Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA COMPITI DELL’ ASSISTENTE Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA CORSO NAZIONALE DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI DI STUDI MEDICI 2 1 3 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA •Invio comunicazioni ai pazienti fiscali 4 •Incasso e compilazione ricevute moduli ecc. •Ritiro e timbratura ricettari, ecc. •Compilazione moduli, stampati, Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA (trascrizione degli esami di laboratorio e strumentali) •Aggiornamento delle cartelle cliniche prescrizione esami di routine programmati •Compilazione di ricette ripetitive e •Tenuta agenda appuntamenti •Ricezione telefonica •Ricevimento pazienti Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA RICEVIMENTO DEI PAZIENTI Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA parenti • Rumori provenienti dalla sala d’attesa • Arrivo in studio di colleghi, amici, Cause di disturbo della visita: • Interruzioni per telefonate • Interruzioni per richieste di firme o direttive GESTIONE DELLA SALA D’ATTESA 6 5 • • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA Abbigliamento Atteggiamento Tono della voce Scelta del “lei” Rispetto delle mansioni • Telefonate e visite personali COMPORTAMENTO DELL’ASSISTENTE I Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA psicologica • stato sociale • grado di cultura • esperienza di vita • condizione INFLUENZATO DA: COMPORTAMENTO DEL PAZIENTE 8 7 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA 9 10 COMPORTAMENTI DA EVITARE Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA riguardo alle informazioni personali • Apertura mentale verso le novità • Regali • Discrezione COMPORTAMENTO DELL’ASSISTENTE II 11 • • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA 12 Sospendere l’occupazione del momento Saluto di accoglienza Evitare l’affollamento intorno a voi Mantenere la riservatezza Rifiutare cortesemente, ma fermamente, richieste illecite • Accoglimento di un nuovo paziente PROFESSIONALITA’ E ATTENZIONE - I Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA PROFESSIONALITA’ E ATTENZIONE I Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA COMUNICAZIONE NON VERBALE Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA urgente • Annunciare un anticipo di chiusura dell’ambulatorio • Annunciare un ritardo • Annunciare una visita 14 13 PROFESSIONALITA’ E ATTENZIONE - II 7 % 38% 55% Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA • Comunicazione verbale (=piano dei contenuti) • Comunicazione extra-verbale (=piano di relazione) – comunicazione paraverbale – comunicazione non verbale MODALITA’ DI COMUNICAZIONE Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA • VERBALE • PARAVERBALE • NON VERBALE I TRE CANALI DELLA COMUNICAZIONE 16 15 volume velocità timbro ritmo tono dizione Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA – – – – – – – Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA espressione facciale mimica abbigliamento postura sguardo gestualità movimento • E’ il linguaggio del corpo: COMUNICAZIONE NON VERBALE – – – – – – • E’ costituita dalle modalità con cui viene emessa la voce: COMUNICAZIONE PARAVERBALE 18 17 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA TIPOLOGIA DEI PAZIENTI Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA fuga • Atteggiamento depresso • Atteggiamento di attenzione • Segnali di barriera • Atteggiamento pronto alla COMUNICAZIONE NON VERBALE 20 19 • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA disturbi banali Presenza di sintomi multipli e non ben caratterizzati Negatività delle indagini Stanchezza cronica Insoddisfazione per i trattamenti • Richieste di visite frequenti per IL PAZIENTE DIFFICILE - I Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA mai • Il paziente antipatico • L’amico del Dottore • Il frequentatore abituale • Il paziente che non si vede TIPOLOGIA DEI PAZIENTI 22 21 • • • • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA IL PAZIENTE ANZIANO Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA Ostilità e aggressività Mancanza di collaborazione Consultazione di numerosi medici Non si cura del tempo del medico Assume molti farmaci Loquace o poco comunicativo Pretende di sapere tutto IL PAZIENTE DIFFICILE - II 24 23 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA RICEZIONE TELEFONICA Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA 26 25 attese • Soffre per un atteggiamento troppo