Territorio
Cultura
Il fatto
Le idee
Scuola
Rendere conto della
gestione
Un miracolo avvenuto al
Circeo il 21 giugno 1829
Water World
Indian summer a
San Felice Circeo
di Giuseppe Cerasoli
di Stefano Pagliaroli
di E. Dantes
Il progetto stranieri
dell’Istituto Comprensivo
“L. da Vinci”
di Emilio Di Brizzi
a pag. 5
a pag. 3
a pag. 7
a pag. 8-9
a pag. 11
CENTRO STORICO
ªsotto
ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO”
la notizia
GENNAIO
SAN FELICE CIRCEO
BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 16 - FEBBRAIO
2006
VUOTI DI MEMORIA
Il personaggio
Un uomo dal carattere particolarmente estroso
Editoriale
Errare humanum est,
perseverare diabolicum
(Errare è umano,
perseverare diabolico)
di ALESSANDRO CRESTI
Il raddoppio
del porto
L
a sentenza n.
1456/2002
del TAR Lazio, confermata nel 2004 dal
Consiglio di Stato, aveva annullato l’approvazione del
progetto di ampliamento dell’attuale porto.
Secondo numerose associazioni ambientaliste, tra cui
Legambiente, l’ampliamento
avrebbe prodotto effetti devastanti sull’ecosistema su
vasta scala, modificato le
correnti marine fino a Terracina e amplificato il fenomeno di erosione delle spiagge
causato dalla realizzazione
del porto esistente. Fino ad
oggi tutti gli interventi per
contrastare l’erosione, che
ancora continua, sono stati
finanziati da enti pubblici
(Ministeri o Regioni) e quindi, in ultima analisi, rappresentano un onere per tutti i
cittadini.
Lo scorso 7 novembre 2005
la Soc. Penta ha presentato
alla Regione Lazio istanza di
valutazione di compatibilità
ambientale con un progetto
modificato, se possibile, in
peggio.
Non solo non sono stati risolti
i problemi creati col precedente progetto (tanto è vero che
era stata prescritta la realizzazione di ulteriori parcheggi)
ma anzi si aggrava la situazione, non contemplando nemmeno quelle opere migliorative di cui originariamente la
Penta si era fatta carico (edificontinua a pag. 6
Silvio Catuzza
Con lui nacque il “Miramare”
Lo ricordano la nipote Eleonora Giannini e Nicola Di Prospero
N
ei miei ricordi mio
nonno Silvio Catuzza è un personaggio mitico, di quelli che
sanno suscitare meraviglia
e sorpresa con episodi clamorosi e trasgressivi, come andare di sera con lui
al night “La Cambusa” all’età di quattro anni.
Mio nonno era nato il 21
settembre 1912 a Giuliano di Roma, un paesino
della Ciociaria, figlio di
Antonio e Maria, i quali,
quando aveva circa dieci
anni, si trasferirono a S.
Felice Circeo, dove il mio
bisnonno lavorava alla cava di
pietra.
Silvio imparò presto a lavorare
il legno diventando un buon
falegname in grado di fare
piccoli mobili, ma, avendo un
carattere particolarmente estroso ed intraprendente, capì di
potersi mettere in gioco con le
sue capacità di intrattenitore,
suonando la chitarra e bevendo in compagnia un bicchiere
di vino.
Nel 1937 conobbe la donna
della sua vita, mia nonna Firmina, che era in vacanza al
Circeo con la cugina e la famiglia.
Finita la vacanza, nonna tornò
a Roma e nonno la seguì per
poterla corteggiare. Si sposarono nell’aprile del 1938.
Erano gli anni della guerra, il
lavoro non si trovava e vivere
a Roma era sempre più difficile, così, con due figli piccoli,
mia madre Ornella e mio zio
Marco, ritornarono al Circeo,
avendo ricevuto un’offerta di
lavoro da parte di Italo Gemini.
In realtà fu mia nonna ad es-
Silvo Catuzza
sere convinta al trasferimento
dalla moglie di Gemini, sig.ra
Argentina Valenti, di cui era la
sarta. Ultimata nel 1941 la costruzione di “Villa Argentina” i
miei nonni furono assunti come custodi della stessa.
Poi nonno fu chiamato sotto le
armi per andare a combattere
in Russia, ma proprio quando
era già in viaggio, con una
buona dose di fortuna chiamata “Italo Gemini”, seppe di poter tornare a casa.
S
Editoriale
Vuoti di memoria
Bilancio
Turismo
Cultura
Il fatto
Durante l’occupazione
tedesca (1943-44) Villa
Argentina fu occupata
dal comando dei tedeschi. Quando se ne andarono, alcuni sanfeliciani presero dei mobili,
che Catuzza si occupò di
recuperare.
Finalmente la guerra finì
e mia nonna, attraverso il
suo lavoro di sarta presso
le grandi famiglie come i
Tittoni, gli Aguet e i Gemini, ebbe l’opportunità di
avere un prestito per poter trasformare la casetta
presa in affitto nel 1946
e avviare un locale tipo bar,
“Lo Chalet”, che, nel 1948, fu
trasformato in una piccola
pensione, con cinque camere
da letto.
Nacque così il “Miramare”!
In precedenza aveva anche acquistato una caldaia e affittato
un locale a Fontana Copella e
si era messo a fabbricare saponette con il marchio “Circontinua a pag. 2
in questo numero parliamo di Silvio Catuzza, vissuto intorno agli anni ’50
a San Felice Circeo contribuendo con il suo carattere socievole e allegro al
lancio turistico del Paese.
Costruì il Miramare, prima
piccola pensione, poi ingrandita con bar e night,
dove le serate erano sempre animate dalla sua presenza con chitarra, sigarette e bicchieri di vino. La
generazione di sanfeliciani che lo hanno conosciuto conserva il ricordo piacevole di questo personaggio bizzarro, promotore di iniziative nuove e all’avanguardia. Di lui ci
hanno parlato la nipote
Eleonora Giannini e l’amico Nicola Di Prospero.
o m m a r i o
Errare humanum est,
perseverare diabolicum
1
Rendere conto della gestione 3
4
Diario di viaggio
Silvio Catuzza
Un miracolo avvenuto al
Circeo il 21 giugno 1829
Water World
Per la serie
“Vuoti di memoria”
personaggi di San Felice Circeo,
5
7
Evento
Indian summer
Territorio
BiCirceo 2005 - Lettere
8-9
10
Scuola
Il progetto stranieri
11
Dalla Città
Delibere
Intrattenimento
Personaggi – Oroscopo
Sport
Calcio-Canoa
12
13
14
Tempo libero
Cucina – Racconti –
Cinema – Ora legale
15
Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796
del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
2
VUOTI DI MEMORIA
Il personaggio
ce”, che avevano impresse la testa di un cavallo.
Al “Miramare” mia nonna si occupava della cucina,
mentre nella conduzione della pensione era aiutata
da Iuccio e Osvaldo, che servivano ai tavoli, da Cesarina, Iolanda e sua sorella Gloria per le camere e infine da Nicolino, che faceva il bagnino sulla spiaggia
prospiciente l’albergo.
Nicolino ha nei confronti di Catuzza un debito di riconoscenza, perché da lui ebbe in concessione per alcune stagioni estive la gestione della darsena, proprio quando, poco più che ventenne, senza più il padre, si trovava con il peso di una famiglia numerosa
in cui c’erano molte bocche da sfamare e Catuzza con
quello slancio di generosità alleviò non poco le loro
difficili condizioni di vita.
E proprio Nicolino, Nicola Di Prospero, ancora oggi
sostiene che a distanza di molti anni dalla scomparsa
di Catuzza, è ancora viva e nitida in lui l’immagine di
quest’uomo non molto alto, dal viso rotondo, gli occhi vispi, i capelli corvini, il quale con l’immancabile
sigaretta in mano, amava prendere in giro le persone
che lo avvicinavano, con quella sua capacità innata e
quel gusto per la battuta che non era mai usata per
offendere, ma semplicemente per strappare una risata. In fondo, per Catuzza quest’atteggiamento era solo un modo per attirare l’attenzione, un sano ego-
“
“
Silvio Catuzza nacque il 21 settembre
1912 a Giuliano di Roma; a dieci anni si
trasferì con la famiglia a San Felice Circeo
centrismo che si manifestava soprattutto in un bisogno viscerale di fare feste nel suo locale, accampando delle scuse improbabili, una necessità ancestrale
di calore umano che lo facesse sentire eternamente
giovane, così come, in effetti, sentiva d’essere. Per
catalizzare l’attenzione, da vero anfitrione, amava festeggiare il suo compleanno più volte nell’arco di una
stagione ed ogni volta che qualcuno gli chiedeva cosa si festeggiava, lui con il suo ghigno, tra il serio ed
il faceto, diceva…”festa mia!”.
Tra le cose più simpatiche, ancora vive nella mente di
Nicola Di Prospero, c’è quella volta in cui, dal fornitore dell’Algida che passava anche al Miramare, con il
compianto Ugo Capponi si fecero lasciare una vaschetta di gelato e presero in cucina due cucchiai.
Con un cucchiaio ciascuno, cominciarono a divorare
quella leccornia, finché all’improvviso non arrivò Ca-
“
“
Pensione Miramare
“
Silvio Catuzza
tuzza, il quale sorpreso dal modo inusuale di mangiare il gelato, tanto per non smentire il suo
gusto per lo scherno disse testualmente…”eh, eh, mangiate
il gelato come pasta e fagioli!”…
Oggi, a distanza di molti anni, il
ricordo di Silvio Catuzza è vivo
in quella generazione di sanfeliciani, che ha avuto la fortuna di
conoscere questo personaggio
d’altri tempi, originale in ogni
sua esternazione, in ogni trovata azzeccata od insensata che
fosse. Catuzza era così, per lui
non esistevano le mezze misu- Silvio Catuzza anno 1967
re, era “buio o luna piena”, “acqua o fuoco”, non era avvezzo
a canasta mentre i figli ballavano al suono delle canai compromessi, “prendere o lasciare”.
zoni del juke-box sulla piattaforma, lì si ballarono i
Così decise l’acquisto del traghetto che collegava
primi rock and roll.
Amalfi a Capri, “Il Maestrale”, che prima sfruttò per
L’ambiente era di grande prestigio, per la presenza di
collegare il Circeo con Ponza e poi, stanco dell’imstranieri di ogni nazionalità, di attori affermati, o alle
presa poco vantaggiosa economicamente, lo trasforprime armi, stelline e astri nascenti, politici e nobili,
mò in cabinato, lavorandoci tutto un inverno, con
come il giovane Vittorio Gassman, in procinto di parl’aiuto di un falegname.
tire per gli Stati Uniti, per sposare l’attrice Sherley
Come dimenticare che in quella occasione prese la
Winters, Tognazzi, Renato Rascel, Anna Magnani e
misura dell’altezza dell’entrata che portava alla cabitanti altri.
na di pilotaggio e, poiché non aveva un metro per efIn occasione di una festa, organizzata in una delle
fettuare la misurazione, decise che la sua statura non
tante serate estive in cui non faceva mai mancare la
proprio eccelsa, sarebbe stata quella giusta per l’insua presenza, Catuzza si accorse che una ragazza
gresso nella zona comandi dell’imbarcazione, con la
giovane e di bell’aspetto stava da sola su un divaconseguenza che chiunque non fosse stato a cononetto del suo locale notturno, “la Cambusa”, rimase
scenza dell’arcano segreto, sarebbe andato a sbattesorpreso, anche perché non accettava di buon grado
re con la testa contro la parte superiore del telaio!
che qualcuno non si divertisse alle sue feste. Con la
Il cabinato ebbe vita breve e finì dimenticato a Porto
sigaretta, sua eterna compagna di viaggio, tenuta
Badino.
ben stretta tra l’indice ed il medio della mano si avviIl dispiacere per la fine ingloriosa de “Il Maestrale”
cinò alla giovane donna e le chiese…”ma lei non
passò rapidamente, perché Catuzza fu subito assorballa?”, la ragazza rispose…”veramente, non ci sobito da un altro progetto: l’ampliamento della penno i cavalieri!”, e lui di rimando, con una battuta a
sione.
doppio senso le disse…”ma è pieno di cavalli! Ugo,
Nicolino, Marco, Aldo, tutti cavalli!”.
La moglie con il figlio Marco, che aveva frequentato
nel 1941 Catuzza e la moglie furono asall’estero la scuola alberghiera, presero in mano la
sunti da Italo Gemini come custodi di
conduzione dell’albergo. Tutto procedette tranquilla“Villa Argentina”
mente, finché i due non si separarono. Catuzza si trasferì in un altro locale nei pressi della Cona, ma il suo
declino era già iniziato e poi, con la morte del figlio
Detto fatto. Chiese un prestito alla Cassa del MezzoMarco e dopo tante delusioni e vicissitudini legate al
giorno e ottenutolo cominciò aumentando il numero
Miramare morì nel 1971 all’età di cinquantanove andelle camere, poi rinnovando il bar e via dicendo fino
ni.
a costruire il night.
