L’Europa in movimento Occupazione e crescita nell’Unione europea Una strategia per un domani sostenibile Unione europea Potete trovare il testo del presente opuscolo e altre spiegazioni chiare e concise sull’Unione europea all’indirizzo Internet ec.europa.eu/publications Commissione europea Direzione generale della Comunicazione Pubblicazioni 1049 Bruxelles BELGIO Manoscritto terminato in luglio 2008 Illustrazione della copertina: © BilderBox.com Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2009 16 pagg. — 21 x 29,7 cm ISBN 978-92-79-07428-8 DOI 10.2775/22711 © Comunità europee, 2009 Riproduzione autorizzata. Per ogni uso o riproduzione di singole foto è necessario richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari dei diritti d’autore. Printed in Germany Stampato su carta sbiancata senza cloro L’Europa in movimento Occupazione e crescita nell’Unione europea Una strategia per un domani sostenibile «Per rispondere alla sfida della globalizzazione non dobbiamo ripiegarci su noi stessi facendo affidamento a nuove forme protezionistiche, ma innovare». L’Europa in movimento Indice Verso un futuro sostenibile 03 Le sfide del mondo moderno 04 Conoscenza e innovazione promuovono la crescita 05 Le imprese competitive creano posti di lavoro 07 Investire nelle persone 09 Un’economia più verde 12 Comprendere correttamente il contesto economico 13 Per ulteriori informazioni 15 Verso un futuro sostenibile L La strategia di Lisbona: come funziona? La strategia dell'Unione europea (UE) in materia di occupazione e crescita è anche conosciuta come strategia di Lisbona, dal nome della città in cui i leader europei l’hanno adottata nel 2000. Nell’ambito di questa strategia, i paesi dell’UE hanno concordato una serie di obiettivi e indicatori precisi per i loro sforzi congiunti volti a creare più posti di lavoro e una maggiore crescita. Quelli più importanti prevedono che entro l’anno 2010 il tasso di occupazione dovrà aumentare al 70 % e gli investimenti nel campo della ricerca salire al 3 % del prodotto interno lordo (PIL). Gran parte degli sforzi vengono fatti a livello dei singoli paesi UE, dal momento che le politiche in materia di istruzione e mercato del lavoro rientrano nell’ambito delle loro responsabilità. Ma ogni anno i paesi devono presentare una relazione sul loro stato di avanzamento e la situazione viene discussa dai capi di Stato o di governo in occasione dell’annuale vertice di primavera, durante il quale l’occupazione e la crescita sono sempre tra i temi in cima all’ordine del giorno. In questo modo i paesi condividono reciprocamente buone idee su come creare posti di lavoro. a garanzia di un futuro giusto, prospero e sostenibile dal punto di vista ambientale costituisce una politica prioritaria dell’Unione europea (UE). La strategia per giungervi è basata su una crescita maggiore e sulla creazione di più posti di lavoro in un’economia più verde. Sarà possibile ottenere tutto ciò attraverso politiche economiche, dell’occupazione e ambientali coordinate. Gli Stati membri dell’Unione europea, condividendo gli sforzi tra loro, forniscono la migliore garanzia affinché i benefici di questa strategia siano suddivisi equamente nell’UE e diventino disponibili per le generazioni future. Non si tratta di un compito semplice, ma di un punto che i leader europei sanno che è al centro delle preoccupazioni dei cittadini. La solidarietà che è alla base della strategia porta dei vantaggi sicuri. Paesi quali l’Irlanda e la Spagna costituiscono degli esempi evidenti di come l’adesione all’UE possa aumentare il ritmo dello sviluppo economico in tutta l’Unione europea. L’adesione all’UE non solo ha creato posti di lavoro e portato una maggiore prosperità in questi paesi, essa ha altresì creato nuovi mercati — e posti di lavoro — per cittadini e imprese di altri paesi UE. In alcune aree, sono necessarie normative UE o finanziamenti dal bilancio comunitario. In questo caso la Commissione europea avanza una proposta. Dopo aver discusso la proposta con le organizzazioni non governative e altri rappresentanti della società civile, il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri prendono la decisione finale. Cosa preoccupa maggiormente i cittadini dell’UE: sondaggio di opinione realizzato nella primavera 2008 (%) 37 24 20 20 19 12 11 10 9 8 7 Sulla base delle due preoccupazioni principali dei cittadini Fonte: Eurobarometro La ricerca rafforza la crescita e la creazione di posti di lavoro © Vanparysmedia Aumento dei prezzi/inflazione Disoccupazione Criminalità Situazione economica Sistema sanitario Pensioni Immigrazione Tassazione Alloggi Sistema scolastico Terrorismo O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E V e r s o u n f u t u r o s o s t e n i b i l e 03 Le sfide del mondo moderno L La creazione di modelli al computer sospinge la produzione moderna e società moderne si basano sulla conoscenza — in particolare le economie avanzate che si trovano ad affrontare la concorrenza delle economie emergenti in un mondo globalizzato. Per rispondere alla sfida della globalizzazione non dobbiamo ripiegarci su noi stessi facendo affidamento a nuove forme protezionistiche, ma innovare. Lo stesso vale per le altre grandi sfide del mondo moderno: l’invecchiamento della popolazione e la tutela dell’ambiente, in modo particolare il cambiamento climatico. la natura e i bisogni delle nostre società. Occorrono dunque idee innovatrici. Le persone devono essere incoraggiate ad allungare la propria vita lavorativa — a volte a tempo parziale quando invecchiano — nonché avere la possibilità di farlo attraverso opportunità di apprendimento continuo. Questo porta giovamento sia ai singoli che alla società. Porta dinamismo all’economia e con esso entrate fiscali. Queste ultime sono necessarie per mantenere il