confidenziale • Soffre di ipoacusia • Minor rispetto della privacy • Non sopporta le lunghe IL PAZIENTE ANZIANO • • • • • • • • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA Intercalare attivo Ridurre il rumore di fondo Interlocutori anziani Persone logorroiche Far riagganciare per primo all’interlocutore RICEZIONE TELEFONICA - II Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA Cortesia Interrompere le altre attività Rispondere entro il terzo squillo Tenere penna e block-notes pronti Rispondere qualificandosi Non far trasparire le emozioni dal tono della voce RICEZIONE TELEFONICA - I 28 27 – – – – Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA a dilazionare le telefonate a non far squillare a lungo a non telefonare fuori dagli orari a comprendere che non si possono interrompere le visite inaccessibile • “Educare” i pazienti: • Il medico non deve apparire FILTRO DELLE TELEFONATE - I Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA FILTRO DELLE TELEFONATE 30 29 FILTRO DELLE TELEFONATE - III Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA 31 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA 32 persone che possono essere passate direttamente • Non usare espressioni del tipo – “il dottore è fuori città” – “il dottore non è ancora arrivato” – “il dottore è andato via prima” • Farsi lasciare un elenco delle • • • • per visita Non insistere dopo il terzo squillo Farsi lasciare il numero per richiamare Farsi lasciare un messaggio Non fornire informazioni personali • Non trasferire più di una chiamata FILTRO DELLE TELEFONATE - II Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA L’AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA durante il colloquio con gli informatori • Non trasferite chiamate FILTRO DELLE TELEFONATE - IV 34 33 Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA COMPILAZIONE DI RICETTE Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA difficili • Risolvere in prima persona i problemi burocratici • Ringraziare per la disponibilità • Lasciare spazio per le urgenze • Cercare di soddisfare le richieste • Contattare il medico per i pazienti L’AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI 36 35 COMPILAZIONE DELLE RICETTE II Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA particolari • Accertamenti inutili • Persona diversa dal paziente • Farmaci con regole • • • • Non fornire consigli medici Non apporre firme apocrife Controllare l’assunzione abituale Prescrizioni indotte o autoprescrizioni • Prescrivere per un ciclo di cura 38 37 COMPILAZIONE DELLE RICETTE - I 39 • • • • Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA di laboratorio Trascrivere tutto il referto degli accertamenti strumentali Annotare gli esami visionati dal sostituto Fotocopiare i referti lunghi Ricordare al Medico gli esami periodici • Trascrivere i valori alterati degli esami 40 AGGIORNAMENTO DELLA CARTELLA CLINICA Dott. A. MARRACINO - FIMMG ANCONA AGGIORNAMENTO DELLA CARTELLA CLINICA Introduzione. L’ASSISTENTE DI STUDIO MEDICO A cura del Dott. Antonio MARRACINO La figura del medico di famiglia, negli ultimi decenni, è profondamente cambiata, adeguandosi alle nuove esigenze di salute della società moderna, più attenta, partecipe, sicuramente più esigente e sensibile ai propri diritti. Nell’ottica di un miglioramento della qualità dei servizi offerti (in ogni ambito, e quindi a maggior ragione in ambito sanitario), occorre prestare attenzione anche agli aspetti organizzativi i quali, se ovviamente non possono sostituire i contenuti professionali, costituiscono pur sempre un valore aggiunto ai fini della fruizione delle prestazioni. Per quanto riguarda specificamente lo studio del Medico di Medicina Generale, alla luce di quanto sopra, appare anacronistica la figura di un professionista che opera da solo, facendosi carico sia degli aspetti squisitamente sanitari (la visita medica) che di quelli burocraticoamministrativi, questi ultimi spesso vissuti con atteggiamento di frustrante insofferenza, come incombenze improprie che distolgono dall’attività clinica, sottraendo tempo prezioso. Ecco quindi che si va sempre più affermando un modello organizzativo (sia nel caso di Medico singolo che, a maggior ragione, di Medici associati) che prevede la figura dell’Assistente di Studio come insostituibile ausilio per l’attività dello studio medico, interpretando un ruolo di filtro intelligente che facilita e snellisce il contatto tra paziente e Medico, senza peraltro costituire una barriera, ma