Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. Aut. Trib. VE n° 30 del 02/10/2006 In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp detentore del conto per la restituzione previo pagamento resi bimestrale - n°19 - settembre/ottobre 2009 - Euro 3,00 Softair il barrett 99 apri il tuo maneggio Equitazione le alternative Musica formazione on.line News SPORT NAZIONALE Abbonamenti - 5 copie € 10,00 10.327 copie di questo numero spedite per abbonamento postale Stampato per conto del: CENTRO SPORTIVO FIAMMA SPORT NAZIONALE ANNO V Settembre - Ottobre 2009 Numero 19 Direttore Responsabile: Paolo Lazzaro Direttore Editoriale: Vito Orlando Comitato di Direzione: Fiorenzo Pesce, Vito Paragallo, Roberto Avena, Antonio Albano, Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli Redazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Amministrazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Grafica ed impaginazione: Mauro Andrighetti - Tel.041 928384 mail: [email protected] Archivio fotografico: Sport Nazionale Stampa: Comp Editoriale Veneta Via Cappelletto, 12 - 30170 Mestre (VE) Tel 041 2517411 Editore: 1000 Idee S.r.l. 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Stiamo costruendo le redazioni regionali per portare le notizie locali a misura europea. Diventa protagonista due volte, la prima nel realizzare il tuo evento, la seconda nel raccontarlo ai nostri utenti. Diventa il nostro inviato speciale sul tuo territorio, inviaci le notizie, i tuoi articoli e le più belle foto che disponi. Organizzati per divenire anche nostro video reporter. SOMMARIO Softair 6 10 15 17 23 34 37 43 49 6 - Ritorno in Vietnam 8 - Softair in fiera 10 - Il libro del softair 10 - Corso military sniper 11 - Stage 12 - Il barret 99 Storia e realtà 15 - Il Generale Fantasia 17 - Mafalda di Savoia 18 - Pericolo chimico Sport combattimento 29 - Gare, tornei e campionati 32 - Scendiamo in pista 34 - Sport village 35 - Festa provinciale 36 - Letteratura sportiva 37 - Excalibur Musica 38 - Un fucile per una chitarra 39 - CD, una morte annunciata 40 - Libertà artistica Equitazione 43 - A come attacchi 44 - Il buon governo del cavallo 45 - Apri un centro ippico 46 - Educare con gli animali 47 - Corso EDA Formazione 48 - Il futuro on-line 50 - Riscatto della laurea 4 04 Ritorniamo a soffermarci su un argomento che in pas- sato abbiamo già affrontato: l’onore delle persone e il valore delle loro parole rapportate ai fatti che esse compiono. Tutti noi sogniamo un mondo nel quale vivere dignitosamente e in libertà che, solo attraverso la vera giustizia, è possibile raggiungere. Laddove il diritto non è rispettato, viene a mancare il supporto della dietrologia culturale che colloca –nella Terra e senza dirittol’uomo in un rango superiore. È difficile poter comparare lo stupratore di minori o il venditore di morte, che consapevolmente hanno scelto il delitto, ad una qualsiasi fiera che uccide solo per sfamarsi. Poiché la specie umana ha compiuto un lungo percorso evolutivo, raggiungendo la consapevolezza delle proprie possibilità, ogniqualvolta viene rinnegata la verità o il proprio pensiero, l’uomo ritorna per un attimo allo stato primordiale, e quindi nell’ovvia inferiorità rispetto alle altre specie. La consapevole rinuncia alla ragione e a quanto acquisito attraverso millenni di convivenza con i suoi simili, cancella ogni velleità di superiorità. Il termometro del declino culturale è fornito dalla poca serietà, dimostrata da molti, di trovare argomentazioni inesistenti per volgere a proprio beneficio qualsiasi situazione, anche quando questa è incontestabilmente avversa. Quanti tradiscono questo concetto di onestà, commettono un’inaudita violenza verso tutta la sua specie e con un evidente atto morale illegittimo. Noi sappiamo che la libertà è la conseguenza di una moltitudine di concetti, di regole, di comportamenti e di valori identificati anche se immateriali. Essa è un bene prezioso e milioni di persone sono morte e, purtroppo, muoiono tutt’oggi in molte parti del mondo per ottenerla. Invece, nella nostra società, viene flebilmente sentita come dato acquisito. L’assenza delle grandi passioni e delle motivazioni ideali l’hanno depauperata del suo valore immenso che, assieme alla ragione e all’intelletto, giustifica il nostro ruolo sulla Terra. La voluta mancanza dell’onore, cioè il rinnegare la propria parola, è uno dei grossi mali della società moderna che ha sostituito i materiali piaceri personali al concetto spirituale dell’esistenza. Possiamo tangibilmente individuare nei così detti “furbi”, la figura umana che meglio rappresenta questa linea di pensiero. Persone che seguono la corrente per rimanere sempre a galla e pensano egoisticamente sempre e solo a se stessi, anche se ciò comporta un arbitrio materiale e/ o culturale verso gli altri. Siamo ormai lontani dai tempi nei quali il capitano della nave affondava dopo aver messo in salvo tutto l’equipaggio, oggi è più facile che ad abbandonare il piroscafo per primo sia proprio il suo comandante. Non è una critica verso il cambiamento ma, alla mancata coerenza. È giusto, ammissibile, naturale, logico e ... tutte le altre definizioni che si possono ancora addurre per comprendere un cambio di idea, sono giustificate. Con gli anni, grazie all’esperienza, il pensiero e le convinzioni variano e, di conseguenza, è corretto modificare il proprio comportamento. Il reducismo è EDITORIALE un fatto fine e sé steso, non è uno stile di vita ed è necessario il cambiamento per mantenere il passo con i tempi, nell’intento di apportare innovazioni e migliorie a tutta la collettività. In fasi come queste, la critica verso il proprio passato, è costruttiva e giusta. Tutto ciò non è sufficiente se rimangono solo parole di convenienza e se non si paga il pegno di tasca propria. C’è il rischio che si tratti sempre del solito “furbo”. Possiamo, anzi dobbiamo credere negli uomini che s’impegnano per la collettività, ma se vediamo che questi rimangono sempre a galla, senza mai mettere la mano nella propria tasca, allora qualche dubbio ce lo dobbiamo porre. Non dobbiamo chiedere la flagellazione, ma la coerenza. Comportamenti difformi sono adducibili alle figure dei caporali, personaggi citati da Totò in un suo celebre film, allo scopo d’offrire allo spettatore una distinzione tra questi e gli uomini veri. Attraverso le pagine della nostra rivista vogliamo tenere accesa la fiamma della serietà e della coerenza, perché solo chi ha un grande passato ha il diritto di immaginarsi il futuro. Non che agli altri manchi questo diritto, nell’ottica della democrazia è giusto che a ciascuno sia data la facoltà di esprimersi ma prima di parlare, almeno, dia prova di onestà o taccia, senza fare la solita figuraccia. Delle volte mi stupisco della vitalità che il no- stro ente possiede. Se devo fare un raffronto, il mio pensiero corre al secondo dopoguerra, prima del boom economico, durante il quale aziende come la Fiat, l’Olivetti, la Pirelli, la Piaggio solo per citarne alcune di successo e universalmente conosciute- acquisirono importanti quote di mercato grazie alle proprie innovazioni tecnologiche d’avanguardia e per volontà di dominare il mercato. La comparazione è evidentemente sproporzionata, mai Sport Nazionale riuscirà ad eguagliare questi colossi economici, ma nella determinazione di voler raggiungere i propri obiettivi e nella capacità d’innovazione, la distanza si riduce notevolmente e, non è detto che in questo siamo secondi. Con l’avvio del nuovo anno sportivo, primi, fra tutti gli enti di promozione sportiva, aumentiamo l’offerta dei servizi verso i nostri associati, ampliandoci nell’informatica e inserendoci nelle tele-comunicazioni via web. Due scommesse importanti che coniugano aumento delle competenze, anche professionali, e sviluppo della comunicazione. La prima riguarda il nuovo portale della formazione on-line, integrata con le attività in aula e attraverso stage. La funzione professionale si arricchisce di nuovi elementi, grazie alla sinergia avviata con enti formativi accreditati in diverse regioni, sindacato e agenzie del lavoro interinale. Segno questo che sappiamo attrarre l’interesse di più operatori e che le nostre proposte acquisiscono maggiore valenza, ampliando gli orizzonti d’impiego per migliaia di persone. L’altro aspetto è l’esplorazione della televisione via rete, con la realizzazione di un nostro canale informativo, passo essenziale per costruire un impianto comunicativo di prim’ordine: una testata giornalistica abbinata ad una televisione proiettata verso un futuro digitale ancora poco considerato, ma il cui sviluppo può invece riservarci delle interessanti opportunità. Sempre in tema di comunicazione, abbiamo progettato l’attivazione del notiziario locale prodotto su carta, con impianto nazionale, che ogni nostra associazione può utilizzare localmente per divulgare le proprie attività, avviando un percorso di raccolta della piccola pubblicità e investire le somme nell’agevolare il raggiungimento degli scopi sociali. Non sono piccole cose, si tratta d’importanti impegni economici ed organizzativi che l’Ente ha assunto in prima persona per ampliare l’offerta di servizi ai propri associati. Diventa quindi corretto il paragone iniziale, che ci vede sempre più proiettati verso il futuro con l’ausilio di mezzi innovativi, in un settore dove la stagnazione concorrenziale è ormai cronica. È vincente l’azione di operare tenendo conto di tutte le componenti che costituiscono l’Ente. Se ognuna di queste riscontra considerazione e la possibilità di aggiungere nuovi segmenti alle proprie attività, l’impegno che profondono verso il lavoro comune è maggiore. Tutti noi dobbiamo muovere un ulteriore passo verso l’informatizzazione, non possiamo rimanere ancorati alle vecchie abitudini, il futuro è ormai realtà e non possiamo procrastinare i nostri obblighi. Fiorenzo Pesce Presidente Nazionale 504 NEWS COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA GENERALE Aperture iscrizioni Dal primo di settembre è aperta la campagna di tesseramento e di affiliazione. Tutte le associazioni e i tesse- rati hanno la possibilità di farlo da subito, usufruendo delle coperture assicurative per sedici mesi, ben quattro in più rispetto il normale esercizio sociale. Per quanti non rinnovano, inesorabilmente la corresponsione dei servizi cesserà il trentuno dicembre prossimo. Non rischiare di rimanere scoperto! Allo stesso costo, hai molto di più. Registro Coni Poiché non tutte le associazioni hanno interesse ad iscriversi nel registro Coni, a seguito dell’affiliazione al Centro, la segreteria non procede in automatico alla registrazione. È necessario che ogni associazione sportiva dilettantistica lo richieda esplicitamente via mail, per fax o attraverso il Gestionale Amministrativo. Come sempre, agli interessati, il servizio è fornito gratuitamente. Notiziario Ogni due mesi verrà inviato alle società affiliate che ne hanno fatto richiesta, il Notiziario locale di Sport Nazionale. Questa è una valida opportunità per raccogliere la piccola pubblicità e disporre di fondi inaspettati per la propria attività. Inoltre, sostituendo gli articoli presenti nel menabò e di carattere generale, è possibile personalizzare l’edizione con notizie locali e i loghi identificativi dell’associazione editrice. Avrete a disposizione un ulteriore veicolo pubblicitario per rafforzare la vostra immagine sul territorio. Formazione Ai tradizionali corsi che l’Ente organizza, è stata abbinata anche la formazione on-line. Questo ci permette di aumentare l’offerta formativa, per alcuni rafforzando anche l’aspetto professionale che assume valenza europea grazie alla sinergia con alcune Regioni che riconoscono le figure professionali di Sport Nazionale. Oltre a facilitare l‘accesso e ad aumentare il numero dei corsisti, la formazione on-line consente la candidatura per nuovi docenti e tutori che intendono offrire i propri servizi. Chiunque fosse interessato, può contattare la nostra segreteria. Web-tv Parte la televisione interattiva di Sport Nazionale. Programmi di vario genere, oltre allo sport, per fornire informazioni e aggiornamenti. Il primo canale dedicato interamente alle attività e alle novità del territorio, con un palinsesto di tutto rispetto per i contenuti e i programmi. Questo è solo l’inizio, presto seguiranno la costituzione delle redazioni regionali per avviare la costruzione di una rete presente capillarmente sul territorio. Assicurazioni Con il nuovo anno sportivo, le assicurazioni infortuni sottoscritte in forma cartacea (elenco soci via fax) non sono più valide. Per essere assicurati, il socio deve apparire nell’elenco soci del Gestionale Amministrativo. Nessuna deroga è concessa. Sei un’associazione? Sei un circolo? Hai diversi associati? Vuoi entrare nel turismo senza costi? TI OFFR IAMO L A POSSIBILITÀ DI DIVENIRE UN UFFICIO DEL TUR ISMO SOCIALE DI SPORT NA ZIONALE Inoltre, se desideri rivendere attraverso noi il tuo prodotto spor tivo, oggi in Italia ai nostri associati e domani all’estero, ti offriamo una corsia preferenziale. Contatta la Segreteria: tel. 041 2621679 mail [email protected] 6 II Torneo “Pugno di Dio” organizzato dai bravissimi gna degli opord, coordinate impostate e alle 13,30 c’è serpenti ( di gomma ) e riso per ricreare una perfet- ta ambientazione Vietnam. E ancora posti di blocco, ragazzi del club “Mercenari” di Lecco, svoltosi negli il via per l’ elicottero. L’avventura ha inizio. ultimi giorni del mese di Maggio 2009, non è soltanto Il volo è tranquillo ed entusiasmante al tempo stesso bazooka , feriti e tanto altro. L’apice era dato dalle un semplice game con i “soliti” obiettivi (OBJ) da rag- e ci si cala pian piano nel’ “Viaggio” che è il Softair: milizie in costume Vietcong, con tanto di cappello non sono più le tranquille montagne del lecchese, ma di paglia a cono che cadevano a terra quando erano giungere nei tempi previsti. E’ un immersione attraverso il tempo e lo spazio in le misteriose colline coperte di giungla del Vietnam colpiti o gridavano “Americanii!!” per dare l’allarme una dimensione diversa che ci riporta tra le monta- dove si nascondono i temibili Vietcong e i micidiali quando ti vedevano.... Fantastico, bravi! La configurazione del terreno e il percorso sono duri, gne antiche del Sud Est Asia dove venne combattuta soldati dell’Esercito del Nord di Ho Chi Minh. la guerra del Vietnam quando moltissimi degli stessi Veniamo sbarcati con l’adrenalina a 100: il posto è de- molto duri le gambe cominciano a cedere pur consagiocatori di Softair che vi hanno partecipato nemmeno solato e freddo, chiazze di neve rendono il tutto anco- pevoli che dovevamo arrivare all’obj primario entro le ra più micidiale. Una figura si avvicina e dice: “ragazzi 00.30. Una nostra pattuglia si sgancia per cercare di erano ancora nati. Un evento al di fuori delle norme usuali per questo tutto a posto ? Non fate caso a me: io non esisto.. “. sport che vede le partite, nelle loro differenti durate, E’ il Tato che controlla che tutto vada per il meglio. arrivare in tempo: ore 00.29 richiesta finestra d’ingaggio, grazie a Mad e Bob che nonostante i crampi sempre ambientate o in Afghamistan alla ricerca di Talebani e membri di Al Queda oppure in IRAQ alla caccia di fanatici religiosi e amichetti di Saddam Hussein. Quando sono partito per le selezioni, ero già appagato per l’esperienza fatta e l’unica cosa che mi rattristava era quella di aver potuto trascorrere solo poche ore con delle persone fantastiche. La notizia della qualifica, la preparazione, l’organizzazione del viaggio, dell’alloggio,l’attrezzatura .... Un dolce tormento Grazie a Nebbia e Ombra che ci aiutano nella parte logistica tutto va nel migliore dei modi: solo qualche intoppo all’aeroporto per cercare di far passare 14 caricatori per M4, 3 Gps, 4 kg di pallini... Arrivati a Lecco il mitico Ultimo viene a raggiungerci e ci accompagna al pub/ristorante dove già si preparava la cena. Entro e subito riconosco il “presidentissimo” Beri, Tumez a sinistra e Alexnavigator a destra. E’ l’olimpo del mio sport! Mi dirigo diretto su Nebbia per un abbraccio e lui ricambia presentandomi tutti gli ospiti, tutta gente che ha fatto la storia del softair in Italia. Una bella serata, i bicchieri volano tra la tavolata e tra risate e storie incruente di “guerra “ per poi ritrovarsi Partiamo per il primo obj, pattuglie di contro ovunque, sono riusciti a correre per chilometri. Qui i Mercenari stanchi e un po’ allegretti prima di abbandonarsi tra le lasciamo la strada per un percorso più accidentato e avevano preparato una sorpresa: la missione ha una braccia di Morfeo. meno controllato, passo veloce ma sicuro; svolta con nuovi opord, nuovi ordini. Avevamo deciso Sabato mattina l’atmosfera muta e tutto si fa più lu- le gambe vanno mentre l’occhio è attratto da un pano- di sostare e riposare per almeno 3 ore ma riduciamo cido, teso e dinamico: ore 8.00 sveglia, preparazione rama senza uguali e mi ritrovo estasiato dalle meravi- tutto a 55 min e poi nuovamente in marcia. Il buio rendell’attrezzatura, già le montagne fanno paura mentre glie che la natura a voluto regalare a quei posti ancora de i boschi tenebrosi, perdi i sentieri e i gps vanno ci sfidano da lontano. L’equipaggiamento ci sembra incontaminati dove la nefasta presenza dell’inquina- in crisi. A quel punto si decide di eseguire la tecnica “Decima road” che consiste di prendere un punto e eccessivo e ingombrante e decidiamo per una con- mento sembra lontana anni luce. figurazione più leggera riducendo il tutto al minimo Gli Obj non sono solamente semplici punti a cui arriva- raggiungerlo, superando ogni ostacolo E’ dura , il fisiindispensabile. re. Sono piccole opere d’arte Softair, curati nei minimi co raccoglie la poca energia rimasta, il tempo stringe, Il “Briefing” è diretto, impeccabile, esauriente: conse- particolari tra bombe, mortai, missili,mine anti uomo, i dolori aumentano e in testa risuona solo una frase: SOFTAIR “Avanti! Non è finita fin che non finisce! Avanti!” tanto di guardie, armi sparse, sacchi di sabbia e un ta- Manca solo un ultimo messaggio, a nome mio e dei Ancora postazioni da sabotare ma la nostra tenacia e volo dove alcuni operatori travestiti da generali nemi- ragazzi che hanno partecipato di cui mi faccio porl’allenamento ti danno la forza di affrontare l’ingaggio ci discutono analizzando alcuni importanti documenti. tavoce: per onorare l’evidente sacrificio di chi ha organizzato, “ Fantastico”... questi signori meritano un ingaggio...” “Mercenari, grazie veramente di cuore per tutto poi nuovamente in marcia. penso mentre tolgo la sicura dalla mia ASG. ciò che avete fatto: siete riusciti ad organizzare un Mancano 2 km alla fine, l’appuntamento con la base Avanziamo piano, ci apriamo a ventaglio: due pensa- evento senza pari, la Decima Mas è onorata di essedei generali Nordvietnamiti è lo scopo principale, e no ai generali, due alle guardie. bisogna raggiungerlo ad ogni costo. Nonostante stan- Partono i primi colpi, cadono i generali, le guardie re stata presente, grazie e complimenti”. Marco “Uno” Russo chezza e stress il cervello continua ad imporre alle cominciano ad urlare “Americaniii” e anch’io punto il gambe di andare, anche se i crampi sono atroci, i me- mio fucile e lascio partire una raffica, ne prendo di nischi andati e i talloni a pezzi: non mi ero mai sentito mira un altro bersaglio e premo il grilletto. così stanco. Obj conquistato. Ore 9,11: ancora 1 km e la possibilità di muovere un Mi ritrovo a percorrere la strada verso l’esfiltrazione, passo è al limite della sofferenza; diciannove minuti trovo un furgone, salgo a bordo, tra frenate e curve alla fine del tempo massimo ma nonostante lo sforzo brusche arriviamo al pontile, scendiamo ,correndo di volontà non posso impedire agli occhi di lacrimare raggiungiamo il gommone e via. per il dolore, quasi mi trascino la gamba sinistra col Percorso il lago, arriviamo al molo dove troviamo tanmenisco ormai bloccato, non c’è la forza di parlare. ta gente ad aspettarci. Si avvicina uno dei ragazzi dell’ Anche tra noi solo respiri affannosi, qualche impreca- organizzazione con una busta: “Ecco, questa è la parte zione e la mia voce stenta ad uscire quando alle 9.27 a sorpresa..”, ma dopo un attimo di panico “ Tranquilli chiamo la finestra d’ingaggio...” Obj ..6.. da.....Pugno è uno scherzo”. E’ finita e siamo felicissimi di com’è 9.....richiesta.....finestra d’ingaggio...passo..” Dal mio andata. interlocutore ci giunge finalmente “Complimenti ra- Dopo una doccia e un lauto pranzo seguono piccoli gazzi! Luce verde”. racconti delle varie esperienze di tutti i partecipanti, Vorrei accontentarmi di questo ma mi avvicino e vedo poi la premiazione degna di una gara olimpica che per uno spettacolo senza pari: un campo Vietcong con noi vale come una medaglia al valore. Pallini da Softair atossici e biodegradabili omologati da Sport Nazionale - visita il sito www.softairnazionale.it 8 04 IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO ANNUALE DEGLI APPASSIONATI Una fiera, per sua definizione è aperta a tutte le forme di partecipazione dell’ambiente stesso: gruppi di softgunners, associazioni, riviste, media diversi e altri che all’interno della fiera possono avvalorare e proporre le loro attività riferite al Softair, in modo libero e professionale. Un ambiente aperto e libero, fuori da ogni pregiudizio è assolutamente utile per la promozione del settore. Anche quest’anno, il 10 e 11 ottobre, a Ferrara, si terrà il consueto meeting per apparire, per giocare e per acquistare. L’organizzazione concede ai gruppi che parteciperanno a Softair in Fiera ben 4 pass personalizzati per i coordinatori del gruppo, per gli ulteriori partecipanti del gruppo il pass personale è concesso allo speciale prezzo di 10 �ed è valido per le due giornate della fiera. Ad ogni gruppo l’organizzazione concede anche uno spazio di rappresentanza ulteriori spazi saranno concessi e concordati su richiesta. Il programma ludico è ampio e interessante. Saranno presenti gli operatori commerciali, i vostri fornitori ed altri ancora, pronti a presentarvi tutti i loro prodotti al meglio del loro assortimento e a prezzi pronti per soddisfare le vostre richieste. SOFTAIR UN LIBRO PER CONOSCERLO La pubblicazione di questo testo si è resa necessaria per colmare la lacuna editoriale di settore. Ad oggi non c’è alcun veicolo d’informazione in grado di presen- tare questa disciplina e i testi già pubblicati sono datati e riguardano aspetti troppo tecnici, senza chiarire i dubbi e le naturali domande dei principianti. Come possiamo divertirci in sicurezza giocando a softair e senza incorrere in illeciti? Per aiutare loro, e per incoraggiare quanti hanno questo desiderio, la risposta è fornita dal testo che viene presentato in questa pagina, manuale che contiene delle importanti novità. Innanzi tutto è scritto da chi quotidianamente pratica il softair e ha acquisito in anni d’esperienza un’infinità di conoscenze. Il loro “sapere” è un patrimonio che non deve essere disperso e averlo racchiuso in queste pagine, aumenta il valore del libro. Non si è realizzato un testo di parte, ma un ausilio valido per tutti. Per raggiungere questo obiettivo e, senza badare alle rispettive sigle d’appartenenza, è stata offerta agli opinion leader l’opportunità di raccontarsi. Alcuni hanno aderito con entusiasmo, avviando così un’iniziativa editoriale innovativa: un manuale tecnico di base scritto da softgunner che affrontano le argomentazioni con terminologia facilmente comprensibile e razionalità. La suddivisione cronologica degli argomenti è stata realizzata per aree tematiche, con progressione logica per portare il lettore fin dal primo approccio ad una visione abbastanza completa del softair. Volutamente non è un testo tecnico, ma una guida da leggere scorrevolmente, con l’intento di offrire l’idea del softair in quanto disciplina giovane e promuoverla in ambienti tuttora preclusi ad essa. Per gli approfondimenti degli argomenti trattati, ecco l’altra importante novità, si rimanda il lettore a contattare direttamente gli autori. Essa ci permette di asserire che il testo è un libro pulsante, vivo e sempre aggiornato, in grado di relazionarsi con i lettori, come fosse una comunità degli stessi. Uno degli intenti consiste nel contrastare la dietrologia culturale dei “negazionisti” che rifiutano di comprendere l’utilità di questa pratica e la vogliono relegare esclusivamente nell’anticamera delle finte pandemie celebro-culturali di questo nostro secolo. Il softair è invece un’attività sana, assolutamente non violenta e praticata da persone che posseggono ideali e valori, oggi in disuso. È forse questo il motivo di tanto accanimento. Posso immaginare che questo libro solleverà diverse critiche e troverà opposizioni di vario genere, tutte formalmente infondate, resta il fatto che è stato realizzato ed è un ulteriore tassello per rafforzare questa disciplina, con l’augurio che esso possa contribuire a ridurre l’ostilità verso i softgunner. Mi auguro di trovare ampia condivisione e offrire motivo di riflessione per costruire in ogni lembo d’Italia un gioco praticato con il rispetto dell’ambiente, delle squadre avversarie, delle regole e del senso civico, tutti aspetti fondamentali per far crescere il settore e pretendere comprensione da parte del pubblico. È opportuno che tutti noi ringraziamo gli autori, le aziende che hanno sostenuto parte degli oneri, per permettere che i proventi serviranno esclusivamente alla promozione del softair. Puoi richiedere il libro, è sufficiente rivolgersi al proprio negozio di fiducia. Fiorenzo Pesce Per acquistarlo, rivolgiti al tuo negozio di fiducia con soli 20 Euro, per scoprire l’altra faccia del Softair! 