InformaMuja GIUGN O 200 SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani Trieste - Distretto Est - Lega di Muggia - via Mazzini, 3/a - Muggia 9 (040271086 Intervista all’assessore Edmondo Bussani Raccolta differenziata a Muggia: passi avanti? Domenica 8 febbraio 2009 il Piccolo riporta una interessante notizia: a breve il Comune sperimenterà la raccolta dei rifiuti “porta a porta” presso circa 400 utenze domestiche, distribuirà 100 “composter” e proverà la raccolta degli olii esausti di cucina. Obiettivo, avvicinarsi al 40% di raccolta differenziata entro l’autunno e sei mesi dopo a quel 55% che è previsto dalla legge. Siamo a fine maggio e pensiamo sia il momento di una prima verifica. Assessore Bussani: a che punto siamo? La risposta non può che essere articolata. In premessa va detto che intendiamo procedere con gradualità, nel rispetto dei diritti dei cittadini e quindi senza imporre nulla a nessuno, ma creando un forte consenso alla nostra azione, come dite anche voi del sindacato: “costruiamo una cultura al riguardo, posto che parliamo di ambiente, ecologia, salute e tasca dei contribuenti” (vedi l’articolo a fianco, NdR). Quindi confermate il progetto annunciato? Senza dubbio, intendiamo sviluppare il “sistema asporto”. Ma precisiamo: dopo il travagliato passaggio della gestione di raccolta da Ecoverde a Italspurghi, la percentuale della differenziata è salita dal 20 al 29%; ancora bassa, ma aumenterà rapidamente grazie all’incremento del numero di cassonetti in città e con la valorizzazione del Centro Raccolta di Vignano. Per i rifiuti più ingombranti abbiamo presentato anche un progetto alla Provincia, per attivare un servizio gratuito di asporto a chiamata. Così eviteremo anche gli abbandoni in strada, nei boschi … Ma passerete al “porta a porta”, con i bidoni alle famiglie? Quanto prima possibile passeremo dalla sperimentazione in atto con locali pubblici ed esercizi commerciali a quella a Zindis, frazione che si presta abbastanza a questo sistema. In una prima fase, i bidoni saranno senza quel chip che consente la pesatura di quanto conferito da ogni utente e l’addebito in rapporto alla quantità: è una cosa complicata, anche a Dolina l’hanno sospesa viste le notevoli difficoltà nell’informatizzare il meccanismo. Ai cittadini bisogna dire: il por- ta a porta richiede forte collaborazione, ma consente alcuni vantaggi certi: si tengono i contenitori in casa e questo può essere un disagio, ma non c’è più bisogno di andare in giro con i sacchetti delle “scovazze” e si diminuisce la quantità di materiale che si conferisce all’inceneritore triestino, così risparmiando sicuramente qualcosa. segue a pagina 6 L’assessore Edmondo Bussani ECOLOGIA, AMBIENTE, SALUTE, MA ANCHE RISPARMIO Quattro parole chiave, sulle quali abbiamo avviato nel numero precedente una riflessione che dovrà coinvolgere tutta la cittadinanza. Siamo partiti con una nota relativa all’intenzione del governo nazionale di avviare la costruzione di centrali nucleari, snobbando le fonti energetiche alternative. Passiamo oggi ad esaminare la raccolta differenziata, altro tassello decisivo per una corretta politica ambientale e di tutela della salute, sapendo anche che in regione le discariche esistenti si stanno esaurendo! Aggiungiamo anche che l’Ente Locale, quale titolare di diritti e doveri in capo al “benessere della comunità” è tenuto ad avviare concrete azioni formative ed informative, per responsabilizzare e creare un forte senso civico nel cittadino, il cui impegno è decisivo per la riuscita dei progetti di impatto ed impegno collettivo. Ma anche a noi del Sindacato compete svolgere la nostra parte. Incenerisco, e ci guadagno... Altro che raccolta differenziata! L’inceneritore è uno dei fiori all’occhiello della giunta comunale triestina e del sindaco in prima persona. L’assessore Rovis dichiara che: “… abbiamo la fortuna di disporre di un termovalorizzatore che tra l’altro, producendo energia dai rifiuti, riduce di circa il 50% il costo dello smaltimento e abbassa quindi le bollette della Tarsu … (Il Piccolo, 1.2.08). Ma se vediamo i costi medi annui dell’asporto rifiuti in località diverse emerge una sorpresa molto sgradevole per i triestini: Gorizia € 124 Udine € 149 Pordenone € 163 Bologna € 175 Bolzano € 153 Firenze € 131 Genova € 175 Milano € 195 Roma € 219 Torino € 179 Trento € 156 Monfalcone € 145 Muggia € 148 S.Dorligo € 160 Trieste: € 231 !!! (Precisiamo trattarsi di dati medi e non perfettamente omogenei. NdR) Con squisita ironia, l’assessore afferma che, per questo anno 2009, a Trieste, “… la Tarsu non aumenterà…” (Il Piccolo, 4.2.09). Nel frattempo il Piccolo (27.2.09) ci informa che un gruppo di 11 cittadini ha fatto causa al Comune per l’aumento del 27,3% effettuato nel 2007, vincendo in prima istanza al Consiglio di Stato: l’aumento non era giustificato né legittimato! Vediamo ora cosa prescrivono le direttive europee e la legge italiana (Dlgs. 152/06, art. 205): “… deve essere assicurata una raccolta differenziata di almeno il 35% entro il 31.12.06; 45% entro il 31.12.08; 65% entro il 31.12.12. Per i comuni inadempienti il costo del conferimento a discariche o inceneritori viene aumentato del 20%.” E Trieste come va? Male, anzi, malissimo! Siamo passati appena al 20,25% dal 17% del 2004. segue a pagina 6 Informa Muja 2 GIUGNO 2009 Il gemellaggio dei pensionati di Muggia e Cittanova Domenica 24 maggio quasi duecento pensionati hanno festeggiato a Rogovici (Pisino) il 3° anniversario del gemellaggio tra i due sindacati, Spi-Cgil e Suh. Dopo una breve passeggiata al Canal di Leme, sempre affascinante insenatura nel cuore dell’Istria croata, una bella festa in armonia, in nome dell’amici- zia che lega da sempre le due cittadine, unite dalla storia, dagli affetti, dagli interessi. Ma oggi ancora divise da confini, una dolorosa separatezza che pian piano va ricomponendosi; confini che però tutti vorremmo fossero rapidamente abbattuti. In questo spirito si sono tenuti gli interventi di saluto, in cui sono affiorati anche gli eterni problemi dei pensionati: sanità, assistenza, necessità di giuste retribuzioni e di adeguate pensioni. Problemi gravi, di forte impatto sulla vita quotidiana, che trovano nel Gemellaggio momenti di comune confronto, per individuare assieme quelle risposte che il sindacato può e deve offrire ai cittadini. Giardino da rifare? Non è nostra intenzione strumentalizzare polemiche tra cittadini: ma quando al fondo emergono idee per migliorare la vita in città, pensiamo si possano anche avviare discussioni e confronti. Ecco quindi una questione ripresa dal Piccolo, sulla quale ci scrive Piero Robba. La Redazione. Giardino da rifare? Gentile sig.ra Lampe, ho letto con interesse la sua segnalazione su Il Piccolo di domenica 19 aprile u.s. riguardo i “Giardini Europa” di Muggia che secondo lei “sono da rifare”. Mi stupisce che una muggesana come Lei dica che “i muggesani subiscono passivamente quello che le varie amministrazioni comunali passate hanno propinato di volta in volta”. Sicuramente l’amministrazione in carica di allora aveva scelto quel progetto tra altri presentati ritenendolo il miglio- re. Mi chiedo allora perchè, passati molti anni, Lei non abbia mai protestato!! Se ne viene fuori oggi, quando l’amministrazione comunale in carica ha già comunicato a più riprese tramite stampa o in varie conferenze, aperte a tutti i cittadini, l’intenzione di ristrutturare quel giardino per renderlo più fruibile (come già fatto con quello vicino all’asilo nido comunale). Per quanto riguarda le critiche all’architettura del giardino non sono un architetto, nè uno che crea giardini; quindi non mi pronuncio. Vedo però che Lei ha capito perfettamente quali sono i confini tra il bello e il brutto. Farà certo cosa gradita all’amministrazione comunale informandola su come si deve fare per rendere i Giardini Europa più belli. Per quanto riguarda chi dà da mangiare ai gatti, lasciando sporco un bene pubblico, concordo con Lei: rimane un fatto sia di igiene che di senso civico. Piero Robba La costiera muggesana Il nostro Piero Robba ci scrive una lunga lettera, che ci permettiamo di sintetizzare, a proposito della Costiera muggesana da Porto San Rocco al Lazzaretto. La Giunta comunale in carica si è attivata, ha anche ipotizzato un totale riuso della Caserma, a fini turistico-culturali, ma i costi sono elevati, per cui è indispensabile che la Regione confermi l’interessamento, a suo tempo promesso, per consentire l’avvio