Da questo racconto emerge un’idea chiara della
Era il 1965, gli anni in cui la gente aveva tanta voglia
di divertirsi e di dimenticare tutte le privazioni e le
sofferenze che
separatosi dalla moglie, dopo la morte
aveva portato la
del figlio Marco e dopo tante vicissitudini
guerra e Catuzza
legate al Miramare, Catuzza è morto nel 1971
con la sua mente
all’età di 59 anni
vulcanica sempre
in movimento sapeva rendere la vistraordinarietà del personaggio, di quale forza telluta al “Miramare”
rica e di quale impatto può avere avuto per il costumolto piacevole,
me degli anni sessanta al Circeo. Quanto detto rapsoprattutto duranpresenta soltanto la punta di un iceberg di una serie
te i periodi di vainterminabile d’aneddoti che ci dicono di come Cacanza.
tuzza, fosse una mente arguta e brillante, con una
Le signore, al po“facondia dialettale” che manifestava, senza esagemeriggio, uscivano
rare, un gran talento naturale da caratterista e d’atdalle loro ville per
tore navigato dell’avanspettacolo. Sono passati tanti
riunirsi nella veanni, ma di quest’uomo rimarrà certamente nella meranda e ai tavolini
moria la sua ilarità contagiosa, le sue uscite bizzarre,
del bar giocavano
il suo essere, volente o nolente, personaggio al di
fuori degli schemi, uno spirito libero con una gran voglia di vivere. ■
“
segue dalla pag. 1
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
3
IL TERRITORIO
Bilancio
Una sana abitudine dell’amministratore della cosa pubblica
Rendere conto della gestione
Il “Bilancio Sociale” e il “Bilancio Partecipativo” sono strumenti innovativi per le politiche di
programmazione e gestione di un Ente Locale
di Giuseppe Cerasoli
N
el corso degli ultimi due numeri il nostro giornale ha
fornito alcune riflessioni significative sullo stato dei conti pubblici del Comune di San Felice Circeo,
segnalando in maniera accurata alcune criticità sulle quali l’Associazione
ritornerà nel corso dei prossimi mesi con alcune iniziative “ad hoc”. Prima di ciò ritengo utile, però, allargare la nostra visuale e cercare di illustrare alcune
forme di gestione e rendicontazione evolute che consentano di fornire al cittadino una visibilità piena dell’operato degli Amministratori Pubblici, al fine di poter esprimere un corretto giudizio in sede elettorale.
① IL BILANCIO SOCIALE
Uno degli strumenti innovativi più indicato per dare
visibilità alle domande ed alla necessità di informazione e trasparenza di tutti i
“portatori di interesse” di
cui un accorto Ente Locale
dovrebbe dotarsi è sicuramente il Bilancio Sociale. Il
Bilancio sociale è uno strumento
potenzialmente
straordinario, che consente
di rappresentare, agli occhi
della comunità di riferimento, come la gestione della
“cosa pubblica" contribuisca a migliorare la qualità
della vita dei membri della popolazione.
Il bilancio sociale è, dunque:
✓ un mezzo di comunicazione esterna;
✓ un mezzo per migliorare l'organizzazione, la gestione, la comunicazione interna;
✓ un mezzo per elaborare una strategia sociale;
✓ un mezzo per individuare la propria missione sociale.
In particolare, tale strumento ha la funzione di descrivere il più analiticamente possibile le ragioni per
cui si sostengono o si sono sostenuti determinati costi, esplicitando in maniera compiuta come essi siano stati o meno produttori di vantaggi per alcune categorie portatrici di specifici interessi (stakeholder).
Non esiste in tal senso, infatti, una utilità globale ma
una serie di utilità, ognuna per ogni pubblico di riferimento. E’ ovvio che il Bilancio Sociale non potrà essere mai totalmente neutrale come può esserlo il bilancio d’esercizio, ma è chiaro che deve essere
quanto più possibile verificabile ed oggettivo, in caso contrario assai scarso potrebbe essere l’interesse degli stakeholder più avveduti, che potrebbero
considerare tali informazioni incomplete, non significative, o cosa più grave inattendibili. L’obiettivo che
si pone è quello di rafforzare la percezione pubblica
dell’importanza delle attività poste in essere, di dare maggiore visibilità all’attività svolta, in modo da
accrescere quindi la propria legittimazione nella comunità locale di riferimento e il consenso a livello
sociale.
In particolare poi il Bilancio Sociale dovrebbe:
✓ consentirci di comprendere il ruolo svolto dalle nostre attività nella comunità locale;
✓ essere uno strumento che confrontando quanto
realizzato con le esigenze sociali preesistenti, fornisce informazioni sul raggiungimento degli obiettivi sociali prefissati;
✓ dimostrare che il fine dell’Ente Locale è quello di
fornire un valore aggiunto per la comunità;
✓ essere considerato come un fattore di cruciale importanza per lo sviluppo della democrazia e della
trasparenza nell’ambito delle attività;
✓ rappresentare un momento di riflessione sull’impegno che si ha all’interno dell’Ente per migliorare qualità di servizio, rapporto con i cittadini, sicurezza sul posto di lavoro, rispetto dell’ambiente.
② IL BILANCIO PARTECIPATIVO
Uno strumento innovativo per le politiche di programmazione e gestione dell’Ente Locale è, invece, il Bilancio Partecipativo. In termini generali, il Bilancio
Partecipativo potrebbe essere definito come un processo decisionale che consiste in un'apertura della
macchina statale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici. Il Bilancio Partecipativo deve essere considerato,
infatti, come uno strumento per garantire la partecipazione degli abitanti alle scelte concernenti i loro
territori di vita o di lavoro. In genere si dovrebbe cercare di condividere con i cittadini la gestione delle risorse con carattere maggiormente ‘flessibile', ad
esempio quelle destinate ad opere e servizi. Neppure
la percentuale delle voci messe sul tavolo della discussione tra abitanti ed amministrazione è indicabile
come fissa, seppur sarebbe auspicabile che si avvicinasse alla totalità delle risorse disponibili. Gli strumenti della discussione con i cittadini possono essere
‘informali' (assemblee aperte, sondaggi, questionari
distribuiti alle famiglie, piazze tematiche, ecc.) o più
‘formali' (referendum cittadini o circoscrizionali, consulte e commissioni, ecc.). Il Bilancio Partecipativo ha
rimesso l'accento sul bilancio (a lungo caricato di un
valore quasi ‘politicamente neutro' e puramente tecnico, una mistificazione che celava il suo forte contenu-
uelle che servono sono politiche per
una crescita sostenibile, giusta e democratica. Questa è la ragione dello
sviluppo. Lo sviluppo non è uno strumento
per aiutare poche persone ad arricchirsi o
per creare una manciata di inutili settori protetti da cui trae vantaggio solo una elite ristretta. Sviluppo significa trasformare le società, migliorare la vita dei poveri, dare a
tutti una possibilità di successo e garantire a
chiunque l’accesso ai servizi sanitari e all’istruzione.
Joseph E. Stiglitz
Q
to di ‘luogo di scelta politica') come strumento di controllo dei cittadini sui propri eletti che deve farsi ‘trasparente e intelligibile', e soprattutto ne ha recuperato visibilmente il contenuto politico di strumento con
cui si decidono i ‘fini' del governo urbano, prima ancora che l'ottimizzazione dei mezzi per il loro raggiungimento. La discussione con i cittadini è ‘effettiva' perché non si tratta di semplice consultazione. Si
tratta, al contrario, di una reale apertura - ancorché
promossa e sviluppata nella prassi dalle Giunte e non
necessariamente codificate in legge - della macchina
amministrativa al controllo dei cittadini e al loro coinvolgimento diretto nelle scelte maggiori che riguardano il loro territorio. È quindi un processo partecipativo che ha un forte valore decisionale di tipo ‘strategico', non limitato a orientare le istituzioni su meri dettagli realizzativi o a costruire ‘consenso' su scelte già
pre-compiute. La sperimentazione del Bilancio Partecipativo in varie realtà locali non solo ha mostrato importanti contenuti pedagogici e capacità di mobilitare
le risorse costituite da una cittadinanza attiva ed impegnata nella co-gestione del territorio, ma – attraverso la ridemocratizzazione e la ‘messa in trasparenza' del governo locale - ha anche facilitato le operazioni di responsabilizzazione nella gestione (accountability) e il raggiungimento di un'elevata ‘efficienza
gestionale' coniugata all'efficacia delle politiche intraprese attraverso la costruzione di scelte condivise. ■
Economia partecipata
N
el quadro del progetto della Regione Lazio “Per una Economia Partecipata”, il
14 novembre 2005 è stato presentato all’Assessorato al Bilancio della Regione
Lazio il documento avente come oggetto: Contributo dell’ Associazione Culturale “Il Centro Storico” di San Felice Circeo al Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2006/2008
Tre delle osservazioni presentate dalla nostra Associazione sono entrate a far parte del documento finale redatto dalla Regione Lazio. Esse riguardano gli incentivi per il commercio
nei centri storici, la manutenzione delle spiagge in concessione e il rispetto delle previsioni del piano dei porti. Si tratta di un nuovo riconoscimento che ci riempie di orgoglio e ci stimola ad andare avanti nel nostro impegno a favore del nostro paese e di chi a San Felice
abita, lavora o viene in vacanza.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
4
TERRITORIO
Turismo
Argentina, agosto 2005
Diario di viaggio
Dall’aereo mi appare un panorama di rara bellezza … le montagne si tuffano nel mare
di Uz’
Buenos Aires, 13 agosto 2005
L
a prima impressione che mi
trasmette Buenos Aires è di
familiarità. I volti e gli sguardi della gente del quartiere Palermo dove alloggio - mi sembrano cono-
sciuti.
Il primo giorno un “classico” lungo giro alla Boca, dove mi ritrovavo immerso nella turistica e allo stesso
tempo seducente atmosfera di Caminito e del tango.
Visito una mostra di pittura contemporanea della fondazione Proia, al porto viejo e poi mi concedo una
lunga pausa a Porto Madero.
Mi sposto in Plaza de Majo. Strana sensazione.... non
trovo le “madres” ma un inspiegabile spiegamento di
polizia, cancellate anti-sommossa e solo qualche reduce della guerra delle Malvinas.
Ho la sensazione che si voglia cancellare il ricordo
della tragedia della dittatura e dei desaparecidos.
17 agosto
Buenos Aires continua a stupirmi per il suo essermi
familiare anche negli eccessi di lusso e di povertà che
si incontrano per la strada.
In Plaza de
Majo mi imbatto in un
picchetto
di disoccupati. I colori della manifestazione fanno
assumere
all’immagiPerito Moreno ne severa
della piazza, alla Casa Rosada, alla Cattedrale e al Cabildo un
tono diverso...
A piedi raggiungo il cuore del quartiere di Sant’Elmo….
Una lunga pausa-pranzo nell’omonimo caffè di Plaza
Dorrego dove scopro il piacere del tempo che scorre
con un caffè e il mio ormai inseparabile “Commissario Montalbano”.
El Calafate, 19 agosto
Sono in Patagonia.
Incredibile! Il pilota del volo Aerolineas prima di atterrare a El Calafate sorvola a bassa quota il Lago Argentino per mostrarci i ghiacciai perenni.
El Calafate è una piccola città turistica di quasi
10.000 abitanti. Nonostante la bassa stagione mi
sembra vivace e accogliente … il sole rende più accettabile la temperatura. Si, perché a El Calafate fa
freddo!
È la prima volta che mi aggiro per un tempo così prolungato in città fondate sulla maglia ortogonale, la
“quadricola” che caratterizza le città costruite dagli
Spagnoli in America Latina, Buenos Aires, Montevideo, ora anche la piccola El Calafate: devo ancora capirne il perché ma secondo me, dal punto di vista urbanistico, la “griglia” ispanica funziona proprio bene.
È geniale. È una struttura urbana apparentemente
“piatta”, sempre uguale a se stessa. Eppure all’interno di questa maglia indifferente la città si qualifica, si
dota di luoghi centrali, di spazi di relazione, di identità, insomma. E non credo che le nostre periferie recenti siano in grado di esprimere una siffatta energia.
Secondo me la città di fondazione spagnola in America latina è geniale!
20 agosto
Stamattina, la sveglia ha suonato presto: sono andato al parco dei ghiacciai, con un catamarano veloce
che ha percorso tutto il Lago Argentino.
Non ho mai visto un ghiacciaio perenne… ma neanche due condor e due picchi al lavoro!!!
È da poco trascorsa la mezzanotte. Sto tornando in
albergo dopo una piacevole cena. Ma questa volta
chiamo un taxi….
E, all’arrivo, una sensazione magica: mi accorgo che
sta nevicando!
21 agosto
Guardo il ghiacciaio del Perito Moreno.
Sarà per la neve che, lentamente, continua a cadere
per tutto il giorno, sarà per la fama che lo precede in
tutto il mondo ma… rimango a bocca aperta.
E penso che nessuna fotografia potrà mai restituire lo
spettacolo della luce che attraversa i cristalli di ghiaccio e di volta in volta diviene blu, viola, azzurra.
22 agosto
Manca poco più di un’ora al volo per Ushuaia.
Lascio questi luoghi incredibili con un ricordo molto
piacevole. La gente simpatica e molto rispettosa. E’
chiaro che questa città vive del turismo legato ai
ghiacciai, ed è significativa la cordialità e disponibilità con cui trattano i turisti.
Allo stesso tempo, però, è evidente la cura e la considerazione che questa gente ha per il territorio, consapevole dell’unicità delle risorse naturali e paesaggistiche che ha in affidamento. La zona del Parque
Nacional de los Glaciales è stata nominata Patrimonio
mondiale dell’umanità dall’Unesco fin dal 1981. Non
si può essere in disaccordo.
All’interno del Parco due cose in particolare mi hanno colpito: l’attenzione a non lasciare e a non far lasciare anche il più piccolo dei rifiuti, che vanno raccolti in buste di plastica da portare poi in città e riporre negli appositi contenitori. E poi la modalità costruttiva degli approdi nel lago Argentino per i traghetti ultramoderni (e poco inquinanti) che portano i
turisti fin sotto i diversi ghiacciai: strutture mobili in
tubolari di acciaio che usano le pietre locali come
contrappeso.
Mi ritorna alla mente quella cura e quel rispetto che
vidi nel parco nazionale dei laghi di Plitvi?ka in Croazia. Credo che questo sia
un comportamento tipico
di quelle comunità che
sanno di fondare la propria economia sulle risorse del paesaggio e solo
su quelle...
Ushuaia. La tierra del
Fuego, fin del mundo.
Dall’aereo mi appare un
panorama di rara
bellezza … le montagne si tuffano nel
mare della Tierra del
Fuego, mentre la neve si riflette in un
mare trasparente azzurro e verde…..
sulla costa si sviluppa Ushuaia. L’aeroporto è su una peniBoca
sola ….. si atterra
sfiorando l’acqua.
Faccio subito un giro in auto per la città, vivace, e un
po’ retrò e molto accogliente.
Ushuaia, 25 agosto
Sono ai piedi del Glacial Martial, in mezzo alle montagne e alla neve.
Come mi disse una persona cui voglio molto, molto
bene , “il silenzio… il silenzio è assordante”.
È vero, qui ti senti più vicino a una realtà sovrannaturale, quasi mistica.