10 Ci sono Tiri a Segno e poligoni naziona- li che vantano caratteristiche “speciali”: attrezzature e aree di tiro ultra-moderne, numero di iscritti, squadre sportive, “look” adeguati ai tempi. Ne esistono però altri che, nonostante l’aspetto spartano e sobrio, vantano uomini speciali. E’ il caso del TSN di Sassuolo che, da tempo, è per questa importante caratteristica un vero e proprio punto di riferimento sia in Italia che all’estero, soprattutto per ciò che riguarda il tiro di precisione con armi lunghe fino alla distanza dei 300 metri e per questo utilizzato anche dai militari dell’ Accademia di Modena e dai Riservisti dell’Esercito inquadrati in UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia). E se esistono uomini speciali, esistono iniziative fuori dall’ordinario ed è questo il caso del I° Corso Sniper ideato dall’ Istruttore Federale UITS Roberto Bellei e il direttore del poligono stesso Dott. Brogli anch’ esso Istruttore federale UITS e vero e proprio cultore oplologo. Il tutto in collaborazione con la federazione Sport Nazionale del Presidente Fiorenzo Pesce che ha supportato in tutti i modi quest’iniziativa che, va ricordato, non era a fini di lucro. Non bastando i vari corsi e ricorsi, i vari Trofei Swarovski, Cowboy Shooting o il Campionato Lapua, questi due esperti Istruttori hanno voluto dedicare parte della loro esperienza, cui si “inchinano” anche le squadre di tiro di precisione statunitensi, a quello che è la forma più elementare e complessa ovverosia quella nel contesto e specifica militare. Niente Bench Rest e amenità varie per la ventina di operatori delle Forze Armate e dell’Ordine che hanno affrontato la calda giornata di venerdì in un lungo stage che li ha costretti a immergersi, a parte una breve e leggerissima pausa, nel mondo dei Tiratori Scelti. L’iniziativa, sponsorizzata anche da due importanti aziende legate al settore, la Sport Trade distributrice dei famosi stivaletti tattici Magnum e la italianissima Konus che ha fornito fior di ottiche tra cui l’eccezionale serie M 30, si è basata su un dato di fatto singolare: la maggior parte del personale militare, a parte i fantastici specialisti delle varie Forze Speciali (NOCS, GIS, COMSUBIN, COL MOSCHIN), non vantano di conoscere il complesso e misterioso mondo degli Sniper. Per i pochi che ancora non conoscono questo termine in lingua inglese, possiamo definire lo stesso un ruolo particolarissimo di specialista che si muove all’interno di un contesto militare o delle forze di polizia. Un “tiratore scelto”, quindi, anche definito popolarmente “cecchino”, addestrato ed equipaggiato per colpire con precisione bersagli molto distanti utilizzando un fucile ad alto potenziale, tradizionalmente bolt action, con un mirino telescopico che gli permette di identificare e ingaggiare obiettivi a distanze dell’ordine di svariate centinaia, se non migliaia, di metri. Parte principale dell’addestramento di questi specialisti è il perfetto uso del fucile di precisione, arma lunga di non facile uso e manutenzione soprattutto a causa del peso, e le tecniche necessarie all’ affinamento delle capacità di mira e delle migliori posizioni occultate. Dall’intro- duzione delle armi leggere a canna lunga, il ruolo del Tiratore Scelto divenne sempre più importante e, dalla Prima Guerra Mondiale ad oggi, fondamentale. L’attuale macabro record mondiale di ingaggio da parte di uno Sniper verso un bersaglio nemico è di 2678 metri e realizzato da un militare canadese, il caporale Rob Furlong, del III° Btg. Princess Patricia’s Canadian Light Infantry, durante l’invasione dell’Afganistan, usando un fucile McMillan TAC50 bolt-action. Il precedente record era detenuto da una vera e propria leggendaria figura di tiratore militare membro del Corpo dei Marines U.S.A., Carlos Hathcock, ottenuto durante la guerra del Vietnam, a una distanza di 2250 metri. Figure quasi mitiche che nulla hanno a che vedere con l’esperienza di tiro dei partecipanti al corso che, nonostante la carriera militare, hanno dovuto acquisire e metabolizzare un’ introduzione comunque non facile. Il programma, infatti, prevedeva una mattinata dedicata alle basi teoriche dove gli Istruttori spiegavano e mettevano in pratica su tutti gli allievi, a turno, le posizioni base (prona, in ginocchio e in piedi), l’imbraccio, le tecniche di scatto, la respirazione e gli elementi e condizioni di stress. A seguire nel primo pomeriggio il tiro a fuoco, con armi in cal. 22, e su distanze da 50 a 100 mt. per far prendere loro confidenza con le nozioni acquisite e attendere con presumibile ansia il secondo step che sarebbe avvenuto qualche mese, dopo ma con armi e calibri ben più impegnativi dal 308 al 338 Lapua su distanze fino ai 300 mt. Ma oltre ad “assaggiare” i pur validi CZ, Anschutz e Walther nel piccolo calibro di cui sopra, ecco coloro che non erano impegnati nelle prove visionare e valutare le calzature Magnum “Stealth” già ai piedi degli Istruttori che ne testavano le ottime caratteristiche, le ottiche Konus M 30 in 6,5-25x44 zoom già utilizzate sui fucili in uso ma anche una bella carrellata di numerosi altri fucili di varia tipologia ampiamente SOFTAIR descritti dal Dott. Brogli che ne sottolineava storia, pregi e vicissitudini: un bell’esemplare di Remington 700 Police in cal. 308, un TRG 21 anch’ esso in cal. 308, un H&K SR8 in cal. 223, un vecchio ma ancora superbo Mosin Nagant in cal. 7,62x54, un paio di AK 47 Kalashnikov con calcio in metallo e legno, un Galil israeliano, un rarissimo BM59 venduto alla Finlandia e, per le prove “in bianco”, persino una replica Softair del famosissimo Accuracy con relativa ottica, noto tra i praticanti lo sport tattico come L96. Al termine del Corso Sniper, brevetto e relativo diploma di partecipazione per tutti i partecipanti che, con notevoli risultati, avevano tutti superato le non accondiscendenti aspettative degli istruttori, anch’ essi stanchi ma soddisfatti. Foto ricordo e momenti di pura passione ce ne sono stati per tutti, quindi, in attesa del prossimo step legato ad un esperienza che rappresenta un primo esempio di connubio tra sport, arte del tiro e mondo militare. Fabrizio Bucciarelli 12 STAGE NAZIONALE C.Q.B./S.W.A.T. In data 24 e 25 ottobre 2009 si svolgerà nella cornice della ex base militare di Zelo in provincia di Rovigo, 90,000 mq. con 15 edifici tra cui infermeria, polveriera, sala mensa, ospedale, ecc., un grande evento a livello nazionale in cui ex professionisti del settore insegneranno e seguiranno i softgunner durante lo stage. La parola d’ardine di questo evento sarà..... Azione, Azione, Azione!!! Per poter seguire gli allievi nel modo a loro più adeguato lo stage sarà diviso in: • BASE • INERMEDIO PROGRAMMA STAGE BASE: Il costo dello stage base è di €75,00 a candidato ed è consigliato a quei softgunner che non hanno molta esperienza con il combattimento in ambiente urbano e desiderano imparare le procedure di base relative al tiro in ambiente C.Q.B. ed irruzione in stanze. Sabato Ore 9,00 registrazione Ore 9,30 inizio corso con brevi accenni sulla differenza tra il tiro in ambiente C.Q.B. ed il tiro in ambiente urbano. Ore 10,00 tiro su sagome in ambiente urbano e C.Q.B. [ prove in bianco ]. Ore 11,00 tiro sotto stress in ambiente simulato [ prove in bianco ]. Ore 12,00 pausa pranzo. Ore 14,00 prova di irruzione in una stanza in ambiente simulato [ prove in bianco ]. Ore 16,00 prova in ambiente reale [ edificio ] di irruzione e tiro. Ore 18,00 fine programma giornaliero Domenica Ore 9,00 inizio sorteggi per gara pomeridiana e breafing. Ore 10,00 inizio ripasso delle nozioni apprese il giorno precedente. Ore 11,00 simulazione della gara pomeridiana. Ore 12,00 pausa pranzo. Ore 14,00 inizio gara Ore 17,00 fine gara. Ore 18,00 premiazioni. PROGRAMMA STAGE INTERMEDIO: Il costo dello stage intermedio è di €90,00 a candidato ed è consigliato a quei softgunner che hanno già esperienza con il combattimento in ambiente urbano e desiderano incrementare le proprie conoscenze dell’argomento. Sabato Ore 9,00 registrazione Ore 9,30 inizio corso con brevi ripassi sulle procedure basilari di tiro in ambiente urbano e sulle procedure di ingresso. Ore 11,00 prove di irruzione e pulizia di più stanze in sequenza [ prove in bianco ] Ore 12,00 pausa pranzo. Ore 14,00 prova di scorta con infiltrazione ed esfiltrazione di personale a rischio. Ore 15,00 prova di irruzione e pulizia di più stanze con passaggi in corridoi, tiro a sagome ed ingaggi in ambiente reale [ edificio ]. Ore 18,00 fine. Domenica Ore 9,00 inizio sorteggi per gara pomeridiana e breafing. Ore 10,00 inizio ripasso delle nozioni apprese il giorno precedente. SOFTAIR Ore 11,00 simulazione della gara pomeridiana. Ore 12,00 pausa pranzo. Ore 14,00 inizio gara. Ore 17,00 fine gara. Ore 18,00 premiazioni. Riduzione del 10% per gli affiliati GAS. Per informazioni Alessio: 3805078253 [email protected] Matteo:3280133770 [email protected] per quanti interessati a conseguire la qualifica di ISTRUTTORE C.Q.B. 0 S.W.A.T. 1° LIVELLO o se già istruttore a fare un passaggio di grado lo stage avrà la valenza di prova pratica per detto esame e gli aspiranti istruttori dovranno solo più seguire il corso teorico e sostenere l’esame scritto. GARA C.Q.B. Domenica 25 ottobre, all’interno dello Stage Nazionale C.Q.B./S.W.A.T. si terrà un torneo ad eliminazione diretta con premi offerti dagli sponsor dell’evento. Ore 09,00 inizio sorteggi delle locazioni e delle squadre. Ore 14,00 inizio delle prime “sfide”. Ore 17,00 conclusione torneo e calcolo punti. Ore 18,00 premiazioni. La gara in questione sarà cosi articolata: sorteggio degli abbinamenti tra squadre [composte da min 5 membri e max 8] a gruppi di 3 squadre le quali, a rotazione (una per volta), dovranno difendere un prefissato edificio [sorteggiato a caso tra quelli presenti] dalle altre due squadre per 30 minuti. Di queste 3 squadre quella che avrà ottenuto nei 3 match il punteggio più alto [vedi parte relativa ai punteggi] andrà in semifinale con le altre 2-3 squadre finaliste. Le squadre partecipi al Corso Livello Base dovranno eseguire nei 30 minuti del match un disinnescamento bomba e ritornare con tutti gli uomini sopravvissuti allo Start. Le squadre che avranno partecipato al Corso Livello Intermedio dovranno eseguire nei 30 minuti del match una liberazione ostaggio e ritornare con tutti gli uomini sopravvissuti e l’ostaggio allo Start. I punteggi verranno cosi determinati: • Morte di un difensore +50 punti • Morte di un attaccante -25 punti [+25 punti per la squadra in difesa] • Disinnesco bomba +100 punti • Liberazione ostaggio [dovrà raggiungere lo START vivo] +100 punti • Ogni minuto di ritardo nel raggiungimento dello START trascorsi i 30 min -5 punti • Colpire un giudice -50 punti La tipologia di gioco è “Pattuglia a percorso libero”. Le squadre saranno libere di raggiungere l’obiettivo con il percorso che ritengono opportuno purché non escano dal campo da gioco. E’ vietata qualsiasi collaborazione tra i team attaccanti ed i difensori pena la squalifica immediata delle squadre coinvolte. E’ obbligatorio l’uso di occhiali protettivi conformi e adatti al gioco del softair (è consigliato l’uso della maschera) ed abbigliamento adeguato. Per iscrizioni e per visionare il regolamento : www.softairnazionale.it 14 SOFTAIR SNOW WOL F S W 9 9 - 0 1 in gomma morbida. Asta d’armamento in metallo e lo Il Barrett nella versione Model 99-1 finalmente in tore arretrato e per tale motivo non possiede il carica- cente quest’ultimo e si può attivare con un velocissi- produzione e ad un prezzo accessibile tore come altri modelli similari della stessa casa. mo gesto del pollice. stesso il finto otturatore dove una seconda sicura è presente sul lato destro della lamiera interna adia- Chi è amante del softair in versione sniping non può Vanta una slitta incorporata, impugnatura a grip Lo sforzo per caricare il pallino risulta abbastanza non aver sognato di essere il mitico incursore della serie Colt M4, bipiede traforato e il caratteristico e armonico ma occorre certo un minimo di energia ca- marina statunitense, nickname “Dio”, che nel film voluminoso spegnifiamma che ne fa l’ideale per il librata, tenendo presente le dimensioni non comuni Navy SEAL con Charlie Sheen difendeva i propri com- counter-sniper o persino per l’ingaggio su veicoli con del fucile in questione. Il caricatore, assente nel mo- pagni “polverizzando” i nemici dall’alto di una torre blindatura. Il calcio caratteristico presente negli altri dello vero, è posto subito dopo il gruppo grilletto: è in con il suo Barrett. plastica semi trasparente e può contenere 25 pallini, modelli in cal. ‘50 della Barrett Firearms non è invece E di questo calibro ‘50 se ne è parlato parecchio sia presente. inseribili tramite apposito strumento. per le straordinarie caratteristiche, sia per l’enorme Da sempre atteso nel mercato del softair, era stato L’Hop Up, ovviamente presente, si regola accedendovi pubblicità che l’azienda produttrice è stata capace proposto in passato da abili customizzatori a prezzi direttamente nel vano caricatore ma, pur se non ri- di organizzare a livello mediatico a un punto tale che però eccessivamente elevati per il grande pubblico di chiede attrezzi di sorta, è decisamente scomodo e di anche il softair prima o poi, doveva replicarne le fat- appassionati. tipo a cursore: come sempre quando si tratta di ASG tezze. La versione importata da MIL-SIM, una nuova di- cinesi, la lubrificazione del sistema è insoddisfacente L’ arma vera realizzata dalla Barrett Firearms, che la stribuzione italiana che si propone di selezionare il e occorrerà irrorare il tutto di una piccola quantità di misteriosa azienda produttrice cinese Snow Wolf ha meglio della produzione internazionale e nazionale è olio siliconico non aggressivo oppure montarne uno deciso di riprodurre, porta il nome di Barrett M 99-1 realizzato in metallo e plastica e con una notevole migliore after market. ed è un fucile single action/bolt action e cioè a cari- qualità costruttiva. Canna, upper e lower receiver in Lo smontaggio è decisamente agevole e veloce e camento successivo: in parole povere, per fare fuoco metallo compresa la slitta per ottica tipo Picatinny su lo stesso vale per il montaggio della maniglia per il ogni singolo proiettile deve essere caricato manual- cui installare l’ottica ( una Konus Pro 1,5 – 5x32 sa- trasporto e il bipiede metallico che ricorda inevitabil- mente attraverso la finestra di espulsione e a ottura- rebbe l’ideale) lo stesso il calcio con ammortizzatore mente quello della mitragliatrice M-60. Il tiro è deciso, non eccessivamente potente e rimane all’interno del famigerato joule di potenza; il grilletto è abbastanza rigido ma basta farci la mano e l’abitudine permetterà di imprimere la giusta forza per controllarne lo scatto. I difetti? Qualcuno, come per tutte o quasi le repliche da softair ma di scarsa consistenza. La MIL-SIM lo propone con una valigetta in plastica rigida con varie chiusure a cerniera per ovviare a questa ...cinesata che non rende onore alla replica e senza aumentarne il prezzo, già comunque eccezionale. D’altronde, almeno per una volta, chi non vorrebbe sparare pallini di plastica proprio come l’infallibile “Dio” anche se non si è nei Navy SEAL? Fabrizio Bucciarelli 15 INTERVISTA Generale di Brigata G i ov a n n i Fa n t a s i a Sottocapo di Stato Maggiore per le comunicazioni ed i sistemi informatici del Corpo d’Armata Italiano di Reazione Rapida della NATO (HQ NRDC – ITA) Il Generale Giovanni Fantasia ha ricoperto incarichi di Stato Maggiore in qualità di Capo Sezione operazioni del Comando Logistico dello Scacchiere Nord Est e di Capo Ufficio Personale Ordinamento e Mobilitazione del terzo Corpo d’Armata. Negli anni 2005 e 2006, durante l’Operazione in Afghanistan, in qualità di Comandante interinale del Corpo d’Armata nella sede di pace, ha ideato e promosso il progetto umanitario “Fai volare la speranza” a favore della popolazione afgana grazie al quale, con la generosità di istituzioni, imprenditori e privati cittadini lombardi, sono stati convogliati, nel martoriato paese, oltre 150.000 euro in aiuti finanziari e materiali finalizzati al ripristino dell’attività didattica, al recupero dei bambini di strada e al supporto di orfanotrofi e villaggi. Croce d’Oro al merito dell’Esercito per l’attività condotta durante le Operazioni in Albania, Croce di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia d’argento al Merito di Lungo Comando, al Generale Fantasia abbiamo chiesto quali sono le iniziative dell’Esercito per l’arruolamento dei giovani e per l’impiego degli stessi in attività di peace-keeping all’estero. Generale, da quanti anni presta servizio nell’Esercito? Sono entrato nell’Accademia Militare dell’Esercito nel 1970 quindi ho ormai 39 anni di servizio effettivo. Cosa significa per Lei vivere una realtà di rigore e disciplina, nonché di comando, vista la posizione da Lei raggiunta con successo in questi anni? La vita militare comporta dei sacrifici, delle rinunce ed una disciplina interiore ma in cambio ti da la “militarita`” ovvero un valore aggiunto del cittadino che sente alti i doveri morali nei confronti della nazione, della famiglia, dei suoi dipendenti, dei suoi superiori e dei suoi colleghi. Quali sono le Sue attuali o recenti proposte in materia di Informatizzazione del Comando ? Benché io sia un fiero oppositore di marchingegni quali i computer, mi rendo conto che non possiamo fare a meno dell’Informatizzazione e di conseguenza sto portando avanti un progetto di capillarizzazione informatica degli strumenti hardware e software all’interno del mio Comando. Quali sono le iniziative dell’Esercito per incentivare l’arruolamento dei giovani? Attualmente ci sono differenti iniziative per far conoscere la realtà dell’Esercito e delle Forze Armate ai giovani sia a livello centrale che locale. Bisogna dire che, rispetto a quando mi arruolai, ora non abbiamo molto bisogno di fare propaganda in quanto l’Esercito Italiano è conosciuto in Patria ed all’estero attraverso i media e le varie operazioni di peace-keeping; così abbiamo davvero molti giovani interessati ad arruolarsi. Entro quale fascia d’età i giovani possono iniziare l’iter per poter accedere a far parte dell’Esercito Italiano E` sempre valido il limite d’età dei 16 anni ma ciò accade raramente. In genere un giovane decide di arruolarsi verso i 19 anni. La legge n.266 del 23/8/2004 ha stabilito la sospensione del servizio di leva e l’introduzione della figura del Volontario in Ferma Prefissata; quali ripercussioni ha avuto questo cambiamento sull’arruolamento? Innanzitutto è cambiato il sistema d’addestramento delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) e poi sono state introdotte delle modifiche che consentono di intraprendere l’iter per l’ingresso nelle Forze dell’Ordine (Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Guardia Forestale ecc.). Sostanzialmente, quindi, oggi i giovani si arruolano nell’Esercito anche perché attratti dalla possibilità di poter far carriera nelle Forze dell’Ordine. Dal 2001 è stata aperta la possibilità di arruolarsi nell’Esercito anche alle donne; Lei in tutta sincerità cosa ne pensa? Devo dire che avevo visto positivamente fin dall’inizio la possibilità di estendere l’arruolamento nell’Esercito anche alle donne. Le giovani erano molto motivate, intendevano fare esattamente la stessa carriera dei loro coetanei maschi ed hanno ottenuto subito dei risultati positivi. Non ho notato quindi grandi differenze fra i traguardi raggiunti dagli uomini e quelli conseguiti dalle donne. Quante sono attualmente le donne impiegate nell’Esercito Italiano? Attualmente si contano oltre le 6.000 unità ovvero le donne sono circa il 6% dei soldati italiani. Il loro ruolo e la loro