piuttosto un’interfaccia dinamica in grado di garantire l’ottimizzazione del servizio. Vediamo ora quali sono i compiti dell’Assistente: 1. gestione della sala d’attesa - aprire lo studio - accogliere i pazienti - limitare le fonti di disturbo - fornire informazioni per la fruizione dei servizi sanitari e socio-sanitari 2 2 - fornire informazioni sulle regole dello studio, gli orari delle visite ambulatoriali, le visite domiciliari (urgenti, programmate ecc.) - accogliere gli informatori farmaceutici 2. gestione delle telefonate - senza coinvolgimento del Medico - con richiesta di colloquio con il Medico 3. gestione dell’agenda degli appuntamenti - per i pazienti - per gli informatori 4. compilazione di ricette ripetitive e prescrizione di accertamenti routinari 5. preparazione di certificati - INAIL, INPS - per attività sportiva non agonistica - porto d’armi - riammissione a scuola, ecc. 6. aggiornamento delle cartelle cliniche - trascrizione o scansione di referti - trascrizione di risultati di esami di laboratorio 7. ritiro e timbratura di ricettari 8. compilazione e incasso di ricevute fiscali 9. invio di comunicazioni ai pazienti 1. Gestione della sala d’attesa. 3 3 La sala d’attesa costituisce il primo impatto che un paziente ha con il Medico scelto. Rappresenta, cioè, un’ anteprima significativa dell’attività organizzativa dello studio professionale, una sorta di “biglietto da visita”. E’ molto importante che dia un’immagine di pulizia, ordine e confort: naturalmente è affidato all’Assistente, che si occupa della sua gestione, il compito di renderla rispondente a tali caratteristiche. E’ buona regola che l’Assistente preceda il Medico per aprire l’ambulatorio, attivare i computer, ascoltare e prendere nota di eventuali messaggi presenti nella segreteria telefonica, ricordandosi di disattivarla per predisporsi alla ricezione delle telefonate. La struttura ideale prevederebbe che la sala di attesa vera e propria (con sedie, poltrone o divanetti) e la stanza di lavoro dell’ Assistente di studio fossero due locali separati, possibilmente adiacenti e comunicanti. Questo, naturalmente, favorirebbe la privacy, le comunicazioni telefoniche e l’organizzazione stessa del lavoro. Nella maggior parte dei casi, però, ci si trova ad operare in una stanza unica, in cui sono contemporaneamente presenti i pazienti in attesa della visita medica, quelli in attesa di parlare con l’Assistente e la sua scrivania. Un’ulteriore possibilità è la situazione degli studi medici associati, in cui il bancone che funge da reception e da piano di lavoro per gli addetti è a disposizione di pazienti afferenti a più medici. Qualunque sia l’aspetto strutturale della sala d’attesa, le modalità di approccio con il paziente sono strettamente dipendenti dalle doti umane e professionali dell’Assistente, che si trova a ricoprire il ruolo che negli uffici pubblici è consuetudine chiamare “front-office”. A questo proposito, le doti indispensabili sono la predisposizione ai rapporto umani e la calma: se questo vale per chiunque operi a contatto con il pubblico, a maggior ragione lo è quando sono in gioco valori come la nostra salute, con importanti afferenze sul piano psicologico, emotivo, comportamentale. Dobbiamo sempre ricordarci che spesso abbiamo a che fare con persone più “deboli” perchè alle prese con l’aspetto della nostra esistenza (la salute, appunto) meno controllabile e prevedibile, quello che ingenera più timori, se non vere e proprie angosce. 4 4 Il momento dell’apertura può essere caotico, con i pazienti che si affollano intorno all’Assistente, rivolgendole contemporaneamente le richieste più diverse: occorre farli accomodare in sala di attesa, pregarli di attenuare i toni per non creare confusione. Man mano che acquisite autorevolezza, questo sarà sempre più facile; all’inizio potrete sempre richiedere l’intervento del Medico. Per prima cosa, differenziate i pazienti che hanno necessità della vostra opera da quelli che invece attendono di essere visitati dal Medico. Sarà bene stabilire l’ordine di precedenza per questi ultimi o scrivendo i loro nomi su una lista da consultare durante lo svolgimento dell’ambulatorio, oppure consegnando un numero di prenotazione (metodo sicuramente meno elegante ma molto efficace). Se invece le visite avvengono con il sistema delle prenotazioni, questa fase sarà naturalmente riservata solo ai pazienti “fuori lista”, cioè alla urgenze. A questo punto potete cominciare ad occuparvi di coloro che non hanno necessità di