Progettare promozione della salute per la comunità Stefano Campostrini Università Ca’ Foscari Venezia - commissione “stili di vita sani” - ___________________________ La formazione dei project leaders nell’ambito della progettazione integrata in promozione della salute IREF Milano, 29 gennaio 2007 om r P e er v uo ? ?? Comunità? Progetto ?? 1 Partiamo dall’inizio… La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla Dare forza all’azione della comunità La promozione della salute agisce attraverso una concreta ed efficace azione della comunità nel definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie che consentano di raggiungere un migliore livello di salute. La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute Lo sviluppo della comunità attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale e per sviluppare sistemi flessibili che rafforzino la partecipazione e la direzione pubblica sui temi della salute. Ciò richiede un pieno e continuo accesso alle informazioni, la possibilità di conoscere le opportunità di salute e un adeguato supporto finanziario. 2 Comunità e promozione della salute Comunità… definizione territoriale ma non solo (istituzioni, organizzazioni, attori, etc. ne definiscono i “confini”) Un approccio sistematico e coordinato per influenzare nel medio e lungo periodo i comportamenti influenzando le “norme” e le “culture” attraverso un’azione educativa ed organizzativa Perché un progetto (e un suo “leader”) Progettare… ruolo del metodo 3 La circolarità della progettazione lettura (AdB) monitoraggiovalutazione obiettivi azioni I diversi passi (un –possibile- quadro generale) 1. Valutazione della comunità 2. Organizzazione 3. Disegno e implementazione del programma 4. Valutazione 5. Mantenimento 4 Per ognuno di questi… ma soprattutto per il governo di ciascuno di questi è necessario sviluppare specifiche competenze (obiettivo di questo corso) su queste si lavorerà nei prossimi incontri Oggi rifletteremo su questo processo e su alcuni termini chiave soprattutto per avviare (nel pomeriggio) una revisione di quanto fin ora è stato progettato nelle singole ASL 1. Valutazione della comunità Definizione della comunità Identificazione delle fonti e risorse informative Analisi dei bisogni (dei rischi,…) … 5 2. Organizzazione della comunità Individuazione dei key actors Costituzione di un gruppo guida Condivisione di obiettivi strategici Definizione di ruoli … 3. Disegno e implementazione del programma Definizione di tipologia del programma Definizione del target Budget Strategie di comunicazione Risorse coinvolte Pianificazione Avvio 6 4. Valutazione (e monitoraggio) Definizione del disegno valutativo Definizione indicatori per la valutazione e il monitoraggio Raccolta dati Elaborazione/interpretazione Reporting 5. Mantenimento Il gruppo di coordinamento / attori istituzionali e no Strategie di comunicazione Controllo/valutazione del budget Revisione degli obiettivi Formazione … 7 Uno studio di caso Ritrovate i diversi passaggi velocemente discussi questa mattina? Adattate il caso alla vostra realtà. Quale può essere “la lezione”? Tornando su qualche aspetto fondamentale… per riflettere sul cammino fatto fin ora / rivederlo alla luce dell’esperienza formativa 8 Uno sguardo “sinottico” ai piani di prevenzione … (1) analisi del contesto territoriale distribuzione/importanza delle patologie cronico degenerative a livello locale. Fonti: mortalità, ricoveri ospedalieri,esenzioni per patologia,BDA (Banca dati assistito). Iniziative di promozione/educazione alla salute attuate a livello locale. servizio dell'ASL che coordina il piano integrato struttura di cordinamento presenza di un piano sulla gestione integrata dei progetti fra servizi, dipartimenti, soggetti esterni. Descrizione della popolazione target interessata al programma (fasce d'età, progetto, totale beneficiari). Descrizione di una strategia di intervento a censimento di iniziative in atto a livello locale da parte di altri soggetti esterni all'asl piano integrato evidenza ricognizione iniziative in atto di altri soggetti proponenti valutazione delle priorità evidenza modalità di coordinamento intraziendale (1) Definizione delle priorità secondo: 1. Piano Sanitario Nazionale e Piano Sanitario Regionale; 2. Elementi epidemiologici locali e impatto dei fattori di rischio sulle patologie Cronico Degenerative nella popolazione; 3. Attività già in corso sul territor Modalità di coordinamento e di gestione integrata tra i progetti, di educazione sanitaria ma anche di promozione della salute, tra i