Allevamento animale e riflessi ambientali
QUADRO NORMATIVO
 La sostenibilità ambientale non era tra gli scopi
della PAC al momento della sua creazione, ma è
stata gradatamente introdotta a partire dagli anni
’80.
 Il quadro normativo attuale volto al controllo
delle emissioni inquinanti degli allevamenti
riguarda
principalmente
la
prevenzione
dell’inquinamento delle acque da N (Nitrati di
origine agricola).
 Normativa complessa per la presenza di leggi
comunitarie, nazionali e regionali.
NORMATIVA
COMUNITARIA
NORMATIVA
NAZIONALE
NORMATIVA
REGIONALE
L. 319/76 (Legge Merli) - 1976
Dir. 91/676/CEE (Nitrati)
Reg. CEE 2078/1992
DM 19/04/1999
DLG 152 del 11/05/1999
DGR 610/03
DGR 700/03
DGR2382/03
DGR 182/04
DLG 59 del 18/02/2005 - Attuazione
integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento
Decisione 2006-2013 – Attivazione
procedura d’infrazione verso l’Italia
Decisione 2006/2163 del
05/06/2008 – Archiviazione della
Procedura d’infrazione verso l’Italia
DLG 152 del 03/04/2006 – Norme in materia
ambientale
DM 209 del 07/04/2006 – Criteri e norme
tecniche generali per la disciplina
regionale dell'utilizzazione agronomica degli
effluenti di allevamento e delle acque reflue
provenienti dagli allevamenti.
DGR 147/06 – Piano di monitoraggio e
controllo del piano d’azione.
NORMATIVA COMUNITARIA
 1991 – Direttiva 91/271/CEE concernente il
trattamento delle acque reflue urbane e della
Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati) relativa
alla protezione delle acque dall'inquinamento
provocato dai nitrati provenienti da fonti
agricole.
↓
inquinamento
da
nitrati di origine agricola
↑ misure preventive per ulteriori fonti di
inquinamento da nitrati di origine agricola
Direttiva 91/676/CEE (D. Nitrati)
 Controllo della qualità delle acque dolci
superficiali e sotterranee;
 Designazione delle zone vulnerabili (ZV) ai nitrati
 Definizione dei Codici di Buona Pratica Agricola;
 Definizione delle misure da attuare in specifici
Programmi d’Azione delle ZV
MAX 170 kg di N/ha
 Delega ai singoli Stati per i criteri di calcolo
dell’escrezione
azotata
(e
quindi
del
PV
corrispondente a un carico di 170 kg di N/ha.
PAC
 1992 – Riforma Mc Sharry: Primo reale approccio
della UE alle problematiche ambientali connesse
all’agricoltura.
 REG CEE 2078/92: Incentivi per l’adozione di
tecniche agricole a basso impatto ambientale 
Incoraggiare lo sviluppo di un’agricoltura più
rispettosa dell’ambiente.
PAC
 2000 – Pacchetto Riforme di Agenda 2000:
Riconoscimento dell’agricoltura di 2 funzioni:
produttiva e protezione dell’ambiente.
 Riorganizzazione della PAC in 2 settori:
1. Primo Pilastro: Politica di mercato.
2. Secondo Pilastro: Sviluppo sostenibile delle
zone rurali
PAC
 REG CE 1259/99: nell’applicazione delle misure
del primo pilastro, necessità di tener conto di
obiettivi ambientali.
 REG CE 1257/99: integrazione
ambientali esistenti con altre.
delle
misure
PAC
 2003 – Riforma Fischler: introduzione del
concetto di disaccoppiamento totale dei sostegni
per cui i premi alla produzione e il sostegno al
reddito sono sostituiti da un unico premio
aziendale annuo TOTALMENTE DISACCOPPIATO:
indipendente dalle produzioni e subordinato al
rispetto di norme e obiettivi in termini di
ambiente,
sicurezza
alimentare,
salute
e
benessere degli animali in azienda.
NORMATIVA NAZIONALE
 1976 – LEGGE MERLI (L. 319/76): Primo
pacchetto normativo Italiano riguardante la
tutela delle acque con:
 Norme sugli scarichi.
 Limite di 4 t di PV allevabile per ha.
