Progettare promozione della
salute per la comunità
Stefano Campostrini
Università Ca’ Foscari Venezia
- commissione “stili di vita sani” -
___________________________
La formazione dei project leaders nell’ambito della
progettazione integrata in promozione della salute
IREF Milano, 29 gennaio 2007
om
r
P
e
er
v
uo
?
??
Comunità?
Progetto ??
1
Partiamo dall’inizio…
La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute
La promozione della salute è il processo che mette in
grado le persone di aumentare il controllo sulla propria
salute e di migliorarla
Dare forza all’azione della comunità
La promozione della salute agisce attraverso una
concreta ed efficace azione della comunità nel definire
le priorità, assumere le decisioni, pianificare e
realizzare le strategie che consentano di raggiungere
un migliore livello di salute.
La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute
Lo sviluppo della comunità attinge alle risorse umane e
materiali esistenti nella comunità stessa per aumentare
l’auto-aiuto e il supporto sociale e per sviluppare
sistemi flessibili che rafforzino la partecipazione e la
direzione pubblica sui temi della salute. Ciò richiede un
pieno e continuo accesso alle informazioni, la possibilità
di conoscere le opportunità di salute e un adeguato
supporto finanziario.
2
Comunità e promozione della salute
Comunità… definizione territoriale ma
non solo (istituzioni, organizzazioni,
attori, etc. ne definiscono i “confini”)
Un approccio sistematico e coordinato
per influenzare nel medio e lungo
periodo i comportamenti influenzando le
“norme” e le “culture” attraverso
un’azione educativa ed organizzativa
Perché un progetto
(e un suo “leader”)
Progettare…
ruolo del metodo
3
La circolarità della
progettazione
lettura
(AdB)
monitoraggiovalutazione
obiettivi
azioni
I diversi passi
(un –possibile- quadro generale)
1. Valutazione della comunità
2. Organizzazione
3. Disegno e implementazione del
programma
4. Valutazione
5. Mantenimento
4
Per ognuno di questi…
ma soprattutto per il governo di ciascuno di questi
è necessario sviluppare specifiche competenze
(obiettivo di questo corso) su queste si lavorerà
nei prossimi incontri
Oggi rifletteremo su questo processo e su alcuni
termini chiave soprattutto per avviare (nel
pomeriggio) una revisione di quanto fin ora è
stato progettato nelle singole ASL
1. Valutazione della comunità
Definizione della comunità
Identificazione delle fonti e risorse
informative
Analisi dei bisogni (dei rischi,…)
…
5
2. Organizzazione della comunità
Individuazione dei key actors
Costituzione di un gruppo guida
Condivisione di obiettivi strategici
Definizione di ruoli
…
3. Disegno e implementazione
del programma
Definizione di tipologia del programma
Definizione del target
Budget
Strategie di comunicazione
Risorse coinvolte
Pianificazione
Avvio
6
4. Valutazione (e monitoraggio)
Definizione del disegno valutativo
Definizione indicatori per la valutazione e
il monitoraggio
Raccolta dati
Elaborazione/interpretazione
Reporting
5. Mantenimento
Il gruppo di coordinamento / attori
istituzionali e no
Strategie di comunicazione
Controllo/valutazione del budget
Revisione degli obiettivi
Formazione
…
7
Uno studio di caso
Ritrovate i diversi passaggi velocemente
discussi questa mattina?
Adattate il caso alla vostra realtà. Quale
può essere “la lezione”?
Tornando su qualche aspetto
fondamentale…
per riflettere sul cammino fatto fin
ora / rivederlo alla luce
dell’esperienza formativa
8
Uno sguardo “sinottico” ai
piani di prevenzione …
(1)
analisi del contesto territoriale distribuzione/importanza delle patologie cronico degenerative a livello locale. Fonti: mortalità, ricoveri
ospedalieri,esenzioni per patologia,BDA (Banca dati assistito).
Iniziative di promozione/educazione alla salute attuate a livello locale.
servizio dell'ASL che coordina il piano integrato
struttura di cordinamento
presenza di un piano sulla gestione integrata dei progetti fra servizi, dipartimenti, soggetti esterni. Descrizione della
popolazione target interessata al programma (fasce d'età, progetto, totale beneficiari).
