"&aoj>fv<\ \'^^\ HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY j\A>viSav>L£uQ_ \2. W^ Ili' iiiim iiiitiiiiiiiiiimi Dicembre 1902. \ «^ v iiiiniiiniim lor iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiimiiiiiiìT Fascicolo X^IAIT LXXV. BOLLETTINO DELLE SEDUTE DELLA ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE memorie e sunto delle ( in esse presentate. NUOVA SERIE ) CATANIA TIPOGRAFIA DI C. SALATOLA 1903. niiiniiimiiiiniimiiiiiimmiiiiiiimiiiiniiii 'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimimimiiiiiiim INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici Verbale dell' adunanza del 16 Dicembre 1902 pag. 1 Note presentate — Prof. A. Ricco Eilevamento topografico della lava — > ..........'» Intorno alla opportunità di pine sulP Etna — tuberanze eruzione Etnea . Prof. F. Cavarci A. Mascari dell" .' del IH92 tentare delle ...........; Sull' indipendenza dei due fenomeni Elenco delle pubblicazioni pervenute in cambio e in solari : stampa nel 19 dono, presentate nella ............ pubblicate 8 facule e ])ro- seduta del 16 dicembre 1902 Elenco delle memorie 5 culture al- volume XVI degli Atti » L'4 :^ 29 in corso di Y \ir» Dicembre 1902. Fascicolo LXXV. AGCADEIIA GIOENIA DI Seduta del 16 Dicembre i902. Presidente — Segretario — Sono presenti i socii Prof. A. Viene letto e GRIMALDI Ricco, (Jlementi Di Mattei, Lauricella, Feletti, Ricco Prof. G. P. approvato , Ronsisvalle Pieri, Staderini, il , Basile, Cavara, Grimaldi. processo verbale della seduta pre- cedente. Il 80*^ Presidente nelP inaugurazione del nuovo anno accademico, dalla fondazione dell'Accademia Gioenia, pronuncia discorso « il seguente : Confermato dalla benevolenza dei chiarissimi Colleghi, per questo importante ufficio, ho l'onore di inaugurare la terza volta in 1' anno 80" accademico dere i dell' momento In questo in Accademia. cui siamo lieti di rivederci per ripren- nostri lavori, sentiamo perdita che Berretta , 1' dovere il Accademia ha subita prof, di Patologia Generale di ricordare la dolorosa morte del D.r Paolo colla Jiella R. Università di Catania, Cav. Ufficiale della Corona d'Italia, uno dei più antichi socii dell' Accademia Amministrazione. e Egli membro quasi contribuì ai perpetuo del Consiglio di lavori dell' Accademia con varie memorie, fra le quali è degna di singolare menzione quella sull' Estro bovino. n dall' chiarissimo socio prof. Capparelli ha cortesemente accettato Accademia il mesto e doveroso ufficio di scriverne la necro- logia per nostro Bollettino, ed egli lo farà colla dovuta compe- il tenza, che io non potrei avere che mi il , esime dal dire altro sui meriti del caro collega estinto. Ancora un' dei l' Salvatore Cav. il : mancato testò è ai vivi. Egli Gioeni, discendente del- benemerito fondatore di questo sodalizio, aveva diritto illustre e alla altra nota triste Duchi d'Angiò, maggior considerazione dovere di onorarne timento ed la ])arte nostra, e <la memoria. Convinti l'Accademia è di interpretare in sen- il desiderio dei colleghi, abbiamo inviato una lettera il di condoglianza alla vedova Donna Domenica Paterno , Mar- dei chesi Del Toscano, che ha risposto esprimendo nobili sensi di gratitudine. Passando ad argomenti l'acquisto pregevole dei di Scienze Naturali, diano Cavara i di conforto e soddisfazione, ricorderò due nuovi soci effettivi Direttore del R. Orto Botanico ed , Russo, Dirett. della Sezione professori della nostra Università D.r Fri- dell' Istituto D.r Achille il zoologico universitario, dal cui valore ripromette scientifico molto si acquistato, come socio corrispondente, xVccademia. 1' La quale ha anche illustre prof. l' che governò l'Ateneo di Napoli con tanta attività Luigi Pinto, giustizia , e successo. Nei rilevante fasti dell' Accademia ebbe che essa è da rammentarsi anche la parte nella celebrazione della festa giubilare come dello insigne socio, prof. Tomaselli, al quale fu presentato nostro ricordo una bella pergamena. Passando a parlare della attività rosità dei socii e per l'impegno e rissimo Segretario, il dell' Accademia, sono mantenuta viva e notevole per di affermare che essa si è 1' 1' lieto ope- abuegazione del nostro chia- quale tanto tempo e tanta cura ha dedicato all'Accademia. Prova di di fatto della vitalità 420 pagine illustrato. demia^ il , Esso è il Xy° dell'Accademia è il stampato dal Galàtola forbitamente della , bel volume riccamente quarta serie degli Atti dell'Acca- 75° di tutta la collezione. Contiene 15 memorie poderose, e le altre : non molte , sono di minor mole, ma tre fra di esse sono ma pur tutte importanti. 3 Ve ne sono due di matematica dei Pieri, 3 di Fisica dei proff. di 2 Zoologia dei Eusso proff. scienze affini dei D.ri Franco Meteorologia dei D.ri dovuta alla , una Pennacchietti e di penna del valente U. Drago e 3 di Geologia , Ragusa, Arcidiacono Vendola tologica del D.r Ciitore, prott". Boogio-Lera, E. Drago e D.r Eredia, e Piccò, l di , Embriologia tera- Micologia del D.r Scalia scrittore e Piccò; 2 di ; in fine, prof. F. Papisardi, vi è una l)ella biografia del compianto nostro Presidente, di quell'uomo gran mente e di gran cuore, che fu il prof. Zurria. E a ciò che di lui come patriota ha detto così bene 1' ing. di Papisardi, mi piace qui aggiungere un particolare interessante e poco noto, ed è che il Zurria declinò l'onore d'avere dal Borbone la direzione della Specola di Palermo perchè era stata tolta al Nicolò Cacciatore nel 1850 per motivi politici. Anche il Bullettino contiene parecchie note interessanti, illu, strate, ed una affettuosa necrologia del prof. Ardini, scritta dalr esimio collega prof. Rousis valle. La ci larga e ponderata distribuzione delle nostre pubblicazioni procura agli ognora numerosi ed importanti scambii, che insieme abbondanti e pregevoli doni, arricchiscono sempre più la no- stra fiorente biblioteca è da citarsi il ; fra questi doni per singolare magnifico voi. XII delle importanza Opere di Galileo, pubbli- cate per cura del Ministero della P. Istruzione. Per la buona tenuta e buon andamento della Biblioteca va data lode al bibliotecario Prof. Lauricella e al contabile Rag. Ardizzone, che se ne sono occupati con molto amore, reudendo la nostra preziosa collezione di libri molto utile a professori e studenti. Il Gabinetto di lettura e dei tempi, una in volta, una più non ha più, per le mutate condizioni del locale di convegno, l'attrattiva di come luogo ed ha vissuto finora di vita stentata: sarà trasformato utile, anzi necessaria, sala di lettura. Infine posso dichiarare che le coudizioni stro sodalizio, quantunque non assicurarne la vita buto del Comune : e ciò devesi, oltreché e della Provincia, alla parsimonia con cui il Consiglio finanziarie molto floride d' , al sono però generoso del notali da contri- intelligente e prudente Amministrazione governa le — — 4 con cui sono conser- nostre modeste risorse, ed alla gelosa cura vate dal nostro venerando tesoriere, prof. Cafici. » Si passa (juindi allo svolgiiiieiito reca le seguenti comunicazioni Eiccò A. Prof. — dell' ordine del giorno che : Altimetria , spessore e volume delle lave delV eruzione del 1892, Prof. A. Ricco e Ing. Akcidiacono. S. — Eruzione del 1892. III. Visite air app((rafo eruttivo ed <d eratere eentrale Parte Veruzione e dopo Prof. E. /' duraute eruzione. Di Mattei. — La malaria