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Num 6
Febbraio 2015
Distretto 108 L
Visita alla Insula di Via San Paolo alla Regola
NOI CI SIAMO
di Francesco Lomonaco
Anche se non siamo fisicamente presenti CI SIAMO!
Con “siamo” intendo raggruppare con un unico verbo tutti coloro che credono nel Lionismo come lo ha fondato
Melvin Jones e come ce lo hanno illuminato nel corso degli anni trascorsi, Enrico Cesarotti, Umberto Manucci,
Bruzio Pirrongelli, Giuseppe Taranto. Un verbo che non è solo un ausiliare ma rappresenta la parte del discorso
che indica un’azione, l’azione che compivano ogni giorno questi uomini e tutti i Lions da loro guidati, ponendo al
servizio disinteressato dell’associazione e quindi della comunità, le loro professionalità, le loro conoscenze e,
quando si presentava la necessità, anche i loro risparmi.
Era, ed ancora oggi deve essere, un servizio disinteressato senza secondi fini neanche quelli spinti dall’egocentrismo,
che apparentemente sembrano innocui ed in alcuni casi ritenuti erroneamente necessari per la leadership,
piuttosto che quelli commerciali che oggi, invece, vengono ricercati nel nostro lionismo e che, se possono essere
accettati in altre associazioni, nel Lions non sono assolutamente
contemplati. Questi Past Governatori e Past Direttori Internazionali hanno saputo imprimere spessore alla missione dei
Lions ed hanno reso importante il Distretto 108 L per la luce
che ci hanno lasciato e della quale oggi non solo si è persa l’intensità, ma il crepuscolo, ormai, ha avvolto il lionismo nelle tre
belle regioni che formano il 108L.
Il Direttore Internazionale Roberto Fresia ospite illustre nella
scorsa assemblea distrettuale ha voluto porre l’accento su due
componenti del nostro momento crepuscolare: l’inefficienza, e
l’inefficacia, ma a noi che CI SIAMO non sfugge che la cura necessaria al Distretto 108L per farlo tornare a riflettere di vivida
luce è quella che nel gergo comune viene definita “cura da cavallo”: dare cioè spessore "politico" ai Clubs ed al Distretto, liberarci dagli arrivisti, dagli egocentrici e dai falsi affabulatori
che ricercano nell'Associazione le soddisfazioni che gli sono mancate nella vita lavorativa e che, purtroppo, grazie
alla indiscriminata “campagna acquisti”, portata avanti in certi anni, hanno ingrossato negativamente le fila della
nostra associazione creando, peraltro, interrogativi e perplessità ai neofiti che, invece, hanno ritenuto di associarsi
per le nobili finalità nei Lions.
Quei "personaggi" non hanno a cuore il bene dell'Associazione anzi possono arrecare seri danni di immagine con
mediazioni ammantate di falso interesse comunitario sotto l'egida lionistica. Ci rendiamo conto che per detti
interventi di risanamento ci vuole coraggio e capacità perché sono necessari provvedimenti anche impopolari per
rilanciare il Distretto e ci auguriamo che i due vice Governatori abbiano ben presente l’attuale situazione ed
abbiano individuato, in un dialogo continuo e collaborativo tra loro, il programma di riassestamento e di rilancio
del Distretto superando la logica della nomina a iosa degli officers distrettuali e delle visite di scarsa utilità per i
clubs o delle medagliette.
Noi ci siamo nella collaborazione, ma se sarà necessario anche nelle critiche, che se anche in passato sono state
apostrofate come irriverenti verso il Governatore pro tempore comportando anche pesanti sanzioni illiberali,
hanno la finalità costruttiva di chi ha a cuore i contenuti dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs.
Aurelium Magazine
3
CARMINA BURANA
di Enzo Maggi
M
entre la dott.ssa Silvia Agabiti Rosei svolgeva la sua
interessante conferenza sui
Carmina Burana, ricorrendo alla declamazione di testi poetici
scritti oltre mille anni or sono, riproposti
poi da una voce recitante, accompagnata
da una musica quasi monocorde, mi
sono sorpreso a pensare ad alcune affermazioni contenute in testi riguardanti
il Medio Evo, scritti da vari autori, ma
tutti preceduti da dotte ed estese introduzioni del famoso medievalista Ludovico Gatto. La distrazione trovava la
sua origine proprio da quanto andava
illustrando la conferenziera quando, in
omaggio al tema della serata “CARMINA BURANA, VERSI D’ATTUALITA’ - Società e pensiero moderni nel
Medioevo”, evidenziava la piena attuale
validità di quanto descritto e denunciato
in epoche assai lontane.
Di questi componimenti poetici molti
di noi conoscono anche la versione
filmica datata 1975, dopo circa quarant’anni dalla prima rappresentazione di
una cantata scenica composta da Carl
Orff, avvenuta in pieno regime nazista,
4 Aurelium Magazine
malgrado gli ostacoli frapposti per il
tono erotico di alcuni canti. Il lavoro
del musicista tedesco per recuperare la
musica che accompagnava alcuni testi
non fu proprio agevole: scritta senza
l’uso del tetragramma (il pentagramma
vide la luce nel 13° secolo), la melodia
poteva essere riconducibile al canto gregoriano, priva però di qualsiasi indicazione sul rigo musicale, ma annotata
separatamente. Comunque l’opera ebbe
un grandissimo successo e, come possiamo leggere nelle varie recensioni,
venne rappresentata anche il Italia il 10
ottobre 1942. Ma chi fu l’autore, o
meglio, chi furono gli autori di questo
corpus di testi poetici, scritto tra l’XI e
il XII secolo quasi completamente in
latino e giunto a noi grazie ad un codice
miniato a quel tempo con il titolo Codex
Buranus? Fin da quando il manoscritto
venne pubblicato per la prima volta, i
componimenti furono
attribuiti senza dubbio
alcuno ai cosiddetti “clerici vagantes”. In un periodo in cui l’istruzione
era gratuita e di completo appannaggio della
chiesa, per poter studiare
si era costretti, appena
quindicenni, ad entrare
in conventi e ad iniziare
il percorso ecclesiastico
che, però, non andava
oltre gli ordini minori,
con l’acquisizione del titolo di “clerici”,
cioè “chierici”. Ma quando cominciarono ad essere troppo numerosi e non
furono più ospitati nei conventi, gli studenti presero a viaggiare per tutta l’Europa per poter continuare a studiare,
seguendo le lezioni di quei maestri più
in voga e più famosi, che insegnavano
nelle poche università allora esistenti.
