Anno 12
Numero 53
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Redazione
c/o Casa delle Culture
piazza Medaglie d’oro 4
48122 Ravenna
[email protected]
www.perglialtri.it/meticcia
Il razzismo non è un’idea, è un reato
Riflessioni, interviste, informazioni utili per contrastare l’incitamento all’odio razziale
di Franck Viderot
A l l ’ i n t e r n o
¬ I SERVIZI
Cosa fare di fronte
a un caso
di discriminazione
a pagina 2
¬ LE INTERVISTE
Antropologa e scrittore
parlano di violenza su
Facebook (e non solo)
a pagina 3-4
¬ INFO:
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
Notizie in sette
lingue
pagine 5-8
¬ RUBRICHE
Anime creole:
la solitudine
natalizia di Ulisse
a pagina 9
Sono nato qui di
Antonio Distefano:
“Io, figlio
della Bossi-Fini”
a pagina 10
Border Line:
l’accoglienza
nell’emergenza,
vista da dentro
a pagina 11
Cambio al vertice
della prefettura
Dopo appena un anno dal suo insediamento in città
il prefetto Fulvio Della Rocca, che abbiamo avuto
occasione di intervistare a settembre su vari temi tra
cui quello dell’accoglienza dei profughi nel nostro
territorio, viene promosso e mandato a Roma come
vice capo della Polizia. Della Rocca, che era stato
anche questore della città distinguendosi, per il
mondo dell’immigrazione, per l’accelerazione che
riuscì a dare alle pratiche di rinnovo dei permessi di
soggiorno. Come Prefetto ci aveva descritto una
città sicura e civile, in fondo ad alcune classifiche
relative all’ordine pubblico solo per l’ottima
abitudine dei cittadini a denunciare tutto. E ci aveva
rassicurato sul trattamento e l’accoglienza dei
profughi, tutti ospitati in strutture, per quanto per
alcuni fosse stato necessario ricorrere all’albergo. Il
suo successore sarà Francesco Russo, già prefetto di
Verbano Cuso Ossola in Piemonte.
il libro
Una storia di
convivenza sui
banchi di scuola,
tra Lugo e la
periferia milanese
pagina 10
«Bisogna fare come la Grecia sparargli contro
e girarsi dall’altra parte forse così capiranno che
non c’è più posto per loro...», «ieri passando davanti alla sede del Pd della mia città ne ho contati una cinquantina tutti negri, ma negrissimi,
più quelli che stavano dentro», «ma andare sulle
coste libiche, e affondare quei battelli no?», «forni», «sono quelli che odio di più. Una mano di
botte ben date e via nel fiume», «riaprire le camere a gas hitleriane non sarà cosi facile». Queste non sono affermazioni raccolte in un incontro clandestino di neo fascisti e nemmeno frasi di
ubriachi al banco di uno squallido bar. Sono tutte tratte dai commenti di utenti espressi sulla pagina Facebook del politico che tutti i sondaggi
danno maggiormente in ascesa al momento:
Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. Purtroppo quest'ultimo, fedele alla tradizione del
suo partito che anzi ha decisamente rinfocolato
di recente, detiene il record di dichiarazioni che,
indipendentemente dall’intenzione con cui vengono pronunciate, corrono il rischio di incitare
all'odio razziale, alla discriminazione e alla violenza perlomeno verbale. La “guerra al clandestino” e “prima gli italiani” sono temi che funzionano e che peraltro, dati alla mano, hanno premiato elettoralmente: la Lega, nell’assenteismo
generale per l’elezione dell’Emilia Romagna il 23
novembre, ha guadagnato voti in termini assoluti rispetto a maggio scorso, anche a Ravenna.
A puntare su questi temi Salvini ovviamente
non è l’unico e il quadro è tanto più desolante
quando si tratta di persone che magari ricoprono un ruolo pubblico o istituzionale e magari sono addirittura pagate dai contribuenti (immigrati compresi). Non solo, a circolare sui social e il
web sono anche tante falsità, vere e proprie leggende metropolitane (per esempio molto forte
ultimamente vanno quelle sul presunto costo dei
profughi e degli immigrati) che finiscono con l’alimentare atteggiamenti discriminatori. E si tratta di contenuti facilmente divulgabili sul web,
dove il passo per sfociare in aperto razzismo è
talvolta breve. Per quanto riguarda in particolare
lo "hate speech", termine usato per descrivere il
fenomeno, i social network fanno infatti la parte
del leone e lo confermano i rapporti dell'Unar
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Su 659 casi di discriminazione su base etnico razziale segnalati nel 2012, il 19,6% riguardava i
mass media e tra questi internet vantava una percentuale del 71,3%, contro il 19,4% dalla stampa
e il 5,4% dalla televisione. Un manifesto può essere rimosso, un articolo di giornale svanisce dopo un paio di giorni. Ma quello che va su internet
rimbalza e si moltiplica ottenendo una grande visibilità con, per chi la desidera, la garanzia di un
sostanziale anonimato. Ci sono pagine che già
del titolo parlano dei loro contenuti: “sei negro
se...”, “immigrati fuori dal c.....”, “Cina di m...”,
“vogliamo Hitler come ministro dell'integrazione”, si potrebbe continuare all'infinito. Anche a
Ravenna non mancano gruppi che sembrano nati con l’apparente scopo di promuovere l'odio del
diverso.
Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P. - C.P.O. RAVENNA
segue a pagina 2
2
Dicembre 2014 Gennaio 2015 Città Meticcia
segue dalla prima pagina
Il pericolo è anche in chi vede, ma tace
Cosa fare di fronte a un simile fenomeno per non
adeguarsi alla maggioranza, che considera l’istigazione all’odio razziale come “cavolate che si scrivono su
facebook senza importanza”? Sicuramente non lasciar perdere. Il primo passo sarebbe almeno segnalare a facebook l'esistenza della pagina o del profilo
veicolo di odio e discriminazione tenendo in mente
che su cento segnalazioni meno di 5 saranno oscurate. C'è chi, come Laura Boldrini, Presidente della Camera, e Cécile Kyenge, europarlamentare Pd, suggerisce un controllo della rete dalla parte dello Stato, forse rischiando però in tal modo di limitare il sacrosanto principio che sancisce la libertà di opinione. Vale la
pena punire tutti per colpa di alcuni? E se quel controllo su internet diventasse uno strumento per il governo per una censura generale? L’oscuramento o il
blocco non possono essere considarati come soluzione definitiva al problema perché sarebbe come curarsi con un antidolorifico senza diagnosticare le cause.
Perché il problema non sono i social network, ma
gli utenti malintenzionati. In realtà la rete funziona
come un megafono, un amplificatore della realtà quotidiana. Quindi il lavoro va fatto nella realtà di tutti i
giorni. Viviamo in un periodo in cui i soldi sono sempre meno, in cui le prestazioni sociali subiscono tagli
lineari, iniziative culturali volte a creare coesione sociale rischiano di chiudere in quanto considerate inutili, la forbice sociale tra chi sta bene e chi no si allarga sempre di più. Ancora una volta, quello che funziona senza costi aggiuntivi è agitare degli spaventapasseri. Chi meglio dei nostri politici sa quanto può
essere vincente la strumentalizzazione dei problemi a
cui la politica non riesce a dare una risposta?
Abbiamo vissuto l’era del potere dettato da tv e
giornali. Adesso siamo nell’era di internet e dei social
network. Non c’è più bisogno di essere ricchi proprietari di un conglomerato mediatico per influenzare l’opinione pubblica, ti basta uno smartphone collegato a internet e una buona dose di astuzia. Se così
non fosse come si spiega che Salvini per attirare l'attenzione di tutti (violenti compresi) ha annunciato su
tutti i media che andava in un campo sinti per poi
pubblicare l’evento su facebbok ben sapendo che
questo avrebbe suscitato grande attenzione? O Beppe
Grillo che non ha mancato di ricorrere ad affermazioni xenofobe sul web per fare parlare di sé e guadagnare il consenso della massa?
Di fronte a tale situazione, sorgono tante domande.
Perché ci accontentiamo di affermazioni e mosse del
genere, piuttosto che pretendere programmi concreti
e informazioni reali? Sembra di assistere a una regressione della società. Invece di stare a guardare per
paura di essere trattati da buonisti o moralisti bisogna scendere in campo “virtualmente” e dovunque c'è
un post o commento razzista, xenofobo, discriminatorio meglio sarebbe esprimere la nostra disapprovazione.
Innanzitutto pubblicamente, in modo da far capire
che esiste anche un punto di vista diverso, che l’antirazzismo c’è ed è diffuso. E magari ogni tanto si può
anche ricordare, cortesemente, a qualcuno che il razzismo non è un’opinione ma un reato punito dalla
legge. Anche se non crediamo nella crociata dei singoli individui per portare cambiamenti significativi
nella società, anche se pensiamo che senza l'input
della politica nulla possa davvero cambiare, dobbiamo essere consapevoli che esistono strumenti giuridici, sportelli a cui rivolgersi (vedi articolo a fianco).
E poi c’è qualcosa che magari è anche solo simbolico
ma forse importante che possiamo fare in quanto
utenti dei social: segnalare ai gestori l’esistenza di pagine o profili razzisti, visto che questi vengono presi
in considerazione sulla base del numero di segnalazioni ricevute. Questo potrebbe servire a rendere i social un posto forse un po’ più civile. In ogni caso, resta che il pericolo maggiore non sta tanto nel “cattivo”, ma nel “buono” che lo guarda, sta zitto e non reagisce e così forse non sa di essere maggioranza.
Il servizio
Unar: uno sportello dove
denunciare la discriminazione
Le fotografie di questo
numero sono state
scattate da Pablo Perez Freire durante il
laboratorio multimediale per richiedenti
asilo e rifugiati realizzato nell'ambito del
progetto My Journey,
organizzato dal Migrant Resource Centre
di Londra nel 2014
(vedi p. 9)
Cosa ne sanno le persone che non si occupano di questi temi, le cosiddette “persone comuni” di discriminazione? Cosa sanno di leggi e normative presenti in Italia e in Europa su questo argomento? Quanti sono consapevoli di poter essere essi stessi vittime di discriminazione? Quanti sanno davvero che esiste la legge Mancino
che vieta “discriminazioni, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” ed è confermata da
direttive europee? In Italia è prevista la reclusione sino a tre anni per chi diffonde in qualsiasi modo «idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo incita a commettere o
commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi
razziali, etnici, nazionali o religiosi». Abbiamo provato a chiederlo
ai ragazzi tra i venti e i trent’anni
che frequentano la Classense perché sono studenti universitari e la
sensazione è che nemmeno tra
queste persone, per quanto in
generale attente e informate sul
mondo che le circonda, ci fosse
grande consapevolezza, soprattutto del fatto che si può denunciare
anche quando si è solo testimoni
di un fatto di discriminazione. A
Ravenna esiste anche uno sportello contro le discriminazioni che ha
sede in via Oriani 44 ed è parte di
una rete regionale collegata con
l’Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali
(Unar).
A Giovanna Santandrea, operatrice dello sportello, abbiamo quindi
chiesto innanzitutto come venga
pubblicizzato il servizio.
«Lo sportello viene pubblicizzato
con manifesti affissi all'interno del
Centro Immigrati e in altri uffici
del Comune come l'Informagiovani, le circoscrizioni territoriali. La Regione Emilia Romagna nel sito istituzionale promuove e pubblicizza tutti gli sportelli territoriali e mostra quale lavoro viene fatto, la normativa di
riferimento e pubblica in piccoli opuscoli le buone prassi che si stanno percorrendo. Sicuramente però si
dovrebbe incentivare l'informazione anche all'interno di altri servizi come ospedali, consultori, scuole e
andare a promuovere la necessità di denunciare anche le altre forme di discriminazione che sono più difficili
da fare emergere, come il bullismo e l'omofobia».