 Norme per lo spargimento dei reflui di
allevamento (pendenza, distanza minima
dai centri abitati).
NORMATIVA NAZIONALE
 1999 – DECRETO MINISTERIALE 19/04/1999:
Pubblicazione del Codice di Buona Pratica
Agricola (CBPA).
Riduzione dell’impatto ambientale
delle attività agricole, tramite una più
attenta gestione del bilancio dell’N.
CBPA
 Definizione delle migliori pratiche cui attenersi
per produrre in maniera attenta e sostenibile in
funzione:
-
Delle caratteristiche del suolo;
Del clima;
Delle colture praticate;
Dei sistemi d’irrigazione;
Delle modalità di allevamento.
 Adozione del Codice vincolante per le aziende
poste in ZV e consigliata per tutte le altre.
NORMATIVA NAZIONALE
 1999 – DECRETO LEGISLATIVO 152/1999:
Disposizioni
sulla
tutela
delle
acque
dall'inquinamento e recepimento della Direttiva
91/271/CEE concernente il trattamento delle
acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE
(Direttiva Nitrati) relativa alla protezione delle
acque dall'inquinamento provocato dai nitrati
provenienti da fonti agricole. (Supplemento
Ordinario n. 101/L GU 124 29-05-1999).
Articolo 38 - Utilizzazione agronomica
2006
DECRETO LEGISLATIVO 152/2006:
DECRETO MINISTERIALE 209 del 7 aprile 2006:
NORMATIVA NAZIONALE
 2006 – DECRETO LEGISLATIVO 152/2006: Norme
in materia ambientale.
Di fatto viene abrogato il DLG 152/99, ma
riproduce quanto già previsto da
quest’ultimo, sia in linea generale per
l’utilizzazione agronomica dei reflui
zootecnici e delle acque reflue delle aziende
agricole, sia nello specifico per le ZV.
NORMATIVA NAZIONALE
2006 – DECRETO MINISTERIALE 209 del 7 aprile
2006: Criteri e norme tecniche generali per la
disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica
degli effluenti di allevamento, di cui all'articolo 38
del decreto legislativo n. 152 del 1999.
Conferma dei limiti di N per le ZNV e le ZV
(340 e 170 kg N/ha), ma modifiche
sostanziali per i valori di escrezione azotata
per tonnellata di PV delle diverse categorie
di animali.
A
B–
- ha SAU
Nº capi bovini + bufalini
CLiquami e acque
(m3/anno)
Cancello ed Arnone
3.153,22
49.982
2.349.154
749.730
745,002
Castel Volturno
1.948,69
29.882
1.404.454
448.230
720,717
Grazzanise
2.306,19
21.960
1.032.120
329.400
447,543
Santa Maria la Fossa
1.499,90
11.680
548.960
175.200
365,998
Ciorlano
1.221,99
8.818
414.446
132.270
339,157
672,19
4.780
224.660
71.700
334,221
Piana di Monte Verna
1.234,73
7.892
370.924
118.380
300,409
Pastorano
1.083,23
6.372
299.484
95.580
276,473
Marcianise
869,89
5.056
237.632
75.840
273,175
Pontelatone
698,06
3.752
176.344
56.280
252,62
Pignataro Maggiore
1.394,63
6.724
316.028
100.860
226,603
Alife
1.714,31
8.026
377.222
120.390
220,043
Baia e Latina
1.154,60
5.304
249.288
79.560
215,909
San Tammaro
1.007,95
96
213.756
68.220
212,07
Capua
1.525,23
6.372
299.484
95.580
196,353
651,54
2.578
121.166
38.670
185,969
1.831,51
7.225
339.575
108.375
185,407
Comune
Pietramelara
Castel di Sasso
Sant'Angelo d'Alife
DLiquami e acque
(m3/anno)
C/A
– Kg N anno/ha
DECRETO MINISTERIALE
SULL’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA
DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO,
DELLE ACQUE REFLUE
E DELLE ACQUE REFLUE DELLE
PICCOLE INDUSTRIE AGROALIMENTARI
(ai sensi dell’art. 38 del Decreto Legislativo 152/2006)
Ambito di applicazione
Disciplinare l’uso agronomico di:
 effluenti di allevamento;
 acque reflue delle aziende di cui
all’art. 28, comma 7, lett. a), b) e c)
del D.Lgs. 152/99
 acque reflue delle piccole industrie
agroalimentari
Finalità
Recuperare
le sostanze nutritive ed
ammendanti contenute
negli effluenti
per fini agronomici
L’utilizzazione agronomica è consentita purché siano garantiti
a)
Tutela dei corpi idrici
b)
Produzione, da parte degli effluenti, di
un effetto concimante e/o ammendante
sul suolo e l’adeguatezza della quantità
di azoto efficiente applicata al suolo
c)
Rispetto delle norme igienico sanitarie,
di tutela ambientale ed urbanistiche
liquami bovini
5%
AV
28%
30%
Il 30% è prodotto in
provincia di Salerno;
Il 26% in provincia di
Caserta
BN
CE
NA
SA
15%
22%
liquami bufalini
Il 75% è prodotto in
provincia di Caserta;
Il 23% in provincia di
Salerno
2%
AV
23%
BN
CE
NA
75%
0%
SA
liquami suini
6%
9%
30%
AV
BN
CE
NA
38%
SA
17%
Il 38% è prodotto in
provincia di Benevento;
Il 30% in provincia di
Salerno
liquami avicoli
46%
Il 46% è prodotto in
provincia di Napoli;
Il 18% in provincia di
Salerno
AV
BN
CE
15%
12%
NA
SA
9%
18%
liquami ovicaprini
16%
Il 33% è prodotto in
provincia di Salerno;
Il 27% in provincia di
Benevento
1%
33%
AV
BN
CE
NA
27%
SA
23%
Il Decreto disciplina l’intero ciclo degli effluenti
Produzione
Raccolta
Stoccaggio
Fermentazione e maturazione
Trasporto e spandimento
Ai sensi dell’art. 7 del Reg. CE 1774/02
l’utilizzazione agronomica dello stallatico non necessita di
documento commerciale
autorizzazione sanitaria
identificazione specifica
riconoscimento degli impianti di immagazzinaggio
Qualora non si effettui utilizzazione
agronomica dello stallatico,
resta fermo quanto previsto dal Reg. CE
1774/02 per i materiali di categoria 2)
Definizioni
Stallatico: escrementi e/o urina di animali di
allevamento, con o senza lettiera, o il guano,
trattati o non trattati.
Effluenti di allevamento palabili/non palabili:
miscele di stallatico e/o residui alimentari e/o
perdite di abbeverata e/o acque di veicolazione
delle deiezioni e/o materiali lignocellulosici
utilizzati come lettiera in grado/non in grado,
se disposti in cumulo su platea, di mantenere
la forma geometrica ad essi conferita.
Liquami: effluenti di allevamento non palabili.
Sono assimilati ai liquami, se provenienti dall’attività di allevamento
liquidi di sgrondo di materiali palabili in fase di stoccaggio
liquidi di sgrondo di accumuli di letame
le deiezioni di avicoli e cunicoli non mescolate a lettiera
le frazioni non palabili, da destinare all’utilizzazione
agronomica, derivate da trattamenti di effluenti zootecnici
liquidi di sgrondo dei foraggi insilati
le acque di lavaggio di strutture, attrezzature ed impianti
zootecnici, se mescolate ai liquami di cui sopra e qualora
destinati ad utilizzazione agronomica (in caso contrario sono
assoggettate al Titolo III).
