Progetto Collaborativo
Valutazione dell’efficacia di un intervento integrato per la razionalizzazione della
prescrizione e il controllo della spesa farmaceutica nel territorio della ASL di Bergamo
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Numero 11 - Settembre 2007
In questo numero
Note AIFA: risultati dell’indagine tra i medici della ASL di Bergamo.
Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva: Amiodarone quale impiego
in clinica. A proposito di Chikungunya. Le decisioni su nimesulide. TCM: l’esame che
ferma il cuore. A proposito di glitazoni.
Percorsi diagnostico-terapeutici: Il paziente con BPCO.
Dalla parte dei cittadini: Conferenza di consenso sulla terapia ormonale sostitutiva in
menopausa: quale informazione per la donna.
Bacheca siti internet utili: MedlinePlus. UIF (ULSS20 Verona).
Bergamo: la Città Alta
RISULTATI DELL’INDAGINE SULLE NOTE AIFA NELLA ASL DI BERGAMO
Ai 355 Medici iscritti ai corsi del Piano di Formazione 2007 è stato distribuito un questionario mediante il quale potevano esprimere
le difficoltà riscontrate a livello interpretativo e/o applicativo delle note AIFA 2007. Sono stati restituiti 238 (67%) questionari: i medici
che non hanno riscontrato difficoltà sono stati 132 (55%). I 106 medici che hanno riscontrato difficoltà le lamentano in particolare nel
rapporto con i pazienti e gli specialisti più che nella comprensione delle Note stesse (“C’è poco da interpretare sono chiarissime!”
scrive ad esempio un MMG).
Particolari problemi ha riscontrato la nota n. 4: la criticità nasce dal fatto che la Nota ha “ristretto” la possibilità di prescrizione a
carico del SSN dei principi attivi gabapentin, pregabalin, duloxetina. Spesso sono gli stessi MCP a non farsi carico di spiegare ai
loro assistiti la nuova normativa indirizzando i pazienti a telefonare all’ASL.
Di seguito si riportano due tabelle dove sono state elencate in ordine decrescente le note AIFA per le quali sono state riscontrate le
maggiori difficoltà interpretative e/o applicative. Emerge molto chiaramente come le Note per cui ci sono stati problemi di
interpretazione sono state quelle per cui si hanno poi avuti i maggiori problemi di applicazione delle stesse. I risultati dell’indagine
sono stati analizzati nel Comitato Direttivo del Centro Studi che ha elaborato le seguenti considerazioni e proposte :
- i pochi casi in cui è stata rilevata una difficoltà interpretativa possono essere gestiti con interventi individuali o a piccoli gruppi;
- ulteriori possibilità di chiarimento si potranno realizzare negli incontri di formazione programmati nel 2° semestre;
- per le difficoltà incontrate con i Farmacisti si ritiene opportuna
una loro maggiore responsabilizzazione. Una nota in
DIFFICOLTA' INTERPRETATIVA
tal senso è già stata inviata a tutti i farmacisti della provincia
Note AIFA segnalate
Freq.
%
secondo quanto concordato in Centro Studi;
13
38
27,7%
- le difficoltà di relazione con i Pazienti sono principalmente legate
04
26
19,0%
a comportamenti difformi tra MMG e Specialisti, rispetto ai quali è
79
23
16,8%
necessario individuare strategie di maggior coinvolgimento per il
48
19
13,9%
rispetto anche da parte loro delle Note AIFA.
01
15
10,9%
- per gli Specialisti si sono identificati i seguenti percorsi:
tutte
6
altro
10
Totale segnalazioni
137
DIFFICOLTA' APPLICATIVA
Note AIFA segnalate
Freq.
