ecoamaldi.altervista.org Sabato 6 novembre 2010 - Anno 2 - No. 9 Rivista scolastica del Liceo Scientifico Statale “Edoardo Amaldi” di Roma “Non esistono condizioni ideali in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà, la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il proprio progetto” - Konrad Lorenz EDITORIALE Una eco È giunto il momento tanto atteso: l’inizio del secondo anno del giornale. Bene, questo è il luogo per fermarsi a pensare. Lì, sulla sedia, fermi a leggere questo mare di banalità. Gente, muo-via-mo-ci a pensare! “Eco” è un giornale in movimento e non il miglior pezzo di carta per sterminare mosche. Il dinamismo di Eco consiste nel suscitare interesse, promuovere il dialogo e la discussione su temi interessanti, perché legati alla nostra vita, alla nostra realtà. Questo richiede un continuo sforzo d’intelligenza, o stupidità: comprendere e vivere la nostra storia, esprimerla in una sintesi non patetica e capire cosa ne pensiamo al riguardo. Ma chi si ferma a pensare da solo è perduto! La personalità e la ricchezza interiore di tutti noi si manifesta nel contatto con l’altro. Il giornalismo, come possiamo intenderlo noi, significa fare esperienza e tesoro di ciò che si scrive. E, come diceva un filosofo, “scrivere bene significa pensare bene”. Potremmo perderci in discorsi incantati sulla libertà e sul pensiero, ma già vedo la vostra attenzione giustamente scemare. Pubblicità, rumore, morti ammazzati e donne nude! Questo è il sano nutrimento per le menti di noi giovani. Attirare l’attenzione è difficile, ma chi ha qualcosa da dire cerca il mezzo più adatto per dirlo. Le giornaliste e i giornalisti, in odore di decapitazione del Redattore, si lanceranno di nuovo nell’impresa: interessarvi usando l’arte della penna. Non abbiamo un esercito. In cinque anni, o più, gli studenti passano per il liceo, come un fiume in piena attraverso le finestre di un ponte. Quest’anno le classi prime sono le ultime, sono escluse dalla vita dell’Amaldi, trovandosi nella succursale di via Ponti: speriamo d’incontrare questi alieni. I primi anni servono ad ambientarsi e, proprio per questo, gli studenti dovrebbero essere coinvolti sin da subito nella vita del liceo e dei suoi progetti. Il fiume scorre. Scrosci, cascate, rapide: alcuni dei nostri ora navigano nel mare dell’università, hanno passato le colonne d’Ercole della maturità e la Redazione si è in alcuni momenti ristretta. Vi invitiamo in Redazione, non tanto per sopravvivere, ma per potere allargare l’offerta del giornale e crescere insieme. Non ci servono grandi fondi, ma salde fondamenta, fatte di amicizia e collaborazione. Sono molte le idee che ci frullano in testa: un giornale esteso e più ricco, la versione online, le videointerviste, la radio-podcast e molto altro. Tutto questo è possibile e ci sarà un percorso di crescita: l’obiettivo è imparare. È un lavoro entusiasmante, che trova il tempo togliendolo ai non-impegni. L’attività del giornale è complementare alla PAGINA 1 4 5 6 7 scuola e molte, troppe volte questo tipo di iniziative muore. Eppure il nostro liceo è la prova vivente che i progetti sono possibili, partecipati, sostenuti e alcuni sono ormai “storici”. Questo progetto è stato subito approvato, con un largo consenso e siamo grati della fiducia e della stima nei confronti di “Eco”, che vuole aprire una finestra di dialogo e di discussione efficace e non aggressiva. È gratificante poter SOMMARIO dare valore alla realtà che ci circonda: l’Amaldi si è di nuovo fatto valere, attraverso questa Redazione, partecipando al giornale di “Dire Giovani” e vincendo premi e riconoscimenti. Il sistema, macchinato più da noi che da grandi poteri oscuri, ci spinge all’individualismo, alla competizione, facendo sembrare una perdita di tempo tutto Sono Padani Questi ciò che è alieno all’obiettivo principale. Orbene, quali sono i nostri obiettivi? Chi Rosiconi interpreta le nostre effettive necessità e i nostri sogni? Questo giornale è nato da un sogno di fine estate di quattro ragazzi. Questo liceo è nato dal sogno di far emergere una zona popolare tendente al degrado. “Noi siamo MEP: together in della stessa materia di cui sono fatti i sogni” avrebbe detto Shakespeare. Illusione? Europe No, realtà. Noi vogliamo raccontarvi i colori di Tor Bella Monaca, le voci in difesa dell’ambiente, il presente del nostro liceo, insomma tutto ciò che rientra nel nome di esperienza e che costruisce il cammino tortuoso dell’uomo verso un mondo migliore e la conquista di una sensibilità matura e umana. Quello che non sapete Con questo augurio vi invito nuovamente in Redazione, o comunque a vivere questo sulla raccolta differen liceo, a vivere il quartiere, la città e il mondo. Di rito, l’augurio a tutti voi che questo ziata sia un anno di esercizio gioioso dell’intelligenza. Il vostro giornalista Alessandro Iannamorelli Uomini a rischio di estinzione TERRITORIO Tor Bella Monaca: quartiere visto dal nudo 8 Tra sogno e realtà Di Federica Cerelli (3°E) Abbattiamo i pregiudizi! Era questo il nome dato al convegno che si è tenuto nella sala cinema dell’VIII municipio di Roma il 1° e il 2 ottobre scorso. 