Digitalizzazione del testo: Nisaba Correzione e impaginazione: Nibiru, Mnemosine Questo testo è di pubblico dominio, può essere usato da chiunque per qualsiasi attività non a scopo di lucro. Vi chiediamo solo di rispettare il nostro lavoro e di non alterare le informazioni all'interno del pdf e i credits ai suoi creatori. Questo testo è originariamente stato creato per gli utenti di Post-it Mistery ________ Il presente pdf è la digitalizzazione di un testo scritto nel 1919 da Luigi Peserico, “Cronologia Egizia, verificata astronomicamente e confrontata con altre cronologie antiche”, un testo pressoché introvabile in forma cartacea. La copia da noi consultata è disponibile nella Biblioteca L. Majno di Gallarate (Varese) e ringraziamo l'archivio per il permesso concessoci di avere accesso ad un testo vecchio, purtroppo non in ottime condizioni, ma egualmente molto prezioso. Il lavoro svolto da Luigi Peserico è, secondo il nostro parere, un ottimo esempio di integrazione di diversi campi del sapere e le conclusioni cui giunge, appoggiandosi ad altri eminenti studiosi dell'epoca, sono state per noi un lume nel mezzo di ricerche infide e prive di certezze. Luigi Peserico Dalle Ore (Longare, 13 giugno 1869 – Longare, 8 settembre 1936) è stato un medico e scrittore italiano. Figlio di Antonio Peserico e di Emilia Dalle Ore sposò Maria Bassani (1866- 1957), fu padre del fisiologo Enoch Peserico e dello psichiatra e scrittore Mario Peserico. Ebbe a suo primo maestro il cappellano di Longare don Giacomo Dalla Costa e si laureò con Achille De Giovanni. Importanti per la sua formazione furono il Prof. Giuseppe Dalle Ore (1850-1902) primario dell'Ospedale di Milano. Altre figure considerevoli nella sua biografia furono suo nonno l'oculista Domenico Peserico e il fratello di suo padre Gerolamo Peserico, padre del geologo Luigi Peserico, autore di importanti trattati scientifici sui cataclismi geologici. La sua formazione letteraria fu facilitata anche dall'amicizia della moglie di Gerolamo Peserico, Maria Bertolini, con Giacomo Zanella, (1820-1888). Zanella dedicò a Maria alcune poesie, sia in occasione del suo matrimonio, sia per la sua morte. Oltre all'attività scientifica in campo medico, Luigi Peserico si dedicò a studi storici sugli Egizi e sugli Etruschi. Libri di Luigi Peserico Dalle Ore: "La Malaria nel Veneto", 1902; "Cause esterne e condizioni individuali nell'arteriosclerosi", 1905; "Contribution au diagnostic des maladies du Cervelet", 1906; "Per lo studio dell'alcoolismo cronico: contributo clinico ed ematologico", 1907; "Le glicosurie e il diabete mellito e la loro cura in Abano", Gallina, 1916; "Le Opere Maggiori di Achille De Giovanni (1838-1916) riassunte dal dott. Luigi Peserico", Napoli: G. Civelli, 1909. "Proposta di esperienze per la disinfezione delle vetture ferroviarie", Vicenza: prem. stabilimento tipo-lito G. Raschi, 1902 (16 p.; 21 cm.); "Il Cane e l'Idrofobia", Vicenza: G. Raschi editore, 1905 (19 p.; 16 cm.); "Per lo studio dell'azione delle acque e dei fanghi di Abano: contributo clinico-sperimentale", Perugia: Unione tipografica cooperativa, 1910 (pp. 91, bross. Edit.), vi sono raccolti e studiati decine di casi di guarigione su persone curate con l'acqua di Abano; "Sull'importanza dei sigari e specialmente dei mozziconi di essi nella diffusione della tubercolosi", Roma: Società editrice Dante Alighieri, 1901 (13 p.; 24 cm.), Estr. da: Annali d'igiene sperimentale, fasc. 1. (1902); "La Malaria nel Veneto: vicentino e laguna veneta", Roma: Società editrice Dante Alighieri, 1902; "Alcune note sul tifo typhus ambulatorius ad esito infausto tifo nelle puerpere la pelle nei tifosi", Milano: casa editrice dottor Francesco Vallardi, 1906 (11 p.; 23 cm), Estr. da: Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, n. 18 (1906), in testa al front.: Istituto della R. Clinica Medica dell'Università di Padova diretto dal prof. De Giovanni; "L'alcoolismo in Provincia di Vicenza. Riassunto della Relazione letta in Consiglio Provinciale di Sanità nella seduta del 24 ottobre 1904", in «Bollettino della Prefettura di Vicenza» gennaio 1905. 1 LUIGI PESERICO CRONOLOGIA EGIZIA Verificata astronomicamente e confrontata con le altre cronologie antiche. VICENZA PREM. STABILIMENTO G. RASCHI 1919 2 PROEMIO ________ Da quando il Biot prese in esame le antiche date egiziane assoggettabili a calcoli di verifica, per ricavarne una cronologia con criteri scientifici, forse nessun astronomo di grido fino ai giorni nostri ancora aveva più tentato quest'impresa. Le scoperte recenti intanto avevano moltiplicato o precisato meglio il materiale, sul quale potevano applicarsi le verifiche astronomiche: e avevano gettata nuova luce sulla storia dell'antico Oriente. Quegli Egittologi, che intrapresero la ricostruzione della Cronologia Egiziana, come il Meyer, il Lehmann, il Mahler, l'Eisenlohr e altri, solo per qualche verifica particolare si affidarono a noti astronomi: ma omisero di far sottoporre al calcolo astronomico alcune date di capitale importanza da essi medesimi segnalate e prese in sesame: sicché le loro cronologie non appagano completamente l'animo dello studioso. Il Direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano, Pfor. Elia Millosevich, si compiacque di dedicarsi a queste verifiche, e un primo frutto ne è stata la Memoria: «Il sorgere eliaco di Sirio» (1). Ma non si è arrestato nell'opera faticosa: e oltre ad avere assoggettato a calcoli di verifica tutti i documenti principali, segnalati dagli Egittologi sopra nominati, ma forse non ancora esaminati da nessun astronomo, e ad avere in tal modo ottenuto dei capisaldi sicuri dell'antica Cronologia Egiziana; calcolò con metodo approssimato, secondo le esigenze del caso, quattro eclissi totali di Sole, i cui gli antichi ci tramandarono indicazioni tali da poterne determinare il tempo e il luogo dell'osservazione. L'eclisse più recente fu da me segnalata proponendogli da prima due date erronee e solo la terza la data giusta, non perché gli antichi non avessero serbata sufficiente memoria del tempo di essa, ma perché io non seppi interpretarli fedelmente. La seconda gliela proposi entro il limite di 13 mesi: per i due eclissi più antichi potei fissare con esattezza l'anno e quasi anche il mese. Egli, compatendo i miei sbagli e le mie incertezze, ha compiuto queste faticose verifiche: e in tal modo ha resi certi e dimostrati questi quattro importanti capisaldi dell'antica cronologia; perciò tutti coloro che amano la ricerca della verità storica dovranno essere grati al Millosevich. A lui sono dovuti tutti e singoli i calcoli astronomici, contenuti in questo lavoro, a meno che non siano attribuiti specificamente a altri. Io non so trovare espressioni adeguate per manifestargli tutta la mia gratitudine. Ringrazio altresì i Prof. D'Egittologia O. Marucchi, E. Schiaparelli, Fl. Petrie, A. Boese, A. Mallon, F. L. Griffith, che mi furono larghi di molte preziose informazioni; devo moltissimo ai Professori M. Martin per la parte greco-italica e A. Cowley per l'Hetheologia. Ho usata ogni diligenza possibile, affinché tutto sia conforme alla verità storica; se, contro la mia volontà, fossi incorso in qualche errore, prego il lettore di segnalarlo, affinché esso possa venire corretto ed eliminato. 1 Memorie del R. Osserv. Astron. Al Collegio Romano, Serie III., Vol. VII, Parte I, Roma 1917 3 BIBLIOGRAFIA ________ Elenco delle opere citate più di frequente MEYER E. - Chronologie Égyptienne, Paris, Leroux, 1912. MAHLER E. - Éyudes sur le Calendrier Égyptien, Paris, Leroux, 1907. BRUGSCH H. - Thesaurus Inscriptionum Aegyptiacarum, Lipsia, Hinrich, 1883-1891. HOMMEL F. - Geschichte del alten Morgenlandes, Lipsia, Göschen, 1912. MASPERO G. - Histoire Ancienne del Peuples de l'Orient. 11a ed., Paris, Hachette, 1912. 4 INDICE ________ PROEMIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3 Bigliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4 Tabelle di conversione degli anni Egizi vaghi in Giuliani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 ________ I. Basi scientifiche della Cronologia Egiziana 1. Manetone e il Papiro di Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 10 2. Sincronismi colle Dinastie Babilonesi, Assire ed Hethee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10 3. L'anno egizio di 365 giorni e il periodo di 1460 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10 4. Il decreto di Canopo sotto Tolomeo III Evergete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 5. Il sorgere eliaco della stella Sirio al 19 Luglio Giuliano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 6. Tolomeo III rinnova il periodo di 1460 anni il 19 Ottobre 229 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 7. Amasi rinnova il periodo di 1460 anni il 12-5 Gennaio 568-525 av.C. . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 8. Tabella dei ritrovamenti del periodo di 1460 anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13 ________ II. L'epoca dei Ramessidi 1. L'anno IX di Amenofi I fu incirca il 1549 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2. Tutmosi III regnava circa il 1473 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3. Ramesse II rinnova il periodo di 1460 anni il 19 Luglio 1321 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4. Festa del Novilunio nell'anno LII di Ramesse II il 20 Dicembre 1274 . . . . . . . . . . . . . . . . » 5. Le date del regno di Menefta I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6. I popoli del Settentrione muovono guerra all'Egitto sotto Seti I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7. I popoli del Settentrione invadono l'Egitto sotto Menefta I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8. Le invasioni d'Egitto sotto Ramesse III . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9. Confronto colla Cronologia Biblica: la data dell'Esodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10. L'intervallo tra l?Esodo e l'edificazione del Tempio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14 14 14 15 15 15 16 16 17 19 ________ III. Dalla XII Dinastia agli Hyksos 1. Brevità del tempo trascorso dalla XII alla XVIII Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 20 2. L'anno VII di Senvosret III fu incirca il 1879 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20 3. L'anno XXXI di Senvosret III incominciò il 30 Novembre 1856 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . » 20 4. Cronologia della XII Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 21 5. Menofre, il 29° Faraone della XII Dinastia rinnova il periodo di 1460 anni circa il 19 Ottobre 1689 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22 6. Data approssimativa dell'invasione degli Hyksos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22 7. La stela dell'anno 400, eretta sotto Ramesse II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22 8. L'invasione degli Hyksos e l'eclisse totale di Sole dell'11 Aprile 1411 av. C. . . . . . . . . . . . » 23 9. Confronto colla Cronologia Biblica: Giuseppe viceré d'Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23 10. La discesa di Abramo in Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24 ________ 5 IV. Le prime Dinastie 1. Tempo approssimativo trascorso dalla IV alla XII Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 26 2. Epoca approssimativa di Merenre I della VII Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27 3. Il XVIII anno di Pepi I della VI Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 27 4. Il lavoro delle cave di pietra sotto Pepi I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28 5. Il lavoro delle cave di pietra sotto Snofru della IV Dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28 6. L'epoca approssimativa del primo Faraone Mene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29 7. La pietra di Palermo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29 8. Confronto colla Cronologia Babilonese e Assira . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 30 ________ V. L'Epoca predinastica 1. Il rito di sepoltura predinastico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 31 2. Il sorgere di Sirio nel 4° giorno epagomeno, circa l'anno 2793 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . » 31 3. Istituzione del Calendario Egizio circa l'anno 2820 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32 4. Confronto colla Cronologia Fenicia ed Assira . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32 5. Il periodo Fenice di 500 anni e le due feste dell'anno 36 e 143 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33 6. La festa Fenice dell'anno 143 e l'eclisse totale di Sole del 15 Giugno 2856 av. C. . . . . . . . » 34 7. La festa Fenice dell'anno 36 e gli eclissi totali di Sole del 19 marzo 1516 e del 21 Aprile 2462 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 34 8. Confronto colla Cronologia Biblica: la nascita di Phaleg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 35 9. Il Diluvio Noetico o Rubble-drift . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 35 10. La formazione del Rubble-drift e della Breccia ossifera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36 11. Calcolo geologico dell'epoca del Diluvio Noetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36 12. Il cominciamento del Diluvio Noetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37 ________ VI. Riassunto Storico 1. I primi abitatori dell'Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 39 2. Caratteristiche delle dodici città Noetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39 3. Le quattro città dei figli di Sem in Asia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 40 4. Le sei città dei figli di Japhet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 41 5. Le due città di Menfi e Tebe d'Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 42 6. Antiche vicende storiche dell'Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 42 7. La divisione del mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 43 8. La torre di Babele e le imprese di Nemrod . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 43 9. Migrazioni dei Pelasgi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 44 10. Lotte tra gli Autoctoni e i Pelasgi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 45 11. Le costellazioni e lo zodiaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 46 12. Longevità dei primi uomini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 47 ________ Conclusione 1. Prospetto delle date verificate astronomicamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 49 2. Incertezza di una eclisse di Sole, intorno all'anno 1230 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 50 6 ________ Appendice Astronomica 1. Osservazioni generali sul calcolo di antichi eclissi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 52 2. Eclisse totale di Sole 11 Aprile 1411 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52 3. » » » 21 Aprile 2462 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53 4. » » » 19 Marzo 2516 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54 5. » » » 25 Giugno 2856 av. C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 54 7 Tabelle di conversione degli anni egizi vaghi in anni giuliani Tabella I Tabella I (seguito) Anni av. C. 1 Thot Anni av. C. 1 Thot 2785 1325 20 Luglio 2040 580 15 Gennaio 2765 1305 15 Luglio 2020 560 10 Gennaio 2745 1285 10 Luglio 2000 540 5 Gennaio 2724 1265 5 Luglio 1977 517 30 Dicembre 2705 1245 30 Giugno 1957 497 25 Dicembre 2685 1225 25 Giugno 1937 477 20 Dicembre 2665 1205 20 Giugno 1917 457 15 Dicembre 2645 1185 15 Giugno 1897 437 10 Dicembre 2625 1165 10 Giugno 1877 417 5 Dicembre 2605 1145 5 Giugno 1857 397 30 Novembre 2581 1121 30 Maggio 1837 377 25 Novembre 2561 1101 25 Maggio 1817 357 20 Novembre 2541 1081 20 Maggio 1797 337 15 Novembre 2521 1061 15 Maggio 1777 317 10 Novembre 2501 1041 10 Maggio 1757 297 5 Novembre 2481 1021 5 Maggio 1733 273 30 Ottobre 2461 1001 30 Aprile 1713 253 25 Ottobre 2441 981 25 Aprile 1693 233 20 Ottobre 2421 961 20 Aprile 1673 213 15 Ottobre 2401 941 15 Aprile 1653 193 10 Ottobre 2381 921 10 Aprile 1633 173 5 Ottobre 2361 901 5 Aprile 1613 153 30 Settembre 2337 877 30 Marzo 1593 133 25 Settembre 2317 857 25 Marzo 1573 113 20 Settembre 2297 837 20 Marzo 1553 93 15 Settembre 2277 817 15 Marzo 1533 73 10 Settembre 2257 797 10 Marzo 1513 53 5 Settembre 2237 777 5 Marzo 1489 29 30 Agosto 2217 757 29 Febbraio 1469 9 25 Agosto 2204 744 25 Febbraio 1449 12 d. C. 20 Agosto 2184 724 20 Febbraio 1429 32 d. C. 15 Agosto 2164 604 15 Febbraio 1409 52 d. C. 10 Agosto 2144 684 10 Febbraio 1389 72 d. C. 5 Agosto 2124 664 5 Febbraio 1365 96 d. C. 30 Luglio 2100 640 30 Gennaio 1345 116 d. C. 25 Luglio 2080 620 25 Gennaio 1325 136 d. C. 20 Luglio 2060 600 20 Gennaio 8 L'uso della tabella I per convertire interpolando gli anni egizi vaghi in anni Giuliani, è molto facile ed evidente; per agevolare ancora si fanno seguire per esempio e sussidio queste altre due tabelle. Tabella II Anno av. C. Tabella III 1 Thot 2225 765 2 Marzo 24 64 23 Anni av. C. 1 Thot 1988 528 2 Gennaio » 87 27 » 63 » 86 26 » 22 62 » 85 25 » 2221 761 1 Marzo 1984 524 1 Gennaio 20 60 » 83 23 » 19 59 » 82 22 » 18 58 » 2217 757 29 Febbraio 1981 521 Gennaio { 311 Dicembre 2216 756 28 Febbraio 1980 520 31 Dicembre 15 55 » 79 19 » 14 54 » 78 18 » 13 53 » 1977 517 30 Dicembre 2212 752 27 Febbraio 76 16 » 11 51 » 75 15 » 10 50 » 74 14 » 09 49 » 1973 513 29 Dicembre 2208 748 26 Febbraio 9 I Basi scientifiche della Cronologia Egizia 1. Gli Egiziani non tramandarono fino a noi una cronologia esatta; le liste di Manetone, che ci pervennero in parecchi estratti diversi tra loro e spesso del tutto discordanti così per i nomi dei Faraoni come per le durate dei singoli regni e di ciascuna Dinastia: furono dimostrate piene d'errori d'ogni genere dai monumenti scoperti in questi ultimi anni; e cosiché non solo non si può, né si deve fondare su di esse una cronologia, ma non è neppure prudente trarre da esse la benché minima illazione, quando non sia confermata dai testi geroglifici antichi (1). Il papiro di Torino, se ci fosse pervenuto intatto, recherebbe una grandissima luce alla cronologia delle origini dell'Egitto fino ai Ramessidi. Sventuratamente il suo stato frammentario e i suoi difetti intrinseci permettono soltanto di ricostruire la cronologia esatta di qualche breve periodo storico, per esempio della XII Dinastia, per la quale altri documenti contemporanei suppliscono alla mancanza più grave del papiro stesso, che è quella di non tenere conto, nel caso di Faraoni regnanti contemporaneamente, della durata del conregno, ma di registrare soltanto la durata del regno totale di ciascuno (2). 2. Il primo metodo tenuto dagli Egittologi per ricostruire scientificamente la cronologia Egiziana è quello di usufruire dei sincronismi colle dinastie Babilonesi, Asasire ed Hethee, rivelato specialmente dai documenti scoperti a Tell-Amarna in Egitto e a Boghaz-Keuei in Cappadocia. Gli Assiri e i Babilonesi fino da epoca di notevole antichità ebbero il sistema di contrassegnare ciascun anno col nome di un eponimo, e in epoca più remota ancora, col ricordo di qualche avvenimento notevole dell'anno stesso. Questo costume ha permesso di ristabilire una cronologia sufficientemente approssimata da Hammurabi, che regnò in Babilonia verso il 1900 av. C., fino a noi: i sincronismi permettono di fissare grossolanamente che Amenofi I regnava verso il 1550 av. C. e che Ramesse II salì al trono verso il 1310 av. C. (3). 3. Il secondo metodo, che da risultati pienamente conformi a quelli ricavati col primo metodo, è astronomico e si basa sul fatto che da epoca molto antica gli Egizi usavano un anno, detto vago, della durata di 365 giorni precisi, intorno al quale Tolomeo nell'Almagesto e altri autori antichi ci lasciarono insegnamenti esatti, che permettono di tradurre qualunque data egizia nella giuliana corrispondente con sicurezza. L'anno egizio era diviso in 12 mesi di 30 giorni l'uno, ripartiti in 3 stagioni, di 4 mesi ciascuna, che formavano 360 giorni, dopo i quali erano aggiunti 5 giorni detti epagomeni. La nomenclatura è questa: I. stagione (sha, shat, o echût); mesi I. Thot II. Paophi III. Athyr IV. Choiak II. » (pert, o projet) ; mesi V. Tybi VI. Mechir VII. Phamenoth VIII. Parmuthi III. » (shemu, o shomo) ; mesi IX. Pachon X. Payni XI. Epiphi XII. Mesori I cinque giorni epagomeni Quest'anno vago era più breve di 6 ore rispetto all'anno Giuliano; onde 4 anni vaghi egizi 1 Chabas – Recherches p. l'hist. De la XIX Dyn. 1873 p. 111. «Le liste di Manetone richiedono tali correzioni per accordarsi tra loro che il meglio è non tenerne nessun conto. Qualunque possa essere la destrezza d'ingegno dei commentatori di questi documenti alterati, essi non verranno mai a capo d'altro che d'errori, allorché non vengano loro in aiuto i monumenti. Manetone, quale l'abbiamo, ci dà soltanto un quadro generale, la conoscenza del sistema di divisione in dinastie.» Si confrontino Rawlison – Hist. Of anc. Egypt, v. II. p. 9 e Meyer p. 128. 2 Meyer p. 71. 3 Meyer p. 65, 260. 10 erano più corti d'un giorno rispetto a 4 anni Giuliani; 120 anni vaghi equivalevano a 120 anni Giuliani, meno 30 giorni; e 1461 anni vaghi corrispondevano esattamente a 1460 anni Giuliani; sicché nel corso di 1460 anni solari, il Capo d'anno Egizio, I Thot, arretrandosi d'un giorno ogni 4 anni, dopo avere percorse tutte le quattro stagioni, ritornava al punto di partenza. 4. I Faraoni, quando salivano al trono, dovevano giurare nel tempio d'Iside, ch'essi «non avrebbero intercalato né alcun mese, né alcun giorno, né avrebbero mutato alcun giorno festivo, ma avrebbero conservato l'anno di 365 giorni, così com'era stato istituito dagli antichi (4)». Una porzione degli Egizi tentò in antico la riforma del calendario, ne è una prova il decreto di Canopo, che nella sua parte più importante significa quanto segue: «Regnando Tolomeo, figlio di Tolomeo e d'Arsinoe. . . .l'anno IX. . . .mese Tybi, giorno 17. . . .i sacerdoti. . . .radunati nel tempio di Canopo. . . .dissero: «Siccome il Re Tolomeo. . . .e la Regina Berenice. . . .beneficarono il paese. . . .si celebrerà ogni anno una panegiria a spese pubbliche, nei templi e per tutto il paese, al Re Tolomeo e alla Regina Berenice, Dei Evergeti, nel giorno in cui si leva la stessa d'Iside (Sirio), il quale giorno si chiamerà nella sacre scrittura Capo d'anno; si celebrerà adesso in questo nono anno nel primo giorno del mese Payni, nel quale si celebrano anche le piccole e le grandi feste Bubastiche si fa la la raccolta dei frutti, e avviene la crescita del fiume Nilo. Quantunque poi accada che il sorgere della stella (Sirio) si trasferisca d'un giorno ad ogni quattro anni, non si trasporti la panegiria, ma la si celebri egualmente nel primo giorno del Payni nel quale originariamente fu celebrata in questo nono anno. E la si compia in cinque giorni con stefanoforia, con incensi, con offerte e con le altre cose debite. Affinché poi anche le stagioni si conservino del tutto come sono al presente, secondo la costituzione del mondo oggi esistente, e non avvenga che alcune delle feste pubbliche, che si celebrano in inverno, si celebrino in estate, perché la stella (Sirio) si trasferisce di un unico giorno ad ogni quattro anni; e non succeda che altre feste, ora celebrate in estate, si celebrino in inverno nei tempi futuri, come precedentemente si trovò che avvenne, e ora pure avverrebbe se perdurasse la composizione dell'anno, formata dai trecento e sessanta giorni e dai cinque giorni intercalati per una legge posteriore; da quest'ora in poi s'intercalerà un unico giorno, festa degli Dei Evergeti, ad ogni quattro anni, sopra i cinque giorni epagomeni, prima del nuovo anno: sicché tutti vedano che coll'abbandonare dell'uso antico circa la composizione delle stagioni e dell'anno, anche la legislazione riguardante l'intero ordine del cielo si troverà regolarizzata e completata per mezzo degli Dei Evergeti(5).» L'anno IX di Tolomeo III Evergete incominciò il I Thot al 22 Ottobre del 239 av. C.; l'intercalazione di un giorno ogni 4 anni, deliberata nel decreto di Canopo, restò praticamente senza effetto fino all'anno 25 av. C.; quando il I Thot era sceso al 29 Agosto; solo allora la riforma, imposta dall'Imperatore Augusto, incominciò a prendervi piede. 