• 17. ANNO XXI. (CONTO CORRENTE CON LA POSTA) PISA, 9 Luglio 1893. (CONTO CORRENTE CON LA POSTA) Num. I 7. I G • \ LA CROCE P 'SANA PERIODICO SETTIMANALE. Deus Vos benedicat, dummodo Veritas praecedat, comitetur et sequatur. P. PP. IX. rPIO IX agli Scrittori della Croce Pisana. - UFFICIO DA..1VIMINISTI:L4ZIONM Borgo Largo, numero 12. Benedico tutti gli associati alla SI PUBBLICA LA DOMENICA Le lettere non affrancate si respingono. — E manoscritti ancorchè non pubblicati non si restituiscono. — Si rende conto dei Libri e Giornali spediti all'Ufficio. LA SOVRANITÀ DEI PAPI E IL BEATO EUGENIO III PISANo 4.....••••••■••••• Nel giorno, di ieri 8 luglio, 740 .anni indietro, moriva in Tivoli Eugenio III, nostro grande concittadino; e noi non crediamo inutile affatto ricordare una breve pagina della sua storia ai cattolici d'oggi, che dagli esempii dei passati secoli possono trarre argomento a conforti e speranze per quelli avvenire. A quali tristi condizioni dai rivoluzionarii fosse ridotta la chiesa di G. C. quando il pisano discepolo di S. Bernardo sali al sommo Pontificato è ben noto a tutti coloro ai quali non è grave studiare seriamente la Storia: tuttavia accenneremo lo scisma di Pietro di Leone, che, avendo rotto l'unità ecclesiastica e il perno di quella, l' autorità, fomentava la corruzione del cuore per la libidine e quella della mente per l' eresia. Un apostolo di essa fu il fanatico Arnaldo da Brescia che Proclamava : Il Papa e il clero sono incapaci di proprietà, nudi seguano la nuda croce; spregiarli è omaggio a Dio e benedizione; vanità è il culto degli altari, la preghiera pei defunti, il battesimo degl' infanti, le feste, il sacrifizio; le mani del popolo sono la giustizia di Dio. In breve, il fine ultimo delle sue furibonde declamazioni era Roma, la sede del Papa; e il mezzo per ottenerlo, l' arte subdola e iniqua, comune a tutti i settari, disonorare cioè e abbattere il clero fedele. Da Innocenzo II erano stati condannati gli errori di Arnaldo; ma l'astuta volpe per macchinar sempre contro la Chiesa passava le Alpi; e S. Bernard.), il cristiano eroe di quella età, scriveva al Vescovo di Costanza: " Il ladro, il lupo è tra. voi: dico Arnaldo, che sarebbe angiolo se avesse pura la dottrina come le sembianze della vita; ma costui non mangia, non beve e non vive che del sangue dell' ani- 4 APPENDICE. GOFFIZEDO ). Ai primi rumori di guerra fra le repubbliche di Firenze e di Pisa, il castellano di Riparbella temendo che il ca.stelio affidato alla sua fede dovesse trovarsi esposto a qualche duro cimento, prima ancora di averne ricevuto il comando dalla repubblica di Pisa a seconda di quanto gli comandavano il dovere e l'onore, provvide il castello in larga copia di vettovaglie e prese tutte quelle misure che fossero più atte a renderne la difesa lunga e ostinata. Mandò Norcino con alcuni prudi a migliorare le condizioni del castello di S. Michele dei Meli. Fortificò le duo colline dei Puggattini e delle Serre e il Poggio ai Frati presso S. Maria in Castelluccio, ospizio, a quei tempi, dei Monaci Benedettini, luoghi tutti che proteggono mirabilmente la via onde si sale a Riparbella e coraggio ià Un Numero Centesimi Cinque. A.)33301\.T.A.MMINTTI nr) • 11■11W • ••••• • Pcr P ErAt.tA un Armo . . . Lire 4,00 — Per un SEliasTRE . . . Lire Per l'EstEao aumento della spesa postale. ANNI.Nit ed i NsHaztobn Centesimi i per linea o spazio dilinea. me „. E quando l'apostolo della repubblica, sparso' largamente il veleno e suscitate in Roma nuove discordie, tornava a declamare contro la sovranità del Papa, S. Bernardo si rivolgeva allo stesso Innocenzo: " Temete il figlio di Brescia, dolce come il miele, più micidiale del veleno; uno scorpione colla testa di colomba. Brescia lo vomitò, la Francia lo .discaccia, Alemagna lo detesta, Roma se ne guardi e lo infreni „. Intanto il popolo romano ingannato e delirante correva al Campidoglio, aboliva il prefetto e proclamava la sovranità del popolo; ma, diciamo meglio, non era il popolo, erano i soliti agitatori che s' imponevano. Ciò è tanto vero che il popolo romano prese larghissima parte ai funerali di Innocenzo; e pacifica fu poi l'elezione di Celestino II. Questo Pontefice, nobile di stirpe, acuto di mente, di dottrina solida e vasta, faceva bene presagire del suo governo; ma dopo cinque mesi la morte tri)ncava le concepite speranze. Eletto allora Pontefice Luci( ) II, i seguaci di Arnaldo n )n contenti di avere abolito il Prefetto e instaurato in Campidoglio il Senato, vogliono un Patrizio quale presidente o console, in cui stia la somma del governo ed eleggono Giordano di Leone fratello dell'antipapa Anacleto; e il Papa spogliato della sua sovranità resti semplice Vescovo in Vaticano. Narra Goffredo da Viterbo che Lucio. avanzandosi verso il Campidoglio per calmare colla mostra delle armi e più colla sua voce i ribelli, cadesse sotto un nembo di pietre e dopo pochi giorni morisse. Ottone di Frisinga ed altri notano sempficemente che egli mori per le angustie sofferte. Erano queste le condizioni del Romano Pontificato quando (1143) fu eletto Eugenio III da Pisa, abbate nel monastero de; Santi Vincenzo e Anastasio. Ai coetanei questa elezione sembrò un vero miracolo; e i cardinali a buon dritto speravano che, eletto Papa un semplice monaco in- signe per le sue virtù, itsrebbero opposto un argine solidissimo al torrente repubblicano e più facilmente avrebbero calmato i sediziosi, mostrando che non per ambizione, non per umano fasto, ma per il bene della Chiesa. e per le leggi della giustizia difendevano il principato civile dei Romani Pontefici. I nemici della Chiesa, che sempre e st.(ltamente pretesero riprovare nei Papi ogni ingerenza nelle cose civili, dai primi sec.( di lino a noi si opposero bene spesso, a loro capriccio, alle elezioni di Vescovi a Papi inceppando in tal guisa con sacrilega prepotenza lo stesso governo spirituale della chiesa. ('osi anche ai tempi di Eugenio. I congiurati di allora, repubblicani in apparenza, in realtà di mente e cuore nè romani nè italiani, ma servi vilissimi dello imperalismo germanico, scrivevano a Corrado fra le altre utopie: " Abbiamo schiacciato gli oppositori. Al grido: abbasso i nemici di Cesare! noi renderemo universale il vostro dominio „. E' conosciuta la elezione del nuovo Pon,tegce incalzavano: Emenio non sarà Papa se non rinunzia alla sovranità temporale. Ma egli non era uomo di debole tempra uscito dal chiostro pieno dello spirito di S. Bernardo, sapeva bene che l'umiltà e il distacco dai beni della terra non si opponevano al suo dovere di difendere i diritti della S. Sede. Perciò non curando li‘ minacce, nè potendo altrimenti tutelare la sua libertà e indipendenza, seguito dai Cardinali, si ricovera nel monastero di Farla, ove è consacrafi ) Vescovo di Roma. Arnaldo, questo arruira.tore di popoli, questo dittatore ;uulace, continuava i tumulti nella città dei Papi; ed Eugenio fermo nel suo dovere poneva la sede a Viterbo. A lui giungeva propizia e gradita la parola (li