Dopo una segnalazione cosa accade?
«La segnalazione viene raccolta, valutata e inserita entro i successivi 5 giorni nella Banca Dati della Regione
Emilia Romagna per Unar. Se viene reputata non pertinente il caso viene chiuso, nel caso contrario, ovvero se
esiste una discriminazione, il nodo territoriale si attiva entro 10 giorni, richiama la persona per valutare la
strada da percorrere e si attiva segnalando all'Ente, all'azienda o alla persona che sta commettendo la discriminazione che c'è un comportamento discriminatorio in atto e che deve essere abbandonato per non essere
denunciati a Unar, che provvede ad istruire il ricorso al tribunale. Alcuni casi, nonostante non vi sia stata
denuncia ad Unar, percorrono lo stesso la strada giudiziaria, spesso suggerita dallo Sportello contro le discriminazioni. Per esempio: fino a pochi anni fa non veniva concesso l'assegno di invalidità da parte dell'Inps alle
persone straniere non titolari di Carta di Soggiorno (ora Permesso Ue soggiornante di lungo periodo), nonostante la legge sull'immigrazione preveda che anche lo straniero titolare di permesso di soggiorno biennale
abbia accesso alle prestazioni. Dopo molte segnalazioni di discriminazione da parte di cittadini stranieri inserite in banca dati, i ricorsi fatti al tribunale e le molte sentenze che hanno condannato l'Inps al risarcimento,
questo Ente nel dicembre 2011 ha modificato la propria procedura d'erogazione equiparando cittadini italiani
e cittadini stranieri».
In particolare davanti al fenomeno dei social network e ai molteplici casi di post e twitt che inneggiano alla
discriminazione come si dovrebbe procedere?
«Si dovrebbe procedere con una segnalazione. Ricordiamoci che la discriminazione è reato e quindi deve essere punita, non va sottovalutata la forza che i social network hanno nel trasmettere i messaggi e quindi segnalare sempre in maniera puntuale un sito o un post permetterebbe di smascherare gli autori e di rimuoverli».
In generale, le chiedo un’ultima parola su cosa fare davanti ad atti discriminatori...
«Rivolgersi subito, senza paura di ritorsioni, e denunciare l'accaduto telefondando al numero verde dell’Unar,
800901010 o rivolgendosi allo sportello contro le discriminazioni più vicino e insieme agli operatori cercare di
leggere la discriminazione e insieme valutare come fare per rimuovere questo comportamento».
Elisa Ghigi
Città Meticcia Dicembre 2014 Gennaio 2015
3
Lo scrittore
Raimo: «Regole più stringenti nei social
contro la xenofobia non sarebbero censura»
Christian Raimo è un giornalista e scrittore italiano. Il suo
ultimo libro è Le persone, soltanto le persone (Minimum fax
2014). Coordina il blog collettivo Minima & moralia e cura la
sezione dei reportage del sito di Internazionale, è uno scrittore e intellettuale, insegnante, conoscitore dei social e del
panorama politica. A lui abbiamo chiesto di aiutarci a capire meglio come affrontare il fenomeno del razzismo.
Per prima cosa, ti chiederei come si caratterizza il messaggio politico nei social network. Per essere più precisi, c’è
una strategia alla base dell’efficacia di questi messaggi o è,
per così dire, affidata al caso?
«Guarda, ultimamente sto notando come attraverso i social network, specialmente Facebook e Twitter, passi ormai
il 70% del traffico delle notizie, e quindi anche dei messaggi
politici. L’utente medio legge circa il 4% dei contenuti di un
articolo, quindi i social network, per la loro natura sintetica
e rapida si prestano bene alla veicolazione di certi messaggi
politici. Quelli che passano meglio sono i messaggi “urlati”,
aggressivi, di attacco, che non quelli di analisi più complessa».
Quindi, pensi che un tweet, o un post, si prestino maggiormente al lancio e alla diffusione di messaggi a contenuto razzista o xenofobo, piuttosto che a contenuti di incontro e confronto aperto, che richiederebbero un’elaborazione intellettuale più complessa?
«Parlando soprattutto di twitter, abbiamo visto come questo abbia un’altissima vivacità e capacità virale, e questo ce
lo hanno insegnato esperienze come le Primavere Arabe e i
movimenti come Occupy ed esperienze simili. Detto questo,
torno a ribadire quanto detto prima, e cioè che un messaggio aggressivo, razzista, semplicistico o qualunquista ha
molte più possibilità di diffondersi, rispetto a messaggi di
maggiore elaborazione culturale, che richiedono anche più
tempo e più impegno da parte dell’utente».
Parlando di violenza nei social network, noi vediamo
tweet e post di Salvini, giusto per dirne uno, ma non c’è solo lui, condivisi e visualizzati tantissimo, hanno una grande ridondanza. Per contrastare questi contenuti aggressivi
e violenti, pensi sarebbe più efficace applicare forme di censura, o invece useresti i social per lanciare una sorta di controffensiva culturale?
«Se penso ai contenuti sessuali nei social network so che,
qualora pubblicassi un seno nudo, o un’immagine di due
persone che hanno rapporti sessuali, nel giro di mezz’ora al
massimo quel contenuto sparirebbe dalla piattaforma: ci sono software che riconoscono questi contenuti, e immediatamente c’è chi interviene. Per messaggi violenti non è così.
Se scrivo di voler andare a dar fuoco ai campi nomadi, o che
vorrei picchiare tutti gli extracomunitari che incontro, difficilmente andrò incontro a interventi da parte degli amministratori della piattaforma sulla quale agisco. Lo strumento
delle segnalazioni non è molto efficace in questo, purtroppo. Il punto è che i social dovrebbero attuare regole più stringenti nei confronti di messaggi che inneggiano alla violenza
o esaltano chi la pratica. Non si tratta di censura, perché non
si limita l’accesso in base ad un’idea politica o religiosa, semplicemente si dovrebbe stabilire, una volta per tutte, che la
violenza razzista e xenofoba non dovrebbe albergare nei social».
Un’ultima domanda, legata alla violenza sul web. Recentemente, un uxoricida ha ricevuto oltre 300 “like” al post in
cui annunciava l’omicidio della moglie: quei “like”, secondo te, corrispondono a un reale apprezzamento, o sono invece parte di quella dinamica che spesso vede la rete portare all’estrema esasperazione fatti di cronaca?
«In realtà, credo che quei like siano un po’ come le persone
che rallentano l’auto per osservare gli incidenti stradali. C’è una
curiosità di fondo per gli aspetti morbosi delle vicende di cronaca, si vuole in qualche modo “prender parte” alla notizia, esserci. Potremmo dire che è un po’ il meccanismo delle chiacchiere da bar, che in rete si presta a essere attuato molto facilmente, tra l’altro con un più facile accesso alle informazioni e
con una platea potenziale decisamente vasta, che ci fa sentire
parte di una comunità, seppur virtuale».
Marco Fucci
i l
c o m m e n t o
Quei presunti vantaggi per gli stranieri,
in realtà ancora troppo spesso penalizzati nei servizi
Ciò che principalmente alimenta il razzismo è la competizione nello spazio sociale per risorse scarse, esacerbata da una situazione di
crisi economica e contestualmente del welfare. O per lo meno, la percezione che tale competizione sia reale. In una confortante logica di
contrapposizione noi / loro, la paura e il conseguente odio nei confronti del diverso è in realtà paura e odio nei confronti del povero, la
paura che loro sottraggano le nostre scarse risorse o, peggio ancora, che noi diventiamo come loro. Questo razzismo viene alimentato
ad arte da chi, a fini politici, mette in giro notizie false su presunti diritti o benefici che spetterebbero agli immigrati: la favola dei 40
euro al giorno, così come la fantomatica precedenza nell’accesso a servizi come le case popolari o gli asili nidi. Tutte notizie false,
brandite da chi vuole accaparrarsi voti e bevute da chi si sente impotente e non trova altre risposte di fronte ai soldi che scarseggiano e
a uno stato sociale che funziona sempre meno. Bisognerebbe rispolverare l’articolo 661 del codice penale sull’abuso della credulità
popolare.
Nella realtà sono proprio gli immigrati non comunitari a essere discriminati in tanti settori della vita pubblica, a vedersi impedito
l’accesso a servizi o opportunità riservate agli italiani o ai cittadini comunitari. I casi di discriminazione istituzionale, ovvero sancita da
leggi dello Stato, sono innumerevoli, dalla mancanza del diritto di voto anche alle elezioni amministrative, all’accesso ai concorsi
pubblici che solo di recente è stato allargato anche agli stranieri titolari di Permesso Ue lungo soggiorno (che sono una minoranza di
quelli regolarmente soggiornanti).
Altre discriminazione avvengono proprio nell’accesso alle prestazioni sociali, cioè quelle che riguardano la popolazione più a basso
reddito. Ad esempio, non possono ottenere l’assegno di maternità di base le madri straniere non comunitarie disoccupate che non siano
in possesso della Carta di soggiorno, del Permesso Ue oppure che non godano della protezione internazionale. Una minoranza. E solo la
stessa minoranza può richiedere l’assegno per i nuclei familiari con almeno tre figli. Un’altra discriminazione avviene per quanto
riguarda i contribuiti a sostegno del pagamento dell’affitto. Qui, una legge introdotta nel 2008 dal governo Berlusconi (e mai abrogata)
chiede ai soli cittadini non comunitari, a tutti, indipendente dallo status, di essere residenti in Italia da almeno 10 anni in via
continuativa, o cinque in una stessa regione. Requisito che limita al minimo la platea di cittadini non comunitari che può accedere al
bando. Il paradosso è che tutte queste limitazioni contrastano con il diritto dell’Unione europea, che nella gerarchia delle fonti
normative è sovraordinato alla legge ordinaria italiana. La Direttiva 98 del 2011, in vigore in Italia dal 25 dicembre 2013, impone agli
Stati membri di equiparare cittadini dell’unione e cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti ai fini dell’accesso alle prestazioni
sociali. Prima di aspettare che l’Unione apra un’infrazione contro l’Italia le amministrazioni comunali che pubblicano questi bandi hanno
il potere, e secondo la Corte costituzionale hanno il dovere, di fare semplicemente una cosa: disapplicare le leggi italiane discriminatorie
quando in contrasto con le Direttive europee. Altrimenti l’unica strada che rimane al cittadino per vedere rispettato un proprio diritto è
quello di presentare la domanda di prestazione sociale, ottenere un rifiuto e presentare ricorso. Sono già diversi i Tribunali che si stanno
pronunciando in favore dei cittadini non comunitari perché discriminati.
Francesco Bernabini
4
Dicembre 2014 Gennaio 2015 Città Meticcia
L’antropologa
«Nelle urne paga la divisione tra “noi e loro”»
Francesca Crivellaro: «La violenza strutturale è indiretta ma genera diseguaglianza ed esclusione»
di Veronika Rinasti
Sul tema del razzismo abbiamo pensato utile sentire l’opinione di una
studiosa, un’antropologa come Francesca Crivellaro, assegnista di ricerca
all’Università di Bologna, che si occupa di vari temi tra cui i processi migratori, genere e genitorialità, microcredito ed empowerment femminile,
genere e processi di impoverimento nella società contemporanea.
Come possiamo interpretare, dal punto di vista antropologico, questa
nuova ondata di violenza da parte della politica (vedi gli ultimi episodi di
cui è stato protagonista Salvini) verso l'altro e il diverso?