Allevamenti di piccole dimensioni
Allevamenti con produzioni di azoto al campo per anno
inferiore a 3000 kg
Divieto di utilizzazione dei letami
In aree non agricole (fatta eccezione per le aree a verde
pubblico e privato e per le aree soggette a recupero e
ripristino aziendale)
Nei boschi (fatta eccezione per gli effluenti rilasciati dagli
animali allo stato brado)
Entro 5 m di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua (fatte
salve disposizioni diverse che le Regioni possono
prevedere)
Entro 5 m di distanza dall’arenile (per le acque marino
costiere e lacuali)
Sui terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante,
con frane in atto e terreni saturi di acqua
In tutte le situazioni in cui l’autorità competente provvede ad
emanare specifici provvedimenti di divieto o di prescrizione
in ordine alla prevenzione di malattie infettive, diffusive per
gli animali, l’uomo e per la difesa dei corpi idrici
Divieto di utilizzazione dei liquami
In aree non agricole (fatta eccezione per le aree a verde
pubblico e privato e per le aree soggette a recupero e
ripristino aziendale)
Nei boschi (fatta eccezione per gli effluenti rilasciati dagli
animali allo stato brado)
Entro 10 m di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua (fatte
salve disposizioni diverse che le Regioni possono prevedere)
Entro 10 m di distanza dall’arenile (per le acque marino
costiere e lacuali)
Sui terreni con pendenza media superiore al 10% (salvo
deroghe previste dalla disciplina regionale)
In prossimità di strade e centri abitati (a distanze definite
dalla disciplina regionale)
Nei casi in cui possano venire a contatto diretto con i
prodotti destinati al consumo umano
In orticoltura, a coltura presente, e su colture da frutto
(a meno che il sistema di distribuzione non consenta di
salvaguardare la parte area delle piante)
Su colture foraggiere nelle 3 settimane precedenti lo
sfalcio o il pascolamento
Trattamenti e contenitori per lo stoccaggio – FINALITA’
Messa in sicurezza igienico sanitaria
Garanzia di protezione dell’ambiente
Garanzia di una corretta gestione agronomica
degli effluenti
Disponibilità all’utilizzo nei periodi più idonei dal
punto di vista agronomico e nelle condizioni
adatte per l’utilizzazione
Stoccaggio dei materiali palabili
Su platea impermeabilizzata, munita di idoneo cordolo o
muro perimetrale, dotata di adeguata pendenza per il
convogliamento verso appositi sistemi di raccolta e
stoccaggio (pozzettoni) dei liquidi di sgrondo e/o delle
eventuali acque di lavaggio della platea .
La capacità di stoccaggio, calcolata sulla base della
consistenza dell’allevamento e al periodo in cui il bestiame
non è al pascolo, fatti salvi specifici provvedimenti di natura
igienico sanitaria, non deve essere inferiore a 90 giorni.
Per gli allevamenti avicoli a ciclo produttivo inferiore a 90
giorni, le lettiere possono essere stoccate al termine del
ciclo produttivo sotto forma di cumuli in campo, fatte salve
diverse disposizioni delle autorità sanitarie
art. 38 del Decreto Legislativo 152/99
Ai fini del calcolo della capacità di stoccaggio dei letami sono considerate utili:
Le superfici della lettiera permanente, purché alla base
siano impermeabilizzate;
Nel caso delle ovaiole e riproduttori, fatte salve diverse
disposizioni delle autorità sanitarie, le cosiddette “fosse
profonde” dei ricoveri a due piani e le fosse sottostanti i
pavimenti fessurati (posatoi) nell’allevamento a terra.
L’accumulo su suolo agricolo di letami e lettiere esauste di
allevamenti avicunicoli (esclusi gli altri materiali assimilati e fatta
salva la disposizione per gli allevamenti avicoli a ciclo produttivo
inferiore a 90 giorni), è ammesso solo dopo uno stoccaggio di almeno
90 giorni; l’uso agronomico deve riguardare i terreni circostanti ed in
quantitativi non superiori al loro fabbisogno di letame.
Stoccaggio dei materiali non palabili
La capacità di stoccaggio deve tener conto
 del volume degli effluenti
 delle acque di lavaggio delle strutture, degli impianti
e delle attrezzature zootecniche, se destinate
all’utilizzazione agronomica (fatta eccezione per le
trattrici agricole)
 del volume delle acque meteoriche, convogliate nei
contenitori da superfici scoperte impermeabilizzate
interessate dalla presenza di effluenti zootecnici
Non dovranno essere convogliate nei contenitori
 Le acque bianche provenienti da tetti e tettoie
 Le acque di prima pioggia provenienti da aree non
connesse all’allevamento
Capacità dei contenitori
La capacità di stoccaggio, in relazione al tipo di
allevamento ed al periodo in cui il bestiame non è al
pascolo, non deve essere inferiore al volume di
materiale non palabile prodotto in:
90 giorni per allevamenti bovini, bufalini, equini
ed ovicaprini che presentano terreni che
prevedono la presenza di prati di media e lunga
durata e cereali autunno vernini
120 giorni per gli allevamenti diversi da quelli di
cui sopra
Le dimensioni dei contenitori non dotati di copertura
atta ad allontanare l’acqua piovana devono tenere
conto delle precipitazioni medie e di un franco di
sicurezza di 10 cm.
