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Le Rievocazioni Storiche
nella Terraferma Veneta
Analisi, mappatura e proposte sinergiche
Progetto grafico
Quba di Conegliano
Impaginazione e stampa
C&D Litografia di Conegliano
Coordinamento redazionale
DreamLab di Feltre
copyright© 2003 Associazione Claudia Augusta
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a valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico
della propria comunità si può perseguire anche attraverso la promozione delle “Rievocazioni Storiche”? E’
una domanda che ci porta a riflettere sulla natura di queste
manifestazioni, che si tengono in ogni parte del mondo per
rappresentare, in forma per lo più spettacolare, eventi che
hanno caratterizzato la storia e l’immagine che di essa è
stata diffusa entro e fuori dei propri confini.
Le rievocazioni storiche sono eventi oscillanti tra storia
e fantasia, tra rigore scientifico della ricostruzione e libertà
dello spettacolo, tra realtà e sogno; tuttavia esse rappresentano sempre una occasione importante per ogni comunità perché anche attraverso lo studio del proprio passato e
la ricerca e rielaborazione di momenti importanti della vita
del proprio paese, si può meglio conoscere le proprie radici, trarre importanti lezioni dalla memoria dei luoghi e delle
genti, rinverdire le ragioni del proprio esistere come popolo, acquistare coscienza e più profonda conoscenza dei
modi del comunicare, dalla lingua ai segni delle tradizioni.
A dir il vero tuttavia la gran parte degli eventi rievocativi
non presenta sempre quel rigore scientifico nella ricerca di
azioni, costumi, armi, suoni, tradizioni gastronomiche e
quant’altro è stato realmente vissuto da coloro che nelle
rappresentazioni storiche vengono evocati; ma è sufficiente
questo per definire solo folcloristico e spettacolare il lavoro
di migliaia di addetti ai lavori che rendono possibili questi
eventi? Certamente no: esse sono persone straordinarie
per impegno di lavoro ed entusiasmo, persone che non si
perdono in infinite discussioni per non fare nulla - mestiere
che pare invece facile per tanti politici anche dalle nostre
parti - ma guardano alle realizzazioni, ai risultati di un lavoro che coinvolge centinaia di migliaia di cittadini, che concorre a produrre ricchezza per i paesi e per la regione tutta.
Di ciò siamo consapevoli ma siamo altrettanto convinti che
essi possano essere aiutati ad approfondire, a conoscere
meglio, a studiare assieme programmi comuni di formazione e progetti di comunicazione che permettano di far crescere la qualità del lavoro.
La Regione ha intenzione di essere al loro fianco per
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valorizzare il loro impegno, per sostenerli, per stimolarli,
per aiutarli a far crescere sempre più la qualità del loro
lavoro e le soddisfazioni che da essa sapranno ricavare.
L’Associazione Claudia Augusta si sta impegnando da
alcuni anni in questa direzione, anche con il determinante
sostegno regionale, e di questo lavoro diamo atto: è un
impegno che viene salutato con soddisfazione e con l’auspicio che le “Rievocazioni Storiche” del Veneto si possano
caratterizzare presto per essere fondate sul rigore scientifico di ricerca ma mantenendo sempre la natura di eventi di
grande spettacolarità ed attrazione.
On. Dott. Giancarlo Galan
Presidente della Giunta Regionale del Veneto
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a Giunta Regionale ha come principio ispiratore quello
di sostenere, in sintonia con le diverse realtà del
nostro territorio, l’originale e variegato mondo della
cultura veneta favorendo la sua capacità di vivere in un
costante processo dialettico con il proprio passato. La centralità del Veneto nel mondo dell’arte e della cultura mondiale è infatti tale da fare della nostra Regione un esempio
unico per tutta l’umanità, motivo per cui la Giunta Regionale
sta impegnandosi con una crescente incisività nella diffusione della nostra storia e delle nostre tradizioni, nel recupero e nella salvaguardia dell’eredità artistica e architettonica, nel sostenimento di specifici progetti culturali.
Il primo incontro generale fra i rappresentanti delle
“Rievocazioni Storiche” del Veneto in occasione dell’evento
"Una Piazza per la storia veneta. Cultura e tradizioni della
Terraferma" realizzato nel settembre 2002 a CastelBrando,
in Cison di Valmarino - in collaborazione con l'Associazione
Claudia Augusta –, rientra appunto nella concreta volontà di
promuovere la conoscenza e la valorizzazione del nostro
importante patrimonio culturale. Le numerose “Rievocazioni
Storiche” attive nel nostro territorio rappresentano infatti il
fondamento insostituibile della nostra identità veneta e allo
stesso tempo costituiscono uno degli strumenti più significativi per la valorizzazione e divulgazione del nostro patrimonio culturale fatto di storia, tradizioni, usi e costumi.
Dopo il primo incontro di CastelBrando fra i rappresentanti delle “Rievocazioni Storiche” del Veneto, il duplice
auspicio della Giunta Regionale, e mio personale, è quello
di sostenere la riorganizzazione dell’intero settore, anche
attraverso incontri periodici e seminari formativi, al fine di
coniugare la spettacolarità degli eventi con i requisiti minimi in termini scientifici, storici e filologici e di destinare
delle specifiche risorse finanziarie indirizzate alla ricerca,
divulgazione e valorizzazione del nostro grande patrimonio
culturale.
Un sincero plauso va rivolto al Prof. Massimo Colomban,
Presidente dell’Associazione Claudia Augusta, per aver
accettato l’incarico esplorativo di ricercare una strategia
comune fra tutte le “Rievocazioni Storiche” del Veneto in
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sinergia con le più importanti entità regionali, nonché per
aver commissionato e pubblicato il presente studio e analisi della realtà rievocativa della nostra Regione.
Ermanno Serrajotto
Assessore alle Politiche per la Cultura,
l'Identità Veneta e l'Istruzione
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n ogni dove, attraverso un plurimillenario processo storico, la nostra realtà territoriale evidenzia le grandi ricchezze del suo illustre passato: reperti archeologici, città e
borghi antichi, ville e castelli, monumenti e cattedrali, un
insieme inconfondibile di testimonianze culturali che costituiscono quel patrimonio, unico e irripetibile, da cui deriva la
nostra identità veneta. Una identità che evidenzia la valenza
culturale delle origini e che si arricchisce ulteriormente con il
fiorire di sempre nuovi eventi rievocativi che ogni anno si
organizzano nella Terraferma Veneta.
Le tante “Rievocazioni Storiche” presenti nel nostro territorio costituiscono uno degli strumenti più significativi per la
valorizzazione e divulgazione del nostro patrimonio culturale
fatto di storia, tradizioni, usi e costumi. Ecco perché ho
accettato dall’Assessore Ermanno Serrajotto – sempre attento a sostenere tutti quei valori che sono formativi della nostra
identità e tutte quelle iniziative che concorrono ad approfondire la conoscenza delle nostre radici – l’"incarico esplorativo" di riorganizzare il comparto delle “Rievocazioni Storiche”
in collaborazione anche con la Regione Lombardia: non va
dimenticato infatti che ampi territori oggi amministrati da
questa Regione, per secoli sono stati parte integrante della
Serenissima Repubblica di Venezia. Ed il mio impegno sarà
rivolto in via prioritaria non solo a riorganizzare il settore, ma
a ricercare anche alleanze e sinergie, in collaborazione con
i più importanti enti pubblici ed associazioni regionali, individuando le direttrici di crescita più appropriate dove le
“Rievocazioni Storiche” dovranno avere una rinnovata attenzione ed essere più compiutamente considerate nella loro
duplice funzione: per il valore culturale, sociale a aggregativo che costituiscono e per la forte valenza turistica che comportano. Per questo secondo aspetto, desidero ricordare che
il turismo qualitativo e culturale rappresenta il primo fattore
di crescita: è infatti l’eccellenza nello sviluppo sostenibile
perché valorizza e protegge l’ambiente, incentiva le arti, i
mestieri e il commercio, aiuta l’artigianato e tutte le attività
dell’accoglienza, amplia le menti e vedute, allarga la cultura
e le conoscenze, utilizza l’unica materia prima che abbiamo
in quantità gratuita e inesauribile (se sapremo preservarla):
il sole, la natura, l’ambiente.
Ed è proprio per diffondere la valenza culturale delle
nostre origini e promuovere un turismo qualitativo e culturale che è nata l’Associazione Claudia Augusta che ho l’onore
e l’onere di presiedere: un’Associazione senza scopo di
lucro, aperta a entità pubbliche e private, cui ho messo a disposizione - a mio totale carico personale - i locali e le attrezzature per la sede operativa di CastelBrando, a Cison di
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Valmarino. CastelBrando non è infatti solo un grande
Castello con 260 stanze e 2.000 anni di storia, ma è anche
lungo la via Claudia Augusta, l’antica strada imperiale romana che attraverso le Alpi ha unito per sempre l’area latina
con il mondo germanico, è anche l’ambiente dove il 29 settembre 2002 è stata realizzata "Una Piazza per la storia
veneta. Cultura e tradizioni della Terraferma", evento rievocativo e spettacolare che già nell’edizione zero ha visto la
presenza di oltre 20.000 presenti.
Lo studio e ricerca sulle “Rievocazioni Storiche” che
viene presentato con questa pubblicazione costituisce dunque, dopo la “Tavola Rotonda” del 29 settembre 2002, il
secondo tassello di un lungo percorso che continuerà il prossimo 28 settembre 2003, sempre a CastelBrando, con un
seminario dedicato proprio alla formazione di chi opera in
questo importante settore della Terraferma Veneta.
Massimo Colomban
Presidente Associazione Claudia Augusta
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Verbale dell’incontro fra i rappresentanti
delle “Rievocazioni storiche del Veneto”
CastelBrando, domenica 29 settembre 2002
Per conoscere più compiutamente le realtà che operano
nel settore della “Rievocazione Storica” il Prof. Ermanno
Serrajotto, Assessore alle Politiche per la Cultura, l’Identità
Veneta e l’Istruzione, ha incaricato l’Associazione Claudia
Augusta, di effettuare in collaborazione con il C.E.R.S.Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche, una mappatura
degli eventi di maggior rilievo storico-culturale presenti sul
territorio, nell’intento di tracciare delle linee guida su cui
costruire un sistema articolato di manifestazioni rievocative
realizzate su precisi itinerari storici e culturali.
La rievocazione storica, la ricostruzione degli ambienti,
la riproposizione di fatti e avvenimenti negli esatti luoghi
dove questi sono accaduti e con la massima cura filologica
di abiti, armi e attrezzeria - la cosiddetta Living History che
già viene proposta con successo in tutta Europa - costituisce infatti la chiave per diffondere con maggior successo la
nostra grande storia e le nostre antiche tradizioni, anche
per aprire nuovi orizzonti nella valorizzazione del nostro
patrimonio culturale.
Partendo da questi brevi presupposti l’Associazione
Claudia Augusta ha organizzato per conto dell’Assessorato
alle Politiche per la Cultura, l’Identità Veneta e l’Istruzione
l’incontro di domenica 29 settembre 2002 in cui erano presenti:
Prof. Ermanno Serrajotto
Assessore alle Politiche per la Cultura, l’Identità Veneta e
l’Istruzione;
Dott. Angelo Tabaro
Dirigente Responsabile della Direzione Cultura della
Regione Veneto;
Dott. Maurizio Gasperini
Direttore dell’Istituto Regionale per le Ville Venete;
Prof. Massimo Colomban
Presidente dell’Associazione Claudia Augusta;
Dott. Massimo Andreoli
Presidente del Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche;
N. 50 Dirigenti
in rappresentanza delle 63 Rievocazioni Storiche Venete
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invitate;
Dirigenti
della Regione del Veneto e della Regione Lombardia (come
osservatori).
La Prof.ssa Anna Paola Zugni-Tauro della Libera
Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano/Feltre
ha introdotto l’argomento con una illustrazione dei requisiti
minimi – filologici, scientifici, storici – a cui le Rievocazioni
Storiche dovrebbero sottostare affinché le stesse possano
ambire a rappresentare dei fatti storici a un pubblico che
sarà sempre più attento ed esigente. Ha ricordato come è
nato il Palio di Feltre e come si è sviluppato nel corso degli
anni.
Il Prof. Ermanno Serrajotto ha sottolineato la volontà
della Regione del Veneto di affiancare le Associazioni e
Pro-Loco nel loro sforzo quotidiano; con piacere ha evidenziato che le Rievocazioni Storiche si sono moltiplicate negli
ultimi anni; ha ricordato anche come le stesse tendano a
somigliarsi o a rappresentare le stesse storie o scenografie,
per cui c’è un forte bisogno di caratterizzazione ed originalità, come pure di fedeltà storico-scientifica. L’obiettivo che
si prefigge la Regione del Veneto, unitamente
all’Associazione Claudia Augusta, è quello di aiutare le
varie realtà locali a trovare un filo conduttore e a stendere
un Calendario per proporsi non solo ad un pubblico locale o
provinciale, ma bensì internazionale.
Il Prof. Massimo Colomban ha evidenziato che lo studio
e analisi dello stato di fatto
commissionato
dall’Associazione Claudia Augusta al CERS (che viene qui
di seguito presentato) costituisce la prima bozza di lavoro
da cui partire. Ha anche precisato che in questa fase di
creatività e crescita, in questo lavoro di classificazione (o
meglio di elencazione) non si è voluto dare i voti a nessuno. Ha ricordato poi che a fianco della Regione Veneto ci
sarà anche la Regione Lombardia. Il Prof. Avv. Ettore
Albertoni, Assessore Regionale alla Cultura e alle Identità
Lombarde, presente ai lavori nella giornata precedente, ha
infatti espresso questa volontà e auspica che la Regione
Lombardia possa essere coinvolta ed eventualmente collaborare anche nella “Piazza per la Storia Veneta”, la grande
manifestazione con Ricerca e Convegno che si è svolta
(come numero zero) a CastelBrando il 28 e 29 settembre
2002 e che si ripeterà ogni anno.
Il Dott. Massimo Andreoli (Presidente del CERS) ha illustrato la “ricerca-elenco” delle Rievocazioni Storiche del
Veneto; ha sottolineato il fatto che si tratta di un primo “stu-
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dio-indagine” e che quindi può essere soggetto ad integrazioni e/o correzioni: chi avesse note o rilievi da fare può
infatti inoltrarli al CERS. Ha sottolineato inoltre l’importanza di creare delle sinergie e delle collaborazione fra tutte
le Rievocazioni Storiche al fine di perseguire gli obiettivi
che la Regione Veneto vorrà indicare.
Il Prof. Massimo Colomban ha indi coordinato tutti i
numerosi e validissimi interventi dei rappresentanti in sala,
che si possono così riassumere:
1° LE RIEVOCAZIONI COME ISTRUZIONE E CULTURA
È stata ribadita da tutti l’importanza della ricerca dei fatti
della storia, così come dei costumi, delle arti e dei mestieri, quale fondamento di una politica culturale e turistica
volta alla salvaguardia delle peculiarità della nostra cultura:
bisogna coinvolgere le scuole, gli studenti e le università,
anche con borse di studio, favorendo eventuali tesi di laurea sull’argomento.
È poi di fondamentale importanza che gli eventi siano
filologicamente, scientificamente e storicamente coerenti
con i fatti ed i periodi storici che intendono rappresentare,
per cui è stata sollecitata da più parti una politica regionale
attiva in grado – pur una sola volta all’anno – di studiare e
ricercare scientificamente un particolare settore. Come, ad
esempio, è avvenuto in CastelBrando nel 2002 con la ricerca sui metalli (Il Ferro e Fuoco), così la Regione potrebbe
favorire la ricerca e lo studio sulle arti della musica antica,
sui costumi (abbigliamento e accessori), così come in altri
settori antichi (gastronomia, arti marziali, scrittura e pittura,
…).
2° LE RIEVOCAZIONI COME VOLONTARIATO E COINVOLGIMENTO EMOTIVO
È stata sottolineata l’importanza in tutte le rievocazioni
del ruolo determinante del volontariato locale da coinvolgere emotivamente attraverso i giovani e le scuole, con la
riscoperta delle gare, tornei e palii, anche con dei premi ai
vincitori.
3° IL COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE, SOPRATTUTTO D’ARTE E ARTIGIANATO LOCALE
È stata evidenziata l’opportunità di una interazione più
incisiva con il mondo delle imprese, non solo per avere
degli sponsor, ma altresì per ottenere dei prodotti da esporre, usare o vendere.
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4° LE RIEVOCAZIONE PER LO SVILUPPO DI UN TURISMO CULTURALE INTERNAZIONALE
Oltre il 50% degli arrivi turistici in Veneto è mosso dalla
curiosità o necessità di conoscere non solo i nostri monumenti e le nostre città d’arte, ma anche la nostra storia, le
nostre culture antiche, i nostri costumi, le nostre arti e
mestieri che sempre più velocemente stiamo perdendo.
Attraverso le rievocazioni non solo di costume, o di gare e
trofei, ma specialmente di fatti d’arme e di eventi storico
culturali, si possono recuperare e conservare le nostre tradizioni come l’unire il fatto storico al concerto musicale,
così come all’evento celebrativo di arti marziali, o del mercato antico, o dell’evento gastronomico. Se questo potesse
avvenire in modo sinergico, cadenzato senza sovrapposizioni lungo le tre stagioni (primavera-estate-autunno), produrrebbe il sicuro incremento di un turismo culturale internazionale.
Tutti si sono detti d’accordo sull’operare per questo
obiettivo ed è stato sollecitato il CERS ad individuare e/o
proporre delle soluzioni.
5° L’IDEA DI “CARTA VENETA” O “CARTA DEL VIAGGIO
NELLE VENEZIE”
Coinvolgendo i siti storici e i musei, è stata ipotizzata la
creazione di un tracciato (una carta) attraverso le Ville
Venete, le Dimore Storiche e i Castelli, le Città Murate e i
Borghi Medievali, cadenzando lungo questo percorso –
come una musica dolce – gli avvenimenti culturali e celebrativi con un calendario delle Rievocazioni Storiche, della
Musica in Villa, degli altri avvenimenti storici importanti
sulla Gastronomia, gli Antichi Mercati o le Rievocazioni
Marziali.
È stato dato un mandato esplorativo al Prof. Massimo
Colomban per la “Carta del Viaggio nelle Venezie” e al Dott.
Massimo Andreoli per il “Calendario” da far coincidere
(senza sovrapposizioni e duplicazioni) con le eventuali altre
manifestazioni.
La Regione dovrebbe ricercare i fondi per il sostegno e
la promozione turistico-culturale-produttiva di questi percorsi e avvenimenti.
6° ALTRI PROBLEMI, PROPOSTE, SOLUZIONI
Sono stati ricordati una serie di problemi e fatte delle
proposte, giudicati però di secondaria importanza, tra i
quali:
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6a) BATTERE MONETA ANTICA
Viene praticata allegoricamente da alcuni gruppi solo ed
esclusivamente durante le feste rievocative. Potrebbe
essere la soluzione per l’autosostentamento del volontariato. Nessuno comunque si è detto informato sulle leggi
in materia. La responsabilità rimane comunque a carico
di chi esercita tale attività.
6b) CLASSIFICAZIONE DEI GRUPPI E DEGLI ARTISTI
Viene ritenuta di vitale importanza. Il CERS si farà parte
diligente per stilare una classifica che in parte è di seguito allegata.
6c) ASSICURAZIONE CONTRO PIOGGIA (O MALTEMPO)
È stata sottolineata la necessità di trattare con le
Compagnie di Assicurazione. Il CERS si farà parte diligente per ricercare una soluzione soddsfacente.
6d) PUBBLICITÀ UNITARIA REGIONALE
È stata auspicata attraverso la “Carta del Viaggio delle
Venezie” e attraverso il sito internet regionale.
6e) VARIE: coinvolgimento dei musei nel percorso; ricerca sulle musiche e strumenti; ricerca sui costumi e
accessori; libri sulle ricerche come aiuto didattico; corsi
di formazione e/o convegni educativi (didattica), …calendario cadenzato come una collana di perle.
La Regione del Veneto, Assessorato alle Politiche per la
Cultura, l’Identità Veneta e l’Istruzione, attraverso
l’Associazione Claudia Augusta e con la collaborazione del
CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche, presenterà in un prossimo incontro da stabilire quanto sarà stato
fatto in ottemperanza alle varie istanze emerse ed eventualmente proporrà una serie di iniziative, programmi o
azioni al fine di creare maggiori sinergie e risultati concreti.
Verbalizzato in Cison di Valmarino, a CastelBrando, l’anno 2002, il 29 di settembre.
Giorgio D’Agostini
Segretario e Tesoriere
Associazione Claudia Augusta
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Le Rievocazioni Storiche
nella Terraferma Veneta
Analisi, mappatura e proposte sinergiche
Massimo Andreoli
Presidente del Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche
a molti anni il Veneto, seguendo quella che si può
ben definire una “moda” o una “tendenza” del nostro
tempo, ha visto la proliferazione sul proprio territorio
di numerose Rievocazioni Storiche, o comunque di feste
popolari che fanno della sfilata in abito antico il clou del
proprio programma artistico.
Molti eventi rievocativi affondano le proprie radici sulla storia del territorio in cui la manifestazione si svolge, ricordano un evento, una battaglia, la stipula di un importante trattato, e certo è sintomatico che anche il più piccolo paese
cerchi di trovare nella propria memoria storica motivo di
orgoglio e, soprattutto, di promozione verso l’esterno. A
volte, però, il corteo storico o l’esibizione in costume non
hanno in realtà alcun legame storico o culturale con il
paese dove questi vengono realizzati, ma sono frutto solamente della voglia di “tingere” di colori sgargianti una festa
folcloristica alla ricerca di un significativo rinnovamento.
In entrambi i casi, ed è fondamentale sottolinearlo, la
forza motore dell’evento, dalla realizzazione di abiti e
attrezzerie, alla stesura del programma, all’organizzazione
tecnica e logistica è il volontariato, la partecipazione della
collettività ad un’iniziativa che, quindi, ha anche una forte
valenza sociale.
Per questo motivo tale studio non esprimerà in alcun
modo una classifica di merito a seconda della maggiore o
minore fedeltà storica, o della migliore o peggiore messinscena spettacolare, ma semplicemente cercherà di individuare quale sia la tendenza realizzativa delle rievocazioni
venete e quali gli eventuali strumenti mancanti per una loro
riqualificazione.
Due sono dunque gli obiettivi:
1) Creare una sorta di “mappatura” di quelle che, per
tradizione, rigore storico-ricostruttivo, incremento turistico,
si possono dichiarare le principali Rievocazioni Storiche del
Veneto e suddividerle in due sezioni: la prima in cui si riuniscono quelle che nascono dalla volontà di rievocare un pre-
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ciso periodo storico e quindi svolgono anche un lavoro di
ricerca e riproposizione filologica del medesimo, la seconda in cui figurano invece quelle che hanno optato per la
spettacolarizzazione dell’evento a prescindere dalla propria
memoria storica o comunque non nascono con intenti storico-ricostruttivi. In realtà si potrebbe creare una terza sezione, quella “agonistica” che riunisce i Palii delle varie città.
Questi infatti, proprio per la loro natura di competizione,
spesso devono fare i conti con il XXI secolo in cui viviamo,
sia per quanto riguarda la sicurezza dei contendenti (un
fantino deve comunque spesso ricorrere a caschi regolamentari, anche per necessità assicurative) che la regolarità
delle varie gare (vi sono, come nel caso di Feltre, gare di
arcieria in cui gli archi utilizzati devono avere tutti le medesime caratteristiche di precisione e tiraggio e per questo
vengono utilizzati archi moderni, più facilmente codificabili).
Ma essendo, appunto, quella della competizione una componente a sé stante rispetto alla realizzazione dell’evento
storico vero e proprio, volutamente non lo tratteremo in
questo studio.
2) Individuare e proporre le linee generale per la creazione di una politica culturale/turistica in cui le rievocazioni
storiche possano svolgere un ruolo centrale quale proposta
per un indotto direttamente legato al patrimonio
storico/monumentale presente sul territorio regionale.
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Della definizione di “Rievocazione
Storica”
(Art. 2 del Regolamento Nazionale per la Rievocazione
Storica)
1. La “Rievocazione Storica” (nota anche con il termine di “Living History” storia vivente) è quella disciplina
applicata alla ricostruzione di situazioni ed ambienti - chiusi, all’aperto, in accampamenti o in borghi - con personaggi
in abiti storici di qualsiasi periodo, dalla preistoria al secondo conflitto mondiale, che consente, attraverso un corretto
modo di proporre la storia, di esercitare un’importante azione didattica e divulgativa in modo qualificato e documentato.
2. Studio, ricerca, approfondimento, sperimentazione
pratica e apprendimento di antiche tecniche sono quindi le
parole d’ordine di chi si vuol confrontare con la
“Rievocazione Storica”.