«Credo che la campagna elettorale, molto banalmente, sia la ragione
principale per cui nelle ultime settimane è stato esasperato un discorso –
da parte di alcuni politici – che demonizza l’altro e il diverso per eccellenza: lo straniero, l’immigrato, l’ “extracomunitario” o – se consideriamo
quanto accaduto recentemente a Bologna – lo “zingaro”, il sinti, che peraltro straniero non è. Nel discorso pubblico il tema dell’immigrazione, in
particolare, è trattato in modo ambivalente: si oscilla da posizioni che riconoscono le migrazioni contemporanee come un fenomeno strutturale e,
in qualche modo, inevitabile e persino “utile” per i paesi di accoglienza, a
posizioni che trattano questo tema prevalentemente in termini di “emergenza sociale”, di “sicurezza”, criminalizzando chi migra, soprattutto se
clandestinamente. Le seconde posizioni sono dominanti e le retoriche securitarie tendono a essere riattualizzate, in particolare, durante le campagne elettorali; non sempre – o almeno non esclusivamente – dai politici di
destra».
Ci fai un esempio?
«Mi viene in mente una barzelletta che, proprio ultimamente, è stata rilanciata anche da alcuni social network e che, con qualche variazione recita: “Ci sono un elettore, un politico ed un immigrato seduti intorno ad un
tavolo su cui è appoggiato un piatto con dieci biscotti; il politico ne prende nove e poi dice all’elettore: ‘Attento, l’immigrato vuole prendersi il tuo
biscotto’.”. Questa barzelletta parla “alla pancia” delle persone esattamente
come le retoriche xenofobe che cerca di decostruire in quanto restituisce
un’immagine demonizzante e piuttosto qualunquista della politica; tuttavia, evoca efficacemente un’operazione che non è affatto nuova, ma che la
recente campagna elettorale ha reso più evidente: la costruzione di un “nemico esterno” – in questo caso l’immigrato – verso il quale convogliare le
frustrazioni diffuse fra gli elettori ed esacerbate dall’attuale crisi economica».
Considerando il risultato delle ultime elezioni regionali, pare che questa pratica riscuota successo. Qual è il meccanismo che rende predominanti posizioni che possono apparire xenofobe e razziste?
«Questa operazione paga e paga proprio perché fa leva sulla tendenza –
comune a tutti i gruppi umani – a creare dei confini fra “noi” e “loro”. Se si
esplorano i significati che le persone attribuiscono alle categorie di “noi” e
“loro” si riscontra come questi siano diversificati e non privi di contraddizioni: i confini tracciati possono, cioè, essere più o meno porosi persino fra
quanti supportano posizioni xenofobe. La crisi economica ha però contribuito a rendere vincente la retorica del “Prima gli italiani”. È più immediato e forse più semplice, ad esempio, accusare gli stranieri di occupare al nido i posti dei “nostri figli”, piuttosto che riflettere sull’inadeguatezza delle
politiche a sostegno della genitorialità e della conciliazione cura lavoro».
Pensi che i social network amplifichino il clamore delle vicende ed esasperino i toni delle violenze?
«Non sono un’esperta di social network, però li uso e mi è capitato di riflettere sul possibile ruolo che questi possono giocare nell’esacerbare i toni e nel produrre nuove forme di violenza. Senza troppi filtri, si può commentare o “postare” nello spazio di poche battute e, spesso, nell’anonimato più totale. Ciò può certamente favorire le forme di espressione più becere ed estreme: basti pensare ai recenti post sessisti rivolti all’astronauta
Samantha Cristoforetti o ai commenti nazisti – stile “Riapriamo i forni” –
che sono proliferati dopo quanto accaduto a Bologna in occasione della visita di Salvini».
Quindi i social network rispecchiano soltanto il modus vivendi di una
società individualista e chiusa? Ha ragione chi addita il web e le nuove
forme di comunicazione come il “male assoluto”?
«Non sono d’accordo con chi demonizza questi mezzi; proprio perché
hanno moltiplicato le possibilità di comunicazione e proprio per la loro capacità di raggiungere in poco tempo moltissime persone si sono rivelati anche potenti strumenti di denuncia. Non penso nemmeno che certi commenti ad alcuni post su Twitter, Facebook o ad alcuni articoli di giornale
siano esaustivi o rappresentativi di ciò che pensa la più ampia società; al
massimo possono essere uno specchio deformato “dell’aria che tira”. Per
capire però quanto l’uso dei social network rispecchi il modus vivendi della società contemporanea occorrerebbe un’analisi più approfondita rispetto a chi, come, con quali fini e con quali aspettative usa questi strumenti e
come fattori quali l’età, il genere o la classe sociale influenzino il loro uso;
occorrerebbe anche capire – e alcune ricerche recenti vanno in questa direzione – in che modo l’uso dei social network cambia o interagisce con altre forme di espressione del dissenso o con le più tradizionali forme di partecipazione politica e di cittadinanza attiva».
Come mai, nonostante il nostro sia arrivato al culmine di quello che
Norbert Elias chiama “processo di civilizzazione”, ci sono state tante violenze contro i più deboli e oggi, più che mai, sentiamo il bisogno di combattere le discriminazioni?
«Personalmente non credo che quello
che Elias ha definito come “processo di civilizzazione” sia giunto al suo culmine, né
che questo processo debba essere inteso
come lineare o privo di contraddizioni e involuzioni. La società contemporanea è caratterizzata da diverse forme di violenza:
oltre a quella fisica, ce ne sono altre che,
pur non prevedendo un’azione fisica diretta, si rivelano altrettanto coercitive. L’antropologo medico Paul Farmer, ad esempio,
ci ricorda come la violenza strutturale sia il
prodotto di una organizzazione sociale, politica ed economica e delle disuguaglianze
che attraversano questa organizzazione; la
violenza strutturale è esercitata in modo indiretto e non è necessariamente perpetrata
da un singolo attore, ma produce comunque sofferenza negli individui o nei gruppi
che occupano le posizioni più marginali
nelle gerarchie di potere e che hanno perciò possibilità più limitate di realizzare a
pieno il loro potenziale. In questo senso, c’è
ancora molto da fare e molte organizzazioni che lottano contro le discriminazioni di
diverso tipo sono impegnate proprio nel
combattere o nell’arginare gli effetti di questa forma di violenza, svelando quei processi (economici, politici, socio-culturali e
storici) che trasformano la diversità – l’essere, ad esempio, donna, straniero, disabile o omosessuale – in disuguaglianza ed
esclusione».
Città Meticcia Dicembre 2014 Gennaio 2015
NEWS
Info:
Contributi/1
Domande all'Asp per famiglie
numerose e per l'assegno
di maternità di base
C'è tempo fino al 31 gennaio per richiedere
i contributi per le famiglie numerose
residenti nel Comune di Ravenna, con
almeno tre figli, per chi ha i seguenti
requisiti: cittadinanza italiana o di altro
Stato dell’Unione Europea o non
comunitaria con titolo di soggiorno di lungo
periodo oppure carta di soggiorno per
familiari di cittadini Ue oppure status di
rifugiato o di protezione sussidiaria con una
situazione economica ISE inferiore a quanto
stabilito annualmente dalla normativa
nazionale. Gli stessi requisiti sono richiesti
dall'Asp per chi richiede l'assegno di
maternità di base. Le domande possono
essere presentate presso gli Sportelli sociali
in tutte le sedi dei decentramenti del
Comune. Entrambi i moduli sono disponibili
sul sito www.aspravennacerviaerussi.it (tel.
0544 249111). Va infine precisato che in
base alla Direttiva dell'Unione Europea
2011/98 in vigore in Italia dal 25 dicembre
2013, avrebbero in realtà diritto a queste
prestazioni sociali tutti i cittadini stranieri
titolari di permesso di soggiorno per lavoro
o per famiglia.
Giovani
Nuove opportunità per la formazione
e l'inserimento lavorativo
Si chiama Garanzia Giovani il programma dell’Unione Europea che offre ai giovani, dai
15 ai 29 anni, italiani e stranieri, l'opportunità per acquisire nuove competenze e per
entrare nel mercato del lavoro. Lo strumento è rivolto a quei giovani che non siano
impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo. Uno
degli strumenti principali della garanzia giovani è quello del tirocinio, a cui si può
accedere dai 18 ai 25 anni. Si tratta di un’esperienza formativa pratica in un contesto
lavorativo, dura al massimo 6 mesi (12 mesi per categorie protette fra cui richiedenti
e titolari di protezione internazionale) e prevede un' indennità di frequenza di 450
euro mensili. Il tirocinio include anche la formazione obbligatoria alla sicurezza sul
lavoro e la formalizzazione e certificazione finale delle competenze acquisite. Dai 18
ai 29 anni è invece possibile accedere al servizio civile (per il 2014 i bandi si sono
chiusi il 30 ottobre) o a misure di accompagnamento all’avvio di un'attività
autonoma: accesso a voucher per la frequenza di percorsi individuali da 24 a 82 ore
di consulenza nella costruzione del business plan, acquisizione delle competenze
necessarie per l'avvio lo start up d’impresa. Per i più giovani, dai 15 ai 18, sono state
pensati dei percorsi specifici di reinserimento formativo. Per ogni chiarimento e
informazione è possibile rivolgersi al Centro per l'impiego. Per iscriversi alla Garanzia
Giovani occorre collegarsi al sito www.garanziagiovani.gov.it.
Contributi/2
Prorogata la scadenza per le domande
di aiuti a pagare la bolletta dell’acqua
La scadenza di presentazione delle domande per gli aiuti per pagare la
bolletta dell’acqua è stata prorogata al 31 gennaio 2015. Possono
richiedere l’agevolazione gli utenti domestici con un contratto di
fornitura diretto o condominiale che abbiano un Isee inferiore o uguale
a Diecimila euro. Vengono riconosciute le seguenti agevolazioni: 60
euro per ogni componente del nucleo familiare con un Isee minore o
uguale a € 2.500; 40 euro per ogni componente del nucleo familiare
con Isee tra 2.500 e 10.000 euro. Le domande possono essere
presentate presso gli Sportelli sociali in tutte le sedi dei decentramenti
del Comune dove sono disponibili anche i moduli da compilare che
possono essere scaricati anche dal sito www.aspravennacerviaerussi.it.
Servizi
Uno sportello gratuito
di sostegno psicologico
alle vittime della crisi
Anche quest’anno l’assessorato
alle Politiche sociali sostiene il
servizio “Non sei solo – Crisi
economica e solidarietà sociale”: si
tratta di uno spazio ascolto
psicologico, uno sportello dedicato
a persone e famiglie in difficoltà a
causa della crisi economica. Il
servizio è gratuito in virtù di un
contributo concesso
dall’assessorato e si svolge presso
la Casa del Volontariato di via
Oriani 44 a Ravenna, dove
l’associazione SéStante, che se ne
occupa, ha la propria sede. È
possibile prendere appuntamento e
telefonando dal lunedì al mercoledì
dalle 15 alle 19 al 392 6593354.
Antidiscriminazione
Il razzismo è un reato e va denunciato
(da tutti): ecco come e dove
La discriminazione e il razzismo sono crimini puniti dalla legge
che vanno pertanto denunciati.
La costituzione italiana condanna infatti ogni forma di
razzismo e ogni comportamento che, direttamente o
indirettamente, comporti una distinzione, esclusione,
restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore,
l’ascendenza, l’origine o la convinzione religiosa è considerato
dalla legge italiana discriminatorio. Possono essere considerati
fattori di discriminazione anche i motivi linguistici o di
provenienza geografica. Si tratta di un comportamento
illegittimo anche se non è intenzionale. Tutte le persone che
ritengono di essere vittime o testimoni di discriminazione
possono anche fare una segnalazione e richiedere assistenza
allo Sportello contro le discriminazioni di Ravenna, in via
Oriani 44 (Mercoledì 9.00-12.30, Giovedì 14.00 - 17.00;
telefono 0544 485301; e-mail:
[email protected]). A livello nazionale
opera l'Unar (Ufficio nazionale contro le discriminazioni
razziali), il cui numero verde è 800 90 10 10.