Servizi/Dipartimenti che li realizzano. Presenza di tavoli di progetto intraziendali formalizzati e non. Lettura elaborata a cura della commissione “stile di vita sani” Uno sguardo “sinottico” ai piani di prevenzione… evidenza modalità di coordinamento con soggetti esterni descrizione metodologia Modalità di coordinamento e di gestione integrata tra i progetti, di educazione sanitaria ma anche di promozione della salute, tra l'ASL e i soggetti esterni coinvolti che partecipano alla loro realizzazione. Presenza di tavoli di progetto con soggetti e Interventi Evidence Based. Suddivisione della metodologia in: Obiettivi, Metodi, ed Indicatori con i relativi strumenti di misura. Diagramma di Gant cronoprogramma presenza indicatori di processo Indicatori di processo misurabili (numeratore/denominatore). Definizione dello Standard e del Metodo indicazione di un sistema di indicazione del sistema di monitoraggio e controllo scelto per la valutazione dei risultati ottenuti monitoraggio e controllo attribuzione del finanziamento Budget del programma aziendale per obiettivo/struttura 9 ASL A analisi del contesto territoriale NO B C parziale SI D parziale E F G H SI SI citata, ma non descritta NO Citata, ma non descritta NO NO Accennata evidenza ricognizione iniziative in atto di altri soggetti proponenti valutazione delle priorità ricognizione interventi ASL NO Accennata SI NO SI SI SI piano integrato NO SI SI evidenza modalità di coordinamento intraziendale previste in delibera, ma non decritte le SI SI struttura di coordinamento SI ES/DG SI DIPREV SI ES/DG previste in evidenza modalità di delibera, coordinamento con soggetti parzialmete esterni avviate SI SI descrizione metodologia NO SI SI cronoprogramma NO generale descrizione indicatori descrizione sistema di monitoraggio SI SI SI SI SI SI sui singoli progetti SI DIPREV non esplicita sui singoli progetti NO SI SI indicati i partner sui singoli progetti NO SI SI sui singoli progetti NO NO SI SI sui singoli progetti presente un report SI valutazioni precedentement indicati, ma non misurabili NO SI indicati, ma non misurabili NO NO NO descrizione attribuzione del finanziamento finanziamento per progetto NO SI DIPREV sommaria SI: budget sul finanziamento manca programma per progetto coerenza aziendale NO SI: budget sul SI: budget sul finanziamento programma programma per progetto aziendale aziendale finanziamento per progetto Analisi dei bisogni: un’introduzione operativa 10 L’analisi dei bisogni è Un processo complesso che si compone di diverse fasi Una componente (necessaria) nella programmazione Uno strumento (ed un approccio) che utilizza diverse metodologie e diverse tecniche I concetti chiave bisogno La normativa Domanda-offerta di servizi 11 Quale bisogno??? Bisogno potenziale Non riconosciuto dal target Bisogno Riconosciuto dal target Bisogno non espresso dal target Perché soddisfatto attraverso soluzione alternativa Per altri motivi Bisogno espresso dal target Bisogno accolto e soddisfatto dal sistema dei servizi Bisogno accolto ma non soddisfatto dal sistema dei servizi Bisogno non accolto dal sistema dei servizi UNA PRIMA DEFINIZIONE strumento di supporto alla decisione utilizzabile per l’allocazione delle risorse, la progettazione e lo sviluppo dei programmi e degli interventi nel campo della sanità, dell’educazione e, più globalmente, di tutti i servizi alla persona (McKillip, 1998) Un’insieme sistematico di procedure intraprese per definire priorità e prendere decisioni circa un programma o un cambiamento organizzativo e a riguardo dell’allocazione di risorse. Le priorità sono basate sull’identificazione di specifici bisogni (Witkin, Altschuld, 1995) 12 LE FASI preliminare di valutazione dei bisogni di ri-programmazione FASE PRELIMINARE 1. Definizione di un gruppo di riferimento per il progetto 2. Definizione degli obiettivi dell’analisi e di come questa si integra con la programmazione 3. Descrizione della popolazione target e del livello di offerta 4. Mappatura dei flussi informativi esistenti e definizione dei fabbisogni conoscitivi 13 FASE DI VALUTAZIONE DEI BISOGNI Identificazione dei bisogni Analisi qualitativa e quantitativa Conoscere Valutare Esplorare Conoscere Capire + quantificare capire Quanto il bisogno è diffuso Quanto è importante Le risorse che richiede conoscere decidere … non è una dicotomia, ma un processo circolare 14 … la finalità non è la conoscenza, ma la decisione Non può che essere partecipativa della definizione di bisogno del livello di offerta degli obiettivi relatività AB non come strumento assoluto, predefinito 