4 Ambrogio
immagine clou della moL’ stra
esposta al palazzo
della Ragione di Milano («Arte e omosessualità. Da von
Gloeden a Pierre et Gilles») dipinti, sculture e fotografie di
150 autori che raccontano un
secolo di iconografia gay - è un
semplicissimo nudo maschile
incatenato e di schiena, particolare tratto da una bella istantanea di Pierre et Gilles. «Qualunque storico dell’arte e qualunque buon cattolico - chiosa
MARTEDÌ 10 LUGLIO 2007
L’ARTE GAY E LA PESTE DEL DUEMILA
il Corrierone nella sua edizione di ieri, presentando la retrospettiva fortemente voluta dall’assessore alla Cultura Vittorio
Sgarbi - la riconoscerà immediatamente come un’immagine
di San Sebastiano, una delle
più riprodotte nell’arte sacra».
San Sebastiano che diventa un
efebo nudo già a partire dal
XV secolo, in tempi di riscoperta dell’antichità pagana (Sebastiano era un militare al ser-
DEMOCRATS. VERSO LE PRIMARIE
Cresce l’onda ds pro-Letta
«Dà più garanzie al Nord»
vizio di Diocleziano e poiché
aiutava i cristiani, fu a sua volta condannato). Nel Rinascimento, trafitto per lo più dalle
frecce, anche se in realtà morì
fracassato da colpi di bastone,
fu raffigurato da tantissimi
grandi: Botticelli, Mantenga
fino a Guido Reni che, «nel
Seicento - prosegue il “Corsera” - ne diede l’interpretazione
più gay: un magnifico adolescente nudo, legato e inerte, il
Un impegno concreto:norma-
lizzare la specificità ambrosiana.
Naturalmente è sempre scivoloso, e probabilmente banalizzante,
leggere possibili avvicendamenti
di ruoli e persone in maniera
strettamente politica o in chiave
di cordata culturale. Epperò
mentiremmo se non dicessimo
che,almeno a sentire alcuni interlocutori accreditati, la pressione
d’Oltretevere sulla curia milanese, culla ed epicentro di un cattolicesimo democratico inflaccidito
da anni in cui il laicato, il tessuto
vivo delle associazioni, produce
meno personaggi, meno capacità
di proselitismo e meno fatti importanti, starebbe montando da
un po’. Quasi a voler riattualizzare il vecchio bipolarismo MartiniRuini che ha attraversato la Chiesa italiana praticamente per tutto
l’ultimo ventennio: un’ala culturalmente più attenta alla complessità della società civile; una
corrente politicamente più interventista. Bene. Oggi alla Cei la
continuità ruiniana è sostanzialmente garantita da Angelo Bagnasco. Mentre alla guida della
diocesi ambrosiana, la più grande
del mondo per dimensioni (5 milioni di popolazione, 1.100 parrocchie, 2 mila sacerdoti), prestigio e qualità del ruolo, c’è da ormai un quadriennio buono, Dionigi Tettamanzi. E il dualismo,
seppur su basi meno equilibrate,
sembra riproporsi.
Ma facciamo un passo indietro. Quella ambrosiana resta una
corpo sensuale, non guastato
nemmeno da una freccia, gli
occhi in languida estasi». Già.
Chi si scandalizza, forse non
sa che il santo è un’icona gay:
non solo perché rappresenta il
canone di una bellezza efebica, ma anche perché proteggeva contro la peste e dunque
oggi viene invocato dai malati
di Aids, «la peste del duemila», conclude il “Corriere”.
Scusate: ma il nesso quale sa-
Ambrogio
MARTEDÌ 10 LUGLIO 2007
rebbe (tanto più in giorni in
cui ci sono appena state roventi polemiche tra amministrazione comunale e organizzatori del festival sul cinema
gay, a cui palazzo Marino da
quest’anno ha tolto i finanziamenti)? Forse si voleva dire
che l’Aids è la malattia dei
«froci», per dirla elegantemente con l’ex presidente aennino della regione Lazio, nonché ministro della Sanità.,
Francesco Storace? CHIESA. LE DIFFICOLTÀ DI TETTAMANZI
DI M ARCO A LFIERI
Il cattolicesimo democratico boccheggia
La Cei vuole una curia meno martiniana
lberto Savinio non cessa di
A stupire.I
suoi “Scritti dispersi”
sono una vera miniera di idee, paragonabili soltanto al genio leonardesco, o forse a quello di un
Paul Valéry.Leggevo giorni fa uno
degli ultimi,“Solo su una barca in
altissimo mare”, apparso in origine sul “Corriere d’informazione”
del 12-13 marzo 1952. Savinio si
domanda quale sia la condizione
del nostro tempo,soprattutto in relazione all’arte. Questa, nella sua
forma classica, si ispira al bello
sulla gente. Una rupture che potrebbe ripetersi nella cattolicissima Brescia l’anno prossimo,la cui
miccia è rappresentata dal fenomeno invasivo dell’immigrazione
extracomunitaria e della sua percezione popolare. Un fattore che
investe integralmente la dimensione identitaria di un Nord esposto al vento globalista in cui la famiglia viene vissuta come presidio identitario basico all’avanzata
dell’immigrazione islamica.
Il che, per contrasto, non fa
che enfatizzare il profilo di un
Lombardoveneto incalzato dall’attivismo del Vaticano e della
Cei nuovo corso di Angelo Bagnasco, che sembra letteralmente sbriciolare la vecchia boccheggiante tradizione di cattolicesimo democratico da sempre egemone in questi territori ma improvvisamente afono di parole forti, concrete, popolari
e di presa valoriale sulla società di base (non è
un caso che in Padania i tanto discussi Dico sono
stati un boomerang elettorale incredibile). Anche
per questo, normalizzare la chiesa ambrosiana in
crisi di identità e
vocazioni potrebbe essere una tentazione irresistibile per Oltretevere. I diellini pro Enrico Letta tura, ad esempio Letta…».Anche
diocesi sterminata: i 22 anni di Guzzetti. Mentre oggi il vero uo- lano in Curia parlano di un paio
pronti a rompere l’indicazione perché il malumore verso veltromagistero Martini hanno lascia- mo forte in diocesi è don Gianni di avvicendamenti tra gli strategipartitica a favore di Dario Fran- niani doc, come il consigliere Roto in eredità una chiesa profon- Zappa, ex direttore dell’Ufficio ci vicari episcopali della diocesi.
