Azienda sanitaria locale n° 13
Aut. 31/97
26/07/1997
In Forma
VII CONFERENZA DEI “SERVIZI PUBBLICI SANITARI ANNO 2005”
e II EDIZIONE “QUALITY DAY” A.S.L. n° 13
IN QUESTO NUMERO
VII CONFERENZA DEI “SERVIZI
PUBBLICI SANITARI ANNO 2005”
e II EDIZIONE “QUALITY DAY”
A.S.L. n° 13
PAGG.
1/2/3/4/5
IL TERRITORIO SENZA DOLORE
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SPERIMENTAZIONE DI SISTEMI
DI INDIVIDUAZIONE E ANALISI
DEL RISCHIO NEI PRESIDI OSPEDALIERI RIUNITI DELL’ASL 13
DALL’ESCLUSIONE AL REINSERIMENTO PER UNA PRATICA PSICHIATRICA IN UNA COMUNITA’
CHE GUARISCE
PAGG.
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PAGG.
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NOTIZIE DAL DIPARTIMENTO MEDICO
Nella foto un momento della manifestazione, da sinistra l’Assessore dei Servizi
Socio Assistenziali del Comune di Novara gen. Mario Ferullo, in qualità di Vicesindaco e Rappresentante del Conferenza dei Sindaci, il prof. Giovanni Vacca Preside
della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Novara, il Direttore Generale ll’ASL 13 dott.
Vittorio Brignoglio, il Direttore Sanitario dott. Giorgio Perrone, il Preposto U.R.E.
sig.a Elena Vallana, il Direttore Amministrativo dott. Gian Pietro Savoini ed il Referente della S.C. Qualità dott. Lorenzo Brusa.
a cura di Orietta Mariani ed Elena
Vallana – Ufficio Relazioni Esterne
Il 26 maggio 2005 ha avuto luogo, presso l’Auditorium della
Banca Popolare di Novara, la
VII Conferenza dei Servizi
Pubblici Sanitari e la II Edizione della Giornata dedicata
alla Qualità dei Servizi
dell’Azienda Sanitaria Locale n°
13, con relativa premiazione dei
progetti di miglioramento.
Il Direttore Generale dell’ASL
13 dott. Vittorio Brignoglio ha
relazionato sul consuntivo
dell’anno 2004 ed ha presentato gli obiettivi, le iniziative e le
azioni che verranno intraprese
nel corso dell’anno 2005.
Il Preposto dell’Ufficio Relazioni
Esterne sig.a Elena Vallana ha
introdotto la VII Conferenza dei
Servizi Sanitari e II edizione del
Quality Day ringraziando
gli
intervenuti portando i saluti e
l’augurio di una proficua giornata di studio delle autorità civili,
militari e religiose presenti e di
coloro che – per inderogabili
impegni precedentemente assunti – non hanno potuto presenziare all’evento.
La mattinata è proseguita con i
saluti del Preside della Facoltà
di Medicina dell’Università novarese prof. Giovanni Vacca, del
Direttore dell’Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di
ALLERGIE E INTOLLERANZE AGLI
ALIMENTI
PAGG.
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IL PARKINSON NON FA PIU’ PAURA
PAGG.
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NOTIZIE DAL DIPARTIMENTO
DI PREVENZIONE
ALL’ESTERO CON I PROPRI ANIPAG. 16
MALI DA COMPAGNIA
NOTIZIE DA
UFFICIO RELAZIONI ESTERNE
Z.T.L.: ZONA A TRAFFICO LIMITATO ALL’INTERNO DELL’AREA O- PAG. 17
SPEDALIERA DI BORGOMANERO
STARE BENE. APPUNTAMENTO
CON L’INFORMAZIONE SANITAPAG. 18
RIA. CONOSCERE PER PREVENIRE
43° EDIZIONE DELLA FIERA DEL
PAG. 18
LAGO MAGGIORE
NOTIZIE DAL PERSONALE
CHI CI LASCIA E CHI ARRIVA...
PAG. 19
NOTIZIE DALLA DIREZIONE MEDICA
PARTO IN ACQUA, UN SUCCESPAG. 20
SO A BORGOMANERO
LA PAROLA AL VOLONTARIATO
L’ASSOCIAZIONE MIMOSA AMICI
DEL DAY HOSPITAL ONCOLOGI- PAG. 21
CO DI BORGOMANERO
GLI UTENTI CI SCRIVONO
PAG. 22
Pagina 2
Novara dott. Mario Minola e
dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Novara gen.
Mario Ferullo che, in qualità di
Vicesindaco e Presidente della
Conferenza dei Sindaci – su
delega del Sindaco di Novara -,
ha
posto
l’accento
sull’importanza della sinergia tra
i servizi sanitari e socio assistenziali per intraprendere azioni finalizzate alla tutela della
salute della popolazione.
Ha partecipato l’Assessore al
Turismo dott.ssa Giuliana Manica, in rappresentanza della Presidente della Regione Piemonte
dott.ssa Mercedes Bresso e
dell’Assessore Regionale alla
Sanità dott. Mario Valpreda.
Erano presenti i Consiglieri Regionali: Roberto Boniperti, dott.
Paolo Cattaneo e dott. Sergio
Cavallaro, ed alcuni Sindaci dei
Comuni afferenti al territorio
dell’A.S.L. 13
Si è registrata, inoltre, la presenza degli Enti Gestori e dei
Rappresentanti del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della provincia novarese.
La radiografia dell’ASL n. 13 è
sta ta quindi tratteg giata
dall’intervento del Direttore Generale dott. Vittorio Brignoglio.
Ha innanzitutto ringraziato le
Autorità che, con la loro presenza, hanno voluto dimostrare la
loro attenzione verso l’Azienda, i
rappresentanti degli Enti Locali
con cui è stato possibile instaurare un rapporto di collaborazio-
IN FORMA
ne costruttiva ed in particolare il
personale dipendente per
l’attività svolta che ha permesso
e consente una costante crescita aziendale, nonché do tutti gli
altri collaboratori esterni ed interni che hanno assicurato il loro
sostegno.
Ha illustrato, quindi, supportato
da immagini realizzate in collaborazione con il Controllo di Gestione, le direttive gestionali ed i
progetti f uturi attraverso
un’analisi dettagliata della situazione della sanità.
Ha evidenziato, con dati tecnici,
le caratteristiche strutturali, produttive e territoriali dell’A.S.L.
13, riferite sui tre livelli assistenziali ed in particolare riguardanti
le diverse tipologie di assistenza.
Ha relazionato sugli andamenti
e sugli strumenti necessari per
raggiungere l’equilibrio tra costi
e ricavi per mezzo di un processo continuo di monitoraggio e
controllo dei costi.
La Regione Piemonte con
Anno 4 – Numero 3
D.G.R. n. 23-11806 del 23 febbraio 2004 ha tracciato gli indirizzi principale ed il percorso
lungo il quale ha sviluppato la
metodologia del riparto delle
risorse finanziarie tra le Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere piemontesi, ribadendo che la quota
capitarla costituisce lo strumento che assicura l’erogazione
territorialmente uniforme dei
livelli essenziali di assistenza e
confermando i principi generali
di programmazione.
Per l’anno 2004 la Regione ha
ripartito la somma complessiva
a disposizione nei tre livelli assistenziali:
∗ prevenzione: 5%
∗ assistenza distrettuale territoriale: 49%
∗ assistenza ospedaliera: 46%
determinando una quota capitarla di € 1.438,96.
Applicando tali criteri, all’ASL 13
è stata attribuita una quota complessiva di € 394.8133898 (pari
ad una quota di € 1.227,00) riferita alla popolazione al 31 dicembre 2001, presa a riferimento dalla Regione per il finanziamento dell’anno 2004, mentre la
popolazione alla fine del 2003
era già di 8 mila unità superiori
a quella presa a riferimento dalla Regione Piemonte per il riparto.
Nel corso del 2004 la Regione
Piemonte ha proceduto
all’adeguamento delle tariffe
delle strutture pubbliche (nella
misura del 5% per l’attività di
ricovero e del 27% per l’attività
specialistica ambulatoriale) che
ha determinato un aggravio economico per l’ASL 13 per la pre-
Nella foto da sinistra:
la dott.ssa Maria Luisa
De Marchi e la sig.a
Paola Pontiroli della
S.C. Qualità; la sig. ra
Carmen Gatti e la sig.a
Orietta
Mariani
dell’Ufficio Relazioni
Esterne.
IN FORMA
Pagina 3
senza nel proprio territorio di
un’Azienda Ospedaliera a livello
nazionale universitario che svolge anche funzioni di Ospedale
di base per parte del territorio
dell’ASL 13 e genera costi territoriali superiori in diversi settori
(farmaceutica, assistenza integrativa, ecc…).
Il disavanzo dell’Azienda Sanitaria Locale n. 13, come si evince
dalle risultanze di bilancio anno
2004, ammonta 25 milioni di
euro -.
I fattori più significativi che hanno determinato il disavanzo al
31 dicembre 2004 di € 25.000.878, sono i seguenti:
∗ €
1.158.763,00
differenza della retta in favore della case di cura accreditate per accreditamento (€
1.149.184,54 per quelle presenti sul territorio dell’ASL 13
ed € 9.578,46 per quelle del
restante territorio regionale);
∗ € 1.913.651,67
differenza della retta in favore delle case di cura accreditate per accreditamento (€
1.853.766,67 per quelle presenti sul territorio dell’ASL 13
ed € 59.885,00 per quelle del
restante territorio regionale);
∗ €
1.966.838,00
maggiore produzione effettuata dalle case di cura private rispetto alla DGR n. 6011906 del 2 marzo 2004 per i
cittadini dell’ASL 13 con tariffe preaccreditamento;
luglio 2004;
∗ € 180.064,04
per aggiornamento del nomenclatore tariffario regionale per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili dal Servizio
Sanitario Regionale ed estese anche dal 1° ottobre 2004
in favore di strutture sanitarie private accreditate e/
provvisoriamente accreditate
per DGR n. 73-13176 del 26
luglio 2004;
∗ € 5.755.854,96
incremento spesa farmaceutica convenzionata rispetto
al 2003
∗
€ 13.814.949,73
costo della produzione erogata in più agli assistiti dell’ASL
113 dagli Enti del Servizio
Sanitario Nazionale di seguito
indicati:
∗- € 10.713.423,44
Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara
∗ € 1.026.278,29
altre Aziende Ospedaliere
∗- € 885.008,00
Presidi ex art. 41/42/43 L. 833/78
∗- € 1.190.240,00
altre Regioni.
Ha informato i presenti che si
intende proseguire nel controllo
per il contenimento della spesa
farmaceutica, attraverso oculate
strategie ed interventi da parte
del Dipartimento di Assistenza
Farmaceutica e di migliorare
sempre più il processo di deburocratizzazione a favore della popolazione.
