Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 17 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 unitario di cui, forse, nella fase in cui il Paese sta attraversando, ci sarebbe ancora bisogno. In conclusione, infatti, a mio avviso, questo è uno dei pochi lavori positivi che abbiamo prodotto in questa legislatura e appunto da domani, secondo noi, dovrebbe essere operativo. Tuttavia è facilmente comprensibile che questo provvedimento rischia di diventare un buon libro o un pezzo di carta. C’è infatti un problema preliminare, rispetto al quale credo tutti noi dobbiamo essere preoccupati. Se io penso alla situazione economico-finanziaria ed al rischio di un suo precipitare, vedo una distanza lunare tra le buone intenzioni di questo provvedimento ed il rischio di declino, che invece esiste nel nostro Paese. Credo che si dovrebbe prendere atto che oggi c’è bisogno di uno sforzo, rispetto al quale la maggioranza ed anche il Governo attuali non sono sufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). cesco Testa, Paolo Russo, Bossa, Palagiano, Muro, Iannaccone, Pisicchio, Commercio ed altri n. 1-00725, concernente iniziative in relazione all’annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica Spa, con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull’economia del Mezzogiorno (vedi l’allegato A – Mozioni). Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell’Assemblea (vedi calendario). Avverto che sono state, altresì, presentate le mozioni Di Pietro ed altri n. 100748 e Lulli ed altri n. 1-00749 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all’ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente (vedi l’allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione. PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni. È iscritto a parlare l’onorevole Nunzio Francesco Testa, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00725. Ne ha facoltà. (Repliche del relatore e del Governo – A.C. 98-B ed abbinate) PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta. Discussione della mozione Nunzio Francesco Testa, Paolo Russo, Bossa, Palagiano, Muro, Iannaccone, Pisicchio, Commercio ed altri n. 1-00725 concernente iniziative in relazione all’annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica Spa, con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull’economia del Mezzogiorno (ore 17,25). PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione della mozione Nunzio Fran- (Discussione sulle linee generali) NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, l’Alenia Aeronautica Spa, facente parte della holding italiana Finmeccanica, è un’azienda che vanta una leadership mondiale quanto alla progettazione, alla realizzazione, alla certificazione e anche al supporto di velivoli di impiego sia civile che militare. Vale la pena ricordare che l’Alenia ha dodici stabilimenti (compresi quelli delle società controllate e precisamente Alenia Aeronavali, Alenia Aermacchi, Alenia Composite, Alenia Improvement e Alenia SIA), dislocati in cinque regioni d’Italia ed organizzati – questo è importante ed è il punto della mozione in esame – secondo lo schema dei centri di eccellenza. Essi impiegano una forza lavoro complessiva di circa 13.907 persone, il 40 per cento delle quali ingegneri e tecnici altamente qualificati. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 18 SEDUTA DEL La filiera aeronautica e spaziale è fortemente radicata soprattutto nell’area meridionale del Paese: basti pensare che solo nell’area metropolitana di Napoli, uno dei suoi quattro poli di eccellenza, impiega, nei soli quattro stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Capodichino, Casoria e Nola, oltre 5.000 persone, mentre più di mille lavoratori sono impiegati nella provincia di Foggia e circa 850 a Grottaglie (Taranto). Sono numeri importanti e ad essi fanno seguito quelli dell’indotto che in genere rappresenta il 50 per cento, invece, in questo caso, il rapporto occupazionale, legato agli impianti industriali dell’Alenia, è pari a quasi il 100 per cento. Proprio in ragione dell’evidente incidenza di questa attività sul tessuto economico del Mezzogiorno, nel mese di luglio del 2009 la Banca europea per gli investimenti ha accordato un prestito di 500 milioni di euro al gruppo Finmeccanica e, in particolare, all’Alenia Aeronautica allo scopo di supportare il ruolo industriale di Finmeccanica nelle regioni meridionali. Detto finanziamento, come spiegato dalla Banca europea per gli investimenti, è stato concesso sulla base di due criteri: il finanziamento di attività di ricerca e sviluppo e la destinazione di risorse all’ampliamento dei siti produttivi localizzati in Campania, in particolare a Pomigliano d’Arco ma anche a Nola, Capodichino Casoria, ed in Puglia a Foggia e Grottaglie. Si tratta delle regioni italiane entrambe comprese nella zona di convergenza secondo i parametri comunitari. Detto ciò, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato e a quanto sarebbe stato giusto fare, l’azienda ha annunciato un piano industriale che invece penalizza decisamente i siti delle regioni meridionali a vantaggio degli insediamenti nelle regioni del Nord. Tra l’altro, è stato avviato il processo di fusione tra Alenia Aeronautica Spa (la controllante) e la controllata Alenia Aermacchi Spa. In realtà nulla di strano, se solo si riuscisse a comprendere la logica aziendale secondo la quale la più piccola, la società controllata, l’Alenia Aermacchi Spa, peraltro meno nota e con Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 minori prospettive industriali, debba guidare il processo di fusione rispetto alla capofila Alenia Aeronautica. Addirittura è stato previsto lo spostamento della storica sede legale di Alenia da Pomigliano d’Arco (Napoli) a Venegono (Varese) con la conseguente perdita per la regione Campania di un importante centro decisionale e la refusione di un consistente gettito di imposte. Alla luce di quanto sinora accaduto è chiaro che l’annunciato piano industriale, più che a precise logiche industriali, risponde a precise indicazioni politiche, ed è ancora più evidente come tali indicazioni politiche siano non solo in pieno contrasto con i grandi proclami del Governo sullo sviluppo del Mezzogiorno, ma siano anche adottate in un momento in cui la crisi economica, che ha colpito in misura significativa la produzione, i consumi, e le attività delle imprese meridionali, sta facendo crescere, ancora di più, come sottolineato dallo Svimez, il divario tra le due aree del Paese. Ecco perché vorremmo che con questa mozione si impegnasse formalmente il Governo: anzitutto, ad intervenire per evitare un ingiustificato