Tonino Cantelmi - Michela Pensavalli SCUSA SE NON TI CHIAMO (PIU’) AMORE Come scegliere il partner e vivere felici Ruolo Emozioni prevalenti Separazione Crisi Tradimento L’ organizzazione di significato personale influenza la modalità di amare Formazione del legame Mantenimento del legame Gelosia 1. L’AMORE FOBICO Tra STABILITA’ e FUGA Tra stabilità e fuga: lo stile di amore fobico Attaccamento sicuro o coercitivo immagine che il bambino ha di se stesso è positiva perché ha ricevuto sufficienti rassicurazioni affettive sulla propria amabilità del mondo esterno è vissuta come poco rassicurante perché gli adulti gli hanno trasmesso il loro senso di precarietà al riguardo. I genitori iperprotettivi limitano il figlio convincendolo della propria fragilità i genitori evitanti tendono a sbilanciare coercitivamente la relazione su se stessi e i propri problemi (depressioni, particolari sofferenze, malattie simulate) Il desiderio di esplorazione del bambino rimane del tutto o in parte, inespresso e si associa ad un vissuto di costrizione e di paura. Bisogno di sentirsi protetto da una realtà ostile senso di costrizione che gli impedisce di assecondare l’istinto di curiosità • Strategia utilizzata dal bambino è un ferreo controllo sulle proprie emozioni e sulle reazioni degli altri, in modo da riuscire ad evitare ed anticipare ogni eventualità negativa. Nascita, evoluzione e crisi di un amore fobico RUOLO Nella relazione con l’altro devono avere la percezione di “condurre il gioco” In generale ricercano il superamento dei propri limiti e l’indipendenza, mentre la sensibilità alla costrizione li fa stare sempre all’allerta rispetto alla loro libertà personale, percepita più in senso fisico che morale EMOZIONI PREVALENTI ANSIA e PAURA del confronto con l’esterno. bisogno di sentirsi protetto sensazione di sentirsi limitato Quando un amante fobico rimane privo di punti di riferimento può sentirsi totalmente perso FORMAZIONE DEL LEGAME La ricerca di protezione e la sensazione di costrizione accompagnano e percorrono tutte le fasi del rapporto, dalla costruzione del legame alla crisi. Fanno sentire il proprio partner unico e speciale. Le donne sono molto affascinanti ed intraprendenti. All’inizio di un rapporto testano la capacità del partner di essere un punto di riferimento ed una base sicura (scelgono persone responsabili ed accoglienti). Devono avere la certezza che nel momento del bisogno gli saprà offrire un adeguato accudimento e conforto. Il fobico sente il bisogno di percepirsi indipendente e libero La sensazione di costrizione di fronte ad una richiesta di consolidamento del rapporto suscita l’esigenza di scappare Nella formazione del legame tendono a frenare e rallentare il coinvolgimento affettivo, per non perdere il controllo della situazione. MANTENIMENTO DEL LEGAME La storia prosegue se si ha la sensazione di potersi allontanare o avvicinare liberamente dal partner senza costrizioni. Sono critici tutti i momenti che consolidano la coppia (fidanzamenti ufficiali, matrimoni, viaggi di nozze, nascita dei figli…) perché sanciscono un legame ed una forma da cui diviene difficile divincolarsi. GELOSIA E’ legata al bisogno di controllo. Sono gelosi e se non riescono a tener sotto controllo il partner entrano in ansia intensificando ancora di più il controllo (ad esempio possono fare molte domande o telefonate). TRADIMENTO Spesso cercano due figure affettive contemporaneamente relazione stabile ed ufficiale che garantisca una base sicura relazione extradiadica che offra una sensazione di indipendenza e libertà CRISI O SEPARAZIONE Il bisogno di avere tutto sotto controllo spinge il fobico ad anticiparsi la perdita ed ad allontanarsi emotivamente prima del momento della separazione reale, che può essere immaginata anche da molti anni prima che accada. L’attesa della separazione è molto più dolorosa ed ingestibile rispetto all’effettiva rottura Dopo la separazione il fobico ripristina subito il suo sistema di equilibrio cercando un nuovo punto di riferimento per ottener protezione (un’amicizia, un genitore, nuovo partner). STEREOTIPIE - la tendenza al non coinvolgimento, - Tendenza alla strumentalizzazione del partner (per garantirsi la sicurezza affettiva) - il bisogno di controllo dell’altro e della storia. Lupin III • Seduttore incostante: sospesi in un equilibrio instabile tra amore e libertà • Relazioni brevi e non coinvolgenti • Si sente leggero e sicuro grazie alla certezza sia di aver pre-calcolato ogni possibile dettaglio ed evenienza negativa e sia di non appartenere totalmente a nessuno 2. L’AMORE PERFEZIONISTA AMBIGUO L’altro è il mio specchio ma mi fa sentire intrusa Come tu mi vuoi: lo stile di amore perfezionista ambiguo • Attaccamento evitante (compiacente) o coercitivo/ambivalente • Atteggiamento genitoriale contraddittorio: Interessati alla cura dei figli l’interesse ruota intorno al loro bisogno di riconfermarsi e risultare dei bravi genitori Genitori • Basano il rapporto con i figli, centrandolo sui propri gusti e desideri (li “costringono” a vestire con il loro stile preferito, gli cucinano ciò che piace a loro), o sulle proprie chiusure e difficoltà. • Sono attenti all’immagine che la famiglia proietta all’esterno • Famiglia in stile “mulino bianco” in cui “non esistono” momenti di crisi o discussioni Bambino • Non viene riconosciuta la sua individualità. Cresce senza imparare a discernere con sicurezza le proprie emozioni, interessi… • Il senso di inconsistenza e confusione, nella percezione di sé lo porta ad adattarsi al contesto. L’accettazione di sé dei si regola infatti sulla base delle reazioni e dei complimenti che ricevono, perché non possono contare su un’originaria idea di amabilità. • Scelgono di somigliare il più possibile agli standard di perfezione che gli stanno intorno e affinano l’arte di piacere agli altri, perché dai loro giudizi dipende, non solo l’autostima, ma anche la possibilità di autopercezione. • Anche il corpo costituisce un biglietto da visita, e come tale, deve essere curato. Nascita, evoluzione, e crisi dell’amore perfezionista ambiguo RUOLO Il timore di esporsi per non sperimentare il rifiuto o di sentirsi invisibili lo porta a farsi definire dal partner chiedendogli una maschera dietro cui si nascondersi All’interno del rapporto, si pongono con un atteggiamento di perenne trasformismo teso a compiacere le aspettative del partner. EMOZIONI PREVALENTI L’insicurezza provoca una limitata capacità di entrare in contatto con se stessi e con i propri desideri e una costante ansia da prestazione. Cercano in ogni modo di evitare il contatto frontale con emozioni dell’altro (in particolare quelle negative) Hanno bisogno di sentire un amore incondizionato e di apparire speciali, per concedersi di amare e uscire dall’ombra. Per garantirsi queste condizioni, si rendono plasmabili, talvolta fino all’annullamento di sé. Temono il confronto con gli altri, che vivono con un costante senso (o dubbio) d’inferiorità, ed anche quando non sono d’accordo con qualcosa o qualcuno, di solito evitano di contrapporsi apertamente, per di non rischiare di dare, e vedersi restituire, un’immagine di sé negativa. FORMAZIONE DEL LEGAME Gli amanti perfezionisti fanno del loro bisogno di conferme e capacità trasformista, una scienza della seduzione. Sono molto abili a far scivolare la conversazione sui gusti, tendenze ed aspettative dell’altro, in modo da interpretarle, riproducendo lo stile di comportamento e di pensiero che l’altro desidera (o che loro credono desideri). Sono attentissimi a valutare la reazione del partner ai loro insuccessi. Lavorano strenuamente per forgiare e fornire un’immagine di sé che corrisponda al massimo al desiderio di chi hanno di fronte. Sono attratti da relazioni impossibili MANTENIMENTO DEL LEGAME Una volta ottenuta la propria immagine positiva dal partner, subentrerà il lavoro incessante per non deludere e far sì che quell’immagine non cambi mai. La dimensione sessuale può costituire un territorio rischioso perché costringe al disvelamento di sé. Può essere vissuta come un semplice corpo, per