S. Bernardo, che, continuando a smascherare il falso riformatore, dava preziosi consigli al I' antico (liscepolo ed ora Pastore della Chiesa universale.11 S. Dottore voleva si che lo virtù tutt,. splendessero nel Pontefice sommo nel clero, ma non era av verso, (l'a allà sostenitore della sovranità temporale; e scriveva al Pontefice: "Ciò che la Chiesa tua madre da te aspetta, è che la tua mano svolga le-- piante che non furono piantate dal Padre celeste. A tal lino sei costituito Ile difendono il castello di fronte e ai due fian- colo, lasciati i suoi figli alle vedette, andò a prendere un poco di riposo; ma coricato appena ecco anelando vendetta contro il Pievano Laniberto - . chi. Fece lega coi Conti di Mentevaso e di Strido e così col castello di S. Michele dei Meli anche alle spalle le opere dì difesa di Riparbe.11a potevano dirsi al completo. Caduto poi Muntescudaio in potere dei Fiorentini, per sua sOtIllila sventura richiamò a Riparbella Norcino con alcuni dei più valorosi. Al coniando di S. Michele pose Vinciguerra sue fratello gemano e la difesa del furie dello Serre l'affidò a un parente di Nurcino, per cui appena da risa ebbe ricevuto ordini di porsi sulle difese e di resistere a tutta oltranza egli per parte sua era già pronto a ricevere il nemico il quale dopo e.,sersi riposato due giorni a facili allori riportati a Montescudaio, al terzo giorno sull'albeggiare guadato il 'Mine Cecina, per la via delle Lame, apertogli il passo per tradimento del parente di Norcino, MOSSO contro il castello di Riparbella. Il castellano dopo tanti giorni di veglie o fatiche non sentendo alcun rumore e non vedendo nelle vicinanze del castello alcun segno sospetto, stimando per il momento scongiurato ogni peri- L' ORFANO DI RIPARBELLA CROCE PISANA LEONE' XIII al Direttore (16 Ottobre :880. - . che Norcino battendo alla sua porta gli grida, i fiorentini si avvicinane. Il castellano i alza di un balzo o indossate le sue armi, grinta la destra e fatto coraggio a Grisella, stampato un bacio in fronte al piccolo Goffredo che dolcemente dormiva e che non doveva più rivedere sulla terra, segue il ribaldo per osservare le mosse del nemico. Giunto peri) in un andito oscuro il traditore tenendogli culla sinistra l' elsa della spada onde non potesse difendersi, colla destra gli innnerge nella scoperta carotido un ben affilato pugnale. Il misero castellano colto all'improvviso può solo pronunziare queste parole: Gesù mio. Ti perii .... cade e.saninie in' Ull lago di sangue. Allora il ribaldo correndo sulla pi a tta form a del castello grida — a gran voce: Morte ai partigiani di Pisa. Viva i fiorentini. Questo grido vieti ripetuto da Arpagone e dagli altri congiurati che nubi-andito le spade assalgono i figli del castellano o i guerrieri fedeli che colti a tradimento dopo breve resistenza cadon trafitti da quei ribaldi. Intanto Norcino SOPRA I,E GENTI E SOPRA I REGNI M NTIENTI FORTE NEL POSSESSO DEI BENI CIIE Ei SIGNORE TI III DATO; ma ricordati che sei uomo e temi Colui che può togliere lo spirito ai Principi „. Ed Eugenio che per la sola via delle virtù era giunto alla Sede di Pietro, attingendo forza dalla divina assistenza e fermezza dai suoi diritti, da Viterbo e Vetratla governava santamente la Chiesa. Al suo cuore paterno giungeva da Edessa il grido di tanti figli, dai Turchi perseguitati in Oriente, e il nostro Eugenio dal suo esilio appellava ai Principi cristiani e specialmente a Lodovico VII di Francia, mentre Bernardo predicava la prima Crociata.Soktenitore inflessibile dei diritti della Chiesa, Eugenio aveva scomunicato il patrizio Giordano, e i Romani salutarmente ammoniti da S. Bernard() e dai magnati della città, per una parte e per l'altra già stanchi di tener dietro alle fantasie di Arnaldo audaci quanto puerili, sul finire dello stesso anno 1145 accolsero il loro vero Pastore e Principe. Non passò molto tempo e nuove sedizioni, nuovi tumulti costrinsero il Papa a prendere un' altra volta la via. (lell' esili() per non venir meno al proprio dovere. Visitò varie città italiane, e nel 1147 era con grandi feste ed onoranze ricevuto da Lodovico VII nella Francia, che fino da Urbano II era divenuta porto di ospitalità e sicurezza ai perseguitati Pontefici. Eugenio intanto celebrava un concilio a Parigi, e uno solennissimo a- Rebus, presieduto dallo stesso Pontefice e al quale intervemiero oltre mille tra Vescovi e Abbitti della Francia 'della C:ermania, dell' Inghilterra e della Spagna. I li quesli concili l'a accusata e discussa la dottrina di Gilberto de la Portici, che umilmente manda un suo lido ad ucciderlo o dato il coniando ad Arpagone di aprire le porte del castello ai fiorentini ai quali già dall'alto della torre aveva fatto t segni convenuti, per non perdere il frutto del suo tradimento simulando un volto triste o lacrimoso corre alla camera di Grisella e fuggi, esclama, o Grisella, i fiorentini sono dentro il castello il tuo sposo ò morto, i tuoi figli son morti, il tempo incalza, prendi il tuo Goffredo e seguimi. • Grisella fra tanto trambusto immersa nelr incertezza o timore sulle prime ricusa di seguirlo, ma il tristo, giurai, esclama, al tuo estinto consorte di salvar te e il tuo Goffredo, :untemi il mio giuramento: no, la sposa del mio signore non sarà mai la serva avvilita dei fiorentini. Allora Grisella preso il suo Goffredo e avvoltolo in pochi panni segue a malincuore il traditore che per una porta segreta la conduce fuori del castello per la strada che va a S. Michele e giunti dove il bosco ò più folto disparvero e non furon visti mai più. • 1'. 5. S. 9.1. 101 i t eo eoh' e jr 1 %h i eéo th.th h h l'ilib•isete'; yelehl:11IN•41104:114 1 1 1 :1 5e111:::111:4411 elN,9•1 1 1141 . le si le listlehl IN il hiehie e elesilehh e•th •h epehli• ieseh't'N'eh e' sieieleiege e 'Yes, " "' " %Vete e eh% i 11,1 4•:'!!!!•lehhq!!!N!! • e:e e 1111111111111121k. I:e LA CROCE PISANA lo lig Il 'I si sottomise alla sentenza del Papa e del 311 Sin «lo. 