ecoamaldi.altervista.org
Sabato 6 novembre 2010 - Anno 2 - No. 9
Rivista scolastica del Liceo Scientifico Statale “Edoardo Amaldi” di Roma
“Non esistono condizioni ideali in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà, la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il proprio progetto” - Konrad Lorenz
EDITORIALE
Una eco
È giunto il momento tanto atteso: l’inizio del secondo
anno del giornale. Bene, questo è il
luogo per fermarsi a pensare. Lì, sulla
sedia, fermi a leggere questo mare di
banalità.
Gente, muo-via-mo-ci a pensare!
“Eco” è un giornale in movimento e
non il miglior pezzo di carta per sterminare mosche. Il dinamismo di Eco
consiste nel suscitare interesse, promuovere il dialogo e la discussione
su temi interessanti, perché legati alla
nostra vita, alla nostra realtà.
Questo richiede un continuo sforzo
d’intelligenza, o stupidità: comprendere e vivere la nostra storia, esprimerla in una sintesi non patetica e
capire cosa ne pensiamo al riguardo.
Ma chi si ferma a pensare da solo è
perduto! La personalità e la ricchezza
interiore di tutti noi si manifesta nel
contatto con l’altro.
Il giornalismo, come possiamo intenderlo noi, significa fare esperienza
e tesoro di ciò che si scrive. E, come
diceva un filosofo, “scrivere bene
significa pensare bene”. Potremmo
perderci in discorsi incantati sulla libertà e sul pensiero, ma già vedo la vostra attenzione giustamente scemare.
Pubblicità, rumore, morti ammazzati e donne nude!
Questo è il sano nutrimento per le menti di noi giovani.
Attirare l’attenzione è difficile, ma chi ha qualcosa da
dire cerca il mezzo più adatto per dirlo. Le giornaliste
e i giornalisti, in odore di decapitazione del Redattore,
si lanceranno di nuovo nell’impresa:
interessarvi usando l’arte della penna.
Non abbiamo un esercito. In cinque
anni, o più, gli studenti passano per il
liceo, come un fiume in piena attraverso le finestre di un ponte. Quest’anno
le classi prime sono le ultime, sono
escluse dalla vita dell’Amaldi, trovandosi nella succursale di via Ponti:
speriamo d’incontrare questi alieni.
I primi anni servono ad ambientarsi
e, proprio per questo, gli studenti
dovrebbero essere coinvolti sin da
subito nella vita del liceo e dei suoi
progetti. Il fiume scorre. Scrosci, cascate, rapide: alcuni dei nostri ora navigano nel mare dell’università, hanno
passato le colonne d’Ercole della
maturità e la Redazione si è in alcuni
momenti ristretta.
Vi invitiamo in Redazione, non tanto
per sopravvivere, ma per potere allargare l’offerta del giornale e crescere insieme. Non ci servono grandi
fondi, ma salde fondamenta, fatte
di amicizia e collaborazione. Sono
molte le idee che ci frullano in testa: un giornale esteso e più ricco, la
versione online, le videointerviste, la
radio-podcast e molto altro. Tutto questo è possibile e ci
sarà un percorso di crescita: l’obiettivo è imparare. È un
lavoro entusiasmante, che trova il tempo togliendolo ai
non-impegni. L’attività del giornale è complementare alla
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scuola e molte, troppe volte questo tipo di iniziative muore. Eppure il nostro liceo
è la prova vivente che i progetti sono possibili, partecipati, sostenuti e alcuni sono
ormai “storici”. Questo progetto è stato subito approvato, con un largo consenso e
siamo grati della fiducia e della stima nei confronti di “Eco”, che vuole aprire una
finestra di dialogo e di discussione efficace e non aggressiva. È gratificante poter
SOMMARIO
dare valore alla realtà che ci circonda: l’Amaldi si è di nuovo fatto valere, attraverso
questa Redazione, partecipando al giornale di “Dire Giovani” e vincendo premi e
riconoscimenti.
Il sistema, macchinato più da noi che da grandi poteri oscuri, ci spinge
all’individualismo, alla competizione, facendo sembrare una perdita di tempo tutto
Sono Padani Questi ciò che è alieno all’obiettivo principale. Orbene, quali sono i nostri obiettivi? Chi
Rosiconi
interpreta le nostre effettive necessità e i nostri sogni?
Questo giornale è nato da un sogno di fine estate di quattro ragazzi. Questo liceo è
nato dal sogno di far emergere una zona popolare tendente al degrado. “Noi siamo
MEP: together in
della stessa materia di cui sono fatti i sogni” avrebbe detto Shakespeare. Illusione?
Europe
No, realtà. Noi vogliamo raccontarvi i colori di Tor Bella Monaca, le voci in difesa
dell’ambiente, il presente del nostro liceo, insomma tutto ciò che rientra nel nome di
esperienza e che costruisce il cammino tortuoso dell’uomo verso un mondo migliore
e la conquista di una sensibilità matura e umana.
Quello che non sapete Con questo augurio vi invito nuovamente in Redazione, o comunque a vivere questo
sulla raccolta differen liceo, a vivere il quartiere, la città e il mondo. Di rito, l’augurio a tutti voi che questo
ziata
sia un anno di esercizio gioioso dell’intelligenza.
Il vostro giornalista
Alessandro Iannamorelli
Uomini a rischio di
estinzione
TERRITORIO
Tor Bella Monaca: quartiere visto dal nudo
8 Tra sogno e realtà
Di Federica Cerelli (3°E)
Abbattiamo i pregiudizi!
