Pag. 2 · L'Italia del popolC! UNO DEGLI OTTOCENTO GALEOTTI di Giorgio Braccialarghe ~ UE l'europeismo e la banda comunale dai cui strumenti la Nona di Beethoven, inno del vecchio Continente unito, si innalza a scandire i passi del corteo funebre. Nella piazza principale del villaggio breve sosta per una semplice cerimonia. Vengo invitato a parlare, assieme al Sindaco e al rapptesentante della Regione Lazio: Gabrielli Panizzi. Dico: «Siamo tornati a Ventotene, per rendere l'estremo omaggio ad Altiero Spinelli. Come l'eroe dei due mondi, anche lui, eroe di una nobilissima causa, ha avuto la sua isola. Il luogo in cui, meditando sui destini umani, incontrò ed additò la strada del superamento delle contraddizioni po- HA EU AH UE HA EU AH Ad ogni ritorno, Ventotene mi riserba nuove, gradite sorprese. I suoi abitanti, eccellentemente consigliati e diretti dal sindaco Beniamino Verde, portano avanti l'opera di modernizzazione e abbellimento dell'isola per cui, già oggi,' turisti intelligenti, in cerca di comodità e pace, potrebpero farne la meta delle loro vacanze. Inutilmente si tenterebbe di ricostruire il clima e l'ambiente del periodo in cui più di ottocento politici, sottoposti ad esistenza coatta, rendevano testimonianza deUa propria fede. Si ha quasi pudore di confidare alla curiosità altrui: «lo ero uno degli ottocento», né ci si stupisce della inevitabile reazione dell'interlocutore, il quale non sa nascondere la meraviglia che il fascismo relegasse gli oppositori in un luogo così incantevole. Non vale la pena di sollecitare ad uno sforzo di fantasia, affinché l'immaginazione ristabilisca le condizioni ·esistenti quando né lo scorrere del- tempo, né l'operosità degli uomini avevano provveduto alle modificazioni ambientali. Meglio consolarsi con la costatazione della maggiore umanità del nostro popolo· che, a differenza di quanto è accaduto ed accade altrove, non spinge mai occasio. ni di prevalenza e prepotenza partigiane oltre determinati limiti, escludenti la ferocia, e riconoscere, nel fascismo, un'aberrazione mitigata da un certo equilibrio. Ritorno nell'isola per accompagnare le ceneri di Altiero Spinelli. Credo di essere il solo degli ex confinati '1"'\..,..0.C1on+o q 11~ I'D•r1n-\nn14':) 'h'1 o (dal/aprimapagina) litiche-economiche-sociali, responsabili dell'eterno ritorno di Caino e degli squilibri insanabili finché, ad una razionale impostazione dei problemi, si antepongano babeliche costruzioni, · dettate da sogni impossibili. Da questo scoglio Altiero vide, nella unione del vecchio Continent~, il passaggio obbligato alla ambiziosa aspirazione del mondo, unica ed ospitale dimora di tutti i figli di donna. Era la sua, la nostra verità contro la quale si coalizzarono le resistenze dei pigri di mente ed aridi di cuore. Che ci abbia lasciato, in un momento di crisi della nostra battaglia, ci duole ma, contemporaneamente, ARIA DI CRISI me un loro diritto preminente. Quindi il partito che aspira alla presidenza del Consiglio deve fare i conti anche con la volontà del Presidente della Repubblica. E la democrazia cristiana, essendo il partito più forte sulla scena politica, aspira chiaramente ormai sia alta Presidenza della Repubblica, sia alla Presidenza del Consiglio.Anche nel Governo Craxi oggi, come ieri nel Governo Spadolini, la democrazia cristiana. ha posizione dominante: la politica interna è sotto la sua direzione come la politica estera e la politica economica con vari altri ministeri importantissimi che gli danno la assoluta maggioranza nei Governi diretti da un laico, ma vuole anche la Presidenza del Consiglio, tantn n;ù rh P P. ;n rnrc;:n 11n~ l PO'- cati ma rivelatori del vero stato d'animo del partito dominante. Craxi dice, ed è vero, che non è scritto da nessuna parte nella Costituzione che la Presidenza del Consiglio, come la Presidenza della Repubblica, spettano al partito maggiore, ma qualsiasi Governo deve avere il consenso del Parlamento e nel Parlamento la forza d'ella D.C. è preminente, come è preminente nella composizione governativa. Se la democrazia cristiana non vuoi collaborare con il Governo, il Presidente del Consiglio diventa una figura scialba ed impotente. Questa è oggi la situazione. D'altra parte però la D.C. non ha come ai tempi di De Gasperi la maggioranza assoluta. Senza il partito so_: -1! _., ci incita a ·profondere maggiori energie, affmché il vessillo da lui inalberato non ·venga più ammainato. Non gli diciamo: «Addio, Altiero», perché egli resta tra noi, non simbolo, bensì presenza incitatrice per l'oggi e sicurezza per il domani . da lui e da tutti noi voluto». Chiti-Batelii osserva, bonariamente, che avrei potuto ricordare aneddoti del confino e dei confinanti; particolari della nostra vita di allora. Gli faccio notare che sarebbe stata una subdola forma di mettermi in mostra, nel momento in cui solo la presenza di Altiero importava, soprattutto per me, unico sopravvissuto dei firmatari del Manifesto di Ventotene. mocrazia cristiana ha avuto fino ad ora larghi consensi lo deve al fatto che appariva agli elettori come la più salda trincea opposta al trionfo del partito comunista. Ricordiamo le grandi paure del sorpasso che hanno sempre orientato gli elettori. Né la D.C. può sperare che un partito 1aico qualsiasi le faccia da paravento se vuole ottenere il favore dei comunisti. Taritomeno può sperare per questa politica nell'appoggio del partito repubblicano. Glielo ha sempre concesso ma per una politica opposta. Se perdura questo dissidio nel Governo attùale fra Craxi e De Mita, un dissidio che scuote il Governo e lo riduce a poco più che un fantasma in un momento così favorevole per la ripresa economica, uno scioglimento delle camere dovrebbe es- tò la strada del superamento delle contraddizioni po- (dàllaprimapagina) nostra battaglia, ci duole ma, contemporaneamente, ARIA DI CRISI AH UE me un loro diritto premicati ma rivelatori del vero nente. Quindi il partito che stato .d'animo del partito aspira alla presidenza del dominante. Craxi dice, ed è Consiglio deve fare i conti vero, che non è scritto da anche con la volontà del nessuna parte nella CostituPresidente della Repubblizione che la Presidenza del ca. E la democrazia cristiaConsiglio, come la Presina, essendo il partito più denza della Repubblica, forte sulla scena politica, spettano al partito maggioaspira chiaramente ormai re, ma qualsiasi Governo sia alta Presidenza della Redeve avere il consenso del pubblica, sia alla PresidenParlamento e nel Parlamenza del Consiglio.Anche nel to la forza aella D.C. è pre'" Governo Craxi oggi, come niinente, come è preminenieri nel Governo Spadolini, te nella composizione la democrazia cristiana ha governativa. posizione domiilante: la poSe la democrazia cristialitica interna è sotto la sua na non vuoi collaborare con direzione come la politica il Governo, il Presidente del estera e la politica economiConsiglio diventa una figuca con vari altri ministeri ra scialba ed impotente. importantissimi che gli danQuesta è oggi la situazione. no la assoluta maggioranza D'altra parte però la D .C. nei Governi diretti da un lainon ha come ai tempi di co, ma vuole anche la PreGasperi la maggioranza assidenza del Consiglio, tansoluta. Senza il partito soto più che è in corso una legcialista, senza gli altri parge che dovrebbe fissare gli titi laici non può governare. attributi del Capo del GoO in qualche modo si allea verno che non può essere coi comunisti sfidando i pemai un Capo e nemmeno ricoli internazionali che querasentare la figura del 1° sta collaborazione comporMinistro inglese, ma le asta (è di ieri la proposta apsicura una certa premineilr poggiata dai comunisti alla za sugli altri Ministri. SemCamera dei Deputati ed apbra alla D.C. di avere avuprovata dalla Camera, delto troppa pazienza nel sopI' assurdo riconoscimento portare un Governo diretto ufficiale di Arafat come Cada un laico. Il suo nervosipo del Governo palestinese, smo per la «anormale» duindipendentemente dalla vorata del Governo Craxi, ha lontà dei palestinesi. E' di manifestazioni sempre più sempre, fra i due blocchi, la evidenti: l'assenteismo, il preferenza che hanno i co.. sabotaggio delle leggi coi munisti per il blocco soviefranchi tiratori, la polemica tico). O deve soddisfare le pubblica contro Craxi. Paraspirazioni dei partiti laici tecipando al Congresso deJ suoi alleati. E' già stato promocristiano come ospite il . vato che l'aecordo della Presidente del Consiglio è D.C. con il P.C.I. non è stato accolto da bordate di redditizio anche dal punto fischi, certamente maledudi vista elettorale. Se la de- HA EU AH UE HA EU t o», né ci si stupisce della inevitabile reazione dell'interlocutore, il quale non sa nascondere la meraviglia che il fascismo relegasse gli oppositori in un luogo così incantevole. N o n vale la pena di sollecitare ad uno sforzo di fantasia, affinché l'immaginazione ristabilisca le condizioni esistenti quando né lo scorrere der tempo, né l'operosità degli uomini avevano provveduto alle modificazioni ambientali. Meglio consolarsi con la costatazione della maggiore umanità del nostro popolo · che, a differenza di quanto è accaduto ed accade altrove, non spinge mai occasio. ni di prevalenza e prepotenza partigiane oltre determinati limiti, escludenti la ferocia, e riconoscere, nel fascismo, un'aberrazione mitigata da un certo equilibrio. · Ritorno nell'isola per accompagnare le ceneri di Alti ero Spinelli. Credo di essere il solo degli ex confinati presente alla cerimonia, ma v'è Ursula, la magnifica compagna di Altiero, il fratelle Cerilo, valoroso combattente della Resistenza, Barbara che non rivedevo dal tempo in cui era una vispa bimbetta e i cui attuali commenti giornalistici di politica internazionale, dimostrano che buon sangue non mente. V'è la signora Ada, vedova di Ernesto Rossi, ricca di ricordi inerenti alle sue visite alla Colonia e alle battaglie antifasciste; vi sono tanti federalisti della seconda generazion~ se così si può dire, da Maiocchi a Bolis, da Paolini e Chiti Batelli a Solari. .. Al porto ci attende la cittadinanza di Ventotene, con le scolaresche inalberanti simpatici disegni allusivi al- De firmatari del Manifesto di Ventotene. mocrazia cristiana ha avuto fino ad ora larghi consensi lo deve al fatto che appariva agli elettori come la più salda trincea opposta al trionfo del partito comunista. Ricordiamo le grandi paure del sorpasso che hanno sempre orientato gli elettori. Né la D .C. può sperare che un partite laico qualsiasi le faccia da paravento se .v uole ottenere il félvore \ dei comunisti. Taritomeno può sperare per questa politica nell'appoggio del partito repubblicano. Glielo ha sempre concesso ma per una politica opposta . Se perdura questo dissidio nel Governo attùale fra Craxi e De Mita, un dissidio che scuote il Governo e lo riduce a poco più che un fantasma in un momento così favorevole per la ripresa economica, uno scioglimento delle camere dovrebbe essere inevitabile. Nel nostro sistema antidiluviano la stabilità dei Governi è un fatto eccezionalissimo e quasi abnormé. Però, siamo giusti, anche Craxi sembra affetto dal complesso di Palazzo Chigi ed alcuni suoi collaboratori occhieggiano i comunisti come la sinistra democristiana. Tutto ciò è nella logica del sistema dei partiti concepiti come gruppi di potere anche se si dice il contrario, trasformati come sono in sette concorrenziali ferocissime. Basti osservare la scandalosa impotenza ad eleggere il Consiglio di amministra:. zio ne della RAI-TV. Oopo le elezioni siciliane non è affatto esclusa una crisi di Governo che, come sempre, appare insolubile. 12 -CORBIERE DELLA SERA EsrrERI · . Sondaggi a sorpresa dopo una settimana di campagna per le elezioni dell'l l 1ugno L'Alleanza lib-lab.stritolata fra tories e laboristi La coalizione di Owen e Steel, che perde _colpi sotto la spinta del Labour,' spera ora in un compromesso nel futuro Parlamento - Le anomalie di un sistema 'che contempla due soli partiti i Continua~. PiccolaSeguito Pubblicità di 10 pog. TRASPORTI ETRASLOCHI 10.4 CERC AN SI p adronclni con Duca t o o si mi lar i per d is tri buzione Lombar<tia. Te· lefonare 0 2-32. 87 . 569 . CORRIERE aereo espresso internazionale ricerca per filiale di Milono padroncini port-time e tempo pieno max 3Senni fu r gone bianco. Tel. 0261.27.3 12. ASTROCARTOMANTE Giampaol a ric eve giornalmente h. 10- 19 esclusi festivi. Viale Premuda 4 , M i lano. ASTROCARTOMANTE Ramona r i ce ve tutti giorni via Gaf furio n. s . 1 0 .30 • 20 Milano . ASTROCARTOMANTE Osach i riceve gio rnalm ente 9 - 22 , 30 an ch e domeni · ca . Milano via Pli nio 8 . ASTROCARTOMANTE Mayt e, 11 . 3023 , via l e lunigiana 3. Telefonare 68 .83.619 Milano escluso domen ich e. ASTROCARTOMANTE Pam e la ri ce v e per qualsiasi problema dalle 1 O alle 22 . 67 .02 . 7 1 6 Milano . ASTROCARTOMANTE Ferrari Elise ric eve giornalmente vi a Teodos io 19. Mila no . Ore 12- 19.30 . ASTROCARTOMANTE Casandra riceve tutti i g iorni compresi fest ivi. Napo Torriani 22 Milano. Tel. 66.92 .970 . C'W'Dfte .ADYf"\ . . ..ANTC" n,. .,...., .,._ .-:--va DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES - Seduto sulle rovine di una macchina comunitaria ormai completamente paralizzata, }l presidente della Commissione europea J acques Delors valuta i tempi e i modi per aprire una crisi politica che costringa i 12 governi a una seria riflessione sul futuro della Cee. Un futuro che si prospetta tutt'altro che roseo. Dopo il fallimento del progetto di unione europea lanciato · da Altiero Spinelli al Parlamento di Strasburgo , sponsorizzato da Mitterrand, imposto da Craxi al vertice di Milano due anni fa e naufragato poi nell'indifferenza generale , fu proprio. Delors a farsi alfiere dell ' «Europa del possibile». Questa concezione , volutamente gradualista, pragmatica, minimalista, ebbe il suo compimento nella stesura dell'Atto unico europeo , sottoscritto dai Dodici a Lussemburgo nel dicembre '85 . La filosofia dell'Atto unico , di cui più volte Delors ha rivendicato la paternità, punta su un approccio di tipo economico. I Dodici si impegnano ad abolire tutte le barriere interne alla Comunità per arrivare, entro il 1992, alla realizzazione di uno «spazio unico europeo» dove le sovranità nazionali resteranno intatte m.a il grado di integrazione e di cooperazione sarà portato al massimo livello possibile . · Il bilancio che si può trarre , un anno e mezzo dopo l'avvio di quel progetto , è desolante. l) L'Atto unico non è stato neppure ratificato da tutti gli Stati che lo avevano firmato , e non è dunque ancora entrato in vigore. Martedì prossimo gli irlandesi andranno alle urne per decidere, con un referendum , se il trattato sia compatibile o meno con la IÒro Costituzione neutralista. 2) Il calendario di realizzazione del mercato unico , chè prevedeva l'adozione di circa 320 decisioni da parte dei ministri europei, ha già accumulato ritardi difficilmente recuperabili . Centododici direttive che avrebbero dovuto già essere operanti giacciono a01cora nei cassetti. Ci sono consigli, come quello dei ministri dell'Agricoltura , che non hanno ancora varato una sola delle norme previste . 