Modalità di utilizzazione agronomica
Le tecniche di gestione della distribuzione degli
effluenti devono tener conto:
delle caratteristiche idrogeologiche e
geomorfologiche del sito;
delle caratteristiche pedologiche e condizioni del
suolo;
del tipo di effluente;
delle colture praticate e della loro fase vegetativa.
Modalità di utilizzazione agronomica
Le tecniche di gestione della distribuzione degli
effluenti devono assicurare:
Il contenimento della formazione e diffusione di
aerosol verso aree non interessate dall’attività
agricola;
l’effettiva incorporazione nel suolo dei liquami e la
riduzione di perdite di ammoniaca per
volatilizzazione, il ruscellamento, la lisciviazione e
la formazione di odori sgradevoli;
l’elevata utilizzazione dei nutrienti;
l’uniformità di applicazione dell’effluente;
la prevenzione della percolazione dei nutrienti nei
corpi idrici sotterranei.
DOSI di APPLICAZIONE
Zone non vulnerabili
La quantità totale di N totale al campo apportato da
effluenti zootecnici non deve superare i
340 kg per ettaro all’anno
Zone vulnerabili
La quantità totale di N totale al campo apportato da
effluenti zootecnici non deve superare i
170 kg per ettaro all’anno
Numero di capi corrispondenti alla produzione
di 340 kg di azoto all’anno
Suini
•
•
Scrofe con suinetti (180 kg)
Suini in accrescimento/ingrasso
12
30
Bovini
•
•
•
Vacche in produzione (600 kg)
Rimonta vacche da latte (300 kg)
Bovini all’ingrasso (400 kg)
4
9
10
Avicoli
•
•
•
Ovaiole (2 kg)
Pollastre (0,7 kg)
Broilers (1 kg)
738
1.478
1.360
Tacchini
•
•
•
Maschi (9 kg)
Femmine (4,5 kg)
Conigli (ingrasso)
228
447
1.394
Aspetti generali
Per ogni specie allevata, e per ogni tipo di
stabulazione sono indicati:
 coefficienti che, moltiplicati per il peso
allevato, forniscono la quantità di effluente
prodotta (al netto delle perdite durante lo
stoccaggio);
 coefficienti che, moltiplicati per il peso
allevato, forniscono la quantità di azoto
prodotta.
Numero di capi corrispondenti a 3000 kg
di azoto al campo per anno
Suini
Scrofe con suinetti (180 kg)
Suini in accrescimento/ingrasso
114
270
Bovini
Vacche in produzione (600 kg)
Rimonta vacche da latte (300 kg)
Bovini all’ingrasso (400 kg)
36
83
90
Avicunicoli
Ovaiole (2 kg)
Pollastre (0,7 kg)
Broilers (1 kg)
6.520
13.043
12.000
Tacchini
Maschi (9 kg)
Femmine (4,5 kg)
Conigli (ingrasso)
2.013
3.947
12.300
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
Art 28 comma 7
a) acque provenienti da imprese dedite esclusivamente
alla coltivazione del fondo e alla silvicoltura
b) acque provenienti da imprese dedite all’allevamento del
bestiame che dispongono almeno di un ettaro di terreno
agricolo funzionalmente connesso con le attività di
allevamento e di coltivazione del fondo
c) acque provenienti da imprese dedite alle attività di cui
alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di
trasformazione o di valorizzazione della produzione
agricola con materia prima lavorata proveniente per
almeno due terzi dall’attività di coltivazione dei fondi
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
FINALITA’
Recuperare l’acqua
e le sostanze nutritive
ed ammendanti in essa
contenute
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
L’utilizzazione agronomica è consentita purché siano garantiti
a) Tutela dei corpi idrici
b) Produzione di un effetto concimante e/o
ammendante sul suolo e l’adeguatezza della
quantità di azoto efficiente e di acqua
applicata al suolo rispetto al fabbisogno delle
colture
c) Rispetto delle norme igienico sanitarie, di
tutela ambientale ed urbanistiche
Regione Campania – Ass. Agricoltura e Attività Produttive
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
Divieti di utilizzazione
Si applicano le disposizioni