Descrizione di una strategia di intervento a
censimento di iniziative in atto a livello locale da parte di altri soggetti esterni all'asl
piano integrato
evidenza ricognizione
iniziative in atto di altri
soggetti proponenti
valutazione delle priorità
evidenza modalità di
coordinamento intraziendale
(1)
Definizione delle priorità secondo:
1. Piano Sanitario Nazionale e Piano Sanitario Regionale; 2. Elementi epidemiologici locali e impatto dei fattori di rischio
sulle patologie Cronico Degenerative nella popolazione; 3. Attività già in corso sul territor
Modalità di coordinamento e di gestione integrata tra i progetti, di educazione sanitaria ma anche di promozione della
salute, tra i Servizi/Dipartimenti che li realizzano. Presenza di tavoli di progetto intraziendali formalizzati e non.
Lettura elaborata a cura della commissione “stile di vita sani”
Uno sguardo “sinottico” ai
piani di prevenzione…
evidenza modalità di
coordinamento con soggetti
esterni
descrizione metodologia
Modalità di coordinamento e di gestione integrata tra i progetti, di educazione sanitaria ma anche di promozione della
salute, tra l'ASL e i soggetti esterni coinvolti che partecipano alla loro realizzazione. Presenza di tavoli di progetto con
soggetti e
Interventi Evidence Based. Suddivisione della metodologia in: Obiettivi, Metodi, ed Indicatori con i relativi strumenti di
misura.
Diagramma di Gant
cronoprogramma
presenza indicatori di processo Indicatori di processo misurabili (numeratore/denominatore). Definizione dello Standard e del Metodo
indicazione di un sistema di indicazione del sistema di monitoraggio e controllo scelto per la valutazione dei risultati ottenuti
monitoraggio e controllo
attribuzione del finanziamento Budget del programma aziendale
per obiettivo/struttura
9
ASL
A
analisi del contesto territoriale
NO
B
C
parziale
SI
D
parziale
E
F
G
H
SI
SI
citata, ma non
descritta
NO
Citata, ma
non descritta
NO
NO
Accennata
evidenza ricognizione
iniziative in atto di altri
soggetti proponenti
valutazione delle priorità
ricognizione
interventi ASL
NO
Accennata
SI
NO
SI
SI
SI
piano integrato
NO
SI
SI
evidenza modalità di
coordinamento
intraziendale
previste in
delibera, ma
non decritte le
SI
SI
struttura di coordinamento
SI ES/DG
SI DIPREV
SI ES/DG
previste in
evidenza modalità di
delibera,
coordinamento con soggetti
parzialmete
esterni
avviate
SI
SI
descrizione metodologia
NO
SI
SI
cronoprogramma
NO
generale
descrizione indicatori
descrizione sistema di
monitoraggio
SI
SI
SI
SI
SI
SI
sui singoli
progetti
SI DIPREV
non esplicita
sui singoli
progetti
NO
SI
SI
indicati i
partner sui
singoli
progetti
NO
SI
SI
sui singoli
progetti
NO
NO
SI
SI
sui singoli
progetti
presente un
report
SI
valutazioni
precedentement
indicati, ma
non misurabili
NO
SI
indicati, ma non
misurabili
NO
NO
NO
descrizione attribuzione del finanziamento
finanziamento
per progetto
NO
SI DIPREV
sommaria
SI: budget
sul
finanziamento manca
programma per progetto coerenza
aziendale
NO
SI: budget sul SI: budget sul
finanziamento
programma
programma
per progetto
aziendale
aziendale
finanziamento
per progetto
Analisi dei bisogni:
un’introduzione operativa
10
L’analisi dei bisogni è
Un processo complesso che si compone
di diverse fasi
Una componente (necessaria) nella
programmazione
Uno strumento (ed un approccio) che
utilizza diverse metodologie e diverse
tecniche
I concetti chiave
bisogno
La normativa
Domanda-offerta di servizi
11
Quale bisogno???
Bisogno potenziale
Non riconosciuto dal
target
Bisogno
Riconosciuto dal
target
Bisogno non
espresso dal target
Perché soddisfatto
attraverso soluzione
alternativa
Per altri motivi
Bisogno espresso
dal target
Bisogno accolto e
soddisfatto dal
sistema dei servizi
Bisogno accolto ma
non soddisfatto dal
sistema dei servizi
Bisogno non accolto
dal sistema dei
servizi
UNA PRIMA DEFINIZIONE
strumento di supporto alla decisione utilizzabile per
l’allocazione delle risorse, la progettazione e lo sviluppo dei
programmi e degli interventi nel campo della sanità,
dell’educazione e, più globalmente, di tutti i servizi alla
persona (McKillip, 1998)
Un’insieme sistematico di procedure intraprese per definire
priorità e prendere decisioni circa un programma o un
cambiamento organizzativo e a riguardo dell’allocazione di
risorse. Le priorità sono basate sull’identificazione di
specifici bisogni (Witkin, Altschuld, 1995)
12
LE FASI
preliminare
di valutazione dei bisogni
di ri-programmazione
FASE PRELIMINARE
1.