3. Fare ‘storia vivente’ significa dare ‘volto’, ‘spessore’,
‘realismo’ ed un’anima ai personaggi la cui vita quotidiana
si intende ricreare; ciò è possibile soltanto grazie ad una
seria e documentata azione di ricostruzione che deve,
obbligatoriamente, condurre in primo luogo alla veridicità:
veridicità di abbigliamento in ogni suo singolo capo, veridicità negli allestimenti di ambienti o situazioni che si intendono proporre al pubblico, veridicità nel restituire lo spirito
di una data epoca.
4. Vestire, agire, sentire e giungere persino, se non a
pensare, almeno ad immedesimarsi in un mercante
dell’Anno Mille, un cavaliere del Duecento, una contadina
del XIV° secolo, una nobildonna del Rinascimento, un fante
della Grande Guerra o un partigiano della 2^ Guerra
Mondiale: tutto ciò, comunemente, è “Rievocazione
Storica”; darsi un nome, costruire attorno a quel nome un
personaggio con una ben definita storia vivendola come
fosse effettivamente la propria: anche questo è
“Rievocazione Storiche”.
5. È così che, desiderosi di percorrere all’indietro le
tappe che hanno scandito il cammino dell’umanità, gli
appassionati di ‘storia vivente’ si ritrovano a cucire con aghi
d’osso i propri abiti, realizzano magari a mano le proprie
calzature, dormono in tende su pagliericci di fortuna, mangiano cibi cucinati con strani procedimenti, animano accampamenti, piazze e città, espongono al pubblico il risultato
delle loro ricerche e dei loro lavori di ricostruzione, indos15
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sano pesanti armature, puliscono le armi prima di uno scontro simulato, giocano ai dadi nel mezzo di un campo militare, ascoltano in un silenzio innaturale (confusi nella massa
dei combattenti) il passo cadenzato d’una formazione di
fanteria che si appresta alla carica, brandiscono pesanti
spade nel bel mezzo d’una mischia furibonda o in duelli
cavallereschi, si preparano ad un’azione militare con scontri a fuoco.
6. Se nel concetto di “Rievocazione Storica” la “Living
History” è la riscoperta del passato in ogni sua espressione
(civile, tecnologica, scientifica, artistica o militare) e nella
sua accezione più grande, il “Re-enactment” è la rievocazione di un ben preciso evento storico del quale si mettono
in scena i fatti e lo svolgimento; ciò può avvenire per eventi di tipo bellico (la battaglia di Hasting nel 1066 o quella di
El-Alamein del 1942), civile (l’elezione a Doge di Jacopo
Tiepolo nel 1229 o la Proclamazione dell’Unità d’Italia nel
1861) o religioso (la Concessione della Regola ai Templari
nel 1128 o l’indizione del 1° Giubileo nel 1300 da parte di
Papa Bonifacio VIII).
7. È quindi chiaro che, di norma, tutti i gruppi, le associazioni o i singoli individui impegnati nella “Rievocazione
Storica” fanno comunemente “Living History”, mentre quelli che, facendola, sono chiamati a rievocare un preciso
evento storico del tipo di quelli elencati in precedenza, allora in quel momento stanno facendo “Re-enactment”.
8. Chiunque, ed a qualunque titolo, pratichi la
“Rievocazione Storica” è tenuto ad osservare scrupolosamente le indicazioni derivanti dal presente regolamento, al
fine di perseguire al meglio e con la massima serietà gli
scopi prefissi.
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Dei requisiti generali per la
“Rievocazione Storica”
(Art. 3 del Regolamento Nazionale per la Rievocazione
Storica)
Per potersi definire di “Rievocazione Storica” un gruppo,
un’associazione od un singolo elemento devono rispettare i
seguenti requisiti generali:
a) ricostruire rigorosamente attraverso i più svariati
aspetti (vita quotidiana, eventi bellici, religiosi o civili, musica, arti da strada, ecc.) un periodo storico ben definito, rappresentandolo al meglio secondo studi, testi, documenti dell’epoca e non - ricerche ed applicazioni di archeologia
ricostruttiva validi ed attendibili. Ciò deve avvenire dichiarando in modo evidente ed esplicito il periodo storico
rievocato, che dovrà essere contenuto e limitato ad un
arco di tempo ben definito in base al quale si dovranno realizzare gli abiti (civili o militari), l’equipaggiamento e tutte le
attrezzature; a tal fine di seguito sono indicati gli archi di
tempo massimi ritenuti validi per una corretta rievocazione:
PERIODO STORICO
Antichità
EQUIPAGGIAMENTO
CIVILE
EQUIPAGGIAMENTO
MILITARE
100 anni
50 anni
50 anni
50 anni
30 anni
20 anni
30 anni
20 anni
(a.c. - V secolo d.c.)
Alto Medioevo
(VI-XIII secolo)
Basso Medioevo
(XIV-XV secolo)
Rinascimento
(XVI secolo)
XVII secolo
20 anni
XVIII e XIX secolo
Storia Contemporanea
30 anni
15 anni
15 anni
Rispetto delle fonti Rispetto delle fonti
(XX secolo)
A titolo di esempio, una volta dichiarato il proprio periodo
storico non ci si potrà assolutamente presentare con evidenti anacronismi ‘a posteriori’: se cioè è ritenuto ammissibile - anche se limitatamente - l’uso di armi o accessori di
un periodo anteriore (un fante del 1400 potrebbe avere ereditato una lama di famiglia risalente al XIV secolo) non
potrà evidentemente essere ammesso l’uso di armi o
accessori che risultino successivi;
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b) perseguire con rigore gli scopi di cui al precedente
punto con l’ausilio di strumenti, oggetti, materiali e
strutture - mobili e non - inerenti al solo periodo prescelto.
Nota dell’Autore: tale regolamento - che è stato da me presentato ai gruppi convenuti sia al campo che prima dell’inizio della tavola rotonda delle “Rievocazioni Storiche
Venete” svoltasi a CastelBrando di Cison di Valmarino il 29
settembre 2002 - è rivolto ai gruppi che vogliono svolgere
attività di “Rievocazione Storica”. Un simile regolamento
dovrà essere redatto anche per chi realizza manifestazioni
storiche, al fine di creare delle basi comuni sulle quali realizzare tali iniziative.
Ovviamente anche il regolamento per le manifestazioni
dovrà stabilire delle regole base di aderenza storica oltre le
quali una festa non potrà andare, qualora voglia definirsi
“Rievocazione Storica”.
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Individuazione e analisi delle
Rievocazioni Storiche nel Veneto
d aprire la sezione dedicata agli eventi del Veneto,
poniamo “Una Piazza per la Storia Veneta” evento
realizzato a CastelBrando, in Cison di Valmarino,
Treviso, dall’Assessorato Regionale alle Politiche per la
Cultura, l’Identità Veneta e l’Istruzione in collaborazione
con l’Associazione Claudia Augusta che, pur essendo solamente alla sua prima edizione, già si pone come “modello
ideale” per una corretta organizzazione e svolgimento di
una Rievocazione Storica.
Abbiamo già detto, nell’introduzione, che le tendenze
realizzative per quanto riguarda le Rievocazioni Storiche
sono due: quella che potremo definire filologica, attenta
all’aderenza storica di ciò che si propone, e quella spettacolare, più concentrata sulla qualità dell’intrattenimento.
L’evento di CastelBrando, alla luce di quanto riscontrato in molte manifestazioni sul territorio regionale e nazionale, ha capito che la linea di gestione ideale sta esattamente nel mezzo: la Rievocazione Storica deve infatti essere il
punto d’incontro tra riproposizione corretta del passato ed
evento spettacolare. Entrambi gli aspetti sono complementari (se è vero che da un lato si opera nel campo della divulgazione culturale, non si deve dimenticare che comunque
ciò che si propone è “entertainment”, intrattenimento e che
quindi, pur divulgando, deve divertire e appassionare lo
spettatore).
Un altro aspetto importante di “Una Piazza per la Storia
Veneta” è stata l’attenzione rivolta alla qualità della manifestazione: se non è certo mancata la partecipazione della
collettività (ricordiamo il Palio dei Cinque Comuni della
Valsana che ha visto coinvolte le rappresentanze dei
Comuni di Cison di Valmarino, Follina, Miane, Revine Lago,
Tarzo) ci si è rivolti a professionisti del settore sia per quanto riguarda l’aspetto storico-scientifico che quello spettacolare.
Relativamente al primo si è tenuto un convegno dal titolo “La Storia e le Tradizioni del Veneto: relazioni e forme
della comunicazione tra l’area veneta e il mondo germanico”, che ha visto tra i relatori importanti rappresentanti del
mondo accademico. Parallelamente al convegno sono state
allestite due mostre: “Il Castello in Armi”, con l’esposizione
di armi ed armature venete dal periodo classico al XVII
A
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secolo realizzate dell’armaiolo Fulvio Del Tin, e “Il Ferro e
Fuoco”, esposizione degli antichi metodi di fabbricazione
delle armi in terra veneta curata dal fabbro veneto
Alessandro Ervas, con la partecipazione dei più famosi
armaioli in attività (su tutti il tedesco Walter Suckert, ultimo
custode dell’antica arte di costruire armature secondo i
metodi che furono dei Missaglia e degli Helmschmid).
Quest’ultima poneva l’attenzione sul fatto che per secoli il
Veneto è stato uno dei luoghi d’estrazione e lavorazione dei
metalli tra i più importanti in Europa. Sono stati presentati
al pubblico, sotto forma sia di esposizione statica che di
dimostrazione dinamica con tanto di ricostruzione di una
forgia antica, tutti i passaggi che portano alla creazione di
un manufatto, a cominciare dall’estrazione del minerale, al
suo trattamento e riduzione a metallo, le varie lavorazioni e
gli opifici. Per quanto riguarda invece la parte dell’intrattenimento, questa è stata affidata a gruppi italiani ed esteri
del CERS (Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche), quindi con la garanzia della massima fedeltà storica, guidati e
coordinati dal regista Paolo Trevisi che ha dato quel tocco
di indispensabile spettacolarità a tutte le azioni sceniche.
La manifestazione rievocativa trova il suo fondamento
storico agli inizi del XVI secolo periodo in cui il Castello
Brandolini è al centro delle battaglie tra l’esercito della
Lega di Cambrai e le truppe della Repubblica Serenissima,
in parte guidate proprio da Giovanni Brandolino, Conte di
Valmarino, protagonista sul fronte nord nella liberazione
delle città di Feltre, Belluno e Serravalle.
“…Per tante perdite non restò punto abbattuto il coraggio de’ Veneziani, i quali si applicarono subito a riacquistare il perduto dominio. Ora essendosi esibito loro il conte
Giovanni Brandolino di ricuperare Feltre, Belluno e
Serravalle, gli risposero con sentimento di vera stima, concedendo la professione di lui a favore della Repubblica, e
che per allora si portasse colle sue milizie sotto Serravalle,
come si legge nelle seguenti lettere:
“Leonardus Loredanus, Dei gratia, dux Venetiarum, etc.
…. Spectabili domino Joanni comiti Brandolino de Valle
Marini, salutem et dilectonis affectum.
Siamo avvisati da’ nostri Commissari in campo, che voi
in queste gravi turbolenze, che inquietano questo Stato, vi
siete offerto, colla vostra solita generosità e valore, di portarvi alla ricuperazione di Serravalle, Cividale e Feltre; però
ve ne ringraziamo col Senato, ed esortiamo, che giacchè le
vostre valli sono confinanti col predetto loco di Serravalle,
ora occupato dai nostri nemici, che con le amiche genti di
Val Marino e con altri, che facessino bisogno ve ne andia20
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te. Assicurandovi, che di questa vostra prontezza ve ne
saremo grati e tenuti, come in voi e ne’ vostri discendenti ne
vedrete gli effetti, oltrechè riporterete appresso tutto il
mondo laude et onore.
Datum in Nostro Ducali Palatio, die octava mensis
Augusti, Indictione XIV, anno MDX.”
(da “Storia di Feltre” del P.M. Antonio Cambruzzi,
Francescano conventuale, Volume Secondo, pagina 246247; 1510 d.C. Eccidio di Feltre; Feltre 1873 Premiata
Tipografia Sociale Panfilo Castaldi Editrice).
Il risultato ottenuto dalla manifestazione è stato indubbiamente positivo, con 20.000 presenze di pubblico in due
giornate dedicate alla storia e alla sua rievocazione.
Oltre a “Una Piazza per la Storia Veneta”, sul territorio
regionale sono state censite 67 manifestazioni che si possono definire rievocative. Da tale ricerca sono state escluse:
- tutte quelle feste di carattere folkloristico (fiere e/o
sagre) che propongano come esibizione, pur non avendo
alcuna connotazione o tema storico portante, spettacoli,
animazioni o cortei in costume;
- quelle realizzate a titolo straordinario (allestite “one
shot”, cioè in edizione unica in occasione di particolari
celebrazioni).
Se andiamo ad analizzare cronologicamente tali manifestazioni noteremo che, eccezion fatta per la Festa di S.
Agata di Arzignano che si svolge a febbraio, queste si concentrano fra i mesi di maggio e novembre, quindi su un arco
di 30 fine settimana (per lo più queste iniziative si svolgono
tra sabato e domenica) per cui abbiamo una media che
supera le due feste in contemporanea per week-end.
Un dato che quindi sottolinea come la tendenza nella
nostra regione sia di fare della propria storia un veicolo preferenziale di promozione culturale e, ad un tempo, turistica,
ma anche la mancanza di un vero e proprio coordinamento
centrale che tenda a meglio distribuire, sull’arco temporale,
le varie manifestazioni.
Soffermiamoci ad individuare, per Provincia, quali e
quante siano le Rievocazioni Storiche.
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Le Rievocazioni Storiche del Veneto
PROVINCIA
LOCALITÁ
MANIFESTAZIONE
Belluno (3)
Feltre
Palio di Feltre
Valle di Cadore
Rievocazione Ottocentesca
Zumelle
Fiera della Perdonanza
Arcella
Palio di S. Antonin
Arcella
Rievocazione del Passaggio di S. Antonio
Baone
Festa Medievale
Borgoricco
Terra di Storia
Cervarese S. Croce
Palio delle Contrade di Trambaque
Cittadella
Giornate Medievali
Due Carrare
Una notte al Castello dei Carraresi
Este
Giornate Medievale alla Corte degli Estensi
Monselice
Giostra della Rocca
Montagnana
Palio dei Dieci Comuni
Montegrotto
Il Tempo di Berta
Padova
Padova Medievale
Trebaseleghe
Fiera dei Mussi
Arquà Polesine
Palio dell’Oco
Villadose
Rievocazione del Mercato Romano
Asolo
Palio della Regina
Borso del Grappa
Rosales et Vindemiales
Cappella Maggiore
Palio delle Contrade
Castelfranco Veneto
Gioco del Pallone
Castelfranco Veneto
Palio del Castel d’Amore
Cison di Valmarino
Antichi Mestieri
Cison di Valmarino
CastelBrando: Una Piazza per la Storia
Conegliano
Dama Castellana
Conegliano
Conegliano dentro la storia
Mogliano Veneto
Palio dei Quartieri
Montebelluna
Palio del Mercato Vecchio
Motta di Livenza
Palio dee Batee
Portobuffolè
Portobuffolè XIII Secolo
Riese Pio X
Palio dei Mussi
S. Lucia di Piave
Fiera Medievale
S. Zenone degli Ezzelini
Sulla terra di Ezzelino
Padova (13)
Rovigo (2)
Treviso (21)
Veneta
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Le Rievocazioni Storiche del Veneto
PROVINCIA
Venezia (11)
Verona (9)
Vicenza (9)
LOCALITÁ
MANIFESTAZIONE
Selva del Montello
Spacaszoc
Tezze di Piave
Palio di San Gregorio
Tezze di Piave
Cose dei Tempi Antichi
Treviso
Omaggio al Da Ponte
Vidor
Palio dell’Assalto al Castello
Caorle
Caorlevivistoria
Chioggia
Palio della Marciliana
Eraclea
I Dogi di Eraclea
Mestre
Vivilforte
Mestre
Palio dei Borghi
Mestre
La Sortita
Mirano
Zoco de l’Oca in Piazza
Musile di Piave
Palio di S. Donato
Noale
Palio dei Tempesta
S. Maria di Sala
Feste Cortesi
Stra
Riviera Fiorita
Affi
Festa Medievale
Bevilacqua
Festa Medievale
Bovolone
Castrum Brodoloni
Garda
Palio delle Contrade
Lazise
Privilegio di Ottone
Peschiera
Rievocazione dell’assedio del 1799
Soave
Festa Medievale del Vino Bianco
Verona
Compleanno di Giulietta
Verona
Palio del Drappo Verde
Arzignano
Processione di S. Anna
Bassano del Grappa
La Ballata del Millennio
Camisano Vicentino
Palio delle Contrade
Marostica
Partita a Scacchi vivente
Montecchio Maggiore
La Faida
Ponte di Barbarano
Fiera del Redentore
Romano d’Ezzelino
Ezzelino da Romano
Thiene
Mercato Franco
Valstagna
Palio delle Zattere
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Andremo ora a suddividere le 67 Rievocazioni Storiche
(di “Una Piazza per la Storia Veneta” abbiamo già parlato in
apertura) in due sottogruppi:
1) Manifestazioni che si contraddistinguono per una
attenta ricerca ad una ricostruzione storica fedele e
quanto più filologica
In questo primo sottogruppo individuiamo le
Rievocazioni Storiche propriamente dette, quelle cioè che
si basano su di un evento storico e sulla sua ricostruzione
quanto più fedele possibile. Ovviamente il “quanto più fedele possibile” lo si deve sempre rapportare con le potenzialità della località che ospita la manifestazione, laddove un
piccolo centro urbano, magari di una Comunità Montana,
non potrà contare sulla forza lavoro di centinaia di volontari, come invece accade in una grande città. Quindi anche
qui non si farà una classifica di merito sul livello storico,
assolutamente sterile ed inutile, ma un’indagine sulla volontà di perseguire, al massimo delle proprie possibilità, la
tutela della memoria storica e la diffusione della propria
identità culturale attraverso l’evento di piazza.
Iniziando dalle tre manifestazioni della Provincia di
Belluno, vediamo che tutti gli eventi si concentrano principalmente sulla ricostruzione o di preciso evento storico (Il
Palio di Feltre) o sulla riproposizione di uno spaccato di vita
quotidiana del passato. Nel Castello di Zumelle, durante
l’anno è sempre visitabile la torre centrale dove, al suo
interno, il gruppo storico Militares Silvarum ha ricostruito
nei minimi dettagli gli ambienti del XII secolo: refettorio,
camera da letto, armeria, sala della arti applicate (dal cerusico, al cartaio) dove è possibile “toccare con mano la propria storia”. In occasione della Fiera della Perdonanza,
ovvero dell’antica “Sagra di San Lorenzo” della quale si è
trovata testimonianza negli atti processuali rinvenuti nell’archivio del Comune di Mel (nella trascrizione degli atti datata 1641, si fa esplicito riferimento a questo avvenimento
considerato tradizionale dagli abitanti del “contado”, allora
governato dai fratelli Zorzi: occasione annuale per chiedere
perdono dei propri peccati al protettore S. Lorenzo nella
chiesa a lui dedicata posta all’interno del castello) si organizzano una rievocazione, una fiera e una festa che in tre
giorni fa rivivere le magiche atmosfere del medioevo con
musiche, giocolieri, armigeri, danze, commedia e poi il mercatino e soprattutto le scene di “Storia Vivente” all’interno
della torre. Pur essendo Zumelle di dimensioni ridotte, Vi
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convergono per la Fiera della Perdonanza migliaia di persone, grazie anche al fatto che la struttura offre anche una
buona ricettività, potendo usufruire di un ristorante e di una
sala attrezzabile a banchetto medievale.
Allo stesso modo autentica si può dichiarare il “Viaggio
nel Passato” di Valle di Cadore-Borgata Costa, dove si portano in piazza gli antichi mestieri di fine Ottocento, che poi
sono quelli che fino a due generazioni or sono animavano
le botteghe artigianali e i mercati delle nostre città: l’impagliatore, il materassaio, l’arrotino e così via. Anche questa,
non solamente quella più antica, è storia che va preservata
e diffusa, ed in questo senso il “Viaggio nel Passato” si
pone come preciso punto di riferimento.
Infine quella che, certamente, è la più famosa ed importante Rievocazione Storica dell’alto Veneto: il Palio di
Feltre. Anche qui si vede che si è operata una precisa ricerca storica: nella prima metà del quattrocento Feltre legò
stabilmente la propria sorte a quella di Venezia, consegnando simbolicamente le chiavi della città a Bartolomeo
Nani, ambasciatore veneziano. In quella occasione venne
comandato che ogni anno fossero messi in Palio 15 ducati
d’oro, assegnati al vincitore di una corsa di cavalli come ci
tramanda
lo
storiografo
seicentesco
Antonio
Cambruzzi:“... Anno nativitatis eiusdem millesimo quadrigentesimo quarto, indictione duodecima, die quinto, decimo
mensis junii, ora sexta dei…”. Feltre cerca di far calare il
più possibile lo spettatore nell’atmosfera dell’epoca chiudendo le due porte d’accesso carrabili alla cittadella e “spogliando” il centro di ogni simbolo di modernità (dalle auto,
alle moderne insegne). Da un lato la città diviene palcoscenico per spettacoli ed animazioni estemporanee (e qui l’attendibilità storica viene un po’ tralasciata a favore ovviamente della spettacolarizzazione), dall’altro la popolazione
partecipa in massa e con grande impeto a quello che è per
loro il momento più importante di tutti i festeggiamenti: il
Palio, il confronto agonistico. I contradaioli si impegnano
nel tiro alla fune, nel tiro con l’arco e nella staffetta notturna con le fiaccole. Clou delle gare è la corsa dei cavalli, che
si tiene la domenica pomeriggio in un anello di sabbia appositamente attrezzato, e che nelle ultime edizioni ha visto
protagonisti cavalli e cavalieri del Palio di Siena. A corollario della parte agonistica il corteo che si distingue, in gran
parte, per la ricerca iconografica che si nota nelle fogge di
abiti e copricapi, tratti da dipinti per lo più veneti della
seconda metà del XV secolo. Anche Feltre, durante i giorni
del Palio, viene pacificamente invasa da migliaia di spettatori, che in città si trovano a respirare e rivivere un’atmo25
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sfera storica dai connotati tipicamente veneti.
Proseguendo la nostra disamina entriamo nella
Provincia di Padova. Qui si distinguono, per aderenza storica, diverse manifestazioni. Iniziamo da “Il Tempo di
Berta”, che ripropone il famoso episodio legato al soggiorno padovano dell’Imperatore Enrico IV (1050-1106) e di sua
moglie Berta di Savoia. A questa duchessa una contadina di
nome Berta donò una matassa di filo, ottenendo in cambio
dall’Imperatore tanta terra quanta ne potesse comprendere
la circonferenza formata dal filo della matassa donata.
Credo sia doveroso sottolineare il grande sforzo che la ProLoco compie tutti gli anni per portare in Piazza a
Montegrotto - che di storico/monumentale non ha mantenuto nulla nel proprio tessuto urbano - un pezzo di storia. Per
questo motivo, a fianco degli immancabili cortei con nobili e
sbandieratori senza una precisa connotazione storica,
viene realizzata una struttura lignea intorno al Palazzo del
Turismo, corredata da accampamento e mercato storico,
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che ricostruisce, a mo’ di quinta teatrale, l’antica torre di
Montegrotto innanzi alla quale si svolgono gli spettacoli veri
e propri.
Certamente interessante è anche la “Notte al Castello
dei Carraresi”, proposta all’interno del Museo dell’Aria di
San Pelagio. In una struttura che nei secoli ha subito notevoli mutamenti (da torre d’avvistamento nel Trecento a villa
nobiliare del Settecento, ad attuale sede di un Museo che
presenta all’interno e all’esterno velivoli della I e II Guerra
Mondiale) si è pensato di utilizzare un’area a ridosso della
mura antiche ma fuori dal percorso museale per far conoscere la storia locale nella seconda metà del XIV secolo,
contraddistinta dal conflitto tra Carraresi e Scaligeri. Alla
base della manifestazione, anche qui un’attenta ricerca storica e una riproposizione quanto più veritiera di un preciso
periodo. È al momento in fase di studio l’utilizzo degli
ambienti interni all’unica torre rimasta, quali stanze per una
visita storica animata da “Re-enactors”.
Sufficiente, da un punto di vista ricostruttivo, anche la
“Giostra della Rocca” di Monselice che, pur dimostrando un
notevole sforzo realizzativo, non trova ancora la forza
necessaria per divenire motore trainante di un sistema di
promozione turistico/culturale della magnifica cittadina e
della sua Rocca. Proprio un sistema ragionato in tale senso
potrebbe fungere anche da “serbatoio” economico per il
restauro e la manutenzione della Rocca, o di altri edifici
componenti il grande patrimonio storico monumentale della
città. La Giostra si basa principalmente su un avvenimento
del 1239: l’Imperatore Federico II, diretto a Padova, che
passa per Monselice dove fa erigere il mastio della rocca. E
questo è, se vogliamo, l’”inghippo” sul quale inciampa la
manifestazione che ripropone, in modo certamente fedele,
alcune competizioni antiche (tiro con l’arco, prova di forza
alle macine, gare di corsa in velocità, torneo di scacchi, giostra con la lancia e torneo a cavallo) ma di un periodo più
tardo. Come sono in un periodo più tardo i costumi indossati dalle nove Contrade. Da sottolineare, invece, la minuziosa ricostruzione delle grandi macchine da guerra: torri,
balestre, catapulte, caldaia della pece, arieti ed altri minori
strumenti bellici.