Questi giovani “clerici vagantes”, chiamati
in seguito “goliardi”, decisamente irrequieti e squattrinati, sempre più numerosi
e turbolenti, non potevano non essere
preda del vino, del gioco d’azzardo, della
miseria, dei piaceri della carne; ma spensierati nella loro vita di bohemien, uniti
dalla gioventù che li accomunava, non
difettavano di una arguzia tagliente e di
una satira pungente che li conduceva
inevitabilmente ad esprimersi componendo versi di alto contenuto erotico e
di blasfemia verso la liturgia; però nella
loro produzione poetica trovano ampio
spazio, in omaggio ad una visione fortemente moralistica, probabilmente originata dalle difficoltà in cui vivevano,
atteggiamenti di rifiuto della ricchezza.
E neppure mancano espressioni di forte
condanna verso la curia romana, non
contro la Chiesa, accusata di perseguire
sempre e soltanto la ricerca del potere e
del denaro: per questo motivo la Chiesa
ufficiale li bollò come blasfemi e irriverenti.
Tornando alla conferenza che stava svolgendo la dott.ssa Agabiti Rosei, nel
prendere coscienza della sconcertante
attualità riscontrata nei versi declamati
nei confronti di molte circostanze odierne
e nel tentativo di commentarle, dobbiamo
ovviamente astenerci dal chiosare quanto
nei Carmina attiene alla parte che si
occupa della denunciata corruzione del
clero; anche se non possiamo ignorare
che qualcosa di poco chiaro stia avvenendo anche oggi: altrimenti non avrebbero senso i richiami che più volte Papa
Francesco esprime contro quella che
definisce “la doppia vita”di alcuni prelati.
Certamente, e purtroppo, dobbiamo
prendere atto della inoppugnabile odierna
attualità riferita alla sete di potere della
classe politica dirigente, alla sua spasmodica ricerca di privilegi, alla potenza
del denaro che tutto stravolge e acceca.
Gli italiani, e noi qui a Roma, stiamo
assistendo in questi giorni a qualcosa
che lascia allibiti: la Mafia Capitale!
Anche se qualcosa si poteva respirare
nell’aria, mai si poteva immaginare la
vastità e la complicità di un sistema per
il quale non si trovano adeguate parole
di condanna. Altro che il goliardico repertorio dei “carmina moralia” degli
spensierati e simpatici “clerici vagantes”!
Ma la presa d’atto della attualità dei
carmina porta anche ad un’altra conclusione, sempre in tema di attualità,
che ci viene suggerita dalla lettura degli
scritti introduttivi di Ludovico Gatto,
richiamati in apertura del presente commento. In quello che apre “Le città del
Medioevo” di Henri Pirenne, possiamo
leggere che recenti studiosi hanno potuto
fondatamente affermare che “Il X secolo,
ritenuto a lungo come il secolo…della
notte profonda del Medioevo…(doveva
invece) essere guardato come il periodo
nel quale diverse direzioni…cominciarono a rendersi visibili…”. Possiamo
quindi ritenere quel periodo storico
come una gestazione di quanto sarebbe
poi venuto alla luce successivamente,
alla stregua di una gestazione umana
che precede la vita. E proprio su questo
progredire del tempo senza profonde
cesure che Gatto richiama l’attenzione
del lettore nella sua introduzione all’opera
di Johan Huizinga “L’Autunno del Medioevo”: allo storico olandese interessava
“scoprire i caratteri storici di una civiltà
con i suoi stili e i suoi miti, mentre gli
interessava infinitamente meno l’astratto
‘gioco’ del Periodizzamento, fine a se
stesso e rispondente a motivi in gran
parte convenzionali.”
Proprio queste affermazioni mi suggeriscono una riflessione conclusiva che
però propongo ai miei lettori a mo’ di
domanda: quale differenza troviamo tra
gli spensierati versi lasciatici dai “clerici
vagantes”, inneggianti alla bellezza della
vita e dell’amore, e quelli scritti quattro
secoli dopo da Lorenzo il Magnifico
“Quant’è bella giovinezza, che si fugge
tuttavia…”, esaltanti Bacco e Arianna?
Sembrano il frutto della stessa persona,
espressioni dello stesso periodo temporale: e invece siamo nel 1491, un anno
prima della “convenzionale” morte del
Medioevo e della nascita dell’Evo Moderno.
Al termine dell’interessante e impegnativa
conferenza, la serata è proseguita con la
cena, come sempre signorilmente curata
e apprezzata, alla cui conclusione ha
visto l’intervento del nostro Presidente
Francesco Lomonaco, il quale ha voluto
informare tutti presenti dell’ottima riuscita, anche
quest’anno, del tradizionale
mercatino di Natale, affidato
alle esperte e volenterose
mani di alcune signore del
nostro club, sacrificatesi per
due giornate intere, il 29 e
30 novembre, dietro i tavoli
ricolmi di oggetti di ogni
tipo, in un salone del grand
hotel Parco dei Principi la
cui affluenza ne aveva trasformato l’aspetto in una succursale di
Porta Portese. L’iniziativa, grazie alla
abnegazione delle nostre signore, ha
fruttato un ricavo netto di duemila euro
da destinare a favore del C.R.E.C.,
service annuale dell’Aurelium; alla somma
raccolta sono stati aggiunti altri duemila
euro, già preventivamente stanziati. Nel
darne notizia ai presenti, il Presidente
Lomonaco ha chiamato accanto a sé il
Gen. Tommaso Bruni, presidente del
C.R.E.C., per ricordare che il benemerito
Centro è da sempre nel cuore dell’Aurelium, anche perché non si può dimenticare che il Lions Club Roma Capitolium, al quale va riconosciuto il
merito della fondazione del Centro
medesimo, nel lontano 1965 è stato il
club sponsor del nostro club. Il Gen.
Bruni, nel ringraziare il Presidente Lomonaco per la generosa offerta che da
ormai molti anni rappresenta una costante nei service dell’Aurelium, ha brevemente ricordato le finalità terapeutiche
dell’iniziativa, unanimemente riconosciuta dalla comunità scientifica e non
ha tralasciato di sottolineare l’ospitalità
che il Centro riceve dall’8° Lancieri di
Montebello a Tor di Quinto e dalla Sezione a Cavallo della Questura di Roma
con la messa a disposizione dei loro
campi di equitazione, ed Il Corpo Forestale dello Stato.
Alla consegna di un elegante e apprezzato
dono a tutte le signore da parte della
Consorte del Presidente Lomonaco, Signora Elvira, è seguita le presentazione
e la distribuzione a tutti i presenti di un
libricino, del quale è autore il vostro
cronista, nel quale sono brevemente raccontate disavventure della sua prima
gioventù - e del suo primo amore -,
tutte caratterizzate da un finale foriero
di dolori: non per nulla il titolo della
pubblicazione, che si avvale della gentile
e affettuosa presentazione del Presidente
Lomonaco, è “I dolori (anche fisici) del
giovane Werther: cioè io”.