'I 15 - Durante questo secondo esilio di Eu(reni() le nuove carneficine di Edessa dero oecasione 'alla seconda crociata; e furono le lettere di questo S. Pontefice e I' ardente parola di S. Bernardo che infiammalo:i di zelo e riunirono sotto il vessillo della croce tanti genero si guerrieri di flisparate nazioni. Nel 1149 protetto dalle zirmi del re Roggero e dei conti Tusculani, Eugenio rientrò nella sua R -ma. Ma nuove fatiche e nuovi patimenti dovevano provare la costanza. di questo Pontefice, poichè dop appena un anno è costretto ad esulare di nuovo nella Cit Illpa n id. Finalmente nel 1152 i Romani, ripreso) cuore e senno, acc; lsero•con grande allegrezza il loro Pontefice e Principe a cui prestarono obbedienza ed sssequio per tutto il tempo che gli rimase di vita.. E quanto da Tivoli, ove mori, ne fu portato il cadavere in Roma, fu tanta l'affluenza, del popolo e con tanto splendore e solennità. se ne celebrarono i funerali, che, secondo Ugo Ostiense, già si credeva regnante in cielo chi con tanta divozione si veserava sopra la terra. Questo trionfo era be i dovuto allo zelo e alla fermezza di tanto Pontefice; era dovuto alle sue fat.che, ai suoi patimenti, alle sue eroiche virtù, disconosciute, ben si comprende, dai f isiosi nemici (1 ogni auto eità e (1' ogni ordine, in i largamente apprezzate da Dio, clie coi prodigi rendeva venerando il sep leio di Eugenio. Moriamoci pure di questo i ostro concittadino che seppe esser Pontefice e re e meritarsi il culto degli Altari. Oh se i moderni Amidi si conoscessero bene e si stimassero per quanto si meritino gli Italiani ravviserebbero certamente il più grande benefattore della patr:a nel Itamano Pontefice, come ne fu il vero salvatore, quindo l'Italia straziata dai Long :ba rd i, abba ndonata d agi' Imperatori orientali, non ebbe altro difensore chs il Papa. Non fu dunque l' a:nbizione, non fu la N•anità di dominare, che costituirono la sovranità pontificia; ma, ripetiamolo, la provvidenza divina e il senno degli Italiani, stanchi del regime barbaro dei Longobardi come di quello fiacco deu. gli Orientali. : 1° I 11:1 io, 1:e; iii oh' !Me egh ololo N*I Nei 1:1;5 I IS eh% 14 1 ' N'e eNs 50,1 Ioo , $ 1,1 . 11 1 1 1 1 z e'o:e ''I I 1111 1,11.1 1101,1 100 10,1 Il 44. spie SI I 55 e 1 e1 ei:411 1 10 III III i Iteto: . „ 11:$ rai, .a fautori di civiltà- e progresso, a benefattori dell'umanità. Ma che dire di quegli altri lupi rapaci che insidiano la incauta gioventu colle seducenti attrattive dei mondani piaceri e della scienza nuova? Che dire di quei sedicenti amici di casa che furtivamente introducono nelle famiglie i germi della corruzione? Ali! quanti sono, quanto svariati e quanto pericolosi tutti questi lupi masciierati da miti ed innocue pecorelle. Ma come conoscerli qual sara il segno, l'indizio sicuro per iscuoprire cotanta ipocrisia ? Ecco, Gesti Cristo, sapienza eterna, ce lo dice in due parole: si pasetibus eorum cognocelis eos li conoscerete dai loro frutti, cioè dall'opere lero. Ed aggiunge in prova di ciò la similitudine Aie spine da cui è impossibile che si colga l'uva e dei triboli dai quali è impossibile che si colgano i fichi. L' albero buono, prosegue a dire Cristo, porta buoni frutti ed il cattivo li dà cattivi. Il primo non li può produrre cattivi nè buoni il secondo. E così è difatti riguardo ai falsi zelatori del puro Vangelo, ai banditori delle novità religiose, ai promotori di pretese riforme sociali, ai filantropi alla moda a tutti quelli insomma che parlano con bugia al prossimo e con labbra ingannatrici." Leggete la storia e vedrete chi furono i famigerati eresiarchi, qual fu cioè la loro morale condotta. Lo stesso vedrete se attentamente osserverete la vita della maggior parte di coloro che tentano allontanare da Dio, dalla Chiesa, dalla virtù, dal retto sentiero le persone dabbene e specialmente la povera gioventù. Hanno guasti, la mente e corrotto il -cuore: che volete sperare di buono da essi / Potranno fingere quel che non sono, potranno sostenere a guisa di comici la loro parte con tutto l' artificio possibile; ma poi verrà tempo che si faranno conoscere, che è quanto dire il lupo si scuoprirà lupo traverso le mentite vesti di pecora. Attenti dunque a tutti i falsi profeti de' quali abbiamo parlato ed i quali in degna ricompensa della loro ipocrisia si avranno il fuoco infernale, come parimente dice il divino Maestro nell'odierno Vangelo. Chi poi a salvamento vuoi giungere in cielo si studi di fare in tutto la divina volontà e sottrarsi cosi alle insidie maligne del demonio e de' suoi seg uaci. Il Vangelo d'ogsri termina così: Non tutti quelli, che a Die dicono, Signore, Signore, entreranno nel regno de'cieli, ma colui che fa la volontà (lel Padre. nzio, che è ne' cieli, questi entrerà nel regno dei cieli.' D. S. II Lel di S-Co sti Coi inti Xl. 14. — Sal. XI, 2. — 4 S. Matteo VII. 15-21 S. I Let. di S. P utro -- - Il Igglo della l'amica VII. dop 1 ,1 :g ittCCOStg. L'ORDINE_ DELLA MERCEDE. IIII 1 1 11 1 : Disse Gesù a' suoi discepoli : GuardaIeri da' pb'si proM11, che vengono da voi él p.?corc; ma al di dentro sono 'ci. Grande avvertimento è questo e di grande importanza che il divino Maestro si degnò dare, non solo a quei primi discepoli, ma a tutti i suoi seguaci di ogni temi» e di ogni luogo. E qual migliore a v vertimento di questo per mettere in guardia il poposlo fedele contro I( astuzie del l' infernale nemico che sino primordii del mondo tese insidie per rovinsre il genere umano! Egli per istrappare (tali' ovile di Cristo le anime non tanto si ds't attorno come leone Patì g ne(' cercando di divorare,' quato con infiniti raggiri ed arti furbesche si studia (li trarre gl' incauti sul le vie di per(I izio trasSnanandosi al bisogno in aligelo esiandio di luce.' Lo stesso fecero in ogni tempo e fanno pur troppo anche s stri giorni coloro che essendo maei) stri di errore e (li vizio possono giustanisnte chiamarsi ministri di Satana. La steria degli scismi e delle eresie ci mostra questi lupi rapaci in aspetto di mansuete pecorelle, e la quotidiana esperienza ci fa vedei e non pochi di questi ingannatori aggirarsi per le nostre città e campagia:» seminando opuscoli contenenti dottrine erronee e racconti menzogneri circa preti frati, istituti cattolici e più di tutto circa i 's'umili pontefici. .Altri non inelo psricolosi insidiatorl del buon popalo sono. quelli che a voce nei circoli e m»i ritr(ivi s o per iscritto nei giornali puoi) igano prineipii sovversivi dell ' ordine •ia le. i les di emancipazione la s.trui a storità mi lana e divina. E costoro per in !Arnia! più facilmente si atteggiano ad a:aie" del 1 pii°, a tutori de' poveri ope- ligi i;N: I II «t' - l'e: s' h eh 1:0 $1 - 1 1 11 - - . - I IS 1t5 ' I"" too, - :1 41 $ leto; ( :1:$1 1rN 114 , Questo ordine religioso e militare che ebbe origine il 10 agosto 1218 per una appsrizione della SS. Vergine, nello stesso tempo, a S. Pietro Nolasco, a S. Raimondo (li Pegnafort e a Giacomo Re di Aragona, sta adesso riprendendo nuova vita e vigore mercè lo zelo e cura dell' attuale Revano P. Maestro Generale, Pietro Armengaudio Valenzuela che ha compilato nu6 ve costituzioni per i religiosi, adattate ai tempi nuovi, discusse teste: nel Capitolo generale tenuto in Roma nel collegio di S. Adriano dall' 11 aprile al 29 maggio dee- rso, e quanto prima, come si spera, approvate d a lla 5. Sede. Nel nostro giornale abbiamo altra volta parlato del gran bene che quest' ordine e quello dei Trinitari hanno fatto alla religione ed alla umanità nella 1:berasione de' peveri schiavi, allorquando i mori dominavano nella Spagna, e i barbari d'Africa infestavano i nostri mari e facevano scorrerie sulle nostre contrade portando via in catene tanti disgraziati nostri fratelli. Allora i frati suddetti correvano al riscatto di questi miseri, recando seco il danaro raccolto nella cristianità. I relig iosi della Mercede, oltre adoprarsi alla liberazione dei poveri schiavi cristiani, si (lavano ancora in ostaggio per essi, quando ne fosse stato il bisogno, secondo il voto ancor vigente