Da dove sono seduto si vede il mare, il Canal Beagle,
e poi la porzione cilena della Terra del Fuego… Che
incredibile paesaggio!
Buenos Aires, 26 agosto
Di nuovo a Buenos Aires.
Oggi mi dedicherò agli acquisti.
Ho girato un pomeriggio per librerie tra Av. Bollao e
Av. Corrientes imbattendomi in una quantità rilevante
di volantini pubblicitari di spettacoli porno che distribuiscono per la strada. Incontro i “cartoneros”, i
“clasificadores de la vasura” di ogni età...
Da queste parti la raccolta differenziata pare si effettui a destinazione: gruppi di persone, tra i più poveri, si occupano di selezionare i rifiuti riciclabili direttamente all’intero delle cataste maleodoranti nelle
discariche, o in città, tra cassonetti e cestini.
Si muovono tra i rifiuti accumulati per strada, lavorano tra la gente che li evita, indifferente.
Buenos Aires è anche questo: convivenza (forse) di
diversità.
Stridente come i palazzi di trentatre piani accanto alle vecchie costruzioni sette-ottocentesche in chiaro
stile europeo che non superano i cinque piani.
Roma, 30 agosto
Tornare a casa dopo un lungo viaggio ha sempre un sapore particolare: la gioia di ritrovare il proprio ambiente, le proprie cose, quel senso rassicurante che ti avvolge. Ma anche quella tristezza velata che ... “è finito”.
Stamattina poi mi sono svegliato alle 8.00.... di Buenos Aires!
Porto un ritardo di 5 ore,
spero di recuperarlo in
fretta.
Sto svuotando le valigie,
facendo ordine.
E mi scorrono davanti le
immagini del mio viaggio.
A Roma fa caldo… sta per
piovere.
Bentornato a casa. ■
Lago Argentino
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
5
CULTURA
Archeologia fantastica
Ad accorgersi dell’evento fu un signore che svolgeva la sua attività nella Torre dei Templari
Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno 1829
“l’orologio da sole più grande della piazza avrebbe dato ancora il miracolo con l’ombra che retrocede”
di Stefano Pagliaroli
A
ziona un orologio solare – il Pagliaroli, a mio giudimezzogiorno del 21 giugno
zio, faceva riferimento alla meridiana oggi un po’
1829 al Circeo avvenne un
scalcinata, ma ancora ben conservata e visibile promiracolo. Il primo ad accorprio davanti alla Torre dei Templari: si osservino qui
gersi che una forza superiore ed innella pagina le foto da me scattate il 5 gennaio 2006;
comprensibile stava soggiogando ed
altre ipotesi non mi sentirei al momento di formulare,
invertendo le ferree leggi della natuanche perché non sono un esperto della materia –,
ra fu un signore che svolgeva la sua attività profeschi conosce almeno un po’ le meridiane di quel gesionale in quella stanza della cosiddetta Torre dei
nere, dicevo, subito capisce che sulla loro superficie
Templari che si affaccia, con una finestrella sotto l’overticale l’ombra dello stilo può retrocedere solo ed
rologio, sulla piazza centrale del paese. Trovo la notizia in un taccuino di appunti di Mercurio Pagliaroli, che tra l’altro proprio in quell’anno
conduceva alcune sue curiose indagini di fisica sul volo dei corvi, forse anche approfittando, all’occorrenza, dei venti del promontorio.
Pochi mesi più tardi egli pubblicava anche un
opuscolo, nel quale, alle pp. 8-10, tra i «molti mezzi cooperatori o ausiliari [...] da me immaginati per il moto orizzontale degli aerostati» troviamo cenni generali proprio alla «educazione di uno o più corvi» – l’opuscolo è davvero più unico che raro: conosco soltanto altri
due esemplari: Roma, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, e Washington, Library of Congress; il titolo è lunghissimo e occupa quasi tutto il frontespizio:
Progetti del Dott. Fisico Mercurio Pagliaroli di
Veroli sulla direzione orizzontale degli aerostati per impulso aereo [...]; su alcuni mezzi Meridiana
dei più atti per sollevare e dirigere l’uomo in
aria e farlo passeggiare nelle acque, cosa utile speesclusivamente a una condizione, e cioè che intercialmente ai cacciatori; su la riforma della nave a varompa il suo corso e torni indietro il sole, dal quale
pore per impedire i pericoli e gl’incomodi svolgendo
dipende integralmente il corretto funzionamento di
questi antichissimi progenitori dei nostri orologi: è di
le vele allorché soffia un vento favorevole [...]; su il
conseguenza del tutto evidente quale sia l’assurdo –
trapano per scavare ne’ letti de’ fiumi e de’ porti, con
o, se si preferisce, il meraviglioso o il miracoloso – di
uomo che discende nel fondo delle acque con mezzi
una simile dichiarazione. D’altra parte delle parole
sicuri e da potervi reggere lungamente [...], Roma,
del Pagliaroli io non mi sentirei assolutamente di duTipografia Mauri, 1830) –.
bitare: è probabile che il giovane scienziato alle priTornando a noi, la breve nota autografa del Pagliarome armi fosse davvero venuto a conoscenza – per
li è datata 2 luglio 1829 e recita, in un italiano che ha
quale via lo ignoro – del miracolo avvenuto al Circeo,
uno strano sapore antico: «Attesi il Dottore nella Tore non sapesse resistere alla tentazione, un po’ ingere per tre ore, e arrivai da Veroli “cum alba nautis
nua, di andare subito a rendersi conto lui stesso delstella refulgeret” [si tratta di una citazione, credo a
l’accaduto. E a chi altri rivolgersi se non al «Dottore»
memoria, dall’amato Orazio, Carmina, 1, 12, 24-25;
in persona, che non nomina, e il cui studiolo si affacpare dunque di capire che egli fosse arrivato al Circeo
ciava proprio sulla piazzetta, e che era forse stato il
che non era ancora giorno]. Alfine venne, stanchissiprimo, se non l’unico, a vedere e poi a raccontare
mo e vecchissimo, con occhi acutissimi sotto l’ocquanto era avvenuto a mezzochiali, che credetti essere davero
giorno del 21 giugno 1829 sotto
una fantasima, ma tutto vestito
i suoi occhi stupefatti? Purtropde niro, salendo da un cunicoletpo, per quante ricerche io abbia
to tutto buio, pensai dal sotterrafatto, del miracolo non mi è stato
neo della Torre stessa. E mi disse
finora possibile rinvenire ulteriori
che l’orologio da sole più grande
riscontri documentari. Anche ridella piazza avrebbe dato ancora
guardo alla identità del «Dottore»,
il miracolo con l’ombra che retropazienti indagini da me condotte
cede, non dubitare, al mezzodì,
tra i possibili candidati in quello
come ai ventuno passati. E m’instretto giro d’anni non mi hanno
dicò la finestrella quadra promesso nella condizione di poterspettante la piazza. Poi nell’attene individuare nemmeno uno che
sa e ragionando mi invitò a bere
rispondesse anche soltanto in
un Thè, che ci venne servito da
parte alle presumibili caratteristiun camerierino».
Torre dei Templari che fisiche e spirituali del nostro.
Ora, chiunque sappia come fun-
Aggiungo perciò solo un paio di noterelle, per non lasciare del tutto così in sospeso, dopo averla rievocata, questa vicenda.
Giambattista Brocchi, discorrendo della leggenda, ancora assai viva ai suoi tempi tra gli abitanti del Circeo,
di Circe e dei suoi sortilegi e delle erbe da lei maneggiate, scriveva che appunto «il nome di Circe è colà [cioè al Circeo] generalmente cognito al volgo»
(Viaggio al Capo Circeo ed osservazioni naturali in
que’ contorni. Lettere del sig. Brocchi al sig. Sebastiani professore di botanica nell’Università di
Roma, «Biblioteca Italiana o sia Giornale di letteratura, scienze, lettere ed arti compilato da
vari letterati», 7 [1817], p. 261); e più avanti:
«Io non so se Circe abitasse colassù [l’alto picco roccioso e aguzzo del promontorio], ma è
certo una diabolica montagna quella che vanta il suo nome: ripida, scoscesa, tutta ingombra di grossi macigni e di folte e intricate boscaglie, fra le quali è forza aprirsi il varco per
attingere la cima. Ma giunti su quell’altura trovasi un compenso dal faticoso viaggio nella
magnifica prospettiva che si padroneggia così
dalla parte di mare come da quella di terra»
(ibid., p. 262). A parte il panorama però, ecco
che, sfogliate poche pagine, il Brocchi viene a
discorrere del mitico moly omerico, che alcuni
studiosi hanno identificato con la mandragora,
e inaspettatamente riferisce: «Io non l’ho rinvenuta: ma siccome si potrebbe incolparne la
stagione [il Brocchi scriveva nell’agosto del
1817], dirò che il sig. Jella, medico del paese
e studioso di botanica, mi comunicò una lista di 120
piante da lui osservate in quel suolo» (ibid., p. 266).
E in seguito precisa: «Ora, io trovo la mandragora registrata in una lista di piante del Capo Circeo, che mi
fu comunicata dal sig. Jella, medico del paese [...]:
ma non avendo seco lui tenuto alcun ragionamento
intorno a tale materia, non posso dire se quell’erba
sia ivi spontanea o se l’abbia adocchiata in qualche
orto. Assai importerebbe di avverare il fatto, essendo
per anche oscuro, a quel che ne giudico, se la mandragora nasca tra noi» (ibid., p. 435).
Mi rendo conto però di aver tirato un po’ troppo per
le lunghe il mio racconto. Aggiungo soltanto che ci si
potrebbe ovviamente chiedere se il dottore, esperto
raccoglitore di erbe, in occasione di un eventuale incontro con il Brocchi, che giungeva stanco al Circeo
dopo aver attraversato le paludi, gli avrebbe offerto,
chissà, un infuso o una tisana. Io personalmente mi
domando anche quando esattamente Mercurio Pagliaroli abbia redatto nel suo diario quella nota relativa al suo viaggio al Circeo del 2 luglio 1829. Ritengo probabile, ad ogni modo, che quel giorno egli –
bevuto o no il «Thè» – non attendesse il ripetersi del
miracolo del 21 e abbandonasse alla svelta lo studiolo all’interno della Torre dei Templari, se intendo
bene il senso della frase che aggiunge subito dopo:
«Alla mezz’ora dopo il mezzodì, sempre al dì di due
di luglio, fermai alla Badia di Fossa Nuova presso Piperno per il grandissimo caldo. Mangiai lì con i Padri
e me ne partii alla volta di Veroli prima che facesse la
sera». Il che lascia credere che egli avesse lasciato il
Circeo, distante quaranta chilometri da Fossanova, almeno tre o quattro ore prima. ■
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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6
SOTTO LA NOTIZIA
Editoriale
segue dalla prima
Editoriale
Errare humanum est, perseverare diabolicum
(Errare è umano, perseverare diabolico)
di ALESSANDRO CRESTI
ci di servizio che si affacciavano sul piazzale del porto
vecchio e sul nuovo porto, oltre ad una nuova strada
di collegamento tra il piazzale e Via Bergamini).
Da ultimo e con una sorta di colpo di mano, i privati
hanno sottoposto al Parco Nazionale del Circeo, che
pure doveva essere coinvolto sin dalla fase preliminare della progettazione, un porto “chiavi in mano”,
escludendo, per la seconda volta, l’Ente dalla fase decisoria. La disinvoltura con cui sia l’attore privato che
il Comune (che ha sempre condiviso ed avallato qualsiasi azione posta in essere dalla società Penta) hanno scelto di stralciare le opere a terra per occuparsi
delle sole (più lucrative) opere a mare, lascia quantomeno perplessi. Davanti a tanta “leggerezza” amministrativa bisogna affermare con forza che una corretta
valutazione dell’impatto ambientale non può realizzarsi, come in questo caso, proponendo agli Enti e a noi
cittadini una raccolta di dati, se non contraddittori,
quantomeno vecchi di decenni, mentre si lasciano nuovamente inevase le molte problematiche così ben evidenziate nel “libro bianco sul Circeo” redatto dagli
studiosi dell’Università Roma Tre e presentato lo scorso 24 giugno 2004: “…le priorità urbanistiche dell’attuale amministrazione comunale e tra queste quella collegata al progetto di raddoppio del porto e del
suo completamento funzionale sollevano gravi perplessità circa la loro compatibilità con gli spazi a disposizione e soprattutto con la presenza di numerose
criticità urbanistiche e ambientali”.
Perché allora non puntare ad un più razionale completamento dell’attuale porto rendendolo accessibile e fruibile in modo facile? Perché non regolamentare l’uso dissennato dei posti barca, oggi occupati
da imbarcazioni che non si spostano mai, fatto questo che impedisce il rinnovarsi del movimento in tutte le stagioni, rendendo impossibile quel flusso turistico necessario per positive ricadute economiche
e di immagine sulle attività commerciali dell’intero
paese? Si fa un gran parlare del modello di portualità francese, cui ci si vorrebbe ispirare per trasformare la costa laziale in un susseguirsi di porti ed
approdi a distanza di pochi chilometri l’uno dall’altro. Ma se rivolgiamo la nostra attenzione a Saint
Tropez, ad esempio, vedremo che in quei porti la
permanenza massima è di soli quindici giorni, il che
consente il frequente avvicendarsi di turisti, con evidenti vantaggi per quella località così rinomata. Perché a San Felice invece si vuole un porto-parcheggio, privo di spazi per i servizi?
Il territorio di San Felice Circeo risulta già eccessivamente sfruttato e “gravemente minato da vicende
edilizie che, a partire dalla fine degli anni cinquanta, ne hanno trasformato duramente l’aspetto”, tanto da erodere le risorse fin quasi al loro totale esaurimento. Questi dati di fatto, evidenti anche al turista di passaggio, devono d’ora in poi diventare la
base per far sì che la programmazione urbanistica
(e non la sua frantumazione in varianti, progetti infrastrutturali ed edificazione libera) non aggravi i
già esistenti squilibri territoriali; è necessario avviare azioni di recupero sulle tante aree degradate dal
mancato rispetto delle regole, ivi incluso quella della vigilanza sul territorio, ed è soprattutto necessario che si smetta di avallare progetti a forte impatto
ambientale. Per questi motivi la nostra Associazione
ha presentato alle competenti autorità regionali un
lungo elenco di osservazioni alla documentazione
presentata dai proponenti l’iniziativa il raddoppio
del porto, invitando la Regione a respingere il progetto.