depauperamento delle capacità progettuali e produttive della già precaria economia meridionale; ad adottare le iniziative di competenza affinché la più grande holding industriale e finanziaria pubblica non solo non sottragga alle regioni meridionali i centri decisionali e produttivi ma, anzi, predisponga ed illustri un preciso e cospicuo piano di investimenti per questo Mezzogiorno d’Italia, depresso ma con grandi potenzialità. Si invita inoltre il Governo ad adottare le opportune iniziative perché si proceda ad una revisione del piano industriale annunciato che, se così realizzato, comporterebbe un’evidentissima contraddizione rispetto all’annunciato e tanto pubblicizzato piano per il Sud, che è un caposaldo del programma di Governo. E soprattutto chiediamo che il Governo assuma l’impegno di fornire precise indicazioni su quali siano le reali intenzioni in tema di politiche industriali e di sviluppo del Paese, con riferimento in particolar modo alle Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 19 SEDUTA DEL regioni meridionali in cui si concentra un terzo della popolazione, un quarto del prodotto interno lordo dell’Italia, e dove sono racchiuse le vere potenzialità di crescita del Paese, e anche di azione della politica economica per lo sviluppo. PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Palagiano, che illustrerà la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00748, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà. ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, il tema è il medesimo cioè riguarda l’Alenia, in particolare il trasferimento al Nord, della perdita di lavoro al Sud sempre più martoriato. Ricordo che l’Alenia Aeronautica, società controllata da Finmeccanica, è la maggiore realtà industriale italiana in campo aeronautico, ed è tra i più avanzati complessi mondiali sempre del settore aeronautico. È davvero un fiore all’occhiello dell’industria aeronautica. La società è impegnata nella progettazione, nella realizzazione, nella trasformazione e assistenza di una vasta gamma di velivoli e sistemi aeronautici sia civili che militari, in gran parte nell’ambito di collaborazioni con le importanti industrie mondiali del settore. Sostanzialmente l’Alenia forma una serie di componenti, gran parte dei componenti di velivoli che spesso vengono assemblati altrove ma è effettivamente il cuore di certi velivoli – ripeto – sia civili che militari. Ricordiamo che la sola Alenia aeronautica, senza contare le società controllate, occupa oggi oltre novemila persone ed è organizzata in diverse aree di interesse: velivoli da combattimento, velivoli da trasporto militare, velivoli per missioni speciali, aerostrutture e velivoli civili, nonché trasformazione e revisione di velivoli. L’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, dopo aver dichiarato l’intenzione di svendere agli stranieri Ansaldo Breda e Ansaldo STS, e aver paventato di abbandonare il settore civile, mettendo quindi in pericolo anche Ansaldo energia, ha varato nell’ambito dell’aerospazio un piano di riorganizzazione Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 che prevede mille 200 esuberi, cioè circa il 10 per cento dell’organico, oltre alla cassa integrazione per altri mille lavoratori e lo spostamento della direzione strategica e legale dalla Campania alla provincia di Varese. Da troppo tempo si sta assistendo a ripetute promesse da parte del Governo di volersi attivare per garantire gli stabilimenti campani e del Centro-Sud, ma ancora una volta non si va oltre alle buone intenzioni, alle dichiarazioni e alle promesse vane. La crisi che stiamo attraversando è drammatica e la stanno pagando sulla loro pelle soprattutto i lavoratori di questo Paese, che ogni giorno lottano per mantenere il posto di lavoro, ma ancora una volta, in questa lotta per la sopravvivenza, a pagarne più pesantemente le conseguenze saranno i lavoratori del Sud Italia. A questa crisi la dirigenza dell’Alenia risponde con un piano industriale che vuole chiudere gli stabilimenti di Casoria, di Venezia e di Roma. Si vuol far pagare il conto ai lavoratori dell’Alenia di Casoria, dell’Alenia di Pomigliano, dell’Alenia di Roma. Solo a Casoria ci sono 465 lavoratori. Che fine faranno questi operai ? La netta contrarietà alla cancellazione del sito di Casoria nasce anche dal fatto – come sottolineato dalle stesse organizzazioni sindacali – che il sito campano, proprio in funzione delle sue specificità produttive, rappresenta un punto nevralgico nel sistema dell’alimentazione per il resto dell’azienda, e senza il proprio supporto si darebbe la stura incondizionata all’esternalizzazione di parte focale della produzione dei velivoli civili. Appare chiaro come l’amministratore delegato di Finmeccanica, con la decisione di spostare la « testa dell’azienda », che rappresenta uno dei settori di eccellenza per quantità e qualità dell’apparato industriale napoletano, campano e nazionale, da Pomigliano d’Arco alla provincia di Varese, confermi un preoccupante segnale di una volontà di trasferire progressivamente funzioni e attività dagli stabilimenti e dagli uffici meridionali al nord del Paese. Ad accompagnare queste misure ci sarà un piano di esternalizzazione che riguar- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 20 SEDUTA DEL derà logistica e magazzini, servizi di guardia e servizi amministrativi, per un totale di altri 500 lavoratori. Alenia Aermacchi sarà il nuovo soggetto che nascerà dalla fusione con chiusure drammatiche di importanti realtà del Mezzogiorno. In pratica, il piano industriale dell’Alenia aeronautica Spa penalizzerà in maniera inaccettabile le proprie strutture operative localizzate al Meridione per favorire di fatto le sedi del nord. Una scelta sciagurata che non fa altro che acuire inevitabilmente il divario tra nord e sud e scaricare il peso maggiore di questo sedicente piano industriale sull’area del Paese più debole e su quella già colpita pesantemente più di altre da una crisi occupazionale gravissima. Gli ultimi dati ISTAT sull’occupazione, infatti, hanno evidenziato come il gap nord-sud stia continuando a crescere e che l’ultima impennata della disoccupazione stia colpendo soprattutto le aree più povere del Paese, con effetti dirompenti sul territorio campano, ivi compresa l’area di Casoria, nonché sullo stesso territorio laziale, alla faccia del fin troppo sbandierato Piano sud del Governo, tanto atteso quanto ancora inesistente, un ennesimo spot elettorale. Solo due giorni fa, ancora una volta un migliaio di lavoratori ha partecipato a Pomigliano d’Arco ad un corteo per protestare contro il piano industriale dell’Alenia che prevede la chiusura