relative ai divieti di
utilizzazione dei liquami
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
Esclusioni
acque di lavaggio degli spazi esterni non connessi al
ciclo produttivo
per il settore vitivinicolo, acque derivanti da processi
enologici speciali (ferrocianurazione e desolforazione
dei mosti muti, prodotti di mosti concentrati e mosti
concentrati rettificati
per il settore lattiero caseario (nelle aziende che
trasformano un quantitativo di latte superiore a
10.000 litri all’anno) del siero di latte, del latticello,
della scotta e delle acque di processo delle paste
filate
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
Stoccaggio delle acque reflue
Per le caratteristiche per lo stoccaggio si fa
riferimento a quanto previsto per gli effluenti non
palabili
I contenitori possono essere ubicati anche al di fuori
dell’azienda che li utilizza purché sia garantita la non
miscelazione con altre tipologie di acque reflue, con
effluenti zootecnici o con rifiuti
Si prevede un periodo minimo di stoccaggio pari a 90
giorni
Utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti dalle aziende
di cui all’art. 28, comma 7, lettere a), b) e c) del D.L. 152/99
Dosi di applicazione
Le dosi non devono essere superiori ad un terzo
del fabbisogno irriguo delle colture
Le epoche di distribuzione devono essere
finalizzate a massimizzare l’efficienza dell’acqua e
dell’azoto in funzione del fabbisogno delle colture
Le Regioni possono fissare ulteriori limiti o divieti
all’utilizzo dei reflui qualora si verifichino
particolari condizioni di incompatibilità del suolo a
ricevere gli stessi (elevata salinità, eccessiva
drenabilità)
Utilizzazione agronomica delle acque reflue
delle piccole aziende agroalimentari
Si possono utilizzare acque reflue, se non contengono sostanze
pericolose, provenienti da aziende appartenenti ai seguenti
settori:
 lattiero caseario
 vitivinicolo
 ortofrutticolo
Utilizzazione agronomica delle acque reflue
delle piccole aziende agroalimentari
Caratteristiche delle piccole aziende agroalimentari
Produzione di acque reflue non superiore a
4.000 m3 all’anno
Quantitativi di azoto contenuti nelle acque non superiore a
1.000 kg all’anno
Disciplina della comunicazione
La comunicazione deve pervenire alle autorità
competenti almeno 30 giorni prima dell’inizio delle
attività
I tempi di validità della comunicazione non devono
superare i 5 anni, fermo restando l’obbligo di
segnalare tempestivamente le eventuali variazioni
Le Regioni individuano nel legale rappresentante
dell’azienda che produce ed intende utilizzare gli
effluenti zootecnici e le acque reflue, il soggetto
tenuto alla comunicazione
Se le varie fasi di produzione, trattamento,
stoccaggio e spandimento siano suddivise tra più
soggetti, le Regioni disciplinano la forma di
comunicazione per i diversi soggetti interessati, in
funzione delle specifiche attività
U
Disciplina
della comunicazione
Azoto al campo prodotto minore o uguale a 1000 kg/anno
In zone ordinarie (esonero dalla comunicazione)
In zone vulnerabili ai nitrati (esonero dalla
comunicazione)
Azoto al campo prodotto tra 1001 e 3000 kg/anno
In zone ordinarie (esonero dalla comunicazione)
In zone vulnerabili ai nitrati (comunicazione
semplificata)
Azoto al campo prodotto tra 3001 e 6000 kg/anno
In zone ordinarie (comunicazione semplificata)
In zone vulnerabili ai nitrati (comunicazione completa
con Piano di Utilizzazione Agronomica eventualmente
semplificato)
Disciplina della comunicazione
Azoto al campo maggiore di 6000 kg/anno
In zone ordinarie (comunicazione completa)
In zone vulnerabili ai nitrati (comunicazione completa con
Piano di Utilizzazione Agronomica completo)
Allevamenti ricadenti nel campo di applicazione del D.L.
