"&aoj>fv<\ \'^^\
HARVARD UNIVERSITY
LIBRARY
OF THE
MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY
j\A>viSav>L£uQ_
\2.
W^
Ili'
iiiim
iiiitiiiiiiiiiimi
Dicembre 1902.
\ «^
v
iiiiniiiniim
lor
iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiimiiiiiiìT
Fascicolo
X^IAIT
LXXV.
BOLLETTINO DELLE SEDUTE
DELLA
ACCADEMIA GIOENIA
DI
SCIENZE NATURALI IN CATANIA
col
RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE
memorie
e sunto delle
(
in esse presentate.
NUOVA SERIE
)
CATANIA
TIPOGRAFIA DI
C.
SALATOLA
1903.
niiiniiimiiiiniimiiiiiimmiiiiiiimiiiiniiii
'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimimimiiiiiiim
INDICE DELLE MATERIE
CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO
Rendiconti Accademici
Verbale
dell' adunanza del
16 Dicembre 1902
pag.
1
Note presentate
—
Prof. A. Ricco
Eilevamento topografico della lava
—
>
..........'»
Intorno alla opportunità di
pine sulP Etna
—
tuberanze
eruzione Etnea
.
Prof. F. Cavarci
A. Mascari
dell"
.'
del IH92
tentare
delle
...........;
Sull'
indipendenza
dei
due fenomeni
Elenco delle pubblicazioni pervenute in cambio e
in
solari
:
stampa
nel
19
dono, presentate nella
............
pubblicate
8
facule e ])ro-
seduta del 16 dicembre 1902
Elenco delle memorie
5
culture al-
volume XVI degli Atti
»
L'4
:^
29
in corso di
Y
\ir»
Dicembre 1902.
Fascicolo
LXXV.
AGCADEIIA GIOENIA
DI
Seduta del 16 Dicembre i902.
Presidente
—
Segretario
—
Sono presenti
i
socii
Prof. A.
Viene
letto e
GRIMALDI
Ricco, (Jlementi
Di Mattei, Lauricella,
Feletti,
Ricco
Prof. G. P.
approvato
,
Ronsisvalle
Pieri, Staderini,
il
,
Basile,
Cavara, Grimaldi.
processo verbale della seduta pre-
cedente.
Il
80*^
Presidente nelP inaugurazione del nuovo anno accademico,
dalla fondazione dell'Accademia Gioenia, pronuncia
discorso
«
il
seguente
:
Confermato dalla benevolenza dei chiarissimi Colleghi, per
questo importante ufficio, ho l'onore di inaugurare
la terza volta in
1'
anno 80" accademico
dere
i
dell'
momento
In questo
in
Accademia.
cui siamo lieti di rivederci per ripren-
nostri lavori, sentiamo
perdita che
Berretta
,
1'
dovere
il
Accademia ha subita
prof,
di
Patologia Generale
di
ricordare la dolorosa
morte del D.r Paolo
colla
Jiella
R. Università di
Catania, Cav. Ufficiale della Corona d'Italia, uno dei più antichi
socii dell'
Accademia
Amministrazione.
e
Egli
membro
quasi
contribuì
ai
perpetuo del Consiglio di
lavori
dell'
Accademia con
varie memorie, fra le quali è degna di singolare menzione quella
sull' Estro bovino.
n
dall'
chiarissimo socio prof. Capparelli ha cortesemente accettato
Accademia
il
mesto e doveroso
ufficio di
scriverne la necro-
logia per
nostro Bollettino, ed egli lo farà colla dovuta compe-
il
tenza, che io non potrei avere
che mi
il
,
esime dal
dire
altro
sui meriti del caro collega estinto.
Ancora un'
dei
l'
Salvatore
Cav.
il
:
mancato
testò è
ai
vivi. Egli
Gioeni,
discendente del-
benemerito fondatore di questo sodalizio, aveva diritto
illustre e
alla
altra nota triste
Duchi d'Angiò,
maggior considerazione
dovere di onorarne
timento ed
la
])arte nostra, e
<la
memoria. Convinti
l'Accademia è
di interpretare
in
sen-
il
desiderio dei colleghi, abbiamo inviato una lettera
il
di condoglianza alla
vedova
Donna Domenica Paterno
,
Mar-
dei
chesi Del Toscano, che ha risposto esprimendo nobili sensi di gratitudine.
Passando ad argomenti
l'acquisto pregevole dei
di Scienze Naturali,
diano Cavara
i
di conforto e soddisfazione, ricorderò
due
nuovi
soci
effettivi
Direttore del R. Orto Botanico ed
,
Russo, Dirett.
della
Sezione
professori della nostra Università D.r Fri-
dell' Istituto
D.r Achille
il
zoologico universitario, dal cui valore
ripromette
scientifico
molto
si
acquistato,
come
socio corrispondente,
xVccademia.
1'
La quale ha anche
illustre prof.
l'
che governò l'Ateneo di Napoli con tanta attività
Luigi Pinto,
giustizia
,
e
successo.
Nei
rilevante
fasti
dell'
Accademia
ebbe
che essa
è da rammentarsi anche la parte
nella celebrazione della festa giubilare
come
dello insigne socio, prof. Tomaselli, al quale fu presentato
nostro ricordo una bella pergamena.
Passando a parlare della attività
rosità dei socii e per l'impegno e
rissimo Segretario,
il
dell'
Accademia, sono
mantenuta viva e notevole per
di affermare che essa si è
1'
1'
lieto
ope-
abuegazione del nostro chia-
quale tanto tempo e tanta cura ha dedicato
all'Accademia.
Prova
di
di fatto della vitalità
420 pagine
illustrato.
demia^
il
,
Esso è
il
Xy°
dell'Accademia è
il
stampato dal Galàtola
forbitamente
della
,
bel
volume
riccamente
quarta serie degli Atti dell'Acca-
75° di tutta la collezione.
Contiene 15 memorie
poderose, e
le altre
:
non
molte
,
sono di minor mole,
ma tre fra di esse sono
ma pur tutte importanti.
3
Ve ne
sono due di
matematica dei
Pieri, 3 di Fisica dei proff.
di
2
Zoologia dei
Eusso
proff.
scienze affini dei D.ri Franco
Meteorologia
dei
D.ri
dovuta
alla
,
una
Pennacchietti e
di
penna del valente
U. Drago
e
3 di Geologia
,
Ragusa, Arcidiacono
Vendola
tologica del D.r Ciitore,
prott".
Boogio-Lera, E. Drago e D.r Eredia,
e Piccò,
l
di
,
Embriologia tera-
Micologia del D.r Scalia
scrittore
e
Piccò; 2 di
;
in fine,
prof. F. Papisardi, vi è
una
l)ella biografia del compianto
nostro Presidente, di quell'uomo
gran mente e di gran cuore, che fu il prof.
Zurria.
E a ciò che di lui come patriota ha detto così bene 1' ing.
di
Papisardi, mi piace qui aggiungere un
particolare interessante e
poco noto, ed è che il Zurria declinò
l'onore d'avere dal Borbone
la direzione della Specola di
Palermo
perchè era stata tolta al
Nicolò Cacciatore nel 1850 per motivi
politici.
Anche il Bullettino contiene parecchie note interessanti,
illu,
strate, ed una affettuosa necrologia
del prof. Ardini, scritta dalr esimio collega prof. Rousis valle.
La
ci
larga e ponderata distribuzione delle
nostre pubblicazioni
procura
agli
ognora numerosi ed importanti scambii, che
insieme
abbondanti e pregevoli doni, arricchiscono
sempre più la no-
stra fiorente biblioteca
è da citarsi
il
;
fra questi doni per singolare
magnifico voi.
XII
delle
importanza
Opere di Galileo, pubbli-
cate per cura del Ministero della P.
Istruzione. Per la buona tenuta e buon andamento della Biblioteca va
data lode al bibliotecario Prof. Lauricella e al contabile
Rag. Ardizzone, che se ne
sono occupati con molto amore, reudendo la
nostra preziosa collezione di libri molto utile a professori
e studenti.
Il
Gabinetto di lettura
e dei tempi,
una
in
volta,
una più
non ha
più,
per
le
mutate condizioni del locale
di convegno, l'attrattiva di
come luogo
ed ha vissuto finora di vita stentata:
sarà trasformato
utile,
anzi necessaria, sala di lettura.
Infine posso dichiarare che le coudizioni
stro sodalizio,
quantunque non
assicurarne la vita
buto del
Comune
:
e ciò
devesi,
oltreché
e della Provincia, alla
parsimonia con cui
il
Consiglio
finanziarie
molto floride
d'
,
al
sono però
generoso
del notali
da
contri-
intelligente e prudente
Amministrazione
governa
le
—
—
4
con cui sono conser-
nostre modeste risorse, ed alla gelosa cura
vate dal nostro venerando tesoriere, prof. Cafici. »
Si passa (juindi allo svolgiiiieiito
reca le seguenti comunicazioni
Eiccò
A.
Prof.
—
dell'
ordine del giorno che
:
Altimetria
,
spessore
e
volume
delle lave
delV eruzione del 1892,
Prof.
A. Ricco e Ing.
Akcidiacono.
S.
— Eruzione del 1892.
III. Visite air app((rafo eruttivo ed <d eratere eentrale
Parte
Veruzione
e
dopo
Prof. E.
/'
duraute
eruzione.
Di Mattei.
—
La malaria
in
Catania. Note epide-
miologiche.