5. IL I Payni dell'anno IX di Tolomeo III corrispondeva al 19 Luglio del 238 av. C.; in quel giorno gli astronomi dimostrarono che la stella Sirio si levò alla latitudine di Menfi: la data 19 Luglio Giuliano è riferita come quella in cui costantemente si leva la stella Sirio in Egitto da molti antichi autori, ad esempio Dositeo, Gemino, Teone, Efestione di Tebe, Ezio Amiddeno (6). Gli astronomi hanno dimostrato che per una determinata latitudine la stella sirio si levò eliacamente sempre, salvo scarti minimi, nell'identico giorno dell'anno Giuliano dal 4000 av. C. fino al principio dell'Era Volgare: alla latitudine di 30, ch'è quella di Menfi e delle Piramidi, essa si levò sempre al crepuscolo mattutino del 19 Luglio: alla latitudine di 31° si levò il 20 Luglio (7). 4 «neque mensem neque diem intercalaturos se, neque festum diem immutaturos, sed CCCLXV dies peracturos, sicut institutum sit ab antiquis.» È un noto scolio all'Aratea di Germanico, v. Meyer p. 39. 5 Pel decreto bilingue di Canopo v. Wescher Rév. Archèol., 1886 II p. 49; Mayer p. 20. Il testo greco è riportato in Michel Charles Recueil d'Inscr. Gr. Bruxelles 1900 p. 415, n. 551. 6 v. Meyer p. 26. 7 Il problema è svolto nella Memoria «Il sorgere eliaco di Sirio» del Prof. Millosevich. 11 Questo giorno, 19 Luglio Giuliano, determinato dal sorgere di Sirio alla latitudine delle Piramidi, nei giorni in cui il Nilo cominciava a crescere, al tempo della raccolta dei frutti, è chiamato Capo d'anno nel Decreto di Canopo e in molti testi geroglifici. Teone serbò memoria che il I Thot, trascorrendo da una stagione nell'altra, venne a coincidere col 19 Luglio nell'anno 1321 av. C. e che in quell'anno accadde il rinnovamento del grande periodo sotiaco di 1460 anni; il Meyer ne dedusse che gli Egizi festeggiarono il sorgere di Sirio al 19 Luglio – I Thot degli anni 1321-13201319-1318 av.C: al 19 Luglio – II Thot degli anni 1317-1314 av. C., al 19 Luglio – III Thot degli anni 1313-1310, e così via. Invece il Biot, appoggiandosi ad un oscuro passo di Censorino, aveva dedotti i quadriennii 1322-19; 1318-15; 1314-11 e così via, prendendo il 1322 av. C. come anno del rinnovamento del periodo di 1460 anni, anziché il 1321 av. C. La differenza è minima; e pur adottando il sistema del Mayer, non intendo chiamare erroneo quello di Biot. 6. Oltre al Capo d'anno agricolo nel giorno del sorgere di Sirio, quando cominciava la crescita del Nilo, gli Egiziani avevano un altro capodanno agricolo nel giorno della festa dell'Aratura (8). Il Nilo ritirandosi, lasciava il terreno ingrassato, che verso metà Ottobre era pronto per l'aratura: nel giorno della festa dell'Aratura, chiamata pure Capodanno, il Faraone apriva coll'aratro il primo solco. Manilio e Plinio lasciarono memoria che il rinnovamento del grande periodo Sotiaco di 1460 anni, ritornando le stagioni al punto originario di partenza avvenne nell'anno 2298 av. C. ( 9). in quell'anno il I Thot discese al 19 Ottobre presumibilmente venne a coincidere col capodanno agricolo, ch'era la festa dell'aratura; regnava allora Tolomeo III Evergete. Anche Tacito attesta che il periodo di 1460 si rinnovò sotto Ramesse II, sotto Amasi e sotto Tolomeo III Evergete ( 10). quest'ultimo rinnovamento fu adunque quello del 229|8 av. C: sotto Ramesse II avvenne il rinnovamento del 1321 av. C., per le ragioni che esporremo esaminando la cronologia di questo Faraone. Il testo di Plinto dice che il rinnovamento dell'anno 229|8 av. C. fu in dipendenza dell'entrata del Sole nel segno dell'Ariete: ciò significherebbe che la coincidenza del I Thot col 19 Ottobre Giuliano sarebbe stata determinata dai sacerdoti egizi col mezzo di osservazioni astronomiche. Perciò è ragionevole congetturare ch'essi anche in antico abbiano usato lo stesso sistema, cosiché il rinnovamento antecedente dovrà essersi prodotto quasi esattamente 1460 anni prima, e perciò circa l'anno 229+1460=1689 av. C. Fu questo il rinnovamento avvenuto regnando il Faraone Menofre, e noto sotto il nome di Era di Menofre; rinnovamento che in Teone è confuso con quello avvenuto sotto Ramesse II. 7. Resta ancora di parlare del rinnovamento nel periodo di 1460 anni avvenuto sotto Amasi, che regnò dal 568 al 525 av. C., mentre il I Thot si abbassò dal 12 al 5 Gennaio. In questi giorni il Nilo cominciava il periodo di magra: ma forse cià era legato cono qualche altro avvenimento notevole dell'anno agricolo. Reginaldo Stuart Poole (11), che studiò assai questo problema, sostenne l'ipotesi che sotto Amasi al dì I Thot si sia levata eliacamente la stella Bennu-Hasar o Uccello Fenice d'Osiride, la quale stella è menzionata assai di frequente nei testi geroglifici, e ch'egli 8 Brugsch, Thesaurus, pag. 395, 303, 308, 335-6, 362, 364, 371, ecc. 9 Cuius alitis [Phoenicis] vita magni conversionem anni fieri prodidit idem Manilius, iternumque significationes tempestatum et siderum easdem reverti, hoc amtem circa meridiem incipere quo die signum arietis sol intraverit. Et flusse eius conversionis annum, prodente se, P. Licinio, Cn. Cornelio Coss. duecentesimum quintum decimum. (Plin. H. N. X 2). Licinio e Cornelio furono i Consoli dell'anno 14 av. C.; onde 214+14=228 av. C. da 1 Gennaio, che tradotto nell'anno egiziano equivalente è quello che comincia l'I Thot – 19 Ott. 229 av. C. 10 Annali VI: 28. De numero annorum (avis Phoenicis) varia traduntur: maxime vulgatum quingentorum spatium. Sunt qui adserverant mille quadringentos sexaginta unum interiici, prioresque alios tres Seoside primum, post Amaside dominantibus, dein Ptolemaeo, qui ex Macedonis tertius regnavit. 11 Horae Aegyptiacae, or the Chronology of Ancient Egypt, London, 1851, p. 39-48. 12 ricercava nella costellazione del Cigno o dell'Aquila, mentre altri Egittologi hanno tentato d'identificarla col pianeta Venere. Ma al tempo d'Amasi nessuna stella di notevole splendore ebbe il suo levare eliaco in Egitto tra il 12 e il 2 Gennaio: perciò se l'ipotesi di Stuart Poole non è erronea, la stella Bennu avrebbe perduto lo splendore, che aveva in epoca antica. 8. Per avere un colpo d'occhio tutti i rinnovamenti del periodo sotiaco di 1460 anni, registrati nella storia d'Egitto innanzi l'Era Volgare, è utile fermarsi la seguente tabella: I II III anno av. C. anno av. C. anno av. C. I Thot Capo d'anno agricolo –– 1689 229 19 Ottobre Festa dell'aratura (?) 2781 1321 –– 19 Luglio Sorgere di Sirio 2028-1985 568-525 –– 12-5 Gennaio ? Faraoni, sotto cui avvenne il rinnovamento I II III –– Menofre Tolomeo III Aseth il Saite Ramesse II ? Amasi –– –– Questa tabella serve per un grossolano orizzontamento cronologico: antichi documenti venuti alla luce di recente permettono di stabilire alcune date intermedie, con gradi diversi di precisione. 13 II L'epoca dei Ramessidi 1. Al rovescio del primo foglio del papiro medico Ebers si legge la notizia; «L'anno IX sotto Sua Maestà il Re Zeserkerê' (che è Amenofi I) festa del nuovo anno, addì 9 Epiphi, sorgere della stella Sirio (1).» Dai sincronismi colle dinastie Mesopotamiche si sa che Amenofi I dovette reganre circa il 1550 av. C.: nei 4 anni 1549-1546 av. C. il 1 Thot fu il 14 Settembre e il 9 Epiphi corrisponde al 19 Luglio: è quindi probabile il IX anno di Amenofi I sia stato uno dei 4 anni, da 1550-49 a 1547-46 av. C. 2. Il calendario frammentario d'Elefantina, inciso durante il regno di Tutmosi III, in un anno, che più non si legge, contiene questa notizia: che il 28 Epiphi si celebrò la festa del sorgere di Sirio (2). Nei 4 anni 1473-70 av. C. il 1 Thot fu il 26 Agosto e il 28 Epiphi fu il 19 Luglio. Tutmosi III salito al trono il 4 Pachon, morì il 30 Phamenoth dell'anno LIV del suo regno. Si sa che il 21 Pachon del suo XXIII anno e il 30 Mechir del XXIV anno furono feste di nuova Luna. Il Lehmann propose questo calcolo: Anno XXIII XXIV Festa di Novilunio Pachon 21- 18 Maggio 1493 av. C. Mechir 30 – 26 Febbraio 1491 av. C. Novilunio Astronomico I Thot 17 Maggio, ore 5h sera t. m. 31 Agosto h Egitto (3 p. m., t. m. Greenwich) 25 Febbr., ore 11h sera t. m. » h Egitto (ore 9 p. m., t. m. Greenwich) Ne risulta con probabilità che Tutmosi III sarebbe salito al trono addì 4 Pachon – 7 Maggio 1515 av. C. (1 Thot – 6 Sett.), e sarebbe morto addì 30 Phamenoth – 20 Marzo 1461 av. C. (1 Thot – 23 Agosto). È questo il calcolo preferito dall'Hommel (p. 79) e al quale non si possono muovere obbiezioni; ma non si conoscono elementi tali da poterlo giudicare certo in modo assoluto. Il Meyer (p. 63) propose invece questa soluzione, che appare meno soddisfacente: Anno XXIII XXIV XXIII XXIV Festa di Novilunio Pachon 21 – 15 Maggio 1479 av. C. Mechir 30 – 23 Febbr. 1477 av. C. Novilunio Astronomico 13 Maggio, 6h mattina 22 Febbr., 5h mattina Il Mahler propose quest'altra soluzione, che sembra inaccettabile: Pachon 21 -16 Maggio 1482 av. C. 16 Maggio 5h mattina t. m. Egitto Machir 30 – 23 Febbr. 1480 av. C. 24 Febbr., 3h sera t. m. Egitto 3. I sincronismi colle dinastie Asiatiche permettono di stabilire che il principio del lungo regno di Ramesse II fu intorno al 1310 av. C. Fu adunque in uno dei primi anni del suo regno ch'egli rinnovò il grande periodo sotiaco di 1460 anni, l'anno 1321 av. C. o forse anche il 1322 av. C. secondo la testimonianza di Tacito (Annali VI. 28) riferita superiormente, la quale è confermata dai seguenti monumenti egizi: 1) Da un'iscrizione frammentaria di Ramesse II, ricopiata alla lettera nel calendario di Medinet-Habu da Ramesse III, la quale dice: 1 Thot, sorgere della stella Sirio (3). 2) Nel soffitto astronomico del Ramesseo, a fianco d'ogni mese sono rappresentate le 1 Meyer p. 58. Lo scriba negligente ha un po' sgorbiato la finale del nome Zeserkerê'; ma il maggior numero d'Egittologi non crede possibile altra lettura. 2 Brugsch, Thes. p. 92-95. Meyer, p. 58-63. 3 Dümichen; Die Kalendarischen Opfer listen in Tempel von Medinet Habu; Meyer p. 42. 14 costellazioni, che vi corrispondevano allora; e a lato del mese Thot è raffigurata la stella Sirio. Inolte nello stesso soffitto si legge «Il Dio Sole fa risplendere Ramesse II come la stella d'Iside, Sirio, nel cielo al mattino del primo giorno dell'anno (4).» 4. I sincronismi colle Dinastie Asiatiche obbligano a ritenere che il 1321 av. C. fosse uno dei primi anni di regno di Ramesse II; ora un papiro porta questa notizia, riguardante l'anno LII del suo regno; «Mese di Mechir giorno 16, nella città di Ramesse, festa di Plenilunio (5).» È facile verificare che non può essere preso in considerazione se non l'anno 1274 av. C., per il quale 1 Thot – 8 Luglio, 16 Mechir – 20 Dicembre: e il novilunio astronomico si verificò appunto al 19 Dicembre, circa 4 h a. m. t. m. Gr., cioè verso le 6 del mattino nel Basso Egitto. Ramesse II perciò ascese al trono nel 1325 av. C.; ed essendo morto nell'anno LXVII di regno, al quale appartiene il Dicemnre 1259 av. C., la sua morte va posta nell'anno 1259-58 av. C. L'Hommel e altri trattati moderni la collocano nell'anno 1258 av. C. Ma se si presta fede ai migliori testi degli abbreviatori di Manetone, egli avrebbe reganto 66 anni e 2 mesi; e l'anno della sua morte sarebbe il 1259 av. C. Le due celebri tavole delle ore delle stelle nella notte, conservate nelle due tombe di Ramesse VI e IX, hanno un testo identico, pieno di falli di scrittura e di negligenze: gli Egittologi convengono ch'esse sono la copia materiale d'un testo più antico ( 6). Ora esse contengono la notizia che la stella Sirio si levava al crepuscolo del mattino del giorno 16 Thot. Facendo 16 Thot = 19 Luglio, si ha 1° Thot = 4 Luglio, il che si verificò nei 4 anni 1261-1258 av. C., in uno dei quali venne a morte Ramesse II: perciò è degna d'esame l'ipotesi che quelle tavole delle ore siano state preparate in origine per i funerali di Ramesse II. 5. Menefta I, figlio e successore di Ramesse II, vinse i Libi, che avevano invaso l'Egitto, nell'anno V addì 3 Epiphi = 1 Maggio 1254 av. C., accettando il 1259 av. C. come anno della morte di Ramesse II; è possibile tuttavia anche la data accolta dall'Hommel, 1259 av. C., per il quale il 30 Aprile = 3 Epiphi. Con riserva proporrei di prendere in esame il monumento religioso, eretto in Silsilis nell'anno II di Menefta I, addì 5-9 Mesori, sventuratamente molto guasto ( 7); e di studiare la congettura che esso fosse stato eretto in occasione della festa funebre d'Osiride che si celebrava in Mesori, presumibilmente poco dopo il plenilunio, in 17 giorni di luna. Per l'anno 1257 av. C., 1 Thot = 3 Luglio. 5-9 Mesori = 2-6 Giugno: e il plenilunio astronomico avvenne il 1 Giugno ad ore 5h di sera t. m. di Greenwich. Il Giugno 1257 av. C. apparterrebbe al II anno di Menefta, e di conseguenze 3 Epiphi = 1 Maggio 1254 av. C. al V anno. Tuttavia una tale congettura potrebbe essere priva di fondamento. 6. Benché io non abbia ancora pubblicati quegli studi d'Archeologia Etrusca e Italica, che avevo intrapresi fino dal 1895; nondimeno credo utile riferire quelle date, ricavabili da fonti greche e italiche, e in ispecie dal marmo cronologico di Paros, che s'innestano colla storia d'Egitto. Sono convinto della loro grande approssimazione al vero, perché corrispondono alle date egizie, ricavate astronomicamente, e perché sono comprovate dall'Eclisse di Sole dell'11 Aprile 1411 av. C., avvenuta nei giorni in cui i Pelasgi riportarono, presso la città di Spina, una grande vittoria contro gli Autoctoni, dopo la quale riuscirono in breve tempo a impadronirsi di quasi tutta l'Italia. Ottanta anni dopo questa eclisse, cioè nel 1331 av. C. cominciò a regnare sui Pelasgi d'Italia 4 Brugsch, Thes p.89. Meyer, p. 25, 47, 48. 5 Papiro ieratico di Leida I, 350 verso, colonna III, linea 6. Il Brugsch, Thes. p. 250 ne riporta il testo, traducendo: «Monat Mechir, Tag 16, in de Stadt Ramses II, Tag der Neumonds Feier.» Questa notizia è preceduta da fatti del 23 Mechir e seguita da fatti del 28 Mechir; ma cià non autorizza a metterla in dubbio, come ha fatto il Mahler. Si veda Eisenlohr in Pros. Soc. Bibl. Arch. 1895 p. 282. 6 Meyer, p. 46. 7 Rosellini, Mon. T. I, tav. 120, fig. I. 15 e Grecia colui che nelle Iscrizioni Etrusche è chiamato Sus' (dulcis, perbonus), e fu detto Evandro dai Romani e Perseo dai Greci, al quale viene riferita la fondazione di Micene, di Ardea, di Tarso in Cilicia. Egli pose la sua residenza in Micene: poscia intraprese per mare quella spedizione contro gli Egiziani, che corrisponde alla guerra contro i popoli del Settentrione, combattuta negli ultimi anni di Seti I e vinta da Ramesse II allora principe ereditario. Poco appresso Seti I morì, forse nel 1325 av. C.: e Ramesse II guerreggiò in Siria contro l'impero degli Hethei e i loro alleati Lyci, Sardana, Dardani, Iliuna, Pidasa. Li debellò e fece pace cogli Hethei in Tybi dell'ano XXI, cioè forse verso la fine del 1305 av. C. L'Impero Miceneo, per contraccolpo, si trovò quasi ridotto in rovina: nel 1295 av. C. l'Attica stessa sarebbe divenuta tributaria del Re d'Egitto. In tale frangente l'Imperatore Miceneo, discendente di Perseo, aveva affidato il supremo comando degli eserciti ad Ath Murzua (8), che aveva sposato una figlia o nipote di Perseo, ed era Re dei Libi, cioè dei Pelasgi dell'Alta Italia(). 7. L'Attica sarebbe stata liberata dal giogo egiziano nel 1259 av. C., forse subito dopo avere appresa la morte di Ramesse II, Ath Murzua si preparò allora a invadere l'Egitto, adunando un esercito di guerrieri scelti. Nel 1256 av. C. furono celebrate per la prima volta le feste Ammonie; ho motivo di congetturare che allora l'esercito di Ath Murzua, venuto per nave, abbia espugnato la città di Pelusio. Il papiro Anastasi III testimonia che nei giorni dal 15 al 28 Pachon dell'anno III di Menefta I, cioè in primavera 1256 av. C., vi era un febbrile movimento di corrieri dal confine egizio verso la Palestina Meridionale; forse l'esercito di Ath Murzua era allora presso Pelusio. Dopo averla conquistata, esso vi rimase inerte più di un anno; poi nell'estate 1255 av. C. Ath Murzua invase il Basso Egitto. Le fotni egiziane lo chiamano Maurjao Mauroju, figlio di Didi, cioè genero di Tuthiu (=Imperatore Miceneo), e Re dei Libi, che sono rappresentati come uomini di pelle bianca, capelli biondi, occhi azzurri: i più antichi Egittologi li credettero delle popolazioni Asiatiche. I testi Egizi chiamano gl'invasori «popoli del Settentrione, venuti da tutte le parti», «popoli dei paesi marittimi»; e nominano i Libi, i Lyci, i Sardana, i Tyrseni, gli Achei, i Sacalsa (9). Gli Egizi contrastarono inutilmente agli invasori: corsero fiumi di sangue; Tanis fu presa, un capitano Pelasgo violà la stessa moglie di Menefta I. Poi gli Egizi reagirono: gli invasori, prima sopraffatti, ripresero poscia il sopravento, e il Basso Egitto fu desolato da piaghe terribili, una delle quali fu la pestilenza, che fece strage anche tra gli invasori. Essi nella primavera del 1259 av. C. ricevuti grandi rinforzi dall'Europa, divennero numerosi come bruchi (Iscr. Del tempio di Karnak, riga 21): occuparono di sorpresa le città di Pithom e Ramesse, e, saccheggiati i magazzini dove Ramesse II aveva adunati immensi tesori, si ritirarono. Poco appresso un capitano Pelasgo di notte uccise Seti Menefta, figlio unico di Menefta I e conregnante con lui. Ma dopo non molti giorni Menefta I vinse gl'invasori nella battaglia del 3 Epiphi = 1 Maggio 1254 av. C.; gli avanzi del'esercito di Ath Murzua tornarono salvi in Europa. 8. Dopo parecchie guerre cruente, intorno al 1230 av. C. i Pelasgi e i loro fautori furono espulsi dall'Italia e Grecia e costretti a rifugiarsi in Asia Minore, in Siria, in Fenicia, in Egitto, che fu da essi invaso ripetutamente: l'ultima di queste invasioni sarebbe partita dall'Asia Minore in estate del 1209 av. C.; e siccome Ramesse III cominciò a vincerla in Mesori dell'anno XI del suo regno, questa data corrisponderebbe alla primavera del 1208 av. C. Essa non contraddice alle memorie di fonte egizia, che potrei esaminare; ma in nessuna di esse trovai mezzo di assoggettarla a verifica astronomica. Se si accetta questa data, Ramesse III sarebbe divenuto Faraone nell'anno 1219|8 av. C., mentre già da alcuni anni i Pelasgi, espulsi dall'Europa, occupavano una parte del Basso Egitto; egli 8 Egli è forse il Morrius di Servius, Aen. VIII. 285. «Quidam etiam dicunt Salios a Morrio. Rege Velentanorum, institutos ut Alesus Neptuni filius eorum carmine laudaretur, qui eiusdem regis familiae auctor ultimus fuit.» Murzua significherebbe giudice, inquisitore. 9 Birch : Invasion of Egypt by the Greeks in the Reing of Menephtah (Reeords of the Past, S. I. t IV). Dümichen Iscriz. Storiche I, etc. etc. 16 stava per cacciarli via, quando una nuova invasione di Libi, Masuas o Maxyi, Sabata, Picana e altri popoli venne per mare a soccorrere i Pelasgi stanziati in Egitto; cinque erano i capitani degli invasori; il primo era Didi, cioè lo stesso Tuthiu o Imperatore, espulso da Micene; il terzo era Maurja, nipote di Ath Murzua, che avendo usurpata la signoria dell'Alta Italia a suo fratello maggiore Thuch, ora divenuto Imperatore, era stato debellato e scacciato. Ramesse III li vinse nell'anno V°, 1215|4 av. C. Intanto i Filistei, i Lyci, i Tyrseni, i Danai, i Sacalsa, gli Zaccala, espulsi dall'Europa e penetrati in Siria, avevano assoggettati gli Hethei, Cerchemis, Arad, e facevano guerra agli Amorrei: poi, scendendo per la Fenicia, vennero a minacciare le frontiere orientali dell'Egitto; ma furono sconfitti per terra e per mare da Ramesse III nell'anno VIII, 1212|1 av. C. In quegli anni si combatteva intorno a Troia, dove si era rifugiato l'Imperatore Miceneo. Le iscrizioni etrusche dimostrano che, mentre Dionisio d'Alicarnasso e Virgilio cercarono di tramandare inalterata la verità storica, i poemi omerici la falsificarono grandemente. Bene Tolomeo Efestione (I. V°) scrisse che l'Iliade e l'Odissea sono riproduzioni delle fantasie degli Egiziani; e a ragione Omero è rappresentato cieco, perché tenne gli occhi chiusi alla verità storica. – Dopo lo sterminio della famiglia Imperiale Micenea, presero il comando dei Troiani due capitani subalterni, Anchise e suo figlio Enea, che fu sepolto in Populonia, e fu chiamato dagli Etruschi l'Imperatore Cauthas (incendium inferens, incendiarius); Tria fu incendiata in estate del 1209 av. C., Anchise ed Enea, venuti per mare, invasero il Basso Egitto, conducendo una moltitudine di Libi, Maxyi e altri popoli esuli da Troia. I testi geroglifici danno ad Anchise il titolo di Capur (capro, Aegestus dei Siciliani); e a suo figlio Enea quello di Masasar – Ramesse III cominciò a vincerli nell'anno XI, il 10 Mesori – 26 Maggio 1208 av. C.e in breve tempo li sottomise. Erodoto (IV. 191) attesta che i Libi Maxyi, dimoranti in Africa non lungi da Cartagine, discendevano dagli uomini emigrati dalla città di Troia. Queste colonie Africane e quelle di Sicilia presso Trapani, quelle di Cuma, di Populonia e alcune altre, furono fondate da Enea, che aveva tosto lasciato l'Egitto. Così terminarono quelle grandi guerre, alle quali prese parte anche l'Egitto. In conclusione tutte le date, ricavabili dal marmo di Paros, dal 1411 al 1265 av. C., corrispondono a quelle deducibili dai monumenti egizi. Anche le date dal 1230 al 1209 av. C. sono verosimili, non sicure, perché nessuna verifica astronomica diretta le comprova. 9. Per confrontare la cronologia biblica coll'egizia, si deve ricordare la cosa ben nota che Ramesse II fu il Faraone oppressore del popolo Ebreo che fece costruire le città di Pithom e Ramesse col lavoro servile degli Israeliti. È pur molto conosciuta la lettera d'uno scriba che in quel tempo lasciò una descrizione minuziosa della Palestina, qual'era prima che gl'Israeliti la conquistassero. Nessuno ignora la stela d'Israele, nella quale Menefta I, annunciando la vittoria riportata contro i Libi e i loro alleati nel V anno del suo regno, il 3 Epiphi, proclamava che «Isralee era stato sradicato e si trovava senza cereali, non lungi dalle città di Iamnia in Palestina, di Ascalona e del paese Kharu» o Siria meridionale. Infine è molto noto il papiro Anastasi VI, il quale testifica che nell'anno VIII di Menefta I fu dato permesso a tribù di Shasu, provenienti dall'Idumea, d'entrare nell'Egitto e di stabilirsi nel paese vicino a Pithom, cioè nella terra di Gessen, ch'era rimasta disabitata dopo l'esodo degli Ebrei (10). Da molte testimonianze risulterebbe poi che l'Esodo sarebbe avvenuto nella primavera dello stesso anno V di Menefta I, il 1254, meno probabilmente 1253 av. C.; che il figlio unico di lui, SetiMenefta, sarebbe stato ucciso per mano pelesga nella notte dell'Esodo; che dieci anni dopo a Menefta I sarebbe nato un altro figlio, Seti, il quale era in età di 5 anni, quando Menefta I morì dopo 19 anni di regno; egli regnò per mezzo di tutore e fu il Faraone Seti II. Menefta I è chiamato Ferone da Erodoto II. 111, il quale narra che avendo le acque (gl'invasori) sommerso l'Egitto, in una grande bufera, Ferone scagliò un dardo contro i vortici delle acque e tosto rimase orbato (dell'unico figliuolo Seti-Menefta), e perdurò dieci anni in questo stato, 10 Marucchi O. L'Esodo degli Ebrei e le Antichità Egiziane, Roma, Pustei 1908. 