cheschini si conoscono: circa metà berto Placido, monta ormai da
damente cambiata in cui il suo Comunicazioni Sociali e da qual- Due-tre persone meno allineate
partito in Lombardia, con tanto di qualche settimana, in terra piecammino pastorale aveva perso che mese «moderator curiae». Il al tradizionale martinismo. Mencoordinatore regionale, Guido montese. Certo, è difficile fare oula carica degli inizi, l’unicità della che ci porta a dire che quello di tre qualcuno si azzarda addirittuGalperti;la rete del presidente del- ting apertamente: dalla Turco a
sua personalità. E in cui i cinque Tettamanzi è essenzialmente un ra a non escludere che anche don
le Comunità montane italiane,En- Violante a Fassino a Damiano a
vescovi ausiliari hanno via via fa- martinismo light senza il carisma Gianni Zappa, in quota Martini
rico Borghi, in Piemonte; pezzi di Chiamparino, metà establishment
ticato,negli anni,a coprire tutto il del predecessore. Una linea ec- da sempre, potrebbe entrare nel
Margherita veneziana e vicentina dell’attuale Quercia è sabaudo.
lavoro sul territorio. Tettamanzi clesiale che ritiene sia ancora il risiko (diverso e più defilato il tocapitanata da Marco Stradiotto Tuttavia la fronda avanza sottile.
arriva e raccoglie questa realtà. tempo di una Chiesa votata al to Monsignor Ravasi, prefetto
nel Veneto;e il presidente Dellai a «E potrebbe rinforzarsi, specie se
Non riesce a cambiare subito il dialogo sempre e comunque e della biblioteca ambrosiana, da
Trento. Ma dei diessini per Letta? Letta esprimesse una candidatura
vicario generale (monsignor magari disposta anche a fare due anni dato per partente:prima
Eppure ce ne sono al Nord,specie capace di rompere le vecchie gabGiovanni Giudici,oggi vescovo a compromessi con le istanze del a capo della diocesi di Loreto, poi
bie, sia politicamente
tra i quadri e le seconPavia), ma quando lo fa, sceglie mondo cosiddetto laidi quella di Assisi, e
che in chiave generade linee con forte pre- un personaggio troppo super co. Certo Martini era adesso dato per papazionale», ragiona una
sa sul territorio. Stanpartes: Redaelli, già avvocato più austero, ieratico,
bile addirittura in VaAumenta il
Probabili
fonte accreditata.
no aspettando tutti la
della Curia. E questo per dire intellettuale; l’ex veticano, al posto del
consenso per lui
avvicendamenti
Lo stesso vale per
mossa coraggiosa del
che fin da subito,i suoi passi sem- scovo di Genova ha
cardinal Poupard).
la Quercia veneta: se
sottosegretario. «L’ocbrano un po’ timidi.
Un takeover ectratti più giovannei, è
in chiave
tra i vescovi
infatti il viceministro
casione della vita», coSoprattutto la partenza del- più popolare, più coclesiastico rinforzato
anti-Veltroni
della diocesi
Cesare De Piccoli si è
me commenta qualcul’ex vicario generale Giudici è municativo, più interanche dalla congiunschierato apertamente
no,per spronarlo.Tutta
stata una grossa perdita per la no alla dottrina sociatura politica degli ulticon Veltroni, e con lui
gente che dopo il forCuria. Era lui il vero uomo mac- le della chiesa, ma
mi anni. Ultimo caso
fait ufficiale di ieri di Pierluigi Ber- Naccarato, mentre il bersaniano
china di Martini, e questo ha in- sempre di continuità si tratta.
emblematico, la presa di Verona
sani sembra pronta a convergere Andrea Martella almeno ufficialdebolito il legame con il territorio
Dunque è in questo scenario da parte del centrodestra, dove il
sul gemello democrat. Soprattutto mente se ne sta coperto,Luigi Coe con gli strategici ambienti fi- debole che s’inserisce l’offensiva neosindaco leghista, Tosi, ha straperché non convince lo spirito del- piello, segretario della Cisl di Vinanziari cattolici ambrosiani: si culturale Cei in corso da tempo, e vinto attaccando in lungo e in larla lettera/rinuncia del ministro ds: cenza ma diessino doc, non usa
pensi al Circolo di Cultura etica e che presto potrebbe tradursi in go la Curia e il suo buonismo ver«Dai, è palesemente indotta», at- mezze parole.«Averne di Veltroni,
finanza di Angelo Caloia, Luigi una mini infornata di nuove no- so rom e immigrati, che in una
tacca Carlo Porcari, consigliere re- nella condizione in cui siamo oggi.
Campiglio e Giancarlo Galli che mine più amichevoli. Da settem- città tradizionalmente cattolica e
gionale lombardo della Quercia, Tuttavia sui temi socioeconomici il
si riuniva mensilmente alla Fon- bre infatti (Benedetto XVI è in moderata come Verona, ha semuno dei diessini più critici verso il suo profilo tradisce ben più di una
dazione Cariplo di Giuseppe vacanza), indiscrezioni che circo- pre avuto una presa fortissima
pensiero unico pro Veltroni. «Evi- perplessità. Fare il sindaco è diverdentemente è prevalsa la logica so che fare il premier. Letta sui tegovernativa del fare quadrato,il ri- mi nordisti dà più garanzie». Alleanze sottotraccia in vista? «Beh,
chiamo della foresta».
POLLUTION CHARGE. E L’ESEMPIO DI LONDRA DI MAURO BOTTARELLI sono altrettante scommesse con il
In effetti Porcari non rispar- i Ds a Vicenza ufficialmente ap- Insomma, Milano non sarà
mia nemmeno i suoi compagni poggeranno Veltroni, però, dietro Londra, ma anche sotto la Madestino. Insomma, il traffico è diulivisti del Nord, «molti dei quali le quinte, chissà… E lo stesso po- donnina entrerà in vigore la polminuito ma non certo sconfitto.
bersaniani trasformatisi nello spa- trebbe accadere nel veneziano. lution charge, versione ambrosiaIn compenso sono due i risulzio di un mattino in veltroniani a Come me - ammette - c’è ne sono na della congestion charge voluta artigiani. «Comunque sia è un ini- e una di dodici milioni: soprattut- Court nel West End e scendere a tati ottenuti: aumento delle entra24 carati. A cominciare da certi a decine di quadri sul territorio dal sindaco Ken Livingstone per zio», ha dichiarato il verde Mauri- to partendo dal presupposto che King’s Cross, attraversando tutto te e soprattutto aumento dell’utientrare nel centro della capitale zio Baruffi. Insomma, tutto som- Milano ha tre linee della metro- il centro della città con treni che lizzo dei mezzi pubblici, cinque
onorevoli pedemontani, fino ad pronti a sparigliare».
