Convegni, seguiti in
ordine da musica, arti visive, rassegne cinematografiche, teatro e danza88.
L’aggiornamento dell’ultimo anno contenuto nell’Undicesimo Rapporto registra una
stabilizzazione del settore causata dalla leggera discesa di rassegne cinematografiche,
conferenze e convegni, ridimensionandone l’evoluzione esponenziale89.
L’impatto di questo continuo incremento nel settore di eventi temporanei, è
confermato dalla crescita complementare degli organizzatori. La particolare
attenzione rivolta a questa parte dell’offerta sottolinea come essa diventi sempre più
importante a fianco della proposta permanente. Vediamo che le realtà coinvolte in
questo processo si differenziano per importanza, durata e grandezza emergendo in
una rete complessa, destinata a diventare sempre più fitta e aperta alla compresenza e
alla collaborazione. La partecipazione congiunta dei vari produttori è favorita in un
contesto così variegato come il territorio veneziano e la forte unicità che lo
caratterizza risulta la carta vincente per il successo. In questa prospettiva ritorna
importante poter stringere dei legami di collaborazione tra piccoli e grandi enti, per
86
Grafico 1 in Appendice.
87
F. Sbetti, M. Bertoldo, I caratteri della produzione, in “La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Quinto rapporto”, novembre 2008, p.45. (Tabella 2. in Apendice).
88
F. Sbetti, M. Bertoldo, I settori di specializzazione, in “La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Decimo rapporto”, dicembre 2013, p.41.
89
Tabella 2 in Appendice.
69
far vivere entrambe le dimensioni. L’incidenza significativa degli eventi è dunque
attestata tanto dalla loro crescita numerica, quanto da quella dei produttori che da 89
nel 2004 sono arrivati ad essere 315 nel 201290. Tra questi è possibile identificare
principalmente quattro gruppi di promotori che si differenziano per struttura e
modalità di lavoro:
 organizzatori dall’attività consolidata, caratterizzata dalla funzione culturale e
la cui produzione ammonta a uno o più eventi all’anno, si tratta di
Fondazioni, Università, teatri e associazioni internazionali operanti a livello
locale;
 promotori di eventi culturali tra i quali associazioni, istituti, fondazioni minori
e circoli che lavorano nell’ambito solo alcuni anni;
 produttori presenti nel Rapporto una sola volta, fanno parte enti e associazioni
aventi finalità diverse da quelle culturali, coinvolte eccezionalmente
escludendo una dimensione continuativa di partecipazione;
 nuovi entranti nel settore che ne denota la vitalità e dinamicità91.
Tutti questi operatori contribuiscono alla conformazione eterogenea della rete a cui
prima si faceva riferimento differenziandosi per struttura e attività. La prospettiva di
cooperazione e la complementarietà che lega i vari poli è rivolta alla creazione di
sinergie per organizzare le iniziative. Questo approccio, in grado di affiancare il
settore temporaneo alla proposta permanente e museale, risulta essere di grande
rilevanza strategica per lo sviluppo territoriale. Di pari passo troviamo anche la
crescita dell’indotto che giustifica il consolidamento delle professioni e delle attività
di supporto alla filiera culturale. Come spiegato nel Quarto Rapporto sulle
Produzioni Culturali, questo aspetto è dipeso dall’esternalizzazione di numerose
funzioni, prima gestite dalle istituzioni e poi affidate a soggetti terzi che lavorano tra
centro storico, terraferma e provincia. Attraverso l’indagine condotta da Rapporto, è
90
F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.
Decimo rapporto, dicembre 2013, p.11. (Grafico 2. in Appendice).
91
Ibidem, pp. 11-12.
70
stato verificato un incremento delle aziende che hanno sviluppato competenze e
mansioni a servizio degli organizzatori culturali e delle relative manifestazioni. Per
citare degli esempi, tra le attività di supporto più rilevanti troviamo quelle relative al
servizio tecnico di commercio, produzione e noleggio degli impianti e apparecchi, di
scenografia e realizzazione dei costumi, o ancora quelli relativi a sicurezza,
pubblicità e ristorazione. La crescita di questo settore è stata dimostrata ulteriormente
dalla sua struttura ramificata, sostenuta dalle fitte relazioni di collaborazioni
intraprese non solo con gli enti culturali, ma anche tra le aziende stesse e confermata
dalle molteplici attività svolte, evidenziandone la natura “multiservizi” per cui si
caratterizzano. Relativamente alle tipologie di eventi queste sono state riassunte in
tre categorie principali, facendo emergere gli ambiti a cui sono maggiormente
dedicati i servizi troviamo: l’allestimento di esposizioni e mostre, il supporto
all’organizzazione di congressi e convegni e le attività collegate alle riprese
cinematografiche. Infine, rilevando come i principali committenti siano localizzati
sul territorio di Venezia, è stato possibile osservare come l’impiego di queste aziende
sia giustificata dalla presenza di un mercato locale consistente92.
Proseguendo, è necessario ribadire il valore del settore eventi non solo dal punto di
vista economico nel mercato, ma anche come nuova prospettiva di approccio alla
programmazione. Questa conferisce una maggiore flessibilità alle iniziative che
acquisiscono prestigio anche dall’intreccio reciproco. Per quanto destinate a esaurirsi
nel breve periodo, esse facilmente presentano un forte carattere di unicità che ne
confermano la ricchezza alimentando l’accrescimento del settore. La proposta del
Candiani si allinea in modo coerente a questa direzione di marcia. Nato come
incubatore della sperimentazione artistica contemporanea, ne sviluppa tutti i caratteri
multidisciplinari e sin dall’inizio delle sue attività si conferma come la principale
sede degli eventi della terraferma. In merito alla riflessione sulla localizzazione dei
luoghi rivolti ad ospitare le manifestazioni, si vede come nel corso degli anni la
distribuzione si stata costante. La maggiore diffusione delle attività è presente nelle
sedi disseminate per tutto in Centro storico lagunare, di seguito di trova Mestre, le
cui strutture invece sono poche e concentrate prevalentemente nella zona centrale ed
infine il Lido e le isole minori. I due principali poli d’attrazione si articolano dunque
92
F. Sbetti, M. Bertoldo, Imprese e attività a supporto degli eventi temporanei, in “La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Decimo rapporto”, novembre 2007.
71
tra il centro della terraferma, dove il Candiani è primo fra tutti e la ramificazione di
molteplici realtà nell’area storica lagunare, in cui si assiste al recupero di sedi
storiche cadute in disuso, nella prospettiva comune di rivitalizzazione urbana. Questo
conferma anche quanto affermato in precedenza per il Centro, che ha assunto un
ruolo di punta nel processo di riqualifica locale. Pertanto, mantenendo una posizione
stabile e riconosciuta come principale controparte culturale rispetto a Venezia, da
questo punto di vista esso acquisisce una sua identità a fronte delle lacune irrisolte.
Questo è rilevabile anche al livello delle attività proposte. Specialmente dopo il
riordino della programmazione del 2006, attraverso la caratterizzazione della
produzione si conferma il suo obiettivo rivolto alla polifunzionalità e alla
multidisciplinarietà . In vista del confronto con gli altri operatori, l'importanza di
queste caratteristiche è dimostrata dai Rapporti della Fondazione. Infatti, nel
compiere l’analisi delle tipologie prevalenti trattate di singoli organizzatori, per tutto
il periodo considerato dal 2004 al 2012 (con relativo aggiornamento al 2013), il
Candiani è definito come struttura “generalista”. Secondo solo al Comune, si trova
ad avere una posizione di rilievo tra i maggiori enti presenti sul territorio come la
Fondazione Musei Civici Veneziani, la Fondazione La Biennale di Venezia e le
Università Cà Foscari e Iuav. Sono dunque definite in questo modo:
“per la loro capacità di coprire trasversalmente tutti i settori culturali censiti: arti visive, conferenze,
musica, teatro, rassegne cinematografiche ad eccezione di sport e fiere.” 93
Si giustifica così anche il ruolo delle istituzioni come protagoniste nella scena
culturale veneziana per numero di eventi in cui il Candiani conferma la
predominanza tra i primi posti delle graduatorie. Dai dati ricavati dal Quinto e dal
Decimo Rapporto, prima nel triennio 2005-200794, poi 2010-201295, si evince la
costante presenza di queste realtà nella capacità di produrre ed ospitare eventi,
confermata parimenti per il 201396. In particolar modo è da sottolineare il singolare
primato ambivalente del Candiani quale organizzatore e contenitore degli stessi,
93
F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione di eventi a Venezia, in “La produzione culturale a
Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto”, novembre 2014, p.21.
94
Tabelle 3 e 4 in Appendice.
95
Tabelle 5 e 6 in Appendice.
96
Tabelle 7 e 8 in Appendice.
72
assumendo una posizione di singolare rilevanza. Se dal lato degli organizzatori si
trova a concorrere, oltre alle strutture già citate, con il Circuito Cinema, l’Ateneo
Veneto, la Fondazione il Teatro La Fenice e la privata Libreria Feltrinelli di Mestre,
in quanto a localizzazioni delle sedi, divide la scena con altre realtà. Assieme alle
ultime tre appena citate si individuano il Teatro Toniolo, la Videoteca Pasinetti,
l’Auditorium Santa Margherita, Palazzo Albrizzi e il Teatro Goldoni.
Per quanto riguarda i Rapporti sulla Produzione Culturale troviamo infine la
questione rivolta i fruitori. Riassumendo quello che si può evincere dalle riflessioni
compiute nei documenti, possiamo affermare che l’ampiezza dell’offerta abbraccia
un altrettanto grande bacino d’utenza. Restringendo, le principali categorie di
pubblico che possono essere individuate sono quelle dei cittadini, degli studenti, dei
city user e dei turisti. L’inclinazione a progettare un’offerta valida anche per
quest’ultimo di fruitori si è consolidata via via nel tempo in modo crescente.
Sfruttando la grande forza attrattiva della città intesa come Centro storico, si è
affermata la propensione verso una strategia culturale nella programmazione degli
eventi rivolta a favorire l’aumento dei turisti, con l'intenzione di convogliare i flussi
alla fruizione complessiva dell’offerta, compresa la Terraferma97.
2.2.3 Le collaborazioni del Centro Culturale Candiani
La questione sulle collaborazioni trova qui un’ulteriore sviluppo. Possiamo infatti
affermare che il Candiani, per il suo modo di operare, sia aperto alle realazioni di
compartecipazione rivolte alla condivisione di conoscenze e idee. Specialmente
dopo il suo rilancio, si nota la capacità di organizzare e contenere delle iniziative in
grado di rispondere alla tendenza contemporanea della multidisciplinarietà.
Osservando più da vicino la realtà dell’istituzione, dopo aver sottolineato la presenza
di primo piano nella produzione locale, ci è utile fare alcune considerazioni sulle
collaborazioni instaurate con le altre organizzazioni per realizzazione degli eventi.
Procedendo nell'analisi, ci serviremo dell’elenco fornito dal personale del Candiani,
in cui sono indicate le organizzazioni che nel corso degli anni, dal 2006 ad oggi,
97
F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori.
Decimo rapporto, dicembre 2013, pp.11-13.
73
hanno partecipato alle attività98. L’aggiornamento della classificazione si riferisce in
particolare al periodo di rilancio della programmazione, come si può notare dalla
suddivisione degli enti in base al tipo di manifestazione trattata. Nello specifico, oltre
a considerare gli operatori da un punto di vista generale, è stata fatta una
classificazione distinta per quelli che hanno collaborato a particolari attività quali La
fabbrica della cultura e le mostre.
Nella scheda si nota innanzitutto che i diversi soggetti sono ripartiti secondo la loro
qualifica istituzionale e la loro localizzazione territoriale. É possibile individuare
quattro tipologie di riferimento:

Associazioni locali;

Fondazioni e altri enti locali;

Associazioni esterne;

