Tonino Cantelmi - Michela Pensavalli
SCUSA SE NON TI CHIAMO (PIU’)
AMORE
Come scegliere il partner e vivere
felici
Ruolo
Emozioni
prevalenti
Separazione
Crisi
Tradimento
L’ organizzazione
di significato
personale influenza
la modalità
di amare
Formazione del
legame
Mantenimento
del legame
Gelosia
1. L’AMORE FOBICO
Tra STABILITA’ e FUGA
Tra stabilità e fuga: lo stile di
amore fobico
Attaccamento sicuro o coercitivo
immagine che il bambino ha
di se stesso
è positiva perché ha
ricevuto sufficienti
rassicurazioni affettive
sulla propria amabilità
del mondo esterno
è vissuta come poco
rassicurante perché
gli adulti gli hanno
trasmesso il loro
senso di precarietà
al riguardo.
I genitori iperprotettivi
limitano il figlio convincendolo
della propria fragilità
i genitori evitanti
tendono a sbilanciare coercitivamente
la relazione su se stessi e i propri
problemi (depressioni, particolari
sofferenze, malattie simulate)
Il desiderio di esplorazione del bambino rimane del tutto o in parte,
inespresso e si associa ad un vissuto di costrizione e di paura.
Bisogno di sentirsi protetto
da una realtà ostile
senso di costrizione
che gli impedisce di assecondare
l’istinto di curiosità
• Strategia utilizzata dal bambino è un ferreo controllo sulle proprie emozioni e
sulle reazioni degli altri, in modo da riuscire ad evitare ed anticipare ogni
eventualità negativa.
Nascita, evoluzione e crisi di un
amore fobico
RUOLO
Nella relazione con l’altro devono avere la
percezione di “condurre il gioco”
In generale ricercano il superamento dei
propri limiti e l’indipendenza, mentre la
sensibilità alla costrizione li fa stare sempre
all’allerta rispetto alla loro libertà personale,
percepita più in senso fisico che morale
EMOZIONI PREVALENTI
ANSIA e PAURA del confronto con l’esterno.
bisogno di sentirsi
protetto
sensazione
di sentirsi
limitato
Quando un amante fobico rimane privo di
punti di riferimento può sentirsi
totalmente perso
FORMAZIONE DEL LEGAME
La ricerca di protezione e la sensazione di costrizione accompagnano e
percorrono tutte le fasi del rapporto, dalla costruzione del legame alla
crisi.
Fanno sentire il proprio partner unico e speciale. Le donne sono molto
affascinanti ed intraprendenti.
All’inizio di un rapporto testano la capacità del partner di essere un punto
di riferimento ed una base sicura (scelgono persone responsabili ed
accoglienti). Devono avere la certezza che nel momento del bisogno
gli saprà offrire un adeguato accudimento e conforto. Il fobico sente il
bisogno di percepirsi indipendente e libero
La sensazione di costrizione di fronte ad una richiesta di consolidamento
del rapporto suscita l’esigenza di scappare
Nella formazione del legame tendono a frenare e rallentare il
coinvolgimento affettivo, per non perdere il controllo della situazione.
MANTENIMENTO DEL LEGAME
La storia prosegue se si ha la sensazione di
potersi allontanare o avvicinare
liberamente dal partner senza costrizioni.
Sono critici tutti i momenti che consolidano
la coppia (fidanzamenti ufficiali,
matrimoni, viaggi di nozze, nascita dei
figli…) perché sanciscono un legame ed
una forma da cui diviene difficile
divincolarsi.
GELOSIA
E’ legata al bisogno di controllo. Sono gelosi e se
non riescono a tener sotto controllo il partner
entrano in ansia intensificando ancora di più il
controllo (ad esempio possono fare molte
domande o telefonate).
TRADIMENTO
Spesso cercano due figure affettive
contemporaneamente
relazione stabile
ed ufficiale che
garantisca una
base sicura
relazione extradiadica
che offra una
sensazione di
indipendenza e
libertà
CRISI O SEPARAZIONE
Il bisogno di avere tutto sotto controllo spinge il
fobico ad anticiparsi la perdita ed ad allontanarsi
emotivamente prima del momento della
separazione reale, che può essere immaginata
anche da molti anni prima che accada.
L’attesa della separazione è molto più dolorosa ed
ingestibile rispetto all’effettiva rottura
Dopo la separazione il fobico ripristina subito il suo
sistema di equilibrio cercando un nuovo punto di
riferimento per ottener protezione (un’amicizia,
un genitore, nuovo partner).