E Letta, il gran protagonista? britannica in automobile. Il prov- mato quasi un successo bipartisan politana e Londra ne ha dodici a passano ogni tre, quattro minuti milioni di utenti al giorno. Solo
arrivare ai vertici ed ex vertici regionali, per cui la scelta di Bersani «Enrico dovrebbe sciogliere la ri- vedimento, passibile di qualche per la giunta Moratti.
cui si sommano le ferrovie legge- massimo, dalle 5.45 del mattino a nella prima settimana di introduMa è proprio vero che, sem- re, la Docklands Light Railway, e dopo l’una di notte.
sarebbe giusta e coraggiosa». Per serva tra qualche giorno, appena cambiamento, contempla la creazione della congestion charge il
non dire di Penati, «che addirittu- dopo la definizione delle regole zione di 41 varchi (più due per il pre citando Baruffi, «Milano non quelle nazionali su Paddington e
La congestion charge, poi, è numero di persone che ha optato
ra propone una lista del Nord a per le primarie», abbozzano i suoi trasporto pubblico, uno in Piazza è Londra»? Ovviamente sì. Pri- Victoria Station.
stata sostanzialmente una mossa per il bus è aumentato del 9,5 per
sostegno del sindaco di Roma». fedelissimi. Per dire: ieri doveva XXIV Maggio e uno in Corso Ita- ma di tutto perché la congestion
Usare l’auto, quindi, è più un propagandistica a livello ambien- cento e il tempo di attesa alle ferIntendiamoci, prosegue Porcari, partecipare al seminario milanese lia) lungo tutta la cerchia dei Ba- charge costa molto di più, da un lusso che una necessità in una me- tale ma soprattutto molto furba mate è diminuito del 23 per cento.
«non ho nulla contro Veltroni. Il di Italianieuropei,che avrebbe cer- stioni, con telecamere che legge- minimo di 8 a un massimo di 10 tropoli dove spostarsi con i mezzi per fare cassa. Partendo al matti- Il dilemma da porsi, forse, è proproblema è che ci stiamo mo- tificato quantomeno la non ostilità ranno le targhe e tre variabili di sterline al giorno, a seconda che pubblici è rapido e, nonostante no da Old Brompton Road e prio questo: dato per scontato che
strando incoerenti rispetto a un’o- alla sua candidatura di alcuni am- pedaggio: 2, 5 e 10 euro, in base a si paghi prima delle 22 del giorno tutto, economico. Già, proprio co- scendendo lungo Knightsbridge la pollution charge farà diminuire
perazione che dovrebbe essere di bienti dalemiani lombardi. Ma poi quanto inquina il veicolo in que- successivo di utilizzo. Secondo, sì. Il mito della metropolitana ca- in direzione Hyde Park la colon- un po’ il traffico e aiuterà il Comugrande respiro. Il rischio, la com- meglio soprassedere, per ora, pri- stione. Per i residenti saranno di- perché anche a Londra sono pre- ra, infatti, è tale e va sfatato: con na di automobili e mezzi privati ne a fare cassa, il sistema di trapetizione,in questo modo finiamo ma c’è da chiudere la partita pen- sponibili abbonamenti da 40, 100 viste deroghe e non di poco con- quattro sterline si va dal terminal intervallata ai bus è e resta im- sporto pubblico milanese è pronper professarla a parole senza pra- sioni (anche per incassare credito e e 200 euro. Come anticipato qual- to: sono esentati dal pagamento i di Heathrow al centro della città pressionante: si va meno in mac- to ad affrontare la sfida? È in graticarla tra gruppi dirigenti.Ma una gradimento dentro la Cisl, che al che mugugno da parte di maggio- disabili, i veicoli a energia alter- in mezz’ora. E a chi contrappone china, lo si fa pagando e quindi fi- do di gestire un servizio in linea
candidatura solitaria, senza dialet- nord resta forte). Al contrario, il ranza e opposizione è da mettere nativa, i veicoli a nove o più posti a questa realtà il fatto che solo nanziando la municipalità, ma il con quello londinese,potenziando
tica e battaglia di idee e di leader- forfait di Bersani era scontato e in conto:An contesta l’estensione e i residenti nell’area della con- due fermate all’interno della zona traffico in centro resta pazzesco. dove serve e magari stimolando
ship,com’è pensabile possa rinfor- non preoccupa. «Non cambia nul- della tariffa d’ingresso agli euro 4 gestion charge (quindi la upper A costano altrettante 4 sterline, Lungo Piccadilly, poi, non è inu- l’utenza con convenzioni che scozare il processo costituente il Pd?» la - spiega un Letta boys - l’appog- a gasolio senza filtro e chiede che class) che paga il 90 per cento in basta rispondere che prendendo suale impiegare quindici minuti raggino anche l’inaccettabile coE poi, «sicuri che Veltroni sia il gio informale della rete di Pierluigi, sia ridimensionato l’aumento del meno del prezzo.Terzo, perché il una Oyster Card, l’abbonamento, per percorrere dieci metri: una stume del portoghese? Non sacandidato giusto per il Nord? Vo- nonostante la lettera, rimane assi- gratta e sosta, mentre i Verdi te- problema del traffico è difficil- la tratta viene a costare 1,50 ster- volta entrati a Piccadilly Circus, rebbe il caso di parlare di questo
glio vedere su Malpensa che farà: curato». Ancora qualche giorno e mono uno spropositato numero mente paragonabile tra una città line. Ovvero con circa 2 euro e 25 gettarsi in Regent Street, in Hay- invece che litigare sulle deroghe,
di deroghe per commercianti e di un milione e mezzo di abitanti centesimi si può salire a Earl’s market o in Shaftesbury Avenue tra l’altro non ancora decise? la difenderà o prenderà come se ne capirà di più. (m.a.)
sempre le parti di Fiumicino?».