9 Forza, togliamoci la Tentare di risolvere i problemi della nostra comunità partendo dalle basi, questo l’obiettivo. maschera! Il convegno si è aperto con un videoreportage ,sul quartiere di Tor Bella Monaca, realizzato da Alex Mezzenga, seguito dall’esibizione delle “Facce Scoperte Klan”, un gruppo di giovani artisti cresciuti nel quartiere che hanno usato la musica rap come mezzo di comunicazione per descrivere il luogo in cui sono cresciuti. E dalle loro 10 Gli splendori del canzoni sono emersi rabbia, vergogna e forse anche un po’ di disprezzo per il quarColosseo tiere, ormai al centro del mirino da quando il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha affermato di voler “radere al suolo” gli enti comunali di Tor Bella Monaca e di Nudo sulle passerelle, volerli ricostruire dalle fondamenta. caduto l’ultimo tabù Affermazioni forti quelle del Sindaco della capitale che ha definito questo quartiere di Roma come un “cancro da estirpare” e con le quali si è guadagnato la sfiducia dei suoi cittadini che oggi sono a dir poco “avvelenati” per le fandonie che Alemanno ha 11 Inaugurazione pronunciato, forse con troppa leggerezza. dell’anno scolastico e la Di fatto, è noto che negli enti comunali risiedono migliaia di cittadini e ricostruire questi enti dalle fondamenta costerebbe miliardi di euro. Esprimendo questo conBeata Ignoranza cetto in cifre ne emerge che negli enti pubblici risiedono circa 6.000 cittadini e ricostruire questi “giganti” costerebbe da uno a quattro miliardi di euro, che sono circa Polverini vieta face book ai suoi dipendenti la metà del bilancio comunale della capitale. In altre parole, servirebbero miliardi di fondi, ed i cittadini sono perfettamente consci che se non ci sono soldi per risolvere problemi legati al comune, non ce ne saranno per questo tipo di lavoro. Il problema, in verità, non è quello architettonico, perché sono sufficienti forti e tempestivi PAGINA 2 interventi di manutenzione edilizia, meglio noti come cappottature, per risolvere guasti e danni idraulici. L’effettivo “ostacolo”, se così vogliamo definirlo, è effettuare una rivalutazione del territorio, come tra l’altro, lo stesso sindaco aveva promesso. Nonostante questo però il quartiere di Tor Bella Monaca, è circondato da troppi pregiudizi. Nessuno nasconde il vergognoso stato di questa zona ed i grandi problemi che vi incombono, perché prima ancora della distruzione del quartiere ci sono altri gravi ostacoli da superare. Molte famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese. Ci sono donne con a carico figli portatori di handicap e mariti disoccupati che non trovano lavoro, donne che non possono permettersi un aiuto per i loro figli, e la cosa peggiore è che questa situazione non vige solo in questo quartiere, ma si espande un po’ in ogni parte, e allora dov’è l’intervento del Comune, del Sindaco? Ancora una volta ci troviamo di fronte a situazioni ai limiti dell’estremo, dove le madri hanno timore per il futuro dei loro figli, timore perchè questi possano, come altri già fanno purtroppo, tornare a casa e poggiare soldi e droga sul comò. Ancora una volta si tenta di tenere la popolazione disinformata sui fatti, ma stavolta non è stato così. Questa volta è la popolazione che vuole sentirsi al centro del cambiamento, stanca di essere abbandonata, e proprio a ciò è servito il convegno, dove è stata notevole la partecipazione di persone di ogni età, ed anche di alcuni giovani studenti del Liceo Scientifico Edoardo Amaldi, che hanno avanzato alcune proposte, tra cui la creazione di un punto di ritrovo per i giovani del quartiere e la rivalutazione dei parchi del quartiere e delle zone ad esso strettamente collegate. Alla luce di questi avvenimenti che non ci rendono molto speranzosi, una buona notizia c’è: l’apertura al pubblico della biblioteca del liceo Amaldi, desiderio tra l’altro espresso con molta ricorrenza. E con questi ultimi tratti, si è delineato un altro dei molti aspetti drammatici del nostro paese, la noncuranza, l’abbandono e l’inizio di un degrado che, se non recuperato in tempo, condurrà la popolazione a danni ben più grandi di quelli che già si sono affermati. Silenziamo i pregiudizi Di Andrea Colafranceschi <<Che cosa demolirebbe della sua città?