3) Il programma messo a punto dalla Commissione· per potenziare la cooperazione comunitaria in materia di ricerca è da tempo paralizzato per il veto ·anglo-franco-tedesco. La ricerca dove- AH EU HA L'Alleanza è entrata nell'agone elettorale con un doppio obiettivo: emergere come la sola seria alternativa ai conservatori e sfruttare la possibilità di un accordo di coalizione nel caso che nessun partito riesca ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Fino ad oggi i tories e i laboristi, almeno nelle dichiarazioni, non sono pronti al compromesso ed escludono ipotesi di coalizione. E' chiaro che l'Alleanza è pronta a entrare in coalizione con entrambi i partiti rivali e che, se è necessario per governare, sia i tories sia il Labour cercheranno l'accordo con Owen e con Steel. In un caso del genere saranno tempi duri per la signota Thatcher, una personalità poco propensa al compromesso. Nonostante i cattivi presagi dei sondaggi la grande speranza di un Parlamento diviso infonde coraggio ai due David che venderebbero il loro appoggio a quel partito che sarà pronto a fare le maggiori concessioni. Vi sono due precedenti nella storia recente: Heath, come la Thatcher, non era favorevole ad accordi di coalizione e nemmeno lo era il laborista Callaghan. Eppure UE Tenacia e abilità Heath si trovò nel febbraio '74 a cercare l'appoggio dei liberali e Callaghan formò un governo lib-lab. Un successo, comunque, l'Alle an-. za lo ha ottenuto. La presenza di una terza forza sulla scena politica britannica è ormai un fatto acquisito -e ineliminabile. E' un riconoscimento alla tenacia e all'abilità di Owen e di Steel. David Owen è un transfuga del Partito laborista ed è uno dei fondatori del Partito socialdemocratico, nato nel 1981 con l'intento di conciliare la politica sociale labour con le posizioni ferme dei tories su difesa e sindacati. L'accordo con i liberali venne in un secondo tempo, quando fu chiara la necessità di creare un'alternativa centrista alle politiche polarizzate dei due principali partiti. · Owen è 1,10 medico che ha preferito dedicarsi alla politica a tempo pieno. A 38 anni divenne.il ministro degli Esteri più giovane dai tempi di Eden. Non nasconde la sua ambizione e la sua arroganza: gli avversari ai Comuni lo hanno battezzato << Doctor death» (Dottor morte) per il tratto arcignò e severo sotto i bei lineamen ti. In apparenza Steel è agli antipodi. Preferisce il basso profilo e nasconde la ferrea determinazione sotto un aspetto da ragazzino invecchiato. Acquisì notorietà negli anni Sessanta quando, tra lo scetticismo generale, riuscì a far passare la legge sull'aborto I David possiedono forti personalità, ma offrono al pubblico uno spettacolo di rara armonia. Molti osservatori, però, sono pronti a scommettere che le relazioni fra i due leader e i loro partiti non resisteranno alla tènsione e alla rivalità quando e se apparirà all'orizzonte un accordo di coalizione. AH Si pensa che una maggiore quantità di attacchi verrà concentrata sul Partito laborista che fino ad oggi è stato pressoché ignorato perché dava l'impressione di essere in declino irreversibile. Owen e Steel negano di essere delusi. <<Abbiamo cominciato al 25 per cen to, un livello molto più alto che all'inizio della campagna dell'83 - h a detto Owen -, vedrete che usciremo alla dist anza come è successo nelle elezioni suppletive e alle elezioni generali di quattro anni fa. Quando la gente risponde agli intervista tori che non sa per chi votare vuol dire che voterà per l'Alleanza». L'ottimismo è d'obbligo in questa non rientra nella ment alità britannica. L'Alleanza, per il momento, è consapevole che deve arrangiarsi con le regole di un gioco che non prevede un terzo incomodo fra due litiganti. Perciò tenta di attrarre voti dagli elettori delusi sia dalla signora Thatcher sia da Kinnock, sapendo che una differenza di pochi punti significa guadagnare meno di 50 seggi oppure più di 100 seggi alla Camera dei Comuni. EU Nessuna roccaforte circostanza, resta il fatto che la delusione comincia a serpeggiare fra le truppe dell'Alleanza che credevano di essere in grado di vincere la battaglia per il secondo posto in termini di voto. Nell'83 i laboristi avevano ottenuto soltanto il 2,3 per cento in più dell'Alleanza, ma il sistema di collegio uninominale aveva concesso 209 seggi al Labour e 23 ai rivali. In Gran Bretagna non vige la rappresentanza proporzionale: nei 650 collegi elettorali il vincitore va in Parlamento e il secondo, · anche con un voto in meno, rimane a casa. La maggioranza di·uno, come aveva detto Winston Churchill, è abbastanza sia alla Camera sia in un collegio. Il problema dell' Alleanza è che non ha roccaforti tradizionali come i due partiti concorrenti. La lotta cruciale delle prossime elezioni è però in termini di voti perché se l'Alleanza riuscisse a superare i laboristi verrebbe ancor più alla luce l'anomalia di un sistema creato per due partiti e non per tre. Non è un caso che l'Alleanza nel suo manifesto abbia dato grande spazio alla riforma costituzionale e non sorprende, invece, che tories e laboristi guardino alla rappresentanza proporzionale come a una diavoleria escogitata da avversari in difficoltà. E ' egoismo, certo, ma anche convinzione che i governi debbano essere stabili. << Il sistema britannico non si preoccupa della perfetta rappresentanza in Parlamento, ma dell'efficienza del governo - ha detto il presidente tory Norman Tebbit -. Avere tutte le sfumature di opinione rappresentate va bene per i dibattiti, ma male per un esecutivo che deve funzionare al meglio ». La rappresentanza proporzionale porterebbe a coalizioni permanenti e a una politica del compromesso che HA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La campagna elettorale non è cominciata bene per i due David della politica britannica. Il leader del Partito socialdemocratico David Owen e il leader del Partito liberale David Steel, uniti nella coalizione centrista chiamata Alleanza, trascorreranno la giornata di domani ad analizzare le ragioni di una tendenza al ribasso nei sondaggi d 'opinione. Appena una settimana fa l'Alleanza lot tava con i laboristi per il secondo posto e due sondaggi testimoniavano che il sorpasso era avvenuto. Pochi giorni di campagna e la pubblicazione dei manifesti elettorali hanno cambiato le carte in tavola: i conservatori sono sempre in testa, ma i laboristi stanno erodendo pian piano il loro vantaggio m~n tre l'Alleanza perde terreno. Il miraggio del secondo posto si allontan a sempre più e i due David cercheranno di correre ai ripari nel periodo che li separa dall'll giugno. Dentro la notizia UE Crisi del centro in Inghilterra Sabato 23 m aggio 1987 Mino Vigno~o .. 6 6 OAL·20-5 A~ .. · ..---••-r~A Jacques Delors Comunità europea Indietro tutta nella discordia va essere, nei piani di Delors, uno dei settori strategici su cui far avanzare 'la cooperazione europea. Il progetto , che inizialmente prevedeva lo stanzi amento di dieci miliardi di Ecu .(quindicimila miliardi di lire) in cinque anni , è stato progressivamente spolpato fino ad essere ridotto alla metà dell 'importo iniziale. E ancora gli inglesi si ostinano a · tenerlo bloccato . 4) Sul piano finanziario le cose vanno di male in peggio. La Commissione, che istituzionalmente deve chiudere i suoi bilanci in pareggio , naviga nei debiti. Il deficit previsto per il1987 è di 7500 miliardi .di lire. Bruxelles ha chiesto agli Stati membri di versarne almeno 2300, adattandosi a far «sparire» gli altri passivi con artifici contabili. Ma inglesi, tedeschi e olandesi non vogliono scucire nemmeno una lira. 5) Nel frattempo l'accordo sul siste.ma di finanzi amento della Comunità, sancito nell'84 e rivelatosi fin d'allora Rl insufficiente, è giunto a scadenza. Occorre concordare nuovi criteri, che possibil mente garantisca no alla Commissione entrate sufficienti per far fronte agli impegni con nessi con l'ampliamento dei suoi compiti. Delors ha proposto un sistema che penalizzerebbe l'Itali a e alleggerirebbe Gran Bretagna e Germania. Roma ha dato il suo assenso di massima. Ma proprio Bonn e Londra non ne vogliono sentir parlare. 6)- Senza mezzi, senza progetti, senza ambizioni, !'«Europa del possibile» sembrava essere ridotta alla mera gestione della politica çtgricola. E invece, nemmeno questo. Partiti con un mese di ritardo, i negoziati sui prezzi agricoli si sono trascinati svogliatamen te sino a oggi . A campagna ormai in iziata, un accordo sembra ancora lontano. E se i ministri convocati per domenica non ri usciranno a fissare i prezzi en tro maggio , dovranno aspettare fin dopo la metà di giugno in attesa delle elezioni in Gran Bretagna e in Italia. Ma già sono molte le voci che auspicano un a «non decisione», che avrebbe per effetto di rinviare la stangata sui prezzi agricoli che la Com missione ha proposto per 1'87-88. Sono ancora una volta i tedeschi a non voler accettare i sacrifici che la loro politica della lesina rende inevitabili. Ma tant'è : in una Bruxelles sempre p!ù bizantineggiante la coerenza è una moneta sçarsamente apprezzata. Di fronte a questo stato di cose, all 'interno della Comm issione si è da tempo coagulato un «partito della crisi», che sollecita Delors a non coprire più con compromessi di ogni genere le crescenti inadempienze dei governi. Fino ad ora il preside nte era rimasto sordo ad ogni invito pur non perdendo occasione, in qualche conferenza stampa e in qualche discorso davanti al Parlamen to europeo, di lamentare il progressivo sfaldarsi del suo progetto. Ma l'evidente falli mento deii'«Europa del possibile» sembra ora averlo indotto a più battaglieri consigli . Stando a voci raccolte in ambienti vicini all a presidenza, Delors, sarebbe ormai deciso ad aprire forma lmente quella crisi che ha finora tentato in ogni modo di scongiurare. Lo farà, quasi certamente, in modo da portare la questione davanti ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles a fine gi ugno. Ma, osservano in molti , potrebbe essere ormai troppo tardi . Andrea Bonanni << fabbrica della follia» come veniva chiamato prima dell'entrata in vigore della << 180~, quando contava più di tremila ricoverati. Un complesso triste e in parte malandato nei cui padiglioni vivono tuttora 360 persone (altre 800 sona affidate a comunità), a riprova che «i manicomi non sono mai stati chiusi». Ciò che più è appar~o drammatico ai promotori dell'inchiesta è il fenomeno cosiddetto dei << desaparecidos»: di quei malati, cioè, vittime delle dimissioni selvagge, gente di cui si è persa ogni traccia. Nella sola provincia di Torino sarebbero caos ~ te~pÌdi atte'Sa(fino a sei mesi) per ottenere dalla Regione il ricovero in case di cura private o convenzionate. ServiZi pubblici carenti, dunque, cui <<per fortuna sopperiscono enti di beneficenza e gruppi di volpntariato». <<Come laico - ha sostenuto Pezzana- mi tolgo tanto di cappello dinanzi al 'Cottolengo' dove i malati di mente vengono trattati come in un albergo. E pensare che ogni paziente a carico della struttura pubblica costa a Torino qualcosa come sette milioni al mese ·. Beppe Rovera "I~aaaano-re:naen1.e-u ea >Yaer..;;as'é~·;a·ì'i~p~;ii~. -u-;,;;~r~ . CJttaaano nese ha vinto 2,3 miliardi di lire al ma di autopunizione incon- Lotto cermanico. La giocata era stata scia per impedirsi di far ma- fatta tramlte n'agenzia tedesca: le alle figlie, che lei vedeva come un ostacolo nella sua carriera». - I figli vengono affidati a -volte a parenti? REGGIO CALABRIA - Un pre«Alessandra, 12 anni, figlia • giudicato di 24 anni, Antonino di una nota terrorista che si Ficara, ha investito e ucciso a Reggio trova in carcere, vive coi Calabria con la sua auto, lungo la superstrada, un altro pregiudicato, nonni ». Ferito in un agguato uccide Io sparatore Alberto Ronchey (per il giornalismo), Renato Minore (per la letteratura) e Danilo Mainardi (per la difesa dell'ambiente). La premiazione avverrà il 30 prossimo a Capri. _ Pregiudicato assassinato Quattro ordini di cattura REGGIO CALABRIA - La pro• cura della Repubblica di Palmi ha emesso quattro ordini di cattura Un arresto a Venezia VENEZIA - Luciano Casoli, vi• cepresidente della <<Oerlikon Italiana», l'industria d'armi svizzera, è stato arrestato per r-eticenza dal giudice istruttore del tribunale di Venezia, Carlo Mastelloni, al termine di un interrogatorio riguardante i rapporti della «Oerlikon» e il Sid (Servizio segreto italiano) su una presunta esportazione d'armi nel Sudafrica nello stesso luogo. La sosta vietata costituisce un illecito di natura permanente che può essere sanzionato uria sola volta e non più e più volte nell'arco della stessa giornata o di più giorni successivi. Il cittadino cioè ha il diritto di essere multato una sola volta se la sua vettura rimasta sempre ferma . M. A.C. l ~d l Ìl5-· 1~~111 UE PUBBLICITA' ELETTORALE ati. niti ~:>S · AH o~ 'lUJ~oni . ea di U ,C8· • 'no. EU qfila zia, HA terni UE l li AH Jnale: ta, la cam:atori tut- già ~h e ,e e Conen- rico~ orche conotltro !r la i m. leve alle :hio- HA :on i 'eta- EU •repaipon dero il Sono ;uno Dali 'intervento di Altiero Spinelli al XXXI Congresso del·Partito Radicale, Firenze, l Novembre 1985 ... Il fatto è che non c'è più, oggi, alcun grande problema concernente l'economia, la moneta, il collegamento solidale del nostro sviluppo con quello dei paesi poveri del mondo, la difesa, l'ecologia, lo sviluppo scientifico e tecnologico, l'universalità della cultura, non c'è grande problema che possa essere affrontato seriamente con criteri·e con stmmenti nazionali.:. Ma se le ideologie si riduconocome sono ridotte oggi - a poco più che slogan per i piccoli militanti, così necessari ai grandi partiti per le grandi occasioni elettorali, se prevale il desiderio di andare al potere per gestirlo così com'·è - sia pure dichiarando che si vogliono fare altre cose fino al momento in cui si arriva al governo - quando si arriva al · governo, si gestisce quel potere. Voi radicali avete già fatto l'esperienza al privilegiati della libertà e del benessere tempo del divorzio dove c'era nel Parlamento, una maggioranza divorzista. Ma se non ci fosse nell'Ovest del mondo, sono i tre grandi · problemi di civiltà della nostra epoca. Ai quali . stati voi con la vostra azione, quella si aggiunge la distruzione progressiva maggioranza non si sarebbe mai costituita . dell'ambiente che stanno realizzando nord, perché avrebbe trovato altre dieci priorità sud, est e ovest. prima di occuparsi del problema del divorzio. La stessa cosa esiste oggi per l'Europa... Vi 28 Gennaio 1986 dovete fare missionari, dovete andare a fare questa azione negli altri paesi e soprattutto, io direi, dando subito una priorità a tre paesi: la Francia, la Germania e la Spagna ... ... Sappiate dunque assumere quest'azione portando in essa il vostro fervore ed anche il vostro grano di follia. Lettera a Olivier Dupis, radicale e antimilitru;-ista, detenuto a Bruxelles per affermazione di coscienza "Si, la fame nel Sud del mondo, l'assenza di diritti nell'Est del mondo, l'egoismo dei Campagna di infonnazione dei Deputati Radicali al Pariamento Europeo e Pag. 2 l 0 Giugno 1986 L'Italia del popolo IL GRANDE ARCHITETTO DELL'EUROPA SI È SPENTO DA VENTOTENE ALLA STORIA di Giorgio Braccialarghe UE EU HA AH EU stesso Spinelli, la mortificazione di dover fare i conti con una classe dirigente, inguaribilmente provinciale e, quindi, nemmeno in grado di provvedere alla naziohe. Fu un vero miracolo per il buon Altiero conservare la propria indipendenza, ma in ogni battaglia, sovente diventata di retroguardia, la difesa delle posizioni europeiste, insidiate dagli idolatri della sovranità nazionale, g1i richiedeva defatigante determinazione e tanta, tanta pazienza. Era come se egli additasse le più alte cime alpine e ne pretendesse la conquista da parte di omuncoli sofferenti di vertigini persino in pianura. Ciò nonostante non disarmò mai. Pochi giorni prima di andarsene definitivamente, telefonò a Strasburgo, ad un collega della Commissione istituzionale del Parlamento europeo, di cui era presidente: «Organizzate il lavoro, senza più contare su di m e». Accettava stoicamente la fine del suo viaggio terrestre, con la certezza che nulla e nessuno poteva, ormai, ammainare il vessillo attorno al quale il vecchio continente avrebbe ritrovato, nell'unità, la sua missione civilizzatrice. AH tocchi non secondari, apportati dagli stretti collaboratori dei due redattori, per bisogno di precisione. Collaboratori che avrebbero meritato