Porcari non è un diessino solitario, in Lombardia, anzi. Guardano con interesse a una candidatura URBANISTICA. REPLICA A DE CARO: LA GARA NON È REGOLARE. PERÒ IL COMUNE PRENDE I SOLDI E SCAPPA DAL CONFRONTO DI SERGIO BRENNA
di Letta,sempre che costruisca una
squadra innovativa, mescolata e in
discontinuità con l’accordo oligarchico veltroniano, il consigliere regionale di Mantova,Antonio Viotto,il capogruppo in regione Beppe Caro direttore, debbo nettamen- quanto si aspettava: 523 milioni di Steccone, le nuove edificazioni e a to eventuali acquirenti. Il problema attuarsi il progetto Citylife (ma non
Benigni,un dioscuro di peso come te dissentire dalla valutazione euro anziché 250 posti a base d’a- sud-est il verde pubblico a ridosso più grave è la pesantissima corona di solo lui, anche molti degli altri proAntonio Panzeri, forte nella galas- espressa dall’architetto Maurizio De sta). Come dire che poteva ottenere degli edifici circostanti e preesi- edifici perimetrali a destinazione re- posti) la ignora e vanifica.
sia Cgil (anche se non ufficialmen- Caro nel suo articolo pubblicato quanto atteso con metà della volu- stenti, il Comune risponde che sidenziale, alti comunque 27-30 piaDa questo punto di vista il promartedì scorso su Ambrogio («Più metria illegittimamente assentita.
quella non è l’idea del vincitore-ac- ni, disposti a erosione del vecchio re- getto di Renzo Piano faceva un po’
te),e parecchi quadri di territorio.
Su tutto questo comunque valu- quirente, ma di un altro che non ha cinto e a ridosso di quelli circostanti meglio privilegiando gli orientaPassando dalla Lombardia al che i dibattiti sul lavoro delle archiPiemonte,dove la fronda è più sot- star serve un’idea sulla città nuo- terà il Tar, presso il quale pende un vinto l’acquisto dell’area e, quindi, alti 8-10 piani, e che verrebbero rea- menti NO-SE e ortogonali e contotraccia ma non per questo meno va»): il progetto approvato dal Co- regolare (questo sì) ricorso da par- non si può discuterne.
lizzati per primi data la più certa col- centrando (a differenza di tutti gli
Si può discutere solo dell’idea locazione sul mercato edilizio. L’im- altri che mettono la residenza sui
effervescente, tra la base diessina mune e proposto da Citylife per l’a- te dei cittadini dell’Associazione
di chi col più caro prezzo postazione generale del progetto co- bordi in edifici più bassi e il terziamonta insofferenza verso il centra- rea ex Fiera «ha vinto una regolare «Vivi e progetta un’altra
pagato alla rendita fon- me saprà bene De Caro è della ma- rio nelle torri alte) i volumi edificalismo democratico che fa capolino gara internazionale». Di regolare in Milano» che chiede il ri- diaria è divenuto padro- no non certo geniale di Pier Paolo tori in una piastra terziaria molto
dietro la candidatura Veltroni. quella gara (gestita privatisticamen- spetto delle prescrizioni
Nel progetto
ne anche delle idee sulla Maggiora, che ha bellamente igno- densa a NO, una sola torre residen«Siamo stufi delle oligarchie di te dalla proprietà dell’area) non c’è di legge (densità non suCitylife si
città e degli interessi dei rato la persistente indicazione della ziale al centro e tutto il verde sui
partito, fateci votare seriamente. stato nulla: né le quantità edificato- periori a 7 mc/mq e altezcittadini. Non le pare lo- miglior urbanistica milanese (Botto- bordi e a SE a ridosso degli edifici
Basta schemi da vecchio Pci, tutti rie e di attrezzature pubbliche (ri- ze non superiori agli edidimezzano gli
gico che questi non vo- ni-Terragni & Co,Nuova Fiera a preesistenti. È una base di discusobbedienti dietro al leader maxi- spettivamente doppie e metà di fici preesistenti e circospazi pubblici
gliano rassegnarsi ad una Lampugnano 1938; Albini-Pagano sione sull’impostazione insediativa
mo»,hanno denunciato l’altra sera quelle prescritte su tutte le altre aree stanti, se non si realizzatale assurdità?
in una manifestazione ds nell’asti- dismesse), comunicate da Fondazio- no tutti gli spazi pubblici,
& Co, Milano Verde 1937; De Finet- assai utile anche per sviluppare proDico poi a De Caro ti 1946-1952) sulla necessità di rio- getti diversi: tutti i volumi a NO, angiano. Raccontano poi che l’altro ne Fiera agli aspiranti acquirenti ben qui invece dimezzati).
L’aspetto più assurdo è che in che il problema principale di chi cri- rientare l’area dell’ex Piazza d’Armi che in edifici molto alti, tutto il vergiorno, in direzione regionale ds, il quindici giorni prima della delibera
consigliere regionale Rocco Lariz- comunale, né i criteri di selezione questa frenesia di privatismo nem- tica il progetto Citylife non sono i su cui si insediò la Fiera nel 1922 e de compattamente a SE. Ma sinora
za, ex segretario della federazione praticati tra progetti del tutto etero- meno le idee sono più oggetto di li- tre grattacieli e la loro maggiore o disegnata dal Beruto per astratta il Comune si è mostrato succube del
di Torino, dunque non propria- genei e in assenza di linee di indiriz- bero dibattito, come sarebbe in un minor bizzarria e gratuità di imma- simmetria col Cimitero Monumen- progetto selezionato da Fiera permente un peones, abbia detto che zo pubblico, in cui ha alla fine pre- confronto pubblico gestito dal Co- gine. Oltre tutto per quel che se ne tale rispetto all’asse di Corso Sem- ché pagava un pugno di milioni di
se c’è solo Veltroni candidato lui valso la massima contropartita eco- mune: se si chiede di privilegiare sa Ligresti e Lamaro hanno già la- pione, ma in difformità dai tessuti euro in più (480 contro 523). va al mare,«anzi in montagna».In- nomica per la proprietà fondiaria un’impostazione che concentri a sciato intendere che li realizzeranno urbani della direttrice Nord-ovest.