Fondazioni e altri enti esterni.
Tra le realtà associative, locali ed esterne, troviamo realtà di piccole dimensioni
competenti in specifiche attività di varia natura. Per quanto riguarda i vari enti e
fondazioni, si rileva invece la presenta di organizzazioni di una certa entità
riconosciute a livello nazionale e internazionale. Nella totalità delle realtà indicate,
complessivamente 329, vediamo che la maggior parte appartengono alla sfera locale.
In dettaglio, se le consideriamo senza fare distinzioni, risultano 192, contro le 137 di
pertinenza esterna. Se invece le analizziamo in base alla loro tipologia, prevalgono le
collaborazioni instaurate con le associazioni locali, in tutto 115, seguite in ordine da
fondazioni e enti esterni (86), fondazioni e enti locali (77) e infine associazioni
esterne (51). Riportando l'ulteriore suddivisione tra le specifiche attività del La
Fabbrica della cultura e delle mostre, i dati si differenziano in modo sostanziale. Per
la prima sezione, contiamo un maggior numero di associazioni e enti locali (46)
rispetto a quelli esterni (9), mentre, nella seconda dominano le fondazioni ed gli enti
esterni, anche se con minor scarto. Da queste considerazioni possiamo concludere
98
Tabella 9 in Appendice.
74
che la sfera di collaborazioni del Candiani comprende numerose realtà, dedicate a
diversi ambiti d’interesse e per questo pertinenti all’intera programmazione del
Centro. Le varie strutture infatti, a prescindere dalla loro conformazione istituzionale,
si qualificano per le loro specifiche competenze. Esse abbracciano le principali aree
disciplinari come arti visive, musica, teatro, danza, rassegne cinematografiche,
conferenze e convegni. Emerge dunque l’importanza della compresenza di più
soggetti nella realizzazione degli eventi e tendenzialmente si denota l’interesse per la
dimensione locale. Tuttavia, le differenze sono giustificate in modo coerente dalla
tipologia delle manifestazioni. La fabbrica della cultura rivolge le sue iniziative alla
promozione e presentazione al pubblico delle attività delle grandi e piccole realtà
culturali operanti sul territorio, obiettivo riscontrabile nella presenza massiccia di
queste organizzazione dei dati a nostra disposizione. Per il versante espositivo, la
collaborazione di importanti enti esterni e locali è riscontrabile nel bisogno maggiore
di risorse per la produzione, difficilmente reperibili da realtà di carattere minore e
associativo.
Possiamo scendere ancora più in profondità nella questione facendo un ulteriore
riferimento ai Rapporti sulla produzione culturale. Nell’analizzare le informazioni
qui presenti, possiamo vedere come si sia evoluta la tendenza alla compartecipazione
nel nostro caso di studio. Dal 2006 al 2013, periodo di rilancio del Centro e dal quale
risulta incluso tra i produttori di eventi, rileviamo il seguente andamento riportato in
tabella:
Eventi
organizzati
singolarmente
Eventi con
altri
organizzatori
Totale eventi
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
131
176
208
237
265
192
150
157
5
9
19
19
25
36
118
68
136
185
227
256
290
228
268
225
Tabella 2.2.3. La tabella riporta il numero di eventi prodotti dal Centro Culturale Candiani, nel
periodo compreso tra il 2006 e il 2013, distinguendo tra quelli realizzati singolarmente e quelli
organizzati in collaborazione con altri soggetti.
75
Dai dati qui riordinati e rielaborati nel Grafico 3 in appendice, notiamo come nella
generale tendenza all’incremento della produzione si assista anche a una crescente
propensione alla collaborazione. Nel corso degli anni e nella totalità del numero degli
eventi, l’apertura alle collaborazioni è da ritenersi significativa come specchio
dell’inclinazione generale alla ricerca della rete e della complementarietà delle
strutture nell’organizzare gli eventi. Le informazioni relative al primo anno di
riferimento, il 2006, confrontate con quelle degli ultimi, 2012 e 2013, sono di grande
rilevanza per ribadire questo aspetto. Se tra le attività prodotte singolarmente
vediamo uno scarto non troppo incisivo, non è possibile affermare lo stesso per
quelle realizzate con altri. Questa differenza abissale ci permette di osservare come
l’esigenza della prospettiva di collaborazione tra gli enti sia necessaria per mantenere
attiva e costante la produzione. La maggiore capacità di realizzazione della singola
struttura del Candiani, è rilevabile tra il 2008 e il 2010, dove assistiamo a un numero
minore di manifestazioni organizzate con altre istituzioni. È interessante notare come
il numero delle collaborazioni sia aumentato nettamente nei periodi che hanno
registrato un calo della produzione autonoma, confermando quanto appena detto. Nel
clima generale di mancanza di risorse, si apre dunque la possibilità di intervenire in
modo sinergico e cooperativo come possibile via di produzione delle iniziative.
76
3.
L’analisi delle attività e delle scelte artistiche nella
programmazione
Dopo aver descritto la realtà del Centro Culturale Candiani dal punto di vista della
sua nascita, oltre che organizzativo e gestionale sulla base di determinanti strategiche
di posizionamento e di affermazione del ruolo a livello territoriale, ci proponiamo ora
di analizzarne le scelte artistiche e curatoriali degli eventi espositivi alla luce
dell'eterogeneità dell'offerta complessiva.
Come abbiamo potuto osservare dalle ultime considerazioni fatte, il Centro si
caratterizza per un’elevata differenziazione della proposta artistico-culturale che
prevede la programmazione di eventi, temporanei e non, che spaziano negli ambiti
delle arti visive, della musica, del cinema, della didattica, delle conferenze e degli
incontri. Attraverso l’analisi delle attività, approfondendo la prospettiva dei contenuti
che le caratterizzano, vogliamo completare la descrizione del Centro facendo
emergere il valore della realtà istituzionale all’interno della dimensione culturale di
riferimento. Le numerose trasformazioni organizzative e gestionali finora considerate
risultano un importante motivo di influenza nella scelta della tipologia di eventi da
privilegiare e organizzare. Avremo modo di notare come, nel corso degli anni, le
decisioni sui programmi siano cambiate di pari passo a quelle istituzionali,
evidenziando il valore della ricerca dei contenuti espressivi.
La nostra attenzione, dopo una studio complessivo delle attività, si concentrerà
nell’analisi di quella espositiva e delle scelte promosse nell’ambito contemporaneo.
Questo ci darà modo di riflettere sullo sviluppo degli obiettivi rivolti a questo tema
che il Centro ha sempre presentato come primari. Pur rilevando il valore dei
contenuti offerti delle attività permanenti, ci riserveremo di descrivere e confrontare
più approfonditamente i concetti espressivi privilegiati nelle esposizioni. Un ulteriore
spunto utile per l’indagine sarà dato dalla collaborazione con la Galleria
77
Contemporaneo, importante per la sua proposta complementare alle iniziative del
Candiani.
Nell’iniziare l’analisi delle attività svolte dal Centro, come primo aspetto è
importante considerare la sua inclinazione attuale rispetto ai temi e contenuti trattati.
Contestualizzando il generale il suo lavoro, ci sarà possibile confrontare le scelte
prese nel corso degli anni per definire l’evoluzione della proposta dei contenuti
artistici. Da quanto viene affermato nella presentazione del Centro all’interno
dell’attuale sito web, osserviamo che nell’articolazione delle manifestazioni, tra
temporali e permanenti, il Candiani offre:
“una curiosa, originale, variegata e versatile gamma di attività, pensate per intrigare e coinvolgere la
pluralità dei pubblici lungo quelle direttrici delle arti e della cultura del contemporaneo che
costituiscono la principale e doverosa vocazione per una città giovane e in continua, eterna
trasformazione
come
Mestre.
Dalla fotografia al cinema, specialmente digitale, dal teatro di parola alla ricerca musicale, dalla
rivisitazione storica alla letteratura nelle sue molteplici declinazioni, dalla didattica sui nuovi
linguaggi ai temi sociali. L'idea è di documentare e dibattere la contemporaneità nel suo farsi,
contribuendo a sprigionare le risorse intellettuali e le energie produttive della città e non solo”99.
Come si deduce da questa prima introduzione, i temi e gli ambiti di riferimento
abbracciano le più vaste aree di interesse artistico nelle diverse discipline, in una
proposta coerente legata alla prospettiva contemporanea, fondamento del comune
terreno d’azione e di pensiero. Unico nel suo genere, all’interno del suo territorio, il
Candiani è a tutti gli effetti un luogo poliedrico di produzione artistica e culturale.
Sebbene si dichiari aperto a tutti i tipi di pubblico, è da notare la ricercatezza delle
proposte che non di rado risultano essere tagliate più per occhi esperti che sappiano
cogliere appieno la valenza sperimentale che le caratterizza. A confermare questa
tendenza è la realizzazione stessa delle manifestazioni che, pur appartenendo a generi
diversi, sono poste in continua relazione con gli altri ambiti di ricerca. Come
vedremo, molto spesso la sperimentalità è data proprio dal rapporto osmotico tra le
diverse arti all’interno di un singolo evento.
99
Candiani è, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11 (sito consultato il
28 novembre 2014).
78
Prima di tutto analizzeremo nel dettaglio come questo sia riscontrato nelle attività
permanenti, soffermandoci poi nell’approfondimento degli eventi temporanei, in
particolar modo di quelli espositivi.
3.1 Le attività permanenti e l’organizzazione degli eventi
Prima di descrivere la programmazione permanente del Centro è utile fare una breve
premessa per chiarire il tipo di attività proposte. Queste, inserite nell’offerta del
Candiani dal 2006, dopo il riassetto generale avvenuto sotto la nuova direzione,
racchiudono una grande varietà di iniziative ordinate in base a delle caratteristiche
definite. La proposta non è da intendersi “permanente” nel senso conservativo o
museale del termine, come abbiamo visto l’istituzione presa in esame ha finalità
dinamiche e di produzione artistica che necessariamente ruotano attorno alla
dimensione degli eventi. L’organizzazione dei programmi secondo moduli fissi,
serve a dare una continuità nello svolgimento delle diverse attività temporanee che,
in questo modo, risultano identificabili in uno schema artistico preciso che le
caratterizza.
Prima di questo momento le iniziative di musica, cinema, teatro, danza, spettacolo e
incontri, rientravano ugualmente nell’offerta del Centro, vista anche la presenza degli
spazi predisposti appositamente per ospitarli, tuttavia non è possibile ritrovare la
stessa organizzazione coerente avvenuta con il rilancio artistico, culturale e
gestionale dell’istituzione. La sezione allora più strutturata era quella relativa ai
laboratori multimediali e digitali, punto di forza per la costruzione di progetti nuovi,
tuttavia la confusione che emergeva complessivamente dalle scelte sulle attività
rifletteva ancora la ricerca di una fisionomia precisa per il Candiani e manteneva
79
l’attenzione rivolta quasi esclusivamente verso il polo veneziano come sede
prediletta dei contenuti artistici e culturali100.
Un’ulteriore difficoltà nella gestione artistica delle iniziative interne al Centro
derivava anche dalle decisioni non ancora definitive sulla ricollocazione degli spazi
mestrini. Come abbiamo analizzato nella prima parte, l’inaugurazione del Teatro
Toniolo, il progetto sulla nuova biblioteca e le idee sul nuovo Museo di Mestre
accrescevano l’incertezza in merito all’organizzazione del neonato Candiani che
doveva adattare le iniziative e le tipologie di eventi considerando l’offerta delle
strutture che lo circondavano.
Per poter far spazio alle altre istituzioni e alle loro relative competenze artistiche, con
il tempo si è reso necessario il processo di risistemazione degli spazi in vista di
nuove attività. A questo proposito il caso più significativo è quello dell’Arena101.
Concepita originariamente come un vero e proprio teatro, una volta completata e
destinata ad ospitare gli spettacoli di danza e musica della programmazione estiva del
Candiani, con il più recente progetto di riqualifica dell’area circostante, è stata
reinventata in modo definitivo per il progetto dell’attuale cinema multisala che ha
preso il suo posto. Per quanto possa sembrare un fatto marginale, questo esempio ci
da un’idea delle difficoltà incontrate anche in merito alla decisione della direzione
artistica perseguibile. Questa infatti doveva riadattarsi costantemente e in modo
sempre nuovo al contesto di ricerca e sperimentazione che avanzava, sia dal punto di
vista dell’emergere dei nuovi linguaggi espressivi, sia da quello dell’evoluzione del
contesto locale, assicurandosi le competenze artistiche più adeguate rispetto
all’offerta culturale circostante al fine di completarla. Una volta riconosciuta e
confermata l’autonomia della direzione della struttura è stato possibile pianificare dei
programmi artistici stabili e interdipendenti tra loro, aperti al dialogo e alla
partecipazione delle altre strutture territoriali rivolte alle stesse tematiche
sperimentali, prima fra tutte la Galleria Contemporaneo, con la quale si è cercata una
stretta collaborazione per la sezione espositiva.
100
Un anno all'insegna del Candiani, in “Il Gazzettino”, 17 maggio 2002.
101
A.Ragazzi, Candiani, il rodaggio è finito, in “Il Gazzettino”, 8 giugno 2002 e M.Ch., Grandi
mostre per il centro culturale Gaudì nel 2003, in “La Nuova Venezia”, 8 giugno 2002.
80
Proseguendo nella descrizione del quadro generale degli eventi vediamo che, come
testimoniato dall’archivio on-line dell’istituzione102, la raccolta delle iniziative è
reperibile dall’anno 2007 presentando di anno in anno le attività proposte nella loro
specifica programmazione. Prima di analizzare in dettaglio i caratteri e le finalità dei
contenuti nel contesto evolutivo dal 2007 ad oggi, vediamo di inquadrare in modo
schematico l’attuale suddivisione delle iniziative e i rispettivi ambiti di interesse.
Attività permanenti
Ambiti di interesse
La Fabbrica della cultura
Incontri e dibattiti
Scaffale aperto
Incontri, dibattiti e letture
La scena mobile
Spettacolo: musica,
incontri e letture
Not only for kids
Didattica: spettacoli, mostre, laboratori
Candiani Groove
Musica
Candiani summer fest
Danza, musica, teatro e incontri
Mestre film fest
Cinema
cinema,
poesia,
teatro,
Tabella 3.1. Classificazione delle attività secondo i moduli presentati nel sito web dell’istituzione
http://candiani.comune.venezia.it.
Dalla tabella risulta chiaro come l’attenzione nei confronti delle diverse discipline sia
eterogenea e tenda a spaziare molto spesso nella contaminazione dei generi.
L’esigenza di una programmazione stabile che conferisca una continuità operativa al
Centro si pone come punto di partenza per l’affermazione polifunzionale della
struttura. Le categorie di manifestazioni contemplate in questa parte delle proposte
evidenziano la multidisciplinarietà del luogo, inteso come centro di produzione.
Questo tipo di iniziative si connotano infatti per la spiccata dinamicità che richiede
l’organizzazione costante di nuovi eventi all’interno degli ambiti di riferimento,
escludendo la dimensione espositiva permanente che ne denoterebbe il carattere
102
Archivio Attività, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/43 (sito consultato il
28 novembre 2014).
81
museale e di conservazione. La declinazione contemporanea degli eventi viene
rispettata nella ricerca dei linguaggi espressivi che caratterizzano le diverse categorie
e le relative finalità. Vediamo ora nello specifico quali siano gli aspetti rilevanti nei
contenuti permanenti che stabiliscono il filo conduttore tra le singole manifestazioni.
Nella sezione dedicata alla Fabbrica della cultura, gli incontri organizzati sono
dedicati alla presentazione delle attività di associazioni e istituzioni culturali operanti
nel territorio. Gli appuntamenti a scadenza mensile, ospitano ciascuno un ente
diverso al fine di instaurare un dialogo attivo con le altre piccole e grandi realtà, e la
comunità locale destinataria dell’iniziativa. Il Candiani in questa occasione si pone
come intermediario
nella promozione di eventi
ed attività rivolte alla
contemporaneità, allargando lo spettro delle proprie competenze e il proprio bacino
d’utenza nel tentativo di avvicinare il pubblico alle nuove esperienze artistiche nel
più ampio contesto di offerta a disposizione103.
La dimensione intellettuale aperta alla lettura e alla discussione trova realizzazione in
Scaffale aperto. Nell’organizzazione di dibattiti e incontri con gli autori si presentano
le novità editoriali che abbracciano i più diversi generi e tipologie di interesse.
L’aperto confronto tra il pubblico e gli ospiti chiamati a intervenire, vuole essere un
momento stimolante di scambio e produzione attiva di idee104.
La scena mobile, come suggerisce il titolo stesso dell’iniziativa, è rivolta alla messa
in opera di eventi connotati dal forte carattere multidisciplinare. Cinema, musica,
poesia, teatro, racconti e testimonianze sono intrecciati assieme nella concezione
degli spettacoli che si prestano ad affrontare le più diverse tematiche anche dal
carattere sociale e di attualità105.
103 Fabbrica della cultura, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/35 (sito consultato il
28 novembre 2014).
104 Scaffale aperto, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/36 (sito consultato il
28 novembre 2014).
105 La scena mobile, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/594 (sito consultato
il 28 novembre 2014).
82
La funzione didattica e formativa è svolta della sezione Not only for kids, indirizzata
a un target più giovane attraverso il coinvolgimento delle scuole. Il momento
educativo è arricchito anche dalla partecipazione dei genitori, non facendo mancare
le occasioni in cui sono chiamati a vivere l’esperienza assieme ai loro bambini.
Attraverso il gioco si propongono spettacoli, mostre e laboratori che invitano alla
partecipazione attiva cercando di stimolare la creatività e la fantasia delle giovani
generazioni avvicinandole al mondo artistico e culturale106.
Procedendo ancora per ordine vediamo che le attività inserite nello spazio del
Candiani groove prestano particolare attenzione alla dimensione musicale. Nato
inizialmente come evento dedicato alla musica jazz con il nome di Jazz groove, si è
voluto allargare la proposta ampliando lo spettro di generi considerati, sviluppando
l’interesse alla contaminazione tra essi e alla sperimentazione di linguaggi espressivi
diversi a fronte della costante ricerca rivolta alla contemporaneità107.
Il complesso degli eventi viene ulteriormente arricchito dalla rassegna estiva su
danza, musica e spettacolo del Candiani summer fest. Oltre alle discipline
considerate vengono proposte svariate iniziative finalizzate alla creazione di
occasioni di confronto e socializzazione tra i partecipanti, il tutto legato e coeso
all’interno dei confini di una cornice tematica comune ai diversi eventi. Infine, il
Mestre film fest si inserisce all’interno della programmazione come veicolo di
produzione del cinema e di promozione dei giovani talenti. Attraverso il “Concorso
internazionale di cortometraggi” lo spazio è dedicato agli artisti emergenti di tutte le
nazionalità, completando la funzione polivalente del Centro.
Accanto alle diverse aree artistiche e disciplinari attorno alle quali si articola la
proposta permanente, troviamo l’offerta di un complesso di Servizi concepiti a
supporto delle attività e del pubblico, e rivolti all’approfondimento dei contenuti.
Questi comprendono la Videoteca, la sezione della Didattica e dei Bandi. La prima,
operativa già dal 2003, offre una molteplicità di possibilità di studio e ricerca grazie
106 Not only for kids, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/812 (sito consultato
il 28 novembre 2014).
107 Candiani Groove, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/39 (sito consultato il
28 novembre 2014).
83
alla grande varietà di materiali che possiede. Parte dell’A.V.I.- Associazione
Videoteche-mediatiche Italiane, raccoglie nel suo archivio circa 9000 titoli tra film e
documentari di varia natura. Troviamo infatti materiale relativo alla storia di Mestre,
Marghera e della terraferma, l’archivio del festival internazionale del cortometraggio
Mestre film fest, i lavori del corso e concorso “Raccontare Mestre” relativo alla
scrittura e tecnica cinematografica, i video dell’Arca dei videoclip e i film d’autore
presentati mensilmente. I materiali sono a disposizione per consultazioni individuali
predisposte grazie all’ausilio degli strumenti necessari quali postazioni video e cuffie
per l’ascolto, oltre all’accesso al catalogo in rete e ad archivi specializzati. Dotata
inoltre di libri e riviste cinematografiche, custodisce un ricco patrimonio dedicato
alla ricerca nel settore e fruibile da tutti. La funzione di quest’area non si esaurisce
solo alla semplice dimensione di studio ma è anche luogo attivo nella proposta di
eventi. I programmi di proiezioni organizzati mensilmente nella sede del Candiani,
tra la sala conferenze del quarto piano e la saletta seminariale al primo, rinvenibili
nei magazine News Candiani e Circuito Cinema, sono un importante punto di
integrazione dell’offerta permanente nel renderla dinamica e completa. A questo fine
viene anche contemplata la sfera didattica nella proposta di rassegne alle scuole di
tutti i livelli per stimolare al dibattito su diverse tematiche utili108. In continuità con
quest’ultima riflessione vediamo come siano di particolare rilievo i contenuti dei
laboratori del servizio Didattica. All’interno delle iniziative raccolte dalla sezione
prima citata Not only for kids, sono compresi i laboratori Can.did.-Art-Didattica
dell’arte e del pensiero creativo e New Media Education. Entrambi rivolti agli
studenti delle scuole medie ed elementari, vogliono essere delle occasioni formative
per avvicinare i più piccoli al mondo dell’arte e all’acquisizione di nuovi linguaggi
creativi. Seppur in diverse declinazioni, nelle attività proposte risulta primario lo
stimolo alla produzione artistica e alla creatività. Il coinvolgimento diretto dei
partecipanti, rivolto da un lato a mezzi artistici tradizionali e all’educazione estetica,
mentre dall’altro alla familiarizzazione con il multimediale quale strumento di
sperimentazione, anima le iniziative caratterizzandole per la loro forte interattività e
108 Videoteca, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/19 (sito consultato il
28 novembre 2014).
84
propensione alla dimensione innovativa e concreta del lavoro artistico109. L’ultima
voce nell’area Servizi è quella dedicata ai Bandi a cui è possibile accedere per la
partecipazione ai concorsi attivati110.
Un ultimo aspetto su cui vale la pena soffermarsi che costituisce una novità assoluta
introdotta con il riassetto generale delle attività, è quello relativo alla creazione del
Magazine Candiani New{s} prima citato. L’inserimento dell’opuscolo mensile è
importante in quanto costituisce il principale veicolo informativo e di promozione
degli eventi. Accompagnato dal calendario dettagliato delle iniziative, al suo interno
propone numerosi spunti di riflessione e approfondimento sugli eventi in corso e
sulla programmazione futura, risultando un utile strumento di arricchimento dei
concetti e dei dibattiti affrontati. Esso viene concepito dunque come risposta
editoriale del Centro alla diffusione dello spirito intellettuale e formativo del
territorio al fine di promuoverne le iniziative attraverso i canali di distribuzione più
accessibili, on line e cartaceo, nei punti principali di aggregazione della città111.
Dalla descrizione delle attività permanenti è possibile fare alcune riflessioni in merito
alla scelta delle iniziative che ci consentiranno di approfondire la prospettiva assunta
dal Centro rispetto ai temi artistici affrontati. Innanzitutto possiamo rilevare la
propensione per una proposta in grado di coinvolgere le discipline dello spettacolo
quali musica, teatro e danza in chiave principalmente sperimentale e intrecciate a
letture e incontri aderenti a questo filone. La predilezione ad eventi di tipo
performativo che richiamino l’attenzione diretta del pubblico si accosta bene alla
tendenza dinamica del Centro ed è interessante osservare come i mezzi artistici
propri delle diverse discipline siano utilizzati nell’affrontare tematiche di varia
natura. Ciascuna iniziativa all’interno degli ambiti sopra citati non manca mai di
109 Didattica in,
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23; Candidart, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2756; New Media
Education, in http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2323
(siti consultati il 28 novembre 2014).
110
Bandi, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/24 (sito consultato il
28 novembre 2014).
111
M.Militello, New(s) Candiani è la nuova rivista per valorizzare la proposta culturale in
terraferma, in “Il Gazzettino”, 2 aprile 2006 ; R.Lamantea, Il Candiani “gemello” della Triennale, in
“La Nuova Venezia”, 2 aprile 2006.
85
spunti di riflessione e spesso si trova aperta al dialogo diretto con il pubblico
attraverso cicli di incontri e di approfondimento. Tutte le attività, seppur con diverse
sfumature e inclinazioni, non si propongono per una fruizione passiva ma offrono
invece occasioni di scambio e partecipazione. Se si considerano poi alla luce dei
servizi messi a disposizione possiamo affermare che l’attenzione è rivolta tanto alla
fruizione artistica quanto alla produzione individuale di ricerca e arricchimento verso
in nuovi linguaggi e forme espressive. La programmazione mirata degli eventi anche
sul piano contenutistico rientra nel progetto di rilancio del Centro avvenuto dal 2006.
È importante rilevare questo aspetto in merito alle considerazioni fatte sui Rapporti
della Fondazione di Venezia. Prima di questa data infatti il Candiani era indicato
come uno dei principali luoghi funzionali ad ospitare cultura ma non di produzione.
Collocandosi come il riferimento più importante della terraferma in materia di
contenuti culturali all’insegna del contemporaneo, la sezione permanente delle
attività predisposta dalla data del rilancio costituisce un programma unitario
all’interno del quale inserire gli eventi. Come abbiamo accennato infatti, il centro di
natura polifunzionale non si inserisce nel contesto territoriale come istituzione
museale o dedita alla conservazione, se non solo in parte con l’archivio della
Videoteca. È importante quindi sottolineare come gli eventi proposti siano
ugualmente di carattere temporaneo ma vengano inseriti in categorie di attività
permanenti di valore sperimentale con specifici obiettivi a livello contenutistico ed
espressivo. Tutte le manifestazioni legate a cinema, musica, teatro-danza e incontri
fanno parte della più ampia rassegna permanente che costituisce la parte più
consistente dell’attività del Candiani per frequenza e numero di eventi. Il filone
sperimentale mantenuto all’interno delle sezioni è garantito dai diversi media artistici
utilizzati nell’interpretazione dei temi. Vediamo inoltre che i confini tra una
categoria e l’altra sono facilmente oltrepassabili. Le iniziative della Scena mobile, si
denotano già per una forte contaminazione dei generi all’interno degli spettacoli
proposti, ma la tendenza alla multidisciplinarietà è riscontrabile anche negli altri
eventi da molteplici punti di vista. Nella prospettiva di promozione della proposta
culturale, anche negli incontri organizzati nella Fabbrica della cultura il dialogo con
le strutture chiamate a intervenire viene consolidato non solo attraverso la
presentazione delle attività ma anche nella proposta di spettacoli presso gli spazi del
86
Candiani. Ancora, è rilevabile la pluralità di tematiche affrontate nei diversi eventi,
non rinunciando a nessuno dei diversi linguaggi contemporanei. Nello scorrere le
diverse iniziative emerge la volontà di spaziare da interessi prettamente artistici ad
altri di rilevanza storica, sociale, politica o filosofica. Proseguendo in questa
direzione, anche gli incontri programmati non risultano fini a se stessi o esauriti in
sede di dibattito, molto spesso sono inseriti all’interno di programmazioni collaterali
ad altri eventi per approfondirne i contenuti. Lo stesso accade per le rassegne
cinematografiche nelle quali le proiezioni sono selezionate secondo un particolare e
specifico filo conduttore rivolto ad esprimere un aspetto o tema di interesse.
Assistiamo dunque a un’offerta ricca e stimolante che offre molteplici spunti di
riflessione e risulta di spiccata vitalità nei programmi concepiti come festival, ad
esempio il Candiani summer fest. La compresenza delle diverse discipline qui
esprime in modo forte il coinvolgimento e il dinamismo ricercato dalle proposte per
creare un momento originale di arricchimento per il pubblico. Dunque, nel vasto
orizzonte di iniziative descritto, ciò che emerge in modo inequivocabile sono il
collegamento e l’interferenza costanti tra le diverse discipline che trovano
espressione nelle diverse opere organizzate nell’eterogena struttura degli eventi. Lo
sguardo rivolto alla sperimentazione risulta consolidato nella ricerca di originalità
prodotta dalle diverse connessioni e ne enfatizza il carattere contemporaneo del
contenuto artistico. L’intreccio dei vari materiali proposti permette parallelamente di
scendere in profondità nell’indagine delle tematiche a cui sono rivolti producendo un
momento di educazione e consapevolezza per il pubblico.
87
3.2 L’attività espositiva e la collaborazione con la Galleria
Contemporaneo
Dopo aver considerato in modo generale le tematiche e le attività trattate dal Centro
Candiani, ci soffermeremo ora a considerare più da vicino il lavoro espositivo svolto
nel corso degli anni. Ci pare interessante ai fini della nostra trattazione, tracciare un
profilo complessivo dell'evoluzione delle scelte artistiche e curatoriali per
evidenziare come i cambiamenti gestionali e organizzativi della struttura abbiano
influenzato la programmazione anche in termini di contenuti.
Prendendo in considerazione l'intero programma svolto dall'inaugurazione ad oggi,
grazie all'elenco fornitoci dal Centro Culturale stesso e qui rielaborato per assegnare
una descrizione ad ogni singolo evento, evidenzieremo i tratti più rilevanti che di
anno in anno hanno caratterizzato la proposta artistica. Nel procedere di questo passo
terremo conto della relazione instaurata dal Centro con la Galleria Contemporaneo e
chiariremo il ruolo dell'istituzione all'interno del territorio per quanto riguarda il
lavoro svolto sulle tendenze contemporanee.
L’attività espositiva che fino ad oggi ha avuto luogo presso gli spazi del Candiani è
da ritenersi fortemente eterogenea e dipendente da variabili extra-artistiche. Nel
riflettere più approfonditamente sul valore delle opere non possiamo fare a meno di
considerare la determinante economica che molto spesso a inciso nelle decisioni di
cura e allestimento. Le sostanziali differenze tra gli eventi che possiamo vedere nella
scheda di riferimento sono causate, oltre che da parametri legati a motivazioni di tipo
curatoriale, dalla disponibilità di risorse che hanno permesso di organizzarli.
Come abbiamo osservato nella prima parte, i continui tagli ai fondi per il settore
culturale hanno determinato delle ristrettezze con cui le diverse istituzioni hanno
dovuto fare i conti. Il tentativo di mettere in piedi una programmazione espositiva
coerente secondo una direzione artistica definita, ha costretto il Candiani a operare
delle scelte adeguate per rispettare molteplici aspetti. In primo luogo non si doveva
rinunciare all’attenzione verso le nuove sperimentazioni e i nuovi linguaggi.
88
Nell’indagine della contemporaneità, prima concretizzata con eventi di maggiore
rilevanza, si è dato spazio alla collaborazione con la Galleria Contemporaneo che
permetteva di ampliare ed arricchire l’offerta artistica del Candiani verso le tendenze
emergenti e di nicchia.
In secondo luogo, l’autonomia decisionale acquisita dal 2006 per la pianificazione
dei programmi era ancora vincolata alle risorse pubbliche comunali. Se da un lato
questo ha permesso la distribuzione delle stesse secondo criteri nuovi, stabiliti dalla
nuova direzione in modo da poter mettere in piedi tutte le iniziative previste,
dall’altro ha costretto, in ambito espositivo, a mantenere generalmente uno standard
di eventi che includesse allestimenti poco onerosi e dalla breve durata. Questo
giustifica l’abbondante presenza di mostre di tipo fotografico dalla fase di rilancio ad
oggi, rilevante anche per il terzo aspetto da considerare. Se infatti all’inizio delle sue
attività il Candiani si trovava fortemente legato alla realtà dei Musei Civici e alle loro
iniziative, una volta reso indipendente, doveva rivedere le proprie competenze al fine
di distinguerle da quelle delle istituzioni storiche.
Mantenendo costante la promozione della dimensione artistica locale nella
declinazione sia pittorica che fotografica, quest’ultimo genere era trattato nelle sue
diverse tipologie per tracciare una continuità artistica prevalente senza confondersi
con quella veneziana. Accanto a questo tipo di offerta si dava comunque respiro ad
allestimenti diversi, rivolti ad arricchire il panorama descritto con esposizioni che
considerassero i diversi versanti emergenti contemporanei attraverso eventi dedicati
alla grafica, al design, all’architettura e all’illustrazione o alle importanti esperienze
contemporanee declinate secondo la prospettiva locale.
Accanto a questi troviamo anche proposte espositive di tipo didattico e documentario
rivolte all’approfondimento di temi vari di tipo storico, sociale, etnografico,
urbanistico-territoriale, ambientale o d’attualità. All’interno del contesto della
programmazione definita dopo il rilancio del Centro, la sezione delle mostre viene
considerata dall'istituzione come parte degli eventi temporanei senza rientrare in una
delle categorie delle attività permanenti che abbiamo visto in precedenza. Tuttavia è
facilmente rintracciabile la presenza di eventi collaterali alle esposizioni che
spaziano verso gli altri ambiti e approfondiscono il valore simbolico delle opere.
89
La tendenza all’intreccio delle discipline assume un ruolo costante in questo periodo,
tuttavia se ne rileva già la presenza anche nei momenti precedenti al 2006 con la
coordinazione di iniziative aperte a diverse categorie di approfondimento. Lo
sviluppo coerente dei temi all’interno di programmi di questo tipo conferisce un
grande risalto al carattere multidisciplinare delle proposte, i cui i contenuti artistici
sono resi fruibili da più punti di vista. Quando presenti, questi momenti integrativi di
arricchimento e approfondimento, risultano un’occasione ulteriore di produzione di
conoscenza e condivisione dei linguaggi trattati dalla valenza artistica e formativa.
3.2.1 Dall’inaugurazione al rilancio: le prime esposizioni
Andando ad analizzare nello specifico questi aspetti, ci torna utile considerare le due
principali fasi di sviluppo in cui si è concentrata l’attività del Candiani, la prima
relativa all’inaugurazione della struttura compresa tra il 2001 e il 2006 e il
successivo momento di rilancio a partire dal 2006. Questa suddivisione, come già
accennato, risulta incisiva nelle scelte dei programmi e ci permette di determinare le
differenze sostanziali nel loro svolgimento.
Il complessivo riordino delle proposte ha portato con la nuova direzione autonoma
uno schema di offerta che rispetta un’articolazione stabile nell’organizzazione
generale
degli
eventi.
Oltre
all’introduzione
delle
sezioni
permanenti
precedentemente analizzate, si è rilevato parallelamente un cambiamento importante
nella gestione artistica delle mostre. Ribadiamo che per quanto riguarda il primo
periodo di riferimento, le scelte della programmazione erano affidate al Comune, il
quale agiva secondo la logica condivisa tra terraferma e Centro storico, affiancando il
neonato Candiani al grande complesso istituzionale dei Musei Civici.
Le iniziative, sebbene vagliate in modo unitario, non trovavano una realizzazione
altrettanto coerente all’interno della nuova struttura che stentava a trovare una
propria identità artistica. La vocazione al versante contemporaneo, che ne
caratterizzava le finalità primarie, come ribadito più volte, non era accompagnata da
90
una strategia definita nelle scelte pratiche. Nei primi anni di vita del Centro
assistiamo a una programmazione articolata su pochi eventi espostivi di diversa
concezione che non rispondevano a una caratterizzazione prevalente. Come si può
notare, si assisteva all’alternanza di grandi mostre che cercavano di aprire le
prospettive del Centro e di altre che rivolgevano l’attenzione alla realtà locale nei
diversi ambiti disciplinari.
Seguendo la scheda degli eventi qui riportata cercheremo di fornire degli esempi
concreti che ci permetteranno di spiegare con più chiarezza la situazione finora
descritta. Già nella prima esposizione organizzata dal Candiani, Terraferma, dedicata
a Mestre, notiamo l’interesse per la sperimentazione declinato sul tema della realtà
locale. L’indagine compiuta dai quindici giovani artisti che erano stati chiamati a
partecipare si realizzava attraverso l’utilizzo dei più diversi mezzi espressivi quali
fotografie, video, installazioni, light-box, dipinti e sculture112. Accanto a queste
emergono le immagini di Gabriele Basilico, invitato per l’occasione a prendere parte
della collettiva quale interprete di rilievo internazionale della realtà della terraferma.
L’attività del Candiani si apre dunque con il connubio tra arte contemporanea e
territorio che, con l’avanzare del tempo, risulteranno essere le matrici delle ricerche
proposte. Come abbiamo visto in precedenza, la fase iniziale di rodaggio è avvenuta
attraverso diversi tentativi dal successo altalenante e le cui ragioni sono riscontrabili
nella poca chiarezza degli intenti organizzativi.
Osservando gli effetti di questo modo di procedere vedremo che valore hanno
acquisito le mostre proposte in questo periodo, cercando di presentarne i tratti più
significativi. Tra le prime, assumono un particolare rilievo quelle dedicate alle
esperienze contemporanee internazionali, storicizzate nelle opere delle personalità
che hanno segnato la direzione delle tendenze artistiche dagli anni Quaranta ad oggi.
Esposizioni come Il Dono (2001) e L’America di Pollock (2002), che
successivamente analizzeremo in profondità, acquisiscono una posizione privilegiata
all’interno delle scelte adottate inizialmente e si possono ritenere casi unici nel
quadro generale di riferimento. Nello specifico, la mostra dedicata agli Irascibili,
allestita a completamento della grande personale di Jackson Pollock organizzata al
112
Nel cuore della città, in “”Il Gazzettino”, 8 maggio 2001; F.Poli, L'orizzonte multimediale
del Centro Candiani, in “Il Manifesto”, 5 giugno 2001.
91
Museo Correr, offriva una visione più estesa dei temi e caratteri fondanti la corrente
dell’Espressionismo Astratto, includendo le opere di noti artisti quali Mark Rothko,
Franz Klein, Willem de Kooning e Barnett Naumann, solo per citarne alcuni113.
Nell’esposizione dell’anno precedente, Il Dono, le opere più importanti degli artisti
che hanno dominato la scena dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, erano inserite in
un percorso orientato a stimolare e ad aprire la riflessione sul tema chiave proposto
attraverso i linguaggi contemporanei. Realizzate con le diverse tecniche e materiali,
video, dipinti, fotografia, performance e installazioni, presentavano il lavoro degli
artisti più influenti del versante concettuale, della video-arte, del movimento fluxus,
dell’azionismo viennese e della body e performing art. Tra i quaranta artisti
partecipanti emergevano grandi nomi come quelli di Marina Abramovich, Giulio
Paolini, Vito Acconci, Joseph Beyus, Yves Klein, Joseph Kosuth, Hermann Nitsch,
Urs Lüthi, Piero Manzoni e Yoko Ono114. Nella mostra I Musei Vaticani e l’arte
contemporanea (2004), vediamo presentate opere di un periodo che va dalla fine
dell’Ottocento ad oggi, tra cui i lavori di Medardo Rosso, Boccioni, De Chirico,
Guttuso, Morandi Giacometti e Burri115. Nella programmazione del primo periodo,
questo tipo di esposizioni costituiscono la punta di diamante degli eventi per la
presenza dei grandi artisti considerati e delle relative opere, che hanno segnato il
percorso per sviluppo dei nuovi approcci, cambiando la concezione stessa del fare
artistico e dell’arte.
La presenza di queste iniziative denota il forte rapporto esistente all’epoca con la
realtà veneziana dei Musei Civici e il peso che questi esercitavano nelle scelte della
programmazione. Si nota infatti che negli anni successivi non sarà più possibile
trovare degli eventi dalla portata così risonante come questi descritti. Sia per motivi
di budget che di coerenza tra le varie attività, si tenderà a privilegiare mostre dal
113
L’America di Pollock. Jackson Pollock a Venezia. Progetto, in
http://correr.visitmuve.it/it/mostre/archivio-mostre/lamerica-di-pollock-jackson-pollock-avenezia/2002/03/4135/progetto-17/. (sito consultato il 3 dicembre 2014).
114
S. Coletto, Fino al 6.1.2002. Il Dono. Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani, in
http://www.exibart.com/notizia.asp, 13 novembre 2001 ; Il Dono, in
http://www.undo.net/it/conferenza/6606, 28 novembre 2001 (siti consultati il 3 dicembre 2014).
115
N. Consentino, Fino al 2.V.2004. I Musei Vaticani e l’arte contemporanea. Mestre (ve),
Centro Culturale Candiani, in
http://www.exibart.com/Print/notizia.asp?IDNotizia=9685&IDCategoria=61. ; I Musei Vaticani e
l'Arte Contemporanea, in http://www.undo.net/it/mostra/18123, 20 febbraio 2004 (siti consultati il 3
dicembre 2014).
92
carattere più ridimensionato dal punto di vista di opere e artisti a favore di una
produzione più consistente nel numero di eventi e impostata sul confronto tra i
diversi linguaggi e mezzi espressivi.
Ultima grande mostra di spicco fu quella dedicata a Marcel Breuer nel 2004
attraverso la quale, nel contesto di riferimento, per la prima volta veniva rivolto lo
sguardo alle discipline dell’architettura e del design116. Come già visto, non è
possibile determinare una direzione artistica prevalente di questi primi anni, tuttavia
è rilevante la presenza costante di esposizioni dedicate alla pittura locale che
costituivano il richiamo principale per la ricostruzione dell’identità artistica del
territorio di cui il Candiani si faceva portavoce. Principalmente dedicate alla stagione
pittorica del Novecento veneziano, troviamo le esposizioni monografiche dedicate a
Luigi Candiani, Gigi De Giudici, Vittorio Felisati, Guido Carrer, Giuseppe Miotello
e Silvio Casagrande, la collettiva dedicata alla scuola di Burano Da Burano a Mestre,
I colori della Terraferma e la mostra Dalle Maschere alle Macchine dedicata ad
artisti più inediti al pubblico. Sempre a livello territoriale, ma d’interesse per
l’ambito grafico e fotografico, erano stati realizzati gli eventi riservati all’opera di
Carlo Preti e Bruno Bruni.
Per quanto riguarda la grafica e la comunicazione visiva si distinguono i percorsi
allestiti per l’evento Vasi Comunicanti che, articolati tra la sede del Candiani e
Palazzo Fortuny a Venezia, approfondivano il tema citato inserendosi in una serie di
eventi complementari rivolti al ricerca del valore artistico nell’intreccio dei nuovi
mezzi espressivi. In questa stessa direzione è da considerare anche l’iniziativa What
Family che ampliando la riflessione sui linguaggi contemporanei dava l’occasione di
emergere ai giovani talenti creativi.
Di minor rilievo ma di matrice didattica troviamo Ludo- Dida- Ludo, l’esposizione
conclusiva dei lavori prodotti nei laboratori multimediali organizzati dal Centro,
116
F. Ambroso, Fino al 30.I.2005. Marcel Breuer. Mestre (ve), Centro Culturale Candiani, in
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=11035&IDCategoria=59, 28 ottobre 2004 ; Marcel
Breuer, in http://www.undo.net/it/mostra/21782, 22 ottobre 2004 (siti consultati il 3 dicembre 2014).
93
proposti come momento educativo rivolto allo sviluppo del senso estetico e artistico
dei bambini117.
Tra gli ultimi ambiti rilevati in questa prima disamina, un ultimo raggruppamento
possibile può essere dato dalle esposizioni di interesse documentario, storico e
urbanistico. L’attenzione verso i progetti di riqualifica urbana che ciclicamente sono
proposti nel corso delle attività sono un aspetto interessante su cui riflettere. Eventi
come Segnali Urbani o l’esposizione dedicata al Premio Architettura della Città di
Venezia, dedicati alla città e al territorio, evidenziano l’attenzione alla sfera locale
non più quale materiale tematico per la rielaborazione artistica, ma come spunto per
lo sviluppo evolutivo e identitario del contesto cittadino. Essi costituiscono i primi
esempi di eventi indirizzati alla presentazione dei progetti della riqualifica urbana,
cui il Candiani stesso è polo imprescindibile. Attraverso questo aspetto è possibile
riconoscere il legame profondo che univa, allora come oggi, questo tipo di iniziative
con l’istituzione che già in quegli anni iniziava ad essere proiettata al futuro tramite
la raccolta del materiale storico-locale, destinato al Museo di Mestre, il quale troverà
la premessa fondamentale nella realizzazione dell’esposizione Mestre Novecento nel
2007. Su questo versante, si inseriva anche il lavoro svolto da John Gossage in The
Romance Industry, in cui l’architettura industriale di Porto Marghera e zone
limitrofe, oggetto di riqualifica, erano documentate nelle opere fotografiche destinate
a costituire l’archivio delle memorie industriali locali118. Vedremo più avanti come
anche in altre occasioni, sarà sviluppata ulteriormente la tendenza a considerare
questa parte del territorio quale soggetto artistico e di nuova interpretazione.
In ultima analisi un caso isolato, ma di rilievo per il grande richiamo di visitatori
ottenuto, è fornito dall’esposizione dello scheletro del dinosauro avvenuta nel 2001.
L’evento di interesse storico-archeologico e scientifico organizzato come esito delle
ricerche del Museo di Storia Naturale di Venezia, oltre ad essere un’ulteriore
117
Candiani: Ludo- Dida- Ludo, in http://www.abcveneto.com/abcveneto-200420XX/abcveneto2005/articoli/mag05/ultima-ora/candiani-lab.html; Ludo- Dida- Ludo, in
http://www.culturaspettacolovenezia.it/node/1660, 16 giugno 2005 (siti consultati il 5 dicembre 2014).
118
The Romance Industry, in http://www.culturaspettacolovenezia.it/node/642 ;The Romance
Industry. Venezia-Marghera 1998, in http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=4922
(sito consultato il 5 dicembe 2014).
94
conferma del legame alla gestione museale lagunare rientra in un ambito non più
perseguito dall’istituzione.
Alla luce di questa breve analisi vediamo dunque che l’offerta artistica iniziale del
Candiani andava ad abbracciare numerosi ambiti e prevedeva degli allestimenti
molto diversi tra loro per caratteri e dimensioni. La soluzione di dislocare parte dei
contenuti in più sedi era un’operazione ricorrente nella quale non si rinunciava al
coinvolgimento della Galleria Contemporaneo, specialmente per gli eventi
collaterali, come accaduto per Vasi Comunicanti e Ouranosauruus. All’epoca la
Galleria era il primo spazio espositivo mestrino dedicato all’arte contemporanea,
tuttavia assumerà un ruolo più decisivo per il Centro quando insieme inizieranno ad
operare più strettamente al rilancio dei programmi del 2006. È interessante notare
come la presenza di grandi eventi come quelli citati all’inizio di quest’analisi in
realtà non abbiano portato a una risposta molto positiva da parte del pubblico.
Nonostante la presenza di grandi artisti e opere dall’importanza indiscussa, tra le
esposizioni quali Il Dono, gli Irascibili e Oranusauruus, quella ad avere maggior
successo era stata quest’ultima che esulava totalmente dagli interessi di rilevanza
artistica delle prime due. Senza considerare poi l’insuccesso della prima mostra,
Terraferma, che aveva registrato il minor numero di presenze tra tutte119.
Queste considerazioni ci aiutano a chiarire la situazione iniziale di incertezza in cui si
inseriva l’organizzazione delle attività e dalle quale si era poi determinata l’esigenza
di una modifica sostanziale nella programmazione. Le grandi esposizioni proposte
infatti, nonostante l’elevata qualità dei contenuti, non avevano generato un’attrazione
tale da poter emergere rispetto al centro storico dal quale si trovavano oscurate. La
scelta di dividere gestioni e competenze sembrava dunque la più consona per arrivare
a una riattualizzazione generale che avrebbe risanato la prospettiva artistica del
Candiani120.
119
Un anno all'insegna del Candiani, in “Il Gazzettino”, 17 maggio 2002.
120
R. Caldura, Il futuro del Centro Candiani si costruisce con la discussione, in “La Nuova
Venezia”, 29 giugno 2003.
95
3.2.2 La nuova programmazione espositiva dal 2006 ad oggi
Osservando nuovamente la scheda degli eventi possiamo rilevare i cambiamenti
avvenuti nelle scelte artistiche dei programmi dopo il rilancio delle attività del 2006
ed evidenziarne i caratteri fondamentali rispetto alla direzione adottata in precedenza.
Innanzitutto, assumendo una visione complessiva della programmazione, vediamo
che le principali differenze rispetto a quanto visto finora riguardano il numero e la
tipologia degli eventi. Con il riordino avvenuto sotto la nuova direzione, a fronte
della scarsità delle risorse disponibili, è stato possibile stabilire dei nuovi criteri di
organizzazione delle mostre che hanno permesso di realizzare un maggior numero di
eventi articolati secondo una logica di competenze più precisa e pertinente alla realtà
del Candiani. Considerata poi la durata più breve degli stessi è stata data la
possibilità di variare più frequentemente i programmi secondo la prospettiva
dinamica in cui si inserivano parallelamente le altre attività.
Nel conferire una nuova visibilità al centro si era dunque cercato di indirizzare le
scelte in modo coerente rispettando ancora una volta l’inclinazione verso i mezzi
d’espressone contemporanei. In generale notiamo come sia prevalente la sfera di
eventi dedicati alla fotografia seppur declinati secondo diverse caratteristiche e
concezioni, da quelle più sperimentali e artistiche, a quelle di valore storico e
documentario. Nella presentazione dei linguaggi artistici contemporanei, rispetto a
quanto osservato in precedenza, notiamo come l’attenzione si sia spostata verso
manifestazioni di carattere più emergente rinunciando a quelle di rilevanza storica di
pertinenza veneziana, a favore della promozione della dimensione locale. Vedremo
poi come questo insieme di proposte sia stato completato dall’offerta della Galleria
Contemporaneo che, rilanciata nello stesso periodo, doveva essere la sede
privilegiata delle esperienze artistiche più attuali, anche della scena internazionale.
Ancora, emerge il tema della terraferma sia nelle iniziative rivolte a descrivere i
progetti di riqualifica urbana in atto, sia come oggetto di interpretazione artistica e
creativa, sottolineando la vocazione del Centro quale luogo identitario della sfera
locale.
96
Andando a considerare nello specifico l’articolazione degli eventi, vediamo come
l’ambito fotografico inizialmente individuato si caratterizzi per ogni singola
esposizione facendo emergere il valore delle opere secondo i diversi generi di
appartenenza. Nel corso degli anni possiamo rilevare un percorso eterogeneo e ricco
di spunti di riflessione nel quale rientra il lavoro di artisti sia di fama nazionale e
internazionale, sia di autori minori. Tra i più importanti troviamo le esposizioni
dedicate a Franco Fontana nel 2007, a Mario De Biasi nel 2010 e a Gabriele Basilico
nel 2013. Se con il primo si privilegia il versante artistico della rielaborazione delle
immagini secondo i dettami del suo personale linguaggio costruito sul segno, sul
colore e sulla luce, e in grado di far emergere il suo particolare sguardo creativo sul
mondo121, nel lavoro di De Biasi, esponente del neorealismo e legato
indissolubilmente al filone del fotogiornalismo, si presta attenzione a questi generi
pur non rinunciando a presentare anche le ultime sperimentazioni astratte meno note
al pubblico122. Cambiando ulteriormente prospettiva, nelle fotografie di Gabriele
Basilico, si assiste all’interpretazione della realtà locale in grado di restituire i luoghi
cittadini attraverso una sguardo inedito dedicato alle più recenti trasformazioni
urbane123. Attraverso questi esempi è possibile riscontrare come l’interesse per la
fotografia venga sviluppato nelle sue molteplici possibilità che, nelle opere degli
autori minori, spazia ulteriormente verso altri generi e tematiche.
Esposizioni come Confini 10 (2013) e Percorsi di luce (2013), invece si connotano
per i caratteri fortemente progettuali in cui l’attenzione è principalmente rivolta al
processo di elaborazione della composizione. Nella prima diviene importante il
momento di progettazione dell’immagine, nella quale ogni dettaglio viene gestito e
pensato a priori, dove l’atto del fotografare diviene solo l’ultimo passo del processo
121
La Via Emilia - mostra fotografica di Franco Fontana al Centro Culturale Candiani, in
http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7589/UT/systemPrint ;
Mostre: Mestre, La via Emilia negli scatti di Fontana. Sessanta foto al Centro Culturale Candiani, in
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2007/04/01/Cultura/Arte/MOSTRE-MESTRELA-VIA-EMILIA-NEGLI-SCATTI-DI-FONTANA_155452.php, 1 aprile 2007 (siti consultati il 5
dicembre 2014).
122
De Biasi, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1522 (sito consultato
il 5 dicembre 2014).
123
Omaggio a Gabriele Basilico. Rethinking Mestre, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_006.html. (sito onsultato
il 5 dicembre 2014).
97
creativo124. L’interesse alle giovani generazioni, stimolati all’utilizzo cosciente
dell’espressione del mezzo fotografico e delle sue potenzialità interpretative, viene
presentata attraverso i lavori degli studenti dei laboratori di fotografia contemporanea
Il gesto indicatore (2009) e Faccia a Faccia (2010), mettendo in luce l’interesse per
la prospettiva emergente e sperimentale delle proposte. A questo tipo di opere si
accostano poi altre iniziative che abbracciano il filone documentario della fotografia
rivolto alla descrizione di tematiche sociali, etnografiche, culturali e religiose,
attraverso le immagini di reportage realizzati per denunciare le circostanze critiche di
alcune popolazioni o per descriverne più semplicemente le tradizioni e i luoghi.
Nonostante il fine ultimo di questi scatti sia sempre rivolto alla riflessione sulla
condizione umana, altre mostre accentuano particolarmente questo carattere aprendo
le porte a un’analisi ancora più intima e profonda sul tema.
Il genere documentario si esaurisce poi con esposizioni che assumono un valore
storico e educativo nella descrizione di alcuni momenti fondamentali della storia del
Novecento. Un altro aspetto considerato, interessante per la valenza multidisciplinare
è quello del rapporto tra cinema e fotografia. Non sono pochi gli esempi in merito
che riportano questo tipo di indagine esprimendo il forte legame tra le due discipline
nella descrizione del lavoro dei grandi registi che hanno segnato la storia del cinema
italiano. Mostre come Aldo tra cinema e fotografia, L’attimo neorealista,
Indiscrezioni o 8 ½ Il viaggio di Fellini, esplicitano al meglio questa prospettiva di
compresenza tra le arti.
Un’ultima prospettiva rilevante per quanto riguarda questo tipo di esposizioni è
quella relativa al ritratto del territorio. L’uso del mezzo fotografico risulta
privilegiato anche nell’interpretazione delle area veneziana e di quella circostante
dell’entroterra, che divengono il materiale di indagine e ricerca degli autori locali.
Aprendo il discorso sulla tematica della terraferma vediamo come questa venga
affrontata da diversi punti di vista, assumendo un valore primario nel più ampio
contesto espositivo e per il ruolo stesso mantenuto dal Centro. Nelle varie iniziative
il tema viene affrontato in modo ambivalente tra la prospettiva della riqualifica
124
Confini 10. Rassegna Italiana di Fotografia Contenporanea, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2733 (sito consultato
il 5 dicembre 2014).
98
territoriale e l’interpretazione inedita degli spazi cittadini in chiave artistica e
sperimentale. La scelta di sviluppare questa tematica, come abbiamo visto, era già
stato adottata inizialmente con le mostre Terraferma e Segnali Urbani organizzate tra
il 2001 e 2003, tuttavia dal 2006 notiamo un’ulteriore evoluzione della
programmazione, coerente rispetto si progetti in atto sul Museo del Novecento. Non
bisogna dimenticare infatti la funzione centrale assunta dal Candiani come sede
espositiva di Mestre Novecento, la mostra che avrebbe raccolto i contenuti
fondamentali destinati al museo. Il progetto, realizzato nel 2007, tra i tanti materiali
esposti,
comprendeva
anche
documenti
fotografici
che
descrivevano
le
trasformazioni urbane avvenute nel corso del Novecento e aprivano la riflessione a
nuove prospettive di sviluppo dell’identità locale.
Anche in Molo K Marghera, esposizione ad essa collaterale, viene indagata la realtà
della zona industriale attraverso la rappresentazione fredda e distaccata di quei
luoghi, scenario di cambiamento e contraddizione125. Nella stessa occasione
ritroviamo anche la figura di Gabriele Basilico, chiamato a esporre alla Galleria
Contemporaneo le sue opere interamente dedicate a Mestre, nell’omonima
esposizione. A questo tipo di ricerca fotografica si affiancano poi eventi come Forte
Marghera (2006) e Venezia_Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città
contemporanea (2008), rivolte alla descrizione dei mutamenti avvenuti nelle
principali aree di interesse cittadine soggette alla riqualifica.
Emerge per l’originalità della descrizione dello spazio urbano, nella percezione dei
luoghi pubblici e privati, anche Interno fuori (2006), il progetto espositivo dedicato a
Mestre e inserito nella collaborazione con la Galleria Contemporaneo. Ciò che risulta
fondamentale in questi lavori è la ricerca sviluppata all’interno del contesto
contemporaneo in cui, non assume valore l’uso inedito del mezzo espressivo, ma la
rappresentazione degli oggetti ritratti, quali simboli di un’epoca di profondi
cambiamenti, terreno privilegiato per la produzione delle idee sul riutilizzo degli
spazi urbani esistenti e sull’interpretazione dell’esperienza degli stessi. Non solo,
nelle opere presentate in altre esposizioni come ad esempio Glocal 3 (2012), emerge
125
Progetto Mestre Novecento. Storie e trasformazioni urbane, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/192 (sito consultato
il 5 dicembre 2014).
99
in modo ancora più forte la spinta alla ricerca della trasformazione dell’intera realtà
sociale coinvolta. Qui si rende esplicita la relazione non solo tra luoghi, individui e
cambiamenti ma tra gli artisti stessi coinvolti a confrontarsi sul tema attraverso i loro
singolari linguaggi fotografici, per restituire una particolare percezione del mondo
attuale in cui il processo di mutamento è continuamente rivolto al futuro. Ancora,
emerge punto di vista indirizzato alle rovine industriali in disuso.
Lo sguardo rivolto ai grandi complessi desolati si declina al bello nella concezione
degli scatti proposti da Ex. Il fascino dell’abbandono (2012). L’interesse estetico
proposto dai due artisti sulle architetture industriali dimesse, è interessante
nell’analisi di questa sezione per la singolare attenzione rivolta al reale. Compiendo
un prelievo dei soggetti dal loro contesto oggettivo e astraendoli da esso, attraverso il
mezzo fotografico, essi si propongono di giungere alla purezza dell’immagine
liberandola dai condizionamenti funzionali, nel tentativo di restituire una nuova
visone della realtà, perseguendo il fine estetico del processo creativo126.
La prospettiva locale è ulteriormente elaborata dai principali autori veneziani il cui
lavoro è stato raccolto nell’esposizione dedicata al circolo fotografico La Gondola
del 2007. Il valore espressivo delle opere considerate si fonda su una concezione
dell’immagine che esula dal tradizionale impianto fotografico per rivendicarne la
dignità artistica, producendo un’esperienza significativa nell’evoluzione della
disciplina a partire dal dopoguerra127. Ha contribuito al lavoro del circolo anche Elio
Ciol, a cui è stata dedicata una personale presso le sale del Candiani nel 2009. In
linea con la ricerca artistica appena descritta, attraverso l’intenso lavoro sull’uso
126
Ex. Il fascino dell'abbandono, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2343 (sito
consultato il 6 dicembre 2014).
127
Sessant'anni di fotografia a Venezia. L'antologica del circolo la gondola in mostra a gennaio
al Centro Candiani, in
http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3599/UT/systemPrint;
Venezia: Il circolo La Gondola compie sessanta anni. 150 scatti raccontano la storia del celebre club
fotografico, in
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2007/01/25/Cultura/Arte/VENEZIA-ILCIRCOLO-LA-GONDOLA-COMPIE-SESSANTA-ANNI_125322.php, 25 gennaio 2007 (siti
consultati il 6 dicembre 2014).
100
della luce egli è riuscito ad arrivare con i suoi ultimi lavori a risultati di matrice
astratta nella rielaborazione di una vasta gamma eterogenea di soggetti128.
Dall’analisi di questi esempi possiamo riflettere sulle scelte compiute dal Centro nel
trattare il linguaggio fotografico. Ciò che risulta evidente è l’attenzione rivolta ai
diversi aspetti del contemporaneo, analizzati dai molteplici punti di vista che il
mezzo espressivo permette. Anche nella scelta delle esperienze minori si riscontra la
tendenza a privilegiare il versante sperimentale e innovativo che caratterizza tanto la
scena attuale, quanto quella passata. Allo stesso modo viene affrontata la tematica
territoriale che vuole essere espressione identitaria del presente e della società che la
vive, in un connubio di esperienze che rivolge molto spesso lo sguardo alla creatività
e all’elaborazione di nuovi concetti e riflessioni. Anche nelle proposte più
tradizionali vediamo come non si rinunci all’occasione di ricercare significati
profondi che danno vitalità alle iniziative, instaurando una relazione costante tra le
diverse discipline.
Nel concludere questa prima indagine vediamo come l’interesse per il versante
fotografico dimostrato nel corso degli anni, che
ha caratterizzato gran parte
dell’offerta, sebbene dettato da condizioni economiche, abbia prodotto delle
iniziative coerenti con le finalità proprie del Centro e con il ruolo assunto nei
confronti del contesto culturale e territoriale.
Accanto al gran numero si esposizioni di questo tipo, l’altro ambito di interesse che
ci riserviamo di descrivere è quello pertinente alle esperienze artistiche
contemporanee. Vedremo che nel trattare quest’argomento sarà necessario fare
riferimento al legame con la Galleria Contemporaneo, storica sede espositiva locale,
interamente dedicata alle nuove sperimentazioni emergenti. Continuando con la
lettura delle schede, nel periodo relativo al rilancio del Centro, l’attenzione verso
l’arte contemporanea non è più sviluppata intorno alle grandi iniziative come
accadeva in precedenza. Tuttavia, la prospettiva ridimensionata degli eventi non
esclude contenuti di qualità, questi infatti risultano di grande interesse le esposizioni
dedicate alle esperienze locali che hanno avuto un impatto significativo sul territorio
128
Elio Ciol, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/883 (sito consultato
il 6 dicembre 2014).
101
a partire dagli Settanta. Sulla scia dello sviluppo dell’arte concettuale e dell’arte
programmata nel contesto nazionale, in cui si assisteva alla formazione dei gruppi
artistici interessati alla sperimentazione del movimento e degli effetti ottici,
risentendo delle influenze delle discipline del design e costruttivismo, anche sul
territorio veneziano di assisteva a una produzione di nicchia rivolta all’elaborazione
di queste esperienze.
Tra le esposizioni di maggior rilievo troviamo Experimenta. Il caso verifica 8+1,
organizzata nel 2010 grazie al fondo donato dall’associazione al momento del suo
scioglimento e alla quale si è voluto rendere omaggio in questo evento. Altrettanto
importante è la mostra inaugurata nel 2007, Una generazione intermedia,
interamente dedicata alle sperimentazioni locali degli anni Settanta. L’originalità
delle opere allontana in modo significativo queste esperienze dalla stagione artistica
precedente a favore della ricerca dei nuovi mezzi espressivi quali video e
performance, accanto della rielaborazione di strumenti tradizionali come la
fotografia. Queste esposizioni, che avremo modo di approfondire nel successivo
capitolo, risultano importanti per descrivere la vitalità e il fermento creativo locale
che, seppur marginale rispetto al più ampio contesto nazionale, rappresenta l’identità
culturale del territorio per il versante contemporaneo.
Tra gli altri eventi organizzati nel periodo di riferimento, risultano di rilievo
Artefacta e Neoludica art is a game per il diretto rapporto assunto con la Biennale
d’arte e il loro carattere fortemente interattivo, in cui l’utilizzo della tecnologia
diviene il mezzo privilegiato per il coinvolgimento del pubblico all’interno delle
esperienze proposte. Ancora, l’attenzione verso la sperimentazione dei mezzi virtuali
si esprime al meglio in I play videogame (2010), in cui l’indagine della realtà
finzionale proposta dal videogioco è spinta al confronto con quella cinematografica e
letteraria, aprendo il dibattito e la riflessione sul rapporto tra i nuovi linguaggi e la
società129.
E’ importante osservare come le scelte espositive dedicate alla ricerca sui nuovi
strumenti e l’utilizzo sperimentale della tecnologia, dimostrino l’interesse verso i
129
Videogame, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1624 (sito consultato
il 6 dicembre).
102
processi innovativi di produzione artistica, come confermato dalla mostra dedicata a
Luigi Viola (2010) e in Sospensione (2012). Nel primo caso, ripercorrendo l’intera
carriera dell’artista iniziata negli anni Settanta, viene offerto al pubblico un valido
esempio dei linguaggi che hanno caratterizzato la sua attività. Tra le esperienze più
significative troviamo l’uso della poesia visiva, della performance, della fotografia e
della pittura astratta dell’ultimo periodo, oltre che del video, di cui è diventato uno
dei maggiori esponenti in Italia130. Altrettanto interessante è il procedimento
utilizzato da Alberto Deppieri il quale realizza i suoi quadri prelevando le immagini
astratte dal suo video artistico Fluxus. Nel gioco di rimandi creati, egli stabilisce
all’interno del processo creativo l’evoluzione dell’immagine pittorica in video e
viceversa131.
In ultima analisi, gli eventi collettivi di livello minore ma interessanti per l’utilizzo di
diversi mezzi espressivi sono Turning Back (Voices) – (Voci) di ritorno (2011), in
cui gli artisti affrontano il tema della follia attraverso il teatro, la scrittura poetica, la
fotografia e la performance, l’evento Liberesistenze (2013) in cui i mezzi artistici
tradizionali sono rivisitati nell’utilizzo sperimentale rivolto al contemporaneo. Infine,
l’esposizione La macchina imperfetta (2013) e la meno recente Q13-Open space
(2006) emergono per il confronto diretto tra i diversi linguaggi sperimentati dagli
artisti. Nella prima troviamo opere video, di pittura, di fotografia, di digi-paint e
performance rivolte al tema della bellezza nel mondo contemporaneo e alla
riflessione sul corpo. Nella seconda invece, dedicata ai giovani talenti emergenti, si
assiste all’articolazione di un percorso in cui si alternano vari tipi di opere quali
sculture, installazioni, oggetti sonori, video e scatole ottiche, che acquisiscono un
particolare significato dalle relative connessioni e interferenze.
130
Viola, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1635 (sito
consultato il 6 dicembre 2014).
131
Da domani al Candiani la mostra "Sospensione" di Alberto Deppieri, in
http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/55454, comunicato
stampa, Mestre, 17 maggio 2012; M. Bertoldini ,Sospensione, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2245 (siti consultati
il 6 dicembre 2014).
103
3.2.3 La collaborazione con la Galleria Contemporaneo
Nell'analizzare l'attività espositiva del Candiani e focalizzando l'attenzione su quanto
avvenuto dopo il rilancio delle attività del 2006, è importante fare riferimento al
lavoro svolto all'interno del territorio dalla Galleria Contemporaneo. Aperta nel 1998
in via Piave con una grande mostra personale dello scultore Alberto Viani, nella sede
che originariamente ospitava la Biblioteca Civica, nel tempo ha assunto un ruolo
primario quale luogo espositivo dedicato alle arti visive del versante contemporaneo
facendo attenzione anche alle esperienze artistiche sviluppate al di fuori dei confini
nazionali132. Concepita come spazio pubblico del Settore dei Beni e Produzioni
Culturali di Venezia, fino al 2005 ha vissuto una storia travagliata, tanto che nel 2002
è arrivata al fermo delle attività nonostante l'innovatività delle sue proposte e la
collaborazione con gallerie private anche di livello internazionale133.
La fase di rilancio del 2006, avvenuta in modo coordinato con quella del Centro
Cuturale Candiani e sotto la direzione di Riccardo Caldura, è stata importante per
confermare la forte l'identità della sede orientata in modo esclusivo al contemporaneo
e alle nuove sperimentazioni ed esperienze emergenti. Se da sempre si è
caratterizzata per una posizione unica all'interno dello spazio urbano come luogo di
ricerca, tanto per le proposte, quanto per l'idoneità delle sale rivolte ad ospitarle, da
questo momento ha assunto un ruolo ancora più specifico e di riferimento per i
linguaggi attuali. Nonostante la carica originale che l'ha contraddistinta, capace di
offrire un arricchimento per la città , nel 2010 si è trovata costretta a chiudere a causa
della scarsità dei fondi comunali disponibili, portando alla cessione degli spazi a una
società esterna.
Nel 2011 per mantenere attivo lo spirito delle proposte, animate anche da numerosi
progetti ed eventi collaterali, tra incontri e letture, è stata creata l'associazione
omonima
di
cui
Riccardo
Caldlura
è
responsabile
artistico.
Il
sito
www.galleriacontemporaneo.it, ripensato nel 2013, raccoglie tutte le informazioni
132
Ultima mostra alla Galleria che ha fatto storia a Mestre, in “Il Gazzettino”, 24 ottobre 2010.
133
Galleria Contemporaneo, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/66 (sito consultato il
9 dicembre 2014).
104
relative alle attività a partire dal 2006 e si pone come principale mezzo per
continuare la promozione e la ricerca sulle espressioni contemporanee134.
Dopo aver ripercorso brevemente la storia di questa struttura per definirne il ruolo e
gli obiettivi all'interno del contesto di nostro interesse, vediamo più da vicino il
rapporto instaurato con il Centro Culturale Candiani e l'importanza delle attività della
Galleria come punto di completamento della programmazione dello primo e
dell’offerta culturale cittadina.
I programmi di riattualizzazione previsti per le due strutture mestrine con le relative
nomine dei nuovi direttori, hanno costituito un momento significativo per affinare
complessivamente la vocazione di Mestre ad essere officina della cultura e dell'arte
contemporanea135. Come accaduto per il Candiani, anche per la Galleria si era
pensato a una svolta innovativa, dove la ricerca e lo sviluppo di idee per la
realizzazione di nuovi progetti, poneva l'attenzione sulle attività emergenti dell'area
urbana circostante e di altri paesi, soprattutto dell’est Europa. Le direzioni della
nuova programmazione dovevano focalizzarsi su mostre personali, progettate dagli
stessi artisti a misura dello spazio espositivo disponibile, nel quale non si sarebbe
rinunciato ad ospitare anche esposizioni collettive. Altrettanto importante risultava la
pianificazione di eventi collaterali che prevedessero seminari e conferenze sia con gli
artisti, sia con gli esperti del settore. Per ogni progetto espositivo era previsto un
programma di letture e appuntamenti che prendeva il nome di Punto di incontro, a
sottolineare la vivacità che voleva assumere la Galleria nel promuoversi come luogo
di scambio all’interno del contesto urbano.
Questi eventi, attivi fino al momento della sua chiusura nel 2010, sono stati poi
dedicati alle altre proposte pubbliche al fine di renderne fruibili i materiali,
conservati grazie all’attività svolta di archivio e documentazione 136. Il riassetto
ottenuto cercava evidentemente una linea di continuità con il Centro Candiani per
134
R.Lamantea, Chiude la galleria Contemporaneo, in “La Nuova Venezia”, 2010 e Galleria
Contemporaneo, in
http://candiani.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/66 (sito consultato il
9 dicembre 2014),
135
R. Lamantea, Il Candiani non è più una cattedrale nel deserto, in “La Nuova Venezia”, 24
ottobre 2006.
136
Incontri, in http://www.galleriacontemporaneo.it/incontri.html. (sito consultato il 9 dicembre
2014).
105
costruire, unitamente con i progetti riservati a Forte Marghera, un sistema dedicato al
contemporaneo per la terraferma veneziana. Puntando sulle nuove generazioni e sulle
collaborazioni internazionali doveva fondarsi un progetto unitario di rilancio in cui il
collegamento tra le istituzioni doveva essere costante e di integrazione dei
contenuti137.
Nel concreto osserviamo come l'organizzazione del sito della Galleria presenti un
programma articolato di iniziative, non solo espositive, rivolte all'indagine e alla
ricerca sulle sperimentazioni più recenti. Anche in questo caso notiamo l’attenzione
all'approfondimento dei contenuti per studiare gli sviluppi contemporanei nell'ambito
delle altre discipline. L'apertura alla creatività che contraddistingue le proposte di
entrambe le strutture costituisce il punto d'incontro tra esse e la leva innovativa che
offre attività diverse dal resto del territorio. È riconosciuto infatti che sotto la nuova
direzione, la sede del Contemporaneo è riuscita a ritagliarsi uno spazio unico tra le
grandi istituzioni del centro storico che si dedicano allo stesso ramo di ricerca quali
Biennale, la Fondazione Peggy Guggenheim e Punta della Dogana. Attraverso le
fotografie di Gabriele Basilico e le opere dei giovani artisti emergenti, provenienti
prevalentemente dall'Est Europa, la galleria mestrina è stata in grado di creare una
nicchia d'offerta differente, innovativa e stimolante, che l'ha caratterizzata
positivamente nel territorio138. Mostre come quelle dedicate a Esther Stocker (2006),
Attila Csörgò (2006), Brigitte Kowanz (2007), Alban Hajdinaj (2009), Igor Eskinja
(2009) dimostrano la volontà di considerare le opere di giovani personalità di spicco
nella scena internazionale emergente, le cui ricerche spaziano nelle più diverse
sperimentazioni nell’uso dei materiali e nella rielaborazione dei concetti, aprendo a
nuove riflessioni sull’esperienza creativa e di fruizione dell’arte139. In generale,
vediamo come il ricorso all’utilizzo di materiali freddi, industriali e marcatamente hitech, la rielaborazione dei concetti geometrici, l’impiego del video, della fotografia e
di materiali tradizionali, sia declinato allo studio dell’immagine e alla relazione che
l’opera instaura con lo spazio in cui è inserita e alle possibilità di fruizione che
137
F. Bellemo, Risorge la Galleria d’arte del Contemporaneo, in “La Nuova Venezia”, 12
maggio 2006; C. Colucci, Riappare la Galleria Contemporaneo, in “Il Gazzettino”, 6 maggio 2006.
138
Ultima mostra alla Galleria che ha fatto storia a Mestre, in “Il Gazzettino”, 24 ottobre 2010.
139 D. Capra, Chiude la Galleria Contemporaneo una sconfitta per l’arte e l’intelligenza, in “La
Nuova Venezia”, 7 novembre 2010.
106
vengono a crearsi all’interno di esso. Le atmosfere rarefatte create dall’installazione
della Kowanz, realizzata attraverso la combinazione studiata di luce al neon, testi,
specchi, alluminio, vetro e acciaio si indirizzano alla ricerca del rapporto con lo
spazio architettonico140; il senso di astrazione geometrica rivisitato dalla Stocker, su
influenza delle esperienze italiane del Gruppo T degli anni Sessanta, indaga invece le
nuove possibilità di percezione delle opere da parte del pubblico 141. Ancora, le
installazioni, oggetti, fotografie e disegni di Attila Csörgò, realizzati sullo sviluppo
dei paradossi geometrici tra elementi piani e solidi, costituiscono delle opere (solidi
animati) rivolte a reinterpretare i cardini moderni di rappresentazione, percezione e
geometria142. Per Alban Hajdinaj l’oggetto di riflessione è l’immagine pubblicitaria e
di consumo della quale vengono rivelati i contenuti artistici e comunicativi più
profondi che interagiscono con i comportamenti e le trasformazioni sociali143. Un
altro studio della percezione spaziale è quello di Igor Eskinja che, nelle sue immagini
illusorie, in bilico tra bidimensionalità e tridimensionalità, sovverte la concezione
delle relazioni tra opera e ambiente grazie all’uso del mezzo fotografico. Gli oggetti
ritratti, nella loro singolare rappresentazione e inserimento nello spazio espositivo,
confondono lo spettatore tra ciò è reale e ciò che pretende di esserlo144.
Questi esempi rendono chiara l’idea del grado sperimentale delle opere che la
Galleria intende offrire. In generale, oltre a queste citate, le rielaborazioni delle
esperienze concettuali e astratte, si intrecciano alle esperienze del video e del digitale
140
Brigitte Kowanz, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria
Contemporaneo), Dario De BastianiEditore, Vittorio Veneto (Tv) 2007; Brigitte Kowanz, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_004.html. (sito
consultato il 9 dicembre 2014).
141Esther Stocker, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo),
Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2006; Esther Stocker, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_000.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014).
142Attila Csörgo ̋, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo),
Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2007; Attila Csörgò , in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_001.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014).
143Alban Hajdinaj, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo),
Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009; Alban Hajdinaj,in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_014.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014)
144
Igor Eskinja, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo),
Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009; Igor Eskinja, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_012.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014).
107
nella ricerca delle nuove possibilità della forma e dei significati instaurati tra opera e
ambiente di riferimento, in cui il pubblico è chiamato alla reazione e all’interazione.
Le rappresentazioni insolite degli oggetti, appartenenti alla cultura artistica visiva
quanto alle discipline del design e dell’architettura, sono portatrici di nuovi valori,
significativi nel loro contesto di inserimento e nella più ampia riflessione sul mondo
contemporaneo di cui sono espressione.
Non da ultime sono considerate le modalità processuali e condivise della produzione
artistica, in cui la dimensione relazionale dell’arte arriva alla sua massima
interpretazione, un valido esempio di questa tendenza è Artway of thinking, l’ultima
mostra realizzata nelle sale del Contemporaneo145. Infine, vale la pena soffermarsi su
due ultimi aspetti importanti per approfondire le esperienze recenti a cui si è rivolta
l’attenzione. Riprendendo il riferimento all’uso dei mezzi video e digitali, vediamo
che, complessivamente, l’inclinazione alla tecnologia sia un punto cardine della
pratica contemporanea, specialmente nei suoi sviluppi più attuali. Un esempio
interessante è l’opera A beautiful day proposta da Interno 3 nel 2008. La metanarrazione
audiovisiva
e
scultorea
nasce
dall’integrazione
dell’esperienza
multimediale e della riflessione esistenziale sulla rappresentazione, realizzandosi
attraverso chiari riferimenti alle emergenti sperimentazioni glitch, in cui si assiste
alla rielaborazione artistica degli errori dei sistemi tecnologici e digitali146. Come
ultima prova dell’affermazione della Galleria come luogo di promozione dell’
utilizzo innovativo dei mezzi artistici, ci riserviamo di accennare all’opera di Serse
che realizza la sua ricerca sul paesaggio in chiave contemporanea attraverso la
magistrale sperimentazione sulla materialità della grafite, rivelata in tutte le sue
potenzialità. Le sue immagini si connotano di un senso di perfezione talmente alto
che quasi trascendono la dimensione immanente147.
145
Questa è arte se fai in modo che lo sia, catalogo della mostra a cura di Artway of thinking, R.
Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), 2010; Artway of thinking, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_019.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014).
146
A beautiful day. Interno 3, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria
Contemporaneo), Grafiche Veneziane, Venezia 2008; A beautiful day, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_008.html. (sito consultato
il 9 dicembre 2014).
147
Gemme, architetture, riflessi. Serse, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre,
Galleria Contemporaneo), Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2010; Serse, in
108
L’interpretazione e l’analisi degli interessi artistici della Galleria Contemporaneo ci
aiutano a chiarire il ruolo svolto nel contesto territoriale e ne confermano il primato
di unicità assunto assieme all’offerta del Centro Culturale Candiani. Dal confronto
dei relativi programmi espositivi iniziati dalla fase di rilancio, notiamo come i due
tipi di proposte siano integrate e complementari. Se nel primo caso troviamo
l’utilizzo degli spazi espositivi dedicato a mostre di carattere prettamente
sperimentale, rispettando la loro originale progettazione, nel secondo vediamo la
ramificazione di questa tendenza verso le diverse discipline.
Nel considerare in modo specifico l’attività espositiva del Centro vediamo come
l’indagine artistica avvenga su più livelli e l’attenzione alla sperimentazione
contemporanea si articoli in alternanza ad eventi di carattere più tradizionale sebbene
attuali nei contenuti. La Galleria Contemporaneo, attraverso la sua offerta artistica
specializzata, arricchisce in modo unico la proposta della terraferma e, assieme a
quella del Candiani, rappresenta un nucleo coerente di iniziative rivolte alla
contemporaneità. All’interno della vasta programmazione del Centro, essa emerge
nella sua originalità rispettando la coesione delle prospettive degli obiettivi comuni
di ricerca e promozione del versante sperimentale.
La compresenza delle finalità e la prospettiva di coordinazione nella produzione
degli eventi nel settore di riferimento viene chiarita ulteriormente dalla sezione
dedicata alle proposte collaterali presente nel sito della Galleria, in cui vengono
documentate le collaborazioni espositive rilevanti e realizzate dal 2006. In
quest’orizzonte si distinguono per l’interesse sperimentale e artistico alcune delle
mostre già citate nel programma espositivo del Candiani, comprovando lo stretto
rapporto instaurato tra le due sedi. Nello specifico, alcuni dei casi d’interesse saranno
anche quelli che ci riserveremo di analizzare nel prossimo capitolo per approfondire
la rilevanza delle mostre di arte contemporanea del Centro all’interno della sua
gestione e programmazione. Mettendo a confronto quanto presente nella sezione
Collaterali nel sito della Galleria e il programma del Candiani vediamo emergere le
seguenti iniziative:
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_016.html. (sito consultato
il 10 dicembre 2014).
109
 Interno fuori e Forte Marghera. Fotografie di Primoz Bizjak nel 2006;