dello stabilimento di Casoria e il trasferimento della sede legale in provincia di Varese. Alla manifestazione hanno partecipato i lavoratori di Pomigliano d’Arco, di Casoria, Nola e Capodichino; un migliaio gli esuberi in Italia, 500 quelli in Campania, con i lavoratori che lottano affinché la prossima vertenza del 3 novembre a Roma porti l’Alenia a modificare il suo piano, ad evitare che non vengano date a terzisti le lavorazioni aeronautiche e a fare in modo che non si disperdano le capacità dell’area napoletana e, soprattutto, che non si arrivi alla chiusura dello stabilimento di Casoria. Già i primi di ottobre, contemporaneamente alla manifestazione svoltasi in Campania, anche nella città di Roma erano Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 scesi in piazza 130 dipendenti tra tecnici e impiegati, ma anche quadri e dirigenti apicali, per protestare con forza contro il previsto trasferimento della sede romana dell’Alenia nelle sedi di Venegono e Torino Caselle. La stessa assemblea capitolina, il 3 ottobre scorso, ha approvato due mozioni identiche, una della maggioranza e l’altra dell’opposizione, con le quali si chiedeva di non trasferire la sede nazionale dell’Alenia in contrasto, quindi, con il piano industriale presentato dall’azienda. In tutto questo scenario appare grave e preoccupante che il Governo si stia principalmente limitando ad assistere ad una situazione che, con tutta evidenza, rischia di pregiudicare in modo irreversibile la condizione occupazionale di centinaia e centinaia di lavoratori. È indispensabile che il Governo si attivi con fermezza affinché, nella riorganizzazione del gruppo Alenia, non vi sia alcuno spazio per il trasferimento del centro decisionale, della sede legale del gruppo e delle attività produttive dalla Campania verso il nord del Paese. L’unico risultato di questa nefasta operazione sarebbe solo quello dell’aumento dei costi generali, l’acuirsi delle già gravi difficoltà socio-economiche ed occupazionali della regione Campania e del Mezzogiorno ed una deresponsabilizzazione della Finmeccanica rispetto al futuro del settore aerospaziale in Italia. Al gruppo Alenia deve essere assicurata la centralità delle attività produttive ed occupazionali nei territori della Campania e del Lazio e il Governo deve porre in essere ogni atto di sua competenza per ostacolare ogni iniziativa dell’amministratore delegato di Finmeccanica tesa a svendere il patrimonio industriale e professionale specialistico del nostro Paese. Bisogna, quindi – e lo facciamo con questa mozione –, dare immediatamente una risposta efficace, non solo ai lavoratori di Alenia, ma a tutti i lavoratori e le lavoratrici che in Italia oggi soffrono ed hanno paura perché stanno perdendo il posto di lavoro e vedono a rischio il loro futuro e quello delle loro famiglie. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 21 SEDUTA DEL PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Viola, che illustrerà anche la mozione Lulli ed altri n. 1-00749, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà. RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, la vicenda Alenia che affrontiamo oggi per merito di queste tre mozioni rappresenta in maniera emblematica la drammatica situazione nella quale versa il Paese. Le modalità con le quali il gruppo controllato da Finmeccanica affronta la crisi che ci accompagna da molto tempo segna, infatti, in maniera inequivocabile il fallimento di ogni politica industriale, forse sarebbe meglio dire l’assenza di ogni politica industriale da parte del Governo. Cercheremo di documentare quanto andiamo dicendo, ma nel contempo vorremmo, assieme al Parlamento, tentare di indicare una strada o un percorso che offra al sistema produttivo italiano una risposta equilibrata per uno dei settori strategici nei quali l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuovi e più avanzati sistemi di gestione aziendale può rappresentare non solo un’occasione di occupazione al riparo dalle ricorrenti crisi dei mercati, ma anche una delle possibili risposte di rilancio del Paese alla sfida che il mondo globalizzato pone ai sistemi economici più strutturati. Può quindi l’Italia, con una delle sue produzioni avanzate, reggere in questo contesto ? Può un centro di eccellenza che in questi anni ha sviluppato la produzione di velivoli, aerei ed elicotteri per uso civile e militare, apprezzati in tutto il mondo, continuare ad essere un motore di ricerca, di lavoro innovativo e competitivo, in grado di reggere le punte più difficili e aspre della competizione mondiale ? Noi pensiamo di sì, a patto che le scelte aziendali non siano dettate solo da logiche di politica territoriale, ma legate alle professionalità, alla capacità di sviluppare il know-how acquisito nel tempo dai diversi siti di produzione sparsi per l’Italia e che questi non Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 vengano ridotti a merce di scambio secondo criteri che nulla hanno a che vedere con la politica industriale. Noi, quindi, con questa mozione, vorremmo dare risposte a queste domande, a partire dal piano di riorganizzazione di Alenia che – lo vogliamo dire subito – non ci convince per niente. Chi mi ha preceduto ha già citato l’importanza di Alenia, del suo sistema produttivo e della sua organizzazione nel sistema industriale italiano. Alenia però oggi evidenzia pesanti difficoltà, sia di prodotto sia di redditività. I velivoli proprietari, con i vari nomi che hanno, non stanno dando i risultati sperati. L’unico che si salva è l’ATR che, con la versione 600, è il primo velivolo turboprop come vendite al mondo, ma è in consorzio con i francesi. Vi sono problemi di efficienza e di efficacia, diffusi nell’ingegneria, problemi di costi elevati nei fornitori che valgono, nei prodotti Alenia, dal 70 all’80 per cento del costo complessivo del prodotto, bassa capacità di autofinanziamento. Sono venuti a mancare e mancheranno investimenti e sostegni pubblici allo sviluppo. L’unica fonte di sostegno nazionale era la legge n. 808 del 1985, che finanziava la ricerca e lo sviluppo industriale italiano, e non più finanziata. La redditività è vicina allo zero. Il 16 settembre 2011 e nei successivi incontri l’amministratore delegato di Alenia aeronautica ha illustrato alle organizzazioni sindacali il piano di riorganizzazione e ristrutturazione del gruppo. L’azienda ha delineato le linee strategiche per il periodo 2012-2020, con volumi di investimento previsti pari a 3 miliardi di euro, di cui 2 miliardi sul settore civile e un miliardo sul settore militare, in aggiunta ai 168 milioni di euro per la riorganizzazione dei siti. Di questi, per il sito di