GIORNATA DELLA LETTERATURA A.A. CONSIDERAZIONI SUL VI CAPITOLO DEL GRANDE LIBRO APRILE 2012 COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE = UNITÀ IN A.A. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI “ALL'OPERA” Bill afferma che “spesso in AA si è detto che noi siamo interessati solo all’alcolismo. Questo non è vero. Noi dobbiamo superare il problema del bere per sopravvivere. Ma nessuno, che abbia un contatto superficiale con la personalità dell’alcolizzato, può sapere che egli non smetterà mai di bere in modo permanente senza un cambiamento profondo della sua personalità”. L’ammissione della propria impotenza di fronte all’alcol, porta l’alcolista a guardarsi dentro superando le resistenze caratteriali per modificare i comportamenti disfunzionali che hanno reso la sua vita e quella degli altri infelice. Con umiltà, fede e buona volontà iniziamo ad AGIRE. D’altronde “AA è molto più di una serie di principi; essa è una società di alcolisti in azione”. Con l’inventario personale abbiamo visto le nostre manchevolezze tuttavia, come lo stesso Bill ci ricorda: “…nessun difetto può essere corretto, se prima non vediamo chiaramente qual è: ma dovremo fare di più che vederlo”. Ora possiamo scegliere se vivere con quel barlume di consapevolezza acquisita con il IV Passo, rischiando così di essere assaliti da attacchi di autocommiserazione o di mania di grandezza, oppure accettare di parlare di noi stessi con onestà e approfondire i nostri problemi con l’aiuto di un altro essere umano. Bill dice chiaramente: “…se sorvoliamo questo Passo vitale del nostro Programma, probabilmente non vinceremo il problema dell’alcol.” Il V Passo ci suggerisce di ammettere i nostri difetti di carattere davanti al nostro Potere Superiore e a un’altra persona. La “coraggiosa ammissione” riguarda i difetti individuati con il IV Passo, in cui abbiamo compiuto la prima azione pratica verso l’umiltà. Da ciò emerge uno stretto legame tra il V Passo e la fiducia, che rappresenta uno dei primi e fondamentali passi del recupero spirituale. In sostanza il V Passo è la logica conclusione dei primi quattro: con esso possiamo ACCETTARE noi stessi con le nostre manchevolezze, FIDARCI di qualcuno con un gesto autonomo, AFFIDARCI a lui e con lui ANALIZZARE la nostra personalità. Con il VI e VII Passo iniziamo a percorrere il cammino verso la crescita, ecco che "il fanciullo diventa uomo". Nel VI Passo siamo completamente disposti ad eliminare, con l’aiuto di Dio e degli altri, i nostri difetti di carattere. È necessario modificare certo non il carattere, ma alcuni comportamenti disfunzionali. Con il IV e V Passo ognuno ha cercato con onestà e con l’aiuto di un'altra persona di vederli, ora, con il VI Passo bisognerebbe essere pronti a modificarli. Bill ci ammonisce del pericolo che corriamo se non predisponiamo il nostro animo a questo “desiderio di crescita”, perché se non si è pronti ad abbandonare quei comportamenti “sbagliati” si rischia che quelli trascurati, prima o poi, ci riportino indietro. Ciò che dovremmo modificare è già emerso nel IV Passo, nella lista che accuratamente abbiamo stilato. Ma non si può fare nulla da soli: abbiamo bisogno di un Potere Superiore, come noi possiamo concepirLo, affinché ci conceda la forza di eliminare le nostre deficienze, avendo cura di non tralasciare alcun aspetto della nostra personalità. Tuttavia, nessun difetto potrà essere modificato senza la determinazione e la costanza individuale. Il desiderio, insito in ciascuno, di vivere bene si manifesta in azioni concrete, perché è l’individuo che, giorno per giorno, può operare questi cambiamenti. E' arrivato il momento di accettare profondamente i nostri limiti, uscire da se stessi, chiedere l’aiuto altrui, in primo luogo di un Potere Superiore. Il VII Passo ci suggerisce, infatti, di chiedere con UMILTA’ al nostro Potere Superiore di eliminare i nostri difetti. Per fare questo passo, ognuno deve accettare di mettere in discussione la propria personalità. “Nella misura in cui mettevamo le nostre azioni al primo posto, un appoggio vero su Dio era impossibile. La componente di base dell’umiltà, cioè il desiderio di ricercare la volontà di Dio, ci mancava”. E' da questo momento che il nostro stile di vita comincia a cambiare in meglio, perché ci assumiamo le responsabilità dalle quali per troppo tempo siamo fuggiti, nascondendoci dietro quello che ritenevamo nostro amico: “L’ALCOL". Siamo pronti per occuparci delle relazioni con gli altri. L’VIII e il IX sono i Passi che riguardano i rapporti personali. “L’alcolista è come un uragano che dove passa distrugge le vite altrui.” In modo particolare l’VIII Passo ci suggerisce di fare un’onesta analisi del passato per assumerci la responsabilità verso coloro che abbiamo leso. Per fare questo è necessario esaminare tutti i rapporti e capire dove qualsiasi azione (o omissione) è stata perseguita in modo assai inefficace, arrecando danno, indipendentemente da ciò che gli altri hanno fatto. Analizzare i torti fatti agli altri, consente di scoprire i propri difetti fondamentali. Non basta, pero, capire cosa si è fatto agli altri. Per poter chiudere veramente con il passato, abbandonando tutti i sensi di colpa e lasciando solo la coscienza della propria personalità è necessario PERDONARE TUTTI e in primo luogo se stessi e divenire disposti a fare ammenda, cioè a riparare, laddove possibile, al male arrecato anche quando non bevevamo. Con il IX Passo, “facciamo direttamente ammenda verso tali persone” cerchiamo di riparare ai danni fatti con il nostro comportamento, non solo chiedere scusa. L’obiettivo fondamentale di questo Passo è la riconciliazione con gli altri e, soprattutto, il prendere coscienza che, anche quando non si era colpevoli di ciò che è accaduto, si era comunque responsabili di se stessi ed oggi si è pronti a farsene carico. Impegnarsi attivamente nella ricerca e nell’esecuzione del benessere altrui. Il IX Passo ci suggerisce anche prudenza nel discernere in quali casi sia possibile fare ammenda, piuttosto che non fare ulteriori danni e capire poi che tipo di ammenda fare. Per tutte queste ragioni la vicinanza di uno sponsor sembra particolarmente utile. Alla fine del sesto capitolo del Grande Libro “ALL’OPERA”, troviamo le 12 promesse che A.A. fa ad ognuno di noi. “Se ci sforziamo di fare bene ciò che è richiesto in questa fase del nostro lavoro, ci meraviglieremo scoprendo di aver completato la metà della nostra opera”. Di quanto la nostra vita sia migliorata e di quanto ancora c’è da lavorare per progredire nella crescita spirituale. “Conosceremo una nuova libertà e felicità”. Dal IV Passo in poi viene citato un semplice termine che per noi è di vitale importanza “AZIONE”, cioè la messa in pratica dei suggerimenti del Programma. Il Potere Superiore è la guida, il Programma è lo strumento, noi siamo gli artefici del nostro cambiamento di stile di vita. Iniziando con l’inventario con onestà e senza paura e riconoscendo i nostri difetti, li confessiamo a Dio ed a un’altra persona, Gli abbiamo chiesto con umiltà di eliminare le nostre deficienze, fatto una lista di tutte le persone che abbiamo leso, fatto ammenda verso di loro, tranne nei confronti di coloro che potevamo ledere ancor di più con le nostre scuse. Ecco, senza quasi renderci conto le 12 Promesse si stavano avverando. Abbiamo visto come le nostre vite sono divenute indipendenti e libere, abbiamo accettato e perdonato noi stessi e il nostro passato, che non vogliamo dimenticare, perché utile per evitare gli stessi errori. La condivisione con gli altri, ci ha regalato benessere morale e abbiamo iniziato a credere e valorizzare di più la nostra vita, abbandonando i sensi di colpa, mettendo alla base delle nostre scelte i principi spirituali. Con il servizio ci siamo dedicati agli altri, siamo tornati ad essere persone responsabili, è tornata la voglia di vivere con le persone senza paura, con dignità, comprensione e amore. LA GIORNATA DELLA LETTERATURA DEL 22 APRILE 2012 SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI: “ ALL’OPERA” Sarà capitato in più di una riunione o comunque tra alcolisti in genere, di credere di aver individuato una graduatoria di importanza tra i dodici passi o il più importante tra essi. Per quanto propedeutici siano tra loro i gradini della risurrezione dal tracollo alcolico, ognuno di noi, almeno una volta, avrà pensato o detto: “ebbene sì, il passo fondamentale è…” oppure “non c’è recupero senza il passo…”; eppure tale ricerca è più che vana. Per esempio il primo, il più ovvio e incontestabilmente importante, resta pura teoria, senza i restanti undici; difatti ammettere la disfatta è nulla senza accettazione, affidamento, umiltà, preghiera, ammenda, trasmissione del messaggio e tutte le altre componenti essenziali del percorso di crescita spirituale, che Alcolisti Anonimi traccia per ogni alcolista in recupero. Se però la curiosità spingesse a porgersi un’altra domanda, forse il risultato non sarebbe uguale. Il quesito potrebbe essere: “Quali sono i talloni (d’Achille) dell’alcolista?” o meglio “Su quali passi inciampa la maggior parte degli alcolisti?” Scivolate, cadute, ricadute e valanghe a parte, dovute alla mancata ammissione d’impotenza, la nostra letteratura è molto chiara in tal senso. Leggendo il sesto capitolo del grande libro “All’opera”, scopriamo che dopo i primi tre passi, tutti indubbiamente fondamentali, il famigerato quarto, insieme all’altrettanto arduo quinto passo, ci pongono davanti il primo grande arco sotto cui bisognerebbe passare, per dare davvero inizio ad un recupero orientato a durare nel tempo. Come poggiare le solide basi di una nuova vita, senza un meticoloso inventario morale di pregi e difetti, tare caratteriali, torti arrecati o pesi apparentemente ingestibili? Come vincere la propria sfiducia nel prossimo, senza aprirsi totalmente con almeno uno o più fidati confessori e/o sponsor? D’altronde la letteratura è chiarissima in tal senso: molti di coloro che sono ricaduti, pur avendo fatto tutti gli altri passi, avevano tentato di aggirare la necessaria pulizia interiore. Si noti inoltre che nell’Alcolisti Anonimi degli albori, quando questo nome non era nemmeno stato scelto per l’associazione e i passi erano solo sei, invece che dodici, quarto e quinto erano tutt’uno e tuttora restano strettamente correlati. Il capitolo in questione prosegue e la parola “azione” ricompare per ottavo e nono passo, anche questi ultimi anticamente fusi in un unico cardinale passo e parenti prossimi di quarto e quinto, poiché la lista di persone ferite attivamente o passivamente, attraverso la nostra condotta da alcolisti attivi o in recupero, proviene proprio da quell’inventario insostituibile che ha messo a nudo il nostro essere. Poco importa se semplici malefatte o atrocità degne della pena di morte: quali che siano le macerie alle nostre spalle, vanno rimosse con ammende sincere, propositi onorevoli o silenzi doverosi, nei confronti di chi altro non dovrebbe soffrire. Ecco quindi i due talloni dell’alcolista, gli argomenti che riescono a creare veri e propri schieramenti: inventaristi da un lato, confidenti verbali dall’altro, così come ortodossi contro liberisti. Quella che può sembrare un’esagerazione, trova una sua ragion d’essere nella presenza di mono e bipassisti, in numero superiore ad ogni immaginazione e ancor più nei tanti che, come me, Pippo alcolista, hanno impiegato decenni a mettere in fila qualche anno di astinenza continuativa, persi in un programma personalizzato secondo i propri desideri, anziché secondo le reali necessità spirituali e di recupero fattivo. Un’interessante trasposizione della frase del preambolo sul nostro scopo primario come alcolisti e associazione, tratta proprio dal capitolo in esame, recita: Il nostro vero scopo è divenire capaci di metterci al servizio di Dio e delle persone che ci circondano, nel miglior modo possibile. Basterebbe analizzare questa brevissima sintesi del programma, per avere una visione più chiara del reale obiettivo a cui bisognerebbe aspirare; non si tratta di una perfezione spirituale verso cui tendere, né di un utopico zenit di filantropismo, ma di un semplice farsi strumento utile e riconoscente, di chi ci ha consentito di essere ancora vivi. Le dodici promesse, quella entusiasmante prospettiva racchiusa in così poche parole, eppure tanto rassicuranti e quasi sussurrate in poco meno di una pagina dattiloscritta, quello scrigno aperto sui doni del Potere Superiore, non sono forse l’esplicitazione della quinta tradizione e dell’incarico auto assuntoci “il nostro scopo primario è rimanere sobri e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà”? La caduta dell’egoismo, della paura, dei risentimenti e di quanto ci ha logorato dentro, attivi o in recupero, non sono farneticazioni ottimistiche ma reali mutamenti, spesso graduali, che a volte sfuggono al nostro