Era questo il nome dato al convegno che si è tenuto nella sala cinema dell’VIII municipio di Roma il 1° e il 2 ottobre scorso.
9 Forza, togliamoci la Tentare di risolvere i problemi della nostra comunità partendo dalle basi, questo
l’obiettivo.
maschera!
Il convegno si è aperto con un videoreportage ,sul quartiere di Tor Bella Monaca,
realizzato da Alex Mezzenga, seguito dall’esibizione delle “Facce Scoperte Klan”, un
gruppo di giovani artisti cresciuti nel quartiere che hanno usato la musica rap come
mezzo di comunicazione per descrivere il luogo in cui sono cresciuti. E dalle loro
10 Gli splendori del canzoni sono emersi rabbia, vergogna e forse anche un po’ di disprezzo per il quarColosseo
tiere, ormai al centro del mirino da quando il sindaco di Roma, Gianni Alemanno,
ha affermato di voler “radere al suolo” gli enti comunali di Tor Bella Monaca e di
Nudo sulle passerelle, volerli ricostruire dalle fondamenta.
caduto l’ultimo tabù
Affermazioni forti quelle del Sindaco della capitale che ha definito questo quartiere
di Roma come un “cancro da estirpare” e con le quali si è guadagnato la sfiducia dei
suoi cittadini che oggi sono a dir poco “avvelenati” per le fandonie che Alemanno ha
11 Inaugurazione
pronunciato, forse con troppa leggerezza.
dell’anno scolastico e la Di fatto, è noto che negli enti comunali risiedono migliaia di cittadini e ricostruire
questi enti dalle fondamenta costerebbe miliardi di euro. Esprimendo questo conBeata Ignoranza
cetto in cifre ne emerge che negli enti pubblici risiedono circa 6.000 cittadini e ricostruire questi “giganti” costerebbe da uno a quattro miliardi di euro, che sono circa
Polverini vieta face book ai suoi dipendenti la metà del bilancio comunale della capitale. In altre parole, servirebbero miliardi di
fondi, ed i cittadini sono perfettamente consci che se non ci sono soldi per risolvere
problemi legati al comune, non ce ne saranno per questo tipo di lavoro.
Il problema, in verità, non è quello architettonico, perché sono sufficienti forti e
tempestivi
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interventi di manutenzione edilizia, meglio noti come cappottature, per risolvere guasti e danni idraulici.
L’effettivo “ostacolo”, se così vogliamo definirlo, è effettuare una rivalutazione del territorio, come tra l’altro, lo
stesso sindaco aveva promesso.
Nonostante questo però il quartiere di Tor Bella Monaca,
è circondato da troppi pregiudizi. Nessuno nasconde il
vergognoso stato di questa zona ed i grandi problemi che
vi incombono, perché prima ancora della distruzione del
quartiere ci sono altri gravi ostacoli da superare. Molte
famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese. Ci sono
donne con a carico figli portatori di handicap e mariti disoccupati che non trovano lavoro, donne che non possono
permettersi un aiuto per i loro figli, e la cosa peggiore è
che questa situazione non vige solo in questo quartiere, ma
si espande un po’ in ogni parte, e allora dov’è l’intervento
del Comune, del Sindaco?
Ancora una volta ci troviamo di fronte a situazioni ai limiti
dell’estremo, dove le madri hanno timore per il futuro
dei loro figli, timore perchè questi possano, come altri già
fanno purtroppo, tornare a casa e poggiare soldi e droga
sul comò.
Ancora una volta si tenta di tenere la popolazione disinformata sui fatti, ma stavolta non è stato così.
Questa volta è la popolazione che vuole sentirsi al centro
del cambiamento, stanca di essere abbandonata, e proprio a ciò è servito il convegno, dove è stata notevole la
partecipazione di persone di ogni età, ed anche di alcuni
giovani studenti del Liceo Scientifico Edoardo Amaldi,
che hanno avanzato alcune proposte, tra cui la creazione
di un punto di ritrovo per i giovani del quartiere e la rivalutazione dei parchi del quartiere e delle zone ad esso
strettamente collegate.
Alla luce di questi avvenimenti che non ci rendono molto
speranzosi, una buona notizia c’è: l’apertura al pubblico
della biblioteca del liceo Amaldi, desiderio tra l’altro
espresso con molta ricorrenza.
E con questi ultimi tratti, si è delineato un altro dei molti
aspetti drammatici del nostro paese, la noncuranza,
l’abbandono e l’inizio di un degrado che, se non recuperato in tempo, condurrà la popolazione a danni ben più
grandi di quelli che già si sono affermati.
Silenziamo i pregiudizi
Di Andrea Colafranceschi
<<Che cosa demolirebbe della sua città?>>
<<[…]Sicuramente un’area che andrebbe demolita è Tor
Bella Monaca>>.
Ormai è diventata famosa la dichiarazione di Gianni Alemanno di questa estate rilasciata all’evento “Cortina InConTra”. Sono susseguite critiche a tale dichiarazione
dall’opposizione ma reazioni per dimostrare il contrario
ancora non se ne erano viste; questo fino a che il primo
ottobre scorso il PD dell’VIII organizza in pompa magna
un convegno: “Abbattiamo i pregiudizi”.
Le premesse erano ottime; la sala cinema del Municipio
per una volta contava più persone dentro di quelle che
stavano fuori per fumare. Ci sono stati molti interventi tra
i quali quello delle madri con figli portatori di handicap e
i disabili stessi.