Noi lo vorremmo annullato definitivamente, almeno fino a quando il porto esistente non verrà completato,
apportando così il suo reale contributo all’intera comunità e non solo a vantaggio di quanti, pur legittimamente e con impegno, hanno in questi ultimi 30 anni
potuto usufruirne, a leggere il bilancio comunale, gratuitamente. Temiamo però che questa strada risulti impraticabile per questa amministrazione, troppo compromessa per aver sostenuto non la portualità in genere – il che potrebbe anche essere comprensibile –
ma solo alcuni progetti, lasciando abbandonato per
dieci anni (la prima elezione di Giuseppe Schiboni a
sindaco risale infatti al 1996) il porto esistente, le cui
condizioni di degrado sono sotto gli occhi di tutti.
Confidiamo che le prossime amministrazioni sappiano divincolarsi dai sostenitori di questo progetto di
portualità “parassitaria” e che, nel frattempo, la Regione Lazio esplichi, nel rispetto delle proprie competenze, la funzione di garante delle normative vigenti, comprese quelle in materia di valutazione
dell’impatto ambientale.
Stamë ancóra a carissëmë amichë. (Siamo ancora a
carissimo amico, cioè all’inizio dell’opera) ■
Colandrea
Restauro
Palazzo Baronale
Con lettera dell’11 ottobre e successivo sollecito del 5 dicembre 2005 al
Comune di San Felice Circeo sono
state rappresentate dall’Associazione
“Centro Storico” alcune perplessità e
chiesti chiarimenti in merito al restauro del Palazzo Baronale.
Nessuna risposta.
Tutela
del territorio
Nei mesi di novembre e dicembre
2005 l’Associazione “Il Centro Storico” ha chiesto ed ottenuto incontri
con gli Assessori ai Lavori Pubblici,
all’Urbanistica e alla Tutela dei cittadini della Regione Lazio per rappresentare agli stessi la situazione urbanistica del territorio di San Felice Circeo con particolare riferimento alle
problematiche connesse all’ipotesi
del raddoppio del porto. Si è in attesa di incontrare l’Assessore all’Ambiente, on.le Angelo Bonelli.
Raddoppio del porto
Il 16 dicembre 2005, a norma di legge,
sono state presentate agli Assessorati
competenti della Regione Lazio le osservazioni dell’Associazione “Il Centro
Storico” in merito all’ipotesi del raddoppio del porto di San Felice Circeo.
Convegno
Raddoppio del porto
A primavera, l’Associazione “Il Centro
Storico”, su richiesta dell’Associazione Regionale per la lotta contro le illegalità e le mafie nel Lazio “Antonino Caponnetto”, organizzerà un convegno a San Felice Circeo, al quale
parteciperà il Procuratore Nazionale
Antimafia, dott. Piero Grasso.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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DALLA CITTÀ
Il Fatto
È pura fantascienza?
Water World
La costa del Circeo nel mirino di speculatori cresciuti e pasciuti
di E. Dantes
È
l’anno 2099. L’ultimo
baluardo della resistenza ponzese, arretrato da
circa due mesi sull’isola di Palmarola, è caduto eroicamente. Si
trattava di una fortezza ormai simbolica, eppure i feroci Gommonauti, come loro costume,
non hanno fatto prigionieri. La storia aveva
avuto inizio circa cinquanta anni prima, quando
la Provincia Pontina Dei Porti si era proclamata
indipendente anche grazie allo strapotere economico che le veniva dal fatto di aver trasformato in approdo turistico fino all’ultimo metro
dei suoi centoventi chilometri di costa. Già agli
inizi del XXI secolo si era capito quale sarebbe
stato il destino di quest’area posta al centro del
Mediterraneo, vale a dire da quando, nel giro di
pochissimi anni si erano visti comparire, nell’ordine: il raddoppio del porto del Circeo, la
costruzione della sontuosa Marina di Torre Olevola, la realizzazione della Mega Darsena di
Golfo Sereno, il nuovo porto di Terracina, l’ampliamento di quello di Sperlonga
per non parlare delle strutture
ciclopiche di Gaeta e Formia;
inoltre era stato completato il
porto di Latina a Foce Verde che
si univa idealmente (e non solo)
al Circeo grazie al porto-canale
di Rio Martino e alla Darsena Interna che, di fatto, aveva trasformato i Laghi Costieri – resi comunicanti tra loro – in una baia
esclusiva. Lo sfruttamento intensivo del fiume Sisto e dei canali
di Badino e Borgo Sant’Antonio
era stato portato a termine e perfino il Canale
Mussolini era stato reso navigabile. La provincia nata dalla Bonifica divenne oggetto dei desideri di tutti i marinai della domenica che cominciarono a prenderla d’assalto in numero
sempre maggiore; e sempre di più furono le
barche che solcarono quello che era stato uno
dei tratti di mare più belli del mondo, un mare
che, alla fine si arrese e si trasformò in una
cloaca a cielo aperto: nessuna forma di vita,
con fondale pieno zeppo di rifiuti organici ed
inorganici e sulla cui superficie ormai galleggiava, e galleggia tuttora, uno strato di alcuni
centimetri di benzina e gasolio. Ma la cosa non
sembrò impressionare chi era stato causa di
questo desolante scenario perché ormai quello
che rimaneva del mare era diventato il loro
mondo, il loro WaterWorld, la loro droga; ed anzi si organizzarono in Bande e partirono alla
conquista di altri Territori a cominciare dalle
Isole Pontine. Ora, dopo averle distrutte, si
stanno dirigendo oltre, verso il Sud dove, dico-
no, la gente del posto si prepara alla difesa
sotto le insegne gloriose degli Amalfitani...
Fantascienza? Credete che lo scenario
descritto sia così improbabile?
E allora sappiate che tutti i progetti elencati sono in massima parte assolutamente veri (e chissà quanti, che vanno oltre la nostra immaginazione, giacciono in qualche cassetto in attesa di
tempi opportuni); e sappiate che molti sono i
politici di questa provincia che, più o meno
apertamente, non vedrebbero male la loro realizzazione. Come pure, naturalmente, non mancano gli imprenditori che, da bravi speculatori
cresciuti e pasciuti, non esiterebbero a fare carne da macello del Circeo e del suo mare, salvo
poi andarsi a godere il ricavato della speculazione su qualche atollo incontaminato. Il tutto
con la benedizione del sindaco di San Felice,
Giuseppe Schiboni, il quale aiuta a tacitare le
coscienze sostenendo che il sistema delle nostre coste è ormai
“sclerotizzato”e che può, quindi,
subire qualsiasi ulteriore violenza.
Ed in questo verso rema anche
qualche aspirante nostrano al
Premio Pulitzer che scrive su certa stampa a proposito del raddoppio del Porto del Circeo; infatti, dalle colonne di una testata
provinciale (Il Territorio del
31/12/05 e del 04/01/06) sono
stati esternati alcuni concetti a
sostegno delle imprese private che vogliono
realizzare nuove strutture portuali, che, diciamo
la verità, ci lasciano un po’ perplessi. Ve ne sottopongo uno che è una vera chicca “Gli armatori e gli imprenditori sono in fermento ma tutto
viene bloccato. E’ come se la regina di Spagna
avesse detto a Colombo che le barche (sic!) non
si potevano costruire perché tagliare gli alberi
per il legno era un attacco alla natura e all’ambiente. A quest’ora non avremmo scoperto l’America”. Ma non meno efficace è la seguente
carrellata: “Fare il porto al Circeo? E' brutto come lo è stato fare Ninfa, Pompei, la Lanterna di
Genova. Ma la costa si erode? Anche il Vesuvio
si è arrabbiato contro Ercolano e Pompei, tra il
Circeo e i Monti Ausoni e Lepini c'era il mare, e
nessuno allora aveva costruito porti perché gli
uomini non c'erano. Facciamo le strade, realizziamo i porti, sogniamo di cambiare il mondo
perché senza il nostro mondo cambiato l'uomo
nudo e debole verrebbe sbranato dalle fiere. La
differenza tra l'uomo e gli altri esseri viventi sta
nel pollice opponibile,
nella possibilità di fare. Se non fa, se non
costruisce non è semplicemente più uomo.”
Cari signori, abbiate
pazienza, ma un paio
di modeste osservazioni le vorremmo fare.
Siamo certamente tra
quelli cui vengono i
brividi al pensiero di
una vita senza pomodoro e senza cioccolato anche se, quando si parla della scoperta delle
Americhe, il pensiero corre prima ai 32 (trentadue) milioni di nordamericani e sudamericani
massacrati in una maniera o nell’altra sia dagli
intraprendenti conquistadores cui non venne lesinato il legno per fare le barche, che dai loro
discendenti. Per quanto riguarda le avventate
sortite filosofico-antropologiche, facciamo notare che il pollice opponibile lo hanno anche molti altri esseri viventi; ad esempio, è tipico della
quasi totalità dei Primati (scimmie, tanto per capirci) e non ci risulta che scimpanzé, oranghi,
gorilla ecc. abbiano costruito strade o porti. E,
aggiungeremmo, per fortuna; dal momento che
loro, oltre al pollice, hanno anche l’alluce opponibile! La verità è che quello che distingue la
specie homo sapiens sapiens dalle altre non è
tanto la capacità di costruire ma bensì quella di
distruggere, il che è proprio quello che si otterrebbe con l’attuazione dei programmi degli “imprenditori” pontini o ciociari che siano.
Lo scrittore e filosofo americano Elbert Hubbard, noto per i suoi aforismi, sosteneva che il
giornalista è una persona il cui lavoro consiste
soprattutto nel separare il grano dalla pula; e,
naturalmente, nel provvedere che la pula sia
stampata. Si tratta di una opinione forse esageratamente ricca di acredine ma ogni volta
che si leggono cose prive di senso come quelle di cui abbiamo voluto farvi partecipi, ci viene da pensare che il suo giudizio sia fin troppo generoso. ■
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IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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TERRITORIO
Evento
29 ottobre 2005 - Hotel Maga Circe
Indian summer a San Felice Circeo
Riflessioni sulla presentazione dei risultati dello studio della LUISS
di Emilio Di Brizzi
S
abato 29 ottobre, un luminoso pomeriggio di sole al
Circeo, con il mare fermo e
placido come l’olio, una sorta di
Indian Summer (quel periodo di
stabilità meteorologica e temperature più alte della media, che sovente ricorre
alle latitudini nordamericane tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre) o se volete, per rimaner legati alle nostre ben più antiche tradizioni, un bell’anticipo dell’estate di San Martino,
a segnare l’inizio di un lungo ponte di vacanza.
I notiziari sciorinano, solerti e zelanti, i dati sulla situazione
meteo e sulle
code di vacanzieri e migranti
del ponte in
marcia su strade, come al solito, ingorgate
(cosa c’è di più
rilassante da
raccontare, con
la finanziaria
che
incombe?)… E San Lungomare inizio anni ’40
Felice? Sonnecchia, placido come sempre, a godersi il sole che illumina il promontorio e dirada a fatica la foschia sul mare. Si
stiracchia un po’ a rilento, nel sole del mattino
e scruta, incuriosito, la spiaggia, i marciapiedi di
La Cona o i tavolini della piazza per scorgere un
po’ di quel “movimento”, solo un po’ e senza
esagerare, perché della folla e del traffico ferragostano proprio non si sente la mancanza. E
poi, si sa, il troppo stroppia. E invece niente, le
mezze misure sembrano aver fatto la stessa fine delle mezze stagioni: non ci sono più!.. Tra i
negozi, le gelaterie ed i ristoranti (quelli “storici” aperti anche in questo periodo, si intende)
si notano di più le facce rilassate dei cittadini e
degli addetti (a ranghi ridotti) agli esercizi commerciali, che al Circeo ci vivono, che non quelle
incantate o incuriosite dei gitanti o dei viandanti, sia pure occasionali. Ma le spiagge? Magari è
lì che sono andati i turisti di cui si parla, a godersi il bel sole autunnale. Qualcuno lì c’è, ed
ostenta, fiero, la propria indifferenza all’essere
una sparuta minoranza rispetto ai tanti bambini
di San Felice, agli habituè del footing, ed ai
molti cani che frugano e scorazzano, felici, tra i
cumuli di rami secchi e di altri articoli di modernariato (uno addirittura sonnecchia sulla carcassa di una lavatrice) che una recente mareggiata
ha depositato sulla spiaggia, davanti agli stabilimenti chiusi come tabaccai quando hai finito le
sigarette. Un’anziana coppia in sgargianti costumi, trova anche il coraggio di immergersi in
mare, proprio davanti ad una signora che acutamente fa osservare al proprio compagno:
“…sono senz’altro stranieri; a loro sembra caldo perché vengono dal freddo; ma per noi non
è così, perché veniamo dal caldo. E’ tutto un fatto psicologico…”. Già, un fatto psicologico,
come lo è il fatto che l’aritmia di cui soffre questo luogo - che fibrilla nelle poche settimane
estive per offrire ai molti turisti che passano in
quel periodo ciò che sembrava già poco ai pochi (e sono sempre di meno) che al Circeo sono
“di
casa”
(anzi, di seconda casa) o
disposti
a
trattenersi di
più, e che
boccheggia il
resto dell’an-
ma o la sola a farlo a giudicare dalle tante persone che sono state presenti per ascoltare le relazioni ed hanno fatto sentire la propria voce.
