Durante l’anno scolastico 2009/2010 all’interno
della nostra classe (1B) talvolta abbiamo
discusso sui nostri rapporti con i genitori. Ne è
nata un’analisi approfondita che ha fatto capire
quanto siamo diversi noi adolescenti anche se in
apparenza sembriamo tutti uguali. Infatti
abbiamo capito che tutti hanno rapporti, belli o
brutti, sereni o conflittuali, comunque
completamenti diversi con i propri genitori.
Abbiamo letto e analizzato un brano tratto da
“Lettera al padre” di Kafka e un altro tratto da
“Mio figlio il fanatico” di Kureishi.
Inoltre abbiamo scritto una lettera indirizzata al
padre o alla madre o ad ambedue i genitori.
Carissimo padre, di recente mi hai domandato perché
mai sostengo di aver paura di te. Come al solito, non ho
saputo risponderti niente, in parte proprio per la paura
che ho di te, in parte perché questa paura si fonda su
una quantità tale di dettagli che parlando non saprei
coordinarli neppure passabilmente. E se anche tento di
risponderti per iscritto, il mio tentativo sarà
necessariamente assai incompleto, sia perché anche
nello scrivere mi sono d'ostacolo la paura che ho di te e
le conseguenze, sia perché la vastità del materiale
supera di gran lunga la mia memoria e il mio
intelletto.
(“Lettera al Padre”, Franz Kafka)
Ogni volta che Parvez beveva un sorso, il ragazzo faceva, come
accompagnamento, una specie di smorfia di disgusto o
un’espressione infastidita. Questo spinse Parvez a bere più in
fretta. Il cameriere, volendo far piacere al suo amico, portò un
altro bicchiere di whisky. Parvez sapeva che si stava ubriacando
ma non riusciva a fermarsi. Ali aveva uno sguardo terribile,
carico di disgusto e di riprovazione. Era come se odiasse suo
padre […]
[…] Con una voce bassa e monotona, il ragazzo spiegò a Parvez
che non aveva vissuto una vita conveniente. Aveva infranto
innumerevoli leggi del Corano […]
[…] Parvez prese a calci suo figlio. Poi tirò su il ragazzo per la
maglietta e lo colpì. Il ragazzo cadde. Parvez lo colpì ancora. La
faccia del ragazzo era piena di sangue. Parvez ansimava, sapeva
che il ragazzo era irraggiungibile, ma lo colpiva lo stesso. Il
ragazzo non si riparava dai colpi, né reagiva; non c’era paura nei
suoi occhi. Disse solo, attraverso le labbra spaccate: “Allora, chi è
il fanatico adesso?”
(“Mio figlio il fanatico”, Hanif Kureishi)
Adesso vi mostriamo alcune frasi, per noi
significative, tratte dai testi delle lettere che sono
state scritte dagli studenti ai propri genitori.
A ciascuna frase abbiamo dato un titolo per meglio
rappresentare il contenuto dell’intero testo.
Un rapporto difficile
Io non lo so che cosa ti posso dire perché
abbiamo passato insieme pochi anni.
(CBG)
La gratitudine
Ciao mamma,
ti ricordi i bei momenti passati insieme?
Belli… indimenticabili. Tu sei sempre
presente e disponibile per me. Hai fatto di
tutto per rendermi felice e per non farmi
mancare niente. (AF)
Insegnamenti
Mi hai trasmesso valori importanti per la
mia crescita aiutandomi a capire le cose
giuste da fare: imparare a rispettare
l’ambiente, ad avere amore per la cultura
obbligandomi ad andare a scuola. (LW)
Modelli da imitare
Da grande vorrei essere come te babbo e
avere al mio fianco una donna come te
mamma. Non cambiate mai, vi prego,
restate così con i vostri pregi e i vostri
difetti. (LZ)
No problem!
In fondo siete dei genitori che mi
comprendono e siete molto presenti nella
mia vita. (IZ)
La delusione
La cosa che mi dà più fastidio è che te mi
vorresti come una ragazza modello: brava a
scuola, acqua e sapone, tranquilla. Mi
dispiace deluderti mamma, ma non sono
così. (VL)
La lontananza
Ho sempre sofferto la tua distanza e i tuoi
silenzi. (SF)
Grazie di cuore
Vi sono grato per il ragazzo che sono
adesso, cioè accettato da tutti, ben inserito
nei gruppi sia a scuola che nello sport. (MR)
Le tue regole...
Le tue regole sono per tutti, mai solo per
me o per mia sorella, ma soprattutto, le tue
regole mi permettono di seguire il mio
cammino, la mia strada. (CC)
Riconoscenza
Nonostante tutto sono felice di avere dei
genitori come voi che mi comprendete e mi
fate divertire sempre tanto. (AB)
Cucciolo
Mi guardavate con quello sguardo dolce e
affettuoso ed io vi rispondevo con il mio
bellissimo sorriso, gonfiando le guance che
diventavano tutte rosse . (TL)
Comportamenti assurdi
Odio quando fai così; quando sembra
addirittura che ti scocci quando la gente ti
parla, e rispondi a monosillabi. (MB)
Il rancore
Tutte le tue frasi finivano e finiscono
tutt’oggi con un affronto alla mia
intelligenza. Mi hai rotto e disintegrato
l’autostima oltre che la mia sopportazione
che, ogni volta che parlo con te, si abbassa.
(MR)
La vita
Cari genitori, oggi ho deciso di scrivervi
questa lettera soprattutto per ringraziarvi di
avermi dato la vita. (LZ)
La sordità
Sai, quando una persona parla, in genere la
si ascolta, la si guarda, o perlomeno le si
regala un sorriso o un’espressione facciale
che possa almeno far credere di non parlare
al vento, ricordatelo. (MB)
Spesso, diciamo anche troppo spesso, sentiamo
o leggiamo notizie raccapriccianti su figli che per
vari motivi uccidono i loro genitori. Quello che
colpisce di più è che la maggior parte delle volte
la mano omicida appartiene a ragazzi
apparentemente senza problemi...
Ma sono davvero tragedie inaspettate? O
piuttosto dovremmo definirli come fatti di
sangue assolutamente prevedibili, innescati da
un sistema che esacerba il conflitto tra figli e
genitori?
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Che rapporto hanno gli adolescenti di quest`epoca con i loro genitori?