I metodi in Psicologia:
il metodo osservativo
A cura di
Eleonora Bilotta
L’osservazione, base del metodo
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Da Galileo in poi, anche in Psicologia grande
importanza riveste l'osservazione, che può
essere effettuata sul campo e in laboratorio.
 Senza osservazione non ci può essere
ricerca e né conoscenza. E’ l’osservazione
che dà inizio alla formulazione di ipotesi e di
conseguenza alla ideazione di metodi e
strumenti validi per poter verificare le ipotesi.
Difficoltà del metodo
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Per quanto riguarda lo studio sul comportamento
umano, l’assunto dell’obiettività dell’osservazione
deve fare i conti con la difficoltà di stabilire i
confini netti e precisi tra chi osserva e chi è
osservato.
Anche
se
nell’osservazione
controllata
osservatore e osservato mai coincidono tuttavia
l’atto di osservare può modificare o alterare in
modo
incontrollabile
il
comportamento
dell'osservato per il semplice fatto che egli sa di
essere osservato.
Tipi di osservazione
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L’osservazione può essere:
– diretta o naturalistica quando il ricercatore esercita un
grado minimo di controllo sul proprio oggetto di studio,
– indiretta e condotta in condizioni controllate, quando il
ricercatore impone un grado medio o massimo di
controllo sul proprio oggetto di studio,
– partecipante o non partecipante a seconda della
misura in cui l’osservatore interviene nel contesto
osservato.
Tecniche di registrazione
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Rilevazione carta matita (si usa nella fase
descrittiva di una ricerca o nella formulazione
delle ipotesi );
Registrazione su nastro audio (esistono due tipi di
registrazione audio:
1. Registrazione continua, ossia l’osservatore
registra in tempo reale dall’inizio alla fine ogni
comportamento.
2. Registrazione solo degli eventi significativi per
la ricerca, in periodi stabiliti di tempo);
Tecniche di registrazione
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Film e videotape (consentono di fissare l’azione in
maniera permanente ed oggettiva );
Check list (è una lista predeterminata dei
comportamenti che un soggetto manifestare e che il
ricercatore osserva );
Check sheets (è una scheda costruita in modo da
avere alcune informazioni essenziali);
Registratore di eventi (permette di di registrare
comportamenti preselezionati e la loro durata).
L’osservazione naturalistica
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L’osservazione naturalistica viene adottata per lo studio dei
fenomeni e dei comportamenti che si presentano allo stato
naturale, cioè in situazioni di vita reale.
Uno o più osservatori registrano tutto ciò che avviene, avendo
cura di evitare che stimolazioni di disturbo possano interferire o
alterare la comparsa spontanea di un certo comportamento.
L’osservazione naturalistica è una tra le tante metodologie che
può essere utilizzata proficuamente per studiare ad esempio, il
comportamento infantile, l’interazione tra coetanei o il rapporto
genitori-figli.
L’osservazione naturalistica può essere condotta secondo due
approcci:
– l’approccio etnografico,
– l’approccio etologico.
L’approccio etnografico
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Il ricercatore cioè, una volta individuato
l’ambiente nel quale dovrà essere eseguita la
ricerca, trascorre un periodo di familiarizzazione
con gli abitanti del luogo, per farsi accettare dagli
stessi, onde poter interagire e ricevere
informazioni il più possibile spontanee.
La registrazione dei dati è differita nel tempo, non
potendo
il
ricercatore
avvalersi
della
registrazione carta e matita e nemmeno di
questionari.
Il metodo dell’approccio etnografico
L’applicazione
di
questo
metodo
prevede,
di
conseguenza, il ricorso alla tecnica del protocollo
quotidiano, che consiste nella compilazione pressoché
quotidiana di un “diario” o degli eventi significativi
riscontrati nelle interazioni attivate durante il giorno, con
particolare riferimento alle:
– opinioni espresse,
– alle trame di comportamento manifestatasi, in
corrispondenza di una determinata situazione sociale,
etc.
 Alla fine della ricerca, spetta poi al ricercatore descrivere
un quadro coerente dei processi socio-psicologici
osservati, avanzando ipotesi interpretative atte a rendere
più plausibili i comportamenti osservati.
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Campi di applicazione
del metodo etnografico
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Questa tecnica è stata usata per analizzare
situazioni relazionali e sociali, vita di gruppi più o
meno strutturati e comunità.
Mentre per alcune difficoltà metodologiche, non
ha trovato una larga utilizzazione in psicologia
dell’età evolutiva.
Infatti, secondo Camaioni (1990), esiste
l’impossibilità di una sua applicazione quando
siamo in presenza di infanti e bambini in età
preverbale, mentre per quelli più grandi, dai 3 ai
5 anni, può essere utilizzata.
Approccio etologico