>> <<[…]Sicuramente un’area che andrebbe demolita è Tor Bella Monaca>>. Ormai è diventata famosa la dichiarazione di Gianni Alemanno di questa estate rilasciata all’evento “Cortina InConTra”. Sono susseguite critiche a tale dichiarazione dall’opposizione ma reazioni per dimostrare il contrario ancora non se ne erano viste; questo fino a che il primo ottobre scorso il PD dell’VIII organizza in pompa magna un convegno: “Abbattiamo i pregiudizi”. Le premesse erano ottime; la sala cinema del Municipio per una volta contava più persone dentro di quelle che stavano fuori per fumare. Ci sono stati molti interventi tra i quali quello delle madri con figli portatori di handicap e i disabili stessi. Il PD, con Alex Mezzenga, fotoreporter dell’Espresso, si è voluto però concentrare sulla figura del gruppo rap autoctono “Facce Scoperte Klan”. I ragazzi hanno detto tra le altre cose che <<vivere a Tor Bella Monaca è impensabile soltanto per chi non ci vive>>, una frase che ha fatto applaudire tutti i presenti. Per più di due ore si sono avvicendati gli ospiti ma nessuno molto probabilmente è riuscito a centrare il tema della giornata, abbattere i pregiudizi; si è cercato più che altro di mostrare la parte migliore del nostro quartiere e accantonando invece tutti i problemi etichettati con il solito ritornello: “È il degrado”. Si è preferito quindi non dare una forma a questo “degrado”, lasciandogliene una intangibile. Solo nella seconda giornata si è rotto questo idillico quadretto che pareva ricordare la riunione del mulino bianco: Carmen Vogani, giornalista di “Italia Sera”, ha chiesto delucidazioni ai dirigenti del partito riguardo ai signorotti che sembrano avere il quartiere nelle loro mani; il fatto che alcuni cittadini conoscano di persona mafiosi e che a Torre Gaia bisogna chiedere il permesso per costruire delle strade sono i fatti che destano più scalpore. Un tema, quello della mafia, che seppur evitato all’interno della Sala Cinema era invece quello più discusso fuori: solo confusamente si è parlato di macrocriminalità organizzata e di traffici di droga imponenti; Tor Bella Monaca da qualche anno è infatti soprannominata la Scampia del Lazio. Per una volta era meglio rimanere fuori e denunciare i pregiudizi piuttosto che stare dentro e nasconderli. PAGINA 3 ATTUALITÀ Sono Padani Questi Rosiconi Di Melissa Randò (3°E) Cosa avrebbero fatto i gladiatori dell'antica Roma se Umberto Bossi gli avesse urlato di essere solo dei "porci"? Probabilmente il leader leghista sarebbe stato gettato nel Colosseo a combattere contro i leoni! Animato dal troppo fumo aspirato o semplicemente dalle tante fanciulle viste sfilare per contendersi l'ambitissimo titolo di "Miss Padania", Umberto Boss, durante il concorso di bellezza tenutosi vicino Monza, si è lanciato in un acceso comizio. Di cosa avrà mai potuto parlare se non del suo "caro" e "sfortunato" Nord che tanto si adopera per un'Italia economicamente avanzata e che riceve solo pernacchie da tutti? Povero Nord, gli vogliono togliere il monopolio del Gran Premio di Monza di F1 e spostarlo nella Capitale! E non sarebbe nemmeno l'unica volta: prima l'aereoporto di Malpensa, le Olimpiadi di Venezia, ovvero la semplice qualificazione, e l'ultima tappa del Giro d'Italia. Roma è una ladra! Sembra troppo anche per il leader del Carroccio, che è costretto a difendere la sua "patria": << Basta con la sigla SPQR, io dico: Sono porci questi Romani!>> E poi, bufera. La politica si mobilita: piove solidarietà per il popolo oltraggiato, colpito nell'orgoglio, i Verdi addirittura propongono una raccolta firme per risarcirlo con milioni e milioni di euro (sì, ma soldi di chi?), mozioni di sfiducia, critiche dalla fazione guelfa e da quella ghibellina: tutti contro Umbertino. Vignetta di Ioana Loredana Mihoc (2°B) << In privato può pensare quel che vuole. Come ministro non può insultare altri cittadini italiani.>>, declama il ministro dell'Interno, Maroni, dall'alto della sua posizione. I massimi vertici della Regione Lazio, della Provincia e del Comune non risparmiano il leader del Carroccio. Dopo che Gianni Alemanno "minaccia" di dirlo a Silvio, Bossi si affretta a scusarsi, affermando che non prova odio per il popolo romano (ci mancherebbe!), ma per l'amministrazione della Capitale, che "ruba la libertà e la ricchezza a chi la produce". Ma intanto partecipa come ospite ad un programma di Radio Padana Libera, dove viene trasmessa una canzone di stampo "razzista" o comunque di carattere dispregiativo nei confronti del popolo romano. Sull' "onda" popolare c'imbattiamo nelle dichiarazioni di due gladiatori DOC, il capitano giallorosso Francesco Totti, che invita caldamente Umbertino in Curva Sud, e Carlo Verdone, che paragona il leghista ad Annibale, al quale appena si parla dei Romani viene il sangue alle orecchie. Rottura politica? Nemmeno per sogno. Dopo pochi giorni le dichiarazioni vengono ritirate e tutti ritornano sui propri passi. Pensate che questa non sia stata una manovra mediatica e politica? Come afferma Gasparri, "il leader leghista dice solo fesserie, ma ha votato per Roma Capitale". La politica, tutta, è solo un magna-magna, come dimostrato dalla riappacificazione tra Umbertino e Alemanno: un piatto di polenta e di pajata e anche il boccone tragugiato più malamente va giù! PAGINA 4 MEP: together in Europe Di Alessandro Iannamorelli (4°C) Luce soffusa e bisbigli: ognuno affronta in modo diverso l’attesa prima della guerra. Chi cerca di far lavorare il cervello fino a tardi guarda con occhi languidi chi invece dorme. Noi chini sul portatile, a risolvere i problemi del mondo; loro a rigirarsi nelle lenzuola, con scatti veloci e mugolii. Chi era più sveglio? Quanti sogni nella testa di un giovane! Giunge l’alba e gli svegli rinunciano a cedere al sonno, per l’ultima volta. La disfatta