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Dicembre2014 Gennaio 2015 Città Meticcia
News in seven languages/Nouvelles en sept langues
Grants/1
Applicationt to the Asp
for large families
and for basic maternity allowance
Families resident in Comune of Ravenna with at least
three children are entitled to apply for grants if the
following requirements are met: Italian Citizenship or other
EU citizenship or extra EU but with a permit of long stay or
“carta di soggiorno” for being relatives of UE citizens,
refugee status or subsidiary protection with an ISE income
below the amount annually set by national regulation. The
same requirements are needed at the Asp occices to apply
for basic maternity allowance. Applications may be
submitted at "Sportelli sociali" of any decentralized
branch of the Comune. Both the application forms are
available on the website www.aspravennacerviaerussi.it
(tel. 0544 249111). Must be finally specified that
according to European Union Directive 2011/98 in force in
Italy from 25 December 2013 all foreign nationals holding
a residence permit for work or for family reasons should
be entitled to receive these benefits.
Young people
Services
Free desk for psychological New opportunities for education and work placement
support for victim of crisis
Once again this year the Department
for Social Policies supports the service
“Non sei solo – Crisi economica e
solidarietà sociale” (You are not alone
- Economic crisis and social solidarity):
It is a psycological aid where people
and families struggling with the
economical crisis can be listened. The
service is free thanks to a
contribuition granted by the
assessorato and takes place at the
"Casa del Volontariato" of via Oriani
44 in Ravenna, headquarter of the
association SèStante that takes care
of the initiative. It is possible to book
an appointment by phone calling 392
6593354 from Monday to Wednesday
from 15:00 to 19:00.
Grants/2
Antidiscrimination
Deadline postponed
to apply for the water
bills allowance
Racism is a crime and must be reported
(by everybody) here is how and where
Discrimination and racism are crimes punished by law and should
therefore be denounced.
The Italian Constitution in fact condemns all forms of racism, any
behavior which, either directly or not, involves a distinction, exclusion,
restriction or preference based on race, color, descent, origin or religious
conviction is considered by Italian law discriminatory. Language reasons
or geographical origin can also be considered factors of discrimination.
Even when not intentional such behaviour is against the law. All those
who believe to be victim or witnesses of discrimination may also report
and ask for assistance at the desk "Sportello contro le discriminazioni" of
Ravenna, via Oriani 44 (Wednesday 9:00-12:30, Thursday 14:00 - 17:00;
tel 0544 485301; e-mail: [email protected]). UNAR
(National Office against racial discrimination) is encharged at national
level, free call 800 90 10 10.
The deadline to apply for the water bill allowance has
been postponed to the 31 of January 2015. The
allowance may be requested by domestic users with a
direct supply contract or with a condominial contract and
whose ISEE income is no more than 10,000 euros. The
following grants have been recognized: 60 euros apiece
for family units with an ISEE income up to € 2.500; 40
euros apiece for family units with an ISEE income
between 2.500 and 10.000 euros Applications may be
submitted to the "Sportelli sociali" of any decentralized
branch of the Comune where they can also be found the
forms to fill in or they can be downloaded from the site
www.aspravennacerviaerussi.it.
Allocations/1
Demandes à l'Asp
pour familles nombreuses et pour
l’allocation de base à la naissance
Le terme pour présenter la demande d’allocations
pour les familles nombreuses est le 31 janvier. Elle
s’adresse aux familles ayant au moins trois
enfants, résidants dans la Ville de Ravenne et
ayant les conditions préalables suivantes :
nationalité italienne ou d’un autre Etat de l’Union
Européenne ou hors UE avec un titre de séjour de
longue durée ou une carte de séjour familiale de
citoyens UE ou un statut de réfugié ou de
protection subsidiaire avec une situation
économique Isee (déclaration de revenus)
inférieure à ce qui est établie annuellement par la
législation nationale. Ces mêmes conditions sont
celles demandées par l’Asp pour qui peut
bénéficier de l’allocation de base à la naissance.
Les demandes peuvent être présentées auprès des
Guichets sociaux de touts les bureaux
décentralisés de la Ville. Les deux formulaires sont
disponibles sur le site
www.aspravennacerviarussi.it (tél. 0544 249111).
De plus, il faut préciser qu’en fonction de la
directive européenne 2011/98 en vigueur en Italie
depuis le 25 décembre 2013, tous les citoyens
étrangers titulaires de permis de séjour pour
travail ou pour famille auraient en réalité le droit à
ces prestations sociales.
"Garanzia Giovani" is the name of the youth guarantee programmed of the UE
that offers to Italian or foreign young peolpe, aged between 15 and 29, the
opportunity to gain new skills to be able to get into the job market. The
instrument is targeted at young people who are not engaged in a work activity or
in a school or training course. One of the main features of the "Garanzia
Giovani" is the apprendiceship, which can be accessed from 18 to 25 years. This
is a pratical training experience within a working environment with an
attendance allowance of 450 euros a month and that lasts up to 6 months (12
for protected categories such as for instance beneficiaries or applicants of
international protection). The apprenticeship also includes mandatory training to
health and safety procedures on the work place and the formal final certification
of the skills acquired. For people aged between 18 and 29 is also possible to
enroll for the civil service (calls were closed on 30 October for the 2014) or
accompagnamento all’avvio di un'attività autonoma: measures to help starting a
business such as vouchers for attendance of individual path of counselling to
build a business plan and to acquire the skills needed to the business start up.
For the youngest, aged between 15 and 18, specific paths of educational
reintegration have been designed. For any further questions and information
contact the Centro per l'Impiego. To subscribe to the Garanzia Giovani connect
to the site www.garanziagiovani.gov.it.
Anti-discrimination
Le racisme est un délit et nous devons tous le dénoncer :
voilà comment et où
La discrimination et le racisme sont des crimes punis par la loi qui doivent être
dénoncés. En effet, la constitution italienne condamne toutes formes de racisme
et tous comportements qui, directement ou indirectement, comportent une
distinction, exclusion, restriction ou préférence basée sur la race, la couleur,
l’ascendance, l’origine ou la conviction religieuse, la loi italienne le considère
comme un acte discriminatoire. Les facteurs linguistiques et géographiques
peuvent également être considérés comme discriminatoires. Il s’agit d’un
comportement illégal même s’il n’est pas intentionnel. Toutes les personnes qui
se considèrent victimes ou témoins de discrimination peuvent également faire un
signalement et demander de l’assistance au Guichet contre les discriminations de
Ravenne, via Oriani 44 (Mercredi 9h00-12h30, Jeudi 14h00-17h00 ; téléphone
0544 485301 ; e-mail [email protected]). L’Unar (Ufficio
nazionale contro le discriminazioni razziali) intervient au niveau national, numéro
vert gratuit 800 90 10 10.
Allocations/2
Prorogation de l’échéance pour la demande d’aides
au paiement de la facture d’eau e de la crise
Services
Un guichet gratuit de soutien
psychologique aux victimes de la crise
Cette année aussi le service municipal aux Politiques
sociales soutient le projet « Tu n’es pas seul – Crise
économique et solidarité sociale » : il s’agit d’un point
d’écoute psychologique, un guichet dédié aux personnes et
familles en difficulté à cause de la crise économique. Le
service est gratuit grâce à une aide accordée par le service
et il se tient auprès de la « Casa del Volontariato » via
Oriani 44 à Ravenne, où l’association SéStante, qui s’en
occupe, a son siège. Il est possible de prendre rendez-vous
en téléphonant du lundi au mercredi de 15h00 à 19h00 au
392 6593354.
L’échéance pour présenter la demande d’aides au paiement de la facture d’eau a été prorogée au 31 janvier 2015. Les
consommateurs ayant un contrat de fourniture direct ou en copropriété avec un Isee (déclaration de revenus) inférieur ou
égal à dix mille euros peuvent en faire la demande. Les aides s’échelonnent de cette façon : 60 euros pour chaque membre
de la famille ayant un Isee inférieur ou égal à € 2.500 ; 40 euros pour chaque membre de la famille ayant un Isee compris
entre 2.500 et 10.000 euros. Les demandes peuvent être présentées auprès des Guichets sociaux dans tous les bureaux
décentralisés de la ville. Dans ces bureaux on peut également trouver les formulaires à remplir, ceux-ci peuvent également
être téléchargés du site www.aspravennacerviaerussi.it.
Jeunes
De nouvelles opportunités
pour la formation
et l’insertion
dans le monde du travail
«Garanzia Giovani» (Garantie jeunes) est le
nom du programme de l’Union Européenne
qui offre aux jeunes de 15 à 29 ans,
italiens et étrangers, l’opportunité
d’acquérir de nouvelles compétences et
d’entrer dans le marché du travail. Le projet
s’adresse aux jeunes qui sont sans emploi
et qui ne sont pas scolarisés ou en
formation. Un des principaux projets de la
« Garantie Jeunes » est celui d’un stage,
auquel peuvent participer les jeunes de 18
à 25 ans. Il s’agit d’une expérience
formatrice pratique dans un contexte
professionnel, qui dure au maximum 6
mois (12 mois pour les catégories
protégées comme les demandeurs et
titulaires de protection internationale) et il
prévoit une indemnité de 450 euros par
mois. Au cours du stage, il y a une
formation obligatoire sur la sécurité au
travail, la formalisation et la certification
finale des compétences acquises. De 18 à
29 ans, il y a en revanche la possibilité du
service civil (en 2014 les demandes se sont
conclues le 30 octobre) ou la participation
à des mesures d’accompagnement à la
réalisation d’une activité autonome :
possibilité d’obtenir des vouchers pour la
fréquentation de parcours individuels de 24
à 82 heures de formation à la construction
du « business plan », acquisition des
compétences nécessaires pour le
lancement d’une activité autonome. Pour
les jeunes de 15 à 18 ans, on a pensé à
des parcours spécifiques de réinsertion à
travers la formation. Pour avoir plus
d’informations, il est possible de s’adresser
au « Centro per l’impiego ». Pour s’inscrire
à la « Garanzia Giovani» il faut se
connecter au www.garanziagiovani.gov.it.
Città Meticcia Dicembre 2014 Gennaio 2015
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Ştirii in şapte limbi/Новости на семи языках
Contribuţii/1
Cereri către ASP pentru familiile
numeroase şi pentru alocaţia de
maternitate
Termenul pentru a cere alocaţia oferită familiilor cu cel
puţin 3 copii va expira pe data de 31 ianuarie, condiţiile
pentru a putea benificia de această alocaţie sunt
următoarele: reşedinţa î n Ravenna, cetăţenia italiană
sau a altui stat european sau neeuropean dar cu un
permis de şedere de lungă durată, sau carte de şedere
pentru membrii familiei al unui cetăţean european sau
refugiat, cu permis de protecţie umanitară; cu o situaţie
economică, (î n baza certificatului ISE) inferioară a ceea
ce este stabilit î n fiecare an de normativa naţională.
Aceleaşi condiţii sunt cerute de către ASP pentru toţi
aceia care cer alocaţia de maternitate. Cererile pot fi
prezentate la orice birou al serviciilor sociale şi î n
oricare alt sediu al cartierelor din Ravenna. Ambele
modele de cerere sunt disponibile pe site-ul
www.aspravennacerviaerussi.it, pentru informaţii
adresaţi-vă la tel: 0544 249111. Precizăm faptul că î n
baza normativei europene 2011/98 î n vigoare î n
Italia din 25 decembrie 2013, ar avea dreptul la aceste
alocaţii toţi cetăţenii străini titularii unui permis de
şedere pe motive de muncă, sau familiare.