—
Prof. G. PENNA(!criiETT[.
alle
cibili
t^iopra
problemi di meeeanica ridu-
quadrature.
Prof. r.
(J
AVARA.
—
Intorno alla opportunità di tentare delle
culture alpine sulV Etna.
Prof. F.
trato al
Oavara
Piano
del
Prof. Ing. A.
solari
:
Faeule
— liiccoa
aetneusis Cav. nuovo micete riscon-
Lago (Etna).
—
Mascari
Protuberanze
e
SuW indipendenza
(
presentata
dal
dei due fenomeni
Presidente Prof.
Kiccò).
Prof. E.
—
Boggio-Lera
una nuova forma della fun-
Sop/ra
zione potenziale di superficie.
Dott. E.
—
Di Mattei.
L^ acido
cacodilico
(presentata
dal
Socio Prof. Curci).
Dott. G.
gV
^[arletta
—
Il
secondo
integrali multipli (i)resentata dal
Grimaldi
Prof. G. P.
—
teorema
della
media per
socio Prof. G. Lauricella).
SulV inondazione di Modica del 26
settembre 1902.
In fine della seduta
tarda,
si
zione intitolata
«
Su due
socio Prof.
all'
M. Ronsisvalle^ stante
l'ora
Accademia una sua comunica-
:
casi di tifoide nel cui corso la febbre assunse per
qualche periodo
In seguito
il
ad annunziare
limita
il
si
tipo intermittente » ]S"ota Clinica.
toglie la seduta.
NOTE
Prof. A. Ricco — RILE\ ARMENTO
TOPOGRAFICO DELLA LAVA DELL' ERUZIONE ETNEA DEL 1892.
Nou aveudo potuto ottenere dal Governo che fosse
fatto un
regolare rilevamento topogratìco dell' eruzione
del 1892, in causa
della forte spesa die sarebbe stata
necessaria, ho cercato di farlo
come meglio ho potuto
Per
la plauin)etria
fatto dal R.
Corpo
coi
nostri mezzi limitati.
ho preso come base
Genio Civile
del
il
rilevamento speditivo
di Catania,
prima che
zione fosse finita, e mi sono studiato di
completarlo
di distanza e di azimut.
Quanto
l'eru-
con misure
alla altimetria,
che di ditterenze
d' altezza,
roide di Naudin, fornito
P ho ottenuta con misure barometriservendomi di un grande e buon ane-
all'
Osservatorio
dall' Ufficio
Centrale di
Meteorologia e Geodinamica.
Fortunatamente suU' Etua
tezza, quali
lierale
le
si hanno molti
i)unti di nota alcime dei numerosi coni avventizii, che in
ge-
mi hanno dato punti
<r altezza,
il
sono
di riferimento vicini e con differenze
rispetto alle lave, poco grandi,
il
che rende più esatto
rilevamento barometrico.
Neil' aneroi<le
Naudin
,
non potendosi avere che
i
decimi di
millimetro, la differenza di altezza nou può
essere data che entro
1 a 2 m.; ma considerando la grande irregolarità
della superficie
della lava
tale approssimazione può ritenersi
sufficiente
certapoi è superiore a quella della stima ad
occhio, che è assai
difficile e malsicura, specialmente
perchè per lo
,
;
mente
piii
la superficie del
La maggior parte
mi, sono stati fatti da
minazione
non
vede
si
suolo su cui posa lo strato di lava.
di questi rilevamenti, e specialmente
me
personalmente, però siccome
i
pri-
la deter-
barometrica delle differenze di altezza richiede che
si
Cìccia la lettura della pressione e della
temperatura dell' aria sui
,
—
punti stessi che
rilevano
si
scabrosa da percorrere)
quali
i
,
—
6
della lava
caso
nel
sono
spesso
(così
accessibili
difficilmente
,
in
alcuni casi ho dovuto farmi aiutare dal Custode dell'Osservatorio
Etneo A. Galvagno,
anni è abituato
avevo
inoltre io
quale mi aveva sempre assistito, da molti
il
fare
e
le
osservazioni meteoriche
molte letture
fatto fare
dell'
,
ed
al
quale
aneroide per eser-
cizio.
Ho
ottenuto così
Sottraendo da esse
punti sottoposti, verticalmente
dedotti dalla Carta dell' Istituto seo-
corrispondenti nel terreno
,
grafìco
25000)
militare
(scala 1
:
150 punti sulla lava.
di circa
le altitudini
le altitudini dei
ho ottenuto
,
gli spessori
della
lava nei detti punti.
Considerando
le risultanti altitudini
a spessori della lava in
discorso, si arriva alle seguenti conclusioni.
La lava tende ad eguagliare
le irregolarità
della
superficie
del suolo, e quindi la sua superficie superiore tende a disporsi in
piano uniformemente inclinato, generalmente più del terreno. Questa azione livellatrice delle lave
si
riconosce anche ad occhio nel
percorrerle.
Dove
mato
la
ha incontrato coni
lava
ostacolo, la
pendenza è minore
avventizii, che
hanno
for-
di quella del suolo, talora è
nulla e qualche volta anche in senso contrario, per una specie di
rigurgito della lava contro gli ostacoli.
Tale disposizione ed
andamento
è
da aspettarsi
nella
lava
che uscendo dai crateri eruttivi trovasi in istato di parziale
flui-
ed avendo rilevante peso specifico, (circa tre volte maggiore
dità,
di quello
gravità
,
dell'
acqua)
malgrado
,
mente aumenta, quanto
genti,
si
è obbligata
sia dotata di
ad
obbedire
notevole
piii la lava,
all'
tenacità
,
azione della
che natural-
allontanandosi dalle sue sor-
raffredda.
L' accumularsi
ed anche
il
corrugarsi
della lava contro gli
ostacoli in solchi ed argini alternati, dell'altezza perfino di
specialmente dovuto alla detta tenacità ed
mento
al
()"\
è
maggiore raffredda-
superficiale.
I maggiori spessori di lava sono vicini all'apparato eruttivo,
nelle depressioni del suolo e contro
i
grandi coni avventizii.
Ai
tri
limiti inferiori delle sue diramazioni la
lava
ba pochi me-
di spessore.
Sui limiti laterali, invece,
fino a
spessore è di parecchi metri,
lo
10 e 20.
Tutto ciò pure si spiega collo stato semifluido
della lava incandescente e col rilevante suo peso.
I maggiori spessori constatati sono
:
Al piede
Ad
Ad
settentrionale del
2'^
cono, eruttivo,
il i)iìi
alto:
82 m.
ovest ed a sud del cono più meridionale: 47 m.
Est di
Sopra Casa
A SW
Gemmellaro,
M.'"^
dagalotti dei Cervi
:
al
piede del ripido
pendio dei
85 m.
dei Cervi, sepolta
di Serra
:
57 m.
Pizzuta Calvarina
,
per gi-ande
estensione
:
80. m.
Le lave si sono accumulate dietro
a 18"^ dalla cima.
Contro e dietro
il
M.'*^
nord) di M."^ Nero, fino
lato ovest di Serra Pizzuta Calvarina, lino
a circa 10 m. sotto la cima
Dietro
(a
Gemmellaro
men
alta
fino a
ad ovest.
35 m. dalla cima.
Dietro M.'' Pinitello sup. fino a pochi metri
dalle cime settentrionali.
Dietro
Ad
M.^*^ Grosso fino a 16 m. dalla cima
]nn alta.
Est di M.^« Concilio, fra questo e M.^^ Conciliello,
23 m. sotto
la
cima
fin
a
di M.'^ Concilio.
Dietro M.^" Albano la lava è arrivata fino a pochi
metri dalle
cime, ed inoltre è penetrata
del monte.
In generale la parte
opposto
fra queste
nella cavità
meridionale, o meglio
al corso delle lave, nei coni avventizii
è
il
principale
versante non
più libero dalle
lave.
Siccome
pendio generale dell'Etna su cui ebbe luogo l'eda nord a sud, 1' altezza dei coni avventizii sul
suolo circostante è minore a nord che a sud ciò
pure (oltre al
rigurgito) ha contribuito a rendere le lave più alte
a nord che a
sud dei detti coni.
il
ruzione scende
;
Nel ramo più meridionale della lava che da
S.
Leo
si
è spinto
fin
verso M/*^ Segreta, per circa 2 km., e che non ha incontrato
ostacolo di alcun cono avventizio, la lava ha spessori generalmente
20 m.
inferiori a
Sotto
M.""
Gemmellaro
questo monte
fra
,
,
Pinitello e
M.'"^
M/*^ Albano, ed a sud di questi crateri tino a M/'' Camercia, la
lava del 1892
sovrapposta a quella del 1SS6
è
si
a sud la
piìi
;
lava del 1892 ha costeggiato ad ovest la medesima lava del 1886.
La lava del 1892 ha coperto
come M.'*^ Conciliello,
quasi totalmente
avventizii,
tello
;
M.'''
ha coperto completamente solo
banelli (detta
una decina
Ili
anche
M.''^ Piatto)
,
i
piccoli coni
Ardicazzello e
la cui altezza
era
Pini-
IM.""
la piccola altura
degli
non
^1/-
più di
di metri.
altra comunicazione
darà
si
volume
il
di questa lava del
1892.
Prof. P. Oavara — INTORNO ALLA OPPORTUNITÀ
TENTARE DELLE COLTURE ALPINE SULL' ETNA.