carriera è uguale a quella degli uomini o ci sono dei limiti? Non ci sono limiti nelle carriere. Le donne possono accedere a qualsiasi incarico come gli uomini. Ci sono delle regole di comportamento che uomini e donne devono seguire per vivere insieme in una stessa caserma? Bisogna premettere che la vita in una caserma non significa camerate comuni; gli alloggi sono separati. Per quanto riguarda le regole di comportamento, invece, ci sono dei criteri stilati dalle nazioni NATO che disciplinano il comportamento di uomini e donne all’interno dell’organismo delle Forze Armate. segue 16 INTERVISTA L’addestramento è comune? Si, l’addestramento è comune, non ci sono differenze. Da qualche anno, inoltre, è stata aperta alle donne la possibilità di poter accedere anche alle Scuole Militari. Un Esercito, tante persone, tante etnie, tante religioni. Come viene affrontata la spiritualità all’interno di una caserma? Non abbiamo ancora rilevato delle grandi differenze di etnie, di religioni e di spiritualità. Per quanto riguarda il mio Comando, che è un Comando NATO con una forte componente multinazionale (abbiamo all’interno turchi musulmani, bulgari e greci ortodossi, protestanti anglosassoni), il Cappellano è cattolico ed è sia il dirigente del servizio spirituale per i cattolici sia il punto di riferimento delle altre comunità multinazionali. Volevo farle una domanda per precisare: all’interno delle caserme ci sono degli spazi adibiti alla preghiera? Ad esempio, per chi è musulmano, ed ha delle esigenze religiose ed orari diversi, è previsto qualcosa? No, attualmente non ci sono, né sono previsti spazi religiosi alternativi a quello cattolico. L’Esercito sta cambiando. Dopo la Seconda Guerra Mondiale aveva una funzione statica; oggi invece è una struttura attiva, impegnata nel quotidiano per la difesa dei cittadini in Italia ed in operazioni di peace-keeping all’estero. Secondo Lei quanto incide questo cambiamento sugli italiani a livello di impatto emotivo? Direi che è stato positivo. Il cittadino sostanzialmente ha percepito la valenza professionale dell’Esercito Italiano solo dopo le operazioni all’estero ma era la stessa valenza che aveva quando operava in Patria. Quanto incide sui mass media del mondo? Sostanzialmente, anche i mass media internazionali che non avevano ancora potuto vedere all’opera l’Esercito Italiano all’estero, hanno avuto un notevole impatto positivo soprattutto dopo i fatti di Nassirya. La ricetta italiana per le operazioni all’estero è quindi quella della grande umanità? Si, grande umanità ma anche professionalità e volontà di portare la pace ovunque, con un intervento fermo e determinato, e sempre nel rispetto della cultura, delle tradizioni e delle religioni del popolo presso il quale si interviene. Lei è Sottocapo di Stato Maggiore della Nato Rapid Deployable Corps – Italy, può illustrarci brevemente cos’è e come si articola? Per NRDC-ITA s’intende il Corpo d’Armata Italiano di Schieramento Rapido della NATO. Questa struttura multinazionale è costituita per il 70% da italiani ed è formata da un Comando e da una struttura di Supporto che ha due Reggimenti: uno tattico-logistico, per lo schieramento del Comando e per la vita del Comando stesso e l’altro trasmissioni, per il supporto informatico su tutta l’area di operazione coperta dal Comando. Ci sono inoltre varie Divisioni per: le operazioni tattico-logistiche, il supporto al combattimento, i sistemi di comunicazione ed informazione. Inoltre abbiamo anche un Centro di Coordinamento Operazioni Aeree ed un Comando di Retrovie. Solbiate Olona ne è la sede? Ci sono dei distaccamenti? Si, la sede è a Solbiate Olona ma il Reggimento Trasmissioni, alle sue dirette dipendenze, si trova a Milano. Attualmente in quali missioni all’estero opera l’NRDC - ITA? In questo momento abbiamo alcune unità in Kosovo ed una consistente parte del Comando in Afghanistan è impegnato nelle operazioni ISAF (International Security Assistance Force: missione di supporto al governo dell’Afghanistan che opera sulla base di una risoluzione ONU). Quando prevede il rientro dei nostri soldati dall’Afghanistan? Se parliamo di NATO, i Paesi componenti intendono rimanere in Afghanistan fino a stabilizzazione avvenuta. Se parliamo dell’Italia, invece, abbiamo preso degli impegni con gli Alleati. Abbiamo la responsabilità della ricostruzione del territorio di Herat ed il Comando Regionale dell’ovest Afghanistan di cui Herat fa parte. Cosa ne pensa di un’eventuale apertura della NATO ad altri Paesi? L’ampliamento della cultura multinazionale serve a far colloquiare di più i popoli. Nell’ambito di queste alleanze la parola chiave è dunque il “consenso”. Consenso dei Paesi che partecipano ad un’operazione oppure ad un’attività di comando; quindi l’allargamento della NATO ad altri paesi è sempre positivo. Generale, Lei è stato insignito della onorificenza di “Croce d’Oro al Merito dell’Esercito”? In quale occasione Le è stata conferita e per quali meriti? Sono stato decorato della Croce d’Oro al merito dell’Esercito in seguito al contributo che ho dato all’Operazione Alba del 1990 in Albania. Ero Comandante del 1 Reggimento Trasmissioni e, nonostante fossi consapevole di poter esporre a rischio la mia persona, il senso del dovere, il grande entusiasmo ed i miei collaboratori mi permisero di realizzare le condizioni giuste per creare i collegamenti fra le unità nazionali ed alleate dislocate sull’intero territorio albanese. Quali sono i suoi progetti futuri? Non ho al momento impegni o progetti di ampio respiro se non quello di svolgere il mio lavoro di Comandante e apportare supporto e controllo alle altre Divisioni del Comando e dei sistemi di comunicazione ed informazione. Intervista rilasciata nel Luglio 2009 Monica Garavaglia 17 STORIA Mafalda, eroina d’altri tempi Il 28 agosto 2009 correva il 65esimo anniversario della morte di Mafalda di Savoia Principessa d’Assia, vittima innocente della vendetta di Hitler. “Italiani, io muoio. Ricordatevi di me non come una Principessa, ma come una vostra sorella!”. Con questa frase passata alla storia, la Principessa Mafalda di Savoia si rivolse a un gruppo di connazionali imprigionati nel campo di sterminio nazista di Buchenwald, mentre veniva trasportata su una scala verso l’infermeria, dopo essere stata ferita gravemente durante un bombardamento alleato che distrusse la sua baracca. E’ in questa espressione drammatica che può essere fotografata la personalità di Mafalda, orgogliosa della sua italianità anche in punto di morte. Dopo giorni d’agonia, lasciata senza cure e sottoposta a una inutile e tardiva operazione chirurgica, morì di cancrena e dissanguamento nella notte del 28 agosto 1944. Il suo cadavere fu seppellito sotto falso nome grazie all’intervento di Padre Tyl, sacerdote boemo che impedì l’ormai certa cremazione. La riesumazione del cadavere di Mafalda fu possibile a fine conflitto grazie alle indicazioni di alcuni internati italiani di Buchenwald, che erano a conoscenza di quella anomala sepoltura. Ora riposa nel cimitero di famiglia degli Assia nei pressi di Francoforte, a Kronberg in Taunus. Epilogo prematuro di un’esistenza iniziata a Roma il 19 novembre 1902, quando venne alla luce come secondogenita di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena. Schiva e riservata, Mafalda crebbe in compagnia dei fratelli Jolanda, Umberto, Giovanna e Maria, fino al giorno delle nozze con il Principe Filippo d’Assia, celebrate nel Castello di Racconigi, il 23 settembre 1925. Divenne così Langravia d’Assia, titolo che spettava alla moglie del reggente del secolare principato tedesco. Una serie di coincidenze sfortunate furono alla base della Sua drammatica fine. Venne arrestata a Roma dai nazisti su ordine di Hitler, per vendetta nei confronti Vittorio Emanuele III che aveva firmato l’armistizio con gli Alleati l’8 settembre 1943. A Roma Mafalda era arrivata dalla Bulgaria, dove a Sofia aveva rappresentato la famiglia reale ai funerali del cognato, lo Zar Boris III, marito dell’amatissima sorella Giovanna, morto in circostanze misteriose il 28 agosto 1943. Nonostante dopo l’armistizio fosse molto rischioso rientrare nella capitale per rivedere i due figli più piccoli, Mafalda sfidò la sorte, ma il destino le fu nemico. Monica Garavaglia 18 Allarme chimico, il pericolo del presente Ai giorni nostri, ciò che spaventa di più è l’eventualità di un attacco chimico. Tante, forse troppe, sono le sostanze chimiche che possono essere utilizzate per divenire armi. In genere, gli agenti chimici sono poco costosi, facili da trasportare ed hanno la capacità di perdurare nell’ambiente anche dopo un attacco, divenendo, purtroppo, un mezzo facile per ottenere ampi risultati di sterminio e distruzione. Esistono due tipi di agenti chimici, persistenti e non persistenti: • Persistenti, sono quelle sostanze liquide o solide che si disperdono molto lentamente nell’ambiente e che causano un pericolo di contatto o di infiltrazione per parecchio tempo nell’area colpita; • Non persistenti, sono liquidi o gas letali per un periodo di pochi secondi o minuti prima della loro evaporazione, che ne causa la perdita d’efficacia. L’utilizzo di questi agenti può provocare effetti diversi sul corpo umano e più in particolare: • Interferire sul sistema nervoso o inibire alcune funzioni vitali come il coordinamento muscolare, la vista e la respirazione (ad esempio i gas nervini); • Impedire al corpo di assorbire l’ossigeno nel flusso sanguigno provocando penuria di ossigeno nei tessuti e di conseguenza la morte (ad esempio il cianuro di idrogeno e il cloruro cianogeno); • Provocare il soffocamento danneggiando l’apparato respiratorio, facendo si che i tessuti attaccati producano consistenti quantità di fluido al punto che questo processo viene anche detto “affogamento in terra asciutta” (per esempio il cloro ed il fosgene); • Provocare una forte infiammazione e la formazione di vesciche sulla superficie dei tessuti con cui entrano in contatto, aggredendo in particolar modo le vie aeree. L’effetto vescicante può verificarsi dopo ore o giorni, come nel caso dell’iprite di zolfo, e può essere fatale anche se alcuni di questi agenti chimici vengo- cesso, a seguito del cambiamento delle condizioni durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. Solita- no classificati come “agenti danneggianti”. mente appaiono dopo un’esplosione aerea sotto for- atmosferiche e della direzione dei venti, questi vapori Le sostanze chimiche iniziarono ad essere usate, per chimici si rivolsero contro la prima linea tedesca. ma di goccioline scure. Essendo persistenti rimango- scopi bellici, durante la Prima Guerra Mondiale. Successivamente, sempre ad Ipres, i tedeschi speri- no attive per varie settimane liberando vapori nocivi Nel 1915 ad Ypres, in Belgio, i tedeschi utilizzarono i mentarono un nuovo tipo di agente chimico dalle pro- ed esponendo l’uomo a quello che più comunemente vapori di cloro nel tentativo di fiaccare la resistenza prietà ustionanti da allora noto come “Iprite”. viene detto “pericolo da vapori residui”. dei capisaldi inglesi, ma dopo un breve iniziale suc- L’iprite e le sue miscele furono gli agenti più usati Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, l’agen- ATTUALITA’ te più usato fu il gas nervino. Si dice che venne inventato, dopo vari esperimenti, dal dottor Menghele, noto anche come “l’Angelo della morte” di Auswitz. Gli agenti nervini agiscono molto rapidamente, specialmente se inspirati, in quanto, questo veleno e` assorbito più facilmente dal tessuto polmonare che da quello epidermico. I gas nervini sono persistenti e possono penetrare anche attraverso alcuni materiali di protezione. La tuta e la maschera anti N.B.C., infatti, sono indumenti protettivi di efficacia variabile a seconda della maggiore o minore persistenza dell’aggressivo chimico col quale vengono messe a contatto. Il loro scopo e` quello di permettere alla persona che e` stata contagiata di allontanarsi dalla zona a rischio oppure di consentire, agli operatori anti N.B.C., il tempo necessario per identificare il tipo di agente utilizzato nell’attacco chimico e, successivamente, intervenire nelle operazioni di bonifica dell’area contaminata. Nell’ultimo trentennio gli aggressivi chimici sono stati utilizzati anche in Guyana dove nel 1978 furono uccise col cianuro 918 persone, durante la repressione dei secessionisti Curdi e nei paesi del Golfo Persico dall’Iraq di Saddam Hussein contro l’Iran, ma la vera Abbiamo investito molto per offrirti il meglio minaccia dei giorni nostri e` rappresentata dal terro- A tua disposizione c’è il Gestionale rismo chimico. Sostanze tossiche, infatti, vengono spesso impiegate in attentati terroristici, basti ricordare l’anno 1995, anno in cui le linee sotterranee della metropolitana furono prese di mira diverse volte: •20 marzo: attacco alla metropolitana di Tokyo con il sarin (un agente chimico che si trova allo stato li- quido e che passa allo stato gassoso). 12 morti e 5500 intossicati; •20 aprile: attacco alla metropolitana di Yokohama. Amministrativo che ti offre innumerevoli vantaggi: • Linea diretta con la Segreteria Generale dell’Ente, per porre quesiti e ricevere informazioni e aggiornamenti • Scelta tra ben 14 combinazioni assicurative facoltative per offrire ai tuoi associati 400 intossicati; •7 maggio: attacco alla metropolitana di Tokyo con acido cianidrico. 4 intossicati. la soluzione più idonea È questa, purtroppo, la realtà nella quale viviamo e • Personalizzazione e stampa immediata delle fino ad ora, per i nostri lettori, abbiamo trattato solo il polizze, per garantire da subito problema biologico e chimico, un altro, ben più grave, è il problema del nucleare a cui dedicheremo ampio spazio nel prossimo numero. Monica Garavaglia la copertura assicurativa • Data base degli associati e gestione del tesseramento • Tenuta contabilità e prima nota con gestione delle entrate e uscite • Innumerevoli modelli per agevolare la vita amministrativa della tua associazione SERIETA’ E PROFESSIONALITA’ AL VOSTRO SERVIZIO CONSULTATECI 22 TROFEO SCUGNIZZO 2009 Il 2° Trofeo Scugnizzo ( Gara di Kata e forme con armi e senza – riservata ai ragazzi dai 6 ai 14 anni ), si è svolto a Pozzuoli lo scorso 31 Maggio, esattamente al Palasport di Monteruscello. Una struttura veramente eccezionale, con servizi impeccabili ed un personale veramente eccezionale. Erano presenti tutti! Dal Ju-Jitsu al Karate, dal Kung-Fu al Kobudo e dal Karate Kempo al Taekwondo. Tantissimi bambini con genitori ed amici hanno letteralmente riempito la struttura. Gli arbitri hanno condotto la gara con la solita professionalità. Il Team arbitrale era diretto dal Maestro Giuseppe Rosa ( Coordinatore Tecnico Nazionale MAA del settore Karate ). D.Ventola Vogliamo ringraziare la fattiva presenza di Tecnici provenienti dalla Francia, Austria, Germania, Svizzera, Turchia, e naturalmente dall’Italia che hanno dato vita al Galà Internazionale delle Arti Marziali che si è svolto a Napoli lo scorso 21 e 22 marzo sponsorizzato da Elefantino Sport. Un ringraziamento a tutto il Team dei nostri tecnici che hanno collaborato per la riuscita di tale evento, il quale, dava spazio alla prima gara Internazionale di Martial Fighting System in Italia, con un’adesione di centinaia di partecipanti. Impeccabile l’arbitraggio del Prof. Aldo Elefante durante tale evento. O. Mallardo Ji ta - K y oe i GALA’ INTERNAZIONALE DELLE ARTI MARZIALI A NAPOLI - (Insieme per crescere e progredire) L’obiettivo della Sankaku-Ryu-Ju-Jitsu Academy & Martial Arts Alliance (SJJA&MAA) è riunire tutti i marzialisti che lo desiderano, in un’unica grande alleanza. Compito arduo il nostro! Ma amando le Arti Marziali, crediamo che questo grande desiderio di tantissimi Maestri provenienti da diverse Federazioni, Organizzazioni ed Enti operanti in tutto il mondo, si possa realizzare credendo in tale obiettivo. Attualmente la nostra organizzazione conta Referenti, oltre che in Europa, anche in altri Continenti. La SJJA&MAA accetta le adesioni di tutte le arti marziali, discipline orientali e attività affini che desiderano trovare in essa una piena autonomia settoriale. Vi invitiamo ad Affiliarvi alla nostra Accademia GRATUITAMENTE ! Ogni nuovo Centro Sportivo, potrà aderire senza versare nessuna quota di registrazione, potrà crescere e progredire con la sua disciplina e con il proprio Dojo. Vi sarà data piena libertà di poter operare fattivamente con altre Organizzazioni, Federazioni ed Enti presenti sul vostro territorio, senza essere costretti a fare delle scelte. Tutti i nostri Dojo ottengono gratuitamente l’abbonamento annuale alla Rivista Samurai e sono citati delle nostre pagine al fine di ottenere un ulteriore riscontro pubblicitario. Ogni Dojo ed ogni Maestro viene inserito gratuitamente anche presso il nostro Sito Internazionale. SPORT DA COMBATTIMENTO La preparazione atletica di un Kick Boxer La preparazione atletica di un kick boxer deve essere molto accurata, perché dovrà raggiungere un elevatissimo livello atletico. Inizialmente, l’allenamento per un atleta di Kick Boxing sarà mirato ad incrementare celermente la resistenza all’affaticamento, a potenziare la struttura muscolare, rendendo però le fasce muscolari elastiche e veloci, per consentire di sviluppare forza esplosiva. Oltre la preparazione atletica, si inizia ad apprendere la tecnica vera e propria che risulta la fondamentale responsabile dello sviluppo muscolare. Inizialmente si effettuerà lo studio di tecniche basilari, fino ad arrivare gradualmente allo studio di quelle più avanzate in volo, molto spettacolari. Ogni atleta di uno sport da combattimento, deve cercare di lavorare sul proprio sistema muscolare scheletrico, cercando di avere una crescita tecnico-tattica; tutto questo richiede molto impegno da parte dell’atleta che deve allenarsi con continuità, credendo in quello che sta facendo e seguendo il proprio maestro, che lo guiderà a trovare la sua migliore forma di espressione. I muscoli scheletrici sono organi formati da numerose fibre striate riunite in fasci e tenuti assieme dal tessuto connettivo; questo forma anche i tendini (a forma di cordone) e le aponeurosi (a forma di lamina) che s’inseriscono nell’osso. Il muscolo, le cui estremità sono ancorate su due ossa diverse, contraendosi, mette in attività l’articolazione tra le due ossa. La muscolatura degli arti, in particolare, comprende gruppi di muscoli che lavorano in coppia, in modo antagonista: quando uno si contrae, l’altro si rilassa e viceversa. I muscoli devono lavorare, altrimenti la loro funzionalità si riduce. Il tono muscolare, ossia quella parziale contrazione del muscolo sano a riposo è indispensabile per mantenere in posizione corretta non solo le ossa (es. le vertebre in modo che la colonna vertebrale rimanga allineata), ma anche gli organi dell’addome. Il tono muscolare viene mantenuto con l’esercizio fisico costante, la vita all’aria aperta ed una sana ed equilibrata alimentazione. L’attività fisica corretta, che nella kick boxing viene fatta prima della tecnica vera e propria che è la preparazione atletica, ha anche una funzione di disintossicazione sull’organismo ed inoltre “lubrifica” le articolazioni. I muscoli scheletrici si distinguono in: muscoli rossi o fibre muscolari rosse, a contrazione lenta, che si attivano durante esercizi di resistenza di lunga durata o con carichi molto leggeri, possono lavorare per lunghi periodi di tempo senza fatica, sono molto irrorati, ricchi di mitocondri e di mioglobina, una proteina capace di catturare in modo molto efficiente l’ossigeno proveniente dai capillari; per il contenuto di questa proteina il colorito in condizioni normali dei muscoli è rosso muscoli bianchi o fibre muscolari bianche a contrazione rapida, che si attivano durante movimenti rapidi o con grossi sovraccarichi, generano più forza del muscolo rosso ma si affaticano facilmente. Gli sport da combattimento richiedono per l’esecuzione di ogni tecnica, una velocità elevata con conseguente coinvolgimento delle fibre bianche. Tutte le persone posseggono nei propri muscoli una certa percentuale di fibre rosse e bianche, l’allenamento può fare cambiare queste percentuali; però si deve ricordare che mentre è facile una modificazione di fibre da veloci (bianche) in lente (rosse), non lo è il contrario. In uno sport come la kick boxing, un atleta deve essere in grado di ripetere per molte volte gesti veloci, infatti è importante avere un ottima resistenza alla forza veloce. M° Rosario Carraffa 24 Campionato Italiano di Kick Boxing Pro -71 kg Il Lazio, regala a tutti gli appasionati di Sport da Combattimento, un’altra giornata da non dimenticare. Infatti il Comitato Regionale Laziale, nella persona del M° Massimo Brizi, in collaborazione con il Comitato Regionale Campano, nella persona del M° Gennaro Cifuni, realizzano una giornata ricca di combattimenti, sia Light che a contatto pieno. Presso i Campi Sportivi di Ronciglione, partono alle 18,30 gli incontri light. Giovani talenti si confrontano nelle specialità di: Light Contact, Kick Boxing Light e K 1 Light, in un clima di autentica sportività, lealtà e amicizia. Ma è intorno alle 21,30, che si avverte la giusta tensione, tipica degli eventi a contatto pieno. Una decina di match ben equilibrati, hanno deliziato il pubblico, accorso numeroso per tifare e sostenere, i propri beniamini. Il match clou è il Titolo Italiano W.F.C. Pro di Kick Boxing -71 kg. Ionut Nistor, di chiare origini Bielorusse, della Body Line di Civitavecchia del M° Massimo Brizi, atleta solido e deciso, affronta Franco Torrombacco, della LORDS OF THE RING del M° Gennaro Cifuni di Casoria Napoli. Il campano reduce dalla sconfitta con Gianpaolo Faelli, è più che motivato a riscattarsi. L’atleta di casa si presenta bene, agguerrito e aggressivo, ci prova seriamente. Ma trova difronte a se, un Torrombacco inedito. Infatti alla 2^ ripresa si ha l’epilogo, i potenti calci di Nistor con bastano per fermare l’atleta napoletano. Franco sorprende il suo avversario, accorciando improvvisamente la distanza, mettendo a segno una serie di ganci davvero terrificanti, che scuotono visibilmente lnout. L’angolo romano è costretto al “getto della spugna” per evitare pericolose conseguenze. SPORT DA COMBATTIMENTO UN GALA’ STREPITOSO Grande successo a riscosso il galà di muay thai a Porto Cesareo dell’11 luglio 2009 e per questo và un un grosso ri ngraziamento all’organizzatore e Neo Responsabile Regionele W.F.C. Davide Quatraro, alla W.F.C. Italia nella persona del presidente Franco Scorrano che ha sostenuto e coadiuvato tutto il lavoro, il Comune di Porto Cesareo, che ha patrocinato l’evento, i club che vi hanno partecipato dando lustro al Galà. Quindi un ringraziamento al Team Epifani di Novoli, Team Di Bari di