Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 2 dicembre 2007 Con l’Amore tutto è possibile Il saluto di monsignor Giusti ai lettori de «La Settimana» arissimo, carissima, Vorrei rivolgermi personalmente a ciascuno di voi che leggete il settimanale della Diocesi. In questi 24 anni di sacerdozio ho avuto un solo obiettivo: far personalmente conoscere Gesù alle persone con le quali la Provvidenza mi chiedeva di camminare. Perché questa sempre presente tensione? Perché se lo conoscerete, Egli essendo talmente capace di volervi bene, sicuramente ve ne innamorerete. L’evangelizzazione esige l’incontro personale con Gesù. C L’ingresso del nuovo vescovo il 2 dicembre ed il pellegrinaggio diocesano a Montenero l’8 dicembre Due eventi storici per la Chiesa che è in Livorno Lo conoscete? Avete almeno iniziato a frequentarlo e a conoscerlo? Chi può rispondere affermativamente a questa domanda, potrà comprendere quanto sto per dirvi. Vedete carissimi Egli è serenamente vicino a ciascuno di voi. È al tuo fianco, ma non in maniera invadente, anzi discreta. È affascinante la sua compagnia, ti stupisce continuamente. Sa illuminare la tua mente e riempire di dolcezza il tuo cuore. Sa far tremare di vergogna la tua coscienza davanti ai peccati e sa riempire di ferma e risoluta determinazione la tua volontà. Se lo cerchi con cuore sincero e aperto, quando Egli viene ti manda in confusione perché mai ti aspetteresti tanto affetto, tante lacrime di gioia e al tempo stesso tanta luce sulla tua vita e chiarezza sulle vie che se vuoi, potrai percorrere. Non ti obbliga mai a nulla, ma propone e si propone. Solo la sua proposta è sempre talmente affascinante che il tuo cuore ne viene attratto come l’orecchio verso la musica e gli occhi verso la luce. A volte non comprendi quello che ti propone, abbi pazienza e capirai, non ti parla dell’oggi, ma del domani. Abituati a vedere con gli occhi di Dio. Con essi la vita è e basta. Con Lui anche le ore o i giorni di dolore, di lutto si caricano di significato e di speranza. Avverti che anche la sofferenza è utile e la morte in Dio di una persona a te carissima, diviene nuova e indicibile presenza, compagnia, tenerezza: diviene amore ovvero Dio. Carissimi vengo per condividere con voi tutti ciò che vivo: la quotidianità dell’incontro con il Signore. Mi adopererò in ogni modo per insegnarvi ad accorgervi di Lui e a riconoscerlo affinché la vostra vita sia piena. Abbracciatelo, stringetevelo al petto e sorridete, perché con l’Amore tutto è possibile. Tutto posso nell’Amore. + Simone, Vescovo Nelle foto monsignor Simone Giusti, 16° vescovo di Livorno ed i due stendardi realizzati da Lucia Domenici con lo stemma del vescovo, che in questi giorni sono rimasti appesi alle colonne del duomo, per richiamare l’attenzione dei passanti sull’ingresso del 2 dicembre BENVENUTO MONSIGNOR GIUSTI L’inizio di un’avventura cristiana Un invito e un augurio DI NICOLA SANGIACOMO ella prima domenica di Avvento, all’inizio dell’anno liturgico, fa il suo ingresso a Livorno il nuovo Vescovo, monsignor Simone Giusti: per la Chiesa livornese è arrivato il momento di cominciare «l’avventura cristiana» con il nuovo Pastore. È stato lo stesso monsignor Giusti a definirla così in occasione del suo primo discorso rivolto da Vescovo ai cristiani livornesi. È bello sapere che la vita di fede può essere un’avventura, piena di aspetti non ancora conosciuti ed incerti, ma comunque affascinante. Un’avventura da vivere insieme a tutta la comunità N cristiana, la Chiesa, che cammina nella storia con il passo coraggioso di chi affronta un percorso non completamente conosciuto. I percorsi della fede di ogni cristiano non sono certamente autostrade né binari dell’alta velocità, ma