dei lavori di totale riqualificazione dell’area, compresa ovviamente la bonifica di Aquario. Per questo anno non avremo ancora la valorizzazione turistica e la balneazione, ma per il prossimo anno, chissà … La speranza è l’ultima a morire! Ricordiamoci! Immigrati? La lezione peggiore e più pericolosa da trarre da questa crisi è che essa sia figlia della globalizzazione e che quindi per evitare una nuova crisi occorra rendere le nostre comunità un po’ più chiuse. Tito Boeri Lui! Detesto tutti quelli che credono alle bugie del Capo e tutti quelli che apprezzano i suoi comportamenti. Slogan in voga negli anni ‘30 Virtuosi non si nasce! Virtuosi non si nasce! Con questo titolo ammiccante, i comuni di Muggia e S.Dorligo hanno indetto due incontri con i cittadini sul tema del risparmio e delle risorse energetiche. Il tema coinvolge la vivibilità nel territorio, quindi la difesa dell’ambiente e della salute, ma anche la tasca dei cittadini. Infatti si è discusso di nuove tecniche costruttive e di coibentazione delle case, di installazione di pannelli solari, di risparmio energetico ecc., il tutto anche in relazione al previsto aumento del costo del petrolio e al suo progressivo esaurimento (entro 30-40 anni). Rivolgendosi agli Uffici comunali oppure all’Ecosportello presso la Provincia, i cittadini potranno ottenere indicazioni riguardo alle scelte più opportune rispetto alla propria abitazione, nonché informazioni sui diversi incentivi pubblici che competono a chi applica forme di risparmio energetico o ricorre alle fonti rinnovabili di energia. Su questi temi Informamuja ritiene necessario impegnarsi con sempre maggiore energia (!), dedicando ampi spazi nel giornale e negli interventi sindacali verso le istituzioni pubbliche. La Redazione Informa Muja GIUGNO 2009 3 Aquilinia o Zaule? Aquilinia intende tornare al vecchio toponimo “Zaule”. Gli abitanti, sia quelli appartenenti al Comune di Muggia che quelli di DolinaSan Dorligo, ribadiscono la loro volontà di tornare al vecchio nome di Zaule, abolendo la dizione Aquilinia, imposta nel 1939 dopo la costruzione della Raffineria Aquila (Regio Decreto 885 del 2.5.39XVII). Diversi sono in Italia comuni e frazioni che presentano richieste analoghe (Sabaudia è forse la più evidente!), tendenti a ripristinare una memoria ancestrale cancellata dal regime fascista. Perché Zaule? Zaulis viene indicata dagli storici già nel 1224 come proveniente dal ladino Zaulis; viene poi ripetutamente ripresa in vari documenti, che ripercorrono storia e vicende di quel territorio, caratterizzato da mulini e saline, quindi economicamente rilevante e fonte di contese tra Trieste, Muggia, Pirano e Capodistria. Ma anche luogo di battaglie: 350 cavalieri triestini furono sconfitti dai turchi nel 1471, mentre stessa sorte toccò nel 1615 alle truppe veneziane ad opera delle truppe imperiali (la “rotta di Zaule” nella Guerra di Gradisca). (1) Chiediamo a Pasquale Turco, referente del Comitato Promotore della Petizione Popolare inoltrata al Comune di Muggia oltre un anno fa, corredata da oltre 300 firme, a che punto è la questione. (2) “Siamo ancora in attesa di una risposta, cosa che ci fa pensare a qualche ripensamento o ad una sua sottovalutazione. Va ricordato che il nome Zaule non è di origine slava, cosa che potrebbe risuscitare polemiche e risentimenti non ancora sopiti, ma di origine ben più antica, medioevale e ladina. Ma certo un chiarimento definitivo si impone, per ridare dignità ad una toponomastica che non può e non deve venir strumentalizzata a fini biecamente politici. Da nessuno! Per questo, anche l’ipotesi di un referendum ci pare spropositata ed inutile, per i motivi suddetti.” Ma, continua Turco, anche un altro Comitato di cui faccio parte, quello di Zaule e Stramare, ha presentato una sua petizione, sulla quale da tempo attendiamo risposta. Ecco, sinteticamente, di cosa si tratta: “Un centro di aggregazione per giovani ed anziani, nonché una residenza protetta (nell’ex Caserma della Guardia di Finanza?), una Chiesa degna di tal nome con l’annesso luogo di sepoltura, poi un posteggio antistante la scuola, una piazza nell’area ex Aquila, illuminazione pubblica e strisce pedonali dove necessarie, ripristino delle fontanelle di Zaule