Corso di Organizzazione e Gestione dei Dati – A.A. 2012-2013
Docente: Germano Paini
Relazione Finale
Studente: Tomas Alberto Chávez
Lezione 1 (16/10/2012)
Commento: Premetto che la lezione non l'ho seguita, ma leggendo i vostri commenti
al riguardo sono giunto a diverse riflessioni sul tema. Il primo riguarda la natura
stessa del web. Fin dalla sua nascita internet ha costituito un'importante risorsa di
scambio di informazioni, o dati, dapprima in modo asimmetrico, poi via via sempre
più simmetrico, o interattivo (peer-to-peer). Questa sorta di "nuovo baratto" basato
sulla condivisione di informazioni ha del rivoluzionario perché rappresenta una totale
cesura col mondo conosciuto fino ad quel momento (ricordiamo che era appena
finita la guerra fredda). E' questa nuova mentalità la linfa che permette la crescita
inarrestabile di internet, che più di tutte le tipologie di media ha permesso un flusso
di informazioni (e quindi di conoscenza) altrimenti inimmaginabile. Internet è
diventato un "potenziatore di conoscenza", perché è riuscito a rendere la
conoscenza stessa una risorsa accessibile, facilmente raggiungibile da chiunque,
incrementabile e soprattutto democratica. Wikipedia è forse l'esempio più eclatante,
una risorsa aperta che rappresenta il cardine della conoscenza virtuale. Questa
stessa piattaforma ci dimostra quanto importante sia la condivisione di dati,
permettendoci di ottenere un risultato che va ben oltre la semplice somma dei
contributi di ciascuno.
E proprio la nascita del web2.0 (la condivisione attiva) ha scatenato la seconda
rivoluzione, perché ha ulteriormente avvicinato questi due mondi apparentemente
paralleli (reale e virtuale), e ha trasformato il nostro modo di pensare e di relazionarci
con la vita reale. Non siamo più utenti che si collegano alla rete per ottenere e
condividere informazioni, ma siamo noi stessi la rete. Abbiamo il potere di
modificare il modo di usufruire di questo canale e possiamo influenzare modi di
pensare e scelte di tante altre persone. Apriamo blog, condividiamo pensieri,
emozioni, notizie attraverso i social network, ci relazioniamo e lavoriamo col web.
Condizioniamo il "mondo di fuori" attraverso un canale veramente democratico (più
di giornali, radio, tv), grazie al quale facciamo sentire la nostra voce e le nostre
opinioni, senza paura di essere soppressi da censure e anzi, con la forza di
costituire una forza che i "potenti" non possono fermare (era uscito un articolo su
Focus proprio su questo, denominato "lo sciame umano"). Personaggi come Grillo
non sarebbero mai saliti così in alto nel panorama politico senza l'aiuto di internet,
come tanta altra gente non avrebbe trovato lavoro in tempi di crisi, inventandosi
professioni sconosciute grazie al web, anche nel settore turistico.
Il turismo è stato infatti uno dei settori che si è totalmente rivoluzionato con
l'avvento di internet (come abbiamo visto nel corso del prof. Biella), consentendo a
ogni attore della filiera di potersi relazionare col cliente finale senza più bisogno di
passare attraverso il canale dell'agenzia viaggi. Ora è internet l'unico canale
referenziale, trasparente, accessibile e visitabile virtualmente ancor prima di andarci
realmente. Come visto l'anno scorso col prof. Colleoni la nuova tipologia di turista,
"l'iper-turista", utilizza massicciamente internet per ricercare, scegliere, organizzare,
prenotare, visitare, senza aver mai lasciato la sedia di casa.
E come ci cambierà internet nel futuro? Già con le poche cose dette ci rendiamo
conto che siamo nel bel mezzo di un cambiamento rapido quanto radicale. Il web è
un mondo che avanza, e avanza a velocità altissima, folle, invadendo sempre di più
spazi prima riservati solo alla vita reale. Ora sempre più operazioni della nostra
quotidianità sono eseguiti sul web, ed è difficile dire se questo è un bene o un male.
Ciò che è certo è che questi due mondi sono destinati a essere sempre più vicini.
Quello che si può ipotizzare è che internet invadi sempre di più il nostro modo di
rapportarci con la vita reale, anche se con modi e condizioni ancora da determinare
(sempre su Focus era comparso un articolo nel quale si ipotizzava una vita
quotidiana regolata come in un videogame, con punti e premi per chi eseguisse
comportamenti giudicati virtuosi, con tanto di classifica locale e generale). Gli
smartphone sono probabilmente l'emblema di questo nuovo modo di approcciarsi
con questa nuova realtà, sempre più dinamica e interattiva, che rischia però di
creare una cultura dell'usa-e-getta e dell'apparenza, determinata dall'"occhio"
virtuale sempre puntato su di noi, come in una specie di "Grande fratello". Tant'è
che si sta andando in controtendenza a ciò, cercando di staccarsi dalla rete e di
recuperare il tempo e ritmi naturali.
Per cui giro la questione: è giusta la direzione in cui stiamo andando? è positivo il
fatto che stiamo sempre più diventando dipendenti dal web e dal nostro alter-ego
virtuale? Non rischiamo invece di divenirne succubi?
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-01-del-16-ottobre-2012-datascie?comments_page=1#comment_98143
Tag: alter-ego virtuale, condivisione, condivisione attiva, cultura dell’apparire, iperturista, nuove professioni, nuovo baratto, nuove media, peer-to-peer, sciame
umano, Tim Berners Lee, web, web2.0
Commenti Risorse: http://www.thinktag.it/it/resources/parmigiano-reggiano-nightla-prima-cena-?comments_page=1#comment_99289
Risorse Condivise: http://www.thinktag.it/it/resources/focus-08-2011jpg-393x518pixel
Lezione 2 (17/10/12)
Commento: L'argomento che più mi ha colpito della seconda lezione è il concetto
dell'aumento dell'esperienza turistica, ovvero la concezione dell'estensione della
vacanza al prima e al dopo della permanenza nel luogo turistico. Questo è un
aspetto molto interessante del turismo attuale (tra l'altro affrontato anche col prof.
