AUSL RAVENNA Rassegna stampa del 05/10/2011 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE AUSL RAVENNA 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli DOPO i vari articoli apparsi sul trasporto di disabili, ci sentiamo in dovere di ... 7 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Mare senza barriere per i disabili con il 'Bagnino amico' 8 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli INCONTRO tra i presidenti delle province... 9 05/10/2011 Corriere di Romagna - Forlì Boom di "tuffi" per i disabili 10 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna «Una nuova cittadella dei servizi sociali e sanitari» 11 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna «Non aveva diritto a quei permessi» 12 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna «NON è ammissibile che una banda più o meno organizzata di individ... 13 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena La Wellness valley progetta il futuro 14 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena «Meno campanili per affrontare meglio la crisi» 15 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale La rivincita della sanità Via al Rizzoli del Sud strappato alla mafia 16 05/10/2011 L Unita - Bologna PUBBLICO-PRIVATO Project financing in frenata Nei primi otto mesi 130 opere 17 05/10/2011 Corriere di Romagna - Rimini Le Provincie dialogano su " area vasta " 18 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Ma le tensioni nel reparto restano 19 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Lo sostiene il direttore della Caritas don Alberto Brunelli mentre cresce il numero di bisognosi, anche italiani 20 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Un tavolo di lavoro per la "macro-provincia" 21 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Servizi con la regia unica 22 05/10/2011 Corriere di Romagna - Forlì Le tre Province guardano alla Romagna 23 05/10/2011 L'Informazione di Bologna Alla ricerca di una governance territoriale 24 05/10/2011 La Voce di Romagna - Rimini Area sempre più Vasta 25 05/10/2011 La Voce di Romagna - Ravenna RAVENNA - "La costituzione di tavoli... 26 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Focus Camera di Commercio 27 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli 19 realtà si fanno portavoce della naturale vocazione della Romagna 28 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli I presidenti delle Province vogliono tirar giù il campanile 29 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna annunciano una... 30 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - CentroNord BANDI E APPALTI: LA TOP TEN DELLA SETTIMANA 31 05/10/2011 L'Informazione - MODENA Alla ricerca di una governance territoriale 33 05/10/2011 La Cronaca Di Piacenza A Milano Marittima la convention dei presidenti delle Camere di commercio 34 SANITÀ NAZIONALE 05/10/2011 Corriere della Sera - MILANO «Avevo perso le mani Ora accarezzo i miei figli» 36 05/10/2011 Il Sole 24 Ore San Raffaele: Malacalza e Ior aggiustano il piano 38 05/10/2011 La Repubblica - Napoli Costretta a letto per la distrofia l'Asl non ha la tecnologia per curarla 39 05/10/2011 La Repubblica - Torino Gestione negligente, la Regione vuole chiudere Villa Cristina 40 05/10/2011 La Repubblica - Torino Il Pd: "Sanità, liste d'attesa fino a un anno" 41 05/10/2011 La Repubblica - Torino Autotrapianto di tessuto ovarico Era sterile avrà un figlio 42 05/10/2011 La Repubblica - Palermo Il Rizzoli nell'ex casa di cura di Aiello polo ortopedico da 21 milioni all'anno 43 05/10/2011 La Repubblica - Palermo Scandalo rimborsi, ispettori nelle altre cliniche 44 05/10/2011 La Repubblica - Genova Sonda dimenticata nella gamba, arrivano i Nas 46 05/10/2011 La Repubblica - Bari Parti cesarei, boom da scandalo a Foggia si supera il 95 per cento 47 05/10/2011 La Repubblica - Bari "Tagli, ecco i reparti a rischio paralisi" 48 05/10/2011 La Stampa - NAZIONALE San Raffaele, pista brasiliana 50 05/10/2011 La Stampa - NAZIONALE Parto record a Torino: quattro gemelli 51 05/10/2011 Il Giornale - Milano «Via 7mila medici Presto saranno la metà di oggi» 52 05/10/2011 Il Giornale - Milano Disabili, 365mila in Lombardia Parte la campagna 53 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - NordEst Distribuzione unica per i farmaci Ph-T 54 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' «Sostenibilità vo cercando» 55 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Listini ospedalieri: Italia sotto del 10% nell'Ue 57 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Sicurezza lavoro, via al Sinp 58 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Emergenza, il riordino ai primi passi 59 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Sangue italiano col patentino 60 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Il gruppo? È più virtuale che reale 63 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Braccio di ferro tra sigle e Regioni sul riordino delle cure primarie 64 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' Il medico di famiglia sogna la pensione 66 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' «Ai Mmg serve uno scatto» 67 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - Lombardia Venti milioni ai medici di base per gestire i malati cronici 69 AUSL RAVENNA 27 articoli 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli Pag. 9 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO i vari articoli apparsi sul trasporto di disabili, ci sentiamo in dovere di ... DOPO i vari articoli apparsi sul trasporto di disabili, ci sentiamo in dovere di dire la nostra opinione di addetti ai lavori, visto che tutti hanno espresso la loro. E' dal 2007 che il 'Resto del Carlino' pubblica le lettere degli autisti riguardanti questo delicato problema, le abbiamo scritte proprio per scusarci in anticipo con l'opinione pubblica e metterla al corrente di chi fosse il giusto responsabile di questo disservizio. Alla signora Maria Grazia Miserocchi rispondiamo che l'azienda Avm ha omesso di dire che il nostro territorio (Forlì e Cesena ) è servito da diverse linee urbane, suburbane ed extraurbane ma solo alcune fermate della linea 92 sono provviste di collaudo e autorizzazione per il carico e scarico di disabili. Quindi sulla linea 3, che transita all' ospedale, non esistono fermate autorizzate e collaudate per disabili. Chi può incolpare l'autista se decide di rispettare la legge? Lui ha fatto il suo dovere, oggi andare contro la legge è una responsabilità troppo grande e nessuno glielo può imporre. Ci creda signora Miserocchi, quando succedono questi inconvenienti il più dispiaciuto è sicuramente l'autista e abbiamo l'impressione che i meno dispiaciuti siano quelli che si sono attivati e hanno chiesto scusa a mezzo stampa. Questi signori non possono pensare che le loro responsabilità se le accollino gli autisti. Ognuno di noi ha il proprio ruolo, non vogliamo creare polemiche ma la nostra amministrazione deve creare le condizioni che ci permettano di operare in sicurezza, sia per quanto riguarda le fermate abilitate (macchine parcheggiate, cordoli alti, presenza di cassonetti per i rifiuti), che ripeto sono solo alcune nella linea 92, sia per quanto riguarda gli autobus (pedane funzionanti, ancoraggi interni, cinture, rispetto del codice). Proprio nella fermata di Forlimpopoli spesso mancano queste condizioni quindi l'autista è costretto a tutelarsi da solo. Sappiamo tutti cos'è successo a Ravenna. Un signora disabile in carrozzella non ancorato con badante si rovescia nell'autobus ed è deceduta, l'autista è indagato per omicidio colposo, quindi anni di processi, psicologicamente provanti, aspettando una sentenza pro o contro, magari perderà il lavoro, certamente spenderà del denaro. Le ultime tre righe della risposta data dalla signora Rita Bartolomei alla signora Maria Grazia Miserocchi, la invitavano a fare la 'spia' su fatti come questi. Noi invitiamo la signora a fare la 'spia' anche quando vede il cinquanta per cento dei passeggeri che non paga il biglietto e comunicarlo alla signora Bartolomei oltre a metterne al corrente l'autista, invece di essere remissiva e omertosa come fanno tutti i cittadini per paura di ripercussioni. Ma anche questo è compito dell'autista. Paolo Cattani, segretario provinciale FAISA-CISAL ) SANITA' Ancora sul pronto soccorso SONO molto d'accordo con la signora che ha risposto al consigliere Pd Alessandrini, preso da una difesa d'ufficio veramente fuori luogo. Così come mi è piaciuta la risposta della caporedattrice del Carlino, alla quale il consigliere voleva insegnare il mestiere. Così come per i giornalisti, anche per i politici, dovrebbero essere i cittadini quelli a cui dar conto delle scelte che si fanno. Far presente che un servizio, così delicato come il Pronto Soccorso, possa essere migliorato, dovrebbe incontrare attenzione, piuttosto che lesa maestà. Forse a chi è abituato da sempre a vendere le eccellenze come fossero dei prodotti, e a concepire la comunicazione, non tanto come esercizio di informazione ai cittadini, quanto piuttosto dal numero delle presenze in tv, l'approccio di chi vuole rappresentare un problema, come nel caso del giornale, è vissuto solo come fastidio o etichettato come strumentale. L'autoreferenzialità è sempre pericolosa, soprattutto quando si parla di salute, un prodotto da maneggiare sempre con molta cura!! Lettera firmata AUSL RAVENNA 7 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Pag. 17 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TURISMO SONO 87 GLI OSPITI CHE HANNO UTILIZZATO LE CARROZZINE 'ANFIBIE' MESSE A DISPOSIZIONE DALLA COOPERATIVA Mare senza barriere per i disabili con il 'Bagnino amico' SPIAGGIA e mare senza barriere sul litorale cervese: grazie alle speciali carrozzine 'anfibie' messe a disposizione dalla Cooperativa bagnini, che ha anche una convenzione con un gruppo di operatori specialisti, continua a crescere il numero di turisti diversamente abili che possono entrare in mare e bagnarsi in piena sicurezza. L'iniziativa 'Un bagnino per amico' ha coinvolto nel corso della estate 61 stabilimenti balneari: 16 a Milano Marittima, 19 a Cervia, 18 a Pinarella e 8 a Tagliata. Assommano a 87 i disabili che hanno usufruito del servizio, mentre nel 2010 erano 80. Quaranta hanno utilizzato autonomamente le attrezzature fornite dalla Coop, mentre 47 si sono affidati alla equipe guidata da Maurizio Merloni. Ma il dato più significativo riguarda le prestazioni professionali, che sono salite e quota 564, il 58 percento un più rispetto all'anno scorso, quando erano a quota 357. L'iniziativa era partita nel 2007 con 172 prestazioni. In 5 anni, le richieste delle carrozzine e del personale qualificato, le ha fatte vertiginosamente aumentare. Ed anche i clienti assistiti, sano saliti dagli iniziali 62, agli 87 della stagione appena conclusa. Tantissime lettere sono giunte alla Cooperativa bagnini in cui queste persone ringraziano chi ha procurato loro la possibilità di fare il bagno. Riccardo Saporiti, milanese di 31 anni sottolinea «la bravura e la buona volontà delle operatrici». «Occorre la presenza di due persone per ogni disabile - fa presente - poiché così la fatica si suddivide e si avverte in misura minore. Questa bellissima iniziativa non si deve fermare. Personalmente ne ho tratto un grande giovamento». La Coop mette a disposizione 14 carrozzine, manovrate da 4 operatori, da giugno a tutto agosto, tutti i giorni (escluso sabato e domenica) dalle 9,30 alle 12,30/13. Il progetto, oltre ad assumere una forte valenza etica, si propone anche di fornire una proposta innovativa al sistema alberghiero. AUSL RAVENNA 8 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli Pag. 8 (diffusione:165207, tiratura:206221) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le tre province romagnole verso un'intesa economica INCONTRO tra i presidenti delle province... INCONTRO tra i presidenti delle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, Claudio Casadio, Stefano Vitali e Massimo Bulbi. I tre presidenti hanno parlato di Area Vasta, cercando di fermare il campanilismo che emerge in questa fase di crisi. L'obiettivo è creare una conferenza economica territoriale. AUSL RAVENNA 9 05/10/2011 Corriere di Romagna - Forlì Pag. 22 Raddoppiano le prestazioni di "Un bagnino per amico" CERVIA. Nonostante la crisi, la Cooperativa bagnini continua a investire nel sociale, e i numeri le danno ragione. L'iniziativa "Un bagnino per amico", ad esempio, che consente alle persone diversamente abili di godere della spiaggia e del mare senza barriere, ha coinvolto nel corso dell'estate 61 stabilimenti balneari: 16 a Milano Marittima, 19 a Cervia, 18 a Pinarella e 8 a Tagliata. AUSL RAVENNA 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Boom di "tuffi" per i disabili 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 22 (diffusione:165207, tiratura:206221) «Una nuova cittadella dei servizi sociali e sanitari» TAGLIO del nastro sabato mattina per i nuovi locali ampliati e ristruttrati del centro sociale 'Bennoli' di Solarolo dell'Azienda servizi alla persona 'Prendersi cura'. «E' un intervento molto importante - afferma il presidente Giuseppe Toschi - perché realizza una vera e propria cittadella dei servizi sociali e socio-sanitari a pochi passi dal centro di Solarolo». NELL'AMBITO dei lavori è stato realizzato ex novo il presidio socio santiario dell'Asl e il centro della Medicina di gruppo con un intervento costato 606.665 euro. Con una spesa di 263.459 euro sono stati anche ristrutturati e ampliati i locali della residenza per Anziani 'Bennoli', con l'ampliamento della sala da pranzo e del soggiorno, di sale per la tv e il riposo. E' stato anche realizzato un nuovo ingresso per la struttura. Il programma della giornata prevede alle 10 la Messa nella chiesa della residenza per anziani e alle 10.45 il saluto delle autorità con l'inaugurazione e la visita nei nuovi locali, compresa la sede dell'associazione di volontariato 'Monsignor Babini'. GLI INTERVENTI sono stati realizzati con contributi regionali, il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio e Banca del Monte di Lugo e di una donazione della Banca di Romagna Faenza. Image: 20111005/foto/4140.jpg AUSL RAVENNA 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SOLAROLO PRONTO IL 'BENNOLI'. IL PRESIDENTE DELL' ASP TOSCHI: «INTERVENTO IMPORTANTE» 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 20 (diffusione:165207, tiratura:206221) Il medico ha presentato ricorso contro il provvedimento dell' Ausl CARLO RAGGI di CARLO RAGGI AVEVA chiesto di usufruire dei permessi retribuiti per poter assistere la 'suocera' gravemente invalida e malata; e di questi permessi aveva beneficiato, per qualche mese, anche dopo la morte dell'anziana donna. Il fatto è che l'Ausl - protagonista della vicenda è un medico già in servizio nel reparto di ginecologia dell'ospedale di Faenza - non solo ha scoperto dell'utilizzo dei permessi a 'suocera' deceduta, ma anche che il medico non aveva comunque alcun diritto di beneficiarne perchè non della suocera si trattava, ma della zia, ovvero un grado di parentela (il terzo) che non rientra fra quelli previsti dalla legge. Di qui al licenziamento per giusta causa del medico, Vincenzo Milano, il passo è stato breve. Contro il licenziamento il medico ha presentato ricorso d'urgenza al giudice del lavoro del tribunale di Ravenna, Roberto Riverso, e ieri mattina si è tenuta l'ultima udienza, quella di discussione. Ora il giudice è in riserva di decisione: il dispositivo comunque dovrebbe essere depositato in cancelleria entro pochi giorni. Per come sono emersi dalle due precedenti udienze, i fatti contestati dall'Ausl appaiono ben provati e compito del giudice quindi è quello di valutare se la condotta contestata al medico rientra fra quelle per le quali unica sanzione prevista è il licenziamento oppure fra quelle per le quali sono previste misure disciplinari graduate; in tal caso compito del giudice è di valutare la proporzionalità della misura adottata rispetto alla condotta contestata. IL LICENZIAMENTO è conseguenza della scoperta, fatta dall'Ausl, che il medico ha usufruito, non avendone diritto, di permessi retribuiti, previsti dalla legge 104 del 1992. Si tratta di permessi concessi per assistere persone con «disabilità grave» in rapporto di parentela o affinità entro il secondo grado con il dipendente del settore privato e dal primo gennaio 2009, anche del settore pubblico. La parentela di primo grado annovera genitori e figli; quella di secondo grado: nonni, fratelli, sorelle, nipoti in quanto figli del figli; sono affini di primo grado: suoceri, nuora e genero; sono affini di secondo grado i cognati. Possono essere concessi tre giorni di permesso al mese. Insomma, fra parenti e affini, non è prevista la zia (se non in casi eccezionali, non rientranti in quello in esame). Quando al medico è stata contestata la fruizione di tali permessi, la risposta del professionista sembra essere stata quella per cui la signora invalida, nell'ambito familiare era stata sempre definita come 'mamma'. E che quindi lui la riteneva suocera. LO STESSO medico poco più di un anno fa era stato al centro di un altro procedimento disciplinare da parte dell'Ausl, sotto il profilo, in quell'occasione, della scarsa qualità della condotta professionale, che si era concluso con il licenziamento. Anche in quel frangente Vincenzo Milano presentò ricorso e della causa si occupò lo stesso giudice Roberto Riverso che nominò un perito - un ginecologo di fama di Trieste - al quale fu chiesto se certe scelte professionali del medico faentino rientravano fra quelle previste dall'arte medica oppure potevano essere riferibili - come asseriva l'Ausl - a scarsa preparazione. Il perito concluse con la piena approvazione delle scelte del medico e quindi il giudice accolse il ricorso e il ginecologo venne rientegrato al posto di lavoro. La vicenda per la quale è scattato l'attuale licenziamento potrebbe avere anche conseguenze penali sotto il verosimile profilo della truffa. L'Ausl ravennate è assistita dallo studio Zoli di Bologna. Image: 20111005/foto/4087.jpg AUSL RAVENNA 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Non aveva diritto a quei permessi» 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna Pag. 11 (diffusione:165207, tiratura:206221) «NON è ammissibile che una banda più o meno organizzata di individui si aggiri indisturbata a pestare a piacimento persone incolumi, in nome di una sicurezza 'fai da te' che non può trovare spazio nella società ravennate»: lo afferma a gran forza Lina Taddei, responsabile dell'Area immigrazione del Pd di Ravenna all'indomani della denuncia fatta da un senegalese di 39 anni, Fall Oumar Talla, residente a Bologna, da dodici anni in Italia. Oumar Talla ha raccontato di essere stato vittima, la sera del 24 agosto, a Lido Adriano, di un pestaggio in piena regola ad opera di tre persone, forse le stesse che in precedenza avevano sottoposto ad analogo pestaggio altri due senegalesi la sera del 18 agosto. E probabilmente gli stessi che la sera del 16 agosto prima investirono in auto un tunisino lungo la strada che da Lido Adriano porta a Lido di Dante e poi presero a sassate il giovane che cercava di scappare. Conferme a questo genere di pestaggi sono venute - riferite da Oumar Talla - anche da un medico del pronto soccorso dell'ospedale di Ravenna che, visitandolo la notte del 24, gli raccontò che negli ultimi giorni a Lido Adriano erano accaduti analoghi fatti. «E' indispensabile - scrive Lina Taddei - che venga fatta chiarezza su questi episodi. La tutela della sicurezza spetta alle forze dell'ordine, non certo ai privati. I proprietari degli stabilimenti possono tutelare le proprie strutture, ma questo non significa consentire ai vigilantes di compiere spedizioni punitive o addirittura pestaggi. C'è la sensazione che qualcuno voglia formentare il clima di allarmismo che si è venuto a creare e che ha per tema l'immigrazione. L'impegno di tutti - conclude Taddei - deve essere forte, per evitare che si ripetano episodi di intolleranza». Le denunce dei pestaggi sono state raccolte dai carabinieri. AUSL RAVENNA 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «NON è ammissibile che una banda più o meno organizzata di individ... 