Atelier Albania e Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia
negli anni ’70 nel 2007;
 Venezia_Marghera: fotografie e trasformazioni nella città contemporanea
nel 2008;
 Il gesto indicatore nel 2009;
 Faccia a faccia e Experimenta: autogestione e sperimentazione artistica. Il
caso Verifica 8+1(1978-2008) nel 2010.
Se da un lato l’attenzione viene rivolta agli usi sperimentali della fotografia, nello
scopo di esaltare anche i giovani talenti creativi, dall’altro spicca l’interesse per le
esperienze artistiche che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra locale e che
hanno influenzato in maniera decisiva i caratteri dei linguaggi più recenti, di cui le
esposizioni della Galleria sono un valido esempio. Questo ci permette di confermare
quanto detto in precedenza in merito alle competenze delle due sedi espositive e delle
rispettive scelte per le programmazioni. Seppur differenti nella specializzazione degli
ambiti disciplinari trattati, assieme costituivano un polo unico e coordinato
all’interno della città. L’integrazione dei programmi restituiva una coerenza generale
dei contenuti in cui erano rispettate le singole caratterizzazioni e le finalità comuni
per costruire un’identità forte rivolta al contemporaneo.
Dalla sua chiusura, l’attività espositiva della Galleria non ha più trovato uno spazio
per realizzarsi, tuttavia è interessante vedere come non si sia rinunciato alla
documentazione delle ricerche attraverso altri canali di indagine. Tra i progetti
trattati tra il 2011 e il 2012 emergono in modo particolare quelli su Forte Marghera,
il Parco del Contemporaneo e Future Landscape. In queste iniziative risulta centrale
il tema della riqualifica urbana in cui si concentra la riflessione sugli spazi dismessi e
l’evoluzione futura della loro immagine e funzione. Nel primo caso viene affrontato
e rielaborato il concetto di “Parco”. Partendo dalla riflessione sulla sua destinazione
tradizionale viene concepito come luogo rivolto a molteplici attività, tra cui quelle
artistiche, al fine di sviluppare delle possibilità nuove e uniche all’interno della
110
città148. Nel secondo caso viene presentata un’esibizione organizzata in due momenti
differenti in cui si analizza la condizione del paesaggio contemporaneo. Tramite le
opere degli artisti chiamati a partecipare, il tema viene sviluppato attraverso i più
diversi supporti nei quali le espressioni si articolano tra l’arte, lo spazio e
l’architettura149.
Nel concludere l’analisi del lavoro espositivo finora trattato e alla luce delle
considerazioni fatte per il contesto complessivo delle attività del Centro Culturale
Candiani, vediamo che i dati raccolti ci permettono di portare avanti alcune
riflessioni sull’evoluzione subita nel corso degli anni. Le trasformazioni avvenute
nella gestione dell’istituzione hanno portato a delle importanti modifiche sulle scelte
dei programmi indirizzando il riassetto complessivo. Se infatti all’inizio delle sue
attività erano stati organizzati dei grandi eventi espositivi per mantenere le importanti
aspettative che si erano riposte sul progetto, con l’andare del tempo è stato necessario
ridimensionare i termini delle proposte per acquisire una maggiore consapevolezza
del ruolo all’interno del territorio e delle competenze a disposizione.
Nel fare i conti con l’ulteriore problema sulle risorse sempre più carenti a causa dei
tagli ai fondi pubblici e degli elevati costi di mantenimento della struttura, non
aiutava il clima di sfiducia che nel tempo era cresciuto nei confronti dell’istituzione.
Tuttavia il rilancio previsto per il 2006, che coinvolgeva gran parte delle sedi
culturali cittadine, è stata l’occasione per sanare parte delle lacune iniziali e trovare
una definizione ordinata delle diverse programmazioni. Il confronto delle attività
all’interno del Centro e con la Galleria Contemporaneo è stato utile per far emergere
la coerenza rispetto agli obiettivi iniziali e l’originalità delle proposte all’interno del
contesto locale. Sebbene non siano mancate le difficoltà nella gestione delle
iniziative anche in seguito al rilancio, se guardiamo ai contenuti proposti, la
caratterizzazione degli eventi ha trovato una direzione di sviluppo in linea con le
148
Parco del Contemporaneo, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_023.html. (sito consultato
il 10 dicembre 2014).
149
Future Landscape 1, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_020.html; Future
Landscape 2, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/mostre/scheda_mostre_021.html. (siti consultati
il 10 dicembre 2014).
111
finalità di ricerca sui nuovi linguaggi. In particolar modo, nelle scelte adottate,
risultano centrali l’attenzione alla multidisciplinarietà e alla sperimentazione delle
esperienze emergenti. Nella sezione espositiva queste caratteristiche sono mantenute
dalla proposta di numerose occasioni collaterali di arricchimento dei contenuti e
dall’apertura alla collaborazione con le altre istituzioni. In questo senso il lavoro
svolto con la Galleria Contemporaneo è risultato significativo per i numerosi
momenti di ricerca e di approfondimento sulle tematiche osservate. L’attività
coordinata tra le due strutture ha permesso l’elaborazione di proposte originali che
nel corso degli anni hanno descritto il panorama delle nuove tendenze artistiche da
punti di vista inediti. Infine, la costante attenzione alla dimensione locale
nell’integrazione dei progetti di riqualifica con la prospettiva culturale, ha permesso
lo sviluppo di idee rivolte al futuro e aperte allo formazione di un’identità territoriale
in grado di valorizzare la propria dimensione storica e artistica.
112
Le mostre del Centro Culturale Candiani dal 2001 al 2014
TERRAFERMA
2001
Curata da
Riccardo Caldura
Date
8 giugno- 16 settembre
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo e terzo piano.
Descrizione
L’esposizione, ideata come evento d’apertura del Centro Culturale Candiani,
prevede
l’allestimento
2001
di
circa
novanta
opere
tra
fotografie,
videoinstallazioni e sculture. Tra i nomi dei 15 giovani artisti coinvolti,
troviamo anche la presenza già affermata di Gabriele Basilico, invitato a
partecipare con le sue opere per l’occasione. Il titolo, simbolo dell’entroterra
veneziano e scelto in omaggio alla realizzazione della prima mostra
interamente dedicata a Mestre, vuole ribadire l'importanza del ruolo
culturale del Candiani appena inaugurato all'interno della realtà cittadina
che, in modo del tutto inedito, viene interpretata attraverso i linguaggi
artistici contemporanei.
Il DONO
Curata da
Gianfranco Maraniello, Sergio Risaliti, Antonio Somaini, Riccardo Caldura
(coordinamento per il Centro Culturale Candiani).
Date
20 ottobre 2001- 6 gennaio 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo e terzo piano.
Descrizione
Un centinaio di opere tra video, dipinti, fotografie, performace ed
installazioni di quaranta artisti di fama internazionale. A legare l’intero
percorso è il tema del dono e della riflessione
sull’atto di donare.
Nell'indagine della portata simbolica che tale gesto può avere, vengono
presentati e fatti emergere i molteplici significati che si intrecciano nel
racconto degli artisti. Le loro opere divengono l'espressione del senso più
profondo del tema nelle sue più varie declinazioni e concezioni.
*Realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Venezia e in collaborazione con il centro delle Papesse di Siena.
Catalogo
Il Dono, catalogo della mostra a cura di G. Maraniello, S. Risaliti, A.
Somaini (Mestre, Centro Culturale Candiani e Siena, Palazzo delle Papesse
Centro d'arte Contemporanea), Charta editore, Milano 2001.
Orario
Da martedì a domenica ore 10- 22 (biglietteria ore 10- 21); chiuso il lunedì.
113
Ingresso
Intero L. 8000; ridotto L.5000.
Eventi collaterali
Ciclo di conferenze a ingresso libero a cura di Riccardo Caldura;

28 Novembre 2001, ore 17.30: “From friends to friends? L’offerta
delle esperienze artistiche contemporanee fra riflessione critica e
organizzazione
istituzionale”.
Intervengono
Chiara
Bertola
(Fondazione Querini Stampalia), Agnes Kohlmeyer (Kunstverein di
Ludwigsburg), Gianfranco Maraniello e Antonio Somaini cocuratori della mostra, Sergio Risaliti (Centro delle Papesse di
Siena).

12 Dicembre 2001, ore 17.30: “Spazi permeabili. Per una
architettura dell’incontro”. Intervengono Renato Bocchi (IUAV) e
Lorenzo Romito (Gruppo Stalker).

18 Dicembre 2001, ore 17.30: “Al di la dell’utile. Un luogo comune
fra estetica, filosofia e psicanalisi”. Intervengono Massimo Donà
(Accademia di Belle Arti di Venezia), Andrea Tagliapietra
(Università di Sassari), Gianni Tagliapietra (Associazione “Il tempo
e la parola”).

20 Dicembre 2001, ore 17.30: “Il Dono. Offerta, ospitalità, insidia.”
Interviene Massimo Cacciari.
OURANOSAUURUS
Date
21 dicembre 2001- 14 aprile 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, Auditorium.
Descrizione
Esposto lo scheletro originale dell’ Ouranosaurus nigeriensis di proprietà del
Museo di Storia Naturale di Venezia al seguito di un’operazione di restauro
conservativo.
La
mostra
si
propone
di
ripercorrere
la
storia
dell’Ouranosaurus e degli scavi che lo portarono alla luce avvenuti nel
deserto del Tenerè (Niger occidentale) tra il 1971 e il 1973 in occasione
della spedizione ad opera del Centro Studi Ricerche Ligabue di Venezia.
Annessa una sezione dedicata ai ritrovamenti di dinosauri avvenuti in Italia.
Eventi collaterali
La mostra Altri animali
allestita presso la Galleria Contemporaneo di
Mestre organizzata da il Comune di Venezia, Beni e Attività culturali,
Cultura e Spettacolo, Biblioteca Civica, Sistema Bibliotecario in
collaborazione con la Biblioteca 15- Quartiere Mestre Centro. Curata da
Cristina Taverna e allestita da Daniela Ferretti. Circa 100 opere tra
114
acquerelli, collages, pastelli e installazioni tridimensionali di Altan,
Gabriella Giandelli, Emanuele Luzzati, Roberto Perini, Chiara Rapaccini e
Andrea Rauch, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione.
Apertura dal 23 novembre.
Orario: dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero euro 4,00; ridotto euro 2,50 per ragazzi da 6 a 14 anni,
studenti dai 15 ai 29 anni, accompagnatori (massimo 2) di ragazzi e studenti,
cittadini U.E: ultrasessantacinquenni, titolari di Card Rolling Venice,
possessori del biglietto delle mostre al Centro Candiani Oranousaurus o
Pollock a Venezia; gratuito per bambini da 0 a 5 anni, portatori di handicap
con accompagnatore, guide autorizzate, interpreti turistici che accompagnino
gruppi, capigruppo (gruppi di almeno 21 persone previa prenotazione).
A completamento della mostra sono organizzati due incontri con gli autori di
alcune delle opere esposte, rivolti principalmente alle scuole medie di
Mestre:

Martedì 26 marzo, ore 9 “Altri animali a fumetti” ( Andrea Rauch).

Mercoledì 27 marzo, ore 9 “Altri animali e i loro sentimenti”
(Chiara Rapaccini).
2002
Curata da
L’AMERICA DI POLLOCK/GLI IRASCIBILI
Giandomenico Romanelli, Daniela Ferretti e Vincenzo Sanfo. Allestimento
di Daniela Ferretti.
Date
23 marzo- 30 giugno 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano/ Museo Correr
(Venezia).
Descrizione
Il progetto espositivo, dislocato tra le due sedi del Museo Correr e il Centro
Candiani, è organizzato al fine di creare un percorso unico e coerente tra
l'evento incentrato sulla figura di Jackson Pollock che ha sede nel primo e
quello dedicato agli “Irascibili” allestito presso lo spazio mestrino.
Nell'arricchire i contenuti della grande mostra lagunare, l'allestimento del
Candiani si pone come occasione per divulgare e approfondire la realtà
artistica degli esponenti della Scuola di New York, i quali operarono a
stretto contatto con Pollock e insieme a lui contribuirono all’affermazione
dell’Espressionismo Astratto nel secondo dopoguerra, segnando in modo
indelebile l'arte del Novecento. Tra i nomi principali troviamo Mark Rothko,
115
Lee Krasner, Arshile Gorky, Barnett Newman, William Baziotes, Ad
Reinhardt, Adolph Gottlieb, Willem De Kooning, Hedda Sterne, James
Brooks, Jimmy Ernst. Le oltre quaranta opere presentate e provenienti da
musei e collezioni private di portata internazionale, costituiscono
un'integrazione fondamentale nella descrizione della cultura artistica in cui
si inseriva il lavoro del grande maestro del dripping. A integrazione della
mostra sono resi fruibili vari materiali provenienti dall’archivio della
Fondazione Krasner-Pollock quali fotografie, lettere e documenti utili a
definire e illustrare il contesto artistico dell’epoca.
* Organizzato e prodotto dalla Direzione Beni e Attività Culturali del
Comune di Venezia in collaborazione con il Centro Italiano per le Arti e la
Cultura e Skira.
Catalogo
Jackson Pollock a Venezia, catalogo della mostra a cura di G. Romanelli, D.
Ferretti, V. Sanfo (Venezia, Museo Correr; Mestre, Centro Culturale
Candiani), Skira editore, Milano 2002.
Orario
Tutti i giorni dalle 9 alle 19 (biglietteria dalle 9 alle 18)
Ingresso
Intero euro 10,00; ridotto euro 8,00. Biglietti validi per entrambe le mostre.
Eventi collaterali
Organizzato un ricco programma di incontri letterari, letture di poesie,
laboratori teatrali, rassegne cinematografiche e piccoli concerti per
approfondire la cultura del periodo in cui si inserivano le esperienze dei
grandi artisti presentati.
WHAT FAMILY
Date
14 giugno- 14 luglio 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano.
Descrizione
Una ventina tra fotografie, video, disegni, animazioni, poster, installazioni
realizzate da giovani creativi selezionati a conclusione del ciclo di
conferenze sulla creatività contemporanea “What Next?”. Legate dal tema
del valore attribuito all'idea della famiglia odierna, le opere sono concepite
ed espresse secondo la soggettiva interpretazione degli artisti che per la
prima volta espongono il loro lavoro al pubblico. Artisti: Benyamin
Alfariah, Marco Altan, Flavia Barbini, Diego Bilibio, Thomas Brazzolotto,
Matteo Cibic, Maria Cogo, Marco Della Colletta, Davide Di Sarà, Martina
Favaro, Giorgio Finamore, Alberto Frigo, Alvise Guadagnino, Christian
Giusto, Rikke Jorgensen, Elisa Leaci, Nicoletta Linguanti, Valentina
Panzarella, PFC, Francesco Pia, Rossella Quaranta, Matteo Rosso, Davide
Rovere, Emmi Salonen, Lucio Stefanello, Riccardo Tiepolo, Fabrizio
116
Urettini, Koji Yamaguchi, Alessandro Zanchetta, Federico Zingano.
*Organizzata in collaborazione con scuole e università del territorio e
realizzata grazie al contributo del Consorzio Venezia Nuova.
Orario
Tutti i giorni dalla 9 alle 19.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
Performance di alcuni giovani artisti negli spazi adiacenti al Centro
Culturale Candiani in occasione della giornata inaugurale.
BRUNO BRUNI
Date
6-12 ottobre 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
L'esposizione personale dedicata a Bruno Bruni comprende l'insieme degli
scatti dell'artista realizzati durante il periodo di attività presso il circolo
fotografico “La Gondola” nella seconda metà degli anni Cinquanta.
Orario
Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
In collaborazione con l'Associazione Culturale “Terra Antica”, il Circolo
fotografico “La Gondola” ,Cassa di Risparmio di Venezia e il contributo
dell'Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Venezia. Incontro di
approfondimento in memoria della persolaniltà e della carriera di Bruno
Bruno presso il Centro Culturale Candiani (sala conferenze) in data 5
ottobre, ore 17.
VASI COMUNICANTI
Date
13 ottobre- 8 dicembre 2002
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano e Galleria
Contemporaneo (Mestre)/ Palazzo Fortuny (Venezia).
Descrizione
Le opere sono inserite in una serie di mostre che si pongono l'obiettivo di
indagare le più diverse esperienze artistiche che trovano un terreno comune
nella comunicazione visiva e nella grafica, concepite come i veicoli
espressivi su cui avviare il confronto tra le sperimentazioni. All’interno del
ricco programma, i temi dell’interdipendenza e dello scambio reciproco,
rinvenibili nella moltitudine di forme fruibili della cultura visiva
contemporanea, divengono il cuore della ricerca proposta.
Le mostre:
- I love to meet you, New graphic design, Palazzo Fortuny
- Bold, Nuovi grafici italiani, Centro Culturale Candiani e Galleria
Contemporaneo.
117
*Organizzata dal Comune di Venezia, Beni e Attività Culturali, in
collaborazione con studio Camuffo e con la partecipazione della Querini
Stampalia.
Eventi collaterali

Il libro: Communication what? A cura di Giorgio Camuffo, MA
edizioni, 2002

Un ciclo di conferenze: What next?, sulla creatività contemporanea
presso il Centro Culturale Candiani da ottobre 2002 a maggio 2003.

Gli eventi: Percorsi di strada, 5 manifesta di Ed Fella, presso Muri
di Venezia 13.10/17.11.02; Hotel Hell, 10 years of anti-advertising
from the Hans Brinker Budget Hotel Amsterdam, presso
Fondazione Querini Stampalia, Venezia 12.10/17.11.02.
DALLE MASCHERE ALLE MACCHINE
Curata da
Flavia Scotton (conservatrice della Galleria di Cà Pesaro).
Allestita da Daniela Ferretti.
Date
27 ottobre 2002- 2 febbraio 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Quaranta dipinti circa provenienti dalla Galleria Internazionale d’Arte
Moderna di Cà Pesaro e ritraenti Venezia in tutti i suoi innumerevoli volti.
Le opere, esposte dopo varie operazioni di restauro a causa dei difetti
determinati dalla collocazione originaria, quali sedi istituzionali veneziane o
case private, sono realizzate da artisti operanti tra il XIX e il XX secolo, di
formazione per lo più accademica. L’intento della mostra dunque, oltre la
riscoperta di questa stagione pittorica meno nota al grande pubblico, risiede
nell'affermare l'importanza di questi artisti come testimoni dei processi dei
cambiamenti culturali ed espressivi dell'epoca.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 18.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00.
Eventi collaterali
Incontri di approfondimento sulle tematiche dell’esposizione presso il quarto
piano del Centro Culturale Candiani alle ore 18 e seguiti da una visita
guidata alla mostra tenuta da un relatore.
118
SEGNALI URBANI
2003
Date
22 febbraio- 23 marzo 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano.
Descrizione
Nell'esposizione si vogliono illustrare i possibili progetti futuri sulle
trasformazioni morfologiche e urbanistiche che andranno a modificare gli
spazi della città di Mestre. Con l'ausilio di fotomontaggi e viste
tridimensionali vengono presentate le ipotesi sullo scenario futuro delle
principali aree del territorio cittadino nel tentativo di aprire il dibattito ai
visitatori e lasciare lo spazio a eventuali nuove proposte.
* Organizzata dall'Assessorato all'Urbanistica.
Eventi collaterali
Giovedì 20 marzo: dalle ore 17, tavola rotonda presso il Centro Culturale
Candiani sul tema del recupero dell'identità urbana e storica della città, è
previsto il confronto tra il prosindaco di Mestre Gianfranco Bettin, Murizio
de Min della Sovraintendenza per i beni archeologici del Veneto e
Gianfranco Vecchiato, presidente dell'Ordine degli Architetti. A seguire
dalle 20.30, intervengono l'assessore regionale alla mobilità Renato Chisso,
il vicesindaco di Venezia Michele Mognato e il direttore generale dell'Asl
12, Antonio Padoan.
VITTORIO FELISATI
Date
27 febbraio- 27 marzo 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
Esposti sessanta dipinti del pittore mestrino al fine di ripercorrere e
descrivere la sua lunga e intensa produzione artistica come paesaggista
locale attivo dagli anni '20 del Novecento.
DIETRO LA LAVAGNA
Date
15 marzo- 5 maggio 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Una ricostruzione dello scenario della vita veneziana a partire dalla seconda
metà dell’Ottocento. L'esposizione è il risultato di un puntuale e
approfondito lavoro di ricerca che ha portato alla luce una vasta gamma di
testimonianze dell’epoca. Dalle fotografie agli oggetti, gli arredi, i testi degli
alunni e i materiali didattici, arricchiti da frammenti filmici e di documentari
appartenenti per lo più al periodo fascista e del dopoguerra.
119
GUIDO CARRER
Date
16 aprile- 18 maggio 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
Esposte le opere del pittore veneziano attivo dagli inizi del Novecento.
THE ROMANCE INDUSTRY- JOHN GOSSAGE
Date
9 maggio- 6 luglio 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
155 immagini del fotografo newyorkese realizzate nell’intento di comporre
un archivio competo delle aree industriali di Marghera e donate
successivamente all’Amministrazione Comunale come parte integrante
dell’archivio
fotografico
dedicato
a
Paolo
Costantini,
promotore
dell’indagine sulle zone industriali di Porto Marghera.
Catalogo
Edito da Nazraeli Press, Tucson, Arizona, 2002 (riconosciuto da Photo-Eye
come miglior monografia dell’anno).
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30
alle 19.30.
Ingresso
Libero.
GIGI CANDIANI
Date
26 settembre- 2 novembre 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Retrospettiva dedicata all’artista in occasione del centenario della sua
nascita.
CARLO PRETI
Date
22 novembre- 21 dicembre 2003
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano.
Descrizione
“Silenzio si sogna. 1999- 2001”. In mostra le opere inedite del periodo di
riferimento del grafico mestrino. Tra i soggetti principali si ritrovano gli
oggetti umili di uso quotidiano, decontestualizzati dallo spazio e dal tempo
nella sua personale interpretazione della realtà spogliata fino all’essenza.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 16 alle 20; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 16 alle 20. Lunedì chiuso.
Ingresso
Libero.
120
2004
GIGI DE GIUDICI
Date
29 gennaio- 15 febbraio 2004
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
In mostra le opere dell'artista, esponente del movimento anti-accademico
veneziano negli anno Dieci del Novecento e interessato alle ricerche delle
avanguardie storiche.
I MUSEI VATICANI E L’ARTE
CONTEMPORANEA
Curata da
Micol Forti e Francesco Buranelli, in collaborazione con Francesca
Boschetti .
Allestita da Daniela Ferretti.
Date
21 febbraio- 2 maggio 2004
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
75 tra dipinti, disegni e sculture selezionati tra le opere acquisite dalla
Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani dal 1980 al 2004 e realizzate
dai più grandi artisti del Novecento quali Medardo Rosso, Gaetano Previati,
James Ensor, Renato Gottuso, Giorgio De Chirico, Morandi, Campigli,
Marino Marini, Giacometti, Boccioni, Carrà, Burri. La Collezione
inaugurata nel 1973 sotto il pontificato di Paolo VI abbraccia i diversi temi
che hanno caratterizzato la ricerca artistica del Novecento attraverso lavori
meno noti al grande pubblico.
Catalogo
Edito da De Luca Editori a cura di Micol Forti.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00 (residenti nel Comune di Venezia; ragazzi
dai 6 ai 14 anni; studenti dai 15 ai 29 anni; cittadini U.E. over 65; titolari di
Carta Rolling Venice, Venice Card, soci Touring Club, Club Enel). Ridotto
Speciale Scuole euro 2,00 per gruppi di studenti e i loro accompagnatori
(max 1 ogni 15), previa presentazione dell’elenco dei partecipanti su carta
intestata della scuola. Gratuito per bambini 0/5 anni; portatori di handicap
con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici che accompagnino
gruppi; capigruppo (per gruppi di almeno 21 persone).
Viene offerto un servizio di visite guidate che propongono la mostra dal
punto di vista cronologico, museologico/museografico e collezionistico,
effettuate in duplice modalità:
121
-
Previa prenotazione al costo di euro 65,00 per le scuole e di euro
85,00 er gruppi di adulti (max 25 persone).
-
Ad appuntamento fisso senza prenotazione ogni sabato alle ore
16.30 a partire dal 28 febbraio 2004 al costo di euro 4,00 a persona per un
minimo di due partcipanti.
MIOTELLO…UN TOCCO LIEVE
Curata da
Raffaella Miotello
Date
2 aprile- 15 maggio 2004
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
In mostra circa cinquanta opere di uno degli esponenti della “vecchia
guardia” mestrina . Nel ripercorrere la sua produzione artistica, del peridodo
che va dagli anni Ottanta al 2001 circa, troviamo per lo più dipinti ad olio,
molti dei quali su tavola, di paesaggi ritratti en plein air secondo l'esempio
dei più celebri pittori impressionsti veneziani come Candiani e Felisati.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 16 alle 20; sabato, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle
16 alle 20; domenica, dalle 10.30 alle 12.30. Lunedì chiuso.
Ingresso
Libero.
SILVIO CASAGRANDE
Curata da
Silvia Casagrande
Date
2-31 ottobre 2004
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
Esposizione personale realizzata per celebrare la carriera artistica di uno dei
grandi maestri veneti del Novecento. Proveniente dalla fucina veronese e
all'inizio interessato alle ricerche emergenti dell'avanguardia capesarina,
successivamente si afferma come uno dei maggiori esponenti del postimpressionismo veneziano.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 20; sabato e domenica, dalle 10.30 alle
12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Lunedì chiuso.
Ingresso
Libero.
MARCEL BREUER
DESIGN AND ARCHITECTURE
Date
22 ottobre 2004- 30 gennaio 2005
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Una retrospettiva completa di tutta la produzione innovativa dell’architetto e
122
designer ungherese attivo e rinomato già dagli anni ’20. La mostra,
strutturata per temi, ripercorre i grandi progetti dell’artista suddividendo il
percorso espositivo per sezioni: case, spazi, volumi, motivi e materiali,
considerando egualmente tutti i campi della sua vasta attività e le più
significative collaborazioni internazionali.
* Ideata e prodotta dal Vitra Design Museum, proposta come unica tappa
italiana a Mestre.
Catalogo
Vitra Design Museum, euro 59,00.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20; lunedì chiuso.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00. Gratuito per i bambini fino a 5 anni.
2005
LUDO-DIDA-LUDO
Curata da
Donatella Gobbin, Maria Teresa Menotto e Elisabetta Da Lio.
Date
3- 16 giugno 2005
Sede
Centro Culturale Candiani, sala piano terra.
Descrizione
Nata dalla riflessone sui nuovi strumenti contemporanei, l'esposizione
raccoglie il lavoro realizzato durante i laboratori didattici rivolti alle scuole
elementari del Comune presso il Centro Candiani nell'anno scolastico 20042005. Il tema portante del percorso risulta la creatività dei bambini stimolati
a usare i nuovi mezzi multimediali per la creazione di immagini e la
sperimentazione di nuovi linguaggi.
Orario
Tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. Possibilità di visite guidate
per le scolaresche su prenotazione.
Ingresso
Libero.
PREMIO ARCHITETTURA CITTA’ DI
VENEZIA
(in Assessorato Urbanistica)
Date
17 settembre- 30 settembre 2005
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
In mostra i diciotto progetti presentati al primo concorso “Premio
Architettura Comune di Venezia” il cui obiettivo era quello di evidenziare il
ruolo di committenza, progettista e impresa nel contesto di pianificazione
territoriale predisposta dall’Amministrazione comunale.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19; lunedì
chiuso.
123
Ingresso
Libero.
DA BURANO A MESTRE
IL COLORE DELLA TERRAFERAMA
Curata da
Tiziana Agostini
Date
8 ottobre- 6 novembre 2005
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
In primo piano i dipinti di sei artisti legati alla città di Mestre eredi della
lezione della scuola artistica di Burano, caratterizzata dall’espressività del
colore rivolta alla resa cromatica del paesaggio nelle evoluzioni
atmosferiche e nei cambi di luce.
Artisti: Silvio Casagrande, Andreina Crepet Guazzo, Gigi Candiani, Vittorio
Felisati, Aldo Bovo e Giuseppe Miotello.
*Organizzata dal Circolo Culturale Walter Tobagi, nell’ambito delle
manifestazioni del settembre mestrino.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 16 alle 20; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
2006
CONCORSO PIAZZA BARCHE
I PROGETTI
Date
14 febbraio- 19 febbraio 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
ALDO’ TRA CINEMA E FOTOGRAFIA
Curata da
Date
21 marzo- 22 aprile 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (Sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Esposte quaranta immagini dell’artista veneziano Aldo Graziati ed
accompagnate da una rassegna cinematografica dei suoi principali lavori. Le
fotografie
presentate,
appartenenti
alla
famiglia
Marzo
Magni,
rappresentano i temi salienti del lavoro dell’artista, dalle riprese en plein air
124
del sud della Francia, agli scatti relativi ai set teatrali e cinematografici fino
ad arrivare a una sezione dedicata ai ritratti.
* Promossa dalla Videoteca di Mestre in collaborazione con il Comune e
con l’Associazione Culturale Cineforum di Scorzè.
Orario
Martedì, giovedì e sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; mercoledì e
venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 21.
Eventi collaterali
La rassegna cinematografica a completamento dell’esibizione prevede la
messa in scena dei capolavori con i quali l’artista è divenuto famoso, in
ordine: “La terra trema” di Luchino Visconti, “Cielo sulla palude” di
Augusto Genina, “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica, “Umberto D” di
Vittorio De Sica, “Othello” di Orson Welles, “Senso” di Luchino Visconti.
(Ingresso riservato ai soci della Candiani Card Cinema).
ARANCIONEROVERDI
VENT’ANNI DI PASSIONI
Curata da
Alessandro Rizzardini
Date
12 maggio- 18 giugno 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Mostra fotografica costituita da oltre cento scatti, suddivisi in undici sezioni,
dei momenti più salienti e significativi della squadra di calcio veneziana. Ad
essere descritta non è solo la vita del campo e della squadra ma anche il
versante della tifoseria, il tutto ritratto nelle immagini di Franco Bacciolo,
Luigi Costantini, Andrea Merola, Alessandro Rizzardini, Maurizio Rosso,
Matteo e Gianfranco Tagliapietra e concesse dalle agenzie Interpress Photo,
Fotoattualità, Fotovideobomber e Ve.Sport. Accompagnate dai commenti di
Roberto Ferrucci.
* Realizzata con gli Assessorati comunali allo Sport e alla Produzione
Culturale e la rivista Ve.Sport.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 16 alle 21.30; sabato e domenica dalle 10 alle 13
e dalle 16 alle 21.30.
Ingresso
Libero.
FORTE MARGHERA. PRIMOŽ BIZJAK
Curata da
Riccardo Caldura
Date
20 maggio- 31 luglio 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
125
Descrizione
Circa una trentina di fotografie dell’artista di origine slovena su storia e
natura di Forte Marghera.
* Prodotta in collaborazione con Marco Polo System e Galleria
Contemporaneo.
Catalogo
Orario
Fino al 30 giugno, da martedì a venerdì, dalle 16 alle 21.30; sabato e
domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21.30. Dal 1° al 31 luglio, da lunedì
a venerdì, dalle 18 alle 21.30.
Ingresso
Libero.
BELLISSIMA
DIVE, DIVINE E DIVETTE A VENEZIA
Curata da
Elisabetta Da Lio, Roberto Ellero e Graziano Arici.
Date
28 agosto-15 ottobre 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Una selezione di 136 fotografie
provenienti dagli archivi veneziani di
Graziano Arici. L’ esposizione racconta la realtà dell’isola degli anni
Cinquanta e inizio Sessanta attraverso le pose delle grandi donne destinate a
diventare miti indiscussi dell’epoca. Un omaggio alle bellezze nostrane e
straniere volutamente messo in scena in concomitanza con il Festival del
Cinema.
Catalogo
Pubblicato da Marsilio Editori, curato da Irene Bignardi e Italo Zannier.
Orario
Dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 20.30; sabato e domenica, dalle 10 alle
13 e dalle 16 alle 20.30.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00.
WOMEN DON’T WAR
Date
9 settembre - 24 settembre 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Mostra fotografica dedicata alle immagini di Maurizio Marcato rivolte a
raccontare la condizione delle donne vittime di migrazioni forzate da luoghi
colpiti da violenza, guerre, dittature e genocidi. La scelta di lavorare in
studio, in completa libertà d'azione, deriva dalla volontà di restituire a queste
donne l’identità femminile persa durante il loro doloroso percorso.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
126
INTERNO FUORI
Curata da
Riccardo Caldura
Date
27 ottobre - 19 novembre 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Una quarantina di stampe fotografiche di grande formato interamente
dedicate agli spazi pubblici e privati della città di Mestre, realizzate da
Alessandra Chemollo e Fulvio Orsenigo secondo i criteri delle loro singolari
prospettive.
* Con la collaborazione organizzativa della Galleria Contemporaneo.
Progetto originale interamente prodotto dal Centro Candiani insieme alla
precedente mostra dello sloveno Primoz Bizjak.
Q13- OPEN SPACE
Curata da
Lara Facco e Alberto Zanchetta
Date
18 novembre - 10 dicembre 2006
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Concezione di una mostra-percorso che si articola tra le varie discipline
artistiche prendendo in considerazione opere come micro sculture, oggetti
sonori, scatole ottiche, video d’artista portatili e installazioni, inserite in un
contesto aperto e libero, propenso alla commistione delle tecniche.
L’organizzazione si fonda su due progetti paralleli di cui i curatori sono
responsabili singolarmente. Uno, La maison vide, è legato alla declinazione
dello spazio fisico della casa nel modo in cui è vissuto. L’altro, Itinerarium
mentis, è connesso alla percezione del luogo quale ambiente naturale o
artificiale, in cui una data impressione viene restituita come risultato
dell’interazione delle analogie o dissonanze generate dal dialogo tra due
diverse personalità artistiche.
Artisti: Karin Andersen - Alessandra Andrini - Riccardo Benassi - Mauro
Ceolin - Cristian Chironi - Andrea Contin, Riccardo Costantini - Marco Di
Giovanni - Andrea Di Marco - DISCOkit - eg0 - Ericailcane - Marco
Fantini, Simone Fazio - Paolo Fiorentino - Aldo Giannotti - Marc Giloux Interno3 - Federico Lupo - Robin Mandel, MaraM - Filippo Messina Andrea Morucchio - Massimiliano Nazzi - Luca Piovaccari - Christian
Rainer, Giovanna Ricotta - Agostino Rocco - Vincenzo Rusciano - Sami
127
Sanpakkila - Marinella Senatore - Shoggot, Alessandro Spadari - Paolo
Toffolutti - Alberto Zamboni.
*Organizzata all’interno di Q 13 Visual Art and Music Project 2006.
L’esposizione si inserisce come quinta edizione di un progetto già
sperimentato agli esordi nella sede del Centro Candiani e poi organizzato
presso la Galleria Contemporaneo, rinnovato in questa occasione
perseguendo obiettivi sempre più mirati verso la sperimentazione
contemporanea e ai giovani talenti.
Orario
Dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
2007
LA GONDOLA
SESSANT’ANNI DI FOTOGRAFIA A VENEZIA
Date
27 gennaio- 25 febbraio 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Omaggio ai sessant’anni di attività del circolo fotografico “La Gondola”
attraverso 150 immagini selezionate tra i lavori dei 250 fotografi
appartenenti al gruppo che dal dopoguerra in poi hanno contribuito allo
sviluppo della fotografia italiana. Tra i soci che hanno partecipato all’attività
del circolo ritroviamo nomi celebri e altri meno noti, per citarne alcuni,
Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin, Giuseppe “Bepi” Bruno, Elio Ciol,
Sergio Del Pero, Bruno Rosso, Ennio Puntin Gognan, Giorgio Giacobbi,
Carlo Bevilacqua, Toni Del Tin, Mario Bonzuan.
PAESAGGI DI GUERRA
SGUARDI DAL FRONTE ALPINO DEL ‘15- ‘18
Date
3 febbraio- 4 marzo 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Circa una cinquantina di immagini in bianco e nero compongono la mostra
fotografica di Ippolito Paolucci il quale ha documentato gli scenari di guerra
dalle Alpi Carniche all’Adamello, rispettando il punto di vista dei primi
protagonisti delle vicende, i soldati.
Eventi collaterali