17 fino a che nell'undicesimo anno non fu più tale (essendo divenuto padre di Seti II) in grazia di una concubina ch'egli fece sua moglie, dopo avere fatto bruciare la moglie sua legittima e le altre concubine. La Bibbia non offre modo preciso di controllare astronomicamente quale dei due possibili 1254 e 1253 av. C. sia l'anno vero dell'Esodo. Il libro Seder-Olam riferisce che nell'Esodo il 1° Nisan fu Venerdì, il 14 fu Giovedì e il 14 Ijar fu Sabato; queste date s'adattano bene al testo sacro, ma, non essendo certe in modo assoluto, tralascio di approfondire questo studio, e mi limito solo a riferire i dati astronomici calcolati dal Prof. Millosevich. Equinozio nel 1254-1253 av. C. in data Giuliana: 1 Aprile ore 9h pom. Greenwich, circa. 1254 av. C. novilunio astronomico » » » » » » » » 1253 » » » » » » » 17 Marzo, 9h sera (Egitto) circa. 16 Aprile, 10 mattina » » 16 Maggio, 1 mattina » » 4 Aprile, mezzodì » » 4 Maggio, 2 mattina » » Giovedì, Sabato, Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Alcune tradizioni ricordano le rivoluzioni, che sconvolsero e desolarono l'Egitto dopo la morte di Menefta I, come un castigo per i mali trattamenti inflitti a Mosè. Quando il popolo d'Israele in primavera o estate del 40° anno dall'Esodo, 1215 av. C. si recò presso il Mar Rosso, avrei motivo di congetturare che avesse attraversato terre allora soggette a Ramesse III; e che quando esso partì dirigendosi alla regione al di là del Giordano (Num. 21, 10) contemporaneamente l'Egitto subisse quell'invasione marittima, che Ramesse III vinse nel V anno, 1115|4 av.C.; espongo questo sincronismo con riserva. Quando nella primavera del 1214 av. C. gli Ebrei passarono il Giordano, i Filistei, espulsi dall'Europa, stavano conquistando la Siria e la Fenicia. L'interpretazione rigorosamente letterale del comando che il popolo, quando fosse entrato nella Terra promessa, avrebbe dovuto osservare l'anno Sabatico (Lev. 25, 2), è in favore dell'anno 1214, perché, seguendo la serie degli anni Sabatici, nell'autunno 1214 av. C. non si dové seminare, e nella primavera seguente non si fecero i raccolti. Non dimeno il passaggio del Giordano potrebbe essere avvenuto nella primavera del 1213 av. C., e dopo avere lavorata la terra per sei anni consecutivi, si sarebbe lasciata riposare nell'anno Sabatico. 10. La cronologia babilonese fornisce il dato sicuro che la battaglia di karkar, alla quale prese parte Re Achab poco prima di morire, sarebbe accaduta l'anno 854 av. C.; ora, secondo il testo dei 70, Achab sarebbe morto 120 anni dopo che Salomone cominciò la costruzione del Tempio ( 11); percià 854+120 = 974; 974 + 280 = 1254 av. C., ossia Salomone avrebbe posto mano a edificare il Tempio 280 anni dopo l'Esodo, o 240 anni dopo il passaggio del Giordano. Da un complesso di testimonianze ricavai la convinzione che il passaggio del Giordano, in primavera del 1214 av. C., fosse pressoché contemporaneo alla migrazione degli abitanti di Sidone, espulsi dagli invasori Pelasgi, in Tiro, che riedificarono; ora i Fenici serbarono memoria che Tiro fu riedificata 240 anni prima che Salomone cominciasse i lavori del Tempio (12). Perciò dall'Esodo all'inizio dell'edificazione del Tempio sarebbero trascorsi 280 anni, e non già 480, come si legge in 3 Re 6, 1, fatta eccezione di qualche esemplare dei 70 che ha 440 anni ( 13). 11 Salomone nel IV anno cominciò il Tempio, poi regnò 37 anni (3 Re 11, 42): il I anno di Roboamo fu anche il I anno di Geroboamo, Re d'Israele: Asa, Re di Giuda, cominciò a regnare nell'anno XX di Geroboamo (3 Re 15, 9), e regnò 41 anni, e gli successe Giosafat, nel cui anno II Achab divenne Re d'Israele e regnò 22 anni. Così ha il testo dai 70; in totale sono anni 37 + 19 + 41 + 1 + 22 = 120. il testo Masoretico fa che Achab cominci a regnare l'anno XXXVIII di Asa, e perciò ha solo 37 + 19 + 37 + 22 = 115 anni. 12 Giuseppe Flavio; Ant. VIII, 2, 10. 13 Forse Giuseppe Flavio (Ant. VIII, 2, 10) avrebbe letto 380 anni, perché computa 1020 anni, dalla Vocazione d'Abramo al Tempio di Salomone; 215 + 430 + 380 = 1025. 18 Le genealogie di Davide (14) e dei Sommi Sacerdoti (15) corrispondono bene alla cifra di 280 anni. Mi sembra che il libro dei Giudici sia redatto col sistema delle ricapitolazioni, narrando uno dopo l'altro fatti avvenuti contemporaneamente, senza accennare ai sincronismi, secondo il sistema usato dai Babilonesi e dagli Egizi; e infatti presso alla chiusa sono raccontati alcuni avvenimenti del tempo di Giosuè. Forse si potrebbe sezionare in sette parti ( 16), ciascuna delle quali comincierebbe da Giosuè. Molte sono pure le discrepanze delle singole cifre nei vari esemplari e nelle citazioni di Giuseppe Flavio, di Clemente Alessandrino, di Eusebio e di altri antichi. In Giudici 11, 26 sta scritto che gli Ebrei dimoravano già da 300 anni nel paese oltre il Giordano: forse anche questa cifra andrebbe corretta in 130, o 100, o diversamente (17). Un antico carme greco ricordava che le dodici tribù degli Ebrei, popolo sacerdotale, tutti nati da una sola origine, da quando Mosè morì, per tre circoli di tempo si mantennero concordi, piangendo lui morto; ma nel quarto circolo divisero gli accampamenti, e allora divennero due diversi popoli, che ferocemente si facevano guerra l'uno contro l'altro. Mosè sarebbe morto circa l'anno 1214 av. C.; Salomone sarebbe morto circa l'anno 974 – 37 = 937 av. C. Perciò dalla morte di Mosè alla Divisione del regno di Giuda dal regno d'Israele in cifra tonda sarebbero passati tre secoli, che sono i tre circoli del carme greco. 14 Naasson, capo della tribù di Giuda al tempo dell'Esodo, generò Salmon; Salmon generò Booz; Booz generò Obed; Obed generò Iesse; Iesse generò Davide. 15 1 Paral. 6, 4. 16 1 – 3; 3 – 5; 6 – 10; 10 – 12; 13 – 16; 17 – 18; 19 – 21 1 11 12 fine 1 5 6 fine 1 fine 1 fine 1 fine 17 Belege omnes ef Veteris et Novi Testamenti libros et tantam annorum reperies dissonantiam et numerorum... ut huiusmodi haerere quaestionibus, non tam studiosi quam otisi hominis esse videatur. Hieronymus, M. L. 22, 676. 19 III Dalla XII Dinastia agli Hyksos 1. Si è visto che dal 1550 av. C. in giù la cronologia egizia ricavabile dalle date sotiache è in perfetto accordo colla cronologia deducibile dalle fonti caldaiche, assire, hethee, fenicie, ebraiche, e italo-greche: è ragionevole perciò affidarsi allo stesso sistema di calcolo anche per date più antiche. La XII Dinastia ha tramandato fino a noi alcune date sotiache: prima d'esaminarle, sarà utile ricordare ch'essa regnò in tutto 213 anni, come attesta il Papiro di Torino; e fu seguita dalla XIII Dinastia, la cui durata ci è ignota, ma non dovette essere molto lunga; che l'invasione degli Hyksos si verificò durante la XIII Dinastia; che da questa invasione ai Ramessidi trascorse un tempo relativamente breve; che la lingua e l'arte Egizia si conservarono talmente inalterati durante la corta dominazione degli Hyksos che non si può distinguere se un monumento appartenga alla fine della XII Dinastia o al principio della XVIII: questa dev'essere la ragione per cui i più antichi Egittologi, Champollion, Rosellini, ecc., credettero che gli Ameneme e gli Usertsen, ora detti Senvosret, della XII Dinastia avessero per immediati successori gli Amenofi della XVIII. Non sono molti i monumenti degli Hyksos, la cui città capitale era Sais, mentre contemporaneamente in Xois regnava la XIV Dinastia, e in Tebe la XVII (1). Il Lieblein (2) con somma cura raccolse, raggruppò, discusse le genealogie di molte famiglie e ogni monumento utilizzabile per un calcolo approssimativo e concluse che l'invasione degli Hyksos sarebbe avvenuto intorno all'anno 1656 av. C. 2. Le date sotiache della XII Dinastia sono queste: nella tomba N. 1 a Bershe si legge sotto un dipinto, che rappresenta il raccolto del lino: «Il 23 Choiak, uscita per il raccolto del lino» «Terminato questo raccolto il 27 Choiak». Nei limiti di tempo di qualche decina d'anni, si può ritenere che cià sia avvenuto circa l'anno 1940 av. C., nel quale il 23 e 27 di Choiak corrispondevano al 15 e 19 Aprile Giuliano. Questa tomba appartenne a Tutnecht, nomarca sotto i Faraoni Senvosret I a Ameneme II (3). Sotto la XII Dinastia, un funzionario venuto a lavorare le miniere del Sinai da Phamenoth a Pachon, vi lasciava un'iscrizione, lagnandosi del caldo eccessivo. Nel 1900 av. C., 1 Thot = 11 Dicembre; i tre mesi Phamenot – Pachon corrispondevano dal 9 Giugno al 6 Settembre (4). Tra i papiri scoperti nel 1899 a Kahun nel Fajum si è torvata la copia della lettera che il 25 Phamenoth dell'anno VII di Senvosret III, l'Amministratore indirizzava a Horemsaf, segretario del Tempio, in questi termini: «Tu devi sapere che il levare della stella Sirio avviene il 16 Pharmuthi: fallo conoscere ai sacerdoti... e inserisci questa lettera nel giornale del Tempio». La festa fu celebrata il 16; e il 16 Pharmuthi furono enumerate nel registro del Tempio «le offerte per la festa del levare di Sirio». Fatto il 16 Pharmuthi = 19 Luglio si trova che cià corrisponde a uno dei 5 anni 1881-78 av. C. (5). 1 L'iscrizione di Menefta I in Karuak, I. 39, descrivendo l'eccidio dei Libi, aggiunge «Non si era veduta una cosa simile al tempo dei Re del Basso Egitto, allorché il paese d'Egitto apparteneva ad essi, ma vi rimaneva il flagello (degli Hyksos) mentre i Re dell'Alto Egitto erano impotenti a scacciarli». L'iscrizione stessa, I. 9, parlando d'una parte incolta del Delta, dice: «Questo luogo era infestato fin dal tempo degli antenati, quando i Re dell'Alto Egitto riposavano nelle loro trincee... e i Re del Basso Egitto si trovavano in mezzo alle loro città, circondati da luoghi di corruzione, ed erano dai guerrieri (Hyksos) tagliati fuori da ogni cosa, perché non avevano milizie da opporre ad essi». Dümichen, Iscriz. Storiche. 2 Bullettin de l'Inst. Egyptien S. II, n. 9, Le Caire, 1889, p. 83-85. N.d.C.: il testo originale indica come anno il 1389, ma è molto probabilmente un semplice errore di battitura. 3 Meyer, p.77. 4 Meyer, p. 256. 5 Meyer, p. 65. 20 3. Un altro documento, scritto dallo stesso Horemsaf, permette di stabilire che quell'anno fu il 19 Luglio 1879 av. C.; esso riguarda gli anni XXX e XXXI dello stesso Faraone Senvosret III, ed è di questo tenore: «Ammontare delle rendite di 6 mesi per lo scriba del Tempio, Horemsaf, anno XXX». Seguono le date dei 6 mesi, evidentemente lunari: Anno XXXI Payni 26 Mesori 25 Paophi 25 Choiak 19 Mechir 18 Pharmuthi 17 – Epiphi 25 – Anno XXXI, Thot 20 – Athyr 19 – Tybi 18 – Phamenoth 17 – Pachon 16 Gli Egizi, fino ab antico chiamavano Capo d'anno il 1° giorno dell'anno; e Capo del mese, cioè primo giorno del mese, il Plenilunio: e benché in epoca recente abbia prevalso l'uso di cominciare il mese dal Novilunio, seguendo il costume di quasi tutti i popoli, nondimeno si conoscono parecchi testi che alludono all'uso antico di cominciare il mese dal Plenilunio. Mese lunare di giorni 29 30 29+1 30 29 30 29 30 29 30 29 Data Egizia mese giorno Payni Epiphi Mesori Thot Paophi Athyr Choiak Tybi Meehir Phamenoth Pharmuthi Pachon 26 25 25 20 20 19 19 18 18 17 17 16 Data Giuliana equivalente Plenilunio Astronomico tempo m. Egitto Il Plen. Astr. Avvenuto nella 1856 av. C. 21 Sett. 20 Settembre 1 h sera 20 Ott. 30 Ottobre 7 h mattina 19 Nov. 19 Novembre 3 h mattina 19 Dic. 18 Dicembre 10 h sera 1855 av. C. 18 Genn. 17 Gennaio 2 h sera 16 Febb. 16 Febbraio 3 h mattina 18 Marzo 17 Marzo 2 h sera 16 Aprile 15 Aprile 10 h sera 16 Mag. 15 Maggio 5 h mattina 14 Giugno 13 Giugno 11 h mattina 14 Luglio 12 Luglio 7 h sera 12 Agos. 11 Agosto 5 h mattina viglia notte » » vigilia notte vigilia notte vigilia » » » Non è possibile alcun mese lunare cominciante coi noviluni: perché o bisogna rifferirsi a 3 anni più basso dell'ammissivile, e il nuvilunio avverrebbe due giorni dopo il principio del mese ( 6); oppure si devono assumere date di 2 anni più alte del tollerabile, e il nobilunio avverrebbe tre giorni prima del principio del mese (7). In conclusione l'anno XXXI di Senvosret III cominciò il I Thot = 30 Novembre 1851 av. C.; e nell'anno VII del suo regno il sorgere di Sirio avvenne il 16 Pharmuthi = 19 Luglio 1879 av. C. 4. Ecco in breve la cronologia della XII Dinastia, desunta dal Papiro di Torino e dai monumenti. Anno av. C. 1998 5 Genn. – I Thot comincia il 1 anno di regno d'Ameneme I che regnò da solo 20 anni 1979 31 Dic. – I Thot » » » di Senvoset I » » 42 » 1937 20 Dic. – I Thot » » » d'Ameneme II » » 32 » 1905 12 Dic. – I Thot » » » di Senvoset II » » 19 » 1900 11 Dic. – I Thot 6 » » » 1886 8 Dic. – I Thot 1 » » di Senvoset III, che regnò circa 38 anni 1880 6 Dic. – I Thot 7 » » » ; 19 Luglio = 16 Phar6 Mahler, p. 132. Esempio: 23 Epiphi anno XXX = 19 Ott. 1832 av. C.; novil. astr. 21 Ott. 7H mattina. 7 Meyer, p. 69. Esempio: 16 Pachon anno XXXI = 13 Agosto 1859 av. C.; novil. Astr. 10,07 Agosto. 21 muthi, sorgere di Sirio 1856 30 Nov. – I Thot 31 » » » A lui successero Ameneme III, e IV, e Sebaknofrurê, che regnarono circa 49, 10 e 3 anni rispettivamente: e la Dinastia terminò nell'anno 1786 av. C. dopo 213 anni, 1 mese e 17 giorni, secondo il Papiro di Torino. 5. La XIII Dinastia novera una sessantina di Faraoni molti dei quali effimeri: il papiro di Torino, qui molto guasto, ha perduto i nomi di molti, e gli anni di regno di quasi tutti. I primi 21 Faraoni non hanno conservato gli anni di regno; sembra che il 22° abbia regnato 3 anni 2 mesi x dì, il 23° 11 anni x mesi x dì; il 24°, tre soli giorni. Letture certe sono quelle del 27°, che regnò 4 anni, 8 mesi, 28 (0 18) giorni. Avendo la XIII Dinastia avuto principio circa l'anno 1786 av. C., Mernefferrê può aver regnato circa il 1690 av. C.; sotto il suo regno si sarebbe perciò rinnovato il grande periodo sotiaco, quando il 1 Thot scese nel giorno di Capodanno, presumibilmente desta dell'aratura, al 19 Ottobre nell'anno 1689 av. C.: e Tolomeo III Evergete 1460 anni appresso il 19 Ottobre 229 av. C. rinnova lo stesso periodo. Il nome Merneferrê fu grecizzato in Menofre; e Teone ricordava che Menofre rinnovò il periodo di 1460 anni, benché erroneamente gli attribuisse il rinnovamento accaduto il 19 Luglio 1321 av. C., che va invece assegnato a Ramesse II. 6. Gl'immediati successori di Merneferrê ebbero le seguenti durate di regno: il 30° anni 2, mesi 2, giorni 9; il 31° anni 3, m. 2, g. x; il 32° anni 3, m. 1, g. x; il 33° forse 1 anno; il 34° forse 1 anno; dal 35° al 57° manca ogni data; il 58° Nehesi regnò 0 anni, x mesi, 3 giorni. Sotto questo Nehesi era già avvenuta l'invasione degli Hyksos; quand'egli era ancor principe ereditario, in un monumento, eretto a Tanis, è chiamato: «l'amato di Seth di Roahet»; in unaltro monumento, in Leontopoli, è detto: «l'amato da Seth di Avaris». Seth di Avaris o di Roahet era il Dio degli Hyksos: prima della loro invasione, i Faraoni chiamavano sé e i loro figli: «gli amati da Phta di menfi». Sembra che Nehesi fosse divenuto vassallo degli Hyksos (8). Regnando il 45° Faraone Merkeurè, secondo un'iscrizione, l'Alto Egitto era in guerra ( 9): forse già, fin d'allora, gl'Hyksos avevano occupato il Basso Egitto e spingevano le loro schiere nell'Alto Egitto. Da queste notizie appare che la data dell'invasione degli Hyksos dev'essere molto prossima al 1670 av. C., come crede il Meyer, o al 1656 av. C., come propose il Lieblein. La XVII Dinastia Tebana combatté strenuamente contro gli Hyksos, Amosi, fondatore della XVIII Dinastia, nel suo V anno di regno, circa il 1565 av. C. espugnò Avaris, fortezza principale degli Hyksos, e nel VI anno li vinse nella Palestina meridionale. Egli regnò 22 anni, e gli successe Amenofi I, il cui IX anno di regno cadde nell'intervallo 1550-46 av. C., come si è detto. Un grande numero di Hyksos, che avevano adottati i costumi egiziani, non emigrarono: alcuni tra essi esercitavano le più alte cariche al tempo della XVIII Dinastia (10). 7. È opinione di molti Egittologi, che la stela dell'anno 400, eretta sotto Ramesse II,c ommemorasse l'anno 400 della invasione degli Hyksos. Questa stela comincia coll'elenco dei titoli di Ramesse II; poi prosegue: «Sua Maestà comandò d'erigere una grande stela di granito rosso al grande nome dei suoi padri, affinché resti stabile il nome del padre dei suoi padri e del Re Seti I, prospero costantemente in eterno, come Re ogni giorno; l'anno 400, il 4 Mesori, del Re ( Seth-apehti )| del figlio dell'amato Re ( Nubti )| amato da Re Hermachis, vivente sempre in eterno: venne il nobile ministro» di Ramesse II: e qui seguono tutti i titoli di questo ministro, che eresse la stela, la 8 Meyer, p. 89. 9 Brugsch, His. of Egypt under pharaohs, Londra, 1879, I, p. 195. 10 Maspero, p. 206, 417. 22 quale in basso è monca. Ramesse II, figlio di Seti I, riconosce per padre dei suoi padri il Re e Dio degli Hyksos, Seth-Nubti, del quale si parlerà trattando dell'epoca predinastica, e si riferirà ch'egli morì nel mese di Mesori, poco dopo il plenilunio. Ciò fa nascere il sospetto la data 4 Mesori rappresenti la festa funebre commemorativa di Seth-Nubti, in un giorno poco appresso il plenilunio. Se questa congettura, che propongo con riserva, fosse giusta, sarebbero possibili queste combinazioni: anno av. C. 1268 1265 1 Thot – 6 Luglio 5 Luglio 4 Mesori 5 Giugno 4 Giugno Plenilunio astronomico t. m. Egitto 4 Giugno 5h mattina 31 maggio 2h mattina La commemorazione dell'anno 400° sarebbe avvenuta, se si ammette l'ipotesi, presumibilmente nell'anno 1268 av. C.; e siccome era costume prevalente il fare simili feste all'inizio, e non già alla fine, dell'anno 100°, o 400°; l'invasione degli Hyksos sarebbe avvenuta nell'anno 1667 av. C. Essi ne sarebbero stati scacciati, come si è visto, circa il 1565 av. C. e avrebbero dominato in Egitto poco più di un secolo. Manetone in Eusebio fissa appunto la durata della XVII Dinastia, che sarebbe stata quella dei Re Pastori, in anni 103. 8. Le fonti greche e italiche, anteriormente al 1411 av. C. forniscono alcuni dati cronologici molto incerti, che riferisco con riserva: v'è in essi la tendenza ad accorciare i periodi storici. In Europa due Imperi si trovavano a fronte, quello degli Autoctoni contro quello dei Pelasgi. I Pelasgi, la cui capitale era Atene, avrebbero conquistato l'Enotria e la Peucezia 17 generazioni innanzi la guerra Troiana, secondo Dionisio d'Alicarnasso I, 11. in appresso l'Imperatore degli Autoctoni, Cuvurtus (riquiescens) in una guerra di sterminio espugnò Atene: quei Pelasgi e Minii, che non si sottomisero a lui, fuggirono nel Basso Egitto e lo conquistarono: questo fu l'avvenimento storico che noi siamo soliti a chiamare l'invasione degli Hyksos o Re Pastori, i quali nei testi geroglifici sono detti Men o Menti. Manetone nell'estratto di Giulio Africano, serbato dal Sincello, attesta che la XVI Dinastia fu quella dei Re Pastori Helleni. È così notoria che Atene e Sais, città capitale degli Hyksos, conservarono memoria di avere avute origini comuni. Si è visto che gli Hyksos avrebbero invaso l'Egitto forse nel 1667 av. C., e ne sarebbero stati espulsi intorno al 1565 av. C. Fino ad oggi non mi riuscì di trovare memoria precisa di queste stesse date in fonte greca o italica. Secondo il marmo di Paros, nell'anno 1511 av. C. la prima nave partita dall'Egitto avrebbe navigato nell'Ellade e sarebbe stata chiamata cinquantiremia; e in quell'anno e nei seguenti alcuni condottieri Pelasgi, venuti dall'Egitto e dalla Fenicia, si sarebbero stabiliti in Europa. La data è verosimile, ma non conosco il modo di controllarla: questo stesso devo ripetere per tutte le date anteriori all'eclisse di Sole dell'11 Aprile 1411 av. C., la quale segna il principio dell'abbattimento dell'Impero degli Autoctoni per opera dei Pelasgi. 9. Accettando come data dell'Esodo la primavera 1254 av. C. (a preferenza che 1253 av. C.), la discesa di Giacobbe in Egitto, 430 anni prima si sarebbe verificata nel 1684 av. C., quando Giuseppe governava come Viceré già da 8 anni, cioè dal 1692. In questo breve intervallo di tempo cade la rinnovazione del periodo sotiaco, il 19 Ottobre 1689 av. C. o in giorno e anno assai prossimo, regnando Menofre o Merneferrê, 29° Faraone della XIII Dinastia, come si è detto. Dunque Giuseppe poté essere elevato a Viceré dal 28° Faraone, Jahjeb, che regnò 10 anni e 8 mesi, o dal suo successore Menofre, che regnò 13 anni e 8 mesi; non restano che scarsissimi monumenti di Jahjeb; e qualche scarabeo di Menofre ( 11); forse i Faraoni persecutori del popolo Ebreo, in ispecie Ramesse II, distrussero o s'appropriarono i monumenti di Menofre. Giacobbe sarebbe morto dopo 17 anni di soggiorno in Egitto, cioè nel 1667 av. C.; si è 11 Meyer, Geschichte del Altertums, vol II, p. 277. 23 proposta l'ipotesi che gli Hyksos abbiano invaso l'Egitto in quell'anno stesso 1667 av. C.: forse dal giorno in cui Giacobbe fu sepolto, fino a quello in cui gli Hyksos penetrarono in Egitto, trascorse un intervallo di tempo molto breve. Gli Ebrei furono oppressi come schiavi in Egitto per 400 anni (Gen. 15, 13): forse questa è una cifra approssimativa, che va computata dall'anno in cui gli Hyksos potettero stendere la loro autorità fino alla terra di Gessen, sino all'esodo nel 1254 av. C. Un episodio del tempo degli Hyksos è narrato in 1 Paral. 7, 21: gli uomini di Geth, venuti a prendere i bestiami, uccisero i figli di Efraim, che li pianse molti giorni. Manetone serbò memoria che allorquando gl'Hyksos invasero l'Egitto, questo era governato da Amuntimeo o Timeo. È facile riconoscere in questo nome, che non si trova nelle liste dei Faraoni, la traduzione egizia del nome Giuseppe, che significa: «Egli aggiunga». Invero Amun significa: «Dio»; temi significa: «riunire, aggiungere». Gli Egiziani chiamavano canale di Temi quello che dal Nilo portava le acque d'innondazione nel Fajum o lago Meride: e in un testo geroglifico del tempio d'Edfu ne venne data l'etimologia, «temi-sen», che significa «Essi si riuniscano» (12). Questo canale è oggi chiamato Bahr-Jussuf, Canale di Giuseppe. Alcuni autori scrissero che questo canale sarebbe stato costruito dal biblico Giuseppe. Erodoto apprese dai sacerdoti Egizi che tutti i lavori idraulici, i quali trasformarono il Fajum in un lago artificiale, capace di raccogliere le acque di piena del Nilo e di distribuirle nei periodi di siccità in una vasta regione, furono eseguiti da Meride; che al tempo di costui il Nilo cresceva abitualmente solo 8 cubiti, mentre occorreva s'alzasse 16 cubiti per spandersi sulle terre e fecondarle; e nondimeno fu come se il Nilo avesse inondato le campagne. In queste parole mi sembrano ricordate la previdenza di Giuseppe, perché l'Egitto non patisse fame durante i sette anni in cui mancò l'innondazione del Nilo ( 13). Il Lepsus (14) interpretò Erodoto nel senso che Meride fosse l'ultimo regnante prima dell'invasione degli Hyksos, cioè l'Amuntimeo di Manetone. 10. La vocazione d'Abramo, che precede di 215 anni la discesa di Giacobbe in Egitto ( 15), sarebbe avvenuta l'anno 1899 av. C.; egli lasciò Charran in Mesopotamia, andò in Palestina, e in quell'anno stesso si sarebbe recato in Egitto (16): era l'anno VI del Faraone Senvosret II, incominciato il 1 Thot – 11 Dic. 1900 av. C., il quale anno fu memorando per la discesa in Egitto di una carovana di 37 Semiti, guidati da Absha ( 17), che alcuni identificarono col biblico Abramo: la 12 Meyer E. Storia dell'antico Egitto, Milano, 1897, Vol. I, p. 312. 