accontentare l’altro, o come un banco per mettersi alla prova, rispetto a presunti livelli di prestazione, e non come un’occasione per amare e sentirsi amati, per ciò che si è. “Mettono alla prova” il partner per testare il proprio indice di gradimento, sottoponendolo a continue richieste di conferma (“Ti piaccio sempre e come all’inizio?” “ Mi trovi sempre la più affascinate?” “ Sono importante e presente nei tuoi pensieri?” ). Domande, che pone, prima di tutto, a se stesso (“Sarà ancora attratto/a come all’inizio?”). Anche in un legame duraturo, rimangono ad un livello superficiale di conoscenza, non rivelando mai a pieno la propria personalità (gusti, tendenze, punti di vista). GELOSIA Può essere un mezzo strategico per testare il reale interessamento dell’altro. Talvolta viene volontariamente istigata, con la sola finalità di riscoprire il bene del partner. TRADIMENTO Il bisogno di conferme può portare ad avere un atteggiamento compulsivamente seduttivo, che può ledere la sensibilità e il rispetto del loro compagno/a. “Polifedeltà”: la persona vive due relazioni che vengono percepite come necessarie per potersi differenziare da ciascun partner. Per riuscire a differenziarsi dalla persona amata, questi amanti sentono il bisogno di avere un riferimento al di fuori della coppia, che li faccia sentire amati, piuttosto che schiacciati, da coloro che amano. CRISI E SEPARAZIONE Coincide con la fine della sintonizzazione delle immagini: quando il partner, o la partner, smettono di dare conferme. Cominciano a mostrarsi sempre più fragili e diversi da come si erano presentati. Quando la delusione per il repentino cambiamento nel rapporto è troppo grande, troncano la storia e ricercano subito una relazione esclusiva sostitutiva. STEREOTIPIA Evitando l’esposizione di sé rischiano di mantenere un’immagine idonea, positiva e calibrata sulla relazione con il partner, ma di allontanarsi sempre di più dai desideri che hanno nel cuore e dalla propria reale esistenza. La strega Grimilde • Dietro il suo narcisismo vi è una profonda fragilità • Le critiche vengono vissute in maniera totalizzante come sconfitte esistenziali • A seconda del contesto fornisce l’immagine più efficace (dalla bella e sensuale regina alla vecchia raggrinzita che vende il male) per entrare in relazione con gli altri • La figura di riferimento deve far sentire il perfezionista ambiguo unico e speciale (la regina all’inizio si serve dello specchio ma nel momento in cui questo smette di darle conferme della sua superiore bellezza se ne libera, trasferendo la sua fiducia nel cacciatore che ha il compito di difendere l’immagine della regina) 3.L’AMORE DEPRESSIVO Non merito l’amore dell’altro, non ne sono degno Cronaca di un distacco annunciato: lo stile di amore depressivo • Attaccamento evitante o fusionale con la propria madre • La storia personale può essere caratterizzata: - dal dolore dovuto da un’esperienza di perdita concreta (morte, divorzio, etc) o di inaccessibilità e rifiuto; - dalla percezione di essere stato abbandonato; - da inversione di ruolo per cui è il bambino a doversi prendere cura dell’adulto, per dimostrarsi di meritarne l’affetto; - da una figura genitoriale intransigente che richiede costantemente al figlio di sviluppare l’autonomia, senza offrirgli il minimo supporto emotivo per raggiungerla “Deve sapersela cavare da solo, fin da piccolo: gli servirà nella vita!”, tendendo a punire il bambino laddove questa si manifesti al di fuori delle proprie aspettative; - dalla mancanza di riconoscimento del proprio valore L’ AMORE E’ INACCESSIBILE e si conquista solo attraverso uno sforzo AUTOSUFFICIENZA ASSOLUTA: il bambino impara a celare le proprie emozioni e ad evitare i sentimenti, riversando tutta il proprio impegno nel coltivare le proprie capacità di autonomia e di indipendenza emotiva (oltre che materiale). Sa che non ci sarà nessun’altro a valorizzarne i risultati, o a poterlo e volerlo aiutare, quando, trovandosi in difficoltà, si sentirà perso. SOLITUDINE Ogni rapporto verrà, in qualche