Commento di Gian Piero Brunetta a filmati d’epoca come prologo
della mostra.
128

Rassegna cinematografica “Schermi di guerra, aneliti di pace” con
la proiezioni di grandi classici ambientati durante il primo conflitto
mondiale:

martedì 6 febbraio, ore 21: “Uomini Contro” di
Francesco Rosi;

giovedì 8 febbraio, ore 21: “Orizzonti di gloria” di
Stanley Kubrick;

martedì 13 febbraio, ore 21: “La grande illusione”
di Jean Renoir;

giovedì 15 febbraio, ore 21: “I recuperanti” di
Ermanno Olmi;

martedì 20 febbraio, ore 21: “La vita è
nient’altro” di Bertrand Tavenier;

giovedì 22 febbraio, ore 21: “All’ovest niente di
nuovo” di Lewis Milestone.
(Ingresso riservato ai soci CinemaPiù).
MARCON. PAESAGGI DI TRANSIZIONE
Date
10 marzo - 25 marzo 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Progetto fotografico costruito sul tema del paesaggio e portato avanti da
quattro fotografi già esperti nelle riprese dello spazio urbano: Primoz Bizjak,
Neva Gasparo, Fulvio Orsenigo, Giovanni Vio.
* Realizzato dal Comune di Marcon, sostenuto dall’amministrazione
cittadina in collaborazione con il COSES di Venezia.
L’OFFESA DELLA RAZZA
RAZZISMO E ANTISEMITISMO DELL’ITALIA
FASCISTA
Date
11 marzo - 2 aprile 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Le opere sono distribuite nel percorso espositivo suddiviso in tre sezioni
129
“immaginario”, “ideologie” e “persecuzioni”. Procedendo dai pannelli sulla
costruzione dell’ideologia del “diverso”, si passa alla presentazione delle
correnti di pensiero fondanti il fascismo fino ad arrivare all’analisi delle
persecuzioni avvenute in Italia e nelle colonie da parte del regime.
* Realizzata grazie al supporto della regione Emilia Romagna, insieme al
comune di Venezia, la comunità ebraica, l’ateneo Veneto e l’università Cà
Foscari di Venezia in collaborazione con il Coordinamento cittadino per il
Giorno della Memoria.
Eventi collaterali
Ad arricchire e completare il percorso della mostra a celebrazione del
Giorno della Memoria sono previsti un ciclo di incontri e una rassegna
cinematografica.
LA VIA EMILIA
FOTOGRAFIE DI FRANCO FONTANA
Date
6 aprile - 6 maggio 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Sessanta foto di grandi dimensioni relative al lavoro del fotografo realizzato
lungo i 280 km da Rimini a Piacenza e concepito come omaggio nei
confronti della propria terra, luogo di memoria e di ispirazione.
Catalogo
La via Emilia, edizioni Atlante srl, 2006. Testi di Francesco Guccini e
Valerio Massimo Manfredi.
Orario
Dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
UNA GENERAZIONE INTERMEDIA.
PERCORSI ARTISTICI A VENEZIA
NEGLI ANNI ‘70
Curata da
Riccardo Caldura
Date
21 aprile - 27 maggio 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Fotografie, quadri, testi, grafiche, installazioni, opere con luce neon, video
che documentano la sperimentazione, per l’appunto intermedia, dei vari
mezzi artistici. Un’occasione per rivivere il fermento e l’originalità della
stagione artistica veneziana prendendo in esame quelle opere esposte anche
130
in importanti eventi italiani e internazionali ma poi poco considerate per
l’avvento dell’Arte Povera e della Transavanguardia.
Catalogo
Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni ’70,
catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Centro Culturale
Candiani), Venezia 2007.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19: sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
Per comprendere meglio la singolarità del contesto descritto la mostra è
accompagnata da videointerviste ai critici, curatori, galleristi e altri operatori
in contatto con gli artisti, un ciclo di incontri, conferenze, appuntamenti
musicali e teatrali.
IDEE E SAPERI
Curata da
Angelo Zennaro
Date
19 maggio - 10 giugno 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Ventinove opere di vetro realizzate secondo il richiamo della tradizione
vitrea di Murano e scelte sulla base dei progetti selezionati tra i centoventi
presentati dagli studenti dell’Istituto Statale d’Arte, il Liceo Artistico,
l’Accademia di Belle Arti di Venezia e la Scuola Internazionale del Vetro
Abate Zanetti di Murano. Il coinvolgimento dei migliori maestri vetrai nella
realizzazione dei progetti mira a rendere concreto il connubio tra antica
tradizione e originalità dei giovani talenti nell’utilizzo della vasta gamma di
tecniche come la soffiatura, l’incalmo, la filigrana, il sommerso,
l’incamiciato e il vetro massiccio, la battitura in molerai, l’incisione, la
pittura a smalto, la vetrata di piombo, la vetro fusione e la soffiatura del
vetro pirex. L’iniziativa si rende promotrice della formazione dei giovani a
contatto con le attività produttive e valorizza altresì l’esteso patrimonio della
cultura vitrea muranese.
* In collaborazione con l’Assessorato alle Attività produttive della Provincia
di Venezia.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
131
ATELIER ALBANIA
RITRATTO DI UN PAESE NELLE IMMAGINI
DELLA FOTOTECA MARUBI
Curata da
Rubens Shima e Riccardo Caldura
Date
8 giugno - 15 luglio 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Immagini stampate per l’occasione e presentate per la prima volta a Mestre
al fine di creare una sinergia tra le produzioni artistiche albanesi
caratterizzanti una fase nuova di profondo mutamento per il paese e la
rappresentazione della sua gente, dei suoi paesaggi, delle sue città fino al
periodo precedente alla dittatura di Henver Hoxha, nel 1944, anno della
conclusione dell’attività dell’atelier Marubi. L’archivio fotografico, che
conta più i 150000 negativi fotografici su vetro, è il fondo più ricco dei
Balcani e dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
*Organizzata nell’ambito del progetto culturale di collaborazione con la
Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Tirana, la Fototeca
Marubi e il Ministero per la Cultura albanese.
Orario
Tutti i giorni dalle 16 alle 21.
Ingresso
Libero.
IRAN GENTE STRADE PAESAGGI
Date
27 agosto - 14 ottobre 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Ventidue immagini scattate in Iran e selezionate da Riccardo Zipoli.
Quaranta di esse sono dedicate alle strade, venti in bianco e nero del regista
e fotografo Abbas Kiarotsami e venti, a colori, di Riccardo Zipoli. Un’altra
sezione composta da dodici immagini di Riccardo Zipoli racchiude il tema
dei paesaggi naturali. Infine, un’ultima parte inedita di settanta scatti,
descrive la vita della gente comune ed è stata realizzata grazie alle opere di
autori locali selezionati in Iran tramite un bando di partecipazione.
* Prodotta con il contributo dell’Istituto Culturale dell’Ambasciata della
Repubblica Islamica dell’Iran, di Kell2, di Orient Explorer e con il
patrocinio dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Catalogo
edito da Marsilio.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
132
Eventi collaterali
Rassegne
cinematografiche,
spettacoli,
incontri
letterari,
serata
gastronomiche ad avvalorare la propensione all’internazionalità della realtà
mestrina.
GENTI DI DIO
VIAGGIO NELL’ALTRA EUROPA
Date
15 settembre - 21 ottobre 2007
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Attraverso i suoi scatti, Monika Bulaj racconta il suo viaggio alle periferie
dell’Europa orientale alla ricerca dell’incontro tra quei popoli che, da sempre
diversi per credenze e confessioni religiose, sono stati divisi da un passato
cruento.
Catalogo
“Genti di Dio.Viaggio nell’altra Europa”, Frassinelli, 2007.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
MESTRE 900. IL SECOLO BREVE NELLA
CITTA’ DI TERRAFERMA. STORIE E
TRASFORMAZIONI URBANE
Date
27 ottobre 2007- 6 gennaio 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
La mostra si inserisce come parte fondamentale del progetto, articolato in
più iniziative, sulla ricerca della storia e dell'identità di Mestre. Il percorso
espositivo prevede di ripercorrere per tappe cronologiche le trasformazioni
urbane e territoriali che hanno portato alla creazione della città durante il
“secolo breve”. I materiali utilizzati fanno parte della documentazione
raccolta dal Laboratorio Mestre Novecento e sono destinati a divenire
contributo fondamentale per realizzazione del museo M9, frutto della
collaborazione tra Fondazione di Venezia, Comune e Provincia. Le
trasformazioni urbane quindi, tema portante del percorso, sono descritte in
tutte le loro fasi attraverso i riferimenti concreti di video, plastici ed oggetti
che rappresentano i diversi aspetti della storia della città e dei suoi abitanti.
Prima di arrivare nella sala al secondo piano del Candiani, dove ha luogo
133
l’esposizione principale, il piano terra è allestito come parte introduttiva
della stessa per mezzo di oggetti inediti connessi alle produzioni della zona
industriale di Porto Marghera. Il terzo piano invece, raccoglie materiai
integrativi alla mostra ed è adibito a sala studio per la consultazione di:
video, film, cinegiornali sulla città della Videoteca del Candiani, un grande
catalogo fotografico e dei progetti edilizi, CD su diversi temi, documenti,
progetti e fotografie del Laboratorio Mestre Novecento, una rassegna
bibliografica e i materiali prodotti dagli Itinerari Educativi.
Eventi collaterali
Molo K Marghera. L'altra Venezia Fotografie di Giuseppe Dall'Arche
Date: 11 novembre - 16 novembre 2007
Sede: Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione: quaranta immagini di Giuseppe Dall’Archè che documentano
Marghera nella sua stagione cruciale a cavallo del millennio.
Orario: da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle
13 e dalle 15 alle 19.
Ingresso libero.
Vite senza fine
Spettacolo teatrale su saperi operai, di e con Gigio Brunello. Teatrino della
Marignana regia di Gyula Molnar.
Venerdì 26 ottobre 2007, ore 21 presso auditorium quarto piano, Centro
Culturale Candiani. Ingresso libero.
Molo K Marghera. L'altra Venezia (Terra Ferma, 2007), volume fotografico
di immagini riprese tra il 1997 e il 2004 nel complesso industriale di Porto
Marghera.
Mestre
Date: 10 novembre 2007- 5 gennaio 2008
Sede: Galleria Contemporaneo.
Descrizione: mostra fotografica di Gabriele Basilico.
Orario: da martedì a sabato, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso libero.
Urbanistica in terraferma tra '900 e nuovo secolo
Conferenza su bilanci e prospettive presso sala conferenze quarto piano del
Centro Culturale Candiani, ingresso libero.
La città filmata: Mestre e Marghera nel cinema
Dal 6 novembre al 16 dicembre 2007, ore 17.30; presso sala seminariale,
Centro Culturale Candiani. Rassegna cinematografica sulla realtà urbana
della terraferma.
134
Ingresso riservato ai soci CinemaPiù: tessera ordinaria 25 euro, studenti 20
euro,validità annuale (30 giugno 2008), in vendita presso le bigliatterie del
Centro Culturale Candiani.
L’ATTIMO NEOREALISTA.
2008
FOTOGRAMMI 1941- 1952
Date
19 gennaio- 24 febbraio 2008
Sede
Centro Culturale Candini, sala espositiva terzo piano (sala Paolo Costantini).
Descrizione
L'esposizione itinerante per tutta Italia e già presentata con grande successo
al Festival del Cinema di Roma, vede allestite 84 fotografie che descrivono i
momenti
cruciali,
tratti
da
32
pellicole,
delle
più
note
opere
cinematografiche del Novecento. Attraverso i fotogrammi selezionati si
vuole dare la possibilità di cogliere i tratti salienti che hanno portato
all'affermazione del valore storico e artistico del Neorealismo.
*Organizzata in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo e
Centro Sperimentale di Cinematografia.
Orario
Dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
CUBA. UN POPOLO, UNA NAZIONE
Date
9 febbraio- 16 marzo 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Una selezione di 80 scatti scelti tra i 600 realizzati nel reportage fotografico
realizzato da Andrea Morucchio e rivolto all’indagine della quotidianità
cubana.
Orario
da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Eventi collaterali
Libero.
 due concerti di accompagnamento alla mostra di Alberto D’Amico,
19 e 20 febbraio 2008;
 proiezioni cinematografiche e approfondimenti sulle collaborazioni
solidali tra i due stati, organizzati con l’Associazione Italia- Cuba.
135
DON’T HOLD YOUR BREATH
Curata da
Cristina Gazzola
Date
8 marzo- 6 aprile 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Mostra fotografica che mira allo sviluppo della coscienza in merito alle
questioni etico-ambientali. Il progetto nasce ad Hong Kong, cuore delle
problematiche relative all’inquinamento. Nei suoi scatti in bianco e nero,
Vittorio Pavan, con la collaborazione di Sabrina Francescut, ritrae con ironia
delle maschere antismog, rielaborate e modificate in chiave fashion da sedici
artisti italiani e stranieri.
* Ideata dall’artista italo- canadese Joanne Vanin e organizzata in In
collaborazione con Associazione Culturale Casin degli Spiriti e con il
patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Venezia, Università Cà Foscari
di Venezia, ARPAV, Ambasciata d’Australia, Ambasciata del Canada,
Ambasciata degli Stati Uniti d’America, Consolato Generale del Giappone
di Milano, Delegazione Culturale dell’Ambasciata di Francia a Venezia,
Associazione per le malattie da intossicazione cronica e/o ambientale
(A.M.I.C.A.), Greenpeace. Con il contributo di Banca Popolare di
Marostica, EOS Natura srl, Cereal Docks spa, Biofuels Italia srl.
MORO, L’ITALIA, LA COSCIENZA. 1978- 2008
Date
30 marzo- 13 aprile 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Installazione video-sonora esposta in occasione del trentesimo anniversario
dal rapimento e assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. La
tragedia è riproposta dal punto di vista della vittima in una modalità di forte
impatto per lo spettatore.
MESTRE, L’ANIMA NASCOSTA
Date
19 aprile- 8 giugno 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Scatti realizzati tra il 1950 e il 1970 dai due fotografi dilettanti Sergio del
Pero e Ferdinando Poles che hanno documentato gli anni cruciali delle
trasformazioni urbane e industriali, operando in modo complementare tra
Mestre e Marghera.
136
*Organizzata in collaborazione con il Circolo Fotografico La Gondola e
Cassa di Risparmio di Venezia.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
VENEZIA_MARGHERA
FOTOGRAFIA E TRASFORMAZIONI NELLA
CITTA’ CONTEMPORANEA
Date
8 maggio- 15 giugno 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Fotografie di Marina Ballo Charmet, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico,
Gianantonio Battistella, Luca Campigotto, Vincenzo Castella, Alessandra
Chemollo, Giovanni Chiaramonte, Paola De Pietri, William Guerrieri, Guido
Guidi, Mimmo Jodice, Fulvio Orsenigo, Marco Zanta. L’esposizione vuole
porsi come eco dell’ultimo progetto di Paolo Costantini realizzato presso il
capannone Pilkington-SIV con il patrocinio della XLVII Biennale di
Venezia, allora diretta da Germano Celant. Da un lato la mostra proposta
mantiene l’obiettivo di documentare le trasformazioni urbane del territorio,
mentre dall’altro rappresenta un’occasione per portare avanti l’intensa
ricerca sul tema iniziata da Costantini. Nel corso del suo profondo lavoro, i
risultati della sua indagine avevano avuto modo di essere già resi noti
attraverso
varie
iniziative
nel
programma
del
Center
Canadien
d’Architecture (CCA) a Montreal per poi essere riproposti in territorio
veneziano tra Palazzo Fortuny e la Querini Stampalia e, infine, all’istituto
giapponese di Cultura di Roma.
* Realizzata in ambito del progetto Omaggio a Paolo Costantini.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
ARTEFACTA E LE BIENNALI DEL MONDO
Curata da
Laura Leuzzi
Date
27 agosto- 14 settembre 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
137
Costantini).
Descrizione
Il percorso espositivo dal carattere fortemente interattivo e virtuale si
compone di quattro sezioni attraverso le quali, tramite video-proiezioni e
visite guidate, il pubblico può ripercorrere fisicamente i principali padiglioni
della 52° Biennale di Venezia.
*Organizzata in collaborazione con Dinamo Italia 2007, Trolley Books,
Istituto dell’Enciclopedia Treccani, Foundaciòn Patagonia Arte & Desafìo e
con il patrocinio della Biennale di Venezia, Sapienza Università di Roma.
Dipartimento di Storia dell’Arte, IILA Istituto Italo- Latino Americano,
Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
LA POTENZA DEL BENE
SAN MICHELE ARCANGELO NELLA
GRANDE ARTE ITALIANA
Curata da
Curata da Filippo Pedrocco (Conservatore del Museo del Settecento
Veneziano di Cà Rezzonico).
Date
30 settembre 2008- 6 gennaio 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Attraverso oltre quaranta opere di pittura, scultura e oreficeria di autori di
grandissima fama viene ripercorsa la storia dell’iconografia di San Michele
Arcangelo a cui sono dedicati molte chiese e santuari italiani. L’evento si
pone come omaggio alla città di Terraferma, celebrata come città
dell’Arcangelo anche attraverso le varie iniziative collaterali.
* Promossa e ideata dal Comune di Venezia- Beni Attività e Produzioni
Culturali, Centro Candiani, Musei Civici Veneziani- dalla Fondazione di
Venezia e Fondazione Duomo di Mestre, con il patrocinio della Regione
Veneto, in collaborazione con il Patriarcato di Venezia, Duomo di Mestre e
Civita Tre Venezie.
Catalogo
“La potenza del bene. San Michele Arcangelo nella grande arte italiana” a
cura di Filippo Pedrocco, edito da Marsilio.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle
15 alle 19. Chiuso 25 dicembre e 1 gennaio.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00; ridotto speciale scolaresche euro 2,00.
Riduzioni per ragazzi da 6 a 14 anni, studenti da 15 a 29 anni, cittadini UE
138
maggiori di 65 anni, gruppi di almeno 15 persone, titolari di apposite
convenzioni e carte servizi (Candiani Card- Cinemapiù). Gratuito per
bambini fino a 5 anni, disabili con accompagnatore, guide autorizzate,
interpreti turistici che accompagnano gruppi, insegnanti (uno per classe) che
accompagnino i loro studenti.
Eventi collaterali

l’esposizione di una grande pala nel Duomo di Mestre;

due esposizioni presso la Galleria Contemporaneo che riprendono
lo stesso tema in ambito fotografico e della scultura;

un ciclo di incontri sul rapporto tra l’arcangelo e la città in ambito
filosofico, culturale e teologico;

rappresentazioni teatrali, concerti di musica classica presso il
Duomo di Mestre e altre chiese cittadine;

la rassegna cinematografica “A volo d’angelo” presso lo stesso
Centro Culturale Candiani.
ANCORAGGI
VOLTI E LUOGHI DI UNA CITTA’ CHE
CAMBIA
Date
25 ottobre- 23 novembre 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Una selezione di circa settanta scatti che testimoniano i mutamenti sociali
avvenuti nel recente passato dei luoghi cittadini tra Venezia e Mestre,
protagoniste indiscusse nelle immagini di Diego Landi.
*Organizzata dal servizio Etam-Animazione di Comunità e Territorio del
Comune di Venezia.
Orario
Da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e
dalle 15 alle 19.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
Conferenza di inaugurazione sui cambiamenti e le convivenze nella città con
gli interventi di Massimo Cacciari, Sandro Simionato, Luana Zanella e
coordinata da Diana Cesarin.
139
IL COLORE DELLA NOTTE
NOTTURNI DI CITTA’ VENETE
Date
29 novembre- 28 dicembre 2008
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Circa sessanta fotografie dedicate ai paesaggi notturni delle città venete
realizzate da Alberto Nascimben.
Catalogo
“Il colore della notte. Notturni di città venete” edito da Terra Ferma, con
saggi di Ulderico Bernardi, Eugenio Riccòmini e Italo Zannier.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle
15 alle 19; chiuso il 25 dicembre.
Ingresso
Libero.
IN OMBRA
2009
14 FOTOGRAFE RACCONTANO VENEZIA
Date
17 gennaio- 15 febbraio 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Nelle immagini della collettiva femminile si pone l’attenzione e si invita
alla riflessione sulla scelta dell’ombra. Quest’ultima diviene una vera e
propria dichiarazione di poetica nell’intento di prendere coscienza,
attraverso la fotografia, della realtà e del mistero delle cose per giungere a
una verità ultima grazie all’espressione artistica del mezzo che supera il suo
primo utilizzo documentario.
*Organizzata in collaborazione con l’Associazione fotografica Fatue,
l’Associazione fotografica Fotosintesi, la Scuola e Associazione di poesia
Settima Stanza, il Servizio Cittadinanza delle donne e Culture delle
differenze-Centro Donna.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle
15 alle 19.
Ingresso
Libero.
I MARI DELL’UOMO
Date
7 febbraio- 29 marzo 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
140
Descrizione
La mostra già inaugurata a Firenze e Genova vede protagonisti gli scatti di
Folco Quilici, documentarista italiano il cui nome è legato al lavoro sul
rapporto tra uomo e mare, da sempre cardine della sua ricerca. Le 82
fotografie a colori di grande formato presentate e realizzate da Quilici tra il
1952 e il 2008, sono accompagnate da un inedito filmato di sessanta minuti
che riassume i momenti più emozionanti vissuti dall'artista durante le
riprese.
*Organizzata In collaborazione con Fratelli Alinari Fondazione per la storia
e la Fotografia.
Catalogo
Edito da Fondazione Alinari, a cura di Folco Quilici ed Emanuela Sesti con
un’introduzione di Italo Zannier e dedica di Predrag Matvejevic’. Testi di
Lilia Capocaccia, Maurizio Daccà, Federico de Strobel, Folco Quilici,
Emanuela Sesti. Edizione italiana e inglese.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15 alle 19; sabato e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle
15 alle 19.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00; ridotto speciale scolaresche euro 2,00.
Eventi collaterali
Rassegna cinematografica “Nei mari del cinema”, proposta dalla Videoteca
di Mestre, in cui vengono proposti dodici film legati alla rappresentazione
del mare nel cinema.
DONNE MANIFESTE
SESSANT’ANNI DI STORIA DELLE DONNE
NEI MANIFESTI DELL’UDI DAL 1944 AL 2004
Date
7- 29 marzo 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Esposti cento manifesti provenienti dall’archivio UDI che raccontano i
momenti salienti della storia della donna in Italia dal dopoguerra fino ad
oggi, ripercorrendo le tappe fondamentali delle conquiste femminili del
Novecento.
*Organizzata in collaborazione con l’Unione Donne d’Italia, Provincia di
Venezia, Municipalità di Mestre- Carpenedo, Servizio di cittadinanza delle
Donne e Culture delle Differenze- Centro Donna, CGIL- Camera del Lavoro
Metropolitana di Venezia. Con l’alto Patronato della Presidenza della
Repubblica e il patrocinio del Ministero de Beni Culturali.
141
CACAO
SULLE TRACCE DI JORGE AMADO
Date
4 aprile- 3 maggio 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Reportage fotografico a cura di Luca Rinaldini alla scoperta della vita nelle
piantagioni di cacao in Brasile, tra echi del passato e immagini
rappresentative del presente.
ELIO CIOL
TERRE DI POESIA. FOTOGRAFIE 1950-2007
Date
18 aprile-14 giugno 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
121 immagini in bianco e nero di Elio Ciol, esponente della fotografia
italiana, attraverso le quali è raccontato il suo percorso artistico, dagli esordi
neorealisti fino agli scatti cinematografici. Parte rilevante della mostra è
anche
quella
sul
paesaggio,
evidenziando
l’abilità
nel
fotografo
nell’affrontare i più diversi temi e soggetti.
Catalogo
Marsilio.
Ingresso
Libero.
IL GESTO INDICATORE
Curata da
Marco Zanta
Date
9 maggio- 14 giugno 2009.
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Esposti i lavori dei giovani studenti universitari del Laboratorio Di
Fotografia B-2008- Claves Facolta’ di Design e Arti dell’Universta’ Iuav di
Venezia tenuto da Marco Zanta. Il tema indagato dalla collettiva di fotografi
emergenti è quello della città che muta nelle sue continue trasformazioni e
molteplici sfaccettature che ne caratterizzano il vissuto. Nel terreno d’azione
della città di terraferma, il vissuto quotidiano viene ripreso secondo un
oggettivo distacco che tende alla notazione dell’istante senza invadere
l’intimità dei soggetti.
Catalogo
Il Gesto Indicatore, catalogo della mostra a cura di M. Zanta, (Mestre,
Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga SPA, Treviso 2009.
142
INDISCREZIONI. GIUSEPPE TORNATORE
Date
4 settembre- 15 novembre 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Prima grande mostra antologica che ripercorre l’intero lavoro fotografico del
regista lungo la sua carriera. Attraverso oltre cento scatti selezionati dal suo
archivio e realizzati in tutto il mondo, viene descritto l’inscindibile legame
tra cinema e fotografia che da sempre ha fatto parte del suo percorso. Un
contributo particolarmente esaustivo in merito al tema della fotografia è dato
dalla proiezione filmata di un’intervista a Tornatore in accompagnamento
alla visita.
*Organizzata in collaborazione con Fratelli Alinari Fondazione per la Storia
della Fotografia in occasione della 66° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia. Con il patrocinio dell’Assemblea Regionale
Siciliana, con il contributo di Cassa di Risparmio di Venezia e Studio
Grafico Sumo.
Catalogo
Edito da Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia, a cura di
Giuseppe Tornatore e Monica Maffioli, con testi di Vincenzo Consolo,
Giovanni Fiorentino e Monica Maffioli.
Eventi collaterali

una rassegna personale dei film dal titolo “L’emozione e la forma.
Il cinema di Giuseppe Tornatore”;

concerti e incontri.
LE IMMAGINI DELLA FANTASIA
Date
3 ottobre- 1 novembre 2009
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Antologica delle migliori illustrazioni selezionate nel corso dei ventisette
anni di attività della Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia di
Sàrmede. Esposte le opere di illustratori italiani e stranieri quali Anna
Burighel, Nicoletta Costa, Mauro Evangelista, Letizia Galli, Bimba
Landmann, Emanuele Luzzati, Rosanna Nardon, Elisa Possenti, Giovanni
Manna, Loretta Serofilli, Linda Wolfsgruber, Stepen Zavrel, Marie-Josè
Sacré (Belgio), Jiann-Hwa Wuu (Cina), Mandana Sadat (Francia), Eugen
Sopko, Ivan Gantschev(Germania), David Mc Kee (Gran Bretagna), Firuzeh
Golmohammadi, Alain Bailhache (Iran), Leonardas Gutauskas (Lituania),
143
Carmen Arvizu (Messico), Antony Boratynski, Jozef Wilkon (Polonia),
Josef Palecek,
Kveta
Pacovska
(Repubblica
Ceca),
Miro
Pogran
(Slovacchia), Marija Lucija Stupica (Slovenia), Carme Solè Vendrell,
Emilio Urberuaga, Ulises Wensell (Spagna), Fiona Moodie (Sudafrica), Sita
Jucker (Svizzera), Lesley Liou (Taiwan), Natalia Lopukhova (Ucraina).
FRANCO DONAGGIO. REFLECTIONS
Date
14 novembre 2009- 10 gennaio 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Scatti di Franco Donaggio nati dalla riflessione interiore sulla propria storia
e origine. Il soggetto principale è Chioggia, luogo dell’infanzia dell’artista e
dei suoi ricordi. Nel lavoro proposto in questa occasione egli racchiude
come in un diario le emozioni del suo vissuto.
Ingresso
2010
Libero.
SCONFINI D’EUROPA
LE CITTA’ IMPOSSIBILI DI GUIDO
SARTORELLI
Date
23 gennaio- 28 febbraio 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
L’esposizione si configura come un excursus delle visioni urbane dell’artista
veneziano riprese durante la sua carriera. Dalle concezioni costruttiviste
dello spazio degli anni Sessanta, egli abbraccia la tendenza concettuale negli
anni Settanta per poi passare ai ritratti di città, restituite con la visione di un
quadro negli anni Ottanta. Nel realizzare i suoi lavori Sartorelli privilegia i
mezzi freddi di riproduzione delle immagini quali fotografia e xerografia
facendone un uso sperimentale tramite la tecnica del collage.
*Organizzata in collaborazione con la Galleria di Michela Rizzo e il
contributo di Studio Grafico Sumo.
144
EXPERIMENTA
AUTOGESTIONE SPERIMENTAZIONE
ARTISTICA. IL CASO VERIFICA 8+1
Curata da
Riccardo Caldura
Date
13 febbraio- 21 marzo
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Presentato per la prima volta al Centro Candiani il fondo della donazione di
2010
opere fatta al Comune di Venezia da parte del gruppo Verifica 8+1 operante
nel territorio dal 1978 al 2008. La collezione, donata alla città
dall'associazione, ammonta a un totale di 450 opere raccolte durante le oltre
250 esposizioni organizzate nel corso di tutti gli anni di attività. La ricerca
programmatica degli artisti esposti si inserisce in modo del tutto originale
nell’epoca delle sperimentazioni crescenti verso la fine degli anni Settanta.
Le caratteristiche singolari di ciascuno ritrovano il loro comune
denominatore nel primato della ragione artistica, intesa come affermazione
della misura e della geometria contro l'emotività pervasiva che aveva
caratterizzato l’espressionismo astratto. Forti sono le influenze provenienti
dal mondo del design, del Bauhaus, del costruttivismo e del Movimento arte
concreta degli inizi degli anni quaranta, la cui rivisitazione in chiave
transavanguardistica sancisce l’innovatività del gruppo veneziano.
* Realizzata in collaborazione con la Biblioteca Civica di Mestre e Galleria
Contemporaneo.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30 alle
12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
DONNE AL CENTRO,
UNA STORIA LUNGA TRENT’ANNI
Date
6- 31 marzo 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Immagini e documenti del Centro Donna del Comune di Venezia raccolte
dal 1980 al 2010.
145
POSA D’ARTISTA
RITRATTI A VENEZIA DALL’ARCHIVIO
GRAZIANO ARICI
Date
24 aprile- 30 maggio 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
120 scatti in bianco e nero e a colori che ritraggono i grandi artisti della
scena contemporanea, nei loro volti e nelle loro pose li vediamo essere
espressione della loro arte e parallelamente mezzo espressivo per l’opera del
fotografo che li immortala. Una visione inedita esposta anche presso il
Centro Regionale di Cultura Veneta Paola di Rosa Settembrini.
Catalogo
“Posa d’artista. Ritratti a Venezia dall’Archivio Graziano Arici”, Marsilio,
2010.
FACCIA A FACCIA.
LABORATORIO/ FOTOGRAFIA/ CITTA’
Curata da
Andrea Pertoldeo, Mariano Andreani, Luisa Siotto.
Date
2- 30 maggio 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Lavori realizzati dagli studenti IUAV in ambito del laboratorio di fotografia
sulla città contemporanea ed esposti come esperienza didattica conclusiva
del corso. Il progetto visivo si fonda sulla ricerca delle molteplici prospettive
che il fotografo può adottare attraverso il proprio sguardo estetico,
restituendo percezioni inedite anche di luoghi comuni e conosciuti, come
quelli mestrini per i giovani talentuosi, enfatizzando la mutua dipendenza tra
soggetto e fotografo, opera e spettatore. Il laboratorio e la relativa mostra
sono parte del più ampio lavoro “Laboratorio, fotografia, città”, curato da
Marco Zanta, che già nel 2009 aveva portato all’allestimento della mostra “Il
gesto indicatore” presso gli spazi del Candiani.
*Realizzata in collaborazione con il claVES- Corso di Laurea in Arti Visive
e dello Spettacolo- Facoltà di Design e Arti- Università IUAV di Venezia e
Galleria Contemporaneo.
Catalogo
Faccia a faccia, catalogo della mostra a cura di A. Pertoldeo, M. Andreani,
L.
Siotto, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga SPA,
Treviso 2010.
Ingresso
Libero.
146
MARIO DE BIASI
DAL FOTOGIORNALISMO ALLA
FOTOGRAFIA ASTRATTA
Curata da
Raffaella Ferrari
Date
11 settembre- 31 ottobre 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
L’esposizione vuole analizzare l’intero percorso professionale di De Biasi.
Procedendo in ordine cronologico vengono presentati gli esordi con i primi
concorsi, la collaborazione con la rivista Epoca, i reportage realizzati in tutto
il mondo, per poi passare ai ritratti ed infine alla sezione delle
sperimentazioni sulla fotografia astratta. Attraverso questo modo di
procedere si vuole descrivere nella sua interezza la forte personalità artistica
di uno dei maestri della fotografia italiana.
Catalogo
“Mario De Biasi. Dal fotogiornalismo alla fotografia astratta” Marsilio,
2010.
Ingresso
Libero
LE VOCI DEI TAM TAM,
STORIE DALL’AFRICA
Date
2- 31 ottobre 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Selezione di immagini della 24° Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia di Sàrmede.
* Organizzata in collaborazione con la Fondazione Mostra d’Illustrazione
per l’Infanzia “Stepan Zavrel”, il Comune di Sàrmede, la Provincia di
Treviso, la Direzione Politiche educative, della famiglia e sportive- Itinerari
Educativi del Comune di Venezia.
Ingresso
Libero.
147
I PLAY VIDEOGAME
IN VIAGGIO TRA I VIDEOGIOCHI DAGLI
ANNI SETTANTA AI GIORNI NOSTRI
Date
13 novembre - 19 dicembre 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Il progetto realizzato, nato dalla riflessione sull’interferenza tra realtà e
videogioco, prevede l’analisi di quest’ultimo quale forma espressiva della
contemporaneità e quale linguaggio complesso posto in relazione a cinema e
letteratura.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30 alle
12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
L’evento prevede oltre alla mostra, nella quale viene data allo spettatore la
possibilità di interagire e giocare con delle consolle utilizzabili in aggiunta a
quelle esposte per descriverne l’evoluzione dagli anni Settanta ad oggi, una
rassegna cinematografica, un ciclo di incontri e una giornata di gare
organizzata per il pubblico.
VIOLA. OPERE 1970- 2010
Date
20 novembre- 23 dicembre 2010
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Antologica dell’artista Luigi Viola. Attraverso il percorso espositivo si vuole
illustrare
l’intero
lavoro
dell’artista
veneto
dagli
anni
Settanta,
enfatizzandone le tappe fondamentali nella selezione delle immagini
proposte. A questo fine, l’allestimento è articolato in quattro sezioni,
scandite per decenni e in cui vengono rappresentati rispettivamente i
momenti cruciali della ricerca di Viola: le esperienze legate alla poesia
visiva, la riflessione sul corpo e l’uso della performance, la produzione
sperimentale di fotografie e video, di cui è diventato uno dei maggiori
esponenti in Italia, infine il ritorno al medium pittorico accanto alla costante
presenza del tema del paesaggio e alle ultime riflessioni sul senso del sacro e
della trascendenza.
Orario
Da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi dalle 10.30 alle
12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
148
PINOCCHIANDO CON
2011
Curata da
Giorgio T. Costantino
Date
5 marzo- 3 aprile 2011
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia attraverso l'immagine popolare
del burattino di Carlo Collodi, Pinocchio. Elevato a simbolo della coscienza
nazionale bisognosa di vitalità, viene reinterpretato nelle opere degli artisti
secondo la loro originale rielaborazione.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso domenica e lunedì. Aperture straordinarie:
domenica 6 marzo e 3 aprile dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero; scolaresche su prenotazione.
SUDAFRICA. QUIET PLACE
GIOVANNI VIO_ ANGELA BUCKLAND
Date
16 aprile- 28 maggio 2011
Sede
Centro Culturale Candini, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Immagini e parole di poeti e fotografi che descrivono la complessità, le
emozioni e i sentimenti della terra sudafricana e della sua popolazione.
Orario
da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e festivi.
Ingresso
Libero.
NEOLUDICA. ART IS A GAME 2011- 1966
Curata da
Debora Ferrari
Date
4 giugno- 29 ottobre 2011
Sede
Centro
Culturale
Candiani,
sala
espositiva
secondo
piano
(contemporaneamente svolto presso la Sala dei Laneri, Santa Croce 131 fino
al 27 novembre, dalle 10 alle 18, tutti i giorni, chiuso il lunedì).
Descrizione
Evento collaterale della Biennale che indaga la forza artistica del tema
neoludico, dall’influenza della fotografia artistica del ‘900 fino alla nuova
ritrattistica.
* Progetto ideato e prodotto da Musea Game Art Gallery con E-Ludo lab e
Fabbrica Arte. Co-organizzatori Ambra Bonaiuto, Salvatore Fallica, Andrea
149
Ferrari, Massimo Giuntoli, Salvatore Mica, Luca Traini; critici e curatori di
sezione Marco Accordi Rickards, Matteo Bittanti, Cristina Casero,
Alessandra Coppa, Eleonora Charans, Elena Di Raddo, Chiara Di Stefano,
Mauro Nicolini, Domenico Quaranta, Federico Salerno; promotion,
comunicazione e pr Sabina Antonini, Laura Arduino; partner di progetto
AESEVI,
Activision
Publishing,
Arte
Communications,
Blizzard
Entertainment Italia, Centro Culturale Candiani - Assessorato alle Attività
Culturali Comune di Venezia, Disney Interactive Studios, EN SPACE,
Gabriella Parisi, Games Collection.it, Microsoft, Nintendo, Associazione
Ochacaffé Italia-Giappone, Scuola Internazionale di Comics, SFEI, Sony
Computer Entertainment, WB Games, Wizarp Urban Visions; supporter CVCinema e videogiochi, Distretto Commerciale dell'Eporediese, Eurogamer,
Gameplayer, GCode, Gobbetto, La Repubblica XL, Il Sole 24 Ore, La
Stampa.it, License! Magazine, New York, Multiplayer.it, Nikon, PlayMedia
Company (Playstation Magazine Ufficiale, PS Mania, Game Republic, X360
Magazine, GR Network), Gabriella Parisi, Progaming, Sorgenti Monte
Bianco; patrocinatori Accademia di Belle Arti di Venezia, Accademia
Italiana Videogiochi, AIOMI, Archivio Videoludico Cineteca di Bologna,
Arsgames España, Atopic Festival Parigi, California College of the Arts,
GCSociety
CA
-
USA,
Cinemaster
-
Master
in
Sceneggiatura
Cinematografica e Videogame direction, Comune di Catania, Lucca
Comics&Games, OMNSH.ORG Parigi, Università Ca' Foscari Venezia,
Università Cattolica del Sacro Cuore-ALMED, Università di Catania,
Facoltà di Scienze MM. FF. NN. dell'Università degli Studi di Roma Tor
Vergata, Videogames Festival, Video Games History, Videogiocando,
Wings of Magic, RetrogamingHistory. Hanno inoltre collaborato Margherita
Balzerani, Atopic, Paris; Elisabetta Da Lio, Centro Culturale Candiani,
Mestre; Andrea Dresseno, Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna;
Flavio Escribano, Arsgames, España; Anna Fiaccarini, Biblioteca Renzo
Renzi, Bologna; Thomas Gaon, OMNSH.ORG, Paris; Matteo Lollini,
Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna; Thalita Malagò, AESVI;
Fabio Paris, gallerista Brescia; Valentina Re, Università Ca' Foscari
Venezia; Emanuele Vietina, Lucca Comics&Games.
Orario
Eventi collaterali
Da martedì a venerdì, dalle 12 alle 18; chiuso luglio e agosto

venerdì 3 giugno, ore 11 da Sala dei Laneri, Venezia: percorso di
Realtà Aumentata per Venezia e Mestre, guidato con l’App. GCode
di Realtà Aumentata e articolato in 15 tappe che uniscono le sedi
espositive attraverso la conoscenza storico-artistica del territorio;
150

sabato 18 giugno dalle ore 17 alle ore 24, presso Sala dei Laneri:
apertura in occasione di Art Night Venezia, organizzata dall’
Università Cà Foscari di Venezia;

Serate di musica neoludica o chipmusic parallele all’evento;

Eventi performativi per Biennale;

Ciclo di proiezioni di game videos e tutto ciò che fa parte del
contesto neoludico;

Workshop, convegni, conferenze, tavole rotonde;

Serate di gala tematiche;

Presentazione e lanci di OMI e videogiochi;

Educational.
TURNING BACK (VOICES)(VOCI) DI RITORNO
Date
27 settembre- 1 ottobre 2011
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Evento collettivo sul tema della follia, gli artisti coinvolti e le diverse forme
espressive quali teatro, performance, scrittura poetica e fotografia
contribuiscono a enfatizzare il senso di pluralità dell’opera in aderenza al
tema stesso che la guida.
*Organizzato in collaborazione con CuraSui- Human & Artistic Movement
e Compagnia Teatrale Farmacia Zoo:E’
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 17 alle 21; chiuso lunedì, sabato e festivi.
Aperture straordinarie venerdì 30 settembre dalle 17 alle 24 e sabato 1
ottobre dalle 17 alle 21.
Ingresso
Libero.
MATITE IN VIAGGIO.
CARNETS, DISEGNI, PAROLE
Date
6-7-8 ottobre 2011
Sede
Centro Culturale Candini, sala espositiva terzo piano (sala Paolo Costantini).
151
Descrizione
Esposti al pubblico i taccuini di viaggio di 45 autori con il fine di dare
testimonianza delle loro esperienze quali strumenti di interpretazioni delle
nuove culture e civiltà. Questo tipo di proposta vuole essere un modo
originale per invitare, anche i più giovani, alla riflessione sull’esigenza di
viaggiare, ricercare e scoprire concependo tale attività come un momento
fortemente esistenziale fatto di emozioni ,condivisione ed elaborazione delle
stesse. Questi sono anche gli obiettivi costituenti dell’Associazione
omonima (M.I.V.) presentata per la prima volta in tale occasione.
Ingresso
Libero.
AURE. IL SACRO IN FIGURA.
FOTOGRAFIE DI MONIKA BULAJ
Date
12 novembre- 23 dicembre 2011
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Immagini realizzate dalla fotografa e nate dalla riflessione sul concetto di
sacro attraverso l’indagine delle religioni, della parola dei libri sacri e dei
gesti dei fedeli nei loro momenti di ritualità.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e festivi.
Ingresso
Libero.
2012
GLOCAL 3
FRA CENTRO E PERIFERIA
Curata da
Enrico Gusella
Date
14 aprile- 12 maggio 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Rassegna fotografica sul tema delle trasformazioni e cambiamenti sociali
nella città contemporanea. Mestre, la cui storia è fortemente caratterizzata
dai processi di sviluppo industriale, si presta come scenario ideale per gli
artisti coinvolti nella descrizione della complessità urbana e sociale. Un
viaggio dal centro alla periferia nelle visioni delle diverse generazioni di
fotografi al lavoro.
*Realizzata in collaborazione con Assessorato alle Attività Culturali.
152
IL TUO COLORE PER LA SICUREZZA
Date
28 aprile- 12 maggio 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Concorso indetto a favore della cultura della prevenzione in cui si invita gli
artisti a portare i loro lavori pittorici, scultorei o grafici coerenti con il tema
della prevenzione sul lavoro.
* Ideato e organizzato dalla Sede Provinciale INAIL di Venezia Terraferma
e nella sua terza edizione in collaborazione con la Città di Venezia- Centro
Culturale Candiani.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; lunedì e festivi chiuso; apertura straordinaria 1
maggio dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
SOSPENSIONE
Curata da
Federica Luser
Date
19 maggio- 2 giugno 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Diciassette opere realizzate a partire dai frame del video astratto-pittorico
“Fluxus”, realizzato da Alberto Deppieri nel suo studio di Forte Marghera e
presentato
nel
corso
dell’inaugurazione
della
mostra
con
l’accompagnamento dalle improvvisazioni musicali del gruppo Madriema. I
quadri realizzati sono il frutto di più passaggi sulla tela attraverso l’uso di
diversi materiali oltre al colore tra i quali troviamo il policarbonato, il legno,
la resina e la carta vetrata, nell’intento finale di esprimere, coerentemente al
titolo della mostra, l’attimo irripetibile di incontro tra spazio e tempo.
*Realizzata in collaborazione con il Concilio Europeo dell’Arte e con il
patrocinio della Presidenza del Consiglio comunale e dell’Assessorato
comunale alle Attività culturali.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30.
153
LA BELLEZZA SILENZIOSA
Date
31 agosto- 30 settembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Reportage fotografico realizzato tra Lalibela nel 2003 e nell’Iran del 2012.
L’artista, Antonella Monzoni, racconta l’universo femminile attraverso le
immagini delle donne incontrate durante il suo percorso. Un’indagine rivolta
da un lato all’intero mondo della donna, dall’altro alla ricerca della
dimensione intima della singola persona. Così facendo, viene descritto il
viaggio alla scoperta dell’energia creatrice motore del mondo, capace di
annullare tutte le differenze di età, etnia e cultura dei soggetti ritratti che
divengono partecipi della medesima umanità.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì. Apertura
straordinaria sabato 22 settembre fino alle 23.30 in occasione de “Il Gusto
della Cultura”.
EX. IL FASCINO DELL’ABBANDONO
Date
9- 30 settembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Fotografie di Alessandro Scarpa e Carlo Albertini. L’attenzione dei due
artisti è rivolta alle rovine industriali e ai capannoni dismessi. Non più
utilizzati, questi luoghi desolati, acquisiscono un valore estetico inedito,
frutto dell’astrazione dalla loro funzione pratica.
* Evento organizzato con Blog- Territori e Paradossi- Associazione
Culturale, in collaborazione con Assessorato alle Attività Culturali del
Comune di Venezia e Assessorato alle Politiche Giovanili e Pace del
Comune di Venezia. Con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì. Apertura
straordinaria sabato 22 settembre fino alle 23.30 in occasione dell’evento “Il
Gusto della Cultura”.
Ingresso
Libero.
154
MATITE IN VIAGGIO
Date
5- 21 ottobre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
seconda edizione della manifestazione già avvenuta presso gli spazi del
Centro Culturale Candiani nel 2011 ed ampliata, in quest'occasione, nella
sezione “laboratori didattici” dedicata alle scuole. A questa nuova
esposizione partecipano 70 autori e per la prima volta, il tema del taccuino di
viaggio è approfondito attraverso la programmazione di due conferenze nel
mese di settembre da parte della Fondazione Querini Stampalia e dal
Candiani stesso in collaborazione con l’Associazione M.I.V.
Programma della manifestazione:

Venerdì 5 ottobre: ore 10, apertura mostra ed incontro con gli
autori; ore 10.30, incontro con la scuola e visite guidate a cura dei
carnettisti; ore 18, inaugurazione con accompagnamento musicale
di Angela Milanese e Maurizio Nizzetto in SOLinDO’ (sala
espositiva
secondo
piano,
ingresso
libero,
scolaresche
su
prenotazione);

Sabato 6 ottobre: ore 10, apertura mostra e incontro con gli autori;
ore 10.30, incontro con gli insegnanti su due esperienze a
confronto: l’Oasi di Cervara e il Museo “Toni Benetton”; “Osserva
Torino e disegnala”, intervento di Antonio Mascia e Ivan
Mulatiero (sala espositiva secondo piano, ingresso libero,
scolaresche su prenotazione). Ore 18, “La Rift Valley”, proiezioni e
racconti con Rocco Lastella (sala conferenze quarto piano, ingresso
libero); ore 21, “Teatro in Viaggio. Lungo la rotta dei migranti” di
Pietro Floridia, Compagnia del Teatro dell’Argine con Pietro
Floridia, Gabriele Silva e Zine Jahabli (auditorium quarto piano,
ingresso posto unico euro 7,00 con biglietti in vendita presso
Biglietteria del Centro o online su www.centroculturalecandiani.it e
www.biglietto.it (diritto di prevendita euro 1,00));

Domenica 7 ottobre: ore 10, apertura mostra e incontro con gli
autori; ore 10.30, “Matite in Viaggio incontra la Natura”; ore 12,
sezione musicale con “Rio Terà de le Tarante” e a seguire aperitivo
(sala espositiva secondo piano, ingresso libero); ore 18, “La via
dell’oro”, proiezione e incontro con il fotografo e giornalista Aldo
Pavan (sala conferenze quarto piano, ingresso libero);
155

8-12 ottobre e 15-19 ottobre, dalla ore 9 alle 10.45: “Storie in
valigia”, laboratori didattici a cura di Silvia Fabris (sala conferenze
quarto
paino,
ingresso
riservato
alle
scolaresche
previa
prenotazione).
* Organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Matite in
Viaggio.
Orario
Mostra aperta fino al 21 ottobre da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle
19.30; sabato e festivi, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; lunedì
e martedì chiuso.
Ingresso
Libero.
NOTTETEMPO
FOTOGRAFIE DEI GRUPPI FOTOGRAFICI
FATUE E FOTOSINTESI
Date
13- 28 ottobre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Esposizione fotografica realizzata dai due gruppi femminili, attivi
rispettivamente dal 1995 e dal 1992. Scatti che ritraggono i luoghi e la vita
della notte, nelle abitudini e nei momenti di coloro che popolano la città al
calar della sera.
* In collaborazione con il Centro Donna- Comune di Venezia.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; lunedì e martedì chiuso.
Ingresso
Eventi collaterali
Libero.
 Sabato 27 ottobre: finissagne animato da Voci di Carta e
performance di alice di Lauro, regia di Simonetta Nardi. A seguire
incontro con le autrici e aperitivo con F.I.S.A.R. Federazione
Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Delegazione Venezia.
PER VITTORIO FELISATI
Curata da
Francesca Brandes
Date
28 ottobre- 18 novembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Mostra antologica in omaggio a Vittorio Felisati. Il percorso è dedicato ai
temi e all’evoluzione pittorica nell’arco della sua carriera. Il tema prediletto
156
dell’entroterra veneziano è costantemente posto in confronto con la realtà
lagunare, in particolare delle isole minori dalle quali l’artista ha ereditato i
mezzi espressivi aderendo al progetto figurativo della “Scuola di Burano”.
* Promossa da Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Veneziae
Circolo ARCI Q 16 Gazzera, nell’ambito di Mestre in Centro.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì, martedì e 1 novembre.
Ingresso
Libero.
EMANUELE TENDERINI & I SUOI DEI
Date
10- 18 novembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Tavole legate all’ultimo lavoro editoriale “DEI” dell’ illustratore e
presentate insieme a quelle di altri progetti al fine di ricostruirne
l’evoluzione tecnica e stilistica ricercata nel corso degli anni.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; lunedì e martedì chiuso.
Ingresso
Eventi collaterali
Libero.
 Sabato 17 e 24 novembre: tornei di videogames, dalle 15 alle 20.
Videoteca di Mestre III piano, ingresso libero;
 Da martedì 27 novembre a sabato 1dicembre, ore 21: Cineforum,
proiezioni presso sala conferenze quarto piano, ingresso libero.
ESPIRITU MAYA
GUATEMALA TRA MISTICISMO E
TRADIZIONE
Date
24 novembre- 23 dicembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
L’interesse del fotografo per la cultura, la natura, la storia guatemalteca,
cuore di un popolo tanto lontano da noi ma estremamente affascinante,
sfocia in un progetto ricco di immagini che mirano alla profondità e alle
radici dell’anima del Guatemala nelle sue bellezze e contraddizioni.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì; apertura
157
straordinaria martedì 27 novembre dalle 15.30 alle 20.30.
Ingresso
Eventi collaterali
Libero.