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Pag. 7 (diffusione:165207, tiratura:206221) La Wellness valley progetta il futuro Domani al Palazzo del Ridotto un confronto tra 19 aziende eccellenti LA WELLNESS VALLEY delineata da un'intuizione di Nerio Alessandri esiste già e interpreta la naturale vocazione della Romagna a fare dell'attenzione per la qualità della vita un valore sociale e un'opportunità di sviluppo. Il tema cruciale per il futuro del territorio sarà al centro del 3° workshop sul progetto 'Romagna Benessere' promosso dalla Wellness Foundation, in programma domani, a partire dalle 16.30 al Palazzo del Ridotto di Cesena (piazza Almerici 7, nel cuore del centro storico). IMPRESE, pubbliche amministrazioni, medici, Università, Scuola, Terme, imprenditori del turismo, realtà pubbliche e private della Romagna porteranno la loro testimonianza eccellente su come interpretano e declinano il tema del Wellness, ovvero della Salute e del Benessere della persona come responsabilità sociale. «Queste testimonianze eccellenti provano ciò che diciamo da tempo, cioè che la Wellness Valley c'è già ed è più concreta di quanto a volte riusciamo a vedere - commenta il presidente della Wellness Foundation Nerio Alessandri -. Cominciamo a raccogliere i frutti del lavoro cominciato nel 2002, quando con la Fondazione abbiamo proposto di fare della Romagna il primo distretto internazionale specializzato nella qualità della vita e nel benessere delle persone. La qualità della vita è il primo fattore su cui puntare per la crescita del territorio. Dal workshop deve uscire il messaggio che la Romagna lavora in squadra per mantenere il proprio primato nella Qualità della vita in Italia. In questa fase storica ed economica non possiamo permetterci divisioni o gelosie ma solo condivisione di obiettivi e strategie concrete». QUESTE le 19 realtà romagnole che porteranno la loro testimonianza eccellente al Workshop Wellness Valley, che si svolge in collaborazione con la Settimana del Buon Vivere: Ufficio Scolastico Provinciale, Ausl di Cesena, Comune di Cervia, Area Vasta Mobilità, Gal L'Altra Romagna, 'Muovi la vita' di Ravenna, Rimini Venture 2027, Bagni Fantini - Sportur, Almaverde, Amadori, Orogel, Cesena Calcio, Terme di Castrocaro, Rimini Terme, Coni Forlì-Cesena, Legacoop Forlì-Cesena, Unibo, Apt dell'Emilia Romagna, Irst. Image: 20111005/foto/1616.jpg AUSL RAVENNA 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ECONOMIA E BENESSERE WORKSHOP PROMOSSO DALLA FONDAZIONE PRESIEDUTA DA NERIO ALESSANDRI 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena Pag. 17 (diffusione:165207, tiratura:206221) «Meno campanili per affrontare meglio la crisi» CREARE una rete di competenze e risorse pubbliche per mettere punto interventi integrati con cui aiutare meglio le imprese ad affrontare la crisi economica. E' la sfida di una 'governance locale' raccolta dal sistema camerale e posta al centro della convention dei presidenti e dei segretari generali delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna, in programma oggi e domani all'Hotel Aurelia di Milano Marittima. «Ci attende un 2012 pieno di difficoltà. Questa situazione obbliga tutti - dice il presidente dell'ente di Ravenna, Gianfranco Bessi (foto) - a lavorare sul contenimento della spesa pubblica e sulla sua qualificazione. Servono politiche di area vasta, al di fuori di campanili». Image: 20111005/foto/1746.jpg AUSL RAVENNA 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONVENTION CAMERALE 05/10/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ed. Nazionale Pag. 19 (diffusione:165207, tiratura:206221) La rivincita della sanità Via al Rizzoli del Sud strappato alla mafia Valerio Baroncini BOLOGNA UNA GRANDE regione del Nord che lavora, con le sue forze, in una regione del Sud e per la gente del Sud. Mai accaduto prima in sanità. La strada la scava l'Istituto ortopedico Rizzoli stracciando un'antica (e dispendiosa) tradizione che vedeva i pazienti siciliani in una rotta obbligata verso Bologna e i luminari dell'ortopedia. Si chiama (chiamava) mobilità sanitaria, si traduce in un esborso milionario - dieci milioni di euro all'anno, almeno - che alla fine pesa sulle tasche dei cittadini, quindi di tutti noi. Con un'operazione senza precedenti, l'Istituto di ricerca scientifica abbarbicato sui colli bolognesi apre quindi una 'sede distaccata' a Bagheria. Sanità da miracoli: il Rizzoli della Trinacria s'adagia su Villa Santa Teresa, gioiello della sanità privata macchiato però da una collusione al sapor di mafia. In quella clinica s'è, forse, curato Bernardo Provenzano. DI SICURO i soldi di Michele Aiello, il re Mida della sanità siciliana, erano sporchi, se non legati a Binnu 'u tratturi. E a Bagheria, dov'è nato e dove lo chiamavano tutti 'l'ingegnere', Villa Santa Teresa era ormai un simbolo di quella sanità disastrata che riempie le cronache: nel 2003 era stata sequestrata e confiscata. Ora la rinascita. Celebrata ieri, dopo la firma di un protocollo d'intesa tra la Regione Siciliana e la Regione Emilia Romagna - firmato dai due presidenti, Raffaele Lombardo e Vasco Errani -, con una convenzione di 9 anni tra l'assessorato della Salute siciliano e lo Ior. «L'obiettivo è creare un centro ortopedico di eccellenza in Sicilia e ridurre la mobilità sanitaria», spiega il direttore generale del Rizzoli, Giovanni Baldi. Solo nel 2010, oltre mille pazienti siciliani si sono recati al Rizzoli di Bologna - con disagi per gli interessati e le famiglie legati al viaggio e alla permanenza lontano da casa - per l'assistenza specialistica di ortopedia e riabilitazione. E' UN TERREMOTO di novità. Cambio trasversale nella concezione della collaborazione fra istituzioni: in Sicilia sorge infatti un modernissimo dipartimento ortopedico di 84 posti letto, tre sale operatorie e cinque ambulatori per visite specialistiche. Il personale medico e infermieristico che lavorerà al Sud è dello Ior. Il costo per lo start up, a carico della Regione Siciliana, è di 3,9 milioni di euro; si stima che i costi di gestione ammonteranno per il primo anno d'attività a 14 milioni di euro e a circa 21 milioni all'anno quando la struttura sarà a regime. «Un'opportunità per crescere e scambiare competenze, rimettendo al centro la qualità di questo nostro Paese», commenta il governatore emiliano romagnolo Vasco Errani. FONDAMENTALE, ha aggiunto Errani, in tutto il percorso la collaborazione con la magistratura, «che ha portato a un risultato importantissimo per dare concretezza alla lotta e al contrasto alla mafia». Errani ha ribadito inoltre la necessità per l'Italia di «investire meglio e di più sulla salute: dobbiamo sviluppare la cultura dell'appropriatezza e di un corretto rapporto tra sociale e sanità, per dare risposte adeguate alle esigenze dei cittadini». In Sicilia c'era anche l'assessore Carlo Lusenti, che ha ereditato la gestione della sanità da Giovanni Bissoni: «Abbiamo fatto un lavoro comune per riconoscere i diritti delle persone e per dare qualità alle strutture sanitarie pubbliche. La convenzione siglata oggi rappresenta un primo passo rispetto al quale ci rendiamo disponibili ad ogni altra iniziativa che la Regione Siciliana vorrà proporre». Image: 20111005/foto/6069.jpg AUSL RAVENNA 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FIRMATA LA CONVENZIONE A PALERMO 05/10/2011 L Unita - Bologna Pag. 4 (diffusione:54625, tiratura:359000) PUBBLICO-PRIVATO Project financing in frenata Nei primi otto mesi 130 opere I dati Unioncamere: da inizio anno Modena e Ravenna prima di Bologna Esaurito il boom del fotovoltaico il volume d'affari cala da 360 a 135 milioni Le gare A bando soprattutto i servizi (69%), seguono le infrastrutture (21%) ADRIANA COMASCHI Questi i dati registrati Il "matrimonio" tra pubblico e privato in Emilia-Romagna non decolla. Almeno nei primi otto mesi del 2011. Invocato, "benedetto", sollecitato dalla stessa amministrazione comunale a Bologna, il partenariato tra municipi e aziende in realtà in regione segna il passo: tra gennaio ed agosto sono state messe a gara 130 opere pubbliche o infrastrutture, 37 in meno rispetto allo scorso anno. Ma soprattutto, si riduce a quasi un terzo il loro valore complessivo, in picchiata da 360 a 135 milioni. Così che l'EmiliaRomagna scende al 5 posto a livello nazionale per numero di infrastrutture così realizzate (dietro Lombardia, Campania, Toscana e Piemonte), da seconda che era e al 13 per volume d'affari (dal 3 posto). E Modena e Ravenna bissano il capoluogo regionale: l'una per numero di interventi, l'altra per capitali investiti. dall'Osservatorio regionale promosso da Unioncamere per fotografare lo stato di salute del partenariato pubblico privato (di cui il project financing è ormai quasi sinonimo, visto che ne è una delle forme più diffuse). La prima osservazione di Unioncamere è dunque che la crisi dei comuni, tra tagli e vincoli del Patto di stabilità ai bilanci, si estende a questo segmento di mercato. A questo si aggiunge un «ritorno alla normalità, dopo la continua crescita degli ultimi anni». E un 2010 trainato dal boom di installazioni di impianti fotovoltaici, ma anche dal completamento della Cispadana e dal bando, per ben 881 milioni, per la bretella Campogalliano - Sassuolo. In generale, nel 2011 le opere realizzate in project financing si diradano rispetto al totale delle infrastrutture messe a bando: nei primi otto mesi del 2011 siamo al 28% (rispetto al 34% del 2010). Altri indicatori: i principali committenti in Emilia-Romagna rimangono i comuni, con 102 gare per 64 milioni; seguono le Aziende speciali (Asl) con 7 bandi da 35 milioni. A gara vanno soprattutto servizi: 90 gare in otto mesi (un anno prima erano 101). La più grande di queste valeva 30 milioni, per la selezione del socio privato di Azimut SpA, società dei Comuni di Ravenna, Faenza, Cervia e Castel Bolognese che per 15 anni dovrà occuparsi di servizi cimiteriali, verde pubblico,manutenzione ma anche sosta. Seguono gli appalti di costruzione tradizionale (27 gare). Tra le province la parte del leone la fa Modena, dove si concentra il 31% degli interventi di partenariato. Ma Ravenna la batte quanto a risorse messe in moto, con opere per 37 milioni. Da queste cifre parte l'appello del presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati: che si debba puntare su ulteriori infrastrutture per l'associazione delle Camere di commercio è fuor di dubbio, il passo da compiere allora è «affidarsi al project financing». Foto: Il People Mover è una delle opere che dovrebbe essere fatta in project financing AUSL RAVENNA 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONTRO LA CRISI 05/10/2011 Corriere di Romagna - Rimini Pag. 11 Le Provincie dialogano su " area vasta " Allo studio una Conferenza economica territoriale per affrontare le sfide RIMINI. Favorire politiche di Area Vasta. E' l'obiettivo sancito nei giorni scorsi a Forlì in un incontro fra i presidenti delle Province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena: Claudio Casadio, Stefano Vitali e Massimo Bulbi. Punto di partenza: come tutelare le esigenze di coordinamento e programmazione del territorio. L'eventuale nuova forma che dovesse assumere l'ente Provincia - recita una nota - imporrà di procedere lungo le già consolidate direttrici di un dialogo relativo al coordinamento e alla programmazione di politiche di Area Vasta, che integrino maggiormente i territori, in cui - soprattutto a causa della crisi - stanno riemergendo con maggiore forza logiche campanilistiche o di chiusura. Quindi? «E' oggi ancora più importante proseguire nel percorso di condivisione, di politiche e strategie per rendere competitivo il territorio, ragionando al di fuori dei meri confini amministrativi, così come si è fatto per la sanità, per i trasporti, e si sta facendo e si potrà fare su altri temi strategici: dalla viabilità, alle scuole, al lavoro, alla gestione del sistema fieristico e aeroportuale fino all'agricoltura, al turismo e alla cultura del benessere. E' assoluta responsabilità predisporre una serie di incontri, che avranno lo scopo di intensificare il proficuo dialogo sul futuro dell'area sulla base delle caratteristiche dei singoli territori attraverso la costituzione di tavoli di lavoro che possano portare ad una Conferenza economica territoriale per affrontare le sfide del territorio e le esigenze di integrazione, efficienza e risparmio di cittadini e imprese». AUSL RAVENNA 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Incontro a Forlì fra i presidenti degli enti locali della Romagna. Parola d'ordine: parliamo e coordiniamoci 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 13 Ma le tensioni nel reparto restano La nuova organizzazione ha soltanto attenuato le frizioni tra i camici bianchi IMOLA. Ieri il primario Stefano Artuso ha insistito molto sul lavoro di équipe. Non a caso, viste le roventi polemiche di alcuni mesi fa. Allora, era gennaio, Alessandro Mirri (pdl) parlò apertamente di una «lotta interna» tra il primario «e il gruppo dei chirurghi più esperti. Una situazione - disse Mirri - che rischia di ripercuotersi sui servizi resi ai cittadini e su cui la direzione dell'azienda dovrebbe chiarire ma non lo fa». Stando alle parole di ieri di Artuso, le frizioni sembrerebbero rientrate, visto che ha parlato di «integrazione interna al reparto, anche grazie all'organizzazione in micro équipe per settore (chirurgia di urgenza, senologica, day surgery, ecc.), ma anche integrazione con le altre unità operative aziendali con cui vengono costruiti percorsi per patologia che garantiscono la presa in carico completa del paziente». In realtà la nuova organizzazione per ora ha avuto l'effetto di attenuare, ma non di risolvere definitivamente le tensioni con il nucleo storico dei medici del reparto, tensioni legate proprio alla gestione di Artuso. Insomma: il fuoco cova ancora sotto la cenere. Per capire meglio la situazione occorre fare un passo indietro e tornare al 2006, anno in cui il primario chirurgo di allora, Piermarco Pavanello, lasciò per raggiunti limiti di età. Un'eredità pesante per il suo successore, che giunse a Imola con buone referenze ma anche accompagnato da voci non certo straordinarie sulla sua capacità caratteriale di legare con i colleghi e fare squadra. Poi, a fine 2009, sembrò che Artuso (57 anni, esperienze al Sant'Orsola di Bologna e al Maggiore prima di passare a dirigere la Chirurgia generale dell'Ausl di Rimini) fosse in procinto di passare all'Ausl di Ravenna. Non se ne fece nulla. Ora la squadra riparte nel suo nuovo e rinnovato stadio con lo stesso allenatore. Alla ricerca dell'amalgama giusto per vincere il campionato, che poi consiste in un servizio sanitario di qualità per i cittadini. (mand) AUSL RAVENNA 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RETROSCENA 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 7 RAVENNA. La presunta tendopoli nell'area di Santa Maria del Torrione? Uno pseudo problema nato da una sorta di psicosi. Lo lascia intendere il direttore della Caritas diocesana, don Alberto Brunelli, spiegando che il "vero" problema sociale è invece l'assenza di un numero case popolari adeguata ai crescenti bisogni della gente in difficoltà. Per affrontarli, spiega, si è cercato di ovviare, almeno provvisoriamente, con i dormitori, il "Buon Samaritano", gestito dalla Parrocchia di San Rocco, e il "Re dei Girgenti" in via Mangagnina. «Anche a San Rocco si era data una regola: si può rimanere una settimana, 15 giorni, ma con l'andar del tempo questi limiti si sono un po' dilatati, e in alcuni casi si è trattato di soluzioni molto spesso definitive. Tant'è che spesso nel dormitorio dei Servizi sociali in via Mangagnina ci sono persone ferme da mesi e da anni. Il dormitorio diventa così la sostituzione di una casa popolare che non c'è. Ma non perché ci sono troppi "barboni" in giro, ma perché la struttura è occupata da persone che potrebbero invece avere una soluzione abitativa stabile. Poi ci sono alcune persone che durante l'inverno rimanevano fuori: con questi sbalzi di temperatura rischiamo di trovare qualcuno morto». In collaborazione con l'ente pubblico e le associazioni di volontariato, si è tentato pertanto di adottare alcune soluzioni tampone, fornendo ai dormitori sacchi a pelo termici in uso in alta montagna, o inviando le persone bisognose in alberghi a basso costo: i costi venivano pagati dai Servizi sociali, dalla Parrocchia di San Rocco oppure da una persona molto generosa. «Avevamo anche pensato che nelle notti più fredde la stazione ferroviaria potesse tenere aperta la sala d'aspetto. Il sindaco aveva presentato una richiesta alle Ferrovie dello Stato ma gli era stato risposto che era impossibile, nonostante il Comune avesse garantito u n'attività di vigilanza. Poi si è deciso di chiedere all 'Ausl l'utilizzo di due stanze di un edificio del quartiere Sant'Agata, ma la gente si è opposta vivacemente. In una riunione del Tavolo delle povertà prosegue don Alberto Brunelli - ci si è domandati come poter affrontare le situazioni di emergenza, e si era individuata l'idea della tenda smontabile provvisoria, per ospitare al massimo 10 persone. Avrebbe dovuto essere montata vicino alla sede di Mistral, associazione di protezione civile, in via Benaco, subito dopo la tangenziale, custodita e facilmente raggiungibile. Si trattava di una tenda con uno o più moduli, con una capienza limitata, non certo di una tendopoli, come erroneamente si è detto. Ma l'Ausl ha chiesto indietro la sede all'associazione per sue esigenze: in precedenza era stata concessa all'associazione per qualche anno. Così il Comune ha individuato un'altra sede, sulla Romea, nelle Bassette, in una zona molto trafficata». Le difficoltà non finiscono. «Io stesso ho fatto notare le difficoltà legate a questa prospettiva e don Claudio Giorgioni, parroco di Santa Maria del Torrione, si è offerto, molto generosamente, di poter far montare la tenda nel terreno parrocchiale di sua pertinenza. Ma, come si dice, il diavolo ci ha messo la coda e alcuni tunisini hanno pensato bene di accoltellarsi proprio in quella settimana. E' ovvio che non c'entrava niente la loro situazione con quella che stavamo affrontando, ma la gente si è spaventata, di Simone Ortolani AUSL RAVENNA 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lo sostiene il direttore della Caritas don Alberto Brunelli mentre cresce il numero di bisognosi, anche italiani 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 6 Contatti tra tutti gli enti romagnoli per dare risposte al territorio risparmiando RAVENNA. In attesa di nuovi assetti istituzionali, lontani dalle polemiche del dibattito nazionale sull'abolizione delle Province, i presidenti degli enti territoriali provinciali romagnoli - Claudio Casadio per Ravenna, Stefano Vitali per Rimini e Massimo Bulbi per Forlì-Cesena - hanno avviato una serie di contatti per costruire azioni di governo in una logica di area vasta. Nei giorni scorsi a Forlì i tre presidenti hanno stilato un calendario di incontri per intensificare il dialogo sul futuro dei singoli territori e costituire dei tavoli di lavoro preparatori in vista della creazione di una conferenza economica territoriale. Un'opportunità per affrontare, insieme al sistema delle rappresentanze economiche e sociali, le necessità del territorio, le esigenze di efficienza e risparmio di cittadini e imprese. I presidenti lavoreranno per scongiurare logiche di campanile e per garantire ai territori un livello intermedio di governo, che agisca da raccordo tra i Comuni e la Regione e coordini e pianifichi le politiche e le azioni di cosiddetta area vasta così come sembra muoversi il disegno di legge di riordino degli enti locali. «Per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini - si legge in una nota - è oggi ancora più importante proseguire nel percorso di condivisione, di politiche e strategie per rendere competitivo il territorio, ragionando al di fuori dei meri confini amministrativi, così come si è fatto per la sanità, per i trasporti, e si sta facendo e si potrà fare su altri temi strategici: dalla viabilità alle scuole, al lavoro, alla gestione del sistema fieristico e aeroportuale fino all'agrico ltura, al turismo e alla cultura del benessere». Priorità ribadite dal presidente Claudio Casadio che auspica l'apertura di una riflessione anche con il mondo economico in settori come il turismo e l'agricoltura. «Penso che un ambito territoriale con più di un milione di abitanti abbia un peso politico e un potere contrattuale maggiore nel confronto con la Regione per esempio nella sanità. Oggi è più facile trovare terreni comuni di condivisione che ostacoli. L'impegno preso viene dalla volontà comune e non da un obbligo istituzionale». Al di là delle dichiarazioni di intenti e delle assunzioni di responsabilità i rappresentanti dei tre enti hanno individuato come obiettivo prioritar i o l ' a c c r e s c i m e n t o dell'efficienza in direzione della semplificazione amministrativa, sempre più invocata dalle imprese, strette nella fitta rete delle certificazioni e delle autorizzazioni, fond amentali per la loro attività, ma che richiede ancora tempi non in linea con quelli della produzione. È questa la sfida al centro della convention in programma oggi e domani all'Hotel Aurelia di Milano Marittima, promossa dalle Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna. Nelle due giornate di lavoro, coordinate da Unioncamere Emilia-Romagna con la collaborazione della Camera di Commercio di Ravenna, si individueranno le modalità per ricercare economie di scala attraverso lo sviluppo della gestione associata delle competenze e dei servizi, in un confronto aperto tra le istituzioni. «La considerazione di fondo è che la crisi economica è ben lontana dall'essere risolta commenta il presidente della Camera di Commercio ravennate Gianfranco Bessi. Ci attende un 2012 pieno di difficoltà. Servono politiche di area vasta al di fuori di campanilismi: solo con uno sforzo comune e integrato p otremmo fronteggiare la pesante recessione che ci aspetta». Nella tavola rotonda di apertura verranno approfondite proprio le prospettive di una nuova governance territoriale in Emilia-Romagna da c ostruire "dal basso", prefigurando una riorganizzazione degli enti intermedi a livello territoriale. Si parlerà poi di legalità e trasparenza dell'economia, di promozione delle reti di impresa e di programmi integrati di internazionalizzazione. Una sessione dei lavori sarà invece dedicata ai protocolli di collaborazione sottoscritti dagli enti camerali regionali per utilizzare le aziende speciali come punti di specializzazione di tutta la rete. «È un'opportunità e un dovere per tutti gli enti pubblici realizzare programmi integrati adottando logiche di intervento di area