sistema previdenziale che abbiamo oggi, comprese le pensioni per tutti. Studiamo, lavoriamo, viviamo più a lungo e abbiamo meno bambini. Questo fenomeno sta modificando Il cambiamento climatico rappresenta l’altra grande sfida insieme al problema generale del degrado ambientale e della perdita di biodiversità. Attualmente stiamo utilizzando le risorse mondiali a un tasso insostenibile. La strategia UE in materia di occupazione e crescita riguarda la creazione di posti di lavoro e la crescita sostenibile in risposta a queste sfide, sulla base dei seguenti elementi: ■conoscenza e innovazione, ■ sblocco del potenziale commerciale, ■ investimento nelle persone, ■ un’economia più verde. © Vanparysmedia O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E L e s f i d e d e l m o n d o m o d e r n o 04 Conoscenza e innovazione promuovono la crescita L ’UE desidera diventare una delle economie più dinamiche e basate sulla conoscenza del mondo. Per fare ciò, deve stare al passo con le nuove tecnologie e con i suoi concorrenti. A questo fine, la libera circolazione delle conoscenze all’interno dell’UE è divenuta importante al pari della libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone — le quattro libertà fondamentali al cuore dell’UE. Ma i paesi dell’UE stanno avanzando per soddisfare l’obiettivo del 3 %. Hanno tutti sviluppato strategie ambiziose per aumentare le attività di ricerca e sviluppo e stimolare l’innovazione nei loro paesi. La spesa di denaro pubblico per R&S è aumentata in modo significativo. Vengono altresì compiuti sforzi considerevoli per incoraggiare le imprese private e le organizzazioni a investire in attività di ricerca e sviluppo offrendo loro delle riduzioni fiscali. L’obiettivo UE in base al quale tutte le scuole dovranno avere accesso a Internet ad alta velocità entro il 2010 è solo un esempio di come l’UE sta operando in quest’area. L’UE è in ritardo in tutti questi settori rispetto agli Stati Uniti e al Giappone, ma il divario si sta restringendo, soprattutto rispetto agli Stati Uniti. Far fronte alla sfida La chiave per rimanere competitivi è rappresentata dall’innovazione, che crea posti di lavoro con un elevato «contenuto di conoscenze». Il livello di innovazione viene per esempio misurato dal numero di connessioni Internet a banda larga, dalla disponibilità di finanziamenti per le imprese in fase di avviamento che cercano di introdurre le loro innovazioni sul mercato, dalle esportazioni di prodotti di elevato livello tecnologico, dal numero di richieste di brevetto nonché dal numero di persone con istruzione universitaria o equivalente. La spesa per ricerca e sviluppo nel 2006 (% del PIL) UE 1,8 Obiettivo dell’UE per il 2010 Cina(1) 3,0 1,3 Giappone © stock.xchng Il collegamento delle scuole a Internet è essenziale per la nostra futura competitività Per far fronte alla sfida della conoscenza, l’UE ha deciso di utilizzare il 3 % della ricchezza economica prodotta ogni anno (espressa in termini di PIL) per ricerca e sviluppo (R&S). Nel 2006 il dato era pari a solo l’1,8 % rispetto al 2,6 % degli Stati Uniti e al 3,3 % del Giappone. Il dato per la Cina nel 2005 era pari all’1,3 %, ma la spesa in materia di ricerca e sviluppo sta aumentando a un tasso molto più veloce rispetto alla ricchezza nazionale. La Cina ha le potenzialità per superare l’UE entro la fine del decennio se continuerà questa tendenza. Stati Uniti 3,3 2,6 ( ) 2005 1 Fonte: Eurostat O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E C o n o s c e n z a e i n n o v a z i o n e p r o m u o v o n o l a c r e s c i ta 05 Creazione di raggruppamenti per la crescita Il fatto che diverse imprese dello stesso settore commerciale siano ubicate nella stessa regione costituisce un vantaggio. Le persone che vi lavorano tendono a scambiare tra loro le conoscenze e le imprese possono cooperare in materia di istruzione superiore e ricerca finanziata pubblicamente. © Construction Photography/Corbis O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E C o n o s c e n z a e i n n o v a z i o n e p r o m u o v o n o l a c r e s c i ta 06 Questo fenomeno è conosciuto con il nome di «raggruppamento». Esso può creare il cosiddetto «triangolo della conoscenza» — reti di scienza, istruzione superiore e innovazione — che costituisce la chiave per una economia competitiva. I governi e le regioni provano spesso a creare nuovi raggruppamenti. Nelle regioni orientali della Repubblica ceca, Moravia e Slesia, la perdita delle tradizionali industrie di estrazione del carbone e di produzione di acciaio ha portato a un tasso di disoccupazione di almeno il 20 %. La regione dunque ha creato dei raggruppamenti in settori che variano dalla produzione di auto all’IT, per aiutarle a tornare in piedi. L’UE ha stanziato risorse per facilitare l’avviamento di questi raggruppamenti. Ha anche aiutato ad attingere alle esperienze altrui. «I raggruppamenti nella nostra regione hanno avuto la possibilità di essere ispirati dall’esempio di altri attraverso il nostro sodalizio con il progetto CLOE (Clusters Linked Over Europe, raggruppamenti collegati in Europa)» sostiene Petr Nemeth, direttore del raggruppamento Envicrack creato nel 2005. Gran parte dei 26 membri sono costituiti da piccole e medie imprese, ma esso comprende anche due società di ricerca e un’università. Insieme si specializzano nella tecnologia di pirolosi per il trattamento dei rifiuti e per la produzione di elettricità e di calore. «Attraverso comunicazioni con i colleghi della Germania, dell’Ungheria, della Svezia e della Slovacchia, siamo riusciti a utilizzare gli altri come parametro di riferimento per i nostri progressi e a imparare dalle loro migliori prassi». Ma si tratta di una strada a doppio senso di marcia, sottolinea Nemeth: «Abbiamo imparato, ma CLOE ci ha anche