Definizione di un gruppo di riferimento per il progetto
2.
Definizione degli obiettivi dell’analisi e di come questa si
integra con la programmazione
3.
Descrizione della popolazione target e del livello di offerta
4.
Mappatura dei flussi informativi esistenti e definizione dei
fabbisogni conoscitivi
13
FASE DI VALUTAZIONE DEI
BISOGNI
Identificazione dei bisogni
Analisi qualitativa e quantitativa
Conoscere
Valutare
Esplorare
Conoscere
Capire + quantificare
capire
Quanto il bisogno è diffuso
Quanto è importante
Le risorse che richiede
conoscere
decidere
… non è una dicotomia, ma un processo circolare
14
… la finalità non è la conoscenza, ma la decisione
Non può che essere partecipativa
della definizione di bisogno
del livello di offerta
degli obiettivi
relatività
AB non come strumento assoluto,
predefinito
15
Sistemi informativi
attività routinaria
saltuarietà
FASE DI RI-PROGRAMMAZIONE
Definizione dei bisogni prioritari
Comunicazione
dei risultati
Definizione delle priorità
Ri-progettazione
Integrazione tra AB
e programmazione
16
LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI
fonti correnti
metodi d’indagine quantitativi
metodi d’indagine qualitativi
fase di
valutazione
dei bisogni
analisi e teoria sociologica
analisi organizzativa
analisi costi – benefici
supporti decisionali (multicriteri, etc.)
altre fasi
Efficacia, monitoraggio,
valutazione…
Qualche primo spunto di
riflessione…
17
Efficacia della promozione
della salute
Difficile da definire, ma ancor più da
misurare
Gli outcome… che distanti!
Efficacia ed evidenza: la necessità di un
rapporto stretto
A questo punto che cos’è
importante?
Definire bene gli obiettivi (misurabilità,
evocazione di risultati attesi,…)
Individuare possibili misure
Un approccio multi-fonte
Costruzione di ragionevoli indicatori
Sistemi informativi in grado di informare
anche su andamenti complessivi
18
Indicatori…
da un concetto astratto ad una misurazione...
Proxy del fenomeno che vogliono misurare
caratteristiche
• validità
• affidabilità
• sensibilità
-Indice
-Sintomo
-Segno
Indicatori…
Parametri con cui misurare un fenomeno il cui
significato va oltre a ciò che è direttamente
associabile al parametro
Quantificano e semplificano fenomeni
aggregando e analizzando dati (indicatori
semplici poi possono essere ulteriormente
aggregati in indicatori complessi)
Il loro valore dipende dal contesto
19
Indicatori…
Il loro compito è ridurre l’incertezza insita nei
processi decisionali
Ridurre la complessità (accettando in ogni caso
livelli di incertezza)
Non possono essere né troppi (non si riduce la
complessità + onerosità) né troppo pochi (non
si può guidare un 747 guardando solo
l’altimetro…)
La circolarità nell’utilizzo
degli indicatori
Un buon indicatore
deve essere soprattutto
utile ed utilizzabile
politiche
Gli indicatori
necessariamente si
legano alle politiche
che devono informare
indicatori
Gli indicatori sono
strumenti necessari nello sviluppo,
gestione/controllo e valutazione
delle politiche
Non esistono
“buoni indicatori” assoluti,
fuori da un contesto
specifico
20
Indicatori…
Non si può gestire ciò che non si può misurare
Importanza dell’analisi comparativa
(benchmarking)
Il concetto del “good enough” e del trade-off
tra precisione, disponibilità e leggibilità
Alcune fondamentali domande
prima di scegliere un
indicatore
A che cosa serve (il legame con le
politiche / obiettivi)
Chi lo leggerà e con che modalità (come,
quando)
Quante risorse abbiamo a disposizione
…
21
Contrasti..
Precisione
Rilevanza
Praticabilità
Costi
Semplicità (leggibilità)
Specificità
Parsimonia
Indicatori, qualche indicazione
per la loro costruzione…
Operazionalizzazione del concetto
astratto
Individuazione di elementi misurabili
Reperimento dei dati
Costruzione dell’indicatore (semplice)
Eventuale aggregazione per costruire un
indicatore complesso
22
Il processo di misura
concept operationalization
measurament design
measurament
(data collection)
measures elaboration
(data analysis)
L’operazionalizzazione
Abstract
concept
Concept decomposition
in more measurable terms
e.g. better food
habits in a specific
target group
(…)
Less
abstract
concept
Suitable
measures
Less
abstract
concept
Suitable
measures
Less
abstract
concept
Suitable
measures
e.g.: 1) total Kg of vegetables and
fruits eaten in that territory
2) Estimates of (change) of persons
that declare to follow
the suggestion of 5-a-day
3) Meaures of awareness….