13
22
48
15
04
12
79
10
01
6
tutte
3
altro
4
Totale segnalazioni
72
4,4%
7,3%
100,0%
%
30,6%
20,8%
16,7%
13,9%
8,3%
4,2%
5,6%
100,0%
a.
valutazione della criticità nell’ambito del Progetto ORATO
(che coinvolge Ordine dei medici, Territorio e Ospedale) per
la preparazione e diffusione di regole atte ad evitare
atteggiamenti disomogenei tra MMG e specialisti;
b. proposta al Direttore del Dipartimento di Farmacologia
Clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, nell’ambito del
Progetto collaborativo con l’Istituto Mario Negri, di
promuovere momenti di sensibilizzazione sulla necessità del
rispetto delle Note AIFA;
c. proposta ai Direttori Sanitari delle AA.OO. e delle Strutture
Private Accreditate di promuovere, analoghe iniziative
nell’ambito degli incontri di presentazione dei PDT.
A cura del Dipartimento Cure Primarie e Continuità Assistenziale ASL di
Bergamo
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Dalla letteratura… e non solo: pillole di buona pratica prescrittiva
UTILIZZO CLINICO DELL’AMIODARONE: REVISIONE SISTEMATICA
In questa revisione viene esposta una sintesi delle evidenze relative all’efficacia e alla
sicurezza dell’amiodarone nelle numerose indicazioni in cui viene utilizzato, alcune della
quali non autorizzate, al fine di favorire un uso ottimale del farmaco.
La revisione è stata condotta includendo studi clinici randomizzati e non-randomizzati,
metanalisi e qualunque articolo rilevante dal punto di vista clinico.
Oltre a discutere le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche dell’amiodarone,
vengono anche riportati i principali effetti collaterali, tra cui i microdepositi corneali e le
reazioni di fototossicità, peraltro abbastanza comuni, e vengono riportate le reazioni
avverse più gravi a carico dei vari organi, molte delle quali reversibili alla sospensione
del farmaco o in seguito alla riduzione del dosaggio. Vengono inoltre riportati i fattori di
rischio per l’insorgenza delle reazioni avverse più gravi e le possibili interazioni
farmacologiche.
Dalle evidenze disponibili l’amiodarone sembra possedere un profilo favorevole nel
trattamento delle aritmie ventricolari e sopra-ventricolari, senza comportare il rischio di
esacerbare lo scompenso cardiaco. Condizioni nelle quali invece, secondo i dati attuali
ed in relazione ai numerosi effetti collaterali, deve essere usato con cautela e sotto
stretto monitoraggio sono ad esempio la fibrillazione atriale, la disfunzione ventricolare
sinistra, le aritmie ventricolari, l’intervento cardiochirurgico e l’mpianto di defibrillatori
cardiaci.
Vassallo P, Trohman RG. Prescribing amiodarone: an evidence-based review of clinical indications. JAMA.
2007;298(11):1312-22.
CHIKUNGUNYA IN ITALIA: L’OPINIONE DEL BMJ
Nei mesi scorsi si è avuta in Italia un’epidemia di chikungunya, una malattia virale
caratterizzata da febbre acuta (4-7 giorni), rash cutaneo e accompagnata spesso da
intensa artralgia oltre che da brividi, cefalea, nausea e vomito. Sono stati registrati più
di 190 casi. Il virus della chikungunya può essere ospite di numerose varietà di
zanzare e l’infezione viene trasmessa dalla puntura di zanzare infette.
In Italia il vettore è stato la zanzara tigre. Secondo opinioni diffuse il surriscaldamento
del pianeta avrebbe creato le condizioni ideali per la diffusione di malattie tropicali
anche in Europa. Nonostante questa malattia sia nuova in Italia è probabilmente
dovuta più al fenomeno della globalizzazione che ai cambiamenti climatici: infatti
l’aumento del turismo a lunga distanza, dei viaggi di lavoro e del commercio consente
a microrganismi tipici di continenti lontani di essere trasportati nei nostri Paesi. Negli
anni scorsi l’epidemia si era diffusa attraverso l’Oceano Indiano dall’India al
Madagascar e ad altri stati dell’Africa dell’est e da qui negli Stati Uniti e in alcuni Paesi
europei, tanto che nel 2006 erano stati segnalati 133 casi “importati” in Inghilterra e
774 in Francia.
