INCONTRI FORMATIVI
SULL’ACCOGLIENZA e SUL GRUPPO
Il bambino che viene accolto e il
bagaglio che porta: ricchezze,
difficoltà, emozioni…
THE BLIND SIDE
• Il film racconta la storia vera di Michael Oher, famoso giocatore
di football americano di ruolo offensive teackle: il compito di
questo giocatore è quello di proteggere il quarterback dai
placcaggi degli avversari, che cercheranno di bloccarlo
attaccandolo dai lati che il quarterback non può vedere (i blind
sides appunto). Oher è un diciassettenne senzatetto rimasto
orfano di padre e con una madre dipendente dal crack da cui è
stato separato ancora piccolo. Il ragazzo è ospite per qualche
tempo dal padre di un suo amico, il quale però non sarà fortunato
quanto Michael e morirà anni dopo durante una sparatoria nel
quartiere malfamato da cui proveniva. Nonostante i problemi
economici, il presunto scarso quoziente intellettivo e la
bassissima estrazione sociale di provenienza, il ragazzo riesce ad
iscriversi a scuola grazie all'intercessione del coach, amico del
padre del compagno di Michael, ma l'adattamento tra i compagni
risulterà molto difficile a causa dalla sua profonda introversione,
della sua notevole stazza e delle condizioni in cui vive (è talmente
povero che non ha nemmeno un ricambio per gli abiti che ha
indosso). Un giorno il ragazzo viene notato dalla benestante
famiglia Tuohy; la signora Leigh Anne prende a cuore la sua
vicenda e decide così di adottarlo, aiutandolo negli studi e nello
sport. Grazie alla nuova famiglia e ai nuovi amici, Michael riuscirà
infine a realizzare il suo sogno di diventare un giocatore
professionista di football americano.
IL BAMBINO…
…I SUOI BISOGNI E LE SUE EMOZIONI
IL BAMBINO
E I SUOI BISOGNI
• Bisogni fisiologici
(fame, sete, sonno…)
• Bisogni educativi
• Diritto
all’istruzione
• Diritto alla salute
• Bisogno di
socializzazione
IL BAMBINO
E I SUOI BISOGNI
Bisogno di amore, di dipendere
da qualcuno, di contare per
qualcuno
Bisogno di sicurezza, di
protezione e di rispetto
Bisogno di autonomia, di
assumere una posizione
relativamente indipendente
rispetto ai genitori
IL BAMBINO
E I SUOI BISOGNI
Bisogno di essere apprezzato e valorizzato per quello
che fa, in modo da crescere con una buona autostima
• Bisogno di coerenza, costanza, autenticita’
• Bisogno di manifestare il disagio
• Bisogno della rilettura degli eventi
•
IL BAMBINO E I SUOI BISOGNI
• Bisogno di venire accolto con la propria storia e la
propria famiglia
• Bisogno di mantenere una storia unitaria
Il BAMBINO che arriva in
famiglia…
• Potrebbe avere delle
carenze affettive che
lo portano a stabilire
rapporti affettivi non
equilibrati (troppo
distaccati o troppo
richiedenti)
• Potrebbe avere
aspettative di
inclusione nella
famiglia ospitante
Il BAMBINO che arriva in
famiglia…
• Potrebbe arrivare da
una famiglia che gli
ha garantito affetto
e cure amorevoli
• Potrebbe arrivare da
una famiglia
maltrattante
• Potrebbe arrivare da
un istituto o
comunità
Cosa dicono gli studi psicologici sui
bambini deprivati
• Quando il bambino è privato di cure materne
stabili e continuative nella prima infanzia il suo
sviluppo fisico, cognitivo e sociale è sempre
ritardato.
• Ciò che è essenziale per uno sviluppo normale è
l’esperienza di una relazione calda e affettuosa
con la madre o un suo sostituto (madre come base
sicura)
• Tutte le separazioni dalla madre, temporanee o
più prolungate, possono comportare problemi nello
sviluppo successivo
• I bambini cresciuti nelle istituzioni non possono
avere uno sviluppo normale
• La permanenza in istituto nei primi anni di vita
provoca serie conseguenze sul piano emotivo e
comportamentale
Cosa dicono gli studi psicologici sui
bambini deprivati
•
•
•
•
•
•
I bambini istituzionalizzati:
Sono maggiormente orientati verso l’adulto e alla costante
ricerca della sua attenzione
Sono meno capaci di stringere rapporti con i coetanei
Vengono forzatamente privati delle normali interazioni con
l’ambiente familiare e sociale
Si adattano presto alle logiche dell’istituzione, sviluppando una
personalità passiva
Sviluppano comportamenti caratterizzati da aggressività e
incapacità di reggere le frustrazioni
Mostrano un ritardo nello sviluppo psicoaffettivo e una scadente
stima di sè
Alcuni consigli
• Ricordiamoci sempre che
l’accoglienza temporanea
non è una accoglienza a
lungo termine
• Non promettiamo al
bambino cose che non
siamo sicuri di poter
mantenere
• Cerchiamo di non
esagerare con troppe
dimostrazioni d’affetto
che possono confondere
Il BAMBINO che arriva in famiglia…
• Arriva da un paese lontano, possiede una
cultura diversa dalla nostra, una lingua e
un’alimentazione diversa dalla nostra
• Ha sperimentato modelli familiari ed
educativi diversi da quelli italiani
• Potrebbe aver vissuto traumi,
maltrattamenti, trascuratezza,
abbandoni
LA COMUNICAZIONE QUANDO SI
PARLANO DUE LINGUE DIVERSE
• Quando il bambino che entra
nella nostra famiglia parla
una lingua diversa dalla
nostra dobbiamo fare in
modo che la comunicazione
sia possibile ed efficace
• E’ importante essere
consapevoli di come
comunichiamo e cercare di
utilizzare un linguaggio
chiaro, semplice, lineare
• E’ importante curare il
linguaggio non verbale
La comunicazione non verbale
Una comunicazione efficace
dipende solo per il 7% dalle
parole, ma per il 93% viene
veicolata dai fattori di
comunicazione non verbale.