vasta ha sottolineato il president e U n i o n c a m e r e E m ilia-Romagna Carlo Alberto Roncarati - per contribuire ad avviare una nuova fase di sviluppo in ambito regionale». Molto attesi alla convention gli interventi del presidente e segretario generale di Unioncamere Italia Ferruccio Dardanello e Claudio Gagliardi,che presenteranno le strategie nazionali del sistema camerale sui programmi integrati per l'internazion alizzazione e la gestione associata delle competenze. La Camera di commercio AUSL RAVENNA 21 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Un tavolo di lavoro per la "macro-provincia" 05/10/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 6 Servizi con la regia unica Convention di due giorni all'Hotel Aurelia di Milano Marittima RAVENNA. Due giornate di lavoro per mettere a fuoco le strategie di una governance territoriale di area vasta e per la gestione associata delle competenze e dei servizi in Emilia-Romagna. AUSL RAVENNA 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CAMERA DI COMMERCIO 05/10/2011 Corriere di Romagna - Forlì Pag. 3 I presidenti puntano a dare vita ad una Conferenza economica territoriale FORLÌ. Tavoli di lavoro per arrivare ad una «Conferenza economica territoriale che, insieme alle rappresentanze economiche e sociali, individui le sfide del territorio e le esigenze di integrazione, efficienza e risparmio di cittadini e imprese». Ecco l'esito dell'incontro tra i presidenti delle Province di Ravenna, ForlìCesena e Rimini rispettivamente Claudio Casadio, Massimo Bulbi e Stefano Vitali svoltosi nei giorni scorsi a Forlì con l'obiettivo di «creare un collegamento e favorire un dibattito concreto sui futuri assetti istituzionali che favoriscono politiche di area vasta», quelle cioè destinate ad abbracciare tutta la Romagna. I tre presidenti, a fronte di un futuro che dovrebbe veder scomparire le loro Amministrazioni, rivendicano «il decisivo ruolo esercitato nelle politiche di sviluppo dei rispettivi territori negli ultimi decenni. Giusto, quindi, porsi l'interrogativo di come tutelare le esigenze di coordinamento e programmazione, per favorire uno sviluppo del territorio omogeneo e coerente, dal momento che, anche nel disegno di legge, si conferma la necessità di un livello sovra-comunale che raccordi Comuni e Regione, pianificando le azioni di Area Vasta». L'appello è quello alla «condivisione di politiche e strategie per rendere competitivo il territorio, ragionando fuori dei meri confini amministrativi, così come si è fatto per sanità e trasporti, e si sta facendo su viabilità, scuole, sistema fieristico e aeroportuale, agricoltura, turismo e cultura del benessere». La strada è quella di una «semplificazione amministrativa che favorisca le imprese, ora bloccate da varie certificazioni e autorizzazioni, fondamentali per la loro attività che richiedono tempi non in linea con quelli della produzione». AUSL RAVENNA 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le tre Province guardano alla Romagna 05/10/2011 L'Informazione di Bologna Pag. 16 Alla ricerca di una governance territoriale Convention di Unioncamere sulla gestione associata delle competenze di commercio di Ravenna, si metteranno a fuoco le strategie per una governance territoriale di area vasta e per lo sviluppo della gestione associata delle competenze, in un confronto aperto alle istituzioni. Nella tavola rotonda di apertura verranno subito approfondite le prospettive di una nuova governance territoriale in EmiliaRomagna da costruire "dal basso" prefigurando una riorganizzazione degli enti intermedi a livello territoriale, senza aspettare passivamente che proceda, con tempi tutti da decifrare, il disegno di riforma costituzionale presentato dal Governo Gestire con crescente efficienza ed efficacia le risorse pubbliche, perseguendo economie di scala e maggiore specializzazione attraverso la gestione associata di competenze e servizi e il potenziamento della collaborazione con gli altri enti pubblici, per garantire interventi integrati più idonei ad elevare il livello di competitività delle imprese. E' questa la sfida raccolta dal sistema camerale e posta al centro della Convention dei Presidenti e dei Segretari Generali delle Camere di commercio dell'Em il iaRomagna, in programma oggi e domani a Milano Marittima e finalizzato alla soppressione delle Province. Nel prosieguo del programma dei lavori si parlerà di legalità e trasparenza nell'economia, di promozione delle reti di impresa, di programmi integrati di internazionalizzazione, per far fronte ai problemi operativi derivanti dalla soppressione dell'ICE. Una sessione dei lavori sarà riservata ai protocolli di collaborazione sottoscritti dagli enti camerali dell'Emi lia- Rom agna per utilizzare le aziende speciali come punti di specializzazione di tutta rete regionale,a supporto dei programmi integrati di intervento. AUSL RAVENNA 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggi e domani a Milano Marittima le Camere di Commercio fanno il punto sul tema 05/10/2011 La Voce di Romagna - Rimini Pag. 16 (diffusione:30000) "La costituzione di tavoli di lavoro che possano portare ad una 'Conferenza economica territoriale' per affrontare, insieme al sistema delle rappresentanze economiche e sociali, le sfide del territorio e le esigenze di integrazione, efficienza e risparmio di cittadini e imprese". Questo l'obiettivo che il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali insieme ai colleghi di Ravenna Claudio Casadio e di Forlì-Cesena Massimo Bulbi si sono dati in un incontro svolto nei giorni scorsi a Forli'. Alla luce del riordino costituzionale degli enti locali contenuto nell'ultima manovra del Governo, gli amministratori romagnoli puntano anzitutto a rafforzare le politiche di Area Vasta contro i "campanili". "L'incontro- si legge in un testo congiunto - è un ulteriore passo avanti per creare un collegamento e favorire un dibattito concreto sui futuri assetti istituzionali, che favoriscono politiche di Area Vasta". L'eventuale nuova forma che dovesse assumere l'ente Provincia imporrà comunque di procedere "lungo le già consolidate direttrici di un dialogo relativo al coordinamento e alla programmazione di politiche di Area Vasta". Politiche "che integrino maggiormente i territori, in cui, soprattutto a causa della crisi, stanno riemergendo con maggiore forza logiche campanilistiche o di chiusura". "La Conferenza economica territoriale" risulta utile per contribuire a raggiungere "quella semplificazione amministrativa che sempre più chiedono le imprese". AUSL RAVENNA 25 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Area sempre più Vasta 05/10/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 13 (diffusione:30000) RAVENNA - "La costituzione di tavoli di lavoro che possano portare ad una 'Conferenza economica territoriale' per affrontare le sfide del territorio e le esigenze di integrazione, e+cienza e risparmio di cittadini e imprese". Questo l'obiettivo che i tre presidenti Pd delle Province romagnole - Claudio Casadio (Ravenna), Massimo Bulbi (Forli'-Cesena) e Stefano Vitali (Rimini) - si sono dati in un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Forlì. Alla luce del riordino costituzionale degli enti locali contenuto nell'ultima manovra del Governo, gli amministratori romagnoli puntano anzitutto a ra)orzare le politiche di Area Vasta contro i "campanili" che sulle grandi partite (aeroporti, Fiere, Università, sanità) stanno riemergendo "con maggiore forza", avvisano i presidenti romagnoli. "L'incontro - si legge in un testo firmato dai tre presidenti - è un ulteriore passo avanti per creare un collegamento e favorire un dibattito concreto sui futuri assetti istituzionali, che favoriscono politiche di Area Vasta". "Responsabilità vuole- concordano Casadio, Bulbi e Vitali - che ci si ponga dunque l'interrogativo di come tutelare le esigenze di coordinamento e programmazione del territorio". Questo dal momento che, anche all'interno del disegno di legge, "si conferma la necessità per i territori di un livello intermedio, sovra-comunale, che agisca da raccordo tra i Comuni e la Regione". L'eventuale nuova forma che dovesse assumere l'ente Provincia imporrà comunque di procedere "lungo le già consolidate direttrici di un dialogo relativo al coordinamento di politiche di Area Vasta", osservano i tre amministratori. La Conferenza economica territoriale risulta utile, secondo le Province della Romagna, per contribuire a raggiungere "la semplificazione amministrativa che sempre più chiedono le imprese". AUSL RAVENNA 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RAVENNA - "La costituzione di tavoli... 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 41 (diffusione:30000) La convention 2011 dei presidenti e segretari generali delle Camere di Commercio dell'Emilia Romagna è in programma oggi e domani all'hotel Aurelia di Milano Marittima. Si tratterà di un confronto con le altre istituzioni su come costruire "dal basso" una governance territoriale di area vasta e sulle modalità per ricercare economie di scala attraverso lo sviluppo della gestione associata delle competenze e dei servizi. Per l'occasione interverrà il presidente di Unioncamere italiana, Ferruccio Dardanello. Nelle due giornate di lavoro, coordinate da Unioncamere Emilia Romagna, con la collaborazione della Camera di Commercio di Ravenna, si metteranno a fuoco le strategie per una governance territoriale di area vasta e per lo sviluppo della gestione associata delle competenze. Nel prosieguo del programma si parlerà di legalità e trasparenza nell'economia, di promozione delle reti di impresa, di programmi integrati di internazionalizzazione, per far fronte ai problemi operativi derivanti dalla soppressione dell'Ice. AUSL RAVENNA 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Focus Camera di Commercio 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 38 (diffusione:30000) 19 realtà si fanno portavoce della naturale vocazione della Romagna Sono le realtà locali che hanno fatto della Salute e della qualità della vita la loro missione le protagoniste del 3° workshop "Wellness Valley Romagna Benessere" in programma per domani alle 16,30 al palazzo del Ridotto. L'iniziativa è promossa dalla Wellness Foundation di Nerio Alessandri, fondatore della Technogym, e chiama a testimoniare le realtà pubbliche e private della Romagna su come interpretano il tema della Salute e del Benessere della persone come responsabilità sociale. Diciannove realtà che si fanno portavoce della naturale vocazione della Romagna ad essere la terra dove la qualità della vita è un valore sociale oltre che una straordinaria opportunità di progresso e di sviluppo economico. "Queste testimonianze eccellenti provano ciò che diciamo da tempo, cioè che la Wellness Valley c'è già ed è più concreta di quanto riusciamo a vedere - commenta il Presidente della Wellness Foundation Nerio Alessandri -. Cominciamo a raccogliere i frutti del lavoro iniziato nel 2002, quando con la Fondazione abbiamo proposto di fare della Romagna il primo distretto internazionale specializzato nella qualità della vita e nel benessere delle persone. In tutti questi anni si sono moltiplicate spontaneamente decine di iniziative che hanno messo al centro la salute come responsabilità sociale. Dal workshop deve uscire il messaggio che la Romagna lavora in squadra per mantenere il proprio primato". Queste le 19 realtà che porteranno la loro testimonianza: U2cio Scolastico Provinciale di ForlìCesena, A.usl di Cesena, Comune di Cervia Milano Marittima, Area Vasta Mobilità, GAL L'Altra Romagna, "Muovi la vita" di Ravenna, Rimini Venture 2027, Bagni Fantini - Sportur, Almaverde, Amadori, Orogel, Cesena Calcio, Terme di Castrocaro, Rimini Terme, CONI Forlì-Cesena, Legacoop ForlìCesena, Unibo, APT dell'Emilia Romagna, IRST. AUSL RAVENNA 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOMANI 3° WORKSHOP "WELLNESS VALLEY ROMAGNA BENESSERE" 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 13 (diffusione:30000) FORLÌ Formare una'Conferenza economica territoriale' per affrontare "le sfide del territorio e le esigenze di integrazione, efficienza e risparmio di cittadini e imprese". Questo l'obiettivo che i tre presidenti Pd delle Province romagnole - Claudio Casadio (Ravenna), Massimo Bulbi (Forlì-Cesena) e Stefano Vitali (Rimini)- si sono formalmente dati in un incontro svoltosi nei giorni scorsi a Forlì. Alla luce del riordino costituzionale degli enti locali contenuto nell'ultima manovra del Governo, gli amministratori romagnoli insistono sulle politiche di area vasta, lanciandole contro i "campanilismi" che sulle grandi partite (aeroporti, Fiere, Università, sanità) stanno riemergendo "con maggiore forza", avvisano i presidenti romagnoli. "L'incontro - si legge in un testo congiunto dei tre presidenti - è un ulteriore passo avanti per creare un collegamento e favorire un dibattito concreto sui futuri assetti istituzionali, che favoriscono politiche di Area Vasta". "Responsabilità vuole concordano Casadio, Bulbi e Vitali - che ci si ponga l'interrogativo di come tutelare le esigenze di coordinamento e programmazione del territorio, per favorire un suo sviluppo omogeneo e coerente". Questo dal momento che, anche all'interno del disegno di legge, "si conferma la necessità per i territori di un livello intermedio, sovra-comunale, che agisca da raccordo tra i Comuni e la Regione e coordini e pianifichi le politiche e le azioni di cosiddetta Area Vasta". Per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, dunque, "è oggi ancora più importante proseguire nel percorso di condivisione, di politiche e strategie per rendere competitivo il territorio, ragionando al di fuori dei meri confini amministrativi, così come si è fatto per la sanità, per i trasporti, e si sta facendo e si potrà fare su altri temi strategici: dalla viabilità, alle scuole, al lavoro, alla gestione del sistema fieristico e aeroportuale fino all'agricoltura, al turismo e alla cultura del benessere", proseguono Casadio, Bulbi e Vitali, che vedono nella Conferenza economica "quella semplificazione amministrativa che sempre più chiedono le imprese e che troppo spesso ancora le frena in una miriade di certificazioni e autorizzazioni". AUSL RAVENNA 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I presidenti delle Province vogliono tirar giù il campanile 05/10/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 13 (diffusione:30000) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna annunciano una... Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna annunciano una conferenza per le politiche di area vasta AUSL RAVENNA 30 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - CentroNord - N.36 - 5 Ottobre 2011 Pag. 15 (diffusione:58140, tiratura:211140) REA SPA DI ROSIGNANO MARITTIMO Indirizzo: Sede - Località Le Morelline, 2 - 57016 Rosignano Marittimo (Li) Oggetto: Procedura aperta. Gara lotto 6 - Ampliamento discarica controllata di Scapigliato in frazione Castelnuovo della Misericordia. Opere interconnesse con il lotto 5: lotto n. 6 e nuovo impianto di sollevamento e stoccaggio di percolato. Categoria: OG12, OG1, OG6, OS21, OS30. Importo: 4.844.775,19. Zona lavori: Livorno. Termine: 03/11/2011 COMUNE DI CERVIA Indirizzo: Ufficio Protocollo - Piazza G. Garibaldi, 1 - 48015 Cervia (Ra) Oggetto: Procedura aperta. Progettazione esecutiva, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e realizzazione dei lavori, previa acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta, per la realizzazione dell'ampliamento della Rsa Busignani nel comune di Cervia congiunto a trasferimento di bene immobile. Categoria: OG1, OG11 Importo: 2.230.000,00. Zona lavori: Ravenna. Termine: 01/12/2011 COMUNE DI LUGO Indirizzo: Ufficio Protocollo - Piazza dei Martiri, 1 - 48022 Lugo (Ra) Oggetto: Procedura aperta. Progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione per l'intera durata della tariffa incentivante dell'impianto fotovoltaico di potenza pari a 999,99 KWP nell'area industriale di Lugo. Categoria: OG9 Importo: 2.170.000,00. Zona lavori: Ravenna. Termine: 24/10/2011 COMUNE DI PRATO Indirizzo: Sede - Piazza del Comune, 2 - 59100 Prato Oggetto: Procedura aperta. Gara 527 - Realizzazione dell'asse delle industrie nord-sud, svincolo San Paolo Galciana - Fase 2B2 - Opere strutturali e stradali. Categoria: OG3 Importo: 2.160.900,00. Zona lavori: Prato. Termine: 20/10/2011 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA Indirizzo: Sede - via Banchi di Sotto, 55 - 53100 Siena Oggetto: Procedura aperta. Servizio per la manutenzione integrata comprendente la manutenzione delle centrali termiche e incarico di terzo responsabile, la manutenzione degli impianti meccanici e dei gruppi frigoriferi, le porte Rei ed estintori, gli impianti di protezione antincendio, gli impianti di distribuzione gas tecnici, le cabine elettriche di trasformazione e i quadri elettrici, gli impianti ascensore e la manutenzione edilizia in genere, a servizio dell'edificio sede del Polo scientifico S. Miniato in via De Gasperi, 2, Siena. Categoria: OG1, OG11, OS28, OS30 Importo: 2.135.000,00. Zona lavori: Siena. Termine: 07/11/2011 ISTITUZIONI RIUNITE OPERE LAICHE LAURETANE E PIA CASA HERMES DI LORETO Indirizzo: Sede - via S Francesco, 52 - 60025 Loreto (AN) Oggetto: Lavori di ampliamento e ristrutturazione casa di riposo Casa Hermes 2° lotto - I stralcio. Categoria: OG1 Importo: 1.978.237,21. Zona lavori: Ancona. Termine: 09/11/2011 ADF SPA - SOC. AEROPORTO FIRENZE Indirizzo: Sede - via del Termine, 11 - 50127 Firenze AUSL RAVENNA 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BANDI E APPALTI: LA TOP TEN DELLA SETTIMANA 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - CentroNord - N.36 - 5 Ottobre 2011 Pag. 15 (diffusione:58140, tiratura:211140) AUSL RAVENNA 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggetto: Procedura aperta. Fornitura e posa in opera di un impianto di smistamento bagagli presso l'Aeroporto di Firenze. Categoria: Non specificata Importo: 1.792.094,00. Zona lavori: Firenze. Termine: 24/11/2011 ERAP DELLA PROVINCIA DI MACERATA Indirizzo: Sede - via Lorenzoni, 167 - 62100 Macerata Oggetto: Procedura aperta. Lavori di realizzazione di n. 12 alloggi di edilizia residenziale pubblica in via Lombardia - Località Porto Potenza Picena - del comune di Potenza Picena (MC). Categoria: Non specificata Importo: 1.438.427,90. Zona lavori: Macerata. Termine: 24/10/2011 AZIENDA SANITARIA USL 13 ASCOLI P. Indirizzo: Sede - via degli Iris, 6 - 63100 Ascoli Piceno (AP) Oggetto: Procedura aperta. Progettazione esecutiva e realizzazione del reparto di medicina nucleare al piano seminterrato e rialzato dell'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno. Categoria: Non specificata Importo: 1.091.737,96. Zona lavori: Ascoli Piceno. Termine: 24/10/2011 AZIENDA SANITARIA USL 3 PISTOIA Indirizzo: Supporto tecnico amministrativo della Zona Distretto Valdinievole - Piazza XX Settembre, 22 51017 Pescia (PT) Oggetto: Procedura aperta. Lavori di restauro dell'antico ospedale del Ceppo di Pistoia - Lotto 2a. Categoria: OG2, OS2, OS3, OS28, OS30 Importo: 1.089.336,70. Zona lavori: Pistoia. Termine: 18/10/2011 Editrice Il Sole 24 Ore Il settimanale dedicato ad appalti urbanistica e progettazione IN COLLABORAZIONE CON EDILIZIA E TERRITORIO 05/10/2011 L'Informazione - Modena Pag. 26 Alla ricerca di una governance territoriale Convention di Unioncamere sulla gestione associata delle competenze (Hotel Aurelia). Nelle due giornate di lavoro coordinate da Carlo Alberto Roncarati ( nella foto ), presidente dell' Unioncame re Emilia-Romagna, che ha organizzato l'evento con la collaborazione della Camera di commercio di Ravenna, si metteranno a fuoco le strategie per una governance territoriale di area vasta e per lo sviluppo della gestione associata delle competenze, in un confronto aperto alle istituzioni. Nella tavola rotonda di apertura verranno subito approfondite le prospettive di una nuova governance territoriale in EmiliaRomagna da costruire "dal basso" prefigu rando una riorganizzazione degli enti intermedi a livello territoriale, senza aspettare passivamente che proceda, con tempi tutti da decifrare, il disegno di riforma costituzionale presentato dal Governo e finalizzato alla soppressione delle Province. Nel prosieguo del programma dei lavori si parlerà di legalità e trasparenza nell'eco nomia, di promozione delle reti di impresa, di programmi integrati di internazionalizzazione, per far fronte ai problemi operativi derivanti dalla soppressione dell'ICE. Una sessione dei lavori sarà riservata ai protocolli di collaborazione sottoscritti dagli enti camerali dell'E m i li a - Ro m agna per utilizzare le aziende speciali come punti di specializzazione di tutta rete regionale, a supporto dei programmi integrati di intervento. AUSL RAVENNA 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Oggi e domani a Milano Marittima le Camere di Commercio fanno il punto sul tema 05/10/2011 La Cronaca Di Piacenza Pag. 7 (diffusione:5093) Gestire con crescente efficienza ed efficacia le risorse pubbliche, perseguendo economie di scala e maggiore specializzazione attraverso la gestione associata di competenze e servizi e il potenziamento della collaborazione con gli altri enti pubblici, per garantire interventi integrati più idonei ad elevare il livello di competitività delle imprese. E' questa la sfida raccolta dal sistema camerale e posta al centro della Convention dei presidenti e dei segretari generali delle