di essere inclusi in quella placca, come, del resto, U rsula, Gig1iola, Fiorella Spinelli nostri preziosi anelli di congiungimento con i nuclei an ti fascisti che andavano sorgendo nelle città italiane. ~a ciò, detto per inciso, ha poca importanza, specie nel momento in cui Altiero ci lascia e non v'è architetto della sua taglia a continuarne l'opera. Un'opera resa più ardua dalle risorte strutture partitiche nazionali contro le quali avremmo dovuto premunirei, sin dal principio. Li vedevamo risorgere, attorno a noi, i Partiti po-: litici travolti dal fascismo e, ancor prima, dall' alluvione dell'ottobre rosso. Avremmo dovuto combatterli, come essi ci combattevano; liberare il terreno dalla loro presenza, se volevamo gettare le fondamenta della costruzione europea. Altiero si illuse di piegarli al nostro scopo, di potersene servire e accadde ciò che doveva succe- · dere. Inevitabilmente. Furono essi, i Partiti, ad occupare lo spazio nel quale dovevano manovrare i federalisti europei, il che comportò, per lo UE no proponevamo soluzioni, variazioni, correzioni dei problemi da affrontare, dando la stura atla discussione generale; nelle viuzze del villaggio, nelle quali ci accompagnavamo a determinate ore della giornata, desiderosi di moto e, più, di chiarire a noi stessi i dubbi che ci turbavano. A due a due, misuravamo con i nostri passi, avanti e.indietro, la piazzetta principale. Ernesto Rossi dal pizzetto caprigno, mefistofelico e Dino Roberto, Arturo Buleghin ed Enrico Giussani, Eugenio Colorni e Altiero Spinelli: era un continuo cambio di coppie e scambio di idee. Con Altiero Spinelli, poi, non ricordo un giorno di deroga alla nostra abitudine di cadenzare, con commenti sugli argomenti più vari le nostre passeggiate. A Ventotene v'è una placca che ricorda solo tre nomi del gruppetto federalista. Ada Rossi si assunse la responsabilità di averla voluto, lei, così composta, ma ebbe torto, perché se è vero che nessuno può togliere la gloria ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi di essere gli indiscussi padri italiani del federalismo europeo, non è meno vero che il ~anifesto, portato in continente da Ursula Spinelli, aveva conosciuto ri- HA Mi piace pensare alla scomparsa di Altiero Spinelli come al r-itiro del seminatore, a fatica compiuta; nel cascinale dove resterà con se stesso, durante le morte stagioni. Non lo vedremo più aggirarsi, premurosamente vigile, perché l'autunno inoltrato e l'inverno non richiedono l'opera del coltivatore, ma lungo i solchi, ben tracciati, la custodita sementa si schiuderà affinché, con la giovane primavera, la vita riprenda a fiorire. L'abbiamo vissuto assieme il miracolo dell'eterno ritorno, a Ventotene, quando, con l'animo proiettato al gran sogno europeo, ci inchinavamo su di un fazzoletto di terra per costringerla a sopperire alle nostre necessità quotidiane, ed ogni piccola presenza di verde, che vedevamo spuntare, ci gratificava della gloria di un trionfo. ~etafora per metafora, valeva la pena di gioire degli avari raccolti concessi dall'orticello, in attesa delle più copiose messi sperate dalla mietitura continentale. Ma, spesso, gli entusiasmi si raffreddavano nei silenzi e nelle astiose incomprensioni di sacerdoti di anacronistiche religioni da noi superate. Al nostro invito a costruire il futuro, veniva · contrapposta la volontà di riattaccare i cocci del passato per rappezzarli ali' uso dell'oggi e del domani. Si aveva voglia di impugnare una ramazza e spazzare via tutto, oppure di appartarsi per lasciare alla incoscienza umana di forgiarsi ancora delusioni, ancora amare esperienze, tanto simili a quelle per ·cui senso di colpa e rimorso si tramandavano di generazione in generazione. Era sempre Altiero a richiamarci ali' osservanza del dovere, consistente nel mettere e conservare in moto i meccanismi ideati, senza preoccuparsi troppo degli intralci opposti dai luddisti del conservatorume ideologico. Non molti eravamo, ma quanto attivi! Nella nostra mensa, ove a tur- DALLA PRIMA PAGINA L'INSEGNAMENTO DI ALTIERO SPINELLI di Andrea Chiti-Batelli Il carattere, il pensiero, l'azione, la capacità di rin. novarsi: questi, credo, sono i quattro parametri su cui misurare le qualità di un uomo, e in particolare di un uomo politico. E così va esaminata anche la figura di Altiero Spinelli. I primi due aspetti sono i più noti. Anzitutto, la piantauomo: il giovanissimo militante comunista e antifascista, il quale ha saputo affrontare la prigione e il confino- che gli hanno distrutto la giovinezza- senza un cedimento, anche quando la riflessione e lo studio gli avevano fatto per- dere la fede a causa della . quale era stato imprigionato. In secondo luogo il pensatore politico: quello che, dal Manifesto di Ventotene, in gran parte opera sua, all'ultima intervista sul raid anti-libico degli Stati Uniti . ha visto con rigorosa chiarezza e ha tenacemente ridi- · mostrato che gli Stati Euro- · pei divisi non hanno avvenire; sono, come diceva Einaudi, «polvere senza sostanza»: sì che la stessa battaglia democratica per la libertà e la dignità umana, che era ieri una battaglia antifascista, è ormai, dal dopoguerra, la battaglia fede- ralista. L'unità europea questo è il succo del pensiero di Spinelli, non solo non è un'utopia, ma è certa e anzi si sta già realizzando: resta solo da vedere se sarà un'unità imperiale, di cui l'Europa sarà l'oggetto, o un'unità realizzata da noi, tramite la quale l'Europa tornerà padrona del suo destino. Viene poi l' uomo d'azione, che ha sempre agito in rigorosa coerenza con questo lucido e sobrio pensiero, condividendo con Ernesto Rossi il disprez:-1, per l'«aria fritta» del bt :· .o europeismo ufficiale c ·.e - sono seguE: a pag. 6 molto v1cmo a noi, fin dall'inizio, per la riforma delle istituzioni repubblicane in senso presidenziale, nettamente contro le degenerazioni parlamentaristiche e partitocratiche della nostra Repubblica. Interprete, anch'egli, della più genuina tradizione repubblicana e mazziniana, magari senza saper/o. Da Mazzini a Ghisleri i repubblicani.furono sempre contro il parlamentarismo. Mazzini in Italia fu il pensatore politico che seguì con simpatia, più che la rivoluzione francese, la rivoluzione repubblicana americana e divinò l'era americana. E Crisafulli come altri grandi costituzionalisti, si comportò sempre nella nostra battaglia per la riforma istituzionale, ma anche la sua altissima rinomanza e competenza non furono sufficienti a con vincere i politicanti che guazzano nella palude di questo sistema. Ed ora anche lui ci ha ha lasciato soli. AGOPUNTURA Secondo il così detto onorevole Nicolazzi, minisl11 dei Lavori Pubblici, requo canone dovrebbe registrare aumenti da/ cinquanta al duecento per cento. Sarà bene che il Comune di Roma cominci a costruire molti ponti sul Tevere, .sotto i quali i pensionati e i lavoratori a reddito fisso possano trovare albergo. L'Italia del popolo Direttore responsabile Giorgio Vltangell Roma - VIa del Corso 504 Tel. 06/36.19.450 n. 112/81 del16 marzo 1981 Abbonamento annuo L.20.000 Sostenitori L.SO.OOO c/c n. 84263003 Fotocomposizione: PanSystem VIa Marcantonlo Colonna n. 114 Roma Stampa Co.La.Graf ·L Europe inachevee CI'Aitie~ro Spinelli t,~f{6~lÙfVE 7 Le père de I'Europe fédéraliste s'est éteint à Rome UE AH EU LA LUTTE D'UNE VIE. La solitude de trois années de ,ségrégation cellulàire lui permet de «découvrir qu'entre ciel et terre, il y avait plus de choses que n'en soupçonnaient la philosophie marxiste et; le communisme : par exemple, les malheurs de la liberté, la dé- HA EU L'Europe, aujourd'hui, ne fait plus rever. Mais elle aura fait rever- et plus encore ceuvrerl'infatigable lutteur qu'était Altiero Spinelli jusqu'au terme d'une destinée tòut entière . construite autour de l'idéé européenne. Tel un roe dans la tempete des désillusions, il nous confiait encore le 24 mài 1984, lorsque «La Libre» avait fait de lui son «I.nvité du mais» : - J'accepte un certain sens tragique de la vie et des entreprises hurpaines, mais je pense que ies chances de faire l'Europe existent encore parce que persiste le réflexe de ne pa:; accepter la déchéance. A la limi- HA Spinelli s'est éteint, vendredi matin, dans une clinique romaine. Avec cet homme de 79 ans disparait le dernier grand chantre1de l'Europe fédéraliste. De cette Europe romantique, inspirée par un réalisme visionnaire, que la technocratie moderne, vouée aux compromis plus qu'au souffle qu'inspirent les grands desseins, juge et rend plus que jamais utopique. mocratie ignorée par les communistes ... » Sa réflexion le conduit, en 1937, à la rupture avec les communistes qui, tout à l'opposé, s'enfonqmt dans le stalinisme. Aprè.s treize ans de prison, il est banni dans les il es Pontines, havres de liberté dans l'Italie fasciste («On y pouvait dire tout ce qu'on voulait sans risquer la prison puisqu'on y était déJà !»), et y assiste à l'embraseF.ASCISME ET COMMU- ment du monde. La chevauchée NISME. Pourtant, le ieune Soi- d'abord irrésistible de Hitler nelli était, au départ, marqué l'amène à penser que les Etats idéologiquement. Né e n 1907 européens sont vermoulus et dans une famille socialiste des qu'après la guerre, «il ne fauAbruzzes (soil père poussa l'an- drait pas rebatir les anciennes ticléricalisme jusqu'à donner à démocraties, mais bien établir ses enfants des prénoms qui ne une fédération européenne», soient pas de saints ... ), il s' enga- une Europe libre et démocratige à l 7 ans dans la jeunesse communiste. Son antifascisme que. La réflexion prend corps le conduit dans la clandestinité en juin 41, dans le «manifeste et lui vaut, à yingt ans, d'etre pour l'Europe libre et unie», condamné à ... seize ans d'em- connu aussi sous le nom de «manifeste de Ventotene». prisonnement. te: les crises actuelles le favorisent : elles peuvent aussi susciter d es sursauts... · Toute son idéologie se trouve dans ces propos, fondés sur la conviction profonde que seule une Europe de l'homme pour l'homme pourra sauver de la déchéance les grandes nations issues d' Athènes et de Rome. Le reste, dans son combat politique, n'aura été qu'accessoire ... AH UE 'Europe, notre Europe, vient de perdre sa conscienL ce, une part de son ame. Altiero COMBAT ET SCEPTICIS· ME. En 1943, la chute de Mus- solini lui fait redécouvrir la liberté et l'action: il fonde aussitot le «Mouvement fédéraliste européen» qui s'exporte alors meme que la guerre n'est pas terminée. C'est en fédéraliste, pronant la création immédiate. de structures politiques, qu'il manifestera, quelques années plus tard, ses réticences devan l'ceuvre entreprise par les «fonctionnalistes» que guide J e an Monnét. · Son combat et son scepticisme le vouent à la marginalité : le premier sur la scène politique italienne (il s'est rapproché du parti socialiste parce qu'il était «allié de tous ceux qui faisaient ma politique»), le second par rapport à la Comrnunauté ' européenne. Il voit en celle-ci un outil obligatoire quand, en l ~no. il devient commissaire européen. A soixante-trois ans, il cesse d'etre un «sauvage» ; le combat reste. ~ "'..-di&, - 1 ) . [t'-·1.r r/ t)f"t . A Strasbourg, le député n'est pas de gauche, seulement et totalement eurapéen. En 1980, il fonde le groupe du «Crocadile» afin d'amener le Parlement, toutes tendances confondues, à assumer une tache réformatr4ce. Ouatre ans plus tard, c'est à une immense majorité que san projet de «traité d'Union européenne» est adopté. COMBAT INACHEVE. Ce document aurait pu etre la consécration d'un combat pour une idée. Les gbuvernements européens en ont décidé autrement. Altiero Spinelli était trop sage pour s'e n émouvoir durablement, lui q~i disait parfois: «Je sais bien que l'Eurape n'est pas nécessaire, l'histoire peut se passer d'elle. Nos pays peuvent végéter dans la médiacrité, en se consolant au souvenir d'un grand passé et en se laissant ballatter entre les deux grands»... · Un autre grand d'Europe, Paul-Henri Spaak, avait intitulé ses mémoires «Combats inachevés» .. Les combats d'Altiero Spinelli, eux, s'écrivent dans leur convergence au singulier. Europe ! Puisse le souvenir de cet homme de canviction longte:rp.ps éclairer, tel un phare, ceux qui se lèvéront pour le poursuivre. Et l'achever. · Michel THEVS LA BOUCLE BOUCLEE. A~tie~o Spinelli : une lutte d'uné vie pour éviter à I'Europe la decheance. Comme l'a écrit M. Tindemans, «ce décès constit"!e une dure épreuve pour tous ceux qui ont fait de l'unificatlon européenne le premier devoir politique de la généra· tion actuelle. (Photo News\ Altiero Spinelli est plus un penseur qu'un organisateur: ce n'est pas à Bruxelles que ce t homme peut donner toute sa mesure. Il songe à la retraite, à ses mémoires. Les socialistes songent à lui pour la mairie de Rom.e. Il décline: ce n'est .pas scin combat. Par contre, le Parlement européen qui va etre pour la première fais élu au suffrag~ uni versel direct ... Le parti cammuniste de Berlinguer saisit la balle. au band. Le stalinisme est lain et on lui garantit liberté de vate et de parole : le problème de conscience d'Altiero Spinelli ne dure qu'une nuil!t .. L A l(Jif\..S: Q~l,tv"& 1.'•'1.r _ ~- 1)1' LA MORT D'ALTIERO SPINELLI Lui, Ulysse ... HA EU UE AH EU AH UE Jusqu' à la fin, Altiero Spinelli aura lutté pour que la Communauté européenne soit animée par une volonté, par une politique fondée sur un concept, aura lutté à contre-courant pour que les progrès empiriques soient autre chose que le fruit de compromis entre des nationalismes. lntervenant quelques semaines après celle de Robert Marjolin,qui fut un architecte, sept ans après celle de Jean Monnet, le créateur politique par excellenc_e, la disparition de Spinelli, l'idéologue de I'Europe, ferme la dernière page d'un chapitre qui raconte des espoirs déçus, des enthousiasmes éteints, des peurs triomphantes. Il était un parlementaire européen parmi d' autres et peu connu hors de son pays dont la classe politique l' avait mis sur la touche parce qu' en rien il n'y était notable, qu'il n'en partageait pas les travers. En ces dernières années, il s' était fait, dans une épaisse barbe bianche, la téte de Marx ou de cet UJys~e le rusé, dont il avait pris le nom dans la clandestinité des années 1925. Dans sa maison de Sabaudia, entre les anciens marais Pontins et la Tyrrhénienne, à une portée de flèche de la grotte du Circeo où Ulysse avait visité la magicienne Circé, Altiero Spinelli avait rédigé le bilan de son existence sous ce titre-programme ironique : « Comment j' ai tenté de de venir sage, moi, Ulysse. » Seui le premier tome, qui va jusqu'en 1945, était paru (le Monde du 29 juillet 1984). permanent du parti, condamné en adopter, en septembre 1983, un 1928 à seize ans et huit mois de pripian d'union européenne donnant à son par le tribuna! spécial fasciste. l' Assemblée un pouvoir - législatif, Après trois ans d'isolement à Luc- dans la ligne de ses initiatives répéques, puis Viterbe et Civitavecchia, il tées. Jusque dans les derniers mois, est envoyé en résidence forcée dans il bataillera sans répit pour entrainer les iles de Ponza et Ventotene. la commission des affaires institutionnelles, qu'il préside, à briser les Sa bataille intérieure y est double : l' approfondissement de sa culture . limitations de pouvoir qu'impose la règle de l'unanimité. marxiste s'accompagna d'une remise en cause de la stratégie du KominMais le passage des générations tern. Il refuse le stalinisme. Le comité au pouvoir dans les pays membres directeur clandestin des internés de la Communauté accentua la solicommunistes prononce son exclusion tude d' Altiero Spinelli. Il a toujours en 1937, ce qui signifte la mise en été la voix clamant dans le désert, quarantaine absolue. mais ceux qui l' entendent encore ne comprennent plus, faute de souveTransféré à Ventotene en 1939, nirs et d'expérience, ce