Martedì 27 novembre, ore 18: “Sugli altipiani del Guatemala”,
incontro con Massimo Novarin in collaborazione con Dodici Lune
viaggi, sala conferenze quarto piano, ingresso libero.
LA CITTA’ DI CARLO PRETI
Date
2- 23 dicembre 2012
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Mostra antologica dedicata al pittore e grafico veneziano Carlo Preti.
L'allestimento ripercorre la sua carriera, dagli inizi negli anni Settanta fino a
comprendere le sue ultime sperimentazioni stilistiche ed espressive,
ricostruendone il lavoro artistico tanto dal punto di vista tematico quanto da
quello delle tecniche.
* Promossa da Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Venezia e
Fondazione del Duomo di Mestre.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi, dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì.
Ingresso
Libero.
WUNDERKAMMER:
2013
CAMERA DELLE MERAVIGLIE
Date
11gennaio- 12 febbraio
2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Percorso tematico e interattivo, rivolto in particolare ai bambini dai 3 ai 10
anni. Grandi e piccoli visitatori sono invitati a partecipare attivamente per
sviluppare un approccio educativo e originale nei confronti del mondo
dell’arte. L’allestimento si articola in cinque stanze: Il paesaggio riflesso, Il
vento che canta/corre nel cielo, Lo specchio di Alice, Gli occhi che
ascoltano l’acqua, Il bosco fantastico.
Orario
I)
per singoli visitatori: da mercoledì a venerdì, performance guidate
turno unico ore 17; sabato e domenica, I° turno ore 15 e II°
turno ore 16.30; apertura straordinaria martedì 12 febbraio,
turno unico ore 17. Prenotazione consigliata.
158
II) per scolaresche (scuole dell’infanzia e scuole primarie): da martedì
a venerdì, performance guidate I° turno ore 9 e II° turno ore
10.30. Prenotazione obbligatoria, su richiesta anche possibile
visite pomeridiane.
Ingresso
I)
euro 5,00; gratuito per accompagnatori.
II) euro 3,00; gratuito per insegnanti e accompagnatori.
VENEZIA FORMA MENTIS
RETROSPETTIVE DI UNA CITTA’
Date
19 gennaio- 17 febbraio 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Esposizione che raccoglie le fotografie in bianco e nero di Giorgio Molinari,
realizzate nell’arco di trent’anni e frutto della sua singolare ricerca visionaria
sulla realtà veneziana.
Orario
Da mercoledì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e festivi dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
In occasione della chiusura della mostra l’artista leggerà le liriche “Ondate
di luce” appositamente composte.
MONDO PICCOLO
Curata da
Sandro Parmiggiani e Gloria Bianchino.
Date
2- 24 marzo 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Ciclo fotografico ispirato alle celebri avventure del parroco Don Camillo e il
sindaco Peppone, ideate da Giovannino Guareschi nel dopoguerra. Le
ambientazioni emiliane sono quelle che costituiscono il Mondo Piccolo
rivisitato da Paolo Simonazzi sulla traccia degli scenari proposti del regista.
Alla ricerca dei sentimenti semplici, egli arricchisce il percorso con elementi
intimi e personali.
* Organizzata in occasione di Fotografia Europea 2000, promossa dalla
Provincia di Reggio Emilia e della Provincia di Parma. Realizzata dai
Comuni di Brescello (RE) e Roccabianca (PR) in collaborazione con
Palazzo Magnani di Reggio Emilia e CSAC di Parma, con il patrocinio della
Regione Emilia Romagna, del Comitato per le celebrazioni del Centenario
della nascita di Giovannino Guareschi e della Camera di Commercio di
159
Reggio Emilia. Con il contributo di Banco S. Geminiano e S. Prospero.
Catalogo
A cura di Sandro Parmiggiani e Gloria Bianchino.
Orario
Venerdì dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da lunedì a giovedì.
Ingresso
Eventi collaterali
Libero.

Sabato 9 marzo, ore 18: proiezione del documentario Mondo
Piccolo (Italia, 2011, 50’) di Alessandro Scillitani, sala conferenze
quarto piano, ingresso libero. A seguire visita guidata alla mostra;

23 marzo, ore 18: Finissagne, lettura di “Mondo Piccolo”
Romanza/o da Verdi a Bertolucci, a cura di Voci di Carta, regia di
Simonetta Nardi, sala espositiva secondo piano, ingresso libero.
LIBERESISTENZE
Curata da
Francesca Brandes e Maria Teresa Sega.
Date
3- 24 marzo 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Mostra d’arte frutto di una ricerca artistica indirizzata alla contemporaneità e
realizzata da dieci artiste diverse per età e produzione: Fiber Artists (Wanda
Casaril e Teodolinda Caorlin), Paola Signorelli, Giulia Pitacco, Arsine
Nazarian, Florence Faval, Sara Campesan, Giusi Naletto, Sarah Seidmann e
Rodica
Tanasescu.
Il
lavoro
delle
artiste
sulle
sperimentazioni
contemporanee spazia nei più diversi ambiti attraverso l’utilizzo di una ricca
molteplicità dei materiali, dalla stoffa al vetro, dalla porcellana ai più classici
acquerelli. Pitture, sculture, incisioni, installazioni si alternano nella ricerca
delle nuove tendenze e possibilità espressive attraverso medium tradizionali
e innovativi.
* Realizzata dall’Associazione liberEsistenze e dall’Assessorato alle attività
Culturali del Comune di Venezia, in collaborazione con il Centro Donna.
Orario
Venerdì dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso dal lunedì al giovedì.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
In apertura della mostra, sabato 2 marzo, ore 17: performance Oltre, della
danzatrice e coreografa Carole Catelain, omaggio alla danza, all’arte e a
Venezia in una sorta di iniziazione all’arte incentrata sul corpo.
160
OMAGGIO A GABRIELE BASILICO
RETHINKING MESTRE
Curata da
Riccardo Caldura
Date
13 aprile- 5 maggio 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
La mostra organizzata a omaggio del grande fotografo milanese, storico
interprete della città di terraferma, è costruita su un complesso di opere
presentate in esposizioni precedenti a cui Basilico ha partecipato. Prima fra
tutte, la parte di lavori presentati nel 1996 alla VI Biennale di Architettura
nella Sezione di paesaggio Italiano da Venezia-Mestre a Treviso e
ristampate completamente grazie alla collaborazione dell’artista. In secondo
luogo, la mostra comprende alcune delle opere presenti all’evento VeneziaMarghera tenutosi nel 1997 a cui il fotografo aveva preso parte su invito di
Paolo Costantini e riproposto al Centro Candiani nel 2008. Infine,
completeranno l’allestimento una serie di scatti realizzati per TerraFerma,
mostra di inaugurazione del Candiani stesso avvenuta nel 2001 e dopo della
quale non erano più stati resi fruibili.
*Realizzata in collaborazione con l’Associazione Galleria Contemporaneo.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso dal lunedì al giovedì.
Ingresso
Libero.
LUCI E OMBRE
Date
20 aprile- 12 maggio 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Mostra fotografica personale di Alberto Furlani. Spinto dalla grande
passione per la fotografia egli elabora e sviluppa i suoi lavori seguendo
puntualmente la lezione dei grandi maestri come fonte di ispirazione.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da lunedì a giovedì.
Ingresso
Libero.
161
RIFUGIATI NEL RACCONTO:
STORIE DI PROFUGHI SIRIANI IN
GIORDANIA E LIBANO
Date
5- 21 giugno 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Settanta fotografie di Francesco Fantini realizzate nel corso di due mesi sul
campo tra dicembre 2012 e gennaio 2013. La mostra si pone come
strumento di sensibilizzazione sul tema del conflitto siriano, documentando
le drammatiche condizioni di vita della popolazione, e come occasione di
raccolta fondi per gli aiuti umanitari. Le immagini sono inoltre
accompagnate dalle testimonianze dei profughi costretti alla fuga a causa del
conflitto.
* Realizzata in collaborazione con Focus on Syria e l'Assessorato alle
Politiche Giovanili e Pace del Comune di Venezia.
Orario
Da martedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da sabato a lunedì.
Ingresso
Libero.
CONFINI 10
Date
30 agosto- 15 settembre 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Rassegna italiana di Fotografia Contemporanea. Lontana dai motivi e dagli
intenti della tecnica documentaria, attraverso gli scatti presentati,
l’esposizione vuole dare conoscenza dei nuovi autori e delle loro proposte
innovative di concepire l’arte fotografica attraverso i loro peculiari linguaggi
e visioni. Partecipano: Caroli Ducoli (L’ Altrove), Chiara Rame (Glue),
Francesca Della Toffola (Accerchiati Incanti), Gianmaria Cifuni (Via Guido
Rossa), Mauro Battiston (Lost in Eden), Nicolò Quirico (Palazzi di Parole) e
i soci fondatori dell’ Associazione CivicoCinque Fabrizio Brugnaro, Carlo
Chiapponi, Mariateresa Crisigiovanni, Pier Paolo Fassetta, Alberto Furlani,
Antonio Furini, Aurelio Rizzo, Mario Vidor.
* Realizzata in collaborazione con l'Associazione CivicoCinque.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da lunedì a giovedì.
Ingresso
Libero.
162
UMANITA’
Curata da
Date
11 settembre- 6 ottobre
2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Scatti di Franco Carlisi organizzati in quattro sezioni. Attraverso questo
percorso l’artista rielabora l’approccio fotografico in un modo del tutto
personale e innovativo, proponendo delle immagini che narrano emozioni e
sentimenti rinvenibili nel vissuto di ognuno di noi. Grazie alla sua visione
originale ci invita all’intima partecipazione di quelle sensazioni modellate
sulle forme e sui colori all’interno delle sue opere, aprendo le porte alla
personale interpretazione e ricerca di significati. A tratti filosofico, il
carattere delle fotografie di Carlisi risiede nel far emergere il complesso di
esperienze e di visioni che hanno segnato la sua esistenza.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da lunedì a giovedì. Aperture straordinarie
mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre, dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
I BATTUTI
SETTE SECOLI DI SOLIDARIETA’ E
ASSISTENZA A MESTRE
Date
20 settembre- 6 ottobre
2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
L’esposizione vuole documentare l’attività delle confraternite laiche e delle
varie esperienze associative operanti sul territorio tra il Trecento e
l’Ottocento in merito ai contributi forniti in accoglienza, solidarietà,
economia, cultura ed arte. Il percorso è realizzato grazie l’utilizzo di
documenti, pannelli esplicativi e rappresentazioni grafiche video sulla base
dei materiali provenienti dagli archivi del territorio.
Orario
Da lunedì a domenica, dalle 17 alle 19. Visite guidate alla mattina su
prenotazione.
Ingresso
Libero.
163
MATITE IN VIAGGIO.
CARNETS, DISEGNI, PAROLE
Date
11-20 ottobre 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Terza edizione dell'evento già proposto al Centro Candiani sul tema del
viaggio. In concomitanza alla mostra è organizzato un ricco programma di
incontri, conferenze e proiezioni di approfondimento.
Programma della manifestazione:

lunedì 7 ottobre, ore 18: Libreria la Feltrinelli, presentazione del
libro “Balkan Circus”, Ediciclio Editore, 2013 di angelo Floramo,
ingresso libero;

giovedì 10 ottobre, ore 18: Villa Erizzo, inaugurazione mostra
“Riverside Rendezvous Photographic Preview”, prodotta da
PopEye Ethnovisual association, aperta fino al 10 novembre con i
seguenti orari: lunedì dalle 14.30 alle19 e da maertedì a sabato,
dalle 9 alle 19, ingresso libero;

venerdì 11 ottobre:
- ore 10-19: apertura mostra e incontro con gli autori, ingresso libero;
- ore 10.30: Matite in Viaggio incontra la scuola, un taccuino di viaggio in
Istria, la valle del Risano, aula seminariale primo piano, ingresso libero,
scolaresche su prenotazione;
- ore 18: inaugurazione mostra con intrattenimento musicale “Cunti e canti”,
Dominique Fidanza (chitarra e voce) e Samah (danza), sala espositiva
secondo piano, ingresso libero;

sabato 12 ottobre:
- ore 10-19: apertura mostra e incontro con gli autori, ingresso libero;
- ore 11: Matite in Viaggio incontra la scuola di Peseggia, esperienza
condivisa tra due autori e nove classi, sala seminariale primo piano, ingresso
libero, scolaresche su prenotazione;
- ore 18: Terre lontane, immagini e racconti, conferenza a cura di Federico
Gemma, sala conferenze quarto piano, ingresso libero;

domenica 13 ottobre:
- ore 10-19: apertura mostra e incontro con gli autori, ingresso libero;
- ore 10.30: Matite in Viaggio incontra Clermont Ferrand, Ferrara, Cuneo,
esperienze a confronto, relatori: Gérard Gailard, Ernesto Sorghi, Ivana
164
Mulatero, Antonio Mascia, Anna Maria Spiazza, sala seminariale secondo
piano, ingresso libero;

ore 12: Luoghi di note, incontro musicale, Enrico Cadamuro
(chitarra, armonica, voce) , Giuseppe Cadamuro (chitarra, voce) e
Marco Bonaldo (percussioni), sala espositiva secondo piano,
ingresso libero;
- ore 18: “Nur”, Appunti afgani, performing reportage in una raccolta di
immagini, racconti, fim e suoni, di e con Monika Bulaj, regia Daria Anfelli,
auditorium quarto piano. Ingresso: intero euro 5,00, ridotto euro 3, 00
(Candiani Card, CinemaPiù, studenti), biglietti in vendita presso biglietteria
del Centro e olline su www.biglietto.it con diritto di prevendita euro 1,00;

mercoledì 16 ottobre, ore 18: Villa Erizzo, “Kumbh Mela 2013-100
milioni di persone”, i giovani membri di PopEye Ethnovisual
Association
raccontano
l'immenso
pellegrinaggio
in
India,
lezione/conferenza, ingresso libero;

giovedì 17 ottobre, ore 21: serata inaugurale del Mestre Film Fest
presso il Centro Candiani, proiezione del documentario “Riverside
Rendezvous” realizzato e prodotto da PopEye Ethnovisual
Association, sala conferenze quarto piano, ingresso libero;

domenica 20 ottobre, ore 18: Candiani Groove, Peter Solo “Analog
Vodoo”, auditorium quarto piano, ingresso: intero euro 10,00,
ridotto euro 7,00 (Candiani Card, CinemaPiù, syudenti), biglietti in
vendita presso le biglietterie del Centro e online su www.biglietto.it
con diritto di prevendita euro 1,00.
*Realizzata in collaborazione con l'Associazione Matite in Viaggio, VEZ
Biblioteca civica di Mestre Villa Erizzo, Libreria la Feltrinelli-Mestre,
Centro Culturale Caligola, PopEye Ethnovisual Association
PERCORSI DI LUCE
Date
9- 24 novembre 2013
Sede
Centro Culturale Candini, sala espositiva terzo piano (sala Paolo Costantini).
Descrizione
Mostra collettiva organizzata in occasione del trentesimo anniversario
dell’associazione in cui sono esposte circa novanta opere fotografiche di 14
autori che lavorano sulle più diverse tecniche e stili, da quelli più
tradizionali ai più sperimentali. Partecipano: Claude Andreani, Fabrizio
165
Brugnaro, Cristiano Corte, Paolo Croci, Michele Mattiello, Andrea Miatto,
Thomas Ortolan, Michele Pagan, Monia Perissinotto, Elisabetta Raminella,
Andrea Silvestri, Roberto Vecchiato, Nicola Verardo, Mario Vidor.
*Realizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Marghera
Fotografia.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30; chiuso da lunedì a giovedì.
Ingresso
Libero.
LA MACCHINA IMPERFETTA
Curata da
Gaetano Salerno
Date
15 novembre- 1 dicembre 2013
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Opere impostate sulla riflessione sulla bellezza contemporanea attraverso il
ruolo assunto dal corpo. I quattro artisti partecipanti, Dosaka Maike,
Federica Palmarin, Andrea Tagliapietra e Fabrizio Vatta indagano il tema
attraverso i loro diversi linguaggi che spaziano nei campi della pittura,
fotografia, digi-paint, video e performance.
* In collaborazione con Segnoperenne e già presentato ad ArteFieraOFFBologna 2012.
Orario
Venerdì, dalle 15.30 alle 19.30; sabato e domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali
Venerdì 22 novembre e sabato 30 novembre, ore 18:
La Macchina Imperfetta Live, sala espositiva secondo piano, ingresso
libero.
30 LA TANGENZIALE
Date
15dicembre 2013- 5 gennaio 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Retrospettiva in occasione dei trent’anni di attività dell’associazione a cui
partecipano 18 autori con opere fotografiche su vari temi, provenienti da
mostre e manifestazioni organizzate presso il Centro Culturale De Andrè,
Villa Toniolo e Comune di Norimberga (Germania). Partecipano: Roberto
Alberti, Maurizio Barbieri, Nicola Bello, Alvise Busetto, Claudio Castelli,
Alessandro Cazziolato, Gianni Ceroni, Renato Corbetti, Rosario De Blasi,
Giancarlo Keber, Gabriele Luchetti, Vanna Penso, Umberto Pinzoni, Sonia
166
Piovesan, Gino Salvalaio, Zeno Trevisiol, Gloria Veneri, Umberto Vio.
Orario
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20; chiuso il 25 dicembre.
Ingresso
Libero.
8 ½ IL VIAGGIO DI FELLINI
Date
13dicembre 2013 - 19 gennaio 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Omaggio al grande Federico Fellini in occasione dei cinquant’anni
dall’uscita del film 8 ½ e dai vent’anni della sua morte. Il ricco programma
di iniziative dedicate al maestro si apre con l’esposizione di cento fotografie
scattate da Gideon Bachmann sul set di 8 ½ alla scoperta del capolavoro
cinematografico attraverso le immagini più famose del film, i ritratti di
Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Anouk Aimèe,
Sophia Loren in visita al set e non da ultimo, Fellini.
*Organizzata da Cinemazero, in collaborazione con Archivio Fotografico
Cinemazero Images di Pordenobe.
Eventi collaterali

Venerdì 13 dicembre, ore 18: Amarcord…Rota, esibizione di
Emanuela Battigelli (arpa) e Claudio Ferrarini (flauto). Sala
espositiva secondo piano, ingresso libero fino esaurimento posti.

Giovedì 19 dicembre, ore 17.30: incontro I miei viaggi a Fellinia
con soste nello sciocchezzaio critico italiano, a cura di Gian Piero
Brunetta. Sala espositiva secondo piano, ingresso libero fino
esaurimento posti.

Venerdì 10 gennaio, ore 17.30: incontro Tra paparazzi e polaroid:
istantanee e felliniane, a cura di Fabrizio Borin. Sala espositiva
secondo piano, ingresso libero fino esaurimento posti.

Rassegna cinematografica. Sabato 21 dicembre, ore 16.30, 8 ½
(1963, Federico Fellini); sabato 28 dicembre, ore 16.30, I vitelloni
(1953, Federico Fellini); sabato 4 gennaio, ore 16.30, Il bidone
(1955, Federico Fellini); mercoledì 8 gennaio, ore 16.30, Ciao,
Federico! (documentario 1970, Gideon Bechmann); sabato 11
gennaio, ore 16.30, Amarcord (1973, Federico Fellini); sabato 18
gennaio, ore 16.30, Intervista (1986, Federico Fellini).
Sala espositiva secondo piano, ingresso libero fino esaurimento posti.
167
AL VOLO
2014
Date
17 gennaio- 9 febbraio
2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Fotografie di Matteo Chinellato realizzate sull’ambiente e paesaggio
veneziano.
Orario
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
POETI, MASCHERE, ATTORI, FANTASMI
IL FANTASTICO NELLE FOTOGRAFIE DI
MARIO LASALANDRA 1962- 2013
Date
7 febbraio- 23 marzo 2014
Sede
Centro Culturale Candaini, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Scatti realizzati secondo la particolare poetica dell’autore che, impegnato
nella continua conferma della dignità artistica dell’immagine fotografica,
crea dei lavori suggestivi ed evocativi di mondi fantastico-mitologici.
*Realizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale CivicoCinque.
Orario
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
LE FIABE DAL MONDO.
FAVOLOSI INTRECCI DI SETA, FIABE
DALL’ESTREMO ORIENTE
Date
21 febbraio- 13 aprile 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
selezione delle opere dalla 25° Mostra Internazionale d'Illustrazione per
l'Infanzia con animazione di Martina Stevanato. Il tema delle illustrazioni
proposte in questa edizione presenta l’immaginario fiabesco dell’Estremo
Oriente, tra Cina, Corea, Mongolia e Giappone.
*Realizzata con il patrocinio di Fondazione Mostra Internazionale
d’Illustrazione per l’Infanzia Stepan Zavrel, Regione del Veneto, Provincia
168
di Treviso, Comune di Sàrmede.
Orario
I)
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20. Apertura straordinaria
domenica 23 febbraio e 16 marzo con ingresso riservato agli
iscritti ai laboratori Al Candiani in famiglia.
II) Visite guidate e laboratori riservati alle scolaresche su prenotazione.
Ingresso
I)
Libero
II) euro 4,00; gratuito per insegnanti e accompagnatori.
MORRIS ENGEL+ RUTH ORKIN
Curata da
Erica Viganò
Date
4 aprile- 1 giugno 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva secondo piano.
Descrizione
Le immagini, esposte per la prima volta in Italia, mettono a confronto i due
maestri della fotografia e cinematografia internazionale, entrambi attivi a
New York nel documentare le scene di vita metropolitana nello stile
documentario che trovò fortuna dagli anni ’70. Negli anni ‘50 lavorarono
insieme anche nella scena cinematografica indipendente e influenzarono le
generazioni di registi a venire.
Orario: da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20. Apertura straordinaria il
giorno 21 aprile.
* Organizzata con l'Associazione Culturale CivicoCinque, Admira e IMG
Cinemas.
In
collaborazione
con
Associazione
Immagina
Mestre,
Associazione Confesercenti Venezia, Orkin/Engel Film and Photo Archive,
New York; Howard Greenberg Gallery, New York.
Orario
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20. Apertura straordinaria il giorno
21 aprile.
Ingresso
Intero euro 5,00; ridotto euro 3,00 per possessori di Candiani Card, Cinema
Più, IMG Card e studenti.
A LEZIONE DI TERREMOTI
COME EDUCARE ALLA PREVENZIONE IN
TEMPO DI PACE SISMICA
Date
16 aprile- 4 maggio 2014
Sede
Centro Culturale Candini, sala espositiva terzo piano ( sala Paolo
Costantini).
169
Descrizione
Immagini, foto e descrizioni organizzate in sessanta pannelli, allestiti per
spiegare origine, effetti e manifestazioni dei terremoti, illustrando altresì le
norme di comportamento e prevenzione dei danni.
* Organizzata da Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia. In
collaborazione
con
Federazione
Ordine
Ingegneri
del
Veneto
e
l'Associazione Io non tremo!
Orario
Tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20; chiuso il lunedì.
Ingresso
Libero.
20000km LE STRADE CHE RACCONTANO
L’ITALIA
Date
21 febbraio- 13 aprile 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione
Immagini di Stefano Vigni realizzate nel suo viaggio per l’Italia con
l’utilizzo di diversi mezzi fotografici al fine di ottenere altrettanti effetti e
risultati. Nel lavoro del fotografo risulta cruciale la fase successiva di
manipolazione degli scatti attraverso l'utilizzo più o meno invasivo di
sovrapposizioni o accostamenti geometrici con l'intento di enfatizzare i
caratteri salienti dei soggetti ritratti, per lo più le strade del territorio.
Orario
Da mercoledì a domenica, dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
E ORA, SATIRA!
SACROSANTE RISATE E
CARTA BIANCA, LA SATIRA DEL GAVA
Date
6- 26 giugno 2014
Sede
Centro Culturale Candiani, sala espositiva terzo piano (sala Paolo
Costantini).
Descrizione

Sacrosante risate, a cura di Mirko Melis (Circolo UAAR di
Genova) con la consulenza di Ferruccio Giromini, vignette di satira
religiosa. Artisti partecipanti: Altan, Banadanax, Massimo Bucchi,
Stefano Disegni, Ellekappa, Malcom Evans, Giorgio Franzaroli,
Makkox, Roberto Mangosi, Danilo Maramotti, Alberto Montt,
Sergio Staino, Vauro, Vincino.
170

Carta bianca, la satira del Gava, vignette di Marco Gavagnin.
*Realizzata in collaborazione con l'UAAR degli Atei e Agnostici
Razionalisti- Circolo di Venezia, IMG Cinemas, Libreria in Mondadori.
Orario
Da martedì a domenica, dalle 16 alle 20.
Ingresso
Libero.
Eventi collaterali

Incontri:

mercoledì 4 giugno, ore 18: “Gli occhi e la lingua della satira
(antica)”, Alberto Camerotto, sala seminariale primo piano;

giovedì 5 giugno, ore 18: “Sacrosante risate. L’arte del dubbio di
fronte al dogma”, Sergio Staino, a seguire inaugurazione delle
mostre, sala conferenze quarto piano;

mercoledì 11 giugno ore 18: “Ora pro nobis”, disegni e tavole di
Maria Turchetto, poesie e parole delle canzoni di Carlo Cornaglia,
canzoni, musica e arrangiamento vocale di Filippo D’Ambrogi,
schede in prosa di Walter Peruzzi, sala seminariale primo piano;

giovedì 12 giugno, ore 18: “Carta bianca, la satira del Gava”,
Marco Gavagnin Live, sala Paolo Costantini terzo piano;

venerdì 13 giugno, ore 18: “Il Male, Quella volta che arrestammo il
capo delle BR…Rievocazione storica semiseria di eventi davvero
malefici”, Vincino e Sandro Parenzo, sala conferenze quarto piano;

mercoledì 18 giugno, ore 18: “Monty Python. In The Beginning”
(Gran Bretagna, 2006, 75’, v.o. sott. It.), sala conferenze quarto
piano;

giovedì 26 giugno, ore 18: Incontri- Confronti sulla Sostenibilità,
Mutatis Mutandis Et Underwear, Da Giovenale a Gaber..a Vezzoli,
L’insostenibilità del mondo globalizzato di ieri e di oggi. In
collaborazione con archivi della Sostenibilità Università Cà Foscari
Venezia, Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia
Performance storico video-letteraria, a cura di Giorgio Conti e
Carlo Franco, sala conferenze quarto piano, inglresso libero.

Spettacoli:
171

sabato 7 giugno, ore 21: “Funeral Show” con Giù col morale! (voci:
Claudio Bobbo, Valerio Collini e Matteo Bellin; chitarra: Attilio
Bellinato e Davide Favero; percussioni: Pierfranco Romanello;
basso: Luca Bobbo), auditorium quarto piano. Ingresso: intero euro
5,00; ridotto euro 3,00 (Candiani Card, CinemaPiù, IMG Card,
studenti), biglietti in vendita presso la biglietteria del Centro e
online su www.biglietto.it con diritto di prevendita euro 1,00;

domenica 8 giugno, ore 21: “Un giorno da pecora Live!” con
Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, il Complessino de
L’Ebernies, Alessandra Moretti e Maurizio Zamparini, i due
malcapitati ospiti, auditorium quarto piano. Ingresso: intero euro
8,00; ridotto euro 5,00 (Candiani Card, CinemaPiù, IMG Cinemas,
studenti), biglietti in vendita presso la biglietteria del Centro e
online su www.ilbiglietto.it con diritto di prevendita euro 1,00. A
seguire incontro con il pubblico di Claudio Sabelli Fioretti e
Giorgio Lauro presso ingresso piano terra per la firma del libro “Un
giorno da pecora” acquistabile alla Libreria Mondadori.

Proiezioni:

martedì 3 giugno, ore 17.30 e 21: “E… ora qualcosa di
completamente diverso” (And now for somethig completely
different, Gran Bretagna, 1971, 91’) di Ian MacNaughton;

giovedì 5 giugno, ore 21: “Monty Python e il sacro Graal” (Monty
Python and the Holy Grail, Gran Bretagna, 1971, 90’) di Terry
Jones e Tarry Gilliam;

martedì 10 giugno, ore 17.30 e 21: “Brian di Nazareth” (Life of
Brian, Gran Bretagna, 1979, 90’) di Terry Jones;

giovedì 12 giugno, ore 21: “Monty Python. Live at the Hollywood
Bowl” (Live at the Hollywood Bowl, Gran Bretagna, 1982, 78’,
v.o. sott. it.) di Terry Hughes;

martedì 17 giugno, ore 17.30 e 21: “Monty python. Il senso della
vita” (Monty Python’s the Meaning of Life, Gran Bretagna, 1983,
111’, V.M. 14) di Terry Jones;