59/2005
Integrazione tra procedure di autorizzazione ai sensi del
D.L 59/2005 e comunicazione completa con PUA completo
Allevamenti con più di 500 Unità di Bestiame Adulto
Comunicazione completa comprensiva di PUA completo
Comunicazione completa comprensiva di PUA completo
Modalità di utilizzazione agronomica
Le tecniche di gestione della distribuzione degli
effluenti devono assicurare:
Il contenimento della formazione e diffusione di
aerosol verso aree non interessate dall’attività
agricola;
l’effettiva incorporazione nel suolo dei liquami e la
riduzione di perdite di ammoniaca per
volatilizzazione, il ruscellamento, la lisciviazione e
la formazione di odori sgradevoli;
l’elevata utilizzazione dei nutrienti;
l’uniformità di applicazione dell’effluente;
la prevenzione della percolazione dei nutrienti nei
corpi idrici sotterranei.
Eco-Bag
Il sacco per liquame ecologico
Nuovo sistema di deposito dei
liquame
Vantaggi:
• Deposito dei liquame senza cattivi odori
grazie all’unità anti-odore
• Deposito verde ecologico, si integra
perfettamente nel paesaggio
Vantaggi dell Eco Bag per
liquame
•
•
•
•
•
•
Rapidità di consegna e di montaggio
Può essere montato anche su un fondo soffice
Dichiarazione di idoneità KIWA
Trasferibile
Rapidità di montaggio/smontaggio
Può essere facilmente dotato di sistemi di
miscelatura
• Dotato di un’apertura di ispezione
• Deposito senza cattivi odori
• Deposito verde ecologico
• assenza di fondazioni e di cemento
• economico si spende la metà rispetto ad una
vasca di cemento
• lunga durata nel tempo
• da 500 a 5000 m3 di volume base e altezza a
richiesta.
• Quadrato o rettangolare
DM 209 del 7 Aprile 2006
I nuovi valori per la determinazione dell’escrezione
azotata derivano dal Progetto interregionale
“Bilancio dell’Azoto negli allevamenti” (Legge n.
499 del 23/12/99) e comportano il computo dell’N
che perviene alla campagna in funzione della specie
animale, della categoria e del tipo di stabulazione.
DM 209 del 7 Aprile 2006
Effluenti zootecnici: quantità di effluente prodotta per peso vivo e per anno in relazione alla tipologia di stabulazione
DM 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
Azoto prodotto da animali di interesse zootecnico: valori al campo per
anno al netto delle perdite per emissioni di ammoniaca; ripartizione
dell’azoto tra liquame e letame.
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
DM 209 del 7 Aprile 2006
Sospensione obbligatoria della distribuzione
reflui zootecnici nelle ZV in inverno per:
di
a) 90 gg, per liquame e letame in presenza di
cereali autunno-vernini o prati;
b) 120 gg, per il liquame in tutti gli altri casi.
Nelle ZV la capacità di stoccaggio deve essere:
a) 120-180 gg (in funzione
colture) nel Nord Italia;
delle
diverse
b) 90-150 gg (in funzione delle diverse colture)
nel Sud Italia.
DM 209 del 7 Aprile 2006
Nelle ZNV la capacità di stoccaggio deve essere:
 90-120 gg per il liquame;
 90 gg per il letame.
DM 209 del 7 Aprile 2006
È anche specificata che se per un allevamento
fossero ritenuti validi valori diversi da questi, è
possibile presentare una relazione tecnica che
illustri:
a) M & M utilizzati per il bilancio di N aziendale;
b) Risultati di studi e ricerche riportati su riviste
scientifiche;
c) Piano di monitoraggio per il controllo nel
tempo del mantenimento dei valori dichiarati.