STEREOTIPIE
- la tendenza al non coinvolgimento,
- Tendenza alla strumentalizzazione del
partner (per garantirsi la sicurezza
affettiva)
- il bisogno di controllo dell’altro e della
storia.
Lupin III
• Seduttore incostante:
sospesi in un equilibrio
instabile tra amore e libertà
• Relazioni brevi e non
coinvolgenti
• Si sente leggero e sicuro
grazie alla certezza sia di
aver pre-calcolato ogni
possibile dettaglio ed
evenienza negativa e sia di
non appartenere totalmente
a nessuno
2. L’AMORE PERFEZIONISTA
AMBIGUO
L’altro è il mio specchio ma mi fa sentire
intrusa
Come tu mi vuoi: lo stile di
amore perfezionista ambiguo
• Attaccamento evitante (compiacente) o
coercitivo/ambivalente
• Atteggiamento genitoriale contraddittorio:
Interessati
alla cura dei
figli
l’interesse ruota
intorno al loro
bisogno di riconfermarsi
e
risultare dei bravi genitori
Genitori
• Basano il rapporto con i
figli, centrandolo sui
propri gusti e desideri (li
“costringono” a vestire
con il loro stile preferito,
gli cucinano ciò che piace
a loro), o sulle proprie
chiusure e difficoltà.
• Sono attenti all’immagine
che la famiglia proietta
all’esterno
• Famiglia in stile “mulino
bianco” in cui “non
esistono” momenti di crisi
o discussioni
Bambino
• Non viene riconosciuta la sua
individualità. Cresce senza imparare a
discernere con sicurezza le proprie
emozioni, interessi…
• Il senso di inconsistenza e confusione,
nella percezione di sé lo porta ad
adattarsi al contesto. L’accettazione di
sé dei si regola infatti sulla base delle
reazioni e dei complimenti che
ricevono, perché non possono contare
su un’originaria idea di amabilità.
• Scelgono di somigliare il più possibile
agli standard di perfezione che gli
stanno intorno e affinano l’arte di
piacere agli altri, perché dai loro
giudizi dipende, non solo l’autostima,
ma anche la possibilità di
autopercezione.
• Anche il corpo costituisce un biglietto
da visita, e come tale, deve essere
curato.
Nascita, evoluzione, e crisi
dell’amore perfezionista ambiguo
RUOLO
Il timore di esporsi per non sperimentare il rifiuto o di sentirsi
invisibili lo porta a
farsi definire dal partner chiedendogli una maschera dietro cui
si nascondersi
All’interno del rapporto, si pongono con un atteggiamento
di perenne trasformismo teso a compiacere le aspettative
del partner.
EMOZIONI PREVALENTI
L’insicurezza provoca
una limitata capacità di entrare in
contatto con se stessi e con i propri
desideri e una costante ansia da
prestazione.
Cercano in ogni modo di evitare il contatto frontale con emozioni
dell’altro (in particolare quelle negative)
Hanno bisogno di sentire un amore incondizionato e di apparire
speciali, per concedersi di amare e uscire dall’ombra. Per garantirsi
queste condizioni, si rendono plasmabili, talvolta fino
all’annullamento di sé.
Temono il confronto con gli altri, che vivono con un costante senso (o
dubbio) d’inferiorità, ed anche quando non sono d’accordo con
qualcosa o qualcuno, di solito evitano di contrapporsi apertamente,
per di non rischiare di dare, e vedersi restituire, un’immagine di sé
negativa.
FORMAZIONE DEL LEGAME
Gli amanti perfezionisti fanno del loro bisogno di conferme
e capacità trasformista, una scienza della seduzione.
Sono molto abili a far scivolare la conversazione sui gusti,
tendenze ed aspettative dell’altro, in modo da
interpretarle, riproducendo lo stile di comportamento e
di pensiero che l’altro desidera (o che loro credono
desideri).
Sono attentissimi a valutare la reazione del partner ai loro
insuccessi.
Lavorano strenuamente per forgiare e fornire un’immagine
di sé che corrisponda al massimo al desiderio di chi
hanno di fronte.
Sono attratti da relazioni impossibili
MANTENIMENTO DEL LEGAME
Una volta ottenuta la propria immagine positiva dal partner, subentrerà il
lavoro incessante per non deludere e far sì che quell’immagine non cambi
mai.