assomigliano piuttosto a sentieri di montagna, in cui la fatica del camminare in salita si accompagna allo stupore per le scoperte che si possono fare dopo ogni passo e alla meraviglia di chi riesce a raggiungere la vetta. L’avventura cristiana, proprio come il camminare in un sentiero di montagna, è bella da vivere insieme; e, in questo senso, mi è sembrato particolarmente significativo il richiamo alla Comunione che il Vescovo Simone ha rivolto alla sua Chiesa già nel primo discorso dopo la consacrazione episcopale. È il primo invito che rivolge alla Chiesa livornese e non credo che questo sia casuale. È sulla Comunione che si fonda la Chiesa di Gesù Cristo, è nella Comunione che scopriamo l’aspetto più affascinante dell’avventura cristiana, è per la Comunione di tutti i credenti che spende le sue energie un Vescovo. Il primo invito autorevole alla Chiesa di Livorno diventa quindi anche un augurio sincero che da queste pagine rivolgiamo a monsignor Giusti nel salutarlo come nuovo Pastore. l 2 e l’8 dicembre 2007, queste due date saranno ricordate nella storia della Chiesa di Livorno: il giorno dell’ingresso del 16° vescovo della Diocesi labronica ed il primo pellegrinaggio al Santuario di Montenero guidato dal nuovo Pastore. Ecco i programmi nel dettaglio di questi due eventi: I DOMENICA 2 DICEMBRE Alle 15.00 monsignor Giusti arriverà nella piazza del mercato a Stagno, dove saluterà le autorità di Collesalvetti ed il parroco di S. Luca evangelista, prima comunità parrocchiale sulla strada tra Pisa e Livorno. Alle 15.30 il vescovo Simone saluterà le autorità civili e militari di Livorno e provincia in piazza della Repubblica, dopodiché in corteo attraverserà la via Grande, preceduto dai figuranti de La Livornina. Alle 16.00 circa farà il suo ingresso nella cattedrale di Livorno, accolto dal Preposto monsignor Peccioli. Bacerà il crocifisso e lo stipite della porta del duomo, prendendo così ufficialmente possesso della Diocesi. L’evento sarà trasmesso in diretta su Granducato TV a partire dalle 15.00. SABATO 8 DICEMBRE Alle 15.00 è previsto il ritrovo nel piazzale Giovanni XXIII (quello dei pullman). Alle 15.30 inizierà la salita a piedi verso il colle di Montenero con la meditazione del S. Rosario curata dall’Azione Cattolica diocesana. Alle 16.00 monsignor Giusti presiederà la celebrazione eucaristica nel Santuario. TOSCANA OGGI II LA SETTIMANA DI LIVORNO 2 dicembre 2007 Una mostra su don Nesi PER LA FESTA DELLA TOSCANA APERTURA FINO AL 7 DICEMBRE a festa della Toscana di quest’anno ha visto al centro degli appuntamenti un convegno dal titolo «Le eccellenze educative a Livorno: don Nesi e il villaggio di Corea» organizzato in collaborazione dalla Provincia di Livorno, dal Consiglio Provinciale e dalla Regione e Consiglio regionale della Toscana. Il convegno, a cui hanno partecipato alcuni esponenti dell’Associazione don Nesi, delle istituzioni locali ed esperti nel campo educativo, ha dato il via anche alla mostra documentaria dal titolo «L’esperienza di don Nesi e del villaggio scolastico di Corea» che resterà aperta a Palazzo Granducale (p.zza del Municipio 4) fino al 7 dicembre. L Corso di accostamento all’impegno socio-politico Conoscere per partecipare ome già annunciato, sono aperte le iscrizioni al corso diocesano di formazione per l’accostamento all’impegno socio-politico. Nelle parrocchie sono a disposizione da tempo gli opuscoli che ne illustrano contenuti e metodi. Lo staff dell’ufficio per i problemi sociali ed il lavoro è a disposizione per eventuali incontri informativi sulla materia e gli obiettivi che si propone, nelle parrocchie o nelle sedi indicate dalle associazioni ecclesiali. C LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE • Periodo: da definire con chi avrà aderito. In linea generale nel mese di gennaio prossimo. • Iscrizioni: preferibilmente limitate a persone tra i 20 e i 45 anni e che non siano già investiti di incarichi determinanti per la vita di un partito o di un sindacato. Le iscrizioni si raccolgono presso la portineria della Curia oppure al seguente indirizzo email: «[email protected]» • Quota adesione: 15 Euro per contributo alle spese, d aversare ad inizio corso. • Testi: ove ritenuto collegialmente necessario, indicati di volta in volta dalla docenza. • Documenti e diapositive lavoro: su supporto informatico (invio a domicilio per email o per inserimento a fine lezione su ‘pen driver’ informatico, fornito fin dal primo momento ad ogni allievo) • Strumenti: personal computer, proprio o reso disponibile in parrocchia/associazione. • Fin dal primo sabato sarà disponibile un FORUM online per mantenere stabilmente come punto di riferimento la DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA. • Sarà formato un GRUPPO DI LAVORO permanente che coinvolgerà operativamente tutte quelle strutture (Gruppi parrocchiali, uffici diocesani e/o associazioni) che avranno collaborato al reclutamento degli iscritti. PROGRAMMA 1° sabato • Saluto del Vescovo. • Presa d’atto di opinioni sul far politica (diapositive: INSIEME PER ...) 2° sabato Autovalutazione di icone politiche • Simulazione di ruoli su seduta consiglio comunale o trattativa sindacale. • Diapositive didattiche su DEMOCRAZIA E LAICITÀ: 3°-4°-5° sabato TESTIMONIANZE E CONFRONTI • INCONTRI A TEMA con dirigenti delle organizzazioni dei lavoratori e delle associazioni d’impresa, con segr. locali dei partiti principali, con esperti. Possono essere svolti anche fuori Livorno. Temi: Professionalità. Profitto e organizzazione del tempo e del lavoro. Famiglia e lavoro. Immigrazione. • Diapositive didattiche su PLURALISMO DEI RUOLI NELLA SOCIETÀ 6° sabato ETICA E POLITICA 7° sabato LA DSC E L’IMPEGNO CIVILE. RAPPORTO FEDE-POLITICA • Incontro col Vescovo. E.B. Sabato 8 dicembre nella chiesa di S. Caterina un concerto celebrerà il ritorno del famoso capolavoro vasariano nella sua posizione originaria La pala del Vasari torna nell’abside A lle 18.30 del prossimo 8 dicembre l’«Incoronazione della Vergine», il famoso capolavoro di Pietro Vasari, di proprietà della chiesa di S. Caterina sarà ricollocata nella sua posizione originale. La grande pala recentemente restaurata, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, dallo scorso maggio era rimasta ben visibile davanti all’altare maggiore, adesso tornerà nella sua collocazione primaria, in alto nell’abside. Questa ricollocazione sarà anche l’occasione per inaugurare i restauri delle pitture delle pareti dell’abside, conclusasi proprio in questi giorni. Sabato 8 dicembre, nella festa dell’Immacolata, alle 18.30 saranno accese le luci che illuminano i capolavori artistici che impreziosiscono la chiesa. All’inaugurazione saranno presenti, insieme alle altre autorità cittadine, anche il vescovo monsignor Simone Giusti; l’avvocato Luciano Barsotti, presidente della Fondazione Cassa Risparmi Livorno, il parroco don Giuseppe Ferrari e monsignor Pietro Basci responsabile dell’ufficio beni culturali della Diocesi. Alle 18.45 la dottoressa M.Teresa Lazzarini, storico dell’arte e funzionario della Sopraintendenza ai Beni Culturali di Pisa, terrà una conferenza per illustrare le pitture dell’abside, accompagnata dal commento dei restauratori Carlo Sassetti e Paola Gatto. Alle 19.30, in chiesa, allieterà i presenti un concerto pensato e diretto dalla professoressa Giulia Palandri (Arpa: Marinella Russo, Viola: Alice Clara, Violino: Sergio Rizzelli, Organo: Giulia Palandri, Tenore: Marco Voleri, Soprano: Chiara Mattioli, Voce recitante: Paolo Giardi). La serata si concluderà intorno alle 20.00 con un aperitivo offerto dal comitato organizzatore della chiesa di S. Caterina. Per informazioni: comitato S. Caterina piazza dei Domenicani 3, tel. 0586/894090 – www.chiesadisantacaterina.it. NELLA FOTO UN’IMMAGINE DEL RIPOSIZIONAMENTO DELLA PALA APPENA RESTAURATA IL CORSO PER GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA Religione, arte e immagine Caravaggio e Rembrandt per spiegare la fede er il corso di formazione all’insegnamento della religione cattolica rivolto agli insegnanti della scuola elementare sul tema: «Religione, arte e immagine»; è stato affrontato l’argomento «L’ombra e la luce- il tema della conversione in Caravaggio e Rembrandt» Presentato dal responsabile dell’Ufficio scuola, Enrico Sassano, ne è stato relatore don Andrea Brutto. Don Andrea ha iniziato dicendo che nell’esperienza che facciamo quotidianamente, avvertiamo la pesantezza degli errori e delle colpe e siamo condotti dalla fede a incontrare l’amore gratuito di Dio che ci dà la luce che trapassa le tenebre. Dio si fa storia e prende su di sé tutto il nostro buio, il suo è un amore a fondo perduto ed è più forte del peccato. Queste tematiche -ha continuato don Andreasono espresse compiutamente da due pittori: Caravaggio e Rembrandt, specialmente nella pittura di Caravaggio si riflette la sua vita che ha sperimentato la relazione tra ombra e P luce, tra bene e male. Il relatore ha poi tracciato una biografia del Caravaggio che essendo vissuto al tempo della riforma cattolica anche la sua opera risente di quel clima. La sua pittura nasce dal realismo lombardo e dal rinascimento veneto ma, arrivato a Roma, inventa un suo particolare repertorio e qui inizia la leggenda del pittore maledetto anche se nel suo animo rimane un vero credente. A Roma avviene l’incontro con il Cardinale Del Monte che gli fa conoscere le famiglie più importanti: Barberini, Giustiniani, Borghese. Il Cardinale gli affida la commissione pubblica per la realizzazione dell’opera «La vocazione di San Matteo» nella chesa di San Luigi dei Francesi. Nel presentare i soggetti religiosi - ha continuato il relatore - l’autore usa delle persone vere, gente del popolo, senza un disegno preparatorio di fondo, non usa una luce diretta ma artificiale che dà un effetto molto più realistico. In questo quadro i locali scuri, una osteria romana, ricevono una luce dall’alto che determina un rilievo molto forte creando spazi di luce e ombra. L’idea teologica sottesa al dipinto è l’intrecciarsi tra storia sacra e la concreta umanità dell’oggi: la storia della salvezza si immerge nella storia contemporanea. La storia non è estranea a Dio che la concretizza nel rapporto tra Cristo e l’uomo. La luce di Dio irrompe sulle tenebre a dimostrazione della ricerca di fede che lo stesso autore sperimenta nell’arco della sua vita. Nella tela «Conversione di San Paolo» il gioco luce-ombra è sempre evidente, si nota Paolo, a terra, con le braccia allargate, pronto ad accogliere la rivelazione divina rappresentata dai raggi di luce che squarciano le tenebre. Nella successiva «Madonna dei pellegrini», si vede ancora la volontà del Caravaggio di servirsi di volti popolari, talvolta equivoci, per incarnare la luce che viene da Dio, in questo caso dal bambino che la Madonna porta in braccio e da cui viene illuminata; i viandanti che lo adorano dimostrano una umanità piagata, così come sono le piaghe presenti nei piedi di uno dei viandanti. Don Andrea ha terminato sottoponendo ai presenti il quadro di Rembrandt «Ritorno del figliol prodigo» (nella foto) dove è anche qui evidente il tema della luce; una notte benedetta lascia il posto alla luce. Una