in Catania. Note epide- miologiche. — Prof. G. PENNA(!criiETT[. alle cibili t^iopra problemi di meeeanica ridu- quadrature. Prof. r. (J AVARA. — Intorno alla opportunità di tentare delle culture alpine sulV Etna. Prof. F. trato al Oavara Piano del Prof. Ing. A. solari : Faeule — liiccoa aetneusis Cav. nuovo micete riscon- Lago (Etna). — Mascari Protuberanze e SuW indipendenza ( presentata dal dei due fenomeni Presidente Prof. Kiccò). Prof. E. — Boggio-Lera una nuova forma della fun- Sop/ra zione potenziale di superficie. Dott. E. — Di Mattei. L^ acido cacodilico (presentata dal Socio Prof. Curci). Dott. G. gV ^[arletta — Il secondo integrali multipli (i)resentata dal Grimaldi Prof. G. P. — teorema della media per socio Prof. G. Lauricella). SulV inondazione di Modica del 26 settembre 1902. In fine della seduta tarda, si zione intitolata « Su due socio Prof. all' M. Ronsisvalle^ stante l'ora Accademia una sua comunica- : casi di tifoide nel cui corso la febbre assunse per qualche periodo In seguito il ad annunziare limita il si tipo intermittente » ]S"ota Clinica. toglie la seduta. NOTE Prof. A. Ricco — RILE\ ARMENTO TOPOGRAFICO DELLA LAVA DELL' ERUZIONE ETNEA DEL 1892. Nou aveudo potuto ottenere dal Governo che fosse fatto un regolare rilevamento topogratìco dell' eruzione del 1892, in causa della forte spesa die sarebbe stata necessaria, ho cercato di farlo come meglio ho potuto Per la plauin)etria fatto dal R. Corpo coi nostri mezzi limitati. ho preso come base Genio Civile del il rilevamento speditivo di Catania, prima che zione fosse finita, e mi sono studiato di completarlo di distanza e di azimut. Quanto l'eru- con misure alla altimetria, che di ditterenze d' altezza, roide di Naudin, fornito P ho ottenuta con misure barometriservendomi di un grande e buon ane- all' Osservatorio dall' Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica. Fortunatamente suU' Etua tezza, quali lierale le si hanno molti i)unti di nota alcime dei numerosi coni avventizii, che in ge- mi hanno dato punti <r altezza, il sono di riferimento vicini e con differenze rispetto alle lave, poco grandi, il che rende più esatto rilevamento barometrico. Neil' aneroi<le Naudin , non potendosi avere che i decimi di millimetro, la differenza di altezza nou può essere data che entro 1 a 2 m.; ma considerando la grande irregolarità della superficie della lava tale approssimazione può ritenersi sufficiente certapoi è superiore a quella della stima ad occhio, che è assai difficile e malsicura, specialmente perchè per lo , ; mente piii la superficie del La maggior parte mi, sono stati fatti da minazione non vede si suolo su cui posa lo strato di lava. di questi rilevamenti, e specialmente me personalmente, però siccome i pri- la deter- barometrica delle differenze di altezza richiede che si Cìccia la lettura della pressione e della temperatura dell' aria sui , — punti stessi che rilevano si scabrosa da percorrere) quali i , — 6 della lava caso nel sono spesso (così accessibili difficilmente , in alcuni casi ho dovuto farmi aiutare dal Custode dell'Osservatorio Etneo A. Galvagno, anni è abituato avevo inoltre io quale mi aveva sempre assistito, da molti il fare e le osservazioni meteoriche molte letture fatto fare dell' , ed al quale aneroide per eser- cizio. Ho ottenuto così Sottraendo da esse punti sottoposti, verticalmente dedotti dalla Carta dell' Istituto seo- corrispondenti nel terreno , grafìco 25000) militare (scala 1 : 150 punti sulla lava. di circa le altitudini le altitudini dei ho ottenuto , gli spessori della lava nei detti punti. Considerando le risultanti altitudini a spessori della lava in discorso, si arriva alle seguenti conclusioni. La lava tende ad eguagliare le irregolarità della superficie del suolo, e quindi la sua superficie superiore tende a disporsi in piano uniformemente inclinato, generalmente più del terreno. Questa azione livellatrice delle lave si riconosce anche ad occhio nel percorrerle. Dove mato la ha incontrato coni lava ostacolo, la pendenza è minore avventizii, che hanno for- di quella del suolo, talora è nulla e qualche volta anche in senso contrario, per una specie di rigurgito della lava contro gli ostacoli. Tale disposizione ed andamento è da aspettarsi nella lava che uscendo dai crateri eruttivi trovasi in istato di parziale flui- ed avendo rilevante peso specifico, (circa tre volte maggiore dità, di quello gravità , dell' acqua) malgrado , mente aumenta, quanto genti, si è obbligata sia dotata di ad obbedire notevole piii la lava, all' tenacità , azione della che natural- allontanandosi dalle sue sor- raffredda. L' accumularsi ed anche il corrugarsi della lava contro gli ostacoli in solchi ed argini alternati, dell'altezza perfino di specialmente dovuto alla detta tenacità ed mento al ()"\ è maggiore raffredda- superficiale. I maggiori spessori di lava sono vicini all'apparato eruttivo, nelle depressioni del suolo e contro i grandi coni avventizii. Ai tri limiti inferiori delle sue diramazioni la lava ba pochi me- di spessore. Sui limiti laterali, invece, fino a spessore è di parecchi metri, lo 10 e 20. Tutto ciò pure si spiega collo stato semifluido della lava incandescente e col rilevante suo peso. I maggiori spessori constatati sono : Al piede Ad Ad settentrionale del 2'^ cono, eruttivo, il i)iìi alto: 82 m. ovest ed a sud del cono più meridionale: 47 m. Est di Sopra Casa A SW Gemmellaro, M.'"^ dagalotti dei Cervi : al piede del ripido pendio dei 85 m. dei Cervi, sepolta di Serra : 57 m. Pizzuta Calvarina , per gi-ande estensione : 80. m. Le lave si sono accumulate dietro a 18"^ dalla cima. Contro e dietro il M.'*^ nord) di M."^ Nero, fino lato ovest di Serra Pizzuta Calvarina, lino a circa 10 m. sotto la cima Dietro (a Gemmellaro men alta fino a ad ovest. 35 m. dalla cima. Dietro M.'' Pinitello sup. fino a pochi metri dalle cime settentrionali. Dietro Ad M.^*^ Grosso fino a 16 m. dalla cima ]nn alta. Est di M.^« Concilio, fra questo e M.^^ Conciliello, 23 m. sotto la cima fin a di M.'^ Concilio. Dietro M.^" Albano la lava è arrivata fino a pochi metri dalle cime, ed inoltre è penetrata del monte. In generale la parte opposto fra queste nella cavità meridionale, o meglio al corso delle lave, nei coni avventizii è il principale versante non più libero dalle lave. Siccome pendio generale dell'Etna su cui ebbe luogo l'eda nord a sud, 1' altezza dei coni avventizii sul suolo circostante è minore a nord che a sud ciò pure (oltre al rigurgito) ha contribuito a rendere le lave più alte a nord che a sud dei detti coni. il ruzione scende ; Nel ramo più meridionale della lava che da S. Leo si è spinto fin verso M/*^ Segreta, per circa 2 km., e che non ha incontrato ostacolo di alcun cono avventizio, la lava ha spessori generalmente 20 m. inferiori a Sotto M."" Gemmellaro questo monte fra , , Pinitello e M.'"^ M/*^ Albano, ed a sud di questi crateri tino a M/'' Camercia, la lava del 1892 sovrapposta a quella del 1SS6 è si a sud la piìi ; lava del 1892 ha costeggiato ad ovest la medesima lava del 1886. La lava del 1892 ha coperto come M.'*^ Conciliello, quasi totalmente avventizii, tello ; M.''' ha coperto completamente solo banelli (detta una decina Ili anche M.''