e Stramare, pensiline coperte alle fermate dell’autobus, ecc. Crediamo anche che queste petizioni, gestite da gruppi di cittadini interessati al bene comune, rappresentino un momento di democrazia diretta da non sottovalutare, ragion per cui Il testamento biologico Dopo le infuocate giornate che hanno caratterizzato gli ultimi giorni di Eluana Englaro, le acque si sono placate. L’urgenza è scomparsa, l’argomento giace nei cassetti della memoria. Ma non per noi. In attesa che il Parlamento decida qualcosa, ci permettiamo di ricordare, senza voler urtare la suscettibilità e la coscienza di nessuno, che forse sarebbe opportuna una norma che garantisca ai cittadini la libertà di scelta, confermando il diritto alla salute, ma senza obbligare nessuno a sottostare a trattamenti sanitari non voluti. Costituzione Italiana, art. 32: “… La legge non può in ogni caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Sappiamo che molte associazioni hanno prodotto dei possibili “Testamenti Biologici”. Presso le nostre sedi potrete ottenere maggiori informazioni, nonché trovare l’elaborato predisposto da “A buon diritto”, “Luca Coscioni”, Fammiscegliere”. Abbonati a “Liberetà”! Un intelligente mensile edito dallo SPI nazionale, con le vignette di Bobo-Staino e tanti articoli su argomenti che interessano noi pensionati. Al costo invariato di soli 12€ all’anno, sottoscrivibile presso le nostre Leghe, dove potrai trovare anche tante informazioni, consigli e suggerimenti su assistenza e sanità, previdenza, burocrazia varia ecc. richiediamo per esse rispetto ed attenzione, compresa una risposta certa. Il tutto con una riflessione finale: che le aree dismesse della raffineria, una volta bonificate, vengano utilizzate nell’interesse della collettività, tanto dal punto di vista economico, produttivo ed occupazionale che da quello della vivibilità e della fruibilità sociale del territorio da parte della comunità.” Ed ora la parola alle istituzioni, cui abbiamo ritrasmesso il documento-petizione. A cura di U.G. Per chi volesse approfondire, è disponibile presso la nostra sede il testo completo del lavoro del prof. Franco Colombo, approvato dalla Commissione Toponomastica Comunale di Muggia il 14 novembre 2007. (2) Spetta ai Comuni, in base alla Legge 267 del 2000 la denominazione di frazioni o borgate; alla Regione quella dei Comuni. (1) …e il Sindaco risponde! A seguito del nostro intervento, in punto veniamo informati dal Sindaco che a breve sarà convocata un apposita riunione cui parteciperanno, oltre al Sindaco stesso ed al Comitato, i membri di Giunta e di Consiglio particolarmente interessati alle problematiche di Aquilinia-Zaule. Esistono ancora scusanti? Dopo una lunga gestazione durata ben nove anni (anni, non mesi, NdR), finalmente la Giunta regionale ha emanato il decreto con il quale si individuano le località in cui sono da collocare i cartelli stradali bilingui. Un passaggio chiave per il riconoscimento dei diritti della comunità slovena. Rimane ora da darne – e richiederne da parte dei cittadini – la completa e totale applicazione. Per quanto ci riguarda, siamo disponibili ad inoltrare richieste che ci venissero rappresentate. Lo Spi alla tv Siamo presenti su Telefriuli: il mercoledì alle ore 13.30 e in replica il giovedì alle 12.00. Telenordest: il martedì alle ore 19.15 e in replica il mercoledì alle 7.15 (ma non ancora sulla collegata Antenna 3). Si tratta di due brevi trasmissioni, in cui vengono trattati temi di attualità, con la partecipazione di responsabili istituzionali e di associazioni che operano nel territorio. Seguiteci e suggeriteci gli argomenti che vorreste veder trattati! A proposito di pensioni L’INPS ci conferma che la cosiddetta quattordicesima mensilità, istituita dal Governo Prodi a sostegno delle pensioni più basse, verrà posta in pagamento come previsto con la rata di Luglio. Ci aspettiamo ora che il Governo in carica la estenda ai titolari di pensioni medioalte, come richiesto con forza dai pensionati, anche con le manifestazioni nazionali del 5 marzo e del 4 aprile a Roma. 4 Informa Muja GIUGNO 2009 L’ex Lazzaretto Marittimo di Valle San Bortolo Il conferimento nel 2008 della cittadinanza onoraria all’attuale Comando militare dell’ex caserma