Colleoni) perché rivaluta il viaggio come elemento già costitutivo della vacanza (in
una veste nuova rispetto al viaggio nell'epoca pre-industriale) e anzi, ribalta
addirittura in certi casi l'importanza tra destinazione e mezzo di spostamento: come
visto anche in una lezione del prof. Biella, l'esempio più clamoroso è rappresentato
dal settore crocieristico, nel quale il determinante di scelta è la nave da crociera
stessa, che mette in secondo piano la destinazione. Questo succede anche con altri
mezzi di spostamento, come il treno, scelti perché sempre più consentono di vivere
attività nuove e totalizzanti. E già le stazioni sono diventate il primo veicolo di
esperienza turistica nel quale fare shopping e accedere a servizi prima inesistenti,
aprendo nuove frontiere per il mercato turistico e non solo.
Tornando al web, la seconda cosa che mi ha colpito è il concetto di esperienza: la
non differenza tra esperienza reale e virtuale mi fa riflettere sulle mie convinzioni in
merito e dall'altra mi fa mettere un campanello d'allarme sulle implicazioni, perché fa
vacillare la certezza dell'esperienza sensoriale (soprattutto tattile) e potenzialmente
può creare effetti negativi, dato che sul web tutto è lecito (ricordo un articolo che si
chiedeva se fosse lecito che si consentisse di utilizzare internet come valvola di
sfogo riguardo comportamenti e atteggiamenti proibiti nel modo reale). Io penso che
l'esperienza vissuta sul web non è da considerarsi reale, ma parziale rispetto alla
vera esperienza. Perché equiparare i due tipi di esperienza sarebbe come dire che
sono perfettamente sostituibili reciprocamente, e questo non mi sembra possibile,
nemmeno nell'era del 2.0. Comunque chiederei delucidazioni al prof, nel caso abbia
mal interpretato questo passaggio della lezione.
Per ultimo non ho compreso bene la parte dedicata al Flash Mob. Qui nei commenti
leggo che è un fenomeno che grazie a internet porta molte persone a connettersi tra
di loro e muoversi fisicamente per creare un evento in maniera collettiva. Al di la
della funzione che può avere, non capisco l'importanza di questo fenomeno rispetto
all'argomento trattato. Se si parla di web che connette persone prima che utenti e li
porta in relazione per un fine comune (quindi l'importanza dell'incontro in internet
prima ancora dell'incontro reale) allora si possono citare molti altri fenomeni nati in
rete e poi proseguiti nella realtà, come eventi, gruppi, amicizie di rete, scambi di
informazioni non passati attraverso i canali tradizionali (emblematica fu la
propaganda fatta in internet per il referendum dell'anno scorso, mentre venne in
gran parte snobbata da tv e giornali per motivi politici).
@Salvatore: un'idea per il settore alberghiero sarebbe quello di estendere
l'esperienza attraverso il proprio sito web in cui si fidelizza direttamente col cliente,
cercare di utilizzare di strumenti finalizzati alla partecipazione del cliente soprattutto
nel momento post-vacanza, anche perché la realtà europea ci parla di catene di
alberghi in franchising, in cui il brand, e quindi tutto ciò che il marchio sottintende, è
il primo elemento di fidelizzazione col cliente. Un elemento di marketing che
potrebbe rivelarsi vincente è quello di sponsorizzare eventi nella zona. Esso
costituisce una forma di promozione e visibilità e un punto di riferimento per i turisti
che sono spinti a viaggiare proprio per visitare quello specifico evento; inoltre una
pubblicità incrociata nei rispettivi siti web non può che essere positiva per entrambi
gli stakeholders. (nota: non si tratta di essere convenzionati, ma di investire e gestire
direttamente l'evento, anche a proprio vantaggio, e non solo perché ci si trova nelle
vicinanze)
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-02-del-17-ottobre-2012-datascie?comments_page=1#comment_98148
Tag: flash mob, overload informativo, web2.0, esperienza reale e virtuale, esperienza
turistica
Lezione 3 (18/10/12)
Commento: Ciò che è stato trattato in questa lezione riprende in parte quello che
avevo scritto tra i commenti della prima lezione, riguardo lo scambio di informazioni,
che porta a una condivisione di conoscenze e quindi a un sapere collettivo. Ho
trovato interessante la differenza la "intelligenza connettiva" e "intelligenza
collettiva", perché, come messo bene in evidenza da Mattia, l'adozione di un
approccio rispetto all'altro determina un risultato diverso rispetto alla trattazione del
medesimo argomento.
Questo è possibile grazie alla nuova concezione di "comunicazione", nel quale il
processo che porta il messaggio dall'emittente al ricevente viene, più che
soppiantato, raddoppiato e determina il ruolo attivo di entrambi gli attori in gioco
(quindi ora anche del ricevente), ottenendo di conseguenza una rapida evoluzione
del sapere grazie al reciproco scambio di dati (messaggi).
Questa è la situazione con solo due attori in gioco, ma se consideriamo l'intero
panorama di internet allora otterremo quello che il prof. ha definito "frattale". Il
frattale (tra l'altro visivamente molto bello), che è un oggetto geometrico che si
ripete in maniera sempre uguale e in scale diverse, rende bene l'idea di connettività
sul web, che come avete già scritto, diventa sempre più relazionale e intellettiva.
Questo aspetto sarebbe impossibile senza la nascita del web2.0 e degli hub come i
social network, che riescono a unire tanti utenti e e farli comunicare tra di loro.