^ Piatto) , i piccoli coni Ardicazzello e la cui altezza era Pini- IM."" la piccola altura degli non ^1/- più di di metri. altra comunicazione darà si volume il di questa lava del 1892. Prof. P. Oavara — INTORNO ALLA OPPORTUNITÀ TENTARE DELLE COLTURE ALPINE SULL' ETNA. Or Etneo dacché è trascorso un anno, circa, sidente dimostravami si tentasse specie alpina il Illustre nostro Pre- desiderio che nei pressi deìV Osservatorio in via di , — Ero 1' DI esperimento arrivato da poche , la coltura di qualche settimane in Sicilia e non potevo avere uu' idea concreta delle condizioni fisiche dominanti uelP eccelsa cima lenti naturalisti gratissimo per me al piìi , di quella avessero potuto che la lettura di scritti di va- infondermi. Ma io fui ch.mo Prof. Ricco della spontanea proposta, aveva, oltre all' davvero la quale interesse scienrifico, le più seducenti at- trattive. Io accarezzai breve tale comunicazione a Palermo Congresso proposta e ne feci in seno , nel alla Maggio scorso plauso dei convenuti e specialmente Prof. Borzi conizzava il , il quale complemento , ed dell' Illustre ebbe a dire che di esemplari si osserva a anzi oggetto di Società botanica 1' idea era essa una riunitasi in riscosse mio amico , il il geniale e pre- della Flora tropicale che con splendore Palermo e a Catania. — Ma — a tradurla in atto occorreva oltre che uno studio sugli ele- Etna lueuti floristici dell' indispensabile me per programma il , condizioni che e sulle vegetazione, formulare un ove [) prendere esatta cognizione tentativo di installazione di colture il Era uecessario, una in presiedono alla preparatore, e lavori di si voleva sull' Etna. alpine mi recassi parola, che io , del luogo fare. Or bene, due escursioni io vi ho potuto fare nell'estate scorsa. La prima ebbe luogo nei giorni 14 e 15 Agosto, propostami dalla gentilezza del Professore Ricco, e che ebbe esito felicissimo. Fa- da un temi)o splendido voriti e verso le diciassette la facile ascensione al si era si che mere al eravamo ci Chiarissimo Osservatorio grande cratere, di ritorno alV Osservatorio si al fine partiva la mattina del 11 da Catania all' esauìiuavano prefissi. Collega i si ; fece spettacolo all' indomani inenarrabile, e condizioni del luogo le Colgo questa occasione per esprisensi della mia viva gratitudine per le influite cortesie usatemi in tale circostanza e per pre- le ziose notizie fornitemi. La seconda escursione fu fatta da me nei giorni Settembre nella gioviale compagnia degli studenti turali che frequentavano di 9, 10, 11 Scienze na- di mio Laboratorio. Ne fu organizzatore il prezioso l'Egregio Signor Alflo Caponnetto, proprietario di molte terre nella regione Etnea ed anche della nota « Casa del Bosco » che egli mise gentilmente a nostra disposizione, ed ove passammo la notte del 10, di ritorno dall' Etna visitato 1' immane , dopo avere di bel nuovo cratere. Le impressioni riportate dalle due escursioni da me fatte furono, non vi è bisogno di dirlo, moltissime e indimenticabili, relativamente costanze pili 1' assoluta al sommo all' d' oggetto precipuo di queste mie gite ogni altra mancanza vertice una cisterna di di dell' cosa mi colpirono , e cioè , due ma cir- da un lato acqua nella regione percorsa da Nicolosi Etna (solo acqua piovana); alla dall'altro sola Casa del Bosco evvi il carattere della scarsa vegetazione dell'alta regione etnea, e precisamente dai 2800 m. in su, ove la vita non ha più che una ad estinguersi completamente, già molto torio astronomico. floca manifestazione. al disotto dell' Ano Osserva- — Le ragioui — 10 impoverimento del tappeto ve- dello straordinario getale in tutto quell'imponente piano inclinato {Piano del che dalla base all' Osservatorio sono molteplici , ma forse non che è costituito di minuto terreno fisica del Laf/o) e Torre del Filosofo va su lino Monte Frumento di natura ultima la cenere lapillo e di vulcanica, epperò incoerente, mobilissimo e che per certo spessore offre assoluta aridezza. Tale altezza della montagna di una pianta {Spino santo) assai quale mentre il segna pure caratteristica limite Etna vegetale anche sostegno dei non numerosi rapi)resentanti il zona medesima sieiilus dell' si , al può considerare tappeto dell' alta superiore una impronta tutta speciale dà zona il cioè dell' Astragalus , floristici della quali trovano nei densi cespugli, a forma di cu- i scinetto, dell' astragalo modificato zolle di terreno già , spine di questa pianta una difesa contro gii e nelle , animali erbivori. Si riducono a cinque sole, secondo lo Strobl, le piante che al zona di sopra della sono strato, e : sia taraxacoides il , dell' Astragalo si indugiano nel difficile sub- Senecio aetnensis, VAnthemis aetnensis\i{ Rohert- Bumex il aetnensis e lo IScleranthus vulcanicus , piante che io stesso potei raccogliere in fiore ed in frutto nelle due escursioni. Sono le sentinelle zione Ma la vita vegetale è così che dette piante che per vegeta- dell'eccelsa scomparire del poco compatibile in quell' altura, effetto di vivere in questa stazione fino a avanzate etnea. , adattamento, possono tuttavia vanno poi diradandosi estremamente, tutto in quel deserto vulcanico il quale offre così strano contrasto colla esuberante vegetazione delle basse pendici. La impressione che io da disarmare a tutta prima ne ebbi da simili contingenze fu tale il mio spirito di intrapresa e mi ritenere la istituzione di un giardino dell' Osservatorio Tuttavia servatorio , fin opera non dirò ardita dalla ma alpino nelle far- vana. mia prima gita all'Etna, arrivato fui colpito dalla vista di da vicinanze numerosi all' Os- esemplari di gra- ziose margherite {Anthemis aetnensis) miste a qualche fiore giallo (Senecio aetnensis) proprio sotto il muretto della terrazza del gran- — dioso rifuoio. S0i:>i)i quanto erano le sole subito che quelle piantiue, tanto più care iu che adornavano non erano cosa spontanea custode Galvagno Sig. , — 11 ma , dall' intelligente quale compiacevasi nel vederle atte- il , recinto deìV Osservatorio, il bensì portatevi chite e moltiplicarsi a meraviglia. Evidentemente muro contro riparo del il venti di tramon- i tana, e sostanze organiche, date dai rifiuti del ricovero dagli escrementi dei muli delle comitive notavano dell' Osservatorio si dette due specie in punti certo sichè riapriva si 1' animo meno qua e là riparati alla speranza in (») due nelle al È una rini (1) ammessa altri e altre che regione scoperta {Astra- sul!' Etna da incoraggiare dagli uni (Parlatore, Nicotra etc.) la una derivata da diversità « se con essa si « lunque « di clima « vita del periodo sia la rappre- i gran in : deve intendere ogni società vegetale che dominanti si iu alta Etna acquista più « linee fondamentali, parte poiché , qua- è adattata alle parti(;olari condizioni vegetativo pina, ed il La discnssi(me è interpretazione di questa frase d' sua origine « montagna, e segnatamente , di è innegabile un carattere che la alla bre- vegetazione di vegetazione al- Nicotra, iu ispecie, ne ha segnato con precisione le Baccarini P. Orientale, alpina. flora Bacca- Il questione nei giusti suoi termi- Si è discusso, egli dice, se l'Etna ospiti ancora « dell' alto la ? (Tornabene, Carnei, Strobl.) mi sembra aver posta « sentanti di (1) Osservatorio invero rispondere a tale domanda. La esistenza di difficile negata o discussa da « la flora alpina e tali un giardino alpino flora alpina è stata « all' Siculus, Berberis