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LA STORIA
Con oltre 160 anni di storia la categoria “Palombari” è una delle più antiche
della Marina Militare.
La prima “Scuola Palombari” venne
infatti istituita a Genova il 24 Luglio
1849, su proposta del Generale Della
Bocca, Ministro della Guerra e dell’allora Marina del Regno di Sardegna.
Successivamente, con la nascita del
Regno d’Italia, la neonata Regia Marina era tra le prime al mondo a disporre di un nucleo di personale, già
di notevole esperienza, capace di
operare sotto la superficie marina per
quanto solo a supporto degli arsenali
e tendente al recupero delle merci e
degli scafi affondati.
A seguito di un riordino dei ruoli, nel
1884 furono emanate le prime norme
tecniche ed operative della categoria
Palombari e, nel 1910, la Scuola Palombari fu trasferita nel comprensorio
del Varignano, dove tutt’ora ha sede.
Qui si svolsero i primi Corsi “Ordinari”
da Palombaro, che prepararono gli
uomini ad affrontare i terribili impegni
della Prima e, soprattutto, della Seconda Guerra Mondiale.
I due conflitti mondiali rappresentarono per i Palombari un impegno immenso.
Alle intense attività subacquee a favore di arsenali e Unità Navali si sommarono infatti le bonifiche dei porti
dagli innumerevoli ordigni esplosivi
presenti e la liberazione delle vie di
comunicazione marittima dagli scafi
affondati a seguito dei bombardamenti nemici.
La fine della guerra acuì ulteriormente
tali incarichi e le opere di bonifica e di
recupero di scafi affondati si moltiplicarono (solo nella base di La Spezia,
dopo la ritirata delle forze di occupazione tedesche nel 1945, ve ne erano
oltre 300).
È grazie al pericolosissimo lavoro dei
Palombari del Varignano che i porti
nazionali poterono tornare ad operare
e, con essi, poté rifiorire l’economia
italiana.
La bonifica delle acque territoriali
dalle migliaia di ordigni inesplosi continua tutt’ora, quale pesante eredità
dei cinque anni di guerra.
LA CARRIERA DI PALOMBARO
Al termine di un impegnativo corso di
formazione, ricevuto il prestigioso
basco della categoria il palombaro
entra a far parte del Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) uno dei
gruppi operativi del Raggruppamento
Subacquei ed Incursori “ Teseo Tesei”
(COMSUBIN) sito nel paese di Le
Grazie in provincia di La Spezia. Qui
partecipa ad un breve tirocinio, integrativo al corso appena concluso,
dove, seguito da operatori esperti, familiarizza con le apparecchiature per
le immersioni più all’avanguardia che
spaziano dagli autorespiratori ad Aria
ai rebreathers a miscela elio/ossigeno, ed acquisisce le prime esperienze professionali nel campo dei
lavori subacquei.
Col passare del tempo e l’impiego sul
campo i neo brevettati ricevono incarichi di sempre maggiore responsabilità ed al termine di questo lungo
apprendistato sono pronti per essere
assegnati ai Reparti Subacquei.
Questi sono dislocati lungo tutta la penisola e garantiscono una presenza
ed una capacità d’intervento di primaria importanza per l’assolvimento dei
compiti assegnati alla Marina Militare.
In particolare, i Palombari posso essere impiegati presso il Reparto
Pronto Impiego (R.P.I.) del G.O.S.,
nel Nucleo E.O.D., un elitè di operatori formata da artificieri subacquei
capace di intervenire per la neutralizzazione di ordigni posti sott’acqua, nel
nucleo Iperbarico formato da opera-
tori abilitati alle immersioni in saturazione a quote molto profonde (fino a
oltre 200 mt!!), o nel Nucleo S.P.A.G.