La dimensione sessuale può costituire un territorio rischioso perché costringe
al disvelamento di sé. Può essere vissuta come un semplice corpo, per
accontentare l’altro, o come un banco per mettersi alla prova, rispetto a
presunti livelli di prestazione, e non come un’occasione per amare e sentirsi
amati, per ciò che si è.
“Mettono alla prova” il partner per testare il proprio indice di gradimento,
sottoponendolo a continue richieste di conferma (“Ti piaccio sempre e
come all’inizio?” “ Mi trovi sempre la più affascinate?” “ Sono importante e
presente nei tuoi pensieri?” ). Domande, che pone, prima di tutto, a se
stesso (“Sarà ancora attratto/a come all’inizio?”).
Anche in un legame duraturo, rimangono ad un livello superficiale di
conoscenza, non rivelando mai a pieno la propria personalità (gusti,
tendenze, punti di vista).
GELOSIA
Può essere un mezzo strategico per testare il reale
interessamento dell’altro. Talvolta viene volontariamente
istigata, con la sola finalità di riscoprire il bene del partner.
TRADIMENTO
Il bisogno di conferme può portare ad avere un
atteggiamento compulsivamente seduttivo, che può ledere
la sensibilità e il rispetto del loro compagno/a.
“Polifedeltà”: la persona vive due relazioni che vengono
percepite come necessarie per potersi differenziare da
ciascun partner. Per riuscire a differenziarsi dalla persona
amata, questi amanti sentono il bisogno di avere un
riferimento al di fuori della coppia, che li faccia sentire
amati, piuttosto che schiacciati, da coloro che amano.
CRISI E SEPARAZIONE
Coincide con la fine della sintonizzazione delle
immagini: quando il partner, o la partner,
smettono di dare conferme. Cominciano a
mostrarsi sempre più fragili e diversi da come si
erano presentati. Quando la delusione per il
repentino cambiamento nel rapporto è troppo
grande, troncano la storia e ricercano subito una
relazione esclusiva sostitutiva.
STEREOTIPIA
Evitando l’esposizione di sé rischiano di mantenere
un’immagine idonea, positiva e calibrata sulla
relazione con il partner, ma di allontanarsi
sempre di più dai desideri che hanno nel cuore e
dalla propria reale esistenza.
La strega
Grimilde
• Dietro il suo narcisismo vi è una profonda
fragilità
• Le critiche vengono vissute in maniera
totalizzante come sconfitte esistenziali
• A seconda del contesto fornisce l’immagine
più efficace (dalla bella e sensuale regina
alla vecchia raggrinzita che vende il male)
per entrare in relazione con gli altri
• La figura di riferimento deve far sentire il
perfezionista ambiguo unico e speciale (la
regina all’inizio si serve dello specchio ma
nel momento in cui questo smette di darle
conferme della sua superiore bellezza se ne
libera, trasferendo la sua fiducia nel
cacciatore che ha il compito di difendere
l’immagine della regina)
3.L’AMORE DEPRESSIVO
Non merito l’amore dell’altro, non ne sono
degno
Cronaca di un distacco annunciato:
lo stile di amore depressivo
• Attaccamento evitante o fusionale con la propria madre
• La storia personale può essere caratterizzata:
- dal dolore dovuto da un’esperienza di perdita concreta (morte, divorzio,
etc) o di inaccessibilità e rifiuto;
- dalla percezione di essere stato abbandonato;
- da inversione di ruolo per cui è il bambino a doversi prendere cura
dell’adulto, per dimostrarsi di meritarne l’affetto;
- da una figura genitoriale intransigente che richiede costantemente al
figlio di sviluppare l’autonomia, senza offrirgli il minimo supporto
emotivo per raggiungerla “Deve sapersela cavare da solo, fin da
piccolo: gli servirà nella vita!”, tendendo a punire il bambino
laddove questa si manifesti al di fuori delle proprie aspettative;
- dalla mancanza di riconoscimento del proprio valore
L’ AMORE E’ INACCESSIBILE e si conquista solo
attraverso uno sforzo
AUTOSUFFICIENZA ASSOLUTA: il bambino impara a
celare le proprie emozioni e ad evitare i sentimenti,
riversando tutta il proprio impegno nel coltivare le
proprie capacità di autonomia e di indipendenza
emotiva (oltre che materiale). Sa che non ci sarà
nessun’altro a valorizzarne i risultati, o a poterlo e
volerlo aiutare, quando, trovandosi in difficoltà, si
sentirà perso.