luce che si incentra tutta sulle mani del patriarca che in un abbraccio che sembra durare all’infinito, con una mano dal polso possente, maschile, dà forza e fiducia al figlio, e con l’altra mano, più affusolata, quasi femminile, (Dio paterno e materno insieme) lo sorregge e accarezza come Dio sorregge e protegge tutta l’umanità che vuole seguirlo, mentre da un lato si vede l’altro figlio, immobile nella sua staticità e durezza, non disposto al perdono e refrattario all’amore di Dio. Gianni Giovangiacomo TOSCANA OGGI LA SETTIMANA DI LIVORNO 2 dicembre 2007 Che cosa ci guadagna la parrocchia con l’Ac? AUGURI! ianluca della Maggiore, uno dei G «pilastri» della redazione del nostro settimanale si è brillantemente laureato alla facolta di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. La sua tesi, incentrata sulla figura di don Roberto Angeli, non poteva che ottenere il massimo dei voti. Bravo Giallu! Azione cattolica: una «ricchezza» da non sottovalutare iusto un anno fa, in un articolo come questo, facevo alcune riflessioni sul senso dell’adesione all’Azione Cattolica, sul perché proporre in parrocchia questa originale esperienza laicale di formazione e di servizio alla Chiesa. Poi alcuni giorni fa mi è ricapitato fra le mani un intervento dell’ex Presidente nazionale dell’AC Paola Bignardi dal titolo «Che cosa ci guadagna la parrocchia con l’AC?», che mi sembra particolarmente adatto per l’occasione e che adesso mi piace brevemente riprendere. Dunque, la domanda che spesso si sente ripetere in giro per le parrocchie, secca e brutale, è la seguente: ma a che serve l’Azione Cattolica? Vale la pena per un parroco avere l’AC? Appunto, che cosa ci guadagna una parrocchia con l’AC? Ora, a parte il fatto che la domanda è un po’ curiosa (tutto quello che si fa in parrocchia «serve»?) o perlomeno mal posta (nella Chiesa non bisognerebbe ragionare in termini di «utilità», semmai in quelli di servizio), stando un po’ al gioco vorrei proporre un piccolo elenco di «guadagni» che la parrocchia può conseguire dall’avere al suo interno un gruppo di ragazzi, giovani, adulti, in G qualche caso adultissimi, di Azione Cattolica. Anzitutto, la parrocchia ci guadagna una vocazione laicale esplicitamente coltivata per se stessa: laici che non interpretano la propria vocazione solo con riferimento alla parrocchia e al servizio pastorale che vi svolgono, ma che seguono un cammino formativo per vivere la loro appartenenza a Dio, originata dal Battesimo, anche nelle ordinarie condizioni di vita familiare, professionale, sociale, civile; laici adulti nella fede che sanno portare nella comunità la loro appartenenza agli ambienti del mondo e le domande che le persone che vivono ai margini o al di fuori della parrocchia portano in sé; laici che amano la loro esperienza quotidiana nel mondo e non vedono la parrocchia come un rifugio rispetto alla complessità del mondo. Se infatti un rischio oggi corrono le parrocchie è quello di chiedere ai laici di essere meno laici per essere più cristiani, di essere meno dentro il mondo per essere più dedicati alle cose di Chiesa. In questo senso, un’esperienza di Azione Cattolica garantisce alla comunità presenze laicali con una maturità vocazionale diversa, ed al parroco l’opportunità di dare valore alle vocazioni piuttosto che alle funzioni. In secondo luogo, la parrocchia ci guadagna una comunità realmente adulta, adulta ovviamente non secondo l’anagrafe quanto secondo l’atteggiamento di fronte alla realtà e alle questioni della vita. Avere in parrocchia dei laici con uno stile adulto è cosa ben diversa dall’avere semplicemente dei validi collaboratori o dei bravi esecutori. Proviamo a pensare a quello che accade in famiglia: un padre che ha un