della loro professione religiosa. S. Raimondo Nonnato, Piero Armengaudio, il B. Pietro PascaAio ed altri religiosi di detto ordine soffrirono gravali patimenti per quell' opera tuta e si meritarono la palma del martirio. In Italia e in Ispagna si sono riaperti conventi di Mercedatíi. In America sommo - - sià fondati.. eorandiosi collegi per la ()ioventi. A Cordova vien pubblicato uno importante periodico che ha per titolo Rivista .11ercedaria. Tutto insomma dimostra un felice risorgimento dell'inclito ordine di Maria SS. della Mercede. Ecco come le grandi istituzioni della Carità sussistono tra le vicende dei tempi e tra gli umani rivolgimenti. NOTA — i frati Mercudari veslon di bianco o portano in petto lo stemma dei re ti' Araguna, cioè uno :cado con croce bianca e tru sbarre in campo rosso L' acqua rimasta dopo esserci lavati col Cre- lium serve a disinfettire gli appartamenti. GRAVI DISORDINI A PARIGI Sulle dimostrazioni degli studenti e sulla morte di N ug,er, togliamo dai giornali francesi i seguenti maggiori particolari: « In seguito al.a condanna di Guillaume, uno degli organizzatori di un ballo molto scandaloso, gli allievi della scuola si decisero sabato sera di fare lilla dimostrazione di protesta ve.rso la « Lega contro la licenza nelle pubbliche vie » e specialmente verso il senatore Berenger, presidein di questa lesa. « Alcune centinaia di dimostranti si adunarono verso le nove di sera sulla piazza della Surbona, per dirigersi verso il Senato e l'abitazione del senatore Berenger. « Gli agenti di polizia del 5." circondario, comandati da 'family, scioglievano a poco a poco gli iissembramenti. « La piazza della Sorbona era quasi completamente sgombrata e la dimostrazione sembrava quasi terminata, allori:Lie una doppia linea di agenti della prima brigata centrale, in numero di circa cinquanta, sboccò dalia via Victor Cousin, al passo di carica. « Gli studenti che erano schierati sul inare:iipiede davanti alla terrazza della birreria d' court, non appena scorsero quello spiega mento di forze, cominciarono ad urlare e fischiare. « Immediatimelite i 51) uomini della prima brigata centrale caricarono i di mostriditi, prendendogli a pugni ed a calci; invasero la terrazza della birreria, rovesciando tavole, bicchieri ed inveendo contro i consumatori alcuni dei quali furono colpiti di sedie, tavole, ecc. « Il signor Antonio Nuger si era recato per caso a prendere il ci ff sulla terrazza della birreria Harcourt, accompagnato da un suo amico, certo X ... commesso di commercio. Tutti e due stavano s!duti tranquillamente quando avvenne la carica degli agenti sulla terrazza del can Ha rcou rt. « Come gli altri avventori, Nuger ed il suo compagno si alzarono per cercare rifugio nell'interno della birreria. « Nuger era molto alto di statura e sorpassava di tutta la testa la maggior parte dei suoi vicini. « Il compagno di Nuger vide in quel momento un agente di bassa statura, del quale non poti, prendere il numero. afferrare un porta-fiammiferi di porcellana e seag,liarlo con violenza sul gruppo nel quale si trovava Nuger. « Quest' ultimo fu colpito dal proiettile dietro l'orecchio sinistro, e senza aver potuto propinidare una parola. stramazzò a terra. « Il ferito fu trasportato subito in vettura all' ospedale della ChariW ove giunse alle dieci e mezzo. Egli ricevette subito le prime cure, ed il medico constatù che il cranio. non aveva alcuna ferita esterna; soltanto sotto le dita si sentiva - un gonfiore. « Alle tre del mattino il ferito spirava senza aver ripreso conoscenza. « La causa della inorte sembra essere una emorragia del cervello, causata dall' urto del proiettile. « Antonio Nuger era un eiovinotto di 23 anni. Aveva terminato appena il servizio militare ed era impiegato di commercio. « Un 5111) cugino ha telegrafato subito la dolorosa notizia al padre del defunte che abita a Clermond-Ferrand, e che o giunto a Parigi domenica sera ». COSE LOCALI Vittime — L t sera di lunedì impiegato ferroviario Ferruccio Niccolai insieme ai suoi figli, dei quali il maggiore aveva appena quindici anni, entravano in una barca. presso il ponte Solferino coli' intenzione di fare poi il bagno. Poco dopo infatti discesero tutti e tre acqua, che in quel punto era bassissines. Avevano condotto seco un piccolo ca°s'olino, il padre risalì per un momento nella barca per occuparsi di questo. Di li a poco il disgraziato voltosi non vide più i figli. Come presago della orribile sciagura, si gettò tosto nell'Arno dirigendosi verso il luogo dove gli aveva lasciai, chiamandoli disperatainente, ma invano. Intanto le forze mancavano e sarebbe annegato egli pure senza il pronti) soccorso di alcune persone accorse. Furono attivate tosto le più diligenti ricerche, ma solo martedì si poterono trovare i cadaveri dei due infelici gioVinetti. - - iser gs-closist. — Bartolommeo Berretta di porta alle Piagge, fabbricante di pipe, il g.orno 4 stante a ere 8 aut. bussava alla porta della sua suocera, con la quale abitava sua moglie, che per dissensi fra b ro avvenuti erasi con essa ritirata; e chiesto di sua moglie la faceva discendere dicendo che voleva parlarle. Appena alla sua. presenza, questi dopo avere preferito ali-uno parole, le si slanciava addosso e con un arma tagliente le squarciava orribilmente il collo dandosi poi alla fuga. Dicesi che il movente di tal delitto sia stato per gelosia. La poveretta è stata condotta all'ospedale dove ve,Tsa iii pericelo di vita. scontro di treni zs — Nella notte del 4 stante alla stazione di Migliarino un treno investì un bambino rendendolo informe cadavere. Fermato il treno, mentre toglievano dalle ruote la massa informe del disgraziato fanciullo, sopraggiunse un altro treno proveniente da Pentremoli che urtò violentemate quello che stava fermo. Per fortuna non abbiamo a deplorare altre disgrazie ad eccezione di contusioni, causate in speciale modo a coloro che vollero slancar isi fuori delle carrozze. È stata ordinata un'inchiesta dalla Direzione delle ferrovie. Il puindlic. !