Nel corso del 2004 si è consolidata l’attenzione nei confronti della
popolazione anziana ultrasessantacinquenne, sia migliorando
l’offerta dei servizi già esistenti,
che attivandone di nuovi:
∗
si è provveduto alla messa
a regime con pieno utilizzo
degli Ospedali di Comunità
(n. 5 complessivi) coinvolgendo i medici di medicina
generale nella gestione, per
un numero complessivo di
n. 34 posti letti ed attivazione di n. 10 letti destinati al
post ricovero;
∗
si è avuto un incremento di
n. 14 posti di sollievo, ripartiti nei diversi Distretti secondo le rispettive esigenze, anche al fine di migliorare la gestione delle dimissioni protette sia dagli Ospedali dell’ASL 13 e
dell’Ospedale Maggiore
della Carità di Novara, ivi
compresi n. 4 posti letto di
sollievo per i malati di Alzheimer;
Anno 4— Numero 3
Nel corso del 2005 verrà data
attivazione al percorso di continuità assistenziale tra Ospedale e Territorio in favore degli
anziani ultrasessantacinquenni
non autosufficienti e verrà data
attuazione ad un nuovo modello integrato di assistenza residenziale socio-sanitaria in favore delle persone anziane non
autosufficienti.
Interessante è il tentativo di
abbattere le liste di attesa per i
ricoveri degli anziani.
La Direzione Generale ha affrontato, in diverse riunioni con
la Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci, con gli Enti
Gestori, l’applicazione della
Delibera Regionale (m. 5613239 del 3 agosto 2004) prevedendo interventi tesi al mantenimento dell’anziano nella
propria abitazione, in un luogo
sereno come quello familiare
(65% della somma a disposizione) attraverso un’adeguata assistenza e riservando il 35%
all’incremento della residenzialità.
In riferimento ai tempi di attesa
è stata data applicazione alla
DGR n. 14-10073 del 28 luglio
2003 che fornisce indicazioni
vincolanti sull’applicazione del
sistema delle priorità cliniche e
sulla corretta gestione delle
liste, quale strumento per migliorare la qualità e
l’appropriatezza dell’intervento
sanitario. In particolare per
l’attività specialistica ambulatoriale, separa le liste di attesa tra
“prime visite” e “controlli”, basandosi su criteri di priorità clinica oltre che cronologici
(classe 1= entro 48 ore, assicurata dai Presidi Ospedalieri presenti sul territorio; classe 2 =
entro 15 gg.; classe 3 = entro
30 gg. Per le prime visite; entro
60 gg. Primi accertamenti diagnostici).
E’ stata, inoltre, elaborata nel
mese di novembre una procedura con la quale i tempi di attesa aziendali e regionali sono
pubblicati sul sito aziendale.
IN FORMA
Pagina 4
Sono state avviate alcune azioni
per implementare il servizio di
cure domiciliari (complesso di
cure mediche, infermieristiche,
riabilitative e socio-assistenziali
integrate) in alternativa al ricovero ospedaliero, con una particolare attenzione anche ai malati terminali.
Sono state avviate le procedure
per accreditare gli Ospedali di
Arona e Borgomanero come già
è avvenuto per Galliate.
Dall’intervento del Direttore Generale dell’ASL 13 si è delineata, quindi una previsione per il
futuro orientata al miglioramento
dei servizi territoriali e domiciliari, che mette al centro degli sforzi comuni l’individuo, ed in particolare il malato, sottolineando
l’impegno per diminuire le liste
d’attesa ed il tasso di ospedalizzazione con un gran numero di
progetti e investimenti sul territorio.
Sostanziosi e rilevanti sono stati
gli investimenti, in particolare
sugli immobili per migliorare le
strutture sanitarie nel 2004, in
particolare si segnalano i seguenti:
∗ la realizzazione di una Comunità Protetta Psichiatrica
di tipo B per un totale di 20
posti ad Oleggio; i lavori sono in corso di esecuzione;
∗ interventi di umanizzazone
del II° piano del Padiglione
Centrale nel Presidio Ospedaliero di Borgomanero per
adeguamento alla DCR n.
616-3149 del 22 febbraio
2000, finanziati con fondi
propri dell’ASL;
∗ la ristrutturazione delle
strutture ambulatoriali per la
libera professione presso
l’Ospedale di Galliate;
∗ la realizzazione della nuova
sede della Gastroenterologia
e degli ambulatori di Urologia nel P.O. di Borgomanero;
∗ la realizzazione di un Gruppo Appartamento per ospiti
con disturbi psichici nel Comune di Galliate ed uno nel
Comune di Colazza;
∗
∗
la costruzione del Dipartimento di Patologia Clinica
ed ambulatori e la gestione
del parcheggio presso
l’Ospedale di Borgomanero;
la realizzazione del nuovo
Centro Integrato dei Servizi
Sanitari Territoriali.
Numerosi sono anche gli investimenti necessari previsti per il
2005, si evidenziano qui di seguito i principali:
∗ la costruzione della nuova
sede distrettuale e poliambulatorio di Trecate per
l’ottimizzazione delle attività
esistenti in riferimento alle
richieste dell’utenza;
∗ la realizzazione della RSA per
anziani di Oleggio per 60 posti letto; la conclusione dei
lavori è prevista entro il mese
di giugno 2005;
∗ la realizzazione della sede
distrettuale e poliambulatori di
Arona; la conclusione dei lavori è prevista entro la fine
dell’anno 2005;
∗ i lavori di completamento e
riordino del Presidio Ospedaliero di Borgomanero per
l’adeguamento alle norme di
sicurezza e la costruzione del
nuovo DEA, nonché la ristrutturazione del quartiere operatorio e rianimazione, infine,
riordino dell’area tecnologica.
∗ la realizzazione di un Hospice
per 10 posti a Galliate; si prevede che l’ultimazione dei
lavori avvenga entro l’anno in
corso.
Il Bilancio Tecnico previsionale
presentato dall’ASL 13, su indicazioni regionali, ha evidenziato:
∗ ricavi complessivi: per € 480.795.877, considerando anche i contributi vincolati, i ricavi propri e quelli relativi alla
gestione straordinaria;
∗ costi complessivi: per € 510.254.853, che includono
l’onere presunto derivante dal
rinnovo delle Convenzioni
Nazionali Uniche per i medici
di medicina generale e per i
Anno 4 – Numero 3
medici specialisti interni ad
esclusione di quelli derivanti
dai rinnovi contrattuali del
personale dipendente dirigenziale 2002 – 2005, comparto
2004 – 2005 e Pediatri di Libera Scelta.
E’ seguito l’intervento
dell’assessore al Turismo e allo
Sport della Regione Piemonte
dott.ssa Giuliana Manica che ha
rivolto a tutti i presenti i saluti
della Presidente della Regione
Piemonte e dell’Assessore Regionale alla Sanità ed ha sottolineato l’attenzione della Giunta Regionale a Novara nei confronti della sanità e dei problemi
del territorio con l’obiettivo con
l’obiettivo elaborare il piano sanitario regionale e socio assistenziale. L’impegno della Regione è quello di essere pronti
ad intervenire in tutte le province piemontesi, affrontando direttamente i problemi sul campo
Al termine il Preposto dell’Ufficio
Relazioni Esterne ha dato la
parola al Direttore Sanitario dott.
Giorgio Perrone che ha illustrato
le motivazioni che sottendono al
Quality Day ed ha introdotto,
quindi, il dott. Lorenzo Brusa
Referente della S.C. Qualità.
Sono stati poi esposti i progetti
finalisti, con relativa selezione
da parte di una giuria esterna, e
presentati i risultati dei progetti
vincitori della prima edizione del
Quality Day.
La giuria esterna si è avvalsa di
autorevoli personaggi:
∗ prof. Giovanni Vacca ; Preside della Facoltà Medicina e
Chirurgia di Novara
∗ dott. Silvio Maffei; Presidente dell’Ordine Provinciale dei
Medici di Novara
∗ dott. Massimiliano Panella;
Direttore Medico ASL 11 Vercelli
∗ dott.ssa Anna Maria Cazzani:
Referente per la Qualità del
Presidio Ospedaliero di Saronno
∗ sig. Vittorio Pernechele:
Presidente Centro Servizi per
IN FORMA
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Anno 4— Numero 3
dott.ssa Arabella Fontana
(Direzione Medica PP.OO. Riuniti)
3. “Dall’esclusione al reinserimento: per una pratica psichiatrica in una comunità che
guarisce”.
dott. Domenico Nano
(Dipartimento Salute Mentale
area sud)
Sono stati premiati per la categoria
“miglior poster”:
Nella foto sopra a sinistra il poster
del progetto vincitore;, in quella a
destra il poster “La comunicazione
on line”; nella fotografia sotto il
Direttore Amministrativo dott. Gian
Pietro Savcini consegna la targa al
dott. Domenico Nano autore del
progetto terzo classificato
il Volontariato di Novara
Al termine, la Segreteria organizzativa ha raccolto e contato
le schede di preferenza per “il
miglior poster”, il cui esito è
stato comunicato alla giuria che
ha provveduto alla premiazione
dei vincitori dei progetti e del
miglior poster.
Sono stati premiati per la categoria “progetti”:
1. “Territorio senza dolore”
dott. Venerando Cardillo
(s.s.v.d. Cure Palliative del
P. O. di Borgomanero – per
formare medici e infermieri
dell’ASL 13 sui problemi
degli ammalati oncologici
per interventi domiciliari)
2. “Sperimentazione di sistemi di individuazione ed
analisi del rischio nei
PP.OO.R”
1. “Dispensazione diretta del
primo ciclo di cura ed incremento del profilo di sicurezza degli anticoaugulanti orali”
dott.ssa Patrizia Brini
(Dipartimento Farmaceutico)
pari merito
2.
“La comunicazione on
line”
sig.a Elena Vallana – (Ufficio
Relazioni Esterne)
Davide
Bordonaro (Servizio Igiene
Alimenti e Nutrizione)
2. “Dall’esclusione al reinserimento: per una pratica psichiatrica in una comunità
che guarisce”.
dott. Domenico Nano
(Dipartimento Salute Mentale
area sud)
2. “Il piatto in palestra”
dott.ssa Nadia Dell’Acqua
Hanno contribuito alla riuscita
della Conferenza dei Servizi e
della giornata dedicata alla
qualità: l’Ufficio Relazioni Esterne, la S.C. Qualità, la Segreteria di Direzione Generale ed il
personale dell'Azienda Sanitaria che ha testimoniato con
l'ampia partecipazione (oltre
200 presenti) un coinvolgimento sempre più diretto nei processi di programmazione ed
erogazione delle prestazioni
sanitarie.
L’intervento del Direttore Generale,
la VII edizione della Carta dei Servizi e
la II edizione dell’opuscolo del Quality Day sono stati pubblicati sul sito
i n t e r n e t
a z i e n d a l e
(www.asl13.novara.it)
IN FORMA
Pagina 6
Anno 4 - numero 3
TERRITORIO SENZA DOLORE
Progetto 1° Classificato alla seconda
edizione del Quality Day
A cura di :
Autore: dott. Venerando Cardillo
(UOCP Cure Palliative e Terapia
del Dolore/Hospice)
Co-Autori:
dott.ssa Dell’Acqua Edoarda:
Dirigente Medico Responsabile
A.D.I. Distretto di Arona
dott.ssa Grazia Nuvolone: Dirigente Responsabile s.s.v.d. Psicologia - Borgomanero
Vallana Elena: Preposto Ufficio
Relazioni Esterne.