Or
Etneo
dacché
è trascorso un anno, circa,
sidente dimostravami
si
tentasse
specie alpina
il
Illustre nostro Pre-
desiderio che nei pressi deìV Osservatorio
in via di
,
— Ero
1'
DI
esperimento
arrivato da poche
,
la coltura di
qualche
settimane in Sicilia e non
potevo avere uu' idea concreta delle condizioni fisiche dominanti
uelP eccelsa cima
lenti naturalisti
gratissimo
per
me
al
piìi
,
di quella
avessero
potuto
che
la lettura di scritti di va-
infondermi.
Ma
io fui
ch.mo Prof. Ricco della spontanea proposta,
aveva, oltre
all'
davvero
la
quale
interesse scienrifico, le più seducenti at-
trattive.
Io accarezzai
breve
tale
comunicazione
a Palermo
Congresso
proposta e ne feci
in seno
,
nel
alla
Maggio scorso
plauso dei convenuti e specialmente
Prof. Borzi
conizzava
il
,
il
quale
complemento
,
ed
dell' Illustre
ebbe a dire che
di esemplari si osserva a
anzi
oggetto di
Società botanica
1'
idea era
essa
una
riunitasi in
riscosse
mio amico
,
il
il
geniale e pre-
della Flora tropicale che con splendore
Palermo e a Catania.
—
Ma
—
a tradurla in atto occorreva oltre che uno studio sugli ele-
Etna
lueuti floristici dell'
indispensabile
me
per
programma
il
,
condizioni che
e sulle
vegetazione, formulare un
ove
[)
prendere esatta
cognizione
tentativo di installazione di colture
il
Era uecessario,
una
in
presiedono alla
preparatore, e
lavori
di
si
voleva
sull'
Etna.
alpine
mi recassi
parola, che io
,
del luogo
fare.
Or bene, due escursioni io vi ho potuto fare nell'estate scorsa.
La prima ebbe luogo nei giorni 14 e 15 Agosto, propostami dalla
gentilezza del Professore Ricco, e che ebbe esito felicissimo. Fa-
da un temi)o splendido
voriti
e verso le diciassette
la facile
ascensione
al
si
era
si
che
mere
al
eravamo
ci
Chiarissimo
Osservatorio
grande cratere,
di ritorno alV Osservatorio si
al fine
partiva la mattina del 11 da Catania
all'
esauìiuavano
prefissi.
Collega
i
si
;
fece
spettacolo
all'
indomani
inenarrabile, e
condizioni del luogo
le
Colgo questa occasione per esprisensi
della
mia viva gratitudine
per le influite cortesie usatemi in tale circostanza e per
pre-
le
ziose notizie fornitemi.
La seconda escursione
fu fatta
da me nei giorni
Settembre nella gioviale compagnia degli studenti
turali che
frequentavano
di 9,
10, 11
Scienze na-
di
mio Laboratorio. Ne fu organizzatore
il
prezioso l'Egregio Signor Alflo Caponnetto, proprietario di molte
terre nella regione
Etnea ed anche della nota
«
Casa del Bosco
»
che egli mise gentilmente a nostra disposizione, ed ove passammo
la
notte del 10, di ritorno dall' Etna
visitato
1'
immane
,
dopo avere
di bel
nuovo
cratere.
Le impressioni riportate
dalle
due
escursioni
da me
fatte
furono, non vi è bisogno di dirlo, moltissime e indimenticabili,
relativamente
costanze
pili
1'
assoluta
al
sommo
all'
d'
oggetto precipuo di queste mie gite
ogni altra
mancanza
vertice
una cisterna
di
di
dell'
cosa mi colpirono
,
e cioè
,
due
ma
cir-
da un lato
acqua nella regione percorsa da Nicolosi
Etna
(solo
acqua piovana);
alla
dall'altro
sola Casa del Bosco evvi
il
carattere della scarsa
vegetazione dell'alta regione etnea, e precisamente dai 2800 m.
in su,
ove
la vita
non ha più che una
ad estinguersi completamente, già molto
torio astronomico.
floca manifestazione.
al
disotto
dell'
Ano
Osserva-
—
Le ragioui
—
10
impoverimento del tappeto ve-
dello straordinario
getale in tutto quell'imponente piano inclinato {Piano del
che dalla base
all'
Osservatorio sono molteplici
,
ma
forse non
che è costituito di minuto
terreno
fisica del
Laf/o)
e Torre del Filosofo va su lino
Monte Frumento
di
natura
ultima la
cenere
lapillo e di
vulcanica, epperò incoerente, mobilissimo e che per certo spessore
offre assoluta aridezza.
Tale altezza della montagna
di
una pianta
{Spino santo)
assai
quale mentre
il
segna pure
caratteristica
limite
Etna
vegetale
anche
sostegno dei non numerosi rapi)resentanti
il
zona medesima
sieiilus
dell'
si
,
al
può considerare
tappeto
dell' alta
superiore
una impronta tutta speciale
dà
zona
il
cioè dell' Astragalus
,
floristici della
quali trovano nei densi cespugli, a forma di cu-
i
scinetto, dell' astragalo
modificato
zolle di terreno già
,
spine di questa pianta una difesa contro
gii
e nelle
,
animali erbivori.
Si riducono a cinque sole, secondo lo Strobl, le piante che al
zona
di sopra della
sono
strato, e
:
sia taraxacoides
il
,
dell'
Astragalo
si
indugiano nel
difficile
sub-
Senecio aetnensis, VAnthemis aetnensis\i{ Rohert-
Bumex
il
aetnensis e lo IScleranthus vulcanicus
,
piante che io stesso
potei raccogliere in fiore ed in frutto nelle
due escursioni. Sono
le sentinelle
zione
Ma
la vita vegetale è così
che dette piante che per
vegeta-
dell'eccelsa
scomparire
del
poco compatibile in quell' altura,
effetto di
vivere in questa stazione
fino a
avanzate
etnea.
,
adattamento, possono tuttavia
vanno poi diradandosi estremamente,
tutto in
quel
deserto
vulcanico
il
quale
offre così strano contrasto colla esuberante vegetazione delle basse
pendici.
La impressione che
io
da disarmare a tutta prima
ne ebbi da simili contingenze fu tale
il
mio
spirito di intrapresa e
mi ritenere la istituzione di un giardino
dell' Osservatorio
Tuttavia
servatorio
,
fin
opera non dirò ardita
dalla
ma
alpino nelle
far-
vana.
mia prima gita all'Etna, arrivato
fui colpito dalla vista di
da
vicinanze
numerosi
all'
Os-
esemplari di gra-
ziose margherite {Anthemis aetnensis) miste a qualche fiore giallo
(Senecio aetnensis) proprio sotto
il
muretto della terrazza del gran-
—
dioso rifuoio.
S0i:>i)i
quanto erano
le sole
subito che quelle piantiue, tanto più care iu
che adornavano
non erano cosa spontanea
custode
Galvagno
Sig.
,
—
11
ma
,
dall' intelligente
quale compiacevasi nel vederle atte-
il
,
recinto deìV Osservatorio,
il
bensì portatevi
chite e moltiplicarsi a meraviglia.
Evidentemente
muro contro
riparo del
il
venti di tramon-
i
tana, e sostanze organiche, date dai rifiuti del ricovero
dagli escrementi dei muli delle comitive
notavano
dell' Osservatorio si
dette due specie in punti certo
sichè
riapriva
si
1'
animo
meno
qua
e là
riparati
alla speranza in
(»)
due
nelle
al
È
una
rini (1)
ammessa
altri
e altre
che
regione scoperta {Astra-
sul!'
Etna
da incoraggiare
dagli uni (Parlatore, Nicotra etc.)
la
una
derivata da diversità
«
se con essa si
«
lunque
«
di clima
«
vita del periodo
sia la
rappre-
i
gran
in
:
deve intendere ogni società vegetale che
dominanti
si
iu alta
Etna acquista più
«
linee fondamentali,
parte
poiché
,
qua-
è adattata alle parti(;olari condizioni
vegetativo
pina, ed
il
La discnssi(me è
interpretazione di questa frase
d'
sua origine
«
montagna, e segnatamente
,
di
è innegabile
un carattere
che
la
alla bre-
vegetazione
di vegetazione
al-
Nicotra, iu ispecie, ne ha segnato con precisione le
Baccarini P.
Orientale,
alpina.
flora
Bacca-
Il
questione nei giusti suoi termi-
Si è discusso, egli dice, se l'Etna ospiti ancora
« dell' alto
la
?