Camere di commercio dell'Emilia-Romagna, in programma oggi e domani a Milano Marittima (Hotel Aurelia). Nelle due giornate di lavoro coordinate da Carlo Alberto Roncarati, presidente dell' Unioncamere Emilia-Romagna, che ha organizzato l'evento con la collaborazione della Camera di commercio di Ravenna, si metteranno a fuoco le strategie per una governance territoriale di area vasta e per lo sviluppo della gestione associata delle competenze, in un confronto aperto alle istituzioni. Nella tavola rotonda di apertura verranno subito approfondite le prospettive di una nuova governance territoriale in Emilia-Romagna da costruire "dal basso" prefigurando una riorganizzazione degli enti intermedi a livello territoriale, senza aspettare passivamente che proceda, con tempi tutti da decifrare, il disegno di riforma costituzionale presentato dal Governo e finalizzato alla soppressione delle Province. Nel prosieguo del programma dei lavori si parlerà di legalità e trasparenza nell'economia, di promozione delle reti di impresa, di programmi integrati di internazionalizzazione, per far fronte ai problemi operativi derivanti dalla soppressione dell'Ice. Una sessione dei lavori sarà riservata ai protocolli di collaborazione sottoscritti dagli enti camerali dell'Emilia-Romagna per utilizzare le aziende speciali come punti di specializzazione di tutta rete regionale, a supporto dei programmi integrati di intervento. «In questa fase economica così difficile - sottolinea il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati - le Camere di commercio sono impegnate a cogliere la sfida che passa dalla ricerca di economie di scala attraverso la gestione associata di competenze e servizi, all'impostazione di programmi integrati di intervento. Sono sicuro che dall'incontro di Milano Marittima uscirà rafforzata la spinta ad attivare strumenti intercamerali condivisi, a potenziare gli interventi congiunti con gli altri enti pubblici finalizzati ad elevare la competitività e il livello di internazionalizzazione delle imprese dell'Emilia-Romagna. E' un'opportunità e un dovere per tutti gli enti pubblici, realizzare programmi integrati adottando logiche di intervento di area vasta, per contribuire ad avviare una nuova fase di sviluppo in ambito regionale». In queste direzioni sono indirizzate le linee triennali di Unioncamere Emilia-Romagna che saranno illustrate dal presidente Roncarati. Sono molto attesi i contributi del presidente e del segretario generale di Unioncamere Italiana, Ferruccio Dardanello e Claudio Gagliardi che presenteranno le strategie nazionali del sistema camerale sui programmi integrati per l'internazionalizzazione e sulla gestione associata delle competenze. AUSL RAVENNA 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A Milano Marittima la convention dei presidenti delle Camere di commercio SANITÀ NAZIONALE 26 articoli 05/10/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 8 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Avevo perso le mani Ora accarezzo i miei figli» A un anno dal trapianto, Carla può usare gli arti al 25% Ogni giorno è una nuova conquista: riesco a sollevare piccoli pesi, afferro il telecomando, digito sul telefonino Rosella Redaelli Voleva tornare a stringere i suoi figli, sentire il calore della loro pelle, accarezzarli. Adesso Carla Mari - la prima donna in Italia ad aver subito un trapianto bilaterale di mani - riesce addirittura a dar loro «dei bei pizzicotti». A un anno dall'intervento che le ha cambiato la vita è lei stessa a raccontare le piccole conquiste di questi mesi. Lo fa con accanto il marito Giovanni e Massimo Del Bene, il direttore della chirurgia Plastica e Ricostruttiva del San Gerardo di Monza che l'ha operata. «Ogni giorno è una nuova conquista, ora riesco a sollevare piccoli pesi, afferro il telecomando, digito i numeri sul telefonino, riesco a pettinarmi e a lavarmi da sola. La cosa più bella è riuscire a stringere la mano delle persone che incontro perché quando avevo le protesi a pinza vedevo l'imbarazzo negli occhi della gente». I progressi nei movimenti e nella sensibilità delle mani di questa donna della provincia di Varese, costretta a subire l'amputazione di mani e piedi nel 2007 a causa di una grave infezione, sono stati registrati grazie ad una risonanza magnetica funzionale che localizza le varie funzioni del cervello nell'esecuzione di piccoli movimenti o sfiorando le mani con uno spazzolino. «Dalle immagini realizzate a quindici giorni dall'intervento e nei giorni scorsi - ha spiegato Del Bene possiamo capire che c'è già stato un recupero di oltre il 25% della funzionalità delle mani. La mano destra è più sensibile della sinistra, mentre la sinistra si muove meglio, ma i progressi sono continui grazie agli esercizi di riabilitazione due volte alla settimana e ai "compiti a casa" che la signora Carla esegue con grande diligenza». C'è un altro aspetto positivo di questo trapianto effettuato nella notte tra l'11 e il 12 ottobre dello scorso anno: «Per la prima volta - prosegue il primario - abbiamo utilizzato le cellule staminali prelevate dal midollo osseo della paziente per la loro funzione antirigetto. Le abbiamo iniettate nelle ventiquattro ore successive al trapianto e quindici giorni dopo e abbiamo avuto dei risultati sorprendenti: la paziente è l'unica trapiantata al mondo ad utilizzare solo due farmaci immunosoppressori invece di tre e a dosi molto meno elevate. Questo vuol dire che, seguendo questa strada, in futuro le possibilità di trapianto saranno estese a molte più persone che oggi non possono sopportare le cure antirigetto per i loro effetti collaterali». Intanto al San Gerardo c'è già un prossimo candidato per un nuovo trapianto bilaterale: «Prima di arrivare al trapianto - conclude Del Bene - bisogna affrontare un percorso molto lungo per valutare, oltre allo stato di salute, anche il quadro psicologico del paziente che deve riuscire ad accettare i nuovi arti come suoi». Resta ancora un sogno da realizzare per Carla Mari: «Mi piacerebbe tornare a cucinare e ad impastare la pizza per la mia famiglia. Per ora mi allevo con la plastilina, credo che non manchi molto per vedermi di nuovo ai fornelli». RIPRODUZIONE RISERVATA La rinascita La malattia Nel 2007 una donna della provincia di Varese era stata costretta a subire l'amputazione di mani e piedi a causa di una grave infezione Il trapianto Lo scorso anno la paziente era stata sottoposta al trapianto bilaterale di mani nell'unità di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell'ospedale San Gerardo di Monza La tecnica Contro il rigetto è stata utilizzata per la prima volta l'iniezione di cellule staminali prelevate dal midollo osseo della paziente: SANITÀ NAZIONALE 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia I chirurghi: contro il rischio di rigetto abbiamo usato per la prima volta cellule staminali della paziente 05/10/2011 Corriere della Sera - Milano Pag. 8 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ridotti i farmaci immunosoppressori Foto: Oggi Carla Mari mostra la mobilità riconquistata delle mani trapiantate Foto: Un anno fa Carla Mari dopo il trapianto SANITÀ NAZIONALE 37 05/10/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) Il piano rivisto è stato inviato l'altro ieri. Prevede una serie di integrazioni all'offerta vincolante inviata il 14 settembre scorso per il salvataggio dell'ospedale San Raffaele di Milano. Firmatari i due potenziali acquirenti della struttura fondata da Don Luigi Verzè, cioè lo Ior (la banca vaticana) e l'imprenditore Vittorio Malacalza. Una documentazione che farà parte del più corposo dossier che il prossimo 10 ottobre verrà presentato al Tribunale di Milano per la domanda di concordato. Il tempo a disposizione è ormai agli sgoccioli. Il 12 ottobre è infatti fissata l'udienza davanti al Tribunale fallimentare per discutere la richiesta di fallimento presentata dalla Procura di Milano. I consulenti della Fondazione Monte Tabor sperano di riuscire però a convincere il giudice sull'opportunità del concordato. Nella nuova documentazione, predisposta in questi giorni, gli aspetti più salienti riguardano la composizione del consiglio della nuova Fondazione e le modalità di esecuzione dell'aumento di capitale. (C.Fe.) SANITÀ NAZIONALE 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato San Raffaele: Malacalza e Ior aggiustano il piano 05/10/2011 La Repubblica - Napoli Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Costretta a letto per la distrofia l'Asl non ha la tecnologia per curarla Lo specialista "Senza questo apparecchio è ancora più invalida" GIUSEPPE DEL BELLO A 31 anni soffre di una malattia cronica ed è collegata a un ventilatore 24 ore su 24. Ma la Asl non le passa la tecnologia idonea. Un diniego che la costringe a casa dove un'apparecchiatura fissa le consente di respirare, ma la priva dell'autonomia. La storia di Valeria è quella di una ragazza nata con una malattia congenita, la "distrofia muscolare dei cingoli". Significa debolezza che coinvolge soprattutto bacino e articolazione della spalla. I sintomi rivelano difficoltà ad alzare braccia, sollevare pesi, fare le scale, alzarsi da terra, correre. «Da bambina», ricorda oggi Valeria, «ho avuto una vita normale fino a 11 anni, quando fui sottoposta a intervento correttivo alla schiena per la scoliosi». Da allora sono iniziati i problemi che, però, non le impediscono di frequentare la scuola e, successivamente, di laurearsi con 110 e lode in lingue. «Poi, nel 2006, ho avuto una terribile broncopolmonite», continua, «un virus micidiale che mi stava uccidendo. Sono stata sei mesi in coma e mi sono salvata solo grazie ai medici del Monaldi». Negli ultimi due anni le sue condizioni migliorano, ma Valeria è ancora segregata in casa, mentre dallo Stato percepisce 240 euro di pensione. Eppure basterebbe una tecnologia dalle dimensioni ridotte per restituirle un minimo di indipendenza e dignità. «In casa abbiamo due ventilatori che pesano 20 chili l'uno e sono adatti a chi è a letto», aggiunge il padre, «ma l'anno scorso Giuseppe Fiorentino (specialista in malattie respiratorie del Monaldi, ndr) ha individuato un apparecchio adatto a Valeria che pesa solo 7-8 chili, con una batteria che dura 4 ore. Non è poco per una paziente che si "stacca" dal ventilatore solo quando fa la terapia o l'aerosol. «La Napoli 1», riferisce Fiorentino, «dispone solo di quattro tipi di ventilatori, ma nessuno di questi è adatto a lei. E intanto, nonostante abbia illustrato le caratteristiche necessarie, dall'Azienda non è arrivata alcuna risposta. E Valeria è costretta a essere più invalida di quello che è». Foto: IL MONALDI L'ospedale Monaldi dove Valeria è stata ricoverata SANITÀ NAZIONALE 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Valeria ha una malattia congenita ed è collegata a un ventilatore: "È troppo pesante, non posso uscire" La denuncia 05/10/2011 La Repubblica - Torino Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Gestione negligente, la Regione vuole chiudere Villa Cristina In ballo ci sono pure 150 posti di lavoro. La questione discussa in Comune SARA STRIPPOLI POSIZIONI antitetiche fra Regione e Comune sul futuro di Villa Cristina, che adesso rischia di lasciare a casa 150 dipendenti. L'assessorato regionale alla sanità sostiene che la più grande struttura riservata ai malati psichiatrici del Piemonte (170 posti letto) deve essere chiusa e che il tempo per la ristrutturazione e la messa a norma richieste da anni è scaduto. Vietato inserire nuovi pazienti ed auspicabile dimettere progressivamente quelli attualmente ricoverati. Palazzo Civico invece concede l'autorizzazione ai lavori e chiede che si continui ad accogliere pazienti e dare occupazione. La storia di Villa Cristina va avanti da anni ma da qualche giorno la storia è diventata un caso, con i lavoratori allarmati che ieri hanno organizzato un presidio davanti a Palazzo Civico. L'otto settembre l'assessore Paolo Monferino, spiega Filippo Feltrin, legale rappresentante di Villa Cristina (fra i soci l'ex-medico della Juve Agricola e il farmacista Rossano), «ci ha comunicato che la Regione intendeva sospendere l'attività di ricovero per consentirci di completare i lavori di adeguamento previsti nel progetto presentato dall'aziendae approvato dall'Asl To2e dalla Regione nel luglio 2009. Abbiamo risposto dicendo di aver eseguito ad oggi tutti i lavori che non richiedono licenza edilizia ma di essere ancora in attesa dell'autorizzazione del Comune (licenza edilizia) per quanto riguarda alcune volumetrie aggiuntive ai fabbricati esistenti. L'autorizzazione è arrivata il 19 settembre». Il 19 settembre, conferma la presidente della commissione comunale dei servizi sociali Lucia Centillo, «il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità il progetto degli interventi di adeguamento. Ora si tratta di trovare una soluzione che salvaguardi i posti di lavoro e tuteli gli utenti, in larga parte persone molto fragili». Per il comitato dei lavoratori, Samantha Fascio lancia un appello: «Siamo molto preoccupati, siamo 105 dipendenti, 50 liberi professionisti, medici e infermieri che rischiano di rimanere a casa da un momento all'altro». Foto: LA CLINICA E' l'unica struttura che ospita pazienti psichiatrici I 150 lavoratori sono preoccupati SANITÀ NAZIONALE 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso La clinica è l'unica grande struttura che accoglie pazienti psichiatrici. Ma da anni non provvede a ristrutturare 05/10/2011 La Repubblica - Torino Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Boeti attacca Cota in consiglio: "Promesse elettorali mai mantenute" L'assessore Monferino replica: "In realtà la situazione è molto migliorata" MARCO TRABUCCO TRECENTO giorni per una visita cardiologica, 281 per una dentistica, 180 per una neurologica, 168 per la gastroenterologia: sono alcuni, solo alcuni, dei numeri sulle liste di attesa per una visita specialistica che ieri il Pd ha snocciolato, in Consiglio regionale, davanti all'assessore alla sanità Paolo Monferino. È una storia che viene da lontano, quella delle liste d'attesa e che ogni governo regionale si sente rinfacciare dall'opposizione. Qualunque sia il colore dell'uno e dell'altra. Legittimamente, però, perché come ha ricordato ieri il consigliere Pd Nino Boeti, primo firmatario dell'ordine del giorno in merito, aprendo il dibattito sul tema: «Durante la campagna elettorale Cota aveva promesso due cose in sanità: abbattere le liste di attesa e di garantire cure odontoiatriche gratuite. Oggi per una visita odontoiatrica si aspetta quasi un anno. E - ha continuato Boeti - le attese in sanità sono in media raddoppiate e all'orizzonte non si vedono provvedimenti che portino a una soluzione del problema». Non solo: «Cota ha dichiarato che c'è un esubero di personale amministrativo: bene li metta nell'Asl per accorciare le liste di attesa». Monferino ha replicato: «In realtà in Piemonte le liste di attesa sono molto migliorate: il miglioramento - ha spiegato - è stato conseguito mettendo in campo una serie di azioni, dal richiamare il paziente per ricordare la visita e spostarla in caso di necessità, all'accesso diretto, presentarsi all'esame con la sola impegnativa del medico generico». Un ulteriore miglioramento è atteso dal progetto «contact center», che partirà presto. «Il paziente - ha spiegato Monferrino - contatterà la propria Asl attraverso il sito web e sarà richiamato entro 24 ore per fissare l'appuntamento». Monferino ha aggiunto che, a regime, queste misure permetteranno di «recuperare 800 mila prestazioni l'anno su un totale di 13 milioni, con risparmio di 23 milioni». Nel successivo dibattito è stata curiosa la polemica tra Boeti e l'altro consigliere Pd Stefano Lepri da un lato, (che pur criticando Monferino ne hanno approvato l'intenzione di aprire un tavolo con i sindacati sulla mobilità del personale) e l'ex assessore alla sanità, oggi capogruppo della Federazione della Sinistra Eleonora Artesio che ha definito «gravemente inopportuno il soccorso trasversale fornito oggi all'assessore Monferino». «Nel mio articolato intervento ho solo suggerito a Monferino di proseguire nella sua volontà di aprire un tavolo con il sindacato sulla mobilità del personale pur con tutte le tutele del caso. Cosa che l'ex assessore Artesio si era, a suo tempo, ben guardata dal fare. Probabilmente ho toccato un nervo scoperto», ha replicato Lepri. L'ordine del giorno dell'opposizione è poi stato bocciato con 31 no e 19 sì. I numeri 300 I giorni di attesa previsti per una visita cardilogica. "Appena" 281 per una dentistica 180 Va un po' meglio a neurologia Per essere visitati basta attendere sei mesi 800MILA Il numero di prestazioni che si pensa di recuperare con prenotazioni online Foto: Pazienti in attesa in un ambulatorio SANITÀ NAZIONALE 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Pd: "Sanità, liste d'attesa fino a un anno" 05/10/2011 La Repubblica - Torino Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Autotrapianto di tessuto ovarico Era sterile avrà un figlio SARA STRIPPOLI Se tutto andrà bene sarà mamma prima dell'arrivo della primavera. Ha 28 anni la donna che grazie ad un autotrapianto di tessuto ovarico potrà adesso avere un figlio. La scienza cammina veloce ed è questo il primo caso in Italia, solo il quindicesimo nel mondo, il risultato del programma "Fertisave", avviato nel 2001 al Sant'Anna-Regina Margherita di Torino. Con effetti sociali molto rilevanti, dice Alberto Revelli, universitario responsabile del centro di fisiopatologia della riproduzione dell'ospedale Sant'Anna, che in tutti questi mesi ha seguito da vicino la ragazza: «Ogni donna che per desiderio di avere una carriera o forse anche solo perché non ha un partner adatto rimanda la maternità, può decidere di "ibernare" frammenti delle sue ovaie e conservarle per avere un figlio più tardi». Otto anni fa Alessandra (nome di fantasia) era affetta da una grave forma di talassemia ed era stata sottoposta ad un trapianto di midollo osseo. UN INTERVENTO necessario perché la sua malattia l'aveva portata a non rispondere più alle terapie tradizionali e dopo un pesante ciclo di chiemioterapia che ha altissima probabilità di causare sterilità. L'operazione si era svolta al Centro trapianti di cellule staminali e terapia cellulare dell'ospedale Regina Margherita. Il prezzo da pagare è molto alto per una donna, le possibilità di avere una gravidanza sono rare. Ma nel 2001, grazie al lavoro di Enrico Madon (scomparso lo scorso 27 agosto)e di Marco Massobrio, era partito il programma «Fertisave», che consiste in un prelievo di tessuto di ovaie e congelamento («crioconservazione») con l'obiettivo di poterlo utilizzare più avanti in una situazione favorevole. Per Alessandra, che a 20 anni aveva deciso di farsi prelevare e congelare quel frammento di ovaie, quel momento è arrivato nella primavera dello scorso anno, quando è stata finalmente considerata fuori pericolo. A quel punto ha chiesto di poter utilizzare il tessuto ovarico crioconservato e due interventi chirurgici laparoscopici le hanno reimpiantato i frammenti prelevati otto anni prima. Dopo due mesi il ciclo mestruale è ricomparso. Ad aprile si sono concluse le terapie, a luglio il suo test di gravidanza ha dato esito positivo. Per lei quella era la sola via per potere essere madre. Quando le sue condizioni di salute sono precipitate, non c'era il tempo per una normale stimolazione ormonale e il prelievo degli ovuli. «Abbiamo la conferma che il metodo funziona - spiega Revelli - dopo otto anni, quei frammenti di ovaio conservati in azoto liquido ad una temperatura di -246 gradi si sono dimostrati vitali». Il programma Fertisave è gestito dal dipartimento di fisiopatologia della riproduzione, in collaborazione con il laboratorio Fiver e il gruppo di endoscopisti e laparoscopisti, tutte équipe universitarie che fanno capo al dipartimento universitario di discipline ginecologiche e ostetriche diretto dalla professoressa Chiara Benedetto. Foto: L'OSPEDALE Il Sant'Anna dove è stata provata con successo la tecnica SANITÀ NAZIONALE 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso 05/10/2011 La Repubblica - Palermo Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il Rizzoli nell'ex casa di cura di Aiello polo ortopedico da 21 milioni all'anno GIUSI SPICA IL RIZZOLI di Bologna sbarca a Bagheria per importare l'alta specialità di Ortopedia in Sicilia. Ieri nella clinica Villa Santa Teresa è stato siglato il protocollo d'intesa tra l'istituto emiliano e l'assessorato alla Salute, che ratifica l'accordo tra la Regione Emilia Romagna e la Sicilia. Nella struttura confiscata all'imprenditore mafioso Michele Aiello nasce così un dipartimento ortopedico da 84 posti letto, tre sale operatorie e cinque ambulatori per visite specialistiche. Per piazza Ottavio Ziino, la sfida è creare un centro ortopedico di eccellenza e ridurre la mobilità sanitaria: nel 2010, oltre mille pazienti siciliani sono emigrati al Rizzoli, senza contare chi si rivolge alle cliniche private e agli ospedali di altre regioni del nord. La convenzione siglata ieri dura 9 anni e prevede un avvio per step successivi. Entreranno in funzione subito i reparti di Ortopedia Generale, Medicina Fisica e Riabilitativa, Terapia Intensiva, oltre al Day surgery ortopedico. Le visite ambulatoriali inizieranno il primo febbraio, mentre per i ricoveri si dovrà attendere aprile. Dopo un anno dall'apertura verrà avviata anche l'attività del reparto di Ortopedia oncologica. La Regione pagherà l'affitto dei locali, il Rizzoli metteràa disposizione il personale medico e infermieristico. Verranno attivati bandi di gara in Sicilia solo per la gestione di alcune funzioni di supporto. L'Ortopedia generale potrà produrre a regime circa 1450 ricoveri all'anno e 680 Day Surgery, circa 425 ricoveri in degenza ordinaria per l'Ortopedia Oncologica, 4300 giornate di degenza per la Medicina Riabilitativa e circa 20mila visite ambulatoriali. Ma quanto costerà alle casse della Regione? Solo per lo start up si prevede una spesa di 3,9 milioni di euro. Costi destinati a lievitare a 14 milioni nel primo anno per la gestione delle attività, fino ad arrivare, a regime, a 21 milioni l'anno. SANITÀ NAZIONALE 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'annuncio Dipartimento con 84 posti letto e tre sale operatorie. Visite da febbraio, ricoveri a partire da aprile 05/10/2011 La Repubblica - Palermo Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Scandalo rimborsi, ispettori nelle altre cliniche Controlli alla Maddalena e alla Noto, dalle carte sulla Latteri anche gli errori nelle cure Le richieste a due uffici diversi Il confronto tra liste ha svelato il meccanismo SALVO PALAZZOLO ALLA clinica Latteri, gli ispettori dell'assessore Massimo Russo sono arrivati lunedì mattina, e sono rimasti fino alle nove e mezza di sera. Torneranno nei prossimi giorni. Russo ha disposto che controlli siano avviati anche nelle altre due cliniche palermitane coinvolte nell'inchiesta della Procura sulla maxitruffa dei rimborsi. Sono la Maddalena e la Noto Pasqualino. Intanto, la Procura prepara la documentazione per la richiesta di rinvio a giudizio, che potrebbe arrivare già entro fine mese. Gli indagati sono venti, tutti i vertici delle tre cliniche palermitane. Alla base delle accuse c'è un rapporto dei carabinieri del Nas, di 732 pagine, che nei giorni scorsi è stato anticipato da Repubblica. Nell'introduzione, i militari svelano come è iniziata questa indagine. Fu un servizio di "Striscia la notizia" a sollevare il caso dei doppi rimborsi ottenuti dalle cliniche private per uno stesso paziente. Era il 16 dicembre 2006: "Striscia" mandò in onda l'intervista di un medico, con il volto oscurato e la voce camuffata. Il professionista spiegò che in alcune case di cura veniva chiesto ai pazienti di farsi prescrivere dai medici di base gli esami specialistici come Tac o Pet. E invece, questi esami dovevano essere effettuati dalle cliniche coni rimborsi già ottenuti dalla Regione per i ricoveri. I carabinieri rintracciarono il medico che aveva fatto la denuncia, gli chiesero chiarimenti. Poi, d'intesa con il pm Amelia Luise e il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, avviarono gli accertamenti. «Le prime verifiche rivelarono subito un vulnus nel sistema dei controlli - spiega il Nas - i dati delle case di cura confluivano in tre distinti uffici, ancorché strutturati nella stessa azienda sanitaria (l'ex Ausl 6)». Un ufficio si occupava dei rimborsi per i ricoveri, un altro dei rimborsi per gli esami. Un altro ancora, seguiva la Maddalena.