Arbellia Roberta: CPSE s.s.v.d.
Cure Palliative e Terapia del Dolore - Borgomanero
De Zotti Stefania: CPSE A.D.I.
Distretto di Arona
Obiettivi
del progetto:
Il dolore costituisce un
fenomeno
patologico, a
volte sottovalutato, che
influisce
pesantemente sulla vita della
persona ammalata ed ha spesso
i connotati di malattia nella malattia.
La cura del dolore è non soltanto
un dovere etico, ma anche
l’esempio di buona pratica clinica in ospedale, nell’assistenza a
domicilio, in hospice e nelle altre
strutture residenziali.
Si è evidenziato in questi anni la
necessità di un più incisivo intervento extraospedaliero volto alla
formazione del personale medico
ed infermieristico dell’ASL 13, sui
problemi degli ammalati oncologici domiciliati
Gli obiettivi sono:
∗ promuovere la cultura della
palliazione;
∗ indicare gli interventi idonei e
proporzionati ad evitare abbandono o accanimento;
∗ assicurare l’utilizzo dei farma-
∗
∗
L’AMMALATO ONCOLOGICO
DOMICILIATO;
incontri (nell’ambito del progetto: “Ospedale senza dolore”)
aperti al personale sanitario
territoriale dal titolo FISIOPATOLOGIA E FARMACOLOGIA
DEL DOLORE;
Seminari aperti alla popolazione su temi etici ed assistenziali.
Stato del progetto: in corso di realizzazione.
ci oppioidi;
dare impulso all’applicazione di
protocolli di trattamento del dolore;
∗ incontri con la popolazione su
temi etici e su i diritti del morente;
Metodi utilizzati:
Il progetto “Territorio senza Dolore
prevede :
∗ incontro con personale A.D.I.
dei Distretti di Arona e Borgomanero, sul tema: IL DOLORE:
PRINCIPI DI TERAPIA
(già
realizzato);
∗ dieci incontri con equipe territoriali dei Medici di Medicina Generale (medici di famiglia) dei
Distretti di Arona e Borgomanero (3 già avvenuti, 2 in fase di
realizzazione), sul tema:
∗
Risultati:
∗ migliore gestione del paziente
oncologico in tutte le fasi di malattia;
∗ migliorato rapporto ospedale\territorio;
∗ impatto continuità assistenziale;
∗ impatto sulla cultura della domiciliarità;
∗ impatto sulla cultura e del vivere e del morire.
Valutazione: Questionario partecipanti a fine progetto
Conclusione/possibili ricadute:
∗ il valore creato dal progetto in
termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi
offerti ai cittadini/utenti, ovvero
ai destinatari finali delle attività;
∗ miglioramento della qualità di
vita delle persone (malato ed i
suoi familiari) e sempre maggiore garanzia e rispetto dei
diritti del morente.
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IN FORMA
Anno 4 - numero 3
SPERIMENTAZIONE DI SISTEMI DI INDIVIDUAZIONE E ANALISI DEL RISCHIO NEI PRESIDI
OSPEDALIERI RIUNITI DELLA ASL 13.
Progetto 2° classificato alla seconda
edizione del Quality Day
A cura di:
Autore: dott.ssa A. Fontana *
(Direttore Medico PP.OO.R. ASL
13)
Co-Autori: dott. E. Pagani *
(Dirigente Medico), dott.ssa B.
Bragante * (Dirigente Medico),
Dott.ssa D. Kozel * (Dirigente
Medico), CPSE B. Bacchetta *
(Capo sala), CPSE C. Pozzoni *
(Capo sala), CPS L. Signorotti *
(Infermiere), CPS M.L. Zanetti *
(Infermiere), dott.ssa L.P. Zanetta * (Coll. Amm. Esperto), Dott.
E. De Angelis ° (Medico Coordinatore); CPSE E. Parmigiani°
(Capo sala), dott. C. Sguazzini §
(Direttore Dipartimento e S.C.
Chirurgia), dott.ssa A. Rubino §
(Dirigente Medico - Borgomanero), CPSE M. Poletti § (Capo
sala), dott. A. Cavagnino #
(Direttore Dipartimento e SC Nefrologia e Dialisi), dott.ssa P.
Carpani # (Dirigente Medico),
prof. R. Russo ^ (professore associato, coordinatore Master in
Risk Management)
*Direzione Medica PP.OO.R.
ASL13
° SSVDip DEA Borgomanero –
PS Arona
§
Dipartimento Chirurgico - SC
Chirurgia ASL 13
#
Dipartimento Medico - SC Nefrologia e Dialisi ASL 13
^ Dipartimento di Sanità Pubblica
e Microbiologia dell'Università di
Torino
Obiettivi del progetto:
Sperimentare nell’ambito di tre
realtà dei Presidi Ospedalieri
Riuniti (DEA/PS; Chirurgia; Dialisi) alcuni strumenti
di identificazione e analisi del
rischio nelle strutture sanitarie,
e in particolare:
a) al DEA, il sistema di incident
reporting, modalità di raccolta
delle segnalazioni in modo
Nella fotografia uno
dei te Presidi Ospedalieri :
L’Ospedale
SS. Trinità
di Borgomanero
strutturato su eventi indesiderati, utile nella fase di identificazione e analisi del rischio
b) nei tre reparti di Chirurgia dei
PP.OO.R. e presso il Servizio
Dialisi, il metodo FMECA, tecnica sistematica per identificare e prevenire problemi sui
prodotti o processi prima che
essi insorgano
Utilizzare le informazioni - di tipo
qualitativo - generate dai sistemi
sperimentati per il miglioramento
del sistema delle cure erogate
nei Presidi Ospedalieri Riuniti
della ASL 13 (progettazione e
adozione di azioni correttive/di
miglioramento; creazione di consapevolezza negli operatori sui
temi della sicurezza del paziente)
Pianificare il sistema di identificazione del rischio da adottare
nell’ambito di tutte le strutture dei
Presidi Ospedalieri Riuniti.
Metodi utilizzati:
a) sperimentazione di sistema
di INCIDENT REPORTING al
DEA del P.O. di Borgomanero
Fasi di realizzazione del progetto e cronoprogramma
1. DEFINIZIONE DEL SISTEMA
DA ADOTTARE
∗
Definizione della Scheda di
segnalazione spontanea di
“near miss” (Master in Risk
Management – 22/02/05)
∗
Costituzione del gruppo di
lavoro referente: Direttore
Medico, Dirigente Medico
DM, Coordinatore DEA,
CPSE DEA,
∗
Esperto “on line” (Prof.
Roberto Russo – Dipartimento di Sanità Pubblica e
di Microbiologia Università
di Torino;
∗
coordinatore Master in
Risk Management)
∗
Definizione del flow chart
operativo, del sistema di
classificazione degli eventi
e del sistema informatizzato di registrazione degli
eventi (entro 15/04/2005)
2. SENSIBILIZZAZIONE DEL
PERSONALE OPERANTE AL
DEA:
∗
presentazione preliminare
del progetto al Coordinatore e al personale infermieristico
del
DEA
(25/02/2005)
∗
incontro “formativo” con
l’Esperto per sensibilizzare
IN FORMA
Pagina 8
Anno 4 - numero 3
“qualitativo” a cura del
gruppo di lavoro referente
relativo ai risultati della
sperimentazione effettuata
da divulgare alla Direzione
Generale e agli operatori
dei PP.OO.R. (in sessione
di seminario da organizzare entro 2005)
rezione Medica, Direttore e
CPSE Dipartimento Chirurgico, Medico SC Chirurgia
Servizio Dialisi: Medico Direzione Medica, Direttore e
CPSE Dipartimento Medico, Medico Servizio Dialisi
+ Esperto “on line” (Prof.
Roberto Russo – Dipartimento di Sanità Pubblica e
di Microbiologia Università
di Torino; coordinatore
Master
in
Risk
Management)
Strumenti e metodi
il personale al tema del rischio nelle strutture sanitarie, di fornire
∗
le conoscenze relative al
significato di evento - incidente, evento avverso, quasi incidente e sicurezza del
paziente, di addestrare
all’uso della scheda di segnalazione (programmato
per l’11/04/2005 ore 14.00)
3. AVVIO DEL SISTEMA DI INCIDENT
REPORTING
(sperimentale per tre mesi dal
15/04 al 15/07 c.a.):
∗
adozione della scheda di
segnalazione (su base volontaristica, confidenziale)
∗
ricezione ed analisi delle
segnalazioni (qualitativa) da
parte del coordinatore DEA,
in tempo reale
∗
utilizzo delle segnalazioni
per la progettazione di interventi a soluzione dei problemi emersi (gruppo di lavoro
referente)
∗
adozione di interventi coerenti con quanto emerso
dalle segnalazioni elaborate
(gruppo di lavoro referente)
∗
utilizzo del sistema delle
segnalazioni per monitorare
le azioni introdotte (gruppo
di lavoro referente)
∗
restituzione delle informazioni (gruppo di lavoro referente)
4. VALUTAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE
∗
redazione
di
un
report
Il sistema di Incident reporting si
basa sulla segnalazione spontanea di evento inteso come accadimento connesso a un insuccesso (potenziale - quasi incidente –
o che ha causato danni – incidente -) rilevato dagli operatori
attraverso una scheda di segnalazione.
La sperimentazione consiste nella rilevazione degli eventi che
accadranno al DEA di Borgomanero attraverso la scheda di segnalazione spontanea da parte
degli operatori per un periodo di
tre mesi (con possibilità di prolungare la durata, ove ritenuto opportuno)
∗
2. FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLE CHIRURGIE E
DELLA DIALISI:
∗
presentazione preliminare
del progetto al Direttore e
al CPSE del Dipartimento
Chirurgico e al Direttore
del Dipartimento Medico
(15/03/2005)
∗
b) sperimentazione del metodo
FMECA nei tre reparti di Chirurgia dei PP.OO.R. e presso il Servizio Dialisi
Fasi di realizzazione del progetto e cronoprogramma
1. DEFINIZIONE DEL SISTEMA
DA ADOTTARE
∗
Definizione dell’oggetto
dell’analisi: descrizione del
corretto svolgimento delle
attività necessarie a realizzare il servizio Chirurgia e
Dialisi (check list)
∗
Analisi qualitativa: definizione di tutti i possibili modi
di errore/guasto, i loro effetti, le cause potenziali –
(a cura di esperto in Risk
Management)
∗
Costituzione del gruppo di
lavoro referente:
S.C. Chirurgia: Medico Di-
Definizione del flow chart
operativo (entro il 15 aprile
2005).
incontro “formativo” con
l’Esperto per sensibilizzare
il personale al tema del
rischio nelle strutture sanitarie, di fornire le conoscenze relative al metodo
FMECA, di addestrare
all’analisi quantitativa
(programmato per
11/04/2005 ore 14.00)
3. APPLICAZIONE DELLO FMECA:
∗
analisi quantitativa: formulazione di giudizio di valore
da parte degli operatori
delle tre Chirurgie e della
Dialisi su criteri predefiniti
per calcolo di indice di priorità del rischio (IPR)
∗
utilizzo degli IPR per rilevare le situazioni a maggior rischio e individuare le
priorità di intervento
(rispettivamente: Direttore e CPSE Dip Chirurgico
e Dialisi)
IN FORMA
Pagina 9
∗
discussione dei risultati
con gli operatori coinvolti
nella rilevazione (entro un
mese dall’avvio dell’analisi)
∗
assunzione delle decisioni
per abbassare il livello di
rischio (controllo, riduzione, eliminazione)
Anno 4 - numero 3
dei pazienti, dei loro familiari e degli operatori costituisce il valore aggiunto del
progetto in termini di miglioramento concreto della
qualità dei servizi offerti ai
cittadini/utenti della ASL
13.