giovedì 19 giugno, ore 21: “Monty Python. È il non messia (è un
172
ragazzaccio)” (Not the Messiah. He’s a very naughty boy, Gran
Bretagna, 2010, 97’, v.o. sott. it.) di Aubrey Powell.
Sala conferenze quarto piano, ingresso riservato ai soci Candiani Card
(validità annuale euro 15,00) e CinemaPiù 2013/2014 (valida fino 30 giugno
2014, ordinaria euro 30,00, studenti euro 20,00), acquistabili presso la
biglietteria del Centro.
Le mostre della Galleria Contemporaneo dal 2006 al 2010
2006
ESTHER STOCKER
Date
12 maggio- 24 giugno 2006
Descrizione
Mostra personale dell'artista viennese già tenutasi alla galleria Unosunove
di Roma, al Museo Pecci di Prato in occasione della collettiva “Opera
Austria- Prospettive frammentate: arte nel cuore dell'Europa” e parte
dell'intensa attività espositiva dell'artista che la vede protagonista nello
stesso periodo a Innsbruck. Le sue opere trovano il grande bacino di
ispirazione nelle sperimentazioni degli anni Sessanta del Gruppo T,
riprendendo i motivi delle geometria e della percezione come campo
d'azione per indagare il rapporto tra opera e spettatore nella concezione
compositiva del quadro.
* In collaborazione con Galerie im Taxispalais (Innsbruck) e KrobathWimmer Gallery (Vienna).
ATTILA CSÖRGÓ
Date
16 settembre- 28 ottobre 2006
Descrizione
Prima esposizione dell'artista ungherese in Italia che presenta le sue opere
come installazioni, fotografie, oggetti e disegni. La sua ricerca si focalizza su
geometria, percezione e rappresentazione, indagate attraverso l'uso di
espedienti come la luce o la meccanica per ricrearne paradossi visivi che
vanno contro le regole canoniche e convenzionali.
*In collaborazione con Galerija Gregor Podnar di Lubiana.
173
MAROTTA&RUSSO
Date
11 novembre 2006- 6 gennaio 2007
Descrizione
Esposizioni del progetto “Avatar project” dei due artisti in merito alla
sperimentazione sulle immagini digitali. Nell'ambito della loro esperienza
tentano di coniugare nelle loro opere i linguaggi formali del web, della grafica
e delle arti visive racchiusi nell'intento architettonico di costruzione della
città sulla possibilità data dalle nuove tecnologie.
*In collaborazione con Arte Contemporanea (Vicenza) e Sergio Tossi Art
Consulting (Firenze).
ANTONIO SCARPONI
2007
Date
10 febbraio-31marzo 2007
Descrizione
il lavoro del giovane artista italiano a cui è dedicata la personale, si propone
di indagare, attraverso i mezzi concettuali di atipiche rappresentazioni
cartografiche, le problematiche contempoanee rivolte a temi politici e civili.
Nella sua realizzazione formale che mira alla coesione di architettura, design
e cultura visiva, egli propone un nuovo ordine di valori nella concezione del
mondo.
BRIGITTE KOWANZ
Date
17 aprile- 27 maggio 2007
Descrizione
Allestita per la prima volta in Italia, la ricerca all'avanguardia dell'artista
viennese si radica nell'utilizzo della luce al neon come mezzo innovativo
combinato a materiali freddi quali il vetro, l'alluminio, gli specchi e l'acciaio.
Le sue opere ed installazioni risultano essere costantemente in relazione con
lo spazio circostante, parte del versante concettuale, il suo lavoro immerge lo
spettatore in dimensioni rarefatte e di grande intensità create grazie
all'interferrenza tra i materiali e l'ambiente.
THERE IS NO PLACE LIKE HOME
Date
9 giugno- 21 luglio 2007
Descrizione
Dipinti, video, installazioni e immagini fotografiche compongono la collettiva
organizzata alla Galleria. Tema di fondo è la casa nella sua dimensione
domestica e esistenziale, osservata dai molteplici punti di vista degli artisti
partecipanti che attraverso le loro opere raccontano le loro particolari
174
prospettive e sensazioni.
*In collaborazione con Albanian national Arts Gallery, Onufri 2006International Art Competition e The Albanian Ministry of Tourism, Culture,
Youth and Sports.
MESTRE- GABRIELE BASILICO
Date
10 novembre 2007- 5 gennaio 2008
Descrizione
Gli scatti ideati dal fotografo in occasione dell’esposizione al Contemporaneo
indagano, nel magistrale uso del bianco e nero, la realtà urbana di Mestre,
soggetto esclusivo che si inserisce ne più ampio progetto di analisi della
terraferma portata avanti negli anni dall’artista milanese
*In collaborazione con il Centro Culturale Candiani e Jerach Gallery
(Venezia). Evento realizzato in occasione della mostra Mestre Novecento.
2008
ALFABETO ESTESO
Date
1 febbraio- 22 marzo 2008
Descrizione
Nel opera creata da Bianco- Valente viene sviluppata l’indagine sul mezzo
tecnologico quale punto d’incontro tra materiale e immateriale, organizzando
il lavoro sulla proposta di un nuovo codice di riferimento in grado di
considerare e comprendere entrambi gli estremi nel tentativo di esprimere le
coordinate del mondo contemporaneo.
*In collaborazione con Alfonso Artiaco (Napoli), Galleria Enrico Fornello
(Prato) e V.M.21 contemporanea.
A BEAUTIFUL DAY
Date
19 aprile- 25 maggio 2008
Descrizione
La meta-narrazione audiovisiva e scultorea, realizzata da Interno 3, la coppia
di artisti veneziani Laura Riolfatto e Manuel Frara, attivi dalla metà degli anni
Novanta, fa parte della loro intensa produzione fondata sull’utilizzo della
tecnologia quale medium essenziale nel lavoro artistico contemporaneo. La
narrazione dell’evento quotidiano di una giornata qualunque viene arricchito
dalla dimensione soggettiva e introspettiva sfalsandone le logiche spaziotemporali attraverso la manipolazione degli elementi audio e video creando
degli effetti di distonie, loop rallentati e incrinature in cui gli errori di natura
tecnologica diviene il potenziale artistico su cui articolare linguaggio secondo
175
l’emergente prassi glitch.
SPACE WALK
Date
7 giugno- 20 luglio 2008
Descrizione
L'artista, Pavel Markus, fonda la sua ricerca sul rapporto tra trascendenza e
tecnologia come tema conduttore nelle sue video-installazioni. Riflessione
profonda sulla condizione umana, il suo lavoro si interseca tra le variabili di
spazio reale e virtuale, riportando alla luce una visione ricercata, dal forte
carattere multimediale, sui più svariati temi esistenziali. Le immagini di
Space Walk aprono la strada a questi temi attraverso 18 video, appartenenti al
server della NASA, con cui lo spettatore può interagire attraverso un mouse.
Tutti, eccetto uno in particolare, possono essere selezionati e modificati,
conducendo il visitatore al senso ultimo dell'opera e non solo.
*In collaborazione con Büro für Kunst di Dresda.
RES DERELICTA
Date
11 settembre- 12 ottobre 2008
Descrizione
Metafora della società contemporanea, in cui oblio e abbandonano diventano i
termini di definizione della condizione odierna. Nella concezione negativa del
mondo secondo questi paradigmi, il ruolo dell'arte si realizza attraverso la
ricerca delle infinite possibilità alternative in grado di generare il nuovo
dall'apparente stato irreparabile delle cose. Grazie alla sperimentazione
artistica questo diviene terreno di reinterpretazione dei luoghi e delle cose
considerati degli artisti attraverso i più diversi mezzi, dalla fotografia alla
grafica, nella costruzione di progetti alternativi. Partecipano: Vincenzo
Casali, Harald Gsaller, Armando Lulaj e il team Built Event.
*In collaborazione con KAM- Centre of Mediterranean Architecture (Chania,
Crete, Greece), University of Thessaly ( Volos Greece) e Vitra Design
Foundation (Birsfelden, Switzerland).
DEVOZIONI DOMESTICHE
Date
25 ottobre- 7 dicembre 2008
Descrizione
In esposizione le opere degli ex studenti dell'Accademia di Belle Arti di
Venezia. Una selezione di lavori rivolti all'indagine dei mezzi espressivi
tradizionali nella prospettiva della pittura, della scultura, della decorazione e
dell'incisione. Una riflessione sull'esistenza e sulla creazione artistica, i cui
risultati non sono solo il frutto della capacità tecnica ma della più profonda
176
sensibilità che determina la visione del mondo. Partecipano: Cristina Alaimo,
Neil Barbisan, Alessio Bogano, Federica Bortolotti, Andrea Cazzolato, Cora
Chiavevale, Vania Comoretti, Valeria Cozzarini, Nebojsa Despotovic, Paolo
Dolzan, Chiara Gasparini, Goran Gogic, Meta Grurevic, Gabriele Grones,
Irene Hopfgartner, Kostantinos Karakostas, Laure Keyrouz, Andrea Kvas,
Nereo Marulli, Federica Pellizzari, Miriam Pertegato, Elisa Rossi, Kecy
Royce Salangad, Mattia Serra, Chiara Sorgato, Cristina Treppo, Lisa Vuerich.
*In collaborazione con Accademia di Belle Arti di Venezia.
IGOR ESKINJA
2009
Date
21 febbraio- 28 marzo 2009
Descrizione
L’esposizione presenta le opere fotografiche dell’artista croato che indirizza
la sua singolare espressione del rapporto tra realtà e apparenza attraverso la
carica illusoria delle sue immagini che destabilizzano i confini tra lo spazio
reale e quello fittizio, tra la bidimensionalità e tridimensionalità. Il ritratto
delle installazioni, diviene a sua volta l’opera inserita nello spazio
confondendo la percezione dello spettatore.
*In collaborazione con Federico Luger Gallery (Milano).
MARGHERITA MORGANTIN
Date
25 aprile- 23 maggio 2009
Descrizione
L’artista di origine veneziana articola il suo lavoro tra gli svariati mezzi
espressivi prediletti dai linguaggi contemporanei quali video, performance,
disegni, installazioni e fotografie. Questi vengono utilizzati per esprimere la
condizione odierna che ci riguarda, elevando a elementi simbolici gli oggetti
più banali e semplici presenti nella nostra quotidianità. La presa di coscienza
nell’utilizzo di questi materiali vuole essere uno spunto per accendere la
capacità immaginativa necessaria per stabilire la soluzione alternativa a una
possibile situazione apparentemente irrisolvibile.
*In collaborazione con Galleria Continua (San Gimignano- Beijing- Le
Moulin).
ALBAN HAJDINAJ
Date
6 giugno- 25 luglio 2009
Descrizione
Opere video e i quadri realizzati con immagini provenienti dal mondo
177
pubblicitario e dei prodotti di consumo fanno emergere l’attenta ricerca
dell’artista di Tirana che per la prima volta espone i suoi lavori in Italia. La
natura dell’immagine viene indagata nei suoi aspetti contradditori e latenti nel
tentativo di osservare gli effetti che tali contenuti possono avere sulla vita e
sulle abitudini della società, prendo la riflessione e la sottile critica a questi
aspetti della cultura occidentale.
*In collaborazione con Galleria Nazionale delle Arti di Tirana (Albania).
LA SECONDA ORIGINE
Date
26 settembre – 31 ottobre 2009
Descrizione
La ricca ricerca proposta da Italo Zuffi nelle sue opere esposte alla Galleria
Contemporaneo, si snoda attorno alla questione del concetto di “origine”,
espresso attraverso testi, installazioni e fotografie. La riflessione dell’artista,
espressa attraverso i diversi mezzi artistici organizzati coerentemente
all’interno del percorso espositivo, è rivolta non tanto alle potenzialità dei
materiali quanto al principio che ha guidato l’azione e il processo di utilizzo,
nel rispetto concettuale del tema indagato.
*In collaborazione Popiashvili Gallery (New York) e Pinksummer
contemporary art (Genova).
2010
GEMME, ARCHITETTURE, RIFLESSI
Date
23 gennaio- 27 febbraio 2010
Descrizione
Mostra personale dedicata a Serse e organizzata per la prima volta in una sede
pubblica dell’area veneziana. I disegni a grafite esposti, emblema della ricerca
ventennale dell’artista, esprimono al meglio il suo intento di sfruttare
all’estremo le potenzialità materiali del mezzo utilizzato.
*In collaborazione con Galleria Continua (San Gimignano- Beijing- Le
Moulin) e Galleria Minini (Brescia).
OUT & THEIS
Date
8 maggio- 26 giugno 2010
Descrizione
Il percorso espositivo, curato direttamente dall’artista Bert Theis, presenta
178
oltre ai suoi lavori, in cui è espressa la ricerca artistica in ambito relazionale e
strettamente connessa alla disciplina architettonica, quelli di altri artisti parte
di out (office for urban transformation).
*In collaborazione con Federico Bianchi Contemporary Art (Milano, Lecco).
MY FAVOURITE THINGS
Date
17 settembre- 16 ottobre 2010
Descrizione
In mostra le opere dell’Archivio Sottobosco. Gli artisti, chiamati a esporre
l’opera che meglio li rappresentasse in occasione di questa prima collettiva,
hanno preso parte al progetto, avviato nel 2009 e rivolto alla selezione di
artisti italiani dediti alla sperimentazione. Partecipano: Emanuela Ascari,
Giuditta Ambrosini, Emanuele Becheri, Filippo Berta, Cristian Chironi,
Danilo Correale, Raffaella Crispino, Francesca De Pieri, Fausto Falchi,
Matteo Fato, Maddalena Fragnito de Giorgio, Gastrovisione, Riccardo
Giacconi, Silvia Giambrone, Pietro Mele, Federica Menin, Jacopo Miliani,
Nicola Nunziata, Giuliana Racco, Stefano Romano, Claudia Rossini, Mirko
Smerdel, Elisa Strinna, Marcello Tedesco, Olga Vanoncini, Fabrizio Vatieri,
Valentina Vetturi, Enrico Vezzi, Progetto Zero +, Angela Zurlo.
ARTWAY OF THINKING
Date
23 ottobre- 21 novembre 2010
Descrizione
Le due artiste, Stefania mantovani e Federica Thiene propongono in
occasione dell’ultimo evento organizzato presso gli spazi della Galleria
Contemporaneo prima della sua chiusura definitiva, un percorso artistico che
spazia verso le possibilità relazionali della concezione di opera d’arte, creata
grazie a modalità processuali e condivise di produzione che escono dagli
schemi tradizionali dei canoni di progettualità, fruizione, bellezza e
partecipazione. Il rapporto tra opera e artista non è più individuale ma si apre
alla co-creazione e condivisione del processo artistico.
179
4.
Le mostre del Centro Culturale Candiani:
alcuni casi di studio
Nel capitolo precedente, dopo aver osservato l'intero complesso delle attività del
Centro Culturale Candiani, abbiamo considerato più da vicino l'organizzazione degli
eventi espositivi e le scelte artistiche che li hanno caratterizzati nel corso degli anni.
Il passaggio alla direzione autonoma del Centro è stato il momento più significativo
che ha portato le trasformazioni più rilevanti e ha determinato l'ordinamento
dell'intera programmazione anche dal punto di vista dei contenuti. Qui ci proponiamo
di approfondire quest'ultimo aspetto attraverso l'analisi di alcuni esempi concreti.
Descrivendo i cambiamenti avvenuti dal 2006 ed evidenziando le principali fasi in
cui si è svolta la gestione del Candiani, abbiamo individuato alcune delle mostre che
hanno segnato in modo significativo questi passaggi.
Attraverso questi casi di studio tenteremo di definire il percorso artistico e gestionale
dell'istituzione facendo emergere le specificità di ciascun evento in termini di
organizzazione, obiettivi artistici e coerenza all'interno della programmazione. A
questo proposito abbiamo messo in evidenza alcune delle esposizioni che hanno
presentato i temi e i contenuti più interessanti per esprimere il valore delle attività in
ambito contemporaneo. Iniziando con l'analisi delle grandi mostre organizzate tra il
2001 e il 2002, Il dono e L'America di Pollock- Gli “Irascibili”, andremo poi a
presentare le esposizioni Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia
negli anni ‘70 del 2007 e Experimenta. Autogestione sperimentazione artistica. Il
caso Verifica 8+1 del 2010, dedicate alle esperienze della sfera locale che hanno
contribuito al fermento artistico del secondo dopoguerra. Infine, vista la grande
attenzione rivolta alla fotografia nei programmi degli ultimi anni, prenderemo in
esame le iniziative il Gesto Indicatore (2009), Faccia a Faccia (2010) e Omaggio a
Gabriele Basilico rethinking Mestre (2013), dove osserveremo le diverse prospettive
dalle quali viene affrontato il tema cittadino e urbano.
180
Inoltre, considerando questi eventi, abbiamo voluto dimostrare il rapporto con la
Galleria Contemporaneo per sottolineare l’importanza della collaborazione tra le due
sedi. Le mostre, escluse le prime, alle quali facciamo riferimento per la qualità dei
contenuti che rispecchiavano le aspettative iniziali del Centro, si inseriscono nella
fase di rilancio e pertanto sono in evidenza tra i programmi della Galleria.
Nell’attuale sito web150 dell’omonima associazione, nella sezione Collaterali,
troviamo le collaborazioni espositive organizzate dal 2006, prevalentemente con il
Candiani, di cui fanno parte i casi qui presentati. Questi, emergono all’interno
dell’ampia offerta del Centro perché, testimoniando il coordinamento tra le due
istituzioni, confermano la ricerca sui nuovi linguaggi sperimentali che entrambe si
proponevano di rispettare. Con questa parte conclusiva della trattazione, ci poniamo
l’obiettivo di verificare concretamente quanto detto nei capitoli precedenti sulla
gestione dei programmi, degli eventi e delle scelte artistiche, cogliendo l'occasione di
approfondire la riflessione sul ruolo del Centro Culturale Candiani all'interno del
contesto culturale locale.
4.1 Le esposizioni di rilievo internazionale
Nell'iniziare la nostra analisi, consideriamo due esposizioni che hanno segnato i
primi anni di attività del Candiani nella veste di nuovo centro di produzione culturale
che si affacciava sul territorio. Nella prima fase operativa dell'istituzione, Il Dono e
L'America di Pollock- Gli “Irascibili”, risultano le mostre più significative che
davano l'occasione al Centro di inserirsi accanto all'offerta culturale veneziana.
Questi eventi, dall'ampio respiro internazionale, volevano essere il trampolino di
lancio per la struttura come polo centrale della terraferma, che doveva essere
rivitalizzata grazie all’apertura del Centro secondo i piani di sviluppo culturale della
città. Organizzati sotto la direzione comunale che gestiva l'intera proposta artistica di
Venezia e Mestre, risultano i più rappresentativi dell'intera fase di rodaggio del
150
http://www.galleriacontemporaneo.it.
181
Candiani per quanto riguarda le tematiche contemporanee. Infatti, esaminando
l’insieme delle proposte, queste si distinguono per i temi affrontati, per le opere e per
gli artisti presentati, ponendosi come casi unici all'interno dell'intero programma
svolto fino ad oggi.
4.1.1 Il Dono : 20 ottobre 2001- 6 gennaio 2002
Figura 1. Gabriel Orozco, My Hands Are My Heart, 1991, Marian Goodman Gallery, New Tork.
Lo scarso successo della mostra inaugurale Terraferma, organizzata come primo
tentativo di promuovere l'arte contemporanea nell'entroterra, aveva visto entrare il
Candiani nel contesto culturale sottotono rispetto alle aspettative iniziali.151 Subito
dopo, fu organizzata la mostra Il Dono: offerta, ospitalità e insidia, ideata da il
Centro le Papesse di Siena152. Come riconosciuto dallo stesso direttore del Palazzo
delle Papesse, Sergio Risaliti, il Centro Culturale Candiani risultava la struttura
ideale per aprire una coproduzione nel lancio dell'iniziativa “a testimonianza del
fatto che la nascita di nuove istituzioni museali e di nuovi centri d'arte costituisce
M. Galazzo, Terraferma la mostra ha fatto flop cinque visitatori in media al giorno, in “Il
Gazzettino”, 17 agosto 2001.
152
M. Scattolin, Da Man Ray a Yoko Ono Grandi nomi in mostra, in “La Nuova Venezia”, 22
novembre 2001.
151
182
un'importante occasione per moltiplicare la possibilità di collaborazione e per
aumentare la capacità di reperire risorse”153. Concepita come mostra itinerante e
destinata anche ad approdare oltreoceano in seguito alla collaborazione con
l'associazione Indipendent Curators International di New York, si rivelava
un'occasione per entrambe le neonate istituzioni per affrontare la cultura artistica
contemporanea, intesa nel suo ampio complesso di possibilità espressive. Vediamo
infatti come gli obiettivi delle Papesse, centro dedicato all'arte contemporanea,
fossero vicini a quelli del Candiani nell'affermarsi non solo come sede espositiva ma
come centro attivo e dinamico di produzione di idee e contenuti attraverso seminari,
laboratori e iniziative di varia natura154.
Con quest'occasione, il Candiani poteva offrire un evento dai contenuti originali,
dedicato interamente alla produzione visiva delle ricerche più attuali e che gli
avrebbe permesso di portare nei suoi spazi i grandi nomi dell'arte contemporanea.
L'esposizione, inoltre, anticipata dal convegno tenutosi presso la Fondazione Querini
Stampalia nel gennaio 2000 “Figure del dono e dell'ospitalità nella pratica artistica
contemporanea” e sponsorizzato da Herno Spa, grazie a questo ulteriore evento,
sosteneva l'importanza
del
rapporto tra soggetti
pubblici
e privati
per
l'organizzazione degli eventi.
Il tentativo di far decollare il Centro in questa prima fase, in cui si voleva recuperare
l'insuccesso iniziale, avveniva nel rispetto degli obiettivi prefissati di ricerca sui
linguaggi contemporanei e di apertura al dialogo con altre istituzioni del settore,
operanti dentro e fuori dal territorio. Per procedere nello studio, è utile tenere
presenti le due prospettive che mettono in evidenza questo caso all’interno della
programmazione. La prima, relativa all'organizzazione, fa emergere la necessità della
cooperazione tra le strutture culturali al fine di creare delle iniziative dal carattere
originale, innovativo e dinamico, grazie al lavoro congiunto e coordinato delle
istituzioni. L'altra, di pertinenza artistica, rivela l'attenzione per le proposte di grande
richiamo che avrebbero dovuto assicurare al Centro un ruolo di riferimento nella
153
Il Dono, catalogo della mostra a cura di G.Maraniello, S.Risaliti, A.Somaini (Mestre, Centro
Culturale Candiani e Siena, Palazzo delle Papesse Centro d'arte Contemporanea), Charta editore,
Milano 2001.
154
Ibidem.
183
terraferma, attraverso dei percorsi espositivi importanti per la storia dei linguaggi
contemporanei. Nell'ideazione della mostra, queste si incontrano nel cuore dei suoi
contenuti che, attraverso la riflessione sul tema del dono, abbracciano le diverse
esperienze ed espressioni. Andando ad approfondire quest'ultima osservazione, ci
torna utile spiegare in modo più dettagliato i contenuti della mostra per comprendere
il tipo di offerta a cui si era avvicinato il Candiani.
Attraverso le opere dei sessanta artisti partecipanti, il tema dell'atto del donare anima
il percorso e viene indagato nelle sue molteplici accezioni. Al concetto di “dono”,
rinvenibile nelle pratiche artistiche contemporanee, vengono attribuiti significati
filosofici, antropologici, artistici e letterari, rivolti a interpretare la natura intrinseca
dell'opera d'arte quale portatrice di “forme di relazione e di reciprocità che
coinvolgono, di volta in volta, l'invito e la provocazione, l'omaggio e l'insidia; forme
in cui i gesti del dare e del ricevere conservano tutta la loro ricchezza e il loro
fascino, in un mondo in cui le regole delle relazioni interpersonali tendono invece a
divenire sempre più prevedibili ed esplicite”155. Il lavoro alle spalle dell'allestimento
proposto è dunque da intendersi come una ricerca profonda sull'opera d'arte e sulla
riflessione che essa assume nell'esprimere il tema, affrontando le ambiguità che ne
rivelano i significati più intimi. Tra le tante chiavi di lettura, quella artistica si
esplicita nelle opere di grandi artisti del periodo contemporaneo, dove il concetto di
donare è alla base delle possibilità espressive che mettono in relazione l'artista con i
nuovi mezzi di rielaborazione del reale, con il pubblico e con la concezione stessa
dell'arte, rovesciandone le accezioni estetiche tradizionali e aprendo le porte a nuove
forme di rivelazione della realtà. Se in alcuni casi la riflessione si concentra
nell'opera d'arte come offerta, “effimera e gratuita”, in altri, il tema viene affrontato
per interpretare alcune opere o per rivelare la figura degli artisti. Definendo questi
ultimi come “donatori”, viene evidenziato il senso della loro attività o delle loro
pratiche, talvolta eccessive, ironiche, perverse o sciamaniche, rivolte a sovvertire la
verità materiale dell'opera per scoprire il senso più intimo della gestualità e
dell'azione che la precede. A queste si accompagnano poi immagini rappresentative
del dono nella società contemporanea e nella sua accezione consumistica, o ancora,
155
Il Dono, op. cit.
184
nel carattere impersonale e straniante del dono di se stessi. Il percorso non è
articolato secondo un ordine cronologico lineare o organizzato al fine di una
risoluzione dei contenuti. Nel presentare le diverse modalità espressive delle forme
materiali e immateriali degli oggetti e dei linguaggi delle diverse personalità, si vuole
“evidenziare il ripetersi di gesti omologhi” e “sottolineare tutte le ambiguità e le
insidie del dare e del ricevere, mostrando, come recita la frase di Wittgenstein citata
nell'opera di Joseph Kosuth, che il dono rimane effettivamente un “problema da
risolvere”156. Tra le opere di maggior rilievo e risonanza che esprimono la figura e il
concetto di dono secondo le molteplici possibilità descritte troviamo: le performance
di Marina Ambramovic Rhytm 0, 1947; Balkan Baroque, 1997; il video di Vito
Acconci Theme Song, 1973; le opere di Joseph Beyus Ja Ja Ja, Nee Nee Nee, 1969,
Geruchsplastik, 1978, Asciugamani, 1974 e I like America and America Likes Me,
1974;Kinderfalle (Killing Children III), 1994 di Castern Holler; la performance The
Gift di Alfredo Jaar del 1998; I Am Still Alive, 1982 di On Kawara; le regole rituli
della cessione delle Zones de sensibilité picturale immatérielle, 1962 e Ex voto
dedicato a Santa Rita da Cascia, 1961 di Yves Klein; The Gift, 1990 di Joseph
Kosuth; le opere di Piero Manzoni Fiato d'artista del 1960; Photo fry, 1969 di
Gordon Matta-Clark; Cut Piece, 1965 di Yoko Ono; My Hands Are My Heart, 1991
di Gabriel Orozco; Soffio, 1978 di Giuseppe Penone; Cadeau di Man Ray. La traccia
fondamentale, a cui si ispira il filo conduttore dei molteplici significati delle opere
all’interno della mostra, è il testo di Marcel Mauss “Saggio sul dono” del 1924. Qui,
il sociologo descrive il dono come un sistema complesso in cui si instaurano diversi
tipi di relazioni tra gli individui e nel quale si incrociano aspettative e desideri.
L'opera d'arte, intesa in questi termini, ha dunque la capacità e il fine ultimo di
generare nuove forme di relazione e incontro157. Nel dettaglio di alcuni esempi presi
a riferimento, tra le opere fondamentali del Novecento prima citate, il tema viene
sviscerato nelle più intime interpretazioni. Si intrecciano i messaggi umanitari
dell'opera di Alfredo Jarr, gli inviti insidiosi della scritta “Welcome” del tappeto di
chiodi di Mona Hatoum, le tentazione di Felix Gonzales Torres nelle sue caramelle, o
ancora, si viene catturati dall'ammiccamento del video di Vito Acconci. Dopo questi,
156
157
A.Somaini, Visibilità e invisibilità del dono, in Il Dono, op. cit.
Il regalo tra microfisica e poesia in “Il Gazzettino”, 27 dicembre 2001.
185
si assiste alla riflessione filosofica e concettuale di Joseph Kosuth, alla meditazione
simbolica e sacrificale sul gesto dell'opera di Hermann Nitsch e alla commovente
immagine di Gabriel Orozco. Quest'ultimo, nel porgere in dono il cuore di terra
custodito tra le mani verso lo spettatore, rivela la totale purezza del gesto,
assolutamente incondizionato e gratuito. Il funerario abbraccio di Anna Mendieta, il
“Fiato d'artista” di Manzoni e l'opera di Holler riportano invece a significati ultimi ed
escatologici dell'atto estremo rivolto alla vita, alla morte e all'eternità. Con l'albero di
Yoko Ono su cui è possibile lasciare un piccola richiesta, l'interpretazione raggiunge
il suo apice poetico nell'espressione dei propri desideri158.
Per chiarire il senso dei contenuti presentati è interessante fare riferimento alla
dimensione collaterale degli eventi rivolta a completare e ad approfondire le
tematiche trattate, nel rispetto della multidisciplinarietà che ha caratterizzato l'attività
del Candiani.
In occasione de Il Dono, era stato organizzato un ciclo di conferenze a cura di
Riccardo Caldura che si articolava in vari appuntamenti: “From friends to friends?
L'offerta delle esperienze artistiche contemporanee fra riflessione critica e
organizzazione
internazionale”159,
“Spazi
permeabili.
Per
un'architettura
dell'incontro”, “Al di là dell'utile. Un luogo comune fra estetica, filosofia e
psicanalisi” e infine “Il Dono. Offerta, ospitalità, insidia”160.
Nonostante non sia stato possibile rinvenire una significativa presenza di rassegna
stampa con interventi critici in merito alla mostra, i dati trovati segnalano
un'affluenza di pubblico maggiore rispetto all'esposizione di inaugurazione, ma poco
consistente rispetto all'evento successivo Ouranosauruus e della mostra di Pollock
dell'anno seguente. Generalmente è stato riconosciuto il grande valore delle opere
esposte e l'importante significato assunto dall'evento all'interno del programma del
Candiani. Esso infatti costituisce la prima grande occasione di ricerca sulla
produzione artistica recente attraverso il coinvolgimento dei grandi nomi della scena
internazionale e la riflessione impostata su un tema comune alle diverse forme
158
S. Coletto, Fino al 6.1.2002. Il Dono. Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani, in
http://www.exibart.com/notizia.asp, 13 novembre 2001. (sito consultato il 16 dicembre 2014).
159
Conferenze Candiani, in “La Nuova Venezia”, 28 novembre 2001.
160
Quattro conferenze per il dono, in “Il Gazzettino”, 28 novembre 2001.
186
espressive.
Un altro punto cardine dell'organizzazione dell'evento, oltre ai contenuti trattati, è il
valore della collaborazione con istituzioni simili al Candiani, come il Palazzo delle
Papesse, nella prospettiva comune di divenire centri di produzione e non solo luoghi
espositivi. L'attenzione al contemporaneo e la dinamica di coproduzione degli eventi
rispecchiavano le direzioni perseguite in questa prima fase, dimostrando la volontà di
assumere un ruolo centrale nella gestione dei progetti161.
Infine, abbiamo rilevato che nel periodo di apertura della mostra, nel vicino centro
storico, erano offerte numerose proposte presso le istituzioni storiche più importanti.
Dall'analisi delle fonti, tra le mostre in evidenza troviamo162:
 Balthus, Palazzo Grassi;
 Divina Eleonora- Eleonora Duse nella vita e nell’arte, Fondazione Giorgio
Cini;
 Protagonisti del palcoscenico di Osaka- Stampe xilografiche del secolo XIX
nelle collezioni pubbliche e private italiane, Gallerie dell’ Accademia;
 Carte di riso- Genti, paesaggi, colori dell’Estremo Oriente nelle collezioni
della Società Geografica Italiana, Sale Monumentali della Biblioteca
Nazionale Marciana, Libreria Sansoviniana;
 Navigare e descrivere- Isolari e Portolani del Museo Correr XV-XVIII secolo,
Museo Correr;
 Luxardo- La voluttà e il sogno- Dalla Fototeca 3M Italia alla Collezione
Peggy Guggenheim, Collezione Peggy Guggenheim;
 Da Rossi a Morandi, da Viani a Arp- Giuseppe Marchiori critico d’arte,
Fondazione Bevilacqua la Masa;
 Habito, Museo di Palazzo Mocenigo- Centro studi di storia del tessuto e del
costume;
 Neno Mori, Fondazione Querini Stampalia.
Il Candiani, già in una posizione secondaria dal punto di vista territoriale, si trovava
161
S. Coletto, Fino al 6.1.2002. Il Dono. Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani, in
http://www.exibart.com/notizia.asp, 13 novembre 2001. (sito consultato il 16 dicembre 2014).
162
Le Mostre, in “La Nuova Venezia”, 6 gennaio 2002.
187
di fronte al contesto affermato della realtà veneziana dove risultava difficile inserirsi.
Di fatto, questo aveva il vantaggio di costituire una realtà unica nella terraferma ma
si trovava a competere con numerose strutture del polo lagunare che presentavano
delle iniziative dai caratteri eterogenei che spaziavano nei più diversi ambiti artistici.
L’esposizione Il Dono emergeva nella ricerca contemporanea dei contenuti, ma non
poteva vantare della stessa forza attrattiva dell’area storica. Dall’analisi del prossimo
evento vedremo in che modo abbia funzionato la collaborazione tra il Candiani e le
istituzioni veneziane nell’ambito di uno stesso evento, caratterizzato dall’alto livello
artistico dei contenuti e dalla singolarità della proposta organizzativa.
4.1.2 L'America di Pollock- Gli “Irascibili”: 23 marzo- 30
giugno 2002
Figura 2. Jackson Pollock, Circumcision,
1946, Peggy Guggenheim Collection,
Venezia.
Figura 3. Ad Reinhardt, Yellow Painting, 1949,
Guggenheim Museum, New York.
Nell'affrontare l'analisi dell'esposizione dedicata a Pollock e agli Irascibili, è utile
osservare subito le caratteristiche che giustificano il valore dell'evento all'interno
della programmazione, per poi evidenziare il ruolo del Candiani nella realizzazione
dell’iniziativa. Innanzitutto è da tener presente la particolare articolazione espositiva.
Il percorso, organizzato in due mostre separate negli spazi ma fortemente relazionate
188
tra loro dal punto di vista dei contenuti, era realizzato in una prospettiva unitaria di
fruizione che univa il centro storico e la terraferma. Nel descrivere la gestione
“bipolare” dell’evento tra Venezia e Mestre, andremo a considerare l'importanza
artistica e simbolica dell'evento, analizzando il riscontro avuto sul territorio. A questo
proposito, nelle parole di Marino Cortese, allora assessore alla cultura, viene
sottolineata la singolarità dell’organizzazione dell’evento. Questo, distribuito tra le
due diverse sedi del Museo Correr e del Centro Culturale Candiani, adottava per la
prima volta una soluzione che vedeva coinvolti insieme i due poli cittadini.
L'allestimento “presenta programmaticamente un'esperienza a due facce, una realtà
composita (la mostra personale di Pollock e quella del gruppo degli “Irascibili”) ma
tutta segnata da una tensione alla ricerca, alla sperimentazione, al varo e alla messa
alla prova di nuovi territori per l'arte”.
Come nel caso precedente, l'attenzione era rivolta a una proposta originale e
innovativa. L'iniziativa infatti, nella sua totalità, era
indirizzata ad esaltare le
peculiarità dei contenuti specifici delle due mostre senza stabilire una gerarchia tra i
due poli espositivi. Con l'obiettivo di creare unità e coesione tra le diverse strutture
territoriali, attraverso il coinvolgimento dei diversi operatori ed esperti del settore,
questo si prefigurava come un progetto unico, sul quale erano riposte grandi
aspettative perchè risultasse significativo quanto la prima mostra dedicata a Pollock e
organizzata da Peggy Guggenheim nel 1950 presso le sale del Correr 163. Questa
formula permetteva di assistere a due eventi contemporaneamente, grazie alla
contiguità dei contenuti e della gestione. Le due sedi, sotto la guida dei Musei Civici,
erano coordinate con lo stesso orario di apertura e con l'erogazione di un biglietto
unico che garantiva l'accesso a entrambe le esposizioni, accompagnato da un servizio
di navetta diretto a collegare gli spazi164.
Il coinvolgimento del centro culturale mestrino in questo progetto era importante per
creare l’occasione di lancio delle attività che ancora dovevano ottenere il successo
163
Premessa di M. Cortese in Jackson Pollock a Venezia, catalogo della mostra a cura di G.
Romanelli, D. Ferretti, V. Sanfo (Venezia, Museo Correr; Mestre, Centro Culturale Candiani),Skira
editore, Milano 2002.
164
Un biglietto unico per due mostre dal 23 marzo fino al 30 giugno, in “La Nuova Venezia”,
31 gennaio 2002; A.Francesconi, Candiani-Correr la mostra bipolare, in “Il Gazzettino”, 23 marzo
2002.
189
sperato. Sfruttando il bacino di utenti veneziano che popolava le sale del Correr,
questo tipo di gestione poteva indirizzare più facilmente il flusso dei visitatori verso
il Candiani che, oltre ad ospitare le opere degli “Irascibili”, proponeva i numerosi
eventi collaterali rivolti ad approfondire l'intero contesto culturale americano in cui
avevano lavorato e vissuto gli artisti esposti. L'originalità dei contenuti emerge nella
scelta dei luoghi espositivi e nella presentazione dell'intero ambiente culturale in cui
erano stati prodotti. Nel dettaglio, la premessa fondamentale che aveva spinto
l'ideazione della personale di Pollock, era stata la mostra che Peggy Guggenheim
gli aveva organizzato cinquant'anni prima nel salone da ballo dell'Ala Napoleonica
del Museo Correr. In quell’occasione, per la prima volta, Jackson Pollock aveva
avuto la possibilità di esporre in una sede museale in Europa. Attraverso il linguaggio
controcorrente delle sue opere, egli rivelò chiaramente le sue potenzialità che, pur
sentendone l'influenza, scardinavano le esperienze della tradizione artistica europea.
L'arte di Pollock, era già nota all'ambiente veneziano, infatti appena due anni prima,
nel 1948, erano stati presentati tre di suoi lavori nell'ambito della collezione della
Guggenheim, collocata nel padiglione della Biennale appartenente alla Grecia che
non aveva potuto partecipare per la guerra civile.
L'obiettivo della mostra del 2002 era dunque quello di ricordare l’evento. Il valore
aggiunto era dato dalle opere esposte al Candiani, frutto della grande scuola
americana di cui fecero parte gli artisti che, assieme al maestro del dripping,
segnarono l'intera cultura artistica dell'epoca165. Achille Bonito Oliva nel suo saggio
“Furor”ecumenico, contenuto nel catalogo della mostra lo definisce così:
“Catalizzatore culturale delle diverse provenienze stilistiche che fanno corto circuito
tra loro, che producono il fertile innesto di diverse antropologie, tutte amalgamate
dalla ansietà espressiva di un artista che si pone come esploratore delle superfici”166.
Nel rappresentare la personalità dirompente di Pollock e celebrarne la grandezza, con
la mostra qui presentata, sull'eco dell'evento del luglio 1950, emerge l'anima del suo
lavoro, in realtà in stretto debito con l'arte europea che ne ha caratterizzato la
produzione degli anni Quaranta. Le influenze surrealiste, cubiste e dei muralisti
messicani quali Siqueros e Orozco, si rendono visibili nel corpo centrale della mostra
165
166
G. Romanelli, Jackson Pollock al Museo Correr, in op. cit.
A. Bonito Oliva, “Furor” ecumenico, in op.cit.
190
proveniente dalla collezione di Peggy Guggenheim, di cui undici opere qui raccolte
erano presenti anche all'esposizione di cinquant'anni prima167. Dal ritratto del 193135, alla serie del periodo “messicano” realizzata tra il 1934 e il 1938, si passa poi al
preludio della maturità artistica con “Naked Man” del 1938-41. Le importanti opere
della collezione che testimoniano ancora l'influenza delle avanguardie europee sono
“The moon woman” (1942), “Two” (1943), “Circumcision” (1946), accompagnate
da quelle appartenenti allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alle quali si affiancano
i tre “drippings”, presenti anch'essi alla mostra del '50: “Enchanted Forest”,
“Reflection of the Big Dipper” e “Sea Change” del 1947168.
Il pittore dell'io e della vertigine interiore, in cui eroismo e disfacimento dello stesso
si fondevano nella danza creativa che trovava il suo terreno fertile nelle
contraddizioni dell'inconscio, diveniva dunque portavoce di una generazione di artisti
che testimoniavano “la rabbia, il desiderio di emergere e il primo nascere di una
critica interna all'american way of life169”. Sono loro gli “Irascibili”, presentati al
Centro Culturale Candiani, esponenti “della nuova identità collettiva d'avanguardia
della New York School, verso la fine degli anni trenta e quaranta”*. In questi anni la
grande città americana stava diventando uno dei principali poli creativi e
rivoluzionari dell'arte del dopoguerra, come era successo sul versante europeo a
Parigi agli inizi del Novecento. Quest'ultima era stata il covo di talenti stranieri quali
Picasso, Gris, Mondrian, Kandinkij, Mirò, De Chirico, Modigliani, Chagall, Ernst e
altri. New York, allo stesso modo, aveva esercitato la stessa forza centripeta per i
grandi esuli europei e per molti artisti del versante americano. Gorky, Willem De
Kooning, Mark Rothko, provenienti da oltreoceano, si affiancarono a Pollock, Robert
Motherwell, Clyfford Still, David Smith, Franz Kline, Lee Krasner, Barnett Newman,
Adolph Gottlieb e Ad Reinhardt. Come sottolineato da S. Hunter nel catalogo della
mostra, essi erano “legati da forti affinità intellettuali e nonostante le accese rivalità
interne e la diffidenza che in seguito ne avrebbero corroso il senso di comunanza,
hanno dato vita a un gruppo estremamente visibile e influente, che ha avuto un ruolo
molto significativo nell'evoluzione dell'arte americana della seconda metà del
P. Rizzi, Jack the dripper è tornato a Venezia, in “Il Gazzettino”, 22 marzo 2002; E. Di
Martino, Pollock il ritorno a Venezia, in “Il Gazzettino”, 22 marzo 2002.
168
E. Di Martino, Pollock il ritorno a Venezia, in “Il Gazzettino”, 22 marzo 2002.
169
A. Vettese, America da Bohème, in “Il Sole 24 ore”, 24 marzo 2002.
167
191
Novecento”170. La mostra organizzata al Candiani presenta i ribelli di New York in
tutte le loro modalità espressive, divise tra la predilezione della gestualità dell'azione
e la riflessione esistenziale ricercata nella stesura e disposizione dei colori. Tra tutti
spicca la figura di Lee Krasner, moglie di Pollock e anello di congiunzione tra lui e il
gruppo. Attraverso le loro opere assistiamo alla celebrazione dell'ultima stagione
della pittura astratta prima dello sconvolgimento delle neoavanguardie171.
Nell’ambito della mostra degli “Irascibili” è importante sottolineare come il Centro
Culturale Candiani si fosse fatto portavoce dell’intera sfera artistica e culturale
americana degli anni Cinquanta nella quale si trovavano ad operare Pollock e i suoi
compagni. I numerosi eventi dovevano contestualizzare il lavoro di questi artisti,
appartenenti alla generazione beat in cui erano coinvolte le più grandi personalità che
provenivano dal mondo della musica, della letteratura e del cinema. La rivoluzione
artistica portata avanti dalla Scuola New York, destinata a divenire la testimonianza
della rottura con la concezione artistica passata e momento di svolta per quella
futura, era solo uno dei tanti versanti che interessavano le trasformazioni sociali
dell’epoca. Gli eventi collaterali che hanno allargato lo sguardo verso l'intero
ambiente culturale dell’America di quegli anni sono stati organizzati in tre momenti
di approfondimento:

The Irascible Fifties, (28 marzo- 6 giugno 2002) una rassegna cinematografica promossa da
Circuito Cinema che ripercorre, attraverso la proiezione di undici classici, una delle stagioni
più feconde del cinema americano, accompagnata da una serie di conferenze di
approfondimento su alcuni temi cruciali per descrivere il contesto culturale di riferimento:
incontro “L’artista e la sua rappresentazione” (Dario Pinton) e proiezione di “Life Lessons”,
parte del film New York Stories di Martin Scorsese, accompagnato dal “biopic” di Ed Harris
Pollock dedicato all’artista in mostra; “Lenny” di Bob Fosse e “Il Temerario” di Nicholas
Ray, conferenza “La scena americana al tempo di Pollock”(Paolo Puppa); “Fronte del porto”
di Elia Kazan; “La lunga estate calda” di Martin Ritt; conferenza “Giovani e ribelli” (Lucia
Toso); “Gioventù bruciata” di Nicholas Ray; “Il selvaggio” di Laszlo Benedeck; “Un tram
che si chiama desiderio” di Elia Kazan; conferenza “Comunisti!!!” (Giuliana Muscio) ,
“Mezzogiorno di fuoco” di Fred Zinnemann; “Blob- Fluido mortale” di Irwin S.
170
171
S. Hunter, Il più eccessivo degli “Irascibili”Ad Reinhardt e i pittori Color Field, in op.cit.
V. Baradel, Gli irascibili della tela, in “La Nuova Venezia”, 14 giugno 2002.
192
Yaerworth172.

Painting with sound, due concerti dedicati a Jackson Pollock e alla Scuola di new York
organizzati in collaborazione con l’Associazione Vortice. Vengono presentati i compositori
legati alla ricerca contemporanea dell’epoca, quali John Cage, Morton Feldman, Earle Brown
e Christian Wolff. Il primo evento è dedicato alle opere di tutti questi artisti legate alla
pittura informale, all’action painting e alla performance. Nel secondo concerto invece, della
durata di cinque ore, viene eseguito il lavoro di Feldman per il pittore Philip Guston173.