Tessera, Venezia, sono previsti solo 20 milioni di euro, quindi niente. Il piano prevede la specializzazione e lo sviluppo dell’attività in due grandi aree del Paese: a nord il settore militare (Torino Cameri e Venegono), al sud il settore civile (Pomigliano d’Arco, Nola, Capodichino, Foggia e Grottaglie), con l’obiettivo di valorizzare le produzioni di velivoli di Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 22 SEDUTA DEL proprietà e rafforzare le competenze di produttore e integratore del prodotto finito. Vi sono specifici interventi sia sul settore militare sia su quello civile. Per perseguire gli obiettivi l’azienda ha presentato una riorganizzazione che prevede di strutturare a Torino la sede operativa del settore militare, negli stabilimenti di Caselle e Cameri per l’assemblaggio finale e le prove a terra e in volo dei velivoli difesa. La sede legale della nuova società, che si chiamerà Alenia Aermacchi, avrà sede a Venegono, dove avverrà la produzione di velivoli completi per l’addestramento basico, intermedio, avanzato, da completare con capacità di addestramento in aula su simulatori presso le basi. A Capodichino verranno costruiti aerei da trasporto militare e derivati oltre a vedere la presenza della linea di volo del nuovo aereo civile regionale Superjet, da 130 posti, unitamente all’insediamento della sede operativa della progettazione, sviluppo, prototipo, assemblaggio degli aerei civili e dei sottoassiemi dei veicoli commerciali civili. Nola sarà la sede per la produzione lamiere e meccanica. A Grottaglie, Foggia, Pomigliano saranno sviluppate le parti in compositi per la produzione di strutture aperte e chiuse. Venezia dovrebbe diventare la sede di montaggio degli interiors SuperJet100. Le soluzioni sopra prospettate avrebbero pesanti effetti sul piano occupazionale: 1200 lavoratori eccedenti sul gruppo, il 10 per cento del totale attualmente; la terziarizzazione di 500 lavoratori occupati nei magazzini e nella logistica, nell’amministrazione e nella guardiania; il ricorso alla cassa integrazione per mille lavoratori. In particolare, con riferimento ai siti, si prevede la chiusura dello stabilimento di Casoria e il trasferimento del 50 per cento delle attività a Nola e la ricollocazione dei lavoratori nell’area campana; la chiusura della sede di Roma, con il trasferimento di attività e lavoratori a Torino e a Pomigliano d’Arco; la chiusura dello stabili- Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 mento di Tessera e il trasferimento delle attività di revisione e trasformazione in Campania. La logica che sta sotto a questa riorganizzazione è solamente territoriale e politica. A nessuno sfugge la delicatezza del momento: la crisi attanaglia il Paese e spinge ogni territorio a fare lobby, ma la guerra su base territoriale corre il rischio di lacerare e dividere il Paese, senza peraltro offrire soluzioni industriali adeguate. I dati del piano industriale, d’altro canto, sono lì a testimoniare questa scelta. Il progetto di Alenia sopra ricordato, infatti, ha le seguenti ricadute. In primo luogo, chiusura del sito di corso Marche a Torino e concentrazione a Caselle delle attività. Restano, però, occupazione e attività nel territorio. In secondo luogo, chiusura del sito di Casoria e concentrazione a Nola. Anche qui, restano attività e occupazione nel territorio. In terzo luogo, chiusura del sito di Roma e spostamento delle attività e dei lavoratori a Pomigliano d’Arco e a Torino. Infine, spostamento delle attività di Tessera a Capodichino e, quindi, sostanziale dismissione di tutte le attività di Alenia a Tessera. Venezia è l’unica a perdere tutto: occupazione e lavoro. In sostanza, vengono trasferiti i centri decisionali aziendali e mantenuta una parte consistente della produzione nel nordovest del Paese. Il grosso della produzione resta nel Sud Italia, trasferendo qui la produzione del Nordest. Il piano sociale l’abbiamo visto, è pesante ed impattante e, soprattutto, è sull’area del nordest del Paese, a Tessera, che si concentra la pesantezza dell’intervento. Infatti, si potrebbe rispondere che vi è l’intervento sul Superjet, ma vediamo cosa è. Ad oggi, di questo aereo sono stati venduti solo 15 aerei ad una compagnia messicana; l’aereo è prodotto in Russia e i russi sono i primi che costruiscono, ma costruiscono solo per loro; a Tessera si farà solo l’allestimento degli aerei; il primo arriverà solo nella seconda metà del prossimo anno. Per tenere in vita quest’attività servirebbero almeno 15 aerei all’anno e, ad oggi, questi ordini non vi sono. Se per- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 23 SEDUTA DEL mane questa condizione, sarà difficile dare lavoro anche agli attuali dipendenti Superjet. Quindi, qui vi è il vero e proprio salto dal punto di vista produttivo. Nel territorio veneziano, resta solo Augusta Westland, che ha ordini solo per 200 elicotteri, già pianificati nel tempo, con la produzione di circa 20 elicotteri l’anno. Ma Venezia ha già subito depauperamenti importanti in questo quadro. Quindi dove interveniamo ? In provincia di Venezia, a seguito della crisi, sappiamo che sono migliaia i posti di lavoro in discussione. Vorrei citare solo alcuni nomi: Vinyls, Alcoa, raffineria di Porto Marghera, Dexion, Bpt, Speedline, linificio del Gruppo Marzotto, e ancora, sullo sfondo, Fincantieri ed Aprilia sono solo i nomi di un lungo elenco drammatico di crisi aziendali che stanno investendo migliaia e migliaia di posti di lavoro. Alenia va ad inserirsi in questo contesto, con il rischio che altri 400 lavoratori siano licenziati ed espulsi dalla fabbrica; ciò si aggiunge al ridimensionamento industriale dello stesso sito determinato dall’uscita dal mercato delle trasformazioni aeronautiche, con saldo occupazionale negativo, già oggi, di oltre 600 lavoratori, frutto anche di accordi aziendali e di riorganizzazioni fatti dall’azienda in accordo con i sindacati, proprio perché, nel 2008, nel 2009 e nel 2010 si era tentato di rivedere le produzioni di questo settore, di quest’azienda. È evidente, dunque, che quest’azienda, che ha una storia importante nel territorio veneziano, che nasce all’inizio degli anni Quaranta, in pieno clima di guerra, ha sviluppato e prodotto molta ricchezza sul territorio e ha garantito produzioni di importanza fondamentale. Ecco perché oggi non si può accettare supinamente che quest’azienda decida di spostare le proprie attività in altre parti dell’Italia senza che ciò sia concertato con il territorio in una situazione di gravissima crisi. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: non vogliamo che si inneschino conflitti territoriali. Aver deciso in base a criteri territoriali ha danneggiato una regione del Nord a vantaggio di altre regioni, sempre Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 del Nord. Lo chiedo alla Lega, che è parte importante di questo Governo: ma dove eravate ? Cosa stavate facendo ? Perché, anziché decidere su logiche industriali, si è deciso solo con questi criteri ? Non crediamo a questo meccanismo, pensiamo invece che scelte strategiche di questo tipo debbano tenere conto della professionalità e delle competenze sviluppate dai siti produttivi nel tempo, permettendo alle persone che le hanno garantite di vedere riconosciuto il loro lavoro a vantaggio di una azienda italiana leader nel suo settore e in grado, oggi, su adeguate scelte industriali, di avere prospettive. Domani mattina l’azienda incontra le organizzazioni sindacali: non è pensabile che, viste le considerazioni che abbiamo esposto in questo intervento, il Governo non intervenga con decisione in questa vicenda. Ci sono ampi margini per rivedere il piano industriale presentato senza che per questo si possa essere accusati di mera rivendicazione territoriale; lo facciamo dicendo che vanno garantite le produzioni anche nel sud del nostro Paese, proprio per le motivazioni che già hanno detto i colleghi che ci hanno preceduto. Proprio per questo siamo coscienti di poter affermare con forza che questo piano di interventi da parte di Alenia deve essere rivisto sull’intero ambito nazionale e non penalizzare un unico territorio. Ecco perché chiediamo al Governo di intervenire su Finmeccanica, la controllante di Alenia, perché il piano sopra descritto venga rivisto, tenendo in considerazione gli effetti drammatici che provoca solo su alcuni territori del nostro Paese, in modo particolare su Venezia, ma anche su Casoria e Roma. Ciò, valorizzando nel contempo il merito e il valore dei siti produttivi coinvolti attraverso la conferma della loro missione industriale, specie di quelli che, come nel caso di Venezia Tessera, non hanno nei territori limitrofi possibilità di compensazioni occupazionali in aziende del gruppo, garantendo possibilità di sviluppo e di lavoro e impegnando Finmeccanica, Alenia Aeronautica, Agusta Westland e Superjet In- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — parlare LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo a cui mi rivolgo immediatamente: con la mozione in esame noi chiediamo, mi permetto di dire, con molta semplicità e con fiducia ancora non disperata, di avere una qualche risposta in ordine a due questioni semplici. La prima delle quali è se il Governo intenda, anche a seguito di questa mozione, sapendo che domani c’è un incontro con i sindacati, renderci una risposta sull’indirizzo di politica industriale in ordine alle attività produttive che riguardano la holding Finmeccanica e di conseguenza Alenia. Questa è la prima domanda che poniamo con questa mozione. La seconda è se il Governo, per parte sua, intenda in qualche modo, all’interno di questi indirizzi di politica industriale, svolgere gli atti che gli competono in sede di legge di finanza e in sede di pianificazione generale con il rifinanziamento della legge n. 808 del 1985. Una terza cosa che chiediamo al Governo, come veicolo, è quali interventi intenda fare il Governo italiano, il Ministero dello sviluppo economico, nella direzione che il piano industriale presentato già il 16 settembre scorso dal gruppo Alenia, possa trovare gli accorgimenti necessari, e non mi riferisco a quelli di ordine riorganizzativo e della competitività, rispetto ai quali l’onorevole sottosegretario Saglia sa che i sindacati metalmeccanici si sono resi disponibili, ma in ordine alla lettura compiuta del portafoglio ordini rispetto al tratto importante dell’industria italiana che è quello aeronautica e aerospaziale. Se queste sono le domande, ho il dovere di formalizzare con più precisione alcune delle cose fin qui dette, la prima solo accennata: la legge n. 808 che so- Camera dei Deputati — SEDUTA DEL ternational in politiche industriali fondate su investimenti produttivi e sul mantenimento dell’occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. È iscritto a l’onorevole Vico. Ne ha facoltà. 24 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 stiene l’industria aeronautica e spaziale della Difesa, sarà rifinanziata per il 2012 ? Infatti, onorevole sottosegretario, leggo oggi, su un giornale a tiratura nazionale, il Corriere della Sera, che il Ministro afferma che noi siamo impegnati in tante attività, ma non ce la facciamo a raggiungere l’eccellenza in tutto; il Governo non ha risorse sufficienti per sostenere le eccellenze in tutti i settori e, quindi, dobbiamo considerare alcune opzioni. In questa citazione si apre per noi un grande interrogativo sulla comprensione, ma nello stesso tempo, anche una prima valutazione sul fatto che più che essere il Ministero dello sviluppo economico sembra un Ministero della marina mercantile senza rotta. In questo Paese continuiamo a non capire quali siano gli indirizzi fondamentali e le opzioni. E, rispetto alle opzioni, il Ministro continua a dirci che abbiamo Ansaldo Breda che non regge e bisogna trovare una partnership, e che poi abbiamo Alenia e speriamo di chiudere gli accordi in India. Noi, però, al Governo chiediamo altro e quando chiediamo la centralità del rifinanziamento della legge n. 808 del 1985 è perché riteniamo che lì ci sia il cuore della specializzazione, della funzione e del ruolo di Alenia aeronautica, in una situazione dove i centri di ricerca dell’università hanno già meno fondi per grandi riforme fatte negli anni passati. E l’aerospazio, che resta fondamentale per l’Italia quale settore di eccellenza, rischia nel cuore di una legge industriale di non ottenere il rifinanziamento. Se questa è la domanda fondamentale per esaminare le questioni che poniamo con le mozioni, non solo quella presentata dal Partito Democratico, ma anche quelle presentate dagli altri gruppi, è chiaro che ne discende che la revisione delle linee strategiche di Alenia per il periodo 20122020 è una linea strategica che non fa il paio con la certezza del rifinanziamento della legge. È ovvio che le misure già adottate e che abbiamo già illustrato, non ultimo ad opera del collega Viola, sono delle opzioni Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 25 SEDUTA DEL incomprensibili non dal punto di vista sociale e territoriale, ma dal punto di vista generale con ricadute sui territori italiani. Ciò anche per quanto riguarda le specializzazioni, accanto alla lista che comprende Casoria, Tessera, Roma e Pomigliano. Anche laddove si dice – faccio qui un esempio – che non ci sono problemi sul 787 Boeing dreamliner, non è vero. Intanto, ci