(Submarine Parachute Assistance
Group), il team, unico nel Mediterraneo, di “operatori subacquei avio-lanciabili” pronti al soccorso di eventuali
naufraghi di sommergibili che sono in
avaria sul fondo, ovvero prestare servizio su nave ANTEO, Unità Navale
speciale dotata delle più moderne e
complesse apparecchiature per il
supporto alle immersioni profonde ed
il soccorso ai sommergibili in avaria,
sulle Unità di Contromisure Mine
(cacciamine) ove i palombari garantiscono il servizio di neutralizzazione
delle mine oppure in uno dei sei Nuclei S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) siti a La Spezia, La
Maddalena, Cagliari, Augusta, Taranto e Ancona, all’interno di squadre
di artificieri subacquei che assicurano
prontezza operativa e grande esperienza nella gestione delle operazioni
di disinnesco di ordigni inesplosi residuati bellici e lavori subacquei complessi.
I profili di carriera possono essere
quindi molteplici per un Palombaro e
vanno ovviamente distinti in base al
ruolo di appartenenza:
Gli Ufficiali infatti assumono dapprima
la gestione di una sezione, all’interno
del G.O.S. oppure a bordo di Nave
Anteo e quindi, col maturare dell’esperienza e la promozione di grado,
possono ambire a comandare un Nu-
cleo S.D.A.I. o il Reparto Pronto Impiego. Con la frequenza poi di corsi di
formazione, sia in Italia che all’estero,
e le mansioni svolte sempre più complesse ed impegnative, possono assumere gli incarichi più prestigiosi,
come Capo Servizio Sub. di nave
Anteo, vero fulcro di tutta la complessa attività dell’Unità Navale, o
Comandante del Gruppo Subacquei,
sino al prestigiosissimo incarico di
“Comandante del Gruppo Operativo
Subacquei”.
Anche ai Sottufficiali ed il Ruolo
Truppa è riservata una lunga ed interessante attività operativa. Da Operatori neo-brevettati possono presto
trasformarsi in Palombari tra i più specializzati al mondo, acquisendo, al
pari degli Ufficiali, capacità ed eccellenze validissime, come l’artificiere
subacqueo, il pilota di R.O.V. (veicoli
filoguidati che si spingono fino a 2000
mt. di profondità), il paracadutista,
l’operatore abilitato alle immersione
profonde.
IL G.O.S. OGGI
Il Gruppo Operativo Subacquei ha
alle dirette dipendenze il Reparto
Pronto Impiego, il Reparto Operazioni, il Reparto Supporto Tecnico ed
i Nuclei S.D.A.I. che sono dislocati su
tutto il territorio nazionale.
Il Reparto Pronto Impiego ed i Nuclei
S.D.A.I. sono il cuore pulsante delle
operazioni riguardanti:
- la ricerca ed il soccorso a sommergibili in difficoltà mediante un nucleo
operativo chiamato S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) che
ha la capacità di proiettare nell’area
del sinistro marittimo, con velivoli ad
ala fissa o rotante, 10 operatori ed i
materiali necessari ad allestire con
zattere galleggianti autogonfiabili un
vero e proprio campo base per il
primo soccorso, ed a stabilire le comunicazioni col sommergibile.
- la bonifica degli ordigni esplosivi
convenzionali
ed
improvvisati
E.O.D./I.E.D.D. (Explosive Ordnance
Disposal/Improvised Explosive Device Disposal) attività che viene svolta
quotidianamente con la neutralizzazione dei numerosissimi residuati bellici rinvenuti annualmente nelle acque
nazionali.
Tutte le attività riguardanti il Reparto
Pronto Impiego e i nuclei S.D.A.I.
sono coordinate dal Reparto Operazioni e gestite logisticamente dal Reparto Supporto che garantisce
l’efficienza dei mezzi navali e terrestri
in dotazione.
Per il supporto delle operazioni su-
bacquee più complesse il Gruppo
Operativo Subacquei si avvale inoltre
delle Unità Navali raggruppate sotto il
Gruppo Navale Speciale (COMGRUPNAVIN), anch’esso alle dipendenze di COMSUBIN.