Ø — Il passeggio alle Piagge non è certamente il Pincio di Roma o i campi Elisi di Parigi; tuttavia è abbastanza piacevole in tutte le ore del giorno per la sua bella posizione in riva all'Aria) e per la fresca ombra' delle sue piante. Si lamenta da certuni il polverone e per cagione di questo si vorrebbe che la banda del 94.0 reggimento di fanteria cessasse di dare cola il consueto concerto la sera dei dì festivi. Ci piace però di fare osservare che per il polverone della strada v' è il facile rimedio: basta una inatliatura meno economica dell'attuale. Rimane, è vero, un'altra causa di polverone; e questa devesi al guasto che in una pa,rte del parterre fanno tutti gli anni d'estate quei benedetti barrocci che . vanno a caricare la rena, e che traverso ai vialetti hanno scavato colle ruote una via sterrata (vero motaio quando piove) - , - dove per poco non rimangono arrenati i poveri cavalli elle a forza di spinte e di busse trascinano il loro carico. Eccet- tuato questo inconveniente, e qualche guasto di panchine per opera notturna di vandali redivivi, il pubblico passeggio alle Piagge è sempre degno di esser frequentato dai cittadini (specialmente non avendo altro di ineglio);.e ci pare che non sia sciupta davvero la buona musica che vi si tiene la domenica sera, in ora comoda per la maggioranza dei cittadini. Si la maggior parte di questi non è perfettamente libera che nel dopo desinare. Operai, persone di servizio, soldati, impiegali, e madri di famiglia che debbono attendere alla pentola domestica per mancanza di serva, non possono tutti e sempre esser liberi, come i signori, dal mezzogiorno e • mezzo alle due. Del resto a chi scrive queste osservazioni poco importa che la banda suoni o al fresco del pubblico passeggio, o al calde di piazza 5. Niccola, o in ora bruciata sotto i platani di piazza S. Caterina, o. magari sulla cima, elevata della Verruca. Quel che importa si è che tutti ne possano godere col miglior agio possibile. ; Lunedi sera moriva ielLa pace de giusti la pia nostra concittadina, signora ANNA RONCUOCI VEDOVA MARCHIONNI oia r, sorella del fu canonico decano Antonio .R011cucci. Da molti anni, per cagione della inal ferma sua salute, ella viveva vita ritirata nella propria casa in città e in autunno nella sua villa di Ghezzano, dove in addietro, prima che la morte le rapisse persone a lei care per parentela ed amicizia, godeva di cekbrare qual festa di famiglia, il giorno di S. Carlo Borromeo titolare della cappella della villa. Ed ora chi ebbe la ventura di prender parte più e più volte a quella lieta festa e conoscere da vicino l'affabile cortesia e la virtù e religione di quella buona sinora, non può non deporre sulla tomba di lei un mesto ricordo, un omaggio sincero di stima, un augurio di pace sempiterna. - D. 8. Un majgiore scambiato per un brigante A Sassari la sera del 3 cor. il Maggiore di fanteria in posizione ausiliare Francesco Branca, se ne andava, armato del suo fucile, ad un stip pOSSeStS0 che trususi in prossimità di Tissi. ■ ::;!1 1 " I 5 1 1I , I I I itai 101, 'Ali " a le I I • gR. O ts i :Igs è §91:s on-N •,5 - .*.1.11 e h 414:• • 'e' so:e'NeNeselo:e' 3: " I 1,11 11, 1 4 1 1,1 1V i , IV I "..Dss;s7sseSits 1s , n1 i■• t.tí, LA CROCE PISANA o Bervite di Un pattuglione di oltre venti tra carabinieri e guardie di città, stava in agiato dietro un muro aspettando il timigerato Derosas. che era stato loro riferito dover.? passare di là. Gli agenti vedendo un uomo ;trillato gli inti. marmi° di fermarsi tenendosi sempre nascosti; il Maggiore credendo uno scherzo proseguì. Gli fu fatto una nuova intimazione e con minaccia di far fuoco:, il maggior Branca credette allora avere che fare coi briganti, si pose sulle difese inginocchiandosi in mezzo alla strada. Fu tosto fatto segno ad una scarica di molschetti, alla quale rispoke col proprio fucile, riportando pero') mia ferita alla testa. Quindi carponi si riparò in una capanna, mentre gli agenti continuavano a fargli fuoco alle spalle. Circondata la capanna, il Maggiore fu tratto in arresto) e di là condotto all' espeda - busL, ('ttil 3 per i essa la fa- pardopo slan!iente dant() sia . 'ospe. isgratreurtò DO. ora re sioni, ) che ize. fL Di- - Il acute isi di e vo le , belor la lenta mrie di 94•0 dare ci di vare è il i. me- NOTIZIE ITALIANE Atto coraggioso. Mentre a Lonibardone presso Torino facevano esercizi di tiro le truppe di artiglieria e si lanciavano razzi, uno di questi invece di proseguire per la linea per la quale era stato diretto retrocedette con violenza. Era presente alle esercitazioni la Duchessa di Genova ed il razzo veniva proprio contro di lo-..i ed un gruppo di ufficiali. Il capitano Peana, avvistosi del pericolo con risoluzione altrettanto coraggiosa che rapida l' arrestò con una mano, quasi sul viso della Duchessa. Egli ne ebbe spezzato il braccio, nia scongiurò col suo sangue freddo un male infinitamente maggiore. — ai una so iiove) [Iati i e di Ldini. mn è desildati, deb- stica tutti i, dal resto ) im) del iazza pia- sulla che >dere MEI la pia V NI Runla sua 3. casa Li ezzale fa- Elmi ci- La Massoneria. NUM ante ore di rauca, SII0 — 1 noto orinai che il . grande oriento sta per insediarsi n•n appartamento nobile del l'alazzo Borghese gigantesco e storico palazzo di Papa Paolo V. Lemmi va dicendo: « Ho dovuto • fare un vero sacritizio a prender l' appartamento borghese, ma ho voluto che la Massoneria italiana avesse in Roma la sua reggia di fronte alla reggia vaticana ed alla reggia subauda! ». Qui c'è qualchuno che ha molto da imparare! Roma. -- La sera del 5 del cor. mese S. M. la Regina, accompagnata dalla Marchesa Trotti di lei dama d'onore, e dal conte Zeno, gentiluomo di servizio, si recò alla chiesa del Sudario, per tenere al fonte battesimale la figlia del marchese Ferdinando Guieccoli suo cavaliere d'onore. Ad attenderla in chiesa vi erano molte dame dell' aristocrazia. Viareggio. — Toni Antonio di Acqui, trombettiere al 9." bersaglieri, trasgredendo agli ordini severi impartiti, and, mercoledì 5 cor., a bagnarsi sulla spiaggia di ponente: preso da un improvviso malore, forse per avere poco prima mangiato, annegava: Due caporali, che stavano puro bagnandosi corsero in di lui aiuto, ed uno di questi sarebbe annegato sa alle grida non fossero accorsi dei marinari della Società di salvataggio. Giovedì ebbero luogo alle quattro e mezzo i funerali. ai quali presero parte i commilitoni del povero Tolti e la banda municipale. Novara. Nella notte del 6 un impetuoso ciclone si scatenava sopra la città e nei dintorni. ki Furono abbattuti muri. sradicati alberi, inonda te cantino e scoperchiati molti tetti. La loggia e la Mora inondarono. per circa un raggio di due chilometri e mezzo, il sobborgo ' 7 Sant' A nd rea . Gli abitanti sono tolti dalle caso dai pompieri . con scale e carri. - Fortunatamente nessuna vittima. I danni sono gravissimi. --- Furono inviati soìdati per chiudere le brecce , dei canali. mii - - L capparte oscere igione ...porre aggio terna. Quel dolore atroce ed - . , poilie in i anni van- ora selatica. insoffribile che a guisa d'un grosso cordone si stende dall'osso sacro alle dita del piede attraversando tutta la gamba e che riduce i miseri pazienti allo scoraggiamento, la sciatica che, da Ipocrate fino a noi, ha sempre richiamato l'attenzione dei dotti medici e, diciamolo pure, senza risultati molto concludenti, se provenga da causa erpetica o reumatica trova un potente e sicuro rimedio nell'uso dello Sciroppo Depurativo di Pariglina composto, preparato dal dottore Giovanili Mazzolini di Roma, e ne fanno fede gli innumerevoli documenti che possiede il Mazzolini, che o) pronto ad esibirli a chiunque desidera leggerli. — Esigere la inarca di fabbrica tanto impressa nella bottiglia che nell'etichetta, e la firma dell' autore nell'opuscolo o che la carta gialla sia in filograna colla impressione della medesima marca di fabbrica, giacchè si vende in vario farmacie contraffatto. Presso l' inventore — Stabilimento Chimico Quattro Fontane 18, Roma; si vende la bottiglia. grande L. 8, la piccola 4,50. — In pacco postale entrammo due bottiglie grandi o tre piccole: aggiungere L. 0,70 per I affrancatura. Depositi garantiti in Pisa : Farmacia Petri e Farmacia Paladini. wano iccetguaia di io ali fre' non 3 non usica — - LAL izione• bani- i Un pubblico che non si lascia insul- tare. - A Vittima nell'Orfeo estero una coppia • 'untisi:a francese, certo Desrochy e certa Bianca provocarono nel pubblico Vivo scandalo e forte ripugnanza presentandosi sulla scena l' uno in abito da prete e l'altra ia abito da monaca a cantare un duetto in lingua italiana. 