Una voce talvolta critica verso le Autorità presenti, talvolta volenterosa ma un po’ fuori tema,
talvolta infastidita per l’”esternalità” dell’iniziativa (a cosa poi ci serviranno questi dotti studi
che vengono a spiegarci i nostri miracoli o dirci
come e cosa fare, avranno pensato i presenti…) ma, e ben venga anche la critica se serve
alla discussione, hanno avuto l’occasione di farlo. Soprattutto, grazie alla generosa sensibilità
dimostrata dalle due prestigiose Università verso l’impegno profuso da una piccola (ma neanche tanto) associazione culturale, hanno avuto
un’occasione di riflessione su problemi di San
Felice e su prospettive economiche e di qualità
della vita di tutti i Sanfeliciani, senza distinzioni
di professione, di censo o di appartenenza. Potrà non sembrare molto, è vero, ma è comunque
un’opportunità non data a tutte le comunità; ove
no ad inseguire e gli uni e gli altri che è riuscito entrambe a
scontentare (miracolo!) - è considerata soltanto un banale acciacco, non poi così grave da far
rischiare l’infarto o il collasso
del paese. Si può pensare che,
in fondo, l’antico blasone (sep- Paesaggio anni ’50
pure un po’ appannato), il sole
(quando c’è), il mare (quando è
pulito) e il promontorio (se resta verde) conti- poi fosse stata anche solo percepita come un
nueranno a fare l’altro annuale miracolo del modo alternativo alle sagre o alle riffe ferragomangia due mesi e dormine pure dieci, alla fac- stane, ormai dilaganti, (senza volerne sminuire
cia delle tante cassandre, sempre pronte a vati- la funzione che, in certi contesti, esse pure hancinare sciagure, oscurando così il futuro del ca- no) per impiegare risorse, in questo caso repesato. E finora è stato, forse, proprio così. Ma rite senza costo per la collettività che ne benedomani? Basteranno il sole e il mare o non sarà ficia (altro miracolo!), per finalità utili, non semnecessario cambiare rotta per evitare gli scogli? brerà affatto poco.
La nostra associazione
se lo è chiesto ed ha
promosso la discussio“IL SISTEMA TURISTICO DI
ne del tema nel corso
della presentazione del
SAN FELICE CIRCEO”
libro “Il sistema turistie
co di San Felice Circeo –
Caratteristiche e temi
“LIBRO BIANCO SUL CIRCEO”
cruciali” avvenuta il 29
Coloro che fossero interessati ad avere gratuitamente una copia
ottobre 2005. E non
delle pubblicazioni, possono telefonare al n. 328.6110379
dev’essere stata la pri-
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
9
TERRITORIO
Evento
In piazza: barbiere
Occorre però chiedersi se quanti hanno deciso
di assistere alla presentazione possano ritenere
di aver dedicato un pomeriggio al proprio vivere futuro a San Felice o di avere, masochisticamente, sottratto le proprie membra al sole d’autunno. E qui onestà intellettuale vuole che, al di
là delle caratteristiche della domanda e dell’offerta turistica locale evidenziate nello studio, ci
si domandi soprattutto se i punti di debolezza
emersi corrispondono alla realtà e se le possibili soluzioni prospettate siano concretamente
praticabili. Ciò perchè il valore e l’importanza
dell’ambiente, della bellezza del posto, della
tradizione e dei tanti altri valori positivi, pure
emersi, noi, miracolati Sanfeliciani, li conosciamo bene.
“Bisogna trovare il modo di vendere, anche all’estero, una giornata di sole così….”, ha osservato il Professor Caroli. Ci ha poi spiegato,
però, che per farlo occorre avere strutture e servizi, non solo adeguati per numero, ma anche
sempre fruibili (e ci vengono in mente i negozi,
i ristoranti, gli alberghi, gli stabilimenti pieni come uova in agosto e serrati come carceri ad ottobre), operatori che cooperano tra loro o con
operatori di aree limitrofe e chiedano od organizzino eventi di interesse turistico di qualità
(improvvisamente ci ricordiamo che a San Felice lo straccio si chiama “targinese” e che per la
prossima riffa dovremo aspettare l’estate), che
occorre darsi un posizionamento strategico e
scegliere un tipo omogeneo di turisti verso cui
orientare la propria offerta (e ci viene in mente
la solitaria coppia di stranieri che abbiamo incontrato sulla spiaggia la mattina e la variopinta folla di frequentatori che incontreremo al Circeo l’estate prossima), la fruibilità delle proprie
risorse di valore (e qui ci viene in mente, malinconicamente, il cane sulla lavatrice della mattina
ed il verde promontorio del Circeo, inaccessibile come uno scrigno). Ci dice, infine, che fatto
tutto questo, si potrebbe e dovrebbe rilanciare
l’immagine del Circeo. E qui ci sembra che abbia
proprio ragione: farlo prima sarebbe come pub-
blicizzare una nuova cura mostrando il
paziente in piedi, sì, ma con le flebo ancora attaccate al braccio.
E il Sindaco cosa ne pensa? Annuisce ed
illustra alcuni problemi del paese, avvertiti nei due mesi di pienone estivo, come il traffico, la viabilità, i parcheggi,
l’assenza di adeguate infrastrutture turistiche e, soprattutto, ricettive: i posti
letto sono davvero pochi. Quest’ultima
sembra la carenza più grave su cui intende intervenire, favorendo la costruzione di nuovi alberghi (verso il lungomare), ma anche campi da golf e centri
sportivi (verso Montenero); e cita, ad
Ma, banditi gli scherzi, ora che abbiamo letto e
discusso gli studi, che si fa?
Semplicemente, si inizia.
Si inizia ad operare, nei limiti delle forze e della possibilità che questa associazione ed i suoi
associati avranno, per realizzare nuove iniziative e progetti, coerenti con quanto abbiamo appreso e già ben chiari nella nostra mente, che i
Sanfeliciani, tutti e nessuno escluso, potranno
giudicare e, se lo riterranno, contribuire a realizzare. La partecipazione e la discussione, con
quanti di Voi disponibili, delle idee che abbiamo già e di quelle che ci verranno ascoltando le
Vostre, vuole e deve essere il costume e l’essenza della nostra associazione. Già, perché se
c’è una cosa che per noi è già certezza è il bisogno dei cittadini di
parlare dei propri problemi e di
parlarsi ricevendo, però, proposte
per una loro soluzione. Abbiamo,
perciò, intenzione di rispondere
anche a questo bisogno, procedendo per singole tematiche ed
organizzando appositi incontri,
che porteremo pubblicamente all’attenzione di chi può o deve agire, senza però trasformarci, è bene
dirlo subito e con chiarezza, da
“promotori” civici, quali intendiaSpiaggia e lungomare primi anni ’50. Stabilimento “da Mario” oggi “la Bussola”
mo essere nell’ambito delle regole
esempio, il fatto che ove mai il Comune “impazzisse” e disponesse di risorse per effettuare
una campagna promozionale, in Italia o all’estero, che procurasse l’afflusso di nuovi turisti, non
si saprebbe dove sistemarli (ci chiediamo, incuriositi in che periodo arriverebbero e cosa potremmo offrirgli, mare a parte ed esclusa la
spiaggia. Idea: una riffa con i biglietti in inglese…). Illustra quindi altri progetti relativi all’apertura di nuove strade sul promontorio (verso
il faro), un nuovo assetto della viabilità già sperimentato, la creazione di nuovi parcheggi (sul
promontorio e non solo), la creazione di un collegamento pedonale tra il porto ed il centro storico, lungo le pendici del promontorio, la creazione, in quest’ultima area, di un parco archeologico (ci chiediamo di che resti archeologici si
tratti) insieme all’esproprio e l’apertura al pubblico della Villa di Lepido, a San Rocco. Storditi
dall’elenco, pensiamo immediatamente a come
potremo, in tranquillità, pagare i parcheggi a luglio ed agosto, senza doverci litigare il posto
con Romani e Napoletani, e che avremo un’infinità di spazi (anche nel verde, all’ombra delle
querce del promontorio) e strutture vuote, da
settembre a giugno, per poter organizzare sagre, riffe e spettacoli di majorettes (non ci hanno, in fondo, appena spiegato che bisogna destagionalizzarsi?…)
Associazione Culturale “Il Centro Storico”
Coloro che fossero interessati alle nostre iniziative possono
telefonare al n. 328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217
o inviare una e-mail a: [email protected]
Via Cristoforo Colombo inizi 1900
e degli scopi della nostra associazione, in meri
difensori civici: San Felice è vivo e combattivo e
non ha bisogno di altri tutori.
Siamo tuttavia consapevoli che le idee e le intenzioni, anche le migliori, hanno spesso bisogno di diventare tangibili e concrete, di trasformarsi in azioni e dare risultati. Ed è ciò che ci si
accinge a fare, con convinzione ed abnegazione, nei prossimi mesi.
All’associazione, dunque, il compito di fare
quello che saprà e potrà, ai cittadini tutti la facoltà di partecipare al suo futuro e giudicarla
per ciò che, ci auguriamo, riuscirà ancora a realizzare per questo Paese. ■
Gioielleria
Rinomata Macelleria
Luigina Bartelloni
COCCIA
Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO
Centro Storico
S. Felice Circeo - Centro storico
tel. 0773.548292
tel. 0773.546454
Via XX Settembre, 13
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
10
TERRITORIO
Piste ciclabili - Lettere
Si è conclusa la seconda edizione della raccolta firme per le piste ciclabili
BiCirceo 2005: dei conti…la resa?
Un risultato non convincente che fa riflettere
di Carlo Saverio Zanni
F
orse ci siamo fatti trasportare
questo mezzo di trasporto; di dare sollievo al traffico,
di questa Amministrazione nella speranza che abbia
dal dato estremamente positial problema dei parcheggi e, in parte, all’inquinamencapito ed accolga le istanze della sua popolazione. Rivo dello scorso anno quando
to nei periodi più caldi dell’estate.
mane sempre aperta la nostra disponibilità a prendere
in neanche due mesi erano state racSecondo altri, invece, visto che a seguito della precein considerazione quanto singoli ed associazioni vorcolte oltre 2500 firme. Forse eravamo
dente edizione nulla era stato ancora fatto, firmare o
ranno proporre in futuro per cercare di riqualificare San
convinti che residenti e turisti avrebfar firmare non sarebbe serFelice Circeo.
bero capito i motivi di tale iniziativa e che ci avrebbevito alla causa “piste ciclaper qualcuno è stato sufficiente aver Tornando a BiCirceo 2005,
ro seguito con costanza ed entusiasmo nel corso dei
le firme raccolte, come accabili”. Ma non è possibile firmato l’anno scorso
prossimi anni fino al raggiungimento dell’obiettivo fiduto in precedenza, saranpensare di veder realizzata
nale, una rete sufficientemente estesa, fruibile e sicuno consegnate presso l’Uffianche solo una pista ciclara di piste ciclabili. Così non è stato ed a fronte di tancio Protocollo del Comune e di ciò sarà data comunicabile nel giro di pochi mesi. Questo perché su buona
to impegno ci ritroviamo con un risultato che è ugualzione sul prossimo numero de “Il Centro Storico”. In
parte del territorio di San Felice ricadono numerosi vinmente importante ma che lascia un pò di amaro in
quell’occasione faremo anche il punto della situazione
coli legati all’esistenza del Parco Nazionale del Circeo,
bocca: 1603 firme raccolte in più di quattro mesi.
sullo stato delle opere in programma, in particolare le
paesaggistici ed ambientali ed ottenere i necessari fiAnche questa volta, quello che fa più riflettere non è
piste ciclabili e/o marciapiedi che dovrebbero portare
nanziamenti dalla Provincia di Latina così come dalla
il dato prettamente numerico, anche perché più di
verso Mezzomonte (con la possibile estensione fino a
Regione Lazio comporta comunque dei tempi media1500 firme non sono mai poche, ma i commenti che
torre Paola), Terracina e Borgo Montenero.
mente lunghi. Quello che si può osservare è come mai
hanno accompagnato questa iniziativa ed il fatto che
Non ci rimane, a questo punto, che ringraziare tutti
i suddetti vincoli vengano presi in considerazione nel
una parte importante di persone non ha ritenuto necoloro che
caso di opere di pubblica utilità, come ad
cessario impegnarsi nuovamente nella raccolta delle
hanno contriesempio le piste ciclabili, ed ignorati invesecondo altri, visto che nulla era stato buito alla
firme. Cerchiamo, allora, di dare risposta ad alcune
ce quando si tratta di realizzare interventi
delle osservazioni che sono state mosse nei confronedilizi e/o infrastrutturali più o meno dis- ancora fatto, firmare o far firmare non sa- realizzazione
ti di BiCirceo 2005.
rebbe servito
ed al succescutibili. Ma questa è tutta un’altra storia.
Per qualcuno è stato sufficiente aver firmato l’anno
so di quest’iQueste motivazioni sono comunque valide
scorso. Ma l’idea di riproporre ogni anno la raccolta firniziativa,
e ci sentiamo in dovere di rispettarle ma
me, cercando di arricchirla
nella passata così come nell’attuale edizione. Così
fanno riflettere sulla possidi contenuti e di estenderla
quest’anno la raccolta di firme per le bilità, nei prossimi anni, di tante persone che ci è impossibile nominarle tutte.
anche ai territori di SabauCome lo scorso anno, allora, salutiamo il nostro Luca
proporre iniziative che abpiste ciclabili lascia un po’ di amaro biano come obiettivo un in- Giordani di 11 anni, che anche questa volta si è condia e di Terracina, porta con
sé l’obiettivo primario di fa- in bocca
traddistinto per generosità ed impegno. Un esempio
teresse collettivo, cosa che
re costante pressione alla/e
per tutti! ■
non sembra essere molto
Amministrazione/i locali per
frequente da
riuscire ad avere in futuro una rete tale da coprire le
queste parti,
principali vie di comunicazione ed estendersi fino al
e che sono
Lettere al Direttore
lungomare di Sabaudia ed al suo centro, a Terracina ed
un impegno
alla pista ciclabile che porta verso la località Campo Sonon indifferiano, al Parco Nazionale del Circeo ed ai suoi sentieri.