Nello specifico, il Gruppo Navale Speciale ha il compito principale di fornire
il supporto tecnico - logistico - addestrativo ai Gruppi Operativi del Raggruppamento ed ha alle sue
dipendenze tre Unità Navali adeguatamente equipaggiate per svolgere lavori subacquei: Nave Anteo, Nave
Marino e Nave Pedretti. In particolare
Nave Anteo, la più grande Nave di
supporto subacqueo della Marina Militare, è dotata di sofisticati equipaggiamenti e specifiche apparecchiature
che consentono di svolgere operazioni e lavori subacquei di ogni genere anche a notevoli profondità ed il
soccorso e salvataggio a favore di
sommergibili in avaria, tra questi equipaggiamenti spicca il minisottomarino di salvataggio SRV 300 (pilotato
da personale Palombaro).
Tale supporto infatti allarga notevolmente lo spettro di impiego dei Palombari
permettendo
loro
di
raggiungere, grazie all’utilizzo delle
tecniche di immersione in intervento
ed in saturazione, profondità operative oltre i 250 metri, o di operare con
apparecchiature e mezzi tecnologicamente avanzatissimi, quali il citato minisommergibile SRV-300 (Submarine
Rescue Vehicle) e lo scafandro rigido
articolato A.D.S. (Atmospheric Diving
Suit) una sofisticatissima “Armatura”
che permette all’operatore al suo interno di muoversi sott’acqua fino a
300 mt di profondità con dei propulsori come un’astronauta nello spazio.
Per le operazioni subacquee “unmanned” i palombari sono addestrati ad
impiegare una numerosa tipologia di
veicoli filoguidati, utilizzati per diversi
scopi operativi, che permettono di investigare e recuperare oggetti dal
fondo fino alla profondità di oltre
2.000 metri.
Il Gruppo Operativo Subacquei rappresenta un punto di forza nonché
elemento di orgoglio per la Marina Militare Italiana. Oltre ad i compiti precedentemente elencati, infatti, i
Palombari assicurano ispezioni su siti
archeologici subacquei, grazie alla
stretta collaborazione esistente con il
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e partecipano in complesse operazioni di protezione civile le quali
rendono la componente subacquea
un vero e proprio strumento “dual
use” al servizio della collettività.
Il G.O.S. è intervenuto nelle recenti
emergenze del Costa Concordia e del
crollo della “torre piloti” nel porto di
Genova ed ha prestato la propria
opera in vari teatri internazionali,
come ad esempio il Golfo Persico
(1987), Albania (1998), in Mare Arabico durante l’operazione “Enduring
Freedom”(2001-2006), “Antica Babilonia” (2003), in Libano (2007), mis-
sioni di antipirateria in Oceano Indiano
(2007-2014), Haiti (2010), Libia postconflict (2011-2012), oltre alla presenza
di una aliquota di operatori nella penisola
del Sinai a supporto dell’M.F.O. (Multinational Force Offering) ed alla partecipazione in missioni di ricerca come quella
in Antartide a supporto del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche).
I MEZZI
Il Gruppo Operativo Subacquei si avvale di mezzi e apparecchiature ad
alto contenuto tecnologico che consentono il più ampio spettro d’azione
nel campo subacqueo mantenendo
tutte quelle capacità operative che costituiscono la peculiarità dei Reparti
Subacquei della Marina.
Nave ANTEO, in qualità di Nave destinata all’appoggio di tutte le attività
subacquee più complesse, ha in dotazione mezzi quali l’SRV300 (Submarine Rescue Vehicle), l’A.D.S.
(Atmospheric Diving Suit), la campana di soccorso ed un sistema integrato che rende possibile immersioni
con la tecnica dell’intervento e della
saturazione.
L’SRV 300 è un minisommergibile
molto simile ad un batiscafo pilotato
da un ufficiale coadiuvato da un copilota ed un assistente tutti provenienti
dalla categoria Palombari ed è utilizzato durante le operazioni di soccorso
a sommergibili in avaria sul fondo per
collegarsi al portellone del sommergibile e permettere il salvataggio del
personale; raggiunge una quota massima di 300 metri ed è dotato, oltre al
dispositivo per unirsi al sommergibile,
di due bracci manipolatori che costituiscono un ulteriore capacità nelle
operazioni di recupero.