e.g. 1) increase the total amount of
vegetable and fruits eaten
2) increase the % of those following the “5-aday” suggestion
3) increase awareness about food quality
…
23
Sistemi informativi e
sistemi di Sorveglianza dei Fattori di
Rischio
Importanza degli aspetti comportamentali
Conoscenza/
comprensione
Controllo /
Intervento
tempo
Le componenti di una sorveglianza
conoscenza
interpretazione
dati
analisi
24
Il sistema
Il macro sistema Salute
Il sistema Salute Pubblica
Il sistema di sorv FRC
conoscenza
interpretazione
dati
analisi
In definitiva…
Attenzione agli aspetti informativi
Porre a sistema le diverse fonti per poter
operare una lettura complessiva
Elaborare anche strategie informative
specifiche
Stabilire il processo di lettura delle
informazioni…
25
Nel monitoraggio, nella valutazione,
come nella programmazione
Il metodo svolge un ruolo fondamentale
obiettività
senso
trasparenza
Buon
lavoro!
26
Una comunità in movimento:
il progetto “San Mauro si Mette in Moto”
ARTICOLO OPORTUNAMENTE ADATTATO (“OSCURATO”) PER LO STUDIO DI CASO NELLA FORMAZIONE
PER PROJECT LEADER – IREF – MILANO, 29 GENNAIO 2007. NON DIFFONDERE IN QUESTO FORMATO
parole chiave:
promozione attività fisica, ginnastica di gruppo, piano per la salute, comunità educante, valutazione qualitativa.
Riassunto:
La sedentarietà, insieme ad un’alimentazione non equilibrata, è tra i fattori di rischio principali di insorgenza di patologie
quali le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo II, l’obesità ed alcune
neoplasie. Viene presentato il progetto di
promozione dell’attività fisica, realizzato in un paese XYZ, finalizzato all’organizzazione di incontri di ginnastica e Thai
Chi nei parchi rivolti alla popolazione adulta e anziana. Sono stati coinvolti nell’organizzazione: medici di base,
rappresentanti di quartiere, associazioni di volontariato, associazioni sportive, settore pubblico e privato, pubblica
assistenza e gruppo scout. L’iniziativa è stata promossa attraverso una campagna comunicativa. Alla prima fase del
progetto hanno aderito circa 200 persone, molte delle quali hanno proseguito l’attività anche nei mesi invernali in
palestra. Visto il successo ottenuto l’Amministrazione Comunale ha deciso di rendere questa iniziativa stabile. La
valutazione del progetto è stata realizzata con metodi quantitativi e qualitativi ed ha evidenziato come non sia sufficiente
la promozione dell’attività fisica con campagne informative e opuscoli, ma sia necessario proporre opportunità concrete
di praticarla, possibilmente in gruppo.
Introduzione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un recente documento
(1)
(Global strategy on diet, physical activity and
health, maggio 2004), sottolinea la forte crescita nei paesi industrializzati delle malattie cosiddette “non trasmissibili”,
quali causa principale di morbilità e mortalità; sono considerati fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie valori
elevati di pressione arteriosa, alti livelli di colesterolo ematico, fumo di sigaretta, apporto inadeguato di frutta e verdura,
sovrappeso, obesità e sedentarietà. L’OMS sottolinea la correlazione di questi fattori di rischio con stili di vita non
corretti, quali errori nutrizionali e scarsa/assente attività fisica.
L'attività fisica praticata in modo corretto e regolare incide significativamente sulla qualità della vita, in quanto migliora la
salute fisica e mentale e riduce il rischio di morbilità e mortalità generale numerosi studi in letteratura attribuiscono
all’attività fisica un ruolo protettivo soprattutto nei confronti delle malattie cardiovascolari e del diabete e sottolineano i
numerosi benefici fisiologici e psicologici indotti.
1
Primo fra tutti quello condotto da Paffenbarger e coll. con gli studenti dell’Università di Harvard, che ha osservato come
bruciando almeno 1500 Kcal a settimana con l’attività fisica si possa ridurre di un quarto il rischio di mortalità in generale.
Lo studio è stato eseguito su 16.936 persone seguite per 26 anni
(2)
. Il livello di intensità dell’ attività fisica effettuata
appare meno importante per produrre benefici rispetto alla regolarità con cui la si pratica
(3)
.