La chiusura della serata, allietata dal
tradizionale brindisi come augurio dell’ormai incombente Capodanno, è stata
affidata alla consueta lotteria, breve ma
pur sempre munifica, ovviamente assai
apprezzata da chi ha avuto la fortuna di
pizzicare, come novello pappagalletto
sul trespolo del maghetto di nostra
antica memoria, il biglietto giusto.
Aurelium Magazine
5
I NUOVI SITI DEL MD E
DEL DISTRETTO 108 L
di PDG Mario Paolini
2
anni or sono, su decisione del
Consiglio dei Governatori
pro-tempore, è stato dato
mandato al PDG Gabriele
Pezzini (IB2) di mettere mano al sito
del Multidistretto per dargli una veste
aggiornata, di facile e immediata consultazione, allo scopo di agevolarne la
lettura da parte del maggior numero
dei soci lions. Questo incarico era stato
assegnato al Pezzini a seguito di
un’attenta analisi sulle statistiche dell’alfabetismo informatico fatto dall’ISTAT. Tale Istituto ha riscontrato
che la capacità di utilizzo di Internet
in Italia, suddivisa per fasce di età, è
la seguente:
- per età compresa fra i 45 ed i 54
anni il sistema Internet viene utilizzato
dal 61% della popolazione;
- per età fra i 55 ed i 59 anni l’utilizzo
è del 50% della popolazione;
- per età fra i 60 ed i 64 anni è del
36,9%;
- per età fra i 65 ed i 74 anni è del
19%
Alla luce dell’analisi cui sopra, il PDG
Pezzini ha elaborato uno schema semplice e di immediata lettura dando vita
ad un sito che veniva incontro alle esigenze della stragrande maggioranza dei
nostri soci i quali, massimamente per la
loro non più verde età, non avevano e
non hanno molta dimestichezza con
Internet. Insomma, nel mettere mano
al sito, quel Consiglio dei Governatori
pro-tempore, per mano del PDG cui
sopra, ha tenuto in massima considerazione il principio che “ la comunicazione
è valida quando raggiunge il maggior
numero di persone e non quando ne taglia fuori la maggior parte”. Il sito così
6 Aurelium Magazine
elaborato aveva raggiunto perfettamente
lo scopo.
Ora l’attuale sito del Multidistretto
come pure il sito del nostro Distretto
da cui quello deriva, a mio avviso ha
creato e crea molte difficoltà di lettura e
di reperimento dati, almeno agli occhi
di quell’età fra i 60 ed i 74 anni che,
come noto, rappresenta la maggior parte
dei soci dei nostri club. E’ difficile capire
www.lions108l.com
la ratio del cambiamento di un sito,
quello MD, vecchio di soli due anni per
giunta, che era stato giudicato più che
soddisfacente per le nostre esigenze. Lo
stesso dicasi per il sito del nostro Distretto
che di anni ne aveva ben più di due e
che nella sua immediata e facile consultazione, acquisita con una lunga esperienza, appagava le esigenze dei soci,
anche di quelli che non avevano grande
dimestichezza con Internet. Certo, qualcosa si poteva anche perfezionare, ma
l’attuale veste di entrambi i siti, Multidistrettuale e Distrettuale, non ha praticamente nulla in comune con i loro
predecessori. Mi è stato accennato che
il cambiamento si è reso necessario a
causa di qualche problema di privacy
che i vecchi siti avrebbero creato; sono
certo che tali problematiche potevano
essere superate mantenendo gli schemi
ormai collaudati dei siti stessi e pertanto
noti ai più. Non si può pretendere che i
nostri soci, la maggior parte dei quali in
età ragguardevole, possano facilmente
accedere negli infiniti meandri di Internet; è già molto se gli stessi sono capaci di navigare quel tanto che basta
per leggere, rispondere, archiviare e
qualche cos’altro ancora, ma non si può
pretendere che siano degli informatici
o che sappiano “smanettare” in lungo e
in largo sulla tastiera di un PC perché,
a mio avviso, è questo ciò che si richiede
loro per entrare nel nuovo sito del
Multidistretto e del nostro Distretto.
Queste difficoltà di lettura costringeranno molti soci a non entrare nei due
siti, con le conseguenze che si possono
facilmente immaginare! Le informazioni
non arriveranno mai alla maggior parte
di essi, ma solamente ai più giovani fra
i soci Lions ed ai Leo per i noti motivi.
Né si può pretendere di organizzare dei
corsi di informatica o di fornire i soci di
un opuscolo illustrativo su come utilizzare
il Computer.
Io credo che gli Informatici abbiano il
compito di facilitare e risolvere le esigenze
degli utilizzatori e realizzare programmi
accessibili e comprensibili, pertanto di
facile lettura, per coloro che Informatici
non sono.
Conosco già i commenti negativi; ben
vengano le critiche purchè si instauri
un dialogo che serva a rendere più facile
ed immediata la lettura dei siti Multidistrettuale e Distrettuale.
donne e uomini
a confronto
di Enzo Maggi
M
i accingevo a scrivere un
breve commento sulla interessante pubblicazione
redatta dalle amiche Teresa
Manzaro e Cristina Colletti relativa al
confronto tra i generi femminile e maschile, atto conclusivo di un incarico ricevuto dal Presidente Chiricotto nel
corso della sua annata, e ero perplesso
sul taglio da dare all’intervento, quando
la mia attenzione è stata attirata da una
manchette a fondo pagina 13 della rivista
LION dello scorso mese di settembre,
il cui argomento era il rifiuto di alcuni
club lions maschili di accogliere le donne
come socie.
Avendo letto più di una volta l’opuscolo,
non mi è stato difficile rintracciare il
dialogo, da me chiosato a margine, che
fin dall’inizio mi era sembrato ispirato
da una problematica ben più ampia di
quelle che attenevano alla quotidianità,
rivolta ai rapporti familiari e di lavoro,
pur sempre importanti ma affatto racchiusi in una visione parziale, sia familistica che sociale. Il dialogo era quello
immaginato tra Isabella e Daniela, che
invito tutti ad andare a rileggere o sulla
pubblicazione cartacea, distribuita a tutti,
oppure sul sito del nostro club, riprodotta
per intero nell’annata 2013-2014; e che
veniva riproposto al mio interesse grazie
al fondo pagina di cui sopra.