Il fatto che siamo esseri a razionalità limitata nella giungla di internet deve farci
riflettere sulle nostre reali possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissatici, perché gli
impedimenti sono frequenti (da quel che ho letto vengono definiti "rumori") e noi non
saremo mai in grado di valutare la via migliore da seguire con assoluta certezza,
riservandoci quindi la sola possibilità di valutare la via relativamente migliore,
cercando di seguire non solo la nostra ragione ma anche il nostro istinto, sulla scia
del Carpe Diem citata già da Michela.
Con questo dovrei aver concluso in breve i temi toccati in questa terza lezione.
Chiederei al prof. di verificare se i collegamenti tra i vari argomenti sono sensati
oppure c'è qualche concetto che ho mal inteso.
Le mie domande circa gli argomenti trattati sono: Come si verifica la creazione di
un'intelligenza connettiva? Quali sono le sue cause scatenanti e quali sono invece le
conseguenze nell'intero panorama di internet? Fino a che punto contano i valori
comuni nell'intelligenza collettiva (Lévy nella sua definizione non parla mai di valori
comuni bensì di unione e incontro di saperi complementari grazie al web)?
Tag: hub, web2.0, social network, rumore, intelligenza connettiva, intelligenza
collettiva, frattale, comunicazione bidirezionale, pierre lévi
Risorse condivise: http://www.thinktag.it/it/resources/pierre-levy-wikipedia
Lezione 4 (24/10/12)
Commento: Ho trovato molto interessante in questa lezione la Social Media Strategy
(ho anche aggiunto una risorsa in merito), ovvero la strategia di marketing utilizzata
dalle aziende sul web, specialmente sui social network. Questo è un passo in avanti
rispetto alla semplice pubblicità sul web vista fino ad ora (presente come spam nelle
nostre e-mail, nei siti internet "hub" e in quelli gratuiti come blog e forum, e per
ultimo nei video di Youtube), perché l'azienda si mette in discussione, consentendo
ai clienti di mettersi in relazione diretta con quest'ultima. E' una nuova risorsa che a
scapito della sua democraticità (per mettersi a fare pubblicità ci vogliono capitali
non sempre accessibili) non è per tutti: ci vogliono risorse, un'organizzazione
efficiente e una già forte reputazione off-line per riuscire con profitto a promuoversi
anche attraverso i social network, perché i rischi di ottenere solo cattiva pubblicità
sono molto elevati.
Ma se è gestito bene non può che avere un riscontro positivo, col risultato
importante di fidelizzare nel modo migliore col cliente, obiettivo massimo che
un'azienda può ottenere dai suoi stakeholders. (perché di conseguenza il
passaparola positivo può solo portare nuovi clienti, e grazie al web l'effetto di questa
forma di pubblicità tradizionale viene moltiplicata)
Se si tratta invece di semplicemente promuovere eventi, il web moltiplica il
passaparola e costituisce un ottimo strumento di visibilità, specie nel periodo postevento, coi feedback e i commenti degli utenti.
Collegandomi poi a quello che ha detto Salvatore, anch'io sono convinto che il
cartaceo è ancora ben lontano dalla sua estinzione nel mondo del turismo, perché
viene largamente utilizzato sia sotto forma di cartina (come già sottolineato) sia
come cataloghi nelle agenzie di viaggio, oltre a opuscoli, depliant, e tante altre forme
di pubblicità turistica che ancora fanno uso della carta. Questo inoltre implica che ci
sia un contatto dal vivo con degli operatori turistici, variabile ancora fondamentale
per il turista già arrivato nella destinazione (negli uffici IAT per informazioni,
accoglienza e assistenza) o per il potenziale turista (consigli sulla meta nell'agenzia
viaggi).
L'avanzare di internet come pubblicità però sembra essere inarrestabile, e si
estende anche in settori a prima vista improbabili, come ha segnalato Michela col
link riguardo un evento legato al turismo religioso, di norma dominato da un target
molto avanti con l'età. Ma come abbiamo visto col prof. Biella (ha dedicato un'intera
lezione all'approfondimento del turismo religioso) ci sono diversi canali di
promozione, e quello più importante in questo turismo di nicchia è quello della
parrocchia, per cui basta solo che il parroco venga a sapere dell'evento e
conseguentemente tutta la comunità ne viene a conoscenza.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-04-del-24-ottobre-2012-datascie?comments_page=1#comment_98195
Tag: aziende sul web, web, social network, social media strategy
Condivisone risorse: http://www.thinktag.it/it/resources/come-costruire-una-socialmedia-strategy--3
http://www.thinktag.it/it/resources/google-plus-diventa-local-e-sostituisceLezione 5 (25/10/12)
Commento 1: In questo commento proverò a scoprire l'errore intenzionalmente
inserito in questa lezione (il commento strettamente legato agli argomenti della
lezione lo farò stasera).
Penso che l'errore riguardi la legge di potenza: dalle prime letture degli appunti e dei
commenti non mi era stato chiaro ne il concetto ne la proporzione (al raddoppio
delle connessioni le hub si riducono di 5 volte); solo dopo una ricerca su internet ho
finalmente capito come questa legge abbia rivoluzionato il mondo del web.
Come dice il testo che riporterò qui come risorsa, siamo passati da una situazione
dominata da una "media statistica", caratterizzata da molti nodi con lo stesso
numero di connessioni, con gli estremi in netta minoranza (a rappresentare
graficamente un modello "a campana" o "di Gauss", al dominio dei due estremi,
dove da una parte abbiamo moltissimi nodi con pochissimi link e dall'altra
pochissimi nodi con moltissime connessioni (hub). Questa seconda situazione,
caratterizzata dal secondo caso, viene denominata "eccezione statistica". Il grafico
ottenuto è una curva discendente.
