www.lionsclubaurelium.org Num 6 Febbraio 2015 Distretto 108 L Visita alla Insula di Via San Paolo alla Regola NOI CI SIAMO di Francesco Lomonaco Anche se non siamo fisicamente presenti CI SIAMO! Con “siamo” intendo raggruppare con un unico verbo tutti coloro che credono nel Lionismo come lo ha fondato Melvin Jones e come ce lo hanno illuminato nel corso degli anni trascorsi, Enrico Cesarotti, Umberto Manucci, Bruzio Pirrongelli, Giuseppe Taranto. Un verbo che non è solo un ausiliare ma rappresenta la parte del discorso che indica un’azione, l’azione che compivano ogni giorno questi uomini e tutti i Lions da loro guidati, ponendo al servizio disinteressato dell’associazione e quindi della comunità, le loro professionalità, le loro conoscenze e, quando si presentava la necessità, anche i loro risparmi. Era, ed ancora oggi deve essere, un servizio disinteressato senza secondi fini neanche quelli spinti dall’egocentrismo, che apparentemente sembrano innocui ed in alcuni casi ritenuti erroneamente necessari per la leadership, piuttosto che quelli commerciali che oggi, invece, vengono ricercati nel nostro lionismo e che, se possono essere accettati in altre associazioni, nel Lions non sono assolutamente contemplati. Questi Past Governatori e Past Direttori Internazionali hanno saputo imprimere spessore alla missione dei Lions ed hanno reso importante il Distretto 108 L per la luce che ci hanno lasciato e della quale oggi non solo si è persa l’intensità, ma il crepuscolo, ormai, ha avvolto il lionismo nelle tre belle regioni che formano il 108L. Il Direttore Internazionale Roberto Fresia ospite illustre nella scorsa assemblea distrettuale ha voluto porre l’accento su due componenti del nostro momento crepuscolare: l’inefficienza, e l’inefficacia, ma a noi che CI SIAMO non sfugge che la cura necessaria al Distretto 108L per farlo tornare a riflettere di vivida luce è quella che nel gergo comune viene definita “cura da cavallo”: dare cioè spessore "politico" ai Clubs ed al Distretto, liberarci dagli arrivisti, dagli egocentrici e dai falsi affabulatori che ricercano nell'Associazione le soddisfazioni che gli sono mancate nella vita lavorativa e che, purtroppo, grazie alla indiscriminata “campagna acquisti”, portata avanti in certi anni, hanno ingrossato negativamente le fila della nostra associazione creando, peraltro, interrogativi e perplessità ai neofiti che, invece, hanno ritenuto di associarsi per le nobili finalità nei Lions. Quei "personaggi" non hanno a cuore il bene dell'Associazione anzi possono arrecare seri danni di immagine con mediazioni ammantate di falso interesse comunitario sotto l'egida lionistica. Ci rendiamo conto che per detti interventi di risanamento ci vuole coraggio e capacità perché sono necessari provvedimenti anche impopolari per rilanciare il Distretto e ci auguriamo che i due vice Governatori abbiano ben presente l’attuale situazione ed abbiano individuato, in un dialogo continuo e collaborativo tra loro, il programma di riassestamento e di rilancio del Distretto superando la logica della nomina a iosa degli officers distrettuali e delle visite di scarsa utilità per i clubs o delle medagliette. Noi ci siamo nella collaborazione, ma se sarà necessario anche nelle critiche, che se anche in passato sono state apostrofate come irriverenti verso il Governatore pro tempore comportando anche pesanti sanzioni illiberali, hanno la finalità costruttiva di chi ha a cuore i contenuti dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs. Aurelium Magazine 3 CARMINA BURANA di Enzo Maggi M entre la dott.ssa Silvia Agabiti Rosei svolgeva la sua interessante conferenza sui Carmina Burana, ricorrendo alla declamazione di testi poetici scritti oltre mille anni or sono, riproposti poi da una voce recitante, accompagnata da una musica quasi monocorde, mi sono sorpreso a pensare ad alcune affermazioni contenute in testi riguardanti il Medio Evo, scritti da vari autori, ma tutti preceduti da dotte ed estese introduzioni del famoso medievalista Ludovico Gatto. La distrazione trovava la sua origine proprio da quanto andava illustrando la conferenziera quando, in omaggio al tema della serata “CARMINA BURANA, VERSI D’ATTUALITA’ - Società e pensiero moderni nel Medioevo”, evidenziava la piena attuale validità di quanto descritto e denunciato in epoche assai lontane. Di questi componimenti poetici molti di noi conoscono anche la versione filmica datata 1975, dopo circa quarant’anni dalla prima rappresentazione di una cantata scenica composta da Carl Orff, avvenuta in pieno regime nazista, 4 Aurelium Magazine malgrado gli ostacoli frapposti per il tono erotico di alcuni canti. Il lavoro del musicista tedesco per recuperare la musica che accompagnava alcuni testi non fu proprio agevole: scritta senza l’uso del tetragramma (il pentagramma vide la luce nel 13° secolo), la melodia poteva essere riconducibile al canto gregoriano, priva però di qualsiasi indicazione sul rigo musicale, ma annotata separatamente. Comunque l’opera ebbe un grandissimo successo e, come possiamo leggere nelle varie recensioni, venne rappresentata anche il Italia il 10 ottobre 1942. Ma chi fu l’autore, o meglio, chi furono gli autori di questo corpus di testi poetici, scritto tra l’XI e il XII secolo quasi completamente in latino e giunto a noi grazie ad un codice miniato a quel tempo con il titolo Codex Buranus? Fin da quando il manoscritto venne pubblicato per la prima volta, i componimenti furono attribuiti senza dubbio alcuno ai cosiddetti “clerici vagantes”. In un periodo in cui l’istruzione era gratuita e di completo appannaggio della chiesa, per poter studiare si era costretti, appena quindicenni, ad entrare in conventi e ad iniziare il percorso ecclesiastico che, però, non andava oltre gli ordini minori, con l’acquisizione del titolo di “clerici”, cioè “chierici”. Ma quando cominciarono ad essere troppo numerosi e non furono più ospitati nei conventi, gli studenti presero a viaggiare per tutta l’Europa per poter continuare a studiare, seguendo le lezioni di quei maestri più in voga e più famosi, che insegnavano nelle poche