Il PD, con Alex Mezzenga, fotoreporter dell’Espresso, si è
voluto però concentrare sulla figura del gruppo rap autoctono “Facce Scoperte Klan”. I ragazzi hanno detto tra le
altre cose che <<vivere a Tor Bella Monaca è impensabile
soltanto per chi non ci vive>>, una frase che ha fatto applaudire tutti i presenti.
Per più di due ore si sono avvicendati gli ospiti ma nessuno molto probabilmente è riuscito a centrare il tema
della giornata, abbattere i pregiudizi; si è cercato più che
altro di mostrare la parte migliore del nostro quartiere
e accantonando invece tutti i problemi etichettati con il
solito ritornello: “È il degrado”. Si è preferito quindi non
dare una forma a questo “degrado”, lasciandogliene una
intangibile.
Solo nella seconda giornata si è rotto questo idillico quadretto che pareva ricordare la riunione del mulino bianco: Carmen Vogani, giornalista di “Italia Sera”, ha chiesto
delucidazioni ai dirigenti del partito riguardo ai signorotti
che sembrano avere il quartiere nelle loro mani; il fatto
che alcuni cittadini conoscano di persona mafiosi e che
a Torre Gaia bisogna chiedere il permesso per costruire
delle strade sono i fatti che destano più scalpore.
Un tema, quello della mafia, che seppur evitato all’interno
della Sala Cinema era invece quello più discusso fuori:
solo confusamente si è parlato di macrocriminalità organizzata e di traffici di droga imponenti; Tor Bella Monaca
da qualche anno è infatti soprannominata la Scampia del
Lazio.
Per una volta era meglio rimanere fuori e denunciare i
pregiudizi piuttosto che stare dentro e nasconderli.
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ATTUALITÀ
Sono Padani Questi Rosiconi
Di Melissa Randò (3°E)
Cosa avrebbero fatto i gladiatori dell'antica Roma se Umberto Bossi gli avesse urlato di essere solo dei "porci"?
Probabilmente il leader leghista sarebbe stato gettato nel
Colosseo a combattere contro i leoni!
Animato dal troppo fumo aspirato o semplicemente dalle
tante fanciulle viste sfilare per contendersi l'ambitissimo
titolo di "Miss Padania", Umberto Boss, durante il concorso di bellezza tenutosi vicino Monza, si è lanciato in
un acceso comizio. Di cosa avrà mai potuto parlare se non
del suo "caro" e "sfortunato" Nord che tanto si adopera per
un'Italia economicamente avanzata e che riceve solo pernacchie da tutti?
Povero Nord, gli vogliono togliere il monopolio del Gran
Premio di Monza di F1 e spostarlo nella Capitale! E non
sarebbe nemmeno l'unica volta: prima l'aereoporto di
Malpensa, le Olimpiadi di Venezia, ovvero la semplice
qualificazione, e l'ultima tappa del Giro d'Italia. Roma è
una ladra!
Sembra troppo anche per il leader del Carroccio, che è
costretto a difendere la sua "patria": << Basta con la sigla
SPQR, io dico: Sono porci questi Romani!>>
E poi, bufera.
La politica si mobilita: piove solidarietà per il popolo oltraggiato, colpito nell'orgoglio, i Verdi addirittura propongono una raccolta firme per risarcirlo con milioni e milioni
di euro (sì, ma soldi di chi?), mozioni di sfiducia, critiche
dalla fazione guelfa e da quella ghibellina: tutti contro Umbertino.
Vignetta di Ioana Loredana Mihoc (2°B) << In privato può pensare quel che vuole. Come ministro non può insultare altri cittadini italiani.>>, declama il
ministro dell'Interno, Maroni, dall'alto della sua posizione.
I massimi vertici della Regione Lazio, della Provincia
e del Comune non risparmiano il leader del Carroccio.
Dopo che Gianni Alemanno "minaccia" di dirlo a Silvio,
Bossi si affretta a scusarsi, affermando che non prova
odio per il popolo romano (ci mancherebbe!), ma per
l'amministrazione della Capitale, che "ruba la libertà e la
ricchezza a chi la produce". Ma intanto partecipa come ospite ad un programma di Radio Padana Libera, dove viene
trasmessa una canzone di stampo "razzista" o comunque di
carattere dispregiativo nei confronti del popolo romano.
Sull' "onda" popolare c'imbattiamo nelle dichiarazioni di
due gladiatori DOC, il capitano giallorosso Francesco Totti, che invita caldamente Umbertino in Curva Sud, e Carlo
Verdone, che paragona il leghista ad Annibale, al quale
appena si parla dei Romani viene il sangue alle orecchie.
Rottura politica? Nemmeno per sogno. Dopo pochi giorni
le dichiarazioni vengono ritirate e tutti ritornano sui propri
passi. Pensate che questa non sia stata una manovra mediatica e politica?
Come afferma Gasparri, "il leader leghista dice solo fesserie, ma ha votato per Roma Capitale".
La politica, tutta, è solo un magna-magna, come dimostrato dalla riappacificazione tra Umbertino e Alemanno: un
piatto di polenta e di pajata e anche il boccone tragugiato
più malamente va giù!
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MEP: together in Europe
Di Alessandro Iannamorelli (4°C)
Luce soffusa e bisbigli: ognuno affronta in modo diverso l’attesa prima della guerra. Chi cerca di far lavorare il
cervello fino a tardi guarda con occhi languidi chi invece
dorme. Noi chini sul portatile, a risolvere i problemi del
mondo; loro a rigirarsi nelle lenzuola, con scatti veloci e
mugolii. Chi era più sveglio? Quanti sogni nella testa di
un giovane!