Con estrema signorilità e molto tatto,
probabilmente attente a non urtare sentimenti e convinzioni personali, le due
protagoniste ricordano le difficoltà incontrate per “rompere gli schemi” che
da sempre vedevano le donne “abituate
all’obbedienza”, con l’uomo che “meritava
più rispetto”, perché “educate alla superiorità del maschio”; le “grandi lotte e
lunghe discussioni per avere il permesso”
di fare e dire ciò che “ai nostri fratelli
era riconosciuto di diritto”. La “rottura
degli schemi” non è stata né facile né
pronta, “in alcuni casi più rumorosamente”: sottinteso garbato richiamo al
quel movimento chiamato “femminismo”,
sorto addirittura prima della Rivoluzione
francese e che, manifestatosi in varie
posizioni teoriche e in maniera diversa
da paese a paese, aveva uno obiettivo
primario e fondamentale: eliminare alla
radice ogni tipo di subordinazione, realizzando le pari opportunità tra uomini
e donne, dalle quali sarebbero poi derivate
la identità sessuale e la identità di genere.
In Italia, come in definitiva in tutti gli
altri paesi, il movimento ha conseguito
i suoi successi attraverso mobilitazioni
e lotte anche cruente: si possono ricordare
gli scontri con la polizia avvenuti a
Roma l’8 marzo del 1972, in occasione
della Giornata Internazionale della Donna, che causarono anche alcuni feriti. E
al movimento femminile sono da attribuire indubbiamente una serie di successi
sia nel campo sociale che in quello personale, anche se proprio dall’interno del
movimento stesso vengono alcune critiche che avanzano seri dubbi sulla validità della conseguita parità giuridica e
sociale: ad esempio, negli anni settanta,
la scrittrice e critica d’arte Carla Lonzi
definisce l’eguaglianza tra i sessi “…la
veste in cui si maschera oggi l’inferiorità
della donna.”
Comunque, è innegabile che oggi la
posizione giuridica della donna nella
società moderna non è neppure lontanamente paragonabile a quella di appena
pochi decenni addietro. Anche per il
nostro paese. Basti solo pensare che fino
al 1946 alle donne italiane non era riconosciuto l’esercizio del voto. Su questo
argomento anche gli uomini avevano
dovuto attendere il 1912 per godere del
suffragio universale! E quello femminile,
nei paesi occidentali, ha avuto un percorso
molto diversificato: dai primi anni del
1900 al 1930 ben quattordici paesi lo
hanno adottato; gli altri hanno dovuto
attendere. Sembra strano, ma anche in
Francia si è arrivati al 1944; e poi nella
civilissima Svizzera addirittura al 1971!
Ma l’esercizio dei diritti civili da parte
della donna, se decisamente molto importante, non è che un aspetto della sua
posizione all’interno della società ; e
nel rivendicare la totale parità dei due
generi la donna non ha incontrato - e
non incontra talvolta anche oggi - una
sponda favorevole nei regimi al potere
e neppure nelle religioni praticate nel
mondo, specialmente quelle monoteiste.
Restringendo il campo al cristianesimo,
e lungi da me l’insana presunzione di
affrontare l’argomento in maniera dottorale ed esaustiva, mi limito a richiamare
le citazioni contenute nella manchette
provocatoria le quali, nel sostenere l’assunto della diversità tra uomo e donna,
chiamano in causa esponenti del calibro
di Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino, Tertulliano, San Geronimo. Addirittura San Paolo, nel cui pensiero sulla
donna mi ero imbattuto tempo addietro,
leggendo il libro di Riccardo Calimani
“Paolo: l’Ebreo che fondò il Cristianesimo”, laddove si commentava la prima
lettera di Paolo ai Corinzi. E l’ignoto
interlocutore conservatore, protagonista
dello scambio di opinioni, chiude il florilegio delle citazioni rievocando Bernardo da Como, grande inquisitore
Aurelium Magazine
7
(guarda caso!) del cinquecento, il quale
affermava di non riconoscere alle donne
un’anima! Affermazioni aberranti che
per fortuna stanno crollando in tutto il
mondo; anche se purtroppo non mancano
ancora episodi di fondamentalismo religioso di una crudeltà incredibile.
Per ciò che attiene alla Chiesa cattolica,
si deve prendere atto con soddisfazione
che tutte le convinzioni espresse nei
secoli passati da padri e dottori della
Chiesa, compresi quelli sopra citati,
stanno man mano crollando sotto l’energica spinta degli ultimi pontefici, ad
iniziare da Giovanni XXIII, il quale
volle che ai lavori del Concilio Vaticano
II del 1962 vi fosse una vasta partecipazione femminile, ritenendo la sua presenza nella Chiesa e nella società civile
uno dei segni del tempo. Oggi, il documento più importante ed esplicito lo si
deve a Giovanni Paolo II con l’Enciclica
“Mulieris dignitatem”, pubblicato nell’agosto del 1988 e interamente dedicato
alla donna. In un recente documento
del Pontificio Consiglio per i Laici possiamo leggere: “Giovanni Paolo II conduce un’analisi antropologica alla luce
della Rivelazione per ricavare (….)
verità fondamentali quali la pari
dignità dell’uomo e della donna
creati a immagine di Dio.” Sigillo più autorevole, elevato e
conclusivo sulla pari dignità
non ci si può attendere!