2.
Gli strumenti sperimentati
sono innovativi rispetto ai
diversi sistemi obbligatori
già esistenti, con i quali è
necessario/utile che si integrino. I sistemi obbligatori
resi tali per legge o norme
specifiche si concentrano
su eventi particolarmente
rilevanti, di solito con esiti
gravi, nell’intento di fornire
agli utenti un livello minimo
di protezione. E’ però riconosciuto dagli esperti che
gli eventi che hanno seri
esiti non sono che la punta
dell’iceberg di una realtà in
cui, fortunatamente, errori
e incidenti vengono normalmente intercettati prima
che producano conseguenze, o queste sono estremamente ridotte. I sistemi di
reporting focalizzati sul
miglioramento sono orientati ad allargare il tradizionale campo di osservazione considerando tutti gli
eventi cui non conseguono
danni (near miss) o in cui
essi sono minimi. Lo scopo
principale di un tale approccio è quello di comprendere
meglio
l’organizzazione, in particolare di identificare i difetti di
sistema che favoriscono
l’insorgenza degli eventi,
prima che questi si manifestino con conseguenze
dannose.
3.
La sperimentazione risulta
preliminare all’impianto di
un sistema aziendale di
Risk Management.
4. VALUTAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE
∗
redazione di un report
“qualitativo” a cura del
gruppo di lavoro referente
relativo ai risultati della
sperimentazione e f f e t tuata da divulgare alla Direzione Generale e agli
operatori dei PP.OO.R. (in
sessione di seminario da
organizzare entro 2005)
Strumenti e metodi
Il metodo FMECA “Failure Mode
and Effect Criticality Analisys”
è una tecnica sistematica per
identificare e prevenire problemi
sui prodotti o processi prima che
essi insorgano, utilizzata da oltre
30 anni
in settori industriali
(automobilistico, aeronautico) e
recentemente proposta dalla
Joint Commission alle Organizzazioni sanitarie quale strumento
per la prevenzione dei rischi.
L’applicazione del metodo mira a
ottenere una misura del grado di
percezione degli eventi potenzialmente pericolosi per il paziente e
dell’individuazione delle priorità di
intervento sanitarie . Le indicazioni che si ottengono possono essere utilizzate per individuare la
migliore allocazione di risorse
che possano prevenire più efficacemente i rischi e migliorare le
condizioni organizzative.
Stato del progetto:
in corso di realizzazione.
Risultati:
L’applicazione pratica in campo
ospedaliero di strumenti per la riduzione del rischio clinico in
un’ottica di Risk Management mira
ad un miglioramento del sistema
delle cure erogate nei Presidi Ospedalieri Riuniti della ASL 13,
attraverso la progettazione e adozione di azioni correttive/di miglioramento e la creazione di consapevolezza negli operatori sui temi
della sicurezza del paziente.
Il risultato atteso finale è la pianificazione di un sistema di identificazione del rischio da adottare
nell’ambito di tutte le strutture dei
Presidi Ospedalieri Riuniti..
Valutazione:
1.
2.
3.
4.
rispetto dei programmi operativi (fasi, attività, ruoli,
tempi)
grado di compliance da parte degli operatori coinvolti
reports di valutazione delle
due sperimentazioni e organizzazione di seminario divulgativo
proposta di sistema aziendale di identificazione e gestione del rischio
Conclusioni/possibili ricadute:
1.
L’adozione nella realtà dei
Presidi Ospedalieri Riuniti di
s t r u m e n t i
p e r
l’identificazione e l’analisi
del rischio ovvero di strumenti il cui utilizzo è in grado di facilitare l’adozione di
misure che promuovono e
mantengono la sicurezza
IN FORMA
Pagina 10
Anno 4– Numero 3
DALL’ESCLUSIONE AL REINSERIMENTO:
PER UNA PRATICA PSICHIATRICA IN UNA COMUNITÀ CHE GUARISCE.
Metodi utilizzati:
Il progetto è stato realizzato :
1) con il potenziamento, nel corso del 2004, delle attività di
riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale (DSM),
attraverso la messa a punto
di un“PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE”, che si svolge:
Progetto 3° classificato alla seconda
edizione del Quality Day
A cura di:
Autore: dott. Domenico Nano
(Direttore Dipartimento salute
mentale – sud) nella foto sopra.
Co-Autori: dott.ssa Lena Benedetti, dott.ssa Paola Bossi, dott.
Franco Mittino, sig.a Doriana
Carimali, sig.a Anna Rita Audone, sig.a Egidia Ferrari
(Dipartimento Salute Mentale sud)
Obiettivi del progetto:
Il definitivo superamento
dell’Ospedale Psichiatrico ha permesso la nascita di una nuova
psichiatria: al manicomio, luogo di
custodia e di esclusione, si è sostituito il territorio come possibilità
di riabilitazione e di reinserimento
sociale.
Il progetto è realizzato a favore di
pazienti psichiatrici gravi (con disturbi schizofrenici o disturbi di
personalità) con il fine di consentire loro:
1)
di usufruire di un
“PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE ”
a) in luoghi diversi
b) attraverso interventi riabilitativi individualizzati
c) utilizzando specifici strum e n t i d i v a l u t a zi o n e
dell’esito del trattamento
2)
e di vivere in una propria casa, in un “GRUPPO APPARTAMENTO”.
a) in luoghi diversi:
∗ Comunità Terapeutica A
(“L’Oasi”) e B (“I Tigli”):
due strutture residenziali
di 20 posti letto ciascuna
che
accolgono pazienti
che, per condizioni cliniche, per particolari rapporti
familiari e sociali e per
insufficiente autonomia
nelle attività della vita quotidiana, necessitano di
interventi terapeuticoriabilitativi in residenzialità
extraospedaliera con appoggio da parte di personale psichiatrico
24 ore
su 24.
∗ Centri Diurni di Novara (“I
Girasoli”) e di Galliate (“Il
Melograno”): strutture semi-residenziali che accolgono pazienti che non necessitano di un ricovero in
Comunità Terapeutica, ma
di vivere alcune ore al
giorno in un luogo,come il
Centro Diurno, che consenta loro di usufruire di
un articolato programma di
riabilitazione.
b) attraverso interventi riabilitativi individualizzati:
1.
Interventi rivolti alle attività
di base per la cura del sé:
lavarsi, vestirsi, prepararsi
il pasto.
2.
Interventi rivolti alle cosiddette “attività strumentali”:
usare i mezzi pubblici, fare
la spesa, usare il danaro,
inserirsi in attività ricreati-
3.
4.
5.
6.
7.
8.
ve.
Interventi rivolti allo sviluppo delle relazioni interpersonali e al miglioramento
delle funzioni cognitive,
attraverso l’applicazione di
specifiche tecniche terapeutico-riabilitative.
Interventi di risocializzazione: gruppi finalizzati
all’ascolto di musica, alla
visione e discussione di
film, alla partecipazione ad
attività culturali e ricreative
(visite a città d’arte, soggiorni estivi).
Interventi di tipo espressivo: atelier grafico e di falegnameria, gruppo teatro,
composizione di fiori, musicoterapia, laboratorio di
fotografia
Interventi di tipo praticomanuale: cucito, ricamo,
patchwork, giardinaggio.
Interventi di tipo motorio
attraverso la costituzione
di gruppi sportivi.
Interventi di addestramento e formazione al lavoro,
finalizzati all’inserimento
del paziente in aree lavorative, attraverso la convenzione con Cooperative
Sociali ed Enti Locali,
l’erogazione di Borse Lavoro e, quando possibile,
con l’assunzione diretta.
c) utilizzando specifici strumenti
di valutazione dell’esito del trattamento.
Gli interventi riabilitativi sono
valutati dal giudizio clinico del
medico responsabile di ciascun
progetto e attraverso i seguenti
strumenti:
∗
Scala CGI – Clinical Global Impression
∗
Scala di valutazione dei
bisogni rilevati e delle risorse
∗
Scala LSP – Like Skill Profile
∗
Scala di valutazione delle
IN FORMA
Pagina 11
abilità fondamentali di Luc
Ciompi (adattata)
Scala DAI 10 – Drug Attitude Inventory 10, per la
risposta soggettiva all’uso
dei farmaci da parte del
paziente
Scala SF 36 – Short Form
36, per la valutazione della
Qualità della Vita
Scala di valutazione del
livello di soddisfazione da
parte del paziente, dei
familiari e dell’équipe
∗
2) Con l’attivazione, nel corso
del 2004, del 5° “GRUPPO APPARTAMENTO” nella Città di Novara
a) Identificando la zona della
città più idonea al reinserimento, in un’ottica di
“comunità che guarisce”.
b) Identificando i pazienti da
inserire, in base alla possibilità di convivenza (in
relazione alla struttura di
personalità e al percorso
nel suddetto “Programma
di riabilitazione”): si tratta
di pazienti precedentemente ricoverati in Comunità Terapeutica
e
che, non necessitando
più di un’assistenza continuativa da parte di personale psichiatrico, possono
vivere
in una Casa
(“Gruppo Appartamento”),
frequentando i Centri
Diurni (con un ulteriore
percorso nel programma
di riabilitazione) o i Centri
di Salute Mentale (con un
sostegno psicoterapeutico e/o farmacologico).
L’inserimento lavorativo,
con assunzione diretta o
con Borsa Lavoro, consente loro di pagare
l’affitto dell’appartamento.
c) Identificando gli operatori
del Dipartimento di Salute
Mentale di supporto al
Gruppo Appartamento.
∗
∗
∗
∗
Stato del progetto: concluso.
Risultati:
Durante l’anno 2004:
∗
∗
∗
∗
H anno u suf r uito d el
“PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE” del Dipartimento di
Salute
Mentale
(DSM)complessivamente:
239 pazienti
Sono stati ospitati nelle 2
Comunità Terapeutiche del
DSM: 76 pazienti
Hanno frequentato i 2 Centri Diurni del DSM: 112 pazienti
Hanno usufruito di Borsa
Lavoro per inserimento lavorativo: 58 pazienti
È stato realizzato il 5° GRUPPO APPARTAMENTO del DSM
per 3 pazienti.
Gli ospiti dei cinque Gruppi
Appartamento sono complessivamente 17.