disattento tentativo di barcamenarci in una nuova esistenza. E’ facile lasciarsi ancora tentare da vittimismi, da infantili ricerche di attenzione o da tutti quei subdoli meccanismi che il malato spirituale ben conosce, ma chi ha ricevuto anche solo un barlume di mente lucida, non può trascurare la metamorfosi già in atto, anzi, tutte le esitazioni, le titubanze o i dubbi, sono spesso solo barriere che il “vecchio io” erige, per sabotare il processo in divenire dell’alcolista in recupero e in cammino. E’ buffo come anche questa relazione (vogliamo chiamarla così?), scritta quasi per caso, abbia adesso per me un valore superiore al suo reale intendimento. Il mio traballante incedere nel recupero passa anche attraverso queste parole, frutto dell’ennesima rilettura del capitolo all’opera, ma forse con un’attenzione nuova e soprattutto sintesi di un guardarsi dentro e mettere in comune ciò, nella speranza che altri possano scorgervi qualcosa in comune con la propria visione, con le proprie esperienze o con il proprio recupero. Il Potere Superiore protegga AA tutta e quando necessario, anche da se stessa. RELAZIONE Riflessioni sul cap. VI di Alcolisti Anonimi “All'opera” A questo punto abbiamo fatto i primi quattro Passi suggeriti dal nostro programma di recupero, in cui abbiamo fatto un lavoro in solitudine con noi stessi: di ammissione d'impotenza di fronte all'alcol e che non eravamo più capaci di governare la nostra vita, e quindi abbiamo ceduto le armi e abbiamo creduto che un Potere Spirituale a noi superiore potesse farsi carico della nostra persona, e gliela abbiamo affidata, per infonderle quell'amorosa energia che compisse il miracolo della nostra salvezza e; guardandoci dentro con onestà abbiamo analizzato quali erano stati i nostri torti e quali erano i nostri difetti di carattere che ci hanno portato a sbagliare facendo opera di distruzione della nostra vita e di quella di chi ci è stato accanto. Ora è il momento dell'azione del dinamismo, del confronto, perché non basta non supporre e ragionare con noi stessi: è necessario verificare la giustezza della nostra analisi, ammettendo i nostri torti davanti a Dio, a noi stessi e di fronte ad un altro essere umano. Questo per eliminare ogni tentazione di bleffare, e spazzare dalla nostra vita il doppio gioco e le menzogne che schiavi dell'alcol e delle nostre emozioni malate generavano in noi rimorsi, tensioni, angoscia, non ci facevano stare in pace con noi stessi e ci emarginavano dalla società. Niente paura, è un inventario morale, si tratta di tornare coi piedi per terra, accettare con semplicità ai essere degli esseri umani che hanno a che fare nel loro quotidiano col bene e col male, non è necessario mortificarsi né giustificarsi né farne un dramma a tinte fosche; riconosciamo i nostri difetti ma anche i nostri pregi con onestà, equilibrio, apertura mentale e una dose di saggio distacco. E ricordiamoci che ci siamo affidati al nostro Potere Superiore, di cui il nostro ascoltatore è in questo momento strumento, che ci guida e non ci giudica, ma ci ama. Solitamente dopo un Quinto Passo, chi più chi meno, chi subito chi dopo un po' di tempo, prova una sensazione di pulizia interiore e di ritrovata verginità morale, come un terreno spazzato dalle erbacce arato di fresco, pronto ad accogliere una nuova semina. Ma, naturalmente, cominciare a riacquistare lucidità e riappropriarsi della capacità di discernimento tra bene e male è solo una preziosa premessa. È necessario che noi confermiamo la nostra scelta di percorrere una strada di salvezza e stabiliamo con Dio un accordo per cui Lui ci libera dai nostri difetti e noi permettiamo che quest'azione divina si svolga senza porre intralci. E dopo questo Passo tutto intimo, di desiderio di cambiare e di accettazione del cambiamento torniamo a rapportarci coi nostri simili. È vero che il programma non ci permette di stare soli troppo tempo! Ed ecco la "sacra azione riparatrice", il "terrore dei malfattori": l’ammenda. Restituire il maltolto, recuperare il terreno perduto, le occasioni sprecate ricucire le ferite del male morale inferto ai nostri cari. Per quanto ci è possibile. Ricordiamoci che fare diretta ammenda è nostro dovere ma non sempre nostro diritto: districhiamo ogni situazione, vagliamo ogni rapporto, nel pieno rispetto dell'altrui sensibilità e vantaggio. Prepariamoci ad un lavoro paziente e certosino e non privo di ritrosie, imbarazzi, di delusioni e momenti difficili, ma anche di riappacificazioni, di malintesi e incomprensioni che si risolvono in un attimo. Riconoscere il proprio torto di fronte a un'altra persona spesso crea intesa, comprensione complicità. Entriamo nella logica di affrontare gli altri: mai più arretrare di fronte ai problemi, non più nascondere la testa sotto la sabbia come abbiamo fatto per tanto tempo. La liberazione richiede un cammino di verità umile e forte, e il vantaggio sarà tutto nostro. Ogni scheletro tolto dall'armadio sarà una tentazione in meno di tornare al bicchiere. Garantito! Il risultato di provare a guardare in faccia la realtà e accettarla, di provare ad affrontare i problemi e scoprire che si possono anche risolvere, di sperimentare la dolcezza dell'umiltà di uomo tra gli uomini, la forza spirituale che può avere la nostra vita quando la mettiamo a servizio degli altri, è che intanto l’ossessione dell'alcol magicamente si allontana sempre di più e scopriamo di potere camminare senza stampelle, con le nostre proprie gambe: e anche che giungeremo a provare delle sensazioni mai provate prima con questa intensità, tanto da farcele sentire come nuove di zecca nella loro purezza. Sono le Promesse che cominciano lentamente a realizzarsi come piccole gocce di rugiada ristorano il nostro corpo affaticato. Sussurrano parole quasi sconosciute alla nostra burrascosa esperienza fanno capolino per brevi attimi e svaniscono o, a volte sostano più a lungo e comunque sempre si fanno desiderare e vengono da noi rincorse, raggiunte, salutate con un sorriso: .........libertà..........felicità..........serenità.........pace.........riconciliazione col passato...........utilità della mia vita..........l'egoismo scompare.........le mie idee sono cambiate..............la mia vita è cambiata.....le persone non mi fanno più paura..........l’insicurezza economica non mi fa più paura.....,.........capisco come posso affrontare le situazioni difficili..........Dio fa per me quello che non riuscivo a fare da solo. Queste piccole, grandiose ricompense ci incoraggiano a proseguire nel nostro cammino. Un cammino che dura tutta una vita. Una strada che si percorre la prima volta con fatica, arrancando, soffrendo, a volte dubitando, ma anche con stupore e gioia, e che si cerca di ripercorrere ogni giorno, un giorno alla volta, applicando i Passi in ogni momento della nostra vita. Scopriremo che via via si crea in noi un'attitudine sempre più naturale a realizzare il programma in stato di servizio permanente. Un percorso spirituale che ci ha cambiato profondamente e che continuerà a trasformarci e migliorarci. Abbiamo cessato di combattere contro i mulini a vento, eravamo impotenti contro l'alcol; ci siamo affidati ad un Potere Superiore ed abbiamo avuto fede in Lui, avevamo bisogno di aiuto; abbiamo fatto un profondo esame di coscienza, avevamo bisogno di verità; abbiamo condiviso questo inventario morale con un altro essere umano, avevamo bisogno di condividere la nostra esperienza; abbiamo chiesto a Dio di eliminare i nostri difetti di carattere, avevamo bisogno di una nuova vita degna di essere vissuta; abbiamo fatto ammenda verso le persone che abbiamo leso, avevamo bisogno di essere perdonati e di perdonarci. Continuiamo a riconoscere i nostri torti e a chiedere scusa e a cercare di porre rimedio ai nostri errori, abbiamo bisogno di neutralizzare i rancori e i sensi di colpa che sono sempre in agguato. Continuiamo a coltivare il nostro contatto con Dio come noi possiamo concepirlo attraverso la meditazione e la preghiera affinché sia fatta la Sua volontà, abbiamo bisogno di un'alta temperatura spirituale e di grande disciplina per contrastare un demone che è sempre in agguato. Nella misura in cui non saremo schiavi di noi stessi, saremo liberi; nella misura in non saremo ansiosi, avremo Fede. Allora, le nostre scelte avverranno per affinità e non per calcolo. Per amore e non per tornaconto. Siamo il popolo delle 24 ore e ci orientiamo con tre A: accettazione, abbandono, azione. Riflessioni Ho un problema con l’alcol: finalmente lo riconosco. Da sola non ho concluso nulla: finalmente lo ammetto. Mi viene suggerito di avvicinarmi ad Alcolisti Anonimi e, alla prima riunione, mi dicono che non devo rinunciare a bere, soprattutto non devo smettere di bere per sempre, ma “se credo” posso scegliere di lasciar lì il primo bicchiere, cominciando da subito. Ecco, è così: non si tratta di rinunciare, ma di scegliere in libertà, per essere libera da una dipendenza e quando esco dalla prima riunione, di ore senza bere ne sono trascorse due, con un caffè in mezzo. Ritorno, ascolto, “sento e faccio mio”: si parla di Passi 12 + 12 Tradizioni, di leggere la letteratura di Alcolisti Anonimi, di frequentare, di avvicinarsi ad uno Sponsor, di conoscere il Programma di Alcolisti Anonimi e, se comincio a conoscere il Programma di A.A., riunione dopo riunione (frequenza attiva e assidua), capisco che mi viene offerta un’avventura in modo sereno, gratuito, anonimo; capisco che ho davanti a me un progetto di revisione di vita che mi porterà a fare esperienza, per costruire forza e speranza. Con questa carica di intenso contenuto spirituale posso pian piano stare bene io, perché mi accetto per quella che sono, e mi rispetto, e mi affido all’energia spirituale che regge e governa il mondo e dà senso alla vita. (Un volo una preghiera – 12+12/Rifl. giorn. 03 giugno /A.A. 74). Fine ultimo di Alcolisti Anonimi non è smettere di bere, ma intraprendere e proseguire, con tenacia e per gradi (per passi), un cammino di cambiamento del proprio modo di vivere, cercare di mettere ordine nella propria vita e fare chiarezza dentro me stessa (A.A. /75). Cambiare io. Per fare questo cammino di cambiamento, Alcolisti Anonimi suggerisce i Dodici Passi, cioè ogni passo dei Dodici Passi, cioè uno per uno. È un allenamento costante, convinto, senza spaccarmi la testa: coltivando con gioia il mio orto, liberandolo dalle erbacce, guardando con cura e fissando con sincerità, nero su bianco, i miei pregi e i miei difetti, per rivederli anche quotidianamente e sbarazzarmi dei difetti. È senz’altro opportuno ricordare a me stessa che le mezze misure non hanno aiutato nessuno (A. A.58). La mia pulizia interiore va completata fino in fondo (A.A. 71 – 72) con umiltà e coraggio, con onestà e misura: io scelgo di mettermi all’opera e di aprirmi con sincerità ad una persona che riconosco intelligente, autorevole, comprensiva, riservata: la persona giusta. La devo scegliere con attenzione e a lei mi confiderò con determinazione: è l’inizio della mia esperienza spirituale (A.A. 74) perché sto imparando il valore della riflessione, del silenzio, della meditazione, della preghiera: ho riconosciuto e svelato in sincerità il mio passato; dovrò essere sempre vigile, ma adesso so che posso guardare in alto, ringraziare e chiedere aiuto dall’alto per avere la forza di fare la Sua volontà (AA 75). E tornare a mettermi in azione, in cammino a piccoli passi, gradualmente riveduti e corretti, tenendo ben salda la partecipazione al Gruppo e alla vita dell’Associazione Alcolisti Anonimi. Ho scelto di procedere facendo un piano per la mia giornata, perché non sono guarita dall’alcolismo ed è facile per me trascurare il programma spirituale di azione e lasciarmi prendere la mano dell’orgoglio, dalla presunzione, dalla superficialità, dall’indolenza (AA 86), dall’indisciplina. Voglio, per questo, essere in azione, per imparare a pregare come mi suggerisce il programma ed essere efficiente in umiltà, dentro al progetto che qualcuno più grande di me ha pensato con amore infinito per me. Grazie. All'Opera! VI capitolo. La necessità di riconoscere e cercare di correggere i propri difetti è fondamentale nel recupero dell'alcolista, confessarli con umiltà ad un'altra persona rafforza e aiuta a proseguire sulla strada del recupero. Il saper condividere il proprio passato con altre persone è un valore personale aggiunto, poiché un passato negativo si può trasformare in positivo e raggiunta la sobrietà testimonia che il recupero è possibile ed è di aiuto a chi ancora è nel problema e fa comprendere cosa comporta l'alcolismo alle persone che lo convivono, onestà e umiltà sono componenti importanti per sé e per gli altri. L'aiuto di uno sponsor agevola questo cammino, aiuta a comprendere e vivere il contenuto dei passi, anche il gruppo è di fondamentale importanza in questo. E' utile confessare tutto il proprio