È bastato mettere a confronto i tabulati per scoprire il business dei doppi rimborsi, che secondo la Procura avrebbe portatoa una truffa da un milione e duecento mila euro. Dopo le verifiche sui documenti, sono partite le intercettazioni telefoniche e ambientali. I carabinieri sono riusciti a piazzare delle microspie nelle direzioni delle cliniche Latteri, Noto e Maddalena. Così, sono emerse altre stranezze nella gestione dei pazienti, ma solo alla Latteri e alla Noto. Un capitolo dell'atto d'accusa del Nas riguarda una serie di errori che sarebbero stati commessi da due medici della Latteri durante le terapie per i malati di tumore. Scrive il Nas: «Le sviste e le terapie errate sembrano essere una costante che contraddistingue l'operato dei dottori Vincenzo Scaletta e Maria Rosaria Valerio, che continuamente devono sentirsi per "sistemare" le terapie dei pazienti. Il dottore Scaletta - prosegue il Nas - da buon scolaro, prende appunti su quanto indicato dalla Valerio». Ma Scaletta non è proprio un medico alle prime armi, ha 77 anni e una lunga esperienza col camice bianco, ma forse non proprio in oncologia. Il 24 settembre 2009, la Valerio lo chiama e gli dice: «Bisognava cambiare il farmaco. Lo hai cambiato?». Scaletta dice: «No». La Valerio si arrabbia: «E che cazzo, Vincenzo». Lui ammette: «Me lo sono scordato, completamente». La dottoressa non vuole sentire ragioni: «Te l'avevo detto l'altro giorno». Scaletta si difende: «Lo so, hai ragione, picchì c'è stato un casino da morire». Qualche settimana prima, un'altra dottoressa della Latteri, Caterina Maurigi, si era accorta invece di un errore della Valerio, e l'aveva chiamata: «Taxolo, 80 in 100 di fisiologica, in un'ora, tipo bolo, può essere mai?». La Valerio rispose subito: «Noo, 500». La Maurigi provò a insistere: «C'è scritto così, infatti, a me è sembrato strano». La Valerio si giustificò: «No, 500 è... no, no, ma è strano, io cento non l'ho scritto». Poi chiese: «L'hanno già fatto questo o no?». Quando la collega la rassicurò («No, no»), tirò un sospiro di sollievo: «Andò bene». Scrivono i Nas: «Solo grazie alla scrupolosità della Maurigi si evita di eseguire una terapia sbagliata al paziente». PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.sicilia.it www.carabinieri.it SANITÀ NAZIONALE 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 05/10/2011 La Repubblica - Palermo Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 45 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'indagine LATTERI I vertici della clinica ( sotto) rispondono di truffa e corruzione Un medico del Policlinico avrebbe procurato i pazienti oncologici NOTO PASQUALINO Anche i vertici della clinica di via Dante rispondono di truffa e corruzione: un medico di Villa Sofia avrebbe dirottato i pazienti MADDALENA I vertici della clinica di via San Lorenzo ( nella foto in basso) rispondono solo della truffa per i doppi rimborsi della Regione LE ALTRE CLINICHE Le verifiche del Nas e della Procura hanno riguardato anche altre strutture convenzionate che sono risultate in regola con i rimborsi Foto: I RICOVERI Il giro dei medici tra i pazienti ricoverati in una clinica 05/10/2011 La Repubblica - Genova Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Indaga la procura, sequestrate le cartelle cliniche a Villa Scassi e San Martino A far scattare l'indagine la denuncia di un quarantenne che si era sottoposto a un intervento e che ha sofferto per due mesi, prima di scoprire il vero motivo GIUSEPPE FILETTO CARTELLE cliniche sequestrate, altra documentazione ospedaliera e referti acquisiti dal Nas, medici sotto torchio. Nel mirino dei carabinieri due reparti dell'ospedale San Martino (Chirurgia Vascolare e pronto soccorso) ed uno di Villa Scassi di Sampierdarena (Chirurgia Plastica Ricostruttiva). La vicenda di presunta malasanità, relativa alla dimenticanza di una sonda nella gamba di Paolo Gioia (di 43 anni) dopo un intervento chirurgico, ieri ha visto i militari del Ministero della Salute tornare nei due ospedali, alla ricerca di altre prove, di conferme o comunque di smentite su quanto scritto nell'esposto della moglie dell'uomo. Nadia Sostegni ha raccontato tutto in una prima denuncia presentata il 20 agosto scorso, poi nella seconda di sabato scorso. Ha narrato quasi due mesi di calvario, ad iniziare dal'8 agosto scorso, quando il marito è stato operato nella Clinica di Chirurgia Vascolare del "San Martino": un intervento alla vena safenofemorale dell'inguine, più varicectomie multiple. L'équipe medico-chirurgica del professore Domenico Palombo avrebbe dimenticato una sonda dentro l'inguine di Paolo Gioia. I carabinieri lunedì e ieri hanno interrogato i medici di questo reparto e confrontando le dichiarazioni vi sarebbero dei "pezzi" mancanti nella ricostruzione dei fatti. Dall'altra parte il direttore sanitario, Gianni Orengo, attende una relazione scritta: «Da parte di tutte le persone che hanno preso in cura il paziente». Oggi si dovrebbe sapere qualcosa di più, anche se Orengo confessa di "non riuscire ad immaginare come sia stata possibile una cosa del genere". Paolo Gioia è stato operato due volte nella stessa giornata dell'8 agosto, ritenuto guarito, poi il 14 agosto è tornato al pronto soccorso con un ematoma alla gamba e dolori lancinanti. Nessuno si sarebbe accorto della sonda dimenticata, di un tubicino di frenaggio. Neppure la guardia medica, chiamata in casa perché i dolori aumentavano; tantomeno gli specialisti del reparto di Chirurgia Vascolare Ricostruttiva, a cui l'uomo si è rivolto alcuni giorni dopo non fidandosi più del San Martino. Soltanto a fine settembre il medico di famiglia, Antonio Pellettieri, richiede un'ecografia, questa volta presso l'Istituto Radiologico Gamma. Nel corso dell'esame viene individuata la parte di tubo di drenaggio dello spessore di 2 centimetri e mezzo e della lunghezza di 8 centimetri. La storia SAN MARTINO I medici della Clinica di Chirurgia Vascolare hanno operato il paziente e dimenticato la sonda di drenaggio. Al pronto soccorso sarebbe stato visitato, senza riscontrare la presenza del tubicino GUARDIA MEDICA Il medico di guardia sarebbe stato chiamato in casa durante i malori ed avrebbe prescritto farmaci antidepressivi, inoltre consigliato una visita presso un centro psichiatrico VILLA SCASSI Nel reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell'ospedale di Sampierdarena al paziente sarebbero state praticate una endoscopia digestiva ed una gastroscopia PER SAPERNE DI PIÙ www.hsanmartino.it www.asl3.liguria.it Foto: I CONTROLLI Carabinieri dei Nas in azione in un ospedale Ieri gli interventi a Villa Scassi e al San Marino SANITÀ NAZIONALE 46 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sonda dimenticata nella gamba, arrivano i Nas 05/10/2011 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Parti cesarei, boom da scandalo a Foggia si supera il 95 per cento Costi raddoppiati: Puglia quarta con il 46,7 per cento "Nelle strutture accreditate il numero così elevato è dettato solo dal lucro" ANTONELLO CASSANO ALLE case di cure riunite Villa Serena e Nuova San Francesco, istituto privato accreditato di Foggia, hanno fatto quasi il pieno di parti cesarei: 95,45 per cento. Non sono riusciti a fare di meglio al San Camillo di Taranto, fermi all'80 per cento. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità i cesarei non devono superare la soglia del 15 per cento del totale delle nascite. È anche dai dati delle Asl pugliesi che si capisce perché l'Italia è terza al mondo nella classifica che vede al primo posto il Messico e al secondo il Portogallo. Numeri di un'emergenza che una campagna nazionale si ripropone di ridurre a livelli accettabili. Perché non è vero che il cesareo sia il metodo più sicuro, né che i vantaggi siano superiori: si tratta comunque di un intervento chirurgico con tempi di degenza e ripresa più lenti. Per intenderci, negli altri paesi europei le percentuali variano da un massimo del 20% in Estonia e Francia a un minimo del 13% in Olanda. L'Italia è al 40%. Una corsa cominciata negli anni '80, quando le percentuali di cesarei nel nostro Paese si attestavano appena al 12%. Scorrendo i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ci si accorge del solito divario tra nord e sud: si va dal 23% del Friuli al 28% del Veneto. Il record è della Campania con il 62%, seguita da Sicilia (53%) e Molise (48,4%). La Puglia è quarta con il 46,7% (su 37mila parti, 17mila sono cesarei). Da quest'anno però il Dief (documento di indirizzo economico e finanziario) regionale ha stabilito che in nessun ospedale si deve superare la soglia limite del 36%, pena il dimezzamento del cinquanta per cento dei rimborsi dai ricoveri. Ogni prestazione ospedalieraè classificata nei cosiddetti Drg (Raggruppamenti omogenei di diagnosi), tabelle che stabiliscono il costo e il relativo compenso per l'ospedale che ha erogato la prestazione. Oggi il Drg è di circa 2mila e 400 euro per il cesareo e di 1.400 per il fisiologico. Non stupisce quindi che il numero maggiore di cesarei sia effettuato dalle strutture private accreditate, quelle cioè che devono fare profitto. Ma anche negli ospedali pubblici si supera la soglia del 50 per cento: è il caso del Di Venere (62%), o del presidio ospedaliero di Ostuni-Fasano-Cisternino (68%). Eppure ci sono strutture come Altamura-Gravina-Grumo in cui la percentuale è ferma al 31%. Nel Policlinico di Bari la tendenza è in diminuzione, passando dal 47% di quattro anni fa al 43% dell'anno scorso. Ma la soglia del 36% è ancora lontana. Uno dei temi al centro dell'ultimo congresso della Sigo (Società italiana di ginecologiae ostetricia) tenutosia Palermo pochi giorni fa è stato proprio l'eccessivo ricorso al cesareo al sud, causato dalla differenza dei rimborsi. Come ha ricordato anche Nicola Surico, presidente del Sigo, «l'appello è di equiparare subito i Drg, perché il numero così elevato di cesarei nelle strutture accreditate, soprattutto al sud, è dettato solo dal lucro». I numeri 46 PER CENTO È la media dei parti cesarei in Puglia: l'obiettivo è arrivare al 36 per cento indicato come punto limite dal Dief 95,45 PER CENTO È la percentuale dei parti cesarei alle case di cura riunite Villa Serena e nuova San Francesco di Foggia 2400 EURO È la cifra che il Drg assegna alle strutture ospedaliere pubbliche e private per ogni parto cesareo 1400 EURO È il rimborso per i parti naturali. Surico: "Equiparare i Drg per ridurre i cesarei soprattutto nelle cliniche private" Foto: IL PRIMATO Una sala operatoria: corsa ai parti cesarei soprattutto nelle cliniche private. A Foggia si supera addirittura il 95 per cento SANITÀ NAZIONALE 47 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il business delle cliniche private. Ma anche il pubblico non brilla: al Di Venere sono il 62 per cento L'inchiesta 05/10/2011 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Tagli, ecco i reparti a rischio paralisi" Dossier di Colasanto: se non arriva la deroga, vado davvero in procura 114 i dipendenti quasi tutti medici verso il licenziamento "Avremo problemi seri al San Paolo e al Di Venere" PIERO RICCI ÈUN dossier di tre pagine. Poche parole, tanti numeri. È lo schema dei tagli al personale che Domenico Colasanto, il direttore generale della Asl Bari, consegnerà alla procura della Repubblica se non arriverà la deroga per mantenere in servizio il personale che va licenziato per mancanza di budget. «L'autodenuncia per interruzione di pubblico servizio precisa-è una provocazione ma fino a un certo punto. Se non arriva quella deroga, davvero non potrò garantire, ad esempio, i turni in alcuni reparti e allora ai magistrati ci vado io prima che siano i sindaci a farlo». La denuncia choc in commissione sanità di lunedì scorso ha fatto alzare il livello di attenzione sulla carenza di personale. Ma non c'era con le chiusure di ospedali e reparti, una ridefinizione delle piante organiche? Perché ora la Asl è sul punto di licenziare 114 contratti tornati a termine dopo la sentenza della Corte costituzionale? «Il paradosso - spiega Colasanto - è proprio questo: i 114 rientrano nella pianta organica, non sono un esubero, come nella pianta organica rientrano gli altri 430 contratti a termine. Il problema è che non ho la copertura finanziaria per mantenerli in servizio. Il mio budget per il 2011 spiega - è di 17 milioni di euro ed è, come prescrive la legge, la metà del budget del 2009. Quei 114 mi fanno sforare di tre milioni e davanti a me c'è un bivio se non arriva la deroga: o mi chiama la Corte dei conti se sforo o qualcuno va in procura e mi denuncia per interruzione di pubblico servizio dopo aver mandato a casa i 114 che non posso permettermi di mantenere in servizio». Una dramma che ha una mappa precisa perché a parte i dieci dell'ufficio tecnico e dell'area amministrativa («che non mi consentirà di gestire un bilancio da tre miliardi e mezzo di euro», dice Cosalanto), la scure si sentirà soprattutto in corsia, in quel che resta degli ospedali ancora capaci di curare gli acuti. A cominciare dai due ospedali cittadini di Bari, il "Di Venere" e il "San Paolo". A Carbonara rischiano di essere alleggerite di personale la terapia intensiva neonatale e la chirurgia vascolare. Al San Paolo è la chirurgia toracica a perdere i medici che oggi consentono di mantenere i turni ventiquattr'ore al giorno, sette giorni su sette. E così a Terlizzi per medicina generale, a Corato per l'ostetricia, a Molfetta per la nefrologia. «Eppure i nostri organici - denuncia il manager - già così sono risicati rispetto a quelli di Asl del Nord. Il rapporto è di uno a tre. Chiediamo di mantenere questo rapporto con una deroga che dev'essere comunque temporanea, per il tempo necessario a espletare le altre procedure, compresi avvisi pubblici e concorsi». E la mobilità intraregionale? «Sono stato direttore generale a Taranto - spiega Colasanto - e se prendo con la mobilità un medico in un ospedale jonico, risolvo il mio problema ma ne creo uno a Taranto. No, non mi metto, in questa situazione a fare il cannibale». Eppure nella Asl Bari molte strutture sono in chiusura. Vedi Bitonto, Grumo Appula, Santeramo, Ruvo di Puglia, Noci, Rutigliano. Tutto il personale di questi ex ospedali che fine fa? «Va ai servizi territoriali». Ma nell'emergenza possono essere impegnati in corsia? «Non sono d'accordo perché un malato cronico che può essere curato sul territorio ha gli stessi diritti di un cittadino che deve operarsi alla colecisti». In cantiere c'è il potenziamento dell'assistenza domiciliare integrata che, andando in porto, consentirà di accedere a una premialità da 60 milioni di euro. Altro problema i primari. Ne mancano 44: «Ma mi accontenterei di averne 26», dice mentre esamina le loro pratiche sulle quali mancheranno le firme dei direttori amministrativo e sanitario perché quelli che Colasanto aveva nominato si sono dimessi dopo poche settimane perché guadagnavano troppo poco. Almeno quei due stipendi, per ora, non pesano sul bilancio aziendale. SANITÀ NAZIONALE 48 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CRONACA 05/10/2011 La Repubblica - Bari Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE 49 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: L'ALLARME Una corsia d'ospedale: per la Asl problemi di budget: 114 i dipendenti che rischiano il licenziamento 05/10/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 38 (diffusione:309253, tiratura:418328) San Raffaele, pista brasiliana Cinquanta contabili delle varie società saranno sentiti dalle Fiamme Gialle Nel faldone anche il carteggio elettronico circa 23 mila e-mail degli ultimi dieci anni GIOVANNA TRINCHELLA MILANO Cinquanta contabili delle società collegate al San Raffaele sentiti come testi e ventitremila e-mail degli ultimi dieci anni al vaglio degli investigatori della Guardia di Finanza. La Procura di Milano tenta di sciogliere almeno quattro nodi nell'ingarbugliata matassa contabile che vede la Fondazione di Milano, creata da don Luigi Verzè, su un baratro debitorio da un miliardo e mezzo; i fabbricati a Cologno Monzese, i beni immobili brasiliani - ospedale fazendas con gli appezzamenti terrieri a Salvador de Bahia -, l'acquisto e la manutenzione di macchinari per l'elettromedicazione, l'affaire per un superjet da oltre 20 milioni. Ma prima di inoltrarsi nel labirinto di diverse società con la fatica di affrontare «un'anarchia contabile» enorme i pm Gaetano Ruta, Laura Pedio e Luigi Orsi attendono gli esiti dell'udienza prevista il 12 ottobre davanti ai giudici del Tribunale fallimentare. Ma già lunedì gli avvocati Orlando Barucci e Francesco Gianni consegneranno il piano, che dovrebbe essere già pronto fra tre giorni. A breve si capirà quindi chi sarò l'interlocutore cui la Procura, che ha chiesto il fallimento, potrà chiedere documenti, fatture, contratti: o il CdA o un curatore. Allo stato per gli investigatori è come se esistessero tre entità, gli uomini di don Luigi, quelli dello Ior e anche della charity su cui ancora nessuno è stato in grado di dire una parola univoca. Per ora l'unico indagato è Mario Valsecchi, direttore finanziario, che risponde per false fatturazioni e ostacolo all' organo di vigilanza proprio per l'opacità della contabilità. Anche Valsecchi, sentito come testimone e poi passatoi nel ruolo di indagato, non è stato in grado di rispondere alle domande dei pm su diversi aspetti dei conti, offrendo in alcuni casi documentazione incompleta quasi dei «pizzini». Altro aspetto su cui indagare sono i conti esteri di Mario Cal, trovati dagli investigatori, e capire se c'è un collegamento con la Joseph Foundation del Liechtenstein, che vedrebbe tra gli amministratori don Verzè e prima della sua morte anche Mario Cal, o con altre società all'estero. L'ex vice presidente della Fondazione, che il 18 luglio scorso si è sparato un colpo di pistola alla testa proprio nel suo ufficio di via Olgettina, era stato sentito due volte come teste in Procura. Nel giorni precedenti la sua morte aveva preparato un back up dei documenti del suo pc e anche le fotocopie, documenti inbustati e conservati a mo' di lascito. Documentazione che gli inquirenti avrebbero comunque acquisito, ma che Cal - così sarebbe stato riferito agli investigatori - temeva potesse andare perduta. Intanto i sindacati, che tutelano circa cinquemila lavoratori della struttura, hanno scritto una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per chiedere che l'ospedale San Raffaele sia salvato attraverso l'acquisizione da parte della Regione