Riportando questa legge nel nostro campo, è evidente che in una situazione che
non fa altro che aumentare gli estremi il nostro obiettivo in quanto operatori turistici
è quello di diventare hub e chiamare su di noi quante più connessioni possibili.
Al di la di tutto questo penso che l'errore volutamente commesso dal prof stia nella
proporzione, perchè io personalmente non l'ho trovata da nessuna parte (ho trovato
solo formule matematiche complicatissime). Quindi se qualcuno invece l'abbia
trovata me lo faccia sapere!
Permalink 1: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-05-del-25-ottobre-2012data-scie?comments_page=3#comment_98227
Commento 2: Appurato ormai che la punizione ce la beccheremo in ogni caso, riprovo a scovare sto errore. Dato che l'errore non riguarda ne un argomento teorico
(che smonta la mia ricerca sulla legge della potenza) ne un argomento tecnico (che
smonta l'osservazione di Sara riguardo il proxy), ho pensato allora che l'errore
risieda nel mancato collegamento tra legge della potenza e la teoria della lunga
coda (che dagli appunti sembrano due argomenti staccati). Leggendo la pagina di
Wikipedia dedicata alla seconda teoria ho avuto modo di trovare lo stesso grafico
della legge della potenza: una curva discendente. A meno che non sia un puro caso
(spero vivamente di no) si può leggere una connessione tra le due teorie, ovvero che
invece che focalizzarsi solo sui pochi "nodi" che richiamano tante
"connessioni" (come nel caso di Amazon possono essere i best seller), è più
proficuo concentrarsi sui "grandi emarginati, ovvero i tantissimi "nodi" che
richiamano a se' poche "connessioni" (i tantissimi libri di nicchia). Il fattore brand
con questo meccanismo vacilla a scapito di una rete di "piccoli" che tutti insieme
superano i "giganti".
Se l'errore non è nemmeno l'omissione di una connessione o una mancata
interpretazione di un aspetto teorico non so più dove sbattere la testa!
Permalink 2: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-05-del-25-ottobre-2012data-scie?comments_page=2#comment_98241
Commento 3:Trovato! L'errore è nozionistico! Riporto parte degli appunti di
Eleonora:
"L'Italia è il terzo paese con più Sim al mondo (preceduta da USA e Giappone), ma è
l'ultimo per estensione della banda)."
Dal video postato dal prof. invece si evince che l'Italia è "solo" al 5° posto, dietro ai
sopracitati Usa e Giappone, e dietro poi a Cina e Corea del Sud. Nonostante il
quinto posto è un risultato incredibile per l'Italia, perché in generale nelle classifiche
legate alle telecomunicazioni non brilla, come poi riportato subito dopo da Eleonora.
Permalink 3: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-05-del-25-ottobre-2012data-scie?comments_page=2#comment_98244
Tag: social network, teoria della lunga coda, legge della potenza, ecommerce,gamification
Risorse condivise:
- http://www.thinktag.it/it/resources/slide-12-1024jpg-1024x768-pixel
- http://www.thinktag.it/it/resources/immaginareilfuturodellatecnologiadidatti
- http://www.thinktag.it/it/resources/grafico1jpg-1255x499-pixel
- http://www.thinktag.it/it/resources/kindle-fire-crollo-delle-vendite-e-canni
- http://www.thinktag.it/it/resources/android-vende-apple-guadagna-ziogeek
Commenti ad altre risorse:
- http://www.thinktag.it/it/resources/confronto-tra-ipad-iphone-e-ipod?
comments_page=1#comment_98363
- http://www.thinktag.it/it/resources/perche-android-vende-piu-di-iphone?
comments_page=1#comment_98414
Lezione 6 (30/10/12)
Commento: Gruppo di discussione formato da: Arianna Guerra, Veronica Mancin,
Silvia Bianchi, Tomas Chavez.
Smart
A: intelligenza non solo teorica.
S: Smart=bello, interessante, elegante
V: intelligenza anche tecnologica, con calma
T: come dice Arianna smart include non solo una intelligenza teorica ma anche
pratica, o che comunque riveste una sua importanza direttamente nella vita reale. E'
un modo di operare. Sul web abbiamo cercato la definizione concettuale di Smart e
abbiamo trovato una risorsa che definisce Smart attraverso un'acronimo, basandosi
su cosa la parola evoca. Come detto da S, Smart evoca valori positivi, e in più
sembra suggerire un modo di operare intelligente (smart appunto).
Smart City:
A: Città attraente, dotata di una tecnologia sviluppata, moderna, innovativa.
S: Città caratterizzata da un'offerta vasta e interessante dal punto di vista turistico
V: L'innovazione e la tecnologia sono alla base della Smart City, che porta anche alla
gamefication, cioè all'introduzione di una parte ludica in un processo ordinario.
(frase terminata da A). Si stacca dalla quotidianità per arrivare a un concetto più
elevato.
T: Smart City è una città che si stacca dal modello delle Car Happy Cities,
caratterizzato da un uso spropositato del mezzo privato. La Smart City per me
significa una città all'insegna della condivisione e della socialità, che viene
organizzata con criterio e ricerca metodi nuovi e vecchi per mettere in relazione la
sua popolazione, adeguando la crescita non in senso economico ma in senso di
vivibilità e sostenibilità. Questo utilizzando tecnologie e tecniche all'avanguardia e
puntando su strumenti per la collettività, come i mezzi pubblici a scapito di quelli
individuali, ovvero la macchina.
Tecnologie per la città
A: si chiedeva se per tecnologie si intendeva specificare quali sono oppure quali
servono? Le tecnologie per la città servono a rendere la stessa più vivibile e
moderna per i cittadini. es. rete wifi.
S: Le tecnologie per la città sono i servizi che sono messi in atto per rendere la città
più attraente e più smart. Rendono la città più appetibile e visibile nel panorama
turistico.