Politecnico di Milano
vece «se ci fosse un’altra candida- (che ha avuto comunque il doppio di nord-ovest, a ridosso del cosiddetto solo se e quando avranno già trova- Ora che quella indicazione potrebbe
Il traffico diminuirà, ma il servizio è adeguato?
Sull’ex Fiera chi ha vinto è solo il denaro, e ogni altro dibattito non è gradito
mentre quella moderna al brutto?
Forse né all’uno né all’altro, visto
che anche la situazione dell’umanità è radicalmente mutata nel corso del tempo. Un’unica fonte di
ispirazione non c’è, e nemmeno si
può parlare di un’arte comune.
Ma ecco il colpo di genio di Savinio,e la sua estrema consapevolezza delle cose: perché egli dice che
«l’infinita varietà di modi» dell’arte presuppone la «scelta» della
mente e la coscienza che non esiste
THE END. IL CELEBRE PENALISTA SI È TOLTO LA VITA NEL SUO STUDIO MILANESE. AVEVA 59 ANNI
PASSEPARTOUT
più un «mondo preordinato e da
prendere a modello». Tutti sentono, continua Savinio, che oggi
«ogni verità generale ci ha abbandonati;sentono che la verità ormai
sta nella soggettività e nel momento; sentono che ciascuno di noi è
solo in una barca in altissimo mare». Uomini comuni e artisti sono
accomunati da questa condizione
di solitudine creativa, che però
rappresenta l’inizio di qualcosa di
nuovo, una sfida da raccogliere. È
DI JACOPO TONDELLI
Corso Bovio, l’avvocato con la legge nel dna
Apparteneva a un’importante famiglia di legali. Seguì molti processi di Mani Pulite. Tra i suoi clienti, il “Corriere della sera”, la Fallaci, Dell’Utri e Ricucci
In un’elegante libreria a
due passi dal Tribunale, di
quelle che non vendono solo
codici ma soprattutto libri attenti al gusto, alle curiosità, ai
pruriti delle toghe di entrambi
i fronti, quando arriva la terribile notizia scende il gelo. «Ma
se l’abbiamo visto fino all’altro giorno... Quando non poteva venire lui mandava uno dei
suoi collaboratori» ricorda la
proprietaria guardando nel
vuoto. «Non è possibile, semplicemente non è
possibile». Nella
città più forense
d’Italia, e nel
paese più forense del primo mondo, i
passi di Corso
Bovio si notavano. Sempre.
In mezzo alla
selva di avvocati e praticanti - civilisti, penalisti, fiscalisti, d’affari
e così via che battono incessantemente il miglio quadrato che sta
attorno al Palazzaccio, Corso
Bovio era tra i pochi, i pochissimi, a non essere uno dei tanti. Dei tantissimi. Diventati
semplicemente troppi negli ultimi lustri, su una piazza che è
andata esplodendo in termini
d’iscritti all’Ordine, dopo che
gli anni caldi di Tangentopoli e
delle stragi avevano spinto
molti giovani agli studi di legge per emulare i Di Pietro e i
Falcone. Poi, siccome la strada
per la magistratura è lunga, i
concorsi sempre più rari, gli
ideali e le ideologie sempre
più flebili, ci si iscrive alla pratica forense, poi si vedrà. E si
finisce che arriva prima il tempo di fare gli esami da avvocato, e poi si ingrossano le fila dei
legulei appesi al proprio spicchietto di mercato. Col malcontento di chi piange la troppa concorrenza, da un lato, e di
chi, dall’altro, non può che lamentare l’inevitabile sottoccupazione: col titolo di avvocati
in tasca, e il lavoro da impiegato qualificato sulla scrivania.
In questo scenario professionale milanese, Corso Bovio
Che bel regalo ha fatto Marina Spada a Milano e a chi,abitandola e lavorandoci,ha la pazienza
di volerle ancora bene, anche
contro ogni ragionevolezza estetica ed esistenziale. Nel suo secondo film, Come l’ombra, nelle
sale dal 22 giugno, racconta una
storia dai tratti sfumati, cui mancano tanti tasselli, passaggi, spiegazioni e giunture. Poche settimane di una vita, in una serie di
volute disarticolazioni di dettagli
piccoli e grandi che non dispiace
o indebolisce il film, anzi gli consente un’essenzialità dei tratti,
delle atmosfere e delle ambientazioni in cui emerge Milano - sospesa tra i caratteri che la connotano inconfondibilmente, e la sua
vocazione da «città qualsiasi» - e
una generazione di trenta-quarantenni che per la metropoli si
muovono, si incontrano con una
punta di abituale indifferenza,
amandosi quasi sempre per una
sola notte, ma sempre attendendo che scatti la scintilla perduta.
Claudia, la protagonista,
manda avanti un’agenzia turistica, si occupa dei viaggi degli altri
mentre per la città seguiamo il
ha vissuto gli ultimi anni di dove gli avi esercitano con
una carriera di primo piano, successo la professione freuna di quelle che pochissimi quentando per generazioni i
penalisti possono vantare. Fi- piani alti del potere. Il bisnonno allo sparo di ieri, verso le no Giovanni è parlamentare
due di pomeriggio, e raccolto della sinistra repubblicana, il
dagli increduli collaboratori. nonno Corso insegna ProceA uno di loro, poco prima, dura Penale, il padre Giovanni
aveva dato una lettera da con- esercita la professione già a
segnare alla moglie dopo ulte- Milano. Unica eccezione, “periori indicazioni. Che sono ar- cora nera” della famiglia, lo
rivate nel tonfo sordo di una zio Libero, divenuto famoso
357 Magnum regolarmente come autore e paroliere della
denunciata, assieme ad alcune canzone napoletana. Titoli coaltre armi di cui era
me Signorinella, Rein possesso.
ginella e O paese
Nel modo più
do’ sole sono firma«Non mi piace
terribile, così, la vita
ti dallo zio del granla confessione
e la carriera di quede avvocato.