Lombardia come struttura pubblica, che però non potrebbe usare i soldi bloccati da patto di stabilità. Ieri le banche creditrici si sono confrontate in una conference call con gli advisor. Oggi i lavoratori manifesteranno con un corteo. SANITÀ NAZIONALE 50 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NEL PASTICCIO CONTABILE EMERGONO OSPEDALI E FAZENDAS A SALVADOR DE BAHIA 05/10/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:309253, tiratura:418328) Parto record a Torino: quattro gemelli La coppia ha altri tre figli. I medici: evento raro, un caso og ni 800 mila g ravidanze Axel, Tracy, Alyssa e Faith si sono aggiunti ai fratellini Ethan, Aida e Dilan MARCO ACCOSSATO TORINO «Fin dal giorno in cui ci siamo innamorati abbiamo desiderato una famiglia numerosa», confessa Rosaria Curtese con un sorriso che le illumina uno sguardo ancora attonito. Trent'anni, madre di tre bambini di 7, 5 e 3 anni, ha appena dato alla luce quattro gemelli all'ospedale Sant'Anna di Torino. «Un evento straordinario dicono i medici -: i parti quadrigemellari sono rarissimi, uno ogni 800 mila». I bimbi - tre femminucce e un maschietto sono nati prematuri alla trentesima settimana. Resteranno per qualche tempo nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale materno-infantile, ma stanno bene, respirano senza ausilio delle macchine e si nutrono in parte già del latte di mamma. Il più esile pesa un chilo e 170 grammi, il più grande un chilo e sei etti. Per loro, papà Massimo Marzano, 39 anni, e mamma Rosaria hanno scelto nomi insoliti: Axel, Tracy, Alyssa e Faith. Anche gli altri tre figli più grandi hanno nomi inconsueti: Ethan, Aida e Dilan. «E' stata una decisione presa insieme - spiega papà -. Anche i nonni sono rimasti sorpresi, ma quei nomi hanno origini e significati importanti. Uno vuol dire "fede", l'altro "padre della pace", un altro ancora "solidità e fermezza"...». Un auspicio. Sono felici, mamma e papà, mentre attraverso l'oblò dell'incubatrice accarezzano col pollice le manine dei neonati. Ma non è gioia piena: Rosaria non lavora, dovendo occuparsi dei figli a casa, e Massimo, elettricista, è rimasto senza impiego e stipendio dopo il fallimento della sua ditta. Così l'euforia del parto si scontra con la preoccupazione per il futuro: abitano a Brandizzo, in provincia di Torino, aspettano una casa popolare dal Comune. Sette figli sono un impegno che non immaginano, che non avevano messo in conto. «Quando, durante una delle prime ecografie, ci hanno detto che si vedevano tre sacche, e che una delle sacche conteneva due embrioni, Rosaria mi ha guardato spaventata. Ma non abbiamo mai pensato né all'aborto e neppure a eliminare uno dei feti», racconta ancora Massimo Marzano. Una gravidanza a rischio che Rosaria ha portato avanti con determinazione e senza complicazioni, costretta però a restare immobile a letto l'ultimo mese prima del parto. La mamma è stata seguita dai medici del dipartimento di Discipline ginecologiche e ostetriche diretto dalla professoressa Tullia Todros, mentre i gemellini sono stati trasferiti immediatamente nel reparto prematuri del professor Enrico Bertino, seguiti dalla neonatologa Agata Leone. «Sono bellissimi e siamo felici che siano nati - dice papà -. L'unico rammarico è che il nonno non ha potuto prenderli in braccio». Malato da tempo, nonno Antonio è morto ieri. Di Axel, Tracy, Alyssa e Faith ha visto soltanto le immagini su un telefonino. Guarda il video su www.lastampa.it Foto: La famiglia si allarga Foto: Massimo Marzano e Rosaria Curtese (39 e 30 anni) nel reparto universitario di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale Sant'Anna accanto ai 4 gemellini SANITÀ NAZIONALE 51 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SONO NATI PREMATURI MA SONO IN BUONE CONDIZIONI DI SALUTE 05/10/2011 Il Giornale - Milano Pag. 2 (diffusione:192677, tiratura:292798) «Via 7mila medici Presto saranno la metà di oggi» Nella nostra Regione gli ospedali si stanno svuotando: entro il 2015, con tutti i camici bianchi che andranno in pensione, ne avremo 7.600 in meno. Una voragine, pari al 40% di quelli in servizio nel 2010». L'assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani, lancia l'allarme sulla futura carenzadimedici,a marginedelcongresso nazionale della Società italiana di chirurgiaa Firenze. Tante le specialità a rischio: medicina interna, anestesia e rianimazione, chirurgia generale, ginecologia e ostetricia, cardiologia, ortopedia e traumatologia, pediatria, psichiatria e nefrologia. I posti disponibili per i corsipostlaureaintuttequestespecialità in Lombardia oggi sono appena 750. Troppo pochi, tanto che la Regione da tempo ha chiesto che vengano portati a 1.277. Anche per questo, l'assessore ha sottolineatolanecessitàdi «rivedereilnumero chiuso», ma anche di «aprire ai finanziamenti privati i corsi di specialità».A rispondergliè il ministro Ferruccio Fazio: «La Regione Lombardia sembra monocorde sul problema dei medici» mentre attualmente «abbiamo un surplus di medici, perchè siamo a 4,2 contro una media europea di 3,4». SANITÀ NAZIONALE 52 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ALLARME DI BRESCIANI 05/10/2011 Il Giornale - Milano Pag. 2 (diffusione:192677, tiratura:292798) Disabili, 365mila in Lombardia Parte la campagna «Liberi di essere»: è questo il titolo dell'opuscolo realizzato dalla Regione per rendere noti scopi e contenutidelpianod'azioneregionale 2010-2020 per le persone con disabilità. La pubblicazione - che sarà distribuita attraverso diversi canali (Asl, ospedali, sedi territoriali regionali, reti comunali, reti delle associazioni, terzo settore, diffusione via web) ed è già stata messa a disposizione dei partecipanti di «Fai il pieno di cultura 2011» - è disponibile da ieri anche sul portale www.regione.lombardia.it. In Lombardia, secondo le ultimestime,ci sono circa365mila persone con disabilità, di cui 27mila circa in età scolare. Ogni anno regioneLombardiastanzia400milioni di euro per realizzare interventi a favore di questi cittadini. Tra gli interventi già in fase di realizzazione, Formigoni ha ricordato «la creazione, in almeno un ospedale per ogniAsl,dipercorsidedicatiaidisabili per le cure, sulla scorta di quanto già messo in atto al San Paolo di Milano» e l'istituzione di un gruppodilavoro«per potenziarel'utilizzo della carta regionale dei servizi e facilitare l'accesso ai servizi». SANITÀ NAZIONALE 53 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN ASL E OSPEDALI 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - NordEst - N.36 - 5 Ottobre 2011 Pag. 19 (diffusione:75240, tiratura:224000) Distribuzione unica per i farmaci Ph-T Un accordo tra la Regione e Federfarma Veneto per uniformare le modalità di distribuzione dei medicinali cosiddetti Ph-T, ad alto costo per malattie croniche importanti (oncologiche, ematologiche, Aids, artrite reumatoide, psoriasi, patologie dell'accrescimento), che oggi viene effettuata dalle farmacie solo nelle province di Verona, Vicenza, Treviso e in parte del Veneziano, mentre altrove si procede con la consegna diretta da parte di ospedali e distretti. Un esempio su tutti l'Ulss 2 di Feltre, dove le specialità vengono non solo erogate, ma anche preparate dai farmacisti dell'azienda ospedaliera. «Finora le intese sono state siglate dalle nostre organizzazioni provinciali con le Ulss di riferimento. Ciò ha comportato disagi per i pazienti che fuori dall'azienda sanitaria di appartenenza non riescono sempre a farsi consegnare le specialità di cui hanno bisogno - riferisce Marco Bacchini, a capo dell'Unione dei titolari di farmacie in Veneto, con oltre 1.200 associate -. E genera confusione anche per i farmacisti, che oltretutto non vengono compensati allo stesso modo all'interno della medesima regione per il servizio reso». L'accordo veneto valorizzerebbe anche il ruolo delle 506 farmacie rurali aperte nelle zone più isolate. «Un obiettivo al quale lavoriamo da circa un anno e che centreremo nei prossimi due mesi - promette Bacchini -, assicurando così a tutti i malati o ai loro familiari di poter ritirare i farmaci prescritti vicino a casa e in una fascia d'orario più ampia, risparmiando tempo e denaro (spostamento, pagamento dei parcheggi e richieste di permessi di lavoro inciderebbero fino a 12 euro e 50 per ogni ritiro alla farmacia ospedaliera, secondo le stime della Federazione, ndr)». L'intesa consentirebbe la consegna del medicinale al malato anche fuori dalla provincia di appartenenza, purché in Veneto. «La Regione si è anche dimostrata disponibile ad autorizzare l'erogazione in farmacia dei medicinali altamente tecnologici denominati Ex-osp 2, allungando quindi la lista delle specialità in distribuzione nei nostri esercizi», aggiunge il presidente di Federfarma Veneto. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 54 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Accordo con Federfarma per ridurre i disagi 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 8 (tiratura:40000) «Sostenibilità vo cercando» Trasparenza sui conti - Bisogna fare filiera - Partnership con le parti sociali Trovare soluzioni anti-pay back al 35 per cento entro fine anno I trial ospedalieri pagati dalle aziende valgono seicento milioni l'anno Sara Todaro L'assunzione di responsabilità di fronte alla manovra di luglio che pretende altri 800 milioni dalle casse delle imprese. Il bisogno pressante di misure strutturali che garantiscano la sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso. La voglia di trasparenza su conti dell'ospedaliera. E l'appello a fare una buona volta e sul serio "filiera e fronte comune" in difesa del bene farmaco che accomuna aziende produttrici, distributori e farmacisti. È un'agenda a tutto campo quella che il presidente Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi , ha illustrato alla stampa di settore quando erano appena stati resi i noti i dati del monitoraggio Aifa sui trend della farmaceutica pubblica nel primo semestre 2011 e su un probabile buco a sorpresa della territoriale 2010 per un totale di 100 milioni da ripianare a carico delle imprese (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 36/2001) . Con una deadline per quanto riguarda le soluzioni da individuare al tavolo con Governo e Regioni che non ammette deroghe: per evitare quel 35% di pay back che scatterebbe a giugno 2012 in caso di extratetto sull'ospedaliera le soluzioni «vanno trovate entro fine anno. Dopo sarebbe troppo tardi». E con un rimpianto: «Neanche il 35% sarà sufficiente: perché non responsabilizza nessuno. E in più nessuno ricorda quello 0,7% che è stato sottratto al tetto complessivo della farmaceutica (sceso dal 16,4% al 15,7% del Fsn) per il terremoto dell'Abruzzo: senso di responsabilità va bene, ma a terremoto finito dovevano restituircelo. Finita l'emergenza la copertura di cassa dovrebbe esserci». Prioritario per Scaccabarozzi individuare un percorso che non si traduca ancora una volta in un sacrificio a fondo perduto. «La Sanità pesa sul Pil per il 7%, la ricerca per il 5% dice - la spirale della crisi rende necessarie misure per la crescita e non solo per il bilancio della finanza pubblica. Si parla da più parti di sostenibilità e di crescita e penso che nessuno meglio delle If possa rappresentare la sintesi di queste due cose: abbiamo la spesa pro capite più bassa d'Europa, abbiamo i prezzi più bassi, abbiamo un'incidenza su Pil stabile da anni all'1,1%. Ma la manovra di luglio ci ha portato a sorpresa l'ennesima richiesta di un sacrificio economico importante. Anche stavolta abbiamo giocato con un forte senso di responsabilità, pur essendo chiamati a ripianare un tetto che è solo nominale, fissato al 2,4% quando la spesa era già al 3,8%, e a pagare un miliardo per dei prodotti che abbiamo comunque fornito e che comunque non ci sono ancora stati pagati. Ma la fiducia non è a tempo indeterminato. E forse le imprese sarebbero più disponibili a contribuire allo stesso modo se quei soldi fossero investiti puntando sulla crescita, sulle infrastrutture che servono a rendere sostenibile da un punto di vista organizzativo e strutturale il sistema sanitario». "Sostenibilità", è il concetto che ricorre con maggior frequenza nelle riflessioni a voce alta del presidente Farmindustria. «L'unica responsabilità nella mancata sostenibilità che possono attribuirci - ironizza - è che abbiamo contribuito ad allungare tanto la vita degli italiani da porre un problema alla previdenza: e questa è una responsabilità che siamo ben lieti di assumerci. Ma diamo un contributo importante anche alla crescita». E snocciola i dati: «Abbiamo livelli di export del 60% con punte superiori anche all'80% e sosteniamo il 90% della ricerca svolta in Italia. A fronte di una spesa farmaceutica pubblica pari a 12 miliardi l'anno noi produciamo per 25 miliardi l'anno. Questo è un settore che porta un bilancio positivo al Paese e ha ancora voglia di investire, e ci sono esperienze come quelle della Janssen nel pontino o di Chiesi a Parma a dimostrarlo. Ma con tagli che arrivano al 10% e in passato sono stati ancora più alti, fino al 17% della spesa, si mette in difficoltà un settore per realizzare un risparmio dell'1,7% che non porta da nessuna parte se il restante 83% ha dei livelli di crescita che basterebbe ridurre del 10% per avere un risparmio dell'8,3%. Penso che le amministrazioni dovrebbero occuparsi di quell'83% di cui si sa ancora troppo poco, mentre noi siamo penalizzati perché abbiamo i conti in ordine». E c'è un'ultima spina, sempre sull'ospedaliera: «Ci dicono che sforiamo il tetto, ma quei 600 milioni l'anno che le industrie investono in studi clinici all'interno degli ospedali non sono un investimento sulla spesa? Quei pazienti vengono assistiti a totale carico del privato che sta SANITÀ NAZIONALE 55 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La ricetta del presidente Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, per fronteggiare la crisi 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 8 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE 56 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato facendo ricerca: è una contribuzione al costo degli ospedali». È un avvertimento alle Regioni? «Con le Regioni dobbiamo fare un discorso molto trasparente e aperto: dobbiamo lavorare assieme sulla sostenibilità: non si può pensare che le inefficienze siano sempre ripianate dall'industria. E del resto anni di tagli dimostrano che il problema non si è risolto e che forse la ricetta sta da un'altra parte: non dimentichiamo che la farmaceutica rappresenta solo il 17% della spesa sanitaria e su questo 17%, visto che ci chiedono di ripianare, vorremmo almeno avere trasparenza sui conti». E magari anche trasparenza sulle regole, par di capire, quando il discorso si sposta su marchi e brevetti: «Non ci può essere sviluppo in un Paese che non rispetta il brevetto e non rispetta i marchi: lo Stato ha fissato dei prezzi di rimborso, all'interno di quei prezzi non ci deve essere discriminazione a parità di costi per lo Stato». Intanto spunta la strategia del fare squadra più che si può: dal «lavoro serrato con la Salute e con l'Aifa in vista delle proposte da formulare in sede StatoRegioni», alla «ricerca con la squadra di presidenza di proposte eque che non penalizzino troppo un'industria piuttosto che un'altra». «Dobbiamo uscire tutti assieme dalla crisi», manda a dire Scaccabarozzi a tutta la filiera. Con un pensiero anche al "popolo di Welfarma". Da presidente-informatore, come si definisce, sottolinea l'importanza del gioco di squadra portato avanti anche con le parti sociali: «Stanno giocando un ruolo importante - spiega - si sono fatte protagoniste del cambiamento che sta attraversando il settore con grande senso di responsabilità e in un momento di forte riduzione del comparto». Collaborazione a tutto tondo, tranne quando si scrivono le manovre. «Ma perché non vi credono?», azzarda qualcuno. «Sembra quasi che nei nostri confronti ci sia qualcosa di ideologico: forse il problema dipende solo dal fatto che abbiamo i conti in ordine e tutto è misurabile ed è più facile agire. Forse è venuto il momento di parlare di più con il cittadino per far capire qual è il nostro valore». 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 8 (tiratura:40000) Listini ospedalieri: Italia sotto del 10% nell'Ue «Abbiamo i prezzi più bassi d'Europa...». Ormai da un decennio il leit motiv degli uomini d'azienda che si sono avvicendati sulla poltrona di Farmindustria è sempre lo stesso. E l'attuale presidente, Massimo Scaccabarozzi, come si è visto non fa eccezione. Ma è davvero così? Stanchi di non essere "creduti" gli industriali hanno affidato l'onere della prova a uno studio appena completato dal Cergas-Bocconi, che non a caso si è concentrato sui prodotti protagonisti della spesa ospedaliera, sempre nell'occhio del ciclone per un extratetto annunciato e riannunciato e per l'inevasa querelle sulla certificazione dei dati ( cfr. «Il Sole-24 Ore Sanità n. 36/2011 ). Lo studio - basato su dati ImsHealth e realizzato dal dal gruppo di ricerca dell'Osservatorio farmaci coordinato da Claudio Jommi - mette a confronto i prezzi industriali per i principali farmaci ospedalieri lanciati dopo il 2001, rilevati nei cinque principali Paesi Ue: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. Dal confronto - effettuato a prezzi ex factory, ovvero i prezzi teorici di cessione dei farmaci alle strutture ospedaliere, senza considerare dunque gare, sconti o accordi rimborso/prezzo condizionato alla risposta del paziente alla terapia - emerge che i prezzi italiani sono inferiori di circa il 10% in media aritmetica rispetto agli altri grandi Paesi Ue. Il confronto è stato effettuato sui prezzi di cessione, sia per valutare le condizioni al lancio a prescindere dalle specificità nazionali, sia per dare una valutazione complessiva del mercato indipendentemente dalle condizioni applicate a specifici prodotti. «I confronti spiegano i ricercatori - sono di tipo bilaterale: i prezzi in Italia sono stati confrontati con quelli di ogni singolo Paese, tenendo conto del prezzo medio per unità posologica (standard unit), riferito ai prodotti contenenti lo stesso principio attivo, con stessa indicazione terapeutica e aventi la stessa (o simile) confezione». Il faccia a faccia ha coinvolto le prime 50 molecole di classe H (farmaci rimborsati dal Ssn solo se usati o distribuiti in ambito ospedaliero) più vendute in Italia nel 2010 e lanciate sul mercato dopo il 2001: come dire circa il 71% del mercato totale classificato in Italia in fascia H. Due gli indici utilizzati: l'indice di Laspeyres, che rispecchia la struttura dei consumi in Italia e l'indice di Fisher che riflette anche la struttura dei consumi nel Paese di confronto. Al di là delle convenzioni statistiche, comunque si vogliano considerare costi e struttura dei consumi da Paese a Paese il risultato non cambia: i prezzi italiani restano in ogni caso inferiori alla media e più bassi rispetto a Germania, Francia e Spagna. Al di sotto c'è solo il Regno Unito, in relazione al quale i ricercatori hanno avuto cura di utilizzare il tasso di cambio euro/sterlina medio degli ultimi cinque anni per ridurre la distorsione derivante dalla forte svalutazione di quest'ultima avvenuta a partire dal 2009. Il distacco maggiore si registra rispetto alla Germania che si attesta a 128 fatta 100 l'Italia, segue la Francia (110) e la Spagna (105). Da segnalare, infine, che in tutti i Paesi oggetto del confronto - stavolta anche nel Regno Unito - i casi per i quali il prezzo in Italia è più basso superano il 50% del totale delle molecole considerate. La distanza più ampia si registra in questo caso con la Francia dove il prezzo del prodotto è risultato superiore a quello italiano nel 76% dei casi, seguono Spagna (67%), Germania (62%) e Regno Unito (52%). SANITÀ NAZIONALE 57 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STUDIO INTERNAZIONALE DEL CERGAS-BOCCONI 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 7 (tiratura:40000) Sicurezza lavoro, via al Sinp All'Inail la gestione telematica dei dati - Nasce un tavolo di monitoraggio Monitorata anche la salute di genere Barbara Gobbi Lo schema di decreto interministeriale che regolamenta il Sinp, Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, approdato al riesame della Stato-Regioni dopo una serie di modifiche concordate in sede tecnica, è un tassello fondamentale per dare attuazione al T.U. contro gli infortuni. Il Sinp (art. 8 comma 1 Dlgs 81/2008), nasce infatti «al fine di fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di vigilanza attraverso l'utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l'integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate». Il regolamento all'esame dei governatori definisce nel dettaglio il funzionamento del Sistema, i fornitori e i fruitori di dati e di informazioni, i dati del Sinp e i relativi standard, le regole tecniche finalizzate alla trasmissione dei dati tra gli enti (ministeri del Lavoro, della Salute, dell'Interno, Regioni e Pa, Inail), le regole per il trattamento dei dati in ambito Sinp, le misure di sicurezza e responsabilità. Una volta a regime, il Sistema dovrà fornire una fotografia capace di orientare interventi di prevenzione. Queste le informazioni che deriveranno dalla elaborazione dei dati contenuti nel sistema: quadro produttivo e occupazionale analizzato tenendo conto di settori produttivi, dinamiche occupazionali, dimensioni delle imprese; quadro dei rischi, anche in un'ottica di genere; per