modo, sempre ricondotto alla ferita primordiale che ha lacerato la persona e l’ha condotta sulla strada della solitudine e del rifiuto. Nascita, evoluzione, e crisi di un amore depressivo RUOLO Il ruolo dell’amante depressivo è quello poetico e triste, di chi non è corrisposto e non lo sarà mai, perché l’oggetto del proprio desiderio, è andato via. Senso di diffidenza sulla propria amabilità anche quando l’amore viene palesemente dichiarato dal partner “Non ho diritto all’amore per quello che sono, non lo merito”. Strategia utilizzata per prepararsi ad eventuali allontanamenti del partner ed per impedire il sopravvento della disperazione è quella di vivere la relazione temendo l’abbandono o il distacco, facendo in modo di condurla, senza accorgersene, alla sua fine. L’ atteggiamento di sconfitta e di rifiuto verso l’altro produce proprio ciò che crede di voler evitare: l’allontanamento di chi ama. L’atteggiamento di chiusura interiore e di autosufficienza emotiva, alla lunga infatti allontana il partner, che non si vede riconosciuta alcuna possibilità di interagire in modo vivo e costruttivo con loro. Non è raro inoltre, che questo tipo di amanti, provochino chi vuole amarli con comportamenti “impossibili”, per dimostrarne a se stessi l’incapacità o l’incostanza. EMOZIONI PREVALENTI TRISTEZZA O DISPERAZIONE RABBIA Entrambi possono emergere anche di fronte ad eventi di portata apparentemente minima (una telefonata mancata, un ritardo ad un appuntamento). SENSO DI COLPA: dovuto al pensiero che le situazioni negative che si presentano sono in realtà causate, dalla propria incapacità . • La forma dello sguardo di questi amanti è quella del dolore vissuto nell’infanzia, per mezzo di essa tendono a leggere, spiegarsi e condizionare, le proprie relazioni di coppia. FORMAZIONE DEL LEGAME Nel corteggiamento sono statici, non fanno mai il primo passo, aspettano piuttosto che sia l’altro a muoversi e svegliarli dal loro torpore. Nella formazione del legame la strategia del non coinvolgimento emotivo è la prima tentata. MANTENIMENTO DEL LEGAME Sono molto attenti a captare ogni segno d’insoddisfazione del partner, per potersi preparare adeguatamente, e per tempo, alla rottura finale. Il mantenimento della relazione è costellato da scatti d’ira incontrollabili, seguiti da appassionati ricongiungimenti. Nella sfera sessuale evitano di farsi coinvolgere in profondità, non permettono avvicinamenti e libertà troppo invasive, riproducendo la stessa distanza, di cui hanno sempre fatto esperienza, che li protegge e li rinchiude. GELOSIA Difficilmente la provano perché essa implica un contatto diretto con le proprie emozioni e una sorta di “bisogno” della fedeltà dell’altro. Quando viene vissuta, spesso esplode con la stessa irruenza dei momenti di rabbia, anche di fronte a segnali minimi di distrazione del partner (come guardare una trasmissione televisiva con personaggi affascinanti). TRADIMENTO Può costituire una forma di ricerca di attenzione e vissuto con un certo distacco, ricreando una sensazione di lontananza a non amabilità. CRISI E SEPARAZIONE Il rifiuto da parte dell’altro, anche di fronte ad una richiesta banale come quella di un’uscita serale, è vissuto come se tutto il rapporto fosse in crisi. Per prevenire la perdita e la separazione la persona si impone di anticipare la probabile fine del legame e trova attivamente tutti i modi per negare l’attaccamento all’altro e per non legarsi. E’ proprio il terrore di essere felici con qualcuno, a generare l’infelicità e il non sentirsi amati, ovvero lo stereotipo che condiziona la vita affettiva degli amanti tristi. La Bestia • Amante inconsolabile • Anticipa il dolore dell’abbandono per acquisire la forza di viverlo nel momento effettivo • Scatti d’ira non proporzionati agli eventi che li causano • Pongono il partner in una cornice negativa attribuendogli colpe ed incapacità (come la curiosità di Bella) • Vuole avere la certezza di essere onnipresente nella vita del partner (la bestia permette a bella di uscire dal castello per andare ad