università allora esistenti. Questi giovani “clerici vagantes”, chiamati in seguito “goliardi”, decisamente irrequieti e squattrinati, sempre più numerosi e turbolenti, non potevano non essere preda del vino, del gioco d’azzardo, della miseria, dei piaceri della carne; ma spensierati nella loro vita di bohemien, uniti dalla gioventù che li accomunava, non difettavano di una arguzia tagliente e di una satira pungente che li conduceva inevitabilmente ad esprimersi componendo versi di alto contenuto erotico e di blasfemia verso la liturgia; però nella loro produzione poetica trovano ampio spazio, in omaggio ad una visione fortemente moralistica, probabilmente originata dalle difficoltà in cui vivevano, atteggiamenti di rifiuto della ricchezza. E neppure mancano espressioni di forte condanna verso la curia romana, non contro la Chiesa, accusata di perseguire sempre e soltanto la ricerca del potere e del denaro: per questo motivo la Chiesa ufficiale li bollò come blasfemi e irriverenti. Tornando alla conferenza che stava svolgendo la dott.ssa Agabiti Rosei, nel prendere coscienza della sconcertante attualità riscontrata nei versi declamati nei confronti di molte circostanze odierne e nel tentativo di commentarle, dobbiamo ovviamente astenerci dal chiosare quanto nei Carmina attiene alla parte che si occupa della denunciata corruzione del clero; anche se non possiamo ignorare che qualcosa di poco chiaro stia avvenendo anche oggi: altrimenti non avrebbero senso i richiami che più volte Papa Francesco esprime contro quella che definisce “la doppia vita”di alcuni prelati. Certamente, e purtroppo, dobbiamo prendere atto della inoppugnabile odierna attualità riferita alla sete di potere della classe politica dirigente, alla sua spasmodica ricerca di privilegi, alla potenza del denaro che tutto stravolge e acceca. Gli italiani, e noi qui a Roma, stiamo assistendo in questi giorni a qualcosa che lascia allibiti: la Mafia Capitale! Anche se qualcosa si poteva respirare nell’aria, mai si poteva immaginare la vastità e la complicità di un sistema per il quale non si trovano adeguate parole di condanna. Altro che il goliardico repertorio dei “carmina moralia” degli spensierati e simpatici “clerici vagantes”! Ma la presa d’atto della attualità dei carmina porta anche ad un’altra conclusione, sempre in tema di attualità, che ci viene suggerita dalla lettura degli scritti introduttivi di Ludovico Gatto, richiamati in apertura del presente commento. In quello che apre “Le città del Medioevo” di Henri Pirenne, possiamo leggere che recenti studiosi hanno potuto fondatamente affermare che “Il X secolo, ritenuto a lungo come il secolo…della notte profonda del Medioevo…(doveva invece) essere guardato come il periodo nel quale diverse direzioni…cominciarono a rendersi visibili…”. Possiamo quindi ritenere quel periodo storico come una gestazione di quanto sarebbe poi venuto alla luce successivamente, alla stregua di una gestazione umana che precede la vita. E proprio su questo progredire del tempo senza profonde cesure che Gatto richiama l’attenzione del lettore nella sua introduzione all’opera di Johan Huizinga “L’Autunno del Medioevo”: allo storico olandese interessava “scoprire i caratteri storici di una civiltà con i suoi stili e i suoi miti, mentre gli interessava infinitamente meno l’astratto ‘gioco’ del Periodizzamento, fine a se stesso e rispondente a motivi in gran parte convenzionali.” Proprio queste affermazioni mi suggeriscono una riflessione conclusiva che però propongo ai miei lettori a mo’ di domanda: quale differenza troviamo tra gli spensierati versi lasciatici dai “clerici vagantes”, inneggianti alla bellezza della vita e dell’amore, e quelli scritti quattro secoli dopo da Lorenzo il Magnifico “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia…”, esaltanti Bacco e Arianna? Sembrano il frutto della stessa persona, espressioni dello stesso periodo temporale: e invece siamo nel 1491, un anno prima della “convenzionale” morte del Medioevo e della nascita dell’Evo Moderno. Al termine dell’interessante e impegnativa conferenza, la serata è proseguita con la cena, come sempre signorilmente curata e apprezzata, alla cui conclusione ha visto l’intervento del nostro Presidente Francesco Lomonaco, il quale ha voluto informare tutti presenti dell’ottima riuscita, anche quest’anno, del tradizionale mercatino di Natale, affidato alle esperte e volenterose mani di alcune signore del nostro club, sacrificatesi per due giornate intere, il 29 e 30 novembre, dietro i tavoli ricolmi di oggetti di ogni tipo, in un salone del grand hotel Parco dei Principi la cui affluenza ne aveva trasformato l’aspetto in una succursale di Porta Portese. L’iniziativa, grazie alla abnegazione delle nostre signore, ha fruttato un ricavo netto di duemila euro da destinare a favore del C.R.E.C., service annuale dell’Aurelium; alla somma raccolta sono stati aggiunti altri duemila euro, già preventivamente stanziati. Nel darne notizia ai presenti, il Presidente Lomonaco ha chiamato accanto a sé il Gen. Tommaso Bruni, presidente del C.R.E.C., per ricordare che il benemerito Centro è da sempre nel cuore dell’Aurelium, anche perché non si può dimenticare che il Lions Club Roma Capitolium, al quale va riconosciuto il merito della fondazione del Centro medesimo, nel lontano 1965 è stato il club sponsor del nostro club. Il Gen. Bruni, nel ringraziare il Presidente Lomonaco per la generosa offerta che da ormai molti anni rappresenta una costante nei service dell’Aurelium, ha brevemente ricordato le finalità terapeutiche dell’iniziativa, unanimemente riconosciuta dalla comunità scientifica e non ha tralasciato di sottolineare l’ospitalità che il Centro riceve dall’8° Lancieri di Montebello a Tor di Quinto e dalla Sezione a Cavallo della Questura di Roma con la messa a disposizione dei loro campi di equitazione, ed Il Corpo Forestale dello Stato. Alla consegna di un elegante e apprezzato dono a tutte le signore da parte della Consorte del Presidente Lomonaco, Signora Elvira, è seguita le presentazione e la distribuzione a tutti i presenti di un libricino, del