sto legale 59enne
È dal padre, income atto
sono finite ieri, d’un
vece, che Bovio apdi purificazione» prende la professiosol colpo al numero
13 di Via Podgora, a
ne negli anni rovendue passi dal tributi in cui difende Minale dove Bovio aveva co- chele Sindona e il Corriere delstruito nei decenni la sua gran- la Sera, cliente di cui anche il
de fama, accompagnata per figlio sarà poi rappresentante.
lungo tempo dall’immagine Laureatosi 23enne nel 1971,
dei suoi mustacchi ad àncora appena un anno dopo essersi
volutamente demodé. Forse iscritto come pubblicista alun omaggio a una tradizione l’Ordine dei giornalisti di Mifamiliare iniziata nell’Otto- lano. Sembrerebbe un dettacento tra la Puglia, terra d’ori- glio irrilevante, in una carriera
gine, e Napoli, città d’elezione, di legale come la sua, ma non
Mii…
Il sogno di Pippo, pioniere democratico. C’è un pensionato mingherlino di nome Pippo che da molti anni frequenta assiduamente le assemblee politiche milanesi. Porta sempre con sé piccoli opuscoli, che regala alle persone che via via incontra nelle sue peregrinazioni assembleari; opuscoli in cui commenta le cose del mondo,
del vivere quotidiano e della politica. In uno di questi libelli (“Storie vissute”), scritto 5 anni fa e distribuito nell’ultima assemblea cittadina dedicata al Partito democratico, Pippo descrive il suo sogno
politico: «Il nostro paese ha bisogno di una svolta. Bisogna costruire un modello di politica democratica che crei dibattito, fermento e
un nuovo modo di partecipare. Per questo mi sono creato un’utopia, un sogno: un nuovo paradigma in politica, un nuovo partito.
Inserisco qui il mio manifesto di questo partito, avendo il coraggio
di dargli anche un nome e incitando coloro che vi si riconoscono
a mettere da parte il passato e le differenze. Il suo nome è simbolo
di una parola che rievoca un valore storico consolidato: Partito democratico». E dopo questa premessa segue il Manifesto del partito auspicato da Pippo, nel quale i capitoli dedicati alla sua missione, ai suoi obiettivi e alle sue norme assomigliano in modo impressionante ai principi che oggi - 5 anni dopo la scrittura di quell’opuscolo - vengono dichiarati da chi sta lavorando al nascente Partito
Democratico. Onore dunque alle preveggenze del pensionato Pippo, sperando che facciano sul serio coloro che proveranno a trasformare in realtà la sua utopia democratica. In politica non c’è cosa peggiore della morte dei sogni. Davide Corritore, [email protected]
lo è: il rapporto con l’informazione, la difesa di giornalisti e
testate sarà un filo rosso della
sua carriera. Una carriera importante e di primo piano, che
poco più che quarantenne lo
vedeva già nella ristretta cerchia dei principi che vengono
cercati dalla clientela “top”,
dai colletti bianchi di prima fascia sospettati di avere le mani
nere. È già all’apice, insomma,
quando esplode Mani Pulite,
come ben racconta Franco
Stefanoni nel suo recente (e
puntutissimo) Il Codice del
potere. Avvocati d’Italia. Le
pagine di Stefanoni ricordano
di come, nell’infuriare breve
ma intensissimo della battaglia degli anni Novanta, Corso
Bovio rimase a militare in un
partito di fedeli all’ortodossia
della Procedura Penale. «Non
mi piace la confessione come
atto di purificazione». Cioè a
dire: non mi piace la pratica
della custodia cautelare a scopo confessorio (espressamente vietata - sia detto en
passant - dal codice di procedura), e non mi piace l’accondiscendenza di certi colleghi
a riti “extrarituali” - fondati
su accordi pattizzi sull’asse
confessione-scarcerazione che proprio negli anni di Mani Pulite si andarono affermando, trovando anche tra
altri penalisti di grido e fama
dei silenti applicatori.
Ritenuto unanimemente
da molti colleghi, e da autorevoli giuristi accademici, uno
tra i penalisti più bravi sul piano tecnico e strettamente giuridico, Corso Bovio non ha
mai amato le tecniche difensive che tanto successo hanno
riscosso, e cioè quelle di chi
preferisce difendersi dal processo - in televisione, o puntando tutto sull’eccezione divenuta regola della prescrizione - piuttosto che nel processo.
Per capire cosa intendiamo
con difesa «dal processo», basta pensare a processi come
quello di Cogne, o a quello
delle signore Marchi (Stefania, proprio ieri, non lontana
da viale Majno passeggiava di
ottimo umore assieme al suo
legale). Corso Bovio, nei limiti
della volontà del cliente, ha
sempre predicato e praticato
una tecnica difensiva che si fa-
RECENSIONE. IL FILM «COME L’OMBRA» DI MARINA SPADA
Girotondi d’amore nella Milano deserta
suo spostarsi fatto di ascensori,
scale mobili, mezzi pubblici e una
monovolume economica senza
nemmeno l’autoradio. La vicenda, enorme negli effetti ed esile
per quel che la Spada ne lascia
emergere dal sotto vetro cui relega conversazioni e situazioni, lascia tralucere, a nitido fondale,
una città dove - lo si vede alle prime scene - il battere vorticoso
delle dita sui cellulari ritma la
musica sorda che muove le teste,
uscendo dagli I-pod. Cruda e silente, questa Milano, ma senza gli
stereotipi che altri, soprattutto
lontani, amano proiettarvi, magari dall’alto delle terrazze e del bel
vivere capitolino. E così, in Come
l’ombra, seguiamo la routine di
Claudia per i luoghi della città,
tra squarci dai tetti che ritornano
per tutto il film, che mostrano il
mutare di Milano tra le gru dei
grandi progetti immobiliari e la
sua immutabilità in periferia, per
esempio nella popolare - ma sa-
rebbe meglio dire popolana - da amare,e da cui essere amati.FiAffori, dove la madre di Claudia no a quando, proprio negli interle prepara un polpettone di pre- stizi di questa solitudine che non
mura e tradizione senza enfasi. dispera,qualcuno apre uno squarIngredienti tutti milanesi.
cio. Nel caso di Claudia è un uoVite che s’intrecciano, in una mo venuto da Kiev.La misteriosa,
città calda e deserta come quella umbratile, inizialmente sgradita
che tra poco ci starà attorno,come visitatrice che entra nella sua casa
ogni estate, mentre ripartirà il gio- a rimorchio di lui,cambia la vita di
co snob - particolarClaudia oltre ogni atmente gradito quan- tesa e immaginazione.