13 S'ignora l'etimologia del nome Meride, che non si legge nelle liste dei Faraoni e che si trova scritto Moiris, Moiridos in Erodoto, Myridos in Diodoro, Motherudis in Plinio. Erodoto (II, 13) riferisce che Meride sarebbe stato anteriore a lui meno di 900 anni, cioè avrebbe governato l'Egitto verso il 1320av. C. Dunque i sacerdoti Egizi serbavano memoria che Menofre e Meride, ch'è Giuseppe, furono contemporanei, ma confondevano la rinnovazione di Menofre, circa il 19 Ottobre 1589 av. C, con quella di Ramesse II. 14 Lettera 3 Agosto 1843, inserita in un opuscolo sulla costruzione delle Piramidi, Berlino 1843, pag. 21. 15 Abramo generò Isacco 25 anni dopo la vocazione; Isacco in età d'anni 60 generò Giacobbe, il quale discese in Egitto in età di 130 anni (Gen. 12, 4; 21, 4; 25, 26; 47, 9). Ora 25 + 60 + 130 = 215 anni. 16 Abramo aveva 75 anni alla sua vocazione: dopo essere uscito dall'Egitto e avere abitato 10 anni nella terra di Chanaan, ebbe in moglie Agar, serva egizia, che gli partorì Ismaele quand'egli aveva 86 anni (Gen. 16, 3-16). 17 Tomba di Knemhotep a Beni-Hasan. Rosellini, Mon. I, tav. 26. Quando Abramo entrò in Egitto, il suo nome non era ancora stato mutato in Abraham – padre di molto popolo; egli era nato in Ur dei Caldei: nella lingua semitica, parlata a quei tempi in Caldea, Abu-shadu significava padre di altezza, padre di montagna, ed equivaleva all'ebraico Abram= padre d'elevazione. Chiedo agli studiosi d'Egittologia, se lo scriba arcaico della XII Dinastia possa avere inteso di trascrivere il nome Abu-shadu o Ab-shadu, anziché Absha, benché quest'ultima sia lettura indubitabile dell'epoca dei Tolomei, essendo questo nome composto dei tre geroglifici seguenti: M. 33 foglia, che si legge a D. 103 piede, che si legge b, bn M. 37 campagna, che si legge sha Quest'ultimo geroglifico, quando denota la prima stagione, ha molto spesso, ma non sempre, dopo di sé il segno (Z. 12 che si legge t, d), il quale tuttavia manca in alcuni testi (per es. Brugsch p. 383, 453); ed è tuttora controverso se, in senso di I stagione esso doveva leggersi sha, o shat, o echut. Gustavo Seyffarth(Grammatica Aegypt., Gotha, 1855, p. 35 n. 24) reca per confronto la voce ebraica shade = aeger, e la copta shot – campus. 24 cronologia favorisce questa identificazione. Qualche anno dopo, Abramo combatté contro il Re di Elam, e tre Re vassalli di lui, uno dei quali, Amraphel, Re di Sennaar, sarebbe stato identificato con Hammurabi, che regnava in Babilonia circa questo tempo: e che poco dopo scosse il giogo degli Elamiti. 25 IV Le prime Dinastie 1. Risalendo ad epoche più antiche della XII Dinastia, col mezzo di raffronti genealogici e di svariati documenti si può formarsi un'idea grossolana del tempo trascorso. Ad esempio in una iscrizione del tempo della XII Dinastia, che si trovava a Sarbut-el-Khadem nella penisola del Sinai, un ufficiale dice: «Io sono venuto a queste miniere di rame, diedi principio ai lavori, ho tolto una parte del prodotto del rame..., ciò non s'era mai fatto dopo il tempo del Re Snofru». Questo testo fa supporre che dal Faraone Snofru, predecessore dei costruttori delle grandi Piramidi, fino al principio della XII Dinastia, nell'anno 1998 av. C., il tempo trascorso fu relativamente corto. Molti indizi permettono d'asserire che un breve intervallo di tempo intercedette tra la fine della VI Dinastia e il principio della XII. La VI finì tra i torbidi e le lotte civili; forse allora l'Egitto fu diviso in tre governi contemporanei, l'uno risiedente a Menfi; l'altro ad Eracleopoli, città situata tra Menfi e Tebe; il terzo a Tebe. La VII e l'VIII Dinastia furono Menfite: alcuni abbreviatori di Manetone assegnano alla VII la durata di 70 o 75 giorni, con 70 o 75 Re che avrebbero governato un giorno ciascuno. La IX e X Dinastia furono Eracleopolitane, la XI fu Tebana: e dopo avere guerreggiato a lungo colla X, prevalse e dominò tutto l'Egitto. Manetone le assegna 43 anni: forse questo spazio di tempo non è molto lontano dal vero, se s'intende solo il tempo, in cui essa regnò su tutto l'Egitto, senza tener conto degli antenati di quest anobile famiglia che furono semplici Nomarchi, né di coloro che in appresso, rendutisi indipendenti, governarono la sola Tebe. Il papiro di Torino da Snofru al principio della XII Dinastia presenta lo spazio di 67 righe e conteneva forse i nomi di circa 60 Faraoni: sventuratamente è così guasto e lacunoso, che la sua ricostruzione presenta gravi dubbiezze (1). 1 Avndo in vista le ultime ricostruzioni proposte dal Meyer p. 194 e 266, si può formarsi questo schema: Colonna III IV Linea 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 1 2 3 4 5 6 Faraone Snofru (Cheope) (Dedefrè) (Cefrene) (Micerino) ? ? ? ? ? ? Cambiamento di Dinastia ? ? ? Menkehor Dedekrê Unas Totale dei Re da Mene a... (Pepi I) (Menrerè I) (Pepi II) (Menrerè II) Anni 24 23 8 4 2 7 12 Mesi - Giorni 28 - 7 30? 8 28 30 - - ? - - 20 4 90 - - 26 2. Un dato importante riguarda il breve regno di Merenrê I, figlio e successore di Pepi della VI Dinastia. In una iscrizione (2) il dignitario Unà dice: «Mi mandò Sua Maestà alla montagna di Hatnub (wadi-Ahammamat presso Tebe) per portare una tavola grande d'alabastro; ed io, estrattala dalla montagna di Hatnub, la feci discendere per lui in giorni 17, la feci navigare in discesa su d'una barca d'acacia lunga 60 cubiti, larga 30, costruita espressamente; la feci navigare in discesa per giorni 17 nel mese di Epiphi non essendovi acqua sopra gli tsu, e arrivai felicemente alla piramide di Merenrê detta il buon sorgere». Gli tsu sono canali oppur grandi distese d'acqua al tempo dell'innondazione. Gli Egizi approfittavano della acque alte del Nilo per i trasporti delle pietre. Nella stessa iscrizione Unà narra che fu mandato a Siene ad aprire cave di granito e costruire grandi barche: «Tutto questo fu compiuto in un anno, nel tempo dell'innondazione le barche furono caricate di molto e molto granito di Siene, per la piramide di Merenrê, detta il buon sorgere». Questa piramide si trova a Sakkara, presso Menfi. Unà in Epiphi navigò, pur essendo cessata l'innondazione ed essendo rimasti in quei giorni a secco gli tsu. Il Maspero ritiene che il Nilo possa considerarsi rientrato nel suo alveo al solstizio d'inverno; facendo corrispondere il mese d'Epiphi al Dicembre (1 Thot = 4 Febbraio), ciò si sarebbe verificato circa l'anno 2120 av. C; se invece lo si fa corrispondere al Gennaio (1 Thot = 6 Marzo), si ottiene approssimativamente l'anno 2240 av. C. Sembra probabile che Merenrê abbia regnato fra questi limiti di tempo. 3. Una iscrizione di wadi-Magarah nella penisola del Sinai dice che nell'anno XVIII di Pepi I, addì 8 Mesori fu celebrata la festa del primo giorno dell'anno: un'altra iscrizione di Hammamat non lungi da Tebe dice che nello stesso anno CVIII di Pepi l'identica festa fu celebrata addì 26-29 Epiphi. Trattandosi che nel breve regno di Merenrê I, in un anno assai prossimo al XVIII di Pepi I nel mese d'Epiphi non v'era più acqua sugli tsu; certamente quel capodanno agricolo non fu né la festa del sorgere di Sirio, nP la festa dell'aratura; ma è ragionevole supporre che fosse quella festa del primo girono dell'anno agricolo, che venne a coincidere col 1° Thot tra il 12 e il 5 Gennaio durante il regno d'Amasi 568–525 av. C. Nell'ipotesi più sfavorevole, che nel XVIII anno di Pepi I il 26 Epiphi abbia corrisposto al 12 Gennaio, il 1° Thot sarebbe caduto al 20 Febbraio; e il XVIII anno di Pepi I non sarebbe potuto discendere sotto 2109 av. C. Dunque il XVIII anno di Pepi I sarebbe compreso tra gli anni 2184-2109 av. C.: o comunque non molto al di fuori di questi limiti. Si 7-9 (Distrutta) 10 (o 11) 2 11 (o 12) 4 12 (o 13) 2 13 (o 14) 1 14-18 (Distrutta) 19 (Segni in rosso) 20-28 (Resti dei nomi di 9 Faraoni) V 1 2 1 0 1 1 1 0 1-9 o 1-10 (Resti dei nomi di 9 Faraoni) 10 (o 11) In totale 18 Re... 11 I Re (in rosso)... 12-17 (Resti dei nomi di 6 Faraoni) 19 Sono in totale (6 Re), anni 160 20 Intestazione della XII Dinastia Sembra che la colonna III contenesse la IV e poi la V Dinastia:: cioè la c. IV avesse al principio la VI Dinastia, e poi i Re Menfiti; che i 18 Re della c. IV, 10 siano Eracleopolitani; e infinei 6 (?) Re, che regnarono anni 160 siano i Tebani della XI Dinastia: ma questi 160 anni sarebbero forse computabili dal tempo in cui si resero indipendenti dalla VI Dinastia, fino a quando furono annichiliti dalla XII Dinastia. 2 Brugsch, Thesaurus p. 1470. E. Schiaparelli, La catena orientale dell'Egitto, Roma, 1890, p. 29. 27 potrebbe anche fare l'ipotesi che a quel tempo si fosse potuto chiamare capo d'anno la festa della mietitura; in tal caso, meno probabile, Pepi I sarebbe vissuto in un'epoca un po' più antica, ma non di molto. 4. Si conosce da iscrizioni che lo stesso Pepi I faceva lavorare le cave di pietra d'Hammamat al 27 Epiphi; quelle di Hatnub il 1° Thot; e le cave di wadi-Magarah al 6 Mesori ( 3). sembra che il lavoro delle cave fosse regolato in modo che sul finir dell'inverno esso fosse terminato, per procedere al trasporto delle pietre scavate ai luoghi d'imbarco, affine di caricarle sui barconi che in piena estate col favore delle acque alte del Nilo le menavano a destinazione ( 4). perciò le tre date 27 Epiphi, 6 Mesori, 1 Thot servono di conferma che Pepi avrebbe regnato intorno al 2150 av. C. 5. Snofru, Faraone che precedette i costruttori delle grandi Piramidi, IV Dinastia, lasciò scritti sui blocchi della piramide, c0egli eresse il Meydum, l'epoca in cui questi furono tagliati: se di queste iscrizioni furono lette dal Petrie (5) così: 1) Mese II della II stagione (pert) giorno 22, cioè 22 Mechir 2) Anno XVII, Mese II della II stagione (pert), giorno 24, cioè Mechir 3) Anno XVII, Mese II della II stagione (pert), cioè Mechir 4) Mese III derlla II stagione (pert) giorno 30, cioè 30 Phamenoth 5) Mese I della III stagione (shemu) giorno 22, cioè 22 Pachon 6) Anno XVII, Mese III della III stagione (shemu), cioè Payni. Nella 3) è ammissibile anche III stagione (shemu), cioè Payni. Benché da questi dati non si possano ricavare conlusioni assolute, si può formulare l'ipotesi che l'8 Epiphi sia caduto in fine Febbraio (1 Thot = 25 Aprile); allora l'anon XVII di Snofru potrebbe aver corrisposto al 2440 av. C. incirca. Tuttavia questo Faraone può essere anche più recente, o più antico. Il Faraone Ati per la sua piramide avrebbe fatto tagliare ad Hammamat pietre l'anno I, il Choiak (6); egli avrebbe regnato forse in epoca prossima a Snofru, ma non è così certa. Due iscrizioni molto arcaiche attestano che alcune cave di pietra vennero lavorate in Epiphi e Mesori (7). In conclusione oggi non si conosono elementi tali, che permettano di utilizzare con sicurezza questi dati delle cave per scopo cronologico. La IV e V Dinastia non ebbero lunga durata: Merit-atafes, concubina di Snofru e di Cheope, viveva ancora sotto Cefrene: il principe Sechmkere visse almeno da Cefrene fino a Neferkerê terzo Faraone della V Dinastia; e Ptahshepses, fanciullo al tempo di Micerino, esercitava il sacerdozio al tempo di Nevoserrê, sesto Faraone della V Dinastia (8). Il papiro Westcar narra che i tre primi Faraoni della V Dinastia sarebbero nati al tempo di Cheope. Il papiro di Torino registra Snofru come 23° Faraone a partire da Mene; sventuratamente 3 Meyer, p. 255: Sethe, Urkunde del Alten Reiches, p. 91, 95. 4 Ecco alcuni esempi, tolti dal Meyer, p. 255-6. XI Dinastia. II anno di Mentuhotep, primo dei Faraoni Tebani, che abbia governato tutto l'Egitto: le cave d'Hammamat erano in lavoro al 3 Paophi, cioè ai primi di Febbraio. XII Dinastia. Ameneme I le faceva lavorare al 3 Mesori = 2 Dicembre 1995 av. C. incirca. » Senvoset III, anno XIV, al 16 Choiak = 22 Marzo 1872 av. C. circa. » Ameneme III, anno II, il 1 Athyr = 27 Gennaio 1847 av. C. circa. » » anno III,, il 3 Athyr = 29 Gennaio 1846 av. C. circa. » » anno XIX, il 15 Tybi = 6 Aprile 1829 av. C. circa. 5 Flinders Petrie, Memphis and Meydûm III. » » Historical Studies, London, 1911. 6 Meyer, p. 241, 256. 7 Meyer, p. 255. 8 Meyer, p. 201-4. 28 sono andati perduti gli anni di regno dei primi 14 Faraoni e le somme complessive (9). 6. Primo Faraone della I Dinastia fu Mene. Un frammento del papiro di Torino ( 10), che va messo alla fine d'una qualche Dinastia, dice: «Somma dei Re, 191... a partire dal Re Mene, i loro regni ed anni... sono anni 955 e giorni 10». Se questo frammento andasse posto sotto la XIV Dinastia Xoite, le due Dinastie XIII e XIV, che nel papiro formano un'unica Dinastia, avrebbero regnato in tutto 181 anni, terminando circa il 1610 av. C. (11); e Mene avrebbe cominciato a regnare circa il 2565 av. C., data forse non inversobimile. Ma il predetto frammento potrebbe andar collocato sotto qualche altra Dinastia: e non v'è alcun modo di controllo diretto di quei 955 anni (12). uno tra i moderni distinti Egittologi, Sir Gardner Wilkinson colloca il principio del regno di Mene nell'anno 2691 av. C. incirca. La Vecchia Cronica conservata dal Sincello, sembra che collochi il principio della prima dinastia posteriormente al principio del ciclo sotiaco di 1461 anni ( 13): perciò anche secondo questa fonte storica Mene avrebbe cominciato a regnare dopo il 2781 av. C. 7. Il massimo documento cronologico riguardante le prima Dinastie, è la pietra di Palermo ( ), che sventuratamente ci pervenne in uno stato frammentario incompletissimo, e della quale in cronologo non può trasse se non un partito assai scarso, perché non si trovano le più necessarie indicazioni di sincronismi. Si prenda per esempio nel recto del grande frammento del Cairo la 2 a fascia-rubrica e il 3° registro, che ha 9 caselle, corrispondenti ai 9 anni di regno di un Faraone ignoto, che il Seymour de Ricci crede sia Qebehu, il Maspero Semmpses. Nella 1a casella sta scritto: «apparizione del Re 14 9 Eccone un breve riassunto: Colonna II III Linea 12 13-14 15 16-26 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Faraone Mene Nomi di 2 Re giorni 28 Nomi di 11 Re Neferkesokar Huzefa Bebti Nebka Zoser Zoserti ...sefa Huni Snofru Cheope Anni - Mesi - Giorni - 8 11 17 19 19 6 6 24 24 23 3 8 2 0 0 0 1 - 4 1 0 0 0 - 10 Meyer, p. 244 e tav. V, frammento 44. 11 Manetone, in Giulio Africano ed Esuebio, assegna 184 anni alla XIV Dinastia Xoite; il Barbarus 184 anni alla XIII. Mi sembra che la prima linea del frammento 44 possa originariamente aver contenuto: «Somma dei Re, 184 anni». Essendo la XII Dinastia terminata nell'anno 1786 av. C., 1786 – 184 = 1602 av. C.: ma la XIII potrebbe essere incominciata qualche anno prima del 1786 av. C. Mene non sarebbe più recente dell'anno 1602 + 955 = 2557 av. C. 12 Giuseppe Flavio (Ant. VIII 2, 26) attesta che da Mene a Salomone trascorsero più di 1300 anni: perciò mene avrebbe regnato poco innanzi al 2300 av. C. Mi sembra che questa data sia affetta da un errore simile a quello di Teone ed Erodoto, che collocavano Menofre e Meride nel 1321 av. C., anziché verso il 1689 av. C. 13 Sync. p. 51: «Dopo gli Dei regnarono i Semidei, che furono otto Re, per anni 217; e dopo di questi, quindici generazioni del ciclo sotiaco furono recensite per lo spazio d'anni 443. dopo regnò la dinastia sedicesima di Re Taniti, per otto generazioni, nello spazio d'anni 160». Lo Seyffarth interpreta questo passo oscuro nel senso che Mene regnò posteriormente all'anno 2782 av. C. (Gramm. Aegyypt. Gotha, 1855, p. XXXVII). 14 Ganthier Henri, La pietre de Palerme (Le Musèe Ègyptien t. III, 2; Le Caire, 1915). Daressy G., in Bullettin de l'Institut Franc. D'Archèol. Or. Du Caire, t.XIV. Seymour de Ricci, in Comptes Rendus Ac. Inscript., Paris 1917, p. 108. 29 dell'Alto e Basso Egitto»: ciò significa che in quell'anno quel Faraone cominciò a regnare. Ma anche nella 3a , 7a , 9a casella si legge l'eguale dicitura: «apparizione del Re dell'Alto e Basso Egitto»; e ciò significherebbe che tre diversi Faraoni avrebbero cominciato il loro Regno nell'anno 3a , 7a , 9a di quel Faraone ignoto a cui appartengono le 9 caselle: e di questi tre Faraoni è taciuto il nome. Dopo la 9a casella comincia la fascia-rubrica di un altro Farone ignoto e nella sua prima casella, che corrisponde al suo 1a anno di regno, e che è spezzata a metà si legge la formula: «apparizione del Re dell'Alto e Basso Egitto». Dinnanzi a questo monumento così incompleto, il cronologo resta disorientato e deluso, e può solo formare l'augurio che la scoperta di altri testi più precisi abbiano in futuro a recare una luce maggiore. 8. I più antichi testi cronologici di Caldea e d'Assiria presentano difficoltà simili a quelle dei testi egizi: mancano o sono scarsissime le indicazioni dei sincronismi: le dinastie sono messe una in seguito all'altra, come se solo dopo finita la precedente abbia cominciato a regnare la seguente, anche se sono contemporanee. Per questa ragione fino a poco tempo fa si era incerti, se collocare Hammurabi verso il 1900 av. C., o alzarlo di 368 anni: solo da pochi anni si è riusciti a dimostrare quel sincronismo che obbliga a fissare il regno d'Hammurabi circa il 1900 av. C. (15). Due testi Assiri, riguardanti un solo e medesimo tempio, sono i seguenti: 1°) «Il tempio d'Assur, edificato da Upsia, riedificato da Erisu, figlio di Ilusuma, fu di nuovo ricostruito 126 anni appresso da Samsi-hadad, figlio di Bel-Kabi: 434 anni dopo fu distrutto.» 2°) «IL tempio d'Assur, edificato da Upsia, riedificato da Erisu, fu di nuovo ricostruito 159 anni appresso da Samsi-hadad: 580 anni dopo fu distrutto.» La discordanza delle cifre consiglia di andare molto cauti prima d'accettare una data antica di fonte assira o caldaica, anteriore al 1900 av. C. Re Assurbanipal, circa l'anno 640 av. C., avrebbe presa la città di Susa, 1535 anni prima che Kudu-nanchundi, Re di Susa, invadesse la Caldea, cioè verso 2175: si dubita molto di questa data, perché sembra che tale invasione abbia preceduto di pochi anni il regno di Hammurabi. Gravi errori cronologici sono stati rilevati nelle iscrizioni di Re Nabonid, ad esempio i seguenti: è falso che da Hammurabi a Burnaburias siano trascorsi 700 anni, perché invece ne passarono molti di meno; è falso che Naramsin, re di Agade, abbia regnato 3200 anni prima di Nabonid, perché Naramsin precede Hammurabi di un tempo relativamente breve. Dalle più antiche liste cronologiche caldee oggi è possibile dedurre solo dei limiti massimi di tempo (16). 15 L. V. King, Chronicles concerning early Babylonian Kings, 1907. V. Scheil, C. R. Ac. Inscr., 1911, p. 606. Thureau-Dangin, Revue d'Assyr, 1912, p. 33. 16 Reco per esempio quella pubblicata da V. Scheil in C. R. Ac. Inscr., 1911, p. 606: 6 Re della città di Opis …....................................................................... registrarono anni..........................99 8 Re di Kis, che regnarono anni 100 + 25 + 6 + 30 +6 + 11 + 11 + 3 (=192) » 586 (sic.) 1 Re di Orchoe regnò » 25 12 Re di Agade, dei quali fu Nramsin regnarono » 197 6 Re di Orchoe » 26 ? Re di Gutim » ? 5 Re di Ur » 127 (?) 16 Re di Isin » 225 11 Re di Babilonia, sesto dei quali fu Hammurabi » 305 (?) 30 V L'epoca predinastica 1. Si chiamano sepolcri predinastici quelli nei quali è caratteristico l'uso di pietra lavorata e la mancanza quasi forse assoluta dei metalli. Una parte di essi va certamente attribuita ad epoca anteriore al primo Faraone, Mene; ma non tutti. In Abido, città dove regnarono i Faraoni delle due prime Dinastie, fu esplorata di recente l'importante necropoli E; ivi esistono molte tombe con pozzi che conducono a camere funerarie contenenti sarcofaghi colle tavole d'offerte e gli amuleti classici d'Egitto: sono tombe della VI o della XI Dinastia. La più gran parte di queste tombe però furono violate e vuotate, per reimpiegarle a seppellirvi cadaveri in posizione ripiegata, senza bara, senza amuleti, ma con vasi di tipo predinastico o preistorico. Inoltre a fior di terra vi sono molte tombe ovali che contengono gli stessi cadaveri contratti, con vasi predinastici; tutte queste sepolture predinastiche sono posteriori alle tombe a pozzo della XI Dinastia, perché sono intatte nessun pozzo le taglia. Da questa e da altre scoperte si concluse che il tiro di sepoltura detto predinastico si conservò nella parte più povera della popolazione almeno fino all'XI Dinastia; e che il rito detto egiziano fu quello degli stranieri conquistatori dell'Egitto (1). Fino ad ora non sono state scoperte, o almeno decifrate, iscrizioni che rimontino a quest'antichissima epoca storica: per penetrare nella conoscenza di essa, bisogna affidarsi a documenti di epoca posteriore. Tutti i popoli ebbero comuni origini, e tutti narrano gli stessi fatti avvenuti nell'epoca primitiva. L'ostacolo maggiore a interpretarli è la confusione dei nomi; per superarlo è necessario un lungo esercizio di comparazione degli antichi annali e testi, che descrivono le origini dei singoli popoli. Ho limitato il mio lavoro alle fonti Egizie, Caldaiche, Assire, Fenicie, Greche, Italiche e allo Zendavesta, lasciando quasi totalmente in disparte le fonti Indiane e Cinesi. Ho rivolto il massimo studio al poema di Gilgames ( 2) e alle guerre Osiridiane (3), la cui epica approssimativa va ricercata nel terzo millennio avanti Cristo. Varrone, profondo conoscitore dell'antichità, nato nel secolo II av. C., serbò testimonianza che Iside e i primi abitatori dell'Egitto furono anteriori a lui non molto più di 2000 anni ( 4). Sotto Ramesse II, fatta pace cogli Hethei, avvenne che: «I popoli d'Egitto ebbero un sol cuore coi capi degli Hethei; ciò non era più accaduto dopo il tempo del Dio Rê (5)» cioè dopo tempi storici, anzi relativamente vicini (6). 2. Gli Egizi dividevano l'epoca predinastica in due periodi: il 1° periodo degli Dei, o degli Hyksos, e il 2° periodo dei Semsu-Hor o degli Autoctoni. Riferendosi al primo periodo, essi ci tramandarono che il Re degli Hyksos, chiamato Aseth il Saite, aggiunse all'anno di 360 giorni i 5 epagomeni portandolo a 365 giorni ( 7); oppure, narrando le 1 Naville, in Rec. Des Travaux 1911; e Revue Archéol, 191[4?], II., p. 329 N.d.C.: Il testo è troppo rovinato per capire se la Revue Archéol. cui Peserico fa riferimento sia del 1914 o del 1911. 2 Ugnand A., Das Gilgamesch-Epos, Göttingen, 1911. Dhorme P., Choix de testes ro. Assyro-babyloniens, Paris, Lecoffre, 1907. Jensen P., in Kellinser, Bibl. VI 1. 3 Diod, Sic. I., Nonnus Panopolitanns, Dionys. XXV-XLIII; Naville E., Le Mythe d'Horus, Ginevra 1870; Lefébure R., Le Mythe Osirien, Parigi 1874. 4 Angust, De Civ. Dei XVIII, 40. «Frusta vanissima praesumptione garriunt quidam discentes ex quo rationes siderum comprehendit Aegyptus, amplius quam centum annorum milia numerari. In quibus enim libris istum numerum collegerunt qui non multum ante annorum duo millia litteras magistra Iside didicerunt? Non enim parvus auctor est in historia Varro, qui hoe prodidit.» 5 Maspero, p. 269. 6 Per confronto è utile ricordare che le più antiche osservazioni astronomiche, conservate dai Caldei, rimontavano a 1903 anni innanzi ad Alessandro Magno (Porfirio, in Simplicio, Comm. 46 al De coelo I, II di Aristotele), cioè al 2230 av. C. 7 Sincello: «Aseth aggiunse all'anno i 5 epagomeni e sotto di lui come si dice, l'anno egizio divento di 365 giorni, 31 stesse cose col linguaggio dei sacerdoti, dievano che il Dio Thot coabitò colla sterile Rea, e, allorché aggiunse ai 360 dì dell'anno i 5 epagomeni, questa ingravidò e nel 4° epagomeno, in mezzo alle lagune, partorì Iside; d'allora in poi la stella Sirio fu chiamata dagli Egizi la stessa d'Iside, o Sothis, o stella della gravidanza (8). Queste narrazioni, ricordate anche nei testi delle Piramidi, significano che il Re degli Hyksos, Aseth il Saite, divinizzato coi nomi di Thot, Seth, Osiride, ecc. aggiunse all'anno di 360 giorni i 5 epagomeni, allorquando gli nacque la figlia Iside presso la città di Avaris in mezzo alle lagune, nel giorno 4° epagomeno, mentre nel crepuscolo di quel mattino si lavava eliacamente la stella Sirio. Siccome alla latitudine di Avari questo fenomeno è probabile che sia avvenuto addì 20 Luglio Giuliano, così la nascita d'Iside corrisponderebbe al 20 Luglio d'uno dei quattro anni 27932790 av. C. È questo un importante caposaldo cronologico, che presto vedremo confermato da una eclisse di Sole avvenuta in epoca anteriore, e da due altre posteriori, tutte e tre tramandateci per ricordare i principali tratti della vita di Osiride, venerato in Sais e in Eliopoli. 