Giunge l’alba e gli svegli rinunciano a cedere al sonno,
per l’ultima volta. La disfatta è vicina. Il vestito buono, la
colazione nella sala dell’albergo e poi si vive il momento
cruciale: l’assemblea.
“Come veri e propri parlamentari europei”, gli studenti
delle scuole italiane si confrontano nella formalità del rito
assembleare. Chiamati, da chi confida in loro, a ragionare
e a discutere non più su temi vaghi; e senza il conforto
delle definizioni e dei concetti fissi: sono queste le prime
strutture a cadere se c’è un problema, per la cui risoluzione è necessario il dialogo. Si chiama “problem solving” e
in questo vince il più sveglio.
Simulazione? No, modello del parlamento europeo:
MEP.
Farsi notare alla Sessione Nazionale significa sperare di essere selezionati per la fase successiva, Internazionale, per
rappresentare l’Italia e non più la propria scuola o la propria città. È sport, non un semplice gioco: alcuni amano
definirla “palestra della democrazia”. E come in ogni palestra che si rispetti, taluni sono culturisti ed esagerano nel
far mostra di sé, talatri sono preoccupati di far crescere il
loro corpo in armonia.
Il MEP (Model European Parliament) è un
modello di parlamento europeo, al quale
la nostra scuola partecipa ormai da anni.
È un progetto nato nel 1996 a Modena.
Dal 25 al 29 ottobre si è svolta la XVII Sessione
Nazionale MEP, in cui i 144 studenti selezionati
alle fasi cittadine e/o regionalei si sono confrontati su grandi tematiche, lavorando suddivisi in 10
Commissioni e riunendosi in assemblea, come nel
Parlamento dell’ UE.
I sei ragazzi del nostro liceo andati alla Nazionale saranno Chairs, ovvero si occuperanno della
preparazione degli studenti interessati al progetto, in vista della prossima sessione cittadina
di Roma. È rivolto agli studenti del terzo anno.
Per informazioni: prof.ssa Donatelli e prof.ssa Peruggia
PROGETTI
Da sx: Luca Panico (4°G), Martina Bologna (4°N), Matteo
Martone, Federica Cioffi (4°A), Andrea Marciello (4°A)
E con tutta quest’agitazione, volano certo strafalcioni,
tiri poco corretti e sbandate totali; ma noi giovani siamo
forti, corriamo con il sangue alle ginocchia, come inneggia una hit del momento. Le finalità del MEP consistono
nel formare dei cittadini svegli, che sappiano godere e
costruiscano la libertà in Europa e nel mondo, in un clima
multiculturale e rispettoso, affrontando grandi problemi e
sviluppando la propria persona nel contesto sociale.
È degno di nota come l’UE sia un organo non ingerente
nelle questioni nazionali, ma autorevole in ogni caso. In
quest’ultimo periodo si è assistito a un surriscaldamento
della politica europea: Sarkozy che organizza le gite per
i rom, la nuova direttiva sulla sperimentazione animale, e
così via.
I toni si accendono quando si crede che si stiano ledendo
l’Unione nei suoi principi universali. Il parlamentare deve
essere ben conscio della dimensione umana e a questo
non deve mancare una buona dose di aggiornamento. Ma
attenzione, cari giovani, “voi non siete più il futuro, siete
già il presente”, come ha ammonito un Preside all’apertura
della XVII Sessione Nazionale MEP.
Poco conto ha chi strepita per arroganza, che scaturisce
dalla povertà delle sue idee. Se urli, come fai a sentire il
rumore del tuo pensiero? Cosa non meno importante:
bisogna essere persuasi della propria opinione, che non
deve ridursi a scudo per le contraddizioni, ma è la premessa per un dialogo che evita parole vuote. Nell’era della
comunicazione bisogna essere parsimoniosi nelle parole
per essere sentiti.
Come diceva il sor Trilussa, bisogna far “guardia doganale
der bon senso” ed evitare di “aprir bocca e daje fiato”.
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AMBIENTE
Quello che non sapete sulla raccolta differenziata
Di Chen Laura Sarno (3°E)
Per diversi giorni sono stati appostati all’inizio di via Balbiani, armati di computer e opuscoli. Erano gli addetti
dell’Ama, in “missione speciale” per salvare il pianeta, o
almeno Roma.
Infatti nel nostro municipio, come negli altri dove i rifiuti
non vengono raccolti “porta a porta”, la raccolta differenziata stradale è una pratica ancora poco diffusa: così sono
stati forniti gratuitamente chiarimenti e informazioni al riguardo.
Dal 2005 a Roma la raccolta differenziata è obbligatoria
e sono previste sanzioni per chi non la effettua correttamente, ad esempio lasciando i rifiuti fuori dai cassonetti.
Se un materiale viene contaminato, lo sforzo di separarlo
dagli altri diventa vano e finisce negli inceneritori o nelle
discariche, che essendo private richiedono un costo minore se ci viene depositata una quantità minore di rifiuti.
A questo punto sorgono spontanei dubbi amletici come
“Dove butto il fazzoletto che ho appena riempito di muco?”.