Passiamo a “Terra di Storia” di Borgoricco, rievocazione
storica del periodo romano. Qui l’operazione è estremamente interessante perché, prima che sulla manifestazione
di piazza, ci si concentra sull’aspetto didattico-divulgativo
del periodo romano nella zona, in cui era presente una centuriazione romana. A fianco, quindi, di riproposizioni di
scene di vita romana (per le quali è davvero un’impresa la
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fedeltà ricostruttiva, specie per quanto riguarda gli abiti
civili e le acconciature di cui abbiamo pochissimi reperti) si
realizzano laboratori didattici e visite guidate ai siti archeologici e si propongono danze e musiche antiche.
Molto suggestivo, e storicamente abbastanza ben ricostruito, è “Il Palio delle Contrade di Trambaque”, che si
svolge a Cervarese S. Croce, nel bellissimo castello. Già il
fatto che questo si erga in una zona boscosa, lontana da
forti “contaminazioni edili” del XX secolo, aiuta molto in fase
di rievocazione di una certa atmosfera antica. Intorno al
castello, infatti, il gruppo storico organizzatore (Voci dal
Medioevo) costruisce un intero villaggio contadino medievale, con tanto di capanne in legno ed un forno - funzionante - con il quale si realizzano pane e focacce secondo le
ricette dell’epoca. Punto centrale della rievocazione è la
figura del giullare/trampoliere, per la quale vengono coinvolti professionisti di fama nazionale. Buone sono anche, a
livello ricostruttivo, le “Giornate medievali” che Cittadella
dedica all’Evo di Mezzo. Il gran numero di figuranti e volontari coinvolti non ha forse permesso fin qui alla manifestazione di “decollare” da un punto di vista storico-ricostruttivo, anche se comunque è evidente la ricerca a monte della
realizzazione di abiti e attrezzerie. Anche le Giornate
Medievali hanno le potenzialità per migliorarsi in tal senso
e divenire in questo modo un veicolo promozionale per la
città (al momento può apparire troppo simile alla media
delle feste storiche che tutt’intorno già si svolgono).
E quindi veniamo alla Provincia di Rovigo, dove si
tiene una delle manifestazioni più interessanti a livello di
“Rievocazione Storica” e archeologia sperimentale : il
“Mercato della Centuriazione Romana” di Villadose.
Eccellente è infatti l’opera di ricostruzione filologica che il
Gruppo Archeologico locale sta portando avanti, facendo di
Villadose un centro fra i più apprezzati in Italia di
Archeologia sperimentale. Se il mercato lascia un po’ a
desiderare da un punto di vista ricostruttivo (vale lo stesso
discorso fatto per Borgoricco di Padova) laddove viene concesso, giustamente, ampio spazio ad artigiani e mercanti
locali che non possono certamente proporsi come ricostruttori storici, di altissimo interesse è invece la riproposizione
di due riti romani legati al periodo imperiale (I Secolo d.C):
l’Assegnazione delle Terre ai Legionari e il Matrimonio
Romano. Entrambi sono realizzati secondo i più rigidi
canoni della ricostruzione archeologica. La Rievocazione è
nata nel 1996 per ricordare alla gente la scoperta di una
grande centuriazione, avvenuta negli anni ‘80 e sottoposta
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ad una metodica ricerca di superficie da parte del Gruppo
Archeologico di Villadose. In sette anni di ricerche sono
stati individuati 347 siti archeologici e con gli oggetti raccolti è stata allestito il Museo della Centuriazione presso
l’antica villa Patella che ospita il municipio. Così Villadose,
piccolo centro veneto di 5.000 abitanti, ha assunto al ruolo
di centro internazionale di ricostruzione e divulgazione storica. Per l’occasione Villadose si trasforma in un vicus
romano cambiando i nomi delle sue strade e piazze (che
diventano il foro romano, la piazza della centuriazione, l’ager dell’Athesis parvus) e attrezzando un’area verde per i
ludi del circus. Centinaia di personaggi in costume animano
il mercato impegnati nelle più varie attività: l’allenamento
dei lottatori, la vita del Legionario all’accampamento, gli
acquisti delle matrone sulle lettighe, i riti propiziatori dei
sacerdoti, e così via. Davvero di alta qualità la ricostruzione del termopolium che dispensa cibi tipici romani.
A latere della manifestazione di Piazza si svolgono:
• un Convegno di Archeologia Sperimentale,
• visite guidate al Museo della centuriazione,
• presentazione dei lavori delle scuole sulla vita quotidiana
dei romani.
Si può quindi affermare che quella di Villadose è forse, nel
Veneto, la manifestazione che meglio incarna lo spirito
della “Rievocazione Storica” e lo mette in pratica in maniera eccellente.
Siamo quindi alla Provincia di Treviso. Qui dobbiamo,
prima di affrontare le singole manifestazioni, sottolineare la
sensibilità e l’attenzione che l’Amministrazione Provinciale,
ed in particolare l’Assessorato alla Cultura, ha rivolto alle
manifestazioni storiche presenti sul proprio territorio andando ad istituire una sorta di “Marchio”, denominato
“MarcaStorica”, sotto il quale si raggruppano quasi tutte, se
non tutte, le rievocazioni trevigiane. È innegabile che questo tipo di iniziativa ha aiutato molto a crescere da un punto
di vista della “visibilità”, grazie alla creazione di una serie di
veicoli promozionali comuni, diffusi su tutto il territorio provinciale. È altresì vero che da parte dell’Assessorato forse
è mancato il momento propositivo, laddove - grazie al proprio ruolo di fulcro programmatico - avrebbe potuto delineare le caratteristiche principali, di attendibilità storica o spettacolarizzazione a cui ciascuna manifestazione avrebbe
dovuto attenersi. Onore comunque ad una Amministrazione
che, prima nel Nord Italia, ha cercato comunque di ordinare
un gran numero di rievocazioni storiche e di farle diventare
un reale veicolo di promozione del territorio.
Iniziando la disamina delle manifestazioni, incontriamo
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la “Rievocazione Storica di Portobuffolé”. Qui si rievoca il
XIII secolo ed il periodo in cui a Portobuffolè viveva Gaia da
Camino. La festa presenta tutte le caratteristiche di molte
altre rievocazioni, il corteo, gli sbandieratori (figura che nel
XIII secolo sappiamo non esisteva), il torneo a cavallo, che
forse inizialmente potrebbero lasciar intendere una non
grande attenzione ricostruttiva. Questo invece viene sfatato
dal Mercato di Portobuffolè, estremamente ben realizzato, e
dal banchetto medievale del sabato sera durante i quale
vengono servite soltanto pietanze dell’epoca. Da sottolineare comunque il grande sforzo organizzativo del Paese, che
durante la festa medievale stacca l’illuminazione pubblica e
copre o addirittura asporta la segnaletica stradale.
A Castelfranco Veneto si tengono invece due eventi tra
loro legati perché l’uno è una sorta di anticipazione dell’altro: “Il Gioco del Pallone” e il “Palio del Castel d’Amore”. Il
primo trae ispirazione dal calcio fiorentino, giocato con
squadre da sei elementi in campo da 30x11 sotto le mura
del castello, in cui le regole sono quasi inesistenti. Il compito di ogni squadra sta nel collocare la palla nella porta
avversaria, facendo un “sacco” (goal). Chi commette fallo,
quale punizione, finisce di solito in una gabbia apposita. Il
torneo è giocato dalle formazioni dei borghi castellani e di
alcuni comuni limitrofi; il tutto per contendersi un drappo
passato di anno in anno tra le formazioni vincenti. La competizione è un gioco rude, maschio e spettacolare in cui il
contatto fisico ed i corpo a corpo non mancano, ben
accompagnati dalla tifoseria degli abitanti dei diversi borghi. Qui, l’attenzione rivolta alla ricostruzione di un gioco
antico, purtroppo non viene rivolta - per necessità di sicu-
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rezza o agonistiche - anche alla vestizione degli atleti.
Il “Palio”, invece, ripropone al pubblico le antiche memorie di Castelfranco ed il suo glorioso passato: dall’arrivo dei
Consoli eletti dal libero comune di Treviso (seconda metà
del XIII secolo) al momento in cui, nel 1339, l’ingresso del
primo Podestà di Venezia segna il passaggio di
Castelfranco sotto l’ala protettrice alla Serenissima
Repubblica. Anche qui è innegabile lo sforzo di cercare di
esser il più fedele possibile al periodo storico proposto
(XIV secolo), soprattutto negli abiti e nelle calzature dei
popolani, anche se a volte il livello qualitativo cade a causa
di improbabili figure di armigeri che al posto della maglia di
ferro indossano un lamé più vicino ad un abito “chic” del XX
secolo. Il Palio del Castel d’Amore rimane comunque una
tra le manifestazioni che cerca di anno in anno di migliorare il proprio livello ricostruttivo, nonostante la giovane età
(è giunto solamente alla sua VI edizione).
Interessante è anche il Palio del Mercato Vecchio di
Montebelluna che rievoca la contesa dei mercanti che, una
volta alla settimana, salivano sul colle con la propria mercanzia in una sorta di “gara” per accapparrarsi le posizioni
migliori. Ovviamente questa manifestazione non punta a
una ricostruzione storica di un determinato periodo, ma
davvero singolare è la competizione vera e propria (le 11
contrade devono spingere carretti in legno con 380 kg di
merce su un percorso in salita di 1990 metri), mentre scrupolosa è la scelta delle pietanze che vengono servite nelle
varie piazze di Montebelluna durante la festa. In questo
caso, aldilà della fedeltà degli abiti, vi è un’indubbia volontà di promuovere e mantenere la cultura enogastronomica
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veneta, di non certo secondaria importanza.
Proseguendo la disamina delle rievocazioni storiche del
trevigiano, arriviamo a San Zenone degli Ezzelini, dove
ogni anno si tiene “Sulla Terra di Ezzelino”, rievocazione
del famoso eccidio. Qui è davvero ottima la cura nella ricostruzione di abiti e attrezzerie civili e militari (vedasi solamente gli armati che vestono cotte di maglia in ferro, così
come forgiati sono gli elmi e le armi d’asta). Si cerca di
coinvolgere tutto il paese in una vera e propria trasformazione di una parte del tessuto urbano in antico borgo
medievale, con il mercato, le taverne e quant’altro. A parte
qualche “sbavatura” derivata dalle necessità logistiche del
centro cittadino (ad esempio la grande taverna aperta al
pubblico è realizzata all’interno di un tendone moderno su
un campo appositamente concesso) “Sulla terra di
Ezzelino” si può certamente proporre come modello di realizzazione di un evento rievocativo di buon livello filologico,
dove, alla non certo grande dimensione della cittadina, fa
da contraltare la partecipazione della collettività.
“Rosales et Vindemiales” (rievocazione tardo-romana di
Borso del Grappa) trova le difficoltà già riscontrate da
Borgoricco e Villadose nel ricostruire fedelmente gli abiti
della Roma del II/III secolo d.C.; eppure riesce ad allestire
una manifestazione suggestiva e per certi versi didattica,
laddove si rifà ad un importante reperto storico presente
nella cittadina. Nella Chiesa di S. Eulalia è infatti custodito
il sarcofago di Gaio Vettonio Fabio Massimo, veterano che
alla fine del proprio servizio militare ebbe assegnate le
terre dove è attualmente ubicata la località di S. Eulalia.
Dato che Vettonio lasciò ai suoi concittadini un lascito di
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800 sesterzi, dei quali almeno 16 per l’acquisto di rose,
ecco perché si è scelto il tema “Rosales”, laddove con tale
termine si indica la Primavera, convivio tra corone di rose.
Un modo certamente efficace di promuovere la propria storia, così come lo è la Fiera degli Antichi Mestieri di Cison di
Valmarino che, nell’ambito di “Artigianato Vivo” riporta in
piazza la manualità dei nostri antenati più prossimi, tanto
più autentici quanto realizzati da veri artigiani, custodi di
un’antica tradizione. Questo è l’esempio di come, con il termine “Rievocazione Storica”, non si debba per forza indicare una festa in abiti medievali o rinascimentali.
Un posto di rilievo nel panorama trevigiano delle
Rievocazioni storiche spetta all’Antica Fiera di S. Lucia di
Piave, che riesce nel felice connubio “ricostruzione storica/promozione enogastronomica” grazie al fatto che, oltre
alla cura evidente nella realizzazione di abiti, accessori e
strutture del mercato, si pone particolare attenzione ad
alcuni prodotti tipici dell’enogastronomia nostrana (ad
esempio il formaggio) a rischio di “estinzione”. Davvero
notevole la possibilità di veder preparare e servire in un
contesto quanto più storico possibile pietanze del nostro
vivere quotidiano ma antiche di secoli.
E chiudiamo la pagina dedicata alla “Marca” con l’ultima
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nata delle Rievocazioni Storiche: “Conegliano dentro la
Storia”. Ideata come iniziativa della Schola Tamburi Storici
di Conegliano Veneto per i bambini delle scuole elementari
- con tanto di laboratori artigianali per la realizzazione di
abiti, scarpe, accessori e giochi medievali - la manifestazione, che si svolge ai piedi del castello, è riuscita nella sua
prima edizione ad attirare (nonostante le avversità atmosferiche) diverse migliaia di spettatori. A garantire il livello
ricostruttivo vi è la partecipazione all’evento di professionisti del settore sia per quanto riguarda la gestione dei laboratori didattici che delle animazioni di piazza. Il fatto di
legare l’evento alla visita del Museo Civico della Torre e di
coinvolgere nell’organizzazione e nella realizzazione molti
bambini (e conseguenti famiglie) della città ha fatto entrare
immediatamente “Conegliano dentro la Storia” nel novero
delle abitudini dei coneglianesi.
Arriviamo ora alla Provincia di Venezia, della quale
abbiamo preso in esame solamente le rievocazioni della
Terraferma, eccezion fatta per quella che si tiene ad
Eraclea. La prima manifestazione che si presenta come
fedele ricostruzione del passato è “Vivilforte”, ciclo di iniziative che si tengono all’interno dei Forti del Campo
Trincerato di Mestre. Il presupposto da cui è nata la manifestazione, è quello di favorire l’acquisizione, da parte del
Comune di Venezia, dei vari forti Sette/Ottocenteschi presenti sul territorio al fine di farli divenire contenitori per
diverse attività storico/culturali/ricreative. Tra le varie iniziative spicca “Vivilforte” che coinvolge due Forti: Gazzera
e Carpendo. In entrambi si propongono una giornata tipica
del 1848, a Gazzera in ambito civile (con la ricostruzione di
antiche botteghe artigianali) a Carpendo in ambito militare
(con la riproposizione di un’intera guarnigione di fanteria
italiana di fine secolo). Nato come una scommessa,
“Vivilforte” è divenuto, nel breve volgere di due anni, un
appuntamento fra i più attesi che convoglia nei forti, tra
sabato e domenica, diverse migliaia di spettatori.
Altrettanto buona, come ricostruzione, è il “Zogo de
l’Oca in Piazza”, che si svolge a Mirano nel mese di novembre. L’iniziativa è nata nel 1998 un po’ come scommessa del
Presidente della Pro Loco Roberto Gallorini, dato che, in
mezzo a tante rievocazioni di “stampo medievale”, ha voluto riportare in piazza l’atmosfera di una festa del 1800. Così
è stato riproposto il gioco di Carlo Preti su 63 grandi tavole
(di 2 metri per 2), rialzate 80 cm. da terra, che disposte
attorno all’ovale della piazza formano una grande passerella colorata di circa 130 metri. E l’operazione è riuscita a
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pieno, dato che sono migliaia gli spettatori che convergono
da varie parti d’Italia per assistere al “Zogo de l’Oca”, al
quale il Comune ha dedicato un vero e proprio museo. A tal
proposito è interessante riportare, citando proprio il sito del
Gioco di Mirano, che “Il nuovo e molto dilettevole giuoco
dell’oca” risale all’Epoca dei Medici (1580 circa), e che la
sua più antica stampa conosciuta è stata pubblicata a
Venezia nel 1640.
Due sono, però, le manifestazioni trainanti fra le
Rievocazioni Storiche della Terraferma veneziana, quelle
più famose e che riescono a convogliare un alto numero di
spettatori (ciascuna può contare su diverse decine di
migliaia di visitatori in due giorni).
Una è il “Palio della Marciliana” di Chioggia. La manifestazione trae ispirazione dalla storia clugiense del XIV°
secolo, culminante con la guerra di Chioggia. Nel 1290 i
padovani costruirono in laguna a Petta di Bò una fortificazione per costruirci attorno delle saline, contravvenendo ai
trattati che lo impedivano. Il forte venne assalito e distrutto
dai clugiensi, i padovani furono in parte uccisi, in parte catturati. La prontezza alle armi fu decisiva per la salvezza del
Dogado nel 1310. Nel mese di giugno i chioggiotti con a
capo il loro podestà accorsero a Venezia in soccorso del
Doge contro Baiamonte Tiepolo e i suoi congiurati, dando
un aiuto determinante tenendo la piazza e salvando la
Repubblica dalla dittatura. Nel 1336 alla conclusione della
guerra contro il veronese Mastino della Scala, che vide
Chioggia quartier generale della coalizione antiscaligera,
venne statuito che il giorno di Santa Cecilia, giorno in cui fu
recuperato il castello delle saline che era stato preso dagli
scaligeri con grave pericolo per la città, fosse deguamente
celebrato e aggregato all’elenco delle feste solenni. Le due
Clugie seppero sempre risollevarsi dalle varie vicende belliche, grazie alla salda economia basata sui fiorenti commerci, ma era alle porte quell’evento devastante che tanto
avrebbe influito sul futuro della città: la Guerra di Chioggia.
Nel 1378 iniziano tutta una serie di episodi bellici tra le
repubbliche marinare di Genova e Venezia per l’egemonia
degli scali commerciali d’oriente. Nell’agosto del 1379,
vinta la flotta veneziana a Pola, i genovesi incrociarono con
la flotta lungo la costa veneziana in cerca di un punto debole. Grazie all’aiuto di un esercito padovano alleato, i genovesi dopo vari tentativi con un assalto combinato da terra e
da mare dopo alcuni giorni di feroci combattimenti conquistarono Chioggia e vi si asserragliano. La città rimase in
mano nemica sino al 24 giugno 1380, quando dopo 10 mesi
di assedio le armate veneziane risollevatesi dalla disfatta la
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liberarono. Così, ogni anno, alla terza domenica di giugno,
si celebra il Palio della Marciliana, a ricordo delle gesta dei
Chioggiotti e dell’ingresso trionfale del Doge nella città liberata. La cosa che salta subito all’occhio quando si assiste
alla Marciliana è la praticamente totale partecipazione dei
chioggiotti alla festa, vero e proprio motore trainante del
tutto. Il Corso è pieno di botteghe artigianali, taverne, angoli ricostruiti in cui si vedono donne al lavaggio dei panni o
contadini al lavoro, il tutto davvero suggestivo soprattutto al
calar della sera. Ultimamente il Palio della Marciliana ha
ripreso anche la tradizione del tiro con la balestra (effettuato però con Balestre da panca del XVIII secolo), presente in
città come da deliberazione del Maggior Consiglio del 29
maggio 1414, in cui si legge “Poiché, come appare chiaramente dalle ordinanze di Chioggia che furono fatte riguardo
ai palii che ogni anno si fanno dal Comune di Chioggia per
il tiro con le balestre, poiché fu ordinato che soltanto gli
uomini di Chioggia divengano più abili nel tiro e si esercitino con le loro balestre, senza che sia fatta alcuna menzione su altre persone forestiere se debbano o meno cioè partecipare ai detti palii, viene messo a votazione che, per
rimuovere ogni erronea interpretazione e discordia che possano sorgere al riguardo, che in un futuro possano partecipare a detti palii i cittadini e gli abitanti di Venezia e di
Chioggia soltanto e nessun altro in nessun altro modo e per
nessuna ragione. Ma se qualcuno oltre le sunnominate persone partecipasse a detto palio e ottenesse buoni tiri, in
nessun modo debba conseguire qualche premio riguardo ai
predetti palii, tenendo per ferme le altre disposizione emanate sugli stessi palii.”.
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Un’altra manifestazione molto prestigiosa è senz’altro il
“Palio dei Tempesta” di Noale, forse una fra le prime che ha
fatto della cura ricostruttiva la base del proprio lavoro.
Nell’anno 1374, come documentano gli storici, si teneva
una corsa a piedi, indetta dai signori Tempesta. Il vincitore
conseguiva il premio, ossia un drappo detto appunto “palio”,
mentre l’ultimo arrivato doveva lasciarsi dipingere la faccia
con color nero o con carbone, secondo l’usanza. Il ripristino dell’antica competizione rappresenta indubbiamente un
richiamo storico e folcloristico di notevole interesse. La
festa è contraddistinta da una ricca programmazione di
eventi, animazioni e veri e propri spettacoli che coinvolgono Noale per tre giorni. Se vi sono alcuni elementi di forzatura (troppo alta, forse, la percentuale di nobili su un totale
di 700 figuranti) e anacronismi (anche qui sono presenti gli
Sbandieratori, figura assolutamente inesistente in ambito
medievale), indubbiamente profonda è la ricerca alla base
della realizzazione degli abiti civili che fanno di Noale una
delle manifestazioni più apprezzate. Di altissimo livello il
mercato, che ripropone numerosi mestieri tipici del XIV
secolo veneto (dal falegname al mugnaio, dall’arrotino al
fabbricante di candele, dal battimoneta all’impagliatore),
spesso chiamato a partecipare a importanti eventi in tutta
Italia, divenendo forse il veicolo di promozione turistica di
Noale più famoso ed efficace. A chiudere la festa, l’incendio
della Torre che rievoca quello provocato dalle truppe dei
lanzichenecchi appartenenti alla Lega di Cambrai, nel 1509:
quasi una provocazione, se pur dall’indubbio impatto emotivo, per un’ambientazione fin lì il più fedele possibile alla
seconda metà del 1300.
Da non più di tre anni ad Eraclea si è inteso rievocare,
con “I Dogi ad Eraclea”, il periodo forse più florido della cittadina: nel 697, a causa delle continue scorrerie dei pirati
dalmati, venne indetta l’adunanza generale dei cittadini
nella cattedrale di S. Pietro Apostolo. Patriarca, nobiltà,
“popolo” decisero che, di fronte ad un momento così grave
per le sorti future della città, era indispensabile affidare le
redini del governo ad un uomo solo, eletto da tutti i cittadini, qualunque fosse il loro ceto. Paoluccio Anafesto fu così
nominato primo Doge. Sotto il governo illuminato dei Dogi,
Eraclea visse un’epoca di splendore, passando di vittoria in
vittoria, sempre strettamente legata all’alleato bizantino.
Memorabile, in questi anni, fu la riconquista della città di
Ravenna, caduta in mano longobarda. È encomiabile come
il comitato organizzatore abbia pensato in primis a effettuare una ricerca storico-iconografica sugli abiti e ne abbia
fatto curare la realizzazione da un professionista del setto37
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re. In questo modo la manifestazione è potuta partire già
con un’immagine credibile che l’ha fatta diventare un’abitudine apprezzata da tutti i cittadini di Eraclea.
In Provincia di Verona, si segnala certamente l’assoluto livello ricostruttivo delle celebrazioni che Peschiera del
Garda dedica all’epoca Napoleonica. Ciò è favorito sia dalla
presenza delle strutture difensive militari dell’epoca, che
già aiutano molto a ricostruire l’atmosfera di fine ‘700, che
il rigore storico/ricostruttivo di tutte le compagnie invitate a
parteciparVi, per lo più affiliate all’ Associazione Nazionale
“Storia Vivente”. L’evento comprende solitamente un ciclo
preparatorio di 4 conferenze con cadenza settimanale in
“Sala Radetzky”, l’allestimento per due giorni di una mostra
di “militaria”, l’allestimento di tre campi militari che per due
giorni rimangono aperti all’accesso del pubblico appassionato ed interessato alla vita del re-enactor. Tali accampamenti sono parte integrante della rievocazione vera e propria che generalmente si suddivide in tre avvenimenti principali:
- una battaglia campale pomeridiana
- una battaglia in notturna per le vie e piazze del centro
storico
- una successiva battaglia conclusiva il mattino dopo con la
cerimonia pomeridiana della “resa”
Migliaia di persone presenziano alle varie fasi rievocative messe in atto da circa 400 re-enactors provenienti da
Polonia, Repubblica Ceca, Inghilterra, Germania,
Lussemburgo, Svizzera, Repubblica Slovacca e Italia.