3. Quando nacque Iside, circa l'anno 2793 av. C. era recentissima l'istituzione dei cinque giorni Epagomeni: d'altra parte, secondo l'opinione del Maspero e d'altri, l'anno di 360 giorni deve aver durato ben pochi anni, perché essendo di cinque giorni e un quarto più breve dell'anno solare, dopo 10 anni il capo dell'anno corrispondeva a una data più bassa di ben 52 giorni, e tutto l'ordine dei lavori agricoli non poteva più corrispondere alla istituzione originaria. Si è visto che gli Egizi celebravano sotto Menofre, l'anno 1689 av. C., e poi sotto Tolomeo III Evergete l'anno 229 av. C. ai 19 Ottobre, forse festa dell'aratura, il rinnovamento del periodo sotiaco di 1460 anni; e Manilo e Plinio attestavano che allora le stagioni e le stelle erano ritornate al punto originario di partenza. Molti Egittologi antichi espressero la stessa opinione, che cioè il Calendario Egizio fosse stato istituito facendo corrispondere il 1° Thot alla festa dell'aratura, cosicché la prima stagione significava le campagne in piena vegetazione; la seconda esprimeva il raccolto dei cereali, la terza denotava l'acqua d'inondazione del Nilo. Di conseguenza l'anno egizio di 360 giorni sarebbe stato istituito intorno all'anno 2820 av. C.; e dopo un esperimento d'una quindicina d'anni, nella quale il 1° Thot si sarebbe abbassato da fine Ottobre a fine di Luglio, Aseth il Saite intercalò i 5 epagomeni: subito dopo fatta questa riforma gli sarebbe nata Iside, circa l'anno 2793 av. C. 4. A riconferma di queste date giova ricordare che gli abitanti di Tiro in Fenicia si vantavano di avere avuto per loro fondatore e primo Re il Dio Melcart, al quale attribuivano una vita lunga 600 anni; e narravano ad Erodoto (II 44) che la loro città era stata fondata 2300 anni prima ch'egli la visitasse, cioè circa l'anno 2750 av. C. Molti confronti m'hanno convinto che il Dio Melcart dei Tirii fosse lo stesso Dio Seth-Nubti degli Egizi, cioè l'Osiride, venerato in Sais, il Re degli Hyksos, Aseth di Sais, residente ad Avaris: e mi sembra verosimile ch'egli abbia potuto impiantare una colonia in Tiro verso il 2750 av. C. Sono pure convinto che i popoli Mesopotamici lo chiamassero prevalentemente il Dio Assur, e ch'egli fosse il biblico Assur, figlio di Sem. tra le molte ragioni che m'hanno indotto in questa persuasione, ricordo subito ch'essi chiamavano stella d'Istar, figlia del Dio Assur ( 9), la stessa stella Sirio, che gli Egizi dicevano la stella d'Iside, figlia dello stesso Dio. Per ciò d'ora innanzi gioverà chiamarlo col suo nome più conosciuto Assur, e dire che quand'egli risiedeva in Avaris, gli nacque la figlia Istar il dì 4° Epagomeno, cioè il 20 Luglio d'un anno prossimo al 2793 av. C.; e chiamare Tammuz l'altro figlio di Assur, ben noto nelle leggende Caldaiche. Assur fu chiamato anche Nino, fondatore di Ninive: egli avrebbe regnato 52 anni e l'Impero mentre prima era di soli 360. sotto di lui il vitello Apis du deificato.» Scolii al Timeo di Platone: «Il Saite aggiunse al mese ore 12, cos' da portarlo a giorni 30; e all'anno 5 giorni e divenne di giorni 365». 8 Plòutarco, De Iside § 12, 52; Meyer p.10; Brugsch, p. 467. Gli storici Greci ci tramandarono che Iside significherebbe l'antica, la vecchia; Osiride lo stratega, il capitano: sono epiteti applicati a diversi personaggi. 9 Scheil V., Choix de textes rel. Assyr., Paris, 1897, p. 2. Inno ad Assur, padre d'Istar v. 44 e altri testi noti. 32 fondato da lui avrebbe durato ininterrottamente in Assiria, Siria e Asia 1300 anni ( 10). Quest'Impero noi siamo soliti a chiamarlo l'Impero Hetheo: esso era da poco tempo caduto e divenuto vassallo degli invasori Filistei nell'anno VIII di Ramesse III, 1212|1 av. C.<; la sua fine avvenne presumibilmente tre anni prima, 1215|4 av.C.; e la sua fondazione 1300 anni innanzi, circa il 2515 av. C.; la morte di Assur sarebbe avvenuta 52 anni appresso ( 11), verso 2462 av. C. Quest'ultima data può venire ricavata con maggiore precisione e sicurezza dal periodo di 500 anni, usato dagli Egizi. 5. Gli Egizi d'Eliopoli venervano Assur col titolo di Bennu, che i greci tradussero Fenice, intendendo con tal nome tre cose distinte: la persona di Osiride-Assur; l'Uccello Fenice, sacro ad Osiride, e la palma dei datteri. L'Uccello Fenice rassomiglia ad un airone: sembra che Assur lo avesse scelto per proprio emblema, in modo non dissimile forse da quello usato dalle famiglie nobili nel medio Evo, che sceglievano per propria insegna un animale o un oggetto. Sarei indotto a credere che gli attribuissero una vita di 560 anni ( 12), e un po' minore dei 600 anni che in cifra tonda gli attribuivano i Tirii. Ogni 500 anni si celbravano grandi feste nel Tempio del Sole ad Eliopoli: il compiersi dei 500 anni veniva calcolato con scrupolosa cura, in base alle registrazioni dei tempi, che venivano tenute nei libri dai Sommi Sacerdoti; le feste prendevano il nome dall'Uccello Fenice d'Osiride (13). 10 Justin I., «Imperium Assyrii, qui postea Syri dieti sunt, mille trecentis annis tenuere». Diodoro Siculo in Clemente Aless. Strom I, e in Eusebio ha pure 1300 anni; e non già 1400o 1360, come si legge oggi nella sua Bibl. Stor. II. 11 Il primo Re degli Assiri, Nino ….............................................................................. regnò anni 52 (Eusebio) Osiride-Dionysos …................................................................................................. » » 52 (Diod. II) Heracles …............................................................................................................... » » 52 (Eusebio) Il primo Re di Nyssa nelle Indie, Spartembra …..................................................... » » 52 (Arriano) Il primo Re dei Medi, Deioce ….............................................................................. » » 53 (Erodoto, I, 102) Il primo Re dei Sicionesi, Egialeo …....................................................................... » » 52 (Eusebio) Il primo Re degli Ateniesi, Cecrope Uomo-serpente, di Sais in Egitto …............... » » 50 (Eusebio) Il primo Re degli Argivi, Inaco …............................................................................ » » 50 (Eusebio) Le date seguenti vanno invece riferite a Tammuz e alla cacciata di Assur da Babilonia per opera di Nemrod, circa l'anno 2487 av. C. La prima dominazione degli Sciti nell'Asia …....................................................... durò anni 28 (Erodoto, IV, 1) Il primo Re dei Medii, Arbace ….......................................................................... regnò » 28 (Eus. Diod. II) Osiride, secondo gli Egiziani ….................................................................. visse o regnò » 28 (Plut. De Iside, 37) Heracles, secondo alcuni autori …........................................................... visse meno di anni 30 (Eusebio) 12 Plinio, H. N. X, 2: «Phoenicem sacrum in Arabia Soli esse, vivere annis DLX, senescentem casiae thurisque surculis construere nidum, replere odoribus et supermori». Tuttavia la cifra DLX presenta varianti nei diversi codici. Sventuratamente, nel papiro di Torino andò perdura la cifra della durata della vita di lui; ma è rimasta quella di suo figlio Hor, cioè Tammux, di anni 300, cifra tonda. 13 Sinesio, Vita di Dione: «Gli Egizi misurano i periodi di tempo con il mezzo del Fenice», Clemente Ron. 21 Cor, 25: «Vi è un Uccello che si chiama Fenice e vive 500 anni, essendo unico e solo della sua specie: e quando sta per morire, si fabbrica un sepolcro con incenso, mirra, e altri aromi, e, compiti i 500 anni, vi entra e vi muore. Ma dalla sua carne putrefatta nasce un verme, che, nutrito dall'umore dell'animale defunto, mette le piume, e, aumentate poi le forze, prende il sepolcro che rinchiude le ossa del suo genitore e, portandolo sugli omeri, vola dall'Arabia fino in Egitto; e di giorno alla presenza di tutti vola nella città d'Heliopoli e lo depone sull'Altare del Sole, ritornando poscia là donde era venuto. I sacerdoti esaminano diligentemente le registrazioni dei templi e trovano ch'esso venne a compiersi del 500° anno». In questo testo sono distinte le due feste che venivano celebrate, l'una al compiersi dei 500 anni della morte, imbalsamazione e sepoltura del vecchio Fenice, l'altra al compiersi dei 500 anni dalla fuga del giovane Fenice dall'Arabia in Egitto: quando scriveva Clemente, era chiamata Arabia la Siria del Nord e il paese di Damasco; ed era stata di fresco celebrata in Heliopoli la festa dei 500 anni nel 36 d. C. Eliano, Hist. Anim. VI, 58: «Gli Uccelli detti Fenici, conoscono il modo di computare lo spazio di 500 anni, senza nessun arte aritmetica, ma come discepoli della sapientissima natura: perché infatti non abbisognano né delle dita né d'altra cosa per arrivare a questa cognizione. È cosa notoria poi il perché questi animali abbiano tale cognizione e siano obbligati a sapere questo periodo di tempo. Ma tra gli Egiziani stessi son davvero pochissimi, quasi nessuno, fatta eccezione di alcuni Sacerdoti, coloro che conoscono quando si compie esattamente il periodo di 500 anni. Anzi tra gli stessi Sacerdoti non regna agevolmente l'accordo; e mentre essi disputano tra loro, e l'uno dice che questo sacro Uccello verrebbe non ora, ma in futuro; e l'altro dice che avrebbe già dovuto esser venuto, finché 33 Due erano le feste cinquecentenarie che si celebravano in Heliopoli: l'una commemorava la fuga del giovane Fenice dall'Arabia, cioè dalla Siria del Nord, fino in Egitto; l'altra commemorava la morte, imbalsamazione e sepoltura del vecchio Fenice (14). E due volte si sa che furono celebrate tali feste in Heliopoli: l'una nell'anno 36 d. C., consoli Q. Plauzio e Sesto Papinio (15); l'altra nell'anno VI dell'Imperatore Antonino Pio, cioè nel 143 (16). 6. Si prenda in esame quest'ultima festa e si risalga di 500 in 500 anni Egizi fin verso il tempo in cui fu fondato il Calendario Egizio, cioè circa l'anno 2820 av. C., Anno VI d'Antonino Pio 143 d. C. 19 Luglio = 1 Thot Inizio dell'anno 3000° 358 av. C. 21 Nov. = » » » 2500° 857 » » 25 Marzo = » » » 2000° 1357 » » 28 Luglio = » » » 1500° 1857 » » 5 Nov. = » » » 1000° 2356 » » 4 Aprile = » » » 500° 2855 » » – – – Gli antichi commemoravano un fatto al cominciare dell'anno 4°, o 100°, o 500° a preferenza di commemorarlo dopo terminati i 4, 100, 500 anni. Il fatto commemorato sarebbe dunque avvenuto nell'anno 2855 av. C.: è cosa ovvia che non si poté trattare se non della fuga del giovane Assur dalla Siria del Nord fino in Egitto, dove fondò Avaris, nella primavera o estate dell'anno 2855 av. C., fuga avvenuta subito dopo che gli nacque il figlio Tammuz. L'anno innanzi, al tempo della mietitura, allorché Tammuz fu concepito, avvenne un'eclisse di Sole, secondo le concordi tradizioni di popoli differenti: questa fu appunto l'eclisse di Sole del 25 Giugno 2856 av. C., vista nella Siria del Nord. 7. La festa celebrata in Heliopoli l'anno 36, consoli Plauzio e Papinio, dovette riferirsi alla morte del vecchio Assur in età non molto lontana dai 600 anni. 36 d. C. 15 Luglio = 6 Mesori Inizio dell'anno 2500° 465 av. C. 17 Nov. = » » » 2000° 964 » » 22 Marzo = » » » 1500° 1464 » » 25 Luglio = » » » 1000° 1964 » » 27 Nov. = » » » 500° 2462 » » 6 Aprile = 11 Mesori – Si era già ricavato dalla Cronologia Assira, che Assur doveva esser morto circa l'anno 2462 av. C. Assur era stato appena imbalsamato e posto nella bara, quando fu vista un'eclisse di Sole; essi altercano vanamente, l'Uccello Fenice dimostra divinamente il tempo preciso e sopravviene. In tal modo i sacerdoti sono obbligati a compiere i sacrifici e confessare, che mentre essi hanno consumato i giorni fino al tramonto del sole in dispute oziose, non sanno ciò che questi Uccelli sanno. E non è invero sapienza il conoscere queste cose: dove sia situato l'Egitto, e ivi Heliopoli, ove sono costretti a recarsi: e dove e in quali teche si deva deporre il padre?» 14 Oltre al testo di Clem. Rom., è esplicito questo di Mela III, 9: «Phoenix... ubi quingentorum annorum perpetua duravit... ossa pristini corporis inclusa myrrha Aegyptum exportat, atque in Urbem quam Solis appellant, fragrantibus nardo bustis inferens, memorando funere consecrat». 15 Plinio, H. N. X, 2: «Cornelius Valerianus Phoenicem devolavisse in Aegyptum tradidit. Q. Plautio, Sex. Papinio Coss». Dione Cassio, LVIII: «Siccome le cose accadute in Egitto riguardano anche i Romani, è da sapere che nell'anno del consolato di Sesto Papinio e Q. Plauzio fu visto in Egitto un Uccello Fenice». Solino, 46: «Q. Plautio et Sex. Papinio Coss. Aegyptum Phoenix involavit». Queste testimonianze hanno indotto insigni critici a ritenere erronea la notizia contenuta in Tacito, Ann. VI, 28, che tali feste fossero state celebrate due anni prima. «P. Fabio, L. Vitellio Coss. Post longum saeculorum ambitum avis Phoenix in Aegyptum venit, praebuitque materiem doctissimis indigenarum et Graecorum multa super eo miraculo disserendi». 16 La moneta alessandrina del VI anno d'Antonino Pio rappresenta l'Uccello Fenice con la leggenda AI∩N cioè Periodo Secolare. È riprodotta in Mayer p. 321. Adriano morì in Baia in Luglio dell'anno 138 e gli successe Antonino Pio, il cui VI anno va dal Luglio 143 al Luglio 144. 34 questa è l'eclisse del 21 Aprile 2462 av. C. osservata in Assiria ( 17) inoltre 54 anni prima era stata osservata in primavera, al termine di un anno e al cominciare di un successivo, un'altra eclisse di Sole nei giorni in cui le navi di Assur riportavano una segnalata vittoria nel mare Egeo: fu questa l'eclisse del 19 Marzo 2516 av. C.: l'anno appresso 2515 av. C. avveniva la divisione del mondo, e cominciava l'impero di Assur. 8. La data della divisione del mondo 2515 av. C. poteva venire ricavata anche dalla Cronologia Biblica, sapendo che la terra fu divisa nei giorni in cui nacque Phaleg (Gen. 10, 25). L'Esodo sarebbe avvenuto nella primavera dell'anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1254 av. C. Giacobbe scese in Egitto 430 anni prima, cioè l'anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1684 av. C. La vocazione d'Abramo avvenne 215 anni innanzi, cioè l'anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1899 av. C. La nascita di Phaleg sarebbe accaduta 616 anni prima (18), cioè l'anno 2515 av. C. 9. In epoca più remota il fatto di maggiore importanza fu quello che i Caldei chiamarono abubu, i Geologi Rubble-drift, e noi siamo soliti a dire Diluvio Noetico o Universale. La data di quest'avvenimento dovè essere vicina all'anno 3050 av. C., perché Assur, morto l'anno 2462 av. C., visse 600, o 560 anni. Più esattamente i Pelasgi tramandarono che Assur cominciò a regnare 190 anni dopo il Diluvio; ora essendosi reso Assur indipendente fuggendo in Egitto l'anno 2855 av. C., il Diluvio sarebbe avvenuto circa l'anno 2855 + 190 = 3045 av. C. Un conteggio facile permette di asserire che Assur morì circa 533 dopo il Diluvio ( 19); 2462 17 Ci fu tramandato che Assur sarebbe morto il 17° giorno di Luna; gli Egizi solennizzavano la festa funebre d'Osiride in Mesori o in Thot (papiro Rhint, e Calendario di Medinet-Habu) in un determinato giorno lunare, sembra il 17°, cioè non molto dopo il plenilunio: Assur perciò sarebbe morto pochi dì dopo il plenilunio dell'11 Mesori = 6 Aprile 2462 av. C.; e gli Egizi avrebbero continuato a celebrare il Mesori, poco dopo il plenilunio, la festa funebre di Assur. Ho tentato con riserve d'utilizzare questo dato per due avvenimenti storici: 5 Giugno 1268 av. C.-plenilunio astron. 4 Giugno 3h am tm. Gr. Sotto Ramesse II, stela dell'anno 400, addì 4 Mesori= 4 Giugno 1265 av.C.-plenilunio astron. 31 Maggio 0h am tm. Gr. Sotto Menefta I, anno II, addì 5-9 Mesori = 2-9 Giugno 1257 av. C. - plenil. Astronom. 1 Giugno 5h pm. tm. Gr. Quanto poi alla festa funebre di Osiride in Athyr o Choiak, in quarto giorno di Luna (Brugsch p. 326), essa forse corrisponderebbe alla morte di Tammuz. 18 Gen. 11-18 Phaleg in età di 130 anni generò Rheu; Rheu » di 132 » » Serug; Serug » di 130 » » Nachor; Nachor » di 79 » » Thare; Thare » di 70 » » Abramo; Abramo » di 75 » ebbe la vocazione, e a 100 anni generò Isacco. Sono in totale 616 anni, secondo i testi Samaritano e dei 70. Il testo Masoretico ha invece 30 + 32 +30 +29 +70 + 75 = 266. Eusebio nel Chronicon commenta: «Dunque le cifre della vita dei Patriarchi postdiluviani, che si riferiscono all'età loro prima di generare i figli, corrispondono nel nostro testo dei 70 e in quello Samaritano e differiscono nel testo Ebraico. Siccome il numero dei 70 concorda col numero del testo Samaritano ch'é gemello e antico come l'Ebraico, e conservato incolume fino ad oggi presso i Samaritani... perché si dovrà credere che quei Patriarchi i quali godevano di una vita così pià lunga di quella che poi divenne comune, si siano applicati tanto presto a procrear igli e non piuttosto in quell'età ch'é fissata nel testo dei 70? … Evidentissimamente il testo Ebraico è in errore, perché riunisce in una sola le epoche di Noè e d'Abramo, la qual cosa non è confermata da nessuna storia. Invero, se com'è nel testo Ebraico, dal Diluvio ad Abramo trascorsero 292 anni, essendo Noè sopravvissuto al Diluvio 360 anni com'essi stessi riferiscono, la vita di Noè si sarebbe protratta fino all'anno 58 di Abramo. Ma anche da un'altra considerazione si può dedurre l'assurdità del testo Ebraico: perché ivi si dice che gli uomini innanzi ad Abramo generarono in età di 30 anni, mentre i discendenti d'Abramo non cominciarono a generare se non in età più attempata di 30 anni, sotto ogni punto di vista si rende manifesto che il testo dei 70 deriva dagli antichi testi ebraici scevri d'ogni errore.» 19 Il Diluvio durò anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 (oppure 2) Sem generò Arfaxad dopo il Diluvio anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Sem dopo d'allora visse anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 500 Semiramide (vedova di Sem) gli sopravvisse anni . . . . . . . . . . . . . . 42 (Eusebio, Giustino) 35 + 532 = 3047 av. C. Infine il Diluvio sarebbe incominciato 532 anni prima della nascita di Phaleg ( 20); 2515 + 532 = 3047 av. C. 10. L'Era Glaciale, molto più fredda dell'attuale, si convertì bruscamente nell'Epoca Postglaciale, assai più calda dell'attuale: il cataclisma, che segnò questo brusco passaggio è chiamato per lo più Rubble-drift dal più cospicuo residuo lasciato da esso ( 21). Il Rubble-drift si trova ovunque nella zona temperata e torrida della terra, ora in banchi, ora entro fenditure di montagne, e prende il nome di quella breccia ossifera, quand'è assai commisto d'ossa d'animali; in qualche località queste ossa sono in sì grande copia da formare immensi cimiteri. Lo studio del Rubble-drift non consente che una sola spiegazione; le acque si elevarono a centinaia di metri di altezza, sommergendo tutta la zona temperata e torrida della terra: poscia, ritirandosi dopo non lungo tempo asportarono tutto ciò che si trovava alla superficie sommersa, lo sconvolsero, lo triturarono con tempestose onde marine, distrussero tutto ciò che v'era di legno e di metalli e lasciarono un confuso tritume di pietre, di ossa belluine e umane, di strumenti di pietra e d'osso lavorati dall'uomo antidiluviano: questo tritume si dice appunto Rubble-drift; esso in qualche luogo tappezza le valli fino a notevole altezza sul livello del mare; ad esempio il Capellini lo osservò nell'isola di Palmaria fino a 200 metri d'altezza; più in alto si sale, più si fanno minuti gli elementi di cui esso è composto. Quest'é il residuo più evidente del Diluvio Noetico. 11. Uno dei sistemi più esatti e semplici che la Geologia offra per stabilire la data del Rubble-drift, cioè del Diluvio Noetico, è questo. Quando gli immensi ghiacciai dell'Era Glaciale abbandonarono stabilmente i Grandi Laghi dell'America Settentrionale, la cascata del Niagara era a Queenstown, in un luogo ben determinato dai Geologi. Dal 1842 al 1887 furono fatte misure accuratissime, le quali stabilirono che il gorgo del Niagara retrocede annualmente di circa metri 1,83, in causa dell'erosione delle acque. Se la rapidità dell'erosione si fosse mantenuta costante in passato, la cascata del Niagara si sarebbe cominciata ad arretrare da Queenstown circa 4100 anni av. C.; e perciò alla fine dell'Era Glaciale e il Diluvio Noetico sarebbero da porsi a questa data. Ma siccome in antico l'erosione dovette essere notevolmente più celere che non lo sia ora, sia perché lo strato calcareo duro aumenta di spessore man mano che la cascata va arretrandosi, sia perché in antico la copia d'acque sarebbe stata maggiore; così quella data è un limite massimo che dev'essere ridotto di parecchi secoli per accostarsi al vero (22). Nino (Assur) sopravvisse alla madre Semiramide anni . . . . . . . . . . 38 (Eusebio) Sono in totale 583, oppure 584, se si conteggiano 2 anni per il Diluvio 20 Testo dei 70 Samaritano Masoretico Il Diluvio durò anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1 1 Sem generò Arphaxad dopo il Diluvio anni . . . . . . . . . . . . . . 2 2 2 Arphaxad generò Cainan in età di anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 Cainan generò Heber in età di anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130 Sale generò Heber in età di anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130 130 30 Heber generò Phaleg in età di anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134 134 34 In totale sono anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 532 Nei testi Samaritano e Mesoretico, oggi non si legge più il nome di Cainan; mai primitivi Cistiani lo leggevano, comse i desume da Luca 8, 36 e come è confermato da Origene, Gregorio Nazianzeno, ed Epifanio Ciprio, secondo la testimonianza di Samuele Aniense (Choricon, trad. A. Mai, Milano 1818, p. 5). 21 Le opere principali a me note, che trattano del Rubble-drift, sono: Prestwich Giuseppe, Professore di Geologia all'Università di Oxford: On the evidenze of submergence of Western Europe and of Meditarranenn coasts etc. (Phil. Trans. R. Soc., London, 1893, vo. 193). id. A possible cause for the origin of the tradition of the glood (Trans. Of the Victoria Inst. London, 1894). Capellini Giovanni, Prof. Di Geol. All'Univ. Di Bologna – Rubble-drift e breccia ossifera nell'isola di Palmaria e nei dintorni del Golfo di Spezia (Mem. R. Acc. Scienze Bologna, 1895). 22 Gilbert, History of Niagara, Albany 1890; Wright G. F., The revision of Geological Time (Peter. Mitth., 1904, p. 79, 36 Perciò la data del Diluvio Noetico, circa il 3047 ab. C., è confermata dalla Geologia; e le ultime morene deposte dai Ghiacciai e le ultime colate di lava dei vulcani, alla fine dell'Era Glaciale, presentano una tale freschezza e sono così poco alterate alla superficie, che non è possibile proporre date più remote. 