La risposta è: nel cassonetto verde dell’indifferenziato –insieme a piatti e bicchieri di plastica- il cui contenuto verrà
portato in una specifica struttura (a Rocca Cencia) in cui
verrà diviso per essere trattato come combustibile o come
copertura di discariche. I cartoni dei succhi di
frutta, invece, dopo essere stati sciacquati, possono tranquillamente essere gettati nei cassonetti
bianchi della carta, portata poi nelle piattaforme
del consorzio COMIECO dove viene pressata e
successivamente trattata nelle cartiere. Gli imballaggi in plastica, vetro, metallo e alluminio -cioè
solo i contenitori e le confezioni come bottiglie,
flaconi, involucri e così via, escludendo quindi
giocattoli, vasi, etc.-, vengono separati con un apposito impianto (sempre a Rocca Cencia) e consegnati ai rispettivi consorzi COREPLA, COREVE, CNA e CIAL, dove vengono fusi o triturati,
nel caso della plastica, per creare nuovi oggetti,
anche di design. Per quanto riguarda i rifiuti tossici, elettronici, ingombranti e in generale specia-
li, esistono appositi
servizi, come i punti
di raccolta periodici
della campagna “Il
tuo quartiere non è
una discarica”. Inoltre viene offerta la
compostiera domestica per il riutilizzo
‘fai da te’ dei rifiuti
organici.
I materiali realizzati
tramite il riciclo richiedono molta meno
energia ed emettono
molta meno anidride
carbonica nel loro ciclo produttivo rispetto a quelli prodotti partendo da zero:
per fabbricare una bottiglia di vetro serve più materia prima di quanta ne venga fuori, mentre basta rifonderne una
usata; per la carta si risparmia un terzo di energia elettrica
(oltre agli alberi); per l’alluminio se ne usa appena un ventesimo.
Da parte nostra si tratta di alcune attenzioni, che vanno a
schierarsi contro fenomeni come le discariche abusive, o
i vortici di spazzatura negli oceani, limitando il numero di
rifiuti da smaltire.
È estremamente importante ridurre i rifiuti all’origine, utilizzando meno imballaggi. Ciò è possibile scegliendo merce sfusa, riutilizzando alcuni oggetti tali e quali, preferendo
materiali riciclati o almeno riciclabili.
Tra l’altro l’Italia è stata condannata dall’Europa per non
aver fatto abbastanza nell’ambito della gestione dei rifiuti
e ogni anno paga (o meglio noi cittadini paghiamo) una
multa per non aver raggiunto una certa quota di materiale
riciclato –a Roma si ricicla il 20% dei rifiuti-. In fondo, se a
San Francisco riescono a riciclarne il 72%, anche in Italia
si può fare di più.
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Uomini a rischio di estinzione
Di Federica Cerelli (3°E)
I sopravvissuti tra le popolazioni indigene all’arrivo
dell’uomo occidentale oggi rischiano l’estinzione.
Questo è quanto compare dalle stime effettuate da alcune
società americane. Un centinaio di popolazioni indigene
vivono nella paura di essere sterminati. Governi e società
di tutto il mondo continuano ad ignorare il loro essere
uomini ed i loro diritti, invadendo e sterminando impunemente le loro terre.
Oggi le tribù isolate e più minacciate sono quelle del Paraguay, del Brasile e del Perù, e sono solo alcuni degli oltre cento popoli sparsi tra Sud America, Oceano Indiano
e Nuova Guinea di cui oggi conosciamo l’esistenza. Le
minacce principali per queste popolazioni sono due: le
scarse difese immunitarie verso
le malattie molto comuni in occidente, come l’influenza, il morbillo ed un gran numero di influenze
respiratorie e la violenza. Infatti,
quando avvengono contatti tra popolazioni indigene e popolazioni
occidentali, laddove non vengono
predisposti interventi sanitari efficaci e tempestivi può essere
sterminata anche un’intera tribù.
Nella maggior parte dei casi, poi,
le tribù vengono a contatto con
gruppi di taglialegna armati, pronti a sterminare comunità intere,
come accadde nel 1996 alla tribù
degli indiani Murunahua.
Nelle foreste amazzoniche, gli indiani Awà sono in fuga continua dai bulldozer che stanno
rapidamente distruggendo le loro terre. Le invasioni di
taglialegna illegali, allevatori e coloni sta avanzando rapidamente su tutti i fronti. Gli Awà contano circa trecento
MONDO
persone e sono una delle ultime autentiche tribù nomadi
del Brasile. Se i taglialegna sono attratti dal legno pregiato,
gli allevatori ambiscono ad appropriarsi di vasti territori
per produrre carne da esportazione mondiale.
Inoltre, il governo americano riconosce gli indiani Awà
come legittimi proprietari delle loro terre, ma le autorità
non hanno provveduto a fermare le invasioni. E sono ancora i taglialegna e le compagnie petrolifere ad invadere
i territori di indiani peruviani e paraguaiani. In particolare la compagnia petrolifera anglo-francese Perenco ha
dichiarato di aver già scavato almeno un pozzo, di voler
inviare centinaia di operai presso i fiumi Napo e Tigre (
Perù ) e ha negato l’esistenza di tribù nomadi. Nonostante
la resistenza di questi popoli, la
Perenco è riuscita comunque
nei suoi intenti. Medesima situazione si presenta nelle foreste
del Chaco ( Paraguay ), dove i
disboscamenti sono all’ordine
del giorno e tribù come quelle
degli Ayoreo-Totobiengosode
sono costrette a fuggire di fronte
alla distruzione dei loro terreni.