passato, purché non comporti danno ad altri, ma tenere qualcosa di nascosto per sé per vergogna o paura è dannoso per la propria sobrietà. Per il proprio recupero ogni alcolista ha i propri tempi per assimilare il programma, è importante seguire costantemente i passi poiché è un lavoro che dura tutta la vita. Il mio personale recupero non ha aumentato la mia fede tradizionale, ma mi ha aperto la mente a una nuova forma di spiritualità che sicuramente aiuta molto nell'affrontare situazioni sulle quali non posso intervenire, ma che posso accettare con serenità senza rimorsi o rimpianti. I passi del programma finalizzati al recupero personale sono strettamente legati fra loro, tralasciarne parte di essi significa mettere a rischio la propria sobrietà. Nei primi abbiamo ammesso l'impotenza di fronte all'alcol e il bisogno di un aiuto superiore, nei passi centrali si richiede azione, per chiudere con gli ultimi, dimostrando di dare compimento al programma che ci ha condotto nel cammino del recupero. A questo punto siamo stati introdotti in una nuova stagione della vita, dove felicità, serenità, pace, mente aperta, sono gli ingredienti della quotidianità. La conferma del progresso fatto sta nello spirito di servizio svolto nel migliore dei modi nell'Associazione e a favore degli altri. Per il raggiungimento e il mantenimento della sobrietà abbiamo a disposizione i migliori strumenti che il programma ci offre: il Potere Superiore, il Gruppo, lo sponsor, la Preghiera della Serenità e l'impegno nel Servizio. IL GRANDE LIBRO: VI° CAPITOLO “ALL’OPERA” Leggere e rileggere il Grande Libro mi ha aperto gli occhi sulla realtà del mio alcolismo e mi ha introdotto nel programma di Alcolisti Anonimi, lentamente ma costantemente. Quando Bill scrisse il Grande Libro, lo suddivise in diversi capitoli che, a ben pensarci sembra lo abbia fatto per darci la possibilità di soffermarci e di riflettere sul contenuto di ognuno di essi. Leggendo i Dodici Passi di A.A. la prima cosa che ho notato, è che non si usa il singolare ma sempre il plurale, forse è per generalizzare, ma io penso che sia perché è un programma che funziona solo se fatto assieme ad altri alcolisti. Dopo aver “ammesso-creduto e affidata”, dopo aver fatto un’approfondita introspezione su me stessa, ho dovuto avere l’onestà morale e mentale di verificare le scoperte fatte con il 4° Passo, condividendole con il mio sponsor. Fintanto non lo avessi fatto, avrei continuato a vivere nell’autoinganno. Ora, dovevo entrare in “Azione” e questo poteva avvenire solo se avessi preso in considerazione il VI Capitolo del Grande Libro “ All’Opera”. Il 5° Passo mi ha consentito di reintegrarmi nel mondo “degli esseri umani”, riconquistare il rispetto e la responsabilità di me stessa, per questo, ringrazio Dio, me stessa e tutti i “compagni di viaggio” per l’equilibrio ritrovato. Il lavoro dei Passi precedenti mi ha consentito di demolire l’orgoglio, l’arroganza e la chiusura mentale sostenuti nell’intima consapevolezza di essere in errore. Il 6° Passo mi chiede ancora azione; devo accettare e desiderare senza riserve o ripensamenti che Dio elimini tutti i difetti di carattere scoperti nel 4° Passo e ammessi nel 5°, che hanno condizionato la mia vita e quella delle persone a me vicine. Il 6° Passo è il Passo preparatorio al 7° nel quale rifletto sulla mia reale condizione spirituale e mi preparo a chiedere a Dio che sia lui a intervenire liberamente nel recupero della mia vita. Il 7° Passo va fatto applicando la totale umiltà, è il prosieguo del 4°-5°-6° Passo, dopo aver fatto un coraggioso, onesto inventario, e aver conosciuto la natura esatta della mia malattia, ho riconosciuto i mie torti, li ho ammesso, condivisi e sono giunta ad accettare che Dio eliminasse i miei difetti e gli ho chiesto di farlo. La mia volontà di agire per il mio recupero mi dà la forza di progredire nella crescita spirituale. L’8°e 9° Passo vanno fatti accuratamente, ricordando e riflettendo; dovevo riflettere su quali ammende potevo fare, dovevo ponderare bene quello che stavo facendo per non provocare altri danni. Questo è il Passo del perdono; io non posso annullare il mio passato, ma devo avere il coraggio di cambiare le cose che posso, per cui devo fare ammenda verso tutte le persone che avevo offeso o fatto del male, non a causa dell’alcol ma, per la mia personalità. Nei casi in cui rivangando il passato avrei sicuramente peggiorato la situazione ho dovuto assumermi la responsabilità verso gli altri e, la cosa migliore è stata quella di cambiare atteggiamento verso quelle persone, tralasciando il rancore che nutrivo per loro. Perdonare è un forte segno di umiltà e spiritualità, fare ammenda è un mio dovere e, se fatto con sincerità mi aiuta nel cammino verso la sobrietà emotiva. Il 10° passo è la verifica del percorso del recupero e mi aiuta a valutare in ogni momento i progressi o gli insuccessi, facendo giornalmente un inventario contingente. Solo facendo un’autoanalisi potrò riconoscere se ho commesso degli errori. La cosa più importante che questo Passo mi offre, è la possibilità di continuare ad agire senza incertezze, mettendo alla prova il mio senso di responsabilità e mi si dà la possibilità di correggere quei comportamenti scorretti che fanno parte ancora del mio carattere. Il nuovo stile di vita, la nuova etica, la sobrietà e i primi successi del programma mi danno più sicurezza sulle mie capacità di pensare, riflettere e di pregare. Inaspettatamente stavo mettendo in pratica l’11° Passo, preghiera e meditazione sono due connubi che mi permettono di scoprire gli sviluppi spirituali nella pratica della vita sia nella quotidianità che nel rapporto con gli altri. Quando capii che Dio stava facendo per me quello che io non ero stata capace fare da sola, indipendentemente dalla mia volontà. Fu allora che incomincia a pregare Dio ogniqualvolta mi trovavo in difficoltà. Se la preghiera è un atto di devozione e d’amore nei confronti di Dio, con la meditazione, ho imparato a distinguere me stessa da tutto ciò che si è accumulato nella mia mente sotto forma di giudizi, pensieri, concetti e idee che non mi appartengono. Quando sono arrivata a conoscere me stessa, e chi veramente ero, ho incominciato a vivere un’esperienza straordinaria, assoluta e incredibile, la quale mi ha donato grande pienezza e felicità perché libera dai condizionamenti della mente. Lo spiraglio che si era aperto con il 3° Passo ora è una porta spalancata nei confronti di Dio e sono convinta che è giusto che io continui per la strada dell’ascolto e dell’affidamento totale. Fiducia significa poter essere libero di agire autonomamente senza condizionamenti né dipendenze. Ora la mia vita ha una bellezza nuova e piena di significati, e sto costatando che le promesse si stanno realizzando una dopo l’altra. La vita spirituale non è una teoria ma è necessario che io la viva. In A.A. nulla mi è stato regalato e la stessa cosa sono le promesse; ho capito che esse si avverano solo se, avrò interiorizzato i Passi e, solo se avrò fatto bene ciò che mi è stato chiesto nel periodo del mio recupero, Solo allora avrò raggiunto metà dell'opera. Da come la vede Bill (pag.313): “Quando fu espresso il pensiero che vi potesse essere un Dio che si occupasse di me, l’idea non mi piacque. Così il mio amico Ebby diede quello che sembrò un nuovo suggerimento. Egli disse: Perché non vi cercate un vostro personale concetto di Dio?”. Questa affermazione mi andò dritta al cuore. Fece sciogliere la montagna di ghiaccio intellettuale nella cui nebbia io avevo vissuto e sprecato molti anni. Alla fine avevo visto la luce del sole. ALL’OPERA Operare, fare! Sono parole che implicano uno sforzo da parte di tutti, una cosa non facile per un alcolista. Perciò il gruppo di Dolo, prima di fare ciò che richiedono i passi dal quinto in poi, ha dovuto ricercare e trovare aiuto in un Potere Superiore, in un Dio (come noi potremmo concepirlo). Ma non era facile! Una donna A.A., nella sua testimonianza, dice che non era capace di chiedere aiuto ad un Dio che puniva chi sbagliava, questa era una cosa che le era stata insegnata da bambina. In A.A. è riuscita a cambiare quel suo modo di pensare, vedendo un Dio disposto ad aiutare e perdonare chi lo ricerca con fede. Un’altra persona ha detto che aveva tentato di smettere di bere ricercando Dio in un’altra religione, ma dichiara che quelli sono stati i suoi tre anni peggiori, visto che li aveva passati in continua astinenza. Anche questa persona è riuscita a fermare la sua malattia solo dopo aver trovato il suo Potere Superiore in A.A. Una persona che si dichiara agnostica, in A.A. è riuscita a trovare una sua condizione spirituale che gli permette di vivere serenamente sobrio, accettando senza rifiutare nessuna controversia. Capire che solo se ci si affida a questo Potere Superiore, si può proseguire il cammino in A.A. non è stato facile. Fare il quinto Passo, cioè ammettere davanti ad un’altra persona i propri errori significava dover togliere l’orgoglio personale ed usare umiltà. “Fare la tua volontà e non la mia” è segno di umiltà e ammissione che senza un Potere Superiore è impossibile togliere o modificare i propri difetti. Solo dopo avere lavorato sui Passi precedenti si è potuto iniziare ad elencare le persone verso le quali fare ammenda. A questo punto è sorta una domanda: se era giusto rivangare qualche fatto che poteva fare ancora male ad una persona cara! Per un marito violento durante il suo alcolismo attivo, riportare a galla fatti di percosse a moglie e figli, poteva significare riportare a galla rancori che erano stati repressi con fatica. Se, ad esempio, un padre avesse tentato di usare violenza ad un a figlia, cosa avrebbe provato questa figlia se il padre avesse riportato a galla quel fatto solo per fare ammenda e sentirsi bene con sé stesso? Probabilmente si riaprirebbe una ferita mai guarita completamente. In questo caso sono state apprezzate di più delle scuse sommarie dimostrando con il proprio comportamento che si era dispiaciuti veramente. Nell’ambiente di lavoro si è dimostrato valido riportare il fatto e fare ammenda proprio su quel fatto, anche se si pensava che la stessa persona offesa avesse agito negativamente. In questo caso è stato un beneficio aver chiarito le cose. In una testimonianza è stato messo in risalto che è giusto fare ammenda perché fa bene a se stessi, senza preoccuparsi eccessivamente se l’altra persona possa o non possa perdonarci. L’importante però, è fare ammenda con umiltà, senza sentirsi umiliati o farsi umiliare. Quando e come fare ammenda diventa, dunque, un fatto che va valutato con serietà e sobrietà da ciascuno di noi, chiedendo aiuto al nostro Potere Superiore (come ognuno può concepirlo). Fare ammenda e comportamento, si può dire che vanno a braccetto, infatti, il cammino in A.A. dovrebbe portare ad un cambiamento, iniziando dalle piccole cose. In una testimonianza è stato detto che una madre ha visto un cambiamento, purtroppo negativo in questo caso, dal modo di vestire e dal modo in cui il figlio si faceva la barba: mostrava di trascurare sé stesso. Fare ammenda e comportarsi in questo modo sarebbe stato inutile ed irrispettoso per l’altra persona. Ora in un’altra testimonianza è stata presa in considerazione se era il caso di dire o di non dire ad un bambino il problema che aveva il genitore riguardo all’alcool. In questo caso è stato detto, sia da madri che da padri alcolisti, che il bambino stesso si accorge del cambiamento in positivo del genitore con il problema. Può vederlo più energico, più interessato alla famiglia, accorgendosi anche delle maggiori attenzioni che gli vengono rivolte. Quindi sarebbe più giusto che il genitore stesso valuti se dirlo subito oppure aspettare che il bambino sia cresciuto un po’. In questo caso, aspettare non è sinonimo di nascondere, ma di sobrietà! L’importanza della preghiera è espressa degli anziani del gruppo A.A. di Dolo, proprio perché hanno visto i benefici che ne hanno avuto negli anni. Per vari motivi queste persone che prima, durante il loro alcolismo attivo, si erano allontanate dalla fede, ora sono tornate a credere a un Potere Superiore, in Dio (come ognuno può concepirlo), senza però essere diventati bigotti. In particolare uno di questi, con parecchi anni di sobrietà, con il suo modo schietto ed apparentemente duro, sembra fatto apposta per ricordare a tutti che per “fare la Tua volontà e non la mia” si deve sempre essere sinceri e coerenti con sé stessi, ed essere disposti a rinunciare a qualcosa per ricevere in cambio altre cose per il nostro beneficio. La meditazione viene apprezzata come unico modo per poter cambiare il nostro modo di vedere le cose. Un agnostico dice che apprezza la preghiera della Serenità nella quale, per ovvi motivi, toglie la parola Signore ed usa il contenuto della preghiera per meditare e quindi aiutarsi a rimanere sobrio e vivere