SOLITUDINE
Ogni rapporto verrà, in qualche modo,
sempre ricondotto alla ferita primordiale
che ha lacerato la persona e l’ha condotta
sulla strada della solitudine e del rifiuto.
Nascita, evoluzione, e crisi di un
amore depressivo
RUOLO
Il ruolo dell’amante depressivo è quello poetico e triste, di chi non è corrisposto e
non lo sarà mai, perché l’oggetto del proprio desiderio, è andato via.
Senso di diffidenza sulla propria amabilità anche quando l’amore viene palesemente
dichiarato dal partner “Non ho diritto all’amore per quello che sono, non lo
merito”.
Strategia utilizzata per prepararsi ad eventuali allontanamenti del partner ed per
impedire il sopravvento della disperazione è quella di vivere la relazione
temendo l’abbandono o il distacco, facendo in modo di condurla, senza
accorgersene, alla sua fine. L’ atteggiamento di sconfitta e di rifiuto verso l’altro
produce proprio ciò che crede di voler evitare: l’allontanamento di chi ama.
L’atteggiamento di chiusura interiore e di autosufficienza emotiva, alla lunga infatti
allontana il partner, che non si vede riconosciuta alcuna possibilità di interagire
in modo vivo e costruttivo con loro. Non è raro inoltre, che questo tipo di
amanti, provochino chi vuole amarli con comportamenti “impossibili”, per
dimostrarne a se stessi l’incapacità o l’incostanza.
EMOZIONI PREVALENTI
TRISTEZZA
O DISPERAZIONE
RABBIA
Entrambi possono emergere anche di fronte ad eventi di
portata apparentemente minima (una telefonata mancata,
un ritardo ad un appuntamento).
SENSO DI COLPA: dovuto al pensiero che le situazioni negative
che si presentano sono in realtà causate,
dalla propria incapacità .
• La forma dello sguardo di questi amanti è quella del dolore
vissuto nell’infanzia, per mezzo di essa tendono a leggere,
spiegarsi e condizionare, le proprie relazioni di coppia.
FORMAZIONE DEL LEGAME
Nel corteggiamento sono statici, non fanno
mai il primo passo, aspettano piuttosto
che sia l’altro a muoversi e svegliarli dal
loro torpore.
Nella formazione del legame la strategia del
non coinvolgimento emotivo è la prima
tentata.
MANTENIMENTO DEL LEGAME
Sono molto attenti a captare ogni segno
d’insoddisfazione del partner, per potersi preparare
adeguatamente, e per tempo, alla rottura finale.
Il mantenimento della relazione è costellato da scatti d’ira
incontrollabili, seguiti da appassionati ricongiungimenti.
Nella sfera sessuale evitano di farsi coinvolgere in profondità,
non permettono avvicinamenti e libertà troppo invasive,
riproducendo la stessa distanza, di cui hanno sempre fatto
esperienza, che li protegge e li rinchiude.
GELOSIA
Difficilmente la provano perché essa implica
un contatto diretto con le proprie emozioni
e una sorta di “bisogno” della fedeltà
dell’altro. Quando viene vissuta, spesso
esplode con la stessa irruenza dei
momenti di rabbia, anche di fronte a
segnali minimi di distrazione del partner
(come guardare una trasmissione
televisiva con personaggi affascinanti).
TRADIMENTO
Può costituire una forma di ricerca di attenzione e vissuto
con un certo distacco, ricreando una sensazione di
lontananza a non amabilità.
CRISI E SEPARAZIONE
Il rifiuto da parte dell’altro, anche di fronte ad una richiesta
banale come quella di un’uscita serale, è vissuto come se
tutto il rapporto fosse in crisi. Per prevenire la perdita e
la separazione la persona si impone di anticipare la
probabile fine del legame e trova attivamente tutti i modi
per negare l’attaccamento all’altro e per non legarsi. E’
proprio il terrore di essere felici con qualcuno, a
generare l’infelicità e il non sentirsi amati, ovvero lo
stereotipo che condiziona la vita affettiva degli amanti
tristi.