Da una recente analisi di 17 casi di infezione “importati” in Italia è emerso che 11
erano dovuti a turisti mentre gli altri a persone in viaggio di lavoro o in visita da parenti.
La preoccupazione dell’editoriale del BMJ deriva dal fatto che l’inverno in Italia è più
mite rispetto a quello dei Paesi di origine della zanzara tigre (Giappone, Corea) e
questo potrebbe permettere alle zanzare adulte infette, e conseguentemente anche al
virus, di sopravvivere durante tutto l’inverno e di ricomparire in primavera con
conseguenze epidemiologiche importanti.
Per questo motivo sarebbe importante attuare strategie di prevenzione attivando
servizi di sorveglianza ed educando i soggetti che si recano in zone endemiche sui
rischi e sui metodi di protezione individuale. L’eliminazione dei siti di riproduzione,
sebbene ardua, sarebbe la soluzione ottimale per controllare al meglio la trasmissione.
Lines J. Chikungunya in Italy. BMJ. 2007 Sep 22;335(7620):576.
CONCLUSA DALL’EMEA LA REVISIONE SULLA NIMESULIDE
L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha concluso il processo di revisione dei prodotti medicinali a base di nimesulide,
iniziata nel Maggio 2007 dall’Irlanda, in seguito alla segnalazione di un certo numero di casi di gravi epatiti. L’EMEA ha preso
visione di tutte le evidenze disponibili, e ha concluso che il profilo beneficio/rischio della nimesulide è ancora favorevole,
ravvisando però la necessità di introdurre delle limitazioni d’uso del farmaco, e informare medici e pazienti del rischio di possibili
eventi avversi a carico del fegato. E' stato quindi deciso di limitare l’uso della nimesulide a non più di 15 giorni, e che le
confezioni non debbano contenere più di 30 compresse o bustine. L’Aifa, che ha monitorato costantemente il profilo di sicurezza
della nimesulide e condurrà ulteriori approfondimenti su eventuali azioni aggiuntive a livello nazionale, ricorda comunque che il
farmaco può essere dispensato solo dietro presentazione di ricetta medica, e che i medici, nel prescrivere il medicinale, devono
tener conto del profilo complessivo di rischio del farmaco e delle caratteristiche del paziente.
Fonte: http://www.agenziafarmaco.it
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Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva
LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA MULTISTRATO: L'ESAME CHE FERMA IL CUORE
Falvio è un manager che ha da poco superato la cinquantina. Sta bene ma vuole esserne sicuro. Ha sentito di una nuova
macchina in grado di fotografare il cuore in movimento: la tomografia computerizzata multistrato. Le immagini sono così accurate
e dettagliate da permettere di rilevare anche le più piccole placche di calcio nelle arterie coronarie, la cui presenza può
determinare un maggior rischio di infarto. Chi cerca trova: Flavio ha due coronarie parzialmente ostruite.
Che fare? Nessuno lo sa con certezza.
Il manager va in cerca di qualcuno che decida: o bianco o nero. Piano piano capisce di trovarsi in una zona grigia: il cuore non
segue le leggi matematiche del biliardo e non si può indicare con certezza il legame che unisce la causa all’effetto.
• C’è colesterolo alto: verrà l’infarto? Forse.
• Ci sono placche nelle arterie: verrà l’infarto? Forse.
• Ci sono più fattori di rischio, l’infarto è più probabile: la dilatazione delle placche col palloncino (angioplastica) o le statine
eviteranno l’infarto? Non è detto.
• Assumendo le statine per il resto della vita è possibile incorrere in effetti collaterali? E’ possibile.
In questo contesto la TC al cuore potrebbe restringere l’ambito di incertezza? Secondo molti no. Soprattutto se l’indagine avviene
sul cuore di soggetti che stanno bene e a basso rischio.
«Ma se ho una placca in una coronaria e rischio l’infarto non è bene che lo sappia? No è bene che la tolga?».