In attesa che qualcuno decida
di scomodarsi per salvare questi
popoli, che inconsciamente conservano una delle più belle culture “povere” di tutto il mondo,
si stanno attuando varie campagne di sensibilizzazione anche
per altre tribù indigene come
quelle degli gli indiani Arara e dei Jarawa e sono stati creati
anche numerosi siti a cui si può aderire facilmente per aiutare diverse associazioni nelle campagne per la salvaguardia di queste tribù e dei loro diritti.
Link interessanti:
1) HUNKAPI: È un’associazione culturale nata per la divulgazione delle tradizioni degli Indiani d’America,
senza dimenticare quei valori che erano propri dei nativi, quali fraternità, solidarietà, tolleranza e rispetto
per la natura.
http://digilander.iol.it/hunkapi/
2) HISTORY OF THE CHEROKEE: Documenti dedicati alla forza e alla determinazione con cui questa
gente è riuscita a sopravvivere a centinaia di anni di oppressione.
http://cherokeehistory.com/
3) SOCONAS INCOMINDIOS: Un comitato di solidarietà verso i popoli nativi americani, nato per promuovere in Italia la conoscenza della loro storia e delle loro problematiche attuali, in rapporti con i Nativi
Americani e le loro organizzazioni.
www.cisi.unito.it/progetti/soconas/
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CINEMA
Di Annibale Damiano (4°H)
Tra sogno e realtà
“Qual è il parassita più resistente? Un’idea! Una
singola idea della mente umana può costruire città!
Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte
le idee! Ed è per questo che devo rubarla!”
Nelle sale cinematografiche dalla fine di settembre viene proiettato un film ambientato tra subconscio e
realtà, dal titolo che evoca scenari futuribili: INCEPTION. Scritto, prodotto e diretto da Cristopher Nolan,
già autore de Il Cavaliere Oscuro.
Il film ruota intorno alla figura di Dom Cobb (Leonardo Di Caprio), padre di due bambini dai quali deve
separarsi quando viene accusato dell’omicidio della
moglie Mal (Marion Cotillard). Nel campo dello spionaggio industriale è definito come l’estrattore. È lo specialista indiscusso nel furto di informazioni e di piani di
lavoro più inconfessati, prelevati direttamente dal subconscio della vittima. Pende su di lui un mandato di cattura emesso dall’Agenzie di Sicurezza Nazionale USA
e, sempre in fuga, è costretto a cambiare continuamente
domicilio. Il suo modus operandi colpisce le vittime,
inconsapevoli di quello che sta accadendo, quando
sono nella condizione più vulnerabile, il sonno. Cobb
per non rimanere vittima delle sue capacità, porta con
sé un piccola trottola di metallo, un oggetto personale
che lui chiama “totem” che gli permette di distinguere
tra sogno e realtà, la trottola gira all’infinito nel sogno,
mentre quando essa si ferma e cade è tutto reale.
La vita di Cobb cambia quando con il collega Arthur (Joseph Gordon), entra nei sogni di un potente
uomo d’affari giapponese Mr. Saito (Ken Watanabe),
per eseguire una estrazione. L’operazione fallisce per
l’interposizione di Mal che appare nel suo subconscio
sotto forma di proiezione. Mr. Saito conosce bene
Cobb, da vittima diventa il suo carnefice e gli offre di
lavorare per lui, in cambio potrà tornare dai suoi figli.
Dovrà eseguire un “inception”, inserire un’idea nella
mente di Robert Fischer (Cillian Murphy), figlio del suo
rivale in affari. Cobb mette insieme la squadra, un team
di uomini abilissimi e fidati, formata da: Arthur, Eames
(Tom Hardy) un falsario in grado di cambiare aspetto
all’interno dei sogni, Yusuf, (Dileep Rao) un chimico
anestesista e Arianna (Ellen Page), una giovane studentessa ingaggiata per costruire l’architettura del sogno.
Tenterà l’impresa ma si troverà ad affrontare le reminescenze che giacciono, questa volta, nella sua mente.
Dovrà superare una serie di livelli del subconscio, azioni che si susseguono senza tregua, per 148 minuti, dove
lo spettatore rimarrà coinvolto senza annoiarsi, dal fantastico mondo dei sogni.
Inception è un film originale, che sorprende lo spettatore meravigliandolo con l’armonia che si viene a creare
tra effetti speciali, colonna sonora e trama, lasciandolo
soddisfatto tanto da fargli venire voglia di alzarsi e applaudire.
Nolan è riuscito a creare un film impensato e mai realizzato fino adesso, che merita certamente di essere visto.
PARERI FLASH
di Luna Mastropietro (3°E)
Paranormal acrivity 2
Migliore del primo, tiene col fiato sospeso.
****
Step un in 3D
Originale e avvincente, con coreografie meravigliose.
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Buried
Unico nel suo genere, ricco di colpi di scena.
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****1/2
Forza, togliamoci la maschera
Di Melissa Randò (3°E)
Tor Bella Monaca è risalita recentemente agli onori della cronaca non per delle aggressioni a danno di immigrati, per la criminalità o per i suoi innumerevoli problemi. No. Il sindaco Gianni Alemanno ha affermato di
voler abbattere le famose Torri, poiché in una estrema
condizione di degrado, in cui infiltrazioni e umidità
vanno a braccetto, e di voler “ricostruire” il quartiere.
Come? Con quali soldi?
Che domande oscure!
Riportiamo qui l’intervista a “FacceScoperte”, gruppo
e testimonianza di un quartiere che cerca di cambiare,
di ragazzi che vogliono far sentire la propria voce.
-Perché “FacceScoperte”?