(Tornabene, Carnei, Strobl.)
mi sembra aver posta
« sentanti di
(1)
Osservatorio
invero rispondere a tale domanda. La esistenza di
difficile
negata o discussa da
«
la
flora alpina e tali
un giardino alpino
flora alpina è stata
«
all'
Siculus, Berberis aefnensis, ed altre) sono esse a considerarsi
istituzione di
ni.
acclimatate
si)ecie
Piano del Lago e in tutta
veri rappresentanti di
una
quei paraggi.
viene ora si)ontanea una domanda.
crescono
(jalus
esemplari delle
dalle bufere. Co-
quanto non era esclusa
la possibilità di fare attechire altre specie in
Ma
rigo-
il
umile vegetazione. Ebbi a notare inoltre che anche
glio di quella
a destra
alpino e
giustificavauo
,
N. Gior.
—
)jot.
ma
se per flora alpina devesi intendere
Appunti sulla
ital.
vegetazione di alcune
parti
Ott. 1901 voi. VIZI N. 4 p, 590.
una
della Sicilie
—
—
12
« colonia vegetale di piante termofuglie clie dati dall' ei)Oca gla-
che sia stata respinta
* ciale e
mutamenti
« guito ai
«
zone meno elevate,
ben
« sieuo
rari sull'
Ciò ammettendo
credo che
io
1'
elementi veramente alpini
gli
che corrisponde anche
(il
Etna rappresentanti
alto
montuosi
,
Etna
da ascriversi
sia
montagna per
a questa
sfavorevoli che
brodi
la
,
al
complesso
se stessa, o
alpina
la loro
mancanza
sul-
cause contrarie inerenti
di
non
i)iuttosto a
circostanze
Etna quanto per
1'
montagne meridionali, povere
altre
di
vedere se e fino a qual punto vi
hanno agito tanto per
Sardegna ed
modo
delle Alpi o della zona
tipici
i)er
nostro
al
tentativo di installare sul-
il
possono prosperare, per potere giudicare se
1'
se-
in
Etna. »
vedere) utilissimo dovrebbe tornare
di altri sistemi
montagna
alto della
siili'
clima sopravvenuti posteriormente nelle
di
Ne-
le
in rap-
presentanti della tlora alpina.
Ecco un primo problema
può
faccia a noi e che
Ma
proponiamo.
d'
molti altri sono
i
da solo
dibattuta questione della mobilità e
grado
adattamento
di
la
tudinali,
etc.
etc.
Tutto questo
istituzioni
le
quali
ci
,
gli
uni riferentisi
alla
non molto
specie, gli altri
che esercitano
lo stabilire
porta a dire dei giardini
tempo
ci
con-
al clima, all' intiuenza
sorte da
af-
si
che
si
fissità della
natura del suolo, come
temperatura,
tentativo
il
quesiti la cui soluzione
nette colla istituzione di giardini alpini
al
teorico che
ordine artatto
giustificare
i
la
limiti alti-
alpini, di coteste
hanno
raggiunto
notevole sviluppo richiamando l'attenzione e l'a])poggio di associazioni ed
Il
anche
di governi.
gusto sempre crescente
dell'
alpinismo e
la
reazione
al
van-
dalismo perpetrato specialmente nelle alpi svizzere a danno della
flora alpina
mosso
il
da parte di collezionisti e
movimento a favore
di orticultori,
hanno
pro-
di parchi e giardini alpini.
Un' associazione sorta or sono quasi veut' anni
per la protezione delle piante alpine metteva in atto
in Isvizzera
il
proposito
creare un asilo
un recinto
che potOvSse
offrire condizioni di
incoluniitài a quelle fra le più rare e le piìi
minacciate dalla ma-
(li
,
no vandalica o dalla cieca
speculazione
colla istituzione di
,
un
«;iardino alpino, la Linnaea., a Bourg-Saint-Pierre sulla strada del
(Iran S. Bernardo, all'altezza di 1080.
un comitato internazionale
Si costituì
il
l)rò
terreno e vi
di 25
istituirono colture che
si
membri,
com-
si
raggiunsero in po-
chi anni un notevole sviluppo.
La
direzione fu
affidata
entusiasta della protezione
al
contemporaneamente
tura, direttore
zione a Ginevra. Nella
Linnaea
«
cosichè
etc.
di
della
un giardino
di
come Pinerei
,
apostolo
loro col-
acclimata-
Caucaso
scopi della istituzione vennero
gli
,
alpine e
furono dipoi introdotte specie
»
esotiche di altri sistemi nnmtuosi,
laia,
Henry Correvon
iSig.
delle piante
Ima-
,
allargandosi
a beneficio degli amatori e della scienza.
Sull'esempio della «Linnaea»
varie parti, così la «
Daphnaca
»
zione di Milano, e sopratutto dei
Artaria sorse
del
mare
Naye
»
;
al
la «
M.^''
Baro sopra Lecco, a 800 m. circa sul
Eambertia
allo stesso
a « Creux du
Van
»
nel
Pochi anni or sono
piccolo S. Bernardo
dell' Ab.
» altro giardino istituito a «
Correvon
Giura e a
si
la
inaugurò
pure
il
se-
livello
Eochers de
altri si
« Ballon d'Alsace »
cui fu imposto
L
e Ing.
Direzione dapprima al
Ginevra;
di
tentarono
nei Yosgi.
un giardino alpino
nome
Chanoux, Rettore del Rifugio
delle piante alpine.
sorsero da
membri Sigg. Conte Lurani
a 2000 m., del quale fu affidata
Jaceskwi poi
onore
altri giardini alpini
che per iniziativa del C. A.
di
«
Chanousia
»
al
in
e appassionato cultore
Sorge quest' ultimo a 2200 m. ed in ottima
situazione.
Anche
presso
i
Tedeschi, costituitasi la società per la prote-
zione e la coltura di piante alpine,
alpini, fra
i
quali
si
vennero istituendo giardini
vanno ricordati quello
sul
Schachen (1867 m.)
presso Garraisch (Baviera) sotto la Direzione dell' eminente Prof.
Goebel, e l'altro di Gschmtzthal (2000 m.) diretto dal Prof. Wettstein di
Un
Wienna.
tentativo fu pure
fatto or sono alcuni anni
dallo scrivente a Vallombrosa, sopra Firenze, (957 m.), e circa 200 specie
,
—
di piante alpine ott.ennte jiarte
—
14
da semi, parte acqnistate dal
lacovauo
dino di aocliniatazione di (linevra,
Del 1899 anno in cui
j-iar-
bella mostra di se
per
lasciò quella località, cosi adatta
cj;li
simili istituzioni.
Quali sono
le
condizioni
clic
riscontrano in codesti
si
giar-
dini alpini?
Anzitutto è da rilevare, come
presentavano di già o una
fin
i
qui citati sieno stati istituiti
Appennini o
in località delle Alpi, degli
tlora alpina
,
montana
;
non poteva presen-
a scoi)0 di alpineum
la riduzione loro quindi
montagne che
di altre
o subalpina o
tare gravi difficoltà.
Tenendo conto poi
che
ma
si
delle esigenze proprie delle piante alpine
riassumono in spiccato bisogno
di calore atta a
compiere
fiir
di luce, di
loro
il
una certa som-
ciclo di sviluppo in
un
periodo di tempo relativamente breve, e di una costante umidità,
sonosi evidentemente utilizzate le migliori risorse offerte dalle località di impianto, aiutandole con
opportune disposizioni
Così è prevalso quasi sempre
il
artificiali.
criterio di meglio assicurare
e riparare coteste piante alpine dalla secchezza e dagli sbalzi di
temperatura
col sistema delle cosidette
rocaillcs
valendosi o di
,
roccie in posto o ad arte disposte, con fenditure o crepacci atte
ad accoglierne
È una
le
radici,
i
rizomi,
i
bulbi.
disposizione protettiva che viene consigliata dagli stessi
esempi naturali. Non sono state tuttavia escluse le aiuole {Plateamano terreno profondo e molta lu-
handes) per tante specie che
ce,
sempre quando
la
voluta umidità poteva essere assicurata an-
che cou questo sistema meno atto a conservarla.
La questione
si
è fatta
spesso
dell'
acqua necessaria a questi
rilevare
nelle
relazioni
che
giardini
sono
state
alpini
date
dai rispettivi direttori.
sicché nelle
Per quanto situati ad altitudini non eccessive
Alpi e altrove sovrastano ad essi valloni ricchi di acqua, o ghiac,
ciai, o nevi perpetue il cui disgelo alimenta sorgenti nella sottostante regione, tuttavia per alcuni di tali giardini, ad es. la stessa
«
Linnaea
»
la
«
Rarabertia
»
la
«
Daphnaea
»
l'acqua vi è piut-
tosto deficiente, anzi pel primo di questi giardini che è anche
il
,
—
più importante
dell'
sta
si
un serbatoio,
istituì
acqua
in
15
—
pensando ad una conduttura. Al M/^ Baro si
Rambertia » si praticava la raccolta
e per la «
tini o
botti interrate, esposte
nella
stazione delle
piogge o dalle nevi, e da servire per l'annaffiamento nei mesi caldi.
La « Cliauousia » invece trovasi in eccellenti condizioni a questo
riguardo, essendo intersecata da due corsi d' acqua perenni.
Una condizione di gran momento è la cura 1' assistenza di
che hanno tanto bisogno colture alpine, per non essere soprafatte
da erbe volgari o comunque nel loro sviluppo.
,
La custodia
per
lo
i)iù
di tali giardini alpini è affidata a
persone esperte,
abitanti in paesi vicini ai giardini stessi, le quali pos-
sono sorvegliare
le colture, curare le semine, i trapianti
e sbaterreno delle erbaccie nocive, non che fornire secondo
,
razzare
il
delle specitiche esigenze
il
terriccio di bosco, terra di
di
del
i
il
or calcare or siliceo
gli
animali erbivori, le
vero flagello delle piante alpine,
«
il
rasoio
ha spiritosamente chiamateli Lévier. A tale
giardini sono stati cinti o da muri a secco, o piti spesso
globo» come
scopo
da
pecore,
le
,
castagno, di erica etc. Infine è pure
una tutela contro specialmente
rigore
capre e
terreno adatto
le
reti di ferro.