accudire il padre malato ma le chiede di portare con sé uno specchio che mostra la sua immagine riflessa) 4.L’AMORE PERFEZIONISTA OSSESSIVO Amare con metodo rigoroso e “scientifico” L’amore falsificabile: lo stile di amore perfezionista ossessivo • Attaccamento di tipo evitante (del sottotipo compiacente o genitoriale) o coercitivo/ambivalente. • Le figure genitoriali: - s’interessano e curano il bambino sul piano concreto e verbale senza fornirgli sufficienti rassicurazioni sul versante puramente emotivo; - inviano al figlio messaggi contraddittori, che non permettono un’integrazione fluida e serena, delle emozioni, nello sviluppo dell’identità. La figura di attaccamento è vissuta come capace di vicinanza e protezione, ma non è sempre disponibile a concedersi. Un esempio concreto può essere quello di una famiglia, dove c’è un padre che esalta il proprio ruolo di capofamiglia e allo stesso tempo, lo esprime in modo coercitivo e anaffettivo, una scelta che gli garantisce di mantenere il controllo anche su situazioni di vita complesse (come nel caso di una famiglia numerosa che, in tempo di guerra, subordina tenerezze e attenzioni ai singoli, al superamento delle difficoltà). • La comunicazione genitore-figlio è impostata sul piano razionale. Ogni spontaneità e naturalezza, nell’espressione di sentimenti e nella manifestazione del carattere viene veicolata dalla razionalità e spesso svalutata. • Il bambino per dimostrare il suo affetto ai genitori deve imparare ad essere serio e pacato. • Lo stile educativo molto rigido che non lascia spazio al libero sviluppo della sfera emotiva dei figli • L’esperienza emotiva è spesso caratterizzata dalla paura intensa di perdere il controllo sulle proprie pulsioni e sul valore del “dover fare” e “dover essere” “giusti”. Avviene così progressivamente una sorta di “dissociazione” dalle proprie emozioni, che finiscono per non evolversi e rimanere “infantili” ed un parallelo accentuato sviluppo del piano razionale, valorizzato dalla famiglia. In questa frattura tra il desiderato e la cosa giusta da fare si crea il dubbio che cerca conferme in meccanismi di ossessività di pensiero “Faccio bene o faccio male?” “Sono una persona seria o mi prendo in giro?” “ I miei sentimenti sono reali o li faccio andare nella direzione che voglio?”. • Il perfezionista ossessivo è già grande anche da piccolo, perché i genitori si aspettano da lui comportamenti responsabili e ragionamenti pertinenti; Il dubbio, che tende alla ricerca di perfezione e di una soluzione falsificabile, inequivoca ed inequivocabile, ricorda il comportamento di richiesta genitoriale teso all’ iper-responsabilizzazione del bambino. • La vita è vissuta come un esperimento, un enigma da risolvere, in cui si pensa a come vivere la vita più che a viverla. • Ne consegue che l’amore è un qualcosa da “spiegare” e non da “vivere”, il bisogno di certezze è maggiore del bisogno di perdersi nell’altro, anzi quest’ultima opportunità è negata perché inconcepibile. • Le emozioni forti non sono concesse, dunque si può vivere una via di amore muto a livello emozionale ma intenso sul piano verbale. Nascita, evoluzione, e crisi di un amore depressivo Tendono a dubitare costantemente dell’amore proprio e altrui RUOLO Gestiscono tutte le faccende pratiche, per essere certi di avere in pugno il maggior numero di informazioni che confermino loro la verità “oggettiva” (ad esempio, seguono una malattia del/lla partner, non solo per il bisogno di accudimento, ma soprattutto per assicurarsi di conoscere la reale situazione, le possibili evoluzioni, i dettagli che confermino la prognosi, etc). Devono essere certi di conoscere ogni dettaglio della relazione, dal livello di amore di quell’istante, ai programmi della serata e per farlo, si attribuiscono il compito di coordinamento e “supervisione scientifica” dello stato della coppia. Nelle storie d’amore hanno cura di non coinvolgersi né troppo, né troppo poco, in modo da non rischiare disordine emotivo, quel tanto che può essere accettabilmente mantenuto sotto