bene. Una meditazione serale sobria su come è stata affrontata la giornata è stato un aiuto fondamentale per alcuni del gruppo proprio per conoscere e modificare i propri difetti usando l’umiltà e l’aiuto del proprio Potere Superiore. Ogni membro del gruppo A.A. di Dolo, ha preso seriamente la lotta per mantenere a freno quella malattia che è l’alcolismo, sforzandosi con la propria forza di volontà e l’aiuto di un Potere Superiore, di operare su se stessi per essere in grado di portare aiuto a chi sta ancora soffrendo a causa del proprio alcolismo attivo. “ALL'OPERA” VI° capitolo Grande Libro. Ammettendo la nostra impotenza di fronte all'alcol, comprendendo che un potere più grande di noi ci avrebbe portato alla ragione, affidando a Lui la cura della nostra vita, con impegno e sincera umiltà, ci siamo messi alla ricerca dei nostri difetti caratteriali. Quei difetti che, ci portarono all'alcolismo, e all'essere così diversi dalle altre persone. Siamo giunti così al quarto passo del programma di Alcolisti Anonimi. D'ora in poi il nostro compito principale sarà quello di attivarsi assiduamente affinché quei difetti riscontrati possano essere, almeno in parte rimossi. Ma come? In che modo? Il come lo apprenderemmo leggendo il 6° capitolo del Grande Libro: “All'Opera”. Parola che significa lavoro costante su noi al fine di raggiungere una apertura mentale, una tranquillità interiore, speranza e meta, da noi alcolisti tanto ambita. L'importanza di trovare una persona (Sponsor) alla quale poter raccontare con sincerità i lati oscuri della nostra vita, certi di non essere giudicati. Criticati ma compresi, come solo un alcolista sa comprendere bene, la solitudine, il dolore, la dipendenza, la sfiducia sociale che accompagna sempre l'alcolista dipendente nelle sue giornate. Facendo questo, parlando liberamente con lui dei lati più segreti della nostra vita, liberiamo dal nostro interno, dalla nostra anima quel fardello pesante che tanto ci alterava la psiche, sviluppava risentimenti, autocommiserazioni che ci portavano inesorabilmente a rifugiarci tra le solite braccia di una bottiglia. Viene suggerito di pregare umilmente il nostro Potere Superiore, affinché con il Suo aiuto ci permetta piano piano di uscire dall'oscuro tunnel dell'alcolismo. Siamo certi che, mettendo la nostra vita nelle Sue mani, saprà guidarci nel miglior modo nei momenti difficili. Non dimenticando mai di ringraziarlo per averci riaperto gli occhi ad una nuova vita. Nel periodo alcolico non ci siamo comportati bene con i nostri famigliari, amici, conoscenti, abbiamo molte volte offeso, denigrato persone che avevano solo la colpa di sopportarci, facendo loro del male, mettendoli molte volte in imbarazzo con i nostri comportamenti. Ricorrendo spesso, nel momento del bisogno a prestiti di denaro, il più delle volte mai onorati, fingendo, e in questo eravamo dei grandi campioni, nel dimenticare non dolo il prestito ma anche il favore fatto. A tutte queste persone si dovrebbe una spiegazione, se questa non creasse loro o a noi ulteriori gravi problemi. Cercando di spiegare nel miglior modo possibile com’era il nostro stato d'animo in quel periodo buio della nostra vita. Sperando vivamente di essere stati compresi, da poter essere così definitivamente tranquillizzati, in pace principalmente con noi stessi e con gli altri. L'imparare ad ascoltare, dialogare con il prossimo, abbassare il proprio io, capendo che le nostre idee non sono oro colato, che altre persone possono aver sviluppato un ragionamento migliore del nostro, se arrivassimo a questo, avremmo raggiunto un alto grado di maturità, un'apertura mentale che ci permetterà di rientrare finalmente nella vita sociale. Nonostante si cerchi di fare nel miglior modo possibile il programma di A.A. affiora ancora in noi quello stato di narcisismo, egocentrismo. Si dovrà lavorare molto sul nostro carattere chiedendo, tramite la preghiera, la meditazione di farci comprendere la Sua volontà. Non tralasciando mai il contatto che ci siamo creati con Dio, come ognuno di noi può concepirlo, chiedendo ci dia la calma, la tranquillità interiore, allo stesso tempo forza e coraggio al superamento delle cose avverse, sapendo bene che a noi alcolisti i cambiamenti emotivi hanno sempre arrecato un grandissimo danno. Un vero ringraziamento dovremmo fare per il grande dono che ci ha riservato: l'essere riusciti a star lontano dall'alcol, ponendo così fine a sofferenze, solitudine, emarginazione. “ALL'OPERA” con i Passi. E' importante che ogni alcolista frequentando il gruppo colga il suggerimento dei nostri Passi per il recupero e un po' alla volta possa trovare l'opportunità di parlare e scaricare i problemi e le ansie che lo affliggono con gli amici o con lo sponsor. E' necessario aprirsi completamente senza nascondere nulla, tranne nei casi che, rivelare certe situazioni, potrebbero arrecare ad altri più danni che benefici. In questi casi ognuno impara a portare il proprio peso e cercherà di conviverci. Pur essendo consapevoli che ognuno arriva al gruppo col proprio bagaglio di problemi oltre al proprio alcolismo, si dovrebbe parlare solo per affrontare il discorso alcol. Le confidenze e le situazioni che non riguardano direttamente il problema alcol è opportuno che ognuno cerchi di risolverle parlando con uno sponsor. Ha un grande vantaggio nel recupero chi riesce ad aprirsi nel gruppo, ma quando un qualsiasi problema arreca ansia e instabilità emotiva che porta verso una ricaduta si cerchi qualcuno con cui condividere queste difficoltà, sapendo che i nostri gruppi si fondano sulla logoterapia (cura della parola). Relazione “All’Opera” Tutti capitoli del libro “Alcolisti Anonimi” mi hanno incuriosito ed hanno saputo trascinarmi nella lettura e nell'approfondimento: con il nostro librobase ho potuto edificare e rendere valido il nostro Programma di recupero. Il sesto capitolo intitolato “All’Opera” realizza un cammino doveroso e alquanto doloroso ma altrettanto indispensabile per effettuare un vero recupero. È iniziato così questo mio cammino in Alcolisti Anonimi: percorrendo alcuni Passi mi sono accorta che la realtà vissuta prima dell’incontro con un gruppo non corrispondeva alla vita reale, bensì era governata dalla volontà distorta e immatura di una donna con molte difficoltà e poca chiarezza, in particolar modo con se stessa. Dal Quinto Passo in poi, ho dovuto sostenere una vera e propria rivoluzione interiore, anche a costo di vedere che odiavo me stessa, non in quanto al disagio provato ma per i sensi di colpa emersi riguardo a certi miei comportamenti, avuti in passato, e per le troppe auto- giustificazioni che avevo dovuto per forza inventare. Sono convinta che il grande segreto per il miglioramento dell' “io”, che è sempre presente, sia semplicemente parlare senza aspettativa alcuna perché la soluzione arriva da sola. Certamente non potrò mai nemmeno pensare che da oggi a domani tutto si potrà modificare, ma restano pur sempre a carico della mia volontà i tentativi per cercare le risposte attraverso il riflesso del vissuto degli altri. (principio di identificazione) Alle domande scritte sul volantino, posso obiettivamente rispondere che quotidianamente mi metto in gioco per affrontare questioni pratiche mettendo in risalto ciò che questo Programma mi ha insegnato e che tuttora mi insegna. La meditazione in particolare, nella mia esperienza di vita, è stata una novità. Mai avrei immaginato che il tempo dedicato a me stessa, chiedendo fermamente e costantemente aiuto al Potere Superiore di fare per me ciò che non ero mai stata in grado di fare per me stessa, avesse un così alto significato per dare importanza ai valori che fino ad allora non avevo mai preso in considerazione. Soffermandomi ora sulle “Promesse di A.A.”, la “capacità di decifrarne il significato” è paragonabile alle condizioni di vita osservate con un’ottica completamente capovolta dalle esigenze fondamentali per la mia persona, se confrontata a prima di scoprire il Programma di Alcolisti Anonimi. Io ho la sicurezza di essere stata e di essere, a tutt’oggi, una persona miracolata e di questo sono e sarò sempre grata all'Associazione. Quando mi lascio trasportare con la lettura, fra le numerose conoscenze e nozioni che trovo scritte nei libri ufficiali di Alcolisti Anonimi, mi posso identificare e mi è possibile riscoprire in me i sentimenti delle paure, delle insicurezze, dei combattimenti contro me stessa, e avvertire le difficoltà di lasciarmi guidare dall'esperienza vissuta. Soltanto allora posso comprendere il valore delle “Promesse di A.A.”, sono attratta ad approfondirle e a scoprire quali e quante ne ho visto realizzare nella mia vita. “La fede senza le opere è una fede morta”, così recita l’ultima frase di questo capitolo: quale miglior modo per rendermi conto se c’è davvero questa fede se non cercare di trasmettere quel meraviglioso messaggio all’alcolista ancora in sofferenza? Io ho potuto far tesoro del Programma attraverso tanta lettura, ma anche con l'ascolto di tanti esempi di vita quotidiana raccontati nei gruppi. La capacità di comunicare sia il benessere spirituale che le difficoltà riscontrate per sperimentare tale benessere, è il legame che condividiamo sempre tra di noi, e deve essere così! Spero, con l’aiuto del nostro Potere Superiore, di continuare questo percorso perché se c’è qualcosa di buono in me, lo devo ad Alcolisti Anonimi; per tutto il resto, ci sono riuscita bene da sola (e non era granché). Grazie a tutti voi, ma la gratitudine suprema è e sarà sempre rivolta al Potere Superiore che mi ha permesso una seconda possibilità di vivere una vita spiritualmente ricca di valori. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA -RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI “LE PROMESSE DI A.A.” Con questo nuovo stile di vita ho scoperto cosa significa essere sereno, una nuova vita anche nel lavoro e con gli altri. Ora la mia vita è gioiosa e comincia ad avere un senso in questa nuova dimensione. Non ho più bisogno di trovare scuse. Affronto la vita di ogni giorno libero dall’ansia e per qualsiasi cosa non mi sento più solo. Ho cura di me e ora mi voglio bene e sono felice di affrontare le mie giornate senza il pensiero ossessivo del bere che non mi pesa anzi sono sereno. Sembra una magia. Il mostro è scomparso ed io non ne sento la mancanza, è successo qualcosa che non dipende da me. I regali e i valori che ora mi arrivano dal frequentare A.A. sono ineguagliabili, credevo fosse impossibile che queste promesse potessero avverarsi. Mi sono affidato e le promesse sono state mantenute. Anche se non tutti i giorni sono uguali e la mia serenità non è sempre stabile e talvolta vengo anche preso da timori e paure devo continuare a fare programma un giorno alla volta, per mantenere i risultati già raggiunti. Non ho più bisogno di mettere la maschera ad ogni occasione per sembrare un altro. Prima avevo voglia di morire ora desidero vivere serenamente. Ora posso trasmettere a chi soffre, come la mia vita sia cambiata e come sia possibile tutto questo grazie ai miei amici del Gruppo, al mio Sponsor e ad A.A. SE… mi impegno a seguire e mettere in pratica ogni giorno i suggerimenti posso ricevere i regali e le promesse che mi offre AA, per poterli trasmettere a chi soffre ancora, affinché la sua vita possa liberarsi dalla paura, dall’ansia, dalla solitudine, dall’ossessione alcolica e dai turbamenti, proprio come la mia. LA GIORNATA DELLA LETTERATURA Proposta dell’Area Veneto dal tema: “All’Opera” IV° capitolo del “Grande Libro” LE PROMESSE DI A.A. Nel libro “ALCOLISTI ANONIMI” sono scritte le PROMESSE del IX PASSO: 1. Se ci sforziamo di fare bene ciò che è richiesto in questa fase del nostro lavoro, ci meraviglieremo scoprendo di aver completato la metà della nostra opera. 2. Conosceremo una nuova libertà e una nuova felicità. 3. Non ci affliggeremo del passato, ma ci impegneremo a non dimenticarlo mai. 4. Capiremo cosa significa la parola serenità e conosceremo la pace. 5. Poco importa a quale grado di abiezione siamo scesi, costateremo come la nostra esperienza possa giovare agli altri. 6. Scomparirà ogni idea dell'inutilità della nostra vita e così pure ogni forma di commiserazione di noi stessi. 7. Perderemo l'interesse per i nostri capricci e ci dedicheremo al servizio degli altri. 8. L'egoismo scomparirà. 9. Le nostre idee sulla vita cambieranno come dal giorno alla notte. 10. La paura delle persone e la paura dell'insicurezza economica ci abbandoneranno. 11. Intuiremo come dovremo comportarci di fronte a delle situazioni che di solito ci sconcertavano. 12. Ci renderemo conto tutto a un tratto che Dio fa per noi ciò che noi non riuscivamo a fare da soli. Noi non pensiamo che si tratti di promesse stravaganti. Si realizzano in mezzo a noi, ora rapidamente, ora lentamente. Siamo certi che si attuano, se ci impegniamo alla loro realizzazione. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA -RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI“ALL'OPERA” All'opera è la parola chiave del nostro programma, quando si parla d'azione il VI capitolo spiega dettagliatamente il percorso che devo svolgere se voglio recuperare la mia vita. Alcolisti Anonimi si differenzia dalle altre associazioni per un programma di recupero, non è mettere il tappo alla bottiglia. E' un cerchio che devo attraversare se non voglio essere una bi passista. I Passi da compiere mi permetteranno di raggiungere la spiritualità. Il V Passo mi propone un contatto con un Potere Superiore come io l'ho identificato attraverso il II e III Passo, Gli ho elencato i miei difetti e Gli ho chiesto con umiltà la rimozione e il cambiamento. In precedenza nello svolgimento del IV Passo, ho scoperto di aver leso alcune persone, ora posso finalmente fare un elenco ed azionarmi con tutta l'umiltà e la determinazione che posso trovare in me stessa a porgere le scuse e a rammendare i rapporti guastati cambiando i miei atteggiamenti. Ho finalmente conosciuto una strada nuova che mi permette di individuare ogni giorno qualcosa che ancora non ho raggiunto e chiedo subito scusa se arreco torti. La preghiera e la meditazione accompagnano il percorso alla ricerca della spiritualità. Se svolgo il programma come indicato dal Grande Libro, trovo l'umiltà, la pace e la serenità che tanto desidero e finalmente amando il mio prossimo come me stessa, sono pronta a trasmettere il messaggio. COMMENTO AL CAPITOLO 6° “ALL’OPERA” DEL GRANDE LIBRO I componenti del Gruppo Cesana hanno affrontato il tema proposto in due serate, svoltesi nel mese di aprile. La lettura condivisa dell’intero brano, nel corso della prima serata, ha prodotto una forte carica emotiva e un’intensa partecipazione dalla quale sono scaturite condivisioni molto profonde che hanno richiesto una successiva serata per riuscire a inserirle in un contesto più omogeneo. La conoscenza di noi stessi, ottenuta con il 4° passo, l’importanza della sponsorizzazione, la crescita spirituale, è tra i temi che abbiamo affrontato. Sono i punti nodali del nostro recupero attraverso il programma A.A., punti che non finiremo mai di affrontare e che sempre ci forniranno punti di riflessione. Per molti l’impatto con il 6° capitolo è stato molto forte, intenso e pieno di contrastate emozioni non solo per la vastità dei temi che affronta ma soprattutto per come li esplicita e li mette a nudo. Tutto ciò ha portato in molti una sorta di confusione che si è comunque placata attraverso profonde riflessioni mirate a temi specifici tratti nel capito letto. Riflessione personale di un amico: Il messaggio che traggo da questo bellissimo capitolo del grande libro è una grande tranquillità, una grande calma nello spiegare le cose, una grande fermezza, consapevolezza e nello stesso tempo una grande gioia nell’andare incontro a tutti noi per donarci tutto ciò gratuitamente. Questo capitolo mi ha trasmesso queste sensazioni ed anche la voglia, ancora più grande, di far sì che tutto ciò che è scritto si realizzi nella mia vita. In tante cose mi rivedo e altrettante mi stanno succedendo mentre molte sono lontane, ma mi sento bene quando le leggo, quando mi affido a voi, alla letteratura e sentendomi bene cresce ogni giorno sempre di più la voglia di vivere questa associazione. Un rapporto con un potere superiore, un rapporto nuovo è la base su cui posso costruire un nuovo stile di vita e, un giorno alla volta, un nuovo modo di relazionarmi con le persone. Conoscenza di noi stessi (IV Passo) Il capitolo si apre parlando dell’estrema importanza di vivere a fondo il 4° passo, di come sia fondamentale per noi chiudere con il nostro passato riconoscendo i nostri difetti di carattere. Il riconoscimento dei nostri difetti e dei nostri errori, è il punto di partenza verso il nostro cambiamento e verso la vita. Non riusciremo mai ad avere un’esistenza se non cambiamo i nostri difetti, semplicemente, perché, con questi abbiamo creato una vita ingestibile e dolorosa. Le difficoltà di questo passo sono numerose, perché dobbiamo “rivoltare come un calzino” la nostra vita e abbandonare tutti quelli aspetti che ci hanno (malamente ma famigliarmente) accompagnato fino ad oggi, e rimetterci in gioco. La chiara e concreta definizione dei nostri difetti, unita a un’analisi dei nostri tentativi di soluzione attuati in precedenza, ci permette di definire concretamente il cambiamento che A.A. ci insegna. Tutto ciò è, in fondo, patrimonio comune di tutti i percorsi spirituali, ad esempio le quattro verità nobili del Buddismo (della sofferenza, dall’origine della sofferenza e del sentiero che porta alla cessazione della sofferenza), per non parlare della dottrina cristiana a noi più famigliare. La consapevolezza del nostro egocentrismo, del nostro assurdo modo di vivere, delle nostre paure così come del dolore che abbiamo creato nelle persone a noi vicine e (noi stessi) diventa la base del nostro cambiamento. La fretta e la superficialità sono nostre nemiche, il nostro inventario deve procedere con equilibrio e costanza. Riflessione personale di un amico: Per me questo capitolo segna la fine delle cose materiali e il graduale abbandono del vecchio stile di vita, quello di prima del programma di A.A. Dal 6 passo in poi il mio credere è di gran lunga superiore rispetto al vedere quindi è diventato molto importante coltivare quello che ho scoperto dentro di me cercando di costruire e apprezzando il modo in cui lo faccio anziché quello che devo ottenere. Ogni difficoltà superata, ogni periodo buio superato aumenta e fortifica questa forza, aumenta la mia gratitudine nei confronti del mio potere superiore, come io posso concepirlo, avvicinandomi sempre di più a Lui. Da questo mio rapporto con Lui, da come lo curo, da come mi pongo ogni giorno innanzi a Lui, da come mi allontano e dopo aver ammesso il fallimento, mi riavvicino, dipendono i miei successivi passi. Ammissione dei nostri difetti, anche di fronte ad una terza persona (“compagno di viaggio). Personalmente ho avuto ed ho ancora, molta difficoltà ad ammettere di avere dei difetti, ancor più a riconoscerli. La strada che mi porta a condividerli con un amico poi, è un sentiero stretto e tortuoso che sono riuscito, in alcune rare occasioni, a percorre solo per brevi tratti ed unicamente in determinate favorevoli condizioni, tutte agevolate dall’amico. Il mio inventario personale, ultimamente si fa sempre più vicino, sono arrivato anche ad accarezzarlo ma non ho ancora sufficiente coraggio per affrontarlo. Anche perché è chiaro in me il fatto che lo potrei benissimo fare ma ancora più nitido è che non lo farei con sincerità ed umiltà. TEMPO AL TEMPO. Sponsorizzazione: Un grande strumento per attuare il nostro cambiamento interiore, per rendere veramente efficace il 4° passo, è la sponsorizzazione. Il nostro egocentrismo non ci ha mai permesso di essere “animali sociali”, ma solamente di essere “animali speciali”, troppo o troppo poco, rispetto agli altri, autentici pezzi unici! Ora con il fardello dei nostri irrisolti difetti dobbiamo confrontarci con un altro essere umano, che essendo come noi, può accompagnarci nella ricerca di noi stessi. La figura dello sponsor non è ancora entrata completamente nella nostra realtà di A.A., per molti di noi è quasi una figura mitica di cui andare alla ricerca, ma è una figura fondamentale per il nostro programma e per lo stesso concetto di automutuo-aiuto che è alla base di A.A. stessa. Attraverso lo sponsor, il 4° passo diventa completo, corretto da ogni errore di valutazione e quant’altro. Soprattutto, è un passo di vera umiltà, onestà e sincerità; capisaldi del nostro recupero; inizia ora la nostra apertura verso il prossimo. Non siamo più soli a sopportare i nostri dolori, intorno a noi, ci sono persone che hanno avuto esperienze simili alle nostre e che ci possono capire senza giudicarci; intorno a noi ci sono amici che ora sono sobri e sereni! Riflessioni personali di alcuni amici: Con il programma e dopo essermi affidato al mio potere superiore, come io posso concepirlo, ho scoperto in me la volontà, di andare incontro agli altri, di provare ad aprirmi a loro e un giorno alla volta di provare ad amare gli altri. E’ questa nuova volontà che mi ha fornito la forza e il coraggio di chiedere a una persona di aiutarmi nel mio cammino, di parlare con lui partendo dalla parte materiale dei disastri da me fatti e provocati, per poi lentamente arrivare a scoprirne la vera causa. Ritengo che per me, uomo chiuso e diffidente, è stato di vitale importanza trovare una persona che ha saputo non solo ascoltare le mie cose più intime e i molti segreti da me confessati, ciò è stato molto duro e difficile, ma anche, lui stesso, aprirsi a me nello stesso modo. Non mi sono mai sentito giudicato, anzi, ho sempre ricevuto conforto. Ho iniziato a sentire, sempre più, di non essere più solo e per la prima volta in vita mia di essere sulla strada giusta. Questo è quello che ho provato quel giorno, una sensazione che non scorderò mai e che si è, via via, ripetuta tante volte. Lo sponsor, o come meglio preferisco io “amico” o come è stato ultimamente ed in maniera meravigliosa suggerito da A.A. Italia “il Compagno di viaggio”, ritengo sia una figura molto importante per un alcolista in recupero. Per un alcolista che si vuole recuperare e che “fa programma”. Io personalmente sono stato molto fortunato ho trovato un amico con il quale, sin da subito sono entrato in sintonia e con il quale, senza alcuna remora né coscienza di ciò che stava per accadere, mi sono sinceramente confidato, come e in un modo che non è mi è capitato in tutta la mia vita e come non avrei mai pensato potesse accadere. Sono ulteriormente fortunato perché ho trovato alcuni compagni di viaggio, con i quali ho imparato, anche dopo una prima non simpatia, ha condividere il mio percorso e la mia vita e loro con me. Non è mai stata una strada a senso unico, anzi l’esatto contrario, senza giudizio né rimprovero. Nel 6° capitolo si dice che “l’alcolista è come un uragano, dove passa distrugge le vite altrui (spontaneamente mi è venuto da aggiungere) …. E POI MUORE….”. Le riflessioni che potrei fare su questa frase sono molte ma sinceramente l’unica riflessione non eccessiva è che tutto ciò è tristemente vero, e rispecchia in pieno, in ogni sua piccola sfumatura il mio stato d’animo attuale. Spiritualità: Per molti di noi la spiritualità è stata confusa con l’adesione a una qualche pratica religiosa e, proprio per questo, è stata vista con sospetto, se non rifiutata. A.A. è nata in un paese multietnico, quindi non possiede una connotazione religiosa precisa. Per molti il potere Superiore è il Gruppo di appartenenza o la stessa A.A., questo può essere un primo passo di avvicinamento. Con la conoscenza più approfondita del programma le cose cambiano, il gruppo rimane sempre importante, ma la presenza concreta della “coscienza di gruppo” nella nostra vita, ci allarga la visione e ci lascia intravedere la presenza, sempre più nitida, di un Potere Superiore. In questo modo possiamo confrontarci con Dio (come possiamo concepirlo) cercando la Sua luce e il Suo conforto. Attraverso la preghiera e la meditazione unita al confronto con gli amici e alla conoscenza di noi stessi, possiamo finalmente conoscere il seno profondo dell’esistenza ed essere uomini profondamente in pace. Riflessioni personali di alcuni amici: La difficoltà da me riscontrata quando ho impattato contro la spiritualità di A.A. è proprio quella sopra citata cioè spiritualità-chiesa cattolica. Io con quest’ultima non ho un bellissimo rapporto. Solo con l’aiuto degli amici, del gruppo e della coscienza di gruppo sono riuscito a tenere la mente aperta, a scindere letteralmente le due cose e soprattutto a cercare di non cercare NULLA. Il solo modo che io ho di ottenere o fare qualcosa è di NON CERCARLO e non VOLERLO. Ecco che, con lo zampino del “CASO”, la spiritualità si è avvicinata a me e mi ha sfiorato. La sensazione è bellissima anche se non sempre né percepisco il lieve tocco ma di ciò sento e percepisco una grande positività ed un profondo beneficio. So, dentro di me lo so, che questa è la mia strada…… devo solo percorrerla…. Azione….!!! Dio lo cercavo quando stavo male, gli chiedevo di risolvere i miei problemi e quando questo non succedeva aumentava in me la rabbia e la sfida, sentimenti da me conosciuti in giovane età, fino ad arrivare a credere di non avere più nessuna speranza e quindi alla completa rassegnazione del dover vivere nell’unico modo-stile di vita che conoscevo. Al mio ingresso in Alcolisti Anonimi la prima reazione davanti alla preghiera della serenità condivisa è stata quella di dire, dentro di me, “mancava solo i preti e le ho fatte tutte”. Una cosa è certa: io ero una persona sconfitta, battuta su tutti i fronti, distrutta da anni di