8i comprende, dal
fin
qui
esposto,
che
tali
giardini alpini,
importino non indifferenti spese di impianto e fondi necessari per
il continuato loro sviluppo.
La
Linnaea
«
»
oltre l'appoggio incondizionato della Società
protettrice delle piante, ebbe
verno federale,
altre 100 lire
il
una prima volta 1000
quale in seguito
annue
vi
le
contribuisce
assegnò 500
il
lire dal
lire
Go-
annue. Per
Principe Ferdinando di
Bulgaria.
Per
la
colsero in
Torinese
si
fondazione del
Val
d'
Giardino alpino
Aosta oblazioni per 2000
«
Chanousia
lire,
e
il
»
si
rac-
Club Alpino
impegnò ad un assegno annuale.
Dopo questa disamina
alpini funzionanti altrove,
delle condizioni presentate dai giardini
emerge
di per se la
somma
delle dif-
—
che
ficoltà
presentano
si
a
—
16
per
noi
alpine sull'Etna ove molte cause
Al terreno
si
dato da
sterilissimo
l'
instaurazione di colture
contrarietà
«li
si
sommano.
e ceneri vulcaniche,
lapilli
aggiunge l'azione disturbatrice difficilmente riparabile dei venti,
una bassa temperatnra, un brevissimo periodo vegetativo,
sciogliendosi a
Settembre. Si aggiungano
fin di
distanza
e
daW Osservatorio
lambenti
lamentare da ultimo
la
fumarole
che sono a
breve
e dello stesso cratere, portate dal vento
terreno che
il
emanazioni deleterie di vapori
le
ammoniacali delle
acidi solforosi o
nevi
le
Luglio e cadendo di nuovo a
di (liugno o in
fin
vuole adibire a coltura, e vi è da
si
mancanza
di acqua,
che costituisce
il
piìi
sentito bisogno delle piante.
Ad
alcune
queste
di
La natura
rare.
come
a1)biamo pensato
difficoltà
ripa-
del terreno potrà essere corretta con terriccio di
castagno che è facile cosa provvedere dalle sottostanti regioni, e
con stallatico che
contro
i
ciente
1'
venti
si
edificio
elevato. Dietro
riparo
di più
un irregolare spaccato
di
tagliata a picco per alcuni metri e che a
,
dovrebbe prestare per uso
si
11
della terrazza prospi-
può essere ad occidente ancor
Osservatorio poi evvi
lava antica compatta
parer mio
muro
parte nel
in
quale
il
,
1'
ha dalla scuderia dell'Osservatorio.
si
ha già
me
scoperta furono già da
di
Due
con cemento pezzi di lave e scorie.
adattandovi
rocailles
o tre piante della zona
in tal guisa situate fin dal
Settembre
scorso a titolo di primo sperimento. Egli è certo che in tale roccia le piante se
pur non godono di molta luce, sono riparate assai
bene dal vento ed anche dalle emanazioni acide delle fumarole.
Riguardo
raccogliere
e
al
bisogno di acqua, è
conservare
l'
acqua
d'
uopo studiare
di pioggia
il
modo
di
che cade sul tetto
dell' Osservatorio.
Gravi
difficoltà
frappongono
si
sia nei pressi dell'edificio
stabilità del terreno
mettono
,
la solidità di
sore
Ricco
zinco
i
che
poi V
di
in
difficile
Anzitutto
muratura per cui
sostituire
quali cedendo per elasticità
ghiaccio è
questo.
vasche
la
poca
immancabile azione del gelo compro-
una vasca
preferirebbe
alla instaurazione di
entro
all'
alle
vasche
aumento
di
il
dei
Profesvasi
di
volume del
subiscano rotture se ben confezionati.
Ad
evitare
un sovercliio consnmo
])(>i
nere a lungo ruiiiidità
impiego di sfagno o
al
substrato,
si
di muschi-, tanto
come copertura. Tale sistema
<li
acqua
e a
,
mante-
arriverebbe con opportuno
commisti
quanto
al terreno,
è da tempo, con eccellenti risultati,
dal Cliiar.'"*^ Prof. Briosi impiegato
per colture di piante alpine
all'Orto botanico di Pavia, colture che hanno riscosso il plauso
di tutti
visitatori e publ)liche
i
direttore
della
la coltura di
Linuaea
«
».
È
dallo stesso Ing. Correvon,
lodi
pure adottato
Felci all'Orto botanico di
sistema
tale
Genova,
così
per
dominata
dai venti.
Riguardo
fornirci e preparare piante ali)ine,
al
eie circa furono già da
me
duecento spe-
venire parte dal Belgio
fatte
parte
,
da Yallombrosa. Altre verranno chieste al giardino di acclimatazione di Ginevra, in primavera. Molte di esse essendo piante
legnose (Ericacce
zione
in
,
Coniferi) ho
pensato di tentarne
zona più bassa e precisamente alla
1'
acclimata
Casa del Bosco
»
(1400 m.) o verso la Cantoniera (2000 m.). Alla « Casa del Bosco
»
mercè
la
gentile
potrebbersi
offerta del
proprietario Sig. Alfio Caponnetto,
tentare anche
forse
all'
scevro di inconvenienti poiché evvi
del
semine di piante alpine, per
le
tempo debito
poi trapiantarle a
«
Bosco» una buona provvigione
Osservatorio
,
di
come
;
e ciò sarebbe
disse
si
,
alla «
Casa
acqua ed anche personale
per la sorveglianza e la cura delle colture.
11
Signor Caponnetto poi mi
iniziare opere di
gli
rimboschimento
si
,
mostrò oltremodo proclive ad
ed
io
mi
offersi
per procurar-
essenze resinose, cupulifere ed altre piante da tentare nella
vastissima zona
dell'
Astragalo
,
la
quale è così poca produttiva
per se stessa e che doveva forse essere, tempo addietro, coperta
di piante legnose.
Questa è
la traccia di
non nascondendoci
le
riuscita dell'intrapresa.
quei colossi che sono
programma che
grandi difficoltà che
La nostra
le forze
si
ci è
parso formulare,
oppongono
è certo lotta di
fisiche.
Ma
è
alla
buona
pigmei contro
bene notare che
i
—
—
18
seppero strappare più vittorie alla natura
[)ioinei
gici titani agii Dei. I frutti di tali vittorie
combattono con crescente ardore
si
nate
costituiscono
,
tutti
con armi sempre più
e
e diciamolo pure con tutti
,
Poiché se V uomo nella sua incessante
lotta
sconfinata
di
opera
dell'
Ovunque
distruzione.
uomo
ammanto.
turale
effetto dell'
È proprio
uomo ha subito
più disastrose conseguenze.
l'
fatta
un agente
sentire
irreparabile
intensa
suo na-
che
il
tappeto
le
più manifeste trasformazioni colle
Il
vegetale
quello
per
collega chiarissimo, Prof. Grimaldi
uno dei tanti episodi che sono
vi dirà di qui a poco di Modica,
P effetto
è
si
stesse
delle
quivi la terra è stata spogliata del
,
con
contro la natura è
energie fisiche, è stato però, ed è purtroppo ancora,
1'
raffi-
suoi dolori.
i
a carpirle tanti segreti e ad impossessarsi
riuscito
mitolo-
i
infinito [)atrimonio della nostra civiltà,
1'
suoi splendori
i
che
,
che da più milleuuii
secolare tendenza distruggitrice del-
della
uomo.
È
però un conforto
tendenza
si
è
parere ]»aradossale
rato la natura
Eppure
il
pur spiegata
il
pensare che a lato di cotesta funesta
1'
opera riedificatrice
dire che in ciò
il
dell'
uomo.
fattore antropico
Può
ha supe-
quale di così grandiosi e sicuri mezzi dispone.
la
dava
è così. L' epoca glaciale
lo -sfratto
a tutta una ve-
getazione tropicale che con altri confini albergavano
nostro mare, e la cui esistenza
ci è
le coste del
irrefutabilmente svelata dalle
vestigie che rinserrano gli strati del terziario.
Cessato quel periodo di così radicale trasformazione del mantello vegetale,
favorevoli,
e ristabilitesi
alcune
ma poche
Ora
1'
climateriche abbastanza
condizioni
tante
le
poterono
basse latitudini,
neo,
fra
specie
risalire
sospinte dai ghiacciai a
lungo
le coste del
Mediterra-
invero riconquistarono le posizioni perdute.
uomo
è riuscito a superare la natura.
a ricostruire un edificio
qualità degli elementi
fl^oristico
rievoca
il
Egli è riuscito
che se non nella quantità, nella
mantello vegetale delle remote
epoche. Palme, Banani, Agrumi, Auone, Fichi asiatici, Araucarie
ed
altre tante
essenze
dette, e vi conducono
abbelliscono
vita
ritrovata la casa paterna
I
queste terre dal sole bene-
rigogliosa
come che
liete di
avere
—
Una
Yeiiiaiuo a noi.
come
tagne sud-europee, noi
i
pili
ci
—
sembra mancare
;il[)iiia
Sardegna ed
in
,
all'
Etna,
in altre
mon-
proponiamo di tentare di insediarvene
tipici rappresentanti.
Saranno
noi
flora
deficiente è sulle Nebrodi
19
i
nostri
sforzi
coronati da successo
desiderio non per vanità personale
il
zione scientifica, per contribuire allo
,
ma
1
È
ardente in
per sola specula-
sviluppo delle scienze bio-
Possa accompagnare, questi nostri conati, l'interessamento
delle LL. EE. i Ministri JS^unzio Nasi e Guido Baccelli che prelogiche.
siedono con tanto amore alla pubblica
istruzione ed
alla patria
agricoltura.