15 Sistemi informativi attività routinaria saltuarietà FASE DI RI-PROGRAMMAZIONE Definizione dei bisogni prioritari Comunicazione dei risultati Definizione delle priorità Ri-progettazione Integrazione tra AB e programmazione 16 LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI fonti correnti metodi d’indagine quantitativi metodi d’indagine qualitativi fase di valutazione dei bisogni analisi e teoria sociologica analisi organizzativa analisi costi – benefici supporti decisionali (multicriteri, etc.) altre fasi Efficacia, monitoraggio, valutazione… Qualche primo spunto di riflessione… 17 Efficacia della promozione della salute Difficile da definire, ma ancor più da misurare Gli outcome… che distanti! Efficacia ed evidenza: la necessità di un rapporto stretto A questo punto che cos’è importante? Definire bene gli obiettivi (misurabilità, evocazione di risultati attesi,…) Individuare possibili misure Un approccio multi-fonte Costruzione di ragionevoli indicatori Sistemi informativi in grado di informare anche su andamenti complessivi 18 Indicatori… da un concetto astratto ad una misurazione... Proxy del fenomeno che vogliono misurare caratteristiche • validità • affidabilità • sensibilità -Indice -Sintomo -Segno Indicatori… Parametri con cui misurare un fenomeno il cui significato va oltre a ciò che è direttamente associabile al parametro Quantificano e semplificano fenomeni aggregando e analizzando dati (indicatori semplici poi possono essere ulteriormente aggregati in indicatori complessi) Il loro valore dipende dal contesto 19 Indicatori… Il loro compito è ridurre l’incertezza insita nei processi decisionali Ridurre la complessità (accettando in ogni caso livelli di incertezza) Non possono essere né troppi (non si riduce la complessità + onerosità) né troppo pochi (non si può guidare un 747 guardando solo l’altimetro…) La circolarità nell’utilizzo degli indicatori Un buon indicatore deve essere soprattutto utile ed utilizzabile politiche Gli indicatori necessariamente si legano alle politiche che devono informare indicatori Gli indicatori sono strumenti necessari nello sviluppo, gestione/controllo e valutazione delle politiche Non esistono “buoni indicatori” assoluti, fuori da un contesto specifico 20 Indicatori… Non si può gestire ciò che non si può misurare Importanza dell’analisi comparativa (benchmarking) Il concetto del “good enough” e del trade-off tra precisione, disponibilità e leggibilità Alcune fondamentali domande prima di scegliere un indicatore A che cosa serve (il legame con le politiche / obiettivi) Chi lo leggerà e con che modalità (come, quando) Quante risorse abbiamo a disposizione … 21 Contrasti.. Precisione Rilevanza Praticabilità Costi Semplicità (leggibilità) Specificità Parsimonia Indicatori, qualche indicazione per la loro costruzione… Operazionalizzazione del concetto astratto Individuazione di elementi misurabili Reperimento dei dati Costruzione dell’indicatore (semplice) Eventuale aggregazione per costruire un indicatore complesso 22 Il processo di misura concept operationalization measurament design measurament (data collection) measures elaboration (data analysis) L’operazionalizzazione Abstract concept Concept decomposition in more measurable terms e.g. better food habits in a specific target group (…) Less abstract concept Suitable measures Less abstract concept Suitable measures Less abstract concept Suitable measures e.g.: 1) total Kg of vegetables and fruits eaten in that territory 2) Estimates of (change) of persons that declare to follow the suggestion of 5-a-day 3) Meaures of awareness…. e.g. 1) increase the total amount of vegetable and fruits eaten 2) increase the % of those following the “5-aday” suggestion 3) increase awareness about food quality … 23 Sistemi informativi e sistemi di Sorveglianza dei Fattori di Rischio Importanza degli aspetti comportamentali Conoscenza/ comprensione Controllo / Intervento tempo Le componenti di una sorveglianza conoscenza interpretazione dati analisi 24 Il sistema Il macro sistema Salute Il sistema Salute Pubblica Il sistema di sorv FRC conoscenza interpretazione dati analisi In definitiva… Attenzione agli aspetti informativi Porre a sistema le diverse fonti per poter operare una lettura complessiva Elaborare anche strategie informative specifiche Stabilire il processo di lettura delle informazioni… 25 Nel monitoraggio, nella valutazione, come nella programmazione Il metodo svolge un ruolo fondamentale obiettività senso trasparenza Buon lavoro! 