sono stati fino ad ora, e intanto c’è un altro problema: che la questione non si affronta con i processi di esternalizzazione. Noi del gruppo del Partito Democratico investiamo sulla forza industriale di eccellenza che è Alenia aeronautica e non vogliamo farne la storia, perché se volessimo ripercorrere la storia di alcuni anni fa dovremmo chiedere al Governo, ad Alenia e a Finmeccanica, direzione Guarguaglini, cosa ha significato Alenia Composite e cosa ha significato la moltiplicazione dei consigli di amministrazione. Ma ci sono altre sedi in cui affronteremo tali questioni che rimangono un tratto della storia industriale italiana su cui dobbiamo spenderci in questa fase della crisi. Allora, quando nelle conclusioni della richiesta che rivolgiamo al Governo.... PRESIDENTE. La prego di concludere. LUDOVICO VICO. ... ci permettiamo di dire – e concludo, signor Presidente – che la convocazione da parte del Governo di Finmeccanica, di Alenia aeronautica, delle parti sociali – e non parlo solo dell’incontro di domani – è un elemento che ci terremmo fosse accolto nel complesso delle richieste che faremo è perché pensiamo che adoperarsi per trovare collocazione ai prodotti della nostra industria nell’ambito dei rapporti con gli altri Paesi sia uno degli elementi di accompagnamento fondamentale. Ciò perché il gruppo, i lavoratori e soprattutto le esperienze professionali che abbiamo in questo gruppo – che è fatto di giovani ingegneri, di anziani e professionalizzati, di una ricchezza, che si chiama Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 capitale umano – rappresentano un elemento fondamentale per quella crescita cui vorremmo partecipare e, comunque, vi parteciperemo, dipende dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta. Sull’ordine dei lavori (ore 18). CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, nella seduta del 7 marzo scorso inoltrai al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’economia e delle finanze e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un’interrogazione scritta con la quale – dopo avere riferito del tremendo nubifragio e della conseguente violenta alluvione abbattutisi sulla Puglia e sulla Basilicata che avevano causato danni e devastazioni all’agricoltura, al patrimonio zootecnico, alle strade, alle case, ai villaggi turistici e alle piccole e medie imprese, e se non si piansero vittime fu solo per il provvidenziale soccorso di alcuni coraggiosi agenti della Guardia di finanza e delle forze dell’ordine – chiesi l’intervento urgente del Governo per fare fronte all’emergenza e per programmare un piano di provvedimenti successivi. A distanza di circa otto mesi, però, non è stato fatto nulla, e quelle popolazioni colpite sono state lasciate sole con tutti i loro problemi, e con il timore – che diventa ogni giorno di più certezza – che saranno abbandonate al loro destino senza che lo Stato muoverà un solo dito in loro Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 26 SEDUTA DEL favore. Questa certezza deriva anche dal fatto che, mentre gli alluvionati di Puglia e Basilicata aspettano invano da otto mesi gli aiuti del Governo, lo stesso Governo, a soli due giorni di distanza dalla tragedia che si è abbattuta su alcuni comuni della Liguria e della Toscana ha preso – giustamente – dei provvedimenti a sostegno di quelle zone, stanziando immediatamente 64 milioni di euro che forse, anzi, quasi certamente, non saranno sufficienti, ma rappresentano almeno un segnale di attenzione e di solidarietà per quelle popolazioni colpite. Solidarietà e rispetto che, invece, sono venuti a mancare nei confronti della gente della Puglia e della Basilicata. Sono forse quelli di Puglia e Basilicata cittadini di serie « B » perché si trovano al Sud e non hanno all’interno del Governo e delle forze politiche di maggioranza alcun sostenitore pronto a difendere i loro interessi, come invece fanno quelli della Lega con i cittadini del Nord ? Purtroppo è questa l’immagine che dà di sé l’Italia: super protetta al Nord, dimenticata, se non proprio maltrattata, al Sud. Eppure, lo stesso Governo, alcuni anni fa, non si comportò come si sta comportando oggi. Nel settembre 2003, infatti, quando vi fu un’altra alluvione nella provincia di Taranto, ad una mia lettera indirizzata all’epoca allo stesso Presidente del Consiglio fu risposto con un provvedimento immediato, e a distanza di soli quattro giorni furono stanziati anche 10 milioni di euro. Questi cittadini stanno protestando, occupando la strada statale 106. Credo che le loro richieste vadano ascoltate. Quella gente ha ragione: il Governo deve fare qualcosa, deve adottare i provvedimenti per loro. PRESIDENTE. Onorevole Patarino, sarà compito e premura del Presidente sottoporre le sue osservazioni. IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo solo per un minuto, per segna- Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 lare – considerato che in questi giorni si stanno svolgendo in tutta Italia, in particolare in alcune località, le celebrazioni che ricordano il sacrificio dei caduti di tutte le guerre e anche gli impegni che il nostro Paese sta portando avanti sul piano internazionale – che vi sono alcuni luoghi sacri alla patria. Mi riferisco al sacrario di Redipuglia, al sacrario di Oslavia, vicino Gorizia, e al tempio ossario di Cargnacco. Sono tre realtà importanti e riferimenti morali del ricordo dei tanti caduti che versano in condizioni veramente pietose. Manca un intervento da parte dello Stato e del Ministero della difesa per mantenere questi luoghi sacri alla memoria del popolo italiano in condizioni decenti. Qualche giorno fa, il Ministro La Russa in occasione di una cerimonia, a Udine, aveva un seguito di una ventina di auto blu. Meno auto blu, meno voli di Stato e più risorse da dedicare ai luoghi sacri alla memoria del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Ordine del giorno della seduta di domani. PRESIDENTE. Comunico l’ordine del giorno della seduta di domani. Giovedì 3 novembre 2011, alle 10,30: 1. – Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), fatto a Bonn il 26 gennaio 2009 (C. 4624-A). – Relatore: Narducci. 2. – Seguito della discussione della proposta di legge: LA LOGGIA e CARLUCCI; BERSANI ed altri; PELINO ed altri; VIGNALI ed altri; JANNONE ed altri; VIGNALI ed altri; BORGHESI ed altri: Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 27 SEDUTA DEL imprese (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 98-1225-1284-1325-2680-2754-3191-B). – Relatore: Raisi. 