Species
Bovines
Buffaloes
AV
Species
Heads
Farms
Heads/
farm
31.703
2.168
14,62
508
11
46,18
32.211
2.179
Species
Species
BN
Heads
Farms
Heads/
farm
Bovines
49.988
3.035
16,47
Buffaloes
1.476
16
92,25
TOT
51.464
3.051
CE
Heads
Farms
Heads/
farm
Bovines
47.181
2.069
22,80
Buffaloes
166.707
1.047
159,22
TOT
213.888
3.116
Species
NA
Heads
Farms
Heads/
farm
Bovines
8.973
1.332
6,74
Buffaloes
3.054
22
138,82
TOT
12.027
1.354
SA
Heads
Farms
Heads/
farm
Bovines
61.387
4.306
14,26
Buffaloes
81.884
524
156,27
TOT
143.271
4.830
SPECIES
TOTAL IN CAMPANIA REGION
HEADS
FARMS
HEADS/FARM
BOVINE
199.232
12.910
15,43
BUFFALO
253.629
1.620
156,56
TOTAL
452.861
14.530
La Composizione del
letame è molto variabile a seconda di
diversi fattori, come il razionamento, le
condizioni di allevamento,stoccaggio
del letame e di diluizione, sia con acqua
piovana o di
acqua per lavaggio sala mungitura.
NITROGEN BALANCE IN
BUFFALO
NITROGEN BALANCE IN ADULT BUFFALO
• NI (CPI/6.25)
92.23 kg
• RN
13.52 kg
• NI – RN
78.70 kg
• Volatilization loss
22.04 kg (28%)
• Total N excreted
56.67 kg
NITROGEN BALANCE IN
BUFFALO
NITROGEN BALANCE IN YOUNG BUFFALO
• NI (CPI/6.25)
• RN
46.25 kg
1.9 kg
• NI – RN
44.35 kg
• Volatilization loss
12.42 kg (28%)
• Total N excreted
31.93 kg
NITROGEN BALANCE IN
BUFFALO
• MEAN TOTAL N
EXCRETED/ADULT
BUFFALO
• MEAN TOTAL N
EXCRETED/YOUNG
BUFFALO
MEAN TOTAL N
EXCRETED/HEAD
56.67 kg
31.93 kg
44.30 kg
NITROGEN BALANCE IN
ADULT BOVINE
• NI (CPI/6.25)
• RN
151.21 kg
42.17 kg
• NI – RN
109.04 kg
• Volatilization loss
30.53 kg (28%)
• Total N excreted
78.52 kg
NITROGEN BALANCE IN
YOUNG BOVINE
• NI (CPI/6.25)
• RN
46.25 kg
1.9 kg
• NI – RN
44.35 kg
• Volatilization loss
12.42 kg (28%)
• Total N excreted
31.93 kg
NITROGEN BALANCE IN
BOVINE
• MEAN TOTAL N
EXCRETED/ADULT
BOVINE
78.52 kg
• MEAN TOTAL N
EXCRETED/YOUNG
BOVINE
31.93 kg
MEAN TOTAL N
EXCRETED/HEAD
64.54 kg**
** In this case the % of adult animals is 70% and that of young
animals is 30%
NITROGEN BALANCE IN
BUFFALO AND IN BOVINE
SPECIES
TOTAL NITROGEN EXCRETED
(Kg)
BUFFALO
56,67
BOVINE
78,52
BUFFALO
31,93
BOVINE
31,93
BUFFALO
44,3
BOVINE
64,54
ADULT
YOUNG
HEAD
MAIN CULTIVATIONS IN
BUFFALO FARMS
Cultivation
Maize
silage
Lolium
Italicum
Mais +
Lolium
Maize
silage
Lolium
Italicum
Mais +
Lolium
152
100
252
152
130
282
70
110
86
70
110
88
7000
11000
8587
7000
11000
8844
7
11
9
7
11
9
1.12
1.76
1.37
1.12
1.76
1.42
Cultivation N requirements
(Kg/ha)
170.24
176
346.24
170.24
228.8
399.04
N produced per adult head
(kg)
44.3
44.3
44.3
44.3
44.3
44.3
Head/ha
4.01
4.14
8.15
4.01
5.38
9.39
Dry matter (q/ha)
Crude Protein (g/kg DM)
Crude Protein (/q DM)
Crude Protein (kg/q DM)
Nitrogen (kg/q DM)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Scarica

Numero di capi corrispondenti a 3000 kg di azoto al campo per anno