mie assurde regole, lontano dai miei sentimenti, sempre alterati fino al non sentirli quasi più; continue richieste d’attenzioni fatte distruggendomi in tutti i modi, cercando di essere e sentendomi una persona diversa in ogni situazione e davanti a persone diverse. Dio l’ho cercato per disperazione ma ho cercato prima Lui di un essere umano e Lui mi ha posto innanzi tanti esseri umani, del tutto nuovi per me. Man mano che rimanevo lontano dalle sostanze vedevo e di conseguenza credevo sempre di più che questo grande giudicatore quale pensavo che Lui fosse, nella realtà mia aveva fornito, ogni giorno e tutto intorno a me, di tanti e resistenti salvagenti e ciò sotto varie forme (esperienze degli amici, coincidenze, aiuti da persone, il mio graduale cambiamento notato dalle persone e fattomi notare). Avevo solo bisogno di vederli e, dal mio fallimento, è nato ciò. Lui ha aspettato che fossi io a chiedere, io a volerli vedere. Ciò è la più grande forma d’amore che un padre possa mai avere nei confronti di un figlio. Tu stai male, ti fai del male, mi fai del male… ma io ci sono e ci sarò sempre… quando tu lo vorrai. Ti dono la vita in ogni momento e ti ringrazio quando mi permetti di farlo. Questo è il dono più grande che, un giorno alla volta, Alcolisti Anonimi mi ha donato e continua imperterrita a donarmi e cioè l imparare a mettermi, pian piano, al sevizio degli altri e a loro disposizione. Fra me e loro c’è Lui. Senza di Lui, dentro di me, non esiste la forza sufficiente per fare tutto ciò. E’ Lui che apre il rubinetto del mio cuore da cui scorre un tipo di volontà mai notata, mai conosciuta; la volontà di andare incontro agli altri, di provare ad aprirmi a loro e un giorno alla volta di provare ad amare gli altri. RELAZIONE SUL CAPITOLO “ALL’OPERA” DEL GRANDE LIBRO Fare una riflessione in due sere su tutti questi passi assieme è servito a rivedere in tanti di noi lo svolgimento personale del programma, fare il punto ed eventualmente riprendere a lavorare su alcune lacune. Lo abbiamo trovato molto positivo anche per i nuovi che ancora non hanno tanta dimestichezza con i passi. 5° passo: Per chi è più sobrio il quinto passo è stato doloroso, difficile ma ha portato liberazione, accettazione di se, riappacificazione con gli altri. 6° passo: Smesso di bere dobbiamo occuparci dei nostri difetti di carattere che hanno accompagnato il nostro alcolismo. Passaggio obbligato per ottenere sollievo. 7° passo: Il motore del nostro cambiamento è l’umiltà. È un passaggio difficoltoso perché va contro il nostro egocentrismo. 8° passo: La necessità di fare un elenco serve a non dimenticare nessuna persona cui si è fatto del male e a riesaminare in noi le motivazioni di ciò. 9° passo: Facendo ammenda possiamo toglierci il senso di colpa, questo passo va continuato nel tempo. Cosa fondamentale: questo passo ci insegna a perdonare. 10°passo: Un amico lo definisce “antidepressivo naturale”. Questo passo ci permette di correggere immediatamente gli eventuali errori che la nostra personalità alcolista ci porta a commettere, ci permette di riconoscere i nostri progressi e lo stato d’interiorizzazione del nostro programma. 11°passo: La preghiera e la meditazione aiutano ad accettare serenamente la volontà del Potere Superiore nei nostri confronti, migliorano il nostro progresso spirituale e ci ricordano i nostri limiti. Questa pratica ci aiuta ad essere umili e grati. ALL'OPERA Cap. 6° E' NECESSARIO VERAMENTE RACCONTARE TUTTO? Nella letteratura dei 12 Passi troviamo una serie di consigli utili per il nostro benessere e il nostro recupero dall'alcolismo. Ci sono tante cose che ci aiutano a crescere e migliorare la nostra vita. Ad un certo punto ci viene chiesto di svuotarci di tutto ciò che dentro di noi da fastidio per la nostra crescita, di raccontare se, non si vuole parlare davanti al gruppo almeno al nostro sponsor, insomma di confidare ad altri tutti i nostri segreti anche quelli più scabrosi. Ora però, dopo un certo periodo di sobrietà riusciamo ad analizzare attentamente cosa accade a raccontare proprio tutto. Ci sono cose che potrebbero danneggiare l'alcolista stesso o i suoi famigliari, fatti successi in passato quando in preda all'alcol si eccedeva nelle trasgressioni morali e mal comportandosi nei confronti degli altri, ignorando i sentimenti di famigliari, amici , colleghi di lavoro ecc.… Ad esempio un tradimento fatto in preda all'alcol raccontato in famiglia, ora che a fatica è stato ricostruito un buon rapporto, potrebbe creare un forte risentimento nei rapporti con le persone più care con il rischio di una rottura insanabile. Con una grandissima possibilità che l'alcolista ritorni a cercare consolazione nella micidiale bottiglia. Ora sentendo varie testimonianze, ci accorgiamo che certe confidenze bisogna ponderarle molto bene e beato chi è capace di liberarsi di tutto. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA - RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMIV° PASSO: “ABBIAMO AMMESSO DAVANTI A DIO, A NOI STESSI E A UN ALTRO ESSERE UMANO, L'ESATTA NATURA DEI NOSTRI TORTI”. ........... Si avverte la necessità di confidare ad un altro i propri difetti più pericolosi per raggiungere una sobrietà duratura. Minimizzare i propri torti, ingigantire quelli degli altri e mascherare determinate situazioni, sono i trucchi che un alcolista mette in pratica per non prendere sul serio le proprie difficoltà. Per fare questo, si è disposti a cancellare i testimoni delle proprie brutture pur di non ricordare fatti accaduti. Serve l'umiltà di condividere per abbassare il proprio ego esagerato. A tal fine, è necessario superare la paura di mettersi a nudo con un altro. Presunzione e disonestà ci han condotto in queste stanze, ma fortunatamente ci si riconosce nei difetti e non nelle virtù. TEMI PER CONDIVISIONE IN GRUPPO tratti dal VI Capitolo del GRANDE LIBRO Il Quinto Passo ci ricorda come sia indispensabile ammettere di fronte a noi stessi, ad un'altra persona e a Dio la natura esatta dei nostri difetti e confessare la nostra esperienza passata nella sua totalità. Che cosa significa, per te, essere “umili, coraggiosi e onesti”? Condividi la necessità di uno sponsor personale come aiuto nel recupero personale e come preparazione alla testimonianza in Gruppo? Oppure, per te, basta parlare in Gruppo? È necessario confessare proprio tutto “ad un'altra persona”, o si può tenere qualcosa per se stessi? Hai costruito o stai costruendo un arco attraverso il quale sei passato o vuoi passare, finalmente, come uomo libero? Il tuo lavoro fino a questo momento (V Passo) è stato buono? Le pietre della tua costruzione sono state sistemate bene? Hai bene impastato il cemento che hai messo nelle fondamenta? Hai cercato di fare la malta senza la sabbia? Azione, meditazione e preghiera riassumono il Programma di recupero spirituale di A.A. Dopo aver preso coscienza dei tuoi “difetti di carattere” e delle azioni riprovevoli del tuo passato, ti sei servito dei Principi Spirituali di A.A. per mettere in pratica il VI e il VII Passo? Oppure sei ritornato alla “tua fede tradizionale” di prima? La nuova spiritualità ti ha aiutato ad aprire la mente e ad alleggerire il cuore? La preparazione accurata della lista dei nomi delle persone da incontrare per fare un’ammenda onorevole parte dall'inventario del IV Passo. Secondo te, ci deve essere questo collegamento diretto tra i Passi? Risulta utile farci aiutare dallo sponsor per la preparazione della lista e per superare i dubbi che si presentano per affrontare il IX Passo? Come fare per avere la determinazione giusta e la franchezza indispensabile per affrontare con serenità le persone che si devono incontrare? Quali sono i casi in cui conviene assolutamente astenersi dal fare ammenda diretta. “Ci meraviglieremo scoprendo di aver completato la metà della nostra opera.”: abbiamo cominciato a godere i frutti di questa nuova stagione? Alcune Promesse riguardano questi aspetti della vita personale: FELICITÀ', SERENITÀ', PACE, MENTE APERTA, SENZA PAURA, INTUIZIONE, FIDUCIA IN DIO. Qual è il significato di questi termini per te? Il PASSATO influisce ancora sul tuo presente? La commiserazione esiste ancora? Lo “stile di vita” è cambiato per poter comunicare l'esperienza agli altri? È cresciuto lo spirito di servizio? O l'egoismo ha ancora le radici ben piantate? Bisognerà guardarsi ancora dall'egoismo, dalla disonestà, dal risentimento e dalla paura” attraverso l'esame di coscienza contingente, la meditazione, la preghiera e l'azione. In te c'è questa convinzione oppure la pensi diversamente? È avvenuto in te “il miracolo della vita”? Ti senti veramente una persona miracolata oppure stai ancora aspettando che succeda qualcosa? La “quarta dimensione” ti appartiene nella vita quotidiana? Hai smesso di combattere oppure sei ancora in guerra? Contro chi? Perché? La sera, il mattino, i momenti di indecisione, dovrebbero essere “ i tempi forti” della meditazione e della preghiera per vivere la propria spiritualità. È così per te? Il cammino spirituale dovrebbe a poco a poco cambiare lo “stile di vita”: “Il nostro modo di pensare si avvicinerà sempre più all'ispirazione. Giungeremo a fare affidamento su di esse.” . Le sai cogliere nei vari momenti della tua giornata e seguire con fiducia? Che cosa significa per te: “La fede senza le opere è morta.”? A chi sta aspettando la “manna” dagli altri oppure che arrivi dal cielo che cosa suggerisci? Sono un alcolista “attivo” o un “alcolista anonimo”? LA GIORNATA DELLA LETTERAURA -RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMIVIII° PASSO: “ABBIAMO FATTO UN ELENCO DI TUTTE LE PERSONECUI ABBIAMO FATTO DEL MALE E SIAMO DIVENTATI PRONTI A RIMEDIARE AI DANNI LORO ARRECATI”. IX°PASSO: “ABBIAMO FATTO DIRETTAMENTE AMMENDA VERSO TALI PERSONE,LADDOVE POSSIBILE,TRANNE QUANDO,COSI' FACENDO, AVREMMO POTUTO RECARE DANNO A LORO OPPURE AD ALTRI”. Dopo aver svolto un accurato lavoro con un Quarto e Quinto Passo rigoroso ed onesto e cercato di trovare la libertà indicataci nel Sesto e nel Settimo Passo, ora occupiamoci delle relazioni con gli altri. Innanzitutto dobbiamo volgere lo sguardo al nostro passato per far luce sugli errori commessi per capire dove abbiamo sbagliato e permetterci, ove possibile, di ripararli. Bill diceva: “Le nostre relazioni sbagliate con gli altri sono state quasi sempre la causa delle nostre sventure, compreso l'alcolismo”. Altra cosa importante è cercare di capire come fare nel futuro, per migliorare i rapporti con il nostro prossimo. Allora, azioniamoci o ancor meglio, restiamo nel tema: “All'Opera”. Esaminando l'Ottavo Passo viene istintivo pensare che gli errori commessi, erano dovuti al fatto che non li avevamo commessi noi, ma l'alcol che si era impossessato delle nostre vite. Ma poi con onestà abbiamo ammesso che si trattava di una delle solite nostre scuse per aggirare l'ostacolo. Come fare per trovare il coraggio di affrontare questo Passo? A questo punto, entra in campo il Nostro Potere Superiore. Come a Lui, avevamo chiesto di salvarci dall'incubo dell'alcolismo, ora dobbiamo chiederGli di aiutarci ad amare gli altri con lo stesso amore con cui Lui ama noi. Con il Suo aiuto e mettendoci la nostra onestà, sincerità e buona volontà potremmo sentirci meno a disagio e nello stesso tempo più liberi e leggeri. In poche parole, dobbiamo cercare di rimediare ai torti che abbiamo fatto, non dimenticando che al male arrecato agli altri va aggiunto anche “il male emotivo che abbiamo causato a noi stessi”. Quando avremo riparato i torti fatti agli altri, ci verrà donato il salutare desiderio di perdonare noi stessi e il nostro prossimo. A proposito di perdono, la nostra Letteratura, recita: “Il perdono è il più alto segno di Umiltà”. E' certo che con l'orgoglio di cui specialmente la maggior parte di noi è dotata ci condurrà a cercare delle scusanti del tipo: “Come faccio a chiedere scusa ad una persona che mi ha arrecato più male di quello che gli ho fatto io?” oppure: “perché mai devo fare ammenda per un' offesa causata non da me ma dalla mia “malattia”. Ecco allora che dobbiamo correre ai ripari, farci un bagno di umiltà e riprendere a rivedere l'Ottavo Passo. La sua rilettura ci farà capire che noi non dobbiamo fare ammenda per il nostro alcolismo bensì per i nostri istinti che avevano distrutto i nostri rapporti con tutti. Una volta perdonati gli altri ci sentiremo gratificati e sereni, se poi anch'essi ci perdoneranno il lavoro sarà completo e le macerie rimosse definitivamente. Così facendo, elimineremo anche una parte del nostro egocentrismo aiutandoci a sentire quel senso di pace che prima non era nostro. La fede ci aiuterà a liberarci dalla schiavitù dell'io. Le scuse e le scappatoie andremo a cercarle ancor di più apprestandoci ad affrontare il nono Passo. Inoltre, anche la “paura” ci potrebbe mettere in difficoltà. La paura di essere accolti con freddezza o scetticismo dalle persone che andiamo a fare ammenda. A quel punto, dovremmo fare ricorso al nostro coraggio con tutta la determinazione possibile, cercando di prepararci prima a tali reazioni. “Essere pronti ad accettare tutte le conseguenze delle nostre azioni passate, e nello stesso tempo ad assumerci la responsabilità del benessere altrui, è il vero spirito del Nono Passo”. Nel fare ammenda dovremo stare bene attenti che nel fare alcune complete rivelazioni recherebbe un serio e ulteriore danno alla persona verso la quale facciamo ammenda. Dovremmo essere, come dice Bill: “Sensibili, pieni di tatto, indulgenti e umili, senza essere servili o striscianti. Come gente di Dio restiamo dritti sulle nostre gambe senza l'appoggio di nessuno e non ci inchiniamo davanti a nessuno”. Il completamento del Nono Passo può durare a lungo, ma dobbiamo fare attenzione a non rimandare gli incontri più difficili o sottrarci a quelli più umilianti, cogliendo delle buone occasioni per fare ammenda con tutti. Tutto questo ci aiuterà a liberarci dai sensi di colpa, portandoci la Serenità. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA -RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI X° PASSO: “ABBIAMO CONTINUATO A FARE L'INVENTARIO PERSONALE E, QUANDO CI SIAMO TROVATI IN TORTO, LO ABBIAMO SUBITO AMMESSO”. XI°PASSO: “ABBIAMO CERCATO ATTRAVERSO LA PREGHIERA E LA MEDITAZIONE DI MIGLIORARE IL NOSTRO CONTATTO COSCIENTE CON DIO, COME NOI POTEMMO CONCEPIRLO, PREGANDOLO SOLO DI FARCI CONOSCERE LA SUA VOLONTA' NEI NOSTRI RIGUARDI E DI DARCI LA FORZA DI ESEGUIRLA”. E' meglio continuare a tenere d'occhio noi stessi, valutare le nostre qualità negative e positive e mantenere stabile il nostro equilibrio emotivo. I primi nove Passi ci hanno permesso di rimuovere le macerie del passato. Il Decimo Passo sarà la nostra bussola per evitare di commettere errori nel proseguimento del programma, cercando di evitarli nella quotidianità. Dobbiamo tener conto che i risultati faticosamente raggiunti possono essere messi a rischio da un comportamento negativo anche episodico durante il nostro percorso. Siamo portati a perdonarci le cadute emotive mentre ci contrariano del comportamento delle altre persone. Quando bevevamo eravamo convinti di avere sempre ragione e che il nostro prossimo avesse sempre torto. La parte mentale della nostra malattia è più insidiosa di quella fisica. Sappiamo quanto sia difficile per noi alcolisti chiedere scusa, perché ciò comporta da parte nostra una sincera e onesta valutazione dei torti e l'umiltà è ancora in parte bloccata dal nostro orgoglio e dal nostro ego che ancora sono presenti. Purtroppo l'istinto ci porta a ritenerci sempre primi o sempre ultimi, non accettiamo le vie di mezzo. Dobbiamo imparare a lavorare su noi stessi e sui nostri difetti altrimenti ci infliggeremo ancora sofferenze. Ora dovremo iniziare una nuova vita e attraverso la meditazione e la preghiera cercare la volontà del nostro Potere Superiore ed accettarla. Siamo pronti ad affrontare l'Undicesimo Passo. Per tanti di noi il rapporto con Dio, era quasi utopico. Alcuni di noi si erano sostituiti a Lui, altri avevano messo un familiare. Poi, rendendoci conto che era quel Potere Superiore che aveva fermato la nostra “Pazzia alcolica” siamo giunti a dire: “Sia fatta la Tua volontà , non la mia”, Lui ci ha condotti sulla via migliore. Meditazione e preghiera sono sinonimo di “progresso spirituale” e nel nostro programma e nell' interesse della nostra crescita è necessario viverlo. Molti di noi credono che pregare e meditare siano atti religiosi mentre è riconosciuto da molti saggi che tali azioni servono alla conoscenza di noi stessi accentuando la propria resa e l'affidamento. Bob disse: “Noi non siamo legati a dottrine”, a questo punto ci viene utile ricordare la frase “Dio come noi possiamo concepirLo” che Bill definì forse l'espressione più importante che si possa trovare negli scritti A. A. Nell'arco di queste cinque parole, dense di significato, possiamo includere ogni tipo e grado di fede, ognuno di noi è libero di scegliere, rispettando il proprio credo. La preghiera di San Francesco ci è di grande aiuto per migliorare il nostro contatto cosciente con Dio. Quando riusciremo a scoprire solamente una piccola parte della volontà di Dio, le nostre turbolenze e le nostre paure diminuiranno e sentiremo più forte il senso di appartenenza ad A.A. LA GIORNATA DELLA LETTERAURA - RELAZIONE SUL SESTO CAPITOLO DI ALCOLISTI ANONIMI VI° PASSO: “ERAVAMO COMPLETAMENTE PRONTI AD ACCETTARE CHE DIO ELIMINASSE TUTTI QUESTI DIFETTI DI CARATTERE” VII°PASSO: “GLI ABBIAMO CHIESTO CON UMILTA' D ELIMINARE I NOSTRI DIFETTI”. Parecchi passi vanno insieme es. il 4° e il 5°, così anche per il 6° e il 7°. La nostra è una scuola per stare bene. L’alcol è la punta di un iceberg che ha solo evidenziato e potenziato i difetti di carattere che abbiamo e dobbiamo eliminare, se non si tolgono, si ritorna a bere e per fare questo abbiamo bisogno di aiuto. Non si deve combattere; il nostro Potere Superiore arriva da solo dentro di noi. Bisogna abbandonare i pensieri della nostra mente e il benessere arriva. All’inizio cerchi di smussare i difetti di carattere, perché subito non si riesce a eliminarli. Una persona non può essere perfetta, deve accettare, come parte della sua personalità, anche i suoi lati negativi, la perfezione non esiste. Bisogna imparare a mettere in evidenza i nostri pregi essere pronti a chiedere aiuto a Dio, chiedere con umiltà, chiedere al Potere Superiore di essere trasformati, un risveglio spirituale profondo. L’alcolismo ci ha portato a distruggere qualsiasi nostro pregio, non cambiare è pericoloso, perché non cambiare vuol dire ritornare indietro. Il più delle volte i difetti si tengono sotto controllo, è un lavoro difficile che dura tutta la vita, Dio ci può aiutare e preghiamo per essere aiutati. Se ci accorgiamo, quando sbagliamo, s’individuano prima gli errori. Vediamo l’importanza del Programma, quando veniamo corretti non si prova più contrarietà, nei momenti di difficoltà riconosciamo il Potere Superiore. La sobrietà ti porta a vedere i lati del carattere che non vanno bene, il cambiamento totale è auspicabile ma sicuramente difficile. Nessuna forza umana ci può portare alla ragione, è chiaro cosa fa l’alcol alle nostre vite. I difetti ci portano a un delirio di onnipotenza. Non si possono fare trucchi per ottenere ciò che desideriamo, bisogna saper accettare cosa ti manda il Potere Superiore, non siamo noi che dobbiamo decidere. Il programma di A.A. ci da fiducia, è quando facciamo da soli che sbagliamo. Con il 7° passo abbiamo chiesto con UMILTA’ di eliminare i difetti, di cambiare il nostro atteggiamento e andare verso Dio, sgonfiare il nostro ego. L’umiltà ci aiuta, abbiamo paura se qualcuno cerca di spostare il nostro equilibrio da poco tempo conquistato. Mettere da parte paure e ansie ci fa vivere meglio, abbiamo paura di ritornare indietro, dei nostri limiti e dei cambiamenti. Bisogna avere umiltà anche di accettare i nostri fallimenti. Abbiamo dovuto decidere con forza che dovevamo fare qualche cosa per la nostra malattia, abbiamo dovuto chiedere aiuto perché da soli non ce la potevamo fare, l’umiltà è stata la nostra fortuna. Con l’età i nostri difetti si potenziano, da giovani si è più malleabili e cambiare è più facile, dopo, cambiare diventa più difficile ma possiamo farlo a qualsiasi età. Non ammettiamo subito i nostri difetti ma grazie all’umiltà siamo in grado, un po’ alla volta, di guardarli: il rischio è ritornare a bere. Essere umili non vuol dire umiliarsi, dobbiamo sgonfiare il nostro ego e le cose incominciano ad andare meglio, pazienza e buona volontà sono necessarie. Proviamo sofferenza perché, come alcolisti, volontà e pazienza non sono nella nostra indole A volte è davvero frustrante trovarsi davanti a problemi per i quali non abbiamo la chiave per affrontarli. Accettazione della malattia e del programma di A.A. e dell’esistenza di un Potere Superiore. Siamo responsabili del nostro alcolismo ma, grazie ai nostri cambiamenti vogliamo affrontare la vita con energia positiva: amore, correttezza, onestà e lealtà. Abbiamo ancora paura perché non si sa come fare ma sappiamo di avere il programma di A.A. che ci aiuta. Certo essere umili non è facile. Dobbiamo imparare a chiedere al Potere Superiore di essere aiutati. VI Capitolo del Grande Libro: “ ALL'OPERA “ 1 Il Quinto Passo ci ricorda come sia indispensabile ammettere di fronte a noi stessi, ad un'altra persona e a Dio la natura esatta dei nostri difetti e confessare la nostra esperienza passata nella sua totalità. Che cosa significa, per te, essere “umili, coraggiosi e onesti”? Condividi la necessità di uno sponsor personale come aiuto nel recupero personale e come preparazione alla testimonianza in Gruppo? Oppure, per te, basta parlare in Gruppo? È necessario confessare proprio tutto “ad un'altra persona”, o si può tenere qualcosa per se stessi? 2 Hai costruito o stai costruendo un arco attraverso il quale sei passato o vuoi passare, finalmente, come uomo libero? Il tuo lavoro fino a questo momento (V Passo) è stato buono? ... Inventario personale ... ammettere a Dio, a noi stessi e a un altro essere umano la natura esatta dei nostri difetti: V PASSO. ... una valutazione delle proprie azioni a tu per tu con noi stessi non basta. ... Se sorvoliamo questo Passo ... probabilmente non vinceremo il problema dell'alcol. ... i nuovi venuti hanno cercato di tenere per sé certi fatti della loro vita ... sono ricorsi a metodi più facili. ... si sono ubriacati e, poiché avevano messo in pratica il resto del nostro Programma, si sono chiesti il perché della loro ricaduta. ... non avevano completato a fondo la loro “pulizia interiore”. Hanno fatto sì l'inventario morale ma hanno tenuto nascoste le cose peggiori. ... hanno ... pensato di aver perduto il loro egoismo e le loro paure, hanno solo pensato di essere umili. ... non avevano imparato abbastanza dell'umiltà, del coraggio e dell'onestà ... fino al momento in cui non hanno raccontato a un altro tutta la storia della loro vita. L'alcolista, più di tutti gli altri, vive una doppia vita. È come un attore. …presenta l'aspetto da palcoscenico ... La contraddizione è ancora più grave a causa di ciò che combina durante le sbronze. ... si vergogna di certi episodi ... Questi ricordi diventano un incubo. ... Essendo continuamente sotto l'effetto della paura e della tensione, beve ancora di più. Gli psicologi ... hanno le stesse nostre opinioni. ... In pochi casi ... abbiamo ... detto loro tutta la verità e ... seguito i loro consigli. ... non siamo stati onesti con nessun altro. ... molti medici hanno una cattiva opinione degli alcolisti ... dubitano che possano mai recuperarsi! Dobbiamo essere completamente aperti e onesti con qualcuno se vogliamo vivere a lungo ed essere felici in questo mondo. ... ci pensiamo bene prima di scegliere la persona – o le persone – con cui lare questo Passo ... di natura intima e confidenziale. - Quelli ... la religione richiede la confessione ... confidarsi con la persona che è autorizzata ... - ... se non pratichiamo nessuna religione, pensiamo che sia opportuno parlare di queste cose a qualcuno che abbia autorità nel campo religioso. Le pietre della tua costruzione sono state sistemate bene? Hai bene impastato il cemento che hai messo nelle fondamenta? Hai cercato di fare la malta senza la sabbia? 