FacceScoperte poiché tutto ciò che facciamo lo portiamo avanti senza nasconderci dietro una maschera,
la quale purtroppo viene “vestita” da molte persone e
ragazzi del quartiere a causa di situazioni difficili.
- Di cosa trattano i vostri testi e cosa cercate di
trasmettere con le vostre canzoni?
Nei nostri testi parliamo del quartiere e dei problemi
che ci circondano, cercando di trasmettere alle persone
la forza di cambiare e pensare più in positivo.
-Quanto tempo è che cantate insieme e com’è nato il
vostro gruppo?
Sono due anni che io e Kesh cantiamo insieme ed è
tutto nato quasi per gioco. Notando un buon riscontro
sulla gente, la cosa si è fatta più interessante e abbiamo
continuato a cantare, più “seriamente”.
-Avete uno studio dove registrare le vostre canzoni?
Registriamo a Piazza Sempione, uno tra i migliori studi
di Roma, il “BUNKER STUDIO”, gestito da Dj 3D.
- Quartiere: cosa vorreste, quali sono le realtà che
sfiorano le vostre vite, c’è qualche possibilità di cambiamento? La politica, con i mezzi e le idee giuste,
potrebbe riqualificare Tor Bella Monaca e cancellare
la “nomina” che ormai la marchia?
Noi desideriamo un cambiamento positivo per questo
MUSICA
quartiere e lo crediamo possibile, sia per quanto riguarda il modo di pensare qui a Tor Bella Monaca che per
i tanto famosi palazzoni, o meglio torroni, affinché vengano solo ristrutturati e non buttati giù completamente.
Ciò significherebbe dare un minimo di speranza agli
abitanti, che altrimenti sostituirebbero una casa “sicura”
con una ipotetica.
Crediamo che la brutta nomina su Tor Bella Monaca sia
ormai un “tormentone” consolidato. Si potrebbe muovere qualcosa, però, con la musica, cercando sempre
di spingere l’ottica della gente su un quartiere migliore,
non fatto solo di criminalità e degrado.
- Cos’è la musica per voi?
La musica per noi è VITA, io e il mio amico Kesh ci
addormentiamo con il pensiero della musica e ci svegliamo nello stesso modo.
- Aspirazioni e speranze per il futuro?
Ci piacerebbe sfondare nel mondo della musica, essere (ri)conosciuti da molta gente per ciò che vogliamo
trasmettere, per i testi che scriviamo...Sarebbe uno dei
nostri tanti sogni quello di andare a MTV!
La Banca della Memoria
Video interviste, per raccogliere le esperienze di vita dei nati prima del 1940, per arricchire la Banca
della Memoria.
Questo il progetto della Provincia di Roma e dell’associazione “La Scatola Chiara”.
Tutto sarà preceduto da un corso intensivo di due giorni, GRATUITO, per imparare le tecniche di ripresa. Seguirà il lavoro di montaggio con l’aiuto di esperti.
I video, oltre a essere condivisi sul sito, saranno pubblicati in un dvd e proiettati in un evento finale.
Se siete interessati, contattate subito la Redazione: i tempi stringono!
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ROMA
Di Andra Gabriela Tacea (2°B)
Gli splendori del Colosseo
L’anfiteatro Flavio, simbolo di Roma, meglio
conosciuto
come
Colosseo,
prende
il nome dal colosso bronzeo di Nerone.
Dopo averlo visto bruciare per delle fiamme virtuali con
“Coliseum on fire” ed averlo visto pieno di lanterne rosse
per l’anno culturale della Cina in Italia, possiamo finalmente visitare anche il terzo anello, gli ipogei e la Porta
SOCIETÀ
Libitinaria grazie al restauro attuato.
Gli ipogei, parti sotterranee dove ci si
preparava per i giochi, sono la parte
più affascinante del monumento,
dove sono stati rinvenuti molti reperti tra cui anche ossa di animali; da
qui possiamo comprendere che non
solo i gladiatori vi si preparavano
per i giochi ma ci tenevano anche gli
animali che dovevano essere affrontati, mentre dalla Porta Libitinaria
uscivano i gladiatori ormai morenti.
Il
terzo
anello
del
Colosseo , invece, riaperto al pubblico dopo quarant’anni, ci fa vedere Roma e l’Anfiteatro come non li avevamo mai
visti; sottolineando la loro maestosità e immensità oltre
a darci un’ampia veduta sugli altri monumenti romani.
Inoltre, l’entrata nell’Anfiteatro per i minorenni è gratuita, con un biglietto valido anche
per il museo del Palatino e il Foro Romano..
Nudo sulle passerelle, caduto l’ultimo tabù
Di Federica Cerelli (3°E)
La moda è nuda. Eh sì, i guru della moda si preoccupano
delle tendenze in arrivo con la stagione nuova e lo stilista
Charlie Le Mindu lascia sfilare sulle passerelle della Fashion Week di Londra le sue modelle vestite solamente di
grandi cappelli e tacchi vertiginosi. È così caduto l’ultimo
tabù della nostra società, anche se il rapporto tra nudo e
passerella non è una novità.
Correva l’anno 1966 quando Yves Saint Laurent, allora trentenne, portò alla sua sfilata una modella vestita di una camicetta trasparente che non lasciava nulla
all’immaginazione.
Poi fu la volta di Jean Paul Gaultier, che nei favolosi anni
Ottanta lasciò sfilare un suo modello vestito unicamente
di scarpe e calzini.