dato l’opportunità di offrire le nostre esperienze ad altri nello sviluppo di raggruppamenti». Dal laboratorio al mercato L’Europa deve colmare questi divari e al contempo divenire più capace di convertire i risultati positivi compiuti nella ricerca di laboratorio in prodotti che possono essere venduti. Questa è una delle ragioni principali per la quale l’UE prevede di spendere più di 50 miliardi di euro per ricerca e sviluppo tra il 2007 e il 2013. Questi soldi vanno aggiunti a quelli che i paesi dell’UE spendono singolarmente. Essi finiscono in progetti in cui scienziati di diversi paesi membri cooperano in aree di tipo diverso, quali le nanotecnologie e l’aerospazio. Un nuovo Istituto europeo di innovazione e tecnologia, avviato nel 2008, sta ulteriormente rafforzando il legame tra scienza, istruzione superiore e innovazione. Esso sta incoraggiando la formazione di reti che possono trasformare idee innovative in opportunità lavorative in aree quali il cambiamento climatico, le energie rinnovabili e la generazione futura di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Un obiettivo fondamentale per un raggruppamento di imprese ceche: trasformare la segatura in energia Le imprese competitive creano posti di lavoro L e imprese hanno tratto enormi benefici dal mercato unico dell’UE dove non esistono confini interni a interrompere la circolazione delle merci. Quando si trovano a far fronte a una maggiore concorrenza, le imprese avviano attività innovative e riducono i prezzi. Possono così meglio competere con prodotti realizzati in altri paesi, sia sul mercato comunitario che sui mercati del resto del mondo. Si stima che 2,75 milioni del totale di posti di lavoro creati tra il 1996 e il 2006 non sarebbero esistiti senza il mercato unico. Tuttavia, il mercato unico funziona meglio per le merci che per i servizi e le normative che aprono i mercati vengono a volte violate. Esistono altresì aree in cui non è stato ancora possibile approvare norme per rimuovere gli ostacoli al commercio, in particolare nei campi dei servizi e dei mercati finanziari. Tagliare il nastro rosso Oltre a ciò, le normative esistenti sono spesso inutilmente complesse. La Commissione europea si trova nel mezzo di un programma ambizioso per ridurre la burocrazia per le imprese derivante dalle normative UE del 25 % tra il 2007 e il 2012. Questo ridurrà anche i costi. Ma il mercato unico non riguarda solo i flussi materiali di merci e servizi. Riguarda altresì la creazione di infrastrutture competitive per tali flussi: mercati dell’energia liberi dove i consumatori possono scegliere tra diversi fornitori, telecomunicazioni a costi ridotti e reti stradali e ferroviarie integrate che collegano gli angoli più remoti dell’UE. Diffondere i benefici equamente © EC- DG Regio Più del 40 % del bilancio comunitario è destinato direttamente alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla crescita, nonché alla diffusione equa dei benefici in tutta l’UE. Questo avviene per ridurre il divario esistente tra i meno fortunati e i più ricchi, sia in termini di singoli che in termini di intere regioni. I soldi vengono canalizzati attraverso il Fondo sociale europeo, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione. Insieme dispongono di quasi 60 miliardi di euro da spendere ogni anno. I fondi UE non sono solo destinati ai posti di lavoro nell’industria Il Fondo sociale europeo (FSE) spende soldi per aiutare i lavoratori e le imprese ad adattarsi ai cambiamenti, per agevolare l’accesso al lavoro per coloro che sono alla ricerca di un posto, per i disoccupati, le donne e i migranti, per promuovere l’integrazione sociale dei gruppi svantaggiati, combattere la discriminazione e migliorare i sistemi di istruzione. Ogni anno il fondo aiuta a formare 4 milioni di persone e 2 milioni di disoccupati trovano un lavoro dopo aver partecipato ai progetti del FSE. Si stima che il FSE creerà quasi mezzo milione di nuovi posti di lavoro tra il 2008 e il 2015. Il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione si rivolgono ad aree dell’UE con un reddito pro capite sotto la media e dove il tasso di disoccupazione è particolarmente elevato. I soldi vanno alle imprese per creare posti di lavoro sostenibili e a progetti in infrastrutture, in particolare quelli che miglioreranno ricerca e innovazione, telecomunicazioni, ambiente, energia e trasporti. Sostengono lo sviluppo regionale e locale, compresa la cooperazione transfrontaliera. Ricevono soldi da questi fondi anche molte reti transeuropee, quali strade, ponti e ferrovie, nonché le reti di trasmissione di elettricità e gas, di vitale importanza per collegare gli angoli più remoti dell’UE. Lo stesso vale per i progetti riguardanti energia o trasporti con chiari benefici a livello ambientale. O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E L e i m p r e s e c o m p e t i t i v e c r e a n o p o s t i d i l a v o r o 07 Fondi per lo sviluppo del software delle PMI Dopo aver lavorato per vari anni come ingegnere responsabile della qualità nell’industria elettronica, l’irlandese Ann Sheahan era demotivata dal fatto che non esistessero in commercio strumenti software in grado di configurare il processo di produzione nelle piccole imprese manifatturiere. Ha deciso dunque di svilupparli da sola. La partecipazione a un progetto di ricerca finanziato dall’UE la sta aiutando a raggiungere il suo obiettivo. Il progetto è coordinato da una università irlandese, ma coinvolge un’altra università irlandese nonché università e piccole imprese di tutta l’UE, tra cui la Repubblica ceca, la Danimarca, la Germania, la Francia e il Regno Unito. «Il vantaggio principale per noi come PMI è che da soli non avremmo avuto la competenza in un’area così ampia», sostiene Sheahan. «Il progetto non fa altro