1.1 commissario di polizia ordinò tosto si ritirassero. Ricomparsi in altro costume, il pubblico manifesti) con energia la proinia disapprovazione e respinse inesorabilmente gli imprudenti saltimbanchi. Essi credettero scusarsi dicendo che per mesi e mesi aveano rappresentata quella scena a Roma o a Napoli senza incontrare censure. Ignoravano che passa differema da Governo a Governo e da pubblico a pubblico. Vienna. Il giorno 4 corr. circa quattromila pellegrini di ritorno dal santnario Alariezell Stimi, giunsero nella sera a Vienna. Processionalmente si recarono alla cattedrale con immagini, torce e mazzi di fiori, pe1 . assistere ad una solenne benedizione. Durante la funzione, un mazzo di fiori secchi si incendiò. Fu gridato al fuoco, e questo bastò per fare nascere la cunfusione ed il fuggi fuggi. Nella ressa molti furono calpestati,principalmente le donne e i ragazzi, e chi sa quale catastrofe sarebbe avvenuta se un sacerdote non fosse salito sul pulpito e non avesse gridato che tutto era cessato. Otto donne sono ferite gravemente. • • • NOTIZIE ESTERE --■•••••■ PER BOCCADARNO M: caldo, ne gulo Rimangon su in cielo. È inutile illudersi, quel che non è stato sarà, e se ancora nom abbiamo provati gli spasimi tropicali dovuti all' innalzamela° (lel termometro non per questo il ' preso impegno ore del calo ha m isuratou di rimanersene . costantemente a un livello moderato. Salirà, salirà, non temete, lettori; e allora cercherete il consueto contUrto nel tuffo nelle acque cerulee del nostro Tirreno, e Marina aspetta sfidata, inesorabile, contUrtatrice. Ma dopo il tuffo viene l' appetito, dopoche i polmoni Si sono dilatati per l'aspirazione di tanto ossigeno, il ventre ha bisogna' di qualcosa di piti consistente dell' aria, che fa bene, irta non empie la , pancia. E allora?.... Allora, se mi volete dare retta, dovrete correre al Nettano, alla fermata detta la Rotonda, ove Giuseppe Castaldi tiene sempre pronto tutto cio elle è richiesto) per empire il ventre con romba buna, ove il sullodato Beppe ha una cantina preziosa, ove il Castaldi vi farà felici, CO n quanto'? . con nulla ... - 13 giov. S. Aniceto P. e M.• voti. S. lionavolitura V. e D. i:, sali S. Enrico Imp. lit a. Cucilia tritino di mili.i. Preceduta da illuminatimi° esterna della chiesa e di molto caso della piazza o via eircoatante nella iora di sabato, la festa soloune di Maria Santissima llefngio del perentori voniva celebrata domenica scorsa in 5. Martino, • eor•endo in quel giorno la V isitaY.10110 della SS. Vergine k oho elio q uando la detta nista cado in dontunica III che piM avvenir° dopo lunghi anni quando il hisostile dal tediato la faccia andare al lunedì, conio accallo nel ISM) si espone' r antica o voltomi* immagino sul niagg1 " 0 allatto tra decoroso e splendido addobba, mentre negli altri anni si festeggia nella propria cappella, il cui altare nen molte tempo fa fu adorno dì bei lavori ■Ial la munificenza della compianta Principessa Corsitti. La festa 11.1 attirato nella chiesa di 5 Martino molta gente la sera della vigilia ed il giorno della festa, specialmente in tempo della gran muaica diretta . dal maestro signor Torquato giannetti o molto bone eseguita. Questa bella festa fa onore al Molto Reverendo Priore, alla pia Congregazione ed ai benefattori. Sputiamo di rivederla fra sei situi, cioè rana° ultimo di questo secolo in cui la Visitazione tornerà in domo Fica. E stato pilbblicato l'Avviso .9acre della festa solenne Mar. Santissima del Monte Carmelo che avra luogo in Terpè il 16 del corrente, secondo il couattoto degli anni (leeorsi. Ricordiamo che dai primi vespri, cioè dalla sera del sabato, 15, a tutta la successiva domenica, tan o in detta chiesa quanto in quella del ('a riniue si può acquistare la indulgenza plenaria toties gnioties, eioù tutto le volto elio la si visiti 'conte per il Perdono d'Assisi nello chiese franceecane il 2 agosto) concessa tini Sommo Pontefice Leone XIII l'aurei scorso. Sabato sera in S. Torpò vi sarà il Matutino solenne. La mattina della festa la COlnulli000 generale a ore 6, e dopo la mossa solenne dello 11 Benedizione Papale. E da notarsi che per l'acquisto della suddetta indulgenza ò iudispensaltile la confessione e comunione, pregando inoltro per i fini intesi dallo stesso Pontotice. L' indiligenza si può applicare. i tu metto oli suffragio, alle anime del Purgatorio. . È cominciato ora il SECONDO semestre del 1893, e noi facciamo calda preghiera di rinnuovare l' abbuonamento a quelli dei nostri associati cui scade col 30 giugno: facciamo ancora voti che nuovi e numerosi associati vengano a sorreggere 1' opera nostra alla quale senza interesse alcuno ed anzi con sacrifizio di tempo e fatica, abbiamo consacrato i nostri pensieri e le nostre cure, persuasi della necessità di un organo della stampa cattolica nella nostra Pisa. Quindi se ad alcuno non piacesse valutare il nostro giornale per quello che adesso è, lo valuti almeno per quello che potrebbe essere quando fosse più aiutato di soccorsi pecuniarii e di soccorsi di collaborazione. Eppoi, c'è il Cuoco, un cuoco clic avrebbe i..ppagato le brani° del divo Pesarese di ghiottesca memoria E dopo mangiato si capisce che una tazza di vero Moka, un pulcino, un marsalino, sono) indicati da tutte le leggi igieniche, che anche per questo non abbisogna scomodarsi perchè unito al Restaurant trovasi anche un elegante locale ad uso Caffè e Gelateria. Dunque, bando ai discorsi ; chi vuole E PICUREO. approfittare è a\v . - 010.1 ut Il nuovo cannone Turpin. -- Non sono abbastanza micidiali, a quel che pare, i mezzi di distruzione fin qui inventati, eccone un altro ideato dal famoso Turpin. Si leggo in proposito nel Journal: « Il nuovo ordigno di Turpin rende ogni scontro di truppe impossibile, ed A meraviglioso spaventevole. Questo cannone, leggerissimo, è servito) da 4 uomini. Col suo sistema Turpin puo lire 4 colpi in un quarto d' ora ed ogni scarica getta 25,000 proit ttíli a_3500 metri, e più espandentisi in tutti i sensi e cuoprenti geometricamente 22,000 metri quadrati. « Col medesimo principio e in un altro ordii,i. di idee, le navi mercantili e i battelli da pesca possono acquistare, con questo nuovo armamento elettrico. senza subire alcuna trasformazione importante nel loro attrazzamento, una potenza capace di rivaleggiare con quella delle più grosse artiglierie delle navi da guerra e di tutte