12. La data del diluvio può essere anche assoggettata a una verifica astronomica. Secondo antiche tradizioni greche il Diluvio cominciò quando i frumenti erano in spiga (23). Più esattamente i Caldei pe tramite di Beroso e d'Abideno e di Alessando Poliistore tramandarono che il Diluvio ebbe principio il dì 15 Doesio; il poema di Gilgames conservò memoria che cominciò di sera. I Caldei computavano i giorni da un sorgere del sole al successivo; e i mesi all'apparire della falce della nuova luna. Il mese Doesio o Sole in Gemelli in epoca antica era il secondo mese dell'anno, essendo allora l'equinozio di primavera col Sole in Toro. Il Genesi 7, 11 ricorda che il Diluvio principiò al cominciamento del 17° giorno del secondo mese (24). Gli Autoctoni, secondo il sistema conservato dagli Ateniesi, computavano il giorno da un tramonto del sole all'altro; e chiamavano ultimo giorno del mese quello in cui avveniva la congiunzione del sole colla luna. Incominciavano l'anno, quando gli orzi maturavano. V'é perfetto accordo tra queste tre fonti: il Diluvio sarebbe perciò incominciato in primavera, nel secondo mese lunare, un buon giorno dopo il plenilunio astronomico, sul far della sera. La luna produce la massima azione meccanica sulla terra circa un giorno e mezzo dopo il plenilunio astronomico; e questa azione ha la massima intensità quando la luna è perigea, cioè a minima distanza dalla terra; in tale caso le maree e i fenomeni analoghi assumono maggiori proporzioni. Durante l'Era Glaciale, la terra fu ravvolta da una fascia di meteoriti e polveri cosmiche captata assai più densa di quella che possiede attualmente. Questa densa fascia cosmica era in equilibrio instabile; la sua distruzione produsse il cataclisma chiamato il Diluvio Noetico: quest'é l'ipotesi di Emmanuele Kant, che sono convinto sia conforme alla verità (25). È evidente che il plenilunio può avere esercitato su questa fascia cosmica quella marea, quello sforzo relativamente piccolo, che fu capace di romperne l'equilibrio: in modo analogo una piccola pioggia può essere la causa determinante della frana di una grande montagna. Dei quattro anni 3048-3045 av. C., in cui vi è incertezza che sia incominciato il Diluvio. Il calcolo astronomico consiglia di preferire i due primi 3048, o 3047 av. C. per i quali, essendo il Sole in Gemelli o in Cancro, i pleniluni astronomici si verificarono colla Luna più vicina al perigeo che all'apogeo; il contrario avvenne nel 3046 av. C. e più ancora nel 3045 av. C. ( 26). l'equinozio di n. 267); Lapparent, Géol vol. I, p. 188. 23 L'Iliade XX, 226 con immensa confusione dei tempi, luoghi e avvenimenti, mescolando fatti anteriori al Diluvio, fatti posteriori e fatti recenti, dice anche che Borea (Noè), cavallo (Autoctono) bruno, rese madri alcune cavalle (secondo antiche tradizioni, Noè da sua moglie generò Japhet e Sem, e da una serva Cham), che procrearono dodici cavalle (le dodici tribù in cui Noè divise gli Autoctoni); queste dodici cavalle (cioè i loro progenitori rinchiusi nell'Arca di Noè al cominciare del Diluvio) passarono sopra le spieghe di frumento, senza piegarle, passarono sopra le onde del mare vasto senza toccarle. I fatti menzionati appresso sono riferibili quasi tutti ai primi tempi dopo il Diluvio. Similmente nell'Eneide VIII, 808 la nazione dei Pelasgi rappresentata metaforicamente dalla vergine Camilla, passò sopra le spighe senza lederle, passò sopra il mezzo del mare senza bagnarsi i piedi. Il nome Camila, Casmila, Cadmila sembra derivi da Cadmus, cadus, tinus, vas, Assur. Anche la narrazione Ovidiana (Met. I, 272, 295) del Diluvio di Deucalione rappresenta le acque, che ricoprono le messi (sternuntus segetes), e la nave di Deucalione che passa sopra le messi (ille super segetes... navigat). Gli Ateniesi commemoravano il Diluvio di Deucalione nel mese Antesterione (Plutarc., Silla), in primavera. 24 Gli antichi esegeti Cristiani insegnarono che il Diluvio cominciò in primavera, e terminò in primavera, e la colomba recò a Noè un ramoscello d'olivo germinato di fresco nella stagione primaverile: «portaus ramum olivae virentibus follis in ore suo», Gen 8,11. 25 Avevo cominciato ad occuparmi di questi problemi nel lavoro: «I cataclismi geologici», 2 vol., Vicenza, Galla, 1912. 26 Anno av. C. Plenilunio astr. t. m. civ. Greenwich Posizione della Luna 37 primavera allora accadeva col Sole in Toro, il 15 Aprile Giuliano; tuttavia, siccome l'Era Glaciale era più fredda assai dell'attuale e l'anno incominciava al maturarsi dell'orzo; il secondo mese dell'anno poteva anche essere quello del Sole in Cancro. 3048 4 Maggio, circa 8h sera più vicina al perigeo che all'apogeo » 2 Luglio, » mezzodì fu perigea il 4 Luglio 3047 22 Giugno, » 6h mattina più vicina al perigeo che all'apogeo » 21 Luglio, » 11h mattina entro un giorno incirca perigeo 3046 11 Giugno, » 5h sera più vicina al perigeo che all'apogeo 3045 20 Maggio, » 3h sera assai prossima all'apogeo » 20 Giugno, » 7h mattina più vicina all'apogeo che al perigeo anno 3048 av. C. plenilunio 4 Maggio, anomalia vera della Luna circa 286° » » » » 2 Luglio, » » » » circa 335°. Quest'ultimo plenilunio precede il tempo della Luna perigea di meno di due giorni: 360° - 355° = 25°; moto lunare in due giorni, circa 26° 21'. 38 VI Riassunto storico 1. Credo utile riassumere alcune tra le notizie maggiormente degne di considerazione, che gli antichi tramandarono intorno alle origini dei popoli, anche per agevolare l'interpretazione di parecchi testi etruschi e italici. I Caldei narravano che Noè avrebbe costruita l'arca, immensa nave larga dieci gar, cioè 120 cubiti, nella città di Surippak, Sippara, o Sepharvaim sull'Eufrate a monte di Babilonia. I Geologi hanno dimostrato che durante l'Era Glaciale il mare copriva la Caldea fino a circa un centinaio di chilometri a Nord di Babilonia, sicché l'Eufrate metteva allora foce in mare presso a Sepharvaim; perciò la notizia caldaica si accorda colla Geologia. Venuto il Diluvio, le acque crebbero e sommersero i più alti molti di Ararat o Urartu, di Nizir, di Korcura, o forse anche di Oriente, nomi vaghi o ambigui, che furono tradotti monti Armenici oppure Arabici (in Teogilo Antiocheno III, 19). L'Arabia di Senofonte è la regione contigua al Commagene; Giuseppe Flabio (Ant. XX, 2, 2), descrivendo il lugo dove giacevano i resti dell'arca di Noè, sembra che alluda a questo stesso paese; forse, a preferenza d'altri luoghi sarebbe utile studiare se i monti che sovrastano alla città di Gerger sull'Eufrate, abbiano conservato qualche indizio o memoria che l'arca di Noè si sia psata là. I primi avvenimenti postdiluviani sarebbero accaduti nella Siria Settentrionale, secondo le concordi tradizioni dei popoli antichi. Pochi anni dopo il Diluvio, nacque il secondogenito di Sem, Assur, infermiccio, e fu strappato alla morte con grande fatica. Molto tempo appresso Elam fu partorito in mezzo a una campagna: egli rassomigliava ad Assur nelle fattezze fisiche, ma non nell'animo. Molti popoli ricordano con circostanze diverse come Noè piantasse la vite, s'ubriacasse, fosse svergognato da Cham e punisse severamente Chanaan e la madre di lui. Assur, fatto adulto, avrebbe forse sedotta e resa gravida quella vergine che, ottenuto da Noè il perdono, divenne sua moglie: e avrebbe generato figli e figlie. Al tempo della mietitura e dell'eclisse di sole del 25 Giugno 2856 av. C. Assur commise il grave delitto di rendere Gravida una sua figlia, che nella primavera seguente gli partorì Tammuz. Subito dopo la figlia incestuosa fu suppliziata, forse crocifissa; Assur, ch'era riuscito a discolparsi, prese con sé Tammuz, che considerò come il suo primogenito, e il cadavere imbalsamato della figlia sua, e, seguito da Cham e da sei figli di Chanaan, fuggì dalla Siria del nord in Egitto in quell'anno stesso 2855 av. C.; e fondò Avaris. Là circa l'anno 2793 av. C. gli nacque Iside-Istar da un'altra sua figlia incestuosa; e circa 2750 av. C. avrebbe fondata la città di Tiro. I Tirii narravano che la loro città era stata costruita dalle gru, cioè dagli uomini di Assur, che i Greci chiamarono Pelasgi, ossia cicogne, e anche cigni, ceici, oche, ardee, aironi, gru, o col nome d'altri uccelli migratori, alludendo alle migrazioni di questo popolo. All'opposto coloro, che obbedirono a Noè, furono chiamati Autoctoni, perché fermi al suolo; essi erano circoncisi: i Pelasgi invece incirconcisi. 2. Dodici furono le città fondate da Noè, costruite con semplicità, anzi povertà. Io che ho la fortuna di abitare in una di queste dodici città, da molti anni ne sto studiando i caratteri particolari e originari, e credo che tutte le altre undici avessero la stessa forma: al centro si elevava l'acropoli munita di torri e mura e difesa da una doppia cintura di acque, in modo simile alla città di Cades sul fiume Arnata, rappresentata nei bassorilievi del Ramesseo (1). Sembra che una terza cinta esterna più debole chiudesse un perimetro larghissimo di forse una trentina di chilometri. L'architetto Vittorio Varichella dimostrò che il Teatro Berga e gli altri monumenti più cospicui di Vicenza sono d'epoca preromana: le sue misure accuratissime furono controllate e 1 Rosellini, Mon. Stor. Tav. CX; Maspero, ed. grande, vol. II, p. 188. 39 riconosciute esatte da una commissione d'Ingegneri, nominata dall'Accademia Olimpica (Atti, 1873, I, p. 321). queste misure sono riconducibili in piedi inglesi esatti; io constatai che anche le colonne, le pietre e marmi lavorati appartenenti ai più antichi monumenti di Vicenza, iL Teatro Berga, il Palazzo Imperiale, l'Acquedotto, la Necropoli di S. Felice; e persino i vasi della terramara di Fimon sono costruiti con pollici inglesi esatti (2). Anche il grande antico sotterraneo della sacristia della Basilica di S. marco ha gl'intervalli dei pilastri di 9½ piedi inglesi esatti nel senso della lunghezza, 10 piedi per il largo (3). Questo sistema di misura, che gli Inglesi conservano con costanza, qui era usato dagli Autoctoni, solo in epoca molto antica, e non era più adoperato nei tempi romani; sarebbe desiderabile che si facessero ricerche nelle altre undici città noetiche nell'intento d'indagare se i monumenti più antichi siano ivi costruiti con questa unità di misura. Nome comune a tutte le 12 città noetiche, e a quelle che ne trassero origine, fu in etrusco Atena, in latino Atina, in greco Aten, che significa «senza tenebre», ossia città del Sole, città di Dio. Altro nome comunissimo fu quello di città della pace o del placamento: da ciò trassero origine i nomi pagus, vicus, Piacentia, Placentia, Vicentia e molti altri. I Pelasgi le chiamavano Thebae, che significa monii; oppure anche fontane; essi invece costruivano di preferenza le terremare, che chiamavano Helia, Velia, Veji, Badia, Baja, nomi che significano palude, città bassa. 3. La prima delle 12 città, edificate da Noè, va ricercata nella Siria del Nord; da qualche indizio credo sarebbe utile studiare, se essa sorgesse nel luogo dell'odierna Ain-tab penso alle sorgenti del fiume Sadjur: forse meno probabilmente fu Hieropoli-Barnbyce. In questa, come in altre undici città, abitavano famiglie di tutte le 12 tribù, in cui Noè aveva divisi gli Autoctoni, raggruppate in quattro ceti sociali, guerrieri, magistrati, sacerdoti e popolani, e governate dai primogeniti, capi di famiglia. Quando Noè se ne allontanò, vi lasciò ad esercitare il primato Lud, figlio di Sem; ma già in epoca antica la dinastia dei primogeniti discendenti da Lud fu obbligata a fuggire dalla Siria del Nord in Efeso nella Lidia; di là, forse verso il 1411 av. C., emigrò in Crotone nella Calabria e circa una sessantina d'anni appresso fu cacciato a Siracusa in Sicilia, dove fu sterminato poco tempo dopo l'Esodo. Delle quattro città, in cui regnò la dinastia di Lud, arciere (la prima città costruita nella Siria, Efeso, Crotone e Siracusa), almeno tre furono chiamate Ortygia o città delle quaglie: ma dubito assai che Noè abbia dato a Lud per simbolo proprio quell'uccello, che noi chiamiamo la quaglia; da qualche indizio sospetterei che si trattasse invece della pernice o starna. Lud e gli altri figli di Sem, sono rappresentati di frequente col simbolo del Gallo; e la notizia, contenuta in Aristofane (gli Uccelli, v. 483) che il più antico Gran Re dei Persi fu il Gallo, si riferisce presumibilmente al patriarca Sem. Sem e il suo primogenito Arphaxad, che ne ereditò il Sommo Sacerdozio, edificarono nel Sennaar, in riva all'Eufrate la città delle colombe o tortore, più generalmente detta Porta di Dio, in sumerico Ca-dungirra, in semitico Bab-ilu: dopo che i Pelasgi la riedificarono superbamente e vi furono confuse le lingue, si sa che fu chiamata Babel, cioè confusione. Il Sommo Sacerdozio e il Regno fu trasmesso alla primogenitura di Arphaxad; ma anche gli altri figli e discendenti di lui passarono a dimorare in ciascuna delle 11 città noetiche, occupandovi come Grandi Sacerdote il primo posto dopo il Giudice, e trasmettendolo ciascuno alla propria discendenza primogenita. Alcune tradizioni narrano che quando Cainan, primogenito d'Arphaxad, ebbe preso moglie, circa l'anno 267 dopo il Diluvio, 2780 av. C., Sem ne avrebbe condotto il secondogenito, ancora celibe, alla lontana residenza di Noè, perché ivi esercitasse le funzioni di 2 Un cenno di queste ricerche vidi pubblicato nella Rivista Mensile del Touring Club Italiano, Gennaio 1916, p. 73. 3 Queste misure furono prese Martedì 12 Giugno 1917 dagli Assistenti dell'Opera per gentile concessione del Direttore ing. Luihi Marangoni. Quattro campate consecutive furono misurate così: m. 2,86 b+ 2,93 + 2,96 + 2,84 = 11,59 = 38 piedi esatti. Le misure della campata centrale, fatte in più modi, dettero m. 3,04 = 10 piedi ingl. 40 Gran Sacerdote, con dignità prossima alla regia e la trasmettesse alla sua primogenitura. Noè sarebbe allora giaciuto in letto infermo: Sem e suo nipote l'avrebbero medicato e guarito. Poscia Sem sarebbe ritornato in Caldea. Noè venne poi a morte 350 anni dopo il Diluvio, circa il 2697 av. C.; e la suprema autorità imperiale passò a Japhet. Elam edificò Susa nell'Elimaide: credo ch'egli fosse carceriere e Noe gli avesse dato per simbolo l'astore o qualche uccello simile, distruttore dei serpi e dei topi. La dinastia dei primogeniti discendenti da Elam ritengo regnasse introno al 1411 av. C. in Aquileja, donde pochi anni appresso sarebbe stata costretta a emigrare a Pola nell'Istria. Aram fu maestro e sembra abbia avuto per simbolo l'uccello variopinto e canoro, chiamato nel poema di Gilgames (VI, 48) allallu, il pastorello; il Gressmann lo paragona all'usignolo, che nelle antiche tradizioni germaniche era detto il pastore; potrebbe tuttavia essere lo scricciolo, re degli uccelli, o qualche altro uccellino. Aram avrebbe edificata la città, antica capitale dell'Assiria, la quale fu conquistata da Assur, ed è chiamata città di Assur nei testi cuneiformi. La sua dinastia fu allora costretta ad emigrare nella Siria del Nord e sembra che ivi abbia regnato lungamente, avendo per propria capitale forse la prima città, edificata da Noè, dalla quale era uscito Lud. La Dinastia di Aram già in antico avrebbe apostatato abbracciando una religione idolatrica; avrebbe esteso il suo dominio tirannico nella Caria; e infine sarebbe stata vinta in quelle regioni, punita e privata del regno intorno al 1330 av. C. Ritengo che lo studio attento dei documenti geroglifici e cuneiforme possa recare qualche luce alle vicende di questa Dinastia. Queste sarebbero state le quattro città dei figli di Sem, uomini pastori e consacrati al sacerdozio, che avrebbero avuto per simbolo i quattro uccelli (4): la pernice (?), la colomba, l'astore (?) e l'usignolo (?). 4. Troia presso l'Ellesponto fu la città del secondogenito di Japhet, Madai, giudice, simboleggiato dal cervo, che rappresenta la circospezione e cautela che deve avere il giudice. Nella stessa città abitava anche l'ultimo figlio di Japhet, Thiras, ch'era l'inquisitore e accusatore di rei e aveva per simbolo il cavallo. Sembra che Istar, figlia di Assur, fino dai tempi più antichi abbia sedotto e fatto apostatare lo stesso Thiras, la cui discendenza primogenita si sarebbe aggregata ai popolo pelasgi. La dinastia di Madai dopo il 1411 av. C. avrebbe abbracciata l'idolatria per conservare il regno, e sarebbe stata sterminata nella stessa città di Troia, pochi anni innanzi all'Esodo. Javan risiedette nella Grecia, presumibilmente nella Tessaglia, in Larissa, città dei Mirmidoni o formiche; sembra che Elisa esprimesse l'ufficio di seppellitore di cadaveri, ch'era simboleggiato dalla formica; e che Tarsis, Cettim e Dodanim fossero le tre schiere dei carnefici: i crocefissori, i decapitatori e gl'impiccatori. La dinastia di Javan ebbe una storia complicata, che non è molto rischiarata dai monumenti a me noti. Dopo il 1400 av. C. dimorava in Capua nella Campania. Thubal, torturatore dei rei, sembra abbia avuto per simbolo il daino o piccolo cervo, e abbia riseduto in Sardi nella Lidia: la sua dinastia avrebbe apostatato qualche tempo prima del 1411 av. C., per conservare il regno, trasformando Sardi in una città idolatrica, piena di lusso e vizi. Mesec, accalappiatore dei delinquenti, avrebbe avuto per simbolo il mosco o il camoscio o lo stambecco, per denotare l'agilità nell'inseguire e catturare i rei; questa dinastia avrebbe risieduto in Mylasa o in altre città della Caria, fino a circa il 1411 av. C., quando fu obbligata ad imbarcarsi per il luogo dell'esilio, che da qualche indizio sembra sia stato Capua nella Campania: in questa città poi avrebbe apostatato. Magog, primogenito di Japhet, capitano, risedette in Vicenza, detta la città degli Agnelli; Gomer, guerriero, risedette nei paesi iperborei, in una città, chiamata forse la città degli Elefanti, la 4 Forse allude ad essi la seguente notizia, che lessi nei Dizionari di Mitologia Noël-Pozzoli e Capello, senza riuscire a scoprire la fonte originaria: «Uccelli d'oro: erano in numero di quattro; i Magi di Babilonia li chiamavano la lingua degli Dei, perché facevano dei bei discorsi, onde esortare i popoli alla fedeltà verso i loro Re». 41 quale presumibilmente era situata sul grande fiume che scaricava il lago Baltico nel mare del Nord, e sarebbe stata inghiottita dalle acque, quando il Baltico, rotta la diga tra la Danimarca e la Scandinavia, divenne un mare. I soldati, figli di Gomer, erano divisi in tre schiere, corrispondenti ai biblici Ascenez, Riphat e Thogorma. Queste due città dei guerrieri, dette città nere, le quattro città dei magistrati, dette città brune; e le quattro città dei sacerdoti formavano dieci città: vi furono ancora due città bianche del quarto ceto sociale, i popolani. 5. Menfi e Tebe d'Egitto anche nei testi geroglifici sono chiamate entrambe col nome di “città bianca”. Menfi fu quella città di Mizraim, muratore, il quale rappresentava pure suo fratello gemello Phut d'indole buona, docile, obbediente, incapace di comandare e che per tale ragione sarebbe stato escluso dal regno. Gli Egiziani davano al Re del Basso Egitto il titolo di Bajtj, che significa ape, e fu grecizzato in Battos; l'ape era simbolo conveniente agli edificatori di case. Il biblico Cus regnò in Tebe nell'alto Egitto. Questa città sembra sia stata denominata dal vitello o bue, ch'è l'animale che si strascina ed è simbolo bene adatto ad esprimere l'indole di Phut; mentre propriamente Cus e i suoi discendenti erano raffigurati dall'ariete, animale che, almeno presso gli Egiziani, esprimeva la lussuria. Come Mizraim fondò il Regno del Basso Egitto (e nelle lingue semitiche Muzur, Mizraim denota appunto il Basso Egitto); così Cus fondò il Regno dell'Alto Egitto. Le poche caselle che rimangono presso il cominciamento del recto della Pietra di Palermo rappresentano alcuni Re, portanti la corona del Basso Egitto; vengono di seguito altri Re, portanti la corona dell'Alto Egitto: presumibilmente questi ultimi furono membri della famiglia regia di Cus; e i precedenti, di quella di Mizraim. Non si è ancora rintracciato il cominciamento della Pietra, che avrebbe dovuto rappresentare Assur e gli altri governanti degli Hyksos o Pelasgi, i quali nel papiro di Torino e in Manetone costituiscono la Dinastia degli Dei, che prima d'ogni altra governò l'Egitto. La Dinastia seguente fu chiamata Dinastia dei Semsu-Hor, cioè degli Autoctoni, vale a dire quella di Mizraim e Cus. SemsuHor significa seguaci o servi di Hor, cioè del Re, del discendente di Noè, del quale riconoscevano il primato e l'autorità imperiale e al quale erano tributi. 6. In Egitto cominciarono le prime ostilità tra gli Autoctoni e gli Hyksos o Pelasgi di Assur. Cus con un ramo d'olivo andò a inginocchiarsi dinnanzi ad Assur, apostatò e ne divenne ospite; ma avendo giaciuto con una ierodula, che divenne gravida di Nemrod, Assur lo uccise e lo fece a pezzi. Gli Autoctoni, raccolto un grande sforzo militare da ogni parte del mondo, obbligarono Assur e il suo popolo a fuggire dall'Egitto, dalla Fenicia e dalla Siria fino alla estremità meridionale della Caldea. Forse questa guerra sarebbe cominciata nell'ano 363 dalla nascita di Assur, cioè verso il 2670 av. C. Un frammento del Papiro di Torino permise di congetturare che il primo Faraone Mene abbia cominciato a regnare 995 anni innanzi alla fine della XIV Dinastia Xoite, cioè intorno al 2565 av. C. Sembra che le cose si siano svolte così. In causa dell'apostasia di Cus, anche dopo l'espulsione di Assur da Avaris, nell'Alto Egitto si sarebbero mantenuti dei nuclei, che conservarono religione e costumanze affini a quelle degli Hyksos; e da questi nuclei sarebbe poi sorto il regno di Mene a Thinis nell'Alto Egitto. Sembra che nei tempi più antichi siano corsi rapporti strettissimi di colleganza tra questi seguaci di Assur dimoranti in Egitto, e i popoli governati da Assur in Caldea e poi in Assiria. Nelle iscrizioni più arcaiche dei primi Faraoni si trova menzione di battaglie cruente, probabilmente combattute contro gli Autoctoni, governati dai discendenti di Cus e di Mizraim. Non passò molto tempo che la Dinastia di Cus fu costretta ad abbandonare Tebe e a trasferirsi a Meroe nell'Etiopia, al quale paese restò la denominazione di Terra di cus. D'altra parte i discendenti di Mizraim furono obbligati a lasciare Menfi e l'Egitto e ad emigrare a Pilo nella Messenia, dove 42 continuarono a regnare fino a che ivi furono sterminati pochi anni prima dell'Esodo. Gli Egizi conservarono un notevole, nonché confuso, ricordo dell'Impero di Noè, che, comunicato a Solone, ci fu trasmesso da Platone ( 5) nell'Atlantide. Noè stesso fu chiamato talora col nome d'Atlante, equivalente forse all'Egizio Seth, e all'italico Saturno. L'Impero è rappresentato ridotto a sole dieci Dinastie, quale si mantenne forse per molto tempo dopo l'apostasia di Thiras, la cacciata di Cus nell'Etiopia e la defezione forse di Aram. La sua metropoli Vicenza è descritta con sufficiente precisione: i tre porti, per cui vi si accedeva dal mare, erano Pellestrina, già detta Pristene, cioè prima stazione delle navi; la seconda stazione era incirca ad Oriago, la terza Padova. È serbato ricordo del grande canale artigiciale, detto Vigisono nei codici di Plinio (III, 16) e nei documenti medievali, che a Longare deviava le acque di piena dell'Astico e del Bacchiglione e per Este le convogliava al mare: molte volte nelle antiche guerre questo canale fu usato dai Vicentini per privare Padova totalmente di acqua. oggi è un insignificante canale, detto Bisatto. 