Valutazione:
a) Il “PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE” è valutato dal giudizio
clinico del medico responsabile di ciascun progetto e attraverso i seguenti strumenti:
∗ Scala CGI – Clinical Global Impression
∗ Scala di valutazione dei
bisogni rilevati e delle
risorse
∗ Scala LSP – Like Skill
Profile
∗ Scala di valutazione delle
abilità fondamentali di Luc
Ciompi (adattata)
∗ Scala DAI 10 – Drug Attitude Inventory 10, per la
risposta soggettiva all’uso
dei farmaci da parte del
paziente
∗ Scala SF 36 – Short Form
36, per la valutazione della Qualità della Vita
∗ Scala di valutazione del
livello di soddisfazione da
parte del paziente, dei
familiari e dell’équipe
b) Il 5° “GRUPPO APPARTAMENTO” è stato realizzato a Novara in Via Volta, nel marzo
2004.
Anno 4– Numero 3
Conclusioni/possibili ricadute:
Il potenziamento delle attività di
riabilitazione del Dipartimento di
Salute Mentale con la realizzazione di uno specifico
“PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE”
per ciascun paziente – attuato in
luoghi diversi e con interventi
verificabili attraverso scale di
valutazione – consente il reinserimento sociale del paziente psichiatrico.
Un paziente finalmente non più
escluso ed emarginato all’interno
delle mura di un ospedale psichiatrico, ma inserito attivamente
con un lavoro ed una casa
(“GRUPPO APPARTAMENTO”) in
una comunità che, accogliendolo, può guarire.
Il promuovere tale accoglimento
è momento essenziale per la
realizzazione di una nuova psichiatria.
IN FORMA
Pagina 12
Anno 4– Numero 3
… ALLERGIE E INTOLLERANZE AGLI ALIMENTI…
A cura del dott. Luigi La Rosa, medico
di Allergologia in collaborazione con
Elena Vallana
Le allergie e le intolleranze alimentari rappresentano un problema sanitario emergente in ragione
del crescente aumento dei soggetti
interessati: secondo le stime attuali coinvolgono circa l’8% dei bambini ed il 3% degli adulti
Sull’argomento abbiamo intervistato il dott. Luigi La Rosa, Dirigente Medico della Struttura Semplice a Valenza Dipartimentale del
Presidio Ospedaliero di Borgomanero dell’ASL n. 13.
Quali sono le reazioni agli alimenti?
Le reazioni ad alimenti possono
essere tossiche e non tossiche.
Le reazioni tossiche sono rare,
si verificano in tutti i soggetti che
mangiano l’alimento e dipendono da tossine (naturali o comparse durante la produzione
d e g l i a l i m e nt i ) . E s e m p i :
l’intossicazione da funghi, la
gastroenterite da cibi avariati, e
le reazioni pseudoallergiche
(come se fosse un’allergia) ad
es. da pesce mal conservato).
Le reazioni non tossiche si differenziano in intolleranze e allergie vere e proprie.
Se, bevendo il latte o mangiando latticini, compaiono nausea,
diarrea o dolori addominali è
possibile che si sia carenti
nell’enzima che digerisce il latte
(intolleranti al lattosio). La diagnosi viene fatta con un test che
analizza l’aria espirata dopo ingestione di lattosio.
Si può essere intolleranti a sostanze (istamina, tiramina, ..)
naturalmente presenti in alcuni
alimenti (es. formaggi e vini) con
cefalea o sintomi cutanei.
Può dott. La Rosa chiarirci alcuni
dubbi….
La celiachia (intolleranza al glutine) si manifesta in individui predisposti geneticamente con manifestazioni prevalentemente gastroenteriche. Quando vi è il sospetto
clinico la diagnosi viene fatta con
un esame del sangue e con
l’analisi al microscopio di un piccolo prelievo di tessuto intestinale.
I celiaci devono seguire una dieta
priva assolutamente di glutine
(presente nel frumento, segale,
avena e orzo).
Gli additivi sono tutte quelle sostanze che vengono aggiunte
all’alimento durante la lavorazione
(conservante, colorante, esaltante
di sapidità,…). Vi è la possibilità
che si sviluppi una intolleranza/allergia nei confronti di questi con
disturbi simili all’allergia alimentare classica (vedi sotto). Per la diagnosi, dopo dieta di esclusione,
viene eseguito il test di scatenamento (si somministra l’additivo
sospetto).
e le allergie alimentari…
Le allergie alimentari (vere e
proprie) sono causate da una abnorme reazione del sistema immunitario nei confronti di un alimento con comparsa di sintomi
immediati che possono essere di
diversa gravità.
I bambini allergici soffrono spesso
di dermatite (detta atopica) che si
manifesta con pelle secca, prurito,
rossore, sintomi che possono essere causati o peggiorati da
un’allergia alimentare.
Gli alimenti vegetali, e spesso nei
soggetti allergici ai pollini, possono causare prurito al cavo orale
con possibile comparsa di vescicole e gonfiore.
Tra i sintomi più comuni delle reazioni da alimenti l’orticaria (pomfi
come punture di zanzara pruriginose) e edema (gonfiore dei tes-
suti sottocutanei).
Meno frequenti le manifestazioni
respiratorie (raffreddore, crisi di
asma) che possono presentarsi
anche con inalazione di alcuni
alimenti.
Nello shock anafilattico, dopo
una rapidissima cascata di sintomi
premonitori possibili (prurito, gonfiori cutanei, nausea, starnuti, tosse,..) vi è il coinvolgimento del
sistema cardiocircolatorio con abbassamento, a volte drammatico,
della pressione arteriosa (causa
delle perdite di coscienza): il tutto
in pochi minuti.
Gli alimenti maggiormente allergizzanti sono latte, uova, pesci,
crostacei, arachidi, soia, frutta
secca in generale, mela, sedano,
pomodoro, banana, kiwi, pesca,
carota.
Esistono numerosi test proposti
dalla cosiddetta Medicina alternativa cui si sottopongono purtroppo
parecchie persone, spesso consigliate da parenti o da amici degli
amici e purtroppo anche pubblicizzati dalla stampa non medica, ma
è da sottolineare che per tali test
non vi sono dimostrazioni scientifiche di validità. Tali “false diagnosi”
possono avere ricadute drammatiche sui pazienti con restrizioni
dietetiche insensate ed anche
pericolose soprattutto nell’età dello sviluppo.
La diagnosi di allergia alimentare
viene fatta dallo Specialista Allergologo dopo aver raccolto una
accurata anamnesi (intervista al
paziente), aver eseguito i prick
test (si punge la cute con una
lancetta dopo aver applicato estratti di alimenti) ed eventualmente un esame del sangue specifico e una valutazione della risposta ad alcune diete mirate. In
alcuni casi selezionati per la conferma diagnostica è previsto infi-
Pagina 13
ne che l’alimento venga somministrato in Ambulatorio ad opportune dosi.
Nelle dermatiti atopiche del bambino da non molto tempo sono
previsti ulteriori test con estratti
alimentari applicati con cerotti sul
dorso (Patch test).
Cosa consiglia al paziente che ha il
dubbio di essere allergico ad un
alimento...
In conclusione, il paziente che
sospetti di essere allergico ad un
alimento o a componenti di esso
(qualunque sia il meccanismo
scatenante) deve sapere se lo è
effettivamente: affidarsi ad uno
Specialista Allergologico è il modo più serio per affrontare il problema.
Non eseguire prove domiciliari di
assunzione degli alimenti sospettati: può essere potenzialmente
pericoloso. Dal momento che i
tempi delle reazioni allergiche
possono essere molto brevi, paziente deve essere educato ad
affrontare già da solo eventuali
nuove emergenze con farmaci
specifici anti-allergici.
Una volta riconosciuta l’allergia o
intolleranza, essere a conoscenza della possibilità di trovare gli
alimenti anche in altre preparazioni come contaminante: infatti è
sufficiente una piccola quantità
contaminante di un altro alimento
(lo Specialista fornirà alla fine
degli accertamenti elenchi di alimenti a rischio). Importantissimo
quindi leggere le etichette! In tal
senso si spera che le nuove norme europee in termini di etichettatura alimentare “trasparente”
tutelino sempre di più i nostri pazienti aiutandoli a fare prevenzione.
FARMACI ANTI-ALLERGICI
Antistaminici e cortisonici: agisco no b locca ndo l ’ azion e
dell’istamina e delle altre sostanze chimiche liberate dal sistema
immunitario in corso di reazione
allergica e responsabili delle manifestazioni cliniche.
Adrenalina: farmaco salvavita
che impedisce la catastrofica se-
IN FORMA
Anno 4– Numero 3
quenza del coinvolgimento cardiocircolatorio della grave reazione allergica; da utilizzare
nell’emergenza dal paziente che
ha una storia di shock anafilattico
(in commercio disponibili siringhe
autoiniettabili con la dose del farmaco). Se gli accertamenti allergologici evidenziano il pericolo di
una nuova reazione anafilattica,
per tali pazienti è prevista anche
la distribuzione diretta del farmaco a totale carico del SSN.
COME SI PRENOTA
Le prenotazioni per l’effettuazione
di una visita allergologica presso la S.S.v.dip. di Allergologia
dell’ASL 13 possono essere effettuate presso il Centro Unico Prenotazioni dell’Ospedale di Borgomanero presso il Centro Unico
Prenotazioni (C.U.P.):
∗
direttamente agli sportelli
in viale Zoppis, 10, dal
lunedì a giovedì ore 8.15
alle 15.15, venerdì dalle
8.15 alle 13.00
∗
telefonando al n° 0322/848355 dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle
ore 14.00.
E’ possibile telefonare direttamente agli Ambulatori di Allergologia per informazioni chiamando
il n. 0322 848370, oppure per chi
è abituato a navigare in rete,
mandare un messaggio di posta
elettronica all’indirizzo email:
[email protected]
PER SAPERNE DI PIU’
Per saperne di più è possibile
consultare i siti:
www.fodallergy.org
www.allegriallergia.org
www.asmaeallergia.it
Nelle foto a destra alcuni test, a
sinistra un esempio di reazione allergica
Allergia alimentare: reazione
più o meno grave scatenata entro pochi minuti dal nostro sistema immunitario dall'assunzione
di un alimento anche in piccole
quantità Possibili sintomi: prurito,
orticaria, disturbi gastrointestinali
o respiratori, shock anafilattico.
Intolleranza alimentare: può
causare sintomi spesso simili a
quelli delle allergie (ma prevalentemente gastrointestinali), causati o da carenze dell’enzima
specifico ( sostanza che digerisce l’alimento) o da additivi, da
residui dei processi di lavorazione (ormoni, antibiotici,) o da altri
meccanismi. L’entità dei sintomi
è legata alla quantità
dell’alimento ingerito.
IN FORMA
Pagina 14
Anno 4– Numero 3
Il PARKINSON NON FA PIU’ PAURA
Intervista alla dott.ssa Laura Godi Responsabile Dirigente Medico Responsabile della Struttura Semplice a valenza Dipartimentale di Neurologia
dell’ASL 13.