Scorrano, Team Elios di Lecce, Team Benatti di San Pietro Vernotico, Team Berardi di San Severo, Team Tagliente di Bari, Team Pit Fight di Messina, Team Abate di Caltanisetta, Team Pisanò di L’Equile, Team Quatraro di Porto Cesareo e al Campione del Mondo W.F.C. Pro Gianpaolo Faelli e al suo staff. Và fatto un ringraziamento speciale al settore arbitrale, tutti di fama Internazionale, con l’ausilio dell’arbitro pugliese, Fabio Fasano a cui và un grazie particolare per la sua professionalità e disponibilità. La serata ha visto 9 incontri, molto equilibra- ti. I fighter hanno dato il meglio della loro preparazione atletica e della loro tecnica. Risultato dell’ottimo lavoro dei loro allenatori, e degli abbinamenti fatti ad hoc. Nel prestige fight Gianpaolo Faelli, accolto dal pubblico e dagli amministartori locali, come una vera e proprie star, incontrava Guido Rizza della Dragon Gym del M° Abate di Caltanisetta, un grande macth. Il pubblico ha assistito ad una autentica battaglia. Tutto l’impegno, la forza e la tecnica, non sono bastati, al giovane talento siciliano. La palma della vittoria è andata al pluricampione Gianpaolo Faelli. La maggiore esperienza, ma soprattutto, la motivazione che tra ottobre e novembre il Campione Parmense, dovrà difendere il titolo Mondiale W.F.C. a Tokyo, ha dato l’mput maggiore per aggiudicarsi il verdetto. Questi i risultati: · Categoria Femminile -52kg specialità K1: Baldi Federica del team Quatraro di Porto Cesareo pareggia con Calisi Stefania del Team Elios di Lecce. · Categoria Femminile -65kg specialità Muay Thai: Massa Francesca del Team Quatraro Porto Cesareo vince con verdetto unanime su Mazzotta Cristina Team Elios di Lecce. Categoria Maschile -67kg spec ialità Muay Thai: Bruno Davide del Team Pisanò di L’Equile, pareggia con Giordano Piero del Team Pit Fight di Messina, - Categoria Maschile Tarantino Jacopo Team Pisanò vince con verdetto unanime su Ricciardi - Luigi del Team Berardi di San Severo - Peluso Antonio del Team Quatraro vince con verdetto unanime su Franco Matteo del Team- Epifani di Novoli · Categoria Maschile -71kg specialità Muay Thai: Greco Pasquale Team Quatraro vince verdetto unanime su Franco Stefano Team Epifani · Categoria Maschile: Cascella Lorenzo Team Tagliente Bari pareggia con Carata Guglielmo Team Elios · Categoria Maschile -75kg di K1: Perrone Massimiliano Team Pisanò vince per abbandono al 1° ruond su Benatti Luigi K.B. San Pietro Vernotico · Categoria Maschile -81kg Muay Thai: Mastria Valentino Team Di Bari di Scorrano pareggia con Decillis Gaetano Team Quatraro Il 19 dicembre si replica. A San Severo si svolgerà un Galà di alto livello. Nella super sfida Italia vs Francia, si svolgeranno 2 Titoli Europei di Full Contact e un Titolo Mondiale di Thai Boxe. Bordo ring a bordo mare Quanto avvenuto sabato 11 luglio 2009 a Porto Cesareo nei pressi di Nardò nel caldissimo Salento, ha dell’eccezionale. Eccezionale perché chi ha organizzato ha deciso di mettersi in gioco e mettere in gioco tutta la sua credibilità acquisita in anni di onorati combattimenti ed onorato insegnamento. Questa terra, un tempo feudo indiscusso FIKB, ora ha la possibilità di alzare il tasso tecnico e la frequenza 26 delle organizzazioni grazie all’intervento di WFC, che qui significa Davide Quatraro. A lui in effetti si deve dire grazie perché ha saputo organizzare dal nulla qualche cosa che, almeno in zona, resterà una pietra miliare e che è andata in scena nonostante la concorrenza abbia fatto di tutto per boicottare fino all’ultimo l’evento: operazione fallita, tutto è filato via liscio come il buon olio locale. È chiaro che non si sta parlando di un evento internazionale a livelli di Oktagon ma, vi assicuriamo che l’organizzazione è stata volenterosa e puntigliosa e la location incantevole, una terrazza sul mare tra gente entusiasta e, nonostante non fossero tutti super esperti di sport da ring, tutti hanno reso il giusto omaggio a Davide ed il suo staff che hanno dato certamente la scossa giusta alla normalità del Salento (almeno dal punto di vista sportivo). Speriamo per il bene del nostro sport che ora, enti locali e perché no, anche i “vicini di casa” delle altre organizzazioni, collaborino al fine di non ingaggiare la solita guerra tra poveri; certamente Davide Quatraro è la persona giusta con il giusto entusiasmo per amalgamare diverse situazioni e novità locali ! La cronaca della serata narra di 8 incontri con tifo alle stelle per rappresentanti delle palestre pugliesi, suddivisi in classe N e C con tifo da derby calcistico (in senso buono questa volta !) Culmine dell’evento il clou tra l’inossidabile Gianpaolo Faelli, sempre pittoresco nelle colorazioni della capigliatura (sfoggiava un rosso vivo da brividi) ed il siciliano Guido Rizza della Dragon gym team Abate di Caltanisetta. Alla faccia della non più tenera età, Faelli è riuscito a sfoggiare tutta la tecnica e l’esperienza internazionale che lo contraddistingue, vincendo un match non facile per merito del mai domo Guido Rizza. Grazie al sapiente mix che Davide Quatraro ha saputo ottenere, senza fare il passo più lungo della gamba, il Salento ha vissuto una serata da ricordare e da bissare, magari facendo leva soprattutto sugli enti locali che capiscano che non tutti hanno la possibilità di sedersi a bordo ring ed a bordo mare nello stesso istante, e questa è una sensazione che esalta ed appaga l’anima allo stesso tempo. Voto all’organizzazione ? ............... il massimo, per la lode attendiamo che tutti collaborino. Steve Goslow SPORT DA COMBATTIMENTO I CAMPIONATI SPAGNOLI La F.I.S.C. ITALIA (Federazione Italiana Sport da Combattimento) con a capo il suo Presidente M° Dott. Antonio Albano seguito dal suo vice M° Moschella Luigi, ha rappresentato l’Italia a Madrid (Spagna) dal 22 al 28 giugno, al campionato mondiale di kickboxing WPKA. 2 medaglie d’oro, 8 d’argento e 4 di bronzo è stato il bottino degli atleti azzurri, che hanno dedicato al loro compagno M° Fernando Albano (scomparso 18 mesi fa) il quale sarebbe dovuto essere lì con loro e sicuramente avremmo incrementato il bottino visto che il M° Fernando A. Era uno dei più bravi fighter d’Italia, la WPKA gli ha conferito il titolo di Campione del Mondo alla memoria. Al mondiale hanno preso parte 500 atleti provenienti da 27 paesi. Oro Cotrufo Donato (Carosino) Light Contact Colucci Angelo Pio (Cerignola) Semi Contact Argento Medagliere: Moschella Luigi (Vittoria) Self Defence Moschella Luigi (Vittoria) Semi Contact Team Cotrufo Donato (Carosino) Semi Contact Team Eletto Vincenzo (Francavilla F,) Semi Contact Team Di Bisceglia Sabino (Cerignola) Semi Contact Team Ciravolo Nicola (Vittoria) Semi Contact Team Colucci Angelo Pio (Cerignola) Light Contact Antonacci Luigi (Cerignola) Semi Contact Bronzo Cotrufo Donato (Carosino) Full Contact D’Elia Cosimo (Francavilla F,) Low Kick D’Elia Cosimo (Francavilla F,) Oriental Eletto Vincenzo (Francavilla F,) Light Contact 28 I CAMPIONATI ITALIANI Al di sopra di ogni aspettativa la partecipazione alle finali dei Campionati Italiani di Semy e Light Contact di Fiuggi, ben cinque degli otto atleti iscritti dalla A.S.D. FIAMMA Fighting Ring Boiano ai Campionati, sono saliti sul podio ottenendo 3 medaglie d’Oro, 2 medaglie d’argento e 1 di Bronzo. Nella prima giornata di gara (Sabato) era di scena il Light Contact, Luigi Monaco e Jlenia Carbone Conquistano il Titolo di Campioni Italiani a conferma di un anno strepitoso dei due atleti matesini, ai quali non dovrebbe tardare la convocazione in Nazionale. Medaglia d’Argento per Giuseppe Gagliardi categ. • 63 kg, un piazzamento che va stretto al nostro Capitano,nella finale con il Piemontese di origine marocchina Jahmed Ehuseim , il nostro atleta esordiente nei Seniores, compie un autentico capolavoro, ma un giudizio arbitrale (preferiamo dire) errato, gli nega di salire sul gradino più alto del podio. Medaglia di Bronzo per Gino De Cesare 3°class. nella categ +69 kg cadetti alla sua prima esperienza in campo Nazionale. Nella seconda giornata dedicata al Semy Contact-Ancora lei, la tigrotta Campochiarese Jlenia Carbone, per nulla appagata della vittoria del giorno prima, si aggiudica anche il titolo in questa disciplina battendo in finale la Siciliana Antonella Esposito. -Medaglia d’argento categ. cadetti • 37 kg per Abate Marco contribuisce ad arricchire il palmares della Fightin Ring. -Cala il sipario su questi Campionati, negli occhi dei due preparatori Fabrizio Carbone e Gabriele D’Andrea, orgoglio, soddisfazione, e la certezza di avere una squadra, un gruppo di atleti di tutto rispetto, la grande volontà di questi ragazzi che si allenano con dedizione e sacrificio, hanno fatto maturare nel tempo e negli anni un binomio vincente che a Boiano ha dato vita ad uno dei massimi centri della Kick Boxing non solo Regionali. Fabrizio Carbone SPORT DA COMBATTIMENTO ITALIA vs FRANCIA “un sogno infranto” A volte nella vita ci sono cose che non vanno fatte. Spesso la razionalità ci viene in aiuto, smorzando nostri sogni, le passioni, l’entusiasmo e la voglia fare. Ma un fighter non sa cosa farsene della razionalità, i suoi sogni si nutrono di imprese impossibili. La sua mente ha bisogno di stimoli forti per poter fare sacrifici in palestra. E in questo turbinio di emozioni una sola convinzione, combattere contro i più forti per poter essere il più forte! La proposta era di quelle da non prendere nemmeno in considerazione, troppo rischiosa, troppo impossibile... troppo. L’avversario Cedric Peynaud 61 match all’attivo solo 5 sconfitte con ben 33 Ko, Campione di Francia di Savate e Full Contact. Il nostro atleta Francesco Zernone, Team Bandini Boxe Ursus Milano, 18 match e un titolo italiano Classe B di kick boxing con la WFC. Non si poteva fare......... non si doveva fare...... Si è fatto. Il match: TITOLO EUROPEO PRO WKN. Primo round gli atleti si studiano molto il match è di quelli importanti e nessuno vuole partire con il piede sbagliato. Parte qualche colpo giusto per prendere le misure ed il Francese sembra essere subito nel match. Il nostro Francesco è troppo fermo, si fa inquadrare facilmente e accetta lo scambio nel quale il Francese con la sua esperienza e nettamente vantaggiato. Finisce il primo round. Forti discussioni all’angolo italiano, il Maestro Bandini vuole un match diverso e impone a gran voce una diversa impostazione tattica. Inizia il secondo round, la strigliata presa all’angolo è servita a Zernone che ora è più mobile. Non aspetta più il Francese ma se lo porta a spasso per il ring mandandolo frequentemente a vuoto. I colpi di rimessa di Zernone iniziano a farsi sentire. Il match inizia a prendere la piega giusta per la squadra italiana. L’angolo francese inizia ad innervosirsi. Terzo round, il Francese molto più potente fatica a concretizzare le sue azioni. Francesco inizia a crederci e i suoi attacchi si fanno più convinti e più incisivi. Per più volte Zernone riesce a bloccare i middle kick francesi colpire e spazzare con il Francese che cade rovinosamente a terra. Il pubblico comincia a scaldarsi e a divertirsi. Iniziano a sentirsi i primi applausi per Zernone che dimostra la determinazione giusta. Finisce il terzo round colorato bianco rosso verde. L’angolo Francese mostra un evidente stato di tensione un match sulla carta abbastanza facile si è trasformato in una battaglia senza esclusioni di colpi. Inizia il 4° round. Qui succede quello che nei sogni non dovrebbe mai accadere. Un block del Francese causa un grosso ematoma sulla tibia sinistra di Zernone. Risultato: Impossibile parare il low kick destro di Peynaud. Zernone tiene duro, fa finta di nulla e continua come se niente fosse. I Francesi hanno però capito tutto e da qui in avanti il low kick destro, di Cedric, la fa da padrone. Per Zernone difendersi diventa un problema e subisce un conteggio. Si ricomincia ma il Francese continua a portare duri low kick. La tibia di Zernone comincia gonfiarsi, Francesco zoppica vistosamente. Di li a poco il dottore interromperà il match proibendo a Zernone di continuare. Il sogno è finito. La delusione tra il pubblico è forte. Sono forti gli applausi per sostenere e rincuorare Zernone. Rimane comunque la soddisfazione di aver fatto un’ottima prestazione onorando i colori italiani. JUDO - KARATE - JU JUTZU - LOTTA - AIKIDO- KICK BOXING VALE TUDO - MUAY THAI - YOGA - SHIATSU 31 JUDO UNO DI NOI Francesco Cocheo – ASD Judo Cokys Club - Palermo. Inizia molto giovane e raggiunge sempre le finali nazionali, da esordiente, cadetto e junior anche se in quel periodo si incrociava spesso con gli extraterrestri del judo che rispondono al nome di Girolamo Giovinazzo e successivamente Pino Maddaloni. Il miglior risultato nazionale lo raggiunge nella finale nazionale del Campionato Italiano Universitario del 2001 di Cagliari dove si classifica al 3° posto dietro conquistando un onorevole medaglia di bronzo, cedendo ad un altro signore del judo, Gianni Casale, passato successivamente alle FFGG e classificatosi 5° agli ultimi Campionati mondiali di Rio 2008 e 7°nelle recenti Olimpiadi di Pechino Ha più fortuna come tecnico e costruisce abbastanza bene tecnicamente soprattutto, quelle che sono le future promesse della nostra società e con le quali ha raggiunto parecchie medaglie nazionali, continuando quelle che sono le buone tradizioni della società. Oltre che come tecnico, si distingue soprattutto nel coordinamento delle organizzazioni di eventi sportivi e manifestazioni in particolare il torneo internazionale a squadre Falcone e Borsellino. “Approdo a Sport Nazionale dopo una negativa esperienza fatta con altri enti. Ho riscontrato da subito un’attenzione verso le nostre attività che mai nessun altro ha avuto per le nostre attività. Oggi organizziamo uno dei più importanti Trofei italiani di Judo, anche con la partecipazione di squadre estere. Attraverso la dirigenza di Sport Nazionale ho trovato anche un lavoro di rappresentanza per un’azienda torinese di prodotti sanitari e della salute: la Gila. A Conegliano i Giochi Promozionali Si sono svolti davanti un folto pubblico formato da genitori, parenti, amici e simpatizzanti si sono cimentati i “pulcini” delle materne e i “mini judoka” delle elementari. Hanno diretto e coordinato la manifestazione gli stessi genitori e gli atleti di alto grado. Alla fine sono state distribuite le medaglie offerte dall’Ufficio dello Sport del Comune di Conegliano, mentre Sport Nazionale ha offerto i diplomi e un merendino, costituito da patatine e succo di frutta, graditissimo anche dagli adulti. Judo Club ha offerto anche delle medaglie a tutti i volontari che si sono prodigati per la buona riuscita della manifestazione. Alla fine il Sindaco, Dr. Alberto Maniero e l’Assessore allo Sport Geometra Loris Zava hanno effettuato la premiazione e posato con tutti i partecipanti per una foto ricordo dell’evento. Hanno partecipato 43 scuole di tutti i livelli d’istruzione. Scuole Materne Maschi = N° 11 Scuole Elementari Maschi = N° 65 Scuole Medie Maschi = N° 25 Scuole Superiori Maschi = N° 11 Totale Parziale Maschi = N° 112 Femmine = N° 0 Femmine = N° 15 Femmine = N° 4 Femmine = N° 4 Femmine = N° 23 Totale Generale N° 135 32 RELAZIONE DI UN EVENTO Giovedì 21 maggio, alle ore 15,30 l’intera Giun- ta Nazionale atterra all’Aeroporto di Lamezia Terme, alle 18,30 prevista una conferenza stampa nel Krotonese per annunciare la nascita del nuovo Comitato Provinciale di Krotone guidato da Pino Grande del luogo. Il Presidente Nazionale Fiorenzo Pesce, e vari dirigenti nazionali hanno voluto onorare la Palestra Romeo Martial Arts di Crucoli nella sala parrocchiale “Santa Maria“ alla presenza del Sindaco, cittadini, allievi della palestra e la stampa crotonese. Lo scopo della visita era quello di annunciare alla cittadina di Crucoli che il M° Giuseppe Romeo III° Dan di Taekwondo, sarebbe il giorno seguente investito da una carica importante all’interno dell’Ente “Fiduciario Nazionale per i rapporti tra il C.N.S.Fiamma e la terra d’Africa” per aiutare i bambini di quelle zone a iscriversi presso le rispettive anagrafe e quindi evitare che quei poveri sfortunati diventassero merci per l’espianto e la vendita di organi da parte degli stati ricchi. Il M° Romeo ogni anno porta loro danaro,medicinali ed altro.Il prossimo appuntamento sarà nello stato del Belen con i missionari delle Suore Gerardine di S.Antonio Abate (NA) Ordine Religioso e Missionario con Sedi anche in Sud America. Venerdì 22 Maggio, come da programma previsto lo staff tecnico organizzativo del C.N.S.Fiamma Cosenza ha allestito le varie postazioni per l’evento del giorno dopo. Sabato 23 maggio nella sala convegni del Minerva si da inizio al previsto convegno oncoematologico organizzato dall’Ente. Sono state invitati vari referenti e noti professionisti della medicina sportiva e Oncoematologica. I primi 45 minuti sono stati affidati al Prof. Prati Ubaldo dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e alla Sua Gentile Signora Dott.ssa Roveda Laura Il Prof. Prati con filmati e diapositive ha voluto far conoscere all’attenta platea i percorsi dell’autotrapianto del fegato e le relative terapie, mentre la Dott.ssa Laura Riveda ha illustrato il carcinoma della mammella. La parola in seguito è stata data ad Arturo Iannelli ricer- catore oncologico. Iannelli è stato inviato dall’Associazione Angela Serra che fa capo al Suo Presidente Nazionale Prof. Massimo Federico con sede presso il Policlinico di Modena. L’Angela Serra con i fondi raccolti dai cittadini è riuscita a costruire il C.O.M. Centro Oncologico Modenese un padiglione di Eccellenza denominato Pier Camillo Beccarla (Già Sindaco di Modena) costato oltre 2 Miliardi di vecchie lire, Iannelli ha poi illustrato i metodi e le competenze dei volontari. I volontari dell’Angela serra eseguono dei corsi medico-scentifici per i parenti degli ammalati di tumore, i fondi dell’associazione Angela Serra vengono spesi nella quasi totalità in corsi di formazione,riviste e opuscoli per il rapporto tra parenti e ammalato,aiuti alle famiglie povere che non hanno la possibilità di affrontare i costosi Day Hospital riferendosi ad alberghi e case in affitto durante la permanenza dei propri familiari ammalati. Importante dice Iannelli istituire nel cosentino un registro dei tumori con lo scopo di monitorare costantemente tutti gli ammalati. Infine il ricercatore ha proposto all’Ente C.N.S.Fiamma Sport Nazionale il Patrocinio di una Sede Angela Serra anche nel Cosentino,progetto che il Presidente Nazionale dell’Ente Fiorenzo Pesce ha accolto con molto entusiasmo, dichiarandosi disponibile non solo nel cosentino ma in tutta Italia. Non è mancata la presenza dell’Associazione Nazionale Alcolisti Anonimi con il suo relatore Bartolo L., l’Associazione Alcolisti Anonimi è un’associazione che pratica terapie di gruppo per uscire da un altro grave problema: l’alcool da ricordare che questa Associazione non accetta nessun tipo di contributo, interviene nei convegni solo per avere quel poco di visibilità. Il Dr. Ilario Lazzaroni Presidente della Commissione Tecnica Nazionale Sport & Salute ha parlato di Traumatologia Sportiva e Tecnica dell’Allenamento, soprattutto per i disabili . Pur essendo stata inserita nel programma della mattinata, non era presente la dott.ssa Angela Adamo da Montalto Uffugo quale relatrice di ippoterapia per disabili, per un improvviso impedimento personale. Alle ore 11,30 giungeva il Direttore Asp Cosenza Dr. F. Petramale, accompagnato da Giuseppe Aloise, Il Dr. Petramale durante l’intervento ha voluto sottolineare alcuni punti importanti : la volontà di indurre i poli ospedalieri a rispondere al meglio alle richieste dell’ammalato,al nord dichiara il Direttore la gestione delle specializzazioni viene gestita nel modo migliore facendo esempi come al Gaslini di Genova o l’Istituto Tumori di Milano All’osservazione del Dr Schito circa il bisogno di un polo di radioterapia a Castrovillari il Dr. Petramale ha risposto che per l’opera- zione c’è tutta la volontà politica e organizzativa per avere finalmente a Castrovillari un impianto così importante. Per la vicinanza alle scadenza elettorale, l’Ente non ha invitato personaggi politici e istituzionali come relatori, preferendo figure tecniche e professionisti. Nel corso della mattina in contemporanea al convegno e nel pomeriggio di Sabato si sono svolte molte attività sportive proseguite sino a domenica. La serata di Sabato 23 si è conclusa con la finale di Calcio Femminile tra il Fiamma Calcio Francavilla diretta dal Presidente Mimmo Ciancio e dal Mister Rosella Curia e la compagine Cus Cosenza diretta da Giovanna Postorino vinta dai Cosentini per 6 a 2. Alle ore 22 lo spettacolo del Cast Artistico Fiamma Cosenza , la Scuola di Ballo Adeliante di Corigliano diretta dal M° Dante Donato si è esibita con il Rok’n Roal Acrobatico, le 33 esibizione sono state effettuate dagli Istruttori Pierluigi Le Voci e Alessia Argentino di Corigliano, mentre la danza del Ventre dalla novarese Sharon Ballare. Domenica 24 maggio s’inizia con lo stage di Krav Maga disciplina Israeliana di difesa personale, condotto da vari Istruttori, responsabili nazionali e regionali del Fiamma settore Arti Marziali provenienti da Bari-Taranto Brindisi e Lecce. Per il Fiamma Cosenza l’istruttore di turno il Carabiniere in Congedo Giuseppe Cito. Simpatica e molto vivace l’esibizione della Palestra MartialArts Romeo che con i suoi 40 bambini tutti in Kimono hanno dato spettacolo alla platea e far conoscere l’Arte del Taekwondo, nel l’occasione il Maestro Romeo ha sottoposto al vaglio della Commissione Tecnica Nazionale Fiamma una nuova disciplina il Warpeedor, (Guerra per la Pace) difesa personale contro attacchi di armi da sparo e bianche. Non è mancata la presentazione di armi, (ovviamente le ASG innocue) del Softair attività sportiva per gli appassionati dei giochi di guerra. E’ mancata l’Equitazione con le Giacche verdi di Rossano, impegnati nell’organizzazione della ATTIVITA’ manifestazione nazionale dei primi di giugno a Rossano, località poco lontana. Dopo il pranzo sono stati premiati e rilasciati attestati di partecipazione agli atleti che partecipato all’evento. Si ringraziano gli Istruttori: Giuseppe Cito da Cosenza, Massimo Zanzarella, Gregorio Durante, Cosimo D’Urso, Maria Grazia Garone Dino Frascella da BA-TA-LE-BR, Giuseppe Romeo da KR, Dante Donato, Pierluigi Le Voci e Alessia Argentino da Corigliano. Ringraziamenti particolari a tutto lo staff organizzativo del Fiamma Cosenza in particolare a Rossana Conte Resp. Prov. Fiamma Turismo moderatrice e organizzatrice dell’Evento. Vincenzo Pippa,Luciano Martino, Francesco Martino , Clementina Barco ,Marta Riga,Giovanna d’Onchia e Maria Cerbino che hanno curato la cartellonistica, gli impianti audio e il ricevimento. Infine