aefnensis, ed altre) sono esse a considerarsi istituzione di ni. acclimatate si)ecie Piano del Lago e in tutta veri rappresentanti di una quei paraggi. viene ora si)ontanea una domanda. crescono (jalus esemplari delle dalle bufere. Co- quanto non era esclusa la possibilità di fare attechire altre specie in Ma rigo- il umile vegetazione. Ebbi a notare inoltre che anche glio di quella a destra alpino e giustificavauo , N. Gior. — )jot. ma se per flora alpina devesi intendere Appunti sulla ital. vegetazione di alcune parti Ott. 1901 voi. VIZI N. 4 p, 590. una della Sicilie — — 12 « colonia vegetale di piante termofuglie clie dati dall' ei)Oca gla- che sia stata respinta * ciale e mutamenti « guito ai « zone meno elevate, ben « sieuo rari sull' Ciò ammettendo credo che io 1' elementi veramente alpini gli che corrisponde anche (il Etna rappresentanti alto montuosi , Etna da ascriversi sia montagna per a questa sfavorevoli che brodi la , al complesso se stessa, o alpina la loro mancanza sul- cause contrarie inerenti di non i)iuttosto a circostanze Etna quanto per 1' montagne meridionali, povere altre di vedere se e fino a qual punto vi hanno agito tanto per Sardegna ed modo delle Alpi o della zona tipici i)er nostro al tentativo di installare sul- il possono prosperare, per potere giudicare se 1' se- in Etna. » vedere) utilissimo dovrebbe tornare di altri sistemi montagna alto della siili' clima sopravvenuti posteriormente nelle di Ne- le in rap- presentanti della tlora alpina. Ecco un primo problema può faccia a noi e che Ma proponiamo. d' molti altri sono i da solo dibattuta questione della mobilità e grado adattamento di la tudinali, etc. etc. Tutto questo istituzioni le quali ci , gli uni riferentisi alla non molto specie, gli altri che esercitano lo stabilire porta a dire dei giardini tempo ci con- al clima, all' intiuenza sorte da af- si che si fissità della natura del suolo, come temperatura, tentativo il quesiti la cui soluzione nette colla istituzione di giardini alpini al teorico che ordine artatto giustificare i la limiti alti- alpini, di coteste hanno raggiunto notevole sviluppo richiamando l'attenzione e l'a])poggio di associazioni ed Il anche di governi. gusto sempre crescente dell' alpinismo e la reazione al van- dalismo perpetrato specialmente nelle alpi svizzere a danno della flora alpina mosso il da parte di collezionisti e movimento a favore di orticultori, hanno pro- di parchi e giardini alpini. Un' associazione sorta or sono quasi veut' anni per la protezione delle piante alpine metteva in atto in Isvizzera il proposito creare un asilo un recinto che potOvSse offrire condizioni di incoluniitài a quelle fra le più rare e le piìi minacciate dalla ma- (li , no vandalica o dalla cieca speculazione colla istituzione di , un «;iardino alpino, la Linnaea., a Bourg-Saint-Pierre sulla strada del (Iran S. Bernardo, all'altezza di 1080. un comitato internazionale Si costituì il l)rò terreno e vi di 25 istituirono colture che si membri, com- si raggiunsero in po- chi anni un notevole sviluppo. La direzione fu affidata entusiasta della protezione al contemporaneamente tura, direttore zione a Ginevra. Nella Linnaea « cosichè etc. di della un giardino di come Pinerei , apostolo loro col- acclimata- Caucaso scopi della istituzione vennero gli , alpine e furono dipoi introdotte specie » esotiche di altri sistemi nnmtuosi, laia, Henry Correvon iSig. delle piante Ima- , allargandosi a beneficio degli amatori e della scienza. Sull'esempio della «Linnaea» varie parti, così la « Daphnaca » zione di Milano, e sopratutto dei Artaria sorse del mare Naye » ; al la « M.^'' Baro sopra Lecco, a 800 m. circa sul Eambertia allo stesso a « Creux du Van » nel Pochi anni or sono piccolo S. Bernardo dell' Ab. » altro giardino istituito a « Correvon Giura e a si la inaugurò pure il se- livello Eochers de altri si « Ballon d'Alsace » cui fu imposto L e Ing. Direzione dapprima al Ginevra; di tentarono nei Yosgi. un giardino alpino nome Chanoux, Rettore del Rifugio delle piante alpine. sorsero da membri Sigg. Conte Lurani a 2000 m., del quale fu affidata Jaceskwi poi onore altri giardini alpini che per iniziativa del C. A. di « Chanousia » al in e appassionato cultore Sorge quest' ultimo a 2200 m. ed in ottima situazione. Anche presso i Tedeschi, costituitasi la società per la prote- zione e la coltura di piante alpine, alpini, fra i quali si vennero istituendo giardini vanno ricordati quello sul Schachen (1867 m.) presso Garraisch (Baviera) sotto la Direzione dell' eminente Prof. Goebel, e l'altro di Gschmtzthal (2000 m.) diretto dal Prof. Wettstein di Un Wienna. tentativo fu pure fatto or sono alcuni anni dallo scrivente a Vallombrosa, sopra Firenze, (957 m.), e circa 200 specie , — di piante alpine ott.ennte jiarte — 14 da semi, parte acqnistate dal lacovauo dino di aocliniatazione di (linevra, Del 1899 anno in cui j-iar- bella mostra di se per lasciò quella località, cosi adatta cj;li simili istituzioni. Quali sono le condizioni clic riscontrano in codesti si giar- dini alpini? Anzitutto è da rilevare, come presentavano di già o una fin i qui citati sieno stati istituiti Appennini o in località delle Alpi, degli tlora alpina , montana ; non poteva presen- a scoi)0 di alpineum la riduzione loro quindi montagne che di altre o subalpina o tare gravi difficoltà. Tenendo conto poi che ma si delle esigenze proprie delle piante alpine riassumono in spiccato bisogno di calore atta a compiere fiir di luce, di loro il una certa som- ciclo di sviluppo in un periodo di tempo relativamente breve, e di una costante umidità, sonosi evidentemente utilizzate le migliori risorse offerte dalle località di impianto, aiutandole con opportune disposizioni Così è prevalso quasi sempre il artificiali. criterio di meglio assicurare e riparare coteste piante alpine dalla secchezza e dagli sbalzi di temperatura col sistema delle cosidette rocaillcs valendosi o di , roccie in posto o ad arte disposte, con fenditure o crepacci atte ad accoglierne È una le radici, i rizomi, i bulbi. disposizione protettiva che viene consigliata dagli stessi esempi naturali. Non sono state tuttavia escluse le aiuole {Plateamano terreno profondo e molta lu- handes) per tante specie che ce, sempre quando la voluta umidità poteva essere assicurata an- che cou questo sistema meno atto a conservarla. La questione si è fatta spesso dell' acqua necessaria a questi rilevare nelle relazioni che giardini sono state alpini date dai rispettivi direttori. sicché nelle Per quanto situati ad altitudini non eccessive Alpi e altrove sovrastano ad essi valloni ricchi di acqua, o ghiac, ciai, o nevi perpetue il cui disgelo alimenta sorgenti nella sottostante regione, tuttavia per alcuni di tali giardini, ad es. la stessa « Linnaea » la « Rarabertia » la « Daphnaea » l'acqua vi è piut- tosto deficiente, anzi pel primo di questi giardini che è anche il , — più importante dell' sta si un serbatoio, istituì acqua in 15 — pensando ad una conduttura. Al M/^ Baro si Rambertia » si praticava la raccolta e per la « tini o botti interrate, esposte nella stazione delle piogge o dalle nevi, e da servire per l'annaffiamento nei mesi caldi. La « Cliauousia » invece trovasi in eccellenti condizioni a questo riguardo, essendo intersecata da due corsi d' acqua perenni. Una condizione di gran momento è la cura 1' assistenza di che hanno tanto bisogno colture alpine, per non essere soprafatte da erbe volgari o comunque nel loro sviluppo. , La custodia per lo i)iù di tali giardini alpini è affidata a persone esperte, abitanti in paesi vicini ai giardini stessi, le quali pos- sono sorvegliare le colture, curare le semine, i trapianti e sbaterreno delle erbaccie nocive, non che fornire secondo , razzare il delle specitiche esigenze il terriccio di bosco, terra di di del i il or calcare or siliceo gli animali erbivori, le vero flagello delle piante alpine, « il rasoio ha spiritosamente chiamateli Lévier. A tale giardini sono stati cinti o da muri a secco, o piti spesso globo» come scopo da pecore, le , castagno, di erica etc. Infine è pure una tutela contro specialmente rigore capre e terreno adatto le reti di ferro. 