La letteratura degli anni ’50- Padri e figli, ciclo di conferenze sulla letteratura americana
all’epoca di Pollock174.
La particolare gestione dei due eventi espositivi era stata realizzata nel tentativo di
affermare il ruolo del Centro Culturale Candiani all’interno del contesto territoriale e
per trovare una via coerente di sviluppo delle proposte tra Mestre e Venezia. Tuttavia,
nel corso delle nostre ricerche, abbiamo osservato che l’offerta così organizzata ha
sollevato diversi dubbi in merito alle prospettive del Centro. In questo caso emerge
chiaramente la difficile relazione tra il centro storico e la terraferma e le questioni
relative alla compresenza delle iniziative. Con la mostra su Pollock si voleva dare
una possibile soluzione al problema dell’ integrazione delle competenze delle due
aree, creando un motore unico nella realizzazione di proposte innovative. In realtà,
alla luce dei risultati ottenuti, l’autonomia nella gestione dei programmi mestrini
continuava a essere percepita necessaria per farsi spazio nell’offerta di Venezia che,
di fatto, manteneva il primato indiscusso come punto di riferimento artistico. In
questo specifico esempio, la critica era rivolta proprio alla gestione delle sedi.
L’evento principale, costituito dalla grande personale di Pollock, era realizzato a
Venezia, mentre Mestre costituiva ancora una volta solo una “filiale” staccata che la
seguiva a coda nelle proposte senza assumere un ruolo di spicco assieme ad essa175.
Nel concludere questa prima analisi vediamo che le esposizioni importanti di questo
periodo si caratterizzano per la grande qualità dei contenuti, rivolti a descrivere la
Il cinema americano al tempo di Pollock, in “La Nuova Venezia”, 24 marzo 2002; Al
Candiani rivive l’America di Pollock, in “Il Gazzettino”, 28 marzo 2002.
173
Se l’arte dipinge con i suoni, in “La Nuova Venezia”, 26 aprile 2002; Due concerti dedicati a
Pollock, in “Il Gazzettino”, 26 aprile 2002.
174
Appuntamenti, in “La Nuova Venezia”, 24 giugno 2002.
175
R. Lamantea, Un progetto forte per Mestre, in “La Nuova Venezia”, 4 aprile 2002.
172
193
dimensione sperimentale dei linguaggi contemporanei e le rivoluzioni espressive che
hanno segnato la storia artistica recente, influenzando l'intero secolo.
In questi, appare la volontà del Comune e dei Musei Civici, che all'epoca si
occupavano direttamente del Candiani, di portare alla struttura il riconoscimento
sperato, dentro e fuori la realtà locale. La scelta di proporre degli eventi per
incrementare il richiamo e visibilità, si affiancava alla volontà di perseguire gli
obiettivi rivolti alla ricerca sulle nuove espressioni contemporanee che doveva
diventare la competenza privilegiata dell’area della terraferma, e del Candiani in
particolare, come luogo di esposizione e produzione. Se da un lato, con la mostra Il
Dono, si cercava un'occasione per allargare le prospettive artistiche dell’istituzione
verso l’esterno grazie alla coproduzione avviata con il Palazzo delle Papesse;
dall’altro, attraverso l’evento dedicato agli “Irascibili”, parallelo alla mostra di
Pollock del Museo Correr, si voleva stabilire la coesione tra le istituzioni all'interno
del territorio. Quest' ultima appariva necessaria per creare la realtà metropolitana tra
terraferma e centro storico, in cui i programmi e le strutture dovevano essere gestiti
in modo coordinato, nella stessa prospettiva di sviluppo culturale.
Gli esempi trattati portano alla luce anche altri spunti di riflessione per analizzare la
programmazione espositiva tra il 2001 e il 2006. Rispetto alla fase successiva,
contiamo un minor numero di eventi che si svolgono in periodi di tempo più lunghi.
Queste condizioni erano possibili per la disponibilità di budget più elevati, attorno a
1 milione di euro (escluse le spese di mantenimento della struttura),
che
permettevano la realizzazione di allestimenti importanti sebbene più sporadici.
D’altro canto, la qualità ricercata nelle opere e negli artisti selezionati non ha
garantito il successo sperato per gli eventi, che non godevano di una grande
partecipazione da parte della comunità. Questo, assieme ai successivi decurtamenti
sui fondi e gli elevati costi di manutenzione e gestione, hanno determinato nei primi
anni di vita dell'istituzione una discontinuità nelle proposte anche dal punto di vista
artistico, da cui poi è emersa l’esigenza del riassetto generale delle attività. Per
spiegare ulteriormente la situazione, il caso della mostra su Gaudì, programmata per
il 2003 e mai realizzata, è un esempio rilevante dell’incertezza gestionale in cui
versava l’istituzione all’epoca. Come già più volte osservato, in questi primi tempi, il
Candiani non era riuscito a ritagliarsi un ruolo definito e un’identità culturale forte
194
nonostante il prestigio delle iniziative proposte e, per sanare queste lacune, la mostra
dedicata al modernismo catalano era stata prospettata come l’evento clou che doveva
aiutare il tanto atteso decollo. Tuttavia, il progetto non fu portato a termine, facendo
emergere l'urgenza dei tagli nella programmazione per far fronte ai costi della
struttura che assorbivano le risorse disponibili176. Nell’analisi delle prossime mostre
vedremo in dettaglio come la separazione delle competenze tra Venezia e terraferma
sia stata la soluzione necessaria per organizzare dei programmi più flessibili e
coerenti alle condizioni in cui il Candiani si trovava ad operare. In questo modo, era
possibile determinare anche il rilancio dell’intera area mestrina, che doveva
rispecchiare la sua attitudine alla modernità, di cui il Centro insieme alla Galleria
Contemporaneo, per il tempo che fu operativa, si fecero portavoce.
4.2 Le esperienze contemporanee locali degli anni Settanta
Le mostre presentate in questa seconda selezione rappresentano la fase di rilancio del
Centro Culturale Candiani iniziata a partire dal 2006, sotto la nuova direzione di
Roberto Ellero. Assieme al successivo gruppo di casi, utili a descrivere il versante
fotografico della nuova programmazione, questi provano la caratterizzazione delle
competenze in materia contemporanea del Centro e confermano la stretta
collaborazione avviata con la Galleria Contemporaneo. Se nell’analisi precedente
abbiamo visto il tentativo di emergere attraverso i grandi eventi e la coordinazione
con il centro storico sotto la guida dei Musei Civici, da questo momento si assiste a
un ridimensionamento delle singole manifestazioni che si rivolgono prevalentemente
alla ricerca sperimentale di livello locale, significativa per la storia artistica
contemporanea del territorio, testimoniandone l’identità. Queste esposizioni si
inseriscono in una programmazione eterogenea, costituita da un maggior numero di
E. Tantucci, “Cultura non un centro sociale”. Candiani pozzo senza fondo e salta la mostra
su Gaudì, in “La Nuova Venezia”, 2 agosto 2003; E. Tantucci, Il Candiani non ha i soldi per i lavori,
in “La Nuova Venezia”, 5 ottobre 2003.
176
195
eventi, più brevi nella durata, ma attenti alla ricerca sui nuovi linguaggi, di cui si
privilegia la prospettiva nuova ed emergente. In questa seconda fase, la scelta di
organizzare più allestimenti dedicati alla fotografia, è stata determinata dalla scarsità
delle risorse che non permetteva di realizzare un elevato numero di mostre di altro
tipo, se non si voleva rinunciare alla vitalità della sede. Tuttavia, le esposizioni qui
analizzate, oltre a dimostrare l'importanza dei contenuti, confermano la volontà di
definire un profilo artistico e culturale rivolto alla contemporaneità all’interno della
terraferma, di cui Mestre è il punto di riferimento.
Lo stretto dialogo tra il Candiani e la Galleria Contemporaneo, rivolto al rilancio e
alla la continuità nelle proposte espositive, emerge dalla presenza del direttore della
Galleria, Riccardo Caldura, come curatore di questi due eventi. Una generazione
intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni ’70 e Experimenta. Autogestione
sperimentazione artistica. Il caso verifica 8+1, sulla scorta delle esperienze di rilievo
nazionale e internazionale degli stessi anni, riassumono in modo emblematico la
dimensione sperimentale a cavallo tra Venezia e Mestre del secondo dopoguerra.
Nonostante i contenuti di minor popolarità rispetto alle iniziative precedenti, i
percorsi proposti approfondiscono gli ambiti recenti di ricerca artistica che si sono
sviluppati nel territorio, testimoniandone il valore.
196
4.4.1 Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia
negli anni ’70: 21 aprile-27 maggio 2007
Figura 4. Fabrizio Plessi, La stanza della luce di Fabrizio Plessi, 1976.
Nel percorso espositivo costruito sulle opere dei dodici artisti, esponenti “dell’ultima
avanguardia veneziana”, come la definisce Roberto Ellero nel suo testo introduttivo
al catalogo dell’evento, viene presentata la realtà artistica locale, reduce degli
sconvolgimenti del ’68 e in piena rivoluzione creativa177. Messa in ombra dalle
esperienze dell’Arte Povera e della Transavanguardia che in quegli anni occupavano
il contesto artistico nazionale, l’originale esperienza veneziana è proposta per
dichiarare il valore territoriale nella ricerca espressiva contemporanea, senza la
pretesa di restituirne un quadro descrittivo completo. Piuttosto, attraverso le ricerche
di Claudio Ambrosini, Pier Paolo Fassetta, Sirio Luginbuhl, Federica Marangoni,
Germano Olivotto, Paolo Patelli, Romano Perusini, Fabrizio Plessi, Michele Sambin,
Guido Sartorelli, Mario Piccolo Sillani, Luigi Viola si voleva offrire la possibilità di
riflettere sul significato dei percorsi contemporanei che hanno testimoniato
l’originalità della città, con la prospettiva di approfondirne ulteriormente i contenuti
R.Ellero, Gli ultimi anni di una città “normale”, in “Una generazione intermedia. Percorsi
artistici a Venezia negli anni ’70”, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Centro
Culturale Candiani), Venezia 2007.
177
197
in altre occasioni espositive178 , come sarà Experimenta, il successivo caso che
prenderemo in esame. L’attenzione del Centro era rivolta a riscoprire il valore delle
esperienze che facevano parte dell’identità artistico-culturale contemporanea del
territorio.
Rispettando gli obiettivi del rilancio, questa era una delle prime occasioni in cui il
Centro affrontava queste tematiche, dando modo di confermare uno dei fili
conduttori su cui si volevano organizzare le attività. Anche la mostra Mestre
Novecento di quell'anno, preludio del futuro museo cittadino, costituiva un altro dei
tanti punti di vista da cui si intendeva indagare la realtà e l’identità del territorio.
Sviluppando queste tematiche, il Candiani non esauriva solo il ruolo rivolto alla
promozione artistica, ma cercava di ritagliarsi uno spazio riconosciuto all'interno del
contesto in cui era inserito. Attraverso la mostra Una generazione intermedia,
accolta con grande interesse, si dava modo di approfondire la vitalità che aveva
caratterizzato quegli anni, gli stessi in cui era avvenuta la formazione della realtà
urbana. A tale proposito non era mancata l’organizzazione di incontri, appuntamenti
teatrali, musicali e conferenze, accompagnate da una serie di materiali presenti nel
percorso, quali videointerviste a galleristi, curatori, critici e operatori del settore che
erano a contatto con gli artisti, con l’obiettivo di contestualizzare la ricchezza e la
particolarità di quella stagione artistica179. Anche il curatore, Riccardo Caldura,
nell’introduzione al catalogo della mostra, spiegando quali fossero le condizioni
storiche e culturali in cui si erano sviluppate quelle esperienze, specifica la volontà di
presentare quel decennio per l’originalità che lo caratterizzava e lo distingueva dal
periodo precedente dell’Informale. Il valore delle opere che facevano parte del
percorso non rispondeva all’esigenza di restituire un quadro esaustivo di quella
situazione, in quanto non poteva essere circoscritta entro dei parametri artistici
unitari. Non a caso, la scelta di definire quel gruppo di artisti come una generazione
178
Una generazione intermedia. Percorsi artisticia Venezia negli anni '70, comunicato stampa
della mostra a cura di R.Caldura (Mestre, Centro Culturale Candiani), in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pdf/collaterali/002_CS.pdf. (sito consultato il 21 dicembre
2014).
179
S. Costantini, Mestre accende i riflettori sulla generazione anni ’70, in “Corriere Veneto”,
21 aprile 2007; Una generazione intermedia. Percorsi artisticia Venezia negli anni '70, comunicato
stampa della mostra a cura di R.Caldura (Mestre, Centro Culturale Candiani), in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pdf/collaterali/002_CS.pdf. (sito consultato il 21 dicembre
2014).
198
“intermedia” risiede nelle diverse capacità e nei vari mezzi espressivi che erano stati
in grado di sviluppare, ognuno con le proprie specificità, con il solo obiettivo
comune della sperimentazione. Sebbene non si fosse consolidato un movimento che
li riuniva, emergeva la “consonanza anche generazionale, nell’utilizzo delle nuove
tecnologie, in particolare il video, nel ricorso alla performance e alla fotografia,
nell’attenzione agli oggetti concettuali del fare arte che coinvolgevano la parola
poetica, la sperimentazione musicale, la stessa pratica pittorica”180. In virtù della
ricerca, i singoli artisti vivevano, interpretavano e esprimevano, attraverso i rispettivi
punti di vista, la rivoluzione che era in atto e che li avrebbe poi portati ad
intraprendere le strade artistiche più diverse.
Nel ricordare le opere significative di quegli anni, gli artisti esposti erano testimoni
di un'epoca che li identificava e legava le rispettive ricerche. La sperimentazione dei
mezzi artistici in nuove forme di linguaggio ed espressione davano credito ai
mutamenti e alle trasformazioni cruciali dell’area che li ospitava tra Venezia e la
terraferma. Quest’ultima in particolare, poiché soggetta ai cambiamenti più radicali
che rivolgevano lo sguardo alla modernità, offriva più spunti e stimoli per la
produzione di idee nuove rispetto al centro storico veneziano, immutabile nella sua
perfezione. Dunque la realtà di Mestre e Marghera caratterizzata dagli spazi di
recente costruzione dai richiami underground, eco della storia industriale che ne
aveva segnato il destino metropolitano, garantiva gli scenari consoni alla riflessione
sulla vita contemporanea. Le immagini delle discariche utilizzate da Sirio Luginbühl
nei suoi film o la stridente immagine dell’uomo vitruviano in mezzo al traffico di
Romano
Perusini,
a
testimonianza
dello
spaesamento
moderno
dovuto
all’impossibilità di controllare il costante e isterico cambiamento dello scenario
contemporaneo, sono solo i primi esempi di come la ricerca di questi artisti fosse
indissolubilmente legata al loro territorio. In questi lavori, il ricorso ai diversi mezzi
si prestava a documentare il valore cruciale di quel periodo, segnato dai grandi
sconvolgimenti sociali che stavano avvenendo su più fronti. A questo proposito,
l’indagine di Germano Olivotto, spazia del complesso rapporto tra uomo e natura
nell’opera Indicazione 11/18 del 1972. Qui erano forti le influenze delle ricerche
Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni ’70, catalogo della
mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Centro Culturale Candiani), Venezia 2007.
180
199
della Land Art americana,
che lo spingevano a operare nel contesto cittadino
attraverso innesti e sostituzioni di elementi naturali con materiali artificiali.
Attraverso il vetro e la luce al neon, egli realizzava le trasformazioni ambientali dal
carattere demiurgico rivolte a contestare le problematiche tanto care ai landartisti, e
che trovavano i giusti punti di sviluppo nel contesto locale della terraferma
veneziana181. Gli effetti del cambiamento erano riportati sul versante performativo
ed espressi nei modi più sperimentali con
l’utilizzo del suono e del video. La
solitudine dell’uomo moderno, impossibilitato a dar voce alla propria individualità
all’interno del coro della società, viene espressa dalla condizione afona dei videomusicali di Michele Sambin, grazie all'uso non convenzionale degli strumenti e della
voce. Nelle composizioni di Claudio Ambrosini invece, la sola interazione del
pubblico in Applauso o i suoni dell’ambiente esterno nelle partiture-paesaggio, sono
l’estrema espressione artistica della relazione tra l’artista e il contesto in cui opera.
Ancora, trovano spazio le opere video di Luigi Viola, nelle quali l’espressione del
corpo e della parola mettono a nudo la realtà affettiva, intima e individuale
dell'artista, in una proposta in bilico tra la completa esposizione personale e la
consapevolezza che solo questa avrebbe portato all’affermazione della sua unicità,
oltrepassando i limiti della rappresentazione. Questi erano anche gli anni delle
contestazioni e delle rivendicazioni del ruolo della donna, Federica Marangoni nelle
sue installazioni, video e performance, discioglie con la fiamma ossidrica i calchi in
cera del corpo femminile a simboleggiare la distruzione dei luoghi comuni tanto
sull’immagine della donna quanto su quello personale di artista. Nell’eterogeneità e
complessità d’azione di questi artisti, trovavano un ruolo chiave anche le
sperimentazioni in campo fotografico eseguite da Mario Sillani, Pier Paolo Fassetta e
Guido Sartorelli. La tendenza a ricercare nel mezzo tutte le sue possibilità espressive
comune ai tre artisti, veniva declinata nelle rispettive interpretazioni di temi
strettamente personali. Dalla ricerca espressiva dello strumento fotografico si
passava alla riflessione intima della propria identità o a tematiche legate
all’immagine, rivelatrici delle problematiche contemporanee e portatrici di nuove
visioni critiche della società e degli spazi. Nei lavori di Paolo Patelli, esponente del
181
E. L. Francalanci, Germano Olivotto, in Una generazione intermedia. Percorsi artistici a
Venezia negli anni ’70, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Centro Culturale
Candiani), Venezia 2007.
200
versante pittorico, erano indagate le possibilità del mezzo tradizionale nell’epoca di
sua maggior crisi. Infine troviamo Fabrizio Plessi. La sua poetica, fortemente
radicata nella personale esperienza di cittadino veneziano, viene influenzata
costantemente dall’acqua, l’elemento essenziale che la caratterizza. Attraverso lo
scorrere delle immagini su uno schermo, nell'utilizzo della luce al neon o ancora dei
materiali come marmo, pietra e metallo, impiegati nella loro purezza, egli ricercava
le innumerevoli possibilità espressive delle caratteristiche mutevoli dell’elemento
fluido182.
L’importante attività svolta da questi artisti sul territorio, assidui frequentatori della
Galleria del Cavallino, gestita da Gabriella e Paolo Cardazzo, figli del famoso
gallerista veneziano Carlo Cardazzo, era la testimonianza fondamentale dei radicali
cambiamenti dell’epoca. Investendo tanto la società quanto il mondo dell’arte, essi
erano chiamati a rispondere attraverso l’utilizzo di nuovi mezzi non convenzionali.
La proposta del Candiani non era solo rilevante per i contenuti artistici presentati ma,
come più volte ribadito, risultava un’occasione di formazione identitaria per la
comunità che faceva parte del territorio, elemento protagonista delle opere e luogo di
vita degli artisti. Quel momento vivace di sperimentazione dei nuovi linguaggi,
particolarmente incline alla concettualità, era l’innesto tra la tradizione artistica
precedente e l’avvento della Transavanguardia, che avrebbe portato il ritorno alla
concretezza nel revival dei mezzi tradizionali183. Per il Centro è stata un’occasione di
approfondimento originale all’interno della programmazione e, rappresentando il
versante storico-locale delle ricerche emergenti, si poneva in stretta continuità con il
lavoro della Galleria Contemporaneo. Non solo, la mostra è stata anche uno spunto
interessante per avviare la riflessione e il dibattito sulla storia locale, oggetto del
convegno “Settanta. Gli anni sospesi”, organizzato presso sale del Candiani. Nel
ciclo di incontri in cui si articolava l’evento era stato messo in luce il valore di quel
periodo dal punto di vista artistico, sociale, culturale, territoriale ed economico che
aveva visto lo sviluppo della realtà urbana di Mestre e Marghera a fianco del centro
R. Caldura, Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni ’70, in “Una
generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni ’70”, catalogo della mostra a cura di R.
Caldura (Mestre, Centro Culturale Candiani), Venezia 2007.
183
E. Di Martino, Generazione intermedia gli artisti degli anni ’70, in “Il Gazzettino”, 23
maggio 2007.
182
201
storico veneziano che, nel piano di rinnovamento culturale, giocava un ruolo cruciale
con i grandi eventi della Biennale e della Mostra del Cinema184.
L’esposizione analizzata, per tutte queste ragioni, si trova in primo piano nella
programmazione del 2007. Infatti, per la definire il ruolo del Centro nella proposta
culturale cittadina, viene messa in evidenza la fase di rilancio delle attività che da
poco aveva preso avvio. Dal punto di vista organizzativo, viene conferma la stretta
collaborazione con la Galleria Contemporaneo, grazie alla quale avveniva il rilancio
parallelo delle due strutture attraverso all’integrazione delle proposte espositive
dedicate ai nuovi linguaggi emergenti e sperimentali. I temi e i contenuti, posti in
continuità con quelli trattati dalla Galleria, offrono l’occasione di indagare la realtà
della terraferma da molteplici prospettive al fine di ricostruirne l’identità. Gli anni
cruciali delle trasformazioni locali sono un punto di riflessione importante non solo
dal punto di vista artistico, ma anche dal versante storico, di cui è possibile avere un
riscontro parallelo nella mostra Mestre Novecento dello stesso anno. Seppure i due
percorsi non facciano parte dello stesso progetto, sono in ogni caso significativi della
tendenza del Candiani ad essere testimone della realtà che rappresenta e da cui
vorrebbe essere riconosciuto. In questo caso particolare, l’interesse per il fermento e
la vitalità artistica locale degli anni Settanta, influenzata dalle tendenze artistiche
dell’epoca, si intreccia indissolubilmente con i cambiamenti in atto nei luoghi in cui
si sviluppa e si fa carico di rappresentarne gli effetti. Gli esponenti di questa stagione
artistica, operando su più fronti, emergono nella loro vivacità espressiva, che, in
alcuni casi, sarà riconosciuta anche fuori dal contesto locale. Per citare i più
significativi, emergono i nomi di Fabrizio Plessi e Luigi Viola, al quale è stata
dedicata anche una personale nel 2010, sempre al Candiani, per ricordare la sua
carriera artistica, affermata nell’uso sperimentale del video e della performance. Le
esperienze che abbiamo descritto, non solo sono importanti perché risentono delle
influenze delle ricerche emergenti del versante italiano e internazionale, ma a loro
volta, ne sono diventate parte a tutti gli effetti nel loro successivo sviluppo. Il
Candiani, con questa mostra, ha presentato il valore del contesto artistico locale
all’interno della scena contemporanea dell’epoca, espresso dalle riflessioni più
M. Bugliari, Gli anni ’70 visti al meglio, in “La Nuova Venezia”, 15 novembre 2007; F.
Verni, Anni Settanta la rivisitazione di un decennio, in “Corriere Veneto”, 15 novembre 2007.
184
202
innovative sull'utilizzo dei mezzi espressivi, sul ruolo dell'artista e sullo stesso
concetto di opera d’arte. Nel prossimo caso Experimenta (2010), completeremo e
approfondiremo l’analisi di questo tema. Considerando ancora le ricerche avvenute
sul territorio a partire dal secondo dopoguerra, vedremo il merito particolare di
quest’esperienza nel territorio, unica per la sua natura associativa e per la
rielaborazione delle espressioni contemporanee.
4.2.2 Experimenta. Autogestione e sperimentazione artistica. Il
caso Verifica 8+1: 13 febbraio 28 marzo 2010
Figura 5. Sara Campesan, Senza Titolo, 1994, Fondo Verifica 8+1.
“Autogestione”, “sperimentazione” e “Verifica” sono i concetti chiavi da tenere
presente per studiare una delle esposizioni più emblematiche all’interno della
programmazione del Candiani, grazie alla quale viene dimostrato il forte legame con
il territorio e la particolarità delle esperienze che ne hanno caratterizzato la storia
culturale. Non sono molte le ricerche artistiche contemporanee rintracciabili in
terraferma e, assieme a quelle dell'esposizione precedente, le opere qui presentate
costituiscono gli esempi più rilevanti posti in evidenza tra le attività del Centro. In
stretta continuità e ad omaggio dei principi che avevano animato le ricerche del
203
gruppo, l'allestimento proponeva alcune delle opere lasciate in dono nel 2008 alla
Biblioteca Civica di Mestre dall'Associazione Verifica 8+1, al momento della
chiusura definitiva delle attività. Delle circa 400 opere totali che costituiscono il
Fondo Verifica 8+1, nelle sale del Centro erano presentate le opere più significative
della collezione per dare la possibilità di approfondire le idee, le scelte, le intenzioni
e il contesto che avevano caratterizzato il lavoro.
La realtà del gruppo Verifica 8+1 si inserisce in una prospettiva del tutto particolare
e unica del suo genere, distinguendosi come un’associazione indipendente rivolta alla
ricerca artistica sperimentale. Bruno Munari, che ebbe una grande ascendenza sul
lavoro di questi artisti, nel 1989 la descriveva come “ ' una testa di ponte', come si
dice in gergo militare, per le conquiste culturali. È un piccolo ma sempre attivo
centro che ha la funzione di far conoscere al pubblico i nuovi modi di operare nel
campo dell'arte, ha anche la funzione di mostrare opere di artisti nuovi, di
promuovere discussioni, di interessare i giovani e di prepararli per un futuro di larghe
vedute"185. Già da queste parole è possibile intuire il significato innovativo
dell'esperienza all'interno del territorio nei suoi trent'anni di attività, inaugurati nel
1978 proprio da un'esposizione personale del designer milanese.
Nata dalla volontà di portare avanti delle ricerche sperimentali di qualità, operava in
condizioni slegate dalle logiche di mercato. Essa si rivolgeva prima di tutto ai
giovani, nel tentativo di educarli alla lettura del proprio tempo, fornendogli gli
strumenti necessari anche da punto di vista artistico. Nonostante i limiti del contesto
culturale mestrino di quegli anni, privo di istituzioni adeguate che non trovavano
spazio nell'intensa fase di sviluppo urbano in atto, la piccola realtà dell'Associazione
Verifica 8+1 riuscì a ritagliarsi un ruolo unico e produttivo, vivace nelle iniziative e
nei pensieri che la animavano. Fino al 2008, si contano ben 254 esposizioni,
collettive e personali, rivolte all'indagine delle sperimentazioni optical e cinetiche
degli anni Settanta che avevano caratterizzato la formazione di gruppi simili in Italia
185
Experimenta. Autogestione e sperimentazione artistica: il caso Verifica 8+1 (1978-2008), in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/collaterali/scheda_collaterali_013.html. (sito
consultato il 21 dicembre 2014).
204
e in Europa186. Vicini non solo per le ricerche visive, la dimensione collettiva che
caratterizzava questi sodalizi, come quello mestrino, trovava le sue fondamenta nei
principi di autonomia e autogestione. L'indipendenza delle scelte artistiche ed
espositive era una diretta conseguenza della possibilità di autofinanziarsi che le
svincolava da sostegni esterni ma che portava non poche difficoltà sul piano pratico
dell'organizzazione delle attività. L'assenza di fini di lucro che caratterizzava
l'associazione si accompagnava alle intenzioni marcatamente sperimentali del
gruppo.
Lo stesso nome “Verifica”, che richiama il linguaggio tecnico e scientifico di ricerca,
come suggerisce Riccardo Caldura nel suo testo critico, è una conferma di questa
tendenza187. In origine furono otto gli artisti fondatori che animarono il centro, Aldo
Boschin, Sara Campesan, Franco Costalonga, Nadia Costantini, Maria Teresa Onofri,
Nino Ovan, Maria Pia Fanna Roncoroni e Rolando Strati, accompagnati dalla
costante presenza del “+1” , Sofia Gobbo, curatrice ed organizzatrice delle attività.
Nel corso degli anni si aggiunsero poi altre personalità che parteciparono attivamente
alle ricerche quali Marisa Bandiera Cerantola, Fernanda Perdon, Celestino Facchin,
Renato De Santi, Riziero Giunti, Luciano Rizzardi e altri.
Al lavoro espositivo svolto nella sede mestrina di via Mazzini, si affiancava quello
realizzato attraverso la fitta rete di collaborazione che metteva in comunicazione i
diversi gruppi artistici italiani, in tutto quattordici, come indicato nel testo della 1°
rassegna dei gruppi autogestiti in Italia, menzionato da Caldura188. La mostra
organizzata dal Centro Culturale Candiani nel 2010, oltre testimoniare il ruolo
protagonista
delle
esperienze
artistiche
del
territorio,
nell’ambito
visivo
contemporaneo, dimostra un aspetto inedito, fondamentale nelle attività di Verifica
8+1. Essa non si caratterizzava semplicemente per la qualità del lavoro sperimentale
di pura ricerca in campo artistico, ma si fondava su dei principi rivolti
all'arricchimento e allo sviluppo culturale della città. È stata elogiata la loro abilità di
aver creato una delle prime realtà unite e compatte con fini culturali dell'area
186
R. Caldura, Per una riflessione sui linguaggi della modernità a Mestre: Verifica 8+1(19782008), in Verifica 8+1, in “VEDO. Venezia Documenta” a cura di Settore Comunicazione ai Cittadini
e Sistema Bibliotecario Comune di Venezia, n.1, maggio 2012.
187
Ibidem.
188
Ibidem.
205
mestrina. Essi infatti non si ponevano semplicemente in contatto con i gruppi simili
nel territorio nazionale, perseguendo esclusivamente i loro fini di sviluppo artistico,
ma volevano essere prima di tutto referenti educativi per le giovani generazioni.
Convinti della reale capacità dell'arte di stimolare gli individui alla visione critica del
mondo, la consideravano indispensabile per maturare le prospettive di rinnovamento
nei pensieri e nelle idee189.
L'ultimo atto della stagione artistica del gruppo, costituito dal lascito alla Biblioteca,
dimostra questa volontà che animava il lavoro e motiva il valore della mostra
organizzata. Troviamo un ulteriore conferma di questo nelle parole di Sofia Gobbo
che giustificano la scelta dell’ Associazione:
“Una volta decisa la chiusura, si è posto il problema delle 400 opere donate nel corso degli anni dagli
artisti espositori, oltre al materiale documentario. Si è deliberato all'unanimità di donarle alla città
affinchè l'attività educativa e informativa svolta negli anni possa continuare attraverso le opere messe
a disposizione dei cittadini e dei giovani in particolare. Per questo si è optato per la Biblioteca
Civica”190.
Non solo, dal punto di vista strettamente legato alle opere e ai contenuti, questa era
l'occasione per esaurire in modo completo la descrizione dei linguaggi sperimentali
di ambito contemporaneo, iniziato con l'esposizione Una generazione intermedia.
Nel ripercorrere le tappe fondamentali delle ricerche del Novecento, che trovavano i
riferimenti più espliciti nelle esperienze di livello nazionale e internazionale, qui
erano presentate le sperimentazioni relative alla percezione visiva e aperte ai diversi
ambiti espressivi non ancora presi in considerazione. Gli artisti del caso precedente,
sebbene fossero accumunati dallo stesso sentire rivoluzionario che aveva segnato la
loro generazione, non erano legati a una realtà di lavoro collettiva e, di fatto, erano
indipendenti l'uno dall'altro nella rispettiva evoluzione espressiva. Al contrario, il
gruppo Verifica 8+1 era caratterizzato da una forte coesione delle personalità che ne
facevano parte, anche se le esigenze artistiche di ciascuno non rispondevano a una
condivisione univoca
dei
linguaggi
“mantenendo
dunque
esiti
linguistici
differenziatissimi, sia sul piano concettuale sia sul piano della metodologia formale”.
189
190
Ibidem.
G. Saccà, Trent'anni di cultura Mestre. Conversazione con Sofia Gobbo, in Verifica 8+1, in
“VEDO. Venezia Documenta” a cura di Settore Comunicazione ai Cittadini e Sistema Bibliotecario
Comune di Venezia, n.1, maggio 2012.
206
La forza creativa e fortemente sperimentale degli artisti, prendendo le mosse dalle
influenze del Movimento Arte Concreta degli anni Quaranta, del Gruppo N
padovano o ancora dalla ricerca costruttivista, da De Stij, dai principi del design del
Bauhaus e dalla scuola di Ulm di Max Bill, rielaborava delle composizioni
dell'immagine fondate su una nuova razionalità della geometria, dagli esiti
necessariamente astratti, che recuperava gli elementi primari delle forme, del colore,
delle linee e delle superfici per restituirne nuove condizioni percettive della visione, a
cavallo tra le ricerche statiche e cinetiche. Tuttavia non si limitarono alla sola sfera
optical, ma gli artisti del sodalizio mestrino furono dei punti riferimento nel campo
della poesia visiva, degli “aspetti visuali dell'esperienza musicale contemporanee”191
e dell'arte tessile.
Anche se queste opere si trovavano esposte per la prima volta al Centro Candiani,
non è da sottovalutare il ruolo della Galleria Contemporaneo che, oltre ad aver
collaborato all'organizzazione dell'evento, non era nuova alle ricerche del gruppo. La
sede di via Piave infatti, dopo la retrospettiva su Alberto Viani che aveva inaugurato
gli spazi, aveva ospitato una mostra collettiva degli artisti di Verifica 8+1 per
celebrare i vent'anni di attività dell'associazione. In questo caso la collaborazione tra
le due istituzioni era uno stimolo importante non solo per perseguire la strada
intrapresa dal momento del rilancio, ma era il ponte utile per stabilire la continuità di
intenti nella promozione della dimensione artistica locale. Dimostrando il lavoro di
una delle realtà associative più attive e longeve del territorio dall’epoca della sua
urbanizzazione, la mostra sottolinea il valore del sodalizio veneziano, riconosciuto
nel punto di convergenza delle diverse espressioni sperimentali, dal linguaggio
concettuale a quello minimalista. Nell' interpretazione in chiave ottica e cinetica dove
il primato della razionalità geometrica apriva le porte alle nuove possibilità della
percezione, scardinando i principi dell'espressionismo astratto, si era costruito un
percorso che comprendeva le opere più significative per celebrare l'originalità del
gruppo, espressa nella ricerca e nelle linee di pensiero che guidavano il lavoro. Per
citare alcuni esempi, tra le opere esposte emergono per il versante optical e cinetico,
191
R. Caldura, Per una riflessione sui linguaggi della modernità a Mestre: Verifica 8+1(19782008), in Verifica 8+1, in “VEDO. Venezia Documenta” a cura di Settore Comunicazione ai Cittadini
e Sistema Bibliotecario Comune di Venezia, n.1, maggio 2012.
207
l' “Oggetto cromocinetico” (1970) di Franco Costalonga, le scomposizioni a fasce di
Sara Campesan (1980), “Scaleo C” (1982-83), il neon rosso a scalini diagonali di
Nino Ovan. “Immaginazione geometrizzante” di Vincenzo Parea, che, nel suo
costituirsi monocromo tra le figure e lo sfondo, rappresenta il filone minimalista
richiamando la lezione costruttivista di Malevic. Interessante è anche la ricerca
optical di Oswaldo Subero, in cui l'illusione di profondità è realizzata
dall'accostamento progressivo dei colori e dalla luce. L'effetto ottico è ricercato
ancora nell'opera di Bruno Munari, “Negativo-positivo 1950-1970”, in “Kubic 107”
(2007) di Sandi Renko o ancora nel lavoro di Paolo Scripa che, utilizzando dei cerchi
luminosi, sembra creare un tunnel infinito (1976). Nel presentare gli esponenti della
poesia visiva e della musica sperimentale, gli altri importanti ambiti di ricerca che
hanno definito l'attività del gruppo per la sua unicità, sono da ricordare
rispettivamente: Gio Ferri con “Resti minimi di una poesia” (1999), in cui le parole
emergono quali tracce residuali di una combustione; Nicola Cisternino del quale
vengono presentati i “Graffiti sonori” e Sonia Delaunay con “Ville de Paris” 192.
In queste opere emerge l’indagine della percezione e delle possibilità visive prodotte
a partire dalla rielaborazione del rigore geometrico. Il principio di razionalità che
guida il lavoro degli artisti e identifica la volontà di prendere le distanze dalla
stagione artistica precedente, afferma il primato della forma pura, essenziale,
geometrica. Nell'interpretazione inedita della realtà, essi arrivano a esiti formali
illusori, lontani dalla logica percettiva abituale e in grado di mettere in dubbio gli
stessi elementi su cui sono costruiti.
Rispetto ai contenuti, la mostra si trova in stretta relazione con l'esposizione
precedente, completando il quadro di riferimento delle sperimentazioni significative
per il territorio. Questo caso specifico, oltre a ribadire la dignità artistica delle
sperimentazioni locali in ambito contemporaneo, ha acquisito un valore identitario
per la vita culturale di Mestre e per l'intero contesto cittadino. Verifica 8+1, nel suo
lungo periodo di attività, è stata la prima associazione mestrina dedicata all'arte
contemporanea, aperta a tutti gli ambiti disciplinari e ad accogliere artisti provenienti
dall'Italia e dall'estero, ospitando anche grandi nomi di rilievo internazionale.
192
R. Lamantea, L'arte? È l'illusione di vedere, in “La Nuova Venezia”, 13 febbraio 2010.
208
Favorevole anche al lavoro congiunto con le altre realtà per la realizzazione delle
mostre, ha perseguito fino alla fine i suoi obiettivi rivolti allo sviluppo artistico del
gruppo e all'intera crescita culturale della città. “Era di tutti o di nessuno”, così Sara
Campesan, una delle fondatrici del gruppo, aveva affermato a proposito della
collezione che ha costituito la prima donazione d'arte contemporanea per Mestre193.
All'interno della programmazione del Candiani questo nucleo di mostre spicca per
aver reso nota la complessità della stagione artistica degli anni Settanta che ha
trovato la vivace partecipazione degli artisti del territorio. Nonostante la prevalenza
di esposizioni di tipo fotografico che ha caratterizzato la fase di rilancio, la
competenza in materia contemporanea viene mantenuta in questi eventi secondo le
prospettive inedite e originali dei linguaggi sperimentali che, pur essendo meno noti
al grande pubblico, sono caratterizzati dall'elevata qualità artistica che il Candiani si
propone di promuovere. Parallelamente, la collaborazione con la Galleria
Contemporaneo rende ancora più forte la proposta, giustificando il ruolo chiave di
entrambe le istituzioni come testimonianza dell'identità culturale della terraferma.
Arrivati a questo punto della trattazione è opportuno considerare anche alcuni esempi
significativi dell’ambito fotografico. Nonostante l’eterogeneità dei temi, abbiamo
deciso di analizzare i casi che mettevano in luce il punto di vista sperimentale e la
ricerca sul territorio, per mantenere una continuità con i casi finora considerati.
Questo ci ha permesso di dimostrare come il Candiani abbia cercato il costante
legame con il contesto locale, nella prospettiva di rigenerazione artistica e culturale a
cui era destinato.
R. Lamantea, Donato alla biblioteca un fondo di arte contemporanea, in “La Nuova
Venezia”, 30 gennaio 2010.
193
209
4.3 Le mostre fotografiche e l'interpretazione del territorio
All’interno della ricca proposta espositiva del Centro Culturale Candiani, queste
mostre dimostrano il particolare impegno nella ricerca sperimentale sul territorio,
dando ulteriore conferma della collaborazione con la Galleria Contemporaneo.
Procedendo nella descrizione dei contenuti, dobbiamo tenere come punto di
riferimento il riordino delle attività del 2006. L’autonomia della direzione, che in
generale ha permesso la realizzazione di un maggior numero di eventi secondo uno
schema ordinato in cui si inserivano le diverse attività, ha privilegiato l’ambito
fotografico nelle scelte espositive, sviluppando delle competenze più circoscritte ma
di interesse per la comunità. Attraverso questi casi abbiamo voluto mettere in
evidenza l’attenzione riservata alla promozione dei talenti emergenti, di cui sono
validi esempi le esposizioni Il gesto indicatore e Faccia a faccia, e la presenza di
grandi autori come Gabriele Basilico, che ha contribuito in più occasioni alle attività
dell’istituzione.
Lo studio della realtà locale lega le diverse iniziative e diviene il soggetto
privilegiato dell’interpretazione dei diversi autori. L’identità del territorio,
testimoniata nelle esposizioni precedenti, qui viene rappresentata nelle immagini
come frutto della riflessione sulla tecnica fotografica contemporanea. Nel corso
dell’analisi troveremo le conferme e gli elementi che giustificano l’attenzione verso
questa disciplina. Evidenzieremo quindi la stretta relazione instaurata tra le diverse
istituzioni nell’organizzazione delle proposte, chiarendo le ragioni che hanno
determinato le relative scelte artistiche e organizzative. Questi esempi ci forniscono
dei dati importanti sul lavoro del Candiani e sono una traccia utile per mettere in luce
l’evoluzione subita nelle principali fasi di vita di inaugurazione e rilancio.
Il periodo di realizzazione di tali eventi, compreso tra il 2009 e il 2013, rispecchia il
momento più recente della programmazione, fornendoci delle informazioni utili a
riguardo per completare le nostre riflessioni sulle attività e sul contesto in cui opera il
Candiani. L’ordine cronologico in cui sono stati presentati i casi ci permette di
confrontarli secondo lo sviluppo della gestione del Centro e quello delle scelte
artistiche e curatoriali adottate nel tempo.
210
4.3.1 Il gesto indicatore (9 maggio- 14 giugno 2009) e
Faccia a faccia (2-30 maggio 2010)
Fotografie di Francesca Allegra Bettetto della mostra Faccia a Faccia.
Entrambe rivolte all’esposizione dei lavori prodotti dagli studenti durante i
Laboratori di fotografia realizzati presso gli spazi dell’Università IUAV di Venezia,
le mostre possono essere raggruppate in un unico nucleo, in quanto parte del
medesimo progetto rivolto alle ricerche emergenti nell’utilizzo sperimentale del
mezzo fotografico. Oltre ad essere un’ulteriore prova del costante dialogo sulla
ricerca dei nuovi linguaggi tra i due principali spazi espositivi mestrini, essendo state
realizzate grazie al lavoro coordinato del Centro Culturale Candiani, della Galleria
Contemporaneo e dell’Università, confermano l’importanza della collaborazione tra
un’istituzione di formazione e una comunale a vocazione culturale, “da sempre
auspicata, ma non facilmente attuabile”194, come sottolinea la direttrice del ClaVES
Laura Corti.
Le immagini presenti nel percorso espositivo de Il gesto indicatore del 2009, sono
state prodotte in occasione del Laboratorio di Fotografia contemporanea tenuto dal
prof. Marco Zanta, curatore della mostra e del catalogo, presso il claVES, la Facoltà
di Design e Arti dello IUAV. La riflessione collettiva degli allievi è rivolta
all’indagine delle trasformazioni sociali all’interno del contesto cittadino che, colte
dall’interpretazione plurale dei molteplici punti di vista degli artisti, vengono fissate
nell’istante concreto che ne documenta la presenza. Lo sguardo discreto che i giovani
194
L. Corti, Guardare per vedere e per apprendere, in “Faccia a faccia”, catalogo della mostra
a cura di A. Pertoldeo, M. Andreani, L. Siotto, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga
Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2010.
211
fotografi sono chiamati a esercitare, affinando la tecnica di ripresa, apre la riflessione
sull’ambiguità del mezzo fotografico che caratterizza la prassi contemporanea. Il
lavoro interpretativo svolto si trova in bilico tra la volontà di catturare i momenti e i
gesti della vita altrui come notazioni di un momento, superando quel confine labile e
delicato della sfera intima “dell’altro” per ottenere la testimonianza del
cambiamento, e il rispetto del soggetto fotografato, cercandone il distacco per
restituire una rappresentazione oggettiva della realtà. Nel gesto dei giovani artisti
affiora il paradosso della fotografia contemporanea e delle possibilità del mezzo. La
violazione insita nell’atto del fotografo, si fonde con la sublimazione del soggetto e
dell’istante ritratto, diventando necessario per conservare la memoria e testimoniare
l’esistenza oggettiva del reale195. L’attività degli studenti, rivolta alla ricerca delle
stratificazioni dei mutamenti sociali in atto nella dimensione locale, dipende dalla
condizione di delicato equilibrio insita nel lavoro che oggi “è chiamato a compiere
chi si accinge a fotografare la vita altrui”196 e a cui devono allenarsi. Anche in questa
occasione, l’attenzione è rivolta alla ricerca sul territorio e in particolar modo sulla
terraferma. Seppur indagata nelle variabili del tessuto sociale e culturale che la
costituisce, il dato rilevante da comunicare e interpretare è il continuo processo di
mutamento che la caratterizza. Presente su più livelli ed espressa dalle differenti
soluzioni formali, osserviamo che la “trasformazione” rappresenta la tematica
contemporanea privilegiata dagli artisti, anche nei decenni precedenti. Senza avere la
pretesa di confrontare i diversi linguaggi finora considerati, è rilevante che il
Candiani, dal momento del suo rilancio, si sia reso testimone dell’evoluzione del
contesto territoriale, proponendo le interpretazioni che hanno espresso i cambiamenti
in atto attraverso le diverse esperienze più significative della storia artistica e
culturale della terraferma. Così facendo, ha dato l’occasione di far conoscere la
vivacità sperimentale in ambito contemporaneo che ha caratterizzato lo scenario del
secondo dopoguerra e da cui si sono sviluppate le ricerche espressive a venire. Anche
La prassi definita ricorda quanto descritto nel libro di Susan Sontag: “L’atto di fare una
fotografia ha qualcosa di predatorio. Fotografare una persona equivale a violarla, vedendola come essa
non può mai vedersi, avendone una conoscenza che essa non può mai avere; equivale a trasformarla in
oggetto che può essere simbolicamente posseduto” l’immagine diviene dunque “un momento
privilegiato, trasformato in un piccolo oggetto che possiamo conservare e rivedere” (S. Sontag, Sulla
fotografia. Realtà e immagine nella nostra società, Einaudi editore, Torino, 1978).
196
R. Caldura, Il gesto indicatore, in “Il Gesto Indicatore” catalogo della mostra a cura di M.
Zanta, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009.
195
212
se ci riserviamo di evidenziare il versante sperimentale, non è da dimenticare che, la
riflessione sulle possibilità espressive dei diversi mezzi, si inserisce in un ampio
programma che investe i diversi ambiti artistici. Questi si articolano in un gran
numero di attività dal carattere multidisciplinare che lasciano spazi a ulteriori
prospettive di approfondimento. Ci è stato utile limitare l’analisi alla dimensione
espositiva per evidenziare in modo più netto i cambiamenti avvenuti nella gestione
delle diverse fasi e per notare la differenziazione delle competenze rispetto al centro
storico, distribuite tra le espressioni artistiche sperimentali di nicchia e la
valorizzazione del territorio locale.
La stessa attenzione nei confronti della realtà circostante, racchiusa nello sguardo
sensibile delle giovani generazioni, viene presentata nei lavori della mostra dell’anno
successivo, Faccia a faccia, curata da Andrea Pertoldeo, Mariano Andreani, Luisa
Siotto e ideata da Guido Guidi, attento esploratore del paesaggio contemporaneo e
docente del Laboratorio di fotografia presso la stessa facoltà di design e arti
dell’Università IUAV di Venezia. Altrettanto importante perché parte del progetto
precedente, completa la collaborazione tra le istituzioni operanti sul territorio nella
comune prospettiva di promozione culturale. Le immagini degli studenti sono state
costruite sull’indagine inedita dei luoghi della realtà locale, apparentemente banali e
ai quali si è voluta restituire una dignità artistica. L’obiettivo del corso era quello di
allenare lo sguardo oltre i confini distratti dell’abitudine, alla riscoperta del fascino
della realtà e del valore dei molteplici punti di vista da cui può essere osservata.
L’esposizione è stata organizzata come esperienza conclusiva del corso e attraverso
le opere presentate doveva esprimere l’intenzione che ha motivato il lavoro dei
ragazzi. Ancor più dei risultati ottenuti, è importante sottolineare la riflessione sul
procedimento espressivo che ne costituiva anche l’impostazione educativa. I giovani
erano chiamati a comprendere e trasmettere il valore del rapporto tra il fotografo e il
soggetto, poi riversato nella relazione opera-spettatore. La stretta dipendenza e
attrazione tra chi guarda e l’oggetto della sua contemplazione, in entrambi i casi
risulta
imprescindibile.
Per
quanto
l’osservatore
cerchi
di
sfuggire
dal
coinvolgimento dell’oggetto di suo interesse, questo, di rimando, non potrà che
influenzarlo a sua volta. L’uso del mezzo fotografico proposto da Guido Guidi,
213
rivolta alla “costruzione estetica del paesaggio contemporaneo”197, che non si ferma
alla mera apparenza e descrizione, ha condotto gli studenti ad operare in condizioni
di assoluta sperimentalità, esplorando la realtà attraverso l’ostentazione dei limiti
dell’espressione fotografica. L’invito rivolto prima ai giovani artisti, e poi al pubblico
attraverso la scelta e l’ordinamento delle loro opere, è stato quello di liberare la
visione dalla consuetudine per scorgere le infinite possibilità interpretative che ci si
presentano quotidianamente davanti agli occhi. È proprio qui che si trova e si esplica
il fine educativo della fotografia, rivolto a tutti e in cui le due esposizioni trovano il
senso della loro realizzazione. Le opere presenti che testimoniano la nostra epoca
contemporanea, non sono solo frutto dell’abilità di chi le ha scattate ma
rappresentano “l’esercizio per imparare ad accogliere ciò che accade, ad averne cura,
lasciando emergere la delicata disposizione luminosa che tiene insieme le cose”198
che è la pratica fotografica, descritta dalle parole di Riccardo Caldura nel tentativo di
spiegare il senso della prassi e del contenuto simbolico della mostra. Non solo sono
importanti le affermazioni del direttore artistico della Galleria Contemporaneo, da
quelle di Roberto Ellero, alla guida del Candiani, emerge in modo significativo la
volontà alla base della nuova programmazione del Centro, lasciando intendere il
senso complessivo della nuova direzione intrapresa dal 2006. Egli ribadendo
l’importanza della presenza della Galleria nelle attività, legata concettualmente al
Candiani e insieme testimone della contemporaneità, afferma che199:
“Nella sua versatile, e talvolta persino eclettica (per forza di cose) “seconda vita”, intrapresa ormai
quasi un lustro fa, il Centro Culturale Candiani ha fatto della fotografia uno dei suoi principali “motori
di ricerca”, portando Mestre a dialogare e persino competere in questo settore con quanto di meglio il
panorama nazionale è andato e va offrendo.”
Da queste parole capiamo come sia stato importante considerare l’ambito fotografico
197
Faccia a faccia. Laboratorio di fotografia di Guido Guidi, in
http://www.galleriacontemporaneo.it/pagine_schede/collaterali/scheda_collaterali_014.html.
(consultato il 21 dicembre 2014).
198
R. Caldura, ll senso di una collaborazione, in “Faccia a faccia”, catalogo della mostra a cura
di A. Pertoldeo, M. Andreani, L. Siotto, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga Spa,
Crocetta del Montello (Tv) 2010.
199
R. Ellero, Una nuova linea di ricerca, in “Faccia a faccia”, catalogo della mostra a cura di A.
Pertoledo, M. Andreani, L. Siotto, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche Antiga Spa,
Crocetta del Montello (Tv) 2010.
214
in questa ultima analisi a conferma dell’effettivo cambio di rotta vissuto
dall’istituzione sotto la nuova direzione autonoma. Rileviamo che all’interno della
proposta, pur rimanendo eterogenea e flessibile nell’abbracciare le diverse discipline,
il riordinamento sotto la nuova gestione ha permesso di prendere delle decisioni in
grado di mettere in contatto la realtà locale con l’esterno, com’è stato fatto grazie alle
collaborazioni per le mostre fotografiche e al coordinamento con la Galleria
Contemporaneo per gli altri linguaggi sperimentali. I casi appena presentati fanno
riferimento a esposizioni dalla risonanza limitata, trattandosi di eventi dedicati ai
lavori di artisti della sfera più emergente operanti nelle università. Sebbene non
troviamo un riscontro critico da parte dei giornali, tra le pagine dei quotidiani della