Contribuţii/2
S-a prelungit termenul pentru
prezentarea cererilor de ajutor al
plăţii facturii de apă
Termenul de prezentare a cererilor pentru a obţine un
ajutor privind plata facturii de apă a fost prelungit
pâ nă la data de 31 ianuarie 2015. Vor putea cere
acest ajutor toate persoanele care au un contract de
furnizare servicii pe numele lor sau pe numele
blocului unde locuiesc, avâ nd un certificat ISEE
inferior sau egal cu 10.000 euro. Vor fi recunoscute
următoarele prestaţii: 60 de euro pentru fiecare
membru al familiei cu un ISEE inferior sumei de 2.500
euro; 40 de euro pentru fiecare membru al familiei cu
un ISEE cuprins î ntre 2.500 şi 10.000 euro. Cererile
Субсидии/1
Заявления в Asp на получение
субсидий многодетным семьям и
базовой материнской помощи
31 января заканчивается срок подачи заявлений на
получение субсидий многодетным семьям,
проживающим в коммуне Равенны, с количеством
детей не менее трех, и отвечающим следующим
требованиям: наличие итальянского гражданства или
гражданства страны-члена Евросоюза либо
гражданина страны не члена ЕС, но имеющего
разрешение на длительное проживание или
разрешение на проживание для членов семьи граждан
ЕС либо имеющего статус беженца или
дополнительной защиты с материальным положением
ISE ниже, чем установлено в настоящее время
государственным законом. Те же требования Asp
предъявляет к тем, кто обращается с заявлением на
получение базовой материнской помощи.
Заявления могут подаваться в Социальные центры во
всех филиалах коммуны. Оба бланка имеются на сайте
www.aspravennacerviaerussi.it (тел. 0544 249111).
Наконец, следует уточнить, что согласно Директиве
Евросоюза 2011/98, вступившего в силу в Италии 25
декабря 2013 г., на самом деле на эти социальные
услуги имеют право все иностранные граждане с
разрешением на проживание по работе или семейным
обстоятельствам.
Субсидии/2
Продлены сроки подачи заявлений
на предоставление помощи по
оплате счетов на воду
ЧСроки подачи заявлений на предоставление помощи
по оплате счетов на воду продлены до 31 января
2015. За получением льгот могут обратиться частные
потребители, имеющие прямой или общедомовой
контракт на поставку, с доходом согласно Isee ниже
или равным Десяти тысячам евро. Применяются
следующие льготы: 60 евро на каждого члена семьи с
доходом Isee ниже или равным € 2.500; 40 евро на
каждого члена семьи с доходом, согласно Isee, от
2500 до 10000 евро. Заявления могут подаваться в
Социальные центры во всех филиалах коммуны. Там
pot fi prezentate la toate birourile serviciilor sociale şi
î n oricare alt sediu al cartierelor din Ravenna;
modelul de cerere va putea fi descărcat de pe site-ul:
www.aspravennacerviaerussi.it.
Antidiscriminare
Rasismul este un delict ce trebuie
reclamat (de noi toţi): iată cum şi unde
Discriminarea şi rasismul sunt delicte sancţionate de
lege, ce care trebuiesc neapărat reclamate. Constituţia
italiană condamnă orice formă de rasism sau
comportament care, î n mod direct sau indirect,
comportă o escludere, restricţie sau preferinţă bazată
pe motive de rasă, culoare a pielii, origine sau
convingeri religioase; acestea sunt comportamente
considerate de lege discriminatorii deci nepermise. Pot
fi consideraţi factori discriminatorii inclusiv cei
lingvistici sau de provenienţă geografică. Este vorba
despre un comportament nepermis inclusiv atunci
câ nd acesta este neintenţionat. Toate persoanele care
consideră că sunt victime sau martori a
comportamentelor discriminatorii se pot adresa
Biroului î mpotriva discriminării din Ravenna, din strada
Oriani, 44 (miercuri î ntre 9,00 şi 12,30, joi î ntre
14,00 şi 17,00), tel: 0544 485301; email:
[email protected]. La nivel
naţional Biroul care se ocupă de aceste probleme este
UNAR (birou î mpotriva discrimărilor rasiale), şi
răspunde la următorul număr verde: 800 90 10 10.
Tineret
Noi oportunităţi pentru formarea
şi integrarea î n câ mpul muncii
Se numeşte "Garanţia TINERI" programul Uniunii
Europene care oferă tinerilor, î ntre 15 şi 29 de ani,
italiani şi străini, oportunităţi spre a obţine noi
competenţe utile pe piaţa de muncă. Programul se
adresează tinerilor care nu sunt integraţi î n câ mpul
muncii, nu frecventează nici un curs şcolar sau
formativ. Unul dintre instrumentele principale ale
programului este acela al practicii profesionale
имеются и бланки, которые можно также скачать на
сайте www.aspravennacerviaerussi.it.
Антидискриминация
Расизм-это преступление, и о нем
следует сообщать (всем): как и где
это делать
Дискриминация и расизм - это преступления,
подлежащие наказанию по закону, поэтому о них
следует сообщать.
Итальянская конституция осуждает все формы
расизма, поэтому любое поведение, которое прямо
или косвенно приводит к дискриминационному
различию, исключению, ограничению или
преференциям, основанным на расовой
принадлежности, цвете кожи, происхождении или
религиозном убеждении, рассматривается
итальянским законом как дискриминационное.
Дискриминационными могут также считаться причины,
связанные с языком или географическим
происхождением. Речь идет о противозаконном
поведении, даже если оно не является
преднамеренным. Все, кто считает себя жертвами или
свидетелями дискриминации могут сообщить об этом
и попросить помощи в Антидискриминационном
Центре Равенны по адресу ул. Ориани 44 (Среда
9.00-12.30, Четверг 14.00 - 17.00; телефон 0544
485301; e-mail:
[email protected]). На
государственном уровне работает Unar
(Государственный Офис против расовой
дискриминации), нумеро верде 800 90 10 10.
Молодым
Новые возможности для получения
профессии и включения в трудовую
деятельность
Программа Евросоюза под названием Гаранция
Джовани (Гарантии молодым) предлагает молодежи
от 15 до 29 лет, итальянцам и иностранцам,
возможности для приобретения новых знаний и
выхода на рынок труда. Она обращена к той части
молодежи, которая в данный момент не вовлечена в
трудовую деятельность, не учится в школе и не
приобретает профессию. Одним из основных
(tirocinio), de care se poate beneficia î n cazul î n
care tinerii au vâ rste cuprinse î ntre 18 şi 25 de ani.
Este vorba despre o experienţă de muncă, care poate
dura cel mult 6 luni (12 luni pentru categoriile
protejate, printre care cei care au cerut protecţie
umanitară internaţională) retribuită cu suma de 450
de euro lunar. Practica profesională include şi cursul
de formare obligatoriu privind protecţia muncii şi
eliberarea unui certificat final privind competenţele
obţinute. Tinerii cu vâ rste cuprinse î ntre 18 şi 29 de
ani vor putea face cerere pentru serviciul civil (pentru
2014 cererile se puteau prezenta pâ nă la data de 30
octombrie) sau măsurii de î nsoţire pe perioada
lansării unei activităţi autonome: accesul gratuit la
cursurile individuale cu durata cuprinsă î ntre 24 şi
82 de ore de consulenţă î n construirea unui
"business plan" achiziţionarea competenţelor
necesare pentru lansarea activităţii pe piaţă. Pentru
cei mai tineri, cu vâ rsta cuprinsă î ntre 15 şi 18 ani,
au fost gâ ndite cursuri specifice de reintegrare î n
cadrul cursurilor de pregătire profesională. Pentru mai
multe informaţii sau dubii vă puteţi adresa Centrului
de Muncă. Pentru a vă î nscrie î n acest program vă
invităM să vizitaţi site-ul: www.garanziagiovani.gov.it.
Servicii
Un birou gratuit pentru consiliere
psihologică a victimelor crizei
DInclusiv î n acest an Biroul Politicilor Sociale susţine
serviciul "Nu eşti singur - criza economică şi
solidarietate socială": este vorba despre un serviciu de
consiliere psihologică, un birou adresat persoanelor şi
familiilor aflate î n dificultate din cauza crizei
economice. Serviciul este gratuit î n virtutea faptului
că este susţinut economic de către Biroul Politicilor
sociale, şi î şi desfăşoară activitatea la sediul casei de
Voluntariat din strada Oriani, 44 Ravenna, unde
asociaţia "Sé Stante" î si are propriul sediu. Se poate
obţine programare telefonâ nd de luni pâ nă miercuri
î ntre orele 15,00 şi 19,00 la numărul de telefon: 392
6593354.
инструментов гарантии является производственная
практика, которую можно получить в возрасте от 18
до 25 лет. Речь идет о приобретении практического
профессионального опыта в рабочем коллективе
максимальной продолжительностью 6 месяцев (12
месяцев для защищенных категорий, среди них те,
кто обратился или уже имеет документ о
международной защите), и предполагает выплату
стипендии по посещениям 450 евро ежемесячно.
Производственная практика включает также
обязательное обучение безопасности труда и
получение по окончании удостоверения о
приобретенных знаниях. С 18 до 29 лет можно
получить доступ к альтернативной службе (на 2014
год конкурсные объявления были закрыты 30 октября)
или, как меры по оказанию помощи в запуске
самостоятельной деятельности: допуск к получению
ваучера на посещение индивидуальных занятий
количеством от 24 до 82 часов по предоставлению
консультаций для подготовки бизнес-плана,
приобретению знаний, необходимых для запуска
предприятия. Для самых молодых от 15 до 18 лет
предлагаются специальные курсы для возобновления
образовательного процесса. Дополнительную
информацию можно получить в Центре занятости.
Чтобы принять участие в программе Гаранция
Джовани следует выйти на сайт
www.garanziagiovani.gov.it.
Услугим
Бесплатный центр психологической
поддержки пострадавшим от
кризиса
ПрИ в этом году Управление по Социальной политике
оказывает помощь в работе службы « Ты не один экономический кризис и социальная солидарность».
Речь идет о психологической поддержке отдельных
граждан и семей, испытывающих трудности
вследствие экономического кризиса. Услуга
бесплатная благодаря финансовой помощи,
выделенной управлением. Служба работает в здании
Каза ди Волонтариато по ул. Ориани 44, Равенна, где
располагается ассоциация СеСтанте, которая этим
занимается. Можно назначить встречу, позвонив с
понедельника по среду с 15 до 19 по номеру 392
6593354.
8
Dicembre 2014 Gennaio 2015 Città Meticcia
/Lajme ne shtate gjuhe
Kontribute/1
Kerkesat ne Asp per familjet
me shume pjestare dhe per
kontributin baze per nenat
qe lindin femije
(assegno di maternità)
MeFamiljet me shume pjestare, qe kane
kane te pakten tre femije, dhe jane
rezidenze ne Komunen e Ravenes, kane
kohe deri me daten 31 janar, per te
kerkuar nje kontribut ndihme .
Ata qe bejne kerkesen duhet te
permbushin keto pika: te kene shtetesi
italiane apo shtetesi te nje vendi qe ben
pjese ne Bashkimin europian; per
shtetasit qe nuk bejne pjese ne
Bashkimin europian nevojitet
lejeqendrimi me kohe te zgjatur; per
familjaret e qytetareve qe bejne pjese ne
Bashkimin europian nevojitet Carta di
soggiorno; gjithashtu e kane kete kete te
drejte dhe ata qe kane statut mbrojtes
nga shteti italian (azil politik dhe
mbrojtje sussidiare). Ne te gjitha rastet
familjet duhet te kene nje Isee me te
ulet nga ajo qe parashikon ligji.