Lo scafandro rigido articolato (A.D.S.)
è simile ad un’armatura subacquea
futuristica dotata di propulsori nella
quale entra un palombaro, può raggiungere la profondità di 300 m senza
sottoporre il corpo umano agli effetti
della pressione idrostatica e permette
l’effettuazione di lavori subacquei di
vario genere in autonomia e sicurezza. Unico nel suo genere, l’A.D.S.
è un sistema che unisce l’esperienza
centenaria della Marina nell’impiego
di scafandri presso resistenti, all’impiego di soluzioni ad altissimo livello
tecnologico.
La Campana di soccorso permette,
come l’SRV300, ma con procedure
d’impiego differenti, il salvataggio dei
membri dell’equipaggio di sommergibili sinistrati fino alla quota di 120
metri.
Le tecniche della saturazione e dell’intervento permettono di effettuare
immersioni fino alla massima quota di
250 metri e vengono condotte grazie
ad “habitat” nei quali gli operatori vivono per diversi giorni effettuando discese sul fondo per condurre i lavori
(anche diverse ore di immersione)
mediante campane subacquee collegate all’unità dalle quali, una volta
raggiunto il fondo, fuoriescono.
Eccezionali capacità ispettive e lavorative sono fornite dalle diverse tipologie di R.O.V. (Remoted Operated
Vehicle) in dotazione al G.O.S. che
consentono di sostituire l’uomo nelle
immersioni a carattere eccezionale
dove è richiesto, per esempio, di investigare un ordigno esplosivo prima
di inviarvi l’operatore subacqueo o di
raggiungere la considerevole profondità di 2.000 metri per poter ispezio-
nare e raccogliere, tramite modernissimi bracci manipolatori, qualsiasi tipologia di oggetto.
Oltre alle attrezzature precedentemente citate, i palombari del G.O.S.
impiegano numerosi sistemi per immersione autonoma che spaziano dai
rebreather a miscela elio/ossigeno ai
sistemi per l’immersione in acque
contaminate e consentono di svolgere
qualsiasi tipologia di lavoro subacqueo fino alla profondità massima di
80 metri.
DIVENTA PALOMBARO
Se non sei arruolato in Marina e vuoi
diventare un Palombaro puoi partecipare ad un apposito concorso per Volontari in Ferma Prefissata ad 1 anno
(VFP1) e qualora risultassi vincitore,
potrai accedere ad uno specifico periodo addestrativo. Il bando per VFP1
viene pubblicato annualmente sulla
Gazzetta Ufficiale (per restare aggiornato sul bando, consulta il sito
www.marina.difesa.it ed iscriviti alla
nostra newsletter). Chi presta già servizio nella Marina Militare, come
VFP4 e non abbia superato il terzo
anno di ferma ed il trentesimo anno di
età, Ruolo Truppa in servizio permanente, Sergente, Maresciallo o Ufficiale, potrà fare direttamente
domanda.
Il corso Ordinario Palombari è molto
selettivo, dura circa un anno, è diviso
in quattro fasi in cui l’allievo viene addestrato progressivamente all’impiego di diverse tipologie di
autorespiratori e all’esecuzione di lavori subacquei sia di giorno che di
notte anche con l’impiego di esplosivi.
Il primo gradino per accedere al corso
è rappresentato dalla FASE SELETTIVA, della durata di una settimana. I
candidati vengono sottoposti ad una
serie di test fisici, funzionali e di acquaticità. La prova funzionale d’immersione (prova di compensazione in
camera iperbarica) è sbarrante per i
successivi test di acquaticità.
Test di acquaticità (attitudine alla
specialità).
Nel corso della prova i candidati dovranno dimostrare di saper eseguire,
in una piscina, alcune semplici manovre accuratamente descritte dagli
istruttori tipo: prova di apnea di 1 minuto, respirare da un erogatore senza
mascherino, ecc..