Già
Zacharias
Konrad
Lorenz
(1903-1989)
sottolineava l’importanza dell’osservazione diretta e
obiettiva nell’Etologia come componente necessaria
per poter desumere comportamenti specifici in un
singolo animale, che possano però essere
generalizzati anche agli altri componenti della sua
specie, e in generale scoprire nuove leggi e nuovi
capitoli sull’adattamento evoluzionistico:
– “L’osservazione, o potremmo meglio dire, la percezione di
Gestalt, supera per capacità tutti i calcolatori ed è capace di
scoprire leggi inaspettate.
Approccio etologico
– E’ necessario aver speso un tempo interminabile in
osservazioni senza ipotesi preconcette per raccogliere
e immagazzinare la massa di dati di cui si ha bisogno
per poter evidenziare una Gestalt.
– E solo chi possiede una grande passione, chi rimane
incatenato con lo sguardo all'oggetto perché ne rimane
affascinato, può avere la pazienza per tante ore di
osservazione”.
L’osservazione del contadino e
l’osservazione del cacciatore
L’approccio di Lorenz prevedeva di non intervenire nel
contesto ambientale durante la fase osservativa, perché lo
scopo dell’osservazione etologica è scoprire moduli
comportamentali innati specie-specifici (le Gestalt) esibiti
dagli animali, i quali devono essere liberi di mostrarli così
come il processo evoluzionistico li ha forgiati e trasmessi
ai soggetti appartenenti a quella specie, con lo scopo di
garantire la loro sopravvivenza.
 Lorenz distingue due tipi di osservazione degli animali:
– l’osservazione di tipo cacciatore, adottato da
Tinbergen,
– l’osservazione di tipo contadino, preferita da altri
ricercatori, come Lorenz stesso.

L’osservazione del contadino e
l’osservazione del cacciatore
Il primo tipo di ricerca consiste nell’osservare gli animali in
libertà nel loro ambiente, cogliendo così direttamente
l’adattamento ecologico della specie studiata.
 Il secondo tipo consiste nel possedere animali, soprattutto
allevarli e moltiplicarli tenendoli in cattività.
 Utilizzando la tecnica del contadino il ricercatore può
osservare
più
specie
contemporaneamente
e,
paradossalmente, uno dei vantaggi consiste proprio nel
vedere i disturbi del comportamento dell’animale causati
dalle condizioni ambientali innaturali.

Il metodo dell’osservazione etologica

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I comportamenti degli animali, mentre si
osservano, si possono e si devono descrivere.
Il fine ultimo della descrizione deve essere un
quadro preciso degli schemi dell’azione
muscolare.
Una registrazione oggettiva dei movimenti, nella
quale è spesso indispensabile l’aiuto di fotografie
e di riprese cinematografiche ed insieme uno
studio dei muscoli che prendono parte a ogni
movimento.
Ancora sul metodo etologico
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
Dopo aver descritto i moduli comportamentali
della specie oggetto di studio, e aver così stilato
l’etogramma o check-list relativo, il ricercatore
potrà scegliere un problema particolare al quale
dedicarsi, come il rapporto materno-filiale scelto
da Tartabini (1985), per esempio.
Questa scelta non deve però significare
ignoranza degli altri moduli comportamentali
La non-conoscenza dei quali può portare il
ricercatore a conclusioni sbagliate dei propri
esperimenti e ad inutili controversie.
Gli obiettivi del metodo etologico

In sintesi, con questo procedimento l’etologo
analizza quattro aspetti di ogni comportamento:
– la causa interna (neurofisiologica, genetica) che
scatena il comportamento,
– la causa esterna (ambiente) che mette in atto il
comportamento nel momento dell’osservazione,
– le tappe di sviluppo e l’apprendimento di un animale
adulto (ontogenesi),
– L’utilità appunto di ogni comportamento ai fini della
sopravvivenza (funzione),
– come la specie sia riuscita a risolvere i suoi problemi di
sopravvivenza (filogenesi).
Un’indagine empirica
Obiettivo:
Osservare il comportamento che i
soggetti esibiscono durante il lavoro
cooperativo, mentre costruiscono un robot
Lego.
Soggetti
La ricerca è stata avviata in due classi del I°
Circolo Didattico di Rende.
Il campione della ricerca è costituito da 41
soggetti, di cui 19 maschi e 22 femmine,
frequentanti la quinta classe elementare, con
un’età media di 10 anni.,
I sogetti sonbo stati divisi in 8 gruppi.
Materiali

Tassonomia comportamentale rilevata
durante la costruzione del robot.
Strumenti
1 videocamera MS1
 1 videocamera SONY
 1 videoregistratore Panasonic NVHS960

Metodo utilizzato
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Osservazione diretta e partecipante
Tecniche di registrazione
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Registrazione audio/video su supporto
magnetico
Tassonomia comportamentale
Comportamenti cognitivi (ossia l’insieme dei
comportamenti esibiti dai soggetti durante la
costruzione di un robot) e sottocategorie
funzionali:
– Comportamenti Percettivi;
– Comportamenti Fisici-manipolatori;
– Comportamenti Funzionali;
– Comportamenti Concettuali.
Tassonomia
comportamentale
Sessioni osservative
Sono state effettuate due sessioni osservative
per ciascun gruppo, per un totale di 6 ore di
video riprese.
 Le sessioni osservative sono state realizzate
in momenti diversi del correlato percorso di
apprendimento dei soggetti sulla robotica, in

modo da osservare come il comportamento
cognitivo di costruzione del robot evolve e si
modifica nel tempo.
Analisi delle video riprese
Ogni sessione è stata analizzata per
ogni microcategoria comportamentale,
per ogni gruppo, per ogni soggetto del
gruppo, per tutta la durata della
sessione.
 Il lavoro è time-consuming…

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