che prendere quanto di meglio esista da tutte le diverse aree. Ciascun istituto di ricerca sta compiendo dei progressi scientifici nella propria area e poi il progetto li mette tutti insieme». Il progetto sta anche aiutando la sua società a espandersi su nuovi mercati. «Gran parte dei nostri consumatori finora sarebbero stati in Irlanda o nel Regno Unito, ma il progetto ci sta dando accesso a tanti altri mercati europei, in cui altrimenti sarebbe stato difficile far breccia». Rivolgersi alle piccole e medie imprese Anche la creazione di posti di lavoro e la crescita subiranno una fase di stagnazione se le piccole imprese UE non avvieranno una fase di innovazione. All’interno dell’UE esistono circa 23 milioni di piccole e medie imprese (PMI). Esse forniscono due terzi di tutti i posti di lavoro dell’UE. Il programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP) che prevede più di 2 miliardi di euro in finanziamenti per il periodo 2007-2013 è stato creato per loro. Il programma sostiene lo sviluppo dell’innovazione imprenditoriale e industriale nonché un miglior accesso ai servizi finanziari e di impresa. Aiuta le PMI ad adottare nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e promuove un maggior utilizzo di energie rinnovabili nonché una maggiore efficienza energetica. Approfittare del boom della navigazione La navigazione costituisce una grande attività per l’industria europea del turismo, ma l’Italia quasi non dispone di tutti gli ormeggi per i marinai estivi che invece hanno a disposizione i suoi concorrenti nel Mediterraneo. L’UE ha cercato di porre rimedio a questo problema in Puglia, una delle regioni più povere dell’Italia meridionale. I fondi UE hanno messo a disposizione parte dei finanziamenti necessari per la costruzione di una nuova marina con 650 ormeggi e per alcune piccole imprese, da un fornitore navale a un Internet café, a Vieste, una cittadina storica sulla costa adriatica italiana. «Il settore ricreativo della navigazione è in forte espansione», sostiene Ersilia Nobile, sindaco di Vieste, «e la richiesta di ormeggi sembra infinita. Per ogni chilometro di costa, l’Italia possiede solo un terzo del numero di ormeggi della Francia. Siamo convinti che sarebbe una vittoria costruire qui un nuovo porto». Questo progetto per la marina faceva parte di un programma più ampio per creare posti di lavoro nel settore turistico nella regione, che non ha solo comportato investimenti nelle infrastrutture ma anche lo sviluppo delle attrazioni culturali della regione e la loro commercializzazione come pacchetto. Una marina finanziata dall’UE ha creato più posti di lavoro nel settore turistico a Vieste © pixelio O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E L e i m p r e s e c o m p e t i t i v e c r e a n o p o s t i d i l a v o r o 08 Investire nelle persone quello che gli economisti chiamano «produttività». ©Alamy Images Avere più persone che lavorano, occupando posti di elevato valore aggiunto è la chiave per restare competitivi e per generare ricavi sufficienti a mantenere il sistema previdenziale e le pensioni a cui siamo abituati oggi. Ci dovrebbe essere posto per tutti sul posto di lavoro C reare più e migliori posti di lavoro dall’elevato contenuto in termini di conoscenze e che siano più soddisfacenti per le persone che li svolgono è importante di per sé. Ma porta anche vantaggi alla società. Innanzi tutto più persone lavorano, meno persone vengono lasciate indietro dallo sviluppo economico. In secondo luogo, maggiore è il contenuto di conoscenze del posto di lavoro, maggiore il valore del lavoro di ciascuna persona — ossia Ovviamente non ha senso creare migliori posti di lavoro se non vi è nessuno con la giusta istruzione e le capacità adatte per occuparli. I paesi dell’UE lavorano insieme per assicurare che le loro politiche di occupazione e istruzione impediscano che ciò avvenga. Hanno approvato obiettivi specifici per l’occupazione e l’istruzione. Un esempio è costituito dall’obiettivo di offrire nell’arco di quattro mesi a ogni giovane che diventa disoccupato un lavoro, un tirocinio, un corso di formazione o altre misure entro il 2010. Un altro obiettivo è quello di ridurre il tasso medio UE di coloro che abbandonano anzitempo la scuola a non più del 10 %. Gli obiettivi comuni sono sufficientemente flessibili da consentire a ciascun paese di adattarli alle situazioni nazionali. Tuttavia, sapere che la Commissione europea e gli altri paesi esamineranno i loro progressi aiuta a tenerli sulla giusta via. Questo coordinamento facilita ai paesi l’accesso alle migliori prassi degli altri. Si tratta di qualcosa di particolarmente importante soprattutto quando si cercano i modi migliori di integrare giovani, donne, lavoratori più anziani, persone con disabilità, migranti legali e minoranze nel mercato del lavoro. Conservazione digitale della storia Digitalizzare documenti preziosi di importanza storica e culturale può preservare originali fragili da troppi spostamenti e rendere la diversità culturale dell’UE accessibile a molte più persone. © ISTORINIAI LIETUVOS DOKUMENTAI La digitalizzazione di manoscritti originali, giornali, libri antichi, archivi parrocchiali, cronache, opere d’arte e altri oggetti di valore speciale e storicamente importanti della Lituania ha prodotto una biblioteca virtuale di 3,6 milioni di immagini digitali accessibili con un motore di ricerca in 10 lingue — compreso il latino. La digitalizzazione di manoscritti rende la diversità culturale dell’UE più accessibile Questo progetto ha creato più di 30 nuovi posti di lavoro, ha introdotto tecniche, attrezzature e software innovativi e ha sviluppato capacità di gestione progetti. L’UE ha pagato più del 70 % dei costi del progetto con i fondi destinati alla promozione dello sviluppo economico