26 Una comunità in movimento: il progetto “San Mauro si Mette in Moto” ARTICOLO OPORTUNAMENTE ADATTATO (“OSCURATO”) PER LO STUDIO DI CASO NELLA FORMAZIONE PER PROJECT LEADER – IREF – MILANO, 29 GENNAIO 2007. NON DIFFONDERE IN QUESTO FORMATO parole chiave: promozione attività fisica, ginnastica di gruppo, piano per la salute, comunità educante, valutazione qualitativa. Riassunto: La sedentarietà, insieme ad un’alimentazione non equilibrata, è tra i fattori di rischio principali di insorgenza di patologie quali le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo II, l’obesità ed alcune neoplasie. Viene presentato il progetto di promozione dell’attività fisica, realizzato in un paese XYZ, finalizzato all’organizzazione di incontri di ginnastica e Thai Chi nei parchi rivolti alla popolazione adulta e anziana. Sono stati coinvolti nell’organizzazione: medici di base, rappresentanti di quartiere, associazioni di volontariato, associazioni sportive, settore pubblico e privato, pubblica assistenza e gruppo scout. L’iniziativa è stata promossa attraverso una campagna comunicativa. Alla prima fase del progetto hanno aderito circa 200 persone, molte delle quali hanno proseguito l’attività anche nei mesi invernali in palestra. Visto il successo ottenuto l’Amministrazione Comunale ha deciso di rendere questa iniziativa stabile. La valutazione del progetto è stata realizzata con metodi quantitativi e qualitativi ed ha evidenziato come non sia sufficiente la promozione dell’attività fisica con campagne informative e opuscoli, ma sia necessario proporre opportunità concrete di praticarla, possibilmente in gruppo. Introduzione L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente documento (1) (Global strategy on diet, physical activity and health, maggio 2004), sottolinea la forte crescita nei paesi industrializzati delle malattie cosiddette “non trasmissibili”, quali causa principale di morbilità e mortalità; sono considerati fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie valori elevati di pressione arteriosa, alti livelli di colesterolo ematico, fumo di sigaretta, apporto inadeguato di frutta e verdura, sovrappeso, obesità e sedentarietà. L’OMS sottolinea la correlazione di questi fattori di rischio con stili di vita non corretti, quali errori nutrizionali e scarsa/assente attività fisica. L'attività fisica praticata in modo corretto e regolare incide significativamente sulla qualità della vita, in quanto migliora la salute fisica e mentale e riduce il rischio di morbilità e mortalità generale numerosi studi in letteratura attribuiscono all’attività fisica un ruolo protettivo soprattutto nei confronti delle malattie cardiovascolari e del diabete e sottolineano i numerosi benefici fisiologici e psicologici indotti. 1 Primo fra tutti quello condotto da Paffenbarger e coll. con gli studenti dell’Università di Harvard, che ha osservato come bruciando almeno 1500 Kcal a settimana con l’attività fisica si possa ridurre di un quarto il rischio di mortalità in generale. Lo studio è stato eseguito su 16.936 persone seguite per 26 anni (2) . Il livello di intensità dell’ attività fisica effettuata appare meno importante per produrre benefici rispetto alla regolarità con cui la si pratica (3) . Alla luce di una ben nutrita bibliografia scientifica e dei numerosi documenti divulgati da Organizzazioni importanti come Center for Disease Control di Atlanta (4) e l’OMS, diventa fondamentale per la Sanità Pubblica promuovere comportamenti e stili di vita sani, volti ad incrementare la pratica dell’attività fisica nella popolazione e a diffondere programmi per una corretta educazione alimentare. Nonostante gli effetti positivi dell'esercizio siano oramai noti a tutti, negli Stati Uniti solamente il 25% degli adulti pratica attività fisica secondo i livelli minimi raccomandati (30 minuti di attività moderata almeno 5 giorni/settimana oppure 20 minuti di attività intensa 3 o più volte per settimana); il 29% non pratica attività fisica nel tempo libero e solamente il 27% degli studenti tra i 9 e i 12 anni è impegnato in attività fisica moderata (5) . In Italia il 38% della popolazione dichiara di essere sedentaria, il 30% di praticare uno sport e il 31% un’attività fisica leggera, come fare passeggiate di almeno 2 Km, nuotare, andare in bicicletta (dati Istat 2000) (6) . Le percentuali maggiori di sedentari si rilevano tra le donne (43% contro 33% degli uomini), tra i piccolissimi (il 50% dei bambini tra 3-5 anni) e le persone più anziane (52% della popolazione tra i 65 e i 74 anni e il 73% oltre i 75 anni di età). La realtà locale dell’Azienda Sanitaria