Rosalbino De Luca organizzatore di tutti gli eventi sportivi. Si ringrazia per la parte medico convegnistica : La Dott.ssa Giulia Raveda,Il Prof. Ubaldo Prati,il Dr Ivano Schito,il Dr. Ilario Lazzaroni, Bartolo L. responsabile area sud dell’Ass.ne Nazionale Alcolisti Anonimi, Arturo Iannelli ricercatore Oncologico dell’Associazione Angela Serra da Salerno e ringraziamenti particolari al Prof. Massimo Federico Presidente Nazionale della Stessa per essersi adoperato direttamente dalla Divisione di Oncologica ed Ematologia del Policlinico di Modena, ringraziamenti inoltre al Dr F.Petramale Direttore ASP Cosenza. Uguali ringraziamenti al Dott. Giovanni Cicero di Castrovillari e alla Sua Associazione Non più Soli non presente alla manifestazione per impegni analoghi Particolare ringraziamenti alla D.ssa Stefania Corrado di Castrovillari in carica a Modena presso il Policlinico che pur non essendo presente per motivi di salute ha inviato i suoi ringraziamenti per l’invito. Infine scarsa la presenza del mondo politico , L’Ente Fiamma ha ritenuto non invitare politici per evitare imbarazzi in una campagna elettorale in corso. L’Ente Fiamma ringrazia l’unica presenza Politica invitata dal Dott. Schito dell’On. F. Pignataro molto attento ai temi discussi ma senza intervenire. Giovanni Martino 34 EVENTI SPORTING VILLAGE Sette giorni dedicati allo sport nella villa comunale di Torre Santa Susanna che per l’occasione si è trasformata in palestra e campo da gioco a cielo aperto. E’ stato un momento ricreativo, strumento di inclusione e di promozione sociale, di unione per grandi e piccoli, l’evento Sporting Village, sostenuto dal Comune di Torre S.Susanna , dall’A.C. Torre e promosso dal Centro Nazionale Sportivo Fiamma con la partecipazione di tutte le associazioni sportive del paese e della provincia hanno lanciato un evento tutto nuovo. Un riconoscimento allo sport, dunque, che ormai da anni è divenuto il terzo polo educativo ed un vero e proprio elemento culturale e di ricchezza sociale. C’era solo l’imbarazzo della scelta: calcio, equitazione, arti marziali, scherma, volley, basket, pin pong, calciobalilla, mountain bike, fitness, bocce, piscina, giochi ludici, giochi per diversamente abili ed altro ancora. Ad inaugurare la manifestazione Lunedì 17 agosto ore 19,00 intorno ad una cornice di pubblico entusiasta è stato tagliato il nastro di partenza alle molteplici attività sportive dello Sporting Village, sotto il flash di media ed amatori è stato il grande Demetrio Albertini (Vice Presidente Federcalcio) ad aprire le danze. Padroni di casa il Senatore Michele Saccomanno, il Sindaco Prof.Franco Frioli, il Vice Sindaco Tiberio Saccomanno, con gli organizzatori dell’A.C.Torre e del Comitato Regionale Puglia del C.N.S.Fiamma, con i dirigentii Manfredi Pietro, Zanzarella Massimiliano e Lana Salvatore. È stata una settimana ricca di ospiti e divertimento, dal Mister Paolo Fortunato all’Amministratore Delegato dell’Unione Sportiva Lecce Dottor Claudio Fenucci, oltre alla visita del Presidente del Volley San Vito Luigi Sabatelli con alcune giocatrici dell’A2. Una bellissima immagine è stata lasciata dall’Ente C.N.S. Fiamma, che ha ricevuto per tutta la settimana i complimenti rilasciati dai vari amministratori e sportivi locali con l’augurio di poter rinnovare questo splendido evento l’anno prossimo con la stessa partecipazione che ha visto ruotare migliaia di atleti e curiosi, ha dichiarato il Maestro Zanzarella Massimiliano Componente Regionale C.N.S.Fiamma, intervistato da Idea Radio partner ufficiale radiofonico che seguiva l’evento dalla postazione fissa creata appositamente nello Sporting Village. Un elogio in particolare si deve fare allo STAFF dello Sporting Village che ha organizzato in varie serate dei simpatici Party a base di nutella, frutta, friselline e mozzarelle, il tutto compreso di acqua offerto gratuitamente a tutti i partecipanti. 35 DANZA Cosenza e danza Il comitato di Cosenza ha concluso il Seminario di Studio anno 2009 delle Scuole di Danza con il Coreografo Jean Michel Danquin 1° ballerino del Salone Margherita di canale 5. Il master promosso quest’anno era finalizzato allo sviluppo delle capacità didattiche degli allievi sulle tecniche: Musicalità, Interpretazione, Coreografia Teatrale e Televisiva. Infine una relazione tecnica globale sulla validità della Scuola firmata dall’Artista e dalla Commissione Nazionale Danza darà la possibilità a Maestre e Istruttori che si son voluti sottoporre a giudizio con esami di iscriversi all’Albo Europeo Maestri di Danza e Giudici di Danza per ottenere il Brevetto Internazionale. Le Scuole che hanno richiesto l’esame di sono sottoposti a giudizio didattico con esami in Sede sono state pochissime in provincia di Cosenza, coloro che hanno superato gli esami a pieni voti di valutazione per ogni singolo allievo e con grande soddisfazione dei genitori presenti per la dura prova che i loro figli si sono sottoposti sono state la Scuola “ Centro Danza Katiuscia di Corigliano Calabro nella Danza Moderna, Modern Jazz e Classica , e la Scuola A.S.D.A.C. Centro Danza Arabesque di Montalto Uffugo con la Danza Moderna, Hip Hop e Classica. Le Rispettive Maestre Katiuscia Blois Direttrice del Centro danza Katiuscia e Simona Altomare Direttrice della Scuola A.S.D.A.C. Centro Danza Arabesque potranno richiedere il Brevetto Internazionale di Maestre e Giudici di Danza internazionali. Jean Michel Danquin nelle sue dichiarazioni raccolte alla fine dei seminari ha voluto parlare con i genitori e congratularsi soprattutto per i ragazzi dell’Hip Hop del Centro Danza Arabesque di Montalto dicendo loro che il sistema che adotta la Maestra, quello di curare i minimi dettagli nella didattica è un sistema che porta ad una lentezza nella preparazione ma sicuramen- te efficace per il futuro degli allievi. Il Prossimo appuntamento Con Jean Michel Danquin sarà a Settembre nella Provincia di Crotone. Ed stato proprio a Torretta di Crucoli KR è stata organizzata la festa di Beneficenza per i bambini dell’Africa contro gli espianti di organi organizzata dalla Palestra Fiamma Martial Arts Romeo e dal Cast Artistico Fiamma Cosenza diretto dallo stesso Comitato Casentino. Circa 2.000 persone hanno potuto festeggiare con tanto di banda musicale e molte palestre, l’amministrazione Comunale con il suo Sindaco per la quale ha messo a disposizione dell’Ente Fiamma la Sede del Partito Democratico adiacente al Palco per i cambi degli artisti. Ma andiamo alla serata , speciale per la gente di Crucoli e con un applauso è stato salutato Martino dopo aver detto al microfono che il Progetto Africa da questa sera partirà da Crucoli per tutta Italia e la seconda tappa sarà a Castrovillari il 19 e il 20 Settembre. Ha presentato lo spettacolo Rossana Conte del Cast artistico diCosenza e Jean Michel Danquin , negli intervalli si sono misurate sportivamente delle Palestre di Taekwondò, Krav Maga e arti marziali vari. E’ toccata la volta della Danza del Ventre con la bravissima Sharon Ballare,applauditissima dal numeroso pubblico di Torretta. I 10 minuti più emozionanti della serata con il pubblico in delirio sono trascorsi con Jean Michel che si è esibito con dei pezzi difficilissimi del grande inimitabile Michael Jackson. Chiude la serata in grande stile il cantante Leo Bruni, tanto apprezzato non tanto per la sua voce o per il suo talento, ma è apprezzato per la sua voglia di vincere a tutti i costi non il podio più alto ma almeno quello di non essere secondo a nessuno. Ed è a lui, a Leo Bruni che il Presidente Martino vuole ringraziare per la bella serata che ha prodotto insieme a dei veri Professionisti. FLASH Festa Provinciale della Pace e dello Sport Progetto FiammAfrica non più parole Il 19 e il 20 Settembre , la Città di Castrovil- lari sarà protagonista di un grande evento sportivo. La manifestazione non si occuperà solo di Sport ma anche di Sociale. L’obbiettivo sarà quello di pubblicizzare il Progetto “ FiammAfricA non più parole “ per la raccolta fondi per i bambini africani , che non essendo iscritti alle rispettive anagrafe di appartenenza sono a rischio per i continui espianti di organi da parte dei paesi ricchi. L’operazione FiammAfricA è diretta dal M° Giuseppe Romeo, fiduciario Nazionale C.N.S.Fiamma per i rapporti con l’Africa. I nostri dirigenti Provinciali si occuperanno della vendita dei gadget,degli sponsor e alla fine il tutto sarà devoluto al Progetto partito già da Crucoli Torretta KR il 30 Giugno scorso. La manifestazione sportiva invece avrà un taglio diverso: esibizioni e gare valevoli per i campionati Nazionali dell’Ente. Le discpline sportive che parteciperanno per le esibizioni sono: Taekwondo, Thai Chi Chuan, Krav Maga, Aerobica, Danza del ventre, Ginnastica Artitica, Rock’roll Acrobatico, Step, Softair. Per le gare sono previste le seguenti discipline: Atletica Leggera, Braccio di Ferro, Calcetto a 5, Calcio balilla, Pesistica su panca, Salsa Portoricana, Spinning, Tango Argentino, Tennis Tavolo. Alla fine il Cast Artistico Provinciale terrà uno spettacolo nella centralissima Via Roma ad uso pedonale,concessa dal Comune di Castrovillari nella persona della Dott.ssa Assessore allo sport Anna De Gaio per lo svolgimento di tutte le attività nei 2 giorni. Il ricavato della manifestazione, sarà consegnato al M° Romeo e lui stesso partirà per l’Africa come ogni anno per andare dai suoi e oggi dai nostri bambini, soli e indifesi contro la più aberrante delle violenze. Giovanni M. Martino 36 CULTURA LO SPORT NELLA LETTERATURA Bisognerebbe domandarsi cos’è la poesia, cos’è il romanzo. O meglio, domandarsi cos’è la Letteratura che è poesia e romanzo. Lo si può fare. Lo si è sempre fatto. Ma la risposta, qualsiasi essa sia, risulterà sempre incompleta. Perché la Letteratura in sé è mistero, è creazione, è verità alla quale non si crederà mai completamente. Blanchot direbbe che pur accogliendo il tutto, la Letteratura, “non è nemmeno il “tutto”, né la pienezza universale, né il cosmo infinito, ma ciò che è già prima di “tutto”, l’immediato ed il lontano, ciò che è più reale di ogni cosa reale, il legame che non si può legare e attraverso cui tutto, il tutto, si lega.” Da qui cercare un connubio tra Letteratura e Sport appare un esercizio facile e difficile al contempo. Si può certamente partire dall’antichità e scoprire, ad esempio, che le Olimpiadi sono state esaltate da molti, ma anche derise da Aristofane. Ma esaltazione e derisione qui assumono connotazioni più profonde perché ogni gara, alla fine, con tutta la sua intensità emozionale diventa sempre una grande metafora della vita. Ci si può spostare poi in Italia, all’inizio del ‘900, con Marinetti e il Futurismo. Nel manifesto del Futurismo tra i temi fondamentali del movimento, ce ne sono due che qui vale la pena di ricordare. Nel primo vi si legge: La Letteratura esaltò fino ad oggi, l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno. Nel secondo, invece, si legge questo: Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arrcichita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Lo stesso Marinetti ufficializzò in un articolo che pubblicò sulla Gazzetta dello Sport del 1910 il punto di riferimento importante che il Futurismo trovò nello Sport. Marinetti scrisse, infatti, che “il Futurismo ha bisogno di poeti dall’anima libera e di atleti dai muscoli possenti.” Molti altri sono stati gli scrittori italiani del ‘900 che hanno inserito lo Sport nelle loro pagine letterarie. Penso a Pasolini, a Buzzati, a Campanile, Guareschi. Penso alla passione per il calcio di Umberto Saba. Di tutte le poesie “calcistiche” di Saba, penso che la più bella sia “Goal” Recita così: Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro la terra cela la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi. La folla – unita ebbrezza- par trabocchi nel campo. Intorno al vincitore stanno, al suo collo si gettano i fratelli. Pochi momenti come questi belli, a quanti l’odio consuma e l’amore, è dato, sotto il cielo, di vedere. Presso la rete inviolata il portiere l’altro è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasto sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa egli dice anch’io son parte. In questa poesia si può cogliere pienamente tutta l’essenza della passione calcistica. A confronto due opposte emozioni. Da un lato lo sconforto, dall’altro la gioia. Sul campo e sugli spalti. Anche questa, alla fine, una grande metafora della vita. Penso ancora a Montale, a Bassani. E, soprattutto a Mario Soldati che nel romanzo “Le due città”, ambientato nel periodo fascista, dedica alcune pagine alla passione che lega Emilio, uno dei protagonisti del romanzo, alla sua squadra del cuore: la Juventus. “La Juventus – si legge nel romanzo – era una cosa seria; era, forse, ormai, la sola cosa seria della vita, visto che alla politica non si poteva più pensare, e pareva che non vi fosse speranza che il fascismo finisse. C’era una persona a cui Emilio, tra sé e sé, dava il permesso di parlare della Juventus. Piero, naturalmente. Lui ne aveva il diritto. E le sue parole per la Juventus, invariabilmente fredde e disamorate, parole di un torinese “del Tor”, offendevano molto meno di lodi entusiastiche pronunciate con accento abruzzese o romano. Senza contare che, sul campo, a poco a poco e quasi a malincuore, anche Piero finiva per parteggiare per la Juventus. Posto nell’estrema alternativa tra la squadra di una città, a cui, nonostante le continue dichiarazioni di simpatia, nel profondo si sentiva estraneo, e l’antica fraterna avversaria, finiva per sostenere questa.” Si potrebbe proseguire ancora questo viaggio nella Letteratura italiana del ‘900 magari leggendo un brano di quelle pagine scritte da Guareschi su quella divertente e focosa partita di calcio tra le due squadre messe in campo da Peppone e Don Camillo. Ma preferisco, invece, orientarmi verso un bellissimo libro dello scrittore tedesco Eugen Herrigel, “Lo Zen e il tiro con l’arco”. Eugen Herrigel insegnava filosofia a Heidelberg, quando, nel 1924 fu invitato a tenere dei corsi all’Università di Sedia in Giappone. Quando poi lì lui manifestò il desiderio di essere introdotto allo Zen gli venne consigliato di imparare una delle Arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l’arco. Sin dalle prime pagine di questo libro mi ha affascinato una affermazione esplicativa di Herrigel su cui ho molto riflettuto. “ Per tiro con l’arco- spiega Herrigel – in senso tradizionale, che egli stima come arte e onora come retaggio, il giapponese non intende uno Sport, ma, per strano che possa apparire, un rito. E così per “arte” del tiro con l’arco egli non in- tende una abilità sportiva raggiunta più o meno compiutamente attraverso un esercizio in prevalenza fisico, ma una capacità acquistata attraverso esercizi spirituali e che mira a colpire un bersaglio spirituale. Così dunque che l’Arciere, in fondo, prende di mira e forse arrivi a cogliere se stesso.” Questa chiarificazione di Herrigel mantenuta nella sua profondità può essere estesa, a mio avviso, a qualsiasi disciplina sportiva e può essere estesa sia a chi la pratica sia chi, nel momento della gara la vive come spettatore, come tifoso. L’atleta, nel momento della competizione, non prende di mira solo l’avversario, ma anche e soprattutto se stesso. Non è solo la vittoria che cerca, ma forse lo slancio estremo verso il proprio limite. La voglia di viversi totalmente nel corollario delle sue emozioni contrastanti. C’è una frase memorabile del poeta premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale che a tal proposito può rendere bene l’idea. È una frase che molti sportivi conoscono e che tutti gli appassionati di sport dovrebbero conoscere. Montale affermò questo: “Amo l’Atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta.” Lui aveva ragione. È estremamente poetico lo sforzo, la sofferenza e la volontà del maratoneta. Il movimento, la distanza e il traguardo per il maratoneta sono solo un pretesto. Lui mirando a conseguire qualcosa di esterno a sé, deve misurarsi totalmente con se stesso. Tutto questo è profondamente poetico. Nel profondo e misterioso connubio tra interno e esterno si cela il risultato che il maratoneta otterrà. “Lo Zen e il tiro con l’arco” è un libro che tutti coloro che praticano o insegnano a praticare lo Sport, dovrebbero conoscere, perché oltre alla prestazione in sé insegna a perseguire l’opera interiore. E “l’opera interiore consiste – scrive Herrigel - in questo: che da quell’uomo che è, da quel Sé che si sente e sempre si ritrova, egli diventi materia per una educazione e una formazione al cui termine sta la maestria. Poiché la maestria è giustificata come forma di vita solo se vive di una verità sconfinata...” (...) “Se tale meta l’attira (l’atleta) bisogna che si rimetta in cammino. Bisogna che osi il salto alle origini, per vivere della verità come chi è diventato tutt’uno con essa. Bisogna che ridiventi scolaro, principiante, che superi l’ultimo tratto del cammino, il più aspro della via per cui si è messo, attraverso nuove metamorfosi.” Proprio come la grande gioia e sofferenza del maratoneta che per ottenere la vittoria, deve vincere prima di tutto se stesso. Bonifacio Vincenzi 37 EPICA La spada denominata Escalibur, il cui nome è stato recen- temente interpretato da insigni celtisti come una sorta di crasi delle parole latine, ossia ensis caliburnus, cioè la “spada calibica”, cioè forgiata dai Calibi (antica e mitica popolazione della Scizia, di cui si dice, scoprirono il ferro e ne portarono l’uso fra gli uomini). Massimo Valerio Manfredi, storico del mondo antico e scrittore di successo, nel suo ultimo romanzo “L’ultima legione”, che ruota intorno ad un gruppo di soldati romani lealisti che si assumono il compito di far fuggire e portare in salvo in Britannia l’ultimo imperatore romano, Romolo Augusto, deposto nel 476 d.C. da Odoacre, insieme al suo precettore Meridius Ambrosinus, immagina che Romolo Augusto rifugiatosi in Britannia divenga re con il nome di Pendragon e abbia un figlio di nome Artù, mentre in Meridius Ambrosinus adombra Myrdin o Merlino. Quanto a Escalibur il suo significato sarebbe “Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus”, cioè la spada Calibica di Giulio Cesare, che, ritrovata casualmente da Romolo e portata in Britannia sarebbe stata scagliata lontano dallo stesso Romolo (Pendragon) in segno di pace, si sarebbe conficcata in una roccia e qui, esposta alle intemperie, avrebbe finito per lasciar leggere solo alcune lettere dell’iscrizione, e cioè: E S CALIBUR, dove, originariamente, nella lama era incisa l’iscrizione completa di CAI • IVL • CAES • ENSIS CALIBVRNVS La storia e la leggenda di re Artù sono intimamente legate alla magica e misteriosa spada Excalibur. Come il mago Merlino aveva annunciato, solamente l’uomo in grado di estrarre la spada dalla roccia sarebbe diventato re. Artù, inginocchiato di fronte alla roccia, fece proprio questo: prese la spada, la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull’altare. Artù fu unto con l’olio santo e, alla presenza di tutti i baroni e della gente comune, giurò solennemente di essere un sovrano leale e di difendere la verità e la giustizia per tutti i giorni della sua vita. Sebbene Excalibur sia identificata con la spada nella roccia, specie nelle versioni recenti del mito arturiano, in numerose opere sono due spade distinte. La leggenda e la storia si sono mischiate tra loro nel tempo e la leggenda di re Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda e della magica spada Excalibur, sono giunte intimamente unite fino ai nostri giorni Il nome Excalibur significa in grado di tagliare l’acciaio. La prima traduzione (secondo Geoffrey of Monmouth, Robert Wace e Layamon), chiamava la spada Caliburn; una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwylch. La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron (fine XII secolo– inizio XIII secolo). Ma l’autore inglese sir Thomas Malory, ne La morte di Artù (1485), scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro contro re Pellinor; lo stesso viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di Merlino), ca. 1240. Poco dopo, Artù ricevette una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory, dalla prima. Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall’essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure (ca. 1400), si dice che Artù aveva due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvagio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale. La parola Excalibur ha comunque origini molto controverse, la cui nascita si può far risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino e quello sassone. Dal latino, com’è già stato detto, abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un’antica popolazione di fabbri chiamati “Calibs”, Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e Calibs: Calibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe “forgiata dai Calibi”. Altre sfumature latine riportano alla capacità della spada e al suo aspetto come, per esempio, ex “calibro” che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava “acciaio lucente” o “acciaio indistruttibile” e potrebbe quindi così ricondursi allo stesso etimo latino. Per la verità, lasciando la leggenda e ritornando in Italia, e precisamente in toscana presso i resti dell’abbazia di San Galgano nel comune di Chiusdino (SI), a poche centinaia di metri su un colle si erge l’eremo di Montesiepi ove è ancora custodita la “spada nella roccia” che la tradizione vuole sia stata conficcata nella pietra da Galgano Guidotti allorché rinunciò agli agi della vita di nobile che aveva condotto. Monica Garavaglia 38 Un fucile per una chitarra! LA STORIA DI CHET ATKINS, IL FINGERPICKER CHIAMATO MR. GUITAR CHE HA RIVOLUZIONATO IL MONDO DELLE SEI CORDE C’era una volta, negli anni Trenta, un ragazzino povero che abitava in una fattoria del Tennessee (USA) e per guadagnarsi qualcosa da vivere andava a mungere le mucche. Probabilmente una cosa simile sarà successa anche ai nostri padri o nonni. Un giorno, però, questo ragazzino venne ricompensato del suo lavoro con un fucile. Ma cosa se ne può fare un bambino di una pericolosa arma da fuoco? Forse avrebbe potuto venderlo, solo che in seguito alla famosa crisi del ’29 era difficile riuscire a vendere un fucile a dei contadini. Cercò allora di barattarlo con qualcos’altro, e quel qualcos’altro fu... una chitarra! Chester Burton Atkins, meglio conosciuto come Chet Atkins, cominciò così i suoi primi passi sulle sei corde, di certo non immaginando che quello strumento gli avrebbe ben presto cambiato la vita e il modo con cui lui lo suonava avrebbe rivoluzionato il mondo chitarristico. Chet nacque a Luttrell, il 20 giugno 1924 in una famiglia poverissima. Dal nonno imparò a suonare il violino mentre il fratello maggiore Lowell gli insegnò a muoversi sull’ukulele (la chitarra hawaiana a 4 corde). Il padre, un pianista senza fortuna, gli diede nozioni di teoria e solfeggio che furono molto utili al ragazzo per leggere gli spartiti. La madre cantante, invece, gli trasmise la passione per la musica tradizionale: il country. L’infanzia e l’adolescenza di Chet però non furono certo idilliche: i genitori si separarono quand’egli aveva solamente 6 anni e dovette far fronte a parecchi problemi, soprattutto economici: patì la fame, frequentò poco la scuola per lavorare e se non bastasse soffrì fortemente di asma. Al di là di tutto ciò, la musica lo sostenne sempre! Ma come arrivò Chet Atkins a firmare un contratto con la nota casa discografica RCA nel 1947 partendo dalle campagne del Tennessee? Il percorso fu piuttosto lungo ma sostanzialmente avvenne attraverso alcune piccole stazioni radio, dove il giovane chitarrista andava a suonare musica country sia da solo che in gruppo. Fu proprio frequentando la stazione WNOX che Chet conobbe Leona Johnson, una cantante country che divenne sua moglie nel 1946. Sempre grazie alla radio, il suo talento venne notato da Steve Sholes, un esperto del settore che lavorava per la RCA, e finalmente valorizzato. Collaborò inoltre come musicista e arrangiatore con molti grandi artisti del country, ma non solo: nel 1956 persino il mitico Elvis Preasley lo volle per incidere il suo ben noto capolavoro Heartbreak Hotel e l’apporto del fingerpicker fu considerevole. Nel frattempo lavorò molto anche in proprio e nel 1961 uscì la 21^ pubblicazione dei suoi lavori in RCA, ovvero l’album Down Home che egli stesso definì “A great fingerpicking tune”. Ma voi sapete che cos’è il fingerpicking? Si tratta di una tecnica molto particolare che concepisce la chitarra in modo assolutamente innovativo rispetto alla tradizione precedente, che riservava a questo strumento una sorta di outout: o l’accompagnamento o la melodia. Il fingerpicking invece prevede l’utilizzo delle prime tre corde basse per fare un accompagnamento con il pollice della mano destra (come se fosse la mano sinistra sul pianoforte), mentre sulle altre corde indice, medio e anulare vanno ad eseguire una melodia (come se fosse la mano destra sul piano). La sensazione che risulta all’ascoltatore è quella che ci siano due chitarristi che stanno suonando contemporaneamente quando in realtà è uno solo. Oltre ad essere un grande virtuoso delle sei corde, Atkins fu sicuramente un attento talent scout e non a caso nel 1968 gli venne affidata, con estrema fiducia e considerazione, la carica di vice presidente della RCA nella sede di Nashville. Molti chitarristi sono grati a Chet per averli valorizzati ma soprattutto sottolineano tutti la profonda umanità e sincera professionalità di questo artista. Pensate che nel sito internet a lui dedicato (http://www.misterguitar.us) vi è una pagina intitolata “When I meet Chet” (Quando io incontrai Chet), dove vi sono ben 67 nomi di grandi chitarristi che raccontano il loro incontro con Atkins. Il 1973 fu sicuramente un anno memorabile per Chet Atkins in quanto ricevette un riconoscimento davvero invidiabile per un musicista di Nashville; la Country Music Association, infatti, gli conferì il Country Music Hall of Fame, un premio assolutamente meritato per la sua prestigiosa carriera. Il fingerpicker era riuscito a tradurre con la sua tecnica brani tradizionali del patrimonio country ma anche pezzi tratti dal repertorio della pop music, persino i Beatles per i quali nutriva una grande stima; aveva collaborato anche con Paul McCartney e nel 1968 aveva pubblicato l’album Picks on the Beatles nel quale si divertiva a reinterpretare alcune delle loro canzoni più celebri. Ad ogni modo, il punto di forza di Atkins fu proprio lo stile, così personale e originale che sicuramente apportò e perfezionò il fingerstyle. Per suonare in fingerstyle si utilizza una specie di unghia plasticata al pollice, c’è anche chi scherzosamente lo chiama l’artiglio. Ma com’è che Chet Atkins venne a conoscenza della tecnica del fingerpicking? A questo proposito c’è un aneddoto molto curioso. Sembra che il piccolo Chet, dopo aver barattato il suo fucile con una chitarra, cercasse di ascoltare il più possibile la radio per tentare di imparare qualcosa, dato che non poteva permettersi un vero maestro di chitarra. Una notte sentì suonare un certo Merle Travis e rimase veramente stupito, perché non riusciva a capire come un solo chitarrista potesse dare l’effetto di melodia e accompagnamento insieme. Immaginò come potesse muoversi la mano destra di Travis e tentò MUSICA di emularlo: non riuscì a fare perfettamente la stessa cosa, però carpì in pieno il segreto del fingerpicking. Nel 1974 si tolse la soddisfazione di suonare con colui che riteneva il suo virtuale maestro pubblicando l’album Traveling Show. Nel 1982, a causa di forti divergenze di scelte artistiche, Chet decise di abbandonare la RCA e firmò un contratto con la Columbia Records. Con questa nuova etichetta Atkins ebbe certamente maggiore libertà di espressione e infatti, oltre alla musica tradizionale a cui era fortemente legato, il fingerpicker si lanciò verso altre forme espressive come ad esempio interpretazioni jazz, dimostrando così tutta la sua versatilità. Chet stesso riscatta questa svolta attribuendosi il titolo di Certified Guitar Player (una sorta di certificato di qualità) e sei anni più tardi firma proprio così uno dei suoi album, ovvero Chet Atkins C.G.P. Nel corso della sua prodigiosa carriera Chet Atkins ricevette sicuramente molte soddisfazioni e riconoscimenti gratificanti per il suo talento di musicista. Gli venne chiesto più volte, ad esempio, da parte di grandi case produttrici di liuteria, di dare il suo nome ad alcuni modelli di pregiatissime chitarre. Fu così che nacquero le rinomate Gibson Chet Atkins Tennessee, Gibson Chet Atkins Country Gentleman e Gibson Chet Atkins C.E. e SST; oppure le varie versioni della Gretsh, come ad esempio la 6120 Chet Atkins Hollow Body. Inoltre si aggiudicò 9 CMA awards e vinse addirittura per ben 13 volte uno dei premi sicuramente più ambiti per chi fa musica: il Grammy Awards: il primo nel 1967 con l’album Picks the best e l’ultimo nel 1997 con Almoste Alone. Proprio in quel periodo Chet puntò la sua attenzione verso un chitarrista di origine australiana che in seguito definirà come “One of the greatest players on the placet” (uno dei più grandi chitarristi del pianeta); si tratta di Tommy Emmanuel con il quale Atkins decise di collaborare, offrendo così agli appassionati delle sei corde, e non solo, uno dei duetti più avvincenti nella storia del fingerpicking: l’album The day fingerpickers took over the world. E’ il classico caso in cui suonare diventa puro divertimento e dove gli artisti si sentono liberi di esprimere appieno la passione per il loro strumento, abbandonandosi a tutta la spontaneità e alla creatività di cui sono capaci. Chet Atkins è morto il 30 giugno 2001 all’età di 77 anni in seguito ad una forma inesorabile di cancro. Nel suo testamento scrisse: “Tra qualche anno, quando me ne sarò andato, qualcuno ascolterà quello che ho fatto e saprà che sono stato qua. Forse non sapranno o non gli importerà sapere chi sono, ma ascolteranno la mia chitarra parlare al posto mio.” CD: UNA MORTE ANNUCIATA? Dai tempi in cui Chet Atkins lavorava per Il mondo della musica lo ha definito Mr. Guitar per la sua signorilità oltre che per l’indiscutibile abilità artistica. Abbiamo sottolineato anche precedentemente quanto piacesse al fingerpicker lavorare e confrontarsi con altri interpreti ma non per competitività, anzi! Mr. Guitar tesseva veri legami di amicizia e stima con tutti coloro che partecipavano ai suoi lavori; e non è un caso, infatti, se a Nashville - la capitale della musica country! si trovi una statua a grandezza naturale che lo ritrae seduto con la sua chitarra in braccio ed uno sgabello vuoto a fianco, ove tutti i chitarristi di passaggio sono soliti andare a farsi fotografare come se ancora potessero suonare insieme a lui: pure questa è una lezione di musica e con la “M” maiuscola! Roberta Malipiero Referente stampa e ricerca per Music Company la RCA selezionando i talenti che avrebbero conquistato il mondo con i loro dischi, l’universo della musica è cambiato molto; dapprima con il passaggio dal vinile al cd, ma è proprio in questi ultimi tempi che il fenomeno sta evolvendo in modo rapido: se a passare dal vinile al cd vi sono voluti parecchi anni, non sembra altrettanto lenta la rivoluzione del supporto musicale digitale via internet. Ha fatto non poco scalpore, infatti, la notizia diffusa il mese scorso dall’agenzia Ansa in merito alla chiusura dell’ultimo megastore di cd della Virgin, proprio nel cuore cittadino della “Grande Mela”. Cosa sta succedendo? Perché non si vendono più i cd? Non certo perché la gente non ascolti più musica, anzi, la fruizione è certamente aumentata! La crisi sugli scaffali dei negozi è così imputabile alla dilagante e comoda opportunità di acquistare ciò che si vuole dal computer di casa o dell’ufficio, digitando uno dei tanti indirizzi url sul web che vendono musica online; e fin qui poco male... Ciò che veramente sta mettendo in seria crisi il mercato discografico (si pensi che negli ultimi 5 anni la vendita di cd è calata del 45% secondo le statistiche condotte dall’agenzia Nielsen) è certamente il sistema di condivisione in mp3 - grazie anche a software dedicati e sistemi cosiddetti peer to peer – con il quale si acquisiscono liberamente i brani dei propri beniamini. E, se 40 tutto ciò non bastasse, vi è la possibilità di godersi gratuitamente i video delle canzoni preferite con un semplice clic su youtube. Molte le battaglie giudiziarie intentate soprattutto per cercare di salvaguardare i diritti d’autore, ma finora con poca efficacia: l’unica strada percorribile, secondo quanto riferisce l’avvocato Deborah De Angelis, sulla rivista bimestrale della Siae, sembra essere l’introduzione di una licenza collettiva estesa per la gestione dei compensi derivanti dallo sfruttamento delle opere musicali digitali sulle reti peer to peer. Ma, al di là del problema riscontrabile nelle tasche di chi produce e diffonde la musica, rimane da chiedersi se un mp3 possa davvero soddisfare le esigenze degli audiofili. A tale proposito, riporto la risposta - a mio avviso altamente significativa! - di Renato Zero, intervistato in merito da Gianni Minà per la rivista Viva Verdi: “Quando io realizzo un disco, spendo delle cifre stratosferiche affinché il mio prodotto suoni alla perfezione. Tutta questa fatica viene poi compressa in mp3, che toglie unicità al tuo lavoro, appiattendone i suoni.” C’è chi come Michael McGuire (dell’agenzia di ricerche di mercato Gartner) già annuncia la morte del supporto cd: ma perdere la qualità in favore della compressione, per ragioni di praticità ed economia, ne vale veramente la pena? Roberta Malipiero Referente stampa e ricerca per Music Company Per un futuro di libertà artistica All’interno del panorama delle produzioni indipendenti, fulcro oramai delle normali realtà musicali, stanno nascendo sempre più strutture flessibili e malleabili, che possono dedicarsi pienamente ad artisti italiani e non solo. Sempre più le case discografiche si stanno trasformando in organizzazioni complesse che svolgono più ruoli: produzione artistica, promozione, marketing, management, focalizzando le proprie energie su pochi artisti di spicco, tralasciando un catalogo importante di artisti minori. Si creano format televisivi per imporre personaggi vari e per avere la conferma di ciò che il pubblico vuole. Questa strategia non ha funzionato! Ne è la prova il crollo della vendita dei dischi. L’Arte deve essere libera espressione e, se possibile, originale. Per questo motivo, insieme a Benito Madonia, artista di cui parlerò in seguito più approfonditamente, abbiamo creato la L.A.A.M., Libera Associazione di Arti e Mestieri. Stiamo parlando di un progetto nato nel 2006, quindi relativamente giovane, che vede tracciate le linee guida a partire dal concetto di servizio reso alle persone. L’associazione culturale LAAM nasce per facilitare, tramite iniziative di vario genere, la promozione delle arti e dei mestieri che ultimamente tendono ad essere meno valorizzati, se non dimenticati. L’intento è quello di creare uno strumento agile e funzionale che possa fornire agli artisti, in particolare ai giovani che si affacciano al mondo dell’arte, un valido appoggio a tutto tondo per le differenti fasi che caratterizzano la creazione artistica, compresa quella burocratica: seguire il socio nella gestione delle pratiche Enpals, SIAE, assicurative, rapporti con gli organizzatori, nella creazione artistica; tenendolo informato sulla presenza di altre formule di tutela, come, per esempio, la licenza internazionale CCL, la UK Copiright Service eccetera. LAAM, per mezzo di un proprio database anagrafico, facilita e permette i rapporti tra artisti, per contatti di lavoro, per collaborazione di varia natura artistica e quant’altro possa servire per la realizzazione di progetti, fornendo consulenze di vario genere MUSICA Grazie poi alla notevole esperienza di alcuni soci fondatori, è in grado di dare supporto mettendo a disposizione la propria vasta conoscenza di locali e siti ove poter “fare musica” al fine di facilitare la definizione di date per spettacoli. Nell’intento di LAAM, c’è la volontà di arrivare a definire un vero e proprio circuito che sia presto riconducibile a realtà nazionali ed internazionali. Un circuito che sia patrimonio per l’artista, che può contare su un appoggio per organizzare eventi o tours ed al contempo, lo sia anche per un locale, un’associazione o un local promoter, che può decidere di entrare a far parte o semplicemente utilizzare le risorse di tale infrastruttura. LAAM promuove la diffusione di varie tipologie di arte e di mestieri attraverso seminari, workshop e concorsi. Siamo quindi proiettati all’organizzazione di convegni, mostre, corsi, attività di formazione, attività culturali nelle scuole, progetti educativi scolastici ed extra-scolastici, produrre strumenti audiovisivi e multimediali, o quant’altro sia utile per favorire l’approfondimento o divulgare la conoscenza ad un più vasto pubblico di tutti gli argomenti relativi alle finalità dell’associazione. Risulta quindi prioritario per LAAM promuovere attività ricreative, culturali ed artistiche aperte a tutti, al servizio del territorio, e che impegnino le persone, i più giovani in particolare, nell’utilizzare il tempo libero in termini positivi. E’ altresì sentito il desiderio di avvicinare bambini, ragazzi e giovani al teatro ed alla musica proponendo corsi di recitazione e canto finalizzati all’allestimento e messa in scena di favole musicali, alla creazione di spettacoli completi dove la fantasia e la creatività dei partecipanti possano pienamente esprimersi. LAAM è aperta al dialogo ed alla collaborazione, essendo il proprio maggior intento la cooperazione e la diffusione delle forme d’arte e di mestiere. Si propone quindi di essere di supporto ad associazioni che operano in un campo analogo o riconducibile ad esso. LAAM non si pone limiti né per sé stessa, né per i propri soci, stringendo ed essendo favorevole a stringere partnership importanti e utili in vari campi, cercando di favorire la crescita di strutture collaborative quali agriturismo, studi di registrazione, etichette discografiche tradizionali, etichette discografiche alternative (net.label), locali pubblici, club privati, bar, teatri, oppure di eventi di aggregazione come feste tematiche per esempio. L’associazione, nelle finalità e negli intenti, si pone quindi come strumento utile per tutte le fasi creative dell’arte in generale; strumento attento e specializzato. Al contempo si propone come divulgatrice delle tradizioni e mezzo di diffusione dei lavori in generale. In special modo, riferendosi all’ultima caratteristica, cerca di porre l’accento sul fatto che i due mondi, arte e mestiere, spesso convergono e possono convivere facendosi da canale promotore l’un l’altro. Nell’ottica dello sviluppo di una rete, ha sede a Mestre (VE), ma ha collaborazioni in molte parti d’Italia (Padova, Vicenza, Ferrara, Alessandria, Milano, Ancona, Roma, Pavia, Arezzo, Palermo), puntando ad allargarne il numero sempre più. Ha inoltre collaborazioni attive o in fase di definizione anche con realtà estere (Dallas, Detroit, Cleveland, Londra, Monaco, St.Moritz), che danno all’iniziativa ed all’idea un carattere di respiro internazionale, di vera e propria diffusione. Successivamente, il progetto di diffusione di queste idee e la loro messa in pratica, ha suggerito la creazione di una etichetta discografica indipendente, forti anche della presenza di Benito Madonia tra di noi. La Sottovoce Records nasce nel 2007 con l’intento di dare spazio, produrre e tutelare musicisti emergenti, progetti degni di nota che sempre meno vengono presi in considerazione dalle case discografiche tradizionali. L’intento è quello di aiutare l’artista emergente a creare un prodotto completo, fornendo un servizio che vada al di là della produzione e che comprenda anche management, marketing e ufficio stampa, grazie a una struttura che permette anche la produzione e la realizzazione degli eventi. In questo nostro progetto, gli artisti vengono seguiti nella produzione del disco, le strategie promozionali e di marketing, la consulenza contrattuale ed editoriale, ecc. La prima produzione di Sottovoce Records è il nuovo disco di Benito Madonia “Ora Che Ci Sei”. E’ un disco di blues in italiano, realizzato con musicisti di riconosciuto valore musicale in Italia e all’estero, contiene 10 brani blues con forti connotazioni tipicamente italiane: è il sud dell’Italia che si fonde con “l’anima nera” dell’America. Grande attenzione è stata data poi ai testi, che sono dedicati all’amore in varie sfaccettature e a tematiche culturali molto sentite ed importanti, non trascurando piccole dosi di ironia. Titolo: Ora che ci sei Artista: Benito Madonia Title Track: 1.B.B. Bioblues (05:12) 2.Senza La Spiaggia (04:00) 3.Come un bambino (04:59) 4.Amore amore (03:40) 5.Prima di parlare (02:46) 6.Insieme a te (04:21) 7.Ora che ci sei (06:07) 8.Dopo il 2000 (05:04) 9.Quello che vuoi (04:04) 10.Io vivrò con te (04:38) 42 42 Con questo disco, la Sottovoce Records, che proprio per lo spirito di collaborazione e d’internazionalità che vorrebbero avere tutti i progetti seguiti e promossi da noi, ha sede a Londra e rimane in costante contatto grazie alle nuove tecnologie che ora come mai permettono di collaborare a distanza con artisti e con studi di registrazione, come è il nostro caso, con lo JC Studio di Cartosio (AL) www. jcstudio.it. Per meglio comprendere inoltre la qualità a cui ci riferiamo sia per la musica, e l’arte in generale, sia per l’esperienza delle persone che compongono il team della struttura che stiamo cercando, alle volte faticosamente, di far crescere sempre di più, spendo un bel po’ di parole (ne servono tante per raccontare tutto) per raccontare qualcosa di Benito Madonia [www.benitomadonia.it; www. myspace.com/benitomadonia. Approccia alla musica sin da ragazzino cominciando la professione all’età di 13 anni come batterista. Vanta collaborazioni con grandi nomi della musica italiana, scoprendo ben presto il Blues, R.& B., il soul e successivamente i classici napoletani e comincia a comporre. Nell’ 88/89, è nel cast della 1^ edizione della “Piccola bottega degli orrori” diretto da Saverio Marconi, a fianco di Michele Renzullo, Edy Angelillo, Cesare Bocci, Crystal White e successivamente anche nel cast della 2^ edizione a fianco di Rossana Casale, Manuel Frattini, Francesca Touré ecc. Benito da la voce a Audrey II, pianta carnivora, la vera protagonista del musical. Riceve molti consensi dal pubblico e dalla critica specializzata: la sua voce, roca e blues, viene accostata dalla stampa a quella di Louis Armstrong. Nel ’98 scrive, assieme ad Andrea MUSICA Zuppini, “Male che fa male”, canzone portata al successo da Alex Baroni, con la quale vince il Sopot Festival, il Festival Europeo della canzone [Polonia] Benito ha partecipato come special guest alla 1° edizione del festival blues “Out Of The Blues” a Samedan [Saint Moritz – Svizzera, festival che annovera tra i suoi ospiti artisti come Sugar Blue, Ana Popovic, Bernard Allison] nel 2006 insieme a Fabio Treves e Philipp Fankhauser. Precedentemente, nel 2000, realizza Il disco “Vento del sud“, in coppia con Antonio Forcione (considerato dalla stampa mondiale il Jimi Hendrix della chitarra acustica). In uno di questi brani la voce di Benito duetta con Rossana Casale. Inoltre, nell’ultimo disco di Rossana Casale “Circo Immaginario” del 2006, è contenuta la canzone “Boscomare”, una struggente e melodica canzone dal sapore mediterraneo che svela la profonda vena romantica e malinconica di Benito. Sono in cantiere di diverse produzioni di Benito e di altri artisti che ruotano intorno alla nostra associazione, ma ne parleremo a lavori ultimati. Inoltre, le possibilità che le nuove tecnologie, ed in particolare la rete, permettono, ci proiettano verso altre iniziative che portano sia LAAM, che Sottovoce Records ed altre nuove strutture che presto nasceranno, a creare una rete di rapporti e di collaborazioni, arrivando nella casa di ognuno (tramite il social networking, le web radio, le web tv, gli store online, la telefonia mobile...) proponendoci in forme innovative e facilmente fruibili, ma mantenendo sempre ben chiara la necessità di far parlare “l’arte”, come da sempre è stato. Solo in questo modo, unendo le nuove frontiere tecnologiche con i contenuti artistici ed i patrimoni culturali che cerchiamo di salvaguardare, riteniamo sia possibile far nascere e crescere arte libera al servizio di tutti. Lorenzo Isacco Per informazioni: http://www.laam.it http://www.sottovoce-records.com 43 EQUITAZIONE A come ATTACCHI Grande festa a Pescasseroli sabato 30 mag- giornate precedenti un gruppo di circa venti parte- gio 2009 in occasione della prima edizione de “IL cipanti provenienti dall’intera provincia ha parteciTPR INCONTRA IL PARCO”, manifestazione pato al “primo corso ufficiale di Avvicinamento agli fortemente voluta dall’Associazione “NATURAL- Attacchi”, reso possibile grazie al supporto tecnico ITER PASSIONE CAITPR”, in segno di amicizia dell’ANACAITPR, vantando la docenza del Giudice nei confronti del vicino comune di Pescasseroli, sede FEI/FISE del Parco Nazionale d’Abruzzo. Il Progetto St Endopoli, il cui nome gioca sulla pronuncia della parola Stand, abbinata al concetto di “tendopoli” ormai largamente diffuso sul nostro territorio da due mesi a questa parte. Lo slogan dell’Evento rappresentato su T-shirt distribuite a tutti i partecipanti: 3 punto 32: siamo scossi ma non crolliamo. La manifestazione ha inoltre rappresentato l’evento conclusivo della settimana europea dei Parchi. Protagonisti assoluti son stati gli Allevatori Aquilani che han ritenuto opportuno tener fede agli impegni ed ai progetti “ante sisma” affinché in un momento delicato come questo, gli investimenti fatti da chi ha voglia di “ripartire” subito senza abbandonare il territorio sia uno stimolo per tutti gli “Aquilani DOC” Giuseppe Del Grande ed alla collaborazione dell’intera Provincia. Importantissima ed assai gradita con Sport Nazionale, con l’intento comune di la partecipazione di tutte le Amministrazioni, a partire dare risalto al CAITPR, meraviglia del nostro territodal messaggio inviato per l’occasione dal Ministro rio, anche nelle attività legate socialmente utili legate delle politiche Agricole, Luca Zaia in segno al turismo, attenendoci alle disposizioni ufficiali in di supporto e conforto, a quello della Presidente Ste- merito alla formazione dettata dall’Ente che gestisce fania Pezzopane, che nonostante l’infinità di impegni il Cavallo Agricolo Italiano sul territorio nazionale. legati al delicato momento che sta attraversando la A concludere l’evento l’idea di cui ci siamo fatti pronostra terra è sempre vicina ai cittadini dando dimo- motori e sostenitori come Associazione Naturaliter strazione di forza e coraggio, così come i discorsi di Passione Caitpr il gemellaggio “P&P” tra i due apertura tenuti dal Sindaco di Pescasseroli Finamo- comuni di Pescasseroli e Pizzoli, celebrato simbolire, dal Presidente del Parco Rossi, e dagli Assessori camente dall’assessore Moroni, nel tentativo di vaMoroni e Ferri, in rappresentanza rispettivamente dei lorizzare iniziative turistiche e “settimane verdi” da Comuni dell’Aquila e di Pizzoli, Al centro dell’evento, dedicare interamente agli Aquilani colpiti dal sisma, il Meeting Nazionale di Morfologia tutto dedicato al in segno di amicizia reciproca. Cavallo Agricolo Italiano, condotto dal Dott. Giuseppe Un ringraziamento particolare a Pasquale Piccari per Pigozzi, direttore dell’Associazione Nazionale Alleva- averci concesso di esporre le sue opere della colletori del CAITPR, che ha visto sfilare diversi soggetti zione “NATURA” in questo ambito; e a tutti gli di pregio, tutti iscritti al libro genealogico, nonché nu- imprenditori che mi permetto di citare: Sismouse srl, merose carrozze trainate da questi giganti che hanno ArtiKa srl, Astra Energia – Punto solare srl, Hermes condotto il pubblico in giro per le vie di Pescasseroli e Editore, Il Punto d’Incontro redazione, Salvatore Conella fattoria didattica “IL PICCHIO dei fratelli lella Calcestruzzi srl, M.