Caratteristica di quest’evento è il proporre ogni anno la
ricostruzione di un diverso avvenimento storico: nel 2003,
ad esempio, si celebrerà il 207° anniversario della doppia
conquista della “Fortezza veneziana” di Peschiera. Per trattato tra gli Imperiali e il Serenissimo governo di Venezia le
truppe austriache avevano il diritto di transito sulla cosiddetta “Via dei Tedeschi” per avvicendare le guarnigioni di
Mantova e di Milano già da molto tempo governate.
Violando la neutralità della Serenissima Repubblica, prima
le truppe austriache del Gen. Liptay, poi le truppe francesi
del Gen. Augerau, entrarono in Fortezza dove il 31 maggio
1796 lo stesso Napoleone pose il suo quartier generale. E,
con l’incontro avvenuto presso il suo comando con il
Provveditore Veneto Nicolò Foscarini, inizia il declino della
millenaria Repubblica che Napoleone venderà all’Austria
con la pace di Campoformio del 17 ottobre 1797.
Passando alla Provincia di Vicenza, invece abbiamo
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diverse Rievocazioni Storiche che denotano un alto livello
ricostruttivo.
In primis la processione di S. Anna di Arzignano, che
rievoca i festeggiamenti seguiti alla fine dell’assedio che
Pippo Spano nel 1413 portò alla cittadina. Storia e devozione religiosa si fondono per una celebrazione molto curata in
abiti e armature e che vede la partecipazione di tutta la cittadinanza. Per la bellezza del Castello di Arzignano e la
fedeltà ricostruttiva è una delle rievocazioni più significative del vicentino che forse soffre della volontà dei cittadini
che la festa rimanga loro, senza quindi preoccuparsi di
un’adeguata promozione turistica all’esterno.
Sullo stesso livello ricostruttivo si pone “La Faida” di
Montecchio Maggiore. Qui, ogni anno, il 30 aprile e il 1
maggio si rivive la storica disfida tra le casate dei
Montecchi e dei Capuleti in una fedele ricostruzione di un
borgo trecentesco. La manifestazione si basa sulla continua
sfida tre le due nobili famiglie attraverso una serie di giochi cortesi di origine medievale. Al termine di ogni gara, il
capitano sconfitto subisce l’“onta” della gogna. Il premio
finale per chi si aggiudica più prove è il palio, custodito
dalla squadra vincitrice fino all’edizione seguente. A corollario delle sfide agonistiche si pongono una serie di animazioni e una davvero suggestiva e curata ricostruzione delle
guarnigioni dei due castelli. La Manifestazione è forse un
po’ “svilita” dall’elezione di Giulietta e Romeo, scelti tra
“baldi giovani e gentili fanciulle” che si candidano a rivestire i panni dei due innamorati, frutto della fantasia di uno
scrittore, non della storia.
Particolare appare invece la “Ballata del Millennio”, una
sorta di museo vivente della storia di Bassano del Grappa,
laddove la cittadina viene suddivisa in diverse “isole”, ciascuna dedicata ad un preciso periodo storico. Il fatto di
essere una festa “multi-periodo” fa della “Ballata del
Millennio” una sorta di piacevole eccezione alla regola delle
rievocazioni storiche, solitamente concentrate su di un preciso avvenimento o periodo. Se nel suo insieme appare discreto il livello ricostruttivo del mercato e degli abiti antichi,
è davvero di altissimo livello l’area dedicata alla Iª Guerra
Mondiale, dove ci si può aggirare fra soldati del Regio
Esercito e Crocerossine, davvero molto emozionanti per
quanto sono aderenti alla realtà storica.
Anche l’Antica “Fiera Franca di Thiene”, fra le principali
attrattive turistiche della città, è realizzata con una discreta
cura nella ricostruzione di abiti ed allestimenti. I costumi
sono ideati ed eseguiti dal Gruppo costumiste e sarte
“volontarie” del Laboratorio della Rievocazione Storica
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coordinato dalla Pro Thiene. In primis è da sottolineare il
buon lavoro svolto dal laboratorio sartoriale avviato nel
1997, che si ispira a numerosi esempi di pittura veneta,
emiliana e toscana del Quattrocento. Particolare cura viene
prestata al reperimento dei tessuti e degli ornamenti per
renderli autenticamente simili a quelli dell’epoca per colore,
trama e tipologia usando damaschi, velluti, sete, fustagni,
panni e tele. La Fiera ricorda la Concessione, ottenuta dal
Doge Agostino Barbarigo nel 1492, di tenere ogni lunedì un
Mercato Franco esente da dazi, rinnovata nel 1640 da un
altro Doge della Serenissima, Francesco Erizzo, che autorizzò i Thienesi a gestire una “Fiera Franca” per il bestiame
in occasione della festa di San Giovanni, allora Patrono
della Città. La Fiera, con i suoi antichi mestieri (pittori, scultori, creatori di meridiane, il marangon, il fabbro, el moleta,
el caregheta, el sestaro, el batirame, el scarparo, el veraro,
el vasaro, el botaro, el saonaro, el sarto, el cordaro, le parrucchiere e le fioriste, i bozzoli e tutta la filiera della seta) e
i suoi giochi popolari (dal tiro ai bussolotti, al lancio dei ferri
da cavallo, dallo “spaccanose” alla porcola) realizzati e
gestiti dagli oltre 500 fra figuranti e volontari thienesi, convogliano in città diverse migliaia di spettatori provenienti da
tutto il Triveneto, questo grazie anche alla promozione derivata dalla partecipazione della Pro Thiene ad eventi storici
in altre regioni, tra i quali spicca “Rovereto Veneziana”,
dove si ricorda l’apporto che i Thienesi diedero alla
Repubblica Serenissima di Venezia durante la guerra al
Vescovo di Trento.
Un’ultima rievocazione che merita di essere annoverata
fra quelle che fanno della fedeltà storica la base sulla quale
costruire un evento culturale e/o turistico è quella realizzata dalla Pro Romano d’Ezzelino per festeggiare il proprio
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35° anniversario. Si tratta di un’opera teatrale che rievoca
storicamente alcuni fatti salienti della vita di Ezzelino III
detto il Tiranno e della sua famiglia, i Da Romano, la dinastia più importante del comune romanese. Ezzelino III, nato
nel 1194 sul Col Bastia dell’attuale Romano, seppe creare
una sorta di signoria Ezzeliniana che andava da Trento a
Padova e da Belluno a Brescia. Alleato dell’imperatore
Federico II, ne sposò la figlia Selvaggia divenendo vicario
imperiale. Abile stratega ed inventore di armi d’assalto, fu
uno dei personaggi più ostici ai guelfi tanto da ricevere due
scomuniche dai pontefici e addirittura una crociata contro
indetta da Papa Alessandro IV. Le sue mire espansionistiche lo portarono alla conquista di Milano, ma durante un
assalto a Cassano d’Adda fu ferito e condotto alle prigioni
del castello di Soncino dove vi morì nel 1259. Una ad una
le città sottomesse ai Da Romano vennero riprese dai guelfi fino ad arrivare all’eccidio di San Zenone: era il 1260 e i
guelfi trucidarono tutta la stirpe dei Da Romano ad eccezione della sorella del Tiranno, Cunizza, che riuscì a scappare
rifugiandosi a Firenze, città della madre Adelaide. Dante
Alighieri immortalò poi nella Divina Commedia Cunizza e il
Col Bastia (Paradiso) ed anche Ezzelino III (Inferno). Tutti
questi eventi sono stati pensati come una sorta di spettacolo suddiviso in dodici scene con una voce narrante a far da
guida, a cui partecipano una cinquantina di attori in costume d’epoca duecentesco. Sebbene qui si parli di spettacolo, grande cura è stata riposta negli abiti, così come nella
ricostruzione degli ambienti ai quali hanno partecipato gli
artigiani artistici del Bassanese, che hanno allestito una
serie di botteghe lungo il porticato di Cà Cornaro curate
direttamente dalla categoria Artigiani Artistici CNA
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Bassano. Un esempio di come sia assolutamente possibile
il connubio tra “Spettacolo” e “Rievocazione Storica”.
2) Manifestazioni che si concentrano maggiormente
sulla messinscena spettacolare a scapito dell’aderenza
storica
In questo secondo sottogruppo individuiamo quelle
manifestazione che, spesso sotto comunque il nome di
Rievocazione Storica, in realtà danno vita a delle rappresentazioni sceniche in costume a volte anche di alto livello,
ma senza che queste abbiano un reale collegamento con la
propria storia.
Un primo sottoinsieme è composto da quelle feste paesane che, da qualche anno hanno inteso realizzare un proprio evento in abito antico, nella speranza forse di cavalcare l’onda del successo di cui attualmente gode tutto ciò che
“fa Medio Evo”. Feste come quella di Baone, Monte Gemola
Villa Beatrice, il Palio di Mogliano Veneto, “Castrum
Bodoloni” di Bovolone, il “Privilegio di Ottone” di Lazise, la
“Festa Medievale del Vino Bianco” di Soave, nascono proprio, aldilà del “pretesto storico”, forse più per poter annoverare nella propria programmazione stagionale una festa
in costume che non per creare un evento che, attraverso la
divulgazione della propria storia, divenga veicolo turistico
almeno extra-comunale.
Esaminiamo le due ultime manifestazioni citate.
Il “Privilegio di Ottone” nasce da un preciso evento storico che è il privilegio concesso nel 983 da Ottone II ai cittadini di Lazise di imporre diritti di transito e di pesca e di
chiudere il borgo con mura torriate. Se guardiamo quanto
viene proposto durante la Rievocazione Storica, del IX
secolo c’è ben poco: abiti nobili che già nelle fogge (e quindi senza nemmeno esaminarne il tessuto) dei copricapo,
delle spalle “imbottite” da salsicciotti tardo medievali, delle
mantelline portate corte e a volte su una sola spalla, ci
riconducono ad un’epoca più tarda di almeno sette secoli.
Lo stesso possiamo dire della “Festa Medievale del
Vino Bianco” di Soave che almeno non intende ricostruire
un preciso avvenimento storico ma si riconduce ad un
Medio Evo generico, collocabile tra il X e il XII secolo
(anche se il personaggio che chiude le spettacolazioni è
Cangrande della Scala che visse la prima metà del 1300).
Anche qui l’abbondanza di copricapi femminili rotondi (a
mo’ di “salsicciotto”), passamanerie e perle fanno più pensare ad una corte rinascimentale. Un aspetto è invece davvero encomiabile della festa. È la cura della proposizione di
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menù medievali legati al territorio, preparati e serviti secondo le usanze dell’epoca.
Poi invece ci sono eventi, anche di grossa portata a
livello di indotto turistico, che pur muovendo da basi storiche hanno inteso concentrarsi maggiormente sull’aspetto
dello spettacolo vero e proprio: la prima è senz’altro la
“Dama Castellana” di Conegliano. La manifestazione rievoca la vittoria, nella prima metà del 1200, dei Coneglianesi
sui Trevigiani. In realtà la Dama Castellana vuole riproporre una Festa Rinascimentale a memoria di tale evento. A
fronte, probabilmente, della mancanza di una fonte storica
relativa ad una partita di Dama in piazza, si è pensato di
concentrare la propria attenzione sulla realizzazione di uno
spettacolo vero e proprio, affidato di anno in anno a valenti
registi che cercano di portare in città un vero e proprio
evento vestito di panni d’epoca. Non è quindi importante la
presenza di evidenti anacronismi (dall’utilizzo di sbandieratori, a quello di armigeri armati di alabarde in legno e materiale plastico) in quanto elementi ideati e collocati in funzione della resa spettacolare. Un altro aspetto che denota l’attenzione rivolta alla buona riuscita dell’evento come spettacolo, è il fatto che la partecipazione non è aperta a tutta la
cittadinanza: per poter sfilare in costume si deve affrontare
un vero e proprio casting. La riflessione che si può a questo punto fare riguarda solamente se lo sforzo economico
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ed umano che ogni anno viene riposto nella Dama (fra le
più grosse nel Veneto per quanto riguarda l’aspetto puramente organizzativo) venga ricambiato da un adeguato
indotto turistico. Certamente sono molte le migliaia di persone che si riversano a Conegliano per assistere alla Dama
ma, di fronte ai dati di praticamente pari affluenza di pubblico di eventi dalle connotazioni storiche più definite (si
pensi al Palio di Noale o a quello della Marciliana), forse
non sono tali da giustificare il grande investimento di partenza. Forse la mancanza proprio di una forte connotazione
storico/territoriale ha impedito fin qui a Conegliano di godere di un evento rievocativo di respiro internazionale a cui
può invece potenzialmente aspirare partendo proprio dalla
base della Dama Castellana.
Un discorso simile si potrebbe inizialmente fare anche
per la “Partita a Scacchi vivente” di Marostica. Anche qui si
parte da un pretesto storico (la partita giocata nel 1454 da
Rinaldo Angarano e Vieri Vallonata) ma per dar vita ad una
sfida che è di grandissimo richiamo per gli appassionati del
gioco degli scacchi, non del costume d’epoca. Infatti la contesa della “Bella Lionora” si gioca riproponendo ogni anno
una partita realmente giocata in un passato più prossimo:
dopo la sfida “immortale” tra Anderssen e Kiseritsky, quest’anno è toccato alla sfida tra Morphy e Brunswich del
1858. Quindi l’elemento di maggior richiamo è proprio il
fatto di rivedere giocate, su una delle scacchiere più grandi
mai realizzate, le 17 mosse vincenti con cui i “Bianchi” diedero allora matto ai “Neri”.
Una rievocazione che ha la fortuna di svolgersi all’interno di una delle più belle cinte murarie del mondo è sicuramente il “Palio dei Dieci Comuni” di Montagnana. Tradizione
vuole che il palio nasca nel XIII secolo, a suggello della
ribellione che seguì l’incendio appiccato dalle truppe di
Ezzelino. In realtà, però, nulla si riconduce a quel periodo
storico, né gli abiti, né gli accessori. A Montagnana possiamo dire che assistiamo ad un fenomeno strano, rovesciato
rispetto a quanto avviene per altre manifestazioni storiche:
qui non è l’evento che fa da veicolo di promozione per la
città, ma, al contrario, è piuttosto la splendida città che
porta spettatori al Palio.
Un discorso simile vale anche per la bellissima città di
Este, dove in giugno si tengono le Giornate Medievali “Alla
Corte degli Estensi”. Anche qui l’utilizzo e l’accostamento di
abiti più o meno filologicamente realizzati ma evidentemente ispirati a diverse epoche storiche non fungono da reale
ed efficace veicolo promozionale (anche qui è la città che
funge da fonte di attrazione del pubblico delle Giornate
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Medievali e non viceversa).
Infine ci sono una gran numero di manifestazioni che
non hanno saputo o voluto darsi un’impronta storica credibile. Partendo dalla Provincia di Padova, individuiamo tra
queste “Padova Medievale”, che porta in Piazza diverse
animazioni e un mercato storico, ma senza una precisa
connotazione o “attenzione” storica (si affiancano tranquillamente armigeri in ferro, con nobili con i mocassini del XX
secolo o l’orologio bello evidente al polso). E ancora la tradizionale “Fiera del Millennio” o Fiera dei Mussi di
Trebaseleghe che si riapre con l’arrivo della famiglia
Tempesta (XIV secolo) e la lettura dell’editto che da allora
dà il via alla Fiera. Anche qui si assiste a un corteo e a una
serie di animazioni che oltre a figuranti in abito più o meno
aderente al periodo rievocato, propongono majorettes e
trampolieri della tradizione circense contemporanea. E
ancora, ad Arcella, il “Palio di S. Antonin” e la
“Rievocazione Storica” ispirata al passaggio in città e alla
morte di S. Antonio da Padova. Se esaminiamo la presentazione che tali iniziative arcellesi fanno di se stesse, quanto dichiarato fin qui viene abbondantemente confermato dal
sito web dei due eventi: “Avrebbe potuto chiamarsi più
comunemente “palio delle contrade” o “palio delle galline”,
secondo la vecchia tradizione padovana, o in qualsiasi altro
modo, ma si è voluto rendere omaggio al personaggio più
illustre che, con il suo passaggio, nonchè con la sua morte,
ha reso onore alla città di Padova, facendola conoscere in
tutto il mondo: il “Santo” per eccellenza, Sant’Antonio”.
Ecco quindi che qui si intende rendere omaggio ad un’importantissima figura della storia e della Fede Cristiana,
dando vita ad un palio che, in realtà, con il Santo non ha
nulla a che vedere. Anche l’uso di abiti dalle fogge per lo
più fantasiose e di calzature moderne danno all’iniziativa un
aspetto più che altro di grande festa di quartiere che non di
vera e propria rievocazione storica.
Nella Provincia di Rovigo troviamo il Palio di Arquà
Polesine, inserito nel “Maggio Arquatese”. Anche qui troviamo diverse competizioni (lancio del cerchio, tiro alla fune,
corsa coi sacchi, corsa delle botti, etc…), esibizioni di
sbandieratori, cortei, figuranti, musici anche di buon livello,
ma uniti insieme senza alcuna logica ricostruttiva (qual’è il
periodo rievocato?) e che quindi non possono, per quanto
numerosi, divenire motivo di indotto turistico da chi viene
da fuori (perché fare cento chilometri per vedere un gruppo
di sbandieratori o di nobili che si possono ammirare nella
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piazza sotto casa?).
Passando alla Provincia di Treviso ci sono l’“Omaggio
al Da Ponte”, vera e propria giustificazione storica dell’ormai celebre Ombralonga di Treviso. Si rievoca la corte bandita realizzata in onore della posa della Fontana delle Tette
voluta dal Podestà Da Ponte nel 1559. Anche qui la rigorosità storica lascia parecchio spazio all’aspetto spettacolare,
dato che il tutto si svolge in Piazza dei Signori (giullarate,
danze, duelli, etc…) al termine del Corteo d’Apertura. Non
ha alcuna velleità di diventare una manifestazione storicamente rappresentativa di Treviso. Ci sono il “Palio della
Regina” di Asolo, che rievoca l’ingresso in città di Caterina
Cornaro nel 1489; il “Palio di San Gregorio” e “Cose dei
Tempi Antichi” entrambe di Tezze di Piave ed entrambe
senza alcuna precisa collocazione temporale (tranne forse
“Cose dei Tempi Antichi” che cerca più o meno di rianimare
l’antico Borgo Melanotte con mestieri che lo riconducano al
XVII secolo); il “Palio delle Contrade” di Cappella Maggiore;
il “Palio dell’Assalto al Castello“ di Vidor; il “Palio delle
Batee” di Motta di Livenza che mescolano insieme costumi
storici, bande cittadine, improbabili giochi d’assedio antichi
in scarpe da ginnastica, majorettes e chi più ne ha più ne
metta. La caratteristica comune di questi eventi, che meritano sempre enorme rispetto perché realizzati per lo più da
volontariato locale, è che non hanno alcuna precisa “connotazione”: vedendo una foto di una di queste “rievocazioni” nessuno riuscirebbe a capire di quale evento si tratta,
tanto risultano simili nei propri svolgimenti. Almeno, per
restare nella Provincia trevigiana, due eventi quali il “Palio
dei Mussi” di Riese Pio X, e lo “Spacaszoc” (“Spaccar
legna”) di Selva del Montello, pur affondando le proprie
radici in tradizioni antiche, si limitano a svolgere il ruolo di
grande momento aggregativo del paese senza vestirlo di
panni non certo suoi.
Passando alla Provincia di Venezia, troviamo sei manifestazioni che si allineano perfettamente con le ultime
sopraccitate dell’area trevigiana.
Il “Palio dei Borghi” di Mestre nasce dalla volontà di un
insegnante di un Istituto Tecnico Superiore di Mestre che ha
pensato di coinvolgere i propri studenti in un’iniziativa che
ad un tempo li divertisse e insegnasse loro un pezzo della
propria storia. Tutto estremamente encomiabile. La rievocazione intende ricordare l’incendio che subì il castello di
Mestre nel 1513 da parte delle truppe della Lega di
Cambrai. Purtroppo, nonostante i nobili intenti e l’indubbio
sforzo degli organizzatori, la Rievocazione Storica ha perso
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molta della sua potenzialità laddove, per ricordare un tale
evento, si è pensato bene di realizzare un Torneo a Cavallo,
un Corteo di Nobili e un’esibizione di sbandieratori (tutte e
tre situazioni non molto avvicinabili, nell’immaginario collettivo, ad un incendio di un castello).
Sempre a Mestre si tiene la “Sortita”, che rievoca quella
che le truppe veneziane fecero ai danni dell’esercito
austriaco nel 1848: anche qui si è cercato di coinvolgere le
scuole nell’evento - cosa senz’altro importante - ma è mancata la volontà di farne un vero e proprio evento, o rievocativo o spettacolare, che in qualche modo facesse da cassa
di risonanza per una città (Mestre) che soffre molto la mancanza di una propria identità storico-culturale. Solamente a
titolo d’esempio: i soldati di ambo le parti si affrontano con
fucili di legno facendo “bum” con la bocca o lanciando
petardi per simulare gli spari…. Fatto che porta a vedere la
“Sortita” non più di 3/400 spettatori.
A
Caorle
invece
si
tiene
ogni
settembre
“Caorlevivistoria”, nata dalla volontà di rievocare la liberazione delle “Marie” veneziane rapite nel VII secolo dai pirati dalmati. Su questa iniziativa l’amministrazione locale puntava molto, così da allungare la stagione balneare di una
settimana grazie ad un evento storico fortemente veneziano e di grande impatto sul turista straniero. Purtroppo ben
presto la cosa ha perso molto del suo valore: al corteo
medievale partecipa praticamente chi vuole (compresi nobili veneziani con Tricorno del XVIII secolo), mentre i terribili
pirati dalmati sono impersonati dai giovani del luogo con
tanto di occhio bendato, cicatrice disegnata a matita sulla
guancia, uncino e spada di plastica. Anche qui, quindi, assistono allo “spettacolo” i cittadini di Caorle e dintorni, più
qualche sparuto turista rimasto in città non certo per
Caorlevivistoria.
Lungo la Riviera del Brenta si svolge la Riviera Fiorita,
manifestazione che intende ricordare l’incontro tra il Re di
Francia Enrico III e il Doge Alvise Mocenigo nel 1574. La
manifestazione segna circa 100.000 presenze di pubblico
lungo il percorso, dato certamente significativo. Questo
nonostante il corteo in realtà di Cinquecentesco abbia ben
poco, se guardiamo le fogge degli abiti vestiti dai figuranti
(molto fantasiose e colorate) e il tipo di imbarcazioni utilizzate (le Ottocentesche Bissone della Regata Storica). Ma
l’obiettivo degli organizzatori di riqualificare la Riviera del
Brenta può dirsi raggiunto a fronte delle suddette 100.000
presenze? Quante ne fa la Riviera del Brenta normalmente
grazie alle varie Ville Venete ? Queste 100.000 persone,
che per lo più poi sono gli abitanti dei paesi toccati dalla
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manifestazione, sarebbero state comunque sulla riva del
fiume se invece di un improbabile Doge dalla barba bianca
ci fossero state altre imbarcazioni, magari con della musica
o dei costumi tratti da un’opera lirica, o uno spettacolo teatrale? A queste domande cercheremo di dare una risposta
nel capitolo conclusivo di tale studio.
E arriviamo alle “Feste Cortesi” di S. Maria di Sala.
Anche qui trae spunto da un preciso avvenimento storico: la
nomina di Paganino Sala a Priore di Padova avvenuta nel
1365. Anche qui, però, troviamo troppi abiti che di trecentesco non hanno molto. E anche qui torniamo, provocatoriamente, con una considerazione: vista la presenza di meravigliose Ville Settecentesche, perché non puntare ad una
valorizzazione di tale patrimonio storico, invece di calarvi a
forza una Festa Medievale? Da sottolineare, però, la capacità delle Feste Cortesi di coinvolgere i giovani della cittadina in suggestivi spettacoli di danza e trampoli, così bene
realizzati da venir richiesti in diverse località italiane.
Infine il “Palio di San Donato” di Musile di Piave, per il
quale vale il discorso più volte fatto in precedenza che il
voler calare a forza in un tessuto storico/urbano una festa
di qualsivoglia periodo, alla fine non produce alcun effetto
positivo: non coinvolge la popolazione e non porta maggiore indotto turistico.
Anche la Provincia di Verona non fa eccezione in tal
senso: il “Palio delle Contrade” di Garda, il “Compleanno di
Gulietta” (se pur spettacolo teatrale di buon richiamo turistico, visto il tema trattato) e il “Palio del Drappo Verde” di
Verona non possono di certo definirsi manifestazioni con
una precisa aderenza storica (per lo più si tratta di eventi di
piazza colorati con costumi storici).