di xyz, fotografata dall’indagine xyz (7) , mette in evidenza un quadro più promettente per quanto riguarda la pratica dell’attività fisica: la percentuale di persone sedentarie scende, infatti, al 16% contro stime nazionali del 38% e regionali del 27%; tuttavia il 44% delle persone dichiara di effettuarla per un periodo di tempo troppo limitato rispetto al livello consigliato dall’OMS. Le categorie più colpite dalla sedentarietà risultano essere le donne (inattività al 21%) e gli anziani (32%). Per attività fisica praticata si è fatto riferimento ad attività fisica di tipo leggero (camminare per un chilometro), ad attività moderatamente più intensa (corsa, passeggiata in bicicletta), a sport agonistico e ad attività lavorativa o domestica caratterizzata da attività fisica pesante. Nel 2001 il CDC di Atlanta ha pubblicato le linee guida che gli interventi di comunità dovrebbero seguire per promuovere la pratica dell’attività fisica nella popolazione (8) . Dopo un’accurata revisione sistematica e una valutazione degli studi presenti in letteratura, che ha considerato anche la forza delle prove di efficacia, gli interventi fortemente raccomandati sono sei: • due informativi: campagne di informazione per la comunità invito all'utilizzo delle scale collocato in punti strategici; • tre comportamentali e sociali: educazione all'attività fisica nelle scuole 2 interventi di supporto sociale nella comunità (ad esempio, facilitare la creazione di gruppi di amici o tra altre persone interessate, per superare i limiti alla pratica di attività fisica) cambiamenti dello stile di vita adattati al singolo individuo; uno politico e ambientale: • creazione o facilitazione dell'accesso alle strutture dove si pratica attività fisica in associazione ad attività di informazione. Materiali e Metodi Sulla base di queste raccomandazioni e all’interno delle iniziative previste dal Piano per la Salute (*) per la promozione di stili di vita sani, nasce e si sviluppa San Mauro Si Mette In Moto, progetto sperimentale di promozione dell’attività fisica realizzato nel Comune di xyz. L’intervento, costituito di due fasi, una primaverile e una autunnale, ha preso avvio nel maggio 2003 ed è stato rivolto alla popolazione adulta sedentaria, con particolare riferimento alle donne e agli anziani, considerati come le fasce maggiormente a rischio di sedentarietà. L’obiettivo principale del progetto consiste nella sperimentazione di un intervento di promozione dell’attività fisica per la prevenzione di patologie cardiovascolari. Gli obiettivi secondari sono: aumentare il numero di persone sedentarie che praticano Attività Fisica; sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’attività fisica nel miglioramento della salute; aumentare le opportunità aggregative attraverso la pratica dell’attività fisica di gruppo; aumentare i livelli di conoscenza sui principi fondamentali dell’attività fisica e sui principali benefici che derivano dalla sua pratica. Il progetto è stato sperimentato nel comune di XYZ per due motivi: - uno ambientale: il paese è situato in una zona pianeggiante ricca di spazi verdi e parchi di recente realizzazione; - uno socio-comunitario: l’Amministrazione Comunale si è resa disponibile ad aderire ad un intervento che rispondesse ad uno dei bisogni di salute individuati dal Piano per la Salute. Nello specifico il progetto ha sperimentato l’attuazione di un intervento di sostegno sociale nel Setting di Comunità, mirando a costituire e consolidare reti sociali nel territorio, atte a favorire il cambiamento comportamentale per l’adozione di uno stile di vita sano centrato sul movimento fisico. 3 L’intervento di rete è stato realizzato a partire dall’identificazione dei diversi attori sociali coinvolgibili e dalla costituzione di un gruppo di lavoro formato da operatori dell’Azienda sanitaria e da rappresentanti della comunità locale, con i quali stabilire un feedback durante lo svolgimento del progetto. Sono stati coinvolti nell’organizzazione: medici di base, rappresentanti di quartiere, associazioni di volontariato, associazioni sportive, settore pubblico e privato, pubblica assistenza e gruppo scout. L’iniziativa è stata promossa attraverso una campagna comunicativa con produzione e diffusione di materiale cartaceo (poster e opuscoli) distribuiti alla popolazione con l’aiuto degli attori locali. Sono inoltre stati realizzati comunicati stampa, articoli su stampa locale, trasmissioni radio e televisive. Per il lancio ufficiale si è scelto un evento tradizionale del paese “La pedalata di Primavera” con