qu'il y a de Altiero Spinelli y travaille avec nécessaire dans ce prophétisme. Il y Ernesto Rossi à réfléchir sur l' aprèsa trop d'impulsion d'hérésie chez guerre : dès 1943, ils parlent de Spinelli, trop peut-étre de donconstruction européenne, proposant quichottisme, pour émouvoir ces perun « pouvoir démocratique européen », pour dépasser les nationa- sonnages politiques qui manipulent les faits immédiats, non les projets. lismes. Leur « manifeste de VentoSi une vie a pu sembler gorgée de tene », reposant sur la confiance que déceptions, n'est-ce pas la sienne 7 l'Europa retrouve la maitrise de son destin, aboutit au remaniement des Jusqu' au terme, il a pourtant vieux concepts : « réactionnaire » ou voulu et imaginé. Sa patrie méme lui « progressiste » ne se définissent a été ingrate, alors qu'il en incarnait plus par relation à la nature ou au cette lignée d' esprits la'iques, toudegré du socialisme, mais selon un jours en opposition, posant ~s autre type d' ordre, celui du fédéral'Europa le cadre d'une unité paralisme au sens large. Est par excelchevant celle de la nation. Une lignée lence « réactionnaire » la prédomide conquérants civilisés, d' athées nance des « passions populaires » mystiques, étrangers à toute rhétoridéferlant dans les nationalismes. Et que du sentiment, mais généreux et « progressiste », la structure qui les amicaux à qui croisait leur déterminadépasse. tion. Un grand ltalien de la méme trempe qu'lgnazio Silone. HA Altiero Spinelli, député européen (apparenté PCI) et ancien membre de la Commission de BruxeUes, est mort le vendredi 23 mai à Rome, à l'ige de soixante-dix-neuf ans. (le M onde du 24 mai.) Le savoir et le pouvoir Sous cetta barbe, il y avait eu un beau masque de séduction, puis une face de . proconsul de pierre. Mais toujours un homme seui, ambitieux d'appartenir à la minorité et de la conduire. Né au Brésil en 1907, au hasard de la carrière de son père, grandi à Rome, il avait été introduit par ce père aux grands auteurs théoriques du socialisme : Marx, Engels, Lasa Ile, puis à l' athéisme militant. A peine agé de dix-sept ans, il adhérait aux Jeunesses communistes, « agité parla passion politique de l'action et du commandement, séduit par une organisation qui se présente comme un e/ergé... , décidé à devenir ce que le fondateur de cet ordre avait appelé « le révolutionnaire professionnel ». Les deux faces d'une méme pas-, sion : fascination du pouvoir et goOt du savoir, . du franchissement des bornes de la maitrise, guident son existence clandestine d' étudiant et d' organisateur pendant trois ans. Mais Altiero Spinelli supporta mal les règles de l'« ordre » auquel il s'est soumis, il revendique son droit à penser par lui-méme. Avant toute rupture avec le Parti communiste, il est arreté par hasard, démasqué comme La hantise de I'Europe Secrétaire général du Mouvement fédéraliste européen jusqu' en 1962, puis délégué général de I'Union européenne des fédéralistes, fondateur et animateur de l'lnstitut des affaires internationales de Rome - organisme de réflexion, - Altiero Spinelli sera chef de cabinet de Pietro Nenni au ministère des affaires étrangères en 1969. Episode de participation à la vie politique, après lequel il devient membre ·de la Commission des Communautés européennes, chargé -de la production industrielle et de la recherche. Il accepte, en juin 1976, d' étre présenté aux législatives comme indépendant sur les listes communistes, renouant ainsi, après cinquanta ans, avec l'ami de sa jeunesse, puis l' advers'aire féroce de toute sa vie, Giorgio Amandola, l'un des principaux dirigeants du PCI, auquel Spinelli lui-méme l'avait amené. Il s' en explique alors (le Monde du 18 mai 1976) par deux motifs : la conviction que les communistes italiens « ont changé, révisé beaucoup de leurs concepts, désacralisé leur histoire (.. J, pensent leur action en termes de participation démocratique ». Et, d'aut re part, l' espoir de contribuer à un gouvernement de gauche fort en ltalie qui mette en piace « une politique de réformes structurelles », ouverte sur l'Europa, « instrument de transformation des structures sociales ». A Rome comme, plus tard, au Parlement de Strasbourg, Altiero Spinelli est assez seui, dans le no man's land des concepts qui l'inspirent. Il fait JACQUES NOBÉCOURT. ROMA MAZZINIANA TRIMESTRALE DELL'ASSOCIAZIONE MAZZINIANA ITALIANA - ANNO V - N. 3-4 SEZIONE DI ROMA LUG.-DIC. 1986 UE Segue in seconda pagina HA EU AH UE HA EU I socialisti del secolo scorso ritenevano che il giorno in cui tutti gli stati fossero diventati socialisti l'unificazione sarebbe stata automatica, mentre i /iberisti riteneva che l'unificazione si sarebbe fatta ·solo dopo che fossero stati eliminati gli ostacoli alla liberazion,e degli scambi. Anche Mazzini cascçt. in un idolum analogo, illudendosi che alla liberazione delle singole patrie sarebbe successa, ipso facto se non ipso jure, anche l'unificazione europetf; che lui non chiama sovranazionale, ma il concetto era lo stesso. Questi ultimi decenni di difficile parto europeo ci stanno invece dimostrando che di automatico non c'è proprio niente! L 'Europa unita potrà essere socialista o liberista, a seconda di come la vorranno i suoi elettori, ma i veri ostacoli che s'incontrano sul cammino della sua unificazione sono di altra natura. L'ostacolo principale, infatti, è la resistenza che oppone lo stato nazionale, voluto a suo tempo proprio da Mazzini, a cedere quella parte di sovranità, senza della quale nessuna costruzione di tipo statua/e, che sia in qualche modo superiore allo stato stesso, sarebbe mai possibile. Ognuno è in larga misura schiavo del proprio ambiente e noi dobbiamo valutare l'opera di Mazzini collocandola appunto nel suo tempo, che era quello del risveglio delle nazi?nali~à~ I~ prezzo che si doveva pa~are per questo era che la nazz,on:altta st sarebbe poi concretata m una forma statua/e. Mazztm questo l'aveva previsto, sapendo che ci voleva l'unità dello stato per sancire l'unità politica ed economica di un popolo già storicamente caratterizzato da una certa unità culturale. La sua battaglia fondamentale fu quella per la libertà, perché egli contrapponeva l'Europa dei popoli all'Europa dei tiranni, cioè l'Europa della libertà alla Europa dell'assolutismo dei principi, della Santa Alleanza metternichiana. . . Io sento Mazzini soprattutto come uomo dt azzone, ma naturalmente non metto in dubbio che sia stato pure un grande uomo di pensiero, perché basta leggere anche solo la centesima parte dei suoi libri, come ho fatto io, per rendersene conto! Però ho l'impressione che Mazzini teorizzasse soltanto nella misura in cui lo ritenesse indispensabile per raggiungere, grazie all'azione, i fini che gli stavano più a cuore. Non era il teorico che credesse al valore della teoria per sé stessa, come può essere stato per esempio il caso di un Kant, o di tutti i filosofi di ogni tempo, che mettevano il loro pensiero su carta e poi magari dicevano: forse qualcuno leggerà e ne trarrà le conseguenze che s'impongono sul piano morale e dell'azione. In Mazzini l'unità tra pensiero e azione era così viva che l'elaborazione teorica poteva anche essere dilazionata (lasciando per esempio una pagina incompiuta, sicuro che poi ci sarebbe AH Mazzini e la missione storica dell'Europa stato un «mazziniano» per completarla); ma il terreno dell'azione, quello gli bruciava dentro perché era legato a contingenze storiche che lui, uomo estremamente concreto, (dissento nettamente dall'opinione corrente di un Mazzini astrattamente utopista), non voleva che gli sfuggissero di mano senza aver prima tentato tutto il tentabile per adattarle al suo disegno. Quindi soffriva terribilmente di ogni rinvio e dello stesso incerto procedere delle cose. L 'intuizione che egli ebbe della «Giovine Europa» è la pagina mazziniana che più ci viene spontaneo di citare oggi, non solo perché ne è da poco trascorso il 150esimo anniversario, ma anche perché l'Europa è sempre più tragicamente necessaria, pur restando allo stato dei fatti, più o meno una bella chimera. Dobbiamo veder/a però criticamente, questa «Giovine Europa» non tanto perché è nata da una breve riunione di poche persone (che, con tutte le loro buone intenzioni, non hanno spostato il mondo) quanto perché il concetto stesso di «Giovine Europa», come la concepiva Mazzin i, non comportava l 'associazione di un gruppo internazionale di uomini il cui compito fosse direttamente quello di creare l'unità europea (questa è la diffe- Per un normale avvicendamento di responsabilità a seguito dei recenti cambiamenti intervenuti dopo il convegno di Catania negli organigrammi dell'AML Luciano Bolis e Claudio Corduas lasciano con questo numero «Roma mazziniana» e rivolgono a tutti i lettori un affettuoso grazie per l'attenzione prestata, in condizioni non facili ma sempre sostenuti dalla solidarietà degli amici. Al seguito del Congresso nazionale di Catania del maggio scorso in sostituzione del rimpianto Giuseppe Tramarollo, l'on. Michele Cifarelli è stato eletto presidente nazionale dell'Associazione Mazziniana Italiana, nell'assemblea nazionale svoltasi a Senigallia. Roma Mazziniana che annovera Cifarelli tra i membri del proprio Comitato di Direzione gli rivolge voti augurali. Agli incarichi di vice-presidenti sono stati eletti il prof. Giulio Cavazza di Bologna, la prof.ssa Maria Pia Roggero di Milano, il prof. Mario Sipala di Catania, il dott. Gennaro Zanélli di N apoli. Il presidente uscente dott. Antonio Fussi è stato eletto presidente onorario. Storia e scuola un Convegno AMI Or è un anno, Arturo Colombo scriveva che Tramarollo, riproponendoci ogni volta la fertile vitalità della lezione mazziniana, ci costringeva a prendere atto che mai come adesso ogni questione politica è e non può essere altro che una questione morale. Sotto questo aspetto, «la sua insistenza (quasi monotona eppure intrepida), a favore di una riforma della scuola, coerente, non demagogica né stupidamente permissiva, continua a valere, come drastica presa di posizione, contro chi non capisce, e finge di ignorare, che senza crescita civile e culturale ogni sviluppo democratico è bloccato, anzi risulta addirittura impossibile». In questo spirito, l'A.M. I. ha appuntato la sua attenzione sulla disciplina portante della crescita culturale, la storia, come conoscenza delle proprie radici, conoscenza indispensabile per confrontarsi con le realtà sociali e con le trasformazioni del presente, nonché con le premonizioni dell'avvenire. Segue in seconda pagina 1 HA EU AH UE HA EU renza sos~nziale tra la sua «Giovine Europa» e il nostro tentativo qi oggi, èhe risale al tempo della Resistenza, di rimettere in piedi questo vecchio continente realizzandoné l'unità), ma che invece s'impegnavano a compiere, ciascuno nel proprio paese, analoghe rivoluzioni nazionali. L 'unità si riscontrava sul piano morale e nel motivo ideale che tutti ugualmente ispirava: questa è la grande novità, il grande merito dell'iniziativa mazziniana, anche se in realtà non era concepito, direttamente in funzione della realizzazione di una costruzione politica europea quale l'intendiamo noi oggi. Ci troviamo infatti in una sit~zione storica in cui il problema dell'Europa si presenta con una urgenza tutta particolare, che richiama alla memoria il concetto eminentemente religioso di «missione» che Mazzini in quel tempo attribuiva all'Italia. Bisognerebbe infatti che, mazzinianamente, la nostra Italia di oggi, che lo è così poco, trovasse in sè la forza per una mobilitazione popolare che ci facesse uscire dal! 'attuale pericolosa situazione di ristagno. , Abbiamo dei parlamentari europei che· hanno elaborato nell'84 quello che si potrebbe senz'altro definire un nuovo progetto di costituzione europea, ma alla fine non si ha avuto il coraggio di imboccare la via rivoluzionaria delle costituzioni ottocentesche, e così si aspetta che i governi, che hanno il potere in mano e sono tanto poco disposti a cederlo, si mettano d'accordo per dare corso a quella soluzione; che per una volta è una proposta non elaborata da diplomatici, bensì da rappresentanti del popolo e quindi, sostanzialmente, dal popolo stesso. Basterebbe che un governo facesse propria questa proposta e a sua volta la proponesse con fermezza agli altri perché sul piano giuridico questo iato, tra l'attuale livello puramente consultivo del Parlamento europeo e il livello deliberante che si richiede invece per la ratifica da parte degli stati interessati, fosse superato, e perché la proposta del Parlamento Europeo diventasse automaticamente materia di trattato tra stati. Uno stato, infatti, ha sempre il potere di proporre ad altri stati un testo opportunamente concepito e formulato che, appunto se vi è accordo, acquista forza di trattato e impegna quindi tutti gli stati firmatar.i ad accettarne il contenuto. Se c'è uno stato che prende l'iniziativa, è probabile che altri stati lo seguano sulla stessa strada. Io credo alla missione storica dell'Italia profetizzata da Mazzini un secolo e mezzo fa e mi auguro che questa vocazione possa ora, anche tradursi in realtà. UE Segue dalla prima pagina Sull'argomento, noi della Mazziniana abbiamo organizzato un convegno a Roma, il 17 dicembre scorso, presso l'I~tituto dell'Enciclopedia Italiana. n carattere culturale dell'Associazione ci aveva fatto impostare l'incontro non come ennesima faida politica tra partiti, bensì, invitando persone di ogni provenienza, come un incontro di storici e di insegnanti, alcuni dei quali sono anche dei parlamentari, angosciati di fronte al generale e progressivo depauperamento dei valori culturali ed etici nella società dei giovani, di cui la scuola è la massima responsabile. n merito dell'organizzazione va soprattutto a Rosario Romeo, ma anche al generoso prodigarsi di Giuliana Limiti, Giancarlo Tartaglia e Paola Cecchini. Abbiamo ascoltato le relazioni degli storici Rosario Romeo, Rosario Villari e Giuseppe Talamo, seguite, nell'ordine, dagli interventi dei professori: Sen. Valitutti, On. Galasso, Ungari, Sen. Scoppola, Prini, Gatto, Compagna, Arnaldi, Sen. Ulianich, Limiti, Preside D'Achille e Masini. n dibattito - quasi un tema con variazioni - ha accomunate tutti, anche se in diversa misura e con diverse angolazioni, in un vivacissimo dissenso riguardo le proposte ministeriali. Ma sono emersi interessanti giudizi su alcuni gravi temi di fondo: Rer esempio, sul ruolo della scuola stessa, giacché non detiene piu il monopolio dell'informazione e va perdendo anche quello della formazione critica, oppure sull'opportunità di elevare il limite della scuola dell'obbligo al sedicesimo anno di età per ciascun cittadino, al fine di adeguarsi ai livelli europei, non senza difficoltà di carattere geografico (Nord-Sud, città-campagna) e di carattere legislativo, rispetto alle norme vigenti sul lavoro minorile, che sarebbero da modificare. Perplessità anche sulla struttura del biennio progettato: continuazione della Scuola Media e anticamera della Secondaria superiore, insegnamento unico, appiattito, oppure a differenti segmenti, secondo le tendenze dei singoli allievi, emerse alla fine del preced~nte triennio, tenendo anche conto delle future occasioni di lavoro? E emerso poi, confessato amaramente dagli stessi parlamentari presenti (lo ripetiamo, tutti professori), un giudizio assolutamente negativo sulle capacità e sugli strumenti della classe politica, per varare una qualsiasi riforma. n che, assieme alla crisi della stessa storiografica, incalzata dal progresso tecnico, dai mass-media, ecc., rende possibili confusioni di linguaggio e colpi di mano, non sempre ingenui e tecnici, come vorrebbero parere. Dalla· complessa discussione, l'A.M.!. si propone di pubblicare quanto prima gli atti. . Molte e rilevanti le presenze in sala, dove, come ha