ogni settore e attività, quadro di salute e sicurezza dei lavoratori comprendente i dati sugli eventi e problemi di salute relativi a infortuni o malattie professionali da lavoro; quadro delle azioni di prevenzione delle istituzioni, derivanti dai piani regionali e territoriali di prevenzione elaborati secondo le indicazioni dei Comitati di coordinamento regionale, dai piani di settore Inail, implementati dopo l'incorporazione di Ispesl e Ipsema; quadro degli interventi di vigilanza (dati analitici e sulle violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza); quadro degli infortuni sotto la soglia indennizzabile dall'Inail. Informazioni che andranno trasmesse unicamente per via telematica, tramite i servizi informatici messi in rete da ministeri e Regioni. Ma il Sinp va costruito: per questo si prevede l'istituzione, presso l'Inail, di un tavolo tecnico di sviluppo e coordinamento, composto da rappresentanti dei ministeri (Lavoro, Salute, Innovazione, Interno, Difesa), della Guardia di Finanza, dell'Inail e delle Regioni e Pa. Lo stesso Inail è titolare del trattamento dei dati, di cui garantisce la sicurezza. Serrata la tutela della privacy: tra le misure, per non consentire l'identificabilità diretta delle persone fisiche, si prevede l'assegnazione a ciascun soggetto di un codice univoco diverso dal codice fiscale. SANITÀ NAZIONALE 58 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato All'esame della Stato-Regioni il regolamento sul Sistema informativo nazionale unico 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 7 (tiratura:40000) Emergenza, il riordino ai primi passi B.Gob. Sì è insediato mercoledì scorso il Comitato tecnico voluto del ministro della Salute per mettere mano al riordino dell'emergenza, puntando alla massima interazione tra ospedale e territorio e alla valorizzazione dei professionisti, medici di continuità assistenziale, capaci di "intercettare" le urgenze più lievi prima che arrivino in pronto soccorso. Un passo dovuto, come ha spiegato il ministro della Salute Ferruccio Fazio , che ha presieduto a Roma la prima riunione di esperti: «A seguito dell'indagine del Senato sull'emergenza-urgenza in Italia (v. Il Sole-24Ore Sanità n. 15/2011, ndr ) abbiamo deciso di metter mano alla questione. C'è grande convergenza tra esperti, rappresentanti delle Regioni, sindacati dei medici, per arrivare entro la fine dell'anno a una proposta in Conferenza Stato-Regioni». I tecnici cominceranno a ragionare a partire da un testo-base, già passato al vaglio della Stato-Regioni (si veda Il Sole-24 Ore Sanità n. 27/2011) e che già nel titolo indica l'obiettivo: "Continuità delle cure in un sistema integrato: modelli organizzativi 118 e continuità assistenziale". Il documento mira a «sviluppare nuovi percorsi organizzativi integrati con l'obiettivo di ridurre gli accessi impropri, razionalizzare le risorse sul territorio e rispondere con maggiore efficacia al bisogno di salute della popolazione». Primo passaggio, in un'ottica di rete, è l'integrazione del servizio di continuità assistenziale con il 118, così da intercettare preventivamente i codici bianchi e verdi e da inviarli, quando possibile, ai servizi distrettuali (medicina generale, assistenza domiciliare, specialistica ambulatoriale, farmacia), assicurando al cittadino continuità dell'assistenza. Tre i possibili modelli ventilati nel documento, cui le Regioni potranno ispirarsi per mettere in piedi, teoricamente entro 60 giorni dall'approvazione in Stato-Regioni, progetti finanziabili con gli obiettivi di piano: il primo prevede l'istituzione di un'area dedicata all'attività delle ex guardie mediche nell'ambito delle centrali operative 118, con un numero di medici proporzionale al carico di lavoro; il secondo, valido soprattutto nelle aree metropolitane, prevede centrali di ascolto autonome della continuità assistenziale esterne alle C.o. 118; il terzo schema contempla l'istituzione di un call center di secondo livello con funzione di filtro, costituito da operatori non sanitari, su cui possono confluire sia le chiamate indirizzate alla c.a. sia quelle destinate al servizio 118. SANITÀ NAZIONALE 59 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato REVISIONE DELL'URGENZA E CONTINUITÀ DI CURA 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 6 (tiratura:40000) Sangue italiano col patentino Una normativa ponte fino al 2014 in attuazione del milleproroghe Disciplina ad hoc per l'autoctono Sara Todaro Il sangue italiano diventa sempre più farmaco e si affida alla regia dell'Istituto superiore di sanità, dell'Aifa e del Centro nazionale sangue per ottenere il patentino che abilita alla produzione e commercializzazione degli emoderivati realizzati a partire dalle donazioni nazionali e opportunamente dotati di Aic. Mentre per i centri lavorazione e frazionamento è tempo di procurarsi le credenziali che abilitano alla stipula delle convenzioni con le Regioni per la lavorazione del plasma autoctono. Le novità sono contenute nei due decreti trasmessi dalla Salute al parere della Stato-Regioni dopo aver superato l'8 settembre il vaglio all'esame della Consulta permanente tecnica per il sistema trasfusionale, istituita dalla legge nazionale di settore. Dopo l'istituzione dell'albo dei valutatori che dovranno obbligatoriamente essere inseriti nei team regionali addetti alle verifiche sulle attività di settore cui ha provveduto il Dm del 26 maggio - i due nuovi decreti provvedimenti completano l'attuazione della normativa ponte prevista dal decreto "milleproroghe" (legge 10/2011) che ha procrastinato al dicembre 2014 l'attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sui requisiti minimi e sulle verifiche periodiche dei servizi trasfusionali. Lavorazione a regola d'arte. Semplici e tassativi i requisiti previsti per centri e aziende di frazionamento e produzione di emoderivati che aspirano a entrare nella rosa dei potenziali partner delle Regioni. I candidati avranno un mese di tempo per presentare domanda alla Salute documentando - sotto la responsabilità del legale rappresentane dell'azienda - il possesso dei requisiti fissati dal decreto. In particolare bisognerà dimostrare di possedere adeguate dimensioni industriali, un ciclo lavorativo ad avanzata tecnologia, stabilimenti rispettosi delle norme nazionali ed europee, il possesso dell'autorizzazione alla commercializzazione in Italia dei farmaci emodeivati, nonché il processo di frazionamento in stabilimenti ubicati in Paesi Ue dove il sangue non e ceduto a fini di lucro e lavorato in regime di libero mercato. Alle verifiche provvedono Aifa, Salute e Cns per quanto di competenza nell'arco di 90 giorni: l'esito dell'esame sarà vincolante per l'inserimento nell'elenco dei centri accreditati che sarà approvato con dec reto della Salute. Aic nazionale per l'emoderivato. Dedicato interamente alla sicurezza e bontà degli emoderivati prodotti con plasma nazionale il secondo decreto approdato sui banchi delle Regioni, in cui si prevede la concessione di una Aic da parte dell'Aifa analogamente a quanto accade per tutti gli altri prodotti farmaceutici e il controllo di Stato sui lotti da parte dell'Iss. I relativi dossier dovranno documentare qualità e sicurezza della materia prima utilizzata anche in relazione a specifiche linee guida prodotte dal Centro nazionale sangue sulla raccolta di informazioni relative alle caratteristiche del plasma nazionale. L'Aic è subordinata al parere che il Cns formulerà anche avvalendosi di sinergie con l'Iss entro 90 giorni dalla richiesta pervenuta dall'Aifa: le aziende produttrici sono tenute ad aggiornare la relativa documentazione con cadenza annuale. Le aziende già titolari di convenzioni con le Regioni dovranno mettersi in regola entro nove mesi. Le eventuali eccedenze rispetto al fabbisogno regionale o nazionale potranno essere esportate o cedute ma non a fini di lucro, solo col recupero dei costi di produzione e a patto di poter esibire in dogana l'attestazione del Cns sul possesso da parte degli emoderivati dei requisiti previsti. Origine del plasma Le garanzie sul plasma a. Informazioni sui servizi trasfusionali e unità di raccolta del sangue/plasma b. Ispezioni e autorizzazioni dei servizi trasfusionali e unità di raccolta c. Dati epidemiologici sulle infezioni trasmissibili per via ematica d. Informazioni sui laboratori in cui si eseguono i controlli sulle donazioni e sui «plasma pool» e. Ispezioni e autorizzazioni dei laboratori che eseguono i controlli analitici sulle donazioni e sui «plasma pool» f. Criteri di selezione/esclusione dei donatori di sangue/plasma g. Sistema operante che consente di individuare il percorso di ogni donazione dal servizio trasfusionale fino ai prodotti finiti e viceversa Qualità e sicurezza del plasma a. Conformità alle monografie della Farmacopea europea b. Controlli sulle donazioni di sangue/plasma e sulle miscele per individuare agenti infettivi, con relative informazioni sulla metodica di analisi e, in caso di «plasma pool», dati di convalida dei test utilizzati c. Caratteristiche tecniche delle sacche SANITÀ NAZIONALE 60 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato All'esame della Stato-Regioni i decreti sull'Aic per gli emoderivati e la selezione dei centri 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 6 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE 61 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di raccolta del sangue e plasma, con relative informazioni sulle soluzioni anticoagulanti impiegate d. Condizioni di conservazione e di trasporto del plasma e. Procedure relative alla tenuta dell'inventario e/o al periodo di quarantena f. Caratterizzazione del «plasma pool» g. Sistema operante tra il fabbricante di medicinali derivati dal plasma e/o chi fraziona/lavora il plasma da un lato, e i centri stabilimenti di raccolta e analisi del sangue/plasma dall'altro, che definisce le condizioni delle reciproche interazioni e le specificazioni stabilite La certificazione dei centri di lavorazione degli emoderivati Dimensioni industriali I requisiti richiesti riguardano tutte le fasi - pre-lavorazione, trasformazione e distribuzione - e dovranno essere specificati e attestati sotto la propria responsabilità dal legale rappresentante dell'azienda per ciascuna di esse in termini quantitativi e qualitativi e in rapporto alla produzione regionale e nazionale di plasma pre-lavorazione: aziende e centri dovranno dimostrare la capacità di ritiro, stoccaggio e trasferimento del plasma nazionale conferito nell'impianto di lavorazione fase di trasformazione: aziende e centri dovranno dimostrare la capacità di garantire processi di lavorazione del plasma nazionale che evitino il suo mescolamento con plasma di altra origine, adeguatamente documentata. In particolare dovranno essere soddisfatti i seguenti sei punti: 1. specifico impianto utilizzato per la lavorazione; 2. descrizione delle diverse tipologie di plasma immesse in lavorazione sulle apparecchiature e sugli impianti; 3. strategia di sicurezza adottata al fine di minimizzare i rischi derivanti da agenti infettivi e da agenti infettivi emergenti; 4. aspetti di riduzione virale e/o controlli per gli agenti infettivi o surrogati; 5. capacità di riduzione virale del processo di produzione; 6. rischi di contaminazione crociata fra i lotti di produzione fase di distribuzione: aziende e centri dovranno dimostrare la propria capacità di stoccaggio e di consegna/spedizione dei prodotti finiti Ciclo lavorativo ad avanzata tecnologia Il possesso del requisito dovrà essere attestato, sotto la propria responsabilità, dal legale rappresentante dell'azienda Processo di frazionamento del plasma effettuato in stabilimenti ubicati in Paesi Ue in cui il plasma raccolto non sia oggetto di cessione a fini di lucro e sia lavorato in regime di libero mercato compatibile con l'ordinamento comunitario Il legale rappresentante dell'azienda è tenuto a dichiarare: 1. l'ubicazione (città e Paese) dello/degli stabilimento/i nel/i quale/i l'azienda intende effettuare il frazionamento del plasma nazionale; 2. che, nel Paese ove ha sede ciascuno stabilimento, di cui al precedente punto 1, il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in regime di libero mercato compatibile con l'ordinamento comunitario Autorizzazione all'immissione in commercio in Italia dei farmaci emoderivati Il legale rappresentante dell'azienda è tenuto a fornire la lista delle autorizzazioni all'immissione in commercio (Aic) in Italia di farmaci emoderivati, specificando per ognuna di esse la tipologia della procedura di registrazione Idoneità degli stabilimenti alla lavorazione secondo le vigenti norme nazionali ed europee Il possesso di tale requisito è attestato dalla presentazione dell'Autorizzazione alla produzione e dell'ultimo certificato Gmp (good manufacturing practice) validi, rilasciati dall'Autorità competente del/i Paese/i dell'Unione europea ove sono ubicati gli stabilimenti utilizzati per la produzione dei medicinali emoderivati da plasma nazionale I riferimenti normativi in materia di attività trasfusionali Dlgs 219/2005 (Disciplina delle attività trasfusionali e della produzione di emoderivati) Prevede la promozione dei Lea trasfusionali con uno o più accordi Governo-Regioni anche attraverso la qualificazione dei servizi trasfusionali, confermandone la natura di struttura pubblica, l'omogeneizzazione e la standardizzazione di organizzazione e procedure. Affida ad appositi accordi Governo-Regioni anche il periodico aggiornamento dei requisti minimi e affida al Centro nazionale l'attività di formazione per l'attività di vigilanza, controllo e accreditamento, di competenza delle Regioni Dlgs 261/2007 (Revisione del Dlgs 191/2005 di attuazione della direttiva 200298/Ce Norme di qualità e di sicurezza per la raccolta e trattamento del sangue) Riporta le definizioni di "servizio trasfusionale" e "unità di raccolta": individua le competenze in materia dei ministeri della Salute e della Difesa, del Centro nazionale sangue e delle Regioni sul rispetto dei requisiti dei servizi trasfusionali; regolamenta autorizzazione, ispezioni e controlli sui servizi trasfusionali da parte di Regioni e Pa Legge comunitaria 2009 (Legge n. 96 del 4 giugno 2010 - articolo 40 - Recepimento delle direttive 2005/62/Ce e 2001/83/Ce, in materia di emoderivati) Ha stabilito che il plasma raccolto in Paesi esteri e i relativi intermedi, destinati alla 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 6 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE 62 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato produzione di medicinali emoderivati, devono rispondere ai requisiti previsti dalla vigente farmacopea europea e alle direttive europee applicabili. Ha inoltre previsto che sono comunque ammessi alla lavorazione per la produzione di medicinali emoderivati da commercializzare al di fuori dell'Unione europea il plasma e i relativi intermedi provenienti dai centri di raccolta e produzione di Paesi terzi. L'articolo 40 ha stabilito inoltre che ai fini della stipula delle convenzioni regionali per la lavorazione del sangue raccolto in Italia i centri e le aziende di frazionamento e di produzione di emoderivati devono essere dotati di adeguate dimensioni, disporre di avanzata tecnologia e avere gli stabilimenti idonei a effettuare il processo di frazionamento ubicati nei Paesi dell'Unione europea in cui il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in un regime di libero mercato compatibile con l'ordinamento comunitario. I suddetti centri e aziende devono produrre i farmaci emoderivati dotati dell'autorizzazione all'immissione in commercio in Italia. Accordo Governo-Regioni del 16 dicembre 2010 (Requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e sul modello per le visite di verifica) Risponde all'urgenza "inderogabile" di conformare le attività trasfusionali alle norme nazionali di recepimento delle direttive comunitarie in materia registrando l'impegno di Regioni e Pa a recepire entro 6 mesi i requisiti strutturali minimi e il modello per le visite di verifica dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e a completare le visite di verifica entro 36 mesi dalla disponibilità dell'elenco dei valutatori Proroga termini 2010 (Dl 225/2010 convertito nella legge 10/2011 del 26 febbraio 2011, n. 10 articolo 2, comma 1-sexties) Proroga al 31 dicembre 2014 la scadenza ultima per l'entrata in vigore delle disposizioni di cui all'Accordo Governo-Regioni del 16/12/2010 e nel frattempo attua l'articolo 40 della Legge Comunitaria 2009 prevedendo l'emanazione da parte della Salute dei decreti relativi a: a) istituzione dell'elenco nazionale dei valutatori per il sistema trasfusionale, affidandone la tenuta al Centro nazionale sangue ( l'albo è stato istituito con il Dm 26 maggio 2011 ); b) definizione delle modalità per la presentazione da parte degli interessati e per la valutazione, da parte dell'Aifa, delle domande di inserimento tra i centri e le aziende autorizzati alla stipula delle convenzioni; c) disciplina delle modalità attraverso le quali l'Aifa assicura l'immissione in commercio degli emoderivati prodotti da plasma raccolto sul territorio nazionale nonché l'esportazione del medesimo per la lavorazione in Paesi comunitari e l'Istituto superiore di sanità assicura il relativo controllo di stato 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 3 (tiratura:40000) Il gruppo? È più virtuale che reale M.Per. Le aggregazioni funzionali dei medici di base, più virtuali che reali, sono presenti in circa la metà del Paese. Molto meno le Unità complesse delle cure primarie o le case della salute, forme più evolute di organizzazione della Sanità fuori dall'ospedale. A dispetto delle convenzioni e degli accordi locali degli ultimi anni, i modelli strutturali delle cure territoriali stentano a decollare. La riprova arriva da un'indagine appena conclusa dal Centro studi Fimmg, che ha raccolto i dati da 76 sezioni provinciali su 110, pari al 70% del territorio nazionale. Le aggregazioni funzionali (o équipe territoriali o Unità o Nuclei o Gruppi di cure primarie) risultano implementate in metà delle sezioni, con marcate differenze geografiche: se al Nord la quota è in linea con il dato nazionale, al Centro si registra quasi l' en plein (con aggregazioni presenti nell'89% dei casi) mentre al Sud emerge una vistosa mancanza (soltanto il 21% ne dichiara l'attivazione). Molto meno diffusi i modelli riconducibili alle Uccp: il 76% delle sezioni ne è sprovvisto (il 92% al Sud), ma al Centro la diffusione è comunque maggiore (37 per cento). Considerando che le aggregazioni devono comprendere almeno 20 medici di medicina generale e non oltre 30mila assistiti, non sorprende che il loro numero per sezione provinciale raramente superi le 50 unità: la maggior parte (29,4%) conta tra le 11 e le 20 aggregazioni. Nell'81,3% delle sezioni, invece, le Uccp attivate vanno da una a dieci. Speculare il dato sui medici coinvolti: per le aggregazioni nel 40% dei casi sono tra il 91 e il 100%, anche perché l'adesione dovrebbe essere obbligatoria; per le Uccp, invece, nel 62% delle sezioni i sanitari interessati sono meno del 10 per cento. L'integrazione in entrambe le forme viaggia moltissimo sul filo delle nuove tecnologie: nel 44% delle risposte le aggregazioni funzionali dispongono per la quasi totalità di mezzi informatici autonomi e in un terzo di collegamento in rete tra i Mmg; per le Uccp la quota sale al 64% del campione ma la percentuale crolla se si guarda ai collegamenti con gli altri livelli del Ssn (Asl, distretto, ospedale), assenti nel 56% delle sezioni. Le attività su cui sia le aggregazioni funzionali sia le Uccp sono prevalentemente orientate sono l'organizzazione, l'accessibilità e la medicina di iniziativa. Per il 71% delle sezioni con aggregazioni attivate e per il 62% di quelle con Uccp esistono accordi "finanziati". In entrambi i casi, qualora sia prevista l'applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici (Pdta), le malattie più frequentemente interessate sono diabete, Bpco e scompenso cardiaco. Report e rendiconti sono previsti in oltre la metà dei casi. Nell'Uccp è sempre coinvolto personale di segreteria. Molto meno frequente l'utilizzo di infermieri e specialisti. Le sedi in cui le Unità sono ospitate risultano in percentuali uguali di proprietà del Ssn, del Comune o di società o coop riconducibili alla medicina generale. Due i camici bianchi "leader": oltre al ruolo di coordinatore delle aggregazioni, funzionali o strutturali, nel 56% delle sezioni provinciali esiste in aggiunta una figura di Mmg "referente distrettuale". Ma in circa l'80% dei casi nessuno dei sanitari referenti è stato invitato a frequentare corsi di formazione ad hoc. Percorsi ritenuti invece indispensabili dal 45,5% delle sezioni interpellate e almeno "utili" dal 48,5 per cento. Lo studio fotografa di fatto un panorama in fieri, in cui si sperimenta sì, ma ancora timidamente. Lasciando aperte molte domande sulle quali indagare. Una su tutte: quali sono i vantaggi reali in termini di assistenza per i cittadini? SANITÀ NAZIONALE 63 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA MAPPA DI AGGREGAZIONI E UCCP 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 3 (tiratura:40000) Braccio di ferro tra sigle e Regioni sul riordino delle cure primarie Stralciati i vincoli sul finanziamento dei mezzi di produzione, ma i tecnici regionali danno battaglia "Cade" il passaggio alla dipendenza Barbara Gobbi Doveva essere un semplice incontro di presentazione