di confine ora centro turistico - ricreativo per le truppe del Triveneto offre l’occasione per ricordare brevemente le sue origini come Lazzaretto marittimo, nome rimasto come toponimo a quella zona appartenuta al Comune censuario di Valle San Bortolo (così era chiamato familiarmente S.Bartolomeo o Bortolamio) la cui chiesetta ha dato il suo nome alla valle marina un tempo segnata presso la Punta Grossa dagli antichi confini comunali (a Gasel) tra Muggia e Capodistria e quindi tra Zona A e Zona B, tra Italia e Jugoslavia e quindi Repubblica di Slovenia prima della recente sparizione dei confini tra i due stati. Era il 1868 quando fu inaugurato il “Nuovissimo” Lazzaretto di Trieste, decentrato nel confinante Comune di Muggia, esattamente un secolo dopo l’inaugurazione del Lazzaretto Nuovo, o di Santa Teresa a Roiano (26 luglio 1769), ed ulteriori decenni dopo la costruzione del primo lazzaretto moderno, il Lazzaretto San Carlo poi chiamato vecchio dopo la costruzione di quello teresiano, la cui cappella dedicata a San Carlo Borromeo (in omaggio al sovrano Carlo VI, come pure quella di Santa Teresa nel Nuovo ricordava l’imperatrice d’Austria Maria Teresa) venne consacrata nel 1730 dal vescovo Luca Delmestri. Il Lazzaretto Vecchio si trovava presso l’attuale Sacchetta nel luogo un tempo occupato dalle saline delle monache benedettine di San Cipriano (anticamente dette della Cella , il cui monastero inaugurato nel 1278 dal vescovo Arlongo de Voitsperch, italianizzato “dei Visgoni”, lo stesso che nel 1263 era intervenuto alla solenne consacrazione del nuovo Duomo di Muggia, venne poi distrutto nel Trecento dai Veneziani); vicino c’era il molo che congiungeva la terraferma con lo scoglio dello Zucco, sede della Lanterna. La toponomastica triestina attuale ricorda ancora i due luoghi contumaciali rispettivamente con via del Lazzaretto Vecchio (che allora però non esisteva in quanto quella zona era ancora occupata dal mare) e rispettivamente, dalle via S.Teresa, in ricordo della cappella omonima del Lazzaretto teresiano, e via Tor San Piero, dalla chiesetta di San Pietro ed antica torre distrutte per far posto al Nuovo. Di questo Lazzaretto rimangono il portale barocco in pietra all’ingresso del Museo del Mare, un cornicione semicurvo che fa da cordolo al muro del mercato all’ingrosso in via Giulio Cesare e la lapide della sua dedicazione, ora posta sopra il portale d’ingresso di San Bartolomeo. La costruzione attuale conserva ancora all’interno varie altre lapidi, una anche moderna: i testi di quelle antiche ci sono pervenuti tramite la pregevole pubblicazione dello studioso Giovanni Bussolin su questo Lazzaretto, edita dalla Tipografia del Lloyd Austro-Ungarico nel 1878, ma in realtà del 1879. L’opera possiede le vedute e le piante del Lazzaretto e preziose notizie storiche sulla costruzione dello stesso che fu velocissima in quanto iniziata appena il 23 marzo 1867, sulla strada carrozzabile San Rocco – Punta Sottile, sugli edifici e sulle attività contumaciali. E’ noto infatti che lo scopo dei lazzaretti era quello di segregare dalla comunità gli ammalati di malattie infettive per impedire il contagio: nel Medio Evo GIUGNO 2009 di peste e di lebbra, successivamente per ogni altra malattia infettiva. Le navi con ammalati o presunti ammalati di malattie infettive dovevano esporre la famigerata “bandiera gialla” e venivano dirottate per la quarantena in questi piccoli villaggi decentrati, recintati di mura, militarizzati per impedire qualunque uscita, completi di cappella, dormitori per i “pazienti” e per le truppe, sale - mensa, luoghi di ritrovo e, logicamente, anche di piccoli cimiteri. I contumaci non solo non potevano uscire ma perfino la loro posta veniva sterilizzata, tutti ignorano, ma presto sarà pubblicato un mio articolo, che nell’Archivio parrocchiale di Muggia sono conservati due antichi registri provenienti dai Lazzaretti triestini, riportanti i nati, i morti ed i matrimoni celebrati all’interno di queste tre strutture di pena del passato che hanno visto le sofferenze dei pochi per la salvezza dei molti. Le scritturazioni dei morti vanno dal 1759 al 1768 (Lazzaretto S.Carlo), poi dal 1769 al 1821 (S.Teresa) con scritte ed allegati, di cui l’ultimo è del 