&M Di Carlo snc, BCC Roma, Saltarelli”. Oltre duecento i partecipanti al buffet Loris Di Cesare, Rovo Selleria che ci hanno sostein piazza gentilmente offerto e patrocinato dall’Asso- nuto in questa avventura. ciazione Albergatori e Commercianti di Pescasseroli. Ed è proprio dalle “carrozze”, in gergo dagli “attacchi” che la manifestazione ha preso forma. Infatti, nelle D.ssa Annalisa Parisi “Att acco” Attaccare, nel mondo dell’equitazione, significa “predisporre il traino il una carro o di una carrozza con uno, due o più cavalli”. Come in tutte le attività umana che coinvolgono animali, l’attenzione rivolta all’azione in fattispecie dev’essere doppia: attenzione verso il cavallo e sicurezza. Per attaccare correttamente è indispensabile conoscere i buoni principi di base. Le nozioni che seguono, hanno lo scopo di facilitare l’insegnamento degli attacchi e di guidare i principianti nel loro apprendimento. Le fasi di questa istruzione comprenderanno la descrizione dei finimenti e delle carrozze, i metodi corretti per montare i finimenti e per attaccare la tecnica di guida su simulatore e su un attacco. Tutto questo per un attacco singolo e le stesse fasi saranno riprese per un attacco in pariglia, lasciando ad una prossima occasione le spiegazioni per attaccare un tiro a quattro. La posizione a cassetta La posizione a cassetta ha la stessa importanza ai fini della sicurezza e della correttezza della guida che ha l’assetto per il cavaliere in sella. “State seduto comodo, dritto e non rigido, le cosce abbiano contato col cuscino (cuneo) fino alla piega del ginocchio. Le gambe siano ben vicine, le braccia aderiscono bene al corpo, non se ne allontanino mai, ne i gomiti vi passino mai dietro. Le mani stiano con il polso leggermente curvato verso il corpo ciò permetterà al cavallo di godere tutta l’elasticità che la curva da alla mano e al guidatore di sentire meglio la bocca.” Mani all’altezza dello stomaco a circa 20cm dal corpo; ginocchia e piedi vicini, talloni uniti e punte divaricate; testa eretta e sguardo in avanti verso i cavalli ed il percorso; guardare verso il ciuffo del cavallo nel singolo, verso la testa del timone nella pariglia. A cassetta indossate sempre un copricapo ed i guanti, tenete la frusta in mano, con la copertina (od il grembiale) ben disteso sulle ginocchia e ripiegato sotto le cosce. Il modo di tenere le redini • Posizione base Tenete le due redini nella mano sinistra, piane, con la parte liscia rivolta superiormente, nel seguente modo: la sinistra sull’indice e la destra tra l’anulare, stringendole fortemente con le ultime tre dita. La frusta nella mano destra, ben inforcata fra la base del pollice e l’indice ed in equilibrio, diretta leggermente in avanti ed in obliquo verso sinistra (a 45 gradi verso l’alto ed a 45 gradi verso sinistra), appena al disotto della fine del manico della stessa (punto di migliore equilibrio). 44 • Posizione di lavoro Partendo dalla posizione di base, introducete il palmo della mano destra fra le redini di qualche centimetro avanti alla sinistra, con la frusta ben salda, con il dorso della mano verso l’alto, e trattenete con le dita la redine destra. Spostate la mano destra verso l’esterno di circa 40cm trattenendo con il mignolo fortemente la redine destra ed aprendo la parte inferiore della mano sinistra onde far scivolare la redine. Questo intervento lo definiamo Apertura del Quadrato. Riavvicinate le mani lasciando compiere una piccola ansa alla redine destra, necessaria alla manovra. Con cavalli calmi ed alla mano, potrete aprire il quadrato di soli 20cm anziché 40 come prima detto. Tutte queste operazioni vanno compiute mantenendo sempre il medesimo contatto con la bocca del cavallo. Per ritornare dalla posizione di lavoro a quella di base (chiusura del quadrato) compiere le operazioni in modo inverso. • Posizione di aiuto La posizione di aiuto ha lo scopo di permettere alle dita della mano sinistra di riposarsi e consente di accorciare ed allungare le redini. Partendo dalla posizione di base, ponete la mano destra, sempre tenendo la frusta inforcata fra il pollice e l’indice, sopra le redini ed afferrate in modo che la redine sinistra stia fra l’indice e il medio e la destra del palmo della mano destra. Avrete cosi la possibilità di liberare la sinistra. Aprendo e chiudendo le mani in modo alternativo, potete aggiustare la lunghezza delle redini secondo la necessità, facendo scivolare le redini in una mano avendo l’altra ben chiusa in aiuto. La posizione di aiuto (mano destra davanti alla sinistra) è poi fondamentale quando si guida con le redini nella sola mano sinistra, a quadrato chiuso. • Il partire Con le redini in posizione base portate la frusta nella mano sinistra trattenendola con il pollice, togliete il freno, riportate la frusta nella mano destra e contemporaneamente aprite a quadrato (passate in posizione da lavoro); cedendo leggermente le redini date con la voce il comando di partenza. Solo se occorre, toccate il cavallo con la frusta, davanti al sellino. Errore comune del principiante è quello di dare il comando senza cedere le redini. • Il voltare a destra e sinistra Sempre in posizione da lavoro, cedete la redine sinistra e trattenete la destra spostandola leggermente all’indietro per girare a destra e viceversa per girare a sinistra. Nelle voltate strette con carrozze a quattro ruote, occorre tenere conto che i cavalli si avvicinano (a destra) o si allentano (a sinistra) rispetto al guidatore. • Il fermare Con redini in posizione di lavoro cedete la redine sinistra e trattenete il cavallo indietreggiando leggermente le mani contemporaneamente, aiutandovi con la voce; ad arresto avvenuto, dopo aver ceduto le redini, passate alla posizione base. Un tipico errore del principiante è quello di tenere il cavallo ancore troppo in appoggio. Prima di tirare il freno passate temporaneamente la frusta nella mano sinistra. • L’indietreggiare Con le mani in posizione di lavoro e con il cavallo fermo, tirate le redini contemporaneamente in modo uguale (aumentate l’appoggio) poi cedete leggermente in modo alternativo la destra e la sinistra, dopo aver dato con la voce il comando di indietreggiare. Una buona tecnica si acquisisce con il simulatore di giuda, esso è costituito da una tavola di legno attaccata al muro all’altezza di un metro circa o da un cavalletto, in cui alla distanza di circa 30 cm sono infisse due carrucole in cui scorrono due funicelle; ad esse sono appesi dal lato del muro due pesi e dall’altro affibbiate le redini (sono adatte le redini da sella). I pesi saranno di circa 6 etti l’uno; vanno bene due ferri di cavallo per ogni peso, oppure dei sacchetti pieni di sabbia. L’allievo si siederà su di uno sgabello di fronte all’apparecchio e con l’assetto corretto, impugnerà le redini come in carrozza, terrà la frusta nel modo dovuto e inizierà, con affianco l’istruttore che in piedi lo osserverà, a maneggiare le redini simulando la guida. Michele Caroli IL BUON Con il termine “governo” si indicano tutte le operazioni quotidiane grazie alle quali il cavallo viene tenuto pulito ed in forma. Col governo infatti si provvede a salvaguardare il cavallo secondo le regole dell’igiene e, al tempo stesso, a praticargli una forma di massaggio, che secondo gli esperti, vale quanto un buon pasto. Il governo del cavallo si fa la mattina, prima del lavoro, in modo più semplice e sbrigativo per esigenze di igiene. Sarà sufficiente una pulizia superficiale con la brusca, lavargli gli occhi, le narici e pulire gli zoccoli. La sera, prima di ricoverarlo in box è indispensabile una pulizia completa e molto più accurata. Con il cavallo sudato, evitare di cospargerlo d’alcool per asciugare prima, come molti usano: si provoca in questa maniera un repentino raffreddamento che può portare ad uno shock termico. Inoltre l’alcool asciuga in modo eccessivo la pelle sgrassandola. Con le operazioni di grooming si toglie dal corpo del cavallo la sporcizia, si facilita l’eliminazione delle scorie della pelle rendendola morbida e se ne agevola la traspirazione e la circolazione tramite l’azione di massaggio esercitata da striglia e brusca rendendo lucente il pelo. Le operazioni di grooming preservano il cavallo da un grande numero di malattie sia interne che esterne perché danno la possibilità di ispezionare il corpo dell’animale in modo accurato. La strigliatura si effettua con la striglia appunto: una spazzola con setole grosse spesso di metallo morbido o gomma che serve, facendo movimenti circolari su torace, cosce e spalle -non sulle sporgenze ossee e sull’interno degli arti perché può infastidire il cavallo per separare peli appiccicati e staccare la sporcizia grossolana dai peli. Cosa che poi viene rimossa dall’animale con il passaggio della brusca -spazzolare nella direzione del pelo. La spazzola di setole forti per eliminare i residui di sporco e la polvere dal manto. La brusca può sostituire la striglia nelle regioni sensibili del cavallo oppure anche sull’intero cavallo quando questo non sopporta la striglia: soprattutto la brusca con setole lunghe viene utilizzata nei cavalli con pelo lungo e folto. I crini, quindi criniera e coda, vanno pettinati con delicatezza, meglio dopo aver passato la brusca, con il pettine, dopo aver utilizzato appositi prodotti districanti per evitare di strappare e rompere i crini stessi. Gli zoccoli vanno puliti con il nettapiedi: un attrezzo con un’estremità di metallo ricurvo che serve per togliere lo sporco accumulato sotto lo zoccolo. Va usato con decisione ma con delicatezza per evitare di ferire o irritare la suola dello zoccolo. Durane la bella stagione un bel bagno EQUITAZIONE GOVERNO DEL CAVALLO con acqua corrente, shampoo specifico per cavalli e una dose di pazienza sono l’ottimo per sostituire il semplice grooming quotidiano mantenuto per tutto l’inverno. Il metodo è più o meno lo stesso: basta versare un po’ di prodotto sul mantello e bagnare abbondantemente il cavallo con un getto non troppo forte di acqua magari tiepida e passarlo con una spazzola in modo energico, con movimenti rotatori veloci in modo da insaponarlo completamente su tronco arti e collo, senza che si raffreddi troppo. Si può quindi procedere al risciacquo intenso con abbondante acqua, dall’alto verso gli arti, criniera e coda per ultime, facendo scorrere l’acqua e massaggiando per controllare che non siano rimasta nessuna traccia di sapone. Gli attrezzi per il governo sono: brusca, striglia, bruscone, pettine, nettapiedi, coltello da sudore, secchio, spugna. La brusca; è una spazzola grande e forte di crini o di setole di cinghiale. Serve per togliere dalla superficie del corpo la polvere, residui di trucioli e le altre sostanze che sono state smosse dall’azione della striglia.Va usata nel senso del pelo per rimuovere la sporcizia sollevata dalla striglia. La brusca reca bebessere al cavallo perché esercita un piacevole massaggio e rimuove la pelle morta aderente alla pelle lisciando il pelo. La striglia; Serve per separare i peli appiccicati dal sudore e per asportare la sporcizia che si è accumulata tra la cute e i peli. Ve ne sono diversi modelli, in metallo e in plastica e si usa con movimenti circolari sul corpo del cavallo partendo dalla spalla e andando giù verso la groppa. E’ bene evitare le parti delicate, i crini, la spina dorsale, le sporgenze ossee e le gambe al di sotto del garretto e del ginocchio. Si deve evitare anche la testa, l’interno delle cosce e gli organi genitali. La striglia deve essere adoperata con delicatezza e riguardo perchè può infastidire il cavallo. Il bruscone; E’ una brusca con setole lunghe e forti. Si utilizza generalmente in sostituzione della striglia quando i cavalli hanno il pelo lungo, folto e ruvido oppure quando hanno una pelle molto sensibile e sono infastiditi dall’azione della striglia. Il pettine; Si adopera per riordinare la criniera e la coda ma va maneggiato con riguardo per non strappare i crini. Si pettinano i crini del ciuffo, del collo e della coda solo usando molti riguardi e prendendoli a piccoli ciuffi, dopo averli ammorbiditi con appositi prodotti districanti. Il nettapiedi; E’ un’arnese ricurvo con la punta smussata che serve per togliere lo sporco e il fango accumulato sotto il piede, tra la suola e il ferro. Alzando ciascun piede si toglie la sporcizia depositata e si controlla che non vi sia materiale duro incastrato tra il ferro e lo zoccolo. Il coltello da sudore; (chiamato anche stecca o raschiatoio) E’ una lama di metallo molto flessibile ma non tagliente con due manici alle estremità. Serve per asportare il sudore dal pelo rendendo più veloce l’asciugatura della pelle. La spugna; Imbevuta di acqua tiepida e pulita serve a lavare gli occhi, il naso e le parti genitali dell’animale. E’ bene adoperare spugne diverse per le zone della faccia e quelle genitali, inoltre è indispensabile utilizzare una spugna diversa per ogni cavallo. Monica Garavaglia LA SOLUZIONE ? APRI UN CENTRO IPPICO Per molti lo stress accumulato durante la settimana, nell’ambiente di lavoro e tra le mura di casa, scompare grazie ad un paio di ore trascorse a cavallo. A questo si unisce il contatto con la natura che comporta un innegabile vantaggio psichico, un’attività motoria per rafforzare il corpo e contatti con altre persone per soddisfare la nostra esigenza di socialità. Cavalcare per divertimento e per svago ha raggiunto popolarità. Mentre in passato l’equitazione era destinata esclusivamente a persone benestanti, con il passare del tempo questo hobby si é diffuso in tutti gli strati sociali. Il successo dell’equitazione è dovuto anche alla consapevolezza diffusa che l’equitazione é uno sport alla portata di tutti dal punto di vista fisico e anche economico. Anzi, sotto quest’aspetto, andare a cavallo é uno degli sport meno cari: una lezione con tanto di maestro è facilmente accessibile a tutti. Un buon equipaggiamento in grado di resistere per anni, può essere recuperato a costi contenuti, non necessariamente dev’essere firmato. Poi, a differenza di altri sport, non richiede una dedizione assoluta e neanche un’innata predisposizione atletica. Ed ancora, per diventare buoni cavalieri non é necessario iniziare a praticare l’equitazione in tenera età. Infatti, sono tante le persone che montano a cavallo, sono tantissimi i bambini e le donne, segno che non si tratta di una disciplina particolarmente rischiosa, se ovviamente si utilizzano gli accorgimenti di sicurezza. La bellezza di questo sport consiste che può essere praticato per svariati motivi, sportivi, turistici, piacere ecc. e non c’è limitazione territoriale, cioè può essere fruito in qualunque parte d’Italia. Tutto questo genera un mercato di utenza importante, si calcola che in Italia, le persone che sono montate a cavallo almeno una volta nella loro vita siano oltre 12 milioni. Di questa, circa 1 milione lo pratica annualmente con diversa assiduità. Diventa quindi un patrimonio di mercato importante per le aziende di settore che producono o forniscono servizi al mondo equestre. Diventa un interessante mercato anche per chi, appassionato di equitazione, desidera creare una propria attività basata sul proprio hobby. Lavoro e piacere non sono sempre facilmente coniugabili ma, in questo caso, la longevità di molti maneggi e centri ippici, dimostrano la bontà di tale binomio. L’equitazione presenta, insomma, aspetti senza dubbio attraenti per chi vuole aprire un maneggio tutto suo. Molteplici sono le attività si possono svolgere in un centro ippico. La scelta effettiva dipende da diversi fattori, in primo luogo, dall’ampiezza del centro, dal tipo di pubblico al quale ci si rivolge, dalla propria esperienza e capacità. In 46 linea di massima i servizi principali che si possono offrire in un maneggio sono i seguenti: scuola di equitazione; passeggiate a cavallo; pensione per cavalli; trekking; noleggio di cavalli. Se si è dotati di intraprendenza e fantasia, se ne possono aggiungere altri anche in base alle esigenze ed alle preferenze espresse dai clienti. Si tratta di: attacchi, scuola di attività agonistiche, equitazione di campagna, attività con pony, volteggio, doma e addestramento dei cavalli, stage di preparazione patente, posta per cavalli in transito, insegnamento delle fondamentali nozioni di veterinaria, mascalcia e cura del cavallo, ippoterapia o riabilitazione equestre; horse ball, turismo equestre, trekking, ecc. Insomma è possibile spaziare in un mondo senza confini, se non quelli della fantasia, per realizzare una propria attività professionale, facendo degli investimenti che si rivalutano nel tempo. Avviare un centro ippico, che prevede anche l’acquisto delle strutture e degli immobili, può essere un buon affare. Spesso questo tipo d’attività sono a conduzione familiare, questo significa riduzione dei costi gestionali e incremento dei profitti. Infatti, se si acquista un centro ippico, spesso si risolve anche la problematica dell’abitazione. Il tutto parte dalla passione, che dev’essere il volano di quest’attività. Senza questo sentimento è inopportuno intraprendere questo percorso lavorativo che richiede abnegazione e sacrifici. Se c’è la passione, il sacrificio diviene piacere e l’impegno profuso non pesa perché cresce la motivazione. Non è necessario possedere un’esperienza specifica con i cavalli. È possibile creare delle sinergie iniziali che permettano il superamento delle lacune, un po’ di studio e le prime esperienze superate, permettono di ottenere dei soddisfacenti risultati. Uno degli aspetti importanti consiste nel sapersi integrare nel territorio e non rimanere chiusi nel proprio Io. Relazionarsi con i vicini, con le amministrazioni locali, con le associazioni locali, far riferimento ad organizzazioni serie e dalla collaudata esperienza, sono tutti passaggi fondamentali per svolgere un buon lavoro. Anche la locazione ha la sua valenza. Ogni località d’Italia possiede delle risorse inestimabili, la capacità del buon cavaliere e titolare d’azienda, consiste nel sapersi trasformare anche in buon manager e valorizzare il territorio circostante, per le sue passeggiate. Certamente non sono tutte rose e fiori, i cavalli vanno accuditi durante tutto l’anno, sono alla nostra completa mercé per loro qualsiasi bisogno, dobbiamo provvedere con il veterinario, con il maniscalco, con lo stalliere, con l’istruttore. Tutte figure importanti in un maneggio, anche se non stabili, comunque rappresentano dei costi. Attraverso la pubblicità e il passa parola, la piacevole sensazione nel ritrovarsi nella natura a contatto con i cavalli è la stimolante motivazione affinché, una parte di quel milione di praticanti, venga a trascorrere qualche ora nel nostro centro ippico. Monica Garavaglia EDUCATORE ED EDUCATO: QUANDO AD INSEGNARE È L’ANIMALE Fin dai tempi antichi, gli animali domestici sono stati compagni inseparabili dei bambini e di persone con disabilità. Negli ultimi vent’an- ni una branca della psichiatria si è occupata in particolare delle valenze terapeutiche di questo tipo di rapporto. Gli animali inclusi sono tra i più vari, dagli uccelli ai rettili ai mammiferi e sono in genere piccoli animali che si possono tenere in casa. La valenza riabilitativa sta nella necessità dell’animale di essere accudito e nel fatto che nella presa in carico è necessario rispettare determinate regole e, come dicevamo nel paragrafo precedente, “comprendere” i comportamenti per decodificarli. Ciò facilita il processo di identificazione stimolando la presa di coscienza delle proprie capacità ed il senso di responsabilità. A tutto questo gli animali rispondono con un comportamento non verbale che può essere immediatamente decodificato anche in caso di difficoltà di comprensione. A questi principi generali vanno aggiunte le caratteristiche specifiche di alcuni animali che possono venir considerati animali d’elezione nella “terapia assistita con animali”. Così il cane se adeguatamente addestrato può divenire animale guida