3. – Seguito della discussione delle mozioni Nunzio Francesco Testa, Paolo Russo, Bossa, Palagiano, Muro, Iannaccone, Pisicchio, Commercio ed altri n. 100725, Di Pietro ed altri n. 1-00748 e Lulli ed altri n. 1-00749 concernenti iniziative in relazione all’annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica s.p.a., con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull’economia del Mezzogiorno. 4. – Seguito della discussione delle mozioni Garavini ed altri n. 1-00655, Di Biagio ed altri n. 1-00663, Zacchera ed altri n. 1-00672, Tassone ed altri n. 100716, Leoluca Orlando ed altri n. 100717, Mosella ed altri n. 1-00718 e Lo Monte ed altri n. 1-00727 concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all’estero, alla luce delle vicende delle ultime consultazioni referendarie. (al termine delle votazioni) 5. – Svolgimento di interpellanze urgenti. La seduta termina alle 18,10. TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO FRANCO NARDUCCI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 4624-A. FRANCO NARDUCCI, Relatore. L’istituzione dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (International Renewable Energy Agency, IRENA) è avvenuta il 29 gennaio 2009 con la Conferenza istitutiva di Bonn in occasione della quale è stato adottato lo Statuto in esame, firmato in quella circostanza da 75 Paesi, tra i quali l’Italia. Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 L’Agenzia intende promuovere l’adozione accresciuta e generalizzata di tutte le forme di energia rinnovabile nella prospettiva dell’implementazione della sostenibilità dell’approvvigionamento, in un contesto di accresciute misure volte ad assicurare l’efficienza energetica, come si evince dall’Articolo II dello Statuto. Tali misure sono considerate prioritarie nel sostegno alle politiche degli Stati aderenti per il contributo che l’energia rinnovabile può dare alla tutela dell’ambiente. Signor Presidente, l’energia e il suo approvvigionamento rappresentano una delle grandi sfide che il mondo intero dovrà affrontare nei prossimi decenni e le energie rinnovabili più che una opzione per il futuro potrebbero essere il futuro stesso. In alcuni Paesi a Nord delle Alpi le autorità comunali distribuiscono a tutti i domicili familiari opuscoli che invitano al risparmio energetico e illustrano con casi concreti come tale obiettivo possa essere raggiunto a partire, per esempio, dalla sostituzione dei vecchi elettrodomestici. Si tenta in tal modo frenare il continuo aumento del consumo di elettricità indotto soprattutto dalla crescita economica e dall’evoluzione degli insediamenti urbani. In effetti in materia di energia « ciò che ieri era la certezza senza dubbio, è diventato oggi la certezza del dubbio » come dimostra la decisione di Germania e Svizzera di uscire dal nucleare. Ma le energie rinnovabili rappresentano anche un’opportunità di carattere tecnologico che può contribuire alla creazione di molti posti di lavoro. Il primo passo compiuto dall’Unione Europea verso una strategia per lo sviluppo delle energie rinnovabili risale al 20 novembre 1996 con l’adozione, voluta dalla Commissione, del libro verde « Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili ». Un’ulteriore tappa significativa si è avuta nel 2001 con il libro verde sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, che si è occupato anche della dipendenza energetica dei Paesi membri. Ben venga ora l’Agenzia IRENA che, in quanto centro di eccellenza per la tecnologia correlata all’energia rinnovabile, agisce sia sul piano della ricerca che della Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 28 SEDUTA DEL formazione, dello sviluppo e dell’implementazione tecnologica – favorendone la diffusione tra gli Stati membri grazie anche a forme di assistenza strategica – sia su quello dell’interazione tra i vari organismi interessati alle questioni inerenti tali forme di energia, dopo aver accuratamente analizzato e monitorato quanto avviene sullo scenario globale. L’agenzia IRENA ha un elemento caratterizzante ovvero la sua vocazione universale che la rende potenzialmente aperta all’adesione di tutti i Paesi della comunità internazionale su base paritaria, anche se occorre sottolineare, in proposito, che ad oggi Brasile, Russia e Cina non hanno firmato lo Statuto, mentre l’India lo ha invece sottoscritto e ratificato. Lo Statuto, finalizzato a regolare l’organizzazione e le attività di IRENA, alla data del 18 settembre 2011 risulta firmato da 155 membri e ratificato da 85 Stati. Attualmente lo Statuto dell’IRENA deve ancora essere ratificato da otto Stati dell’Unione Europea, tra cui figurano, oltre all’Italia, l’Austria, il Belgio, l’Estonia, l’Irlanda, la Grecia, il Regno Unito e l’Ungheria. In sintesi, rimandando per completezza al testo scritto, vorrei sottolineare che lo Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, avente sede ad Abu Dhabi, si compone di 20 articoli, dei quali assumono particolare rilievo l’articolo III che reca le definizioni di energia rinnovabile – bioenergia, energia geotermica, idraulica, dei mari, solare ed eolica – e l’articolo IV che individua le attività dell’Agenzia, consistenti, tra l’altro, nell’analisi e monitoraggio delle migliori pratiche correnti in relazione all’energia rinnovabile, nella fornitura, a richiesta, di consulenza e assistenza ai Paesi membri, anche riguardo il tema dei finanziamenti; nella promozione e sviluppo di capacità e competenze relativi a tale ambito; nella messa a disposizione di interventi di rafforzamento delle capacità; nella promozione della ricerca e nella diffusione di informazioni sullo sviluppo e l’implementazione di standard tecnici nazionali e internazionali in relazione all’energia rinnovabile. Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 Con l’articolo VIII sono costituiti come organi principali dell’Agenzia l’Assemblea, il Consiglio e il Segretariato. All’Assemblea e al Consiglio è riconosciuta la facoltà di costituire, con l’approvazione dell’Assemblea, gli organi sussidiari che ritengano necessari per l’esercizio delle proprie funzioni, in conformità con le norme dello Statuto. L’articolo IX riguarda l’Assemblea di IRENA, che ne è l’organo supremo e dove sono presenti tutti i Paesi membri con un loro rappresentante dotato di diritto a un voto. L’Assemblea elegge i membri del Consiglio, approva il bilancio e il programma di lavoro dell’Agenzia come trasmessi dal Consiglio e dispone dell’autorità per modificare entrambi; approva eventuali emendamenti allo Statuto; delibera su ogni questione statutaria e sui progetti aggiuntivi dei Paesi membri che non comportino oneri di bilancio; decide questioni procedurali (adozione delle regole di procedura proprie e del Consiglio, elezione dei membri, eventuale istituzione di organi sussidiari); sceglie