Deri me daten 31 janar , Asp kerkon nje
nga kushtet e mesiperme, edhe ne rastin
kur grate qe sapo lindin kerkojne
kontributin baze (assegno di maternità).
Kerkesat mund te prezantohen ne
Sportelet Sociale te decentralizuara te
Komunes. Modularet jane te
disponueshem ne web-sitin
www.aspravennacerviaerussi.it (tel. 0544
249111). Duhet precizuar qe ne baze te
Direktives Europiane 2011/98 te hyre ne
fuqi ne Itali me date 25 dhjetor 2013, te
gjithe qytetaret e huaj qe kane
lejeqendrim (Permesso di soggiorno) per
pune apo familje, kane te drejte te
perfitojne nga keto Kontribute.
Kontribute/2
Zgjatet koha e skadences per
kerkim kontributi per te
paguar faturen e ujit
Eshte zgjatur deri me date 31 janar koha
per prezantimin e kerkeses per te patur
nje ndihme ekonomike ne pagesen e
fatures se ujit. Mund te bejne kerkese te
gjthe titullaret qe kane kontratta direkte
apo kondominiale dhe qe kane nje Isee
baras ose me te ulet se 10.000 euro. Do
te behen keto zbritje : 60 euro per cdo
komponent familjeje me nje Isee te
barabarte apo me te ulet se 2500 euro;
40 euro per cdo komponent familjeje me
nje Isee qe shkon nga 2.500 deri ne
10.000 euro.
Kerkesat mund te prezantohen ne
Sportelet Sociale te decentralizuara te
Komunes. Modularet jane te
disponueshem ne web-sitin
www.aspravennacerviaerussi.it
Kunder diskriminimit
Racizmi eshte shkelje ligji
dhe duhet denoncuar
(nga te gjithe): ja, si dhe kur
Diskriminimi dhe racizmi jane krime te
denuara me ligj dhe per kete duhen
denoncuar. Kushtetuta italiane denon ne
fakt cdo forme racizmi dhe cdo sjellje qe
direkt apo indirekt con ne isolim, gjykim,
apo preference te bazuar mbi racen,
ngjyren, origjinen, prejardhjen apo
besimin fetar, eshte e konsideruar nga
ligji si diskriminuese. Mund te
konsiderohen faktore diskriminimi dhe
gjuha apo prejadhja gjeografike.
Trajtohet per nje sjellje jo legjitime edhe
pse jo e qellimshme.Te gjthe personat qe
mendojne te jene viktima apo
deshmitare te diskriminimeve mund te
sinjalizojne apo te kerkojne asistence ne
Sportello contro le discriminazioni, ne
Ravenna, ne via Oriani 44. (te merkuren
9.00-12.30, te enjte 14.00 - 17.00; tel.
0544 485301; e-mail:
[email protected]).
Ne nivel nacional mund ti drejtoheni
Unar (Ufficio nazionale contro le
discriminazioni razziali), numri jeshil i te
cilit eshte : 800 90 10 10.
Per te rinjte
Mundesi te reja per formim
dhe punesim
Quhet Garanci per te Rinjte (Garanzia
Giovani) programmi i Bashkimit europian
i cili i ofron te rinjve nga mosha 15 deri
ne 29 vjec, italiane dhe te huaj,
mundesine per te patur competenca te
reja dhe per te hyre ne merkaten e
punes. Ky instrument i ofrohet atyre e
rinjve qe nuk jane te punesuar dhe nuk
po zhvillojne kurse shkollore apo
formimi. Nje nga instrumentat kryesore
te Garancise per te Rinjte eshte stazhi
ne pune, ne te cilin mund te hyjne te
rinjte ne moshen nga 18 deri ne 25 vjec.
Kjo eshte nje eksperience formimi
praktik ne nje kontekst pune, zgjat te
pakten 6 muaj, (12 muaj per kategorite
e mbrojtura ne mes te cileve kerkuesit e
azilit politik dhe titullaret e azilit) dhe
parashikon nje pagese per frekuentimin
prej 450 euro ne muaj.
Stazhi permbledh dhe formimin e
detyruar mbi siguresen ne pune dhe
formalizimin nepermjet nje certifikate te
kompetences se marre. Te rinjte nga
mosha 18 deri ne 29 vjec mund te hyjne
ne sherbimin civil (per vitin 2014 bando
eshte mbyllur ne daten 30 tetor) apo ne
masat per shoqerimin ne krijimin e nje
aktiviteti autonom : voucher per
frekuentimin individual per consulence
nga 24 deri ne 82 ore per krijimin e
biznes-plan, udhezime dhe marrje
kompetence per te hapur nje ndermarrje.
Per me te rinjte nga mosha 15 deri ne
18 vjec mund te behen perkurse
specifike per te hure ne pune. Per cdo
informazion mund ti drejtoheni Centro
per l’Impiego. Per tu regjistruar ne
Garanci per te Rinjte (Garanzia Giovani),
mund te hyni ne web-sitin
www.garanziagiovani.gov.it.
Sherbime
Ne sportel gratis per ndihme
psikollogjike per viktimat
e krizes
Edhe kete vit Asesorati i Sherbimeve Sociale
mbeshtet sherbimin “Nuk je vetem”, Kriza
dhe solidariteti social: trajtohet per nje
hapesire degjimi, nje sportel i dedikuar
familjeve ne veshtiresi si rrjedhoje e krizes
ekonomike. Sherbimi eshte gratis dhe i
ofruar nga Asesorati dhe mbahet ne Casa
del Volontariato ne via Oriani 44 ne
Ravenna, ku shoqata SèStante, e cila
okupohet, ka zyren e saj. Eshte e mundur te
merrni takim duke telefonuar nga e hena
ne te merkure nga ora 15 deri ne 19 ne
numrin 392 6593354.
Città Meticcia Dicembre 2014 Gennaio 2015
9
oltre confine
Londra fotografata dai rifugiati
L’esperienza di volontariato di un ravennate nella capitale inglese
di Maurizio Masotti
Da settembre 2013 vivo nella perfida Albione, nella capitale di un regno
che mi sembra presentare aspetti talmente contrastanti a chi vive qui, come chi vi scrive, e non fa solo il turista
per caso, come le migliaia di persone
che invadono da pecore continentali
intruppate i passaggi obbligati del turismo mordi e fuggi in 48/72 ore nella
Londra da bere.
Il Regno Unito lo avevo già conosciuto prima come spaesato e provinciale studente universitario a metà anni 60 (alcune foto del mio libro Controvento furono scattate nella Londra
che è ora scomparsa), poi lavorando
all'Università agli inizi degli anni 70 a
Manchester, poi ancora negli anni a
seguire in giro per la Scozia, il Galles e
l'Irlanda (quella vera, la Repubblica
dei perdenti storici impietosamente
raccontati da Joyce in Gente di Dublino).
Oggi l’isola (quella britannica) mi
sembra mantenere alcuni tratti del
passato; Londra è una cosa totalmente a sé, un ibrido, un impasto di moderno e feudale che ancora più di Parigi è avvertito come avulso dal contesto nazionale dagli stessi inglesi (just
another world, or universe, or whatever you want to call it).
I londinesi, o almeno i britannici di
razza bianca che abitano nella capitale e con cui parlo, si sentono invasi da
2 fenomeni principali: la massiccia
immigrazione da molti paesi, europei
e non, e la presenza massiccia e visibile del capitale immobiliare degli Emirates e di quello russo e cinese.
A chi prende in affitto un appartamento in centro a Londra, dopo la
pressante richiesta di solvibilità da
parte del landlord (che quasi mai è il
proprietario dell'immobile) salta agli
occhi una prima cosa: qualunque operaio, manovale, idraulico, muratore,
imbianchino, tecnico della lavatrice o
degli elettrodomestici, carpentiere, installatore tv o di rete internet, fattorino, operatore di call center e altro,
molto altro, non è British di razza
bianca ma appartiene a quella giungla
di nazionalità che materialmente tiene in piedi dalla mattina alla mattina
dopo questo paese e i suoi servizi essenziali, dal Sistema sanitario nazionale (che subisce tagli su tagli) al personale di pulizia delle strade ai trasporti pubblici e privati. Qui l'effetto
di una astensione dal lavoro (la parola
sciopero è caduta in disuso dopo il
New Labour di Blair e l'attuale governo di Cameron) di questi immigrati sarebbe paralizzante e destabilizzatore.
Ho lavorato come volontario in una
Charity di Westminster per diversi mesi con due gruppi di immigrati, richiedenti asilo e rifugiati. Abbiamo organizzato corsi di fotografia, prestato loro macchine fotografiche con rullino
(le mitiche Ilford hp4 etc) e siamo andati in giro per la città con i nostri corsisti che scattavano in libertà a secon-
Anime
creole
-
la
parola
allo
psicoterapeuta
Contro la nostalgia natalizia di Ulisse
di José Aguayo*
Vi sono, nella nostra vita sociale, ricorrenze festive come quelle natalizie in cui dappertutto si respira un clima
generale di intensa emotività; è un periodo di incontri nel quale ognuno fa molto riferimento alle certezze degli affetti familiari, alle tradizioni e ai vissuti più intimi di sicurezza e di serenità (ancora di più in periodi di incertezza
sociale come l’attuale).
Per coloro che per via della loro condizione esistenziale di migranti si trovano ad avere a che fare con assenze, ricordi e solitudini, questo è un periodo in cui si acuisce il bisogno affettivo dei vincoli parentali e amicali. «Tutti festeggiano e io da solo….»; «un altro anno senza vederli…»; «sto insieme ad altre persone ma il mio pensiero viaggia
lontano…», sono alcuni dei pensieri ricorrenti riscontrati nei loro discorsi. Infatti, questi sono periodi in cui prendono spesso il sopravvento sentimenti di tristezza e di malinconia, generando spesso una costellazione di sintomi e
disagi psicosomatici.
Lo psichiatra spagnolo Achotegui utilizza la storia di Ulisse, l’eroe mitologico dell’Odissea, come metafora del destino cha accompagna l’uomo moderno che decide per diverse ragioni, di lasciare il proprio paese per recarsi in una
terra a lui estranea. Ulisse, colui che lascia la sua amata patria per combattere la guerra di Troia e che viaggia in
terre sconosciute affrontando pericoli e avversità, lontano da parenti e amici, così gli immigrati si trovano ad avere
a che fare con tanti cambiamenti sia di natura pratica che psicologica. Le diversità di clima, di cultura, di lingua,
di abitudini, di alimentazione, di affetti sono aspetti che pongono l’individuo di fronte all’esigenza del cambiamento.
Queste feste possono divenire l’ennesima prova dura da affrontare, se vissute all’insegna del senso di perdita e di
smarrimento, ma qualcosa può essere fatto per farle diventare un’occasione per fortificare la capacità di trovare
spunti di crescita e di benessere. Può essere l’occasione per ribaltare la logica del “bicchiere mezzo vuoto”, attraverso
la ricerca attiva di una rete sociale e di attività che destino curiosità e interesse.
Essere consapevole dei propri cambiamenti avvenuti, può essere la risorsa che aiuti a vedere nelle difficoltà quelle opportunità su cui costruire dei pensieri, che stimolino a connettere piuttosto che all’isolamento, a conoscere invece che alla chiusura, ad interagire con le sorprese ed esperienze gratificanti e non ad evitare le “contaminazioni”
con gli altri.
*psicologo psicoterapeuta
da dei soggetti. Poi in camera oscura
abbiamo sviluppato e stampato assieme le loro foto, e questo mi ha rimandato agli anni ’60, quando con amici
dell’università passavamo le notti a fare le stesse cose in uno scantinato in
campagna vicino a Ravenna. Su un sito (www.my-journey.org.uk) abbiamo
poi selezionato il materiale fotografico
e i racconti di alcuni rifugiati. Ai primi
di ottobre allestiamo a Londra una
mostra per una settimana, tentando di
coinvolgere il quartiere (www.shoreditchtownhall.com). Le foto di questo
numero di Città Meticcia sono state
scattate durante questo laboratorio.