I candidati che supereranno la FASE
SELETTIVA potranno iniziare il Corso
Ordinario Palombari che prevede un
denso programma di attività, pratiche
e teoriche, suddiviso nelle seguenti
fasi:
a. Prima FASE:
gli allievi partecipano ad un intenso
programma di allenamento fisico mattinale a quale segue l’attività in acqua
con l’Autorespiratore ad Aria finalizzata all’esecuzione di semplici lavori
sul fondo e sullo scafo delle navi fino
alla profondità di 15 metri.
L’attività subacquea diurna e notturna
molto intensa serve all’allievo per aumentare la confidenza con l’ambiente
marino. Tale fase rappresenta un momento formativo fondamentale per la
preparazione fisica necessaria al proseguo del corso successivamente
molto più impegnativo.
b. Seconda FASE:
l’allievo impiega una vastissima
gamma di apparecchiature per l’immersione che spaziano dagli autorespiratori
a
miscela
NITROX
(rebreather), agli autorespiratori ad
OSSIGENO puro passando attraverso i complessi e impegnativi sistemi di immersione per lavori
subacquei pesanti o per attività in ambienti inquinati. L’allievo prende dimestichezza con un’ampia gamma di
lavori subacquei tra i quali l’imbrago e
il recupero con palloni di sollevamento di scafi affondati, saldatura e
taglio subacquei con sistemi industriali, ricerca sul fondo con sonar portatili e metal detector.
Gli istruttori modulano gradualmente
l’attività fino a far raggiungere a tutti
la massima espressione operativa
dell’attrezzatura sia di giorno che di
notte.
c. Terza FASE:
Porta l’allievo ad impiegare gli autore-
spiratori utilizzati nelle precedenti fasi,
fino al limite delle quote operative
degli stessi. Al termine della fase l’allievo saprà impiegare tutte le apparecchiature per l’immersione ad aria
fino a 60 metri, i rebreather NITROX
fino a 54 mt. ed eseguire lavori subacquei complessi.
d. Quarta FASE:
La quarta fase conclude il corso, l’allievo impara ad impiegare una vasta
gamma di esplosivi sia a terra che a
mare, strumento di lavoro del palombaro necessari per svolgere il lavoro
di “artificiere subacqueo” nelle operazioni di neutralizzazione di ordigni
esplosivi, inoltre consegue l’abilitazione alla condotta delle imbarcazioni
entro le 12 miglia dalla costa.
Al termine di questa fase gli allievi so-
stengono gli esami teorici di fine
corso, superati i quali, entreranno a
pieno titolo nel corpo dei Palombari
della Marina Militare acquisendo:
Brevetto militare da Palombaro;
Brevetto militare da Sommozzatore;
Abilitazione Tecnico di Manovra di Impianti Iperbarici;
Abilitazione EOD-Sub (artificiere subacqueo);
Abilitazione alle immersioni sotto le
Unità Navali ed all’interno di locali allagati. Atto finale del corso sarà la tradizionale
cerimonia
di
“brevettamento” durante la quale
viene consentito ai frequentatori di indossare il “Basco Blu”, copricapo che
contraddistingue i Palombari della
Marina Militare.
I neo brevettati transiteranno quindi al
Gruppo Operativo Subacquei per
svolgere una fase integrativa, della
durata di 3 mesi, che permetterà di
consolidare ed affinare la loro formazione.
Specializzazioni.
Una volta acquisita la giusta preparazione ed esperienza professionale, i
Palombari, potranno frequentare corsi
in Italia e all’estero, per :
Il pilotaggio di batiscafi;
L’ impiego di autorespiratori (rebreather) per immersioni fino a 80 mt.;
L’abilitazione alle immersioni in saturazione con fino alla profondità di 250
mt;
L’abilitazione da Paracadutista militare;
L’ impiego di esplosivi.
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800-862032
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Progetto Grafico Editoria Promozionale - Marina Militare.
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