quale è autore il vostro cronista, nel quale sono brevemente raccontate disavventure della sua prima gioventù - e del suo primo amore -, tutte caratterizzate da un finale foriero di dolori: non per nulla il titolo della pubblicazione, che si avvale della gentile e affettuosa presentazione del Presidente Lomonaco, è “I dolori (anche fisici) del giovane Werther: cioè io”. La chiusura della serata, allietata dal tradizionale brindisi come augurio dell’ormai incombente Capodanno, è stata affidata alla consueta lotteria, breve ma pur sempre munifica, ovviamente assai apprezzata da chi ha avuto la fortuna di pizzicare, come novello pappagalletto sul trespolo del maghetto di nostra antica memoria, il biglietto giusto. Aurelium Magazine 5 I NUOVI SITI DEL MD E DEL DISTRETTO 108 L di PDG Mario Paolini 2 anni or sono, su decisione del Consiglio dei Governatori pro-tempore, è stato dato mandato al PDG Gabriele Pezzini (IB2) di mettere mano al sito del Multidistretto per dargli una veste aggiornata, di facile e immediata consultazione, allo scopo di agevolarne la lettura da parte del maggior numero dei soci lions. Questo incarico era stato assegnato al Pezzini a seguito di un’attenta analisi sulle statistiche dell’alfabetismo informatico fatto dall’ISTAT. Tale Istituto ha riscontrato che la capacità di utilizzo di Internet in Italia, suddivisa per fasce di età, è la seguente: - per età compresa fra i 45 ed i 54 anni il sistema Internet viene utilizzato dal 61% della popolazione; - per età fra i 55 ed i 59 anni l’utilizzo è del 50% della popolazione; - per età fra i 60 ed i 64 anni è del 36,9%; - per età fra i 65 ed i 74 anni è del 19% Alla luce dell’analisi cui sopra, il PDG Pezzini ha elaborato uno schema semplice e di immediata lettura dando vita ad un sito che veniva incontro alle esigenze della stragrande maggioranza dei nostri soci i quali, massimamente per la loro non più verde età, non avevano e non hanno molta dimestichezza con Internet. Insomma, nel mettere mano al sito, quel Consiglio dei Governatori pro-tempore, per mano del PDG cui sopra, ha tenuto in massima considerazione il principio che “ la comunicazione è valida quando raggiunge il maggior numero di persone e non quando ne taglia fuori la maggior parte”. Il sito così 6 Aurelium Magazine elaborato aveva raggiunto perfettamente lo scopo. Ora l’attuale sito del Multidistretto come pure il sito del nostro Distretto da cui quello deriva, a mio avviso ha creato e crea molte difficoltà di lettura e di reperimento dati, almeno agli occhi di quell’età fra i 60 ed i 74 anni che, come noto, rappresenta la maggior parte dei soci dei nostri club. E’ difficile capire www.lions108l.com la ratio del cambiamento di un sito, quello MD, vecchio di soli due anni per giunta, che era stato giudicato più che soddisfacente per le nostre esigenze. Lo stesso dicasi per il sito del nostro Distretto che di anni ne aveva ben più di due e che nella sua immediata e facile consultazione, acquisita con una lunga esperienza, appagava le esigenze dei soci, anche di quelli che non avevano grande dimestichezza con Internet. Certo, qualcosa si poteva anche perfezionare, ma l’attuale veste di entrambi i siti, Multidistrettuale e Distrettuale, non ha praticamente nulla in comune con i loro predecessori. Mi è stato accennato che il cambiamento si è reso necessario a causa di qualche problema di privacy che i vecchi siti avrebbero creato; sono certo che tali problematiche potevano essere superate mantenendo gli schemi ormai collaudati dei siti stessi e pertanto noti ai più. Non si può pretendere che i nostri soci, la maggior parte dei quali in età ragguardevole, possano facilmente accedere negli infiniti meandri di Internet; è già molto se gli stessi sono capaci di navigare quel tanto che basta per leggere, rispondere, archiviare e qualche cos’altro ancora, ma non si può pretendere che siano degli informatici o che sappiano “smanettare” in lungo e in largo sulla tastiera di un PC perché, a mio avviso, è questo ciò che si richiede loro per entrare nel nuovo sito del Multidistretto e del nostro Distretto. Queste difficoltà di lettura costringeranno molti soci a non entrare nei due siti, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare! Le informazioni non arriveranno mai alla maggior parte di essi, ma solamente ai più giovani fra i soci Lions ed ai Leo per i noti motivi. Né si può pretendere di organizzare dei corsi di informatica o di fornire i soci di un opuscolo illustrativo su come utilizzare il Computer. Io credo che gli Informatici abbiano il compito di facilitare e risolvere le esigenze degli utilizzatori e realizzare programmi accessibili e comprensibili, pertanto di facile lettura, per coloro che Informatici non sono. Conosco già i commenti negativi; ben vengano le critiche purchè si instauri un dialogo che serva a rendere più facile ed immediata la lettura dei siti Multidistrettuale e Distrettuale. donne e uomini a confronto di Enzo Maggi M i accingevo a scrivere un breve commento sulla interessante pubblicazione redatta dalle amiche Teresa Manzaro e Cristina Colletti relativa al confronto tra i generi femminile e maschile, atto conclusivo di un incarico ricevuto dal Presidente Chiricotto nel corso della sua annata, e ero perplesso sul taglio da dare all’intervento, quando la mia attenzione è stata attirata da una manchette a fondo pagina 13 della rivista LION dello scorso mese di settembre, il cui argomento era il rifiuto di alcuni club lions maschili di accogliere le donne come socie. Avendo letto più di una volta l’opuscolo, non mi è stato difficile rintracciare il dialogo, da me chiosato a margine, che fin dall’inizio mi era sembrato ispirato da una problematica ben più ampia di quelle che attenevano alla quotidianità, rivolta ai rapporti familiari e di lavoro, pur sempre importanti ma affatto racchiusi in una visione parziale, sia familistica che sociale. Il dialogo era quello immaginato tra Isabella e Daniela, che invito tutti ad andare a rileggere o sulla pubblicazione cartacea, distribuita a tutti, oppure sul sito del nostro club, riprodotta per intero