V: è innovazione, al fine di rendere migliore tutti i servizi destinati ai cittadini,
rendendoli così all'avanguardia, in modo da essere notati a livello anche nazionale
nell'ambito turistico.
T: Le tecnologie per la città sono quelle che permettono ai cittadini di vivere in un
contesto sempre più vivibile e sostenibile, sfruttando la rete per essere più efficienti
e coordinate tra di loro. Per quanto riguarda il turismo, una città che si rende più
fruibile e all'avanguardia risulta pertanto più interessante e visibile dai potenziali
turisti.
City Users
A: sono i cittadini delle Smart Cities, e quindi utilizzano i servizi che queste città
offrono. Possono essere anche turisti che si trovano in quella determinata città.
S: sono tutti coloro che usufruiscono dei servizi e delle risorse offerti dalle città in cui
si trovano. Possono essere anche esterni.
V: i cittadini che però si sentono parte della città stessa, essendo loro in prima
persona a creare e usufruire delle tecnologie offerte dalle Smart Cities.
T: i city users sono delle persone che non vivono all'interno della città ma
usufruiscono dei suoi servizi. Sono diversi dai pendolari perché questi ultimi
entravano in città esclusivamente per motivi lavorativi (es. operai in fabbrica). Il city
user per eccellenza è il business man, che con i propri mezzi(la macchina) raggiunge
da fuori la città e usufruisce dei servizi anche non direttamente connessi con
l'ambito lavorativo. La città in merito ha sviluppato delle attività anche strettamente
vicine geograficamente a quelle lavorative, rendendosi più fruibile per queste nuove
categorie di cittadini. In ambito turistico il city user è l'iper-turista, che utilizza la città
per motivi di svago e pretende da essa la maggiore fruibilità e connettività tra le
attività a sua disposizione.
Open Data
A: un insieme di dati condivisibili da tutti e a cui tutti posso avere accesso.
S: dati fruibili dalla collettività senza alcuna limitazione. Diviene dunque possibile
accedere alle informazioni ed entrare a far parte di un mondo "open".
V: l'open data, con la sua accessibilità a tutti, risulta molto democratica come
dovrebbe essere appunto la politica del web: senza restrizione alcuna.
T: Gli open data sono dei dati senza la restrizione di alcun copyright, che, come
suggerito da Veronica, richiamano a un concetto democratico e accessibile da
chiunque. Questa mentalità richiama al social e al web2.0.
Smart Communities
A: comunità di persone socialmente connesse tra loro attraverso la rete S: comunità
intelligente, connessa e socialmente coinvolta.
V: alla base delle smart communities vi sono i social network, però in questo caso
gli utenti interagicono non solo nella rete ma anche al di fuori della stessa.
T: Le smart communities sono delle comunità socialmente impegnate, che danno
molto rilievo alle attività e allo scambio di idee all'interno del web. Il web infatti è il
canale privilegiato per unire la comunità e in questo senso moltiplica la forza di
queste comunità nel far sentire la propria opinione.
Smart tourism
A: è un nuovo tipo di turismo moderno connesso alle smart cities, in cui tutti
possono condividere le proprie esperienze.
S: tipologia di turismo che punta a valorizzare quella che sono i punti di forza del
territorio, in modo da renderlo appetibile dal punto di vista turistico.
V: grazie ai social network legati al turismo, gli utenti sono in grado di recepire le
informazioni nonostante non abbiano ancora visitato il luogo, così da essere più
sensibili arrivati a destinazione.
T: il turismo che utilizza la tecnologia si definisce Smart Tourism. Questa nuova
forma di fare turismo unisce la classica fruibilità delle attrazioni turistiche con la
facilità di fruizione determinata dagli strumenti tecnologici. Lo smartphone è il
simbolo di questo nuovo turismo che renderà l'esperienza turistica sempre più facile
da vivere, rendendo il turista più consapevole delle risorse turistiche della
determinata area, e più condivisibile attraverso il web.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-06-del-30-ottobre-2012-datascie?comments_page=3#comment_98188
Tag: smart, smart city, tecnologie, city users,open data, smart communities, smart
tourism
Commenti risorse: http://www.thinktag.it/it/resources/la-cabina-telefonicaintelligente-di-tel
Risorse condivise:
- http://www.thinktag.it/it/resources/se-la-cabina-telefonica-diventa-un-acces
- http://www.thinktag.it/it/resources/definizione-degli-obiettivi-metodologia- http://www.thinktag.it/it/resources/approfondimento-zoom-smart-city-iniziati
Lezione 7 (31/10/12)
Commento: Premetto che questa è stata la prima vera lezione del corso alla quale
ho assistito, e devo dire che dopo un primo momento di smarrimento ho trovato
molto produttivo il metodo adottato dal prof, che permette di avere un dialogo
diretto e a volte anche informale con noi studenti, col risultato di rendere più
interessante e produttiva la lezione (grazie anche all'aiuto dei pc per
l'approfondimento in tempo reale degli argomenti affrontati).