Alla luce di una ben nutrita bibliografia scientifica e dei numerosi documenti divulgati da Organizzazioni importanti come
Center for Disease Control di Atlanta
(4)
e l’OMS, diventa fondamentale per la Sanità Pubblica promuovere
comportamenti e stili di vita sani, volti ad incrementare la pratica dell’attività fisica nella popolazione e a diffondere
programmi per una corretta educazione alimentare.
Nonostante gli effetti positivi dell'esercizio siano oramai noti a tutti, negli Stati Uniti solamente il 25% degli adulti pratica
attività fisica secondo i livelli minimi raccomandati (30 minuti di attività moderata almeno 5 giorni/settimana oppure 20
minuti di attività intensa 3 o più volte per settimana); il 29% non pratica attività fisica nel tempo libero e solamente il 27%
degli studenti tra i 9 e i 12 anni è impegnato in attività fisica moderata
(5)
.
In Italia il 38% della popolazione dichiara di essere sedentaria, il 30% di praticare uno sport e il 31% un’attività fisica
leggera, come fare passeggiate di almeno 2 Km, nuotare, andare in bicicletta (dati Istat 2000)
(6)
.
Le percentuali maggiori di sedentari si rilevano tra le donne (43% contro 33% degli uomini), tra i piccolissimi (il 50% dei
bambini tra 3-5 anni) e le persone più anziane (52% della popolazione tra i 65 e i 74 anni e il 73% oltre i 75 anni di età).
La realtà locale dell’Azienda Sanitaria di xyz, fotografata dall’indagine xyz
(7)
,
mette in evidenza un quadro più
promettente per quanto riguarda la pratica dell’attività fisica: la percentuale di persone sedentarie scende, infatti, al 16%
contro stime nazionali del 38% e regionali del 27%; tuttavia il 44% delle persone dichiara di effettuarla per un periodo di
tempo troppo limitato rispetto al livello consigliato dall’OMS. Le categorie più colpite dalla sedentarietà risultano essere le
donne (inattività al 21%) e gli anziani (32%). Per attività fisica praticata si è fatto riferimento ad attività fisica di tipo
leggero (camminare per un chilometro), ad attività moderatamente più intensa (corsa, passeggiata in bicicletta), a sport
agonistico e ad attività lavorativa o domestica caratterizzata da attività fisica pesante.
Nel 2001 il CDC di Atlanta ha pubblicato le linee guida che gli interventi di comunità dovrebbero seguire per promuovere
la pratica dell’attività fisica nella popolazione
(8)
. Dopo un’accurata revisione sistematica e una valutazione degli studi
presenti in letteratura, che ha considerato anche la forza delle prove di efficacia, gli interventi fortemente raccomandati
sono sei:
•
due informativi:
campagne di informazione per la comunità
invito all'utilizzo delle scale collocato in punti strategici;
•
tre comportamentali e sociali:
educazione all'attività fisica nelle scuole
2
interventi di supporto sociale nella comunità (ad esempio, facilitare la creazione di gruppi di amici o tra altre persone
interessate, per superare i limiti alla pratica di attività fisica)
cambiamenti dello stile di vita adattati al singolo individuo;
uno politico e ambientale:
•
creazione o facilitazione dell'accesso alle strutture dove si pratica attività fisica in associazione ad attività di
informazione.
Materiali e Metodi
Sulla base di queste raccomandazioni e all’interno delle iniziative previste dal Piano per la Salute (*) per la promozione
di stili di vita sani, nasce e si sviluppa San Mauro Si Mette In Moto, progetto sperimentale di promozione dell’attività fisica
realizzato nel Comune di xyz.
L’intervento, costituito di due fasi, una primaverile e una autunnale, ha preso avvio nel maggio 2003 ed è stato rivolto
alla popolazione adulta sedentaria, con particolare riferimento alle donne e agli anziani, considerati come le fasce
maggiormente a rischio di sedentarietà.
L’obiettivo principale del progetto consiste nella sperimentazione di un intervento di promozione dell’attività fisica per la
prevenzione di patologie cardiovascolari.
Gli obiettivi secondari sono:
aumentare il numero di persone sedentarie che praticano Attività Fisica;
sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’attività fisica nel miglioramento della salute;
aumentare le opportunità aggregative attraverso la pratica dell’attività fisica di gruppo;
aumentare i livelli di conoscenza sui principi fondamentali dell’attività fisica e sui principali benefici che derivano
dalla sua pratica.
Il progetto è stato sperimentato nel comune di XYZ per due motivi:
-
uno ambientale: il paese è situato
in una zona pianeggiante ricca di spazi verdi e parchi di recente
realizzazione;
-
uno socio-comunitario: l’Amministrazione Comunale si è resa disponibile ad aderire ad un intervento che
rispondesse ad uno dei bisogni di salute individuati dal Piano per la Salute.