7. Assur e il suo popolo, cacciati dall'Egitto e Siria circa il 2670 av. C.; trovarono rifugio in Caldea. Il profeta Isaia 23, 13 scrisse: «Ecco il paese dei Caldei: questo popolo non esisteva: Assur lo fondò cogli uomini feroci dei deserti: essi aveva non rizzate le sue torri, avevano alzati i suoi palazzi; poi è stato messo in rovina». Assur e sei figli di Chanaan suoi seguaci, che i Caldei chiamavano i sette sapienti, costruirono la città di Uruk od Orchoe e la cinsero di mura. Poi si armarono contro il Patriarca Sem, e ciò fu causa della morte prematura di lui, circa 502 anni dopo il Diluvio, 2544 av. C.; alcune tradizioni incolpano Assur d'arver ucciso suo padre. La vedova di Sem divenne connivente con suo figlio Assur, che tentò d'impadronirsi della città di Lud nella Siria del Nord; scoppiò allora guerra settennale tra Assur e gli Autoctoni, il cui capo supremo era Magog, figlio primogenito di Japhet, il quale era coadiuvato dal suo figliuolo primogenito, che gli Autoctoni dicevano per antonomasia il Giudice, o il Giudice di Dio; forse egli è chiamato Daniele in Ezechiele 14, 14; 28, 3; Daniele significa «Giudice di Dio». Egli sarebbe stato sapientissimo: molte invenzioni sono attribuite a lui. La guerra nei primi sei anni fu favorevole a Magog; ma al terminare del sesto anno e al cominciare del settimo fu osservata l'eclisse di sole del 19 Marzo 2516 av. C.; e poco appresso i Pelasgi d'Assur in una grande battaglia navale combattuta nel Mar Egeo riportarono una vittoria segnalata. Poi, forse il 23 Thot = 5 Giugno, usando inganno, vinsero anche per terra presso la città di Lud nella Siria del Nord, catturando Magog e il figlio primogenito di lui, Daniele. Causa principale di questa disfatta sarebbe stato il primogenito di Daniele, che, sedotto da Istar, avrebbe dimenticati la sua moglie e i suoi figli, e sarebbe divenuto traditore. Assur, o forse Tammuz, scorticò vivo Daniele e gli tagliò la testa: della pelle di lui avrebbe fatto fare un paio di calzari. I Pelasgi inutilmente cercarono di spargere la voce che Daniele si fosse ucciso da sé stesso, oppure che Tammuz lo avesse trafitto con un sol colpo. Ad eccezione di Magog, Assur avrebbe fatto uccidere con Daniele tutti i moltissimi p0rigionieri fatti, perché nessuno di essi avrebbe apostatato. Sorse allora Sidone, primogenito di Chanaan, ed espugnò Berito in Fenicia, ch'era il porto e la base navale dei Pelasgi: Assur si salvò a stento; Magog fu liberato dopo 13 anni di prigionia; e allora si fece la pace e la divisione del mondo tra gli Autoctoni e i Pelasgi, che ebbero il Sennaar, nel 2515 av. C., forse il 20 Athyr = 10 Agosto; in quei giorni sarebbe nato Phaleg. Sembra che in questo trattato di pace sia stata riconosciuta la dignità regia a Sidone e forse anche allo stesso Chanaan; e sia stato assegnato alla dinastia di Arphaxad il paese da Mesa a Sephar fino al monte Orientale (Gen. 10, 30). 8. I Pelasgi, che si reggevano con forme repubblicane, benché in occulto Assur li governasse come un despota, cominciarono allora a fabbricare la città e la torre di Babele, la quale si sarebbe trovata in costruzione, quando la madre di Assur morì, 42 anni dopo la morte di Sem, circa il 2502 5 Dial. Crizia e Timeo. 43 av. C.; alcune tradizioni accusano Assur di averla violata e uccisa. Gli Assiri la chiamavano Semiramide, e attribuivano ad essa la costruzione della città di Babilonia. La torre di Babele restò incompiuta per la confusione delle lingue: scoppiò allora una grande rivolta contro Assur, ch'egli represse nel sangue. Indi si mosse contro suo fratello Elam, che governava la città di Susa: riuscita vana la forza, mandò delle prostitute, che corruppero il popolo, e in tal modo Elam fu costretto ad emigrare e ad andare vagando colla gente, che gli rimase fedele. Intanto Nemrod, figlio postumo di Cus, alla testa d'alcuni ribelli, si unì con Elam, e presero Orchoe; indi riconquistarono la città di Susa, uccidendovi Chumbaba, luogotenente di Assur. Salito così Nemrod in potenza, Istar chiese di diventare sua moglie; ma Nemrod le rinfacciò i mali trattamenti usati contro ciascuno dei suoi molti amanti; anche il primogenito di Daniele, pastore dei popoli, che avrebbe dovuto un giorno diventare il mar mares, cioè il capitano dei capitani, essa lo aveva sedotto e trasformato in un barbaru o animale feroce, e l'aveva poi fatto uccidere dagli stessi seguaci di lui. Assur mandò contro Nemrod ed Elam un esercito, capitanato da Tammuz; ma essi lo vinsero in battaglia campale presso Orchoe, e uccisero lo stesso Tammuz, circa 28 anni dopo la divisione del mondo, 2478 av. C., d'estate, in Athyr o Choiak, forse nel quarto giorno di Luna. Istar, che fu presente alla morte del suo fratello e drudo, cominciò a piangere; e da ciò ebbero origine le feste di Tammuz o Adonie. Poscia i due alleati espugnarono Babilonia, ma dopo quest'impresa Elam venne a morte. Assur, cacciato dalla Caldea, si rifugiò in Assiria. Molta storia è condensata in queste brevi linee del Genesi 10, 8: «Cus per ultimo generò Nemrod, esso cominciò ad essere possente sulla terra, fu un potente cacciatore al cospetto del Signore; perciò si dice: Come Nemrod, potente ad Orchoe, e Accad e Chalanne nel paese di Sennar. Da questo paese uscì Assurd ed edificò Ninive e Rehoboth e Calach, e anche Resen tra Ninive e Calach; quest'è una città grande». Rehoboth significa sobborgo; forse esso fu la Caene o città nuova di Senofonte, sobborgo di uomini empii o falsi e di prostitute, che Assur avrebbe fatto costruire a ridosso della città di Aram, per impadronirsene coll'inganno. Nemrod pianse Elam; e, colpito da lebbra, peregrinò con molto seguito fino alla residenza di Magog. Attraversò il paese dei figli di Arphaxad, che invano gli si opposero; passò le porte dell'Egeo, dove s'innamorò d'una fanciulla, ch'egli volle possedere a viva forza, provocando un tumulto. Imbarcatosi, navigò 45 giorni per mare, e infine tre giorni risalendo lagune e fiumi: così pervenne alla città di Vicenza, ch'era la residenza di Magog, il quale permise ch'egli facesse una cura di lavacri a fontane medicinali. Forse questi, forse i suggerimenti del secondogenito di Arphaxad gli restituirono la salute; ma aveva perduto un occhio irreparabilmente, o per malattia o combattendo. Ritornato in Caldea, per i suggerimenti della madre, Nemrod sarebbe tornato alla religione idolatrica. Il suo impero non sarebbe durato lungo tempo. 9. Assur provocò gli Autoctoni a una nuova guerra, in cui s'alternarono le vittorie e le sconfitte; e questa durava, quand'egli venne a morte 52 anni e mesi dopo la divisione del mondo, 38 anni dopo la morte della madre, poco dopo il plenilunio del 6 Aprile = 11 Mesori del 2462 av. C.; e, mentre era stato imbalsamato e gli si facevano i funerali, avvenne l'eclisse di Sole del 21 Aprile 2462 av. C. Subito dopo un grande numero di Pelasgi lasciò l'Assiria ed emigrò in Grecia; e fondò poi la città di Atene. Essi portarono con sé la mummia di Assur; e quando, forse nel 1667 av. C., l'Imperatore degli Autoctoni Cuvurtus, discendente di Magog, espugna Atene, li costrinse a fuggire in Egitto, essi avrebbero trasportata in Sais quella stessa mummia, che fu vista da Erodoo II. 170, e che Atenagora, 28, ritenne fosse la mummia di Osiride. Essi non lo consideravano un cadavere imbalsamato, ma un vivente, che da quel giorno avrebbe cominciato a regnare in Egitto: e perciò Ramesse II avrebbe fatto incidere nella stela riferita sopra per determinare l'epoca dell'invasione degli Hyksos: «Il 4 Mesori dell'anno 400 del Re Seth-Nubti, vivente in eterno». Gli stessi Hyksos-Pelasgi portarono con sé in ogni loro migrazione e finirono per custodire 44 in Sais anche il corpo imbalsamato della crocifissa madre di Tammuz: Assur fece per esso una custodia in forma di vacca: ciò diede forse origine alla leggenda di Jo, trasformata in vacca, che dopo aver molto vagato, pose stanza in Egitto e vi fu adorata; Jo significa migratrice oppure la figlia del dio, cioè del dio Assur. Gli Egizi la chiamarono Hathor, che significava l'abitazione di Hor, cioè la madre che nel suo ventre aveva portato Tammuz; e con molti altri nomi. Oltre a queste due, i Pelasgi recavano con sé anche le mummie di altri membri della famiglia di Assur, che avevano deificati e consideravano come dei viventi. Il profeta Isaia 52, 4 scrisse: «Il Signore Iddio ha detto così: Il mio popolo discese anticamente in Egitto per dimorarvi; ma Assur l'oppresse senza motivo». Il popolo d'Assur, gli Hyksos, oppressero gli Ebrei; Ramesse II, che chiamò nella stela dell'400 padre dei padri suoi il Re Seth-Nubti, cioè il biblico Assur, fu il Faraone oppressore. 10. L'impero fondato da Nemrod dopo non luno tempo andò in rovina, in causa di complicati eventi, che io non ho fatto oggetto di studio. Sembra che allora nella Mesopotamia siano sorte quelle piccole dinastie locali, la cui vita ci fu rivelata dalle iscrizioni cuneiformi più arcaiche. La Dinastia dei primogeniti, discendenti di Arphaxad, dalla valle dell'Eufrate sopra Sepharvaim aveva dovuto emigrare in Palestina, nella città di Salem, dove regnava al tempo di Abramo (Gen. 14, 18); e cisacuno dei membri di questa Dinastia portava il titolo di Melchisedech o Re di giustizia, che i Greci tradussero Dicearco. Dalla Palestina essi furono costretti a migrare nella Bassa Italia, dove regnarono nelle città di Dicearchia, oggi Pozzuoli, e di Palepoli, ch'è la parte più antica di Napoli. Qui furono sterminati pochi anni prima dell'Esodo, per opera di un genero dell'Imperatore Miceneo, Aulo Larthiale, sepolto a San Manno nei pressi di Perugia; questo stesso Aulo poco appresso sterminò i principi della Dinastia di Mizraim in Messenia, e, dopo, quelli di Madai in Troia, e infine, dopo l'Esodo, quelli della Dinastia di Lud in Siracusa. Le vicende della Dinastia di Magog, che aveva il primato, sono ampiamente narrate nei testi Etruschi e Italici: da Magog discese Cuvurtus, che scacciò dall'Europa i Pelasgi, obbligandoli a invadere l'Egitto, forse nell'anno 1667 av. C.; e Lautn (=Florentius), detto l'ultimo Imperatore, che appena salito al trono in età di circa 40 anni, dopo una guerra, concesse pace ai Pelasgi, permettendo ad essi d'insegnare le cose insegnate e comandate da Assur; ed essi lo riconobbero per loro Re. Ma vent'anni appresso si ribellarono e nei giorni dell'Eclisse di Sole 11 Aprile 1411 av. C., Nanas, Re dei Pelasgi, usando l'inganno, debellò presso Spina l'esercito di Lautn; in questa battaglia cadde ucciso il figlio primogenito di Lautn, che, raccolti nuovi eserciti tenne testa a Nanas e l'avrebbe forse vinto, se la Dinastia di Gomer, defezionando, non fosse passata ai Pelasgi. Nanas espugnò la città di Vicenza, costringendo Lautn e i suoi fedeli a rifugiarsi nella valle dell'Agno. Altre due guerre cruente Lautn combatté contro i Pelasgi, fino a che fu da essi ucciso, essendo in età di 123 anni. Il figlio di lui Thuch, combatté ancora contro i Pelasgi, ma poi l'Imperatore Sus', il Perseo dei Greci, lo vinse e uccise, forse nel 1130 av. C.; e il figlio primogenito di Thuch divenne vassallo di Perseo, che diede in matrimonio al primogenito di lui, Ath Murzua, principe ereditario, una sua figlia o nipote. Ath Murzua conquistò Vicenza e Spina, regnò sui Libi dell'Alta Italia e fu il comandante supremo dell'esercito Pelasgo nell'invasione dell'Egitto sotto Menefta I, al tempo dell'Esodo. Tornò in Italia vinto, e, calunniato da Enea, allora semplice giudice, fu lapidato e annegato dai soldati presso Spina. A furia di popolo furono allora uccisi la moglie e alcuni teneri figlioletti del primogenito di lui, Lautn Murzua, che fu poi sconfitto preso e suppliziato da Aulo Larthiale. Il regno fu tolto a Thuch, primogenito di Lautn, e dato a un altro figlio apostata. Appena morto Aulo Lathiale, nel 1251 av. C. un membro della famiglia imperiale Micenea, di nome Mime, Memmius, Menzne, il Menesteo degli Ateniesi, soprannominato Apelus (expulsus, fugitivus, diede una figlia in moglie allo spodestato Thuch e prese le armi per rimetterlo nel trono; ma allora fu vinto. Parecchi anni appresso Thuch, aiutato da suo suocero Menesteo e da un consanguineo di quest'ultimo di nome Marco, l'Agamennone dei Greci, cacciò dall'Italia suo fratello usurpatore e i 45 Pelasgi; questi furono espulsi da Atene nel 1230 av. C. e forse quasi contemporaneamente anche da Micene, dove cominciò a regnare Agamennone. Thuch, Menesteo e Agamennone, accompagnati da molti altri Re, nel 1218 av. C. intrapresero la spedizione contro Troia, che fu incendiata nell'estate 1209 av. C. Non essendo riuscito Enea a stabilirsi in Egitto, condusse i profughi Troiani in Sicilia presso Trapani. Thuch, ch'era divenuto Imperatore e risedeva in città, detta oggi Milano, accorse tosto a Trapani, dove fu ucciso per opera di Enea; in appresso, non dopo l'anno 1206 av. C., anche Menesteo e poi Agamennone caddero uccisi a tradimento da Enea. Poscia Enea uccise a Cuma l'Imperatore Nesl (=giovinetto), primogenito di Thuch e il vecchio zio, tutore di lui; molti altri regnanti furono ammazzati da Enea. Un gran numero di testi antiche e di tradizioni permettono di asserire che l'Imepratore Thuch e i suoi successori furono considerati come discepoli e seguaci di Mosè: e che la cacciata dei Pelasgi dall'Europa avvenne perché i popoli avevano ascoltati gli insegnamenti di Mosè e abbandonata l'idolatria. Ma essendo poi questa lentamente tornata a prevalere, i discendenti di Thuch, furono poco a poco ridotti quasi all'impotenza; e infine, circa il 738 av. C., alla condizione di servi della gleba: una guerra riscossa terminò verso il 668 av. C. ribadendo le loro catene. 11. Il cronologo potrebbe ricavare vantaggio per le epoche antiche dallo studio delle costellazioni, a ognuna delle quali era legato il ricordo di qualche fatto memorando. Forse ogni anno si commemorava quel fatto, quando la costellazione ritornava a una posizione fissa, non sempre facile a determinarsi, che poteva essere la congiunzione o l'opposizione al Sole, o il sorgere o il tramonto. Ad esempio il peccato di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre era forse legato colle tre costellazioni del Corvo, della Coppa e dell'Idra; la nascita di Daniele, forse colla Lira o l'Aquila voltante o Nibbio. Ma talvolta il Cigno, la Lira e l'Aquila sono confuse e scambiate. La Freccia, che uccise l'Aquila, rappresenta la vittoria di Assur nel 2516 av. C.; l'Ercole inginocchiato dinanzi al Dragone raffigura Magog, prigioniero di Assur. I Pesci ricordavano l'alleanza di Elam con Nemrod, e il Cancro l'uccisione di Tammuz; ma il significato originale dei Pesci e del Cancro era diverso, perché le 12 costellazioni dello Zodiaco denotavano presumibilmente le 12 tribù, in cui Noè aveva divisi gli Autoctoni.in antichi documenti spesso i figli d'Arphaxad sono chiamati Leoni, alcuni dei discendenti di Sem sono detti Uominiscorpioni, e così via: perciò credo utile riferire queste denominazioni, per quanto esse talora sembrino diverse da quelle usate in origine dagli Autoctoni. Figli di Japhet, agricoltori. Cancro Gomer Vergine Noè-Magog Libra Japhet-Madai Aquario Javan, Thubal, Mesec e Thiras soldati capitani magistrati satelliti dei magistrati Figli di Sem, pastori. Pesce Elam Pesce Assur Leone Arphaxad Sagittario Lud Scorpione Aram preparatori del fuoco sacro, e carcerieri custodi del fuoco sacro sacerdoti e medici arcieri maestri elementari Digli di Cham, popolani. Ariete Cus Gemelli Mizraim Toro Phut artigiani, forse fabbricare » muratori » muratori 46 Capricorno Chanaan servi La Vergine e i Gemelli richiedono una breve spiegazione. La tribù dei guerrieri, primogeniti di Japhet, sono rappresentati per lo più col simbolo dell'aquila reale; tuttavia essi erano per eccellenza i figli della Vergine, perché Japhet avrebbe cominciato a coabitare colla vergine sua moglie di nascosto in mezzo a uno spineto, e non già conducendola pubblicamente nella camera nuziale secondo l'usanza degli Autoctoni, che fu mantenuta anche nella Legge di Mosè (Deut. 22, 17). I Persiani, anziché la Vergine, preferiscono dirla la Spiga: denotando che i guerrieri erano agricoltori. Gli Etruschi la chiamavano Aclus, cioè l'aquila o il negrovestito, l'aquilifero, Magog. A maggiore schiarimento ricordo che secondo antiche tradizioni, Noè avrebbe generati da sua moglie Japhet, Sem e la moglie di Cham, e da una serva storpia lo storpio Cham e la moglie di Japhet. La moglie di Sem sarebbe stata figlia di un discendente di Caino e d'una figlia di Noè, i quali avrebbero pure accolto e allevato Cham fanciullo. Eccettuati gli otto soli, che si salvarono nell'Arca, tutti gli altri perirono nel Diluvio. Parecchi antichi zodiaci rappresentano i due Gemelli con un unico torace; in vecchi zodiaci Indiani è una sola persona che colle due braccia sostiene due stelle lucenti. Anche il nome biblico Mizraim, secondo alcuni interpreti, significherebbe i due muratori. Riterrei che ciò si riferisca al fatto che Mizraim regnò rappresentando anche suo fratello gemello Phut. Le 12 tribù degli Autoctoni erano raggruppate in quattro ceti sociali: guerrieri, magistrati, sacerdoti e popolani, simboleggiati dai quattro animali, l'aquila, l'uomo, il leone, il vitello. I quattro ceti, riuniti in un unico corpo sociale, formavano il simbolico grifone che aveva la testa e ali d'aquila, le orecchie d'uomo, il corpo di leone e i piedi di vitello. I Pelasgi invece erano normalmente divisi in tre tribù: primo o servi; secondi o liberi; terzi o nobili. Ma secondo i luoghi e i tempi, ebbero ordini, divisioni, leggi e costumanze notevolmente diverse, che mutarono mille volte. 12. Si è detto che Assur sarebbe vissuto poco meno di 600 anni; suo figlio Tammuz, nato in primavera del 2855 av. C., morto circa il 2487 av. C., fu compianto come ucciso nel fiore dell'età, benché fosse sui 368 anni. Sem aveva vissuto più di 500 anni dopo il Diluvio e la sua vedova gli aveva sopravvissuto 42 anni. Ci fu tramandato che a questi lunghi spazi di vita corrispondevano delle durate proporzionalmente lunghissime dell'infanzia e della fanciullezza; e la virilità ritardava assai. Per sette generazioni Arphaxad e i suoi discendenti generarono a 130 e più anni d'età: ho il sospetto che Noè avesse stabilito, non solo per la famiglia dei Sommi Sacerdoti, ma anche per quella degli Imperatori, l'obbligo di non contrarre nozze prima del 130° anno. Infatti il primogenito di Daniele avrebbe sposata una figlia regia soltanto dopo essersi segnalato nella guerra che obbligò Assur e il suo popolo a sgomberare l'Egitto, la Fenicia e la Siria e a ricoverarsi in Caldea, cioè forse circa 390 anni dopo il Diluvio: sono tre generazioni di 10 anni ciascuna. Alcuni degli Imperatori avrebbero regnato circa 150 anni e vissuto 300 anni. Lautn, ch'è chiamato l'ultimo Imperatore, salito al trono a circa 40 anni, si sarebbe forse ammogliato poco appresso, e in età di 60 anni sarebbe stato vinto presso Spina in un giorno prossimo all'eclisse di Sole 11 Aprile 1411 av. C.; e sarebbe poi morto a 123 anni ucciso dai Pelasgi. Alcuni antichi Re degli Arcadi sarebbero vissuti 300 anni. Le iscrizioni antiche non danno molto lume, perché solo in epoca relativamente recente s'introdusse l'uso di ricordare l'età del defunto; quando già il limite massimo della vita era disceso a 110 anni. Pitagora chiamava fanciullo l'uomo fino ai 20 anni, adolescente fino ai 40, giovane fino ai 60 anni d'età. Menefta I avrebbe avuto vita breve, in pena d'aver perseguitato il popolo di Mosè: eppure il Maspero lo crede vissuto 80 anni, non di meno. Parecchie tradizioni di vari popoli ricordano che la vita umana innanzi al Diluvio durava stabilmente circa mille anni. Dopo il Diluvio, prima rapidamente, poi con progressione lenta, essa 47 andò abbassandosi a 600, 300, 200, 150, 120, 100 anni, per mantenersi poi stazionaria in questi ultimi secoli. Questa mutazione è del tutto simile al modo di comportarsi della temperatura e del vulcanesimo. Durante l'Era Glaciale la temperatura si mantenne costantemente a un livello più basso dell'odierno, e i grandi ghiacciai scendevano o risalivano nelle valli con fasi di progresso e di regresso, simili alle odierne, ma di proporzioni immensamente maggiori. Terminata bruscamente l'Era Glaciale, cominciò l'epoca postglaciale, assai più calda e umida dell'attuale che insensibilmente a poco a poco produsse quell'equilibrio climatico, che sta durando da secoli. Così pure durante l'Era Glaciale le manifestazioni vulcaniche furono imponenti, di gran lunga più grandiose delle odierne, ma cessarono col finire dell'Era Glaciale; poi lentamente si stabilì quella moderna attività che si mantenne per secoli. Le più antiche morene e lave, deposte nell'Era Glaciale, sono assai corrose: ciò lascia supporre che in quell'Era l'atmosfera contenesse una proporzione d'Ossigeno, e d'altri gas corrosivi, assai superiore a quella che contiene adesso. Forse l'accorciamento della vita umana andrebbe ascritto in particolar modo ad un'alterazione profonda, che la composizione dell'aria avrebbe subito nel Diluvio Noetico; forse ad altra causa, conseguente allo stesso Diluvio. 48 CONCLUSIONE ________ 1. Non vi è epoca, che non si possa chiamare leggendaria; sono leggendarie le epoche di Napoleone, di Carlomagno, di Attila. Le leggende nascono talora nello svolgersi dei fatti stessi. Mi fu riferito che un giornalista, il quale nella guerra di Crimea si trovava al campo Franco-Inglese, una volta mandò al suo giornale una corrispondenza descrivente fatti, ch'erano solo il parto della sua fantasia. Poi, divenuto vecchio, avrebbe avuto il dolore di vederli inseriti come fatti realmente avvenuti nei trattati di storia; e ogni sua smentita pubblica sarebbe riuscita vana fino ad oggi. L'ignoranza e la presunzione di qualche commentatore di testi antichi è stata una grande fonte di leggende, di miti, di falsità e di confusioni. Ma ai nostri giorni la scoperta di testi egizi e caldaici, rimontanti ad epoche remotissime, permette spesso di ristabilire la verità storica fino alle origini dell'Umanità; conservando e confermando quando di vero ci fu tramandato, correggendo e distruggendo ciò che di falso e leggendario era stato introdotto. Più si risale ad epoche lontane, più resta limitato il numero dei fatti accertabili storicamente. Gli antichi ebbero tuttavia somma cura di conservare inalterato il ricordo degli avvenimenti più importanti, fissandone con esattezza il luogo e tempo; e di ciò si ebbe la riconferma, perché i dati cronologici trasmessi d'una in altra generazione dai sacerdoti d'Eliopoli o inseriti nella Bibbia, subirono la riprova di verifiche astronomiche ampie e concludenti. Le date principali, per le quali la verifica astronomica mi sembra indubitabile e tale da renderle capisaldi della cronologia, sono le seguenti: anni av. C. 2856, 25 Giugno. Eclise totale di Sole nella Siria del Nord. Concepimento di Tammuz. circa 2793, 20 Luglio = 4° Epagomeno. Sorgere di Sirio nel Basso Egitto. Nascita di IsideIstar. 2516, 19 Marzo. Eclisse totale di Sole. Battaglia navale nell'Egeo, vinta da Assur. 2462, 21 Aprile. Eclisse totale di Sole. Morte di Assur. 1879, 19 Luglio = 16 Pharmuthi. Sorgere di Sirio, nel VII anno di Senvosret III della II Dinastia. 1856, 30 Novembre = 1 Thot. Principio del XXXI anno di Senvosret III, desunto da 12 capi di mesi lunari. circa 1689, 19 Ottobre = 1 Thot. Rinnovamento del periodo di 1460 anni sotto Menofre della XIII Dinastia. circa 1549, 19 Luglio = 9 Epiphi. Sorger di Sirio, nel IX anno di Amenofi I. circa 1473, 19 Luglio = 28 Epiphi. Sorger di Sirio, nel ? Anno di Tutmosi III. 1411, 11 Aprile. Eclisse totale di Sole. Grande vittoria dei Pelasgi presso Spina. 1321, 19 Luglio = 1 Thot. Sorger di Sirio; rinnovamento del periodo di 1460 anni sotto Ramesse II. 1274, 20 Dicembre = 16 Mehir. Festa di Novilunio nel LII anno di Ramesse II. 229, 19 Ottobre = 1 Thot. Rinnovamento del periodo di 1460 anni sotto Tolomeo III Evergete. La verifica astronomica fu estesa anche ad altre date, ma con esito di una approssimazione molto larga. anni av. C. 2500-2300 In Epiphi cessa il lavoro delle cave di pietra, regnando Snofru della IV Dinastia 2250-2100 In Epiphi non v'è più acqua sugli tsu, regnando Menreré' I della VI Dinastia. Altre verifiche hanno dato un risultato incerto. 