rapporto corretto con i figli non desidera altro che diventino grandi, adulti appunto, ma diventare adulti, per i figli, significa staccarsi dai genitori, avere un modo libero e autonomo di guardare alla vita. Un figlio così è un figlio che continua a voler bene ai genitori, ma che, proprio perché adulto, è capace di stare di fronte a loro con autonomia e responsabilità. Ora, avere in parrocchia una presenza come l’AC, esperienza intergenerazionale di laici organizzati, che verso il parroco ha quel rispetto e quell’autonomia che i figli hanno verso i genitori, favorisce queste dinamiche adulte, che non sono a vantaggio solo di qualcuno, ma una ricchezza per tutta la comunità. Ed un parroco può anche qui cogliere un’opportunità: se avere una parrocchia impeccabile quanto ad AGENDA DIOCESANA DOMENICA 2 DICEMBRE INGRESSO IN DIOCESI DI MONSIGNOR GIUSTI LUNEDÌ 3 DICEMBRE - 15.00 il Vescovo visita i preti malati. - 17.00 il Vescovo è in visita alla Caritas. efficienza, oppure una parrocchia che genera figli adulti. Infine, la parrocchia ci guadagna la presenza di un’esperienza che ha scelto di vivere per la Chiesa, e che in molti casi sceglie di mettere la Chiesa prima di se stessa, addirittura prima della propria stessa esistenza. L’Azione Cattolica vive in parrocchia per servire la comunione e la missione della parrocchia, aiuta a sentirsi a casa propria nella Chiesa e, con i propri cammini formativi, a renderla più missionaria. Avere in parrocchia l’AC, quindi, non complica la vita pastorale, ma la arricchisce. E questo, di nuovo, pone al parroco un’opportunità, quella della corresponsabilità, che in una logica di comunione ecclesiale esclude l’uniformità. La comunione nella quale crediamo è infatti prima di tutto dono di Dio, che ci fa uno nel rispetto delle no- stre originalità e diversità. Non possiamo allora rischiare di credere così poco alla comunione dono di Dio da pretendere l’uniformità per esservi fedeli. Questi ovviamente sono solo alcuni dei «guadagni» che una parrocchia può conseguire con l’AC: costituiscono un grosso impegno per i laici che vi aderiscono, ma come detto, proprio per il suo peculiare rapporto con i Pastori, costituiscono anche, se non soprattutto, una grande responsabilità per i parroci. Se è vero infatti che l’Azione Cattolica non può vivere senza parrocchia, è altrettanto vero che essa è come una piantina delicata, bisognosa di cure, per cui se il parroco non la coltiva, per quanti sforzi facciano i laici che ne fanno parte, sarà difficile che possa svilupparsi. Gabriele Maremmani, presidente diocesano di AC L’INCONTRO ORGANIZZATO DALLA PASTORALE FAMILIARE Amarsi come ci ama Dio Il prossimo appuntamento sabato 1 dicembre n ottobre si è svolto il primo incontro del corso per le coppie e le famiglie organizzato dall’Ufficio della Pastorale Familiare, dal titolo «Cosa significa amarsi, ovvero le caratteristiche dell’amore autentico». I relatori Dino De santi e Wilma Solcia hanno condotto l’incontro trattandolo dal punto di vista biblico e pedagogico. C’è stato diverso spazio per i lavori di gruppo in cui partecipanti avevano il compito di dare risposta ad una domanda fondamentale: Che cosa vuol dire amarsi all’interno di una relazione? Amarsi significa cercare di amarci come ci ama Dio: Dio - ha sottolineato Dinoci ama con pazienza aspettandoci perché dentro di noi maturino le «cose», ci ama con misericordia dandoci la possibilità di sbagliare, ci ama mostrandoci la sua fedeltà perché Dio non ci molla mai. L’amore di Dio nei nostri confronti non viene mai meno, tanto è vero che Wilma riprendendo un vecchio motivo di Claudio Chieffo, ci dice che due persone che si amano vorrebbero amarsi come Dio ci ama...