A. Mascari.
MENI SOLARI
:
—
SULL' INDIPENDENZA DEI
In quest' ultimi anni
me
erronea) che
le
si
è andata dittondendo l'idea (secondo
facole e le protuberanze solari
ad un medesiuio fenomeno solare
cipalmente
i
DUE FENO-
FACULE E PROTUBERANZE.
lavori
e
1'
;
appartengano
a ciò hanno contribuito prin-
autorità del Sig. H. Deslandres.
Questi
ritiene che le facule siano la parte bassa, o lo scheletro delle pro-
tuberanze
che ordinariamente
solari,
osservano
si
al
bordo solare,
proiettate sul disco, e che perciò la comparsa delle une sia
conseguenza della presenza delle
ne dissentissero già
altri,
pure
altre.
una
Quantunque da questa idea
io nello studiare la distribuzione
dei varii fenomeni solari osservati nel 1894, 1895 e 1896 a secon-
do della loro latitudine
mente
in
un mio
eliografica,
avevo fatto rilevare principal-
Astroph. Journal, che una grande differenza
di
,
specialmente rispetto
dello
comportamento
verificava fra le protuberanze e le facole osservate
del lembo solare
VI
articolo pubblicato nel 1897 nel Voi.
alla loro
in
si
vicinanza
manifestazione
nei varii paralleli, e che la sede della loro manifestazione poteva
essere anche completamente diversa; motivo per cui facule e pro-
tuberanze dovevano considerarsi come due fenomeni
Da
queir epoca ad oggi ho seguito con
andamento
di questi
anno non hanno
due fenomeni
fatto
che sempre
e
i
piti
distinti.
lo stesso interesse lo
risultati
ottenuti
in
ogni
confermare quanto prima
—
avevo ottenuto.
—
Secondo V
tacula al bordo di esso
da una protuberanza
jMÙ alta
quindi
:
,
—
ipotesi del Deslandres se le facole
protuberanze sul disco del Sole, ogui
delle
t'ossero le proiezioni
20
dovrebbe essere accompagnata, non dico
ma almeno da una
dovremmo
esteso nel senso del bordo medesimo,
un arco maggiore
di
più viva e
cromosfera
coincidenza ad un gruppo di facole
in
di cromosfera più attiva,
al bordo,
avere, non dico
ma almeno
uguale o
poco minore; cosa che non ho assolutamente riscontrato discu-
tendo
osservazioni solari fatte nel nostro Osservatorio astrotìsico
le
di Catania e confrontandole con l'im]>ortaiite serie di bordi solari
disegnati a Catania,
Memorie
Roma
Zurigo e pubblicati nei volumi delle
e
degli Spettroscoiìisti Italiani.
Per meglio ricercare
coincidenze nella manifestazione delle
le
facole solari osservate in iìr(Kssimità del
beranze
,
lembo solare
presi in considerazione prima, per
bile, tutti
i
gru])pi di facole che
loro nascere al bordo orientale
e le protu-
quanto mi fu possi-
accompagnavano
macchie
le
del Sole o al loro tramonto
al
allo
due annate del
altro bordo, e che poterono essere osservate nelle
presente minimo solare 11)00-1901.
Come
da
si
sa
i
gruppi di macchie solari sono sempre attorniati
anche
facole, le quali sogliono essere in questi casi
fra le più
vive di quante altre se ne osservano sul disco del Sole. La scelta
dovrebbe rendere quindi
di questi gruppi di facole
la ricerca della
più agevole
coincidenza delle medesime con la comparsa delle
protuberanze, e la scelta di queste due annate ne facilita ancora
più lo studio perchè in esse, essendo
solari
l)iù
molto ridotta, questi gruppi
isolati e
meglio
si
1'
attività dei varii
presentano
all'
distinti.
principalmente
In pari tempo tenni presente di confrontare
i
fenomeni
osservazione
gruppi di macchie apparsi
al
bordo Est, in un determinato giorno
d'osservazione, con la cromosfera e con le protuberanze osservate
nel
medesimo giorno o
vati al bordo
Ovest con
medesimo giorno
d'
nel
le
giorno
precedente
protuberanze o con
osservazione
delle
,
la
e quelli osser-
cromosfera del
macchie e facole o del
giorno susseguente.
L'
esame però
di questi casi che
avrebbero dovuto essere de-
—
cisivi per la
prova della corrispoudenza fra tacole
ze (1) ci uiostrauo
facolata sia
—
21
non
un caso
solo
come
ma
raro,
la loro
protuberau-
e
presenza
sulla regione
indicano ancora che neanche la cro-
mosfera sia molto influenzata dalla loro presenza quantunque
facole sieno
Un
tutti
i
sempre
facole, osservati
in questi
stesso criterio di confronto tenuto per
si
dà
risultato parimenti negativo ci
gruppi di
tali
le piìi appariscenti.
esame generale
1'
due anni
,
usando
di
lo
gruppi precedenti; difatti
i
ricava dai due anni 1900, 11)01, che su 642 gruppi di tacole,
osservati in prossimità dei lembi dell' intiero disco del sole, con-
frontato ciascun gruppo con
meno
osservazioni della cromosfera,
le
al-
due giorni consecutivi, solo 34 protuberanze superiori a
di
30" d' altezza,
si
notarono su
di
mentre
essi,
servate nei giorni in cui furono viste
Cioè a dire che di 282
di facole e
ammontano a 282!
si
elevavano su grupi)i
248 erano indipendenti da queste.
In 215 casi poi
può dire che
si
agitata, o sovraelevata
gruppi di
protuberanze 34
protuberanze os-
le
le facole
,
cromosfera
sia riscontrata
si
o con getti, cioè quasi in 1/3 di casi di
facole; con questo
che
la estensione
della base delle
protuberanze, o della cromosfera perturbata è stata quasi sempre
inferiore
,
e di molto
dente gruppo di
,
all'
estensione
in meridiano
facole, nei casi in cui si è
,
al corrispon-
avuta una coinciden-
za nei due fenomeni.
Con
ra,
non
risultati così negativi
si
anche lontanamente, dedurre che
sano essere
la
in fasi diverse.
medesima
Ma
cosa, o
il
potrebbe in alcuna maniefacole e protuberanze pos-
medesimo fenomeno osservato
altre considerazioni
suffragate dalle osserva-
zioni di parecchi anni militano contro a quest' ipotesi.
tuberanze fossero
che
le
(1)
le facole,
zone di manifestazione delle prime dovrebbero
Nel seuso più largo, sotto
nime sovraelevazioui
della
il
uonie di protuberanze
cromosfera
,
come
le
come protuberanze
quelle che
si
gotti.
le
pro-
si
essere an-
designauo
le
mi-
più alte e le più gigantesche
però ordinariamente riteniamo col Secchi (Le Soleil 2"
tiamo nella categoria dei
Se
o le parti alte delle medesime, è chiaro
p*'
,
pag. 37
elevano al disopra di 30"
,
— Paris
;
1875)
le più basse le
no-
che quelle delle seconde
termini la frequenza delle fa-
in altri
;
cole e delle protuberanze dovrebbe mantenersi
nelle varie latitudini,
ma almeno
tuberauze dovrebbero avere un comportamento
non
ha dai
si
quenza delle
[parallelo
considerando
risultati ottenuti. Difatti
protuberanze
facole e delle
,
ricavata
vanno dal 1894
dalle
e delle
ha che
gli
i)ro-
ciò che
media
la
fre-
equatore
dall'
,
annate
osservazioni di Catania dalle
al 1901, si
quenza delle facole
;
distribuite secondo la
loro latitudiue eliogratìca in zone di 10° in 10"
poli, e
non dico uguale
,
concordante, ossia facole e
andamenti della media
fre-
zona del
ogni
protuberanze sono su
ai
che
tutto dissimili, e a chiare note non possono che esprimere e te-
stimoniare
dissomiglianza dei due fenomeni
<lella
sono in nessun verso costituire
mente identico osservato
Se anche per poco
bero
spiegare
si
i
quali non pos-
un fenomeno solare
«
sostanzial-
in posizioni diverse ».
anunettesse quest' ipotesi non
casi di protuberanze
tanti altri
si
potreb-
persistenti, o di
persistente attività in un dato punto della cromosfera del bordo,
sono mancate
in cui le facole
su così estese
regioni perturbate
della superticie solare, e viceversa.
Le deduzioni precedenti
avremmo
potuto ricavarle in gran
parte appoggiandoci anche alla distribuzione fatta dal Wolfer, per
longitudine e latitudine, dei fenomeni solari osservati a Zurigo dal
1887
1894
al
alle conclusioni a cui egli è
(1) e
le osservazioni delle
da
lui in condizioni
medesimo
criterio,
macchie e delle
si
specialmente per
perviene dalla loro analisi è
quanto abbiamo ricavato
gnano
i
le facole, le quali
le
nostre
pure
,
perfettii mente
dallo studio
fatte
il
il
ultime non
risultato a
concordante con
delle facole <;he
Nei primi 3 volumi delle Pubblicazioni
A.
E benché
accompa-
gruppi di macchie.
Zurigo, che ha già messo fuori
(1)
pervenuto.
non siano state
perfettamente identiche alle nostre, ne con
potrebbero essere comparabili con
cui
facole
Wolfer
zn Ziirich. Band
I.