le ce • razzate. i cui blindaygi più resistenti diventano inutili. « In ciò che concerne i forti e le fortilicazioni d' ogni genere, la loro utilità diventa nulla, percliè. dopo qualche ora non ne resteranno che le l'ultimo censimento nelle Indie seno 2,284,172 cristiani, dei quali 1,314,26'3 appartengono alla chiesa cattolica e 340,614 alla anglicana. Siecno i cattolici sono quattro volte più numerosi degli anglicani e sono più della n'età. del numero totale. Longevità. Fra i pellegrini giunti ultimamente al monastero di Troitzo-Sergierski a Pietroburgo ve ne era uno di 113 anni. Questo vecchio aveva fatto a piedi tutto il viaggio da Luga e non dava alcun segno di fatica o stanchezza. La sua età è debitamente attestata in un certificato che si trova fra le sue carte. — - g • C=) CD cir o or CO 7., or <5 O CC:1 - o GS , Ci o o C- o o ocr ez •-•.14 .4, - o 9 Doni. VII dopo la, NUL Ottava della visitazione S. Niccola festa della Madonna delle grazie o iu S Rocco della Madonna dell' Umiltà. In S giovarmi al gatano festa del Corpus Domini e in S. Michele degli Scalzi del SS. Reduntor° e con successivo ottavariu. io Din. I 7 eanti fratelli Min.. e Ss. Rutina e Seconda Min. I I Mart. S. Veronica tiiiiiatiii Yerg. 12 Marc. S. Giovanni gualberto Ah. istitutore dei Va 1lembrosaiii. Ss. Nabore e Felice Min. di Maria Satitis-ima. S. Zenone o Colmi. Min. In . C=) Il etstliS Indigeno è il iniy/i0e0 di tutti i prepa•ati sinora inventati por sostituita) il Csree colunialo, Non ò un'ibrida miscela conio il eArn C100110, 1100110:1 dannosa sofisticaz iono coe m gli tutti surrogati. — i: igienico, poicitò non eccita il sistema nervoso; non produce ii180 1111i0 giova allo dotino isteriche, a eni nuoce il caffè colottialu. E tonico, o quindi giova nui catarri gomt.co-outorici, nelle atonie gastrielto, nei catarri voscicall, nella broucerrea, nella diarroa dei bambini, di cui rende la fibra più ,compatta e robusta. E sommamente nutritive, pet ciò di grande vantaggio agi' individui deboli, magri .o convaloscenti; non riscalda punto le mucose, ed ò seoronchice o difle.stiro. bambini lo bevono ben valendosi o lo preferiscono a qualunque bevanda, possono premiarlo più volte al giorno unite al latte, al brodo, a qua cho tuorlo di uova con semino giovamento, massimo tii1:11DIO sono afflitti da tosse COIIVIII8I14 11, da catarri bronchitili o poluteuali scura renderli irritabili o norvosi si ti dall:t infanzia, e- tue il erigi coloniale. E oltremodo aromatico. Ditatti por l'odoro, per r aroma, poi sapore può beilissiino paragonarsi al tutt'e Moka, Cuylan, S. Domingo, guatialupti, ecc., anzi. ò di un sapore, di nu gusto piacevole, genti'e, squisito cito allatta a bevevi() più volto nel corso della 001111110 e talvolta a prenderne dito a tre tazze di seguito con grande soddlathziono. — Chi ha bevuta qualche tazza catli. intingono, poco gusta più il caffè coloniale. — Bisogna provalo per . Il esitòindigeno ha on bollisehno colore: non è inve‘I°r feilere al colore del caffè coloniale. -- I I colorito non si distinguo dal più scelto caffè Arabic°. econonaico, porchè le famiglie o gr industriali tli caffè risparmiano il mille per mille. E un prodotto z eo na I e o i' Italia nou è costretta di mandarti i suoi milioni all'estero. La poggiare qualità di caffè colouiale crudo oggigiorno non costa meno di lire 4 al chilogramma, dopo la torrefazione si riduce a poco più della mota, ed aggiungi lo spese di turrefazieue e inticivazi.mie oltrepaesa i I prezzo di lire 7 al chilograninia, murare I _'atti indigeno costa lire 2 al chilogranuna torrefatto e ridetto il polvoro. sicchè 10.i grammi di caffè indigeno costano appena 2) centesimi e con IO!) grammi si possono ( m utiate, venti tazze di ottimo caffè di buottissinm gusto o - di bellissimo colore, in modo che ogni tazza di caffè costa qualche centesimo. — La somma di 20 centesitai si può spendere da chiunque per assicurarsi delle ottimo qualità del caffè indigeno, che garoutiamo sotto tutti i rze porti, pronti a restituire il doppio a chi può provarti il contrario. È anche ecutiornice, perchè richiede una piccolissima quantità di zucchero. -- Provate o vedrete. Il caffè indigeno por i vantaggi sopra menzionati stato introdotto in moltissime ftilitiglic, negristituiti nei conventi, uci seminari, nei brefotroti, negli alberghi occ., e le numerose richieste, che giornalmente aumentano, dimostrano, senz' altre raccumandazion', la grande utilità del CIME INDIGENO, che ripet:amo essere, 8011Za alcun dubbio, una bibita igienica, salutare, economica di un gusto squisito, superiore a qualunque cafr.. - Modo di usai lo. - un cucchiaConio bibita usuale, si prepara . due di caffè indigeno, o solo o nidi,. a parti uguali di ho' I si fa bollire caffè coloniale, in una tazza di agitandolo un tantino; dopo ho ebollizione si versa aggiungoutlovi un po'di zucchero a piacimento seentalo Il gusto. — Per i bambini dopo raffreddate si può dare a bere tre o quattro volte nella giOnlata anche unito al latte nel biberon° o col cucchiaino. — Per gli adulti convalescenti si Ing.) Unire col brodo di pollo O di vitello. — Come corroborante •eg,r iudividni magri, tiervesi, irritabili, nelle donne istericho cc. si può liuto imito al latte od • ualello tuorlo di uovo. Vendesi all'ingrosso ed al dettaglio. 111 SCAFATI (Proc. di .tialerno) Fabbrica autorizzata di Caffè indigeno, Via Chiesa Madre, al prezzo di centesimi 20 ogni 100 grammi in pacchetti di carta, fn sacchetti di tela ed in scatole di latta, secondo lo richieste. Da l a 3 chilogrammi aggiungevo Cont. 60 per speso postali. — Da 6 chilogrammi in sopra si' risparmiano le spese postali. — Si spedisce anche cdntro te-segno postala. — Si spedisce per ferrovia e .ntro assegno furrov i:trio inviando la terza parto del prezzo anticipatamente. Pur quantità ctinsidurovole, prezzo a couvultirsi. G-Fk..ArrIS ISI().■41)0. 41`CID Ogni acquirente di bigliet t i della 1.40tteria Nazionale Italo- America" la, (Estrazioni in cinese anno 31 Agosto, 31 o. c=) :=) , Dicembre) rin.vi. 4 /---- f•••• C.O LU CO ■:` I.-, <D :O O co <5•-- ce' o..c Gogcr, '9110 1V -v* -( t7-"' cn o: :o o ov o o Or r: C/3- UJ te te t•- Cf) C-• '6= t-- Pisa, Tipografia del Cav. F. Mariotti. Re. — PP,. Via dipigep.si al itilfl. PIETRO :MAllE', Eupasia, n. Le. iffill1~1~1irmucanitsaa~~ Alla TIPOGRAFIA MARIOTTI si vendono ad UNA. Lira. ogni Cento copie alcune bellissime riflessioni sulla 13E1ST 143M M LA- , di argento vecchio) oggetto eminetemente artistico produzione do Ila pro miata. officina, A. ( irpani di Milano) è dato in dono ai compratori di ~gai biglietto <la 10 211101101i.. (L. I.0) pi1 , T. Duelli Gerente re.sponsabile gratuito. Via S. l BartOlonune0 Muzio e C., Genova dato in dono ai compratori oli 100 numeri conipleti da (141re 10( I). - N e: 81Mercanti ed aiatulcTre autiniLuS BUSTO CRISTOFORO COLOMBO o lana ielepia, (stile Luigi XV) a due vasi. fae simile N P.I. o IDONI ) Ne specitielliamo qualcuno: l'USO iii ttICIall0-1 Heinz() tr• l' Iai o .idsesgememagams - - IN TIJr.1"17'() 114 t-• - nTgAaBrInLol isriegP iI0S A, • •••.