controllo emotivo Sente il bisogno di dimostrare a se stesso di essere “perfetto”. Ricerca quindi parametri con cui valutare, con precisione, se stessi e il partner. EMOZIONI PREVALENTI Vi è insicurezza e la sensazione di continua d’incertezza che si dispiega attraverso una tipologia di pensiero denominato del "tutto o nulla”. Ne consegue una tensione verso la ricerca della certezza e della perfezione come risposta alla propria esigenza di coerenza interna. Il senso di coerenza viene garantito dalla capacità di saper risolvere i dubbi. Le emozioni (anche nell’intimità) le tenerezze, le coccole, devono essere costantemente passate al vaglio della ragione. FORMAZIONE DEL LEGAME Il primo approccio è dunque dettato da una ricerca di risposte a dei dubbi “Ma gli piacerò realmente? Sarà interessato a me?”. La timidezza e l’insicurezza (dovute alla paura del rifiuto), difficilmente permettono ad un perfezionista ambiguo di fare il primo passo, verso la persona da cui sono attratti. Per cui non è raro, che queste personalità passino lunghi periodi senza partner, prima di riuscire a “sciogliersi” con qualcuno. MANTENIMENTO DEL LEGAME E’connesso alla capacità di dissipare i dubbi: tutto funziona finché il perfezionista ossessivo è in grado di risolvere le sue perplessità ed arrivare ad un buon livello di coerenza interna. Ogni piccolo dettaglio sconvolge l’assetto della persona perfezionista e ossessiva: un ritardo, un contrattempo, possono mettere completamente in discussione la relazione affettiva. Il controllo è l’unico rimedio per placare la paura. Il dubbio è il mezzo per anticiparla e serve ad avere la conferma di avere capito esattamente, ciò che è giusto fare per la propria vita e quella altrui. L’altro è vissuto come la conferma ai dubbi e contemporaneamente come argine del pervasivo senso di incontrollabilità delle emozioni. La battaglia con i sentimenti è perenne, e difficilmente il perfezionista ossessivo si lascia andare all’istinto di curare e amare l’altro senza limite né confine. GELOSIA E’ un sentimento che deve essere vagliato dalla razionalità. Quando viene giudicata come comportamento non avallabile dal senso di realtà viene (giustamente) trattata come un pensiero da scacciare, estraneo alla relazione. TRADIMENTO Diviene concepibile, o meno, in base al verdetto emesso interiormente (“Sarebbe giusto in questo momento tradire?”). Se la risposta al codice etico interno, da cui l’ossessivo non può derogare, glielo consente, il perfezionista ossessivo può tradire, altrimenti diventa un pensiero o un comportamento che causerebbe solo stress e che dunque tendenzialmente viene allontanato come modalità estranea al proprio modo di vivere. CRISI E SEPARAZIONE Possono rimanere bloccate per anni sulla decisione di sposarsi o di avere un figlio per l’idea che sia assolutamente necessario capire se sia il momento giusto e sia la cosa giusta da fare. È una scelta che necessita la garanzia che il sentimento d’amore rimarrà nel tempo inalterato. Per questo motivo iniziano un’anticipazione mentale del futuro che innesca una serie di dubbi sulla possibilità di amare per sempre, sulla capacità di essere fedeli, sulla corrispondenza dei comportamenti e dei sentimenti all’idea di amore “perfetto”. Avere dei figli è una situazione critica perché richiede un contatto fisico dunque uno scoprirsi all’altro abbandonando le resistenze legate alla razionalità. La separazione avviene quando i dubbi non trovano risposta adeguata La crisi sentimentale provoca un dolore con il quale l’amante mai certo non sa fare i conti. Può essere compreso, affrontato e dunque superato solo attraverso un processo in cui si riconoscono colpe e responsabilità che hanno scatenato la crisi. STEREOTIPIA Rischiano di sovrapporre i propri schemi alla realtà annullando ogni possibilità di cogliere la propria e altrui imperfezione, come una risorsa, o di scorgere il partner, nella sua tridimensionalità. Charlie Brown Si relazione con il partner con approcci maldestri a causa della scarsa praticità con le sue emozioni.