1869; il Libro dei Nati va dallo stesso 1759 1836, quello dei Matrimoni si ferma al 1828. Dei tre allegati, l’ultimo del 1869 riporta la richiesta del vescovo al parroco Carlo Mecchia di far celebrare le messe festive all’interno della cappella del Lazzaretto che sappiamo dedicata a Maria Ausiliatrice. La cappella possiede un altare, arredi e suppellettili liturgiche provenienti anch’essi dalla distrutta cappella triestina dedicata a Santa Teresa d’Avila. I motivi dell’eliminazione del Lazzaretto triestino sono noti: la sua collocazione dava fastidio alla strada ferrata che veniva sempre più rinforzata al servizio del porto di Trieste, strategico per l’imperial regio Governo; come ricorda una lapide all’interno, il nuovo lazzaretto di San Bartolomeo ebbe l’onore della visita dello stesso imperatore Francesco Giuseppe il 19 marzo 1869. Nel secondo registro sono riportati i nati ed i morti dal 1837 al 1886 ma i matrimoni solo fino al 1979. su richiesta del parroco, dopo una breve polemica con la Direzione dello Stabilimento contumaciale marittimo, i due registri vennero consegnati al locale Archivio parrocchiale il 13 luglio 1898. il contenuto di questi due Registri e le numerose lettere allegate che arrivano al 1899 forniranno certamente notizie storiche preziose sull’attività di questi tre lazzaretti. Franco Colombo (1. segue) storico Informa Muja 5 Affido familiare, come e perché I Comuni di Muggia e di Dolina hanno deciso di inserire nel Piano di Zona 2006/2008 il “Progetto affidi” un progetto innovativo per l’Ambito dei due comuni, sia rispetto alle politiche locali sia rispetto a quelle regionali. Il progetto intende perseguire l’individiazione e la promozione delle diverse forme di affido familiare nel rispetto delle diverse forme di affido familiare nel rispetto delle esigenze del bambino e della sua famiglia, offrendo un’opportunità alternativa a favore dei minori attualmente in comunità. L’affido nasce da una scelta personale, che si basa su un sincero sentimento di solidarietà sociale e si può realizzare solamente grazie all’incontro tra la disponibilità di famiglie o singoli e l’impegno e la responsabilità pubblica dell’Amministrazione locale. Grazie alla collaborazione con il privato sociale è stata quindi avviata una campagna di sensibilizzazione nei territori di Muggia e Dolina, finalizzata alla promozione di una cultura della solidarietà possibile e concretamente realizzabile. Obiettivo di questo opuscolo e delle altre iniziative sviluppate appositamente per il nostro terri- torio, è quello di fornire informazioni precise sull’opportunità dell’affido, e di contribuire a suscitare e alimentare sentimenti e atteggiamenti quali “accoglienza”, “emozioni”, “disponibilità”. Abbiamo riportato la presentazione del “progetto affidi” contenuta nella guida informativa sull’affido familiare, curato dal Servizio sociale dei comuni di Muggia e di Dolina, con l’intento di sostenere l’iniziatiava e di fornire, contestualmente, le informazioni utili per una ampia divulgazione del progetto. Bambini infelici, soli, sfruttati o troppo responsabilizzati, sono una cruda realtà che ci dovrebbe coinvolgere emotivamente; purtroppo, siamo costantemente invitati a distogliere la nostra attenzione e non sentire richieste di aiuto, per non farci distrarre dai futili o grandi problemi quotidiani. La strisciante indifferenza dilaga e trapela dai comportamenti di massa. In questa nostra società, che non riesce affiancare al cambiamento tecnologico una proporzionale crescita civile e culturale, possiamo intraprendere piccole iniziative quotidiane che possono contribuire al miglioramento del tessuto sociale. La disponibilità da parte di famiglie o soggetti singoli ad accogliere ed ospitare temporaneamente ragazzi minori, selezionati e segnalati dal Servizio sociale dei due Comuni, può concretamente contribuire a migliorare la nostra società ... senza dover ricorrere ad azioni eroiche. La vicina Slovenia, dove l’istituto dell’affido risulta già prassi consolidata, insegna. Miranda V. Per ulteriori informazioni Comune di Muggia: Servizio sociale, Sportello unico per minori, martedì dalle 11.30 alle 13.00; tel. 040/3360362 Comune di Dolina: Sportello unico per minori, mercoledì