Nel 1994 toccò a Vivienne Westwood, che vestì l’allora
giovanissima Carla Bruni di una pelliccia di cincillà e di un
tanga dello stesso tessuto.
Dunque quello di Le Mindu non è una mancanza di fantasia, una “svista” o una “dimenticanza”, ma solo un modo
divertente, secondo alcuni, di far parlare di sé e di invitare
le persone a girare nude per le strade delle loro città.
Arte o volgarità? Il giovane stilista sembra non esserselo
chiesto affatto, creando una collezione eccentrica, provocatoria e senza un briciolo di pudore.
E dopo Londra è toccato ad Istanbul, dove la moda ha
imposto forti trasparenze, e a Pechino.
L’obiettivo? Rafforzare la moda asiatica per renderla in
grado di competere con il mercato internazionale. Insomma, un decisivo cambiamento nel mondo della moda per
quanto riguarda le due ultime tappe del suo “tour”, moda
che oggi rappresenta un indicatore culturale significativo
di novità e contrasti.
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ATTUALITÀ
L’inaugurazione dell’anno scolastico e la Beata Ignoranza
Di Claudio De Blasio (3°A)
Siamo ormai giunti all’apoteosi dell’ignoranza. Se
prima pensavo, da buon ottimista quale sono, che
una volta toccato il fondo ci si può solo dare un colpo
di reni e risalire, ormai penso che l’Italia abbia preso
la pala e cominciato a scavare piuttosto velocemente
verso il centro della terra (senza peraltro trovare la
minima traccia di oro nero o qualsivoglia combustibile fossile). Mi sto riferendo a un curioso fatto
che forse alcuni di voi già conoscono e che riguarda la già
tristemente nota Mariastella,
famosa anche col nome di Maria-Star, nostro caro ministro
della pubblica (d)istruzione.
Cominciamo dal principio.
Come ben sapete, e se non
lo sapete ve lo dico ora, ogni
anno scolastico viene inaugurato con una “solenne” cerimonia al Quirinale, il palazzo
dove risiede il nostro buon
presidente della Repubblica
Italiana. Dopo il discorso del
ministro dove si illustravano i
punti di una riforma piena di
tagli e ritagli, abilmente sminuiti e mascherati, ha preso
parola il padrone di casa che,
come un buon padre, ha ricordato l’importanza dello studio,
della scuola e delle nostre capacità. E come ogni discorso
che si rispetti, non ha potuto
non ricordare il centocinquantesimo anniversario
dell’unità d’Italia, evidenziando i notevoli passi in
avanti compiuti dal 1861 in campo di alfabetizzazi-
one e di istruzione, ingigantendo poi i risultati degli ultimi quindici anni. Un dato opinabile, ma pur
sempre realistico se si pensa che fino a trent’anni fa
essere laureati era un lusso. Tralasciando le opinioni
personali, il ministro ha quindi dato ai presenti (ma
da quanto ho potuto capire lo ha anche inviato alle
scuole) un opuscolo, “I testi della memoria”, dove
vengono narrate le imprese degli eroi nazionali che
in centocinquanta anni hanno
contribuito a fondare, anche
culturalmente, la nostra nazione. Fin qui tutto bene. Ma c’è
sempre la fregatura: infatti un
blogger ha notato che alcune
parti dell’opuscolo sono state
copiate per bene da Wikipedia,
ad esempio la parte riguardante
lo Statuto Albertino.
Vi faccio ora la seguente domanda: possibile che uno studente,
semmai stracolmo di compiti
a casa, per avere copiato una
ricerca da un’enciclopedia
prenda un votaccio, mentre ad
un ministro (e a coloro i quali
hanno stilato l’opuscolo) non
venga detto niente? È possibile che degli impiegati statali
da noi pagati, che devono fare
un resoconto sull’unità d’Italia
copino le informazioni dalla
rete nonostante abbiano dei
documenti sicuramente più
dettagliati rispetto ad un'enciclopedia on-line? A voi
l’ardua sentenza.
Polverini vieta facebook ai suoi dipendenti
Di Piero Di Lorenzo (2°B) vignetta a pagina 12
Il presidente della regione Lazio, Renata Polverini,
ha fatto emanare due circolari dal suo segretario,
che rimproverano l’eccessivo uso di Facebook negli uffici della regione, e che lo vietano. È dimostrato
infatti che il social network più conosciuto nel mondo sia usato negli uffici della Regione dall’ 80 per
cento degli impiegati. La Polverini ha però ammesso di non volere intraprendere una crociata con-
tro il web, ma solo riportarlo al suo uso principale.
Viene dimostrato dalla pagina su Facebook che ha
fatto aprire sulla regione Lazio che ha già 12000
fans. Non mancano inoltre i commenti che chiedono una diminuzione delle ore, senza il divieto.
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Polverini vieta facebook ai suoi dipendenti
Vignetta di Ioana Loredana Mihoc (2°B) articolo a pagina 11
Redazione
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Hanno partecipato a questo numero i seguenti
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Federica Cerelli (3°E)
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Piero Di Lorenzo (2°B)
Alessandro Iannamorelli (4°C)
Melissa Randò (3°E)
Chen Laura Sarno (3°E)
Andra Gabreila Tacea (2°B)
Si ringrazia per la disponibiltà la band Facce Scoperte
Klan
Professore referente del progetto: Alvaro Vellei
Redattrice: Melissa Randò
Grafica: Chen Laura Sarno
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Vignette di Ioana Loredana Mihoc (2°B)
Un rigraziamento speciale alla prof. di lettere Susanna
Mattarocci.
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