Detto questo ho trovato molto interessante la scoperta del formato RTF, a me
totalmente sconosciuto fino a quel momento, che potenzialmente è una grande
risorsa per chiunque necessiti condividere e sviluppare un file testuale. Ora
sappiamo che uno degli inconvenienti della condivisione è anche il formato del file
che inviamo, che non è da sottovalutare. Anche se, oltre al "classico" e sopracitato
RTF, la nuova frontiera sembra essere la condivisione direttamente online, grazie a
piattaforme come Google+, che permette, all'interno della propria mail, di
condividere un file testuale e di rendere visibile le modifiche da parte di ogni
soggetto coinvolto. (Averla saputa prima questa funzione!! Salvatore, Mattia e
Alberto capiranno)
L'altra cosa che mi ha fortemente interessato è il collegamento sempre più stretto
tra marketing aziendale e social network. La strategia pubblicitaria sembra
apparentemente quella utilizzata da decenni nei canali televisivi (più il programma è
seguito, più conveniente sarà inserire la propria pubblicità in quella fascia oraria), ma
il sistema di internet e dei social network stravolgono i tecnicismi e costringono le
aziende a reinventarsi le politiche, al punto che stanno nascendo nuove professioni
legate a questo nuovo ambito, come il data scientist. Il social networking è quindi in
forte espansione, ma bisogna stare attenti a sostanzialmente due aspetti: l'aspetto
social, che fa emergere prepotentemente il ruolo attivo del cliente, capace di
influenzare fortemente il giudizio su una determinata struttura grazie al suo
commento, e i collegamenti deboli, che più di quelli forti riescono a determinare un
giro di pubblicità efficace e capace di coprire grandi distanze.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-07-del-31-ottobre-2012-datascie?comments_page=2#comment_98334
Tag: file testuale, formato pdf, formato rtf, google +, legami deboli, legami forti, data
scientist, social networking
Lezione 8 (6/11/2012)
Commento: Durante la lezione il prof. ha chiesto di approfondire il concetto di
Content Curation, ed è quello che ho fatto, trovando molto interessante l'argomento.
In sostanza si tratta di un nuovo modo per la aziende di farsi pubblicità attraverso il
coinvolgimento dei suoi clienti sui social network, in modo da renderli al centro
dell'attenzione. Il fine quindi si sposta dalla comunicazione classica, in cui il cliente
finale era passivo rispetto alla pubblicità del prodotto, all'informazione alternativa,
dove con una buona dose di creatività si cerca di far interagire il cliente col il
prodotto, per tenere il collegamento e farlo sentire importante nel mondo del web. è
quest'ultimo aspetto che fa del Content Curation un nuovo preziosissimo strumento
a disposizione delle aziende su internet, perché sempre più utenti iniziano a
preoccuparsi e a spendere energie e risorse nel curare la propria presenza sul web.
La nostra maggior attenzione per mostrare ciò che realmente ci interessa determina
il nostro successo sul web come opinion leaders, determinando la nostra
reputazione "virtuale" (e reale). Proprio con questo genere di utenti le aziende
devono creare un collegamento, rendendoli disponibili a essere coinvolti da un
brand che comunica valori positivi e condivisibili. Grazie a questa sorta di "scambio"
entrambi gli attori in gioco ci guadagnano in reputazione e in immagine, utilizzando
un canale che avrà sempre più risonanza nei social network.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-08-del-6-novembre-2012data-scie?comments_page=1#comment_98713
Tag: complessità, variabilità, actuating, sensing, smart city
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Lezione 9 (7/11/2012)
Commento: Rispondendo a Mattia..
Secondo me il tuo ragionamento è del tutto errato, perché tutti e tre i termini presi in
considerazione sottintendono sia il fattore sensing che quello di actuating (come fa
ad esserci un output senza un input all'origine?). Anzi, proprio il termine che hai
introdotto tu, ovvero reattivo, sottintende meglio il concetto di causa-effetto (a
determinato stimolo esterno rispondo con una precisa azione). Appurato quindi che
il fattore discriminante non è quello, il discorso deve focalizzarsi sulla sua inerenza
col termine Smart (è questo il nostro fine dopo tutto). è qui che reattivo mostra la
sua debolezza, perché fa pensare a un lasso di tempo minimo tra la ricezione dello
stimolo all'azione adottata, e questo spesso determina la scelta di un'azione non
ottimale, dato che è "standardizzata" e non tiene conto di tutti i fattori in gioco.
L'istinto rappresenta nel modo migliore questo concetto, e tutti sappiamo che non
ha nulla a che vedere con la nostra intelligenza, addirittura potremmo metterli agli
estremi.
Adattivo richiama invece a un'azione che è il risultato di un pensiero ponderato, un
ragionamento a seguito dell'input ricevuto dall'esterno. Si captano le informazioni e
dopo una riflessione che prende in considerazione tutte le possibili varianti in gioco
si adotta la scelta "migliore", o più accettabile. Ci si adatta, appunto. Questo
concetto richiama a un processo continuo e dinamico, non passivo ma attivo, nel
tentativo di poter ottenere il massimo dall'ambiente esterno nel quale ci si trova. Tra
l'altro questi sono tutti concetti sviluppati da Darwin nella sua "selezione naturale":
"Gli individui di una stessa specie si differenziano l'uno dall'altro per caratteristiche
genetiche (genotipo) e fenotipiche (cioè morfologiche e funzionali, frutto
dell'interazione del genotipo con l'ambiente). La teoria della selezione naturale
prevede che all'interno di tale variabilità, derivante da mutazioni genetiche casuali,
nel corso delle generazioni successive al manifestarsi della mutazione, vengano
favorite ("selezionate") quelle mutazioni che portano gli individui ad avere
caratteristiche più vantaggiose in date condizioni ambientali, determinandone, cioè,
un vantaggio adattativo (migliore adattamento) in termini di sopravvivenza e
riproduzione."
Questo concetto, abbinato alla connettività, determina per cui il paradigma di Smart,
che si avvale di un ragionamento dietro ogni azione, a seguito della ricezione di uno
o diversi input, e della possibilità di condividere i dati ottenuti a tutti i soggetti
potenzialmente interessati, ricevendone a propria volta, in una sorta di scambio
"efficiente", ovvero utile per tutti i soggetti coinvolti nello stesso.
ps. anche a me all'inizio aveva richiamato l'attenzione il termine "responsivo", anche
se dopo una seconda analisi sono giunto alla conclusione che come sfumatura si
colloca tra reattivo e adattivo, quindi è più debole rispetto a quest'ultima.