dalle 14.30 alle 16.30; tel. 040/8329210 NOTIZIE UTILI Vuoi che le medicine ti aiutino a Risparmio energetico Sconti Il 16 aprile a San Dorligo e il 14 Maggio a sulla bolletta “Rifiuti” stare meglio, spendendo meno? I farmaci equivalenti sono un vantaggio per tutti. Infatti, un farmaco in commercio da più di 20 anni perde il brevetto, per cui altre aziende possono produrlo e commercializzarlo con la dizione “equivalente”. Presso le farmacie è in distribuzione un interessante opuscolo divulgativo, che ognuno di noi dovrebbe consultare! Anche in Internet: www.agenziafarmaco.it Muggia si sono tenuti due interessanti incontri organizzati congiuntamente dai due Comuni sul tema del risparmio energetico. Data la relativamente scarsa partecipazione dei cittadini, consigliamo a tutti gli interessati (secondo noi sono molti!) ad informarsi presso gli uffici comunali oppure consultando: agenda21@com-san-dorligo-della-valle. regione.fvg.it oppure tel.040.8329231 Ricordiamo a tutti i titolari di “Carta Famiglia” con un reddito ISEE del nucleo familiare inferiore a 30.000 €, che i due comuni di Muggia e Dolina hanno riconosciuto un abbuono sul costo del prelievo rifiuti. Potete avere maggiori informazioni presso le Leghe dello Spi oppure presso i servizi comunali. 6 Informa Muja Raccolta differenziata a Muggia: passi avanti? Incenerisco, e ci guadagno... Altro che raccolta differenziata! segue dalla prima pagina segue dalla prima pagina Ma anche in centro storico i contenitori in appartamento? Parlavo apposta di consenso e non di imposizione. Chi oggettivamente non ha spazi adeguati in casa, usufruirà del “suo cassonetto”, ma collocato in alcuni punti della città (pensiamo a Caliterna, Largo N.Sauro, via Dante). Apprezziamo convinti, ma sappiamo per esperienza che bisognerà educare e convincere i cittadini ad una nuova cultura della gestione rifiuti, come state già facendo per il risparmio energetico. Così come si sta cominciando a fare con la drastica riduzione di tanti inutili, costosi e non ecologici imballaggi: a cominciare da latte, vino e detersivi, ormai venduti anche sfusi. Sperando che la cosa prenda piede. Su questi aspetti, sia quelli positivi e di risparmio, che quelli che richiedono un piccolo sacrificio, stiamo predisponendo un apposito opuscolo informativo. Assieme alla Provincia passeremo ad iniziative nelle scuole, incontri e conferenze pubbliche per chiarire, spiegare … già un primo appuntamento entro giugno … ci auguriamo di trovare una fattiva ed intelligente adesione: d’altronde tutto l‘attuale sistema della società dei consumi, esasperato dalla crisi in atto, richiede soluzioni più rispettose dell’ambiente che lasceremo ai nostri figli, di limiti allo spreco di risorse e così via. Dobbiamo rendercene conto e farcene carico, nell’interesse collettivo, anche se costerà qualche piccolo disagio. Dove è stato attuato, dopo il primo periodo di adattamento, la gente ha capito e condiviso. Asssessore, un tarlo ci rode: carta e cartoni, vetro, lattine e plastica vengono conferiti ad imprese che li riutilizzano. Evidentemente ne ricavano un utile. L’inceneritore triestino si fa pagare caro. Come tutta la gestione rifiuti, siamo in presenza di un grande affare. Forse sarebbe il caso di fare pressione sulla Regione perché emani finalmente il Piano Regionale Rifiuti ed affronti anche questa questione dei costi e ricavi, visto che alla fine è il cittadino che paga le bollette … salate. Perfetto. Su questo siamo impegnati a fare chiarezza, nell’interesse di tutti. Una gestione regionale (ma anche più ampia), consentirebbe sicuramente razionalizzazioni e risparmi. Pensiamo anche, come voi dite, che fare ricerca per nuovi sistemi di eliminazione rifiuti sia doveroso; in una cittadina come Muggia, che produce molti residui del verde, pensiamo anche alle biomasse, alla trasformazione in terriccio con i composter, a collegarci con i comuni vicini, di qua e di là del confine per individuare impianti comuni, ecologicamente compatibili … una grande avventura, che si scontra anche con forti interessi. Sicuramente. Trieste ricava lauti introiti dall’inceneritore! Mesi fa a Muggia si ipotizzava di ricercare un sistema di eliminazione dei rifiuti, senza ricorrere alle discariche e