do si torna da PortofiCome l’ombra
Un ritratto fuori
no e si sta già ripartenevita ogni rischio di
dagli stereotipi
do per il Kenya - semoralismo radical
condo cui Milano dechic sui doveri deldella città
serta ad agosto è bell’accoglienza, e ci riche cambia
la,si sta così bene,si va
sparmia prediche sulper musei, e così via.
la società multicultuLa Milano della Sparale, sull’incapacità di
da, lontana dal Duomo, dalla Sca- aprirci a chi è diverso e viene da
la e da San Siro, ma non da Sem- lontano.A questo improvviso inpione, dalla Centrale, da Palma- contro tra donne sole e diverse,
nova, da Linate, è poi quella in cui piuttosto, affida la possibilità di
sta il corpo grosso dei milanesi, mostrare come una compagnia,
che non fanno milioni in finanza, una vicinanza possa arrivare per
non tirano coca come fosse zuc- vie traverse, e perdersi poco dochero a velo, aspettano qualcuno po nel niente di una città svuota-
cesse forte dello studio, del lavoro dei suoi collaboratori, di
quel poco di relazioni pubbliche e private che servono, ma
non di più.Tra i suoi clienti eccellenti, nella Milano degli inquisiti e delle salme eccellenti
dei primi anni Novanta, si ricordano Troielli, Larini, Lorenzo Necci, e Gianfranco
Ferrè che, per uno scherzo del
destino, se n’è andato poco
prima dell’ultima scelta del
suo difensore. Nel suo portafoglio clienti, poi, Oriana
Fallaci per il vilipendio della
religione islamica, Girolamo
Sirchia accusato di corruzione,
e Marcello dell’Utri nei processi di mafia e bancarotta. Di
lui si ricordano, tra l’altro, alcune brillanti arringhe contro
l’abuso della collaborazioni di
giustizia. Come naturale, anche nell’ultima tornata di
grandi inchieste mediatiche,
con vittime e imputati eccellenti, ha avuto un ruolo di primo piano, assumendo la difesa
di Stefano Ricucci.
Tutte le persone interpellate ieri, per lo più colleghi giovani di Bovio, ma già affermati in studi diretti concorrenti,
che a lui guardavano, naturalmente, come a un maestro,
non hanno trovato le parole.
In chi l’aveva visto di recente,
ci aveva parlato, ci aveva lavorato, resta secca la sensazione
che sia impossibile che questa
cosa l’abbia fatta lui, proprio
lui che sembrava così sereno,
così a posto, eccetera. In qualcuno, che magari ricorda altri
colpi in bocca di altri colleghi
meno noti, ma non per questo
meno dolorosi, affiora il dubbio - sospeso tra la paura e la
retorica - che sia questo lavoro, questa vita, questo stress
contrattuale, che fa male.
«Voglio vivere in una città
dove all’ora dell’aperitivo non
ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo» cantava Fabrizio De Andrè nella Domenica
delle Salme, il più crudo e preciso ritratto dell’anima di Milano che dagli anni Novanta si
è allungata fino a oggi. Domani è già un altro giorno, e a
breve inizierà la lunga sospensione estiva dell’attività giudiziaria. A settembre il processo
must go on. Tutti ai propri posti. Tutti tranne uno. ta e distratta. E mentre sono solo
i passi della visitatrice venuta
dall’est a portare la camera di
Marina Spada nel quadrilatero
della moda, ma anche in quella
singolare enclave nazionale,
piantata nel centro di Milano,
che è ormai diventata la Chinatown di Paolo Sarpi, resta sotto
pelle una sbronza notturna in un
locale qualsiasi - «gli uomini ci
vengono solo per farsi guardare»
sibila Claudia - che finisce sulle
note de La solitudine pausiniana
cantata dalle due, senza musica
di sottofondo, punto d’incontro
tra generazioni e latitudini.
E così, dopo un accenno di
road movie dell’anima tutto giocato tra le mura cittadine, verranno il tempo e l’impellenza, alla fine,di un viaggio vero.Nella bruma
che s’alza attorno alla tangenziale,
dove finisce la città e inizia il Nordest, quello che l’allontana dalla
cerchia dei navigli, da Affori, dagli
uomini buoni per una notte, dai
tetti di Milano, non sarà la vacanza greca che progettava addosso a
Ferragosto. Non sarà un viaggio
come quelli che Claudia organizza
per le vite degli altri. (j.t.)
incredibile come si possa, in poco
più di due paginette, riassumere
con tale forza il significato dell’esistenza umana contemporanea.
Savinio lo fa perché è un mago in
grado di fiutare gli strati di idee
che si sommano l’uno all’altro e
che rimandano all’agire sociale
che Savinio stesso aveva sotto gli
occhi. Credo che ciò che Savinio
voleva intendere fosse che l’uomo
contemporaneo doveva (e quindi
deve anche ora) accogliere la vo-
GAP. INFRASTRUTTURE
5
ce del suo destino. E questa voce
ripete sempre una cosa e quella
soltanto: «Arduo è non aver più
davanti a sé modelli ideali, e dover tirar tutto dal fondo di se stessi». Un compito che Savinio, più
di cinquant’anni fa, aveva saputo
additare senza alcun tentennamento ma, anzi, con una determinazione che potrebbe essere
scambiata per cinismo, mentre è
soltanto una pura forma di umanistico amore della vita. Elisabetta Sgarbi
DI GABRIO CASATI
La Brebemi ferma a Roma
segna il declino lombardo
Nonostante i titoli allarmistici
cuni giornali - pur problematico vidi molti quotidiani e le dichiara- sti i trascorsi dell’imprenditore
zioni infuriate del ministro Di piemontese nelle autostrade lomPietro, del presidente Formigoni barde, non modifica la natura fie di altri, non è accaduto nulla di nanziaria del progetto.