è vicina. Il vestito buono, la colazione nella sala dell’albergo e poi si vive il momento cruciale: l’assemblea. “Come veri e propri parlamentari europei”, gli studenti delle scuole italiane si confrontano nella formalità del rito assembleare. Chiamati, da chi confida in loro, a ragionare e a discutere non più su temi vaghi; e senza il conforto delle definizioni e dei concetti fissi: sono queste le prime strutture a cadere se c’è un problema, per la cui risoluzione è necessario il dialogo. Si chiama “problem solving” e in questo vince il più sveglio. Simulazione? No, modello del parlamento europeo: MEP. Farsi notare alla Sessione Nazionale significa sperare di essere selezionati per la fase successiva, Internazionale, per rappresentare l’Italia e non più la propria scuola o la propria città. È sport, non un semplice gioco: alcuni amano definirla “palestra della democrazia”. E come in ogni palestra che si rispetti, taluni sono culturisti ed esagerano nel far mostra di sé, talatri sono preoccupati di far crescere il loro corpo in armonia. Il MEP (Model European Parliament) è un modello di parlamento europeo, al quale la nostra scuola partecipa ormai da anni. È un progetto nato nel 1996 a Modena. Dal 25 al 29 ottobre si è svolta la XVII Sessione Nazionale MEP, in cui i 144 studenti selezionati alle fasi cittadine e/o regionalei si sono confrontati su grandi tematiche, lavorando suddivisi in 10 Commissioni e riunendosi in assemblea, come nel Parlamento dell’ UE. I sei ragazzi del nostro liceo andati alla Nazionale saranno Chairs, ovvero si occuperanno della preparazione degli studenti interessati al progetto, in vista della prossima sessione cittadina di Roma. È rivolto agli studenti del terzo anno. Per informazioni: prof.ssa Donatelli e prof.ssa Peruggia PROGETTI Da sx: Luca Panico (4°G), Martina Bologna (4°N), Matteo Martone, Federica Cioffi (4°A), Andrea Marciello (4°A) E con tutta quest’agitazione, volano certo strafalcioni, tiri poco corretti e sbandate totali; ma noi giovani siamo forti, corriamo con il sangue alle ginocchia, come inneggia una hit del momento. Le finalità del MEP consistono nel formare dei cittadini svegli, che sappiano godere e costruiscano la libertà in Europa e nel mondo, in un clima multiculturale e rispettoso, affrontando grandi problemi e sviluppando la propria persona nel contesto sociale. È degno di nota come l’UE sia un organo non ingerente nelle questioni nazionali, ma autorevole in ogni caso. In quest’ultimo periodo si è assistito a un surriscaldamento della politica europea: Sarkozy che organizza le gite per i rom, la nuova direttiva sulla sperimentazione animale, e così via. I toni si accendono quando si crede che si stiano ledendo l’Unione nei suoi principi universali. Il parlamentare deve essere ben conscio della dimensione umana e a questo non deve mancare una buona dose di aggiornamento. Ma attenzione, cari giovani, “voi non siete più il futuro, siete già il presente”, come ha ammonito un Preside all’apertura della XVII Sessione Nazionale MEP. Poco conto ha chi strepita per arroganza, che scaturisce dalla povertà delle sue idee. Se urli, come fai a sentire il rumore del tuo pensiero? Cosa non meno importante: bisogna essere persuasi della propria opinione, che non deve ridursi a scudo per le contraddizioni, ma è la premessa per un dialogo che evita parole vuote. Nell’era della comunicazione bisogna essere parsimoniosi nelle parole per essere sentiti. Come diceva il sor Trilussa, bisogna far “guardia doganale der bon senso” ed evitare di “aprir bocca e daje fiato”. PAGINA 5 AMBIENTE Quello che non sapete sulla raccolta differenziata Di Chen Laura Sarno (3°E) Per diversi giorni sono stati appostati all’inizio di via Balbiani, armati di computer e opuscoli. Erano gli addetti dell’Ama, in “missione speciale” per salvare il pianeta, o almeno Roma. Infatti nel nostro municipio, come negli altri dove i rifiuti non vengono raccolti “porta a porta”, la raccolta differenziata stradale è una pratica ancora poco diffusa: così sono stati forniti gratuitamente chiarimenti e informazioni al riguardo. Dal 2005 a Roma la raccolta differenziata è obbligatoria e sono previste sanzioni per chi non la effettua correttamente, ad esempio lasciando i rifiuti fuori dai cassonetti. Se un materiale viene contaminato, lo sforzo di separarlo dagli altri diventa vano e finisce negli inceneritori o nelle discariche, che essendo private richiedono un costo minore se ci viene depositata una quantità minore di rifiuti. A questo punto sorgono spontanei dubbi amletici come “Dove butto il fazzoletto che ho appena riempito di muco?”. La risposta è: nel cassonetto verde dell’indifferenziato –insieme a piatti e bicchieri di plastica- il cui contenuto verrà portato in una specifica struttura (a Rocca Cencia) in cui verrà diviso per essere trattato come combustibile o come copertura di discariche. I cartoni dei succhi di frutta, invece, dopo essere stati sciacquati, possono tranquillamente essere gettati nei cassonetti bianchi della carta, portata poi nelle piattaforme del consorzio COMIECO dove viene pressata e successivamente trattata nelle cartiere. Gli imballaggi in plastica, vetro, metallo e alluminio -cioè solo i contenitori e le confezioni come bottiglie, flaconi, involucri e così via, escludendo quindi giocattoli, vasi, etc.