agli inceneritori. La ricerca sta facendo grandi passi avanti … Ci vogliono lavoro, tempo, pazienza, mille attenzioni e nessuna faciloneria: non si può sbagliare! Allora buon lavoro Assessore Bussani, grazie e ci risentiamo in autunno. Vediamo qualche altro riferimento: Padova 43,7 (sempre del Gruppo AcegasAps); Gorizia 45,47; Pordenone 47,33; Udine 32,86. Ma sono dati al 2007, superati da miglioramenti talora anche molto significativi a fine 2008 (Gorizia annuncia il 63%, Padova il 55!). Muggia è al 24%, ma con il nuovo appalto per l’asporto dovrebbe rapidamente migliorare, San Dorligo, che ha adottato giustamente la raccolta spinta, porta e porta, ha superato il 40%, Monfalcone il 63%. (Libera trascrizione redazionale di un lungo colloquio con l’Assessore, integrata da alcune nostre riflessioni.) GIUGNO 2009 Ecco quindi smentita clamorosamente dai fatti la politica comunale! > Non viene praticata la raccolta differenziata spinta, per cui la bolletta è condizionata, oltre che dal numero di componenti del nucleo, soprattutto dalla superficie dell’abitazione (Tarsu: è una tassa), anziché principalmente dalla quantità di immondizie realmente conferita dai singoli nuclei familiari (Tia: è una tariffa). > Si inviano i rifiuti indifferenziati (cioè tutto quello che si getta nei cassonetti) all’inceneritore, per farlo lavorare a pieno regime e produrre utili (ma anche fumi, più o meno nocivi o malsani). > Ma neppure si riesce a sapere con esattezza come si selezioni il materiale conferito e cosa venga effettivamente bruciato, visto anche che non in tutta la città sono contemporaneamente presenti le campane vetro-plastica-lattine. Ed è questa una richiesta di buon senso, condivisa dal comune, ma non esaudita. > Gli utili prodotti dall’inceneritore, derivanti dall’ingiustificata tariffa imposta per il conferimento, impinguano le casse comunali, ma sono soprattutto il frutto della pesante ed iniqua tassa imposta ai cittadini, che deve venir assolutamente riportata ai valori medi del resto del paese. La proposta. Criticare il comune di Trieste su questo argomento dovrebbe essere quasi come lo sparare sulla Croce Rossa, se non fosse che purtroppo Hanno collaborato a questo numero: FRANCO COLOMBO, VLADI FURLAN, UGO PIERRI, PIERO ROBBA, PASQUALE TURCO, GIORGIO UBONI, MIRANDA VODOPIVEC i cittadini tacciono, come se non si trattasse di un indebito prelievo di denaro dalle loro tasche! E’ indispensabile > passare alla raccolta differenziata spinta, possibilmente porta a porta, almeno laddove le condizioni abitative e stradali lo consentono, realizzando un sistema capace di misurare le quote individuali o condominiali di conferimento. Estendendo e traendo le opportune conclusioni da sperimentazioni di quartiere, come quella già avviata nel comprensorio di Rozzol Melara;; > introdurre quindi la più equa tariffa TIA in luogo della iniqua tassa TARSU; > estendere comunque le isole ecologiche (l’insieme di tutti i cassonetti e campane di vario tipo) a tutta la città, per consentire ai cittadini di effettuare la prima, fondamentale differenziazione. Così limitando il costoso conferimento all’inceneritore, vendendo nel contempo con oculatezza e trasparenza la differenziata (carte, cartoni, lattine, plastica ecc.) alle imprese del settore e il servizio di incenerimento alle altre comunità interessate (sia regionali che slovene) , per garantire la redditività dell’impianto; Esistono soluzioni parallele o alternative? La crisi economica incombente ha già provveduto a limitare l’uso di ingombranti e costosi imballaggi inutili, nonché ad avviare la vendita di diversi prodotti in forma sfusa (latte, vino, detersivi ecc.). Infine, esistono anche sistemi diversi di eliminazione dei rifiuti. Sono ancora sperimentali, ma una grande azienda come AcegasAps potrebbe avviare una sua ricerca, contribuendo così alla soluzione di un problema di interesse generale nel campo della difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini: ne abbiamo un grande bisogno! Giorgio Uboni PS. La materia è molto complessa e qui ne esponiamo una sintesi. Per chi fosse interessato ad approfondire, è disponibile il dossier elaborato dallo SPI CGIL di Trieste, Distretto Est. Stampa: Tipografia Arzioni - Trieste