la partecipazione di un’ampia fetta della popolazione locale a un’ attività sportiva di gruppo, per inaugurare l’apertura della stagione primaverile. In questa occasione è stato esteso a tutti l’invito a partecipare agli incontri di ginnastica nei parchi. Tra gli elementi che hanno reso possibile la realizzazione del progetto è stata fondamentale la creazione di una solida collaborazione tra settore pubblico e privato, per la costruzione di politiche di promozione della salute nella comunità. Oltre alla ideazione e progettazione dell’intervento, i due settori hanno sostenuto le spese di realizzazione del progetto suddividendo i costi come segue: L’ Azienda Sanitaria di XYZ ha sostenuto le spese della parte riguardante la campagna comunicativa con l’elaborazione e la produzione di materiale informativo educativo. Il Comune di XYZ ha sostenuto i costi relativi alla predisposizione dei parchi e alla loro manutenzione, provvedendo a fornire la disponibilità della palestra per il periodo autunnale. Techongym SPA ha infine dato il proprio contributo mettendo a disposizione i preparatori atletici e fornendo le attrezzature ginniche necessarie per lo svolgimento della ginnastica all’aperto. Un importante contributo è stato inoltre offerto dalla Pubblica Assistenza e dal locale gruppo scout, prestando servizio di assistenza e coordinamento dei gruppi di ginnastica ed assicurando la presenza costante a tutti gli incontri. Risultati La prima parte del progetto si è svolta nei mesi di maggio e giugno 2003; in questo periodo sono stati organizzati 4 incontri settimanali di ginnastica gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza, svolti a rotazione in 4 diversi parchi del paese. Alla popolazione è stata offerta la possibilità di praticare un tipo di ginnastica dolce, condotta da preparatori sportivi di due diverse discipline: ginnastica a corpo libero per il rinforzo muscolare e Thai Chi, disciplina orientale che, oltre a favorire una maggiore scioltezza articolare, favorisce il rilassamento e riduce lo stress. 4 I preparatori sportivi sono stati precedentemente formati per la promozione di un tipo di attività fisica semplice, facilmente accessibile e in grado di fornire conoscenze e suggerimenti per la realizzazione autonoma nella vita quotidiana. Pur non comportando controindicazioni di nessun tipo, come misura precauzionale, si è scelto di sottoporre a visita medico-sportiva le persone con particolari patologie e fattori di rischio; per garantire ulteriormente la sicurezza dei partecipanti, durante gli incontri nei parchi, sono stati sempre presenti gli operatori volontari della Pubblica Assistenza. L’ Adesione al Progetto in questa prima fase ha coinvolto circa 200 persone, in prevalenza donne di mezza età. Nel mese di Agosto le attività sono state sospese per la pausa estiva. La seconda fase del progetto è ripresa a Settembre 2003 e si è conclusa a fine ottobre.; l’attività fisica si è svolta in una palestra messa a disposizione dal comune. In questo secondo momento le persone che hanno partecipato almeno una volta, sono state circa 60.; alcune non avevano partecipato agli incontri estivi, ma erano nuovi arruolati. L’attività del progetto è terminata a fine ottobre, con l’inizio di una nuova fase in cui si è predisposto insieme al gruppo di lavoro, un piano per la gestione autonoma per permettere a coloro che erano interessati a continuare l’attività fisica, di autofinanziarsi con una piccola spesa volta a coprire la parte assicurativa e la disponibilità dei preparatori sportivi. Anche in questo caso i partecipanti sono stati numerosi al punto da costringere l’organizzazione a chiudere le iscrizioni per mancanza di spazio nella palestra. Nella fase conclusiva (Aprile 2004) è stato organizzato un ultimo incontro con l’amministrazione comunale e il gruppo di lavoro per predisporre la ripresa della ginnastica nei mesi estivi e per programmare la nuova campagna di comunicazione dell’iniziativa, sostenuta da Comune e Azienda Sanitaria. Si è scelto di realizzare gli incontri in un solo parco del paese mantenendo la frequenza degli incontri autunnali, stabiliti per 3 volte a settimana. Agli incontri hanno partecipato gli stessi iscritti dell’attività in palestra e diversi nuovi iscritti. Questa fase conclusiva completa l’ obiettivo finale del progetto: promuovere e realizzare la completa autonomia della comunità nella gestione e soddisfazione dei propri bisogni di salute, così come raccomandato dalle Linee Guida Internazionali negli interventi di sostegno sociale nel setting di