Responsivo infatti richiama a una capacità di rispondere, a una sensibilità di risposta
(diversa dalla sensibilità di ricezione) e a una prontezza di risposta che la reattività
non ha. Quindi pare essere la sua versione più affinata, ma che comunque manca
dell'aspetto Smart, intelligente, che a noi invece serve.
Per ultimo cito la fonte dalla quale ho preso il testo, ovviamente l'immancabile
Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Selezione_naturale
Tag: smart, connettività, adattività, sensing, actuating, euristico
Permlink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-09-del-07-novembre-2012data-sci?comments_page=2#comment_98475
Risorse condivise: http://www.thinktag.it/it/resources/telefonini-e-wi-fi-quali-insidieper-laCommenti ad altre risorse: http://www.thinktag.it/it/resources/lo-zainetto-smart-chetrasforma-chi-lo-i?comments_page=1#comment_98419
Lezione 10 (8/11/2012)
Commento: Di questa lezione due sono gli aspetti che più mi hanno colpito: lo
zainetto "smart" e il civic hacking. Ma partiamo con ordine.
riguardo lo zainetto smart sono fiducioso: lo ritengo un punto di partenza, e non un
punto di arrivo come ritiene Salvatore. Lo zainetto quindi è il primo strumento mobile
che può consentire al singolo cittadino di rilevare un dato di questi tempi
importantissimo per la salute propria e di tutta la comunità, il tutto in una logica
"smart", di ecologia e sostenibilità energetica. Il fatto che non sia ancora efficace
non toglie i pregi del progetto, nemmeno il fatto che sarà uno strumento "di
nicchia", proprio perché sarà una scelta volontaria quella di comprarlo, come una
sorta di missione per la comunità. In più già funziona secondo il paradigma smart
del primo layer delle infrastrutture, a testimoniare che la via perseguita può solo
essere migliorata, appunto nel layer sociale: come dice Salvo, bisogna consentire
all'utente di rendere pubblici e velocemente fruibili i dati attraverso i social network,
canali potentissimi di visibilità. Quest'aspetto mi sembra però facilmente attuabile,
dato che si lavorerà attraverso lo smart phone personale del cittadino, quindi poi
spetterà a lui condividere la risorsa..
Il processo di gamification sarà un ottimo incentivo, se fatto bene, ma questo sarà
possibile solo quando tutti saremmo dotati di questo rilevatore, che a quel punto
rileverà soprattutto il nostro livello di inquinamento, determinato dal nostro mezzo di
spostamento: non ritengo infatti che sia controproducente il fatto di possedere il
sensore e poi andare in macchina, almeno le prime volte, perchè così uno può
toccare con mano quanto smog effettivamente libera nell'aria, al di la delle astratte
statistiche..questo vale anche per i mezzi pubblici, con la conseguente richiesta di
utilizzare solo quelli meno inquinanti..insomma, lo zainetto è il primo passo di un
nuovo modo di intendere la raccolta dati, non un punto di arrivo.
La parte riguardo il design dello zainetto mi fa sorridere, perchè non penso che la
"missione" determinata dallo zainetto sia compatibile con il suo aspetto
esteriore..l'unica soluzione che vedo, anche per incrementarne il numero, è di fare
accordi con aziende conosciute, creando prodotti utili e belli esteticamente, magari
integrando all'aspetto tecnologico della rilevazione anche altre funzionalità più utili
per l'utente, come ricarica del cellulare o sconti legati alla raccolta e condivisione
costante di dati..ma questo rientra nella parte della gamification..
Il civic hacking segue il filone del cittadino attivo alle problematiche comuni, anche
se affrontandole in modo più concreto e aggressivo. Sembrano azioni da Robin
Hood, illegali e al contempo degne di lode, perché rispondono a necessità della
comunità che l'amministrazione pubblica non ha ancora compreso e/o preso in
considerazione. In una sorta di autogestione cittadina si recuperano luoghi per la
comunità, oppure si cerca di migliorare gli spazi comuni, come le aree verdi. Proprio
in questo senso è nata l'operazione Guerrilla Gardening, che in azioni rapide e
incisive si punta a restituire al verde i suoi spazi nella città. In Italia siamo solo al
secondo anno di questa iniziativa, ma l'esempio è lodevole e spinge sempre più
persone ad attuare i loro "attacchi". Il tutto è ovviamente poi condiviso su internet,
creando una comunità unita sul web.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-10-del-8-novembre-2012data-scie?comments_page=1#comment_99735
Tag: zainetto smart, civic hacking, hackaton, smart, sensing, actuating, layer
infrastrutturale, layer sociale, open data, smart city
Risorse condivise:
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- http://www.thinktag.it/it/resources/guerrilla-gardening-giardinaggio-liberoLezione 11 (13/11/2012)
Commento: In questa lezione ho trovato molto interessante come prima cosa la
parte dedicata all'epistemologia. Tema già affrontato in Sociologia Generale, ci ha
fatto ricordare come sia facile incappare in errori "comuni", come il labeling
(etichettamento) che non ci consente di vedere la realtà oggettiva ma "filtrata"
attraverso i nostri pregiudizi. Questo ci avvisa che si deve dare molta importanza ai
termini utilizzati perchè i confini di significato sono molto labili.