la sede dell’Agenzia e nomina il Direttore generale. I suoi lavori sono organizzati in sessioni annuali che, salvo diversa decisione, avranno luogo presso la sede di Abu Dhabi. Nel corso della prima sessione dell’Assemblea di IRENA, svoltasi il 4 e 5 aprile scorso nella capitale degli Emirati Arabi, il cittadino keniano Adnan Z. Amin, già direttore presso il Programma dell’ONU per l’ambiente, è stato nominato direttore generale. Con l’articolo X vengono delineati composizione, compiti e funzioni del Consiglio: composto di un numero variabile di membri, da undici a ventuno eletti dall’Assemblea a rotazione e a scadenza biennale, si riunisce con frequenza semestrale presso la sede dell’Agenzia. Il Consiglio è responsabile nei confronti dell’Assemblea e ad essa risponde. Ne prepara il lavoro curando l’ordine del giorno, nonché i progetti di bilancio e di programma di lavoro; indirizza e controlla l’attività del Segretariato, in particolare esaminandone il rapporto consuntivo annuale delle attività svolte da sottoporre poi all’Assemblea Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 29 SEDUTA DEL e, con l’accordo di quest’ultima, conclude accordi con singoli Paesi, organizzazioni e agenzie internazionali. Il bilancio dell’IRENA (articolo XII) è finanziato da contributi obbligatori dei suoi membri, basati sulla tabella delle quote delle Nazioni Unite, da contributi volontari e da altre fonti. Passando al disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, esso si compone di quattro articoli, con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dello Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili IRENA. Nel corso dell’esame in sede referente, la Commissione affari esteri ha approvato due emendamenti riferiti all’articolo 3, recante la clausola di copertura finanziaria. E finalizzati a recepire le condizioni apposte al parere favorevole espresso dalla Commissione bilancio e ad ottemperare alla legge n. 196 del 2009. A seguito del dibattito svolto in Commissione nella seduta del 27 ottobre scorso, acquisiti gli opportuni approfondimenti, il Comitato dei nove ha oggi approvato un emendamento, da me presentato in qualità di relatore, che sposta al 2012 la decorrenza degli oneri finanziari derivanti dall’attuazione del disegno di legge di ratifica in esame. Tali oneri sono valutati al momento in 570.240 euro l’anno e vi si provvede tramite riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2011-2013, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2011, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. Mi preme sottolineare la necessità di una celere conclusione dell’iter di approvazione del provvedimento di autorizzazione alla ratifica dello Statuto dell’IRENA: l’Agenzia sorge infatti a seguito di una forte azione politica svolta dalla Germania su scala internazionale, fortemente sostenuta anche dal nostro Paese. Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 L’esame della ratifica dello Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili arriva a pochi giorni dal primo Consiglio europeo dell’Ambiente sotto la presidenza di turno polacca dell’Unione europea, in cui gli Stati membri si sono detti favorevoli « ad un secondo periodo di impegno nell’ambito del Protocollo di Kyoto come parte della transizione verso un accordo quadro più vasto e legalmente vincolante ». La funzione dell’Agenzia in questione va incontro alle prospettive strategiche indicate dall’Unione europea. Signor Presidente, aprendo il mio intervento ho sottolineato che le fonti di energia rinnovabile sono una scommessa per il futuro del pianeta; in tale ottica l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili potrebbe essere un utile quanto indispensabile strumento di governance delle politiche ad esse sottese. TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER LO SVILUPPO ECONOMICO, STEFANO SAGLIA, IN SEDE DI REPLICA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 4624-A. STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo ritiene particolarmente importante la piena partecipazione dell’Italia all’attività di IRENA, Agenzia internazionale per la promozione delle energie rinnovabili con sede ad Abu Dhabi, della quale il nostro Paese è stato tra i fondatori. Essa infatti è l’unica tra le organizzazioni internazionali di settore ad avere una vocazione globale. Nel perseguire ed incentivare a livello globale la diffusione, soprattutto nei PVS, delle energie rinnovabili IRENA si pone come catalizzatore per la gestione sostenibile delle risorse energetiche. Le energie rinnovabili hanno acquisito nel corso degli anni un rilievo particolare nelle strategie energetiche nazionali di molti Paesi. Anche l’Italia, reduce dalla recente sospensione del programma nucleare nazionale, avverte l’esigenza di un mix energetico più equilibrato (tanto in Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 30 SEDUTA DEL termini di sicurezza negli approvvigionamenti che per motivi di carattere ambientale), che veda aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tale esigenza è coerente anche con l’impegno del nostro Paese per il raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo con la direttiva riguardante il cosiddetto pacchetto 20-20-20. In particolare in Italia, le prospettive di crescita delle rinnovabili vedono, nei prossimi anni, un forte incremento della produzione di energia eolica e solare. In tale ambito, il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente, ha emanato lo scorso maggio il decreto « Incentivazione della Produzione di Energia elettrica da impianti solari fotovoltaici » (cosiddetto Quarto Conto Energia). Anche in tale contesto, il nostro Paese sostiene nell’ambito della collaborazione Camera dei Deputati — 2 NOVEMBRE 2011 — N. 544 mediterranea, le attività del Mediterranean Solar Plan, il cui obiettivo è l’installazione di 20 GW di nuova capacità da fonti rinnovabili nel bacino del Mediterraneo entro il 2020. Di grande importanza nel contesto dell’efficienza energetica è anche lo sviluppo delle tecnologie smart grids (reti intelligenti). L’Italia sostiene, in qualità di cofondatore insieme a Stati Uniti e Corea, l’iniziativa multilaterale ISGAN (International Smart Grid Action Network), lanciata dal MEF (Major Economies Forum), che ha suscitato grande interesse in ambito IRENA. IL VICE SEGRETARIO GENERALE, CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTI ED ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE AD INTERIM DOTT. GUIDO LETTA Licenziato per la stampa alle 19,45. Stabilimenti Tipografici Carlo Colombo S. p. A. € 4,00 Stampato su carta riciclata ecologica *16STA0005460* *16STA0005460*