comunità. Valutazione e Conclusioni Hanno aderito alla prima fase del progetto (primavera - autunno 2003) circa 200 persone in prevalenza donne (84%) tra i 45-64 anni (51%) di cui il 33,% casalinghe. La caratteristica di progetto “itinerante” ha fatto sì che molte persone si avvicinassero all’attività fisica, anche solo per curiosità: non tutte infatti hanno partecipato con continuità all’attività, anche se in numerose occasioni si sono contate circa 100 persone presenti. La valutazione del progetto si è avvalsa di metodologie quantitative e qualitative. A tutti i partecipanti si richiedeva di compilare un questionario d’ingresso, uno di gradimento (verso la fine della fase primaverile) e uno all’inizio dell’attività in palestra con lo scopo di monitorale principalmente l’eventuale aumento del movimento. Purtroppo, dei molti questionari distribuiti, una minima parte è stata compilata, per cui da questi dati non si possono trarre delle indicazioni precise. 5 Sono state inoltre condotte una serie di interviste individuali a due gruppi di persone: uno composto da quelle che hanno partecipato più assiduamente ed uno da quelle che, pur avendo partecipato alla prima fase, non si sono ripresentate alla ripresa autunnale. Durante le interviste, si è chiesto agli interpellati se la partecipazione al progetto avesse aumentato le conoscenze sui benefici dell’attività fisica; gli eventuali benefici in termini fisici, psicologici, sociali; le variabili che avevano favorito o ostacolato la partecipazione all’attività fisica (in questa fase, si chiedevano anche le motivazioni che avessero spinto a cominciare e/o a continuare). Inoltre, si chiedeva se avessero aumentato il movimento nelle attività quotidiane, come per esempio fare le scale invece di prendere l’ascensore, andare più spesso a piedi o in bicicletta… Infine, si domandava la disponibilità a continuare in futuro a praticare attività fisica e a quali condizioni. L’ultima fase della valutazione è stata effettuata tramite un incontro di gruppo di rappresentanti della comunità, ovvero medici di base e rappresentanti del Comune; a questi sono state rivolte le stesse domande poste durante l’intervista ai partecipanti, chiedendo di immaginare le risposte date dalle persone interpellate. L’analisi dei dati evidenzia che quasi tutte le persone hanno sperimentato svariati benefici dell’attività fisica a livello fisico ma anche e soprattutto relazionale: la ginnastica è socializzazione, è conoscere nuove persone, è fare nuove amicizie, è migliorare i rapporti nella comunità. Non tutti hanno aumentato il movimento nelle attività quotidiane, segno che non si è ancora sviluppato uno stile di vita con un’attività fisica regolare (era comunque molto difficile pensare di poter cambiare le abitudini in così poco tempo),; va comunque sottolineato che molte delle persone intervenute erano sedentarie, per cui la semplice partecipazione al progetto ha rappresentato per loro un aumento significativo del movimento quotidiano. E’ emerso un altro aspetto interessante, che merita di essere approfondito: nel nostro campione troviamo persone che affermano di aver voluto cominciare a fare attività fisica anche da diversi anni, addirittura 15 o 20; ebbene, perché non hanno cominciato prima? Le risposte alle interviste individuali ci dicono che era mancata loro l’opportunità, nel senso di possibilità di fare attività fisica. Quello che cercavano era un’attività di gruppo (perché “da soli ci si annoia…”) e fatta sul territorio (perché non tutti sono disposti ad andare in un paese adiacente per muoversi, anche se dista solo pochi chilometri). Diverse le persone hanno affermato di aver pensato molte volte di cominciare, ma di non averlo mai fatto perché da soli non ci si motiva abbastanza, mentre il gruppo ti sprona a fare.; alcune persone avevano addirittura comprato la cyclette, ma restava inutilizzata o usata solo per pochi minuti alla volta. Anche da parte delle persone che non l’hanno indicata come la motivazione principale, l’attività di gruppo è stata apprezzata e la socializzazione durante la ginnastica è sempre raccontata come uno degli elementi più positivi; non sono risultati tanto importanti gli esercizi, ma lo scambiarsi sguardi, commenti, risate durante gli stessi. Queste indicazioni sono estremamente importanti per la promozione della salute: alle persone coinvolte nel progetto non mancavano le informazioni sui benefici dell’attività fisica, mancavano le possibilità concrete di farla. Non è sufficiente informare e motivare le persone per sperare in un cambiamento