8i comprende, dal fin qui esposto, che tali giardini alpini, importino non indifferenti spese di impianto e fondi necessari per il continuato loro sviluppo. La Linnaea « » oltre l'appoggio incondizionato della Società protettrice delle piante, ebbe verno federale, altre 100 lire il una prima volta 1000 quale in seguito annue vi le contribuisce assegnò 500 il lire dal lire Go- annue. Per Principe Ferdinando di Bulgaria. Per la colsero in Torinese si fondazione del Val d' Giardino alpino Aosta oblazioni per 2000 « Chanousia lire, e il » si rac- Club Alpino impegnò ad un assegno annuale. Dopo questa disamina alpini funzionanti altrove, delle condizioni presentate dai giardini emerge di per se la somma delle dif- — che ficoltà presentano si a — 16 per noi alpine sull'Etna ove molte cause Al terreno si dato da sterilissimo l' instaurazione di colture contrarietà «li si sommano. e ceneri vulcaniche, lapilli aggiunge l'azione disturbatrice difficilmente riparabile dei venti, una bassa temperatnra, un brevissimo periodo vegetativo, sciogliendosi a Settembre. Si aggiungano fin di distanza e daW Osservatorio lambenti lamentare da ultimo la fumarole che sono a breve e dello stesso cratere, portate dal vento terreno che il emanazioni deleterie di vapori le ammoniacali delle acidi solforosi o nevi le Luglio e cadendo di nuovo a di (liugno o in fin vuole adibire a coltura, e vi è da si mancanza di acqua, che costituisce il piìi sentito bisogno delle piante. Ad alcune queste di La natura rare. come a1)biamo pensato difficoltà ripa- del terreno potrà essere corretta con terriccio di castagno che è facile cosa provvedere dalle sottostanti regioni, e con stallatico che contro i ciente 1' venti si edificio elevato. Dietro riparo di più un irregolare spaccato di tagliata a picco per alcuni metri e che a , dovrebbe prestare per uso si 11 della terrazza prospi- può essere ad occidente ancor Osservatorio poi evvi lava antica compatta parer mio muro parte nel in quale il , 1' ha dalla scuderia dell'Osservatorio. si ha già me scoperta furono già da di Due con cemento pezzi di lave e scorie. adattandovi rocailles o tre piante della zona in tal guisa situate fin dal Settembre scorso a titolo di primo sperimento. Egli è certo che in tale roccia le piante se pur non godono di molta luce, sono riparate assai bene dal vento ed anche dalle emanazioni acide delle fumarole. Riguardo raccogliere e al bisogno di acqua, è conservare l' acqua d' uopo studiare di pioggia il modo di che cade sul tetto dell' Osservatorio. Gravi difficoltà frappongono si sia nei pressi dell'edificio stabilità del terreno mettono , la solidità di sore Ricco zinco i che poi V di in difficile Anzitutto muratura per cui sostituire quali cedendo per elasticità ghiaccio è questo. vasche la poca immancabile azione del gelo compro- una vasca preferirebbe alla instaurazione di entro all' alle vasche aumento di il dei Profesvasi di volume del subiscano rotture se ben confezionati. Ad evitare un sovercliio consnmo ])(>i nere a lungo ruiiiidità impiego di sfagno o al substrato, si di muschi-, tanto come copertura. Tale sistema <li acqua e a , mante- arriverebbe con opportuno commisti quanto al terreno, è da tempo, con eccellenti risultati, dal Cliiar.'"*^ Prof. Briosi impiegato per colture di piante alpine all'Orto botanico di Pavia, colture che hanno riscosso il plauso di tutti visitatori e publ)liche i direttore della la coltura di Linuaea « ». È dallo stesso Ing. Correvon, lodi pure adottato Felci all'Orto botanico di sistema tale Genova, così per dominata dai venti. Riguardo fornirci e preparare piante ali)ine, al eie circa furono già da me duecento spe- venire parte dal Belgio fatte parte , da Yallombrosa. Altre verranno chieste al giardino di acclimatazione di Ginevra, in primavera. Molte di esse essendo piante legnose (Ericacce zione in , Coniferi) ho pensato di tentarne zona più bassa e precisamente alla 1' acclimata Casa del Bosco » (1400 m.) o verso la Cantoniera (2000 m.). Alla « Casa del Bosco » mercè la gentile potrebbersi offerta del proprietario Sig. Alfio Caponnetto, tentare anche forse all' scevro di inconvenienti poiché evvi del semine di piante alpine, per le tempo debito poi trapiantarle a « Bosco» una buona provvigione Osservatorio , di come ; e ciò sarebbe disse si , alla « Casa acqua ed anche personale per la sorveglianza e la cura delle colture. 11 Signor Caponnetto poi mi iniziare opere di gli rimboschimento si , mostrò oltremodo proclive ad ed io mi offersi per procurar- essenze resinose, cupulifere ed altre piante da tentare nella vastissima zona dell' Astragalo , la quale è così poca produttiva per se stessa e che doveva forse essere, tempo addietro, coperta di piante legnose. Questa è la traccia di non nascondendoci le riuscita dell'intrapresa. quei colossi che sono programma che grandi difficoltà che La nostra le forze si ci è parso formulare, oppongono è certo lotta di fisiche. Ma è alla buona pigmei contro bene notare che i — — 18 seppero strappare più vittorie alla natura [)ioinei gici titani agii Dei. I frutti di tali vittorie combattono con crescente ardore si nate costituiscono , tutti con armi sempre più e e diciamolo pure con tutti , Poiché se V uomo nella sua incessante lotta sconfinata di opera dell' Ovunque distruzione. uomo ammanto. turale effetto dell' È proprio uomo ha subito più disastrose conseguenze. l' fatta un agente sentire irreparabile intensa suo na- che il tappeto le più manifeste trasformazioni colle Il vegetale quello per collega chiarissimo, Prof. Grimaldi uno dei tanti episodi che sono vi dirà di qui a poco di Modica, P effetto è si stesse delle quivi la terra è stata spogliata del , con contro la natura è energie fisiche, è stato però, ed è purtroppo ancora, 1' raffi- suoi dolori. i a carpirle tanti segreti e ad impossessarsi riuscito mitolo- i infinito [)atrimonio della nostra civiltà, 1' suoi splendori i che , che da più milleuuii secolare tendenza distruggitrice del- della uomo. È però un conforto tendenza si è parere ]»aradossale rato la natura Eppure il pur spiegata il pensare che a lato di cotesta funesta 1' opera riedificatrice dire che in ciò il dell' uomo. fattore antropico Può ha supe- quale di così grandiosi e sicuri mezzi dispone. la dava è così. L' epoca glaciale lo -sfratto a tutta una ve- getazione tropicale che con altri confini albergavano nostro mare, e la cui esistenza ci è le coste del irrefutabilmente svelata dalle vestigie