Durante questi incontri naturalmente tentavamo anche un approccio
umano con queste persone, alcune
delle quali hanno cominciato a raccontarci la loro odissea, che per qualcuno è stata anche un calvario. Per loro la narrazione sembrava essere quasi una terapia, anche se nel nostro
gruppo di trainers non c’erano psicologi addestrati a ricevere /elaborare
questi casi. Infatti chi vi scrive non ha
dormito diverse notti, tormentato dalle atrocità sofferte in patria e narrate
dai “corsisti”, due dei quali mi hanno
raccontato anche di vari tentativi di
suicidio qui e ora in Inghilterra.
Nei mesi vissuti nella capitale britannica abbiamo tentato di mantenere i rapporti con queste persone anche
al di fuori dei corsi di fotografia, video
e grafica: ma una città come Londra ti
isola umanamente e ti spersonalizza,
complici le distanze e i 40 chilometri
di diametro della metropoli. La realtà
quotidiana ti presenta inoltre alcune
cifre dall’ “altra Londra” pubblicate in
un piccolo mensile che si chiama the
Pavement (il Marciapiede, tipo Piazza
Grande a Bologna) e viene distribuito
gratuitamente in vari luoghi della città
(www.thepavement.org.uk). Nei numeri di settembre/ottobre 2014 sono
state pubblicate le cifre degli arresti
per accattonaggio (begging) nella capitale, passati dai 375 del 2011 ai 514
nell’anno seguente ai 700 del 2013. La
sanzione per chi chiede la carità è di
200 sterline. Tutto questo in nome del
Vagrancy Act, risalente alla legge vittoriana. In Scozia l’accattonaggio non è
contro la legge. Diverse associazioni
(charities) affermano che l’aumento
delle persone che chiedono l’elemosina è causato dal taglio dei benefici sociali, e parte di questi individui poi entra nel mondo dell’alcolismo e delle
droghe legali e non. A proposito, nel
2013 si sono registrate 765 morti per
eroina o morfina in Inghilterra e Galles, con un aumento del 32% rispetto
all’anno precedente. Il totale, contando altre droghe fra uomini e donne,
passa a 3.000 unità. Questo brusco aumento non si registrava dai primi anni 90.
A St Martin in the Fields, a 50 metri
dalla National Gallery in Trafalgar
Square, dove ogni tanto vado a mangiare nei sotterranei della Cripta, il 6
novembre si è svolta una cerimonia di
commemorazione per i senzatetto
morti nell’ultimo anno, circa 250, fra
cui diversi rifugiati che pensavano di
avere trovato protezione nell'Isola. Il
titolo è: Consider the Lillies.
([email protected])
10 Dicembre 2014 Gennaio 2015 Città Meticcia
in libreria
Un romanzo dai banchi di scuola
La lughese Silvia Golfera è l’autrice del libro per ragazzi “C’è posto per tutti”
«Sono tutte storie ispirate a ragazzini che
ho conosciuto e che si sono trovati in quelle situazioni qui dalle nostre parti». Le storie sono quelle degli studenti di una seconda media dell’hinterland milanese, ma a
scriverle è stata Silvia Golfera, lughese,
insegnante lei stessa di italiano alle medie,
da qualche mese anche assessore alla
scuola per il Comune di Lugo.
Il libro si intitola C’è posto per tutti ed è un
bel romanzo che intreccia tante storie
facendo parlare diversi soggetti rispetto a
un piccolo fatto capitato a scuola, il furto
di alcuni materiali. Il tema del rapporto
con gli stranieri è centrale, alcuni dei protagonisti sono figli di stranieri, un ruolo
preponderante ce l’hanno alcuni ragazzini
sinti e rom, e l’autrice gioca con i cliché e
riesce a tratteggiare personaggi che non
diventano mai caricaturali (semmai lo
diventano piuttosto alcuni genitori), ma
sono più sfaccettati e complessi di come
spesso gli adulti stessi riescano a vederli e i
media a descriverli. Insomma, un intreccio
visto da dentro, dove non mancano colpi
di scena, ma che più che un’avventura racconta un ambiente fatto di interazioni inaspettate, stratificate, non banali, narrate
con leggerezza (ma non superficialità) e
più di un tocco d’ironia. Un libro rivolto ai
ragazzini delle medie in particolare, un’età
di mezzo in cui spesso iniziano a formarsi
i primi pregiudizi verso il diverso. «Lo sto
presentando nelle scuole, l’ho fatto leggere
a una mia prima - ci racconta Golfera - e
vedo che i ragazzini si fanno prendere, che
il libro fa molto discutere. Anche se è
ambientato a Milano, città che un po’
conosco per averci insegnato, in realtà racconta appunto di storie che ho raccolto
qui. E ormai anche da noi le classi sono
sempre più ricche di diverse provenienze,
anche se spesso il pregiudizio più che
rispetto alle origini, si crea rispetto allo status sociale. Alle superiori spesso già si assiste a una divisione, con tanti figli di stranieri che vanno alle scuole professionali e
pochi ai licei...».
Ma perché questo accade? Non è la scuola
a mancare in questo caso, e proprio la
scuola media che non riesce ad appianare
le differenze?
«Il problema è che spesso alcuni ragazzini,
soprattutto magrebini e soprattutto
maschi, hanno una motivazione più scarsa e hanno bisogno di trovare lavoro in
breve in tempo. Ovviamente non si possono fare generalizzazioni, però è vero che ci
sono ragazzi che vivono una situazione di
disagio più forte che altri, anche per lo sradicamento in cui si trova la famiglia». La
scuola quanto riesce a compensare? E
quanto si può cercare di farlo tramite la
letteratura e l’esplicitazioni di questi cliché, pregiudizi che nascono talvolta da
realtà oggettivamente difficili? «Io nella
scuola ho trovato tantissima buona
volontà degli insegnanti, pronti a mettersi
Se
sono
in discussione per poter svolgere appieno
il proprio mestierie, un po’ come gli insegnanti che ho immaginato nel libro, certo
non perfetti, certo con delle mancanze, ma
comunque si lotta ferocemente proprio
per cercare di essere quel luogo in cui si
assicura a tutti la possibilità di crescere».
Intanto, appunto, oltreché insegnante
Golfera è diventata anche scrittrice proprio per i ragazzi dell’età dei suoi stessi
alunni, dopo aver scritto libri invece rivolti
a un pubblico prevalentemente adulto. Un
cambiamento di destinatario importante
per quanto riguarda anche le scelte stilistiche. «Mi sono molto divertita a scrivere,
devo dire. Quando si scrive per ragazzi
bisogna mediare di più e allo stesso tempo
di meno. Bisogna entrare dentro una sensibilità diversa da quell’adulta, usare un
linguaggio diverso e questo richiede una
grande mediazione. Ma allo stesso tempo
è indispensabile essere autentici e diretti.
Si tratta di una fatica doppia che dà molta
soddisfazione». Scritto il manoscritto nella
scorsa estate Golfera l’ha spedito via mail
ad alcune case editrici e come ormai si
vede accadere più nelle fiabe che nella
realtà, la casa editrice Einaudi le ha risposto pubblicandolo pochi mesi dopo per la
prestigiosa collana Storie&Rime. Ora Silvia
Golfera nel cassetto ha un altro romanzo,
che sarà anche un po’ un sequel di questo
e che speriamo quindi di poter leggere al
più presto. (fe. an.)
nato
qui
Io, figlio della Bossi-Fini
di Antonio Nashy Distefano
Sono stato un figlio della Bossi-Fini e nonostante tutto ho tifato Italia, ho ascoltato
con orgoglio De Andrè e Tenco, ho risposto «Sì sono Italiano», assistito ai ritardi di Trenitalia assumendomi le colpe ai colloqui, ho sorriso a chi mi ha definito «il futuro della
scrittura migrante» a chi mi ha detto più volte «Qui sei il benvenuto» come se questa non
fosse stata casa mia. Prestarvi la mia pelle per un giorno, raccontarvi la mia storia e vedervi piangere al posto mio, vorrei. Tra le mie crisi d'identità papà diceva «Antonio abbi
fede nell'umanità, le cose cambieranno, tutti abbiamo un cervello», «E un cuore ?» Pensavo, ma non lo dicevo perché non volevo metterlo in difficoltà, ci pensava già il centrodestra.
Dover spiegare a tutti il perché del mio nome e del mio italiano come se mi giustificassi, come Gift che per piacere alla famiglia del suo ragazzo metteva il fondo tinta. Non
vi sopporto più, davvero. Non sapete che scrivo per i miei nipoti? Perché un giorno quando avranno la mia età mi chiederanno: «Dov'eri quando accadeva tutto questo? Perché
non hai fatto nulla?»
La gente ti sopporta finché parli ma non ti sopporta più quando c'è qualcuno che ti ascolta. I miei cugini vivono tutti in Inghilterra e in Francia, sono partiti quando ancora eravamo figli della Turco-Napolitano. E vorrei lo Ius Soli per
le notti in cui resto io solo. Non mi chiamano mai Antonio, mi chiamano "Seconda generazione" come se fossi secondo a qualcuno, come se fossi un cittadino di serie B come la Juve di Boumsong e Zebina che poi li ha lasciati andare
via come farò io con i miei affetti più cari. «Attento a quello che scrivi, tu pensa solo a vendere libri» come se fossi un’edicola. Il giorno in cui metterò in discussione la mia libertà per vendere sarò finito. Io scrivo perché non so fare altro, perché quando ho provato a dedicarti il mio tempo parlavo solo di me e non
capivo che avremmo affrontato i problemi solo se l'avessi fatto con te. Perdonami. Ti scrivo e mi dici «Basta così» «Sono felice ora» come se fosse finito tutto poco tempo fa. Qualcosa mi dice che ti incontrerò di nuovo all'estero, perché la legge qui dice che si ha solo un anno per ritrovare il lavoro. Ma ho bisogno di più
tempo, di capire chi sono e da dove vengo prima di venirti incontro. Forse cambieranno le leggi, forse leggerai le mie parole. Sono stato un figlio della Bossi Fini e nonostante tutto ho tifato Italia, ho creduto in Balotelli e nelle belle parole di Renzi prima delle primarie. Ma è come se mentissero tutti, come se fossimo abbandonati a noi stessi. E vorrei che un giorno i miei nipoti mi mettessero in difficoltà, perché se non tutti abbiamo un cuore forse non c'è l'ho nemmeno io. Perché sarà rimasto qui nel bel paese che ho amato tanto e lasciato insieme ai miei affetti più cari.
Città Meticcia Dicembre 2014 Gennaio 2015
Border
Line
-
cronache
dal
confine
siciliano
L’accoglienza secondo la logica
dell’emergenza: Pian del Lago
di Giovanna Vaccaro
Lo scorso 19 settembre ho fatto nuovamente ingresso al centro governativo di
Pian del Lago con la delegazione della Campagna LasciateCIEntrare. Gli autorizzati alla visita nel Cie sono stati solo 3 su 6, mentre a tutti è stata “concessa”
la visita nel Cara. All'ingresso del centro, ad attenderci per accompagnarci i
rappresentanti di Questura, Prefettura ed ente gestore accompagnato da numerosi operatori. La cooperativa che ha vinto l’appalto del centro circa un anno fa
è Auxilium, tristemente nota per la gestione del Cie di Ponte Galeria e del Cara
di Castelnovo di Porto, entrambi in provincia di Roma e interessati continuamente da rivolte per le condizioni di vita al loro interno.