Nello specifico il progetto ha sperimentato l’attuazione di un intervento di sostegno sociale nel Setting di Comunità,
mirando a costituire e consolidare reti sociali nel territorio, atte a favorire il cambiamento comportamentale per l’adozione
di uno stile di vita sano centrato sul movimento fisico.
3
L’intervento di rete è stato realizzato a partire dall’identificazione dei diversi attori sociali coinvolgibili e dalla costituzione
di un gruppo di lavoro formato da operatori dell’Azienda sanitaria e da rappresentanti della comunità locale, con i quali
stabilire un feedback durante lo svolgimento del progetto.
Sono stati coinvolti nell’organizzazione: medici di base, rappresentanti di quartiere, associazioni di volontariato,
associazioni sportive, settore pubblico e privato, pubblica assistenza e gruppo scout.
L’iniziativa è stata promossa attraverso una campagna comunicativa con produzione e diffusione di materiale cartaceo
(poster e opuscoli) distribuiti alla popolazione con l’aiuto degli attori locali.
Sono inoltre stati realizzati comunicati stampa, articoli su stampa locale, trasmissioni radio e televisive. Per il lancio
ufficiale si è scelto un evento tradizionale del paese “La pedalata di Primavera” con la partecipazione di un’ampia fetta
della popolazione locale a un’ attività sportiva di gruppo, per inaugurare l’apertura della stagione primaverile. In questa
occasione è stato esteso a tutti l’invito a partecipare agli incontri di ginnastica nei parchi.
Tra gli elementi che hanno reso possibile la realizzazione del progetto è stata fondamentale la creazione di una solida
collaborazione tra settore pubblico e privato, per la costruzione di politiche di promozione della salute nella comunità.
Oltre alla ideazione e progettazione dell’intervento, i due settori hanno sostenuto le spese di realizzazione del progetto
suddividendo i costi come segue:
L’ Azienda Sanitaria
di XYZ ha sostenuto le spese della parte riguardante la campagna comunicativa con
l’elaborazione e la produzione di materiale informativo educativo.
Il Comune di XYZ ha sostenuto i costi relativi alla predisposizione dei parchi e alla loro manutenzione, provvedendo
a fornire la disponibilità della palestra per il periodo autunnale.
Techongym SPA ha infine dato il proprio contributo mettendo a disposizione i preparatori atletici e fornendo le
attrezzature ginniche necessarie per lo svolgimento della ginnastica all’aperto.
Un importante contributo è stato inoltre offerto dalla Pubblica Assistenza e dal locale gruppo scout, prestando servizio di
assistenza e coordinamento dei gruppi di ginnastica ed assicurando la presenza costante a tutti gli incontri.
Risultati
La prima parte del progetto si è svolta nei mesi di maggio e giugno 2003; in questo periodo sono stati organizzati 4
incontri settimanali di ginnastica gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza, svolti a rotazione in 4 diversi parchi del paese.
Alla popolazione è stata offerta la possibilità di praticare un tipo di ginnastica dolce, condotta da preparatori sportivi di
due diverse discipline: ginnastica a corpo libero per il rinforzo muscolare e Thai Chi, disciplina orientale che, oltre a
favorire una maggiore scioltezza articolare, favorisce il rilassamento e riduce lo stress.
4
I preparatori sportivi sono stati precedentemente formati per la promozione di un tipo di attività fisica semplice, facilmente
accessibile e in grado di fornire conoscenze e suggerimenti per la realizzazione autonoma nella vita quotidiana.
Pur non comportando controindicazioni di nessun tipo, come misura precauzionale, si è scelto di sottoporre a visita
medico-sportiva le persone con particolari patologie e fattori di rischio; per garantire ulteriormente la sicurezza dei
partecipanti, durante gli incontri nei parchi, sono stati sempre presenti gli operatori volontari della Pubblica Assistenza.
L’ Adesione al Progetto in questa prima fase ha coinvolto circa 200 persone, in prevalenza donne di mezza età.
Nel mese di Agosto le attività sono state sospese per la pausa estiva.
La seconda fase del progetto è ripresa a Settembre 2003 e si è conclusa a fine ottobre.; l’attività fisica si è svolta in una
palestra messa a disposizione dal comune. In questo secondo momento le persone che hanno partecipato almeno una
volta, sono state circa 60.; alcune non avevano partecipato agli incontri estivi, ma erano nuovi arruolati.