essere visitati dal medico. E’ molto importante che si avvicinino a voi uno alla volta, per rispettare la privacy, dal momento che spesso si tratta di richieste di farmaci o accertamenti o consigli direttamente connessi a patologie (fisiche o psichiche) che ognuno ha il diritto di non vedere divulgate apertamente. Mostrate attenzione ai problemi delle persone: interrompete l’attività che stavate svolgendo, salutate con un sorriso l’interlocutore e mostrate partecipazione al colloquio. E’ particolarmente importante l’accoglimento di un nuovo paziente: abbiate cura di metterlo al corrente degli aspetti organizzativi dello studio (orari, modalità di prenotazioni, espletamento delle mansioni burocratiche, richieste di visite a domicilio, ecc.). Sarebbe opportuno che, al momento di entrare nella stanza delle visite, lo accompagnaste personalmente dal Medico, presentandolo. Soffermiamoci ora sui protagonisti di questa interrelazione: i pazienti e l’Assistente. Per quanto riguarda i primi, il loro comportamento è influenzato da fattori culturali, sociali, psicologici, ambientali. Le tipologie più frequenti comprendono: 5 5 -il “frequent attender”: accede all’ambulatorio con frequenza eccessiva, a volte accusando gli stessi sintomi, a volte con sintomi differenti; più che una reale esigenza di salute (in senso fisico), esprime un disagio che può essere psicologico, sociale, di comunicazione; corre il rischio di essere sottovalutato in caso di malattia effettiva; -il paziente “sconosciuto”: al contrario del precedente, non si vede mai in ambulatorio; una sua eventuale visita (magari per un banale certificato) deve essere sfruttata per la possibilità di un “aggancio” soprattutto per quanto riguarda gli aspetti della prevenzione; il rischio è che sia portatore inconsapevole di patologie serie, di cui ignora o sottovaluta i sintomi; -il paziente scortese: richiede particolare tatto e cautela; non è mai opportuno contrapporsi in maniera decisa alle sue eventuali “provocazioni”, ma mantenere i nervi saldi e trattarlo ugualmente con cortesia; spesso, suo malgrado, questo comportamento lo “smonta”; a vote può semplicemente mascherare sentimenti di insicurezza o di paura; - il paziente “difficile” è quello che pone al Medico gravi problemi nell'instaurazione di una collaborazione efficace. A volte, però, si tratta in realtà di “problemi difficili”: è il paziente che soffre per il problema, mentre il Medico si deve sobbarcare le difficoltà della soluzione; si riconosce per: la richiesta di visite frequenti per disturbi banali; la presenza di sintomi multipli e non ben caratterizzati; la negatività delle indagini; la stanchezza cronica; l’insoddisfazione per i trattamenti; l’ostilità o aggressività; la mancanza di collaborazione; la consultazione di numerosi medici; l’indifferenza nei confronti del tempo del medico; l’assunzione di molti farmaci; la loquacità o, al contrario, l’atteggiamento taciturno e poco comunicativo; la pretesa di sapere tutto. Vengono anche definiti “pazienti da tuffo al cuore” per la sensazione che provoca il vederli in sala d’attesa o il leggerne il nome nell’agenda degli appuntamenti. Dobbiamo però tener presente che spesso in questi 6 6 casi sono in ballo malattie più o meno gravi, e che quindi non sempre l’atteggiamento del paziente è del tutto ingiustificato. Il vostro comportamento nei loro confronti, anche se costa fatica, deve essere improntato alla gentilezza ma anche alla fermezza; occorre chiarire che esistono dei limiti alla disponibilità di tempo del Medico. Un cenno a parte merita il paziente anziano, che costituirà con sempre maggiore frequenza, visto l’invecchiamento della popolazione, un frequentatore assiduo dell’ambulatorio medico. Ha bisogno particolare di sostegno, di comprensione e di attenzione, essendo un individuo insicuro e fragile, spesso solo. Ellard ha individuato una serie di situazioni che vengono vissute come irritanti dal paziente anziano; vediamone alcune: è il più insofferente nei confronti delle attese lunghe; patisce un atteggiamento troppo confidenziale (ad es. essere chiamato “nonno”); non sopporta che venga data per scontata la necessità di parlare ad alta voce (in quanto presumibilmente affetti da sordità senile); è amareggiato da un minor rispetto della privacy (per es. entrare senza bussare alla porta della stanza visite); si lamenta della mancanza di cortesia; E’ opportuno, nei loro confronti: offrire opuscoli informativi sui loro problemi e sulle terapie che dovranno effettuare; dare