che rinserrano gli strati del terziario. Cessato quel periodo di così radicale trasformazione del mantello vegetale, favorevoli, e ristabilitesi alcune ma poche Ora 1' climateriche abbastanza condizioni tante le poterono basse latitudini, neo, fra specie risalire sospinte dai ghiacciai a lungo le coste del Mediterra- invero riconquistarono le posizioni perdute. uomo è riuscito a superare la natura. a ricostruire un edificio qualità degli elementi fl^oristico rievoca il Egli è riuscito che se non nella quantità, nella mantello vegetale delle remote epoche. Palme, Banani, Agrumi, Auone, Fichi asiatici, Araucarie ed altre tante essenze dette, e vi conducono abbelliscono vita ritrovata la casa paterna I queste terre dal sole bene- rigogliosa come che liete di avere — Una Yeiiiaiuo a noi. come tagne sud-europee, noi i pili ci — sembra mancare ;il[)iiia Sardegna ed in , all' Etna, in altre mon- proponiamo di tentare di insediarvene tipici rappresentanti. Saranno noi flora deficiente è sulle Nebrodi 19 i nostri sforzi coronati da successo desiderio non per vanità personale il zione scientifica, per contribuire allo , ma 1 È ardente in per sola specula- sviluppo delle scienze bio- Possa accompagnare, questi nostri conati, l'interessamento delle LL. EE. i Ministri JS^unzio Nasi e Guido Baccelli che prelogiche. siedono con tanto amore alla pubblica istruzione ed alla patria agricoltura. A. Mascari. MENI SOLARI : — SULL' INDIPENDENZA DEI In quest' ultimi anni me erronea) che le si è andata dittondendo l'idea (secondo facole e le protuberanze solari ad un medesiuio fenomeno solare cipalmente i DUE FENO- FACULE E PROTUBERANZE. lavori e 1' ; appartengano a ciò hanno contribuito prin- autorità del Sig. H. Deslandres. Questi ritiene che le facule siano la parte bassa, o lo scheletro delle pro- tuberanze che ordinariamente solari, osservano si al bordo solare, proiettate sul disco, e che perciò la comparsa delle une sia conseguenza della presenza delle ne dissentissero già altri, pure altre. una Quantunque da questa idea io nello studiare la distribuzione dei varii fenomeni solari osservati nel 1894, 1895 e 1896 a secon- do della loro latitudine mente in un mio eliografica, avevo fatto rilevare principal- Astroph. Journal, che una grande differenza di , specialmente rispetto dello comportamento verificava fra le protuberanze e le facole osservate del lembo solare VI articolo pubblicato nel 1897 nel Voi. alla loro in si vicinanza manifestazione nei varii paralleli, e che la sede della loro manifestazione poteva essere anche completamente diversa; motivo per cui facule e pro- tuberanze dovevano considerarsi come due fenomeni Da queir epoca ad oggi ho seguito con andamento di questi anno non hanno due fenomeni fatto che sempre e i piti distinti. lo stesso interesse lo risultati ottenuti in ogni confermare quanto prima — avevo ottenuto. — Secondo V tacula al bordo di esso da una protuberanza jMÙ alta quindi : , — ipotesi del Deslandres se le facole protuberanze sul disco del Sole, ogui delle t'ossero le proiezioni 20 dovrebbe essere accompagnata, non dico ma almeno da una dovremmo esteso nel senso del bordo medesimo, un arco maggiore di più viva e cromosfera coincidenza ad un gruppo di facole in di cromosfera più attiva, al bordo, avere, non dico ma almeno uguale o poco minore; cosa che non ho assolutamente riscontrato discu- tendo osservazioni solari fatte nel nostro Osservatorio astrotìsico le di Catania e confrontandole con l'im]>ortaiite serie di bordi solari disegnati a Catania, Memorie Roma Zurigo e pubblicati nei volumi delle e degli Spettroscoiìisti Italiani. Per meglio ricercare coincidenze nella manifestazione delle le facole solari osservate in iìr(Kssimità del beranze , lembo solare presi in considerazione prima, per bile, tutti i gru])pi di facole che loro nascere al bordo orientale e le protu- quanto mi fu possi- accompagnavano macchie le del Sole o al loro tramonto al allo due annate del altro bordo, e che poterono essere osservate nelle presente minimo solare 11)00-1901. Come da si sa i gruppi di macchie solari sono sempre attorniati anche facole, le quali sogliono essere in questi casi fra le più vive di quante altre se ne osservano sul disco del Sole. La scelta dovrebbe rendere quindi di questi gruppi di facole la ricerca della più agevole coincidenza delle medesime con la comparsa delle protuberanze, e la scelta di queste due annate ne facilita ancora più lo studio perchè in esse, essendo solari l)iù molto ridotta, questi gruppi isolati e meglio si 1' attività dei varii presentano all' distinti. principalmente In pari tempo tenni presente di confrontare i fenomeni osservazione gruppi di macchie apparsi al bordo Est, in un determinato giorno d'osservazione, con la cromosfera e con le protuberanze osservate nel medesimo giorno o vati al bordo Ovest con medesimo giorno d' nel le giorno precedente protuberanze o con osservazione delle , la e quelli osser- cromosfera del macchie e facole o del giorno susseguente. L' esame però di questi casi che avrebbero dovuto essere de- — cisivi per la prova della corrispoudenza fra tacole ze (1) ci uiostrauo facolata sia — 21 non un caso solo come ma raro, la loro protuberau- e presenza sulla regione indicano ancora che neanche la cro- mosfera sia molto influenzata dalla loro presenza quantunque facole sieno Un tutti i sempre facole, osservati in questi stesso criterio di confronto tenuto per si dà risultato parimenti negativo ci gruppi di tali le piìi appariscenti. esame generale 1' due anni , usando di lo gruppi precedenti; difatti i ricava dai due anni 1900, 11)01, che su 642 gruppi di tacole, osservati in prossimità dei lembi dell' intiero disco del sole, con- frontato ciascun gruppo con meno osservazioni della cromosfera, le al- due giorni consecutivi, solo 34 protuberanze superiori a di 30" d' altezza, si notarono su di mentre essi, servate nei giorni in cui furono viste Cioè a dire che di 282 di facole e ammontano a 282! si elevavano su grupi)i 248 erano indipendenti da queste. In 215 casi poi può dire che si agitata, o sovraelevata gruppi di protuberanze 34 protuberanze os- le le facole , cromosfera sia riscontrata si o con getti, cioè quasi in 1/3 di casi di facole; con questo che la estensione della base delle protuberanze, o della cromosfera perturbata è stata quasi sempre inferiore , e di molto dente gruppo di , all' estensione in meridiano facole, nei casi in cui si è , al corrispon- avuta una coinciden- za nei due fenomeni. Con ra, non risultati così negativi si anche lontanamente, dedurre che sano essere la in fasi diverse. medesima Ma cosa, o il potrebbe in alcuna maniefacole e protuberanze pos- medesimo fenomeno osservato altre considerazioni suffragate dalle osserva- zioni di parecchi anni militano contro a quest' ipotesi. tuberanze fossero che le (1) le facole, zone di manifestazione delle prime dovrebbero Nel seuso più largo, sotto nime sovraelevazioui della il uonie di protuberanze cromosfera , come le come protuberanze quelle che si gotti. le pro- si essere an- designauo le mi- più alte e le più gigantesche però ordinariamente riteniamo col Secchi (Le Soleil 2" tiamo nella categoria dei Se o le parti alte delle medesime, è chiaro p*' , pag. 37 elevano al disopra di 30" , — Paris ; 1875) le più basse le no- che