La Bestia
• Amante inconsolabile
• Anticipa il dolore dell’abbandono per
acquisire la forza di viverlo nel momento
effettivo
• Scatti d’ira non proporzionati agli eventi
che li causano
• Pongono il partner in una cornice negativa
attribuendogli colpe ed incapacità (come la
curiosità di Bella)
• Vuole avere la certezza di essere
onnipresente nella vita del partner (la
bestia permette a bella di uscire dal
castello per andare ad accudire il padre
malato ma le chiede di portare con sé uno
specchio che mostra la sua immagine
riflessa)
4.L’AMORE PERFEZIONISTA
OSSESSIVO
Amare con metodo rigoroso e “scientifico”
L’amore falsificabile: lo stile di
amore perfezionista ossessivo
• Attaccamento di tipo evitante (del sottotipo compiacente o genitoriale) o
coercitivo/ambivalente.
• Le figure genitoriali:
- s’interessano e curano il bambino sul piano concreto e verbale senza
fornirgli sufficienti rassicurazioni sul versante puramente emotivo;
-
inviano al figlio messaggi contraddittori, che non permettono
un’integrazione fluida e serena, delle emozioni, nello sviluppo
dell’identità. La figura di attaccamento è vissuta come capace di
vicinanza e protezione, ma non è sempre disponibile a concedersi. Un
esempio concreto può essere quello di una famiglia, dove c’è un padre
che esalta il proprio ruolo di capofamiglia e allo stesso tempo, lo
esprime in modo coercitivo e anaffettivo, una scelta che gli
garantisce di mantenere il controllo anche su situazioni di vita
complesse (come nel caso di una famiglia numerosa che, in tempo di
guerra, subordina tenerezze e attenzioni ai singoli, al superamento
delle difficoltà).
• La
comunicazione
genitore-figlio
è
impostata sul piano razionale. Ogni
spontaneità e naturalezza, nell’espressione
di sentimenti e nella manifestazione del
carattere viene veicolata dalla razionalità e
spesso svalutata.
• Il bambino per dimostrare il suo affetto ai
genitori deve imparare ad essere serio e
pacato.
• Lo stile educativo molto rigido che non lascia spazio al
libero sviluppo della sfera emotiva dei figli
• L’esperienza emotiva è spesso caratterizzata dalla paura
intensa di perdere il controllo sulle proprie pulsioni e sul
valore del “dover fare” e “dover essere” “giusti”. Avviene
così progressivamente una sorta di “dissociazione” dalle
proprie emozioni, che finiscono per non evolversi e
rimanere “infantili” ed un parallelo accentuato sviluppo
del piano razionale, valorizzato dalla famiglia. In questa
frattura tra il desiderato e la cosa giusta da fare si crea il
dubbio che cerca conferme in meccanismi di ossessività
di pensiero “Faccio bene o faccio male?” “Sono una
persona seria o mi prendo in giro?” “ I miei sentimenti
sono reali o li faccio andare nella direzione che voglio?”.
• Il perfezionista ossessivo è già grande anche da piccolo,
perché i genitori si aspettano da lui comportamenti
responsabili e ragionamenti pertinenti; Il dubbio, che tende
alla ricerca di perfezione e di una soluzione falsificabile,
inequivoca ed inequivocabile, ricorda il comportamento di
richiesta genitoriale teso all’ iper-responsabilizzazione del
bambino.
• La vita è vissuta come un esperimento, un enigma da
risolvere, in cui si pensa a come vivere la vita più che a
viverla.
• Ne consegue che l’amore è un qualcosa da “spiegare” e non
da “vivere”, il bisogno di certezze è maggiore del bisogno di
perdersi nell’altro, anzi quest’ultima opportunità è negata
perché inconcepibile.
• Le emozioni forti non sono concesse, dunque si può vivere
una via di amore muto a livello emozionale ma intenso sul
piano verbale.
Nascita, evoluzione, e crisi di un
amore depressivo
Tendono a dubitare costantemente dell’amore proprio e altrui
RUOLO
Gestiscono tutte le faccende pratiche, per essere certi di avere
in pugno il maggior numero di informazioni che confermino
loro la verità “oggettiva” (ad esempio, seguono una malattia
del/lla partner, non solo per il bisogno di accudimento, ma
soprattutto per assicurarsi di conoscere la reale situazione,
le possibili evoluzioni, i dettagli che confermino la prognosi,
etc).
Devono essere certi di conoscere ogni dettaglio della relazione,
dal livello di amore di quell’istante, ai programmi della serata
e per farlo, si attribuiscono il compito di coordinamento e
“supervisione scientifica” dello stato della coppia.