-, vengono separati con un apposito impianto (sempre a Rocca Cencia) e consegnati ai rispettivi consorzi COREPLA, COREVE, CNA e CIAL, dove vengono fusi o triturati, nel caso della plastica, per creare nuovi oggetti, anche di design. Per quanto riguarda i rifiuti tossici, elettronici, ingombranti e in generale specia- li, esistono appositi servizi, come i punti di raccolta periodici della campagna “Il tuo quartiere non è una discarica”. Inoltre viene offerta la compostiera domestica per il riutilizzo ‘fai da te’ dei rifiuti organici. I materiali realizzati tramite il riciclo richiedono molta meno energia ed emettono molta meno anidride carbonica nel loro ciclo produttivo rispetto a quelli prodotti partendo da zero: per fabbricare una bottiglia di vetro serve più materia prima di quanta ne venga fuori, mentre basta rifonderne una usata; per la carta si risparmia un terzo di energia elettrica (oltre agli alberi); per l’alluminio se ne usa appena un ventesimo. Da parte nostra si tratta di alcune attenzioni, che vanno a schierarsi contro fenomeni come le discariche abusive, o i vortici di spazzatura negli oceani, limitando il numero di rifiuti da smaltire. È estremamente importante ridurre i rifiuti all’origine, utilizzando meno imballaggi. Ciò è possibile scegliendo merce sfusa, riutilizzando alcuni oggetti tali e quali, preferendo materiali riciclati o almeno riciclabili. Tra l’altro l’Italia è stata condannata dall’Europa per non aver fatto abbastanza nell’ambito della gestione dei rifiuti e ogni anno paga (o meglio noi cittadini paghiamo) una multa per non aver raggiunto una certa quota di materiale riciclato –a Roma si ricicla il 20% dei rifiuti-. In fondo, se a San Francisco riescono a riciclarne il 72%, anche in Italia si può fare di più. PAGINA 6 Uomini a rischio di estinzione Di Federica Cerelli (3°E) I sopravvissuti tra le popolazioni indigene all’arrivo dell’uomo occidentale oggi rischiano l’estinzione. Questo è quanto compare dalle stime effettuate da alcune società americane. Un centinaio di popolazioni indigene vivono nella paura di essere sterminati. Governi e società di tutto il mondo continuano ad ignorare il loro essere uomini ed i loro diritti, invadendo e sterminando impunemente le loro terre. Oggi le tribù isolate e più minacciate sono quelle del Paraguay, del Brasile e del Perù, e sono solo alcuni degli oltre cento popoli sparsi tra Sud America, Oceano Indiano e Nuova Guinea di cui oggi conosciamo l’esistenza. Le minacce principali per queste popolazioni sono due: le scarse difese immunitarie verso le malattie molto comuni in occidente, come l’influenza, il morbillo ed un gran numero di influenze respiratorie e la violenza. Infatti, quando avvengono contatti tra popolazioni indigene e popolazioni occidentali, laddove non vengono predisposti interventi sanitari efficaci e tempestivi può essere sterminata anche un’intera tribù. Nella maggior parte dei casi, poi, le tribù vengono a contatto con gruppi di taglialegna armati, pronti a sterminare comunità intere, come accadde nel 1996 alla tribù degli indiani Murunahua. Nelle foreste amazzoniche, gli indiani Awà sono in fuga continua dai bulldozer che stanno rapidamente distruggendo le loro terre. Le invasioni di taglialegna illegali, allevatori e coloni sta avanzando rapidamente su tutti i fronti. Gli Awà contano circa trecento MONDO persone e sono una delle ultime autentiche tribù nomadi del Brasile. Se i taglialegna sono attratti dal legno pregiato, gli allevatori ambiscono ad appropriarsi di vasti territori per produrre carne da esportazione mondiale. Inoltre, il governo americano riconosce gli indiani Awà come legittimi proprietari delle loro terre, ma le autorità non hanno provveduto a fermare le invasioni. E sono ancora i taglialegna e le compagnie petrolifere ad invadere i territori di indiani peruviani e paraguaiani. In particolare la compagnia petrolifera anglo-francese Perenco ha dichiarato di aver già scavato almeno un pozzo, di voler inviare centinaia di operai presso i fiumi Napo e Tigre ( Perù ) e ha negato l’esistenza di tribù nomadi. Nonostante la resistenza di questi popoli, la Perenco è riuscita comunque nei suoi intenti. Medesima situazione si presenta nelle foreste del Chaco ( Paraguay ), dove i disboscamenti sono all’ordine del giorno e tribù come quelle degli Ayoreo-Totobiengosode sono costrette a fuggire di fronte alla distruzione dei loro terreni. In attesa che qualcuno decida di scomodarsi per salvare questi popoli, che inconsciamente conservano una delle più belle culture “povere” di tutto il mondo, si stanno attuando varie campagne di sensibilizzazione anche per altre tribù indigene come quelle degli gli indiani Arara e dei Jarawa e sono stati creati anche numerosi siti a cui si può aderire facilmente per aiutare diverse associazioni