loro spiegazioni semplici ma complete riguardanti il loro stato di salute (evitando di considerarli a priori incapaci di comprendere le spiegazioni); informarli sui servizi sociali e sanitari di cui possono usufruire. D’altra parte, il comportamento dell’Assistente prevede alcune regole da rispettare. L’abbigliamento deve essere consono al luogo di lavoro: si opera in uno studio medico, che non può essere interpretato come posto di divertimento o di sfoggio di eleganza. Questo non vuol dire invocare un antico e malinteso senso di “castigatezza”, ma solo di sobrietà. Rispetto delle persone, specie di chi soffre, significa anche questo: non esibire egocentrismo e indifferenza per il disagio altrui. Il modo di parlare deve essere calmo, partecipe, senza dare l’impressione di distacco o, peggio ancora, di insofferenza. Evitate l’uso confidenziale del “tu” (anche se in particolari situazioni sociali o culturali può essere indicato). L’atteggiamento troppo confidenziale sminuisce il vostro ruolo e la vostra autorità: non dovete essere viste come persone con cui scambiare quattro chiacchiere, ma come operatori competenti. Inoltre, si potrebbe verificare una disparità di trattamento nei confronti di quelle persone per le quali manifestate minore confidenza o simpatia. Usate la massima discrezione riguardo alle informazioni personali: non parlate della vostra vita privata o dei vostri problemi e non date l’impressione di indulgere nell’indagare sulla vita privata dei pazienti. Ricordatevi che in sala d’attesa occorre evitare che la conversazione riguardi argomenti come sesso, soldi o ideologie: nel primo caso perché si potrebbe facilmente scivolare nel cattivo gusto se non addirittura nella volgarità; il secondo argomento potrebbe mettere in imbarazzo qualcuno; nel terzo caso si potrebbero accendere discussioni assolutamente inopportune in un ambiente quale lo studio professionale. E’ in vostro potere, e dipende dalla vostra abilità, indirizzare la conversazione verso binari giusti: fate in modo che non si sottolineino troppo gli aspetti drammatici o pessimistici dei racconti dei pazienti, ponendo invece l’accento sugli stili di vita che aiutano a mantenere la salute e sui comportamenti “virtuosi” da un punto di vista sanitario. Rispettate le vostre mansioni: in nessun caso cercate di sostituirvi al medico nel consigliare medicine, accertamenti diagnostici o visite specialistiche: evitate nel modo più assoluto di consigliare medici specialisti, indicandone il nome. L’interferenza nel colloquio tra medico e paziente può essere vista come un’indebita ingerenza e può screditare l’immagine del professionista. Evitate atteggiamenti confidenziali con il vostro datore di lavoro; in particolar modo non utilizzare il “tu” in presenza dei pazienti. Sono da ridurre al minimo le telefonate personali. Salvo casi eccezionali: oltre ad occupare la linea telefonica, producono un’immagine negativa dello studio. Potete accettare eventuali regali solo se di valore 7 8 7 8 limitato: ricordatevi di ringraziare, magari inviando un biglietto di auguri in occasione delle festività più prossime. Potrebbe succedere che qualche paziente vi consideri un “mezzo” per raggiungere alcune facilitazioni: precedenza nelle prenotazioni, possibilità di ottenere campioni di farmaci gratuiti o prescrizioni di farmaci soggetti a regimi particolari: vigilate che questo non accada. Rifiutate cortesemente, ma fermamente, le richieste illecite, come la trascrizione di ricette veterinarie, la prescrizione di farmaci a nome di altri pazienti “esenti ticket” ecc.: evitate la promessa di proporle al Dottore. Nel caso dobbiate annunciare un ritardo, abbiate l’accortezza di attribuirlo ad un caso più impegnativo del previsto, oppure ad una visita medica improrogabile a domicilio o in ospedale, o ad un’altra circostanza plausibile e giustificabile. Se il dottore è stato chiamato per una visita urgente, non tralasciate di darne comunicazione specificando il tempo per il quale, presumibilmente, resterà assente. Anche nella circostanza di un suo impegno che lo costringerà a terminare anzitempo l’attività ambulatoriale, abbiate cura di prendere nota dei pazienti che vengono penalizzati, assicurando loro che il medico li contatterà al più presto, riservando un appuntamento particolare. Una volta assegnati i turni per le visite e smaltito l’impatto iniziale con le richieste da evadere (ripetizione di ricette ecc.), mentre il medico ha cominciato a visitare, occorre permettergli di concentrarsi sull’attività clinica, cercando di eliminare le cause di disturbo, che più frequentemente consistono in: - interruzioni per richieste di firme o direttive - interruzione per telefonate - arrivo in studio di colleghi, amici o parenti - rumori provenienti dalla sala d’attesa. Una regola generale, sempre valida, prevede di non interrompere mai una visita o un colloquio per far firmare ricette, chiedere chiarimenti a proposito di farmaci o accertamenti da prescrivere: a tal fine è bene approfittare dell'intervallo fra una visita e l'altra. Naturalmente l'eccezione è rappresentata da un'emergenza medica o "comportamentale”. 