scritto scherzandone il cronista del Messaggero, «era schierata la generazione di ferro dell'Istituto Croce, ed era ricomposto il dissidio tra l'ala crociana e quella gramsciana dello storicismo italiano, con adesioni cattoliche e gentiliane». Vi erano, tra gli altri: il Ministro e storico Giovanni Spadolini, il Presidente dell'Accademia dei Licei Francesco Gabrieli, il Direttore dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Vincenza Cappelletti, il Direttore dell'Istituto degli alti Studi filosofici di Napoli Tullio Gregory, il Direttore dell'Enciclopedia giuridica Bruno Paradisi, il Presidente della Fondazione Nenni Giuseppe Tamburrano, il Prof. Andrea Giardina dell'Istituto Gramsci, gli storici Paolo Daffinà, Emilia Morelli, D'Aquino, Sen. Augusto Del Noce e Nicola Tranfaglia, l'Ispettore Aldo Lo Schiavo del Ministero P.I. e Mario Errice della Presidenza del Consiglio, gli amici Oronzo Reale, Gennaro Zannelli, Ada Rossi e Nicola Romualdi; i professori Luisa La Malfa, On. Laura Fincate, Gianna Vernola, Lydia Storoni, On. Guglielmo Castagnetti, Gigliola Corduas. E ancora: Oscar Giannino, Paolo Bonetti, Stefano Foli, Domenico Russo Rossi, Giuliano Tarlontano e tanti altri storici e sopratutto Presidi, professori e operatori della Scuola secondaria, di cui è impossibile decifrare le firme, apposte nel registro all'ingresso della Sala Igea. . I Senatori Franco Ferri e Giovanni Ferrara, i professori Luigi Firpo, Luciano Canfora, Guglielmo Negri, Corrado Maltese, Maria Grazia Mara, Vincenzo Piano Mortari e parecchi altri hanno aderito allo spirito del convegno, pur non potendo essere presenti. . Ma sopratutto uno storico insigne di area cattolica, Gabriele De Rosa, invitato da noi troppo tardi, a causa di un disguido, ci ha scritto una lettera esemplare, sottolineando che l'essere <<Cattolico» non c'en~ra niente in questioni che riguardano la formazione e l'avvenire delle nuove ~enerazioni, alle quali dovrebbero affidarsi le sorti della nostra societa. <<Condivido» - egli dice - non solo le vostre perplessità, ma lo sdegno per i colpi di maglio, obliqui e diretti, che si indiri:z;zano contro quel che resta di una grande tradizione storicoumanistica della scuola>>. E, denunciando <<lo squallore della preparazione degli studenti delle materie storiche, depauperate dall'abbaglio di una sociologia da strapazzo», si domanda - esattamente come noi -se non sia giunto il momento di radunare intellettuali di ogni parte, che denuncino <<senza tante deferenze il pauroso declassamento della nostra scuola>>. ' AH Mazzini ·e la mtsstone storica dell'Europa l. b. Storia e scuola .... Segue dalla prima pagina Abbiamo preso spunto da un documento del Ministero della P .L, nel quale dando per scontata l'istituzione di un nuovo biennio dell'obbligo, dopo la Scuola Media, si avanzano proposte dettagliate per l'insegnamento della storia ai ragazzi tra i 14 e i 16 anni. Tali programmi abbandonano l'informazione storica generale secondo coordinate cronologiche e adottano un sistema tematico, con scelte suggerite di volta in volta da predilezioni, avvenimenti, o anche da interessi degli allievi. Abbandonate storia antica e storia medioevale, sfiorata quella moderna e privilegiata quella contemporanea, questi temi possono spaziare, mutuando da antropologia, economica, sociologia e psicologia, per tutto lo scibilè (dalla storia della matematica alla teologia, dall'organizzazione dei trasporti. alla storia dell'arte, con riferimento anche a culture extra-europee). Le fonti per un simile insegnamento non possono che rintracciarsi, in ordine alfabetico, in un dizionario enciclopedico, ma gli estensori del documento ritengono, così facendo, di dare ai giovanissimi allievi l'abitudine al «pensare secondo relazioni» e fornire loro <<in contesto simulato» quel metodo dì ricerca scientifica, cui si approda faticosamente, per la prima volta, con la tesi di laurea. n tutto, in due ore settimanali, mentre altre ·tre ore sono previste per l'educazione civica, giuridica ed economica. 2 Michele Cifarelli Ancora la sua voce EU La _que~tione d~ll'~nsegnamento della religione nella scuola pubbhca nmane d1 v1va attualità a tre mesi ormai dall'inizione dell'anno scolastico. Dobbiamo affermare con forza che l'attuazione pratica della. nuova norm~tiva si è_ rilevat~ pressoché inapplicabile per 1l caos generalizzato e msanab1le che ha determinato e per le molte garanzie costituzionali e civili che rischia di infrangere. E dobbiamo altresì denunciare il fatto che la risoluzione parlamentare del 16 gennaio che aveva fissato un accettabile punto di equilibrio e di mediazione fra le spinte diverse è stata sistematicamente trascurata e violata dalle circolari attuative del Ministro Falcucci. ~a: conseguenza è che oggi i problemi si sono tutti aggravati nspetto ad un anno fa. Al momento in cui siamo infatti non è stata definita la materia o le materie alterna_tive alla religione e sull'argomento regn~ ~~a grande_ confu~wne. L~ sc~lta degli insegnamenti ~ternat1v1 e ~tata aff1data a1 collegh1 de1 docenti (in molti casi nsulta non s1a stata neppure compiuta) e la loro realizzazione avviene utilizzando gli insegnanti nelle ore libere, prescindendo com~letamente d~l~ lo~o specifiche competenze. Vi sono ~tate d altr~ parte d1fflcolta ad assumere supplenti per le matene alternative e solo nel corso della discussione sul bil~ncio dello Stato per 1'87 è stato possibile inserire una voce d1 sl?esa che cons~nta. la nomina di supplenti. S1 tratta tuttavia d1 una soluzione non idonea: non si può pensare che la materia alternativa possa risolvere in toto i pro?.lemi di chi non si avv_ale, né si può risolvere il problema dell msegnamento alternativo facendo ricorso, anche sul piano ?~Ha scelta dei docenti, ad interventi improvvisati e disorgamcl. In ultimo è di questi giorni l'invio alle scuole della scheda di val?tazione dove c<?mpare soltanto la voce religione senza menziOne della matena ·alternativa, a dimostrazione dell'importanza che, dal primo momento, il Ministro ha attribuito ad essa e a riprova della concezione discriminatoria alla quale continua ad ispirarsi. Da tutto questo derivanò casi talvolta drammatici e sempre co~un9ue preoccupanti che vengono segnalati da ogni parte d ltal1a, soprattutto nelle elementari. Questo quadro complessivo di confusione ha di fatto svuotato di ogni significato il momento della scelta se avval:~si o m_eno dell'in~egnamento della religione. È avvenuto c~o, che s1. voleya ev1t~e con ~a mozione del 16 gennaio, e c10e c~e _s1_ offnsse agh stu?entl e alle famiglie una scelta del t~tto fltt1z1.a fra ~na matena ben definita ed una ipotesi vaga d1 occupaziOne d1 tempo scolastico. . Si _è. insomma prodott~ quella gerarchia di qualità fra ora d1 :el~gw~e e ora. alternativa che apre la strada a forme di discnmma~wne ne1 cofl:fron~i delle minoranze e di chi, a qualunque ~1~olo, ha dec1so d1 non avvalersi dell'insegnamento della :ehgw_ne. Per tutti questi motivi il gruppo repubblicano ha ch1esto, 1l 22 ottobre scorso che la commissione istruzione d~lla Camera s~olga un:in~agine conoscitiva sull'intera questiOne, con particolare nfenmento alla mozione parlamentare di gennaio. . · · Sulla base di questa indagine sarà possibile avere anche un quad:o dei probl_emi posti d~l'applicazione dell'intesa, problemi c_h~, s1 bad1 bene, non nguardano soltanto i laici e delle mod1f1che che eventualmente si renderà necessario appor· tare. Ci_ò ch_e stà ~ccadendo in questi giorni consiglia infatti una nfless10ne d1 fondo: una questione che l'intesa non ha in nessun modo risolto. Assodato che la. religio~e non è più materia obbligatoria, e su questo non m1 pare Vl possano essere obiezioni, occorre UE di Gugliemo Castagnetti sciogl~ere il nodo della sua reale natura: o è un insegnamento facoltativo, che lo Stato deve garantire a chi ne fa richiesta comunque fuori dall' ora:i<? norm~e, o è opzionale e allora o~cor re che da parte. ~el mm1st_ero s1 definisca, accanto all'insegna~ento della rehgwne, un ms~gnamento alternativo, unico, va!ldo p~r tutte le scuole pubbhche e per ogni ordine e grado di 1struzwne, su!la base ~el quale formare e selezionare i docenti. Del resto e bene ncor_d~re. che l'~rdinamento vigente e lo stesso sens_o cor:nune, ~d1la d1 ma~ne obbligatorie, facoltative o~, opzwnal1 ~o n ~1esce ad es~ogitare alt:o di pr~ticabile. Cw ~he non Sl puo accettare e lo stato d1 confusiOne e di «afl:archla» ?ggi ~sistente, con l'iniziativa lasciata ai singoli istit~u .. U~a ~1tu~z10ne ~he crea, nel peggiore dei casi, occasione d1 .d1sc:lmmaz1one ne1 confronti delle minoranze, nel migliore d~1 cas1, una «concorrenza» fra l'insegnamento della religione e l'mseg~a~ento. delle mate:ie più svariate e inadeguate, senza garanz1e ?1dat~1che e? ob~1ett1vi formativi di alcun genere. Una s1tuazwne, ncord1amolo, che determina un ulteriore scadimen.to di_ immag~ne della scuola pubblica. Occorre, ripet?, una. npesswne sena che l'indagine parlamentare può favonre. C1 s1 rende perfettamente conto delle difficoltà che l'attu~zi<;m.e dell'intes~.pone sul lato pratico, ma la questione di P.nnc1p10 legat.a all ,ms~gna~ento ,della religione e al relativo nspet~o del!a hbe:ta d1 coscienza e troppo importante perché non s1 facc1a ogm sforzo per affermarla concretamente nella quotidiana attività della nostra scuola. . AH Insegnamento della religione e libertà di coscienza Religione, problema di coscienza HA EU AH UE HA di Mario Bergamo . •.. La_ religion_e è un problema di coscienza. La coscienza è d1 comumcare co~ altre, an~~e in manifestazioni pubbhche o aperte al pubbhco. La rehgwne dello Stato è di non averne nes~~na, s~condo i principii del laicismo integrale. Ma al fatto. rehgwso e dovuto 1l massimo rispetto, quale si addice ad o~~l ~lement.are o supe:iore manifestazione dello spirito. Le c1v1lta non s1 negano: s1 superano. n nuovo Stato e al di sopra delle chiese non tanto perché le neghi quanto perché veramente le supera: e nell'ordine reale, e, per ciò che gli è proprio, nell'ordine ideale. . . Sul Colos~eo rom~no splenda perpetua la Croce, simbolo d1 volontà d1 redenzwne e di vita della civiltà d'Occidente e simbolo dell'unità del genere umano. n regime amministrativo, a parte le autonomie locali è ~nico; c.ome ~nico è il regime sociale, a parte le associazi~ni smdacal1 previste ~alla leg~e e, sempre dirette, protette o vigil~te. dal potere soc1ale. Umco e dunque lo stato, unica la condizione delle persone. n Corcordato fra l'Italia e la Santa Sede non ha dunque più senso. l tratt~ti so_n? .espressione di volontà bilaterale. Non sono dunque nsolv1b1h che per accordo bilaterale, salvo annullamento come sanzione all'inadempienza. E se la clausola del rebus sic stantibus è sempre sottintesa, altrettanto è vero che lo Stato ha perpetuità di vita e che un regime eredita da un ~tro. E che infine il diritto nazionale ha suo temperamento 1~ un altro, come ogni altro; è temperato dal diritto internaZIOnale o dalla superiore necessità obbiettiva. Perciò il trattato c~e costituisce la Città del Vaticano può, nella sostanza, essere mantenuto. Ma la Città del Vaticano non è uno Stato nello Stato. Come la sua funzione è innegabilmente sui gene~s, anc~e la s.ua natura ~iuridica è sui generis: la Città del Va~lcano e _considerata, agh effetti eventuali ·del diritto pubblico mternazwnale, come una creazione del diritto interno italiano. . Tutte in_distintamente le opere d'arte custodite nel territono del Vaucano sono considerate immobili per destinazione e inalienabili. (Mario Bergamo, Laicismo integrale, A.M.I., T orino, 1968, p. 48) h~era 3 Gli ordinamenti economici e sociali dell'avvenire non possono essere disegnati in anticipo; non possono essere uniformi per tutti i paesi e per tutti i popoli; nè imposti dall'alto. Saranno quelli che risulteranno dalla elaborazione lenta o rapida, a seconda del grado di civiltà del popolo, e saranno relativi alle attitudini, alle inclinazioni, alle aspirazioni delle popolazioni. Principii direttivi sono i seguenti: la negazione d'ogni monopolio dei beni economici, l'affermazione del diritto del lavoratore a conseguire intero il frutto del proprio lavoro; l'affermazione del diritto di ogni uomo a disporre di mezzi economici essenziali per il proprio sviluppo in conseguenza del diritto di proprjetà derivante dal lavoro, della proprietà mezzo a tramutare l'aniDopo il 2 giugno 1946 il Partito Repubblicano prese il suo posto nell'Assemmale in uomo; l'affermazione della legge naturale così formulata da Mazzini: blea Costituente, partecipò alla formazione del primo governo della Repubbli<<chi non lavora non ha diritto alla vita>>. ca, e formulò il programma di azione immediata che può dirsi riassunto iri due Queste idee derivano da Romagnosi, da Mazzini, da Cattaneo, da Ferrari, punti: concorso attivo alla preparazione del progetto di Costituzione della Reda Bovio, da Ghisleri. S'inquadrano nella cornice delle concezioni socialistipubblica; collaborazione con gli altri partiti per la soluzione dei gravi problemi che? :E: stato sostenuto. Sono, invece, e piuttosto, sulla linea delle teorie sineconomici, sociali dell'ora. dacaliste e libertarie? Si può ammetterlo. Quali rapporti hanno col liberaliSi intenderà con quali principi quel partito procedeva nell'opera sua, se ne smo? Ne sono visibili molti . A ogni modo queste sono le idee della scuola comprenderanno gli atteggiamenti, tenendo presenti le idee che-professava e le fi repubblicana italiana. nalità verso le quali spingeva il Paese, leggendo le seguenti pagine di Giovanni Per queste idee si nega soprattutto che il mondo camminerà secondo le Conti: ipotesi le congetture e le previsioni di pensatori, e per queste idee, che ammettono tutti gli svolgimenti tutti gli esperimenti e tutte le soluzioni sponta<<Non siamo nè ideologi, nè romantici . Siamo cultori di un repubblicanenee dei problemi sociali, si nega la partecipazione a forme di lotta infeconde simo fortemente deciso intorno ad alcuni principii politici e sociali; agile e e spiegabili soltanto dalla cieca accettazione di alcuni dogmi, quello, tra gli pronto a negare o ad ammettere idee e pensieri germinati nella vita, mutevoaltri, della lotta di classe, in contrasto parziale o totale con la realtà, nella le se non nelle sue radici profonde, nelle espressioni esterne; di un repubbliquale il profilo netto della lotta non si può scorgere e nella quale sono possicanesimo positivo e pratico indagatore di fatti, negatore di apriorismi e di bili forme di azione efficace per la soluzione dei problemi sociali. Non si nepredeterminazioni sociologiche; poco incline a generalizzazioni e piuttosto ga, come fatto della storia, la lotta di classe, o, meglio la lotta delle classi e relativista; sospettoso della psuedo scienza, e di «sistemi filosofici» frutto di tanto meno si nega nella fase storica attuale, ma la lotta non si assume come fallibili fatiche e spesso di esaltazioni soggettive. Siamo cultori di un repubmezzo di attacco dell'organizzazione dei lavoratori, perché in democrazia blicanesimo riferito alla realtà fino al rifiuto di dottrine e di programmi (Repubblica) gli strumenti della sovranità popolare sono, essi, i mezzi per il politico-sociali universali ed eguali per tutti i popoli e per tutti i Paesi del riconoscimento di tutti i diritti e per l'attuazione delle riforme, delle innoglobo; ma non schiavi della realtà fino alla negazione dei contributi della invazioni e trasformazioni necessarie a raggiungere la finalità dell'emancipatelligenza e della volontà alla storia umana. zione dei lavorato'ri. Non lotta, adunque, ma azione di classe per soluzioni Separiamo la politica, intesa in senso ampio, dalla filosofia, perché le prelegislative e politiche dei problemi sociali. messe filosofiche di un programma politico-sociale possono essere