dello stile di vita. Volendo ragionare seguendo il “modello degli stadi di cambiamento” di Prochaska e Di Clemente (1983; 1986; Di Clemente e Prochaska 1998), si potrebbe dire che alcune di queste persone erano in fase pre – contemplativa, altre in 6 fase contemplativa, altre invece avevano già deciso ma mancava l’opportunità, altre ancora erano passate all’azione (comprando una cyclette, iniziando a fare ginnastica da soli) con una repentina ricaduta nella sedentarietà per mancanza di stimoli. Si potrebbe quindi dire che il progetto ha raccolto persone con motivazioni diverse, e diverse disponibilità al cambiamento. La terza fase della valutazione, svolta con i rappresentanti della comunità, è stata effettuata tramite un incontro di gruppo, al quale hanno partecipato 10 persone: 6 medici (cinque medici di base e un medico dello sport), un rappresentante dell’azienda sanitaria, due rappresentanti del comune di xyz e una persona che ha seguito da vicino l’intero iter del progetto. A tutti è stato consegnato un questionario in cui si chiedeva di rispondere per iscritto ad alcune domande aperte, che di seguito sono riportate: − Secondo lei, le persone che hanno partecipato assiduamente all’attività fisica, dicono di averne tratto beneficio? Se si, in che cosa? − Secondo lei, le persone che hanno partecipato assiduamente all’attività fisica, hanno aumentato il movimento nelle attività quotidiane (fare le scale, camminare di più, ….)? − E’ stato chiesto, alle persone che hanno praticato attività fisica, quali fossero state le motivazioni che li avrebbero spinti a cominciare; secondo lei, quali sono state le motivazioni più frequentemente riportate? − A suo giudizio, quali sono stati gli aspetti più positivi che sono stati evidenziati? − E quali sono stati gli aspetti più negativi? − E’ stato chiesto, in conclusione, le intenzioni future di continuare a praticare attività fisica; in particolare, è stato chiesto: “Immaginiamo che da domani si interrompa la ginnastica; lei cercherebbe altre forme o opportunità per praticare attività fisica? E quali?” Secondo lei, cosa hanno risposto le persone interpellate? La valutazione del gruppo di rappresentanti della comunità non ha prodotto risultati eclatanti, come d’altronde ci si aspettava: era infatti difficile pensare che essi la pensassero in maniera totalmente differente dai cittadini partecipanti. Le risposte del gruppo e quelle delle interviste individuali sono quasi uguali, eccetto per alcuni dettagli non trascurabili. In particolare, i rappresentanti pensavano che la motivazione prevalente fossero i benefici per la salute, in termini di dimagrimento, maggiore motilità, e così via. Alcuni hanno indicato, per la verità, anche lo stare insieme, la compagnia, ma sempre subordinata ai benefici futuri, mentre abbiamo visto in precedenza come la motivazione prevalente sia molto difficile da scindere dalla possibilità concreta di fare attività, e dalla possibilità di farla in gruppo. Infatti, il risultato più evidente e concreto della valutazione, che diviene anche il messaggio conclusivo del presente articolo è: non basta promuovere l’attività fisica con campagne informative e opuscoli, serve proporre opportunità concrete di praticarla, preferibilmente in gruppo. 7 Bibliografia 1) OMS Global strategy on diet, physical activity and health May 22, 2004, www.who.int/dietphysicalactivity/strategy/eb11344/en/ 2) Paffenbarger R.S., Hyde R.T., Wing A.L., Hsieh C.C. Physical activity, all-cause mortality, and longevity of college alumni New England Journal of Medicine 314:605-613, 1986 3) Center for Disease Control and Prevention. 1996 Physical Activity and health: a report of the surgeon general Atlanta Increasing Physical Activity: a report on recommendation of the task force on Community Preventives Service. MMWR 2001; 50:1-16. 4) US Department of Health and Human Services. Physical activity and health. A report of the Surgeon General. Center for Disease Control and Prevention, CDC, Atlanta, 1996 www.cdc.gov/nccdphp/sgr/contents.htm 5) CDC Physical activity trends - United States, 1990-1998, MMWR 2001; 50: 166-9 6) ISTAT Sistema Sanitario e Salute della popolazione Anno 2000 www.istat.it 7) Azienda Sanitaria Locale di XYZ Indagine XYZ. Studio sugli stili di vita e la percezione della salute Novembre 2003 8) US Department of Health and Human Services. Increasing physical activity. A report on recommendations of the task force on community preventive services Center for Disease Control and Prevention, CDC, Atlanta, MMWR, vol.50, n RR-18, oct 26, 2001 8