Possiamo comunicare
attraverso:
• L’espressione facciale
• Il contatto visivo
• Il gesticolare
• La postura
• Il tatto
• La posizione del nostro corpo
nello spazio
• Se un bambino non
comprende la nostra
lingua baserà la sua
interpretazione delle
situazioni sulla nostra
comunicazione non
verbale, sulle nostre
espressioni facciali, il
nostro modo di
gesticolare
• Ricordiamoci che non
potrà capire battute
scherzose, ironia e
sarcasmo
• Cerchiamo di
comunicare con le
parole in maniera
coerente alle nostre
espressioni facciali
Gesticolare
• Ricordiamoci che il
nostro modo di
gesticolare,
tipicamente italiano,
può non essere
compreso nelle altre
culture
Il contatto
• Il contatto fisico è
molto importante con i
bambini per
comunicare affetto,
accettazione, sostegno
• Usiamo il contatto
fisico con
moderazione, non
diamo per scontato
che sia gradito, il
bambino potrebbe non
essere abituato o
viverlo con disagio
• Il contatto oculare ci
può aiutare per
catturare l’attenzione
del bambino e per
veicolare un messaggio
importante usando le
parole, gli occhi, tutto
il nostro corpo
L’intonazione
• Se usiamo toni troppo
alti, se parliamo
troppo velocemente,
se comunichiamo con
un tono aggressivo o
ansioso, i bambini
potrebbero percepire
il nostro messaggio
come una minaccia o
una critica
Impariamo a parlare il LINGUAGGIO
DELLE EMOZIONI
• Impariamo a leggere
le nostre emozioni e
a dare loro un nome
• Potremo così
riconoscere le
emozioni dei bambini
• È il primo passo
verso l’EMPATIA,
ovvero la capacità di
mettersi nei panni
dell’altro
L’intelligenza emotiva
• La nostra società valorizza
molto di più la razionalità a
discapito dell’emotività
• Abbiamo un alfabeto molto
più ricco per esprimere
contenuti razionali e invece
molto limitato per esprimere
le emozioni
• Le nostre comunicazioni sono
però molto più influenzate
dalle emozioni che non dalla
razionalità
• E’ più facile dare nome ad una
emozione che vediamo che
non dare un nome ad
un’emozione che proviamo
Diamo un nome ALLE EMOZIONI
GIOIA
TRISTEZZA
PAURA
RABBIA
DISGUSTO
Sappiamo riconoscere le emozioni
del bambino?
Il bambino e le sue emozioni
PAURA DELL’IGNOTO
NOSTALGIA
SENSO DI PRECARIETA’
CONFUSIONE
PERDITA DEI
RIFERIMENTI
• INADEGUATEZZA
•
•
•
•
•
• DESIDERIO DI
INCLUSIONE
• CURIOSITA’
E LE NOSTRE EMOZIONI?
Le sappiamo riconoscere?
UNA PAURA
UN DESIDERIO
L’IMPATTO DELL’AFFIDO SULLA COPPIA
LE EMOZIONI IN GIOCO
• Desiderio di
amare
• Desiderio di
inglobamento
• Desiderio di
salvare
•
•
•
•
Paura di soffrire
Rivalità
Gelosia
Sensazione di
venire usati
L’IMPATTO DELL’AFFIDO SUI FIGLI
E’ importante che la scelta
dell’affido venga
condivisa con i figli
naturali in un
atteggiamento di ascolto
empatico che permetta
di comprendere i bisogni
dei figli, le loro capacità
di accoglimento e le loro
paure
La scelta dell’affido non
deve creare
discontinuità nel
progetto educativo
familiare già esistente
L’IMPATTO DELL’AFFIDO SUI FIGLI
LE EMOZIONI IN GIOCO
• Accoglienza
• Affetto
• Collaborazione
• Gelosia
• Rabbia
• Rifiuto
ALCUNI SUGGERIMENTI....
• coinvolgere i propri
figli nella scelta
soprattutto se
grandicelli
• chiarire spazi e
confini
• creare uno spazio di
ascolto e di
rassicurazione
ALCUNI SUGGERIMENTI…
• nella vita quotidiana
fare richieste simili e
dare diritti e doveri
simili per tutti i figli
• cercare di evitare le
gelosie dedicando del
tempo preferenziale per
ogni figlio
• confrontarsi sulla nuova
organizzazione familiare
ALCUNI SUGGERIMENTI…
• nei conflitti cercare di
essere imparziali, aiutare i
piccoli a trovare soluzioni
adeguate e a scendere a
compromessi
• dare punizioni adeguate ma
proporzionate al danno e
alla situazione
• soprattutto nei primi
tempi osservare
attentamente le
interazioni tra figli
naturali e bambini accolti
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2 incontro IL BAMBINO - Associazione San Matteo Onlus