nell’annata 2013-2014; e che veniva riproposto al mio interesse grazie al fondo pagina di cui sopra. Con estrema signorilità e molto tatto, probabilmente attente a non urtare sentimenti e convinzioni personali, le due protagoniste ricordano le difficoltà incontrate per “rompere gli schemi” che da sempre vedevano le donne “abituate all’obbedienza”, con l’uomo che “meritava più rispetto”, perché “educate alla superiorità del maschio”; le “grandi lotte e lunghe discussioni per avere il permesso” di fare e dire ciò che “ai nostri fratelli era riconosciuto di diritto”. La “rottura degli schemi” non è stata né facile né pronta, “in alcuni casi più rumorosamente”: sottinteso garbato richiamo al quel movimento chiamato “femminismo”, sorto addirittura prima della Rivoluzione francese e che, manifestatosi in varie posizioni teoriche e in maniera diversa da paese a paese, aveva uno obiettivo primario e fondamentale: eliminare alla radice ogni tipo di subordinazione, realizzando le pari opportunità tra uomini e donne, dalle quali sarebbero poi derivate la identità sessuale e la identità di genere. In Italia, come in definitiva in tutti gli altri paesi, il movimento ha conseguito i suoi successi attraverso mobilitazioni e lotte anche cruente: si possono ricordare gli scontri con la polizia avvenuti a Roma l’8 marzo del 1972, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, che causarono anche alcuni feriti. E al movimento femminile sono da attribuire indubbiamente una serie di successi sia nel campo sociale che in quello personale, anche se proprio dall’interno del movimento stesso vengono alcune critiche che avanzano seri dubbi sulla validità della conseguita parità giuridica e sociale: ad esempio, negli anni settanta, la scrittrice e critica d’arte Carla Lonzi definisce l’eguaglianza tra i sessi “…la veste in cui si maschera oggi l’inferiorità della donna.” Comunque, è innegabile che oggi la posizione giuridica della donna nella società moderna non è neppure lontanamente paragonabile a quella di appena pochi decenni addietro. Anche per il nostro paese. Basti solo pensare che fino al 1946 alle donne italiane non era riconosciuto l’esercizio del voto. Su questo argomento anche gli uomini avevano dovuto attendere il 1912 per godere del suffragio universale! E quello femminile, nei paesi occidentali, ha avuto un percorso molto diversificato: dai primi anni del 1900 al 1930 ben quattordici paesi lo hanno adottato; gli altri hanno dovuto attendere. Sembra strano, ma anche in Francia si è arrivati al 1944; e poi nella civilissima Svizzera addirittura al 1971! Ma l’esercizio dei diritti civili da parte della donna, se decisamente molto importante, non è che un aspetto della sua posizione all’interno della società ; e nel rivendicare la totale parità dei due generi la donna non ha incontrato - e non incontra talvolta anche oggi - una sponda favorevole nei regimi al potere e neppure nelle religioni praticate nel mondo, specialmente quelle monoteiste. Restringendo il campo al cristianesimo, e lungi da me l’insana presunzione di affrontare l’argomento in maniera dottorale ed esaustiva, mi limito a richiamare le citazioni contenute nella manchette provocatoria le quali, nel sostenere l’assunto della diversità tra uomo e donna, chiamano in causa esponenti del calibro di Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino, Tertulliano, San Geronimo. Addirittura San Paolo, nel cui pensiero sulla donna mi ero imbattuto tempo addietro, leggendo il libro di Riccardo Calimani “Paolo: l’Ebreo che fondò il Cristianesimo”, laddove si commentava la prima lettera di Paolo ai Corinzi. E l’ignoto interlocutore conservatore, protagonista dello scambio di opinioni, chiude il florilegio delle citazioni rievocando Bernardo da Como, grande inquisitore Aurelium Magazine 7 (guarda caso!) del cinquecento, il quale affermava di non riconoscere alle donne un’anima! Affermazioni aberranti che per fortuna stanno crollando in tutto il mondo; anche se purtroppo non mancano ancora episodi di fondamentalismo religioso di una crudeltà incredibile. Per ciò che attiene alla Chiesa cattolica, si deve prendere atto con soddisfazione che tutte le convinzioni espresse nei secoli passati da padri e dottori della Chiesa, compresi quelli sopra citati, stanno man mano crollando sotto l’energica spinta degli ultimi pontefici, ad iniziare da Giovanni XXIII, il quale volle che ai lavori del Concilio Vaticano II del 1962 vi fosse una vasta partecipazione femminile, ritenendo la sua presenza nella Chiesa e nella società civile uno dei segni del tempo. Oggi, il documento più importante ed esplicito lo si deve a Giovanni Paolo II con l’Enciclica “Mulieris dignitatem”, pubblicato nell’agosto del 1988 e interamente dedicato alla donna. In un recente documento del Pontificio Consiglio per i Laici possiamo leggere: “Giovanni Paolo II conduce un’analisi antropologica alla luce della Rivelazione per ricavare (….) verità fondamentali quali la pari dignità dell’uomo e della donna creati a immagine di Dio.” Sigillo più autorevole, elevato e conclusivo sulla pari dignità non ci si può attendere! 8 Aurelium Magazine un senato da imitare di Domenico Giglio l e elezioni di “metà mandato” , tenutesi negli Stati Uniti d’ America, martedì 5 novembre , per rinnovare un terzo del Senato e l’intera Camera, hanno visto i riflettori della stampa e delle televisioni puntati su questo evento e sul significato di questo voto popolare. Ora, a prescindere dal risultato, che ha visto ribaltata la maggioranza dai democratici ai repubblicani, si è molto parlato e scritto sull’ importanza che il Senato degli USA, composto di soli cento senatori, due per ogni stato, quale che sia il suo numero di abitanti, su una popolazione complessiva di oltre trecento milioni, ha nella vita politica e nell’ attività del Governo Federale, ed i limiti che questa istituzionepuò porre allo stesso Presidente, specialmente quando non appartenga al partito che detiene la maggioranza nel Congresso. L’ esame approfondito, e non formale, e l’ approvazione di nomine delicatissime , proposte dal Presidente, quale ad esempio