L’attività del progetto è terminata a fine ottobre, con l’inizio di una nuova fase in cui si è predisposto insieme al gruppo di
lavoro, un piano per la gestione autonoma per permettere a coloro che erano interessati a continuare l’attività fisica, di
autofinanziarsi con una piccola spesa volta a coprire la parte assicurativa e la disponibilità dei preparatori sportivi.
Anche in questo caso i partecipanti sono stati numerosi al punto da costringere l’organizzazione a chiudere le iscrizioni
per mancanza di spazio nella palestra.
Nella fase conclusiva (Aprile 2004) è stato organizzato un ultimo incontro con l’amministrazione comunale e il gruppo di
lavoro per predisporre la ripresa della ginnastica nei mesi estivi e per programmare la nuova campagna di
comunicazione dell’iniziativa, sostenuta da Comune e Azienda Sanitaria. Si è scelto di realizzare gli incontri in un solo
parco del paese mantenendo la frequenza degli incontri autunnali, stabiliti per 3 volte a settimana. Agli incontri hanno
partecipato gli stessi iscritti dell’attività in palestra e diversi nuovi iscritti.
Questa fase conclusiva completa l’ obiettivo finale del progetto: promuovere e realizzare la completa autonomia della
comunità nella gestione e soddisfazione dei propri bisogni di salute, così come raccomandato dalle
Linee Guida
Internazionali negli interventi di sostegno sociale nel setting di comunità.
Valutazione e Conclusioni
Hanno aderito alla prima fase del progetto (primavera - autunno 2003) circa 200 persone in prevalenza donne (84%) tra i
45-64 anni (51%) di cui il 33,% casalinghe. La caratteristica di progetto “itinerante” ha fatto sì che molte persone si
avvicinassero all’attività fisica, anche solo per curiosità: non tutte infatti hanno partecipato con continuità all’attività,
anche se in numerose occasioni si sono contate circa 100 persone presenti.
La valutazione del progetto si è avvalsa di metodologie quantitative e qualitative. A tutti i partecipanti si richiedeva di
compilare un questionario d’ingresso, uno di gradimento (verso la fine della fase primaverile) e uno all’inizio dell’attività in
palestra con lo scopo di monitorale principalmente l’eventuale aumento del movimento. Purtroppo, dei molti questionari
distribuiti, una minima parte è stata compilata, per cui da questi dati non si possono trarre delle indicazioni precise.
5
Sono state inoltre condotte una serie di interviste individuali a due gruppi di persone: uno composto da quelle che hanno
partecipato più assiduamente ed uno da quelle che, pur avendo partecipato alla prima fase, non si sono ripresentate alla
ripresa autunnale.
Durante le interviste, si è chiesto agli interpellati se la partecipazione al progetto avesse aumentato le conoscenze sui
benefici dell’attività fisica; gli eventuali benefici in termini fisici, psicologici, sociali; le variabili che avevano favorito o
ostacolato la partecipazione all’attività fisica (in questa fase, si chiedevano anche le motivazioni che avessero spinto a
cominciare e/o a continuare). Inoltre, si chiedeva se avessero aumentato il movimento nelle attività quotidiane, come per
esempio fare le scale invece di prendere l’ascensore, andare più spesso a piedi o in bicicletta… Infine, si domandava la
disponibilità a continuare in futuro a praticare attività fisica e a quali condizioni.
L’ultima fase della valutazione è stata effettuata tramite un incontro di gruppo di rappresentanti della comunità, ovvero
medici di base e rappresentanti del Comune; a questi sono state rivolte le stesse domande poste durante l’intervista ai
partecipanti, chiedendo di immaginare le risposte date dalle persone interpellate.
L’analisi dei dati evidenzia che quasi tutte le persone hanno sperimentato svariati benefici dell’attività fisica a livello fisico
ma anche e soprattutto relazionale: la ginnastica è socializzazione, è conoscere nuove persone, è fare nuove amicizie, è
migliorare i rapporti nella comunità.
Non tutti hanno aumentato il movimento nelle attività quotidiane, segno che non si è ancora sviluppato uno stile di vita
con un’attività fisica regolare (era comunque molto difficile pensare di poter cambiare le abitudini in così poco tempo),; va
comunque sottolineato che molte delle persone intervenute erano sedentarie, per cui la semplice partecipazione al
progetto ha rappresentato per loro un aumento significativo del movimento quotidiano.