Il Parkinson per anni ha riscosso
grande paura, ma la testimonianza di
una grande personalità come quella di
Papa Giovanni Paolo II ha permesso
di attirare l’attenzione su questa malattia e di parlarne con meno pudore
e soprattutto di farla conoscere ad
una più ampia fascia di popolazione.
I numerosi servizi televisivi e di
stampa hanno rivelato – afferma la
dott.ssa Godi - tanti risvolti della
vita pastorale e personale del Pontefice. E rivedere, nel tempo di un
programma televisivo, la sintesi
della sua vita, e in particolare la
trasformazione del suo aspetto fisico, ci fa ancora una volta riflettere
sulla malattia: il Parkinson. Le parole che Giovanni Paolo II ha pronunciato il giorno della sua nomina nel
1978 - che certamente avevano
una valenza più estesa -: “Non abbiate paura..”. devono aiutare anche chi convive ogni giorno con
questa malattia.
Possiamo affermare che la malattia
di Parkinson fa certamente meno
paura oggi rispetto a qualche anno
fa, perché fortunatamente le risorse
scientifiche offrono vari presidi terapeutici.
Di cosa si tratta?
Il Parkinson è una malattia del sistema extrapiramidale, ovvero di
quelle strutture che realizzano non
il movimento ma la sua qualità. Nel
tempo i malati parkinsoniani pur
essendo in grado di compiere tutti i
movimenti, lo fanno con difficoltà
perché più lenti, impacciati, con
tremore.
Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi cardine sono costituiti da
tremore a riposo, rigidità plastica e
rallentamento dei movimenti, che
vengono semplificati ed impoveriti.
A questi si aggiunge la perdita del
controllo posturale. I sintomi,
spesso asimmetrici, sono la conseguenza di alterazioni degenerative di alcune strutture cerebrali,
della sostanza nera in particolare,
e per molti anni della malattia con
i farmaci che vanno a migliorare la
connessione tra le diverse strutture coinvolte nel circuito alterato
(Figura 1 vie dopaminergiche
cerebrali).
Il tasso di incidenza, ovvero il numero di nuovi casi anno, della
malattia di Parkinson varia tra 1,9
e 22,1 per 100.000 abitanti, ed
aumenta nelle età più avanzate.
Nonostante si ipotizzi che
all’origine della malattia di Parkinson contribuiscano sia fattori ambientali che ereditari, non è stata
ancora individuata una causa specifica; due sono fattori di rischio
noti: familiarità per malattia ed
esposizione occupazionale a pesticidi, ed un fattore protettivo:
esposizione a fumo di sigaretta,
per lo sviluppo della malattia.
Minori evidenze epidemiologiche
supportano l’ipotesi che fattori di
rischio siano anche l’esposizione
a metalli pesanti e la residenza in
aree rurali.
Come si diagnostica questa malattia?
La diagnosi del Parkinson è basata su criteri clinici e gli esami strumentali che talvolta si richiedono
servono ad escludere altre forme
di parkinsonismo, cioè di malattie che si manifestano anche
con i segni del Parkinson, ma
che possono riconoscere cause
differenti ed il cui trattamento
può essere diverso, spesso meno efficace.
Precedentemente ha parlato di
sintomi principali, ma ci possono
essere altre manifestazioni di tale
malattia?
Accanto ai classici sintomi motori (tremore a riposo, bradicinesia, rigidità, instabilità posturale,
disturbi dell’andatura, riduzione
della mimica faciale (ipomimia),
difficoltà di linguaggio (disartria,
ipofonia), alterazione della scrittura (micrografia) possono essere presenti anche disturbi del
sistema nervoso autonomico
(ipotensione ortostatica, disturbi
urinari, stipsi), sintomi psichici
(depressione, apatia, bradifrenia, demenza), disturbi del sonno (frammentazione del sonno
notturno, eccessiva sonnolenza
diurna, sindrome delle gambe
senza riposo).
Ancora oggi la diagnosi di
“Malattia di Parkinson idiopatica”
è clinica.
Un’attenta analisi della modalità
di inizio dei sintomi citati, della
progressione di malattia e della
risposta alla terapia possono
permettere di effettuare una diagnosi corretta.
Accanto alla valutazione clinica,
sono da tener presente gli accertamenti neuroradiologici, i
test di somministrazione orale,
sottocute o endovenosa di farmaci dopaminergici (levodopa o
apomorfina) e alcuni esami testanti le funzioni autonomiche.
Altri esami?
Gli esami strumentali possono
essere utili per la diagnosi differenziale anche se le neuroimmagini (TC e RM encefalo) non
evidenziano alterazioni specifi-
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che. Più di recente è stato dimostrato che la SPECT integrata
con l’anamnesi e la presentazione clinica, è di notevole aiuto
diagnostico poiché permette di
confermare o di escludere la
compromissione del sistema
dopaminergico anche in uno
stadio precoce di malattia.
E’ possibile curare il Parkinson con
una terapia farmacologica?
Nella malattia di Parkinson la
L-Dopa è certamente il farmaco
più efficace nel controllo dei sintomi, trasformandosi a livello
cerebrale nel mediatore chimico
dopamina; il suo uso a lungo
termine è tuttavia associato allo
sviluppo di complicanze, tra cui
le fluttuazioni motorie e le discinesie.
La interrompo, può chiarire i due
aspetti?
Le fluttuazioni motorie sono un
fenomeno per cui dopo alcuni
anni di assunzione del farmaco il
paziente ne avverte l’efficacia
solo per alcune ore, ed ha la
necessità della dose successiva
dovendo pertanto anticipare
l’orario della compressa successiva o associare formulazioni a
lento rilascio. A volte la fine dose è solo una percezione soggettiva, senza particolare ricaduta motoria; a volte invece è proprio un “blocco motorio” per cui il
paziente non riesce a programmare ed eseguire movimenti
anche semplici.
Le discinesie sono invece dei
movimenti in eccesso degli arti
e/o del capo, involontari, che
possono essere presenti durante le ore di massima efficacia
della pastiglia, o solo all’inizio e
alla fine della sua azione.
La causa delle complicanze motorie è ad oggi sconosciuta; tuttavia sembra legata ad una
maggiore perdita dei terminali
dopaminergici ed una ridotta
capacità di immagazzinamento
della dopamina, e ad ipotetiche
alterazioni molecolari.
Ritorniamo ai farmaci…
E’ pratica corrente, in particolare
nei pazienti con età inferiore a
IN FORMA
70 anni, associare alla L-dopa
un farmaco dopaminoagonista,
o addirittura far assumere solo
quello, rimandando nel tempo
l’avvio di L-dopa.
Tali farmaci (apomorfina, cabergolina, pramipexolo, ropinirolo)
concorrono a stimolare il recettore per la dopamina. Non necessitano di trasformazioni biochimiche a livello cerebrale,
hanno una maggiore durata di
azione, e per alcuni di essi sono
in commercio o di prossima
commercializzazione formulazioni differenti da quella per bocca
(iniettiva, transdermica…).
E’ stato ipotizzato per questi
farmaci un meccanismo neuroprotettivo, ma non vi sono chiare
conferme scientifiche.
Altri farmaci utilizzati sono
l’entacapone, la selegilina e la
amantadina; intervengono nella
riduzione del catabolismo della
L-dopa, rendendola maggiormente efficace.
E per il futuro cosa si prevede?
Nuove prospettive terapeutiche
sono aperte dallo studio di farmaci che possano arrestare la
degenerazione delle cellule della
sostanza nera, e dalle ricerche
sui trapianti di cellule staminali
che dovrebbero ripristinare la
funzione persa.
Negli ultimi anni si sono diffuse
anche in Italia tecniche di Deep
Brain Stimulation (DBS), ovvero
di stimolazione cerebrale profonda, per cui uno stimolatore impiantato sottocute (tipo un Pace
Maker) viene connesso ad elettrodi inseriti profondamente nel
cervello. Tale metodica viene
generalmente proposta a pazienti di età non troppo avanzata, che rispondono alla L-dopa
ma presentano notevole disabilità indotta dalle fluttuazioni motorie. L’obiettivo della DBS è ottenere un miglioramento della
qualità di vita del paziente attraverso un miglioramento delle
prestazioni motorie grazie a una
corretta combinazione di stimolazione e trattamento farmacologico.
Quali altri consigli può dare…
Anno 4– Numero 3
Certamente la malattia trae beneficio anche da alcune abitudini
di vita e da terapie non farmacologiche.
E’ bene sapere ad esempio che
l’assorbimento intestinale del
farmaco L-dopa può essere ridotto dalla contemporanea assunzione di proteine di origine
animale; è pertanto buona norma assumere il farmaco prima
dei pasti, spostando le proteine
animali (carne, formaggio) alla
sera.
E’ infine buona regola mantenere una adeguata attività fisica
quotidiana, con esercizi di mobilizzazione passiva che contrastino la rigidità e la conseguente
riduzione articolare indotta dalla
malattia.
LE ASSOCIAZIONI
SUL TERRITORIO
Le Associazioni presenti sul territorio sono attive, tanto che…
L’Associazione Parkinsoniani sede di Novara e VCO
(verbano-cusio-ossola) organizza periodiche sedute di ginnastica per pazienti e familiari presso
una palestra di Arona.
L’associazione è per i malati
occasione di incontro, di conoscenza della malattia e di impegno per iniziative di auto aiuto,
tra cui il corso di ginnastica, e
merita l’attenzione di tutti.
Per chi volesse saperne di
più,
può contattare l’Associazione al
numero telefonico
338 4554539
nelle ore pomeridiane.
IN FORMA
Pagina 16
Anno 4– Numero 3
ALL’ESTERO CON I PROPRI ANIMALI DA COMPAGNIA
∗
A cura del dott. Franco Tinelli Direttore SIAV Area A in collaborazione con Elena Vallana
L’Unione Europea ha introdotto
per gli spostamenti all’estero di
cani, gatti e furetti un documento che riporta i dati anagrafici e sanitari dell’animale: il passaporto (Regolamento 998/2003).
Il documento riguarda gli animali
da compagnia che devono essere identificati tramite microchip o
tatuati ed iscritti all’anagrafe regionale .
Il passaporto viene rilasciato esclusivamente dal Servizio
Veterinario dell’ASL.
Il proprietario deve chiederne il
rilascio tramite la compilazione di
apposito modulo presso il distretto ASL competente per il suo
Comune di residenza.
Il modulo è scaricabile anche dal
sito aziendale digitando
l’indirizzo: www.asl13.novara.it
(occorre cliccare sulla voce
“modulistica”, successivamente
sull’icona “SIAV”, quindi, “SIAV
area A” ed infine sulla sezione
“Passaporti per animali da compagnia”) per ottenere le informazioni necessarie.
Per chi non fosse abituato a
“navigare on line” può contattare il Servizio Veterinario di Arona, Borgomanero, Galliate o Novara ed ottenere indicazioni e
prenotazioni per la verifica
dell’identificazione ed i controlli
clinici obbligatori per il rilascio
del passaporto.