I fattori di rischio sono tanto più rilevanti quanto correlati con il disturbo cui concorrono. Questo è il punto: quanto sia più probabile
l’infarto in presenza di placche rilevate solo con strumenti sempre più sensibili e in soggetti senza altri disturbi non si sa. Né si sa
quanto è utile trattarle. Da qui il dilemma che mette in imbarazzo i medici di Flavio.
Per queste ragioni il dilagare delle scansioni al cuore ha preoccupato le
autorità statunitensi deputate alla prevenzione delle malattie: il rischio è che
vengano catturate dalla TC placche silenti, che non avrebbero mai dato
disturbi e vengano avviate cure su persone che non si sarebbero mai
ammalate. Col pericolo, anzi, di esporle a nuovi rischio:
• stress causato da dover seguire una terapia per il resto della vita
• effetti collaterali della terapia stessa
• rischio di essere sottoposti a una angioplastica inappropriata
• rischio radiologico: la tomografia computerizzata di cuore e aorta
sottopone a radiazioni potenzialmente cancerogene. Il rischio,
comunque basso, è in media di 5 tumori in più ogni 1.000 persone
sottoposte all’esame.
E quindi? Bisogna aspettare il colpo con le mani in mano? Non è detto.
Una certezza c’è: un ampio studio (conosciuto come Framingham Heart Study)
ha mostrato che le persone tra 50 e 95 anni potrebbero prevenire la quasi
totalità degli infarti tenendo sotto controllo pressione, glicemia e colesterolo
con un po’ di dieta e attività fisica.
Questo è quanto è utile conoscere. Sapere più del necessario, in medicina,
può essere dannoso.
Fonte: http://www.partecipasalute.it/cms/?q=node/665
EVITARE LA PRESCRIZIONE DI GLITAZONI, DA SOLI O IN ASSOCIAZIONE, IN PAZIENTI DIABETICI.
L’opinione della rivista Prescrire
I tiazolidinedioni (TZDs) o glitazoni migliorano la sensibilità all’insulina e sono molto prescritti per il trattamento del diabete di tipo 2.
Il troglitazone, il primo di questo gruppo di farmaci, entrato in commercio nel 1997, è stato ritirato nel 2000 a causa di alcuni casi di
tossicità epatica. A partire dal 1999 sono stati approvati per l’uso clinico altri due TZDs, (rosiglitazone e pioglitazone) che sono
ancora gli unici due attualmente in commercio.
A partire dal momento della commercializzazione il numero di eventi avversi provocati da questi due farmaci è andato
progressivamente aumentando per includere anche: a) il rischio di edema della macula e la perdita dell’acuità visiva; b) una
aumentata incidenza di fratture distali nelle donne (circa 1 frattura in eccesso per 100 anni-donna di trattamento).
Inoltre esiste la preoccupazione che il rosiglitazone possa aumentare l’incidenza di infarto miocardico e che il pioglitazone possa
aumentare il rischio di carcinoma vescicale.
A partire dal 25 marzo 2007, il trial clinico PROactive, per il momento l’unico trial clinico che si basa su outcome clinici in pazienti
con diabete di tipo 2, non ha fornito risultati realmente impressionanti.
A fronte di ciò, la rivista Prescrire afferma testualmente:
“Ciò nonostante l’EMEA ritiene ancora che per questi farmaci i benefici superino i rischi!
Peggio ancora, l’agenzia sta incoraggiandone l’uso permettendo alle industrie di commercializzare sia altre combinazioni a dose
fisse contenenti un glitazone ed un altro antidiabetico orale, sia approvando una triplice associazione, prima con il rosiglitazone e
poi con il pioglitazone”.