quelle dei candidati alla carica vitalizia di Giudice della Corte Suprema degli USA, sono la conferma del ruolo fondamentale che il Senato svolge , ben diverso da quello modesto della seconda Camera come è in Francia ed in Germania , e da quello, che sull’esempio franco-tedesco, si vuole ora dare anche all’ Italia. Se, tornando ai nostri casi , si volevano evitare i lacci ed i lacciuoli del “bicameralismo perfetto”, si poteva guardare oltre l’ Oceano Atlantico, per verificare quanto di questa esperienza più che bicentenaria fosse da recepire , lasciando ad esempio proprio al nostro Senato, anche per l’età maggiore per eletti ed elettori , il ruolo fondamentale di salvaguardia delle Istituzioni e di garanzia di buon funzionamento , con il voto di fiducia al Governo e l’approvazione della legge finanziaria o di leggi costituzionali e trattati internazionali, e togliendogli l’ onere della discussione ed approvazione delle ormai centinaia di decreti e decretini che vengono sfornati quotidianamente dal governo , costituendo così una riserva di saggezza , se ancora ha valore questo termine, e di equilibrio, come in fondo era stato delineato nella costituzione entrata in vigore nel 1948, che prevedeva una diversa durata del Senato rispetto alla Camera dei Deputati, per limitare effetti sconvolgenti di un risultato elettorale per la Camera molto diverso da quello precedente, norma che proprio perché saggia fu modificata dopo breve tempo. Ritornando ora agli Stati Uniti si è definito “anatra zoppa” il Presidente democratico, che negli ultimi due anni del suo mandato, dovrà combattere su ogni provvedimento della sua amministrazione, con una maggioranza parlamentare del partito repubblicano , ma questo era già avvenuto in Francia più volte , dimostrando che i presidenti delle repubbliche sono, malgrado le formali dichiarazioni contrarie , come quelle ora di Obama , sempre uomini di parte, per lo più eletti con maggioranze minime di voti popolari , ultimissimo esempio in Brasile ,con un 51,4% rispetto ad un 48,6%, spaccando quasi a metà il paese , il che , in Stati di collaudata liberaldemocrazia come negli USA non compromette lo spirito nazionale ed i relativi valori condivisi da tutto il popolo, divisioni che sono quanto mai pericolose in paesi con valori e tradizioni nazionali non egualmente assimilate,o che si è cercato scientemente di distruggere. NOTIZIE DAL MULTIDISTRETTO di PDG Mario Paolini 1. Molti dei nostri soci conoscono già 2. L’altro argomento del mio impegno il mio pensiero a proposito di 2 importanti argomenti relativi al Multidistretto quali la sua Ristrutturazione e l’attuale forma decisionale all’interno del Consiglio dei Governatori. Sono 2 argomenti che ho avuto modo di trattare in diverse circostanze: Convegni, Assemblee, Riunioni dei Past Governatori italiani, lettere al Presidente del Consiglio dei Governatori e, per quanto attiene la Ristrutturazione del Multidistretto, anche in un Articolo uscito di recente nella nostra Rivista “Lion”. In tutte queste circostanze ho fatto presente, per quanto riguarda l’argomento Ristrutturazione, il tentativo di alcuni Lion di non voler tener conto delle decisioni assunte in un Seminario ad hoc tenutosi nel corso del Congresso Nazionale di Taormina in cui, dopo accesa e lunga discussione, la stragrande maggioranza dei presenti votò contro tale Ristrutturazione per i grandi problemi che causava, oltre che per le eccessive spese che la stessa avrebbe comportato. Nonostante tale decisione, il Consiglio dei Governatori, successivo alla mia annata da Governatore, creò una specifica Commissione per studiare come poter effettuare tale Ristrutturazione! Fortunatamente, dopo tanto gridare, detta Commissione ha ritenuto di non dover proseguire nello studio assegnatole e, di conseguenza, ha smesso di riunirsi. L’argomento Ristrutturazione del Multidistretto è stato accantonato, almeno per il momento aggiungo io, considerato il suo continuo riaffacciarsi che va avanti fin dal Congresso di Montecatini del 1982. in campo Multidistrettuale riguarda l’attuale formula decisionale all’interno del Consiglio dei Governatori che, come noto, è composto da 17 Governatori, 1 per ogni Distretto. Il compito che il citato Consiglio è chiamato a svolgere è quello di fornire non solo una Struttura Amministrativa al servizio dei Club Lions italiani, ma anche di: - promuovere e coordinare le iniziative dei Lions Club; - sviluppare la vocazione internazionale dell’Associazione; - promuovere la collaborazione fra i Club. Le decisioni che prende il Consiglio dei Governatori su ogni argomento posto all’Ordine del Giorno vengono adottate a maggioranza dei presenti e ogni componente del Consiglio ha diritto a un voto per ogni decisione, come prevede l’Art. 8 dello Statuto Multidistrettuale. In pratica, dei 17 Governatori 11 sono del Nord e 6 del Centro Sud. Agli 11 Distretti del Nord corrispondono, alla data del 30 Giugno 2014, n° 22.042 soci e n° 687 club; vale a dire il 51,25% dei soci e il 52,08% dei Club. Ai 6 Distretti del Centro Sud, quindi la metà rispetto al Nord, corrispondono n° 20.965 soci e n° 632 club; vale a dire il 48,75% dei soci e il 47,92% dei club. A questa situazione quasi paritaria in fatto di numero di soci e di club corrisponde, per i Distretti del Sud, un numero fortemente minoritario di incarichi all’interno del MD, specialmente per quelli più rappresentativi. Ricordo che tutti gli incarichi Multidistrettuali vengono assegnati per votazione dal Consiglio dei Governatori. Questa situazione, inutile nasconderlo, crea indubbiamente qualche malumore fra i soci del Centro Sud: quando c’è da votare qualche incarico importante, la bilancia del Consiglio pende sempre laddove il numero dei Governatori è superiore! Mi si dirà, a ragione, che questa è la legge della democrazia; è vero, ma correttezza vorrebbe che, considerata la quasi situazione paritaria in fatto di soci e di club, ci fosse anche una quasi situazione paritaria nella distribuzione degli incarichi, specie per quelli più importanti. Ad esempio, per quanto riguarda la votazione per la scelta del Presidente