9 9 2. La Comunicazione. La modalità con cui noi comunichiamo non riguarda solo le parole che pronunciamo, ma coinvolge tutto il nostro corpo. In particolare, si distinguono: - la comunicazione verbale che afferisce al piano dei contenuti - la comunicazione extra-verbale che invece afferisce al piano della relazione e che si suddivide in: comunicazione paraverbale e comunicazione non verbale. La comunicazione paraverbale riguarda le modalità con cui viene emessa la voce: - volume - velocità - timbro - ritmo - tono - dizione La comunicazione non verbale è il linguaggio del corpo: - espressione facciale - mimica - abbigliamento - postura - sguardo - gestualità - movimento. Il linguaggio del corpo prevede macromovimenti (es. cambiamenti di postura, movimenti di braccia e gambe) e micromovimenti (spostamento delle sopracciglia, di muscoli facciali). I tre canali della comunicazione vengono utilizzati secondo queste percentuali: - comunicazione verbale 7% - comunicazione paraverbale 38% - comunicazione non verbale 55% Occorre sempre effettuare quello che viene definito esame di congruenza tra le parole che pronunciamo e l’espressione che assumiamo o il tono della voce, cioè tra il contenuto dichiarativo e quello confirmatorio. 10 10 Le stesse parole (ad es. “che scemo che sei...”), a secondo del tono e dell’espressione che le accompagnano, possono avere di volta in volta un significato di giudizio negativo o di affettuoso rimprovero. Ricordiamoci che il corpo non mente mai, in quanto il suo linguaggio è espressione dell’inconscio; l’atteggiamento del corpo diventa la seconda natura dell’individuo, perchè entra a far parte del suo carattere. Quando pensieri ed azioni non coincidono, cioè quando c’è un conflitto tra interiore ed esteriore, si verifica una fuga di informazioni non verbali, perchè alcune parti del corpo ci “tradiscono”: in primo luogo le espressioni facciali, seguiti dalla postura generale, e in terzo luogo dal movimento di gambe e piedi. Esiste una scala di credibilità: 1. segnali automatici (impallidire, arrossire, sudare) 2. segnali delle gambe e dei piedi 3. segnali del tronco 4. gesticolazioni delle mani 5. espressioni facciali. In particolare il viso è lo schermo delle reazioni, perchè su di esso le emozioni hanno un riflesso più rapido; è la forma di comunicazione non verbale che più facilmente percepiamo, anche se le varie parti che lo compongono non hanno la stessa capacità informativa (in ordine decrescente: sopracciglia, fronte, bocca, occhi, gote, mento, naso, orecchie). Anche il silenzio è importante; quando si ascolta è un segno di scarsa attenzione il guardare l’orologio o le unghie, oppure il guardare altrove, tutti atteggiamenti da evitare quando si vuol dare l’impressione di attenzione all’interlocutore. E’ importante sviluppare la capacità di riconoscere tali segnali provenienti dagli altri, perché questo migliora la comunicazione; ma è altrettanto importante imparare noi stessi ad utilizzare nel modo migliore la possibilità di lanciare messaggi non verbali. L’interpretazione del linguaggio del corpo varia da un ambito culturale all’altro. A titolo di esempio, segnaliamo i segnali di barriera: braccia conserte, gambe accavallate, atteggiamento di “tenersi la caviglia”; oppure l’atteggiamento di chi è pronto ad andar via: è seduto quasi sul bordo della sedia, con le braccia ed il tronco flessi; o ancora 11 11 l’inequivocabile mimica del depresso: testa china, sguardo inanimato. D’altra parte, è un segno di attenzione e partecipazione la leggera inclinazione del tronco verso l’interlocutore, il guardarlo negli occhi, il condividerne con cenni del capo le affermazioni. 