- in sugo Provincia i Salmo Ullici e sola in _______ 11.11911~1111.1.1111111~1~~111.11 t GRANDE FABBRICA AUTORIZZATA ).10 V , -----•••• Ce D■.1 C=) - PPPPCYP .ze.tedvia3 e -T A31 - V AP IE T A. P 'p) unba'y rovine». Il Cattolicismo nelle Indie. — Secondo CAFFÈ INDIGENO S. Cant- cent. 75 per o liritto oh spediz. del dono. Ml\TnM01`Tr2SI , nuovo od interessante porta-carte tascabile con lapis, fogl i da scrivere nonelmè ../ 0 'TOTIP I .A. (cent. 48X60 rappresentante il busto Cristoforo Colombo, sono i doni ai quali hanno diritto i compratori di ogni biglietto <tu rí numeri (L. 5) più cent. 50 per diritto di spedizione. Sollecitare le richi'esìe presso i'principali Banchieri e eambie volute n e l Regno e presso la .Banca FRATELLI CASARETO di FRANCESCO (Casa •fondata nel 1868) Via Carlo Felice, 10 0111NC:0VA.. 289EMOKIRICEM - "zaaelleeMILet - •boole' • 1 01 4 1i9eltWe'lleo • yo I s e 0:oiNehoidel Meli'OeIt' ',■•■ 'Moto i eliOH li4'11:41;11' irgit e•, o' 11 :11 1 :4 0 : 1 11111 $4 20:4 Pl e a IIII 4loot 15 .' '4. 1 ."0 . 10 .1 1 1: 1000, ` . 0094 '.1 0 . 1000 4, stotto ..1.1 4.:4 , Pi.: illl'ii at! etrefiliejsb:1:1: , 14.100,1:101 411.• iigi:440.0.1:41:411011:.1.:44.1.4.1g eligtiollthil, ell.M. ::: 1 : 111 : !. • (• . „t, t. e. e. t.e . fr. • i et ie.. 91110 be~defe i e a 1§1:94:0•1$0441 1 4.0 1 : 1 441:s, :1:1q1,Tp,„ re gre ge rd is ethetele l e:e:«4 1 :1 0,44 1 :01:41:441:44t,e:ele:sle:e 1 441:1:ett:eYe'etehielepriellieieteleiel ebbh!thbliebbl.le!egelle!deWthee .eis!eide!de!e'e! ble!e!‘ 'eh %%tele!'l'itilbitele afe o"e' eest' e t ee e eielele e &elette, .1:: .1.1 I.1. 14to t Le inserzioni dalla Francia si ricevono solo presso l'Agence principale de Pubblicit,' A. MANZOM e C., Paris, rue de Maubenge, 17. i :4 0 4•11~1:1915111 4, 0 FI•L' BECCAR o:41 1,91 - 441 e tt:1 _A CArì Ull ( 1-ne mont e) 1 1 11 1 III STABILIMENTO VINI DI LUSSO E DA PASTO Tnrku. BREVUTOTA.IT atio. , Atr fsren Il fluirmi BECCAR° -.cc>. I Il III — = • -.Nuovo sistema di DAMIGIANE BECCARO col fondo in legno e col rubinetto Brevettate in Italia e all'Estero per trasporti Vini, Olii e Liquori, le sole adottate dal Governo per tutte le scuole enologiche del Regno. poni, ' II Il I ee III > eleie l'e'e e'ese 44, --••••--111 PIGIATRICE-SGRANATRICE BECCAR() 0,41 •••••••••• 1 1:1 la più utile fra le Macchine Enologiche Brevettata in Italia, Francia, Spagna ed Austria-Ungheria. Dietro invio di semplice biglietto di visita si spedisce Gratis il Catalogo illustrato ove si troveranno cenni interessantissimi tanto sulla maochina quanto sulle damigiane, e prezzi correnti. eple 1: 1 : 1 szwezelimmewsocznatTeiL. - I1 1.1 VOLETE DLGERIR 131.:NI 7 liii R SORSE\TE A\G-LCA I II 1:11 1 sele, 1:41 III 14 NOCERA UMBRA ;1 14 m .ACQTTA DA TAVOLA (4AZOSA, AL(' ALn 10,1 1 ::: 1 $ dichiarata: La Regina delle Acque. dei pio (.,~di••i 91 1 ( 11 1. SCMtio, illantega;,;a, Molescotti, Seminolq . e dei protessoi.1 G. S. 1 1dottori Minich, Spantigali, nai 1)'Jdcla, Lopeta, Bendi/?t, Conon. Cantani. ec. ec. • 1:01 1 :.:#: . 10. :g.: , . Milano. CONCESSIONARIO --- FELICE BISLERI 1I 1 ,11, i le tt - Medaglie alle primarie Esposizioni - 14 ile a ED ALTRE MALATTIE NERVOSE si guariscono radicalmente colle celebri polveri dello STABILII ENTO CASSARI\I UI BOLL A. sit t rovano in Italia e fuori nelle prima - F' .11Z M ACI14.3. — Si opuscolo dei guarii i. l' spedisce gratis - irCono delle L.L. M.M. i Reali d" Italia. ,............1.0"••••■•••••••••••■••■■•••■■•■■■•••■■••••■•••••••■•••••■•••■■••••■••■ 000000 000:00 00 + 4- OCA» 0 0 11 11 1 > ANMBACILLARE I:1 11 Il Ileee , °- RIMEDIO CONTRO LA TISI JA " 2: 1 1111 1 1 :1:4 1:4.1 III preparato con processo speciale DAL PROFESSORE SALVATORE GAROFALO ele% eNs aey 5 411 1 141 4: 11 :11 1I La barba ed i capelli aggiungono all'uomo aspetto di bel ezza, di forza e di senno. Una chioma folta e fluente è degna corona della bellezza. e:e:e Il III y t, sf L'ACQUA CHININA MIGON E li telli 1 1 11 1 % IS è dotata di fragranza deliziosa, inTedisce immediatamente la caduta dei capelli e della barba non solo, i ua ne agevola lo sviltippo, infondendo loro forza e morbidezza. — Fa scomparire la forfora ed assicura alla giovinezza i ina lussureggiante capigliatura tino 1,11a pi ti 1 arda vecchiaia. 41:1 1#1,1 tie:1 11I 41: 11 Si vende in fiale (glacons) da L. 2 - 1,50. - In bottig ie da un litro circa L. 8,50. Deposito generale: .A.nwel o M igone e C., Via Torino, num. 12, MANO e da tutti i Parrucchieri, Profmuieri e Farmacisti. A Pisa dal Signor ALDOBRANDO IV1ATTEUCCI - Negozio e Bazar la CONCORRENZA. - .04 Alle spedizioni per pacco postale aggiungere centesimi 80. ■11:11~~111~1~111~~1111 III e i tie . O 44 L' Anti-Bacillare, preparato a base di creosoto balsamo, di Tolù, glicerina, codeina ed arseniato di soda, dotato di gusto gradevole, impedisce subito i progressi del male, uccidendo il bacillo Koch. Inoltre esso possiede tutte le proprietà tonico-ricostituenti, rinforzando lo stomaco e promuovendo l' appetito. La tosse, la febbre, la espettorazione, i sudori notturni e tutti gli altri sintomi della consunzione migliorano sin da principio e cessano rapidamente con l'uso regola re dl il l' Anti Bacillare. - Prezzo di ogni bottiglia, con istruzione, Lire 4. o Lgiungendo L. 1, per spese di posta e di imballaggio, si spedisce v" in tutto il Regno, mediante pacco postale). Unico deposito in PALERMO, presso l' inventore Prof. S. Garofalo, Via Tornieri, 65. — Ivi dovranno dirigersi le richieste, accompagnate da cartolina-vaglia. — Scrivere chiaro il nome, cognome e domicilio. -71 III 1i1 L'Emulsione Scott è raccomandata dai Primari Medici per la cura di tutte le malattie este:manti degli adulti e dei bambini: è di sapore gradevole come il latte e di facile dig,stione. Le bottiglie della Emulsione Scott sono fasciate in carta satinata color o Salmon o (rosa pallido). Chiedere la genuina Emulsione Scott preparata dai chimici Scott e Bowne di New-York. :1 1/41 dd itit Pq 11:1 .ty Volete la Salute??? - commerciali e gin- nasiali pareggiati. I I inulsione CO 14 , .1•••211.211•1 ria ra studio specialmente accurato teorico pratico di lingue straniere. Prepara zione agli esami di licerLa. Posizione magni f len, nel aliLtica. Villa l'è, con cortili, giardini e parco di una estensione di 16,000 in. Per programma, referenze ed informazioni rivolgersi al • i .;.:4;it , :ì: ,e1 • Corsi eleinen: ari, SI VENDE IN TUTTE LE FARMACIE. rir9P"TTITIFT","91rv TY" "~■^Y.'"P'Y e'o 1:1 I LUGANO 000000'3 000. della Emulsione Sco tt d'olio puro di fegato di merluzzo con ipofosfiti di ca1c2 e soda non è la sola causa del successo mondiale di questo preparato; al sapore gradevole vanno unite incomparabili proprietà tonico ricostituenti. 111 g , ,,, 000 ore e'est Approvato dal (ionsiglio Snperiore di Sanità; p.escritto dai inedici Intti gli individui (1111i da tubercolosi, bronehiti, polmonare, ac, to e(l/sezioni della laringe e della tracb . a .rt a f. I ' Pirett. Pro( Luigi Grassi. Il