Il rilascio del passaporto è vincolato ai seguenti requisiti:
Destinazione Paesi Unione Europea :
l’animale deve essere identificato
ufficialmente ed iscritto
all’anagrafe;
l’animale deve essere vaccinato
contro la rabbia (da più di 20
giorni e da non oltre 11 mesi);
inoltre, per Regno Unito, Irlanda, Svezia :
l’animale deve essere sottoposto
ad un test sierologico (esame del
sangue) di titolazione di anticorpi
neutralizzanti contro il virus della
rabbia effettuato almeno 30 gg.
dopo la vaccinazione e 6 mesi
prima dello spostamento verso
Irlanda e Gran Bretagna, e 120
gg. dopo la vaccinazione per la
Svezia;
l’animale deve essere stato trattato contro le zecche e contro
l’echinococco;
Destinazione Paesi Terzi (extra
Unione Europea):
esame clinico dell’animale (per
alcuni Paesi);
“legalizzazione” del passaporto;
altri requisiti, che variano secondo la Nazione di destinazione,
devono essere verificati con la
competente Ambasciata.
E’ a carico del proprietario
dell’animale una tariffa di:
∗ per rilascio passaporto: € 5
∗ per visita clinica:
€ 15
per “legalizzazione” passaporto: € 3
Il Regolamento 998/2003/CE
prevede, inoltre, che i singoli
Stati membri possano autorizzare la movimentazione di cani,
gatti e furetti al di sotto dei tre
mesi nel rispetto di precisi requisiti.
Il Ministero della Salute ha, infatti, stabilito il divieto di introduzione in Italia di cani, gatti e
furetti di età inferiore ai tre
mesi.
Per l’espatrio di tali animali è
consigliabile contattare le
Ambasciate dei singoli Stati
di destinazione.
La reintroduzione dai Paesi
terzi di animali da compagnia al
seguito di viaggiatori è consentita solo se gli animali sono
stati sottoposti ad un prelievo
per la titolazione degli anticorpi nei confronti della rabbia, almeno 30 gg. dopo la vaccinazione.
Considerando che tale titolazione deve essere eseguita presso uno dei Laboratori riconosciuti dalla Commissione
Europea
e che, se
il prelievo
medesimo
non
viene eseguito prima della partenza dall’Italia deve essere
effettuato almeno 3 mesi prima
della reintroduzione dai Paesi
terzi, risulta sicuramente utile
fare eseguire le prove di laboratorio in Italia.
L’esito favorevole di tali esami
verrà documentato nel passaporto e sarà permessa la reintroduzione in Italia degli animali, evitando ogni possibile insorgenza di problemi e difficoltà.
IN FORMA
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Anno 4– Numero 3
Z.T.L.: ZONA A TRAFFICO LIMITATO
ALL’INTERNO DELL’AREA OSPEDALIERA DI BORGOMANERO
circolazione a 30 Km/h in corrispondenza del Padiglione ex
Scuola Infermieri ed il Padiglione
Centrale (e dirigersi a doppio
senso di circolazione fino al
Padiglione Maternità. L'uscita
avverrà percorrendo lo stesso
tragitto, sul retro della Palazzina
ex Scuola Infermieri dotata di
cancello automatico a fotocellula.
a cura di Elena Vallana
L'A.S.L. n. 13 comunica, per un
corretta e completa informazione
alla popolazione che, a seguito
dell'inizio dei lavori per la realizzazione del nuovo DEA/PRONTO
SOCCORSO del Presidio Ospedaliero di Borgomanero ed in previsione di altri interventi di completamento e di riordino della Struttura, - che comportano l'apertura di
ulteriori cantieri di lavori -, con
ordinanza del Sindaco del Comune di Borgomanero n. 92 dell’11
maggio 2005 è stata istituita una
Zona a Traffico Limitato (ZTL)
nelle aree ad uso pubblico interne
al Presidio Ospedaliero citato ed
inoltre il divieto di sosta e di fermata 0-24 h., con rimozione forzata, al di fuori degli appositi spazi.
Le autovetture che dovranno recarsi presso il DEA/Pronto Soccorso potranno circolare a “passo
d’uomo” a doppio senso di circolazione con ingresso e uscita
presso la Portineria-Centralino
dell’Ospedale.
Gli automezzi che dovranno recarsi presso la Palazzina Maternità
(urgenza/emergenza Pediatria e
Ginecologia) potranno entrare
dall'ingresso
PortineriaCentralino del Presidio Ospedaliero, transitare a senso unico di
Sarà possibile accedere ai Poliambulatori che ospitano oltre
alle attività ambulatoriali ospedaliere e distrettuali, il Day Hospital
Oncologico, il Servizio Immunotrasfusionale, le Cure Palliative/Terapia Antalgica, l'Anatomia
Patologica, da Via Volontari del
Sangue/Via Stretta.
Le autovetture delle persone che
utilizzano i servizi dell’Ospedale
potranno sostare negli spazi adibiti a parcheggio pubblico, identificati da apposita segnaletica,
per un tempo massimo di 30
minuti decorrente dall'ora indicata dal disco orario - da esporre in modo ben visibile
all’interno del parabrezza -.
I veicoli in sosta all'interno del
Presidio che risultino:
∗
parcheggiati al di fuori degli spazi delimitati;
∗
parcheggiati in posizioni
che recano intralcio al traffico veicolare all'interno
del Presidio;
∗
parcheggiati negli spazi
riservati alle specifiche
categorie, privi di contrassegno identificativo;
∗
parcheggiati oltre il termine massimo di permanenza consentito (30 minuti);
saranno sanzionati ed eventualmente rimossi, come da segnaletica apposta ai sensi del
vigente Codice della Strada.
Nell’area interna all’Ospedale
sono stati, inoltre, individuati, con
a p p o s i t a
s e g n a
letica, alcuni spazi per la sosta
riservati ai portatori di handicap,
alla Forze dell’Ordine, alla Polizia Municipale ed al carico e scarico di merci.
Si ricorda al personale dipendente dell’ASL n. 13 che a coloro
che effettuano il servizio di pronta disponibilità sono stati consegnati dalla Direzione Medica
dei Presidi Ospedalieri Riuniti di
Borgomanero appositi contrassegni da esporre in modo visibile
sul cruscotto in caso di sosta
nelle aree individuate, durante
l’espletamento di tale servizio.
IN FORMA
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Anno 4– Numero 3
STARE BENE.
APPUNTAMENTO CON L’INFORMAZIONE SANITARIA.
CONOSCERE PER PREVENIRE
Da martedì 31 maggio 2005
prende il via il rotocalco di informazione sanitaria Stare Bene
realizzato a cura dell’Azienda
Sanitaria Locale n. 13 in collaborazione con l’emittente televisiva
“Altaitalia TV” di Suno, con lo
scopo di diffondere la cultura
della prevenzione delle malattie
e con la consap evolezza
dell’importanza che riveste
l’informazione; infatti, condividendo esperienze ed informazioni e,
quindi, comunicando in modo consapevole ed efficace, inevitabilmente si migliora la qualità di
vita delle persone.
La trasmissione rientra nell’ambito
di un progetto più ampio per far
conoscere ad una fascia sempre
maggiore della popolazione i problemi legati alle malattie sociali
maggiormente diffuse nella società moderna e per incidere sulla
conoscenza dei corretti stili di vita;
progetto che coinvolge il Dipartimento Medico Azienda Sanitaria
Locale e l’Ufficio Relazioni Esterne dell’ASL n. 13, l’Assessorato
alle Politiche Sociali della Provincia di Novara ed il Presidente Unione dei Comuni del Cusio.
In particolare l’impegno è rivolto
alla prevenzione dei tumori ed alle
malattie cardiovascolari:
quali l’ipertensione arteriosa, le
dislipedemie, le abitudini scorrette
di vita, ed ad altre patologie di
grosso impatto epidemiologico.
Invito tutti a sintonizzarsi su Altaitalia TV per seguire e gli appuntamenti successivi, ogni martedì
alle 21.00 (in replica sabato alle
17.30 e domenica alle 14.30).
Se volete suggerire un argomento
che vi sta particolarmente a cuore
o volete che se ne parli; se volete
informazioni più specifiche sui
temi che verranno trattati, inviate
un’e-mail all’indirizzo:
[email protected]
Buona visione!
43° EDIZIONE DELLA FIERA DEL LAGO MAGGIORE
Nella foto a destra:
da sinistra il personale del Day Hospital oncologico, il
Consigliere provinciale Luigi Astuto il
Consigliere Regionale Graziella Valloggia, il dott. Claudio Teruggi Presidente del Coordinaento del Volontariato area nord ASL
13, il dott. Augusto
Cavagnino Direttore
Dipartimento Medico ASL 13 ed il il
Direttore Generale
ASL 13 dott. Vittorio Brignoglio.
Nella prima foto a sinistra: il dott. Venerando Cardillo nello stand de La Scintilla ed il Consigliere Regionale Roberto Boniperti;
nella seconda foto a sinitra: da sx il dott. Augusto Cavagnino, il il personale del Day Hospital oncologico ed il Consigliere Regionale Roberto Boniperti nello stand delle Associazioni di Volontariato.
Nella foto sopra a destra: da sx il consigliere provinciale Lugi Astuto, il dott. Venerando Cardillo Responsabile Cure Palliative
ASL 13, il Consigliere Regionale Graziella Valloggia, ed il dott. Vittorio Brignoglio.
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IN FORMA
Anno 4– Numero 3
…. CHI CI LASCIA E CHI ARRIVA ….
a cura di Carlo Prelli, Collaboratore del Servizio Personale
A tutti coloro che hanno raggiunto il traguardo della pensione
va l’augurio della Direzione Generale per l’attività svolta nel corso degli anni
con dedizione e professionalità ed ai nuovi assunti, l’augurio di una proficua collaborazione
P E N S IO N A T I A N N O 2 0 0 5
N O M IN A T IV O
Q U A L IF IC A
D E S P IR IT O P A S Q U A L IN A
F E R R A R I E G ID IA
L O C A R N O D A N IE L A
R A B O Z Z I M A R IA L U IS A
V E G IS D A N IE L A
C A F O R IO F IL O M E N A
C ALABR O ' C O N C ETTA
D I S A B A T O M IC H E L E
M A N IC A M A R IA G IU S E P P IN A
VALSECCHI ANGELA
OSS
C O L L .P R O F .S A N . IN F . P S IC H .
C O L L .P R O F .S A N . IN F . P S IC H .
B IO L O G O D IR IG E N T E
D IR IG E N T E M E D IC O
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C O A D IU T O R E A M M .V O
D IR IG E N T E M E D IC O
C O L L A B . A M M .V O
C O L L .P R O F .S A N . IN F . P S IC H .
D AT A
P E N S IO N A M E N T O
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A S S U N T I D A L 0 1 /0 1 /2 0 0 5
N O M IN A T IV O
Q U A L IF IC A
R A M IR E Z S E B A S T IA N A D IS
C APO NN ETTO AN G ELO
CREVACORE ELENA
D 'IN N E L L A IR M A
PAGANI ALESSANDRO
C E R U T T I C H IA R A
PASTO R E STEFAN O
T IN A Z Z O G IO V A N N I B .