del Consiglio dei Governatori, preso in esame il periodo che va dall’anno lionistico 1996/1997 ad oggi, in questi 18 anni si possono contare n° 13 Presidenti del Consiglio dei Governatori dei Distretti del Nord e n° 5 del Centro Sud, vale a dire il 72% del Nord e il 28% del Sud. Non mi sembra una percentuale troppo equilibrata. Stesso discorso per altri importanti incarichi all’interno delle Commissioni MD per i quali è prevista la votazione di detto Consiglio. Come intervenire per cercare di correggere tale disequilibrio? Prospettare una qualche soluzione a questo stato di cose all’interno del Consiglio dei Governatori credo sia impossibile. Altre soluzioni che personalmente posso intravedere sono: A L’Articolo 8 comma 1 dello Statuto del MD 108 Italia, come dianzi detto, prevede che “Ciascun componente del Consiglio dei Governatori ha diritto ad un voto su ogni questione che richieda decisione consiliare”; il che comporta, Aurelium Magazine 9 come è ovvio, che una maggioranza composta da Governatori del Nord può permettere l’approvazione di decisioni anche con il voto contrario dei Governatori del Sud. Il citato Articolo 8 non può essere modificato in sede MD in quanto è recepito integralmente dall’Art. 8 Sez. 4 del Regolamento Internazionale dell’Associazione, il quale prevede, per ogni Distretto multiplo composto da più Sub Distretti (come il nostro MD), un Consiglio dei Governatori nel quale “ad ogni membro, incluso il Presidente del Consiglio dei Governatori, spetterà il diritto ad un voto per ciascuna questione che richieda la decisione del Consiglio stesso”. Vige infatti il principio che le norme internazionali prevalgano su quelle di rango inferiore. La disposizione potrebbe pertanto essere modificata solo dalla Convention Internazionale previo esame da parte del Board, con tempi, come si può immaginare, molto lunghi e con risultati, io credo, non favorevoli. B Vorrei qui far cenno ad un’idea, non del tutto teorica, della quale non mi sfuggono le difficoltà realizative ed i tempi lunghi di attuazione; l’idea sarebbe quella di aumentare il numero dei Governatori del Centro Sud aumentando 10 Aurelium Magazine il numero dei relativi Distretti. L’attuale consistenza numerica in fatto di club e di soci dei Distretti dei Centro Sud, contrariamente a quelli del Centro Nord, è tale che un’operazione del genere potrebbe essere possibile. Infatti, tenendo presente che un Distretto si può costituire con 35 club e 1.250 soci, i Distretti A, AB e LA potrebbero dividersi in 2 Distretti ciascuno, mentre i Distretti L, YA e YB potrebbero addirittura dar luogo a 3 Distretti ciascuno. Questo potrebbe essere, a mio avviso, un percorso praticabile in quanto realizzabile in campo unicamente Multidistrettuale e permetterebbe ai Distretti del Centro Sud di contare su un numero superiore di Governatori nel Consiglio dei Governatori (18 Governatori del Centro Sud a fronte degli 11 del Nord). C E qui vorrei indicare, quasi per provocazione, un altro aspetto che si potrebbe tenere in considerazione per superare il disequilibrio decisionale di cui stiamo parlando: si potrebbe proporre che il pagamento delle quote MD debba essere effettuato non per socio, come prevede la normativa MD, ma per Distretto: ogni Distretto, cioè, dovrebbe contribuire alle esigenze MD nella stessa misura di tutti gli altri. Tutto ciò comporterebbe un notevole risparmio per i Distretti del Centro Sud che sono i più numerosi (la quota parte verrebbe suddivisa fra più soci), la qual cosa implicherebbe, se prendiamo come riferimento la quota attuale del Distretto con il minor numero di soci (Ib4 con 1.255 soci), una notevole perdita in fatto di disponibilità di fondi per il MD, a meno di non effettuare un adeguamento quote per singolo Distretto. Capisco le difficoltà di realizzazione di tale proposito ma, in linea non del tutto teorica, potrebbe essere realizzabile in quanto la decisione è di pertinenza del MD, specialmente se la proposta viene presentata in un Congresso Nazionale tenuto in una città del Centro Sud. 3.Per concludere, io credo che nella suddivisione degli incarichi a livello Multidistrettuale si dovrebbe ricercare un equilibrio più adeguato alla rappresentanza dei Distretti, in maniera che ci sia una pari distribuzione di tali incarichi, in special modo di quelli più importanti. E’ auspicabile che il Consiglio dei Governatori prenda consapevolezza di tale esigenza e ponga rimedio a questa disparità di trattamento fra i Distretti. C.R.E.C. di Maria Teresa de Martino Pesce L a normale democratica alternanza ha portato ad una radicale modifica del C.d.A. del CREC, il service operativo del Capitolium. Esigenza avvertita dal trascorrere del tempo e dalle modificazioni nell’ attuazione della riabilitazione equestre. Poiché è di questo che stiamo parlando: non del semplice contatto con l’animale, ma di una terapia praticata da operatori abilitati dall’A.N.I.R.E. dopo un corso integrato di formazione motoria e psicologica. Senza inutili dietrologie, ma per ricordare l’entusiasmo e la generosità che hanno animato i promotori di questo ultratrentennale service, unico per i lions sul territorio per continuità e qualità, fiore all’occhiello del nostro Club. Lo era al tempo dei Padri Promotori: i Mezzatesta, i Cavicchioli, gli Scotti di Uccio, Aldo Grasso, presidente dell’anno, ma poi tutti i soci che, scegliendo di aderire ad un Club-service internazionale desiderano prestare soccorso ai deboli, simpatia ai sofferenti. I tempi hanno consigliato poi di aggiornare la struttura in Onlus, per potersi adeguare alle normative regionali, garantendo agli utenti uno standard di alto livello. Molti progressi sono stati fatti: l’installazione dello tensostruttura è stata determinante per la regolarità dei corsi che hanno cadenza continuativa per 8 mesi e si tengono, oltre al Centro della Polizia di Stato in via Anicia, presso i Lancieri di Montebello a Tor di Quinto. Del C.d.A. di durata triennale, fanno parte oltre ai membri previsti stautariamente, il presidente pro tempore del Capitolium e un delegato del Governatore. A giugno, nella tornata elettorale, è