8 Aurelium Magazine
un senato
da imitare
di Domenico Giglio
l
e elezioni di “metà mandato” ,
tenutesi negli Stati Uniti d’
America, martedì 5 novembre ,
per rinnovare un terzo del Senato e
l’intera Camera, hanno visto i riflettori
della stampa e delle televisioni
puntati su questo evento e sul significato di questo voto popolare. Ora, a
prescindere dal risultato, che ha visto
ribaltata la maggioranza dai democratici ai repubblicani, si è molto
parlato e scritto sull’ importanza che
il Senato degli USA, composto di
soli cento senatori, due per ogni stato,
quale che sia il suo numero di abitanti,
su una popolazione complessiva di
oltre trecento milioni, ha nella vita
politica e nell’ attività del Governo
Federale, ed i limiti che questa istituzionepuò porre allo stesso Presidente,
specialmente quando non appartenga
al partito che detiene la maggioranza
nel Congresso. L’ esame approfondito,
e non formale, e l’ approvazione di
nomine delicatissime , proposte dal
Presidente, quale ad esempio quelle
dei candidati alla carica vitalizia di
Giudice della Corte Suprema degli
USA, sono la conferma del ruolo fondamentale che il Senato svolge , ben
diverso da quello modesto della seconda Camera come è in Francia ed
in Germania , e da quello, che sull’esempio franco-tedesco, si vuole ora
dare anche all’ Italia. Se, tornando ai
nostri casi , si volevano evitare i lacci
ed i lacciuoli del “bicameralismo perfetto”, si poteva guardare oltre l’
Oceano Atlantico, per verificare quanto
di questa esperienza più che bicentenaria fosse da recepire , lasciando
ad esempio proprio al nostro Senato,
anche per l’età maggiore per eletti
ed elettori , il ruolo fondamentale di
salvaguardia delle Istituzioni e di garanzia di buon funzionamento , con il
voto di fiducia al Governo e l’approvazione della legge finanziaria o di
leggi costituzionali e trattati internazionali, e togliendogli l’ onere della discussione ed approvazione delle ormai
centinaia di decreti e decretini che
vengono sfornati quotidianamente dal
governo , costituendo così una riserva
di saggezza , se ancora ha valore
questo termine, e di equilibrio, come
in fondo era stato delineato nella
costituzione entrata in vigore nel 1948,
che prevedeva una diversa durata del
Senato rispetto alla Camera dei Deputati, per limitare effetti sconvolgenti
di un risultato elettorale per la
Camera molto diverso da quello precedente, norma che proprio perché
saggia fu modificata dopo breve
tempo. Ritornando ora agli Stati
Uniti si è definito “anatra zoppa” il
Presidente democratico, che negli
ultimi due anni del suo mandato,
dovrà combattere su ogni provvedimento della sua amministrazione, con
una maggioranza parlamentare del
partito repubblicano , ma questo era
già avvenuto in Francia più volte , dimostrando che i presidenti delle repubbliche sono, malgrado le formali
dichiarazioni contrarie , come quelle
ora di Obama , sempre uomini di
parte, per lo più eletti con maggioranze
minime di voti popolari , ultimissimo
esempio in Brasile ,con un 51,4% rispetto ad un 48,6%, spaccando quasi
a metà il paese , il che , in Stati di
collaudata liberaldemocrazia come
negli USA non compromette lo
spirito nazionale ed i relativi valori
condivisi da tutto il popolo, divisioni
che sono quanto mai pericolose in
paesi con valori e tradizioni nazionali
non egualmente assimilate,o che si è
cercato scientemente di distruggere.
NOTIZIE DAL
MULTIDISTRETTO
di PDG Mario Paolini
1. Molti dei nostri soci conoscono già
2. L’altro argomento del mio impegno
il mio pensiero a proposito di 2 importanti argomenti relativi al Multidistretto
quali la sua Ristrutturazione e l’attuale
forma decisionale all’interno del Consiglio dei Governatori.
Sono 2 argomenti che ho avuto modo
di trattare in diverse circostanze: Convegni, Assemblee, Riunioni dei Past
Governatori italiani, lettere al Presidente
del Consiglio dei Governatori e, per
quanto attiene la Ristrutturazione del
Multidistretto, anche in un Articolo
uscito di recente nella nostra Rivista
“Lion”. In tutte queste circostanze ho
fatto presente, per quanto riguarda l’argomento Ristrutturazione, il tentativo
di alcuni Lion di non voler tener conto
delle decisioni assunte in un Seminario
ad hoc tenutosi nel corso del Congresso
Nazionale di Taormina in cui, dopo
accesa e lunga discussione, la stragrande
maggioranza dei presenti votò contro
tale Ristrutturazione per i grandi problemi che causava, oltre che per le eccessive spese che la stessa avrebbe comportato. Nonostante tale decisione, il
Consiglio dei Governatori, successivo
alla mia annata da Governatore, creò
una specifica Commissione per studiare
come poter effettuare tale Ristrutturazione! Fortunatamente, dopo tanto gridare, detta Commissione ha ritenuto di
non dover proseguire nello studio assegnatole e, di conseguenza, ha smesso di
riunirsi. L’argomento Ristrutturazione
del Multidistretto è stato accantonato,
almeno per il momento aggiungo io,
considerato il suo continuo riaffacciarsi
che va avanti fin dal Congresso di Montecatini del 1982.
in campo Multidistrettuale riguarda l’attuale formula decisionale all’interno del
Consiglio dei Governatori che, come
noto, è composto da 17 Governatori, 1
per ogni Distretto. Il compito che il
citato Consiglio è chiamato a svolgere
è quello di fornire non solo una Struttura
Amministrativa al servizio dei Club
Lions italiani, ma anche di:
- promuovere e coordinare le iniziative
dei Lions Club;
- sviluppare la vocazione internazionale
dell’Associazione;
- promuovere la collaborazione fra i
Club.
Le decisioni che prende il Consiglio
dei Governatori su ogni argomento
posto all’Ordine del Giorno vengono
adottate a maggioranza dei presenti e
ogni componente del Consiglio ha diritto
a un voto per ogni decisione, come prevede l’Art. 8 dello Statuto Multidistrettuale.
In pratica, dei 17 Governatori 11 sono
del Nord e 6 del Centro Sud. Agli 11
Distretti del Nord corrispondono, alla
data del 30 Giugno 2014, n° 22.042
soci e n° 687 club; vale a dire il 51,25%
dei soci e il 52,08% dei Club. Ai 6 Distretti del Centro Sud, quindi la metà
rispetto al Nord, corrispondono n° 20.965
soci e n° 632 club; vale a dire il 48,75%
dei soci e il 47,92% dei club. A questa
situazione quasi paritaria in fatto di numero di soci e di club corrisponde, per i
Distretti del Sud, un numero fortemente
minoritario di incarichi all’interno del
MD, specialmente per quelli più rappresentativi. Ricordo che tutti gli incarichi
Multidistrettuali vengono assegnati per
votazione dal Consiglio dei Governatori.
Questa situazione, inutile nasconderlo,
crea indubbiamente qualche malumore
fra i soci del Centro Sud: quando c’è da
votare qualche incarico importante, la
bilancia del Consiglio pende sempre
laddove il numero dei Governatori è
superiore! Mi si dirà, a ragione, che
questa è la legge della democrazia; è
vero, ma correttezza vorrebbe che, considerata la quasi situazione paritaria in
fatto di soci e di club, ci fosse anche
una quasi situazione paritaria nella distribuzione degli incarichi, specie per
quelli più importanti. Ad esempio, per
quanto riguarda la votazione per la scelta
del Presidente del Consiglio dei Governatori, preso in esame il periodo che
va dall’anno lionistico 1996/1997 ad
oggi, in questi 18 anni si possono contare
n° 13 Presidenti del Consiglio dei Governatori dei Distretti del Nord e n° 5
del Centro Sud, vale a dire il 72% del
Nord e il 28% del Sud. Non mi sembra
una percentuale troppo equilibrata. Stesso
discorso per altri importanti incarichi
all’interno delle Commissioni MD per
i quali è prevista la votazione di detto
Consiglio. Come intervenire per cercare
di correggere tale disequilibrio? Prospettare una qualche soluzione a questo
stato di cose all’interno del Consiglio
dei Governatori credo sia impossibile.