diverse; e Per una efficiente e feconda azione bisogna pure rifiutarsi di ridurre la viperché riteniamo che la politica deve essere una attività pratica per il ragta dei partiti alla eterna, vuota, debilitante fatica delle diagnosi sociali secongiungimento di un fine concreto, non un'eterna fatica per la scoperta delle do questo o quel sistema filosofico o sociologico, e, peggio ancora, alla fatica cause d'un movimento, e per la determinazione dei motivi e dei moventi di delle previsioni e alla creazione ... anticipata del futuro sociale. quello. Importa, invece, che le finalità siano chiare, che i principii siano ben deCrediamo invece che la politica sia cieca senza la luce della storia, che sia terminati, che i programmi e i metodi di azione e di lotta siano positivi e praincerta senza i contributi della esperienza. tici per attuazioni non illusorie. [ ... ] Quanto all'azione, in questa prima fase Il fatto economico suscita nella vita sociale insopprimibili esigenze di giudella Repubblica, ecco una dichiarazione di centri dirigenti: stizia e di civiltà. Questi problemi di giustizia e di civiltà non si risolvono <<Il partito repubblicano vuoi essere oggi, un partito riformatore di tutta con la poesia e con la morale, nè si risolvono senza il concorso della volontà la struttura politica e della vita economica e sociale del paese. Esso vuole della intelligenza e della forza degli uomini. Volontà, intelligenza e forza edificare uno Stato non più oppressore, ma liberatore degli individui e della possono essere vittoriose su un solo terreno: quello politico: là sono gli ordicollettività; e vuole perciò la smobilitazione del vecchio Stato monarchico namenti statali, le leggi, le armi; là l'interesse economico tenta, prova, sperimenta nuove forme sociali e trova le vie della soluzione. A noi non riesce di · accentratore, burocratico, militarista, feudale, la costituzione di un ordinamento nel quale il Comune e la Regione svolgano la loro opera amministracapovolgere questa visione della realtà. In essa ci confermiamo per la dimotiva provvedendo a sè, liberati dalla incompetenza e dalla cieca dominazione strativa esperienza del tempo nostro. del potere centrale. Propugna la libertà nell'economia; vuole la formazione, Individualisti e libertari, cediamo all'idea dello Stato quanto è necessario l'incremento, lo sviluppo della piccola proprietà, un grande sviluppo della per non negarlo e per attribuirgli funzione di tutela e di educazione, mentre vita rurale. La vita delle industrie deve essere vita propria, non vita artificiale affidiamo all'associazione il coordinamento delle libere volontà, degli interesa carico dello Stato, a detrimento dell'economia nazionale e a danno si concordanti, delle forze omogenee della vita sociale tendenti al proprio dell'agricoltura, dell'artigianato e della collettività. sviluppo e all'affermazione vittoriosa di sè: «libertà e associazione». Respin<<La scuola deve avere un'organizzazione per la quale l'analfabetismo non sia più una delle vergogne nazionali. La cultura si diffonda, l'alta cultura giamo, soprattutto, la teoria dello Stato capitalista, sostituito al capitalismo ponga l'Italia, ancora una volta, al posto che ha tènuto nei momenti gloriosi privato, perché lo Stato agisce con la sua burocrazia e il lavoratore continua della sua storia. ad essere il salariato che vogliamo abolire, creando il piccolo proprietario, o <<Il partito è nel movimento sociale ed ispira gli operai e i contadini miliil libero produttore nella cooperativa o sindacato assuntore di produzione e tanti nelle sue associazioni. Pro{'ugnatore dell'unità dell'azione dei lavoratodi servizi sociali. ri, il partito sostiene la necessita di un indirizzo sindacale diverso da quello La democrazia nello Stato, nel costume, nella educazione individuale è attuale. Il movimento non deve esasperare la lotta di classe e risolversi in un mezzo positivo e concreto ed è metodo di elaborazione e di soluzione dei propermanente conflitto, in aspra, spesso dolorosa e non realizzatrice azione di blemi sociali ed economici. attacco e di resistenza. Il movimento sociale deve essere diretto alla trasforLa democrazia darà alla giustizia e alla civiltà risultati tanto maggiori mazione dell'organizzazione economica sociale della produzione per appliquanto maggiore sarà lo sviluppo dell'associazione- cioè dell'organizzaziocazione di compartecipazioni e del cooperativismo. La conquista delle conne delle classi e delle categorie sociali. dizioni materiali, (casa, terra, strumenti di lavoro) la liberazione dal bisogno, La democrazia si realizza nella repubblica. La repubblica a sistema parladevono essere scopi. immediati dell'azione repubblicana». mentare interpreta la sovranità popolare; la repubblica federale e a democra<<La riforma sociale ha da essere veramente potente, non ha da confinarsi · nei limiti meramente politici, ma diffusa a tutti i rami dell'edificio sociale, zia diretta è la sovranità del popolo in funzione, senza limitazioni e senza deve introdurre vita, equilibrio, armonia in ogni molla, in ogni parte oggi interferenze deviatrici: ed è questa, la forma che noi vagheggiamo. sconnessa e isolata». Con questi pensieri consideriamo i movimenti sociali. Le moltitudini oppresse per l'ingiustizia economica debbono essere orga(Giovanni Conti, I partiti politici in Italia, Casa Editrice Italiana, Roma, nizzate sul terreno politico al fine della loro redenzione economica-sociale. 1953, p. 52 ss.). I 40 anm della Repubblica HA EU AH UE HA EU AH UE 1946: Conti e la Costituente Sped. abb. post. gr. IV, 70% ROMA MAZZINIANA Direzione e Redazione: Via Tomacelli, 146 - Se. A, int. 13 - 00186 Roma - cc/p n. 68012004 Direttore Responsabile: Luciano Bolis Vice Direttore: Claudio Corduas Comitato di Direzione: Michele Cifarelli, Massimo Scioscioli, Giancarlo Tartaglia, Paolo Ungari Autorizz. del Trib. di Roma n. 366/82 dell'8-11-82 Stampa: Tipografia G.E.R. - Via Carlo Maratta, 2-b- Roma 4 ·~----------------------------------------------------------------- HA EU AH UE AKS wri tes: Two aspects of Al tiero Spinelli 's character which were important far his political contributions and achievements, including his half-century of work far European unity (discussed in your obituary of 24 May), may be worth recording. First, the exceptional warmth of his sympathetic personali ty - abundantly clear to all in his wide circle cf friends - helped him te establish political connections across narrow political boundaries. He could resign from the Italian Communist Party after criticising it in the severest terms, and still be asked by that party to stand, on his own terms, as an independent candidate, with their electoral support, in both the European and the Italian parliaments. And despite his clear left-wing ' leanings and connections, Spinelli could develop particularly ' close and warm relations with many British Conservative MEPs, and get their help in the formulation and adoption cf European Parliament's Draft Treaty on European Union, which has one of the major achievements of the last few years cf his life. Spinelli spanned many political spectrums, and the attractiveness cf his unusuall y generous and car ing personal i ty helped him in this achievement. Second, the independence cf approach, which characterized Altiero Spinelli, made it possible far him te value and draw upon the European liberal political traditions, despite .his ea rl y dedication te, and continued involvement with, Marxist thinking. I t may be of special interest te Br i tish . readers te note that he was deeply influenced by British political and economie writers, including the federalist school in this country. In formulating his ideas about European federalism during 1939-41, Spinelli drew extensively an the writings of such au thors as Bever idge Lothian Robbins and Wootton. In fa et, Spinelli also translated into Italian Lionel Robbins's Economie Causes of War for publication by Einaudi. The unusual nature of Altiero Spinelli's political influence and success cannot be fully understood without taking note of his extraordinary personali ty and intellectual independence both cf which were political as well as personal assets. l AH UE l HA EU 1 r-o.-Ooj"' 'J "te. ~ c)...fl J ri t.e... ~\..p \.:. l CARTEBLANCHE ~Dublin: l'!?lr;ure de la vérité I ~. A.~C·\1 PE TOUJOURS LE CIEL :J~~~ par Altiero SPINELLI (*) E lundi, à Dublin, les chefs d'Etat et de gouvernement des Dix trouveront sur leur table la réponse du comité Dooge. C AH EU proposé la réforme, constate que la réalisation de ces réformes exige qu'une conférence in tergou vernemen tale soit convoquée sans trop de délais pour négocier un projet de traité d'Union européenne basée sur l'acquis communautaire, sur la déclaration de Stuttgart, sur les suggestions contenues dans le rapport, et s'inspirant de l'esprit et de la méthode du projet voté par le Parlement européen. L'engagement au respect de cet esprit et de cette méthode est la clé de voute du rapport. Si ce préalable n'était pas maintenu à Dublin, les mots « Union européenne » seraient des flatus vocis et pourraient etre remplis de n'importe guoi, meme de rien. AH UE HA S'ils tranchent, à l'unanimité ou à la majorité, un nouveau chapitre de la construction européenne s'ouvrira, dont la réalisation dépassera nécessairement le cadre du comité Dooge. Si les chefs ne tranchent pas, s'ils invitent le comité à poursuivre ses pourparlers, celui-ci travaillera Dieu sait combien de temps, mais il s'enlisera dans les memes sables qui ont englouti les bonnes intentions initiales de Genscher et Colombo. Probablement, dans quelques mois, ces chefs s'apercevraient qu'ils ont raté une autre occasion historique. UE Le rapport du comité est dit par ses auteurs « intérimaire », mais il serait difficile d'en imaginer un plus « final ». Sur un point crucial le comité n'a pas atteint l'unanimité, mais la réflexion ultérieure ne lui incombe plus; ce sont les chefs du Conseil européen qui doivent décider. L 'heure de la vérité européenne a sonné pour eux. HA EU Le rapport, après avoir reconnu la valeur de l'acquis et souligné la nécessité d'aller au-delà de cet acquis en réalisant une véritable union économico-monétaire et en commençant à développer une véritable politique commune des relations internationales, de la sécurité et de la défense, et après avoir constaté les fai:.. blesses et les défauts des institutions actuelles et en avoir L y a de nombreuses années, l'écrivain Maurice Druon, répondant à une enquete sur la prévision de l'avenir, déclara qu'il en avait eu la révélation en haute Egypte, (i.evant les temples et les tombeaux élevés par une civilisation fondée en grande partie sur le mouvement des astres. Et il ajouta: « Les temples d' Egypte san t des livres de pierre. L'astrologie est une science occultée, mais non occulte. , Maurice Druon expliqua eneore que la première fois qu'il consulta une astrologue, ce fut une Autrichienne habitant Rome . C'était à la fin de 1947. Celle-ci lui annonça une configuration astrale bénéfique pour le 6 décembre 1948. Ce jour-là, Druon reçut le prix Goncourt pour Les Grandes Familles. Cette anecdote nous est contée, avec bien 'd'autres choses, par JacqueUne Aimé dans son Almanach astrologique pour 1985 (Philippe Lebaud éditeur). L'auteur rapporte que, lors du lancement du paquebot Normandie, un astrologue remarqua que ce navire prenait la mer sous des astres maléfiques; le navire brida dans le port de New York. Une grave question : l'Apocalypse surviendra-t-elle en l'an 2000 ? Coi'ncidence : le 11 aout 1999 se produira une éclipse totale du soleil. Mais c'est un évé·n ement purement astronomique. Mm• Jacqueline Aimé est rassurante : pas de fin du monde en perspective. Du point de vue astrologique, le ciel est tout à fait bénéfique, tant en 1999 qu'en l'an Suite en deuxième page. (•) Président de la Commission institutionnelle du Parlement européen, initiateur du projet de traité pour une Union 0 ~~~oEfxne~efé~~f:r lg~4~X"n~1e~a~:::;b~! ita lien d e la Commission européenne, M. Spinelli siège au Parlement européen en tant qu 'a pparenté communiste. Le ntillion atteint pour la Saint-Nicolas du Soir Merci. Grace à vous tous,.nous avons atteint aujourd'hui le cap de ce million qui, chaque année, nous semble si lointain. Et pourtant, votre générosité, une fois de plus, n'a pas été prise en défaut. Saint-Nicolas passera jeudi chez les enfants sages. Chez les plus démunis, chez les personnes agées, isolées, il séra là également, grace à vous. Il vous reste quelque jours pour participer à notre opération de solidarité. Rappelons que : , - Les dons en espèces et en nature sont reçus exèlusivement au département des Relat10ns publiques du Soir, étage A, rue Royale, 112 - 1000 Bruxelles. Les objets usagés ne sont pas acceptés. - On peut également verser au compte de chèque postaux 0000014232-70, en spécifiant bien sur le versement: « Pour la SaintNicolas>>. Nous publions la septième liste de souscription en septième page. 2000. Enfin, notre astrologue rappelle que le président Mitterrand est du signe du Scorpion, camme Tibère, Erasme, Voltaire, Luther, de Gaulle, Picasso, Albert Camus, Alain Delon, etc. Elle dit que les astres n'ont_pas été favorables au Président en 1984, mais que son énergie fortement marquée par Pluton lui donne une incroyable force psychique. Pour lui, la rose au poing serait magnétique ! LANCELOT. LES LANGUES : LE C.L.L. Communiquez, parlez, en petits groupes. Horaire souple, 60 hres : 4.000 F. U.C.L. Centre de Langues. Téléphone 764.22.93. (01 SOUTACHE Trouver l'équivalent français de mots anglais de notre usage, l'atelier de vocabulaire de la Maison de la Francité à Bruxelles s'y emploie actuellement. Pour striping (bande décorative placée · sur les parois latérales d'une voiture) par exemple, il propose: soutache, n.f., extension du sens du terme de passementerie; ou bande décorative, déjà en usage. Avez-vous autre chose à suggérer? MAILLOTS BIKINIS '85 Nouvelles collections Arabel chez Eliane Claude, 19 A, av. de la Toison d'Or, 1060 Bruxelles.- T. 513.53.53. (90 ] MESDAMES, MESSIEURS, LA PASSION DE L'EUROPE, IL FALLAI T QU' ALTI ERO · ... . · · .,.., l l . ,.;, . E~ROPÉEN", AH LE "MANIFESTE FEDERALISTE UE SPINELLI L'EUT CHEVILLÉE AU CORPS _POUR ÉCRIRE DÈS 1941, DE LA GEOLE Où L'AVAIT -.r... EU ENFERMÉ LE FASCISME. IL FALLAIT AUSSI - DE LA GRANDEUR D'AME --· · ;"~ HA ET DU COURAGE. POURFONDER PEU APRÈS SA LIBÉRATION EN 1943, LE AH UE "MOUVEMENT FÉDÉRALISTE EUROPÉEN " AU MOMENT MEME Où IL HA EU S'ENGAGEAIT DANS LA RÉSISTANCE À MILAN. l'EUROPE, À LAQUELLE IL ALLAIT CONSACRER UNE GRANDE PARTIE DE SA VIE, ALTIERO SPINELLI EN A EU D'EMBLÉE UNE VISION ACHEVÉE ET AMBITIEUSE. MAIS DE L'AUDACE, IL N'Y EN A JAMAIS TROP POUR L'EUROPE. ET QUAND BIEN MEME, FAUTE DU CONSENTEMENT NECESSAIRE 2. AU SEIN DE LA COMMUNAUTÉ~ IL FAUDRAIT S'EN TENIR À UNE APPROCHE PLUS PRAGMATIQUE QUE CELLE QU'IL A PRÉCONISÉE~ ALTIERO SPINELLI AURA CONTRIBUÉ PUlSSAMMENT À UE L'OEUVRE DÉCUES~ HOMMAGE~ .-- JE SONGE AUX ... -... AU TEMPS PERDU, MAIS JE . PENSE SURTOUT AU HA ESPÉRANCE EN RENDANT CET EU AUJOURD'HUI~ AH COMMUNE, NOU~ESJ INCONCEVABLES AH UE . CHEMIN PAR COURU ET AUX SCLIDARITÉS NAGU~RE ENCORE AUX PEUPLES DÉCHIRÉS PAR LA GUERRE. HA EU PRÉSERVER ET RENDRE IRRÉVERSIBLE L'ACQUIS DES POLITIQUES À L'UNION COMMUNES~ MONÉTAIRE~ FAIRE L'EUROPE DES ACHEVER LE GRAND MARCHÉ ASSURER L'INDÉPENDANCE CITOYENS~ L'UNION POLITIQUE DE INTÉRIEUR~ ALLER TECHNOLOGIQUE~ ET NE JAMAIS PERDRE DE VUE L'EUROPE~ TEL EST LE CHEMIN À SUIVRE. 