stato eletto presidente del C.d.A. il “nostro” generale Tommaso Bruni che, con l’efficienza e competenza che hanno distinto la sua lunga brillante carriera nell’Arma, si è immediatamente impegnato a quell’opera di trasparenza e innovazione richieste dalla normativa Onlus e dall’ottimizzazione del servizio. Come noto, ogni cambiamento crea qualche trambusto. E l’accesso efficace di nuovi consiglieri- Lomonaco (L.C.Aurelium ,segretario, Muti,tesoriere, Pesce e Murdaca) hanno portato a tempestive dimissioni degli altri quattro eletti. Questo non ha impedito il normale riavvio dell’attività nei campi, anche se, dopo cinque mesi non sono pervenuti i documenti, più che sollecitati, per la previsione di bilancio. Il CREC si sosteneva economicamente con le quote degli utenti paganti, le quote associative dei soci aderenti, donazioni spontanee di altri Clubs Lions, contributi di Enti, il cinque per mille quale Onlus. Questo tentativo di frapporre ostacoli risulta inutile di fronte alla volontà e alla determinazione del C.d.A. e lo sarà con la coralità dei consensi dei lions del Capitolium. Non possiamo esitare di fronte all’impegno profuso dal C.d.A. a nome del Club, ma, e soprattutto ad una utenza così debole verso la quale abbiamo assunto un impegno pregnante. La realtà ci porta a prevedere –tra le dimissioni pervenute e le prossime – la diminuzione di circa cinquanta quote associative, oltre altre trenta acquisite confusamente. E’facile dedurre che verranno a mancare circa ottomila euro. L’impegno di ciascuno di noi è quello di aderire personalmente, associare almeno un altro membro della famiglia e un amico. Intanto, oltre ai consulenti a titolo volontario già attivi, il Presidente ha “arruolato” nuovi elementi di alto livello. La direttrice tecnica ( L.C.Ara Pacis ) è stata sostituita dalla dott. Mira e la carenza di volontari sul campo ha il supporto di Mattia Ghiotti che impegnerà altri due giovani. Seguendo l’esempio di pronta generosa risposta dato da questi trentenni a noi non resta che adeguarci con altrettanta gioia e generosità Aurelium Magazine 11 UNA STORIA... BELLA! di PDG Mario Paolini I n questi ultimi tempi sono rimasto perplesso nel constatare come in alcuni club siano stati immessi soci in “quantità industriale”. Perché perplesso? Semplicemente perché, devo ammetterlo, la gran parte di noi si è sempre lamentata delle difficoltà di reperire soci. Quindi mi chiedo: come mai qualche club, in verità molto pochi, ha questa enorme capacità di trovare soci? Dico enorme perché si parla di immissione, come in un caso, di oltre 30 soci in un brevissimo lasso di tempo. Cosa succede? La gran parte di noi si è sempre sbagliata nel dichiarare quanto sia difficile trovare soci? Dicevamo, a nostra scusante, che la società non aveva più questa inclinazione al “Servizio”, non era più disposta a dare un po’ del suo tempo per occuparsi delle esigenze altrui; davamo la colpa alle troppe associazioni di servizio presenti nel nostro territorio e quant’altro. Alla luce degli ingressi di cui sopra devo assolutamente ricredermi! Oppure no? Ammetto che mi assale un forte dubbio: non vorrei che queste immissioni siano avvenute, come molti sapranno, alla stessa stregua di quanto avviene in alcune nazioni che fanno parte della nostra Associazione dove, pur di avere nuovi ingressi, alcuni soci si pongono all’uscita dei supermercati, dei grandi magazzini, dei cinema, insomma all’uscita di zone molto affollate e lì contattano le persone più disparate per portarle nei loro club. Noi abbiamo un approccio ben diverso, fortunatamente: prima di avvicinare possibili adepti studiamo le loro potenzialità al servizio, il loro livello di cultura, la loro “storia” con tutto ciò che crediamo dia possibilità di diventare buoni soci; successivamente li invitiamo a conoscerci, a frequentare il club e ad inserirli in un programma di formazione. Più tardi prendiamo in considerazione la loro espressa volontà di far parte del nostro club. Contrariamente a tutto ciò, mi risulta Burraco di Beneficenza del Club Aurelium 12 Aurelium Magazine che questa “marea” di soci nuovi sia stata cooptata senza una preventiva formazione solo perché amico o conoscente di qualche socio, senza una benché minima conoscenza di chi siamo, cosa facciamo e cosa si richiede da lui una volta entrato come socio del club. Dico eresie? No, purtroppo! Parlo di cose accadute e che credevo non sarebbero accadute mai! Perché questi ingressi indiscriminati? Per fare numero? Andiamo alla ricerca di medagliette oppure vogliamo conquistare la benevolenza del Governatore di turno? Cui prodest? Ben venga la ricerca di soci, ne abbiamo bisogno! Deve però essere una ricerca mirata a persone degne che diano aspettativa di diventare dei buoni soci; sono i buoni soci che fanno buoni club! Le medagliette arrugginiscono e i Governatori passano; rimangono i cattivi soci fatti in fretta e furia. Gli ingressi in massa, fatti solo per fare numero, molto difficilmente generano club di qualità. le mirabilia del progresso! di Paolo Testi D a bambino, il mio Babbo mi portava spesso all’aeroporto dell’"Urbe" sulla via Salaria. L’Italia, subito dopo la Guerra, si stava riprendendo e nel 1946 tra una società statunitense e l’IRI era nata la società "LAI - Linee Aeree Italiane " che iniziò le operazioni nell'aprile 1947, proprio volando dall'aeroporto dell’"Urbe" sulla "Salaria" a Roma verso le principali destinazioni italiane con i Douglas DC-3. Rivedo quei bimotori che a me sembravano immensi, ma, ora ci si accorge quanto fossero piccoli. Così io ebbi il mio primo impatto con il volo! Era l’ottobre 1957, eravamo con Babbo sulla piazza degli Eroi a Gerano quando sapemmo che l’URSS aveva inviato nello spazio, posizionandolo in un’orbita ellittica; il primo satellite artificiale della Terra, che si chiava: «Sputnik» («compagno di viaggio»). Era grande, mi sem- delle Douglas DC 3 bra di ricordare come un pallone e fece impressione, sia da un lato positivo di ammirazione per il progresso umano, sia anche da un punto di vista psicologico (era il periodo della c. d. «guerra fredda» e si viveva nel terrore di una terza guerra mondiale!)