Altre soluzioni che personalmente posso
intravedere sono:
A L’Articolo 8 comma 1 dello Statuto
del MD 108 Italia, come dianzi detto,
prevede che “Ciascun componente del
Consiglio dei Governatori ha diritto ad
un voto su ogni questione che richieda
decisione consiliare”; il che comporta,
Aurelium Magazine
9
come è ovvio, che una maggioranza
composta da Governatori del Nord può
permettere l’approvazione di decisioni
anche con il voto contrario dei Governatori del Sud. Il citato Articolo 8 non
può essere modificato in sede MD in
quanto è recepito integralmente dall’Art.
8 Sez. 4 del Regolamento Internazionale
dell’Associazione, il quale prevede, per
ogni Distretto multiplo composto da
più Sub Distretti (come il nostro MD),
un Consiglio dei Governatori nel quale
“ad ogni membro, incluso il Presidente
del Consiglio dei Governatori, spetterà
il diritto ad un voto per ciascuna questione che richieda la decisione del Consiglio stesso”. Vige infatti il principio
che le norme internazionali prevalgano
su quelle di rango inferiore. La disposizione potrebbe pertanto essere modificata
solo dalla Convention Internazionale
previo esame da parte del Board, con
tempi, come si può immaginare, molto
lunghi e con risultati, io credo, non favorevoli.
B Vorrei qui far cenno ad un’idea, non
del tutto teorica, della quale non mi
sfuggono le difficoltà realizative ed i
tempi lunghi di attuazione; l’idea sarebbe
quella di aumentare il numero dei Governatori del Centro Sud aumentando
10 Aurelium Magazine
il numero dei relativi Distretti. L’attuale
consistenza numerica in fatto di club e
di soci dei Distretti dei Centro Sud,
contrariamente a quelli del Centro Nord,
è tale che un’operazione del genere potrebbe essere possibile. Infatti, tenendo
presente che un Distretto si può costituire
con 35 club e 1.250 soci, i Distretti A,
AB e LA potrebbero dividersi in 2 Distretti ciascuno, mentre i Distretti L,
YA e YB potrebbero addirittura dar
luogo a 3 Distretti ciascuno. Questo
potrebbe essere, a mio avviso, un percorso
praticabile in quanto realizzabile in campo unicamente Multidistrettuale e permetterebbe ai Distretti del Centro Sud
di contare su un numero superiore di
Governatori nel Consiglio dei Governatori (18 Governatori del Centro Sud
a fronte degli 11 del Nord).
C E qui vorrei indicare, quasi per provocazione, un altro aspetto che si potrebbe
tenere in considerazione per superare il
disequilibrio decisionale di cui stiamo
parlando: si potrebbe proporre che il
pagamento delle quote MD debba essere
effettuato non per socio, come prevede
la normativa MD, ma per Distretto:
ogni Distretto, cioè, dovrebbe contribuire
alle esigenze MD nella stessa misura di
tutti gli altri. Tutto ciò comporterebbe
un notevole risparmio per i Distretti
del Centro Sud che sono i più numerosi
(la quota parte verrebbe suddivisa fra
più soci), la qual cosa implicherebbe, se
prendiamo come riferimento la quota
attuale del Distretto con il minor numero
di soci (Ib4 con 1.255 soci), una notevole
perdita in fatto di disponibilità di fondi
per il MD, a meno di non effettuare un
adeguamento quote per singolo Distretto.
Capisco le difficoltà di realizzazione di
tale proposito ma, in linea non del tutto
teorica, potrebbe essere realizzabile in
quanto la decisione è di pertinenza del
MD, specialmente se la proposta viene
presentata in un Congresso Nazionale
tenuto in una città del Centro Sud.
3.Per concludere, io credo che nella
suddivisione degli incarichi a livello
Multidistrettuale si dovrebbe ricercare
un equilibrio più adeguato alla rappresentanza dei Distretti, in maniera che
ci sia una pari distribuzione di tali incarichi, in special modo di quelli più
importanti. E’ auspicabile che il Consiglio
dei Governatori prenda consapevolezza
di tale esigenza e ponga rimedio a questa
disparità di trattamento fra i Distretti.
C.R.E.C.
di Maria Teresa de Martino Pesce
L
a normale democratica alternanza ha portato ad una radicale
modifica del C.d.A. del CREC,
il service operativo del Capitolium. Esigenza avvertita dal trascorrere
del tempo e dalle modificazioni nell’ attuazione della riabilitazione equestre.
Poiché è di questo che stiamo parlando:
non del semplice contatto con l’animale,
ma di una terapia praticata da operatori
abilitati dall’A.N.I.R.E. dopo un corso
integrato di formazione motoria e psicologica. Senza inutili dietrologie, ma
per ricordare l’entusiasmo e la generosità
che hanno animato i promotori di questo
ultratrentennale service, unico per i lions
sul territorio per continuità e qualità,
fiore all’occhiello del nostro Club. Lo
era al tempo dei Padri Promotori: i
Mezzatesta, i Cavicchioli, gli Scotti di
Uccio, Aldo Grasso, presidente dell’anno,
ma poi tutti i soci che, scegliendo di
aderire ad un Club-service internazionale
desiderano prestare soccorso ai deboli,
simpatia ai sofferenti.
I tempi hanno consigliato poi di aggiornare la struttura in Onlus, per
potersi adeguare alle normative regionali,
garantendo agli utenti uno standard di
alto livello. Molti progressi sono stati
fatti: l’installazione dello tensostruttura
è stata determinante per la regolarità
dei corsi che hanno cadenza continuativa
per 8 mesi e si tengono, oltre al Centro
della Polizia di Stato in via Anicia,
presso i Lancieri di Montebello a Tor
di Quinto. Del C.d.A. di durata triennale,
fanno parte oltre ai membri previsti
stautariamente, il presidente pro tempore
del Capitolium e un delegato del Governatore. A giugno, nella tornata elettorale, è stato eletto presidente del C.d.A.
il “nostro” generale Tommaso Bruni che,
con l’efficienza e competenza che hanno
distinto la sua lunga brillante carriera
nell’Arma, si è immediatamente impegnato a quell’opera di trasparenza e innovazione richieste dalla normativa Onlus e dall’ottimizzazione del servizio.