La carica dei Centocelle
rente per chi
Con la possibilità, quindi, di poter girare in bicicletta
Caro Direttore,
le organizza.
senza rischiare di essere investiti e, come purtroppo
vorrei condividere anche con lei il disappunto che ho provato nell’apprendere la notizia di
Lasceremo
continua ad accadere, di vedere delle vite spezzate in
un ulteriore esborso, da parte del mio comune, di 20.000,00 €, destinati a finanziare la
allora le sormodo così violentemente stupido; di dare ulteriore
ormai famosa semifinale del concorso “La carica dei Centocelle”. Già questa estate mi nacti di San Feliprestigio a San Felice Circeo poiché sono molti i turisti
quero molte perplessità sul fatto che danaro pubblico dovesse essere utilizzato per eventi
ce Circeo,
che amano girare in bicicletta ed una destinazione tudi dubbia utilità, ma pensai che le motivazioni addotte dal Sindaco e dall’Assessore al Tuper quel che
ristica che ne risulta priva perde inevitabilmente “clienrismo andassero verificate. Cosa sostenevano, infatti, i nostri eminenti politici? Che l’immariguarda le
ti” a favore di quelle località che possono vantare algine del Circeo avrebbe tratto benefici incredibili da quella manifestazione anche grazie al
piste ciclabicune decine di chilometri riservati esclusivamente a
fatto che le riprese effettuate dietro le quinte avrebbero costituito il materiale per un reali, nelle mani
lity show da distribuire sul circuito Sky. Ebbene, ho voluto controllare ed ecco cosa ho potuto vedere: in tarda serata, sul canale Leonardo di Sky (quanti lo seguono?) sono sfilati i
ragazzi del concorso dei quali ci veniva detto più o meno tutto della loro vita e delle loro
aspirazioni; il tutto intervallato dalle riprese di un cortile nel quale tutti i concorrenti ballavano mentre, solo sporadicamente, veniva mostrato uno scorcio di un lungomare che solo
una persona del luogo o un villeggiante abituale potevano identificare con quello del Circeo. Insomma, il nulla mischiato col niente!
Nonostante ciò, i nostri amministratori hanno voluto accogliere la richiesta di un ulteriore
finanziamento da parte degli organizzatori dello spettacolo sostenendo, come si legge nel
relativo atto deliberativo che “il ritorno di immagine per questo comune è stato superiore
alle aspettative per gli interventi mediatici televisivi e delle testate giornalistiche nazionali
ed internazionali”.
Non mi voglio lasciare andare a commenti ingiuriosi e non voglio neppure gridare “Vergogna!” all’indirizzo di chi evidentemente non è più capace di provare questo stato d’animo; ma
una cosa vorrei evidenziare e cioè i pareri tecnici che accompagnano la deliberazione della
Giunta: il primo della Responsabile del Settore Turismo che dice: “Favorevole, in considerazione di esplicita direttiva dell’Ente” (traduzione: non sarei d’accordo, ma se il Capo vuole
“
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segue a pag. 12
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
11
SCUOLA
Un progetto
Il progetto stranieri dell’Istituto Comprensivo
“L. da Vinci “ di San Felice Circeo (LT)
L’
Istituto Leonardo da Vinci
di San Felice Circeo nell’anno scolastico 2005/06
annovera 849 alunni iscritti, di cui 70
sono stranieri. Essi rappresentano
l’8,2% dell’intera popolazione scolastica e, se allarghiamo la prospettiva,
in un paese come San Felice Circeo che conta circa
8000 abitanti residenti, la presenza di extra comunitari regolarmente registrati e residenti è di 478, circa
il 6% della popolazione residente (2 punti percentuale più del dato italiano che è del 4,1% -dati
ISTAT). Sempre secondo le analisi dell’ISTAT per il
prossimo anno si prevede un incremento della popolazione straniera (stimato del 1,4% - 1,8% circa).
Tale incremento della popolazione straniera residente nel nostro paese è dovuto anche, in misura non
trascurabile, al continuo aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri) che si traduce in un saldo naturale
(differenza tra nascite e decessi) in attivo. L’apporto della popolazione straniera alla crescita demografica è decisamente rilevante, soprattutto se contrapposto al bilancio naturale della popolazione residente di cittadinanza italiana che risulta negativo nella
maggior parte delle regioni.
Dati significativi che disegnano un quadro dai colori
sempre più vari e raccontano storie di popoli provenienti da paesi sempre più lontani.
La realtà scolastica dunque sta cambiando; alunni indiani, polacchi, russi, rumeni, arrivano nelle nostre
classi, spesso senza nemmeno conoscere il vocabolario minimo per lo scambio di un saluto.
Con la loro silenziosa determinazione, ascoltano la
nuova lingua, i nuovi gesti, i nuovi usi. Questi bambini e questi ragazzi rappresentano, per le loro famiglie, la speranza di una integrazione; essi sono spesso l’unico tratto d’unione con l’esterno, l’unico contatto linguistico con la gente del posto.
La scuola più di ogni altra Istituzione vive direttamente la dimensione antropologica del paese e meglio di ogni altra Istituzione è sensibile ai bisogni del
territorio.
Per loro, per i ragazzi stranieri che frequentano la no-
stra scuola, è già in atto un progetto di alfabetizzaDa questo numero inizia una
zione e di integrazione, previsto dal POF (Piano delcollaborazione con la scuola e
l’Offerta Formativa), articolato e strutturato, che preprecisamente l’Istituto
vede interventi sia in aula che fuori dall’aula. I docenti coinvolti nell’insegnamento dell’Italiano agli
Comprensivo “L. da Vinci” al
stranieri sono stati formati preventivamente, con un
quale verrà d’ora in poi
corso interno all’Istituto, e hanno acquisito gli struriservato
un apposito spazio sul
menti didattici per effettuare un intervento linguistico
nostro giornale da gestire in
sugli studenti non italofoni. In tutti e tre gli ordini di
modo del tutto autonomo.
scuola (infanzia, primaria e secondaria), presenti
nell’Istituto Comprensivo L. da Vinci, lavorano dunque insegnanti che oltre ad avere disponibilità, verLa scuola inoltre promuove l’integrazione sociale e
satilità ed entusiasmo per un tipo di attività “diversa”
linguistica, il rispetto per l’individuo e i suoi diritti. La
da quella tradizionale, hanno anche maturato alcune
vita
in un paese straniero non è sempre facile. L’urcompetenze specifiche come la conoscenza di tecnigenza della quotidianità, non supportata dal lessico
che glottodidattiche. L’insegnamento dell’Italiano cominimo della sopravvivenza, potrebbe essere verame lingua seconda (L2), così infatti viene definita
mente difficile.
una lingua straniera che si apprende direttamente nel
La conoscenza di base della lingua italiana risolve i
luogo in cui si parla, può essere poco efficace se
problemi di chi necessita di cure mediche, di chi demancano le conoscenze minime per un “approccio
ve provvedere ai bisogni alimentari propri e dei famimirato” e i risultati potrebbero non arrivare mai. L’imliari, di chi vuole raggiungere stazioni ferroviarie, call
portanza fondamentale per l’acquisizione della lincenter, aeroporti e così via.
gua è data dalla motivazione. L’intervento sarà più
L’acquisizione di un codice linguistico, seppure iniefficace se toccherà argomenti di interesse rilevante
zialmente caratterizzato da un bagaglio lessicale miper il destinatario.
nimo, che esprima i bisogni del “qui ed ora”, conLa scuola oggi è il microcosmo di una società mulsente a queste famiglie di sentirsi meno isolate, più
tietnica e multirazziale. Prendere atto di una trasforintegrate almeno inizialmente attraverso l’integraziomazione, che coinvolge a vari livelli tutto il territorio
ne dei figli.
nazionale, significa razionalizzare l’entità del fenoMa operare solo su un fronte non basta, non è suffimeno e gestire come risorsa la presenza degli straciente coinvolgere i giovani che vivono all’interno
nieri nel nostro paese.
della comunità scolastica. E’ necessario che il lavoro
Lo scambio culturale, il reciproco rispetto dell’indivisi compia anche all’esterno, che lo sforzo sia conduo in quanto tale, la solidarietà, sono tutti valori la
giunto.
cui giusta considerazione non può che giovare ad una
Per questo il “Progetto stranieri” oltre ad attuare un
società democratica.
intervento diretto agli alunni stranieri iscritti presso
Il primo passo va in direzione dell’accettazione dell’all’Istituto rivolge la sua attenzione alle famiglie dei ratro, in quanto “diverso” per cogazzi e si occupa concretamente
lore, per lingua, per religione;
anche degli adulti, attraverso un
nei confronti di chi è distante
progetto di alfabetizzazione pridalla cosiddetta “normalità”.
maria della lingua italiana.
L’impegno della scuola consiÈ
stata concepita l’idea di un’alste nel generare spiriti consafabetizzazione primaria, come
pevoli e aperti, nel maturare
diritto che ogni uomo possiede
convinzioni per scambi solidadi giungere, attraverso l’educali e reciproci nei confronti di
zione permanente, ad una dignichi, in un dato momento stori- Extracomunitari al lavoro nei campi
tosa esistenza. La conoscenza
co, è più debole.
della lingua potrebbe consentire
un’integrazione delle famiglie che spesso si chiudono all’interno delle loro etnie senza tentare un minimo rapporto con la gente del posto.
L’ Istituto Comprensivo “L. da Vinci “ si sta adoperando per attivare un corso di lingua italiana per stranieri, contando soltanto sulle proprie risorse umane
ed economiche.
Una considerazione finale:
In un mondo in cui tutto si muove all’insegna della superficialità e dell’interesse economico, per i pochi superstiti di ideologie anacronistiche veterotestamentarie, come siamo noi insegnanti, la scuola rimane una
delle poche istituzioni che investe ancora in valori come il rispetto, la fiducia e l’attenzione verso il prossimo di qualsiasi razza, colore o religione esso sia.
n.b.: Non sono azioni quotate in borsa. ■
L’Istituto Comprensivo
“Leonardo da Vinci”
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
TERRITORIO
Lettere - Delibere
n.d.r.: Che dire? Personalmente ho
sentito solo commenti negativi sulla manifestazione di quest’estate e
non posso che condividere e unirmi alla sua protesta per la nuova
iniziativa.
✉
Borgo Montenero
Caro Direttore,
sono una mamma di Borgo Montenero e desidero sapere per quanto
tempo ancora i miei figli dovranno
aspettare la famosa palestra tanto
promessa e inserita nel programma elettorale dell’Amministrazione
Schiboni.
Anni ormai sono passati e si sente
ancora solo parlare di piscina,
campi da golf ed altro! Quello cui
noi genitori teniamo di più è la palestra. Le promesse per la sua realizzazione che fine hanno fatto?
Come possono poi pretendere
questi signori di riconquistare il
nostro voto dopo questa incapacità di risolvere un problema così urgente e necessario?
(lettera firmata)
12
Delibere di Giunta Comunale
N
così, obbedisco); il secondo della
Responsabile del Settore Ragioneria che recita: “Favorevole ma subordinato alla efficacia della deliberazione di Consiglio di assestamento di Bilancio” (traduzione: i soldi
non sono ancora disponibili ma se
il Capo ha bisogno di dimostrare
che pagherà per un impegno già
preso, obbedisco). Caro Direttore,
vuole anche la ciliegina sulla torta?
Eccola: né l’Assessore al Turismo
né l’Assessore al Bilancio hanno firmato la deliberazione in questione.
Il Circeo è proprio misterioso!
(lettera firmata)
PAG .
Data
Oggetto
190 del 02/11/05
Rideterminazione delegazione trattante di parte pubblica. Annullamento atto G.C. n. 87/04
191 del
“
Costituzione in giudizio ricorso c/o TAR Lazio – De Marzi Claudio contro Comune. Nomina legale. Prelievo dal fondo di riserva. (avv. C. De
192 del
“
Angelis – 3683,26 €)
Revoca incarico professionale arch. Del Duca F.A. conferito con del. di G.C. n. 29/04 per progettazione e redazione completamento P.P.E.
Centro Storico
193 del 07/11/05
Variazione N. 1 al PEG settore AA.GG.
194 del
“
Atto di prelazione per acquisto immobile vincolato di Torre Olevola
195 del
“
196 del 16/11/05
Variazione N. 2 al PEG settore AA.GG.
Adesione al progetto di servizio territoriale per lE Government
197 del
“
Patrocinio morale alla Coldiretti per giornata del ringraziamento
198 del
“
Patrocinio morale alla locale Biblioteca per presentazione libro
199 del
“
200 del 23/11/05
201 del
“
Patrocinio terza edizione Master in agenti di sviluppo locale anno accademico 2005/06 presso sede di Latina Facoltà di Economia (7.000,00 €)
Nomina esperti esterni in tecniche di valutazione per realizzare il controllo di gestione (importo non definito)
Modifica art. 3 del Regolamento per il funzionamento nucleo di valutazione
202 del 24/11/05
Revoca atto di Giunta del 16/11/05
203 del
“
Partecipazione al Bando CNIPA per la costituzione del CST
204 del
“
Patrocinio morale alla soc. See Level Entertaiment per cortometraggio
205 del
“
Variazione PEG settore Amministrazione Generale
206 del 29/11/05
Lavori completamento bonifica dissesti in località Quarto Caldo e Vigna La Corte. Approvazione nuovo quadro economico.
207 del
“
L.R. n. 60 del 27/09/91. Richiesta contributo per interventi a sostegno della promozione turistica di San Felice Circeo
208 del
“
Mostra Simultaneart verso l’isola di Circe. Richiesta contributo Regione Lazio e Provincia di Latina
209 del
“
Evento di Moda e Spettacolo Agosto 2006. Richiesta contributo economico Regione Lazio
210 del
“
Prelievo dal fondo di riserva per luminarie natalizie e calendario manifestazioni (30.000,00 €)
211 del
“
Prelievo fondo di riserva per contributo a 3 Centri Sociali Anziani (6.000,00 €)
212 del
“
Costituzione in giudizio Guerra Alberto. Nomina legale (avv. C. DeAngelis – 4.646,77 €)
213 del
“
Patrocinio associazione C.A.L.T. Lotta ai tumori
214 del
“
Costituzione in giudizio ricorso al TAR Lazio Soc Coop. Il Cormorano contro Comune . Nomina legale (avv. C. De Angelis – 4.646,77 €)
215 del
“
Costituzione in giudizio atto di citazione avanti Giudice di Pace Terracina promossa da Catone Antonio. Nomina legale (avv. F. Altieri -
216 del
“
217 del
“
Ulteriore finanziamento allaM.P. Film per manifestazione “La Carica dei Centocelle” (20.000,00 €)
218 del
“
Costituzione in giudizio ricorso innanzi C.d.S. promosso dal sig. De Marzi Claudio / Comune – Nomina legale (avv. C. De angelis –
219 del
“
612,00 €)
Prelievo dal fondo di riserva per tumulazione salma (1.200,00 €)
6.102,01 €)
Costituzione in giudizio avanti al Tribunale di Latina contro Angellotti per rilascio terreno località Borgo Montenero di proprietà del Comune
di San Felice Circeo . Nomina legale. (avv. C. De Angelis – 5.089,39)
220 del 16/12/05
Lavori completamento marciapiedi Borgo Montenero. Approvazione progetto preliminare e definitivo. Estensione incarico professionale.