… Ancora, chi può dimenticare la notte del 20 luglio del 1969, quando tutti rimanemmo incollati davanti alla TV con Tito Stagno a seguire l’impresa dei tre astronauti statunitensi che a bordo dell’"Apollo 11", «conquistarono, a nome del genere umano, il nostro satellite» e si vide scendere un po’ impacciato nella sua tuta Neil Amstrong, che fu in questo modo il primo uomo a camminare sul suolo lunare. Più di recente, i voli nello spazio sono giunti ad una qual certa "facilità" che abbiamo notato alcuni "Paperon-de-Paperoni"… "divertersi a gironzolare nello spazio" partendo dalla base Russa di Baikonur (Kazakhstan). Linee Aeree It Ripercorro la mia vita, rivedendomi bambino nel 1947 – sbigottito ad ascoltare il rombo dei motori e ammirare il vorticar delle eliche degli aerei sul campo di volo dell’aeroporto dell’"Urbe" e ora, pensando stordito alla tesi di mio Figlio, Francesco Maria, per la Laurea Magistrale in Ingegneria Astronautica: «Guida e Controllo in Teleoperazione del Rover Lunare AROV». In collaborazione con colleghi universitari, dottorandi e professori ha realizzato un "rover teleoperato per l’esplorazione lunare", testato su uno scenario lunare, partecipando alla sua realizzazione; in particolare, attraverso luce strutturata ("kinect"), si è occupato dell’acquisizione e dell’analisi dell’immagine per il riconoscimento di ostacoli al fine di identificare una traiettoria sicura da seguire, attraverso la tecnica dei potenziali artificiali. aliane. Tipo di Rover Lunare AROV. Aurelium Magazine 13 intervista a lucio zichella di Monica Maggi Debutta a 85 anni con un romanzo – verità L'IDENTITA' DELLA DONNA, OGGI Il Parcheggio di Lucio Zichella A 85 anni Lucio Zichella, Professore emerito di Clinica Ostetrica e Ginecologica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università La Sapienza di Roma, si affaccia nel mondo dell'editoria con IL PARCHEGGIO, profondo e scottante romanzo sull'identità della donna oggi. Con un linguaggio intenso e avvolgente Zichella, che è stato anche presidente per un triennio e fondatore della Società internazionale di Psicosomatica in ostetricia e ginecologia, riesce a toccare l'attenzione di chi legge con una storia avvincente e attuale. D: Come è arrivato a questa storia? La mia è un'esigenza mai sopita di analizzare e comunicare, ora attraverso la narrazione, conoscenze e opinioni su problematiche sostanziali e importanti, come l'identità della donna oggi. D: Pensa di poter in un certo senso stimolare gli uomini a capire meglio le donne? Le tragiche frequenti notizie di cronaca evidenziano un problema di complesse implicazioni, che qui non è possibile analizzare in dettaglio.Essenzialmente bisogna evitare la percezione, da parte di alcuni maschi, specie in situazioni litigiose, di perdita di identità e ruolo. D: E cosa può essere IL PARCHEGGIO per una donna che lo legge? Spero una presa di coscienza della complessità del problema, sotto l'aspetto personale e sociologico. Rispetto al mondo della Narrativa in 14 Aurelium Magazine eterno travaglio ideologico e di strumenti di diffusione, oggi può servire "narrare" problematiche identitarie e di relazioni tra generazioni e generi in un mondo con pochi ideali. D: Cosa sta scrivendo ancora? Spero ancora vicende di identità e di ruolo oggi, non solo culturale ma anche sociologico e antropologico, secondo il pensiero di Kant. LA STORIA - IL PARCHEGGIO è la vicenda di una giovane bella e talentata economista che attraverso un problematico prezioso parcheggio giunge a tempo ad ottenere un prestigioso incarico presso una agenzia internazionale. Le difficoltà incontrate, non favorite dalla insensibilità del marito,e il risultato ottenuto aprono un grosso squarcio sulla inconsistenza percepita ma non completamente compresa della sua vita emozionale. I fatti condurranno Lisa, dopo aver chiesto al marito la separazione, come lei ripetutamente ricorderà, ad una "discesa all’inferno" in una sconvolgente esperienza sessuale, e ad un cammino di graduale presa di coscienza della sua identità istintuale sessuale ed emozionale oltre che intellettuale, sino ad arrivare ad una nuova e vitale realtà di coppia consapevolmente conquistata. L’ambiente sociale degli amici del marito e delle rispettive mogli esprimerà alla percezione della crisi di Lisa non conosciuta nelle ragioni profonde, tutti gli effetti di una vita di gruppo solo formalmente corretta, evidenziando in positivo e in negativo, come può avvenire nella vita, realtà psicologiche e comportamentali sommerse dei soggetti. La professione e la vita sociale a Copenaghen condurranno Lisa a traguardi intimamente agognati nel lavoro e nel suoi progetto di vita emozionale come donna e come madre. La narrazione realistica a volte cruda ma mai volgare, era essenziale a mettere chiaramente in evidenza, secondo le esigenze dei lettori di oggi, la drammaticità della vicenda che rappresenta l’esempio di uno squarcio , attraverso la non idonea comunicazione e visione, a differenti responsabilità, dei nuovi problemi sociologici, nei rapporti della coppia oggi, non cosciente della dimensione antropologica nuova della donna tra istinti, emozioni e intelletto. Una nuova identità che in Lisa una scultrice vede e rappresenta , in una sua opera, come espressione moderna della ”grande madre” dell'origine dei tempi. Tra le molte recensioni va segnalata quella di Ludwig Janus, Psicologo tedesco, pioniere nelle ricerche sulla psicologia fetale, attualmente Visiting Professor all'Università St: Elizabeth di Bratislava : “...finally I got from the friend of my wife an extensive survey of your novel My congratulation to this beauty piece of literature! I admire your ability to understand the female individuation process in such a deep level and present it in the narrative form of a novel...” IL PARCHEGGIO sta riscuotendo consensi e recensioni, visibili sul link Amazon http://www.amazon.it/Il-parcheggio-donna-ricerca-attraverso ebook/dp/B00GDOOPFI/ref=sr_1_1?ie=UTF 8&qid=1408710549&sr=81&keywords=il+parcheggio. Visita alla Insula di Via San Paolo alla Regola