per soggetti ciechi, sordi, o tetraplegici, avendo una capacità di comprensione del linguaggio umano pari a circa venti trenta parole (come un bambino di tre anni). Il cane è particolarmente idoneo proprio per la sua “dipendenza” dall’uomo legata alle sue caratteristiche di animale da branco. In questo senso il cane può imparare a comportarsi da adulto impedendo o avvisando in caso di comportamenti non desiderati del soggetto disabile o da gregario eseguendo gli EQUITAZIONE ordini del padrone. È evidente che in questi casi deve sempre essere rispettata l’indole dell’animale in modo che questo sia sereno. Il fatto poi che gli animali non concepiscono il domani, ma vivono nel presente chiedendo solo rispetto per i loro bisogni primari, li rende compagni particolarmente idonei ad aiutare gli esseri umani a superare lutti, perdite o patologie invalidanti o progressive, stimolando nel soggetto la percezione di essere utile ed importante per qualcuno, senza creare l’imbarazzo che spesso si prova con chi non ha un domani. Per quanto riguarda il cavallo è necessario spendere qualche parola in più. Infatti il cavallo è stato utilizzato come strumento riabilitativo sia per le caratteristiche che ha in comune con tutti gli altri animali, sia per il fatto che è un animale che viene montato e guidato e che fornisce sollecitazioni di tipo fisico. Queste possono venir utilizzate in caso di deficit motori di diverso tipo per facilitare un intervento riabilitativo di tipo motorio. Accanto a questo aspetto c’è il fatto che il cavallo si muove normalmente in maneggio, che è uno spazio strutturato, dove ci si muove secondo regole precise e si richiede di rispettare un codice condiviso e funzionale. Tutto ciò favorisce l’acquisizione di elementi spazio – temporali spesso carenti nei soggetti con disabilità, e la presa di coscienza delle proprie capacità, grazie alla mediazione del cavallo e dell’istruttore, favorendo un ritorno d’immagine positiva per il soggetto disabile che progressivamente diviene abile. Tutto ciò ha fatto si che il cavallo sia stato spesso utilizzato come strumento terapeutico accanto alla riabilitazione ortodossa. È evidente comunque che a compiere interventi di questo tipo debbono essere professionisti qualificati ed adeguatamente preparati. Sono poi presenti sul territorio nazionale numerosi esempi di situazioni in cui gli animali vengono impiegati con il ruolo di “assistenti” in attività ludiche o ricreative. Situazioni di questo genere vedono impiegati sia i cavalli che gli asini, ad esempio nell’ambito del turismo ricreativo per disabili, in cui animali appositamente addestrati possono contribuire a facilitare il superamento dell’handicap permettendo a tutti di usufruire di contesti altrimenti non condivisibili. Dott.ssa Susanna Spada CORSO PER OPERATORE EDA Quando un’attività didattica riscontra, dopo la creduto alla nostra proposta nata dall’esigenza più somministrazione di adeguati questionari sommini- volte manifestata dei nostri operatori e della nostra strati, una media di gradimento che supera l’80%, base associativa ma anche da quanti ogni giorno significa che le attività sono andate oltre le previ- dedicano agli altri la propria professionalità. sioni. I corsi dedicati per gli allievi che si sono voluti Nei giorni scorsi si è tenuta la manifestazione ci cimentare alle attività di formazione per Operato- chiusura che ha registrato l’intervento di Florindo re di base E.D.A. Equitazione per diversamente Buffardi e Norberto Ambrosetti rispettivamente Abili, organizzati dall’azienda speciale della Camera Presidente e Direttore di Innova, il Dr. Gianni Lisi di Commercio Innova e alla Coldiretti di Frosinone Direttore Coldiretti Frosinone, grazie alla supervisione di Sport Nazionale e al cen- Fiorenzo Pesce Presidente Sport Natro ippico La Staffa, hanno centrato l’obiettivo del zionale, Achille Iacovelli Fiduciario Regionale gradimento dopo aver superato quello dell’interes- Lazio Equitazione e del dinamico Luigi Iadecola se. Il livello di comunicazione delle materie, la meto- Presidente Centro ippico La Staffa. Presenti, inoldologia utilizzata, la gestione della didattica ed an- tre, i docenti che hanno contribuito a questo primo cora le infrastrutture e le attrezzature utilizzate per il apprezzato corso Dr. Riccardo Rigato Medico-Vetecorso, i temi trattati sono tutti aspetti che sono stati rinario, Dr. Benedetto Forlini Medico dello Sport, giudicati più che positivamente dai partecipanti. Dr.ssa Simona Brait Medico Psicologo. Unica richiesta maggior ore di psicologia materia La consegna degli attestati ai partecipanti ha sugche ha affascinato un po’ tutti e che, a parere di mol- gellato l’iniziativa che sarà certamente replicata ti, dovrebbe registrare un maggior numero di ore. nel prossimo futuro. Lo scopo di questo percorso formativo hanno rimar- LA SCHEDA: cato Florindo Buffardi, presidente di Innova, e Gianni Lisi, direttore della Coldiretti di Frosinone, è stato ALLIEVI: soprattutto quello di formare personale in grado di Battisti Irma, Cassano Mario, Cervone Maria Graprestare aiuto ed assistenza ai tecnici EDA, non- zia Cugut Cristina De Bernardis Morris De Santis ché di fornire le competenze necessarie per affron- Cristian Di Murro Eulalia Di Murro Roberta Iorio tare i livelli formativi superiori. Paola Lampazzi Enrico Mancini Maria Cristina Mo- Tra le finalità anche quella di dare una guida sicu- naco Fernanda Moretti Maria Concetta Mosetti ra in tema di tecnica equestre elementare di base, Maurizio Pelagalli Giorgia Pellegrini Massimiliano conoscenza del mondo del cavallo, pratica profes- Perella Tullia Primi Isabella Proia Antonella Torriesionale nel settore specifico dell’Equitazione per ro Pio Natale Torriero Valeria Vaggi Rolando Maria Diversamente Abili. Le mansioni e le competenze Varlese Roberta Vernile Federica dell’operatore di base EDA sono attività di volontariato come supporto al tecnico o all’Istruttore nella DOCENTI: preparazione del campo di lavoro, nella cura e con- Luigi Iadecola Presidente Centro ippico La staffa, duzione del cavallo, nella messa in sella. Dr. Riccardo Rigato Medico-Veterinario, Dr. Bene- “Lavorare in sinergia con le associazioni presenti detto Forlini Medico dello Sport, Dr.ssa Simona sul territorio ha detto Buffardi permette spesso di Brait Medico Psicologo, equitazione EDA Dr Claucolmare lacune dando risposte certe a quanti inten- dio Agnesio e Mauro Rizzetto. Direttore del corsodono formarsi in ambiti come questo molto delicati Dr. Achille Iacovelli. ed importanti. CONTENUTI DEL CORSO: Credo che anche in futuro si potranno programmare Tecnica equestre, Regolamenti, Normative per coazioni congiunte utili ad una reciproca soddisfazione stituire un’Associazione Sportiva Dilettantistica, in termini di attese soprattutto da parte dei giovani”. Psicologia, Ippologia, Equitazione di base teorico “Ringrazio Innova – ha detto invece Lisi – per aver - pratica, Governo della mano e conduzione del ca- 48 EQUITAZIONE vallo, esercitazione con allievi e simulazioni. DURATA DEL CORSO: Dal 22 maggio al 7 giugno. 40 ore + 16 di esercitazione ed esame finale SEDE DI SVOLGIMENTO: Innova - Via Marittima, 461 Frosinone (teoria) Centro Ippico la Staffa Aquino (FR) (Parte pratica ed esercitazioni). Al termine del corso è stato rilasciato ai 24 allievi sia il brevetto di Operatore di Base EDA riconosciuto da Sport Nazionale che l’attestato, con credito formativo per corsi superiori, di Special Olimpycs Italia (SOI Ente Benemerito del CONI). Barbara Segneri IL FUTURO ON-LINE È REALTÀ Nella formazione non esiste la parola fine, poiché è innato nell’uomo progredire nel proprio sapere. l’Università della terza età è l’esempio più calzante. Cosa stimola lo studio e l’impegno in persone che hanno concluso il loro ciclo produttivo e ormai devono solo godersi un meritato riposo? Una delle risposte è banalmente semplice: il piacere della conoscenza migliora la qualità della vita e ringiovanisce il fisico e la mente.Le motivazioni che spingono una persona ad investire nella propria formazione sono molteplici, approfondiamo la loro conoscenza e le opportunità delle funzioni on-line, che sempre di più stanno sostituendo le tradizionali. Oltre alla facilità di fruizione, i tempi li decide l’allievo, il sistema opera attraverso una triangolazione con quest’ultimo, il tutor e il docente. Per le qualifiche accreditate e qualificate, nella fase finale si aggiunge la commissione esaminatrice e, se necessario, l’azienda presso la quale si svolge lo stage. Questo è un ciclo completo, ma analizziamo le motivazioni. Ci si forma per: a) soddisfazione personale b) approfondire le competenze su un argomento c necessità lavorative d) sviluppare il proprio ambito e) ...... I primi due punti, a e b, sono soggettivi e servono per arricchire il proprio bagaglio del sapere, aumentare le competenze su una particolare questione, conoscere un argomento o ottenere una consulenza. La frequentazione non è mirata all’ottenimento di una qualifica per svolgere una professione, ma è stimolata da fini personali. L’attestato che si riceve a fine corso ha una funzione “ornamentale” se il percorso formativo termina. Può avere invece funzione “creditizia” se in un futuro le competenze acquisite sono spendibili e utilizzabili in altri percorsi formativi o successivi. Per chi ha invece necessità lavorative, attraverso la formazione on-line, può raggiungere la medesima equiparazione che avrebbe ottenuto con una formazione tradizionale. L’ultima tendenza nel campo dell’istruzione superiore può essere rivolta verso un percorso on-line per raggiungere un determinato livello. Ovviamente ci sono anche dei svantaggi, ma i vantaggi sono molto evidenti: •La maggior flessibilità negli orari, in pratica ci si può formare quando si ha del tempo, di contro, non essendoci obblighi, è necessaria una seria motivazione per la prosecuzione degli studi. L’apprendimento avverrà attraverso letture e discussioni nel forum, si entrerà in contatto con il Tutor, il cui compito consiste nell’assistere l’allievo per le sue necessità organizzative e pratiche. Si entrerà in contatto con il/i Docente/i, grazie al quale su svolgerà un percorso formativo già collaudato e con possibilità di assistenza nel caso di incomprensioni. •La maggior parte dei programmi rispecchiano quelli tradizionali e sono approvati dalle Istituzioni formative. Di conseguenza gli attestati ottenuti on-line, hanno la stessa valenza di quelli tradizionali. L’impegno sarà il medesimo che si deve impiegare in una classe tradizionale, ma con tempi nettamente inferiori. Trattandosi di un self-starter è sicuramente un plus. La maggior parte delle apprendimento sarà realizzato attraverso letture e discussioni pubblicati su un forum. •La totalità dei programmi è concentrata sull’essenziale, pertanto ci si impiega meno tempo a raggiungere il medesimo risultato della scuola tradizionale. • I costi on-line sono nettamente inferiori rispetto i costi tradizionali. • Molti istituti tradizionali riconosciuti (Università) e multinazionali la applicano con successo. Appare subito evidente che la formazione on-line, più correttamente definita e-learning, rappresenta una quota formativa in via di sviluppo esponenziale. Rispetto gli stessi insegnanti, come emerso dal Convegno di Genova sulle tecnologie didattiche, le proposte di e – learning si stanno moltiplicando. Rispetto all’edizione di TED dell’anno passato, le proposte, sia da parte dei privati (editori specializzati, agenzie di formazione) sia da parte delle istituzioni, sono almeno raddoppiate, come numero e come peso. Ad esempio, l’ultima e più importante iniziativa dell’INDIRE (ex BDP) riguarda addirittura 60.000 docenti neo immessi in ruolo. Non solo. Per la prima volta, nell’ambito di una grande iniziativa nazionale di formazione rivolta ai docenti, la quota di attività da svolgere online supera, in termini di ore previste, la quota da svolgere in presenza. Per di più quest’ultima FORMAZIONE diventa in certo qual modo funzionale alla prima, cioè concepita ed organizzata per far meglio funzionare l’attività dei corsisti in rete. È importante riflettere sul ruolo che la e-learning può svolgere a favore della crescita culturale e del pensiero innovativo nell’ambito del mondo della scuola e del lavoro. Sono evidenti a tutti i vantaggi strumentali che la formazione attraverso Internet porta con sé: maggiore e più veloce diffusione di idee ed esperienze di qualità su tutto il territorio nazionale (e internazionale), disponibilità illimitata nel tempo di contenuti, sempre aggiornati ed aggiornabili, disponibilità per un numero anche elevato di destinatari, possibilità da parte degli allievi di organizzare i propri percorsi di apprendimento in modo estremamente personalizzato ed adatto ai propri ritmi di vita. Ma non sono tali vantaggi strumentali, pur considerevoli, a costituire il vero valore aggiunto della formazione e-learning. Il nocciolo della questione sta infatti nel considerare quanto e come le concrete iniziative di formazione, e le relative scelte tecnologiche adottate, permettano e favoriscano una reale interazione tra corsisti, tra corsisti e materiali, tra corsisti ed eventuali tutor e/o autori dei materiali. Ci si deve chiedere se, ad esempio, un insieme di unità didattiche costituite da testi, suoni, immagini ecc., aggiornati ed aggiornabili, per il solo fatto di essere pubblicati sul web, quale valenza possono avere. C’è ancora una diffusa diffidenza verso Internet ma, attenzione, non è la rete ad essere messa sotto accusa, bensì i contenuto che possono essere, o meno, all’altezza. D’altronde in Italia la formazione a distanza con dispense cartacee e audiocassette (vedi il modello Radio Elettra) ha avuto il suo successo. Non sono i contenuti che cambiano, ma il metodo. Per certi versi, anche nelle aule tradizionali, le dispense sono sostituite dai libri e le audiocassette dalla lezione dell’insegnante. La novità dell’elearning consiste nel suo aggiornamento e correzione costante; quanti insegnanti lo fanno? Si può dire che le lezioni via web sono molto più reali, di quelle tradizionali. È evidente che la differenza qualitativa consiste nella possibilità da parte degli allievi, non solo di interagire in tempo reale con materiali, colleghi e tutor, ma di arricchire con il proprio contributo individuale la forma e la natura dei materiali stessi, partecipando così ad un processo sociale di costruzione (o ri-costruzione) della conoscenza. Già oggi si stanno programmando delle piattaforme di seconda generazione (pensate quanto sta correndo la tecnologia) dove l’interazione tra tutte le parti (allievi, tutor, docenti, istituzioni, istituti, aziende) diviene quasi reale. L’impressione è che si sia appena agli inizi di un nuovo modo di fare formazione e che questo, tra l’altro, preluda anche ad un nuovo modo di fare scuola. Scheda: Passaggi per la formazione professionale riconosciuta: a) La Regione individua una figura professionale, lo fa prestando attenzione alle normative comunitarie, affinché questa assuma una valenza europea. Individua anche contenuti, competenze e tempi di studio. b) L’Ente formatore accreditato, promuove la figura professionale in un contesto di corso riconosciuto e ne organizza l’esecuzione, attraverso la predisposizione di specifiche lezioni e-learning e test di verifica. c) Alle lezioni sono destinati Docenti che, nel rispetto dei contenuti individuati dalla Regione, sviluppano on-line le loro lezioni. d) La figura del Tutor diviene essenziale per raccordare le esigenze e le necessità di accesso tecnico del corsista, all’impianto tecnologico e di rapporti qualità/servizi. e) L’Allievo s’iscrive al corso e partecipa alla fase formativa in forma progressiva, affrontando test e prove definite dal docente. f) Un definito monte ore è possibile svilupparlo anche con Stage presso selezionate Aziende, dando esecuzione alla parte pratica. g) Una Commissione d’esame, accredita e costituita da terzi dell’ente e in alcuni casi anche da personale della regione, valuterà lo stato di conoscenza dell’allievo per l’assegnazione della qualifica professionale. MONICA GARAVAGLIA Riscatto laurea I lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi, i lavoratori iscritti ai Fondi Speciali di previdenza ed i lavoratori soggetti al contributo per il lavoro parasubordinato ( esempio: collaboratori coordinati e continuativi) possono riscattare gli anni del periodo del corso legale di laurea ai fini del computo dell’età pensionabile. Non vengono presi in considerazione gli anni “fuori corso”. I contributi da riscatto sono equiparati sono equiparati alla contribuzione obbligatoria sia per quanto attiene al diritto che per quanto riguarda la misura della pensione.Indipendentemente dalla data di pagamento, i contributi da riscatto vengono considerati come versati all’epoca degli studi. I periodi per i quali è possibile effettuare il riscatto sono i seguenti: • Corso legale di laurea; • Diploma universitario che si consegue dopo un corso di durata non inferiore a due e non superiore a tre anni; • Diploma di laurea, che si consegue dopo un corso di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni (corsi di laurea breve); • Diploma di specializzazione, che si consegue dopo la laurea ed al termine di un corso di durata non inferiore a due anni; • Dottorato di ricerca, che si consegue dopo la laurea e ha durate diverse secondo le specifiche disposizioni di legge; 04 50 FORMAZIONE • Sono riscattabili anche i periodi di studio per conseguire il diploma di tecnico di audiometria, fonologopedia e audioprotesi rilasciato da una scuola universitaria. Requisiti • Aver conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati; • Aver versato almeno un contributo settimanale all’INPS in qualunque momento della vita assicurativa; • I periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto chiesto in altri regimi previdenziali; Domanda • La domanda può essere presentata tramite uno degli enti di Patronato riconosciuti dalla legge, compilando l’apposito modulo “RL1”. Al modulo va allegato: Il certificato rilasciato dall’Università che attesti il conseguimento del diploma di laurea o il tipo di diploma (in caso si tratti di diploma universitario diverso dalla laurea) e gli anni in cui si è effettivamente svolto il corso legale di studi; • Il modello 01M/sost. Rilasciato dal datore di lavoro che attesta la retribuzione percepita al momento della domanda. Il riscatto può essere chiesto anche dai familiari superstiti che hanno diritto alla pensione di reversibilità . L’importo • Il riscatto della laurea comporta il versamento di una somma, definita tecnicamente riserva matematica, a copertura dell’incremento di pensione che deriva dal recupero degli anni di studio. L’importo del contributo da riscatto varia in relazione all’età, al sesso, al periodo da riscattare e alla retribuzione del richiedente. L’importo è calcolato dall’INPS sulla base della retribuzione media pensionabile riferita alla data della domanda. L’INPS invia al domicilio del richiedente i bollettini per il pagamento e comunica la somma da pagare. E’ particolarmente importante segnalare che il mancato versamento della prima rata nei termini indicati dall’INPS è considerato come rinuncia alla domanda. In caso di mancato pagamento di due rate consecutive la pratica si considera conclusa con l’accredito limitato ai contributi relativi al periodo per la cui copertura sono sufficienti i versamenti già effettuati. Qualora nel corso della dilazione sia presentata domanda di pensione, la quota di contributo ancora dovuta deve essere versata in un’unica soluzione. L’importo può essere pagato in un’unica soluzione o fino a 120 rate mensili (dieci anni) senza interessi. Il pagamento rateale senza interessi rappresenta una delle novità introdotte dalla legge sul welfare n. 247/2007, in vigore dal 1° gennaio 2008. Accanto al pagamento rateale un’altra novità importante è rappresentata dal fatto che la domanda dal 2008 può essere presentata anche prima dell’inizio dell’attività lavorativa. Pertanto a far data dal 2008 non solo non occorre attendere l’ingresso nel mercato del lavoro per richiedere il riscatto, ma il giovane laureato è tenuto solo al pagamento di un contributo fisso per ogni anno riscattato e soprattutto, a differenza di quanto accadeva prima della riforma, il pagamento è dilazionato in dieci anni senza interessi. Al giovane laureato senza contratto di lavoro il costo del riscatto è calcolato, non essendoci ancora reddito di riferimento, sulla base del reddito minimo dei commercianti che è pari ad . ____ per il 2009. Il contributo per ogni anno da riscattare si ottiene così applicando l’aliquota del 33% al minimale imponibile per artigiani e commercianti ( ___ per il 2009). Ogni anno costa pertanto . 4.560,00. Per coloro che sono in possesso di un contratto di lavoro per ogni anno da riscattare si deve pagare una quota pari al 33% della retribuzione media riferita alla data della domanda. Per coloro che invece si trovino senza occupazione ma abbiano avuto precedenti esperienze lavorative, è possibile determinare il costo del riscatto risalendo alla contribuzione versata negli ultimi 12 mesi, o in periodi inferiori, se si è lavorato per meno di un anno. Il ricorso • Nel caso in cui la domanda di riscatto di laurea venga respinta, il richiedente può presentare, tramite le sedi del Patronato, ricorso all’INPS in carta libera, entro 90 giorni dalla data di ricezione della lettera con la quale si comunica il rifiuto. Si riassumono le principali novità apportate dall’anno 2008. Mentre prima dell’entrata in vigore del D.lgs. 184/1997 il riscatto era utile solo ai fini dell’importo della pensione, oggi è invece valido sia ai fini dell’importo della pensione che dell’anzianità contributiva. Infatti i contributi da riscatto .... Un’altra novità importante è rappresentata dai benefici fiscali che comporta il riscatto della laurea.Infatti mentre prima il costo del riscatto poteva essere detratto solo dal reddito dell’interessato, ora se il soggetto è privo di reddito tassabile il costo del riscatto può essere detratto dall’imposta dovuta dalle persone di cui egli risulti fiscalmente a carico (ad esempio i genitori), nella misura del 19% dell’importo stesso. Altra novità positiva riguarda coloro che hanno conseguito due lauree ed è rappresentata dalla possibilità di riscattare anche 8 o più anni di studi universitari se il periodo non è coperto da assicurazione e se la domanda è stata fatta dalla data del luglio 1997. Anche per coloro che hanno invece effettuato il passaggio a nuovi corsi di laurea è prevista la possibilità di ottenere il riscatto del nuovo corso di laurea. 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