—
II,
il
dell'
Osservatorio di
Wolfer, una serie di 40 tavole
Publikatioiien der Steruwarte des Eid.
III.
—
Polytechiiikums
Znrich 1897, 1899, 1902.
I
—
V aspetto del disco solare con
(là
tul)eraiize osservate nel
periodo
questa serie parte dal 1887.
I.
—
23
d'
le
macchie,
le facole e le
23, cioè
da un'epoca vicina
cedente minimo delle macchie solari del 1889 e va sino
XII. 19; cioè
dopo
sino a
tutte queste tavole
massimo del 1894. In
il
nota scarsezza di gruppi
si
pro-
o^ui singola rotazione del Sole;
al pre-
al
1895.
generale su
facole nelle re-
«li
gioni di alta latitudine, mentre quelli delle regioni equatoriali che
sono anch' essi scarsi
nell'
epoca
prossima
al
minimo
delle
mac-
chie solari, dopo crescono abbondantemente, si)ecialmente dal 1891
poi verso
in
epoca del massimo. Intanto nel periodo su segnato
1'
spiccano marcatamente
me ha
detto
all'
occhio di chi analizza
Wolfer, estese zone
lo stesso
pletamente libere di facole, mentre
di
d' altro
come caso veramente eccezionale quello
canto
Xè meno
strano appare l'altro fatto cioè che
cole equatoriali
,
che
si
Perciò
;
le
al
una protuberani
le
fa-
le
protuberanze fuggano
le facole.
189«3 nell' Astr. Journal,
ma
annate 1894-1901; di guisa che
si
può dire
osservazioni delle facole e delle protuberanze fatte in que-
ultimo periodo di 15 anni sono tutte concordi ad attestare del
comportamento dei due fenomeni;
ditterente
facole e protuberanze
possono esplicare in sede completamente diversa.
Concludendo abbiamo quindi che tanto
sulle regioni delle fa-
cole vive, quanto sulle altre regioni facolate
,
assai
casi di coincidenza delle protuberanze con le facole.
sto stesso
caso
protuberanze
raro di coincidenza
1'
estensione
pochi sono
Che
i
in que-
delle basi delle
bordo o della cromosfera agitata, ò quasi sempre
al
inferiore lungo
di
gruppi di
osservazioni e le conclusioni del Wolfer confermano
dai confronti delle
si
uno qualunque
accordano e completano vicendevolmente con quanto ho dedotto
che
st'
co-
Sole, abbiano su di esse pochissime
sembrerebbe che
non solo quanto avevo già detto pel
si
,
estendono alcune volte quasi come zone
luminose continue attorno
protuberanze
tavole
può ritenere
si
in cui su
dei gruppi di facole d' alta latitudine vi cada su
za.
tali
protuberanze com-
il
lembo
solare, a quella del
gruppo corrispondente
facole.
Che
nel caso in cui le facole
accompagnano o circondano
macchie, se havvi una perturbazione nella cromosfera,
si
le
ha ordi-
—
iiariamente
ma
getti
Che
protuberanze
mauifestazione di
basse o
semplici
di
aventi carattere piuttosto eruttivo.
1'
esplica in
due fenomeni
attività dei
modo diverso
portamento
Ohe
—
24
,
facole e protuberanze
,
si
hanno un com-
nei varii paralleli solari o
affatto diverso.
presentano dei
si
casi di
persistente manifestazione di
protuberanze senza alcuna corrispondente manifestazione
di facole
e viceversa.
Tutte queste cause unite assieme non possono
essere in armonia con
tuberanze
d'
l'
idrogeno
,
osservate
comunemente
alcun
modo
sono due fenomeni
distinti e
bordo solare
al
proiettate sul disco; invece tendono a provare che
protuberanze
in
ipotesi che ritiene le facole essere le pro-
le
,
facole e tali
comidetamente
indi-
pendenti.
ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI
pervenute in cambio
dono, presentate nella seduta del 16 dicembre
e in
ITALIA
— Acc. Dafuica di se,
e arti — Affi Voi. Vili.
— Acc. degli Zelanti e dei pp. dello Studio — Atti Rend, Voi. X.
Bologna — Soc. med.-chir. e Se. ined. — Boll.
med. Maggio-Ott. 1902.
Catania — Rassegna internaz. della med. moderna — Anno III. 14-24.
Firenze — E. Acc. econ. agraria dei Georgotìli — Atti Voi. XXV.
— Soc. tntomol.
— Boll. Anno XXXIV
1-4.
id.
Genova ~ R. Acc. medica — Boll. 1902 N. 2-3.
— Meni. Voi. XIX. fase. 6-8.
lomb. di
Milano — R.
e
— Bend. Voi. XXXV 10-17.
— Soc.
di
nat. — Atti Voi. XLI. 2-3.
uat.
Mus. civ. di
id.
— Boll. 1902. N.
Guzzanti
Mineo — Osservat. meteor.-geod.
e
Ser.
— J/em. Voi. XII parte —Voi.
Modena — R. Acc. di se,
— Le Staz. sperira. agnirie
— XXXV fas. 2-9.
id.
marzo-maggio 1902.
Napoli — R. Acc. med.-chir. —
— Arch. di ostetr. e giuocol. — maggio-novembre 1902,
id.
— Bend. Acc.
emat. apr. -luglio 1902.
— Annali di nerrologia — Anno XX. 2-4.
id.
Acireale
lett.
e
i(l.
se.
2.
faa.
ital.
Ist.
ital.
se.
se.
lett.
st.
«^
^
lett.
r)-0.
>
2''
arti
ital.
Atti,
se. fia.
III.
3'.
—
— La uuova Notarisia — luglio e ottobre 1902.
— Assoc. rned. chir. — Bend. auuo III. 6-10.
Palermo — R. Acc. di se,
e arti -Voi. VI.
— Soe.
per la storia patria — Arch.
Padova
Parma
lett.
id.
Atti.
sicil.
sic.
st.
XXVII
Voi.
1-2.
ludice generale (1873-1900).
— Soc.
— R.
—
Voi. XVIII.
— Eend.
mat.
nat. Voi. XI. 1° sera.
1902
10-12 — Voi. XI.
sein. 1902 fas. 1-11.
— Acc. pontif. dei u. Lincei — Atti Sess. 4-7 1902.
ìd.
- R. Comit. geol. d' Italia — Boll, anno 1902 N. 1-2
id.
— Soc. geogr.
— Boll, giugno-dicembre 1902.
id.
— Soc. geol.
— Boll. Voi. XX append.— Voi. XXI.
id.
— Soc. zool.
— Boll. Anno XI
1-2-3.
id.
— Archivio farmacologia — Voi. fas, 5-8 -- 11-12.
id.
Sieua — Rivista italiana di
nat. — Anno XXII. 5-12.
Torino — R. Aee. di medicina — Giorn. aprile-settem. 1902.
Venezia — R.
veneto di se,
e art. — Atti Voi. LXI fas. 6-10.
Verona — Acc. di agricolt., se,
arti e comm. — Meni. Voi.
Serie 4*.
Pisa
Roma
tose,
di se.
uat.
Atti.
Acc. dei Lincei
CI.
fas.
se. fis.
e
2'^
ital.
ital.
1 2.
ital.
fas.
di
I.
se.
Istit.
lett.
lett.,
II.
ESTERO
Aguascalientes
Augsburg
—
Berlin
—
Bonn
—
id.
lustructor
— Comm.
—
—
—
Bruxelles
ìd.
1902 N.
—
—
—
Ber.
Sitzungsber.
—
—
—
ìd.
—
r.
—
— LIX 1.
2—1902 1.
e
de médecine de Belgique
—
Serie 6* Voi.
1°.
1900-01.
verb.
XXXVII.
9-10-12-22.
XXIX 15-18— Voi. XXX
—
—
Bull. Voi.
Mém.
XVI.
4-9.
Voi.
XV.
coiir.
1-2.
9.
XLV.
Ann. Voi.
Soc. belge de géol. de paléontol.et d'hydrol.
K. M. Tudom. Akad.
1900-901.
Observ. pluv. -terni.
—Proceed. Voi.
Proceed. Voi.
Soc. entomol. de Belgique
1901.
e 2
1
1
— Me'm.
— Proc.
Soc. of. nat. history
—
1901.
météorol. de la Giroude
Soc. dea se. phys. et natur.
Acad.
LVIII
Verhandl. Voi.
—
That.
iiber die
Erg. Beob. Stat. II u. IlIOrdn. 1897-3
a. sciences
—
1-6.
Ber. 1902.
Americ. Acad. of arts
Budapest
id.
—
—
K. Preuss. meteorol. lustit.
Naturhist. Verein
id.
id.
— El
Naturwiss. Verein
Niederrheiu. Gesell.
Bordeaux
Boston
—
BuU.seT.2^ voi. VI. 1-3.
— Mathem. termész. kozl. fase. XXVIII.
— ilathem. termész. erfs.Vol.XIX 3.0-XX 1.2,
K. M. Termész. Tàrs. —Math.
u.
Cambridge, Mass.— Harvard College— J/ewi.
naturiviss.
Voi.
Ber. Voi. XVII.
XXVII-l XXXVIII-XXXIX
XL
2-3-XLI
1.
3-4
—
—
—
—
Chicago
Lloyd Library
Bull. N.
Naturhist. Gesell.
—
Mitthen Voi. VI.