C’è poi la “Festa Medievale” di Affi, cittadina ricca di storia dalla quale però non riesce a trarre un evento sul quale
poi costruire la Rievocazione Storica. Anche qui, citando la
promozione della festa, “Musica antica, trampolieri e sbandieratori in costume d’epoca; La volta tonda, spettacolo di
danze storiche; La sfilata delle torce e lanterne per le vie
del Borgo antico”…
Tutto come lo si potrebbe trovare in mille altri paesi
d’Italia, eccezion fatta per l’angolo dedicato alla fabbricazione della carta a mano, davvero interessante. Così come
per la Festa medievale al Castello di Bevilacqua, esempio
di fortezza scaligera, in cui si possono ammirare, una volta
all’anno, “Giullari, musici, arcieri, ed artigiani che si cimenteranno negli antichi mestieri; il tutto allietato da profumi e
sapori della cucina del tempo; la sera infatti si potrà parte48
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cipare alla cena medievale”. Per lo meno, a favore della
Rievocazione Storica di Bevilacqua depone la selezione
che i responsabili della festa operano al momento di invitare gruppi o artigiani. Se non originale, la festa al Castello è
senz’altro spettacolare e di buon livello ricostruttivo.
Arriviamo infine alla Provincia di Vicenza, dove troviamo la Sagra del “Redentore” di Ponte di Barbarano (in cui
si rievoca l’arrivo della famiglia veneziana Sangiantofetti
nel XVIII secolo), il “Palio delle Contrade” di Camisano
Vicentino (in cui si ripete l’ennesimo rito della disfida senza
una precisa connotazione storica) ed il “Palio delle Zattere”
di Valstagna.
Quest’ultimo, invero, merita particolare attenzione: la
competizione rievoca l’antico mestiere degli zatterieri che
trasportavano così il legname, e nasce per ricordare il
cosiddetto ‘’Brentanon’’, ovvero una piena seguita ad un
nubifragio nel 1851. Le imbarcazioni coinvolte originariamente erano le ‘’menade’’, poi sostituite dalle zattere. Il
centro della vallata era diventato la stazione principale per
il deposito ed il commercio del legname che giungeva da
più parti e veniva trasportato a Bassano del Grappa, poi
fino al porto di Bassanello a Padova e quindi all’Arsenale di
Venezia. Il tutto è stato studiato e realizzato dalla Pro Loco
locale che, anche se tuttora fa un po’ di confusione affiancando gruppi medievali a zatterieri del XIX secolo, sta cercando di anno in anno di migliorare e di darsi un’impronta
definitivamente Ottocentesca, così da divenire evento davvero originale da proporre come uno dei pochi in Italia realizzato sull’acqua con imbarcazioni fedelmente ricostruite.
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Il ruolo strategico delle
Rievocazioni Storiche
l tema della disamina della grande offerta culturale rappresentata dalle manifestazioni storiche presenti sul territorio regionale, e la proiezione di queste in un sistema
progettuale che le ponga al centro di una precisa politica
turistica che faccia dell’identità culturale e della memoria
storica il proprio veicolo tematico, è estremamente complesso e delicato. Complesso perché, come abbiamo visto,
estremamente variegato è il panorama delle Rievocazioni
Storiche del Veneto, sparse uniformemente fra le varie
Province, e quindi fra loro diverse per nascita, organizzazione e evoluzione. Delicato perché la stragrande maggioranza di questi eventi non è realizzata seguendo un metodo
scientifico, non si basa cioè su una precisa identità culturale così forte da divenire attrazione turistica aldilà dei propri
confini provinciali.
Esaminate quindi le singole manifestazioni, cercando di
verificare se queste possano aspirare ad un ruolo di veicolo promozionale per la nostra Regione, andiamo ora a capire se nella Rievocazione Storica vi siano i presupposti affinchè il grande patrimonio storico-culturale-monumentale
veneto possa costituire il “motore” della “Politica Turistica”
del Veneto.
Per troppi anni in Italia è rimasto in piedi una sorta di
muro, eretto tra cultura e turismo quasi a voler tenere ben
distinti due settori spesso, se non sempre, in conflitto fra
loro per questioni di „competenza”: quante volte ci si è
imbattuti in solerti funzionari che di fronte ad una domanda
di contributo o patrocinio non sapevano se collocare la
Rievocazione Storica fra gli eventi culturali o quelli turistici.
E già qua ci troviamo di fronte al primo scoglio. Da qualche
tempo finalmente, anche sotto la spinta delle direttive della
Comunitá Europea, turismo e cultura hanno iniziato ad operare di concerto, dando vita a quella che indiscutibilmente
diventerà la “Politica Turistica” del nostro Paese per il prossimo futuro.
Definiamo quindi il concetto di “Politica Turistica”, laddove il termine “politica” si deve intendere come un insieme
organico e coordinato di interventi, ispirato dalla stessa
logica, e finalizzato ad un obiettivo dichiarato e ben identificabile. Per meglio definire tale concetto, mi rifaccio ad un
interessante articolo firmato da Umberto Curi e pubblicato il
30 maggio 2001 sul “Mattino” di Padova: “Il Patrimonio più
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prezioso anche dal punto di vista strettamente economico
del nostro Paese è di gran lunga quello artistico, monumentale e culturale (come sapete l’Italia detiene circa i due
terzi dell’intero patrimonio mondiale). È quindi inevitabile
che a questo patrimonio sia legata una gran parte dell’indotto turistico, che predilige da sempre itinerari legati alle
città d’arte ed ai grandi Musei”.
Ecco quindi che il patrimonio può, anzi deve divenire
risorsa, con lo sviluppo attorno ad esso e per mezzo di esso
di una molteplicità organica di attività, capaci di valorizzarne pienamente le potenzialità. È questo insieme di attività
che andrà quindi a costituire le basi su cui costruire e definire la “Politica Turistica” di cui parlavo prima. Ora dobbiamo domandarci: può la Rievocazione Storica diventare
mezzo promozionale all’interno di questa politica?
Certamente si, anzi può e deve diventare lo strumento principale di promozione, dato che rappresenta uno dei mezzi
più immediati per la trasformazione in risorsa del patrimonio
storico-culturale. La Ricostruzione di ambienti storici, la
loro rivitalizzazione, la riproposta di avvenimenti storici
negli esatti luoghi dove questi sono accaduti e con la massima cura filologica di abiti, armi e attrezzeria - la cosiddetta Living History che il CERS sta già portando avanti con
successo, ad esempio al Palazzo Ducale di Venezia o alla
Torre di Londra - diventano il mezzo per il riavvicinamento
dei cittadini al proprio patrimonio culturale e, contestualmente, il veicolo di promozione del territorio.
Definite quindi una serie di iniziative all’interno dei siti,
che dovranno essere regolate e coordinate da preposti enti
locali vista la diversità di carattere storico, architettonico e
ambientale che una tale risorsa presenta nelle singole province venete, rimane da capire come anche la manifestazione storica di Piazza - che nel Veneto rappresenta al
momento una grande percentuale del panorama generale
rievocativo - possa divenire a sua volta veicolo di promozione e rientrare in tale Politica. La Festa di Piazza, storica
o folkloristica, è un’ottima cassa di risonanza se rivolta ad
un bacino d´utenza limitato (un Paese, con il suo Palio, il
più delle volte riesce ad attirare i cittadini dei paesi vicini,
senza poter aspirare ad avere comunque un carattere almeno interregionale). Credo di poter affermare senza rischio di
smentita che a parte rarissimi casi, l’indotto raccolto da una
manifestazione di questo tipo non è certamente rapportabile allo sforzo economico ed organizzativo profuso (non
dimentichiamoci il ruolo fondamentale del volontariato in tal
senso). Quindi innanzitutto la manifestazione storica di
piazza - e per storica intendo una manifestazione in cui
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siano stati svolti un’opera approfondita di ricerca sull’avvenimento che viene rappresentato ed in cui abiti ed accessori siano realizzati seguendo fedelmente modelli originali deve, per poter crescere e divenire anch´essa un veicolo
preferenziale per la promozione di una determinata località,
perdere la sua caratteristica di evento straordinario ben
delimitato in un arco di tempo troppo breve (tra promozione
e comunicazione un qualsiasi Palio trova spazio sui mass
media locali e nazionali al massimo per un mese) ed assumere una dimensione più confacente anche a quelle che
sono le direttive in materia dettate dalla Comunità Europea,
laddove risulta chiaro che qualsiasi evento culturale debba
perdere la connotazione di ornamento o semplice intrattenimento, ed allargarsi a quello di formazione, indispensabile
dunque per lo sviluppo economico, non meno per quello
civile.
Come fare per evolversi in tale direzione? Ad esempio
coinvolgendo nell’evento gli artigiani locali, sia per la realizzazione e l’allestimento di strutture, abiti, armi, etc... ma
anche per dimostrazioni in piazza di antiche Arti e Mestieri.
In questo modo si verrebbe a creare un circuito di attività
formative in ambito artigianale durante tutto l’arco dell’anno
(pensiamo ad esempio a seminari o laboratori di sartoria,
falegnameria artistica, ecc...).
Inoltre, associando il Palio o la festa o ancor meglio
ambientandolo all’interno di un sito di rilevanza storicoambientale, verrà a crearsi automaticamente la necessità
della formazione di una nuova tipologia di operatore turistico-museale.
Portiamo ad esempio di quanto fin qui affermato il villaggio francese di Guedelon: nel cuore della Francia, più
esattamente in Borgogna, circa 50 km. a sud-ovest di
Auxerre fra i piccoli paesi di St. Sauveur en Puisaye e
Treigny, un gruppo di appassionati di Medioevo, sta letteralmente vivendo una esperienza unica fuori dal tempo: la
costruzione di un castello comitale con mezzi e tecniche del
1300. Il cantiere (raggiungibile dal capoluogo seguendo la
strada N151 fino all’intersezione con la D85, questa fino al
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cuore della Puisaye e da St. Sauveur percorrendo la D66 in
direzione Treigny) è aperto dal 1998 e da allora una trentina di operai e ‘Mastri Muratori’ stanno dando vita ad un possente castello, con Mastio (Donjon), mura merlate, torri... Si
tratta di un opera di fantasia il cui progetto è nato dalle
ricerche e con la consulenza di alcuni fra i più grandi esperti francesi in materia. Anche tutti gli utensili e materiali usati
nella costruzione vengono fabbricati in loco seguendo le
tecniche antiche. Infatti, sul sito si trovano: forni per la cottura della calce, cave dove armati di mazze gli scalpellini
estraggono e squadrano le pietre, boscaioli che raccolgono
il legname nei boschi circostanti, la fucina per l’estrazione
del ferro e addirittura un piccolo allevamento di animali per
il vettovagliamento.
Tutto ciò è stato reso possibile dalla volontà del proprietario del terreno, Monsieur Guyot, e da sovvenzioni regionali che hanno raggiunto il duplice scopo di creare posti di
lavoro e dar vita ad un luogo unico, fra lo sperimentale e il
pedagogico, di forte attrazione per studiosi, appassionati e
turisti. Certo molte cose non sono come nel medioevo, si
lavora otto ore al giorno e se le condizioni metereologiche
lo consentono (da dicembre ad aprile si ferma il cantiere),
soprattutto non ci sono prigionieri di guerra, indesiderati
politici o galeotti da torchiare!
Il completamento dell’opera è previsto per il 2023 e questo
fa capire quali erano i ritmi e le condizioni di lavoro di una
vera ‘fabbrica’ medievale: alcuni fra i più grandi capolavori
dell’architettura fortificata di dimensioni ben maggiori di
Guédelon furono completati in 4/5 anni... Per chiunque
abbia interesse a cimentarsi in un week-end di lavoro è
possibile associarsi alla ‘Association des Compagnons
Bâtisseur de Puisaye’. Se invece qualcuno vuole avere
un’idea di come sarà il maniero nel 2023 può proseguire
verso Treigny, dopo circa 5 km sarà a Ratilly, la cui fortez53
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za è autentica e risalente al periodo storico nel quale collocare Guédelon!
Alcuni dati estremamente interessanti per capire le potenzialità di un sito sperimentale archeologico qual è
Guedelon:
1) i lavori, grazie alla sempre più numerosa partecipazione di volontari o all’assunzione di manodopera altrimenti
disoccupata e quindi in parte sovvenzionata dallo Stato
Francese che ha visto nel progetto un reale mezzo per il
recupero di giovani altrimenti “a rischio”, risultano in anticipo rispetto a quelle che erano le previsioni ed il castello già
ora comincia a prendere forma. L’opera muraria è a buon
punto: si distinguono già le due torri d’ingresso fra le quali
si sta preparando lo spazio per il ponte levatoio.
2) Con 200.000 ingressi a pagamento nel 2001, il sito di
Guedelon avvicina sensibilmente, nella classifica del patrimonio-spettacolo borgognone, gli antichi Ospedali di
Bearne (sec. XV) a tutt’oggi attestati a una media di
450.000 visitatori.
3) Il Sito di Guedelon solo dopo quattro anni di attività
ha già largamente superato le previsioni di un business
plan che ha visto il proprio giro d’affari aumentare come da
seguente tabella:
- nel 1998: 2.000.000 di franchi
- nel 1999: 2.000.000 di franchi
- nel 2000: 5.000.000 di franchi
- nel 2001: oltre 10.000.000 di franchi (circa 1.500.000 di
Euro)
Questo tasso di crescita si deve ai seguenti fattori:
a) capacità di comprendere le grandi potenzialità del
patrimonio storico/monumentale della Borgogna in sede di
indotto turistico. In questo caso, la ricostruzione di un
esempio di patrimonio storico/monumentale diviene vera e
propria risorsa per tutto il territorio circostante che deve
realizzare le strutture e le infrastrutture necessarie per
accogliere le migliaia di visitatori;
b) potenzialità enormi per quanto riguarda l’occupazione. Molti posti di lavoro, nonché nuove figure occupazionali, hanno la propria ragion d’essere all’interno di un progetto di questo tipo, laddove sono molti i settori in cui si
necessita di una numerosa “manodopera” (dalla costruzione edile, alla realizzazione dell’attrezzeria), nonché di
guide turistiche con una profonda preparazione storica e
didattica;
c) attenta e vincente operazione di marketing e comunicazione, tale da convincere due fra le maggiori realtà economico/culturali francesi (“Fondazione Canal+” e “EDF 54
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Electricité de France”) a sostenere economicamente l’impresa;
d) credibilità storico/architettonica del progetto, garantita dal curriculum universitario e lavorativo dell’architetto
responsabile del progetto, membro dell’Associazione
Rempoarts, da oltre trent’anni impegnata nella salvaguardia
e nella difesa del patrimonio monumentale francese;
e) alto valore didattico del sito, in quanto ricostruzione
autentica della vita francese del XIV secolo;
f) reale opera di tutela delle arti minori e dei mestieri
artigianali laddove si intende ricostruire l’intera catena di un
cantiere medievale: il ciclo di lavorazione della pietra
(estrazione, taglio, posa, fabbricazione della calce), quello
del legno (taglio, trasporto, costruzione delle impalcature e
dell’ossatura) e del ferro (basso forno, forgiatura, fabbricazione degli utensili);
g) sistema di utilizzo “alternativo” del sito, ad esempio
come set per produzioni cinematografiche e documentari
storici.
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Il valore culturale e la promozione
turistica
gni singola Rievocazione Storica ha, al suo interno,
uno o più gruppi che, sia in fase di realizzazione
dell’evento che di promozione verso l’esterno, rivestono un ruolo fondamentale. Compagnie d’arme, gruppi di
musici e ballerini, nobili e popolani, mercanti molto spesso
sono realtà aggregative che possono – se filologicamente
realizzate e soprattutto se legate profondamente alla propria area territoriale – divenire il veicolo principale di diffusione e promozione, in quanto realtà facilmente “esportabili” al di fuori dei confini regionali. In questa breve sezione
abbiamo inteso raccogliere quei gruppi che, nel Veneto,
non sono collegati da una specifica Rievocazione Storica e
soprattutto rimangono fedeli ai principi di rigorosità ricostruttiva espressi dal Regolamento Nazionale sulla
Rievocazione Storica parzialmente riportato nella premessa
del presente studio. Tali gruppi rappresentano ad un tempo
una reale opportunità di crescita qualitativa per le
Rievocazioni Storiche venete (che possono rivolgersi a loro
per consulenze o partecipazioni dirette) e di promozione in
Italia e all’estero di autentici spaccati della storia e dell’identità della nostra regione. Ci teniamo a precisare che di
gruppi ed associazioni nel Veneto ce ne sono molte di più e
che, se nella presente indagine queste non vengono citate,
è solamente perché non rientrano nei canoni espressi dal
regolamento nazionale di Rievocazione Storica.
Abbiamo suddiviso i gruppi per epoca storica:
O
ANTICA ROMA
I Legio Italica - Villadose
È stata fondata nel 1996 su un’idea di Sandro Maragno,
per ricordare la legione reclutata dall’imperatore Nerone nel
79 d.C. La legione è costituita da un gruppo di persone interessate a studiare, ricostruire e presentare al pubblico il
modo di vivere e di combattere dei legionari romani.
L’iscrizione è aperta ad appassionati di storia romana, artigiani che intendono proporsi nelle varie ricostruzioni e a chi
si vuole cimentare in prima persona nella vita legionaria.
Per essere ammessi alla Legio I Italica occorre fare domanda al Presidente e al Centurione in comando e tesserarsi.
Chi viene accettato nella legione deve assumere il suo
nome romano e partecipare al rito di ingresso durante il
quale deve dimostrare di avere un minimo di conoscenza
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della storia delle legioni romane e sul loro armamento. Al
termine del rito avviene una simbolica consegna delle armi
e rilasciata una speciale tessera. La legione si riunisce
almeno una volta al mese per:
- approfondire le conoscenze sulla storia dell’esercito romano
- fare esercitazioni di marcie e combattimento
- progettare e costruire l’equipaggiamento
Durante la rievocazione è possibile ammirare nel foro
romano di Villadose, l’accampamento dei legionari dotato di
tutto l’equipaggiamento per il combattimento e la vita quotidiana. Dormono in tenda e mangiano il pulsum, il tipico
minestrone dei legionari romani. Sono disponibili per spiegazioni didattiche al pubblico e per esibizioni di marcia e di
combattimento.
Per contatti: Gruppo Archeologico Villadose (Piazza Aldo
Moro 1, 45010 Villadose RO, Tel. 0425 31263, e-mail: [email protected])
MEDIO EVO (XI - XIV secolo)
Compagnia de’ Peon - Conegliano Veneto
La Compagnia de’ Peon si costituisce nel 1995 dalla
comune passione dei suoi fondatori per la storia medievale,
in particolare per le figure, poco note e considerate, dei
fanti comunali del XIII secolo.
Da subito la Compagnia ha modo di farsi apprezzare nei
vari eventi a carattere medievale per la particolare cura dei
propri abiti ed accessori e per la sua struttura espositivodidattica; infatti lo scopo del gruppo è la divulgazione di
notizie e curiosità su usi e costumi, civili e militari, del 1200
cercando di sfatare quei luoghi comuni sul Medioevo che
fanno ormai parte dell’immaginario collettivo.
Il pubblico si avvicina al campo del Peon per “entrare”
nella vita quotidiana di un attendamento di fanti duecenteschi: può vedere le molte armi offensive e difensive ricostruite dopo attente ricerche e ricevere brevi spiegazioni sul
loro utilizzo; la cucina dove le donne preparano pietanze
sulla base di ricette originali dando vita ad un desco “povero” adattato al ceto sociale che rappresentano: le tende con
semplici giacigli sistemati sulla paglia ove soldati e donne
dormono e custodiscono i loro pochi averi; l’abbigliamento
civile dell’epoca.
In questi anni di attività la Compagnia non ha mai smesso di crescere dal punto di vista della ricerca storica e del
miglioramento costante delle proprie attrezzature e dotazioni (abiti, accessori, materiale da campo, armi, suppellettili,
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ecc.) ed ora il campo può allestire 2 tende di 5x6 mt. ove
dormono i membri della compagnia, 1 tenda di 5x6 mt. che
funge da punto d’incontro/mensa, 1 tenda di 2,5x2,5 mt.
dedicata alle necessità della cucina da campo, composta di
bracieri, griglia, tavoli da lavoro ed accessori vari; infine l’esposizione delle armi.
Per contatti: Compagnia de’ Peon (via Benvenuti 20, 31015
Conegliano TV, Tel. 0438.35731, e-mail: [email protected])
Cavalieri del Drago - Castelfranco Veneto
La Compagnia d’arme è nata per la passione verso il
Medio Evo e, in special modo, per l’arte del combattimento
nel XII e XIII secolo. Ben presto l’attenzione del gruppo si è
spostata verso la living history, cioè la riproposizione fedele della vita civile e militare del 1200 in Veneto. La compagnia è equipaggiata quindi sia per la ricostruzione di battaglie, duelli con spade, spade e scudi, mazze, fruste, asce e
pugnali ma anche per l’allestimento di un museo vivente
della storia veneta in pieno XIII secolo.
Fra le tende dei Cavalieri del Drago si possono ammirare l’armeria, la cucina, i pagliericci... Interessante anche la
collaborazione che la compagnia ha con istituti scolastici,
enti ed associazioni culturali. Cura dei particolari, cura dei
combattimenti, ricostruzioni di esemplari di armi realmente
esistite sottolineano la serietà dei componenti del gruppo.
Proprio per questi motivi dal 2000 i Cavalieri del Drago
fanno parte del C.E.R.S. (Consorzio Europeo Rievocazioni
Storiche). Inoltre i Cavalieri del Drago sono stati scelti da
S.A.I.R. il Principe Wilhelm Hohenzollern von Preussen
come III compagnia della sua Guardia Personale, e per
questo motivo la compagnia si muove in alcune occasioni
con il Principe stesso nelle sue numerose uscite ufficiale
(Egli è infatti il Presidente del Corpo Diplomatico Europeo).
Per contatti: Cavalieri del Drago (Mauro Guidolin, Tel.
338.7863767,
e-mail: [email protected])
Militares Silvarum - Castello di Zumelle, Mel
La Milizia della Selva pone la propria massima coerenza
storica, non solo nella autenticità artigianale dei costumi e
delle armi che ogni miliziano ha come bagaglio, ma anche
nella riproposizione di modi e stili di vita dell’epoca.
Pertanto è in grado di offrire vari tipi di spettacoli, dalle lotte
per le investiture alla rievocazione del periodo delle crociate, alle battaglie tra guelfi e ghibellini, per giungere ai più
spettacolari duelli d’onore o persecuzioni all’eresia. Per una
maggiore partecipazione del pubblico offre l’allestimento
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del campo militare con relativi banchi delle armi e dei
mestieri. Da sottolineare che Militares Silvarum è il gruppo
che ha curato l’allestimento e l’animazione a scopo didattico del Castello di Zumelle.
Per contatti: Militares Silvarum (Max, Tel. 0347.9825532 o
Marco, Tel. 0347.1225529 - Fax 0422.269000)
Asinaria Festa - Venezia
Ensemble di Musica Medievale che comprende tre musicisti, un cantore/giullare ed una ballerina. Il gruppo affonda
le radici nella tradizione Medievale tipica del musico da
festa popolare, che animava mercati e taverne con musiche, danze e irriverenti giullarate nei confronti dei potenti. Il
nome stesso dell’ensemble prende il nome dalla graffiante
parodia liturgica di uno dei più sconcertanti rituali della
Chiesa medioevale, occasione ideale per cogliere la complessità simbolica di una festa cristiana. Il repertorio svaria
dalle canzoni dei trovatori (sec. XII - XIII), a brani dal
Codex “Carmina Burana” (sec. XIII) alle Cantigas de Santa
Maria (sec. XIII) all’“Ars Nova” italiana e francese (F.
Landini, G. de Machaut, Ph. De Vitry, ecc.); balli francesi ed
italiani medievali del sec. XIII - XIV.
Per contatti: Asinaria Festa (Flavio “Nirjan” Corvisieri, Cell.
349.7875683, e-mail: [email protected])
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BASSO MEDIO EVO / RINASCIMENTO (XV – XVI secolo)
Serenisimo Tribunal de l’Inqusithion
Il Serenisimo Tribunal de l’Inquisithion è un’associazione culturale in costume d’epoca, fondata nel 1993 dal
Doxe de li Nicoloti, Mario Andreoli, per la tutela e la divugazione della memoria storica di Venezia. Finalità del
Serenisimo Tribunal de l’Inquisithion è la realizzazione di
spettacoli e rievocazioni storiche in onore dei grandi personaggi e degli avvenimenti che hanno concorso alla storia e
alla grandezza della Repubblica Serenissima di Venezia.
Tra gli spettacoli di maggior successo realizzati dal
Tribunal, c’è sicuramente il “Processo a San Francesco”,
tentativo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la
tematica del rispetto dell’ambiente e la salvaguardia dell’ecosistema universale attraverso un fantomatico dibattito tra
le autorità veneziane ed il Santo Patrono d’Italia, ambientato attorno al 1220, epoca nella quale si presume San
Francesco d’Assisi fosse approdato nella laguna veneta.