Come noto, ogni cambiamento crea
qualche trambusto. E l’accesso efficace
di nuovi consiglieri- Lomonaco
(L.C.Aurelium ,segretario, Muti,tesoriere,
Pesce e Murdaca) hanno portato a tempestive dimissioni degli altri quattro
eletti. Questo non ha impedito il normale
riavvio dell’attività nei campi, anche se,
dopo cinque
mesi non sono
pervenuti i documenti, più
che sollecitati,
per la previsione di bilancio.
Il CREC si
sosteneva economicamente
con le quote
degli utenti
paganti, le quote associative dei soci
aderenti, donazioni spontanee di altri
Clubs Lions, contributi di Enti, il cinque
per mille quale Onlus.
Questo tentativo di frapporre ostacoli
risulta inutile di fronte alla volontà e
alla determinazione del C.d.A. e lo sarà
con la coralità dei consensi dei lions del
Capitolium. Non possiamo esitare di
fronte all’impegno profuso dal C.d.A. a
nome del Club, ma, e soprattutto ad
una utenza così debole verso la quale
abbiamo assunto un impegno pregnante.
La realtà ci porta a prevedere –tra le dimissioni pervenute e le prossime – la
diminuzione di circa cinquanta quote
associative, oltre altre trenta acquisite
confusamente.
E’facile dedurre che verranno a mancare
circa ottomila euro. L’impegno di ciascuno di noi è quello di aderire personalmente, associare almeno un altro
membro della famiglia e un amico.
Intanto, oltre ai consulenti a titolo volontario già attivi, il Presidente ha “arruolato” nuovi elementi di alto livello.
La direttrice tecnica ( L.C.Ara Pacis ) è
stata sostituita dalla dott. Mira e la carenza di volontari sul campo ha il supporto di Mattia Ghiotti che impegnerà
altri due giovani.
Seguendo l’esempio di pronta generosa
risposta dato da questi trentenni a noi
non resta che adeguarci con altrettanta
gioia e generosità
Aurelium Magazine
11
UNA STORIA...
BELLA!
di PDG Mario Paolini
I
n questi ultimi tempi sono rimasto
perplesso nel constatare come in
alcuni club siano stati immessi
soci in “quantità industriale”. Perché
perplesso? Semplicemente perché, devo
ammetterlo, la gran parte di noi si è
sempre lamentata delle difficoltà di reperire soci. Quindi mi chiedo: come
mai qualche club, in verità molto pochi,
ha questa enorme capacità di trovare
soci? Dico enorme perché si parla di
immissione, come in un caso, di oltre
30 soci in un brevissimo lasso di tempo.
Cosa succede? La gran parte di noi si è
sempre sbagliata nel dichiarare quanto
sia difficile trovare soci? Dicevamo, a
nostra scusante, che la società non aveva
più questa inclinazione al “Servizio”,
non era più disposta a dare un po’ del
suo tempo per occuparsi delle esigenze
altrui; davamo la colpa alle troppe associazioni di servizio presenti nel nostro
territorio e quant’altro. Alla luce degli
ingressi di cui sopra devo assolutamente
ricredermi! Oppure no? Ammetto che
mi assale un forte dubbio: non vorrei
che queste immissioni siano avvenute,
come molti sapranno, alla stessa stregua
di quanto avviene in alcune nazioni che
fanno parte della nostra Associazione
dove, pur di avere nuovi ingressi, alcuni
soci si pongono all’uscita dei supermercati, dei grandi magazzini, dei cinema,
insomma all’uscita di zone molto affollate
e lì contattano le persone più disparate
per portarle nei loro club. Noi abbiamo
un approccio ben diverso, fortunatamente:
prima di avvicinare possibili adepti studiamo le loro potenzialità al servizio, il
loro livello di cultura, la loro “storia”
con tutto ciò che crediamo dia possibilità
di diventare buoni soci; successivamente
li invitiamo a conoscerci, a frequentare
il club e ad inserirli in un programma
di formazione. Più tardi prendiamo in
considerazione la loro espressa volontà
di far parte del nostro club.
Contrariamente a tutto ciò, mi risulta
Burraco di Beneficenza del Club Aurelium
12 Aurelium Magazine
che questa “marea” di soci nuovi sia
stata cooptata senza una preventiva formazione solo perché amico o conoscente
di qualche socio, senza una benché minima conoscenza di chi siamo, cosa facciamo e cosa si richiede da lui una volta
entrato come socio del club. Dico eresie?
No, purtroppo! Parlo di cose accadute e
che credevo non sarebbero accadute
mai! Perché questi ingressi indiscriminati?
Per fare numero? Andiamo alla ricerca
di medagliette oppure vogliamo conquistare la benevolenza del Governatore
di turno? Cui prodest? Ben venga la ricerca di soci, ne abbiamo bisogno! Deve
però essere una ricerca mirata a persone
degne che diano aspettativa di diventare
dei buoni soci; sono i buoni soci che
fanno buoni club! Le medagliette arrugginiscono e i Governatori passano;
rimangono i cattivi soci fatti in fretta e
furia. Gli ingressi in massa, fatti solo
per fare numero, molto difficilmente
generano club di qualità.
le mirabilia
del progresso!
di Paolo Testi
D
a bambino, il mio Babbo
mi portava spesso all’aeroporto dell’"Urbe" sulla via
Salaria. L’Italia, subito dopo
la Guerra, si stava riprendendo e nel
1946 tra una società statunitense e l’IRI
era nata la società "LAI - Linee Aeree
Italiane " che iniziò le operazioni nell'aprile 1947, proprio volando dall'aeroporto dell’"Urbe" sulla "Salaria" a
Roma verso le principali destinazioni
italiane con i Douglas DC-3. Rivedo
quei bimotori che a me sembravano
immensi, ma, ora ci si accorge quanto
fossero piccoli. Così io ebbi il mio primo
impatto con il volo!
Era l’ottobre 1957, eravamo con Babbo
sulla piazza degli Eroi a Gerano quando
sapemmo che l’URSS aveva inviato nello
spazio, posizionandolo in un’orbita ellittica; il primo satellite artificiale della
Terra, che si chiava: «Sputnik» («compagno di viaggio»). Era grande, mi sem-
delle
Douglas DC 3
bra di ricordare come un pallone e fece
impressione, sia da un lato positivo di
ammirazione per il progresso umano,
sia anche da un punto di vista psicologico
(era il periodo della c. d. «guerra fredda»
e si viveva nel terrore di una terza guerra
mondiale!)…
Ancora, chi può dimenticare la notte
del 20 luglio del 1969, quando tutti rimanemmo incollati davanti alla TV con
Tito Stagno a seguire l’impresa dei tre
astronauti statunitensi che a bordo
dell’"Apollo 11", «conquistarono, a nome
del genere umano, il nostro satellite» e
si vide scendere un po’ impacciato nella
sua tuta Neil Amstrong, che fu in questo
modo il primo uomo a camminare sul
suolo lunare. Più di recente, i voli nello
spazio sono giunti ad una qual certa
"facilità" che abbiamo notato alcuni
"Paperon-de-Paperoni"… "divertersi a
gironzolare nello spazio" partendo dalla
base Russa di Baikonur (Kazakhstan).
