Pillole di educazione sanitaria
scheda
15
per cittadini-consumatori
gennaio-febbraio 2006
Come combattere il raffreddore
Cosa accade al naso nel raffreddore?
Quando i virus (trasmessi con starnuti, tosse, dita contaminate) infettano la mucosa nasale, questa produce un
muco trasparente che aiuta a eliminarli. Dopo 2-3 giorni
le cellule del sistema immunitario che combattono i microbi fanno diventare il muco bianco o giallo. Anche i
batteri che vivono abitualmente nel naso sono eliminati
con i virus, e il muco diventa verdastro: ciò è normale e
non significa che servano antibiotici. La guarigione è
spontanea.
Quali fattori lo favoriscono?
Il raffreddore è più frequente all’inizio dell’autunno,
quando si aprono le scuole e si passa più tempo a stretto contatto in ambienti chiusi poco ventilati.
Questi virus si moltiplicano in modo ottimale alla temperatura di 33-34°C, che trovano nelle mucose del naso
dove passa la corrente d’aria respirata, ma sono incapaci di diffondersi in zone più profonde, dove la temperatura è di 37°C. Durante il raffreddore la congestione nasale non lascia passare l’aria, così la temperatura del
naso sale, la quantità di virus diminuisce rapidamente e
la guarigione è accelerata.
In realtà la maggior parte delle infezioni passa inosservata. Il raffreddore è “la punta di un iceberg”, che si manifesta solo se la carica virale è troppo alta per le nostre difese, o se queste sono indebolite, come accade quando
il naso si raffredda (perciò
proteggerlo dal gelo con
Raffreddore
una sciarpa può essere una buona
Sintomi lievi,
Difese
qualche starnuto
idea).
efficienti
Misure
igieniche
Infezione, ma senza sintomi
Esposizione ai virus, ma senza infezione
A proposito di temperature corporee, si ricorda che la
febbre non è una malattia, ma è uno dei più efficaci
meccanismi di difesa dell’organismo contro le infezioni! È una reazione comune a tutti gli uomini e agli
animali superiori, che la selezione naturale ha mantenuto nel corso di milioni di anni di evoluzione proprio per il suo valore. Infatti un aumento di temperatura da 37 a 38°C può ridurre la moltiplicazione dei
virus di oltre 90%, e per la maggior parte di loro un
ulteriore aumento arresta del tutto la moltiplicazione. Temperature di oltre 39°C che durino abbastanza a lungo bloccano anche i virus più virulenti.
La febbre facilita la guarigione anche nelle infezioni
da batteri, perché esalta l’efficienza di tutti i componenti del sistema immunitario.
Il paziente informato e che riesce a sopportarla senza
troppi problemi dovrebbe valorizzare il ruolo difensivo naturale della febbre.
Un altro generale meccanismo di difesa dalle infezioni è l’infiammazione, che provoca a livello locale
condizioni fisiche (aumento della temperatura), chimiche e biologiche (ad es. grande afflusso di globuli
bianchi, le “milizie” del sangue) che si potenziano a
vicenda nel combattere le infezioni (4).
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La maggior parte delle infezioni (vedi scheda 4) (1) è causata da due tipi di microbi:
batteri e virus. Il comune
raffreddore o rinite è
un’infezione dovuta ad almeno 200 tipi di virus (la
categoria maggiore, i rinovirus, ne ha più di 120) e colpisce ogni anno la maggior parte degli italiani, spesso più
volte, specie in giovane età.
Come curarlo
Perché non usare antibiotici...
Gli antibiotici sono indicati solo in caso d’infezioni da
batteri, gravi o che fatichino a guarire da sole (1). Sono
inutili nelle infezioni da virus (come raffreddore, sindromi influenzali, tosse, ma anche la maggior parte dei casi
di mal di gola, di sinusite e di otite), non aiutano affatto
a sentirsi meglio e possono essere dannosi. Dunque l’uso
di antibiotici nel raffreddore (anche purulento) è un errore che va decisamente scoraggiato.
...né antinfiammatori
In due studi clinici in doppio cieco (5) a volontari infettati con rinovirus è stata data aspirina o placebo, per 5
giorni. Nei primi 3 giorni non si sono avute differenze nei
sintomi. In 4a e 5a giornata con aspirina sono migliorati
alcuni sintomi (lacrimazione o bruciore oculare, starnuti, malessere, scolo nasale e mal di testa), ma solo per
quelli oculari la differenza era statisticamente significativa. Altri sintomi non sono affatto migliorati (naso chiuso,
mal di gola, tosse, raucedine).
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E la vitamina C?
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Una revisione sistematica di 55 studi comparativi (7) ha
concluso che:
la frequenza con cui il raffreddore si verifica non è ridotta dall’assunzione preventiva di dosi fino a 2 g al giorno di vit. C, anche se si è dimezzata in soggetti esposti a
sforzi o freddo intensi (maratoneti, sciatori, soldati);
alte dosi di vit. C a scopo preventivo riducono la durata del raffreddore del 14% nei bambini e 8% negli
adulti;
dei 7 studi che hanno usato grandi dosi alla comparsa dei sintomi, solo uno ha ottenuto questo effetto.
L’importanza clinica di questi effetti è discutibile. Al più
si potrebbe prendere occasionalmente qualche compressa prima di sottoporsi a sforzi intensi al freddo. Però le
grandi dosi in compresse possono dare diarrea e calcoli
renali, a differenza del buon apporto di vit. C ottenibile
con frutta e verdura fresche, sempre raccomandabile.