3. CE SERA LE PLUS BEL HOMMAGE MESSIEURS) À RENDRE) MESDAMES ET A ALTIERO SPINELLI. NOUS LE DEVONS A LA JEUNESSE HA EU AH UE HA EU AH UE DE L'EUROPE. -- --:. L 'Europa ricorda Altiero SpineUi profeta deO'unità di GIORGIO RUFFOLO E MAI un giorno l'Europa diventerà un Soggetto e un Potere politico, essa avrà avuto In Alti ero Splnelli- che rlcor· diamo nel trlgeslmo della sua morte- il suo più appassiona· to e lucido profeta. Nella sua vita Intrepida, l'unitA dell'Europa non ~ mal stata un mito, ma sempre un progetto, con· cretamente e tenacemente per· seguito, dall941, anno del Ma· nifesto di Ventotene, scritto con Ernesto Roul, fino al glor· no della sua morte. Quel progetto si radicava In una conce· zlone generale della politica moderna: il federalismo. E quella vialone si alimentava alla oorgente di un UJtUUlaimo ricco di ragione e di pau ione. Il progetto europeo era nato illl'inlzlo della guerra- dalla convinzione che la •civiltà del· la libertà• non potesse ormai più affidarsi alle promesse del· le ideologie, ma oolo ad una ra· dica! e Innovazione delle l.stitu· zlonl politiche, che avrebbe permesso alle forze dell' economia e della democrazia di sgor· gare In un nuovo vuto alveo ·federale•. Lo Stato-nazione dell'Europa moderna, fattore di progresso prodll{!ooo dell' economia capitalistica e della ben cosciente delle tremende difficoltA dell 'innovazione e dell'investimento politico. Ma anche della semplice verltA, che il realismo sta nel riconoscere la natura del problemi per adeguarvlooluzionl e azioni ; e non nel ridume la com· prerulone al raggio delle soluzioni convenzionalmente pra· ticabili. La difficoltA di opera· re non legittima la rassegnazione. E qui si Incontra il fonda· mento etico della sua azione politica. Nel suo bellissimo li· bro autobiografico (lo, Ulisse) egli confessa che la terulone tra la politica, tutta tesa al po· tere, e gli ideali umanlsticl della civiltà e della verità, lo ha tentato più volte all' abbandono della politica. Ma la co tua· pevolezza che dalla politica di· pende la ooluzione al problemi ii! libertà e di giustizia, che tra· vagliano U genere umano, lo ha sempre distolto da questa tentazione, e ricondotto all' Impegno. Il federalismo ha HA EU AH UE HA EU AH UE S ~:::::::i~i:;ae~~~~~~: ridicoli e micidiali lruleme. Non si trattava, dunque, di conquistare il potere del vec· chio Stato, ma di costruire un nuovo potere oovranazlonale. Nel dopoguerra Il •quadro• è drasticamente mutato. Ecosl la fonna-non l'essenza-del progeuo europeo di Splnell l. Al milltarlsmo nazionalista degli Stati, gonfi di iibr/s, di un' Europa dominatrice, è succe· duta la pacifica Integrazione economica di un'Europa poli· tlcamente subalterna, mas.!m· pre organizzata nelle fonne anacronistiche dello Stato na· zlonale oovrano. Splnelli Indica l limiti e l rischi di questo nuovo assetto europeo: a) l'In· tegrazlone economica, contra· riamente al disegno •funziona· lista• di Jean Monnet, non genera l'unità politica; b) la ma.n· canza dell'unità politica frena , a lungo andare, le stesse potenzialità economiche europee; c) Il silenzio politico dell'Europa crea un vuoto pericolooo per la pacé del mondo: un mondo nel quale, a sua volta, la sempre maggiore Integrazione economica e tecnologica, non controbilanciata dalla cooperazione politica, determina un fonni· dabtle deficit di controllo. federalismo non è, per dunque, soltanto Iun LSpinelll, problema europeo. E' lo schema politico adatto a forni· re una risposta alla più alta sfl· da del nostro tempo: la sfida dell'lnterdlpendenz.a. Il defl· cl! di controllomlnaccla,lnfat· !1, di provocare conseguenze disastrose, a livello mond!ale, su almeno tre fronti: quello ecologico (la minaccia all'ecosfera) quello militare (la mi· naccla nucleare), quello demografico (la minaccia del ~ proletariato esterno" di tre miliardi di uomini In via di raddoppio) . Non sembra proprio che vi sarà salvezza per Il mondo se questi processi non verranno disciplinati da qual· che forma di governo mondla· le. Utopia? Splnelll era tutto tranne che un utopista. Era 1 :-:,:.~~~~~tlr.~~v;s~rt~ ~~ mini contrapposti, l'etica e il :c?r.:!:::U~bfv~C:t! della politica. Gli ha IX'rmesoo di accordare Macliiavelli e Kant. DI oiirire alla •civiltA della libertà· la salda lnfra· struttura di un grande potere democratico. TimAVIA, dietro questo suo Impegno, come lui E stesso dice, ·diurno•, Altlero Splnelli rivela nel suo libro l travagli del peruiero • no!!ur· no• : le angosce esistenziali della notte e dell'alba. La ricchez· za del dubbio. Le passioni della violenza e dell amore. Quel •caos• , da cui lo spirito trae ogni volta Il coraggio per rin· novare •la tensione alla luce •. In queste contraddizioni ric· che di uinanltà ritroviamo l' Immagine indimenticabile di Altlero: Il suo realismo, spinto flnoallimltidell 'utuzlapolitl· ca; Il suo Idealismo app&Mionato. In queste contraddizioni stava il suo carattere: la sua lm· pazienza, la sua generosità, la sua Inquietudine. Talvolta, parlando con lui, oppure se· guendo Il suo pasoo concitato, Il suo slt\Jlll'rlo sempre In cerca di qualche ostacolo con eu' confrontarsi, di qualche resi· stenza da Infrangere, di qual· che stupidità da confondere, nel meandri di quel Parlamento europeo che, nel momenti di san:astico sconforto Altlero gratificava di un epiteto sfer· z.ante -Il Parlatolo- talvolta ~~~~~~~~a ~ebaru::'d~~~::: In quel Labirinto di favelle di· vene e di ciclopiche frivolezze., ortofrutticole, questo Odisseo non avrebbe mal trovato la sua · ltaca. Ma era poi veramente la fine del percorso che gli lnt•· ressa va? O Il percorso stesso? Semftre nel suo libro, Alti ero 1 ~l'~'h~ ~~~· a ~t:ri::'df~;;'a~ quella di Melster Eckart: •Se si chiedesse ad un uomo: perché operi le tue opere, e se egli ri· spandesse direttamente, dovrebbe dire: opero per operare•. In questa febbre di •vivere edificando• sta la generosa ~,randezza di questo Ulisse moderno, figura anomala In un mondosovraffollatodaaba!lni gulcciardlnlanl. -- ---\--- ---- VITA E ~10l\'J'E DI UN PROFE'fA HA EU AH UE HA EU AH UE SI.)JJ~l~I__;Ll: «Come ho tentato di diventare saggio»: l'autobiografia di Spinelli è la storia del come e perché, per sua e nostra fortuna, saggio egli non è Hventato se per saggezza si intende olimpico distacco dalle basse cose degli uomini. Sulla sua barba da trofeta fino all'ultimo giorno ha brillato uno sguardo che esprimeva la volontà creativa del rivoluzionario ;ero che vuole abbattere perché sa che cosa edificare .~ --: ' ' . ·""--- · . -~j . . . manifestazione di p e nsier o di Alti e ro Sp in e lli è apparsa su Thema . ed è una int er v i<;ta relativa a ll':ìrrello L 'ultima lan c iato da un gruppo di militanti della sin is tra it~li ana r~: r ~-,~. un 'a zione comune rivolta a dare un a ppo rt o di idee e di . pro poste alla definizione di una politica della si ni stra curopL' ~t ·_ e all 'e laborazione di una piattafo rma programmatica com un .: . ~ Spine,lli approvava l'iniziativa . Tra i rilie v i che eg li fé-lceva cc ~'''-: n 'è uno che mette conto di r ico rd a re: la mancata autocritic a . per le posizioni prese in anni più o meno remoti nt i con front i ~del problema europeo . N o n e r a un ri con o sci ment o che q: li . chie'd ev a della validità delle sue antiche rag io ni c del ruolo di g· profeta . di pioniere c di capo c he eg li aveva a\'uto twlla [ battaglia per l'Europa . Quel ru o lo eg li sapeva di aver lo 1' conquistato e il suo viril e o rgog li o di romhat t ente no n è m.ti scaduto nella vanità. L 'au tocr it ica. per lui . in quc<;tu ca'-.\l. aveva il se ns o di un' ope razione di v ; t~to r e~ p i ro c hL' imm c tl L''''-' AH UE HA EU egli anni tra le due guerre propo siti e conati N federali sti ci si erano espre ssi in più paesi . Il «Manifesto » di R oss i e Spinelli segna nella storia dell'europe ismo un a fase nuova. La prima ragione sta nel fatto ch e esso cala in una si t uazione- quella della guerra- segnata dalla : risi dello Stato nazionale nelle sue strutture portanti m a anche nell 'etica che vi si connett e: per la prima volta nella storia dell'Europa mo derna le linee dei fronti non coincidono con quelle dell e front ie re, pass an o all ' interno di ciascun paese di videndo fa scisti e antifascisti . In tutto il mond o d e ll a Re siste nz a - ivi co mpresa la Germania nazista - si accendono con una spo nt a ne ità e una contempo raneità impressionanti focol a i di europeismo fed e rali st ico . Gli uo mini di Ventotene sono i primi , ma no n i soli . Il lo ro testo è fo rse il p iù org a nico e il più tra scinante, ma l'ethos politico è dovunque lo stesso . La second a ra gi on e è ch e da questo mom e nto il federalismo cessa d ' essere vagheggi a ment <> illumina to di dottrinari dell a politi ..;a o di po litici aperti all'utopismo per diventare programma di azione politica immediata. Gli Stati Uniti d ' Europa vann o costru iti subito sulle ro vine della gu c rr<1 , grazie all'iniziativa auda ce di una minoranza rivoluzionaria - di ferro come i bo lsce vichi dell'ottohre rosso - AH UE che conquisti al proprio disegno le grandi «famiglie politiche>• europee e per esse le grandi masse popolari , e crei il fatto compiuto prima che il fronte della conservazione, arroccato intorno agli Stati nazionali o a quanto ne resta, possa ricostituirsi e restaurare il vecchio sistema che ha già dato all ' Europa e al mondo due guerre disastrose. L'ipotesi risulterà fallace . Errore veniale, commentava Spinelli: anche il Vangelo è concepito nello spirito di chi crede imminente la fine del mondo; anche Marx è convinto che la nascita della società dei liberi e degli eguali sia scritta a scadenza breve nel libro del destino umano. Ha ricevuto però conferma dai fatti l' intuizione che il sistema degli Stati nazionali ottocenteschi è entrato in Europa, con la seconda guerra mondiale, in una fase di crisi che non ne consente più la restaurazione integrale e che pone all 'ordine del giorno il problema del nuovo assetto da dare all ' Europa. EU HA nella cultura politica italiana- e non solo italianai temi di natura etica ,- storica, dottrinale, giuridica, politica , dei quali l'europeismo si è alimentato e ai quali egli, stesso per poco meno di mezzo secolo ha dato un contributo di idee e di esperienze che attende ancora in larga misura di essere scoperto fuori degli ambienti del federalismo militante. L'idea degli Stati Uniti d ' Europa nacque nell ' isola di Ventotene tra il 1940 e il 1941 dalla collaborazione di tre giovani antifascisti, tutti e tre in varia misura eretici rispetto alle correnti ideali e politiche dalle quali avevano preso le mosse : Eugenio Colorni, socialista, filosofo , amico di Leibniz più che di Marx; Ernesto Rossi , liberale, allievo d i Luigi Einaudi e figlio prediletto di Gaetano Salvemini ; Spinelli , comunista a sedici anni , galeotto a venti, temperamen to rigore e stile di rivoluzionario professionale , espulso dal Partito comunista pe r il suo rigetto deciso · della dottrina e della pratica dello stalinismo . Il primo impulso venne loro dalla scoperta di un vecchio opuscolo di Einaudi che dalla serrata critica dell'idea e del fatt o della Società delle nazioni deduceva la nece ssità storica di un ordinamento federali stico dell'Europa . Era stato poi lo stesso Einaudi a far pervenire a Rossi i classi ci del pensiero federali stico . Nacque così, nel momento più buio della gu e rra, il <<Manifesto di Ventotene ». E' da qui che la richiesta di Spinelli di un'autocritica delle sinistre trae la sua ragion d ' essere in sede storica e, insiem e, la sua legittimità e la sua validità in sede politica . Quello che egl i chiede alle sinistre non è il pentit o riconoscimento degli errori commessi , ma un ripensamento critico e collettivo di tutti i termini de l problema , senza di che anche l'azio ne continu e rà a rim a nere discontinua e incerta , micidialmente lenta rispetto al ritmo frenetico e vorticoso con cui si muovono le cose . In altra occasione ho parlato io stesso , a proposito delle m aggiori rappresentanze storiche del movim e nto ope ra io europeo, quella socialista e quella comuni sta, di due internazionalismi sbagliati , anche se con segno radicalmente diverso . Il socialismo democrati co, nato e rimasto europeo, si è affacciato sulla scena della storia agitando la bandiera di un internazionali sm o sin ceram e nte e nobilmente pacifi sta , andato in fr a ntumi di fronte allo scoppio dell a prima guerra m o ndi ale. No n fu sua colpa l'esse re rim as to soverchiato d a un a coali zione dì forz e troppo po tenti pe rché fo sse possibil e o pporvisi con successo . Fu una care nza non ave r ca la to dur ante la guerra, e soprattutto d o po la gu e rra , il pro pri o internazionalismo nella realtà eu ropea per tent a re di d a re una propria impronta all a pace : le più disastrose sconfitte sono quelle ch e segu o no batt agli e non date . Fu sua carenza non ave re id e n ti ficato pe r tempo nel fascismo un fenomen o tendenzialmente europeo , l'avervi contrapposto una barriera verbale e cartacea di buoni sentimenti , l'avervi opposto un pacifismo remissivo e passivo che non salvò l'onore e non evitò la guerra . E stata sua carenz a , dopo la seconda guerra mond iale , l'e ssere !~ ~:-'· :.. UE AH HA ' certamente vero che fatti nuovi si sono verificati E e si vanno verificando. Fermenti vitali si manifestano in tutto il movimento socialista internazionale. HA EU AH UE I comunisti italiani, per parte loro, si dichiarano solennemente parte integrante della sinistra europea. Ma gli effetti della mancata autocritica - in altri termini di una revisione storicamente e geograficamente unitaria delle drammatiche e contraddittorie esperienze della sinistra europea in tutte le sue componenti- restano e diventano fattori di organica debolezza nell'azione politica . Esiste tra cultura storica e cultura politica un nesso inscindibile che si rompe quando il processo di ripensamento critico si interrompe, per cui la storia diventa filologia, i fermenti vitali della tradizione diventano inerti, la politica scade nel pragmatismo del vivere alla giornata, teorizzando alla brava il fatto compiuto. Perciò quello che Spinelli ci ha chiesto è un'operaLione culturale che sia anche riscoperta e immissione nel circolo della cultura politica del ricchissimo patrimonio ideale dell'europeismo democratico e federalistico, dei motivi storici e dottrinali di critica dello Stato nazionale, dei motivi etici di rigetto della ragion di Stato, dei motivi politici di rifiuto della politica di potenza, dei motivi teorici della necessità del superamento di un marxismo che la socialdemocrazia ha privato del suo nerbo dialettico, che il comunismo ha cristallizzato nel dogmatismo: tutta una problematica nei cui confronti la cultura di sinistra in Italia ha eretto un muro finora senza brecce. La tradizione federalista, nonostante l'i mpegno tenace e costante dei suoi militanti, è rimasta racchiusa nel suo ghetto . Eletto da un grande partito popolare e di massa, il ·Partito comunista, Spinelli ne ha ricevuto moderato sostegno nella sua battaglia, vi è rimasto rispettato sulla sua tetragona indipendenza, ma idealmente e politicamente iso lato . Chi vorrà dare a Spinelli una risposta di opere nor. avrà vita facile. La cultura ufficiale dei partiti nor ama il nuovo: si nutre di «pastoni» e di dibattiti televisivi. La figura dell'intellettuale militante è di· ventata anacronistica: il gusto per la scoperta intellet· tuale creatrice di fatti politici appartiene a una faune che si va sempre più diradando. Ci sarebbe da rimanere scoraggiati se non Sl pensasse a quei giovani che, in un'isola di deportazio· ne mentre rlnghilterra era sola a resistere alla furia nazista, concepivano il loro atto di fede nell'avvenire libero dei popoli d'Europa, che redigevano il !ore appello mentre l'orda nazista dilagava, senza incon · trare ostacoli nella steppa russa. La lunga battaglia iniziata allora è oggi a un punte critico . Ma le avanguardie decise a darla esistono . sono collegate tra loro, si sentono interpreti di uné necessità storica, sono cariche di un potenziale d i sviluppo che, ove la volontà non manchi, potd acquistare una forza irresistibile . Spinelli ha dato per titolo alla sua autobiografia «Come ho tentato di diventare saggio». È la stori2 del come e del perché, per sua e per nostra fortuna . saggio egli non è diventato se per saggezza si intende olimpico distacco dalle basse cose degli uomini. Sullé: sua barba da profeta fino all'ultimo giorno ha brillate uno sguardo che esprimeva la volontà creativa de rivoluzionario vero che vuole abbattere perché sa che cosa edificare . L'autocritica che egli ci ha chiesto è concepita i~ questo spirito : i ruderi di una vecchia cultura sono d2 abbattere perché abbiamo · già tutte le esperienze ideali e pratiche per costruirne una nuova. EU apparso privo di ogni idea costruttiva circa l'avvenire del continente, l'essere andato a rimorchio del processo di integrazione promosso da altre forze, l'essere ancora oggi incerto e diviso rispetto al problema delru'nità politica dell'Europa, con motivazioni che nella maggior parte dei casi oscillano tra il provincialismo e il massimalismo, mentre l'internazionalismo si effonde solo in apprezzabili ma impotenti attestati di solidarietà con tutti i perseguitati e gli affamati della terra. È esistito invece - e sarebbe il caso di dire purtroppo- un incisivo, monolitico internazionalismo comunista, che si è espresso tutto e solo nella fedeltà ferrea ai dogmi del partito-guida e dello Stato-guida, nel culto di Stalin, nell'accettazione acritica di tutte le aberrazioni ideali e pratiche dello stalinismo . L 'idt!cJ dt!gli Sw ti U11itt d'Europa nacque nell 'isola di Vt!ntoterr~ t n i/1940 e il JC).J! dalla co llaborazione di tre giovani antifascisti : il socialiJicJ Eu;.:enio Co/orni, illihaa/e ErneJtV Rossi e il comunista err:tico Altiero Spirrelli . Sut•rtl ,. n..ff, · f 'll l.