Linee Aeree It
Ripercorro la mia vita, rivedendomi
bambino nel 1947 – sbigottito ad ascoltare il rombo dei motori e ammirare il
vorticar delle eliche degli aerei sul campo
di volo dell’aeroporto dell’"Urbe" e ora,
pensando stordito alla tesi di mio Figlio,
Francesco Maria, per la Laurea Magistrale in Ingegneria Astronautica: «Guida
e Controllo in Teleoperazione del Rover
Lunare AROV». In collaborazione con
colleghi universitari, dottorandi e professori ha realizzato un "rover teleoperato
per l’esplorazione lunare", testato su uno
scenario lunare, partecipando alla sua
realizzazione; in particolare, attraverso
luce strutturata ("kinect"), si è occupato
dell’acquisizione e dell’analisi dell’immagine per il riconoscimento di ostacoli
al fine di identificare una traiettoria
sicura da seguire, attraverso la tecnica
dei potenziali artificiali.
aliane.
Tipo di Rover
Lunare AROV.
Aurelium Magazine
13
intervista a
lucio zichella
di Monica Maggi
Debutta a 85 anni con un romanzo –
verità
L'IDENTITA' DELLA DONNA,
OGGI
Il Parcheggio di Lucio Zichella
A 85 anni Lucio Zichella, Professore
emerito di Clinica Ostetrica e Ginecologica presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia della Università La Sapienza
di Roma, si affaccia nel mondo dell'editoria con IL PARCHEGGIO, profondo e scottante romanzo sull'identità
della donna oggi.
Con un linguaggio intenso e avvolgente
Zichella, che è stato anche presidente
per un triennio e fondatore della Società
internazionale di Psicosomatica in ostetricia e ginecologia, riesce a toccare
l'attenzione di chi legge con una storia
avvincente e attuale.
D: Come è arrivato a questa storia?
La mia è un'esigenza mai sopita di analizzare e comunicare, ora attraverso la
narrazione, conoscenze e opinioni su
problematiche sostanziali e importanti,
come l'identità della donna oggi.
D: Pensa di poter in un certo senso stimolare gli uomini a capire meglio le
donne?
Le tragiche frequenti notizie di cronaca
evidenziano un problema di complesse
implicazioni, che qui non è possibile
analizzare in dettaglio.Essenzialmente
bisogna evitare la percezione, da parte
di alcuni maschi, specie in situazioni litigiose, di perdita di identità e ruolo.
D: E cosa può essere IL PARCHEGGIO per una donna che lo legge? Spero
una presa di coscienza della complessità
del problema, sotto l'aspetto personale
e sociologico.
Rispetto al mondo della Narrativa in
14 Aurelium Magazine
eterno travaglio ideologico e di strumenti
di diffusione, oggi può servire "narrare"
problematiche identitarie e di relazioni
tra generazioni e generi in un mondo
con pochi ideali.
D: Cosa sta scrivendo ancora?
Spero ancora vicende di identità e di
ruolo oggi, non solo culturale ma anche
sociologico e antropologico, secondo il
pensiero di Kant.
LA STORIA - IL PARCHEGGIO è
la vicenda di una giovane bella e talentata
economista che attraverso un problematico prezioso parcheggio giunge a
tempo ad ottenere un prestigioso incarico
presso una agenzia internazionale. Le
difficoltà incontrate, non favorite dalla
insensibilità del marito,e il risultato ottenuto aprono un grosso squarcio sulla
inconsistenza percepita ma non completamente compresa della sua vita emozionale. I fatti condurranno Lisa, dopo
aver chiesto al marito la separazione,
come lei ripetutamente ricorderà, ad
una "discesa all’inferno" in una sconvolgente esperienza sessuale, e ad un
cammino di graduale presa di coscienza
della sua identità istintuale sessuale ed
emozionale oltre che intellettuale, sino
ad arrivare ad una nuova e vitale realtà
di coppia consapevolmente conquistata.
L’ambiente sociale degli amici del marito
e delle rispettive mogli esprimerà alla
percezione della crisi di Lisa non conosciuta nelle ragioni profonde, tutti gli
effetti di una vita di gruppo solo formalmente corretta, evidenziando in positivo e in negativo, come può avvenire
nella vita, realtà psicologiche e comportamentali sommerse dei soggetti.
La professione e la vita sociale a Copenaghen condurranno Lisa a traguardi
intimamente agognati nel lavoro e nel
suoi progetto di vita emozionale come
donna e come madre.
La narrazione realistica a volte cruda
ma mai volgare, era essenziale a mettere
chiaramente in evidenza, secondo le esigenze dei lettori di oggi, la drammaticità
della vicenda che rappresenta l’esempio
di uno squarcio , attraverso la non idonea
comunicazione e visione, a differenti
responsabilità, dei nuovi problemi sociologici, nei rapporti della coppia oggi,
non cosciente della dimensione antropologica nuova della donna tra istinti,
emozioni e intelletto. Una nuova identità
che in Lisa una scultrice vede e rappresenta , in una sua opera, come espressione
moderna della ”grande madre” dell'origine
dei tempi.
Tra le molte recensioni va segnalata
quella di Ludwig Janus, Psicologo tedesco, pioniere nelle ricerche sulla psicologia fetale, attualmente Visiting Professor all'Università St: Elizabeth di
Bratislava :
“...finally I got from the friend of my wife
an extensive survey of your novel My congratulation to this beauty piece of literature!
I admire your ability to understand the female individuation process in such a deep
level and present it in the narrative form
of a novel...”
IL PARCHEGGIO sta riscuotendo consensi
e recensioni, visibili sul link Amazon
http://www.amazon.it/Il-parcheggio-donna-ricerca-attraverso
ebook/dp/B00GDOOPFI/ref=sr_1_1?ie=UTF
8&qid=1408710549&sr=81&keywords=il+parcheggio.
Visita alla Insula di Via San Paolo alla Regola
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n° 6 febbraio 2015 - lionsclubaurelium.org