nelle campagne per la salvaguardia di queste tribù e dei loro diritti. Link interessanti: 1) HUNKAPI: È un’associazione culturale nata per la divulgazione delle tradizioni degli Indiani d’America, senza dimenticare quei valori che erano propri dei nativi, quali fraternità, solidarietà, tolleranza e rispetto per la natura. http://digilander.iol.it/hunkapi/ 2) HISTORY OF THE CHEROKEE: Documenti dedicati alla forza e alla determinazione con cui questa gente è riuscita a sopravvivere a centinaia di anni di oppressione. http://cherokeehistory.com/ 3) SOCONAS INCOMINDIOS: Un comitato di solidarietà verso i popoli nativi americani, nato per promuovere in Italia la conoscenza della loro storia e delle loro problematiche attuali, in rapporti con i Nativi Americani e le loro organizzazioni. www.cisi.unito.it/progetti/soconas/ PAGINA 7 CINEMA Di Annibale Damiano (4°H) Tra sogno e realtà “Qual è il parassita più resistente? Un’idea! Una singola idea della mente umana può costruire città! Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le idee! Ed è per questo che devo rubarla!” Nelle sale cinematografiche dalla fine di settembre viene proiettato un film ambientato tra subconscio e realtà, dal titolo che evoca scenari futuribili: INCEPTION. Scritto, prodotto e diretto da Cristopher Nolan, già autore de Il Cavaliere Oscuro. Il film ruota intorno alla figura di Dom Cobb (Leonardo Di Caprio), padre di due bambini dai quali deve separarsi quando viene accusato dell’omicidio della moglie Mal (Marion Cotillard). Nel campo dello spionaggio industriale è definito come l’estrattore. È lo specialista indiscusso nel furto di informazioni e di piani di lavoro più inconfessati, prelevati direttamente dal subconscio della vittima. Pende su di lui un mandato di cattura emesso dall’Agenzie di Sicurezza Nazionale USA e, sempre in fuga, è costretto a cambiare continuamente domicilio. Il suo modus operandi colpisce le vittime, inconsapevoli di quello che sta accadendo, quando sono nella condizione più vulnerabile, il sonno. Cobb per non rimanere vittima delle sue capacità, porta con sé un piccola trottola di metallo, un oggetto personale che lui chiama “totem” che gli permette di distinguere tra sogno e realtà, la trottola gira all’infinito nel sogno, mentre quando essa si ferma e cade è tutto reale. La vita di Cobb cambia quando con il collega Arthur (Joseph Gordon), entra nei sogni di un potente uomo d’affari giapponese Mr. Saito (Ken Watanabe), per eseguire una estrazione. L’operazione fallisce per l’interposizione di Mal che appare nel suo subconscio sotto forma di proiezione. Mr. Saito conosce bene Cobb, da vittima diventa il suo carnefice e gli offre di lavorare per lui, in cambio potrà tornare dai suoi figli. Dovrà eseguire un “inception”, inserire un’idea nella mente di Robert Fischer (Cillian Murphy), figlio del suo rivale in affari. Cobb mette insieme la squadra, un team di uomini abilissimi e fidati, formata da: Arthur, Eames (Tom Hardy) un falsario in grado di cambiare aspetto all’interno dei sogni, Yusuf, (Dileep Rao) un chimico anestesista e Arianna (Ellen Page), una giovane studentessa ingaggiata per costruire l’architettura del sogno. Tenterà l’impresa ma si troverà ad affrontare le reminescenze che giacciono, questa volta, nella sua mente. Dovrà superare una serie di livelli del subconscio, azioni che si susseguono senza tregua, per 148 minuti, dove lo spettatore rimarrà coinvolto senza annoiarsi, dal fantastico mondo dei sogni. Inception è un film originale, che sorprende lo spettatore meravigliandolo con l’armonia che si viene a creare tra effetti speciali, colonna sonora e trama, lasciandolo soddisfatto tanto da fargli venire voglia di alzarsi e applaudire. Nolan è riuscito a creare un film impensato e mai realizzato fino adesso, che merita certamente di essere visto. PARERI FLASH di Luna Mastropietro (3°E) Paranormal acrivity 2 Migliore del primo, tiene col fiato sospeso. **** Step un in 3D Originale e avvincente, con coreografie meravigliose. *** 1/2 Buried Unico nel suo genere, ricco di colpi di scena. PAGINA 8 ****1/2 Forza, togliamoci la maschera Di Melissa Randò (3°E) Tor Bella Monaca è risalita recentemente agli onori della cronaca non per delle aggressioni a danno di immigrati, per la criminalità o per i suoi innumerevoli problemi. No. Il sindaco Gianni Alemanno ha affermato di voler abbattere le famose Torri, poiché in una estrema condizione di degrado, in cui infiltrazioni e umidità vanno a braccetto, e di voler “ricostruire” il quartiere. Come? Con quali soldi? Che domande oscure! Riportiamo qui l’intervista a “FacceScoperte”, gruppo e testimonianza di un quartiere che cerca di cambiare, di ragazzi che vogliono far sentire la propria voce. -Perché “FacceScoperte”? FacceScoperte poiché tutto ciò che facciamo lo portiamo avanti senza nasconderci dietro una maschera, la quale purtroppo viene “vestita” da molte persone e ragazzi del quartiere a causa di situazioni difficili. - Di cosa trattano i vostri testi e cosa cercate di trasmettere con le vostre canzoni? Nei nostri testi