«Io vorrei amarti come ti ama Dio». Amare ed essere amato sono le aspirazioni massime di ogni uomo e di ogni donna. Ma ci sono diversi modi di Amare. Si può amare solo per dovere, cioè con la testa, ma senza calore senza passione. Questo è un amore che, ad un certo punto, diventa rivendicativo che chiede il conto di quello che è stato dato. Si può amare tanto sperando di ricevere altrettanto, la persona è molto concentrata su quello che può ricevere ed il rischio della frustrazione è molto elevato. Invece se si riesce a vivere l’esperienza di sentirci amati da Dio, se si sperimenta la sua tenerezza e la sua gratuità, si può cominciare ad amare in maniera diversa. Si può amare così, a nostra volta, con gratuità ed autenticità: in questo caso I SPIRITUALITÀ PER I SEPARATI unedì 3 dicembre alle 21.15 al centro diocesano della Ldi famiglia (via Galilei 11) primo incontro del percorso spiritualità per separati e risposati, tenuto da don Raffaello Schiavone. lo sguardo è sulla interiorità dell’altro. Quando ci innamoriamo dell’anima dell’altro non c’è spazio per la rivendicazione, ma solo per sentimenti che esprimono affetto, condivisione, comprensione, attenzione all’altro. Amarsi così significa volersi bene nella semplicità e nella libertà, cercando di essere dono per l’altro, non avendo paura di aprirci e di farci accogliere dall’altro nelle proprie fragilità; in III questo modo facciamo il tifo per l’altro, come Dio fa il tifo per noi e per la nostra realizzazione. Così, nel legame che costruiamo c’è spazio per la meraviglia, per lo stupore, così facendo la coppia riesce a fare «nuove tutte le cose», a vivere con rinnovata fiducia le proprie dinamiche di coppia e le relazioni con i figli. La coppia amandosi con questo stile riesce a dare testimonianza dell’amore di Dio e ad annunciare al mondo che Dio è amore diventando essa stessa sacramento cioè segno di questo amore di Dio. «Vorrei amarti come ti ama Dio» diventa il segno che l’amore nonostante la complessità della vita e le inevitabili difficoltà e fatiche - è veramente possibile. Il prossimo incontro con Dino De Santi e Wilma Solcia, per gli appuntamenti preparati dall’ufficio di pastorale per la famiglia, avrà come titolo: «Essere amato/a (un bisogno tante difficoltà)» ed è in programma sabato 1 dicembre alle 16.00 presso il centro per la famiglia «Carla Ribecai Benenati» in via Galilei 11. Letizia e Paolo Tiso UNA MESSA NELL’ONOMASTICO DEL VESCOVO EMERITO Per la festa di Sant’Alberto onsignor Ablondi ha concelebrato nella cappellina del vescovado una Messa in occasione del suo onomastico, in apertura M della cerimonia ha ricordato che il nome, nella vita di ogni persona, è molto importante, è il segno di una vocazione che può essere piccola o grande, ma anche le piccole hanno una grande importanza e il nostro nome può essere un punto di incontro per coloro che ci avvicinano. Nell’omelia il vescovo Alberto ha ricordato che la vita di un Santo è una parola di Dio, un Santo la incarna e in questo viene aiutato dallo Spirito di Dio che conosce i segreti dell’uomo e fa comprendere a ciascuno di noi ciò che Dio ci ha donato, un Santo è dunque un dono del Signore. Sant’Alberto Magno - ha proseguito monsignor Ablondi - è un Santo particolare, un grande vescovo che ha saputo coniugare la sapienza umana con la verità rivelata, ha considerato il progresso scientifico, in quanto conoscitore della fisica e delle scienze naturali, come mezzo di amore e di avvicinamento a Dio. Alberto Magno è vissuto in un’epoca di transizione simile alla nostra ed è per questo che la sua figura ci invita a tenere gli occhi aperti sui fatti del mondo e a convertire gli uomini. Il nostro tempo è quello della comunicazione, della velocità, del tutto e subito, tempo tecnologico