Ci viene comunicato il numero di persone presenti nel centro al momento
della nostra visita che, a detta della responsabile, ammonterebbe a 360 nella
parte più grande del Cara, a 116 in quella più piccola, e a 92 nel Cie. I numeri si
rivelano presto relativi, infatti, nel visitare uno dei 35 container di cui è costituita la parte grande del Cara, contiamo ben 18 letti (brandine a castello), di cui
16 palesemente utilizzati. Se lo stesso numero di letti utilizzati fosse, come ci è
stato poi comunicato, il medesimo anche nei restanti 34 container, gli ospiti presenti solo in questa parte di campo risulterebbero essere circa 560, ben duecento in più rispetto alla capienza prevista.
Entriamo nella sala mensa, allestita in una delle poche costruzioni in muratura presenti in questa parte di campo. I muri sono sporchi e vecchi, i tavoli rotti e c’è solo qualche sedia. In quel momento il personale addetto stava servendo
i pasti nei piatti sigillati del servizio catering. Andiamo a visitare i servizi igienici e la situazione igienico-sanitaria risulta allarmante a occhio nudo. L’aria è
irrespirabile, a terra c’è il pantano costituito dall’acqua sudicia degli scarichi
rotti, le porte di molti servizi sono divelte e accanto a queste scorgiamo diversi
contenitori che vengono utilizzati per gettare l’acqua. Anche in questo caso i numeri ci vengono in aiuto per comprendere meglio la situazione. Infatti, i wc teoricamente messi a disposizione agli ospiti che vi vivono (che sembra oscillare tra
i 360 e i 560) sarebbero 48, mentre le docce 24. Ma quando chiediamo agli ospiti di darci una stima dei servizi effettivamente funzionanti, apprendiamo che la
media è di 2 bagni su 6 e una doccia su tre per ciascun container: quindi un totale di 16 bagni e 6 docce, per l’intera area del centro.
In merito ai servizi garantiti, la responsabile ci comunica che il pocket money
di 2,50 euro viene elargito sotto forma di ricarica di una chiavetta elettronica
spendibile solo nelle macchinette presenti all’interno del centro (negando di fatto
agli ospiti la disponibilità di denaro contante di cui avrebbero diritto), il servizio
di mediazione linguistico culturale è garantito da 8 operatori, il servizio di consulenza legale da 4, dei quali nessuno ha una formazione giuridica.
Fin da subito ci appare grave l’esiguo numero di informatori legali rispetto alla quantità di richiedenti asilo e trattenuti, ma a confermarci la carenza del servizio è proprio la totale impreparazione e disinformazione dei richiedenti asilo
con cui abbiamo modo di parlare, i quali approfittano della nostra presenza per
farci numerose domande. Tutti loro ci comunicano anche di essere assillati dal
pensiero di vedere diniegata la propria domanda di protezione dopo quasi un
anno di attesa. Nel frattempo, la parte di delegazione autorizzata si dirige al Cie,
per farvi ingresso. Ma, nonostante l’autorizzazione ministeriale, l’ingresso viene
limitato al primo cancello del centro, con la solita e discrezionale giustificazione dei motivi di sicurezza. Risulta dunque possibile parlare solo con quei trattenuti del centro che si avvicinano, richiamati dalla presenza della delegazione,
ma non si possono constatare direttamente le condizioni del centro. Ben sette di
questi sembrano minorenni, ma risultata la maggiore età dall’esame rx del polso sono condannati come gli altri a vivere nel regime carcerario.
La visita sta giungendo al termine. Veniamo così accompagnati tutti nel locale
dell’infermeria, che si presenta ampio e pulito. Leggiamo ancora una volta l'orario
di apertura affisso sulla porta: dalle ore 10 alle 11.30 la mattina e dalle 18 alle 19.30
la sera. Quando lo facciamo notare ci viene assicurato che l’assistenza sanitaria viene garantita h24, e noi continuiamo a non comprendere il motivo di questo orario.
D'altra parte, parlando con gli ospiti del servizio di assistenza medica, avevamo raccolto un’insoddisfazione e trascuratezza generale, in quanto molti ospiti ci avevano
(ancora una volta) riferito che l’unica soluzione ad ogni male sia una bustina di antinfiammatorio e che anche quando lamentano gravi disturbi non riescono ad accedere a visite specialistiche.
Questo è il quadro emblematico dell’accoglienza contenitiva entro la logica
dell’emergenza. Le medesime condizioni di vita nella violazione dei diritti e di
privazione di autonomia e sostegno all’inserimento è riscontrabile anche in migliaia di centri di accoglienza starodinaria (CAS) diffusi ovunque e gestiti nella
totale impreparazione di albergatori che hanno convertito il tipo di ricettività
per scopi economici. Tragiche anche le condizioni di coloro che transitano nei
centri di primo soccorso e accoglienza, allestiti in qualsiasi tipo di strutture (tendopoli, scuole, caserme) nelle quali molti vengono condannati a vivere anche
per mesi, nonostante il limite di permanenza previsti dalla legge sia di 72 ore,
ovvero il tempo strettamente necessario alle procedure di identificazione.
Scrivete
a Città Meticcia
Inviateci lettere, commenti o domande a [email protected]
oppure: CittàMeticcia, c/o Casa delle Culture,
piazza Medaglie d’Oro 4 - 48122 Ravenna fax: 0544 423869
11
la posta
Il flop dei consiglieri aggiunti
Tutti i nodi prima o poi vengono al pettine e
dunque anche questo, l'ennesimo, vi è giunto.
Ci riferiamo ai cosiddetti consiglieri aggiunti, il
grande parto, voluto contro ogni buon senso
nella scorsa consiliatura dall'allora assessore
Farabegoli, quello che annovera fra i suoi
meravigliosi meriti anche la vicenda degli
autocostruttori di Filetto. [...] Quando c'era
Farabegoli si spesero circa 25mila euro di soldi
pubblici per fare votare in vari seggi allestiti
sul territorio comunale, un esiguo numero di
extracomunitari al fine di eleggerne una
rappresentanza che data l'affluenza prossima
al ridicolo non rappresentava alcunchè. I più
votati – o sarebbe meglio dire i meno
scarsamente votati - in compenso avevano
diritto a sedere sui banchi del consiglio
comunale con tutti i diritti dei consiglieri
tranne quello di votare (se Dio vuole!).
Ben presto però proprio nel corso di quella
consiliatura il giochino fu chiaro perchè
si apprese per bocca di uno dei due
“eletti” che lo dichiarò
candidamente alla stampa, che si
erano iscritti al PD! Si arriva alla
consiliatura in corso iniziata nel
2011. Farabegoli torna a lavorare
alla Coop e il suo posto in giunta
lo prende Valentina Morigi sua ex
collega di partito (in realtà la
delega all’Immigrazione viene data
a Martina Monti prima Idv poi
indipenente, Morigi (Sel) ha la delega
a bilancio e partecipazione, ndr).
Incredibile a dirsi, persino lei si rende conto
che stavolta 25mila euro di soldi pubblici per
un'elezione farsa sono difficili da far digerire
persino al PD e dunque si inventa la
contestuale elezione di tali “consiglieri”
contestualmente alle cosiddette votazioni per i
consigli territoriali che devono sostituire le
vecchie circoscrizioni abolite dal governo.
I due consiglieri aggiunti si insediano, se così
possiamo dire, il 27 Maggio 2013, dopo due
anni dall'inizio della consiliatura e tutto
sommato per i primi sei mesi di cosiddetto
mandato partecipano alle assise. Ma poiché
l'ipocrisia ha le gambe corte e la realtà
inevitabilmente confligge per fortuna con
l'ideologia, ecco a nostra disposizine i dati
delle presenze dei consiglieri aggiunti in
consiglio comunale per il 2014, quando
manca una sola seduta alla fine dell'anno
solare in corso. Su 35 sedute di consiglio, per
4 volte erano contestualmente presenti
entrambi, per 10 ne era presente uno solo, e
per ben 15 sedute gli scranni destinati ai due
rappresentanti extra UE sono rimasti vuoti. Va
detto, ma ciò non cambia di una virgola il
senso della notizia né quello del
ragionamento, che il Sig. Abdoulaye Diop si è
dimesso dall'incarico il 22 Aprile u.s. E che al
suo posto si è insediata la sig.ra Hila Mirela la
quale ha annunciato, ma solo in queste
ultimissime settimane, di non poter
partecipare in quanto in stato interessante. Il
sig. Meho Sulemansky invece si è trasferito per
lungo tempo per motivi di lavoro nei paesi
scandinavi e ha addotto tale giustificazione
per la sua assenza [...]. Sia ben chiaro, per chi
come noi, è sempre stato contrario alla
elezione e presenza in consiglio comunale di
questi consiglieri aggiunti, si tratta di un
problema marginale e anzi le loro assenze
restituiscono dignità e autorevolezza al
consiglio comunale. Non perchè queste
persone non siano degne e autorevoli – sia
ben chiaro - ma perchè, come gli abbiamo
detto il giorno del loro cosiddetto
insediamento in apertura di seduta per noi il
consiglio comunale è un organo di
rappresentanza dei cittadini ravennati non di
quelli che non sono neppure cittadini italiani.
Quello che però ci preme evidenziare è quanta
poco utilità e quanto poco interesse vi sia
persino tra di loro e quanto siano stati
strumentalizzati da una certa parte politica per
porre in essere una farsa servita solo per
piantare una bandierina facendo perdere
tempo e dunque denaro a vari uffici comunali,
da quello elettorale a quello di decentramento
fino ai costi indiretti che tale pseudo-elezione
ha comportato.
Alberto Ancarani
capogruppo FI in Consiglio comunale
La replica di Sulemanski su Facebbok
ad Alberto Ancarani
1) Il ruolo del consigliere aggiunto è un
ruolo simbolico, completamente gratuito e
senza rimborsi, primo passo verso una
futura piena realizzazione del Diritto più
importante di tutti, cioè il diritto di essere
tutti Cittadini uguali.
La realizzazione delle elezioni è stata costo
zero, inutile che si sparino cifre.
2) Ancarani parlando di noi
mischia tutto per rendere
appetibile in senso negativo
l'inutile comunicato di
stampa che ha scritto: da
vecchi assessori, alle
vicende
degli
autocostruttori di Filetto
(che c'entro io?). ecc..
3)Essendo il ruolo del
consigliere
aggiunto
purtroppo solo simbolico per
adesso l'ho sempre svolto molto
bene, diffondendo corretta immagine
di quello che vuol dire essere ravennati di
origini extracomunitarie. Sempre diffuso
senso di fiducia, corretta informazione,
partecipazione nelle attività che mirano alla
buona convivenza cittadina. [...]
Complimenti.
4) Sig.Ancarani le avevo risposto che sono
in Scandinavia per svolgere lavoro
volontario temporaneo nei settori
immigrazione e politiche giovanili, e quindi
imparare e imparare e imparare, e non per
lavoro a lungo termine che lei si è inventato
nel comunicato. Ebbene si, faccio
partecipazione politica anche qui. Mi piace.
[...].
Meho Sulemanski
Progetto editoriale:Associazione di Volontariato Città
Meticcia, via Campania 14, 48121 Ravenna. Autorizzazione
Tribunale di Ravenna n. 1165 del 23 aprile 2003.
Direttore responsabile: Federica Angelini.
Coordinamento della redazione: Federica Angelini,
Francesco Bernabini, Franck Viderot
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Traduzioni:Angelica Malavolti (inglese), Valérie Sylvie Monnier
(francese), Simona Ciobanu (rumeno), Anya Veresciaghina
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Si ringraziano: José Aguayo, Antonio Distefano, Marco Fucci,
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