parliamo del quartiere e dei problemi che ci circondano, cercando di trasmettere alle persone la forza di cambiare e pensare più in positivo. -Quanto tempo è che cantate insieme e com’è nato il vostro gruppo? Sono due anni che io e Kesh cantiamo insieme ed è tutto nato quasi per gioco. Notando un buon riscontro sulla gente, la cosa si è fatta più interessante e abbiamo continuato a cantare, più “seriamente”. -Avete uno studio dove registrare le vostre canzoni? Registriamo a Piazza Sempione, uno tra i migliori studi di Roma, il “BUNKER STUDIO”, gestito da Dj 3D. - Quartiere: cosa vorreste, quali sono le realtà che sfiorano le vostre vite, c’è qualche possibilità di cambiamento? La politica, con i mezzi e le idee giuste, potrebbe riqualificare Tor Bella Monaca e cancellare la “nomina” che ormai la marchia? Noi desideriamo un cambiamento positivo per questo MUSICA quartiere e lo crediamo possibile, sia per quanto riguarda il modo di pensare qui a Tor Bella Monaca che per i tanto famosi palazzoni, o meglio torroni, affinché vengano solo ristrutturati e non buttati giù completamente. Ciò significherebbe dare un minimo di speranza agli abitanti, che altrimenti sostituirebbero una casa “sicura” con una ipotetica. Crediamo che la brutta nomina su Tor Bella Monaca sia ormai un “tormentone” consolidato. Si potrebbe muovere qualcosa, però, con la musica, cercando sempre di spingere l’ottica della gente su un quartiere migliore, non fatto solo di criminalità e degrado. - Cos’è la musica per voi? La musica per noi è VITA, io e il mio amico Kesh ci addormentiamo con il pensiero della musica e ci svegliamo nello stesso modo. - Aspirazioni e speranze per il futuro? Ci piacerebbe sfondare nel mondo della musica, essere (ri)conosciuti da molta gente per ciò che vogliamo trasmettere, per i testi che scriviamo...Sarebbe uno dei nostri tanti sogni quello di andare a MTV! La Banca della Memoria Video interviste, per raccogliere le esperienze di vita dei nati prima del 1940, per arricchire la Banca della Memoria. Questo il progetto della Provincia di Roma e dell’associazione “La Scatola Chiara”. Tutto sarà preceduto da un corso intensivo di due giorni, GRATUITO, per imparare le tecniche di ripresa. Seguirà il lavoro di montaggio con l’aiuto di esperti. I video, oltre a essere condivisi sul sito, saranno pubblicati in un dvd e proiettati in un evento finale. Se siete interessati, contattate subito la Redazione: i tempi stringono! PAGINA 9 ROMA Di Andra Gabriela Tacea (2°B) Gli splendori del Colosseo L’anfiteatro Flavio, simbolo di Roma, meglio conosciuto come Colosseo, prende il nome dal colosso bronzeo di Nerone. Dopo averlo visto bruciare per delle fiamme virtuali con “Coliseum on fire” ed averlo visto pieno di lanterne rosse per l’anno culturale della Cina in Italia, possiamo finalmente visitare anche il terzo anello, gli ipogei e la Porta SOCIETÀ Libitinaria grazie al restauro attuato. Gli ipogei, parti sotterranee dove ci si preparava per i giochi, sono la parte più affascinante del monumento, dove sono stati rinvenuti molti reperti tra cui anche ossa di animali; da qui possiamo comprendere che non solo i gladiatori vi si preparavano per i giochi ma ci tenevano anche gli animali che dovevano essere affrontati, mentre dalla Porta Libitinaria uscivano i gladiatori ormai morenti. Il terzo anello del Colosseo , invece, riaperto al pubblico dopo quarant’anni, ci fa vedere Roma e l’Anfiteatro come non li avevamo mai visti; sottolineando la loro maestosità e immensità oltre a darci un’ampia veduta sugli altri monumenti romani. Inoltre, l’entrata nell’Anfiteatro per i minorenni è gratuita, con un biglietto valido anche per il museo del Palatino e il Foro Romano.. Nudo sulle passerelle, caduto l’ultimo tabù Di Federica Cerelli (3°E) La moda è nuda. Eh sì, i guru della moda si preoccupano delle tendenze in arrivo con la stagione nuova e lo stilista Charlie Le Mindu lascia sfilare sulle passerelle della Fashion Week di Londra le sue modelle vestite solamente di grandi cappelli e tacchi vertiginosi. È così caduto l’ultimo tabù della nostra società, anche se il rapporto tra nudo e passerella non è una novità. Correva l’anno 1966 quando Yves Saint Laurent, allora trentenne, portò alla sua sfilata una modella vestita di una camicetta trasparente che non lasciava nulla all’immaginazione. Poi fu la volta di Jean Paul Gaultier, che nei favolosi anni Ottanta lasciò sfilare un suo modello vestito unicamente di scarpe e calzini. Nel 1994 toccò a Vivienne Westwood, che vestì l’allora giovanissima Carla Bruni di una pelliccia di cincillà e di un tanga dello stesso tessuto. Dunque quello di Le Mindu non è una mancanza di fantasia, una “svista” o una “dimenticanza”, ma solo un modo divertente, secondo alcuni, di far parlare di sé e di invitare le persone a girare nude per le strade delle loro città. Arte o volgarità? Il giovane stilista sembra non esserselo chiesto affatto, creando una collezione eccentrica, provocatoria e senza un briciolo di pudore. E dopo Londra è toccato ad Istanbul, dove la moda ha imposto forti