nelle regioni meno fiorenti. Lo ho fatto non solo perché il progetto ha creato posti di lavoro ma anche perché ha contribuito a ridurre il «divario digitale» che separa ancora alcune regioni dell’UE dalle altre. Il progetto ha aiutato a costruire reti che rendono la conoscenza più accessibile alle persone, a dispetto della regione o del paese in cui vivono. «Anche se la Lituania non è in generale un pioniere per l’Unione europea», sostiene Regina Varniene, vice direttore della Biblioteca nazionale lituana e direttore del progetto per la creazione della biblioteca virtuale, «la complessità strategica e pratica dell’attuazione di questo progetto è stata sicuramente innovativa per la Lituania così come per gli Stati baltici nel loro insieme». O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E I n v e s t i r e n e l l e p e r s o n e 09 L’apprendimento continuo è di cruciale importanza Le capacità necessarie per lavorare in un’economia basata sulla conoscenza non sono statiche. Le opportunità per l’apprendimento continuo sono essenziali. Dalle scuole fino all’istruzione degli adulti, il programma UE per l’apprendimento continuo sostiene questo principio promuovendo scambi transfrontalieri, capacità linguistiche e condivisione di buone prassi. I paesi UE mirano anche a ottenere requisiti più simili quando si tratta di una precisa qualifica necessaria per una certa laurea o professione. Questo consente a studenti di ogni età di combinare più semplicemente periodi di studio in diversi paesi e vedere riconosciute le proprie qualifiche in qualunque luogo finiscano per lavorare. L’acquisizione di nuove capacità potrebbe non essere sufficiente per restare nella stessa società per una vita intera. L’andamento del cambiamento tecnologico e della globalizzazione fa in modo che continuino sempre a emergere imprese che sfruttano nuovi sviluppi mentre al contempo altre non riescono a seguirne il ritmo ed escono dall’attività imprenditoriale. Una impresa che ha bisogno di un sostegno temporaneo mentre riprende terreno potrebbe ottenere assistenza dal suo governo o dall’UE. Se un’impresa fallisce, le persone che rimangono senza un lavoro hanno spesso i requisiti per ottenere una riqualificazione professionale finanziata dall’UE. Tale riqualificazione può essere finanziata dal Fondo sociale europeo o dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione creato nel 2007 specificamente per assistere quelli che perdono il posto di lavoro conseguentemente alla globalizzazione. Nel 2007, per esempio, la Germania ha ricevuto 12,8 milioni di euro per il sostegno di 3 300 lavoratori che avevano perso il proprio posto dopo che il produttore di telefonia mobile di Taiwan BenQ aveva deciso di ritirare tutto il supporto finanziario alle sue due filiali tedesche e di spostare la sua produzione soprattutto verso l’estremo Oriente. La chiave è la flessibilità In una economia basata sulla conoscenza e in un mondo globalizzato potrebbe essere necessario essere flessibili in merito alla possibilità di cambiare lavoro durante la propria carriera. La risposta a questo è una politica di flessicurezza. Aiutare ad affrontare la sfida della globalizzazione La prontezza a imparare è essenziale sul posto di lavoro moderno Un commercio più aperto conduce in generale a benefici sia in termini di crescita che di occupazione ma se nuove opportunità lavorative possono emergere, altre possono andare perdute. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è stato creato nello specifico proprio per affrontare queste situazioni. Fornisce un sostegno esclusivo ai lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di cambiamenti nei modelli di commercio mondiale. Malta è stato uno dei primi paesi a beneficiarne. I soldi dal Fondo sono normalmente disponibili solo quando 1 000 o più persone perdono il proprio posto di lavoro. A causa delle sue ridotti dimensioni, Malta è stata considerata un caso speciale quando 675 persone persero il proprio posto di lavoro nel settore tessile e dell’abbigliamento perché una società decise di spostare la sua intera attività in Asia e un’altra di trasferire alcune attività in Nord-Africa. Si tratta dell’equivalente di circa 170 000 licenziamenti in Germania, 125 000 nel Regno Unito o 115 000 in Francia. © Vanparysmedia O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E I n v e s t i r e n e l l e p e r s o n e 10 I soldi dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione vengono garantiti solo se i licenziamenti si verificano nonostante la società abbia fatto quanto di meglio nelle sue possibilità per adeguarsi alla nuova situazione. Le due imprese maltesi avevano compiuto questi sforzi, investendo sia nelle proprie strutture che nel proprio personale, ma la struttura dell’economia mondiale variava a un ritmo troppo elevato. L’UE ha stanziato circa la meta degli 1,3 milioni di euro che il governo maltese ha fornito in aiuto dei lavoratori rimasti disoccupati, fornendo consulenza su come trovare un nuovo impiego, assistenza per divenire lavoratori autonomi e riqualificazione professionale. La flessicurezza implica un modello di Stato previdenziale con un mercato del lavoro proattivo. Il modello prevede una combinazione di impieghi flessibili e norme flessibili (flessibilità per i datori di lavoro) ed elevati benefici per i disoccupati (sicurezza per i lavoratori). Questo non significa incoraggiare l’insicurezza sul lavoro — per esempio persone impiegate in posti a breve termine o temporanei. Riguarda piuttosto la creazione di un contesto occupazionale più ampio dove la mobilità lavorativa, soprattutto quella rivolta verso l’alto, verso lavori meglio pagati e che offrono migliori condizioni, forma parte di un normale percorso di una carriera. nazionali, ma anche in questo caso i paesi UE