—
—
Ciilinar
—
—
Acad. of sciences
Cincinnati
—
26
Bull. Voi.
N.
II
3.
Bull. gfol. vai. hist. Survey. N. IV.
4.
— Acad. of int. sciences — Proceed. Voi. Vili.
— Natiirwiss. Gesell. Ms* —SUzunfishtr. u. Abhandl. genu.-giugno 1902.
Davenport, Iona
Dresdea
«
Franltfurt a/M.
—
Fribourg
Halle
'
Mus. Teyler
—
Soc.
id.
—
—
—
—
hoUaud. des sciences
Siebenbiirg. Verein
Uuiversis.
Bull.
.S.
Verhandl. Voi. 77-79.
1.
— Arch.
—
XXV.
Voi. IX.
Bull.
Arch. Voi. Vili.
Naturhist -medie. Verein
Hennannstadt —
—
GeseW. ^Ahhandl. Voi.
uafeurf.
K. L.-C. d. Akad. der Naturf.
—
Heidelberg
Kansas
Senkenberg.
Soc. fribourg. des se. iiatnr.
—
S.
a.
Harleni
-
néerl. se. ex. et nat. Voi. VII. 2-5.
Vcrhaudl. Voi. VII. 1-2.
'Nsitnrwis». —reraìidl.u.ilittheil. voi.
filr
hi
Voi. II 7-8.
— Soc. vaud. des
natnr. - Bull. N. 143 e
— Soc. géol. de Begicjue — Auii. Voi. XXIX. 12-3.
London — Roy. Soc. — Proceed. N. 460 e 462-468.
Lausanne
se.
144.
XXVIII
4.
XLVI.
6.
Liège
—
Lyon
—
—
Marseille
—
Mexico
and
Liter.
Soc.;cient.
— Soc.
Miinclien — K.B.
—
Neuchatel
Y. Acad.
-
—
—
id.
—
Soc. zool. de Frauce
d'hist. nat.
—
—
RochecllOliart
-
Acad.
of.
Bull.
1.
—
Naturhist. Gesell.
Mus.
id.
-Mem.
»
Lyc.
proceed. Voi.
//
Bull.
Rev. Voi. XIII 3-4 Voi.
1902
XVI
2-6.
1-2.
—
nat. hist.
of.
Iravana
Voi.
XIV
part. 2*
XXVI.
Voi.
Bull.
nat. sciences
—
—
Proceed.
scient.
Voi.
I
LUI
Voi.
Proceed. N.
Soc. Les amis des se. et arts
—
— ^loi.
1901 7-8-1902 1-4.
Americ. philos. Society
Uuiversitè
3.
XXVII.
1900 Voi. XIV.
laresb
Bull.
Voi.
VI. .5-11.
Voi.
Bull.
-
—
—
of. sciences,
Paris
Philadelphia
a.
Akad. der Wissenschaften— J6fifl»jrfi. math.-phys. r/.Vol.LXXIII
—Pubi. Library
Niirnberg
Ann. Voi. VIII.
Mem.
Ann. Voi. XII.
inipér des Naturalistes
Soc. des se. natur.
New-York— N.
id.
—
Antonio Alzate
«
—
philos. Soc.
Fac. des sciences
MOSCOU
Rennes
—
Soc. d' agric, ac. et industrie
Mancliester
Bull.
sett.-dic.
1901.
167-168.
Voi.
XI
6.
1.
— R. Acc. di se,
e arti degli Agiati — Aiti Voi. Vili. 2.
— Soc. scient. du Chili — Ad. Voi. XI 4-5.
vaterliind. Naturk. in Wiirt. — JahreKheft. Voi. LVIII.
Stuttgart — Verein
Tokyo — University — Caleud. 1901-902.
— Journ.
ar. 6-14. Voi. XVII
Voi. XVI part.,
of.
Rovereto
lett.
I.
Santiago
fiir
<
2''
se.
oli.
part. 2^ art. 7-10. Voi.
Toulose
— Université
Tufts College, .Mass
Wasllington
—
Ann. Fac.
—
se.
XVIII
part. 3'.
Voi. IV. 1-2.
Tufts College
—
U. S. Dep. of Agricolture
<sf„d.
—
N.
7.
N. Am.
Fauna. N. 22.
—
Washington — Smiths-. Instit.
Rep. 1900.
- U. S. geol. Siirvey — Rcp. 1899-900
id.
Wien
K. Akad.
der
—
Wissenschaften
part. 2»-5' e 7'.
math.-nat.
JJenlcschr.
LXX
i(l.
—
K. K. Geol. Reichsaustalt
Zagreb
—
Ziirich
-
Soc. cF hist. nat. croate
Naturf. Gesell.
—
—
LXIX,
Voi.
Ci.
e
LXXIII.
Verandl. 1902 7-10.
—
Glaan. Voi. XIII 1-6.
Noveaux meni. Voi, XXXVIII.
DONI DI OPUSCOLI
Bassani
—
C.
Il
primo congresso futuro sismologico italiano ed
problemi sismici
i
Pavia 1902.
detto
—
Conclusioni delle prime ricerche sulla
Firenze del 18 maggio
detto
—
Iniorno ai guasti delle fabbriche
Palladiana
—
Ceresole G.
Un caso
riuni
—
detto
detto
—
—
—
Coli
Di un caso
di
—
comunis
terremoto di
ed
particolare
in
della
Basilica
capra prodotti dal bacte-
Milano 1902.
ossificazione
—
del
Torino 1902.
Tivoli 1902.
completa
del
pericardio di
un' anitra
Padova 1899.
Analisi Batteriologica
Esame
provenienza
—
di ascessi splenici 'multipli nella
domestica
detto
1895
dell'
acqua di S. Gottardo
acqua
dei
Padova
in
batteriologico dell'
«
Tonfi
»
—
Padova 1901.
sul monte Frontal
—
Padova 1900.
detto
Gli erbaggi del mercato di
malattie infettive e parassitarie
detto
Difendiamoci
dall'
rapporto
—
Anchylostoma duodenalis
alla
difusione
delle
Padova 1900.
— Venezia
1900.
— Le cicadmi del Trentino — Rovereto 1902.
Capuana L. — La scienza della Letteratura — prolusione — Catania
Galilei Gal. — Opere Voi. XII
Pubblic. a cura del Ministero della
C'obelli R.
-
-
1902.
P.
I.
—
Firenze 1902.
Giuffrida Rnggeri \. —Appunti
detto
di Etnografia
— Materiale paletnologico
Roma
comparata
di
della Sicilia—^Komn, 1902.
una caverna naturale
di Isnello
—
1902.
— Sul modo formazione una cupola lavica vesuviana^Roma 1902.
— Notizie Vesuviane — gennaio-dicembre 1900 Modena 1900-01.
—
—
Idem
detto
idem
1901 — Modena 1902.
— Le antiche eruzioni della montagna
— Milano 1902.
detto
Motta-Coco A. — Sul potere osteogenetico della dura madre — Catania 1902.
— Catania 1902.
— Sul movimento vibratile degli epitelU
detto
sullo sviluppo del rene — Napoli 1902.
Petraroia L. — Sulla struttura
basiche
Ricciardi L. — Dalle rocce acide
loro classificazioni — Napoli 1902.
— Sulla genesi
bombe quarzose
detto
lave vulcaniche — Napoli 1902
Mercalli G.
di
di
dette
-
Pele'e
ciliati
e
alle
delle
e
e delle
—
—
Saint Lager U.r
detto
—
Histoire de
La
1'
perfidie dee
28
—
Abrotonum
synonymes
—
Paris 1900.
devoilée,
a propos d'un
Jstragale—
Lyou 1901.
Zinno
S.
—
Sintesi delV acido tartarico
striale
—
sotto
il
punto
di vista
chimico
Napoli 1902.
G. P. G.
ed indu-
ELENCO DELLE MEMORIE
XVI
pubblicate nel rolunie
Meiu.
I.
—
D.''
G.
Marletta
—
degli Atti in corso di
stampa
Sulla varietà delle rette contenute in una
o
più forme algebriche (pag. 39).
»
II.
—
D.''
V.
—
Amato
Sull'integrazione di talune equazioni a derivate
parziali di 2^ ordine (pag. 22).
*
III.
—
Prof. A.
—
Capparklli
Azione delV Idrato
di calce sull'amido cotto
ed applicazione pei- la cura del diabete mellito (pag.
IV.
—
Prof. G.
di
V.
—
Dott. G.
nel
VI.
—
Prof. E.
Pennacchietti -
Sulle equazioni
7),
differenziali del
moto
un corpo solido intorno ad un punto fisso (pag. 8).
Alonzo
—
Eicerche sullo sviluppo della coda e degli arti
Gongylus ocellatus (pag. 48).
Boggio-Lkra
—
Sopra una nuova forma
della
funzione
potenziale (pag. 10).
y>
VII.
—
Prof. G. P.
tembre
»
VIII.
—
Prof. A.
IX.
—
—
1902 (pag.
Ricco
Sulla inondazione di Modica del
e lug. S.
Arcidiacono
Parte
II.
D.r G. Marletta
—H
secondo
1892
grali multipli (pag.
26
Set-
37).
—
del
»
Grimaldi
—
L' ei-uzione
dell'
Etna
Diario della eruzione (pag. 86).
10).
teorema
deila
media per
gì' inte-
3 2044 093 290 138
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Bollettino delle sedute della Accademia gioenia di scienze naturali