3 Azione, meditazione e preghiera riassumono il Programma di recupero spirituale di A.A. Dopo aver preso coscienza dei tuoi “difetti di carattere” e delle azioni riprovevoli del tuo passato, ti sei servito dei Principi Spirituali di A.A. per mettere in pratica il VI e il - ... cerchiamo, tra i nostri conoscenti, qualcuno discreto e comprensivo ... il nostro medico o psicologo ... qualcuno della nostra famiglia, ma stiamo attenti a ... ferirli ... Non abbiamo il diritto di salvare la nostra pelle a spese di qualcun altro. ... essere inflessibili con noi stessi e pieni di riguardo per gli altri. - ... non riusciamo a trovare la persona adatta ... questo Passo ... può essere rimandato, ma solamente se rimaniamo disposti a fare queste confidenze alla prima occasione propizia. ... è necessario parlare con la persona giusta ... capace di mantenere un segreto; che possa comprendere pienamente e approvare ciò che noi tentiamo di fare; che non cerchi di cambiare i nostri piani. Non ... procrastinare. ... non perdiamo tempo ... inventario scritto ... gli spiegheremo tutto, ... non nascondendo nulla, saremo più distesi. Possiamo ... in pace e senza paure. ... timori scompaiono ... il nostro Creatore ci è vicino ... ora stiamo per cominciare un'esperienza spirituale. ... l'impressione che il problema dell'alcol sia scomparso. ... sensazione di essere finalmente sulla Strada Maestra e di camminare con la mano in quella dello Spirito dell'Universo. Rientrati a casa ... un posto tranquillo ... passiamo in rassegna ciò che abbiamo fatto. Ringraziamo Dio con tutto il cuore ... Leggiamo attentamente i primi cinque Passi ... stiamo costruendo un arco attraverso il quale stiamo per passare, finalmente, da uomini liberi. ( domande ) Se siamo soddisfatti della risposta, leggiamo ... VI PASSO ... la buona volontà è indispensabile. Siamo ... disposti ... che Dio tolga da noi ciò che abbiamo ammesso essere riprovevole? Può Egli ... toglierci tutti i nostri difetti, uno per uno? Se siamo ancora attaccati a qualcosa che non vogliamo abbandonare, noi domanderemo a Dio di aiutarci a lasciarla. ... diciamo pressappoco così: - Mio Creatore, ora io voglio che tu diventi il Signore di tutto il mio essere ... ... di spazzare via ogni difetto di carattere che mi impedisce di essere utile a Te e ai miei amici ... ... dammi la forza di fare la Tua Volontà ... Abbiamo così completato il VII PASSO VII Passo? Oppure sei ritornato alla “tua fede tradizionale” di prima? La nuova spiritualità ti ha aiutato ad aprire la mente e ad alleggerire il cuore? preparazione ... passare nuovamente all'azione, ... constatiamo che “la accurata della lista fede senza le opere è morta”: VIII e IX PASSO. dei nomi delle - ... una lista di tutte le persone che abbiamo offeso e verso persone da le quali vogliamo fare un'ammenda onorevole. incontrare per fare - ... lista ... servendoci dell'inventario personale. una ammenda - ... esaminato la nostra personalità con grande cura onorevole parte - ... a trovare queste persone e ripariamo i danni ... dall'inventario del - ... cerchiamo di spazzare vita le macerie ... accumulate ... IV Passo. Secondo - Se non ne siamo capaci, preghiamo fin quando non ci sia te, ci deve essere concessa la forza necessaria questo Eravamo disposti a tutto per ottenere la nostra vittoria collegamento sull'alcol. diretto tra i Passi? Abbiamo ancora dei dubbi Risulta utile farci - ... possiamo esitare ... se sia il caso di andarli a trovare aiutare dallo - ... Alcuni di loro non è necessario ... abbordarli insistendo sponsor per la - ... Il nostro vero scopo è divenire capaci di metterci a preparazione della servizio di Dio e delle persone ... lista e per superare - ... Non è prudente affrontare una persona chche ancora i dubbi che soffra si ... presentano per - ... vogliamo riparare al male che abbiamo causato. ... affrontare il IX intenzione da parte nostra di buona volontà Passo? ... non ... pretesto per evitare ogni discussione che riguardi Come fare per Dio. avere la Può sorgere il problema su come abbordare la persona ... determinazione più difficile parlare a un nemico ... ma otteniamo maggiori giusta e la benefici. franchezza Andiamo ... con lo spirito giusto, confessando le nostre indispensabile per cattive disposizioni passate ed esprimendo il nostro affrontare con rammarico. serenità le persone Mai criticheremo tale persona e mai ci metteremo a che si devono bisticciare con lei. incontrare? Se siamo calmi, franchi e aperti, il risultato sarà ottimo. ... Quali sono i casi Abbiamo fatto le nostre scuse, la nostra parte. in cui conviene Gli alcolisti devono, quasi tutti, del denaro a qualcuno. Non assolutamente evitiamo i nostri creditori. astenersi dal fare ... Non temiamo più di dire apertamente che siamo degli 4 La ammenda diretta? alcolisti per paura ...non avere più paura dei nostri creditori ... siamo in pericolo di ritornare a bere, se abbiamo paura di affrontarli. ... ci sono dei principi generali: - ... abbiamo deciso di fare tutto il possibile per ottenere un'esperienza spirituale; - ... noi domandiamo la forza e le direttive ... senza dare peso alle eventuali conseguenze sul piano personale; - ... Non dobbiamo indietreggiare davanti a nulla. - ... non dobbiamo agire troppo in fretta. ... Prima di prendere delle decisioni drastiche che possono coinvolgere altre persone, noi domandiamo il loro consenso. - ... se una decisione drastica si impone non dobbiamo indietreggiare. (esempio dell'uomo d'affari) Abbiamo ... dei problemi in famiglia. ... l'alcol ha il potere di complicare le relazioni sessuali in casa. Se ... nostra moglie non sa nulla ... dirle come stanno le cose? Non sempre, crediamo. Ci sono dei casi in cui la franchezza assoluta è necessaria. Nessun altro all'infuori di noi stessi può giudicare una situazione così intima. Ricordiamoci che abbiamo a che fare con un terribile sentimento umano: la gelosia. ... un alcolista affermare che la sola cosa che deve cercare di fare è di non ubriacarsi ... L'alcolista è come un uragano che dove passa distrugge le vite altrui. ... quando uno sostiene che sia sufficiente essere astinente, perché tutto torni a posto, non sappia quello che sta dicendo. ... Dovremmo ... con la nostra famiglia e analizzarlo francamente ... facendo ben attenzione a non criticare nessuno. ... può darsi che il nostro comportamento ne sia stato in parte la causa ... ci mettiamo a “pulire la nostra casa” La vita spirituale non è una teoria. È necessario che noi la viviamo. Cambieranno con il tempo ... il nostro comportamento li convincerà più dei nostri bei discorsi. .... torti che non riusciremo a riparare ... Non preoccuparci, - se ... lo faremmo se fossimo in grado di farlo. ... - se non possiamo ... visitare ..., ... scriveremo una lettera ... - ... possono esserci delle ragioni valide che consigliano di ritardare le nostre scuse ... non ritarderemo, se non vi sono ragioni . ... essere sensibili, pieni di tatto, indulgenti e umili, senza essere servili e striscianti. 5 “Ci Se ci sforziamo di fare bene ciò che è richiesto in questa meraviglieremo fase del nostro lavoro, ci meraviglieremo scoprendo di scoprendo di aver aver completato la metà della nostra opera. completato la metà 1. Conosceremo una nuova libertà e una nuova felicità. della nostra 2. Non ci affliggeremo del passato, ma ci impegneremo a non opera.”: abbiamo cominciato a godere i frutti di questa nuova stagione? Alcune Promesse riguardano questi aspetti della vita personale:FELICI TÀ, SERENITÀ, PACE, MENTE APERTA, SENZA PAURA, INTUIZIONE, FIDUCIA IN DIO. Quale è il significato di questi termini per te? Il PASSATO influisce ancora sul tuo presente? La commiserazione esiste ancora? Lo “stile di vita” è cambiato per potere comunicare l'esperienza agli altri?È cresciuto lo spirito di servizio? O l'egoismo ha ancora le radici ben piantate? 6 “Bisognerà guardarsi ancora dall'egoismo, dalla disonestà, dal risentimento e dalla paura” attraverso l'esame di coscienza contingente, la meditazione, la preghiera e l'azione. In te c'è questa convinzione oppure la pensi dimenticarlo mai. 3. Capiremo cosa significa la parola serenità. 4. Conosceremo la pace. 5. Poco importa a quale grado di abiezione siamo scesi, constateremo come la nostra esperienza possa giovare agli altri. 6. Scomparirà ogni idea dell'inutilità della nostra vita e così pure ogni forma di commiserazione di noi stessi. 7. Perderemo l'interesse per i nostri capricci e ci dedicheremo al servizio degli altri. 8. L'egoismo scomparirà. 9. Le nostre idee sulla vita cambieranno come dal giorno alla notte. 10. La paura delle persone e la paura dell'insicurezza economica ci abbandoneranno. 11. Intuiremo come dovremo comportarci di fronte a delle situazioni che di solito ci sconcertavano. 12. Ci renderemo conto tutto a un tratto che Dio fa per noi ciò che noi non riuscivamo a fare da soli. Noi non pensiamo che si tratti di promesse stravaganti. Si realizzano in mezzo a noi, ora rapidamente, ora lentamente. Siamo certi che si attuano, se ci impegniamo alla loro realizzazione. X PASSO: continuare a effettuare il nostro esame di coscienza e continuare a riparare il male che ... faremo ... Siamo entrati nel mondo dello Spirito. Il lavoro che ci aspetta è quello di “crescere” in comprensione ed efficacia. ... dovrà durare tutta la nostra vita. Bisognerà guardarsi ancora dall'egoismo, dalla disonestà, dal risentimento e dalla paura. Quando questi sentimenti nascono: - ... domandiamo a Dio - ... ne parliamo subito con qualcuno e ripariamo subito, in fretta i nostri torti, se abbiamo fatto del male ad altri. - ... ci rivolgiamo risolutamente verso qualche persona da aiutare. - ... L'amore e la tolleranza verso gli altri, ecco il nostro codice morale. diversamente? È avvenuto in te “il miracolo della vita”? Ti senti veramente una persona miracolata oppure stai ancora aspettando che succeda qualcosa? La “quarta dimensione” ti appartiene nella vita quotidiana? Hai smesso di combattere oppure sei ancora in guerra? Contro chi? Perché? 7 La sera, il mattino, i momenti di indecisione, dovrebbero essere “ i tempi forti” della meditazione e della preghiera per vivere la propria spiritualità. È così per te? Il cammino spirituale dovrebbe a poco a poco cambiare lo “stile di vita”: “Il nostro modo di pensare si avvicinerà sempre più all'ispirazione. Giungeremo a fare ... cesseremo di combattere contro chiunque e qualunque cosa, anche contro l'alcol ... perché allora la ragione sarà tornata. Raramente sentiremo il desiderio di bere. Se ...tentati ... reagiamo in maniera sana, normale e constatiamo che la cosa accade automaticamente. ... questo nuovo atteggiamento si produrrà in noi, senza sforzo alcuno e senza pensarvi sopra. Sarà la cosa più naturale. È il miracolo della nostra vita. Non combattiamo l'alcol, né fuggiamo la tentazione. Abbiamo l'impressione di essere stati messi in una posizione di neutralità, sicuri e protetti. Non ... promessa di astenerci dall'alcol. È il problema, al contrario, che è scomparso. Per noi non esiste. Non ci vantiamo, né abbiamo paura. Questa è la nostra esperienza. Ecco come reagiamo, se ci manteniamo spiritualmente in forma. È facile trascurare il programma spirituale d'azione ... Andremo incontro a guai ... perché l'alcol è un nemico sottile. Non siamo guariti dall'alcolismo. ... noi possediamo ... una tregua quotidiana e contingente che dipende dal nostro modo di mantenerci spiritualmente in forma. Ogni giorno è un giorno in cui dobbiamo tentare di fare la volontà di Dio in tutte le nostre azioni. ... abbiamo cominciato a percepire la presenza del Suo Spirito in noi. ... siamo divenuti coscienti della presenza di Dio in noi. Abbiamo cominciato a sviluppare questo sesto senso, che è di un'importanza vitale. Dobbiamo tuttavia andare molto più lontano e ciò significa più azione. L' XI PASSO suggerisce la preghiera e la meditazione. Non bisogna essere timidi nei confronti della preghiera. ... efficace se noi ci disponiamo bene e se facciamo tutti gli sforzi necessari. ... alcuni suggerimenti: - ... la sera, passiamo in rivista, in maniera costruttiva, la nostra giornata. (Domande) - ... non scivolare nell'inquietudine, nel rimorso, a non lasciarci andare a torbide riflessioni -... Dopo questo esame di coscienza, chiediamo perdono a Dio e Gli domandiamo di farci conoscere le misure adatte per migliorare la nostra condotta. - Appena svegli ... facciamo un piano e ... domandiamo a Dio di guidare i nostri pensieri, supplicandolo di allontanare da noi ogni autocommiserazione e comportamento ... disonesto o egoista. ... forse dobbiamo affrontare dentro di noi l'indecisione. ... domandiamo allora a Dio che ci ispiri, che ci faccia decidere, un'intuizione. Siamo distesi, prendiamo le cose affidamento su di esse.” . Le sai cogliere nei vari momenti della tua giornata e seguire con fiducia? Che cosa significa per te: “La fede senza le opere è morta.”? A chi sta aspettando la “manna” dagli altri oppure che arrivi dal cielo che cosa suggerisci? 8 RIFLESSIONE PERSONALE con calma. Non combattiamo. Restiamo spesso sorpresi di riuscire a trovare delle buone soluzioni dopo aver fatto questi tentativi per un certo tempo. ... il nostro modo di pensare si avvicinerà sempre più all'ispirazione. Giungeremo a fare affidamento su di esse. Terminiamo di solito la nostra meditazione con una preghiera ... In particolare chiediamo di non essere schiavi del nostro egoismo e staremo attenti a non chiedere a nostro solo vantaggio. Possiamo chiedere a nostra moglie o ai nostri amici di unirsi a noi nella meditazione ... Se non apparteniamo ad alcuna religione, noi scegliamo qualche volta delle preghiere che sottolineino i principi di cui abbiamo trattato ... Durante il giorno, quando siamo agitati o abbiamo dei dubbi, facciamo una pausa e chiediamo un pensiero o un'azione giusti. ... ripetendo spesse volte ogni giorno, umilmente: “ Sia fatta la Tua Volontà”. ... allora corriamo certamente meno rischi ... Diventiamo sempre più delle persone efficienti. ... Questo metodo è efficace e lo è veramente. Noi alcolisti siamo indisciplinati. Allora lasciamo che Dio ci dia disciplina con quel metodo così semplice che abbiamo appena spiegato. Ma non è tutto. C'è azione e ancora azione: “ La fede senza le opere è morta”. Il Programma funziona! Io lo conosco? Sono un alcolista “attivo” o un “alcolista anonimo”?