condividono obiettivi e migliori prassi e utilizzano il Fondo sociale europeo come fonte di assistenza. Per quanto capace sia l’UE di creare posti di lavoro e crescita, ci saranno sempre alcune persone che avranno bisogno di una rete di sicurezza, non solo attraverso istruzione e riqualificazione professionale, ma anche attraverso politiche destinate a ridurre la povertà e l’esclusione sociale e sostenute dai vantaggi sociali. Questo punto ricade soprattutto sotto la responsabilità dei governi Lavoro innovatore con le minoranze etniche © Vanparysmedia Nel prossimo decennio, il 50 % dell’incremento della forza lavoro nel Regno Unito deriverà dalle comunità delle minoranza etniche. Nonostante ciò, le persone provenienti da queste comunità trovano che per loro sia più duro trovare un posto di lavoro rispetto agli altri e che la situazione non sia migliorata negli ultimi 20 anni. «Fair Cities» (città giuste) è un’iniziativa all’avanguardia promossa in due città inglesi — Birmingham e Bradford — nonché nel distretto londinese del Brent, che assume un nuovo approccio con un contributo finanziario dall’UE. La diversità etnica è importante nel sostegno comunitario La novità di questo programma risiede nel fatto che è il datore di lavoro, e non colui che è alla ricerca di un posto, a essere considerato come «cliente» delle agenzie che si occupano delle attitudini e dell’impiego nel settore pubblico. Piuttosto che migliorare le capacità di coloro che cercano un lavoro, inviandoli poi a cercare un posto, questo programma consulta i datori di lavoro innanzi tutto su quello che stanno cercando. Il successo del programma viene poi misurato non solo dal numero di candidati brillanti ma anche dal numero di colloqui positivi nonché da quello di coloro che rimangono in un posto di lavoro una volta assunti. Tra i datori di lavoro del programma vi sono le forze di polizia del West Midlands. «Conduciamo un corso pre-assunzione di quattro settimane per il gruppo delle Fair Cities in modo che i potenziali candidati diventino funzionari di polizia di supporto alla comunità. Il corso è stato progettato per fare in modo che essi abbiano compreso cosa stanno cercando in termini di lavoro di squadra, capacità comunicative, matematica e inglese», sostiene Neelam Puri, coordinatore del partenariato della polizia del West Midlands. «Grazie a questo corso, sono stati formati diversi candidati a divenire funzionari di polizia di sostegno alla comunità». O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E I n v e s t i r e n e l l e p e r s o n e 11 Un’economia più verde I l cambiamento climatico, causato dalle emissioni di biossido di carbonio e altri cosiddetti gas a effetto serra, rappresenta una delle minacce più grandi per il nostro pianeta. Le emissioni derivanti dall’utilizzo dell’energia e dai trasporti, che costituiscono le cause principali di cambiamento climatico, non vengono ridotte sufficientemente velocemente. I leader UE sono impegnati a tenere a freno le emissioni e a utilizzare la posizione economica e politica globale dell’UE per persuadere gli altri paesi a fare altrettanto. L’UE si è fissata degli obiettivi molto rigidi per tagliare le emissioni, ottenere più elettricità da fonti di energia rinnovabili e utilizzare biocombustibili più sostenibili rispetto a benzina e gas, a condizione che siano disponibili biocombustibili derivanti da colture non alimentari. Al fine di ottenere una crescita sostenibile è essenziale arrestare il cambiamento climatico e, in senso più ampio, fermare il deterioramento dell’ambiente e l’esaurimento delle risorse del pianeta. Questo è il tipo di crescita economica che consentirà a sempre più persone tra noi e alle generazioni future di godere di un’ottima qualità della vita e di una relativa prosperità. Le politiche verdi aiutano a creare occupazione e crescita Le eco-industrie europee costituiscono un settore significativo e in rapida crescita dell’economia dell’UE, rappresentando il 2,1 % del PIL. Stanno crescendo al 5 % l’anno, ben sopra il tasso di crescita dell’economia a livello globale. Le eco-industrie dell’UE impiegano 3,5 milioni di persone in lavori a tempo pieno, tra cui il controllo sull’inquinamento dell’aria, la gestione delle acque di scarico, la gestione dei rifiuti solidi, le energie rinnovabili e il riciclaggio. Quello degli impianti a energia eolica costituisce un settore in rapida crescita. Le imprese europee coinvolte nelle eco-industrie si trovano in una posizione forte in tutto il mondo. Si stima che l’UE possegga un terzo del mercato globale delle ecoindustrie, un mercato che si attende possa avere un valore di circa 500 miliardi di euro entro l’anno 2010. Nel 1999 si stimava che le esportazioni UE delle merci più verdi — dalle stoffe fatte di canapa alle turbine eoliche — sarebbero aumentate da 8,5 miliardi di euro nel 1998 al massimo a 22 miliardi di euro nel 2010. Tale livello è stato raggiunto già nel 2004. Il potenziale dell’impresa europea a innovarsi dal punto di vista ecologico viene sottovalutato. Le prove mostrano che leggi chiare nell’area dell’ambiente incoraggiano le imprese a realizzare nuovi prodotti ecologici e tecnologie ambientali che, a loro volta, aiutano le imprese stesse a ridurre i costi piuttosto che ad aumentarli. Il ruolo leader dell’UE nel mondo nella lotta al cambiamento climatico porterà ulteriori vantaggi alle imprese europee attraverso una crescente pressione a innovare ancora di più. © Vanparysmedia O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E U n ’ e c o n o m i a p i ù v e r d e 12 La produzione di pannelli solari è positiva per il clima e il mercato del lavoro Comprendere correttamente il contesto economico S i possono creare posti di lavoro e realizzare la crescita solo in un ambiente economico stabile in cui