trasparenze, e a Pechino. L’obiettivo? Rafforzare la moda asiatica per renderla in grado di competere con il mercato internazionale. Insomma, un decisivo cambiamento nel mondo della moda per quanto riguarda le due ultime tappe del suo “tour”, moda che oggi rappresenta un indicatore culturale significativo di novità e contrasti. PAGINA 10 ATTUALITÀ L’inaugurazione dell’anno scolastico e la Beata Ignoranza Di Claudio De Blasio (3°A) Siamo ormai giunti all’apoteosi dell’ignoranza. Se prima pensavo, da buon ottimista quale sono, che una volta toccato il fondo ci si può solo dare un colpo di reni e risalire, ormai penso che l’Italia abbia preso la pala e cominciato a scavare piuttosto velocemente verso il centro della terra (senza peraltro trovare la minima traccia di oro nero o qualsivoglia combustibile fossile). Mi sto riferendo a un curioso fatto che forse alcuni di voi già conoscono e che riguarda la già tristemente nota Mariastella, famosa anche col nome di Maria-Star, nostro caro ministro della pubblica (d)istruzione. Cominciamo dal principio. Come ben sapete, e se non lo sapete ve lo dico ora, ogni anno scolastico viene inaugurato con una “solenne” cerimonia al Quirinale, il palazzo dove risiede il nostro buon presidente della Repubblica Italiana. Dopo il discorso del ministro dove si illustravano i punti di una riforma piena di tagli e ritagli, abilmente sminuiti e mascherati, ha preso parola il padrone di casa che, come un buon padre, ha ricordato l’importanza dello studio, della scuola e delle nostre capacità. E come ogni discorso che si rispetti, non ha potuto non ricordare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, evidenziando i notevoli passi in avanti compiuti dal 1861 in campo di alfabetizzazi- one e di istruzione, ingigantendo poi i risultati degli ultimi quindici anni. Un dato opinabile, ma pur sempre realistico se si pensa che fino a trent’anni fa essere laureati era un lusso. Tralasciando le opinioni personali, il ministro ha quindi dato ai presenti (ma da quanto ho potuto capire lo ha anche inviato alle scuole) un opuscolo, “I testi della memoria”, dove vengono narrate le imprese degli eroi nazionali che in centocinquanta anni hanno contribuito a fondare, anche culturalmente, la nostra nazione. Fin qui tutto bene. Ma c’è sempre la fregatura: infatti un blogger ha notato che alcune parti dell’opuscolo sono state copiate per bene da Wikipedia, ad esempio la parte riguardante lo Statuto Albertino. Vi faccio ora la seguente domanda: possibile che uno studente, semmai stracolmo di compiti a casa, per avere copiato una ricerca da un’enciclopedia prenda un votaccio, mentre ad un ministro (e a coloro i quali hanno stilato l’opuscolo) non venga detto niente? È possibile che degli impiegati statali da noi pagati, che devono fare un resoconto sull’unità d’Italia copino le informazioni dalla rete nonostante abbiano dei documenti sicuramente più dettagliati rispetto ad un'enciclopedia on-line? A voi l’ardua sentenza. Polverini vieta facebook ai suoi dipendenti Di Piero Di Lorenzo (2°B) vignetta a pagina 12 Il presidente della regione Lazio, Renata Polverini, ha fatto emanare due circolari dal suo segretario, che rimproverano l’eccessivo uso di Facebook negli uffici della regione, e che lo vietano. È dimostrato infatti che il social network più conosciuto nel mondo sia usato negli uffici della Regione dall’ 80 per cento degli impiegati. La Polverini ha però ammesso di non volere intraprendere una crociata con- tro il web, ma solo riportarlo al suo uso principale. Viene dimostrato dalla pagina su Facebook che ha fatto aprire sulla regione Lazio che ha già 12000 fans. Non mancano inoltre i commenti che chiedono una diminuzione delle ore, senza il divieto. PAGINA 11 Polverini vieta facebook ai suoi dipendenti Vignetta di Ioana Loredana Mihoc (2°B) articolo a pagina 11 Redazione Se vuoi esprimere un parere, dare consigli, proporre argomenti, contatta la redazione all’indirizzo e-mail: [email protected] Cerchiamo giornalisti! Se ti piace scrivere e vuoi partecipare a questo progetto, non esitare a contattarci. La redazione di Eco è aperta a tutti. Hanno partecipato a questo numero i seguenti “giornalisti in erba”: Federica Cerelli (3°E) Andrea Colafranceschi Annibale Damiano (4°H) Claudio De Blasio (3°A) Piero Di Lorenzo (2°B) Alessandro Iannamorelli (4°C) Melissa Randò (3°E) Chen Laura Sarno (3°E) Andra Gabreila Tacea (2°B) Si ringrazia per la disponibiltà la band Facce Scoperte Klan Professore referente del progetto: Alvaro Vellei Redattrice: Melissa Randò Grafica: Chen Laura Sarno Il giornalino d’Istituto è un progetto scolastico aperto a tutti, coordinato dal gruppo Eco-Amaldi. Gli articoli e le foto in questo numero non possono essere utilizzati o rielaborati senza il permesso degli autori. Visitate il sito del gruppo Eco-Amaldi, nel quale scaricare le copie digitali a colori anche dei numeri precedenti: ecoamaldi.altervista.org ecoamaldi.blogspot.com Vignette di Ioana Loredana Mihoc (2°B) Un rigraziamento speciale alla prof. di lettere Susanna Mattarocci. PAGINA 12