irreparabile alla seduta di mercoQualsiasi indice si adotti, il
ledì scorso della Commissione la- confronto tra rete della mobilità
vori pubblici del Senato sull’auto- (autostradale e ferroviaria) della
strada Brescia-Bergamo-Milano Lombardia risulta enormemente
(Brebemi). Nulla se non il rinvio inferiore non solo a quello dei paedi un parere del Parlamento, pe- si e delle regioni più sviluppate
raltro non vincolante, relativo al d’Europa - quelle con le quali la
nuovo schema di convenzione tra Lombardia dovrebbe competere la concedente Cal (controllata pa- ma persino con la generalità delle
riteticamente da Anas
regioni italiane. Solo
e Regione Lombardia un esempio: su ogni
tramite Infrastrutture
Si rischia di non chilometro di autoLombarde) e la constrada in Lombardia si
essere più fra le muovono 22.900 toncessionaria Brebemi
Spa (controllata da
nellate di merci, conregioni europee
Autostrade Lombartro i 7.100 della media
competitive
de che vede come soitaliana. È un gap che
cio di maggioranza Indifficilmente potrà estesa-Sanpaolo). L’unisere recuperato e che
co dato di rilievo è che il relatore la realizzazione di tutte le opere
del provvedimento, il senatore progettate o anche solo previste riPaolo Brutti di Sinistra Democra- duce solo parzialmente. Una contica, ha invitato la Commissione a dizione che pone concretamente il
esprimere un parere negativo, rischio di una progressiva margipoiché l’aumento dei costi rispet- nalizzazione di questa regione dal
to al preventivo porterebbe a rite- consesso delle aree economicanere opportuna una nuova gara mente più progredite d’Europa,
di affidamento per non incorrere nel novero delle quali si trova da
nel rischio di violare le normative oltre un secolo. Non sarà un caso
nazionali e comunitarie su appalti se persino i cantoni svizzeri (Zurie concorrenza.
go e Ticino),in cui il costo del lavoMa il fatto che una notizia ir- ro è enormemente più alto che in
rilevante abbia avuto tale riso- Italia, abbiano da qualche tempo
nanza e suscitato forti prese di iniziato a promuoversi presso le
posizione non è così stravagante imprese milanesi offrendo certo
come potrebbe apparire. È il sin- incentivi, ma puntando in particotomo di una condizione che si è lare proprio sull’eccellente sistema
fatta ormai insostenibile. Mai co- della mobilità elvetico.
me in questa occasione verrebbe
Si tratta di una prospettiva,
da considerare davvero siderale quella del lento declino della
la distanza tra la vita concreta Lombardia, che dovrebbe preocdelle persone e la politica, la poli- cupare non solo i lombardi, ma
tica - è il caso di dire - romana.
l’intero Paese,perché proprio queFormigoni e Di Pietro,a cui va sta regione produce la più ampia
riconosciuto il merito di un impe- parte di quel surplus di risorse negno reale sul tema delle infrastrut- cessario a mantenere l’Italia agture,si inalberano perché la cifra di ganciata all’Europa. Di fronte a
pragmatismo che li contraddistin- questo rischio, l’infinità di ostacoli
gue suggerisce loro che soprattut- burocratici, le impugnazioni struto su queste partite «si giocano la mentali e capziose,il continuo palfaccia». Perché sanno che il livello leggio di responsabilità tra forze
di esasperazione delle migliaia di politiche e livelli istituzionali su
persone che hanno la sventura di opere utilizzate come merce di
percorrere l’autostrada A4 tra Mi- scambio per partite molto più amlano e Bergamo porterebbe facil- pie e spesso anche più stupide, le
mente chiunque a non volerne più discettazioni para-accademiche
sapere di correttezza degli appalti sulle strategie di lungo periodo per
e di concorrenza,di normative na- la mobilità e i trasporti, appaiono
zionali ed europee.A questo pun- francamente lunari.
to l’unica cosa che conta è poter
È in questa lontananza, in
disporre di un maledetto nastro questo distacco, che risiede buona
d’asfalto che consenta di recarsi al parte della questione settentrionalavoro e trasportare merci con le. Mentre la Commissione lavori
tempi e costi minimamente accet- pubblici del Senato discuteva, antabili. Nient’altro.
che alla Camera la corrispondente
I rilievi posti in Commissione Commissione s’è riunita sul medesono, a detta di molti, assoluta- simo tema. Anche lì si è concluso
mente inconsistenti e il nome di con un rinvio, ma solo in attesa di
chi li muove dovrebbe confermar- documentazione da parte del golo, dal momento che proprio il se- verno.La differenza è che il relatonatore Brutti,insieme alla sua pre- re alla Camera,Daniele Marantelsidente di Commissione Donati e li dei Ds (uno dei pochi esponenti
altri, è da tempo che conduce una del centrosinistra lombardo davbattaglia contro la realizzazione di vero consapevoli della profondità
Brebemi.A onor del vero,però,in e della consistenza della questione
Commissione sono state espresse settentrionale) ha indirizzato i suoi
critiche anche da membri dell’op- colleghi verso un parere positivo.
posizione, a conferma che la perE sarà di nuovo una bella sficezione delle reali condizioni in da per i senatori della Commissiocui versa la viabilità lombarda ne trasporti risolvere giovedì in sedev’essere parecchio distorta in un conda riunione il dilemma tra una
consesso di 27 senatori nel quale ragione puramente formale e
se ne contano solo 3 eletti in Lom- quella sostanziale,che sta tutta dalbardia, di cui uno paracadutato. la parte di chi da troppo tempo
Tale impressione si rafforza se si chiede che venga realizzata un’otiene conto che la Brebemi è la pera indispensabile alla mobilità
prima infrastruttura realizzata in- di un territorio che soffre di una
teramente in project financing. Il sottodotazione infrastrutturale
costo della nuova autostrada è in- grave e manifesta. Non resta che
fatti interamente sostenuto da ca- sperare nel prevalere del pragmapitali privati (veri, siamo in Lom- tismo di Di Pietro e Formigoni e
bardia) e l’impegno dello Stato è della ragionevolezza dei Maranlimitato a 180 milioni, imputabili telli,se non si vuole che il livello di
alle opere necessarie per l’affian- esasperazione del Nord raggiunga
camento dell’autostrada alla linea il limite oltre il quale scatta il “si
ferroviaria ad alta velocità Mila- salvi chi può”. no-Verona. Il recente interessawww.gabriocasati.org
mento di Gavio - riportato da al-
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Corso Bovio, l`avvocato con la legge nel dna