Tale dibattito verte sull’enunciazione dei princípi che in
seguito avrebbero portato alla stesura del “Cantico delle
Creature”: tra questi sicuramente non manca un messaggio
“ambientalistico”, l’esortazione al rispetto della natura Creato Divino - e la considerazione di come, senza tale
rispetto, l’uomo metta a repentaglio la propria esistenza. A
seconda dello spazio scenico disponibile, il Serenisimo
Tribunal de l’Inquisithion è in grado di offrire diverse tipolo-
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gie di spettacolo storico, legate comunque sempre alla
Repubblica Serenissima di Venezia fra il XIII e il XVIII secolo. Questo è possibile grazie alla varietà dei suoi vari componenti. Il Tribunal annovera infatti personaggi in abito civile o militare, musici, artigiani e combattenti.
Per contatti: Serenisimo Tribunal de l’Inquisithion (San Polo
2322, 30125 Venezia, Tel. 041.5241243, e-mail: [email protected])
Associazione Storica “Città del Grifo”
L’Associazione rappresenta un accampamento medievale vicentino della Repubblica Serenissima di Venezia (1440
-1420) ed è sorta nel 1996 dalla passione di alcuni amanti
del Medio Evo. Al campo viene proposto uno spaccato di
vita dell’epoca con l’allestimento di tende ed esposizione di
armi, scudi e attrezzerie, nonché la presenza di fanti, balestrieri e cavalieri. Le donne contribuiscono alla vita quotidiana con mansioni più umili, quali la preparazione del
desco o il confezionamento di maglie di ferro o quadrelle da
balestra. La specialità della compagnia è il Tiro con balestra gotica, detta “manesca”, che consiste in tiri singoli o di
bordata da una distanza che può variare dai 20 ai 50 metri.
L’Associazione, che non è a scopo di lucro, ha la sede nella
rocca
scaligera
del
Castello
di
Arzignano.
Le riunioni si svolgono ogni primo mercoledi del mese, l’iscrizione al gruppo è aperta a tutti.
Per contatti: Associazione Storica “Città del Grifo” (Piazzale
della Vittoria 23, 36071 Castello di Arzignano VI, Cell.
335.7043.222, e-mail: [email protected])
EPOCA NAPOLEONICA
9 Régiment Demi-Brigade d’Infanterie Légère Verona
Il gruppo ricostruisce il Reggimento fondato nel 1788 dal
Col. Joseph de Baroussel. La compagnia, che ha sede a
Verona e si addestra generalmente presso il Forte Ardietti
di Peschiera del Garda, raccoglie elementi provenienti da
tutta Italia e fa capo alla Compagnia internazionale con
sede in Inghilterra. La Novieme abbraccia in pieno le regole della Rievocazione Storica più rigorosa, che richiede la
massima cura anche nel più piccolo dettaglio (il re-enactor
più appassionato rifiuta persino di bere se servito in un bicchiere di plastica). Fin dal primo momento dell’addestramento si è trascinati indietro nel tempo, fra soldati, vivandiere, ordini in francese, pasti in comune nella stessa pentola, vivendo un’esperienza unica e irripetibile.
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All’addestramento formale seguono esercitazioni con
marce, simulazioni di battaglie, rastrellamenti e scaramucce. Infine la Novieme partecipa a numerose manifestazioni
in tutta Europa ove, generalmente, è ospitata dalle
Amministrazioni locali in splendide fortezze o in accampamenti filologicamente realizzati.
Per contatti: 9 Régiment Demi-Brigade d’Infanterie Légère
(via Scuole 26, 37026 Settimo di Pescantina VR, Tel.
347.5213523 e-mail: [email protected])
Iª GUERRA MONDIALE
Sentinelle del Lagazuoi
Questo è un gruppo eterogeneo e spontaneo di collezionisti di militaria, di appassionati di montagna, di appassionati di storia. L’avventura delle Sentinelle del Lagazuoi inizia nel Luglio del 1998 quando in occasione dell’inaugurazione del Museo all’aperto del Monte Lagazuoi, teatro di
eventi bellici dal 1915 al 1917, venne chiesto ad alcuni collezionisti di militaria se fossero disponibili a presenziare
alle varie cerimonie indossando uniformi d’epoca italiane ed
austriache. Cominciò così il “reclutamento” di amici collezionisti e non, conoscenti, colleghi di lavoro con un qualche
interesse nella cosa, e dopo averli ben rivestiti di uniformi
ed armi, quella fatidica ultima domenica di Luglio il gruppo
si insediò nelle postazioni e nelle baracche ai piedi del
Lagazuoi, ottimamente ricostruite per l’occasione dagli
Alpini italiani e dai Gebirgsjäeger tedeschi e “arredate” con
materiale d’epoca come scudi da trincea, telefoni, lanterne,
barelle, ecc. Il pubblico rispose con entusiasmo all’iniziativa, e così è nata l’idea di riproporre, una volta all’anno, sul
Lagazuoi od in altre zone alpine che furono coinvolte nei
fatti della Grande Guerra, questo tipo di presenza in modo
minore o maggiore. Il gruppo non è un’associazione riconosciuta e non è a fini di lucro, il numero dei partecipanti è
variabile visto che tutti lo fanno spontaneamente e compatibilmente con i propri impegni personali.
Per contatti: Sentinelle del Lagazuoi (via Benvenuti 20,
31015 Cone-gliano TV, Tel. 0438.35731, e-mail: [email protected])
SPETTACOLO E ANIMAZIONE
Cavallo & Company
Cavallo & Company nasce nel 1992 da un gruppo di
amici accomunati dalla passione per l’equitazione ed è
ormai diventata un punto di riferimento ogni qual volta si
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parli di spettacoli equestri di pregio. Attualmente l’organico
conta una trentina di persone tra cavalieri, costumisti,
addetti all’organizzazione e alla gestione delle manifestazioni. Cavalli preparatissimi, splendidi costumi reperiti nei
paesi d’origine o riprodotti fedelmente, colonne sonore con
musiche ed effetti che seguono passo a passo le esibizioni,
rendono gli spettacoli delle originali opere teatrali a carattere equestre. Cavallo & Company può vantare la partecipazione ai maggiori appuntamenti di settore degli ultimi
anni, quali il Galà d’Oro del Centenario della Fieracavalli di
Verona 1998, lo spettacolo equestre al Medicavalli di
Palermo 2001 e, sempre nel 2001, la partecipazione al Galà
serale di Fieracavalli, con la regia di Flavio Togni ed
Antonio Giarola. Il Torneo di “Cavallo & Company” comprende una serie di prove fra i cavalieri medievali che si sfidano nella Giostra del Saracino, alla presa degli anelli, al
lancio del giavellotto.
Per contatti: Cavallo & Company (via G. Verdi 63, 31046
Oderzo
TV,
Tel.
0422.815388,
e-mail:
[email protected])
Hocus Pocus - S. Maria di Sala
Hocus Pocus di S. Maria di Sala è il classico duo di giullari della tradizione medievale tipica soprattutto dell’area
veneto-padana. Giochi di magia, animazione sui trampoli,
numeri di giocoleria con coltelli, clave o palle, esibizioni con
il fuoco, tutto quanto era nel “bagaglio” spettacolare di un
giullare da piazza del XII o XIV secolo lo si ritrova negli
spettacoli di Hocus Pocus. Se l’attività del duo è poliedrica
e si sposta anche in altri campi, quali l’attività circense,
quando si tratta di esibizioni in ambito storico tutto viene
riprodotto seguendo precise ricerche iconografiche. Dagli
abiti alle calzature, dagli strumenti agli attrezzi, tutto viene
realizzato ed utilizzato con grande aderenza alla realtà storica di un tempo.
Per contatti: Hocus Pocus (Alessandro Martello, via Vittorio
Emanuele II 155, Legnaro PD, Tel. 349.6353947, e-mail:
[email protected])
Gruppo Sbandieratori “Città di Feltre”
Una cosiderazione a parte riguarda il mondo degli sbandieratori, che qui viene rappresentato dal Gruppo
Sbandieratori “Città di Feltre”, attivo fin dal 1983.
Nonostante la figura dello sbandieratore non abbia una
matrice storica antica, almeno per come la vediamo oggi
(l’abilissimo ”atleta giocoliere” che si esibisce con numeri di
alta acrobazia, magari facendo piroettare più bandiere alla
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volta, nasce nel XIX secolo e nulla a che vedere con
l’Alfiere Bandierante, Ufficiale Militare del tardo Medio
Evo), si può comunque affermare che tale figura ha acquisito un proprio importante ruolo all’interno delle manifestazioni in costume. Gli Sbandieratori feltrini, pur se scevri da
precise connotazioni storico/ricostruttive, si fanno comunque accompagnare nelle proprie esibizioni da un corteo di
figuranti in abito quattrocentesco, che li lega indissolubilmente all’evento che rappresentano: il “Palio di Feltre”.
Ulteriore richiamo di tale manifestazione sono le bandiere
recanti gli stemmi dei quattro quartieri che ad agosto
gareggiano per lo storico Palio: Santo Stefano, Port’Oria,
Castello e Duomo.
Il Gruppo Sbandieratori “Città di Feltre” ha partecipato a
rievocazioni storiche, cerimonie ufficiali, inaugurazioni ed
eventi importanti in Italia, Francia, Belgio, Cecoslovacchia,
Austria e Svizzera. È formato da una cinquantina di elementi che propongono al pubblico l’intero repertorio di bandiera: “singolo”, “coppia”, “piccola squadra” (da 4 a 6 elementi) e “grande squadra” (anche oltre 10 elementi insieme). Tutti gli spettacoli sono accompagnati da musiche
appositamente composte, il cui repertorio ne conta oltre
una ventina.
Per Contatti: Gruppo Sbandieratori “Città di Feltre”(Michele
De Carli, Tel. 328.1645749, Fax 0439.840311)
Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche - Venezia
Il CERS nasce nel 1997 come libera associazione di
gruppi operanti nella Rievocazione Storica in tutta Europa.
Annovera al momento circa 90 soci provenienti da tutto il
continente. Il CERS è sorto in primis con due scopi:
1) ottenere il riconoscimento della Rievocazione Storica
come precisa espressione culturale e didattica da parte del
Governo Italiano e della Comunità Europea. Per questo
motivo ha svolto un’attenta e scrupolosa selezione fra i
gruppi e le associazioni operanti nel settore al fine di evidenziare quanto più possibile la differenza tra “Archeologia
ricostruttiva” e “Festa paesana in costume”;
2) sensibilizzare l’opinione pubblica e le Amministrazioni
preposte verso la tutela del patrimonio storico/ambientale e
la trasformazione di tale patrimonio in risorsa turistico/culturale.
Il CERS opera in due diversi settori strettamente collegati fra loro: l’esibizione di piazza, laddove è in grado di
realizzare qualsivoglia spettacolo storico, e la gestione di
laboratori o animazioni di didattica museale e/o extrascolastica, con allestimento di mostre, organizzazione di conve64
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gni, seminari, pubblicazione di cataloghi e saggi storici.
L’attestato di gran lunga più prestigioso del CERS, è rappresentato senz’altro dalle parole con cui il Presidente
della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha
espresso il proprio “…vivo apprezzamento per l’importante
opera di studio che il Consorzio Europeo Rievocazioni
Storiche svolge a favore della ricerca storicoarcheologica…” (da lettera inviata il 3 maggio 2002 dalla
Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica) e
sottolineato altresì come l’iniziativa del CERS “…rappresenta un’occasione per riflettere sulla necessità di rafforzare la consapevolezza delle nostre radici storiche. Il dovere
della memoria consente di riannodare i legami fra il passato, il presente e l’Europa che stiamo costruendo, una unione che nella Carta dei Diritti rilancia e rafforza la garanzia
della dignità, della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della cittadinanza, della giustizia. Dalla consapevolezza
degli avvenimenti del passato deve crescere l’impegno
degli Stati e dei Popoli nella ricerca comune delle vie dello
sviluppo e della pace nel confronto, nel dialogo e nella
cooperazione….” (da telegramma inviato al Presidente del
CERS dal Capo dello Stato in persona, l’11 maggio 2002).
Per contatti: CERS (San Polo 2322, 30125 Venezia, Tel.
041.5241243, e-mail: [email protected])
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Proposte sinergiche
’ultima sezione di questo studio è quella “propositiva”,
dove si cerca di fornire uno strumento ideale per la
crescita qualitativa delle Rievocazioni Storiche nel
Veneto, riassumendo alcune considerazioni fondamentali
intorno alle quali si dovrebbe realizzare un’evento rievocativo.
L
1) Credibilità storico-ricostruttiva.
Si deve operare una seria ricerca storico/iconografica
sulla base della quale realizzare abiti, attrezzerie ed accessori della Rievocazione Storica. Una presentazione, anche
sotto forma di opuscolo, delle caratteristiche principali dell’epoca che viene rievocata diviene certificato di serietà ricostruttiva e, ad un tempo, strumento per una migliore comprensione del pubblico di ciò che è chiamato ad assistere.
Facendo un esempio pratico, riportiamo di seguito quanto il
CERS ha evidenziato sulla guida della Battaglia di Tassera,
manifestazione realizzata con il Contributo della Regione
Lombardia ad Alserio. Con l’ausilio di alcune immagini fotografiche di re-.enactors filologicamente attrezzati, si è potuto far vedere agli spettatori gli elementi tipici dell’abbigliamento maschile, femminile, civile e militare del XII secolo.
Il soldato del XII secolo
Nell’immagine viene mostrato com’era equipaggiato un
cavaliere italiano del XII secolo.
L’usbergo (osbergum), cioè la difesa realizzata in maglia
di ferro, protegge praticamente tutto il busto e la testa, fino
alle ginocchia. Particolare dell’abbigliamento militare del
1100, l’usbergo spesso si portava sopra la “cotta d’armi”,
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cioè la veste in stoffa che, portata successivamente all’esterno, serviva ad identificare “araldicamente” il combattente. Come armi, il cavaliere porta una spada (spatam) con
elsa a croce (tutto nel Medio Evo aveva una propria precisa connotazione etica, filosofica o religiosa: una spada
rovesciata, infatti, offerta al proprio signore o, in caso di
sconfitta, all’avversario assume l’aspetto della croce).
È equipaggiato anche con una particolare arma in asta,
un “alighiero da guerra”, terribile arma dalla doppia valenza
che, grazie alla presenza di un uncino, può sia perforare
che strappare oppure disarcionare un uomo a cavallo.
A proteggere il capo, sopra l’usbergo, porta l’elmo e
come difesa uno scudo che per le regioni italiane del nord
aveva la parte superiore tagliata orizzontalmente.
La maglia di ferro
L’usbergo era formato da circa 20.000 anelli chiusi ad
uno ad uno da un ribattino. Ogni anello veniva intrecciato,
mentre era ancora aperto, con altri quattro anelli. Poi veniva ribattuto così da chiudersi. Il peso di una tale “armatura”
si aggirava intorno ai 10/15 chilogrammi. Oggi non conosciamo con esattezza il processo di lavorazione della
maglia di ferro. Per questo motivo, e anche perché è estremamente difficile trovare un artigiano che possa dedicare il
tempo necessario a tale processo di fabbricazione, la maggior parte degli usberghi utilizzati nelle rievocazioni storiche, pur riproducendo con una certa fedeltà pesi e dimensioni, non presentano più anelli “ribattuti”, ma più semplicemente “aperti” (richiusi, cioè, con una pinza senza alcun
perno di fissaggio).
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L’abbigliamento civile maschile
L’immagine mostra come si poteva presentare un uomo
del XII secolo, di medio lignaggio, in una stagione “di
mezzo”.
In questo caso, laddove non ci si doveva proteggere dall’eccessivo caldo o freddo, sopra la “biancheria intima”,
costituita da camicia e mutande di lino o cotone, un uomo
era solito portare le calze-brache (lunghe calze, in questo
caso di lana, allacciate alla fettuccia con cui si chiudevano
sul davanti le mutande), la tunica e una mantellina con cappuccio. Appeso alla cintura portava con sé, racchiuso nella
“scarsella”, tutto l’occorrente per la vita quotidiana: soldi,
un cucchiaio di legno od osso, qualche piccolo utensile.
Immancabile anche il coltello, che l’uomo utilizzava per
tagliare il cibo e portarlo alla bocca (la forchetta infatti,
ritratta già in alcune miniature dell’XI secolo, entrerà a far
parte con sicurezza delle posate “personali” dei commensali solamente a partire dalla fine del XIV secolo).
L’abbigliamento femminile
Una donna di ceto medio indossava sul capo un velo,
chiamato “sciugatoio”, abbastanza ampio da coprire il capo
e le spalle. All’epoca, a seconda della stoffa con cui lo sciugatoio era realizzato o se questo presentava o meno ricami
decorativi, questo capo d’abbigliamento poteva fornire
immediatamente il ceto della donna che ci si trovava di
fronte. Sulla camicia in lino veste una particolare tunica, la
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“gonnella”, stretta in vita da una cintura in tessuto. La
donna, evidentemente per il gran caldo, indossa le “pianelle” (zoccoli in legno e cuoio) a piedi nudi, senza quindi
indossare le calze (che arrivavano circa al ginocchio, dove
venivano fissate con un laccetto) né le scarpe (o “calighe”)
di pelle.
Questo tipo di presentazione, valida ovviamente per tutti
i periodi storici, da un lato rende più partecipe il pubblico e
dall’altro lo spinge, una volta, tornato a casa, ad approfondire ancora di più lo studio della propria storia.
2) Spettacolarizzazione dell’evento rievocativo
L’enorme potenziale di alcune Rievocazioni Storiche,
filologicamente realizzate anche con grande dispendio di
energie e risorse, viene spesso vanificato da evidenti gravi
lacune dei protagonisti - per lo più, è bene ricordarlo, volontari e non professionisti - per quanto riguarda l’aspetto recitativo/spettacolare. Quante volte un magnifico cavaliere ha
fatto sorridere gli spettatori non appena ha aperto bocca
per proclamare un editto o lanciare i propri uomini in battaglia? Due soluzioni a tale problema sono
- l’affidarsi a professionisti sia per quanto riguarda la
Direzione Artistica, che la Regia e la recitazione dei ruoli
principali;
- organizzare dei veri e propri work-shop, dei corsi di formazione su recitazione, mimica e movimento a cui far partecipare i principali protagonisti della manifestazione.
3) Comunicazione e promozione
Anche in questo campo entra in gioco il professionismo.
Laddove non arriva la buona volontà dell’organizzatore
(spesso parte di un Amministrazione Comunale e/o di una
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Pro Loco) può invece arrivare la competenza di un Addetto
Stampa e Pubbliche Relazioni professionista, in grado di
creare intorno alla manifestazione – una volta, chiaramente, che questa offra le dovute garanzie di qualità – il giusto
clima di aspettativa che porta al conseguente interessamento degli organi di stampa.
In pratica, le Rievocazioni Storiche non possono prescindere dalle regole elementari di qualsiasi evento mediatico culturale: devono garantire un prodotto di qualità, dalle
caratteristiche specifiche ben delineate (in questo caso l’aderenza storica), e dalla solida macchina promozionale.
Questo comporta ovviamente un investimento economico,
in parte assorbito dalla presenza del volontariato (se accuratamente guidato da un professionista) e in parte copribile
dall’indotto che si verrebbe a creare se i singoli eventi si
potessero configurare all’interno di una politica di coordinamento a regia regionale.
Una proposta di struttura gestionale: il G.E.I.E.
Si deve ora esaminare quale tipo di struttura riesca, riordinando questo “mosaico” di rievocazioni storiche, a creare
un vero e proprio “sistema” di itinerari tematici storico/culturali che, attraverso il raggruppamento di Rievocazioni
Storiche e di visite guidate a siti di rilevanza
storico/ambientale,
divenga
(così
come
per
la
“Romantische Strasse”, o “I Castelli della Loira” o “I Castelli
del Reno”) meta di
uno specifico indotto turistico di
medio/alto livello.
In tal senso si propone in questa sede una particolare
struttura a partecipazione pubblica e privata, un G.E.I.E.
(Gruppo Europeo di Interesse Economico, società no-profit
di Diritto Comunitario) che organizzi e gestisca tale sistema
in sintonia con gli indirizzi della Regione.
A tale proposito si rimanda al supplemento allegato in
cui viene meglio descritto cos’è il G.E.I.E.
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Massimo Andreoli
Nato a Venezia il 9 aprile 1966, ha lavorato come giornalista per diverse testate locali, ideatore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi locali e nazionali, responsabile dell’Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni di Festival
Musicali, Mostre Internazionali e Istituzioni Culturali veneziane.
Si è avvicinato fin da ragazzino al mondo della
Rievocazione Storica, comprendendone ben presto l’enorme potenziale culturale e promozionale.
Dal 1997 è Presidente del Consorzio Europeo Rievocazioni
Storiche con il quale opera, oltre che negli eventi di piazza,
nell’allestimento di Mostre storiche in Italia e all’estero,
nella realizzazione di laboratori didattici per scuole e
musei, nonché di saggi e documentari sulla storia d’Europa
per diversi network televisivi.
Nel 1999 ha ricevuto dalla Città di Abano Terme il premio
“Nino Bolgan” per aver ideato e diretto il Festival Europeo
di Rievocazioni Storiche “Città di Venezia” e nel 2001 è
stato insignito, con pubblica cerimonia svoltasi a Palazzo
Vendramin Calergi di Venezia, il titolo di Cavaliere di Gran
Croce del Sovrano Militare Ordine della Corona di Prussia
per l’impegno profuso nella tutela della memoria storica
europea.
Il 12 aprile 2003, la Constatiniam University Rhode Island
(USA) gli ha conferito la laurea Honoris Causa in “Scienze
dello Spettacolo”
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Rievocazioni Storiche del Veneto - Anno 2002 (2003)
PROV. LOCALITÁ
NOME
DATA
EVENTO RIEVOCATO
RECAPITO
BL
Feltre
Palio di Feltre
28 luglio
4 agosto 2002
(27 luglio
3 agosto 2003)
Rievocazione del XI°sec.
(consegna delle chiavi
della città al podestà veneziano)
A.T.F. – Palio di Feltre
Via Mezzaterra, 39
32032 Feltre
Tel. / Fax 0439.2320
BL
Valle di Cadore
Borgata Costa
Viaggio nel Passato
20-21 luglio 2002
(19-20 luglio 2003)
Rievocazione di fine ‘800
Zumelle (Mel)
Fiera della Perdonanza
10-12 agosto
2002
(12-13 luglio 2003)
Rievocazione dell’antica
Fiera del XIII secolo
BL
PD
PD
PD
PD
Arcella
Arcella
Rievocazione Storica
Palio di S. Antonin
Baone
Monte Gemola
Villa Beatrice
Festa Medievale
Borgoricco
Terra di Storia
12 giugno 2002
(giugno 2003)
7 settembre 2002
(settembre 2003)
19-26 maggio 2002
(data da definirsi)
20-31 maggio 2002
(16-18 maggio 2003)
Rievocazione passaggio e
morte di S. Antonio
Palio dedicato a S. Antonio
Ufficio Turistico
Valle di Cadore
Via XX Settembre, 78
32040 Valle di Cadore
Tel. 0435.501527
Castello di Zumelle
Via S. Donà, 4
32026 Mel (BL)
Tel. / Fax 0437.747049
Ass. Palio Arcella
c/o Donato Zanetti
Via Ottorino Respighi, 9
35100 Padova
Tel. 049.606018
Fax 02.700416665
Ass. Palio Arcella
c/o Donato Zanetti
Via Ottorino Respighi, 9
35100 Padova
Tel. 049.606018
Fax 02.700416665
Antichi mestieri,
manifestazioni folcloristiche,
rievocazioni storiche
Comune di Baone
Piazza XXV Aprile, 1
35030 Baone (PD)
Tel. 0429.2931
Fax 0429.602273
Rievocazione storica d’epoca
romana – Nel 2003 il tema è:
“Profumi e sapori dell’epoca
romana”
Pro Loco
c/o Gianfranco Codogno
Via Roma, 91/bis
35010 Borgoricco (PD)
Tel. 049.5798701
Fax 049.9335726
PD
Cervarese Santa Croce Palio delle Contrade
di Trambaque
26-28 maggio 2002
(31 maggio
1 giugno 2003)
Gruppo Voci dal Medio Evo
c/o Comune Cevarese S. C.