rassegna stampa raccolta, vediamo che entrambi gli eventi sono stati segnalati al
pubblico nelle testate principali di riferimento quali Il Gazzettino e La Nuova
Venezia200. Andando a considerare l’intera programmazione, vediamo che questi
sono tra i pochi casi rivolti ai giovanissimi operanti sulla scena locale e in cui si
instaura l’importante collaborazione con la struttura universitaria veneziana. Un
precedente
simile
lo
troviamo
nella
programmazione
della
la
Galleria
Contemporaneo che, grazie alla guida di Caldura, aveva organizzato nel 2008 la
mostra Devozioni Domestiche in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di
Venezia. Anche in questo caso, pur non trattandosi di opere fotografiche, le due
strutture erano impegnate insieme nell’allestimento dei lavori dei giovani artisti, ex
studenti dell’Accademia, stabilendo un rapporto di continuità tra lo spazio espositivo
comunale e la sede di formazione. Possiamo dunque osservare che nella separazione
delle competenze, le istituzioni mestrine hanno cercato di mantenere il legame con il
centro storico attraverso i principali luoghi educativi di ricerca, in quanto serbatoi
delle nuove sperimentazioni emergenti che potevano essere promosse in terraferma.
Nel concludere la rassegna di esempi espositivi rilevanti per il Centro, ci
soffermeremo ora su uno degli importanti eventi del periodo più recente. La
retrospettiva dedicata a Gabriele Basilico del 2013 ci permetterà di chiudere il
quadro decritto finora e di esaurire le riflessioni sulle attività e sulle nuove decisioni
200
“Il Gesto indicatore”. Fotografie al Candiani, in “La Nuova Venezia”, 7 maggio 2009; Al
Candiani il lavoro del laboratorio Iuav. “Faccia a faccia”, l'arte della fotografia, in “La Nuova
Venezia”, 4 maggio 2010; “Faccia a Faccia”. Fotografie dallo Iuav, in “La Nuova Venezia”, 30
aprile 2010; Laboratorio della città, le fotografie degli studenti, in “Il Gazzettino”, 30 aprile 2010.
215
stabilite con il riordino dei programmi.
4.3.2 Omaggio a Gabriele Basilico. Rethinking Mestre:
13 aprile- 5 maggio 2013
Figura 6. Gabriele Basilico, Senza Titolo, serie “Mestre 2001”.
Con l’esposizione dedicata a Gabriele Basilico, il Candiani voleva rendere omaggio
all’impegno del fotografo che per anni aveva lavorato a numerosi progetti all’interno
della realtà mestrina, instaurando uno stretto dialogo con le diverse sedi culturali. La
costante presenza di Basilico è rilevabile non solo nelle occasioni di partecipazione
alla Biennale, ma anche nella stretta collaborazione avviata con le istituzioni
mestrine. Nelle varie mostre in cui ha esposto i suoi lavori, egli ha portato la sua
personale interpretazione della terraferma e di Mestre, seguendo le trasformazioni
che man mano interessavano l’area locale. Fin dall’inizio Basilico aveva dimostrato
la sua predilezione nel ritratte i luoghi dell’entroterra di cui era assiduo frequentatore
anche per motivi personali e con i quali si trovava profondamente legato. Nel tempo
aveva maturato un particolare interesse per l’architettura mestrina, snobbata dai più e
da cui lui invece trovava fonte d’ispirazione. Egli sapeva coltivare la sua visione
inedita per gli spazi della città che per gli altri non avevano alcun valore facendola
216
apparire diversa. Nei suoi scatti era in grado di cogliere l’estetica insita in quei
luoghi, liberandoli dal peso dell’asettico e apparentemente anonimo aspetto che non
lasciava emergere alcuna particolarità degna di essere ripresa. Già nel 1996, diede
prova della sua capacità in Sezioni del paesaggio italiano, esposizione organizzata e
curata da Stefano Boeri in occasione della VI Biennale di Architettura. Tra le
immagini dell’intero territorio italiano, erano presenti i primi lavori sulla terraferma
dedicati all’asse stradale Venezia/Mestre-Treviso, riproposti nell’allestimento del
2013. In quest’ultima esposizione erano raccolte le opere degli eventi in cui Basilico
ebbe modo di affermarsi nel contesto locale, importanti per il Candiani e per la
riflessione sui mutamenti del territorio avanzata negli anni. Presentando la mostra,
Riccardo Caldura, spiega il senso di questo allestimento, realizzato per celebrare il
grande lavoro del fotografo poco dopo la sua scomparsa e per ribadire che
“riconsiderare e ripensare cosa sia diventata Mestre e cosa possa diventare è un
compito che continua a competerci”201. Da queste parole si evince l’importanza del
ruolo che dovrebbero mantenere le istituzioni culturali locali nel mantenere viva
l’identità cittadina attraverso questo tipo di proposte. Nonostante non sia stato
possibile per il grande maestro milanese portare avanti il suo ultimo progetto sulle
recenti trasformazioni urbane, il lavoro presentato trasmette totalmente la singolarità
dello sguardo di Basilico. Libero dal pregiudizio e dalle ideologie, apre la visione
alle prospettive inedite dei luoghi che siamo abituati a frequentare e a cui non
prestiamo la dovuta attenzione. Il materiale esposto, oltre a provenire da mostre
precedenti che hanno segnato le tappe fondamentali della vita del Candiani, a cui il
maestro aveva partecipato, è stato raccolto grazie alla disponibilità del fotografo di
rendere fruibili le sue opere, dando la possibilità agli organizzatori di recuperarle in
più occasioni. Oltre alla mostra del 1996, dalla quale sono state ristampate nel 2013
le 16 immagini che componevano la sezione dell’area veneziana, un altro importante
appuntamento che lo ha visto protagonista è stato Venezia-Marghera. Fotografia e
trasformazione nella città contemporanea del 1997, riproposto poi presso le sale del
Candiani nel 2008. All’epoca Basilico era stato invitato a partecipare alla mostra
collettiva da Paolo Costantini, per documentare la realtà industriale di Marghera,
esempio lampante del mutamento moderno che il titolo stesso suggeriva e alla quale
201
R. Caldura, testo introduttivo alla mostra Omaggio a Gabriele Basilico. Rethinking Mestre.
217
erano rivolte le ricerche. Successivamente, partecipò all’ inaugurazione del Candiani
nel 2001, come personalità di spicco all’interno della rassegna d’arte contemporanea
Terraferma, curata da Riccardo Caldura. Per questa prima esposizione del Centro
erano state selezionate quindici fotografie dai settanta scatti realizzati appositamente
nei giorni precedenti, dai quali poi sono state ristampate diverse opere da esporre nel
2013. Il costante impegno di Basilico nel contesto locale lo ha visto coinvolto anche
nelle proposte della Galleria Contemporaneo. In ambito della mostra Mestre
Novecento del 2007 realizzata al Candiani, grazie allo stretto rapporto di
collaborazione sviluppato negli anni con lo stesso Caldura, gli è stata dedicata una
personale presso gli spazi della galleria mestrina che comprendeva la selezione di
opere esposte nel 2001 e nel 1996. L’insieme dei lavori qui citati, un’altra decina di
fotografie mai più riesposte dall’apertura del Candiani parte della sezione Mestre
2001 che si trovava allestita al piano terra e la serie di immagini di VeneziaMarghera, ha permesso la realizzazione di quest’ultimo importante evento, in cui il
Centro ha reso omaggio alla ricerca di Basilico e alla sua visione della terraferma.
Nonostante la chiusura della Galleria Contemporaneo a causa dei tagli alla cultura
del 2012, anche in quest’occasione, con la presenza di Riccardo Caldura come
curatore della mostra, evidenziamo lo stretto dialogo mantenuto dall’associazione
omonima e dal Candiani per perseguire i fini proposti durante tutto il periodo di
collaborazione. La relazione tra le due sedi è stata importante nell’organizzazione
degli eventi che avevano visto Basilico protagonista anche in passato, confermando
la presenza attiva del fotografo all’interno della sfera culturale locale. Nelle sue
immagini appare chiaro lo stretto rapporto con il territorio, legato alla sua singolare
visione dei luoghi che da sempre hanno catturato la sua attenzione. È largamente
riconosciuto come la realtà mestrina venga ritratta nella sua essenza di città
contemporanea “deserta, drammatica, bellissima” attraverso “gli scatti realizzati con
la tecnica del bianco ottico, che permette geometrie impeccabili come progetti grafici
e una luce uniforme in bianco e nero. È una città rarefatta, raggelata, quasi senza
abitanti, una Mestre post-nucleare dove l’architettura taglia con i suoi spigoli uno
spazio di cemento, asfalto, finestre e detriti”202. La sua capacità di restituire un volto
nuovo a Mestre e alla terraferma, nel corso degli anni lo ha reso “un interprete
202
R. Lamantea, L’architettura raggelata di Basilico, in “La Nuova Venezia, 12 aprile 2013.
218
ineguagliabile della città contemporanea e delle sue contraddizioni”203, come
affermato a più voci nell’accogliere la mostra del 2013.
Il valore del territorio su cui prendono vita le opere del grande maestro, è lo stesso
che animava i principi della ricerca degli artisti delle esposizioni precedenti e, più in
generale, quello che il Candiani tende costantemente a evidenziare nella scelta degli
eventi. Nella seconda fase di vita del Centro, che abbiamo ripercorso con le
esposizioni più significative a partire dal 2007, notiamo come il compito portato
avanti dalle istituzioni citate sia quello di promuoverne l’identità culturale della città,
nell’attesa della realizzazione del museo di Mestre, non ancora esistente e a cui
spetterebbe questo impegno. La revisione del 2006, ad opera dalla nuova direzione,
ha determinato un’attenzione crescente verso questa prospettiva per affermare il
ruolo della terraferma. Riscoprendo e facendo conoscere le potenzialità delle
esperienze artistiche che l’hanno caratterizzata negli anni, non è stato necessario
ricorrere al richiamo dei grandi eventi di competenza del centro storico. La tendenza
iniziale all’organizzazione delle grandi esposizioni, oltre a non essere accolta con
l’entusiasmo sperato da parte del pubblico, determinava dei costi elevati nella
realizzazione delle mostre e la poca vitalità della proposta del Centro, che non poteva
permettersi di ospitare più di circa cinque eventi l’anno. Dai casi osservati, emerge la
ricerca di collaborazioni con le altre istituzioni operanti dentro e fuori al territorio.
Ciò che caratterizza però la fase di rilancio è l’impegno per definire la coesione a
livello locale, confermato dalla coordinazione tra il Centro Culturale e la Galleria
Contemporaneo, rivolto all’espressione delle esigenze artistiche dei linguaggi
sperimentali. Lo sforzo costante di entrambe le strutture è stato ostacolato solamente
dalle ragioni economiche relative ai tagli dei fondi che hanno determinato la chiusura
delle attività della Galleria. Nonostante ciò, il riordino della programmazione del
Candiani ha portato a una gestione più cosciente dei contenuti e dei materiali
artistici. Gli esempi sulle ricerche degli anni Settanta hanno dimostrato il valore della
città nell’indagine delle nuove espressioni in campo artistico, in aderenza alle
tendenze generali dell’epoca. Attraverso gli ultimi casi invece è stato poi possibile
mettere in evidenza l’attenzione verso la disciplina fotografica sperimentale
203
Quello sguardo liberato da moralismi e ideologie, in “”Il Gazzettino”, 19 marzo 2013.
219
all’interno della programmazione, presentando delle occasioni espositive in cui il
valore artistico delle immagini è strettamente connesso a quello simbolico nello
studio della realtà cittadina. Le due diverse prospettive considerate, da una parte
quella emergente dei giovani artisti, dall’altra quella di una delle personalità di
maggior spicco del mondo fotografico contemporaneo, risultano una conferma della
validità della proposta del Candiani nel dare voce all’identità locale su diversi livelli
e nel coinvolgimento delle differenti realtà che ne fanno parte. Confrontando tutte
queste iniziative con i primi tentativi espositivi delle mostre Il Dono e L’America di
Pollock, emerge, su tutti gli aspetti considerati, il differente approccio nel costruire
un ruolo per l’istituzione. Nel primo periodo, viene a galla un’incertezza
organizzativa di fondo, in bilico tra le grandi aspettative di lancio del Centro nella
scena culturale come polo privilegiato d’attrazione e
incapacità di stabilire un
programma definito dei contenuti da trattare. Attraverso l’offerta dei grandi eventi, si
tentava di giustificare la presenza della nuova struttura e le finalità della sede.
Consoni per i contenuti ma fallimentari nei risultati, questi risentivano della presenza
di Venezia, giovando relativamente dello stretto collegamento diretto che si era
tentato di stabilire tra le due realtà, com’era accaduto con la mostra di Pollock.
Questo sembrava accentuare ancora di più la posizione “di coda” di Mestre e del
Candiani, continuando ad essere soggetto alle critiche che avevano accompagnato il
progetto nei decenni precedenti. Il doveroso riscatto della struttura, prima di tutto
nell’acquisizione dell’autonomia rispetto al bacino veneziano, per quanto non abbia
mai portato all’effettiva realizzazione del “Beaubourg mestrino”204, come definito
più volte e al quale il Comune aspirava, è stato portato avanti nella promozione della
realtà locale, incubatrice di ricerca e sperimentazione. Nonostante la condizione di
limitatezza e ristrettezza economica è da riconoscere alla struttura lo sviluppo di
competenze rivolte a far emergere il valore culturale e artistico della terraferma,
recuperando quanto ne ha caratterizzato la storia e cercando sempre nuove possibilità
di collaborazione e di proposta delle diverse discipline nella sfera emergente. Dal
punto di vista strettamente espositivo si evince la capacità di considerare diversi
Apre il Beaubourg di Mestre, in “Il Gazzettino”, 9 giugno 2001; M. Chiarin,”Candiani,
afflusso irrisorio”, in “La Nuova Venezia, 17 maggio 2002; N. Benatelli, Il “Candiani” riparte da…
Candiani, in “Il Gazzettino”, 30 luglio 2003; R. Bianchin, Il Candiani non è mai diventato il
Beaubourg di Mestre, in “La Nuova Venezia”, 19 maggio 2013.
204
220
ambiti e generi che conducono a nuove interpretazioni della realtà di cui sono
testimonianza, prima fra tutte quella locale. Nella rivalutazione della terraferma, il
Candiani, seppur agendo spesso in sordina e senza un identità definita, cerca di
mantenere la continuità delle iniziative nei limiti delle risorse a disposizione.
Considerando questi diversi casi di studio, all’interno del programma complessivo
delle mostre realizzate, abbiamo voluto ripercorrere il lavoro svolto negli anni dal
Centro mettendo in evidenza i momenti cruciali per la sua gestione. Così facendo è
stato possibile giustificare le scelte che sono state prese nel corso degli anni, dando
una spiegazione ai cambiamenti necessari che hanno tentato di definire un ruolo
effettivo per la struttura all’interno della realtà in cui si trova.
221
Conclusioni
Tra le numerose istituzioni, pubbliche e private, operanti nel sistema culturale
racchiuso tra Venezia e la Terraferma, il Centro Culturale Candiani si è sicuramente
posto in una prospettiva singolare. L’analisi degli obiettivi su cui sono state articolate
le attività, da cui ho potuto definire il compito e il valore di un’istituzione di questo
tipo all’interno del territorio, è stata il punto di partenza per evidenziare le specificità
del caso. Fortemente voluto dall’amministrazione locale quale centro innovativo per
la produzione di eventi temporanei e per le attività rivolte alla sperimentazione e alle
diverse discipline emergenti, esso doveva rispondere all’assenza di un luogo che
racchiudesse l’identità culturale della terraferma e della città di Mestre che, reduce
degli sviluppi incontrollati dell’urbanizzazione, non aveva delle strutture idonee a
valorizzarla.
L’obiettivo di “polifunzionalità” che l’ha contraddistinto quale cavallo di battaglia
della città moderna rivolta all’innovazione, in realtà ha segnato le sorti di una
struttura ricca di potenzialità che non ha avuto i mezzi per supportarle. Se si
considera la grande varietà di ambiti di interesse che volevano essere abbracciati, i
rallentamenti e gli insuccessi del periodo iniziale di attività sono stati i risultati di una
gestione debole, con grandi idee ma senza delle linee guida che organizzassero le
proposte in un percorso definito. Accanto a ciò si è presentato il problema della
scarsità delle risorse che ha costituito un limite sempre più grande allo svolgimento
delle attività e ha determinato l’urgenza delle continue revisioni dell’assetto
istituzionale e dei programmi.
L’autonomia acquisita al momento del rilancio ha costituito un ritorno positivo per il
Centro che, slegandosi dalla gestione connessa al polo museale veneziano, si è
differenziato nelle competenze, indirizzando le scelte sui contenuti da proporre.
Tuttavia, pur riordinando la programmazione degli eventi in modo coerente rispetto
all’eterogeneità delle iniziative che si articolavano tra esposizioni, incontri, convegni,
conferenze, manifestazioni di tipo performativo e cinematografico, non sono emersi
dei risultati decisivi che attestassero l’effettivo successo della struttura nei confronti
delle aspettative iniziali. Le circostanze di ristrettezza hanno compromesso anche le
222
collaborazioni più significative che potevano aiutare a creare un polo culturale coeso
nel territorio.
Aprendo la strada a un interessante dialogo tra le istituzioni nell’organizzazione degli
eventi, attraverso l’integrazione di idee, competenze e strutture per presentare dei
materiali artistici inediti e originali, la collaborazione con la Galleria Contemporaneo
ha contribuito ad allargare la proposta espositiva con i contenuti delle esperienze più
attuali, sperimentali ed emergenti. Tuttavia, l’alienazione dello spazio espositivo da
parte del Comune ne ha chiuso ogni prospettiva di crescita. Queste ragioni
dimostrano come sia stato difficile
ritagliare il ruolo che si desiderava per il
Candiani, il cui destino è messo sempre più in discussione. A questo proposito, i
progetti rivolti allo sviluppo della riqualifica culturale dell’intera area di terraferma,
offrono un ulteriore spunto di riflessione per il futuro del Centro. Con la previsione
dell’inaugurazione del Museo di Mestre si può pensare che esso stia entrando in
un’ulteriore fase di vita, in cui si assisterà a un adattamento della struttura al nuovo
contesto.
I documenti provenienti dalla rassegna stampa, raccolta presso l’archivio del Centro,
sono stati le fonti primarie di cui mi sono servita per ricostruire le vicende relative
alla struttura e per dare testimonianza delle problematiche che l’hanno
accompagnata. In questo modo, ho verificato che la scarsità dei mezzi economici e la
debolezza dell’immagine dimostrata sono state le cause del mancato raggiungimento
dei suoi obiettivi, nonostante la vitalità delle proposte. Da ciò emerge un’ambiguità
di fondo che ha costantemente reso il Centro un “cantiere aperto”. Dopo aver
considerato i dati dei Rapporti sulla Produzione Culturale realizzati dalla Fondazione
di Venezia che hanno confermato l’elevata quantità delle iniziative rispetto alla
complessiva offerta locale, dall’analisi delle attività, inclusa quella espositiva, è
emersa la qualità degli eventi, determinata da numerosi elementi di originalità.
Grazie all’integrazione di questi due aspetti ho potuto sostenere il principale punto di
forza dato dalla ricchezza dei contenuti delle proposte. Parallelamente, indagando le
problematiche derivate dalle lacune organizzative dell’istituzione, ho messo il luce le
cause che hanno frenato queste potenzialità.
223
Le indecisioni dell’amministrazione, gli elevati costi di mantenimento e i difetti
strutturali degli spazi, assieme ai tagli ai fondi pubblici e al degrado che per anni ha
contraddistinto l’area attorno alla sede, sono stati fattori decisivi che ho ritenuto
opportuno citare per definire il profilo del Candiani. Per dimostrare inoltre come la
prospettiva di revisione a cui è soggetta l’istituzione dipenda dal costante processo di
trasformazione del contesto culturale circostante, ho scelto di evidenziare le
principali fasi di vita che l’hanno interessata. L’articolazione individuata tra avvio e
rilancio ha confermato la complessità delle circostanze che hanno segnato
l’evoluzione del Centro, verificando le osservazioni relative alle problematiche
emerse e alle scelte prese nella programmazione.
Idee per una prospettiva futura
Alla luce dei risultati ottenuti, credo sia interessante riflettere sugli sviluppi recenti
delle questioni trattate per dare un’ipotetica interpretazione della prospettiva futura.
Innanzitutto, la recente realizzazione del cinema multisala al posto dell’Arena, che ha
nuovamente cambiato l’assetto strutturale del Candiani, è stato uno degli interventi
previsti per risollevare l’immagine della zona dall’aspetto degradato e per favorire la
frequentazione della sede. Nel cercare di allargare il bacino di utenza delle iniziative
del Centro Culturale, sarebbe opportuno pensare anche a delle soluzioni
promozionali più efficaci che non si limitassero al solo sito web e al magazine
mensile, in cui viene divulgata la programmazione.
Pur risultando difficile pensare alla progettazione di un’azione di marketing specifica
per ogni evento, a causa dei pochi fondi a disposizione, si potrebbe iniziare a curare
di più le pagine dell’istituzione nei principali social network. Con spese minime, si
potrebbe aumentare la visibilità, migliorare l’immagine, mantenere un dialogo
costante e diretto con il pubblico e allo stesso tempo perseguire i fini rivolti
all’innovazione, mettendosi al passo con le nuove esigenze contemporanee di
espressione e comunicazione.
Il momento cruciale su cui porre attenzione risulta l’apertura del Museo di Mestre,
destinato a diventare il nuovo polo culturale di aggregazione della città. Oltre a
costituire la sede permanente rivolta alla conservazione dei materiali relativi alla
224
storia locale, per ora disponibili al Candiani nel piano dedicato al Laboratorio Mestre
Novecento, esso è stato progettato per assumere contemporaneamente un ruolo
poliedrico, articolato nelle più diverse funzioni e attività. La presenza di finalità
contigue porterebbe a pensare alla necessità di ideare delle nuove iniziative per il
Candiani. L’obiettivo sarebbe di differenziarsi e contribuire in modo originale anche
alle proposte del museo, senza essere messo definitivamente al margine o essere
rappresentato solo dal cinema.
Sebbene si continui a parlare di Mestre come futura città metropolitana, in cui queste
istituzioni costituiscono i poli centrali della rigenerazione culturale, i tagli alle risorse
continuano ad aumentare, incrementando le difficoltà di sopravvivenza delle realtà
che dipendono dai fondi pubblici. Tenendo conto di questa situazione, che limita le
possibilità d’azione per un netto miglioramento, ritengo che sia utile concentrare
l’attenzione sulla valorizzazione di attività ed eventi che presentino dei caratteri unici
per garantirne la vitalità. Innanzitutto, bisognerebbe pensare a delle soluzioni che
catturino l’attenzione del pubblico, favorendo la frequentazione delle attività del
Centro e allo stesso tempo permettano di affrontare parzialmente le lacune
economiche. Ad esempio, si potrebbe dare la possibilità alle organizzazioni e
associazioni culturali, locali e non, di prendere in affitto gli spazi espositivi. Queste
sarebbero autonome nel gestire le sale e gli allestimenti e il Candini potrebbe avere
un ulteriore ritorno economico da impiegare nelle proprie attività, mantenendo
l’impegno di selezionare dei progetti validi e di interesse per il pubblico.
Ancora, come vengono organizzati dei bandi per la promozione dei talenti emergenti
in ambito cinematografico, si potrebbe istituire un bando di scadenza annuale
dedicato alle arti visive e rivolto alla partecipazione dei giovani artisti che operano
nel territorio locale. Si potrebbe quindi dare visibilità agli artisti vincitori attraverso
l’allestimento di un’esposizione collettiva, alla quale potrebbero contribuire
nell’organizzazione con idee e proposte innovative, valorizzando allo steso tempo la
realtà del Centro. Non solo, in quanto luogo di produzione e sperimentazione, per
mezzo del bando si potrebbe dare spazio a nuove esperienze creative interessanti
tanto per gli artisti, quanto per il pubblico. Considerata la costante attività
organizzata nei laboratori, si potrebbe pensare a uno sviluppo alternativo di questi
225
momenti. Prima dell’allestimento dell’esposizione si potrebbe dare l’opportunità agli
artisti di realizzare le opere per l’evento presso gli spazi del Candiani, adattandolo
per un periodo limitato a “residenza artistica” in cui gli artisti possano lavorare e
incontrare il pubblico.
Nella prospettiva di apertura del nuovo museo sarebbe interessante creare anche un
dialogo tra le due sedi nell’ambito del progetto. Gli artisti potrebbero produrre le loro
opere al Candiani, mentre, la mostra, organizzata alla fine, potrebbe avere luogo
nelle sale espositive dell’M9, lasciando liberi gli spazi del Centro per lo svolgimento
delle altre iniziative e creando un legame continuativo tra le istituzioni.
226
Appendice
Tabella 1. Graduatoria delle localizzazioni delle principali
istituzioni con più di dieci eventi nel 2003
Centro Storico
Videoteca Pasinetti
Ateneo Veneto
Teatro Malibran
Auditorium Santa Margherita
Cinema Giorgione
Fondazione Querini Stampalia
Teatrino Groggia
Teatro Piccolo Arsenale
Fondazione Giorgio Cini
Palafenice
105
53
43
40
38
38
38
32
31
30
Terraferma
Centro Culturale Candiani
Teatro Toniolo
Teatro del Parco
112
43
35
Lido
Cinema Astra
Piazzale del Casinò
21
15
Nella tabella è riportata la classifica dei principali luoghi degli eventi ripartiti tra le maggiori aree di
interesse in cui il Centro Culturale Candiani spicca come prima istituzione della Terraferma e per il
maggior numero di attività ospitate. Nel fare riferimento alle sedi del Centro Storico abbiamo
selezionato le prime dieci rispetto alla scheda originale del Primo Rapporto sulla Produzione Culturale
in cui è presente l’elenco completo delle localizzazioni con più di dieci eventi.
Fonte: rielaborazione dei dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Primo rapporto, maggio 2004, p. 21.
Grafico 1. La produzione degli eventi temporanei 2002-2013
3000
2844
2700
2503
2500
2340
2167
2000
1838
1674
1790
1861
1838
2007
2008
1500
1500
1222
1000
500
0
2002
2003
2004
2005
2006
2009
2010
2011
2012
2013
Il grafico rappresenta l’andamento complessivo di crescita del numero totale degli eventi realizzati tra
il 2002 e il 2013 nel Comune di Venezia.
227
Fonte: rielaborazione dei dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Primo rapporto, maggio 2004, p. 25; id., La produzione culturale a
Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Quinto rapporto, novembre 2008, p. 37; id., La produzione
culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p. 41; id., La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre
2014, p. 39.
Tabella 2. La produzione di eventi per settore 2003-2013
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Arti Visive
159
164
222
198
226
188
270
249
370
387
369
Musica
319
398
367
380
396
310
412
449
451
566
583
Teatro e Danza
250
255
273
289
302
221
223
244
303
317
300
Rassegne
cinematografiche
230
233
208
349
352
315
300
326
323
368
335
Conferenze e
convegni
458
729
557
525
535
776
931
1008
966
1123
1034
Totale
1416
1779
1627
1741
1811
1810
2136
2276
2413
2761
2621
Totale eventi
1500
1838
1674
1790
1861
1838
2167
2340
2503
2844
2700
Nella tabella è riportato il numero di eventi realizzati dei settori più rilevanti nella produzione degli
eventi temporanei (arti visive, musica, teatro e danza, rassegne cinematografiche, conferenze e
convegni) tra il 2003 e il 2013 nel Comune di Venezia. Non sono considerati nel dettaglio i dati delle
categorie minori come tradizioni veneziane, sport e giochi, fiere e mercati, che tuttavia contribuiscono
al risultato complessivo della voce “Totale eventi”.
Fonte: rielaborazione dei dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Quinto rapporto, novembre 2008, p. 37; id., La produzione culturale
a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p. 41; id., La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre
2014, p. 39.
228
Grafico 2. I produttori di eventi dal 2004 al 2013
350
315
310
2012
2013
300
250
186
200
164
139
150
100
89
104
136
113
117
2007
2008
50
0
2004
2005
2006
2009
2010
2011
Nel grafico è rappresentata la crescita costante del numero dei soggetti organizzatori e promotori di
eventi tra il 2004 e il 2013. Rispecchiando l’andamento complessivo della produzione delle
manifestazioni, si nota la stabilizzazione del settore avvenuta nel periodo recente.
Fonte: rielaborazione dei dati contenuti in F. Sbetti, M, Bertoldo, La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p.11; id., La produzione culturale
a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre 2014, p.14.
Tabella 3. Graduatoria dei primi dieci organizzatori di eventi
2005- 2007
2005
2006
2007
Comune di Venezia
Circuito Cinema
245
163
Comune di Venezia
Circuito Cinema
257
244
Circuito Cinema
257
Centro Culturale
Candiani
185
Università Cà Foscari
Libreria Mondadori
Ateneo Veneto
131
103
98
Centro Culturale Candiani
136
Ateneo Veneto
Libreria Mondadori
83
82
123
114
105
Musei Civici Veneziani
84
82
Fondazione La Biennale
di Venezia
Iuav
Fondazione Teatro La
Fenice
83
Fondazione la Biennale di
Venezia
Musei Civici Veneziani
La Biennale di Venezia
Ateneo Veneto
Area Produzioni Culturali e
spettacolo
Comune di Venezia Attività
Assessorati
Libreria Mondadori
78
43
Fondazione Giorgio Cini
Associazione Culturale Vortice
67
58
Musei Civici Veneziani
Università Cà Foscari di
Venezia
71
67
ACIT Associazione Italo
Tedesca
35
CZ 95 Centro Zitelle Culturale
Multimediale
55
Fondazione Teatro la
Fenice
62
73
96
78
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo , La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Quinto rapporto, novembre 2008, p. 46.
229
Tabella 4. Graduatoria dei primi dieci luoghi degli eventi 20052007
2005
Centro Culturale
Candiani
162
2006
Centro Culturale
Candiani
300
2007
Centro Culturale
Candiani
346
Libreria Mondadori
Ateneo Veneto
Videoteca Pasinetti
Teatro La Fenice
Teatro del Parco
Auditorium Santa
Margherita
Teatro Toniolo
100
93
51
48
45
42
Videoteca Pasinetti
Libreria Mondadori
Ateneo Veneto
Teatro Toniolo
Centro Espositivo Le Zitelle
Fondazione Giorgio Cini
97
93
88
66
62
59
Videoteca Pasinetti
Ateneo Veneto
Libreria Mondadori
Teatro La Fenice
Teatro Toniolo
Teatro del Parco
104
103
78
68
56
54
41
Teatro del Parco
58
46
Teatro Fondamenta Nuove
Fondazione Giorgio Cini
39
38
Teatro La Fenice
Teatro Malibran
42
32
Fondazione Querini
Stampalia
Teatro Fondamenta Nuove
Fondazione Giorgio Cini
44
40
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo , La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Quinto rapporto, novembre 2008, p.46.
Tabella 5. Graduatoria dei primi dieci organizzatori di eventi
2010- 2012
2010
Centro Culturale
Candiani
290
Circuito Cinema
2011
254
Area Produzioni Culturali
e Spettacoli
387
Circuito Cinema
235
Centro Culturale
Candiani
228
Centro Culturale
Candiani
268
Università Cà Foscari
166
177
Circuito Cinema
232
Area Produzioni Culturali e
Spettacoli
Università IUAV
Ateneo Veneto
155
Area Produzioni Culturali
e Spettacoli
Università Cà Foscari
172
Università Cà Foscari
2111
126
121
Ateneo Veneto
Libreria Feltrinelli
146
109
Arteven- Circuito Teatrale
Regionale
Fondazione Musei Civici
Veneziani
Libreria Mondadori
93
95
Università IUAV
90
80
Ateneo Veneto
Comune di Venezia
Attività Assessorali
Fondazione La Biennale di
Venezia
Libreria Feltrinelli
91
86
78
Università IUAV
85
Regione Veneto- Attività
Culturali e Spettacolo
67
Fondazione Musei Civici
Veneziani
69
Fondazione Teatro La
Fenice
Comune di Venezia
Attività Assessorali
Fondazione La Biennale di
Venezia
115
114
2012
71
66
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M, Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p.50.
230
Tabella 6. Graduatoria dei primi dieci luoghi degli eventi 20102012
2010
Centro Culturale
Candiani
379
Videoteca Pasinetti- La Casa
del Cinema
Ateneo Veneto
Teatro La Fenice
Libreria Mondadori
Teatro Toniolo
Palazzo Albrizzi
147
Auditorium Santa
Margherita
Telecom Italia Future Centre
Università IUAV- Ex
Cotonificio
42
114
91
78
53
44
41
40
2011
Centro Culturale
Candiani
324
Videoteca Pasinetti- La Casa
del Cinema
Ateneo Veneto
Libreria Feltrinelli
Teatro La Fenice
Teatro Toniolo
Palazzo Albrizzi
166
Auditorium Santa
Margherita
Telecom Italia Future Centre
Biblioteca Civica di Mestre
2012
Centro Culturale
Candiani
286
192
49
Videoteca Pasinetti- La Casa
del Cinema
Ateneo Veneto
Libreria Feltrinelli
Teatro La Fenice
Teatro Toniolo
Auditorium Santa
Margherita
Palazzo Albrizzi
43
35
Teatro Goldoni
Palazzo Franchetti
41
33
127
94
68
56
51
158
110
86
60
46
41
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M, Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p.50.
Tabella 7. Graduatoria dei primi dieci organizzatori di eventi
2013
2013
Area Produzioni Culturali e Spettacoli
262
Centro Culturale Candiani
225
Università Cà Foscari
Circuito Cinema
Ateneo Veneto
Fondazione La Biennale di Venezia
Libreria Feltrinelli
Università IUAV
Fondazione Teatro La Fenice
Fondazione Musei Civici di Venezia
185
182
162
115
109
107
80
90
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre 2014, p.48.
231
Tabella 8. Graduatoria dei primi dieci luoghi degli eventi 2013
2013
Centro Culturale Candiani
244
Ateneo Veneto
Videoteca Pasinetti- La Casa del Cinema
Libreria Feltrinelli
Teatro La Fenice
Teatro Toniolo
Palazzo Cavagnis
Teatro Arnaldo Momo
Parco San Giuliano
Auditorium Santa Margherita- Università Cà Foscari
168
167
100
88
57
52
42
42
42
Fonte: dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre 2014, p.48.
Grafico 3. La produzione di eventi del Centro Culturale
Candiani dal 2006 al 2013
350
290
300
250
227
208
200
150
256
237
268
265
228
185
176
150
136
131
225
192
157
118
100
68
50
9
19
19
25
5
2006
2007
2008
2009
2010
36
0
2011
2012
2013
Il grafico rappresenta l’andamento del la produzione degli eventi del Centro Culturale Candiani
riportato nella tabella 2.2.3. (pp. X del testo). Tenendo presente il numero totale di eventi realizzati per
ogni anno dal 2006 al 2013 (valore azzurro), sono distinte le iniziative organizzate singolarmente
(valore blu) e quelle organizzate in collaborazione con altri soggetti (valore giallo).
Fonte: rielaborazione dei dati contenuti in F. Sbetti, M. Bertoldo, La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Quarto rapporto, novembre 2007, p. 15; id., La produzione culturale
a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Quinto rapporto, novembre 2008, p. 23; id., La
produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Sesto rapporto, dicembre 2009,
p.17; id., La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Settimo rapporto,
dicembre 2010, p.15; id., La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i fruitori. Ottavo
rapporto, dicembre 2011, p.15; id., La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i produttori, i
fruitori. Nono rapporto, dicembre 2012, p.15; id., La produzione culturale a Venezia. Gli eventi, i
232
produttori, i fruitori. Decimo rapporto, dicembre 2013, p.17; id., La produzione culturale a Venezia.
Gli eventi, i produttori, i fruitori. Undicesimo rapporto, novembre 2014, p.15.
Tabella 9. Le Collaborazioni del Centro Culturale Candiani
Associazioni locali
A. Gi. Mus di Venezia- Associazione Giovanile Musicale
A.S. D. Union Boxe di Mestre
ACIF- Alliance Française di Venezia
AIED di Mestre
Archeoclub d'Italia- Sede di Venezia
Archivi Carlo Montanaro
Associazione “Una strada” (Premio Città di Venezia)
Associazione ACACI di Capoeira Angola
Associazione AIRIS ONLUS
Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Veneziani
Associazione Amici della Musica di Mestre
Associazione Amici della Musica di Venezia
Associazione Amici delle Arti di Mestre e della Terraferma
Associazione Amici di Wagner- Venezia
Associazione casadelluomo (Corso Filosofia)
Associazione Clio '92
Associazione Culturale “Ensemble F. Italiano”
Associazione Culturale “Terra Antica”
Associazione Culturale “Armando Pizzinato”
Associazione Culturale “RistorArti”
Associazione Culturale “Tra mar e laguna”
Associazione Culturale Amaranteghe
Associazione Culturale Balamòs
Associazione Culturale CivicoCinque
Associazione Culturale ComunicArte/ Soliti Sospetti- Manzo
Associazione Culturale Corpi Scenici/ Ventimiglia
Associazione Culturale Galleria Contemporaneo
Associazione Culturale Kairòs
Associazione Culturale La Torre di Mestre (La Torre e le Lagune)
Associazione Culturale Metropolis
Associazione Culturale Messico Qui
Associazione Culturale Nemus
Associazione Culturale Questa Nave
233
Associazione Culturale Settimo Binario
Associazione Culturale Shylock- Centro Universitario Teatrale di Venezia
Associazione Culturale Studio Insieme
Associazione Culturale Ucraina Più
Associazione Culturale Vera da Pozzo
Associazione Culturale Voci di Carta
Associazione degli Amici dello Spettacolo di Venezia e Mestre
Associazione di Volontariato “Spazio Mestre Solidale”
Associazione Dojo Zen Mestre “Mushotoku”
Associazione Esodo
Associazione Il Piccolo Principe
Associazione Il Teatro alla Moda
Associazione Italia- Cuba di Venezia
Associazione Italia- Vietnam- Comitato Regionale Veneto
Associazione Italo- Russa di Venezia
Associazione Josephine Cre(A)zioni
Associazione L'uovo di Paperoga
Associazione Le Vicine di Casa
Associazione Lila
Associazione Medici Psicoterapeutici di Venezia
Associazione Metabolè
Associazione Mozart Italia
Associazione Murata Giovani
Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia- Comitato Provinciale di Venezia
Associazione Parkinsoniani Associati Mestre Venezia e Provincia onlus
Associazione per la memoria e la storia delle donne in Veneto
Associazione Progetto Nascere Meglio
Associazione Rafiki- Pediatri per l'Africa
Associazione Rom Kalderash
Associazione StoriAmestre
Associazione Veneta Amici della Musica
Associazione Vicine di casa
Associazione Yovo
AVAMN Associazione Veneta Amici della Musica
C.A.I. di Mestre
C_art- Arte in Campo
Casa della cultura iraniana
Casa delle Parole
234
Cenacolo Poesia di Mestre
Centro Don Milani (Intrasonus)
Centro Studi Storici di Mestre
Cinecircolo “Luchino Visconti”
Cinit- Cineforum Italiano
Circolo Astrofili di Mestre “G. Ruggeri”
Circolo Culturale Caligola
Circolo Culturale Walter Tobagi
Circolo Culturale Luigi Tecno di Venezia
Compagnia delle Acque/ Beppa Casarin
Compagnia Giovanile di Teatro Amatoriale “VoriaMaNoPosso”
Compagnia Teatrale Stabile Studio Insieme- Paola Bruna
Cooperativa El Fontego
Cooperativa sociale Con-tatto
CTR Centro di Ricerca Teatrale
El leon in Moleca
Euterpe Venezia
FAI
Fondazione di Partecipazione Casa dell' Ospitalità
Fuoriposto
Gran Teatrino La Fede delle Femmine
Il Signor Nielsen
In canto a San Marco
IVESER Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea
La Gondola Circolo Fotografico Venezia
Libera Associazione di Idee
Lions Club di Mestre Castelvecchio
Lions Club Mestre Host
Music Lab
Progetto12 Associazione Culturale- Mestropolitan / Nicola Giusto
rEsistenze
Rete Scolastica provinciale insegnanti di Storia- Venezia
Rivista Orale
Scuola Lacaniana di Psicoanalisi sede di Venezia
Servitium
SFI SocietàFilosofica Italiana- Venezia
Società italiana delle Storiche
SOS Handicap Bambini Invisibili onlus
235
SuperGulp!
UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti- circolo di Venezia
Università del Tempo Libero di Mestre
Università della Terza Età di Mestre
Università Popolare di Mestre
Venezia Comix
La Fabbrica della cultura
Associazione Culturale Djembè
Associazione Culturale Teatrale Questa Nave
Associazione Esodo
Associazione Mozart Italia
Associazione StoriAmestre
Centro Studi Storici di Mestre
Centro Teatrale di Ricerca
Cinit- Cineforum Italiano
El Fontego
Fuoriposto
Il Suono Improvviso
IVESER Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea
Mandragola Forniture Culturali
Ordine dei Giornalisti del Veneto
Slow Food Veneto- Condotta di Mestre
Società Dante Alighieri di Venezia
Teatrino Groggia
Teatro a l'Avogaria
Teatro Fondamenta Nuove
Mostre
Archivio Graziano Arici
Associazione ComunicArte
Associazione Culturale Casin degli Spiriti
Associazione Culturale La Tangenziale
Associazione Culturale Matite in Viaggio
Associazione di poesia Settima Stanza
Associazione Fotografica Fatue
Associazione fotografica fotosintesi
Circolo Fotografico La Gondola
Compagnia Teatrale Farmacia Zoo: E'
Cura- Sui- Human- Artistic Movement
236
Delegazione Culturale dell' Ambasciata di Francia e Venezia
Laboratorio
Associazione Segnoperenne
Fondazioni e altri enti locali
ANPI provinciale
ANPI regionale
Antenna Europe Direct VE.net.O
Archivi delle Sostenibilità Università Cà Foscari Venezia
Arteven
ASAC archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia
Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace
Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Venezia
Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Venezia- Itinerari Educativi
Assessorato alle Politiche Sociali e ai Beni del Comune di Venezia
Assessorato allo Sport del Comune di Venezia
Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Auser di Venezia
Boscarato Ristorazione
C.G.I.L.
Casinò di Venezia (Intrasonus)
Centro di Giustizia Minorile di Venezia
Centro Donna- Servizio Cittadinanza delle Donne e Culture delle Differenze
Centro Interuniversitario di Studi Ungheresi e sull'Europa Centro- Orientale (CISUECO)
Circuito Off- Venice International Short Film Festival
Codess Cultura
CONI Provinciale di Venezia
Consolato Gen. On. di Ungheria
Controcampo produzioni
Coordinamento Cinema e Scuola
Dir. Politiche Sociali, Partecipative, e dell'Accoglienza. Servizio Immigrati e Prom. Dei Diritti di
Cittadinanza
Etam- Animazione di Comunità e Territorio
Fondazione Cà Foscari
Fondazione di Venezia
Fondazione Gianni Pellicani
Fondazione Giorgio Cini
Fondazione Luigi Nono onlus
Fondazione Qurini Stampalia
237
Fondazione Valentino Vecchi
FramEnsemble
Françoise Pinault Foundation
IMG Cinemas
Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia
Laboratorio Mestre Novecento
Liberia Mondadori
Licei Stefanini
Liceo Benedetti
Liceo Ginnasio Franchetti
Liceo Marco Polo
Liceo Scientifico G. Bruno
Liceo Scientifico Ugo Morin
Macaco Records
Mestiere Cinema
Municipalità di Marghera
Municipalità di Mestre- Carpenedo
Novotel Venezia Mestre Castellana
Nucleo Nausicaa
Opere Riunite Buon Pastore
Ordine Giornalisti del Veneto
Osservatorio LGBT del Comune di Venezia
Osteria La Vida Nova
Palazzo Grassi
Pasticceria- Cioccolateria Pettenò
PPTV (Produttori Professionali Teatrali Veneti)
Provincia di Venezia
Radio Base Popolare Network
Servizio Pronto Intervento Sociale per i non Residenti
Società Veneziana di Scienze Naturali
SPI-CGIL Veneto- Progetto memoria
Studio LT2 Edizioni
Teatro Cà Foscari
Tocna Danza
Università Cà Foscari Venezia- Biblioteca Area Scientifica
Università Cà Foscari Venezia- Dip. di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici
Università Cà Foscari Venezia- Dip. Studi Europei e Postcoloniali
Università Cà Foscari Venezia- Master in Diffusione della Cultura Scientifica
238
Università IUAV di Venezia- Facoltà di Design e Arti
VEGA Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia
Veneto Film Festival
Venezia Eventi Globali
Venezia Spettacoli
Venice Film Commission
La fabbrica della cultura
Archivio Luigi Nono
Amnesty International- Sezione Italiana- Gruppo Italia 263_ Venezia
Ateneo Veneto di Lettere, Scienze ed Arti
Centro Culturale p.m. Kolbe
Centro di Documentazione Storico- etnografica del Veneto Orientale
Centro Donna
Centro Internazionale Città d'Acqua
Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena
Collezione Peggy Guggenheim
Coordinamento cittadino per il giorno della memoria
Edizioni Cavallino
Ex novo Ensemble
Fondazione alliance Française di Venezia
Fondazione Gianni Pellicani
Fondazione Querini Stampalia
Fondazione Ugo e Olga Levi
Il libro con gli stivali
Istituto Confucio di Venezia
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
La Gru Casa Editrice
Libreria Editrice Filippi
Libreria Ulisse & Co.
Museo di Storia Naturale di Venezia
Museo Ebraico di Venezia
Palazzo Grassi
Supernova edizioni
WWF Veneto
Mostre
ARPAV
Assessorato alle Attività Produttive
Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Venezia
239
Biblioteca Civica di Mestre
Biennale di Venezia
Bugno Art Gallery
Cassa di Risparmio di Venezia
Centro Donna
Civita Tre Venezia
COSES di Venezia
Etam- Animazione di Comunità e Territorio del Comune di Venezia
Fondazione di Venezia
Fondazione Duomo di Mestre
Fondazione Gianni Pellicani
Fondazione Musei Civici Veneziani
INAL Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro
Laboratorio Mestre Novecento
Marco Polo System
Municipalità di Mestre- Carpenedo
Pasticceria- Cioccolateria Pettenò
Patriarcato di Venezia
Università Cà Foscari di Venezia- Dip. di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici
“G.Mazzariol”
Università Cà Foscari di Venezia
Università IUAV di Venezia- Facoltà di Design e Arti
Scuola di S. Maria dei Battuti di Mestre
Associazioni esterne
A.P.C.L.A.I. (Associazione per la promozione della Cultura Latino Americana di Trieste)
ACAB Associazione Culturale Antonello Branca
Accademia della Follia
Amnesty International Sezione Italiana
ANS- XXI Onlus
Associazione <AT> Assurdo Teatro
Associazione AMUKAN- Roma
Associazione ARS ET LABOR
Associazione Culturale “Maria Sorgato”
Associazione Culturale Art Poétique
Associazione Culturale Cambieresti
Associazione Culturale CasaLorca di Vicenza
Associazione Culturale CREATURE CREATIVE
Associazione Culturale Eidos
240
Associazione Culturale Euphonia
Associazione Culturale Fûrclap
Associazione Culturale Keptorchestra
Associazione Culturale MACS
Associazione Culturale rossoprofili.it
Associazione Culturale T.I.R. TeatroInRivolta
Associazione ILARIA ALPI
Associazione Lucrezia Marinelli
Associazione Musici Mojanesi
Associazione Musicoteatro
Associazione Paesaggio Veneti SOS
Associazione Teatrale I sognattori
Associazione Teatro MacOndO
Casa di Cultura Goffredo Parise
Casa sul Piave G. Parise di Salgareda
Centro Artistico Musicale Padovano
Centro di Documentazione G. Pavanello di Meolo
Circolo 1554
CRT Artificio Milano
CUC Centro Universitario Cinematografico di Padova
INNOVANATTIVI by Frogmarketing
Italia Nostra Onlus
Kantiere Misto
Krisis Associazione Culturale
La Corte dei Miracoli
La Baracca- Testoni ragazzi
Molino Rosenkraz
Movimento di Cooperazione Educativa
Museo di Precinema- Collezione Minici Zotti
Phronesis- Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica
Sciopero Globale delle Donne- Londra e la rete di Uomini PayDay- Londra
Sea Shepherd Conservation Society
Tam Teatromusica
Teatro Stabile di Innovazione
Teatro del lemming
TerzoCinema
La fabbrica della cultura
Associazione Fratelli dell'Uomo
241
Museo Archeologico di Altino
Mostre
AESVI Associazione Editori Software Videoludico Italiana
Associazione Culturale Cineforum Scorzè
Associazione per le Malattie da Intossicazione cronica e/o ambientale (A.M.I.C.A.)
E-Ludo
Musea Game Art- Gallery
Fondazioni e altri enti esterni
Air Dolomiti (Lufthansa)
Ambasciata di Cuba in Italia
Angolo dell’Avventura a Venezia
Archivio D’Annunzio
Atlantyca Entertainment
Ausilio per la Cultura
Babelia & C.
Brancaleone- Roma
Centro Pace di Mirano
CineAgenzia
Cinecittà Istituto Luce
Cinema & Video Indipendente Padova
Cinema Zero
Cineteca di Bologna
Cineteca Italiana
Cineteca Nazionale
Compagnia Aire Flamenco
Compagnia Flamenco Lunares
Compagnia G.B. Studio
Compagnia Naturalis Labor
Compagnia Onda R
Compagnia Teatrale Dionisi
Compagnia Teatrale La Pulce
Compagnia TPO
Comune di Genova
Comune di Ponte di Piave
Conservatorio di Musica “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto
Coop Adriatica
Dinamo Italia
Drammatico Vegetale- Ravenna Teatro
242
Echidna Cultura
Eskimosa
Espera…Espera Bioproduzioni- Cuba
Fandango
Federazione Pugilistica Italiana
Feltrinelli Real Cinema
Festival del Cinema Africano di Verona
Festival del Cinema Latino Americano di Trieste
Festival Internacional del Cine Pobre de Gibara
Festivaletteratura del Carbone- Mantova
Fondazione PAPA GIOVANNI XXIII Centro Studi
Gershwin Spettacoli
Giart- Visioni d’Arte
Goethe Institut Torino
History Channel
IRRE Veneto
Istituto Italo- Latino Americano (IILA)
Joy & Joy
L’Europeo
La Piccionaia
Laberna Net Label
Librerie Coop
Milano Film Festival
Ministero per i Beni e le Attività Culturali- Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto
Miranoteatro
Officina della Comunicazione
Oz Film
Pathosformel
Pax Christi
Playtime Films
Ponderosa Music & Art
Pontificium Consilium de Communicationibus Socialibus
Pontificium Consilium de Cultura
Premio Chatwin
Protea Production
Rai Trade
Raisat
Regione Veneto
243
Renin
Rototom Sunsplash
Sandalia Festival- La Havana
Scuola di Musica “Thelonius Monk”
Sintesi Comunicazione
SKY Cinema
Studio DG Consulenza
Studio mano libera
Telechiara
Trenitalia
Trust Nel Nome della Donna
Tuna Studio
UltimeUtopie
Unicef- Comitato Regionale Veneto
Zerodieci Eventi
Zeroincondotta/teatro
Zetagroup
La fabbrica della cultura
Centro Nazionale di Fotografia di Padova
Cineteca del Friuli
Cineteca di Bologna
Gruppo Alcuni
Museo del Precinema- Collezione Minici Zotti
MVF Mediterraneo Video Festival Session
Vicenza Film Festival Cortometraggi
Mostre
Accademia degli Studi accademici Aldo Moro
Admira
Ambasciata d’Australia
Ambasciata degli Stati Uniti d’America
Ambasciata del Canada
Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia
Arte & Desafìo
Banca Popolare di Marostica
Biofuels Italia spa
Centro Sperimentale di Cinematografia
Cereale Docks spa
244
Bibliografia
A beautiful day. Interno 3, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Grafiche
Veneziane, Venezia 2008.
Alban Hajdinaj, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Grafiche Antiga
Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009.
Antonio Scarponi, R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto (Tv)
2007.
Attila Csörgo ̋, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario De Bastiani
Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2007.
Brigitte Kowanz, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario De Bastiani
Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2007.
Esther Stocker, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario De Bastiani
Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2006.
Faccia a faccia, catalogo della mostra a cura di A. Pertoldeo, M. Andreani, L. Siotto, (Mestre, Centro Culturale
Candiani), Grafiche Antiga SPA, Crocetta del Montello (Tv) 2010.
Gemme, architetture, riflessi. Serse, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria
Contemporaneo), Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2010.
Igor Eskinja, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Grafiche Antiga Spa,
Crocetta del Montello (Tv) 2009.
Il Dono, catalogo della mostra a cura di G. Maraniello, S. Risaliti, A. Somaini (Mestre, Centro Culturale Candiani
e Siena, Palazzo delle Papesse Centro d'arte Contemporanea), Charta editore, Milano 2001.
Il Gesto Indicatore, catalogo della mostra a cura di M. Zanta, (Mestre, Centro Culturale Candiani), Grafiche
Antiga SPA, Crocetta del Montello (Tv) 2009.
Jackson Pollock a Venezia, catalogo della mostra a cura di G. Romanelli, D. Ferretti, V. Sanfo (Venezia, Museo
Correr; Mestre, Centro Culturale Candiani), Skira editore, Milano 2002.
La seconda origine. Italo Zuffi, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo),
Grafiche Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009.
M9 Transforming the city, catalogo della mostra a cura di C. De Michelis, G.Guerzoni, L.Hutton e M.Sauerbruch,
P. Lucchetta, J. Tietz (Venezia, Fondazione di Venezia), Marsilio editore, Venezia 2014.
Margherita Morgantin, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Grafiche
Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2009.
Marotta&Russo, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario De Bastiani
Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2006.
Mestre, Centro Culturale Candiani. Inaugurazione delle attività venerdì 8 giugno 2001, ore 17.30, comunicato
stampa, Comune di Venezia Beni e attività culturali Cultura e spettacolo, Venezia, giugno 2001.
Mestre. Gabriele Basilico, catalogo della mostra a cura di R. Caldura (Mestre, Galleria Contemporaneo), Dario
De Bastiani Editore, Vittorio Veneto (Tv) 2007.
My favourite things, catalogo della mostra a cura di Sottobosco (Mestre, Galleria Contemporaneo), Grafiche
Antiga Spa, Crocetta del Montello (Tv) 2010.
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