nessun paese UE adotti politiche economiche che possano mettere in pericolo gli sforzi degli altri. I paesi membri dell’UE non solo sono concordi su questo punto, ma anche su come la politica economica e le strategie di occupazione si compensino vicendevolmente. L’Unione economica e monetaria (UEM) ne costituisce la base. Non tutti gli Stati membri dell’UE hanno ancora adottato l’euro, ma tutti i paesi UE hanno convenuto su parametri comuni che creano stabilità economica per tutti conducendo le proprie economie su principi sani. Tra questi principi vi sono il vivere con i propri mezzi o, nel caso fosse necessario contrarre debiti, cercare di non ricorrere a prestiti eccessivi al fine di evitare che l’estinzione dei debiti stessi diventi un fardello per l’economia. In caso contrario si andrebbero a schiacciare in modo inaccettabile altre aree di spesa, quali infrastrutture, previdenza e creazione di posti di lavoro. I ministri dell’Economia e delle Finanze si incontrano regolarmente per assicurarsi di essere ancora in carreggiata. A tal fine i paesi che utilizzano l’euro come valuta hanno un proprio forum, conosciuto come l’Eurogruppo. L’euro: una moneta, molte opportunità L’euro è probabilmente il risultato più tangibile dell’UE. La moneta unica viene condivisa da 16 paesi (2009), che rappresentano due terzi (circa 350 milioni di persone) della popolazione dell’UE. Tra questi vi sono Belgio, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia e Finlandia. La Slovacchia utilizza l’euro dall’1 gennaio 2009. La Danimarca, la Svezia e il Regno Unito non utilizzano attualmente l’euro, mentre i paesi che hanno fatto il loro ingresso nell’UE nel 2004 e 2007 si sono impegnati ad adottarlo non appena saranno pronti. I benefici A livello base, l’euro porta il vantaggio di non dover cambiare soldi quando si viaggia in gran parte dell’UE. Per le imprese che operano nell’area dell’euro questo comporta risparmi significativi. Non devono proteggersi contro improvvise fluttuazioni del tasso di cambio o incorrere nei costi dei pagamenti transfrontalieri. © stock.xchng Per i singoli consumatori, l’euro rende più semplice il confronto tra i prezzi e l’acquisto di beni oltre confine, specialmente online. La trasparenza dei prezzi è positiva per la concorrenza, dal momento che mantiene una pressione al ribasso sui prezzi dell’area dell’euro. L’euro serve a tenere i prezzi sotto controllo L’euro è diventato una moneta internazionale attraente. I turisti possono viaggiare sempre di più in tutto il mondo con gli euro in tasca e le imprese commerciano con questa moneta anche oltre i paesi che l’hanno adottata come valuta. L’euro promuove il commercio. I paesi dell’UE che utilizzano l’euro sono divenuti la forza commerciale più grande del mondo. Nell’anno 2006, rappresentavano più del 13 % del commercio mondiale, cifra leggermente superiore a quella degli Stati Uniti. La moneta unica ha comportato una maggiore crescita e la creazione di più posti di lavoro. Ha altresì determinato tassi di interesse al minimo storico. Guardando all’economia nel suo insieme, nell’area euro l’inflazione media è passata dal 9,3 % degli anni settanta e dal 7,5 % degli anni ottanta al 2,1 % di media dal 1999. L’euro protegge anche i consumatori dalle pesanti conseguenze di ciò che accade nel resto del mondo, per esempio con l’aumento dei prezzi del petrolio. Il prezzo del petrolio in dollari è aumentato di quasi cinque volte negli ultimi cinque anni, mentre l’aumento del prezzo in euro non è neanche lontanamente vicino a questo dato. Lo stesso vale per i recenti rincari dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari. O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E C o m p r e n d e r e c o r r e t ta m e n t e i l c o n t e s t o e c o n o m i c o 13 Fatti e cifre: risultati importanti per occupazione e crescita La strategia UE in materia di occupazione e crescita ha contribuito ai recenti risultati economici dell’UE in molti modi. ■Si prevede che l’UE creerà più di 10 milioni di posti di lavoro nel periodo 2006-2009. ■Il tasso di occupazione nell’UE è aumentato dal 62,5 % nel 2001 al 65,4 % nel 2007 e si prevede che aumenti a circa il 67 % nel 2008. ■Il tasso di disoccupazione si è ridotto significativamente negli ultimi anni e si prevede si attesti poco al di sotto del 7 % nel 2008. ■Nonostante i disordini sui mercati mondiali, la crescita economica è rimasta solida con circa il 2,8 % di crescita nel 2007 e un tasso di crescita atteso per il 2008 pari al 2 %. ■Con un netto incremento dei prezzi del petrolio, dell’energia e dei prodotti alimentari l’inflazione subirà probabilmente un incremento a circa il 3,6 % nel 2008. Nel 2009 si prevede che diminuisca nuovamente a livelli significativamente più bassi — più vicini all’obiettivo della Banca centrale europea del 2 % sul medio termine. Un quadro per una bassa inflazione Un’inflazione bassa è un elemento chiave della stabilità economica. Se i governi hanno bilanci equilibrati e livelli di debito ridotti, ciò contribuisce a una bassa inflazione, giacché non hanno bisogno di prendere in prestito denaro. Questo riduce la pressione al rialzo sul prezzo del denaro, per esempio sui tassi di interesse. Bassi tassi di interesse solitamente generano una bassa inflazione. La Banca centrale europea, il banchiere per le banche commerciali dell’UE, svolge un ruolo fondamentale nel mantenere bassa l’inflazione nei 16 paesi che utilizzano l’euro (2009). Fissa il tasso a cui le banche possono prendere soldi in prestito da essa, a un livello stabilito per mantenere il tasso medio dell’inflazione in questi paesi al di sotto ma vicino al 2 % con il trascorrere del tempo. Le banche centrali degli altri paesi UE fissano i propri tassi di interesse, ma il quadro dell’UEM fa in modo che l’inflazione