49 2. Le faticose verifiche astronomiche furono eseguite tutte dal Prof. Elia Millosevich, senza il cui generoso soccorso io non avrei potuto intraprendere alcuno studio di cronologia antica. Perciò io devo tutto a lui e ogni parola sarebbe scarsa per testimoniargli quanto profonda sia la mia riconoscenza verso di lui. E con me devono unirsi a ringraziarlo quanti hanno amato lo studio dell'antichità e la verità storica. In queste pagine è contenuta solo una parte dei calcoli astronomici, comunicatimi dal Prof. Millosevich; molti altri conteggi qui non sono riportati, ad esempio quelli eseguiti indagando, se dall'ipotesi di Stuart Poole sulla stella Bennu si potessero ricavare vantaggi per la cronologia; e ciò perché dettero un risultato dubbio. Egli intraprese i laboriosi calcoli di verifica dei quattro eclissi antichi, perché essi erano sufficientemente determinati nel tempo, anno e stagione, e nel luogo d'osservazione. È cosa nota quanto lavoro inutile abbiano compiuto molti astronomi intorno a parecchi eclissi d'epoca ben più recente, menzionati da Erodoto o da altri classici, troppo vagamente o erroneamente. Un caso consimile si è presentato anche in queste ricerche cronologiche: una eclisse di Sole sarebbe stata osservata, forse nel Peloponneso, allorché i Pelasgi ne furono cacciati via intorno al 1230 av. C. il marmo di Paros attesta solo che il regno di Menesteo in Atene sarebbe cominciato l'anno 1230 av. C. e perciò in quell'anno Teseo e i Pelasgi sarebbero stati espulsi dalla città di Atene. È presumibile che la cacciata dei Pelasgi dall'Alta Italia, da Atene e dal Peloponneso sia stata quasi contemporanea; ma potrebbe anche essere avvenuta coll'intervallo di parecchio tempo. Di più, i testi a me noti che, confusamente, parlando di questa eclisse, non menzionano la stagione o il mese in cui sarebbe avvenuta; né trovai memoria che partendo da questa eclisse qualche popolo abbia contato gli anni(1). Si aggiunga che alcuni testi o riferendosi a questi medesimi fatti, o ad altri precedenti, non parlano di eclisse di Sole, ma dicono bensì che il Sole tramontò nell'Oriente, in modo contrario all'ordine consueto della natura (2). Anche i sacerdoti egizi attestavano che nel corso di molti secoli era stato in Egitto osservato il Sole levarsi due volte in Occidente e due volte tramontare in Oriente (3). Questo fenomeno rarissimo credo sia un'apparizione straordinaria di Luce Zodiacale (4). 1 «E l'Agnella Aurea d'Atreo, per la quale avvennero eclissi di Solee mutamenti di Re, e tragedie molte; secondo Erodoto d'Eraclea sarebbe stata Fiala Argentea, che nel mezzo aveva l'Agnella Aureal.» Athen, VI. 4 «Sed veritas hoc est: Atreum apud Mycenas primum solis eclipsim invenisse; cui invidens frater ex urbe discessit, tempore quo eius probata sunt dicta.» Serv. Aen. I. 568; Hygin. Fab. 258. «Quod ideo finigitur quia Thyestes fertur reperisse rationem deliquii solis, et quare eclipsis contingat; que frater comperto inde recessit.» Schol, ad Horat. Art. Poët. Dal confronto di molti altri testi, sembra che questi luoghi abbiano questo significato: che i Pelasgi conoscevano la causa degli eclissi e il modo di predirli: e che sarebbero stati scacciati proprio nei giorni in cui si sarebbe verificata una eclissi di sole predetta da essi. 2 Apollodoro Epitome II. 12; Hygin. Fab. 88; Ovid. Trist. II.391; Seneca. Thyestes, IV. 3 Herod. II, 142. 4 Giorgio Jones (Observ. On the Zodiacal Light, Washington 1856 p. I, 222) narra che navigando presso il Ceylan verso le ore quattro della mattina, più che mezz'ora innanzi al cominciamento dell'alba, la guardia marina di servizio si accostò a lui, e additando la Luce Zodiacale straordinariamente splendida, gli chiese: «Don't you call this early day-light?» (Non chiamereste voi questa la prima luce del giorno?). E il 29 Gennaio 1854, sulla stessa nave trovandosi alla Lat. 26° 10' Nord, e Long 127° 42' Est, ed essendo tramontato il sole alle ore 5h38m; verso le ore 7 e messa di sera la Luce Zodiacale divenne fulgidissima, e uno dei quartiermastri, mostrandola all'altro, gli disse: «If that was not in the wrong part of the sky, I should say that the sun was just going to rise there». (Se questo non fosse nella parte opposta del cielo, io direi che il Sole sta proprio per sorgere là). Nei «Cataclismi Greologici» (Vol. II, p. 47) studiai questo fenomeno: sono persuaso che si tratti della riflessione speculare della luce del Sole, riverberata dalla superficie inferiore di quello stato atmosferico, che prende il nome dalle nubi di Jesse, superficie che si mantiene costantemente a 80 Km sopra la Svezia e a 83, o 84 Km sopra la Germania settentrionale; e che dev'essere notevolmente più alta nei paesi tropicali. I coni estranei più pallidi della Luce Zodiacale sarebbero provocati dalla riflessione della stessa luce del Sole, ripercossa da altre superficie, che si trovano ad altezze notevolmente maggiori. Invero l'atmosfera terrestre è una sovrapposizione di molti strati distinti, che si mantengono tra loro in equilibrio, per cause elettromagnetiche. Sono convinto che in epoca antica, quando non erano peranco cessati gli effetti del Diluvio Noetico 50 Visto che il problema lasciava tanta incertezza, il prof. Millosevich si limitò a considerare il novilunio astronomico, anno 1231 av. C., 28 Luglio, ore 9h, 1 sera Greenwich, il quale, per causa di una serie di Saros, avrebbe potuto supporsi eclittico; ma anche se fosse stato tale, l'eclisse solare sarebbe occorsa in America. D'altra parte, anche supponendo che si trovasse che un'eclisse di Sole fu vista in Micene nel corso dell'anno 1230 av. C., la verifica che ne risulterebbe per il marmo di Paros sarebbe utile, ma non di somma importanza, a meno che non si scoprano testi menzionanti questa eclisse più precisi di quelli a me noti. Concludendo augurando che presto altri riesca ad apportare a questi studi cronologici quei perfezionamenti, ai quali invano ho desiderato di pervenire; e tornando ringraziare il Prof. Millosevich e tutti i soprannominati, che si compiacquero fornirmi schiarimenti alle questioni, che direttamente concernevano questo lavoro. Ringrazio anche i moltissimi, che ci compiacquero aiutarmi in problemi, che avevano attinenza indiretta con quelli studiati; e tra essi non posso fare a meno di menzionare con particolarissima gratitudine i Professori U. Cassuto, P. A. Vaccari, E. Lattes, L. Pernier, B. Nogara, Mons. A. Bortolotto, E. A. Wallis Budge, W. L. Nash; né posso tacere i nomi cari e venerati dei defunti D. Giuseppe Rossi, che mi istradò allo studio degli antichi linguaggi italici, e D. Girolamo Dani, che mi fu guida alla cognizione delle origini di Vicenza. raggiungendo l'equilibrio attuale, la Luce Zodiacale potesse talvolta assumere un'importanza assai maggiore, che adesso; e l'immagine del Sole riverberata durante una parte della notte potesse essere così rifulgente, da dare l'illusione, secondo i casi, o che il Sole si levasse ad Occidente, o che tramontasse in Oriente, e che si fermasse nel corso della notte a illuminare la terra. 51 APPENDICE ASTRONOMICA ________ 1. Nell'accingermi a riprodurre fedelmente i calcoli comunicatimi dal Prof. Millosevich di verifica per i quattro antichissimi eclissi solari, osservo che la perfezione a cui è pervenuta la scienza astronomica ai giorni nostri da una parte permette di fare pieno affidamento sui suoi risultati, entro quei limiti d'errore ch'essa stessa stabilisce; e dall'altra essa conferma pienamente che tutti questi 4 eclissi solari furono totali, in perfetta concordanza colle tradizioni storiche. Per l'eclisse più antica, quella del 25 Giugno 2856 av. C. la zona della totalità corrisponde esattamente o quasi ai limiti del paese d'osservazione; invece per gli altri tre eclissi più recenti la zona della totalità calcolata si riscontra spostata un poco più a Nord di quello che esigerebbero le memorie storiche; ma bisogna tener conto che tutti e tre questi più recenti eclissi avvennero circa i giorni dell'equinozio di primavera: ora «preme ricordare che a epoche remotissime è impossibile segnare con qualche precisione la fase d'un eclisse solare per una data regione limitata. Per Δ t = 1h, = 15', cioè circa il raggio solare». La teoria della Luna non è perfetta; le correzioni, che risultano dalle osservazioni, rivelano scarti fluttuanti, che per ora non trovano adeguata spiegazione. Oppolzer, su eclissi antichi, elaborò le sue ben note correzioni empiriche agli elementi lunari. Ginzel, valendosi di materiale meno remoto, ma più sicuro, modificò notevolmente i valori dati da Oppolzer. Le zone della totalità o centralità sulla terra differiscono secondo che si usi un sistema o un altro di correzione, tanto più quanto più è remoto il tempo del fenomeno. Per esempio, per Ginzel l'eclisse del 1 Maggio 881 av. C. è centrale a Babilonia, mentre è forse 0,8 per Oppolzer. Le zone calcolate secondo l'uno o l'altro dei due sistemi non corrono sulla terra parallele, ma possono anche incrociarsi. In conclusione, per epoche così remote, il calcolo astronomico può garantire se l'eclisse di Sole fu totale o no, e stabilire all'incirca la zona della totalità, ma, specie se si tratta d'eclissi equinoziali, l'errore presumibile è di tale ordine di grandezza da dover ammettere la possibilità del pieno accordo tra il calcolo e le memorie tradizionali per i tre eclissi equinoziali più recenti, che studiamo. D'altra parte non si può escludere in via assoluta che nel paese d'osservazione si sia vista soltanto un'eclisse di Sole parziale; ma che essendo collegata con fatti storici importanti, coll'andare dei secoli, negli annali si sia trasformata da eclisse parziale in totale: ancorché la totalità dell'eclisse sia affermata da popoli lontani tra loro e da fonti storiche del tutto indipendenti, che mostrino d'avere riferito ciò che venne raccontato dai primi testimoni oculari. 2. Eclisse totale di Sole (11 Aprile 1411 av. C.), vista nei giorni in cui i Pelasgi, che stavano costruendo le mura della città di Spina, riportarono una vittoria segnalata contro gli Autoctoni, presso la foce del fiume Eridano; in primavera dell'anno 1412 oppure 1408 o infine 1411 av. C. «Le odierne Tavole della Luna lasciano, per un'epoca così remota, incertezze, ma non tali che non si abbiano ad accettare le conclusioni quando non siano ristrette alle modalità d'un'eclisse per una speciale località. La correzione empirica, suggerita da Oppolzer e inserita nelle sue Tavole Sigiziali porta certamente un beneficio, e meglio forse quella assunta più tardi da Ginzel nel suo lavoro sugli eclissi nel periodo della Classicità.» Per l'anno 1411 av. C. ho calcolato i tempi dei quattro noviluni da Marzo a Giugno colle Tavole Sigiziali di Oppolzer. Dei quattro noviluni veri, solo quello dell'11 aprile fu eclittico. Per gli altri tre o caddero di note o non furono eclittici. Col procedimento esposto da Neugebauer nelle sue Tavole approssimate del Sole, della Luna e dei Pianeti, della L la longitudine della Luna (equinozio vero dell'epoca) e ∩ la longitudine del 52 nodo ascendente ebbi per la data 1411 av. C. Aprile 11 360° - 2 (L - ∩) = 25° a 1h 30m pm. Greenwich id. = 23° a 3h 30m id. il che significa che le Tavole della Luna accennano a un'eclisse di Sole certamente parziale e notevole, non essendo da escludere la centralità o totale o annulare. Il Canone d'Oppolzer sugli eclissi comincia col 1208 av. C. Io riuscii a trovare una serie d'elcissi parziali di Sole separati dal ciclo Saros, serie che cessa col 7 Genn. 960 av. C. e che, retrogradando nel tempo, giunge al novilunio dell'11 Aprile 1411 av. C. Ciò provava che nel cuore della serie dei cicli, come fu nel 1411 av. C., l'eclisse doveva essere totale. Prima di procedere a un calcolo particolareggiato, valendomi dell'anomalistica rivoluzione della Luna e partendo da un tempo noto di Luna perigea, potei assegnare nel valore 59',1 la parallasse orizzontale della Luna per il tempo del novilunio vero dell'11 Aprile 1411 av. C. fra 2 h e 3h pm. di Greenwich, secondo Oppolzer. Colla correzione empirica di Ginzel, credo che verrebbe anticipato forse di più di mezz'ora. Con parallasse ± 59',1 ebbi il raggio lunare geocentrico = 16',0. Avendo delle Tavole approssimate del Neugebauer avuto il raggio vettore della Terra, potei calcolare il raggio del Sole nel valore 15',8. Riflettendo all'incremento che subisce il raggio della Luna per effetto parallattico, risultò evidente che se l'Eclisse di Sole dell'11 Aprile fosse centrale, sarebbe stata totale di sotto media durata e non annulare. Dalle Tavole prima ricordate dedussi: – 1910 Aprile 11 t. m. Greenwich long. vera long. vera lat. vera 1h 30h p.m. 7°,77 7°,99 +0°,67 2 30 7°,81 8°,58 +0°,62 3 30 7°,85 9°,15 +0°,57 Il Sole trovavasi non lungi da Alcione la più lucida delle Pleiadi, l'equinozio aveva avuto luogo il 3 Aprile. A. R. Alcione a quell'epoca = 10°,2; Sole = 7°,1 δ » » = +8,5; » = +3,2 Cogli elementi prefati, calcolate le coordinate equatoriali del Sole e della Luna, dedussi per tre epoche intorno al novilunio apparente: ( 3h 15h p. del meridiano 50m Est Greenwich ( 3 30 p. id. ( 3 30 p. id. per i paralleli +44° e +46° le distanze apparenti dei centri dopo aver calcolate le parallassi della Luna in A. R. e δ. Il risultato fu un'eclisse parziale di Sole e in blocco nell'Alta Italia si ebbe, incirca, come minima distanza dei centri intorno 13'± come valore più piccolo tra i singoli valori come minima distanza dei centri: verso le 3h 20h pm. ora locale media in φ = +45°; 1 = 50m Est Greenwich La teoria della Luna è difettosa, né il difetto sta nella parte matematica: vi sono azioni fisiche ignote, e quindi non messe in conto. Secondo le Tavole usate da Neugebauer (Hansen-Oppolzer) parrebbe che l'eclisse sia stata totale nelle alte latitudini d'Europa: ma io non avevo alcun interesse a conteggiare su ciò. Credo che colla correzione empirica di Ginzel, dedotta dagli eclissi medioevali in una a quelle mentovate da Plutarco, la fase massima per l'Alta Italia aumenterebbe, riducendo la minima distanza dei centri a < 13', ma non ne sono sicuro: di questo sono sicuro, che coi nostri mezzi la totalità nella valle Pada non regge, può essere bensì una notevole parzialità. 53 3. Eclisse totale di Sole (21 Aprile 2462 av. C.) osservata nelle città di Calach e Ninive in Assiria pochi giorni dopo la morte d'Assur, mentre si facevano i funerali; tra il Luglio 2463 av. C. e il Luglio 2462 av. C., probabilmente in fine d'inverno o in primavera dell'anno 2462 av. C. Dei 13 noviluni tra il 29 Luglio 2463 av. C. ore 0 h, 5 sera t. m. di Calach e il 18 Luglio 2462 av. C. 6h, 2 t. m. Calach, 5 cadono di notte, e degli altri 7 solo quelli del 21 Aprile 4 h, 8 sera t. m. Calach è eclittico. Ad esempio, il novilunio 2463 av. C. Luglio 28,91 t. m. Greenwich, non è eclittico, come risulta dai seguenti risultati: 2463 av. C. = – 2462 = – 2500 +38 Elementi desunti dalle Tavole di Neugebauer per iscoprire la distanza della Luna dal nodo più prossimo, all'epoca del novilunio vero. Si dà questa volta il calcolo in dettaglio e il significato dei simboli. – 2500 B1 = 271°, 4 H1 = 91°, 9 38 B2 = 350, 8 H2 = 340, 7 Luglio 28 B3 = 55, 7 H3 = 170, 8 21h, 8 Gr. B4 = + 22, 1 H4 = + 10, 1 B5 = 0, 0 H5 = 0, 0 B6 = + 12, 2 H6 = + 9, 2 ΣB = 712, 2 Σ H = 628, 7 – 360 – 360 Δ = 2 (B – H) = 2 x (352°,2 – 268°,7) = 2 x 83°,5 = 167 Il valore 83°,5 è l'argomento di latitudine g = media anomalia della Luna ω = distanza del perigeo lunare dal nodo ascendente g' = media anomalia del Sole ω' = distanza dal perigeo solare dal nodo asc. g = L0 – π L0 = longitudine media luna ω=π–∩ π = long. perigeo lunare ∩ = nodo asc. Luna (long. del nodo asc. della Luna) B = 2g – 2g' + 2ω – 2ω' H = g – 2g' + ω – 2ω' B–H=g+ω B – H = L0 – π + π – ∩ = L0 – ∩ = argomento di latitudine. Per avere eclisse parz. di Sole possibile dev'essere Δ < 39°,6 opp – 39°,6 (320°,4) » » » » certa » Δ < 29,5 » – 29,5 (330,5) » » » » possibile » Δ < 26,5 » – 26,5 (323,5) » » » » certa » Δ < 17,5 » – 17,5 (342,5) Dunque il predetto novilunio non è affatto eclittico. Per controllare il risultato fu cercato l'argomento di latitudine della Luna per altra via. Per la data del novilunio si ha con un calcolo grossolano, ma sufficiente, per argomento di latitudine circa 85°, donde la latitudine della Luna quasi al massimo del suo valore. Nessuna eclisse dunque. Invece il novilunio del 21 Aprile 2462 av. C. fu eclittico e vi fu eclisse totale di Sole. Tuttavia l'incertezza della correzione empirica della teoria lunare derivata dalle Tavole di Hansen è notevole all'epoca in questione. Basti riflettere che la correzione empirica di Ginzei è tra una metà e un terzo di quella di Oppolzer a proposito del tempo del Novilunio: è probabile che la correzione empirica data da Ginzel sia meno erronea di quella data da Oppolzer. Adattando la prima, si deve aggiungere al tempo t di Greenwich per l'epoca del novilunio dato delle Tavole di Hansen circa 1h,2. Comunque sia, mi risulta un'eclisse totale; la zona della totalità resta tra 45° e 50° di 54 latitudine nell'Europa Centrale, Né mi interessa d'assegnare i limiti e l'estensione della zona. Nell'Asia Minore e nell'Assiria è un'eclisse parziale: a Calach la fase massima ha luogo verso le 6 h pm. locali ed è di circa 0,4 del diametro solare. Quest'eclisse è equinoziale:il caso peggiore per accertamenti storici quando la teoria lunare ha correzioni empiriche incerte e l'epoca storica è remotissima. In un'ora, come già dicemmo, Δ α è circa 34' e in tal caso Δ δ = 15'. Se la correzione empirica usata fosse erronea fra 30m e 40m per quell'epoca (il che potrebbe anche essere), l'eclisse in Assiria potrebbe assumere ben maggiore importanza, come anche potrebbe perdere quella qui indicata. Per togliere ogni dubbio che Assur sia morto in fine d'inverno o principio di primavera dell'anno 2464 av. C., potendosi sospettare che una festa Fenice cinquantenaria fosse stata celebrata in Eliopoli l'anno 34 d. C. secondo la testimonianza di Tacito (Annali VI, 28) e avesse avuto questo punto di partenza; bisogna dimostrare che nessuna eclisse solare totale poté essere vista in Assiria o nei paesi finitimi da Marzo a Maggio dell'anno 2464 av. C. 2464 av. C. novilunio 14 Marzo verso 2h pm. Greenwich : non eclittico » » 15-16 Aprile verso mezzanotte Gr. notte » » 12 Maggio verso 11h,5 mattina Gr. : la doppia distanza della Luna dal nodo è circa 32° ± incerto un minimo parziale. 4. Eclisse solare totale (19 Marzo 2516 av. C.) vista in principio di primavera dell'anno 2516 av. C. e cioè 54 anni quasi precisi prima della morte di Assur: questa eclisse precedette una battaglia navale vinta dai Pelasgi nelle acque tra l'Egeo e l'Jonio, che si può considerare osservata nella punta Sud-Ovest del Peloponneso. La teoria della Luna non assicura affatto sui valori delle correzioni empiriche di Oppolzer e di Ginzel per epoche così remote: già i due valori per l'epoca che interessa sono gravemente discorsi. Ritenendo meno erroneo quello di Ginzel (circa 1h ¼ ), tre cicli di Saros portano dall'eclisse solare totale del 21 Aprile 2462 av. C. all'eclisse solare totale del 19 Marzo 2516 av. C. Il novilunio colla correzione empirica di Ginzel, ha luogo – 2515 Marzo 19 circa 1 h pm. Gr. Da calcoli grossolani, ma sufficienti, o per mezzo delle Tavole di Neugebauer, il cono ombroso attraversa da Nord-Ovest a Sud-Est l'Alta Europa; e nel cuore dell'Asia Minore tramonta il Sole cominciando l'eclisse. Sul medesimo parallelo ma ad un'ora a Ovest, cioè circa nel centro del mar Jonio, al tramonto si ha la fase massima con un minimo parziale, la Luna al Nord. Per trovare la totalità, serbando immutato quest'ultimo meridiano, conviene portarsi a un parallelo molto più a Nord, verso 50° circa a Cracovia, e forse più in su, imprecisabilmente. Tutto si modifica alterando la correzione empirica. Non deve menomamente recare incertezza o dubbio il risultato del calcolo, che quest'elisse non possa essere stata vista dai Pelasgi se non a Sole tramontato. I Romani tramando che fu vista un'eclisse totale di sole in Roma, circa l'anno 350 U. C. o 400 av. C., alle none di Giugno ( 1). ora il calcolo ha dimostrato che appunto al 21 Giugno dell'anno – 339 ossia 400 av. C. si dové vedere in Roma un'eclisse totale di Sole immediatamente prima del tramonto del Sole: la totalità sarebbe cominciata a 7h 30m pm., e finita a 7h 33m pm.; e il Sole tramontava a 7h 36m pm.: l'eclisse totale fu vista integralmente, e, quasi appena finita la totalità, il Sole tramontò (2). 5. Eclisse totale di Sole (25 Giugno 2856 av. C.) vista nella valle dell'Eufrate nella Siria del Nord, in una lcoalità che si potrebbe fissare a 2 h 32m a Est di Greenwich e ad una latitudine non più 1 «Solem lunae oppositu solere deficere … Id autem postea ne nostrum quidem Ennium fugit; qui ut scribit, anno trecentesimo quinquagesimo fere post Roman conditam, Nonis Iunis soli luna obstitit et nox. Atque hac in re tanta inest ratio atque sollertia, ut ex hoc die, quem apud Ennium et in maximis annalibus consignatum videmus, superiores solis defectiones reputate sint…» Cic. De Re. I, 16. 2 L'astronomo Hansen pubblicò questi suoi calcoli nelle notizie mensili della Royal Astronomical Socity, 9 Genn. 1857. Le none di Giugno potettero appunto in quest'epoca corrispondere al 21 Giugno, dato lo sgoverno del Calendario antico Romano. Si confronti Civ. Catt. Erie III, vol VI p.103. 55 alta di 37°,30', anzi probabilmente alquanto più a Sud: nell'anno 2856 av. C. in primavera, essendo il Sole nella costellazione dei Gemelli, intesa in senso largo, ed essendo il frumento in ispiga matura, anzi già forse era cominciata la mietitura: nei giorni di questa eclisse solare totale fu concepito Tammuz, figlio d'Assur. Ecco i risultati del conteggio: Primavera 2856 av. C.: equinozio di primavera 14 Aprile incirca solstizio d'estate 14 Luglio » Noviluni dell'anno – 2900 + 45 26 Febbr. Circa 9h sera Gr., in Siria 11h ½ di sera = notte 28 Marzo circa mezzodì Gr. non eclittico 27 Aprile verso le 3h ½ mattina Gr. id. 26 Maggio verso le 5h sera Gr. id. h 25 Giugno novilunio verso 5 ½ mattina di Greenwich. Correzione empirica di Ginzel + 1 h m 26 (??) Novilunio eclittico, eclisse probabilmente totale di corta durata. 24 Giugno 71h 30m Gr. long. + 2 32 ora locale 20 2 Per l'effetto di parallasse la congiunzione vera in ascensione retta seg[ue?] l'apparente di circa 50m. Il calcolo fu fatto per φ = 37° 30' l = 2h 32m Est Gr. Ora locale 20h 2m – 50m = 19h 12m della cong. apparente in α e 19h 12m – 2h 32m = h m 16 40 Gr. Tenuto conto della correzione empirica di Ginzel (1 h 26m !!!) si calcolano i luoghi della Luna dalle Tav. di Neugebauer non per 16h 40m ma per 15h 14m Gr. Del 24 Giugno 2856 av. C. Risultati (equinozio dell'epoca) α 65°,36 δ + 22,54 α 66,13 δ + 22,22 parallasse in α + 0°,77 in δ – 0,44 α vero 65°,36 δ vera + 22°,54 + 0,77 – 0,41 α app. 66,13 δ app. + 22,10 » 66,13 » 22,22 0,12 Per quanto valgono le correzioni empiriche usate, le quali sono certamente difettose e di poco valore per un'epoca così remota, si ha in φ = +37°,30 e L= 2h 32m Est di Green. al momento della congiunzione apparente, in α di e una grossa eclisse parziale alla data 2856 av. C. Giugno 25 7h,2 mattina t. m. locale: la linea o zona della totalità dovrebbe restare a Sud del parallelo 37°,30'. In conclusione per quest'elisse remotissima l'accordo tra i dati della tradizione storica e quelli del calcolo astronomico possono chiamarsi perfetti. 56