che ha bisogno di una cultura religiosa lo prova il fatto che oggi ci sono tante famiglie i cui figli non sono in grado di recitare il padre nostro. Abbiamo perciò bisogno di una cultura religiosa che sappia incontrare il fattore umano perché se questo incontro non si verifica questa cultura non si può definire cristiana, anche oggi bisogna essere profeti come lo fu sant’Alberto. Al termine della concelebrazione, l’Amministratore diocesano, monsignor Razzauti, ha ringraziato il vescovo Alberto e lo ha definito «punto di riferimento» non solo per la Diocesi ma per l’intera città e gli ha augurato di continuare a scrivere con la lucidità di sempre le meditazioni religiose e i grandi fatti di cui è stato protagonista che saranno poi pubblicati postumi.....tra moltissimi anni! Gi. Gi. MARTEDÌ 4 DICEMBRE Festa di S. Barbara - 9.30 il Vescovo celebra la Messa per i Vigili del fuoco. - 11.30 il Vescovo celebra la Messa per la Capitaneria di Porto. - 16.00 il Vescovo celebra la Messa in ospedale e visita i reparti. MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE - 9.30 il Vescovo incontra il personale della Curia e dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero. - 11.00 il Vescovo incontra il personale dello Ieramg, del CeDOMEI e dell’Opera diocesana Pellegrinaggi. - 16.30 il Vescovo è in visita al carcere. - 21.30 il Vescovo incontra la redazione de «La Settimana». GIOVEDÌ 6 DICEMBRE - 8.30 nella cappella del vescovado il Vescovo celebra la Messa per gli operatori della Comunicazione. - 10.00 Il Vescovo incontra i presbiteri, i diaconi e i religiosi a Montenero. VENERDÌ 7 DICEMBRE - Nella mattina il Vescovo incontra le singole autorità cittadine. - 16.00 il Vescovo è in visita a Villa Tirrena. - 18.00 il Vescovo celebra la Messa all’Istituto Immacolata per la festa patronale. SABATO 8 DICEMBRE - 11.00 il Vescovo celebra le Cresime alla parrocchia S. Pio X. - 15.30 pellegrinaggio diocesano a Montenero (vedi progr. pag. I) - 19.00 chiesa di S. Caterina, riposizionamento della Pala del Vasari. DOMENICA 9 DICEMBRE - 11.00 il Vescovo celebra le Cresime nella parrocchia S. Andrea a Castiglioncello. Alcune letture su... Novità in libreria OSIEK C., MACDONALD M.Y.- IL DONNE NEL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI. INDAGINE SULLE CHIESE DOMESTICHE-ED. SAN PAOLO PP. 400 EURO 38,00 Nato dalla collaborazione tra Carolyn Osiek e Margaret Y. MacDonald, insegnanti di Nuovo Testamento in Texas e Canada, con questo studio propongono un aspetto molto importante e significativo sul cristianesimo delle origini, dove le donne hanno un proprio ruolo. La storia del cristianesimo primitivo è anche una storia di donne. La ricostruzione storica, molto puntuale e precisa, è tenuta lontana da qualsiasi tentazione apologetica, e in modo molto sobrio cerca di scandagliare nei dettagli la presenza, alcuni volti e il ruolo delle donne nelle chiese domestiche agli inizi del movimento cristiano. COMASTRI A. – L’ANGELO MI DISSE. AUTOBIOGRAFIA DI MARIA- ED. SAN PAOLO, PP. 130, EURO 12,00 Angelo Comastri, attualmente arciprete di San Pietro e vicario generale del Papa, per la Città del Vaticano, predicatore profondo e ispirato, con la sua narrazione sapiente e profonda, si è messo nei panni di Luca, lasciandosi raccontare gli eventi ulteriori della vita di Gesù in cui Maria ebbe un ruolo decisivo. La tradizione ci dice che la Vergine Maria raccontò all’evangelista Luca gli eventi misteriosi che accompagnarono la nascita di Gesù. L’Annunciazione dell’angelo e la concezione verginale; l’incontro con Elisabetta e il viaggio a Betlemme; l’apparizione degli angeli e la visita dei Magi; la presentazione al tempio e il pellegrinaggio a Gerusalemme quando Gesù era ragazzo. Mo.C.