non vari di molto da un paese a un altro. L’euro ha portato benefici tangibili alle imprese L’obiettivo di una bassa inflazione che si attesti su circa il 2 % è stato raggiunto in tutti gli anni in cui l’euro è esistito, ma nel 2008 i prezzi sono cresciuti maggiormente a causa di un aumento dei prezzi a livello mondiale per petrolio e alimentari. L’euro è positivo per l’occupazione Da quando è stato lanciato nel 1999, l’euro ha costantemente guadagnato credibilità sui mercati finanziari mondiali, che in alcuni casi, nei primissimi giorni, erano inclini a considerarlo come un semplice «esperimento». Questo acquisto di credibilità ha anche aiutato le imprese, dal momento che ora possono fare affari in tutto il mondo utilizzando l’euro. L’euro si è rivelato positivo anche per l’occupazione e la crescita: dal 1999 sono stati creati circa 16 milioni di posti di lavoro nell’area dell’euro (i paesi dell’UE che utilizzano l’euro). Guardare avanti L’UE ha già fatto registrare negli ultimi anni un successo considerevole nel creare posti di lavoro attraverso un partenariato tra Commissione europea e governi nazionali, così come nella promozione delle riforme strutturali dei mercati del lavoro e nella promozione di crescita e competitività attraverso le sue politiche. Nella prima parte del decennio, il numero di persone impiegate sembrava essere stabile intorno al 63 % rispetto all’obiettivo del 70 % da realizzare entro il 2010. Tuttavia, negli ultimi anni, sono stati fatti dei progressi e il dato è salito fino a circa il 66 %. Solo nel 2006-2007 sono stati creati nell’UE circa 7,5 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è stato ridotto a livelli ampiamente sconosciuti per due decenni, il mercato del lavoro è diventato più resistente alle recessioni economiche e il numero di posti di lavoro, nonostante tutto, continua a crescere. La strategia dell’UE in materia di crescita e occupazione non può prendersi tutti i meriti di questo. I paesi dell’UE avrebbero introdotto molte riforme, a qualunque costo. Ciononostante, è dimostrabile che l’approccio coordinato ha dato un contributo importante. © stock.xchng O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E C o m p r e n d e r e c o r r e t ta m e n t e i l c o n t e s t o e c o n o m i c o 14 Per ulteriori informazioni Politica economica dell’UE: ec.europa.eu/economy_finance Come l’euro porta benefici per tutti: ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication9869_it.pdf I dieci anni dell’euro — 10 storie di successo: ec.europa.eu/economy_finance/emu10/successes/index_it.htm Occupazione e politica sociale dell’UE: ec.europa.eu/social O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E P e r u lt e r i o r i i n f o r m a z i o n i 15 O ccupa z ione e cresci ta nell’ U E E EU I NC o mEe WoOt RtLeDn e re i nTRADE f o r m aHzELPS i o n i GsRO u lW l’ T UE TH TH H 16 Come ottenere informazioni sull’UE ONLINE Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo europa.eu DI PERSONA In tutta Europa esistono centinaia di centri locali di informazione UE. Potete trovare l’indirizzo del centro più vicino a voi sul sito europedirect.europa.eu PER TELEFONO O PER E-MAIL Europe Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 oppure, dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento +32 22999696 o ancora per posta elettronica attraverso il formulario accessibile dal sito europedirect.europa.eu LEGGENDO LE NOSTRE PUBBLICAZIONI Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice click sul sito web EU Bookshop: bookshop.europa.eu Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE DELLA COMMISSIONE EUROPEA Rappresentanza in Italia UFFICI DEL PARLAMENTO EUROPEO Ufficio per l’Italia Via IV Novembre, 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 06699991 Fax +39 066791658 / 6793652 Internet: http://ec.europa.eu/italia E-mail: [email protected] Via IV Novembre, 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 06699501 Fax +39 0669950200 Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected] Per richiedere le pubblicazioni: CIDE Via IV Novembre, 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 0669999227/30 Fax +39 066786159 E-mail: [email protected] Corso Magenta, 59 20123 Milano ITALIA Tel. +39 024344171 Fax +39 02434417500 Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected] Ufficio di Milano Rappresentanza a Milano Corso Magenta, 59 20123 Milano ITALIA Tel. +39 024675141 Fax +39 024818543 Internet: http://ec.europa.eu./italia E-mail: [email protected] Altre rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo si trovano nei paesi membri dell’Unione europea. Delegazioni della Commissione europea si trovano anche in altri paesi del mondo. 22-09-2008 L’Unione europea Stati membri dell’Unione europea (2008) Paesi candidati T H E E U I N T H E W O R L D TRADE H ELPS G RO W T H NA-AB-07-058-IT-C 18 IT L’Europa in movimento Occupazione e crescita nell’Unione europea Una strategia per un domani sostenibile L a crescita economica e la creazione di posti di lavoro sono di vitale importanza per salvaguardare il nostro stile e tenore di vita. Di fronte alle sfide della globalizzazione, alla popolazione che invecchia e al cambiamento climatico, i leader europei hanno concordato una strategia globale per creare occupazione e crescita nonché condividere i benefici in modo equo in tutta l’UE e in tutti i gruppi della società. La strategia UE sull’occupazione e la crescita sta iniziando a raccogliere i suoi frutti. Essa funziona per sbloccare il potenziale di conoscenza e innovazione dell’UE, per convertire le idee in opportunità commerciali competitive, per investire nelle persone e creare un’economia più verde con l’obiettivo di creare posti di lavoro oggi e domani. ISSN 1022-8284 ISBN 978-92-79-07428-8