Sempre secondo la rivista Prescrire:
“I pazienti ed i prescrittori dovrebbero evitare di usare e prescrivere i glitazoni. Gli antidiabetici orali di prima scelta sono la
metformina, per i pazienti in soprappeso, e la glibenglamide per gli altri pazienti. Quando nessuno dei due farmaci è adatto, la cosa
migliore da fare è riconsiderare attentamente il target glicemico ed, in alcuni casi, considerare la terapia insulinica”
Fonte: http://www.farmacovigilanza.org
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Numero 11 - Settembre 2007
Percorsi diagnostico-terapeutici
GESTIONE INTEGRATA DEL PAZIENTE CON BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA
SINTESI PRATICA
Elementi essenziali per la gestione in medicina generale
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SINTESI PRATICA
Elementi essenziali per la gestione in medicina generale
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Percorsi diagnostico-terapeutici
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SINTESI PRATICA
Elementi essenziali per la gestione in medicina generale
TRATTAMENTO, segue
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Dalla parte dei cittadini
QUALE INFORMAZIONE PER LA DONNA IN MENOPAUSA SULLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA?
RISPONDERE ATTRAVERSO UNA CONFERENZA DI CONSENSO
Negli ultimi anni la pubblicazione e l'analisi dei risultati di grandi trial clinici internazionali sulla terapia ormonale sostitutiva ha
generato in Italia un ventaglio di posizioni e di raccomandazioni cliniche, espresse da diverse istituzioni o società scientifiche,
spesso in disaccordo tra loro e talvolta in contrasto con i dati della letteratura. Anche associazioni di cittadini/pazienti e gruppi
organizzati per promuovere la salute femminile hanno prodotto materiale divulgativo, i cui messaggi sono spesso in
contraddizione rispetto alle conoscenze disponibili. E' probabile perciò che la singola donna riceva oggi informazioni contrastanti
sui benefici e sui rischi della terapia ormonale sostitutiva sia dalla consultazione del proprio medico di famiglia e dei vari
specialisti, sia dall’informazione veicolata dai media. Ciò può rendere difficile, se non impossibile, il diritto di compiere scelte
consapevoli per la propria salute.
UN PO DI STORIA RECENTE SULLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA
Dopo la pubblicazione dello studio Women's Health Initiative (WHI) nel 2002 sembrava che sui rischi e i
benefici della terapia ormonale sostitutiva a scopo preventivo in menopausa si fosse raggiunto un livello
di conoscenze raramente disponibile in altri campi della medicina. Il messaggio che è stato promosso
dopo il WHI, e le sue numerose pubblicazioni, da istituzioni scientifiche e autorità sanitarie, era chiaro: i
prodotti a base di estrogeni e progestinici sono indicati solo per i sintomi del climaterio e devono essere
usati per il più breve tempo possibile e non si devono consigliare e assumere per prevenire le malattie
di cuore e vasi, o altre condizioni patologiche della terza età.
Satolli R. La vicenda della terapia ormonale in menopausa ci insegna che... Epidemiologia & Prevenzione 2002, 5:221-224.
L'utilizzo da parte delle donne di ormoni in menopausa è così diminuito: negli Stati Uniti dal 2002 al
2004 il consumo della terapia ormonale sostitutiva è passato da più di 60 milioni di prescrizioni a poco
più di 20 milioni e anche in Italia si è verificato un calo nel suo utilizzo. Questo cambiamento ha portato
negli Stati Uniti ad una progressiva riduzione dell'incidenza del tumore al seno . In particolare sono
diminuiti di più i tumori sono nella fascia di età tra i 50 e 70 anni, nella quale era maggiore l'uso della
terapia ormonale, e in particolare quelli che possiedono i recettori per gli estrogeni.
Ravdin, Peter M., Cronin, Kathleen A., Howlader, Nadia, Berg, Christine D., Chlebowski, Rowan T., Feuer, Eric J., Edwards, Brenda K.,
Berry, Donald A.The Decrease in Breast-Cancer Incidence in 2003 in the United StatesN Engl J Med 2007 356: 1670-1674
Recentemente sono state pubblicate ulteriori analisi secondarie sui dati dello studio WHI dalle quali si
disegna un profilo meno negativo per quanto riguarda il rischio coronarico (ma non quello vascolare
cerebrale) qualora la terapia ormonale sostitutiva sia iniziata entro 10 anni dall'esordio della menopausa
o comunque in età più giovane, tra i 50-59 anni . Queste analisi hanno portato alcuni a proporre una
“timing hypothesis”, cioè l'ipotesi che gli estrogeni aumentino il rischio cardiaco solo tardivamente,
mentre potrebbero essere addirittura moderatamente protettivi prima che i danni dell'aterosclerosi si
siano instaurati. In realtà si tratta di elementi di prova ancora deboli che risentono dei ben noti difetti
delle analisi multiple su sottogruppi pianificate a posteriori: al massimo possono essere prese in
considerazione come elementi per ragionare su nuove ipotesi di ricerca.