della nuova bozza di riordino del territorio messa a punto dal ministero ma si è trasformato, di fatto, in una trattativa sindacale. Dalla quale i sindacati sono usciti più che mai spaccati e su cui le Regioni si riservano ancora di dire l'ultima parola. Nella convinzione che la nuova gestione delle cure primarie, se mai ci si arriverà, sia innanzitutto di loro competenza. L'esito della riunione di lunedì 26 settembre a Roma tra i tecnici della Salute, gli esperti delle Regioni e le principali organizzazioni della medicina generale e della pediatria sulla riforma dell'articolo 8 del Dlgs 502/1992 (v. Il Sole-24Ore Sanità n. 36/2011) incontra, da un lato, il pieno consenso della Fimmg e, all'estremo opposto, il niet dello Snami. Per capire fino a che punto abbiano inciso, da una parte, il braccio di ferro interno ai sindacati e, dall'altra, i differenti approcci tra sigle del territorio e Regioni, occorrerà attendere ancora qualche giorno, quando il ministero renderà disponibile il nuovo testo limato. Nel frattempo, alcune modifiche sono già chiare: la Fimmg incassa una doppia vittoria: lo stralcio della lettera v), in cui si profilava il passaggio alla dipendenza con l'inquadramento dei medici convenzionati nel ruolo della dirigenza medica, e la possibilità di dar vita a équipe monoprofessionali (il test d'ingresso contemplava team multiprofessionali). A confermarlo lo stesso ministro della Salute, Ferruccio Fazio , davanti alla platea dei pediatri Fimp: «I medici di famiglia non passeranno alla dipendenza dei distretti, si tratta di una scelta convinta del ministero e mia personale. E saranno possibili équipe mono e multi-professionali, salvaguardando e valorizzando la centralità del medico di base e del pediatra». Anche la previsione di un impegno continuativo settimanale di 38 ore in capo ai medici scomparirà, con ogni probabilità, dal testo revisionato. Nella bozza di entrata questa garanzia oraria era legata a un finanziamento da parte delle aziende dei fattori di produzione e delle dotazioni strutturali per le forme organizzative multi-professionali (Uccp). Un punto su cui le Regioni annunciano però di voler tenere duro: non siamo più disponibili, spiegano i tecnici, a negoziare l'organizzazione delle cure primarie. Traduzione: il finanziamento dei mezzi di produzione dovrà avvenire solo nel contesto di un impegno reale nelle Uccp, e solo per quei professionisti che decideranno di aderirvi. Rimane in sospeso la previsione di un referente/coordinatore delle Uccp; mentre resta sostanzialmente intoccata la parte che modifica la struttura del compenso: si prevede una quota fissa per assistito o per ciascuna ora prestata, definita sulla base di variabili legate alla complessità della casistica degli assistiti, come corrispettivi delle funzioni e delle attività assistenziali nonché sulla base di eventuali funzioni complementari a quelle assistenziali. Se il segretario Fimmg Milillo parla di «un concreto passo avanti nel percorso per il riordino delle cure primarie», il leader Snami Angelo Testa boccia la proposta. «Perché costringere i medici a lavorare forzatamente insieme, di fatto mortificando la loro presenza capillare sul territorio? Lo Snami è per un rafforzamento della rete di comunicazione informatica tra dottori del territorio e tra medici del territorio e ospedale», rilanciano dal sindacato. Sonora bocciatura anche dalla Fp-Cigil. Secondo il coordinatore nazionale Nicola Preiti la proposta è «del tutto inadeguata. Non adatta la normativa alle novità introdotte con la riforma del Titolo V e (...) vende per novità misure già esistenti, come il garantire l'assistenza per l'intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana». Ancora, per la Cgil il «voler introdurre una modulazione regionale del limite massimo di assistiti comporterebbe un peggioramento della libera scelta del cittadino e dell'assistenza, alterazione della concorrenza, protezionismo e privilegi». Inoltre, «il ripristino della graduatoria unica già nella discrezionalità delle Regioni» fa sì che «la guardia medica rimane nel limbo dell'assistenza territoriale». Esprime perplessità sulla «obbligatorietà delle Uccp» Biagio Papotto (Cisl Medici). Dallo Smi, Maria Paola Volponi e Bruno Agnetti promuovono «l'accoglimento della nostra storica proposta del ruolo unico per i Mmg», ma chiedono che si mantenga il passaggio a dipendenza per i medici dei servizi e del 118, «altrimenti la protesta sarà dura». SANITÀ NAZIONALE 64 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA REVISIONE DELL'ART. 8, DLGS 502/1992 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 3 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE 65 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mentre per Roberto Lala (Sumai-Assoprof) «ora occorre solo affinare il testo». La parola alla prossima bozza. 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 2 (tiratura:40000) Il medico di famiglia sogna la pensione M.Per. Sono demotivati, stressati e non sereni nei rapporti con Asl e Regione. Tanto che sperano di andare in pensione prima. E spesso ci riescono. Il malessere dei medici di famiglia emerge chiaramente da un'indagine condotta dall'Enpam su 2.055 medici estratti dall'archivio dell'ente: il 44,2% del campione è dipendente, il 35% è libero professionista e altro, il 12,9% è medico di medicina generale, il 4,4% è pediatra di libera scelta e il 3,5% è specialista ambulatoriale. Il primo dato a colpire è quello del reddito: in apparenza i convenzionati sono quelli che guadagnano di più, con il 77,1% dei pediatri e il 36,8% dei medici di famiglia che dichiara di percepire più di 90mila euro lordi l'anno (contro il 14,8% dei dipendenti). Ma - ricorda Paolo Misericordia , responsabile del Centro studi Fimmg - una parte importante è destinata ai fattori di produzione per lo svolgimento della professione (studio, personale ecc.). Non sono più ricchi, dunque. E neanche più soddisfatti. La medicina generale appare la categoria più scontenta del proprio lavoro: conta la quota più alta di poco o per niente soddisfatti (11,2%) e la quota più bassa di molto soddisfatti (60,5%). L'indice di soddisfazione scende ancora se riferito al profilo dei rapporti con Asl e Regione (36,8% gli insoddisfatti, 25,5% i molto soddisfatti). Coerentemente, medici di famiglia e pediatri segnalano maggiori livelli di stress (6,8 e 6,9 in una scala da 1 a 10) e sembrano bramare la pensione più degli altri. Il 35% dei Mmg e il 45% dei Pls vorrebbero uscire dal mercato del lavoro in anticipo (in media a 59,7 anni), contro il 21% della media dei medici. Tra i motivi che maggiormente spingono per anticipare l'età del pensionamento compaiono i problemi connessi al modo in cui si lavora e il fattore stress, in particolare tra i medici di famiglia. Non a caso l'età del pensionamento è effettivamente più bassa nel caso di cattive condizioni di salute, di elevati livelli di stress e di rapporti deteriorati con Asl e Regioni. Tutto torna. Migliori condizioni di lavoro e una minore burocrazia sono giudicati requisiti che maggiormente potrebbero incoraggiare nel continuare a lavorare. Solamente il 19,8% del campione dichiara che non lavora o non continuerà a lavorare dopo la pensione: il 49,7% non lo esclude, il 30,4% ne è sicuro. Scorporando i dati per attività professionale, però, si vede che appena il 22% dei medici di famiglia dichiara di voler continuare a lavorare e la quota degli indecisi si impenna al 57 per cento. Non è facile per nessun professionista prevedere l'ammontare della pensione. Le aspettative migliori sono comunque quelle dei pediatri, i più giovani sono in genere più pessimisti, chi è già pensionato riferisce retribuzioni più elevate. «Dall'indagine - sintetizza Misericordia - emerge il quadro di una classe medica che, se pur ancora soddisfatta della propria attività professionale, lamenta difficoltà e disagio per le condizioni di lavoro, per i carichi burocratici a cui è sottoposta e per i rapporti con il mondo delle istituzioni sanitarie. Situazioni particolarmente penalizzanti per la medicina generale, dalla quale emergono evidenti indicazioni di stanchezza e demotivazione, e un orientamento maggiore delle altre categorie al traguardo della pensione». In compenso, i medici di famiglia sono i più bravi nella conoscenza delle regole previdenziali e del funzionamento dell'Enpam. Anche se potrebbero migliorare, mostrando di ignorare istituti importanti come il riscatto di allineamento e l'aliquota modulare. Da questo punto di vista i camici bianchi iscritti alla Fimmg, cui è stato somministrato attraverso il Centro studi lo stesso questionario messo a punto dall'Enpam, appaiono più informati e più fiduciosi nella gestione dell'ente. Non solo: il medico Fimmg sembra più orientato a ottimizzare la tutela assicurativa e l'integrazione previdenziale attraverso fondi pensione, polizze vita e assicurazioni sanitarie. L'80% degli interpellati dal Centro studi (contro il 54,9% del campione Mmg dell'Enpam) si dice interessato a ricevere dal sindacato un sostegno informativo per pianificare finanziariamente il suo futuro dopo il lavoro. «Sta alla Fimmg - conclude Misericordia - non deludere questa aspettativa». SANITÀ NAZIONALE 66 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INDAGINE ENPAM: STRESS E BUROCRAZIA DEMOTIVANO 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 2 (tiratura:40000) «Ai Mmg serve uno scatto» Più team e tecnologie - Ma l'integrazione non sia governata dall'alto Manuela Perrone «I momenti di crisi sono quelli in cui di più bisogna guardare al futuro». Il tracollo dei mercati, i tagli imposti dalla manovra, il blocco delle convenzioni, la protesta indetta da tutti i medici italiani per il 13 ottobre non spengono l'ottimismo di Giacomo Milillo , segretario nazionale della Fimmg. Che arriva al 66 congresso della Federazione con in tasca la mediazione del ministro Fazio sul riordino delle cure primarie. E un messaggio chiaro alle Regioni: la medicina generale deve cambiare ma senza imposizioni dall'alto. L'Italia è sull'orlo del collasso, la classe medica soffre e voi dedicate il congresso alla «medicina generale nel III millennio». Non è un controsenso? Niente affatto. Proprio perché il futuro non è roseo bisogna pensarci. La crisi dev'essere una spinta per trovare soluzioni diverse. La Fimmg è stata tra i primi nel mondo medico a capire che rispetto a certi problemi bisognava reagire con cambiamenti radicali. Favoriti dalla riduzione della pletora medica dobbiamo distillare i valori della professione, fare con gli altri un ragionamento di qualità e non di quantità. Perché, superata la crisi, si possa riproporre l'autorevolezza della professione. La manovra ha picchiato talmente duro da far ritrovare unità a tutte le sigle del mondo medico. La piazza è d'obbligo? Per la medicina generale l'aumento dell'Iva determina un aumento dei costi, contemporaneamente alla perdita del potere d'acquisto derivante dal blocco dei contratti e alla necessità di rivedere tutto il sistema previdenziale per i noti problemi del bilancio tecnico dell'Enpam. È una batosta a cui vogliamo dare un segno di reazione. Però c'è un'altra motivazione: un senso di solidarietà rispetto alla condizione della professione. Non condividiamo quello che è stato fatto nei confronti degli ospedalieri, sentiamo il dovere etico di fare massa insieme a loro per protestare. Tira aria di smantellamento del Servizio sanitario? Smantellare il Ssn sarebbe esiziale per la tutela della salute dei cittadini. Mi pare che se anche ci fossero delle volontà non ci sono le condizioni per farlo. Noi crediamo che il Ssn possa essere rilanciato eliminando gli sprechi di amministrazioni schizofreniche e governando quei rivoli di risorse che ora servono più ad alimentare la politica e il sottogoverno che non la salute dei cittadini. Siete arrivati al congresso freschi dell'incontro al ministero sul riordino delle cure primarie, che accoglie alcune delle vostre proposte, come l'accesso e il ruolo unico nel Ssn e la ristrutturazione del compenso. Non abbiamo in mano ancora nulla ma per me già soltanto la convocazione ha rappresentato un passo avanti. Così come la cancellazione del passaggio alla dipendenza, che era imp roponibile. Vi sentite minacciati dall'invadenza delle Regioni? Qual è il nodo più spinoso? Tra le cose più difficili da affrontare con le Regioni c'è il ruolo delle aggregazioni funzionali territoriali, che corrispondono alle nostre Unità di medicina generale: le Regioni vorrebbero relegare i gruppi monoprofessionali a un ruolo virtuale. Vogliono puntare sull'integrazione tra i diversi professionisti del territorio e pensano che possa avvenire solo se la governano. C'è anche un problema di rapporto di potere: se si prendono Mmg, pediatri, specialisti scelti e messi insieme da loro si crea un rapporto gerarchico che va in una data direzione. Temete di perdere autonomia? Noi vogliamo che prima le varie discipline sviluppino la capacità di lavorare in squadra e che poi si integrino. Anche perché non è possibile che il medico si integri con tutti i servizi da solo. A meno che non si intenda per integrazione il fatto che debba eseguire protocolli scritti da altri. Ma che futuro ha il riordino? Diventerà una legge? Resterà l'ennesimo libro dei sogni? Io vorrei una legge ma nell'immediato il risultato importante è quello della formalizzazione politica con Regioni e ministero: raggiungere quel livello di condivisione può permettere alla Sisac di cominciare a lavorare, in attesa del 2015, a una riscrittura completa e ponderata della convenzione. Non dimentichiamo che le ultime convenzioni erano "ponte". Nel frattempo, però, tra tagli, burocrazia e nuovi oneri i medici di famiglia sono sempre più scoraggiati. L'assenza di risorse per gli investimenti è un problema concreto. Noi stiamo lavorando come Confprofessioni per fornire strumenti e opportunità. Da poco, grazie a una riforma di legge, sono stati istituiti due Confidi per i professionisti, Mmg compresi: un sistema di cooperative che fornirà ai medici finanziamenti agevolati come quelli di cui hanno SANITÀ NAZIONALE 67 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA DI BASE/ Congresso Fimmg: il segretario nazionale invita a reagire alla crisi 04/10/2011 Il Sole 24 Ore Sanita' - N.37 - 4 Ottobre 2011 Pag. 2 (tiratura:40000) SANITÀ NAZIONALE 68 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato usufruito commercianti, agricoltori, artigiani. L'altro fronte è l'attività di Fondoprofessioni: sempre con Confprofessioni stiamo lavorando per introdurre la figura professionale dell'«assistente di studio medico» nel Ccnl dei dipendenti di studio, dotata di competenze sia di tipo segretariale sia sanitario e socioassistenziale. I medici si stanno cioè attrezzando per offrire alle Regioni processi di assistenza e perseguimento di obiettivi avendo dalla parte pubblica non l'investimento nei fattori di produzione ma il sostegno nella spesa corrente, nell'ipotesi che a parità di spesa questo determini risultati migliori o a parità di risultati spese minori. Anche l'accordo in Lombardia è stato firmato dalla sola Fimmg. State ballando troppo da soli? Ci si illude se si pensa che rivendicare il soldo, che è la vecchia politica sindacale, possa ancora produrre risultati. La verità è che la Fimmg è sempre andata avanti con gli altri e si è trovata da sola nel momento delle responsabilità. Non avete paura di un calo di iscritti? L'erosione c'è ma non da parte delle altre sigle. C'è perché i medici sono spinti proprio da questa conflittualità inutile a perdere fiducia nell'istituzione sindacale. Noi cerchiamo di non dare sponda al litigio e di continuare sulla nostra strada. E mi sembra che abbiamo ottenuto risultati: si pensi al riordino, ai certificati on line. Con il ministro Fazio c'è ormai un idillio? I rapporti non sono mai scontati. Certo gli devo riconoscere l'attenzione e l'affidabilità. Non condivido tutto ma sta cercando di fare qualcosa. Come vede la medicina generale nel terzo millennio? Come una medicina generale che riacquista centralità, che lavora in squadra, che riporta il medico a fare il medico potendo usufruire di tecnologie e di personale. Non è soltanto un augurio: è una necessità. Si parla di futuro al 66 congresso della Fimmg (il maggior sindacato dei medici di base), in programma dal 3 all'8 ottobre al Tanka Village di Villasimius (Cagliari). In linea con l'atteggiamento ottimista e propositivo che ha contrassegnato sin qui la "gestione Milillo" - riconfermato segretario l'anno scorso - il tema del summit è «La medicina generale nel 3 millennio». Con tutte le sue possibili declinazioni: gli scenari, l'evoluzione dell'attività, le tecnologie, i nuovi strumenti e le opportunità, la riorganizzazione del lavoro, le sfide di salute e quelle di "comunicazione". Un viaggio a tutto tondo intorno a "quel che potrà essere", compiuto nel momento forse più nero per la categoria, menomata dal blocco delle convenzioni e stretta tra l'incudine di richieste pressanti della parte pubblica e il martello di una rete ospedaliera in ristrutturazione. Chiara l'intenzione del sindacato: non finire "governati"da Regioni sempre più esigenti ma lavorare per governare i cambiamenti da protagonisti. Una partita tutta da giocare. Medicina generale: deleghe al 1 gennaio 2010Smi Snami Fimmg Altre sigle Intesa sindacale - Cisl medici Fp Cgil medici - Simet - Sumai Totale complessivo 41.894 100,00 Fonte: Sisac 05/10/2011 Il Sole 24 Ore - Lombardia - N.36 - 5 Ottobre 2011 Pag. 8 (tiratura:405061) Venti milioni ai medici di base per gestire i malati cronici Spunta come partner una società in rosso del San Raffaele MILANO Silvia Sperandio Un budget virtuale annuo fissato dal Pirellone per ogni paziente e una schiera di medici di famiglia pronti a gestire la partita della cronicità in Lombardia. Con la chiusura del bando regionale e l'assegnazione del compito ad alcune cooperative di camici bianchi, parte in questi giorni la prima fase del progetto sperimentale regionale che introduce i Creg (Chronic related group) nella gestione delle cure destinate, per ora, a oltre 80mila cittadini lombardi. Tutte persone affette da una o più malattie croniche, dall'ipertensione arteriosa al diabete, dallo scompenso cardiaco all'osteoporosi, dalla bronchite cronico ostruttiva, alle malattie neuromuscolari invalidanti. Il programma (secondo la Dgr 1479 del 30 marzo 2011) coinvolge in primis i dottori di famiglia, responsabili delle cure primarie, e interessa cinque Asl: Milano, Melegnano, Bergamo, Como e Lecco. «A Milano il compito è stato assegnato a 55 medici di base associati nella cooperativa Cmmc - dichiara Walter Locatelli, direttore generale della Asl Città di Milano -: l'ammissione è avvenuta sulla base dei parametri previsti dalla delibera e questi medici diventeranno i primi "provider" del Creg, ossia coloro che dovranno garantire l'intero supporto organizzativo per la presa in carico dei pazienti, dal call center attivo 12 ore su 24 alla fornitura delle apparecchiature medicali, fino alla gestione informatica dei dati degli assistiti». Un compito complesso attende i nuovi provider (solo a Milano gestiranno un budget virtuale di circa 20 milioni di euro, con circa 12.500 pazienti) che a livello regionale è stato assegnato a quasi 400 medici di famiglia. «Per noi si tratta di un cambio epocale - commenta Alberto Aronica medico della cooperativa Cmmc -. Infatti per la prima volta la Regione ha deciso di "esternalizzare" la gestione e il monitoraggio dei pazienti cronici». In sostanza, il provider sarà titolare di un budget (che per ogni paziente oscilla tra i 600 e i 30-40mila euro, si veda la tabella), e controllerà l'intera filiera delle cure per i cronici: ad esempio dovrà acquistare i servizi sanitari presso i vari fornitori che poi la Asl provvederà a saldare, addebitando le prestazioni al provider. Nel caso di una cooperativa, tutti i soci sono provider. E se alla fine i conti risulteranno positivi, gli utili verranno reinvestiti in servizi per i suoi soci. A Milano la Cmmc ha partecipato al bando della Asl in partnership con Telbios Spa, partecipata dalla Fondazione San Raffaele, che fornirà parte dei servizi, tra cui la telemedicina. La società - che ha un deficit di 3,28 milioni nel bilancio 2010 e di 4,89 milioni nel bilancio 2009 - è anche il partner tecnologico dei nuovi "provider" di Bergamo, oltre 200 medici in cooperativa che hanno vinto il bando della Asl. Quanto alle altre sedi di sperimentazione, a Como hanno aderito circa 80 medici in cooperativa, a Melegnano una quarantina, mentre Lecco registra adesioni inferiori. In ogni caso, dopo questo primo bando rivolto ai medici, nei prossimi mesi il Pirellone bandirà una seconda gara, aperta a realtà sanitarie e socio sanitarie, pubbliche e private (onlus, associazioni, ospedali). In ballo c'è la presa in carico di altri 40mila pazienti cronici, visto che la sperimentazione ne interessa in totale 120mila. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte:Regione Lombardia Valorizzazione economica di alcune patologie croniche Il budget per ogni paziente Patologie Valorizzazione (euro) Diabetici 966,00 Diabetici insulinici, 1 patologia 1.572,00 Ipertesi 667,00 Cardiopatici, vasculopatici 1.217,00 Insuff. renale e dialisi 34.702,00 Ipercolesterolemie 726,00 Broncopneumopatici 1.742,00 Asmatici 733,00 Foto: Provider. La gestione della cronicità affidata a cooperative di medici SANITÀ NAZIONALE 69 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ LA SPERIMENTAZIONE A MILANO