E’ emerso un altro aspetto interessante, che merita di essere approfondito: nel nostro campione troviamo persone che
affermano di aver voluto cominciare a fare attività fisica anche da diversi anni, addirittura 15 o 20; ebbene, perché non
hanno cominciato prima? Le risposte alle interviste individuali ci dicono che era mancata loro l’opportunità, nel senso di
possibilità di fare attività fisica. Quello che cercavano era un’attività di gruppo (perché “da soli ci si annoia…”) e fatta sul
territorio (perché non tutti sono disposti ad andare in un paese adiacente per muoversi, anche se dista solo pochi
chilometri). Diverse le persone hanno affermato di aver pensato molte volte di cominciare, ma di non averlo mai fatto
perché da soli non ci si motiva abbastanza, mentre il gruppo ti sprona a fare.; alcune persone avevano addirittura
comprato la cyclette, ma restava inutilizzata o usata solo per pochi minuti alla volta.
Anche da parte delle persone che non l’hanno indicata come la motivazione principale, l’attività di gruppo è stata
apprezzata e la socializzazione durante la ginnastica è sempre raccontata come uno degli elementi più positivi; non sono
risultati tanto importanti gli esercizi, ma lo scambiarsi sguardi, commenti, risate durante gli stessi.
Queste indicazioni sono estremamente importanti per la promozione della salute: alle persone coinvolte nel progetto non
mancavano le informazioni sui benefici dell’attività fisica, mancavano le possibilità concrete di farla. Non è sufficiente
informare e motivare le persone per sperare in un cambiamento dello stile di vita.
Volendo ragionare seguendo il “modello degli stadi di cambiamento” di Prochaska e Di Clemente (1983; 1986; Di
Clemente e Prochaska 1998), si potrebbe dire che alcune di queste persone erano in fase pre – contemplativa, altre in
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fase contemplativa, altre invece avevano già deciso ma mancava l’opportunità, altre ancora erano passate all’azione
(comprando una cyclette, iniziando a fare ginnastica da soli) con una repentina ricaduta nella sedentarietà per mancanza
di stimoli. Si potrebbe quindi dire che il progetto ha raccolto persone con motivazioni diverse, e diverse disponibilità al
cambiamento.
La terza fase della valutazione, svolta con i rappresentanti della comunità, è stata effettuata tramite un incontro di
gruppo, al quale hanno partecipato 10 persone: 6 medici (cinque medici di base e un medico dello sport), un
rappresentante dell’azienda sanitaria, due rappresentanti del comune di xyz e una persona che ha seguito da vicino
l’intero iter del progetto. A tutti è stato consegnato un questionario in cui si chiedeva di rispondere per iscritto ad alcune
domande aperte, che di seguito sono riportate:
−
Secondo lei, le persone che hanno partecipato assiduamente all’attività fisica, dicono di averne tratto beneficio?
Se si, in che cosa?
−
Secondo lei, le persone che hanno partecipato assiduamente all’attività fisica, hanno aumentato il movimento
nelle attività quotidiane (fare le scale, camminare di più, ….)?
−
E’ stato chiesto, alle persone che hanno praticato attività fisica, quali fossero state le motivazioni che li
avrebbero spinti a cominciare; secondo lei, quali sono state le motivazioni più frequentemente riportate?
−
A suo giudizio, quali sono stati gli aspetti più positivi che sono stati evidenziati?
−
E quali sono stati gli aspetti più negativi?
−
E’ stato chiesto, in conclusione, le intenzioni future di continuare a praticare attività fisica; in particolare, è stato
chiesto: “Immaginiamo che da domani si interrompa la ginnastica; lei cercherebbe altre forme o opportunità per
praticare attività fisica? E quali?” Secondo lei, cosa hanno risposto le persone interpellate?
La valutazione del gruppo di rappresentanti della comunità non ha prodotto risultati eclatanti, come d’altronde ci si
aspettava: era infatti difficile pensare che essi la pensassero in maniera totalmente differente dai cittadini partecipanti. Le
risposte del gruppo e quelle delle interviste individuali sono quasi uguali, eccetto per alcuni dettagli non trascurabili.
In particolare, i rappresentanti pensavano che la motivazione prevalente fossero i benefici per la salute, in termini di
dimagrimento, maggiore motilità, e così via. Alcuni hanno indicato, per la verità, anche lo stare insieme, la compagnia,
ma sempre subordinata ai benefici futuri, mentre abbiamo visto in precedenza come la motivazione prevalente sia molto
difficile da scindere dalla possibilità concreta di fare attività, e dalla possibilità di farla in gruppo.
Infatti, il risultato più evidente e concreto della valutazione, che diviene anche il messaggio conclusivo del presente
articolo è: non basta promuovere l’attività fisica con campagne informative e opuscoli, serve proporre opportunità
concrete di praticarla, preferibilmente in gruppo.
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Stefano Campostrini