Nelle storie d’amore hanno cura di non
coinvolgersi né troppo, né troppo poco, in
modo da non rischiare disordine emotivo,
quel tanto che può essere accettabilmente
mantenuto sotto controllo emotivo
Sente il bisogno di dimostrare a se stesso di
essere “perfetto”. Ricerca quindi parametri
con cui valutare, con precisione, se stessi
e il partner.
EMOZIONI PREVALENTI
Vi è insicurezza e la sensazione di continua
d’incertezza che si dispiega attraverso una
tipologia di pensiero denominato del "tutto o
nulla”. Ne consegue una tensione verso la
ricerca della certezza e della perfezione come
risposta alla propria esigenza di coerenza
interna. Il senso di coerenza viene garantito
dalla capacità di saper risolvere i dubbi.
Le emozioni (anche nell’intimità) le tenerezze, le
coccole, devono essere costantemente passate
al vaglio della ragione.
FORMAZIONE DEL LEGAME
Il primo approccio è dunque dettato da una ricerca
di risposte a dei dubbi “Ma gli piacerò
realmente? Sarà interessato a me?”.
La timidezza e l’insicurezza (dovute alla paura del
rifiuto), difficilmente permettono ad un
perfezionista ambiguo di fare il primo passo,
verso la persona da cui sono attratti. Per cui non
è raro, che queste personalità passino lunghi
periodi senza partner, prima di riuscire a
“sciogliersi” con qualcuno.
MANTENIMENTO DEL LEGAME
E’connesso alla capacità di dissipare i dubbi: tutto funziona
finché il perfezionista ossessivo è in grado di risolvere le sue
perplessità ed arrivare ad un buon livello di coerenza
interna.
Ogni piccolo dettaglio sconvolge l’assetto della persona
perfezionista e ossessiva: un ritardo, un contrattempo,
possono mettere completamente in discussione la relazione
affettiva.
Il controllo è l’unico rimedio per placare la paura. Il dubbio è il
mezzo per anticiparla e serve ad avere la conferma di avere
capito esattamente, ciò che è giusto fare per la propria vita
e quella altrui.
L’altro è vissuto come la conferma ai dubbi e
contemporaneamente come argine del pervasivo senso di
incontrollabilità delle emozioni. La battaglia con i sentimenti
è perenne, e difficilmente il perfezionista ossessivo si lascia
andare all’istinto di curare e amare l’altro senza limite né
confine.
GELOSIA
E’ un sentimento che deve essere vagliato dalla razionalità.
Quando viene giudicata come comportamento non
avallabile dal senso di realtà viene (giustamente) trattata
come un pensiero da scacciare, estraneo alla relazione.
TRADIMENTO
Diviene concepibile, o meno, in base al verdetto emesso
interiormente (“Sarebbe giusto in questo momento
tradire?”). Se la risposta al codice etico interno, da cui
l’ossessivo non può derogare, glielo consente, il
perfezionista ossessivo può tradire, altrimenti diventa un
pensiero o un comportamento che causerebbe solo
stress e che dunque tendenzialmente viene allontanato
come modalità estranea al proprio modo di vivere.
CRISI E SEPARAZIONE
Possono rimanere bloccate per anni sulla decisione di sposarsi o di avere un
figlio per l’idea che sia assolutamente necessario capire se sia il momento
giusto e sia la cosa giusta da fare. È una scelta che necessita la garanzia
che il sentimento d’amore rimarrà nel tempo inalterato.
Per questo motivo iniziano un’anticipazione mentale del futuro che innesca
una serie di dubbi sulla possibilità di amare per sempre, sulla capacità di
essere fedeli, sulla corrispondenza dei comportamenti e dei sentimenti
all’idea di amore “perfetto”.
Avere dei figli è una situazione critica perché richiede un contatto fisico
dunque uno scoprirsi all’altro abbandonando le resistenze legate alla
razionalità.
La separazione avviene quando i dubbi non trovano risposta adeguata
La crisi sentimentale provoca un dolore con il quale l’amante mai certo non sa
fare i conti. Può essere compreso, affrontato e dunque superato solo
attraverso un processo in cui si riconoscono colpe e responsabilità che
hanno scatenato la crisi.
STEREOTIPIA
Rischiano di sovrapporre i propri schemi alla
realtà annullando ogni possibilità di
cogliere la propria e altrui imperfezione,
come una risorsa, o di scorgere il partner,
nella sua tridimensionalità.
Charlie Brown
Si relazione con il partner
con approcci maldestri a
causa della scarsa
praticità con le sue
emozioni.
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