221 del 23/12/05
Bando per la progettazione, realizzaione e gestione delle infrastrutture per il collegamento ad Internet
222 del
“
Festa della madonna della Mercede. Erogazione contributo anno 2005 (3.500,00 €)
223 del
“
Circeo Comix Show – seconda edizione. Concessione Patrocinio e contributo (23.000,00 €)
224 del
“
Prelievo dal fondo di riserva per riparazione vettura di servizio (1.592,00 €)
n.d.r.: Gentile Signora, ho imparato
ha diffidare delle promesse di questa Amministrazione ma, volendo
essere sempre positivo, la invito a
non disperare che prima o poi la
palestra da voi tanto desiderata
venga realizzata.
225 del
“
Costituzione in giudizio ricorso TAR Lazio Capponi Nando/Comune. Nomina legale. Prel. fondo di riserva (avv. V. Macari – 3.913,46 €)
226 del
“
Gentile Direttore,
in seguito alla lettera di richiesta di
delucidazioni sull’operato poco
trasparente dell’Associazione “La
Torre” desidero unirmi a coloro
che aspettano chiarimenti riguardo
la mancata convocazione dell’Assemblea Generale e conseguente
nomina del nuovo Direttivo.
Non credano coloro che continuano a firmarsi “La Torre” che le persone non abbiano la capacità di riflettere e trarre le dovute considerazioni.
(lettera firmata)
231 del 29/12/05
Integrazione capitolo 56/4 – Autorizz. prelievo fondo di riserva (600,00 €)
232 del
“
Dizionario del dialetto circeiense. Acquisto copie (1.080,00 € )
233 del
“
Ricorso forma lavoro interinale per reperimento n. 5 istruttori contabili per mesi 6 (importo non indicato)
234 del
“
Indirizzi inerenti la riscossione delle entrate comunali ICI e TArsu anno 2006
235 del
“
Affidamento incarico per progettazione e redazione variante urbanistica zona di La Cona – Pantano Marino (arch. A Montuori – arch. M
236 del
“
Contributo Associazione “La Voce delle Donne” .Prelievo dal fondo di riserva. (3.000,00)
237 del
“
Affidamento incarico per programmazione e redazione P.P.E. in variante di P.R.G. di La Cona e via Sabaudia (104.040,00 €)
238 del
“
Servizio di segretariato sociale anno 2006
n.d.r.: Come Lei sa ho già chiesto
un chiarimento. Approfitto per sollecitarlo.
Patrocinio morale realizzazione giochi gonfiabili per bambini
227 del 27/12/05
Anticipazione di tesoreria per anno 2006-01-11
228 del
“
Prelievo fondo riserva – Insufficienza intervento di bilancio 1.01.02.03 (2.000,00 €)
229 del
“
Somme non soggette a pignoramento 1° semestre 2006
230 del
“
Pagamento somme al sig, Fabrizi Pietro per restituzione capitale di affranco terreno Pantano Marino- Prelievo dal fondo di riserva
(5.503,17 €)
Mastroianni. 79.240,00 €)
Delibere di Consiglio Comunale
83 del 12/12/05
Riconoscimento debiti fuori bilancio decreto ingiuntivo avv. Marcelli
84 del 22/12/05
Richiesta di giudizio di compatibilità ambientale relativa a “Progetto di completamento funzionale del porto turistico nel comune di San Felice Circeo” depositato in data 07/11/05 dalla PENTA s.r.l. RESPINTA (la proposta di delibera era stata presentata dai consiglieri di mino-
ranza)
85 del
“
Adeguamento e compendio della tavola n. 5 di zonizzazione del vigente P.R.G. alle disposizioni della d.g.r n. 5736/79
86 del
“
Approvazione progettazione preliminare ai sensi della L. 109794 impianto polisportivo con piscine e servizi Borgo Montenero
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
13
INTRATTENIMENTO
Personaggi Tipici - Oroscopo
Felicetto e Romoletto
F
elicetto e Umberto, condannati a sei mesi di
reclusione, per aver disarmato e malmenato
un brig. Di finanza, scontarono la pena nel
carcere di Viterbo.
Per la verità i due non si sentivano colpevoli e ritenevano la condanna ingiusta, perché il giudice non aveva tenuto conto della provocazione da parte del brigadiere.
Comunque, per il loro temperamento socievole e anche
per passare il tempo, fecero amicizia con tutti i detenuti. In particolare, Felicetto legò con Romoletto, capo
di una piccola banda di ladruncoli, che nell’immediato
dopoguerra operava nei mercati generali di Roma.
Romoletto non si considerava un delinquente e tantomeno un ladro. Per lui i ladri erano quelli che rubavano ai poveri o svaligiavano le case degli anziani.
Lui, assieme alla sua combriccola, si arrangiava per
vivere, senza danneggiare seriamente qualcuno. Infatti prelevavano da ogni autocarro uno, massimo
due colli, cioè cesti o platò.
Gli autocarri, carichi di merce varia, arrivavano alle
prime ore del mattino e stazionavano incolonnati nel
piazzale antistante il mercato. In attesa che la sirena
ne annunciasse l’apertura, gli autisti, stanchi, schiacciavano un pisolino.
La zona era scarsamente illuminata e la vigilanza
quasi inesistente.
Romoletto operava con quattro collaboratori, mentre
un quinto, proprietario di un autofurgone, attendeva
la merce in un angolo nascosto nelle vicinanze. La
merce era destinata, secondo le ordinazioni, a dei ri-
venditori periferici, i quali
facevano un taglio del 2030% ai prezzi correnti.
Quando l’autofurgone aveva fatto il pieno, o meglio
raggiunto il quantitativo ordinato, partiva per la consegna e Romoletto e i quattro se ne andavano alle rispettive case.
Romoletto, saltuariamente, per arrotondare gli introiti, faceva il facchino; anzi, ufficialmente, questo era il
suo mestiere.
Il ricavato della merce veniva diviso in sei parti uguali. La banda aveva delle regole precise da osservare:
1) Come già riferito, si poteva prelevare da ogni autocarro uno, massimo due colli, in modo da non apportare danni e, nel contempo, farla franca. Infatti,
quasi mai si accorgevano dell’ammanco. 2)Qualora
fosse stato beccato qualunque di loro, non doveva
assolutamente rivelare i nomi degli altri. 3)Nel caso
che uno della banda finisse in prigione, la sua quota
doveva essere corrisposta ai familiari.
Per questo motivo, Romoletto si sentiva tranquillo,
poiché alla moglie e ai suoi due bambini, non mancava il minimo da vivere.
Felicetto possedeva un florido vigneto di moscato in
contrada Mezzomonte. L’uva di quella zona, come
quella del Brecciaio e della Giuncarella era la più prelibata e commerciabile, perché conservava il suo colore
giallo-oro e la sua freschezza anche per diversi giorni.
Per tale motivo era molto ricercata e alcuni commercianti l’acquistavano, per fare la “ncuppatura” al moscato di Terracina.
Felicetto, ogni tanto accompagnava la sua merce, per
assistere alla vendita.
Una volta l’autocarro arrivò dopo la mezzanotte e
mentre l’autista faceva la pennichella, Felicetto scese
fuori e si accese una sigaretta.
All’improvviso si sentì chiamare per nome; si voltò e
riconobbe Romoletto.
Dopo abbracci e baci, ecco il dialogo intercorso:”Ma
tu! Cosa fai qua? Non dovevi scontare ancora qualche
mese?!” – “Sono uscito a seguito dell’ultima amnistia e ho ripreso la mia attività. Ma tu! Felicetto, come mai da queste parti?” – “Sono venuto con questo
autocarro, che trasporta anche l’uva della mia vigna,
per assistere alla vendita – continuando Oh! Mò stai
attento a non fregare proprio me!”
“Ma Felicetto! Ti pare?!” e Felicetto: “Tutta questa fila di autocarri viene dal mio paese e trasporta l’uva di
San Felice” e Romoletto: “Stai tranquillo! Adesso
passo parola e vedrai che nessuno si permetterà di
toccare un grappolo né della tua uva, né di quella dei
tuoi compaesani”. ■
da O’KEA’MUS
di Andrea De Sisti
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Oroscopo di Febbraio 2006
di Aldebaran
Ariete
Per tutto il mese, in amore, potrebbero verificarsi alcune incomprensioni; bisogna dialogare di più e agire con più dolcezza. Saturno vi sostiene anche nella
salute e nei rapporti di lavoro. Siate sereni e fiduciosi. (dal 21/3 al 20/4)
Toro
Marte ancora nel tuo segno, fino a metà mese, stimola le tue più nascoste qualità:
capacità organizzative, valutazione prudente della tua economia ed una certa grinta
che ti incoraggia ad osare. Anche in amore sei in gran forma. (dal 21/4 al 20/5)
Gemelli
Il mese inizia con un bel Mercurio e questo vuol dire che t’invita a superare piccoli contrattempi quotidiani di lavoro e di studio. Un Saturno dinamico ti aiuta se
ti impegni con buona volontà e perseveranza e … queste ultime non ti sono
proprio congeniali. (dal 21/5 al 21/6)
Cancro
Dato il favore di Marte, Urano e Giove puoi scegliere se privilegiare l’amore o il
lavoro. Se preferisci l’amore dimostrati più tenero ed espansivo. Nel lavoro invece ti si presentano proposte per migliorare la tua carriera. (dal 22/6 al 22/7)
Leone
Saturno starà nel tuo segno per molto tempo, non solo per questo mese. Il freddo pianeta ridimensiona la tua tendenza a comandare. Puoi riassettare ragionevolmente la tua vita amorosa. Potrai anche far valere la tua capacità organizzativa nel lavoro con i fatti, senza tante parole. (dal 23/7 al 23/8)
Vergine
Splendido mese con Venere e Marte favorevoli che ti stimolano a fare scelte impegnative e forse rivoluzionarie. L’amore sarà una boccata d’aria fresca che ti risveglierà dal torpore delle abitudini. Nel lavoro: nuove indicazioni da seguire
senza ripensamenti. (dal 24/8 al 22/9)
Bilancia
Saturno ti sostiene positivamente, mentre venere disarmonica potrebbe regalarti momenti eccitanti, ma effimeri, da vivere serenamente senza però
puntare all’eternità. Nel lavoro un po’ di fatica e qualche tensione. (dal 23/9
al 22/10)
Scorpione
L’opposizione di Marte (ancora per pochi giorni) va gestita senza farsi prendere dalla voglia di “fare” a tutti i costi. Giove favorisce l’espansione in tutti i settori della vita: amore, lavoro, studio. Non trascurate l’aspetto fisico … potreste
mettere su qualche chilo! (dal 23/10 al 22/11)
Sagittario
Ë il momento giusto per una ripresa in campo professionale ed economico. L’amore può darti più di quanto pensi, ma non proprio tutto. Le energie sono al
massimo: occorre concentrarsi. (dal 23/11 al 21/12)
Capricorno
In amore vi attende un progetto ambizioso, con Venere e Giove favorevoli; potrebbe riuscire se avrete la costanza di portarlo avanti. Intensi momenti di tenerezza. Non nascondete il vostro lato romantico. (dal 22/12 al 20/1)
Acquario
Non è più tempo di tentennamenti o di compromessi. Saturno v’invita ad essere
più seri ed affidabili. Novità in amore e nuove possibilità di lavoro. (dal 21/1 al
19/2)
Pesci
Cresce il desiderio di cambiamenti e fidatevi, in questo momento, delle vostre intuizioni. Seguite gli impulsi del cuore otterrete più di quanto desiderate. Bene il
lavoro e i rapporti sociali. (dal 20/2 al 20/3)
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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SPORT
Calcio/Canoa
Abbiamo rischiato le dimissioni del Presidente Ciampa
“Franchi tiratori” sulla Nuova Circe
Nonostante la squadra abbia raggiunto la categoria della “promozione”
di Tommaso Di Prospero
N
on è mia
intenzione fare
una requisitoria,
però ritengo doveroso commentare un evento che ha rischiato seriamente di “gettare alle ortiche” il
lavoro di una stagione agonistica.