Via Montemerlo
35030 Cervarese S. Croce
Tel. 049.9903302
PD
Cittadella
Voci dall’Evo di Mezzo
21-22 settembre
2002
(27-28 settembre 2003)
Pro Cittadella
Via Guglielmo Marconi, 3
35013 Cittadella
Tel. 049.5970627
PD
Due Carrare
Una Notte al Castello dei
Carraresi
Cent’anni di Volitudine
9 agosto 2002
(ogni secondo sabato di
giugno, luglio e agosto)
Vita al Castello di San Pelagio
nel XIV Secolo
Nel 2003: eventi celebrativi per
il Centenario del I Volo documentato
PD
Este
Giornate Medievali “Alla
Corte degli Estensi”
e “l’Edizione dell’Elezione
del Doge Contarini“
9-23 giugno 2002
(elezione del Doge:
27 aprile 2003
giornate medievali:
giugno 2003)
Comune di Este
Elezione a Doge di Alvise
Contarini il 26 agosto del 1676 Assessorato al Turismo
Piazza Maggiore, 6 - 35042 Este
Per giornate medievali:
Tel. 0429.600462
Per elezione del Doge:
Tel 0429.617529
PD
Monselice
Giostra della Rocca
8-15 settembre 2002
(7-14 settembre 2003)
Passaggio a Monselice di
Federico II nel 1239
PD
Montagnana
Palio dei 10 Comuni
1 settembre 2002
(7 settembre 2003)
PD
Montegrotto
Il Tempo di Berta
6-8 settembre 2002
(da definirsi)
PD
Padova
Padova Medievale
21-22 settembre 2002
(20-21 settembre 2003)
Museo dell’Aria
di San Pelagio
Via San Pelagio, 34
35020 Due Carrare (PD)
Tel. / Fax 049.9125008
Ente Palio
Via Ghiacciaia, 2/b
35043 Monselice
Tel. 0429.73478
Comitato Palio 10 Comuni
C.P. 16
35044 Montagnana (PD)
Tel 0429.80048 / 807161
Soggiorno padovano
dell’Imperatore Enrico IV
(1050-1106)
Pro Loco c/o Palazzo Turismo
(Salvatore Negro)
Via Scavi
35036 Montegrotto Terme
Tel. 347.1968070
Comune di Padova
Assessorato al Turismo
Via VIII Febbraio
35122 Padova Tel. 049.8758378
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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PROV. LOCALITÁ
NOME
DATA
EVENTO RIEVOCATO
RECAPITO
PD
Trebaseleghe
Fiera dei Mussi Rievocazione
apertura della Fiera
7 settembre 2002
(7 settembre 2003)
Apertura Fiera da parte della
Famiglia Tempesta nel XIV
secolo
Comune di Trebaselghe
Assessorato alla Cultura
P. Principi di Piemonte, 12
35010 Trebaseleghe (PD)
Tel. 049.9385032
RO
Arquà Polesine
Palio del Saracino
30 maggio
2 giugno 2002
(maggio 2003)
Rievocazione storica
dell'ingresso in città di
Lucrezia Borgia
Maggio Arquatese
c/o Comune Arquà Polesine
Via Castello, 2
45031 Arquà Polesine (RO)
Tel. 0425.91051
Fax 0425.91766
RO
Villadose
Mercato della Centuriazione
Romana
31 agosto
1 settembre 2002
(30-31 agosto 2003)
Ricostruzione di un mercato
d’epoca romana
Gruppo Archeologico
Villadose
Piazza Aldo Moro, 1
45010 Villadose (RO)
Tel. 0425.31263
TV
Asolo
Palio della Regina
15 settembre 2002
(settembre 2003)
Rievocazione dell’ingresso in
città di Caterina Cornaro nel
1489
Comune di Asolo
Assessorato al Turismo
31030 Asolo (TV)
Tel. 0423.524637
Fax 0423.950130
TV
Borso del Grappa
Rosales et Vindemiales
7 aprile 2002
(settembre 2003)
Rievocazione tardo-romana
Cons. Promozione Turistica
Via Turazza, 7
31100 Treviso
Tel. 0422.541052
Fax 0422.540366
TV
Cappella Maggiore
Palio delle Contrade
21 luglio 2002
(settembre 2003)
Palio con cavalli
Comune Cappella Maggiore
Assessorato al Turismo
31012 Cappella Maggiore
Tel. 0438.9321 / 580333
TV
Castelfranco Veneto
Gioco del Pallone
31 agosto
1 settembre 2002
(6-7 settembre 2003)
Partita a Calcio Storico
Comitato Palio di
Castelfranco
Via G. Bonifacio, 15
31033 Castelfranco Veneto
Tel. 0423.493774
TV
Castelfranco Veneto
Palio del Castel d’Amore
7-8 settembre 2002
(13-14 settembre
2003)
Palio ispirato al periodo di
autonomia di Castelfranco
(tra il XII e XIV Secolo)
Comitato Palio di
Castelfranco
Via G. Bonifacio, 15
31033 Castelfranco Veneto
Tel. 0423.493774
TV
Cison di Valmarino
Una Piazza per la Storia
Veneta
28-29 settembre
2002
(27-28 settembre
2003)
Manifestazione rievocativa:
tornei in armi, a cavallo e a
piedi, attendamento degli
armigeri, villaggio medievale,
mostra storica
Associaz. Claudia Augusta
Via Brandolini, 29
31030 Cison di Valmarino
Tel. 0438.976091
[email protected]
TV
Cison di Valmarino
Antichi Mestieri
7-15 agosto 2002
(6-14 agosto 2003)
Spazio storico all’interno
della manifestazione
“Artigianato Vivo”
Comune Cison di Valmarino
Assessorato al Turismo
31030 Cison di Valmarino
Tel. 0438.85449
Fax 0438.975504
Dama Castellana
28-29 giugno 2002
(27-28 giugno 2003)
Vittoria nella I metà del 1220
dei Coneglianesi sui
Trevigiani
Associaz. Dama Castellana
Casella Postale 206
31015 Conegliano Veneto
Tel. 0438.455600
Conegliano Dentro la Storia
7 aprile 2002
(10 maggio 2003)
Laboratorio per le
Scuole/Rievocazione
Schola Tamburi Storici
Via A. Barrilla, 6
31015 Conegliano (TV)
Tel. 0438.23522
Palio dei Quartieri
26 settembre
7 ottobre 2002
(settembre 2003)
Palio con giochi vari
Palio del Mercato Vecchio
31 agosto
1 settembre 2002
(settembre 2003)
Antica ricostruzione del
mercato cittadino
Palio dee Batee
6 ottobre 2002
(5 ottobre 2003)
TV
TV
TV
TV
TV
Conegliano
Conegliano
Mogliano Veneto
Montebelluna
Motta di Livenza
Comune Mogliano Veneto
Assessorato al Turismo
31021 Mogliano Veneto
Tel. 041.5930111
Fax 041.5930299
Cons. Promozione Turistica
via Turazza, 7
31100 Treviso
Tel. 0422.541052
Fax 0422.540366
Comune Motta di Livenza
Assessorato al Turismo
31045 Motta di Livenza (TV)
Tel. 0422.7614
Fax 0422.861409
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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Rievocazioni Storiche del Veneto - Anno 2002 (2003)
PROV. LOCALITÁ
NOME
DATA
EVENTO RIEVOCATO
RECAPITO
TV
Portobuffolè
Portobuffolè XIII Secolo
31 maggio
2 giugno 2002
(giugno 2003)
Rievocazione del periodo in cui Gruppo Storico “Gaia da
visse Gaia da Camino
Camino” c/o Bertagna
Via Luciani, 2
31019 Portobuffolè (TV)
Tel. 0422.850155
Fax 0422.850079
TV
Riese Pio X
Palio dei Mussi
15 settembre 2002
(settembre 2003)
Rievocazione di inizi ‘900
TV
S. Lucia di Piave
Rievocazione Medievale
della Fiera
24 novembre 2002
(23 novembre 2003)
TV
S. Zenone degli Ezzelini
Nella Terra di Ezzelino
12-14 luglio 2002
(6-7 luglio 2003)
TV
Selva del Montello
Spacaszoc
19-20 e
26-27 ottobre 2002
(ottobre 2003)
Cons. Promozione Turistica
Via Turazza, 7
31100 Treviso
Tel. 0422.541052
Fax 0422.540366
TV
Tezze di Piave
Palio di San Gregorio
19-26 maggio 2002
Palio e corteo
(15-25 maggio 2003)
Pro Loco S. Gregorio
Piazza dei Tigli
31020 Vazzola Tezze (TV)
Tel. 0438.488151
TV
Tezze di Piave
Cose dei tempi antichi
2 giugno 2002
(giugno 2003)
Fiera degli antichi mestieri
Pro Loco S. Gregorio
Piazza dei Tigli
31020 Vazzola Tezze (TV)
Tel. 0438.488151
TV
Treviso
Omaggio al Da Ponte
20 ottobre 2002
(19 ottobre 2003)
Rievocazione della posa della
fontana nel 1559
Associazione Ombralonga
Viale Montegrappa, 18
31100 Treviso
TV
Vidor
Palio dell’Assalto al Castello
8 settembre 2002
(settembre 2003)
Gara con trasporto di “ariete”
e “scala”
Comune di Vidor
Assessorato al Turismo
31020 Vidor (TV)
Tel. 0423.987105
Fax 0423.987991
VE
Caorle
Caorlevivistoria
15 settembre 2002
(14 settembre 2003)
Ratto delle “Marie” nel 999
A.P.T.
Calle delle Liburniche, 11
30021Caorle (VE)
Tel. 0421.81860
Fax 0421.84251
VE
Chioggia
Palio della Marciliana
14-16 giugno 2002
(13-15 giugno 2003)
Rievocazione della Guerra di
Chioggia del XIV secolo
Ente Palio della Marciliana
c/o A.P.T.
Via Lungomare Adriatico, 101
30019 Chioggia (VE)
Tel. 041.5540466
Fax 041.5548175
VE
Eraclea
I Dogi ad Eraclea
8-9 giugno 2002
(giugno 2003)
Rievocazione dell’epoca dei
primi Dogi Veneziani
Associazione Culturale
“Il Carro”
Tel. 0421.232172
Fax 0421.232444
VE
Mestre
Palio dei Borghi
6 aprile 2002
(da definirsi)
Incendio del Castello da parte
delle truppe della Lega di
Cambrai nel 1513
Associazione 1513
Via Parolai, 64
30174 Mestre/Zelarino
Tel. 041.5461857
VE
Mestre
La Sortita
27 ottobre 2002
(26 ottobre 2003)
Rievocazione della sortita
contro gli Austriaci del 1848
Comune di Venezia
Assessorato alla Cultura
Via Palazzo, 1
30174 Mestre
Tel. 041.2748111
VE
Mestre - Forti del Campo
Vivilforte
4-5 maggio 2002
(ottobre 2003)
I moti del 1848 a Mestre
Nel 2003 una parte sarà
dedicata anche alla
Iª Guerra Mondiale
Coordinamento per il
Recupero del Campo
Trincerato di Mestre
Via Vallon, 101
30174 Mestre
Tel. 041.5387751
Comune Riese Pio X
Assessorato al Turismo
31039 Riese Pio X (TV)
Tel. 0423.483841
Fax 0423.454303
Comitato Antica Fiera
Via Caldevie, 25
31025 S. Lucia di Piave (TV)
Tel. / Fax 0438.701350
Eccidio degli Ezzelini
Academia Sodalitas
Ecelinorum (Elio De Bon)
Via Gobba, 27
31020 San Zenone Ezzelini
Tel. 368.7326157
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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PROV. LOCALITÁ
NOME
DATA
EVENTO RIEVOCATO
RECAPITO
VE
Mirano
Zogo de l’Oca in Piazza
9-10 novembre
2002
(8-9 novembre
2003)
Gioco di piazza ambientato
nel 1880
Pro Loco
c/o Roberto Gallorini srl
Via Gramsci, 80
30035 Mirano (VE)
Tel. 041.432433
Fax 041.5702138
VE
Musile di Piave
Palio di S. Donato
Serate di cultura,
rappresentazioni storiche,
incontri sportivi
Ass. San Donato
Municipio di Musile di Piave
Piazza 18 Giugno, 1
30024 Musile di Piave (VE)
Tel. 0421.5921
Fax 0421.52385
Rievocazione del Palio a piedi
indetto nel 1374
Pro Loco – Ente Palio
c/o Palazzo A.P.T.
Piazza del Castello
30033 Noale (VE)
Tel. 041.440805
Fax 041.5801755
Festeggiamenti per la nomina
di Paganino Sala a Priore di
Padova (1365)
Pro Loco – Villa Farsetti
Via Roma, 1
30036 S. Maria di Sala (VE)
Tel. / Fax 041.487560
Incontro tra Enrico II e il Doge
Mocenigo nel 1574
Pro Loco
Via Lanza, 20
30034 Mira
Tel. 041.423401
1 maggio
30 giugno 2002
(maggio/giugno
2003)
VE
Noale
Palio dei Tempesta
14-16 giugno 2002
(13-15 giugno 2003)
VE
S. Maria di Sala
Feste Cortesi
1-2 giugno 2002
(31 maggio
1 giugno 2003)
VE
Stra / Mira
Riviera Fiorita
8 settembre 2002
(7 settembre 2003)
VR
Affi
Comune di Affi
Assessorato al Turismo
Sede Municipale
37010 Affi (VR)
Tel. 045.7235042
Fax 045.6260473
Festa Medievale
8 giugno 2002
(giugno 2003)
VR
Bevilacqua
Castello di Bevilacqua Srl
Via Roma, 2
37040 Bevilacqua (VR)
Tel. 0442.93655
Fax 0442.649420
Festa Medievale
21 aprile 2002
(21 aprile 2003)
VR
VR
VR
Bovolone
Garda
Lazise
7-8 settembre 2002
(5-7 settembre
2003)
Comune di Bovolone
Assessorato al Turismo
37051 Bovolone (VR)
Tel. 045.6901489
15 agosto 2002
(agosto 2003)
Comune di Garda
Assessorato al Turismo
37016 Garda (VR)
Tel. 045.6208428
Palio cittadino trecentesco
Castrum Brodoloni
Palio delle Contrade
Comune di Lazise
Assessorato al Turismo
37017 Lazise (VR)
Tel. 045.6445111
Fax 045.7580722
Privilegio di Ottone
5 maggio 2002
(4 maggio 2003)
VR
Peschiera
Rievocazione Storica
Rievocazione dell’assedio
austriaco del 1799
6-7 luglio 2002
(5-6 luglio 2003)
VR
Soave
Pro Loco
c/o Municipio di Soave
Via XXv Aprile, 8
37038 Soave (VR)
Tel. 045.7680648
Festa Medievale
del Vino Bianco
17-19 maggio 2002
(16-18 maggio
2003)
VR
Verona
Compagnia del Sipario
Medievale
Via Chinotto, 16
37138 Verona
Tel. / Fax 045.562084
Compleanno di Giulietta
15 settembre 2002
(15 settembre 2003)
VR
Verona
Palio del Drappo Verde
Cavalcata storica
Comune di Verona
Unità sport e tempo libero
P.le Atleti Azzurri d’Italia, 1
37100 Verona
Tel. 045.567786
Rievocazione della liberazione
dall’assedio del 1413
Associazione Città del Grifo
Piazzale Vittoria, 23
36071 Arzignano (VI)
Tel. 0444.450126
giugno 2002
(giugno 2003)
VI
Arzignano
Processione di S. Anna
10 febbraio 2002
(9 febbraio 2003)
Comune di Peschiera
Assessorato al Turismo
37019 Peschiera del Garda
Tel. 045.6400600
Fax 045.7552901
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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Rievocazioni Storiche del Veneto - Anno 2002 (2003)
PROV. LACALITÁ
NOME
DATA
EVENTO RIEVOCATO
RECAPITO
VI
Bassano del Grappa
La Ballata del Millennio
7-8 settembre 2002
(settembre 2003)
Storia della Città dal Medio
Evo alla I Guerra Mondiale
Pro Bassano
Largo Corona d’Italia, 35
36061 Bassano del Grappa
Tel. 0424.227580
Fax 0424.505162
VI
Camisano Vicentino
Palio delle Contrade
30 giugno 2002
(giugno 2003)
VI
Marostica
Partita a scacchi vivente
Castello che Rivive
6-8 settembre 2002
(aprile 2003)
VI
Montecchio Maggiore
La Faida
30 aprile
1 maggio 2002
(1 maggio 2003)
VI
Ponte di Barbarano
Sagra del Redentore
19-23 luglio 2002
(18-22 luglio 2003)
VI
Romano d’Ezzelino
Ezzelino da Romano
12-14 ottobre 2002
(da definirsi)
VI
Thiene
Mercato Franco
6-7 ottobre 2002
(4-5 ottobre 2003)
VI
Valstagna
Palio delle Zattere
luglio 2002
(luglio 2003)
Pro Loco
c/o Municipio di Camisano
Piazza Libertà
36043 Camisano Vicentino
Tel. 0444.611299
Fax 0444.419960
Partita che Rinaldo
Angarano
e Vieri Vallonata giocarono
nel 1454
Sfida fra Montecchi e
Capuleti
Pro Marostica
Piazza Castello
36063 Marostica (VI)
Tel. 0424.72127
Fax 0424.72800
Comune di Montecchio M.
Assessorato al Turismo
Via Roma, 5
36075 Montecchio Maggiore
Tel. 0444.705737
Fax 0444.694888
Pro Loco Ponte
Arrivo della famiglia venezia- Via Francesco Crispi, 13
36021 Barbarano Vicentino
na Sangiantofetti nel 1700
Tel. 0444.795351
Pro Loco
Via Colombara, 9
36060 Romano d’Ezzelino
Tel. 0424.36427
Ricostruzione del mercato
franco del 1492
Comune di Thiene
Piazza Ferrarin, 1
36016 Thiene
Tel. 0445.804812
Fax 0445.804906
Rievocazione del
“Brentanon” del 1851
Pro Loco
Via Garibaldi, 24/D
36020 Valstagna (VI)
Tel. 0424.99093
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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Giro d’Italia in 40 Rievocazioni - Anno 2003
LOCALITÀ
EVENTO RIEVOCATO
22 - 23 febbraio
Venezia
V Festival Europeo di
Rievocazioni Storiche
"Città di Venezia"
Musiche, danze e scene di vita
dal XII al XVIII Secolo
Massimo Andreoli - C.E.R.S. - San Polo 2322
30125 Venezia - Tel/Fax +39 041.5241243
e-mail: [email protected]
23 marzo
Novara
Rievocazione
della Battaglia di Novara
Re-enactment della battaglia
del 23 marzo 1849 tra truppe
italiane e austriache
Paolo Cirri - Gruppo Risorgimentale “23 marzo
1849” - Tel/Fax +39 0321.453889
e-mail: [email protected]
7 aprile
Ferrara
Gara di Tiro
con Arco e Balestra Antica
Torneo Nazionale di Arco
Storico e Balestra manesca
Carlo Natati - Arcieri e Balestrieri del Trigabolo
Cell +39 347.2722752 Fax +39 053.292601
12 - 13 aprile
Bologna
History Show
Raduno di veicoli e militaria
della I e II Guerra Mondiale.
Presenza di re-enactors dal
XVIII Secolo al XX Secolo
Museo Memoriale della Libertà - Bologna
Tel +39 051.461100 - Fax +39 051.462172
e-mail: info@museomemoriale
www.museomemoriale.com
19 - 21 aprile
Bardi
(Parma)
Gilde et Speziali
Meeting con mercato
per re-enactors
Roberta Boccacci - Coop. Diaspro Rosso
Piazza Marconi, 5 - 43032 Bardi (Parma)
e-mail: [email protected]
www.diasprorosso.com
1 - 4 maggio
Tolentino
(Macerata)
Tolentino 1815
Ricostruzione della famosa
battaglia napoleonica
Associazione Tolentino 815
Via Nazionele, 2 - 62029 Tolentino (MC)
Tel/Fax +39 0733.960778
e-mail: [email protected]
www.tolentino815.it
1 - 11 Maggio
Oglianico
(Torino)
Calendimaggio
Mercato, spettacolo
e animazioni del XIV Secolo
Celestino Remogna - La Cia del Rosset
Centro Storico
Tel +39 0124.349480 - Fax +39 0124.349480
e-mail: [email protected]
4 - 9 - 10 - 11 maggio
Jesi
(Ancona)
Festa Medievale
Animazione, mercato,
Living History, alla fine del
XIII Secolo
Gianfranco Frelli - Coop. Culturale Jesina
Tel. +39 0731.202842 - Fax +39 0731.56761
e-mail: [email protected] www.teatrotello.it
10 - 11 maggio
Livorno
Rievocazione Risorgimentale 1849 - Ricostruzione della
insurrezione civile contro
l’esercito austriaco
17 - 18 Maggio
Cisliano
(Milano)
Storitalia
Raduno Nazionale di
Re-enactment dall’antichità
alla II Guerra Mondiale
Massimo Andreoli - C.E.R.S. - San Polo 2322
30125 Venezia - Tel/Fax +39 041.5241243
e-mail: [email protected]
www.livinghistory.co.uk/homepages/cers
3 - 25 Maggio
Ferrara
Palio di Ferrara
Cortei, esibizioni di bandiera,
corse e gare varie
Ente Palio “Città di Ferrara”
Tel +39 0532.751263 - Fax +39 0532.752207
e-mail: [email protected]
www.paliodiferrara.it
24 - 25 maggio
Prato
Prato nella Storia,
Eserciti di Pace
Raduno multiperiodo
Gianni Mercatanti - Ass. Terra di Prato
Tel +39 338.9320662
e-mail: [email protected]
e-mail: [email protected]
31 maggio - 1 giugno
Fenestrelle
(Torino)
Raduno
Raduno multiepoca al castello
di gruppi e veicoli storici
I.M.V.C.C. - Via Mantova, 13 - 10100 Torino
Tel. +39 011.859526 e-mail: [email protected]
Brescia
Brescia Romana
Rievocazione Storica ambientata nel periodo Imperiale
Romano (I Secolo d.C.)
Carlo Zani - Comune di Brescia
Tel +39 338.6111241
e-mail: [email protected]
Rimini
The 'Yellow Line'
Rimini-San Marino 1944
Meeting di re-enactors e veicoli
della II Guerra Mondiale
Museo dell’Aviazione di Rimini
Via Sant'Aquilina, 52 I - 47900 Rimini
Tel +39 0541.756696 Fax +39 0541.905148
www.museoaviazione.com
Ferrara
Gara di Tiro
con Arco e Balestra Antica
Torneo Nazionale di Arco
Storico e Balestra manesca
Carlo Natati Arcieri e Balestrieri del Trigabolo
Cell +39 347.2722752 Fax +39 0532.92601
Canelli
(Asti)
Assedio di Canelli
21 - 22 giugno
Assedio alla città
del XVII secolo
Ufficio Manifestazioni del Comune di Canelli
Via Roma, 37 - 14053 Canelli (Asti)
Tel +39 0121.823431 Fax +39 0121.820207
Argenta di
Ferrara
Trigallia
Celtic Festival
21 - 29 giugno
Stefano Trentini-Edizioni 3ntini&C.
Via P.L. Nervi, 1/b - 44011 Argenta di Ferrara
Tel +39 0532.852085 Fax +39 0532.852692
e-mail: [email protected]
Castel del Rio
(Bologna)
Feste Rinascimentali
21 - 22 giugno
Festa storica tra XV e XVI secolo
con diversi spettacoli di strada
Brunello Morara - Ass.Culturale Alidosiana
Piazza della Repubblica, 96 - 40022 Castel del Rio
Cell +39 338.4896720 +39 335.6980557
12 - 13 luglio
Palmanova
(Udine)
Rievocazione della fondazio- 1602: rievocazione della costru- Rinaldo Fantino - Gruppo Storico della Cittá
zione dell’ultima porta d’ingres- 33057 Palmanova
ne della Fortezza
Tel +39 0432.920356 - Fax +39 0432.928415
so alla città murata veneziana
Bardi
(Parma)
Gilde et Speziali
7 - 8 giugno
7 - 8 giugno
15 giugno
EPOCA STORICA
RECAPITO
DATA
Meeting con mercato
per re-enactors
Marzino Macchi - Com. Livornese per la promozione e divulgazione dei valori risorgimentali
Tel +39 0586.428078 Fax +39 0586.449406
Roberta Boccacci - Coop. Diaspro Rosso
Piazza Marconi, 5 - 45032 Bardi
e-mail: [email protected] - www.diasprorosso.com
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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Giro d’Italia in 40 Rievocazioni - Anno 2003
DATA
CITTÀ
EVENTO RIEVOCATO
EPOCA STORICA
RECAPITO
19 - 20 luglio
Pozzo
della Chiana
(Arezzo)
Battaglia di Scannagallo
19 - 20 luglio
Ricostruzione della battaglia
del 1554
Alessio Bandini - Ass. Culturale Scannagallo
Cell +39 333.3223987
e-mail: [email protected]
www.scanagallo.com
19 - 26 luglio
Offagna
(Ancona)
Feste Medievali
“Paese di…”
Festival Medievale
con animazioni
e spettacoli di strada
Pro-Loco Offagna
Tel +39 071.7107552 - Fax +39 071.7107578
e-mail: [email protected]
Altopascio
(Lucca)
Altopascio Medievale
26 - 27 luglio
Living History: vita alla
Magione del Tau nel 1200
Andrea Guerzoni - Cavalieri del Tau c/o Comune
di Altopascio - Tel +39 0583.216455
e-mail: [email protected]
Sermide
(Mantova)
Palio e Festa Matildica
26 - 27 luglio
Mercato, campo militare,
animazione e palio
Massimiliano Righini - La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
Gemona
(Udine)
Tempus est Jocundum
3 - 4 agosto
Festa Trecentesca
in notturna della città.