3. Gestione delle telefonate. Oltre che di persona, l’impatto con i pazienti avviene per via telefonica; anzi, la possibilità del contatto telefonico con il Medico o con lo studio è fondamentale. Pur non potendo vedere il viso dell’interlocutore, la voce tradisce lo stato d’animo e la disponibilità di chi sta al telefono: pertanto, esattamente come quando si ha di fronte una persona, occorre che il tono sia calmo, cortese e disponibile, senza far intuire le vostre emozioni o il vostro stato d’animo. Alla risposta ci si qualifica sempre (“Studio del dott. ...” oppure “Studio Associato” ecc.); è preferibile rispondere entro il terzo squillo, interrompendo l’attività che si stava svolgendo: una volta stabilito il contatto, si può decidere se mettere in attesa il chiamante e completare quanto avete lasciato in sospeso, oppure dare la precedenza alla telefonata in corso. La telefonata può essere diretta a voi oppure al Medico. - praticate un intercalare “attivo” (“sì”, “senz’altro”, “certo”) per manife stare la vostra attenzione; - limitate al massimo il rumore di fondo sia per meglio recepire la richiesta, che per facilitare chi chiama; - nel caso di interlocutori anziani, utilizzate formule per aiutarli a spiegarsi con chiarezza, ed assicuratevi che abbiano compreso le vostre parole; - utilizzate le appropriate strategie, senza essere bruschi, per limitare la conversazione nel caso di persone logorroiche; - assicuratevi che il chiamante sia sempre il primo a riagganciare, per non dare la sensazione di scortesia. Se invece viene richiesto il contatto con il Medico, è importante operare un filtro intelligente (che non significa barriera). La regola aurea 12 12 è la stessa indicata nella gestione della sala d’attesa: interrompere il meno possibile la visita medica. Pertanto si avrà cura di non far squillare più di tre volte il telefono (se il Medico non risponde, significa che non è opportuno farlo o non può) e non trasferire più una telefonata per visita (salvo, ovviamente, urgenze assolutamente indifferibili). Se non è possibile mettere in contatto il paziente con il Medico, è necessario informare chi chiama che il Dottore è già stato interrotto più volte; si pregherà di lasciare un recapito telefonico, assicurando che il Medico richiamerà appena possibile; oppure si appunterà un eventuale messaggio. Non trasferire mai chiamate (con le eccezioni già dette) durante un colloquio con un Informatore farmaceutico. E’ bene che il Medico appronti un elenco (il più scarno possibile!...) di persone le cui chiamate in ogni caso debbono essere inoltrate. Non fornire o richiedere telefonicamente informazioni personali. 4. L’agenda degli appuntamenti. Nel caso che l’attività ambulatoriale del vostro datore di lavoro venga svolta con il metodo degli appuntamenti, è bene seguire alcune semplici indicazioni. - lasciare sempre due o tre appuntamenti a disposizione di eventuali urgenze; - non limitarsi a comunicare l’impossibilità di avere nella stessa giornata o in tempi stretti un appuntamento: premurarsi di trovare una strategia per andare incontro alle richieste del paziente; - in caso di “pazienti difficili” o di reali urgenze, farsi lasciare un recapito affinchè il Medico possa mettersi in contatto direttamente con il paziente per concordare un incontro, eventualmente al di fuori dell’orario di ambulatorio; - cercare di risolvere direttamente eventuali problemi che non richiedono l’intervento del Medico; usare, comunque, molta discrezione nell’indagare le ragioni della richiesta del paziente (“necessita di una visita o posso esserle utile io?”); 13 13 - assicurare il paziente che, in caso si liberasse un posto prima del suo appuntamento, avrete cura di richiamarlo. Per quanto riguarda gli appuntamenti degli Informatori scientifici, assicurarsi che vengano effettuate non più di 3-4 visite l’anno, e che questa opportunità venga assicurata a ciascuno, senza preferenze per nessuna Casa farmaceutica. 5. Compilazione delle ricette. Può apparire superfluo ricordare che dovete assolutamente evitare di fornire consigli medici a proposito di farmaci o accertamenti da eseguire, perché si incorrerebbe in un grave reato previsto dal Codice Penale. Mentre per altri aspetti organizzativi è molto gradita la vostra iniziativa personale, in questo caso è pericolosa, oltre che inopportuna. Altrettanto vietata è l’apposizione di firme apocrife, o la compilazione di ricettari pre-firmati. Nel preparare le ricette per la prescrizione di farmaci ripetitivi o di accertamenti periodici, abbiate cura di: - verificare che effettivamente il paziente assume abitualmente quel farmaco, e quando è stato prescritto l’ultima volta; - controllare il diritto all’esenzione ticket; - se