(tll< ' f' r<'<'l'l lnrti u lcu n~ /u fo dd / ' •<rlume!lltJrt' ~uropt!" DIBET~~:: D~ DEL COMITATO DI UE ~çà:~no .!9fodd ~~ONE DI ' ' COMUNI D'E U ROPA,, R0l\IA MA.ZZL.~I.ÀJ..~A,, ''L'AVVENIRE nE'GLI EUROPEI,, E DI / HA EU AH UE HA EU AH R 11 TEJL. ( 06 ) 450.00.74 - - ,~tvv~ ,_. c Lv.. ~' CM-o r 0 L-J r4R. L~ri:4'lt·~ Rdff ~~~~~!~-~~ A un anne di 4istanza dalla ecemparea-à(;;Altiere Spinelli, alcuni suei &miei superstiti, alcuni seguaci delle sue idee e vecchi oempa~ di uaa pluridee«nnale letta quetidiana per 11 federali eme e l' :iurepa tmi'k hanne senti te imperiese 11 bieegne di teetia..niar~ permanen~ del ~ v~ziene che la eta uaa nueva iniziatiT& ctncreta1 nen sele la lere affette vere• l'uemt ma anche la lere cen- · ) ceneeeenza del sue peneiere e la centinuazi ae 4ella sua e pera peeeane ancera eerTire a pertare avanti il pre- UE cesee di uaificazi•••• cui egli ha date, da Yive,un oeei impertante impulee. AH L'inisiati•a ceapie ecgi la sua priaa tappa oea la creasieae di un Ietit~te che da lui pr.ade il neme, cen le scepe i i arl.lupparne e divulgarne il pensi ere, prelunctande cee l. la ~~ ~ EU aemeria 4ei 1'vgru4i aeri ti 1 che eli eene stati ~•l• da ul tiiÌÌi' ~""""'t"'t. universalmente riceneaciutii,f aa che 4e'Yrebbere iave-ee este- ! AH UE HA dersi all'intere arc• ..!t~:~-: sua vita. In priae pia.ae ..A.ev:iame la Regi•ne La~i•, cen la sua Giuata e il ~e Ceneiglie, ma in partioelare l'amice !anizzi, che si treva persenalmente nell'invidiabile eituaziene di peter eeeere ctnsiderate insieme un eapeaente della Regiene e un cenYintieeime assertere, eltreoh' prefende ceneecitere, 4egli i4eali spinellian1. HA EU Il neme • 1 1 aEiene 41 Spinelli resteranne perb sempre l t - gati a quelle eperdute angele di Eurepa che si chiama Ventete- ~dcc..\~·~~ ne, d•ve egli ha tras e•ree, pur nella setfer•n&a di tempiAcalamiteai, gli anni feree pi~ feraci 4ella sua lunga eeisten~ e deYe la pietà della famiglia e degli amici censente era alle sue apeglie l'ultime ripese. Il Sindace Verde, che di quel ./ peritde ermai l(lnta.nt ceneerva w•tepa Wl vive ricerde, ne ' il naturale custede, che una velta di più ringraziame per la sua presieea aeaisten.a. In tale ce~pagnia, i fed eralisti, che di Altiere si een~n• .u n pb oeat i tigli spirituali e, ae nen tosse presuntue- s e dirle, anche gli eredi, eentene più di chiunque il priYi- l • - 2 - legie e il devere 41 seguirne l'esempi• e in qualche misura prelungarne anche l'influenza. Per queste essi sene qui eggi, rappresentati nella persena del vice segretarie pref. Mentani, benemerite premetere 4ell'impresa, ~ del segretarie generale Al'berte Ma~~ ceme devrebbere esserlo eeprattutte dal presidente Albertini, che mi ba pregate di sestituirle ~ef, EU AH UE quale sue vice, perch~ tndispest•. L'epera di Sptaelli, per le stesse caratterietiehe della sua cesi avventuresa esperien~, risulta inseparabile dalla sua pere•na. Riuscirebbe quindi ardue a chi vi parla nen farvi esplicite riferimente, nen gik secende la rigeresa inqua1.14 dratura crenelegica in ~ia~ae periedi fendamentali 4'impegne HA per l'Eurepa che le stesse Altiere ci ha fissate in una delle sue •ltime pagi ne autebiegrafiche, apparentemente scarne ma se•pre cesi ricche 4i linfa vitale, bensi per il significate generale di una vita interamente censacrata all'ideale AH UE che l• stesse ha cencerse a far nascere, oesi da identifica~ si ermai nell'epiniene dei più. "Spinelli uguale federalism• uguale Venteteae"~ ~ ermei diventate un assiema! Eppure peohi ceme lui sapevane mestrar~~te.~. si staccati dal preprie passate sterice, in qualche caeeAgìeriese. Aveva certe cescienza di esserne figlie, ma un figlie che centinuamente supera.a il padre• cieb se stesse. Cesi da Ventetene a Milane, deve nel '43 fendb il Mevimente Federalista eur•pee, a Rema, da deTe per anni le diresse, a Bruxelles, deve partecipb a quelle che avr~• velute censiderare il priuv-e- ~ C.~--u.t tA"h' ~ ..(... "-~ ~,..,~_.,~~ t~"'•'4-- .J "l..-t~~ me gevern• eurepe.J\ra Stra sbUrgl, da deve peti§ infine p&PlàH &c, Jee ufficialmente al pepele eurepee che le aveva elette: ta~te tu~ HA EU l tappe di une stesse viaggie . in cui cercava senza s•sta gli s pa zi necessari per farsi strada ·ed imperre le preprie idee. ,/ La prima velta che le sentii parlare di guste d~'~ . suei primerdi fu ,a,Funte a Ventetene, quande vi ci recamme un~ ~h~~~ •el '71- un gruppette di •fedelissimiierganizzate . - 3 da Ruta- per ricerdare i trent'anni del Manifeste. ~i ~ 9ael àire eh e Hon me ne aveva ~ai parlate prima, pur nella diutur- na cellaberaziene a Rema degli anni '50. Ceme neppure avrebbe parlate di altre sue esperien~e.pregnanti ceme il Cengresee del pepele eurepee, cui si dedicb ~~ra gli anni ~ • 50 e '60. t\~~t:r Sele sul ~fiftire, sec•nde la testimenianza di Paelini, indulse talvelta cen naturale cempiacimente, !erse anche tinte t«A-r...;:: UE ~ di auteirenia, nel ricerdare i melteplici ~•sa! di ric~nesci- mente ehe gli venivane eP.mai cenferiti in varie parti d'Eure- AH 6..~l««A· ~ pa (lauree h neris causa ed altri titeli •ft•rifiei), che gli permettevane di vedere per un istante, cen gli ecchi degli al- EU tri, il menumente che era ermai diventate, che !erse si cempiaceva nell'intime di accestare al difficile eserdie della~ HA Università, che era stata precipuamente la galera. Ci ha lasciate melti scritti, perch~ per lui - ceme per AH UE Mazzini (che pur nen amaTa, ma cui per qualche verso, senza velerle,finiva cen l'assemigliare) - i l pensiere e l'aziene precedevane sempre cengiunti, perch' le stesse scrivere era ~ aziene, ceme angÀe scrivere delle preprie azieni era ..-- P" pensiere. L'letitute racceglie una grande eredità, cui cerriepender~ un lavere dure ma esaltante: sul piane mepale~ intel' un naturale e,direi lettuale, perch~ esse devrà cestituire 1 ebbligato punte di riferiment• per chiunque veglia varcare la seglia del federalisme per dar manferte a questa nestra vacillante Europa; ma anche pratice e, in certe sense, ad~~~o... dirittura materiale per la gran mele dei decumenti - eggiAfn (!_(.!..:t:, l qQalehe mede, cimeli - che saranne cestantemente efferti alla sua esservazi•ne, in fraterna cet?-giun~iene d'intenti cen la lendaziene che perta il mie neme e che qui fermalmente rappreeenteo In altra sede più accencia, nei federalieti abbiame già HA EU ; ---~----·-----------------·--------- .. - 4 fermulate a n•i eteesi la premessa di assumere il ctmpite che la ntatra ••eeieaza cellettiva ci assegna, secend• le stesse precise indicazitni lasciateci da Altiere, quasi ptstume testamente pelitiee: 11 mandate cestituente che sette la spinta pepelare, da nei stessi suscitata e premessa, i geverni nen sancirà la tante <:.9').y' ~clamata UE petranne indefinit~ente tardare a ricenesoere al Parlamen__... to eurepee perch~ le asselva nell'interesse cengiunte di tut' ti gli eurepei, che avranne cesi quella Carta che sela ne -Qparele!- unità di destine. AH Qui rinneviame l'impegne, cen la pa rticelare aceentuaziene, impestaci dalle circestanze, di una c•neideraziene e di un affette persenal~ che, per essere anche in queste case, ~ il ~o-\-.IL tJ.:._ ~ l~gatel\,che/\abbiame ricevute e grandi earanne senza dub- HA e~ EU ceme suel? dirsi, alla mieura dell'ueme, nen petranne ahe essere anohAessi straerdinariamente grandi, ceme grande ~ di per bie anche lè difficelt~, in tutti i campi, che il neenate Istitute devrà affrentare. Ma ceme prefeticamente vaticinava il Manifeste sepra ricerdat~in una presa eccezienalmente ferte quante il caratte~(t.J~Q, re del sue redettere, "la via da percerrere nen ~ facile, n' sicura," e nei le eappiame ermai, "ma deve eseere percersa e le sarà!". AH UE . HA EU l - - - - - -- - - r-------------------------------, la morte D ~a Repubblica sabato 24 maggio -----~-- 1~86 Stava preparando un seminario sull'unità del Vecchio continente ed esortava Strasburgo a mobilitare l'opinione pubblica per la Rifonna di~pinelli AH UE il n pn appello alla Cee EU <fi:testamento politjco dal nostro corrispondente FRANCO PAPITTO non sempre disinteressata corsa generale verso l'europeismo più intransigente. Tirare i remi in barca non per rinunciare, verbo inesistente nel vocabolario spinelliano, ma per ricominciare meglio. Ricordo che lo incontrai alla bouvette. del Parlamento, qualche minuto dopo il suo di. scorso, e gli dissi una frase infelice che per un attimo gli fece socchiudere gli occhi vivacissimi. ceDi fronte ad un discorso come il tuo - gli dissi - un giornalista ·' dovrebbe rifiutarsi di scrivere». · · Intendevo, e glielo spiegai subito per chiarire l'equivoco, che un . discorso come quello doveva es.sere pubblicato e basta, senza chiosarlo o tentare di riassumerlo. Era nello stesso tempo bello e suggestivo, ardito nell' indicazione degli obiettivi a lungo termine ma estremamente concreto nei suggerimenti tattici. Il più bel discorso che mi sia mai capitato di ascoltare. Son cose che ho già scritto allora e che non sono dettate oggi dall'emozione. Era fatto così Altiero Spinelli: fantasioso e audace nelle strategie, estremamente flessibile nella tattica. Ne parlavo ieri con Carlo Ripa di Meana che nell'ultimo anno e mezzo è stato suo interlocutore privilegiato nella Commissione Cee. E Ripa mi confermava la cap~cità di questo sognatore di dedicarsi minuziosamente a preparare l'intendenza e la logistica. Nel suo progetto per il prossimo mese c'era anche l'utilizzazione della Commissione europea come pungolo nei confronti dei governi. Non si limitava ad elaborare le.grandi architetture ma preparava ~uziosamente anche il cantiere. Così aveva deciso HA EU AH UE HA :BRUXELLES -Alla fine della sua idea di dare alle prossime settimana sc.o rsa aveva ancora elezioni europee un carattere · fissato appuntamenti a Bruxel- . «referendario e costituente» per les~ Doveva essere qui ieri pomecostruire dal basso quello che i riggio per completare l'organizgoverni non sono stati capaci di fare. . , zazione di un «seminario sui r,roblemi dell'unità politica dell EuEra così, Altiero Spinelli, semropa» che avrebbe dovutp pre prontQ · a ricominciare ma svolgersi dal 13 al 15 giugno. E sempre il più lucido nel capire stato così fino all'ultimo, finché quando bisognava tirare i remi in le forze glielo hanno consentito, oarca. Come nel febbraio scorso, sempre pronto a ricomi.:1ciare la quando tutti si.s:hiedevano in Itatessitura di questa cc tela di Pell{::lia se firmaré o meno i mini-ac- . 'lope» dell'unità europea. cordiconiqualisieracqnclusala Diceva, stavolta, nell'appello trattativa fra i Docijci per il rilan-• ·inviato a decine.di intellettuali e cio della Cee. Nessuno voleva essere.meno euròpeista di Spinelli" uomini politici per invitarli al «suo» seminario: ccL'esperienza . e tutti si illudevano di poter tirare fatta sinora dimostra che ogni per le lunghe un negoziato già irtentativo di riforma fatto dal Parrim~abìlmente fulitcj>. , · · lamento europeo può aver sue-· césso solo attraverso un'ampia mobilitazione dell'opinione pubblica. Per realizzare questa mobilitazione, è necessario avviare delpescotore un'opera profonda di convinzio. ne sUlle ragioni e gli interessi di Si levò a oarlare nell'emiciclo accelerare la costruzione eurodi Strasburgo e raccontò la favopea e di rendere'più effic~ce l'imlahemingwayanadel vecchio pepegno delle istanze democrati- scatore che ha catturato la più che nazionali e in particolare dei grande preda della sua vita, ma parlamenti nazionali». che rietra in porto con la lisca, . Spinelli aveva avvertito negli ·perché gli sqUali han tutto divoultimi tempi una certa stanchezrato durante il viaggio di ritorno. za fra i suoi colleghi di Strasbur- · Il Parlamento era come il vecgo, quasi come se si fossero scot- chio i>escatore ed il suo «progetto tatileditadopol'ultimabattaglia di Trattato per l'Unione euroconclusasi con l'adozione di ri- · pea» come il grande pesce. Pastocchi non fondamentali al Tratsato attraverso i mari agitati di tato di Roma che ha istituito la due vertici europei, il grande peComunità. Puntava sempre sul sce si era ridotto ad una lisca. Ma Parlamento per rilanciare il di- stiamo rientranqo in porto, avbattito ma voleva ·confortarlo vertiva Spinelli. E ora di tirare i con una mobilitazione più amremi in barca e prepararsi ad pia. Ci sarebbe riuscito, come uscire di nuovo in mare aperto tante battaglie è riuscito a conforti dell'esperienza già fatta. durre nello scetticismo dei più. Era una grande lezione di reaGià in Parlamento era passata la . li~mo politico in quei giorni di di piazzare Virgilio Dastoli, il suo ottimo assistente parlamentare, in un posto strategico nella strut- · tura burocratica della Commissione. Ed ancora sabato scorso, · mentre già la voce gli si era spezzata, concordava gTI ultimi dettagli dell' «operazione Dastoli». L'impegno per l'Italia ; Un episodio minore, ·certaniente, ma che è utile citare pro- ' prio perché smentisce la favola di uno Spinelli sognatore astratto che alcuni accreditano ancora. Ricordo, dei suoi anni alla Commissione Cee, il furore visionario · con il quale caldeggiò l'adesione della Grecia ma anche la minuziosa concretezza con la quale fiancheggiò da Bruxelles, nel '74 e '75, gli sforzi del governo italiano per affrontare la crisi economica di quegli anni. E dalla Cee vennero a Roma presti~ massicci, sostegno alla politica economica, autorizzazioni a limitare gli scambi con gli altri paesi. Ricordoancoraconquantacompetenza gettò le basi della politica industriale che fu poi continuata dai suoi successori e raggiunse l' apice con Etienne Davignon. Oppure la costanza con la quale riuscì a far entrare la Cgil fra le organizzazioni sindacali consul- . tate abitualmente dalla Commis- · ·sione europea. Sì, un grande sognatore Altiero Spinelli, ma anche concreto fin,nei dettagli minori. Tanto grande, .in tutto, da non avere eredi' nel Parlamento di Strasburgo che oggi lo piange unanime.