Rossouw JE et al. Postmenopausal Hormone Therapy and Risk of Cardiovascular Disease by Age and Years Since Menopause. JAMA
2007;297:1465-1477.
Per fare il punto delle prove disponibili riguardo all’uso della terapia ormonale sostitutiva, per conoscere i bisogni informativi delle
donne e per valutare la qualità dell’informazione rivolta ai medici e soprattutto alla popolazione femminile, il progetto
PartecipaSalute (Istituto Mario Negri, Centro Cochrane Italiani e Agenzia di Giornalismo Scientifico Zadig) e il Sistema nazionale
linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità promuovono una Conferenza di consenso dal titolo: “Quale informazione per la
donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva?”.
Al lavoro tre gruppi: quello clinico, quello dell’informazione dei media e dell’informazione alle donne tramite opuscoli e siti internet.
Sono stati identificati dal comitato promotore alcuni temi di interesse da discutere e da sottoporre ai gruppi di lavoro e alla giuria
della Conferenza.
• Vantaggi prodotti dalla TOS su: sintomi del climaterio, qualità della vita, soddisfazione sessuale, umore, altre misure di
benessere fisico e psichico
• Svantaggi prodotti dalla TOS su: tumori femminili, infarti, ictus, trombosi ed embolie, incontinenza urinaria, memoria e capacità
mentali
• La TOS come possibile forma di prevenzione di malattie tipiche della terza etàCome individuare le donne a cui consigliare la
terapia ormonale sostitutiva, come stabilire la durata della terapia e la sua interruzione, come decidere quando agli estrogeni
deve essere associato il progestinico e in quali casi
• Sicurezza dei cerotti o dei nuovi prodotti rispetto alle vecchie formulazioni
• Individuare e discutere: quali farmaci o rimedi di diversa natura si possono consigliare in alternativa alla terapia ormonale
sostitutiva; quali sono i temi per cui vi è maggior rischio di variabilità e di incoerenza dell'informazione fornita alle donne sulla
terapia ormonale sostitutiva; quali provvedimenti possono essere consigliati per ridurre variabilità e incoerenza; quali aree di
incertezza meritano un approfondimento con future ricerche
Inoltre, la Conferenza di consenso potrà dare spunti per costruire un modello di informazione per il pubblico sull’uso appropriato dei
farmaci. E’ stato definito un bando di interesse, disponibile insieme al protocollo del progetto e ad altro materiale all’indirizzo
http://www.partecipasalute.it. Il progetto ha ricevuto il sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino e la celebrazione della
Conferenza di Consenso avverrà a Torino il 16-17 maggio 2008.
A cura di
Paola Mosconi, Cinzia Colombo, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
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Numero 11 - Settembre 2007
Per approfondire…
“Spazio Aperto”
all'informazione dell'Industria
Le iniziative di formazione
Cosa si sa quando viene approvato
un nuovo farmaco
Sala Lombardia ASL di Bergamo
Via Gallicciolli, 4
27 settembre 2007 dalle 9.00 alle 12.30
Per informazioni/iscrizioni: tel 035/4535313
Dipartimento Cure Primarie e Comunità Assistenziale ASL Bergamo
Piano Formativo Aziendale 2007 per MMG e PLS
II semstre 2007
Per informazioni prendere contatti con il Dipartimento Cure
Primarie e Comunità Assistenziale ASL Bergamo
Il
Dipartimento
Funzionale
Interaziendale
di
Farmacologia Clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo,
in condivisone con la Direzione Aziendale, dal mese di
giugno del 2005 ha istituito presso i locali dell'USC
Farmacia un momento di incontro e dibattito settimanale con
l'Informazione dell'Industria (farmaci e dispositivi medici)
dove il personale sanitario (Medici, Infermieri, Farmacisti
dell'Ospedale e del Territorio) può accedere in modo libero e
collegiale.