quelle delle seconde termini la frequenza delle fa- in altri ; cole e delle protuberanze dovrebbe mantenersi nelle varie latitudini, ma almeno tuberauze dovrebbero avere un comportamento non ha dai si quenza delle [parallelo considerando risultati ottenuti. Difatti protuberanze facole e delle , ricavata vanno dal 1894 dalle e delle ha che gli i)ro- ciò che media la fre- equatore dall' , annate osservazioni di Catania dalle al 1901, si quenza delle facole ; distribuite secondo la loro latitudiue eliogratìca in zone di 10° in 10" poli, e non dico uguale , concordante, ossia facole e andamenti della media fre- zona del ogni protuberanze sono su ai che tutto dissimili, e a chiare note non possono che esprimere e te- stimoniare dissomiglianza dei due fenomeni <lella sono in nessun verso costituire mente identico osservato Se anche per poco bero spiegare si i quali non pos- un fenomeno solare « sostanzial- in posizioni diverse ». anunettesse quest' ipotesi non casi di protuberanze tanti altri si potreb- persistenti, o di persistente attività in un dato punto della cromosfera del bordo, sono mancate in cui le facole su così estese regioni perturbate della superticie solare, e viceversa. Le deduzioni precedenti avremmo potuto ricavarle in gran parte appoggiandoci anche alla distribuzione fatta dal Wolfer, per longitudine e latitudine, dei fenomeni solari osservati a Zurigo dal 1887 1894 al alle conclusioni a cui egli è (1) e le osservazioni delle da lui in condizioni medesimo criterio, macchie e delle si specialmente per perviene dalla loro analisi è quanto abbiamo ricavato gnano i le facole, le quali le nostre pure , perfettii mente dallo studio fatte il il ultime non risultato a concordante con delle facole <;he Nei primi 3 volumi delle Pubblicazioni A. E benché accompa- gruppi di macchie. Zurigo, che ha già messo fuori (1) pervenuto. non siano state perfettamente identiche alle nostre, ne con potrebbero essere comparabili con cui facole Wolfer zn Ziirich. Band I. — II, il dell' Osservatorio di Wolfer, una serie di 40 tavole Publikatioiien der Steruwarte des Eid. III. — Polytechiiikums Znrich 1897, 1899, 1902. I — V aspetto del disco solare con (là tul)eraiize osservate nel periodo questa serie parte dal 1887. I. — 23 d' le macchie, le facole e le 23, cioè da un'epoca vicina cedente minimo delle macchie solari del 1889 e va sino XII. 19; cioè dopo sino a tutte queste tavole massimo del 1894. In il nota scarsezza di gruppi si pro- o^ui singola rotazione del Sole; al pre- al 1895. generale su facole nelle re- «li gioni di alta latitudine, mentre quelli delle regioni equatoriali che sono anch' essi scarsi nell' epoca prossima al minimo delle mac- chie solari, dopo crescono abbondantemente, si)ecialmente dal 1891 poi verso in epoca del massimo. Intanto nel periodo su segnato 1' spiccano marcatamente me ha detto all' occhio di chi analizza Wolfer, estese zone lo stesso pletamente libere di facole, mentre di d' altro come caso veramente eccezionale quello canto Xè meno strano appare l'altro fatto cioè che cole equatoriali , che si Perciò ; le al una protuberani le fa- le protuberanze fuggano le facole. 189«3 nell' Astr. Journal, ma annate 1894-1901; di guisa che si può dire osservazioni delle facole e delle protuberanze fatte in que- ultimo periodo di 15 anni sono tutte concordi ad attestare del comportamento dei due fenomeni; ditterente facole e protuberanze possono esplicare in sede completamente diversa. Concludendo abbiamo quindi che tanto sulle regioni delle fa- cole vive, quanto sulle altre regioni facolate , assai casi di coincidenza delle protuberanze con le facole. sto stesso caso protuberanze raro di coincidenza 1' estensione pochi sono Che i in que- delle basi delle bordo o della cromosfera agitata, ò quasi sempre al inferiore lungo di gruppi di osservazioni e le conclusioni del Wolfer confermano dai confronti delle si uno qualunque accordano e completano vicendevolmente con quanto ho dedotto che st' co- Sole, abbiano su di esse pochissime sembrerebbe che non solo quanto avevo già detto pel si , estendono alcune volte quasi come zone luminose continue attorno protuberanze tavole può ritenere si in cui su dei gruppi di facole d' alta latitudine vi cada su za. tali protuberanze com- il lembo solare, a quella del gruppo corrispondente facole. Che nel caso in cui le facole accompagnano o circondano macchie, se havvi una perturbazione nella cromosfera, si le ha ordi- — iiariamente ma getti Che protuberanze mauifestazione di basse o semplici di aventi carattere piuttosto eruttivo. 1' esplica in due fenomeni attività dei modo diverso portamento Ohe — 24 , facole e protuberanze , si hanno un com- nei varii paralleli solari o affatto diverso. presentano dei si casi di persistente manifestazione di protuberanze senza alcuna corrispondente manifestazione di facole e viceversa. Tutte queste cause unite assieme non possono essere in armonia con tuberanze d' l' idrogeno , osservate comunemente alcun modo sono due fenomeni distinti e bordo solare al proiettate sul disco; invece tendono a provare che protuberanze in ipotesi che ritiene le facole essere le pro- le , facole e tali comidetamente indi- pendenti. ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI pervenute in cambio dono, presentate nella seduta del 16 dicembre e in ITALIA — Acc. Dafuica di se, e arti — Affi Voi. Vili. — Acc. degli Zelanti e dei pp. dello Studio — Atti Rend, Voi. X. Bologna — Soc. med.-chir. e Se. ined. — Boll. med. Maggio-Ott. 1902. Catania — Rassegna internaz. della med. moderna — Anno III. 14-24. Firenze — E. Acc. econ. agraria dei Georgotìli — Atti Voi. XXV. — Soc. tntomol. — Boll. Anno XXXIV 1-4. id. Genova ~ R. Acc. medica — Boll. 1902 N. 2-3. — Meni. Voi. XIX. fase. 6-8. lomb. di Milano — R. e — Bend. Voi. XXXV 10-17. — Soc. di nat. — Atti Voi. XLI. 2-3. uat. Mus. civ. di id. — Boll. 1902. N. Guzzanti Mineo — Osservat. meteor.-geod. e Ser. — J/em. Voi. XII parte —Voi. Modena — R. Acc. di se, — Le Staz. sperira. agnirie — XXXV fas. 2-9. id. marzo-maggio 1902. Napoli — R. Acc. med.-chir. — — Arch. di ostetr. e giuocol. — maggio-novembre 1902, id. — Bend. Acc. emat. apr. -luglio 1902. — Annali di nerrologia — Anno XX. 2-4. id. Acireale lett. e i(l. se. 2. faa. ital. Ist. ital. se. se. lett. st. «^ ^ lett. r)-0. > 2'' arti ital. Atti, se. fia. III. 3'. — — La uuova Notarisia — luglio e ottobre 1902. — Assoc. rned. chir. — Bend. auuo III. 6-10. Palermo — R. Acc. di se, e arti -Voi. VI. — Soe. per la storia patria — Arch. Padova Parma lett. id. Atti. sicil. sic. st. XXVII Voi. 1-2. ludice generale (1873-1900). — Soc. — R. — Voi. XVIII. — Eend. mat. nat. Voi. XI. 1° sera. 1902 10-12 — Voi. XI. sein. 1902 fas. 1-11. — Acc. pontif. dei u. Lincei — Atti Sess. 4-7 1902. ìd. - R. Comit. geol. d' Italia — Boll, anno 1902 N. 1-2 id. — Soc. geogr. — Boll, giugno-dicembre 1902. id. — Soc. geol. — Boll. Voi. XX append.— Voi. XXI. id. — Soc. zool. — Boll. Anno XI 1-2-3. id. — Archivio farmacologia — Voi. fas, 5-8 -- 11-12. id. Sieua — Rivista italiana di nat. — Anno XXII. 5-12. Torino — R. Aee. di medicina — Giorn. aprile-settem. 