è una prescrizione indotta, annotare il nome del Medico specialista proponente, o se si tratta di un’autoprescrizione; - prescrivete un numero di pezzi adeguato per un ciclo di cura (soprattutto nel caso di antibiotici o anti-infiammatori); - segnalate al Medico se richiede o ritira la ricetta una persona diversa dall’interessato, nel caso non la conosceste; - annotate le prescrizioni di farmaci soggetti a regole particolari di dispensazione (con note CUF, psicofarmaci, ecc.); - nel caso di prescrizione di accertamenti, ricordate che in questo campo avviene il maggior sperpero di risorse finanziarie; sono tanti gli esami inutili richiesti, o gli esami effettuati i cui referti non vengono neppure ritirati! Solo particolari stati (patologici come il diabete, l’ipertensione, i tumori, o fisiologici come la gravidanza), richiedono un 14 14 monitoraggio ravvicinato degli esami. Contribuite ad educare i pazienti riguardo al fatto che “fare tutti gli esami” in tempi ravvicinati è nella grande maggioranza dei casi assolutamente inutile, oltre che potenzialmente dannoso perché potrebbe ingenerare una ingiustificata sicurezza. Come si vede, sono complessi gli adempimenti da compiere e le notizie da riferire al Medico, per cui, per evitare errori, per chiedere il conforto di una sua supervisione scegliete i momenti di maggior calma, al di fuori delle visite. Per quanto riguarda i certificati il ruolo dell’Assistente si limita alla preparazione dei dati anagrafici o delle formule pre-costituite, che il Medico avrà cura di completare e firmare: certificati di malattia INPS (ovviamente lasciando al Medico la diagnosi!) e certificati di infortunio sul lavoro INAIL con trasmissione per via telematica, riammissione a scuola, idoneità all’attività sportiva non agonistica, prolungamento prognosi a fini assicurativi, rilascio di porto d’armi, ecc. 6. Aggiornamento della cartella clinica. E’ vostro compito trascrivere sulla cartella clinica i risultati di esami di laboratorio (limitatamente a quelli al di fuori dei limiti di normalità) o di accertamenti strumentali (trascrivete l’intero testo del referto). Nel caso che un accertamento venga visionato da un Medico sostituto, prendete nota del paziente e al ritorno del Titolare mostrategli il referto. Se non avete tempo per trascrivere un referto (specie se lungo) fatevi lasciare possibilmente una fotocopia, o l’originale da restituire al paziente dopo qualche giorno (facendo attenzione a non perderlo!). Se il vostro datore di lavoro si dimentica di prescrivere un accertamento periodico (ad es. la glicemia nel caso di un paziente diabetico), fateglielo presente (con il consueto tatto e con qualche cautela, a secondo del carattere del Medico!…). L’Assistente deve avere particolare cura nell’annotare i farmaci che necessitano di Piano Terapeutico rilasciato dai Centri Regionali 15 15 autorizzati, avendo cura di raccoglierli in apposite cartelle e conservare le copie dei Piani Terapeutici stessi. Dalla consultazione delle Cartelle cliniche (per le quali, è bene ricordarlo, è d’obbligo mantenere il segreto professionale che per legge viene esteso ai collaboratori) si possono, su richiesta del Medico, ricavare elenchi di particolari categorie a rischio (es. donne ultra quarantacinquenni che non abbiano mai effettuato una mammografia) per richiamarle attivamente (es. per lettera o con una telefonata) a intraprendere gli appropriati controlli, oppure si possono approntare report riguardanti le varie attività svolte (es. spesa farmaceutica, visite specialistiche richieste ecc.). 7. Conclusioni. Il ruolo dell’Assistente di studio, come abbiamo visto, è delicato e a volte ingrato. Crediamo però che il contatto con i pazienti possa essere gratificante nella misura in cui si riesce ad instaurare un rapporto di solidarietà, con uno spirito di servizio nei confronti di categorie spesso penalizzate. La vostra pazienza, il vostro tatto e le vostre qualità umane, prima ancora che professionali, verranno comunque riconosciute ed apprezzate da chi avrà l’opportunità di conoscervi. Un ringraziamento particolare vi è in ogni caso dovuto dai Medici che dalla vostra preziosa opera traggono un quotidiano beneficio. BIBLIOGRAFIA. M. CIOFFI, M. GENTILE, Attività di segreteria nello studio di Medicina Generale, SIMG, n. 9, Novembre 1997,13-19. J. MURTAGH, Professione Medico Generale, Ed. McGraw-Hill, 2^ Ediz., 1999. P. CONTE et al., L’altra metà……dello studio medico, Collana Formazione e ricerche Fondoprofessioni, 2008. 16 16