Rimedi non farmacologici e popolari
Prima di pensare ai farmaci, si dovrebbe sempre evitare
gli ambienti fumosi (e di fumare!) e curare l’umidificazione dei locali (rifornendo d’acqua vaschette sui termosifoni con ampia superficie d’evaporazione). Ed eventualmente instillare/far lavaggi con soluzione salina tiepida (2) e fare suffumigi: sono pratiche sicure e ragionevoli, specie per chi non si rassegna ad aspettare che le naturali difese dell’organismo finiscano il loro lavoro.
Infine studi scientifici, ripresi da un recente opuscolo del
Ministero della Salute, hanno confermato l’efficacia terapeutica di un brodo caldo di pollo.
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Con aspirina più campioni di secrezioni nasali contenevano virus, e la loro diffusione è durata più a lungo, fino
al 7° giorno, con una differenza altamente significativa.
Ciò può avere conseguenze sfavorevoli sia per l’individuo (in caso di infezioni meno benigne del raffreddore),
sia per la comunità, permettendo che il malato stia in
mezzo agli altri con una maggior carica infettante e aumentando il contagio.
Una ridotta risposta immunitaria e una maggior diffusione del virus si sono osservati anche con il più comune
farmaco antifebbre (paracetamolo) e con gli antinfiammatori (cortisonici, farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS come ibuprofene). Ciò è confermato anche
nell’unico studio rintracciato sull’influenza.
È incredibile che la pubblicità promuova questi farmaci
come se guarissero l’infezione in poche ore, consentendo di uscire subito in mezzo agli altri (...e di contagiarli!). Non si tratta di negare un sollievo temporaneo a chi
davvero non sopportasse il malessere di un raffreddore,
ma di far sì che chi usa questi farmaci sia ben informato
dei loro limiti ed effetti indesiderati: non curano l’infezione, anzi probabilmente allungano la malattia, aumentano le possibilità di contagio, e comportano qualche rischio per fegato e rene, oltre a rischi gastrici e cardiovascolari (FANS) o polmonari (paracetamolo) che ne
dovrebbero sconsigliare un uso abituale e “disinvolto”.
L’Associazione dei farmacisti Federfarma ha criticato la
vendita dei farmaci da banco nei supermercati e il verosimile incentivo al consumismo che ne deriverà. Ma sarebbe più credibile se si dissociasse apertamente da pubblicità ingannevoli come quelle suddette, che oltretutto
dicono di far riferimento a consigli ricevuti in farmacia.
Il punto principale non è “consumare a minor prezzo più
farmaci” da banco, ma di consumarne meno.
...né antistaminici
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Una revisione sistematica degli studi disponibili (6) ha
dimostrato che da soli non alleviano congestione e scolo
nasale o starnuti, né danno miglioramenti soggettivi del
raffreddore. Associati a decongestionanti sono inefficaci
nei bambini piccoli; nei più grandi e negli adulti mostrano sui sintomi nasali qualche beneficio, per altro di importanza clinica dubbia. Gli antistaminici più vecchi provocano più sedazione, ma anche quelli di nuova generazione sono stati associati a rari ma seri effetti avversi.
...né decongestionanti nasali
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I decongestionanti hanno l’effetto di restringere i vasi
sanguigni, riducendo la congestione nasale e aumentando il passaggio dell’aria, con un sollievo transitorio. Questo però contrasta con lo scopo per cui le difese dell’organismo “chiudono il naso”, cioè aumentare la temperatura locale e far affluire in maggior quantità le difese del
sangue, favorendo così l’uccisione dei virus.
Gli effetti collaterali dei decongestionanti non sono trascurabili, specie nei bambini: mal di testa, nausea, vomito, agitazione, alterazioni del ritmo del cuore, ipertensione (di cui raddoppiano rari ma gravi effetti avversi). Se
usati spesso, provocano una rinite da farmaci “di rimbalzo”. Il bilancio tra benefici e rischi sembra sfavorevole.
Come prevenirlo
Invece di riporre aspettative miracolistiche nei farmaci
contro il raffreddore (che fatturano circa 600 milioni di
€/anno), è importante capire
che molti raffreddori si possono
del tutto evitare osservando le
semplici regole igieniche, la
sana alimentazione e l’attività
fisica moderata e regolare di cui
si è detto in altre schede (3). In
uno studio di alta qualità su 115
donne sedentarie in menopausa, il gruppo con prescrizione di
camminare (4 volte/settimana per 45’) dopo 1 anno
aveva 3 volte meno raffreddori del gruppo di controllo
(8).
Dr. Alberto Donzelli
Dr.ssa Grazia Sutti
esperto di sanità pubblica
pediatra
Bibliografia
1. Donzelli A, Pepe A. Virus, batteri, antibiotici e resistenze. Pillole di educazione sanitaria n. 4, novembre 2004 / 2. La sinusite acuta. n. 8, aprile 2005. / 3.
Prevenzione dell’influenza. n. 13, novembre 2005.
4. Donzelli A, Sutti G. Tutto quello che c’è da sapere sulla febbre... CEBES, 1990.
5. Stanley ED et al. Increased virus shedding with aspirin treatment of rhinovirus
infection. JAMA 1975; 231:1248.
6. De Sutter AIM. Antihistamines for common cold. Cochrane Library, 4, 2004.
7. Douglas RM, Hemila H. Vitamin C for preventing and treating the common
cold. PloS Medicine 2:e168.
8. Chubak J. Am J Med 2006; 119:937.
gennaio-febbraio 2006
ristampa aggiornata, dicembre 2006
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