F E R R E R E R L IN D A
M AFFE' STEFAN O
F O R Z A N I F A B R IZ IO
A R E Z Z I A L E S S IO
G IO R D A N O J E S S IC A
A R A N C IO M A T T E O
F A C C H E T T I P A T R IZ IA
G E N N A R O M A R IE L L A
PAO LO TTI DO N ATELLA
M IA Z Z A L A U R A
M E G N A R O S A R IA
P E R E T T I C H IA R A
M O R E L L I M A R IA C R IS T IN A
C O N TESSA CARLA
ALBER TI LO RENZO
A S T U T O T IZ IA N A
B A T T A G L IE R O P A L M A S T .
L IA S A L V A T O R E
M IN E L L A S A R A
G IA N N O T T A M A R IL E N A
G O R LER O AN TO N ELLA
E S P O S IT O M A R IO
C AR O SI ALESSAN DR A
B A T T A G L IA G IU S E P P E P .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
V E T E R IN A R IO D IR IG E N T E
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
D IR IG E N T E M E D IC O
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O LL. PRO F. TEC. PREV.
D IR IG E N T E M E D IC O
D IR IG E N T E M E D IC O
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
D IR IG E N T E M E D IC O
D IR IG E N T E M E D IC O
OSS
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
D IR IG E N T E M E D IC O
C O LL. PRO F. TEC. LAB.
D IR IG E N T E M E D IC O
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .O S T .
D IR IG E N T E M E D IC O
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O LL. PRO F. TEC. LAB.
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
C O L L .P R O F .S A N .O S T .
C O L L .P R O F .S A N .IN F .
A S S U N Z IO N E
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Anno 4– Numero 3
PARTO IN ACQUA, UN SUCCESSO BORGOMANERO
a cura del dott. Maurizio Robberto,
(nella foto) Collaboratore Amministrativo Direzione Medica dei Presidi
Ospedalieri di Borgomanero, sede di
Borgomanero.
Parto in acqua
un grande successo.
Sono sempre di più le donne che
all'Ospedale S.S. Trinità di Borgomanero che scelgono questo nuovo metodo per dare alla luce il
proprio bambino.
Nella stessa giornata dell’apertura
delle nuove sale parto
dell’Ospedale di Bogomanero—
avvenuta il 26 novembre u.s.— la
Sala adibita per il parto in acqua è
stata inaugurata da un lieto evento: la nascita di Loenzo un bel
neonato di 3kg. e 800 gr.
L’evento è stato di buon auspicio,
infatti da quando è stato istituita
questa opportunità - sono già 48
le donne che hanno utilizzato questo metodo; 32 hanno direttamente partorito in acqua, 16 hanno
effettuato il travaglio.
I commenti
sono entusiasti, tanto
che
molte
donne hanno poi pubblicamente
ringr aziato
l'equipe medica guidata
dal
dott.
Corrado
Colaci.
Scrive una madre:
"Vivo a Milano, ma ho deciso di
partorire a Borgomanero proprio
per questo motivo. L'acqua rappresenta la calma, il pulito e il sereno. I dolori alla schiena, in acqua sono diventati molto più sopportabili, si possono scegliere le
posizioni diverse più comode. La
nascita è poi il momento più spettacolare. Il bambino, vissuto per
nove mesi nel liquido amniotico, si
trova a suo agio in acqua."
Cosi' la mamma di Marta:
"Mio marito ha visto la mia bimba
nuotare per qualche secondo e
poi è stata appoggiata al mio seno. Un'esperienza bellìssìma. Rispetto al mio primo parto ho avvertito sicuramente meno dolore.”
La mamma di Corrado:
"Il momento più emozionante è
quando il bimbo viene posto al
petto, ancora attaccato al cordone
ombelicale. E' tranquillo, non piange, non vive come uno schock, il
momento del taglio del cordone."
L'Ospedale di Borgomanero è
l'unico nella provincia di Novara e
nel VCO ad avere introdotto questa tecnica innovativa che sta riscuotendo apprezzamenti e consensi tra le partorienti.
Nella foto la vasca per il parto in
acqua inserita in un ambiente confortevole e colorato
A pagina 20 è riportata in versione integrale la lettera di una
puerpera.
COMITATO DI REDAZIONE
Direzione
Vittorio Brignoglio
Giorgio Perrone
Gian Pietro Savoini
Direttore Responsabile:
Elena Vallana
Coordinatori
Redazione:
Orietta Mariani
Maurizio Robberto
Redazione:
Andrea
Bertaccini
Maurizia Brusati
Alberta Paggi
Raffaella D'Andretta
Vania Del Caldo
Edoarda Dell'Acqua
Carlo Prelli
Barbara Schietti
Giovanni Stiglio
Affettuosi auguri a
tutte le
neomamme
Pagina 21
IN FORMA
Anno 4– Numero 3
L’ASSOCIAZIONE “MIMOSA” AMICI DEL DAY HOSPITAL ONCOLOGICO DI BORGOMANERO
L’Associazione Mimosa - Amici
del Day Hospital Oncologico del
Presidio Ospedaliero di Borgomanero è nata il 1° settembre 2004
da un progetto del personale che
opera all’interno del Day Hospital
stesso.
L’idea di una Associazione di volontariato nasce dalla consapevolezza che per trattare e curare il
cancro è necessario prendersi
cura del paziente nel suo complesso bio-psico-sociale e spirituale.
La diagnosi di cancro, infatti, travolge la vita e il malato si trova
spesso improvvisamente di fronte
a numerose difficoltà.
Il malato di cancro ha paura: ha
paura di essere abbandonato,
rifiutato, isolato perché spesso la
malattia lo trasforma fisicamente e
lo deteriora psicologicamente
sgretolando la sua personalità; ha
paura della chirurgia perché viene
vissuta come mutilante; ha paura
della radioterapia e della chemioterapia perché vissuta come una
aggressione forte al proprio organismo che si debilita e si trasforma a causa degli effetti collaterali.
Il malato ha pausa della sofferenza e dell’incertezza talora della
guarigione. Inoltre, improvvisamente si trova spesso privato dal
suo ruolo famigliare e sociale
perché da persona attiva e indipendente diviene centro di crisi
famigliare e perde la sua indipendenza sociale.
La situazione diviene più gravosa quando ad ammalarsi è
un anziano: la solitudine,
l’isolamento e l’abbandono che
spesso l’anziano già vive per la
sua età diviene devastante in
presenza della malattia neoplastica tanto che spesso ha anche
rilevanti problemi di accesso al
Day Hospital per effettuare esami e terapie.
Il desiderio dei Volontari è quello
di liberarsi dal proprio ruolo sanitario per essere presenti anche
nei problemi più quotidiani nella
vita dei nostri pazienti.
Vorremmo infatti sostenere iniziative di aggregazione, di aiuto
sociale concreto attraverso la
costituzione di un gruppo di
volontari attivi che ci aiutino a
prenderci cura di ogni singolo
paziente,
consapevoli
dell’unicità del rapporto interpersonale che si stabilisce con
ciascuno di loro, delle caratteristiche di ciascuno.
Non solo curare ma anche
prendersi cura del paziente,
aiutando anche le famiglie a
vivere la malattia del proprio
caro con coraggio e serenità.
Aspettiamo tutti coloro che abbiano voglia di dedicare qualche ora della loro vita ad una
attività così importante e utile
come quella di essere vicini e
prossimi a coloro che soffrono.
Nella foto sopra: da sinistra il personale
del Day Hospital oncologico, il Consigliere provinciale Luigi Astuto il Consigliere Regionale Graziella Valloggia, il
dott. Claudio Teruggi Presidente del
Coordinaento del Volontariato area
nord ASL 13, il dott. Augusto Cavagnino Direttore Dipartimento Medico
ASL 13 ed il il Direttore Generale ASL
13 dott. Vittorio Brignoglio.
I familiari dei pazienti o chiunque fosse interessato ad avere
informazioni può telefonare allo
0322 848254, mandare un
messaggio all’indirizzo
[email protected]
oppure visitare il sito
www.associazionemimosa.it
Pagina 22
IN FORMA
GLI UTENTI
Anno 4– Numero 3
CI SCRIVONO…
La Direzione Generale dell’A.S.L. n. 13
ringrazia il personale della S.C. di Ostetricia Ginecologia
per la professionalità e competenza con la quale ogni giorno svolge la propria attività .
La segnalazione qui riportatatestimoniala qualità eccellente dei servizi sanitari erogati
Una mamma scrive al personale della Struttura Complessa di Ostetricia Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Borgomanero
P ar to in acqua, un’ e speri enz a b e llissi ma. Da pro v are!
B o r g o m an er o, 1 5 m a ggi o
La nascita di un figlio è già un’esperienza indimenticabile , ma quello che ho vissuto io
due giorni fa è stata assolutamente straor dinario. La raccomando fortemente a chi
vuole far e un’esperien za divers a e unica.
Ho voluto sempr e far e il parto in acqua, è stato una delle ragioni perché ho scelto
l’Ospedale di Borgomanero anche se vivo a M ilano. Valeva la p ena di spostarmi di 7 0
Km. In tutti i sensi.
P er me, acqua rappres enta la calma, il p ulit o, il sereno; ed il parto in acqua porta in s é
questi vantaggi.
P rima di tutto l’ambiente è molto più sereno, luci s offuse, sentirsi in acqua c alda a iutano tantissimo con il dolore delle contraz ioni. Nel momento che sono entrata in ac qua, già l’esperienza è cambiata r adicalment e.
I dolori della schiena sono diventati molto più sopportabili
C’è libertà assoluta di movim ento, s i può provare tutte le posizioni immaginabili fin chè sei immersa in ac qua.
Sapevo di non potere far cela sul lettino, al limite l’avrei fatto in piedi, invece in acq ua
ho avuto la libertà d i pr ovare 2-3 diverse posizioni e scegliere quell e che mi anda v a
meglio.
L’ espulsione era parte più spettacolar e, in quanto sei sola in a c qua, senti il bimbo c he
viene fuori solam ente con le tue s pinte, lo vedi galleggiare in acqua, nel suo ambiente
di 9 mesi.
N on ha paura, non soffre. M i è sembrato già forte più di me!
Invece il momento più emozionante è quando lo mettono sul tuo petto, ancora attaccato al cor done ombelicale.
E’ tranquillo, non piange, non vive come uno “shock” il momento del taglio del cordone.
E come risultato, io m i sono sentita vittoriosa, al sicuro!
Il team di ostetriche che mi hanno assistito erano veramente pr ofes sionali.
Il loro atteggiamento di fiducia ed il loro am ore per quello che facevano mi ha fatto
sentire al sicuro, dall’inizio alla fine.
Hanno sofferto con me – perché sappiam o che il parto non è una passeggiata – m a
hanno
anche riso
con me nei momenti che mi sentivo ridicola.
M i hanno dato fiduci a quando mi sentivo terrorizzata e mi hanno calmato qu ando mi
sentivo impaur ita.
N on basterebbe nessun “grazie” per il loro supporto. Avrei baciato lor o le mani alla
fine.
Le ttera f i rm ata
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IN FORMA n 3