Arrivo subito al punto; di ritorno in
autobus, dopo l’esaltante vittoria
di Torrice in terra ciociara, in un
clima d’esaltazione e gioia collettiva per il risultato acquisito, con in
bocca il gradevole sapore del successo, che rende meno snervante
e più gradevole il viaggio che ci riporta a casa, il presidente Ciampa
si è rivolto ai ragazzi ringraziandoli per l’entusiasmante giornata di
sport che gli hanno regalato, poi
tra lo stupore generale, visibilmente corrucciato ha espresso la volontà di lasciare la carica di massimo dirigente per questioni personali. Non mi c’è voluto molto per
capire che il presidente si è sentito ferito nella sua dignità da “un
qualcuno” che usando degli "escamotage" da “falso delatore”, l’ha
accusato d’usare la Nuova Circe
come uno “specchietto per le allodole” per coprire degli interessi
meramente personali. Ora, senza
cercare aiuto e copertura sotto
“l’ala protettrice” di un’autorevolezza che volente o nolente, in
ogni caso mi appartiene, poiché ricopro in seno alla formazione sanfeliciana il ruolo d’addetto stampa
e quello di redattore sportivo di
questo giornale, ma tenendo fede
ad un patto con il lettore che come
ha detto Pier Paolo Pasolini “ considero degno d’ogni più scandalosa ricerca”, ci tengo a far presente
che in queste due stagioni vissute
a stretto contatto con l’ambiente
della Nuova Circe, ho trovato sol-
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2005. UN ANNO
“PIENO” D’AGONISMO
Progetti ancora più ambiziosi per il 2006
di Eleonora Di Matteo
tanto l’amore viscerale ed a volte
istintivo di un uomo che ha visto in
questa squadra una propaggine di
se stesso, una persona che ha investito molto, tanto denaro speso
in cinque anni, un “vuoto a perdere” che trova giustificazione soltanto in una passione sconfinata. Il
presidente ha sempre adempiuto i
pagamenti dei rimborsi spese, e
quel qualcuno che ha fatto delle illazioni così denigranti ed ingiuriose dovrebbe sapere, se conosce la
storia della Nuova Circe, che la
Promozione, categoria nella quale
milita la formazione sanfeliciana,
qualche hanno fa era un’utopia, e
se oggi è un vanto per questo paese si deve soprattutto all’attuale
gruppo dirigente, con il presidente
Ciampa in testa. Posso garantire
che nella Nuova Circe c’è soltanto
gente che lavora seriamente, persone che “regalano” tempo e denaro, ed alle quali certi “colpi bassi”, certi “chiacchiericci” da bar,
partoriti evidentemente da chi prova un’invidia strisciante, fanno cadere le braccia. Fortunatamente, il
presidente Ciampa, è tornato sui
propri passi e ci auguriamo che la
prossima volta il “mistificatore”
parli con cognizione di causa anziché infangare il lavoro di un gruppo dirigente, che in questi anni ha
fatto i salti mortali per mantenere
la squadra ad un certo livello. Tornando a parlare di calcio giocato,
la Circe dopo la vittoria sul Sant’Apollinare, è stata sconfitta per 1-0
sul campo del Boville, la squadra
favorita al salto di categoria ed ha
pareggiato in casa contro La Lucca
per 0-0. Dopo questi due passi falsi, la formazione di mister Lauretti
ha reagito con orgoglio vincendo
con un largo 3-0 a Torrice, grazie
a Di Emma e ad una doppietta del
redivivo Mancini. In casa, contro la
Terra di San Bela Circe
R I A nedetto,
s’imponeva per
M E D I TA L I A
VIA MONTE CIRCEO,
Molte vittorie per le sorelle
Eleonora e Denise Di Matteo
2-0 con reti di Mancini e Farinella,
e sfiorava a più riprese la terza rete con un irresistibile Pecchia e
con Palmieri che coglievano i legni
della porta. Era una Circe che lamentava diverse defezioni quella
che perdeva pesantemente contro
il Formia 1905 per 3-0. Dopo un
primo tempo equilibrato, la squadra sanfeliciana si disuniva ad inizio ripresa, appena dopo l’espulsione di Palmieri che fino allora
aveva tenuto uniti i reparti. Con il
riposo natalizio, arrivato giusto a
tempo per recuperare gli infortu-
Eleonora e Denise Di Matteo
nati, c’è stato il gradito ritorno di
De Liguoro, l’attaccante che aveva
già vestito la maglia della Nuova
Circe, nella precedente esperienza
di mister Lauretti. A Scauri, su un
campo sempre difficile per tutti, la
Nuova Circe portava a casa un meritato pareggio per 1-1, grazie a
Mancini che a metà della ripresa riequilibrava la partita con la trasformazione di un calcio di rigore sacrosanto, per un fallo su Pecchia.
Nella partita interna con il Prossedi, una Nuova Circe con i soliti problemi di formazione e con tanti
giovani, teneva testa con orgoglio
alla blasonata formazione dei
monti Lepini, ma era costretta a lasciare i tre punti per una rete subita in circostanze fortuite verso la
fine del primo tempo. ■
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P
er me e mia sorella Denise, il 2005 è stato
un anno corredato di successi anche se ci
siamo contraddistinte in due specialità leggermente diverse. Io, Eleonora, mi sono tolta molte
soddisfazioni nel Dragon Boat, sport emergente in
Italia, mentre mia sorella Denise si è contraddistinta
in ambito canoistico. In effetti, per Denise è stato un
anno indimenticabile poiché oltre alle soddisfazioni
ottenute per le vittorie negli svariati Campionati Italiani nella categoria ragazzi (sulle distanze di 500 –
1000 – 5000 – 12000 metri), ha conquistato le medaglie nella categoria juniores, accedendo in questo
modo nella squadra Nazionale e partecipando a gare di notevole rilevanza. In particolare, voglio ricordare la gara internazionale di velocità che si è svolta in Germania, il
Campionato Europeo di velocità in
Bulgaria nella categoria juniores, il
Campionato Mondiale in Ungheria,
le Olimpiadi per ragazzi a Lignano
ed una finale mondiale raggiunta
con il k4, nella categoria juniores
sulla distanza di 500 metri. Io mi
sono cimentata nel Dragon Boat,
partecipando a varie competizioni
e ottenendo sempre buoni risultati. La mia preparazione è cominciata ad Aprile quando ha partecipato
alle selezioni per i Campionati
Mondiali di Firenze, nelle quali ho vinto, mentre a
Luglio con Martina Celebrin, una ragazza di Borgo
Vodice, ho preso parte hai Campionati Italiani Seniores (anche se sono ancora junior) riuscendo a conquistare un sudatissimo quarto posto. Dopo questi
risultati, sono partita per Venezia dove mi sono allenata in vista dei Mondiali tenutisi a Berlino in agosto, nei quali ho fatto parte dell’equipaggio junior
della Nazionale Italiana. Sfortunatamente, abbiamo
soltanto accarezzato il sogno di portare a casa delle medaglie, poiché nei 1000 metri siamo arrivati
quinti, mentre nei 200 e 500 metri abbiamo sfiorato il bronzo. Dopo due settimane dai Mondiali, sono
partita per Caldonazzo, vicino Trento per partecipare al “Palio dei Draghi dei Comuni d’Europa”, mentre nel mese di settembre ho dato priorità alla canoa, poiché c’erano gli assoluti a Milano. La “mia
stagione”, si è conclusa il 15 ottobre con i Campionati Italiani juniores di canoa, nei quali con l’equipaggio di Sabaudia ho potuto vincere l’oro sia nei
200 sia nei 500 metri. Per il 2006 l’obiettivo di mia
sorella Denise sarà di raggiungere delle finali nel k1
nelle gare all’estero, per me invece quello di entrare di nuovo a far parte della Nazionale Italiana di
Dragon Boat. ■
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15
TEMPO LIBERO
Lo spazio della città
I libri più letti
Panzanella aceto e
mentuccia
La figlia prediletta
di Mary Higgins Clark
Ingredienti:
pane raffermo
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sale
di Alessia Bravo
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onete su un piatto delle fette di pane leggermente bagnate. Condite con
una spruzzata d’aceto, sale, mentuccia e abbondante olio.
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llie ha da poco compiuto sette anni quando sua sorella maggiore Andrea viene brutalmente uccisa. Tre
sono i sospettati dell'omicidio: il rampollo della più
ricca famiglia del paese, un timidissimo compagno di scuola, e un operaio quarantenne. È stata Ellie
a trovare il cadavere ed è stata la sua testimonianza a inchiodare quello che lei ritiene il colpevole. Sono passati
ventidue anni da quel terribile delitto e l'uomo che aveva
accusato da bambina sta per essere rilasciato: Ellie non
può fare a meno di impegnarsi per inchiodare, una seconda volta, il colpevole...
Un libro scorrevole, che si legge facilmente ma… con un
finale estremamente deludente; stavolta la Clark non riesce a soddisfare l’accanito pubblico di lettori che la segue fedelmente. Dopo tanti successi come “La culla vuota” e “Dove sono
finiti i bambini” questo testo lascia un tantino insoddisfatti, forse per la
mancanza di suspence e di colpi di scena, fatto sta che non è uno dei migliori. Sarà perchè non ha saputo creare l'atmosfera della provincia, o forse perchè cade leggermente nello scontato sia nella trama che nel finale,
cosicché è una lettura che non piace all’unanimità come invece è accaduto per i precedenti. ■
ORA LEGALE
di Antonio Di Salvo
Le Azioni a difesa del possesso /2:
Si fa seguito all’articolo pubblicato nel numeroso ultimo scorso del ns. giornale, per proseguire l’analisi
delle azioni a difesa del possesso.
La azione che succintamente analizziamo in questo numero è l’azione di reintegrazione (o di spoglio) di cui agli artt. 1168 e 1169
cod. civ..
L’art. 1168 c.c. prevede che: «… Chi è stato violentemente o occultamente spogliato del possesso può, entro l’anno dal sofferto
spoglio, chiedere contro l’autore di esso la reintegrazione del possesso medesimo. L’azione è concessa altresì a chi ha la detenzione della cosa, tranne il caso che l’abbia per ragioni di servizio o di
ospitalità. Se lo spoglio è clandestino, il termine per chiedere la
reintegrazione decorre dal giorno della scoperta dello spoglio. La
reintegrazione deve ordinarsi dal Giudice sulla semplice notorietà
del fatto senza dilazione.» (cfr. art. ult. rich.)
Attraverso l’esperimento di questa azione, colui che è stato violentemente o clandestinamente spogliato del suo possesso chiede,
contro l’autore dello spoglio, il recupero del possesso medesimo.
Il temine per l’esercizio dell’azione è di un anno dallo spoglio o,
nel caso questo fosse clandestino, dalla scoperta dello spoglio. Il
codice prevede che il Giudice dovrà ordinare la restituzione della
cosa in base alla semplice notorietà del fatto operando con la massima celerità procedurale. L’azione potrà essere avviata sia dal
possessore sia dal detentore della cosa figure, queste, ben distinte nell’ordinamento vigente. Infatti il detentore è colui che ha la
disponibilità della cosa potendola utilizzare tutte le volte che crede senza difficoltà alcuna pur riconoscendo che la proprietà della
cosa è di altri (es.: il conduttore, il comodatario); invece, il possessore è colui che non ha la detenzione del bene (es.: il locatore).
Nel prossimo numero verrà trattata l’azione di manutenzione di cui
all’art. 1170 c.c.. ■
ANGOLO DELLA POESIA
Introspezione
di Tommaso Di Prospero
La notte è calata, con lei il buio che copre
i colori del paese
della mia spensierata fanciullezza, e complice Morfeo,
chiude gli occhi al tempo che c’è ma non a quello andato…
riflessioni aspettano la coscienza e l’anima.
Si libra la mente, evadono pensieri e ricordi nella quiete
e nella cecità di cui l’oscurità è pregna…introspezione
attende all’orizzonte.
Accanto al promontorio che supino riposa; su, all’antico borgo,
nel dedalo di piccole ed anguste viuzze illuminate
da bagliori appena accennati, davanti al mare, con le onde
che si vanno a spiaggiare, trovando in questa dipartita
la loro sublime essenza, riposa l’acredine…che virulenta
scorre nelle viscere, facendo di me un uomo solo che affranto
vaga…
Le stagioni mutano, la natura rinnova e cambia le sue
tonalità, ed io…lì a contemplare…l’andirivieni ed
il fluire del tempo.
Febbraio 2005
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
16
VARIE
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Anniversario
A Tonino e Graziella,
gli eterni innamorati …
auguroni il 12 Febbraio.
❁❁❁
Il 24 Febbraio è l’anniversario
di Milvia e Gianfranco.
Anche se in ammollo da 27 anni
il vostro matrimonio non è
ancora ammuffito…..continuate così.
Tanti auguri dagli amici.
Compleanni
Il 4 Febbraio è il compleanno di Tatiana Neri. Tanti Auguri per i suoi 12 anni da mamma papà, Giorgia e dalla famiglia Aquino.
4 Febbraio. Dai Valerio! Sono 19! È ora che vai a prendere la patente? Auguri da chi
ti vuol bene.
Buon compleanno il 7 Febbraio a Fiorella Barbisan dalla mamma e dalle sorelline.
Un mondo di auguri l’8 Febbraio a Giancarlo che compie 38 anni, con amore Gianna.
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riceve per appuntamento
8 Febbraio. Tatiana e Giorgia Neri fanno tanti auguri al loro papà di Buon Compleanno con un messaggio “Sei fantastico, non cambiare mai…ti vogliamo bene così come sei.”
Auguri a Giancarlo Neri l’8 Febbraio dai tanti amici che con simpatia e disponibilità ha
saputo conquistare.
Il 12 Febbraio compie gli anni il centrocampista Andrea, tanti auguri da mamma e papà.
14 Febbraio. Innamorato come sei non potevi nascere in un giorno diverso….a Danilo Menegatti tanti Auguri di Buon Compleanno dalla moglie e dalle figlie.
Buon Compleanno il 16 Febbraio a Gianna Del Vecchio da amiche e amici.
Supermarket
20 Febbraio. Tanti Auguri ad Anna Del Vecchio per il suo compleanno da Gianna,
Giancarlo, Tatiana, Giorgia, Giovanni, Nunzia e Nico.
CARLETTO
20 Febbraio. A Lorenzo “Primula Rossa” tanti auguri di Buon Compleanno dalle zie
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Buon Compleanno a Giuliana Marin il 2 Marzo dalla mamma.
2 marzo. Tanti auguri di buon onomastico a Nico Aquino da chi gli vuole un mondo
di bene. La famiglia Neri.
Il giorno 14 Marzo di 10 anni fa, in casa Marin, è sbocciato un bellissimo e piccolissimo fiore di nome Giordana. Con la stessa intensità di quei momenti viene vissuto
ogni anno. Tanti Auguri da mamma e papà.
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Auguri il 14 e 15 Marzo a Serena e Marco Coppi dalla nonna Dora e dalle zie.
21 marzo. La famiglia Aquino fa i migliori auguri a Cristiana Attanasio per il suo compleanno.
Buon Compleanno a Marilena Barbisan dalla mamma e sorelline il 23 Marzo.
25 marzo. Giancarlo, Gianna, Tatiana e Giorgia. Tanti auguri alla loro amica Nunzia.
Il 27 Marzo la nostra carissima Mena compie i suoi meravigliosi 50 anni e noi amici
desideriamo esprimerle tutto il nostro affetto, la nostra gratitudine e l’immensa stima
che abbiamo nei suoi confronti. Auguri di cuore dagli amici.
Alla porta bandiera più pazza del Borgo, non solo in occasione del Carnevale… tanti auguri per i suoi primi 50 anni il 27 Marzo, dai numerosi amici sparsi per il Lazio.
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