Il secondo aspetto che mi ha interessato riguarda il paradigma Smart applicato alla
Smart City, specie la parte dei layer, ovvero "livelli" o "strati", che con connettività e
adattività completano il paradigma. La Smart City appunto dovrà essere in grado
prima di tutto di essere connettiva, secondo tre layer: tra sistemi, tra persone e tra
sistemi e persone. Lo scopo è quello di creare una comunità intelligente, che,
attraverso la produzione e lo scambio di dati aperti, riesca a rispondere nel modo e
nei tempi migliori possibili a determinati problemi (adattività), anche di grande
portata (come l'inquinamento dell'aria). In questo senso entra in scena lo zainetto
smart, un prototipo ancora lontano per poter far parte di questa proiezione di Smart
City, ma che qualche passo verso questa direzione lo sta facendo, riassumendo nel
suo progetto sia gli open data, sia la produzione di dati da parte di cittadini privati,
accanto agli strumenti della pubblica amministrazione. Insomma, il crowdsourcing è
destinato a rivestire sempre più importanza nelle città intelligenti del prossimo
futuro.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-11-del-13-novembre-2012data-sci?comments_page=1#comment_99766
Tag: zainetto smart, smart, smart city, layer infrastrutturale, layer sociale,
interpolazione, epistemologia, labeling
Lezione 12 (14/11/2012)
Commento: L'argomento più interessante riguardo questa lezione è senza dubbio il
QR Code. Questo strumento ha altissime potenzialità ancora inespresse o utilizzate
male, infatti durante la lezione abbiamo molto discusso in che modo e in quali ambiti
poterlo sfruttare in maniera efficace. Io dalla totale ignoranza sono riuscito a capirci
un po' di più, nonostante ahimè non abbia l'opportunità di vedere in prima persona il
suo funzionamento. La rivoluzione secondo me di questo codice è che, rispetto al
codice a barre, è facilmente creabile e leggibile da tutti grazie all'utilizzo di uno
smart phone, il che appunto allarga in modo esponenziale gli ambiti e i modi d'uso,
anche nel turismo, dove si muovono i primi progetti con protagonista proprio il QR
Code.
A tal proposito infatti ho trovato un video che illustra il progetto QR code a Genova,
dove all'interno di un museo sono stati inseriti i codici che riportavano a materiale
multimediale riguardo le opere esposte. Questo complesso quadratino ha reso la
visita più divertente e coinvolgente, senza alterare la struttura del museo. Penso sia
un buon punto di partenza per iniziare a svecchiare gli ormai tristi musei italiani.
Tornando alla lezione, abbiamo parlato anche di open data. Essi costituiscono solo
un beneficio per l'intera comunità e l'amministrazione pubblica insieme, in quanto
consente ai primi di essere attivi e responsabili circa i temi e problemi comuni e ai
secondi viene sgravato un compito molto gravoso, garantendo una maggior
trasparenza e vicinanza ai cittadini. Non è un caso infatti che tutti si stanno
muovendo in questa direzione, che diventerà un pilastro delle future Smart Cities,
dove collaborazione e condivisione di open data creati anche dagli stessi cittadini
saranno la norma.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-12-del-14-novembre-2012data-sci?comments_page=1#comment_99768
Tag: QR Code, smart, smart city, zainetto smart, open data, smart city
Risorse condivise: http://www.thinktag.it/it/resources/il-progetto-qr-code-di-cittadigitale
Lezione 13 (15/11/2012)
Commento: In questa lezione mi ha colpito molto l'importanza che riveste la tag e la
sua utilità anche in ambito turistico. La tag è banalmente una parola chiave che
serve a classificare una determinata risorsa, come in un database. Una tag che nei
social network viene utilizzata molto si chiama ashtag, ovvero una tag perno rispetto
alle altre. La potenzialità delle tag rispetto alle risorse sul web è quello di catalogarle
secondo un criterio "popolare", ovvero ottenuto grazie alle tag di tutti gli utenti,
quindi non solo l'autore della risorsa. Questo è fondamentale perchè consente di
creare una tagcloud, ovvero una nuvola composta dalle tag maggiormente inserite
dagli utenti, fondamentale per avere una quadro generale di una risorsa.
è in questo senso che le tag possono diventare uno strumento potentissimo nel
settore turistico, perchè attraverso tagcloud create da turisti in un determinato luogo
possiamo venire a conoscenza di cosa hanno apprezzato e di cosa vorrebbero che
si migliorasse, in una sorta di potentissimo feedback. Questo potrà sicuramente
portare un beneficio agli operatori turistici, sia per quanto riguarda la gestione e
organizzazione del territorio sia la fidelizzazione dei turisti, incentivando il loro
contributo attivo attraverso strumenti 2.0 e condividendo le loro esperienze sui
canali social.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-13-del-15-novembre-2012data-sci?comments_page=1#comment_99836
Tag: tag, hashtag, Qr Code, tagcloud, iper-pertinenza, mash up
Risorse condivise: http://www.thinktag.it/it/resources/video-you-never-bike-alonetrailer-you-n
Lezione 14 (20/11/2012)
Commento:Purtroppo non ero presente alla lezione, ma dalle risorse condivise ho
capito che l'argomento saliente ha riguardato l'evoluzione dei dati fino agli open
data. è interessante questa evoluzione, in quanto ci fa capire la presa di coscienza
da parte di tutti gli operatori in gioco (amministrazioni e cittadini) riguardo al fatto
che le informazioni/dati e il loro scambio ricoprono un interesse sempre maggiore
nella società. Abbiamo sempre più bisogno di essere informati di quello che ci gira
intorno, e non vogliamo più essere degli attori passivi, ma in quanto cittadini e parte
di una grande comunità vogliamo comprendere i fenomeni, partecipare e anche
produrre da noi i dati, in modo da condividerli con tutti gli altri, attraverso il web. è
grazie alle tecnologie digitali che è nata questa nuova mentalità, prima
impossibile, perchè da a ognuno la possibilità di creare ciò che fino a questo
momento solo pochi potevano fare: creare e divulgare dati e informazioni. Il futuro è
nelle mani delle open data, che, se sfruttate in una logica "smart", daranno un
contributo fondamentale per la nascita e lo sviluppo delle future Smart Cities.
Permalink: http://www.thinktag.it/it/resources/lezione-14-del-20-novembre-2012data-sci?comments_page=1#comment_99841
Tag: open data, smart ciy, logica open 2.0, city user
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