1902. Venezia — R. veneto di se, e art. — Atti Voi. LXI fas. 6-10. Verona — Acc. di agricolt., se, arti e comm. — Meni. Voi. Serie 4*. Pisa Roma tose, di se. uat. Atti. Acc. dei Lincei CI. fas. se. fis. e 2'^ ital. ital. 1 2. ital. fas. di I. se. Istit. lett. lett., II. ESTERO Aguascalientes Augsburg — Berlin — Bonn — id. lustructor — Comm. — — — Bruxelles ìd. 1902 N. — — — Ber. Sitzungsber. — — — ìd. — r. — — LIX 1. 2—1902 1. e de médecine de Belgique — Serie 6* Voi. 1°. 1900-01. verb. XXXVII. 9-10-12-22. XXIX 15-18— Voi. XXX — — Bull. Voi. Mém. XVI. 4-9. Voi. XV. coiir. 1-2. 9. XLV. Ann. Voi. Soc. belge de géol. de paléontol.et d'hydrol. K. M. Tudom. Akad. 1900-901. Observ. pluv. -terni. —Proceed. Voi. Proceed. Voi. Soc. entomol. de Belgique 1901. e 2 1 1 — Me'm. — Proc. Soc. of. nat. history — 1901. météorol. de la Giroude Soc. dea se. phys. et natur. Acad. LVIII Verhandl. Voi. — That. iiber die Erg. Beob. Stat. II u. IlIOrdn. 1897-3 a. sciences — 1-6. Ber. 1902. Americ. Acad. of arts Budapest id. — — K. Preuss. meteorol. lustit. Naturhist. Verein id. id. — El Naturwiss. Verein Niederrheiu. Gesell. Bordeaux Boston — BuU.seT.2^ voi. VI. 1-3. — Mathem. termész. kozl. fase. XXVIII. — ilathem. termész. erfs.Vol.XIX 3.0-XX 1.2, K. M. Termész. Tàrs. —Math. u. Cambridge, Mass.— Harvard College— J/ewi. naturiviss. Voi. Ber. Voi. XVII. XXVII-l XXXVIII-XXXIX XL 2-3-XLI 1. 3-4 — — — — Chicago Lloyd Library Bull. N. Naturhist. Gesell. — Mitthen Voi. VI. — — Ciilinar — — Acad. of sciences Cincinnati — 26 Bull. Voi. N. II 3. Bull. gfol. vai. hist. Survey. N. IV. 4. — Acad. of int. sciences — Proceed. Voi. Vili. — Natiirwiss. Gesell. Ms* —SUzunfishtr. u. Abhandl. genu.-giugno 1902. Davenport, Iona Dresdea « Franltfurt a/M. — Fribourg Halle ' Mus. Teyler — Soc. id. — — — — hoUaud. des sciences Siebenbiirg. Verein Uuiversis. Bull. .S. Verhandl. Voi. 77-79. 1. — Arch. — XXV. Voi. IX. Bull. Arch. Voi. Vili. Naturhist -medie. Verein Hennannstadt — — GeseW. ^Ahhandl. Voi. uafeurf. K. L.-C. d. Akad. der Naturf. — Heidelberg Kansas Senkenberg. Soc. fribourg. des se. iiatnr. — S. a. Harleni - néerl. se. ex. et nat. Voi. VII. 2-5. Vcrhaudl. Voi. VII. 1-2. 'Nsitnrwis». —reraìidl.u.ilittheil. voi. filr hi Voi. II 7-8. — Soc. vaud. des natnr. - Bull. N. 143 e — Soc. géol. de Begicjue — Auii. Voi. XXIX. 12-3. London — Roy. Soc. — Proceed. N. 460 e 462-468. Lausanne se. 144. XXVIII 4. XLVI. 6. Liège — Lyon — — Marseille — Mexico and Liter. Soc.;cient. — Soc. Miinclien — K.B. — Neuchatel Y. Acad. - — — id. — Soc. zool. de Frauce d'hist. nat. — — RochecllOliart - Acad. of. Bull. 1. — Naturhist. Gesell. Mus. id. -Mem. » Lyc. proceed. Voi. // Bull. Rev. Voi. XIII 3-4 Voi. 1902 XVI 2-6. 1-2. — nat. hist. of. Iravana Voi. XIV part. 2* XXVI. Voi. Bull. nat. sciences — — Proceed. scient. Voi. I LUI Voi. Proceed. N. Soc. Les amis des se. et arts — — ^loi. 1901 7-8-1902 1-4. Americ. philos. Society Uuiversitè 3. XXVII. 1900 Voi. XIV. laresb Bull. Voi. VI. .5-11. Voi. Bull. - — — of. sciences, Paris Philadelphia a. Akad. der Wissenschaften— J6fifl»jrfi. math.-phys. r/.Vol.LXXIII —Pubi. Library Niirnberg Ann. Voi. VIII. Mem. Ann. Voi. XII. inipér des Naturalistes Soc. des se. natur. New-York— N. id. — Antonio Alzate « — philos. Soc. Fac. des sciences MOSCOU Rennes — Soc. d' agric, ac. et industrie Mancliester Bull. sett.-dic. 1901. 167-168. Voi. XI 6. 1. — R. Acc. di se, e arti degli Agiati — Aiti Voi. Vili. 2. — Soc. scient. du Chili — Ad. Voi. XI 4-5. vaterliind. Naturk. in Wiirt. — JahreKheft. Voi. LVIII. Stuttgart — Verein Tokyo — University — Caleud. 1901-902. — Journ. ar. 6-14. Voi. XVII Voi. XVI part., of. Rovereto lett. I. Santiago fiir < 2'' se. oli. part. 2^ art. 7-10. Voi. Toulose — Université Tufts College, .Mass Wasllington — Ann. Fac. — se. XVIII part. 3'. Voi. IV. 1-2. Tufts College — U. S. Dep. of Agricolture <sf„d. — N. 7. N. Am. Fauna. N. 22. — Washington — Smiths-. Instit. Rep. 1900. - U. S. geol. Siirvey — Rcp. 1899-900 id. Wien K. Akad. der — Wissenschaften part. 2»-5' e 7'. math.-nat. JJenlcschr. LXX i(l. — K. K. Geol. Reichsaustalt Zagreb — Ziirich - Soc. cF hist. nat. croate Naturf. Gesell. — — LXIX, Voi. Ci. e LXXIII. Verandl. 1902 7-10. — Glaan. Voi. XIII 1-6. Noveaux meni. Voi, XXXVIII. DONI DI OPUSCOLI Bassani — C. Il primo congresso futuro sismologico italiano ed problemi sismici i Pavia 1902. detto — Conclusioni delle prime ricerche sulla Firenze del 18 maggio detto — Iniorno ai guasti delle fabbriche Palladiana — Ceresole G. Un caso riuni — detto detto — — — Coli Di un caso di — comunis terremoto di ed particolare in della Basilica capra prodotti dal bacte- Milano 1902. ossificazione — del Torino 1902. Tivoli 1902. completa del pericardio di un' anitra Padova 1899. Analisi Batteriologica Esame provenienza — di ascessi splenici 'multipli nella domestica detto 1895 dell' acqua di S. Gottardo acqua dei Padova in batteriologico dell' « Tonfi » — Padova 1901. sul monte Frontal — Padova 1900. detto Gli erbaggi del mercato di malattie infettive e parassitarie detto Difendiamoci dall' rapporto — Anchylostoma duodenalis alla difusione delle Padova 1900. — Venezia 1900. — Le cicadmi del Trentino — Rovereto 1902. Capuana L. — La scienza della Letteratura — prolusione — Catania Galilei Gal. — Opere Voi. XII Pubblic. a cura del Ministero della C'obelli R. - - 1902. P. I. — Firenze 1902. Giuffrida Rnggeri \. —Appunti detto di Etnografia — Materiale paletnologico Roma comparata di della Sicilia—^Komn, 1902. una caverna naturale di Isnello — 1902. — Sul modo formazione una cupola lavica vesuviana^Roma 1902. — Notizie Vesuviane — gennaio-dicembre 1900 Modena 1900-01. — — Idem detto idem 1901 — Modena 1902. — Le antiche eruzioni della montagna — Milano 1902. detto Motta-Coco A. — Sul potere osteogenetico della dura madre — Catania 1902. — Catania 1902. — Sul movimento vibratile degli epitelU detto sullo sviluppo del rene — Napoli 1902. Petraroia L. — Sulla struttura basiche Ricciardi L. — Dalle rocce acide loro classificazioni — Napoli 1902. — Sulla genesi bombe quarzose detto lave vulcaniche — Napoli 1902 Mercalli G. di di dette - Pele'e ciliati e alle delle e e delle — — Saint Lager U.r detto — Histoire de La 1' perfidie dee 28 — Abrotonum synonymes — Paris 1900. devoilée, a propos d'un Jstragale— Lyou 1901. Zinno S. — Sintesi delV acido tartarico striale — sotto il punto di vista chimico Napoli 1902. G. P. G. ed indu- ELENCO DELLE MEMORIE XVI pubblicate nel rolunie Meiu. I. — D.'' G. Marletta — degli Atti in corso di stampa Sulla varietà delle rette contenute in una o più forme algebriche (pag. 39). » II. — D.'' V. — Amato Sull'integrazione di talune equazioni a derivate parziali di 2^ ordine (pag. 22). * III. — Prof. A. — Capparklli Azione delV Idrato di calce sull'amido cotto ed applicazione pei- la cura del diabete mellito (pag. IV. — Prof. G. di V. — Dott. G. nel VI. — Prof. E. Pennacchietti - Sulle equazioni 7), differenziali del moto un corpo solido intorno ad un punto fisso (pag. 8). Alonzo — Eicerche sullo sviluppo della coda e degli arti Gongylus ocellatus (pag. 48). Boggio-Lkra — Sopra una nuova forma della funzione potenziale (pag. 10). y> VII. — Prof. G. P. tembre » VIII. — Prof. A. IX. — — 1902 (pag. Ricco Sulla inondazione di Modica del e lug. S. Arcidiacono Parte II. D.r G. Marletta —H secondo 1892 grali multipli (pag. 26 Set- 37). — del » Grimaldi — L' ei-uzione dell' Etna Diario della eruzione (pag. 86). 10). teorema deila media per gì' inte- 3 2044 093 290 138