L'iniziativa "spazio aperto" all'informazione dell'industria si
tiene presso la sala riunioni dell'USC Farmacia.
Gli incontri del mese di ottobre si svolgeranno nei giorni:
3 - 10 - 17 - 24
dalle 16,00 alle 17,30
Per ulteriori informazio n i e per conferma degli
appuntamenti si può contattare la Segreteria dell'USC
Farmacia (Tel. 035-269737)
BACHECA DEI SITI INTERNET UTILI
MedlinePlus: sito su salute e medicina della National Library of Medicine
http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/clinicaltrials.html (In inglese)
MedlinePlus è uno dei siti d'informazione su salute e medicina della National Library of Medicine. Pubblica informazioni
autorevoli e aggiornate, utili sia ai consumatori, sia ai professionisti della medicina. Tratta di oltre 650 patologie. Raccoglie
informazioni e dati tratti dal National Institutes of Health. Al suo interno si possono trovare notizie sulla salute, un enciclopedia e
un dizionario medici, informazioni sui farmaci e una selezione di link. La sezione dedicata ai trial clinici raccoglie un elenco di siti
e articoli scientifici sulle sperimentazioni cliniche. Tra i servizi ospitati in questa sezione, particolarmente interessante è un
tutorial interattivo che spiega cosa sono i trial clinici, a cosa servono e come parteciparvi.Un link diretto permette di effettuare
una ricerca in PubMed selezionando da Medline direttamente gli articoli che riguardano i trial clinici.Un glossario e un dizionario
dei termini e delle definizioni legati alla sperimentazione clinica completano i contenuti di questa sezione del sito.
UIF: Unità d’Informazione sul Farmaco (ULSS20 Verona)
http://uif.ulss20.verona.it (In italiano)
È il sito della UIF (Unità d’Informazione sul Farmaco) di Verona, progetto nato con l’intento di creare un centro d’informazione
documentata e indipendente sui farmaci. Tra i suoi obiettivi: costruire un osservatorio sugli andamenti prescrittivi dei farmaci ed
eventuali aree critiche delle terapie, sostenere la ricerca, promuovendo progetti originali e favorire un uso consapevole e
razionale dei farmaci. Nella sezione “Informazione al paziente” sono pubblicati documenti informativi in formato pdf (che si
possono stampare) su alcuni argomenti d’attualità relativi all’uso dei farmaci. Nella stessa sezione, si possono visionare (e
scaricare) dei filmati di educazione all’suo dei farmaci. Il sito pubblica anche (nella sezione “Letti per voi”) una brochure mensile,
dedicata a medici e farmacisti, contenente aggiornamenti sulla letteratura internazionale.
Riferimenti utili per l’informazione indipendente sul farmaco
E’ possibile avere informazioni indipendenti sui principali problemi nell’uso razionale dei farmaci
contattando gratuitamente i seguenti Servizi di Informazione sul Farmaco:
Per l’uso dei farmaci in gravidanza:
- Unità di Tossicologia Clinica - Centro Antiveleni AO Ospedali Riuniti di Bergamo.
Numero Verde 800 88.33.00
Per l’uso dei farmaci in età pediatrica:
- Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di
Milano (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 15).
Telefono 02.3900.5070
Per l’uso dei farmaci negli anziani:
- Servizio di Informazione sull’uso dei Farmaci nell’Anziano, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario
Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17).
Telefono 02.3570319
Questo numero è stato redatto a cura di Alessandro Nobili, Luca Pasina, Paola Mosconi, Maurizio Bonati, Cinzia Colombo
del Servizio di Informazione sull’uso dei farmaci nell’anziano - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano.
Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito a questo numero inviando o segnalando notizie e documentazione.
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