Gianfranco Urbani - Pro Loco Gemona
Via C. Caneva, 21 - 33013 Gemona
Tel/Fax +39 0432.981441
e-mail: [email protected]
www.gemonahomepage.it
8 - 10 agosto
Teggiano
(Salerno)
Alla tavola della
Principessa Costanza
Rievocazione del passaggio in
città del Duca di Urbino - 1481
Elio Cantelmi - Pro Loco Teggiano
Piazza Municipio
Ufficio Turistico 84039 Teggiano
Tel +39 0975.79600 - Fax +39 0975.79600
Castel Beseno
a Calliano
(Trento)
All’Armi All’Armi
8 - 10 agosto
Raduno Internazionale
multi-epoca di gruppi storico
militari tra XII e XVI secolo
Massimiliano Righini - La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
Mondaino
(Rimini)
Palio del Daino
14 - 17 Agosto
Festa Medievale con mercato,
Living History e numerose
animazioni di strada
Massimiliano Righini - La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
23 - 24 agosto
Bel Gioioso
(Pavia)
Medioevo in Mostra
al Castello
Fiera Mercato internazionale
per re-enactors e appassionati
Massimo Stassano - Associazione Culturale
Excalibur - C.P. 205 - Pavia
Tel +39 0131.898744 - Fax +39 0131.441496
30 - 31 agosto
Bondeno
(Ferrara)
Assedio alla Rocca Possente Rievocazione dell’assedio di
Ficarolo durante la Guerra del
Sale tra Venezia e Ferrara
(1480)
Massimiliano Righini - La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia (MO)
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
Carpineto
Romano
(Roma)
Pallio della Carriera
Vita in Città nel 1600
7 settembre
Italo Campagna - Ente Pallio della Carriera
Piazzale della Vittoria, 1
00032 Carpineto Romano
Tel +39 06.97189001 - Fax +39 06.97189067
Cassine
(Alessandria)
Festa Medievale
6 - 7 settembre
Festa Medievale di tutta la
città ambientata nel 1300
Gianfranco Cuttica (Assessore alla Cultura di
Alessandria) - Tel +39 0131.202340
e-mail: [email protected]
Piovera
(Alessandria)
Rievocazione nel Castello
13 - 14 settembre
Assedio al Castello e accampamenti militari tra il XII e il
XVII Secolo
Valter Siccardi - Confr. dell'Arco e della Spada
Via Amendola, 9 - 15011 Acqui Terme
Tel/Fax +39 0144.324492
Valvasone
(Pordenone)
Festa medievale
Festa Cittadina del XIV Secolo
13 - 14 settembre
Artistic Furlan - Mauro Biasutto
Via Muratte, 5 - 33098 Valvasone
Tel/Fax +39 0434.89015
Ghemme
(Novara)
Pace di Ghemme
13 - 14 settembre
Living History,
accampamento,
cortei
Massimiliano Righini - La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
Finale Emilia
(Modena)
Finalestense
19 - 21 settembre
Festival internazionale
multi-epoca dal XIII al XVII Secolo
Massimo Andreoli - C.E.R.S - San Polo 2322
30125 Venezia Tel/Fax +39 041.5241243
e-mail: [email protected]
Trieste
Tornei delle Tredici Casade Torneo in Campo Chiuso
e “Sotto il segno dei Petazzi” internazionale del XIV secolo
Soncino
(Mantova)
Castrum Sonici
100 anni di Vita del Borgo e
della Magnifica Rocca
tra 1300 e 1400
Massimiliano Righini -La Cinquedea
Via dei Salesiani, 56/4 - 1034 Finale Emilia
Tel +39 0535.91926 - Fax +39 0535.764042
e-mail: [email protected]
Trieste
Tergeste alla IV Crociata
Rievocazione del passaggio in
città della flotta veneziana,
diretta alla IV Crociata (1202)
Edda Vidiz - Ass. Tredici Casade
Via Martiri della Libertá, 8 - 34134 Trieste
Cell +39 335.7431214 - Fax +39 040.774954
e-mail:[email protected]
6 - 7 settembre
4 - 5 ottobre
4 - 5 ottobre
Edda Vidiz - Ass. Tredici Casade
Via Martiri della Libertá, 8 - 34134 Trieste
Cell +39 335.7431214 - Fax +39 040.774954
e-mail:[email protected]
(dati gentilmente forniti dal CERS-Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Tel. 041.5241243 – E-mail: [email protected])
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UNA PIAZZA PER LA STORIA VENETA
CULTURA E TRADIZIONI DELLA TERRAFERMA
Iniziativa Culturale promossa e sostenuta dalla Giunta Regionale del Veneto
Assessorato alle Politiche per la Cultura, l’Identità Veneta e l’Istruzione
Ente Realizzatore: Associazione Claudia Augusta
CastelBrando - Cison di Valmarino - Treviso
28-29 settembre 2002
EDIZIONE ZERO
Festa in Armi con tornei a piedi e a cavallo
Accampamento e Mercato Medievale
Dimostrazione degli antichi metodi di fabbricazione
delle armi in terra veneta
Palio dei Cinque Comuni
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Essendo stato più volte ricordato nelle pagine che precedono l’evento “Una Piazza per la Storia Veneta. Cultura e
Tradizioni della Terraferma” ho ritenuto doveroso aggiungere al presente studio qualche pagina in più per fornire, pur
sinteticamente, una più ampia illustrazione dell’evento stesso accompagnata da alcune immagini tra le più spettacolari e significative. L‘edizione zero del 28-29 settembre 2002
si è svolta in due intense giornate di forte valenza culturale
dedicate allo studio, a mostre e spettacoli rievocativi sugli
aspetti storici e sociali riguardanti la Terraferma Veneta,
con una serie di momenti diversi ma strettamente correlati:
un Convegno, una Mostra e una Festa in Armi cui si sono
indi aggiunti la Tavola Rotonda sulle “Rievocazioni
Storiche” e il Palio dei Cinque Comuni.
IL CONVEGNO
Obiettivo del Convegno dal titolo “La Storia e le
Tradizioni del Veneto. Le relazioni e le forme della comunicazione tra l’area veneta e il mondo germanico” è stato la
disamina degli aspetti della storia e delle tradizioni del
Veneto, mettendo in luce i rapporti e le forme di trasmissione dei modelli culturali, soprattutto verso i paesi di area
germanica, dall’età antica a quella contemporanea, con
particolare attenzione sia alle forme di comunicazione di
tipo materiale (viabilità, modalità di viaggio, …) che a quelle di tipo politico e culturale. La partecipazione di qualificati studiosi e illustri cattedratici provenienti da università italiane e transalpine ha consentito di spaziare all’interno del
tema proposto con argomenti anche inediti:
Kelly Cerchiaro
Università di Padova
Viabilità e vie di comunicazione in età antica verso l’area
germanica.
Mirta Faleschini
Università di Padova
Rapporti e influssi reciproci tra aerea veneta e area transalpina nell’antichità.
Anna Paola Zugni-Tauro
Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di
Milano/Feltre
Valori d’integrazione artistica fra il mondo umanistico rinascimentale veneto e il mondo tardo gotico tedesco.
Mirella Agorni
Università di Bologna
Lo sguardo dell'Altro: l'itinerario di una viaggiatrice inglese
in territorio veneto e germanico nel Settecento.
Antonio Trampus
Università di Venezia
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I rapporti politici e istituzionali tra il Veneto e l’area centroeuropea nell’Ottocento.
Andreas Gottsmann
Accademia austriaca delle Scienze di Vienna
I rapporti politici e istituzionali tra il Veneto e l’area germanofono in età contemporanea.
Claudia Schittek
RheinlandPfalz di Coblenza
Rapporti bilaterali di cooperazione e scambi culturali tra il
Veneto e la Germania
Reimar Klein
Università di Trieste
Thomas Mann. La morte a Venezia.
Titus Heydenreich
Università di Norimberga
Il ferro, il fuoco, l'amor costante: una microstoria ai tempi
della Lega di Cambrai nel romanzo - cronaca "Der Ring des
Frangipani" di Henry Thode.
Gli interessanti e dotti contributi – che ben si inseriscono nelle varie iniziative attualmente in corso con i partner
austriaci e germanici nella valorizzazione culturale e nel
rilancio socio economico degli ambiti territoriali situati lungo
il percorso dell’antica strada imperiale romana via Claudia
Augusta – sono stati raccolti nel volume 2 dal titolo “La
Storia e le Tradizioni del Veneto. Le relazioni e le forme
della comunicazione tra l’area veneta e il mondo germanico” della “Collana di Studi” distribuita in CastelBrando.
LA MOSTRA
Il Veneto è stato uno dei luoghi d'estrazione e lavorazione dei metalli tra i più importanti in Europa e sebbene
oggi l'attività estrattiva sia venuta meno a causa dell'esaurimento dei filoni metalliferi, i segni di una secolare attività
legata alla metallurgia sono rimasti in molti luoghi. La ricchezza del territorio ha dato materia prima in quantità tali
da poter essere commerciata tal quale, oppure trasformata
in manufatti in una miriade di opifici, permettendo alla
Repubblica Veneta di prosperare e difendersi. Scarse e
frammentate sono purtroppo le notizie su queste attività del
passato e gli studi in materia non sono ancora sufficienti
per avere una visione più puntuale del percorso storico e
delle tecniche adottate.
E proprio su questo scenario – su questa antica attività
del nostro territorio, incredibilmente dimenticata e sottovalutata sebbene sia stata di fondamentale importanza – è
andata a inserirsi la Mostra “Il Ferro e Fuoco” (coordinata
dal maestro Alessandro Ervas) ossia l’esposizione d’armi e
armature illustrante le tecniche costruttive dal periodo celti81
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co al Medioevo con dimostrazione degli antichi metodi di
fabbricazione in questo settore cui la metallurgia è stata da
sempre inesorabilmente legata. L'obiettivo è stato quello di
raccogliere queste conoscenze e di presentarle al pubblico
in una cornice di sicuro effetto con allestimenti d’impatto
visivo immediato, evidenziando tutti i passaggi che portavano alla creazione di un manufatto, a cominciare dall'estrazione del minerale, al suo trattamento e riduzione a metallo, alle varie lavorazioni e agli opifici.
Per la parte mineralogica e fusione dei metalli l’inquadramento storico ha illustrato le vie di comunicazione transalpine e il loro contributo per lo sviluppo della pianura padana, i primi insediamenti metallurgici nell’area veneta, l’utilizzo della forza motrice idraulica e il conseguente sviluppo
delle conoscenze, l’acquisizione delle miniere da parte
della Serenissima, l’inizio del periodo d’oro per la lavorazione del ferro. Attraverso schemi didattici mirati è stata
ricostruita l’evoluzione delle tecniche d’estrazione e di lavorazione, il funzionamento delle principali macchine ad
acqua, la commercializzazione del materiale.
Per la parte forgiatura e costruzione d’armi e armature
sono stati realizzati dei pannelli esplicativi sulle tecniche
conosciute con impiego ed utilizzo, a titolo dimostrativo, di
parti di lavorazioni a fasi distinte con esposizione di disegni
e quant’altro necessario per illustrare il processo di lavorazione.
Per la parte armi e armature di ricostruzione storica e
per film d’epoca sono state esposte corazze, elmi, spade,
archi, attrezzature sceniche e foto di scena provenienti da
film di recente produzione.
Per la parte artigianale dimostrativa e attuale sono
state esposte fedeli riproduzioni storiche (circa 200 pezzi).
La Mostra è stata allestita in sei sezioni: cinque espositive e una dimostrativa:
1) Miniere e minatori
È stata evidenziata l’ubicazione delle miniere metallifere nel territorio delle montagne venete con il tipo di minerali estratti. Per dare un chiaro esempio dei metodi usati dagli
antichi minatori è stata allestita una ricostruzione sui
Canopi, animata dai "Bergknappen", attivo gruppo storico di
Fiera di Primiero dedicato alla valorizzazione dei siti minerari e alla ricerca sulla loro storia.
2) Forni ed opifici
È stata evidenziata l’ubicazione dei siti di riduzione del
minerale, i metodi usati per le fusioni del bronzo e del rame,
la produzione del ferro, cercando di integrare le descrizioni
"a stampa" con manufatti o comunque immagini provenienti
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da esperienze di archeologia sperimentale, descrivendo
l'organizzazione tipo di una antica fucina e le evoluzioni
tecnologiche nel tempo.
3) Produzioni e tipologie
Sono state illustrate con immagini e disegni accompagnati da pannelli esplicativi le varie fasi, di lavorazione di
alcuni manufatti riguardanti gli eserciti e la tipologia delle
armi: manesche, da botta, da lancio, in asta, da fuoco, ...
Sono stati usati a questo proposito dei semilavorati rappresentativi delle varie fasi montati in sequenza e creati appositamente.
4) Armature e tecniche di realizzazione
Accanto a illustrazioni storiche delle armature nel
tempo, sono state esposte opere del maestro Walter
Suckert (armaiolo tedesco abile ricercatore sulle tecniche
antiche e tra gli ultimi depositari di secolari capacità) e
attrezzature utilizzate per la loro realizzazione, allestendo
degli "angoli" di fucina con mantice e incudini per la lavorazione di elmi e corazze. Sono state esposte opere del
maestro Alessandro Ervas e della sua fucina: armi in asta e
armature.
5) Gli armaioli ed il cinema
Sono state esposte opere dei maestri Albano Torasso e
Flavio Dal Tin arricchite da immagini di effetto con proiezione di scene tratte dai migliori film storici, mettendo in luce il
rapporto tra l'oplologia e il cinema ed illustrando le metodologie di approccio a questo tipo di lavori.
La collezione del Maestro Flavio Dal Tin (creata in più
generazioni) ha trovato indi collocazione in modo permanente nel prezioso spazio museale di epoca longobarda
denominato “Col Ferro e col Fuoco. Eroi di ieri e di oggi”,
dove quelli odierni sono quei coraggiosi e valenti maestri
artigiani-artisti che con sapienza e maestria, unita a creatività, cultura e fatica ricostruiscono in assoluta fedeltà le
armi e armature così come 500-1000 o 2000 anni fa le
costruivano i Celti, i Romani, i Longobardi e i Veneti. Il
museo ricostruisce così un percorso storico di evoluzione
delle armi ed armature dal Celtico (IV secolo a.C.) al
Rinascimento (XVI secolo). La collezione, unica nel suo
genere, è arricchita da oltre cento pezzi di armi e armature,
originali ed antiche, esposte lungo lo scalone regale e nelle
varie sale: sono quelle usate dalle armate che hanno stanziato in CastelBrando dai tempi romani dell’Imperatore
Claudio Augusto agli ultimi condottieri, i Brando-Brandolini.
Negli oltre duemila anni di storia tutti i proprietari del castello che si sono succeduti hanno sempre praticato il “mestiere delle armi” ed è per questo motivo che la prima delle
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quattro aree museali stabili, è stata dedicata proprio alle
armi.
6) La fucina
Per meglio far comprendere al pubblico il significato
della lavorazione tradizionale del metallo – inteso non solo
come didattica, ma anche come manualità e fatica – nello
spazio antistante le sezioni espositive è stata allestita una
vera e propria fucina con due forge a mantice e dimostrazioni pratiche di forgiatura. Inoltre, per migliorare la comprensione del lavoro e coinvolgere maggiormente il pubblico, è stato adottato un sistema di "lezioni" a tema distribuite nell'arco della giornata e ad orari prefissati.
LA RIEVOCAZIONE STORICA
L’evento trova il suo fondamento storico nel XVI secolo
con Giovanni Brandolino, Conte di Valmarino, protagonista
sul fronte nord nella liberazione delle città di Feltre, Belluno
e Serravalle – all’epoca in cui la Serenissima Repubblica di
Venezia, accusata di voler affermare il suo predominio
sull’Italia, entra in guerra contro tutti i potenti del tempo –
che rientra trionfante nella sua dimora dopo aver liberato i
domini settentrionali della Terraferma dall’occupazione dei
Collegati di Cambrai. Una grande festa di corte (con coordinamento generale di Massimo Andreoli, regia di Paolo
Trevisi, scenografia di Marcello D’Ellena, musiche di
Andrea Trevisi, spettacolo equestre di Dario Milanese) che,
idealmente, ci ha riportato alle celebrazioni che sicuramente animarono CastelBrando dopo la vittoria sulle truppe
dell’Imperatore Massimiliano d’Austria che, dopo l’eccidio
di Feltre del 1510, pericolosamente si avvicinavano alla
Marca Trevigiana.
...
Per tante perdite non restò punto abbattuto il coraggio de’
Veneziani, i quali si applicarono subito a riacquistare il perduto dominio.
Ora essendosi esibito loro il conte Giovanni Brandolino di ricuperare
Feltre, Belluno e Serravalle, gli risposero con sentimento di vera stima,
concedendo la professione di lui a favore della Repubblica, e che per
allora si portasse colle sue milizie sotto Serravalle, come si legge nelle
seguenti lettere:
“Leonardus Loredanus, Dei gratia, dux Venetiarum, etc. ….
Spectabili domino Joanni comiti Brandolino de Valle Marini, salutem et
dilectonis affectum.
Siamo avvisati da’ nostri Commissari in campo, che voi in queste
gravi turbolenze, che inquietano questo Stato, vi siete offerto, colla
vostra solita generosità e valore, di portarvi alla ricuperazione di
Serravalle, Cividale (ndr Belluno) e Feltre; però ve ne ringraziamo col
Senato, ed esortiamo, che giacchè le vostre valli sono confinanti col predetto loco di Serravalle, ora occupato dai nostri nemici, che con le ami-
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che genti di Val Marino e con altri, che facessino bisogno ve ne andiate.
Assicurandovi, che di questa vostra prontezza ve ne saremo grati e tenuti, come in voi e ne’ vostri discendenti ne vedrete gli effetti, oltrechè
riporterete appresso tutto il mondo laude et onore.
Datum in Nostro Ducali Palatio, die octava mensis Augusti,
Indictione XIV, anno MDX.”
…
Fonte:
Storia di Feltre del P.M. Antonio Cambruzzi, Francescano conventuale
Volume Secondo, pagina 246-247 (1510 d.C. Eccidio di Feltre)
Feltre 1873, Premiata Tipografia Sociale Panfilo Castaldi Editrice
L’ambientazione è stata fatta a CastelBrando, nello
stesso castello che è stato protagonista della storia e che –
recentemente ristrutturato e riportato agli antichi splendori
– ha fatto da splendida cornice all’evento rievocativo che ha
trovato svolgimento sia all’interno che all’esterno della roccaforte, nella parte a valle.
Nella Piazza Grande, nella parte alta all’interno del
Castello, si è svolta “La Storia in Piazza”: nelle aree adibite a spettacolo, nei teatri e negli angoli più suggestivi,
appositamente allestiti, si sono ricreate le atmosfere ed i
suoni delle feste antiche con musiche scelte. Giullari e saltimbanchi, musici e chiromanti, trampolieri e fabbricanti di
strumenti, signori e popolani, dame e cavalieri, hanno fatto
rivivere agli ospiti le emozioni di una grande festa cortese
del 1500.
La “Festa in Armi” si è svolta invece nell’area pianeggiante, alle pendici orientali del Castello, al “Campo di
Marte”, dove è stato allestito l’“Attendamento del
Brandolino” con postazioni di artiglieria da campo realizzato filologicamente seguendo l’iconografia militare del XV°
secolo. Il “Mercato Medievale” ha trovato collocazione nell’adiacente area pianeggiante. Il “Circo Massimo” ha fatto
da arena naturale ad una serie di “Spettacoli in Armi” con
combattimenti a piedi e tornei a cavallo, che si sono svolti
di fronte alla tribuna centrale. Un momento di particolare
suggestione e di grande impatto emotivo ha riguardato l’arrivo di Giovanni Brandolino e la sua scorta a cavallo, splendidamente abbigliati nelle loro armature.
Per realizzare “La Storia in Piazza” sono state coinvolte 6 Compagnie Storiche con la presenza di circa 40 persone:
- Asinaria Festa, Ensemble di Musica Medievale di Venezia,
gruppo
storico composto da 6 elementi (4 musicisti, 1 giullare, 1
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ballerina)
- I Commedianti di Urbino, gruppo storico composto da 8
persone
(giullari, mangiafuoco, trampolieri)
- Voci dal Medio Evo, gruppo storico di Trambacche,
Padova, com
posto da 6 persone (giullari, attori di strada)
- Clamor et Gaudium, gruppo storico di Gemona del Friuli
composto
da 4 persone (musici medievali)
- Ricercardanzando, gruppo storico di Venezia composto da
18 persone (danzatori medievali)
- Infabula di Gorizia, composto da 2 persone (musica
medievale, fabbricante di strumenti)
Per realizzare la “Festa in Armi” sono state coinvolte 4
Compagnie Storiche, con oltre cinquanta persone e una
decina di tende: tutti i gruppi erano attrezzati filologicamente per il periodo che va tra il 1490 e il 1520:
- La Cinquedea, gruppo storico di Finale Emilia composto
da 15 persone, sei tende, due pezzi di artiglieria (uno a ruota e uno
fisso)
- Cavallo&Company, gruppo equestre di Cessalto di Piave
composto
da 10 cavalieri specializzati in tornei a cavallo e da 9
palafrenieri
- La Compagnia dè Malipiero, gruppo medievale di Udine
composto
da 10 spadaccini, con attendamento
- I Rekruti della Cekia, gruppo storico-spettacolare composto da 8
lottatori all’arma bianca, tre tende, un’armeria
Per realizzare il “Mercato Medievale” è stato coinvolto
l’“Antico Mercato di Santa Lucia di Piave” con circa 50 persone che hanno allestito banchi da mercanti di tessuti, granaglie ed erbe, con figuranti quali frati, mendicanti, bambini, donzelle, artigiani, popolani, vinari, servi.
Per realizzare infine la “Coreografia generale” sono stati
coinvolti 6 gruppi con oltre 100 persone:
- Schola Tamburi Storici di Conegliano
- Nuova Accademia (gli Araldi di Venezia) di Venezia
- Tribunal de l’Inquisithion di Venezia
- La Pia Confraternita di Feltre
- La Dama Castellana di Conegliano
- Il Palio di Feltre
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Circa 20.000 persone hanno assistito alle varie fasi in
cui si sono articolate le due intense giornate. Il convegno
transnazionale ha consentito a illustri cattedratici e profondi conoscitori di spaziare sugli aspetti della storia e delle
tradizioni del Veneto rapportati alle forme comunicative con
l’area germanica. La Mostra il “Ferro e Fuoco”, allestita nei
criptoportici del Castello ha letteralmente catalizzato l’attenzione dei visitatori che hanno meglio potuto comprendere i sacrifici e la fatica nel trasformare il minerale in metallo, nonché l’abilità creativa degli ultimi maestri artigiani nel
realizzare armi e armature secondo gli antichi metodi. Il
mercato medievale e gli attendamenti degli armigeri hanno
fatto da magnifica cornice all’evento rievocativo riguardante il rientro a CastelBrando di Giovanni Brandolino all’epoca della guerra di Cambrai. È stata una manifestazione
rievocativa spettacolare con scontri in armi, a piedi e a
cavallo, in un turbinio di luci, musiche e sensazioni storiche, all’interno di uno scenario che ci parla della
Repubblica Veneta, delle sue glorie e della sua storia millenaria. Quale manifestazione collaterale invece, la domenica
pomeriggio – nel Circo Massimo, nell’area appositamente
creata a valle di CastelBrando per eventi ludici – ha avuto
luogo il Palio dei Cinque Comuni della Valsana: Cison di
Valmarino, Follina, Miane, Revine Lago e Tarzo.
Un’ulteriore occasione di aggregazione sportiva dove le
Pro-Loco coinvolte hanno offerto momenti di forte agonismo
e grande spettacolarità.
Due giorni quindi di “full-immersion” nel passato e al
tempo un serio esperimento di Living History che intende
dare impulso, a partire dal Veneto, alla creazione di un circuito di veri e propri musei viventi di storia locale che mantengano viva, e promuovano, la variegata ed inestimabile
storia italiana attraverso la valorizzazione delle diverse
identità culturali che la compongono.
Considerato il grande successo dell’evento rievocativo
auspico che CastelBrando, l’“Antico Castello dei Veneti”
che testimonia inequivocabilmente la valenza del nostro
grande patrimonio culturale, possa diventare presto il punto
d’incontro per nuove aggregazioni e collaborazioni interregionali nell’intento di favorire il recupero della nostra storia
e delle nostre tradizioni, di amplificare la valenza culturale
delle nostre origini e di favorire lo sviluppo di un turismo
internazionale di qualità. Non va infatti dimenticato che una
grande consistenza del turismo internazionale culturale e
qualificato, quello più promettente per il nostro futuro, si
indirizza verso quelle regioni che hanno saputo preservare
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e valorizzare la propria antica cultura, le proprie originalità
e peculiarità, i propri costumi, prodotti e tradizioni, oltreché
il loro ambiente e paesaggio.
Concludo ringraziando la Regione del Veneto e in particolare l’Assessorato alla Cultura, all’Identità Veneta e
all’Istruzione per aver dedicato attenzione a questi nostri
valori di vitale importanza per lo sviluppo futuro della nostra
comunità.
Massimo Colomban
Presidente Associazione Claudia Augusta
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